MARKET ROAD N. 149

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AREE DI SERVIZIO - CAR CARE - CAR WASH - CONVENIENCE STORE - ENERGIA - ENERGIE ALTERNATIVE - OIL - SICUREZZA - VIABILITÀ Cei srl - 20124 Milano - Piazza S. Camillo De Lellis, 1 - marketroad@hogaitalia.com - Spedizione in Abbonamento Postale 70% MI/LO - n. 149 – Dicembre 2017 – Anno XVI

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Sommario numero 149

Eventi: Confartigianato Pagina 16

Eventi: Citytech Pagina 18

Eventi: Equip Auto Pagina 20

Dossier Autolavaggi Self Service Pagina 42

Speciale Accessori da Piazzale Pagina 48

Focus Accessori Auto Pagina 54

pag. 9 Editoriale pag. 10 News pag. 22 Mobilità Sostenibile: Ecogas pag. 26 Efficienza energetica: riqualificazione degli edifici pag. 30 Mercato energia: Wekiwi pag. 36 Automotive: Anfia

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Il mensile dell’energia & dell’oil esclusivo per chi ama essere informato


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anno XVI - numero 149 Per abbonamenti: abbonamenti@hogaitalia.com

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Il mensile dell’energia & dell’oil esclusivo per chi ama essere informato

Buone feste da Market Road e dai suoi inserzionisti 8


editoriale

Il direttore Sergio Galimberti - Market Road

I Bitcoin sono una bolla ma fanno bene al mercato Tra gli scenari previsti per un possibile fallimento di Bitcoin, vi sono la svalutazione della moneta, una base di utenti in diminuzione o un attacco frontale al sistema da parte dei governi. Non è però possibile bandire ogni forma di denaro digitale come Bitcoin. La decentralizzazione e l’anonimato che fanno intrinsecamente parte di Bitcoin possono essere viste come una reazione ai procedimenti giudiziari nei confronti di aziende che lavoravano nell’ambito del denaro elettronico. Questo perché il sistema in sé è a tutti gli effetti una raccolta del risparmio, solitamente pesantemente regolamentata in tutti i paesi del mondo in senso repressivo (per evidenti motivi), e nel caso in questione, come già esposto, una raccolta non censita e fuori controllo. In un’inchiesta di Danny O’Brien pubblicata su un quotidiano irlandese viene detto che «Quando mostro alle persone l’economia Bitcoin, chiedono “Ma è legale?” e “È un imbroglio?” Immagino che ci siano avvocati ed economisti che stiano cercando di dare una risposta a queste non semplici domande. Sospetto, però, che la lista delle persone che cerca di dare questa risposta si arricchirà ben presto di legislatori.» Il valore della moneta si fonda sulla fiducia dei suoi utilizzatori e solo su questo. La cartamoneta è un atto di fede fatta dal consumatore o cittadino sull’emittente e quando questa non c’è più, come è successo innumerevoli volte nella storia, la moneta torna ad essere solo carta straccia . La gestione del Bitcoin va paragonata a delle” fiche” di una casa da gioco che funzionano come valore virtuale finché ci sono il banco e i giocatori intorno al tavolo. Il loro valore e il loro cambio, sono affidati a questo momento topico, alla domanda del mercato dei giocatori. É molto improbabile che un non giocatore li accetti come controvalore di un baratto commerciale. Ne consegue che tutto torna alle forze della domanda e dell’offerta in un contesto circoscritto . Nel febbraio del 2011, ci sono state ripercussioni sul valore del Bitcoin e sul corretto funzionamento di alcuni dei siti principali ad esso collegati. Quindi, un fattore rischio è molto concreto ed evidente . Nessun governo nel mondo ha dichiarato illegale Bitcoin. Estrarre, conservare, fare forex, inviare, ricevere, scambiare Bitcoin per beni fisici o virtuali è legale a prescindere dalla clandestinità dei mercati in cui questa moneta, come qualunque altra, è a volte coinvolta. Sono i vantaggi e gli svantaggi di questa forma di valuta che può essere, e probabilmente lo è, una bolla speculativa. Almeno fin quando non vedremo un negozio o un commerciante esporre il cartellino in Bitcoin anzichè euro o dollari.

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news

Appuntamento in pillole con la sicurezza, le fiere del settore, le novità prodotto

Panasonic e Università di Tokai ancora partner per la “2017 Bridgestone World Solar Challenge” La “2017 Bridgestone World Solar Challenge” è una delle più importanti gare di auto solari al mondo. Si svolge dal 1987 in Australia con partenza da Darwin e arrivo ad Adelaide, attraverso un percorso di 3.000 chilometri. L’edizione 2017 ha preso inizio lo scorso 8 ottobre con 45 squadre in rappresentanza di 29 Paesi. Per il settimo anno consecutivo Panasonic Solar ha supportato il team dell’Università di Tokai che, per la prima volta da quando vi partecipa, non è salito sul podio, chiudendo al quarto posto. Il supporto offerto da Panasonic prevede la fornitura dei componenti necessari per la vettura, in particolare i pannelli solari Hit di ultima generazione e le batterie agli ioni di litio, elementi ad alta capacità. Rispetto all’edizione dello scorso anno, il team nipponico ha rivisto il dimensionamento dell’area di installazione del modulo solare, che è passato da sei a quattro metri quadrati. Questo ha portato un grande cambiamento nel design della minivettura, modificando a sua volta il profilo aerodinamico per la massima riduzione della resistenza al vento. Per garantire elevate prestazioni di questo nuovo pannello Hit dall’area ridotta, Panasonic ha messo a disposizione dell’Università di Tokai le conoscenze e l’esperienza del suo team di ricerca e sviluppo. Grazie all’utilizzo della tecnologia Back Contact, che monta tutti gli elettrodi sul lato posteriore delle celle solari, si è raggiunto il 24,1% di

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efficienza generatrice di energia delle celle per produzione di 962 watt: si è così aumentata l’efficienza generatrice di potenza delle celle dello 0,9% rispetto al modello del 2015. Il modulo solare Panasonic HIT utilizza inoltre la tecnologia di eterogiunzione: le celle solari in concreto combinano un substrato di silicio cristallino con una pellicola sottile di silicio amorfo. Rispetto ai moduli di silicio cristallini ordinari, c’è una diminuzione della potenza in uscita a temperature elevate, in questo modo si riduce la perdita di elettroni sulla superficie del pannello. Questo permette ai moduli Hit di posizionarsi tra i prodotti più efficienti per produzione di energia per area di unità, oltre a rivelarsi la scelta ideale per le condizioni della gara in Australia, dove i pannelli raggiungono temperature elevate a causa della forte luce del sole. Le batterie agli ioni di litio di Panasonic utilizzano un particolare materiale catodico di nichel per ottenere il massimo livello di densità energetica del settore, in una dimensione cilindrica di 18650 (diametro 18 mm, altezza 65 mm). Ciò consente di utilizzare l’energia prodotta dal modulo solare HIT per ricaricare le batterie agli ioni di litio e permettere alla vettura di percorrere distanze più lunghe nei giorni nuvolosi con meno luce solare.


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news

Appuntamento in pillole con la sicurezza, le fiere del settore, le novità prodotto

Eni ed Esri rinnovano la partnership tecnologica La partnership tecnologica tra Esri Italia, azienda operante nelle soluzioni geospaziali, e Eni è stata rinnovata per altri tre anni. L’accordo prevede l’estensione dell’uso della tecnologia ArcGIS Enterprise non solo per le aziende della Corporate con sede in Italia, ma anche per le circa 40 consociate Eni operative in tutto il mondo. L’iniziativa porterà al consolidamento di ArcGIS Enterprise nell’ambito dei sistemi informativi di Eni e alla sperimentazione delle tecnologie Esri più avanzate in ambito Analytics e Big Data, con l’utilizzo di strumenti come ArcGIS Geoanalytics Server e, per il Real Time, ArcGIS GeoEvent Server. Eni ha già realizzato con il supporto di Esri Italia un sistema GIS aziendale (Geographic Information System) per consentire alla sede centrale e alle sue affiliate di gestire, distribuire e condividere dati, mappe, immagini geo-referenziate, servizi web e progetti. Il patrimonio informativo geografico diventa così facilmente accessibile dal desktop e da applicazioni web e mobile. La nuova piattaforma GIS Enterprise Eni definisce un unico punto di accesso per gli utenti finali. Il sistema mette a disposizione un unico catalogo di dati mondiali. I progetti GIS e i relativi dati sono sincronizzati attraverso un motore GIS proprietario dalle affiliate verso la sede e viceversa.

Lombardia: grande interesse per il Bando storage domestico e Fv La decisione della Regione Lombardia di proporre anche quest’anno il bando che mira a promuovere lo storage domestico da abbinare al solare fotovoltaico è stata anche quest’anno accolta con un boom di richieste. Il Bando accumuli “Misure di incentivazione per la diffusione dei sistemi di accumulo di energia elettrica da impianti fotovoltaici – Bando 2017” si è concluso, infatti, il 28 settembre scorso alle ore 12.00 con ben 2.522 richieste da parte dei cittadini lombardi, a fronte della disponibilità per circa 1.350 impianti. A esprimere soddisfazione per questo esito è la Federazione Anie che, come è noto, rappresenta le imprese che forniscono prodotti, sistemi e soluzioni tecnologiche per l’efficientamento energetico e lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture, pubbliche e private, e di mercati strategici come l’industria, la mobilità elettrica, l’energia e il building. In una nota Anie, che ha sostenuto con convinzione l’iniziativa di Regione Lombardia, rileva che l’iniziativa ha potuto dimostrare, numeri alla mano, che esiste nel nostro Paese un mercato molto recettivo sul tema dello storage. Infatti, sottolinea l’associazione, nonostante il bando fosse aperto per 7 giorni, il 73% delle domande è prevenuto nelle prime sei ore di apertura, saturando le risorse disponibili. Regione Lombardia ha stanziato 4 milioni di euro (raddoppiando le risorse disponibili rispetto all’iniziativa analoga del 2016), con un contributo a fondo perduto per coprire il 50% delle spese, fino ad un massimo di 3.000 euro.

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news Diffusi a Ecorally San Marino i dati sulle auto con propulsioni alternative Si è svolto il 16 e 17 settembre scorso il 12° Ecorally San Marino la gara di regolarità per autoveicoli alimentati con propulsioni e carburanti e alternativi, che si sviluppa su un percorso di oltre 300 chilometri con partenza da San Marino e tappe a Sansepolcro e Arezzo e ritorno ed è nata con l’obiettivo di promuovere e diffondere tecnologie e vantaggi della mobilità ecocompatibile. In occasione della gara il Centro Studi del Consorzio Ecogas ha diffuso i dati di fonte Aci e aggiornati al 31 dicembre 2016, secondo cui in Italia circolano 3.249.122 autovetture alimentate grazie a propulsioni e carburanti alternativi. Di queste 2.211.368 (5,84%) sono a doppia alimentazione benzina – GPL, 911.246 (2,41) a doppia alimentazione benzina – Metano, 117.433 (0,31%) sono ibride benzina, 5.743

car2go porta a 400 il numero di smart forfour È Milano la prima città italiana a raggiungere e superare i 150.000 clienti car2go, posizionandosi al 5° posto nella classifica delle migliori location car2go in Europa per numero di utenti. A un anno dall’arrivo dei primi 50 veicoli a quattro posti, avvenuto a settembre 2016, il numero dei clienti nel capoluogo meneghino è cresciuto del 24%. Questo ha convinto car2go a decidere di portare a 400 entro fine 2017 il numero delle smart forfour di ultima generazione che verranno introdotte nella flotta di Milano che, in questo modo arriverà a quota 800 veicoli, di cui 400 smart fortwo e 400 smart forfour. “Quando l’anno scorso, per la prima volta in assoluto nella storia di car2go, abbiamo portato le smart forfour nella flotta di Milano, come progetto pilota, abbiamo ricevuto un ottimo riscontro da parte dei nostri clienti. I noleggi delle auto a quattro posti, infatti, durano di media 20 minuti in più rispetto a quelli effettuati con le smart fortwo” afferma Francesca Colangelo, Location Manager car2go Milano - “Siamo, quindi, felici di annunciare l’incremento del numero di smart forfour fino a 400 unità. Disponendo di veicoli più grandi, i nostri clienti possono sperimentare nuovi e diversi utilizzi del servizio”.

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Appuntamento in pillole con la sicurezza, le fiere del settore, le novità prodotto (0,02%) elettriche e infine 3.332 (0,01%) ibride gasolio. Tutte insieme rappresentano l’8,58% del circolante, che è pari a 37.876.138 unità. In crescita, rispetto al 2016, quando su un circolante autovetture di 37.351.233 di unità, le alternative valevano l’8,33%. L’Ecorally San Marino si svolge con la collaborazione della Uiga – Unione Italiana Giornalisti Automotive e dell’Automobile Club di Arezzo, il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare della Repubblica Italiana nonché della Segreteria di Stato al Territorio e Ambiente e della Segreteria di Stato allo Sport della Repubblica di San Marino.

Tamoil Italia si affida a Sitecore per rinnovare il proprio sito Sitecore è il partner scelto da Tamoil Italia per rinnovare completamente il proprio sito web con l’obiettivo di adattarlo alle esigenze degli utenti in un ambiente digitale in costante evoluzione. Tamoil gestisce un ciclo integrato di approvvigionamento, trasporto e commercializzazione di prodotti petroliferi. Parte fondamentale della propria strategia commerciale, è l’offerta agli utenti di buoni carburante, non oil e fuel card che possono essere acquistati e utilizzati per fare rifornimento, ma anche come benefit per i dipendenti, omaggio per i clienti o per campagne promozionali. Per poter dare il giusto rilievo a questi prodotti e per offrire una panoramica più completa dei vari servizi, Tamoil Italia ha creduto necessario un restyling del proprio sito e, dopo un’attenta analisi delle soluzioni disponibili sul mercato, ha deciso di affidarsi alla piattaforma Sitecore Experience Platform. GM Servizi, Gold Solution Partner di Sitecore si occuperà dell’implementazione del software, offrendo anche servizi di consulenza e supporto durante tutte le fasi del processo di integrazione della piattaforma all’interno dei diversi sistemi legacy di Tamoil Italia.


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Eventi]

Da Cambiopulito il primo rapporto sul mercato illegale degli pneumatic L’Osservatorio sui flussi illegali di Pneumatici e PFU ha permesso di mettere a fuoco meccanismi rodati di introduzione irregolare in Italia di pneumatici destinati alla vendita irregolare Fare chiarezza sul mercato dei pneumatici per combattere i flussi irregolari che danneggiano gli imprenditori onesti. Questo l’obiettivo di ‘CambioPulito, la piattaforma on line per raccogliere segnalazioni sugli illeciti che inquinano il settore lanciata cinque mesi fa e promossa dai consorzi di filiera per la gestione dei Pneumatici Fuori Uso (PFU) Ecopneus, EcoTyre e Greentire – che gestiscono circa l’85% del totale nazionale – Legambiente, le associazioni di categoria Confartigianato, CNA, Airp e Federpneus, che hanno dato vita all’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia. Lo scorso ottobre CambioPulito (cambiopulito. it) ha presentato il 1° Report di attività. Sono state complessivamente 122 le segnalazioni registrate, quasi una al giorno, e 80 le aziende segnalate, di cui 50 con specifica documentazione e 14 operatori commerciali attivi principalmente online, oggetto di 34 segnalazioni, cui sono associate, con descrizioni e documentazioni precise e circostanziate, pratiche illegali di evasione dell’Iva all’acquisto di pneumatici o mancato versamento del contributo ambientale per la gestione dei PFU. Nel corso del convegno è stato anche precisato che gli elementi raccolti hanno già consentito di inoltrare diverse delle segnalazioni raccolte al Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri, per i necessari approfondimenti. “I risultati raggiunti in questi primi cinque mesi di gestione della piattaforma CambioPulito

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dimostrano l’efficacia del sistema di whistleblowing condiviso da tutte le realtà che hanno deciso di costituire l’Osservatorio sui flussi illegali di Pneumatici e PFU” ha dichiarato Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio. “Un’assunzione di responsabilità, fatta su base volontaria, che costituisce un contributo prezioso in una situazione difficile, anche davanti ai ritardi di chi dovrebbe assicurare risposte istitu-


zionali”. Da parte sua, il Presidente di Confartigianato Autoriparazione, Alessandro Angelone, ha sottolineato: “È strategico che sia data piena e urgente attuazione a tutti obiettivi dell’Accordo per la legalità ambientale e fiscale nella filiera degli pneumatici e PFU, al fine di garantire tutela, opportunità e sostegni concreti alle imprese associate che operano correttamente, che sono fortemente danneggiate da comportamenti illeciti e dalla concorrenza sleale del mercato irregolare e che devono poter contare su un sistema efficiente di raccolta degli pneumatici, senza incorrere nuovamente nel rischio di blocco del ritiro. In tal senso Confartigianato ha già messo in atto una procedura per garantire un meccanismo permanente di raccolta di PFU dedicato esclusivamente agli operatori che hanno acquistato gli pneumatici in modo regolare, sotto il profilo fiscale e del contributo ambientale”. Attraverso CambioPulito una filiera di oltre 50.000 aziende in Italia sta dando un segnale chiaro e deciso contro l’illegalità che genera ogni anno 30-40mila tonnellate di PFU che non esistono per il fisco e sono fuori dal target fissato dalla legge per il sistema nazionale di gestione, finanziato dai cittadini e dalle vendite regolari. Un messaggio chiaro, che ha permesso di mettere a fuoco meccanismi rodati di introduzione irregolare in Italia di pneumatici destinati alla vendita irregolare. Gran parte di tali flussi avviene tramite vendite online, prevalentemente da società e siti web registrati all’estero (soprattutto Germania, USA, Belgio) che introducono pneumatici destinati alla vendita in nero su tutto il territorio nazionale. Un altro dato contenuto nel Report è che il circuito B2B è responsabile della maggior parte di questi flussi. Attraverso sistemi di triangolazione tra produttori e intermediari esteri, alcuni operatori commerciali esteri evadono sistematicamente Iva e contributo e attuano una concorrenza sleale verso le aziende in regola, rispetto

alle quali sono in grado di proporre pneumatici con prezzi inferiori di circa il 20%. Il fenomeno interessa un po’ tutta Italia. Al Nord e in particolare dal Veneto avviene l’ingresso di grandi quantità di pneumatici con evasione dell’Iva e del contributo ambientale. Sono state oggetto di numerose segnalazioni anche le province di Novara e Torino in Piemonte, Como, Bergamo e Cremona in Lombardia. Dal Report si evince che, una volta entrate nel nostro territorio, le gomme trovano facili canali di commercializzazione soprattutto al Sud, toccando la Campania dove le province di Napoli e Caserta sono le più colpite, la Puglia dove il fenomeno interessa in particolare le aree industriali di Foggia e Bari e la provincia di Brindisi, la Sicilia e in particolare il catanese), la Calabria (Cosenza e Catanzaro) e la Basilicata (zona industriale di Potenza).

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Eventi]

Stop alle auto a motore nelle città in Italia entro il 2030 A delineare i futuri scenari della mobilità sono stati oltre 800 tra relatori, esperti e delegati internazionali che hanno animato l’edizione 2017 di Citytech Si è svolta il 14 e il 15 settembre scorso alla Fabbrica del Vapore di Milano la quarta edizione di Citytech, l’evento conference&exhibition organizzato da Clickutility on Earth, promosso dal Comune di Milano e patrocinato dal Ministero dell’Ambiente che mira a proporre alcune delle più importanti innovazioni nella mobilità e nell’urbanistica dei prossimi anni. Citytech vuole essere momento d’incontro per aziende, start-up, autorità pubbliche, associazioni del settore e responsabili dello sviluppo del territorio e un’occasione unica per scambiare idee, avviare nuove relazioni professionali, condividere progetti e promuovere il proprio brand aziendale in Italia e all’estero. Il pay-off dell’edizione 2017, “Co-progettare mobilità e urbanistica nelle città del terzo millennio” vede la sua genesi nel bisogno di ripensare i nostri centri urbani in ottica smart e di dare risposte reali ed efficaci alle mutate esigenze delle nostre città. L’incontro tra i due importanti settori della mobilità e dell’urbanistica ha dato vita ad un viaggio lungo due giorni che ambiva ad identificare il profilo del Quartiere intelligente del Terzo Millennio, punto nevralgico delle megalopoli odierne, fortemente influenzato dall’avvento della rivoluzione digitale. In particolare, l’edizione di quest’anno si è aperta con una provocazione - Stop alle auto a

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motore nelle città in Italia entro il 2030 - che mirava a sottolineare come le scelte in tema di mobilità ormai non siano più procastinabii. “È ora di agire e prendere decisioni importanti per il futuro delle nostre città, - ha affermato infatti Carlo Iacovini, Board Member di Clickutility on Earth – per guidare la transizione verso un sistema di mobilità elettrica, condivisa e, dove possibile, autonoma ed integrata in una pianificazione urbanistica smart di cui Milano sta dando prova di grande progettualità”. Le policies pubbliche Si vanno moltiplicando i segnali che questa transizione non solo sia ormai già in atto, ma in prospettiva tenderà a subire un accelerazione. Paesi come la Gran Bretagna e la Francia hanno recentemente annunciato l’intenzione di vieta-


re la vendita di auto a benzina e diesel entro il 2040. Anche la Norvegia, nazione in cui oltre il 40% delle vetture di nuova immatricolazione è già elettrica o ibrida, ha intenzione di raggiungere questo obiettivo nel 2025, esattamente come l’Olanda. Fa da bilancia la Cina, mercato da 28 milioni di auto, che in questi giorni sta esaminando i tempi entro cui completare la transizione verso altre soluzioni di mobilità, l’elettrica prima di tutto. Il percorso è ormai tracciato anche se la strada da percorrere è indubbiamente ancora molto lunga, soprattutto se si considera che nel 2016 sono state immatricolate nel mondo solo 695.000 auto elettriche su un volume complessivo di 84 milioni di pezzi. L’industria automobilistica Appare promettente il fatto che se, da un lato, i governi indirizzano le policies e gli obiettivi, dall’altro l’industria orienta tecnologie e produzione nella stessa direzione. Le case costruttrici stanno nell’ultimo periodo accelerando la transizione verso la mobilità elettrica, come dimostrano i numerosi annunci che si sono registrati nell’ultimo periodo. Prima delle ferie estive è arrivato l’annuncio di Volvo di voler produrre e vendere solamente veicoli ibridi ed elettrici dal 2019. Subito dopo anche Jaguar Land Rover, che è controllata dall’indiana Tata, ha annunciato l’intenzione di volersi adeguare agli standard elettrici/ibridi su tutti i propri veicoli a partire dal 2020. L’ultima edizione del Salone di Francoforte (14-24 settembre) è stata caratterizzata da diversi annunci. Toyota ha presentato un nuovo concept denominato Hy-Power e ha comunicato che già oggi circa il 50% delle sue vendite sono ibride, Volkswagen ha presentato una roadmap che la porterà entro il 2030 ad avere una versione elettrica per ogni modello in commercio e entro il 2025 a produrre 50 modelli di auto elettriche e 30 di ibride. L’evoluzione della domanda A confortare le case automobilistiche nella scelta di sostenere investimenti così significativi è la crescente propensione dei consumatori a orientare le proprie scelte verso questi nuovi tipi di auto. La quota di mercato della propulsione ibrida è triplicata negli ultimi due anni e ora è al 3%. In Italia le immatricolazioni di auto

ibride sono cresciute del 95,1% nel luglio 2017 rispetto allo stesso mese del 2016. Emblematico di uno spostamento in atto è il fatto che la quota dei privati sfiora il 5 per cento. Il nostro Paese è più in ritardo rispetto alla mobilità elettrica che conta ancora lo 0,03% del mercato auto. E questo, secondo gli esperti, soprattutto a causa dell’assenza di incentivi e di infrastrutture. La finanza Cresce anche l’interesse dimostrato dal mondo della finanza.JpMorgan ha dichiarato che la mobilità elettrica cambierà l’industria dell’auto arrecando molte perdite alle aziende che non sapranno adeguarsi. La previsione è del 35% delle quote di mercato entro il 2025 e del 48% entro il 2030. Più conservativa MorganStanley’s che, in un’analisi comparativa di più scenari, prevede una penetrazione del 16% di auto full-electric entro il 2030, che può raggiungere il 60% entro il 2040. Mentre ING (Olanda) vede nella riduzione dei costi delle batterie e negli incentivi economici e fiscali la principale leva di crescita che porterà le nuove immatricolazioni ad essere totalmente elettriche già nel 2035.

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Eventi]

Le sfide vinte di Equip Auto 2017 Il bilancio della manifestazione premia gli sforzi degli organizzatori che hanno continuato a innovare la formula in modo da accreditarla sempre di più come la fiera di riferimento dell’aftermarket automobilistico e dei servizi per la mobilità in Francia e non solo Oltre 95.000 visitatori provenienti da 56 paesi per incontrare i 1.200 espositori e marchi presenti in rappresentanza di 40 paesi. Questi in estrema sintesi i numeri da cui scaturisce la soddisfazione degli organizzatori alla chiusura di Equip Auto 2017, che si è svolta a Paris Expo Porte de Versailles dal 17 al 21 ottobre scorso. Una soddisfazione tanto palpabile da portarli ad annunciare che con questa edizione la fiera ha vinto la sfida che si era posta prima di aprire i battenti: imporsi come la fiera di riferimento dell’aftermarket automobilistico e dei servizi per la mobilità in Francia. Il risultato premia la scelta di proporre un’edizione completamente ripensata e riposizionata nel centro di Parigi. “Avevamo l’obiettivo di spostare il salone alla Porte de Versailles e di riunire la famiglia dell’aftermarket automobilistico nell’ambito di un evento che fosse contemporaneamente a dimensione d’uomo, ma anche un’indispensabile fonte di business capace di proporre una

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visione sulle sfide del futuro. Grazie alla qualità dell’offerta degli espositori presenti e dei numerosi dibattiti organizzati, la sfida è stata vinta”, ha annunciato Jacques Mauge, Presidente della FIEV (Federazione delle Industrie e delle Attrezzature per Veicoli) e di Equip Auto. “L’innovazione e la formazione sono stati parte integrante della nostra riflessione sul posizionamento di Equip Auto. Concretamente sono due gli aspetti che mi rallegrano: la presenza in forte crescita - oltre il 50% in più rispetto all’edizione 2015 - di startup e giovani aziende nell’ambito dell’«Innovation & Startups Park» proposto per la prima volta quest’anno e il fatto che MonJob@FuturAuto, l’evento organizzato dalla Société des Ingénieurs de l’Automobile in collaborazione con la FIEV, il CCFA (Comitato dei Costruttori Francesi di Automobili) e la PFA Filière Automobile et Mobilités (Filiera Automobilistica e Mobilità), ha riunito circa 500 allievi ingegneri. Questi risultati, molto positivi,


non sono che la prima tappa della strategia di rilancio di Equip Auto». Anche FIEV e FFC (Federazione Francese della Carrozzeria) hanno riconosciuto che la strategia di trasformazione della fiera ha portato i suoi frutti a partire proprio da questa edizione soprattutto per quanto riguarda l’incremento degli espositori che testimonia che la manifestazione parigina esercita un nuovo e più marcato appeal nei confronti delle aziende del settore. Patrick Cholton, Presidente della FFC (Federazione Francese della Carrozzeria), azionista della fiera, ha osservato infatti che “gli espositori, a prescindere da settore d’attività, si sono perfettamente appropriati del nuovo sito espositivo ed hanno saputo mobilitare i loro clienti e futuri clienti. Di questa edizione mi rimane l’eccellente clima d’affari e lo spirito conviviale registrato nei tre padiglioni. Ricordo che Business, Innovazione e Convivialità sono stati i tre leitmotiv durante tutti i mesi di preparazione della fiera. Inoltre, nell’ambito della Federazione abbiamo lavorato molto per mettere in primo piano, durante la fiera, i due temi della formazione e della diversificazione delle attività degli autoriparatori. Le sessioni di formazione, organizzate in collaborazione con il GNFA, e il Concorso Carrozzeria-Verniciatura della FFC sono stati un successo. Constato che il tema dei Veicoli d’Occasione, con il suo potenziale di business supplementare per gli autoriparatori, guadagna terreno in fiera come dimostrato dall’incremento dello spazio occupato da «Univers V.O. » (Universo Veicoli d’Occasione)”. Una soddisfazione la sua che viene alimentata anche dal fatto che i riscontri ottenuti vanno a coronare l’impegno col quale fin dal 2015 FIEV e FFC hanno cercato di coinvolgere tutte le as-

sociazioni professionali e i loro associati con l’obiettivo di mettere al centro dell’edizione 2017, al fine di porre quest’ultima le sfide della filiera. Uno dei risultati di questo impegno è un evento totalmente ripensato per consentire agli operatori di “riparare oggi e preparare il domani“. Gli organizzatori hanno immaginato un contenuto e degli eventi collaterali che, in linea con le aspettative degli operatori, ruotavano intorno a tre temi portanti: la riduzione delle emissioni inquinanti, il miglioramento del comfort e la sicurezza con l’automatizzazione della guida e la necessità del digitale nelle autofficine di riparazione. A livello internazionale, Equip Auto, ha accolto operatori professionali provenienti complessivamente da 56 paesi. La prossima edizione si svolgerà sempre a a Paris Expo Porte de Versailles dal 15 al 19 0ttobre.

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Mobilità sostenibile]

La trasformazione aftermarket è un’opzione Ecogas sottolinea che anche così si combatte l’emergenza smog Se ancora fosse stato necessario, le ultime settimane del 2017 hanno confermato che per molte aree dell’Italia il problema dello smog sta assumendo le caratteristiche di una vera e propria emergenza. Tra le altre, si parla già apertamente di emergenza smog causata dalla combinazione di alte temperature e assenza di precipitazioni per il bacino padano. Per cercare di contrastare il fenomeno dal 1 ottobre scorso Emilia Romagna e Lombardia hanno dato il via a misure strutturali antismog che, per la prima volta vengono condivise con Piemonte e Veneto, grazie a un accordo firmato a Bologna il 9 giugno scorso. Misure emergenziali sono state attivate nella maggior parte dei 30 Comuni dell’Emilia Romagna coinvolti nel Piano Aria, ma anche in molte province e località della Lombardia, in Piemonte e in Veneto. Questo lo scenario nel quale va inquadrato l’intervento del Consorzio Ecogas, che riunisce gli operatori dei settori GPL e metano per auto. In occasione dell’ultimo Motorshow, svoltosi a Bologna dal 2 al 10 dicembre scorsi, il Consorzio ha deciso di mettere a disposizione di tutti gli interessati le informazioni sull’autotrazione a gas con il chiaro intento di enfatizzare il fatto che i veicoli alimentati a GPL e metano possono consentire di circolare liberamente e, ancor prima, di ricordare agli automobilisti che la trasformazione a GPL e metano può essere effettuata presso oltre 6.000 officine specializzate in tutta Italia. La ricerca Green economy e veicoli stradali realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha stabilito che “le auto a gas offrono performance ambientali migliori rispetto a quelle garantite dalle auto tradizionali con standard avanzati: dal 10 al 20% in meno di CO2 rispetto a un’auto a benzina, quasi l’80% in meno di Nox e il 40% di PM10 rispetto a un’auto

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diesel Euro 6”. Tanto più che “l’investimento affrontato per la trasformazione potrà essere recuperato in tempi brevi. Il risparmio sul pieno è molto elevato e può arrivare anche fino al 60%. Abbiamo calcolato che un’auto che percorre 20.000 km all’anno con un consumo di 10 km/litro, ammortizza la maggior spesa in meno di 12 mesi”, come sottolinea Alessandro Tramontano, presidente del Consorzio Ecogas. Notizie come quella relativa all’annuncio fatto da Toyota al recente Salone di Tokyo del lancio per il mercato giapponese di un taxi ibrido a GPL o quella relativa all’immissione sul mercato italiano della versione a GPL per la gamma ibrida Suzuki vengono giudicate dal Consorzio come due ottimi esempi di utilizzo della tecnologia a favore della mobilità sostenibile in quanto possono amplificare i benefici per l’ambiente e anche per il portafoglio. Tuttavia

Ecogas ricorda anche che l’automobilista intenzionato a usufruire dei vantaggi offerti dalla propulsione elettrica e da quella a gas unite ha a disposizione anche un’altra possibilità: la trasformazione in after market L’opzione trasformazione aftermarket Risale, infatti, al 5 novembre 2013 la circolare della Motorizzazione 27253, che regolamenta l’omologazione e l’installazione di sistemi di adattamento GPL e metano per i veicoli ibridi già in circolazione. Il documento prende atto del fatto che risultano sempre più numerose le richieste di trasformazione dell’alimentazione di veicoli ibridi ad alimentazione GPL/CNG. “Come noto, evidenzia, infatti, la circolare, i veicoli ibridi in circolazione sono dotati di propulsione meccanica ricavata da un carburante di consumo e da un dispositivo per

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Mobilità sostenibile] l’immagazzinamento dell’energia elettrica. In previsione di istanze da parte dell’utenza tese ad ottenere l’autorizzazione alla circolazione di veicoli ibridi con l’installazione di impianto a gas LPG/CNG si rende necessario chiarire la procedura da seguire per la loro omologazione”. Attualmente sono già in commercio impianti per la trasformazione a GPL in after market regolarmente omologati come previsto dalla Circolare adatti a molti modelli ibridi in commercio. Le procedure di collaudo presso gli UMC della Motorizzazione rimangono invariate rispetto a quelle già stabilite per i veicoli a benzina e la modifica all’alimentazione del veicolo viene quindi annotata sulla carta di circolazione. “Rappresentano un ottimo modo per ridurre al minimo la quantità di inquinanti emessi in atmosfera e al contempo risparmiare davvero tanto”, sottolinea Alessandro Tramontano, presidente del Consorzio Ecogas. “Questo vale soprattutto per chi non si muove solo in città, ambiente dove la trazione ibrida è particolarmente conveniente. Infatti, sui percorsi extraurbani arriva in soccorso il gas.”

del Ministero dell’Ambiente, Direzione generale per il clima e l’energia, Divisione II. Viene infatti data la possibilità di convertire a gas usufruendo dell’incentivo statale anche gli automezzi privati Euro 4 alimentati a benzina, mentre vengono esclusi gli Euro 2. La decisione è stata presa di comune accordo con il Comune di Parma capofila della Convenzione di oltre 680 Comuni, che aderiscono all’iniziativa considerando l’attuale parco auto circolante

Gli incentivi Icbi aprono agli Euro 4 Dallo scorso 16 novembre sono in vigore i nuovi ecoincentivi ICBI per trasformare a metano e GPL gli autoveicoli, come stabilito dal decreto direttoriale n. 509 dell’8 novembre

La fotografia del parco circolante alternativo In Italia circolano 3.249.122 autovetture alimentate grazie a propulsioni e carburanti alternativi. Di queste 2.211.368 (5,84%) sono a doppia alimentazione benzina – GPL, 911.246 (2,41) a doppia alimentazione benzina – Metano, 117.433 (0,31%) sono ibride benzina, 5.743 (0,02%) elettriche e infine 3.332 (0,01%) ibride gasolio. Tutte insieme rappresentano l’8,58% del circolante, che è pari a 37.876.138 unità. In crescita, rispetto al 2016, quando su un circolante autovetture di 37.351.233 di unità, le alternative valevano l’8,33%. I dati, di fonte Aci e aggiornati al 31 dicembre 2016, sono stati diffusi dal Centro Studi del Consorzio Ecogas, che ha stilato anche la classifica delle Regioni italiane. I primi gradini del podio per numero di autovetture alternative circolanti sono occupati dall’Emilia Romagna Circolante autovetture “alternative” con 513.805 unità, seguita dalla Lombardia a quota 421.185 e dal Veneto con 335.130 unità. Seguono la Campania (317.465), Alimentazione Unità al Unità al il Lazio (284.216), il Piemonte (268.808), la Toscana (235.366), 31/12/2015 31/12/2016 le Marche (183.962), la Puglia (178.884) e la Sicilia (130.922). 2.137.078 2.211.368 Fanalini di coda Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Molise e Valle GPL d’Aosta. Se si considera invece il circolante con propulsioni Metano 883.190 911.246 ecologiche in rapporto al totale, al primo posto si conferma 82.381 117.433 l’Emilia Romagna con il 18,31%, seguita dalle Marche con il Ibride benzina 18,30, dall’Umbria con il 12,77 e dal Veneto con il 10,95. Sopra Elettriche 4.584 5.743 la media nazionale dell’8,58% anche Toscana (9,61), Abruzzo Ibride gasolio 2.967 3.332 (9,52), Campania (9,37) e Piemonte (9,32).In fondo alla classiTotale 3.110.200 3.249.122 fica Calabria, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle d’Aosta.

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e le zone di interdizione al traffico per alcune tipologie di vetture, regolate da comune a comune con differenti criteri. Le risorse residue disponibili - quasi 900mila euro - sono assegnate cumulativamente alle azioni previste e non c’è quindi alcuna ripartizione tra le tipologie di contributo erogate, che sono le seguenti: Incentivo 500 euro (350 euro a carico del fondo ICBI e 150 euro a carico dell’officina richiedente) per installazione impianti GPL su automezzi privati Euro 3 – 4 alimentati a benzina Incentivo 650 euro (500 euro a carico del fondo ICBI e 150 euro a carico dell’officina richiedente) per installazione impianti metano su automezzi privati Euro 3 – 4 alimentati a benzina Incentivo 750 euro per installazione impianti GPL su veicoli commerciali Euro 3-4-5 alimentati a benzina Incentivo 1.000 euro per installazione impianti metano su veicoli commerciali Euro 3-4-5 alimentati a benzina Incentivo 750 euro per installazione impianti GPL su veicoli commerciali con alimentazione diesel Incentivo 1.000 euro per installazione impianti metano su veicoli commerciali con alimentazione diesel. Dopo il 16 novembre scorso le autovetture di tipologia Euro 2 potranno ricevere l’incentivo ICBI solo se prenotate presso le officine entro la data del 15 novembre 2017. Per usufruire dell’incentivo il cittadino residente in uno dei 680 Comuni aderenti ad ICBI deve recarsi presso uno degli installatori aderenti all’iniziativa per la trasformazione del veicolo e l’officina, dopo aver verificato che veicolo ed intestatario della Carta di circolazione siano in possesso dei requisiti necessari, provvede a prenotare via internet il contributo tramite la procedura messa a disposizione sul sito www. ecogas.it. Il beneficiario fruisce dell’incentivo tramite uno sconto riportato direttamente in fattura. Dal 2001 a oggi l’iniziativa ICBI, che è una delle misure messe in atto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per ridurre l’inquinamento atmosferico ha reso possibile l’erogazione di oltre 44 milioni di euro di ecoincentivi per effettuare la conversione a GPL e metano.


Efficienza energetica]

Finanziare la riqualificazione degli edifici

Il settore privato ha un ruolo fondamentale nel raggiungimento dei target fissati per il 2030. A questo proposito una delle criticità da superare è quella di individuare nuove forme e strumenti per finanziare i necessari interventi di ristrutturazione profonda Dopo aver raggiunto con quattro anni di anticipo l’obiettivo Ue 2020 sulle rinnovabili, l’Italia rischia di arrivare in ritardo all’appuntamento con il raggiungimento dei target di decarbonizzazione da conseguire entro il 2030. A sollevare la questione è stato lo stesso Enea già a inizio anno nella prima Analisi Trimestrale del Sistema Energetico. Dopo aver rilevato che nel 2016 i consumi di energia primaria sono rimasti stabili rispetto al valore del 2015 (circa 163 Mtep (Mega Tep), al netto delle biomasse negli usi civili), mentre i consumi finali di energia sono aumentati di circa un mezzo punto percentuale, per effetto della ripresa dei consumi industriali, nel documento l’Enea considera “significativo che in entrambi gli ultimi due anni nei quali la variazione del PIL è tornata positiva (sia pure a tassi inferiori all’1% annuo), è tornata positiva anche la variazione dei consumi di energia. Si tratta di un segnale che nella forte contrazione dei consumi di energia dell’ultimo decennio, quasi il Figura 1

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-20% rispetto ai massimi, il ruolo principale lo ha avuto la crisi economica, mentre l’auspicato disaccoppiamento tra crescita economica e consumi energetici ha avuto un ruolo minore. Se questo dato si conferma sembra difficile prefigurare ulteriori riduzioni dei consumi energetici in presenza dell’auspicato ritorno della crescita economica su valori stabilmente positivi. Nel 2015, il consumo energetico del settore residenziale è stato pari a 32,5 Mtep con un incremento del 10,0% rispetto al 2014 (figura 1). Il gas naturale è la principale fonte energetica: assorbe oltre il 50% dei consumi energetici del settore, seguito dalla legna (19,5%) e dall’energia elettrica (17,5%). Nel 2015, il settore ha fatto registrare un aumento dei consumi di tutte le fonti energetiche osservate: in particolare, rispetto al 2014 il consumo di legna è aumentato del 12,8%, quello di gas naturale del 12,1% e quello di calore del 11,0%”. Un altro aspetto da sottolineare è che il settore residenziale è la principale fonte di


Tabella 1

domanda di gas naturale in quanto questa è la scelta preferita per gli usi domestici nei nuovi edifici. Proprio per questo motivo il raggiungimento dell’obiettivo della riduzione dall’84% al 67% della dipendenza del nostro Paese dalle importazioni di gas naturale fissato dalla Stratega Energetica nazionale passa in misura importante anche attraverso la riqualificazione degli edifici residenziali. Una criticità è la vetustà del patrimonio immobiliare A questo proposito la prima difficoltà con cui occorre fare i conti è, a dispetto della accresciuta offerta di edifici in classe A, che il nostro patrimonio edilizio è in larga maggioranza molto datato. Uno studio condotto da Immobiliare. it nel 2016 ha permesso di stabilire che, nonostante la crescente diffusione delle certificazioni energetiche e la crescente disponibilità di edifici in classe energetica A, il 58,4% delle abitazioni esistenti nel nostro paese risale a prima del 1977, anno nel quale vennero introdotte le prime norme legate al risparmio energetico nell’edilizia, il 27,4% è stato ostruito tra 1978 e il 2000 e solo il restante 14,2 è di costruzione successiva al 2000 e, quindi, soddisfa standard più elevati di efficienza energetica. Per riuscire a rispettare la roadmap di decarbonizzazione europea, che ha l’obiettivo di ridurre entro il 2050 i consumi di energia dell’80-95% rispetto al 1990, in tutta Europa e, quindi, anche in Italia la riqualificazione annua degli edifici dovrebbe essere procedere al ritmo del 3% de-

gli edifici all’anno, molto al di sopra dell’attuale 1,2%. Gli investimenti da sostenere nell’area europea sono stimati in circa 177 miliardi di euro all’anno, di cui circa 87 solo nel settore delle abitazioni private. Anche il Piano di Azione per l’Efficienza Energetica di riqualificazione predisposto da ENEA ed emendato dal Ministero dello Sviluppo Economico con la consultazione del Ministero dell’Ambiente e la Conferenza Stato Regioni indica il 3% come tasso di riqualificazione annuo degli edifici. Per promuovere la riqualificazione energetica degli edifici in Italia sono state introdotte una varietà di misure normative e strumenti economici, dagli incentivi fiscali (la riduzione dell’imposta sul reddito personale e societario concessa a seguito di azioni volte a incrementare l’efficienza energetica), al conto termico destinato agli edifici, fino al sistema dei certificati di efficienza energetica. La già citata Analisi Trimestrale del Sistema Energetico predisposta da Enea rivela che tra il 2007 e il 2016 sono stati circa 3 milioni gli interventi incentivati tramite le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, per un valore di quasi 32 miliardi di euro investiti da parte delle famiglie. Questo ha consentito di raggiungere nel periodo 2007- 2016 un risparmio complessivo di energia primaria e finale pari a circa 1,08 Mtep/anno (Tabella 1). Nonostante queste misure abbiano innegabilmente avuto una ricaduta positiva a detta di molti esperti e addetti ai lavori, non sono riuscite a promuovere una riqualificazione profonda degli

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Efficienza energetica] edifici. Tale cioè, da prevedere lo svolgimento di attività necessarie al perseguimento dell’obiettivo di decarbonizzazione. Basti pensare al riguardo che nel settore privato le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche utilizzate per interventi di isolamento hanno raggiunto un volume stimato nell’ordine delle centinaia di milioni di euro l’anno. Analogamente, nei primi anni di vita il Conto Termico – il contributo economico a sostengo delle spese sostenute per impianti termici, fonti termali e la riqualificazione degli edifici, che è destinato soprattutto alla Pubblica Amministrazione - non ha conseguito risultati rilevanti nell’incentivazione del patrimonio pubblico e anche dopo il suo aggiornamento l’impegno di spesa massimo resta limitato a 200 milioni di euro l’anno. Da quanto fin qui esposto emerge che sono necessari investimenti significativi per finanziare l’efficienza e la riqualificazione energetica degli edifici e dell’industria in genere in modo da riuscire a raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia entro il 2030. Altrettanto evidente è che il settore privato svolgerà un ruolo chiave e che uno dei nodi che il nostro Paese e non solo deve affrontare è quello di riuscire a mobilitare delle risorse finanziarie anche private a sostegno degli interventi di riqualificazione. E proprio promuovere investimenti e finanziamenti su vasta scala in favore dell’energia sostenibile è lo scopo con il quale vengono organizzati in tutta Europa i Sustainable Energy Investment Forums (SEI Forums) sono organizzati in tutta Europa. I Forum

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si basano sul lavoro del European Energy Efficiency Financial Institutions Group (EEFIG) e mirano a coinvolgere il settore finanziario, le autorità pubbliche e tutte le parti interessate coinvolte nella realizzazione di investimenti nel settore dell’energia sostenibile. Uno dei più recenti è stato organizzato a Milano lo scorso 16 novembre. Il workshop “Finanziare la riqualificazione energetica degli edifici in Italia, Croazia e Slovenia” è stato promosso dalla Commissione Europea in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, l’ENEA, l’Associazione Bancaria italiana e l’UN Environmental Finance Iniziative. L’incontro finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea è stata anche l’occasione per condividere le migliori pratiche per il finanziamento della riqualificazione energetica degli edifici proprio attraverso l’utilizzo di fondi privati e di strumenti finanziari innovativi. Serve uno sbocco dei finanziamenti privati Lo sblocco dei finanziamenti privati per gli investimenti nell’efficienza energetica viene infatti riconosciuto come fondamentale in vista del raggiungimento degli obiettivi della Energy Union e del garantire il necessario sostegno alla transizione verso un sistema di energia pulita, in particolare per la riqualificazione degli edifici. Con il pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei” adottato il 30 novembre 2016, la Commissione Europea ha provato a istituire una politica e un quadro normativo chiari, stabili e tali


da generare prevedibilità e trasmettere segnali precisi in modo da stimolare gli investimenti e raggiungere quei 177 miliardi di Euro in più all’anno che saranno necessari per il periodo 2021-2030 e accedere ai benefici derivanti dal conseguimento dei target prefissati: occupazione e crescita sostenibile, minori costi energetici, salute, comfort e sicurezza nell’approvvigionamento energetico. In aggiunta alla definizione di un corretto quadro normativo, la finanza dell’UE è la chiave per mobilitare gli investimenti in efficienza energetica. Tra il 2014 e il 2020 gli European Structural and Investment Funds (ESIF), supportati da ficompass – una piattaforma per servizi di consulenza sugli strumenti finanziari nell’ambito dei fondi ESIF – investiranno 18 miliardi di Euro in efficienza energetica negli edifici pubblici, residenziali e nelle imprese. Anche la Banca Europea per gli Investimenti gestisce una serie di fondi per l’efficienza energetica. L’European Fund for Strategic Investments (EFSI) è uno strumento fondamentale per smuovere finanziamenti privati in progetti energetici (il 24% di tutti i progetti finanziati). L’European Investment Advisory Hub (EIAH) fornisce servizi di consulenza e assistenza tecnica allo scopo di rafforzare gli investimenti e il contesto economico europeo. L’European Local Energy Assistance (ELENA) fornisce sovvenzioni per l’efficienza energetica, energia rinnovabile distribuita e progetti e programmi di trasporto urbano. Istituito nel 2009, Elena ha assegnato

circa 100 milioni di Euro di sostegno EU, stimolando un investimento stimato di circa 4 miliardi di Euro sul territorio. Infine, il bando sull’efficienza energetica del programma Horizon 2020 fornisce anche fondi per progetti nell’ambito degli investimenti in energia sostenibile, compreso l’assistenza per lo sviluppo di progetti, schemi di finanziamento innovativi, servizi integrati di riqualificazione di abitazioni e mainstreaming del finanziamento dell’efficienza energetica. In particolare, nel workshop svoltosi a Milano si è parlato tra l’altro di green e circular economy, di incentivazione del “green value” del mercato immobiliare e di alcune nuove iniziative di finanza innovativa per l’efficientamento energetico. Tra queste la Energy Efficient Mortgages Initiative che, attraverso specifiche condizioni di finanziamento, mira a incentivare i proprietari di immobili a migliorarne l’efficienza energetica e gli acquirenti a comprare una proprietà già energeticamente efficiente. Un’altra iniziativa molto interessante è BuildInterest, un progetto finanziato da Horizon 2020 che mira a rafforzare la fiducia degli investitori nella sostenibilità dei progetti di efficienza energetica creando un link tra politiche pubbliche, investitori e aziende innovative. Una delle tre piattaforme che al momento formano qs uesto network è l’italiana Build Lab che opera in connessione con Green Buildinvest Initiative, coordinata da Duurzaam Gebouwd (Olanda) ed Euroequity coordinata da BPI France (Francia).

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Mercato energia]

Utenti e mercato libero, prevale la diffidenza

Una survey di Wekiwi conferma che una delle criticità con cui si scontra il mercato libero dell’energia è il timore di cadere vittima di truffe o altre esperienze spiacevoli che ancora blocca molti italiani Sempre più digitalizzati e always on. Questo il ritratto più ricorrente degli italiani che a detta di sempre più numerosi studi e ricerche sono sempre più trasformati nel proprio stile di vita dall’impatto del web e delle tecnologie digitali. Ad essere rivoluzionato è il processo di acquisto dei beni di largo consumo. Ma non solo. Almeno a giudicare dalla survey on line realizzata da Wekiwi, il primo fornitore online italiano 100% digital di energia e gas naturale, con l’obiettivo di delineare le funzionalità

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e individuare le aspettative digitali attese dal consumatore italiano nel mercato libero dell’energia. La ricerca cade in un momento particolare. Il 1° luglio 2019 sancirà infatti la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas e questo significa che anche i consumatori italiani dovranno attrezzarsi per fare le loro scelte. Il primo obiettivo dell’indagine è stato capire come e quanto gli italiani utilizzano il web e in generale gli strumenti digitali per scegliere un nuovo fornitore di energia. Dall’indagine che è stata divulgata con il supporto di alcuni siti di comparazione online (LuceGas.it, Altrabolletta.it) e dell’associazione dei consumatori Codici è emerso il ritratto di un consumatore interessato a sfruttare la propria competenza nell’uso del web anche nell’ambito delle forniture energetiche, che, però, non è abbastanza fiducioso sulla possibilità di non aprire la strada a disguidi, fastidi ed esperienze sgradevoli. In sostanza, la survey evidenzia una certa difficoltà dei clienti italiani a muoversi in un mercato in cui convivono offerte competitive ed offerte regolate. Dai 500 questionari online raccolti è emerso, infatti, che il 70% degli intervistati si dichiara interessato a valutare nuove offerte di fornitura di energia. In molti però riconoscono di essere frenati dalla paura di essere truffati e ben il 60% teme di essere vittima di continue sollecitazioni commerciali attuate dagli operatori di settore. Tanto più che il 57% del campione ha sostenuto di trovarsi bene con il fornitore storico. Come in altri settori economici, anche in questo trova conferma la rilevanza attribuita all’utilità del web o del passa-parola. Dalla survey è emerso che il 61% dei rispondenti adopererebbe siti di comparazione online per valutare l’offerta, il 40% si fiderebbe del consiglio di una perso-


na conosciuta (in tale ambito anche il supporto di un’associazione dei consumatori può svolgere un ruolo importante), il 33% ricercherebbe le offerte sui siti delle compagnie che conosce di più. Solo una minoranza del campione si affiderebbe al numero verde dell’operatore desiderato (15%) o al supporto di un punto vendita fisico o sportello (24%). Un altro dato interessante è che solo il 9% del campione analizzato nella ricerca di Wekiwi si affiderebbe ai fornitori che fanno pubblicità televisiva, mentre i dati raccolti evidenziano come il web in termini di fiducia risulti rassicurante. L’80% dei rispondenti effettua ricerche online attraverso i motori di ricerca per consultare i siti di comparazione delle offerte e i siti dei fornitori. Emerge inoltre un comportamento ben definito e condiviso da circa il 60% dei rispondenti che è quello di consultare in diversi step temporali i siti di comparazione e quelli dei fornitori, gli uni prima o dopo degli altri, per confermare la scelta effettuata. Lo scenario emerso evidenzia un settore in evoluzione, che può migliorare di certo nelle modalità di comunicazione, ma che trova già nel web condizioni soddisfacenti di supporto alla clientela e interessanti ed apprezzate opportunità di confronto e di comparazione delle offerte. Tanto è vero che solo una quota minoritaria di potenziali clienti sostiene di aver bisogno di accompagnare le ricerche e le consultazioni on line con il ricorso a un’assistenza telefonica. Anzi il 54% dichiara di non richiedere mai o quasi mai assistenza telefonica. Sul fronte delle attese del consumatore dalla survey emerge che semplicità, trasparenza e chiarezza sono i tre requisiti fondamentali richiesti dal consumatore e che tra le funzionalità più apprezzate figurano app, area riservata, fattura sintetica con grafici e dati di sintesi.

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Mercato Energia Scenari]

L’impatto della disruption digitale sull’energia Com’è accaduto anche in altri settori, l’impatto del digitale è destinato a rivoluzionare la filiera dell’energia e pone numerose sfide agli operatori della filiera. Questo il messaggio che arriva dal primo Digital Report presentato in Italia Sempre più spesso capita di imbattersi nel termine “Digital Energy” che più che a un concetto di utilizzo delle tecnologie digitali per controllare i consumi di energia rimanda, o almeno dovrebbe, alla digitalizzazione in atto di tutte le fasi che caratterizzano la filiera dell’energia, dalla produzione alla vendita. “Il futuro dell’energia è digitale e l’energia è il prossimo settore in cui la disruption digitale colpirà”, ha infatti affermato Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano presentando lo scorso 23 novembre a Milano il Primo

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Digital Energy Report in Italia. “Se le aziende di tutta la filiera non modificano in maniera profonda il loro assetto rischiano di scomparire”, ha proseguito Chiesa avvertendo che “bisogna resistere alla tentazione di privilegiare soluzioni ‘energy only’, che sono redditizie nel breve periodo, mentre è nelle architetture complesse che la trasformazione digitale dell’energia trova la propria massimizzazione”. La digital energy, infatti, ormai permea in profondità tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla vendita ed è a tutti gli effetti il fattore che abilita l’ecosistema dei prodotti e dei


servizi smart da cui ormai sono caratterizzati le reti, i sistemi produttivi e quelli di consumo dell’energia. Ma come è fatta e come si declina un’architettura digitale? Come si quantificano i benefici, anche intangibili, conseguenti alla sua adozione? Quali sono le opzioni di sviluppo che le soluzioni digitali abilitano per i possibili utilizzatori? Queste le domande a cui il Digital Energy Report cerca di rispondere con l’obiettivo di favorire la comprensione della reale portata del fenomeno e di contribuire a definire il perimetro di azione della digitalizzazione nell’ambito energetico, in modo da offrire i primi elementi per valutarne anche la redditività economica nei diversi ambiti di applicazione, dal manufacturing e building alla produzione di energia da fonti rinnovabili. “Le sfide della digital energy per gli attori della filiera sono molte – h spiegato al riguardo Vittorio Chiesa - sia sul piano tecnologico, perché è ancora lunga la strada da percorrere per rendere fruibili e sfruttabili molti dei benefici intangibili, sia soprattutto sul piano dei modelli di business vincenti, che andrebbero rapidamente identificati e adottati. Infatti, se le aziende non modificano in maniera profonda il loro assetto rischiano di essere soggetti a fenomeni di disruption, come in ogni settore dove sia entrata prepotentemente la digitalizzazione. Allo stesso tempo è quanto mai interessante, particolarmente in Italia, tenere sotto controllo le startup, non soltanto per la ventata di novità che possono portare in un settore caratterizzato da un elevato grado di maturità, ma anche perché proprio da queste potrebbe arrivare il nuovo incumbent della digital energy”. Parlare di digital energy significa parlare di architetture complesse che oltre ai sistemi hardware e software per il monitoraggio e l’azionamento dei diversi impianti energetici comprendono i sistemi di trasmissione dei dati e l’intelligenza necessaria alla loro elaborazione. Gli apparati fisici che abilitano la trasformazione digitale sono prodotti intelligenti interconnessi che offrono nuove funzionalità e che vengono chiamati IoT, Internet of Things. La vera innovazione però non consiste nella semplice connettività dell’oggetto, ma nella possibilità di interagire con altri oggetti o con l’uomo. Per ciascuno dei tre ambiti investigati - Smart Energy & Grid, Smart Manufacturing e

Smart Building – il Report analizza le possibili, reali, architetture digitali e i vantaggi della digitalizzazione, approfondendo le soluzioni tecnologiche implementabili e la loro sostenibilità economica. I limiti delle soluzioni energy only A convincere Vittorio Chiesa a invitare gli operatori della filiera a non puntare sulle soluzioni “energy only” è la constatazione che esse assicurano una maggiore redditività perché sono focalizzate a ottimizzare i benefici tangibili legati al risparmio energetico, ma il prezzo da pagare è una riduzione del potenziale di sfruttamento della trasformazione digitale dell’energia, che trova invece nelle architetture “full enabler” la propria massimizzazione. “Vi è dunque il rischio - mette in guardia Chiesa - che una visione di breve periodo sposti la maggior parte degli investimenti verso soluzioni ‘energy only’, sicuramente efficienti dal punto di vista economico ma meno adatte, soprattutto in contesti quali lo Smart Manufacturing, a garantire quel salto in termini di produttività che invece la quarta rivoluzione industriale promette di portare nel Paese”. La flessibilità è un fattore di successo Una delle conseguenze dell’evoluzione culturale connessa alla visione integrata energetica-di-

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Mercato Energia Scenari] gitale è che sono molti gli attori che si sono già affacciati, alcuni per la prima volta, nel mondo energy allargando il proprio ventaglio di offerta. La chiave di successo condivisa tra i vari operatori sembra infatti essere l’alto livello di flessibilità della soluzione digitale offerta: l’adattabilità delle infrastrutture per la raccolta dei dati e della loro trasmissione, così come quella degli strumenti di analytics, sono fondamentali per la penetrazione in contesti assolutamente eterogenei.

Ma come avviene la raccolta e l’analisi dei dati? Sono essenzialmente due gli scenari possibili: apparati fisici che abilitano la digitalizzazione e sono già integrati in macchinari o impianti di ultima generazione, oppure, vengono inseriti in un secondo momento. A rendere possibile la raccolta dati è l’interfaccia con sistemi come Scada (Supervisory Control And Data Acquisition) o PLC (Programmable Logic Controller). Una volta acquisiti, i dati vengono indirizzati verso piattaforme di immagazzinamento locali (come software e server aziendali) oppure in Cloud, con lo scopo di aggregarli e potervi accedere con facilità.

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Quanto all’”intelligenza”, può essere posta in coda al framework (intelligenza bottom) o in testa (intelligenza edge),. La differenza principale tra le due modalità è che la prima comporta un’ingente mole di dati trasmessi e una potenza di trasmissione e immagazzinamento onerosa, la seconda prevede una pre-elaborazione del dato che viene trasmesso “pulito” diventando strumento diretto degli Analytics dell’ultimo blocco. Le capacità dei prodotti interconnessi spaziano così dal più semplice monitoraggio delle condizioni di funzionamento di un asset, con la segnalazione di eventuali anomalie, al controllo, all’ottimizzazione, fino allo sviluppo di una certa autonomia del prodotto. Software evoluti infatti consentono di decifrare in modo sempre più accurato le informazioni contenute nei Big Data, creando nuove opportunità di business legate alla condivisione dei dati stessi, ma anche a quella dei risultati delle elaborazioni numeriche. Le soluzioni per la Smart Energy & Grid Per decenni il settore energetico è stato caratterizzato da economie di scala, produzioni centralizzate e reti di trasmissione e distribuzione di proprietà pubblica. La continua crescita della generazione di energia di tipo rinnovabile ha però portato a profonde trasformazioni della rete e alla nascita di un nuovo modello della generazione distribuita che richiede al contrario sempre maggiore “intelligenza” e capacità di operare in maniera attiva da parte dei sistemi di generazione e anche della rete, in modo da modulare con sempre maggiore frequenza e flessibilità produzione, trasmissione e distribuzione di energia. Sul fronte della Smart Energy le soluzioni digitali sembrano avere i requisiti di disponibilità commerciale e sostenibilità economica per trovare una più che adeguata diffusione nel mercato italiano. Se opportunamente modulata, con soluzioni “light” per le realtà di più piccole dimensioni e soluzioni “heavy” nel caso di operatori che possano ragionare in ottica multiimpianto, la scelta di soluzioni digitali per la gestione della generazione di energia appare vincente, non soltanto per il proprietario o per il gestore dell’impianto, che ne ottiene un beneficio economico diretto, ma anche per il siste-


ma elettrico nel suo complesso, che guadagna in termini di affidabilità e flessibilità nella fase di generazione. Il processo di consolidamento e maturazione industriale, che caratterizza questa fase di sviluppo del mercato italiano, rappresenta il contesto ideale per la diffusione delle soluzioni digitali. Numerosi anche i benefici intangibili, in aggiunta a quelli tangibili, spesso direttamente proporzionali alla complessità dell’architettura. Le soluzioni per lo Smart Manufacturing In ambito industriale, sia nelle grandi imprese che nelle Pmi la digitalizzazione è sempre più accelerata. Le nuove tecnologie consentono di avere accesso a dati e informazioni che tuttavia necessitano di essere interpretati con un linguaggio comune, trasformando il dato in sé in opportunità di sviluppo e di business. Il Piano Industria 4.0, avviato a settembre 2016 con una dotazione di 13 miliardi di euro tra il 2017 e il 2020, ha proprio lo scopo di stimolare la trasformazione digitale delle imprese manifatturiere, rendendole competitive in un mercato in continua evoluzione. Le tecnologie incluse nel Piano spaziano dalla raccolta dati, alla robotica, all’automazione avanzata e hanno quindi uno spettro più ampio rispetto a quanto affrontato nel Rapporto, vantando possibili impatti anche sulla produttività, sulla qualità di lavorazione, sulla sicurezza, sulla logistica. In ambito industriale, la valutazione della sostenibilità economica dei casi di implementazione di soluzioni digital è stata affrontata supponen-

do due diversi scenari di adozione, che tenessero conto dello stato dell’impresa al momento dell’introduzione delle nuove tecnologie. Il primo sé più “evoluto” con la presenza di un sistema informativo up-to-date (compatibile quindi con applicazioni distribuite e non soggetto a particolari vincoli di legacy) e di un sistema di monitoraggio del tipo Sge (Sistema di Gestione dell’Energia, ossia dispositivi che consentono di massimizzare l’efficienza energetica dei processi industriali). Il secondo scenario è caratterizzato da un sistema informativo standard e non dispone di un sistema di monitoraggio Sge. Ciò significa che si rendono necessarie notevoli modifiche anche a livello hardware per l’integrazione di nuovi strumenti di misura e l’installazione di un sistema di comunicazione sicuro ed efficace. I casi studio relativi all’ambito Smart Manufacturing analizzati all’intern del Digital Energy Rpoert si sono focalizzati sui settori in cui risulta più diffusa l’implementazione di soluzioni digital: Ceramica, Componentistica per Automotive e Tessile, che contano in Italia oltre 22.000 imprese attive a inizio 2017 e generano un fatturato complessivo di circa 150 miliardi di euro, poco più del 20% del volume d’affari «cubato» dall’intero comparto manifatturiero italiano. Anche le soluzioni digitali per lo Smart Manufacturing sembrano avere i requisiti di disponibilità commerciale e sostenibilità economica per trovare una più che adeguata diffusione nel mercato italiano. Il Piano Industria 4.0 e i suoi effetti positivi sulla redditività rappresenta un indubbio volano a questa tipologia di investimenti, che hanno comunque dei “fondamentali” economici solidi. Se però ci si limita alla quantificazione tangibile dei benefici, la redditività

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Mercato Energia Scenari] percentuale delle soluzioni a più basso investimento (l’architettura “basic”) può rappresentare una tentazione forte per il mondo del manifatturiero, ma ciò rischia di privilegiare la visione di breve termine rispetto a quella di lungo, che invece privilegia le architetture “advanced”, in grado di massimizzare gli altri benefici, quelli intangibili. Può essere interessante provare a isolare il contributo dell’efficienza energetica per comprendere se e quanto questa variabile da sola sia in grado di spiegare il razionale economico di adozione. Se si guarda ad esempio alle architetture “basic”, la media della redditività complessiva è pari al 59% nello scenario “con Sge” e al 51% in quello “senza Sge”. Se si considera invece la sola componente energetica, i valori scendono rispettivamente al 52% e al 49%, con una differenza contenuta (tra 2 e 7 punti percentuali) che indica la rilevanza della variabile energia nella sostenibilità economica dell’investimento. Situazione analoga si ritrova nell’architettura “intermediate” e “advanced”. Questo dimostra che la componente energetica pesa decisamente nella redditività degli investimenti. Pur con tutti i distinguo del caso (si sono scelti settori ad elevato peso della componente energia, che è per sua natura tra le più semplici da quantificare ed è quindi stata inclusa nel calcolo a discapito di altri effetti, più complessi da quantificare e da generalizzare) il fatto rappresenta comunque un segnale molto positivo, proprio perché costituisce una sorta di “baseline” dell’investimento, sulla quale gli investitori possono contare e rispetto alla quale gli effetti addizionali, siano essi tangibili o intangibili, hanno un ulteriore e certo favorevole impatto. Le soluzioni per lo Smart Building Uno Smart Building è un edificio che garantisce la gestione automatica di impianti e sistemi, come quelli per l’illuminazione e la climatizzazione, con particolare attenzione al monitoraggio degli ambienti interni in ottica di risparmio energetico e sicurezza delle persone (ad esempio gli impianti industriali). Il mondo digitale incontra quello dell’efficienza energetica consentendo il monitoraggio, il controllo e la regolazione delle variabili che determinano il funzionamento ottimale degli impianti. Paralle-

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lamente al flusso di energia si genera così anche un flusso di dati funzionale all’ottimizzazione dell’intero sistema e che abilita inoltre una proficua interazione con soggetti esterni come i manutentori. Due sono le architetture studiate nel caso dello Smart Building e nel Rapporto la valutazione della sostenibilità economica dell’implementazione di soluzioni digital è stata affrontata supponendo due diversi scenari di adozione: edifici di nuova costruzione di classe energetica A1 e edifici già esistenti di classe energetica F, per cui è necessario un adeguamento degli impianti (retrofit). I tre casi studio hanno valutato l’applicazione delle tecnologie digital in tre ambiti che si differenziano tra loro per il consumo energetico, elettrico e termico, specifico: Gdo, Ospedale ed Edificio ad uso uffici. Anche le soluzioni digitali per lo Smart Building sembrano avere i requisiti di disponibilità commerciale e sostenibilità economica per trovare una più che adeguata diffusione nel mercato italiano ed è particolarmente interessante come, nonostante una maggior necessità di investimento, lo scenario “retrofit” sia quello con la maggior redditività. Da un lato ciò dipende dal fatto che, applicata a una situazione dove i consumi sono maggiori, l’intelligenza digitale permette risparmi percentualmente maggiori rispetto al caso in cui si parta da un livello di efficienza energetica già elevato. Dall’altro lato, è un segnale importante di come le soluzioni digital per lo Smart Building possano rappresentare un primo e importante passo di efficientamento di un parco edifici che come sappiamo non è tra i più giovani nel nostro Paese. La differenza di redditività nei diversi casi è significativamente correlata all’intensità dei consumi energetici, con Gdo e ospedali avvantaggiati rispetto agli edifici ad uso uffici


Automotive]

Bilancio positivo Per l’industria automotive Stando ai dati preliminari comunicati da Anfia nei primi dieci mesi dell’anno la produzione dell’industria automotive è aumentata del 7,4% ed è trainata sia dalla domanda interna sia dall’export L’indice della produzione industriale del settore automotive registra, ad ottobre, una crescita tendenziale del 10,4%, mentre nei primi 10 mesi la crescita è del 7,4%. Questi i dati preliminari comunicati da Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industriale Automobilistica. L’associazione di categoria ha comunicato che nel mese di ottobre la produzione domestica di autovetture ha superato le 67.000 unità. Rispetto al corrispondente mese del 2016 l’incremento è stato del +9%. Nei primi dieci mesi dell’anno, la crescita tendenziale della produzione di autovetture registra una crescita tendenziale del 6%. Complessivamente sono state prodotte oltre 633.000 vetture. Produzione industriale settore automotive Per il terzo anno consecutivo la produzione del settore automotive evidenzia un andamento positivo. Dopo aver chiuso il 2015 con un incremento del +27% sul 2014, nel 2016, con la sola eccezione del mese di giugno 2016 che ha evidenziato una flessione del -1,3%, l’indice della produzione industriale riferito alla Fabbricazione di autoveicoli, carrozzerie e parti è risultato sempre in crescita, registrando nella media d’anno un incremento del + 7% sul 2015. Il 2017 si era aperto a gennaio con un indice di produzione invariato rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente. Nei mesi successivi la variazione tendenziale è sempre stata positiva, con la sola eccezione del mese di agosto, quanto l’indice è calato del 4%. Particolarmente positivo l’andamento di ottobre quando l’indice della produzione industriale è cresciuto del 10,4% rispetto allo stesso mese del 2016. Nel cumulato dei primi 10 mesi, l’indice della produzione del settore automotive cresce del 7,4%

rispetto allo stesso periodo del 2016. La fabbricazione di autoveicoli (codice Ateco 29.1) vede il proprio indice crescere ad ottobre dell’11,7% e dell’8,7% nei primi dieci mesi; la fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (codice Ateco 29.2) cresce del 10,1% nel mese di ottobre e del 3,9% in gennaio-ottobre; la fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori (codice Ateco 29.3) aumenta del 7,7% nel mese e del 7,2% nel cumulato.

Hanno contribuito a trainare la produzione domestica sia la domanda interna sia quella estera. In Italia il mercato delle autovetture ha registrato una crescita del 6,8% nel mese di novembre e dell’8,7% nei primi undici mesi dell’anno. Nel periodo compreso tra gennaio e novembre 2017, le immatricolazioni del Gruppo FCA hanno una quota del 28,6%. Con la sola eccezione dei veicoli commerciali leggeri anche le

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Automotive] immatricolazioni degli altri comparti, nei primi undici mesi dell’anno gli altri comparti hanno evidenziato un andamento positivo: - veicoli commerciali con ptt fino a 3.500 kg; -0,7%; - autocarri con ptt superiore a 3.500 kg: +7,5%; - autobus con ptt superiore a 3.500 kg: +24%; - rimorchi e semirimorchi con ptt superiore a 3.500 kg: +13,5%; - rimorchi con ptt fino a 3.500 kg; +0,8%

Ordinativi e fatturato del settore Automotive Gli ordinativi totali del settore automotive (dati grezzi, Ateco 29) mostrano un calo tendenziale a settembre 2017 del 2,1%. Questo dato è il risultato della media tra l’andamento del mercato estero, che è calato del 9,1%, e quello degli ordinativi sul mercato interno, che sono cresciuti del +4%. Nel cumulato dei primi nove mesi di quest’anno la crescita tendenziale è del +7,9%, risultato della crescita del +6,6% nel mercato interno e del +9,5% del mercato estero. L’analisi per comparti evidennzia i seguenti incrementi tendenziali: - Fabbricazione di autoveicoli: -5,1% nel mese (+4,5% per il mercato interno, -14,5% per il mer-

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cato estero), +6,6% nel cumulato (+3,9% per il mercato interno, +9,7% per il mercato estero) - Fabbricazione di carrozzerie, rimorchi e semirimorchi: +3,6% (+6,5% per il mercato interno, -0,5% per il mercato estero) e del 12,8% nel cumulato (+8,3% per il mercato interno e +21,1% per il mercato estero) - Fabbricazione di parti per autoveicoli e loro motori: nel mese gli ordini aumentano del 2,5% (+2,8% per il mercato interno, +2,1% per il mercato estero) e nel cumulato crescono del 9,5% (+10,8% per il mercato interno e +7,8% per il mercato estero) Il fatturato del settore automotive nel mese di settembre è cresciuto del +2% e, nel cumulato, del +8,1%. Nello stesso mese i settori produttivi dell’Automotive hanno ottenuto i seguenti risultati di fatturato: - la fabbricazione di autoveicoli ha generato un fatturato complessivo in calo dello 0,1% (la componente interna diminuisce del 2,2%, la componente estera cresce del 2,6%) e nel cumulato cresce del 7,6% (+2,2% per il mercato interno, +14,8% per il mercato estero); - la fabbricazione di carrozzerie, rimorchi e semirimorchi ha registrato un aumento del 12,4% (+11,3% per il mercato interno, +14,4% per il mercato estero) e nel cumulato un aumento del 10,5% (+3,5% per il mercato interno, +24,2% per il mercato estero); - la fabbricazione di componenti genera un aumento del fatturato del 5% nel mese (+5,3% per il mercato interno, +4,5% per il mercato estero) e nel cumulato un aumento dell’8,6% (+11,7% per


il mercato interno, +5% per il mercato estero). Gli scambi commerciali con l’estero Nei primi nove mesi, il valore delle esportazioni di autoveicoli dall’Italia ammonta a 17,6 miliardi di euro, il 5,3% del totale esportato, in

crescita del 13,1%, mentre l’import vale 24,32 miliardi di euro e l’8,2% del totale dell’import italiano, il 10,5% in più rispetto ai primi nove mesi del 2016. Nello scorso mese di settembre, le esportazioni

Il clima di fiducia e le intenzioni di acquisto delle autovetture Lo scorso novembre è stato caratterizzato da un calo del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese. Dai dati Istat emerge che la fiducia dei consumatori è passata da 116,0 a 114,3. Lieve calo (0,3 punti percentuali) anche per l’indice composito del clima di fiducia delle imprese che passa da 109,1 a 108,8. Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in diminuzione seppur con intensità diverse. La componente economica e quella futura registrano un calo più deciso (da 143,3 a 139,2 e da 121,6 a 119,8 rispettivamente), mentre il deterioramento è più contenuto per la componente personale (da 105,9 a 105,7) e corrente (da 111,5 a 110,1). Con riferimento alle imprese, nel mese di novembre segnali eterogenei provengono dai climi di fiducia dei settori indagati. In particolare, il clima di fiducia rimane sostanzialmente stabile nel settore manifatturiero (da 110,9 a 110,8), aumenta nelle costruzioni e nei servizi (i climi passano, rispettivamente, da 130,3 a 132,1 e da 107,7 a 108,2). Infine, il commercio al dettaglio registra una diminuzione (da 113,2 a 110,0). Più positivo il quadro sulle intenzioni di acquisto di un’autovettura nei prossimi 12 mesi. L’indagine Istat evidenzia un aumento di risposte “certamente sì” e probabilmente sì”, che dal 7,4% di risposte di gennaio sale al 7,9% di aprile, all’8% di luglio, fino all’8,9% di ottobre 2017. In netto calo, invece, la percentuale di risposte “certamente no”, dall’82,7% di luglio scende al 79,5% di ottobre, ma aumenta la percentuale di risposte “probabilmente no”, che passa dall’8,6% di luglio 2017 al 10,7% di ottobre.

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Automotive] di autoveicoli hanno raggiunto un valore di 2,07 miliardi di Euro (-1,4%), rappresentando il 5,4% di tutte le esportazioni, mentre le importazioni di autoveicoli valgono 2,58 miliardi di Euro (-4,1%), pari al 7,6% di tutte le importazioni italiane. L’export di autoveicoli verso i Paesi Ue cala del 6,1% e vale 1,06 miliardi di euro, mentre l’export verso i Paesi extraUE vale 1,01 miliardi di Euro, in crescita del 4,1%. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare, in valore, il primo Paese di destinazione per l’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 17,6%. I principali paesi di destinazione dell’area Ue sono la Francia con 254 milioni di euro (in aumento del +5,7% sul valore di settembre 2016), la Germania con 236 milioni (-11,6%), il Regno Unito per un valore di 142 milioni (in calo del 13,9% e con un saldo positivo di 43 milioni di euro) e la Spagna con 103 milioni (+35,7%). Complessivamente questi Paesi rappresentano il 69% del valore dell’export verso l’area Ue e il 35% dell’export autoveicoli dell’Italia verso il mondo. Nell’interscambio Italia-UK, a settembre, l’export di autoveicoli rappresenta il 7,2% di tutte le esportazioni verso il Regno Unito, mentre l’import di autoveicoli pesa per il 10,6% di tutti gli acquisti dal Regno Unito. Tra i Paesi europei non Ue, l’export di autoveicoli verso la Svizzera vale 56 milioni di Euro (+14,8%) e quello verso la

A novembre il mercato europeo si conferma positivo Lo scorso mese di novembre nei Paesi dell’Unione europea allargata e dell’EFTA1 le immatricolazioni di auto sono state 1.258.220 con un incremento del 5,8% rispetto allo stesso mese del 2016. Questi i dati diffusi lo scorso 14 dicembre da Acea - European Automobile Manufacturers’ Association. Nel periodo gennaio-novembre 2017, i volumi immatricolati raggiungono 14.493.361 unità, con una variazione positiva del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “A novembre il mercato europeo registra un andamento positivo, anche grazie alla presenza di un giorno lavorativo in più rispetto allo stesso mese del 2016”, afferma Aurelio Nervo, Presidente di Anfia, sottolineando che “tutti i maggiori Paesi risultano in crescita, a partire dai rialzi a doppia cifra di Spagna (+12,4%) e Francia (+10,3%), seguite da Germania (+9,4%) e Italia (+6,8%), con l’eccezione del Regno Unito, che registra l’ottavo mese consecutivo in flessione (-11,2%) e il secondo in calo a doppia cifra, anche a causa dell’impatto dei messaggi anti-diesel del Governo. Come già segnalato, il mercato delle auto diesel sta cambiando: nei primi undici mesi del 2017 si assiste al calo della quota del diesel in Germania (39,3%), Francia (47,5%) e Regno Unito (42,2%), tendenza che impone ai costruttori una revisione dei piani di vendita e della produzione. Le auto diesel producono emissioni di CO2 inferiori alle auto a benzina, le cui vendite risultano invece in aumento. Novembre è il quarantottesimo mese di crescita del mercato europeo. Per la chiusura dell’anno in corso”, ha concluso Nervo “le stime parlano di volumi di immatricolazioni tra i 15,5 e i 15,7 milioni di unità nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata e dell’EFTA (+2,4%). Segnaliamo, infine, la buona performance dei Paesi nuovi membri UE che, con immatricolazioni in crescita del 14% nel progressivo da inizio 2017, continuano a dare un contributo significativo all’incremento del mercato nel suo complesso”.

Aurelio Nervo presidente Anfia

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Turchia vale 51 milioni (-6,8%). Per quanto riguarda le esportazioni verso i Paesi extra Ue, gli USA con un valore di circa 365 milioni (-15,6%, il 10,7% di tutto l’export verso gli Stati Uniti) restano il primo Paese. In ordine di importanza con 180 milioni di euro sono seguiti dalla Cina (+36,6%) e dal Giappone con 81 milioni (+7,5%). Complessivamente le importazioni di autoveicoli valgono 2,19 miliardi di euro dai Paesi Ue (-0,5%) e 392 milioni dai Paesi extra Ue (20,3%). La classifica dei principali Paesi di ori-

gine dell’area Ue vede al primo posto la Germania con 889 milioni di euro (+9,3%) seguita da: - Francia 323 milioni (+0,8%), - Spagna, 305 milioni (-11,6%), - Polonia (131 milioni, -2,2%), - Belgio 107 milioni (+16,7%) - Regno Unito 99 milioni (-31,9%) Tra i Paesi europei non Ue, si evidenzia il valore dell’import dalla Turchia per 142 milioni (-29%). Tra i Paesi extra Ue, l’import dal Giappone vale 48 milioni (-44,6%) e dai Paesi ASEAN 17 milioni (+2,2%).

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Dossier autolavaggi self service]

Le parole chiave sono affidabiliTà e flessibilità

La prima assicura al titolare dell’autolavaggio qualità di risultati e continuità nel servizio, la seconda è il presupposto per offrire la risposta più adeguata a tutte le esigenze Sono sempre di più gli imprenditori che decidono di puntare su un autolavaggio self service. A fronte di un investimento iniziale di entità variabile in funzione del numero dei box, questi impianti hanno il vantaggio di poter essere successivamente gestiti limitando al massimo la presenza di personale. L’utenza li apprezza perché sono per definizione sinonimo della massima libertà e autonomia di utilizzo. I risultati ottenuti nel 2017 Gian Luca Meschi - Amministratore Delegato di WashTec non nasconde la soddisfazione. “il

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2017 è stato un anno eccellente per gli autolavaggi self! A differenza di quanto accadeva nel passato oggi per noi le piste self sono diventate un ottimo modo per completare un nuovo centro di lavaggio, che sempre più spesso verte intorno a sistemi automatici. Di recente abbiamo notato che i nostri clienti tendono a richiedere un portale o un tunnel con adiacenti una o più baie di piste self service” afferma. Il bilancio è positivo anche per Patricia Masià, Area Export Manager di Istobal. “Quest’anno le nostre vendite nella gamma degli autolavaggi self-service hanno continuato a crescere. E


questo”, spiega, “grazie soprattutto all’attività di tutta la nostra rete commerciale, che lavora intensamente per incrementare la nostra quota di mercato nel settore del lavaggio a pressione. Inoltre, la crescita costante delle nostre vendite dimostra che progressivamente stiamo consolidando questo settore dell’attività, come è già avvenuto in Italia con le nostre linee di portali e tunnel di lavaggio automatico”. Si dichiara soddisfatto die risultati ottenuti anche Riccardo Ponza, Target Group Manager Automotive & Transport di Kaercher Italia. Per la sua azienda “il 2017 ha rappresentato una svolta in termini positivi, Svolta che era in qualche modo già stata anticipata dagli ottimi risultati del 2016, con una crescita a doppia cifra“. Diversa la posizione di Thomas Unglert, Area Sales Manager dell’azienda tedesca Otto Christ AG: “nell’anno in corso abbiamo registrato un positivo incremento dei progetti e questo nonostante questa categoria di prodotto non sia un nostro focus nel mercato”. I trend che guidano la domanda Su un punto convergono le risposte fornite dalle aziende protagoniste del dossier. Il fornitore di un sistema di autolavaggio self service deve innanzitutto offrire le massime garanzie di affidabilità. Questo è infatti il presupposto di quella continuità nella disponibilità del servizio che consente ai titolari di impianti di autolavaggio di fidelizzare la propria clientela. Decide di rispondere partendo dalla propria esperienza in ambito internazionale Patricia Masià secondo cui “il mercato italiano è molto esigente e, nel caso degli autolavaggi self-service, i clienti tengono conto di molteplici fattori che devono concorrere nel garantire che il risultato sia eccellente. In questo senso, valorizzano la varietà e la qualità dei prodotti chimici, l’offerta di differenti pistole e lance, la flessibilità e la quantità di programmi di lavaggio, incluso questioni più tecniche come la qualità dei motori, la qualità dell’acqua e la distribuzione degli impianti nella sala tecnica. La nostra azienda è preparata per offrire soluzioni integrali orientate a dare la miglior risposta in tutti questi aspetti. Inoltre, uno dei nostri principali punti forti è la capacità di adattamento alle necessità dei clienti” conclude, spiegando che, “ciò è possi-

bile grazie a una grande flessibilità e adeguata logistica”.Flessibilità e affidabilità sono i due concetti su cui si concentra Riccardo Ponza. “Tra i vantaggi offerti dalla nostra gamma citerei anzitutto la grandissima affidabilità, che limita al massimo i fermi macchina, In secondo luogo, l’ampia configurabilità, anche nel tempo, che consente al cliente di comporre il prodotto in base alle sue specifiche esigenze“. Il punto di vista di Gian Luca Meschi è nettissimo. “WashTec è sinonimo di qualità ed efficienza”, rivendica, “e i nostri clienti puntano ad offrire il meglio ai loro clienti. Il segreto di una buona stazione di lavaggio è l’affidabilità. Deve essere operativo sempre”, è la sua conclusione. Secondo Thomas Unglert nelle valutazioni del cliente entrano in gioco anche altre due variabili: “la possibilità di differenziarsi nel mercato grazie a un piazzale attraente e la presenza di programmi di lavaggio innovativi. Questo aiuta ad aumentare il prezzo di lavaggio medio ottenuto“, che, ovviamente, è un aspetto di primaria importanza. I contenuti tecnologici, le performance e le qualità di sistemi self service non sono però l’unico parametro capace di condizionare la scelta del titolare dell’impianto di autolavaggio. “Oggi il servizio è più importante del prodotto“, sottolinea con decisione

Istobal: l’azienda ha nell’ultimo periodo introdotto un nuovo concetto di lavaggio a pressione che si caratterizza per l’abbattimento dei consumi energetici e di acqua

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Dossier autolavaggi self service]

WashTec; Washmaster consente di sfruttare in maniera redditizia i piccoli spazi all’interno delle aree lavaggio o nelle stazioni di servizio

Riccardo Ponza di Kaercher Italia, “e questo vale soprattutto in un mercato in cui - a parte i marchi premium come il nostro- la qualità è abbastanza livellata. Uno dei nostri principali servizi è il supporto tecnico e la progettazione dell’impianto con la formula “chiavi in mano”, che consente al cliente di disinteressarsi di qualsiasi aspetto relativo a pratiche, autorizzazioni e installazione“. Il suo punto di vista trova perfettamente concorde anche Gian Luca Meschi di Washtec che dopo aver posto l’accento sul fatto che “il servizio è importante, almeno tanto quanto il prodotto”, precisa che la sua azienda offre “pacchetti di manutenzione programmata in modo da avere un impianto sempre efficiente”. “Nella nostra visione”, assicura anche Patricia Masià di Istobal “la qualità dei nostri impianti è tanto importante quanto la qualità del nostro servizio e assistenza. Non siamo solo fabbricanti. La nostra attività comprende la progettazione, la produzione e la commercializzazione, ma anche l’installazione e l’assistenza tecnica degli impianti di lavaggio. Oltre, naturalmente, alla fornitura dei prodotti chimici”. La vicinanza al cliente e la capacità di offrire risposte rapide ad eventuali situazioni di mergenza possono fare la differenza. Ne è convinto Thomas Unglert di Otto Christ che afferma: “Il servizio - sopratutto la disponibilità dell’assistenza tecnica in caso dei guasti - è un fattore

molto importante. Il cliente per esempio può accedere ai nostri impianti self-service tramite internet per controllare i dati e lo status attuale e intervenire nel modo che ritiene più adeguato“. Il supporto offerto alla clientela Inevitabile a questo punto la domanda sul tipo di supporto offerto alla clientela. “I nostri tecnici”, è la risposta dell’Amministratore Delegato di Washtec, Gian Luca Meschi, “sono a disposizione del cliente durante l’installazione per la formazione sull’utilizzo e la manutenzione ordinaria dell’impianto”. La formazione è parte integrante della strategia di Istobal assicura la sua Area Export Manager Patricia Masià. “Offriamo formazione continua”, dichiara infatti, “a tutta la nostra rete commerciale e tecnica sui nuovi prodotti e sulle nuove tecnologie. Inoltre, offriamo anche un supporto tecnico ai gestori delle installazioni di lavaggio per la messa in funzione degli impianti. Ovviamente, tutte le nostre installazioni sono sempre accompagnate dalla consegna di tutta la documentazione necessaria, manuali d’uso e manutenzione, schede e schemi tecnici, etc”. Thomas Unglert, Area Sales Manager di Otto Christ chiama in causa l’“accesso all’impianto da remoto tramite tablet, pc o smartphone per la gestione del sistema e un‘ampia gamma di prodotti di marketing“. Anche la risposta di Riccardo Ponza, Target Group Manager Automotive & Transport di Kaercher Italia è sintetica, ma non per questo meno completa. “Finanziamenti, formazione e consulenza tailor made, grazie anche a una relazione che, anche dopo la fase di vendita, rimane stabilmente attiva“, tiene a precisare. Investire in innovazione tecnologica è premiante? La risposta a questa domanda, che per certi versi può essere considerata retorica non può che essere positiva. Ma solo a certe condizioni. Come ricorda Thomas Unglert, Area Sales Manager di Otto Christ. “L’Innovazione è importante per differenziarsi nel mercato. E questo vale soprattutto per il nostro cliente, che per definizione è l’operatore dell’impianto. Proprio quest‘anno abbiamo presentato il concetto “XXL-Bubblegun” che permette di operare fino a tre programmi (schiuma, cera, polish) con una

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[La scheda

Le soluzioni per aumentare la redditività di Washtec Forte della propria esperienza, l’azienda continua ad innovare la propria gamma perseguendo l’obiettivo di essere al fianco del lavaggista con soluzioni atte a consentirgli di migliorare le proprie performance Circa 35.000 impianti di lavaggio installati nel mondo, più di 2 milioni di veicoli lavati ogni giorno con la sua tecnologia. Numeri che testimoniano l’efficacia raggiunta da WashTec nel promettere a ciascun titolare di autolavaggio una soluzione tarata in base alle sue specifiche caratteristiche in modo da consentirgli di soddisfare le esigenze della clientela.

programmi di lavaggio (pulizia preliminare intensiva, shampoo, cera, acqua pulita e acqua da osmosi inversa dalla lancia ad alta pressione, schiuma dalla spazzola). Lo standard comprende i seguenti 5 programmi di lavaggio: - Lavaggio ad alta pressione con acqua addolcita e shampoo - Lavaggio con schiuma con spazzola per shampoo e acqua addolcita - Risciacquo con acqua addolcita - Rifinitura con cera e acqua addolcita - Risciacquo brillante per asciugatura senza aloni con acqua demineralizzata tramite osmosi o agente chimico lucidante per elevata brillantezza Il codice colori self service agevola l’utilizzo ai clienti finali rendendo più semplice la scelta del programma da utilizzare. Risulta molto pratica anche la possibilità di visualizzare sul display il credito residuo. In questo modo il cliente dell’autolavaggio sa sempre quanto lavaggio gli resta e se deve eventualmente effettuare un pagamento supplementare. Washmaster è disponibile anche nella versione Motowash, specifica per il lavaggio delle motociclette.

Impianto self-service Washmaster Grazie alle sue dimensioni compatte - solo cm 120x60x1200 - il sistema ad armadio Washmaster è la soluzione per superfici libere di stazioni di servizio, autosaloni, officine e supermercati e per chi desidera aggiungere un modulo selfservice integrativo all’impianto a portale. Abbina il ridotto impegno per l’installazione al vantaggio di disporre di una postazione di lavaggio perfettamente allestita, dotata di posalancia integrato, contenitore per sistema antigelo e braccio. L’alloggiamento in acciaio inox con adesivi personalizzati contiene tutti i componenti per l’esercizio di fino ad un massimo 6 diversi

Il WashTec Operation Panel (WOP) Consente ai clienti dell’autolavaggio di usare in piena autonomia l’impianto selfservice grazie a soluzioni come l’ampio display o il codice colori che guida l’utente nelle diverse fasi del lavaggio. È uniformato per tutte le macchine dell’azienda e si caratterizza per la flessibilità nei sistemi di pagamento: gettoni, monete, schede transponder senza contatto (opzionale) o codici (opzionale). Rende disponibili fino a un massimo di 7 programmi. L’assenza di pulsanti meccanici rende il pannello esente da manutenzione.

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Dossier autolavaggi self service] sola lancia. Questo sistema è stato un elemento distintivo che è stato apprezzato dal cliente, perchè permette all’operatore di aumentare il giro della pista sia rispetto a una pista di due strumenti, sia a una con un programma di schiuma speciale. L’innovazione sempre deve dare un’utilità ulteriore, altrimenti i clienti non la premiano“ è la sua constatazione finale. Istobal affida l’incarico di affrontare questo tema alla propria Product Manager Jet Wash and Water Treatment Sonia Royo, che assicura: “La R&S è una delle colonne principali e un fattore strategico essenziale nella nostra impresa. Per tale motivo, negli ultimi cinque anni abbiamo aumentato di più del 50% i nostri investimenti nella ricerca e nello sviluppo di nuove e più avanzate soluzioni di lavaggio. Le innovazioni tecnologiche più apprezzate nella gamma degli autolavaggi self-service sul mercato italiano sono soprattutto quelle relative al

risparmio di prodotti chimici, acqua ed energia. I clienti sono coscienti che questi miglioramenti comportano un investimento iniziale maggiore, ma le apprezzano perché riescono ad aumentare l’efficienza delle installazioni e a ottenere un costo minore di sfruttamento”. La direzione da seguire per essere riconosciuti dal mercato è quella di mantenersi su standard qualitativi elevati. “Gli investimenti si dirigono ormai sempre più verso impianti di qualità“, afferma Riccardo Ponza, Target Group Manager Automotive & Transport di Kaercher Italia, “e in questo senso la nostra azienda è sicuramente tra i “top spender mondiali” in ricerca e sviluppo“. Parla dell’innovazione come conditio sine qua non per continuare a operare con profitto sul mercato Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato di Washtec. “La ricerca e lo sviluppo sono alla base del nostro successo “, sottolinea prima di spiegare “abbiamo più di 50 persone che si

Kaercher: il portale di lavaggio CB 3 è versatile e configurabile e utilizza solo 20 litri di acqua

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occupano giornalmente di questo e, vista la continua crescita di fatturato, possiamo certamente dire che il cliente premia questo nostro sforzo”. L’innovazione di prodotto Il continuo investimento nella ricerca & sviluppo consente alle aziende di affinare continuamente la propria offerta in modo da intercettare anche i bisogni più inespressi della propria clientela e da continuare a proporre nuove sollecitazioni al mercato. Riccardo Ponza di Kaercher sceglie di puntare sul ”portale di lavaggio CB3, che può montare il sistema Opti Drop Stop, un optional che evita che durante l’asciugatura dalla spazzola orizzontale cadano gocce di acqua sulla carrozzeria. Queste gocce vengono invece catturate in una canalina e scaricate lontano dall’auto. Il programma di lucidatura con schiuma lucidante RM 837 costituisce un altro punto di forza, perché forma sulla carrozzeria una pellicola protettiva molto resistente che copre anche i graffietti della vernice. Il CB 3 è un impianto versatile e configurabile, per cui lo si può ordinare su misura. Il sistema grazie ad un opportuno gruppo valvole necessita di soli 20 litri di acqua di rete, il restante sarà di acqua riciclata per ogni lavaggio ed è compatibile con il Kärcher Fleet Management, che permette di controllare ovunque ed in ogni momento il funzionamento dell’impianto e, in caso di guasto, di attivarsi online per risolverlo“. ”Negli ultimi anni”, ricorda Sonia Royo, Product Manager Jet Wash and Water Treatment di Istobal,”abbiamo sviluppato numerose tecnologie per aumentare l’efficienza e il rispetto per l’ambiente nei sistemi di lavaggio a pressione. Per fare un esempio, l’inclusione di variatori di frequenza ci permette di regolare la velocità dei motori con un risparmio del 32% nel consumo di energia. Disponiamo anche di un sistema brevettato di alta pressione intelligente Smartpulse con cui si ottiene un risparmio aggiuntivo del 5% di energia, o il sistema brevettato di iniezione di prodotto chimico con microvalvole che iniettano prodotto soltanto quando la pista è attiva, con un dosaggio specifico a seconda delle necessità di ciascuna pista. Inoltre, proprio recentemente per le nostre piste di lavaggio abbiamo lanciato un generatore di acqua calda ad aerotermia con il quale si ottiene un risparmio energetico del 75%, rispetto alla caldaia elettrica, e del 60%,

rispetto alla caldaia a gas o gasolio. Questo sistema sostenibile ed efficiente riduce, inoltre, la manutenzione dell’impianto ed ha un minore impatto ambientale in quanto utilizza energia di origine rinnovabile ed efficiente, senza combustione né emissione di fumi. Per quanto riguarda, infine, la riduzione nel consumo d’acqua, abbiamo ottenuto un 33% di risparmio d’acqua nelle piste grazie al funzionamento a bassa pressione e bassa portata in determinati programmi. E questo senza alterare la qualità del lavaggio”, tiene a precisare. Va a colpo sicuro nel rispondere Gian Luca Meschi, l’Amministratore Delegato di Washtec. “Sicuramente una grande novità è rappresentata dal concetto SelfTecs: lavaggio e trattamento di lucidatura in un colpo solo. Con questo sistema, i programmi vengono ridotti di due fasi. Nei self-service classici il programma di lavaggio si compone nella maggior parte dei casi di cinque fasi fino ad un massimo di sei. Lavaggio ad alta pressione, spazzola a schiuma attiva, risciacquo intermedio, trattamento a cera, risciacquo senza macchie, a cui si aggiunge spesso anche il programma di prelavaggio Power foam. Con Wash&Shine il concept SelfTecs riunisce il lavaggio e il trattamento di lucidatura in un’unica fase di programma: il trattamento viene infatti eseguito in contemporanea al lavaggio. Una soluzione che nessun altro offre. Pertanto, in sole tre fasi si ottiene un lavaggio dell’auto completo - in perfetta coerenza con il motto WashTec “Esperienza e Risultati”. Si riallaccia a quanto affermato in precedenza Thomas Unglert, Area Sales Manager di Otto Christ e individua “la novità più importante in “XXL-Bubblegun”. Si tratta di un sistema che opera tre programmi (schiuma, polish, cera) una sola lancia. Il sistema combina molteplici chimici specializzati e opera a bassa pressione. Questo aspetto abbassa significativamente i costi di gestione rispetto a qulli di un sistema di schiuma a alta pressione tradizionale. I primi sistemi forniti alla nostra clientela provano che è un optional che viene molto apprezzato. L’altra novità importante è “Wash Vegas” che rappresenta un potenziamento del design della nostra copertura illuminata Skyline. Il sistema illumina anche i piloni della copertura. Il cliente viene guidato allo strumento di lavaggio dopo la scelta di un programma tramite il sistema di illuminazione“.

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Speciale accessori da piazzale ]

Una risposta per ogni esigenza Per soddisfare una platea di clienti sempre più ampia e spesso disposta a premiare la qualità i produttori affinano continuamente la propria offerta L’indagine “2017 European Car Wash Consumer Study” condotta dall’International Carwash Association (Ica) ha rivelato che gli automobilisti italiani considerano l’autolavaggio come parte integrante della manutenzione del loro veicolo, tanto che nel 76% dei casi si serve esclusivamente o quasi di un servizio di autolavaggio professionale. Questa predilezione degli

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italiani è all’origine del grande incremento delle imprese di autolavaggio registrato negli ultimi anni in Italia. Tra il 2011 e il 2016 le imprese di autolavaggio attive in Italia è imprese di autolavaggio sono salite da 5.248 a 6.845. Questo sviluppo potrebbe in qualche modo fare da volano anche al mercato degli accessori da piazzale.


Lo scenario di mercato “Il mercato è in crescita”, conferma Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato di Washtec “e quest’anno siamo cresciuti molto in tutti i segmenti del mercato. Stimiamo che l’incremento sia stato pari a un +40% rispetto al 2016. La sfida più grande è quella di soddisfare tutte le esigenze del cliente bilanciando l’investimento che dovrà affrontare”. Affronta il tema dell’investimento da un’altra prospettiva anche Riccardo Ponza, Target Group Manager Automotive & Transport di Kaercher Italia che dopo aver rilevato che “il mercato italiano è ormai decisamente in ripresa, dopo alcuni anni di rallentamento”, individua come la “principale criticità quella dell’accesso al credito da parte delle singole imprese ma anche in questo senso abbiamo rilevato un’inversione di tendenza in senso positivo. Il 2017 non si è ancora chiuso ma possiamo confermare risultati positivi sul 2016, sia a volume che a valore” conclude. La velocità con cui si evolvono le tecnologie è una delle sfide con cui si devono confrontare le aziende che intendono operare in questo settore. “Operiamo nel mercato italiano da più di 20 anni”, dichiara Patricia Masià, Area Export Manager di Istobal, “e dal 2014 disponiamo di una nostra filiale per offrire un servizio più vicino al cliente e meglio adattato alle necessità del mercato. A tal fine, disponiamo di una rete di 18 distributori che ricoprono l’intero territorio nazionale. La principale sfida che abbiamo davanti consiste nel riuscire ad adattarci alla velocità dei cambi tecnologici. Nella nostra attività appaiono continuamente innovazioni di tipo tecnologico. Perciò, ogni giorno dobbiamo analizzare e valutare fino a che punto ciascuna di queste innovazioni influirà sull’attività, a che velocità e quali cambi dobbiamo implementare per mantenere una posizione di leadership nel mercato. In questo senso, situiamo il nucleo della nostra attività nello sviluppo di nuovi prodotti, insieme all’ampliamento della rete commerciale e al consolidamento di un servizio di assistenza tecnica di qualità”. Detto questo la export manager precisa che “l’Italia è il secondo mercato di esportazione per il nostro gruppo, grazie a una crescita delle vendite, che è stata particolarmente rilevante nell’ultimo anno ed è dovuta al consolidamento della filiale e all’estesa rete commerciale. In particolare, nella gam-

Tecnovap: l’azienda produce generatori di vapore per la sanificazione a vapore per interni ed esterni delle auto ed ha come prodotto di punta “Car Hygiene Plus”

ma degli accessori manteniamo una linea di crescita ascendente che dimostra che poco a poco ci stiamo consolidando anche questo settore”. Pur operando in un segmento molto specializzato il bilancio è positivo anche per Tecnovap che è stata pronta a cogliere la maggiore sensibilità dell’utente finale per i temi dell’igenizzazione profonda del proprio veicolo. Dall’ufficio commerciale dell’azienda Ivan Frigo fa sapere che “da quando nel 2009 la nostra azienda ha cominciato a credere e a investire con i suoi ge-


Speciale accessori da piazzale ] neratori di vapore per la sanificazione a vapore per interni ed esterni delle auto, il mercato italiano è in continua crescita. Questo grazie alla crescente consapevolezza della collettività dei benefici che, a differenza dei metodi tradizionali, porta il vapore per la pulizia e la sanificazione di un’auto”. Grazie a questa maggiore sensibilità “la vendita dei generatori di vapore è in continua crescita, di anno in anno”. I target di clientela I produttori di accessori da piazzale si rivolgono a una platea variegata di clienti e questo richiede loro una particolare flessibilità e sensibilità per riuscire a modulare l’approccio in funzione delle specifiche esigenze dei diversi Kaercher Italia: l’aspiratore self-service SB VC è caratterizzato da elevata potenza e da aspirazione costante grazie al filtro Tact ed è dotato di uno speciale tubo di aspirazione retrattile provvisto di un’anima in fibra

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target. “I clienti a cui ci rivolgiamo per questi prodotti sono tutti quelli che vogliono aprire un autolavaggio self service a spazzole o con baie di lavaggio e sono interessati a offrire un servizio completo, affidabile e confortevole”, chiarisce Gian Luca Meschi. “La nostra elevata capacità di adattamento”, è convinta Patricia Masià, “ci permette di offrire prodotti e servizi a distinti tipi di clientela. Quello che alla fine apprezza di più un cliente è trovare un fornitore che possa offrirgli soluzioni integrali in tutte le gamme di prodotti e servizi relativi alla cura del veicolo, e la nostra azienda può offrire tutto questo”. Nonostante l’investimento sia una delle principali criticità con cui si confrontano, le imprese di autolavaggio più illuminate hanno comunque compreso che la loro salute come azienda è strettamente legata alla capacità di offrire livelli qualitativi elevati. Ne è convinto Riccardo Ponza. “I nostri target principali sono quelli delle concessionarie auto, aziende di trasporto pubblico e privato e spedizionieri, chiaramente non tralasciando le aree di servizio, che però spesso hanno vincoli legati ai tender delle petrolifere. Detto questo, è evidente che in tutti i target citati possiamo offrire non solo il singolo sistema di autolavaggio, sia esso portale o pista self service, ma anche tutta una serie di attrezzature per la pulizia sia dei saloni che delle officine così come delle aree esterne, con un’attenzione particolare alla pulizia degli interni. Questo ci consente di porci come partner a 360° nel cleaning legato all’automotive” premette prima di osservare che “ il trend più interessante, a nostro avviso, è l’aumento degli investimenti da parte degli imprenditori che puntano su impianti sempre più performanti e di alta gamma e con postazioni più numerose. Ciò si traduce nell’acquisto di maggiori unità e in ulteriori investimenti per la gestione della manutenzione ordinaria e l’acquisto dei consumabili. D’altra parte, registriamo anche la preferenza verso prodotti performanti, prevalentemente top di gamma. Segno che si predilige finalmente l’affidabilità al risparmio”, spiega. Parla di una platea di clienti molto variegata anche Ivan Frigo che risponde alla richiesta di indentificare il proprio target di riferimento spiegando che “comprende: autolavaggisti, gommisti, carrozzieri, gestori di stazioni di benzina, privati che cominciano ad utilizzare il ser-


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Washtec, l’offerta di accessori per autolavaggi L’azienda presenta il nuovo design dell’aspiratore doppio 400 W, che insieme al lavatappeti fa parte degli accessori per la pulizia degli interni WashTec è protagonista indiscussa dell’innovazione ed è continuamente impegnata nel promuovere il progresso della tecnologia dell’autolavaggio. L’azienda di Casale Monferrato in provincia di Alessandria propone una gamma completa di soluzioni per completare un piazzale self service, dai tradizionali accessori per la pulizia degli interni come aspiratori, lavatappeti, spremipelle, fino agli accessori per pre-trattare le vetture.

- Alloggiamento: lamiera zincata verniciata a polvere - Cassa bloccabile separatamente - 2 gettoniere meccaniche per monete o gettoni - Impostazione flessibile de tempo - Tecnologia a filtro - 2 contenitori per sporcizia in acciaio inox - Accettatori posizionabili entrambi su un lato o uno per lato - 400V / 50 Hz - Max 2 x 220 mbar - Max 2 x 5750 l/min • Ingombro: 1037x544x1350H mm - 2 tubi di aspirazioni in ABS - Livello rumorosità: 63 dBA (sanza isolamento Lavatappeti Può essere utilizzato con tappeti di larghezza fino a 600 mm ed è adatto per la pulizia a secco, ma anche per quella con acqua. L’efficienza del lavaggio è garantita dalla rotazione delle spazzole, che è pari a 700 rmp. Consuma 2l di acqua al minuto e, a seconda delle esigenze, consente di impostare il tempo di lavaggio nell’ambito di un range temporale copreso tra 1 e 9 minuti. É provvisto di accettatore meccanico per monete o gettoni. L’alloggiamento in acciaio inox assicura una prolungata durata nel tempo.

Aspiratore doppio 400W Nel segmento degli accessori uno dei prodotti di punta dell’azienda è l’aspiratore 400W che è pensato per soddisfare gli standard qualitativi più elevati. Mira a favorire un armonioso inserimento la possibilità di selezionare il colore in abbinamento a quello degli impianti sul piazzale. Queste le caratteristiche che gli consentono di distinguersi sul mercato: - Canale compressore laterale

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Speciale accessori da piazzale ]

Accessori per piazzole: i best seller del momento “I nostri complementi più venduti sono l’aspiratore con turbina da 2.2 kW e i manometri gonfia pneumatici con servizio tergicristalli” Javier Soto, Product Manager Accessories and Enclosures, Istobal “Il modello più venduto è il SB VC, aspiratore self-service caratterizzato da elevata potenza e da aspirazione costante grazie al filtro Tact. É dotato di uno speciale tubo di aspirazione retrattile provvisto di un’anima in fibra che consente il raggiungimento di ogni interstizio e il ritorno in posizione di riposo senza che il tubo stesso tocchi terra, evitando così sia l’usura dello stesso, che la possibilità di trasferire sporco all’interno dell’abitacolo durante la successiva fase di pulizia. A questo va aggiunto che la superfice filtrante è stata anch’essa migliorata, avendo circa un 50% in più rispetto agli aspiratori attualmente in commercio. SB VC è una macchina ampiamente configurabile per rispondere ad ogni esigenza di personalizzazione” Riccardo Ponza, Target Group Manager Automotive & Transport, Kaercher Italia “Nel segmento accessori da piazzale in SelfService abbiamo progettato e realizzato “Car Hygiene Plus”, una colonnina da posizionare al posto del classico aspirapolvere, che offre la possibilità di utilizzarla in tre diverse modalità: solo aspirazione, nebulizzazione detergente e vapore aspirazione” Ivan Frigo, Ufficio Commerciale, Tecnovap “Vendiamo tutto ciò che serve per completare un piazzale self service, dai tradizionali accessori per la pulizia degli interni - come aspiratori, lavatappeti, spremipelle, ecc ad accessori per pre-trattare le vetture”. Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato, Washtec

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vizio di sanificazione a domicilio, ecc... Questi target si approcciano al nostro nuovo sistema in quanto lo considerano come la tecnologia più veloce ed efficiente oggi presente sul mercato. Il vapore saturo secco, a differenza dei metodi tradizionali a estrazione offre il vantaggio di non rendere troppo bagnati i sedili dando al lavaggista la possibilità di lavorare anche d’inverno, evita la formazione di muffe e cattivi odori, rimuove le macchie dai sedili sanificando e disinfettando gli esterni. Tutto questo con un consumo minimo di acqua (circa 5 litri ad auto)”, sottolinea. Le novità di prodotto L’ampliamento della gamma di accessori passa per tutti i nostri interlocutori attraverso un’attività di affinamento delle soluzioni finalizzata a garantire facilità di utilizzo e flessibilità nell’adattarsi all’esigenza del momento. E anche una completezza di soluzioni atta ad accreditare l’azienda come il fornitore di riferimento. “Stiamo per introdurre sul mercato un nuovo aspiratore self service che godrà di una garanzia di 60 mesi, perché come ripetiamo sempre “l’affidabilità è al centro dei nostri prodotti”, anticipa Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato di Washtec. E proprio sulla focalizzazione nel continuo up grade della propria soluzione pone l’accento Ivan Frigo, Ufficio Commerciale di Tecnovap che afferma: ”La nostra novità più significativa che è sempre oggetto di un’attività di continuo miglioramento funzionale e tecnologico è “Car Hygiene Plus”. Siamo convinti che sia l’unica colonnina self-service oggi presente sul mercato ad offrire la possibilità di utilizzarla in varie applicazioni. Essendo la fabbrica produttrice, siamo in grado di offrire ai nostri clienti la possibilità di personalizzare l’accessorio, dalle funzioni, alla gettoniera, alla grafica e così via”. Anche la compattezza rappresenta un valore. “La nostra ultima novità nei complementi di lavaggio”, risponde alla nostra domanda Javier Soto, Product Manager Accessories and Enclosures di Istobal, “è l’impianto combinato Combo. Si tratta di un accessorio “all-in one” ad alte prestazioni che include aspiratore, manometro gonfia pneumatici, nebulizzatore di fragranze e l’opzione di rifornire il serbatoio del liquido


tergicristalli del veicolo. Abbiamo anche creato una nuova struttura di tendone per la copertura della zona degli accessori. Con ciò realizziamo un’offerta globale per il servizio della zona di aspiratori e complementi e forniamo all’utente un ambiente più confortevole per realizzare la pulizia interna del veicolo”. La versatilità è il punto di forza del prodotto di punta di Kaercher Italia. “Puntiamo molto sulla Puzzi”, spiega il Target Group Manager Automotive & Transport dell’azienda, Riccardo Ponza, “si tratta di un sistema a spruzzo/estrazione per il lavaggio delle superfici tessili interne all’auto, macchina che è disponibile in diverse versioni, con differenti capacità di serbatoio acqua pulita / sporca e anche nella versione a caldo. Questo sistema, in abbinamento con le tabs RM 760, che vengono sciolte all’interno del liquido di lavaggio, ci permettono di avere un risultato di pulizia molto buono, basti pensare che in molte concessionarie le nostre macchine vengono utilizzate per la pulizia degli interni delle autovetture usate che vengono messe in vendita e pertanto devono presentarsi come nuove. É un servizio sempre più richiesto, di conseguenza anche le unità vendute sono raddoppiate nel giro di due anni”, conclude ponendo l’enfasi sulla positività dei risultati ottenuti. Le attività a supporto dei lanci di prodotto “Cerchiamo di migliorare sempre di più l’affidabilità del prodotto”, assicura Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato di Washtec dimostrandosi convinto che la prima forma di promozione è la una solida reputazione nei confronti della propria clientela. In qualche caso l’attività di comunicazione e marketing svolta nell’ultimo periodo è stata finalizzata a connotare meglio il posizionamento del brand più che a richiamare l’attenzione su uno specifico prodotto. “Quest’anno”, spiega ad esempio Patricia Masià, Area Export Manager di Istobal, “abbiamo cambiato completamente la nostra immagine coordinata, inaugurandola proprio in Italia in occasione dell’ultima edizione della fiera Autopromotec. In particolare questo ha riguardato l’immagine dei complementi, ma anche di tutti gli altri prodotti che offriamo. Si tratta di una modifica globale sulla quale abbiamo scommesso per dare risalto al nostro marchio, cercando di semplificare le denominazioni dei distinti

Istobal: l’impianto combinato Combo include aspiratore, manometro gonfia pneumatici, nebulizzatore di fragranze e l’opzione di rifornire il serbatoio del liquido tergicristalli del veicolo

impianti in ciascuna delle nostre gamme di soluzioni di lavaggio. Con questo cambiamento, vogliamo potenziare la conoscenza e il riconoscimento della nostra marca a livello internazionale”. Al contrario di quanto si potrebbe essere portati a credere, la velocizzazione della comunicazione e delle dinamiche di mercato non è riuscita a impedire alle manifestazioni fieristiche di continuare a mantenere una propria validità e a confermarsi come un’opportunità per gli operatori del mercato. “Puntiamo molto sulle fiere”, afferma ad esempio Riccardo Ponza, Target Group Manager Automotive & Transport di Kaercher Italia ricordando che la sua azienda “è presente a tutti i principali appuntamenti di settore -nazionali e internazionali- come Automechanika, Autopromotec ed Oli&NonOil. Puntiamo ovviamente anche sulle principali testate giornalistiche trade con target automotive”. Le riviste sono parte integrante anche della strategia illustrata da Ivan Frigo, Ufficio Commerciale di Tecnovap. “Il nostro prodotto è e sarà sempre pubblicizzato alla clientela utilizzando i migliori strumenti sul mercato come riviste e siti del settore”, assicura infatti..

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Focus Autoaccessori]

accessori auto, un mercato in chiaroscuro A condizionare le performance di questo settore sono la presenza di competitor che privilegiano il prezzo alla qualità. Le aziende reagiscono puntando sull’innovazione dei prodotti e dei servizi Il buon andamento del mercato dell’auto che da ormai 48 mesi registra un trend ininterrotto di crescita e che negli undici mesi 2017 ha fatto registrare un incremento dell’8,71% sul pari periodo dell’anno scorso potenzialmente dovrebbe avere ricadute positive anche sulle vendite degli autoaccessori. A mettere in forse questa affermazione contribuisce il fatto che il settore registra l’arrivo di nuovi competitor. Questo da un lato conferma l’accresciuto appeal di questo mercato, ma dall’altro, come del resto è accaduto e ancora si sta verificando anche in altri settori merceologici, genera anche diverse tensioni. Soprattutto sul fronte del prezzo. Si dichiara soddisfatta dei risultati fin qui ottenuti Roberta Cunto, Trade Marketing Manager Automotive di Arexons. “Nel 2017 abbiamo confermato la posizione di leadership sul mercato in molte delle categorie di prodotto legate all’auto e al mondo del fai-da-te sebbene abbiamo dovuto far fronte alla presenza Foto Austo

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di diversi e nuovi competitors. Grazie al lancio di diversi nuovi prodotti, alla comunicazione innovativa e soprattutto alla relazione consolidata con i nostri clienti, siamo riusciti a sviluppare ulteriormente il nostro posizionamento e le nostre vendite. Da una parte”, prosegue, “ci siamo sviluppati in modo considerevole nei Centri Brico e Fai-da-Te, che rappresentano un canale in rapida crescita. D’altro lato, lavorando a stretto contatto con i nostri clienti nel settore della Grande Distribuzione Organizzata, siamo riusciti ad aumentare la quota di mercato in un canale dove, per scelta di diverse Insegne, lo spazio di esposizione del comparto auto si sta riducendo”. A essere in difficoltà nel confronto con i nuovi competitor provenienti dalle aree extraeuropee sono soprattutto le aziende che continuano a mantenere in Italia la produzione. É di questo avviso Storti Cristian, Amministratore delegato di Austo che dichiara: “Il mercato degli accessori per auto sta da alcuni


anni rallentando sensibilmente. Questo trend negativo è a nostro giudizio dovuto in parte alla crisi economica e in parte alla diffusione di accessori di importazione (per lo più cinese), che in genere sono di qualità assai bassa. Questi due fattori combinati hanno penalizzato in particolar modo aziende come la nostra, che produce in Italia la grande maggioranza dei propri prodotti”, conclude. Come è cambiato l’approccio della clientela Nasce forse dalla preoccupazione di non trovarsi a dover sostenere i costi di un magazzino appesantito la prudenza negli acquisti rilevata da Cristian Storti. “La nostra clientela”, premette, “è costituita prevalentemente da negozi di accessori, Nell’ultimo periodo appare sempre più orientata a ordinare sul venduto e preferisce tenere in esposizione in esposizione e a magazzino il minimo indispensabile”. Per continuare a sostenere il proprio sell in la strategia è quella di continuare a rinnovare la gamam di prodotto, ma anche di affinare l’offerta di servizi e la comunicazione in modo da garantirsi la costante attenzione sia dei distributori, che sono sempre alla ricerca di nuovi argomenti di vendita. sia dell’utilizzatore finale che, anche grazie ai nuovi strumenti di cui dispone per informarsi, ha aspettative sempre più elevate. E proprio questa è la strategia illustrata da Roberta Cunto. “Il consumatore”, afferma, “ è diventato sempre più esigente e per questo lavoriamo costantemente sul miglioramento della qualità dei prodotti e sulla ricerca di nuove referenze a completamento di una gamma già molto estesa. Ma non ci siamo limitati al prodotto. Da più di un anno abbiamo lanciato con successo un servizio unico, che abbiamo chiamato “Chiama l’Esperto”, che offre la possibilità di interagire per qualsiasi consiglio tecnico o di utilizzo attraverso il sito, l’app o numero verde. Inoltre, il nostro esperto nei canali social e sito internet presenta i prodotti in maniera semplice e divertente. Facciamo sempre il massimo per sentirci più vicini ai nostri consumatori”. L’innovazione come fattore di successo La capacità di innovare la propria gamma,ma anche di individuare nuovi strumenti per comunicare i valori della propria azienda diventa una leva indispensabile in un contesto come quello fin qui descritto. Tra i convinti sostenitori dell’innovazione come fattore per garantirsi una

Arexons: di recente l’azienda ha rivisto l’identità della linea Car Care per guidare al meglio il consumatore nella scelta del prodotto. Confermato il caratteristico blu , che da sempre identifica l’offerta a scaffale in questo segmento di prodotto dell’azienda

posizione di rilievo sul mercato figura Roberta Cunto, secondo cui “la Ricerca e Sviluppo è il fiore all’occhiello di un’azienda come Arexons che, fin dalla sua nascita, più di 90 anni fa, ha sempre avuto nel proprio Dna un istinto pionieristico. Decine di prodotti di successo sono stati infatti lanciati nel corso della sua storia, grazie all’impegno nella ricerca e nell’innovazione che quotidianamente mettono i nostri colleghi del reparto Technology. Tutt’ora continua ad essere motivo di orgoglio e motore di sviluppo per l’azienda che così può mantenere ed evolvere il proprio ruolo di leader nel settore della cura auto e del “do it yourself”. Arexons soddisfa un target molto vasto che va dal consumatore più attento e pretenzioso di risultati al consumatore più saltuario, che cerca comunque un brand di riferimento, sinonimo di un elevato standard di qualità”, non manca di far notare”. Appare meno convinto non del valore dell’innovazione in sé, quanto piuttosto della sua reale capacità di arginare l’impatto della concorrenza dei prodotti a basso prezzo Cristian Storti di Austo. “Come ho avuto modo di osservare prima, a causa della crisi economica, la qualità del prodotto è passata purtroppo in secondo piano. Questo in molti casi fa sì che il cliente spesso preferisca acquistare un prodotto economico, pur sapendo che è di scarsa qualità”.

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Focus Autoaccessori] Il supporto al canale di vendita In un mercato sempre più affollato e competitivo, diventa essenziale per un’azienda strutturarsi per costruire una relazione sempre più solida e continuativa con il canale di vendita avendo come primo obiettivo anche quello di consolidare la propria reputazione di partner affidabile. In tutto questo Cristian Storti identifica come un valore aggiunto il fatto che Austo commercializza esclusivamente prodotti di propria distribuzione. “Essendo direttamente noi i produttori di tutti i nostri. accessori, cerchiamo – nei limiti del possibile – di accontentare tutte le eventuali esigenze particolari dei clienti. Questo ci consente, ad esempio, di sviluppare tempestivamente nuovi articoli in modo da seguire e intercettare le richieste del mercato”.La disponibilità a fornire soluzioni in un certo senso personalizzate, anche sul fronte della composizione dell’assortimento da mettere a scaffale, è parte integrante anche della politica di Arexons, come conferma Roberta Cunto. “Per i nostri clienti cerchiamo sempre di offrire soluzioni ad hoc, costruite in base alle esigenze del tipo di utente e del tipo di punto vendita. Pertanto abbiamo materiale pop di vario tipo che va dalla cartotecnica all’espositore in metallo, dai leaflets informativi, crowners, pendolini alle isole personalizzate. Proponiamo soluzioni di category per definire l’assortimento delle categorie più performanti secondo lo store format Austo: nell’immagine i coprisedili Top 213 per furgoni che come tutti gli altri articoli dell’azienda vengono prodotti in Italia

e il tipo di lay-out del punto vendita. Nel corso dell’anno organizziamo diverse giornate in-store con promoter, in questo modo abbiamo l’opportunità di poter seguire direttamente i clienti finali per dare supporto tecnico e spingere il sell-out. Inoltre, organizziamo anche dei corsi di formazione per gli addetti ai negozi, che vengono tenuti dai colleghi del reparto Technology e che hanno come obiettivo quello di presentare Arexons in generale e spiegare nel dettaglio le famiglie di prodotto rilevanti, nonché dare ampio spazio a domande aperte per rispondere ai dubbi e alle richieste dei partecipanti”.

Le novità di prodotto “Sono molti i prodotti in gamma con delle forti caratteristiche innovative, come ad esempio Rain Off che una volta applicato sul parabrezza crea un film idrorepellente che fa scivolare via la pioggia aumentando visibilità e sicurezza. Oppure Acquazero, un prodotto semplice da usare, dedicato a chi vuole tenere l’auto sempre pulita e senza risciacquo, in poche parole “senz’acqua”, il che è un bene anche per l’ambiente. Nell’ultimo periodo poi, tutta la linea Car Care di Arexons è stata rinnovata graficamente per celebrare ancora una volta la sua posizione di rilievo nel mercato della Cura Auto. Prevediamo ovviamente dei nuovi lanci per il prossimo anno, ma è ancora presto per delle anticipazioni. Invitiamo però a seguirci tramite il sito www.arexons.it e i nostri canali social Facebook e Instagram che aggiorniamo costantemente con tutte le novità e curiosità del mondo auto motive”. Roberta Cunto, Trade Marketing Manager Automotive, Arexons

“La nostra azienda propone una gamma molto ricca di coprisedili e tappeti su misura per veicoli commerciali, ivi inclusi quelli di ultimissima uscita. Questa linea è particolarmente ricercata, e apprezzata da tutti i nostri clienti.

Cristian Storti, Amministratore Delegato, Austo

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[Mercato

Power Bank, il compagno ideale di ogni veicolo La batteria scarica dell’auto, del telefonino o del notebook non è più un problema con Power Bank, un dispositivo pratico e compatto utilizzabile per l’avvio d’emergenza di un veicolo e come accumulatore di energia Con Power Bank, Einhell presenta un prodotto 2 in 1 estremamente compatto che rappresenta l’ideale compagno di viaggio di ogni veicolo in quanto può essere utilizzato sia come fonte di energia sia come avviatore. Consente, infatti, di sopperire all’emergenza batterie scariche senza dover ricorrere all’assistenza di terzi o anche di far funzionare e ricaricare piccoli apparecchi come telefoni cellulari, videocamere, computer portatili, macchine fotografiche, ecc. in modo facile e veloce.

Power Bank è dotato di: - cavo USB micro e mini per ricaricare telefoni cellulari, tablet, videocamere, ecc. - dispositivo di avviamento d’emergenza 12 V / 200 A - 300 A per le batterie scariche di autoveicoli - attacco utente 19 V | 3,5 A che è utile per esempio per computer portatili - attacco utente 12 V | 10 A | da usare ad esempio per compressori portatili per auto - entrata per alimentatore da 230 V o cavo di alimentazione da 12 V con spinotto per accendisigari (in dotazione) - uscita USB per la ricarica di telefoni cellulari, smartphone, tablet, videocamere, lettori MP3, ecc

I modelli disponibili Power Bank viene proposto nei modelli CC-JS 8, CC-JS 12 e CC-JS 18. Tutti montano una batteria LiPo ad alte prestazioni che ha capacità 3 x 2500 mAh nel primo, 3 x 3700 mAh nel secondo e 3 x 6000 mAh nel terzo. La durata della carica è rispettivamente pari a 3, 4 e 6 ore. Tutti sono dotati di un pratico indicatore di livello a Led che consente di stabilire il livello di carica disponibile con facilità e immediatezza in qualsiasi momento.

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KIMICAR 0385.272247 antonio.cirillo@kimicar.it www.kimicar.it LAMPA S.p.A. info@lampa.it MYCAR STP

0375.820700 www.lampa.it

WASHTEC SRL msartor@washtec.it

0142 76364 www.auwa.de\it

UTENZA AZIENDA ALLCHEM fbasetti@allchem.it FRA-BER s.r.l. info@fra-ber.it KAERCHER SPA Info@kaercher.com

390.35525616 www.allchem.it 0363.905287 www.fra-ber.it 02.9397 0311 www.kaercher.com

KIMICAR 0385.272247 antonio.cirillo@kimicar.it www.kimicar.it

LAMPA S.p.A. info@lampa.it

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MARCHI RAPPRESENTATI

CANALI DI VENDITA

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stazioni di servizio, Autoricambi, Autoaccessori, colorifici e ferramenta, siti on line

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chimico

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professioniste nel settore car care e car wash

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Japanparts Group, pompe tergicristallo serie WP La pompa tergicristallo ha una funzione di fondamentale importanza per la sicurezza nella guida del veicolo: portare l’acqua per il lavaggio al parabrezza, al lunotto e ai fari del veicolo. La durata di esercizio di queste pompe dipende interamente dalla qualità del liquido lavacristallo. In media, si parla di un periodo compreso tra 2 e 5 anni. L’ispezione della pompa lavacristallo viene spesso trascurata a causa della sua collocazione scomoda, ma è importante pulire sia la pompa che i suoi contatti elettrici almeno una volta all’anno. Questo contribuisce indubbiamente a prolungarne la durata. Un altro accorgimento è di riempire il serbatoio con liquido di lavaggio e rimuovere l’aria in eccesso dal sistema, quando si sostituisce la pompa lavacristallo, Servirà ad evitare che si guasti già dopo i primi secondi di funzionamento. L’offerta di Japanparts Group in questa categoria di prodotto è particolarmente ampia. Japanparts comunica che i codici attualmente disponibili a magazzino sono oltre 60 e coprono già il 70% del circolante asiatico. Le pompe tergicristalli commercializzate dal gruppo con i marchi Japanparts, Ashika e Japko sono garantite 36 mesi e offrono un’alternativa di qualità pari al prodotto originale.

2G presenta la nuova serie aura Stanno arrivando anche sul mercato italiano le prime novità della serie aura, che era stata presentata ufficialmente ad Hannover Messe 2017. Aura rispetta i nuovi valori stabiliti nell’aggiornamento della norma TA Luft (Istruzioni Tecniche per il Controllo della Qualità dell’Aria) voluto dal Ministero Federale per l’Ambiente tedesco. In particolare, nella nuova formulazione la norma ha portato i valori limite di NOx da 100 a 70 mg/Nm3. I due modelli che compongono la serie - aura 404 e aura 406 – hanno una potenza rispettivamente di 100 kW e 150 kW, sono il risultato dello sviluppo del motore e si basano sulla tecnologia proprietaria denominata Lambda 1. Sono caratterizzati da basse emissioni ed un alto grado di efficienza termica, che raggiunge il 65% per l’aura 404 e il 57,9% per l’aura 406, e da un’efficienza totale che per entrambi supera il 100%. 2G tiene anche a sottolineare che, oltre al rispetto della TA Luft, la decisione di investire per ottenere basse emissioni di azoto è basata anche su argomentazioni economiche. “Con la nuova serie aura possiamo puntare ad un rendimento specifico superiore del 15% rispetto alla stessa cilindrata della concorrenza. Per la valutazione commerciale di un investimento, anche la facilità di manutenzione del motore 2G con testata meccanica unica e la riduzione dei costi di investimento hanno giocato un ruolo fondamentale”, ha infatti dichiarato Christian Manca, Ceo di 2G Italia, la filiale italiana del gruppo nata nel 2011.

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Dalle aziende]

Magigas, Diesel Power per un motore diesel pulito e brillante Nato dall’esperienza maturata nel mondo delle competizioni, Diesel Power aiuta ad incrementare le prestazioni dei diesel stradali (e non) nel rispetto dell’ambiente. La sua formulazione, ricca di componenti ossigenanti e capace di alzare il numero di cetano, permette di migliorare la combustione del gasolio riducendo i consumi, aumentando le prestazioni e abbassando le emissioni di particolato, monossido di carbonio e ossido di azoto. Inoltre, grazie alla sua base detergente, questo prodotto risulta ideale per la pulizia degli iniettori e come sbloccante di pompe con notevoli proprietà antischiuma e anticorrosione. L’azienda sottolinea anche che, se impiegato regolarmente, consente di eliminare in partenza la formazione delle parti carboniose incombuste. Tra i plus di questo prodotto anche la facilità e semplicità di utilizzo. In funzione delle prestazioni che si vogliono ottenere si usa in percentuale dal 2 al 5%. Il consiglio è di ripetere il trattamento ogni 3.000/4.000 km per garantirsi una corretta ed efficiente manutenzione. Diesel Power viene venduto in lattine da 1/2 litro.

Emiliana Serbatoi, serbatoi per uso esterno Emilsprayer Si chiama Emilsprayer la serie di serbatoi per uso esterno che si presta ad un’infinità di utilizzi, dalla nebulizzazione di pesticidi per l’agricoltura e il trattamento delle aree verdi fino alla nebulizzazione di liquidi non infiammabili. Sono adatti sia per l’uso domestico sia per quello professionale e si caratterizzano per la combinazione di sistemi di stoccaggio in polietilene di diversa capacità e a una pompa a spruzzo di tipo commerciale. Sono costruiti in polimero resistente agli agenti chimici e ai raggi UV e questo insieme allo spessore delle pareti e al design garantisce che non si deformino nel tempo e nell’utilizzo. I contenitori mobili sono dotati di pompe a membrana con ciclo di lavoro continuo e valvole in Viton resistente alle sostanze chimiche. Il pressostato integrato attiva la pompa soltanto durante la fase di erogazione del prodotto, riducendone l’usura e aumentandone l’efficienza. La lancia in alluminio assicura un’erogazione precisa regolando l’ugello che consente di spruzzare un unico getto oppure di nebulizzare il prodotto ottenendo l’effetto foschia.

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Istobal abbatte i consumi delle piste di lavaggio a pressione L’azienda comunica di aver ottenuto un risparmio pari al 32% nei consumi di energia delle piste di lavaggio a pressione, grazie a un innalzamento dell’efficienza nell’uso dei motori. In particolare, questa riduzione di consumo energetico è stata ottenuta grazie all’inclusione di variatori di frequenza che permettono di regolare la velocità dei motori ottenendo differenti pressioni per le distinte fasi del lavaggio: bassa, media o alta pressione, a seconda della fase. In questo modo si risparmiano più di 4.300 KWh all’anno in ciascuna pista di lavaggio, considerando un funzionamento di 10 ore al giorno di un motore di 3 KW di potenza, che è quello più abituale nei box di lavaggio. Inoltre, nella gamma di box di lavaggio, l’azienda ha sviluppato il sistema di alta pressione intelligente Smartpulse con cui si ottiene un risparmio aggiuntivo del 5% di energia. Si tratta di un dispositivo di avvio e arresto che gestisce automaticamente il funzionamento delle pompe dell’alta pressione e delle dosatrici di prodotto chimico. Attraverso un semplice sistema di pressostati si evita che la pompa continui in funzionamento quando il cliente non sta lavando il veicolo.

Shell, le novità della gamma Shell Rimula In occasione della Shell Rimula Global Promotion 2017, che si è tenuta a Milano il 10 e l’11 ottobre scorsi, Shell ha lanciato sul mercato italiano le ultime novità della gamma Shell Rimula, oli motore per autotrazione pesante. Shell Rimula R4 L e Shell Rimula R5 LE sono conformi al nuovo standard CK-4 dell’American Petroleum Institute (API) e sono stati testati con oltre 64 milioni di km di prove su strada. La nuova formulazione ha permesso di ottimizzare il controllo dell’ossidazione, la stabilità al taglio e il controllo del rilascio dell’aria (che risulta più rapido), oltre che la protezione anti-usura ed il controllo dei depositi. Shell Rimula Ultra 5W-30; l’olio motore a bassa viscosità, progettato per soddisfare le esigenze dei moderni veicoli a bassa emissione, è il primo lubrificante a soddisfare la specifica Scania LDF-4. A seguito di severi test su strada, infatti, ha dimostrato di essere in grado di contribuire ad ottimizzare le prestazioni dei motori per autotrazione pesante di ultima generazione: ha garantito lo stesso intervallo di cambio e lo stesso consumo di lubrificante rispetto al prodotto che soddisfa la specifica Scania LDF-3 con viscosità 10W-40 e ha contribuito a ridurre il consumo di carburante per un ulteriore 0,5% e a raddoppiare l’intervallo di cambio sui veicoli con filtro antiparticolato diesel. Shell Rimula Ultra 5W-30 LDF-4 è approvato per D13 e D9 da Euro 1 a Euro 6 e per motori a gas.

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Dalle aziende]

Mafra, linea Unika a misura dei lavaggisti più esigenti È destinata al mondo del carwash la linea Unika composta da 12 prodotti professionali, che offre massime prestazioni per fidelizzare i clienti. I prodotti della linea sono ipercompatibili, e possono combinarsi tra loro formando svariate combinazioni in modo da riuscire ad adattarsi ad ogni necessità e condizione. La linea Unika include in un’unica proposta prestazioni, lucentezza, compatibilità, sicurezza, ecologia, e profumazione. Le sue caratteristiche la rendono adatta anche per affrontare i mercati internazionali doveviene impiegata prevalentemente acqua osmotizzata ed è sempre presente il riciclo delle acque e all’ingresso del lavaggio si utilizzano grandi quantità di prodotto alcalino che crea problematiche di asciugatura nella fase finale. Per questo nella gamma sono stati introdotte tre diverse tipologie di shampoo, un precera e due schiumogeni, uno alcalino ed uno acido, oltre a ben tre tipologie di cera. Tutti prodotti con dosaggi inferiori di 10 mg a vettura. Grande ricerca è stato dedicata ai prodotti ad alto valore aggiunto come ad esempio, il programma polish che comprende, oltre al famoso Mafralux, il nuovo polish Lotus Juice, il primo vero polish sigillante per autolavaggio.

Atas, soluzioni per il car care Stanno ottenendo importanti riscontri sul mercato, le salviette umidificate per la pulizia degli interni auto proposte dall’azienda che vengono proposte nelle versioni: lucidante per cruscotti nelle profumazioni arancia e vaniglia, opaca al pompelmo, detergente per vetri e cristalli al lime e limone, detergente per interni in pelle nella nuovissima profumazione fiori della Polinesia e le salviette detergenti per mani con aloe e loto che sono indispensabili per chi viaggia ed è sempre fuori casa. Molto apprezzato anche il detergente di ultima generazione Lava&Profuma, formulato alcalino indicato per il lavaggio di automezzi in impianti automatici che è caratterizzato da una abbondante e durevole profumazione. Fanno parte della gamma proposta dall’azienda anche Rial 2000 Anp, detergente schiumogeno altamente concentrato, specifico per lo sgrassaggio di attrezzature dell’industria alimentare, idoneo per chi è soggetto a controlli HACCP e detergente alcalino ad alta concentrazione Namar M che risulta particolarmente efficace anche negli impianti self service con presenza di acque molto dure.

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Mazzoni, pompe ad hoc per il car wash Nasce dalla convinzione che il mercato a cui si rivolge, quelli produttori di portali, richieda pompe sempre più grandi e performanti la gamma proposta dall’azienda di Cavirago in provincia di Reggio Emilia. Proprio in funzione delle esigenze di questa particolare categoria di utenti è stata creata una serie di pompe ad alta pressione che, grazie alla testata nichelata possono lavorare con qualsiasi tipo di detergente per la pulizia ad alta pressione degli automezzi. Vengono prodotte all’interno dei suoi stabilimenti pompe industriali in linea a 3 pistoni ad alta pressione con sistema biella/manovella. Presentano aste pistoni di guida sovradimensionati e rettificati per una riduzione dell’attrito durante lo scorrimento ed una migliore tenuta olio e un albero sovradimensionato con terminale che assicura una migliore trasmissione della coppia. Tra le altre dotazioni di queste pompe figurano: - Pistoni in ceramica di grosso spessore per una maggiore durata; - Valvole di aspirazione e mandata con passaggi acqua maggiorati; - Bielle sovradimensionate realizzate con una speciale lega antifrizione; - Testa pompa in ottone forgiato con disegno per alta resistenza; - Sistema di tenuta a doppia guarnizione; - Cuscinetti a rulli conici di qualità e sovradimensionati; - Guarnizioni a “U”

Morelite presenta la spazzola Energy 45 È destinata al mondo dell’autolavaggio la nuova spazzola E45°, che rappresenta un brevetto dell’azienda e deve il suo nome al taglio a 45° delle stringhe che trasforma la spazzola in uno strumento lavante a geometria variabile. Questo le conferisce un elevatissimo potere lavante. Il taglio obliquo permette alle stringhe di lavorare su due assi. Il taglio diagonale, le punte arrotondate e lo spessore corrugato delle stringhe contribuiscono a determinare un incremento pari a circa il +40% di contatto tra le pareti corrugate delle stringhe e le vernici da lavare in modo da assicurare un importante incremento delle performance. Il lato più fine delle stringhe atterra sul veicolo: l’impatto è tanto silenzioso quanto efficace. Il movimento obbliga la stringa a ruotare su se stessa e il contatto con la vernice è totale. A questo punto le pareti corrugate delle stringhe sono in condizione di affrontare e togliere tutto lo sporco in modo impeccabile. Alla qualità dei risultati contribuisce anche il Moretex, un tessile sviluppato dall’azienda che esprime il massimo delle proprie performance sul muso, sul retro e sulle fasce laterali del veicolo.

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Dalle aziende]

Tavola, le novità dei marchi Stp e Bullock Tra le novità a marchio Stp il pulitore iniettori progettato per veicoli con oltre 120.000 km percorsi e motori stressati dalle grandi percorrenze, un mercato stimato solo in Italia di 15.000.000 di veicoli. È la soluzione ideale per supportare il bisogno di extra pulizia e protezione del sistema di alimentazione. Con STP Wearguard Technology consente un’azione lubrificante e di riduttori di attrito, ristabilendo le prestazioni in veicoli con motori usurati riducendo i consumi, le emissioni ed evitando le esitazioni del motore. Da Bullock, il marchio leader europeo nei dispositivi meccanici per la protezione dal furto d’auto, tre articoli studiati per soddisfare ogni esigenza di protezione. Bullock “Excellence” Blocca Pedali è l’antifurto meccanico per auto realizzato in acciaio carbonitrurato ultra resistente, antitrapano e antitaglio, con serratura made in Italy e tecnologia “Seeger Lock” contro gli attacchi per estrazione, rapido e semplice da montare. È disponibile in 4 modelli in base al pianale dell’auto (X, K, W e per cambio automatico), ciascuna con 2 chiavi in dotazione. La massima visibilità con effetto ultra deterrente grazie al nuovo braccetto giallo e lo scudo di sicurezza in lega rinforzata fanno di Bullock “Defender” Blocca Volante la soluzione ideale per le city car. Di recente è stato arricchito con una serratura antiscasso Made in Italy ancora più evoluta. Il terzo prodotto è Bullock “Absolute”: protezione integrata per volante e pedali, una soluzione “value-for-money”, con nuove impugnature “grip” per un’installazione ancora più semplice. Il blocca volante-pedali universale si presenta da oggi più compatto, più pratico e maneggevole.

Carcos by Car Cosmetics, linea Carcos Plasticel Carcos by Car Cosmetics, azienda di riferimento nel settore dei prodotti chimici car-aftermarket presente con propri distributori in oltre trenta Paesi, presenta la rinnovata linea di detergenti e brillantanti non aerosol. Carcoglass Super Fast, il sigillante per vetri di formula innovativa su base MS-Polymaer direttamente utilizzabile senza Primer e senza Cleaner, e Carcoseal Fast, forma guarnizione aerosol nero monocomponente di rapida vulcanizzazione, resistente ad alte termoresistenze (-40° + 180°) e di eccezionale aderenza. Carcos Plasticpel è una vernice spray che permette di verniciare qualsiasi superficie in modo reversibile ottenendo un effetto immediato ed è lo strumento più semplice e veloce per creare un film protettivo durevole e liscio. Agisce come sigillante, è antiabrasione e resiste a temperature comprese tra -23° C e + 93°C. Ha una superficie pelabile che può essere applicata anche su superfici curve e su aree difficili da raggiungere con una pellicola non convenzionale.

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Natale Solidale

Il Natale è un’occasione davvero unica e preziosa per aiutare concretamente chi ne ha più bisogno: scegliendo i regali solidali dell’ENPA ci darete la possibilità di acquistare per i nostri trovatelli cibo, cure, ripari e beni di prima necessità!

I regali che donano cibo, cure e ripari! www.enpa.it - www.comunicazionesviluppoenpa.org/enpashop/

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III Immagini concesse da Adobe Stock https://stock.adobe.com/it/


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