#cheauto! Giugno 2016

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#cheauto

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quando l’auto fa spettacolo

Nr.

04

Giugno 2016

RAFTING RENEGADE!

TUTTO SU MAZZANTI MILLECAVALLI

CAYENNE GTS Idea E-Legante


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

04

Giugno 2016

checosac’è #chedire? 4 #chefoto #cheroba

8 18

• Rafting Renegade! - VIDEO

#chebella 28 • Mazzanti Evantra Millecavalli - VIDEO • Idea Institute “E-Legante”

#chemacchina 48 • Porsche Cayenne GTS - VIDEO

#checorse 68 • F.1: la nota di Enrico

#chestoria 80 • Skoda • Honda - VIDEO

#cheleggenda 96

• Verona Legend Cars




?

chedire

La contraddizione di Vittorio Gargiulo

Non

sono mai stato un super-esperto di rally. Ma da sempre i rally mi appassionano e nutro un’ammirazione sconfinata per i piloti, capaci di cose che sono difficili persino da descrivere. Spettacolo puro. Diciamo che a fronte di una Formula 1 oggi piuttosto “piatta” i rally invece sanno offrire divertimento e brividi in quantità industriale, specialmente ora che Hyundai e Citroen hanno trovato il modo di interrompere la striscia vincente della VW Polo nel torneo mondiale. Orbene il Campionato del Mondo (WRC per i più addentro le cose e le corse) si appresta nel 2017 a vivere un importante cambiamento dei regolamenti. Avremo vetture più potenti, più veloci, più impegnative e difficili da condurre al limite… e francamente mi domando perché. Che senso ha portare l’asticella più in alto? I recenti brutti incidenti hanno riportato l’attenzione di tutti sul problema della sicurezza, che in una gara che si svolge su strada è e resterà sempre una questione aperta e mai del tutto risolta. C’è proprio bisogno di automobili più veloci? Le attuali non sono sufficientemente evolute e/o spettacolari? E’ proprio necessario tornare ad aumentare prestazioni e (purtroppo) rischi? Non a caso i piloti che già hanno iniziato a collaudare i modelli 2017 hanno dichiarato che queste auto ricordano la “brutalità” delle Gruppo B dei tempi andati, di anni memorabili ma anche, diciamolo con franchezza, terribili.

Tanto terribili da costringere poi ad una consistente marcia indietro. La storia non ci ha insegnato nulla? E la riprova che tutto sarà più complicato sta nel fatto che la FIA (e tutti gli addetti ai lavori sono d’accordo, piloti compresi) ha instituito una sorta di sbarramento, una vera “Super Licenza” che dovrà attestare e abilitare pochissimi conduttori alla guida di queste auto iper-vitaminizzate. Francamente, da non esperto, mi sfugge la motivazione e il senso di tutto ciò. Tanto più che questa evoluzione regolamentare porterà alla madre di tutte le contraddizioni. Da anni la FIA ce la mena con l’ibrido e il recupero di energia, hanno dato vita a Formula 1 difficili da comprendere per chi sta in tribuna e complicate da spiegare per chi bazzica i paddock. E si che la Formula 1, che tra l’altro gareggia in pista, dovrebbe rappresentare la punta prestazionale della piramide automobilistica. E invece no, abbiamo in pista automobili che non si capisce perché siano veloci (o lente), abbiamo immolato la Formula 1 sull’altare dell’ambientalismo e invece per strada (rally) facciamo correre auto (che dovrebbero essere sorelline delle auto stradali) che del recupero di energia se ne fregano e devono andare sempre più veloci?...bah… Fateci sapere che ne pensate, la nostra pagina Facebook (cheautomagazine) aspetta i vostri commenti.


SOSPENSIONI INTELLIGENTI MONROE. C’È POCO DA PENSARE.

® Le sospensioni intelligenti Monroe® non si chiamano certo così per caso. Monitorano la strada che percorri 500 volte al secondo e si regolano in base ai dati per garantirti il massimo delle prestazioni in qualsiasi condizione di guida. E con le modalità Comfort e Sport puoi anche cambiare il tuo stile di guida semplicemente premendo un pulsante. Abbiamo voluto farle provare a guidatori abituati ad auto aziendali. Non ci siamo assolutamente stupiti che l’87% di loro ritenesse “molto buono” o “eccellente” il comfort delle sospensioni intelligenti Monroe ®. Non chiamarle optional: sospensioni così intelligenti sono fondamentali per godersi al massimo il piacere di guidare. Con diversi stili di guida a tua disposizione, ti sembrerà di averne acquistate due. Assicurati che la tua prossima auto abbia le sospensioni intelligenti Monroe ®.

Monroe® Intelligent Suspension IL SESTO SENSO DELLA GUIDA monroeintelligentsuspension.com



chefoto Matt Hagan ha stabilito il record della classe Funny Car per tempo e velocitĂ al recente Annual NHRA Kansas national di Kansas City (21 maggio). Matt ha percorso il quarto di miglio in 3.862 secondi tagliando il traguardo a oltre 540 chilometri orari con il suo Mopar Express Dodge Charger R/T.



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Rifornimento di carburante per Ryan Hunter-Reay durante la 100esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis Photo byShawn Gritzmacher



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Nella mani di Gamberini – Derosa l’Alfa Romeo 6C 1750 Gran Sport è stata quest’anno tra le grandi protagoniste della rievocazione della Mille Miglia. E’ questa la vettura che vinse l’edizione del 1930, con l’equipaggio Tazio Nuvolari e Giovanni Battista Guidotti. Oltre al mito del “sorpasso a fari spenti” quella gara vide il mantovano conquistare il record dei 100 km/h di velocità media su tutto il percorso



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Vitesse AuDessus ha appena lanciato un vasto e completo pacchetto di parti speciali in fibra di carbonio per le Lamborghini Aventador LP 750-4 Superveloce CoupĂŠ e Roadster



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Al Unser alla guida della veterana Marmon Vasp durante il giro di parata prima della 500 Miglia di Indianapoli 2016 Photo Shawn Gritzmacher


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chemacchina La Jeep Renegade alle prese con il percorso di rafting olimpico

La campionessa di snowboard Aimee Fuller ha guidato una Renegade lungo il percorso olimpico di canoa del Cardiff International White Water Centre. La snowboarder si è scontrata con quattro tonnellate di acqua al secondo, sovrastando le insidie e gli ostacoli del percorso di 250 metri

R


RAFTING RENAGADE


Drafting Renegade

Lei

è una snowboarder di fama mondiale, il percorso è da canoa e la Jeep potrebbe essere la vostra. Ma anche in questo caso vale, eccome se vale, quanto viene sempre sottolineato al termine dei più spettacolari spot pubblicitari “…performance ottenuta in circuito chiuso al traffico con un pilota professionista... ecc. ecc.“. E in effetti noi comuni mortali che ci coccoliamo tutti i giorni la nostra bella Renegade dovremmo evitare anche solo di pensare a una cosa simile.

Eppure è accaduto. E’ Accaduto a Cardiff, grande alla sensibilità e al coraggio mostrati da una ragazza che grande atleta lo è di certo ma in tutt’altro sport. Con questa inconsueta performance Jeep ha voluto dimostrare l’affidabilità del proprio 4x4, diventando il primo produttore automobilistico al mondo a portare una macchina su un percorso olimpico di rafting. La Jeep Renegade e la snowboarder olimpica Aimee hanno affrontato condizioni veramente estreme di off-road su e giù per i 250 metri del tracciato, combattendo un flusso d’acqua che ha superato le quattro tonnellate al secondo e una dislivello di quasi 10 metri. “Non avevo mai fatto nulla di simile prima ed ero da subito molto nervosa sentendo il rumore dell’acqua e percependone la potenza - ha detto la ventiquattrenne Aimee - ma una volta approcciato il percorso e superato le prime rapide la macchina si è mostrata davvero formidabile. Ero in controllo totale della situazione e ho iniziato a rilassarmi e godermi il tragitto. E’ una cosa abbastanza eccitante dire di essere stata la prima persona a guidare una macchina su un percorso di rafting, qualcosa che non capita proprio tutti i giorni “. Damien Dally, capo del marchio, Jeep UK, ha dichiarato in merito: “Siamo sempre alla ricerca di modi insoliti per dimostrare il valore delle nostre auto in condizioni estreme e condurre la Renegade lungo un corso d’acqua con successo lo ha certamente dimostrato. Siamo orgogliosi di poter dire che siamo stati il primo produttore automobilistico a realizzare questa impresa tra le rapide, impresa che ha veramente incarnato lo spirito della vettura: una vera Renegade. “



Drafting Renegade



Drafting Renegade

Aimee Fuller nel 2015 durante una sessione di allenamento presso il parco di Flachauwinkl (Austria) Foto David Robinson - Red Bull Content Pool



Drafting Renegade

La nuova Renegade Uncharted Edition, una showcar esclusiva ispirata al videogioco Uncharted 4, ha debuttato di recente in Svizzera. Frutto della partnership tra Jeep® e Sony PlayStation Svizzera, la macchina, esemplare unico, è stata personalizzata da Garage Italia. Il Centro Stile Garage Italia si è ispirato all’antica mappa dell’Africa che appare nel primo trailer ufficiale del gioco, producendo una speciale pellicola per avvolgere l’intera Jeep Renegade. Utilizzando una speciale tecnica, gli artigiani di Garage Italia hanno applicato una innovativa vernice thermochromic nera per nascondere l’intera superficie della mappa. La vernice diventa trasparente di pari passo con l’aumento di temperatura, mostrando il disegno della mappa una volta raggiunti i 30 gradi centigradi. La Jeep Renegade ritorna poi di colore nero man mano che la temperatura scende.


#ca


La nuova versione della Mazzanti Evantra è pronta a stupire


MILLECAVALLI!!!


millecavalli!!!

Al

Salone Auto Torino – Parco Valentino 2016, che si è tenuto nel capoluogo piemontese dall’ 8 al 12 di giugno abbiamo finalmente potuto conoscere da vicino la Evantra MILLECAVALLI la hypercar stradale realizzata da Luca Mazzanti nel suo atelier toscano. La Evantra MILECAVALLI si presenta come la più potente gran turismo mai realizzata in Ita-

lia e Luca Mazzanti non nasconde l’emozione al momento della “prima” torinese: “La nostra nuova Hypercar, Evantra Millecavalli, segna per noi un nuovo punto di arrivo ma non un punto di arrivo assoluto. Questa vettura è il risultato di un attento e laborioso processo di affinamento, partito dal completamento del progetto Evantra. Il nostro Atelier ha affrontato un lavoro notevole per sviluppare un progetto nuo-


vo e così importante, dopo solo due anni dal debutto de lla Supercar Evantra. Nonostante questo – continua Mazzanti – la passione, l’entusiasmo e le eccellenti competenze di ognuno dei membri del mio team, hanno permesso la concretizzazione di questo obiettivo ripagato anche dalla fiducia dei primi tre nostri “clienti Millecavalli” che hanno commissionato i primi esemplari con il progetto ancora su carta.

Le eccellenti prestazioni della versione MILLECAVALLI segnano inoltre un importante primato storico tutto italiano, che ci riempie di orgoglio. Le mie vetture sartoriali riflettono completamente il mio modo di concepire vetture supersportive, diverse da tutte le altre, e che io sognavo già da bambino. Ogni esemplare è inoltre concepito per rispecchiare la personalità del suo proprietario, pur mante-


millecavalli!!!

nendo un inconfondibile stile Mazzanti. Il mio modo di interpretare l’automobile è sempre stato quello di vederla come protagonista, dando ampio spazio alle sensazioni dirette del driver che deve vivere un’esperienza emozionante ed intensa in prima persona.” Evantra Millecavalli è equipaggiata con un inedito motore 7.2 L V8 biturbo, capace di erogare 1000 cv con una coppia trasmessa alle ruote posteriori che supera i 1200

Nm; questa configurazione, abbinata ad un cambio sequenziale dedicato a sei rapporti, permette alla vettura di divorare lo 0 a 100 km/h in soli 2,7 secondi, raggiungendo i 400 km/h di velocità anche grazie al peso contenuto in soli 1300 kg. Gli inediti freni carboceramici, di concezione motorsport, specificatamente sviluppati per Mazzanti Automobili, consentono alla Hypercar di fermarsi da 300 km/h in soli 7 secondi.



millecavalli!!!



millecavalli!!!

Dopo aver accumulato un’immensa dote di esperienza come carrozziere, preparatore e restauratore di prestigiosissime auto d’epoca, Luca Mazzanti nei primi anni del nuovo millennio realizza il suo sogno di divenire costruttore di vetture speciali, realizzate con cura artigianale e qualità sartoriale. Il 30 settembre 2005 viene presentata a Roma la Antas, prima realizzazione dell’atelier di Pontedera, una elegante coupé dalle line un po’ retro. La mission di Mazzanti Automobili è tornare a considerare l’automobile come un oggetto passionale, che deve anzitutto emozionare, in un’epoca dove le logiche di mercato dominano sull’estro e sulla creatività. Tutte le Supercar di Mazzanti Automobili sono caratterizzate da una forte personalità e realizzate “su misura” in base alle richieste dei clienti.



millecavalli!!!



cheauto IDEA INSTITUTE presenta “E-Legante� un innovativo concept di sportiva elettrica

Aerodinamica estremamente efficiente, baricentro basso, peso ridotto, elevata efficienza energetica, grande autonomia e una linea di assoluta eleganza


© Foto Claudio Bonifazio


un’ottima idea

Con

il Concept E-Legante, frutto della collaborazione tra il designer Adriano Stellino e il Centro Stile di I.DE.A Institute, si rivisita in chiave moderna, e soprattutto sostenibile il tema della Gran Turismo prestazionale. E-Legante è un modello di stile realizzato con una metodologia cara ai designer degli anni 60, vale a dire esaltando le forme ed i volumi, riducendo al minimo i dettagli funzionali, infatti solo proiettori e fanali posteriori sono stati rappresentati mentre altri dettagli tecnici, come ad esempio l’apertura delle porte sono stati eliminati proprio per metterne in evidenza il design. Con il Concept e-Legante, IDEA Institute rivisita in chiave estremamente moderna e sostenibile il tema della GT prestazionale ma elegante e dotata di grande fascino, che tanto successo ha ottenuto negli anni ‘50 e ’60. La vettura è stata concepita su una base tecnica interamente sviluppata dall’azienda torinese. Si tratta di una piattaforma a trazione elettrica con telaio in alluminio e cella abitacolo in fibra di carbonio con due motori elettrici a flusso assiale sull’assiale posteriore e uno a flusso radiale sull’assiale anteriore. Aerodinamica, baricentro basso e peso ridotto sono stati i principali vincoli tecnici su cui si è basato lo sviluppo del concept al fine di ottenere una notevole autonomia pur mantenendo prestazioni di accelerazione, ripresa e velocità massima in linea con quello del segmento delle GT sportive.


E-Voluzione è invece la declinazione squisitamente firmata I.DE.A. Institute di una vettura cittadina a 3 porte e 4 posti a trazione elettrica. L’architettura è stata sviluppata fin dalle fasi iniziali di impostazione seguendo i criteri di modularità e, soprattutto cercando, anche per questo modello, primo di una famiglia di vetture elettriche, la massima efficienza energetica. I driver del progetto sono sintetizzabili in Struttura semplice ma leggera e robusta con chassis modulare e declinabile in numerose versioni. Anche per E-Voluzione si ha una elevata efficienza energetica e buona autonomia, ottima sintesi tra la dinamica di guida e il confort oltre che la producibilità in differenti contesti industriali.


un’ottima idea


Nel dicembre del 2012, grazie ad un ambizioso progetto imprenditoriale, IDEA intraprende un nuovo percorso che la porta a una radicale ristrutturazione sia tecnica sia finanziaria tale da permettere di presentarsi sul mercato nel 2015 come centro di eccellenza per lo sviluppo di veicoli elettrici abbinato alla grande esperienza nell’ingegnerizzazione di veicoli tradizionali. Sotto la guida del Presidente e ceo Domenico Morali l’Azienda di Moncalieri si sta affermando sul mercato globale grazie all’elevato grado di conoscenza e competenza oltre alla professionalità nel realizzare soluzioni avanzate rispecchiando un collaudato connubio di stile e tecnologia


un’ottima idea

scheda tecnica DIMENSIONI E PESI E AERODINAMICA Berlinetta coupé 2 posti, 2 porte Lunghezza 4.600 mm Larghezza 2.030 mm Altezza 1.250 mm Passo 2.808 mm Massa a vuoto in condizioni di marcia 1.890 kg Coefficiente di penetrazione aerodinamica: Cx = 0.24

MOTORIZZAZIONE Trazione esclusivamente elettrica su entrambi gli assali (quattro ruote motrici) Assale anteriore: motore elettrico sincrono a magneti permanenti Assale posteriore: ruote posteriori comandate singolarmente da una coppia di motori elettrici a flusso assiale Potenza max. di 145 kW per ruota e coppia max. di 1050 Nm per ruota. Potenza totale installata: 400 kW. Coppia totale: 2500 Nm. Due batterie disposte a T agli Ioni di Litio, capacità nominale totale 90 kWh, peso totale batterie 585 kg.


AUTOTELAIO E CORPO VETTURA Pianale con space-frame in estrusi di lega di alluminio completato da pannelli in fibra di carbonio. Carrozzeria mista in fibra di carbonio e leghe di alluminio Sospensione anteriore a quadrilatero in alluminio Sospensione posteriore multi-link a 5 bracci in alluminio Ruote e pneumatici anteriori 245/35 R21” Ruote e pneumatici posteriori 285/30 R21”

PRESTAZIONI E CONSUMI Accelerazione 0-100 Km/h: 3.1 s Accelerazione 0-1000 m: 19.8 s Velocità massima autolimitata: 250 km/h Velocità massima teorica: 385 km/h Consumo medio: 13.5 kWh/100km (al costo medio dell’energia in Italia meno di 2.5 € ogni 100 km) Autonomia ciclo NEDC: oltre 600 km Autonomia a 130 km/h costanti: 335 km

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chemacchina

Spazio e comfort di un SUV uniti a divertimento, dinamica di guida e agilità di una vettura sportiva: la Cayenne GTS è tutto questo

NOTTURNO NOTTURNO La Cayenne GTS è un modello a tutta emozione. E’ senza dubbio il modello più agile della serie, grazie soprattutto ad una scocca che garantisce eccezionali performance dinamiche. Tutto ciò, unito ad un motore capace di ben 440 cavalli e 600 Nm di coppia, ne fa a tutti gli effetti una rappresentante del concetto GTS



notturno


Valeggio

sul Mincio è un delizioso paese in provincia di Verona, famosissimo per gli altrettanto deliziosi tortelli. Gioiello di Valeggio è la località Borghetto, posta sulle rive del fiume, ricca di mulini e di poesia, che a buon diritto fa parte dell’esclusivo club dei “Borghi più belli d’Italia”. Situato nel punto in cui fin dall’antichità si trovava un guado sul Mincio, Borghetto deve il suo nome alla lingua del popolo germanico. La nascita dei centri urbani di Valeggio e Borghetto è infatti attribuibile al periodo longobardo e gli stessi nomi deriverebbero rispettivamente da “luogo pianeggiante” e da “insediamento fortificato” in lingua longobarda. Tra la fine del X secolo e l’inizio dell’XI, il territorio valeggiano appartenne poi al Regno di Germania e si caratterizzò in quell’epoca come importante e strategico presidio militare. Le grandi fortificazioni medievali che dominano il paesaggio valeggiano, ovvero il Castello Scaligero, il Ponte Visconteo e la linea difensiva del Serraglio furono edificate invece fra il XIII secolo e il XIV secolo. Esiste quindi un forte legame tra Valeggio, Borghetto e la Germania, un legame che corre sul filo della storia ma che prosegue ancora oggi e si concretizza con la pacifica invasione di migliaia di colorati turisti. Del resto siamo a due passi dal lago di Garda. Nuovi eserciti tedeschi tornano quindi da queste parti, si accampano e bivaccano… e non di rado, soprattutto durante magiche notti di primavera, ancora oggi è possibile incappare in sorprendenti apparizioni di bellissimi macchinari di Stoccarda ai piedi del Castello Scaligero…


notturno


Di primo acchito può intimorire. Aprite il libretto Uso e Manutenzione e scoprite trattarsi di macchinone di circa 2.200 chilogrammi… che per portarsi appresso questa mole non indifferente mette a disposizione ben 440 cavalli. Roba da prendere con le molle….o no? Dopo averla testata per più di qualche giorno possiamo affermare di no. Anzi, la cosa più sorprendente di questa Cayenne è proprio la facilità con cui si lascia condurre e il senso di estremo controllo che sa trasmettere. Dopo poche ora sembra di averla guidata da sempre, di averci passato una vita… ti ci trovi bene, come in quelle vecchie pantofole a cui non si riesce proprio a rinunciare. Ovviamente con 440 cavalli sotto il cofano e 660 Newton/metro di coppia c’è da divertirsi e chi ama una guida brillante scoprirà in questo SUV una maneggevolezza inaspettata. La tenuta di strada è sempre ok, anche grazie al sistema di sospensioni attive capace di garantire l’assetto ideale per ogni tipo di percorso, anche off road… non estremo ovviamente. All’interno tutto è razionale e confortevole e i comandi non mettono mai in imbarazzo. Insomma, la Cayenne GTS è una comoda automobile di lusso, è un SUV multiforme, è una sportiva di qualità ma se dovessimo sintetizzare il ricordo che ci ha lasciato sceglieremmo queste due parole: facile e sicura.


notturno


La GTS è la versione intermedia tra la “base” (se di versione base si può parlare nel caso di una Porsche) e la Turbo. Come in tutte le Cayenne dell’ultima generazione anche nel caso della TS colpiscono le linee precise e profili ben definiti mentre i gruppi ottici Bi-Xenon con la luce diurna “oscillante” tipica di Porsche identificano chiaramente fin dal primo colpo d’ occhio la Cayenne come una Porsche. Il gruppo ottico posteriore è invece di tipo tridimensionale e le luci stop sono realizzate a quattro LED come le luci diurne anteriori. Nel complesso le linee orizzontali trasmettono il senso di una vettura è ancora più “incollata” alla strada. Il motore della più recente Cayenne GTS si basa sul propulsore della Cayenne S: un motore V a 6 cilindri di pura razza Porsche a iniezione diretta e sovralimentazione biturbo ove, aumentando la pressione da 0,2 bar a max. 1,4 bar, aumentano sia la potenza (20 CV in più) che la coppia (50 Nm in più). Risultato: 440 CV e 600 Nm di coppia tra 1.600/ min e 5.000/min per un’assoluta forza di marcia. Con la sovralimentazione biturbo, la potenza/litro rispetto al motore aspirato da 4,8 litri del modello precedente aumenta da 87 CV/litro a 122 CV/litro: valore di punta nel segmento di mercato. Ne consegue che la Cayenne GTS con cambio Tiptronic S a otto rapporti fornito di serie presenta anche valori di punta nelle prestazioni di guida.


notturno


Telaio come in una sportiva Analogamente a tutti i modelli GTS di Porsche, la Cayenne GTS è ottimizzata in base alla dinamica longitudinale e trasversale. Questo SUV spiccatamente sportivo è dotato di un telaio con molle in acciaio abbinato al sistema di ammortizzatori attivi PASM, in grado di offrire il miglior assetto e la migliore risposta dinamica. Anche l’impianto frenante è commisurato all’esigenza sportiva grazie ai grandi freni a disco (anteriore da 390 millimetri e posteriore da 358 millimetri della Cayenne Turbo) immediatamente riconoscibili sulle pinze verniciate di rosso. Altra componente che influisce positivamente sulla dinamica di guida sono le grandi ruote da 20 pollici della RS Spyder che trasmettono elevate forze longitudinali e trasversali alla strada. Il motore V6 compatto con angolo cilindri di 90 gradi consente di avere un baricentro basso e spostato all’indietro supportando anche il comportamento dinamico dello sterzo in curva.


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Stile esclusivo Il design esclusivo di questa Cayenne, caratterizzato da applicazioni di colore nero, la contraddistingue chiaramente come modello GTS. La parte anteriore presenta evidenti caratteristiche della Cayenne Turbo, dal modello “top” provengono il muso, i doppi fari anteriori a LED e i fendinebbia a LED. La presa d’aria di raffreddamento centrale della Cayenne GTS è più larga rispetto al modello S e più alta per soddisfare il maggiore fabbisogno di raffreddamento. Nel contempo, la Cayenne GTS appare quindi più muscolosa e più potente. La mascherina del muso, le minigonne laterali con profili più netti e il sottocoda sono verniciati nel colore della vettura, come gli ampliamenti del passaruota e lo spoiler del tettuccio. Il tipico colore nero GTS caratterizza anche le mascherine interne dei gruppi ottici Bi-Xenon con PDLS, i fari posteriori LED oscurati con luce di stop realizzate con il design a quattro punti, le ruote della RS Spyder e i doppi terminali di scarico in vernice opaca. Alcantara, pelle liscia e alluminio spazzolato sono i materiali dominanti nell’abitacolo. Conducente e passeggero possono godere di comfort elevatissimo grazie ai sedili con regolazione elettrica a otto posizioni e pannelli centrali in alcantara come quelli dei sedili posteriori. Anche i rivestimenti delle portiere, il soffitto interno e i montanti sono rivestiti in alcantara.


notturno


GTS: Gran Turismo Sport In Porsche, GTS sta per Gran Turismo Sport e identifica prestazioni Porsche straordinarie per tradizione. Una Porsche della categoria GTS è sempre nettamente riconoscibile; il caratteristico elemento di design è il nero come colore di contrasto. Ad esso si aggiungono dotazioni ampliate in stile sportivo. L’origine di questa sigla risale alla 904 Carrera GTS, un’auto da corsa del 1963, omologata anche per la circolazione stradale. La 924 GTS e la 928 GTS portarono avanti questo principio durante gli anni ‘80 e ‘90. Il 2007 vide la rinascita di questo principio nella Cayenne GTS, esteso poi anche alla serie delle 911, alla Panamera nonché alla Boxster e Cayman. Già le generazioni precedenti della Cayenne GTS e 911 Carrera GTS hanno incontrato ampio interesse: dal 2008, Porsche ha consegnato oltre 34.000 vetture Cayenne GTS, che corrispondono circa al nove percento delle Cayenne vendute.


notturno I tre metodi innovativi che illustrano il meticoloso lavoro di qualità sono il processo di cubing, il calibro di controllo esterni e la carrozzeria in materiale composito. Il processo di cubing utilizza un modello di carrozzeria fresato in uno speciale alluminio massiccio. Durante l’avviamento della produzione di un modello, serve come riferimento per l’ottimizzazione e l’assemblaggio qualificato di parti e per l’analisi funzionale dei moduli aggiuntivi. Può essere utilizzato, ad esempio, per controllare un cruscotto rivestito in pelle nella cuoieria dell’officina o per verificare la precisa collocazione dei fari, la qualità delle giunzioni, la qualità visiva e l’aspetto. Si possono trovare deviazioni anche fino a decimi di millimetro. Dal canto suo il calibro di controllo esterni è utilizzato in combinazione con strumenti di misurazione ad alta precisione per l’analisi funzionale di lamiere e moduli aggiuntivi. L’obiettivo è raggiungere la precisione complessiva della carrozzeria. Ciò significa che in questo ambito, ad esempio, uno degli obiettivi di analisi è verificare come si allineano parti diverse, anche se ciascuna parte può conformarsi alle proprie tolleranze dimensionali. Inoltre, si esaminano caratteristiche come le altezze delle modanature e delle giunzioni con una precisione al decimo di millimetro. La carrozzeria in materiale composito consente infine la valutazione esatta del rivestimento esterno della carrozzeria e della sua superficie. È costruita con le più recenti e aggiornate parti di rivestimento interne ed esterne, e svela rigorosamente ogni deviazione dalla qualità costruttiva indicata e desiderata, soprattutto nelle serie di produzione pilota che portano al lancio della produzione.



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scheda tecnica Carrozzeria autoportante, realizzata in costruzione leggera intera mente in acciaio, completamente zincata; airbag conducente e passeggero a due livelli Airbag laterali per conducente e passeggero; airbag a tendina sopra il telaio del tetto e sui finestrini laterali Motore V a sei cilindri; angolo cilindri 90 gradi; blocco motore e testate cilindro in alluminio; quattro alberi a camme in testa; quattro valvole per cilindro Sovralimentazione biturbo Due catalizzatori a tre con rispettivamente due sonde lambda per ciascuna bancata di cilindri Accensione elettronica a sei bobine d’accensione singole Alesaggio 96,0 mm - Corsa 83,0 mm Cilindrata 3.604 cm3 Compressione 10,5:1 Potenza motore 440 CV (324 kW) a 6.000 g/min Coppia massima 600 Nm a 1.600–5.000 g/min Regime massimo 6.700 g/min Impianto elettrico 12 volt Trasmissione Porsche Traction Management (PTM): trazione integrale attiva Hang-on con frizione a lamelle a gestione elettronica comandata dalla mappa caratteristica del motore, asse posteriore ad azionamento permanente, ripartizione forza completamente variabile sull’asse anteriore Cambio Tiptronic S a otto rapporti. Telaio. Avantreno: asse doppio braccio trasversale in alluminio; sospensioni con molle in acciaio e con ammortizzatori bitubo a gas idraulici. Retrotreno: Asse multilink con braccio trasversale inferiore, due bracci singoli nella parte superiore e tirante trasversale; sospensioni con molle in acciaio e con ammortizzatori bitubo a gas idraulici Porsche Active Suspension Management (PASM) con ammortizzatori regolati elettronicamente Impianto frenante a due circuiti con ripartizione sugli assi. Anteriore: pinze monoblocco in alluminio a sei pompanti, freni a disco con ventilazione interna con diametro di 390 mm. Posteriore: pinze monoblocco in alluminio a quattro pompanti, freni a disco con ventilazione interna con diametro di 358 mm Ruote e pneumatici: anteriori e posteriori 9,5 J x 20 con 275/45 R 20 Peso a vuoto DIN 2.110 kg - Peso totale consentito 2.865 kg Lunghezza 4.855 mm Larghezza 1.954 mm - Larghezza con specchietti esterni 2.165 mm Altezza 1.688 mm Interasse 2.895 mm Passo anteriore 1.660 mm - posteriore 1.678 mm Capacità serbatoio 85 Prestazioni. Velocità massima 262 km/h Accelerazione (senza/con pacchetto Sport Chrono) 0–100 km/h 5,2/5,1 s / 0–60 mph 4,9/4,8 s / 0–160 km/h 11,7/11,5 s 0–1.000 m 24,7/24,6 s Consumo (NCPE)1): totale 10,0–9,8 l/100 km / urbano 13,2–12,9 l/100 km / extraurbano 8,3–8,1 l/100 km Emissioni CO21): totali 234–228 g/km / Classe sostanze nocive: Euro 6

#ca


checorse

www.enricozanarini.com

la NOTA di ENRICO Enrico Zanarini è uno dei manager di maggior esperienza in Formula 1. I suoi commenti, pubblicati su un proprio blog e su #cheauto!, non sono mai banali e scontati .

Daniel Riccardo durante il suo sfortunato Gran Premio di Monaco Foto Red Bull Content Pool Lars Baron/Getty Images


Questo mese Zanarini ripercorre due episodi analoghi accaduti a 17 anni di distanza e dice la sua sul talento emergente Max Verstappen


la nota di Enrico

17 ANNI FA IN G Ritorno al successo a Montecarlo per Hamilton che si rilancia pienamente per la caccia al titolo iridato anche nel 2016 Foto Daimler Global Media Site


GERMANIA

Gran

Premio d’Europa al Nurburgring, 26 settembre 1999. Io c’ero. Gran premio di Monaco, 29 maggio 2016. Io c’ero. Sono passati 17 anni ma la storia si ripete con puntualità. Nurburgring 1999: il pilota della Ferrari Eddie Irvine rientra ai box dopo un improvviso cambio di strategia che prevedeva tre pita stop al posto di due. Monaco 2016: Ricciardo sta volando e ha un tale vantaggio su Hamilton da permettergli di rientrare ai box e tornare poi in pista ancora in testa alla gara. La scelta delle gomme oggi è molto più ampia e il team Red Bull decide di passare dalle intermedie alle super soft. Nurburgring: i meccanici Ferrari avevano pronto un set di pneumatici sbagliato ma se ne accorgono solo quanto Irvine arriva in pit lane: panico totale! Cercano affannosamente di recuperare le gomme giuste ma una delle coperture si è persa nel box. Sembra una commedia… ma in realtà è un dramma. Monaco: i ragazzi della Red Bull daprima si preparano con il set sbagliato, poi montano quello giusto ma nel pasticcio si perdono troppi preziosi secondi. Nurburgring: Eddie rientra in pista ma fnisce la gara al settimo posto… e le speranze per il titolo se ne vanno. Monaco: Ricciardo rientra in pista dietro a Hamilton. E se tu sei a Monaco e corri guardando l’alettone posteriore di Hamilton non hai nessuna speranza. Come Eddie anche Daniel ha perso una grande opportunità. Forse il pilota Australiano non perderà il titolo per una manciata di punti come successe a Eddie ma certamente ha perso una gara prestigiosa e il team Red Bull ha perso la faccia, esattamente come la Ferrari, 17 anni fa.


la nota di Enrico

Sergio Perez con la Force India verso la conquista di uno splendido terzo posto a Montecarlo


Max Verstappen dopo la gara a Monaco, finita contro le barrier: “Arrabbiato e deluso, sono arrabiato com me stesso e deluso per non aver ricompensato il team. Hanno lavorato duramente per prepararmi la macchina e non ho saputo dare a loro il risultato che meritavano. Stavamo andando bene, eravamo giĂ a punti, e essere nei punti dopo essere partiti dalla pit lane significa che stai andando bene. Ma ho imparato da tutto questo e credo che torneremo in Canada piĂš fortiâ€?.


la nota di Enrico

Kimi Raikkonen durante un week end di Montecarlo non certo soddisfacente per la Ferrari Foto Š Ferrari



la nota di Enrico

M

Max Verstappen Foto Getty Images - Red Bull Content Pool


MAXMANIA

Dopo

le disavventure di Verstappern a Montecarlo si sono scatenate molte discussioni, soprattutto sui social media, tanto da spingermi a scrivere chiaramente la mia opinione in merito. Max è un ottimo pilota di Formula 1, giovane, ma molto talentuoso. Ero presente quando gareggiò per la prima volta su una formula, tre anni fa in Florida e vendendolo impegnato sotto pressione capii immediatamente che era un ragazzo in gradi di “fare la differenza”. Sempre in quella stagione potei assistere a quasi tutte le gare della serie Europea di F.3 in cui Max gareggiò e di nuovo non smise di sorprendermi, mostrando grande aggressività e velocità. Il resto è conosciuto a quasi tutti gli appassionati di corse del globo. Ma in tutta onestà ancora non oso chiamarlo “campione”. Ci vuole tempo per diventare un campione, come ci vuole tempo per diventare un buon vino rosso. Certamente potete stappare della roba buona uno o due anni dopo l’imbottigliamento, ma non è proprio quanto raccomanderebbe un rispettabile vignaiolo francese o italiano. Montecarlo è stato un disastro per il giovane Max; qualsiasi altro giovane pilota che avesse commesso quegli stessi gravi errori sarebbe stato cacciato dalla griglia. Invece Max, che giustamente beneficia del rispetto e dell’affetto di Red Bull, rimarrà in griglia per molto tempo. Il ragazzo olandese ha ammesso i propri errori e questo fatto di per sé fa di lui un pilota rispettabile. Ho sentito alcuni commenti sul fatto che la sua voglia di dimostrarsi coraggioso sia in realtà un segno di debolezza. Non sono d’accordo. Per mio conto si è semplicemente trattato di errori. Ho anche letto questa dichiarazione di Jaques Villeneuve. “Se deve andare sopra il limite per essere veloce significa che non è abbastanza veloce”. Io credo che ciò riassuma tutto.


la nota di Enrico


Fernando Alonso, autore di una superba prova a Montecarlo, chiusa con un’ottima quinta posizione Foto Mc Laren Media Centre

#ca


chestoria Un gruppo di studenti costruisce una vera (e bella) coupé

COMPITO

26 studenti della scuola professionale ŠKODA hanno costruito la loro coupé dei sogni: la ŠKODA Atero, basata sulla compatta ŠKODA RAPID. Il veicolo unico, perfettamente funzionante, rappresenta il terzo progettato e costruito dagli studenti della ŠKODA Academy


IN CLASSE


compito in classe

Mai

sentito nominare la SKODA Academy? E la scuola professionale

di Mlada’ Bolesav? Bene, è ora di colmare questa lacuna. Questi studenti hanno costruito una vettura bella e totalmente funzionante, continuando una tradizione in realtà ancora molto giovane. Nel 2014 un team di studenti aveva infatti sviluppato la cabriolet ultra-compatta Citijet mentre il pick-up FUNSTAR è seguito nel 2015. L’obiettivo del progetto è quello di promuovere le competenze e la creatività degli studenti, come conferma Bohdan Wojnar, manager Risorse Umane di ŠKODA: “Proprio come nei casi precedenti, la ŠKODA Atero rimarca l’alto livello delle competenze tecnologiche e capacità ingegneristiche dei nostri studenti. I nostri ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno sostenuto il progetto” ha plaudito Michael Oeljeklaus, membro del Consiglio del reparto produzione, ha aggiunto: “Questo progetto dimostra ciò che i nostri studenti sono in grado di fare. Questi giovani lavorano con grande impegno. Ancora una volta il risultato è una automobile di grande impatto dai tratti unici, tutti i colleghi coinvolti nel progetto possono essere molto orgogliosi”. Il team di 26 studenti (quattro ragazze e 22 maschietti) ha iniziato a lavorare sulla ŠKODA Atero alla fine del 2015 dapprima sviluppando il progetto e successivamente costruendo

il concept con la supervisione degli istruttori nelle fasi di sviluppo tecnico, progettazione e fabbricazione. “Questa è stata un’occasione unica per tutti di incontrare nuove persone, per fare nuove amicizie e per mettere le conoscenze teoriche in pratica” - ha detto il portavoce del team di studenti Dan Voce - “questo progetto ha occupato circa 1700 ore di lavoro e siamo tutti molto orgogliosi del risultato. “ La ŠKODA Atero è una due porte coupé compatta lunga 4,3 metri. Nella Atero risulta difficile individuare la SKODA Rapid Spaceback che ha fornito la base della nuova creautora: la conversione è stata infatti ancora più radicale di quella dei due precedenti modelli sviluppati dagli studenti. I montanti della portiere sono stati spostati verso la parte posteriore, mentre i montanti posteriori risultano ancora più inclinati. La linea del tetto spiovente è molto spostata verso l’anteriore, mentre il bordo dei finestrini dietro le portiere punta verso l’alto. Anche altri componenti hanno subito alterazioni complesse. Ad esempio le prese d’aria del cofano e delle portiere sono state ingrandite, il portellone posteriore è stato allineato con il nuovo angolo dei montanti posteriori con uno spoiler lungo tutta la linea del vetro e le luci di coda sono state modificate. Il paraurti posteriore, derivato da quello della ŠKODA Octavia, circonda i grandi terminali di scarico. I fari dispongono della tecnologia a LED con retroilluminazione rossa. Il motore è un 1.4 litri TSI (92 kW / 125


CV) affiancato a un cambio DSG a 7 marce. I cerchi da 18 pollici ‘Turini’, neri con strisce rosse, sono quelli solitamente montati sulla ŠKODA Octavia. La ŠKODA Atero è dipinta in Black Magic metallico, accessori (ala, spoiler, minigonne) sono disponibili in Corrida Red; la griglia del radiatore, presa d’aria e diffusore sono circondati da contorni rossi. Al suo interno, l’illuminazione rossa crea un’atmosfera estremamente sportiva; l’illuminazione ambientale con tecnologia a LED aggiunge ulteriore stile agli interni. Un amplificatore audio da 1.800 fornisce la potenza a ben 14 altoparlanti. Il subwoofer da solo ha una potenza di 400 watt ed è situato nel bagagliaio. Con il progetto ŠKODA Atero, la casa automobilistica Ceca ha inteso sottolineare l’alto livello della propria formazione professionale. La scuola professionale ŠKODA, fondata nel 1927, offre corsi di formazione di tre/quattro anni in materie tecniche, portando ad un diploma di apprendistato o di maturità, utile per l’accesso all’università. Attualmente quasi 900 studenti, il 14 per cento dei quali sono donne, sono iscritti ai 14 corsi di formazione professionale. Circa 100 altri dipendenti stanno ampliando le loro qualifiche con ulteriori corsi di formazione. Da sottolineare infine che a tutti i diplomati della scuola viene offerto un lavoro presso l’azienda.


compito in classe



compito in classe


#ca


cheauto

New Sport eXperience

Gli ingegneri Honda si sono avvalsi della fluidodinamica computazionale e delle gallerie del vento situate in Giappone e negli Stati Uniti con l’obiettivo di massimizzare la deportanza e al contempo ridurre al minimo la resistenza


Lo specialista di aerodinamica Thomas Ramsey illustra il concetto “Total Airflow Management� alla base della Honda NSX


new sport eXperience

Per

essere bella è bella… e da decenni rappresenta a suo modo la sportività portata all’estremo in salsa wasabi. Ma vi siete mai chiesti cosa significhi la sigla NSX che identifica la bella Honda (o Acura che dir si voglia)? Sveliamo il mistero: NSX sta per New Sport eXperience… una Nuova Esperienza Sportiva e cioè NSX. La nuova NSX ha tante qualità ma essenziale nello sviluppo dell’auto è stato il Concept “Total Airflow Management”, che ha permesso di raggiungere livelli superiori di deportanza, ridurre al minimo la resistenza e migliorare aderenza, stabilità ed equilibrio. Spiega Thomas Ramsey, Project Leader Aerodinamica e Raffreddamento di NSX: “Grazie al design della nuova Honda NSX, la forma segue la sua funzione in vari modi: è stato davvero interessante lavorare all’aerodinamica di questo modello. Per riuscire a ottenere performance ambiziose, un design innovativo ed un’estetica sensazionale, gli specialisti Honda hanno dovuto reinventare completamente la progettazione delle linee esterne di questa moderna super car. La nuova strategia “Total Airflow Management” integra il raffreddamento dei componenti e le performance aerodinamiche contribuendo inoltre a disegnare forme ancor più dinamiche”. Con gli obiettivi di una deportanza superiore e di un raffreddamento efficiente, Ramsey e la sua squadra hanno cercato di sfruttare al massimo il flusso di aria intorno e attraverso la nuova NSX. Avvalendosi di simulazioni fluidodinamiche computazionali e test su modelli in scala al 40% nell’avanzata galleria del ven-

to Honda situata in Ohio, il team di sviluppo ha ottimizzato le complesse forme della carrozzeria. Superfici, prese e feritoie di sfogo dell’aria sono state modellate e proporzionate allo scopo di ridurre la resistenza aerodinamica, creare deportanza, ottimizzare il raffreddamento e dissipare in modo efficace il calore. Questa analisi è stata poi verificata presso la galleria del vento per modelli in scala 1:1 situata nella città giapponese di Tochigi. La deportanza generata dalle forme di NSX, caratterizzata dall’essere omogenea dall’avantreno al retrotreno, è stata messa a punto con cura maniacale. Attente ricerche e programmi di sviluppo hanno stabilito che la distribuzione ottimale dei carichi verticali si ha quando la deportanza sul retrotreno è tripla rispetto all’avantreno. Ciò vale sia per la guida di tutti i giorni che per quella ad alte prestazioni. Pertanto è stato sviluppato un diffusore posteriore che, in combinazione con lo spoiler e le aperture posteriori, genera una deportanza significativa e gestisce in modo efficiente la resistenza creata dalla scia aerodinamica dietro la vettura. Di conseguenza l’elevato livello di deportanza di NSX è stato possibile senza dover ricorrere ad una carrozzeria ad aerodinamica attiva o ad altri dispositivi. Il flusso di aria che attraversa l’auto dal frontale al posteriore viene canalizzato ottimizzando la deportanza e riducendo il coefficiente di resistenza. Il flusso aerodinamico viene inoltre “manipolato” quando si “stacca” dalla carrozzeria allo scopo di ottenere una ben determinata quantità di aria che vada ad interessare le prese per il raffreddamento del motore centrale.


Le prese d’aria, appositamente posizionate per ridurre le turbolenze e le perdite aerodinamiche intorno alle ruote anteriori, lavorano assieme alle prese frontali con lo scopo di stabilizzare il flusso d’aria nella sezione laterale inferiore della vettura. Un ulteriore flusso passa dall’anteriore, attraverso il cofano, alle prese laterali posteriori fornendo aria fresca al vano motore e agli intercooler. Le prese d’aria laterali sono inoltre progettate per dirigere il flusso d’aria verso la sezione orizzontale posteriore incrementando così la deportanza. Nel quadro della gestione totale del flusso d’aria, il design della carrozzeria di NSX offre inoltre una gestione termica altamente efficiente richiesta dal gruppo motore ibrido. Esistono sette diverse fonti primarie di calore: il motore V6 da 3,5 litri, due turbocompressori, il cambio a nove rapporti a doppia frizione, l’unità di distribuzione dell’alimentazione e i due motori presenti nell’unità a doppio moto-

re. Per garantire un raffreddamento efficace a ognuno di questi elementi il flusso di aria viene gestito attraverso 10 diversi scambiatori di calore. Le aperture frontali offrono accesso al flusso d’aria di raffreddamento attraverso gli scambiatori di calore chiave collocati nella zona anteriore: radiatori del motore, refrigeratore TMU, condensatore, refrigeratore degli ingranaggi di trasmissione e unità di distribuzione dell’alimentazione ibrida. Il flusso di aria sopra il tetto e lungo il lunotto posteriore viene catturato per alimentare il refrigeratore della frizione e facilitare il raffreddamento del vano motore. Questo approccio olistico offre quindi un contributo significativo a una supercar che traduce in modo istantaneo e incredibilmente fedele i comandi del conducente riducendo al minimo il carico di lavoro per il pilota. L’unione di queste qualità definisce la nuova esperienza sportiva…NSX.


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cheleggenda

Verona Legend Cars 2016

Ciak si gira


La Scuderia Jaguar Storiche ha esposto le vetture che in oltre mezzo secolo hanno fatto la storia del cinema e del glamour. Amate da regnanti, attori e registi, le vetture della marca inglese sono comparse in almeno 3400 film


ciak si gira

Ben Jaguar XK 120 OTS - 1951

poche star in carne e ossa possono vantare un palmares come quello di Jaguar. Pare infatti che sarebbero almeno 3400 i film dove compare la vettura inglese, da sempre simbolo di potenza ed eleganza. Una liason, quella fra Jaguar e il cinema, che dura da oltre mezzo secolo e che è stata raccontata dal 13 al 15 maggio a Verona Legend Cars in una mostra monotematica. Una selezione di dieci splendidi esemplari di queste vere star della celluloide tra le quali è stato possibile ammirare i gioielli della serie XK, 120, 140 e 150, la E-Type in tutte le versioni e le berline XJ. La Jaguar XK 120 è stato forse il modello più presente nelle grande schermo. Il primo a volerla in un film fu George Cuckor, che scelse un esemplare bianco del ’53 per “La ragazza del secolo”, con Jack Lemmon, Judy Holliday e Peter Lawford. Con la versatilità degna di una grande interprete, la 120 compare, naturalmente nera, in tutt’altro genere cinematografico: un modello del ’53 diventa la Batmobile nel “Batman forever” di Joel Schumacher con Val Kilmer (1995). La XK 120 è di nuovo bianca per Matt Demon, che la guida nel premiatissimo “Il talento di Mr. Ripley” di Anthony Minghella (1999) con Gwyneth Paltrow, Jude Law, Cate Blanchett, Philip Seymour Hoffman. Nel 2007 Woody Allen ne vuole invece una grigio-argento del ‘50 per “Sogni e delitti” con Ewan McGregor e Colin Farrell. Nel 2011 un supereroe torna al volante di una XK 120, ma del ‘47 e in livrea british green, in “The green Hornet” di Michel Gondry. Un altro modello Jaguar amatissimo dal cinema è la E-type, che a Verona era esposta in entrambe le versioni, coupè e spider. Fra le sue numerose partecipazioni cinematografiche forse la più curiosa è stata quella della spider con i colori della Unionjack (Austin Power alla


Verona Legend Cars si è confermato un festival dell’auto d’epoca a tutto Jaguar MKVII - 1955

tondo: raduni, sfilate, approfondimenti talk show. Una grande festa della passione, ma anche un appuntamento di primo piano per pensare il mondo dell’automobile nel suo complesso e comprenderne le dinamiche presenti e future. Tanti gli appuntamenti per un salone che si è consacrato come punto di incontro per l’intera comunità dell’heritage: per vedere, esporre, confrontarsi. Tra i tanti appuntamenti ricordiamo le mostre Touring, Museo Nicolis, Lamborghini Miura e Lancia;

Jaguar XJ 6

i sette raduni internazionali, sfilate, prove di regolarità e una mostra mercato davvero interessante per qualità e quantità di pezzi esposti.


ciak si gira


Jaguar XK SS, prodotta in solo 16 esemplare, uno dei quali acquistato da Steve Mc Queen


ciak si gira Jaguar E Type OTS - 1963

Jaguar XK 140 OTS


guida) nei tre episodi (1997-1999-2003) della fortunata commedia ambientata negli anni ’60. È ovviamente una E-type coupè total black del 1961 quella guidata da Diabolik nell’omonimo film cult di Mario Bava del 1968, con John Phillip Law, Marisa Mell e Michel Piccoli nel ruolo dell’ispettore Ginko. Ma quella era per tutti “l’auto di Diabolik” già dal 1962, quando le sorelle Angela e Luciana Giussani la scelsero per il loro rivoluzionario fumetto. La E-Type appare anche in “Herbie, il maggiolino tutto matto” (1968) e nel primo “The Italian Job” (1969). A Verona cc’erano poi le berline Jaguar XJ, modello che da solo ha collezionato oltre mille presenze fra cinema e tv. Oltre ai film più vari, da “Pretty Woman” a “Hulk”, da “Notting Hill” ad “Anna and her sisters” di Woody Allen – la XJ ha partecipato praticamente a tutte le serie televisive di successo: Miami Vice, Magnum P.I. CHIPs, Matlock, The Sopranos, X Files, House

of Cards, Melrose Place, Derrik, Baretta, Cannon, Kojak, The Street of San Francisco, solo per citare le più celebri. Elevatissima poi la sua presenza a Cinecittà, per film italiani come “Il caso Mattei”, “Pane e cioccolata”, “C’eravamo tanto amati”, “Cento giorni a Palermo”. La “filmografia” Jaguar potrebbe andare avanti all’infinito. Dalla splendida MK-VII del ’51 bicolore bordeaux con profili bianchi in “La magnifica ossessione” di Douglas Sirk (1954), alla MK-VIII pale green del 1957 in “La donna che visse due volte” (1958), capolavoro di Alfred Hitchcock con James Stewart e Kim Novak. Fino alla XK-R verde del 1996 guidata dal cattivo di turno in “007: La morte può attendere”. Per non parlare dell’elenco delle star di Hollywood giunte in Jaguar sul red carpet compaiono: Clark Gable, Elisabeth Taylor, Elina Labourdette, Van Johnson. Tutti conquistati da vetture che hanno dominato nello sport come nello stile. Jaguar E Type FHC - 1963


ciak si gira

Mario Carlo Baccaglini, Presidente di Intermeeting e organizzatore di Verona Legend Cars: «Già nel 2015, al suo esordio, il salone si è classificato tra i primi in Italia e, quest’anno, continua a crescere assieme all’intero settore dell’Heritage. Il valore di bene rifugio e il crescente indotto legato all’auto d’epoca sono elementi importanti ma il fulcro dell’Heritage rimangono le emozioni delle persone. Verona è il punto ideale dove far incontrare queste emozioni. La cultura motoristica del territorio, unita alla bellezza indiscussa della città, candidano la fiera di Verona ad un ruolo guida tra gli appuntamenti internazionali. La città scaligera è un magnete per collezionisti, commercianti – più 50 per cento nel 2016 - e appassionati da tutto il mondo. Verona ha tutte le potenzialità per arrivare veramente lontano nel mondo dei motori».

Jaguar MK II - 1963


#ca


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

ro e m u n o im s s ro p il te e rd non pe ONLINE il 16 LUGLIO! #cheauto Periodico mensile digitale pubblicato da Doppiovù Press SAS Via G. Uberti 6 - Milano info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com

Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016

Direttore Responsabile Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati

Pubblicazione online ILLIUM llc. (Dania Beach - FL - Usa)

Seguiteci su facebook: Cheauto magazine TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.


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