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ANDREINA ANTONIOLI IN ROBOTTI

(Iseo

1913 – Verona 1996)

Nata a Iseo (Bs) trascorre l’infanzia e la gioventù a Siena, dove frequenta l’Accademia di belle Arti e familiarizza con l’arte dei pittori della scuola senese. Qui conosce il marito, Pietro Robotti, con il quale negli anni Quaranta si trasferisce a Verona, dove sperimenta diverse forme espressive artistiche, in particolare la pittura e la grafica, acquisendo una riconoscibilità sempre maggiore al punto che le sue opere figurano accanto a quelle di artiste internazionali, quali Marina Abramović, Gina Pane e Niki de Saint-Phalle. Tra gli anni Sessanta e Settanta si avvicina al movimento femminista e la sua arte diventa un mezzo per denunciare la condizione di soggezione coniugale e sociale della donna. Nell’ultimo ventennio si dedica prevalentemente all’acquerello e all’incisione. Celebri le sue opere dipinte su indumenti intimi e biancheria, quali Oltre il beato angelico, la sua vetrata per la chiesa di San Francesco d’Assisi, presso l’Arsenale austriaco di Verona, e l’opera Gotico fiorito. Artista che merita una riscoperta, nel corso della sua attività ha goduto del consenso della critica più attenta (da Dino Buzzati a Giuseppe Marchiori, da Alessandro Mozzambani a Italo Mussa, da Luigi Meneghelli a Neri Pozza).

In alto, a sinistra: Andreina Robotti ritratta di fronte a una delle sue opere. Archivio privato famiglia Robotti.

In alto, a destra: Andreina Robotti, Abiti femminili stilizzati e sovrapposti con volo d’uccelli, 1974. Gabinetto Disegni e Stampe del Museo di Castelvecchio, Musei Civici di Verona, inv. 24594 3c7934.

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