Nr. 5 Giugno 2014
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Sentirsi sicuri.
Nr. 5 - Giugno 2014
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Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano REDAT TRICE RESPONSA BILE :
Lisa Pantini COMITATO REDA ZION A LE :
Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Lisa Pantini, Mercedes Galan, Gianluca Pagani e Stefania Micheletti FOTO DI COPERTIN A :
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Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annui
Nr. 5 Giugno 2014
Strong opinion 4 In risposta al pezzo di Alfonso Tuor “Ridistribuire meglio per crescere” Editoriale 6 L’importanza della collaborazione Contromano 8 La lezione del 18 maggio Il tema 10 Il problema dei padroncini e il rispetto delle regole della libera concorrenza Ospite 14 I padroncini hanno un ruolo stimolante per la nostra economia. A patto che la concorrenza sia leale! 16 E dopo l’IVA, puntiamo all’obbligo di una rappresentanza fiscale svizzera per le ditte che eseguono lavori nella Confederazione 18 In questa prima parte del 2014 una flessione dei distaccati ed un incremento dei padroncini 19 Edilizia: solo nel 2013, oltre 195 mila giornate di lavoro sottratte all’economia 20 Elettricisti: restrizioni, normative severe regolamentate, multe severissime… ma non basta? 23 Settore dei giardinieri: notifica dal 1° giorno! Biblioteca liberale 24 Verità e falsi miti di frontiera Sì al risanamento S. Gottardo 26 Domande e risposte Attualità 27 Chi ha ragione nella discussione sulla ripartizione dei redditi in Svizzera? 28 Frontalieri: non c’è impatto sul salario degli Svizzeri 29 Rilancio del partenariato sociale dopo la votazione federale del 18.5.2014 sul salario minimo 30 Campagna di sensibilizzazione “L’aria cambia” 2014 31 Venti riflessioni per la piazza finanziaria di domani 32 Mobile health: la medicina incontra la tecnologia 34 Il progetto LIFT per conoscere e condividere 36 Benvenuti nella walk of fame… dell’export! 38 Visite guidate a SwissSkills Berna 2014 Eventi 39 Tecnologia all’avanguardia e strumenti gestionali al servizio delle aziende 40 Missione economica in Turchia organizzata dalla Cc-Ti Formazione 41 Nuovo corso Cc-Ti: Specialista della Gestione PMI con attestato federale Commercio estero 42 Switzerland Global Enterprise 46 Dazi e voci di tariffa grazie a MendelOnline Fiere internazionali e missioni economiche 47 I prossimi appuntamenti Vita dei soci 49 ParCom Systems SA 50 UPSA Sezione Ticino 52 Lemanik SA 54 Coop Ostschweiz-Ticino 55 Formamentis Sagl 56 Axa Winterthur 57 Luisoni Consulenze SA 59 Parametric Design Suisse Sagl 60 hotelleriesuisse Ticino 62 Selecta SA 64 SSIC Sezione Ticino 66 Sowre SA 68 GastroTicino 69 Dimensione Immobiliare SA
Strong opinion
In risposta al pezzo di Alfonso Tuor
“Ridistribuire meglio per crescere” apparso sul Corriere del Ticino del 3 maggio 2014 di Franco Ambrosetti, Presidente Cc-Ti
Caro Alfonso,
In Svizzera il liberismo è passato a volo d’uccello come un drone. Qualcuno sa indicarmi una, dico una privatizzazione compiuta oppure quali destabilizzanti liberalizzazioni sono state portate a termine nel nostro Paese?
ho letto con molto interesse il tuo articolo sul Prof. Thomas Piketty, autore di un testo di grande successo (“Capital in the 21st Century”). Come sempre scrivi in modo convincente, preciso e stimolante, tanto da spingermi ad aprire il saggio di Piketty, da qualche settimana posato intonso fra i miei libri di economia. Certo, il brillante Professore francese non è il primo ad attaccare il principio che il mercato non si regola da solo e non sarà sicuramente l’ultimo. Verissimo è che le disparità fra ricchi e poveri sono aumentate in modo eccessivo sebbene soprattutto in America e in modo più contenuto in Europa. La Svizzera con i Paesi scandinavi è meno toccata. Condivido pure la tesi centrale secondo cui quando la rendita del capitale supera il tasso di crescita del PIL, il rapporto capitale – lavoro si sbilancia a favore del capitale e può causare diseguaglianze crescenti. D’altronde il manuale di quasi 800 pagine è accattivante, di facile lettura (non ovvio per un economista francese…) e corredato da tabelle e dati che confermano come in realtà una cattiva ridistribuzione dei redditi possa frenare la crescita, mentre una ridistribuzione corretta volta a ridurre le diseguaglianze (soprattutto delle opportunità) sia un motore di crescita. Ma attenzione, credo non a tutti i costi, non se si oltrepassa un certo limite come dimostra in modo inequivocabile la situazione della Francia il cui Presidente deve aver letto e posto sul 4 | Ticino Business
comodino della stanza da letto questa nuova Bibbia dell’economia. La conclusione logica, eticamente corretta, non può che essere quella di correggere la redistribuzione nel senso auspicato dall’autore e, mi pare, anche da te. Ma come? A mio parere non con politiche che aggravino la progressione fiscale per i motivi che ora ti illustro. Evitare di fare di tutte le erbe un fascio e distinguere un Paese dall’altro sarebbe un buon inizio perché non tutti praticano politiche redistributive ingiuste. L’abitudine diffusa di sparare ad alzo zero al tanto vituperato liberismo, presunto responsabile di tutti i mali che affliggono l’economia oltre che scontata non considera l’altro lato della medaglia, quello positivo di aver tratto dalla palude del declino alcuni Stati come la Gran Bretagna oggi rinati e altamente competitivi. In Svizzera il liberismo è passato a volo d’uccello come un drone. Qualcuno sa indicarmi una, dico una privatizzazione compiuta oppure quali destabilizzanti libe-
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ralizzazioni sono state portate a termine nel nostro Paese? Con un 50% di quota statale al PIL anche se fossi un discepolo di Marx sarei tranquillo, non sarà il libero mercato incrostato di monopoli statali e privati a farmi paura. Semmai la sua latitanza. Le diseguaglianze si possono correggere con una politica redistributiva che miri all’equità tramite una fiscalità corretta. È una questione politica, l’economia ne subisce le conseguenze ma non decide se è giusta o sbagliata. Ma una cosa l’economia sa molto bene, troppi Stati sprecano i soldi del contribuente. Un inasprimento della fiscalità quando le istituzioni hanno le mani bucate è eticamente scorretto oltre che dannoso per la crescita. Il simpatico Professore sembra non aver mai sentito parlare di principi liberali contro una fiscalità confiscatoria. Per esempio tassare tre volte lo stesso fr. prima come reddito, poi come sostanza e da ultimo come imposta di successione come da te suggerito. In un Cantone abitato da 330’000
cittadini di cui 100’000 Credere che lo Stato sia ricevono sussidi per la la panacea per tutti i mali cassa malati, 60’000 sono esentasse e il gettito fi- è solo il modo laico per scale delle persone fisiche credere alla Provvidenza è coperto per circa 2/3 dal 6% della popolazione, una equa distribuzione dei redditi passa innanzitutto attraverso una riduzione della spesa pubblica e un ridimensionamento dei compiti statali. Credere che lo Stato sia la panacea per tutti i mali è solo il modo laico per credere alla Provvidenza. Ti saluto con affetto, Franco
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Editoriale
L’importanza della collaborazione di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti
Qualche
giorno fa la Cc-Ti “Vi aspettiamo al varco” ci hanno detto. si è fatta promotrice di alcune proposte per cercare di Bene, “ci siamo”, rispondiamo noi. Senza ricostruire un partenariato sociale am- timori e siamo pronti a rimetterci in maccato da parecchie tensioni, fra cui ovviamente quelle legate alla campagna di gioco. Ma a patto che vi siano alcune votazione federale per l’introduzione di un regole di base, che dovrebbero essere salario minimo di 4’000 franchi per tutta la Svizzera. Proposta, quest’ultima, so- scontate ma che purtroppo oggi non lo noramente bocciata in proporzioni quasi sono più, osservate da tutti sorprendenti anche in Ticino. Le interpretazioni del risultato possono essere molte, ma certamente si può affermare che le cittadine e i cittadini hanno respinto con fermezza l’idea di un salario imposto dallo Stato, senza delle aziende che lavora duramente e onestamente distinguo alcuno. Un atto di fiducia verso il sistema per creare la ricchezza di questo Paese, distribuielvetico, caratterizzato principalmente dalla ricer- ta con grande e forse troppa facilità. Ma questo è ca del compromesso e dalla concertazione ragiona- un altro discorso. Qui si tratta di raccogliere con ta, soprattutto quando si tratta di toccare i delicati responsabilità l’invito formulato pubblicamente dai equilibri del sistema economico e del mercato del la- rappresentanti sindacali a rispettare la volontà povoro. Elementi un po’ offuscati in un panorama po- polare espressa il 18 maggio 2014 che vuole il parlitico teso, in difficoltà nell’affrontare i cambiamenti tenariato sociale. “Vi aspettiamo al varco” ci hanno del contesto globale e pericolosamente rivolto a sca- detto. Bene, “ci siamo”, rispondiamo noi. Senza tiricare tutte le colpe di problemi veri o presunti sul mori e siamo pronti a rimetterci in gioco. Ma a patto mondo imprenditoriale. Dal canto nostro non abbia- che vi siano alcune regole di base, che dovrebbero mo mai negato che vi sono cose che non funzionano, essere scontate ma che purtroppo oggi non lo sono spesso però abbiamo dissentito dalla politica o dalle più, osservate da tutti. E non sono solo le imprese proposte delle parti sindacali perché alcune medici- a dover rispettare le regole. Come in ogni rapporne per guarire i mali ci sembravano peggiori del- to contrattuale, ogni parte deve concedere qualcole malattie stesse. Proprio perché abbiamo sempre sa per ottenere un risultato e limitarsi a sbraitare voluto evitare che si smantellasse un sistema tutto che le aziende devono ottemperare a mille obblighi sommato funzionante e che è guardato con invidia senza avere diritti, nemmeno quello di parola o a da molti Paesi. Recuperare una cultura del dialogo un comportamento corretto della controparte, non fra parti sociali ci sembra quindi una via indispen- ci porta da nessuna parte. Ripeto, il confronto ansabile per tutelare gli interessi di tutti. Il confronto che duro è essenziale e permette di evolvere. Ma duro fa parte del gioco, ma deve essere leale e le fu- l’aggressione fine a sé stessa crea solo confusione, cilate gratuite solo per ottenere la massima visibilità tensioni e malumore. Noi ci impegniamo a lavoranon sempre sono funzionali alla risoluzione vera dei re per isolare chi non rispetta le regole del nostro problemi. Di qui la necessità che si intervenga con ordinamento giuridico e quindi cerchiamo di fare fermezza con coloro che non rispettano le regole, ma ordine in casa nostra. Ci aspettiamo che anche gli che si tuteli al contempo la stragrande maggioranza altri facciano lo stesso.
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Contromano
La lezione del 18 maggio di Alessio del Grande
Il timore
era reale. Non era del tutto scontato che al successo dell’iniziativa Minder, non facesse seguito anche il sì al salario minimo di 4’000 franchi al mese. Ma il voto popolare ha sonoramente bocciato la proposta dell’Unione Sindacale Svizzera, sostenuta da tutta la sinistra. I cittadini hanno chiaramente capito e sconfessato la demagogia di un’iniziativa che, se fosse stata accolta, si sarebbe rivelata un boomerang per I cittadini hanno l’economia nazionale e una beffa amara per quei lavochiaramente capito ratori che gli iniziativisti e sconfessato la dicevano di voler tutelare. Non meno importante, in demagogia di una questa Waterloo sindacale, iniziativa che, se fosse è che il NO a furor di popolo ha ribadito la validità stata accolta, si sarebbe del partenariato sociale, rivelata un boomerang vale a dire il sistema che da per l’economia nazionale ben 77 anni regola le relazioni tra imprese-sindacati e una beffa amara per e dipendenti. Principio che l’iniziativa ha tentato malquei lavoratori che gli destramente, quanto periiniziativisti dicevano colosamente, di rimettere in discussione. di voler tutelare Altrettanto significativo è il fatto che il popolo sovrano ha nettamente rifiutato un più marcato ruolo dirigista dello Stato nelle relazioni aziendali e nella politica salariale, da sempre affidate alla contrattazione tra le parti (un’altra dura lezione per sindacati e PS). La sinistra ha vinto sui Gripen - complice anche una campagna a favore dell’acquisto dei nuovi caccia svedesi che è decollata in netto ritardo -, ma è stata clamorosamente sconfessata sui salari minimi, obiettivo strategico di una campagna contro la libertà d’impresa, che si sta portando avanti da anni. Il risultato del voto è, inoltre, un buon auspicio affinché si spazzi via anche un’altra demagogica ini8 | Ticino Business
ziativa, quella per il “Reddito di base incondizionato”, con cui si vorrebbero assicurare 2’500 franchi al mese a tutti i cittadini, siano essi ricchi o poveri, occupati o disoccupati. Ma questo 18 maggio in Ticino ha segnato importanti novità anche per il voto su alcuni temi cantonali: l’amnistia fiscale, il freno al disavanzo e la revisione dei sussidi per le casse malati. Per quanto sul condono penda un ricorso al Tribunale federale, con quasi il 53% di sì anche in questo caso il popolo ha sconfessato la sinistra, secondo cui l’amnistia sarebbe solo un vergognoso e ingiusto premio agli evasori fiscali. Con molto pragmatismo i cittadini hanno guardato ai 30-35 milioni, una tantum, che entreranno nelle casse dello Stato, più i gettiti successivi, in un momento in cui le finanze pubbliche traballano sotto il peso di deficit crescenti. Tanto più che venti milioni di queste nuove entrate, ricorso a Losanna permettendo, saranno destinati ad un fondo speciale per sostenere l’occupazione. E con molto buon senso si è pure capito che, contrariamente a quanto sostengono gli oppositori, il condono fiscale non interessa solo i ricchi contribuenti e i benestanti, ma anche i piccoli e medi risparmiatori che potranno regolarizzare la loro posizione col fisco senza lasciarci le penne. Ad una doppia lettura si presta, invece, il sì ancora più netto al freno al disavanzo. Da un lato i cittadini hanno voluto in qualche modo imporre un argine alla crescita fuori controllo delle spese dello Stato, che ha innescato la progressione dei deficit di bilancio, contro cui sinora non si è fatto nulla d’incisivo. Dall’altro lato, questo sì comporta l’introduzione del moltiplicatore cantonale d’imposta: nel momento in cui si supera il limite del 4% (del 5% in casi eccezionali) delle entrate correnti per i deficit a preventivo, può scattare l’aumento delle imposte. Vero è che per far scattare il rialzo del moltiplicatore occorrerà la maggioranza qualificata dei 2/3 dei voti in Parlamento e che c’è, inoltre, la possibilità di contrastare l’aumento del carico fiscale con un eventuale referendum. Altrettanto vero, però, che considerata la compro-
vata incapacità del Governo e del Parlamento nel to che presenta distorsioni inaccettabili, con concontenere le uscite, il ricorso all’aumento delle tributi per i premi delle casse malati anche per imposte sarà la soluzione più ovvia per scansa- redditi non certo modesti. re lo sforzo di un più rigoroso, ma poco pagante Va ricordato che quasi 1 franco su 10 della speelettoralmente, controllo delle finanze pubbliche. sa complessiva annuale dello Stato è destinato a Perciò, restiamo convinti che il freno alla spesa questi sussidi di cui oggi beneficia un terzo delsarebbe stato molto più efficace, e vincolante, per la popolazione del Cantone. Già questo dovrebbe cercare di risanare i conti pubblici, senza la ten- far riflettere su quanto sia urgente correggere un tazione di mettere facilmente le mani nelle tasche meccanismo che distribuisce soldi pubblici anche a chi non ne ha veramente bisogno, a danno di dei cittadini. Infine, con la bocciatura della riforma dei sussi- quelle fasce deboli della popolazione a cui lo Stato di per le casse malati il deficit del Cantone salirà dovrebbe dedicare più risorse e attenzione. da 148 a 162 milioni, mentre il preventivo per il 2015 sarà ancora più rosso toccando i Non meno importante, in questa Waterloo sindacale, 245 milioni. Sebbene, forse, mal congegnata per tempi e è che il NO a furor di popolo ha ribadito la validità del modi, c’è da dire che questa partenariato sociale, vale a dire il sistema che da ben 77 riforma era stata la sola misura strutturale per contene- anni regola le relazioni tra imprese-sindacati e dipendenti. re la spesa pubblica. Ora si è Principio che l’iniziativa ha tentato maldestramente, di nuovo ai piedi della scala, mentre resta aperto il grande quanto pericolosamente, di rimettere in discussione problema di un sussidiamen-
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Il tema
Il problema dei padroncini e il rispetto delle regole della libera concorrenza di Alessio del Grande
Pubblicare
la lista dei padron- cini e dei loro committenti ticinesi, ma che questo cini italiani e di chi fenomeno sia d’interesse pubblico è fuor di dubbio. li chiama per lavorare in Ticino. Era la proposta di Visto che da tre anni a questa parte è uno dei temi una mozione presentata un anno fa da Marco Pas- dominanti, assieme ai frontalieri, del dibattito posalia, deputato PPD e Vice direttore della Camera litico cantonale, è al centro dei ripetuti allarmi di di commercio. Poche settimane fa la risposta del molte associazioni professionali per le sue riperGoverno, secondo cui non si può accogliere questa cussioni sul mercato del lavoro locale, ed è pure richiesta, poiché mancherebbe oggetto di più richieste a Beruna base legale fondata su un na affinché si faccia qualcosa interesse pubblico preponderan- Pubblicizzare le per arginare un fenomeno che te e in linea col principio della notifiche di padroncini contribuisce non poco a distorproporzionalità. Inoltre, seconcere le regole di una corretta e do l’esecutivo, la pubblicazione e distaccati, non libera concorrenza. di tutte le notifiche rilasciate significa assolutamente Perché rendere pubblico l’elenai “prestatori di servizio esteco dei padroncini e dei loro ri” rischierebbe di “annacquare allestire delle liste nere, committenti? Va innanzitutto riil vero dato rilevante”, ossia i ma semplicemente cordato che a pubblicare, almenominativi delle aziende sanno in parte questa lista, per gli zionate e inibite dal lavorare in rendere più trasparente anni 2010- 2011-2012, ha provSvizzera” perché hanno com- un flusso di prestazioni veduto già nei mesi scorsi il messo delle infrazioni. Una lisettimanale il Caffè suscitando sta dei padroncini fuorilegge, a che oggi si alimenta non poco clamore, a dimostracui è stato interdetto di lavora- della sua stessa opacità zione del fatto di quanto il Canre in Svizzera, esiste già - ha ritone sia sensibile a questo procordato il Consiglio di Stato - è blema. Del resto gli ultimi dati pubblicata dalla Seco, la Segreforniscono un quadro chiaro teria di Stato per l’economia, di quanto sia esteso il fenomeed è accessibile a tutti. Ma vino: nel 2013 si sono registrate sto che la stessa Seco dispone anche della lista di 24’053 notifiche (+ 12,9%), di cui 4’638 lavoratoquei datori di lavoro che, pur non avendo ricevuto ri indipendenti e 9’416 lavoratori distaccati, a cui un’interdizione dal lavorare nella Confederazione, si aggiungono 9’999 dipendenti residenti in Itahanno però subito una sanzione, già cresciuta in lia assunti da aziende svizzere. Sempre lo scorso giudicato, si chiederà a Berna la pubblicazione an- anno L’ufficio dell’Ispettorato del lavoro ha emesso che di questi nominativi, per come chiedeva in su- 647 multe per violazione della legge federale sui bordine la mozione di Passalia e del gruppo PPD lavoratori distaccati; 484 di queste multe sono stain Parlamento. Peccato che le richieste di Passalia te inflitte su segnalazione dell’AIC, l’Associazione non siano state accolte integralmente. interprofessionale di controllo. Non abbiamo la competenza giuridica per giudi- Pubblicizzare le notifiche di padroncini e distaccacare se manca “una sufficiente base legale” che ti, non significa assolutamente allestire delle liste permetta di pubblicizzare i nominativi dei padron- nere, ma semplicemente rendere più trasparente
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un flusso di prestazioni che oggi si alimenta della sua stessa opacità. Opacità che spesso nasconde i suoi effetti più pericolosi quali, ad esempio, una concorrenza sleale che distorce il gioco corretto della domanda e dell’offerta, attraverso prezzi al ribasso grazie al mancato pagamento d’imposte, oneri sociali e salari conformi alle leggi svizzere. Condizioni che le imprese ticinesi devono, invece, puntualmente onorare (al proposito, ci sono voluti anni prima che Berna correggesse il tiro sull’IVA che dovranno pagare anche i padroncini italiani che lavorano in Ticino). Altrettanto ovvio che la pubblicazione delle notifiche e dei nominativi dei committenti ticinesi, rappresenterebbe per questi ultimi una sorta di “deterrente” nell’approfittare del ricorso a ditte d’oltre confine per prestazioni di servizi o la fornitura di merci più a buon mercato, a scapito delle imprese locali e con rilevanti danni per tutta la nostra economia. Quale sia l’impatto dell’aumento delle notifiche per la libera prestazione di servizio transfrontaliera sul nostro sistema produttivo, è
emerso chiaramente in oc- ... ci sono voluti anni casione dell’ultima assemblea della sezione ticinese prima che Berna della Società Svizzera de- correggesse il tiro gli Impresari Costruttori. Ebbene sempre nel 2013, sull’IVA che dovranno tra padroncini e distaccati, pagare anche i si sono registrate in Ticino 194’562 giornate lavorative, padroncini italiani che pari a circa mille lavoratori lavorano in Ticino a tempo pieno e una cifra d’affari di 180 milioni di franchi, che corrispondono a circa il 7% del fatturato totale del settore. Numeri e percentuali assai indicativi delle crepe che si stanno aprendo nel tessuto produttivo del Cantone, sotto la pressione di un’offerta a prezzi ultra competitivi da parte dei padroncini. Sono stati gli impresari costruttori a denunciare più volte in passato cosa ci sia dietro questa concorrenza al ribasso che le nostre ditte non potranno
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In Italia il costo reale del lavoro considerati l’eccesso di oneri sociali, il fisco assai pesante e il carico burocratico - se non addirittura superiore è pressoché uguale a quello ticinese. Sempre che, ovviamente, si paghino davvero questi oneri sociali e le imposte
reggere a lungo. In Italia il costo reale del lavoro - considerati l’eccesso di oneri sociali, il fisco assai pesante e il carico burocratico - se non addirittura superiore è pressoché uguale a quello ticinese. Sempre che, ovviamente, si paghino davvero questi oneri sociali e le imposte. Se le ditte che arrivano da oltre confine, lavorando in Ticino riescono a sfuggire a questi pagamenti è chiaro che hanno costi molto più bassi e possono offrire, quindi, prestazioni a prezzi fortemente ribassati, tali mettere fuori mercato le imprese locali. Ed è quello che sta succeden-
do da anni, anche se è solo da qualche tempo che si avvertono le pericolose conseguenze di questa concorrenza sleale. Ecco perché è assai importante la proposta avanzata già l’anno scorso della Camera di commercio di rendere più visibili e “tracciabili” fiscalmente i padroncini che vengono a lavorare nel Cantone. Come? Semplice: il padroncino italiano chiamato a fare un lavoro in Ticino, prima di passare il confine deve registrarsi come contribuente attraverso un suo rappresentante fiscale in Svizzera, ad esempio un fiduciario commercialista. Oltre a garantire il pagamento dell’IVA, questo sistema permetterebbe di rendere visibili i guadagni conseguiti nel Cantone. E se come suggeriva il Professore Marco Bernasconi, l’autorità federale potesse segnalare al fisco italiano i guadagni percepiti dai padroncini in Svizzera, per loro verrebbe meno il vantaggio di poter nascondere facilmente questi incassi all’erario della Penisola. La certezza di essere fiscalmente rintracciabili anche all’estero, da un lato potrebbe disincentivare il loro afflusso in Ticino e dall’altro eliminerebbe il vantaggio di quei guadagni esentasse che più contribuisce a distorcere la concorrenza leale con le imprese locali.
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I padroncini hanno un ruolo stimolante per la nostra economia. A patto che la concorrenza sia leale! Intervista di Lisa Pantini con Ignazio Cassis, Dr. med., MPH, Consigliere nazionale PLR In generale come giudica il fenomeno dei padroncini in Ticino e il loro impatto sul mercato del lavoro locale? “La Svizzera resta un Paese in buona salute malgrado il difficile contesto europeo. La nostra disoccupazione è modesta, il benessere notevole e non a caso il modello svizzero è invidiato da molti Paesi europei. Qual è la chiave del successo elvetico? Un’economia liberale con attenzione alla solidarietà verso i più deboli. In un’economia liberale lo Stato interviene il meno possibile e lascia grande libertà alle imprese e La prima agli imprenditori, che contraccambiano assumendo responsabilità è proprio © wawritto - Shutterstock
sociale. La concorrenza tra imprenditori costringe questi ultimi a eccellere in termini di qualità e innovazione oltre che a contenere i costi. In un Paese aperto la concorrenza non conosce frontiere. I padroncini giocano dunque un ruolo stimolante per la nostra economia. Tuttavia la concorrenza dev’essere leale: il carico fiscale (per esempio l’IVA) e la responsabilità sociale (per esempio la formazione degli apprendisti) devono valere allo stesso modo per svizzeri e stranieri. Altrimenti assistiamo a una distorsione della concorrenza, proprio come si è purtroppo cosa da fare verificato negli ultimi anni in Ticino. I padroncini stranieri eliminare sono stati esposti a un minor la distorsione della carico fiscale e chiamati a una minor responsabilità sociale concorrenza causata di quelli svizzeri”.
dall’IVA. Finalmente ci si sta muovendo e sono davvero felice che i miei colleghi in Parlamento abbiano capito la situazione e sostenuto la mia mozione. Ma la modifica di legge presentata da WidmerSchlumpf non è ancora in vigore e occorre dunque mantenere alta la pressione, affinché si agisca senza ritardi 14 | Ticino Business
Grazie alla sua mozione finalmente a Berna si è aperta una breccia almeno per quanto riguarda il pagamento dell’IVA. Che pensa di altre misure come la possibilità di informare le autorità fiscali italiane sui lavori e gli importi percepiti da padroncini e distaccati in Ticino? O cosa altro si potrebbe fare? “La prima cosa da fare è proprio eliminare la distorsione della concorrenza causata dall’IVA. Finalmente ci si sta muovendo e sono davvero felice che i miei colleghi in Parlamento abbiano capito la situazione e sostenuto la mia mozione. Ma la modifica di legge presentata da Widmer-Schlumpf non è ancora in vigore e oc-
corre dunque mantenere alta la pressione, affinché si agisca senza ritardi. L’informazione tra Stati è necessaria in un mondo globalizzato, dove il cliente – grazie a Internet – può facilmente paragonare offerte, qualità e costi. Perciò esistono gli accordi internazionali sulla doppia imposizione, il cui scopo è proprio quello di coordinare la fiscalità di imprese attive fuori confine. Il dramma è che l’assetto politico italiano è instabile e l’Italia fatica a presentarsi come partner affidabile”. In generale crede che oggi a Berna ci sia una maggiore sensibilità sui problemi del mercato del lavoro in una regione di frontiera quale il Ticino? “Di questo ne sono certo! Il lavoro degli ultimi anni di tutta la Deputazione ticinese alle Camere federali sta iniziando a dare i suoi frutti. Ricordo anche il successo delle mozioni Abate e Lombardi, che vogliono stimolare il settore della vendita al dettaglio.
La collaborazione con il Governo cantonale è migliorata grazie al Delegato a Berna e anche la collaborazione tra politica nazionale ed economia ticinese mi pare migliorata. Ma la strada resta in salita. La proverbiale litigiosità della politica cantonale e la tendenza moderna a privilegiare l’apparire più che l’essere, rappresentano un serio ostacolo alla definizione di una linea d’azione forte e compatta, che migliorerebbe la nostra efficacia a Berna. Ma questo è il contesto culturale nel quale siamo costretti ad operare, un contesto sottilmente analogo a quello della politica italiana. Perciò, riprendendo le parole che il Presidente italiano Giorgio Napolitano ha pronunciato a Lugano «Non bisogna mai lasciarsi impressionare e deviare da manifestazioni di insufficienza istituzionale e politica del nostro Paese». Cerco quindi di considerare con serenità le nostre vicende cantonali e d’impegnarmi per ottenere il massimo a Berna”.
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E dopo l’IVA, puntiamo all’obbligo di una rappresentanza fiscale svizzera per le ditte che eseguono lavori nella Confederazione Intervista di Lisa Pantini con Marco Passalia, Vice Direttore Cc-Ti
L’atto parlamentare presentato in Gran Consiglio assieme al collega Rinaldo Gobbi relativo all’IVA discriminatoria nei confronti degli artigiani svizzeri mirava proprio a creare delle regole chiare ed eque per tutti gli operatori che intendono lavorare in Ticino nel rispetto delle regole e della libera concorrenza
Un paio di anni fa, quando ancora in Ticino non si parlava così tanto dei padroncini, con un’interpellanza lei e Rinaldo Gobbi, avevate richiamato l’attenzione di Governo e Parlamento sull’incongruenza della normativa IVA. Si è trattato di una misura anti-padroncino? “Cominciamo col dire che è sbagliato prendersela a priori con la figura del padroncino o dei distaccati, soprattutto se pensiamo che qualcuno li chiama in Ticino per effettuare prestazioni di servizio. Ma non c’è nulla di strano in tutto ciò, purché vengano rispettate la legalità e il libero mercato: due pilastri del sistema economico elvetico. Semmai occorre scandalizzarsi e reagire con atti sanzionatori di fronte a tutti quei casi di abusi e di furbetti che non rispettano le regole del mercato del lavoro cantonale e nazionale. Le proposte politiche devono quindi cercare soluzioni che vadano in questa direzione. In quest’ottica, l’atto parlamentare presentato in Gran Consiglio assieme al collega Rinaldo Gobbi relativo all’IVA discriminatoria nei confronti degli artigiani svizzeri mirava proprio a creare delle regole chiare ed eque per tutti gli operatori che intendono lavorare in Ticino nel rispetto delle regole e della libera concorrenza. Proposta che peraltro ha avuto un buon esito a livello federale grazie all’ottimo lavoro di squadra svolto assieme al Consigliere Nazionale Ignazio Cassis”.
Soddisfatti della modifica alla Legge federale sull’IVA oppure si potrebbe fare altro per fissare delle regole chiare affinché i padroncini non esercitino una concorrenza sleale verso le imprese locali? “In questo contesto la Cc-Ti non si è limitata a sollevare il problema, ma ha fatto un ulteriore passo concreto proponendo una soluzione concreta, compatibile con il diritto europeo, ovvero l’adozione di una rappresentanza fiscale svizzera. In pratica, con questa formula il prestatore di servizi estero, prima del passaggio alla dogana svizzera, dovrebbe provvedere all’iscrizione come contribuente, dotandosi di un rap16 | Ticino Business
presentante fiscale svizzero, con responsabilità solidale sul territorio confederato. Al momento della notifica online, verrebbe comunicato il numero IVA così che il prestatore risulterebbe rilevato. Si tratta di un’ulteriore proposta concreta per certi versi più burocratica – delegando determinati processi amministrativi alle nostre fiduciarie – ma più rispettosa dell’equità tra prestatori esteri e indigeni nonché garante delle riscossione delle imposte dovute allo Stato”. Sul tema dei padroncini in Canton Ticino c’è stato un accavallarsi incessante di proposte; non sarebbe preferibile avere una strategia univoca e presentare delle richieste fattibili a Berna? “Innanzitutto, ci tengo a ricordare che il fenomeno dei padroncini negli ultimi anni è diventato preoccupante a causa della crescita importantissima di prestatori di servizi esteri, per l’incontrollabile concorrenza sleale nei confronti degli artigiani locali e quindi anche per un aumento grave degli abusi. In secondo luogo, occorre conoscere il fenomeno e capire quali settori sono toccati e come rispondere agli abusi. In terzo luogo, ma non meno importante, è fondamentale che vi sia un coordinamento tra i vari livelli dell’amministrazione pubblica nonché tra tutte le istituzioni coinvolte (pubbliche e private) per promuovere delle soluzioni efficaci e concrete che evitando ulteriori aggravi burocratici - tutelino il rispetto delle regole. In questo modo potremmo dare un segnale chiaro ed univoco all’attenzione dell’autorità federale evitando doppioni e sprechi di risorse”.
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In questa prima parte del 2014 una flessione dei distaccati ed un incremento dei padroncini Intervista di Lisa Pantini con Renzo Ambrosetti, Presidente dell’AIC – Associazione Interprofessionale di Controllo
Attualmente qual è l’andamento del fenomeno padroncini, in questi primi mesi del 2014 la loro pressione si è allentata o è rimasta uguale? “Da anni assistiamo ad un aumento della presenza di padroncini italiani attivi soprattutto nei settori dell’artigianato della costruzione. I settori maggiormente toccati sono quelli della metalcostruzione, delle falegnamerie, tecnica della costruzione, pittori, posa pavimenti e piastrelle. I dati degli ultimi mesi dimostrano una flessione delle notifiche dei distaccati a favore di un incremento dei padroncini. Ciò significa che i committenti indigeni, singoli privati o ditte, invece di far capo a ditte estere che distaccano propri dipendenti in Ticino e per i quali vanno applicate le condizioni contrattuali di lavoro dei CCL del ramo (salari, orari di lavoro) privilegiano il mandato diretto a padroncini che come tali non sottostanno alle citate condizioni contrattuali. Vengono così retribuiti a condizioni più basse”. Pensa che l’abolizione della notifica online e la sua presentazione cartacea - magari in un ufficio discosto delle valli, per come è stato proposto siano misure che possono frenare il flusso dei padroncini? “No, non è la soluzione. Non obbligare a notificarsi online impedisce di avere un’informazione sul dove l’operatore estero è attivo. Il rischio è che molti non si notifichino, operino ugualmente in nero sul territorio cantonale e i controllori li scoprano solo casualmente. La lotta al fenomeno del padroncino, accanto ad una presa di coscienza etica dei committenti indigeni di privilegiare le ditte locali, passa attraverso il controllo rigoroso se le condizioni legali secondo cui l’operatore estero è effettivamente da ritenersi un indipendente (rischio d’impresa, struttura aziendale propria, ecc.) siano date. Oggi non esiste ancora la base legale, nel caso in cui i citati presupposti legali non siano rispettati per far sospendere i lavori. La rivendicazione di sospen18 | Ticino Business
Da anni assistiamo ad un aumento della presenza di padroncini italiani. I settori maggiormente toccati sono quelli della metalcostruzione, delle falegnamerie, tecnica della costruzione, pittori, posa pavimenti e piastrelle sione dei lavori e allontanamento immediato del falso indipendente presentata dal Cantone Ticino e dai sindacati non è stata accolta a livello federale nell’ambito della revisione della legge sui lavoratori distaccati. Al pari di altri cantoni occorrerà ancorare la possibilità di allontanamento dal territorio ticinese del falso indipendente tramite una normativa cantonale. Comunque già ora gli ispettori dell’AIC (Associazione interprofessionale di controllo), vanno in questa direzione”. Sulla base delle notifiche anche degli anni precedenti quale genere di prestazioni e servizi sono più richiesti ai padroncini italiani? “Come ho già citato all’inizio i rami toccati sono quelli dell’artigianato. Alcuni dati registrati dall’AIC dal 2010 al 2013, i padroncini sono passati da 3’746 a 12’365 e le proiezioni per il 2014 portano alla cifra di 13’977”.
Ospite
Edilizia: solo nel 2013, oltre 195 mila giornate di lavoro sottratte all’economia Intervista di Lisa Pantini con Vittorino Anastasia, Direttore SSIC TI
Per il settore dell’edilizia cosa ha comportato la concorrenza dei padroncini italiani? “Prima di rispondere a questa precisa domanda devo specificare che non si tratta solo della concorrenza sleale da parte dei lavoratori indipendenti, i cosiddetti padroncini, ma anche da parte dei distaccati, o meglio delle ditte straniere che distaccano i loro dipendenti sul nostro territorio. Queste sono le due categorie di «lavoratori» rientranti nelle prestazioni di servizio, che quindi possono venire in Svizzera a lavorare in virtù dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone (art. 1, lett. b) che permette con una semplice notifica anche la libera circolazione dei prestatori di servizio, di fatto quindi ditte estere, per periodi fino a 90 giorni all’anno. Le giornate di lavoro prestate dai lavoratori di queste imprese in Ticino hanno fatto registrare un continuo aumento nel corso degli ultimi anni: i padroncini sono passati da 26’488 giorni nel 2005 a 72’854 nel 2013, mentre i distaccati nello stesso periodo sono aumentati da 41’730 a 121’708. Questo significa che nel 2013 le giornate di lavoro sottratte all’economia cantonale della costruzione da queste figure sono state ben 194’562, corrispondenti a quasi 1’000 posti di lavoro a tempo pieno. Teniamo conto che per questo genere di prestazione transfrontaliera non esiste nessun obbligo contributivo, né di tipo fiscale, né di tipo sociale. Se a questo aggiungiamo che nella stragrande maggioranza dei casi le condizioni di lavoro locali non vengono rispettate, in particolare il versamento ai lavoratori del salario minimo previsto dai contratti collettivi di lavoro vigenti in Svizzera, e che purtroppo il controllo in Italia, per ovvi motivi, non è possibile farlo, risulta evidente che si tratta di concorrenza sleale. L’importo relativo alla prestazione di 1’000 lavoratori, che senza lasciare alcun beneficio all’economia ticinese è finito in Italia nel 2013, si può quantificare in circa 180 milioni di franchi, pari al 7% della cifra d’affari del settore della costruzione”. La pressione di questa concorrenza si è attenuata o è aumentata in questi primi mesi del 2014. E
cosa bisognerebbe fare, secondo lei, per frenare questo fenomeno? “I primi dati del 2014 indicano un nuovo incremento dei padroncini e una leggera flessione dei distaccati, tendenza attesa in quanto i primi non sono assoggettati ai contratti collettivi di lavoro! Per frenare il fenomeno ritengo sia indispensabile che anche questi lavoratori, che ora godono del diritto di fornire in Svizzera una prestazione di servizio per di durata fino a 90 giorni senza dover richiedere alcun permesso, debbano in futuro essere regolamentati e cadere sotto le disposizioni d’attuazione del nuovo articolo costituzionale, quindi dovranno essere contingentati secondo regione geografica”. Dai dati emersi pubblicamente sul ricorso ai padroncini, si evidenzia che alle loro prestazioni ricorrono in larga misura anche le imprese edili. Non sarebbe, quindi, opportuna una maggiore sensibilizzazione anche verso gli impresari? “Non posso certo condividere questa affermazione, almeno per il settore principale della costruzione che rappresento, poiché avendo analizzato di persona tutti i dati del 2012 e quelli della prima metà del 2013 ho potuto riscontrare, e il dato mi ha rallegrato, che meno di 10 imprese nostre associate hanno fatto capo, durante il periodo osservato, a prestatori di servizi. Fanno invece capo in larga misura a queste prestazioni molti privati e tante ditte, perlopiù di recente costituzione in Ticino e provenienti dall’Italia, le quali attingono appunto ai servizi di imprese e artigiani d’oltre frontiera. Anche se come detto il fenomeno tocca fortunatamente il nostro settore in maniera marginale da tempo ormai non perdiamo occasione per ricordare ai nostri associati, ma non solo, che il ricorso a prestazioni di servizio fornite di fatto da imprese estere, individuali, piccole o grandi che siano, deve essere limitato a quelle attività che non si trovano a giuste condizioni nel nostro Cantone. Non esitiamo certo a condannare chi, solo per denaro, cerca ripiego nella concorrenza sleale”. Ticino Business | 19
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Elettricisti: restrizioni, normative severe regolamentate, multe severissime… ma non basta? Intervista di Lisa Pantini con Gianni Albertoni, Presidente AIET - Associazione Installatori Elettricisti Ticinesi
L’attestato di maestria federale è per voi una garanzia sufficiente per impedire la concorrenza dei padroncini italiani oppure servono anche altre misure? “La Maestria Federale è un diploma rilasciato dalla confederazione a chi supera un esame professionale superiore. È paragonabile all’esame ETH. In Svizzera possono installare unicamente persone del mestiere che sono in possesso di un’autorizzazione rilasciata dall’ESTI (Ispettorato Federale). L’Art. 8 dell’OIBT (Ordinanza sugli impianti a bassa tensione) recita: Art. 8 Persone del mestiere 1. Persona del mestiere è: a. chi ha superato l’esame nelle materie professionali all’esame superiore di maestro installatore elettricista; b. ha concluso un tirocinio di montatore o disegnatore elettricista e studi di elettrotecnica in una Scuola universitaria professionale (SUP) o ottenuto un diploma equivalente in un altro istituto d’insegnamento (Scuola tecnica superiore [STS]) e ha superato un esame pratico; c. ha concluso un tirocinio di montatore o disegnatore elettricista e studi di elettrotecnica in una Scuola dei tecnici ST o ottenuto un diploma equivalente in un altro istituto d’insegnamento e può inoltre certificare lo svolgimento di un’attività pratica sotto la sorveglianza di una persona competente nel settore dell’installazione per un periodo di tre anni e ha superato un esame pratico; d. ha concluso un tirocinio in una professione affine a quella di montatore o disegnatore elettricista o ha conseguito la maturità e concluso studi di elettrotecnica in un Politecnico federale, una Scuola universitaria professionale, una Scuola dei tecnici o ottenuto un diploma equivalente in un altro istituto d’insegnamento e può inoltre certificare lo svolgimento di un’attività pratica 20 | Ticino Business
sotto la sorveglianza di una persona competente nel settore dell’installazione per un periodo di cinque anni e ha superato un esame pratico; e. ha ottenuto il diploma all’esame superiore di maestro in una professione affine a quella di installatore elettricista e può inoltre certificare lo svolgimento di un’attività pratica sotto la sorveglianza di una persona competente nel settore dell’installazione per un periodo di cinque anni e ha superato un esame pratico; o f. ha superato un esame equivalente all’esame superiore di maestro installatore elettricista in un Paese membro del CENELEC con garanzia di reciprocità e può certificare lo svolgimento in Svizzera di un’attività pratica sotto la sorveglianza di una persona competente nel settore dell’installazione per un periodo di tre anni.
L’Ispettorato decide nei casi di dubbio, previa consultazione dell’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFFT); esso può esigere un esame. 2. I particolari dell’esame pratico sono disciplinati dalla Commissione degli esami professionali e di maestria USIE8/UCS9 con la partecipazione dell’UFFT. Diverse materie d’esame possono essere definite in base alla formazione precedente, mentre i settori delle norme, delle tecniche di misurazione e dei controlli degli impianti devono essere esaminati in ogni caso. 3. L’Ispettorato decide circa l’equivalenza di una formazione e riguardo alle professioni affini a quelle di montatore o disegnatore elettricista, previa consultazione dell’UFFT. Malgrado tutte queste restrizioni settimanalmente ditte estere entrano a eseguire lavori nel nostro settore, consci del fatto che sono degli abusivi fuori legge. Multe salatissime sono emesse da Berna (UFE) Ufficio Federale dell’Energia.
Neppure le restrizioni sono un buon deterrente. La fame è pur sempre fame”.
La concorrenza dei padroncini italiani quali impatto ha oggi sul vostro settore e quali potrebbero essere le conseguenze in futuro? “Difficile quantificare la cifra d’affari che ha preso la via di oltre frontiera, so che in Ticino il nostro settore occupa circa 1’550 persone tra montatori, apprendisti e aiuti. Non vedo nero come lo potrebbero vedere altri settori dell’edilizia”.
Molti ricorrono ad elettricisti italiani per risparmiare sui costi, ma quali sono i rischi di questa scelta e quali le possibili conseguenze per i clienti? “In parte ho già risposto prima. Per la legge il responsabile unico dell’impianto elettrico è il proprietario dello stesso. Incorre nelle stesse sanzioni di chi lo esegue. Multe salatissime. Chi esegue impianti deve Malgrado tutte le restrizioni settimanalmente ditte rilasciare un RaSi (rapporto di sicurezestere entrano a eseguire lavori nel nostro settore, za). Solo le persone fisiche o giuridiche autorizzate dall’ESTI sono autorizzate consci del fatto che sono degli abusivi fuori legge. a rilasciarlo. Dal punto di vista costi Multe salatissime sono emesse da Berna (UFE) è logico che un elettricista estero costi di meno, oltre a stipendi più bassi non Ufficio Federale dell’Energia. Come vede neppure hanno tutti gli obblighi legali che inle restrizioni sono un buon deterrente vece noi dobbiamo rispettare. Alla fine però, chi più spende meno spende”.
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Settore dei giardinieri: notifica dal 1° giorno! Intervista di Lisa Pantini con Mauro Poli, Presidente Jardin Suisse Ticino Cosa significa per la vostra categoria l’obbligo per i padroncini italiani di notificarsi già il primo giorno e non dopo una settimana? “Sicuramente si è fatto un bel passo in avanti a tutela della nostra categoria. Con questa modifica si fa chiarezza facilitando i controlli nei confronti delle ditte straniere che operano sul nostro territorio, combattendo gli abusi”. Per il vostro settore quali sono state le conseguenze della concorrenza dei padroncini italiani? “Nel nostro settore la concorrenza è forte. Bisogna pensare che per la manutenzione regolare di giardini occorre un tempo limitato. Inoltre bisogna considerare che l’utilizzo di macchinari specifici è minimo, perciò possono utilizzare quelli che il committente mette loro a disposizione. Non avendo spese di trasporto, manutenzione dei macchinari, costi di formazione
per la sicurezza, la patente per l’utilizzo di prodotti fitosanitari, ecc. possono applicare tariffe molto basse creando una concorrenza sleale per le nostre ditte che devono sottostare a determinati regolamenti e costi”. Cosa si potrebbe fare, secondo lei, per allentare la concorrenza dei padroncini sul mercato ticinese? “Stiamo cercando di salvaguardare la nostra categoria con l’introduzione di una cauzione (in fase di consultazione), l’obbligo di frequenza dei corsi di sicurezza, la patente obbligatoria per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, l’introduzione dell’IVA e un eventuale imposta sui lavori svolti sul nostro territorio. È in progetto pure l’istituzione di un albo degli artigiani. Importante è sensibilizzare di più la nostra utenza, privati cittadini e non, a rivolgersi alle nostre ditte che lavorano con serietà, qualità e soprattutto competenza”.
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Biblioteca liberale
Verità e falsi miti di frontiera di Alessio del Grande
Da diversi
anni il tema della frontiera occupa la scena politica e mediatica sia in Svizzera che nel nostro Cantone. “Nella Confederazione e in Ticino in particolare, non si è mai tanto discusso, rivendicato e polemizzato su questioni inerenti la frontiera: la frontiera non solo viene molto sollecitata in quanto oggetto geografico ma, per i suoi insiti significati e contenuti ideologici, in più occasioni è diventata fonte di strumentalizzazioni politiche” scrive Claudio Ferrata nel saggio È dentro questo quadro “Vivere e capire le frontiere storico che va anche in Svizzera” (Armando Dadò editore). Il volume, curato dal letta la percezione politologo Oscar Mazzoleni e odierna della frontiera dall’economista Remigio Ratti, proponendo i contributi di nel Cantone. Una diversi studiosi, ripercorre la percezione che Ratti traccia di dibattiti pubblici e seminari del gruppo di lavoro col suo contributo “Frontiere e culture” dell’assoriconduce ad un’analisi ciazione Coscienza svizzera, mettendo a fuoco l’ambivalenragionata dei territori za o, per meglio dire, le molte e degli spazi frontiera facce della frontiera. Premessa indispensabile per e della loro funzione capire come sono cambiate le sottoposti al dirompente frontiere e la loro rappresentazione, politica, economica e impatto dell’“economia culturale, è l’impatto della glomondo” indotto dalla balizzazione sui vecchi assetti degli Stati nazionali, che si globalizzazione trovano oggi al centro anche di altre forti sollecitazioni. “Le integrazioni macro-regionali erodono il potere dello Stato dall’alto, mentre su una scala regionale e micro regionale le metropoli e le città-regioni lo sfidano dal basso - nota Ferrata -. Al livello locale si manifestano anche forme di ripiegamento identitario, come se la prossimità culturale e geografica potesse garantire una qualsiasi forma di protezione a fronte delle insicurezze veicolate dalla globalizzazione”. Processi e timori oggi comuni in Europa a tutti i 24 | Ticino Business
Paesi, ma che acquistano significanza particolare in Svizzera, lungo le linee interne di confine delle singole sovranità cantonali e quelle esterne che segnano le frontiere geopolitiche, e la diversità, con l’Unione Europea. Significato ancora più rilevante per il Ticino, dove la frontiera, come osserva Marco Marcacci, è soggetto centrale nel discorso politico ed identitario del Cantone, dall’Ottocento fino ad aggi. “Ciò che colpisce osservando la realtà ticinese durante gran parte dell’Ottocento non è l’impressione di separazione indotta da una doppia frontiera esterna – scrive –, bensì la presenza di molteplici frontiere, fratture e frammentazioni intestine, delle quali erano ben coscienti i contemporanei che le consideravano degli ostacoli da rimuovere o da superare per promuovere il bene comune o più semplicemente costruire il Ticino stesso. Gli otto baliaggi italiani che formeranno nel 1803 il Canton Ticino avevano avuto sino allora scarsi rapporti tra di loro: ogni comunità coltivava gelosamente le prerogative locali di autogoverno ‘infrastatale’ che i Cantoni sovrani avevano generalmente rispettato”. Per questa ragione il Ticino di allora mostrò avversione per la Repubblica Elvetica e per la Cisalpina, ricorda lo storico, e scarso entusiasmo per il regime di Mediazione, che accordava al Cantone una forte autonomia statale, ma che prevedeva un ordinamento interno alquanto unitario, fondato sulla democrazia rappresentativa e censitaria. Anche la configurazione geografica e lo stato pessimo delle comunicazioni contribuivano a creare frontiere interne: “Il Monte Ceneri, ad esempio, era ritenuto una frontiera naturale altrettanto pertinente del Gottardo, che separava popolazioni e regioni con interessi e caratteristiche dissimili”. Ecco le radici di quei localismi e particolarismi identitari che affliggono ancora oggi il Ticino. È dentro questo quadro storico che va anche letta la percezione odierna della frontiera nel Cantone. Una percezione che Ratti col suo contributo riconduce ad un’analisi ragionata dei territori e degli spazi frontiera e della loro funzione sottoposti al dirompente impatto dell’“economia mondo” indotto dalla globalizzazione. Ma per tornare ai problemi di oggi, a quella “particolarità” sempre più rimarcata del Ticino regione di confine, va detto che questa non è certo una novità. È connaturata, invece, alla stessa storia del Cantone, con forti accenti sin dal 1848 quando venne sancita l’unione federale doganale. Né sono una novità il rivendicazionismo spinto verso Berna con la richiesta
persino di una zona franca o il riconoscimento di uno statuto speciale (richieste avanzate più volte dalla metà dell’Ottocento in poi), né quel difensivo ripiegamento localistico-identitario, che contrassegna il dibattito di oggi a proposito, ad esempio, del fenomeno dei frontalieri. Ed è ancora Marcacci a ricordare, avvedutamente, che “le fasi di espansione economica del Ticino tendono a coincidere con importanti traffici di frontiera e afflussi di manodopera dall’Italia”. Quella che purtroppo è sempre mancata è stata un’efficace governance delle dinamiche di frontiera, delle opportunità come dei rischi che esse presentano. A questo proposito non si può non ricordare, sottolinea Mazzoleni, la scarsa efficacia della Regio Insubrica per una reale cooperazione transfrontaliera. Eppure non mancavano i modelli di una possibile cooperazione, che avrebbe magari disinnescato le frizioni e le tensioni di oggi. Bastava guardare e ispirarsi a quanto fatto con la Regio Basiliensis, la Grande Ginevra, la Commissione per il Reno superiore o la Regio Bodensee. Tutti esempi ottimi di una diversa percezione della regionalità transfrontaliera e di una collaborazione proficua su obiettivi condivisi.
Vivere e capire le frontiere in Svizzera A cura di Oscar Mazzoleni e Remigio Ratti Editore: Armando Dadò, 2014
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Ticino Business | 25
Sì al risanamento S. Gottardo
Domande e risposte PERCHÉ LA GALLERIA DEL SAN GOTTARDO DEVE ESSERE RISANATA? Il tunnel stradale del San Gottardo è stato inaugurato nel 1980 e da allora è stato ristrutturato solo in maniera puntuale. Fra il 2020 e il 2030 sarà necessario un risanamento completo, altrimenti non potranno più essere garantite la funzionalità e la sicurezza del tunnel.
CHE COSA DEVE ESSERE RISANATO? Vi saranno rinnovi della soletta intermedia, della volta interna così come del rivestimento della carreggiata. Al fine di soddisfare gli standard e le direttive attuali l’altezza dello spazio utile per il traffico deve essere adattata e la ventilazione del tunnel ricostruita.
UN SECONDO TUNNEL NON SAREBBE ANTICOSTITUZIONALE SECONDO L’ARTICOLO PER LA PROTEZIONE DELLE ALPI (APRA) DEL 1994? Secondo il Consiglio federale la costruzione di un secondo tunnel senza aumento della capacità in base alle disposizioni di legge applicabili è conforme alla Costituzione. In questo caso è fondamentale che non più di una corsia per senso di marcia siano in funzione contemporaneamente. Questa restrizione deve essere ancorata nella legge federale concernente il transito stradale nella regione alpina (LTS).
LA COSTRUZIONE DI UNA SECONDA CANNA NON PORTEREBBE AD UN AUMENTO DELLA CAPACITÀ STRADALE? No. Dopo il risanamento sarà a disposizione solo una corsia per direzione di marcia proprio come oggi. La seconda corsia fungerà da corsia d’emergenza per veicoli di soccorso e sicurezza. Questo principio, unitamente al puntuale dosaggio della distanza fra camion – il cosiddetto sistema a contagocce – sarà ancorato nella legge.
L’UE NON POTREBBE FORZARE L’APERTURA DELLE QUATTRO CORSIE AL TRAFFICO? No. Non c’è motivo di credere che l’UE avrebbe un interesse per l’apertura delle quattro corsie. Il San Gottardo non ha problemi di capacità nell’ambito del traffico internazionale di merci. Non c’è mai stata nessuna ingerenza dell’UE per l’Iniziativa delle Alpi del 1994 quando il divieto di aumentare la capacità stradale al San Gottardo venne inserito nella Costituzione federale, così come nel corso dei negoziati bilaterali per l’accordo sui trasporti terrestri. Inoltre la politica dei trasporti dell’UE sulle medie e lunghe distanze prevede un trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia. La Svizzera ha dato un importante contributo alla rete europea di trasporto delle merci su ferrovia, investendo 20 miliardi di franchi per la costruzione di un collegamento ferroviario di base attraverso le Alpi. La preoccupazione dell’UE è semmai un’altra: che non vi sia una chiusura a lungo termine del San Gottardo, nonché il miglioramento del livello di sicurezza del collegamento.
COMITATO SÌ ALLA GALLERIA DI RISANAMENTO AL SAN GOTTARDO - SVIZZERA ITALIANA c/o Cc-Ti - Corso Elvezia 16 - 6900 Lugano - Tel. +41 91 911 51 24 info@risanamentosangottardo.ch – ccp: 65-160007-7 Scarica il video informativo: www.risanamentosangottardo.ch 26 | Ticino Business
Attualità Chi ha ragione nella discussione sulla
ripartizione dei redditi in Svizzera? di Angelo Geninazzi, Responsabile economiesuisse per la Svizzera italiana
L’iniziativa
“per la protezione di salari equi”, che chiedeva l’introduzione di un salario minimo di 4000 franchi al mese, nettamente rifiutata, è alle spalle. Non così la discussione sulla ripartizione e l’equità dei redditi in Svizzera, tema sempre attuale ma spesso usato impropriamente dalla politica per rivendicare l’una o l’altra misura in materia fiscale o salariale. La musica di sottofondo è più o meno sempre la stessa: “in Svizzera la forbice salariale si apre sempre di più, con il passare degli anni la ripartizione dei redditi è più ingiusta poiché i ricchi diventano più ricchi, i poveri più poveri”. Male insomma, ma forse è opportuno chiedersi: ma è davvero così? Per rispondere a questa domanda vi sono diversi indicatori che ci vengono in soccorso e ci permettono di capire come la ripartizione dei redditi in Svizzera si è evoluta nel corso degli anni. Guardiamo all’ultimo decennio: se mettiamo in relazione la somma del 20% dei redditi più alti e quella del 20% dei redditi più bassi, notiamo che il rapporto è rimasto costante dal cambio del millennio ad oggi. Anche il più conosciuto coefficiente di Gini – che si situa tra 0 e 1 – conferma che tra il 2000 e il 2011 la ripartizione dei redditi Svizzera è rimasta costante sia per quello che riguarda i redditi primari sia per i redditi disponibili. Sorprendente? Un po’. Sorprende forse di più il risultato che emerge dal confronto internazionale tra i paesi dell’OCSE. Secondo le statistiche, se si considerano i redditi primari (prima della ridistribuzione da parte dello Stato) la Svizzera è addirittura in testa (!). Solo la Corea del Sud ha una disparità ancora inferiore. I paesi scandinavi, considerati nei dibattiti un modello a cui ispirarsi poiché particolarmente virtuosi in materia di salari, hanno coefficienti di Gini molto più elevati della Svizzera e si caratterizzano quindi per una ripartizione meno equa. Il valore medio di tutti i paesi dell’OCSE ci conferma che la distribuzione è molto più “ingiusta” all’estero che in Svizzera. Sorprendente? Abbastanza.
Non ci resta che lanciare Sorprende forse di più il uno sguardo all’evoluzione della ripartizione dal dopo- risultato che emerge dal guerra a oggi. Se analiz- confronto internazionale ziamo la quota dei redditi più alti (lo 0,1%, l’1%, il 5% tra i Paesi dell’OCSE. e il 10%) rispetto al totale, Secondo le statistiche, se vediamo che tra il 1940 a il 2010 i diversi gruppi si considerano i redditi hanno registrato un’evo- primari (prima della luzione analoga. Durante i periodi di buona congiun- ridistribuzione da parte tura i redditi alti aumen- dello Stato) la Svizzera è tano più che proporzionalmente rispetto al totale dei addirittura in testa (!) redditi, mentre nelle fasi economiche meno propizie diminuiscono. Sull’arco dei 70 anni però, la proporzione dei redditi alti è addirittura – seppure leggermente – regredita. Insomma, i numeri dicono che nel 1940 la distribuzione era maggiormente diseguale rispetto ad oggi. E questo è certamente sorprendente. Automaticamente sorge la domanda sulla necessità e sull’opportunità di rafforzare (ulteriormente) la ridistribuzione attraverso lo Stato. Il problema è che quest’ultima strada non è mai “gratuita”, ma cela effetti secondari, chiamati nella letteratura “effetti di sostituzione”. Ad esempio, se i salari sono sottoposti ad imposte o tasse più elevate diventa meno redditizio lavorare. In questo modo si è tentati di ridurre il carico di lavoro e di conseguenza anche l’ammontare “da ridistribuire” diminuisce. In questo modo il benessere diminuisce sia per i redditi alti sia per quelli bassi. Ciò non significa che lo Stato non abbia un certo ruolo di ridistribuzione, anzi. Ma chi sostiene che la Svizzera oggi si trova in una situazione inaccettabile per quel che riguarda la distribuzione dei redditi sbaglia. Gli assurdi stipendi milionari di qualche avido manager non ci traggano in inganno. Ticino Business | 27
Attualità
Frontalieri:
non c’è impatto sul salario degli Svizzeri di Marco Salvi, Avenir Suisse
L’aumento dei frontalieri ha avuto pochi effetti sui salari e l’occupazione dei residenti svizzeri, sia a livello nazionale che in Ticino – lo mostrano i dati
In Svizzera
lavorano 280’000 frontalieri, un quarto di tutti i frontalieri europei. In Ticino sono 60’000, in aumento dell’80% negli ultimi dieci anni, e continuano ad alimentare sia polemiche che paure. Una delle inquietudini più comuni è quella della sostituzione della manodopera indigena a favore di quella frontaliera. L’idea secondo la quale vi sia una quantità fissa di posti di lavoro e che ogni frontaliere supplementare comporti la perdita di un posto di lavoro per la popolazione residente è uno dei miti più tenaci della politica economica. Eppure il mito non regge all’esame dei fatti. Studi mostrano che tra il 1996 e il 2012 la crescita dell’occupazione della popolazione residente (Svizzeri e stranieri domiciliati) nelle regioni di confine è stata simile a quella delle altre regioni. Il riscontro vale anche per il Ticino, dove il tasso di occupazione dei residenti è aumentato dal 1996 di tre punti percentuali – la stessa evoluzione osservata a livello nazionale.
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Esagerati sono pure i timori per la pressione salariale che un tale afflusso di pendolari eserciterebbe nelle regioni di confine. Come mostra il grafico, tra il 2002 e il 2012 (ultimo anno per cui si dispongono dati) la crescita dei salari degli Svizzeri in Ticino è stata quasi identica alla media nazionale (10,7% invece che 11,1%), a riprova che i frontalieri sono una forza lavoro complementare a quella residente, soprattutto se di nazionalità svizzera. L’aumento dei salari degli stranieri residenti in Ticino è stato leggermente più debole (8,9%). A livello nazionale si nota invece un forte aumento dei salari di questa categoria (+17,6%), complice l’assunzione di personale altamente qualificato dall’estero da parte delle imprese svizzero tedesche e romande. È vero che i salari in Ticino sono circa del 15% inferiori alla media nazionale. Ma questa differenza esisteva anche prima della libera circolazione delle persone e non verrà colmata con un eventuale contingentamento dei frontalieri. Le sue cause sono di natura strutturale: ad esempio la manodopera ticinese con una formazione terziaria (università, scuole professionali superiori) è più rara rispetto al resto della Svizzera (29,7% contro il 34,4% degli occupati). Stime più sofisticate del divario salariale tra frontalieri e ticinesi rivelano scarti ancora minori di quanto mostrino le semplici medie. Secondo dati dell’USTAT a parità di responsabilità la differenza dovrebbe essere inferiore all‘8%, siamo quindi ben lontani da un «dumping salariale». Un bilancio completo delle disparità salariali tra le regioni dovrebbe infine tener conto anche delle differenze di livello generale dei prezzi. I salari più bassi in una regione si traducono in parte anche in prezzi più moderati che vanno a beneficio di tutta la popolazione – persino di chi non lavora.
Attualità
Rilancio del partenariato sociale dopo la votazione federale del 18 maggio 2014 sul salario minimo Comunicato stampa Il netto risultato svizzero e ticinese contro l’adozione di un salario minimo unico in tutta la Svizzera non lascia spazio a molte interpretazioni. Il popolo ha chiaramente espresso la sua contrarietà ad ingerenze statali nella politica salariale delle aziende
Gli
iniziativisti in generale e in particolare le parti sindacali hanno pubblicamente invitato il mondo imprenditoriale ad assumersi le responsabilità di questo risultato, sottintendendo che gli argomenti della valorizzazione del partenariato sociale e della considerazione delle realtà territoriali e settoriali sarebbero vane promesse formulate durante la campagna di votazione. A questo proposito è giusto osservare che sono gli iniziativisti stessi che hanno dato prova di voler abbandonare il partenariato sociale, proponendo la fissazione di salari minimi da parte dello Stato, a scapito della contrattazione fra le rappresentanze degli imprenditori e dei lavoratori. Ma ora occorre superare le polemiche e i rappresentanti delle aziende sono pronti ad assumere le proprie responsabilità per rispettare la chiara volontà popolare. La Cc-Ti, in particolare, è sempre stata in prima linea nella lotta agli abusi e nella promozione del partenariato sociale e dei contratti collettivi di lavoro, laddove possibile. È per questo motivo che si è ritenuto di mettere sul tavolo alcune proposte concrete per dare un contributo tangibile al rilancio di un partenariato sociale che da qualche tempo risulta essere un po’ appannato. Situazione di cui non sono certamente responsabili solo le aziende. Il rafforzamento della vita associativa e un confronto anche duro ma leale sono essenziali per la tutela del mercato del lavoro svizzero e ticinese e sono nell’interesse di tutti. Attacchi scoordinati e senza distinzioni alla realtà imprenditoriale finiscono per indebolire chi lavora seriamente e reca danno all’intero sistema. Per questa ragione, occorre dare segnali tangibili di disponibilità alla collaborazione e non ci si può limitare a rivendicazioni unilaterali. Come in ogni accordo, ogni parte deve fare qualche concessione affinché ci si possa trovare su punti comuni. Le proposte formulate in data 27 maggio 2014 non hanno la pretesa di essere esaustive o non negoziabili. Alcuni elementi sono del resto già noti e dovrebbero essere normali
in un partenariato sociale funzionante, ma è comunque opportuno ricordarli, affinché si possa lavorare con basi comuni condivise. Il documento completo con le proposte della Cc-Ti può essere scaricato dal nostro sito web, all’indirizzo: www.cc-ti.ch/post/news/comunicato-stamparilancio-del-partenariato-sociale-dopo-la-votazionefederale-del-18-maggio-2014-sul-salario-minimo
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Attualità Campagna di sensibilizzazione
“L’aria cambia” 2014 Meno di 50 franchi per viaggiare per un mese in tutto il Cantone
La
sensibilizzazione sullo smog estivo e la promozione del trasporto pubblico e della mobilità lenta negli ultimi anni stanno riscuotendo un crescente successo, contribuendo concretamente a migliorare lo stato dell’aria nel Cantone Ticino. Il Dipartimento del territorio − in collaborazione con il Gruppo operativo salute e ambiente (GOSA) − quest’anno ripropone diverse iniziative, tra cui citiamo:
• Arcobaleno mensile al 50% (luglio e agosto) Nei mesi di luglio e agosto (con prevendita da metà giugno) sarà possibile acquistare l’abbonamento mensile Arcobaleno (adulti e junior) della Comunità tariffale Ticino e Moesano con uno sconto del 50%. Lo sconto sale fino al 75% per chi vive nei Comuni che sostengono finanziariamente questa iniziativa (aggiornamenti sul sito www.ti.ch/aria) • Condividi l’auto - Campagna Liberalauto! con Rete 3 In collaborazione con Rete3, prosegue la campagna Liberalauto! che promuove il carpooling (condivisione dell’auto). Questa iniziativa mette a disposizione una vera e propria piattaforma Internet (www.liberalauto. ch) per scoprire chi - singoli, enti pubblici e ditte private - compie lo stesso tragitto, cosicché l’utente interessato può contattare o inserire la propria
offerta d’itinerario. Persino aziende, organizzazioni e amministrazioni possono aprire sul sito sezioni riservate ai propri dipendenti e collaboratori, in modo da facilitare lo scambio di passaggi per spostamenti di lavoro o in occasione di eventi particolari. Partecipare a quest’iniziativa significa compiere un primo passo verso una mobilità aziendale più sostenibile (vedi www.ti.ch/mobilita-aziendale).
105 Comuni hanno aderito all’azione cantonale arcobaleno al 50% luglio e agosto 2014 offrendo ai loro cittadini un ulteriore sconto (stato al 5 maggio 2014) Regione Tre Valli Acquarossa, Biasca, Blenio, Bodio, Claro, Dalpe, Faido, Giornico, Lodrino, Moleno, Osogna, Pollegio, Prato Leventina, Preonzo, Quinto, Serravalle Bellinzonese Arbedo-Castione, Bellinzona, Cadenazzo, Camorino, Giubiasco, Gnosca, Gorduno, Lumino, Monte Carasso, Pianezzo, Sant’Antonio, Sant’Antonino, Sementina Locarnese Avegno-Gordevio, Bosco-Gurin, Brione s/Minusio, Brione Verzasca, Brissago, Cerentino, CugnascoGerra, Gambarogno, Gordola, Locarno, Losone, Mergoscia, Minusio, Muralto, Orselina, Sonogno, Tenero-Contra, Terre di Pedemonte, Vogorno Luganese Agno, Alto Malcantone, Aranno, Astano, Bedigliora, Bioggio, Cademario, Cadempino, Capriasca, Caslano, Collina d’Oro, Comano, Croglio, Cureglia, Curio, Gravesano, Isone, Lamone, Lugano, Magliaso, Manno, Massagno, Melide, Mezzovico-Vira, Miglieglia, Monteggio, Morcote, Muzzano, Neggio, Novaggio, Origlio, Paradiso, Ponte Capriasca, Ponte Tresa, Porza, Pura, Savosa, Sessa, Sorengo, Torricella-Taverne, Vezia, Vico Morcote Mendrisiotto Arogno, Balerna, Breggia, Brusino-Arsizio, Castel San Pietro, Chiasso, Coldrerio, Maroggia, Melano, Mendrisio, Morbio Inferiore, Novazzano, Riva San Vitale, Stabio, Vacallo
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Attualità
Venti riflessioni per la piazza finanziaria di domani Visione strategica e misure concrete: due elementi che, pur con orizzonti temporali diversi, devono coesistere per garantire un futuro alla piazza finanziaria ticinese. È questa l’essenza del progetto Ticino 202020, presentato nel corso dell’assemblea annuale di Ticino for Finance lo scorso 29 aprile 2014, che vede 20 voci illustri del panorama cantonale - da Ermotti a Tettamanti, da Sadis a Borradori - impegnate a fornire la loro visione su tematiche fondamentali quali formazione, fiscalità, infrastrutture, rapporti con l’Italia e molto altro. L’obiettivo è innescare un dibattito strategico che possa portare presto a soluzioni concrete e condivise
Nel corso
dell’Assemblea annuale di Ticino For Finance, durante i lavori assembleari, l’attenzione dei presenti si è focalizzata sulla presentazione di Ticino 202020, Riflessioni per il futuro della piazza finanziaria. La pubblicazione, disponibile gratuitamente in italiano ed inglese su www.ticinoforfinance.ch, contiene 20 interviste in cui altrettanti nomi illustri del contesto economico, politico e accademico cantonale descrivono la propria visione a 20 anni della piazza finanziaria e, al contempo, si impegnano ad indicare tre misure concrete da mettere in atto da qui al 2020 per dare un impulso concreto al cambiamento. Perché proprio 20 persone? 20 personalità sono in grado di offrire una visione completa della piazza finanziaria e del suo futuro, dando spazio sia ai protagonisti della piazza stessa, sia a chi ne determina le regole e le condizioni di sviluppo, sia a chi ne “fa uso” come motore di sviluppo economico. Eccellenza formativa, pressione fiscale, reputazione, aeroporto di Lugano, rapporti con l’Italia, rappresentano soltanto una parte dei temi che la pubblicazione porta sul tavolo della discussione. Pur con prospettive differenti, emerge dalle risposte degli intervistati un fil rouge che costituisce l’essenza vera e propria del progetto: la volontà di coniugare una visione strategica di lungo periodo con misure concrete che fungano da volano del cambiamento. Concretezza e necessità di metter in moto da subito il cambiamento sono due elementi ampiamente sottolineati anche da Franco Citterio, Direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese e Stefano Rizzi, Direttore della Divisione dell’economia che, anche nella loro veste rispettivamente di Presidente e Vicepresidente di Ticino for Finance, hanno voluto spiegare come l’associazione per la promozione della finanziaria e gli enti che la compongono si stanno impegnando, sin da subito, a tradurre le parole di Ticino 202020 in azioni. In particolare, Citterio ha presentato il nuovo corso di formazione dedicato ai fondi alternativi creato dal Centro Studi Bancari che ha preso il via lo scorso 14 maggio, mentre Rizzi ha
commentato come la sempre maggiore integrazione tra piazza economica e finanziaria stia alimentando le valutazioni all’interno della divisione dell’economia per una riorganizzazione delle attività di marketing territoriale in tale senso. Più che una raccolta di ricette su cosa è necessario fare per lo sviluppo della piazza finanziaria, l’auspicio di Ticino 202020 è coinvolgere nel dibattito operatori, politici e tutti coloro che la animano, direttamente o indirettamente, nella convinzione che una piazza finanziaria forte sarà fondamentale per avere un cantone solido, nell’interesse di tutti. Per ulteriori informazioni: Ticino for Finance P.O. Box 93 6943 Vezia Tel. +41 91 961 65 55 www.ticinoforfinance.ch
Franco Citterio e Stefano Rizzi
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Attualità
Mobile health:
la medicina incontra la tecnologia Helsinn promuove l’uso delle tecnologie mobili nelle terapie di supporto alle cure oncologiche attraverso il mobile health Il gruppo farmaceutico ticinese, attore importante nelle terapie di supporto oncologico, ha promosso un convegno internazionale dedicato alla tecnologia mobile, per migliorare la qualità della vita delle persone che hanno a che fare con il cancro, in collaborazione con SDA Bocconi e CERGAS Bocconi, tenutosi ad inizio aprile a Milano
Medicina e tecnologia mobile unite per migliorare la qualità di vita di coloro che sono costretti a far fronte a una malattia come il cancro
Riccardo Braglia durante il convegno a Milano
Medicina
e tecnologia mobile unite per migliorare la qualità di vita di coloro che sono costretti a far fronte a una malattia come il cancro: il mobile health (mhealth). Una nuova frontiera nelle terapie di supporto oncologico, di cui Helsinn, multinazionale ticinese con sede a Lugano si è fatta promotrice, attraverso il convegno internazionale “mhealth - Migliorare le terapie di supporto per i malati di cancro” che si è svolto a Milano il 4 aprile in collaborazione con SDA Bocconi e CERGAS Bocconi. “In qualità di gruppo farmaceutico leader nel settore delle terapie di supporto oncologico, Helsinn è alla continua ricerca di trattamenti innovativi per andare incontro il più possibile ai bisogni dei pazienti e dei loro familiari, con l’obiettivo di migliorare la loro qualità di vita, ora nel presente” dice Riccardo Braglia, CEO del Gruppo Helsinn. Le terapie di supporto infatti devono non solo gestire il dolore e gli altri effetti collaterali della chemioterapia come nausea e inappetenza, ma anche aiutare i pazienti e i loro familiari a capire gli effetti della
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cura e dare loro l’opportunità di partecipare al processo decisionale del percorso di cura. Soprattutto in questo ambito quindi, il mobile health, cioè l’utilizzo dei dispositivi mobili (telefoni cellulari, dispositivi di monitoraggio del paziente, Assistenti Personali Digitali (PDA) e altri dispositivi wireless) nella pratica della medicina e della salute pubblica - come definito dall’Organizzazione mondiale della sanità - può dare un valido contributo alla gestione della malattia e andare incontro ai bisogni dei pazienti oncologici. I dispositivi mobili di monitoraggio infatti permettono di registrare i parametri biomedici della persona con la malattia e di inviarli subito elettronicamente a medici e specialisti. I vantaggi sono molteplici. Grazie al monitoraggio remoto, i pazienti possono vivere a casa piuttosto che in ospedale o in una casa di cura; inoltre viene rafforzata la collaborazione e la condivisione di informazioni tra i medici, che hanno una migliore comunicazione con i pazienti e sono meglio informati delle loro condizioni. Senza contare il fatto che il mhealth permette di individuare e, quindi, trattare tempestivamente sintomatologie acute, evitando complicazioni e prevenendo le riammissioni in ospedale. Il convegno promosso da Helsinn si è proposto quindi di esaminare in che modo la tecnologia mobile sta trasformando le terapie di supporto oncologico dal punto di vista medico, economico e politico e dei diversi soggetti interessati, ovvero medici, policy maker, finanziatori, aziende ICT e pazienti. “Il supporto di Helsinn a questa iniziativa conferma l’impegno della nostra azienda nel consolidare la propria posizione di leader e di innovatore nel campo delle terapie di supporto alla cura dei malati di cancro, con un attenzione particolare alla
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qualità di vita di ciascuna persona che abbia a che fare con la malattia” prosegue Braglia. “Da azienda famigliare, in oltre 35 anni siamo diventati una multinazionale con stabilimenti in Svizzera, in Irlanda e Stati Uniti ed un ufficio di rappresentanza in Cina, basandoci su un particolare modello di business, incentrato su forti legami con i nostri partner – oltre 65 in tutto il mondo – e i professionisti della salute. I nostri obiettivi tuttavia non sono
cambiati: ci siamo sempre impegnati non solo nel mettere a disposizione nuovi farmaci per i pazienti, ma abbiamo sempre lavorato dimostrando attenzione alla persona” conclude Braglia. Nel corso della giornata è stato anche lanciato un App Award, promosso dal Gruppo Helsinn, volto a premiare le migliori mobile application in grado di migliorare la qualità della vita del paziente oncologico e con un premio che ammonta a € 50’000.
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Attualità Facciamo in modo che i giovani possano conoscere le aziende ticinesi e come funziona il mondo del lavoro
Il progetto LIFT
per conoscere e condividere La transizione tra scuola dell’obbligo e formazione professionale è un passaggio molto delicato e spesso problematico. Ai numerosi sforzi già in atto in Ticino, per aumentare le possibilità d’integrazione di allieve e allievi sul mercato del lavoro, si aggiunge il progetto LIFT: un progetto sperimentale che si propone quale percorso per i giovani di 3a e 4a media, che presumibilmente potrebbero incontrare difficoltà d’inserimento professionale, per aiutarli nell’esplorazione anticipata del mondo del lavoro
LIFT? Che cos’è? L’obiettivo del progetto, fin dall’inizio, è quello di avvicinare le scuole e le aziende, al fine di aumentare le chances d’accesso a un posto di formazione professionale a quei giovani che - per ragioni scolastiche, famigliari e/o sociali - potrebbero presumibilmente trovarsi in difficoltà nella transizione scuola-lavoro. Si tratta dunque di dare a questi ragazzi la possibilità di familiarizzare in anticipo con il mondo del lavoro, per prepararli a ciò che li attende alla fine della scuola dell’obbligo. Gli obiettivi sono dunque quelli di far loro conoscere meglio il variegato mondo delle professioni e di far acquisire quelle competenze, quali affidabilità, responsabilità e puntualità, che sono da conside-
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rarsi come minime e necessarie per candidarsi con successo per un apprendistato. Le fasi principali del progetto Il progetto LIFT si svolge essenzialmente su due assi portanti: la pratica in azienda e l’accompagnamento offerto in sede dalla scuola. L’elemento centrale è comunque l’inserimento nel mondo professionale attraverso un lavoro settimanale, che prevede una piccola retribuzione, da svolgere per un paio ore e per un periodo di almeno tre mesi, in una delle aziende partner del progetto. Il lavoro dovrà, almeno inizialmente, prevedere lo svolgimento di semplici compiti quali l’aiuto a riordinare, a imballare dei prodotti, a servire i clienti e altro ancora. Ciò permetterà ai ragazzi di confrontarsi con la realtà del mondo professionale, per scoprirne il funzionamento, la routine, le esigenze, di vivere magari anche momenti di stress, e infine di costruire una relazione con gli impiegati. Durante l’anno scolastico gli allievi partecipanti completeranno la loro formazione seguendo i moduli di accompagnamento proposti nella loro sede scolastica. Lo scopo è far prendere coscienza ai ragazzi di quali siano le esigenze del mondo del lavoro, che richiede un’assunzione di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri e, parallelamente, che il loro impegno abbia un valore e venga preso seriamente in considerazione.
LIFT: le sedi coinvolte Il progetto LIFT è stato introdotto in cinque scuole medie del Cantone Ticino (Balerna, Gravesano, Morbio Inferiore, Riva San Vitale e Viganello) ed è tuttora in corso la fase di pratica nelle aziende. A fine giugno terminerà il primo anno (scolastico) del progetto pilota. Stiamo cercando nuove aziende che vogliono fare questa bella esperienza, confrontandosi con i ragazzi e aiutandoli nel loro percorso personale dimostrando loro cosa significa lavorare e come funziona il mondo del lavoro. Non occorre aver paura, l’impegno richiesto non è esoso: non si tratta di assumere un apprendista, né sono richieste particolari caratteristiche. Non è necessario aver già formato apprendisti. Il progetto funziona! Nei numerosi istituti svizzeri (Svizzera tedesca e romanda e nel Grigioni italiano) dove il progetto LIFT è stato implementato, i risultati ottenuti sono incoraggianti. I giovani hanno dimostrato di aver sviluppato delle competenze sociali e personali, di aver aumentato la propria autostima e sono diventati autori e attori consapevoli del loro futuro professionale. Le soluzioni locali: il Ticino promuove la sua Il progetto LIFT, sostenuto dall’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia e dall’Unione svizzera delle arti e dei mestieri, attualmente è già proposto in numerosi istituti scolastici di tutta la Svizzera. Dimostrandosi una soluzione che si adatta e completa l’offerta preesistente nelle scuole, anche il Dipartimento dell’Educazione e dello Sport (DECS) del Canton Ticino ha deciso di promuovere, a partire dall’anno scolastico 2013-2014, il progetto Lift in alcune sedi di Scuola Media, in collaborazione con il centro di competenza di Berna, l’Associazione industrie ticinesi (AITI), la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) e l’Organizzazione cristiano sociale ticinese (OCST).
Potete trovare maggiori informazioni sul sito: www.progetto-lift.ch. Vi invitiamo a voler contattare la Responsabile per la Cc-Ti, Lisa Pantini, al numero +41 91 911 51 32 o inviando un’e-mail a pantini@cc-ti.ch.
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Attualità
Benvenuti nella walk of fame… dell’export! Intervista di Lisa Pantini con Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera Italiana
Anche quest’anno Switzerland Global Enterprise (S-GE) ha conferito l’Export Award in occasione del Forum del commercio estero a Zurigo, lo scorso 3 aprile. I vincitori sono Habegger AG e Sensile Technologies SA. Ruth Metzler-Arnold, Presidente di S-GE, ha assegnato il premio alle categorie «Success» e «Step-in». L’evento di S-GE, quest’anno, è stato organizzato all’insegna del motto «cogliere le opportunità – successo nella catena internazionale di valore aggiunto». Un Export Award? Ma che cosa si cela dietro questo premio? Ne abbiamo discusso con Monica Zurfluh
L’Export Award. Una distinzione che premia le aziende esportatrici. Ma come funziona? Che cos’è, quali obiettivi ha e a cosa porta il conferimento del premio e la partecipazione alla selezione? “L’Export Award viene assegnato annualmente, e in due categorie diverse, ad aziende che si sono contraddistinte per i loro progetti di export. Le categorie riflettono il grado di maturità del progetto d’esportazione: possono candidarsi “L’Export Award nella categoria «Step in» le imprese che esportapremia l’esportazione e no da un po’ di tempo in l’internazionalizzazione un nuovo mercato target e il cui potenziale su tale delle aziende, ma mercato è reale, ma non nel contempo anche hanno ancora ottenuto dei risultati concreti mil’innovazione del surabili; nella categoria prodotto o del processo «Success» possono invece candidarsi solo le imprese e dell’approccio adottato che esportano sul mercato nell’entrare su un mercato, di riferimento da almeno tre anni, ottenendo risulnessun altro premio tati tangibili. La parteciriunisce e riconosce in un pazione alla selezione è semplice, è infatti suffitutt’uno questi aspetti” ciente compilare un form online. Il dossier di can36 | Ticino Business
didatura viene poi valutato da una giuria indipendente formata da personalità provenienti dal mondo economico, accademico e dei media indipendenti, tra cui anche Luca Albertoni, in rappresentanza delle Camere di commercio e dell’industria svizzere. La giuria valuta il grado di difficoltà, l’approccio sistematico, nonché il grado d’innovazione e l’originalità degli strumenti adottati per portare a buon fine il progetto. Tutte le aziende che hanno depositato un dossier di candidatura completo ricevono un’entrata gratuita al Forum del commercio estero svizzero, l’appuntamento annuale delle aziende esportatrici. Con le sei finaliste viene invece realizzato un clip video sulla loro impresa e il loro progetto, video che potranno poi utilizzare liberamente per promuovere le loro attività. Il loro profilo viene inoltre distribuito alla stampa, garantendo loro quindi una presenza mediatica non indifferente. Il vincitore riceverà infine anche un buono del valore di CHF 5’000.- per usufruire dei servizi di S-GE per entrare su un nuovo mercato e sviluppare quindi ulteriormente la sua rete d’esportazione”. Perché un’impresa ticinese dovrebbe prendervi parte?
“L’Export Award contraddistingue e premia le imprese e gli imprenditori che hanno attuato un progetto d’espansione secondo un concetto chiaro ed un approccio strutturato. È un riconoscimento che porta visibilità mediatica, ma anche un ottimo posizionamento nei confronti dei propri partner commerciali, delle banche e dei dipendenti attuali e di quelli futuri. L’Export Award premia l’esportazione e l’internazionalizzazione delle aziende, ma nel contempo anche l’innovazione del prodotto o del processo e dell’approccio adottato nell’entrare su un mercato, nessun altro premio riunisce e riconosce in un tutt’uno questi aspetti”. Andando a scorrere la lista dei vincitori degli ultimi anni, si denota una mancanza di PMI ticinesi. Manca il coraggio d’osare nella candidatura o questo c’è ma i vincitori sono altri? “Il fatto che nella lista dei vincitori non vi siano PMI ticinesi, non significa che esse non abbiano tentato. Nel 2011 ad esempio, la Metallux SA di Mendrisio è andata molto vicino alla vittoria, era infatti tra le finaliste della categoria «Step-in». Le do comunque in parte ragione, da un lato forse manca anche un po’ di coraggio nel depositare la candidatura, dall’altro non tutte le aziende vogliono far sapere come e su quali mercati esse di muovono…”
Dalla lista dei vincitori si possono estrapolare altre informazioni interessanti. Una di queste sono i mercati di riferimento per l’export svizzero, per lo meno per i vincitori dell’Export award, molti mercati emergenti ed interessanti dove essi operano. E per le aziende ticinesi? Quali sono i mercati di riferimento che sono più «in»? “Le aziende ticinesi riflettono le tendenze dell’export svizzero, anche negli ultimi mesi abbiamo cominciato a notare un interesse per il continente africano, una maggiore attenzione per il Sud-Est asiatico e, infine, un ritorno dell’interesse per gli Stati Uniti”.
Maggiori informazioni su www.s-ge.com/suisse/forum/fr/content/le-prix (in francese) o sulla brochure www.s-ge.com/ sites/default/files/private_files/Broschure_Export_ Award_13202_FR_1.PDF (anche in lingua francese). La Signora Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera Italiana, resta comunque a disposizione per qualsiasi informazione (Tel. diretto +41 91 911 51 35, mzurfluh@s-ge.com)
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Attualità
Visite guidate a
SwissSkills Berna 2014
Il 17
settembre aprirà i battenti l’esposizione sulla formazione professionale più grande del mondo. Agli SwissSkills Berna 2014 si presenteranno al pubblico 130 professioni, 70 di queste disputeranno i campionati svizzeri delle professioni. Vengono offerte visite guidate a tema. Le prenotazioni sono possibili da subito. Tra il 17 e il 21 settembre 2014 tutti i campionati svizzeri delle professioni verranno disputati per la prima volta in un solo luogo: a Berna. Agli SwissSkills Berna 2014 circa 1’000 giovani talenti si contenderanno le medaglie in 70 professioni. Le competizioni potranno essere seguite in diretta. Altre 60 professioni si presenteranno al pubblico con stand informativi e dimostrazioni. A queste si aggiungono due esposizioni speciali, una sulla formazione professionale superiore e continua e una sulle professioni di nicchia. Visite guidate L’esposizione sulla formazione professionale più grande al mondo propone in modo concentrato una panoramica completa sulla varietà delle professioni e delle possibilità di carriera. Gli SwissSkills Berna 2014 offrono informazioni ed emozioni allo stesso tempo e sono pertanto l’evento ideale per tutti gli interessati alla formazione professionale: professionisti attivi e pensionati, apprendisti e tirocinanti, allievi, insegnanti e genitori, specialisti in formazione ecc.. Per i visitatori, gli organizzatori propongono due visite tematiche che possono già essere prenotate: - gli eventi clou di SwissSkills Berna 2014 cifre e fatti su SwissSkills Berna 2014, visita degli hotspot quotidianamente aggiornati - mondo professionale della Svizzera retroscena del sistema di formazione professionale duale della Svizzera, visione delle esposizioni speciali «formazione professionale superiore e continua» e «professioni di nicchia»
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Una visita guidata dura 45 minuti e costa 10 franchi per persona più ingresso. Tutti coloro che si iscrivono entro il 31 agosto pagano 15 franchi per il biglietto d’ingresso. Link Per prenotare una visita guidata: www.swissskillsbern2014.ch/biglietti Per maggiori informazioni: www.swissskillsbern2014.ch
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Eventi
Tecnologia all’avanguardia e strumenti gestionali al servizio delle aziende di Lisa Pantini La larga diffusione della tecnologia nella quotidianità del lavoro porta le aziende a cercare soluzioni sempre più affidabili e innovative. Particolarmente importante è trovare strumenti che siano evoluti dal punto di vista tecnico, ma con funzionalità standard non troppo complicate da gestire. Un’impresa che a volte si rivela molto difficile e per questo assume particolare valore la ricerca di strumenti personalizzati e ben integrati nella realtà della singola azienda. Questo dovrebbe permettere di tenere conto di ogni tipo di esigenza, ottimizzando i processi e contendo i costi. Questo in sintesi il tema del Business Breakfast del 31 marzo scorso. Ma come operare? A chi possono rivolgersi le aziende? Quali strumenti offre oggi il mercato? Ne abbiamo parlato con Dario Gabella, di Be Smart Solutions. Cosa significa oggi essere «smart» nel mondo dell’IT? “Oggi, grazie alla tecnologia, le aziende e i loro relativi processi possono essere facilmente digitalizzate e lo scambio di informazioni tra collaboratori, clienti e fornitori è sempre maggiore e interconnesso. Attraverso nuove e intuitive strategie IT, i confini aziendali possono essere allargati e conoscere nuovi orizzonti. Essere SMART significa quindi sfruttare le potenzialità di tutte le nuove tecnologie che abbiamo a disposizione per snellire e migliorare i processi aziendali. In altre parole fare in modo che sia l’informatica ad adattarsi alle esigenze dell’azienda e non viceversa”. Quali sono le tecnologie di tendenza oggi e come si mettono al servizio delle PMI? “Fondamentalmente ciò a cui stiamo assistendo è una sempre più spinta modularizzazione degli strumenti IT che permette di integrare prodotti informatici già presenti e utilizzati in azienda con strumenti di nuova generazione. Altro aspetto fondamentale è sicuramente la globalizzazione che nel mondo IT è maggiormente enfatizzata rispetto ad altri settori: si può attingere da un bacino di prodotti che hanno un
estensione mondiale, sfruttando l’esperienza di migliaia/milioni di utenti. Infine la virtualizzazione: la razionalizzazione e l’ottimizzazione delle risorse di un sistema IT che permette alle aziende di avere una sicurezza mai avuta prima, indipendentemente dal luogo in cui si trova l’utente e lo strumento che utilizza, dunque mobilità e indipendenza. Diversi studi hanno dimostrato che aziende dove i collaboratori hanno accesso a strumenti tecnologici in grado di consentire loro di lavorare in modo più collaborativo sono estremamente più competitive sul mercato. In questo contesto/processo collaborativo sono spesso coinvolti anche i propri clienti e i propri fornitori”. Il vostro consorzio Be Smart Solutions può essere considerato un esempio di realtà che ha l’intento di ovviare alle lacune tecnologiche delle PMI? “BE SMART si rivolge a tutte le aziende che intendono ottenere un maggior vantaggio competitivo dalla rivoluzione digitale in atto. Con la nostra esperienza in più settori di mercato e le nostre soluzioni tecnologiche integrate accompagniamo le PMI su un percorso di ottimizzazione e razionalizzazione dell’attività produttiva con l’ausilio di soluzioni tecnologiche avanzate”.
I BUSINESS BREAKFAST DELLA CAMERA
sempre aggiornati sui Business Breakfast e gli eventi della Cc-Ti Per tutte le informazioni sui nostri prossimi eventi, sul prossimo Business Breakfast e sui programmi dettagliati e le modalità d’iscrizione, visitate il nostro sito web: www.cc-ti.ch!
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Eventi
Missione economica
in Turchia organizzata dalla Cc-Ti Una delegazione ticinese ad Istanbul
Dal
28 al 30 aprile 2014 una delegazione di imprenditori ticinesi appartenenti a differenti settori si è recata a Istanbul per una missione economica, organizzata dalla Camera di commercio, industria artigianato e servizi del Cantone Ticino. La delegazione, capeggiata da Roberto Grassi, membro dell’ufficio presidenziale Cc-Ti e CEO di Fidinam, è stata ricevuta dal Direttore dello Swiss Business Hub Turchia di S-GE Mhemet Yildirimli e dal Presidente della Swiss Chamber of Commerce in Turchia Dogan Taskent come pure è andata in visita presso la sede del DEIK, l’ente nazionale preposto alle relazioni economiche estere di Turchia. Alla presenza del Vice Console svizzero in Turchia, Signor John Ruhoff, si è svolta la parte ufficiale con la presentazioni del Paese Turchia da parte di vari relatori.
Da sin.: John Ruhoff (Vice Console Svizzero in Turchia), Dogan Taskent (Presidente della Swiss Chamber ofCcommerce in Turchia), Roberto Grassi (Membro dell’Ufficio Presidenziale Cc-Ti e CEO di Fidinam), Mhemet Yildirimli (Direttore dello Swiss Business Hub Turchia di S-GE)
Ha fatto seguito un’ampia sessione di incontri B2B fra le aziende svizzere presenti ed una sessantina di aziende turche intervenute per l’occasione. Il secondo giorno la delegazione è stata ricevuta nella sede di ABB Turchia e di Quasar, innovativo progetto immobiliare, promosso da un fondo di investimento svizzero. Momento importante della Missione è stato l’incontro per un pranzo in comune con il Vice Primo Ministro turco Ali Babacan, il quale ha poi tenuto una conferenza sui progetti di sviluppo economico della Turchia. La due giorni si è conclusa con un piacevole incontro di networking fra aziende ticinesi e aziende svizzere già presenti in Turchia e fra tutti gli operatori economici coinvolti nelle relazioni fra i due Paesi, svoltosi presso l’abitazione del Vice Console Svizzero John Ruhoff. 40 | Ticino Business
Formazione
Nuovo corso Cc-Ti: Specialista della Gestione PMI con attestato federale Una novità nell’offerta formativa: il corso di Capo Azienda si converte in “Specialista della Gestione PMI” ed ottiene l’attestato federale A chi è indirizzato il corso La formazione di “Specialista della gestione PMI con attestato federale” consente alle PMI svizzere di proporre al proprio personale un’ottima formazione professionale nella gestione d’azienda. Si tratta di un esame professionale superiore. Gli specialisti in gestione aziendale delle PMI saranno in grado di condurre una PMI dell’artigianato o del commercio o di assumere delle responsabilità di conduzione in aziende di media grandezza. Profilo della professione Lo specialista in gestione di PMI può assumere la direzione operativa di tutti gli ambiti di una piccola azienda dell’artigianato del suo settore professionale. Può anche essere occupato in qualità di quadro in un’azienda di media grandezza. Le competenze che ha acquisito gli permettono in special modo di assistere sul piano operativo i membri della direzione in tutti gli ambiti della gestione. Uno specialista in gestione di PMI può condurre la propria azienda, ciò significa che è in grado di valutare – servendosi degli strumenti di gestione – l’azienda ed il suo mercato, i collaboratori, i clienti ed i fornitori. Ha una visione globale dell’azienda ed è in grado di valutare le attività, di attribuirle ai differenti settori e delegare chiaramente i compiti. Inoltre è in grado, appoggiandosi ad analisi dell’ambiente aziendale, d’identificare i problemi ed il potenziale aziendale e prendere le corrette decisioni.
Gli specialisti in gestione aziendale delle PMI saranno in grado di condurre una PMI dell’artigianato o del commercio o di assumere delle responsabilità di conduzione in aziende di media grandezza Sede Sono previsti dei corsi a Lugano, Aarau, Basilea, Berna, Coira, Losanna, Lucerna, Sion, Soletta, San Gallo, Winterthur, Zugo e Zurigo. Per i dettagli (date e luoghi) siete pregati di consultare il sito: www.siu.ch/fachleutekmu. Per il Ticino, la sede dei corsi è presso la Cc-Ti a Lugano. Iscrizioni e maggiori informazioni Il numero di partecipanti è limitato. Le iscrizioni saranno accolte in ordine di entrata. Qualora il corso fosse pagato dal datore di lavoro dovrà essere apposta sul modulo una firma giuridicamente valida. Per l’iscrizione vogliate consultare il sito www.cc-ti.ch.
Titolo I titolari dell’attestato sono autorizzati a portare il titolo protetto di “Specialista della gestione PMI con attestato professionale federale”. Durata Il corso comprende circa 360 lezioni (12 mesi) ed inizia nel mese di settembre 2014. Le lezioni si tengono il venerdì tutto il giorno (9.00-12.15 / 13.15-16.30) ogni settimana e 2 sabati mattina (9.00-12.15) al mese. © iStock.com/shironosov
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Commercio estero Pagine a cura di
Switzerland Global Enterprise
PROSSIME GIORNATE DI CONSULENZA PAESE LUGANO • MESSICO: giovedì 18 settembre 2014 • CINA: venerdì 19 settembre 2014 • TURCHIA: martedì 23 settembre 2014 • REGNO UNITO: martedì 30 settembre 2014 Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale gratuito con i consulenti di Switzerland Global Enterprise e con i collaboratori degli Swiss Business Hub all’estero. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con Switzerland Global Enterprise e a fissare un appuntamento con i suoi esperti! Contattateci al n. tel. +41 91 911 51 35 oppure tramite e-mail all’indirizzo: info.lugano@s-ge.com, saremo lieti di fissarvi un appuntamento Accordo di libero scambio con la Cina in vigore dal 1° luglio 2014 È definitivo, l’accordo di libero scambio tra la Svizzera e la Cina entrerà in vigore il 1° luglio 2014. Esattamente un anno dopo la firma dell’accordo, avvenuta il 6 luglio 2013. Switzerland Global Enterprise ha documentato chiaramente i vantaggi per le imprese svizzere grazie all’Accordo di libero scambio con la Cina, nell’ambito di una “stima del potenziale”. Si tratta del primo accordo del suo calibro, che la Repubblica popolare ha concluso con un Paese industrializzato occidentale. Stima del potenziale dell’accordo di libero scambio (ALS) con la Cina (03/2014) www.s-ge.com/svizzera/export/it/content/static/Accordi-dilibero-scambio Risparmiare sui dazi nel commercio internazionale Per quanto riguarda i dazi nel commercio internazionale vi è un grande potenziale di risparmio. Anche gli imprenditori export più esperti non sfruttano tutte le possibilità di risparmio. Il Diplomatic Council, un think thank globale, mostra in una guida di otto pagine, come risparmiare sulle merci in dogana. Possibilità di risparmio alla dogana - quattro esempi tratti dalla guida “Customs Compliance within International Trade”: • Classificazione: essa decide la classificazione tecnica e le aliquote doganali. Dipende molto di più da specificazioni tecniche che possono essere calcolate già nello sviluppo di un prodotto, affinché esso possa essere classificato in modo più favorevole dal punto di vista doganale; • Approvvigionamento: nell’ambito dell’Accordo di libero scambio, è possibile beneficiare di facilitazioni doganali per alcuni prodotti provenienti da determinati Paesi d’origine; 42 | Ticino Business
• Produzione: dazi per singoli componenti di un prodotto sono molto più bassi rispetto a quelli di un prodotto integrale, in tal senso è consigliabile fornire il prodotto in singole componenti e assemblarlo sul posto, nel Paese di destinazione; • Vendita: il valore di un prodotto in dogana può anche influire notevolmente sui diritti doganali, motivo per cui si consiglia di chiarire preventivamente insieme ai clienti esteri, se prestazioni complementari siano veramente necessarie, ad esempio un packaging speciale, licenze, servizi aggiuntivi ecc., che rincarano i costi di natura tecnica doganale del prodotto e non hanno in nessun modo a che fare con il valore delle prestazioni aggiuntive. Diplomatic Council –The Global Think Tank: Customs Compliance within International Trade www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/risparmiare-suidazi-nel-commercio-internazionale SERV: rapporto annuale 2013 – domanda crescente di assicurazioni contro i rischi delle esportazioni L’assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni SERV non lamenta certo una bassa domanda. Nell’anno d’esercizio 2013, la somma delle polizze assicurative e degli impegni di massima assunti è cresciuta di un buon 32%, raggiungendo circa 6,4 miliardi di CHF. Sono state in particolare le piccole e medie imprese a richiedere una copertura assicurativa. Nel 2013, la SERV ha concluso 854 operazioni assicurative. La maggior parte delle operazioni assicurative (1,7 CHF) riguardava l’industria chimica e farmaceutica. Un forte aumento è stato registrato in particolare nella richiesta di cosiddetti impegni di massima. Questa forma di impegno viene richiesta in fase di offerta. Nel 2013, l’importo netto di versamenti per sinistri ammontava a 127 milioni di CHF (valore corrispondente dell’anno precedente: 111 milioni di CHF). La maggior parte dei versamenti includeva affari con acquirenti in Iran, Grecia e Spagna. La SERV chiudeva l’anno d’esercizio con un utile d’esercizio di 0,2 milioni di CHF. Assicurazione svizzera contro i rischi delle esportazioni: aumento delle domande nell’anno d’esercizio 2013 www.news.admin.ch/message/index.html?lang=it&msgid=52610 La Gran Bretagna lancia otto nuovi progetti per l’energia pulita Il governo britannico punta con vigore sulla promozione e sull’utilizzo di energie rinnovabili. Recentemente, ha comunicato di realizzare 8 ulteriori progetti per la produzione e la distribuzione di energia pulita. È prevista, ad esempio, la costruzione di parchi eolici offshore e impianti per l’utilizzo di biomasse. Il termine per la conclusione degli otto progetti è il 2020, essi potranno fornire circa 15 terawattora (TWh). Gli investimenti totali sono stimati per un importo di 12 miliardi di sterline. Gov.uk: Government unveils eight major new renewables projects www.gov.uk/government/news/government-unveilseight-major-new-renewables-projects-supporting-8500green-jobs
Cina: mini programma congiunturale per dare impulsi all’economia La Cina vuole rimettere in sesto la sua debole economia. Ad inizio aprile, ha infatti lanciato un pacchetto congiunturale e diminuzioni fiscali per le piccole imprese. Un rapporto dello Swiss Business Hub China descrivere le recenti misure del governo cinese per raggiungere nel 2014 l’ambita crescita economica del 7,5%: • stanziamento di 21,2 miliardi di franchi aggiuntivi per lo sviluppo e la modernizzazione dell’infrastruttura tecnico-ferroviaria: è tra l’altro programmato un ampliamento della rete ferroviaria (in particolare nelle zone centrali e occidentali del Paese) di 6’600 chilometri, circa 1’000 chilometri in più rispetto a quanto previsto in precedenza; • risanamento e modernizzazione di insediamenti nelle periferie urbane, dalle infrastrutture carenti per un importo calcolato di circa 160 miliardi; • proroga fino alla fine del 2016 delle attuali riduzioni fiscali (del 50%) per piccole imprese: a titolo di novità, possono beneficiarne anche piccole imprese con un fatturato superiore agli 8’600 CHF. Swiss Business Hub China: Snapshot of New Planned Mini-Stimulus Plan and Industry Opportunities www.s-ge.com/it/blog/cina-mini-programmacongiunturale-dare-impulsi-all%E2%80%99economia Cina: Advance Ruling System per la procedura doganale accelerata Nel focus dell’Accordo di libero scambio tra la Svizzera e la Cina, che entrerà a breve in vigore, vi sono le franchigie e le riduzioni di tributi doganali nelle relazioni commerciali bilaterali. Un elemento importante è, tuttavia, anche la preparazione di un Advance Ruling System per una procedura doganale accelerata. Un rapporto dello Swiss Business Hub China illustra quali sono le imprese svizzere che ne beneficiano. Cina: Advance Ruling System per la procedura doganale accelerata China Customs – Application Form for an Advance Ruling on the Tariff Classification www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/cina-advanceruling-system-la-procedura-doganale-accelerata Asia: cresce la domanda per i prodotti di qualità L’idea che l’Asia sia sinonimo di merci a basso prezzo è ormai superata. Ultimamente, anche nel più vasto continente del mondo la qualità si sta imponendo sulla quantità in maniera sempre più marcata. Le aziende svizzere, note in Asia soprattutto come fornitrici di nicchia e di prodotti premium, non possono che accogliere positivamente quest’evoluzione, che oggi più che mai dischiude loro opportunità commerciali nell’estremo oriente, nel sudest asiatico e nel subcontinente indiano. Per due giorni, all’evento “S-GE Impulse: Asia”, che si terrà a Zurigo il 23-24 giugno, rinomati esperti e profondi conoscitori del mondo asiatico guideranno i partecipanti attraverso mercati, settori e Paesi scelti che racchiudono un potenziale molto interessante per le PMI svizzere. Giappone: Abenomics, svolta energetica e l’industria automobilistica costretta ad agire Aumento dell’IVA (dal 5% all’8%), riduzione delle imposte sul reddito delle società (dal 38% al 35,6%), svolta energetica e zone economiche speciali, riforme monetarie e strutturali, programmi congiunturali e deregulation: le misure che vanno sotto il nome di Abenomics hanno già dato i primi frutti, stimolando nuovamente la tendenza interna ai consumi. Tutto questo, però, prima dell’aumento dell’IVA (in vigore dal 1° aprile 2014).
Si tratta allora di un fuoco di paglia, destinato a lasciare un vuoto dietro di sé? Molto probabilmente no. In primavera gli stipendi sono aumentati come raramente era successo in passato. Le imprese pagano meno tasse. La svolta energetica è in corso. Il Giappone si concentra sulle energie rinnovabili, settore cui deve dedicare forti investimenti – anche in termini d’infrastrutture al fine di promuovere un’integrazione ottimale nella rete elettrica dell’energia solare ed eolica, o in termini di smart grid, per garantire un utilizzo efficiente della rete. Tuttavia, il Giappone non intende abbandonare del tutto il nucleare: la rete elettrica dovrà ancora approvvigionarsi da alcune centrali – il che però non ha finora indebolito le politiche di sostegno alle energie rinnovabili. Si sta affermando una nuova mentalità, non solo nel settore energetico. Il Giappone sta mostrando dei segnali di apertura anche in ambito economico generale, per esempio con l’introduzione di zone economiche speciali, che offrono alle imprese situate al loro interno condizioni quadro interessanti. Anche nell’industria automobilistica, punta di diamante dell’economia nipponica, il Paese si mostra più ricettivo che mai. E con buone ragioni. Per non perdere l’accesso al mercato mondiale, il Giappone ha bisogno di nuove tecnologie innovative per ottimizzare la propria industria automobilistica e i propri prodotti. Il paese del Sol Levante ha indubbiamente imparato una lezione dalla stagnazione economica che si è protratta per anni. Esistono però la consapevolezza e la volontà necessarie a metterla in atto? Quali sono, nella pratica, gli effetti dell’Abenomics? Quali opportunità offre l’industria automobilistica giapponese alle imprese svizzere interessate alla distribuzione? L’accordo di libero scambio tiene fede a ciò che promette? Questi interrogativi troveranno una risposta all’evento “S-GE Impulse: Asia”. Corea del Sud: nel segno dei chaebol La rapidità e l’ammirevole abilità dimostrate dalla Corea del Sud nel gestire il proprio salto di qualità, ossia il passaggio da stato in via di sviluppo con carenza di strutture a Paese industriale dominato dall’high-tech, non hanno eguali in altre nazioni. Oggi il Paese non è più destinato a restare all’ombra delle vicine superpotenze Cina e Giappone. La Corea del Sud si è ritagliata una posizione autonoma nell’economia globale, dando vita per così dire ad una cultura economica tutta propria, che poggia sui cosiddetti chaebol, grandi gruppi aziendali e conglomerati di aziende ampiamente ramificati, perlopiù in mano ad alcune famiglie. Nella percezione europea, tali strutture appaiono più o meno esotiche e, a causa della loro dimensione e dei rapporti di proprietà talvolta imperscrutabili, possono destare qualche diffidenza iniziale. Tuttavia, a ben vedere rappresentano proprio ciò che ha reso effettivamente possibile l’ascesa della Corea del Sud: parliamo di valori come zelo, tenacia, pazienza, affidabilità, tradizione, innovazione, qualità… termini che riecheggiano molto da vicino quegli stessi valori che noi svizzeri onoriamo di buon grado. Da questo punto di vista la Svizzera e la Corea del Sud sono più vicine di quanto la loro distanza geografica e culturale faccia supporre. Inoltre, la tutela di una cultura aziendale votata a obiettivi simili è costituita appunto anche dalla lingua che accomuna le PMI rossocrociate e i chaebol sudcoreani, che facilita l’accesso alla Corea del Sud – anche grazie all’accordo di libero scambio entrato in vigore nel 2006. L’evento “S-GE Impulse: Asia” permetterà di imparare a conoscere e a capire la Corea del Sud e i chaebol. Cina: crescita e brame generate da ICT ed e-commerce Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione Ticino Business | 43
(ICT) e l’e-commerce mettono in luce meglio di qualsiasi altro settore il precario equilibrio politico-economico della Cina, scissa tra deregulation e controllo, tra apertura e isolamento. Analogamente, l’ICT e l’e-commerce sono i settori che meglio illustrano come la Cina, da banco da lavoro mondiale, si sia tramutata in un paese promotore dell’evoluzione globale. L’ICT e l’e-commerce vanno intesi in un certo qual modo come strumenti standard fondamentali di democrazia di base propri di ogni cultura dell’innovazione e del consumo, tanto conscia del proprio valore quanto attenta al soddisfacimento di esigenze presenti e future. È naturale che la crescente penetrazione dei media elettronici nel Paese sta portando con sé brame economico-politiche e socio-politiche, rivendicazioni e cambiamenti, che non sempre sono compatibili con la politica gestionale cinese. Pechino si trova qui di fronte a un noto dilemma. Da una parte, c’è la questione di quanto libero mercato sia necessario per continuare a promuovere e sviluppare l’ICT e l’e-commerce, intesi come motori dell’economia (apertura economica); dall’altra parte, permane l’interrogativo di quanto ICT/e-commerce sia possibile tollerare tenendo conto dell’esigenza di evitare infiltrazioni istituzionalmente destabilizzanti nell’ordine politico e sociale esistente – a causa di nuovi mezzi di comunicazione, nuove possibilità di networking e fonti alternative di informazione. Si tratta di un difficile gioco d’equilibrio, che anche in altri settori economici o sociali porta sempre più spesso a manovre sorprendenti, talvolta in grado di mettere in pericolo lo sviluppo economico e/o la pace sociale. L’ICT e l’e-commerce (nel frattempo progrediti anche in Cina) mettono a nudo questo problema meglio di ogni altro settore. Fatto sta che la Cina ha già più utenti degli abitanti degli Stati Uniti. Si tratta di un ingente capitale, che racchiude un grosso potenziale anche per i fornitori esteri – ma che per Pechino rappresenta anche, e non da ultimo, una polveriera sociale altamente esplosiva. Ma le domande davvero dirimenti sono: quale rotta intende seguire il nuovo governo di Xi Jinping? Come farà la Cina a raggiungere il 7,5% di crescita economica prefissato? Sull’aspetto fiscale si è già intervenuto (agevolazioni per le imprese), sono stati avviati singoli programmi congiunturali (ad esempio sotto forma di ulteriori investimenti nelle ferrovie), altre misure di liberalizzazione sono annunciate o in corso. In questo contesto la zona di libero scambio di Shangai funge tra le altre cose da terreno di prova esclusivo; inoltre l’accordo di libero scambio con la Svizzera, che entrerà in vigore il 1° luglio, promette alle nostre imprese alcuni vantaggi commerciali. Bisogna solo sapere come utilizzarli. L’evento ”S-GE Impulse: Asia” fornirà tutti i consigli utili in materia e spiegherà ad esempio come avere successo nei comparti ICT ed e-commerce cinesi. Desiderate informazioni su Hong Kong, Indonesia, India e/o Pakistan? Leggete il resto dell’articolo sul sito web di S-GE. Articolo “Asia: cresce la domanda per i prodotti di qualità” www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/asia-cresce-ladomanda-i-prodotti-di-qualita Evento “S-GE Impulse: Asia” (Zurigo, 23-24 giugno 2014) www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/s-ge-impulse-asia Obamacare: nuove scadenze per i datori di lavoro Dinnanzi a problemi amministrativi e tecnici nell’introduzione della nuova riforma sanitaria (Obamacare), gli appuntamenti vincolanti per imprese, nei confronti dei loro collaboratori e delle loro collaboratrici, nell’ambito di obblighi tecnici legati alla cassa malati vengono po44 | Ticino Business
sticipati ancora di un anno. A essere interessate sono le imprese che impiegano più di 50 collaboratori a tempo pieno. Queste imprese, conformemente alla nuova legge “patien protection and affordable act (ACA)” sono tenute a offrire una cassa malati ai loro collaboratori secondo quanto previsto dalla ACA. In tal senso, devono essere rispettate diverse scadenze, le quali sono state recentemente riviste: imprese con più di 100 collaboratori impiegati a tempo pieno, entro il 1° gennaio 2015 devono offrire ad almeno il 70% di essi, ed entro il 1° gennaio 2016 ad almeno il 95%, una cassa malati conforme alla legge ACA. Imprese con un numero di collaboratori compreso tra i 55 e i 99 hanno tempo un anno in più per adempiere ai loro obblighi. Per essi, le scadenze stabilite sono il 1° gennaio 2016 e il 1° gennaio 2017. U.S. Treasury Department: Final Regulations Implementing Employer Shared Responsibility Under the Affordable Care Act (ACA) for 2015 Paychex: Employer Shared Responsibility www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/obamacare-nuovescadenze-i-datori-di-lavoro Il Brasile facilita la certificazione e la registrazione di prodotti medici Meno ostacoli per prodotti e attrezzature mediche in Brasile: l’autorità sanitaria ANVISA semplifica e accorcia le procedure di registrazione e di certificazione. Ecco in breve le due nuove norme procedurali più importanti: • in Brasile, prodotti e attrezzature medici appartenenti alla classe di rischio I e II sono esclusi dall’obbligo di certificato secondo le direttive di “norme di buona fabbricazione (NBF); • la registrazione di prodotti e apparecchiature mediche della classe di rischio III e IV può essere introdotta parallelamente a titolo di novità, in base alle direttive di NBF. Tuttavia, va osservato che una registrazione viene completata solo se si presenta la certificazione NBF. In tal senso, si consiglia di optare per la procedura contemporanea di registrazione e certificazione se il certificato secondo NBF è già ad uno stadio avanzato. Swiss Business Hub Brazil: New ANVISA Resolution for Health-Related ProductsList of Medical Equipment and Healthcare Material Class I / II for which Remains the Obligation of Anvisa Registration www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/il-brasilesemplifica-la-certificazione-e-la-registrazione-di-prodottimedici Studi S-GE sui prodotti alimentari In Austria, prodotti regionali e specialità sono in voga. Inoltre, per il mercato “premium” vi è una domanda crescente. In particolare, quando i redditi delle economie domestiche e le entrate provenienti dal settore del turismo continuano ad aumentare. Buone notizie dunque per i venditori di generi alimentari svizzeri, i cui prodotti in Austria sono apprezzati e per la cui alta qualità, sempre più consumatori sono pronti a spendere qualche euro in più. Negli Emirati Arabi Uniti (EAU), il settore food trova terreno fertile. La quota delle importazioni è elevata, popolazione, benessere e consapevolezza della salute aumentano. Inoltre, il settore del turismo è fiorente. Si tratta nel complesso di fattori decisivi, che contribuiscono ad aumentare la domanda di alimenti e bevande “premium” di alta qualità, biologici e sani. Si aprono nuove opportunità di business nel ramo food svizzero. Anche se gli EAU continuano ad essere ampiamente dipendenti da importazioni di alimenti e bevan-
de, l’industria dei generi alimentari locale è considerata tra le più importanti (ri-)esportatrici nel Medio Oriente e in Nord Africa. Per il 2015 si prevede già una crescita superiore al 5% nel mercato alimentare degli Emirati Arabi Uniti. Alcuni motivi di crescita sono, secondo lo studio: • la crescita demografica • l’aumento del benessere e dunque la preferenza del lusso • l’industria alberghiera e del turismo • una domanda crescente con la consapevolezza della salute di alimenti e bevande biologici del fabbisogno crescente di prodotti halal. In Giappone, ciò che è sano, ha oggi maggiori opportunità di giungere sulle tavole. Il “functional food” è in voga. Alimenti, bevande, ingredienti alimentari, il mercato ha un grande appetito per nuovi prodotti innovativi che promuovono il benessere e sono naturali e biologici. Lo “Swiss made” offre molto a tale proposito e il mercato Giapponese ne è consapevole. Tra i fattori chiave per la domanda crescente di alimenti sani in Giappone figurano: • il bisogno di maggior sicurezza alimentare • una popolazione che vuole restare giovane e sana • la conoscenza crescente di coesione tra salute e alimentazione. Per coprire il fabbisogno di prodotti innovativi, il mercato giapponese è alla costante ricerca di nuovi alimenti, bevande e ingredienti alimentari nel settore “functional food”, sia con indicazioni sanitarie specifiche, sia senza. Per imprese svizzere che esportano ingredienti naturali funzionali e prodotti sani, naturali e biologici, questo mercato, difficile ma interessante, offre buone opportunità. Il governo messicano ha dichiarato guerra intensa all’obesità coinvolgendo la popolazione ad essere parte attiva. Il mercato dell’health food cresce con rapidità, deve tuttavia essere coperto per circa un terzo dalle importazioni estere. Anche i prodotti svizzeri hanno buone opportunità per essere inseriti sempre di più nei menù in Messico. Le basi per una crescita duratura del mercato messicano dell’health food sono poste; per le imprese svizzere significa che vi sono buone possibilità di export. Circa il 30% di questo mercato del valore di un miliardo di dollari, deve essere coperto da importazioni. Negli ultimi dieci anni, la consapevolezza della qualità nei consumatori, salari più alti e il programma attuale del Governo contro l’obesità, hanno permesso al mercato di crescere rapidamente. Le opportunità di successo sono particolarmente elevate per i prodotti in sostituzione di pasti e prodotti addizionali, integratori alimentari ricchi di fibre, pasti dietetici, prodotti alla soia, prodotti da forno integrali, per la colazione, müsli, pasta, noci e farine multicereali. Questi quattro studi saranno presentati in dettaglio nel corso dell’evento “S-G Impulse: Food”, che si terrà il 9 settembre 2014 a Zurigo.
beni di consumo di qualità vi sono opportunità di vendita crescenti. Colombia: essa dispone di grandi giacimenti di materie prime che potrà sfruttare al meglio solamente se amplierà ed espanderà con maggior slancio la rete infrastrutturale in particolare nel settore dei trasporti e del traffico. Numerosi ampi progetti al momento sono in fase di costruzione o pianificazione. Il risanamento e la modernizzazione dell’economia locale, dapprima, dell’industria produttiva (parola chiave: produttività), nonché esigenze crescenti verso servizi sanitari e statali, portano a investimenti aggiuntivi. Corea del Sud: è uno dei mercati più evoluti e promettenti dell’Asia. Con un programma ambizioso, che prevede ingenti investimenti nell’high tech e nei comparti del futuro. La richiesta di tecnologie di grande pregio provenienti dall’estero continua a salire. Allo stesso modo, cresce anche la richiesta di articoli/prodotti premium e di marca con flair internazionale e alte esigenze qualitative. Ghana: grazie alla sua stabilità economica e politica è predestinato, come Paese d’ingresso, a entrare a far parte del mercato dell’Africa occidentale dalla rapida crescita. Il fabbisogno d’importazioni è grande. In qualità di nuovo stato petrolifero, dispone dei mezzi necessari, per ampliare e migliorare le infrastrutture, la diversificazione e il settore dei servizi. Quest’anno ci si aspetta una crescita del PIL del 6%. Gran Bretagna: si sviluppa nel corso dell’anno diventando uno dei Paesi dalla crescita maggiore in Europa, trainata da un solido consumo interno, investimenti elevati nell’infrastruttura e nella costruzione di edifici; un grande bisogno di recupero nel risanamento e modernizzazione della produzione industriale e un settore dei servizi in forte espansione; dovrebbe risultarne una crescita del PIL del 2,5%. Indonesia: con 250 milioni di abitanti è uno dei Paesi più densamente popolati del mondo e come membro ASEAN, che dal 2015 vuole eliminare tutti dazi interni nella comunità economica dalla crescita maggiore a livello internazionale. Il fabbisogno di recupero e di ampliamento è elevato, non da ultimo in visione delle grandi attese nei confronti del Paese: le esigenze della popolazione con un ceto medio che cresce rapidamente aumentano visibilmente: gli investimenti dall’estero vengono operati con maggiore dinamicità. Germany Trade & Invest: Top-Exportmärkte 2014 Germany Trade & Invest: Auf der Suche nach dem Neugeschäft – Die Top-Exportmärkte 2014 www.s-ge.com/svizzera/export/it/blog/mercatid%E2%80%99esportazione-top-2014
S-GE Impulse: Food (Zurigo, 9 settembre) www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/s-ge-impulse-food Mercati d’esportazione top 2014 Cina, Colombia, Corea del Sud, Ghana, Gran Bretagna e Indonesia sono stati eletti come mercati d’esportazione top dell’anno 2014 dal promotore del commercio estero Germany Trade & Invest. Cina: con una previsione di crescita del 7,5% continua ad essere la nazione principale a fornire impulsi all’economia mondiale, essa mira a una modernizzazione e a misure ecologiche esaustive nell’industria locale, qui la domanda di macchine e impianti di alta qualità, di tecnologie e attrezzature ecosostenibili continua a salire. Grandi investimenti richiedono anche il perfezionamento della gestione dei rifiuti e delle acque reflue. Inoltre, per
Switzerland Global Enterprise Corso Elvezia 16 Casella postale 5399 – CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35/37 Fax +41 91 911 51 39 info.lugano@s-ge.com www.s-ge.com
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Commercio estero
Dazi e voci di tariffa grazie a MendelOnline di Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera italiana e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti
Nello
scorso numero di Ticino Business ci siamo addentrati nella tematica delle voci di tariffa doganale (VT). La corretta classificazione doganale di un prodotto è la base del commercio per ogni azienda esportatrice. Come affermato nel precedente articolo, la banca dati online Tares (www.tares.ch), promossa gratuitamente dall’Amministrazione federale delle dogane (AFD), permette di effettuare una ricerca tariffale e trovare la giusta corrispondenza del prodotto con il codice numerico a otto cifre - delle quali le prime sei si basano sul Sistema armonizzato (SA) internazionale - e i dazi doganali in importazione in Svizzera. Per verificare se la VT è in linea con le classificazioni dei vari Paesi in cui si intende esportare, è invece necessario affidarsi ad un’altra piattaforma online: MendelOnline (www.mendel-online.eu). Grazie a Switzerland Global Enterprise (S-GE) le aziende svizzere e del Liechtenstein beneficiano di un accesso gratuito (previa iscrizione via il link https://www. mendel-online.eu/mo/s-ge), a questa banca dati modulare, che da inizio anno ha sostituito WorldTariff. MendelOnline è un portale dedicato al commercio internazionale con informazioni sulle barriere tariffarie e non in vigore nei vari Paesi. È strutturato in tre moduli chiave che permettono vari tipi di ricerche. Innanzitutto, il modulo “Nomenclature” consente di cercare i codici prodotto utilizzando diverse nomenclature, come il TARIC o il Sistema Armonizzato. Per quest’ultimo, ad esempio, è possibile effettuare la ricerca digitando 4 o 6 cifre di una VT e trovare la giusta corrispondenza del prodotto nei Paesi di tutto il mondo. Il modulo “Customs Tariffs” fornisce invece informazioni dettagliate sui dazi doganali in vigore in oltre 150 nazioni. È bene ricordare che il Tares, in questo senso, non fornisce le informazioni sui tributi doganali relativi all’esportazione: la banca dati svizzera ha infatti una sezione dedicata ai dazi in esportazione ma, in verità, le ricerche non danno nessun risultato valevole. Per poter procedere alla ricerca di queste informazioni è necessario quindi consultare MendelOnline e, nella sezione “Customs
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Tariffs”, scegliere la nazione di destinazione e inserire la VT del prodotto. La banca dati indicherà i dazi all’importazione del prodotto a seconda della sua origine nonché altre tasse in vigore. Facciamo un esempio pratico: devo esportare delle penne a sfera in Messico e desidero sapere l’esatto codice doganale e gli eventuali dazi, come devo procedere? Innanzitutto, conoscendo le prime 4 cifre della VT della merce (in questo caso 9608), nel menu “Customs Tariff” scelgo il Paese di destinazione ed indico nell’apposito spazio la voce di tariffa. A seconda della nazione scelta, la banca dati mi proporrà la VT a 6 o 8 cifre. Individuato il giusto prodotto, il risultato indicherà i dazi doganali in vigore in Messico a dipendenza dell’origine della merce. Nel caso in oggetto, il prodotto d’origine svizzera non è gravato da alcun dazio all’importazione nel Paese latinoamericano (va altresì detto che tra Svizzera e Messico vige un accordo di libero scambio). Infine, la piattaforma MendelOnline ha un’ulteriore strumento utile per le aziende: il modulo “Import Formalities” presenta una panoramica delle formalità previste per l’importazione di merci in oltre 100 Paesi. Dal 1° aprile 2014 il modulo include anche le formalità d’importazione nell’UE.
Fiere internazionali e missioni economiche
Business trip Danimarca e Svezia Copenhagen/Lund, 10-12 novembre 2014
La Danimarca e la Svezia si annoverano tra i Paesi più innovativi d’Europa. Invenzioni quali: CAMISHA, che produce apparecchi acustici su base computerizzata, Spotify o Skype testimoniano l’apertura verso nuovi prodotti. Questo è un ambiente decisamente favorevole alle PMI svizzere. Le soluzioni svizzere sono considerate qualitativamente alte e vi è una grande richiesta di prodotti “Swiss Made”. Viene proposta una missione economica verso destinazioni scelte, con la possibilità di incontrare importanti stakeholder come Sony Mobile, affinché gli imprenditori possano scoprire i vantaggi dei due mercati nordici. Switzerland Global Enterprise con il sostegno dei suoi partner locali in Danimarca e Svezia, organizza tale missione economica destinata a imprese svizzere, a Copenhagen e Lund. Il programma del secondo giorno include seminari con, ad esempio, il cluster dell’ICT danese “Brains Business”, visite a imprese svizzere e incontri business individuali con aziende danesi e svedesi. Questo viaggio rappresenta anche un’opportunità per incontrare aziende ICT di tutta la regione svizzera. Informazioni generali sul business trip Danimarca e Svezia www.s-ge.com/svizzera/export/it/event/company-missioncopenhagen-and-lund
Cosmoprof Asia 2014
Hong Kong, 12-14 novembre 2014 Negli ultimi anni, il settore della cosmesi è cresciuto rapidamente insieme allo sviluppo dell’economia cinese. Tale mercato nel Paese vale oggi 26 miliardi di dollari all’anno, collocandosi al 3° posto nel mondo dopo gli USA e il Giappone. Cosmoprof Asia è il salone business-to-business leader per l’industria della bellezza nella regione Asia-Pacifico, esso rappresenta una punto d’incontro globale e una piattaforma di networking. La sua crescita nel corso degli anni testimonia la sua indiscutibile importanza nel settore. Una forte partecipazione internazionale è confermata dalla presenza di padiglioni nazionali e di gruppo, in grado di offrire una prospettiva globale sulle tendenze emergenti. Al Cosmoprof sono rappresentati 6 settori tematici: cosmesi e articoli da toeletta, salute naturale, soluzioni packaging e apparecchiature, salone della bellezza, salone del capello, manicure e accessori.
Informazioni sulla fiera www.cosmoprof-asia.com Informazioni generali Swiss Pavilion www.s-ge.com/svizzera/export/it/node/93579?lforce=1
Cosmoprof Asia: primo piano su cosmesi e bellezza
NPE 2015
Orlando, 23-27 marzo 2015 NPE 2015 è l’esposizione internazionale della plastica leader nel mondo che riunisce tutti i settori dell’industria, mercati verticali e periferici, nonché mercati finali o proprietari di brand. Questo evento triennale attira più di 60’000 professionisti della plastica. Per 40 anni la NPE si è svolta a Chicago, il 2012, ha segnato il passaggio a Orlando, in Florida, marcando un grande cambiamento. Il salone NPE ha attirato più di 1’900 espositori, superando di gran lunga le cifre delle edizioni precedenti e registrando un aumento del 26% delle presenze, rispetto al 2009. Il 26% dei visitatori provenivano dall’estero, un terzo di essi dall’America Latina. Per l’edizione 2015 si replica il successo, le aspettative circa la qualità dei visitatori e il numero degli espositori nazionali e internazionali vanno ben oltre quelle del 2012. Informazioni sulla fiera www.npe.org/ Informazioni generali Swiss Pavilion www.s-ge.com/svizzera/export/it/node/92446
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Pubbliredazionale
La comunicazione del mondo del design:
un fenomeno in continua evoluzione
Da sempre
il mondo del design ha un rapporto strettissimo con la comunicazione e il marketing, i quali un tempo erano relegati ad un contesto meramente televisivo-giornalistico, mentre adesso investono ambiti nuovi adottando linguaggi che seguono l’evoluzione del mondo contemporaneo. Il cambiamento più evidente è dovuto all’avvento dei recenti mezzi di comunicazione, primo fra tutti internet, i quali veicolano i messaggi e le informazioni delle aziende di design con un’immediatezza impensabile in passato, facendo sempre più leva su creatività e deviazione dalla norma. Essi, inoltre, prevedono di frequente la partecipazione attiva dei destinatari, come nel caso del “marketing virale”, quella forma di “passaparola” nata sul web, dove sono gli utenti stessi a far conoscere il brand e il prodotto decretandone il successo. Ricordiamo il caso della pubblicità online “Easy to Assemble” di Ikea, una vera e propria serie diffusa nel 2008 su piattaforme come Youtube e Hulu, che ha contribuito notevolmente alla notorietà del brand. La comunicazione e il marketing hanno anche dovuto fare i conti con una dimensione ampliata del mondo del design, sia a livello geografico che numerico. Nell’epoca della globalizzazione, il pubblico appartiene a Paesi e a culture anche molto lontane e il numero delle persone coinvolte nella sfera del design è aumentato sensibilmente, dunque i contenuti si sono adattati ad un target sempre meno differenziato e più complesso; in particolare, è avvenuta un’ibridazione della comunicazione con quelle forme di aggregazione sociale quali eventi, mostre, fiere, festival e rassegne e con tutto ciò che vi ruota attorno. Il caso nostrano più significativo è il Salone Internazionale del Mobile di Milano, importante vetrina del made in Italy nel settore arredamento che definire fiera è riduttivo. Si tratta infatti di una circostanza che trasforma una grande città in una location di installazioni, eventi, incontri, attirando da tutto il mondo non soltanto esperti ed appassionati del settore, ma anche musicisti, artisti, stilisti, giornalisti e visitatori delle più disparate categorie. In particolare, il mondo del design ha un rapporto privilegiato con quello della moda e dell’arte, con il
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quale condivide suggestioni, tecniche e approcci comunicativi. Al Salone non mancano mai collezioni firmate da celebri stilisti di abbigliamento e collaborazioni interessanti fra esponenti di diversi ambiti. Nell’edizione di quest’anno, per esempio, l’azienda di arredamento Molteni&C e Salvatore Ferragamo hanno presentato “Affinità Elettive”, un’installazione artistica a cura dell’architetto e designer Rodolfo Dordoni. Il Salone del Mobile è, infine, l’occasione per effettuare operazioni di “guerrilla marketing”, una forma non convenzionale di comunicazione pubblicitaria low cost che prevede azioni dirette a sorprendere e incuriosire il consumatore e in cui emerge l’elemento ludico della comunicazione, molto diffuso in un filone del design. Ancora il marchio svedese Ikea, diventato famoso in questi anni per le sue trovate brillanti di guerrilla marketing, nel 2004 arredò Napoli con riproduzioni giganti dei propri mobili per suscitare interesse intorno all’apertura del nuovo negozio; tale evento venne poi replicato a Genova e al Salone del Mobile del 2008. La comunicazione del mondo del design si caratterizza dunque come un fenomeno estremamente complesso e variegato che permette alle aziende, oggi molto più che in passato, di farsi conoscere anche al di là dei confini nazionali, rivelandosi così un potente strumento di promozione. ThinkDesign SA Corso Elvezia 4 6900 Lugano www.think-design.ch
Vita dei soci
Le ultime generazioni dei sistemi di attivazione mobili delle chiamate Nelle case anziani, nelle case di cura, nelle cliniche e negli ospedali, i temi della protezione e della sicurezza hanno priorità assoluta. ParCom Systems, in quanto specialista degli impianti di sicurezza e di comunicazione, è al passo coi tempi – ad esempio con le ultime generazioni dei sistemi di attivazione mobili delle chiamate
Il mutamento
demografico rappresenta una grande sfida per il settore della sanità. L’invecchiamento della popolazione e la crescita del numero di malati di demenza fa sì che la cura a lungo termine delle persone sopra i 65 anni aumenterà sensibilmente. Per far fronte alle sempre maggiori sfide della sanità, ParCom Systems sviluppa sistemi di sicurezza e di comunicazione sofisticati per ospedali e istituti di cura. Questi sistemi rappresentano un sostegno per il personale e offrono la massima sicurezza ai pazienti e ai residenti. Tra questi si annoverano numerosi prodotti della ditta svizzera Gets SA, applicati in oltre 1200 ospedali, case anziani e di cura svizzeri. Dalla sua nascita, oltre 20 anni fa, Gets ha sempre investito nello sviluppo dei propri sistemi; anche nei sistemi di attivazione mobili delle chiamate. Frequenza autonoma Per la nuova generazione dei sistemi di attivazione mobili delle chiamate, durante lo sviluppo del modello R/5002, Gets si è basata direttamente sulle situazioni che il personale riscontra nel quotidiano. Il sistema di attivazione mobile delle chiamate, che può essere portato come un orologio o un ciondolo, permette al paziente di chiamare aiuto premendo un pulsante, dovunque esso si trovi. Che chiami per una caduta in bagno o per un calo di forze al parco: non appena preme il pulsante d’emergenza, viene avvisato il personale. La veloce e chiara identificazione dell’emittente permette al personale di cura di soccorrere immediatamente il paziente. Per rendere ancora più sicuri i sistemi di trasmissione radio nel settore della sanità, è stata definita la «European Social Alarm Frequency», una frequenza autonoma per la trasmissione radio, che impedisce ogni tipo di disturbo da parte di altre frequenze. Anche il sistema di Gets si trasmette attraverso tale frequenza ed è quindi sicura quanto un sistema con filo. La funzione di chiamata a batteria permette, inoltre, di programmare il sistema in modo da avvisare i tecnici una volta che la batteria si è scaricata fino a una
percentuale definita in precedenza, ad esempio 20%; così si vuole garantire che la batteria venga sempre cambiata in tempo; questo aiuta ad aumentare ulteriormente la sicurezza. Sistemi «live check» e di localizzazione Il sistema di attivazione mobile delle chiamate si può applicare come soluzione unica o come complemento a un impianto classico con sistemi di attivazione fissi. Il sistema di attivazione idroresistente, antibatterico e mobile R/5002 dà maggiore mobilità ai pazienti e ai residenti, e al contempo garantisce la massima sicurezza. Gli elementi di attivazione dispongono di cinque funzioni di chiamata e si possono applicare anche per la sorveglianza dei malati di demenza. Il nuovo sistema «live check», inoltre, permette di verificare a intervalli regolabili a piacimento, il dispositivo di attivazione mobile. Grazie alla costante possibilità di controllo e di localizzazione, il personale di cura è sempre informato su dove si trova il paziente o il residente. Per proteggere alla meglio le persone malate di demenza, con un’apposita protezione programmabile individualmente, è possibile vietare delle zone specifiche. Questa protezione facilita molto la sorveglianza e permette alle persone malate di demenza di vivere in libertà, e in modo dignitoso. Ulteriori informazioni ParCom Systems SA via Carvina 6 6807 Taverne Tel. +41 91 935 73 50 www.parcom.ch Ticino Business | 49
Vita dei soci
UPSA in fermento: le novità dal settore dell’automobile Abbiamo fatto una chiacchierata con Franco Fontana, Presidente UPSA Ticino, che in occasione dell’Assemblea del 3 aprile scorso, tenutasi a Minusio, ha presentato le novità che caratterizzeranno la prossima stagione... automobilistica!
di Lisa Pantini
L’Assemblea
© Lulo Tognola
UPSA del 3 aprile scorso ha visto la presenza di ospiti importanti, che hanno sottolineato questo avvenimento: l’Avv. Carla del Ponte, il Consigliere di Stato Paolo Beltraminelli e il Consigliere Nazionale Fabio Regazzi. Insieme ai soci intervenuti e al Comitato UPSA Ticino hanno creato un’Assemblea frizzante ed interessante. Comunicazione e struttura dirigenziale in rivoluzione. Uno dei più grandi cambiamenti che verranno introdotti e che già sono in atto è un nuovo modello di comunicazione. È stato creato un vero e proprio comparto di comunicazione per migliorare l’informazione
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esistente e comunicare a diversi livelli in maniera più attiva, chiara e performante. Comunicazione con i soci, comunicazione verso l’esterno, comunicazione con le istituzioni, comunicazione a 360 gradi, che coinvolga in maniera più partecipativa tutti i soci, in primis. Persone che lavorano molto per il bene del settore e che si impegnano a fondo nella difesa degli interessi dell’associazione di categoria. È di fatto un peccato l’assenteismo dei giovani. Ognuno di noi è occupato e oberato di lavoro, ma senza nuovi volti che con entusiasmo accolgano le sfide per comitati, commissioni e gruppi di lavoro, si marcerà spesso sul posto. I giovani oltre che nuovo vigore porterebbero anche nuove idee e nuovi stimoli. Dicevamo, una comunicazione a 360 gradi che coinvolga tutti gli ambienti vicini ed affini a quello dei professionisti garagisti associati UPSA, perché si vuole avvicinare anche il consumatore e l’utente finale al settore dell’auto, alle tematiche ed ai problemi che lo circondano, per una sensibilizzazione maggiore. La comunicazione quale mezzo per raggiungere gli obiettivi, perché se fatta in modo corretto, con una sola comunicazione raggiungiamo una pluralità di intenti, dal rafforzamento dell’identità associativa all’incremento della partecipazione dei soci, al coinvolgimento delle risorse umane; come pure un pubblico differenziato, dai molteplici interessi. Come viene fatto tutto ciò? Con diversi strumenti, ne citiamo alcuni: - AutoInside Ticino, un periodico dedicato ai soci di UPSA Ticino, edito 5 volte l’anno e inserito nella testata UPSA.
© Lulo Tognola
- Un dialogo costante che viene costruito con il pubblico più vasto e non specialistico attraverso simpatiche vignette e messaggi chiari, comunicazione che viene fatta non più attraverso canali specialistici ma sui mass media (quotidiani) in modo da raggiungere tutta la popolazione. - Un Diario UPSA Ticino, inserito quale inserto speciale in Ticino Business, mensile della Cc-Ti, due volte l’anno, quale manifestazione di una comunicazione verso le istituzioni. Tematiche sempre attuali, quelle che gravitano attorno al settore dell’automobile. Un comparto sempre molto attivo e sul quale il progresso tecnologico va a passo spedito per nuove soluzioni e migliorie in tema di mobilità. Vi sono temi che sono affini anche ad altri rami economici e che vedono unite molte associazioni economiche sotto un’unica bandiera. Uno di questi
è il risanamento del Gottardo. Anche UPSA Ticino ha aderito al Comitato Sì al Risanamento del San Gottardo, poiché una paralisi del tunnel per la sua chiusura paventata di circa 1’000 giorni influirebbe in maniera catastrofica sull’economia cantonale e sul settore dell’automobile. Da non dimenticare poi gli effetti del disastroso, se entrerà in funzione, prolungamento dell’intervallo per i collaudi delle nuove autovetture, portandolo dagli attuali 4 a 6 anni, voluto dall’USTRA. Sia UPSA Ticino che UPSA centrale si stanno muovendo per evitare che questa dannosa misura venga messa in atto. Se dovesse entrare in funzione questa normativa porterebbe una minore sicurezza sulle nostre strade, in termini pratici, sociali ed economici. Ribadiamo in primis la sicurezza!!! Non dimentichiamo infine, ci confida Franco Fontana, che questo è il suo ultimo anno quale Presidente. Nel 2015 scadrà il suo mandato, tempo questo, nel quale oltre che affinare le ricerche del successore (auspicabile un garagista), è bene avviare quelle necessarie riforme atte a snellire la struttura dirigenziale e soprattutto pensare al ricambio. Una stagione densa di appuntamenti, battaglie e novità, che cercheremo di seguire, con una marcia in più! UPSA Sezione Ticino Corso Elvezia 16 6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 14 Fax +41 91 911 51 12 info@upsa-ti.ch www.upsa-ti.ch Ticino Business | 51
Vita dei soci
Cuore svizzero, animo europeo Lemanik SA si presenta su queste pagine, ponendosi in primo piano quale solido gruppo sia sulla piazza svizzera che su quella internazionale. Una lunga esperienza al servizio dei clienti, sempre nel pieno rispetto delle regole e della trasparenza verso il pubblico. di Lisa Pantini
Incontro
Marco Silvani, Managing Director di Lemanik SA, sede di Lugano, in una soleggiata mattina di metà marzo. Durante la nostra chiacchierata ho potuto apprendere come questo gruppo svizzero possa oggi fregiarsi di un cuore e di una mente elvetiche, ma abbia un animo e molti interessi in Europa, con una sede in Lussemburgo, anche per conto dei clienti istituzionali che segue a livello mondiale.
Indipendente, trasparente, rispettoso delle regole e delle normative, regolato dalla FINMA. Un profilo quasi autoritario di Lemanik, che ne fa però il suo tratto distintivo
Gli inizi Il gruppo Lemanik, come si legge anche nella ragione sociale, nasce a Ginevra (e porta il nome del lago cantonale) nel 1971. Viene successivamente trasferito a Lugano. Negli anni ‘90 viene costituita una società in Lussemburgo per fornire soluzioni finanziarie dedicate ad investitori istituzionali, ed è sempre negli anni ‘90 che viene creata SICAV Lemanik, dando il via all’«animo europeo» di cui abbiamo accennato poc’anzi. Nel biennio 2006-2007 la società lussemburghese comincia a promuovere i propri servizi di amministrazione e di gestione del rischio presso fondi di terzi. Oggi Lemanik SA oggi è una società che dà il nome ad un gruppo internazionale con sede in Svizzera e Lussemburgo, che si occupa di gestione patrimoniale collettivo ed individuale. Lemanik è uno specialista, un investment manager di grande prestigio che, con oltre 40 anni di esperienza alle spalle, si propone sul mercato offrendo un servizio competitivo ai clienti privati ed istituzionali che segue. Indipendente, trasparente, rispettoso delle regole e delle normative, regolato dalla FINMA. Un profilo quasi autoritario di Lemanik, che ne fa però il suo tratto distintivo. Parlando con il Direttor Silvani scopriamo in Lemanik e nei suoi collaboratori un 52 | Ticino Business
autorevole interlocutore per tutti i clienti, per la gestione dei fondi, per la consulenza. 30 dipendenti in Svizzera ed un’altra 30ina nella sede lussemburghese – anch’essa vigilata dall’autorità locale CSSF – personale molto qualificato ed esperto a garanzia della professionalità che viene offerta. Una strategia ben chiara e definita, soprattutto trasparente verso la clientela, una forte dose di know how che diversifica e struttura la personalità di questa società. Una strategia che mira all’interesse supremo dell’assistito, dove con regole e tariffe cristalline e definite si evitano di far circolare soldi inutilmente in commissioni, ma si mira alla gestione pura ed al benessere dei portafogli dei clienti. Il lancio di un proprio fondo targato Lemanik, organismo di diritto lussemburghese che è regolato dall’autorità di vigilanza CSSF (Lussemburgo), che si struttura con prodotti multicomparto differenziati, dà credibilità e accresce la competenza dell’azienda. Nello specifico il comparto SICAV copre tutte le realtà finanziarie indispensabili. Dato lo speciale momento economico - congiunturale che stiamo vivendo, caratterizzato da una profonda volatilità dei mercati, che non inficia solo il mercato ma anche tutte le altre variabili (fiscalità, socialità, ecc.), Lemanik guarda al presente-futuro con una visione ben delineata che prevede un radicamento ai valori chiave che da sempre l’hanno contraddistinta. Squadra che vince non si cambia diciamo in gergo sportivo, paragone simpatico che possiamo prendere in prestito anche per questo comparto economico
Squadra che vince non si cambia diciamo in gergo sportivo, paragone simpatico che possiamo prendere in prestito anche per questo comparto economico finanziario, dove la trasparenza, l’importanza degli strumenti e dei titoli con i quali si opera, l’acquisizione ed il potenziamento delle risorse umane competenti sono un must da perseguire finanziario, dove la trasparenza, l’importanza degli strumenti e dei titoli con i quali si opera, l’acquisizione ed il potenziamento delle risorse umane competenti sono un must da perseguire. Ed è questa la via che Lemanik ha deciso di percorrere nel pieno rispetto delle regole.
Lemanik SA Via Bagutti 5 6900 Lugano Tel. +41 91 913 47 00 lemanik@lemanik.ch www.lemanik.ch Ticino Business | 53
Vita dei soci
CAMBIO AI VERTICI PER COOP OSTSCHWEIZ-TICINO Da Livio Bontognali a Ivo Dietsche
Dal
primo di maggio la Regione di vendita Coop Ostschweiz-Ticino ha un nuovo responsabile: Ivo Dietsche è lieto di assumere la sua nuova funzione nel territorio «più vario e più bello» della Svizzera. Il quarantunenne Ivo Dietsche, economista aziendale HWV, dopo gli studi ha svolto un master in gestione aziendale (Executive MBA). Lavora in Coop da 15 anni, e per la Regione di vendita Ostschweiz-Ticino ha svolto in passato la funzione di responsabile del settore Economia aziendale e Controlling. Nel 2011 ha assunto il ruolo di capo vendita per la regione di Basilea nella Nordwestschweiz, dove ha lavorato fino al luglio 2012. Prima di assumere la sua nuova funzione si è trasferito per vari mesi a sud delle Alpi, dove ha studiato l’italiano. Da maggio assumerà la stessa funzione nella Regione di vendita Ostschweiz-Ticino. Livio Bontognali è stato alle dipendenze di Coop per
COOP Regione Ostschweiz-Ticino Via Industria 6532 Castione Tel. +41 91 822 35 35 Fax. +41 91 822 35 36 www.coop.ch
@Foto Schmelz
La Direzione della Regione di vendita Coop Ostschweiz-Ticino: Ivo Dietsche (a sin.) riceve il testimone da Livio Bontognali
ben 49 anni. Dopo il suo apprendistato come impiegato di commercio presso la Konsumverein di St. Moritz, dal 1968 comincia la sua carriera in Coop a Berna e negli anni passa da aspirante alle vendite a caporeparto e poi gerente. Nel 1972 torna nei Grigioni in qualità di gerente a Samedan, svolgendo poi diverse funzioni in qualità di quadro presso la Società Cooperativa Bernina e quella dei Grigioni. Nel 1998 nasce Coop Ostschweiz e Bontognali viene nominato capo vendita. Dopo la riorganizzazione di Coop Svizzera in 5 diverse Regioni di vendita, Bontognali viene messo a capo della regione Ostschweiz-Ticino, restandovi per 13 anni.
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Vita dei soci
Cambiare? Sarebbe bello, ma… di Nathalie Luisoni, Master in Education and Training presso l’USI e Contitolare della società Formamentis Sagl
Quando
la responsabile risorse umane di un rinomato istituto di credito mi ha contatta per comunicarmi che sarebbe stata felice di affidarmi nuovamente un corso sulle tecniche di conduzione, stavo preparando la valigia in previsione di due settimane di vacanza in Sicilia. Non vedevo l’ora di esplorare i fondali marini, di scalare l’Etna e di assaporare le specialità culinarie tipiche della zona, liquori inclusi! Pochi minuti più tardi, indecisa se optare per un pareo fosforescente nuovo di zecca (“E se poi mi ustiono e cado vittima dell’effetto aragosta abbrustolita?”) o per un paio di pantaloncini di jeans risalenti al periodo antecedente alla guerra del Sonderbund (“In fondo la gente non sa che me li hanno regalati all’epoca in cui pensavo ancora che il Vedeggio fosse il fiume più lungo del mondo!”), nella mia mente hanno iniziato a farsi largo delle piacevoli convinzioni. L’anno precedente avevo sudato sette camicie per strutturare il percorso formativo nei minimi dettagli. Ora che si stava presentando l’occasione di riproporlo, era giunto il tempo di “raccogliere quello che avevo seminato”! Neanche per idea avrei modificato un meccanismo ben oliato, messo in discussione per mesi e rivisto fino allo sfinimento! Basta faticare! Avrei sudato esclusivamente in sauna o, meglio, l’avrei fatto comodamente sdraiata sotto la stecca dei 40 °C previsti a Taormina nei giorni seguenti… E così feci! Qualche tempo dopo, assieme ai ricordi delle vacanze, sono sfumate anche le mie più incrollabili convinzioni. Prendendo consapevolezza delle conseguenze legate alla difficoltà tipicamente umana di allontanarsi dalla fantomatica “zona di comfort”, ho capito che il mio agire avrebbe potuto guadagnare in termini di competenza e di efficacia, solo se fossi stata disposta a evadere da questa sorta di lager che avevo costruito con le mie stesse mani. La magra consolazione? “Mal comune mezzo gaudio” visto che, secondo le statistiche, non ero certo l’unica a trovarmi confrontata con questo dilemma.
In effetti, spesso le persone si dichiarano inclini al cambiamento, se non addirittura entusiaste dello stesso. Poi, per svariati motivi, faticano a sovvertire la loro routine e si aspettano che siano sistematicamente gli altri a modificare le loro abitudini. Legittimo: ciò che si conosce è rassicurante, ciò che si ignora è intriso di ansia e di rischio. Questa dinamica paradossale ricorda un aforisma americano che recita: “L’unica persona che vuole essere cambiata è il bambino quando si è fatto la pipì addosso”, evidenziando che i proverbi, vera voce dell’umanità, celebrano la stabilità e la forza delle abitudini: “Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, non sa quel che trova”, “Gallina vecchia fa buon brodo”, “Bandiera vecchia onor di capitano”, “Squadra che vince non si cambia”… Tornando a noi, la mia missione si è rivelata tutt’altro che scontata. Suvvia, chi non preferirebbe farsi inebriare dalla piacevole sensazione di comfort legata a un paio di pantaloncini in fase di decomposizione, piuttosto che andare incontro alle innumerevoli seccature che potrebbero insorgere indossando un pareo fosforescente? Ebbene, come immaginerete, dopo vari tentennamenti, più per incoscienza che per spavalderia, ho deciso di optare per il pareo. Nonostante lo scombussolamento iniziale, mi ritengo pienamente soddisfatta del risultato. Suggerisco a tutti di provarci. E poi dicono che quest’estate i colori fluo tornino di moda…
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Vita dei soci
Michele Bernasconi
nuovo responsabile Distribuzione di AXA Winterthur AXA Winterthur nomina Michele Bernasconi nuovo responsabile Distribuzione e membro del Consiglio direttivo con effetto dal 1° maggio 2014. Il quarantasettenne ticinese succede ad Antimo Perretta, che all’inizio dell’anno ha assunto la guida di AXA Winterthur nel ruolo di CEO
Comunicato stampa
«Sono
estremamente lieto del fatto che con Michele Bernasconi abbiamo potuto nominare un candidato interno per la funzione di responsabile Distribuzione. Quale specialista di provata esperienza nel settore della vendita, Michele Bernasconi dispone dei requisiti ottimali per ricoprire questa importante posizione, alla luce della sua competenza in diversi canali di distribuzione, della sua attenzione alla clientela e al mercato, della sua affinità per la vendita nonché delle sue conoscenze linguistiche», afferma Antimo Perretta, CEO di AXA Winterthur. Michele Bernasconi, nato in Ticino, ha svolto il tirocinio di commercio presso l’allora Winterthur Assicurazioni. Dopo aver ricoperto diverse posizioni professionali nei settori Sinistri, Underwriting e project management, nel 1994 è passato all’organizzazione di vendita della Winterthur Assicurazioni. Successivamente ha assunto la guida di di-
«…quale specialista di provata esperienza nel settore della vendita, Michele Bernasconi dispone dei requisiti ottimali per ricoprire questa importante posizione, alla luce della sua competenza in diversi canali di distribuzione, della sua attenzione alla clientela e al mercato, della sua affinità per la vendita…» verse agenzie generali in Ticino. Dal 2006 Michele Bernasconi è responsabile della regione di vendita Ticino di AXA Winterthur e dunque del Servizio esterno, degli affari con i clienti aziendali e della gestione del canale broker nella Svizzera italiana. Complessivamente, nel corso della sua carriera, Michele Bernasconi ha operato circa cinque anni alla sede principale di Winterthur e un anno per la General Casualty, affiliata Winterthur negli USA. Il quarantasettenne ha un diploma federale di pianificatore di marketing, è sposato e padre di due figlie. «Sono convinto che Michele Bernasconi sia la persona giusta per sviluppare la nostra organizzazione di vendita da una posizione di forza e guidarla con successo verso il futuro», prosegue il CEO Antimo Perretta. Axa Winterthur Via Maggio 2 6906 Lugano media@axa.ch www.axa.ch
Vita dei soci
Il team leader è anche… un pigmalione! di Cristina Robotti, Vice Direttrice - Senior Consultant Luisoni Consulenze SA
Si può
essere ciò che si vuole per La forza delle aspettative ottenere il proprio meglio che nutriamo in noi e quello delle persone che ci circondano? La forza delle aspettative che nutriamo in noi stessi e nei confronti stessi e nei confronti degli altri ci permette di degli altri ci permette tivi orienterà l’alunno generare moltissime nuove opportunità. Chi alla motivazione ad apnon conosce il famoso principio di Murphy: di generare moltissime prendere, contribuendo “se qualcosa può andare storto, stai sicuro nuove opportunità così a rafforzare la proche ciò avverrà”, ovvero: se ci sono due o più pria autostima. Menpossibilità per fare una cosa o raggiungere tre nel ragazzo teso a un obiettivo e una di queste possibilità può migliorarsi, dove ogni condurre al danno peggiore, allora qualcuno piccolo sforzo è visto lo farà. Ci si può trovare intrappolati in un peraltro come una cacircolo vizioso di dinamiche relazionali positive o sualità, il pregiudizio o percezione distorta, lo sconegative che si autorealizzeranno proprio nella dire- raggerà e demotiverà. Gli psicologi ci insegnano zione che si vorrebbe evitare. Come in fisica ad ogni che le aspettative possono influenzare in maniera azione corrisponde una reazione uguale o contraria. radicale i nostri rapporti sociali e le performance Questa correlazione è chiamata “effetto Pigmalione”, di qualsiasi natura esse siano, che otteniamo dagli una forma di suggestione psicologica dove l’indivi- altri. Nel mondo del lavoro sempre più spesso noduo viene trattato e considerato dagli altri come si tiamo che le attese dei team leader impegnati nello aspetta che gli altri lo facciano. Nella mitologia gre- sviluppo professionale del proprio capitale umano, ca Pigmalione era re di Cipro, famoso e devoto alla hanno una conseguenza estremamente importante sua abilità di scultore tanto da rinunciare al matri- sui collaboratori. Sulla base della teoria dell’effetto monio. Scolpì nell’avorio la statua di una fanciulla Pigmalione la probabilità che il responsabile non ribellissima, suo ideale amoroso e della quale si in- esca ad intravvedere consciamente o inconsciamennamorò perdutamente per vendetta di Afrodite (dea te il potenziale o le capacità del proprio subordinato della bellezza e dell’amore). Pigmalione tormentato di dare un contributo positivo al progetto, influirà dall’insana passione supplicò la divinità di guarirlo. in maniera negativa sulle sue prestazioni. Al conUn giorno finalmente Afrodite decise di soddisfar- trario, se le attese sui lavoratori, saranno positive e lo trasformando quella statua d’avorio in un essere costruttive, questi ultimi saranno motivati a migliovivente la bella Galatea, così da permettergli di spo- rarsi, contribuendo al successo degli obiettivi aziensarla. La morale di questo episodio mitologico è che dali e portando la performance ad un livello alto il fenomeno scatta nel momento in cui trasformia- delle loro personali aspettative. Per concludere, ogni mo gli altri nell’immagine che ci siamo fatti di loro. comportamento comunica qualcosa che influenzerà Se riferito all’ambiente scolastico alcuni ricercatori un atteggiamento, un dialogo, o le future esperienze hanno dimostrato che, se alunni molto dotati for- delle persone coinvolte. nissero una prestazione inadeguata, gli insegnanti tenderebbero comunque a riscontrare elementi apprezzabili, al contrario l’eventuale esito eclatante di studenti mediocri, tenderebbe al ridimensionamento Luisoni Consulenze SA delle effettive capacità. Nei ragazzi questo atteggia- Via Balestra 9, 6900 Lugano mento conferma le aspettative positive o negative Tel. +41 91 911 30 00 che hanno di loro stessi. Il docente che propone delle Fax +41 91 923 55 43 sfide intellettuali e degli incoraggiamenti proposi- www.luisoni.ch Ticino Business | 57
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Associazione Comuni Ticinesi
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Vita dei soci
Eccellenza e tenacia: una storia di successo di Davide Maggiorelli, Marketing & Communications Parametric Design Suisse
Parametric Design Suisse si affianca alle aziende proponendo una gamma di soluzioni interoperabili sviluppate da aziende leader quali PTC, Mentor e Oracle e fornendo servizi di consulenza, progettazione e formazione. La nostra società nasce in un contesto economico e tecnologico in costante evoluzione nel quale le aziende manifatturiere si trovano a dover affrontare situazioni sempre più complesse e articolate che impongono l’adozione di soluzioni innovative e flessibili e la costante condivisione di informazioni e collaborazione dei vari reparti aziendali.
Il nostro approccio può essere riassunto nei seguenti punti: • comprendere le necessità del cliente • individuare l’ambito specifico in cui si sono generate • unirsi al gruppo di lavoro del cliente con spirito collaborativo e sinergico, trasferendogli il nostro know-how • sfruttare la potente interoperabilità delle soluzioni rivendute • personalizzare e adattare le nostre soluzioni per soddisfare le esigenze del cliente
Nello specifico la nostra realtà opera articolandosi nello sviluppo delle seguenti attività:
I nostri clienti possono contare su un team di 24 persone, certificate nei propri dipartimenti, in grado di svolgere attività di prevendita e postvendita con la medesima competenza.
• rivendita software e supporto tecnico per le seguenti soluzioni: - PTC Windchill-PDMLink per la gestione del ciclo di vita dei prodotti (PLM, SCM, ALM e SLM) - PTC Creo per la progettazione, la fabbricazione, la simulazione, il calcolo e l’analisi del prodotto (CAD/CAM/CAE) - PTC Windchill Quality Solution a supporto di metodi ti analisi FMEA, FMECA, FTA, per quanto concerne il tema dell’affidabilità e sostenibilità. - PTC Arbortext per la creazione e redazione di pubblicazioni e illustrazioni tecniche, anche per il settore aerospaziale e difesa - PTC Mathcad per il calcolo scientifico a l’analisi matematica - FloEFD (Mentor Graphics) per l’analisi fluidodinamica (CFD) - JDEdwards (Oracle-ERP) • formazione certificata per trasferire ai nostri clienti le capacità necessarie all’utilizzo delle nostre soluzioni • progettazione e ingegneria con alto grado di complessità anche presso il cliente finale • implementazione e avviamento di soluzioni indirizzate verso la redazione di pubblicazioni e illustrazioni tecniche, ad integrazione dei processi di sviluppo aziendale. La capacità di lavorare in team e la costante formazione del nostro staff sono i prerequisiti fondamentali per mantenere il livello d’eccellenza acquisito in questi anni di attività.
La nostra società ha una struttura snella e ben definita che si articola in 5 reparti: 1. Admininstration & Finance 2. Sales 3. Mechanical and Design Engineering 4. Processes & Methods 5. Marketing Parametric Design Suisse può vantare un parco clienti di circa 430 clienti attivi in manutenzione (congiuntamente alla realtà italiana). In soli sei anni Parametric Design Suisse è riuscita a raggiungere oltre CHF 1'200’000 di fatturato, accrescendo esponenzialmente il proprio guadagno di anno in anno, nonostante le difficoltà economiche a livello mondiale, portando grande valore sul territorio svizzero. Grazie alla nostra esperienza, maturata attraverso molteplici collaborazioni presso i nostri clienti nelle principali aree di sviluppo del settore manifatturiero, siamo in grado di accompagnare le aziende che seguiamo, verso il massimo livello di efficienza nell’utilizzo delle soluzioni/prodotti da noi distribuiti. Parametric Design Suisse Sagl Via Carvina 1 6807 Taverne Tel.+41 91 945 31 40 Fax+41 91 945 31 44 info@parametricdesign.ch www.parametricdesign.ch Ticino Business | 59
Vita dei soci Un cambio al vertice per hotelleriesuisse Ticino
Fernando Brunner ha passato il testimone a Lorenzo Pianezzi
hotelleriesuisse Ticino, l’associazione ticinese degli albergatori, riunitasi il 9 aprile presso il Grand Hotel Eden di Lugano per l’Assemblea Generale Ordinaria, ha visto la nomina del suo nuovo presidente. Succede a Fernando Brunner, in carica dal 2005, Lorenzo Pianezzi, Direttore dell’Hotel Walter au Lac di Lugano, nonché Vice-Presidente dell’Ente Turistico del Luganese. Questa è stata altresì l’occasione per presentare e commentare l’andamento del settore turistico-alberghiero nel 2013, nonché descrivere l’impegno che l’associazione ha assunto verso i propri associati ed il settore in generale
Il settore
alberghiero si è lasciato alle spalle un 2013 positivo che ha restituito, dopo diversi anni di flessione, un aumento dei pernottamenti del 4,6% rispetto all’anno precedente. Un importante cambiamento di tendenza accompagnato da un certo dinamismo nell’offerta alberghiera che ha risposto al fenomeno della riconversione di alberghi in abitazioni con la costruzione di nuovi hotel e la ristrutturazione di edifici prestigiosi che hanno fatto la storia alberghiera ticinese. I motivi che hanno portato all’incremento dei pernottamenti possono essere molteplici, tra cui, per esempio, un rinnovato entusiasmo verso il Ticino e la progressiva stabilizzazione dei mercati finanziari. Consapevole della situazione e delle criticità che animano il settore turistico-alberghiero, hotelleriesuisse Ticino ha riconfermato la centralità del proprio ruolo di rappresentanza all’interno dei consessi chiave della politica turistica ed economica ticinese in cui promuove un atteggiamento collaborativo e costruttivo per il miglioramento delle condizioni in essere.
Contemporaneamente si è impegnata a favorire il dialogo tra le parti proponendo, per esempio, i Business Aperò, ovvero momenti di incontro conviviali tra i soci e il mondo politico con l’obiettivo di agevolare lo scambio di opinioni ed il confronto. I Business Aperò proposti nel 2013 hanno visto la partecipazione dell’On. Lorenzo Quadri e dell’On. Fabio Regazzi. Oltre all’attività di lobbying, hotelleriesuisse Ticino ha concentrato i propri sforzi sullo sviluppo di iniziative per la promozione del turismo cantonale. Tra questi, l’associazione ha proseguito con Réseau du Terroir, un progetto volto a sviluppare un réseau du terroir che permetta di coordinare e mettere in rete l’offerta enogastronomica per offrire a turisti e cittadini la possibilità di vivere l’esperienza dei prodotti tipici ticinesi. hotelleriesuisse Ticino si era proposta come promotrice del progetto ed è stata identificata dal Cantone come partner adatto per competenze e risorse per portare avanti la direttrice progettuale. Volgendo lo sguardo al 2014, si prospetta un anno dinamico per l’Associazione che sarà chiamata ad affrontare nuove sfide tra cui l’introduzione della nuova Legge sul Turismo (LTur) ed il tunnel del San Gottardo. Incoraggiati dai dati del 2013 e sicuri che la strada intrapresa sia quella giusta, l’impegno di hotelleriesuisse Ticino per l’anno in corso è quello di continuare a giocare un ruolo attivo nel panorama del turismo ticinese, sia sostenendo la promozione delle nostre regioni attraverso iniziative e progetti concreti sia puntando ulteriormente sulla collaborazione con gli operatori del settore e le autorità, proponendosi come valido interlocutore. Per informazioni hotelleriesuisse Ticino Piazza Indipendenza 3 6830 Chiasso Tel. +41 91 683 62 72 Fax +41 91 695 38 81 segretariato@hotelleriesuisse-ticino.ch www.hotelleriesuisse-ticino.ch
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Vita dei soci
La “Vita dei Soci” su
L’opportunità di promozione gratuita per tutti i nostri soci!
Un nuovo prodotto? La recente apertura di una nuova filiale? Un traguardo importante come i 25, 50 o 100 anni di attività? O più semplicemente una presentazione della vostra attività sulle pagine del periodico ufficiale della Cc-Ti? La rubrica “Vita dei Soci” su Ticino Business, è pronta ad accogliere e pubblicare eventi, ricorrenze, presentazioni e promozioni! Si tratta di una promozione gratuita che iscrive nell’insieme dei mezzi di comunicazione che la Cc-Ti utilizza per informare e rafforzare i rapporti con il tessuto culturale ed economico. Ticino Business contiene articoli d’attualità mirati sull’evoluzione dell’economia, della politica economica e delle normative in genere. Interventi, opinioni e riflessioni a 360° su argomenti di attualità cantonale, svizzera e internazionale. Prese di posizione, dibattiti, argomentazioni, casi pratici, opinioni autorevoli.
Per maggiori informazioni su questa opportunità gratuita offerta a tutti i nostri soci, potete contattare la Signora Lisa Pantini allo +41 91 911 51 32 o via e-mail a pantini@cc-ti.ch. Ticino Business | 61
Vita dei soci
Insert coin and make your choice di Lisa Pantini
Il colosso
Alberto Bellucci
internazionale svizzero Selecta è leader in Europa nel settore della distribuzione automatica. Pochi sanno che è nato in Svizzera (Murten) nel 1957 e si appresta, tra 3 anni, a festeggiare i suoi primi 60 anni. Con 950 dipendenti sul territorio elvetico e circa 27’000 distributori automatici sparsi per la Nazione, si stima che Selecta produca in svizzera 500’000 caffè ogni giorno, e abbia contatti, attraverso i propri distributori, con un milione di consumatori. In Ticino Selecta è diretta da Alberto Bellucci, che coordina, quale Regional Manager, il team Ticinese dalla sede di Taverne. Alzi la mano (e prepari le monetine da inserire nel distributore automatico per effettuare la propria scelta) chi non ha mai visto, usato, scelto e consumato un prodotto Selecta, da uno dei 27’000 distributori automatici rossi, piazzati in tutti punti strategici della Svizzera e del Cantone: dalle valli alle stazioni, dai centri urbani alle periferie. Una capillarità che fa di Selecta il leader del mercato, non solo per la distribuzione, ma anche per i numerosi marchi di prodotti offerti nei propri apparecchi. Una vasta scelta di bevande calde e fredde e di snack dolci e
salati. Dal caffè al cappuccino, dal thé al ginseng ed alla cioccolata, dalle bibite fresche al croissant per la colazione o allo spuntino di mezzogiorno. Tutti prodotti accuratamente scelti che non contengono ingredienti di natura transgenica o grassi idrogenati ed una selezione “dal gusto 62 | Ticino Business
italiano “specificamente selezionata per il Ticino. Un servizio professionale con un altissimo tasso di efficienza, operatori di rifornimento e tecnici preparati, pronti a dare assistenza in tempo reale, procedure interne certificate IFS Logistic Standards e costanti audits sulla qualità. Non solo servizio, ma anche tecnologia mirata secondo le richieste del cliente: i distributori automatici sono fabbricati e prodotti in esclusiva per Selecta, che li testa e li installa, garantendone il perfetto funzionamento. Un occhio di riguardo all’ambiente (basso consumo energetico), un design accattivante e la tecnologia touch screen: un’esperienza, non solo un semplice caffè. Non solo una pausa dal lavoro, ma un momento di relax con prodotti d’eccellenza. Abbiamo iniziato questo articolo con un titolo provocante che ricorda proprio le scritte dei “vecchi” distributori automatici “INSERT COIN”, ossia “inserisci la monetina”. Ecco, ci scappa forse anche un sorriso ed ai più nostalgici affioreranno alla mente bei ricordi… I sistemi di pagamento sono di ultima generazione. Certo i distributori automatici non disdegnano le monetine, ma si sono adeguati alle moderne tecnologie, e possiamo affermarlo con certezza, sono anche più evoluti di tanti altri mezzi di pagamento che si possono trovare in giro. Il cellulare, la carta di credito o la carta elettronica ricaricabile sono
alcuni esempi delle attuali possibilità. Ogni azienda è diversa da un’altra, come anche ogni persona è unica. È per questo che Selecta offre numerose proposte con assortimenti, macchine e aree break diverse e personalizzabili in funzione delle esigenze e degli spazi a disposizione. Un’attenzione particolare è anche data alla sostenibilità, sia verso la salute, come pure nei confronti dell’ambiente (articolo di approfondimento sulla pagina seguente). Il binomio distributore automatico + junk food non è veritiero. La linea di prodotti fresh+fit, promossa da Selecta aiuta a conservare un alimentazione piacevole ed equilibrata ogni giorno in ufficio, a scuola o in viaggio, con prodotti a base di latte, frutta, verdura e cereali integrali. Una linea di prodotti studiata in collaborazione con l’Ufficio federale della sanità pubblica nell’ambito del programma “actionsanté”.
Non dimentichiamo infine la grande novità presentata in primavera anche in Ticino: Selecta porta Starbucks nelle aziende. Grazie ad un accordo in esclusiva, Selecta è l’unica società in Europa che può fregiarsi di offrire ai propri clienti gli esclusivi prodotti Starbucks. Caffè e prodotti equosolidali certificati Fairtrade, con una marchio di prestigio come quello Starbucks, direttamente nella vostra azienda! Selecta SA via Carvina 3 6807 Taverne Tel. +41 91 935 40 21 Fax +41 91 945 54 55 selecta.taverne@ch.selecta.com www.selecta.com
Selecta: un modello di mobilità aziendale quale esempio da seguire di Lisa Pantini
La società
Selecta SA con sede a Taverne ha sviluppato un modello per la mobilità professionale innovativo ed efficiente. La società partecipa dallo scorso anno con successo al programma cantonale di mobilità aziendale. Selecta ha coinvolto i propri clienti chiedendo loro un piccolo spazio (spesso semplicemente per un armadio) nei propri locali per lo stoccaggio dei prodotti e l’accesso nelle prime ore del mattino per la consegna della merce. In seguito è stata contrattata con la Posta Svizzera una collaborazione per il ritiro delle monete, provenienti dai distributori, da parte di tutti gli sportelli del territorio. Queste due misure, unite ad un rinnovo del parco veicoli (un mezzo pesante per la consegna della merce e city cars invece dei furgoni per il trasporto dei prodotti) ed alla formazione del personale – tappa fondamentale per la messa a punto di tutto il sistema –, hanno permesso a Selecta di migliorare il proprio servizio al cliente e la condizione lavorativa dei propri dipendenti oggi più dedicati al servizio al cliente piuttosto che impegnati in lunghe ore nel traffico.
al rifornimento partendo dalla propria abitazione raggiunge in pochi minuti il cliente occupandosi esclusivamente del rifornimento, della pulizia e del controllo qualità del distributore. Il territorio cantonale è stato suddiviso per aree geografiche, cosicché il dipendente che abita nel Mendrisiotto avrà quale zona di competenza e di lavoro l’area a lui più vicina (non l’alta Leventina) e si recherà in sede solo in occasione di riunioni o corsi di aggiornamento evitando decine di chilometri, in passato percorsi per raggiungere giornalmente il magazzino e per caricare, sul “vecchio” furgone, tutti i prodotti necessari. Un bel vantaggio competitivo per Selecta. Un modello che funziona, un esempio da seguire. Un’azienda che ha a cuore la qualità del servizio al cliente, l’efficienza e la sostenibilità, sia in termini aziendali che ambientali. Complimenti!!
In cosa consiste esattamente questo modello? Il mezzo pesante consegna i prodotti nei numerosi “magazzini” Selecta ubicati presso i clienti, dalle prime luci dell’alba, circolando sulle strade cantonali negli orari più favorevoli e seguendo un preciso programma costantemente aggiornato. L’addetto Ticino Business | 63
Vita dei soci
Riflessioni a margine dell’Assemblea degli impresari costruttori del 7 maggio 2014
L’
intraprendenza ha caratterizzato l’attività dell’impresario costruttore anche nel 2013, un anno durante il quale le occasioni di lavoro sono state generalmente buone. Negli ultimi mesi, sono però affiorati i primi cenni di nervosismo legati ad un mercato immobiliare che inizia a mostrare segnali di rallentamento. Comunque, vista l’assenza di un significativo incremento dei tassi di interesse e la poco probabile flessione congiunturale, i dati fondamentali di riferimento per il mercato dell’edilizia abitativa continuano ad essere sufficientemente solidi. Lo stesso discorso vale, in prospettiva futura, per il genio civile.
Negli ultimi mesi, sono però affiorati i primi cenni di nervosismo legati ad un mercato immobiliare che inizia a mostrare segnali di rallentamento. Comunque, vista l’assenza di un significativo incremento dei tassi di interesse e la poco probabile flessione congiunturale, i dati fondamentali di riferimento per il mercato dell’edilizia abitativa continuano ad essere sufficientemente solidi
È vero che alcuni grossi lavori di AlpTransit sono terminati o stanno per finire; è però altrettanto vero che gli investimenti in atto e previsti per i prossimi anni nel comparto della manutenzione delle vie di traffico sono rilevanti. Pensiamo ad esempio ai lavori dell’USTRA per lo svincolo autostradale di Mendrisio o alle opere previste dalle FFS per le nuove infrastrutture ferroviarie o per i lavori d’ampliamento del corridoio ferroviario a 4 metri. Nell’ambito degli 64 | Ticino Business
Da sinistra, Il Presidente, Ing. Cleto Muttoni, il Direttore, Ing. Vittorino Anastasia
appalti e dei contatti con i principali committenti pubblici (USTRA, FFS, Cantone e Comuni), il ruolo della SSIC Sezione Ticino è molto chiaro ed è quello di vigilare sulle modalità utilizzate per la messa in appalto. Laddove vengono riscontrate delle anomalie o comunque degli aspetti penalizzanti per le imprese di costruzione locali, ecco che si interviene con fermezza. Con questi committenti, in particolare quelli che operano sul piano federale, è difficile farsi ascoltare e instaurare un dialogo costruttivo. Spesso prevalgono le loro intenzioni che, fino ad un certo punto comprensibilmente, danno priorità assoluta ai loro aspetti organizzativi piuttosto che alle necessità degli imprenditori. È un atteggiamento che si combatte comunque ad ogni occasione, motivando attentamente le richieste e, quando necessario, usando pure le maniere forti come la via del ricorso. Situazione congiunturale e prospettive I dati che le diverse statistiche forniscono in merito all’evoluzione congiunturale nel settore principale della costruzione sono ancora rassicuranti, ancorché in leggera flessione. Secondo il rilevamento dell’Istituto KOF del Politecnico di Zurigo, le riserve di lavoro alla fine del 2013 ammontavano a 6 mesi nell’edilizia e 3.5 mesi nel genio civile, valori ancora di tutto rispetto. Un altro indicatore fondamentale per l’edilizia riguarda le domande e le licenze di costruzione.
Domande e licenze di costruzione in Ticino Domande e licenze di costruzione in Ticino Milioni
Domande e licenze di costruzione in Ticino 1'200 '
Da quest’anno, su richiesta SSIC Sezio1'000 ne Ticino, l’Ufficio cantonale di statistica fornisce, oltre ai dati relativi alle doman800 de, anche quelli per le licenze di costruzione. Il confronto evidenzia molto bene l’influsso della votazione del marzo 2012 600 sulle residenze secondarie che ha incentivato il numero di domande a fine 2011 400 e nei primi 3 trimestri del 2012. Ciò ha portato al rilascio di un numero con200 200 siderevole di licenze nel 4° trimestre del 2012, prima dell’entrata in vigore della ‐ legge di applicazione. Nel 2013, rispetto al 2012 sono diminuite sia le domande da 2.7 a 2.6 miliardi di franchi, sia le licenze di costruzione passando da 2.7 a 2 miliardi. Un chiaro segnale che la decisione popolare sta purtroppo portando i frutti negativi paventati! Le occasioni di lavoro non vanno però necessariamente di pari passo con i margini di guadagno delle imprese. Il fatto di disporre, tutto sommato, di discrete riserve di lavoro non ha purtroppo evitato la corsa al ribasso sui prezzi.
Votazione
Entrata in vigore legge
Domande Licenze
2011/1
2011/2
2011/3
2011/4
2012/1
2012/2
2012/3
2012/4
2013/1
2013/2
2013/3
2013/4
circolazione delle persone da una parte e che potrebbe subire forti condizionamenti dall’accettazione dell’Iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa dall’altra. Infine è stata presentata una visione differente della problematica legata al deposito di materiali inerti (ex discariche), per terminare con una preoccupazione legata alle numerose offerte di lavori in Ticino da parte di ditte estere così come di nuove ditte recentemente insediate in Ticino.
Qualche commessa in meno sul mercato, con successivo aumento della concorrenza interna, unito al perdurare della profonda crisi dell’edilizia in Italia, con conseguente incremento anche della concorrenza estera, sono responsabili di questo trend negativo. Sono poi emerse numerose riflessioni in merito alle preoccupazioni che tormentano il settore della costruzione a causa di un mondo del lavoro profondamente cambiato dall’evoluzione generale e soprattutto dagli aspetti negativi legati alla libera
Sono poi emerse numerose riflessioni in merito alle preoccupazioni che tormentano il settore della costruzione a causa di un mondo del lavoro profondamente cambiato dall’evoluzione generale e soprattutto dagli aspetti negativi legati alla libera circolazione delle persone da una parte e che potrebbe subire forti condizionamenti dall’accettazione dell’Iniziativa UDC contro l’immigrazione di massa dall’altra
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Vita dei soci
Sowre: servizi tecnologici integrati per le PMI di Lisa Pantini
Un partner
affidabile per una gestione IT integrata nelle PMI. Soluzioni performanti che rispondono ai bisogni aziendali più disparati, dove l’IT e la consulenza diventano user friendly nell’organizzazione interna stessa dei clienti. Un unico interlocutore che offre diversi ambiti d’intervento per l’organizzazione societaria sia interna che esterna e va ad affiancarsi ai clienti quale “consigliere” per supportarli nella gestione quotidiana delle loro attività. Sowre: per un supporto fattivo alle imprese. Sowre nasce alla fine degli anni ‘80 come software house. In pochi anni diventa un leader di mercato quale partner di IBM (Premier Business Partner). Oggi Sowre, la cui sede svizzera è a Chiasso (vi è anche una società partner milanese), impiega circa 90 dipendenti, occupandosi a 360 gradi di soluzioni IT e gestionali, con competenze trasversali per le imprese, grazie all’esperienza maturata su diversi mercati.
Ferruccio Scorti
Un system integrator di più tecnologie: non vi sono sfide impossibili per la società ticinese. Progetti aziendali di diversa natura possono essere portati a termine grazie alla competenza ed alle sinergie maturate negli anni da collaboratori specialisti in differenti ambiti, sia tecnici che di business. La forza di Sowre è proprio quella di raggruppare sotto un solo tetto una molteplicità di profili e servizi diversi, di modo da poter offrire ai propri clienti un unico interlocutore affidabile e professionale. Come un amico che ti segue e ti consiglia sulle migliori e tecnologicamente più avanzate soluzioni organizzative, di sicurezza, informatiche, e gestionali. Il tutto attraverso un’interazione proattiva con i clienti, una rapidità nell’adeguarsi ai nuovi scenari e una flessibilità nell’organizzazione e nella riorganizzazione dei processi di business dei clienti. Con differenti ambiti di specializzazione, dall’industria del fashion alla grande distribuzione e commercio al dettaglio, dai media alla finanza, ecc.. Sowre propone sistemi intuitivi e all’avanguardia, studiati su misura per il cliente, facendo leva sulla trasversalità delle soluzioni che offre. Una struttura completa in 4 pilastri La struttura Sowre raggruppa 4 aree d’intervento: • Business Insight & Analitics: fa riferimento a tutta l’attività di analisi e reportistica dell’azienda, in modo da poter riconoscere facilmente i vari indicatori di performance, monitorarli ed intervenire al bisogno su essi. Consente anche di costruire scenari reali per poter agire su strategie e previsioni. • Enterprise Content Management: parliamo qui di soluzioni documentali, tutto ciò che fa capo all’archiviazione elettronica di documenti, con una consulenza sia informatica che legale sulla
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La forza di Sowre è proprio quella di raggruppare sotto un solo tetto una molteplicità di profili e servizi diversi, di modo da poter offrire ai propri clienti un unico interlocutore affidabile e professionale. Come un amico che ti segue e ti consiglia sulle migliori e tecnologicamente più avanzate soluzioni organizzative, di sicurezza, informatiche, e gestionali
conservazione e archiviazione elettronica di documenti. Questo comparto interviene su quelle attività che possono essere riorganizzate e che incidono sui costi, sulla sicurezza e sul miglioramento dei processi di business. • Portal and Collaboration Solutions: in questo ambito rientrano quelle attività che consentono di andare a migliorare gli strumenti di lavoro degli utenti, le loro esperienze, la metodologia di lavoro. In questo senso la Collaboration valuta e verifica gli strumenti e le applicazioni dell’utente per poi procedere ad una facilitazione d’esperienza d’uso, in perfetta sintonia con gli altri 3 “pilastri” della struttura Sowre. Proprio perché condividendo ed analizzando le best practice interne all’impresa si possono incrementare la collaborazione e la condivisione tra dipendenti. • Enterprise Resource Planning: sono offerti gestionali SAP alle grandi realtà, con implementazione, manutenzione e personalizzazione di moduli, come pure un gestionale, MAP, sviluppato interamente da Sowre a seguito della decennale esperienza su gestionali IBM e destinato alle PMI. MAP è progettato per una completa integrazione delle necessità e delle infrastrutture già presenti in azienda. MAP è un gestionale completo e ricco di funzioni, con differenti moduli e soluzioni
verticali che si adattano a molteplici tipologie di clienti e sono usufruibili anche in Cloud. Prodotti facili da usare, che si combinano in maniera semplice con quanto già in possesso all’azienda. In questo senso Sowre si distingue per le sue soluzioni per l’e-commerce, la gestione lotti e tracciabilità, e le soluzioni dedicate al settore del tessile e del fashion (www.maperp.ch). Non vi sono preclusioni nell’approccio Sowre: la gamma di soluzioni proposte abbraccia tutte le PMI, dall’analisi delle informazioni aziendali, all’ottimizzazione dei processi, dall’efficacia delle strategie web alla sicurezza delle soluzioni gestionali. Sowre SA Corso San Gottardo 54 a 6830 Chiasso Tel. +41 91 649 37 78 info@sowre.com www.sowre.com
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Vita dei soci
GastroTicino: cambio alla Presidenza Nell’Assemblea del 12 maggio scorso Marco Huber ha passato il testimone a Massimo Suter
Massimo
Suter, Chef-patron del Ristorante al Porto di Morcote, è il nuovo Presidente di GastroTicino. Lo ha deciso il Consiglio d’Amministrazione eletto il 12 maggio dall’Assemblea dei Delegati, riunita al Centro Monte Verità di Ascona. Suter succede a Marco Huber che gli ha passato il testimone dopo 12 anni di competente impegno ai vertici della federazione esercenti albergatori (4 anni come cassiere e 8 come Presidente). Gli altri eletti nel Consiglio d’amministrazione sono: Antonio Florini (Vice Presidente), Danilo Gobbi (cassiere) e i membri Daniele Meni, Nunzio Longhitano, Luca Banfi, Ketrin Kanalga (nuova), Michael Lämmler (nuovo) e Fabio De Robbio (nuovo). Un sentito ringraziamento è andato, oltre al Presidente uscente, anche al Vice Presidente Mattia Manzocchi, al cassiere Claudio Risi e al membro di CdA Michele Gabuzzi. All’Assemblea sono intervenute numerose autorità e molti ospiti. Nel suo saluto il Sindaco di Ascona, Dr. Luca Pissoglio, ha sottolineato l’importanza della ristorazione e dell’albergheria per il turismo, una delle migliori espressioni della regione. Tra gli altri interventi, quello del Consigliere di Stato Manuele Bertoli, il quale ha evidenziato come il settore “fa e deve fare cultura”, in quanto la gastronomia è cultura. E la diversità del Ticino rispetto all’Italia e alla Svizzera interna, è un patrimonio importante. Patrimonio che va salvaguardato e promosso attraverso la qualità dell’offerta, l’accoglienza e, natu-
ralmente, la formazione professionale. Il Segretario cantonale, Gabriele Beltrami ha proposto invece un bilancio delle attività a favore degli associati; secondo un sondaggio eseguito dalla federazione, i servizi forniti sono giudicati positivi dai soci, in misura superiore al 94%. Saluto del presidente Nel suo saluto all’Assemblea, il neo Presidente Massimo Suter, ha affermato con decisione che lavorerà a favore di un Consiglio d’Amministrazione coeso che difenda il lavoro degli associati. Sarà “il Presidente di tutti”, un Presidente che marcherà presenza nei Comitati di Sezione e negli esercizi pubblici dei soci, per ascoltare dalla loro voce quali siano i problemi che affliggono la categoria. Ha infine lanciato un appello ai politici affinché intervengano sul fronte di un traffico, che ormai sta intasando il Ticino, creando difficoltà non solo agli automobilisti, ma anche ai clienti e ai turisti. L’Assemblea si è conclusa con una degustazione organizzata dal Centro di Competenza Agroalimentare e Ticino a Tavola, offerta da diversi produttori, per dimostrare quanto siano splendenti le gemme del nostro patrimonio agroalimentare. Prossime “battaglie” fondamentali Una delle tematiche sulle quali occorrerà sensibilizzare l’opinione pubblica, gli ambienti economici e i cittadini, secondo GastroTicino è quella sull’IVA - e in particolare, l’iniziativa lanciata da GastroSuisse “Basta con l’IVA discriminatoria per la ristorazione”. Durante i lavori assembleari è stato auspicato da Marco Huber, Presidente cantonale uscente e da François Gessler, membro del Consiglio di GastroSuisse, un sostegno da parte della popolazione alla categoria quando si tratterà di votare quest’iniziativa (il 28 settembre prossimo), considerando quanto questo modello sia ingiusto: non si capisce perché gli esercenti e i loro clienti debbano essere tassati tre volte di più, a parità di prodotto offerto, rispetto ai take-away. Foto ETiCinforma.ch/Bosia
Massimo Suter
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Vita dei soci
Investire nel mercato immobiliare ticinese di Davide Di Giorno, Marketing & Communications Dimensione Immobiliare SA
Nel
Canton Ticino, negli ultimi dieci anni, tra le varie possibilità di investire i propri fondi, il mercato immobiliare si rivela una delle migliori scelte. Infatti, in merito alla continua rivalutazione degli immobili (in media il 4% annuo), è molto improbabile che un altro investimento di tipo puramente finanziario generi lo stesso rendimento e quindi si riveli un’ottima operazione, tenendo conto anche del basso rischio di perdere il proprio capitale investito. Nel settore immobiliare elvetico, in seguito a delle scelte governative concernenti l’autorizzazione all’acquisto da parte d’individui non-svizzeri, positive per l’economia del real estate e dell’edilizia, si sono aggiunte delle problematiche riguardanti il leggero aumento dei prezzi degli immobili, alcuni cambiamenti dei tassi e l’applicazione d’ipoteche con una valutazione inferiore da parte delle banche rispetto al prezzo di compravendita, che preoccupano una buona parte degli imprenditori. Secondo il punto di vista di Ezio Catucci, fondatore di Dimensione Immobiliare SA e noto imprenditore nel mercato immobiliare ticinese, queste non devono essere vissute come delle grandi problematiche, tant’è vero che egli stesso le considera come una soluzione per disciplinare il mercato ed evitare una possibile bolla immobiliare. Per l’appunto Dimensione Immobiliare SA, oltre ad occuparsi dell’intermediazione d’immobili in vendita e in affitto, presta molta attenzione alla creazione di promozioni proprie immobiliari seguendo nel dettaglio ogni singolo passaggio; dall’acquisto del terreno, alla realizzazione del complesso immobiliare, alla rivendita. Affrontiamo appunto quest’argomento con l’imprenditore Ezio Catucci, ponendogli delle domande interessanti per chiarire al meglio la situazione a voi lettori: Signor Catucci, considerando anche le problematiche che abbiamo descritto nella presentazione, ci dia dei buoni motivi per investire nel mercato immobiliare del Canton Ticino, che sicurezze abbiamo in questi investimenti? “Proprio in virtù del fatto che le banche elvetiche hanno una politica di accesso al credito ipotecario razionale e prudenziale, l’investimento immobiliare, come la normale compravendita, rappresenta un’operazione con ottime credenziali di successo dal punto di vista finanziario in termini di rendimento e preservazione del capitale immesso. Quindi, in presenza di questa oculata selezione da parte degli istituti di credito, sono stabili e garantite le rivalutazioni degli immobili nel momento in cui si decide di vendere o rivendere le proprietà. Questa situazione rispecchia la forza di questo Paese, che fa della stabilità economica e politica il proprio punto di forza e rassicura l’investitore”. Quali sono gli aspetti e i parametri da considerare per ritenere il nostro investimento un «ottimo» affare? “Sono definite leggende metropolitane... ma sono sempre
Ezio Catucci, Fondatore
confermate come garanzia di successo nella realtà del settore le famose tre «L» (Location, Location, Location). Quindi, in primis (come avrete capito dall’ironia delle tre L), la posizione dell’immobile è FONDAMENTALE per coprirsi da eventuali sorprese o imprevisti (crisi momentanee, difetti non comunicati dal venditore, ecc.). Dopo di che troviamo le qualità e le caratteristiche strutturali dell’oggetto, a livello di materiali utilizzati e architettura, e come ultimo parametro, ma non per importanza, il prezzo d’acquisto, negoziato in maniera tale da raggiungere un importo coerente e non sopravvalutato rispetto ai valori di mercato”. Come ultima domanda, volevamo chiederle di parlarci di quello che lei considera il suo miglior investimento. “La mia esperienza mi permette di confermare che l’acquisto di un immobile, il più delle volte, risulta un investimento interessante o come già detto sopra, un modo di garantirsi la protezione del capitale immesso nell’acquisto dello stesso. Parlando puramente d’investimento intrinseco, ma comunque orientato a performance prettamente numeriche, possiamo fornire evidenza di alcune operazioni che hanno generato come redditività percentuali interessanti. Nello specifico abbiamo casi meno allettanti nei quali troviamo una percentuale del 50% (comunque ottima rispetto ai parametri standard del settore finanziario) e casi eccellenti dove riscontriamo una percentuale del 200%, ovviamente sempre in relazione al capitale proprio versato nell’operazione e tenendo conto di aver sfruttato l’effetto della leva finanziaria”. Ringraziamo il Signor Catucci per la disponibilità e per l’interesse mostrato nel renderci partecipi delle sue esperienze e invitiamo tutti i lettori che vogliano avere maggiori informazioni a riguardo a rivolgersi all’agenzia Dimensione Immobiliare SA di Lugano. Dimensione Immobiliare SA Viale Franscini 17 6900 Lugano Tel. +41 91 922 74 00 Fax. +41 91 922 74 02 info@dimensioneimmobiliare.ch www.dimensioneimmobiliare.ch Ticino Business | 69
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Residenza Rivabella:
vivere bene, in serenità e sicurezza Sorge a Magliaso tra parco e riva del lago
Rivabella
è una residenza privata di riposo, convalescenza e cura; una struttura residenziale con lo standard di un albergo a cinque stelle, ideale per chiunque voglia riposare, curarsi, ritemprare la mente e il fisico. Sorge a Magliaso, su un magnifico tratto di riva del lago di Lugano. È un’azienda con oltre cento dipendenti e in espansione, tanto negli spazi quanto nell’offerta complessiva: cure, prestazioni assistenziali e mediche, animazione, assistenza, svago. È, come ama definirla il Direttore Alexandre Aleman, “un luogo in cui si vive bene, con serenità e prospettive”. Oltretutto in un luogo bello, tranquillo e assistito ai piedi delle colline del Malcantone, 8 km da Lugano e con davanti la distesa rasserenante del lago. Ma qual è il segreto di questa formula di successo? “È la qualità delle prestazioni. Ogni nostro collaboratore – spiega il Direttor Aleman – è animato da un profondo senso di responsabilità e da una preparazione specifica e professionale, ma soprattutto dal desiderio di essere costantemente a disposizione degli ospiti con competenza e con gioia, trasmettendo un senso di serenità e amore per la vita. I soggiorni di convalescenza, cura e riposo diventano così occasione per vivere al meglio”. Rivabella è una struttura che funziona con la precisione di un orologio svizzero, a partire dal profilo medico-sanitario dove specialisti affermati e personale infermieristico competente offrono una gamma completa e di alto livello di servizi terapeutici. E questo grazie alla collaborazione con l’Ente Ospedaliero Cantonale e con numerose cliniche private. L’assistenza personalizzata prevede attività in palestra, wellness, fisioterapia, estetista, podologo, salone parrucchiere, centro massaggi, tai-chi, ayurveda sino a corsi di ballo, serenità e riposo. Il tutto accompagnato da iniziative culturali: dai concerti, tra cui gli straordinari récital della celebre mezzosoprano Giuliana Castellani, a mostre d’arte di artisti svizzeri e internazionali, dalla biblioteca con volumi in
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varie lingue alla possibilità di conferenze e incontri. Il percorso culturale diventa gastronomico in cucina dove lo chef e la sua brigata creano piatti belli e squisiti per soddisfare sia la vista che il palato, privilegiando gli ingredienti stagionali e curando le esigenze e i gusti personali. Per gli ospiti sottoposti a regimi dietetici vengono cucinati piatti personalizzati nel rispetto delle indicazioni mediche. L’obiettivo è di perfezionare la Residenza Rivabella nelle sue qualità di struttura autosufficiente, in grado di riunire ad un livello molto alto una gamma completa di servizi, su tutti l’eccellenza medica e infermieristica con assistenza 24 ore su 24. Il risultato è un trend dolcemente attivo e una qualità di vita che colpisce chi viene dall’esterno e magari si trova ad interloquire con l’ingegnere che ha diretto e sviluppato un’importante azienda internazionale, con il pianista di fama o la gallerista che ha trattato con Picasso, accanto ad altri ospiti internazionali, svizzeri e ticinesi che in quest’angolo di paradiso trovano le condizioni per vivere, riposare e curarsi bene, in serenità e sicurezza. Residenza Rivabella Via Ressiga 17 CH 6983 Magliaso (TI) Tel. +41 91 612 96 96 Fax +41 91 606 60 55 residenza@rivabella.ch www.rivabella.ch
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apprezzano l’eccezionale
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