#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
08
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Novembre 2016
LUCI DELLA RIBALTA Kia Sportage
Forever Drift
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
08
Novembre 2016
checosac’è #chedire? 4 #chefoto #cheroba
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• Luci della ribalta - VIDEO
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#cheleggenda 84 • Padova mon amour! • London - Brighton: la gita fuori porta
Fotografia Zak Mauger
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chedire
Roma elettrica di Vittorio Gargiulo
Proprio
mentre Nissan rivela che gli ultimi dati a disposizione parlano di oltre 75.000 veicoli elettrici venduti in Europa e Hyundai sta lanciando pesantemente la nuova Ioniq (ibrida, ibrida plug in e poi anche elettrica), giungono dal fronte della Formula E notizie clamorose… o quasi.
Poteva una sindaca in difficoltà di immagine farsi sfuggire l’occasione? Bene ha fatto Raggi, dopo aver affossato l’Olimpiade, a fare dichiarazioni a favore di una gara di Formula E a Roma. Oltretutto il quartiere dell’EUR si presta a meraviglia, sempreché il progetto sia meno faraonico e invasivo di quello a suo tempo accarezzato da Flammini per la Formula 1.
Complice il “diesel gate” il gruppo VW lascia orfani in un solo colpo il Mondiale Endurance e il Mondiale rally. Un bel po’ di quattrini risparmiati ma anche un colpo durissimo per l’immagine del gruppo (di tutto ciò ci parla ampiamente più avanti Marco Cortesi nella sua abituale nota). Quasi nello stesso momento Audi annuncia di voler entrare in Formula E. Il brand tedesco già era presente con il Team Abt, impegno che ora viene ridipinto con una vernice “ufficiale”. Una furba operazione di immagine, a basso costo, per dire che noi in pista ci siamo ancora e anzi rilanciamo con una tecnologia “zero emissioni”. Sempre Audi ha annunciato di pensare anche al Rally Cross (dove ha appena vinto il titolo iridato) in versione elettrica e negli Volkswagen farà lo stesso negli USA.
La dichiarazione va applaudita… ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo una montagna di problemi. Forse la sindaca non sa che un Campionato del Mondo FIA, sia pure a batteria, costa un fracco di soldi e di impegno anche alla città oltre che al promoter locale. Il circuito, le sue attrezzature, le misure di sicurezza, le tribune, ecc. ecc. non sono tanto diverse da quelle necessarie per le auto che inquinano mentre i benefici indotti sono tutti da scoprire. Comunque se il progetto sarà affidato a esperti e condotto con maestria ci potrebbe stare e saremo i primi ad esserne fieri. Temiamo però che Raggi e la sua giunta, che ha costruito il suo successo elettorale sulla cultura del “NO a tutto”, dovrà fare, prima o poi, i conti proprio con quello stesso miope atteggiamento. In altre parole: ce lo vogliamo far mancare un bel comitato “NO Formula E”? E infatti a neppure ventiquattr’ore ore dall’uscita di Raggi ecco i primi colpi di sbarramento del Comitato di Quartiere che imputa alla sindaca di non averli informati prima di contattare gli organizzatori del”circo dei bolidi”... ecc. ecc. tutto già visto e sentito...
Se a ciò aggiungiamo il coinvolgimento in Formula E di Jaguar, che è andato ad aggiungersi a Renault, DS e Mahindra, e le ventilate ipotesi di un impegno Ferrari (addirittura?), capiamo come la foglia di fico delle corse elettriche stia spopolando ai piani alti delle “major” automobilistiche. Tutti colpiti sulla via di Tesla (non Nikola) e pronti alla ricarica veloce.
chefoto Jason Scherer e il Team Nitto hanno trionfato nel Campionato USA “off road� dopo il terzo posto nella Wild West Motorsports Park a Reno (Nevada) il 22 ottobre Fotografia Kristin Cline
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Una splendida immagine del cofano posteriore della Porsche 919 Hybrid LMP1
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L’Audi A4 Allroad durante la sua recente performance sul vulcano Etna
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Lo sviluppo della sesta generazione di Camaro SS per le gare “drag� procede spedito verso il traguardo dei 10 secondi sul quarto di miglio
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Una spettacolare istantanea di David Higgins e la sua Subaru durante i test di preparazione dell’Oregon Trail Rally. Higgins e Travis Pastrana difenderanno i colori Subaru nel Campionato Rally USA anche nel 2017
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Un momento della spettacolare sfida della classe Top Fuel a Las Vegas (Nevada) il 30 ottobre Fotografia Richard H. Shute/Gary Nastase
#ca
cheroba Mazda protagonista della festa del Cinema di Roma con la nuova MX-5 RF
LUCI DELLA RIBALTA
La “magia” del cinema ancora una volta ha vinto sulla realtà… e in tutto questo un ruolo chiave lo ha recitato una piccola “magica” automobile
luci della ribalta
Alice nella Mazda delle meraviglie
Dolce.
Al tramonto, dopo una bella giornata di metà ottobre, l’aria di Roma è dolce: più che respirare la puoi assaporare, persino masticare. Alice questa aria la conosce bene, a Roma ci è nata e ci vive. Mora, carina quanto basta e alta quanto basta, Alice ha la patente da pochi mesi e ancora non possiede un’automobile tutta sua; si limita a condividere la vecchia auto di famiglia con la sorella maggiore Rossella. Ma tutto sommato non gliene frega più di tanto, la sua grande passione è solo e soltanto una: il cinema! In questi giorni a Roma c’è la Festa del Cinema e ne consegue che Alice ha pensato bene di appioppare un bel “ciaone” alle amiche (e pure al “recentissimo nuovo amico”) e di immergersi perdutamente in quell’atmosfera di celluloide attesa da dodici mesi. Queste serate la passa aggrappata alle transenne del red carpet all’Auditorium, ad aspettare un volto noto, a strappare un autografo, e ha in programma pure di concedersi un paio di prime visioni. Ma c’è un evento che la intriga un sacco al quale le piacerebbe essere presente… ci ha provato in tutti i modi ma pare non ci sia proprio verso: divieto d’ingresso! Alice ha letto che stasera inaugurano un vero “drive in” all’EUR, un’occasione unica per vivere il cinema da un prospettiva diversa, un po’ anni cinquanta e del tutto inedita a Roma.
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“… raga, una figata pazzesca!” ha immediatamente pensato, ma purtroppo è una serata a inviti: o possiedi una macchina dello sponsor oppure devi essere il solito vippazzo imbucato. “ Io una macchina neppure ce l’ho, figuriamoci la spiderina (lo sponsor è Mazda… qualcosa ci capisco per via del “nuovissimo” amico di cui sopra) e di avere un invito neppure se ne parla…”. Quindi la mora, carina e alta quanto basta, si è messa il cuore in pace e solo per caso è incappata nel corteo di un centinaio di Mazda MX-5 dirette all’EUR, perché proprio adesso si trova in Corso Vittorio, indecisa se fare ammenda e richiamare il “nuovissimo” o forse no… e allora tutto accade molto rapidamente… Una MX-5 con una sola persona a bordo si stacca dal corteo, è l’unica azzurra e alla guida c’è una stilosissima signora. La signora accosta al marciapiede di destra nei pressi di via dei Baullari e fa segno ad Alice di avvicinarsi. La portiera si apre “Ciao Alice, sono sola. Ti va di accompagnarmi al drive in? Mi farebbe molto piacere… ma non voglio rovinare i tuoi piani per la serata”. Alice è interdetta, quasi stordita (“Ma come fa questa a sapere come mi chiamo?” riflette),
non capisce, ma esita per qualche secondo soltanto e… sale sulla cabrio azzurra. La signora riparte, rientra nel corteo e con dolcezza guida la piccola, bellissima giap attraverso il centro di Roma: “Mia cara, con questa luce la vostra città è incredibilmente affascinante, magica. Pare davvero di essere dentro ad un film… e ci puoi credere perché di cinema un po’ ne mastico. Sai.. la famiglia, il lavoro, in pratica sono cresciuta dentro un film. A proposito, mi chiamo Geraldine”. “Beh si… no… oddio ma lei Signora come fa a conoscere il mio nome?”. “Ma dai... lo sai pure tu che quella del cinema è come una grande famiglia, un tribù per meglio dire. Ci si conosce un po’ tutti. Non è che si vada tutti d’accordo (anzi)… ma ci si incontra, ci si vede, quasi ci si riconosce dall’odore. Comunque, per favore, non chiamarmi signora, io sono Geraldine”. “Certo Signora… ma io che centro? Nella tribù intendo dire. Io arrivo da un altro pianeta rispetto al mondo del cinema …” “Ma il cinema è un po’ magia non credi? E poi Alice cara, non è vero che non ci conosciamo: io sono sicura di averti incontrata tanto tempo fa, in un paese meraviglioso, quasi quanto Roma; anche se ora non ricordo bene dove”.
“Ma Signora… cioè Geraldine, cioè… insomma: posso venire al “drive in” con lei? E spararmi una prima assoluta? Ma è fantastico, grazie! Thank you! Mi sembra di capire che lei non sia italiana ma parla benissimo la nostra lingua, complimenti…” “Noi della tribù parliamo tutte le lingue del mondo, è un altro trucchetto del cinema. E anche tu Alice… beh ormai siamo arrivati: caruccio questo drive in! Parcheggiamo dove ci dicono e godiamoci il film. O forse preferiresti una compagnia diversa per il tuo “debutto al drive in”? E in effetti si è mai vista un zia al “drive in” con la nipotina? Bah, ora vado a comprare i pop corn… senza pop corn che drive in sarebbe?” “No Sign… Geraldine, mi va benissimo lei. Ci mancherebbe… ma dove va?... Ecco, una Geraldine qualsiasi mi porta qui, dice di conoscermi, che mi ha già vista non so dove e non so quando, mi parla di magia e adesso mi molla da sola. Ok il drive in è ok pure la spider… ma adesso che faccio?. Appena posso me la svigno…perché con tutta sta’ magia qualche brividino comincia a bussare…” Ma Alice pensa bene e razzola male, vive un’esperienza inedita, elettrizzante e soffice e ovviamente non si schioda dal sedile della MX-5 azzurra, che nel frattempo, sia detto per inciso, ha iniziato ad apprezzare.
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Ormai è buio, il film è cominciato già da qualche minuto e… la portiera sinistra finalmente si riapre. “Cominciavo a sentirmi a disagio, meno male che è tornata Geraldi…ne… MA LEI CHI È?” “Hi baby, mi chiamo Danny, come puoi vedere il film adesso è un altro e le auto pure.. e anche i pop corn, la musica, i vestiti: adesso sei dentro la mia storia. Scusa ma sono un po’ di fretta…” “SIGNOR TRAVOLTA!!!! Oddio no, dove sono? ma… ma che mi succede! Calma Alice, adesso ti svegli e tutto torna in ordine” “No Alice, non stai sognando… come ti dicevo mi chiamo Danny e non posso fermarmi molto con te. Mi devi scusare ma sono qui al drive in per colpa di quella svaporata di Sandy, conosci la storia vero? Ora ti devo baciare (per via del copione) e poi scappo… scusami ancora. Tu aspetta qui Geraldine e, ti scongiuro, non scendere dalla macchina, perché là fuori è un gran casino…bye baby!” “Lo ha fatto! voglio svenire… mi ha baciato davvero... HO BACIATO JOHN TRAVOLTA! Le mie amiche non ci crederanno mai! O forse devo solo risvegliarmi, e anche in fretta possibilmente, anche perché adesso questa,
NOOO… non è più la Mazda, è una vecchia macchina americana!!!” Non avrebbe dovuto farlo, lo sa, ma Alice, sudata e tremebonda, apre la portiera e scende dalla cabrio americana anni cinquanta. Appena scesa viene investita da una violentissimo vento caldo e polveroso. Fuori, come aveva detto Danny-Travolta, la situazione è un tantino complessa: il Palazzo dei Congressi non c’è più e c’è in corso una battaglia stellare, o meglio medioevale o che altro. C’è un rumore infernale e musiche da incanto, polvere, cavalli, astronavi, ballerine e marinai, robot, poliziotte e cow boys e… e… soprattutto molte splendide attrici e tanti, tantissimi… uno tsunami di bei ragazzi che le sorridono.… ma paiono tutti indaffaratissimi. Uno in particolare, elegantissimo, le si fa incontro: “Vedo che ha bisogno di aiuto signorina… Alice vero? Il mio nome è Bond, James Bond”. Attorno il frastuono è assordante e Alice, sbalordita, fa uno, due passi indietro, ma Bond la incalza. La ragazza si rende conto di avere la consistenza di un’ostrica ed è pronta alla resa, ma chissà dove trova la forza per un ultimo disperato contrattacco: “No James, ti prego… conosco la storia, so già come andrà a finire. Oddio, non che l’idea mi dispiaccia in assoluto, ma ho appena baciato Travolta
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e… ti prego… ooh… Vuoi davvero aiutarmi? Bene. Accompagnami casa per favore, a casa mia, quella vera, di Roma, da mia sorella… please!!!” “Vorrei ma non posso Alice – le sussurra l’agente di Sua Maestà in un orecchio – per contratto posso guidare solo Aston Martin e questa azzurra non lo è, ma per la tua incolumità ti consiglio di risalire in macchina e aspettare Geraldine”. E in affetti la cabrio americana anni 50 ora non c’è più e Alice, tremante, risale sulla MX-5. All’interno il silenzio è assoluto, incredibile. Poi una voce giunge dall’impianto stereo. Bassa, roca, sussurrata e rassicurante: “Il destino compiuto si è… a casa tornare ora devi… riposa adesso, stanca tu sei… che la forza sia con te Alice…”. E Alice, esausta, chiude gli occhi e si addormenta. Il rumore di un gruppo di motorini la risveglia di soprassalto: Alice si guarda attorno e riconosce Corso Vittorio, angolo via Baullari. E’ notte ormai, davanti a lei la Mzda MX-5 azzurra e Mrs. Geraldine che la chiama: “Alice cara, mi sembri sfinita… Travolta ti aveva pur raccomandato di non scendere. Non che fosse realmente pericoloso, sai in fondo la realtà del cinema è finzione
e la finzione è una realtà magica... Però devo complimentarmi per come hai resistito a James, quel presuntuoso inglese sciupafemmine suppone che siano tutte pronte a zerbinarsi ai suoi piedi. Ora vuoi che ti riaccompagni a casa?” “Si, grazie. Sono massacrata dalle emozioni, però che serata incredibile…! Grazie Geraldine”. “Non devi ringraziare me, ma la tua passione! Ti sei goduta fino in fondo il tuo Paese delle Meraviglie… e se vuoi facciamo pure un salto alla Fontana di Trevi per un bagnetto…” “No please Geraldine, ho fatto il pieno. Mi riporti a casa per favore, mia sorella Rossella mi starà aspettando e non ha la più pallida idea di dove sia finita” “ Va bene, andiamo a casa tua. Oltretutto devo rintracciare mio padre. Tutti lo considerano un maestro, ma è molto anziano e da solo in una città italiana ho paura che il vecchio Charlie si metta nei guai” “Geraldine… certo… ora ti riconosco! Oops, sorry, posso darti del tu vero? L’ho visto prima tuo papà, nel gran trambusto, con il bastone e la bombetta. Mi è sembrato proprio
un bravo nonno: stava facendo giocare dei bambini in bici con E.T.” La cabrio scivola veloce per le strade di Roma, Alice è sfinita ma ora non ha più paura e Geraldine è sicura di ritrovare suo padre, prima o poi, dentro a qualche film. Giunta casa Alice scende dalla Mazda MX-5 (a proposito, il “nuovissimo” deve al più presto provvedere a procurarsene una) e saluta Geraldine con un bacione. Il commiato non è triste perché sanno che si rivedranno presto e spesso. Salita in casa Alice trova sua sorella Rossella intenta, guarda caso, a guardare un film in tv: “Che hai sorellina? - la apostrofa Rossella - mi sembri frullata… che ti è successo?” “Niente Ros, una serata pazzesca, un’avventura incredibile. Sono davvero ko, ora voglio solo dormire…” “Tranqui Al, dormi bene… domani è un altro giorno…” “E no Ros!... ti prego adesso non ti ci mettere anche tu!!!”
THE END
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Tecnologia ed Emozione
Mazda
e cinema, ovvero: tecnologia ed emozione. Un connubio quasi inevitabile. Quando si è al volante di una Mazda non si è mai da soli perché la sensazione di simbiosi tra uomo e macchina è ciò che trasforma il guidare una Mazda in un’esperienza divertente. Le automobili Mazda si rivolgono a un cliente che ama guidare e che valorizza il proprio ruolo attivo al volante in un contesto dove la tecnologia sta invece prendendo il sopravvento sull’uomo. Ecco quindi che grazie a Mazda la Festa del Cinema di Roma si è trasformata quest’anno nel palcoscenico di una grande esperienza sensoriale collettiva. Mazda è stata protagonista di questa grande kermesse con più di 50 vetture “chaperon” per le celebrità dello star system, con l’imponente Mazda Cinema Hall da 800 posti al centro del Villaggio del Cinema e con la Mazda Lounge, dove si sono svolte le interviste di personaggi quali Meryl Streep, Oliver Stone, Viggo Mortensen e Tom Hanks e nella quale è stato creato un percorso visivo che ha permesso ai visitatori di approfondire e interagire con la filosofia “Drive Together”. Nello spirito del “Drive Together” inoltre Mazda e Fondazione Cinema per Roma hanno regalato alla città l’emozione di un fantastico cinema drive in nel cuore del quartiere EUR.
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Su un’area di 4.600 metri quadrati antistante il Palazzo dei Congressi, è stato allestito un vero e proprio drive in dove i passeggeri di 100 automobili hanno potuto godere della proiezione dei film su un mega schermo cinematografico di 13 metri per 5,50. Per la serata di inaugurazione del drive-in erano presenti circa 100 possessori di MX-5 provenienti da tutta l’Europa. Un balzo indietro di 50 anni ha proiettato gli spettatori nell’atmosfera oramai dimenticata di “Happy Days”, di “American Graffiti” e del mitico Drive In di “Grease”, perpetuando una volta di più la magia del cinema…
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La nuova MX-5 RF
Ai
primi di ottobre Mazda ha dato alla produzione della Mazda MX-5 RF con tetto rigido retraibile nella fabbrica di Ujina No. 1, presso il quartier generale di Hiroshima. La produzione è iniziata con modelli destinati ai mercati Europa e Nord America, dove la commercializzazione partirà all’inizio del prossimo anno. In Giappone, invece, la MX-5 RF andrà sul mercato verso la fine di quest’anno. La MX-5 RF interpreta pienamente la filosofia Jinba-Ittai, quella che vede il guidatore e la sua vettura in perfetta armonia, un’armonia che ha caratterizzato la MX-5 nel corso dei suoi 27 anni di storia (la produzione di MX-5 ha raggiunto 1 milione di unità il 22 Aprile 2016). In un mondo di “soluzioni” per il trasporto da A a B, e dove l’automazione è l’argomento del giorno, in Mazda continua a regnare la passione per la guida. La filosofia aziendale si basa su Jinba Ittai, che significa “cavaliere e cavallo come una cosa sola”. Un concetto che discende dall’antica arte marziale giapponese Yabusame, dove un arciere tira al bersaglio da cavallo utilizzando le ginocchia per controllare l’animale. Quest’ultima interpretazione della leggera due posti di Mazda presenta un design della parte posteriore accattivante ed un tetto retrat-
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tile in tre sezioni che, una volta aperto, mantiene la sezione posteriore al suo posto per un’atmosfera tipica da auto convertibile . L’effetto accentua l’agilità espressa dalle forme possenti delle fiancate della carrozzeria. L’insieme realizza un aspetto veramente omogeneo, sia a tetto aperto che chiuso. Rispetto alla classica MX-5 col tettuccio in tela MX-5 RF è senza dubbio in grado di parlare ad una platea più ampia di clienti, coniugando la praticità e la sicurezza di un coupé con la guida a cielo aperto ed offrendo al contempo gli stessi valori intrinseci che gli appassionati di MX-5 già conoscono e amano. Quindi essa riparte dal successo della versione con hardtop apribile della precedente generazione di MX-5, che ha rappresentato oltre metà delle sue vendite nella parte finale del suo ciclo di vita. In un’epoca di auto sportive grandi e sempre più potenti, l’attuale generazione di MX-5 è più piccola e più leggera.
I motori 4 cilindri aspirati accoppiati con cambi rapidi e diretti assicurano brillantezza ma anche consumi sorprendentemente bassi nell’uso quotidiano. Tutto ciò può apparire contrario alla logica per cui “più grande è più veloce”, ma anche in questo MX-5 ha sempre fatto a modo suo ed in modo molto efficace. Molti saranno attratti dalla silenziosità in abitacolo di MX-5 RF, che beneficia di un isolamento supplementare, mentre a cielo aperto, la sezione posteriore rinforzata del tetto elettrico suddiviso in tre parti rimane in posizione, offrendo un ambiente più protetto rispetto alla versione con tetto in tela. Il resto del tetto invece scompare dietro i sedili, ma senza penalizzare la volumetria del baule. Ed è anche veloce nel funzionamento, sia in apertura che in chiusura, comandabile con il semplice tocco di un pulsante anche in marcia fino a 10 km/h. Una volta al volante è possibile apprezzare la declinazione sportiva degli interni e la loro sofisticata ergonomia, frutto degli sforzi di Mazda per rendere la posizione dei comandi importanti coerente con le movenze naturali del pilota e con il minimo affaticamento. Su strada aperta mantiene tutta l’agilità e il bilanciamento in curva tipico della versione soft-top, ma viaggiando in modo più raffinato grazie a sospensioni e sterzo appositamente tarati. E a differenza della soft-top, in Europa sarà disponibile anche con cambio automatico.
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chebella
CONCEPT LEXUS UX
LA NUOVA
FRONTIERA
Progettato del Centro Europeo di Design ED2 di Lexus, il prototipo UX eleva la filosofia stilistica del brand verso nuovi orizzonti: un carattere unico studiato per una clientela giovane, moderna e desiderosa di muoversi in un ambiente sempre connesso. Il nuovo prototipo sfoggia un’ampia gamma di tecnologie innovative studiate per offrire un’esperienza di guida piacevole, con interni che mixano maestria artigianale e tecnologie high-tech
la nuova frontiera
Impegnata
da sempre a stupire grazie a forme innovative e alla maestria artigianale dei dettagli, Lexus ha presentato al recente Salone di Parigi un nuovo intrigante SUV compatto, che non ha mancato di far girare la testa a più di un parigino. Nato per reinterpretare la cifra stilistica di Lexus, il nuovo SUV compatto a quattro posti, il prototipo UX, rispecchia l’intenzione da parte del brand di ridefinire l’esperienza di guida in modo unico e irripetibile. Realizzato nel Centro Europeo di Design di Lexus, il nuovo Lexus UX è studiato per offrire un’esperienza di guida totalmente innovativa e all’avanguardia, basata su una tecnologia HMI, (Human Machine Interface) 3D, destinata a un target di clienti che desidera immergersi in un mondo totalmente nuovo, fatto di “connettività” e di “tridimensionalità”. Il prototipo UX, alterna le forme decise e la presenza su strada di un 4x4, a quelle di una coupé, considerando la posizione di guida e l’altezza minima da terra. Il design si basa su dettagli futuristici, ‘inside-out’, che sottolineano l’unione tra lo stile degli interni e degli esterni, un disegno che riprende la forma ad ‘X’ dell’abitacolo per poi tradurla sulla carrozzeria e viceversa. La parte anteriore trasmette passione e coinvolgimento al volante, mentre quella posteriore esprime sensazioni di elevato comfort e spaziosità. Il concetto di “Destrutturazione” è il secondo elemento chiave sul quale si basano gli interni del nuovo prototipo UX. Tale concetto è evidente soprattutto nella
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parte anteriore dell’abitacolo, dove la plancia tradizionale viene sostituita da soluzioni con forme spigolose e sovrapposte in grado di creare giochi di luci ed ombre che sottolineano l’approccio ‘inside out’. I sedili di UX sono ispirati alla più recente tecnologia sviluppata dal brand, il concetto di ‘Kinetic Seat’, un’innovazione in grado di assicurare comfort e un’esperienza di guida estremamente coinvolgente. Una struttura rivoluzionaria di schienali e seduta mobili che reinventano il modo di stare seduti in auto, simulando i movimenti reali della colonna vertebrale e aiutano a stabilizzare la testa. La tappezzeria del sedile è caratterizzata da una rete a tela di ragno i cui fili si estendono a raggiera dalla parte centrale dello schienale. La rete è flessibile e si adatta al corpo degli occupanti disperdendo i carichi per agevolare una permanenza a bordo più confortevole. Le maglie dei sedili sono realizzate con un materiale eco-compatibile che riproduce la seta prodotta dai ragni per tessere la propria tela. Questa soluzione va a sostituire i materiali solitamente utilizzati e derivati dal petrolio. Infine da ricordare la tecnologia HMI, che rappresenta un’ulteriore evoluzione dell’approccio dual-zone di Lexus ed è stata realizzata per offrire ai clienti un’esperienza di guida innovativa, semplicità di utilizzo dei comandi di bordo ed interazione avanzata con la vettura.
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In Italia, i volumi di vendita Lexus testimoniano la crescita importante del brand, unico 100% Hybrid, che dopo il record di vendite delle scorso anno, continua a far registrare anche nel 2016 una crescita del +35% rispetto ai dati del 2015, proiettando oltre 4 mila unità entro la fine dell’anno. Un successo che continua grazie agli ottimi risultati di Lexus NX ed alla recente introduzione di Lexus RX.
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chemacchina
1966 La nuova Kia Sportage
Tutto è cominciato nel 1966, quando gli italiani improvvisamente scoprirono l’esistenza della Corea… Oggi, cinquant’ anni dopo, l’ultima versione della Kia Sportage compie ulteriori passi avanti in termini di design, contenuti, qualità e sicurezza. Gli interni propongono una qualità da vettura premium e un design innovativo mentre la nuova gamma di motori e trasmissioni offre prestazioni migliorate, più efficienza ed emissioni ridotte
kia sportage
Una Fiat 124 del 1966
Tutto
ha avuto inizio nel 1966, proprio in quella balorda estate in cui gli italiani, un pomeriggio, si resero improvvisamente conto dell’esistenza di una nazione (anzi due) chiamata Corea. Fu un cittadino della Corea del Nord, di nome Paak Do Ik, a sbatterci in faccia la cruda realtà di un modo che stava rapidamente cambiando a poco più di 20 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Questo signore, che vantava una titolo di studio dentistico ma in realtà era un caporale
dell’Esercito, ebbe la bella idea di segnare un gol alla nazionale Azzurra nel corso di una partita dei Mondiali inglesi (a Middlesbrough) e così estromettere la blasonata Italia dal Torneo. Apriti cielo! Paak fu promosso sergente e i nostri calciatori furono coperti di insulti. E mentre La Gazzetta dello Sport chiudeva un proprio servizio con un poco augurante “…e arrivederci al 1970 per la sconfitta con il Ghana…” il termine “corea” nel mondo dello sport nostrano divenne rapidamente sinonimo di sconfitta vergognosa. Ma c’erano altri italiani che, proprio nel corso di quel 1966, avevano già “scoperto” la Corea, questa volta del Sud. Si tratta della dirigenza Fiat, che quell’anno concluse un accordo con Asia Motors per la produzione in Corea della berlina 124, che in Italia era comparsa da poco. Accadde però che la giovane Asia Motors incappò in notevolissime traversie finanziarie, al punto che dovette passare a nuovi proprietari nel 1969 e finalmente iniziare la produzione della 124 solo nel 1970. La berlina di origine italiana ebbe un notevole successo in Corea e uscì di scena nel 1973 con circa 7.000 esemplari venduti. Nel frattempo la ex-Asia Motors era definitivamente entrata nell’orbita di Kia Industrial (che da parte sua era partita nel 1952 costruendo biciclette) e possiamo quindi affermare che la prima berlina Kia è stata la… Fiat 124!
Il gol del coreano Paak Do Ik che permise alla Corea del Nord di estromettere l’Italia dai Mondiali del “66
Per la cronaca anche la Corea del Sud non ha mancato di giocarci uno pessimo scherzo calcistico. Dobbiamo scorrere sino al 2002, Mondiali di Corea e Giappone, quando i padroni di casa ci eliminarono al Golden Gol, in una partita amara e stortissima di cui tutti ricordano il nome dell’arbitro, tale Byron Moreno… ma questa è un’altra storia…
kia sportage
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Provata
a lungo sia in città che su impegnativi percorsi stradali e autostradali la Sportage mantiene le promesse. Le sospensioni fanno il loro dovere e abbinate ad una eccellente distribuzione dei pesi consentono una guida piacevole e equilibrata anche su percorsi accidentati difficoltosi. Nel caso della versione GT Line che abbiamo potuto provare le sospensioni hanno caratteristiche specifiche che privilegiano la maneggevolezza e la rapidità di risposta senza decadimenti nel comfort generale. Nella quarta generazione di Sportage Kia ha inoltre adottato un nuovo servosterzo elettrico (detto R-MDPS) che è caratterizzato dal motore elettrico montato direttamente sulla cremagliera invece che sul piantone e garantisce performance di grande precisione e un ottimo feeling al volante. Il cambio automatico abbinato alla versione diesel non è veloce come meriterebbe una motorizzazione così brillante e soprattutto in scalata risulta talvolta un po’ pigro. Nel complesso questo mid-SUV coreano è comunque promosso a pieni voti. L’ottima insonorizzazione, la qualità dei materiali e delle finiture degli interni, la razionalità dei comandi, la completezza delle informazioni disponibili e l’ampio spettro dei sistemi di assistenza alla guida, rendono guidare, o meglio viaggiare, sulla Sportage un’esperienza che consigliamo.
kia sportage
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L’aspetto Il nuovo Sportage è prodotto nello stabilimento Kia europeo di Žilina in Slovacchia, come la generazione precedente che ha raggiunto risultati prodigiosi, conquistando più di 55000 Italiani in 5 anni di commercializzazione, arrivando nel 2015 a 16.601 esemplari venduti
è davvero muscoloso. L’evoluzione estetica di Kia Sportage ha portato alla realizzazione di una linea imponente, capace di esprimere sportività ed energia. Il nuovo design è stato sviluppato dal Centro Stile europeo Kia di Francoforte attraverso una chiave stilistica di base che consiste nell’abbinamento fra linee nette e superfici morbide, in un equilibrio che riecheggia l’estetica dei più moderni aerei da caccia. Il nuovo attraente volto di Sportage esprime il cambiamento più evidente, con i gruppi ottici non più integrati con la griglia ma avvolgenti e sviluppati sopra la linea di cintura. La classica e inconfondibile griglia a naso di tigre è più bassa e allargata, così da conferire una maggiore aggressività al frontale e una più forte sensazione di aderenza al terreno anche se la larghezza della carrozzeria resta invariata a 1855 mm. Pur mantenendo la sua inconfondibile impostazione estetica la nuova Sportage ha un passo maggiorato di 30 mm (fino a 2.670 mm) e la lunghezza è cresciuta di 40 mm (fino a 4480 mm); lo spoiler posteriore più esteso conferisce ulteriore slancio alla fiancata. Il tetto, ancora alto 1.630 mm, ha un andamento leggermente digradante verso la coda mentre la vista laterale è segnata dai robusti passaruota e dalla perfetta integrazione di linee nette e superfici morbide.
kia sportage
Più qualità e più comfort L’abitacolo della Sportage presenta un consistente miglioramento rispetto alla generazione precedente. La finitura degli interni mescola elementi metallici e materiali soft-touch ed è definita da linee orizzontali con l’effetto complessivo di una grande precisione esecutiva. La qualità dei materiali è assolutamente premium, con largo uso di superfici soft-touch, tessuti e pelli in tinte naturali e cuciture a vista lungo la plancia e i pannelli porta. Le modanature in metallo arricchiscono l’ambiente e la più efficiente insonorizzazione porta la silenziosità a un livello superiore. Sportage vede uno sviluppo orizzontale della plancia caratterizzata dal dual zone design che vede la “display zone” nella parte superiore e la “control zone” in quella inferiore. in modo da presentare tutte le informazioni utili nella posizione più facilmente raggiungibile dagli occhi del pilota. La “display zone” comprende i due elementi che contengono la strumentazione e ospita al centro il display touch screen da 7 o 8 pollici del nuovo sistema di infotainement Kia HMI (Human-Machine Interface). Grande attenzione è stata dedicata al miglioramento del comfort. L’aumento del passo di 30 mm ha comportato un maggior spazio per l’abitacolo e l’incremento di 40 mm della lunghezza (ora assieme alla variazioni degli sbalzi ha concesso di modificare l’architettura malgrado la dimensioni di larghezza e di
altezza (rispettivamente 1.635 mm e 1.855 mm) siano rimaste invariate. E’ così aumentato lo spazio a disposizione dei passeggeri sopra la testa mentre lo spazio per le gambe è cresciuto fino a 1.129 mm anteriormente e 970 mm posteriormente. Il leggero aumento delle dimensioni ha anche propiziato l’aumento della capacità di carico, con il baule che passa da 465 litri a 503 litri. Sicurezza più che mai Nell’equipaggiamento di serie figurano gli airbag frontali, laterali e a tendina per la protezione integrale degli occupanti; nei sedili posteriori sono previsti gli attacchi ISOFIX con punti di ancoraggio per i più evoluti seggiolini per bambini. Migliorata anche la protezione dei pedoni con l’abbassamento della linea del cofano e l’aumento dello spazio di deformazione che ora utilizza più materiali assorbenti per una maggiore efficienza in caso di impatto. In linea con i più avanzati standard di prova di Euro NCAP nel settore “Safety Assist”, la nuova Sportage dispone di tutti i sistemi più avanzati per la prevenzione degli incidenti e la riduzione delle loro conseguenze. Il Kia Vehicle Stability Management (VSM) fa parte della dotazione di serie per tenere sotto controllo la stabilità in frenata e in curva affiancando le funzioni dell’ESC (Electronic Stability Control) e del servosterzo elettrico per intervenire in caso di necessità e permet-
kia sportage
tere al guidatore di mantenere il perfetto controllo del veicolo in qualsiasi circostanza. Preciso e agile Le sospensioni a quattro ruote indipendenti mantengono lo schema della generazione precedente ma sono state modificate per sfruttare al meglio le caratteristiche del nuovo pianale. Le modifiche riguardano il posizionamento dei nuovi supporti elastici e l’irrigidimento degli snodi e dei cuscinetti ruota per ottenere una miglior risposta alle sollecitazioni stradali e una guida più precisa, il meccanismo di sterzo è stato spostato in avanti rispetto all’assale per una azione dello sterzo più progressiva. Al retrotreno, dove nelle versioni a trazione anteriore sono adottate sospensioni indipendenti con doppio braccio inferiore, vi è una struttura di ancoraggio più rigida che riduce le vibrazioni trasmesse alla scocca. I nuovi ammortizzatori hanno una maggiore corsa in estensione per minimizzare le piccole vibrazioni prodotte nella marcia sui fondi sconnessi mentre il sottotelaio è montato su supporti elastici maggiorati per migliorare le caratteristiche delle sospensioni. Un ulteriore miglioramento viene dalle caratteristiche dell’impianto frenante che ha nuove pinze e nuove molle di ritorno delle pastiglie per eliminare la possibilità di attriti in marcia; assieme ai dischi maggiorati il sistema riduce sensibilmente le distanze di arresto.
L’evoluzione dei propulsori La gamma dei motori a benzina parte dal classico 1600 GDI che eroga 132 CV e 161 Nm di coppia massima e comprende il nuovo 1600 T-GDI (Turbo Gasoline Direct Injection) per la prima volta disponibile nella gamma Sportage nella versione GT Line per offrire un nuovo equilibrio fra economicità e brillantezza di guida. Grazie ai suoi 177 CV, alla coppia di 265 Nm disponibile da 1,500 a 4,500 giri/min e al turbocompressore con valvola wastegate a controllo elettronico, questo motore offre eccellenti caratteristiche di efficienza e prontezza di risposta ai comandi dell’acceleratore. Sul versante dei motori diesel sono disponibili il 1700 CRDi da 115 CV e l’ulteriore evoluzione del 2000 nella versione R, al vertice della categoria in termini di prestazioni, efficienza e silenziosità. Questo turbodiesel è offerto in due versioni: 136 CV con coppia di 373 Nm e 185 CV con 400 Nm di coppia che beneficia di un monoblocco in lega di 5 kg più leggero, sistema di controllo della batteria e pompa dell’olio a portata variabile. Infine va sottolineato che la nuova Sportage beneficia della trasmissione Kia DCT a doppia frizione che è offerta in abbinamento con il motore 1600 T-GDI da 177 CV. Questa nuova trasmissione è stata sviluppata per offrire un feeling sportivo quando utilizzato in modalità manuale-sequenziale e la massima fluidità di marcia in modalità totalmente automatica.
Al minimo la rumorosità è diminuita di 2 decibel, scendendo a soli 36 decibel per le versioni a benzina e 44 decibel per le diesel, per effetto del miglior isolamento dei motori e della plancia. In marcia il rumore di rotolamento è sceso da 66 a 63 decibel grazie all’uso di nuovi snodi elastici per le sospensioni posteriori e più efficaci rivestimenti ai passaruota. I fruscii aerodinamici sono stati ridotti intervenendo sui vetri più spessi, sulle guarnizioni del tetto panoramico e sull’insonorizzazione delle porte. Il miglioramento delle caratteristiche acustiche giunge anche per merito di un evoluto sistema di isolamento del motore resistente alle alte temperature, di nuova insonorizzazione della distribuzione, dell’isolamento del filtro antiparticolato e dei nuovi condotti dell’intercooler
kia sportage SCHEDA TECNICA NUOVO SPORTAGE
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chestoria
VAUGHN GITTIN JR. SUL CIRCUITO DI BARCELLONA
FOREVER
VI SIETE MAI CHIESTI CHE COSA ACCADREBBE SE UN SUPER-CAMPIONE DI DRIFTING VENISSE LASCIATO LIBERO DI GIOCARE A SUO PIACIMENTO SU UN CIRCUITO DI F1 CON 750 CAVALLI A DISPOSIZIONE? … ORA ABBIAMO LA RISPOSTA
R DRIFT
forever drift
Poco
meno di un mese fa, essendo di passaggio in Spagna per la nona prova del Mondiale Rallycross, Vaughn Gittin Jr ha colto l’opportunità di girare sul circuito di Barcellona con l’ultima incarnazione della sua epica Ford Mustang RTR Spec 5-D. Con 750 cavalli abbondanti sotto i piedi (grazie al motore Vortech sovralimentato SCT Ford Aluminator XS) Vaughn ha messo subito le cose in chiaro e sin dal primo giro ha infilato le curve 3 e 4 del circuito catalano in un’unica, lunghissima, continua e fumosissima sgommata di quasi 1000 metri.
“Dopo aver esaminato il circuito ero un po’ scettico sul fatto se fossi stato in grado o meno di avere abbastanza velocità fuori dalla curva 2 per mantenere la sgommata per tutta la percorrenza della curva 3 - ha spiegato il campione americano - di certo non pensavo che sarei stato in grado di unire la curva 3 e 4 in una gigantesca piega di quasi 1000 metri. La curva 3 è una delle curve più lunghe di qualsiasi pista del mondo, e le Formula 1 la percorrono in pieno. Grazie alla grandissima aderenza generata dagli pneumatici Nitto NT555G2 e grazie anche alle qualità della Mustang, sono stato in grado di ottenere la velocità necessaria per compiere
questa impresa. E ‘stato letteralmente come stare in un drift infinito. Non sono mai stato ad un angolo così sostenuto per così tanto tempo nei miei 14 anni di attività!!!” “Per collegare le curve 3 e 4 - ha proseguito Gittin - ho dovuto guidare oltre il cordolo e utilizzare tutta la via di fuga disponibile. Quando è sorta l’opportunità di essere presente in Europa per qualche sessione dimostrativa di drifting in alcuni round del Mondiale Rallycross, non ho potuto resistere alla tentazione di lasciarmi andare anche sul leggendario circuito di Barcellona. Tra l’ingresso a velocità elevatissima della curva 1 e la sgommata in-
finita delle curve 3 e 4, ho elementi per dire che questa sia stata la mia esperienza più “goduriosa” di sempre. Spero davvero che tutti possano divertirsi con il video ed apprezzare i suoni dell’Aluminator XS tirato a limitatore…” L’assetto della Mustang RTR di Vaughn utilizzato durante la particolare esibizione è lo stesso usato durante tutte le sue performance Europee in questa stagione, a partire dalla esibizione al Goodwood Festival of Speed. Vaughn e il suo team stanno lavorando per un ritorno a Goodwood e ad alcuni eventi del World RX che si terranno in tutta Europa nel 2017.
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La nuovissima Mustang GT4 è basata sulla Shelby GT350R-C, che quest’anno ha vinto la sua classe nell’IMSA Continental Tire SportsCar Challenge. Con un motore 5.2 litri V8 ed un cambio a sei marce Holinger, la Mustang GT4 è pronta per gareggiare in ogni campionato GT4 nel mondo. La vettura GT4 offre una serie di equipaggiamenti realizzati da Multimatic Motorsport, che comprendono ammortizzatori e barre stabilizzatrici ed è in vendita con ruote Forgeline da 18 pollici. Sul fronte aereodinamico le novità comprendono una ala posteriore, splitter, minigonne laterali e una generoso diffusore posteriore
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CORTESIe di Marco Cortesi
Il gruppo tedesco abbandona in un sol colpo Mondiale Endurance e Mondiale Rally
bye bye VW? All’indomani degli annunci riguardanti le transazioni-monstre relative allo scandalo “dieselgate”, il gruppo Volkswagen ha dato un taglio a due dei suoi migliori programmi nel motorsport. Ma nostro parere la realtà presenta molte più facce…
bye bye VW?
Terremoto Dopo aver dominato per oltre un decennio Audi lascia il Mondiale Endurance e la 24 Ore di Le Mans
nel mondo delle corse? L’Audi saluta Le Mans e Volkswagen abbandona il Mondiale Rally, dopo anni di incredibili successi, all’indomani degli annunci riguardanti il totale delle compensazioni relative al “dieselgate”, un mirabolante conto da oltre 14 miliardi di dollari. Cinghia tirata e addio sogni di gloria… o c’è dell’altro? Viene da chiederselo perché, per quanto siano diventati esorbitanti i costi del programma endurance, 150 milioni all’anno su 14 miliardi non sembrano in assoluto una follia.
Il problema vero è un altro. Dopo essere diventata la prima casa a vincere la 24 Ore con una vettura diesel, l’Audi si trova infatti nelle mani una tecnologia che, anche se tuttora valida, è di fatto morta in termini promozionali. I fasti del “TDI Clean Diesel” non sono che uno sbiadito ricordo, che fa pensare più a furberie e sotterfugi vari che non ad efficienza e vittorie. SI PARTE DAI RAMI SECCHI Più che spendere 150 milioni, il problema è così diventato spenderli senza un vero ritorno d’immagine, o addirittura un ritorno negativo. Senza dimenticare le varie fragilità della serie, che pur godendo di “spinte” politiche e mediatiche enormi, non offre particolare garanzie… nel 2016, il parco partenti di 6 vetture nella classe “top” era composto per il 66% dal Gruppo Volkswagen (Porsche e Audi). Diciamo che le transazioni sullo scandalo dei diesel hanno offerto un’eccezionale opportunità per “potare” un ramo ormai secco. Già le corse automobilistiche non sono al loro massimo splendore storico, figuriamoci poi se non ci si può nemmeno fare del marketing valido. Lo stesso discorso può valere per i rally, con una categoria che pur con nuovi innesti in fatto di costruttori, a partire da Toyota, si sta sempre più confermando sul viale del tramonto quanto ad attenzione del pubblico e ritorno di immagine. Un po’ come una splendida vetrina che nessuno può (o vuole) più guardare. AVANTI (PIANO) CON L’ELETTRICO Ben altra cosa è invece il RallyCross (l’Audi ha appena vinto con Mattias Ekstroem ed il team WRT) e per il momento è stato salvato. Con l’elettrico che si fa sempre più preponderante nella sfera di cristallo di casa VW, sembra però probabile un debutto anche nel-
la nuova classe “elettrica”, per raddoppiare l’attuale programma delle New Beetle “tradizionali” del team Andretti. Anche perché il tanto sventolato impegno nella Formula E è (almeno al momento) poco più di un marchio appiccicato su un progetto totalmente portato avanti da altri. Come spesso accaduto anche la Formula E vince non tanto per il contenuto, ma per il fatto di offrire a tutti la chance di costruirsi una verginità ambientale perduta, e l’opportunità è stata presa al volo quasi a costo zero. Per il resto, occorrerà attendere i risultati sia delle nuove indagini, sia (soprattutto) del colossale riassestamento in atto a livello di gruppo. Le voci parlano di enormi pressioni ed investimenti per accantonare più vetture “tradizionali” possibile e tirare fuori, di colpo, quel futuro elettrico da VW spesso snobbato per cullarsi in un presente rivelatosi effimero. Si parla di una sola piattaforma per la stragrande maggioranza dei modelli, e tra le vittime potrebbe addirittura esserci la Golf (anche se l’ennesima versione è alle porte…). E’ persino in dubbio il futuro dell’Audi R8, che potrebbe non avere un erede. Per il momento, le attività nel Gran Turismo con l’attuale modello dovrebbero essere al sicuro, visto il successo di vendite della R8 GT3, con numeri quasi da vettura stradale. Ma anche in quel caso sarà il marketing a guidare la mano sui progetti a lungo termine.
bye bye VW?
I portacolori VW Julien Ingrassia e Sebastien Ogier dopo il loro recentissimo successo nel Rally di Gran Bretagna
Andreas Mikkelsen e Anders JĂŚger impegnati nel Rally di Gran Bretagna 2016 con la VW Polo Photo Daniel Roeseler
bye bye VW?
Porsche resta quindi da sola a difendere l’industria automobilistica tedesca nella classe regina (LMP1) del Mondiale Endurance
Toyota sarà l’unica sfidante di Porsche in LMP1 nel 2017, anno in cui la Casa nipponica tornerà anche nel Mondiale Rally… dove però non troverà più Volkswagen
Con due soli costruttori (Porsche e Toyota) a sfidarsi in LMP1 sta giĂ tramontando il sole sul Mondiale Endurance?
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cheleggenda
A Padova l’edizione 2016 di Auto e Moto d’Epoca
Padova mon amour!
Un dettaglio degli interni della Citroen DS 21 “Prestige” realizzata dal carrozziere Henri Chapron
La prima “vera” Ferrari e la prima Lamborghini di Touring Superleggera, tutti i gioielli Lamborghini, la Jaguar rosa che conquistò la prima pagina di Car Life e i modelli d’avanguardia che segnarono i punti di svolta nella storia dell’auto… e tanto altro ancora. Anche quest’anno Auto e Moto d’Epoca ha svelato le meraviglie del passato e il filo conduttore che lega storia, presente e futuro
padova mon amour!
La
auto, 500 moto e 1600 espositori si sono dati appuntamento a Padova verso fine ottobre per il più grande appuntamento “classic” d’Europa, che si è ormai definitivamente aperto all’attualità con la presenza di ben 16 marchi internazionali che hanno mostrato le auto che hanno fatto la storia e quelle che la faranno. Alfa Romeo, Abarth, Audi, Citroën, DS, Maserati, Land Rover, Jaguar, Mercedes, Pagani, Porsche, Tesla, Volkswagen e Volvo hanno infatti affiancato ai modelli d’epoca le ultime proposte per il mercato italiano. Molti i punti di attrazione che hanno letteralmente lasciato a bocca aperta gli appassionati: • le tre anime dell’Heritage Lamborghini, riunite in un unico grande stand con il Museo Lamborghini, il Polo Storico, il Lamborghini Club Italia e una panoramica emozionante dalla Miura alla Super Trofeo. • Peugeot Peugeot ha celebrato due vetture d’eccezione: la trentennale 205 Cabrio e la 402 Eclipse che arriverà direttamente dal museo di Sochaux. • il Registro internazionale Touring Superleggera era presente con due capolavori assoluti: la Ferrari Sport 166 MM Barchetta – la prima “vera” Ferrari che fece nascere il mito del Cavallino – e la prima Lamborghini di serie, la 350 GT. Mentre più belle Alfa Romeo, Lancia e Aston Martin DB4 – l’auto di James Bond – sono pure esposte per celebrare la presentazione del libro, edito da Fucina, che racconta 90 anni di stile Touring Superleggera.
Profumo di Formula 1 con la Mercedes iridata 1954/1955
padova mon amour!
padova mon amour!
La Jaguar E Type, vera icona del British Style risalente a inizio anni 60
Il settore dell’auto in vendita dal canto suo si è confermato il più grande d’Europa con 4500mila modelli a disposizione degli appassionati. C’erano pezzi unici in Italia come la Pegaso; auto rarissime degli anni ’50, cabriolet, berline e coupé di ogni epoca e marca. Presenti alcune delle auto più belle mai prodotte quali Porsche Speedster, Mercedes 300 Ali di Gabbiano 300 SL roadster, Maserati 350, Alfa 6C 1750, Ferrari Dino 246 e Ferrari 275, la mitica Testa Rossa, le Porsche 959 e 993 Turbo 4S e 2S sia cabrio che coupé, le Jaguar XK 120 e 140 e tanti, tantissimi altri gioielli per palati fini. Decine, inoltre, i club storici partecipanti ognuno con una storia da raccontare e un mito da condividere. Tra le vetture che hanno fatto la storia non potevano mancare Lancia, rappresentata da ben 5 club per i 110 anni di storia - e la mitica Fait 500 con una rassegna completa di tutte le serie: N del 1957, D del 1965, F del 1968, L del ’71 ed R del ’73. Anche quest’anno tra gli stand più ammirati si è distinto quello della Scuderia Jaguar Storiche con un modello che, nel 1955, conquistò addirittura la foto di copertina dell’edizione di Capodanno del magazine statunitense Car Life. È un’incredibile XK120 OTS di colore rosa che venne impiegata come star nello spettacolo di pattinaggio artistico Icycles of 1955. A fianco, uno dei 5 esemplari esistenti al mondo e immatricolati per circolare su strada della Jaguar Palmer JP1 progettata dall’ex pilota di Formula 1 Jonathan Palmer, in collaborazione con Jaguar nel 2003.
padova mon amour!
Ieri e oggi fiaco a fianco nello stand Citroen: la mitica 2CV, una nuovissima C3 e sullo sfondo la Mehari anni 70
padova mon amour!
Il Museo Nicolis di Villafranca, una delle istituzioni più importanti legate all’heritage europeo, ha dedicato la sua partecipazione ai ruggenti anni cinquanta con una splendida Ford “Thunderbird” del 1955, la risposta improntata al lusso e alla comodità di Ford alla Corvette Chevrolet. Con la sua linea compatta, il vetro panoramico e le pinne laterali che diventeranno sempre più accentuati, la Thunderbird è la quintessenza degli anni ’50 e uno dei capostipiti dello stile che li ha consegnati all’immaginario collettivo.
L’abitacolo della Maserati 420, con cui Stirling Moss sfidò gli americani nella 500 Miglia di Monza del “57 e “58
E mentre la passione per l’heritage cresce, crescono anche le opportunità di lavoro legate al restauro di auto d’epoca. Per questo è nato, proprio a Padova, il Villaggio del Restauro, il centro di formazione di CNA Autoriparazioni: “Il restauro dell’auto d’epoca è un’arte e l’Italia ha la filiera migliore d’Europa – ha dichiarato il presidente di CNA Autoriparazione Italia Franco Mingozzi. – Non è più un settore di nicchia ed è venuto il momento di creare un network che formi le nuove generazioni e faccia conoscere una delle punte del made in Italy all’estero”. Tra i gioielli da collezione le quasi 50 supercar esposte dalla Galleria Pananti Casa D’Aste. In primo piano la Ferrari 308 CARMA FF Gruppo 5, un’auto da competizione nata dalla collaborazione di Carlo Facetti e Martino Finotto che, nel 1981, decisero di sfidare nientemeno che Porsche nel campionato mondiale endurance. Tante, tantissime… quasi troppe belle automobili. E chi non è passato da Padova quest’anno si tenga libero per l’ultimo week end di ottobre 2017: ne vale la pena.
padova mon amour!
Nel film italiano più amato al mondo, “la Dolce Vita” di Fellini (protagonisti Marcello Mastroianni e Anita Ekberg) compare una bellissima Triumph Tr3A. L’ex senatore Filippo Berselli, proprietario dell’autovettura racconta: “Da circa un anno cercavo una Triumph Tr3A navigando su internet vidi il modello da me desiderato con una targa nera che significava una vettura immatricolata in Italia. Chiamai il proprietario che mi disse che le vettura era del 1956. Non era possibile per alcune incongruenze. Dopo lunghe ricerche scopro che la targa di prima immatricolazione era stata Roma 324229 e risaliva al 15 luglio 1958. Comprai la vettura ed esaminando meglio la carta di circolazione di allora leggo che, dopo un paio di successivi proprietari, l’auto era stata rivenduta nel maggio 1959 alla società di produzione film Riama: la società Rizzoli e Amato che aveva prodotto La Dolce Vita. Fu un vero colpo di fortuna”
La Volkswagen ha festeggiato a Padova il compleanno della mitica Golf GTI, che ha da poco compiuto quarant’anni. Dopo i 40 anni della Golf nel 2014, ora è la volta della versione più rappresentativa e conosciuta del modello, che ha avuto il merito di creare e portare al successo il concetto di sportiva compatta. La GTI nacque nel 1976 per iniziativa di un ristretto gruppo di impiegati della Volkswagen, certo inconsapevoli delle dimensioni che il fenomeno avrebbe raggiunto. Il via libera per la produzione di una vettura così fuori dagli schemi per l’epoca arrivò per una quantità di soli 5.000 esemplari. A oggi, nel mondo, ne sono state vendute oltre due milioni di unità, di cui più di 200.000 in Italia
padova mon amour!
L’Associazione Amatori Veicoli Storici ha proposto il tema “I Precursori”, auto che nel loro campo sono state le “caposcuola”. Tre le macchine presentate: la CEIRANO 150 S VVV, del 1925, la prima macchina costruita in serie ad essere dotata di sospensioni anteriori indipendenti. Ne furono prodotte pochissimi esemplari. La CORD L 29, auto americana del 1930, prima autovettura prodotta con la trazione anteriore, con il cambio davanti al motore, un 8 cilindri in linea. Infine la CHIRIBIRI Monza Tipo Spinto, del 1925. E’ stata il primo modello che ha adottato la distribuzione con doppio albero a camme in testa. Ma su questo modello c’è anche un altro pezzo di storia: quando Tazio Nuvolari ha iniziato a correre sulle quattro ruote cominciò a farsi notare proprio con un modello CHIRIBIRI Monza Tipo Spinto. Ha inoltre battuto, nel 1925, il record mondiale sul Km lanciato con circa 150 km/h.
Ceriano 150 S VVV
CORD L 29
Chiribiri Monza Tipo Spinto
Per chi ama e possiede automobili d’epoca è normale pensare al “benessere” dei propri gioielli e prendersi cura quasi maniacalmente delle proprie vetture. E la storia di Mafra, che affonda le proprie radici nella lontana metà degli anni Sessanta, è trascorsa proprio in questo solco. L’istinto imprenditoriale del proprio fondatore, Gianfranco Mattioli, gli suggerì infatti di trasferire i principi della cosmesi umana in un ambito totalmente nuovo: nacque così il famoso slogan “i cosmetici per la vostra auto”. Ciò che allora si definiva cosmesi, viene oggi chiamato detailing ma ciò che non è cambiato è la passione per l’automobile. Ecco perché, da quella intuizione e oltre mezzo secolo dopo, i suoi discendenti hanno dato origine alla linea Labocosmetica: un grande concentrato di tecnologia, innovazione e tradizione dedicata a chi esige il massimo per il trattamento - sin nei minimi dettagli - della propria vettura. Per chi vuole saperne di più: www.mafra.com
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cheleggenda Le prime automobili della storia tornano in strada!
La gita fuori porta Quasi 400 auto d’epoca con i loro intrepidi conducenti e passeggeri hanno occupato i verdi prati di Hyde Park domenica 6 novembre, in attesa che l’alba segnalasse l’inizio dell’annuale carovana da Londra a Brighton di Niccolò Gargiulo
Una Oldsmobile Curved del 1903 transita sul Mall
la gita fuori porta
La Peugeot del 1895 era la piĂš anziana vettura al via
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L’edizione 2016 della prestigiosa London – Brighton (Bonhams Veteran Car Run ) è stata ancora più speciale del solito a causa di una serie di anniversari significativi. Primo fra tutti la ricorrenza dei 130 anni da quando un ingegnere tedesco di nome Karl Benz diede alla luce la sua Motorwagen, veicolo a tre ruote con propulsore a benzina, considerato da molti come la prima automobile della storia. In suo onore, la manifestazione è stata patrocinata da Daimler-Benz che ha iscritto all’evento alcune delle prime autovetture dei marchi Benz e Mercedes, solitamente visibili in esposizione presso il museo del colosso tedesco. Uno di questi modelli, una Benz Spider del 1901, è stata condotto per le strade di Londra da Eddie Jordan, famoso ex proprietario del team di Formula 1 che portava il suo nome: “Che esperienza favolosa, ha superato le mie aspettative di dieci volte” - ha dichiarato Jordan - “è stato uno dei giorni migliori della mia vita … non si può descrivere a parole. Consiglio a tutti di andare a vedere la Veteran Car Run, o di partecipare se possibile”. Dopo la cerimonia dello strappo della bandiera rossa, la “competizione” ha avuto ufficialmente inizio con le auto che hanno preso il via lungo il viale alberato che costeggia Buckingham Palace, poi lungo il Mall, prima di attraversare il ponte di Westminster nei pressi
del Big Ben. Il sole autunnale ha accompagnato i partecipanti e le migliaia di spettatori lungo il percorso di 60 miglia fino a Brighton, la città costiera a sud di Londra, probabilmente la località balneare più nota d’Inghilterra. Nonostante la London-Brighton non sia una gara nel senso stretto della parola, il Time Trial (competizione di regolarità) ha introdotto un elemento competitivo. Più di 180 partecipanti (un record per la manifestazione) si sono iscritti alla gara di regolarità, impegnati a mantenere al meglio una velocità media stabilita dagli organizzatori nel tratto tra Crawley e Burgess Hill. A conquistare il gradino più alto del podio è stato Wolfgang Presinger con una Covert del 1904, che ha percorso le 13 miglia cronometrate ad una velocità media di 8,05 miglia orarie, vicinissimo all’obbiettivo preposto di 8 miglia orarie. Per quanto concerne tutti gli altri c’è da sottolineare che in totale 351 dei 392 partenti hanno raggiunto Brighton prima delle 16:30, in modo da guadagnarsi l’ambita medaglia per la partecipazione. Opportunamente, durante l’edizione che ha visto la celebrazione di auto tedesche, la prima vettura a tagliare il traguardo è stata una Mercedes da corsa del 1903 guidata da Chris Scott. Nessuna sorpresa visto il potente motore da 9,2 litri (!!!) sotto il cofano e ben 60 cavalli a disposizione. La Veteran Can Run ha segnato la fine del London Motor Week del Royal Automobile Club, una festa di sette giorni dedicata all’automobilismo, che ha visto in programma una mostra d’arte, un forum sull’automobilismo e una serata di premiazione per i migliori libri sull’automobilismo.
la gita fuori porta
La prima vettura a tagliare il traguardo di Brighton è stata questa Mercedes 9.2 litri del 1903
351 delle 392 automobili partite da Londra hanno felicemente raggiunto il traguardo di Brighton
Il 5 Novembre appassionati di motori, turisti e londinesi di passaggio sulla famosa Regent Street hanno potuto apprezzare la Regent Street Car Show, che ha visto più di 100 modelli di autovetture antecedenti al 1905 in mostra a fianco di decine di vetture di oggi e di alcuni dei concept più avveniristici. Le vetture storiche, in attesa di partecipare alla London – Brighton sono state giudicate per l’International Concours d’Elegance e vincitore assoluto è risultato l’unico esemplare di Krastin, una delle sole quattro vetture che si ritiene siano state costruite da August Krastin, immigrato lettone di Cleveland (Ohio), prima dell’incendio che distruggendo la sua azienda lo ridusse in bancarotta
A Brighton una Panhard-Levassor del 1903 passa davanti al famoso Pavilion
la gita fuori porta
Una Brennan del 1904 si lascia il Big Ben alle spalle
la gita fuori porta
Mrs. Jodie Kidd, sulla Pope Wawaerly 1901 di proprietà di Harrods sfila all’alba davanti a Buckingham Palace
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