gennaio2018
MAGAZINE DE IL TARÌ. DESIGN, ARTIGIANATO, IMPRESA NEL MONDO DELLA GIOIELLERIA. ED. 01/2018
UN MONDO COMPLESSO IN UNA PAROLA: RETAIL Intervista a Vincenzo Boccia TRAMONTANO Montature
LAVORO E CRESCITA, PRIORITÀ PER IL PAESE
IDEA CORAL
IDEA CORAL
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www.tari.it Marcianise CE - Italy - Zona ASI Sud - 81025 ph. +39 0823 517111
2018:
il Tarì è in ascolto Cari amici, questo nuovo numero del Magazine vi raggiungerà fin dalle prime settimane del nuovo anno. È una novità che mi offre lo spunto per condividere con tutti voi un breve bilancio sugli ultimi mesi e aprire un sintetico scenario di quelli futuri. Il Tarì è in ascolto, ogni giorno. Il dialogo con il mondo orafo è aperto, e pronto a rispondere con immediatezza alle esigenze del mercato. L’ascolto e lo stimolo per la riflessione non costituiscono soltanto la cifra della mia esperienza di presidente, ma la leva che mi ha consentito di traghettare il Centro attraverso anni difficili, e che mi porta quotidianamente a rimettermi in gioco con rinnovato entusiasmo. C’è ancora molto da fare, ma posso affermare con soddisfazione che Il Centro oggi è dotato di tutti gli strumenti che ci occorrono per affrontare le nuove sfide con competenze ed energie rinnovate. Fibra ottica e wifi a copertura globale del Centro, il completamento delle procedure di approvazione da parte del GSE per l’impianto fotovoltaico, tra i più importanti e innovativi d’Italia, e infine la gestione integrata dei servizi informativi costituiscono nel loro insieme un esempio eccezionale di coordinamento e razionalizzazione di dati e risorse, probabilmente unico nel suo genere in Italia. Rinnovare le competenze è un’esigenza pressante che ho fatto mia, e che ho inteso diffondere a tutti i livelli dello staff e dei nostri imprenditori, anche in chiave di formazione. Attraverso il Programma delle Pillole di Formazione per il 2018, ogni mese vedrà protagonista Dear friends, the new issue of the magazine will be available for reading within the first few weeks of the new year. This exciting initiative is a perfect platform for me to share my thoughts as I take stock of the last few months and put together my ideas for the future. The Tarì has its ears wide open. Twenty-four seven. Dialogue with the jewellery sector is constant and we are ready to react to market demands rapidly. Listening hard and proactively seeking out a different viewpoint is not only the hallmark of my time so far as President, but also the helm which enabled me to steer the Tarì Centre through the choppy waters of the past years. It is an approach which helps me to wake up each morning keen to tackle each single task with fresh energy and enthusiasm. There is still much to be accomplished, but I am proud to say that today our Centre is equipped with all it needs to face today’s challenges with prowess and passion. Optical fibre and comprehensive wifi coverage for the Centre, completion of the GSE (Italian Grid Operator) authorisation process for one of the most important and innovative photovoltaic systems in Italy, and last but not least, integrated information-services management. Taken as a whole, these achievements are an extraordinary example of coordination and streamlining of data and resources - a situation which is, perhaps, quite unique in Italy. Renewing skills is a pressing need and one which I have taken to heart. Boosting our knowledge base and honing our talents, also via training courses, is a target which figures at the top of my list and must involve everyone, from shop-floor staff to entrepreneurs.
uno dei temi di maggiore attualità per gli imprenditori orafi. Il primo degli appuntamenti sarà dedicato alla Proprietà intellettuale e alla tutela dei Marchi. I programmi per il nuovo anno non potranno prescindere dagli appuntamenti di business a cui tutti voi siete abituati. Mondo Prezioso evolve e diventa un contenitore unico. In tutte e tre le edizioni, gioielleria classica e gioielleria fashion vivranno insieme, in un evento il cui obiettivo resterà quello di creare e amplificare opportunità di mercato, incontro tra domanda e offerta, nei momenti strategici dell’anno, nella piazza sempre più viva del Tarì. Il nostro sguardo ai mercati esteri sarà infine rivolto all’Europa con un’attenzione specifica ed eventi ad hoc. Il Tarì vivrà sempre più la propria quotidianità anche attraverso mostre, eventi e momenti di confronto istituzionale, confermando in questo modo la propria vocazione ad essere supporto operativo e qualificato delle professionalità orafe e del territorio, sempre aperto a nuovi stimoli di riflessione. Non sono sicuro che 365 giorni basteranno per tutti ciò, ma sono certo che li vivremo intensamente, con l’energia che ci ha sempre contraddistinti. Buon anno! Il presidente Vincenzo Giannotti
With the Training-Capsule Programme for 2018, each month will feature a highly topical subject for jewellers and goldsmiths. The first session will be looking at Intellectual Property and Trademark protection. And naturally the scheduled activities for the new year could not fail to include that trade appointment you have all come to know and appreciate. Mondo Prezioso is evolving constantly and is unequalled in terms of what it does. In all three editions, classic fine jewellery and fashion jewellery will share the stage. Organised by Tarì and renowned for its lively vibe, this event aims to carve out niches, broaden market opportunities and match supply to demand at the most crucial times of the year. As far as foreign markets are concerned, our sights are firmly set on Europe with a special eye to sector-specific events. The Tarì jewellery centre will continue to punctuate its busy daily timetable with events and colleague-geared meetings because its very existence hinges on providing effective operational support to professional jewellers and goldsmiths and revitalise the local business community. And in order to do this, we are always open to suggestions. I have a feeling that 365 days will not suffice to accomplish our objectives, but I am sure we will give it our all with the zeal and determination that we are known for. All the best for the New Year!
The chairman Vincenzo Giannotti
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Il TarĂŹ, showroom 219/220 tel. 0823.512 833 - dotea@tari.it - www.dotea.it
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Editoriale
24 Inervista a Vincenzo Boccia Lavoro e crescita prioritĂ per il Paese 28
Gioielli&Bijoux da perderci la testa
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It's beautiful like you
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Who made my clothes?
54 Il designer contaminante Intervista a Nicola Volpini 58
Il lusso durante l’embargo Nuove sfide per il made in Italy
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Dreaming Sognare, sognare, sognare
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Glamour tips/Promesse d'amore
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CONTENTS 67
Spring is in the air
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Export digitale
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Glamour Tips/Più ne hai...
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Glamour Tips/Colorful days
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Generazione Z vs Millennial
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Glamour Tips/Hoops Girls
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Benedetti Clienti ma cosa vogliono da noi?
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Charm up your life!
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Pins mania
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Un mondo complesso in una sola parola: retail
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Pet&Jewels
Direttore responsabile Floriana Marino
In copertina Tramontano Montature
Redazione Tarì Magazine
Stampa Grafica Metelliana (SA)
Progetto grafico Exadv
Reg. Trib. Santa Maria Capua Vetere n° 587 del 6/12/2002
Photo Dinamo Studio Luciano D’Inverno Shutterstock
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www.tari.it
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AUCELLA
Lavoro e crescita priorità per il Paese Il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia lancia le Assise di febbraio di Alfonso Ruffo
Presidente Boccia, come si apre quest’anno 2018 per Confindustria? Con lo sguardo rivolto alle Assise generali che celebreremo il prossimo 16 febbraio a Verona. Con quale obiettivo? Con l’obiettivo di definire un programma di medio termine per il Paese da sottoporre all’attenzione di tutte le forze politiche e a maggior ragione a quelle che saranno chiamate a governare il Paese. Di che cosa si occuperà il programma di Confindustria? Essenzialmente di tre temi: lavoro, crescita e debito. Con la crescita come precondizione per assicurare il lavoro, a partire dai giovani, e ridurre il peso del debito. Come si è arrivati a definire il Piano? Attraverso una fitta serie d’incontri che abbiamo organizzato in tutta Italia per ascoltare le proposte dei nostri iscritti. Che cosa ha riscontrato girando tra gli associati? Che c’è una grande voglia di mettersi in gioco, di far sentire la propria voce, di essere protagonisti della ripresa economica nazionale. C’è qualcosa che temete, in particolare?
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Temiamo che i buoni risultati del 2017 – un aumento degli investimenti privati del 30 per cento, un innalzamento dell’export pari al 7 per cento, la creazione di un milione di posti di lavoro – possano essere compromessi da scelte di politica economica che reputiamo sbagliate. In che senso? Nel senso che i risultati raggiunti sono il frutto della decisione degli ultimi governi di alimentare una politica dell’offerta che attraverso alcuni strumenti come il Jobs Act e Industria 4.0 ha consentito alle imprese italiane di migliorare la propria competitività. C’è il rischio che si cambi rotta? Quello che ascoltiamo in campagna elettorale ci mette in allarme. Stiamo attraversando un momento molto delicato e basta poco per tornare indietro. Che cosa chiedete alla politica? Di non smontare le riforme fatte e di implementarle nel quadro di una politica dei fattori che premi chi investe e crede nel futuro del Paese. Se le imprese hanno ricevuto la loro parte, non è giusto aiutare anche famiglie e consumatori?
Tra imprese e famiglie non c’è divergenza d’interessi perché se le imprese si rafforzano non possono che assumere le
donne e gli uomini delle famiglie italiane.
Innescando con questo il circolo virtuoso investimenti-crescita-occupazione-domanda all’interno del quale c’è la rispo-
sta a tutti i problemi. La crescita, nella nostra concezione, non dov’essere fine a
se stessa ma deve servire per ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà.
Se le cose stanno così, perché si dovrebbe cambiare percorso?
Perché la tentazione di prendere scorcia-
toie - in apparenza facili da percorrere ma che alla fine conducono in un vicolo cieco
– è sempre molto forte quando scatta la gara a prendere voti.
Ed ecco spiegate le Assise…
Proprio così. Confindustria vuole favorire l’apertura una grande stagione per ri-
portare al centro dell’attenzione il lavoro.
Soprattutto per i giovani che aspettano di
trovare un impiego produttivo e di qualità. Per riuscirci non c’è altro modo che fare della Questione Industriale una vera e propria Questione nazionale. •
Employment and growth high on Italy's agenda. The President of Confindustria Vincenzo Boccia launches the February Conference Mr Boccia, what kind of a start will Confindustria get off to in 2018? With our minds set on the General Conference due to be held on February 16th in Verona. And your sights are set on? Our sights are set on defining a mid-term plan for Italy to be submitted to the attention of all the political parties, especially those who will be called upon to govern the Country. What are the linchpins of this Confindustria plan? Basically, it is a three-pronged programme: employment, growth and debt. Growth is a precondition for employment, especially for young people, and for reducing the burden of debt. How did you go about defining this Plan? A full calendar of meetings was set up throughout Italy so that we could lend an attentive ear to our members’ proposals. What particular impressions did you gather from the various members? People really want to give it their all, they are prepared to put themselves on the
line and they want to contribute and be part of the economic recovery process in Italy. Is there anything you especially fear? We are afraid that the good results obtained in 2017 - a 30% increase in private investments, a 7% rise in exports and the creation of one million jobs - could be jeopardised by economic-policy decisions that we feel to be wrong. In what way? In the sense that the results achieved so far stem from the decisions of the last few governments who have fostered a supply policy and enacted a series of wise moves such as the Jobs Act and Industria 4.0 enabling Italian enterprise to sharpen its competitive edge. Do you think a change in course is on the cards? The overall thrust of the current political campaigns does nothing to allay our qualms. We are traversing a very critical time. One wrong move and we are back to where we started. What would you like the powers-thatbe to do? Not to undo all the reforms and to ensure that a system is put in place which rewards those who invest in Italy and believe in its future. If a helping hand has been given to Italian enterprise, would it not be ri-
ght to help Italian households and ordinary consumers now? There is no conflict of interest between enterprise and households because if businesses prosper they will provide employment for men and women from Italian households. By setting this virtuous cycle in motion, we have an answer to our investment-growth-employment-demand problem and everything should run smoothly. The way we see things, growth is not something you foster for its own sake. It serves to lessen inequality and combat poverty. If that is the way things stand, why would anyone change the situation? Because there is a strong temptation to take short cuts when the parties are vying with each other to impress the voters. And it might seem like there are easier paths to follow, but in the end, this can only lead to a deadlock. So that is what the Conference is about... Precisely. Confindustria wants to help create the conditions for a brand-new season which puts the spotlight on employment. Especially for youngsters who rightly yearn for a good job which gives them gratification in all senses. And if this is to come about, the only possible approach is to turn the Industrial Issue into a National Issue. •
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Gioielli
Le passerelle per la stagione estiva 2018 promettono il ritorno trionfale dell’accessorio di Donatella Zappieri
Per la primavera-estate 2018 l’apporto stilistico dei grandi marchi si basa su di una ricerca formale ed estetica che fonda le sue radici nelle reminiscenze degli anni passati con un glamour moderno e contemporaneo. I volumi dei gioielli prendono nuova enfasi e forza giocando con le proporzioni degli abiti e al tempo stesso suggellando nuovi look per i capelli e il trucco. Il risultato è una carrellata di stili e tendenze che si confanno facilmente a diversi profili di donna. L’impulso creativo è molto sofisticato e la voglia di personalizzazione e di scelta consapevole di cosa indossare rendono la proposta della stagione fortemente interessante e ricca di fascino e spunti. I punti chiave per indossare il gioiello sono l’orecchio, il collo e il braccio. L’orecchino diviene l’accessorio per eccellenza con volumi e proporzioni che coprono completamente l’orecchio e sovrastano il lobo, creando dei look imponenti e molto accentuati. Gucci gioca ad esempio con gocce in cristallo sfaccettato che ornano completamente il lobo dell’orecchio mentre Ralph & Russo propongono per la loro passerella di haute couture orecchini impreziositi da tocchi di piume. L’orecchino è quindi di dimensioni maxi, anche se si ritrova an-
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cora qua e là il super minimal. La scelta dei materiali spazia dal metallo liscio alle superfici tempestate di cristalli Swarovski. Il trend del mono orecchino persiste dalla stagione precedente mentre gran protagonisti tornano ad essere gli orecchini asimmetrici: grandi e brillanti, piccoli e sofisticati: gli orecchini sono tutti da scoprire. Sempre a risaltare il volto e il collo, il choker è senz’altro la silhouette più in voga per la stagione estiva. Gli stili sono vari e passano dallo Street-style, ai collari che fasciano in modo scultoreo il collo come ad esempio da Christopher Kane, ai chocker minimal oppure composti da piccoli fili di catene. Il polso non può quindi non essere adornato da importanti cuff. I bracciali rigidi, indossati fin dall’antichità, ritornano protagonisti sulle passerelle. Non solo mono bracciali statuari ma anche composizioni di bracciali singoli che si sovrappongono tra loro, creando un caos creativo di stili e materiali che aprono diverse possibilità di personalizzazione. Il mood generale della stagione resta ancora contaminato dal look tribal chic con la scelta di gioielli ed accessori ispirati agli ornamenti tradizionali cinesi, ai corni intarsiati tipici dei cacciatori bavaresi, ai dettagli di piume colorate, agli orecchini in pura ispirazione pakistana. Tanti gli stilisti che hanno colto questo spunto stilistico ad iniziare da Dolce & Gabbana ma soprattutto Maria Grazia Chiuri da Dior che ha saputo dosare con parsimonia questi accenti etnici
e mescolarli allo stile sempre sofisticato e raffinato della maison. Direttamente dagli anni ’90 sulle passerelle di questa stagione, un grande ritorno: la logo mania! Sembra che il capo griffato, l’enfasi sul logo e le iniziali dei marchi, per un certo periodo accantonati, siano ritornati a farsi strada nelle proposte della stagione estiva. La grossa differenza è data dalla ricerca cromatica e artistica del logo stesso, come a volerlo integrare nel dettaglio del capo per poterlo in qualche modo fondere allo stesso tessuto. Donatella Versace ripropone ad esempio la medusa e le stampe con la greca, così forti nella nostra memoria, a celebrare il lavoro stilistico del fratello Gianni. La stagione non permette comunque grosso spazio alla malinconia e ai ricordi e si fonde in una pura celebrazione dello stile della città moderna, in un’atmosfera molto urbana e industriale dove ritroviamo oggetti che sembrano essere “rubati” dalle gang del ghetto: charm luccicanti, trattamenti galvanici in pvd colorato. Che dire quindi? Una stagione forte, d’impatto che rende onore al gioiello e al bijoux portando l’accessorio ad esserne un vero protagonista. •
Fine jewels and fashion jewellery to lose your head over and steal your heart - the 2018 Summer season will be celebrating the triumphant return of the accessory to the catwalk. For the Spring-Summer 2018 season, the big designers have thoroughly scoured the fashion archives, tapping into old-time glamour and elevating it all with a contemporary twist. Jewels have become more striking, larger and richer, acting as a foil to the outfit they are worn with and providing new inspiration for hairstyles and make-up. The end result is a succession of styles and trends that adapt easily to suit the personal taste of any woman. There is a compelling creativity about it all and a deliberate invitation to personalise and opt for consciously flattering choices. This makes for an extremely engaging seasonal offering, packed with allure and overflowing with ideas. The focal points for jewellery are the ears, the neck and the arm. Earrings become an accessory like no other, gaining in volume and size to a point where they completely cover the ear, dominating the earlobe and creating dramatic, highly majestic looks. For instance, Gucci has fun with teardrops in multifaceted crystal glass which entirely envelop the earlobe, whilst Ralph & Russo flaunt ear candy embellished with fluttery feathers on their haute-couture runway. So, big is beautiful when it comes to earrings, but for austerity lovers, pockets of minimalism still survive. Materials range from smooth metals to surfaces strewn with sparkling Swarovski stones. The single-earring trend follows on from the previous season, whilst asymmetrical earrings make a huge comeback: grand & glistening or small & sophisticated, you name it, they’ve got it. A clever way to show off a pretty neck and face, chokers are without doubt the most fashionable piece for the summer season. There is no shortage of styles, from street-chic to sculptured creations which encircle the neck, like those by Christopher Kane. But there are also minimalist chokers around, or subtly elegant ones made up of slender chain strands.
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To add a note of balance, your wrist should be adorned with a strikingly attractive cuff. These rigid bangles have been worn since time immemorial and now they are gripping the catwalks once more. Not only regal mono bracelets, but single-bracelet compositions stacked, arranged or juxtaposed, making for a creative clutter of designs and materials which lends itself to multiple styling options. The overall mood of the season still reverberates with the influence of tribal chic; jewellery and accessories draw inspiration from traditional Chinese ornaments, carved horns cherished by Bavarian hunters, fantastic feather accents and intricate danglers straight out of Pakistan. Countless designs have tapped into the ethnic theme, including Dolce & Gabbana, to name but one, but Maria Grazia Chiuri from Dior has managed to tone down the extravagance, coming up with a version that exudes the subtle sophistication of the French luxury house. Then, bouncing back straight from the ‘90s, logomania is back with revenge this season! It would appear that the tendency to flaunt signature logos, an emphasis on designer names and brand initials is back in vogue again as the big names pop out on the summer-season offering. The difference between then and now lies in the colour combinations and artistic choices which turn the logo into an integral detail, fusing it into the fabric itself. For instance, Donatella Versace has recreated the symbol of the Medusa and the Greek-fret patterning, indelibly printed in our memories, to celebrate the design work of her late brother Gianni. But this is not a season for nostalgia and sad memories. A fête that rejoices in modern urban style and consecrates an industrial city mood loaded with objects that seem borrowed from a ghetto gang: gleaming charms and plated surfaces in coloured pvd. So what is left to say? It is going to be a resplendent season that grabs our attention and shines the spotlight on accessories, paying tribute to both fine jewels and fashion jewellery. •
Maestosa, sensuale, scultorea ed elegante: il design dei gioielli più esclusivi esalta la femminilità di una donna
Per il Tarì production: ad Giuliana Tizzano ph Dinamo Studio mua/hs Maria Pina Monaco stylist Mario Barbieri
Gennaro Napoletano Il TarĂŹ, showroom 241 gennaronapoletano.com
Gennaro Tortora Il TarĂŹ, showroom 96 info@gennarotortora.it
Il Talismano Il TarĂŹ, showroom 163 iltalismanotari@gmail.com
Urigold Il TarĂŹ, showroom 90-91 urigold.com
Roberto Barra Il TarĂŹ, showroom 119-120 robertobarra.com
Rudy’s Il Tarì, showroom 202 rudysrl.com
Dotea Preziosi Il TarĂŹ, showroom 219-220 dotea.it
Roberto Giannotti Il TarĂŹ, showroom 95 robertogiannotti.com
Who made my clothes? Creare un futuro etico e sostenibile per la moda è possibile grazie ad una maggiore trasparenza in tutta la filiera produttiva fino al consumatore
a cura della redazione
“Chi ha fatto i miei, i tuoi, vestiti?” è questa la domanda che dovrebbe stimolare il fashion system a promuovere un futuro costruito su solide basi etiche e a cui si ispira la Fashion Revolution Week, che quest'anno si svolgerà dal 23 al 29 aprile a Milano. Maggiore rispetto per i diritti umani, grande attenzione per le risorse della terra e più trasparenza in tutta la filiera produttiva per rendere il consumatore più consapevole delle sue scelte di stile. Lo scopo è quello di incentivare la sostenibilità ed educare ad una maggior consapevolezza di ciò che si indossa. In Italia la Fashion Revolution Week è coordinata e fortemente voluta dalla stilista Marina Spadafora, e sostenuta da Altromercato e ActionAid, ma l'idea nasce in Uk per ricordare l’anniversario della strage di Rana Plaza a Dhaka, in Bangladesh, dove, il 24 aprile 2013, per il crollo del polo tessile persero la vita 1133 operai e 2500 restarono feriti. È fondamentale promuovere un cambiamento della moda per ottenere un risvolto positivo nell'industria, dimostrando concretamente
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come un diverso modello economico e un consumo responsabile siano possibili, attraverso la valorizzazione di realtà che producono capi secondo una filiera etica.. Le strade alternative? Informarsi, fare ricerca su internet, prendere posizione, valorizzare le realtà che realizzano capi secondo una filiera etica, come avviene nel Commercio Equo e Solidale. Comprare meno ma di qualità, preferire il local al global, frequentare i piccoli negozi di quartiere, gli atelier che possono realizzare capi unici, riscoprire il fascino della bottega della sarta e gli abiti su misura, rispolverare capi vintage e riportarli a nuova vita: questi i diktat per diventare una fashion – rivoluzionaria. La Fashion Revolution non è altro che l’occasione per promuovere una maggiore consapevolezza rispetto a ciò che si nasconde dietro ai vestiti che indossiamo e all’impatto globale della moda, seconda industria più inquinante al mondo dopo
quella petrolifera. Una svolta positiva nel mondo del fashion, verso un nuovo modello economico e un consumo responsabile sono possibili, contrastando la moda dello spreco che è tossica per l’uomo, per le condizioni in cui costringe le persone a lavorare e per l’ambiente. È totalmente legittimo chiedere alle aziende di essere più trasparenti e, di conseguenza, effettuare una scelta d’acquisto informata e consapevole. La generazione dei Millennial è già particolarmente sensibile a queste tematiche e di conseguenza molto selettiva: la corporate social responsibility di un gruppo è per loro determinante rispetto all’acquisto di un capo, e molti brand ormai sanno perfettamente di non potersi permettere pubblicità negative. •
Who made my clothes?
and in order to do this, we need to champion and nurture enterprise that manufacture garments sustainably.... What paths are open to us? Well, we all need to take a hard look at the situation, dig deeper and search for information on the internet, take a stand and, above all, support enterprise that manufactures garments sustainably - this is what Fair Trade is about. Buying less but better, preferring local over global, taking our custom to small corner shops, re- discovering ateliers that make one-off pieces, opting for clothes made by a seamstress or bespoke suits made by tailors, dusting off vintage items and bringing them back to life. This is what will take us onto new ground and revolutionise fashion. The fashion revolution simply means heightening awareness of the various stories hidden in the clothes hanging in our wardrobe and finding out about the effects of the global fashion industry - it is the second-most harmful sector in the world, after the gas and oil industry. We have to believe in a fresh start and know that a new economic structure and more mature consumption patterns are feasible. A wasteful approach to fashion is deleterious to the human race and our natural environment, forcing people to work in degrading conditions. We are totally within our rights to demand that companies be more transparent with us so that we can make an educated and informed purchase. The Millennial generation is particularly sensitive on this point and highly selective as a result: our perception of a group's corporate social responsibility has a dramatic effect on our purchases and many brands know that they cannot afford any negative publicity. •
Laying the foundations for an ethical and viable fashion world in the future is possible with greater transparency in the supply chain, from the moment of the design concept right up until the end product reaches the consumer. “Who made my clothes and yours?”. This is the question that should prompt the fashion system to promote a future built on solid ethical ground. This is the inspiration behind the Fashion Revolution Week that will be taking place in Milan from 23 to 29 April. Greater respect for human rights, a strong focus on Nature's resources and more transparency all the way down the line, so that customers can make conscious fashion-purchase choices. The aim is to foster sustainability and raise awareness of what exactly we put on our backs. In Italy, the driving force and coordinator behind the Fashion Revolution Week is the designer Marina Spadafora with the backing of Altromercato and ActionAid, but the idea originated in the UK. It came into being to commemorate the anniversary of the Rana Plaza tragedy in Dhaka, Bangladesh. On the 24 April 2013 a garment factory caved in, causing the deaths of 1,133 workers and injuring another 2,500. Blowing on the timid flames of change in the fashion world is essential if we are to shape a new tomorrow. We need to show in practical terms that both a different business model and responsible consumption are possible
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Il designer contaminante Intervista a Nicola Volpini
Una passione per il design sin dall’infanzia, la scuola orafa a Firenze e poi la laurea con lode in disegno industriale: ecco le tappe fondamentali del percorso iniziale di Nicola Volpini. Subito dopo la scuola, il lavoro nel gioiello e la fortuna di essere tenuto a battesimo da uno dei grandi maestri di quel periodo - Leopoldo Poli di Nouvelle Bague -. Oggi Nicola è consulente per varie aziende orafe e dell’accessorio con esperienze che variano dal mondo del prezioso e del bijoux a quello dell’accessorio in pelle e fashion. I marchi con i quali ha collaborato e tuttora collabora sono Damiani (con un particolare contributo sulle collezioni in licenza), Celine, Brunello Cucinelli, Cartier, Furla e Salvatore Ferragamo, per citarne alcuni. Professionista e designer attento, sempre aperto a nuovi stimoli, Nicola affronta i vari progetti con estrema curiosità e senso pragmatico. È per lui importante conoscere prima di tutto l’azienda e la sua identità stilistica per poi proporre direzioni e scelte creative che rientrino nel DNA del committente e al tempo stesso sappiano cogliere i segnali contemporanei delle tendenze con quella capacità di mixare materiali, tecniche e al tempo stesso proporzioni che solo chi ha una solida base di disegno tecnico, combinata ad un forte senso estetico, riesce a far convivere in un getto creativo. Gli anni di banchetto alla scuola orafa hanno senz’altro conferito a Nicola quel know-how che gli consente di disegnare con già in mente l’oggetto finito e di saper quindi prevedere le eventuali problematiche. La conoscenza della filiera toscana e valenzana gli da anche la capacità di saper scegliere le unità produttive che meglio si prestano alla realizzazione dell’oggetto stesso.
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di Donatella Zappieri
Come sempre chiacchierare con Nicola è veramente piacevole. La sua verve toscana e il suo pacato senso dell’humour rendono lo scambio e l’interagire con lui molto interessanti e dinamici. Ecco alcune riflessioni che sono riuscita a carpirgli durante un recente incontro a Milano. Qual è stata la tua prima esperienza professionale nel settore del gioiello? La mia prima esperienza in assoluto nel mondo della gioielleria è stata la partecipazione ad un concorso per studenti organizzato da DeBeers a sedici anni. Sono stato selezionato fra i finalisti ed un mio disegno è poi stato realizzato dall’azienda Barakà. Questo concorso mi ha offerto l’opportunità di collaborare saltuariamente con l’azienda per un po’ di anni. Poi, dopo l’università, ho iniziato a lavorare per La Nouvelle Bague dove sono rimasto per sette anni. Questa per me è stata una grande scuola di vita e soprattutto professionale. Per me, designer alle prime armi, questa esperienza mi ha permesso di imparare tantissimo sia da un punto di vista artistico che di produzione ma soprattutto di cogliere l’importanza del significato dei segni e della ricerca, sia tecnologica sia formale. Sei ormai in questo settore da tanti anni, com’è cambiato il mondo del gioiello da quando hai iniziato? Purtroppo, il mondo del gioiello secondo me non è cambiato molto negli ultimi anni. È un settore che fa fatica a stare al passo con i tempi, sempre più duri per le aziende e i gioiellieri. C’è l’esigenza di accontentare un consumatore sempre più stimolato da molte proposte spesso in settori lontani dal gioiello. Questo, secondo me, porta spesso ad impoverire la proposta creativa, spinti ad ascoltare
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le esigenze di un consumatore spesso poco preparato e in balia delle grandi tendenze. E il modo di lavorare in questo settore? Le dinamiche sono sempre più frenetiche. Le tempistiche si sono accorciate moltissimo e questo comporta che devi essere sempre molto aggiornato su tutto e fare continuamente ricerca. Oggi ti è richiesto di creare e portare soluzioni in tempi senz’altro più veloci di prima. Alcuni anni fa, le fasi di progettazione erano più scandite e suddivise nel tempo, oggi devi saper fare tutto contemporaneamente. Quali sono le caratteristiche principali che sono richieste oggi per un lavoro di freelance? Come ti posizioni in questo mondo e quali sono le tue caratteristiche principali e punti di forza? Ho sempre cercato di spaziare a 360 gradi nella progettazione. Adesso lavoro prevalentemente nel settore della gioielleria e della moda. La versatilità, la creatività, la curiosità e la velocità sono sempre state i miei punti di forza. Ed oggi, anche tutta l’esperienza tecnica acquisita nel seguire la realizzazione dei miei lavori, mi dà un’ulteriore marcia in più. Perché le aziende tendono a scegliere designer come consulenti esterni? Oggi le aziende tendono a collaborare con professionisti esterni perché questi ultimi, portano visioni e punti di vista diversi sono svincolati dalle routine che un’azienda ha al suo interno. Questo permette loro di proporre soluzioni più accattivanti e contemporanee. Il professionista, avendo la possibilità di spaziare in diversi settori, può diventare un "agente contaminante”, e questo le aziende lo sanno e ricercano questo tipo di consulenza per rinnovarsi ed essere più competitive. Che consigli daresti ad un giovane che inizia questo percorso oggi? Un consiglio per i giovani... essere in primis curiosi, guardarsi sempre intorno con sguardo critico ma positivo! Avere l’umiltà di imparare, perché d’imparare, non si finisce mai! È il bello di questo lavoro. • The cross-pollinating designer. Interview with Nicola Volpini A passion for design from a very early age, goldsmithery studies in Florence and a degree with honours in industrial design: these are the milestones in Nicola Volpini’s initial career history. As soon as he finished school, he landed a job in the jewellery trade and was lucky enough to end up under the wing of one of the greatest master artisans of the time - Leopoldo Poli of Nouvelle Bague fame. Today Nicola works as a consultant for a variety of goldsmiths and accessory makers and his experience comprises fine jewels, fashion jewellery, leather accessories and fashion items. The brands with whom he still has ongoing working relationships are, to mention but a few, Damiani (with a special contribution to the licence collections), Celine, Brunello Cucinelli, Cartier, Furla and Salvatore Ferragamo. A committed professional and discriminating designer, he is constantly open to new influences. In his approach to any new job, Nicola brings pragmatism and a strong sense of curiosity. Primarily he strives to understand what makes the company tick and what lies behind its style philosophy, after which he suggests new pathways and creative choices that fit naturally into the customer’s core identity whilst shaking it up
with new contemporary currents. Only someone with a strong grounding in technical design and possessing creative flair like Nicola can display this astounding ability to mix materials, techniques and proportions and elevate the end result with such an acute sense of aesthetics. Those years spent studying at the goldsmithery school have left him with a depth of knowledge that enables him to make a mental drawing of the desired object and foresee any hitches or snags before he even lays hands on it. Then his familiarity with the gold districts in Tuscany and the Valenza area allows him to opt for the craftsmen who will make the best job of the design he has in mind. As always, a chat with Nicola is a truly pleasant affair. His quick wit, typical Tuscan banter and unruffled sense of humour keep the words flowing and make it easy to explore a whole series of interesting ideas. Here are some of the topics we discussed during our recent meeting in Milan. What were your early days spent working in the jewellery sector like? My very first experience in the jewellery sector dates back to when I was sixteen years old and took part in a competition for students organised by DeBeers. I ended up amongst the finalists and one of my drawings was used by a well known jewellery company called Barakà. This opened to the door to a series of collaborations with Barakà over the years. Then, after I finished university, I started working with La Nouvelle Bague and I stayed there for seven years. I learnt such a lot there, it was a real school of life, especially in professional terms. At the time, I was still quite inexperienced and I took it all in. The artistic and production side of things was enormously important for me to understand, but it wasn’t just about that. There is a lot of research into symbolism, style and technology that needs doing. It opened up a whole new world to me. Well, you have been around for a while now. How has the jewellery sector changed since you first set out? I am sad to say that the jewellery trade has been standing still for the last few years. As a sector, it struggles to move with the times and it is hard world out there for companies in general and this includes jewellers. Dazed by the overwhelming amount of different influences arriving from diverse areas, not just from the jewellery sector, customers have become highly demanding and won’t settle easily on a purchase. In my opinion, this impairs creativity because designers tend increasingly to run after customers who don’t necessarily know what they want and become bewildered by the bulk of new trends they are bombarded with. And what is it like working in the jewellery sector? It is increasingly becoming overly frenetic. People wants things done more and more quickly. This means you have to be au fait with the latest developments all the time, involving relentless research. Today you need to find solutions and come up with creations in much less time that before. Some years back, the design stages were well defined and spread out according to a schedule. Today everything is done all at once and you need to cope with that. If you want to work on the freelance market nowadays, what are the main qualities you need to possess? How are you positioned in the world? What are your main qualities and strengths? I have always tried to cover all bases as far as design is concerned. Right now, I am working primarily in the jewellery and fashion sectors. Versatility, creativity, curiosity and efficiency have always been my strong points. And at this stage in my career, I am lucky to be able to rely on a good technical grounding. This gives me a special edge. Why do companies tend to choose designers as external consultants? Nowadays companies tend to prefer external consultants because they inject new sap and provide different viewpoints. Being free from company routine, they give corporate structure a refresh. The solutions they propose are more engaging, more contemporary and less predictable. Then, as an external consultant works in a series of different sectors, he becomes a “cross-pollination agent”. Corporate customers are well aware of this and this is exactly what they seek. An opportunity to shed their skin and stay ahead of the competition. What advice would you give to a young designer just starting out? Let's see...advice to youngsters...well, first of all, stay curious. Keep your eyes open all the time, see things with a critical eye, but be positive! Be humble and keep learning because life is one big lesson, especially in this trade! That is what is so good about it. •
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Il lusso durante l’embargo Nuove sfide per il made in Italy di Giada Mainolfi PhD, Docente di Luxury Goods Management Università degli Internazionali di Roma - UNINT
I recenti eventi stanno minacciando la stabilità delle relazioni internazionali, generando tensioni tra i Paesi di tutto il mondo. Queste tensioni derivano dalla recrudescenza del terrorismo, da questioni politico-economiche (ad es. le sanzioni dell'Unione europea nei confronti della Federazione Russa in seguito all’invasione e successiva annessione della Crimea), da disaccordi diplomatici (ad es. le minacce di Trump di dismettere il patto commerciale NAFTA), da conflitti religiosi o da minacce di guerra nucleare (come è avvenuto recentemente nel caso degli esperimenti nucleari condotti in Corea del Nord). Le tensioni raffreddano le relazioni tra i Paesi, ma possono anche avere un forte impatto tra le popolazioni in termini di sentimenti di animosità nei confronti dei Paesi ostili che, a loro volta, hanno ripercussioni evidenti sul mercato. Le tensioni tra la Federazione Russa e l'Unione Europea, sfocianti nell’embargo, sono un chiaro esempio di quanto devastante possa essere la geopolitica in termini di peggioramento delle esportazioni e delle prospettive di crescita internazionale. Lo scambio commerciale dell'Unione
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Europea con la Federazione Russa degli ultimi due anni ha subito una drastica riduzione sia sul versante delle esportazioni che su quello delle importazioni, con valori che erano stati registrati in passato soltanto durante la crisi del 2009. Con riferimento alle produzioni italiane, le reazioni di Mosca alle sanzioni economiche introdotte nel 2014 dall'Unione Europea a seguito della crisi ucraina sono costate al Made in Italy circa 6 miliardi di euro. Le esportazioni italiane verso la Federazione Russa sono passate da 10,7 miliardi di euro nel 2013 a 3,1 miliardi di euro nel 2016. Va, inoltre, considerato che, a causa delle politiche di sostituzione e della macchina propagandistica, messa in moto dopo l'annessione della Crimea, fatta di patriottismo, antiamericanismo e antieuropeismo, si sta assistendo a tentativi di vario genere per rilanciare la produzione made in Russia. Allo stesso tempo, tuttavia, i dati più recenti relativi alle esportazioni del made in Italy verso la Russia mostrano un incremento. In che misura, quindi, l'animosità economica può contrastare le tradizionali tendenze cosmopolite russe in favore di un rinnovato sentimento patriotti-
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co? I risultati di una recente ricerca (Mainolfi, 2017) condotta nel mercato russo e focalizzata sull'analisi delle tendenze cosmopolite dei consumatori russi dimostrano che i prodotti di lusso italiani sono in grado di superare le tendenze patriottiche facendo leva sul capitale reputazionale del made in Italy. L’influenza del cosmopolitismo suggerisce che le strategie di adattamento alle specificità locali non devono nascondere completamente le caratteristiche del Paese d'origine. Tuttavia, la ricerca conferma l’insorgenza dell'ostilità economica nei confronti dei Paesi europei. Tale condizione suggerisce che le imprese italiane possono ancora sfruttare il loro vantaggio di immagine, ma dovrebbero promuovere alleanze con partner locali. Gli attori locali possono offrire una conoscenza approfondita delle tendenze del mercato che non sono facilmente controllabili dall'estero. •
Luxury during embargo. New challenges for made in Italy. Giada Mainolfi PhD, Lecturer of Luxury Goods Management University of International Studies of Rome - UNINT Recent international events are threatening the stability of international relations generating tensions among countries throughout the world. These tensions may stem from the resurgence of terrorism, political-economic arguments (e.g. the European Union’s sanctions toward the Russian Federation after the invasion and annexation of Crimea), diplomatic disagreements (e.g. Trump’s threats to dismiss NAFTA trade pact), religious conflicts or nuclear war threats (e.g. as recently experienced in the case of North Korea’s nuclear tests and missiles launch). Tensions cool relations between countries, but they may also have strong impact among population in terms of animosity feelings toward hostile countries. Such feelings may have repercussions in the marketplace. The tensions between Russian Federation and European Union – resulting from embargo - are a clear example of how devastating geopolitics can be in terms of worsening of export performances and international growth prospects. If we consider, for example, the European Union's commercial exchange with the Russian Federation in the last two years, we can observe drastic reductions in growth rates both on the export and import side, which had only been recorded in the past in 2009. Regarding Italian productions, Moscow's reactions to the economic sanctions introduced in 2014 by the European Union following the Ukrainian crisis cost our Made in Italy about 6 billion Euros. Italian exports to the Russian Federation rose from 10.7 billion euro in 2013 to 3.1 billion euro in 2016. It should also be considered that due to replacement policies and the propaganda machine set in motion after the annexation of Crimea and made up of patriotism, anti-Americanism and anti-Europeanism, we are witnessing attempts of various kinds to relaunch the production made in Russia. However, at the same time, the latest data relating to made in Italy exports to Russia show an increase. To what extent can economic animosity counteract cosmopolitan tendencies in favour of a reinvigorated patriotic feeling? The results of a recent research (Mainolfi, 2017) conducted in the Russian market and focusing on the analysis of cosmopolitan trends of Russian luxury consumers show that Italian luxury products can overcome the patriotic feelings leveraging on the reputational capital of Italian productions. The influencer role of cosmopolitanism suggests that adaptation strategies should not completely hide the country-of-origin features. However, research confirms the resurgence of economic hostility toward European countries and this condition suggests that Italian companies can still exploit their image advantage, but they should promote alliances with local partners. Local actors can offer an in-depth knowledge of market trends that are not so easy to control from abroad. •
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Dreaming Sognare, sognare, sognare: la moda sposa 2018 tra abiti e gioielli è romantica e allo stesso tempo unconventional a cura della redazione
Le collezioni bridal dei couturier internazionali presentate quest'anno sono davvero favolose non solo per le più disparate e straordinarie interpretazioni creative, ma anche per lo stile eccentrico e senza dubbio dal fascino irresistibile. Via libera quindi a modelli nude con maxi ruches dall'effetto femme fatale e allo stile aristocratico e sontuoso della silhouette a cono rovesciato. C'è anche chi stravolge i classici canoni della moda sposa con modelli futuristi e vagamente concettuali, ma dall'inconfondibile tocco couture. Silhouette preziose e molto sofisticate che esprimono un'allure romantica e glam, focus su abiti di crêpe di seta dalle linee piuttosto essenziali con scolli profondi, spacchi e volant sui bordi delle maniche. La linea bridal del 2018 è caratterizzata da abiti spettacolari dalle pregiate lavorazioni sartoriali che enfatizzano trasparenze e ricami, ma anche raffinati effetti couture come le balze plissé per strepitosi colli e maniche e per scenografici boleri e gonne di tulle. Non mancano anche quest'anno le spose fasciate in tubini ricamati e decorati dalle linee a sirena e con mantelle di tulle dal lungo strascico, sontuose silhouette dal mood principesco e romantiche creazioni ricamate, ma anche personalizzate con cristalli Swarovski. Grazia ed eleganza si mescolano di continuo a romanticismo e sensualità, abiti impalpabili si alternano a wedding dress dai volumi ampi con gonne doppiate staccabili che trasformano decisamente il look. Tanta è la creatività in queste nuove collezioni sposa che propongono anche il mood bucolic chic, ma anche quello anni
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'80 con tailleur pantaloni e giacche di pelliccia. Ma soprattutto creazioni sognanti con inserti ricamati o con morbidi effetti drappeggiati. La sposa del 2018 è essenzialmente romantica nel senso classico ma anche diversamente romantica, con quel tocco di ironia e di contemporaneità che non guastano mai. Sfilano così gonne e coprispalle in piume, corsetti aderenti e carichi di brillanti per essere splendenti sotto i riflettori del giorno più bello, ampie gonne in tulle ricamate e tempestate di piccoli fiori, ma anche tailleur pantalone e corsetti rigidi. Una sposa non convenzionale quella di quest'anno che gioca con geometrie, volumi strutturati, texture, ritagli, fiocchi. Si va da abiti trapezoidali a quelli a colonna, da jumpsuit a vestiti voluminosi e modelli corti. Il glamour e la sapienza sartoriale sono ovunque, nei fiori di tulle e nei ricami geometrici, nel tulle pieghettato e nei tagli su scollature e schiena. I gioielli non sono più solo quelli di famiglia, è assolutamente concesso indossare anche qualcosa di diverso. Gli anelli sono praticamente banditi, mentre sempre molto di tendenza gli orecchini, a goccia ma non troppo grandi, e dei bracciali sottili. Per rendere più brillante il vestito si può optare anche per una maxi spilla. Molto in voga anche i bijoux in forme pendenti oppure a clip con perle e punti luce lungo la superficie. Le collane sono gioielli poco indossati dalle spose, più adatti per abiti con corpetto strapless, senza bretelle, che lascia in bella vista la scollatura. I modelli dalla maglia sottile con pendente unico sono i più gettonati, soprattutto nelle versioni con perle. •
A Dream of a Season Dream on, dream long and dream in colour: this forthcoming season bridal fashions for 2018 transcend the sweet romantic and both gowns and jewels take on an excitingly unconventional air. The wedding collections brought to our attention by international couturiers this year are truly showstopping, not only because of the sheer creative range and its extraordinary diversity, but also the captivating off-kilter quality they emanate with undeniable allure. Prepare to embrace a nude-look with ravishing ruffles and a come-hither vibe or the stately sophistication and lavish lure of the upside-down funnel silhouette. Subverting classic bridal fashions, some designers explore a futuristic, vaguely abstract look elevated with a clear couture touch. Sleek and supremely sophisticated silhouettes that exude a glitzy romantic appeal with a focus on silk-crĂŞpe gowns boasting pared-back designs, plunging necklines as well as vents and ruffles embellishing the sleeves. The 2018 bridal range features spectacular pieces with couture craftsmanship using transparencies and embroidered details to show off voluptuous figures with refined elements such as pleated flounces, sumptuous sleeves and ravishing necklines, not to mention theatrical bolero jackets and tulle skirts. This season wedding guests will be regaled with blushing brides bandaged in mermaid gowns embellished with exquisite embroidery, donning tulle capes and encircled by a sweeping cathedral train, sublime silhouettes worthy of a princess and dizzily romantic designs adorned with embroidery and Swarovski crystals. Grace and elegance fuse harmoniously with romanticism and sensuality whilst impalpable gowns give way to voluminous wedding dresses with double detachable skirts, putting an entirely different slant on the whole outfit. Brimming over with crea-
tivity, these new bridal collections have ushered in a new bucolic chic mood. But, there is also the 80s look with trouser suits and fur jackets. But what particularly remains wedged in your mind is the dreaminess of embroidered inserts and softly draped designs. Basically, the 2018 bride is an incurable romantic in a good old-fashioned way, but she is also a romantic rebel with a tongue-in-cheek sense of humour and contemporary streak that never goes amiss. So skirts and shrugs made of fluffy feathers and tight corsets bestrewn with sparkling rhinestones reflect the spotlights that shine on this all-important day whilst wide tulle skirts embroidered and encrusted with tiny flowers are guaranteed to garner attention no less than the sharp trouser suits and rigid corsets. This year, a playful bride-to-be will be advancing down the aisle - one who experiments with patterns, structured volumes, textures, cuts and ornaments. Styles range from trapeze-shaped to column gowns and include billowing dresses, short lengths and jaunty jumpsuits. Unashamed glamour and tight tailoring are pervasive as can be seen from the tulle flowers and geometrical embroidery, pleated tulle and cut-out detailing on the neckline and back. It is no longer de rigueur to wear the family jewels, so there will be no objections if the bride chooses to don something different. Rings are basically off-limits, but with some slender bracelets and a pair of earrings you can never go far wrong, especially drop earrings provided they are not too obtrusive. To amp up the sparkle factor on the gown, the bride could also opt for a brooch. Dangling gems are also very much in fashion, as are clip-ons edged with pearls and diamonds. Brides tend not to wear necklaces which are more suitable for strapless bustier dresses as they draw attention to the neckline. However, a slender chain culminating in a simple pendant is the best choice, especially if it features pearls. •
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GLAMOUR TIPS | PROMESSE D'AMORE 1
PROMESSE
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Frammento di eternità che ci portiamo al dito, l’anello non è solo un gioiello prezioso, ma un’emozione che dura nel tempo
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1 - Govoni, anelli in oro con diamanti - 2 - Govoni, anelli in oro con diamanti - 3 - Gennaro Napoletano, anello “filo della vitaâ€? in argento con zirconi - 4 - Fantasie GN, anello in oro bianco 18 kt con diamanti - 5 - Urigold, anello in oro 18 kt - 6 - DalĂš, anello taglio cuore in oro 18 kt con diamanti - 7 - Meg, anello in argento con zirconi e lettere in oro 8 - Fa.Re. anello in argento con zirconi - 9 - Aucella, anello in oro bianco 18 kt con perla naturale akoya giapponese e diamanti - 10 - Armonie Gioielli, anello in oro 18 kt con diamanti - 11 - Mewo, anello in rame placcato oro rosa con cristalli e pietre in quarzo - 12 - Idea Coral, anello corallo cerasuolo zaffiri e brillanti - 13 - LC, anello in oro con zirconi e veretta girevole - 14 - Cierre Gioielli, anello trilogy oro bianco 18kt con diamanti - 15 - Diamond Art, anello in oro bianco 18 kt con diamante centrale taglio brillante - 16 - AG Silver, anello in argento con perla e zirconi - 17 - Kadhora, anello in argento con zirconi e cameo naturale conchiglia sardonica - 18 - Tortora, anello in argento con zirconi - 19 Unoaerre, anello groumette in argento e zirconi
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Collane scintillanti, bracciali romantici e nuance pastello: in primavera via libera a jewels luminosi ispirati all’opulenza del Made in Italy
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Dalù Italian Jewellery Il Tarì, Showroom 192 dlgioielli.it
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L.C. Oreficerie Il TarĂŹ, Showroom 216 info@lcsrlgioielli.com
Fa.Re. Argenti Il TarĂŹ, Showroom 56/2 fareargenti.it
Export digitale Le aziende italiane crescono con l'Ice
L’ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha intrapreso da oltre un biennio una strategia per sviluppare l’export digitale a favore delle imprese italiane. Nell’ambito dei corsi di formazione per le imprese orafe, l’Ufficio Servizi Formativi dell’ICE ha realizzato, in collaborazione con Federorafi e il Tarì, due interventi formativi nell’anno in corso. Il primo è stato il Jewellery Export Lab che ha rappresentato il primo step formativo al mondo del marketing digitale all’interno di un corso di formazione in export management. Il secondo, il ciclo di Seminari Export Digital Strategy, nell’ambito del Piano Export Sud 2 finanziato su fondi dell’Unione Europea, è stato caratterizzato da uno specifico approfondimento sulle tematiche del e-commerce quali: SEO, Market Place e Social Media. Questo ciclo di seminari è stato organizzato proprio per venire incontro ai bisogni e alle esigenze formative sul digitale, emersi durante il Jewellery Export Lab. Per maggiori informazioni sui prossimi corsi sul “ digital marketing for export”, potete consultare il sito ICE Formazione (https://www.exportraining.ice.it/it/). È indubbio come la rivoluzione del digitale abbia infatti già modificato usi, costumi e approccio ai mercati esteri, aprendo nuove e fin ora inimmaginabili opportunità per arrivare ai consumatori sparsi anche nei luoghi più lontani. Il web, infatti, sta ri-
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voluzionando la tipologia di contatti commerciali e la distribuzione, avvicinando sempre più i brand ai consumatori. L’ICE pertanto, oltre a implementare le attività di formazione, sta sviluppando una serie di attività promozionali a favore dell’E-Commerce per facilitare l’accesso ai mercati internazionali delle aziende italiane. I pilastri dell’attività ICE per l’E-Commerce si sviluppano attraverso il seguente processo: Azioni rivolte agli E-Tailer: attivazione di partnership con E-tailer leader di settore che selezionano aziende in autonomia, curando il go2market completo del prodotto dalla presa in consegna alla vendita finale del prodotto, generando un incremento del traffico commerciale delle imprese. Azioni rivolte ai Marketplace: l’ICE realizza, insieme a selezionati Marketplace, azioni di comunicazione e promozione a beneficio di store e prodotti italiani presenti sulle piattaforme. Azioni rivolte verso la GDO-Grande Distribuzione Organizzata: l’ICE estende partnership per attività specifiche sull’e-commerce per le aziende italiane selezionate dalla GDO, che cura in autonomia le promozioni online/offline e il go2market.
Per maggiori informazioni potete contattare: TEAM E-COMMERCE ICE mail: e-commerce@ice.it TEAM FORMAZIONE IMPRESE: mail: formazione.imprese@ice.it • Digital export. The ICE team grows and Italian enterprise grows with ICE ICE - the Italian Trade Agency is an organisation which promotes Italian business affairs abroad and fosters the internationalisation process of Italian enterprise. For over two years now, it has been implementing a strategy aimed at developing digital export to the advantage of Italian businesses. As part of the training project for the jewellery sector, ICE’s Training-Services Department has conducted two training schemes over the past year together with the Federorafi (Italian Federation of silversmith, jewellers and goldsmiths) and the Tarì jewellery centre. The first training session went under the name of the “Jewellery Export Lab” and was the first introductory phase regarding digital marketing which was a module of the export-management training course. The second one, the Digital-Export-Strategy series which falls under the Export Sud 2 PLAN financed with European- Union funds, had a special focus on all subjects linked to e-commerce, such as: SEO, the Marketplace and Social Media. The particular aim of this series of seminars was to meet the needs and fill the knowledge gaps in the digital sector that became apparent during the “Jewellery Export Lab” session. For further information on upcoming “Digital-Marketing-for-Export Purposes” courses, please check out the Training section of our ICE website (https://www.exportraining.ice.it/it/)
The dramatic effect that the digital revolution has had on our habits, routine and general approach to foreign market is undeniable. It has paved the way to new and previously inconceivable worlds brimming with opportunities, bringing us closer to customers in the furthest flung corners of the universe. Indeed, the web is turning the way we make business contacts and distribute our wares upside-down and customers are really on any brand's doorstep. Therefore, in addition to organising training activities, ICE is also putting in place various promotional initiatives for E-commerce so as to facilitate Italian enterprise’s access to international markets. The main areas of activities for ICE’s E-commerce training take the following form: E-tailer-targeted activities: setting up partnerships with leading E-tailers who independently select companies, curating a comprehensive product go2market process which covers all aspects from collection to final-product sale, the intent being to increase companies’ overall business traffic. Marketplace-targeted activities: in collaboration with selected marketplaces, ICE launches communication and promotion projects aimed at benefiting Italian stores and products present on the platforms. Actions targeted to the large-scale retail channel: ICE enters into partnerships for specific e-commerce projects in order to help launch Italian companies selected by the large-scale retail channel, which sees to organising online/off-line promotional work and go2market strategies. For further information please contact: THE ICE E-COMMERCE TEAM email: e-commerce@ice.it THE BUSINESS TRAINING TEAM: email: formazione.imprese@ice.it •
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GLAMOUR TIPS | PIÙ NE HAI E MEGLIO È
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PIÙ NE HAI I multi bracelets sono ormai un must have: rigidi, snake, in oro, argento o rame, un vero e proprio totem portatile da indossare in ogni occasione
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e meglio è!
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1 - Gennaro Napoletano, bracciale in argento - 2 - Mewo, bracciale in rame placcato oro rosa con cristalli e occhi di gatto - 3 - LC Oreficerie, bracciale elettrofusione in oro 18 kt - 4 - Barra, bracciale in argento con palline sfaccettate - 5 - Fa.Re. Argenti, bracciale in argento zirconato - 6 - Unoaerre, bracciale tubogas 3 colori in bronzo - 7 - Aucella, bracciali in pelle galuchat rigidi con cammei in conchiglia sardonica e carneola su supporto in argento 925 - 8 - Tererò, bracciale in argento - 9 - Giannotti Diffusione, bracciale rigido in oro giallo e bianco con pavè di zirconi - 10 - By Simon, bracciale in argento 925 placcato oro rosè con cubic zirconi - 11 - Meg Gioielli, bracciale in acciaio con zirconi - 12 - Dalù, bracciale oro 18 kt con diamanti - 13 - Urigold, bracciale in oro 18kt con pietre naturali - 14 - Il Talismano, bracciale con perle barocche, corallo rosa e cammeo - 15 - AG Silver, bracciale in argento - 16 - Rudy, bracciale tubogas acciaio e oro 18kt e pietre dure
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GLAMOUR TIPS | COLORFUL DAYS
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DAYS Bracciali, orecchini, anelli e spille super happy: il protagonista assoluto dei gioielli smaltati è il colore in tutte le sue sfumature, dalle tonalità più fluo fino a quelle matte
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1 - Aucella, orecchini di cammeo in conchiglia sardonica con smalto, montati in argento 925 e zirconi - 2 - Idea Coral cameo con smalto montato in oro - 3 LC Oreficerie, ciondolo in oro 18 kt con smalto cattedrale - 4 - Kadhora, anelli in argento con smalto e cameo naturale conchiglia sardonica - 5 - Urigold, ciondoli in oro 18 kt con smato a fuoco
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GLAMOUR TIPS | COLORFUL DAYS
6 - By Simon, anello in metallo smaltato - 7 - Meg Gioielli, collana in argento con smalto - 8 - Fa.Re. Argenti, bracciale in argento smaltato stile marino - 9 - Barra, bracciale in argento con zirconi e smalto - 10 - Tortora, bracciale in argento con smalto - 11 Mewo, spilla in rame placcato oro con cristalli e zirconi - 12 - LC Oreficerie, spilla in oro con corallo e smalto - 13 - Unoaerre, orecchini in bronzo rosa con corniola - 14 - Fantasie GN, anello in oro bianco 18 kt con diamanti e smalto - 15 - Giannotti Diffusione, charm in oro giallo
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Generazione Z vs Millennial
a cura della redazione
Una nuova ondata di giovani shopper si sta affacciando sul mercato e rivoluzionerà l'esperienza d'acquisto della precedente generazione preferendo l'in store all'on line.
Quante volte vi è capitato di sentir parlare di Millennial? La generazione social e digital per antonomasia. Bene, ora accantonate questo concetto e passate oltre: i Millennial sono quasi acqua passata, per quanto ancora fulcro del retail. In realtà chi studia i diversi comportamenti d'acquisto e le tendenze del futuro, guarda già avanti, verso la generazione Z. La generazione Z, o Post-Millennial, include e focalizza pienamente i nativi digitali, quelli nati dal 1995 al 2010. Già da piccolissimi, questi super tecnologici usufruiscono di diversi devices e di Internet per comunicare e cercare informazioni. Questi piccoli “tecnomani” sono ancora più abituati rispetto ai Millennial a confrontarsi con il mondo tramite la patina del digital, ma come acquisterà la generazione Z? È ovvio che i giovani shopper siano molto inclini a fare acquisti su Internet: per lo shopping online si prospettano particolarmente proficui i Social Network come Facebook, Snapchat, Instagram. Gli adolescenti spendono su queste piattaforme gran parte del loro tempo e li usano per cercare nuovi mood, ispirarsi alle mode più di tendenza e prendere decisioni d’acquisto. È sorprendete però e deve far riflettere il fatto che nonostante questa chiara inclinazione tecnologica, il negozio fisico non perde forza anzi secondo le interviste condotte da Accenture su 10.0000 giovani “Z”, più del 60% predilige ancora lo store fisico come canale di shopping. La preferenza dello store rende i giovani Gen Z diversi dai Millennial, addirittura la maggior parte di loro ha dichiarato di scegliere il centro commerciale per lo shopping, che per questi clienti risulta
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tre volte superiore ad altri tipi di negozi, compresi outlet e gli store del centro. I centri commerciali in difficoltà hanno differenziato la loro offerta per includere quella di prodotti alimentari e altre cose che di norma non sarebbero da “grande magazzino” e sembra che i giovani adolescenti apprezzino molto questo luogo come ritrovo per stare insieme e trascorrere il tempo. Quello che la Gen Z dice di apprezzare dei negozi è la possibilità di vedere gli oggetti nella vita reale, un'esperienza unica che possono offrire rispetto agli acquisti online. I rapporti umani e il poter verificare con mano i prodotti, sono certamente le carte vincenti di questa tendenza. Il digitale però non è da trascurare, è una sorta di jolly, un valido alleato. In questa sfida moderna sta al retailer giostrarsi una palla che balza continuamente tra il canale fisico e digitale. Ciò che conta è mantenere sempre una relazione personale col cliente, che assecondi i suoi interessi e le sue abitudini d’acquisto: al 70% dei giovani intervistati piacerebbe trovare un canale fashion che offra proposte personalizzate ad hoc. È evidente che il mercato debba tenere in considerazione queste tendenze e virare in modo da offrire una shopping experience completa, mirata e soddisfacente. Il digitale è un’arma che non penalizza il retail ma, se usata con intelligenza, lo supporta. È evidente che i rivenditori hanno il compito di essere costantemente concentrati sulla sperimentazione di nuove tecniche, sia online che in-store, per fronteggiare la richiesta del consumatore, che è in continua evoluzione. •
Generation Z vs. the Millennials A new order of young shoppers are loose on the market and it looks like they will be recasting the purchase habits of the previous generation by preferring the in-store experience to on-line shopping. How many times have you heard people talking about Millennials? The social-cum- digital generation par excellence. Well, forget all about them. The retail sector may still hinge their activities on them, but the Millennials are officially a thing of the past. We need to move on to the next phase. Because those whose job it is to study buying patterns and future trends need to keep a weather eye on the future. And tomorrow's shoppers belong to Generation Z. Otherwise known as the Post Millennials or the Homeland Generation, this category of youngsters brought technology into the cultural focus and includes all those born between 1995 and 2010. These hi-tech kids have been using a host of different devices and internet from a very early age in order to communicate and search for information. These technological tots are even more familiar with the digital world than the Millennials were and a touch screen is almost just an extra limb for them. But what interests us here is how Gen Z will buy? Obviously, these baby buyers will be inclined to make online purchases. Their chosen channels for internet shopping are the social networks such as Facebook, Snapchat and Instagram. Teenagers spend a great deal of their time on these virtual platforms, tapping into new moods, drawing fashion inspiration and seeking out shopping ideas. Yet, oddly enough, despite their clear technological leanings, the physical store, as opposed to the virtual one, has not lost its attraction for them and this should give us food for thought. Actually, a series of interviews conducted by Accenture on 10,0000 Gen-Z youngsters indicates that over 60 prefers to go to a real-life store rather than shop online. This proclivity for face-to-face shopping sets Gen-Z youngsters apart from their Millennial counterparts. In actual fact, most of them say they like buying from shopping arcades, opting for a mall three times more often than from any other kind of store, including outlets and downtown shops. Struggling shopping centres have diversified, putting foodstuffs and other items not ordinarily associated with “department stores” on their shelves. The Homeland Generation find this kind of haunt highly appealing, hanging out and meeting friends here. Apparently what attracts Gen Z to these “real-life” stores is the opportunity to see and touch objects, an experience that eludes them when they purchase on- line. Human relations and the ability to physically check out an item prior to purchase are the two key benefits they cite. But that is not to say these kids are ditching digital. It is an excellent back-up system, a trusty ally. Today's retail challenge consists in keeping our eye firmly on the ball as it bounces back and forth between the physical and digital channel. What is really important is tending to customer relations, making them personal, figuring out clients’ interests and accommodating their purchase habits. Over 70 of the youngsters interviewed would like to have a fashion channel that offers them personalised solutions. Obviously, the marketplace needs to work to adjust to this tendency and create a comprehensive and targeted shopping experience that exceeds customer expectations. The digital revolution is not a modern weapon bringing destruction in its wake. Quite the opposite, if exploited properly, it could empower the retail section. Clearly, retailers must harness and pool their energies to explore and implement new online and in-store techniques to capture the interest of consumers whose requirements are constantly changing. •
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GLAMOUR TIPS | HOOPSGIRLS
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HoopsGirls Gli orecchini a cerchio ritornano prepotentemente di moda: cambiano i look, si rinnovano i materiali, ma questo monile rimane una costante di stile
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1 - Giannotti Diffusione, orecchini torchon in oro giallo, lucidi e satinati - 2 - Armonie Gioielli, orecchini in oro 18 kt con diamanti - 3 - Kadhora, orecchini ain argento con coralli e cameo naturale in conchiglia sardonica - 4 - Fa. Re. Argenti, orecchini in argento
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GLAMOUR TIPS | SCINTILLII
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5 - AG Silver, orecchini in argento - 6 - Govoni, orecchini in oro con diamanti - 7 - Gennaro Napoletano, orecchini in argento - 8 - Aucella, orecchini in argento brunito 925 con conchiglia sardonica incisi a mano - 9 - Barra, orecchini in argento con palline sfaccettate - 10 - Fantasie GN, orecchini in oro bianco 18 kt con diamanti - 11 - LC Oreficerie, orecchini in oro 18 kt con Swarovski - 12 - By Simon, orecchini in metallo placcati oro rosè con cristalli
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Benedetti Clienti ma cosa vogliono da noi? Ovvero qualche garbata provocazione sul mestiere del gioielliere: venditore di cose e/o mercante d’emozioni di Raffaele Ciardulli
Pare che una delle cose che cancelli la felicità sia l’abitudine ad essere felici. Forse quello che rischia di cancellare la gioielleria è l’abitudine alla gioielleria; ci siamo così tanto dentro (anche fisicamente se intendiamo la gioielleria come negozio) che non riusciamo più a vederla con occhi diversi. Abbiamo tanti buoni motivi: “un diamante è per sempre” e se non cambiano i diamanti perché dovremo cambiare noi? Il nostro modello è stato un modello di grande successo perché dovremmo cambiarlo? Per il solo fatto che non funziona più? Ma non sarà troppo tardi/troppo difficile/troppo costoso? Ma mentre trasformiamo negozi spesso un poco appassiti (per fortuna gli anni ottanta stanno tornando di moda) in trincee a difesa di un passato che non tornerà, i Clienti, vedono i gioielli con occhi diversi dai
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nostri e, visto che sono loro che pagano le spese dei nostri negozi, sarebbe interessante capire come li vedono. Ovviamente non tutti i Clienti hanno la stessa visione ma ci sono tendenze che, se non sono generali, almeno sono forti. Ci sono Clienti che si sono accorti che del “diamante che è per sempre” non gli importa niente, hanno deciso che quello che conta è il “per oggi” non il “per sempre”. E il “per oggi” ha i suoi bei costi. Per esempio il costo della tecnologia per restare sempre connessi e quello delle esperienze da condividere, senza sosta. L’eterno, effimero, presente è il mondo della moda che racconta agli altri chi siamo attraverso quello che indossiamo. È al suo imperio che si piegano oramai gioielli relegati al ruolo di “accessorio”: perché spenderci tanto? E poi cosa possono raccontare di me? Altri Clienti vorrebbero ancora dei bei gioielli, dei sani “status symbols”, ma semplicemente non se li possono più permettere ed elaborano complesse strategie per trovare simboli più accessibili senza cadere nel tanto vituperato “vorrei ma non posso”. Apparire per loro è tanto importante, essere considerati, è tanto importante. Poi ci sono i Clienti che hanno semplicemente smesso di cercare “cose” ed in particolare cose inutili. Sono pragmatici, non vogliono un’auto, vogliono spostarsi; vanno all’essenza, per arricchire la loro vita cercano emozioni, costruiscono narrazioni e ricordi, meglio se sani, meglio se etici. E per tutti questi Clienti cosa possiamo fare? Perché, in fondo, che cerchino di raccontare il loro eterno presente, che cerchino storie per esibire il loro status (quello reale o quello passato), che cerchino emozioni…noi possiamo aiutarli. I gioielli possano ancora dare emozioni e raccontare storie, per venderli dobbiamo provare a non vendere solo “cose” ma emozioni e storie. È un cambiamento di prospettiva che per funzionare deve coinvolgerci come titolari e come commessi, dobbiamo avere il coraggio di scendere da un piedistallo, che spesso esiste ancora solo nella nostra immaginazione, e ridare un valore al nostro mestiere: accogliere, cercare, narrare. Accogliere: per vendere emozioni e storie dobbiamo creare relazioni, dobbiamo ascoltare, dobbiamo rendere piacevoli ed accoglienti i nostri negozi, dobbiamo regalare il piacere di passarvi del tempo. Le pietre ed il metallo sono freddi, vanno riscaldati con dosi massicce di umanità, e di umanità personalizzata. Sarebbe importante imparare di nuovo ad essere grati ai Clienti non solo per ogni euro che ci fanno guadagnare ma per ogni momento del loro tempo che spendono da noi. Cercare: per vendere emozioni e storie dobbiamo cercare le cose, o le marche, che siano dense di emozioni e di storie, non in generale ma per i nostri Clienti, Cliente per Cliente, nome per nome. È più del fiuto per “quello che va”, è il vecchio mestiere del mercante: “ho viaggiato in luoghi lontani per cercare cose preziose proprio per te.” Narrare: per vendere emozioni e storie dobbiamo saperle raccontare. Un racconto che funziona ha delle regole, ha una sua tecnica, ma non può prescindere da due cose: dall’ascolto e dalle domande che ci permettono di capire cosa sia davvero importante per quel Cliente e dalla conoscenza, vera ed approfondita, delle storie da raccontare. Accogliere, cercare, narrare. In altre parole, prendersi cura del Cliente e per prendersi cura del Cliente ci vuole Cuore. Una volta si diceva che gli Italiani ne avessero uno. •
What do these Blessed Customers want from us? A mildly thought-provoking article on the role of the professional jeweller: purveyor of objects or merchant of emotions. It would seem that one of the greatest threats to happiness is becoming accustomed to being happy. And perhaps one of the biggest threats to the jewellery trade is being accustomed to jewels; we are so bound up in our own little world (literally shut inside our own stores) that we just cannot see things from the outside. Of course, we have excuses galore: “a diamond is forever”, so if diamonds don’t ever change, why in the world should we? If our approach has always been highly successful, wouldn’t it be best left intact? Just because something has gone awry recently? Anyhow, isn’t it too late? Too difficult? Too expensive? In the meantime, whilst we turn our shopworn (pun intended) windows (aren’t we lucky the eighties are on the way back?) into trenches and fondly dote on a past that will never come back, our Customers have changed their perspective when it comes to jewellery. Seeing as they are the ones who foot our bill, perhaps it might be an idea to put ourselves in their shoes for a moment. Obviously not everyone is the same, but there are certain discernible trends and some are more pronounced than others. There are customers who have come to the conclusion that they don't give two hoots about “diamonds being forever”. What matters to them is “the here and now”. Forever can wait. But even “the here and now” comes at a price. For instance, the cost of the technology which enables us to stay connected day and night, not to mention the frenzied rush to share statuses and experiences. The appeal of the eternal present and the lure of the fleeting moment is the name of the fashion game. Our clothes, our shoes, and everything else we don is nothing else but a means to convey our individuality to others. And jewellery also bows down to Lady Fashion, relinquishing its status and downgrading itself to mere “accessory”. Some see little point in spending huge amounts of cash. More importantly, unless a piece of jewellery contributes to telling their story, they won’t part with their money. Then, there are other Customers who hanker after beautiful jewellery for its ability to act as a good old status symbol. But unfortunately, they just can’t afford it, so they go to enormous lengths to achieve their purpose without having to admit to themselves that a certain lifestyle is beyond their means. Looking good means a lot to them. Feeling important is a huge aspect of their lives. Then, there are still other Customers who have quite simply stopped wanting “things”, especially futile things. This category of customer displays a high degree of pragmatism. These are people who don’t want a car, they just want to get from A to B. Frills, frippery and all that is superfluous holds no attraction for them. Feelings, emotions, a story and sweet memories is what they are after. Preferably with a wholesome core and packed with ethical sentiments. A strong set of morals will cut ice with them. So how can we cater for all these different categories of Customers? Because when it comes down to it, we always have something to offer regardless of whether our clients want to seize the day, narrate the past or present in order to impress others or simply collect thrills. Jewellery can still arouse emotions and tell a personal story. But for it to do that, we have to make sure that we don't just sell “things”, but fragments of life and chapters of a story. It is fundamental that we all change our outlook, store owners and shop assistants alike. Finding the courage to climb down from our high horse (half of the time, we are not as superior as we would like to think) and injecting new energy into our old trade is the only way to go. It is time to make our customers feel welcome, to seek them out and entertain them with our storytelling. Making them feel welcome: in order to sell an emotion and tell a story, we need to listen hard and transform our store premises into an inviting cosy place. People should want to come and visit us at our business home. Precious stones and metals are cold. A strong dose of friendliness is necessary to warm them up. Empathy and personalised relations are key. One lesson that should be re-learnt is that we must be grateful to our Customers not only for each single euro that ends up in our cash till but also for each single minute they spend in our company. Seeking them out: in order to sell
an emotion and tell a story, we need to hunt down objects or brands that are loaded with emotions and stories. Not in any general sense, but ones which are tailored to our Customers. Each single Customer. Name and Surname. This is more than having a nose for business. This is the age-old instinct of the merchant who peddled his wares, saying: “I have travelled far and wide to bring you back these precious gems.” Entertaining them with our storytelling: in order to sell an emotion and tell a story, we need to know how to relate the details. There are set rules to storytelling. There is a precise technique. But two abilities cannot be overlooked. Listening to what the customer wants to say and asking questions so we know what counts for our Customer. This valuable knowledge will form the core of our storytelling. Make them feel welcome, seek them out and tell them a story. In other words, take care of the Customer. And to attend to our Customers we need a Heart of Gold. Once upon a time, it was said that the Italians as a race were all heart. •
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È scoppiata la charms-mania: questi tintinnanti gioielli con ciondoli tornano oggi di gran moda, sfruttando un’allure che profuma di passato con una nuova ironia a cura della redazione
Per illuminare e rendere prezioso anche il look più minimal, gli alleati perfetti sono loro, i gioielli! Ma quali sono le tendenze più forti del momento? Nelle gioiellerie quest'anno non mancheranno le collane con charms delle maison e dei marchi più di tendenza. Un mix di classici intramontabili e di alcune novità grazie a numerosi nuovi charms dai design più disparati e accattivanti. Acchiappasogni, perle, mini e maxi ball, personalizzano e rendono grintoso anche l'outfit più semplice. Collane non solo in metallo ma anche di stoffa con charms pendenti per un tocco di originalità e glamour: uno stile trasversale, dal più essenziale al più ricercato, per risaltare al massimo la femminilità di ogni donna. Un 2018 all'insegna del gioiello di tendenza moda, questa è la direzione del mercato: un must have forse non sempre adatto alla vita di tutti i giorni, probabilmente rumoroso in alcune serate e comunque difficile da abbinare, ma del resto chi l'ha detto che la moda è semplice? Collane folk con charms multicolor per le donne che reinventano il loro look a favore dello stile cow girl chic, in argento con maxi pendenti per le più urban o in gipsy mood con monetine: un vero e proprio inno alla libertà di essere e di esprimersi. I charms sono stravaganti e si confermano i protagonisti della nuova stagione: perfetti d'e-
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state, abbinati a collane lunghe o a braccialetti di corda, sofisticati d'inverno nelle tonalità più metalliche, i pendenti costituiscono una tendenza che non sembra risentire del tempo che passa, e restano il gioiello cool per eccellenza. Per dare un twist al proprio stile basta poco: la collana ricca di charms è decisamente il prodotto più richiesto della nuova stagione, un evergreen, spesso rivisitato in chiave più moderna e contemporanea oppure ripescato dalla tradizione di paesi lontani e trasformato in un pezzo etno-chic. Un solo tocco di colore o tanti insieme, non importa, basta che alla collana con charms non manchi un po' di buon umore senza dimenticare lo stile: nel portagioie di una fashion icon è un gioiello immancabile. I motivi dei ciondoli charm sono ispirati alla gioia di vivere, alle emozioni, alle impressioni e ai momenti particolari della vita, oltre che alla moda. I charms sono ornamenti unici: ogni singolo ciondolo, infatti, ricorda un preciso avvenimento, un viaggio, un regalo. Alcuni pendenti evocano una raffinatezza senza tempo con perle luccicanti, o diventano il simbolo di protezione e felicità, è il caso di angeli, ferri di cavallo e quadrifogli. Per le più glamour sono molto in voga i charms a forma di peep toe eleganti, sneaker all’ultimo grido e borse di tendenza. Dagli hobby e dagli animali preferiti fino ai must della stagione e ai simboli più diffusi: il charm può essere espressione degli interessi, delle predilezioni e delle esperienze personali. • Always works like a charm! Charms-mania is sweeping everything else out of its way. Announcing its proud entrance with a soft tinkle, this jewellery trend is back in vogue again. Chinking and gleaming, this metallic adornment taps into the legacy of the past, but surprises with its tongue-in-cheek update. Even the most austere look can be elevated to dazzling heights with any girl’s best friend - jewellery! So, what is trending at the moment? This year there will be no shortage of charm necklaces from the big fashion houses and most directional designers. Look out for a mixture of enduring classics and brand-new designs in the form of a wide array of extraordinarily attractive charms. Dreamcatchers, pearls or mini and maxi balls are all perfect for adding a personal touch and a bold twist to the most understated outfit. Necklaces made not only from metal, but even from fabric, adorned with dangling charms are a way to add an original glamorous twist to any style: hit-switching solutions ranging from the most unfussy to the most sophisticated, deliberated designed to flaunt a woman's innate femininity. It promises to be a glittering 2018 crammed with precious sparklers - this is the market tendency. Let's face it, this glitzy trend might not be the most discreet for daily wear, it could be a bit jingly and turn heads in a quiet restaurant and it may also be tricky to match, but whoever said that fashion has to be simple? Folksy necklaces with multicoloured charms for women
who want to rethink their usual look and try out a chic cowgirl outfit. Silver pieces hung with large pendants for the urban-inclined, or with pretty pendulous coins for gypsy lovers - an ode to freedom and an invitation to self expression. Charms have something extravagant about them and they are the red-carpet stars of the upcoming season. Stylish in summer, they look good with sautoirs or jute bracelets. Wonderful in winter, a gleaming trinket is an accessory that never palls. A cool jewel to make you drool. It doesn't take much to add panache to your look: a charm-laden necklace is definitely going to be in enormous demand this season. Some will be a fresh contemporary take on an evergreen, whilst others will be plucked from traditional adornments borrowed from faraway lands and transformed into an ethno-chic piece. Little does it matter whether they are revived with a subtle hint or bright splash of colour, the main thing is that the charm necklace is elegant with a dash of good spirits. No fashion maven’s jewellery case should be without one. The charms should be chosen to reflect our own joie de vivre, emotions, feelings, impressions and special times in our lives as well as fashion trends. Charms are special ornaments: each single charm reminds its wearer of a special event, a trip or a gift. Some pendants bear lustrous pearls and evoke timeless refinement whilst others transmit a sense of protection and happiness and take the shape of angels, horse shoes and four-leaf clovers. For glamour pusses, charms with pretty peep-toe shoes are much in vogue, as are modish sneakers and fashionable handbags. Hobbies and favourite pet animals, seasonal must-haves and popular symbols: charms can express our interests, preferences and personal experiences. •
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Dalle più classiche alle più sperimentali, meglio ancora se maxi: le spille sono il trend gioiello della nuova stagione
a cura della redazione
Ritornano di moda gioielli inaspettati: le maxi spille diventano le protagoniste del nuovo anno e personalizzano qualunque tipo di look, veri e propri distintivi in grado di arricchire l'outfit femminile. La verità è che, a prescindere da epoca o estetica di riferimento, gli accessori fanno sempre la differenza. A contare non è tanto quello che si indossa, ma come lo si indossa: ormai spille e pins sono le vere trionfatrici nella categoria dei gioielli e dei bijoux e da qualche mese praticamente onnipresenti. Baveri dei cappotti, revèrs delle giacche, fiocchi al collo, T-shirt sbrindellate o pull robusti: la sistemazione più adatta alle maxi spille non si ferma ad un unico genere e fa leva proprio sui contrasti. È per questo che le broche più maestose e preziose, magari grondanti cristalli, sono perfette sui pezzi più casual, o che le pins con gli slogan più provocatori si sposino meravigliosamente con indumenti più classici e sobri. È proprio in virtù della loro capacità di stravolgere i look a cui
sono abbinate, che sono tornate tanto di tendenza. Ad andare per la maggiore sono decisamente i modelli più vistosi che raffigurano insetti, occhi, cuori, e zeppi di strass, ma anche quelli più moderni hanno il loro riscontro. In passerella se ne sono viste di tutti i tipi: enormi fiori metallici impreziositi con paillette e swarovski, libellule variopinte, farfalle e soggetti di pura fantasia smaltati con stravaganti colorazioni. Insomma le spille rappresentano, senza ombra di dubbia, un accessorio intramontabile, un vero e proprio evergreen. Originali, luminose e scintillanti, questi accessori diventano sempre più individuali e ci conquistano con forme e colori frizzanti. Un'interessante variazione sono i "set" di spille, pensati per offrire una vera e propria composizione di forme e colori da indossare tutte assieme o da scomporre in base alle esigenze. Non ci sono vere e proprie regole su come indossarle: c'è chi le abbina ai tessuti più ricchi e ricercati fin quasi a "mimetizzarle",
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come Gucci, e chi invece le appaia a tessuti e colori rigorosi e puliti, in modo da metterle ancora più in evidenza. C'è solo un elemento da non sottovalutare: il materiale giusto su cui appuntarle. I modelli più spettacolari spesso hanno anche un peso importante, che rischierebbe di danneggiare i tessuti più leggeri. Come è meglio abbinare una spilla? Ovviamente dipende dal modello: le spille di ispirazione vintage, modelli esagerati e ingombranti, pieni di pietre preziose combinate e strutture ricche come bouquet, possono andare ovunque. Una spilla tradizionale e classica va bene su maglioni e cappotti, ma ci sono anche altri modi di indossarle, magari su cappelli e sciarpe. Le spille contemporanee invece, dalle linee geometriche e pulite, sono ideali con un look minimal, in modo che non si disperdano tra mille fronzoli. È meglio poi che il capo su cui si porta la spilla sia a tinta unita, in modo da non distogliere l'attenzione da questo affascinante gioiello. •
Right now, the thing is eye-catching diamanté-bestrewn styles portraying insects, eyes and hearts. However, more modern designs are equally sought-after. The catwalks were deluged by all different kinds: huge metallic blossoms encrusted with sequins and Swarovski crystals, variegated dragonflies, butterflies and fantastic enamelled creatures in brave and bright colours. In a nutshell, brooches and pins are an enduring fashion accessory and are definitely here to stay. Full of originality and light, these gleaming accessories are easy to personalise and can illuminate an entire room with their scintillating sparkle and vibrant hues. One interesting variation on the theme is the brooch sets which are a sophisticated array of shapes and colours to be worn as a single cluster or to be split up according to one's mood. There are no strict rules when it comes to we aring them. Some designers (Gucci for one) like to juxtapose brooches against ornately intricate fabrics so they practically vanish into the patterns, whilst others
Becoming Brooches Classic charm, directional allure, the bigger the better: brooches are the jewellery trend of the new season. Unusual jewels have made a comeback: oversized brooches will be taking us by
s to rm in the new year and their popularity is not without cause. They elevate any woman's outfit instantly with genuine fashion flair. The truth is that accessories always make the difference, whatever the fashion era, whatever the trend. And it isn’t what you wear, it is how you wear it: brooches and pins are topping the charts in the fine jewellery and fashion jewellery sector. Indeed, you can see them wherever you go lately. Coat collars, jacket lapels, pussy-bow blouses, tattered tees and chunky sweaters - it doesn’t really matter what you wear your brooch with. Actually a contrast between a pristine pin and a grungy jacket is really stylish. This is why the more majestic posh-looking brooches dripping with diamonds are a perfect counterpoint for casual clothes, whilst pins with contempo slogans are exalted by more classic sober styles. And it is precisely their ability to turn a whole outfit around that has caused them to come back into fashion with a vengeance.
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prefer them to stand out against staid colours and plain materials. But, it must be noted that clipping them onto the right fabric is of crucial importance. The more sumptuous styles are quite heavy and, placed on lightweight silks, they risk tearing the fabric. What are the fashion rules for mixing and matching brooches? Obviously it depends. Vintage-style brooches, exaggerated over-the-top variants dripping with precious stones and ornate designs like bouquets, can go with absolutely anything. A more traditional classic brooch will cut a dash on sweaters and coats, but there is no reason not to wear it on a scarf or even in your hair. On the other hand, contemporary models with a geometric pristine design, which might otherwise be swamped by frills and ruffles, are perfect for a minimalist outfit. And, last but not least, a brooch is best worn against a plain unpatterned base so that it can shine in all its beauty. •
1 - By Simon, spilla in argento 925 con cubic zircone multicolore - 2 - Idea Coral, spilla corallo cerasuolo montato in oro 18kt - 3 - Aucella, spilla in oro 18 kt con spola in corallo rosso mediterraneo. fatta interamente a mano - 4 - Roberto Barra, spilla in argento 925
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Un mondo complesso in una sola parola
RETAIL
Il settore orafo è in continua evoluzione, e il retail risente a sua volta dei continui cambiamenti richiesti alla distribuzione di Daniela Saibene
I clienti sono sempre più sofisticati, esigenti, talvolta distratti e la domanda ricorrente è: come fidelizzare i clienti tra un acquisto e l’altro? La risposta non è semplice: il complesso mondo della distribuzione non si ferma mai, le sfide si rinnovano quotidianamente, e si riflettono di continuo sulle richieste del retail e sul marketing del punto vendita cercando di intuire quali possono essere i veri desideri dei clienti. La ricetta universale non esiste, ma si riflette su 8 temi connessi alla fidelizzazione della clientela. 1. Il gioiello racchiude un prezioso mondo: l’artigianalità della manifattura, le gemme che lo compongono, i dettagli del design e i particolari, seppur minimi, da raccontare. Il gioielliere protagonista si fa riconoscere perché sceglie un gioiello e lo racconta, spingendo verso la scelta di quel prezioso. 2. Nell’era digitale, il cliente cerca, si documenta, è sempre connesso. L’obiettivo del gioielliere è di connettersi con il suo cliente. Tra un acquisto e il successivo, il gioielliere è presente con gli strumenti di comunicazione più opportuni per il proprio business e per i tar-
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get di riferimento. 3. Oggi la comunicazione vincente deve essere pianificata, elaborata con obiettivi precisi e rivolta a clienti specifici che desiderano sentirsi importanti, coccolati e al centro dell’attenzione. Ogni imprenditore o gioielliere deve sapere che il cliente del 2018 vuole spendere consapevolmente i propri soldi, che significa, per i venditori, essere più preparati ed efficaci nella presentazione di un gioiello per una vendita di successo. 4. I gioiellieri che non si dimenticano, sono professionisti curiosi, lungimiranti, attenti ai trend: non è possibile gestire una vendita senza conoscere i desideri e le aspettative dei clienti e i trend più forti: - il cliente vuole essere sorpreso e gratificato (in caso contrario, acquista facilmente in rete); - i clienti amano acquistare e ri-acquistare in un location bella, raffinata, luminosa ed elegante, in un negozio accogliente che rimane in testa per il prossimo acquisto. In caso contrario, il cliente si ricorderà solo dello “sconto” accordato. Sempre di più, il mondo della distribuzione si sta focalizzando su
una maggiore personalizzazione del servizio e del prodotto e sulle emozioni del cliente, suscitate dalla relazione con il venditore e dall’accoglienza del punto vendita. 5. Il gioielliere curioso studia le attività dei colleghi e cerca di differenziarsi. L’omologazione non è più di moda, il cliente si ricorda di un gesto cordiale, di un servizio utile e personalizzato o di un incontro coinvolgente, appassionato e professionale. Le differenze positive si ricordano e… il cliente torna! 6. I valori di un prodotto, un brand, un nome, un sito sono fondamentali e la giusta comunicazione con la giusta enfasi possono rappresentare la chiave del successo. Oggi, anche il retail ha bisogno di comunicare i suoi valori come leva di successo. I punti vendita che non esprimono le proprie filosofie di vendita e le proprie scelte etiche, possono risultare lontani dai desideri della clientela che, a lungo termine, perde interesse negli acquisti. Attualmente, i prodotti etici positivi per il cliente e per la comunità, la sfera del green e del bio, e il tema della social responsability sono valori richiesti e ricercati dal cliente e il retailer che li sa raccontare acquista punti agli occhi dell’acquirente. La social responsability può rappresentare un importante tema di comunicazione e di relazione con il cliente. Il mondo delle gemme, in particolare il mercato dei diamanti, offre agli operatori del settore orafo un’opportunità di raccontare un trend in constante diffusione e sempre più sentito. 7. Il cliente ha sempre meno tempo per lo shopping e si aspetta che il retailer sappia cogliere i suoi desiderata, gli consenta di accedere a una scelta focalizzata su un insieme di offerte allettanti e che risponda alla fatidica domanda “non so cosa regalare” e “mi faccia fare bella figura”. Solo il venditore preparato e consapevole di avere la “ricetta magica”, la tecnica di vendita giusta, sarà efficace ed efficiente verso il cliente frettoloso: il famoso storytelling farà la differenza se sapientemente utilizzato. 8. Conoscere la clientela e avere gli strumenti per contattarla rende il gioielliere irresistibile: una mail, un messaggio, una newsletter dedicata, un pensiero rappresentano una tecnica di seduzio-
ne infallibile. L’importante è avere un progetto e una pianificazione sugli obbiettivi da raggiungere (vietato rispondere vendere di più). Solo contattando periodicamente i clienti si possono aumentare le loro frequentazioni nel nostro negozio. Il settore orafo ha sempre saputo comunicare sapientemente con il prodotto e con il cliente ed è di nuovo il momento di riappropriarsi di questa filosofia di vendita “sapere comunicare bene e in modo personale”, perché la maggior parte dei clienti di oggi acquista ancora off-line, presso il punto vendita. Per concludere, mi sembra importante ricordare che - come ha sottolineato un noto commerciante napoletano - il negozio deve continuare ad essere il luogo incantato costruito dal venditore: non un ambiente statico, ma una location che si sa rinnovare e migliorare e che conserva la tradizionalità aziendale e che esalta i valori del gioiello con la sua creatività, la sua magia e il tipico “saper fare bene” della gioielleria italiana. • In the midst of a constantly changing retail universe, the jewellery trade is additionally buffeted by galloping developments in the distribution sector. Increasingly sophisticated and demanding, customers view products with scattered attention as they ricochet between one purchase and another. Therefore, the million-dollar question is how do we make sure they keep coming back to us? There is no simple answer to this: the chaotic whirl and infinite intricacy of the product-distribution world together with the rapid succession of challenges posed by modern daily life has triggered comparable complexity in the retail and marketing sector as enterprise strives to second-guess customers’ real desires. The solution depends on the situation, but there are 8 general tenets to be borne in mind if we are to acquire customer loyalty. 1 Jewels reverberate with preciousness: they constitute a dimension where craftsmanship prevails and gleaming gems are enhanced by design elements and other details, which, however subtle, contribute towards the drawing power of the story being told. Successful jewellers stand out from the mass because their jewels of choice are
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accompanied by a story and everything seems to guide customers in the direction they want. 2 In the digital age, our constantly connected customers seek out information and read up on a whole variety of matters. And what a jeweller should be doing is connecting with his customer. Between one purchase and another, a jeweller must do his utmost to hit the mark, availing himself of the most apt communication tools. Needless to say, he should opt for the ones that best fit his intended target and particular business niche. 3 Nowadays, efficacious communication strategies must be planned, tailored to a specific target and aimed at precise clients who must be made to feel important, pampered and at the centre of our world. Each single entrepreneur or jeweller should be acutely aware of the fact that in 2018 customers do not intend to fritter away their hard-earned cash. What this means is that a successful sales strategy requires good preparation and an effective presentation. 4 Jewellers who keep this at the forefront of their minds are generally forward-looking professionals with an inquiring mind and a weather eye on new trends: no sale can be made without tapping into customers’ desires and expectations or without knowing what is currently trending: - customers want to be astounded and pleased at the same time (otherwise, they will just go on an online shopping spree);
imbued with genuine values. Retail outlets that do not outwardly state their sales philosophy and disclose their ethical position on given issues are at risk of being too far removed from the very customers they strive to conquer. In the long term, sitting on the fence will drive potential clients away. Presently, ethical products exert a strong appeal over customers and the communities they belong to; the green economy and the concept of social responsibility are actively sought out by clientèle. Retailers who perceive this and ensure that they abide by the precepts of this overwhelming need to do the right thing will rise in customers’ esteem. Besides, social responsibility is a way to tune into our customers’ wavelength and enter into relations with them. For jewellers working with gems (and particularly the diamond market) this is a window of opportunity to move to the front of the trend curve and tap into a public which is increasingly sensitive on this point. 7. Customers have less and less time
- customers are drawn and will keep returning to a refined elegant location suffused with light - an alluringly classy store will stay in their minds and prompt them to come back and purchase again. If our surrounds are not pleasant enough, customers will remember nothing else but how much they “got off” their purchase in terms of a discount. The distribution sector is increasingly preoccupied with personalising both services and products and recognises the values of customers’ emotions which can be accessed by the relationship built up via a salesperson with an engaging personality and a retail outlet with an inviting atmosphere. 5 A jeweller with an inquiring mind will make sure he knows what the competition is doing and will strive to be different. No-one wants to be seen wearing the same items any more. And a friendly gesture, personalised service, a piece of useful advice, an interesting conversation, an impassioned approach and professional attitude are all things that will stick in our customers’ memory. Being different in the right way is what makes customers keep coming back...and back! 6 The values we express through our product, our brand, our name and our website are of fundamental importance. The subtle game of relating to our customers without striking a false note is the key to success. In this modern world, the retail sector can only achieve success if its products are
to dedicate to shopping. Retailers who can anticipate their desires, presenting them with a curated edit of attractive options, will make their lives easier. What they are looking for is someone who will get them out of hot water because they want to amaze a loved one with a perfect gift and don’t really know how to go about it. Only a highly expert and experienced salesperson will be able to steer them in the right direction. One with a practised hand. One who knows exactly where he is going and how to allay the doubts of a rushed customer. Properly brought into play, the renowned art of storytelling can make an immense difference. 8. Getting to know our customers and having the wherewithal to contact them is an invincible tool: an email, a message, a dedicated newsletter and an engaging thought - this is what real seduction is about. The main thing is to create a project and have a plan with set targets (you can’t say that you just want to amp up your sales figures). The only way to make sure your customers keep visiting your store regularly is to stay in touch with them. The jewellery sector has always been good at establishing a connection with the product and the customer. Now is the time to reclaim this old sales approach and “start communicating well and on a one-to-one basis”. None of this is pie in the sky because most of today's customers still buy off-line from stores. To sum up, I wanted to quote the wise words of a well respected Neapolitan businessman who said “a store must continue to be an enchanted place created by the seller: not stuffy surrounds, but a location which morphs as the tides of fashion turn, yet one which constantly improves whilst showcasing the corporate traditions and enhancing the worth of the jewels on sale by using creativity, a touch of magic and that “love of a good job done” so typically associated with Italian jewellers”. •
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Pet&Jewels Amanti degli animali e dei gioielli: un mix di tendenza che può destare qualche dubbio quando è portato all'eccesso.
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Il mondo dei pet lovers ha ormai da tempo incrociato quello degli appassionati degli oggetti di lusso, con risultati che se da un lato destano qualche perplessità dall’altro possono comunque affascinare per la bellezza e stravaganza di alcuni articoli. Gioielli e accessori di lusso per cani e gatti sono diventati una delle ultime tendenze per i fedeli amici a quattro zampe, riempiti di coccole e gadget dai loro proprietari. Basti pensare che le più importanti griffe dell'alta moda hanno ideato linee di accessori per animali per soddisfare i desideri dei padroni più esigenti che ricercano anche in questi particolari, il massimo presente sul mercato. Alcuni brand hanno da tempo ideato la loro linea di accessori e gioielli per cani e piccoli animali, altri hanno ceduto al richiamo di questo settore più recentemente: ad ogni modo tutti hanno avuto la capacità di trasmettere il proprio stile in questi preziosi oggetti. Per i cani e i padroni più alla moda ci sono anche le borse con cui portare a spasso i cagnolini più mini. Louis Vuitton ha pensato agli amici a quattro zampe con la collezione di collari adatti agli animali di taglie diverse, anche grandi, e guinzagli, accanto alle borse Sac Chien, perfette per chi preferisce una borsa di classe alle solite gabbiette. Alviero Martini ha disegnato anche la palla da gioco con l’icona stampa del marchio che si ritrova nelle borse e cuccette, oltre ai guinzagli e ai pull. Ralph Lauren ha presentato la linea “For the Pet” con maglioncini, polo, maglie firmate, disponibili solo per i cani di taglia piccola. Per loro anche guinzagli e collari da abbina-
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re e da portare con sé nella borsa per cani in pelle colorata. L’incessante amore di Elisabetta Franchi per gli animali, si materializza nella realizzazione di sofisticati accessori dedicati agli amici a quattro zampe come pettorine laminate, collari multicharms, cravatte maculate ed eleganti foulard. Il settore degli accessori per animali di lusso ha visto indubbiamente una grande crescita negli ultimi anni, complici anche le abitudini delle star, spesso fotografate con i loro cagnolini in braccio. Insomma per chi ama gli animali e vuole dare loro il meglio, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si pensi ai collari realizzati con vere perle e cristalli Swarovski, coroncine in oro bianco, cani con orecchini o tatuaggi decorativi: il passo è davvero breve e anche pericoloso tra quello che desiderano i padroni e ciò che subiscono inconsapevolmente i loro animali domestici. La richiesta del settore è tale che sorgono anche SPA dove gli animali vengono coccolati con trattamenti specifici, magari quando i padroni sono in viaggio. La verità è che gran parte dei gioielli per animali sembra un po’ troppo pretenziosa: collane con cristalli e orecchini tempestati da zirconi brillanti, sono davvero eccessivi per adornare un cane, fosse anche quello di Paris Hilton! Accantonando per un attimo il glamour, la bellezza dei nostri amici animali è importante, ma la loro salute lo è molto di più ed è quella che andrebbe tutelata. Per i cani e i gatti più eleganti e i loro raffinati padroni via libera a gioielli e accessori ma con moderazione come lucchetti personalizzati con il nome, charms per collari, magari a forma di
1 - disponibili su www.bautique.com 2 - disponibili su www.myluxurypet.com
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cuore, cappottini impermeabili super chic: soluzioni fashion ma non eccessive. • Cool cats (and dogs) Animal lovers and jewellery devotees: a curious combination that can be disconcerting when taken to the extreme. Over the last few years, the gap between the world of pet lovers and that of luxury fashion has not only narrowed but actually closed. What this amounts to is a glitzy somewhat extravagant market which captures our imagination, yet can also leave us somewhat nonplussed. Already decked out with gadgets and pampered to death, our much beloved kitty and pooch have now become the object of a new trend dressing them up in sparkling jewels and luxe accessories. Top international fashion designers have come up with a series of pet accessories to anticipate the desires of their loving (and demanding) owners out to spoil their furry friends with the best the market has to offer. In some cases, the fashion brands have had ranges of accessories and jewellery for small domestic animals for some time now, in others it has been a recent move to acquire a growing market segment: in any case, they all seem to have something different and dazzling to offer. For the more fashion-conscious, there are even elegant bag so small dogs can be placed inside and toted around. Louis Vuitton has created a collection of collars for pets of all sizes, even the larger ones, as well as leashes and Sac Chien bags. What better solution than an up-market bag for pet owners for whom common-or-garden cages have lost their attraction? Alviero Martini has designed a playing ball embellished with his iconic signature print design which also adorns his line-up of bags, kennels, leashes and jackets. Ralph Lauren has presented his “For the Pet”
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range with a designer series of warm sweaters, polo shirts and tops, but only for the smaller tail-waggers. In addition, there are matching leashes and collars which can be stowed away in the dog bag made from colourful leather. Elisabetta Franchi’s undying love for animals has prompted her to create a series of sophisticated accessories for our four-legged friends, such as lamé harnesses, collars adorned with charms, spotted neckties and stylish scarves. The luxury pet-accessory sector has been on the up and up over the past few years and popularity has been stoked by television and cinema celebrities who are often photographed with their doggies cradled in their arms. Basically, any animal lover who wants to please their pooch just has to loosen their pursestrings and their every whim will be catered to. Collars encrusted with real pearls and dripping with Swarovski crystals, tiaras in white gold, dogs with earrings and decorative tattoos - you name it, they have thought of it. Naturally, there is a very fine line separating what the doting owner craves for their pets and what the poor animals have to put up with. The demand is so high around this area that there are even spas where pets are cosseted with special treatments whilst their owners are away from home. The home truth is that, generally speaking, bedecking an animal in jewels is overdoing things: ornate necklaces with crystals and earrings bestrewn in precious zircons is going overboard for a dog, even one that happens to belong to Paris Hilton! Setting fashion aside for a moment, there is nothing wrong with keeping our little friends looking good, but their health should be at the top of our agenda. Sophisticated pet owners are more than entitled to buy accessories and jewels for their elegant furry friends but moderation is the name of the game: padlocks customised with their name, charms, even heart-shaped ones, dangling from their collar and ultra-chic waterproof coat. Fashionable without being excessive. •
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