NUMERO IX- NOVEMBRE 2012
Tirando le fila di Lorenzo Natural
Gentili lettori e lettrici, da quando – poco più di un anno fa – Charta Sporca faceva la sua prima timida apparizione tra le varie facoltà, le cose, in senso generale, non sono cambiate di molto. Quel numero 0 del giornale recava in prima pagina una foto delle innumerevoli manifestazioni che in quel periodo si succedevano ininterrottamente. Oggi la situazione ci appare come un déjà vu: proteste contro i tagli all’istruzione, scontri, scioperi... La scelta, quindi, di intraprendere quest’avventura poteva sembrare ossimorica rispetto alla situazione in cui tentavamo di insinuarci. Bene, a distanza di un anno, abbiamo la presunzione di aver scelto una strada giusta: la serietà, il metodo e – soprattutto – la continuità di portare avanti mese dopo mese il discorso Charta Sporca sono risultati ingredienti vincenti per cercare, nel nostro piccolo, di ridare un senso, una profondità, una reinterpretazione quasi avanguardista (cosa c’è di più avanguardista oggi se non il lavoro di ripresa di determinati concetti?) non solo alla parola, ma allo spirito di Cultura. L’interesse che ha riscontrato il nostro giornale – non privo di critiche negative che, se formulate cum grano salis – ha sempre stimolato a migliorarci e a «rimettere in discussione tutto» – ci ha spinto a prendere coscienza della bontà del nostro lavoro. Ed è per questo, e non per una mera smania di grandezza, che abbiamo deciso di trasformare Charta Sporca da “gruppo universitario” in “associazione culturale”. Ovviamente ciò non comporterà un automatico innalzamento delle nostre capacità di analisi, ma rappresenta uno spunto da cui vogliamo ripartire per cercare, numero dopo numero, di ampliare il discorso comune che assieme a voi lettori abbiamo intrapreso. Nel nome di questa voglia di ritagliarci uno spazio sempre più importante, ma mantenendo la stessa
linea iniziale, scevra di inutili individualismi, di compromessi o di accordi con ciò che dalle righe di questo giornale combattiamo (nb: a scanso di equivoci e di malelingue che hanno messo in dubbio questo punto, mi preme sottolineare che tutte le spese occorse a stampare le copie del periodico provengono esclusivamente da fondi universitari destinati agli studenti), non mi resta che augurarvi buona lettura, riportando, in calce, l’ultimo punto del nostro Manifesto, più attuale che mai: «vogliamo sporcarci le mani, ogni pilatismo è bandito; né il politicamente corretto, ovunque annunciato e di cui si armano i pavidi, sarà di casa. Ognuno avrà il coraggio e la forza delle proprie idee».
La targa, scrostata dal tempo, divorata dagli anni, riflette la noncuranza con la quale le istituzioni pubbliche si sono curate (e si curano) dell’Università e del mondo della ricerca. Non solo la forma ma il contenuto stesso della targa è stato svuotato: un tempo la via ospitava infatti i dipartimenti di Filosofia e di Italianistica; ma il primo è stato chiuso anni fa (superstite la sola aula Ferrero, accessibile da un altro edificio), il secondo la scorsa estate. Nel primo, inutilizzato ed abbandonato da allora, il tetto è crollato, riducendo parecchio la speranza di un riutilizzo futuro. Il secondo è stato chiuso e messo in vendita quest’estate: e se, ipotesi da non ritenere irrealizzabile data la crisi del settore edilizio, l’edificio rimanesse invenduto? Avrà una sorte analoga del fratello, se non peggiore. L’Università viene erroneamente considerata da noi studenti come un servizio donatoci da un padre magnanimo, di cui perciò accettiamo acriticamente ogni aspetto; mentre siamo proprio noi a sostenerla: sia tramite le esose rette universitarie sia, in maniera indiretta, per mezzo del FFO (il “Fondo di Finanziamento Ordinario”, soggetto ad ingenti tagli dai governi negli ultimi anni, è infatti pagato con le tasse di tutti i cittadini – noi compresi). L’Università è nostra, non credete sia ora di riprendersela?
Stefano Tieri
Direttore Responsabile: Stefano Tieri; Impaginazione e grafica: Alberto Zanardo; Sito Web:www.chartasporca.tk; Per contattarci:chartasporca@gmail.com
I