#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
06
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Settembre 2016
DUELLO ALL’ALBA Rimac vs LaFerrari
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Nissan X-Trail Pebble Beach Pechino – Parigi Citroen CXPERIENCE Vision Mercedes-Maybach 6
• Jackie Stewart: intervista esclusiva
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
06
Settembre 2016
checosac’è #chedire? 4 #chefoto #cheroba
7 16
• Duello all’alba - VIDEO
#chebella 28 • Vison Mercedes Maybach 6 • Citroen Cxperience - VIDEO
#chestoria 52 • Pechino – Parigi: l’avventura impossibile
#chemacchina 74 • Nissan X-Trail - VIDEO
#checorse 92 • Stewart: “Questa F.1 è ok!” - VIDEO
#cheleggenda 98 • Pebble Beach: sognando California
foto @Rolex - Jad Sherif
Foto © Ferrari
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chedire
Questa F.1 è ok!... o forse no? di Vittorio Gargiulo
E’
ormai notizia nota che l’americana Liberty Media stia finalizzando l’acquisto della quota di controllo della società che gestisce il circus della Formula 1. Bene, Mr. Ecclestone resterà in sella per qualche anno ancora ma è plausibile ipotizzare che nel medio termine gli americani inseriranno volti nuovi ai vertici del management. Ciò comporterà grossi stravolgimenti? E’ difficile ipotizzarlo, dipenderà probabilmente dal piano industriale che l’attuale management andrà a discutere con il nuovo consiglio di amministrazione. Gli americani, si sa, guardano al sodo. In generale, è noto, gli spettacoli sportivi americani sono più semplici, più comprensibili e meno cervellotici dei corrispettivi europei. Offrono un divertimento basico ad un pubblico forse meno esigente. Ne consegue che qualche modifica al format potrebbe essere all’ordine del giorno in un futuro prossimo. Ma se l’attuale Formula 1 saprà invece confermarsi una efficiente macchina-fabbrica-soldi i nuovi padroni potrebbero applicare il vecchio detto: “squadra che vince non si cambia” e tutto resterà più o meno invariato. Indubbiamente Mr. Ecclestone è stato abilissimo nel costruire un meccanismo equilibrato e formidabile, che si basa però soprattutto sulla conquista di nuovi mercati (leggi organizzatori) in grado di pagare tariffe sempre più alte per ottenere il “grande spettacolo della Formula 1”. Però come rapidamente tante nuove piazze si sono aggregate altrettanto rapidamente hanno mollato il colpo. E questo fatto qualche dubbio potrebbe insinuarlo. Certo il confronto tra Formula 1 e Indycar è stridente: di qui tecnologie di livello altissimo e poco spettacolo sportivo (leggi divertimento per
chi guarda). Oltreoceano invece tecnologia basica, un monomarca (o poco più) ma picchi elevatissimi di spettacolo in pista: a due gare dalla fine del campionato ben 8 piloti erano ancora in lizza per il titolo… quando invece in Formula 1 i piloti in lizza sono “due e due soltanto” sin dai test invernali pre-campionato. Ecco, su questo tema ci sentiamo di contraddire Sir Jackie Stewart che (lo leggerete più avanti) abbiamo avuto il piacere di incontrare brevemente a Monza. Si dirà: ma la Formula 1 è la punta del motorsport, la ricerca tecnologia porta benefici alla produzione automobilistica e lo spettacolo non può essere elevatissimo. Dissentiamo. A parte il fatto che: 1) la ricerca dell’industria automobilistica viaggia a velocità elevatissime di suo (e la Formula 1 spesso ne trae ispirazione invece che offrirne); 2) nel Mondiale Endurance le auto sono ancora più sofisticate ed evolute (e quella sembrerebbe essere la palestra ideale per ricerca e sviluppo); 3) la FIA contraddice se stessa presentando nel Mondiale Rally (gare stradali quindi) vetture con tradizionali motori endotermici e non ibridi… A parte tutto ciò: siamo proprio sicuri che al pubblico che paga il biglietto gliene freghi assai del recupero di energia? O piuttosto vorrebbe tornare a casa contento di aver assistito ad una bella battaglia sportiva? In Italia abbiamo una visione distorta della situazione, l’amore per la Ferrari fa passare in secondo piano ogni altra valutazione. Ma il seguito sta calando anche qui e in Paesi dove non c’è tradizione e cultura delle corse le tribune restano desolatamente vuote. La Formula 1 non è capace di guadagnare nuovi fans e su questo fatto, statene certi, i nuovi padroni del vapore rifletteranno attentamente.
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Bellezza chiama bellezza. La stupenda Ferrari California T è protagonista di un nuovo video sullo sfondo delle imponenti e magnifiche sculture “The Kelpies”, realizzate da Andy Scott, che torreggiano sul Fort & Clyde Canal a Falkirk, in Scozia. IL VIDEO È VISIBILE QUI: https://california-t.ferrari.com/en/stateoftheart#andy-scott
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Quei temerari delle macchine volanti. Il campionato Stadium Super Trucks è stato concepito alcuni anni or sono da Robbie Gordon, pilota ex IndyCar e ex NASCAR, nelle ultime stagioni concentrato anche sulla Dakar. Questi semplici e potentissimi “simil-pick up” gareggiano su normali circuiti stradali, con l’aggiunta di veri trampolini e conseguenti salti in lungo e in alto. Ovviamente vince chi arriva primo: divertimento allo stato puro…
chefoto Per celebrare il 60° anniversario della Dauphine, Renault ha inviato Nicolas Prost sul lago salato di Bonneville (USA). Il 14 agosto il figlio d’arte francese al volante di una Dauphine è stato cronometrato alla velocità di 76,541 miglia orarie, stabilendo il nuovo record per vetture Coupé costruite tra il 1928 e il 1981 con cilindrata tra 754 e 1.015 cc. Fotografia Bernard Canonne
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Non è ancora conosciuto come la Dakar ma il Silk Way Rally 2016 , disputatosi in luglio tra Mosca e Pechino lungo la famosa “via della seta”, ha veramente poco da invidiare ai più noti rally-raid. Per la cronaca hanno vinto i francesi Despres e Castera, con una delle Peugeot ufficiali Fotografia Silk Way Rally Media Department
chefoto Il 27 e 28 agosto Steve Baggsy Biagioni (pilota inglese di chiare origini italiane) ha letteralmente demolito gli avversari nel corso del 2016 Drift Allstars Championship, disputatosi in Ungheria, vincendo tutte le gare in programma! Ben fatto Steve‌
#ca
cheroba RIMAC CONCEPT_ONE vs LAFERRARI
DUELLO ALL’ALBA
Ai primi di Agosto, presso un aeroporto militare in Croazia il giovane pilota inglese Archie Hamilton si è divertito a sfidare LaFerrari al volante della supercar elettrica Rimac Concept_One… Fotografie copyright by Lorna Kijurko
Chiariamo subito: non si tratta di un vero test, di un confronto effettuato con strumentazioni sofisticate, sul filo dei millesimi. E’ molto più semplicemente la consacrazione mediatica della classica sfida del semaforo. Quindi niente dati e (stiano tranquilli i fans del Cavallino) niente vincitori e vinti. Questa prova non dimostra qual è la macchina più prestazionale in assoluto (ci sono dubbi in proposito?) ma dimostra comunque che le supercar elettriche non hanno nulla da invidiare in fatto di accelerazione alle supercar più tradizionali o ibride… e per capire meglio com’è andata date un occhiata al video che trovate nelle prossime pagine. L’intervista con Mate Rimac poi ci illumina su alcune caratteristiche molto interessanti della GT croata
la sfida “ignorante”
Quando
siamo venuti a conoscenza di questo inconsueto test di accelerazione ne siamo ovviamente rimasti incuriositi. Della Rimac Concept_One l’avevamo vista a qualche salone, ma che ci fosse qualcuno tanto “creativo” da volerla mettere a confronto con LaFerrari non ce lo saremmo mai aspettati. Questo qualcuno si chiama Archie Hamilton ed è un giovane pilota inglese che ottiene un più che discreto seguito su YouTube pubblicando i video delle sue imprese, tra le quali… questa. Questa sfida “ignorante” si è svolta all’alba di un giorno di inizio agosto, in Croazia, su di una pista secondaria di un aeroporto militare. Nessun testimone… ma tanta coppia motrice sull’asfalto…. Per saperne di più ci siamo quindi rivolti a Mate Rimac, fondatore e amministratore delegato della piccola casa croata: “Ero sicuro che questo video avrebbe suscitato curiosità – esordisce Rimac – quando abbiamo concepito la Concept_One l’idea non era di costruire semplicemente la versione elettrica di una supercar bensì di mettere a frutto le nuove opportunità che l’elettrico offre per arrivare ad una GT più controllabile e anche più veloce”
La versione scoperta de LaFerrari, verrà svelata all’ormai prossimo Salone di Parigi. Nella capitale transalpina verranno anche rivelati il nome, il numero di esemplari e le principali caratteristiche tecniche della vettura. Gli ordini sono già tutti esauriti, dopo le prenotazioni dei clienti a cui la vettura è stata proposta in anteprima. La nuova serie limitata, disponibile con hard top in fibra di carbonio e soft top, presenta le stesse caratteristiche meccaniche e prestazionali de LaFerrari, grazie al motore termico V12 da 800 cv (con una potenza specifica di 128 cv/l) assieme a un motore elettrico da 120 kW (163 cv), per una potenza complessiva di 963 cv. Numerosi e importanti gli interventi sulla scocca, mirati a mantenere inalterate le caratteristiche di rigidità torsionale e flessionale della versione coupé, e sulla aerodinamica per garantire la stessa resistenza, anche in assenza del tetto
la sfida “ignorante”
E QUALI SAREBBERO LE CARATTERISTICHE CHE RENDONO DIVERSA LA CONCEPT-ONE? “Molte altre automobili elettriche hanno grandi prestazioni, ma tendono a perdere spinta quando la velocità cresce oppure a surriscaldarsi dopo un paio di accelerazioni brutali. Noi crediamo di avere alcune caratteristiche che ci permettono di superare queste difficoltà: la coppia, l’impianto di raffreddamento e il cambio”. CHE IN ALTRE PAROLE SIGNIFICA… “Con quattro motori riusciamo ad esprimere una coppia di circa 1.600 Mn e qualcosa più di mille cavalli! Inoltre la nostra auto ha ben sette sistemi di raffreddamento indipendenti ed una serie di sub-sistemi che ci mettono al riparo da sorprese. Infine la trasmissione, il nostro fiore all’occhiello. Ciascuno dei quattro motori è connesso ad un proprio sistema di trasmissione. Mentre i due motori anteriori sono accoppiati ad un sistema mono-marcia le due unità posteriori lavorano ciascuna con un cambio a due velocità, affiancato da una “doppia” frizione in carbonio. Ciò permette di avere grandi accelerazioni, una elevata velocità massima e, ciò che più conta, offre la possibilità di un’ottima ripresa anche ad alte velocità”. DA DOVE È NATA L’IDEA DI QUESTA SFIDA? “Ce l’ha proposta Archie Hamilton. Come si vede nel video abbiamo messo a confronto
la Concept_One con una Tesla P90D dotata di Ludicrous Mode. Naturalmente si tratta di una berlina (comunque molto performante) e la differenza è stata abbastanza ampia. Ma Hamilton ci ha proposto anche una sfida pressoché impossibile, portando in pista LaFerrari, un vero pezzo da novanta. Essendo un’ibrida la berlinetta italiana sfrutta le potenzialità dei propulsori elettrici a complemento del V12 aspirato. Eravamo consci delle prestazioni della Concept_One ma vederla di fianco a LaFerrari, confesso, mi ha reso un po’… nervoso. Non sapevo proprio cosa aspettarmi e per di più Archie, prima del primo start mi ha tranquillizzato dicendo che ‘Se proprio devo puntare i miei soldi su qualcuno li punto su LaFerrari. Vincerà la sfida, non c’è storia’. E d’altra parte pensavo: come può una vettura di un minuscolo costruttore croato (ove peraltro non si sono mai costruite automobili) e priva di motore a combustione pensare di accelerare meglio della più veloce GT stradale mai uscita dai capannoni di Maranello?” E QUINDI COME È ANDATA LA SFIDA? “La vettura che abbiamo usato era assolutamente normale, ed è stata consegnata negli USA immediatamente dopo questa performance. La sfida si è svolta tra le 5 e le 6 del mattino e l’asfalto era ovviamente piuttosto freddo. Al volante c’era il nostro collaudatore Miro Zrnčević, eravamo su di una pista secondaria e piuttosto sporca dell’aeroporto. Ciononostante la Concept_One è stata capace di stoppare il cronometro a 9”92 sul quarto di miglio (2”69 da zero a 100) cosa che confrontata con i dati conosciuti di LaFerrari,
la sfida “ignorante”
Porsche 918 e McLaren P1 dice che siamo piuttosto competitivi. Appena avremo un po’ di tempo analizzeremo per bene tutti i dati che abbiamo ottenuto; abbiamo ancora molti aspetti da sviluppare. Al volante de LaFerrari Archie ha invece effettuato tre tentativi (solo due sono nel video in quanto in uno dei tre ha fatto stallare la rossa e quindi abbiamo abortito il tentativo). PER RIASSUMERE: LEI SOSTIENE QUINDI CHE LE AUTO ELETTRICHE ACCELERANO MEGLIO? “La Rimac non ha una speciale modalità per la partenza: basta metterla in Race Mode e accelerare. Il pilota deve solo accelerare e i controlli di trazione e di coppia faranno il resto. La maggior parte delle supercar sono dotate di sistemi di Launch Control che devono gestire moltissime funzioni (giri motore, frizione, slittamento ruote, ecc.) e talvolta può capitare che non funzionino al meglio, anche nelle mani di esperti piloti. Chiunque invece può effettuare una partenza bruciante con una Concept_One o una Tesla… basta schiacciare a tavoletta! L’auto farà il resto mentre con un’auto convenzionale può capitare che siano necessari alcuni tentativi prima di azzeccare la partenza perfetta” QUALCUNO POTREBBE OBIETTARE CHE AD ANDARE FORTE SUI RETTILINEI SONO CAPACI TUTTI… “Vero. La nostra accelerazione è impressionante ed ora dobbiamo migliorare su altri aspetti. In verità le curve veloci e le piste dovrebbero essere
il parco giochi del nostro All Wheel Torque Vectoring System e speriamo di avere presto un’opportunità come questa per dimostrarlo “. QUALI SONO LE AREE SULLE QUALI INTENDETE SVILUPPARE ANCORA LA VOSTRA GT? “Dobbiamo lavorare sul Traction Control, dato che la nostra particolare architettura ci permette di controllare il comportamento di ciascuna ruota con la massima precisione. Poi la potenza: averne di più è sempre una buona cosa e non nascondo che il nostro po-
wertrain ha il potenziale per crescere ancora un poco. Pensiamo di intervenire anche sul cambio di velocità. Dato che la distribuzione di potenza alle ruote non viene interrotta durante le cambiate dobbiamo ridurre i tempi di cambiata, per velocizzare il processo e per diminuire lo stress sulle componenti della trasmissione. In realtà nella normale guida stradale non ci sarebbe necessità in quanto la Concept_One ha talmente tanta coppia da battere in accelerazione quasi tutte le auto sul mercato anche in seconda marcia. Infine stiamo pensando di offrire ai clienti la vettura con le Pirelli P Zero Corsa in alternativa alle attuali P Zero stradali”.
la sfida “ignorante”
In occasione del Vertice intergovernativo Italia-Germania che si è tenuto il 31 agosto presso la sede della Ferrari, il Presidente e Amministratore delegato Sergio Marchionne ha annunciato che verrà realizzato un esemplare in più de LaFerrari rispetto ai 499 previsti. La vettura numero 500 di questa serie speciale limitata, la prima ibrida del Cavallino Rampante, verrà messa all’asta e il ricavato sarà devoluto a favore delle popolazioni del Centro Italia colpite dal sisma dello scorso 24 agosto
la sfida “ignorante”
Archie Hamilton è un giovane pilota inglese: ha gareggiato con successo in Formula Renault, nel Campionato GT Open, vanta due partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans e fa parte del prestigioso British Racing Drivers Club. Archie è anche un protagonista sulla scena internazionale dei social media, soprattutto su youtube dove pubblica video su corse e supercar sul suo canale Harcie Hamilton Racing.
#ca
chebella VISION MERCEDES-MAYBACH 6
HOT COOL
L’esclusivo Concorso di Eleganza di Pebble Beach è stato lo scenario ideale per il debutto dell’esclusiva Vision MercedesMaybach 6, un affascinante e ultralussuosa concept car. Omaggio ai gloriosi tempi degli “Aero Coupé”, la nuova 2+2 traghetta questa tradizione verso il futuro, reinterpretando i principi del design classico
hot & cool
I
sottoporta illuminati da fasce di LED segnalano chiaramente che la Vision MercedesMaybach 6 nasce come auto elettrica… ma profondamente diversa da tante altre elettriche che quotidianamente ci vengono proposte. Questa incredibile vettura, lunga quasi sei metri è spinta da un propulsore da 550 kW (750 CV) che garantisce un’autonomia di oltre 500 chilometri (grazie alla batteria piatta montata nel sottoscocca) oltre a prestazioni di marcia da vettura sportiva (accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di quatto secondi e velocità massima di 250 km/h limitata elettronicamente).
Anche la funzione di ricarica rapida è visionaria: grazie alla ricarica in corrente continua basata sullo standard CCS, il sistema permette la ricarica fino a 350 kW. In soli cinque minuti, l’energia ricaricata è sufficiente per altri 100 chilometri di autonomia. Ma ciò che ci fa letteralmente “girare la testa” è il suo design estremo e sensuale che oltre ai numerosi elementi intelligenti permette alla Vision MercedesMaybach 6 di esprimere appieno una nuova frontiera del lusso. Le proporzioni classiche (cofano motore estremamente slanciato, linea del tetto bassa e la parte superiore arretrata) ricordano gli Aero coupé dei tempi passati. Non si tratta, tuttavia, di un design retrò, ma di una attenta reinterpretazione di cannoni estetici classici. Riassumendo in tre parole il concetto di questa coupé potremmo azzardare: cool, tecnoide e sobrio. Ne è un esempio la forma di base aerodinamicamente intelligente: senza il bisogno di particolari espedienti come gli spoiler, il flusso dell’aria percorre tutto il corpo vettura, per poi separarsene una volta raggiunta la coda. Il carattere tecnoide si manifesta invece nelle luci sottili, nei cerchi parzialmente trasparenti e nel lunotto diviso in due parti. “La Vision Mercedes-Maybach 6, è espressione moderna dell’ultima frontiera del lusso. È hot & cool - ha dichiarato Gorden Wagener, Responsabile Design di Daimler AG - perché, con una bellezza intelligente e un aspetto sobriamente tecnoide, esprime alla perfezione la nostra filosofia di design di limpida sensualità e rappresenta la nostra ambizione ad una superiore efficienza aerodinamica.”
hot & cool
hot & cool
I contorni chiaramente definiti degli elementi aerodinamici appaiono di prim’acchito in contrasto con le linee affilate che definiscono il design della parte superiore dell’auto e che corrono dalla griglia anteriore sino alla coda. Un look più gonfio e muscolare caratterizza invece le fiancate. C’è inoltre un forte, quasi stridente, contrasto tra la clorazione in rosso e le finiture cromate tra le quali spicca una riuscita e accattivante reinterpretazione della griglia radiatore, i cui pilastrini determinano il carattere del muso. Da sottolineare anche la forte “ presenza scenica” delle ruote da 24 pollici (derivate da quelle del concept IAA) protette da uno scudo
trasparente che permette comunque di intravederne le razze. Un’ulteriore plus è rappresentato dalle portiere ad ala di gabbiano (tipiche delle super-sportive della Stella a tre punte) il cui design è stato aggiornato e adattato alla Vision Mercedes Maybach 6. Sulle portiere sono poi presenti le aerodinamicissime telecamere, che hanno la funzione di specchietti retrovisori. Infine da ammirare il senso di “Luxury Yacht” regalato dalla rotondità generale della forma (detta “boat tail”) dentro la quale si calano alla perfezione gli affilati gruppi ottici sia anteriori che posteriori. Sopra quest’ultimi spiccano i due lunotti estremamente piatti. Altri tratti salienti della coda sono il diffusore
con bordo in alluminio e le prese di uscita dell’aria dietro i passaruota. All’interno questa concept non delude… anzi! Il suo abitacolo è una splendida sintesi di intelligenza ed emozione. La plancia portastrumenti sembra librarsi con estrema leggerezza sopra il rivestimento delle porte mentre una vera e propria raffinatezza è l’innovativo trattamento delle superfici “Inside-Out”: il piano di seduta crea una linea orizzontale che confluisce nella linea verticale delle porte, prima, e nella parte inferiore dell’ala della plancia portastrumenti, poi. Gli interni in pregiata pelle si tingono di colori freddi, perfetti per sottolineare le innovazioni digitali mentre nelle porte e sulla plancia portastrumenti, la modanatura tradizionale in legno lascia il posto a comandi digitali e display. Nella zona del pianale viene utilizzato l’olmo, che ricorda le dinette degli yacht e fa, così, da contrasto all’ambiente digitale dei display. Siamo in piena epoca di digitalizzazione ma con l’aumento della digitalizzazione nasce anche l’esigenza di poter disporre di soluzioni analogiche che mantengano inalterato il loro valore nel tempo: in questa concept car sono valorizzate dal loro design e a volte addirittura enfatizzate. Nella Vision MercedesMaybach 6 ne sono un esempio i display “iper-analogici” della strumentazione, in cui le lancette scorrono su un display rotondo effetto cristallo. Fanno loro da contrasto altri display, integrati a livello digitale in un inserto di vetro senza soluzione di continuità. In questo modo
è ad esempio possibile riprodurre informazioni sulla fascia digitale sopra il sedile. Inoltre, nella parte frontale della superfice sono visualizzate informazioni cartografiche. Il parabrezza svolge la funzione di display trasparente: in tutta la sua larghezza vengono raffigurati dati rilevanti ai fini della guida e informazioni geografiche. In questo modo il mondo esterno viene arricchito di informazioni aumentate. Queste informazioni possono essere gestite e modificate dagli occupanti con un semplice gesto. Degna di nota è anche la lussuosa finitura in pelle capitonné. Qui la tradizione incontra la tecnologia del futuro: i bottoni, solitamente rivestiti in pelle, sono sostituiti da display minimalistici con sensori integrati, i cosiddetti “Body Sensor Display”. Questi sensori sono in grado di attivare funzioni comfort come la climatizzazione dei sedili o la funzione di massaggio oppure adeguare la conformazione del sedile al suo occupante. Altra chicca è costituita dal tunnel centrale trasparente sospeso, che permette agli occupanti di visualizzare il flusso di energia elettrica del propulsore.
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Mercedes-Maybach è sinonimo di massima esclusività. Tra le vetture attuali vi sono i modelli MercedesMaybach S 500 e S 600, lanciati nel febbraio 2015, in cui la perfezione della Mercedes-Benz Classe S si fonde all’esclusività di una Maybach. In versione speciale blindata, la Mercedes-Maybach S 600 Guard è la prima autovettura al mondo con protezione balistica VR10, il massimo grado si sicurezza raggiungibile da un veicolo civile. L’ultima nata è la Mercedes-Maybach S 600 Pullman, lanciata sul mercato all’inizio del 2016, modello di punta assoluto con la sua disposizione dei sedili visàvis.
#ca
chebella
UNA ESPERIENZ CXPERIENCE OFFRE UN DESIGN AERODINAMICO, CON FORME E GRAFICHE FACILMENTE RICONOSCIBILI
ZA ECCEZIONALE Svelata prima del Salone dell’auto di Parigi la concept CXPERIENCE dimostra la capacità di Citroen di concretizzare la sua promessa “Be Different, Feel Good” sul segmento delle grandi berline. Con una silhouette inconfondibile questa nuova proposta stravolge i codici tradizionali e mostra i benefici del programma “Citroën Advanced Comfort®”
una esperienza eccezionale
Le
forme sono molto affascinanti, c’è molto “charme” francese in questa proposta Citroen. Le linee oltremodo fluide della CXPERIENCE si sviluppano proporzioni assai generose (4,85 m di lunghezza e 2 di larghezza) con un tetto molto basso (1,37 m l’altezza) e sbalzi ridotti (3 m di passo). Questo concept, progettato dai Team Stile Citroën al centro Design di Vélizy, in linea con i nuovi codici estetici del Marchio, si ispira al mondo hightech per l’esterno e all’idea di viaggio e di arredamento per gli interni. La si riconosce al primo sguardo grazie alla sagoma slanciata a due volumi e alle porte antagoniste mentre gioca un ruolo importante anche il colore, detto “Mizuiro”, un verde acqua madreperla, simbolo di modernità, serenità e sobrietà che enfatizza lo stile alto di gamma del veicolo, montato su grandi ruote da 22 pollici. Sul frontale, la concept car rinnova la purezza delle linee attraverso la firma luminosa inedita che reinterpreta il tema su due livelli, simbolo di Citroën. CXPERIENCE CONCEPT vanta altre caratteristiche, tra cui un frontale teso e una calandra specifica. Gli chevron e la loro doppia barra cromata si estendono fino ai fari a LED, che catturano l’attenzione e conferiscono un look tecnologico con sottili lamine da 3 mm di larghezza, nel cui interstizio si integrano alla perfezione gli indicatori di direzione. Su ogni lato del veicolo, i flap mobili si aprono e si chiudono in modo da contribuire all’aerodinamicità durante la guida e alla praticità durante le manovre.
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Sulla parte posteriore invece, la concept car evidenzia il suo carattere con i parafanghi evidenti e un lunotto concavo, dotato di spoiler mobile nella parte inferiore. Il gruppo ottico è posizionato in una “zona tecnica” di colore nero, che segue in modo armonioso la linea del bagagliaio di questa grande berlina, sottolineando la larghezza del veicolo. Altro elemento caratteristico dello stile, che contribuisce a rendere unica la personalità della concept car CXPERIENCE, sono le porte antagoniste, la cui forma ad autoclave (che si sviluppa verso la parte alta del sottotetto con apertura a 90° rispetto all’asse dei cerchi) garantisce un facile accesso a bordo. L’abitacolo di CXPERIENCE CONCEPT (realizzato con materiali premium e di colore giallo agrumi) è ispirato al mondo dell’architettura, della decorazione e dell’arredamento ed è stato progettato con uno stile minimal contemporaneo. Oltre al volante ad una sola razza, richiamo alla storia del Marchio, la plancia flottante è lavorata in senso orizzontale. Si presenta in 3 dimensioni, come un tubo tagliato e scolpito che si prolunga dalla porta posteriore destra alla porta posteriore sinistra in un unico elemento. I sedili sono rivestiti da un caldo tessuto giallo con effetto trapuntato. Gli schienali sono lavorati come la plancia, in un elegante legno di noce chiaro mentre il tessuto geometrico ”verde acqua” richiama la tinta esterna e crea contrasto con gli interni. Il pianale piatto morbido è stato creato su misura, e vanta un raffinato rivestimento in pelle scura dalle linee destrutturate.
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Pensata come un bozzolo, CXPERIENCE CONCEPT filtra il mondo esterno e le sollecitazioni della strada e adotta un modulo evoluto di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi. Tecnologia presentata recentemente, questa esclusiva Citroën permette di migliorare significativamente la qualità di filtraggio delle irregolarità della strada garantendo un confort assoluto. Anche la cura della luminosità, che rientra nel programma “Citroën Advanced Comfort®”, contribuisce al benessere percepito a bordo. Ognuno degli occupanti può beneficiare di uno spazio immerso nella luce, tra un’ampia superficie vetrata laterale che avvolge tutto l’abitacolo e 2 padiglioni vetrati che coprono l’intera lunghezza del tetto. Al passo con i tempi CXPERIENCE è accogliente, confortevole e iperconnessa. Il display panoramico da 19” in formato 16/3, integrato in modo spettacolare al centro della plancia, è il vero protagonista a bordo: è il centro di comando della vettura, e permette di liberare la plancia dai comandi superflui. La sua misura ne facilita l’utilizzo, raggruppando le funzioni: climatizzazione, assistenza alla guida, navigazione e sorgenti multimediali. Il touch screen centrale è costituito da zone ben distinte, che possono essere configurate in base alle proprie preferenze. L’infotainment permette a chiunque di navigare e di ottenere informazioni sul percorso, di scegliere la propria musica o di vedere film. La continuità digitale e l’attivazione di alcune funzioni a bordo è garantita da altri due elementi di comando: uno smartphone e un tablet. Nella parte anteriore, la console offre
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un supporto dedicato allo smartphone. Ricaricabile tramite induzione magnetica e connesso ai display, lo smartphone funge da chiave di avviamento e da comando per attivare numerose impostazioni (comfort, foto, video, ecc.). Nella parte posteriore un tablet è invece a completa disposizione dei passeggeri. Oltre alle telecamere anteriori e posteriori, i tradizionali retrovisori esterni lasciano posto a due discrete telecamere le cui immagini sono riprodotte sui piccoli display digitali con profili cromati, posizionati lungo le controporte. Questa concept car propone inoltre la ConnectedCAM Citroën™, telecamera HD con grandangolo, connessa e posizionata appena dietro al retrovisore interno, registra quello che il conducente vede di fronte a sé. Dal canto loro gli appoggiatesta anteriori e posteriori dispongono di due altoparlanti, un subwoofer e microfoni integrati: in pratica delle “bolle sonore” in cui ciascuno può decidere con chi vuole comunicare. A meno che non preferisca isolarsi per ascoltare della musica, ovviamente… Vero e proprio invito al viaggio, Citroën CXPERIENCE CONCEPT prevede una catena di trazione plug-in ibrida che abbina efficienza e alte prestazioni. Questa tecnologia ibridabenzina-ricaricabile, offre prestazioni dinamiche eccezionali grazie al motore che sviluppa da 150 a 200 cv e all’energia supplementare fornita dal motore elettrico (fino a 80 kW). CXPERIENCE CONCEPT può affrontare l’ambiente urbano in modalità 100% elettrica con un’autonomia di 60 km e limitare i consumi su strada utilizzando i due tipi di energia nelle accelerazioni successive.
una esperienza eccezionale
In autostrada, il motore termico raccoglie il testimone per offrire prestazioni eccellenti e una potenza totale che può raggiungere i 300 cv. Citroën CXPERIENCE CONCEPT dispone di una batteria da 13 kWh che può essere ricaricata in tempi brevi. La carica completa richiede 4 ore e 30 minuti con un dispositivo di ricarica standard oppure in meno di 2 ore e 30 minuti scegliendo la ricarica ultra facile, utilizzando un caricabatteria da 6,6 kW compatibile con una presa 32 A. Infine il cambio. Automatico elettrico a 8 rapporti è posizionato trasversalmente tra il motore termico e il motore elettrico, mentre una batteria compatta per l’assale posteriore trova posto sotto l’abitacolo per non compromettere l’abitabilità e il volume del bagagliaio.
CARATTERISTICHE TECNICHE: Lunghezza: 4,85 m Larghezza: 2 m Altezza: 1,37m Passo: 3 m PRESTAZIONI: Autonomia elettrica: 60 km Potenza (CEE): da 250 a 300 cv
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ALEX VASSBOTTEN E OLE HAVN (ALVIS FIREFLY, 1933)
LA SESTA EDIZIONE DELLA PECHINO-PARIGI
L’AVVENTURA
IMPOSSIBILE Organizzata dalla Endurance Rally Association, la Pechino-Parigi 2016 ha visto 107 equipaggi prendere il via dalla Grande Muraglia domenica 12 giugno. Un avventuroso viaggio attraverso 11 nazioni ha portato i partecipanti ad affrontare anche l’impegnativo il deserto dei Gobi in Mongolia prima di raggiungere la linea di arrivo in centro a Parigi, ove sono giunte ben 98 vetture
Fotografie di Gerard Brown Ringraziamo E.R.A. (Endruance rally Association) e in particolare Andrea Seed (Poppyseed Media) per la preziosa collaborazione
l’avventura impossibile
La BRUCE E HARRY WASHINGTON (NEW ZEALAND) HANNO VINTO LA CATEGORIA VINTAGEANTS CON LA LORO CHRYSLER 75 ROADSTER DEL “29
Pechino-Parigi 2016 rimarrà negli annali per l’asprezza e la durezza della sfida. E anche se chiunque sia arrivato intero a Parigi è stato giustamente autorizzato a festeggiare (a base di bollicine, ca va sans dire…), la classifica recita che sono state due squadre venute dagli antipodi a trionfare. Bruce e Harry Washington, dalla Nuova Zelanda, hanno vinto con la loro Chrysler 75 Roadster nella categoria Vintageants, mentre l’equipaggio australiano composta da Mark Pickering e Dave Baddy ha conquistato il primo premio della categoria Classics con una Datsun 240Z del 1973.
MIKE THOMPSON E ANDREW DAVIES, SECONDI ASSOLUTI CON UN’ALTRA CHRYSLER 75 ROADSTER DEL 1929
Si è trattato della terza vittoria su quattro tentativi per Bruce Washington, ritiratosi al suo primo tentativo ma vincitore con il figlio Ben già 2009. Harry invece, un completo novizio, ha dichiarato: “Era come se in ogni nazione cominciasse un nuovo rally. Una volta attraversato il confine non sapeviproprio cosa aspettarti…. Sono molto orgoglioso di mio padre … se potessi tornerei indietro e rifarei tutto da capo già domani mattina”. Naturalmente Harry ha anche portato a casa la Philip Young Cup come miglior esordiente. La seconda piazza nella categoria Vintageants è andata al team britannico di Mike Thompson e Andrew Davies anch’essi su una Chrysler 75 Roadster, mentre altri due concorrenti inglesi hanno chiuso al terzo posto con una Ford 62 del 1938. Mark Pickering e Dave Boddy hanno imposto il ritmo per vincere la loro prima PechinoParigi, battagliando con le veloci Ford Escort, Mustang e le altre Datsun. “Aver vinto questa leggendaria traversata -
ha dichiarato Pickering a fine gara - è una sensazione incredibile. Ringrazio la Endurance Rally Association per averci consentito di partecipare a questa fantastica avventura, incontrando vecchi compagni di viaggio e stringendo nuove amicizie, visitando luoghi che non vedresti mai se non in questo caso. La vettura è stanca così come lo siamo Dave e io. Non vedo l’ora di godermi un meritato riposo”.
MURRAY E ADAM JACKSON (MERCEDES 450 SLC, 1974)
l’avventura impossibile
MAX E JULIE STEPHENSON (VAUXHALL OD 23/60, 1923)
l’avventura impossibile
MARK PICKERING E DAVE BODDY SAND (DATSUN 240Z, 1973) TRIONFATORI NELLA CATEGORIA CLASSICS
Al secondo posto nella categoria Classics si sono piazzati Ludovic Bois (Francia) e Julia Colman (Regno Unito) con una Volvo Amazon del 1969, laddove gli australiani Murray e Adam Jackson si sono piazzati terzi sulla loro Mercedes 450 SLC. I Jackson hanno anche vinto la coppa europea per la categoria Classic mentre Bill Cleyndert e Jacqui Norman hanno fatto altrettanto nella categoria Vintageants con una Bentley Super Sports del 1925. Ma per tanti altri equipaggi ci sono stati premi speciali: i malesiani Hok Kiang Sia e il figlio Eric hanno ricevuto il premio True Grit per aver concluso il rally nonostante l’incendio scoppiato al motore della loro Rolls-Royce Phantom del 1933. La coppia inglese composta da David e Jo Roberts, dopo aver riparato più volte la propria Sunbeam Alpine del 1954 durante il rally, è riuscita a tagliare il traguardo, così vincendo il riconoscimento Against All Odds. Max e Julie Stephenson (Australia), nonostante non siano riusciti a portare a termine il rally, si sono aggiudicati il premio Spirit of the Rally per aver aiutato altri concorrenti a superare i loro guai. Fred Gallagher, direttore dell’iconico evento ha dichiarato al termine: “Il Principe Borghese, il primo vincitore della Pechino-Parigi disse che stava facendo qualcosa di impossibile, e sono sicuro che molti dei nostri equipaggi siano d’accordo con queste parole. L’accoglienza trionfale ricevuta all’arrivo a Parigi deve renderli molto orgogliosi. L’atmosfera di solidarietà e amicizia durante tutto il rally è stata fantastica, un’esperienza incredibile per tutti”. La prossima Pechino-Parigi si terrà nel giugno del 2019 con un nuovo percorso che porterà i partecipanti ad attraversare paesi inediti quali Kazakistan, Azerbaijan, Turchia e Grecia. Tutti i risultati su www.endurorally.comx.
l’avventura impossibile
MIKE BUTLER E GEORGIE MACHELL (CHEVROLET COUPÉ, 1939)
l’avventura impossibile
JAMES ALEXANDROFF E DAVID JONES CON LA LORO ASTON MARTIN DB6 RIPARATA CON SOSPENSIONI DI UNA LADA DURANTE IL VIAGGIO
RICHARD BOWSERE PAUL RIVLIN (ALVIS SILVER EAGLE SPORT, 1935)
GLI INGLESI DAVID E JO ROBERTS CON LA LORO 1954 SUNBEAM ALPINE
l’avventura impossibile
TONY CONNORE JILL KIRKPATRICK (PORSCHE 356A, 1956)
RENATE HANSELMANN E ANDREAS GABATHULER (CHEVROLET COUPE3860, 1939)
INGO STROLZ E WERNER GASSNER CON LA MASTODONTICA LA FRANCE TOURER SPEEDSTER14500, DEL 1917
l’avventura impossibile
ANDREW LAING E IAN MILNE (PONTIAC COUPÉ 1934)
LINDSTEN-COOK (CHEVROLET COUPE 3500, 1939) E SOMMER,-SOMMER (VOLKSWAGEN KARMANN GHIA, 1966) PROBLEMI PER LA 1935 BENTLEY 1935 DI COESTER – SCHROEDER
DANIEL SCHOCH E JOHN YOUNG CON UNA BENTLEY SPORT SPECIAL DEL “36
l’avventura impossibile
UNA DELLE TANTE ALFA ROMEO GIULIA PORTATE IN GARA DALL SCUDERIA DEL PORTELLO
l’avventura impossibile
MANUEL DUBI E ROBI HUBER (ROCKNE SIX 75, 1932)
STEVE TRAFTON E KATHERINE TRAFTON (AMERICAN LA FRANCE14500 DEL 1915) LA FORD MODEL A3285 (1935) DI ANDREW E ANN BOLAND
l’avventura impossibile
CATEGORIA VINTAGEANTS 1ST Bruce Washington (NZ) / Harry Washington (NZ) 2ND Mike Thompson (GB) / Andrew Davies (GB) 3RD Nigel Lee (GB) / Richard Turner (GB)
1929 Chrysler 75 Roadster 1929 Chrysler 75 Roadster 1938 Ford 62
CATEGORIA CLASSICS 1ST Mark Pickering (AUS) / Dave Boddy (AUS) 2ND Ludovic Bois (F) / Julia Colman (GB) 3RD Murray Jackson (AUS) / Adam Jackson (AUS)
1973 Datsun 240Z 1969 Volvo Amazon 1974 Mercedes 450 SLC
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chemecchina
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Nissan X-Trail
MARIAH, BOB, , E I L G I V O T LA LAVAS L’ORSO E E D R E V È IL T
Linea gradevole, dotazioni intelligenti e buone abilità nell’off-road: X-Trail è degna erede delle migliori 4x4 Nissan. I motori 1.6 DIG-T e 1.6 dCi da 130 CV garantiscono basse emissioni e buoni consumi mentre l’abitabilità arriva a sette posti con l’ultima fila di sedili reclinabili e scorrevoli
Mariah, bob, la lavastoviglie, l’orso e il tè verde
Sul
fatto che Mariah Carey utilizzi abitualmente una lavastoviglie abbiamo seri dubbi e neppure le cronache gossip ci consegnano un qualsivoglia “bob” nella sua vita. E allora cosa centrano Mariah Carey, un bob e una lavastoviglie con una vettura giapponese?... e poi ancora un orso bruno e una misteriosa bottiglia di tè verde? Ci sarebbero tutti gli ingredienti per un bella comedy/musical/fantasy ma certamente niente che abbia a che vedere con una Nissan X-Trail.
E invece… invece accade che in Casa Nissan dimostrano di essere un sacco creativi quando devono collaudare i propri SUV. Una creatività che va a braccetto con un rigoroso approccio ingegneristico mirato a replicare l’utilizzo delle vetture nella vita reale, anche nelle situazioni più complicate. Dal 2007 Nissan ha introdotto una serie di severissimi e innovativi test, applicati a tutta la gamma dei crossover, capaci di stressare e portare al limite una serie di componenti vitali per l’utilizzo quotidiano di un’automobile.
E allora ecco entrare in scena Mariah Carey. L’impianto stereo installato sulle vetture è stato collaudato ad alto volume per un totale di 1.200 giorni (1.728.000 minuti), riproducendo brani selezionati per testare al massimo le varie frequenze di picco. Tra questi, Mariah Carey per le note più alte e la musica House tedesca per i bassi martellanti. OK. Ma l’orso? E la bottiglia di tè? Le prove di carico hanno garantito che il tettuccio apribile sia in grado di reggere il peso di un orso bruno (adulto, per essere precisi) mentre una selezione di tazze e bottiglie provenienti da ogni parte del mondo (tra cui una bottiglia di tè verde di un brand molto popolare in Giappone) hanno messo alla prova la praticità di porta-bicchieri e tasche laterali E non finisce qui, durante la fase di sviluppo ogni nuovo crossover Nissan è infatti sottoposto alla “prova lavastoviglie”. Voi non mettereste mai la vostra auto in una lavastoviglie, ma è esattamente ciò che Nissan fa con ogni nuovo modello e, dato che un crossover in una lavastoviglie non ci entra, a Cranfield (Regno Unito) gli ingegneri ne hanno progettato e realizzata una ingigantita, che può accogliere un veicolo a grandezza naturale. Migliaia di litri di acqua vengono spruzzati sull’esterno della vettura da ogni angolazione, mentre un’ispezione meticolosa assicura che le guarnizioni di tenuta facciano bene il loro lavoro. Conosciuta anche, per ovvie ragioni, come prova monsone, viene svolta parecchie volte durante il processo di sviluppo. Bene, rimane il bob… ma questa è un’altra divertente storia di cui leggerete in un capitolo a parte.
Mariah, bob, la lavastoviglie, l’orso e il tè verde
Punto
d’incontro fra SUV e crossover, X-Trail non passa inosservato grazie ad un look attualissimo e riesce ad unire le migliori caratteristiche dei 4x4 Nissan, le nuove tecnologie ispirate ai migliori crossover del marchio e infine comfort e praticità davvero interessanti. Basato sulla piattaforma Common Module Family (CMF) sviluppata dall’Alleanza Nissan-Renault, X-Trail si presenta robusto e versatile come le precedenti versioni. Il design muscoloso conserva tuttavia un’eccellente fluidità da cui traspare lo spirito di avventura di un veicolo che non teme le sfide. Il profilo elegante-sportivo integra nuovi dettagli, come i fari e luci di posizione a LED, che rendono l’auto immediatamente riconoscibile anche al buio mentre si fanno notare anche il portellone posteriore rinforzato e il tetto panoramico apribile. All’interno, X-Trail stupisce con un abitacolo molto, molto spazioso, creato senza mai dimenticare la configurazione opzionale a sette posti. I sedili sono collocati in modo “teatrale” per offrire a tutti una meravigliosa vista sul mondo esterno e i materiali utilizzati sono conformi alla categoria della vettura. Il design intelligente permette inoltre a X-Trail di innalzare gli standard qualitativi: elevata l’accessibilità delle file posteriori e ampio lo spazio per i passeggeri occasionali in terza fila. Un altro capitolo degno di nota riguarda le tecnologie di bordo che sono in grado di soddisfare ogni necessità. X-Trail è equipaggiato con il sistema NissanConnect, con connessione
Mariah, bob, la lavastoviglie, l’orso e il tè verde
Ispirandosi al fato che la X-Trail è in grado di ospitare sette passeggeri, Nissan ha lanciato a Innsbruck, in Austria, del primo bob a 7 posti del mondo. La Casa giapponese ha infatti collaborato con esperti del settore per trasformare un tradizionale bob a 4 posti in un bob a 7 posti, in grado di raggiungere una velocità di 100km/h e sollecitazioni pari a 4.5 volte la forza di gravità. Darryl Scriven, Design Manager al Nissan Design Center europeo (NDE), ha collaborato con il famoso costruttore di bob Diego Menardi e l’esperto di questa disciplina sportiva, Ian Richardson, per conferire al veicolo una elevata aerodinamicità. “Abbiamo voluto dare la possibilità di vivere in prima persona lo spirito d’avventura proprio del nostro segmento Crossover - ha dichiarato Darryl - attraverso le sensazioni adrenaliniche di un bob olimpico. Il Nissan Design Center ha preso ispirazione dal design e dal carattere del nostro X-Trail per realizzare il X-Trail Bobsleigh, costruito da Menardi presso il suo laboratorio di Cortina”. Il bob a 7 posti è stato sviluppato partendo da schizzi a mano libera e il dettaglio sulla parte frontale del mezzo richiama la griglia V-motion di X-Trail, enfatizzando così le linee muscolose proprie del cofano
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integrata per gli smartphone e una serie di interessanti innovazioni, come le app integrate che ampliano ulteriormente l’esperienza di guida. Due sono le motorizzazioni disponibili: un dCi da 130 CV, potente ma con bassi consumi, e un nuovo benzina 1.6 DIG-T da 163 CV. Entrambe le opzioni garantiscono il connubio ideale tra piacere di guida e risparmio ad ogni regime. X-Trail si presenta nella versione a due e quattro ruote motrici (la versione benzina è disponibile soltanto nella configurazione a due ruote motrici); in particolare quest’ultima è equipaggiata con la trasmissione Nissan ALL MODE 4x4-i di ultima generazione. Abbinata al sistema Chassis Control di Nissan, la trasmissione del nuovo X-Trail dà al conducente un pacchetto completo di dotazioni di sicurezza e comfort che rendono piacevole ogni viaggio. E infatti dopo averci scorrazzato in lungo e in largo lungo le Prealpi Lombarde possiamo affermare che X-Trail non delude le aspettative, anche in tratti di fuoristrada… non estremo ovviamente. Un vero punto di incontro tra SUV e crossover, una vettura che sa essere l’auto di famiglia ma che si fa apprezzare anche in montagna o, perché no, quando c’è da affrontare un trasloco (visti gli enormi spazi a disposizione) o ancora per un viaggio autostradale in tutto relax. Da non dimenticare infine che X-Trail è stata sviluppata con una particolare attenzione alla sicurezza di chi sta a bordo. Infatti come la sorellina Qashqai può vantare ben 5 stelle Euro NCAP e un’ampia dotazione di sicurezza, che include il noto sistema Nissan Safety Shield.
Mariah, bob, la lavastoviglie, l’orso e il tè verde
Nel 1936 Nissan prese parte al primo campionato automobilistico giapponese, chiamato “All Japan Automobile Competition”. Nissan creò una vettura speciale per quelle gare, la Datsun NL-75, che metteva in mostra le migliori tecnologie dell’epoca (motore DOHC e compressore). Tecnologie che si dimostrarono così performanti da permettere a Nissan di cogliere la vittoria
Mariah, bob, la lavastoviglie, l’orso e il tè verde LISTINO PREZZI NUOVO X-TRAIL VERSIONE MOTORE PREZZO PREZZO PUBBLICO CHIAVI IN MANO Raccomandato IVA esclusa (Euro) Raccomandato (Euro) VISIA
DIG-T 163 2WD dCi 130 2WD
20.317,21 22.325,41
25.650,00 28.100,00
ACENTA
DIG-T 163 2WD dCi 130 2WD dCi 130 4WD
21.464,75 23.472,95 25.522,13
27.050,00 29.500,00 32.000,00
BUSINESS
dCi 130 2WD dCi 130 4WD
24.620,49 26.669,67
30.900,00 33.400,00
ACENTA PREMIUM
DIG-T 163 2WD dCi 130 2WD dCi 130 4WD
23.759,84 25.768,03 27.817,21
29.850,00 32.300,00 34.800,00
TEKNA
DIG-T 163 2WD dCi 130 2WD dCi 130 4WD
25.686,07 27.694,26 29.743,44
32.200,00 34.650,00 37.150,00
STYLE EDITION
dCi 130 4WD
30.136,89
37.630,00
Mariah, bob, la lavastoviglie, l’orso e il tè verde
Nissan è stato il primo marchio automobilistico in Europa a vendere una vettura usando esclusivamente Twitter. Dal primo contatto col cliente alla decisione finale di acquistare tutte le comunicazioni tra la concessionaria galiziana Antamotor e il cliente Raul Escolano si sono svolte in formato digitale attraverso Twitter. Il cliente, conosciuto dalla concessionaria come user @ escolano, ha prima contattato le case automobilistiche usando l’ hashtag#compraruncocheportwitt er (‘compra un’auto su Twitter’) e poi ha lanciato una sfida ai marchi automobilistici di tutta la Spagna chiedendo di essere aiutato nell’acquisto di un veicolo usando esclusivamente i social media. Nissan, attraverso la concessionaria Antamotor a La Coruña, ha sorpreso il signor Escolano per il suo approccio innovativo utilizzando la nuova piattaforma Periscope per filmare X-Trail, illustrando tutte le caratteristiche fondamentali della vettura in un’analisi particolareggiata e personalizzata trasmessa in streaming in tempo reale
Mariah, bob, la lavastoviglie, l’orso e il tè verde SCHEDA TECNICA
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checorse
Intervista lampo al tre volte Campione del Mondo
STEWART:
Il fuoriclasse scozzese era a Monza per il lancio di un video pubblicitario ma non si è tirato indietro quando si è trattato di esprimere chiaramente un’opinione sul “circus” 2.0 di Vittorio Gargiulo
! k o è 1 . F a t s e u Q
Stewart: questa F.1 è OK!
Basta
nostalgia! Smettiamola di rimpiangere il passato e smettiamola pure di continuare a guardarci indietro: il presente della Formula 1 è di altissimo livello sotto ogni punto di vista. E’ questo il messaggio che un pimpantissimo Jackie Stewart (a dispetto delle 77 primavere) ha mandato, forte e chiaro, durante un breve intervista che ci ha concesso a Monza durante il week end del Gran Premio.
Stewart sulla pista di Monza nel 2015, alla guida della BRM P261 con cui vinse il Gran premio d’Italia del 1965 (Foto ©Rolex-Getty Images)
Personalmente avremmo qualcosa da obiettare (vedi pag.4/5). Ad esempio che una semplificazione brutale dei regolamenti tecnici e sportivi potrebbe aumentare il tasso di spettacolo, diminuire i costi e aprire qualche spiraglio di successo anche a qualche team alternativo. Ma tant’è, l’opinione di un tri-Campione del Mondo (seppur molto calato nel ruolo di testimonial) non si discute, si ascolta.
Stewart era presente a Monza in veste di testimone e protagonista di un nuovo video promozionale di Heineken. Lo spot vede come protagonista Sir Jackie Stewart, un pioniere della sicurezza in pista, che attraverso la dichiarazione “When You Drive, Never Drink” non lascia margini di dubbio sulle opzioni disponibili quando si deve guidare, rafforzando così il messaggio: se ci si mette al volante, l’unica scelta possibile è quella di non bere. IL VIDEO È VISIBILE QUI: https://youtu.be/tV6gygNPetU
Stewart: questa F.1 è OK!
Sir Stewart, non crede che il livello tecnologico della Formula 1 odierna abbia contribuito a abbassare il livello di spettacolarità? “No, non credo. Se pensiamo agli anni venti e trenta, la Mercedes e l’Auto Union sono riuscite a compiere qualcosa che ha surclassato nettamente le Bugatti, le Alfa Romeo e tante altre marche già affermate nel mondo delle corse dell’epoca. Oggi sta accadendo la stessa cosa, la Formula 1 è all’avanguardia e sta testando tecnologie che verranno utilizzata anche sulla strada dalla gente comune. Naturalmente per gli spettatori delle gare le cose cambiano velocemente ma come, del resto, sono sempre cambiate nel corso degli anni. Se ci sforziamo di ricordare i tempi in cui debuttarono Ascari, Fangio e Taruffi (gli anni “50 – ndr) li si accusava di rovinare lo sport perché la gente aveva ancora in mente le vittorie di Mercedes, Bugatti e Auto Union. Quando abbiamo un periodo di dominio assoluto come quello che stiamo vivendo adesso con le Mercedes, è molto difficile che gli spettatori godano di un grande spettacolo, ma era successo esattamente lo stesso per cinque anni di seguito con Schumacher e la Ferrari.”
E dal punto di vista dei regolamenti? Non sono troppo complicati? “Le regole ci devono essere e credo che per la Formula 1 sia importante andare den-
tro i dettagli delle regole per cercare il successo. In quale altra categoria avremmo mai potuto vedere quattro gomme cambiate in 2.4 secondi? Sarebbe impossibile senza l’ingegno delle scuderie e l’invenzione di nuove componenti. Senza il progresso tecnologico saremmo ancora a cambiare le gomme con una bella chiave a mano…!”
Qual è l’aspetto della Formula 1 odierna che la affascina di più? “Una delle cose che mi piacciono di più della Formula 1 è che cambia continuamente, spingendo il limite sempre più in là. Oggi è diventata un evento globale come mai lo era stata. Una volta era limitata all’Europa mentre oggi è davvero globale, affascinante ed emozionante e questa è la ragione per cui grandi sponsor come questo sono coinvolti (indica il bicchiere di birra – ndr). Sono consapevole che ogni tanto ci siano stati dei momenti poco entusiasmanti ma credo che comunque qui a Monza vedremo il tutto esaurito.”
Ma per gli spettatori lo spettacolo non è più eccitante come negli anni “70, quando lei correva… “Non ne sono così sicuro. Io credo che siamo sempre tutti bravi a guardare al passato e a pensare che quelli fossero i bei vecchi tempi. Sapete cosa dico io? Che quelli erano i tempi brutti!”
Nato a Milton, in Scozia nel 1939, Sir Jackie Stewart ha trovato nello sport il modo migliore per esprimersi: gareggiando prima nel tiro al volo e poi nelle gare automobilistiche. La sua carriera nelle corse è decollata a livello internazionale nel 1965 quando, a Monza, ha vinto il suo primo Grand Prix al volante di una BRM. Durante la sua carriera è stato incoronato campione del mondo tre volte, cogliendo 27 vittorie su 99 gare. Nel 1988 con suo figlio Paul ha fondato il Paul Stewart Racing e successivamente la scuderia Stewart Grand Prix, venduta poi alla Ford Motor Company nel 1999. Sir Jackie è stato insignito dell’OBE nel 1972 ed è stato nominato cavaliere nel 2001. Ha ottenuto il titolo di Professore Onorario all’Università di Stirling e ben otto lauree ad honorem da Università statunitensi, scozzesi e inglesi. Ha ricevuto onorificenze dal Re di Giordania e dal Re del Bahrein
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cheleggenda
SOGNANDO
CALIFORNIA...
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Photo Rolex / Tom O’Neill
Il Pebble Beach Concours d’Elegance è senza dubbio tra gli eventi di auto d’epoca più iconici del mondo. Fondato nel 1950, si tiene ogni anno a Monterey in California, sul grande prato della buca 18 del famosissimo Pebble Beach Golf Course
sognando california…
NON Le più ammirate del Concours 2016: la Stutz DV-32 Lebaron Convertible Victoria 1931, la 1938 Delhaye 165 Figoni & Falaschi Cabriolet e la 1936 Lancia Asturia Pininfarina Cabriolet del 1936 Photo Rolex / Tom O’Neill
a caso all’apice delle manifestazioni riguardanti le auto d’epoca, il concorso d’eleganza “made in USA” anche quest’anno non ha deluso le aspettative: 228 veicoli provenienti da 16 paesi hanno sfilato sul fairway in condizioni perfette, quasi fossero appena usciti dalla fabbrica… per la prima volta. In realtà è grazie all’amore e alla dedizione quasi maniacale riservata a questi particolari veicoli dai rispettivi proprietari che oggi possiamo godere della loro unicità, eleganza e naturalmente del rombo dei loro motori. Tal volta le operazioni di restauro e rifinitura si misurano in anni, prima ancora di poter azzardare il pensiero di sfilare sotto i riflettori a Pebble Beach. Un esempio affascinante ci è stato regalato dalla BMW 507 del 1957 appartenuta a Elvis Presley: ci sono voluti due
anni di restauro per far tornare l’esemplare al suo splendore originale, in modo da poterlo schierare al fianco di molte altre vetture BMW presenti per celebrare i 100 anni del marchio di Monaco. La settimana di eventi ha attirato ancora una volta sulla costa californiana numerosi VIP, come la leggenda della Formula 1 Sir Jackie Stewart, che ha riassunto perfettamente l’essenza del Concours: “L’eleganza e lo splendore delle vetture che gareggiano, così come di quelle in mostra durante gli eventi, rappresentano il massimo in termini di estetica per quanto riguarda l’automobilismo e il motorsport. Sono la dimostrazione che le tradizioni del passato sono apprezzate ancora oggi in tutto il mondo. Le persone che comprano queste macchine, che le restaurano, le mettono in mostra (e a volte le fanno correre) hanno come solo obiettivo il raggiungimento della massima eccellenza nello stile e nella precisione. Quello che vedo a Monterey mi dà sempre una sensazione di grande orgoglio. “ Quest’anno il livello era altissimo e molte vetture hanno avuto la concreta chance si portare a casa il premio di Best of Show. Tra le finaliste si sono segnalate una Delahaye 165 Figoni & Falaschi Cabriolet del 1938 e una Stutz DV-32 LeBaron Convertible Victoria del 1931 ma è stata la Lancia Asturia Pininfarina Cabriolet del 1936 a vincere il primo premio, una delle sole sei automobili speciali costruite appositamente per il concessionario Lancia di Biella. Questa particolare vettura, oggi di proprietà di Richard Mattei, e appartenuta tra gli altri anche al chitarrista Eric Clapton, ha
Photo Rolex / Tom O’Neill
subito due restauri completi (il più recente durato ben cinque anni) e ora risiede a Paradise Valley, in Arizona. “Questa Lancia è una vera e propria combinazione di velocità e stile - ha dichiarato Sandra Button, Presidente del Concours d’Elegance - Pininfarina ha preso una macchina fantastica e l’ha arricchita con finiture ancora più spettacolari come si può vedere dal tettuccio e dai finestrini incurvati. Quest’auto è la vera e propria incarnazione di sport e lusso”.
sognando california‌
Tra le tante presenti queste le piÚ belle Ford GT40 Photo Rolex / Tom O’Neill
sognando california…
La vincitirce del titolo Best of Show, una super-raffinata Lancia Asturia Pininfarina Cabriolet del “36 Photo Rolex / Tom O’Neill
sognando california… La BMW 507 del 1957 appartenuta a Elvis Presley Photo Rolex / Tom O’Neill
La Stutz DV-32 Lebaron Convertible Victoria Photo Kimball Studio / Courtesy of Pebble Beach Concours d’Elegance
Una speldida Lola T70 MK II del 1965 impegnata a Laguna Seca Photo Rolex / Stephane Cooper
Una Jaguar XKE Coupe 1962 seguita da una Mercury Comet Caliente del 1964 durante la Monterey Motorsport Reunion Photo Rolex / Stephane Cooper
In calendario nella terza domenica di agosto dal 1972, il Pebble Beach Concours d’Elegance non è l’unico evento di auto storiche organizzato sulla penisola di Monterey. Il Monterey Classic Car Week racchiude infatti quattro eventi ufficiali tra cui (con un enorme numero di partecipanti) il Monterey Motorsport Reunion, che va in scena sul famoso tracciato di Laguna Seca, teatro di grandi imprese motoristiche americane dal 1957. L’evento fa rivivere la storia dell’automobilismo sportivo con gare e esibizioni sull’inimitabile pista californiana
sognando california‌
La Maserati Tipo 60/61 Allegretti Birdcage 1959, vincitrice della Phil Hill Cup Photo Kimball Studio / Courtesy of Pebble Beach Concours d’Elegance
sognando california‌
La Delhaye 165 Figoni & Falaschi Cabriolet Photo Kimball Studio / Courtesy of Pebble Beach Concours d’Elegance
Una bellissima Bugatti Type 40 Grand Sport del “28 tra le dune di Carmel Photo Rolex / Tom O’Neill
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#cheauto quando l’auto fa spettacolo
ro e m u n o im s s ro p il te e rd e non p ONLINE il 16 OTTOBRE! #cheauto Periodico mensile digitale pubblicato da Doppiovù Press SAS Via G. Uberti 6 - Milano info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com
Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016
Direttore Responsabile Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati
Pubblicazione online ILLIUM llc. (Dania Beach - FL - Usa)
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