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7 FRANCIACORTA
The birthplace of great sparkling wine, the land of Vittorio Moretti and his family, Bellavista, and L’Albereta.
15 FALL WINTER 2019/20. STYLE FRAMES.
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«Mio padre, Vincenzo, è inevitabilmente sempre citato per la sua abilità unica di sarto. Da tutti è infatti ricordato per aver scritto, con la creazione della prima giacca destrutturata di sempre, oggi semplicemente denominata “alla napoletana”, un capitolo davvero significativo della storia della sartoria partenopea e internazionale e dell’eleganza maschile. Eppure, visto il racconto che proponiamo nelle prossime pagine, mi piace ricordarlo per un altro aspetto, affine eppur tutto sommato diverso: la sua spiccata sensibilità per il fatto a regola d’arte e il bello. Amava molto la bellezza, il talento di chi, artista o artigiano che fosse, sapeva creare oggetti o prodotti con un alto contenuto creativo. Era sempre alla ricerca dell’eccellenza, si lasciava affascinare e ispirare da chi sapeva autenticamente esprimerla. Ciò accadeva soprattutto in ambito pittorico ma anche, perché no, con artigiani che, come lui, creavano prodotti unici, pregni di un saper fare autenticamente eccellente. Ecco, questa sua propensione al bello e al fatto a regola d’arte è, al di là dello straordinario patrimonio di insegnamenti tecnici, ciò che maggiormente ha segnato la mia formazione, prima di uomo e poi di sarto, e ciò che ho voluto trasmettere ai miei figli, oggi alla guida di Cesare Attolini». Cesare Attolini
“My father, Vincenzo, is inevitably always noted for his outstanding skill as a tailor. In fact, he is known for having written, with the creation of the first ever casual jacket, now simply called “alla Napoletana”, a truly significant chapter in the history of Neopolitan and international tailoring and masculine elegance. Yet, given the story that you are about to read in the following pages, I would like to mention another aspect of his personality, related but also different: his striking sensibility for perfection and beauty. He loved beauty, the talent of those who, whether artist or craftsman, are able to create objects or products with a highly creative content. He was always on the lookout for excellence and was captivated and inspired by those who were able to express it authentically. This happened primarily in the world of painting, but also with artisan craftsmen who, like him, created unique products overflowing with authenticity and know-how. His propensity for beauty and perfection is, aside from the extraordinary patrimony of technical teachings, that which most shaped my growth, first as a man and then as a tailor, and that which I wanted to pass on to my own children, today at the head of Cesare Attolini.” Cesare Attolini
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«Ciò che guida il nostro operato quotidiano è, prima di ogni cosa, una propensione estenuante all’eccellenza. La volontà di creare capi che siano unici, realmente ed esclusivamente fatti a mano, e che esprimano una autentica eleganza senza tempo. Nostro nonno e nostro padre hanno scritto capitoli importanti della storia della scuola sartoriale partenopea e italiana. Sappiamo, noi rappresentanti della terza generazione di famiglia, di custodire un patrimonio unico di saper fare, un’idea d’eleganza che è senza tempo, che sfugge alla dialettica della moda, in cui si riconosce una comunità senza confini, composta dagli uomini più raffinati del mondo. Persone che non si limitano ad apprezzare l’estetica dei capi che indossano ma che hanno la cultura per comprendere lo spessore etico del lavoro manuale, personalizzato, che ne sostanzia il loro valore. Siamo e vorremo essere sempre una roccaforte, un baluardo a difesa dell’autenticità artigianale, in direzione diametralmente opposta alla standardizzazione e alla serializzazione. Senza compromessi, senza scorciatoie, animati esclusivamente dall’orgoglio di vedere ogni giorno prender forma, nella nostra sartoria, a capi che hanno un’anima». Massimiliano Attolini
“That which guides our daily operations is, above all, an exhaustive propensity for excellence; the desire to create garments that are unique, genuinely and exclusively handmade, and that express authentic and timeless elegance. Our grandfather and father wrote important chapters in the history of the Neapolitan and Italian sartorial schools. We, of the family’s third generation, are aware that we guard a unique patrimony of know-how, a timeless concept of elegance which escapes the dialectic of fashion, in which we recognise a limitless community, made up of the most sophisticated men in the world. People who do not limit themselves to merely appreciating the aesthetics of the garments that they wear, but who possess the culture to understand the ethical significance of manual and personalised labour, the element which gives these garments their value. We are, and would like always to be, a stronghold, a bastion that protects artisan authenticity, diametrically opposed to standardisation and serialisation; without compromises, without shortcuts, fuelled exclusively by the pride that we feel everyday upon seeing garments that have a soul take shape in our workshops.” Massimiliano Attolini
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«Coerentemente alla nostra visione e al nostro operato quotidiano, rifuggiamo costantemente dall’errore di banalizzare o dall’incorrere in sterili e stereotipati cliché, prediligendo un linguaggio, un’idea di narrazione pregnante, autentica e senza tempo. Capace di esprimere la nostra esclusività e eccellenza artiginale attraverso un approccio carico si di suggestioni estetiche ma anche di contenuti rilevanti. Da oltre quattro anni, ormai, abbiamo immaginato, in occasione della presentazione di ciascuna delle due collezioni di stile annuali, di ambientarne il racconto fotografico presso gli affascinanti luoghi in cui prendono vita i prodotti di altri protagonisti eccellenti del vero made in Italy di altissima qualità. E, dopo il racconto della collezione Primavera-Estate 2019, realizzato nella meravigliosa Versilia, del nobile marmo di Carrara, con le sue piccole grandi botteghe artistiche, per quello della collezione Autunno-Inverno 2019/20, ci siamo lasciati affascinare dalla bellezza di una regione, la Franciacorta, vocata alla produzione vitivinicola, e dalla storia di una famiglia, la famiglia Moretti, che ha scritto un capitolo fondamentale nel trasformare la Franciacorta e il Franciacorta in una prestigiosa eccellenza made in Italy, oggi apprezzata e ammirata in tutto il Mondo. Buona lettura». Giuseppe Attolini
“Consistent with our vision and our daily operations, we constantly shy away from the error of trivialisation or of falling into sterile or stereotypical clichés, preferring a language and a concept of narration that is meaningful, authentic, and timeless; capable of expressing our exclusivity and artisan excellence through an approach that is as full of aesthetic suggestions as it is relevant content. For over four years now, on occasion of the presentation of each of the two annual collections, we have thought to set the photographic representation of these collections in the fascinating locations in which the products of other outstanding protagonists of high quality Made in Italy goods come to life. And, after the photographs of the Spring-Summer 2019 collection, taken in the spectacular region of Versilia, known for the noble Carrara marble, with its big-little artistic workshops, for the Autumn-Winter 2019/20 collection we were inspired by the beauty of the Franciacorta region, known for its wine production and for the history of the Moretti family who wrote an important chapter in the transformation of the region and its wine into a prestigious Made in Italy product which is now admired around the world. Happy reading!” Giuseppe Attolini
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FRANCIACORTA
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The birthplace of great sparkling wine, the land of Vittorio Moretti and his family, Bellavista, and L’Albereta.
Vittorio Moretti, Terra Moretti Family Holding President and on the left handside, the daughters Valentina, Carmen and Francesca.
Vittorio Moretti
Cavalier Moretti, quando e come nasce il suo amore per la Franciacorta e, soprattutto, la sua visione di trasformarla in una delle regioni più prestigiose d’Italia tra quelle vocate all’enologia e all’enoturismo di eccellenza?
Cavalier Moretti, when and how did you fall in love with Franciacorta and, more importantly, when and how did your vision of transforming it into one of the most prestigious regions in Italy, known for its highquality wine production and wine tourism, take shape?
È la terra dei miei ricordi d’infanzia. Abitavamo a Milano e durante l’estate tornavo dai parenti che vivevano in Franciacorta, ad Erbusco. In questi luoghi potevo stare a contatto con la natura e, accanto al nonno, osservavo i lavori dei campi e della fattoria. Mi piaceva questa terra laboriosa e la sua gente. Da qui, del resto, proviene tutta la mia famiglia di origine, sia da parte di padre che da parte di madre. Radici antiche perché siamo in questi luoghi sin dal 1400 e con un mestiere specifico: le costruzioni. Per questo motivo, quando ho potuto rendermi indipendente con il lavoro, ho scelto di iniziare proprio da qui fondando la prima impresa, ma soprattutto mettendo su famiglia con Mariella, una ragazza di questi luoghi che ho conosciuto nei periodi di vacanza. Quando ho avuto un po’ di soldi, li ho spesi subito per comprare della terra e sono partito da questa collina, la collina Bellavista. Negli anni ’70 avevo intuito che la bellezza e la storia agricola di questa regione non avevano niente da invidiare ad altri paesi nei quali la viticoltura aveva plasmato il territorio. Con gli uomini giusti abbiamo fatto della Franciacorta una terra di vini eccellenti, anzi ne abbiamo fatto un terroir che è qualcosa di più profondo e duraturo perché nel
It’s where so many of my childhood memories were made. We lived in Milan and in the summer we would go visit relatives who lived in Franciacorta, in Erbusco. When we were there, I could spend time outdoors and, alongside my grandfather, I would observe the work in the fields and on the farm. I liked this hard-working area and its people. All of my family is from here, on both my mother’s and my father’s sides. Ours are ancient roots date all the way back to the 1400s, with one specific occupation: construction. That’s why, when I started working and became financially independent, I decided not only to establish my first company here, but to start a family with Mariella, a girl who I met when I used to come here on vacation. When I had a bit of money saved, I immediately spent it on buying land, and I began with this hill, the Bellavista hill. In the 1970s I realised that this region’s beauty and agricultural history were in no way inferior to that of other towns which had been shaped by viticulture. With the right people we turned Franciacorta into a region known for its excellent wines. Actually, we turned it into a terroir which is something deeper and more permanent, because in a terroir the influence of wine is everywhere, it
terroir il vino si respira dovunque, plasma il paesaggio, ma anche la sua gente, l’economia e i commerci. Se oggi siamo una destinazione per gli appassionati di vino che provengono da tutto il mondo è perché abbiamo creduto nel terroir e abbiamo investito sempre in quella direzione, con costanza e determinazione, senza cambiare idea né passo.
shapes the landscape as well as its people, economy, and commerce. If today we’ve become a destination for wine connoisseurs from around the world, it’s because we believed in this terroir and always invested in this vision, with perseverance and determination and an unchanging idea and stride.
Cosa rappresenta Erbusco per la famiglia Moretti e, più precisamente, la collina Bellavista?
What does Erbusco represent for the Moretti family and, more specifically, the Bellavista hill?
È la nostra casa, il luogo dove ci ritroviamo tutti insieme. Il posto dove tornare sempre. Ognuna delle mie tre figlie ha una propria casa su questa collina. Valentina, che è architetto, ne ha persino progettata una propria con un design contemporaneo.
It’s our home, the place where we’re all together, the place that we always return to. Each of my three daughters has her own home on this hill. Valentina, who is an architect, even built one with a contemporary design.
Quale è la filosofia, in vigna come in cantina, di Bellavista?
What is Bellavista’s philosophy, both in the vineyard and in the cellar?
Una sola: l’eccellenza. E per eccellere nel mondo delle bollicine occorre disegnare le proprie cuvée partendo da una materia prima di eccezione, scegliendo tra le migliori esposizioni e curando la vigna in maniera artigianale, come un mestiere d’arte. Oltre ad avere una vera e propria scuola che forma professionisti della vigna, stiamo sperimentando l’utilizzo dei cavalli per tutte le lavorazioni che oggi prevedono mezzi meccanici. Partiamo dalla vigna e solo dalla vigna. Se
We have just one philosophy: excellence. In order to excel in the world of sparkling wines you must use exceptional raw ingredients for the production of your cuvée, choosing the best exposures and using artisan techniques to care for your vineyards, treating the process like an art. In addition to having an actual school that trains wine professionals, we’re experimenting with using horses for all of the elements of production that currently require machinery. We start
Nel 1993 apre L’Albereta, icona assoluta del territorio, sinonimo di eccellenza, benessere, esclusività, nonché per anni santuario dell’alta cucina italiana grazie alla presenza del maestro Gualtiero Marchesi. Qual è l’idea di ospitalità che qui, ieri come oggi, regna? Un’idea di ospitalità autentica, basata sulla consapevolezza che l’incontro con l’altro è un valore in grado di generare eccellenza. Tutti, quando riceviamo un ospite, diamo il meglio di ciò che abbiamo e di ciò che sappiamo fare. E in questo noi italiani abbiamo una marcia in più, qualcosa che abbiamo nel sangue e che proviene da lontano, dalle raffinate civiltà che ci hanno preceduto. Quando abbiamo aperto L’Albereta, nel 1993, avevamo un disegno preciso che mia figlia Carmen, oggi alla guida di questo settore, ha saputo mettere in pratica con grande abilità. Volevamo che questo non fosse un hotel né un resort, e ancora oggi facciamo fatica a chiamarlo con questo nome. Volevamo, al contrario, che fosse una casa nella quale sentirsi accolti come ospiti di riguardo. Un luogo unico, di forte identità, con scelte di design armoniose, piene di luce e calore. Niente che fosse standard. Tutto studiato su misura: dalla cucina alla Spa, dalle camere arredate diversamente una dall’altra sino agli spazi esterni con la vigna e un grande giardino caratterizzato da un percorso fitness punteggiato di sculture. E tutto ciò affinché la bellezza fosse ovunque. Questo modo di pensare l’ospitalità, ci tengo a dirlo, è prima di tutto un grande piacere per chi ospita. Ancora oggi mi sento felice quando sono in Albereta e vedo gente serena che sta godendo la propria vacanza apprezzando il panorama, il cibo e la compagnia di un buon vino. Questo territorio è nato intorno ad un’idea di vino celebrativa e gioiosa. Le bollicine sono infatti il vino della gioia. E oggi la Franciacorta è proprio questo: una terra di felicità.
Francesca, Carmen, Valentina Moretti
lavori con un criterio di eccellenza nella vigna, hai già fatto metà del percorso e allora sì che riesci a portare al massimo il lavoro di cantina, e persino a divertirti con gli enologi scegliendo ogni primavera tra più di ottanta selezioni per realizzare ogni singola cuvée. Credo che mia figlia Francesca, enologa, abbia proprio scelto questa strada perché è rimasta affascinata dalla bellezza di questo mestiere che riesce a contenerne tanti: agricoltura, impresa, artigianato e anche arte. Perché in fondo realizzare una cuvée ha molti punti in comune con l’arte: c’è tecnica, esperienza, ma anche interpretazione. Noi diamo massimo valore alla manualità e ogni gesto in Bellavista è il risultato di un sapere antico e di un quotidiano impegno ad eccellere, ad esprimere al massimo grado la capacità umana di imprimere un proprio segno di bellezza sulle cose.
with the grape and only the grape. If your standards for the grape are high, then you’re already half way there and you’ll be able to maximise the work in the cellar and even have fun with the oenologists, choosing from more than eighty selections every spring in order to produce each cuvée. I think that my daughter Francesca, an oenologist, chose this path precisely because she was so fascinated by the beauty of this occupation which manages to incorporate so many others: agriculture, business, craftsmanship, and even art. Because ultimately, producing a cuvée has a lot in common with creating art: there’s technique and experience, as well as interpretation. We value manual skill. Each gesture in Bellavista is not only the result of centuries of know-how, but of our daily commitment to excellence and to expressing, as much as possible, the human capacity to imprint something with our own personal touch of beauty.
L’Albereta opened in 1993 and has become an icon of the territory, synonymous with excellence, wellness, and exclusivity as well as, for years, a sanctuary of fine Italian cuisine thanks to the presence of chef Gualtiero Marchesi. In the past as well as now, what is L’Albereta’s predominant concept of hospitality? It’s a concept of authentic hospitality, based on the knowledge that the meeting of individuals is a value capable of generating excellence. All of us, when we receive guests at home, give them the best of what we have and what we know how to do. We as Italians are particularly good at this. It’s something that’s been in our blood throughout history, something that we’ve inherited from the sophisticated civilisation that came before us. When we opened L’Albereta, in 1993, we had a very specific idea which my daughter, Carmen, now at the head of this sector, very skilfully knew how to actualise. We didn’t intend for it to be a hotel or a resort, and it’s still hard for us to call it that. We wanted it to be a home in which people would feel welcomed like special guests. A unique place with a strong identity, full of light and warmth and featuring harmonious design choices. Nothing standard. Everything tailor made, from the kitchen to the spa; from the rooms, each one decorated differently from the other, to the outdoor spaces with the vineyard and large garden characterised by a fitness path dotted with sculptures, ensuring that beauty is everywhere. This sense of hospitality gives us as hosts great pleasure. To this day it makes me happy when I go to L’Albereta and I see people peacefully enjoying their vacation, appreciating the view, the food, and the company of good wine. This region was born with the concept of celebratory and joyful wine. In fact, sparkling wine is the wine of joy. And today Franciacorta is just that: a region of happiness.
Il legame profondo e autentico della famiglia Moretti con la Franciacorta, oggi continua ad alimentarsi con un nuovo atto d’amore e gratitudine verso questo territorio: la costituzione di una fondazione che abbia quale scopo la promozione dei valori che costituiscono l’identità della Franciacorta presso i luoghi, riportati ad antico splendore, del Convento della Ss. Annunciata sul Monte Orfano, a Rovato. Come è nata questa istituzione e quali sono i concreti progetti per il futuro?
The Moretti family’s deep and authentic connection to Franciacorta continues, today, to be fuelled by a new gesture of love and gratitude towards this region: the creation of a foundation whose objective is the promotion of the values which define the identity of Franciacorta, with headquarters in the splendidly restored spaces of the Convento della Ss. Annunciata on Mont’Orfano, in Rovato. How was this institution born and what are its plans for the future?
La Fondazione è nata come risposta ad un momento di difficoltà dell’Ordine dei Frati che hanno abitato sin dal 1450 un luogo speciale della Franciacorta, il Convento dell’Annunciata, situato sul Monte Orfano. Con questo convento abbiamo sempre intrattenuto un rapporto privilegiato, nato dall’amicizia con padre Sebastiano che negli anni ’80 ci ha concesso di coltivare una delle sue vigne, anzi la più bella delle sue vigne, situata sul versante sud del monte. Un vero e proprio cru che ha prodotto un vino straordinario, in grado di tenere testa ai grandi bianchi di Francia. L’anno scorso i Frati hanno deciso di chiudere il Convento e di dare in gestione l’intera struttura. Padre Sebastiano era molto vecchio e non più autonomo – è recente purtroppo la sua scomparsa –, non c’erano più vocazioni e tutto quel grande edificio era stato pensato per una comunità più ampia. Nel segno dell’amicizia e per gratitudine nei confronti di chi ci ha permesso di coltivare un vigneto speciale, con mia moglie Mariella abbiamo deciso di prenderci cura del convento e delle sue vigne per i prossimi vent’anni. Lo abbiamo fatto con una Fondazione affinché fosse evidente l’intento culturale. Nei prossimi anni questo luogo rimarrà fedele alle sue origini: accoglierà il “viandante” con un’idea di ospitalità sincera, sostenibile e spiritualmente confortante. In fondo, qui c’è già tutto quello di cui noi uomini abbiamo bisogno per stare in pace con noi stessi e con gli altri: la natura, la bellezza architettonica, il silenzio, e infine un buon vino che, in ogni suo sorso, sintetizza millenni di storia e civiltà.
The foundation was born in response to a challenging moment for the Order of the Friars which had lived in this special area of Franciacorta, on Mont’Orfano, since 1450. We’ve always had a privileged relationship with this structure due to our friendship with Father Sebastiano who, in the 1980s allowed us to cultivate one of his vineyards, actually the most beautiful of his vineyards, located on the southern side of the mountain. A vineyard that has produced an extraordinary wine which can hold its own against great French whites. Last year the friars decided to close the convent and leave its management to someone else, because Father Sebastiano was very old and no longer able to care for himself (sadly he passed away recently) and also because there were no longer vocations and that large building had been designed for a larger community. In the name of this friendship and as a thank you to those who allowed us to cultivate this special vineyard, my wife Mariella and I decided to take over management of the structure for the next twenty years. We did it through a foundation so that our purely cultural intention would be clear. This structure will remain true to its origins and will welcome travellers with a concept of sincere, sustainable, and spiritually comforting hospitality. This place already has everything one needs to be at peace with oneself and with others: nature, architectural beauty, silence, and, finally, good wine which, with every sip, embodies this region’s history and culture.
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FALL WINTER 2019/20
Style Frames
Frammenti. Ispirazioni. Arte. Cultura. Natura. Emozioni. Racconto di giornate vissute all’insegna del bello e del buono, nel cuore della Franciacorta.
Fragments. Inspirations. Nature. Culture. Art. Emotions. Tales of days spent amidst beauty, in the heart of one of Italy’s most iconic regions, in the heart of Franciacorta.
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Questa è la storia di un innamoramento. La storia della scoperta di una delle regioni del vino più affascinanti d’Italia e di una città d’arte tra le più meravigliose e, probabilmente sottovalutate, del Belpaese: Bergamo Alta. Tutto ebbe inizio per caso. Ero diretto a Milano per affari ma il mio volo, in ritardo, fu fatto atterrare a Bergamo. Decisi che avrei pernottato in città e che l’indomani, con la dovuta calma, avrei raggiunto Milano. Il taxi attraversò le strade della città moderna, per condurmi nel cuore di Bergamo Alta, borgo di origini medievali abbarbicato sulla collina sovrastante. Il mio albergo, mi spiegò il conducente, era in uno dei palazzi storici più prestigiosi della città e si affacciava proprio sulla Piazza Vecchia. Appena arrivato, ci volle poco più di un istante per capire che ero capitato, inconsapevolmente, perché mai tra i tanti gioielli italiani avevo sentito parlare di questo, in un luogo che è un vero, straordinario, patrimonio di arte, architettura e urbanistica. La mattina dopo, prima di raggiungere Milano, volli fare una veloce passeggiata. Rimasi talmente affascinato che scelsi di non trasferirmi nel capoluogo lombardo e che, per quella settimana di incontri, avrei percorso volentieri i pochi chilometri che separano le due città, pur di poter vivere un po’ più a lungo l’atmosfera sospesa nel tempo dell’incantevole Bergamo Alta.
This is a love story. A story about the discovery of one of the most captivating wine regions in Italy and one of the most stunning, and probably undervalued, art cities in the ‘Bel Paese’: Bergamo Alta. It all happened by chance. I was on my way to Milan for business, but my flight, which was delayed, was redirected to Bergamo. I decided to stay overnight in the city and take my time getting to Milan the next day. The taxi sped through the modern city streets, all the way to the heart of Bergamo Alta, a medieval town perched on the overlying hill. My hotel, the driver explained, was in one of the most prestigious historic buildings in the city, overlooking Piazza Vecchia. When I arrived, it took but an instant to realise that I had wound up, quite by accident (because among Italy’s many jewels, never had I heard talk of this one), in a city with a truly extraordinary patrimony of art, architecture, and urban planning. The next morning, before leaving for Milan, I wanted to go for a quick stroll. I was so mesmerised that I chose not to continue on to Lombardy’s capital and instead, for that week of meetings, happily decided to commute the few kilometres between the two cities so that I could enjoy the magical and timeless atmosphere of Bergamo Alta a bit longer.
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Ero rapito. Mi era capitato raramente di poter ammirare una tale concentrazione di capolavori d’arte in così poco spazio. Ogni giorno, al rientro da Milano o prima di recarmici, mi ritagliavo qualche ora per andare alla scoperta dei tesori e degli incantevoli scorci che Bergamo Alta regalava. La Piazza Vecchia, splendido cuore della città dove si trova una delle più antiche biblioteche italiane e l’alto Campanone con i suoi 52 metri di altezza. Piazza Duomo, il cuore sacro della città, che deve il suo nome alla Cattedrale dalla raffinata facciata, posta dirimpetto a Battistero, Episcopio e Curia. La Cittadella Viscontea, una cittadella fortificata nel punto più centrale della città, impreziosita da una strada di epoca romana, una porta medievale, un porticato trecentesco dalle volte romaniche. I cinque chilometri di passeggiata lungo le imponenti Mura Venete, patrimonio UNESCO, interrotte dalle maestose e eleganti Porte d’ingresso alla città. Le stradine, le botteghe artigiane, le osterie. I palazzi storici, i loro eleganti cortili. Tutto era bellezza senza tempo.
I was captivated. Rarely have I had the opportunity to admire such a high concentration of artistic masterpieces in such a small area. Every day, upon returning from Milan or before going, I dedicated several hours to exploring the treasures and enchanting sights that Bergamo Alta had to offer. Piazza Vecchia, the magnificent heart of the city, where one of the oldest Italian libraries is located, and the 52-meter-high Civic Tower; Piazza Duomo, the religious heart of the city, named for the Cathedral with its sophisticated facade, positioned opposite the Baptistery, Bishop’s palace, and Curia; the Cittadella Viscontea, a fortified citadel located in the very centre of the city, enhanced by an ancient Roman road, a medieval door, and a 14th century portico with Romanesque vaulted ceiling; the five-kilometre walkway along the imposing Venetian Walls, a UNESCO World Heritage Site, punctuated by the majestic and elegant city gates. The narrow streets, artisan shops, and taverns; the historic buildings with their elegant courtyards. It all exuded timeless beauty.
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Le immagini di quell’incredibile installazione artistica avevano fatto il giro del Mondo. The Floating Piers, una rete di pontili galleggianti aperta al libero transito pedonale, sviluppata sulle acque del Lago d’Iseo tra Sulzano, Montisola e l’Isola di San Paolo. The images of that incredible artistic installation have travelled around the world. The Floating Piers, a network of floating bridges open freely to pedestrian traffic, mounted on the waters of Lake Iseo between Sulzano, Montisola, and the Island of San Paolo.
Era il 2016, quando l’artista Christo, diede vita alla sua indimenticabile opera, accendendo, per la prima volta, un faro su quello che, tra i celebri, iconici, laghi italiani, era rimasto sempre, ingiustamente per la sua bellezza, un po’ in ombra.
It was 2016 when artist Christo, brought to life this unforgettable piece, for the first time shining the spotlight on a lake that, among Italy’s many famous and iconic lakes, had always remained (despite its beauty) a bit in the shadows.
Era un’occasione unica, distava solo un’ora di strada da Bergamo. Decisi così che, prima di tornare a New York, avrei trascorso qualche giorno nella Franciacorta, un territorio meraviglioso, nel cuore della Lombardia, affacciato sulle sponde del Lago d’Iseo appunto e caratterizzato da dolci colline, delimitate ad ovest dal Monte Orfano e a nordest dalle ultime propaggini delle Alpi Retiche. È l’origine morenica che dona ai terreni di quest’area una straordinaria ricchezza minerale, l’elemento distintivo di una viticoltura d’eccellenza, pienamente apprezzabile nelle caratteristiche sensoriali di ogni Franciacorta DOCG, le grandi bollicine che qui si producono. Passeggiare alle prime ore del mattino tra i vigneti e gli uliveti, lungo la riva del Lago, tra le viuzze del borgo di Montisola e i laboratori dei maestri d’ascia che ancora producono a mano i Naet, le barche tipiche dei pescatori locali; andare alla scoperta di antichissimi monasteri in pietra e dei luoghi incontaminati delle Torbiere del Sebino, una riserva naturale dalla biodiversità straordinaria: tutto era pura poesia per i miei occhi.
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It was a unique opportunity. The lake was only an hour’s drive from Bergamo. So I decided that, before returning to New York, I would spend a few days in Franciacorta, a beautiful region in the heart of Lombardy, overlooking the shores of Lake Iseo and characterised by soft rolling hills, bordered on the west by the Monte Orfano and on the northeast by the last of the Rhaetian Alps’ foothills. It’s the morainic origins of this area’s geology that gives the land its extraordinary mineral wealth, the distinguishing feature of high-quality wine production and something that can be fully appreciated in the sensory characteristics of every Franciacorta DOCG, the outstanding sparkling wine produced in this region. I strolled in the early morning among the vineyards and olive groves, along the edges of the lake, through the narrow streets of Montisola, and past the workshops of artisan shipwrights who still build the Naets, the traditional boats of the local fishermen, by hand; exploring the ancient stone monasteries and the uncontaminated Torbiere del Sebino, a nature reserve that boasts extraordinary biodiversity. It was all visual poetry to me.
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Da lì lo sguardo si perde verso il Lago d’Iseo, la Pianura Padana e le vicine Alpi. Bellavista, questo il nome della meravigliosa collina nel cuore più lussureggiante della Franciacorta, su cui sorge l’omonima, prestigiosa, azienda vinicola. Avevo bevuto diverse volte i suoi eleganti vini e non vedevo l’ora di andare a visitarne le cantine e il parco che le circonda, galleria a cielo aperto tra le vigne realizzata per l’esposizione di opere d’arte contemporanea. Fu nel 1977 che Vittorio Moretti imprenditore a cui si deve la pionieristica visione di trasformare questo territorio in un’eccellenza mondiale della viticultura e dell’ospitalità italiane decise di dedicarsi al mondo del vino. Avviò l’azienda e costruì la casa in cui vivere proprio in località Bellavista, dopo aver acquistato piccoli appezzamenti da 30 diversi proprietari. Un luogo bellissimo, come si intuisce dal nome, che si dimostrò anche particolarmente vocato. Il primo anno furono prodotti solo vini fermi, il secondo poche bottiglie di Metodo Classico, da bere con gli amici, ma fu dal terzo anno in avanti che la stella di Bellavista cominciò a brillare. Rispetto delle tradizioni e sguardo proiettato nel futuro. La filosofia Bellavista è fatta di precisione maniacale, semplicità, ossessiva ricerca del bello e del buono. Ogni dettaglio è seguito con cura e ogni gesto, anche il più piccolo, è considerato determinante. Natura e uomo vanno a braccetto, tanto in vigna quanto in cantina.
From there one’s gaze wanders towards Lake Iseo, the Po Valley, and the nearby Alps. Bellavista is the name of the magnificent hill in the luscious heart of Franciacorta, on which the prestigious winery by the same name is located. I had drunk its exquisite wines on multiple occasions and could not wait to go visit its cellars and surrounding park, an open-air gallery immersed in the vineyard and created for the exhibition of contemporary artwork. It was in 1977 that Vittorio Moretti the entrepreneur who had the pioneering vision to transform this region into one now known worldwide for its outstanding Italian wine production and hospitality decided to dedicate himself to the world of viticulture. He opened the winery and built his home in the small town of Bellavista itself, after having purchased small plots of land from thirty different owners. A beautiful place, as can be inferred from its name, which also proved to be particularly well-suited to the task. The first year only still wines were produced, in the second just a few bottles of Metodo Classico to drink with friends, but it was from the third year on that Bellavista’s star began to shine. A respect for tradition with an eye to the future. Bellavista’s philosophy is based on maniacal precision, simplicity, and an obsessive commitment to the good and the beautiful. Every detail is overseen with care and every gesture, even the smallest, is considered crucial. Nature and man go hand in hand, as much in the vineyard as in the cellar.
Una storia e una visione uniche che mi conquistarono durante le mie visite.
A unique story and vision that won me over during my visits.
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Quando, dopo qualche mese, ormai rientrato a New York, ricevetti quella telefonata non potevo crederci. Era un piccolo, grande, segno del destino che legava indissolubilmente la mia storia personale a quella della Franciacorta. Squillò il telefono e una voce gentile mi informava che la famiglia Moretti aveva preso in custodia il meraviglioso Convento della Santissima Annunciata dei Servi di Maria a Rovato, per realizzare nei suoi luoghi un sogno di Vittorio e Mariella Moretti: una Fondazione, che sarebbe stata negli anni a venire il cuore pulsante della promozione dei valori pregnanti che costituiscono l’identità della Franciacorta e che la rendono una terra così unica e inconfondibile. Quella voce mi stava chiedendo di tornare in quella terra che, pochi mesi prima, avevo così tanto ammirato e imparato ad amare, per valutare il patrimonio artistico e culturale di quel convento abbarbicato sui declivi del Monte Orfano, simbolo della Franciacorta e crocevia, sin dal 1449, delle espressioni culturali e spirituali di quella terra incantevole. Ne ero entusiasta! Partii dopo pochissimi giorni alla volta dell’Italia e di Erbusco, dove fui ospitato nella raffinata casa dei Moretti, L’Albereta, un resort pensato e costruito, sul corpo di una villa d’inizio Novecento, proprio da Vittorio Moretti e da sua figlia Carmen. A due passi dalle cantine Bellavista e immerso nel cuore delle sue vigne, fu inaugurato nel 1993, con l’obiettivo di farne il primo santuario di un’ospitalità esclusiva e di alta qualità in Franciacorta.
I couldn’t believe it when, after several months, by now back in New York, I received that phone call. It was a small, yet significant sign of the destiny which inextricably linked my personal story to that of Franciacorta. The phone rang and a polite voice informed me that the Moretti family had taken the magnificent Convent of the Santissima Annunciata dei Servi di Maria in Rovato into their custody to make one of Vittorio and Mariella Moretti’s dreams come true: a foundation which, in the years to come, would dedicate itself to the promotion of the basic values that characterise the identity of Franciacorta and make it such a unique and unmistakable region. The voice on the phone was asking me to return to the place which, just a few months earlier, I had so admired and fallen in love with, in order to evaluate the artistic and cultural patrimony of the convent perched on the slopes of Mont’Orfano, symbol of Franciacorta and, since 1449, a crossroads of that enchanting region’s cultural and spiritual expression. I was ecstatic! I left just a few days later for Italy and Erbusco, where I would be a guest in the Moretti’s elegant home, L’Albereta, a resort designed and built, on the body of an early 20th century villa, by Vittorio Moretti along with his daughter Carmen, next to the Bellavista cellars and surrounded by the vineyard, inaugurated in 1993 with the objective of creating the first sanctuary of exclusive and outstanding hospitality in Franciacorta.
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Mi immersi subito nel lavoro. Ero coinvolto emotivamente in questo progetto. Il Convento era, a dir poco, un luogo magico. I suoi ambienti erano espressione di una profonda spiritualità e, allo stesso tempo, di un’etica e di un’estetica pregnanti. Attraversavo, avido di bellezza, i suoi meravigliosi locali: la Chiesa impreziosita da un mirabile affresco del Romanino, il chiostro cinquecentesco, la sala della lectio, il refettorio quattrocentesco, il loggiato inferiore e superiore con veduta impareggiabile sulla pianura lombarda, la sala delle conferenze, quella delle mostre, la sala del capitolo e l’ampia cantina. Volli anzitutto studiare la storia di quel luogo. Leggere, leggere e ancora leggere. Passai in rassegna tutte le testimonianze arrivate nei secoli fino a oggi sul Convento. E poi respirare l’atmosfera, attraversarne i luoghi, osservare e ancora studiare. Riflettere. Scrivere.
I immediately immersed myself in my work. I was emotionally involved in this project. The convent was, to put it mildly, a magical place. Its environments were an expression of deep spirituality and, at the same time, of profound ethics and aesthetics. Hungry for beauty, I would walk through its magnificent spaces: the church embellished with a marvellous fresco by Romanino, the 16th century cloister, the reading room, the 15th century refectory, the upper and lower arcade with an unparalleled view of Lombardy’s plains, the conference room, the gallery, the chapter house, and the large cellar. I wanted, first of all, to study the history of the place; to read, read, and read some more. I examined all of the documents accumulated over the centuries and up to the present day regarding the convent. And then I breathed the atmosphere, wandered through its spaces, observed, and studied some more. Thought. Wrote.
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Le mie giornate trascorrevano all’insegna della bellezza senza tempo! Nei momenti in cui non ero al Convento, vivevo immerso nell’atmosfera raffinata e autentica de L’Albereta. Ero costantemente in cerca della giusta ispirazione. Mi dedicavo ora alla lettura ora alla ricerca ma anche al puro relax e al piacere di godere della raffinatezza e della discreta, colta, mondanità, che qui si può apprezzare in ogni ambiente. Mi dividevo tra i salotti eleganti, impreziositi da maestosi camini, affreschi e pezzi di design unici; il curatissimo Parco delle Sculture, un vero e proprio museo en plein air che può vantare 13 sculture d’arte contemporanea; i filari della Vigna Leone, un ettaro di viti piantate più di venti anni fa, che si estende proprio nel cuore del grande giardino nel quale si cela il Relais. Un’antica villa di campagna, avvolta in un paesaggio d’illuminante bellezza, una culla di benessere assoluto. Questo era per me L’Albereta.
I spent my days dedicated to timeless beauty! When not at the convent I was immersed in the sophisticated and authentic atmosphere of L’Albereta. I was constantly looking for the right inspiration. One moment I would dedicate myself to reading, the next to research, but also to pure relaxation and to the enjoyment of the elegance and the discrete and cultured worldliness which here can be appreciated in every space.
Tutto era perfetto, tutto era autentica eleganza senza tempo.
I divided my time between the elegant sitting rooms, enhanced by majestic fireplaces, frescos, and unique designer pieces; the beautifully landscaped Sculpture Park, a true open-air museum that boasts 13 contemporary sculptures; and the rows of Vigna Leone, a hectare of vines planted more than twenty years ago, that extend all the way to the heart of the large garden which conceals the Relais. An old country villa, embraced by a landscape of illuminating beauty, a cradle of total well-being. This for me was L’Albereta. Everything was perfect, everything was of authentic and timeless elegance.
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Arrivò il giorno. Il giorno in cui il mio lavoro si concluse. Il giorno in cui la Famiglia Moretti organizzò in mio onore una serata indimenticabile. Una raffinata cena in una delle sale de L’Albereta, in cui un tempo regnò, con la sua cucina avanguardista, creativa, pioneristica eppure legata indissolubilmente alle migliori materie prime della tradizione gastronomica italiana, il grande Maestro dell’alta cucina tricolore, Gualtiero Marchesi. Una serata celebrata con gli ampi e avvolgenti profumi e il sapore sapido e completo, fresco e vibrante di Alma Gran Cuvée, l’essenza della Franciacorta e l’idea di armonia dei Metodo Franciacorta firmati Bellavista. Il mio tempo lì era concluso. Eppure ero certo che quell’esperienza avrebbe lasciato nella mia testa, nei miei occhi e nel mio cuore, attimi indelebili, vissuti in luoghi straordinari ma, soprattutto, fianco a fianco a persone straordinarie.
The day finally arrived. The day in which my job was done. The day in which the Moretti family organised an unforgettable evening in my honour. An elegant dinner in one of L’Albereta’s dining rooms, in which the great Italian chef Gualtiero Marchesi once reigned, with his avant garde, creative, and pioneering cuisine which was nonetheless inextricably linked to the best raw ingredients of Italian culinary tradition. An evening celebrated with the rich, enveloping fragrances and the savoury and complete, fresh and vibrant flavour of Alma Gran Cuvée, the essence of Franciacorta and the harmonious vision of Bellavista’s Franciacorta method. My time there was over. Yet I was certain that that experience would forever leave, in my mind, my eyes, and my heart, unforgettable moments spent in extraordinary places, but, above all, in the company of extraordinary people.
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MILANO Via Bagutta, 14/16 NEW YORK 798 Madison Avenue MIAMI Bal Harbour Shops, 9700 Collins Ave, Store 150 MOSCOW Tverskaya St, 3
A special thanks to Famiglia Moretti: Vittorio, Carmen, Francesca e Valentina. L’Albereta. Bellavista e il Parco delle Sculture Terra Moretti in Franciacorta. Osteria della Villetta, Palazzolo sull’Oglio. Cantiere Archetti Ercole. Production design: Living Brands | www.livingbrands.it Editing and copywriting: Francesco Antinolfi Art Direction: Alessandro Doria
BAKU JW Marriott Absheron Hotel 91 Neftchiler Avenue DUBAI Al Naseem Hotel Jumeirah Dubai U.A.E
Shooting Production: Living Brands, Around Gallery Photography: Stefano Pasini The use of all images and texts within this publication is subject to prior approval by Cesare Attolini S.p.A. Printed in June 2019. Garment colours may be subject to slight changes during photo shoots.
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