100% Fitness Mag - Gennaio 2015

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COPIA GRATUITA

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno IX • NUMERO 1

Gennaio 2015 Cuore, psiche e sesso nell'infartuato di Vittorio Fabbrocini

Il metodo ABA di Daniela Caiafa

I consigli del libraio di Angela Cacace

Fino al 31 Gennaio: acquista 2 prodotti a scelta e ricevi uno sconto del 40% su quello che costa meno!! SORRENTO - PIANO DI SORRENTO




LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE Anno IX • NUMERO 01 ★ In copertina

Francesca Stinga di Sorrento ★ fotografata da

Pino Coluccino Sant'Agnello Cell. 331.4511034

Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010

SOMMARIO

★ Direttore responsabile

Giuseppe Damiano ★ Editore

Giuseppe Manzi ★ Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense ★ Progetto Grafico

Maurizio Manzi Bingwa Art Factory maurizio@bingwa.it ★ Stampa

Grafica Cirillo Scafati (Sa) Contatti

Tel. 081.5341117 redazione@centopercentofitness.it

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La vignetta del mese

Difendersi dal freddo

08 Appunti

QUALITY PARTNERS

10 Gli esperti del mese

12 Cuore, psiche e sesso nell'infartuato

24 Conservazione dei farmaci di Giuseppe De Simone

26 Il metodo ABA

di Vittorio Fabbrocini

di Daniela Caiafa

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Paroliamo... Il linguaggio nei primi due anni di vita

Quanto bisogna aspettare prima di lavarsi i denti

di Mariarosaria D'Esposito

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18 Prossima Uscita 17 Gennaio 2015

di Antonio Coppola

di Vittorio Milanese

Il sesso tra natura e cultura

L’importanza della comunicazione in Medicina e Pediatria

di Olga Paola Zagaroli

di Carlo Alfaro

Massaggio antistress

34 di Mariateresa Caiafa


L'aforisma del mese:

"Il segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa." L. Tolstoj

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Che cos’è il Counseling?

Attualità di Simone Weil

Pastiera di capellini

di Anna Sallustro

di Domenico Casa

di Imma Gargiulo

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Riparti alla grande… riaccendi il tuo metabolismo

Specializzarsi per lavorare in ambito turistico

Università, potremo pagarla ai nostri figli?!

di Vincenzo Califano

di Giuditta Aiello

di Francesca Maresca

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Spaccio di droga. Pene meno severe per l’ipotesi di lieve entità

Coast to Coast 2015

40 La Show Dance di Ilaria Propoli

42 Faccio Jogging di Nello Iaccarino

44 Non piangere perché è finito… sorridi perché c'è stato... Segui il cuore per un nuovo amore di Ernesto Lupacchio

di Valerio Massimo Aiello

54 Le dimissioni del Padreterno di Salvatore Spinelli

56 L’Epifania tutte le feste porta via! di Anna Maione

di Nino Aversa

62 I consigli del Libraio di Angela Cacace


LO SGUARDO DELLA RANA DARDO



APP UNTI

Lavanda, il suo aroma aumenta la fiducia negli altri

RITI PROPOZIATORI Il cervello fatica a ripetere con precisione i movimenti appresi con l'allenamento, ma li memorizza meglio se sono preceduti da rituali specifici. Per avere padronanza di un gesto tecnico fallo precedere da esercizi di routine. È il consiglio del dottor Mark Churchland neuroscienziato della Stanford University, che ha studiato la memoria muscolare nel golf.

Volete chiedere un aumento di stipendio al vostro capo? Provate ad irretirlo spruzzando in ufficio profumo di lavanda: pare infatti che l'aroma di questo coloratissimo fiore provenzale sia in grado di aumentare non soltanto il relax, ma anche la fiducia e la buona predisposizione verso gli altri. Lo rivela uno studio dell'università olandese di Leida coordinato da due ricercatrici italiane, Roberta Sellaro e Lorenza Colzato. I risultati sono pubblicati sulla rivista Frontiers in Psychology. Per osservare gli effetti del suo aroma sul nostro comportamen-

to, i ricercatori hanno testato tre gruppi di partecipanti, a cui è stato chiesto di svolgere il cosiddetto 'trust game' (gioco della fiducia) in tre stanze separate: nella prima era stato diffuso l'aroma di lavanda, nella seconda quello di menta, mentre nella terza stanza non c'era alcun profumo. Ad ogni partecipante sono stati consegnati 5 euro ed è stato chiesto di scegliere se dare o meno dei soldi ad un'altra persona: dalla somma donata è stato possibile quantificare il livello di fiducia reciproca. Fonte: ok-salute.it


Pisolino sì, pisolone no Ben venga la pennichella, ci sono fior di studi scientifici che dimostrano l'utilità del pisolino pomeridiano. A patto, però, che non diventi un... pisolone. Già, perché se il riposo dopo pranzo di una decina di minuti asseconda i ritmi del nostro orologio biologico, ricarica l'organismo, migliora l'attenzione, giova all'umore e riduce lo stress, la dormita che va oltre la mezz'ora fa svegliare intontiti e a volte col mal di testa. Dalla siesta di un'ora si esce con la cefalea Un brusco risveglio mentre si è nel sonno profondo rende difficile il ritorno alla normalità. Alcune aree cerebrali sono letteralmente disattivate e in questa situazione il passaggio dallo stato di veglia a quello di lucidità può richiedere alcuni minuti, durante i quali si hanno gli stessi effetti di un'alzataccia nel cuore della notte: cefalea tensiva, imbambolamento e senso di disorientamento. Chi poi soffre di emicrania rischia di innescare un attacco, se si sveglia all'improvviso. Non sono chiari i meccanismi di questo legame, ma si è visto che il mal di testa si scatena dopo un'ora, o più, di sonnellino: quando si supera, cioè, la fase di sonno profondo e si entra in quella Rem. L'ideale? Dieci-venti minuti Che fare, allora, per evitare le lunghe dormite pomeridiane ? Puntare la sveglia dopo i dieci-venti minuti raccomandabili è pressoché inutile, perché è difficile stabilire con esattezza il momento in cui ci si addormenta. Se il proprio pisolino tende a diventare pisolone, meglio abituare l'organismo a fare a meno della siesta, adottando uno stile di vita corretto e quindi andando a letto la sera a orari regolari.

EMICRANIA Se ne va al pensiero del piatto preferito Quando le fitte del mal di testa fanno capolino, concentratevi su lasagne, cannelloni e tiramisù: il dolore scomparirà come per magia. è quanto sostiene uno studio statunitense, che ha scoperto come il pensiero delle leccornire preferite sia in grado di ridurre la sensibilità al dolore. Lo stratagemma sembra funzionare anche contro le nevralgie in genere.

Curarsi sott'acqua La terapia acquatica è sempre più riconosciuta nell'ambito della riabilitazione sportiva, in particolare con l'uso di bike e treadmill subacquei. Gli esercizi a mollo consentono agli atleti in convalescenza da lesioni di tornare a giocare prima e in condizioni fisiche migliori rispetto ai metodi tradizionali di recupero, perchè in acqua si lavora in assenza di peso con forze di impatto piede-terra assenti o molto ridotte. Questo permette anche di potenziare i muscoli senza rischi, l'ideale per chi ha disturbi cronici a ginocchio o caviglia.

POMPELMO INTERAGISCE CON I FARMACI Il succo di pompelmo riesce a potenziare l'assorbimento di alcuni principi attivi, rendendoli a volte persino tossici. Meglio evitarlo, dunque se non si è certi delle conseguenze. D'altro canto, gli scienziati stanno studiando il meccanismo di interazione, perchè il frutto potrebbe rivelarsi molto utile proprio per aumentare l'efficacia di alcuni medicinali.


Gli ESPERTI di questo mese #ANESTESISTA

#CARDIOLOGO

Dott. Antonio Coppola Medico, pediatra, rianimatore, anestesista specializzato nella terapia del dolore

Prof. Dott. Vittorio Fabbrocini Cardiologo e Internista, è stato Libero Docente presso l’Università di Napoli, Primario ospedaliero e poi Cardiologo ambulatoriale a Napoli. Giornalista pubblicista, già Redattore scientifico de "IL MATTINO" di Napoli

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#FARMACISTA Dott. Giuseppe De Simone Laureato in Farmacia e Specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

335.5302988

#NATUROPATA

v.fabbrocini@alice.it

#LOGOPEDISTA Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito Laureata in Logopedia presso l’Università Federico II di Napoli

Mariateresa Caiafa

Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

Naturopata - Operatore del Benessere Specializzata in Massaggi Olistici, Riflessologia plantare, Fiori di Bach, Intolleranze Alimentari

338.3191494

338 8194524

#NEUROPSICOMOTRICISTA Dott.ssa Daniela Caiafa Laureata in Neuropsicomotricità dell’età evolutiva, presso l’Università Federico II

#NUTRIZIONISTA

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

Dott.ssa Francesca Maresca Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II.

347.5477785

Martedì - Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

#ODONTOIATRA

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Dott. Vittorio Milanese Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

#SESSUOLOGA

Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

Dott.ssa Olga Paola Zagaroli

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Sessuologa Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30

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#CARDIOLOGO

Professor Dottor Vittorio Fabbrocini

http://bit.ly/1gCxr2Z

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Cuore, psiche e sesso nell'infartuato In questi ultimi tempi va prendendo sempre più piede nella storia del cardiopatico la predisposizione alle malattie cardiovascolari ed in particolar modo all’infarto dovuta a turbe neuropsichiche. In particolar modo prima dell’evento v’è molto spesso una precedente situazione di ansia o depressione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità recentemente ha stimato che nei prossimi venti anni sia le malattie cardiovascolari che la depressione costituiranno le due cause principali di disabilità per le nazioni economicamente più sviluppate.

★ Cuore e Psiche Già nel passato, sin dai secoli scorsi, da parte dei medici era stata rilevata una correlazione tra disturbi nervosi e malattie cardiache. Si tramanda che persino Ippocrate, ritenuto il padre della Medicina, nel 400 avanti Cristo disse: “Il maggior errore commesso da molti medici è rappresentato dal tentare di curare il corpo senza occuparsi della mente. La mente e il corpo sono un tutt’unico”. E questo monito non è che sia servito troppo, visto che oggi il più delle volte l’ammalato viene guardato e curato solo per quanto riguarda l’organo interessato. Tra le malattie cardiache l’infarto è la condizione più pericolosa perché può determinare un immediato e

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Ansia e depressione incidono nel favorire l’infarto e le sue complicanze

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tragico evento o gravi complicanze. Per fortuna con gli immediati ricoveri nelle Unità Coronariche e gli attuali presidi terapeutici molto spesso si supera la crisi e dopo un breve periodo di riabilitazione si può riprendere la precedente attività lavorativa.

★ Lo stile di vita Per la precisione però va anche detto che non sempre chi ha avuto un infarto cardiaco ritorna come prima. Il più delle vol-



#CARDIOLOGO

te il soggetto non ha effettuato per niente un ciclo riabilitativo e senza un adeguato trattamento anche dal punto di vista psicologico, per cui ne possono derivare conseguenze di ansia o di depressione molto accentuate. Ciò ne fa del soggetto infartuato una persona diversa da prima, con conseguenze certamente non positive nei rapporti interfamiliari, con le altre persone e nel lavoro. Per questo motivo per chi ha avuto un infarto occorre necessariamente un periodo riabilitativo di tipo neuromuscolare in palestra, perchè è dimostrato che l’attività fisica giova per la guarigione, ma è necessaria anche una precisa valutazione neuropsichica per rilevare eventualmente la dimensione dell’ansia e della depressione. Questi disturbi oggi sono quantificati con particolari sistemi, come il Beck Depression Inventory. Si tratta di domande che vengono poste dallo specialista al post-infartuato con un predisposto questionario sul suo stato comportamentale a cui viene dato un punteggio finale. Vi sono

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inoltre dei nuovi farmaci che possono migliorare notevolmente queste condizioni della Psiche. È ormai documentato scientificamente che sia l’ansia che la depressione incidono anche sulla comparsa di complicanze cardiovascolari oltre che peggiorare le stesse manifestazioni. Da ciò l’utilità che i soggetti cardiopatici vengano tenuti sotto controllo anche da Psicologi o Neuropsichiatri se compaiono disturbi di ansia o depressione. Lungi da facilonerie e nè vogliamo creare condizioni di pessimismo in queste persone, ma la superficialità va combattuta e chi ha subìto un evento infartuale al cuore può tornare certamente nelle condizioni di prima a patto di sapersi servire degli attuali consigli e mezzi che la Cardiologia moderna dispone, autorizzati anche dal Sistema Sanitario Nazionale.

★ Sesso e infarto Anche l’aspetto del rapporto sessuale assume particolare importanza nel paziente cardiovascolare. A tal proposito recentemente sulla rivista Circulation è stato pubblicato uno studio sul “counseling sessuale”, cioè sulla Assistenza psicologica riguardo i rapporti di sesso che il soggetto, uomo o donna, dovrebbe avere dopo l’infarto. L’indagine denominata VIRGO, che ha interessato127 ospedali in America e Spagna, aveva lo scopo di studiare eventuali differenze sull’attività sessuale nei pazienti dopo le informazioni e consigli necessari ricevuti dal Cardiologo (il cosiddetto counseling). Tra i pazienti coinvolti a un mese dall’infarto o da più tempo: 2349 donne e 1152 uomini, età media 48 anni, il 68 % ricevette “restrizioni” sull’attività sessuale, tra cui il 26% di

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avere prevalentemente un ruolo “passivo”. Tra tutti i pazienti le donne in Spagna erano molto più soggette a “restrizioni” rispetto a quelle americane.

★ Le raccomandazioni L’indagine ha poi rivelato che solo una quantità minima di persone che hanno avuto l’infarto chiede al proprio Cardiologo come adattare il suo comportamento nei rapporti del sesso nelle nuove condizioni di salute. In conclusione per gli iniziali o accentuati disturbi, come l’ansia e la depressione, è necessario porre subito rimedio ricorrendo allo specialista, tenendo presente che persistendo la iniziale situazione oltre al peggioramento futuro della sindrome neuropsichica è da considerare anche la possibilità di una complicanza cardiovascolare. Va infine ricordato che anche per chi ha avuto un infarto occorre dopo chiedere consiglio al Cardiologo per il suo futuro rapporto con l'altro sesso, che dovrà essere adeguato alle nuove condizioni cardiologiche. Non conoscendo limiti si rischiano complicanze. ★



#LOGOPEDISTA http://bit.ly/1c9PCsk

Dott.ssa Mariarosaria D’Esposito Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

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Paroliamo... Il linguaggio nei primi due anni di vita.

Nasciamo naturalmente predisposti alla comunicazione, ben equipaggiati e dotati di una tendenza alla relazione che si attiva e si perfeziona con il contatto con l'ambiente circostante. Ma come potenziare questa dote innata, aiutando il piccolo ad acquisire un linguaggio ricco e ben articolato? Durante la fase "preverbale" vale a dire la precedente all'apprendimento del linguaggio, quindi entro il primo anno di vita, è importante che il neonato venga esposto in maniera costante alla sua lingua madre. Tale contatto avviene semplicemente comunicando con lui in maniera diretta. Molto efficace risulta in questo primo stadio la ripetizone dei suoni vocalici del

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bambino. Il feedback acustico che ne riceve aiuta il perfezionamento delle abilità fono-articolatorie; inizia inoltre la prima alternanza dei ruoli propria dello scambio comunicativo. Nella fase successiva alla produzione delle prime parole, il compito dell'adulto sarà principalmente quello di incentivare la strutturazione del nascente vocabolario. Denominare gli oggetti aiuterà il bambino ad arricchire il suo lessico e ad attingervi nelle diverse circostanze. Molto efficace in questo stadio l'utilizzo di libri illustrati che consentono l'immediata presentazione delle immagini e l'ascolto dei nomi che le identificano contribuendo a facilitarne la memorizzazione.

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Sin dai primi giorni occorre fornire al neonato un modello linguistico ben articolato e variegato che via via dovrà aumentare di complessità nel corso del tempo ed in rapporto alle abilità comunicative del bambino. Alla singola parola si sostituisce la frase strutturata e pian piano il libro illustrato lascerà posto a favole e racconti. Naturalmente ognuno ha i suoi tempi! Benché esistano standard cronologici circa l'acquisizione del linguaggio, la variabilità individuale risulta plausibile e non patologica, come accade per svariati ambiti dello sviluppo. Ad esempio acuni imparano a camminare prima di altri, ma alla fine tutti corrono! Sono riconoscibili tuttavia comportamenti significativi che posso allertare il genitore circa un eventuale ritardo del linguaggio o della comunicazione e consentirne una diagnosi precoce. L'assenza di contatto visivo può rappresentare un primo segnale: il neonato già dopo pochi mesi dovrebbe guardare negli occhi il genitore che gli parla o chiunque lo chiami per nome. E' ad un anno che attendiamo la comparsa delle prime parole, ma sarà solo ventiquattro mesi compiuti che la totale assenza di linguaggio verbale dovrà indurre ai necessari approfondimenti specialistici. ★



#PEDIATRA

Dott. Carlo Alfaro Pediatra

http://bit.ly/1dzh7MF

L’importanza della comunicazione in Medicina e Pediatria

La comunicazione è la base di ogni relazione, compresa quella medico-paziente, dove si colora di ulteriori esigenze e dinamiche, data la complessità della materia e l’importanza assoluta che il valore “salute” ha per tutti. Si dice che “comunicare è un’arte”, e sicuramente questo è ancor più vero in Medicina, dove sembra a volte che medico e paziente parlino lingue diverse, che li pongono su piani di inconciliabilità e conflitto, invece di essere “alleati” per lo stesso scopo, sconfiggere la malattia. Ciò dipende essenzial-

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mente dal fatto che medico e paziente vedono lo stesso problema da due punti di vista opposti, ciò che per il dottore è scontato, ordinario, comune, per il paziente può essere sconvolgente, drammatico, incomprensibile, o viceversa il paziente può ignorare che una determinata situazione appare al medico degna di preoccupazione. I vantaggi di un processo di comunicazione intenso e produttivo tra medico e paziente sono sia di facilitare il percorso diagnostico e terapeutico, sia ottenere da parte di entrambi mag-

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giore soddisfazione e consenso, e tutto ciò incide positivamente sui risultati clinici complessivi. In tantissimi lavori è dimostrato che una felice interazione medico paziente è un elemento primario per il successo della terapia, anche perché da essa dipende la compliance, cioè l’adesione del paziente alle prescrizioni del medico: se non si instaura un buon rapporto di fiducia, il paziente non eseguirà correttamente la cura. Scopo principale della comunicazione in campo medico è l’educazione dei pazienti, che consiste, secondo la definizione dell’OMS del 1998, “nell’aiutare il paziente e la sua famiglia a comprendere la malattia ed il trattamento, a collaborare alle cure, a farsi carico del proprio stato di salute ed a conservare e migliorare la propria qualità di vita”. Nella comunicazione di un medico ci sono tre dimensioni che possono influenzare il giudizio e la fidelizzazione del paziente: La “capacità informativa”, che riguarda la quantità e la qualità delle informazioni che il medico è capace di fornire. La “sensibilità interpersonale”, che comprende i comportamenti messi in gioco dal professionista in campo affettivo e riflettono l'attenzione e l'interesse del medico per i sentimenti e le preoccupazioni del

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paziente, che avverte di essere riconosciuto come persona e non solo come malato. La “costruzione della collaborazione”, in cui il medico consente o invita i pazienti o i genitori a partecipare alla consultazione, chiedendo il loro parere e le loro proposte. I medici che permettono o incoraggiano i pazienti a partecipare attivamente alla costruzione del progetto di cure ottengono i risultati migliori.

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Nel percorso di comunicazione tra medico e paziente, perché i tre punti precedenti possano integrarsi e svilupparsi al meglio, il medico deve sforzarsi di capire il disagio dei pazienti, cercando di non trascurare i loro sentimenti e speranze, le paure più o meno inconfessate e i falsi miti o concetti sbagliati, in un'ottica di empatia con i propri assistiti. La comunicazione in Pediatria poi è ancora più delicata, perché il bambino è il paziente, ma l'interlocutore è rappresentato dai suoi genitori. Questo triangolo “bambino genitori – pediatra” può generare interferenze, interpretazioni sbagliate e conflitti. I genitori sono gravati dalla responsabilità di prendere decisioni per il loro bambino, hanno aspettative che possono essere anche non realistiche, mediano le informazioni che ricevono con il loro vissuto e la loro esperienza o col “sentito dire”, hanno pregiudizi e preconcetti che possono essere di ostacolo alla comprensione delle problematiche del figlio. In ogni processo di comunicazione si distinguono due fasi tra loro complementari: la comunicazione verbale e quella non verbale. Quella verbale rappresenta la parte quantitativamente minore della comunicazione, ma le pa-

role hanno un forte potere, sia quelle usate dal paziente che quelle dette dal medico: suscitano emozioni, creano giudizi. Le parole usate dal medico possono calmare o agitare, e quindi vanno usate con appropriatezza e cura, tenendo conto delle caratteristiche del paziente, della famiglia, del contesto culturale e di tutte le variabili coinvolte nello stato di malattia. Il medico deve saper calibrare il linguaggio sulle competenze culturali ed emozionali del paziente o del genitore, saper scuotere chi non comprende la gravità di una situazione, così come placare chi è vittima di un allarmismo ingiustificato e controproducente. Anche le parole del paziente sono determinanti: possono mettere fuori strada, banalizzare o aggravare i sintomi, irritare e confondere. La comunicazione non verbale, invece, costituita principalmente dalla gestualità, dalla mimica facciale e dal tono della voce, rappresenta il momento più importante per il successo di una relazione inter-personale. Il medico dai segnali non verbali può cogliere indizi utilissimi all’inquadramento diagnostico, comprendendo il carattere e la personalità del paziente. Anche il medico a sua volta comunica col paziente col suo atteggiamento, ad esempio migliora l’empatia se annuisce spesso, esibisce una mimica facciale cordiale ed espressiva e attenta, inclina il busto/torace

verso l’interlocutore, mantenendo un orientamento nella sua direzione, non tenendo braccia o gambe incrociate e rispecchiando le sue posture (eco posturale). Viceversa, è sgradevole per l’assistito essere guardato senza calore o con distrazione e frettolosità o distacco. Sono state sviluppate delle tecniche psicologiche come il FACS (Facial Action Coding System: sistema di misurazione dei movimenti facciali) per lo studio del linguaggio non verbale delle persone con cui ci si interfaccia, molto utili per gli operatori sanitari: comprendere il paziente significa saperlo aiutare. Il FACS si basa sul presupposto che le sette emozioni di base quali sorpresa, paura, angoscia, disgusto, disprezzo, tristezza e felicità sono registrate da cambiamenti dei muscoli della fronte, delle sopracciglia, delle palpebre, delle guance, del naso, delle labbra e del mento, per cui dallo studio del volto si possono decifrare le reali emozioni di chi abbiamo di fronte, così come distinguere il sorriso emozionale (spontaneo) da quello non emozionale (di convenienza). Al di là degli studi ultra-specialistici, credo sia fondamentale, nell’approcciarsi agli altri, saperli “guardare”: con simpatia, con tolleranza, con amore. Perché capirli, è un po’ abbracciarli, carezzarne l’anima. ★

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#ANESTESISTA

Dott. Antonio Coppola 338.1705569

Difendersi dal freddo Le ondate di freddo possono rappresentare un serio rischio per la salute: le persone più soggette sono anziani, malati e bambini, ma tutta la popolazione può essere esposta agli effetti negativi di queste avverse condizioni meteorologiche. In linea generale, comunque, le persone molto anziane e malate (soprattutto se affette da malattie cardiovascolari) ed i bambini al di sotto dei 3 mesi dovrebbero evitare di uscire e di compiere qualsiasi tipo di attività fisica all’aperto.

Anziani Il sistema di termoregolazione degli anziani è meno efficiente rispetto a quello di persone adulte e sane risultando, quindi, più suscettibili agli effetti delle basse temperature. Inoltre, specialmente se affetti da malattie che contribuiscono a determinare deficit fisici o psichici, possono non essere in grado di gestire correttamente il riscaldamento domestico o di adottare comportamenti adeguati. È necessario, quindi, fornire all’anziano, soprattutto se vive solo, tutti gli strumenti di cui possa aver bisogno in queste giornate di estremo freddo, dai viveri alle medicine, in modo che non sia costretto ad uscire di casa per mancanza di uno di questi beni. L’alimentazione deve essere equilibrata e ricca di bevande calde. Nel caso in cui sia strettamente necessario uscire, si consiglia di indossare un abbigliamento a strati e di indossare accessori quali sciarpa, guanti e cappello. Esistono, infatti, studi in letteratura che dimostrano come gli effetti del freddo siano significativamente minori in quei Paesi in cui è “normale” l’utilizzo di questi accessori rispetto ai Paesi del bacino del Mediterraneo dove non è solito utilizzarli.

Malati cronici Le persone più a rischio in concomitanza di ondate di freddo sono i cardiopatici, le persone affette da malattie respiratorie ed asma e le persone con disturbi mentali. In particolare i cardiopatici non devono assolutamnete fare sforzi o svolgere attività fisiche all’aperto, mentre per le persone affette da malattie respiratorie si consiglia di evitare di respirare aria molto fredda; le persone affette da malattie mentali

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possono non manifestare il disagio legato al freddo e sono quindi esposte a rischio di ipotermia-assideramento.

Neonati Anche i neonati, come le persone anziane, non avendo il sistema di termoregolazione completamente efficiente, sono da considerare a rischio. A questo si unisce il fatto che non sono in grado di esprimere il disagio causato dal freddo. Si consiglia in tutti i casi di idratare i bambini con regolarità e di evitare di uscire nelle ore più fredde. In caso di uscite all’aperto, si consiglia di coprire bene il bambino (soprattutto la testa e le estremità), ricordandosi, comunque, di mantenere una buona areazione intorno al viso per evitare il rischio di soffocamento. Si consiglia, inoltre, in questi casi, di preferire l’uso del passeggino o della carrozzina al marsupio: nel marsupio, infatti, le gambe dei bambini sono più esposte al freddo e possono essere compresse, mentre nella carrozzina e nel passeggino i bambini sono liberi di muoversi liberamente stimolando anche la circolazione. Si consiglia comunque di evitare di uscire in casi di estremo freddo con neonati di età inferiore ai 3 mesi in modo da evitare di esporli a forti variazioni termiche.

Senzatetto Particolare attenzione va data alle persone senza fissa dimora poichè più esposte degli altri cittadini alla rigidità delle temperature: i senzatetto (spesso anche malnutriti), inoltre, tendono frequentemente a far uso di alcolici per riscaldarsi, favorendo invece la dispersione del calore corporeo e accelerando, quindi, i processi di assideramento legati all’esposizione al freddo. E’ importante che tali soggetti cerchino riparo dalle estreme condizioni meteo previste, che siano alimentati correttamente preferendo cibi e bevande calde e che non si espongano al freddo specialmente se con abiti bagnati: il contatto con l’acqua bagnata, infatti, favorisce la dispersione del calore. Le esposizioni prolungate al freddo possono facilmente causare geloni (lesioni della pelle generalmente reversibili che si localizzano tendenzialmente sulle dita), ma anche forme lievi o gravi di congelamento ed ipotermia,



#ANESTESISTA

fino ad arrivare alla morte per assideramento. Anche i rifugi di fortuna possono essere pericolosi in quanto per riscaldare l’ambiente si possono bruciare materiali non idonei che possono liberare nell’ambiente sostanze tossiche per l’organismo o da cui possono scaturire pericolosi incendi.

Per tutta la popolazione Per la popolazione si consiglia, comunque, di limitare le uscite all’aperto e di prediligere le ore centrali che, seppur previste molto fredde, rappresentano i momenti più adatti della giornata per eventuali esposizioni all’aperto: è necessario indossare un abbigliamento adeguato, preferibilmente a strati in modo da limitare al massimo la dispersione del calore e di indossare accessori indispensabili in questo periodo quali sciarpa, guanti e cappello. In questo modo si evitano al nostro organismo repentini sbalzi di temperatura nel momento in cui si entra o si esce da un ambiente chiuso. Ci sono, inoltre, altre piccole precauzioni da prendere. Proteggere la pelle esposta al freddo con creme idratanti e protettive (soprattutto sul viso e sulle labbra) per evitare che si formino fastidiose screpolature. Non è necessario ingerire alimenti ad alto contenuto energetico e si consiglia di evitare l’ingestione di sostanze alcoliche: queste ultime, infatti, infondono al corpo una sensazione di calore che è solo apparente, mentre favoriscono ed accelerano la dispersione del calore corporeo favorendo l’insorgere di ipotermia. Si consiglia, invece, di ingerire bevande calde. Nelle abitazioni si consiglia di non mantenere le temperature troppo elevate (generalmente tra i 18 ed i 20 °C), in modo da evitare gli sbalzi termici quando si debba uscire di casa e al fine di mantenere negli ambienti tassi di umidità compresi tra il 40 ed il 60 % per ridurre i disturbi legati alla secchezza delle mucose. Se ci si trova all’aperto, lo svolgimento di attività fisica può contribuire a mantenere caldo il corpo: si consiglia, comunque, di non compiere attività fisiche estreme o comunque molto intense, ma di preferire attività regolari come il camminare. In caso siano previste nevicate di una certa rilevanza, si consiglia di evitare gli spostamenti in automobile, sia lunghi che brevi, e di portare con sé, se necessario spostarsi in auto, coperte, alimenti e acqua a sufficienza, e i medicinali che si prendono abitualmente, oltre a controllare che la macchina abbia benzina a sufficienza (in caso di blocco stradale, si tende a mantenere il motore acceso per mantenere l’abitacolo caldo, consumando così gran parte del carburante a disposizione).

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Le condizioni meteorologiche previste per i prossimi giorni sono, inoltre, favorevoli al diffondersi dei virus influenzali, per cui si consiglia di evitare di trascorrere periodi prolungati in luoghi chiusi e affollati, dove è più facile venire a contatto con persone già contagiate. Ulteriori consigli per difendersi dal freddo durante il periodo invernale ★ Uscire di casa almeno una volta al giorno nelle ore meno fredde della giornata e, se possibile, quando c’è sole. Cercare di adeguare l’abbigliamento alla progressiva riduzione della temperatura. Nelle giornate più fredde i soggetti malati o anziani e i bambini devono uscire ben coperti, anche eventualmente con guanti e copricapo. ★ Esporsi al sole camminando, anche per brevi periodi, dato che i raggi ultravioletti del sole fanno produrre dalla pelle la vitamina D che serve per far assorbire dall’intestino il calcio introdotto con i cibi e con l’acqua con conseguente aumento del calcio disponibile per l’organismo. Il calcio è utilissimo per le ossa. Questo comportamento è particolarmente raccomandato alle donne nel periodo successivo alla menopausa, ai bambini ed agli anziani. ★ Evitare di percorrere strade con intenso traffico o molto rumorose poichè sia lo smog che il rumore sono nocivi per la salute. ★ Camminare molto, evitando di stare fermi all’aperto per lunghi periodi, raccomandazione particolarmente utile per i soggetti malati o anziani ed i bambini. I soggetti malati, in particolare quelli affetti da malattie cardiache o respiratorie, dovranno regolarsi in rapporto alle loro capacità, facendo opportune brevi fermate durante il cammino. ★ Le abitazioni devono essere, se possibile, riscaldate ma a temperature che non siano troppo alte rispetto all’esterno in modo da evitare eventuali disturbi legati al passaggio da zone a temperatura molto alta a zone a temperatura molto bassa e viceversa. L’umidità ambientale deve essere controllata in modo da evitare sia aria molto secca, nociva in particolare per l’apparato respiratorio, che molto umida. ★ Adottare un’alimentazione sana, a base di cibi a buon contenuto calorico, senza peraltro trascurare l’apporto di verdure fresche e frutta, oltre che di acqua il cui fabbisogno, vivendo in ambienti molto riscaldati, può aumentare. ★ I soggetti con malattie delle ossa, delle articolazioni o dei muscoli, fra i quali anche quelli che sono affetti da artrosi dolorosa, devono stare attenti ai periodi di tempo più freddo ed umido, durante i quali si può avere riacutizzazione della sintomatologia dolorosa. ★



#FARMACISTA

Dott. Giuseppe De Simone

http://bit.ly/1ghBPqX

335.5302988

Conservazione dei farmaci Per preservare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci è opportuno seguire alcune semplici regole.

Temperatura e ambiente È importante conservare i farmaci, in particolare capsule e compresse, in luoghi asciutti. Quindi l’armadietto dei medicinali non deve essere posto in bagno o in cucina. Quando non è esplicitamente indicato sulla confezione, i farmaci non devono essere conservati nel frigorifero né, tantomeno, nel congelatore. La temperatura ideale è inferiore a 25° C, per questo è utile che l’armadietto dei medicinali non sia esposto alla luce diretta (magari proveniente da una finestra). Alcuni farmaci sono "fotosensibili", si decompongono alla luce. È consigliabile inoltre collocare l’armadietto dei medicinali lontano da fonti di calore (calorifero, camino, stufa). Diversi principi attivi, se riscaldati, possono perdere la propria efficacia. Evitare di lasciare i farmaci in automobile per lungo tempo, al fine di non sottoporli a sbalzi di temperatura o di umidità. Inoltre, è bene non mettere, nell’armadietto dei medicinali, sostanze pericolose, quali ammoniaca, benzina o acetone. Sono soprattutto i solventi, che evaporano facilmente, i più pericolosi: i vapori possono alterare i principi attivi o le confezioni dei farmaci.

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Bambini e confezione originale È necessario conservare i farmaci lontano dalla portata dei bambini. Soprattutto i bimbi piccoli hanno l’abitudine di mettere in bocca tutto ciò che trovano e quindi corrono il rischio di intossicarsi. È sufficiente posizionare l’armadietto dei medicinali a un’altezza raggiungibile soltanto dagli adulti. Di fondamentale importanza conservare i farmaci nella confezione originale, così da avere sempre a disposizione anche foglietto illustrativo e la data di scadenza del prodotto.

In viaggio Chi viaggia in aereo deve preoccuparsi di portare con sé, nel bagaglio a mano, i medicinali. Le stive degli aerei, infatti, non

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dispongono di una temperatura controllata, la quale può oscillare tra il troppo caldo e il troppo freddo. Va ricordato che per il bagaglio a mano devono essere rispettate le normative inerenti la sicurezza; quindi, in caso di dubbi, è opportuno richiedere alla compagnia aerea le informazioni desiderate, al momento dell’acquisto del biglietto. In viaggio (per vacanza o lavoro), è sempre buona regola portare con sé una copia della ricetta medica dei farmaci che la prevedono, così da poterli acquistare anche lontano da casa. Per qualsiasi informazione non esitare a contattare il Tuo farmacista di fiducia. ★



#NEUROPSICOMOTRICISTA http://bit.ly/1bjyYJp

Dott.ssa Daniela Caiafa

Lunedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

347.5477785

Il metodo ABA

Questo mese vorrei descrivere l'ABA, questa tecnica di cui si sente sempre più parlare, sembra essere la panacea per tutte le patologie, ma come dicono gli stessi esperti e specializzati della metodica non è così. Ma tutto va ad arricchire il nostro bagaglio culturale e il mese scorso sono andata ad un convegno proprio per capire.... molto spesso si associava la parola addestramento a questa metodica, spesso l'immagine che balenava alla mente era il cane di Pavlov, ma non è così. Gli approcci sono svariati, in casi di autismo molto gravi l'unico canale che si riesce a creare con il bambino passa per il cibo. Che viene posto come ricompensa o motivazione, quando il bambino risponde in modo adeguato alla richiesta, viene premiato. Ma con il passare del tempo e il consolidamento dei risultati la “ricompensa” viene modificata fino ad abbandonarla. ABA è l'acronimo di Applied Behavior Analysis, in italiano analisi comportamentale applicata. Un'evoluzione del analisi del comportamento di Skinner (1953). L’Analisi del Comportamento può essere definita come la scienza che ha come oggetto lo studio delle interazioni psicologiche tra individuo e ambiente. È una metodica che può essere applicata sia a bambini con sviluppo ritardato sia a bambini con sviluppo tipico.

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Questa metodica cerca di capire cosa funziona o meno nella crescita del soggetto, considera l'interazione di vari fattori: famiglia - ambiente esterno. Un obiettivo è quello di migliorare la relazione con gli altri, rendendola più efficace. Tale modalità può essere applicata anche ad altre patologie in cui è deficitaria la capacità comunicativa e relazionale. Man mano bisogna creare setting appropriati sia a scuola, in casa ecc. altro obiettivo è quello di migliorare la comunicazione. Tutti i bambini comunicano, anche quello affetto da autismo, bisogna capire quale mezzo usa. La prima comunicazione è quella comportamentale, poi motoria, successivamente si passa al pointing, poi le varie tappe del linguaggio verbale. La comunicazione comportamentale avviene attraverso: capricci, urla, pestare i piedi ecc ma anche attraverso l'aggressività per esprimere un disagio. L'ABA mira a migliorare i comportamenti socialmente significativi, ciò può avvenire solo se si modificano i nostri comportamenti. Bisogna basarsi su RINFORZI POSITIVI, osservare i comportamenti e analizzare i dati raccolti, poi si studiano i comportamenti in interazione con l'ambiente esterno. Si applicano i principi comportamentali di base. Bisogna creare molte opportunità di apprendimento, il bambino deve essere sempre impegnato in un'attività costruttiva, lasciando poco spazio all'evoluzione di comportamenti disadattivi. Tutti gli aspetti dell'intervento sono individualizzati in base alla motivazione. Si parte da abilità molto semplici per arrivare a quelle più complesse. Si parte da ciò che sa fare al 100%. Per costatare l'efficacia del sistema bisogna monitorare l'adeguatezza degli stimoli, la frequenza dell'attività, l'intensità, ignorare i comportamenti non adeguati, tranne se è auto o etero-aggressivo. Queste sono solo poche nozioni, come si suol dire un infarinatura giusto per sapere che esiste anche altro. Per chi vuole avvalersi di tale metodica diffidate di chi non ha una certificazione di operatore ABA, molti hanno seguito un convegno, come quello che ho fatto io, o anche un corso base di qualche week-end. Questi terapisti non sono autorizzati. Per essere operatore ABA bisogna aver frequentato un corso e svolto tirocinio supervisionato e superato l'esame. ★



#ODONTOIATRA http://bit.ly/1kh4FtU

Dott. Vittorio Milanese Martedì e Giovedì dalle 13.30 alle 15.00

338.4698121

Quanto bisogna aspettare prima di lavarsi i denti La maggior parte delle persone non sa quante volte sia necessario lavarsi i denti nell’arco di una giornata e soprattutto quando occorre farlo. Inizio col dire che andrebbero lavati sempre dopo aver mangiato qualcosa (soprattutto se contenente zucchero), ma almeno dopo i tre pasti principali sarebbe obbligatorio. Ciò che la maggior parte dei miei pazienti ignora è quando bisogna farlo dopo aver finito di mangiare. Si pensa che i denti vadano lavati subito dopo aver mangiato, ignorando però che così facendo lo smalto viene continuamente sollecitato e quindi usurato. Secondo una ricerca della Academy of general dentistry (Associazione odontoiatrica degli Stati Uniti) l'azione dello spazzolino faciliterebbe la penetrazione degli acidi contenuti negli alimenti rovinando lo smalto. I dentisti americani consigliamo pertanto di attendere mezz'ora prima di spazzolare i denti per permettere alla saliva di disattivare, attraverso il sistema tampone, gli acidi contenuti negli alimenti e nelle bevande.Tuttavia i batteri della carie cominciano ad agire già dieci minuti dopo la fine del pasto; si consiglia di optare per una via di mezzo e aspettare 15 minuti prima di impugnare lo spazzolino.

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Vari studi hanno dimostrato infatti che, specialmente dopo aver bevuto bibite gassate o aver mangiato cibi acidi, spazzolare i denti prima che sia trascorso questo tempo, può danneggiarli seriamente intaccando ancora più in profondità lo smalto e corrodendo la dentina. In questo caso il movimento dello spazzolino, anziché rimuovere le sostanze nocive, le farebbe penetrare ancora più in profondità, causando una più rapida e seria corrosione. Ricordo inoltre di non utilizzare spazzolini con setole dure e dentifrici con un indice di abrasività alta (come ad esempio quelli pubblicizzati come dentifrici sbiancanti), che favoriscono la

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demineralizzazione dello smalto. Un ultimo consiglio per gli amanti del caffè preso dopo i pasti: se lo si gradisce prima di lavarsi i denti: aspettare almeno 15 minuti prima di eseguire le manovre di igiene orale. se lo si gradisce dopo essersi lavarti i denti: prendere il caffè non prima di 15 - 20 minuti per aspettare che si riformi il microfilm protettivo sulla superficie degli elementi dentari; protettivo verso l’acidità del caffè e per attenuare la formazione di macchie di caffeina sul dente.

1. 2.



#SESSUOLOGA http://bit.ly/1euymof

Dott.ssa Olga Paola Zagaroli Lunedì e Giovedì dalle 15,30 alle 17,30

335.8709595

Il sesso tra natura e cultura Un articolo uscito su La Repubblica del 16 dicembre titolava “Dottor Sesso” e faceva riferimento a come l’approccio alla sessualità e alla sua “cura” (intesa in senso letterale) stia cambiando negli ultimi anni. Leggendo l’articolo, la prima cosa che salta agli occhi sono i numeri: in Italia sono oltre 1500 i medici e gli psicologi che si interessano di sessuologia; negli ultimi 5 anni la domanda di consulenze è aumentata del 15%; tra gli uomini, per i quali, oltre ai più “classici” problemi di disfunzione erettile, eiaculazione precoce o ritardata, vi è un forte aumento del calo del desiderio che arriva addirittura a un + 40%. Non va meglio per le donne che vedono aumentare anche per loro il calo del desiderio di un 15%, che arriva al 20% dopo la menopausa, un + 25% di vaginismo, oltre alla sempre diffusissima anorgasmia. Tutto questo porta ad una riflessione olistica della sessualità che deve essere vista come una manifestazione umana di grande ricchezza e complessità in quanto il comportamento sessuale umano non può essere ricondotto ad un semplice istinto, bensì esso è influenzato e determinato dalle componenti biologiche, dalle caratteristiche intrapsichiche individuali, dai ruoli di genere, dall’ambiente sociale e culturale in cui l’individuo ha strutturato la propria personalità. In particolare, sempre di più assume importanza il legame tra sessualità e cultura: da una parte, la cultura influenza

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i costumi sessuali e, dall’altra, la sessualità produce modificazioni di tipo culturale. Di conseguenza, affiorano costantemente problematiche nuove in ambito sessuale e, d’altra parte, il clinico si trova di fronte alla necessità di affrontare problematiche vecchie con strumenti e idee nuove. Qualsiasi riflessione sul corpo, pertanto, pur fondata sull’oggettività medica, non può non tener conto degli aspetti culturali oltre a quelli biologici. Inoltre, la sessualità è diventata un fenomeno pubblico, che viene esibita a diversi livelli, sulla quale sempre di più si fonda l’autostima dell’individuo, che ha perso le caratteristiche di mascolinità e femminilità legate ai ruoli tradizionali. Purtroppo, però, in opposizione a questa tendenza, è invece altissima la scarsa conoscenza che le persone mostrano di avere sulla sessualità, così come i falsi miti e i pregiudizi con cui viene connotata. È per tale motivo che in sessuologia non esiste una delimitazione netta tra comportamento sessuale normale e patologico, poiché il concetto di normalità sessuale è troppo spesso derivante da una prevalenza statistica o da giudizi di valore determinati dalla cultura di riferimento. Infatti, ritornando all’articolo del 16 dicembre su La Repubblica, l’intervistata dott.ssa Rossi, spiega come uno degli obiettivi delle Federazione Italiana di Sessuologia Clinica sia proprio quello di integrare sempre di più biologico

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e psicologico; come gli uomini stiano capendo che da solo il Viagra (o simili) non fa miracoli, che è certamente utile, ma che va inserito in una giusta e più ampia terapia; come la cultura influenzi la sessualità continuando a spiegare appunto che “negli uomini, il calo di desiderio si accompagna a un disturbo sociale, al fatto che molti uomini non riescono più a interagire con ruoli e relazioni cambiati nei confronti delle donne.” A volte “nella coppia tutto pare funzionare, ma il sesso rivela che non è così.” Il sessuologo, del resto, (sto ancora citando l’articolo) è anche il medico anti-infedeltà. Per 16 milioni di italiani che potrebbero soffrire di un disturbo sessuale, ci sono 80.000 coppie a rischio di rottura per problemi irrisolti in camera da letto, 20.000 matrimoni che non sarebbero stati consumati, e, infine, la mancanza di un’attività sessuale ritenuta soddisfacente da entrambe le parti, sarebbe all’origine di un quinto delle separazioni legali. Così, consultare uno psicologo sessuologo potrebbe essere un ulteriore modo di prendersi cura del proprio compagno, di se stessi e dell’integrità della coppia. ★





#NATUROPATA http://bit.ly/100x100-mtc

Mariateresa Caiafa 338 8194524

Massaggio antistress Stress, stress, stress e ancora stress !!! … Dicono che, oggi, siamo avvolti da così tanto “benessere”, ma siamo veramente sicuri che tutto questo ci faccia del bene??? Viviamo in un’era che genera tantissimo stress dovuto ai ritmi frenetici, incessanti di questa società così angusta e per stare al suo passo si deve correre, non ci si deve fermare, si deve proliferare il più possibile; “devi … devi … devi”, che stress e che tristezza !!! Ormai questo termine si è fin troppo ramificato nella nostra vita quotidiana ed è una delle cause principali di un vero e proprio disequilibrio energetico psichico-fisico, “doversi” adattare a quello che ci viene imposto mettendo in secondo piano NOI e la nostra SALUTE. Sapevate che lo stress libera nel circolo sanguigno ormoni che aumentano la frequenza cardiaca, il respiro, la secrezione ghiandolare e la contrazione muscolare? Il sonno diminuisce, si è più irritati, arrabbiati e si arriva a un punto di diventare incapaci di ascoltare gli altri, agire e si vive per INERZIA. Il Sistema Immunitario s’indebolisce, a lungo andare si hanno problemi alla pelle, di ulcera, di herpes, di stitichezza, disturbi alimentari … addirittura di cuore e purtroppo la lista dei malesseri è veramente lunghissima. Cerchiamo di evitare che tutto questo “stress“ si accumuli in modo spropositato. Spesso sento dire che si hanno i minuti contati, il figlio da portare a destra e sinistra, il cane da accudire, la casa da sistemare e addirittura ci si sente “in colpa” verso la famiglia, il lavoro, gli amici se decidiamo di ritagliare un po’ di tempo per NOI. Perché dover arrivare al limite per prendere dei provvedimenti? Perché non prevenire e cercare di gustarci nell’arco della giornata o della settimana tempo prezioso che potreste usare per RICARICARVI? Energie fresche che vi permetteranno di essere più tonici, dinamici e vogliosi di accogliere a braccia aperte l’inizio di un nuovo giorno. Fermarsi un attimo non significa “perdere tempo” …

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ma … prendersi cura di se stessi e di quel bambino che un tempo eravamo ed è ancora in Noi, non credete che lo stiamo trascurando un pò troppo? Leggere un libro? Praticare uno sport? Una passeggiata in mezzo la natura? Sedersi al bar con gli amici? O … “beh, scusate tutto questo giro di parole per arrivare al dunque" … un bel massaggio olistico antistress? Non sono sempre stata una naturopata e anche io, come tutti voi, ho svolto lavori pesanti e stressanti, nel fine settimana arrivavo al punto che mi sentivo scoppiare, ero fiacca e percepivo il bisogno di attingere nuove energie. Il massaggio è uno delle migliori fonti che abbia la capacità di diminuire fino ad annullare quell’infinita stanchezza fisica-psichica che si prova, si scende dal lettino così leggeri che si pensa di spiccare il volo. È incredibile come riesca a stimolare le potenzialità di auto-ristabilimento dell’armonia e dell’equilibrio psico-fisico-emozionale dell’organismo e favorisce il recupero di energia e vitalità. Il sistema circolatorio e linfatico si rimettono in modo, gli accumuli energetici nelle varie parti del corpo fluiscono in modo più armonioso e nel modo giusto, si entra in contatto con il proprio “IO” percependo in modo più chiaro le esigenze personali, stimola la produzione di endorfine che regalano tranquillità e serenità, regola la pressione arteriosa, compie un’importante azione disintossicante attraverso il drenaggio linfatico e la stimolazione della diuresi, le cellule e i tessuti sono così nutriti da un maggior apporto di ossigeno che stimola più velocemente la loro rigenerazione. Non finirò mai di dire che il “massaggio olistico” è amore, ha la capacità di riempirti nello stesso modo di chi ci ama. L’operatore del benessere sente amore e comprensione per la persona che massaggia, le loro energie diventano un tutt’uno e vi è una reciproca riconoscenza per la fiducia che si crea in quel momento, il massaggio non è tecnica ma ARTE ed è fatto su misura per ognuno di NOI. ★



#COUNSELOR

Dott.ssa Anna Sallustro

338.1356920

Educatrice

Che cos’è il Counseling? Qualche tempo fa ho scritto di Counseling proprio su 100%Fitness, riprendo il discorso su questa attività professionale cosi poco conosciuta, ma molto efficace e valida nella relazione d'aiuto. Quando le persone mi chiedono che lavoro faccio, alla mia risposta "la counselor" mi sento rispondere "la cheee?" Oppure c'è chi tace per non dimostrare la propria ignoranza in materia. Io sorrido e rispondo di non preoccuparsi, tanto al di fuori di determinati ambiti (tra gli addetti ai servizi sanitari o sociali in generale) quasi nessuno lo sa. Cercherò di spiegare, che cos’è il Counseling e quali sono i benefici che le persone possono averne. In Italia, molto spesso, utilizziamo dei termini stranieri per spiegare qualche cosa che in italiano richiederebbe un discreto giro di parole, in questo caso, tuttavia, l’inglesismo non ci aiuta a chiarire quello che si intende con counseling. Infatti, la traduzione letterale di questa parola non rende giustizia al vero significato che si vorrebbe comunicare con questo termine. L'etimologia del termine, vuole dire sia “consigliare” che “consolare”. Tuttavia, sia consigliare che consolare sono due attività che il Counselor non fa direttamente e che anzi cerca di evitare; anche se possiamo comunque considerarle come due “effetti collaterali” benefici del counseling proprio perché si producono in modo indiretto. Il counseling cerca di aiutare le persone a trovare soluzioni

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pratiche ai loro problemi di tipo esistenziale, comunicativo - relazionale. Costituisce un valido strumento per aiutare a portare chiarezza nella definizione di problemi specifici, a prendere decisioni, ad affrontare momenti di crisi, a confrontarsi con i propri sentimenti ed i propri conflitti interiori o a migliorare le relazioni con gli altri nel rispetto dei valori, delle risorse personali e delle capacità di autodeterminazione di ognuno. Si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano d’azione per realizzare le finalità desiderate, che possono essere: ★ prendere decisioni; ★ migliorare relazioni; ★ sviluppare la consapevolezza; ★ gestire emozioni e sentimenti; ★ superare conflitti. Potremmo dire che il Counselor

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aiuta il cliente a trovare dentro di sé le risorse per aiutarsi, senza MAI sostituirsi a lui nell’atto importantissimo di prendere la responsabilità di fare le proprie scelte. Una definizione chiara, ricca, esaustiva, da manuale. Ma non è leggendo, rileggendo e imparando a memoria tutto questo che sento in me nascere e crescere la soluzione a tante di queste problematiche nè mi farà dire agli altri senza imbarazzo e titubanza “che cos'è un counselor”. È con il mettermi in discussione, con l'aprire canali che nemmeno pensavo di avere, con il sentire che questa disciplina la leggo, la studio e la approfondisco con passione continuamente, che il counselor prende giorno dopo giorno forma dentro di me. ★



#NUTRIZIONISTA http://bit.ly/19ubheb

Dott.ssa Francesca Maresca Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle 16.30

334.2258132

Riparti alla grande… riaccendi il tuo metabolismo Normale, lento o veloce

L’orologio del metabolismo.

Il metabolismo è un processo biochimico che trasforma il cibo in energia. Se non riesce a farlo del tutto, l’organismo raccoglie ciò che avanza e lo fa diventare scorta: cioè adipe! Nessuno di noi è uguale all’altro, non funzioniamo tutti allo stesso modo. Se ciò fosse, sarebbe facile determinare di quante calorie abbiamo bisogno. In realtà sono numerosi i fattori che influenzano il nostro fabbisogno calorico. Ciò significa che, pur introducendo la stessa quantità di energia con la dieta e avendo uno stile di vita simile, una persona può tendere a ingrassare di più rispetto ad un’altra. I ritmi che modificano il metabolismo: ★ L’orologio biologico il metabolismo è influenzato dall’età: soprattutto per le donne, ma anche per gli uomini, dopo i trent’anni subisce una riduzione costante che arriva al 30% dopo i settant’anni. ★ Le ore del giorno La mattina tra le 8 e le 9,30 circa il metabolismo è più attivo ★ La stagione In inverno aumenta perché, a causa del freddo, il corpo sostiene uno sforzo per mantenere costante la temperatura corporea. E Le cause che lo rallentano: ★ Il peso corporeo Se la superficie corporea aumenta (quando ingrassi), il metabolismo rallenta. Ma se a crescere è la massa muscolare, il metabolismo diventa più veloce. ★ La depressione e l’ansia La depressione in genere lo rallenta, gli stati d’ansia possono aumentarlo o diminuirlo fino al 50%. ★ La temperatura corporea Se è bassa il metabolismo rallenta ★ La mancanza di cibo Le riduzione drastiche di cibo mettono in stand-by il metabolismo, spingendolo a non utilizzare le calorie ingerite che, inevitabilmente, si trasformano in adipe.

★ 8.00 – 9.00 È il momento più adatto per un abbondante colazione. Se non sai rinunciare ai dolci, questo è il momento per concederti una brioche o una fetta di torta. ★ 10.30 – 11.00 A quest’ora il metabolismo è pienamente attivo, il rendimento psicofisico aumenta e si bruciano più calorie. Mangia un frutto di stagione o una barretta ai cereali: ti forniranno l’energia necessaria per non arrivare affamata a pranzo e permettere al tuo “motore” di continuare a funzionare a pieni giri. ★ 12.00 – 14.00 È il momento del pranzo e il sistema digestivo è naturalmente predisposto a essere pienamente attivo. Ciò significa che in questa fascia oraria il tuo organismo crea le condizioni ideali per metabolizzare bene il cibo evitando l’accumulo di adipe… Ma se non mangi il corpo si protegge rallentando il metabolismo e predisponendosi a fare scorta (vale a dire accumulare grasso), non appena ingerirai qualcosa, anche un semplice frutto! Scegli un piatto a base di cereali o derivati (riso, orzo, pizza, pasta) con verdure a piacere e un alimento proteico. ★ 16.30 – 17.00 È l’ora della merenda! In questo momento il corpo subisce un rapido calo di energie e il metabolismo ha già cominciato a rallentare. Uno yogurt, un frutto di stagione oppure un pezzeto di cioccolata fondente ti daranno lo sprint necessario per continuare le tue attività senza sentirti stanco e ti impediranno di arrivare a cena affamata. ★ 19.30 – 20.00 Gli ormoni prodotti dall’organismo in questo momento del giorno fanno diventare particolarmente acuti gusto e olfatto, ciò significa che puoi soddisfare il palato con piccole porzioni. Se ceni a quest’ora potrai mangiare meno senza fatica preferisci un alimento proteico come pesce carne o uova, accompagnato da verdure e una fetta di pane integrale.

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#FITNESS

Ilaria Propoli

N.D.R. Riproponiamo l'articolo "La Show Dance" per errore pubblicato sul numero di Dicembre in forma inesatta.

Dott.ssa in Scienze motorie

La Show Dance La Show Dance rientra nel settore delle danze artistiche previste nelle competizioni di danza sportiva (nello schema in basso la classificazione). Disciplina altamente formativa in quanto sviluppa un forte spirito di gruppo grazie alle sue caratteristiche aggregative e nello stesso permette a ciascun ballerino di migliorarsi ed emergere con le proprie potenzialità. Entrando nello specifico della lezione essa viene strutturata nel seguente modo: 1° parte: riscaldamento, esercizi per la postura, tonificazione muscoli addominali e dorsali, isolazioni, stretching, studio elementi tecnici, esercizi per lo sviluppo della creatività. 2°parte: apprendimento coreografie che per le loro caratteristiche rientrano nel settore show dance. Dal regolamento: “SHOW DANCE” ★ Tutti i ballerini eseguono uno schema libero dall’inizio alla fine del proprio brano musicale; ★ Si possono effettuare prese, ma l’esecuzione non deve essere prettamente di coppia; ★ Si possono utilizzare elementi scenici (sedie, bastoni, accessori ecc..), a fine esibizione il gruppo è tenuto a lasciare la pista sgombra e pulita, evitando di lasciare oggetti che possano intralciare le coreografie successive; ★ In questa disciplina è consigliato usare un tema e un abbigliamento adeguato in relazione al brano musicale scelto (verrà privilegiato lo show con tema);

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il brano non potrà superare la durata massima di 3,30 min. In gara la coreografia viene valutata tramite due parametri: “ giudizio tecnico” e “giudizio artistico”. ★ Giudizio tecnico: tecnica di esecuzione (coordinazione e tecnica di passi), musicalità, potenzialità e qualità di movimento. ★ Giudizio artistico: tecnica espressiva, ricerca di stile nei confronti del brano eseguito, presenza scenica. Per i più piccoli la lezione è, invece, strutturata con divertenti giochi e simpatiche coreografie attraverso le quali gli stessi vengano educati a prendere coscienza della propria corporeità e delle proprie capacità psicomotorie. La show dance, così come tutto il settore della danza sportiva, può essere considerata uno sport che unisce vigore atletico e rigore tecnico con l’armonia, il coordinamento dei movimenti,

la musicalità e l’interpretazione. L’agonismo è addolcito da una forte componente artistica. Per alcuni risulta ancora difficile associare la parola danza alla parola sport, eppure la stessa può essere considerata una delle attività sportive più complete: presuppone movimenti che investono tutte le parti del corpo; assicura un buon tono muscolare e un armonico sviluppo dell’apparato locomotore; l’impegno richiesto anche a livello cardiorespiratorio la rende un buono strumento di potenziamento delle doti metaboliche; stimola la frequenza cardiaca, la circolazione periferica, il metabolismo lipidico, poiché si bruciano grassi, il tutto divertendosi. Inoltre, grazie alle sue caratteristiche, quali l’ascolto della musica, la fusione del ritmo con l’espressione del corpo e la comunicazione delle emozioni costituisce un’occasione per stimolare, oltre il corpo, anche la mente. ★

Danze artistiche Classiche

tecniche di balletto classico, variazioni, repertorio

Moderna

contemporanea, modern jazz, lyrical jazz

Freestyle

synchro, choreographic, show dance, disco dance

Etniche, popolari e carattere

balli tradizionali, tap dance, danze orientali

Urban dance

electric boogie, break dance, new style , contaminazioni

Accademiche

Coreografiche

Street dance

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#FITNESS Nello IACCARINO

LSM - PT Nello Iaccarino infonelloiaccarino@email.it

329.6220310

Faccio Jogging Stima del consumo calorico di un praticante di Jogging in assenza di patologie manifeste.

Dati: Soggetto: Maschio Professione: Impiegato Età: 30 Anni Altezza: 1,80 mt. Peso: 85 kg. BMI: 26,2 (leggermente sovrappeso) BPM a riposo: 78 % massa grassa da BIA: 19% (nella norma per la sua età e razza) Biotipo Morfologico: Longilineo Indice rischio cardiovascolare: 0,50

Il soggetto decide di fare 1 ora al giorno con frequenza trisettimanale percorrendo in media 9 km mantenendo una frequenza cardiaca compresa fra i 145 bpm e i 150 bpm (60-65% della FCMax). Il soggetto consuma tra le 612 Kcal e le 918 Kcal al giorno. Ovviamente a livello trisettimanale il consumo è rispettivamente tra le 1836 Kcal e le 2754 Kcal; come utilizzo dei macronutrienti durante tale attività si stima quanto segue:

Giornaliero 612 Kcal

92 gr carboidrati

27 gr grassi

918 Kcal

139 gr carboidrati

40 gr grassi

Trisettimanale

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1836 Kcal

276 gr carboidrati

81 gr grassi

2754 Kcal

417 gr carboidrati

120 gr grassi

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#WELLNESS

Ernesto Lupacchio

http://bit.ly/1couZMz

Central Fitness Club 1, 2, 3

Non piangere perché è finito… sorridi perché c'è stato... Segui il cuore per un nuovo amore Cambia prima di essere costretto a farlo!

“Non essere così triste e pensieroso, ricorda che la vita è come uno specchio: Ti sorride se la guardi sorridendo" Jim Morrison La vita ci pone ogni giorno di fronte a scelte importanti e a problemi che a volte sembrano insuperabili, ma la consapevolezza e l’accettazione di ogni situazione deve farci essere ottimisti e proiettati verso le soluzioni per affrontare le difficoltà e superarle, servendosi di esse come fonte di insegnamento per vivere una vita sempre migliore. “C’è sempre un istante della notte in cui rinasce il giorno”.

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Da ogni momento delicato e difficile ci si può risollevare per riaffermare se stessi e andare verso l’inizio di un cambiamento radicale. Ogni situazione, buona o cattiva, può arricchire l’uomo di nuove prospettive. Oggi, in una società piena di condizionamenti negativi, è facile soccombere soprattutto quando si subisce un grosso dispiacere, per esempio una delusione d’amore, finanziaria, lavorativa, la

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perdita di una persona cara, etc. Se reagiamo a queste situazioni con coraggio e determinazione, scopriremo che tutto ciò ci porterà verso una vita migliore. Con la forza di volontà si può ottenere tutto quello che si vuole, basta crederci! Il dolore, la sofferenza e gli errori hanno sempre aiutato l’uomo a migliorarsi e a renderlo più forte. Per esempio, una delusione d’amore deve essere vissuta come un’opportunità che la vita ci offre per cominciare un’esistenza bellissima, ricca ed emozionante. In che modo? Allontanare prima di tutto l’odio e il rancore perché sono portatori di uno stato d’animo negativo, rovinano i rapporti umani e bloccano la spontaneità e le emozioni positive. Invece, vivere nuove emozioni e momenti magici, fare viaggi in mete esotiche e romantiche, assaporare fin da subito una nuova vita, può essere importante per aumentare la propria autostima, in un momento delicato come questo. Amare di più se stessi sarà fondamentale cosi anche gli altri ci vedranno più interessanti.



#WELLNESS

Iniziamo a volerci bene, curiamo il nostro fisico e la nostra immagine, magari frequentando una palestra (è inutile dire quale…se non quella del “cuore”) pratichiamo uno sport per sentirci meglio e conoscere persone nuove, divertenti e simpatiche ritrovando allegria, felicità ed emozioni positive che sono in noi. Solo cosi riusciremo a trovare i benefici per sentirci nuovamente sereni, apprezzati e desiderati. Dipende tutto da noi. Dopo una grande delusione sentimentale è normale avere paura d’amare e di sognare ma possiamo superare questo timore riaprendo il nostro cuore al mondo perché l’amore non pioverà dal cielo. Soprattutto da giovani, se abbiamo amato una persona con tutto noi stessi e abbiamo fatto il possibile per regalarle il massimo della felicità senza che ciò sia bastato a coronare il nostro sogno d’amore, bisogna cambiare rotta e cominciare una nuova vita, ricca, bella, appagante, piena di amici e conoscenze, riscoprendo la felicità che è in noi. Le persone cambiano nel tempo e la persona ideale per noi qualche anno fa, potrebbe non esserlo più ora. Il carattere e la personalità cambiano negli anni e ciò sta alla base del progresso

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stesso dell’umanità o forse, l’altra persona non ci meritava e quindi gridiamo con forza “meglio così”! Per questo, se siamo tranquilli con noi stessi…se abbiamo amato con tutto il cuore, se siamo con la coscienza a posto, dobbiamo esser sereni perché le angosce, le paure e i tormenti susciteranno solo emozioni negative dentro di noi che vogliamo lasciare a chi ha creato le sofferenze nel rapporto. La nostra forza e il nostro valore sta proprio nella capacità di superare i momenti più difficili. Le delusioni d’amore, soprattutto nell’età adolescenziale, possono aiutarci a diventare una persona più forte, ci insegnano a lottare davanti alle difficoltà e a rialzarci quando qualcuno ci fa cadere. Riapparirà il sole nella nostra vita e cominceremo a sorridere ad un nuovo amore, il passato sparirà come una goccia d’acqua nell’oceano e il dolore

vissuto diventerà insignificante. Nel nostro cuore ci sarà solo più gioia! Il dolore e la sofferenza hanno sempre aiutato l’uomo, lo hanno reso più forte, maturo, responsabile, previdente rendendolo una persona migliore. Il futuro è nelle nostre mani e solo noi siamo responsabili della nostra felicità. ★

“La gloria maggiore non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi.”

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Confucio



#FILOSOFIA domenico.casa2@tin.it

Domenico Casa 339.3318463

Consulente filosofico

Attualità di

SIMONE WEIL

A molti di coloro i quali in qualche momento della propria vita è capitato di accostarsi al mondo dei miti, soprattutto a quelli dell'area del Mediterraneo vicini alla nostra tradizione culturale, sarà capitato di rimanere affascinati dalle storie di Dei ed Eroi. Spesso si tratta di figure (o anticipazioni che dir si voglia) di Cristo, della Vergine e dei Santi. Infatti non è difficile vedere in Dioniso o Osiride o Pan i precursori di Cristo; in Demetra o in Iside le immagini della Vergine; in Hermes un arcangelo. Il cristianesimo, soprattutto quello nella espressione cattolica, senza nulla sottrarre alla sua originalità, quando non li ha distrutti (cosa peraltro molto difficile) li ha integrati e ricollocati nel suo Pantheon. Tra le donne straordinarie che hanno attraversato il Novecento, contribuendo a fargli compiere dei salti in avanti verso una maggiore consapevolezza, Simone Weil si è occupata spesso del rapporto tra le figure religiose del mondo mediterraneo, e non solo, e il loro rapporto con il Cristianesimo. La sua straordinaria cultura le consentiva di passare da un sapere a un altro e di tenerli tutti insieme, essendo tutti prodotti della mente umana. Nata a Parigi nel 1909, si laureò in filosofia e insegnò dei licei. Ma assetata di esperienze, fu militante sindacale e politica. Lavorò anche come operaia di fabbrica e come lavoratrice agricola. Lotto come miliziana nella guerra di Spagna e, infine, a Londra, fu impegnata nella resistenza al nazi-fascismo. Affetta da tubercolosi, morì nel 1943 in un sanatorio

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inglese. Ne 1938 ebbe anche delle esperienze di illuminazione interiore. In tutta la sua fervente attività, e nel breve arco della sua esistenza, ebbe anche il tempo di scrivere. E tantissimo. A parte i suoi quattro volumi di "Quaderni" editi da Adelphi, scisse numerose opere, tra cui "L'attesa di Dio", "Lezioni di filosofia", "L'ombra e la grazia", "Manifesto per la soppressione dei partiti", che sono punti di riferimento per intellettuali di formazione e tendenze diverse. Uno dei suoi capolavori è "Lettera a un religioso", ed Adelphi. Si tratta di una lunga lettera che Simone Weil scrive a un suo interlocutore privilegiato, il domenicano Joseph-Marie Perrin, per spiegargli perché, pur essendo innamorata di Cristo e del suo messaggio, si rifiuti di farsi battezzare. Posizione che manterrà fino alla morte. I motivi della decisione di rimanere fuori della chiesa sono molteplici. E nella Lettera sono espressi con chiarezza. Il primo è che la chiesa, nel corso dei secoli, ha finito con il considerare non Gesù, ma se stessa come Dio incarnato. La chiesa richiede una sottomissione ai suoi dommi "prima di percepire la luce in essi contenuta", laddove la Weil rivendica per sé la totale libertà dell'amore, della fede e dell'intelligenza. Tuttavia il punto di dissenso radicale per la Weil sarebbe contenuto nella pretesa, da parte della chiesa, di essere l'unica trasmettitrice di salvezza. Essendo a conoscenza dei miti e delle religioni dell'antichità, ella non poteva avallare tale pretesa. "La religione cattolica contiene esplicitamente verità che altre religioni contengono implicitamente. E inversamente, altre religioni contengono esplicitamente verità che nel cristianesimo sono soltanto implicite." (pag. 36). Riconoscendo inoltre, come sostenevano anche alcuni Padri, "i legami stretti che avevano unito la filosofia greca classica, la religione dei Misteri" (pag.76) e la Buona Novella, la Weil giunge al punto centrale della sua riflessione, che vuole anche essere una spiegazione della sua scelta. "Ogniqualvolta un uomo ha invocato con cuore puro Osiride, Dioniso, Krsna, Buddha, Tao, ecc, il figlio di Dio ha risposto inviandogli lo Spirito Santo." (pag.32) ★



#FORMAZIONE

Vincenzo Califano direttore Polo “Campania in 3 B”

Specializzarsi per lavorare in ambito turistico delle strutture ricettive alberghiere - Responsabile Il 2015 si presenta come un anno di grandi oppordel coordinamento dei reparti dell'organizzazione tunità per coloro che intendono partecipare a un e della gestione del personale di struttura turistica/ programma formativo nel settore del turismo sulla di ristorazione - Addetto qualificato al front offibase dei piani messi a punto dalla Regione Campania ce - Portiere d'albergo - Operatore del servizio ai e che saranno organizzati e gestiti dalle Agenzie piani - Tecnico delle attività di ideazione e gestione accreditate. L’Università della Cucina Mediterranea di attività ricreative e culturali, organizzazione del (UCMed) di Sorrento è una di queste Agenzie, forse tempo libero ed accoglienza del l’unica con una vocazione specifica cliente - Tecnico esperto per la per il comparto turistico-ristoratidirezione di stabilimenti balneari vo perché nata con l’obiettivo di Assistente bagnanti bagnino - Adsvolgere la formazione professiodetto ai servizi di spiaggia - Tecninale nel settore della ristorazione co della progettazione, definizione dell’accoglienza e settori affini. e promozione di piani di sviluppo Per questa sua natura l’UCMed è turistico e promozione del terridiventata anche capofila del Polo torio - Operatore di promozione Tecnico Professionale “Campae accoglienza turistica - Direttore nia in 3B” cui aderiscono scuole, tecnico di agenzia di viaggi - Guida associazioni, enti, aziende alberturistica - Accompagnatore turighiere e ristorative non solo della stico - Operatore di pescaturismo Campania, ma anche di altre regio- Responsabile della gestione e vani italiane fra cui la più importante lorizzazione dei musei - Registrar è la Scuola di Cccina e Pasticceria - Operatore dei servizi di custodia Cast Alimenti (Centro Arte, Sciene accoglienza museale - Operatore za e Tecnologia dell’Alimento) di per la tutela, l'organizzazione e la Brescia nata nel 1996. L’UCMed, fruizione del patrimonio librario, oltre ai propri corsi professionali, Alberto Corbino e la Ness archivistico e documentario - Orsvolgerà nel 2015-2016 le seguenti ganizzatore di eventi - Tecnico attività formative riconosciute daldella valorizzazione e promozione dei beni e delle la Regione Campania sulla base del bando pubblico attività culturali - Tecnico di marketing dei beni culapprovato per la presentazione di proposte formaturali - Tecnico per la promozione eventi e prodotti tive nell’ambito del “Piano strategico di intervendi spettacolo - Progettista multimediale. to per la formazione nella filiera del turismo in Campania”.

Chi può partecipare ai corsi? Quali sono i corsi previsti dal programma formativo? Tecnico esperto della ristorazione - Tecnico della ristorazione chef - Pizzaiolo - Cuoco - Operatore del servizio bar - Collaboratore polivalente nelle strutture ricettive e ristorative - Operatore del servizio di sala - Addetto qualificato al servizio in sala ed ai piani - Tecnico di sala maitre - Sommelier - Pasticciere - Tecnico per la direzione delle strutture ricettive extraalberghiere - Tecnico esperto per la direzione

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I piani di formazione si rivolgono alle seguenti categorie: disoccupati di lunga durata e disoccupati immediatamente disponibili allo svolgimento o alla ricerca di una attività lavorativa (se di età inferiore a 29 anni, previa iscrizione al programma Garanzia Giovani e inserimento nel Piano di intervento personalizzato - PIP); lavoratori occupati nel settore turistico e dei beni culturali, anche a tempo parziale o con contratto di collaborazione o con contratto stagionale (rif. L. n. 40/98) o con altre forme con-


trattuali atipiche o a termine, nei periodi di inattività compatibili con la frequenza di un corso; lavoratori autonomi compresi i possessori di abilitazione all’esercizio di professioni turistiche; imprenditori del settore; lavoratori in mobilità, in Cassa Integrazione Guadagni in deroga (CIG), straordinaria CIGS, ordinaria CIGO; lavoratori percettori di indennità di mobilità in deroga o di trattamento equivalente all’indennità di mobilità (previa registrazione al CpI e inserimento nel Piano di Azione Individuale - PAI). Se i destinatari beneficiano di ammortizzatori sociali durante il periodo previsto per la frequenza, il percorso formativo è concordato nel processo di presa in carico/attivazione del Piano di Azione Individuale (PAI) da parte dei Centri Per l’Impiego e non beneficiano dell’eventuale indennità di frequenza nei periodi concomitanti alla percezione di altre forme di sostegno economico personale al reddito (divieto di cumulo). I titoli di studio dei destinatari possono essere la licenza elementare, la licenza media, il diploma di secondaria di II grado, laurea oppure altri titoli riconosciuti nel sistema di istruzione italiano. Il titolo di studio richiesto per l’accesso al singolo corso deve

essere considerato di norma come livello minimo di scolarità. Qualora sia richiesto un titolo in ingresso quale requisito imprescindibile, esso deve essere acquisito, ai fini dell’ammissione del destinatario, antecedentemente all’avvio del corso. Per poter accedere alla fase di selezione, tutti i destinatari dei corsi dovranno obbligatoriamente indicare il codice fiscale. I destinatari delle attività formative devono risiedere in Campania.

Che cosa viene rilasciato ai partecipanti ai Corsi? Agli allievi, sulla base della formale verifica delle competenze acquisite al termine del corso, viene rilasciato dall’Agenzia Formativa l’attestato di qualifica professionale ufficiale riferito al Sistema Regionale di Formalizzazione e Certificazione. Tutti gli interessati possono inviare una mail a: info@ucmed.it con l’indicazione della tipologia di corso prescelto e delle generalità complete con i relativi contatti. ★


#DIRITTO 339.4095882

Valerio Massimo Aiello Avvocato praticante abilitato al patrocinio Consiglio Ordine Avvocati di Torre Annunziata. Studio penale: Corso Italia, 261 Sorrento (Na)

Spaccio di droga Pene meno severe per l’ipotesi di lieve entità

Il decreto legislativo n. 36/2014 convertito dalla legge 16 maggio 2014 n.79 ha introdotto significativi cambiamenti in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza. In particolare tra le modifiche immesse merita attenzione la riformulazione del quinto comma dell’art. 73 DPR 309/90 che riduce a 4 anni la pena detentiva per lo spaccio di lieve entità, evitando così ai piccoli spacciatori, salvo casi eccezionali, di finire in carcere. Viene inoltre abolita la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti lasciando di fatto al Giudice il compito di graduare l’entità della pena in base alla qualità e quantità della sostanza stupefacente venduta. Ecco difatti cosa stabilisce il nuovo 5 comma dell’art. 73DPR 309/90: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque commette uno dei fatti previsti dal presente articolo che, per i mezzi, la modalità o le circostanze dell'azione ovvero per la qualità e quantità delle sostanze, è di lieve entità, è punito con le pene della reclusione da sei mesi a quattro anni e della multa da euro 1.032 a euro 10.329". Tale nuova “ipotesi lieve” di condotta illecita in tema di sostanze stupefacenti continua ad essere raffigurata come figura di reato autonoma e non più come

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circostanza attenuante rispetto a quella delineata dal comma primo dell’art. 73 dpr 309/90. Il nuovo limite massimo edittale di quattro anni di reclusione aprirà altresì agli imputati per i fatti di cui al quinto comma la possibilità di chiedere di essere ammessi al nuovo istituto della sospensione del processo con messa alla prova ai sensi dei nuovi artt. 168-bis e ss. c.p., introdotti dalla legge n. 67/2014. Niente carcere quindi per i piccoli spacciatori di droga, salvo casi davvero eccezionali. Esclusa radicalmente la custodia cautelare in carcere, i piccoli spacciatori avranno inoltre la possibilità di evitare la sentenza di condanna mediante la sospensione del processo con messa alla prova e qualora si arrivi invece ad una condanna senza la sospensione condizionale della pena, l'ingresso effettivo in carcere sarà quasi sempre subordinato a una previa valutazione del tribunale di sorveglianza sulla possibilità di usufruire o meno delle misure alternative extramurarie. Nell'ipotesi poi - piuttosto inverosimile, stante l'attuale massimo edittale - di pena superiore ai tre anni di reclusione, rispetto alla quale non opererà la sospensione dell'ordine di esecuzione di cui all'art. 656 co. 5 c.p.p., il condannato avrà d'altra parte la possibilità di chiedere sin da subito l'affidamento in prova al servizio sociale ai sensi dell'art. 47 co. 3-bis ord. pen. recentemente introdotto dal d.l. 146/2013 . Nella medesima direzione va sottolineata un'altra importante modifica al decreto legge introdotta dalla legge di conversione, la quale ha opportunamente ripristinato il comma 5-bis dell'articolo 73 del t.u.: ridiviene così possibile sostituire le pene detentive e pecuniarie per i delitti di cui all'art. 73 co. 5 , commessi da soggetti tossicodipendenti o da assuntori di sostanze stupefacenti, con la pena del lavoro di pubblica utilità previsto dall'art. 54 del d.lgs. n. 274/2000, alla cui disciplina il co. 5-bis rinvia, sia pure con talune deroghe. La materia necessiterebbe per la sua complessità di ulteriori chiarimenti non possibili in tale sede per motivi di brevità di esposizione. ★


STUDIO GRAFICO Corso Italia, 371 80063 Piano di Sorrento (Na) T C @

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#POETA

Salvatore Spinelli

http://bit.ly/1fk7XnN

Poeta

Le dimissioni del Padreterno ha visto bambini usati, stuprati, ha visto cristiani perseguitati, ha visto interi popoli esodati, tanti, tanti migranti annegati. Ha visto la famiglia disgregata, la sessualità sconvolta, mutata, ha visto il malessere generale, la prevalenza sul bene del male, ha visto la disperazione diffusa e della speranza la strada chiusa, ha visto che persino il clima non è più stabile, com’era prima.

Si è saputo e da fonte certa, e non è stata una scoperta, che Dio, dopo numerose delusioni, alla fine ha dato le dimissioni. Forse ci pensava già da parecchio, ma tergiversava, chiudeva un occhio con l’illusione di non guardare questo sporco mondo del malaffare. Stufo della piega che il mondo ha preso che gli ha tolto anche il sorriso, schiacciato dalle imprecazioni contro di lui e contro le religioni, dalla scienza che ne nega l’esistenza, gli hanno fatto perdere la pazienza, così all’uomo ha detto: “D’ora in poi della tua vita fanne quello che vuoi!”. Per spiegarsi l’imprevedibile gesto gli uomini hanno fatto molto presto, c’è chi dice che s’è dimesso perché il senso dell’umanità più non c’è,

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Ha visto anche che sulla Terra non si è mai fermata la guerra, senza mai capire perché o per come si tortura, si ammazza in suo nome. Altri invece di parere opposto ce l’hanno con Dio ad ogni costo dicendo: <il mondo non è più lo stesso proprio da quando Dio si è dimesso>. La notizia ad un attento sguardo ci è giunta con anni-luce di ritardo; anche prima, e non è una novità, c’erano stermini e malvagità, vedi Caino che uccise il fratello e come inizio non fu certo bello. Dimettendosi Dio ha dimostrato che comunque c’è ma che s’è stufato, e assai deluso nel più profondo ha voluto chiudere con questo mondo, ora va in giro per l’universo per creare un mondo nuovo, diverso. Mancando la protezione divina questo mondo va verso la rovina, perciò chiediamo a Dio di perdonarci avendolo costretto ad abbandonarci.



#FOODCROSSING http://bit.ly/QWy93W

L’EPIFANIA TUTTE LE FESTE PORTA VIA! 56

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Anna Maione Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

Il termine Epifania deriva dal greco e significa manifestazione della persona di Gesù. Questa ricorrenza ha un fascino particolare perché fonde insieme tradizioni contadine, folklore e religione, tutte a rappresentare il vecchio che lascia spazio al nuovo. Anticamente la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. I Romani credevano che in queste dodici notti, figure femminili volassero sui campi appena seminati, per propiziare i raccolti futuri. A guidarle, secondo alcuni, era Diana, dea lunare legata alla vegetazione; secondo altri una divinità minore chiamata Satia, simbolo della sazietà o Abundia, simbolo dell’ abbondanza. In seguito la chiesa condannò queste credenze attribuendogli significati satanici, ma nelle convinzioni popolari queste figure rimasero presenti ed assunsero con il tempo la personificazione della nostra Befana, (corruzione lessicale di epifania, da cui anche Pefana, attraverso bifanìa e befanìa) il cui aspetto, benché benevolo, è chiaramente imparentato con la figura della strega. A questo personaggio sono state attribuite tante


© FOTO DI ANNA MAIONE

Imma Gargiulo Chef Patron del Ristorante Femmena Conduttrice di "Conserve di Casa" su Alice TV

PASTIERA DI CAPELLINI INGREDIENTI PER 4 PERSONE

leggende e la più nota narra che i re Magi, durante il loro viaggio verso Betlemme si fermarono a chiedere informazioni ad una vecchina, cercando poi di convincerla, senza riuscirci, a seguirli per venerare Gesù bambino. La vecchietta però dopo un po’ cambiò idea, si pentì, e decise che anche lei voleva vedere il Bambino Gesù, si mise in cammino ma non riuscì in nessun modo a trovare i Re Magi ed il bambino. La befana allora si mise a piangere e queste lacrime sincere trasformarono la sua scopa per spazzare in una scopa volante. Cominciò quindi a bussare in ogni casa che incontrava, lasciando regali per ogni bambino, nella speranza che uno di questi fosse Gesù. Dalla notte dei tempi quindi la Befana, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio si mette alla ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un regalo a chi è stato buono e il carbone a chi invece è stato cattivello. Nel corso del tempo ogni popolo ha consolidato la propria tradizione legata alla Befana ed anche in Italia vi sono tante manifestazioni folkloristiche, ma soprattutto ci sono molti dolci tipici che si preparano proprio in questo giorno. Nella tradizione napoletana si prepara la prima pastiera dell'anno, perché si celebra la Pasqua dell'Epifania, ossia la prima manifestazione di Gesù agli uomini, seguita poi dalla Pasqua di resurrezione e infine dalla Pasqua delle rose che è la pentecoste. Per la rubrica Food Crossing di questo mese vi proponiamo quindi la ricetta di un dolce tipico della Pasqua Epifania, appartenente alla cucina povera e fatto con ingredienti semplici: la pastiera di capellini.

★ 250gr di capellini d’angelo ★ 250gr di zucchero ★ 50gr di burro ★ 400ml di latte ★ 4 uova grandi ★ 1 pizzico di sale ★ Scorza di 1 arancia ★ Scorza di 1 limone ★ Succo di un’arancia ★ Succo di ½ limone ★ 1 cucchiaino di estratto di vaniglia ★ 1 cucchiaino di cannella in polvere ★ 1 fialetta di fiori d’arancio ★ ½ fialetta di millefiori ★ Cedro a piacere ★ Zucchero a velo per copertura

PROCEDIMENTO Lessare la pasta per la metà del tempo previsto in acqua salata. Ripassarla immediatamente dopo scolata in acqua e ghiaccio. Trascorso il tempo di riposo aggiungere il succo di arancia e limone e la scorza grattugiata fine. Aggiungere poi le uova sbattute con la cannella e tutti gli altri aromi. Mescolare bene e versare in uno stampo imburrato ed infarinato da 22cm. Per ottenere un effetto più ordinato è opportuno sistemare prima la pasta per bene e poi versare al di sopra la parte liquida, stando ben attenti a ricoprire tutta la pasta per evitare che in forno bruci. Infornare a 180° per 50 minuti circa. Nel caso in cui si dorasse troppo velocemente in superfice è il caso di abbassare la temperatura e successivamente rialzarla negli ultimi 10 minuti per la doratura in superfice. Trascorso il tempo di cottura è importante che la superfice risulti croccante mentre il cuore morbido (se vi dovesse sembrare troppo morbida non preoccupatevi si addenserà raffreddandosi) Una volta sfornata va lasciata riposare per qualche ora e servita con una generosa spolverata di zucchero a velo. Buon appetito!

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#ASSICURAZIONI

Aiello Giuditta

333.1460934

Subagente UnipolSai

Università, potremo pagarla ai nostri figli?!

L'incertezza economica rischia di mettere in gioco il futuro dei nostri ragazzi, partendo dagli studi che oggigiorno pesano sempre di più sui bilanci delle famiglie. Secondo Save The Children l'Italia si trova agli ultimi posti per “povertà di futuro” di bambini e adolescenti, privati di opportunità, prospettive e competenze. I genitori che oggi non hanno di questi problemi si mostrano però sempre più preoccupati pensando a quando dovranno affrontarli nel momento in cui i loro bambini cresceranno. La ricerca rivela che il 31% di madri e padri ammettono di non poter pagare gli studi

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universitari ai propri figli, i quali dovranno trovarsi un lavoro per contribuire alle spese (secondo il 22% degli intervistati) oppure faranno un prestito (9 %). Per renderci meglio conto di cosa significhi mandare un figlio all' università e cercare una soluzione preventiva, possiamo provare a stimare quelli che sono i costi per sostenere gli studi accademici di un ragazzo tra 10 anni. Frequentare un corso di studi universitari a Napoli per 5 anni costerà circa 35,000 euro da pendolare, salendo a quasi 48.000 euro volendo fittare una

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casa in condivisione (dati Sole 24 Ore). Un rapido calcolo ci mette davanti la una dura realtà: dai 600 agli 800 euro mensili per assicurare una laurea ai nostri figli. Cifre che fanno spavento e che probabilmente oggi non potremmo affrontare. L'unica soluzione è giocare d'anticipo ed evitare di farsi trovare impreparati al problema. Possiamo garantire tali somme ai nostri figli solo cominciando da subito a risparmiare con consapevolezza. I piani di risparmio assicurativi possono rispondere a tale esigenza fungendo da salvadanai, poiché, con una piccola cifra mensile ci garantiscono in anticipo il nostro obiettivo andando a integrare o a colmare pienamente le nostre possibilità future. Inoltre proprio perchè di natura assicurativa, coprono i genitori dagli imprevisti della vita che potrebbero mettere a rischio la riuscita del piano e quindi gli studi dei nostri figli. In ogni modo il risparmio e la previdenza sono le uniche strade da percorrere se pensiamo di poterci trovare nelle condizioni di dover dire a nostro figlio che non potrà laurearsi per problemi economici. ★



#TREKKING fb.com/nino-aversa

Nino Aversa ninoaversa@alice.it

334.1161642

COAST TO COAST 2015 Programma escursionistico in Costiera Amalfitana e Penisola Sorrentina Come ogni inizio anno si fanno programmi e progetti per il nuovo che è appena cominciato, basandosi sull’esperienza del vecchio anno passato. Anche in campo escursionistico molte cose sono cambiate, si sono evolute, e, sull’esperienza degli anni precedenti, è nato un forte interesse per il nostro territorio e la sua Storia. Il gruppo che mi segue è diventato sempre più numeroso, curioso e appassionato fino ad avere partecipazioni straordinarie nelle escursioni sul territorio. L’interesse principale è il movimento e l’esercizio al cammino che dona, oltre all’allenamento fisico, anche buonumore e una piacevole sensazione di libertà, completando tutto questo con la conoscenza del nostro territorio e la curiosità di scoprire tanti nuovi posti. Molto interessante è stato scoprire tanti luoghi sconosciuti, antichi casali con strade di collegamento impensabili, tutti in Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana. Crocevia, Pignatelli, Acquacarbone, Circumpiso, Vadabillo e Prasiano sono soltanto alcuni dei toponimi che hanno suscitato tanta curiosità e tutti riguardano zone appartenenti al comune di Sorrento e Massa Lubrense. Ogni escursione è stata comple-

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tata anche dai racconti e le esperienze di tanti camminatori più grandi o più anziani, che hanno vissuto questi luoghi, soddisfacendo tante domande e tante curiosità. Anche il settore scolastico ha risposto molto bene alle varie iniziative a loro dedicate. Il compito fondamentale è stato quello di fargli visitare i casali del proprio paese con la conoscenza della fondazione e della partecipazione alla storia vera, quella scritta sui libri dai quali apprendono ogni nozione. La marineria, le coltivazioni di agrumi, l’allevamento, i boschi e la formazione del tufo

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in Penisola hanno meravigliato i ragazzi che, così, hanno capito la logica di formazione e di progresso del proprio paese. Abbiamo loro dedicato anche la conoscenza di siti archeologici minori come Punta Campanella, la villa alla Regina Giovanna e le ville di Stabia, dove sono stati coinvolti gli studenti delle scuole superiori di Sorrento. La sorpresa da parte di tutti è stata quella di scoprire tante bellezze, storicamente importantissime, a pochi chilometri da casa. Insomma l’anno appena trascorso è stato ricco di nuove esperienze e soddisfazioni e, sull’onda di que-


sti risultati e delle tante richieste di partecipazione, adesso dobbiamo concretizzare questo progetto per renderlo fruibile a tutti. Nasce così l’idea di una serie di percorsi, di facile accesso e aperti a tutti, che possono coinvolgere anche le persone meno allenate ed i bambini desiderosi di conoscere, prima di tutto, il proprio territorio. Il progetto “COAST TO COAST 2015”, Trekking in Costiera Amalfitana e Penisola Sorrentina, pre-

vede una serie di itinerari per ogni Domenica da Gennaio a Marzo e permetterà a tutti di scoprire il territorio delle due costiere e la sua storia, per capirne le esigenze e le dinamiche che hanno permesso secoli di sopravvivenza e di partecipazioni alle tante vicende e dominazioni da parte di popoli che hanno scritto la Storia del Mondo. Inizieremo dalla costiera Amalfitana, per la sua favorevole esposizione a Sud e, quindi, per sfruttare una temperatura miglio-

re nel periodo invernale. La prima domenica si visiteranno Ravello, Atrani e Amalfi per capire i collegamenti, la vita, le coltivazioni e la storia di un territorio tecnicamente ostile, montagnoso ed impervio. Si scopriranno gli antichi collegamenti che univano i casali ed i piccoli borghi dalla montagna fino al mare considerando che la via Meta Amalfi, attuale arteria di collegamento, è stata costruita soltanto nel 1860. Ma almeno dieci secoli prima qui si organizzavano flotte per l’Oriente, Crociate per Gerusalemme e commerci con tutto il Mediterraneo e bisogna conoscere la storia di queste persone ingegnose. I percorsi seguiranno, ogni Domenica, un itinerario diverso lungo la costa, per comprendere i collegamenti tra tutti i paesi della costiera, da Amalfi a Conca (via Maestra dei Villaggi), da Furore a Vettica, da Praiano a Positano (Sentiero degli Dei), da Positano a S.Maria del Castello (tese e buco di Montepertuso), fino al collegamento con la Penisola Sorrentina attraverso i monti (Monte Comune) e scendere in Penisola Sorrentina attraverso Arola (Casanocillo) oppure Meta (Grottelle o Petrale di Alberi) e cominciare a conoscere Massa Lubrense, Sorrento e gli altri paesi tutti attualmente collegati da antichi sentieri che non incrociano le vie nuove. Sarà un esperienza interessante per tutti e si completerà a pranzo con qualcosa da condividere per avere il pieno coinvolgimento sensoriale della giornata. Il programma è consultabile sulle pagine Facebook “Nino Aversa Guida Escursionistica” e “Nino Aversa” oppure per informazioni al numero 3341161642. È prevista una piccola quota di partecipazione per l’assicurazione obbligatoria. ★

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#LIBRI

Angela Cacace

libreriatasso@gmail.com

I consigli del Libraio David Nicholls

NOI "Generalmente, un recensore è rispettato soltanto quando demolisce l'opera di qualcuno e, se invece l'ama, quando non si esime dal compito di avanzare una qualche critica. Ma io non farò niente del genere poiché penso che Noi sia un libro perfetto. E non mi importa se questo significa che ho fallito come recensore, perché ho già vinto come lettore" Matt Cain, Independent

Claudia Pineiro

TUA Dopo vent'anni, il matrimonio smette di essere quello che è per diventare quello che uno crede che sia.

Umberto Eco

NUMERO ZERO

Lars Kepler

NELLA MENTE DELL'IPNOTISTA Con una mossa a sorpresa, i coniugi Ahndoril spiazzano tutti: non solo rimettono in scena Erik Maria Bark, l’ipnotista già al centro del loro primo, enorme successo, ma scrivono il loro thriller più avvincente.

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Ambientato nella Milano del 1992 si evocano episodi, ombre e misteri italiani, come Gladio, la P2, la morte di Papa Luciani, e poi ancora i servizi deviati, le stragi e i depistaggi: il tutto a partire dalla redazione di un giornale che confeziona ricatti e favori più che notizie. Finché non ci scappa il cadavere e la storia si complica.

100% FITNESS MAG • Gennaio 2015

Antonio Manzini

NON È STAGIONE Ritroviamo uno Schiavone in gran forma, più umano e con meno resistenze. Lavorando su un caso assai delicato dovrà fare i conti col proprio passato.




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