#cheauto! Maggio 2017

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

14

Maggio 2017

INDY 500 LA SFIDA DI ALONSO Infiniti XQ70 Ultimate Maserati Nerissimo Hyundai Santa Fe al Polo Sud


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

14

Maggio 2017

checosac’è #chedire? 5

• Da Napoli un segnale di ottimismo

#chefoto 6 #cheroba 16 • Missione compiuta - VIDEO

#chemacchina 28 • Infiniti XQ70 Ultimate - VIDEO

#checorse 44 • La 500 Miglia di Fernando • BOP, la madre di tutte le regole

#cheleggenda 64 • One lake, one car • Verona sempre più Legend

#chebella 84 • Mercedes Concept A Sedan

#chestoria 96 • Maserati Nerissimo • Electric Mongol - VIDEO

Foto copertina: Chris Owens




?

chedire

Da Napoli un segnale di ottimismo di Vittorio Gargiulo

In

questi giorni a Napoli fervono i preparativi per la prima edizione del NAPOLI MOTOR SHOW, che si terrà presso la Mostra d’Oltremare nei giorni 19/20 e 21 maggio. Si tratta un nuovo evento che si candida a giocare un ruolo importantissimo nel mercato del centro-sud. Se al nord infatti il Salone Parco Valentino a Torino e il rinato Motor Show di Bologna tentano un faticoso recupero, nel centro-sud ancora non è emersa una manifestazione in grado di catalizzare l’interesse di utenti e appassionati. La stessa compagine organizzativa che sta dietro Napoli Motor Show negli anni scorsi ha infatti raccolto delusioni più che gioie dai tentativi fatti a Roma (l’evento si chiamava Roma Supercars) e, anche se l’idea di un grande evento nella capitale non è del tutto accantonata (se ne riparlerà nel 2018), la scelta di Napoli e della formula “motor FRONT PAGEshow” pare quanto mai azzeccata. Si, perché Napoli è pur sempre la terza metropoli italiana e da decenni non vede eventi di questo genere. NAPOLI MOTOR SHOW vivrà (nella più canonica tradizione bolognese) di un equilibrato mix di esposizione e spettacolo, di auto e di moto, di utilitarie e di vetture premium, di auto d’epoca e di avveni-

ristiche supercars… di ragionamenti seri e di puro divertimento. Niente di nuovo, verrebbe da dire, ma invece è molto di nuovo, per la città e per la splendida location della Mostra d’Oltremare. E #cheauto! ha scelto di essere al fianco di questa bella avventura, partecipando attivamente all’organizzazione della sezione Eco Tech Mobility, dedicata alla mobilità sostenibile, alle energie alternative e alle nuove tecnologie applicate alla mobilità. Eco Tech Mobility sarà una piccola area espositiva dedicata a questi temi, ma sarà anche e soprattutto una serie di dibattiti e talk show, aperti al pubblico, durante i quali esponenti della ricerca, dell’industria e dei media discuteranno senza filtri sullo stato dell’arte e sugli scenari prossimi futuri. Da Napoli arriva pertanto un messaggio chiaro: con le automobili ci si può ancora divertire ma è necessario ripensare profondamente al modello di mobilità, soprattutto nelle grandi città. E da Napoli arriva anche un segnale di grande ottimismo per il mercato dell’auto, proprio nel momento in cui sembra rallentare e perdere colpi il trend positivo che aveva portato ad un forte recupero negli ultimi tre anni.


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Dettaglio di una Formula Renault WSR al paddock della esibizione detta “The Great Race� a Budapest, domenica 30 aprile Foto Aron Suveg - Red Bull Content Pool


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Una spettacolare immagine delle vetture partecipanti alla gara di BTCC (British Touring Cars Championship) impegnate sul circuito di Donington Park nel giorno di Pasqua, 16 aprile


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FRONT PAGE

E’ quanto mai raro vincere un rally con meno di un secondo di vantaggio. E’ accaduto in Argentina all’equipaggio Neuville-Gilsoul e alla loro Hyunday i20, che hanno preceduto la Ford Fiesta Evans-Barrit di 7 decimi soltanto Foto Red Bull Content Pool


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Presso il Museo Mille Miglia di Brescia è in corso una splendida mostra che riunisce oltre trenta esemplari che parteciparono alla gara tra il 1927 e il 1957. Tra le rarità questa rossa Rovelli Fiat 1100 Testadoro Spyder Hardtop del 1947, che deve il suo “vestito” alla famosa Carrozzeria Castagna di Milano.


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Il profilo di Max Verstappen. Con il ritorno ai vertici della Ferrari e di Vettel in particolare, per il giovane olandese quest’anno la strada per il podio si sta facendo molto piÚ dura Foto Getty Images - Red Bull Content Pool

#ca


Esplode la passione

19-20-21 MAGGIO Con il Patrocinio di:

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cheroba


ATTRAVERSO L’ANTARTIDE A BORDO DI HYUNDAI SANTA FE

missione

COMPIUTA PATRICK BERGEL, PRONIPOTE DELL’ESPLORATORE SIR ERNEST SHACKLETON, HA PORTATO A TERMINE L’ATTRAVERSATA DELL’ANTARTIDE, CONTINENTE PIÙ FREDDO E SECCO DEL MONDO, INIZIATA DAL BISNONNO PIÙ DI 100 ANNI FA. UN’INCREDIBILE AVVENTURA, A BORDO DI UNA HYUNDAI SANTA FE 2.2 DIESEL, DA UNION CAMP A MCMURDO E RITORNO


missione compiuta


Patrick

Bergel ha finito il lavoro. Oltre 100 anni fa dal suo bisnonno, l’esploratore britannico Sir Ernest Shackleton, aveva tentato l’impresa e ora Patrick ha portato a termine la traversata da Union Camp a McMurdo e ritorno in 30 giorni. Missione compiuta. La traversata è stata organizzata nel dicembre 2016, in occasione del centenario dell’eroica missione trans-antartica originale, avvenuta tra il 1914 e il 1916. È stato proprio il coraggio dimostrato da Sir Shackleton a quei tempi spingere Hyundai a sposare questa incredibile avventura, diventata anche oggetto di un cortometraggio presentato recentemente a Londra. “Conosciamo molto bene la storia di Sir Ernest Shackleton e ci siamo lasciati ispirare dal suo spirito pioneristico - ha commentato Scott Noh, Responsabile Overseas Marketing Hyundai - Il nostro film celebra questo coraggio e con l’aiuto di Patrick, pronipote di Sir Shackleton, abbiamo realizzato il sogno di attraversare l’Antartide, 100 anni dopo il primo tentativo”. La spedizione di 30 giorni, resa possibile grazie al contributo di Hyundai, ha visto Patrick percorrere circa 5.800 km su superfici


missione compiuta


difficili e tracciati ghiacciati. Con l’aiuto e il supporto di un team di professionisti, Patrick non solo ha affrontato lunghe distanze con temperature polari fino a -28°C , ma ha anche tracciato nuovi percorsi su calotte di ghiaccio galleggianti, mai attraversate prima da normali veicoli a quattro ruote. “Non sono un esploratore polare e di certo non ho lo spirito d’avventura del mio bisnonno. Questo viaggio è stato per me un’esperienza fenomenale! - racconta Patrick Bergel, che è imprenditore nel settore tecnologico Sapere di trovarmi negli stessi luoghi che il mio bisnonno aveva cercato di raggiungere con ogni mezzo mi ha regalato una sensazione indimenticabile, nonostante la fatica del nostro viaggio non sia paragonabile alle avversità affrontate dall’equipaggio si Sir Ernest Shackleton!” Il viaggio, che ha visto il team partire da Union Glacier e attraversare l’Antartide fino a McMurdo, è stato accuratamente tracciato tramite segnali GPS e nonostante molte aree di pericolo fossero state identificate prima della partenza, il percorso è stato comunque costellato di insidie. “Ad un certo punto - ha ricordato Bergel - trovandoci vicino ad un crepaccio, siamo stati obbligati a legare le vetture l’una all’altra, per essere pronti all’eventuale caduta di un mezzo. La tensione era


missione compiuta


alle stelle: l’abbiamo superato con la massima concentrazione. I paesaggi attorno a noi erano belli da togliere il fiato: solo poche persone hanno l’opportunità di vedere le montagne trans-antartiche, il limite oltre il quale nessun veicolo a quattro ruote si era mai spinto”. La preparazione dei veicoli e la guida dell’intera spedizione è stata affidata a Gisli Jònsson di Arctic Trucks, uno degli maggiori esperti di guida in Antartide, che racconta: “Chi conosce questo mestiere sa quali sono i rischi per un veicolo qualsiasi: molto semplicemente, ogni componente tecnica va in pezzi, anche le auto più solide cedono. Per questo l’impresa di Bergel è stata epica: per la prima volta la traversata dell’Antartide è stata affrontata nella sua interezza, andata e ritorno, in auto. Molti pensavano che non ce l’avremmo mai fatta: siamo riusciti a stupire tutti!”. Hyundai ha apportato solo una serie di leggere modifiche al SUV Santa Fe, modifiche studiate appositamente per affrontare le difficili condizioni della superficie antartica: un viaggio di circa 5.800 km su terreno ghiacciato, con temperature fino a -28°C, porpone sfide spesso inedite anche per l’automobile e inoltre c’era l’incognita di dover di testare percorsi mai affrontati prima su mezzi a quattro ruote.

Fondata nel 1967, Hyundai Motor Company fa capo a Hyundai Motor Group, che dal 2009 è stabile fra i 5 più grandi Costruttori mondiali. Nel 2016 Hyundai ha commercializzato 4,86 milioni di esemplari su scala globale. In Italia, con una rete di 115 concessionarie, Hyundai si è consolidata al 3,1% del mercato nazionale, con oltre 56mila esemplari venduti (dati 2016). Oltre il 90% delle Hyundai commercializzate in Italia sono disegnate, sviluppate e costruite in Europa


missione compiuta


Le principali modifiche alla Santa Fe hanno riguardato gli pneumatici: per essere montati correttamente, il corpo della vettura è stato rialzato modificando la struttura delle sospensioni e dei sotto-telai. Inoltre sono stati adottati nuovi mozzi ruota con ingranaggi di riduzione per far fronte alle diverse forze e per permettere di sterzare più delicatamente mantenendo invariata la velocità. Altri piccoli interventi hanno riguardato l’aumento della capacità del serbatoio, la conversione della vettura per permetterle di viaggiare con carburante Jet A-1 (l’unico disponibile sul continente Antartico) e l’installazione di un sistema di pre-riscaldamento interno per le basse temperature. Gisli Jónsson racconta: “La Hyundai Santa Fe su cui abbiamo viaggiato era un modello standard a livello di motore, elettronica, differenziale anteriore e albero di trasmissione. Abbiamo dovuto montare pneumatici di grandi dimensioni e a bassa pressione, importanti per portare il veicolo su una cima innevata e per spostarsi sulla neve. Ci muovevamo su pneumatici con una pressione a un decimo rispetto a quella stradale, così morbidi che si poteva passare sulla mano di qualcuno senza fargli male! La Hyundai Santa Fe si muoveva così delicatamente che al ritorno erano sparite le tracce lasciate all’andata”.


missione compiuta


#ca


chemacchina

L’EREDITA Infiniti QX70 Ultimate

L’EREDITA’


FRONT PAGE

A’

La Prince R380, una delle prime auto da corsa tutta giapponese, vinse il Gran Premio del Giappone nel 1966 e diede il via ad una dinastia di eccellenti vetture i cui geni sono ben presenti nelle Infiniti di oggi, come la bella e potente QX70


l’eredità


Quando

verso la fine degli anni “80 cominciarono ad arrivare sulle nostre strade i marchi giapponesi di lusso come Lexus, Acura e Infiniti (rispettivamente figli di Toyota, Honda e Nissan) molti “puristi” storsero il naso, perché in quelle operazioni c’era troppo marketing e poca storia. Per carità, automobili eccellenti… ma senza una storia a supportare il loro avvento sul mercato. Le cose non stanno esattamente così. Perlomeno per quanto riguarda Infiniti, che una storia da raccontare ce l’ha eccome… Tutto ha origine nientemeno che negli anni “20 del secolo scorso… Prince Motor Company nacque dalla Tachikawa Aircraft Company (fondata in Giappone negli anni venti), produttrice di velivoli da trasporto sia civili che militari. Tachikawa sfruttò la propria esperienza ingegneristica per entrare nel settore delle auto elettriche e col tempo diventò produttrice di vetture sportive e di lusso prendendo il nome di Prince Motor Company nel 1952. La prima vettura con marchio Prince era una semplicissima e borghese berlina, chiamata banalmente Sedan (che in inglese significa appunto berlina). Con il modello che seguì la Sedan, la Skyline, il costruttore si avviò invece un sentiero del tutto diverso.

Introdotta nel 1957 la Prince Skyline era disponibile come berlina di lusso a quattro porte o come station-wagon a cinque porte. Il modello sfruttava l’ingegneria e l’aerodinamica che era parte della storia dell’azienda, con l’utilizzo di materiali leggeri che consentivano alla Skyline di raggiungere velocità elevate nonostante un motore da quattro cilindri, 1.5 litri con solo 60 cavalli. Modello più lussuoso della Skyline, la Prince Gloria venne invece presentata nel 1959. Nel corso degli anni il nome Prince Skyline venne associato a diverse coupé sportive come la Skyline Sport del 1962, la cui carrozzeria si deve al designer italiano Michelotti. Sulla Gloria, nel 1963, Prince introdusse anche il primo motore giapponese a sei cilindri con albero a camme. Nel 1964 venne deciso che un’esperienza nelle corse automobilistiche avrebbe migliorato l’immagine della casa e fu così che gli ingegneri allungarono una Skyline di qualche centimetro e vi installarono il nuovo motore della Gloria da 127 cavalli, dando vita alla Skyline GT che, nell’edizione inaugurale del Gran Premio del Giappone, si piazzo seconda dietro a una Porsche 904. Sulla spinta dell’ottimo risultato del “64 Prince sviluppò la 380, sulla base di un telaio Brabham BT8. La nuova creatura del Sol Levante presentava però meccanica e aerodinamica realizzate autonomamente mentre Shanichiro Sakurai, a capo del dipartimento


l’eredità

ingegneristico di Prince Motors, sviluppò un nuovo propulsore aggiornando il motore della Skyline GT, che a sua volta era stato pensato per la berlina Gloria. Conosciuto come GR8, quel motore 6 cilindri in linea da 1996 centimetri cubici era capace di produrre ben 200 cavalli e venne accoppiato ad una trasmissione a cinque marce. Prince dovette però aspettare per far debuttare la R380 in quanto il Gran Premio del Giappone non fu corso nel 1965 e le vetture vennero usate solo per effettuare test aerodinamici, riuscendo tra l’altro a conquistare molti record di velocità. La seconda edizione del Gran Premio del Giappone si tenne nel 1966 al Fuji Speedway, e la R380 visse finalmente il poté finalmente debuttare contro avversarie temibili. Contro un trio di Porsche 906, Prince ottenne una memorabile vittoria con Yoshikazu Sunako davanti al compagno di quadra Hideo Oishi. Una vera e propria impresa che valse a Prince un meritato posto nella storia dell’automobilismo giapponese.

A metà degli anni ottanta infatti Nissan cominciò a formulare i piani per creare un nuovo marchio di lusso. L’obiettivo era quello di creare automobili che il pubblico avrebbe apprezzato in ogni circostanza oltre l’immaginabile e che avrebbe voluto guidare negli anni a venire “all’infinito”. Fu così che il nuovo marchio prese il nome di Infiniti Motor Company, con un logo che rappresenta una strada senza fine. La prima Infiniti, la berlina sportiva Q45, venne lanciata sul mercato nel 1989. Nel corso degli anni il parco macchine Infiniti si è arricchito con molte coupé, berline sportive e di lusso, crossover e SUV, l’origine delle quali può chiaramente essere rintracciata nelle creazioni della Prince Motor Company. Le Infiniti G-line coupé, berline e cabriolet in vendita dal 2002 al 2014 sono le dirette discendenti della Prince Skyline così come le Q50 e Q60 di oggi. La Prince Gloria ha subito diverse trasformazioni nel corso degli anni, ispirando la Infiniti M45 che oggi, dopo due generazioni, è ancora sulle nostre strade con il nome di Q70.

Ma quell’anno viene anche ricordato per la fusione tra Prince Motor Company e Nissan Motor Company, con la conseguenza che i modelli Prince che andarono ad arricchire l’fferta di Nissan. Ma la storia della Skyline e della Gloria non finì quell’anno, entrambe ebbero una seconda “vita” ricca di successi lasciando una eredità visibile ancora oggi.

Oggi Infiniti Motor Company Ltd. ha sede a Hong Kong e vanta una rete di vendita che si estende a circa 50 Paesi. La sua gamma di automobili di lusso è attualmente prodotta in stabilimenti ubicati in Giappone, negli Stati Uniti e in Cina e nel Regno Unito. Infiniti prevede inoltre di estendere la sue attività produttive al Messico entro il 2017.



l’eredità


Tutto

ciò che i possessori di QX70 amano di più del design e delle prestazioni straordinarie di questo iconico modello viene è racchiuso nella Ultimate, la versione più desiderata e desiderabile del grosso SUV di casa Infiniti. La QX70 si è calata nel ruolo di SUV e la versione Ultimate aggiunge un pizzico di “glamour” in ogni aspetto, compresi gli ambiti puramente tecnici. Una vettura dal cuore e dall’anima sportiva come una coupé ma in grado di farsi strada e di inserirsi a perfezione e senza sforzo alcuno nella quotidianità della sua clientela. “La QX70 ha da tempo conquistato una lunga schiera di acquirenti alla ricerca di un modello unico che sappia distinguersi e la Infiniti QX70 Ultimate è stata progettata per rispondere ai bisogni e ai desideri più esclusivi di un’utenza sempre più esigente” ha dichiarato François Goupil de Bouillé, Vice Presidente di Infiniti per Europa, Medio Oriente e Africa. Oltre a mantenere i tratti distintivi, il design audace e inconfondibile e le tecnologie tipiche della popolare QX70, la versione Ultimate propone sottili modifiche progettuali posteriori

e anteriori, incluso un nuovo splitter anteriore ed un paraurti posteriore con fari fendinebbia integrati. Inedite finiture cromate scure anteriori e posteriori enfatizzano le prestazioni tecniche, in tipico stile espressivo di QX70, mentre i nuovi cerchi in lega da 21 pollici color antracite distinguono ulteriormente il modello Ultimate e le nuove luci diurne contribuiscono ad una maggiore presenza su strada. Anche gli interni della Ultimate contribuiscono a distinguere il modello dalla concorrenza in modo altrettanto caratteristico. Si fanno notare le lucide finiture laccate in nero le cuciture viola e morbida pelle: da tutto l’abitacolo traspira un senso di lusso esclusivo e garanzia del comfort per cui la QX70è nota. Alla versione Ultimate sono abbinate le più efficienti motorizzazioni: il potente 3.7l a benzina e il superlativo V8 da 5 litri per 390 cavalli. Tutti sono abbinati ad un cambio automatico a 7 velocità con levette di comando al volante, utili per guidare in scioltezza ed in totale sicurezza. Un unico difetto potrebbe essere la reattività con cui la potenza si scarica a terra: se gli chiedete molto il motore 3.7 risponde… e i suoi 320 cavalli si sentono tutti, in modo persino troppo brusco.


l’eredità

Il Controller INFINITI permette di gestire tutti i servizi tecnologici attraverso una serie di comandi pratici e intuitivi, per avere sempre tutto a portata di mano. Il sistema è stato ideato per rispondere alle esigenze di chi è alla guida e permette di interagire con le varie funzioni nella maniera più pratica, ossia ruotando un selettore, interagendo con il touch screen, con i pulsanti o persino adoperando i comandi al volante

Si tratta di un’auto sportiva imponente, il cui peso importante è bilanciato da un’ottima coppia ed un efficiente sistema a quattro ruote motrici, capace di distribuire la potenza sui due assi sino ad una suddivisione al 50% quando se ne presenta la necessità. Inoltre il ripartitore elettronico di frenata, regola il grado di pressione applicata su ruote anteriori e posteriori per migliorare le prestazioni in fase di frenata e ridurre l’effetto «affondamento» del muso. La QX70 Ultimate assicura agilità di percorrenza ed ottima risposta in qualsiasi condizione di marcia ed in ogni tipo di percorso stradale garantendo una guida dinamica e piacevole quanto lo è il design della vettura. Nel corso del nostro test abbiamo però rilevato che, nonostante l’eccellente insonorizzazione, su alcuni tipi di asfalto la rumorosità data dal rotolamento degli pneumatici può diventare fastidiosa. Ricca di personalità e di tecnologie, la nuova QX70 Ultimate è comunque una vettura che vi sorprenderà per l’agilità, la facilità di guida e pure i consumi che, se non si esagera, restano sufficientemente parchi.



l’eredità


Infiniti Motor Company ha avuto il suo miglior mese di vendita ad aprile conquistando un nuovo record nei primi quattro mesi dell’anno. Infiniti ha venduto 17.578 veicoli globalmente ad aprile, con un incremento del 12% rispetto allo scorso aprile. Nel quadrimestre Infiniti ha venduto 84.947 veicoli a livello mondiale, un aumento del + 16% rispetto allo scorso anno e un record di vendita annuale, senza precedenti. In Italia Infiniti si conferma un marchio in crescita anche nel mese di aprile (+6,25%) e, anno su anno, conquista un incremento del 150%


l’ereditĂ

In alcune circostanze di collisione posteriore, il sistema frontale Active Head Restraint del sedile anteriore si sposta in avanti per fornire un supporto ammortizzante alla testa. Inoltre la QX70 è equipaggiata con airbag anteriori supplementari a due fasi, airbag supplementari montati all’interno dei sedili anteriori e a tendina montati sul tetto, con sensore di ribaltamento per proteggere dagli impatti laterali



ad azionamento elettrico ete divisoria ccorso con triangolo di emergenza

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QX70 GT Premium

QX70S

QX70S Premium

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QX70 5.0

TIPO DI RIVESTIMENTO ■■ –– ■■ ■■ ■■ ■■ ■■

Infiniti ha recentemente distribuito una prima immagine della QX80 Monograph, uno studio di design che esplora il lusso di alto livello confermando l’intenzione del marchio di sviluppare ulteriormente la sua posizione nel segmento dei SUV di grandi√√ dimensioni. √ La nuova concept combina √ √ √ il lusso con una presenza imponente, e dimostra gli alti livelli di spazio e di utilità per i quali la vettura di produzione QX80 è rinomata. Progettata nel Centro Stile di Atsugi, in Giappone, QX80 Monograph è la massima espressione del design futuristico dei SUV premium e illustra come il design di Infiniti QX80 potrebbe evolversi

o (non (non disponibili disponibili con con rivestimento rivestimento Wheat) Wheat)

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a regolazione regolazione elettrica elettrica sedile sedile del del conducente, conducente, del del volante volante ee degli degli specchietti specchietti retrovisori retrovisori

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ciolo ciolo centrale centrale azioni azioni elettriche elettriche azioni azioni elettriche elettriche 8 8 regolazioni regolazioni elettriche elettriche one one elettrica elettrica del del contenimento contenimento laterale laterale della della seduta seduta dello dello schienale schienale (solo (solo conducente), conducente), allungamento allungamento manuale manuale

angolo angolo di di emergenza emergenza

SIONI

QX70 QX70 3.7 3.7

QX70 QX70 GT GT // QX70 QX70 GT GT Premium Premium

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QX70S QX70S Design Design

Pelle Pelle

Pelle Pelle

Pelle Pelle

Graphite Graphite (G) (G) Java Java (P) (P) Wheat Wheat (C) (C) Graphite Graphite (G) (G) Java Java (P) (P) Wheat Wheat (C) (C) Graphite Graphite (G) (G)

Tipo Tipo di di rivestimento rivestimento (Codice) (Codice)

COLORE VERNICE

QX70S QX70S // QX70S QX70S Premium Premium

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Codice Codice

Tipo Tipo

Black Black Obsidian Obsidian

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GAC GAC

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TIPO DI INSERTI Legno Legno d’acero d’acero rosso rosso

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Laccati Laccati neri neri ee alluminio alluminio

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QX70 3.7

COLORI E INTERNI ■■

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QX70 QX70 5.0 5.0

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1.680 con mancorrenti sul tetto

OTORI/VERSIONI

QX70 GT

l’eredità

QX70S Design

aggio nel sedile posteriore

2.885 2.885 4.865 4.865 Tutte Tutte le le dimensioni dimensioni sono sono indicate indicate in in mm. mm.


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LISTINO PREZZI PREZZI MODELLI

Consumo carburante stimato 1 l/100 km

QX70

LISTINO PREZZI Urbano

P R E Z Z I M O D E LLI

QX70 GT 3.7 QX70 GT Premium 3.7 QX70S 3.7 QX70S Premium 3.7 5.0 QX70S Design 3.7

Consumo carburante stimato 1 l/100 km Urbano QX70 GT 3.7 QX70 GT Premium 3.7 QX70S 3.7 QX70S Premium 3.7 5.0 QX70S Design 3.7

Emissioni di CO 21 g/km

16,8

9,4

Prezzo chiavi in mano2

Prezzo netto

Prezzo IVA 22% inclusa

Extraurbano Combinato

Extraurbano Combinato

44.855,45

54.730,00

55.730

9,4

12,1

282

49.568,57

60.480,00

61.480

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12,6

293

47.339,06

57.760,00

58.760

17,4 19,2

9,8 10,2

12,6 13,5

293 316

52.052,17 60.150,53

63.510,00 73.390,00

64.510 74.390

17,4

9,8

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293

52.789,88

64.410,00

65.410

54.730,00

55.730

16,8

12,1

282

49.568,57

60.480,00

61.480

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47.339,06

57.760,00

58.760

17,4 19,2

9,8 10,2

12,6 13,5

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52.052,17 60.150,53

63.510,00 73.390,00

64.510 74.390

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64.410,00

65.410

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Potrebbe non rappresentare i reali risultati di guida (variabili a seconda dello stile di guida, delle condizioni di guida, della presenza di optional e di altri fattori). Esclusa Imposta Provinciale di Trascrizione (I.P.T.).

2

Prezzo chiavi in mano2

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44.855,45

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Prezzo IVA 22% inclusa

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Emissioni di CO 21 g/km

Potrebbe non rappresentare i reali risultati di guida (variabili a seconda dello stile di guida, delle condizioni di guida, della presenza di optional e di altri fattori). Esclusa Imposta Provinciale di Trascrizione (I.P.T.). S E RV I Z I O P E R S O N A LI Z Z ATO

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DATI TECNICI

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QX70 3.7

QX70 5.0

Benzina V6 3.696 cc 235 kW (320 cv) a 7.000 rpm 360 Nm a 5.200 rpm Cambio automatico controllato elettronicamente a 7 marce con modalità manuale e levette di comando in magnesio. L’algoritmo di adeguamento della guida del conducente rileva lo stile di guida e regola il cambio automatico conseguentemente. La modalità manuale offre la possibilità di cambiare in maniera sequenziale Trazione integrale intelligente (AWD – All-Wheel Drive) Euro 6 b

Benzina V8 5.026 cc 287 kW (390 cv) a 6.500 rpm 500 Nm a 4.400 rpm Cambio automatico controllato elettronicamente a 7 marce con modalità manuale e levette di comando in magnesio. L’algoritmo di adeguamento della guida del conducente rileva lo stile di guida e regola il cambio automatico conseguentemente. La modalità manuale offre la possibilità di cambiare in maniera sequenziale Trazione integrale intelligente (AWD – All-Wheel Drive) Euro 6 b

233 km/h 6,8 s

240 km/h 5,8 s

16,8 l/100 km2 / 17,4 l/100 km3 9,4 l/100 km2 / 9,8 l/100 km3 12,1 l/100 km2 / 12,6 l/100 km3 282 g/km2 / 293 g/km3

19,2 l/100 km 10,2 l/100 km 13,5 l/100 km 316 g/km

MOTORE Tipo di carburante Cilindri Cilindrata Cavalli Coppia Cambio

Trazione Emissioni

PRESTAZIONI Velocità max 0–100 km/h Consumo carburante stimato1 Urbano Extraurbano Combinato INFINITI Touring Emissioni di CO21

INFINITI MANOVRABILITÀ

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CAPACITÀ E PESO Peso a vuoto Volume bagaglio Capacità serbatoio

2.012 kg 410 litri 90 litri

2.120 kg 410 litri 90 litri

0,35 x 2,71 4.865 mm 2.134 mm 1.680 mm 2.885 mm 1.635/1.640 mm

0,35 x 2,71 4.865 mm 2.134 mm 1.680 mm 2.885 mm 1.635/1.640 mm

DIMENSIONI Esterno Coefficiente di resistenza aerodinamica Lunghezza totale Larghezza totale con specchietti Altezza totale con mancorrenti sul tetto Passo Larghezza carreggiata anteriori/posteriori 1 2 3

Potrebbe non rappresentare i reali risultati di guida (variabili a seconda dello stile di guida, delle condizioni di guida, della presenza di optional e di altri fattori). Con cerchi in lega leggera da 20", 5 doppie razze. Con cerchi in lega leggera da 21", 6 razze.

#ca


checorse www.enricozanarini.com

la NOTA di ENRICO

Fotografie Chris Owens


La 500 Miglia di FERNANDO di Enrico Zanarini

Il solo annuncio della partecipazione di Alonso alla 500 Miglia di Indianapolis ha avuto un’eco clamorosa, il successo mediatico dei rookie test ha poi superato ogni logica aspettativa. Non c’è nulla da fare: gli americani sono ancora i maestri del marketing applicato allo sport!


la 500 Miglia di Fernando


Sono

appassionato di sport motoristici da molto tempo e sono anche un grande fan di Fernando Alonso si dai suoi trascorsi in Renault. Abbiamo rispetto e stima reciproca per l’un l’altro: a me piace il pilota, a lui piace il manager. Alonso è da poco diventato mio vicino di casa a Lugano e spero di poter passare un po’ più di tempo con lui, da amici, lontani dal paddock. Sono stato molto contento di sentire che parteciperà alla 500 miglia di Indianapolis e mi sono congratulato con lui poco dopo l’annuncio della sua decisione. Amo le Indycar. Ho passato 5 anni in America a seguire le gesta di Thomas Scheckter, il figlio più giovane di Jody, un contendente di buon livello nella serie a stelle e strisce. Durante quegli anni ho assistito di persona a tutta la trafila richiesta dalla Indycar per i rookie (i debuttanti), che Fernando ha appena concluso. In sostanza si tratta di una serie di “step” che comprendono la familiarizzazione


la 500 Miglia di Fernando


con la vettura e un vero e proprio test sul catino di Indianapolis. Posso assicurarvi che questa parte è decisamente noiosa: al rookie test non succede nulla di rilevante. E’ una semplice tornata di prove libere riservate ad un debuttante, come un giro attorno al quartiere il giorno prima dell’esame per la patente, no? Noioso? Per me si… ma non per quei DUE MILIONI di appassionati che hanno guardato il debutto di Alonso in streaming. Questa incredibile cifra di telespettatori raggiunta a metà settimana dovrebbe regalare un paio di dritte a Liberty Media, i nuovi proprietari della Formula 1. Dritta numero 1: il motorsport dovrebbe essere distribuito in maniera professionale ed essere disponibile ampiamente sui social media e in streaming. Dritta numero 2: la mancanza di intrattenimento nella Formula 1 di oggi sposta l’attenzione verso altre categorie dello sport, dove le gare sono COMBATTUTE e dove è sempre presente il PERICOLO. E’ stato lanciato un forte messaggio in questi giorni. Grazie FERNANDO!!!


la 500 Miglia di Fernando



la 500 Miglia di Fernando


“E’ stato divertente! Al momento tutto sembra andare bene, ma adesso è il momento di iniziare con le cose serie…” ha dichiarato un entusiasta Fernando Alonso al termine del test detto Rookie Orientation Program”. Al volante della sua Dallara portata in pista dal team “McLaren-Honda-Andretti” lo spagnolo ha superato questo “esame” in solo 51 giri, senza mostrare incertezze. Dopo un intero giorno di preparazione passato al simulatore Alonso ha preso confidenza con la vettura e la pista in modo graduale, migliorando giro dopo giro. Alla fine del test Fernandop aveva completato ben 110 giri, con la punta velocistica di 222,548 miglia orarie. “Penso che sia stato un buon modo per iniziare a guadagnare velocità – poi detto – all’inizio era veramente iddificle raggiunfgere la velocità massima. Ma i successivi “stint” sono stati meglio, non per la velocità ma per l’esperienza di accumulare giri su giri. Bisogna imparare a trovare le line migliori, cambiare, scalare, capire che marcia usare nelle curve… Il simulatore è abbastanza realistico, ricavi la prima impression di come dovrebbe andare. Ma la macchina “vera” ti offre un feeling assolutamente unico,,, quando devi Affrontare una curva in pieno non è come sul silmulatore!”

#ca


checorse

Il mondiale turismo tra presente e futuro

BOP

LA MADRE DI TUTTE LE REGOLE

di


Vittorio Gargiulo

FRONT PAGE

Alessandro Mariani, Team Principal del team Honda nel Mondiale Turismo, ci accompagna a scoprire i misteri del “Balance of Performance”, il principio di “bilanciamento” tra vetture diverse, che non finisce di far discutere


bop, la madre di tutte le regole

BoP

non è un indice di borsa come a prima vista potrebbe apparire. E’ una sigletta che da anni indica uno dei principi portanti delle corse automobilistiche in tutto il mondo, il Balance of Performance, ovvero il tentativo di bilanciare per regolamento le prestazioni di vetture diverse tra loro. Il che di per se sembrerebbe un contraddizione clamorosa: se le corse devono premiare le migliori prestazioni perché mai bilanciarle per regolamento? Perchè dovrei penalizzare chi è più bravo e favorire chi va più piano? A prima vista nulla di più antisportivo… a prima vista… “Da ingegnere il Balance of Performance non mi piace, non mi piace… però nelle corse non vale solo il punto di vista dell’ingegnere, vanno valutati tanti aspetti. E’ in realtà l’unico sistema che di questi tempi permette di allestire campionati interessanti, in quanto oggi i costruttori non possono permettersi di investire soldi senza avere la concreta possibilità di essere competitivi”. Alessandro Mariani, Team Principal della squadra Honda nel Mondiale Turismo (WTCC)

Chi parla così è Alessandro Mariani, senza dubbio uno degli “ingegneri da corsa” italiani di maggiore esperienza. Milanese (seppur nato a Roma), ha consumato innumerevoli suole lungo le pit lane di mezzo mondo, maturando esperienze spesso vincenti in F.3000, in Formula 1, nel DTM e nel Mondiale Turismo (WTCC) ove oggi guida il team JAS, da anni ormai “braccio armato” ufficiale di Honda. Mariani (tra l’altro amministratore delegato, nonché socio, di JAS) è quindi una di quelle persone che delle corse sa tutto o quasi, un vero libro aperto, che mescola ricordi personali ad una competenza di primissimo livello. “Vediamo cosa accade in GT3, e in parte nel TCR – prosegue Mariani – Il BoP permette di aprire il mercato “racing” a macchine molto diverse tra loro, che alla fine riescono a correre con prestazioni simili. Ne consegue che invece di avere due/tre vetture dominanti (che hanno magari caratteristiche tecniche di base favorevoli) riusciamo ad vedere in pista oltre dieci auto differenti in GT3 e sei/sette in TCR. Alla fine vincono i team migliori e i piloti più veloci… certamente dal punto di vista ingegneristico è una limitazione, cambiano i dati del problema… ma non si spendono cifre folli per rincorrere chissà quali sottigliezze tecniche. Riassumendo mi sento di dire che in linea generale il BoP non mi piace… ma penso che sia un passo totalmente obbligato e la realtà lo conferma: alla gara Blancpain GT di Monza c’erano una cinquantina di auto, al debutto del TCR tedesco oltre 40 vetture… quindi


La Honda di Monteiro precede una Citroën e una Volvo durante gara 2 a Monza, domenica 30 aprile FOTO GREGORY LENORMAND-DPPI

L’argentino Esteban Guerreri con la sua Chevrolet Cruze in Marocco FOTO PAULO MARIA-DPPI


bop, la madre di tutte le regole

Il pilota svedese Ted Bjork, uomo di punta della squadra Volvo FOTO PAULO MARIA-DPPI



bop, la madre di tutte le regole

il BoP funziona, ci sono tantissimi campionati nel mondo che vivono bene grazie a questa regola. Le competizioni sono più attraenti e vedere gare combattute fa sicuramente bene all’automobilismo”. Ma non sarebbe più giusto e semplice regolamentare, a priori, classi e categorie per vetture già simili per caratteristiche tecniche, invece che accettarne di molto diverse e bilanciarle a posteriori? “L’ultima categoria che mi ricordi veramente equilibrata nel turismo risale alla fine degli anni novanta, si chiamava SuperTursimo. Ricordo che nel “97 eravamo a correre in Germania e c’erano in pista una dozzina di marchi differenti. Non c’era il BoP ma si zavorravano sistematicamente i vincitori, a mio parere una soluzione peggiore. Perché devo zavorrare il pilota che ha vinto e che è andato più forte con la stessa macchina di altri? E’ profondamente ingiusto.

Contatto a Monza tra la Honda dell’ungherese Michelisz e la Citroën del maricchino Bennani

E’ preferibile invece un BoP che interviene sulle caratteristiche della vettura, come nel WTCC oggi, con regole e calcoli ben precisi che tendono a pareggiare le prestazioni”. Ma quella delle zavorre è una abitudine che resiste tuttora… “E’ vero, accade ancora perché il BoP viene inserito nel regolamento tecnico dei campionati ma poi nel regolamento sportivo gli organizzatori fanno degli aggiustamenti… e comunque c’è sempre un rovescio della medaglia. Mi spiego: nel WTCC, che ci vede oggi in prima linea, può accadere che si vada un po’ più piano per evitare che la formula matematica del regolamento ti penalizzi poi con pesanti zavorre… è accaduto, ad esempio, in Marocco, dove era impossibile superare e non aveva senso spingere più di tanto. Non è il massimo, però quella che lega i tempi sul giro alle zavorre è una formula matematica presente nel regolamento FIA, tutti la conosciamo, tutti l’abbiamo accettata”. Possiamo quindi dire che il BoP di oggi è molto più scientifico e quindi attendibile… “Certo. Una volta le penalità venivano assegnate in modo molto opinabile… oggi con le telemetrie la FIA controlla tutto, conosce tutti i parametri di funzionamento dei motori, ha tutti i dati utili. Alla fine il Bop attuale è molto più preciso e molto più equo”.


Recentemente la nuova Honda Civic Type R ha stabilito un nuovo tempo di percorrenza sul circuito di Nßrburgring Nordschleife per le vetture a trazione anteriore. Il 3 aprile 2017, il prototipo ha completato il giro su questo circuito di fama mondiale in 7 minuti e 43,8 secondi. Questo eccezionale record sul giro è stato conquistato nella fase finale del programma di collaudo del modello, con pista asciutta. Il prototipo che ha realizzato questa performance era assolutamente di serie ma, per motivi di sicurezza, era stato installato un roll bar integrale. Il peso aggiuntivo della gabbia è stato compensato rimuovendo temporaneamente il sistema di Infotainment e i sedili posteriori


bop, la madre di tutte le regole

Ma per un concorrente vedere i propri sforzi, i propri valori tecnici, penalizzati per essere bilanciati ad altri meno veloci non è frustrante? “Si, ma facciamo anche un altro ragionamento. Se nel GT3, ad esempio, dovesse essere dominante la McLaren o la Ferrari tutti comprerebbero una Ferrari e avremmo griglie quasi “monomarca”. Al contrario oggi il GT3 è bello perché ci sono moltissimi marche in pista”. Venendo al WTCC, oggi ci sono poche macchine in pista, come vedi il futuro di questa serie? La soluzione potrebbe essere adottare il regolamento TCR, più accessibile e meno costoso? “La FIA ha da pochi giorni deciso di riservare il Campionato Europeo a vetture con regolamento TCR. E’ un fatto molto positivo. Ricordiamo che il TCR è nato perché i campionati nazionali turismo erano in agonia, in quanto le vetture con regolamento WTCC sono inavvicinabili per i privati… vedo molto favorevolmente questo passo della FIA”. I privati sono quasi scomparsi dal WTCC ma anche i costruttori sono sempre meno… “I costruttori hanno molte opzioni, molti campionati a cui rivolgersi e spesso le de-

cisioni seguono logiche commerciali. Va tenuto presente l’innegabile successo che sta avendo la classe TCR, sono nati moltissimi campionati nazionali e molte marche sono presenti. Ora sta alla FIA fare le valutazioni del caso e decidere. Personalmente io avrei fatto di tutto per attirare almeno uno o due nuovi costruttori nel WTCC con questo regolamento, che per le case ufficiali è ancora il top. Hai parecchia libertà tecnica, quindi una macchina estrema, ma devi usare le tecnologie e le scelte tecniche di base della macchina di serie. E’ un bel regolamento… anche se il problema resta comunque quello di avere più vetture e più case al via: di questo passo nel futuro dell’automobilismo (Formula 1 a parte) vedo solo la Formula E e gare per clienti privati”. E per l’ibrido che prospettive ci sono? “Tre anni fa avevamo fatto uno studio approfondito sull’ibrido nel WTCC, avevamo preparato un kit con Magneti Marelli… ma si stava rivelando un ulteriore fonte di costi e i team privati si sarebbero cacciati in un vero ginepraio tecnico. Penso ad un sviluppo dell’ibrido nelle corse solo nel momento in cui il mercato sarà decisamente orientato verso questa tipologia, allora sarà automatico. Ma non è per nulla facile regolamentare l’ibrido, soprattutto se devi restare legato alle vetture di produzione, che adottano spesso sistemi differenti tra loro”.


Ton Chilton (Citroën) precede il gruppo durante la vittoriosa gara 1 a Monza

FOTO FRANCOIS FLAMAND-DPPI

FOTO GREGORY LENORMAND-DPPI

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cheleggenda

One Lake, ONE CAR


Per la prima volta aperto al pubblico il concorso Villa d’Este Style ha incantato sul lungolago di Cernobbio con le straordinarie Alfa Romeo 6C 2500SS Villa d’Este


One Lake, One Car


Quest

’anno per la prima volta questa esclusiva “reunion” (giunta alla sesta edizione) ha previsto un momento dedicato al pubblico e ha avuto gioco facile… con migliaia di appassionati e curiosi letteralmente incantati sull’incantevole riva del lago di Como, in Piazza Risorgimento a Cernobbio. Ormai abituale appuntamento di fine aprile, il “Villa d’Este Style” non va confuso con il Concorso di Eleganza Villa d’Este (fine maggio), organizzato ormai da molti anni con mano teutonica (e un occhio al business) dagli uomini di BMW. Al Villa d’Este Style si respira decisamente più passione e meno esibizione, una passione che le splendide Alfa Romeo che portano il nome del luogo stesso non smettono mai di trasmettere. Questo evento si prefigge appunto di radunare alcuni dei rarissimi esemplari di Alfa Romeo 6C 2500SS Villa d’Este ancora esistenti al mondo e che è stato ideato e


One Lake, One Car


promosso dall’omonimo hotel sul Lago di Como, conosciuto in tutto il mondo come simbolo di raffinata ospitalità. “Negli anni abbiamo offerto ai proprietari di questo rivoluzionario modello la possibilità, unica al mondo, di incontrarsi, scambiare esperienze e ammirare reciprocamente le proprie vetture” commenta Giuseppe Fontana, Vice Presidente del Gruppo Villa d’Este che, nel 2011, ha inserito nella sua collezione di opere d’arte anche un esemplare di questa Alfa Romeo. “L’apertura al pubblico del Villa d’Este Style, condividendo la bellezza di questi rari gioielli automobilistici con gli appassionati delle quattro ruote, ha avuto un riscontro estremamente positivo. Questo ci lusinga molto e non fa che sottolineare l’unicità dell’evento” gli fa eco Danilo Zucchetti, Direttore Generale di Villa d’Este Hotels. Oltre all’Alfa Romeo di proprietà dell’Hotel, la sesta edizione del raduno ha visto presenti altri due esemplari del rarissimo modello


One Lake, One Car


prodotto tra il 1950-51 che nel 1949 vinse la “Coppa d’Oro Villa d’Este” all’ultima edizione del Concorso d’Eleganza. Si tratta di una vettura mitica, che grazie soprattutto a uno stile irripetibile, realizzato dalla Carrozzeria Touring, ha segnato una nuova era nella storia del design automobilistico italiano, fatto di leggerezza e grazia, rappresentativo dell’atmosfera che si respirava nei primi anni del dopoguerra e delle eccellenze del Paese. All’incontro 2017 hanno partecipato anche un’Alfa Romeo RLSS del 1925 e un’Alfa Romeo 6C 2500SS cabriolet carrozzata Pinin Farina. “La collaborazione con Alfa Romeo è sempre stata importante nei quasi novant’anni di storia della Pininfarina sia nello stile che nei progetti industriali – ha commentato Paolo Pininfarina Presidente dell’omonima società – Per suggellare la nostra vicinanza a questo evento dedicato al Marchio del Biscione abbiamo aderito con piacere alla richiesta di Villa d’Este Style 2017 di esporre anche alcune coppe di Nino Farina facenti parte della nostra Collezione”.


One Lake, One Car


Inoltre da segnalare, grazie alla partnership con il Museo Alfa Romeo, la presenza di un’ospite davvero speciale quale la monoposto Alfa Romeo Tipo 158, da tutti conosciuta come “Alfetta”, trionfatrice nel primo Campionato Mondiale di Formula 1 del 1950. Protagonista indiscussa delle piste di velocità dal 1938, la 158 rappresentava il cuore sportivo del Portello di quell’epoca. Una volta l’anno questa manifestazione “riporta a casa” tutte le Coupé che a questa location devono i loro natali ed il loro nome e il commento finale spetta a Marco Makaus, Project Manager dell’iniziativa Villa d’Este Style e del Registro di queste meravigliose Coupè: “A conclusione di questa giornata, è stato un piacere vedere come all’entusiasmo dei partecipanti si sia aggiunto anche quello del pubblico presente sul lungolago di Cernobbio, a dimostrazione di come l’Alfa Romeo sia sempre una delle case automobilistiche più amate” .

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cheleggenda

Lo stand “Rosso Alfa” con alcune delle più belle creature da corsa degli ultimi 30 anni

Verona sempre più

“LEGEND”


Verona Legend Cars 2017 ha registrato 35mila visitatori in tre giorni. Il salone dedicato all’esposizione e vendita di 1.350 auto d’epoca, componentistica e ricambi ha saputo richiamare circa diecimila appassionati in più rispetto alla seconda edizione del 2016


verona sempre più “legend”

Le Lancia Beta 20 HP del 1911 e Aurelia GT B20 del 1957

Se

vi fosse capitato di passare da Verona (precisamente dalla Fiera di Verona) domenica 7 maggio avreste potuto godere di uno spettacolo unico, appassionante, forse addirittura più entusiasmante di quanto gli organizzatori stessi si aspettavano. Le tribune erano gremite all’inverosimile per i quarti di finale, le semifinali e la finalissima della prima edizione della “Sfida dei Campioni” che vedeva il grande ritorno in pista di grandi miti dei rally del passato. I veterani li chiamano, ma una volta in pista mostrano i vizi di sempre: accelerato giù e sguardo da lupo. Sono i campioni capitanati da Miki Biasion: Markku Alén, Francois Delecour, Lucky Battistolli, Piero Liatti, Piero Longhi e la promessa Fabio Andolfi. C’era anche Juha Kankkunen, ma si è limitato fare il tifo a causa di una lieve indisposizione. La gara si è disputata su tre giri di un tracciato di circa un chilometro, nervoso ma divertente, ricavato tra i padiglioni della Fiera. I quarti di finale hanno visto correre le Abarth 695 Rally, le semifinali le blasonate “vecchiette” Lancia Delta Integrale e Lancia Rally 037, mentre le finali sono state disputate a bordo di fiammanti Abarth 124 Rally. Al termine è stato Piero Longhi ad aggiudicarsi l’edizione 2017 della Sfida dei Campioni. Secondo gradino del podio a Piero



verona sempre più “legend”

Liatti e terzo posto per il francese Francois Delecour.

Dall’alto: Juha Kankkunen in compagnia di Miki Biasion; Marku Alen sulla O37 e Piero Longhi, vincitore della Sfida dei Campioni

L’innegabile il successo della rassegna veronese, tra le molte spiegazioni, ha certamente avuto questa apertura al settore sportivo, con i rally, le sue auto e i suoi piloti ma è stato l’evento suo complesso a uscire vincitore in questa terza edizione: “Verona Legend Cars si è chiusa nel migliori dei modi – ha dichiarato Carlo Baccaglini, organizzatore della kermesse – e il pubblico entusiasta è stato per noi la miglior soddisfazione. In tre anni questa fiera è cresciuta come se ne avesse fatti dieci. La passione per l’heritage e il rombo dei motori della Sfida Dei Campioni hanno costotiutio un mix che ha funzionato e che ha creato anche nuovi stimoli per la prossima edizione. Verona in questi tre giorni è diventata la capitale dell’heritage grazie anche alla passione di tanti attori entusiasti come i club veronesi federati ASI, Aci Verona, il Museo Nicolis e Veronafiere”. “Il 40% in più di visitatori rispetto alla precedente edizione indica che il Salone ha imboccato la strada giusta per rendere Verona un importante riferimento nazionale per la cultura dell’auto d’epoca e non solo – commenta Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – Oltre a ciò la novità rappresentata dal mondo del rally con i suoi campioni ha contribuito fortemente al successo


La Lancia 037, in pista nelle mani dei campioni di un tempo, protagonisti della “Sfida dei Campioni�


verona sempre più “legend”

In alto: una delle primissime Alfa Romeo Giulia in dotazione alla Polizia con le insegne del “113”, e la Ferrari 250 GT di proprietà del Museo della Polizia

di quest’anno, ma restano fondamentali sia il vantaggio di quartiere fieristico in grado di ospitare anche una pista da gara di 1 chilometro, sia il contributo di un territorio fortemente legato ai motori e alle auto storiche in particolare. Veronafiere conferma così la propria vocazione anche ad eventi spettacolari per il pubblico che vanno da auto, moto e bici fino a cavalli e modellismo”. Tra le altre grandi attrazioni di Verona Legend Cars vanno ricordati anche i raduni, tra i quali segnaliamo il SL Classic Club, che debuttò proprio a Veronanegli anni scorsi ed è ritornato quest’anno con i suoi modelli di punta: dal progetto R129 a ritroso fino alle gloriose Mercedes 190 SL, le mitiche Pagoda e le intramontabili R107. Raduno anche per il Club Peschiera Motori che ha mostrato oltre 40 modelli di diverse epoche e marche, mentre il Gruppo Vicenza Cars and Coffee, che riunisce appassionati italiani e personale americano delle basi di Vicenza e Aviano, ha portato una ventata di stile americano. Tra i padiglioni altri gioielli del passato con i modelli del Registro Italiano Fiat e dei Club Officina Ferrarese, Veteran Car Club Padova e Alfa Special. La Scuderia Jaguar Storiche ha infine festeggiato dieci anni di attività, con una rassegna di altissimo livello.



verona sempre più “legend” Tra le curiosità presenti a Verona una menzione la merita il pulmann che publicizzava l’iniziativa “Discover Ferrari & Pavarotti Land”. Si tratta di un tour turistico che porta alla scoperta delle eccellenze modenesi, a partire dai due Musei Ferrari (Maranello e Casa Ferrari a Modena) sino alla casa museo di Luciano Pavarotti, a cantine di Lambrusco e alle acetaie dove si rinnova il mistero dell’Aceto Balsamico più famoso del mondo… e accanto al pulmann, diremmo quasi “ovviamente”, una Ferrari Formula 1…

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chebella

Studio di una berlina compatta di alta gamma

nuova

generazione


Foto Road & Track / DW Burnett

FRONT PAGE

Con il Concept A Sedan, recentemente presentato in anteprima mondiale al Salone dell’auto di Shanghai, Mercedes-Benz guarda alla prossima generazione di vetture compatte e ad una potenziale nuova tipologia di carrozzeria


nuova generazione


Chi

l’ha detto che le berline a quattro porte sono finite? Che non sono “cool”, che sono vecchie e pure un po’ ammuffite? Ora Mercedes sfida questa corrente di pensiero con il Concept A Sedan, che va a stuzzicare i concorrenti proprio in questa tipologia di vetture, da noi magari un po’ in affanno ma sempre sugli allori in mercati iper-pesanti come quello cinese. Con il suo design pulito, che alterna superfici accentuate a linee e giunture ridotte, questa showcar è allo stesso tempo ‘hot and cool’. La scultura ‘Aesthetics A’ lo aveva del resto preannunciato: la futura generazione di vetture compatte segna l’inizio di un’interpretazione ancora più emozionante della filosofia di design caratterizzata dalla limpida sensualità. “Quando le nervature e le linee si riducono al minimo, restano la forma e il corpo e bisogna avere il coraggio di seguire l’essenziale - ha affermato Gorden Wagener, Responsabile design di Daimler - con le sue proporzioni perfette e le superfici sinuose, la futura generazione di vetture compatte ha il potenziale per inaugurare una nuova era del design.” “Il successo delle nostre compatte dimostra il grande consenso raccolto dall’attuale generazione” - ha dichiarato invece Britta Seeger, responsabile Vendite di Mercedes-Benz - siamo assolutamente certi di poter proseguire nel nostro piano e aggiungere nuove pagine a questa storia di successo.”

E infatti la generazione attuale di vetture compatte ha contribuito in modo significativo ad incrementare il successo e a ringiovanire più che mai l’immagine del marchio tedesco, facendo conseguire nel 2016 il sesto anno record consecutivo. Dal 2012 sono stati venduti nel mondo oltre due milioni di vetture compatte. Oltre al linguaggio formale moderno, alle innovazioni nei sistemi di assistenza alla guida, alla connettività e al piacere di guida, un ulteriore fattore decisivo per il successo è stata la varietà di cinque modelli diversi tra loro: Classe A, Classe B, CLA, CLA Shooting Brake e GLA. Il Concept A Sedan è lungo 4.570 mm., largo 1.870, alto 1.462 e presenta le proporzioni dinamiche di una berlina premium, in stile coupé e al contempo compatta. Merito del classico design a tre volumi, con sbalzi ridotti soprattutto nella coda e la parte superiore della vettura che si presenta piatta arretrata.


nuova generazione



nuova generazione


La scultura strutturale, ricca di dettagli di carattere tecnico, si contrappone all’immagine sinuosa degli esterni: il cosiddetto “stimulating contrast” rappresenta uno dei sei pilastri su cui si fonda il design di Mercedes-Benz. Altre caratteristiche tipiche di questo concept berlina sono il montante posteriore relativamente verticale, i finestrini laterali ampi e la linea di cintura alta. Dal canto loro i passaruota pronunciati, con arco ridotto, mettono in risalto gli esclusivi cerchi da 20”, mentre con il look ‘Aerowheel’ sportivo (con superficie strutturata tra le razze) il cerchio in lega leggera comunica un inedito livello di eccellenza tecnica. Le maniglie delle porte della showcar sono soprendentemente a filo con la carrozzeria, mentre i retrovisori esterni, interpretati in chiave moderna, sporgono dalla linea di cintura. L’incisivo frontale esprime grande carattere, grazie soprattutto alla mascherina Panamericana bassa e inclinata in avanti, dotata di inserti cromati verticali e Stella centrale, nonché al cofano motore allungato con powerdome. Non passa inosservata nemmeno l’ampia presa d’aria inferiore con griglia a rombi e modanatura decisa in cromo scuro. I fari, dotati di sopracciglio tipico del marchio e struttura a griglia all’interno, conferiscono alla vettura uno sguardo accattivante, rendendola inconfondibile. La struttura a griglia nei fanali è rivestita con una vernice UV e viene illuminata con una luce ultravioletta; in questo modo il faro ‘bril-

la’ di colori diversi a seconda della funzione di illuminazione selezionata: le luci di marcia diurne, ad esempio, risultano bianche. Questa singolare tecnologia delle luci trova impiego anche nella coda: anche la decisa grafica delle luci di posizione posteriori assume l’aspetto di una scultura strutturata. Seguendo l’evoluzione di questa filosofia di design, le linee e le giunture nella coda sono state ridotte. Il paraurti posteriore, in contrasto con la verniciatura, presenta una sezione inferiore (che ricorda un diffusore) lasciata nera e un inserto cromato che accentua la larghezza e sottolinea la posizione di prestigio della vettura. Le mascherine dei terminali di scarico integrate sono realizzate in cromo scuro. Altre caratteristiche degne di nota di questa showcar pronta all’uso su strada sono infine la vetratura oscurata per tutti i cristalli, a favore della privacy, e l’ampio tetto panoramico in vetro.


nuova generazione

Con la nuova Classe S, presentata anch’essa al salone di Shanghai, debuttano diverse nuove motorizzazioni: un sei cilindri in linea in versione diesel e benzina e il nuovo V8 biturbo a benzina. Inoltre, è previsto un modello ibrido plugin con autonomia elettrica di circa 50 chilometri. Il modello di punta di Mercedes-Benz compie inoltre un ulteriore, grande passo avanti verso la guida autonoma, portando l’Intelligent Drive ad un livello ancora superiore. Il sistema di assistenza attivo alla regolazione della distanza DISTRONIC e il sistema di assistenza allo sterzo attivo supportano il guidatore in modo ancora più confortevole, aiutandolo a mantenere la distanza di sicurezza e a sterzare; la velocità viene ora regolata automaticamente nelle curve o prima degli incroci


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Maserati presenta la Ghibli Nerissimo in edizione limitata

Lanciata la recente Salone di New York, questa creatura della Casa del Tridente sarĂ prodotta in 450 esemplari, riservati in esclusiva per il mercato USA e Canada


nerissimo

Ogni

Ghibli Nerissimo avrà un badge posizionato sulla console centrale a indicare che è una dei soli 450 esemplari prodotti per questa edizione limitata e riservata al mercato nordamericano. Presentata la recentissimo Salone di New York, la Ghibli Nerissimo è una vettura dal look ricercato, sottolineato dal colore nero della carrozzeria che ne ha ispirato il nome. L’allestimento “Nerissimo” sarà disponibile nelle versioni Ghibli da 350 cavalli e Ghibli S da 410 cavalli (entrambi a trazione posteriore) e Ghibli SQ4, da 410 cavalli con trazione integrale, mentre le dotazioni specifiche prevedono i cerchi Urano da 20” con finitura nero lucido, così come in colore nero sono le maniglie delle porte, la cornice delle vetrature laterali e i dettagli della calandra, nonché gli interni in pelle estesa con cuciture a contrasto rosse. Completano l’allestimento sedili e volante sportivi, palette del cambio solidali al piantone dello sterzo, la pedaliera sportiva in acciaio, le finiture interne Dark Mirror e le pinze freno di colore rosso.

Ogni versione di Ghibli Nerissimo sarà inoltre equipaggiata dal sistema Blind Spot Alert di serie, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, funzione “Remote Start”, per accendere il veicolo a distanza; incluso nell’equipaggiamento standard delle versioni “S” e “SQ4” è presente l’impianto stereo premium Harman Kardon da 10 altoparlanti e 600 Watt di potenza. Ma, come ogni Maserati che si rispetti, la Nerissimo non è solo lusso ed esclusività ma è anche, o soprattutto, un tripudio di potenza e prestazioni. Come tutte le sorelle della gamma Ghibli monta sia il motore benzina V6 Twin Turbo da 3,0 litri di produzione Ferrari con potenze da 350 a 410 cavalli, sia l’unità diesel V6 Turbo da 3,0 litri con potenze da 250 a 275 cavalli. La Ghibli SQ4 Nerissimo ha una potenza di 410 cavalli, esaltata dal sistema di trazione integrale intelligente Q4 Maserati, che assicura eccellente manovrabilità e ottimale aderenza; in questa versione la vettura ha un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi e una velocità di punta di 284 km/h.



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Maserati sotto i riflettori anche al Salone dell’Auto di Shanghai, grazie alla consegna, al suo nuovo proprietario cinese, della vettura n° 100.000 prodotta presso lo stabilimento Avv. Giovanni Agnelli Plant di Grugliasco. Si tratta di una Quattroporte GranSport MY17, caratterizzata da una vernice bianca e da interni in un’elegante color cuoio, quest’auto è dotata di cerchi Titano da 21” e pinze freno di colore rosso, una combinazione cromatica che rispecchia alla perfezione il leggendario patrimonio Maserati di eleganza e passione al servizio delle prestazioni


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Il primo veicolo 100% elettrico al Mongol Rally

ELECTRIC MONGOL

Plug In Adventures, un’associazione scozzese che riunisce gli appassionati di veicoli elettrici, ha creato una Nissan FRONT PAGE LEAF appositamente modificata per partecipare, la prossima estate al Mongol Rally, percorrendo i 16.000 km che separano il Regno Unito dalla Mongolia


electric mongol


Domenica 16 luglio partirà l’edizione 2017 del Mongol Rally. Organizzato da The Adventurists (www.theadventurists.com) questo lungo e impegnativo raid non competitivo si snoda per 16.000 km. tra le montagne, i deserti e le steppe dell’Europa e dell’Asia. Ogni team iscritto al Mongol Rally (che si svolge ogni estate a partire dal 2004) ha il compito di raccogliere almeno 1.000 sterline da destinare a opere di beneficenza; sino ad oggi, grazie a vari progetti, Mongol Rally ha raccolto la ragguardevole cifra di 5 milioni di sterline. In base al regolamento, i partecipanti devono guidare un’auto compatta con un motore di cilindrata inferiore a 1 litro per rendere la sfida ancora più ardua e spingere i piloti a interagire con le popolazioni incontrate lungo la via. Infatti non è prevista alcuna forma di assistenza stradale e i concorrenti devono cavarsela da soli. Per il 2017, The Adventurists ha accolto la proposta di iscrivere una LEAF AT-EV, che sarà la prima auto elettrica in assoluto a cimentarsi in questa non banale sfida intercontinentale, a conferma dell’impegno dell’associazione nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità. La Nissan LEAF AT-EV (veicolo elettrico allterrain) è basata su una LEAF Acenta da 30 kWh e offre un’autonomia fino a 250 km con

una sola ricarica. Le modifiche apportate hanno permesso di ottimizzare il modello di partenza per la guida nelle zone più remote del viaggio. Gli pneumatici sono i Maxsport RB3, particolarmente indicati sullo sterrato, mentre sono previste specifiche protezioni per le sospensioni e il sottoscocca. Da segnalare anche il portapacchi modificato, che consente di trasportare carichi voluminosi ed è provvisto di una barra luminosa Lazer Triple-R con 16 LED, in grado di generare 16.400 lumen supplementari a bassa tensione, opzione utilissima per illuminare i tratti più impegnativi del percorso. Il Mongol Rally non è una gara a cronometro quindi i veicoli partecipanti sono progettati cercando di offrire il massimo comfort sulle lunghe distanze e i ritocchi apportati agli interni di LEAF AT-EV si sono concentrati in particolare sulla riduzione di peso a fronte di un aumento della capacità di carico.


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La zona riservata a conducente e passeggero non è stata alterata mentre la fila posteriore dei sedili e le cinture di sicurezza posteriori sono state rimosse per alleggerire la struttura di 32 kg. Nel bagagliaio hanno trovato spazio anche un estintore e un kit di primo soccorso. Le modifiche di LEAF AT-EV sono state affidate a RML Group, azienda britannica leader nella progettazione di veicoli ad alte prestazioni, molto conosciuta nel mondo delle competizioni automobilistiche. “Il Mongol Rally è la sfida più impegnativa che abbiamo mai affrontato a bordo di un veicolo elettrico – ha dichiarato Chris Ramsey, leader di Plug In Adventures - ma è da anni che la stiamo pianificando. Più ci sposteremo verso oriente, più dovremo confrontarci con punti di ricarica limitati e con terreni difficili da percorrere. Nissan LEAF è stata la scelta perfetta. Oltre a essere un’auto che conosciamo molto bene e che abbiamo sempre trovato affidabile, di-

spone della più capillare rete di ricarica rapida in Europa. In più, è compatibile con le spine Commando da 240v, perciò potremo caricare le batterie e continuare a guidare anche nelle zone più isolate, dove non ci saranno colonnine per la ricarica rapida. Ricordiamoci poi che valore di questa esperienza risiede soprattutto nelle difficoltà del percorso - ha proseguito Ramsey - non nell’arrivare a destinazione il prima possibile. Non vediamo l’ora di partire e… di raccontare i vantaggi dei veicoli elettrici a chi incrocerà il nostro cammino in tutti i Paesi che attraverseremo”. Chris ha in programma di effettuare soste lungo l’itinerario per promuovere i veicoli 100% elettrici ai residenti delle nazioni che attraverserà. E grazie alla piattaforma What3Words sarà in grado di segnalare i punti delle reti di ricarica non ancora registrati, per consentire ai conducenti di veicoli elettrici che passeranno in futuro da una data regione di sapere con precisione dove fermarsi. Gareth Dunsmore, Direttore Veicoli Elettrici di Nissan Europe, ha dichiarato in merito: “Dal lancio di Nissan LEAF nel 2010, i nostri clienti hanno percorso complessivamente oltre tre miliardi di km, risparmiando più di 500 milioni di kg. di emissioni di CO2. Tra tutti i proprietari di Nissan LEAF, pochi hanno saputo dimostrare come Plug In Adventures che i veicoli elettrici non sono adatti solo ai brevi spostamenti quotidiani. Non possiamo che apprezzare questa nuova e ambiziosa sfida su quattro ruote a zero emissioni e augurare ai nostri un’esperienza sicura e divertente”.


Prefiggendosi l’obiettivo di veicoli a zero emissioni e zero incidenti fatali su strada, Nissan ha recentemente annunciato la sua visione di “Mobilità Intelligente”. Ideata per guidare l’evoluzione dei prodotti e della tecnologia Nissan, questo approccio a 360° al futuro della mobilità permetterà di indirizzare le decisioni critiche dell’azienda sulle motorizzazioni delle vetture, su come si guidano e come si integrano nella società


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Fondata da Chris Ramsey nel 2011, Plug In Adventures nasce dalla passione per l’avventura e per i veicoli elettrici. Dal suo quartier generale in Scozia, il team si propone di coinvolgere il pubblico in originali attività di varia natura volte a sostenere la mobilità a zero emissioni. L’associazione non è nuova alla guida a questo genere di sfide: nell’aprile del 2016, ad esempio, con una LEAF 30 kWh parteciparono alla North Coast 500, la “carovana” che percorre tutta la strada panoramica circolare lunga 830 km che attraversa le Highlands, considerata la “Route 66 scozzese”


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