Charta Sporca numero 4

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NUMERO IV - MARZO 2012

Prendere la parola di Giovanni Benedetti Gentili lettori, per chi ci seguisse costantemente quanto ho da dire potrebbe risultare già noto, altrimenti aguzzate bene gli occhi, perché presto potrete drizzare anche le orecchie. Difatti, come già annunciato, prenderà presto avvio la prima delle conferenze organizzate da Charta Sporca. Trattandosi della prima conferenza, l’ambito sarà, per così dire, domestico: saranno infatti presenti alcuni giovani poeti, i quali parleranno brevemente di sé, della loro idea di poesia, del perché abbiano scelto questa forma di comunicazione, quale panorama offra a riguardo la cultura italiana – o europea – ad essi... senza dimenticare che siamo (includo me stesso nel novero dei giovani poetuncoli) semplicemente giovani studenti: non sarà dunque una lezione ex cathedra, ma cercheremo il più possibile di creare un vivo dibattito assieme a chi del pubblico volesse intervenire anche semplicemente per “dire la sua”. Da questo punto di vista, dunque, fare nomi sarebbe superfluo (siamo tutti sconosciuti), ma li farò comunque, anche solo per dare un nome ad ogni Vostra alzata di spalle: Solivagus Rima, Francesco Assanti, Angelo Baciocchi, l’Anonimo del precedente numero, Ettore Spada... senza contare chi di noi si interessa di poesia ma non vuole salire sul palco: Alessia, Eleonora, il sottoscritto... Saranno presenti inoltre due giovani poeti già “affermati” (hanno già pubblicato qualche raccolta e non sono più studenti universitari): Christian Sinicco e Giuseppe Nava. L’invito è aperto a chiunque desiderasse sapere di più sul nostro conto. Ascoltando alcuni di noi avrete sicuramente colto una domanda pressante: cosa possiamo fare? Manca una linea guida fra i giovani scrittori; quest’esigenza è pregnante nell’articolo del precedente numero firmato Tommaso Tercovich, nei discorsi fra noi... fare un primo passo penso sia proprio quello di incontrarci tutti assieme, e soprattutto unire assieme le idee.

(continua a pagina V)

Trenitalia - già nota per l’eliminazione sistematica dei treni maggiormente a buon mercato a vantaggio di frecce multicolori dall’elevatissima velocità - triplica l’affitto ai volontari che gestiscono il museo ferroviario di Campo Marzio (“uno dei più bei d’Europa”, come l’ha definito Rumiz), il quale rischia per questo motivo la chiusura. Ai volontari che ci lavorano e a tutti coloro che, in questo bistrattato Paese, hanno a cuore la Cultura al punto da servirla senza pretendere compenso alcuno, va la nostra più totale solidarietà e il massimo rispetto. Ci appaiono un po’ come gli esuli, fuggiti dalla “civiltà”, del romanzo Fahrenheit 451 di Ray Bradbury: custodi di una Cultura altrimenti destinata alla distruzione; additati come folli da un mondo che ha cessato di valorizzare la follia dentro di sé, smarrendo così ogni umanità.

Lilligrafia

I


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