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EUGENIA VITALI IN LEBRECHT
A fianco: un’immagine della Cooperativa sarte militari, fondata nel 1914 per assicurare una giusta retribuzione alle operaie. Eugenia Vitali Lebrecht ne era la presidente.
Da La città e la provincia di Verona nelle opere di assistenza all’esercito, Verona-Ostiglia, Mondadori 1918, p. 28.
(Ferrara 1856 – Verona 1930)
Appassionata d’arte e di teatro, attenta osservatrice dei fenomeni sociali contemporanei, conferenziera e saggista instancabile, Eugenia Vitali è una donna moderna, attiva tanto sulla scena locale che nazionale. Tra fine Ottocento e inizi Novecento partecipa ai congressi in cui le emancipazioniste italiane discutono di diritto di famiglia – Eugenia si esprime a favore del divorzio, della legittimità della ricerca di paternità, della parità fra figli legittimi e figli naturali – di istruzione, lavoro, impegno nella vita pubblica. Nel 1907 è una delle quattro donne ammesse per la prima volta a pieno titolo alla Società Letteraria. Il suo interesse per la condizione femminile non si limita all’attività di polemista, ma si traduce in azioni positive a favore delle donne: istituisce, per esempio, una scuola domenicale a loro indirizzata e crea la prima cooperativa di lavoro tutta femminile. Negli anni Venti collabora al quotidiano veronese L’Adige, scrivendo di politica e di critica letteraria. Nel testamento dispone elargizioni per enti benefici di Verona e lasciti a favore del Liceo musicale, della Biblioteca civica, del Museo di Castelvecchio, dell’Amministrazione provinciale e della Società Letteraria di Verona.
In alto: Antonio Mancini, ritratto di Eugenia Vitali Lebrecht, olio su tela. Comune di Verona, Galleria d’Arte Moderna Achille Forti.