MARKET ROAD N. 154

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AREE DI SERVIZIO - CAR CARE - CAR WASH - CONVENIENCE STORE - ENERGIA - ENERGIE ALTERNATIVE - OIL - SICUREZZA - VIABILITÀ

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Sommario numero 154

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MUSEO FISOGNI Il marketing Mobil negli anni 20 e 30 Pagina 20

INTERVISTA a GIUSEPPE SPERDUTO (Assolavaggisti - Fiab) Pagina 26

DOSSIER Car wash Le novità in arrivo Pagina 32

FOCUS Detergenti e profumatori

SICUREZZA DEGLI AUTOLAVAGGI

Pagina 42

Pagina 50

MOBILITÀ ELETTRICA Un mercato di nicchia che studia per diventare di massa Pagina 56

pag. 9 Editoriale

pag. 64 La vetrina del chimico

pag. 10 News

pag. 66 Dalle aziende


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marketroad n°154

Car wash: le novità in arrivo

FoCus i detergenti

FoCus i proFumatori auto


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editoriale di Camilla Galimberti

Perché anche oggi vale la pena di investire in pubblicità I media moderni sono mezzi di comunicazione che utilizzano le tecnologie create dall’uomo e sono molto efficaci per raggiungere tutti ovunque. La pubblicità è nata come professione per diffondere informazioni commerciali e pubbliche, per dare identità al prodotto e per rendere rapida la circolazione commerciale salvaguardando i mercati da azioni mono - oligopolistiche. L’obiettivo della pubblicità è di far conoscere alle persone dell’esistenza di una marca, di un prodotto. Gli anni ottanta sono stati gli anni dell’apoteosi della comunicazione pubblicitaria: infatti il boom degli audiovisivi e della telematica e la globalizzazione degli scambi commerciali hanno accompagnato le trasformazioni del mercato e del modo di fare comunicazione. La marca assume una connotazione simbolica ed emotiva su cui i messaggi pubblicitari contano. Per molte aziende l’immagine dei prodotti assume un valore fondamentale. Infatti ogni prodotto è dotato di una propria personalità e di uno stile distintivo che lo rende adatto ad un certo target a cui si vuole vendere il prodotto. La pubblicità non si limita a dare informazioni sul prodotto, ma mira a sedurre il pubblico. Il problema però è quello del sovraffollamento degli spazi e bisogna fare scelte strategiche ben determinate. Gli schemi della strategia comunicativa hanno alcune caratteristiche in comune: la scelta del target; il vantaggio che può ricavare il target scegliendo un determinato prodotto; la promessa principale fatta al potenziale consumatore; la ragione per cui un determinato prodotto può offrire un beneficio; la prova concreta,dimostrazione di ciò che è affermato nella reason why; il risultato finale; il linguaggio, l’atmosfera, il tono che la comunicazione deve adottare per essere efficace sul target. La creatività in pubblicità è la capacità di presentare una proposta in modo nuovo, facendone percepire contemporaneamente il contenuto concettuale e strategico. Ogni azienda ha la necessità di darsi un’immagine e di recuperare quella che i teorici chiamano “immagine sottorappresentata”. Ogni intervento sull’immagine parte dalla necessità di consolidare il rapporto con il contesto esterno perché attraverso l’immagine si può comunicare stile, identità, affidabilità, direttrici di sviluppo aziendale. L’immagine è la percezione che il pubblico ha di un’impresa; combinata da una serie di elementi come la qualità dei prodotti, le capacità gestionali, il livello dei prezzi; l’immagine vive nella mente del consumatore, mentre l’identità è la realtà oggettiva. Insomma la pubblicità non può mancare……

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news

Appuntamento in pillole con la sicurezza, le fiere del settore, le novità prodotto

Autogrill: nel 2018 ricavi in crescita del +5% Il Consiglio di Amministrazione di Autogrill S.p.A. (Milano: AGL IM) ha esaminato e approvato i risultati consolidati al 31 dicembre 2018, inclusivi della Dichiarazione Non Finanziaria consolidata 2018. Il bilancio consolidato evidenzia una crescita del 5% dei ricavi che sono stati pari a 4,7 miliardi di euro. Solida la crescita like for like che è stata del 3,5%. La performance dei ricavi al 31 dicembre 2018 è stata positiva per tutte le aree geografiche in cui il Gruppo opera. In Nord America la crescita dei ricavi nel canale aeroportuale ha più che compensato la debolezza del traffico autostradale nel corso dell’anno. L’area International ha beneficiato della crescita sostenuta del traffico aeroportuale e in Europa la progressione dei ricavi è stata trainata dalla forte crescita nei canali aeroportuale e ferroviario, parzialmente compensata da un traffico autostradale più contenuto. Buona la performance del canale aeroportuale, i cui ricavi crescono del 7,2%1 (+5,6% like-for-like). Il canale autostradale vede ricavi in diminuzione dell’1,3% (+0,1% like for like). La performance riflette una crescita più contenuta del traffico in tutte le regioni e della lieve riduzione del perimetro, per effetto dei rinnovi selettivi sulla rete italiana. L’Ebitda è stato pari a 386,9 milioni di euro, in calo del 3% rispetto ai 399 dell’esercizio 2017. “Nel 2017 e nel 2018 abbiamo lavorato intensamente per rafforzare il nostro business e migliorarne l’efficienza. Nel 2019 abbiamo iniziato a cogliere i benefici del lavoro svolto e completeremo il nostro piano triennale, i cui elementi principali sono la crescita dei ricavi, le efficienze strutturali e il miglioramento della redditività, oltre alla realizzazione di acquisizioni nelle aree geografiche strategiche e razionalizzazione delle attività non core”, ha dichiarato Gianmario Tondato Da Ruos, Amministratore Delegato e CEO del Gruppo.

Si rafforza la partnership tra Air Liquide e Lukoil Air Liquide Italia ha recentemente siglato un accordo di durata decennale per il rinnovo della fornitura di ossigeno, azoto e idrogeno all’impianto IGCC e alla raffineria di proprietà Lukoil, siti presso il polo produttivo di Priolo Gargallo. Una partnership che vede le due aziende collaborare con successo da oltre 20 anni. L’Ossigeno e l’Azoto prodotti dagli impianti di separazione dell’aria di Air Liquide presenti nel polo petrolchimico siracusano saranno forniti all’impianto IGCC di Lukoil per una capacità produttiva complessiva di circa 3.900 tpd. Air Liquide dispone infatti in Italia di 9 ASU (Unità di Separazione dei gas dell’Aria) e di una rete di tubazioni interrate che si estende per oltre 600 km, per fornire ossigeno ai principali bacini industriali del Nord Italia, oltre ai due poli petrolchimici in Sicilia e Sardegna.

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Tamoil e Snam: firmato contratto per 5 nuove stazioni di servizio a gas naturale Attraverso la controllata Snam4Mobility, Tamoil e Snam hanno firmato un contratto per realizzare un primo lotto di 5 stazioni di rifornimento di gas naturale sul territorio nazionale, promuovendo lo sviluppo della mobilità sostenibile per auto e camion in Italia. L’accordo prevede la collaborazione di Tamoil e Snam4Mobility per la progettazione, realizzazione, manutenzione ed esercizio di 4 nuovi impianti di CNG (gas naturale compresso) e un nuovo impianto di L-CNG (gas naturale liquefatto e compresso) all’interno della rete nazionale di distributori a marchio Tamoil. Il contratto rientra tra le iniziative di Snam4Mobility per dare impulso alla crescita della rete distributiva di CNG e LNG in Italia, tramite investimenti diretti e accordi con altri operatori del settore. Nella mobilità a metano, l’Italia è leader europeo con circa 1 milione di veicoli circolanti e oltre 1.300 stazioni di servizio, destinate ad aumentare

anche per effetto degli investimenti di Snam, che riguardano anche lo sviluppo del biometano, gas rinnovabile a zero CO2 prodotto da rifiuti e scarti agricoli. Tamoil rafforza l’offerta di prodotti e servizi per i propri clienti, aumentando il numero di punti vendita di proprietà che erogano gas naturale, confermando l’impegno a soddisfare, attraverso il proprio network di stazioni di servizio sul territorio italiano, la domanda di mobilità del Paese, in tutte le sue forme.

Da fine aprile possibile il self service metano Entrerà in vigore a 30 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, avvenuta lo scorso 20 marzo, lo schema di decreto che modifica il testo, attualmente vigente, della norma inerente l’esercizio degli impianti di distribuzione stradale del gas naturale per autotrazione e che permetterà il rifornimento di metano in modalità self-service. Soddisfatta Licia Balboni, Presidente di Federmetano secondo la quale “il successivo punto riguarderà lo sviluppo di un data-base utenti on line, al quale accreditarsi e la creazione di un apposito tutorial che indichi i passaggi chiave del rifornimento. Federmetano”, ha sottolineato, “ha lavorato attivamente affinché la possibilità di rifornirsi autonomamente, anche per i metanautisti, divenisse una realtà. Il raggiungimento di questo traguardo è un riflesso del grande fermento di cui l’intero settore del gas naturale per autotrazione oggi è protagonista. Un’evoluzione dettata dalle potenzialità in termini di ecosostenibilità di questo virtuoso carburante, che ben rispondono alle normative europee in merito e che lo rendono la soluzione green, innovativa ma già disponibile sul mercato”. Dopo aver ricordato che la rete distributiva vanta attualmente poco più di 1300 punti vendita, di cui 47 autostradali, Balboni si è detta convinta che “il rifornimento in self-service renderà ancora più appetibile l’uso del metano per autotrazione anche per le flotte, che vedevano nella necessità di servizio un ostacolo all’espansione nell’utilizzo di questo straordinario vettore energetico. Ricordiamo però che tale novità rappresenta una possibilità di vendita e non un obbligo di legge per chi esercisce le stazioni di vendita carburanti. Saranno i consumatori a determinare lo sviluppo di questa nuova opportunità”, ha concluso.

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Appuntamento in pillole con la sicurezza, le fiere del settore, le novità prodotto

Parte da Milano la “Rivoluzione BluE” Nella settimana della Design Week (9-14 aprile) concomitanza con la Design Week il mezzanino della stazione di Porta Venezia della M1 a Milano cambierà volto, convertendosi nel quartier generale di BluE aperto ogni giorno dalle 10.00 alle 20.00. Uno spazio dedicato alle installazioni, ai workshop e ai talks incentrati sui temi della mobilità, della sharing economy, della sicurezza e delle nuove tecnologie. BluE è il format dedicato ai nuovi scenari che la rivoluzione elettrica sta disegnando e dove la mobilità è il driver di cambiamento più impattante ma non il solo. Patrocinato dal Comune di Milano, nasce per celebrare questo cambiamento, accelerare quel processo di riconversione necessario quanto atteso e per dimostrare come tecnologia, innovazione e qualità dello stile di vita siano indissolubilmente legati. Per tutta la settimana istituzioni, aziende e cittadini potranno incontrarsi e regalarsi un tuffo nelle idee e nei progetti più innovativi della mobilità a impatto zero. Una vera e propria onda blu invaderà le vie attorno a Porta Venezia, trasformandole in una pista di oltre 1000 metri - il Km BluE - dove i milanesi per sei giorni potranno provare gratuitamente mezzi di trasporto elettrici.

Varta partner di Dynamo Camp alla Milano Marathon Corsa e divertimento, ma anche sensibilità nei confronti di chi è meno fortunato: in occasione della Milano Marathon, la maratona in programma a Milano il 7 aprile, Varta è partner tecnico di Dynamo Camp, Onlus che ospita gratuitamente bambini e ragazzi con patologie gravi o croniche e offre programmi di terapia ricreativa. Ai 662 runner che hanno scelto di correre a sostegno di Dynamo Camp per regalare un weekend indimenticabile a 25 famiglie con bambini e ragazzi affetti da SMA (atrofia muscolare spinale), previsto dal 2 al 5 maggio presso la sede del camp situata a Limestre (PT) Varta fornirà Sport Reflective LED Band, per essere sempre visibili e correre in totale sicurezza, o Safety Alarm Light, un portachiavi speciale sviluppato appositamente dall’aziendaper la salvaguardia femminile, dotato di un allarme da 100 dB da attivare in caso di pericolo.

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Figisc, Faib e Fegica: sul credito d’imposta i gestori avvieranno la procedura di compensazione Si fa sempre più duro e serrato il confronto sul tema del credito d’imposta. Lo scorso 22 marzo Figisc, Faib e Fegica, hanno inviato una nota ai sottosegretari Bitonci e Villarosa nella quale preannunciano che, in mancanza dell’approvazione dell’emendamento correttivo che il Ministero aveva assunto per consentire il legittimo utilizzo del credito d’imposta, si vedranno costretti a dare indicazioni “ai gestori di utilizzare, in ogni caso, il credito d’imposta in parola in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nei termini previsti dalla legge, in occasione della scadenza del 16 maggio p.v.”. Lo si apprende da una notizia pubblicata sul sito di Figisc nella quale, dopo aver spiegato che “la misura che Foto CC camilo g. r si renderà evidentemente necessaria in assenza di indicazioni ministeriali” si auspica che ”comunque dal Ministero giungano al più presto rassicurazioni “. Nel box il testo integrale della comunicazione unitaria inviata a MEF e MiSE, così come pubblicata sul sito di Figisc..

On. Massimo Bitonci Sottosegretario di Stato Ministero Economia e Finanze

emendamento, senza peraltro avere nemmeno una

On. Alessio Mattia Villarosa Sottosegretario di Stato Ministero Economia e Finanze

rappresentati, come non sfuggirà alle

previsione realistica, se non certa, di quanto tempo debba ancora passare.

facendo seguito alla riunione del

che, seppure ancora in mancanza di un suddetto

provvedimento, daranno indicazioni alla categoria di utilizzare in ogni caso il credito d’imposta in parola in compensazione ai sensi dell’articolo legislativo

17 del decreto

9 luglio 1997, n. 241, nei termini previsti 16 maggio

dalla legge, in occasione della scadenza del p.v.

Tutto questo nella convinzione che si possa convenire

non essere equo né ragionevole chiedere alla categoria

5 marzo u.s.,

le scriventi Federazioni sono ad evidenziare come,

nonostante quanto preannunciato, non sia stato ancora permesso alle medesime scriventi di prendere visione del testo dell’emendamento che il

Vostre

responsabilità istituzionali, le medesime annunciano

Oggetto: Distribuzione carburanti. Tavolo di concertazione. Credito d’imposta a favore degli esercenti impianti distribuzione carburanti, ex Legge 27 dicembre 2017, n. 205. Egregi Onorevoli,

Ciò premesso, dovendo necessariamente

le scriventi Federazioni tutelare i legittimi interessi

Ministero ha assunto

l’incarico di presentare allo scopo di consentire l’utilizzo del credito d’imposta in oggetto.

Di conseguenza, mentre i maggiori oneri si moltiplicano,

i gestori dovrebbero ancora attendere per accedere al beneficio che la legge prevede in attesa del suddetto

rappresentata una ulteriore dilatazione dei tempi, oltre

quella qui prevista e che si somma a quella già passata.

Faib - Fegica - Figisc/Anisa


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Appuntamento in pillole con la sicurezza, le fiere del settore, le novità prodotto

Si svolgerà a settembre il Car Wash Show Europe La terza edizione del Car Wash Show Europe, la fiera biennale organizzata dalla International Car Wash Association in collaborazione con ProMedia Group, si svolgerà ad Amsterdam il 17 al 18 settembre prossimo. Ad ospitare questa edizione sarà il De Kromhouthal, uno spazio espositivo che è stato ritenuto più adatto ad accogliere gli oltre duemila operatori dell’autolavaggio attesi. Confermata la formula scelta fin dall’inizio per questa fiera che abbina all’esposizione fieristica anche momenti dedicati alla formazione e all’informazione. Per informazioni¸ www.carwashshoweurope.com

Axxès entra nel mercato italiano Il fornitore francese di telepedaggio per automezzi pesanti ha compiuto un altro importante passo avanti nello sviluppo dell’interoperabilità in Europa, convalidando il proprio dossier di certificazione per iniziare a testare in condizioni reali sulle autostrade italiane. Gli audit del suo

sistema interoperabile sono stati condotti dall’Aiscat, che ne ha convalidato la buona conformità. Una volta completato il controllo funzionale entro giugno 2019, Axxès passerà al controllo del servizio regolare e, a partire da luglio, la sua soluzione sarà testata a grandezza naturale in Italia e la sua offerta sarà disponibile sul mercato italiano attraverso i consorzi autostradali. L’Italia si aggiungerebbe così alla rete di paesi già interoperabili con il sistema Axxès: Spagna, Portogallo, Francia, il tunnel del Liefkenshoek e la rete Viapass in Belgio, il tunnel Herrentunnel in Germania e Austria. Allo stesso tempo, Axxès sta certificando le sue scatole in modo che possano essere accettate sulla rete tedesca dall’inizio della seconda metà del 2019.

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Pagamenti digitali: il trend del 2018 è di forte crescita Questo è quanto emerge dall’edizione 2019 dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano. Nel 2018 i pagamenti con carta in Italia salgono a 240 miliardi di euro, pari al 37% dei pagamenti delle famiglie italiane, con una crescita del +9%. Gli italiani usano sempre di più la carta: il numero di transazioni pro capite è oggi di 69,6 rispetto alle 60 del 2017. Confermando il trend degli ultimi anni, scende il valore medio di ogni transazione che si attesta intorno ai 57 euro/transazione rispetto al 60,5 euro/transazione registrati nel 2017. I New Digital Payment continuano a crescere ad un ritmo elevato (+56%) e arrivano a rappresentare un terzo del totale dei pagamenti digitali con carta per un totale di 80 miliardi di euro. Questa crescita è trainata in particolar modo dalla componente di prossimità delle carte Contactless e dei pagamenti in prossimità da Mobile (Mobile Proximity Payment), crescita che, secondo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce, dovrebbe proseguire nei prossimi anni superando nel 2021 i 125 miliardi di euro. I Mobile Proximity Payment, in particolare, hanno avuto una crescita molto importante (+650%), con oltre 15,6 milioni di transazioni effettuate in negozio con lo smartphone, per un equivalente di 530 milioni di euro. Nel 2018 in Italia sono state effettuate oltre 1 miliardo di

transazioni senza contatto da parte dei possessori di carte contactless, per circa 47 miliardi di euro di transato complessivo. A ricoprire un ruolo fondamentale, oltre alla dimestichezza con questa tecnologia ormai acquisita da consumatori ed esercenti, è anche la crescita del numero di carte e POS abilitati: oltre 1 carta su 2 (60 milioni, +17%) a fine 2018 e più di 3 POS su 4 (1,7 milioni, +21%) sono contactless. Si stima che i pagamenti contactless entro il 2021 potranno valere tra i 75 e i 100 miliardi di euro. Anche i pagamenti presso i punti vendita attraverso il cellulare (Mobile Proximity Payment) crescono in maniera esponenziale (+650%) e raggiungono i 530 milioni di euro transati nel 2018, con oltre 15,6 milioni di transazioni effettuate. Raddoppiano, inoltre, sia il numero di persone che l’hanno utilizzato (1 milione in totale a fine 2018) sia la spesa annuale media, che supera i 500 euro per persona.

Il rebranding di Lavorwash In un mercato globale sempre più fluido e dinamico, il cambiamento diventa un elemento fondamentale per un’azienda; il sapersi aggiornare ed evolvere è ormai una necessità significativa. Lavorwash ha quindi deciso di intraprendere un percorso evolutivo al fine di creare una nuova identità che la porta a cambiare visione, proiettandosi così verso il futuro e uno stile totalmente rinnovato. Rientra in questo percorso il rebranding del marchio Lavor. Un nuovo brand moderno, semplice e innovativo, che verrà riprodotto sui packaging ma anche sui prodotti e in tutti i canali comunicativi di Lavor accompagnato da un pay-off che riassume la mission dell’azienda. Semplificazione e riconoscibilità sono infatti e due parole chiave alla base di questo rebranding. È stato utilizzato un font dalle linee essenziali, con l’inserimento di un elemento giallo - “fulmine” - che simboleggia forza e velocità, due qualità che caratterizzano l’obiettivo attuale di Lavorwash: diventare sempre più forti e innovativi nel mondo del cleaning domestico e professionale.

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Appuntamento in pillole con la sicurezza, le fiere del settore, le novità prodotto

Autopromotec 2019, una vetrina sempre più internazionale Manca poco al 22 maggio e all’apertura della 28° edizione di Autopromotec, la biennale internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico che si svolgerà come da tradizione a Bologna. Nel frattempo cominciano a filtrare alcune anticipazioni. La prima è che, grazie all’intenso piano internazionale di promozione strategica della manifestazione, fondato su collaborazioni consolidate con diverse camere di commercio e organizzazioni indipendenti a livello mondiale, nel capoluogo emiliano sono attesi più di 120 delegati – tra buyer e operatori istituzionali – provenienti da oltre 35 paesi. Una buona notizia, visto che alcuni dei comparti rappresentati sono riconosciuti come eccellenze tecnologiche in tutto il mondo e hanno quote di esportazione che superano il 70%. Grazie alla collaborazione con ICE nell’ambito del “Piano Straordinario per la Promozione del Made in Italy”, un progetto promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, sono previsti circa 80 delegati provenienti da mercati a forte interesse per l’automotive (come Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong e Australia), ma anche zone a forte potenziale di crescita (quali Messico, Indonesia, Malesia, Cina - con le aree di Beijing e Guanghzou, e Sudafrica), oltre a delegazioni dall’area medio orientale (Egitto, Libano, Arabia Saudita e Kuwait), africana (Maghreb - Marocco, Algeria, Tunisia, e le aree sub-sahariane - Etiopia, Somalia, Kenya, Tanzania e

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Uganda) e caucasica (Kazakistan e Azerbaijan). campagna per la promozione internazionale di Autopromotec e di tutta la filiera dell’aftermarket automotive promossa dalla Regione Emilia-Romagna, inoltre, porterà in fiera più di 40 delegati provenienti dal Sud America (Argentina, Brasile, Colombia, Cile, Perù, Ecuador) e dall’area del sud-est asiatico (Thailandia e Vietnam), oltre che dall’India, dalla Russia e dalla Turchia. Anche quest’anno, per implementare l’interazione tra le aziende e le delegazioni presenti in Fiera, gli espositori italiani avranno l’opportunità di contattare direttamente presso la nuova area “The Mall”, situata tra i nuovi padiglioni 29 e 30, i buyer, tramite la piattaforma di business matching B2Match, e organizzare in anticipo incontri commerciali. Nel 2017 sono stati oltre 720 gli incontri B2B, con riscontri molto positivi sul profilo degli interlocutori e sui contratti sottoscritti. La novità di quest’anno sarà “Autopromotec Motorsport”, l’iniziativa interamente dedicata al racing patrocinata da ACI Sport e dalla sezione Motorsport di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) dedicata alle aziende che, grazie all’innovazione e alla forte passione motoristica, hanno scritto la storia delle competizioni. L’iniziativa “Autopromotec Motorsport” prevede anche un ciclo di convegni specifici sulle tematiche che accomunano il comparto delle competizioni motoristiche con il settore del post-vendita, quali ad esempio la costante ricerca di sicurezza, affidabilità e performance.


Japanparts Group è ‘Preferred Supplier’ di Nexus Automotive International Japanparts Group aumenta la sua presenza nella rete distributiva internazionale consolidando la partnership su scala mondiale con il Gruppo Nexus Automotive International che ha nominato l’azienda ‘Preferred Supplier’. Il gruppo Nexus è presente nei cinque continenti, con 135 membri e oltre 1.500 affiliati in 128 paesi, con un fatturato consolidato di oltre 17,6 miliardi di euro. Japanparts Group offre ai membri del gruppo di acquisto internazionale 140 famiglie di prodotto, per una fornitura completa di tutte le tipologie di ricambio che vanno dalle parti motore ai freni, alle frizioni alle parti elettriche alle sospensioni e una rete di distribuzione molto selettiva sul territorio europeo ed extraeuropeo per i marchi Japanparts, Ashika e Japko.

Magigas e Simone Faggioli rinnovano l’accordo anche per il 2019 Magigas Extreme Competition e il Faggioli Racing Team che ha in Simone Faggioli, pilota e team principal, annunciano di aver rinnovato l’accordo di collaborazione anche per il 2019. La collaborazione tecnica, che ha preso il via nel 2018, non riguarderà soltanto Simone Faggioli, ma tutto il suo team impegnato anche quest’anno nel Campionato Europeo Montagna e in altri appuntamenti (fra i quali alcune tappe del Campionato Italiano Velocità Montagna) con i seguenti piloti: Fabien Bouduban, Alberto Dall’Oglio, Diego Degasperi e Marco Capucci. Le vetture protagoniste saranno invece i prototipi Norma per Faggioli, Bouduban e Dall’Oglio e Osella per Degasperi e Capucci.

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Appuntamento in pillole con la sicurezza, le fiere del settore, le novità prodotto

Svitol regala un buono Amazon Svitol di Arexons regala un buono Amazon e lo fa con la nuova promozione “Fai shopping con Svitol”, che permette di ricevere un Buono Regalo Amazon da 5 euro, con l’acquisto di un prodotto da 400ml della gamma Scopri come partecipare su Svitol. La promozione è valida fino al 31 marzo 2020. Per accedervi basta www.faishoppingconsvitol.it acquistare uno dei lubrificanti multifunzione Svitol da 400ml negli appositi espositori con la grafica promozionale “Ricevi un Buono Regalo Amazon.it” e vendute presso negozi aderenti all’iniziativa. Per poter usufruire del buono regalo, è necessario conservare lo scontrino parlante e, entro tre giorni dalla data d’acquisto, collegarsi al sito www. faishoppingconsvitol.it. Una volta che ci si è registrati, occorre caricare la foto (o scansione) dello scontrino integro e leggibile. Entro 10 giorni, il consumatore riceverà una e-mail contenente il buono Amazon in formato elettronico. Ogni utente registrato potrà partecipare fino a un massimo di 5 volte (con una singola partecipazione per scontrino). Lubrificante multifunzione

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Visirun in anteprima al Transpotec Logitec Connec Your Business La società che fa parte di Verizon Connect, specializzata nello sviluppo di soluzioni per la gestione delle flotte aziendali, in occasione di Transpotec Logitec che si è tenuto a Verona dal 21 al 24 febbraio 2019, ha presentato in anteprima Connect Your Business, il video parte della nuova campagna di comunicazione integrata, a copertura nazionale, destinata ai fleet manager e alle imprese che utilizzano flotte aziendali. Il fulcro della campagna è il video presentato in anteprima a Transpotec

Alberto di Mase Country Marketing Manager di Visirun

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Logitec che sarà on air a partire dal secondo trimestre dell’anno e mette in luce i benefici che la telematica offre a tutti coloro che si occupano di gestione delle flotte, inclusi i 4 pilastri aziendali (ambiente, clienti, dipendenti e mercato) ed enfatizza i valori aziendali di Visirun, condivisi con la capogruppo Verizon Connect. Il video, in cui viene raccontato l’impatto che la tecnologia GPS ha sulla vita ed il lavoro delle persone è stato diretto dal noto pubblicitario e regista italiano Erminio Perocco insieme al suo team creativo.

I dati relativi ai consumi di carburante a febbraio 2019 Union e Petrolifera Italiana ha comunicato i dati relativi al consumo di carburanti relativo al febbraio 2019 stando ai dati provvisori della rilevazione MISE dai quali si evince che i consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio), a parità di giorni lavorativi, sono risultati pari a poco più di 2,3 milioni di tonnellate, di cui 0,5 milioni di benzina e 1,8 milioni di gasolio, con un lievissimo decremento dello 0,2% (-4.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2018. In particolare, la benzina totale ha mostrato un calo dello 0,6% (-3.000 tonnellate), mentre la benzina venduta sulla rete dello 0,4% rispetto a febbraio 2018. Il gasolio autotrazione evidenzia una sostanziale invarianza (-0,1%) (-1.000 tonnellate), mentre il gasolio venduto sulla rete cresce dello 0,8% rispetto a febbraio 2018. Nel comunicato si ricorda che nel mese di febbraio le immatricolazioni di autovetture nuove hanno evidenziato un calo del 2,4%. Quelle diesel, in decisa contrazione, hanno rappresentato il 45,2% del totale (era il 56,1% a febbraio 2018), mentre quelle a benzina il 42,6% (era il 32,1% a febbraio 2018). Quanto alle altre alimentazioni, nel mese considerato il peso delle auto a Gpl è stato del 5,7%, quello delle ibride del 5,3%, quello del metano dell’1,1% e quello delle elettriche dello 0,1%.

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Nuovi erogatori per gli additivi Liqui Moly Somministrare un additivo per diesel a un motore a benzina, o un additivo per benzina a un motore diesel può comportare gravi danni. Liqui Moly ha inserito una protezione supplementare per garantire che gli automobilisti possano utilizzare sempre l’additivo giusto. Il nuovo erogatore per additivi in materiale plastico impedisce di versare per sbaglio additivi per motori a benzina in un serbatoio diesel e viceversa. “Si tratta di una protezione aggiuntiva dal versare liquidi sbagliati che comporterebbe costose conseguenze“, spiega David Kaiser, direttore del reparto ricerca e sviluppo presso lo specialista tedesco di oli e additivi. I nuovi erogatori sfruttano un meccanismo di protezione che nel frattempo molti produttori d’auto stanno montando sulle loro vetture: una valvola sul bocchettone del serbatoio che si apre solo se viene inserito un tubo dalle dimensioni corrette. Questo è il motivo per cui i nuovi erogatori hanno ora diametri di diversa misura. L’azienda ha annunciato che nella produzione degli additivi, passerà gradualmente ai nuovi erogatori, così per un po’ di tempo saranno disponibili parallelamente additivi con il vecchio e il nuovo erogatore. Anche la codifica a colori . coperchio rosso per il diesel, blu per la benzina, nero per l’olio e bianco per i refrigeranti - aiuterà a distinguere gli additivi.

Accordo di partnership triennale tra Eni e Università Luiss Guido Carli Eni e Università Luiss Guido Carli hanno siglato lo scorso 7 marzo un accordo di partnership triennale per la realizzazione congiunta di programmi nell’ambito della formazione, dell’orientamento e dell’analisi geopolitica. Il

primo ambito di collaborazione previsto dall’accordo è il Progetto Africa Subsahariana, grazie al quale Eni contribuirà alla formazione della classe dirigente africana permettendo, tramite borse di studio, ai giovani di talento di intraprendere un percorso formativo di eccellenza, seguendo corsi di laurea triennale o magistrale tenuti dalla Luiss in Italia. Inoltre, Eni parteciperà alla realizzazione del Festival dei Giovani, che si tiene ogni anno in primavera a Gaeta e da questa edizione anche a Reggio Emilia. La manifestazione che, nell’ultima edizione ha registrato oltre 20 mila presenze, prevede il coinvolgimento di giovani diplomandi, in momenti di condivisione, confronto e informazione. Eni fornirà il proprio supporto per l’organizzazione dell’evento e di workshop di approfondimento sulle sfide e le trasformazioni del mondo dell’energia che caratterizzeranno il prossimo futuro: digitalizzazione, decarbonizzazione, economia circolare, sviluppo sostenibile e salvaguardia dell’ambiente. Eni, infine, proseguirà la collaborazione iniziata già tre anni fa con l’Università intitolata a Guido Carli confermando la propria partecipazione al progetto “Geopolitica dell’Energia” dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della Luiss.

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Museo Fisogni]

Il marketing Mobil negli anni ‘20 e ‘30

Attraverso i carteggi di un esercente di Gorizia (archivio Museo Fisogni) Marco Mocchetti ricostruisce la strategia di marketing della storica compagnia. Un viaggio nel passato dove è possibile rintracciare alcuni capisaldi del modus operandi contemporaneo quegli anni.

Curiosando tra i documenti dell’archivio del Museo Fisogni della stazione di servizio, che mi accingo a riordinare, mi è capitato per caso tra le mani un vecchio faldone polveroso. Dentro, una parte del carteggio commerciale tra un tale Guido Primas di Gorizia, proprietario di una stazione di servizio (“Accessori - Gomme - Lubrificanti - Carburo - Deposito sci e Articoli sportivi”, recita la carta intestata), e i suoi fornitori: Texaco, Lampo (Esso), Nafta, Reinach… Tra loro spicca, per quantità di materiale, la MobilOil (all’epoca ancora Vacuum Oil Company, poi Socony Vacuum dal 1931). Leggendo questi materiali, perlopiù comunicazioni di routine fra fornitore e cliente, tra fatture, ordini, solleciti di pagamento e consegne, emergono indicazioni significative su quella che era la strategia commerciale del colosso americano nell’Italia di

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Un’officina nella Gorizia degli anni ‘20 Attorno alla metà degli anni ’20, Gorizia (annessa all’Italia solo dopo la Prima Guerra Mondiale) è un’importante città delle Venezie, al punto che nel 1927 viene elevata a Provincia. Attorno ai 27.000 abitanti, la città ospita numerosi servizi e strutture; l’officina di Primas, situata in via Garibaldi, è già segnalata nell’Annuario Generale del Touring del 192526, a nome di Federico Primas (o si tratta di un errore, ricorrente anche nella Guida del 1929, oppure si tratta del padre di Guido, che però non compare mai nei documenti), che, si specifica offre sconti sulle riparazioni. All’epoca, il Primas co-gestisce l’attività con un socio, il signor U. Ribaldi, con il quale ha dato vita alla piccola società Primas&Ribaldi. Pur avvalendosi di vari fornitori, in questi anni (1925-1926) la maggior parte dei lubrificanti sembra provenire dalla Ernesto Reinach, società dell’omonimo industriale di origine ebraica, creatore dell’Oleoblitz (marchio tuttora esistente), morto nel 1943 durante la deportazione ad Auschwitz.


Il passaggio a Mobil Tra il 1926 e il 1927, però, qualcosa cambia: la Reinach, che nel frattempo ha cambiato la ditta incaricata di rappresentare il marchio nella zona, scompare dalla documentazione conservata al Museo Fisogni, mentre fa il suo prepotente ingresso la MobilOil, al punto che è ragionevole ipotizzare che, attorno al maggio del 1926, il Primas, che probabilmente rompe il sodalizio con il Ribaldi (anche lui sparito dai documenti), decida di cambiare fornitore. Non che gli manchino alternative: già a inizio 1926 la Atlantic Company aveva indirizzato una lettera al Primas, descrivendogli “i prodotti della nostra Compagnia […] nella speranza che la nostra offerta venga benevolmente accolta”. Il gestore, tuttavia, opta per la società statunitense oggi parte del colosso ExxonMobil; non mancano, talvolta, fatture e ordini presso compagnie minori, segno che non si trattava, probabilmente, di una fornitura in esclusiva.

di mantenerla pulita ed in ordine”. Del resto, “il marchio Mobiloil compare in ogni annuncio, in ogni opuscolo della Vacuum Oil Company”. A cominciare dalla carta intestata: nella maggior parte delle comunicazioni dell’azienda, infatti, il Gargoyle della Mobil fa bella mostra di sé in cima a ogni documento, sia esso un semplice avviso o una fattura. Talvolta il logo è accompagnato da slogan pubblicitari (“Consultate la Guida di Lubrificazione”, “L’olio mondiale di qualità”…) o addirittura da disegni che ritraggono latte e contenitori dei prodotti Mobil, a mo’ di onnipresente memento della qualità del lubrificante.

Targhe cromate e “carta da lettere di propaganda” Una cosa che alla compagnia americana sembra stare molto a cuore, è istruire il (nuovo?) cliente su come pubblicizzare la gamma dei prodotti, all’epoca caratterizzati dal tipico logo del Gargoyle; la retorica e i toni delle comunicazioni e del materiale della Mobil sono sempre entusiastici e superbi, talvolta quasi eccessivi.

La compagnia rifornisce Primas persino di una personalizzata “carta da lettere di propaganda”, nella quale il nome di Guido Primas, scritto in grande al centro del foglio, è accompagnato da un ancor più grande “Mobiloil”, assieme all’immancabile Gargoyle, uno scudo con l’eloquente slogan “L’olio mondiale di qualità” e, in basso, il disegno di una latta d’olio a marchio Mobil.

“La targa Gargoyle Mobiloil – spiega un cartoncino inviato dalla casa madre – è conosciuta dagli automobilisti di tutto il Mondo come il simbolo della Lubrificazione Scientifica. […] è naturale quindi che la nostra targa sia ricercata da tutti i possessori di autoveicoli desiderosi di acquistare Mobiloil. Avete perciò tutto l’interesse – ribadisce la compagnia – di tenerla esposta bene in vista all’esterno del vostro esercizio e

In questo modo, spiega la compagnia, si ha “la possibilità di svolgere, attraverso l’abituale corrispondenza coi Clienti, un’efficace opera di richiamo all’uso del Mobiloil, col risultato di avviare al vostro esercizio la richiesta suscitata nella vostra zona dalla vasta pubblicità fatta a nostra cura sulle principali Riviste e Quotidiani italiani”. Con questo sistema, infatti, anche

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Museo Fisogni] la più banale delle comunicazioni diventa una sorta di volantino pubblicitario; più discreta, ma non per questo meno importante, è la presenza del logo Mobil nella carta intestata della Nagas&Ray, casa motociclistica milanese che scrive a Guido Primas nel 1927; anche qui, infatti, si specifica che “per le nostre moto Indian, raccomandiamo l’uso dell’olio Gargoyle Mobiloil”; e per un cliente, se lo dice il costruttore, c’è da crederci! Il marketing in posta e in edicola Come già sopra accennato, la “propaganda” della compagnia sfrutta qualunque media a disposizione; sulla stampa e per le strade abbondano annunci e grafiche “che i consumatori ricorderanno certamente”. In edicola, esce regolarmente “La Rivista del Gargoyle Mobiloil”, il periodico dedicato ai gestori ricco di novità e curiosità del mondo motoristico, completato da consigli e raccomandazioni, il tutto ovviamente a tema Mobil.

Non mancano in esso numerosi e lunghi articoli che sottolineano proprio l’importanza dell’attività di marketing: “Oggi è per eccellenza l’epoca della pubblicità”, si legge. Niente però (almeno a parole) di pacchiano, di eccessivo, di esagerato: “la pubblicità che la nostra Compagnia ha sempre svolta è caratterizzata dalla sua sobria serietà, dal suo contenuto educativo, dall’assoluta verità delle sue affermazioni”. Basta dunque questo? Evidentemente no, ed anzi la compagnia ammonisce “i rivenditori di

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Mobiloil, che dicono: «La Vacuum fa già tanta di quella pubblicità che non c’è bisogno che io mi muova»”; non è così, ma anzi “l’interessamento del rivenditore è indispensabile se egli vuole profittare di tutta la potenzialità pubblicitaria del Mobiloil”. Fondamentale, in particolare, l’organizzazione degli spazi e delle vetrine.

E certamente il buon Guido Primas doveva avere in mente tutte queste raccomandazioni, al punto che, nel settembre 1929, chiede alla compagnia l’invio di 60 cartoline pubblicitarie sull’importanza dell’uso dei lubrificanti a marchio Mobil. Uno strumento che, a dire della società, “rende abituale al consumatore l’opportunità di ricorrere al garagista per la vuotatura del carter”, con ovvia soddisfazione del gestore, che non solo offre un servizio, ma lo fa “in forma molto simpatica”; in effetti, questo “nuovo contributo di razionale ed efficace propaganda” pare funzionare, dal momento che nell’aprile del 1930 il Primas fa richiesta per altre 200 cartoline. Se la compagnia voleva “conoscere a suo tempo l’esito” della campagna pubblicitaria, non poteva esserci riscontro migliore di questo. Altra prova è che, nell’archivio Fisogni, di queste cartoline non ne è sopravvissuta nemmeno una, segno che sono state tutte spedite ai potenziali clienti; fortunatamente, però, se gli anni ’20 erano “l’epoca della pubblicità”, oggi viviamo nell’epoca di Internet, e una veloce ricerca ci dà un’immagine delle cartoline inviate dall’esercente di Gorizia ai suoi concittadini. Altra fondamentale pubblicazione, riservata alle officine, era la “Guida di lubrificazione”, diffusa in tutto il mondo; consegnata al gestore, gli si chiedeva “una cosa semplicissima: cercate, nel vostro locale, il posto migliore per collocarvi la Guida, in modo che tutti possano facilmente consultarla”. Con le sue indicazio-


ni redatte dal “Collegio degli Ingegneri della Vacuum Oil”, diventa anch’essa un pratico ed efficace strumento promozionale.

Ultimi libretti degni di nota, i vari opuscoli stampati dalla compagnia, come la “Lubrificazione scientifica della motocicletta” o la “Lubrificazione scientifica dell’automobile”. Nel 1929 ne vengono inviate delle copie anche all’officina di Gorizia; peraltro, in un’epoca in cui Mussolini spinge verso l’italianizzazione forzata delle minoranze, la Mobil sembra tralasciare le direttive del regime, inviando anche opuscoli in sloveno e in tedesco. Inoltre, ne viene spedito “un numero maggiore di quelli richiesti dall’agente affinché vogliate consegnare alcuni esemplari alla direzione del Moto Club locale per i propri soci”. Prezzi e strategie commerciali Anche i prezzi dei prodotti, ovviamente, rientrano in precise strategie commerciali dettate dalla compagnia; è interessante vedere però come le variazioni, al rialzo o al ribasso, vengano presentate agli esercenti. In generale, la tendenza che emerge è quella di abbassare, ove possibile, i prezzi della merce; in queste circostanze, inoltre, la compagnia asserisce di voler proteggere anche gli interessi dell’esercente, concedendo dei prezziari intermedi di transizione, oppure

ritoccando in loro favore le percentuali dei profitti. Pubblicità e propaganda, dunque, non sono con i consumatori, ma anche con i gestori. Del resto, la compagnia pare sempre in grado di giustificare le variazioni dei prezzi, evidenziando di volta in volta come siano stati tutelati rigorosamente gli interessi dei consumatori o degli esercenti (talvolta si afferma, in maniera forse poco realistica, di avere addirittura sacrificato i ricavi della società); nel 1927, un vantaggioso ribasso dei prezzi è dovuto, si spiega, ai “recenti miglioramenti del cambio” lira-dollaro (erano gli anni della tanto propagandata “quota 90”, voluta dal regime). Nel 1930, invece, si va verso un rialzo: “ne sono causa i rincari d’origine, verificatisi nel corso dell’anno passato” (nonostante la crisi del ’29) “e che noi abbiamo tardato il più possibile ad applicare”; anche in caso di rincari, dunque, la Mobil ne esce assolta: erano inevitabili, dice la compagnia, e si è fatto di tutto per ritardarli. Del resto, “la domanda ognora crescente dei nostri prodotti superiori […] [compenserà] il sacrificio che ci deriva da questa rivalsa”. E poi, il gestore ha poco da lamentarsi a confronto “dei maggiori oneri che noi sopportiamo”. Non manca invece di un piccato fastidio la comunicazione del settembre 1931, in cui si annuncia che ulteriori rialzi sono dovuti ai “recenti inasprimenti del regime doganale sulle merci d’importazione”, segno forse che la Mobil mal sopportava alcune delle politiche economiche portate avanti dal regime fascista; anche in questo caso, si sottolinea il “sacrificio” della compagnia, volto a tutelare l’esercente da eventuali perdite. Stando alle affermazioni della società, si cerca in ogni modo di venire incontro alle esigenze e alle aspettative dei clienti: nel 1933, “il notevole ribasso della valuta americana” fa pensare alla possibilità di netti cali dei prezzi; però, spiega la compagnia, la questione non è così semplice, e “nessun vantaggio pratico apprezzabile deriva a noi dai costi di origine”. Tuttavia, “per non deludere interamente un’aspettativa che sia pure a torto si è andata formando nel pubblico”, si decide per piccoli ritocchi dei prezzi al ribasso. È solo nell’anno successivo che arrivano maggiori sconti, “nell’intento di ancora maggiormente stimolare la richiesta” dei consumatori, soprattutto “coll’iniziarsi della stagione” turistica. Una scelta, questa, solo in parte motivata da logiche economiche, e che costituisce, a dire della compagnia, “un ulteriore sacrificio che la

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Museo Fisogni] nostra Società volontariamente s’impone” per soddisfare il consumatore e proteggerne gli interessi. Gli ultimi anni ‘30 Dalla documentazione non è facile capire come prosegua il rapporto tra il Primas e la Mobil; l’ultima comunicazione della compagnia conservata nel piccolo fascicolo risale al 1935, ma è assai probabile che il materiale sia lacunoso. Proprio nel 1935, del resto, la dirigenza americana della società pare alienarsi le simpatie del regime, dato che, nel settembre di quell’anno (come scrive il “Corriere della Sera”), avrebbe sacrificato i propri interessi in Africa per favorire gli inglesi in Abissinia (di lì a poco sarebbe scoppiata la Guerra d’Etiopia). Una fattura di Primas del 1937, inoltre, è scritta su una carta intestata priva del logo Mobil, inducendo a credere che il rapporto si sia interrotto, anche se, come si vede da un altro documento, i vecchi fogli a marchio Gargoyle del 1934 sono utilizzati, perlomeno come copia interna, ancora nel 1939. Di certo c’è il fatto che, con lo scoppio della guerra, la vita delle compagnie straniere diventa sempre più difficile, fino al definitivo sequestro delle loro attività nel 1941, deciso dal regime; in questi anni, in effetti, Primas risulta rifornirsi da una tale Condor Oil di Trieste, che ha presumibilmente sostituito la Mobil. Non abbiamo, purtroppo, documentazione del dopoguerra relativa alla stazione di servizio di Gorizia; attraverso altri documenti del Museo Fisogni, tuttavia, si può comunque afferma-

re che, negli anni ’50, le cose sono cambiate: scompare il nome Vacuum (la società nel 1955 diventa la Socony Mobil Oil Company) e scompare anche lo storico Gargoyle, definitivamente sostituito dal Pegaso alato, con la compagnia che si appresta a consolidare la sua posizione di forza nel mondo, entrando nel ristretto circolo delle cosiddette “Sette Sorelle”.

Il Museo Fisogni Il Museo Fisogni è stato fondato da Guido Fisogni nel 1966. Si trova a Tradate (Va) ed è unico nel suo genere. Durante gli anni il Museo ha acquisito sempre più importanza diventando il più completo al mondo relativamente al settore della distribuzione del carburante. Oggi il Museo si compone di più di 5000 pezzi di archeologia industriale tra pompe di benzina, targhe, grafiche, latte d’olio, oliatori, aerometri, compressori, estintori.. e un incredibile numero di cartoline d’epoca e gadgets, ognuno raffigurante un logo di una società petrolifera dall’inizio del secolo scorso. Il Museo ha anche un folto archivio di materiale pubblicitario e di disegni tecnici, continuamente consultati dagli studenti e dai designer. Il Museo è anche una location per eventi aziendali e privati. Per informazioni: www.museo-fisogni.org mail: fisogni@museo-fisogni.org

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Attualità]

Distributori e autolavaggi:

servono strumenti per consentire loro di operare con profitto sul mercato In entrambi i casi le imprese si confrontano con problematiche che rischiano di compromettere la loro possibilità di garantirsi la necessaria remuneratività. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Sperduto, presidente di Assolavaggisti e vice presidente di Fiab. Quando lo contattiamo per intervistarlo nella sua duplice veste di presidente Assolavaggisti e di Vice presidente di Faib in modo da fare il punto su alcune delle questioni che più di altre stanno mettendo a dura prova gli operatori della distribuzione carburante e anche del settore autolavaggio, Giuseppe Sperduto esordisce prendendo le mosse dalla questione forse più spinosa: quella delle commissioni sui pagamenti elettronici. Un tema caldo che, però, è solo una delle sfide con le quali devono confrontarsi le attività che gestiscono un impianto di autolavaggio a sé stante o inserito in un distributore di carburante. In questo caso il crescente apprezzamento dimostrato dagli automobilisti per il lavaggio professionale ha favorito la nascita

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di attività che non sempre rispettano alla lettera tutte le normative vigenti. Questo insieme alla difficoltà con cui gli enti preposti riescono a garantire controlli capillari e continuativi porta alla creazione di un mercato dove chi investe per dotarsi di strutture e impianti a norma si trova a competere con strutture che, non avendo sostenuto questi costi, possono proporre il servizio a un prezzo tanto basso da essere per loro insostenibile. Con tutto quello che questa situazione comporta sulla redditività media degli impianti a norma. Partiamo dalle trattative con il Ministero che da tempo vedono impegnate le associazioni di categoria sul tema delle commissioni sui


pagamenti elettronici. A che punto siamo? Il tema cruciale dell’abbattimento dei costi della monetica è stato al centro di un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico che si è svolto lo scorso 5 marzo. Si tratta di una questione fondamentale per i gestori delle stazioni di servizio che, a seguito dell’entrata in vigore dell’obbligo di emissione di fattura elettronica, si trovano a dover fronteggiare un’impennata dei costi legati alle commissioni da pagare per i pagamenti elettronici che sta mettendo a rischio non solo la redditività, ma anche la stessa sopravvivenza di molte aziende. Tenga cono che questo è un mercato dove un gestore guadagna mediamente 3 centesimi a litro, perché le accise incidono per il 67% dell’importo e il resto è costo industriale. È quasi superfluo osservare che con 3 centesimi non si sopravvive. L’obbligatorietà della fattura elettronica e, con essa, dell’uso della moneta elettronica ha il pregio di ridurre l’incidenza di abusi, come un uso non corretto della scheda carburanti, e soprattutto contribuisce a limitare la quantità di contante presente nelle stazioni di servizio. Ne consegue che in prospettiva nella percezione della criminalità organizzata queste strutture dovrebbero perdere sempre di più la connotazione di “bancomat a cielo aperto” e di conseguenza essere meno esposte al rischio di rapina. Purtroppo, come abbiamo evidenziato ancora una volta nell’ambito dell’incontro svoltosi a inizio marzo al Ministero di economia e finanza, i costi bancari legati a questo spostamento dei pagamenti rischiano di essere insostenibili. Tanto più che, nonostante le smentite successive, è un fatto che alcuni istituti di credito hanno colto la ventilata possibilità del credito d’imposta per elevare le commissioni per i pagamenti con carte di credito. Per questo nell’ambito dell’incontro al Mef abbiamo rinnovato la richiesta di un intervento atto a ridurre l’impatto di questi costi. Come è noto, lo sconto fiscale dei costi della monetica che ci era stato inizialmente promesso è stato in parte smentito da un’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate dello scorso gennaio, che ha stabilito che il rimborso può essere calcolato soltanto sulle transazioni effettuate da clienti titolari di partita Iva. Un’altra promessa che ci era stata fatta era che l’abbattimento sarebbe entrato in vigore anche per il periodo compreso tra luglio, mese in cui era inizialmente previsto

l’entrata in vigore dell’obbligo di fattura elettronica, e dicembre 2018. Di fatto, però, questa opzione non era mai stata resa attuabile. Inoltre, la nuova promessa era di partire dal gennaio di quest’anno, ma solo per una parte del 50% della spesa. Al momento siamo ancora in attesa dell’emendamento promesso. Ribadisco che per noi la questione è cruciale, perché in gioco è la sopravvivenza delle stazioni di servizio e senza risposte procederemo applicando la norma già approvata, facendo ricorso al credito. Proprio per cercare di rendere più profittevoli molte stazioni di servizio hanno inserito anche attività “non oil”, come il servizio bar o l’autolavaggio che è presente nel 60% delle strutture… L’obiettivo è duplice; creare i presupposti per migliorare il conto economico del distributore, ma anche ampliare la gamma dei servizi offerti alla clientela. In Italia l’autolavaggio comincia a diffondersi negli anni 80 quando le stazioni di servizio cominciano ad inserirlo proprio come servizio aggiuntivo al cliente. Di recente si è innescato un processo che ha indotto molte attività a cercare di compensare i mancati introiti del carburante con una parte degli utili garantiti dall’autolavaggio. Anche l’inserimento del Bar è sempre più frequente, ma diventa interessante soprattutto se l’attività viene supportata da servizi come il pagamento delle bollette, la vendita di tabacchi o altro.

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Attualità] Tra i soci di Assolavaggisti quanti sono i distributori con area dedicata al car wash? Direi che rappresentano tra il 60 e il 65% del totale. A spingere i gestori a dotarsi di questo servizio contribuisce anche il crescente apprezzamento per il lavaggio professionale al quale sempre di più viene garantito il merito di assicurare un maggiore rispetto del veicolo e risultati nettamente superiori a quelli offerti dal lavaggio casalingo. Oggi il lavaggista che vuole provare a fidelizzare la propria clientela deve soprattutto fare in modo di farsi riconoscere come un professionista in grado di offrire un servizio di qualità. Sulla carta sembra facile, In realtà anche in questo ambito la questione costi emerge in tutta la sua crucialità. Perché per il gestore di un lavaggio fatto con professionalità, usando prodotti di qualità, mettendo a disposizione personale all’altezza del servizio ha dei costi che gli impediscono di offrire la prestazione a prezzi bassi con realtà che quantomeno accettano qualche compromesso in più sul fronte della qualità. E questo è un handicap difficile da superare, se si considera che, come è ovvio, l’automobilista tiene conto anche del prezzo. Soprattutto quando si registrano promozioni e ribassi che inducono il cliente a formarsi un’errata percezione del prezzo corretto. Per non parlare del fenomeno degli autolavagcc Foto Henry

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gi, per così dire, artigianali che già da alcuni anni ha preso piede nelle regioni del Sud e Centro Italia e si sta diffondendo a macchia d’olio. Tanto che sta cominciando a diventare evidente anche nel Nord Italia. Tenga conto che già nel 2013 avevo lamentato il fatto che in una sola circoscrizione di Roma erano ben 98 i laboratori di lavaggio attivi. Da allora la situazione è solo peggiorata. La conseguenza di tutto questo è che, per restare ad Assolavaggisti, la percentuale delle strutture è rimasta stabile, ma si assiste a una progressiva diminuzione della redditività che ormai è prossima al livello di guardia per effetto della pressione sui prezzi. Tenendo conto di tutti i costi legati alla gestione di un’attività di autolavaggio – personale assunto regolarmente, prodotti di qualità che soddisfano i dettami delle normative in tema di salvaguardia della salute dei dipendenti e dei clienti e della tutela dell’ambiente - il prezzo di listino di un lavaggio auto dovrebbe attestarsi intorno ai 13/15 euro su Roma e tra i 18 e 20 euro sulla piazza di Milano. Sotto questo profilo la domanda da porsi è: tutti gli autolavaggi offrono le stesse garanzie e sono rispettosi delle normative vigenti? E nel farla, penso ai tanti lavaggi artigianali, ma non solo. Che cosa intende quando parla di attività artigianali? Si tratta fondamentalmente di autolavaggi o laboratori del lavaggio che aprono in palazzi residenziali o commerciali dove vanno ad occupare spazi precedentemente occupati da negozi che hanno cessato l’attività. Si tratta di attività di lavaggio a mano che molto spesso ottemperano agli adempimenti di legge previsti con semplici autocertificazioni, ad esempio, di uso di depuratori che scaricano nelle condutture comunali, considerate sufficienti per questo tipo di attività. Le informazioni in nostro possesso, ma basta leggere le notizie di stampa sui tanti sequestri effettuati, ci autorizzano a sollevare ben più di un dubbio sul fatto che gli obblighi di legge siano stati rispettati. In molti casi, come emerge anche dai pochi controlli effettuati dalle autorità competenti, i prodotti usati non sono ben identificati e il loro impatto ambientale è quantomeno incerto. Prima di proseguire, però, voglio sgombrare il campo su un fatto: la mia posizione non è di ostilità per partito


preso a queste attività. Più semplicemente la questione che voglio sollevare è che il diritto di stare sul mercato dovrebbe essere riconosciuto solo alle attività che agiscono nella correttezza e quindi pagano le tasse, rispettano le norme sull’ambiente, assumono i propri dipendenti, ecc. Soltanto in questo modo infatti è possibile creare un mercato sano dove le aziende si confrontano ad armi pari. La mia presa di posizione mira a ottenere che l’attività di controllo a cui sono doverosamente soggette le nostre aziende venga estesa in modo altrettanto puntuale e continuo anche ai lavaggi artigianali. Scusi, ma per aprire non hanno bisogno di un’autorizzazione dalle autorità competenti? Il problema di fondo è che a differenza di quello che succede per le attività di autolavaggio o per i distributori di carburante che inseriscono anche l’autolavaggio, chi decide di avviare un’attività di autolavaggio a mano nella stragrande maggioranza di casi si limita semplicemente ad inoltrare una SCIA - Segnalazione Certificata di Inizio Attività. In questo modo può avviare l’attività dalla data di presentazione della segnalazione, senza dover attendere le verifiche e controlli preliminari da parte dell’amministrazione competente. Non solo, per il principio del silenzio assenso la mancata risposta dell’amministrazione competente entro 30 giorni dall’inoltro della domanda, ha valore di provvedimento di accoglimento della stessa. Accoglimento che, quindi, avviene senza alcun controllo preventivo. Come associazione siamo impegnati a sensibilizzare chi di dovere sul fatto che queste attività hanno indubbiamente tutto il diritto di esistere e di provare a prosperare, ma solo a condizione che adempiano a tutti gli obblighi, da quelli fiscali a quelli legati alla salvaguardia dell’ambiente, a cui sono soggette le nostre attività di autolavaggio. Nonostante tutte le nostre rimostranze, devo dire che, purtroppo, le uniche attività per le quali sono stati adottati provvedimenti restrittivi sono quelle che non avevano regolarizzato il personale. Proprio in queste settimane ho avuto modo di vedere la pubblicità di uno di questi laboratori. Il lavaggio a mano veniva proposto in promozione al prezzo di 5 euro comprensivi di un caffè e di un alberello profumato. E, nel caso questo non bastasse a convincere l’automobilista, veniva promesso

che la macchina sarebbe stata restituita lavata in 20 minuti, grazie al servizio offerto da uno staff composto da otto persone. Tenendo conto dello stipendio medio che un autolavaggio normalmente riconosce a un dipendente regolarmente assunto, basta un rapido calcolo per capire che per essere remunerativa un’attività di questo tipo dovrebbe richiamare e servire tanti clienti da bloccare tutta una circoscrizione con la fila di veicoli in entrata! A onor del vero anche quando viene applicato il prezzo pieno, che in media è pari a 10 euro, i dubbi restano. Come abbiamo evidenziato in diverse occasioni ad alcune municipalizzate tra cui Acea, ci risulta che la stragrande maggioranza di queste attività non utilizza acqua di pozzo, come da obbligo, ma acqua corrente. Un nostro impianto di autolavaggio utilizza, invece, solo acqua di pozzo che dopo l’uso viene raccolta, depurata e riutilizzata nelle fasi iniziali del lavaggio, come l’insaponatura. Questo consente di limitare l’uso di nuova acqua di pozzo al solo risciacquo. Non solo, la zona di lavaggio deve essere delimitata e circoscritta in modo da evitare che le acque usate per il lavaggio auto fuoriescano. Misure come questa servono a impedire che acque non depurate vengano immesse nel collettore. Come affrontano, invece, la gestione delle acque in questi lavaggi artigianali? Sappiamo che molte di queste attività dichiarano di essere dotate di impianti di depurazione, ma alla prova dei fatti spesso questi impianti si rivelano essere, lo dico a titolo esemplificativo e per dare un’idea, i classici

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Attualità] robottini per la pulizia delle piscine. Niente a che vedere con i nostri impianti di depurazione che sono ben più complessi e, ad esempio, prevedono ben più costose vasche di decantazione con profondità e raggio predefinito dalla norma. I fanghi che in esse si accumulano devono obbligatoriamente essere smaltiti – ribadisco ancora una volta ottemperando alle disposizioni di legge - almeno una volta l’anno. Il rispetto di questo solo adempimento ha un costo non indifferente: parliamo di cifre che, in base alla quantità dei lavaggi effettuati, possono andare dai 3 ai 6 mila euro. Tra le irregolarità che si riscontrano di frequente figurano anche quelle legate alla sicurezza. Un tipico esempio è la presenza nei locali utilizzati per il lavaggio da questi laboratori di lavaggio di prese interbloccanti per gli aspiratori. E questo sarebbe in palese inosservanza di quanto disposto dalla legge sulla sicurezza del lavoro. Gli enti preposti appaiono in difficoltà nel garantire un controllo a tappeto delle attività. Per questo abbiamo fatto un intervento sulla Regione Lazio, ad esempio, in cui chiedevamo di bloccare i rilasci delle autorizzazioni e di subordinarle a un controllo preventivo dell’attività. Controllo che per le attività esistenti potrebbe essere previso una volta che scatta il rinnovo. Per quanto ci riguarda, la complessità con cui ci scontriamo nasce dal fatto che i nostri interlocutori operano a livello regionale, provinciale o addirittura comunale come nel caso delle municipalizzate. Proprio per sostenere le attività di autolavaggio i produttori di impianti per car wash da qualche tempo propongono soluzioni come le App con le quali fidelizzare il cliente.

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Pensa siano utili? Sono indubbiamente utili. Il tema è che occorre fare in modo di non dequalificare il servizio come sta avvenendo. Anzi, la sfida è garantire qualità al servizio che si offre in modo da portare il cliente a non ragionare esclusivamente sul prezzo. Sui lavaggi selfizzati gli accettatori che possono gestire carta moneta e anche schede e chiavette prepagate sono sicuramente uno strumento che aiuta a fidelizzare il cliente che paga anticipatamente un certo numero di lavaggi ricevendo in cambio un lavaggio omaggio o altri benefit. Al di là degli strumenti, quello che mi preme sottolineare, però, è che a qualificare l’attività di autolavaggio sono il servizio, l’utilizzo esclusivo di prodotti accompagnati da esaustive schede tecniche e la professionalità del personale. Penso ad esempio alla sanificazione dei veicoli, alla pulizia delle tappezzerie, in alcuni casi alla rigenerazione delle stesse usurate, alla lucidatura dei fari, ect. Non bisogna dimenticare che quando si entra nella macchina del cliente è come se si andasse in casa del cliente.


[La scheda

WashTec

al servizio dell’industria del carwash EasyCarWash e FoamSensation sono espressione dell’impegno con il quale il gruppo internazionale porta avanti un percorso di innovazione continua con l’obiettivo di confermarsi come il partner di riferimento per gli operatori del settore

Il gruppo WashTec è leader mondiale nella fornitura di soluzioni innovative per il business del carwash. La compagnia è rappresentata dalle consociate nei principali mercati europei, negli Stati Uniti, in Canada, in Cina e in Australia. In Italia è presente con la consociata con sede a Casale Monferrato in Piemonte, la quale gestisce una rete vendita e di assistenza in tutta la nazione dal 2005. Uno degli obiettivi principali è soddisfare la più moderna domanda di impianti di autolavaggio, ed è in linea con questo principio che la compagnia ha sempre sostenuto il suo speciale potere innovativo con una serie di sviluppi proiettati al futuro, anche nell’era digitale. In qualità di partner dell’industria del carwash, WashTec offre ai suoi clienti una gamma completa di prodotti e servizi per l’autolavaggio professionale con i vantaggi di un unico referente. La gamma di prodotti WashTec include impianti a portale, a tunnel, a piste, impianti per mezzi industriali, accessori da piazzale e detergenti per la cura dell’auto. Nel raggiungimento dei suoi obiettivi WashTec punta alla continua innovazione presentando recentemente uno strumento che rivoluzionerà il mondo dell’autolavaggio grazie

alla digitalizzazione: EasyCarWash. Tramite l’applicazione, gratuita e facilmente scaricabile dagli stores, è possibile abbonarsi al proprio centro di lavaggio ed usufruire del servizio lavaggi illimitati pagando solo un canone mensile. Con questo concetto orientato al futuro gli operatori potranno svincolare il loro fatturato dalle condizioni metereologiche, dalla stagione e dal giorno della settimana. EasyCarWash fidelizza la clientela ed è semplice da utilizzare grazie all’applicazione per smartphone. Questo permette all’operatore di proiettare il proprio business verso il futuro e di staccarsi dalla concorrenza grazie ad un sistema unico. Grazie ad un’interfaccia utente l’operatore potrà gestire la parte grafica visibile sulle app dei propri abbonati, comunicando in maniera diretta con loro ad esempio pubblicando promozioni e offerte. Oltre a questa innovazione WashTec propone optional altamente attraenti per i clienti finali, che offrono giochi di luce e schiuma sugli impianti a portale che rendono il momento del lavaggio un vero e proprio show. FoamSensation, per la creazione di una cascata retroilluminata di schiuma totalmente coprente che riveste l’auto nella fase di prelavaggio. In aggiunta a FoamSensation, il nuovo sistema di applicazione schiuma, è disponibile anche un sistema di erogazione specifico per impianti all’aperto dove l’aria potrebbe rendere difficoltosa la distribuzione sul veicolo sotto forma di cascata. Per informazioni: Elena Muzio - Sales Backoffice and Marketing tel.: +39 014276364 e-mail: emuzio@washtec.it

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DOSSIER CAR WASH]

Le prospettive di crescita sono legate all’innovazione

Foto CC Jeff

Nonostante i dati poco incoraggianti sull’economia italiana, le aziende del settore sono convinte di riuscire a continuare a garantirsi una crescita del proprio business grazie agli investimenti degli ultimi anni che le hanno portate a rinnovare le performance dei loro impianti e a fornire ai lavaggisti strumenti del tutto nuovi da utilizzare per attirare nuovi clienti e, soprattutto, per convincere quelli acquisiti ad aumentare la frequenza dei lavaggi. Questa in sintesi la lettura del mercato offerta dalle aziende protagoniste di questo dossier che, come si potrà vedere anche dalla rassegna dei prodotti su cui intendono puntare quest’anno, non hanno lesinato gli investimenti in ricerca e sviluppo. 32


Reduce da cinque anni di crescita costante a livello globale, il mercato del car wash pare avere davanti a sé delle ottime prospettive di sviluppo. Questo almeno è quanto si evince dalle stime diffuse da alcuni importanti istituti di ricerca, tra cuiMarket.us Research. Sua la previsione secondo cui nel periodo 2019 - 2028 il settore si espanderà a un tasso di crescita del 4,0% CAGR fino a raggiungere il valore di circa 26 miliardi di dollari Usa. A trainare questa crescita saranno alcuni Paesi dell’Asia con al primo posto la Cina che ha un parco macchine di oltre 163 milioni di veicoli in continua espansione. Al momento per dimensioni, l’Europa si conferma come il primo mercato seguito dagli Stati Uniti. Tra i fattori che più di altri contribuiranno a sostenere la domanda a livello globale figurano le dimensioni del parco auto circolante, la maggiore propensione dei consumatori ad avvalersi di un lavaggio professionale dovuta in parte alla maggiore attenzione a preservare

le caratteristiche estetiche del proprio veicolo, ma anche e soprattutto la constatazione che le innovazioni tecnologiche dei sistemi per autolavaggio hanno contribuito a migliorare la percezione dei vantaggi offerti da questo tipo di lavaggio che viene preferito a quello casalingo perché considerato dai più come parte integrante ed essenziale della manutenzione del veicolo e, fatto ancor più interessante per chi opera nel settore dell’autolavaggio, come un’attività per la quale avvalersi di professionisti. Gioca a favore del lavaggio professionale anche il fatto che nella percezione degli utilizzatori offre maggiori garanzie sul fronte dell’utilizzo oculato di una risorsa sempre più preziosa come l’acqua e più in generale del rispetto dell’ambiente, Anche l’offerta di sistemi di loyalty è stata premiata dagli utilizzatori finali: chi ha deciso di avvalersene ha in genere aumentato la propria frequenza di lavaggio. Anche se, e su questo concordano tutti gli istituti di ricerca, su questo fronte esistono ancora ampi

Ceccato: le novità in arrivo ad Autopromotec dopo ASBC L’azienda svela in anteprima alcune anticipazioni sul nuovo impianto, che andrà a presentare ad Autopromotec in programma a Bologna dal 22 al 26 maggio. Rimandando alla visita allo stand, l’azienda anticipa che si tratta di un impianto destinato a sconvolgere i consueti canoni di lavaggio per quanto riguarda la velocità e la qualità. A cascata, le importanti innovazioni software e hardware che questo comporterà, la porteranno ad estendere le novità a tutti gli altri impianti, a partire da quelli più economici, per arrivare a quelli più costosi. A Bologna verrà presentata anche una serie di nuovi brevetti. Ceccato ricorda che già alla fiera di Verona Oil non Oil tenutasi lo scorso ottobre, aveva presentato un’ importante novità (ASBC - Adaptive Side Brush Control) per l’aumento di almeno il 15% della superficie lavata sui mezzi alti (suv e furgoni). Considerando che tradizionalmente l’azienda vanta una qualità di lavaggio molto alta, è facile comprendere come un sistema di gestione flottante delle spazzole verticali possa migliorare l’adattabilità delle setole alla superficie da lavare.

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DOSSIER CAR WASH] margini di crescita, perché l’offerta di questi programmi è stata avviata ancora relativamente di recente. Venendo alla situazione del mercato italiano, negli anni più recenti il comparto era tornato a crescere recuperando alcune delle posizioni perse negli anni della crisi. Si inserisce in questo contesto un dato emerso dall’indagine “2017 European Car Wash Consumer Study” dell’International Carwash Association (ICA) dal quale emergeva che 2 italiani su 3 si erano avvalsi esclusivamente dei servizi di un autolavaggio professionale per lavare la propria automobile. Il 2019 del car wash in Italia visto dalle aziende Basta tutto questo ad autorizzare a prevedere che anche nel nostro Paese le prospettive per il mercato car wash sono comunque rosee? Forse

“Uno dei punti chiave per il futuro del settore è la digitalizzazione del processo di vendita del servizio. La partita si gioca infatti sull’offerta di servizi moderni e digitali. Chi sarà in grado di evolversi in questa direzione avrà la possibilità di costruire un business di certo successo”. Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato e Presidente del Cda di WashTec.

WashTec: EasyCarWash e FoamSensation Aiuteranno il lavaggista a distinguersi dai suoi competitor e a fidelizzare il cliente EasyCarWash e FoamSensation. L’applicazione per smartphone EasyCarWash è gratuita e facilmente scaricabile dagli stores e consente di abbonarsi al proprio centro di lavaggio per usufruire del servizio lavaggi illimitati pagando solo un canone mensile. Con questo nuovo concetto gli operatori potranno svincolare il loro fatturato dalle condizioni metereologiche, dalla stagione e dal giorno della settimana. Grazie ad un’interfaccia utente l’operatore potrà inoltre gestire la parte grafica visibile sulle app dei propri abbonati, comunicando in maniera diretta con loro. Ad esempio pubblicando promozioni e offerte. Giochi di luce e schiuma sugli impianti a portale che rendono il momento del lavaggio un vero e proprio show: questa la promessa di FoamSensation che crea una cascata retroilluminata di schiuma totalmente coprente che riveste l’auto nella fase di prelavaggio. In aggiunta a FoamSensation è disponibile anche un sistema di erogazione specifico per impianti all’aperto dove l’aria potrebbe rendere difficoltosa la distribuzione sul veicolo sotto forma di cascata.

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non del tutto. Proprio mentre ci accingevamo a chiudere questo dossier è arrivata la notizia che l’’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha rivisto le proprie stime prevedendo che nel 2019 il Pil del nostro Paese dovrebbe registrare una contrazione dello 0,2% e un aumento dello 0,5% nel 2020 e che il suo segretario generale Angel Gurria ha dichiarato che “oggi l’economia italiana è ufficialmente in stallo”. Pur avendo rilasciato le loro dichiarazioni prima della pubblicazione delle stime dell’Ocse, anche le aziende protagoniste di questo dossier non hanno nascosto di considerare come fattori di criticità l’andamento non favorevole dell’economia e il momento di incertezza economica che sta attraversando il nostro Paese anche se, ciascuna con le proprie motivazioni, tutte mostrano un certo ottimismo sulle possibilità del comparto di non lasciarsi bloccare dal contesto non del tutto favorevole. A fare la differenza è la capacità di innovare la propria offerta in modo da riuscire a offrire nuovi argomenti al lavaggista per attrarre e fidelizzare il proprio cliente. È di questo avviso Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato e Presidente del Cda di WashTec: “Secondo le nostre previsioni il mercato del car wash in Italia rimarrà stabile, malgrado la difficile situazione economica del paese”. Per le aziende dell’autolavaggio inve-

Gian Luca Meschi Amministratore Delegato e Presidente del Cda di Washtec

stire nell’acquisto di nuovi impianti potrebbe essere una conditio sine qua non per avere la possibilità di continuare a garantirsi un volume di affari adeguato. Su questo si focalizza Patricia Masià, ceo di Istobal Italia che gioca la carta del realismo e osserva “anche se la situazione economica non favorisce il settore, quando ti guadagni da vivere con l’autolavag-

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DOSSIER CAR WASH] Tecnovap: la nuova Car Hygiene Plus Nata per l’utilizzo in self-service, Car Hygiene Plus è una colonnina composta da generatore di vapore trifase, di un aspirapolvere/aspiraliquidi a turbina e sistema di ricarica automatica True Temp con controllo elettromeccanico del livello dell’acqua in caldaia. La carrozzeria è di acciaio inox con grado di protezione IPX5. Il plc è interno con contascatti, regola la durata dell’erogazione del vapore o dell’aspirazione e da un avviso di pulizia caldaia. Tre le possibili configurazioni: vapore e aspirazione con solo vapore, oppure con pistola detergente o, ancora, con pistola detergente e tubo di aspirazione. Per quanto concerne i lettori, sono disponibili per sole banconote, banconote e chiavetta, oppure gettoni o monete. Nella nuova Car Hygiene Plus, migliorata nel design e nella grafica, è stata aggiunta la possibilità di erogare uno spray detergente così da poter pre-spruzzare gli interni particolarmente sporchi e lasciarlo agire prima di operare con vapore e aspirazione. L’ultima novità è il gonfiagomme /compressore per controllare la pressione degli pneumatici.

gio e hai bisogno di cambiare la macchina, non hai altra scelta. Il mercato è sempre più orientato verso una maggiore professionalizzazione e verso macchine e impianti sempre più equipaggiati per poter soddisfare qualsiasi necessità e richiesta da parte dell’utente finale. Il cliente esige sempre più che le attrezzature siano tecnologicamente all’avanguardia”, prosegue nella sua analisi prima di assicurare che “questo è un requisito che nella nostra azienda, grazie agli oltre 65 anni di storia nella Ricerca e Sviluppo delle attrezzature per l’autolavaggio, possiamo soddisfare. Utilizziamo metodologie innovative per sviluppare soluzioni originali e creative, orientate all’utente, che rispondono rapidamente ed efficacemente ai cambiamenti tecnologici e alle necessità di coloro che usufruiscono dei nostri servizi di autolavaggio”. Il contesto economico e politico italiano può essere una sfida in più anche secondo Marco Pittoni, Sales Manager di Ceccato. Una sfida che, però, può essere vinta dalle aziende

“Il mercato della sanificazione e pulizia delle auto con il metodo del vapore è in continua crescita. Il lavaggista è sempre alla ricerca della possibilità di offrire un prodotto innovativo e in grado di adempiere alle esigenze che il cliente finale esprime in questo momento” Ivan Frigo, Ufficio commerciale di Tecnovap

che non da oggi hanno scelto di lavorare sulla continua evoluzione della propria proposta. “La nostra azienda viene da anni di crescita in doppia cifra sul mercato Italiano (più 25% nel 2018), per cui cercheremo di mantenere gli standard, favoriti anche dall’elevato conte-

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nuto tecnologico dei nostri impianti. Il 2019 è partito bene, ma sicuramente il momento di incertezza politica che stiamo vivendo, e la brusca frenata dell’economia si faranno sentire anche nel nostro settore. Vedo proprio in questo il principale freno ad un mercato che stava riprendendo i volumi e i ritmi di qualche anno fa”. L’esperienza di Ivan Frigo, Ufficio commerciale di Tecnovap conferma che per le aziende che sanno proporsi al mercato con nuove soluzioni capaci di offrire loro la possibilità di distinguersi sul mercato c’è ancora spazio per crescere. “Per quanto ci riguarda il mercato della sanificazione e pulizia delle auto con il metodo del vapore è in continua crescita. E questo da quando abbiamo esposto per la prima volta alla fiera Autopromotech nel 2009, dove il vapore era ancora uno sconosciuto”. Non solo criticità. Il mercato offre anche delle opportunità L’atteggiamento proattivo nei confronti del mercato trova conferma anche nelle analisi sulle criticità e sulle opportunità attualmente offerte dal mercato dei sistemi per il car wash. Nella sua lettura dell’attuale scenario Maico Buset, amministratore unico di Maico offre più di uno spunto interessante. “Il mercato del car wash è un settore molto variegato. Forse uno dei principali problemi del settore è stato quello di non aver saputo/voluto adeguare

“Il mercato è orientato verso una maggiore professionalità e macchine e impianti tecnologicamente all’avanguardia e sempre più equipaggiati per poter soddisfare qualsiasi necessità e verso soluzioni originali e creative, orientate all’utente e alle necessità di chi usufruisce dei nostri servizi” Patricia Masià, ceo di Istobal Italia

Maico: Impianti di lavaggio Tammermatic T700 La serie di impianti di lavaggio Tammermatic T700, distribuita in Italia da Maico, utilizza soluzioni innovative per migliorare la soddisfazione del cliente ed aumentare il volume di affari. Partendo da un’unità base comune a tutti i modelli, permette di comporre l’impianto secondo le esigenze del cliente utilizzando soluzioni in grado di distinguerlo dalla concorrenza. T700 porta in eredità le principali funzioni che hanno differenziato il precedente modello Ultralux nel mercato, come il sistema di alta pressione con ugelli ad angolo zero oscillanti ed orientabili, il lavaggio sottoscocca montato a bordo macchina e i sistemi di controllo remoto e videoregistrazione. Tra le molte novità introdotte figurano il PC industriale 17” touch screen, l’intuitiva interfaccia d’uso Web Server, la connessione VPN per accesso remoto tramite PC/ MAC o applicazione mobile (iOS/Android), il rilevamento automatico sagoma veicolo. Disponibile in diverse larghezze di lavaggio (2,3 m, 2,5 m e 2,7 m) e con un’altezza di lavaggio variabile da 1,9 m a 3,2 m.

nel corso degli anni il costo del servizio al cliente finale in base ai reali costi di esercizio aziendale. Considero importante che chi di dovere vigili attentamente affinché tutte queste attività abbiano e rispettino tutti i requisiti previsti dalla legge, dallo scarico delle acque alla sicurezza sul lavoro”, prosegue mettendo in luce un aspetto, quello della difficoltà degli enti competenti a garantire controlli puntua-

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DOSSIER CAR WASH] Ivan Frigo Ufficio commerciale di Tecnovap

li e capillari, che può falsare la capacità del comparto di assicurare condizioni competitive uguali per tutti. “Per fortuna”, riconosce subito Buset, “ci sono invece molte aziende attente a queste problematiche, che investono in tecnologia e sicurezza, migliorando le performance del proprio impianto e, di conseguenza, offrendo un servizio sempre migliore”. Nonostante il rammarico espresso per l’impatto che il rallentamento dell’economia avrà sulla ripresa evidenziata in precedenza dal mercato Marco Pittoni Sales Manager di Ceccato non ha esitazioni nel dichiarare che “per quanto ci riguarda, comunque, faremo di tutto per rispettare i budget che ci siamo prefissi, che sono ambiziosi. Crediamo che le importanti novità che stiamo lanciando, unite al volano che tradizionalmente viene attivato dalla fiera di Bologna (Autopromotec - Ndr), ci aiuteranno in questo”. Il ruolo di manifestazioni come Autopromotec è indubbiamente quello di rappresentare un momento di incontro e confronto tra gli addetti ai lavori e, anche, di offrire uno sguardo d’insieme sulle novità a cui stanno lavorando le aziende. Anche se, come si evince dalle dichiarazioni che riportiamo di seguito, l’investimento e lo sforzo per far evolvere la propria gamma sono continui e si attengono a ritmi dettati più dall’evoluzione delle esigenze che dalla concomitanza con manifestazioni fieristiche. Un concetto che si ritrova nella dichiarazione di Patricia Masià, ceo di Istobal Italia. “Le sfide che ci troviamo ad affrontare

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riguardano soprattutto il continuo adeguamento del nostro prodotto alle necessità del mercato, ma allo stesso tempo questo ci spinge a migliorare e continuare a offrire il meglio della nostra azienda. Ci siamo sempre evoluti parallelamente ai settori automobilistico, dei trasporti e della mobilità, anticipando le loro future richieste e dando una risposta alle loro necessità, con soluzioni di autolavaggio innovative, che si adattano ai cambiamenti e guardano al futuro”, rivendica. Non da oggi anche WashTec ha individuato come uno dei propri obiettivi principali quello di soddisfare la più moderna domanda di impianti di autolavaggio cercando di mettere a frutto la propria capacità innovativa proiettandosi nel futuro in modo da confermarsi come partner dell’industria del settore. In qualità di partner dell’industria del car wash, WashTec offre ai suoi clienti una

“Pensiamo che i nostri clienti debbano concentrarsi sulla promozione della propria area di lavaggio e sulla fidelizzazione dei loro clienti, per questo oltre che fornire i necessari strumenti, proponiamo anche soluzioni per mantenere nel tempo l’impianto nel modo più efficiente possibile” Maico Buset, amministratore unico di Maico gamma completa di prodotti e servizi per l’autolavaggio professionale con i vantaggi di un unico referente. “Per quanto riguarda i fattori di sviluppo del mercato ritengo che la digitalizzazione dei processi e l’iper ammortamento faranno da traino al settore”, afferma infatti Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato e Presidente del Cda dell’azienda indicando le due direttrici che nell’ultimo periodo hanno


guidato l’evoluzione della gamma di prodotto proposta”. La capacità di proporsi al mercato con una tecnologia che oltre ad essere inedita per il settore offre la possibilità di soddisfare alcune esigenze espresse con sempre maggior evidenza dall’utilizzatore finale, ha garantito a Tecnovap delle solide opportunità di business. “Negli anni”, afferma al riguardo Ivan Frigo, dall’Ufficio Commerciale dell’azienda “questo nuovo metodo del vapore per tutti i vantaggi che porta (pulizia di un interno auto con solo 5 litri di acqua, pulizia ecologica senza detergenti, tessuti subito asciutti, sanificazione dell’abitacolo ecc…) ha visto una crescita esponenziale della richiesta a discapito dei sistemi tradizionali che si trovano sul mercato”. Ma allora quali sono le richieste del lavaggista? Le analisi fin qui offerte dai manager delle aziende protagoniste di questo dossier - e anche i concetti espressi nelle descrizioni dei loro prodotti di punta o delle novità che stanno

veicolando sul mercato- contengono già alcuni elementi utili a ricostruire le priorità che in questo momento stanno guidando le scelte del lavaggista italiano: affidabilità e produttività dell’impianto, interesse a soluzioni che gli consentano di essere distintivo e più competitivo sul mercato e di fidelizzare il cliente oltre che con la qualità del lavaggio e del servizio con un’esperienza di suo gratificante. Inevitabile, quindi, la domanda alle aziende volta a capire quali sono i valori che stanno guidano la loro attività di ricerca & sviluppo. “Il trinomio qualità, affidabilità e prezzo è da sempre presente nella nostra filosofia”, assicura Patricia Masià, ceo di Istobal Italia. ”Lavoriamo per poter ottenere il meglio da questa combinazione, perché ci consente di fidelizzare il cliente e offrirgli un buon servizio. Non bisogna dimenticare che, in questo settore, un elemento molto importante è il servizio tecnico e, sotto questo aspetto, la nostra azienda si è sempre preoccupata di offrire macchine di facile accesso e manutenzione, per agevolare

Favagrossa: una soluzione per ogni tipo di esigenza L’azienda che è un riferimento per il mercato nella produzione di spazzole per autolavaggio, offre ai propri clienti una vasta gamma di prodotti atta a soddisfare ogni tipo di esigenza: dal lavaggio all’asciugatura, fino alla lucidatura dei veicoli: spazzole in microfibra F-Ace dall’elevata forza lavante, spazzole Carlite Profile sagomate su misura per garantire la massima aderenza sui veicoli, spazzole in feltro, spazzole per asciugatura e lucidatura Drytex e molto altro ancora. Per quanto riguarda il settore industriale Favagrossa propone un’ampia scelta di filati ed innumerevoli soluzioni per garantire sempre ottime performance di lavaggio in qualsiasi tipo di applicazione. Grande successo stanno riscuotendo i nuovissimi dischi lavaruote Twister che, grazie allo speciale design a setole inclinate, permettono risultati di lavaggio mai visti prima. Infine, l’azienda ha recentemente sviluppato un’innovativa linea di prodotti chimici per la cura ed il mantenimento delle spazzole, denominata “Cleaning line”, per assicurare ai gestori spazzole sempre pulite e perfettamente funzionanti.

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DOSSIER CAR WASH]

il servizio sia ai nostri tecnici che ai gestori delle macchine. Per quanto riguarda l’utente finale, negli ultimi anni abbiamo lavorato per migliorare la sensazione e l’esperienza d’uso durante il lavaggio in un nostro impianto. Ci stiamo concentrando per offrire una serie di prodotti e servizi che lascino un segno negli utenti, cosicché questi vogliano tornare per godere dell’esperienza vissuta”. Come sta succedendo anche in altri comparti merceologici la digitalizzazione e i nuovi

strumenti da essa offerti diventano la chiave di volta capace di mettere in condizione il lavaggista di sviluppare modelli di business in grado di consentirgli di fare la differenza. Ne è convinto Gian Luca Meschi, Amministratore Delegato e Presidente del Cda di WashTec. “Come ho già avuto modo di osservare, uno dei punti chiave per il futuro del settore è la digitalizzazione del processo di vendita del servizio. Questa è la ragione per la quale abbiamo progettato la app EasyCarWash. Ovviamente, gli impianti devono funzionare e dare il miglior servizio in termini di qualità, rapidità efficienza e affidabilità, ma questi sono punti “base” per il nostro business. La partita”, tiene a ribadire Meschi, “si gioca sull’offerta

“Il 2019 è partito bene, ma sicuramente il momento di incertezza politica che stiamo vivendo, e la brusca frenata dell’economia si faranno sentire anche nel nostro settore. Vedo proprio in questo il principale freno ad un mercato che stava riprendendo i volumi e i ritmi di qualche anno fa”. Pittoni Marco, Sales Manager di Ceccato di servizi moderni e digitali. Chi sarà in grado di evolversi in questa direzione avrà la possibilità di costruire un business di certo successo”. Un altro elemento che può contribuire a guadagnare al lavaggista l’apprezzamento della clientela è la capacità di intercettare e interpretare sensibilità come quella del risparmio delle risorse ambientali e della sostenibilità che ormai sono state interiorizzate da una platea sempre più ampia e in costante espansione di utilizzatori. Questo almeno è quello che si può evincere dalla risposta offerta da Ivan

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Frigo, Ufficio commerciale di Tecnovap. “Il lavaggista”, osserva infatti, “è sempre alla ricerca della possibilità di offrire un prodotto innovativo e in grado di adempiere alle esigenze che il cliente finale richiede in questo momento. Ritengo che con il generatore di vapore inserito nel proprio piazzale, il lavaggista trovi quella novità che può fare la differenza, un prodotto completamente “green” in grado sanificare e rigenerare gli interni di un’auto con la sola forza del vapore saturo secco, consumando solo qualche litro d’acqua e senza l’ausilio di prodotti chimici”. Essere percepiti sul mercato come una realtà che si distingue per gli standard qualitativi offerti è forse il preambolo indispensabile di qualsiasi attività di fidelizzazione della clientela. “La nostra tipologia di impianti”, rivendica Maico Buset, amministratore unico di Maico, “si posiziona da sempre nella fascia alta del mercato. Offriamo continue innovazioni tecniche e qualitative

che permettono al cliente di differenziarsi dalla concorrenza. Pensiamo che il lavoro principale dei nostri clienti debba essere quello di concentrarsi sulla promozione della propria area di lavaggio e sulla fidelizzazione dei loro clienti, per questo oltre che fornire i necessari strumenti, proponiamo anche soluzioni per mantenere nel tempo l’impianto nel modo più efficiente possibile”, conclude introducendo il tema della salvaguardia dell’investimento. Punta sulla reputazione del marchio, Marco Pittoni, Sales Manager di Ceccato. “Tradizionalmente il nostro marchio viene collegato a tradizione, innovazione, qualità, affidabilità. Questi sono i nostri cavalli di battaglia, e stiamo lavorando su un ampio spettro di attività volte a rendere sempre più biunivoche le cose, ossia l’associazione al marchio di queste caratteristiche. Crediamo con questo di rendere un servizio tanto al nostro cliente quanto all’utilizzatore finale”.

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FOCUS Profumatori e detergenti]

Un’opportunità in più per il lavaggista interessato a distinguersi

Sui detergenti la posta in gioco è il raggiungimento del perfetto equilibrio tra risultati di altissimo livello, un corretto rapporto qualità/prezzo e la semplicità di utilizzo. Il discorso cambia nel caso dei profumatori che sono il classico acquisto d’impulso fatto per aggiungere una nota personale all’abitacolo della propria auto, creando la giusta atmosfera.

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In tutto il mondo la disponibilità a investire nell’acquisto di prodotti e servizi per la cura e la manutenzione della propria auto è in aumento e rappresenta un trend trasversale tra mercati maturi come quello americano ed europeo e mercati in via di sviluppo. L’automobilista italiano è perfettamente allineato con questo trend. E proprio in questa particolare predisposizione risiedono le prospettive di crescita del volume di affari legato all’uso di detergenti, sapone e profumatori d’auto. Nel caso dei detergenti e dei saponi le stime di crescita sono suffragate dalle conclusioni a cui arrivano varie ricerche condotte da riconosciuti enti di ricerca. In uno studio pubblicato alcuni mesi or sono, Future Market Insight prevede che il valore del mercato mondiale dei detersivi e dei saponi per autolavaggio, che nel 2018 era stimato in 7.394,7 milioni di dollari, dovrebbe entro la fine del 2028 crescere di oltre 4,8 milioni di dollari fino ad arrivare a quota 12. 210,8 milioni di USD grazie a un CAGR annuo, che nel periodo considerato dovrebbe essere, pari al 5,1%. In assenza di ricerche analoghe sui Profumatori, possiamo dedurre che la stessa focalizzazione sulla cura dell’auto che sostiene il business dei detergenti contribuirà, molto probabilmente ad alimentare anche la domanda di questo oggetto che da semplice accessorio si candida sempre di più ad essere interpretato dall’automobilista come una dotazione indispensabile. L’evoluzione dell’orientamento del consumatore e le sue

nuove sensibilità inducono il lavaggista a evolvere la propria offerta. Sul piano dei detergenti questo significa che, chi ha scelto di posizionarsi sul mercato connotandosi con un’offerta di qualità, chiede ai produttori di offrire una gamma di soluzioni in grado di assicurare un interessante rapporto qualità prezzo ed elevate performance in termini di pulizia e asciugatura, ma anche di contribuire alla salute del conto economico della sua impresa assicurando un uso oculato e privo di dispersioni del prodotto. Infine, anche per effetto delle normative sempre più cogenti in materia, sta acquistando grande importanza il tema della sicurezza intesa sia come possibilità per il personale di utilizzare questi prodotti senza esporsi a particolari rischi per la salute sia come minimizzazione dell’impatto sull’ambiente. Le aziende che operano nel settore dei profumatori d’auto guardano con attenzione ad autolavaggi e distributori di carburante che vengono identificati come un canale di primaria importanza. Tanto che alcune hanno deciso di seguirlo con un’organizzazione dedicata capace di comprenderne le esigenze e di assicurare un supporto efficiente e soprattutto mirato. Per il gestore della stazione di servizio o dell’autolavaggio, il profumo per auto è un’opportunità di migliorare la propria redditività e anche di ampliare la gamma dei servizi alla propria clientela accreditandosi come un punto di riferimento per le loro esigenze in materia di cura dell’auto.

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FOCUS Profumatori e detergenti]

Così rispondiamo alle esigenze del lavaggista e del faidateista Per quanto il professionista sia più sbilanciato sulla richiesta di qualità, questo parametro sta acquisendo una crescente importanza anche per l’hobbista. Merito dell’impegno profuso dalle aziende che lavorano a 360° per offrire una risposta ad ogni esigenza Sono tante le aziende attive in Italia nel segmento dei detergenti per la cura dell’auto e la quasi totalità propone una gamma che comprende prodotti per il target degli amanti del Fai da te e prodotti per il professionista. In entrambi i casi a garantire loro i migliori risultati sono l’attenzione e la tempestività con cui intercettano le esigenze emergenti e la capacità di esprimere una concreta vicinanza al cliente. Soprattutto quando si tratta del lavaggista. La gamma offerta Le tre aziende intervistate si rivolgono sia al cliente Fai da te sia al Professionista. “Copriamo entrambi i segmenti”, dichiara Claudio Fornaro, General Manager di Eurodet. “Per il fai da te la nostra gamma di prodotti è composta da shampoo manuali, prodotti per la pulizia di vetri e cerchioni, sgrassatori, detergenti per interni. Tutti prodotti altamente performanti come quelli ad uso professionale ma pronti all’uso. La linea Banco Professional infatti si rivolge a coloro che amano prendersi cura della propria auto e vogliono risultati professionali, ma facili da usare. Con questo principio è nata anche la linea spray 200ml per i distributori automatici. Nel segmento professionale i nostri prodotti coprono tutte le fasi del processo di lavaggio e ogni tipologia di sporco. I nostri detergenti raggiungono ottime prestazioni anche a bassi dosaggi riuscendo così a contenere i costi della stazione di servizio/

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autolavaggio”. Garantire al faidateista standard qualitativi analoghi a quelli tipici del mondo professionale è stata anche la scelta di Kimicar, come spiega il suo Responsabile Commerciale e Marketing, Antonio Cirillo. “Nel catalogo Car & Truck dedicato ai prodotti per la cura e la manutenzione dei veicoli sono presenti prodotti sia per il “Fai da te” sia per il professionista. I primi hanno lo stesso livello qualitativo dei prodotti della Linea Professionale, perché abbiamo deciso di dare anche all’utilizzatore amatoriale un livello qualitativo da professionista. La linea “Fai da te” è composta da prodotti di detergenza, di manutenzione meccanica, da liquidi antigelo per vetri e prodotti di cura/finitura della carrozzeria. Da un punto di vista qualitativo con la Linea Professionale ci posizioniamo nella fascia alta del mercato, con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Gli utenti ai quali si rivolge questo catalogo sono: autolavaggi e lavaggi mezzi pesanti (dove abbiamo acquisito una notevole esperienza), macchine movimento terra, macchine agricole, officine meccaniche, elettrauti, carrozzerie…”. In prospettiva Fra-Ber intende specializzare ancor di più la sua offerta. “Nel Car Care presidiamo tute le categorie di prodotti e ogni nostra linea presenta una selezione di prodotti “fai da te” e una versione di prodotti professionali: pulizia interna ed esterna delle auto, cura della carrozzeria, delle superfici in plastica, dei tessuti, prodotti per le parti di completamento. In pratica, tutto quello


che serve per prendersi cura del proprio mezzo mentre per il futuro desideriamo ampliare ulteriormente il numero delle referenze sviluppando prodotti Car Care sempre più mirati per ogni singola parte e per ogni necessità”, annuncia Marta Berton, Account Communication Manager. Tutte e tre le aziende propongono anche detergenti per il trattamento acqua e per la pulizia di impianti e piazzole autolavaggi. Antonio Cirillo conferma che nel “nostro catalogo Car & Truck è presente anche una serie di prodotti per il trattamento delle acque: flocculante, correttore di pH acido e alcalino, battericida, deodorante per acque reflue, ecc. E anche prodotti dedicati per la pulizia degli impianti di lavaggio, delle setole degli spazzoloni e delle piste self service”. Marta Berton elenca i detergenti Fra-Ber “da utilizzare in questi ambiti. Il disincrostante è un prodotto per la pulizia e rimozione di incrostazioni calcaree e ossidi, a base di acidi inorganici e inibitori di corrosione ottimo per la pulizia degli impianti di lavaggio, che, però non è adatto per i vetri. Il detergente Brush Det è specifico per la pulizia delle spazzole di impianti automatici di lavaggio, rimuove facilmente tutti i tipi di spor-

co, lasciando le spazzole sempre perfettamente efficienti e pulite. Infine, Brush Det Plus è specifico per la pulizia delle spazzole di impianti automatici di lavaggio. Rimuove facilmente tutti i tipi di sporco, lasciando le spazzole sempre perfettamente efficienti e pulite. “Offriamo”, spiega infine, Claudio Fornaro, “una serie di prodotti per la cura degli impianti come per esempio Decal il decalcificante studiato per la manutenzione degli impianti e delle attrezzature. La sua formula concentrata rimuove le incrostazioni dalle superfici in acciaio inox, alluminio e plexiglass. Per il trattamento dell’acqua abbiamo il disinfettante vasche come l’ipoclorito di sodio e il flocculante per le vasche di decantazione come il policloruro di alluminio”. Le esigenze dei lavaggisti Marta Berton riferisce che “i gestori e i clienti degli autolavaggi chiedono soprattutto grandi performance in termini di pulizia e asciugatura. Tutto ciò, naturalmente, si riesce a ottenere scegliendo prodotti ben combinati tra di loro, principio fondamentale del nostro sistema ciclico. Ciò significa che ogni prodotto è propedeutico all’ot-

I prodotti di punta “Nel nostro assortimento sono presenti prodotti che hanno l’età dell’azienda ed altri più recenti. Questo significa che, oltre a mantenere uno zoccolo duro di prodotti apprezzati da qualche decennio, abbiamo anche seguito l’evoluzione del mercato formulando nuovi prodotti che ci hanno permesso di conquistare nuovi clienti e quote di mercato” Antonio Cirillo, Responsabile Commerciale e Marketing di Kimicar “Il nostro nuovo nato è il Terminator Million One, che è la versione profumata di un nostro prodotto storico. É un detergente mediamente

schiumogeno ad alto potere sgrassante. Elimina lo sporco senza l’utilizzo del guanto. È ideale per la pulizia di container, teloni, automezzi pesanti e movimento a terra. Il nostro prodotto di punta, però, rimane il detergente monocomponente ad alta efficienza Carry. La sua formulazione ricca e bilanciata è eccellente per tutte le tipologie di lavaggio. Elimina a fondo sporco, grasso, smog, terriccio senza alterare vernici o profili. Dona alla carrozzeria una speciale brillantezza, è gradevolmente profumato e non crea disturbi respiratori all’operatore”. Claudio Fornaro, General Manager di Eurodet

Per avere una personalità più forte e spiccata, abbiamo da poco rivisitato tutte le linee FraBer, da quella auto, alla linea barche, ai prodotti tecnici ecc… Questo restyling ci ha permesso di essere maggiormente riconoscibili in tutte le categorie merceologiche e di rivedere nel dettaglio le caratteristiche di quasi tutti i prodotti così da esprimere al meglio le peculiarità di ognuno. Fra le altre, abbiamo da poco lanciato una nuova linea professionale per il carwash chiamata Linea-X dal packaging innovativo e con performance ben al di sopra dei normali standard. Marta Berton, Account Communication Manager di Fra-Ber

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FOCUS Profumatori e detergenti] Fra-Ber: Linea X è studiata per i professionisti dell’autolavaggio. Si tratta di una linea di prodotti capace di far coesistere alte prestazioni, velocità di impiego, rispetto e tutela dell’ambiente. Innovativa nell’aspetto e nelle formulazioni, si compone di 12 referenze

timizzazione delle performance del prodotto successivo. Al termine del lavaggio pertanto avremo qualità e performance di eccellenza assoluta”, assicura. I lavaggisti sono sempre più attenti ai prodotti che utilizzano, spiega Claudio Fornaro, e per questo “tutte le sue esigenze (performance, facilità e precisione di dosaggio, prezzo, completezza della gamma....) vanno considerate. La nostra esperienza ci porta a ritenere che il rapporto qualità/prezzo e la sicurezza d’impiego siano fattori molto richiesti. Negli ultimi anni anche l’attenzione all’ambiente inizia ad essere un “ingrediente” a cui prestare attenzione”. Secondo Antonio Cirillo “il mercato è diviso sostanzialmente in 2 target: il cliente che cura la qualità ed il rispetto dell’ambiente e il cliente che guarda solo al prezzo della tanica. Il primo predilige il livello qualitativo del servizio che può offrire alla propria clientela e di conseguenza, cerca prodotti di alta qualità e concentrazione, basso impatto ambientale e con un buon rapporto qualità/prezzo. Il secondo di solito si cura poco di questi aspetti e bada principalmente al prezzo. La nostra gamma è talmente completa che riusciamo ad accontentare entrambi”. Come prevedono si muoverà la domanda di detergenti nel segmento lavaggisti e quali sono le attività con cui le aziende intendono supportare questo target? Claudio Fornaro di Eurodet parte dall’analisi del contesto per dedurre che “l’attenzione all’ambiente potrebbe essere un punto importante. Quindi prevedo una richiesta di prodotti ecosostenibili ma sempre con attenzione ai risultati e al rapporto qualità/prezzo. Visto che stiamo andando in questa direzione, per noi è un’opportunità essere già presenti con prodotti che rispondono a queste esigenze”. Sul piano del supporto offerto Fornaro ricorda che “l’attenzione al cliente è sempre stato il nostro fiore

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all’occhiello. Forniamo supporto tecnico presso l’impianto attraverso i nostri grossisti di zona e consulenza in azienda analizzando le esigenze del cliente, studiando soluzioni e prodotti ad hoc, attraverso dimostrazioni e prove prodotto”. Prevede di incrementare il numero dei clienti e il fatturato Antonio Cirillo di Kimicar. E questo “grazie alla qualità dei nostri prodotti sempre più apprezzata dal mercato, ma anche alla nostra rete di responsabili di zona che quotidianamente coprono il territorio in maniera capillare e contribuiscono a far conoscere ed apprezzare i nostri prodotti. Vediamo una criticità legata principalmente ad una specie di corsa al ribasso da parte di alcuni operatori del settore nostri concorrenti che pur di vendere ed “entrare” dal cliente abbassano i prezzi di vendita fino quasi al costo. Dopo poco tempo (a volte pochi mesi) il soggetto inizia ad avere dei problemi finanziari e cessa l’attività, ma nel frattempo, ha rovinato il mercato locale. L’impegno nostro e dei nostri responsabili di zona è quello di trasmettere il concetto che il prodotto concentrato è sempre più economico del prodotto diluito. E questo per il semplice fatto che per avere lo stesso risultato di lavaggio bisogna utilizzarne una quantità maggiore. Nel nostro assortimento”, prosegue Cirillo, “sono previsti dei cartelloni che pubblicizzano le varie attività dell’autolavaggio e delle piste self-service, nonché del listino prezzi. I nostri responsabili di zona hanno una preparazione tecnica tale da poter effettuare in autonomia la taratura o l’avviamento di un impianto di autolavaggio con i nostri prodotti e risolvere gli eventuali problemi che dovessero sorgere. Per chi ha un negozio, abbiamo anche un espositore da pavimento”. Dal punto di vista di Marta Berton di Fra-Ber il Kimicar: 210P Activ Fleur è un detergente auto lucidante concentrato per il lavaggio rapido di: autovetture, autocarri, cisterne, teloni, autobus, motori, macchine operatrici, mezzi navali, cassonetti dell’immondizia, ecc. Dopo la nebulizzazione, sprigiona una vera forza penetrante super attiva, staccando e portando in sospensione lo sporco per essere poi facilmente risciacquato


Eurodet: il detergente monocomponente ad alta efficienza Carry è eccellente per tutte le tipologie di lavaggio. Dona alla carrozzeria una speciale brillantezza. Particolarmente indicato per lavare carrozzerie, teloni, tende, roulottes e camper. Gradevolmente profumato, non crea disturbi respiratori all’operatore.

fatto che si stia andando sempre più verso una specializzazione può rappresentare una grande opportunità e proprio per questo il nostro centro R&D si concentrerà sulla risoluzione di tematiche sempre più specifiche e sullo studio di soluzioni innovative, portando la propria attenzione su tematiche nuove e differenti che coinvolgeranno i lavaggisti attraverso trattamenti moderni e particolari che andranno a integrare i classici trattamenti di pulizia”. Oltre a “una vastissima gamma di prodotti per qualsiasi loro esigenza e necessità, ai lavaggisti offriamo assistenza tecnica sul posto”, assicura.

Profumatore auto, più che un accessorio un modo per definirsi Sembrerebbe un accessorio di secondaria importanza, invece, quando si sale su un’auto è in gran parte suo il merito di averci accolto in un’atmosfera piacevole che comunica molto dei gusti e dello stile di chi lo ha scelto. Tanto è vero che, ormai, oltre che sulle essenze le aziende si sfidano anche sulla capacità di innovare i formati In un contesto dove l’automobilista è particolarmente attento alla cura del proprio veicolo, il profumatore diventa un accessorio sempre più indispensabile. E anche se non è una loro esclusiva, come riconoscono le due aziende intervistate, questo prodotto trova una collocazione importante negli shop delle stazioni di servizio e negli autolavaggi. “I canali nei quali distribuiamo i nostri profumatori sono le stazioni di servizio, i negozi, la grande distribuzione (GDO) e, naturalmente, l’e-commerce. L’insieme di questi canali ci permette una grande capillarità” afferma Marta Berton, Account Communication Manager di Fra - Ber che dopo aver precisato che “non serviamo direttamente le stazioni di servizio, ma lo facciamo - sia in Italia, sia nel resto del mondo - tramite distributori”, riconosce che “le stazioni di servizio sono fondamentali per il nostro business poiché rappresentano i nostri clienti principali nel settore professionale”.

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FOCUS Profumatori e detergenti] fiducia e instaurando con loro proficui rapporti di collaborazione”.

Fra-Ber: il design del profumatore Marta La Farfalla è protetto da copyright. Per auto e ambienti, grazie anche al suo particolarissimo design, garantisce una lunga durata e una diffusione nell’ambiente equilibrata e mai invasiva. Non unge e non danneggia le parti dell’auto.

Iuri Rosselli, Marketing & Comunicazione di Lampa assicura che “quando si ha alle spalle un’organizzazione commerciale come la nostra, con una gamma di prodotti vasta e completa, supportata da un catalogo ricco di oltre 20.000 referenze, peraltro in continua crescita ed evoluzione con continui inserimenti di nuovi prodotti e continui refreshment, non ci si può precludere a priori nessuna opzione. Così, nel corso degli anni, accanto ai canali per noi più “tradizionali” come accessoristi, ricambisti e GDO, abbiamo iniziato ad esplorarne molti altri come ferramenta, gommisti, edicole, tabaccherie e, da oltre 10 anni, ovviamente anche le Aree di Servizio e gli Autolavaggi”. In tutto questo prosegue Iuri Rosselli, “le stazioni di Servizio e gli autolavaggi sono oggetto di un’attenzione specifica e mirata da parte nostra. Abbiamo iniziato all’incirca una decina di anni fa a convogliare il nostro impegno anche in questo settore, nel convincimento, poi confermato, di potervi compiere passi importanti e di potervi conseguire risultati significativi. Abbiamo pertanto approntato una nuova organizzazione vendita, parallela a quella per noi “classica” degli accessoristi e ricambisti, dedicata proprio allo sviluppo e alla gestione dei rapporti con le Aree di Servizio della rete ordinaria e autostradale e dei rapporti con le compagnie petrolifere operanti sul territorio italiano. Grazie alla serietà e alla professionalità dei nostri agenti, che hanno recepito la mentalità competitiva e la nostra attitudine a migliorarci continuamente, abbiamo “raggiunto” i gestori di queste aree conquistandone gradualmente la

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Un acquisto d’impulso ma pur sempre fatto da un cliente esigente Come riconosce anche Iuri Rosselli di Lampa “il profumatore/deodorante si presta ottimamente all’acquisto d’impulso. Ridurlo a questo sarebbe però riduttivo e penalizzante: l’utilizzo di un buon profumatore auto è infatti, per buona parte degli automobilisti, quasi un “rito”, di non minore importanza rispetto al lavaggio stesso della vettura. Il deodorante, declinato nelle centinaia di fragranze disponibili, crea infatti atmosfera all’interno del veicolo, accompagnandoci nei nostri spostamenti quotidiani, oppure aiutandoci a rilassarci o a concentrarci. Non dimentichiamoci poi che, spesso, la scelta di una determinata fragranza è dettata dalla nostra stessa personalità. Per quanto riguarda nello specifico le stazioni di servizio e gli autolavaggi, siamo a fianco dei gestori in tutti i modi possibili ed immaginabili: prima di tutto attraverso i nostri agenti, sempre disponibili ad aiutare i nostri clienti nella scelta dei prodotti da trattare, nel curarne il sell-out e nel riassortimento periodico; in secondo luogo attraverso una vasta scelta di espositori, sia da banco che da terra, che massimizzano la visibilità dei prodotti e, per l’appunto, favoriscono anche lo shopping d’impulso; infine attraverso periodiche campagne promozionali che permettono al gestore di acquistare i nostri profumatori a prezzi ancora più vantaggiosi”. Concorda sulla necessità di una continua azione di supporto alla vendita anche Marta Berton di Fra-Ber: “l’acquisto di profumatori e deodoranti è certamente un acquisto di impulso che però va aiutato e sostenuto. Alle stazioni di servizio e agli autolavaggi, per stimolare e incrementare la vendita, offriamo display da banco, cartellonistica, tester e gadget promozionali per provare le varie profumazioni”, elenca. E come sempre, la prima forma di stimolo alla vendita è la capacità di continuare ad accendere l’interesse proponendo nuove fragranze, nuovi formati o altro. “L’innovazione è assolutamente fondamentale”, assicura Marta Berton, “e va portata avanti con continuità spaziando in ogni ambito: nuove profumazioni, nuovi formati,


nuova immagine, nuovi canali per l’acquisto… Il nostro claim è proprio “soluzioni innovative di detergenza”. L’innovazione, pertanto, è e sarà sempre alla base di ogni nostra creazione”. A rendere cruciale il tema dell’innovazione anche nel settore dei profumatori, spiega Iuri Rosselli, “è il fatto che il consumatore è sempre alla ricerca di prodotti nuovi, più accattivanti, più colorati e dagli aromi più originali… Accanto a questa esigenza di “modernità”, però, mantengono saldamente la loro quota di mercato i deodoranti più tradizionali sia come formato che come fragranza. Anche il formato è, per l’appunto, uno degli aspetti su cui si sono riscontrate le maggiori innovazioni negli ultimi anni. Accanto agli intramontabili modelli con laccetto da appendere allo specchietto retrovisore, si sono via via affacciate nuove tipologie di diffusori: primo fra tutti quello con clip da applicare direttamente alla bocchetta di aerazione, che sfrutta l’impianto di condizionamento della vettura come veicolo di diffusione della fragranza all’interno dell’abitacolo. Tra i vari modelli con queste caratteristiche ricordiamo i Little Joe, simpatici e dissacranti pupazzetti colorati, disponibili in 8

I trend che caratterizzeranno il 2019 “In Italia, per il 2019, puntiamo allo sviluppo di nuovi canali di vendita in settori merceologici diversi da quelli utilizzati sino ad adesso. I nuovi trend punteranno sicuramente su prodotti sempre più “green” e rispettosi dell’ambiente sotto ogni punto di vista: dal packaging, alla formulazione del profumo stesso, alla sua sostenibilità in senso lato” Marta Berton, Account Communication Manager di Fra - Ber “Il settore merceologico dei profumatori auto non ha mai risentito della crisi generalizzata che negli anni passati ha duramente colpito il comparto dell’auto, mantenendosi sempre su livelli alti. Dai primi dati in nostro possesso riguardanti il 2019 sembra confermato il trend di crescita costante che ci accompagna ormai da parecchi anni. Sicuramente il mercato trae beneficio anche dal limitato costo di questi accessori, che li rende accessibili a tutte le tasche” Iuri Rosselli, Marketing & Comunicazione di Lampa

Lampa: “Fashion”, “Frutta”, “Natura”: sono le tre nuove linee di profumazione della serie di deodoranti “Magiccup” specifici per l’automobile e per ambienti in genere. Contraddistinte da un “packaging” vivace e colorato, offrono la possibilità di scegliere tra 18 differenti fragranze.

diverse delicate profumazioni che portano una ventata di allegria all’interno dell’auto, con una durata che arriva fino a 45 giorni. Molto graditi al nostro pubblico sono però anche i modelli in polimeri plastici di ultima generazione, colorati ed allegri, in grado di rilasciare la fragranza in modo costante nel tempo, assicurando una lunga durata”. Le nuove proposte Punta a intercettare il target dei clienti rispettosi dell’ambiente e interessati alla semplicità di utilizzo la novità su cui sta puntando Lampa: “Uno dei prodotti più innovativi in assoluto”, afferma senza falsa modestia Iuri Rosselli, “sono i Magic Cup, deodoranti realizzati con pregiate essenze organiche e confezionati in contenitori di alluminio riciclabili. Nessun manuale da leggere, nessuna applicazione da scaricare, nessuna ricarica da inserire e nessuna batteria richiesta. É sufficiente aprire la lattina, posizionarla nell’ambiente desiderato (auto, camion, camper, casa, ufficio…) e prepararsi a godere del piacevole profumo per settimane. Il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente”. Versatilità di utilizzo e una spinta all’innovazione che ha portato alla scelta di proteggere con brevetto alcune soluzioni. Questo il valore aggiunto del prodotto di punta di Fra - Ber che come spiega Marta Berton “è Marta La Farfalla: design brevettato, profumazioni italiane e francesi super-selezionate, design unico e originale, una gamma completa di profumatori che spaziano dall’auto, agli ambienti, ecc…

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Approfondimenti]

Sicurezza dell’autolavaggio, le misure che non possono mancare

La protezione della struttura, degli impianti e la sicurezza del proprio personale e dei propri clienti possono essere garantiti dal gestore soltanto investendo nell’adozione di adeguati sistemi capaci di ridurre la probabilità di furti, rapine e atti vandalici Furti, rapine, atti vandalici e, per fortuna in misura nettamente inferiore, episodi di infedeltà dei dipendenti. Basta un rapido excursus sulle notizie di cronaca nera pubblicate per lo più dai giornali locali, per verificare che, sul piano della sicurezza anticrimine, i due rischi a cui risultano esposti i gestori dell’autolavaggio, i loro dipendenti ma anche i loro clienti i quali, ad esempio, spesso vengono presi di mira quando decidono di avvalersi del servizio nell’area self service in orario notturno. Oltre alle auto e ai loro contenuti ad attirare l’attenzione di ladri e rapinatori più o meno esperti è la disponibilità di quantità più o meno rilevanti di denaro contante. Anche nelle situazioni più fortunate, quando cioè l’attacco di tipo criminale non porta a lesioni alle persone, il danno per il gestore va ben al di là delle pure e semplici perdite materiali e va ad

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impattare l’immagine e la reputazione della sua azienda – sapendo che potrebbero essere presi di mira molti clienti potrebbero decidere di non utilizzare l’area self service se non quando la struttura è presidiata perché aperta – e la qualità dell’ambiente di lavoro offerto ai propri dipendenti. Senza contare, come osservano alcuni esperti di sicurezza, che la presenza di un sistema di sicurezza audio e video può in alcuni casi aiutare il gestore a fare chiarezza e ad acquisire elementi utili per riuscire a valutare al meglio situazioni critiche, come ad esempio quella in cui un cliente che chiede un risarcimento danni per “incidenti” verificatisi mentre si trovava nella struttura. In questo caso il danno da evitare è un ritocco al rialzo delle polizze assicurative, ma anche un passa parola che sicuramente non contribuisce alla buona reputazione dell’auto-


lavaggio. Proprio per tutti questi motivi nessun gestore di autolavaggio, sia che l’impianto sia indipendente sia che sia inserito in un distributore di carburanti come spesso accade, può prescindere dal porsi il problema se dotarsi di sistemi di sicurezza e, più nel dettaglio, di quali in particolare. Le misure da adottare La regola aurea a cui tutti i titolari di autolavaggi - ma come loro quelli di qualsiasi attività - devono sottostare è quella di cominciare ad affrontare il problema della protezione della propria struttura andando ad individuare consulenti e fornitori che, oltre ad avere una reputazione inappuntabile, possano vantare una competenza specifica sulla difesa degli autolavaggi. Il loro contributo può essere determinante quando si tratta di procedere ad un’accurata e puntuale valutazione dell’incidenza dei diversi rischi a cui è esposta la struttura, dei suoi eventuali punti deboli e anche per individuare se esistono forme di finanziamento o agevolazioni a cui accedere. Alcuni comuni hanno infatti inserito l’autolavaggio tra le attività maggiormente esposte a fatti criminosi che hanno diritto ad accedere a contributi per dotarsi di sistemi antirapina, an-

tintrusione o di videocamere a circuito chiuso. Infine, un consulente potrà aiutare il gestore a orchestrare tempi, modi e percorsi per il ritiro e la gestione del contante studiati appositamente per ridurre al minimo la possibilità di essere fatti oggetto di attacchi a scopo di rapina. Il primo ambito di intervento è l’illuminazione del sito che, da una parte, produce un importantissimo effetto deterrente nei confronti di eventuali malintenzionati e, dall’altra, contribuisce a rassicurare e a far sentire più confidente anche il cliente, soprattutto negli orari notturni. Una delle opzioni oggi disponibili prevede l’installazione di moderni sistemi di allarme che possono essere gestiti da remoto e anche connessi all’eventuale istituto di vigilanza. Alcuni di questi sistemi possono anche includere la presenza di altoparlanti dislocati strategicamente sul posto che possono rivelarsi utilissimi quando si tratta di intervenire per spaventare e dissuadere dei vandali in azione. Non solo, la presenza di sistemi audio a due vie opportunamente posizionati può abilitare il personale della struttura a fornire in modo molto più immediato un supporto al cliente mentre si trova all’interno della struttura in modo da guidarlo rapidamente nell’espletamento delle normali

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Approfondimenti] operazioni. Oltre a un valido sistema di allarme, una delle soluzioni più caldeggiate dagli esperti è quella di dotarsi di un efficiente e avanzato sistema di videosorveglianza. Come è noto l’installazione di questi sistemi è subordinata al rispetto degli adempimenti prescritti dalle leggi vigenti e dal Garante della Privacy. E proprio una delle disposizioni del garante, l’obbligo di segnalare la presenza delle telecamere di sicurezza tramite appositi cartelli, collocati a ridosso dell’area interessata ed in modo tale che risultino chiaramente visibili anche nelle ore notturne quando le riprese sono attive, ha un positivo risvolto sul fronte della deterrenza. Sapere che si potrebbe essere ripresi dalle telecamere servirà a scoraggiare almeno alcuni degli eventuali malintenzionati dall’entrare in azione e indurli a cambiare obiettivo. Un buon sistema di videosorveglianza può ad esempio rivelarsi decisivo nel distogliere dalle loro intenzioni vandali intenzionati a sporcare le strutture con graffiti o a danneggiarle e più in generale a deturpare la proprietà. Non solo, i sistemi per videosorveglianza sono da considerarsi una dotazione indispensabile nelle aree self service dove garantire anche la sicurezza degli utenti è un imperativo categorico, in quanto il servizio è attivo ventiquattro ore su ventiquattro, giorno e notte. In sintesi un impianto di videosorveglianza può:

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- rappresentare un deterrente rispetto ai furti; - scoraggiare dal compiere atti di vandalismo ai danni della struttura e delle sue dotazioni. Soprattutto nel caso in cui siano previste riprese in condizioni di luce sfavorevoli o comunque in orario notturno risulta fondamentale puntare su modelli di telecamere di fascia alta e dotate di funzioni atte a consentire di riconoscere ed individuare dettagli come il tipo di veicolo, i numeri di targa, i volti delle persone e effettuare zoom atti a consentire di approfondire situazioni potenzialmente a rischio. Avere la possibilità di accedere a queste informazioni può essere considerato tanto importante (si pensi al caso in cui si renda necessario ricostruire le fasi di una rapina o di un furto) da spingere a valutare l’opportunità di sostituire gli impianti obsoleti quando eventualmente presenti. Come proteggere gli incassi La sostituzione delle colonnine divelte e degli accettatori scassinati rischia di comportare un danno al gestore che molto spesso è superiore a quello del contante sottratto. Al costo della sostituzione delle apparecchiature va infatti sommato quello dei guadagni persi nel lasso di tempo necessario a procedere alla loro sostituzione. Per minimizzare il rischio occorre dotarsi di apparecchiature concepite per resistere per un tempo prolungato agli attacchi grazie a una struttura realizzata in materiali particolarmente resistenti e che, ad esempio, prevedano particolari rinforzi a protezione degli schermi o del lettore delle carte di pagamento che di solito sono considerati dai ladri come un punto debole. Oltre a montare serrature di alta sicurezza, le casse automatiche devono dare accesso a soluzioni come l’apertura ritardata della porta sulla falsariga di quella che viene normalmente adottata dalle banche. I modelli più recenti possono essere connessi alla rete e gestiti e controllati da remoto con evidenti vantaggi in caso di emergenza e per reagire subito nell’eventualità, considerata come la soluzione più semplice da molti ladri, che l’opzione sia quella di procedere allo sradicamento delle casse automatiche con l’intenzione di portarle altrove per avere la possibilità di accedere con calma al loro contenuto. Può sembrare banale, ma tanto più la struttura della cassa è priva di potenziali punti di aggancio e tanto più complesso diventerà


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Approfondimenti] Sicurezza antinfortunistica: alcune note Sul territorio nazionale ci sono diverse migliaia di impianti di autolavaggio, compresi quelli gestiti dalle compagnie petrolifere (situati nelle stazioni di servizio sulle autostrade) e gli impianti autonomi di imprenditori privati. Intrappolamento, movimento di parti rotanti come spazzole, catene di trascinamento: sono solo alcuni degli eventi pericolosi che possono verificarsi nelle strutture di autolavaggio. La norma UNI 11485 “Sicurezza del macchinario - Autolavaggi - Requisiti di sicurezza, metodi di prova” indica i requisiti di sicurezza, le misure di protezione ed i metodi di prova relativi alle macchine di autolavaggio di tre tipologie: a portale (singolo e doppio), a tunnel e self-service. Il documento intende fornire ai fabbricanti e ai produttori di questi macchinari il supporto necessario per soddisfare i requisiti essenziali di sicurezza (RES) della Direttiva Macchine 2006/42/CE. Sono, infatti, vari e di diverso genere i pericoli e i rischi presi in esame dalla norma: da quelli di natura meccanica, elettrica e termica, alle vibrazioni e ai pericoli generati dal rumore, dal rischio di rottura di parti del veicolo ai pericoli di incendio o esplosione. Un’appendice alla norma contiene le misure di sicurezza per le macchine di autolavaggio a portale e a tunnel, nelle quali è prevista la possibilità per il conducente di rimanere a bordo del veicolo durante la fase di lavaggio e riporta l’elenco dei pericoli a cui è soggetto: intrappolamento, rottura di parti della macchina, pericolo di eiezione di liquidi in pressione, rottura dei vetri dovuta a shock termico, insorgenza di crisi di panico all’interno del veicolo. Per ciascun punto il documento indica i relativi requisiti di sicurezza e le misure di protezione raccomandate. La norma non considera le macchine di autolavaggio a spostamento manuale,

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a passaggio e ad alta pressione senza spazzole, nonché i requisiti di sicurezza relativi agli impianti installati a servizio delle macchine di autolavaggio e quelle installate all’interno di ambienti potenzialmente esplosivi. Le altre misure di protezione Il criterio generale è che i responsabili di qualsiasi autolavaggio si preoccupino di avere sempre una piena consapevolezza dei fattori di rischio presenti nella struttura e si adoperino per ottemperare alle normative vigenti e, in ogni caso, ridurre al minimo la possibilità di lesioni sia per i dipendenti che per i clienti. È un dato appurato infatti che la quasi totalità degli incidenti può essere evitata applicando scrupolosamente le norme e adottando procedure adeguate. Altrettanto importante è assicurarsi che tutto il personale che opera nell’autolavaggio venga debitamente formato e sensibilizzato sulle misure e sulle procedure di prevenzione e tutela della salute. L’interiorizzazione delle buone pratiche può ad esempio essere l’elemento in grado di fare la differenza in momenti – ad esempio un picco nell’affluenza dei clienti – in cui lo stress e la pressione ad efficientare al massimo le operazioni possono indurre a deroghe che potenzialmente possono aprire la strada al verificarsi di incidenti. In ottemperanza alle norme vigenti il personale deve indossare un abbigliamento consono: scarpe con suola antiscivolo e indumenti privi di parti allentate che potrebbero impigliarsi nelle macchine e dotati di strisce catarifrangenti atte a garantire che la persona sia sempre chiaramente visibile e facilmente individuabile. Tutti i dipendenti devono essere a conoscenza delle sostanze chimiche utilizzate ed essere dotati di guanti e occhiali da indossare quando li maneggiano. Devono inoltre essere formati su cosa fare nello sfortunato caso in cui queste sostanze vengono inalate o entrano a contatto con la pelle o gli occhi. Qualsiasi fuoriuscita di sostanze chimiche deve essere eliminata immediatamente. Un altro aspetto chiave per costruire un autolavaggio sicuro è l’uso chiaro e appropriato della segnaletica. Questo è particolarmente importante nel caso di autolavaggi self-service. In queste aree è necessario fornire indicazioni sull’uso della struttura, dall’inserimento di codici o dettagli della carta fino alla guida in sicurezza e all’uscita dalla struttura.


apre la strada al più classico dei crimini informatici: il furto dei dati dei possessori delle carte di pagamento utilizzate. In questo caso anche le misure di protezione si materializzano e si concretizzano nell’utilizzo di firewall e sistemi di protezione informatici.

per i ladri agganciarla per portarla via. Un’altra fase cruciale è quella della scelta del loro posizionamento che, nei limiti del possibile, deve avvenire cercando di soddisfare alcuni requisiti: l’illuminazione deve essere adeguata, la visibilità dalla strada deve essere quanto più elevata possibile, almeno una telecamera del sistema di sorveglianza deve essere dedicata alla loro protezione. Protezione che può arrivare fino alla installazione di sensori in grado di rilevare e segnalare tempestivamente eventuali tentativi di manomissione. Secondo alcuni addetti ai lavori, anche una costante e corretta manutenzione della cassa automatica può avere un qualche effetto deterrente in quanto segnala che la postazione è tenuta regolarmente sotto controllo. Sul fronte della sicurezza, il moltiplicarsi di pagamenti con carte elettroniche ha una duplice valenza. Da un lato riduce la quantità di denaro contante presente, di conseguenza, anche l’interesse degli eventuali rapinatori. Dall’altro però

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SMART MOBILITY]

Mobilità elettrica,

un mercato di nicchia che studia per diventare di massa Una nicchia di mercato. Questo al momento è la descrizione più calzante di questo mercato in Italia ma anche, sia pure con numeri superiori, nel resto del mondo. Ovunque però si moltiplicano le iniziative e gli investimenti atti a creare le condizioni perché l’auto elettrica diventi un fenomeno di massa Basta uno sguardo ai dati Anfia relativi allo scorso mese di febbraio per avere la dimensione dell’incidenza delle autovetture ad alimentazione alternativa in generale e dell’auto elettrica in particolare. La segmentazione del mercato in base all’alimentazione evidenzia infatti che i veicoli ad alimentazione alternativa rappresentano il 12,3% del totale mercato, in crescita dell’1,4%. Anfia comunica che il secondo mese

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dell’anno ha registrato una diminuzione delle immatricolazioni di auto Gpl pari al 2,1%. Più netto il calo di quelle a metano, che è stato pari al -54%, con una quota di mercato appena dell’1,1%. Le vendite di auto elettriche, seppure con una quota di mercato dello 0,1%, sono cresciute del 2,8%, con un trend che appare in rallentamento rispetto ai tassi di crescita mensili registrati nel 2018. Infine, le ibride crescono


del 44%. Le nuove registrazioni di auto ibride ed elettriche valgono il 5,4% del mercato. Sempre Anfia ha comunicato che nel cumulato dei primi due mesi del 2019, risultano in crescita le vendite di auto a benzina (+29%), Gpl (+3%), elettriche (+9,5%) e ibride (+31%). Nonostante il trend di crescita, al momento la prima constatazione da fare è che l’auto elettrica è ancora agli albori, la seconda è che si vanno sempre più moltiplicando i segnali di un cambiamento, in termini di visibilità, ma non solo, che, dopo James Bond dovrebbe portare a convertirsi all’auto elettrica anche un numero crescente di consumatori. I numeri dell’auto elettrica Nel 2017 con oltre 1,2 milioni di veicoli venduti, le auto elettriche (BEV e PHEV) hanno superato per la prima volta l’incidenza dell’1% sul totale delle nuove immatricolazioni. L’incremento rispetto al 2017 è stato pari a circa il +57%. Con 580 mila auto elettriche vendute e un incremento del +72% sull’anno precedente, nel 2017 la Cina si posiziona al primo posto nel mercato mondiale delle Ev. Al secondo posto si trova l’Europa, dove nell’anno considerato, le vendite di auto elettriche sono cresciute del

+39% rispetto all’anno precedente raggiungendo quota 287 mila. Il Paese europeo con la più elevata incidenza di veicoli elettrici è la Norvegia dove nel 2017, il 39% delle nuove vendite di vetture era ibrido o elettrico. Un primato che è stato confermato dai dati relativi allo scorso anno. A ottobre 2018 risultava che il 45% delle vetture immatricolate era completamente elettrico, mentre il 60 per cento possedeva una tecnologia plug-in. A spingere i norvegesi in questa direzione hanno contribuito l’animo ambientalista ma anche e soprattutto i numerosi incentivi messi a disposizione in vista dell’obiettivo di arrivare entro il 2025 ad avere in circolazioni solo auto a zero emissioni.

Tratto da E-Mobility Report 2018 Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano

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SMART MOBILITY]

Nel confronto con il mercato mondiale e europeo i numeri dell’Italia appaiono esigui - nel 2017 le auto elettriche vendute sono state .4827 pari allo 0,24% del totale veicoli - anche se il trend di crescita appare decisamente sostenuto anche da noi. Tanto sostenuto - sostengono gli estensori dell’E-mobility Report 2018 realizzato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano da cui sono tratti questi dati – da aver colto di sorpresa le stesse case automobilistiche che nella prima metà del 2018 si sono trovate in difficoltà nel far fronte a un exploit di richieste che i è tradotto in 4.129 Ev vendute con un incremento del +89%. Di queste 1.964 erano BEV, (+40% rispetto al 2016) e 2.863 le “plug in” che, grazie a una crescita del +150%, per la prima volta hanno superato le full-electric. Pur riconoscendo l’esiguità del mercato italiano rispetto a quello europeo e mondiale Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano ha osservato che “nel complesso la ricerca evidenzia come la mobilità elettrica stia diventando anche in Italia una componente fondamentale del nostro modo di vedere i trasporti del futuro” prima di andare a individuare i fattori che più di altri possono giocare un ruolo nel rallentare la diffusione dell’auto elettrica: “Le difficoltà da superare”,

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ha dichiarato Chiesa, “sono molte, come il costo ancora elevato dell’auto elettrica e una infrastruttura di ricarica che gli stessi utilizzatori considerano insufficiente e non ancora adatta ad abilitare un utilizzo smart dell’auto elettrica” Un settore che in Italia è pieno di fermento Offre un’interessante visione d’insieme degli scenari e delle prospettive del mercato delle auto elettriche in Italia il Rapporto 2019 di Repower “La mobilità sostenibile e i veicoli elettrici” giunto alla terza edizione. Per effetto di vari motivi, dall’attesa degli incentivi introdotti dalla Legge di bilancio e attivi da inizio marzo, all’entrata in vigore delle nuove norme europee per l’omologazione dei veicoli, le Worldwide Harmonized Light Vehicles Test Procedure (WLTP), Unrae stima una variazione percentuale del -3,3% rispetto al 2017 delle immatricolazioni nel nostro Paese. In questo contesto secondo il Rapporto rileva spicca la positività dell’annata che per le ibride in generale (EREV - Extended-Range Electric Vehicles, HEV - Hybrid Electric Vehicles e PHEV - Plug-in Hybrid Electric Vehicles), si è chiusa con un’incidenza del 4,5% sul totale delle immatricolazioni e che, per le ibride plug-in in particolare, si attesta su una variazione percentuale del 59,4%, nonostante la frenata registrata nel mese di dicembre 2018 (-29,4% su dicem-


bre 2017). Continuano a crescere (+148,5% sul 2017) invece le immatricolazioni di auto elettriche pure: 380 veicoli solo nel mese di dicembre 2018, con una variazione percentuale sullo stesso mese del 2017 del 92,9%. Certo, si tratta di volumi ancora molto contenuti, ma pur sempre indicativi del trend e di una sempre più marcata propensione all’acquisto di veicoli elettrici. Una propensione che, però, come viene riconosciuto anche nel White Paper di Repower, deve fare i conti con alcune limitazioni. Prima fra le altre, la sindrome da range anxiety che, insieme ai costi di acquisto più contenuti sta alimentando una fase di transizione caratterizzata dal passaggio ‘intermedio’ all’ibrido plug-in, che nel tempo dovrebbe ridimensionarsi. Costo della vettura e inadeguatezza della rete di ricarica sono stati individuati come l’ostacolo che frena l’acquisto di un’auto elettrica da tre potenziali acquirenti su quattro interpellati nell’ambito di un’indagine condotta dall’Energy&Strategy Group del Politecnico. Indagine dalla quale emerge anche che solo il 10% del campione considera adeguata la rete di ricarica pubblica esistente, mentre ben il 60% la ritiene del tutto inadeguata e il 30% non sufficientemente adeguata.

Tratto da E-Mobility Report 2018 - Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano

In Italia l’impatto “reale” della mobilità elettrica si verificherà intorno al 2025, con una crescita molto sostenuta al 2030. Questa previsione si fonda sugli scenari di sviluppo del settore (base, moderato e accelerato) stimati dall’“E-

mobility Report 2018” del Politecnico di Milano tenendo conto dei veicoli, ma anche di tutti gli altri fattori: la componente di investimento (veicolo e punti di ricarica) e quella di gestione (costo della ricarica e della manutenzione del veicolo), la capillarità e la distribuzione delle colonnine di ricarica lungo tutto lo Stivale, la velocità stessa della ricarica, nonché l’offerta pubblica e quella privata in tema di ricarica e di servizi. Nello scenario Base lo studio del Politecnico prevede un’adozione di veicoli elettrici che, seppur in crescita nell’intervallo di tempo considerato, non va oltre gli 1,8 milioni di veicoli circolanti al 2030, con il picco della quota di mercato delle nuove immatricolazioni in quell’anno pari al 20% del totale. I veicoli ibridi mantengono una maggiore quota di mer-

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SMART MOBILITY] cato sulle nuove immatricolazioni fino al 2025, per scendere poi al 30% al 2030. Nel secondo scenario, quello a sviluppo moderato, i veicoli elettrici raggiungono il 20% di nuove immatricolazioni già nel 2025 per arrivare al 50% nel 2030, quando arrivano a sfiorare i 5 milioni e un’incidenza di circa il13% nel parco circolante. Lo scenario di sviluppo accelerato posiziona un rapido aumento delle immatricolazioni prima del 2025 quando raggiungono il 35% e quasi 2 milioni di veicoli circolanti. In questo scenario le immatricolazioni di veicoli elettrici superano il 60% nel 2030 e sono trainate dai veicoli full electric che rappresentano l’80% del mix e il 20% del circolante totale e toccano quota 7.5 milioni. Gli scenari previsti per la rete di ricarica Nel 2017 in Italia i punti di ricarica pubblici erano 2.750. Di questi il 16% era di tipo high power distribuiti in circa 1.300 colonnine In particolare, nel range dei tre scenari ipotizzati, al 2030 sono previste da un minimo di 28.000 a un massimo di 48.000 colonnine ad accesso pubblico, cui si aggiungeranno quelle private che potranno oscillare tra 1,4 milioni dello scenario di sviluppo base e 6,8 milioni dello scenario di sviluppo accelerato. Attualmente però, il gap italiano in termini di punti di ricarica pubblici rispetto ai primi tre mercati europei - Germania, Francia, UK - si aggira tra il 10 e il 20%. Un’altra criticità italiana è la non omogenea distribuzione delle colonnine a livello geografico. Il 50% circa delle installazioni si concentra in ambito urbano e per il 63% al Nord (al Centro il 28%, al Sud e Isole il 9%). Il 45% dei punti di ricarica totali riguarda siti di interesse mentre solo il 5% sono i punti di ricarica in ambito extra urbano, dove però tendenzialmente i numeri esigui sono compensati da una maggiore velocità di ricarica delle colonnine. Un altro elemento da considerare - si sottolinea nell’E-mobility Report -è che la differenza si fa ancora più marcata quando si considera la struttura di ricarica in Dc (corrente continua) che oggi è pari a circa un decimo dei punti di ricarica complessivi. Nel 2017 essa era così distribuita: - Nord:63%; - Centro:28%; - Sud e Isole:9%.

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Tratto da E-Mobility Report 2018 - Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano

Il Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica (PNIRE) prevede che entro il prossimo anno potranno essere installati fino a 13.000 punti di ricarica accelerata (almeno 20 kW) e fino a 6.000 stazioni di ricarica ultra-veloce (almeno da 50 a 70 kW). Un impegno che, al confronto con quanto avviene nel resto d’Europa non sembra destinato consentire al nostro Paese di recuperare posizioni. Questo almeno sembra di evincere dal confronto con la Germania proposto dal Rapporto Repower. Il piano di sviluppo predisposto dai tedeschi prevede infatti entro il 2020 l’installazione di circa 1,2 milioni di stazioni di ricarica complessive.

Tratto da E-Mobility Report 2018 - Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano


Sempre basandosi sui tre scenari di sviluppo del settore (base, moderato e accelerato) e considerando esclusivamente i punti di ricarica pubblici o privati ad uso pubblico nell’“E-mobility Report 2018” del Politecnico di Milano le previsioni al 2030 evidenziano una differenza che è significativa nei numeri ma meno pronunciata di quanto visto peri veicoli. In particolare, al 2025 si passa dai 21.000 punti di ricarica medi dello scenario base ai 38.000 di quello a sviluppo accelerato. Le previsioni al 2030 sono che il numero medio di punti di ricarica passa da un minimo di 28.000 ad un massimo di 48.000 nello scenario a maggior sviluppo. A livello globale emergono nuovi modelli di business Descrive una situazione in grande evoluzione Report Repower secondo cui in parallelo con l’evolversi dei programmi infrastrutturali per la mobilità elettrica, si sta modificando anche il microcosmo dei player coinvolti nel settore. Un caso su tutti, è quello della joint venture “Igniti”, che vede le tedesche BMW, Daimler e Volkswagen trovare il punto di incontro con

l’americana Ford per lo sviluppo di una rete di ricarica ultra-veloce (fino a 350 kW, con standard CCS) in Europa. Il piano è di realizzare entro il 2020 400 punti per ricaricare la maggior parte delle auto elettriche oggi in circolazione in 15-30 minuti. Di queste 20 saranno posizionate nel nostro Paese che fa parte del network. Un altro caso interessante citato nel rapporto è il progetto EVA+ lanciato circa un anno fa che è coordinato da Enel ed è cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di “Connecting Europe Facility ed ha coinvolto costruttori automobilistici del calibro di Renault, Nissan, BMW, Volkswagen Group Italia, Audi AG e ha portato all’installazione di 110 colonnine fast recharge in Italia. Su un punto i Paesi Europei sono allineati secondo il Report Repower: si trovano tutti in una fase iniziale di adozione nella quale non si è ancora affermato un modello di business vincente in termini assoluti e si sta ancora sperimentando l’uso in parallelo di approcci diversi e caratterizzati dalla prevalenza di operatori con ruoli differenti. I soggetti coinvolti in questo settore possono essere: fornitori di tecnologia,

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SMART MOBILITY] gestori tecnici e operativi dell’infrastruttura di ricarica (i cosiddetti CPO - Chargé Point Operator), venditori del servizio di e-mobility (EMP Electric Mobility Provider) e di servizi correlati (dall’autenticazione del cliente alla gestione dei pagamenti fino alla localizzazione delle colonnine o dei parcheggi), main contractor del progetto, ecc. L’E-mobility Report 2018 ha provato a poratre a sintesi questa situazione ancora tutta in divenire individuando cinque business model di erogazione del servizio di ricarica la cui diffusione sul territorio nazionale è estremamente differenziata: Tipologia 1 - Il modello di tipo 1 è caratterizzato dalla presenza di un committente, pubblico o privato, che affida a un main contractor l’installazione di una infrastruttura di ricarica, rimanendone però il gestore tecnico e operativo. Il contractor invece si occupa del rapporto con il fornitore di tecnologia e della vendita del servizio. Tipologia 2 - Il modello di tipo 2 è un modello di tipo 1 dove a occuparsi della gestione tecnica (manutenzione) è un operatore specializzato. Tipologia 3 - Il venditore del servizio di e-mobility coincide con l’operatore tecnico e il mani contractor. Tipologia 4 - Il committente si affida a un unico operatore, di solito una utility, capace di gestire tutti gli aspetti dell’infrastruttura. Tipologia 5 - Le grandi compagnie petrolifere titolari di stazioni di rifornimento tradizionale si attrezzano per fornire anche la ricarica elettrica, attraverso la collaborazione o l’acquisizione di un operatore della mobilità elettrica. Nel Report Repower si osserva che ciascuno

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Vittorio Chiesa, Energy&Strategy Group Politecnico Milano

dei modelli emersi identificati nell’E-Mobility Report 2018 presenta punti di forza e debolezza che nel breve periodo peseranno rispetto alla loro affermazione nei diversi mercati. Per esempio, contare su un operatore tecnico specializzato per la gestione della rete è sicuramente un vantaggio non indifferente, in termini sia di servizio offerto sia di remunerazione dell’impresa. Analogamente, l’adozione di una policy univoca nell’accesso al servizio, che significa una chiara strategia in merito a orari di accesso all’infrastruttura e sistemi di pagamento, corrisponde a una maggiore trasparenza e fruibilità per i cittadini. Gli altri fattori che è importante considerare nella valutazione del modello di business sono la capillarità della rete di ricarica, il suo posizionamento, la potenza offerta e la velocità del rifornimento di energia.



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