pensare inattuale
Numero 26 - Marzo/Aprile 2017
Economie della perdita di Andrea Muni
“Economie della perdita” è, per certi versi, un tema involontariamente autocelebrativo. La storia della nostra associazione culturale e della nostra rivista – una storia che mi precede, e che comincia con la passione e il coraggio degli amici che le hanno dato vita ormai sette anni orsono – è infatti una storia di resistenza critica e culturale al pensiero unico da sempre gioiosamente agita, e vissuta, in pura perdita di tempo, di fama e di denaro. Charta Sporca è per tutti noi, per noi che – giorno dopo giorno – la facciamo esistere, un puro e semplice gesto di dépense. Nessuno di noi ha mai pensato di ottenere alcunché, da nessun punto di vista, dedicandosi a quest’opera comune che, nella galassia intermittente del mondo culturale e del web, è riuscita a ritagliarsi negli ultimi anni uno spazio e un pubblico che non avremmo mai immaginato. In un tempo e in un mondo in cui dire “cose” è più importante che avere cose da dire; in un tempo e in un mondo in cui non esistono quasi più manifestazioni culturali slegate da interessi autoriferiti di qualsiasi tipo (che siano di fama, di successo o di denaro, o ancora di strizzate d’occhio a personaggi in vista) la nostra linea è sempre stata quella di evitare con fermezza qualsiasi possibile, anche minima, compromissione. Charta sporca è un potlach, un dono provocatorio, un’offerta, una sfida al rilancio, per tutti e per nessuno.
(continua a pagina 2)
In questo numero
“Rimetti a noi i nostri crediti”
pag. 3
Un movimento di meno
Il disagio della libertà
pagg. 4 - 5
Discorso sull’ equità volontaria pag. 11
La legge del mercato La perdita come guadagno pag. 12
pag. 13
Elvira, Jouvet e l’arte della trasparenza pag. 14