Saper Ascoltare - Un progetto di comunicazione per sensibilizzare i cittadini di Milano

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SAPER ASCOLTARE un progetto di comunicazione per sensibilizzare i cittadini di Milano

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SAPER ASCOLTARE un progetto di comunicazione per sensibilizzare i cittadini di Milano

A.A. 2016/2017 Corso di Laurea in Design della Comunicazione Laboratorio di Sintesi Finale “DESIGN DELLA COMUNICAZIONE PER IL WELFARE” Docenti V. Bucchetti, C. Diana, U. Tolino, P. Visconti Cultori della materia A. Arduini, A. Barone

Caterina Mariotti matr 830434


SAPER ASCOLTARE

indice

A


01 02 03 04 05

L’ASCOLTO NEL WELFARE coordinate di contesto approccio progettuale

6 8

LA RICERCA obiettivI e inquadramento selezione strumenti e fonti catalogazione dati raccolti

15 19 33

COMUNICARE LA RICERCA la restituzione progettazione del rollpaper la pagina tumblr

39 41 55

AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE la tematica del non ascolto ascolti, storie di persone inascoltate ascolti, persone che hanno scelto di ascoltare

62 67 70

UN ARTEFATTO PER RIFLETTERE il manifesto lo stile tipografico internazionale l’ascolto richiede attenzione

87 90 93



Cambiare il mondo, sia a livello globale sia a livello locale, è l’aspirazione comune a tutte le forme di progettazione per il benessere dei cittadini e della società. P. Antonelli, Febbraio 2012, “Domus”

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L’ASCOLTO NEL WELFARE


SAPER ASCOLTARE

img. 1.1 Mappa di Milano, la città per cui è stato svolto il progetto

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L’ASCOLTO NEL WELFARE

1.1

coordinate di contesto

Il progetto sociale realizzato per la sensibilizzazione dei cittadini è avvenuto tramite la collaborazione tra il Comune di Milano e il Politecnico. Il Laboratorio di Sintesi Finale è stato organizzato mantenendo come obiettivo progettuale quello di comunicare, promuovere e valorizzare le riflessioni legate al tema del welfare all’interno della città di Milano. Il percorso da intraprendere, con il comune e i cittadini di Milano come interlocutori, è stato supportato da differenti dispositivi di comunicazione, sia analogici che digitali, parte di un impianto organico di comunicazione sociale. Per portare a termine gli obiettivi prefissati sono state affrontate fasi progettuali di natura teorica e analitica della tematica scelta, seguite dalla necessità di revisionare e dare senso ad un sistema complesso di artefatti che fossero coerenti tra loro. All’interno del laboratorio ha rivestito grande importanza anche l’aspetto etico, in quanto legato ai diversi mezzi comunicativi e ad i linguaggi utilizzati di cui ogni singolo progettista ha dovuto assumersi la responsabilità e valutarne l’impatto. L’intero progetto è stato realizzato tenendo conto di alcuni passaggi fondamentali alla buona riuscita dell’intero processo: è stato richiesto che il progettista potesse dimostrare un approccio professionale al lavoro e possedesse competenze adeguate sia dal punto di vista comunicativo che progettuale e tecnico. Inoltre è stato ritenuto necessario saper interpretare i dati raccolti, in modo tale da poter restituire giudizi autonomi e originali, che dessero prova di capacità di apprendimento. Come risultato finale è stata consegnata alla città una galleria di artefatti in grado di sensibilizzare il pubblico.

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L’ASCOLTO NEL WELFARE

1.2

approccio progettuale

Spiegazione delle fasi progettuali, degli intenti comunicativi e degli artefatti.

A DESTRA

img. 1.2 Dettaglio della riorganizzazione del brainstorming iniziale, dal diario progettuale

All’inizio del laboratorio sono stati creati dei gruppi progettuali tra gli studenti, ai quali sono state assegnate delle parole relative all’ambito sociale per il benessere del cittadino, come per esempio solidarietà, valorizzazione, ascolto, inclusione. Il vocabolo che ha caratterizzato l’indagine del nostro gruppo era appunto ascolto. Successivamente sono stati definiti i momenti progettuali, tra analisi e ricerca unita ad una rielaborazione di contenuti e seguita da fasi di creazione e progettazione, in cui gli studenti si sarebbero poi dovuti districare. Il primo momento progettuale definito è stato una intensa attività di ricerca, con lo scopo prefisso di raccogliere contenuti sufficienti per poter approfondire la tematica assegnata e formare così una conoscenza solida sul tema. Questa indagine è stata svolta con la divisione in due momenti complementari, quello di ricerca desk e quello di ricerca sul campo: entrambi con l’obiettivo di restituire un quadro preciso delle specifiche situazioni e realtà collegate all’ascolto, tramite la prospettiva di un designer della comunicazione. La ricerca desk si è concentrata sulla raccolta di dati e di fonti bibliografiche sul legame tra ascolto e welfare, in contesti generici o riferite alla città di Milano. È stata prestata particolare attenzione alla catalogazione di contenuti oggettivi, con fonti accertate e attendibili, in modo da costruire una solida base oggettiva con cui giustificare la successiva ricerca sul campo. Ciò ha permesso di individuare i luoghi e le persone di Milano più adatti a fornire,

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tramite testimonianze e racconti frutto di esperienze dirette, uno scorcio obiettivo all’interno della città. I risultati del percorso analitico sono stati poi organizzati in due faldoni suddivisi con gli stessi criteri, uno cartaceo e uno digitale: in questo modo è stato possibile avere tutto il materiale ordinato e individuare degli spunti interessanti da esprimere durante lo sviluppo della fase pratica. Quest’ultima è stata caratterizzata dalla restituzione delle evidenze risultate durante i momenti di ricerca, attraverso la creazione di un roll-paper di dimensioni 70x240 cm e di una pagina tumblr, contenenti le evidenze riscontrate durante la ricerca. Nella fase successiva il gruppo iniziale è stato diviso a metà: ciascuna delle due parti avrebbe poi dovuto approfondire uno degli aspetti salienti emersi tramite la restituzione con i due strumenti precedentemente descritti. Il nucleo concettuale ritenuto più interessante dal nostro punto di vista è stato proprio quello della mancanza di ascolto: sono stati quindi progettati un video e un editoriale che ponessero l’attenzione proprio su questa tematica. Infine è stato chiesto agli studenti di estrapolare dalla fase precedente un aspetto giudicato potenzialmente interessante e poco valorizzato, con una nuova chiave di lettura restituita attraverso un manifesto.

A DESTRA

img. 1.4 e 1.5 Dettagli dell’organizzazione del faldone cartaceo

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L’ASCOLTO NEL WELFARE

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FASE DI RICERCA Fase di raccolta di informazioni utili sul tema ascolto.

ASCOLTO NEL WELFARE Asseganzione per sorteggio della parola ascolto.

FASE PRATICA Fase di creazione di diversi artefatti, cinetici e statici.

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L’ASCOLTO NEL WELFARE

RICERCA DESK

RICERCA FIELD

Raccolta di nozioni teoriche e di fonti oggettive.

Interviste,intercepts e sopralluoghi per avere testimonianze dirette e complete.

ROLLPAPER

TUMBLR

Dimensioni 170x240cm, espone le evidenze più significative della ricerca.

VIDEO Video di due minuti sul tema del non ascolto e delle persone inascoltate.

Pagina tumblr contenente foto, video e interviste.

BOOK Editoriale su quattro persone che hanno scelto di ascoltare qualcuno.

MANIFESTI Tre manifesti sui vantaggi dell’ascolto.

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LA RICERCA


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2.1

obiettivi e inquadramento

Gli stadi di analisi attraverso cui è stato individuato e definito l’obiettivo da raggiungere.

L’attività di brainstorming all’interno del gruppo ha segnato l’inizio dell’analisi ed è stata utile sia per meglio definire il concetto e la sua entità, sia per comprendere la correlazione tra ascoltare ed essere ascoltati. In questo modo è stato possibile porre l’attenzione su quei vocaboli strettamente connessi con la tematica. Nonostante le associazioni a questa parola siano inizialmente di natura individuale, proseguendo con le riflessioni si è poi notato che tutte le esperienze, storie e testimonianze del singolo vengono ritenute fondamentali per poter dare vita ad una catena di scambio e partecipazione tra più persone. L’idea condivisa, partendo da termini come “discussione”, “insegnamento”, “reciprocità” e “scambio”, è stata quella secondo cui l’ascolto, se esercitato nel modo corretto, ha la capacità di unire e connettere gli interlocutori. Per prefissare gli scopi di indagine e progettare un piano operativo è stato poi necessario contestualizzare la tematica dell’ascolto all’interno del welfare Milanese, legandola quindi al benessere dei cittadini.

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LA RICERCA

img. 2.6 Dettaglio degli appunti presi durante il focus del gruppo

L’obiettivo principale della ricerca è stato posto nell’indagine delle metodologie con cui il comune di Milano e i suoi cittadini si impegnano per risolvere problemi o migliorare situazioni critiche tramite l’ascolto e l’educazione ad esso: l’attività si è articolata partendo dall’analisi delle piccole unità aggregative come condomini, strade o quartieri, fino ad arrivare a realtà più estese e organizzate, come le strutture e i servizi gestiti dal comune. Sono state prese in analisi associazioni, iniziative ed eventi che facendo uso dell’ascolto e agendo sia in ambienti fisici che digitali, hanno saputo apportare dei cambiamenti significativi all’interno della comunità. Allo scopo di analizzare e fare riferimento a dati recenti, è stato posto ai casi studio individuati un limite temporale di una decina di anni, dal 2006 al 2016.

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A DESTRA

img. 2.7 Backstage del momento di ricarca di inquadramento

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L’indagine per l’inquadramento della tematica ha evidenziato l’esistenza di tre diverse tipologie di ascolto, definibili in base ai diversi comportamenti e azioni che l’ascoltatore mette in atto durante e dopo l’ascolto: esiste l’ascolto passivo, che può essere considerato allo stesso livello del semplice udire. Con l’ascolto attivo, invece, l’ascoltatore è in grado di prestare attenzione ed essere consapevole del messaggio che viene inviato, ma solo fintanto che è utile, come uno studente che assiste ad una lezione. Il più importante tipo di ascolto, infine, è quello proattivo. Esercitandolo, l’ascoltatore utilizza l’empatia per produrre azioni concrete e risolvere delle problematiche percepite o espresse. La fase iniziale e la maggior parte della ricerca è stata possibile grazie alla consultazione di siti web e la frequentazione di luoghi come biblioteche e archivi presenti sul territorio di Milano: tuttavia è stato importante anche l’apporto dei social network, in quanto, tramite questo nuovo strumento, associazioni e iniziative che fino a pochi anni fa disponevano solo di metodi analogici per farsi conoscere e ampliare il proprio raggio di azione, hanno potuto trasformare i loro modelli di comunicazione. Sui social network, e in particolare Facebook, vari gruppi e pagine hanno offerto al nostro gruppo una grande varietà di esperienze dirette, feedback e contatti utili per condurre poi le interviste, contribuendo all’analisi e al completamento della parte di ricerca sul campo. Al termine di questo passaggio è stata effettuata una catalogazione ordinata delle fonti in tre cartelle divise per articoli/blog, link e libri. Questo ha permesso al gruppo di avere una base conoscitiva organizzata, a cui fare riferimento per pianificare la fase successiva.


LA RICERCA

ASCOLTO PASSIVO Capacità di recepire un messaggio,senza generare risposte o generandone di inadeguate.

ASCOLTO ATTIVO

ASCOLTO PROATTIVO

Capacità di attuare un ascolto attento e consapevole,al fine di ottenere informazioni.

Capacità di ascolto empatico in grado di produrre azioni concrete e risolvere eventuali problemi espressi o inespressi.

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2.2

selezione strumenti e fonti

La programmazione della ricerca, con quali metodologie e quali tempistiche.

Per fare in modo che l’indagine risultasse approfondita e completa è stato necessario suddividerla in due momenti: quello della “ricerca desk” e quello della ricerca attuabile sul campo, “field”. La prima delle due tipologie è stata propedeutica per la stesura del piano d’azione della seconda: si è indagato su quali persone vivono in quali quartieri e quali sono gli stakeholders ed esperti relativi al tema; quali sono i luoghi più adatti all’indagine e quali sono le modalità adottate per trattare il tema, anche per capire quali fossero i più interessanti in relazione all’ascolto; infine quali le attività e le iniziative presenti all’interno di quartieri, gli eventi passati o futuri, per selezionare le zone di Milano più attive rispetto al tema. Prima di procedere con le interviste tuttavia è stato necessario definire quali fossero le domande da somministrare e in che modalità: si è deciso quindi di condurre due tipi di interviste, ovvero le intercepts e le interviste guidate. Con le prime sono state raccolte informazioni rapide dai passanti, cittadini milanesi e non, come il quartiere di provenienza, le opinioni sul Comune di Milano, le tecniche di ascolto conosciute; con le seconde sono state intervistate le personalità di spicco all’interno dei luoghi selezionati dopo la ricerca desk, attraverso attività e focus group con associati o utenti, etnografie applicate durante lo svolgimento di eventi da loro organizzati, per capire quali sono le loro finalità, come operano all’interno del tema e le modalità con cui si approcciano alla città di Milano. In questo caso, disponendo di più tempo e di spazi più convenienti, sono state strutturate interviste più approfondite ed è stato possibile capire che scopo hanno queste associazioni, come sono organizzate e di che contenuti si occupano.

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LA RICERCA

img. 2.8 Dal diario progettuale, le ipotesi di organizzazione

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img. 2.9 Dettaglio della raccolta delle fonti di ricerca

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LA RICERCA

img. 2.10 La timeline di progetto

Per quanto riguarda le tempistiche, in 24 giorni è stata svolta l’attività di ricerca nel suo complesso: l’analisi concettuale si è protratta anche durante la prima fase di ricerca desk. Durante il percorso sono inoltre stati ridefiniti gli scopi d’indagine, in quanto la ricerca sul campo è stata consequenziale all’altra, intervallata dalla definizione del focus di ricerca e dalla scelta degli strumenti e delle fonti da utilizzare. Per consentire agli studenti di avere un quadro chiaro e per far sì che fossero in grado di trarre gli aspetti salienti dai risultati ottenuti, questi sono stati poi riorganizzati durante l’ultima fase, sia in versione cartacea che digitale

ANALISI CONCETTUALE INDIVIDIAZIONE OBIETTIVI RICERCA DESK DEFINIZIONE FOCUS STRUMENTI E ATTIVITÀ RICERCA FIELD DATA MINING 4 ott

28 ott

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CITTÀ DI MILANO Zone 2-3-6

Aree selezionate 01 ZARA

03

02 CENTRALE 03 LORENTEGGIO 04 GIAMBELLINO 05 PIOLA 06 LAMBRATE

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04


LA RICERCA

img. 2.11 Mappa di Milano in cui sono indicate le aree della ricerca sul campo

01

02 06

05

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ZARA - CENTRALE

Questa zona è stata scelta dopo aver reperito delle mappe sul sito ufficiale del comune di Milano. Tramite questi dati è stato possibile scoprire come questa zona sia la più densamente abitata da cittadini extracomunitari e immigrati.

LORENTEGGIO - GIAMBELLINO

La seconda zona selezionata è quella di Lorenteggio e del Giambellino. La storia di riqualificazioni che questo quartiere ha vissuto recentemente sarebbe potuta essere un punto di partenza per osservarne i cambiamenti legati all’ascolto.

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LA RICERCA

PIOLA - LAMBRATE

Per quanto riguarda la zona di Piola e Lambrate, i dati comunali hanno confermato un’altissima presenza di studenti e giovani. Svolgendo delle ricerche sarebbe stato possibile registrare l’opinione di una fascia molto importante ma solitamente poco analizzata riguardo tema dell’ascolto.

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INTERCEPTS

192 intervistati

NAZIONALITÀ

65% italiani 35% stranieri

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Nell’arco di una settimana sono state effettuate centonovantadue intercepts in tre diverse zone della città di Milano. Sotto, i grafici esplicativi di età e nazionalità degli intervistati.

FASCIA D’ETÀ

12% 0-17 32% 18-29 36% 30-54 19% +55


LA RICERCA

DOMANDE

01 Nome, età, professione 02 Vive a Milano? Se sì da quanto? 03 Vive da solo o con la famiglia? 04 Frequenta associazioni o comunità? 05 Cosa significa per lei ascolto? 06 A cosa lo associa? 07 A suo parere Milano ascolta i cittadini?

Una settimana è stata necessaria per tutte le interviste programmate e per effettuare un numero di intercepts più che sufficiente: ovviamente è stato anche necessario suddividersi a coppie per meglio coprire la superficie milanese. In previsione della ricerca sono è stato stampato un numero sufficiente di liberatorie per da far firmare agli inetrvistati e preparato i vari supporti tecnici per la documentazione, tra cui alcuni blocchi appunti, dei registratori e macchine fotografiche. Poiché per definizione le intercepts prevedono domande brevi e concise, con una durata complessiva limitata, le domande sono state formulate di conseguenza. Il numero totale delle intercepts effettuate in sette giorni è stato di centonovantadue. Come detto in precedenza l’obiettivo era di ascoltare le opinioni di una gamma di cittadini più ampia possibile, sia per età che per nazionalità. Al termine dei sette giorni i dati raccolti hanno rivelato come le fasce di età delle persone intervistate siano molto varie e diversificate, mentre, per quanto riguarda la nazionalità, ci sia stata una prevalenza di cittadini italiani a rispondere alle nostre domande.

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LA RICERCA

001 Ilaria,76 anni Pensionata Zona tre

002 Alex,28 anni Barista Zona sei

003 Martina,15 anni Studentessa Zona sei

004 Ester,78 anni Pensionata Zona sei

005 Franca,51 anni Casalinga Zona due

006 Chiara,16 anni Studentessa Zona tre

007 Rosa,25 anni Studentessa Zona due

008 Giorgia,23 anni Studentessa Zona sei

009 Luca,57 anni Meccanico Zona sei

010 Matteo,37 anni Scrittore Zona due

011 Filippo,42 anni Commerciante Zona sei

012 Vittoria,24 anni Impiegata Zona tre

013 Marta,41 anni Impiegata Zona sei

014 Rino,28 anni Meccanico Zona due

015 Angelo,16 anni Studente Zona sei

016 Lucia,28 anni Barista Zona tre

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019

020

Anna,73 anni Pensionata Zona due

Luca,16 anni Studente Zona sei

Antonio,55 anni Elettricista Zona due

Michele,78 anni Pensionato Zona sei

021 Ernesto,68 anni Pensionato Zona tre

022 Rosa,61 anni Insegnante Zona due

023 Rino,56 anni Edicolante Zona tre

024 Maria,65 anni Commerciante Zona sei

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SAPER ASCOLTARE

A DESTRA

img 2.12 Mappa di Milano con le diverse associazioni selezionate per le interviste.

DOMANDE

Per quanto riguarda le domande rivolte ai rappresentanti delle nove associazioni selezionate, i moduli delle domande sono stati strutturati in modo più approfondito e ampio rispetto a quelli delle intercepts: lo scopo era quello di indagare la storia e le motivazioni che avevano spinto i rappresentanti a fondare e portare avanti le diverse associazioni. In particolare il gruppo ha scelto di porre domande circa i metodi con cui l’ascolto viene favorito e promosso, i rapporti che gli enti hanno allacciato con il comune di Milano e con gli abitanti del quartiere in cui si trova la loro sede. Le interviste sono avvenute sia personalmente da parte di alcuni componenti del gruppo sia tramite Skype ove non fosse possibile incontrarsi.

01 Quando e come nasce l’associazione? 02 Da quanto funziona il servizio? 03 Perchè è stata scelta questa zona? 04 Come vi siete fatti conoscere? 05 Chi sono gli utenti? 06 Come viene favorito l’ascolto? 07 Come vi relazionate con il comune? 08 Cosa è cambiato dall’inizio?

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LA RICERCA

07

08 09

05 04

01

06

02 03

INTERVISTE

ASSOCIAZIONI

Le nove interviste ai rappresentanti delle associazioni sono state realizzate presso le varie sedi, quando possibile, o tramite Skype.

01 RISTORANTE RUBEN 02 GIAMBELLINO 03 DYNAMOSCOPIO 04 VIA MAIOCCHI 05 UPCYCLE 06 ASPIC 07 ISMU 08 CASA ASSOCIAZIONI 09 CASCINA MARTESANA

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2.3

catalogazione dei dati raccolti

L’organizzazione dei due raccoglitori contenenti il materiale rilevato.

Con la fase di ricerca è stata raccolta un’ampia varietà di dati tra cui immagini, fotografie, documenti e testimonianze. Al fine di riuscire a trasformare questo materiale in informazioni utili per il progetto è stato indispensabile prima organizzarlo in un faldone, che avesse un preciso sommario e dove fossero stampati ed indicati i ragionamenti che hanno permesso di stabilire strumentazioni e fonti. Contemporaneamente è stato scansionato e salvato il materiale in forma digitale per averne una copia parallela utilizzabile e consultabile da ogni componente del gruppo durante le successive fasi progettuali. Inoltre, lungo la durata di quest’attività di ricerca, è stato tenuto un diario progettuale in cui fosse possibile vedere quali sono stati i percorsi mentali effettuati dal gruppo e che racchiudesse un essay di ogni momento progettuale.

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LA RICERCA

img. 2.13 Il faldone cartaceo richiuso

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img. 2.14 Organizzazione interna del faldone cartaceo

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nome e num cap

img. 2.15 Indice interno che spiega la struttura del faldone

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03

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SAPER ASCOLTARE

3.1

la restituzione

Gli artefatti che hanno permesso il racconto dell’esperienza di ricerca e restituito i dati raccolti.

Il procedimento di estrapolazione di informazioni dai dati raccolti è stato indispensabile per individuare quali fossero i collegamenti validi e interessanti all’interno del materiale catalogato. Sono dunque stati definiti cinque aspetti salienti tra parole, concetti, risposte: vista la varietà di elementi da tenere in considerazione sarebbe altrimenti stato complicato realizzare un resoconto dettagliato. A partire da queste evidenze sono stati progettati poi due artefatti che permettessero una restituzione delle informazioni raccolte: un roll-paper e una pagina Tumblr. Il primo dei due si presentava in forma cartacea nelle dimensioni di 70x420 cm e conteneva una concatenazione di infografiche riportanti le statistiche e le immagini della ricerca, in modo tale da risultare omogenei nei contenuti e nei concetti. Il secondo artefatto invece, trattandosi di una pagina su un social network, è stato organizzato tramite tag e conteneva i dati di maggiore rilevanza.

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img. 3.1 Dettaglio dell’artefatto di restituzione cartaceo

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SAPER ASCOLTARE

3.2

progettazione del rollpaper

I cinque nuclei che hanno permesso di raccontare visivamente le informazioni salienti del percorso progettuale.

A DESTRA

img. 3.2 L’artefatto cartaceo

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Progettualmente il roll-paper è un artefatto cartaceo di dimensioni 70x240 cm, che ha come scopo quello di restituire visivamente le evidenze emerse durante un’approfondita fase di ricerca. La creazione è quindi avvenuta attorno alle cinque parole individuate come più significative ed è stata strutturata in due parti principali più una spalla laterale. La sezione superiore contiene le prime due categorie, incentrate sugli aspetti più interessanti emersi durante le intercepts svolte tra i cittadini di Milano. Nella seconda vengono comunicate le informazioni salienti riscontrate nelle interviste ai rappresentanti delle associazioni. Entrambe le sezioni sono accomunate dallo stesso stile grafico: per alcuni dettagli vengono utilizzati colori come l’arancio e l’azzurro, mentre il bianco, il nero e il rosso sono i colori dominanti, applicati sia alle parti testuali che a quelle visive. Lungo la spalla laterale, sono poi presentati focus visivi su degli argomenti meno vasti, come i percorsi effettuati all’interno delle aree di ricerca, i volti delle diverse persone incontrate o le caratteristiche delle nove associazioni. La timeline di progetto è infine riportata ai piedi del roll-paper, insieme alle modifiche rese necessarie al completamento del percorso e alle fotografie dei componenti del gruppo di lavoro.


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SAPER ASCOLTARE

KNOKOUT FONT

SENTINEL FONT

A DESTRA

img. 3.3 Schema della composizione del roll paper

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abcdefghijklmnopqrstuvwxyzAB CDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWX YZ0123456789 (!&$%/.,?;:) abcdefghijklmnopqrstuvw xyzABCDEFGHIJKLMN OPQRSTVWXYZ012345 6789 (!&$%/.,?;:) Le due font selezionate per l’artefatto sono Sentinel Book e Knockout: si tratta di caratteri piuttosto tradizionali, ma in grado di suggerire nel complesso la sensazione di ordine e rigore funzionale allo stile scelto. Il trattamento fotografico utilizzato è avvenuto dopo l’uniformazione delle immagini, attraverso l’applicazione di una leggera desaturazione per meglio conformarle alla prevalenza di colori neutri. Per le illustrazioni è stata utilizzata la tecnica del disegno a mano, poi scansionato e inserito nell’artefatto per poter creare un contrasto con l’austerità della struttura in bianco e nero e per avere una maggiore libertà rappresentativa. Il titolo, posto nella parte superiore del roll-paper, presenta uno sfondo nero realizzato tramite la stessa tecnica delle illustrazioni. Appena sotto di esso sono visibili le cinque parole chiave in un box arancione, che si ricollega alle stesse posizionate lungo l’artefatto in modo da riassumere i contenuti delle categorie.


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TITOLO

SPALLA

240 cm

SEZIONE CITTADINI

SEZIONE ASSOCIAZIONI

TIMELINE

GRUPPO DI LAVORO

70 cm

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img. 3.4 La tagcloud delle parole chiave dell’ascolto raccolte durante le intercepts

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La sezione dedicata ai risultati raccolti durante le intercepts tra i cittadini è quella posta nella parte superiore del roll-paper: qui si è deciso di raccontare il punto di vista delle persone che popolano Milano circa la loro concezione di ascolto legato al welfare. Spunti interessanti sono stati offerti dalle risposte date a due domande, le quali hanno poi permesso la realizzazione di due mappe di Milano. Per la prima è stato utilizzato il metodo tag-cloud: la rappresentazione si è quindi composta tramite le parole che gli intervistati hanno fornito in risposta alla richiesta di associare all’ascolto a parole chiave e concetti. Durante il processo inoltre, è stato possibile notare un legame particolare tra alcune parole e determinate categorie di persone. La parola ‘pazienza’, per esempio, viene pronunciata più spesso come prima associazione da genitori con bambini piccoli. Tra i cittadini extracomunitari invece, in molti hanno collegato la parola ascolto a concetti come rispetto, inclusione, tolleranza, integrazione. Ognuna di queste categorie è stata rappresentata nel roll-paper tramite la fotografia e alcune parole di uno degli intervistati. Questi elementi, inseriti all’interno di schede informative, sono collegate alle parole della mappa. Allo stesso tempo, tuttavia, alcuni termini relativi alla mancanza di ascolto, come abbandono, solitudine, indifferenza o silenzio sono stati registrati in molte interviste, rendendo il ‘non ascolto’ una delle parole più evidenti e grandi all’interno della tagcloud.


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CENTRO SI NO

47 30

PERIFERIA SI NO

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img. 3.5 Mappa che riporta le differenze tra risposte positive e negative alle intercepts

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Nella seconda mappa invece si è deciso di restituire i risultati ottenuti chiedendo ai cittadini un’opinione sulle istituzioni di Milano: se sono in grado di ascoltare e se ascoltano. Inizialmente è stato difficile individuare la prevalenza netta di una risposta piuttosto che un’altra: successivamente però, tramite l’analisi divisa nelle zone della città in cui sono stati somministrati i questionari, è stato possibile evidenziare un pattern che comunica un malcontento diffuso nelle zone periferiche, in contrapposizione ad un atteggiamento di maggiore soddisfazione quando ci si avvicina di più al centro. Questa evidenza è stata rappresentata attraverso la creazione di una mappa, tramite l’utilizzo di due colori, il rosso e il blu. Il primo è stato utilizzato per rappresentare tutte le persone che hanno espresso in qualche modo delusione verso l’operato comunale. Il blu al contrario segnala reazioni positive. Il risultato diventa visibile tramite una serie di cerchi applicati sulla mappa. Accanto sono state inserite alcune risposte che si sono distinte tra le altre per originalità, accompagnate da fotografie e informazioni sulla persona che le ha fornite.

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SAPER ASCOLTARE

A DESTRA

img. 3.6 Dettaglio sugli storyboard e della timeline dei cambiamenti

img 3.7 Lo storyboard

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L’intento della seconda parte del roll-paper è invece quello di comunicare i metodi di ascolto adottati dalle nove istituzioni milanesi intervistate e le loro opinioni riguardanti il legame tra la tematica del progetto e il welfare della città: per rendere possibile ciò è stato quindi necessario suddividere ulteriormente questa sezione in tre sottocategorie. Nella prima sono stati analizzati i metodi con cui le associazioni interagiscono con i cittadini: ci si è dunque focalizzati sule modalità attraverso cui si fanno conoscere, guadagnano la fiducia degli utenti e continuano ad offrire dei servizi duraturi e mirati anche con il passare del tempo. Per poter restituire in modo esaustivo questi aspetti sono stati creati tre storyboard illustrati a mano, i quali raccontano l’esperienza di tre persone nel momento in cui decidono di rivolgersi a tre diversi enti: il ristorante Ruben, l’Upcycle Cafè e la comunità del Giambellino sono quindi stati scelti come esempi e i protagonisti sono stati creati ispirandosi ai racconti dei rappresentanti di queste realtà durante le interviste. I diversi disegni realizzati riassumono in breve queste storie, affiancati da didascalie e da un’introduzione. Tramite gli storyboard è possibile comprendere le ragioni e le circostanze che spingono gli utenti principali a ricercare una forma di aiuto all’interno dei centri, e come l’ascolto esercitato in quei luoghi possa essere fonte di supporto per le loro cause.


COMUNICARE LA RICERCA

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SAPER ASCOLTARE

A DESTRA

img. 3.8 Dettaglio dell’area dedicata alle associazioni

img 3.9 Dettaglio delle illustrazioni dei canali comunicativi

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Per quanto riguarda la seconda sottocategoria, il focus è stato spostato verso le modifiche adottate dalle associazioni milanesi per adattarsi e tenere il passo con i cambiamenti avvenuti nella città nel corso degli anni. Un periodo in particolare, definito cruciale in maniera ricorrente, è stato quello attorno al 2012, in quanto sia l’aggravarsi della crisi economica, sia l’inizio del flusso migratorio, con una conseguente necessaria riqualificazione del territorio periferico milanese, hanno spinto verso gestioni diverse e richiesto dei cambiamenti importanti alle strutture di ascolto della città. Con lo scopo di raccontare questo rivoluzionamento è stata creata una timeline che riportasse i momenti più impegnativi per ognuna di esse. Sono stati inseriti inoltre alcuni brani di interviste in cui i responsabili raccontano il momento in cui hanno percepito i cambiamenti nella


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città e come l’associazione di cui fanno parte ha saputo attuare le modifiche necessarie per poter continuare a supportare nel migliore dei modi le persone che si sono rivolti ad essi. Infine la terza sottocategoria ha come scopo quello di restituire le strategie utilizzate dalle realtà intervistate per comunicare con i propri utenti. Sono dunque stati evidenziati i quattro canali di comunicazione principali: video, siti web, social network e passaparola, e per ognuno di essi è stata prodotta un’illustrazione che li rappresentasse. Dopo aver inserito la lista delle associazioni, vicino a ciascuna sono state posizionate le illustrazioni degli strumenti adottati da esse per ascoltare, in ordine di frequenza di utilizzo per poter restituire le metodologie scelte per l’ascolto.

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A SINISTRA

Img. 3.10 Dettaglio della spalla

Img 3.11 Le categorie semantiche delle risposte illustrate nel grafico esagonale

I focus di importanza minore sono stati riportati nella spalla laterale del roll-paper: questo spazio è quindi stato dedicato alla restituzione di contenuti con una portata di informazioni poco estese, non adatte ad essere inserite nelle sezioni principali ma comunque rilevanti dal punto di vista progettuale. Per la rappresentazione di essi si è deciso di puntare sull’immediatezza di infografiche e fotografie. L’obiettivo del grafico esagonale, posizionato nella spalla alla stessa altezza della tagcloud, consiste nel mostrare numero e frequenza delle risposte legate ad ognuna delle sei categorie semantiche delle parole raccolte durante le intercepts, approfondendo i risultati ottenuti. La spalla laterale prosegue con una tassonomia dei volti delle persone coinvolte nella fase di ricerca. La disposizione vede un ordine che va dalla periferia al centro della città: alle fotografie è stata applicata una leggera desaturazione, in modo da omogennizare i colori ed evitare che disturbassero la resa visiva.

ASCOLTO 142

AMICIZIA 24

COMUNITÀ

EDUCAZIONE

48

97

AIUTO 51

NON ASCOLTO 61

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SAPER ASCOLTARE

Img 3.11 I percorsi delle intercepts

A DESTRA

Img. 3.12 Dettaglio della spalla

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Zara Martesana

Lambrate Udine

Lorenteggio Giambellino

Viale Monza Viale Padova

Città Studi Piola

Via Solari Romolo

Centrale Repubblica

Pt. Venezia Loreto

Pt. Genova Navigli

PERIFERIA

CENTRO

L’infografica successiva pone il focus sul racconto del percorso effettuato nelle tre zone milanesi durante le intercepts: anche in questo caso i nomi delle vie in cui la ricerca è stata svolta sono state disposte in ordine dalla periferia al centro. Infine, nella parte inferiore della spalla e in corrispondenza della sezione dedicata alle associazioni, è possibile vedere una sorta di riassunto: i soggetti sono tutti gli enti intervistati e viene analizzata la loro attività di ascolto. Ogni nome delle associazioni è seguito da una citazione, che descrive come la capacità di ascoltare sia integrata nei servizi, e da una serie di icone: queste, illustrate a mano, raccontano le diverse caratteristiche dei processi di ascolto messi in pratica dagli enti. Sono rappresentati vari tipi di strumenti, attori e luoghi coinvolti, distinguendoli tra formali e informali per differenziale i due modelli relazionali. Per la realizzazione della spalla è stato utilizzato lo stesso stile grafico delle sezioni principali, ovvero box di testo neri e utilizzo del rosso per dare risalto ad alcuni elementi.


COMUNICARE LA RICERCA

54


SAPER ASCOLTARE

3.3

la pagina tumblr

La restituzione dei contenuti tramite il social network ha permesso di renderli fruibili per tutti i progettisti e i professori.

Tumblr è una piattaforma di micro-blogging in cui l’utente può caricare contenuti e condividerli con le altre persone con cui è connesso: è inoltre facile da aggiornare e tramite l’utilizzo dei tag è possibile individuare rapidamente immagini, video, testi, citazioni e link specifici. Risulta quindi ovvia la scelta di questo social network rispetto ad altri, in quanto i progettisti hanno potuto organizzare ed evidenziare le informazioni salienti della fase di ricerca, rendendole fruibili sia per i professori che per gli altri studenti. L’obiettivo era infatti quello di costruire un blog-archivio collettivo delle indagini svolte sul territorio milanese ed organizzarlo tramite l’aggiunta dei tag specifici per ogni tipo di contenuto. Sono state caricate foto, citazioni, stralci di interviste, pagine del diario di gruppo e video montati ad hoc per essere oggetto di una fruizione rapida: i professori e i progettisti hanno potuto dunque creare delle statistiche qualitative e quantitative dei dati raccolti ed avere una panoramica curata del lavoro svolto fino a quel momento. Inoltre questo tipo di catalogazione e restituzione, siccome è avvenuta insieme alla creazione del roll-paper, ne ha coadiuvato la stesura ed è stata utile per evidenziare meglio i punti chiave della ricerca.

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COMUNICARE LA RICERCA

TAG E NUMERI DELLA PAGINA

1.#nome del gruppo

citazioni: 16

2.#desk/#Field

immagini: 11

3.#cittadino/#stakeholder

testo: 3

4.#immagine/#video/

video: 2

#testo/#citazione/

testi: 1

#bibliografia/

link: 7

#link/#audio 5. tag aggiuntive: #keyword #backstage #municipio(numero) #volti #intervista #intercept #analogico #digitale #social #fragilitĂ

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SAPER ASCOLTARE

Img 3.13-14 La pagina Tumblr

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COMUNICARE LA RICERCA

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nome e num cap

04

AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

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SAPER ASCOLTARE

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AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

4.1

la tematica del non-ascolto

Come è stata individuata e approfondita la tematica più rilevante emersa dagli artefatti di restituzione.

A SINISTRA

img. 4.1 Dettaglio del focus di gruppo sulla tematica

Conclusa la fase di restituzione, è stato chiesto a ciascun gruppo di selezionare quattro nuclei critici che potessero essere poi sviluppati per progettare gli artefatti di sensibilizzazione. Le riflessioni si sono quindi concentrate su ciò che è stato ritenuto più emergente all’interno delle informazioni rese. La prima opzione di scelta si concentrava sulla tematica del passaparola e la sua efficacia come canale comunicativo per le associazioni. La seconda possibilità approfondiva i modi con cui gli enti hanno saputo adattarsi ai cambiamenti della città e, all’occorrenza, modificare alcuni loro aspetti. Il terzo tema invece proponeva di mostrare gli ambienti, le persone e gli oggetti legati all’ascolto. L’idea prevedeva di mostrare i dettagli che contribuiscono a creare un ascolto formale o informale. La quarta e ultima alternativa infine, riguardava la mancanza di ascolto all’interno del comune di Milano, percepita sia dai cittadini che dalle associazioni. Considerando che lo step progettuale successivo sarebbe stato la progettazione di due artefatti, un video e un editoriale, che potessero sensibilizzare il pubblico della città di Milano, il tema ritenuto più ricco per l’approfondimento è stato quello della mancanza di ascolto.

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SAPER ASCOLTARE

4.2

ascolti, storie di persone inascoltate

Il concept e la realizzazione del video.

A DESTRA

img. 4.2 Key-frame delle domande poste agli intervistati

L’intento progettuale con cui è stato realizzato il video di sensibilizzazione è stato quello di documentare le opinioni e le esperienze dei cittadini di Milano circa la tematica legata alla mancanza di ascolto: sono state dunque raccolte delle ulteriori interviste per poter meglio raccontare la varietà di esperienze. Alla base della progettazione vi era quindi l’idea di creare una versione modificata delle interviste ai cittadini, ponendo però solo due domande alle persone fermate in vari punti della città. Non sono stati stabiliti parametri per la scelta del campione, in modo da ottenere quanta più varietà era possibile. Gli intervistati sarebbero stati inquadrati tutti allo stesso modo, alla stessa distanza dalla videocamera e dallo sfondo e avrebbero pronunciato solo la parola richiesta, in modo da ottenere poi nel complesso un montaggio delle risposte a catena, che fosse visivamente omogeneo a livello di volti e voci. L’elemento caratterizzante di tutto il video sarebbe stato quello di soprendere lo spettatore con un finale inaspettato, in grado di farlo fermare a riflettere e rendersi conto del suo scarso impegno nell’ascoltare sia le persone nel video che quelle nella vita di tutti i giorni. Il titolo è stato scelto in modo da sottolineare l’importanza dell’individualità e delle esperienze che sono state condivise dai protagonisti del video.

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AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

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SAPER ASCOLTARE

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AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

A SINISTRA

img. 4.3 Frame presi dalle prove di registrazione

Le riprese del video si sono svolte in circa cinque ore, in quanto si aveva la necessità di girare tutte le scene in un tempo molto breve, per ottenere un risultato omogeneo, evitando cambiamenti drastici di luce che avrebbero alterato la resa visiva dei colori, e per il tipo di inquadratura utilizzata. Il giorno prima di quello stabilito per l’inizio delle riprese è stato effettuato un sopralluogo per individuare tra le strade del quartiere Isola i punti migliori dove poter posizionare l’attrezzatura e intervistare le persone. I parametri da rispettare sono stati la luce presente, lo spazio disponibile e il rumore di fondo percepito. Sono state girate inoltre alcune scene di prova, per verificare la qualità del suono e la qualità delle immagini ottenute. Si è inoltre stabilito che venti intercepts fossero il numero minimo da rispettare al fine di ottenere un artefatto sufficientemente coinvolgente e vario: seguendo le linee del concept iniziale si è inoltre stabilito di proporre agli intervistati domande incisive, ispirate a quelle dei questionari somministrati nella fase di ricerca. Con la prima domanda è stato chiesto ai cittadini da chi è che non si sentono ascoltati, mentre con la seconda è stato chiesto di definire di che cosa ha bisogno l’ascolto per essere efficace. Entrambe le domande avrebbero indotto le persone coinvolte a rispondere in modo conciso, utilizzando le stesse formule. Ciò ha creato un ulteriore elemento in grado di conferire omogeneità ad un insieme di immagini e volti differenti fra loro.

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SAPER ASCOLTARE

A DESTRA

img. 4.4 Key-frame del video

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Lo stile di ripresa più adatto per perseguire l’obiettivo del concept si è ritenuta essere l’inquadratura frontale a mezzobusto. Utilizzandola è stato possibile rendere visivamente simmetriche e omogenee persone con altezze e corporature molto varie: si è inoltre mantenuta la stessa distanza tra videocamera e fondale, per facilitare le operazioni di ripresa. Per quanto riguarda gli sfondi, sono stati scelti vari e diversificati, per suggerire l’ambientazione e i diversi luoghi delle interviste: durante le riprese tuttavia si è fatto in modo di posizionare i soggeti su fondi statici, rendendoli il più sfocati possibile, per non distrarre l’attenzione degli spettatori e interferire con i soggetti del video. Sono state dunque intervistate 27 persone, tra bambini, ragazzi, adulti e anziani. Per quanto riguarda la musica di sottofondo è stato deciso di scegliere un motivo fischiettato, per dare un ritmo spensierato al cambio di volti: è stata selezionata una cover priva diritti di autore, che reinterpretava fischiettando la canzone di Billy Joel “She’s always a woman”. Nel momento cruciale del video però la melodia si alza e le voci degli intervistati si abbassano fino ad annullarsi, così lo spettatore si sforza di ascoltare cosa stiano dicendo senza subito capire cosa sia successo. Questo cambio è stato pensato proprio per creare un effetto di sorpresa e far riflettere i fruitori del video.


AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

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SAPER ASCOLTARE

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AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

4.2

ascolti, persone che hanno scelto di ascoltare

Il concept e la realizzazione dell’editoriale progettato per la sensibilizzazione dei cittadini.

A SINISTRA

img. 4.5-6 La copertina del book e le immagini che ritraggono Luca Marsano, Renato Rotunno, Chiara Petrone e Jacopo Lareno

L’obiettivo di questo artefatto è quello di restituire al lettore il punto di vista delle persone impegnate ad ascoltare gli altri ogni giorno, per lavoro o per volontariato. Lo scopo è indurre a riflettere sulla quotidiana e universale necessità di ascolto, assieme all’importanza di prestare attenzione e permettere ai fruitori dell’editoriale di migliorarsi tramite testimonianze ed esperienze. Le persone che si è deciso di intervistare fanno parte di ambiti molto diversi tra loro, in quanto comprendono un volontario, uno psichiatra, la dipendente di uno sportello comunale e il responsabile di un’associazione di quartiere. Le testimonianze raccolte da queste quattro persone, così diverse tra loro per motivazioni e metodi, hanno permesso di ottenere un punto di vista inedito sulla tematica dell’ascolto e il suo esercizio. I progettisti hanno dunque individuato e contattato le persone corrispondenti a questi profili, per accertarsi fossero disponibili ad essere ripresi e fotografati.

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SAPER ASCOLTARE

Jacopo Lareno, il responsabile dell’associazione Dynamoscopio era già stato intervistato durante la fase di ricerca, è quindi stato facile ricontattarlo per avere ulteriori informazioni; Renato Rotunno, il padre di Cecilia, è stato disponibile per fornire sua testimonianza in quanto psichiatra e quindi specialista capace di esercitare l’ascolto a livello professionale e scientifico; Luca Marsano, uno studente fuorisede impegnato settimanalmente come volontario presso la casa di una signora anziana del quartiere; infine Chiara Petrone, dipendente di un ufficio del comune di Milano che si occupa di allocare gli studenti fuori sede o chi ha necessità di trovare un appartamento o stanza in affitto, che quindi necessita di esercitare l’ascolto in maniera efficace e rapida.

A DESTRA

img. 4.7 La copertina dell’editoriale con il colore stabilito per l’artefatto

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Dopo aver raccolto informazioni sufficienti è stato progettato l’editoriale in funzione di sensibilizzare i fruitori, valorizzando le testimonianze e le immagini delle interviste. L’artefatto è stato realizzato con l’intento di dare risalto agli scatti fotografici ottenuti durante le interviste e di porre il focus non solo sui volti ma anche sui dettagli posturali e gestuali dei soggetti e sugli ambienti all’interno dei quali si occupano di ascoltare. Le fotografie scattate per ogni intervista sono state circa una quindicina, in modo da avere un ampio spettro scelta. Successivamente alla selezione, è stato definito il trattamento fotografico da applicare alle stesse: si è optato per un bianco e nero, che conferisse serietà alle immagini e che le rendesse omogenee. Questa scelta cromatica è stata adottata anche per gli altri elementi presenti nell’artefatto, come le campiture di alcune pagine e i testi utilizzati: per poter dare maggiore rilevanza a determinati elementi, inoltre, è stato fatto uso di un azzuro saturo, applicato quando necessario a citazioni, sfondi ed elementi grafici oltre che alla copertina dell’editoriale. Essendo la struttura del book molto semplice e elegante, è stato deciso di utilizzare solo un colore che conferisse allo stesso tempo dinamicità e che fosse anche funzionale al concept.


AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

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SAPER ASCOLTARE

PAGINA SEGUENTE

img. 4.8-9 Il wireframe dell’editoriale e le pagine che lo compongono

DHARMA GOTHIC FONT

FREIGHT TEXT FONT

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L’editoriale si presenta come un book di dimensioni 17x24 cm, e prevede un totale di trentadue pagine, organizzate tramite una griglia suddivisa in sei colonne. L’artefatto è inoltre suddiviso in quattro parti distinte, ognuna della quali riporta l’intervista a uno dei protagonisti, introducendola con una breve spiegazione circa il motivo per cui è stato selezionato. Nella doppia pagina successiva lo spazio è interamente occupato da una fotografia del soggetto in questione, accompagnata dal suo nome e una citazione significativa proveniente dall’intevista. In questo modo il lettore è in grado di entrare immediatamente a contatto con la persona di cui andrà a leggere le parole. Nelle pagine successive è possibile trovare l’intervista trascritta, con fotografie di piccole e medie dimensioni e una seconda citazione. Per questo book sono stati scelti due caratteri, uno che avesse la particolarità di assicurare una buona leggibilità, per il testo, l’altro che conferisse importanza a ciò che si è voluto evidenziare, per i titoli e per le citazioni. Le font selezionate per perseguire questo scopo sono il Dharma Gothic e il Freight Text.

abcdefghijklmnopqrstuvwxyzAB CDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWX YZ0123456789 (!&$%/.,?;:) abcdefghijklmnopqrstuvw xyzABCDEFGHIJKLMN OPQRSTVWXYZ012345 6789 (!&$%/.,?;:)


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24 cm

17 cm

34 cm

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SAPER ASCOLTARE

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AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

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AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

A SINISTRA

img. 4.10-11 Doppie pagine che riportano l’intervento di Luca Marsano

Nella prima sezione dell’editoriale vi è quindi Luca Marsano, uno studente di Lecce trasferito a Milano nel 2014. Durante il secondo anno della sua permanenza ha cominciato a recarsi settimanalmente, per un paio di ore, presso l’abitazione di una signora anziana, e utilizza l’ascolto mentre svolge questa attività. Durante l’intervista ha raccontato di come all’inizio il servizio di volontariato consistesse nel svolgere delle piccole commissioni o riordinare la casa. Col tempo però il rapporto con tra i due è riuscito ad evolversi, permettendo alla signora di aprirsi e raccontare della sua vita. Secondo Luca i punti fondamentali per un ascolto adeguato sono la calma e la pazienza. Per quanto riguarda le modalità, ritiene dipendano dalle differenti situazioni e persone, ma è sempre necessario non lasciare che le proprie preoccupazioni prendano il sopravvento sulle parole dell’altro. Chi si occupa di volontariato solitamente è una persona comune, senza esperienza nel settore, che decide offrire tempo e attenzioni a qualcuno che ne ha bisogno. Le persone da aiutare possono essere appartenenti alla sfera più bisognosa della società, come anziani o persone sole e in difficoltà. I volontari non hanno competenze specifiche, iniziano questa esperienza spesso senza averlo mai fatto prima e la portano a termine spesso stabilendo un legame con la persona che aiutano.

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SAPER ASCOLTARE

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AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

A SINISTRA

img. 4.12-13 Doppie pagine che riportano l’intervento di Renato Rotunno

Con l’intervista allo psichiatra Renato Rotunno si è potuto approfondire l’aspetto medico e scientifico dell’ascolto e conoscere le metodologie con cui un’attività di questo tipo risolve gravi problematiche personali. Durante l’intervista, il professore ha raccontato di come per lui sia sempre stato molto utile evitare qualsiasi tipo di giudizio o preconcetto nei confronti di un paziente. Nel corso di numerosi anni di pratica, inoltre, ha appreso come la modalità migliore per fare sentire ascoltato qualcuno consista nel mantenere un atteggiamento permeato dalla speranza. Il terapeuta, tramite un’attività mirata di ascolto, può accogliere e ridimensionare le angosce, infondendo fiducia e guidando il paziente verso la guarigione. Le persone che hanno voluto dedicare la loro vita professionale all’ascolto del prossimo sono professionisti con alle spalle anni di studi, come psicologi, psichiatri, terapeuti. Le persone di cui si occupano possono avere una patologia o più semplicemente avere bisogno di un supporto per comprendere meglio la propria mente. I professionisti seguono costanti aggiornamenti circa i metodi migliori per confrontarsi con i pazienti, consapevoli dell’importanza delle informazioni di cui vengono a conoscenza. Sono persone curiose, che hanno scelto di fare della loro capacità di ascolto e di comprensione un mestiere, aiutando qualcuno.

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SAPER ASCOLTARE

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AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE

A SINISTRA

img. 4.14-15 Doppie pagine che riportano l’intervento di Chiara Petrone

Chiara Petrone è una ragazza laureata in economia, che da poco è stata assunta presso un ufficio del comune di Milano, dove si occupa di offrire aiuto e consulenza alle persone in cerca di una casa. I suoi compiti prevedono un contatto di durata variabile con un numero molto elevato di persone. Durante l’intervista ha raccontato di come a suo parere dettagli pratici come la postura o il tono di voce possano rivelarsi molto utili per fare sentire ascoltate e accolte le persone che si rivolgono a lei: inoltre considera l’ascolto che esercita tutti i giorni in ufficio come uno strumento molto utile per poter aiutare le persone e racconta come nel suo ambiente l’ascolto abbia una doppia utilità, in quanto sia facilita il suo lavoro risparmiando tempo, sia permette di soddisfare le esigenze di chi si rivolge all’ufficio. I dipendenti pubblici del comune di Milano, come si è potuto verificare tramite Chiara, sono persone che quotidianamente offrono consigli e possibili vie risolutive alle varie problematiche a chi si rivolge a loro per richiedere dei servizi o semplicemente avere informazioni. Il loro compito è saper essere flessibili e soprattutto saper essere in grado di andare oltre le parole e intuire quelle che sono le reali necessità.

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SAPER ASCOLTARE

A DESTRA

img. 4.16-17 Doppie pagine che riportano l’intervento di Jacopo Lareno

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Durante la seconda intervista per la stesura dell’editoriale, Jacopo Lareno ha avuto occasione di chiarire e raccontare come viene utilizzato ed applicato l’ascolto nell’associazione che cogestisce, Dynamoscopio. Ha spiegato infatti come, senza avere una visione chiara della realtà in cui si vive, può capitare che si creino incomprensioni pericolose per l’unità dei quartieri, soprattutto in uno come quello del Giambellino, dove numerose culture hanno dovuto imparare a convivere. Saper gestire la moltitudine e l’eterogeneità dei punti di vista, nonostante sia difficoltoso e richieda impegno, si rivela sempre una grande ricchezza e un valido punto di partenza. Le associazioni come Dynamoscopio hanno una forte identità di quartiere e la maggior parte delle attività proposte sono mirate a valorizzarlo e promuoverlo; sono inoltre luoghi in cui l’ascolto è uno strumento con cui offrire servizi mirati, adatti a rispondere alle reali necessità delle persone. I responsabili che si trovano all’interno di queste realtà devono occuparsi di aspetti diversi, come reperire i fondi che la città non mette a disposizione, coinvolgere nuovi volontari e spesso interagire, comprendere, fare sentire accolte persone che parlano tante lingue differenti.


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05

UN ARTEFATTO PER RIFLETTERE


SAPER ASCOLTARE

5.1

il manifesto

L’obiettivo e la realizzazione dell’artefatto finale.

L’ultimo step progettuale prevedeva la realizzazione di un manifesto, con il preciso intento di far riflettere i cittadini milanesi sulla tematica dell’ascolto. Ogni studente, singolarmente, è stato dunque invitato a prendere spunto da uno degli aspetti emersi durante gli artefatti di sensibilizzazione, che sarebbe poi stato rielaborato tramite una nuova chiave di lettura che avesse come obiettivo quello di attirare l’attenzione dei passanti e che li inducesse a riflettere. A DESTRA

img. 5.1 Giancarlo Rota, il cittadino ripreso durante l’intevista

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Consultando il materiale archiviato, tra gli aspetti fondamentali per un ascolto efficace, ho ritenuto particolarmente rilevante fra tutti la testimonianza di Giancarlo, un pensionato di 63 anni intervistato durante la creazione del video, il quale fa osservare che l’attenzione è una componente strettamente legata alla tematica che è stata esaminata durante il corso. Per rendere fruibile e spunto di riflessione questo concetto, è stato elaborato il manifesto che racchiude in sé questo messaggio: l’idea che sta alla base del manifesto “l’ascolto richiede attenzione” è appunto quella di spiegare quale sia l’elemento fondamentale che fa sì che l’ascolto sia efficace. Inoltre si è voluto esortare il pubblico a prestare maggiore attenzione ai propri interlocutori, promuovendo l’ascolto degli stessi: bisogna concentrarsi per recepire un messaggio, per ascoltare.


UN ARTEFATTO PER RIFLETTERE

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SAPER ASCOLTARE

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UN ARTEFATTO PER RIFLETTERE

5.2

lo stile tipografico internazionale

La corrente progettuale e i designer da cui è stata presa ispirazione per la creazione del manifesto.

Detto anche Stile Svizzero, lo Stile Tipografico Internazionale è uno stile grafico che si è sviluppato in Svizzera negli anni cinquanta e i cui punti cardinali sono la chiarezza e la leggibilità, senza alcun accenno al decorativismo. Molti dei primi lavori afferenti a questo stile utilizzano gli stessi bodycopy e quindi la tipografia come elemento grafico: da quest’ultima caratteristica deriva il nome della corrente. Questi elementi vengono prodotti in maniera semplice ma anche in modo estremamente logico, strutturato, rigido ed armonico. L’obiettivo principale dello Stile Tipografico Internazionale è quello di utilizzare disegni minimali per far sì che il lettore si concentri maggiormente su ciò che è il messaggio vero e proprio contenuto all’interno di un manifesto. A SINISTRA

img. 5.2-3 La copertina e il dettaglio di una pagina di “Typographye” di Emil Ruder

L’ispirazione per la progettazione dell’artefatto di riflessione, che aveva appunto come scopo quello di fare leva sull’attenzione del fruitore, deriva dunque da questo stile: è stato preso in considerazione soprattutto ciò che sosteneva Emil Ruder per l’utilizzo della tipografia, ovvero che essa è in grado di dare ritmo e profondità alla composizione: inoltre il contrasto tra font diverse, quando si considera un manifesto nel suo complesso, riesce a indirizzare l’occhio dello spettatore dove il designer stabilisce che sia necessario. Nello Stile Tipografico Internazionale, inoltre, si ha grande considerazione per lo spazio bianco tra le parole: altro punto chiave nel determinare il grado di tensione presente nelle composizioni. Con questi presupposti è stato creato il manifesto “l’ascolto richiede attenzione”.

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SAPER ASCOLTARE

img. 5.4 “Liberi vettori di cultura” 1979 AG Fronzoni

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Un designer in particolare è stato fonte di ispirazione con i suoi manifesti: Angiolo Giuseppe Fronzoni crede infatti nella capacità di trasformare il mondo attraverso il progetto ed il progetto attraverso la cultura. La filosofia illuminista ed antropocentrica lo porta a considerare il bianco ed il nero come i colori rappresentativi del progetto dell’uomo, specchio della sua razionalità e cultura, mentre il colore appartiene al mondo naturale ed è quindi estraneo, ma non alternativo all’opera dell’uomo. Coerentemente i suoi progetti grafici e di design rispecchiano questa filosofia: il rigore del contrasto del bianco e del nero, il rapporto di tensione dinamica tra pieno e vuoto ne esprimono l’aniconica purezza concettuale. Il manifesto è lo spazio della libertà di pensiero, senza limiti né regole, l’obiettivo è chiamare l’intelletto dell’osservatore allo sforzo costruttivo dell’interpretazione. I caratteri tipografici sono per Fronzoni la “grammatica” della progettazione grafica: piccolissimi se bisogna sottolineare lo spazio della lettura, se rappresentano il pensiero sono invece grandi, tagliati, segnati, manipolati. La gabbia grafica è apparentemente libera anche se nell’anarchia dell’impaginazione -i blocchi di testo sono un ulteriore strumento per comunicare- si percepisce la ricerca intellettuale ed il rigore. Nei suoi progetti ricerca ogni elemento che stimoli l’osservatore a non essere passivo: avvicinarsi, girare i fogli, unire le pagine, ad “agire” con il proprio senso critico e l’immaginazione.


UN ARTEFATTO PER RIFLETTERE

img. 5.5 “Inascoltabili frammenti sonori” 1981 AG Fronzoni

img. 5.6 “Ciclo di conferenze: La sperimentazione artistica contemporanea a Genova e in Liguria dopo il ‘45” 1979 AG Fronzoni

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SAPER ASCOLTARE

5.3

l’ascolto richiede attenzione

Come è stato progettato il manifesto e le decisioni che hanno portato alla sua realizzazione.

A DESTRA

img. 5.7 Dettaglio del momento progettuale, con le prove di stampa

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Il manifesto che è stato dunque progettato prevedeva una dimensione di 70x100 centimetri. Per esprimere il messaggio di attenzione strettamente legata all’ascolto è stato creato un testo che spiegasse l’importanza di questo canale nei rapporti interpersonale e come utilizzarlo al meglio: è stato realizzato a prendendo spunto dalle informazioni emerse durante tutti gli step progettuali precedenti, quindi da articoli, interviste e opinioni raccolte. Si è fatto in modo che il testo sul fondo fosse esattamente delle dimensioni dell’artefatto, per non dare modo ad eventuali spazi vuoti di spostare lo sguardo degli spettatori in punti non necessari: sono stati lasciati invece degli spazi bianchi per l’inserimento del body-copy, il quale racchiude il messaggio del manifesto “l’ascolto richiede attenzione”. All’interno del’artefatto era infatti necessario ci fosse un bodycopy, per poter chiarire ulteriormente la tematica proposta e un claim, che insieme alla composizione e ad eventuali elementi grafici comunicasse il messaggio scelto per il progetto. Nel caso di questo manifesto il claim è appunto “ascolta”, e scaturisce dal testo di fondo tramite l’inspessimento delle lettere, avvenuto tramite un raccordo tra la versione Italic e la versione Extra Bold Italic della font.


UN ARTEFATTO PER RIFLETTERE

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SAPER ASCOLTARE

Per la composizione della parola e per il body-copy è stato scelto il carattere Din Next LT Pro Bold Condensed, una font che permettesse di essere leggibile sia da vicino che da lontano, nonostante la distorsione. Per il testo di fondo è stata utilizzata invece una font serif, che desse un ritmo omogeneo al testo senza appesantirlo e che creasse contrasto con il claim e il body-copy: Edison EF Book in versione Italic. La parola “ascolta”, inoltre, è posizionata al centro del manifesto, per essere di immediato impatto: il body-copy è invece riportato sul fondo, a destra, in modo da non creare disturbo visivo ma essere comunque un riferimento facilmente identificabile ed efficace al messaggio.

EDISON EF BOOK ITALIC FONT

DIN NEXT BOLD CONDENSED FONT

95

abcdefghijklmnopqrstuvw xyzABCDEFGHIJKLMNOPQ RSTUVWXYZ0123456789 (!&$%/.,?;:)

abcdefghijklmnopqrstuvwxyz ABCDEFGHIJKLMNOPQRS VWXYZ0123456789 (!&$%/.,?;:)


UN ARTEFATTO PER RIFLETTERE

img. 5.8 Il messaggio con le lettere raccordate

img. 5.9 Dettaglio a grandezza naturaledel raccordo tra il testo e il messaggio

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SAPER ASCOLTARE

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UN ARTEFATTO PER RIFLETTERE

A DESTRA

img. 5.10 Il manifesto

Le difficoltà incontrate per la progettazione di questo artefatto sono state per lo più di tipo tecnico, in quanto il raccordo del testo è stato il punto chiave del messaggio e andava eseguito in maniera attenta e minuziosa: inoltre lo sviluppo del concept per veicolare il messaggio è stata un momento delicato, in quanto è stato necessario prevedere il comportamento del possibile pubblico. Attraverso questo manifesto si è voluta offrire un’alternativa originale alle campagne di riflessione create finora. Il pubblico è invitato ad avvicinarsi al manifesto in quanto riconosce la parola ascolta e nota il testo sottostante da leggere, il quale riporta la spiegazione e l’importanza dell’ascolto nelle relazioni e nelle interazioni umane di ogni tipo, ma è possibile leggerlo solo se si presta la dovuta attenzione.

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conclusione


Per poter progettare un impianto di comunicazione sociale che fosse coerente ed organico, il gruppo di lavoro si è dovuto saper destreggiare in svariati ambiti, sperimentando la progettazione di artefatti divulgativi e l’utilizzo di strumenti, sia analogici sia digitali, che hanno messo alla prova le competenze teoriche e pratiche di ogni studente. Con la fase di ricerca sono stati appresi metodi di catalogazione e indagine in grado di fornire delle basi adeguate per formare un designer della comunicazione, stimolando un approccio professionale e competente. Questa fase ha permesso inoltre di migliorare la capacità di lettura dei dati raccolti e implementare il bagaglio di tecniche di restituzione, prima in forma di relazione e in seguito attraverso gli artefatti comunicativi. Un altro aspetto fondamentale per l’arricchimento dei componenti del gruppo è stato il necessario sviluppo della capacità di formulare opinioni corrette, basate su dati attendibili, e offrire rielaborazioni originali. Nell’ultima fase del percorso infine, sono state approfondite le modalità espressive con cui rivolgersi in modo efficace al pubblico di una campagna di sensibilizzazione. Tutti i componenti del gruppo hanno potuto riflettere sulle parole e sul messaggio più appropriato da veicolare, oltre che agli aspetti puramente estetici e visivi. Il percorso progettuale descritto si è sviluppato nel corso di un semestre e ha consentito, oltre alla consegna di una galleria di artefatti alla città di Milano, anche l’arricchimento personale di ognuno: non solo da punto di vista progettuale, ma anche dal punto di vista del capitale umano.


SAPER ASCOLTARE

bibliografia

101


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Imparare ad ascoltare. Come cogliere i segnali deboli, ottenere le informazioni desiderate, migliorare le relazioni interpersonali (sviluppando le capacità d’ascolto), Milano, Franco Angeli, 1996

Carmi, Elio; Wegher, Elena Israela

Branding. Una visione design oriented, Milano, Fausto Lupetti Editore, 2009

Citroni, Sebastiano

Associazioni a Milano. Mappatura e analisi dei bisogni del volontariato, Milano, Franco Angeli, 2014

Gatti, Anna Chiara; Montrasio, Stefano

Focus on Milano 2013-14. Le statistiche fondamentali per conoscere la città, Milano, Comune di Milano, 2014

Molino, Anita; Tizian, Fabio

L’ arte dell’ascolto. Ascoltare gli altri per ascoltare se stessi, Torino, Magnanelli, 1996

Ruder, Emil

Typographie: a manual of design, CH, Verlag Niggli AG, 1967

Sclavi, Marianella

Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Milano, Le Vespe, 2000


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sitografia

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