100% Fitness Mag - N. 148

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Bilinguismo... I love you di Mariarosaria D'Esposito

Proteggersi dal freddo di Giuseppe De Simone

Psicologia del condominio di Teresa Pane

#148

LA MIA PENISOLA 100% FITNESS MAGAZINE ANNO XIII

COPIA GRATUITA

PATTY SCHISA SCUOLA DI DANZA Tel. 081 878 86 19

Piano di Sorrento - Via dei Platani,13 Napoli - Discesa Coroglio, 9 Sorrento - Via S. M. Pietà , 24 Massa Lubrense - Via S.M. la Neve, 8




Questo mese 08 #NUTRIZIONISTA La dieta depurativa per prepararsi al Natale

20 #FARMACISTA Proteggersi dal freddo Giuseppe De Simone

Laureato in Farmacia e specializzato in Scienza e tecniche delle piante officinali presso l’Università Federico II di Napoli.

Francesca Maresca

Laureata in Dietistica presso l’Università di Napoli Federico II. Disponibile tel. Martedì e Giovedì dalle 15.00 alle16.30

cell. 334.2258132

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#CHIROPRATICA

cell. 335.5302988

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Prevenire è meglio che curare Barbara Martino

Laureata in Chiropratica all'Anglo-European College of Chiropractic in Bournemouth (Inghilterra). Membro dell'A.I.C. Disponibile tel. tutti i giorni dalle 12.00 alle16.00

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#SESSUOLOGA

Quale trattamento nelle disfunzioni sessuali Olga Paola Zagaroli

Disponibile tel. Lunedì e Giovedì dalle 15.30 alle 17.30

cell. 335.8709595

#YOGA

Open Day Yoga & Ben-essere

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cell. 338.3191494

cell. 338.4698121

#PERSONALTRAINER 30 Scoliosi e Attività Fisica Alfonso Galano

Laureato in Scienze Motorie. Posturologo specializzato in allenamento a corpo libero. P.T. certificato ISSA EUROPE

#FISIOTERAPISTA

cell. 339.4577850

La Postura Brigida Pinto

Laurea in Fisioterapia e laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, entrambe conseguite presso l’Università “Federico II” di Napoli. Lunedì al Venerdì 9.00 - 12.00 e 17.00 - 20.00

cell. 331.2668437 e-mail pintobrigida@gmail.com

La Mia Penisola 100% Fitness Mag Anno XIII

Numero 148

L’Ortodonzia Invisibile Laureato in Odontoiatria e protesi dentiaria presso l’Università di Napoli. Socio A.N.D.I.

Bilinguismo... I love you Laureata in Logopedia presso l'Università Federico II di Napoli. Disponibile telefonicamente Giovedì e Sabato dalle 9.00 alle 13.00

#ODONTOIATRA

Vittorio Milanese

#LOGOPEDISTA Mariarosaria D'Esposito

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Aspetti psicologici nella cura dell’obesità Carlo Alfaro

cell. 349.1381175

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#PEDIATRA

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#FISIOTERAPISTA

Un nuovo grande centro Veronica Di Martino

Laureata in Fisioterapia - Specializzata in Posturologia

cell. 327.8420706

In copertina Nadia Noemi Celentano e Daniele Di Donato fotografia di Luciano Buonomo


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#FOOTGOLF

Il Foot Golf verso il 2020

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Antonietta Lamagna

#FILOSOFO

Kant e i limiti della conoscenza umana Domenico Casa

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Consulente fi losofi co

#MENTALCOACH

Cosa rende davvero una persona di successo e felice?

e-mail domenico.casa2@tin.it

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Ernesto Lupacchio

Classico, moderno o Giorno&Notte?

cell. 347.67.67.533

Guenda Esposito

Mental Coach

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#FASHION

Intervista a Francesca Tizzano #CONSUMATORI

Disservizi legati alla fornitura di acqua

Design passionate

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Teresa Pane

A cosa servono i genitori

#GEOLOGO

Tutela professionale e lotta all'evasione Erminio Esposito

Consigliere Nazionale della FILP Federazione Italiana Liberi Professionisti

cell. 338.8560434

#CONDOMINIO

Psicologia del condominio

#POETA

Salvatore Spinelli

Pierluigi D'Apuzzo cell. 327.1323324

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#ARREDAMENTO

60 #LIBRI Libri come fari Giovanni Pepe

Amministratrice - Responsabile Punto Casa Italia

Mondadori Bookstore Piano di Sorrento

50 #CONSULENTEFINANZIARIO Un diamante è per

sempre, ma anche una casa non scherza ... Francesca Lauro

EFPA European Financial Advisor – EFA

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#FOODCROSSING

A me piace puveriello! Anna Maione

Esperta in comunicazione multimediale dell’enogastronomia

e-mail an.maione83@gmail.com

cell. 3383381901 e-mail icesia.fl @gmail.com Seguimi su Linkedin

Contatti e-mail redazione@centopercentofitness.it Cell. 331.5063051 - 339.2926045 Tel. 081.18224133

Periodico di attualità a diffusione gratuita Dep. Aut. Tribunale di Torre Annunziata del 09.06.2010 Direttore responsabile Giuseppe Damiano Editore Giuseppe Manzi Redazione Via Camaldoli, 18 - Vico Equense (Na) Progetto Grafico Maurizio Manzi - Bingwa Art Factory




#NUTRIZIONISTA

La dieta depurativa per prepararsi al Natale La dieta depurativa per prepararsi al Natale consiste nel dare spazio alla frutta e alla verdura e nel seguire un menu, dedicando particolare attenzione ai cibi da scegliere

Dottoressa

Francesca Maresca

La dieta depurativa per prepararsi al Natale è veramente ciò che ci vuole per disintossicare l’organismo dalle sostanze che spesso introduciamo nel nostro corpo in seguito a scelte alimentari sbagliate. Si tratta semplicemente di badare ad un’alimentazione sana, per aiutare l’organismo a ridurre le tossine che si generano durante il metabolismo. Non si tratta di un regime alimentare complicato, più che altro ci si deve basare sull’attenzione ai cibi che vengono consumati, preferendo quelli di facile digestione e mangiando in grande quantità frutta e verdure, quelle di stagione. È importante contenere l’apporto calorico e quello determinato dalle proteine e dai grassi, mettendo il fegato in condizione di potersi detossificare.

Le Regole

Per favorire il processo di depurazione del nostro organismo, bisogna portare avanti una dieta disintossicante, seguendo alcune regole fondamentali. Prima delle feste, prima di concedersi le abbuffate natalizie, è importante cercare di eliminare tutte quelle sostanze nocive che, accumulandosi, possono causare problemi vari, primi fra tutti sovrappeso e intolleranze. Grande spazio deve essere lasciato alla frutta e alla verdura, soprattutto ananas, cetrioli, prezzemolo, succo d’uva, frutti di bosco, spremute di agrumi, prugne. Tutti questi alimenti favoriscono la pulizia 8

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del colon. Da questo punto di vista è bene ricordarsi anche di bere almeno due litri d’acqua al giorno. Per liberare l’organismo dalle sostanze nocive è importante anche consumare tisane e tè verde, che aiutano a drenare. Ci sono alcuni cibi che dovrebbero essere evitati. Fra questi possiamo ricordare quelli affumicati, i fritti o gli eccessivamente salati, i salumi, il cioccolato e i dolci, il caffè e le carni grasse.

Il menu

Il menu ideale per una dieta depurativa per prepararsi al Natale non può prescindere da una buona azione, che dovremmo mettere in atto al risveglio. Si tratta di bere un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente, con un po’ di succo di limone, che ha importanti proprietà depurative. A colazione possiamo bere una tazza di tè verde e mangiare dello yogurt scremato con 3 cucchiai di cereali integrali. A tutto ciò possiamo aggiungere una fetta d’ananas. A pranzo per 3 giorni alla settimana possiamo consumare un’insalata mista e una porzione di pasta integrale o di legumi, aggiungendo un frutto. Per il resto della settimana a pranzo va bene anche una piccola quantità di proteine, magari preferendo il pesce azzurro accompagnato da insalata o verdure. A cena queste ultime non devono mancare, insieme alle proteine fornite dalla carne bianca, come quella di pollo, di tacchino o di coniglio. Per gli spuntini di metà mattina possiamo mangiare 3 fette d’ananas, uno yogurt scremato, un frutto oppure bere del succo di arance. A merenda vanno bene un tè o una tisana, un frutto, uno yogurt scremato o una manciata di frutta secca.



#CHIROPRATICA

Prevenire è meglio che curare

Dottoressa

Barbara Martino

Molti si affidano alla chiropratica per problemi muscolo scheletrici come lombalgia e problemi alla cervicale, nel momento in cui degenerano in modo acuto e cronico. Ma anche per quanto riguarda la salute della colonna vertebrale prevenire è sempre meglio che curare. Oltre ad un’attività fisica giornaliera e una buona dieta ci sono altri trucchi che possono servire per aiutare il nostro corpo a stare in salute. Scopriamo insieme quali sono. 10

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La chiropratica è una professione sanitaria primaria e indipendente che si occupa del ripristino e del mantenimento dello stato di salute di un individuo puntando principalmente sulla prevenzione. La colonna vertebrale è la sede del sistema nervoso centrale che controlla e da linfa a tutte le varie parti del corpo. Il sistema

nervoso centrale comunica tutti i messaggi del cervello fino ai nervi periferici e a tutti gli organi. Mantenendo una colonna vertebrale in salute sarà più semplice fare arrivare tutti i messaggi che partono dal cervello e si diramano nel resto del corpo. Il sistema nervoso centrale può essere paragonato ad un’autostrada.



#CHIROPRATICA

Se c’è un ingorgo o un incidente, la circolazione sarà rallentata e le automobili arriveranno più lentamente a destinazione. L’obiettivo principale della chiropratica è proprio quello di liberare gli intoppi muscolo scheletrici causati da problemi meccanico-posturale o da traumi. Sarebbe opportuno sottoporsi a controlli regolari per essere sicuri che non sussistano problemi alla colonna vertebrale, come si fanno regolarmente altri controlli sanitari. Se abbiamo dei disturbi è importante che siano eliminati al più presto, in modo tale che non si trasformino in qualcosa di più serio. Non si deve attendere di avere un dolore insopportabile per rivolgersi al chiropratico ma bisognerebbe intervenire per tempo prima che questo dolore si estenda ad altre zone del nostro corpo. È importante sapere che piccoli dolori, blocchi vertebrale, contratture muscolari o distorsioni se non trattati da veri professionisti indeboliscono tutta la schiena. Tutto ciò potrebbe causare anche una mancanza d’energia e di vitalità, stanchezza cronica e “invecchiamento” precoce. Quindi fare prevenzione vi aiuterà ad avere una vita migliore. La chiropratica aiuta a migliorare la mobilità, le funzioni e la salute delle articolazioni attraverso i cosiddetti aggiustamenti chiropratici (chiropractic adjustment). Quest’ultime sono tecniche di aggiustamento del sistema nervoso così definite per differenziarle dalle manipolazioni, impiegate 12

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da altre medicine manuali che agiscono solo sulle zone doloranti. Gli aggiustamenti chiropratici aiutano a rilassare i muscoli contratti e a energizzare i muscoli atrofizzati, perché non usati nel modo giusto, migliorando la loro forza. Di conseguenza, una migliore circolazione sanguigna e nervosa nella zona compromessa ripristina più velocemente il processo di guarigione innato del nostro corpo e contribuisce a migliorare anche le funzioni degli organi interni grazie ad una più libera e veloce comunicazione con il cervello. Una volta restaurata la corretta funzionalità della colonna vertebrale, dopo un problema muscolo scheletrico acuto o cronico, è consigliato sottoporsi regolarmente a controlli chiropratici com’è stato dimostrato da un gruppo di ricercatori del Nord Europa. Questi ultimi attraverso uno studio a elevato valore statistico (Randomized Controlled Trial) hanno dimostrato l’efficacia del “Maintenance Care” (trattamenti di richiamo successivi alla fase acuta) in pazienti con mal di schiena cronico. Il paziente non deve vedere il prosieguo dei trattamenti come un obbligo, bensì un’ulteriore via per migliorare il proprio stato di salute. Sottoponiamo i nostri denti a controlli di routine annuali pur non avendo evidenti problemi; allo stesso modo dovremmo dare la giusta attenzione anche alla colonna vertebrale. La Chiropratica è stata riconosciuta come professione sanitaria

primaria all’interno della Legge finanziaria 2008 ed è attualmente in corso la creazione di un albo. Purtroppo in Italia viviamo una carenza legislativa per cui è difficile distinguere quale figura sia veritiera e legalmente riconosciuta come chiropratico. Il mio consiglio è di rivolgersi sempre all’Associazione Italiana Chiropratici (AIC), dove sono iscritti solo ed esclusivamente dottori in chiropratica con la preparazione e i requisiti necessari per esercitare sul territorio italiano. Al momento in Italia non esistono scuole riconosciute dall’Organismo Mondiale sulla Chiropratica (CCE: Council on Chiropractic Education) e dal World Health Organisation (WHO). La laurea in Chiropratica può essere conseguita solo all’estero e il corso ha una durata di 5 anni per quanto riguarda Inghilterra e Francia, 6 anni per Stati Uniti Canada e Australia. Fonte: Eklund A, Jensen I, Lohela-Karlsson M, Hagberg J, Leboeuf-Yde C, Kongsted A, et al. (2018) “The Nordic Maintenance Care program: Effectiveness of chiropractic maintenance care versus symptom-guided treatment for recurrent and persistent low back pain—A pragmatic randomized controlled trial”. PLoS ONE 13(9): e0203029. Bijan Najafi, Baylor College of Medicine, UNITED STATES, September 12, 2018.



#YOGA

Open Day Yoga & Ben-essere Sono oltre 15 anni che l’Associazione Magie della Natura, realtà nata nella Penisola Sorrentina, promuove la necessità di un risveglio delle coscienze a realtà come: - Armonia di ogni singola persona con se stessa - Equilibrio tra le persone e l’ambiente che lo ospita, perché la Terra e l’Uomo sono un’unica realtà. - Alimentazione Bio- specialmente quella vegetariana. Dal cuore dell’Associazione è nata una (Associazione Sportiva Dilettantistica) sempre più affermata e qualificata a livello nazionale – SATCITANANDA – Accademia di Raja Yoga con corsi per tutte le età e corsi di formazione quadriennali per coloro che vogliono diventare insegnanti qualificati di Raja Yoga. Dalla collaborazione delle due realtà è nato l’Open Day del 1° Dicembre 2019, giornata di promozione di tutti i trattamenti e discipline olistiche di entrambe. Così da presentare a più persone possibili le nostre attività e trarne il massimo beneficio possibile, sia a livello personale che familiare ed ambientale.

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#LOGOPEDISTA

Bilinguismo... I love you Dottoressa

Mariarosaria D'Esposito

Salve a tutti! Hello everyone! Bonjour à tous! Hallo an alle! みなさん! Comprendere e parlare più lingue, per molti non è cosa semplice. E' necessaria una memoria fuori dal comune, un orecchio particolarmente attento ed una straordinaria capacità di apprendimento, per destreggiarsi con abilità in più idiomi. Non tutti hanno, ad esempio, le impareggiabili capacità del poco noto Cardinale Giuseppe Mezzofanti, vissuto a cavallo tra il 700 e l'800, iperpoliglotta, che pare addirittura conoscesse, con grande competenza, oltre 50 lingue. Ma non disperiamo! Si può godere di importanti benefici, a livello neurologico, anche solo apprendendo una seconda lingua. 16

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A tutti è nota l'importanza e l'utilità di imparare un idioma straniero. Nell'attività professionale, come nella vita, fornisce quanto meno una marcia in più. Padroneggiare l'inglese, ad esempio, rappresenta un requisito indispensabile ed imprescindibile nel mondo del lavoro. La conoscenza di più lingue influenza, inoltre, in maniera importante, altri processi mentali e rafforza lo sviluppo cognitivo, migliora la memoria e rallenta l'invecchiamento cerebrale. Come dimostrato in ambito neuroscientifico, sin dall'età infantile l'apprendimento di una seconda lingua consente un aumento della materia grigia, rilevabile strumentalmente. Un'espansione fondamentale, in quanto determina effetti performanti anche su altre funzioni cognitive, non strettamente di tipo linguistico. Studi sperimentali hanno dimostrato che il bilingue è più rapido nel prendere decisioni, ha tempi di apprendimento più brevi, interpreta e percepisce con più efficienza e precisione gli stimoli esterni, raggiunge e mantiene livelli attentivi più elevati; benefici di velocità e flessibilità che permangono, inoltre, in età adulta. Ovviamente qualche svantaggio c'è! Il poliglotta, in ciascuna delle sue lingue, pare abbia una pro-

prietà di linguaggio inferiore, se rapportata a quella del monolingua. A fronte di questa debolezza, però, i benefici sembrano essere tanti ed importanti, nell'età infantile, adulta e non meno in quella geriatrica. Apprendere una seconda lingua, infatti, pare ritardi l'insorgenza della demenza e ne rallenti l'evoluzione. La maggiore efficienza dei neuroni, infatti, crea una sorta di riserva cerebrale funzionale, che può rimandare, addirittura di 5-6 anni, l'appuntamento con l'Alzheimer. L'insegnamento di una seconda lingua potrebbe, quindi rappresentare un'utile strategia per contrastare le patologie neurodegenerative dell'anziano. Per fortuna non è mai troppo tardi per apprendere! Anche in età adulta è possibile approcciare ed imparare una nuova lingua e contribuire così al potenziamento delle proprie capacità cerebrali. L'uso frequente di entrambe e soprattutto il passaggio veloce dall'una all'altra, rafforzerà ulteriormente le nostre competenze. Ma attenzione! Occorre tanto allenamento! Non basterà, infatti, apprendere singole parole straniere ed inserirle e integrarle al proprio idioma, magari pronunciando frasi del tipo "Al prossimo mese, con 100%Fitness. Bye bye!"



#FISIOTERAPISTA

La postura Dottoressa

Brigida Pinto

Sempre più spesso, e sempre più da chiunque, si sente associare a questo misteriosa parola i concetti più disparati, dalla ormai navigata “ginnastica posturale di gruppo”, al “plantare posturale” per risolvere il mal di schiena. Oggi proviamo a capire questa nostra postura da dove nasce,come si struttura e a cosa ci serve. È necessario quindi presentare un sistema, il sistema tonico posturale (da ora in poi STP). Esso è responsabile delle correzioni che consentono al nostro corpo di controbilanciare attivamente la forza di gravità. Utilizza, per farlo, informazioni provenienti da molteplici entrate: visiva, oculomotoria, vestibolare, mandibolare, propriocettiva, plantare, esterocettiva, cutanea e viscerocettiva. L’attività muscolare antigravitaria (quella che stabilizza il nostro centro di gravità) è condizionata da tre elementi interdipendenti: • L’azione delle forze muscolari • L’allineamento strutturale, articolare e segmentario • La geometria delle superfici articolari 18

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Ogni minima incongruenza tra questi tre elementi si trasforma in sollecitazioni anomale e può generare dolore. Occhi, piedi e bocca sono considerati i modulatori principali del STP, ma le perturbazioni possono provenire anche dai visceri, da traumi fisici e da cicatrici patologiche. I movimenti ripetuti e le posture mantenute a lungo influenzano il tessuto nervoso e muscolare: la sindrome da disfunzione del movimento per l’appunto è una condizione di dolore localizzato che origina per irritazione del tessuto miofasciale, provocata da un uso biomeccanico scorretto delle strutture corporee, la cui risoluzione si trova non tanto nella riduzione della sintomatologia dolorosa localizzata, ma nella educazione al corretto uso degli schemi motori globali. Altro concetto da comprendere, all’interno del STP, è quello del controllo posturale , una funzione che necessita della presenza e dell’interazione di almeno cinque elementi: i sistemi sensoriali che registrano i discostamenti dalla condizione di equilibrio; la contrazione tonica dei muscoli antigravitari che neutralizzano la forza di gravità; i riflessi posturali, la cui integrazione fornisce le “reazioni posturali”; la stabilizzazione dei segmenti che danno punto fisso al movimento; la gestione dell’equilibrio che annulla gli effetti destabilizzanti sia interni che esterni al corpo. Un buon controllo porta inevita-

bilmente alla creazione di strategie posturali, prodotto delle esperienze motorie e dell’apprendimento, che possono dividersi in strategie reattive (messe in atto dopo la perturbazione) e anticipatorie (che utilizzano la previsione). Alla luce di ciò capirete quanto è complesso come sistema il STP, le cui variabili interagiscono tra loro facendolo diventare un sistema estremamente plastico in grado di trasformarsi con l’esperienza, di adattarsi alle variabili ambientali e temporali, di rispondere agli input e output e al mutare delle sue parti: i singoli elementi, interagendo tra loro, gli conferiscono delle proprietà che non possiedono singolarmente: ne consegue che il tutto è superiore alla somma delle parti. La postura quindi, provando a semplificare, diventa la risultante dell’interazione tra i sistemi osteoarticolare, neurosensoriale, mio fasciale e emozionale. Ed è estremamente difficile, ma per niente impossibile, lavorarci. È il nostro modo di relazionarci agli altri, di vivere esperienze, è il modo con cui creiamo la nostra personale visione del mondo.. “Ognuno di noi parla, si muove, pensa e sente emotivamente in un modo personale che dipende dall’immagine di sé stesso che ha costruito negli anni. Per cambiare il modo in cui ci comportiamo e agiamo dobbiamo cambiare l’immagine che portiamo dentro di noi.” Moshe Feldenkrais



#FARMACISTA

Proteggersi dal freddo

i consigli per evitare problemi di salute

Dottor

Giuseppe De Simone

Con l’arrivo delle prime piogge è fondamentale non sottovalutare l’importanza di proteggersi dal freddo. Tra i dilemmi legati agli effetti cambiamento climatico globale vi è quello delle variazioni repentine delle temperature. Se un tempo infatti si poteva sperare in un cambio graduale delle stagioni, oggi la trasformazione avviene in maniera improvvisa. Tale situazione mette l’organismo di fronte ad una condizione di stress derivante dal mancato adattamento alle temperature, che siano estive o invernali. A ciò si aggiunge il fatto che, per contrastare l’eccessivo incremento delle temperature in estate e l’enorme calo del termometro in inverno, si è speso abituati a stare in un ambiente fresco o riscaldato. Riducendo ulteriormente la capacità di adattamento dell’organismo. Una variazione improvvisa della temperatura può provocare oltre ad un aggravamento delle malattie croniche, anche l’in20

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sorgenza di malanni tipici della stagione autunnale. I soggetti più vulnerabili e a rischio sono i cardiopadici, i diabetici, coloro con problemi cronici di respirazione, ma anche persone giovani e senza problemi. Queste ultime possono essere soggette ad un ridotto benessere a causa dell’esposizione a basse temperature. Per i motivi sopra descritti, è bene fare attenzione a regolare la temperatura negli spazi domestici in modo che non differisca eccessivamente con la temperatura esterna. Inoltre, bisogna controllare l’umidità dell’ambiente in cui si vive. L’aria troppo umida può provocare difficoltà respiratorie ed è consigliabile ventilare occasionalmente gli spazi abitati. Nel caso si utilizzino sistemi di riscaldamento che vedono l’uso di combustibili come il legno, è ugualmente necessario ventilare correttamente gli ambienti. In tutti i casi, è indispensabile fare attenzione agli sbalzi di tempera-

tura. Inoltre, è fondamentale assumere una sana alimentazione, evitando il cosiddetto “cibo spazzatura”, favorendo alimenti ricchi di vitamine e sali minerali, cercando di mantenere ben idratato l’organismo. Per i più piccoli è necessario fare attenzione che non sudino. Per tutti, invece, è bene uscire coprendosi bene. Infine, è bene mantenere sempre i contatti con gli anziani che vivono da soli ed assicurarsi che abbiano riserve di cibo e di medicine, soprattutto quando all’esterno non vi sono le condizioni per poter uscire. Dunque, rimanere in contatto con il medico curante per valutare la necessità di praticare il vaccino antinfluenzale e con il farmacista di fiducia per porre rimedio ai piccoli problemi transitori sopraggiunti dopo l’esposizione al cambio di temperatura.



#PEDIATRA

Aspetti psicologici nella cura dell’obesità Seconda parte

Dottor

Carlo Alfaro

La Ruota del Cambiamento

Il “Modello Transteoretico”, ovvero “Essere pronti al cambiamento”, messo a punto dagli studiosi americani Prochaska, Norcross e Diclemente, è un approccio comportamentale che analizza la disponibilità e motivazione di un individuo a modificare un particolare comportamento. Il modello, molto utilizzato per la cura di comportamenti disfunzionali, quali abuso di sostanze, disturbi alimentari, obesità, si basa sul presupposto che il processo di cambiamento è un ciclo (una ruota) che si compie in cinque fasi distinte e consecutive, e spesso viene percorso varie volte (mediamente almeno 3-4) prima di poter arrivare al successo: le ricadute sono frequenti e non sono un fallimento, fanno parte del processo, in cui si impara dai propri errori. Solo il 5% delle persone impegnate nell’eliminazione di un comportamento disfunzionale ci riesce al primo tentativo. Il primo stadio, di Pre-contemplazione, è quando la persona non sa o non vuole riconoscere di avere un problema o non ha ancora identificato il problema come importante. Lo stadio di Contemplazione è quando la persona sa di avere un problema, ma non ha ancora deciso che vuole impegnarsi per cambiare o non crede che si possa fare qualcosa per risolverlo. Lo stadio di Programmazione, o Determinazione, è quando la persona riconosce di avere un problema, ha deciso che vuole provare a cambiare, e sta programmando cosa fare. Nello stadio successivo, di Avvio dell’azione, la persona ha cominciato ad 22

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adottare una serie di comportamenti che riducono o eliminano il proprio comportamento disfunzionale. Nel Mantenimento, dopo le azioni iniziali, la persona sta continuando a mantenere comportamenti che riducono o eliminano il proprio comportamento disfunzionale. Nella Ricaduta, la persona ha ripreso il comportamento disfunzionale di cui voleva liberarsi. Tutte e 5 le fasi sono ugualmente importanti. Ogni fase richiede strategie adeguate da parte del consulente, cui spetta il compito di individuare in quale posizione della ruota si trova il paziente. Nella Pre-contemplazione (il paziente non sa di avere un problema), bisogna accrescere la consapevolezza, nella Contemplazione (dubbi verso il cambiamento), vanno rinforzate le ragioni per il cambiamento e l’idea che può farcela (autoefficacia), nella Determinazione (decisione di fare qualcosa) si possono suggerire strategie accettabili, facili, efficaci, nell’Azione (messa in atto del cambiamento) si supportano le azioni, nel Mantenimento (continua la messa in atto) si sostiene la perseveranza, nelle Ricadute si controlla la demoralizzazione e si cerca di riavviare il processo. Ad esempio non è efficace (e non porta risultati stabili) programmare o proporre attività, che limitino o modifichino un comportamento, se la persona non ha ancora deciso che vuole affrontarlo e ridurlo. Nel trattamento dell’obesità, ad esempio, raccomandare un cambiamento delle scelte alimentari, quando il genitore non è ancora convinto che il peso del bambino sia un problema, è inutile.

Il colloquio motivazionale

Per iniziare il percorso di cambiamento da un comportamento disfunzionale, quale lo stile di vita che genera l’obesità, si parte dal Colloquio Motivazionale o Counselling Motivazionale (CM), sviluppato dagli psicologi William R. Miller e Stephen Rollnick nel


1991 per la terapia delle dipendenze e poi esteso al trattamento di altri stili di vita non salutari. Si tratta, secondo le parole degli ideatori, di “uno stile di comunicazione collaborativo e orientato, che presta particolare attenzione al linguaggio del cambiamento, progettato per rafforzare la motivazione personale e l’impegno verso un obiettivo specifico, attraverso la facilitazione dell’esplorazione delle ragioni proprie della persona per cambiare, il tutto in un’atmosfera di accettazione e aiuto”. Il CM è una modalità di comunicazione centrata sul paziente che fornisce agli operatori uno strumento di intervento strutturato efficace nell’aiutare i pazienti nella corretta valutazione e correzione dei propri comportamenti e a sostenerli nei processi di cambiamento, attraverso la presa di decisioni e la costruzione di un programma d’azione condiviso. Il metodo si basa sul principio che “di solito, ci si convince meglio con le ragioni trovate da sé stessi che non con quelle venute in mente ad altri” (Pascal). Il concetto di fondo è che le persone sono più propense a cambiare opinione se questa viene da loro autonomamente espressa, mentre il somministrare consigli “dall’alto” fa emergere resistenze e ostacoli. L'obiettivo del CM non è quello di istruire i pazienti su cosa fare, ma instaurare una relazione empatica e paritaria per facilitare la scelta di strategie efficaci per modificare positivamente un comportamento. Gli ingredienti principali sono alcuni atteggiamenti del clinico, quali: il rapporto empatico, la valutazione della motivazione e della fiducia del paziente, l’apwww.centopercentofitness.it

proccio non giudicante, la condivisione delle informazioni, la ricerca delle soluzioni proprie del paziente, la capacità di negoziare obiettivi raggiungibili e la programmazione del follow- up condiviso. L’operatore sanitario agisce da facilitatore, riconoscendo che il paziente ha facoltà di decidere, e chiede il permesso nei momenti in cui ritiene di dovere dare le sue opinioni. Il metodo si basa quindi sul rispetto dell'autonomia del paziente. Nel CM vi è un approccio collaborativo in cui si instaura una relazione alla pari, fondata sul rispetto e la fiducia. Si lavora nell’interesse del paziente e si fa in modo che le ragioni del cambiamento vengano evocate dal paziente e non proposte dal terapeuta. È indispensabile fin dall’inizio riuscire a costruire una buona relazione, comunicando al paziente l’interesse per le sue motivazioni e rispettando le sue decisioni finali. Il CM è particolarmente efficace per le persone meno pronte al cambiamento. Lo spirito del CM è un atteggiamento non giudicante, empatico e incoraggiante. Il clima deve essere di supporto, non oppositivo, nel quale i pazienti si sentono incoraggiati a esprimere sia gli aspetti positivi che negativi del loro attuale comportamento. Il criterio inalienabile del CM è il Rispetto del paziente. Il professionista, pur essendo un esperto della malattia, riconosce che il paziente è il maggior esperto della “sua” malattia, garantendo in primo luogo il suo diritto alla libertà di scegliere come cambiare o anche di non cambiare. Il principio dominante del CM è l’auto-determinazione, cioè lo sviluppo di una motivazione intrinseca, “emersa da dentro”, che porta a cambiamenti comportamentali più duraturi di quelli ottenuti con motivazioni estrinseche (per accontentare altri o realizzate con il controllo del professionista o dei familiari). La teoria dell’auto-determinazione invita pertanto i professionisti a favorire una motivazione intrinseca e a preservare contemporaneamente l’autostima del paziente, evitando i sensi di colpa e focalizzandosi sul processo di modifica dei comportamenti piuttosto che sul risultato finale. Continua sul prossimo numero


#SESSUOLOGA

Quale trattamento scegliere nelle disfunzioni sessuali Dottoressa

Olga Paola Zagaroli

Come suggerisce il DSM-5, la risposta sessuale è fondamentalmente biologica, ma è generalmente vissuta in un contesto intrapersonale, interpersonale e culturale. Pertanto, la funzione sessuale deve tener conto della complessa interazione tra fattori biologici, socio-culturali e psicologici. Nel valutare la disfunzione lamentata dal paziente si deve tener conto ovviamente del contesto interpersonale, con riferimento soprattutto alla relazione della coppia. Inoltre, occorre identificare bene i sintomi: ad esempio ci sono donne che esprimono questa problematica attraverso la mancanza di interesse per l’attività sessuale, altre riferiscono una carenza o un’assenza di pensieri erotici o sessuali, altre ancora risultano riluttanti ad intraprendere l’attività sessuale o a rispondere agli approcci del 24

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partner, altre, invece, possono essere incapaci di eccitarsi e corrispondere, quindi, all’eccitazione del partner. Talvolta, la sintomatologia espressa non soddisfa i criteri per una diagnosi di disturbo, tuttavia le variazioni in termini esperienziali o psicologiche da parte del paziente, risultano fonte di disagio tale da portare la persona in terapia. La prima scelta che il terapeuta deve compiere è quella di continuare il percorso individualmente o, qualora fosse necessario, in coppia. Sulla base di quanto raccolto a livello anamnestico,

si procede, dunque, con la psicoterapia. L’obiettivo terapeutico è quello di ottenere una “soddisfacente espressione sessuale” (Lorenzini, 1987). La prima domanda che il terapeuta, quindi, dovrà porsi è quella di “come superarlo?”. Successivamente, occorre analizzare la funzione del problema, che nello specifico viene riportato dal paziente, e passare alla domanda “perché si è creato?” (Ovvero qual è la funzione per il paziente e per la coppia). Una delle prime cose che si evidenzia è il fatto che la terapia



#SESSUOLOGA

sessuale, così intesa, non si fonda esclusivamente su un modello comportamentale che non tenga conto delle cognizioni e del mondo interiore del paziente, ma che lo si addestri a compiere determinati tipi di comportamenti più adattivi in alcune situazioni. Al contrario, tra una seduta e l’altra, il paziente o la coppia discuteranno ampiamente col terapeuta sulle mansioni sessuali, sulla risonanza interiore che hanno avuto, sulle paure che, eventualmente, hanno sollevato e, naturalmente, sulle nuove cognizioni positive che sono state scoperte di sé. Dal momento in cui il comportamento sessuale può essere valutato e osservato alla stregua di qualunque altro tipo di comportamento, una delle prime cose da fare in terapia è quella di insegnare al paziente a svolgere un ABC iniziando ad assegnare qualche Homework di analisi funzionale. Tuttavia, non bisogna dimenticare che la disfunzione sessuale è una manifestazione cognitiva (di pensieri e di emozioni) oltre che comportamentale, considerata sgradevole dal soggetto stesso che, pur contro la sua volontà, tende ad automantenersi. Per questo motivo, contemporaneamente bisogna introdurre, attraverso la psicoeducazione, il modello cognitivo-comportamentale che aiuterà il paziente a superare il suo problema, rinforzando con l’empatia la relazione terapeutica che, con questa tipologia di persone, svolge un ruolo 26

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cruciale nel superamento della problematica lamentata. Molto spesso questi pazienti si sentono in colpa, si imbarazzano, provano vergogna, pertanto non sono infrequenti comportamenti evitanti volti a nascondere, a mascherare, a evitare di affrontare in modo diretto la situazione (che chiaramente il paziente vive con disagio). L’alleanza con il terapeuta, frutto di una buona relazione terapeutica, favorisce l’apertura, la percezione di non essere giudicato, l’accettazione e, soprattutto, la possibilità di vedere “una luce alla fine del tunnel”. Se Homework e psicoeducazione sono i pilastri essenziali delle prime fasi della terapia cognitivo-comportamentale, con questa tipologia di pazienti, occorre contemporaneamente insegnare loro tecniche di rilassamento (rilassamento progressivo di Jacob-

son, Training autogeno, Mindfulness, ecc.) allo scopo di educare il paziente a riconoscere i propri stati di tensione, a controllarli, a gestirli. Il rinforzo inizialmente erogato dal terapeuta e successivamente dal paziente stesso, consentirà gradualmente la modifica di convinzioni e pensieri automatici negativi, aumentando il senso di auto efficacia del paziente e migliorando, naturalmente, il coping. Quando il paziente sarà diventato capace di gestire l’ansia (se necessario anche con un intervento di ristrutturazione cognitiva) derivante dagli stressor (interni ed esterni), si può passare allo svolgimento di un vero e proprio training emozionale (e successivamente un training assertivo) con il quale si dovrà rendere competente il paziente rispetto alle proprie emozioni e alle ma-


nifestazioni comportamentali di esse. Lo scopo di questo tipo di lavoro è quello di diminuire l’alessitimia (valutata in precedenza in fase di assessment) e, migliorare l’atteggiamento nei confronti di se stessi, del sesso, del partner. L’identificazione dei pensieri automatici negativi, dei falsi miti, delle credenze circa la sessualità e connesse ad emozioni disfunzionali, dovranno essere esplorate in terapia e confutate attraverso la ristrutturazione cognitiva. Esempio di alcuni pensieri tipici riferiti dai pazienti con disfunzioni sessuali • Il sesso è una cosa sporca. • Se provo l’orgasmo è peccato. • Se non aspetto il suo orgasmo sono un egoista. • Devo durare a lungo. • Non devo mai perdere l’erezione. • Se non ho voglia non amo il mio partner. • Se mi rifiuta non mi ama. Dopo aver illustrato al paziente il meccanismo di auto-mantenimento del sintomo, lo si può istruire sull’identificazione delle emozioni spiacevoli, dei pensieri automatici negativi e, naturalmente, eliminare i circoli viziosi intrapsichici e relazionali che contribuiscono al mantenimento del sintomo. È molto importante nelle terapie sessuali fissare dei piccoli obiettivi che il paziente riesce a raggiungere seduta dopo seduta (ogni seduta deve essere rinforzante per il paziente che ha svolto i compiti a casa e le mansioni seduta per seduta). Questo aumenta il senso di autoefficacia e, di conseguenza, permette al paziente di sviluppare pensieri automatici più funzionali su se stesso e sulle sue performance. Questa tattica terapeutica risulta molto efficace soprattutto per il problema dell’eiaculazione precoce e della disfunzione erettile maschile perché, attraverso il raggiungimento di queste “tappe intermedie”, il paziente si sentirà di avere maggiore controllo su se stesso, sul proprio corpo. Inoltre, non bisogna mai trascurare il dialogo interno del paziente ristrutturando le cognizioni negative ad ogni incontro. A questo proposito si possono www.centopercentofitness.it

fornire delle schede per consentire al paziente di lavorare su queste convinzioni disadattive anche a casa (homework). Esempio di convinzione disadattiva: “Occorre essere pronti in ogni situazione sessuale”. • Quando e dove è stata appresa? • Chi ha contribuito allo strutturarsi di questa convinzione? • Quali sono le prove che la sostengono? Quali sono le prove che la disconfermano? • Quali sono i vantaggi secondari che ottengo dal mantenimento di questa convinzione? • Perché questa convinzione nella mia vita attuale è dannosa? • Quale potrebbe essere una convinzione alternativa più realistica e adattiva? Infine, occorre far identificare al paziente le proprie preferenze sessuali sia in termini di sensazioni provate nel qui ed ora (identificate attraverso la focalizzazione sensoriale assegnata come homework), o in termini di fantasie da esplorare con il partner e da proporre in modo assertivo. Molto spesso l’approccio cognitivo comportamentale classico relativo alle tematiche sessuali viene accusato di essere eccessivamente focalizzato sui sintomi e poco sul paziente. Anche se apparentemente può sembrare superficiale e poco profondo, al cambiamento cognitivo (risultato della ristrutturazione e dei meccanismi indiretti derivanti dai rinforzi) seguirà inevitabilmente un cambiamento da parte del paziente dell’approccio a se stesso, al partner e al proprio corpo. Utilizzando l’approccio cognitivo-causale, infatti, la conoscenza del problema da parte del paziente dovrà passare attraverso i quattro livelli dell’interesse prioritario, quindi non può prescindere anche dall’aspetto relazionale, dal contenuto affettivo. È opportuno, pertanto, condurre un colloquio che si articoli sui vari livelli in modo da tenere ben presente l’interezza della persona.


#ODONTOIATRA

L’Ortodonzia Invisibile Dottor

Vittorio Milanese

Il trattamento ortodontico è ormai da anni diffuso non solo nei bambini e adolescenti, ma anche nei pazienti adulti. I benefici estetici e funzionali del trattamento ortodontico possono essere infatti molteplici. Il corretto allineamento e la corretta chiusura dei denti è importante per il mantenimento di un’igiene orale ottimale, per la corretta funzione masticatoria e del sistema muscolo scheletrico, cioè delle articolazioni temporomandibolari e dei muscoli di tutto il distretto cranio-cervico-mandibolare. Un bel sorriso, inoltre, è un importante strumento per il benessere psico-sociale. Per fare una corretta diagnosi e impostare un piano di trattamento, vengono esaminati i denti, la mandibola, la mascella, le articolazioni (ATM), il modo di masticare e di deglutire: quindi servono, oltre all'esame clinico e alle foto, i modelli in gesso dei denti ed alcuni esami radiografici: teleradiografia latero-laterale, eventualmente postero-anteriore, e OPT. Tutto è integrato dalla raccolta di un'attenta anamnesi che obiettivi, tra l'altro, la presenza di "abitudini viziate" (succhiamento del pollice, deglutizione infantile, interposizione del labbro e altre...). I pazienti adulti possono avere naturalmente delle esigenze diverse rispetto ai pazienti adolescenti durante il periodo di trattamento ortodontico. Una richiesta frequente è quella di avere un trattamento ortodontico invisibile, per esigenze personali e a volte anche lavorative. Le possibilità attualmente offerte in questo senso sono due:

1 Le mascherine o Allineatori

Una serie di mascherine sottili, elastiche, quasi invisibili, consentono di spostare i denti nella posizione desiderata. Le mascherine vengono utilizzate 28

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in una sequenza programmata e sostituite ad intervalli periodici. Vista da una distanza di 50 cm, la mascherina è praticamente invisibile. In più, non interferisce con la fonetica e deve essere tolta solo per mangiare e per lavare i denti. Questo permette anche di mantenere un’ igiene orale ideale nei pazienti con problemi gengivali e parodontali. I vantaggi delle mascherine, a parte l’aspetto estetico, sono rappresentati dal confort per il paziente che effettua il trattamento. Le mascherine vengono rimosse dal paziente per mangiare e per le normali manovre di igiene orale, ma devono essere portate per un numero congruo di ore (almeno 20 al giorno) per funzionare correttamente. Lo svantaggio e il limite è sicuramente rappresentato dal fatto che solo alcuni trattamenti possono essere eseguiti correttamente con le mascherine.

2 L’ortodonzia linguale

Questa tecnica è nata da ormai più di 30 anni. Si tratta “semplicemente” di incollare gli attacchi ortodontici dal lato interno dei denti, anziché da quello esterno. Naturalmente, il lato di applicazione diverso sul dente comporta delle differenze meccaniche. La differenza più rilevante è legata alla maggiore complessità nell’utilizzo clinico. Uno dei difetti più rilevanti dell’ortodonzia linguale è rappresentato dalla maggiore facilità di distacco dei bracket, e dall’ingombro dell’apparecchio verso la lingua che può provocare, soprattutto nella prime fasi, lievi alterazioni della pronuncia. In altre situazioni come nei casi di morso profondo, si possono incontrare degli ostacoli dovuti alla mancanza di spazio per incollare gli attacchi. In questi casi si potrebbe optare per attacchi realizzati su misura ma con costi decisamente superiori.



#FITNESS

Scoliosi e Attività Fisica

Alfonso Galano

La scoliosi è una patologia tridimensionale della colonna vertebrale in cui osserviamo che la colonna non è in linea ma va a formare delle curve che ci danno un aspetto ad “S” con le rispettive concavità e convessità. Facciamo una prima differenza tra scoliosi e atteggiamento scoliotico. La scoliosi è un dismorfismo, ovvero una modificazione della normale morfologia sostenuta da alterazioni congenite (malformazioni), o acquisite delle strutture muscolo-scheletriche, esse non sono correggibili se non tramite apposito trattamento ortopedico. Si parla di atteggiamento scoliotico, invece, quando la deviazione della colonna avviene solo in determinate posizioni, questo è invece un paramorfismo, ovvero una deformità in genere transitoria, correggibile volontariamente, dovuta al mantenimento di posture scorrette nel tempo, queste solitamente sono forme reversibili e quindi correggibili mediante appositi esercizi di rieducazione posturale. In molti casi questi 30

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atteggiamenti regrediscono in maniera spontanea, ma comunque devono essere individuati precocemente per essere trattati con successo, soprattutto in età evolutiva. Solitamente l’attività fisica che i medici ortopedici consigliano nei casi di scoliosi è il nuoto, il che è sicuramente una valida opzione da valutare considerando che la colonna vertebrale lavora in scarico di peso, essendo il nuoto un’attività in cui vi è assenza di gravità, dato che il peso corporeo viene sospeso dall’acqua, ma permette comunque di far lavorare la muscolatura della colonna e rinforzarla per far si che la deviazione quantomeno non peggiori. L’unica pecca la troviamo nel fatto che si andrebbe a lavorare comunque in maniera simmetrica, quindi essendo l’atteggiamento scoliotico un paramorfismo di tipo asimmetrico, dove un lato del corpo è sicuramente diverso dall’altro dal punto di vista muscolo-scheletrico, viene da se capire che bisogna lavorare in maniera differente per ogni lato. Il lavoro specifico in palestra, tramite un lavoro personalizzato, è a mio parere il miglior metodo per andare ad evitare che la curva peggiori o anche cercare di ridurre anche se di poco i gradi di curvatura. Sappiamo che un muscolo può modificare la sua morfologia a seconda del ruolo che gli viene

abitualmente richiesto: accorciarsi, allungarsi, assottigliarsi, ingrossarsi. Ci viene da dire dunque, che il muscolo è un elemento anatomico estremamente plastico. Riferendoci alla scoliosi che come già detto, va a creare una colonna a “forma di S” con conseguenti concavità e convessità, per cercare di ristabilire un equilibrio andremo a fare un lavoro che ci permetta di allungare la muscolatura della zona concava e rinforzare quelli della zona convessa. Andremo dunque a dare degli input in questo senso seguiti poi da un protocollo di esercizi di allungamento specifici sia essi attivi, quindi con il lavoro attivo del paziente, siano essi passivi quindi con il mantenimento di posture o comunque con allungamenti manuali fatto da persone qualificate e cercando poi di fare attenzione allo stile di vita, alle posture scorrette e alle attività che meno si sposano con questo tipo di paramorfismo.





#FISIOTERAPISTA

Un nuovo grande centro un grande progetto, il sogno di una vita Dottoressa

Veronica Di Martino

Sono ormai quasi 10 anni che professiamo l'attivita di fisioterapista e posturologa nel centro di Fisioterapia Innovata (Irve) a via Bagnulo, 108… ma è arrivato i momento di regalare a tutti coloro che lo vorranno un nuovo grande progetto, iniziato tre anni fa a Sant'Agnello con il Medical Wellness e portato a conclusione con una nuova struttura a Piano di Sorrento. Diamo vita ad un Centro Medical Welness Con Tecnologia ad Infrarossi in esclusiva in tutta la Penisola. La nostra MISSIONE è sviluppare esperienze di fitness e salute personalizzate che diano alle persone la possibilità di scegliere la vita che desiderano. Ci aggiorniamo costantemente e anticipiamo i bisogni delle persone che si fidano di noi, ridefiniamo i livelli dell’innovazione, della qualità e del servizio necessari 34

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per garantire un’esperienza di fitness e benessere senza eguali.

I nostri servizi Vacu Gym. Combina la tecnologia vacum e quella infrarossi per la risoluzione delle problematiche legate all’accumulo di grasso. Questa combinazione unica di Vacum + Infrarossi, riesce ad attivare la circolazione sanguigna e il metabolismo, per eliminare la cellulite e il ristagno dei liquidi in eccesso durante l’attività fisica. È un nuovo metodo per perdere peso che consiste nel riscaldare i tessuti e i muscoli, migliorando la circolazione e il metabolismo, portando quindi ad una diminuzione dei tessuti adiposi e della cellulite. I nostri sistemi a infrarosso combinano esercizio fisico e irradiazione infrarossa. Il vantaggio

principale di questo metodo è proprio il repentino riscaldamento dei tessuti in profondità. Studio Pilates Protagoniste dei corsi sono le macchine ideate da Joseph Pilates: il reformer, la cadillac. Il Pilates con i grandi attrezzi aiuta ad aumentare la consapevolezza del proprio corpo e prepara il fisico ad affrontare le lezioni a corpo libero. Pilates Matwork Indicato per coloro che hanno come obiettivo l’allungamento, la tonificazione, la postura e la definizione muscolare,il corso viene effettuato a corpo libero su tappetino con l’utilizzo di piccoli attrezzi come magic circle, softball, foamroller, dischi ed elastici. Pilates Barre Questo nuovo metodo di alle-


namento si chiama così da Barre=Sbarra e riprende l’usanza dei ballerini di scaldarsi e allenarsi alla sbarra per sviluppare l’equilibrio. Il Barre Workout usa quindi le posizioni di braccia e gambe tipiche della danza e le combina con lo yoga, il Pilates e movimenti della danza per sviluppare muscoli e rafforzare il corpo. Studio Posturale Dall’esperienza maturati in anni di ricerca e attività nel settore Posturale, e grazie a competenze specifiche e personale altamente qualificato siamo in grado di proporre servizi innovativi e di elevato valore aggiunto. Grazie alle nostre conoscenze approfondite in Posturologia in Posturometria, in Kinesiologia, in Podologia e sui rapporti funzionali tra articolazione, innervazione, reazione motoria, analisi delle strutture e postura. Recuperiamo gli schemi motori elaborando metodi terapeutici e di riabilitazione posturale. Interveniamo in caso di patologie complesse come ad esempio scoliosi, dismetria degli arti inferiori, asimmetria del bacino, patologie del rachide.

pestivo e qualificato intervento fisioterapico mirato al ripristino della normale funzionalità. Chi ci conosce già sa perfettamente che può curarsi da noi senza fare cicli infiniti di terapie sorpassate e senza dover investire cifre impossibili; per questo motivo, a Voi che siete stati nostri clienti e a chi vorrà avvicinarsi a noi per la prima volta, sono dedicate tariffe agevolate con trattamenti di ultima generazione.

trattamento di tendinopatie (epicondilite, epitrocleite), calcificazioni (spina calcaneare), trigger points;

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La gamma di servizi e trattamenti offerti è molto ampia, adatta sia alla cura dei più diffusi problemi artrosici, reumatici e posturali che alla riabilitazione più specifica per il trattamento di patologie dello sport o il recupero post-operatorio: Laser Yag-Laser Ad alta potenza indicato per il trattamento degli stati infiammatori del sistema muscolo- scheletrico;

Studio di Fisioterapia Irve: È una struttura sanitaria privata di nuova concezione che dispone di macchinari fisioterapici all’avanguardia ed usa i metodi riabilitativi più innovativi.

Dynamix Terapia innovativa che sfrutta 3 diverse tecnologie per il trattamento di patologie osteo-articolari acute e croniche, sindromi algiche ed irritative del sistema nervoso (radicolopatie, lombosciatalgie…), alterazioni del sistema linfatico e del microcircolo (linfoedemi, lipoedemi);

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Tecar Tecarterapia di ultima generazione impiegata per la cura di patologie articolari e muscolari, traumi, patologie dello sportivo; Ultrasuoni / Magnetoterapia Elettroterapia di base La Fisioestetica è una particolare branca della Fisioterapia che, attraverso l’utilizzo di apparecchiature elettromedicali impiegate nella Fisioterapia Riabilitativa, ha l’obiettivo di trattare le patologie alla base degli inestetismi. Il Fisioterapista applica trattamenti specifici e personalizzati. Comprende tutte quelle cure e tutti i trattamenti che, pur riguardando l'estetica della persona, vengono eseguiti attraverso trattamenti non invasivi. Quali sono i trattamenti più frequenti • Trattamenti di rimodellamento • Trattamenti anticellulite • Trattamenti viso Anti-Aging


#FOOTGOLF

Il Foot Golf verso il 2020 Il Footgolf italiano conquista il 5 posto agli europei e si prepara ai Mondiali in Giappone del 2020 con grandi novità di gioco, a partire dal Campionato Nazionale

Antonietta Lamagna

Tempo di resoconti e programmazione per il Footgolf italiano che, dopo l’onorevole 5 posto conquistato agli europei inglesi di fine settembre, guarda al Campionato Nazionale ed ai Mondiali 2020 con rinnovato entusiasmo, maggiore consapevolezza e tante novità. La performance italiana a Oxford, sebbene abbia evidenziato una mancanza di esperienza di gioco internazionale da parte dei nostri footgolfers, colloca la squadra azzurra, a livello mondiale, insieme ad Olanda, Slovacchia, Svizzera ed Argentina, subito dopo i giganti UK e Francia. Combattuta, dal team italiano, fino all’ultima buca, la competizione europea degli uomini di Capitan Mazzer ha messo in luce una squadra coesa e determinata, fermata solo dalla poca familiarità con i green e con il mach play. Nonostante gli azzurri del Footgolf abbiano dato il meglio sui campi inglesi di Oxford, il “dopo europei” ha reso necessaria una generale riflessione sui futuri obiettivi del Footgolf italiano e sulla necessità di acquisire maggiore esperienza di gioco internazionale, anche in vista dei Mondiali 2020 in Giappone. “Questo 5° posto europeo - ha dichiarato Leonardo Decaria, Presidedente di AIFG - è per noi un punto di partenza, che ci da entusiasmo e voglia di lavorare tutti insieme per migliorare. L'obiettivo, ora, è acquisire esperienza in campo internazionale, e le basi su cui fondare questo progetto, a mio avviso, ci sono tutte.” Le prime risposte arrivano dal Campionato Nazionale 2020 che, come ci ha spiegato il Presidente 36

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Decaria, prevederà, al suo interno, anche la modalità match play. “È questa, la grande novità che abbiamo introdotto per la prossima stagione - ci racconta Decaria - le 7 tappe individuali del Campionato, l’ultima su due giorni, resteranno invariate ma nei 6 sabati rimanenti verranno organizzate 4 tappe a coppie ed un torneo match play, diviso in due giornate. La prima giornata di match play, organizzata nel sabato antecedente la 3° tappa individuale, prevederanno le fasi a gironi, con il passaggio del turno per i primi 2 classificati, uno al play-off ed uno al play-out. Il giorno precedente alla 4° tappa individuale verranno invece giocati gli scontri diretti, con il vincitore del torneo che si guadagnerà un posto nella spedizione al Mondiale in Giappone. Oltre a questo, tutti i partecipanti al torneo match play riceveranno punti per il Campionato Nazionale, come sappiamo in questa modalità di gioco non è detto che chi fa meno colpi vince, quindi ci aspettiamo un bel po’ di carte mescolate.” “Da questo EuroFootGolf - prosegue Leonardo Decaria - abbiamo imparato che, ad alti livelli, i dettagli fanno la differenza. Un pallone che si ferma a 3 cm dal bordo può compromettere il passaggio del turno, quindi vince chi meno sbaglia, chi regge meglio la tensione, chi è abituato a questo tipo di competizioni. Stiamo crescendo. Nel 2020 vogliamo crescere ancora, con maggiore partecipazione dei nostri giocatori ai tornei esteri, così che possano avere più familiarità con il FootGolf giocato ai massimi livelli. L’introduzione dei tornei match play all’interno del Campionato Nazionale 2020 è un modo per preparare i nostri giocatori a ciò che troveranno nei tornei esteri, non solo un’idea per coinvolgere tutti i giocatori italiani in una nuova modalità di gioco.”


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#MENTALCOACH

Cosa rende davvero una persona di successo e felice?

Ernesto Lupacchio

A scuola mi domandarono cosa volessi essere da grande. Io scrissi “Essere Felice”. Mi dissero che non avevo capito il compito, ed io risposi che loro non avevano capito la vita.

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La conoscenza di sé e dei propri bisogni è fondamentale per rispondere a questa domanda perché l’obiettivo di ciascuno dovrebbe essere semplicemente diventare la versione migliore di noi stessi. Innanzitutto è necessario imparare ad essere più sereni, centrati e in grado di gestire le difficoltà con consapevolezza ed ottimismo, con la giusta leggerezza e con un profondo senso di equilibrio; se riuscirai a lavorare su te stesso i risultati ti sorprenderanno in modo inaspettato e sorprendente. Non è fuori che devi cercare, ma dentro di te. L’autostima è un tassello importante perché sei tu a creare il tuo successo e la tua felicità. Più impari a capire chi sei, a scoprire il motivo delle cose, più sarai presente a te stesso, o te

stessa, e potrai davvero giungere al successo e alla felicità. Sviluppa la mentalità che ti consente di ottenere più risultati, diventa più produttivo e dai il meglio di te in ogni cosa che fai. Si tratta di trovare la soddisfazione in noi stessi e in ciò che abbiamo fatto e facciamo. Anche quando ciò che abbiamo fatto è stato doloroso e difficile. A questo punto dirai come posso ottenere tutto ciò? Ecco alcuni esempi e regole da osservare per migliorare la qualità della nostra vita per proiettarla al successo: - Concentra la tua attenzione sui risultati piuttosto che sulla fatica o difficoltà delle cose da fare - Stabilisci le tue priorità in modo da non perdere tempo ed energie - Definisci il tuo scopo/obiettivo e seguilo - Definisci alcuni obiettivi per ogni area della tua vita, non solo per quella professionale ma anche personale e relazionale - Concentrati su ciò che puoi controllare - Distingui cose urgenti da cose importanti


di emozioni negative prevale su quelle positive e se hai dovuto rinunciare alla soddisfazione dei tuoi bisogni più profondi avrai raggiunto un successo effimero e insignificante. ​Non disperdere il tuo tempo in cose inutili e improduttive e focalizzati, invece, su ciò che conta veramente e che più fa la differenza nella tua vita. Perché c’è una netta distinzione tra “avere successo” ed “ESSERE DI SUCCESSO”. Sii più efficiente, pratico, organizzato per essere in grado di realizzare gli obiettivi più importanti che tu stesso ti sei posto, senza rinunciare alle cose che contano davvero. L’essere umano è complesso. Abbiamo un corpo, una mente, proviamo delle emozioni, entriamo in relazione con altri esseri che sono, al tempo stesso, simili a noi ma anche molto diversi. La nostra vita è fatta di vari momenti: c’è il momento dello studio, quello del lavoro, quello dello svago. E la nostra soddisfazione dipende dalla sinergia con cui riusciremo a controllare l’andamento di questi ambiti. Spesso infatti abbiamo difficoltà a mettere in ordine i tasselli di questo nostro mosaico. Sai perché? Perché conduciamo una vita troppo frenetica e piena di stress. Il “VERO SUCCESSO” è fare bene il proprio lavoro, provawww.centopercentofitness.it

re la gioia di fare ciò che piace nella vita, ottenendo soddisfazioni economiche, e allo stesso tempo riuscire a coltivare significativi rapporti con gli altri e a prendersi cura di se stessi. Infatti, la mancanza di tempo da dedicare a se stessi, alla propria famiglia o alle proprie passioni extra lavorative, è una delle fonti maggiori di insoddisfazione della maggior parte delle persone. Ed è proprio per questo che io non tralascio questo aspetto e cerco di vivere le mie passioni e i miei hobbies senza frenarmi. Spesso non abbiamo tempo per “fare” tutto ciò che vogliamo “fare” perché viviamo in un mondo sempre più difficile sopraffatti da mille impegni, incombenze, attività e urgenze. Il risultato è che facciamo quasi tutto con molto stress e frustrazione e i risultati alla fine non ci soddisfano mai appieno. C’è sempre qualcosa che ci manca! Puoi raggiungere grandi risultati, ma se nella tua vita la quantità

Il vero successo si basa sulla nostra essenza che è fatta di risultati ma anche di un’ottima qualità di vita e di relazioni che funzionano in armonia. Tutto è difficile se non sai come fare, ma tutto diventa semplice se impari a gestire le cose in modo diverso. Non c'è niente di peggio che raggiungere dei grandi risultati professionali e poi perdere o sacrificare se stessi o i propri affetti, e magari non accorgersi che i nostri figli o genitori e il nostro partner hanno veramente bisogno di noi, o aumentare il fatturato, se poi ciò ti porta a vivere una vita vuota e stressante, che ti consuma poco per volta senza mai concederti il benché minimo tempo per te stesso.

Il successo non è solo ciò che realizzi nella tua vita, ma anche ciò che ispiri nella vita degli altri.


#FASHION

Francesca Tizzano

Intervista alla modella e web influencer di Sorrento

Fai la modella da quando avevi 16 anni, come ti sei ritrovata in questo mondo? Il mondo della moda mi ha sempre affascinato, fin da bambina. A sedici anni ho avuto la mia prima proposta per una campagna pubblicitaria di bikini per teenager. Ricordo ancora quanto ero emozionata e tesa essendo la mia prima esperienza! Da lì capii che era quello che mi piaceva fare in quanto sentivo di riuscire ad esprimermi al meglio. Che sei bella è evidente a tutti, ma ci spieghi quali sono i segreti ( se ci sono) della tua bellezza? Tra i miei segreti di bellezza seguire una dieta sana ed equilibrata associata ad un allenamento costante presso il centro fitness Ulysse sono i must ai quali non si può sfuggire! Inoltre quando ho un po’ di tempo libero mi concedo una giornata in Ulysse Spa e un massaggio rilas40

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sante in quanto hanno un impatto molto positivo non solo sul corpo ma anche sulla mente. Hai più di 81k di followers su istagram, come si arriva ad avere un successo cosi grande alla tua giovane età? Il mio profilo Instagram è nato per gioco nel 2012, quando era un social non molto conosciuto. Dopo aver partecipato a Miss Italia il mio profilo crebbe in modo significativo e decisi di utilizzarlo in maniera sempre piú professionale. Pensi che sarà questa la tua strada nella vita? Qual'è il tuo sogno nel cassetto? È difficile dare una risposta in questo momento. Sono consepevole che il lavoro di modella ha una vita non troppo lunga, per questo ho deciso di iscrivermi all’università dopo il diploma e quest’anno mi sono laureata in Fashion Branding & Marketing a Londra.

Il mio sogno è di avere sempre l’opportunità di fare quello che amo, in futuro magari continuando in questo settore ma con un ruolo differente! Quali sono i tuoi prossimi progetti? A breve mi trasferirò a Milano per concentrarmi al meglio sul mio lavoro e continuerò ad essere attiva su Instagram, dove vi terrò aggiornati!

L'identikit

Occhi: castani Capelli: castani Altezza: 173 cm Misure: 89 - 62 - 89 Titolo di studio: Laurea in Fashion Branding & Marketing alla University of West London Instagram: francescatizzano





#CONSUMATORI

Disservizi legati alla fornitura di acqua

Pierluigi D'Apuzzo

Oramai sempre più spesso capita in penisola sorrentina di subire disservizi legati alla regolare fornitura di acqua nelle nostre abitazioni. Per motivazioni non sempre chiare ed esaustive noi tutti accettiamo supinamente disagi che si protraggono per molte ore o addirittura per giorni. Ci si chiede quali siano questi famosi “interventi programmati” che così spesso necessitano di interruzioni nell’erogazione 44

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dell’acqua potabile per periodi così prolungati. Per quale motivo l’utenza è costretta a subire continui disagi senza poter ottenere quanto meno un “ristoro” in bolletta a causa dell’ inadempimento contrattuale della società erogatrice. Non basta comunicare che ci sarà un’interruzione dell’erogazione dell’acqua è necessario che la società che gestisce il sistema idrico si adoperi per alleviare il disagio che comunque provoca.

Risulta evidente come in questi casi ci si trovi dinnanzi all’ennesimo episodio che testimonia come si manchi di qualunque forma di organizzazione e di programmazione e a farne le spese sono sempre gli stessi: i cittadini. C’è chi al disagio –comunque grave - di restare senza acqua associa il danno economico per la propria attività imprenditoriale impossibilitata a funzionare per mancanza d’acqua.


In questi casi quali sono i nostri diritti?

È bene chiarire, anzitutto, che tra la Società che gestisce la fornitura e l’utente si instaura un rapporto giuridico definito dal codice civile come contratto di somministrazione con cui una parte (somministrante) si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, ad eseguire, a favore dell'altra (somministrato), prestazioni periodiche o continuative di cose (art 1559 c.c.). In particolare il somministrante, ovvero la Società che gestisce il servizio, assume su di sé l’obbligo di apprestare i mezzi necessari per l’adempimento e anche i rischi per la fornitura. Detti rischi costituiscono l’alea normale del contratto derivante dal proiettarsi delle prestazioni nel futuro. Al riguardo la Suprema Corte di Cassazione ha statuito che: “Con riguardo a pubblico servizio di distribuzione di acqua potabile l'affidamento da parte del Comune del detto servizio ad un concessionario comporta per quest'ultimo l'obbligo di mantenere in buono stato le condutture dell'impianto di distribuzione all'uopo predisposto, che è strumentale rispetto al servizio oggetto della concessione”. In sostanza, prosegue la Corte, la rottura di una conduttura, a meno che non dovuta al verificarsi di una calamità naturale, non può ritenersi come evento straordinario e imprevedibile tale da escludere ogni tipo di responsabilità della Società www.centopercentofitness.it

per i danni e i disagi arrecati agli utenti. Di pari passo la giurisprudenza ha avuto modo di stabilire che l’omessa fornitura di acqua potabile genera notevoli disagi quali: la difficoltà ad attendere all’igiene personale e della casa, all’impossibilità di usare acqua calda, elettrodomestici , alla necessità di attingere acqua presso altri Comuni limitrofi al fine di soddisfare le esigenze di vita primarie e basilari. Suddetti disagi ripercuotendosi sul diritto alla qualità della vita ed alla libera estrinsecazione della personalità, costituzionalmente garantita dall’art. 2 della Costituzione, fanno riconoscere il risarcimento del danno esistenziale il quale può essere provato anche con presunzioni o attraverso il ricorso a fatti notori.

In ossequio ai principi in materia di responsabilità contrattuale, va da sè che in caso di interruzione della somministrazione di acqua potabile da parte del somministrante si configuri un’ipotesi di responsabilità contrattuale. Tale responsabilità sarà da imputarsi in capo alla società che effettua il servizio di somministrazione d’acqua e pertanto discenderà che in capo all’azienda fornitrice sorgeranno anche i rischi relativi all’esecuzione della prestazione. Le attività commerciali danneggiate dall’interruzione del servizio idrico, possono quindi richiedere il risarcimento del danno patrimoniale ed anche non patrimoniale.


#CONDOMINIO

Psicologia del condominio Ruolo dell’amministratore che gli consente di fare, di agire

Teresa Pane

Nei nostri articoli abbiamo per lo più analizzato finora aspetti tecnico-normativi del Condominio. Ma di esso si tralasciano spesso gli aspetti relazionali ed interattivi: il Condominio è fatto di persone e di rapporti interpersonali tanto che si può affermare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che è proprio la qualità e la gestione di tali rapporti che determina il successo o l’insuccesso della gestione di un amministratore e la tranquillità stessa del vivere in comune. In questo articolo esamineremo alcuni aspetti generali della c.d. "psicologia del condominio”. La psicologia è la scienza che studia il comportamento ed i processi mentali degli individui in relazione agli stimoli interni e all’ambiente in cui manifestano la loro attività: la psicologia del condominio considera pertanto il modo di pensare e di sentire degli individui all’interno dell’ambiente condominiale, il loro modo di agire e reagire nelle interazioni. 46

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La pratica condominiale porta a rilevare che la relazione tra amministratore e amministrati e tra gli stessi amministrati viene frequentemente complicata da comunicazioni che non sempre sono facilmente comprensibili: ne consegue che è rilevante l’identificazione del ruolo dell’amministratore, che implica talune limitazioni, necessarie ad individuare le caratteristiche e le funzioni degli attori. Ogni interazione stimola impressioni, sensazioni, idee, genera aspettative o speranze che danno vita ad un «modo di vedere» le cose, al quale bisogna prestare ascolto se si vuole stabilire un contatto soddisfacente. L’amministratore svolge una funzione, un ufficio, inteso come “dovere morale” derivato dall’assunzione del mandato, di un compito contrattualmente definito e riconosciuto. Il frame, ovvero la cornice comportamentale in cui si svolge anche l’azione dell’amministratore, ha limiti precisi, che sono ben precisi: è il contratto che regola la natura del rapporto tra amministratore e amministrato. La conflittualità tra condomini e amministratore deriva proprio dal non conoscere fin dove arrivano questi confini. L’amministratore, nell’ambito delle proprie funzioni, regolate dalla legge, gode di un certo potere,

per conto dei condomini e nell’interesse dei condomini; l’azione comporta una responsabilità, per la quale l’amministratore deve rispondere, giustificare, garantire. Per questo, è necessaria una chiara motivazione professionale e competenza. È necessario progettare la gestione del condominio, tenendo conto della capacità contributiva dei condomini: solo così sarà possibile mantenere in seno alla comunità un clima sereno e di civile collaborazione. Infine, un accenno allo stereotipo del buon padre di famiglia. Il carico di lavoro dell'amministratore è spesso accresciuto dalle richieste di essere come un padre, o un fratello, un amico, un confessore, un buon psicologo. Proviamo allora a proporre una metafora: la famiglia, gruppo primario per eccellenza, diventa il condominio, l’amministratore diventa i genitori e i condomini amministrati sono i figli. La funzione dei genitori offre spunti di riflessione interessanti: devono essere dotati di tatto e di intuito psicologico, ad essi sono richieste prestazioni amplissime, da quelle di guida a compagni di gioco, sono attaccati a volte duramente e proditoriamente, sono amati e odiati, ma un genitore per lo più sa queste cose, sta al gioco e lo regge, è lui che guida,



#CONDOMINIO

che ascolta, che dialoga, che stimola il dialogo, che dà un limite al proprio intervento e a quello dei figli, seguendone il gioco, ma anche avviando l'esperienza di altri giochi, la scuola, il lavoro, la vita con tutti i suoi intrecci. Un genitore non è l'amico; ma può, e talora deve, saper fare anche questo. L'amministratore con la sua azione di guida e di mediazione, ha il compito di stimolare la comunicazione a tutti i livelli, curando che avvenga nei limiti della correttezza e del rispetto, con pacatezza ma con fermezza.

La comunicazione efficace in assemblea

Il termine assemblea deriva dal latino ad-similare, mettere insieme, nel nostro caso, elementi tra loro simili per appartenenza. Nell’assemblea del condominio giocano diversi fattori: il ruolo dei condomini e quello dell’amministratore, che sono le parti, i cui ruoli vengono vissuti quasi sempre come controparti. Prima dell’incontro, è bene che l’amministratore prepari il suo piano di lavoro e gli argomenti in esame. Prima dell’inizio della riunione, l’amministratore deve prestare attenzione alle richieste dei condomini, alle loro aspettative, alle loro motivazioni. Lo scambio di esperienze individuali tra i condomini è un momento importante e necessario per l’avvio dell’assemblea, in quanto la compartecipazione consente di impostare un progetto comune di soluzione dei problemi, tenendo ben presente che i condomini accolgono più volentieri i suggerimenti dei loro simili piuttosto che quelli degli esperti. L’amministratore perciò deve proporre l’argomento in esame facendo attenzione a: - mantenere un atteggiamento spontaneo di collaborazione e disponibilità nell’esposizione; - richiamare ed indicare sempre i limiti del suo intervento e le regole condominiali; - esporre l’argomento sulla base della propria esperienza e delle proprie conoscenze, tenendo conto che le costrizioni possono far fallire il suo lavoro. L’amministratore dovrebbe evitare un atteggiamento difensivo o, peggio, passivo, in quanto diventa immediatamente per i condomini la controparte: deve perciò assumere un atteggiamento aperto e convincente. 48

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È essenziale che nell’ambito dell’assemblea l’amministratore utilizzi il suo ruolo come modello comportamentale, in quanto i condomini tendono, inconsapevolmente, ad imitare il suo stile: avere coscienza di questo potere e gestirlo correttamente significa avere concrete possibilità di influire positivamente. Ad esempio, è bene sollecitare le persone che assistono alla riunione in silenzio a prendere la parola, perché questo è un gesto di apertura e di compartecipazione, utile a stabilire un clima di fiducia reciproca. L’assemblea è un unità nella differenza, un insieme di persone che danno vita a qualcosa di diverso, di nuovo, che non è la somma degli individui che vi partecipano. L’amministratore è parte di tutto questo: rappresenta uno dei due poli, e spetta a lui garantire l’attrazione di questi estremi. La comunità dei condomini presenta sempre alcuni sottogruppi, i conformisti, propositivi, e i contestatori, sempre in opposizione. Di solito, sono questi ultimi che si fanno sentire, a scapito di quella parte di condomini silenziosa e conformista che rappresenta la funzione vitale della comunità. Attenzione però a quei condomini che in apparenza sembrano distratti, parlottano fra loro, osservano chi parla, annuiscono: sono la parte più vitale dell’assemblea. Il loro parlottio di sottofondo, è un segnale positivo, che conferma che i vari argomenti proposti e le delibere assunte sono «digerite»: assai più grave sarebbe un glaciale ed imbarazzante silenzio, prova evidente di un opposizione latente. L’individuo maturo è consapevole che per accrescere e potenziare la propria individualità deve interagire con gli altri individui, ad ogni livello istituzionale, dal più semplice come la famiglia, la compagnia di amici, la scuola (e anche la casa - condominio), fino ai più complessi, come l’ambiente di lavoro e il mondo esterno condiviso. (Fonte princ.: G. Rigotti- “Comunicare in Condominio”).

Il Condominio e l’Assemblea che ne è l’espressione possono e devono essere una grande occasione: un luogo di confronto e di crescita e non il ring dove sfogare la propria rabbia e le proprie frustrazioni. Il vivere civile ed educato insieme agli altri comincia proprio da lì. Alla prossima!



#CONSULENTEFINANZIARIO

Un diamante è per sempre, ma anche una casa non scherza … Francesca Lauro

Tra le firme, quelle importanti, ci sono sicuramente quelle di un Mutuo: il Contratto Finanziario più importante della vita di una persona. Come orientarsi tra tassi, rate, e durate? Cominciamo con il dire che il Tasso del Mutuo è la somma di 2 ingredienti: il primo è lo spread ed è stabilito dalla banca a copertura dei costi dell’operazione e del margine di profitto; il secondo dipende dall’andamento del costo del denaro e dall'inflazione. È bene sapere, infatti, che anche per il denaro esiste un costo “all’ingrosso”, vale a dire quanto costa il denaro che le stesse banche prendono a prestito l’una dalle altre o dalla BCE (Banca Centrale Europea). I tassi interbancari sono appunto quelli che “girano” sui mercati finanziari e che cambiano valore ogni giorno in funzione di tale dinamica (domanda/offerta di denaro) ed in base all'andamento generale dell’economia e relative aspettative. 50

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Come si arriva quindi a determinare Il Tasso che andrò a pagare? Immaginando metaforicamente una Casa in costruzione, se lo Spread è il "Tetto”, gli Euribor e gli Eurirs sono i Pilastri. L’Euribor è utilizzato per determinare il Tasso Variabile, mentre l' Eurirs si usa per il calcolo del Tasso Fisso. Pertanto: se scelgo di sottoscrivere un Mutuo a Tasso Variabile, aggancio il mio contratto agli indici Euribor ed avrò una rata mensile che potrà variare (aumentano e/o diminuendo) per tutta la durata del piano; se scelgo il tasso Fisso, lo aggancio all‘indice Eurirs (quello che corrisponderà alla durata del mio mutuo) e la mia rata, una volta determinata, rimarrà fissa per tutta la durata fino alla scadenza. Dal rapporto mensile di Ottobre 2019 dell’Associazione Bancaria Italiana si segnalano alcune principali evidenze: si conferma la crescita del Mercato dei Mutui ed allo stesso tempo emerge chiaramente che durante l'estate la discesa dei tassi di interesse

dei finanziamenti concessi dalle banche per l'acquisto della casa abbia assunto caratteri macro. Sempre da fonte ABI, risulta infatti che a Settembre 2019 i Tassi di Interesse sulle nuove operazioni di finanziamento per acquisto di abitazioni si attestino su minimi storici con un Tasso medio pari all' 1,45%. Se si pensa, poi, che tale tasso era il 5,72% alla fine del 2007, è più che intuitivo che negli anni molto si sia modificato in relazione al costo del denaro ed allo scenario dei tassi di interesse. Quando l’intuito si fa "ragionevole“ usa ipotesi semplici: mettiamo a confronto i periodi e facciamo 2 conti… a fine 2007 chiedevo alla mia banca un Mutuo di €100.000,00 che mi impegnavo a restituire in 20 anni al tasso (fisso per semplicità di calcolo) del 5,70 %; la mia rata mensile era di (ca) 700,00 € e dopo 20 anni (cioè nel 2027) avrò restituito alla banca un capitale pari a (ca) 167.000,00 € (Esempio 1)


A Settembre di quest'anno sottoscrivo un nuovo mutuo a parità di durata (cioè sempre 20 anni) ma al tasso dell'1,50 %; quindi la mia rata questa volta è pari a (ca) 480,00 € mensili ed alla scadenza (cioè nel 2039) avrò restituito alla mia banca un capitale pari a (ca) 115.000,00 €. Rispetto alla prima operazione, con il secondo mutuo avrò ottenuto un risparmio in termini di interessi per oltre 50.000,00 € grazie alla sola differenza di tasso. (Esempio 2) A questo punto non stupisce che a stimolare l‘incremento delle richieste di mutuo da parte delle famiglie italiane concorrano, non di meno, le numerose richieste

di “Surroga”: si tratta della portabilità del mutuo, vale a dire la procedura introdotta in Italia con la legge n. 40/2007 (nota anche come Legge Bersani) grazie alla quale si può trasferire a costo zero il proprio mutuo da una banca ad un’altra che eventualmente proponga condizioni migliori. E per i nuovi Mutuatari? Come risolvere l’enigmatica scelta del tipo di tasso (!?) ... Sebbene in questo momento agli italiani sembra piaccia di più il Tasso Fisso, accordato di preferenza ad oltre l’80 % delle nuove erogazioni di periodo (significa che 8 persone su 10 lo hanno preferito) anche il Tasso Variabile offre condizioni mai viste e probabilmente

anche irripetibili. Se da un lato è infatti scontato che in futuro il tasso variabile non possa che salire, è anche vero che quando e se tornasse a salire dovrebbe farlo in modo pressoché graduale (... a passo di elefante). In conclusione ogni aspetto del contratto di mutuo, sia la scelta del tipo di tasso (e quindi di rata) sia la durata, e non di meno la sua sostenibilità finanziaria, presente e futura, sono aspetti da “personalizzare” che, esplorati a fondo e pianificati con consapevolezza, diventano Idee Semplici.

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#FILOSOFO

Kant e i limiti della conoscenza umana

Domenico Casa

"State contente umana gente al quia che se possuto aveste saper tutto mestier non fusse parturir Maria." (Dante) La presunzione dell'uomo, fino a farlo diventare diabolico e vile insieme, è quella di credere, anzi di essere convinto, di conoscere o poter conoscere tutto. Al tempo stesso, egli è capace di piegarsi ad ogni dogma o credenza in maniera infantile e acritica. L'illusione o, al contrario, la sudditanza a false ideologie, costituiscono la radice e la fonte di tutti i mali, in ogni tempo. Kant, filosofo illuminista tedesco, o meglio, fondatore del "criticismo", mette in guardia da tutto ciò. Nella sua ormai famosa "Critica della ragion pura", egli, esaminando i limiti e le possibilità della ragione umana, dopo "averla portata davanti al tribunale di se 52

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stessa", pone un punto fermo, e ormai invalicabile, alle nostre pretese conoscitive soprattutto nel campo della metafisica. Fino a lui, teologi, scienziati e filosofi avevano sostenuto la possibilità di conoscere Dio, l'universo e l'anima, dando vita addirittura a presunte scienze, teologia, cosmologia e psicologia, presunte perché prive di qualsiasi fondamento. Secondo il filosofo, invece, le uniche scienze possibili sono la matematica e la fisica, uniche a produrre certezze, in quanto hanno il loro fondamento nelle modalità conoscitive dell'uomo. Queste sono lo spazio e il tempo - mediante le quali il soggetto conoscente coglie i dati sensibili provenienti dall'esterno - e le categorie dell'intelletto (dodici), il quale ordina secondo modalità che le sono proprie, i dati spazio-temporali. La nostra conoscenza, pertanto, si limita necessariamente a ciò che appare, cioè al mondo dei fenomeni oltre il quale si estende una realtà immensa (noumeno) la cui

esistenza e natura "è pensabile ma non conoscibile". Kant vuole dire che, benché non si colmerà la nostra inquietudine conoscitiva, ed è giusto che sia così, non riusciremo mai a superare il limite che si pone tra noi e di Dio, universo e anima. Un mondo che gli antichi consideravano, per alcuni aspetti, come colonne di Ercole invalicabili, superare le quali, con presunzione e superbia, si correva il rischio di essere travolti come l'Ulisse dantesco. Il fatto che la conoscenza umana abbia dei limiti, non significa che dobbiamo rimanercene fermi e inerti. Significa solo che possiamo, anzi dobbiamo, continuare a "cercare" e a tentare di superare quei limiti, i quali, peraltro, si sposteranno sempre di più, a mano a mano che cresce l'illusione di averli ridotti alla nostra portata. Ma con la consapevolezza razionale che la nostra conoscenza rimarrà sempre entro i limiti della ragione stessa.



#DESIGN

Classico, moderno o Giorno&Notte?

Guenda Esposito

Voi che dite? Come lo preferite? Parliamo del divano, protagonista dei salotti di tutte le case. Si sa, non c’è salotto senza divano, che sia un appartamento nel centro città, una casa in campagna o al mare, il sofà non manca mai. Ma quale scegliere? Deve avere la chaise longue? Di pelle o di stoffa? E si può trasformare in letto? Deve accordarsi con lo stile della casa o si può scegliere un “intruso”? Beh, non c’è una risposta giusta e netta. Dipende. Dipende dallo spazio, dallo stile di arredamento scelto, dalle esigenze. Meglio, comunque, stare al passo coi tempi, optando per un divano che sia multitasking. In effetti, come tutte le stanze della casa, anche il soggiorno sta assistendo a un rapido cambio degli stili di vita: smartphone e tablet hanno soppiantato la TV, nelle conversazioni con gli amici o in famiglia formalità e compostezza sono bandite e, da quando si lavora anche a casa, sono cambiati 54

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orari e modi delle attività svolte nel living. Per rispondere a questa trasformazione vi sono nuovi sistemi di seduta che vivono di vita propria, vere e proprie isole attrezzate per il relax, accessibili da tutti i lati. Sono composizioni in cui le sedute classiche con schienale e braccioli si alternano a semplici basi imbottite, i moduli a chaise-longue si completano con tavolini e piani d'appoggio, il divano si veste di accessori e si circonda di contenitori e pouf, a formare un arcipelago confortevole intorno a cui prendono vita le ore del tempo libero (e non). Quindi, per gli amanti del classico, va bene il modello chester purché sia immerso in un contesto smart e tecnologico. Non dimentichiamo che il divano sarà l’ultimo oggetto a restare in casa, quando tutto sarà digitalizzato, grazie al suo rapporto con il corpo. Deve accogliere, va sentito prima che guardato. Pertanto, non fatevi sedurre solo dai prezzi ac-

cattivanti: per valutare la qualità occorre andare oltre la vetrina e spingersi “dietro le quinte”. Come? Passate pure da noi e vi sveleremo tutti i segreti del sofà che meglio si adatta ai vostri salotti. Classico, moderno o Giorno&Notte? Per noi la scelta e` ovvia, ma siamo pronti a rispondere alle vostre domande e a chiarire i vostri dubbi. Vi aspettiamo, dall’8 dicembre, anche la domenica dalle 10.00 alle 13.00.



#POESIA

A cosa servono i genitori Salvatore Spinelli

Alla madre che se lo coccolava, lo stringeva a se, lo baciava, un ragazzo nella sua ingenuità chiese: “A che servono mamma papà”? La madre commossa fin quasi al pianto gli rispose: “Figlio, per amarti tanto, per amarti come nessuno t’amerà mai e questo, figliolo, è bene che lo sai”. “Sappi che l’amore di papà e mamma arde assai più di un’eterna fiamma, esso è grande, incommensurato perché è amore disinteressato”. “Il nostro amore, sincero, puro, custodiscilo perché nel tuo futuro di te se ne impossesserà un altro, effimero, illusorio e scaltro”. “Esso è l’amore del solo piacere che può distogliere dal dovere, annebbia la mente e il cuore e può sviare dal vero amore”. “Devi sapere che questi due sentimenti sono sì potenti ma sono differenti, per cui nei cuori possono convivere e non necessariamente collidere”. Perciò fai in modo che l’amore scaltro non debba mai prevalere sull’altro, perché in tal caso mamma e papà diventerebbero trascurabili realtà”.

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#GEOLOGO

Rischio tumori da gas Radon Erminio Esposito

Diminuiscono i tumori in Italia ma la Campania resta tra le regioni più colpite e con un minor tasso di sopravvivenza, basti considerare che se al nord è pari a circa il 60% al sud scende a circa il 55%, con la Campania al di sotto della media con circa il 54,5%. Da dati diffusi nel Registro Tumori dall’ASL Napoli 3, di cui fa parte la Penisola Sorrentina, costituito da 57 comuni e 13 Distretti Sanitari e con una popolazione di circa 1.070.000 abitanti, emergono mediamente 6500 nuovi casi di tumore all’anno, con la Campania con il dato più alto del Sud Italia. In modo particolare la prima causa di morte oncologica è costituita dal carcinoma al polmone (33.836 decessi registrati nel 2015), con un trend già in crescita dal 2006 al 2016 e con un attuale incremento da +0,8% a +0,98% nella sola Penisola Sorrentina. Alla luce di questi dati ed al fine di implementare adeguati strumenti di prevenzione la Regione Campania ha emanato la LR n.13 del 08/07/2019 denominata “Norme in materia di riduzione delle esposizioni alla radioattività naturale derivante dal gas Radon in ambiente confinato chiuso”. Il radon è un gas nobile radioattivo di origine naturale, inodore, incolore ed insapore, più pesante dell’aria, che fa parte della catena di decadimento radioattivo dell'uranio-238, e decade con emissione di radiazione α in Polonio, allo stato solido. È presente nelle rocce e nei terreni quali ad esempio tufo, piroclastiti o graniti o materiali da essi derivati e può considerarsi infatti come seconda causa di rischio per l’insorgenza di un tumore ai polmoni, dopo il fumo delle sigarette. Se inspirato in quantitativi rilevanti e per periodi di 58

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esposizione prolungati, può provocare nel tempo danni ai polmoni fino a generare tumori. Questa nuova norma regionale prescrive un adeguato Piano di monitoraggio sia per gli edifici pubblici, in modo particolare le scuole, che per i locali destinati ad attività aperte al pubblico poste ai piani terra, seminterrato e interrati, in quanto il Radon può risalire dai terreni di fondazione fino all’interno degli edifici per la presenza di possibili crepe o fessurazioni, di aperture per passaggio cavi, tubature e condotti, o per la presenza di roccia o materiali da costruzione a vista. Il Piano di monitoraggio deve essere eseguito su scala annuale, con due distinti periodi semestrali, autunno inverno e primavera estate, mediante strumentazione di tipo passiva e attiva. Come ampiamente sperimentato nella mia decennale esperienza nella realizzazione di studi e monitoraggi


del gas Radon, prima di procedere con le misurazioni, occorre preventivamente esaminare le unità immobiliari da monitorare e in modo particolare il tipo di terreni in fondazione per verificare oltre alla litologia dei terreni anche la loro litostratigrafia e grado di alterazione e/o fessurazione e quanta parte del fabbricato è a diretto contatto con essi. Occorre inoltre verificare anche i materiali da costruzione utilizzati e la presenza di fessure o lesioni. Queste elaborazioni devono essere esposte in una apposita Relazione tecnica a firma di tecnico specialista abilitato. Solo dopo questa analisi dettagliata è possibile progettare ed effettuare un adeguato programma di monitoraggio che va definito in ogni dettaglio immobile per immobile. La legge ha confermato il limite massimo di 300 Bq/m³ come indicato dalle normative europee, per cui se il dato di misura del monitoraggio ha un valore al di sopra del limite deve essere attuato un adeguato piano di recupero e risanamento con la programmazione www.centopercentofitness.it

di interventi che devono garantire un buon esito anche tenendo conto del contesto edilizio in considerazione. L’intervento più semplice, in caso di valori all’incirca pari al valore limite, può essere la semplice areazione naturale dei locali; in caso di valori chiaramente superiori si deve optare per interventi più complessi che prevedano ad esempio impianti di areazione forzata, sigillatura delle vie di fuga del gas dal suolo con stesura di guaine impermeabili al Radon, realizzazione di depressurizzazioni al suolo, diluizione dell’aria interna con aria esterna povera o priva di Radon, realizzazione di pozzetti o canaline interrate di allontanamento del gas, o soluzioni più gravi che prevedano più di una ipotesi contemporaneamente. La norma pone un limite massimo di 18 mesi a partire dal mese di ottobre di quest’anno per l’espletamento delle fasi di progettazione del piano, di esecuzione del monitoraggio annuale e di analisi dei risultati e stesura della Relazione tecnica conclusiva, compresa quella di un eventuale

progettazione dell’intervento di recupero e risanamento. Per questo motivo a breve tutti i piani di monitoraggio dovranno essere avviati per rientrare nei termini prescritti. È importante che il progetto sia realizzato da personale altamente qualificato ed esperto nel settore in quanto qualora al termine della sua applicazione, in caso di interventi di recupero e risanamento non siano raggiunti i risultati sperati si deve procedere alla sospensione della certificazione di agibilità dei locali. Al fine di contenere ulteriormente l’incidenza di questa causa tumorale e quindi di diminuire i potenziali tumori polmonari in Penisola Sorrentina si dovrebbe estendere questo monitoraggio anche alle civili abitazioni ai piani terra e seminterrati, estendendola anche possibilmente ai primi piani, in quanto nelle unità residenziali l’esposizione si può ritenere di gran lunga maggiore rispetto a quelle con attività aperta al pubblico. Sarebbe auspicabile che la Regione possa in un futuro incrementare la prevenzione estendendo la normativa anche alle abitazioni, eventualmente anche con valori limite inferiori. Per ulteriori informazioni o approfondimenti, come anche per una prima valutazione gratuita, in considerazione della complessità e importanza dell’argomento, è possibile contattare i numeri 0818086205 – 3388560434 o scrivere all’indirizzo mail geologoerminioesposito@virgilio.it


#LIBRI

Libri come fari Giovanni Pepe

L'estate dell'incanto

Il treno dei bambini

È l'estate del 1939, Miranda ha dieci anni e il mondo è sull'orlo dell'abisso. Ma lei non lo sa. Quell'estate sarà la più bella della sua vita. Miranda parte con sua madre da Firenze per raggiungere Villa Ada, la casa del nonno paterno, il marchese Ugo Soderini, sulle colline pistoiesi. Suo padre è altrove. La cascina del nonno e il bosco misterioso che la circonda sono il teatro perfetto per le avventure spericolate insieme con Lapo, il nipote del fattore, le scorribande in bicicletta, le scoperte pericolose, il primo, innocente bacio. Ma il bosco è anche il luogo abitato dalle creature parlanti che l'anima di bambina vede o crede di vedere. E la foresta compare sempre, e misteriosamente, nei quadri del nonno, chiusi nel laboratorio che nessuno ha il permesso di visitare. C'è come una luce magica che rischiara quella porzione di mondo. Miranda, ormai novantenne, ce la racconta, fendendo le nebbie della memoria. Tornare a quei giorni, a quella bambina ignara, che ancora non ha visto, vissuto, sofferto, perduto è più che una consolazione, è un antidoto. È l'incantesimo di una giovinezza improvvisa. Francesco Carofiglio ci conduce per mano all'ultima estate di innocenza. E lo fa con ciò che, più di ogni altra cosa, contraddistingue la sua poetica, la fragilità incorruttibile del ricordo e lo sguardo innocente di chi può ancora essere salvato.

Amerigo cammina per le vie di Napoli dietro la madre Antonietta, donna di poche parole («le chiacchiere non sono arte sua»), spiando le scarpe della gente. È il suo gioco preferito: scarpa sana, punto vinto, scarpa rotta, punto perso. Le sue, di scarpe, lo fanno camminare un po' storto, perché sono di seconda mano, e mai del numero giusto. Il padre non ce l'ha, è partito per l'America a cercar fortuna, ma in compenso nel vicolo ha molti amici. Tutti lo conoscono e lo chiamano Nobèl, perché parla tanto e sa un sacco di cose, dato che ascolta le storie di chiunque. Un giorno, però, Amerigo deve lasciare il vicolo e soprattutto la madre. È il 1946 e, come migliaia di altri bambini del Sud, sale su uno dei treni che attraversano l'intera penisola per andare a trascorrere un anno in una famiglia del Nord. Il Partito Comunista ha creato una rete di solidarietà per strappare i piccoli alla miseria delle zone più devastate dall'ultima guerra. Prima smarrito e nostalgico, poi sempre più curioso, a Modena Amerigo si affeziona alla nuova famiglia e, attraverso il «papà del Nord», scopre pure un talento per la musica. Sarà proprio questo, al suo ritorno a Napoli, a segnare il distacco doloroso da Antonietta, che non riesce più a capirlo. Fino a quando, cinquant'anni dopo, lui non tenta di ricomporre quella lacerazione, anche se è ormai troppo tardi.

di Francesco Carofiglio - Edizioni Piemme

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di Viola Ardone - Editore Einaudi



#FOODCROSSING

A me piace puveriello! La Ricetta di "Nonna Flora" - Scuola di Cucina

Gli spaghetti alla Puveriello

Ingredienti per 4 persone: • Spaghetti 400 g • 4 uova medie • Aglio 1 spicchio • Prezzemolo q.b. • Parmigiano Reggiano q.b. • Sale q.b. • Pepe nero q.b. • Olio extravergine di oliva q.b.

Anna Maione

Alcune pietanze tipiche della cucina napoletana e campana, oltre a rappresentare a pieno titolo quello che è il gusto della buona tavola fatto con ingredienti semplici e genuini, rappresentano anche particolari periodi storici della Napoli di un tempo. E’ questo il caso dei famosi “spaghetti alla puveriello”, che con la loro semplicità e povertà di ingredienti, rappresentano a pieno titolo quello che fu il secondo 62

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dopoguerra a Napoli, un periodo caratterizzato dalla mancanza di molti alimenti. In quel periodo era diffusa la “borsa nera” dove i meno abbienti potevano procurarsi facilmente pasta, uova e sugna. Così, mettendo insieme questi ingredienti, nacque un piatto semplice, veloce, gustoso e, non meno importante, nutriente tanto da poterlo considerare anche piatto unico. Col passare degli anni gli “spaghetti alla puveriello” sono passati da ricetta povera a piatto sfizioso: si tratta di spaghetti conditi con uovo ad occhio di bue, sale, pepe e una manciata di formaggio grattugiato. Ecco a voi la ricetta di Nonna Flora, facile, gustosa e veloce. Perfetta quando si ha poco tempo e pochi ingredienti a disposizione!

Procedimento In un’ampia padella fate riscaldare l’olio e lasciatevi imbiondire uno spicchio d’aglio. Aprite le uova nella padella e friggetele alla occhio di bue lasciando il tuorlo leggermente fluido all’interno. Condite con prezzemolo, sale e pepe. Lessate gli spaghetti in abbondante acqua bollente salata, scolateli al dente e versateli nella padella con le uova. Girateli bene lasciando che le uova si rompino e che tutti gli ingredienti condiscano bene la pasta. Aggiungete parmigiano grattugiato e servite caldi! Buon Appetito! Distribuite gli spaghetti nei piatti, posizionate un uovo fritto su ognuno e decorate con sale, pepe e qualche scaglia di formaggio pecorino. Buon appetito con questi semplicissimi ma ottimi spaghetti alla puveriello.




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