Giannini 350GP anniversario
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
15
Giugno 2017
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Subaru WRX STI Nuova Mazda6 Sebastien Loeb a ruota libera
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
15
Giugno 2017
checosac’è #chedire? 5
• Nel complesso non c’è male…
#chefoto 6 #cheroba 18 • Turisti fai da te? - VIDEO • Questa Ferrari?... un tavolino
#chemacchina 38 • Mazda 6 • Subaru WRX STI
#chebella 66 • Giannini 350GP Anniversario • BMW Serie 8 Concept - VIDEO
#checorse 94 • Il senso di Seb per le corse
#chestoria 106 • Audi vs Suzuki: duello lunare - VIDEO
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chedire
Nel complesso non c’è male… di Vittorio Gargiulo
Recentemente presentata a Milano, la ricerca “Il Car Sharing in Italia: soluzione tattica o alternativa strategica?”, condotta da ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici) e dalla società di consulenza strategica Bain & Company, ci ha consegnato dati sorprendenti… e positivi. Lo studio definisce e profila le caratteristiche, le prospettive e l’impatto del car sharing sulla mobilità all’interno della nostra rete stradale urbana (in gran parte disastrata, ma questa è un’altra storia). I dati registrati a fine 2016 parlano di un fenomeno in grande sviluppo in diverse realtà d’Italia: 1.080.000 tessere di iscrizione (+70% sul 2015), 6.270.000 noleggi (+33%) e una flotta di 6.000 veicoli (+33%). FRONT PAGE Il servizio di car sharing è quindi sempre più diffuso ed è utilizzato come strumento di mobilità, oggi ancora saltuario, in alternativa alla vettura di proprietà e al trasporto pubblico. L’utente tipo è un pendolare che utilizza il car sharing per raggiungere il lavoro, senza preferenze particolari per operatori o modelli ma verificando la disponibilità del veicolo più vicino. Pare inoltre che, grazie all’auto condivisa, quasi due utenti su dieci abbiano già rinunciato alla vettura di proprietà, che presen-
ta costi di gestione più onerosi rispetto al car sharing per percorrenze annue medio/basse, vale a dire sotto i 9.000 chilometri circa. Non sappiamo in verità quanto sia attendibile l’affermazione di ANIASA che “ogni auto condivisa tolga dalla strada fino a nove vetture in proprietà”, fatto sta che questo fenomeno, nato tra il generale scetticismo (ma qual è la novità che in Italia non sia accolta da scetticismo?) sta prendendo piede con una rapidità insospettabile e inusitata. Ma le notizie positive non finiscono qui. Si è infatti tenuto in maggio il 1° Napoli Motorshow”, che ha riscontrato un grandissimo successo di pubblico, inserendo prepotentemente il capoluogo partenopeo tra le città protagoniste della scena automotive. E che dire di Torino e del Salone Parco Valentino? Più che una grande successo una grande conferma. Alla terza edizione il patron Andrea Levy e il suo team possono dire di aver vinto una bella scommessa e di aver riportato l’automobile al centro della vita e del dibattito cittadino. E già si annuncia il Motor Show di Bologna, in cerca di ulteriore rilancio. A parte le risibili polemiche sulla proprietà del marchio “motorshow”, l’evento vive e si appresta a giocare nuovamente un ruolo di promo piano durante la stagione invernale. Nel complesso non c’è male…
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La Lancia Aprilia 1937 e la Lancia Aurelia B24 Spider 1955 sono state tra le vetture piĂš ammirate in assoluto alla rievocazione della Mille Miglia dello scorso maggio
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FRONT PAGE
La Jaguar XE SV Project 8 è la nuova sportiva Collector’s Edition della “Special Vehicle Operations”. Avrà una produzione limitata a 300 unità e, grazie a un propulsore 5,0 litri V8 da 600 CV, sarà la più potente Jaguar stradale di sempre
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Spinta dalla manina guantata la vecchia Audi quattro anni 80� ha letteralmente preso il volo ‌
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Al Concorso di Eleganza Villa d’Este di fine maggio l’Abarth 1000 Record Pininfarina ha ottenuto sia il Trofeo ASI per la miglior vettura del dopoguerra e la menzione speciale nella categoria
chefoto L’estone Ott Tanak, coadiuvato dal navigatore Martin Jarveoja, ha portato al successo la Ford Fiesta della M Sport in un durissimo Rally d’Italia sulle strade della Sardegna (9/11 giugno) Fotografia Jaanus Ree - Red Bull Content Pool
chefoto Si sta facendo davvero “calda” l’estate per Lewis Hamilton: il duello con Sebastian Vettel e la Ferrari sta prendendo quota per la felicità dei fans di tutto il mondo. Quest’anno in Formula 1 oltre al fumo c’è anche tanto arrosto...
#ca
cheroba
FINISCE MALE IL CAMPEGGIO DI RICCIARDO E VERSTAPPEN Fotografie Philip Paltzer/Red Bull Content Pool
TURISTI FAI DA TE…
turisti fai da te ...
Cosa
succede quando aggiungi un numero di gara a un paio di malandate roulotte e le dipingi con i colori del tuo team di Formula 1? Aggiungi vere gomme da Formula 1 e, già che ci sei, falle trainare da un paio di Aston Martin Vanquish. Poi mescola bene le componenti, spingi il tutto al limite… è così che ottieni caos puro, divertimento ai massimi… e fai davvero felici quei ragazzacci di Daniel e Max. “Non sapevo se sarebbe stata una cosa molto tranquilla, giusto per fare qualche foto, o se ci saremmo divertiti. Fortunatamente ci siamo divertiti… e molto - ha dichiarato Ricciardo - in un certo senso è come se a un bambino regali delle caramelle. Ne vuoi sempre di più, così noi abbiamo continuato a spingere finche’ non abbiamo perso le roulotte e… siamo scoppiati a ridere”. Il video è stato prodotto da Red Bull in vista del Gran Premio d’Austria del 9 Luglio sulla bella pista di Zeltweg. L’Aston Martin Vanquish è capace di raggiungere i 100 km/h in soli 3,8 secondi grazie ad una potenza di 576 cavalli. E certamente Ricciardo non l’ha risparmiata… Dal canto suo Max Verstappen (che era invece al volante di una Aston Martin Vanquish S Volante, capace di una velocita’ massima di 323 km/h) ha fine giornata ha riassunto così la strana esperienza: “Eravamo piuttosto sicuri che avremmo distrutto le roulotte. Non l’ho fatto apposta…ma ho cominciato a sbandare un po’ e poi ho visto nello specchietto che la roulotte era su una ruote sola!”
turisti fai da te ...
turisti fai da te ...
turisti fai da te ...
#ca
cheroba
Automotive Fine Arts Society
Questa Ferrari?
... un tavolino
Le Ferrari-tavolino di Dave Chapple
Quando l’automobile diventa ispirazione per opere d’arte decisamente inusuali. Queste le ultime interessanti creazioni di un gruppo di artisti americani
questa Ferrari? ... un tavolino
Prendete una scultura che rappresenta una Ferrari Formula 1, fatela a fettine, come per sezionarla, e appoggiateci sopra una grande lastra di vetro. Ecco fatto: la Ferrari è diventata un tavolino. E perché non trasformare una splendida Ford GT in una panchina? Blasfemo? Forse… ma certamente si tratta di operazioni di grande inventiva, in grado di regalarci oggetti a loro modo molto affascinanti.
Questi oggetti d’arte (più che arredi veri e propri) fanno parte della prolifica produzione di Dave Chapple, scultore americano da anni tra i maggiori esponenti di AFAS, che significa Automotive Fine Arts Society. Si tratta di una associazione composta da un piccolo gruppo di artisti americani, appassionati di automobili e che dell’automobile hanno fatto la loro principale Musa ispiratrice. Quadri, sculture ma anche oggetti e pezzi di arredamento.
Altre due opere di Dave Chapple: la panchina Ford GT e un grande bassorillievo raffigurante una Porsche 917
questa Ferrari? ... un tavolino
Il minimo comune denominatore è l’automobile, declinata in mille modi e situazioni, trasfigurata, idealizzata. L’associazione è stata fondata nel 1984 da un gruppo di sei pittori, da allora molti altri artisti si sono aggiunti, sino agli attuali trentadue. E’ del 1988 invece la nascita del loro periodico/catalogo chiamato “Automotive Fine Art” che dal 2010 viene pubblicato solo online (www.afasjournal.com ). Ogni anno AFAS organizza due grandi mostre, la prima ad Amelia Island (Florida) e la seconda a Pebble Beach (California) in occasione dei due importantissimi Concorsi di Eleganza. Queste mostre, molto frequentate e apprezzate da pubblico e collezionisti, hanno avuto e hanno tutt’ora sponsor di alto livello, quali Nissan, Lincoln, Mercedes Benz e Mazda, segno inequivocabile che alle grandi Case automobilistiche il gioco sta più che bene. Questa bella Porsche si deve alla mano di Jay Koka, costo dell’opera 1.450 dollari
Toni decisamente “art deco� in questo dipinto di James Dietz
questa Ferrari? ... un tavolino
Due magnifiche tele di Dennis Brown
Una Cadillac appare in uno dei quadri che Howlin Wolf ha dedicato al mondo del blues
questa Ferrari? ... un tavolino
Molto costose le sculture di Richard Pietruska: attorno ai 7.000 dollari la Cobra, oltre i 10.000 la Ferrari
Non si ispirano invece ad auto reali queste due piccole opere di Tony Sikorsky
chemacchina
L’ultima versione della Mazda 6
Mazda6 2017 è un’ammiraglia costruita a misura d’uomo, concepita asseconando un concetto che pone l’uomo al centro dello sviluppo dell‘auto e basato sulla “Skyactiv Technology”, la filosofia ingegneristica che è riuscita a coniugare prestazioni eccezionali e un comportamento di guida esaltante con un bassissimo impatto ambientale
FRONT PAGE
ritorno al futuro
Se
esiste una Casa automobilistica a suo modo “fuori dal coro“ questa è Mazda. In un mercato il cui panorama non offre molti spunti con moltissime marche e modelli allineati a standard di contenuti e qualità assai simili Mazda ha semrpe cercato di differenziarsi, offrendo una proposta alternativa sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista estetico. Cade proprio in questi giorni infatti il cinquantesimo anniversario del lancio della Mazda Cosmo Sport, un’elegante e raffinata due posti che segnò l’inizio di una tradizione di innovazione, di divertimento di guida e successo sportivo spinto e supportato da una tecnologia unica. Nel lontano 1967, Cosmo Sport fu infatti la prima vettura in tutto il mondo alimentata da un motore a doppio rotore.
Conosciuta al di fuori del Giappone come 110S, fu anche la prima vettura sportiva di Mazda, fornendo il DNA successivamente rinvenibile in modelli leggendari come Mazda RX-7 e Mazda MX-5. Anche se ne furono prodotti solo 1.176 esemplari, Cosmo Sport è stato un modello decisivo per Mazda e la sua storia, sancendo definitivamente la sua trasformazione da produttore di autocarri e piccole auto a marchio caratterizzato da un approccio non convenzionale all’ingegneria e al design. Gli ingegneri della Mazda dovettero superare svariati ostacoli per rendere il motore rotativo commercialmente valido, testando prototipi di Cosmo Sport su centinaia di migliaia di chilometri prima dell’introduzione sul mercato. Decine di aziende, tra cui importantis-
simi produttori di automobili, avevano firmato accordi di licenza con NSU per sviluppare la nuova tecnologia tedesca, solo Mazda riuscì realmente ad avere successo. Dopo aver sviluppato il potenziale del motore rotativo per raggiungere livelli di prestazioni equivalenti a motori a pistone molto più grandi e pesanti, Mazda ha poi continuato a produrre quasi 2 milioni di veicoli a motore rotativo, raggiungendo anche un notevole successo nel settore delle competizioni automobilistiche. La RX-7 dominò la sua classe nei campionati IMSA degli anni ’80, ma il maggiore successo di Mazda in pista giunse 1991, quando una Mazda 787B alimentata da un propulsore a quattro rotori da 2,6 litri e 710 CV, si affermò nentemeno che alla 24 Ore
di Le Mans. Fu quella la prima vittoria di un marchio asiatico a le Mans ma l’edizione “91 è passata alla storia soprattutto perché il rotativo Mazda è rimasto l’unico motore non convenzionale ad aver mai vinto la famosissima gara francese. Questa volontà di provare nuove strade rimane ancora oggi sinonimo di Mazda. Questo approccio ha generato, ad esempio, le tecnologie SKYACTIV. La gamma SKYACTIV, che comprende, piattaforme, carrozzerie e altre tecnologie motoristiche che si trovano in ognuno degli odierni modelli Mazda, riesce attraverso le numerose innovazioni tecnologiche ad ottenere una straordinaria combinazione di prestazioni e efficienza. E la nuova, efficiente e sensuale edizione 2017 della Mazda6 non fa eccezione.
ritorno al futuro
Lo
studio sistematico e completo di tutto ciò che consenta agli occupanti la miglior fruizione dell’esperienza di viaggio a bordo del veicolo, sia in termini di piacere di guida che di comfort, è il mantra della Casa di Hiroshima: la chiamano filosofia di progettazione umanocentrica. E basta avere tra le mani la Mazda6 versione 2017 per qualche giorno per convincersi che tutto ciò non è solo un concetto figlio del marketing ma qualcosa di vero e palpabile. Nella Mazda 6 la filosofia umano-centrica si concretizza in un abitacolo piacevolmente accogliente, una posizione di guida rilassata per evitare l’affaticamento e in una serie di tecnologie di sicurezza attiva quale il GVectoring Control (GVC). Garantendo un controllo integrato del motore, trasmissione e telaio, questo sistema esalta quella sensazione che in Mazda chiamano Jinba Ittai (la fusione ideale tra cavallo e cavaliere nel tiro con l’arco) e che costituisce il tratto distintivo di tutti i modelli della casa di Hiroshima. Con un approccio innovativo, il G-Vectoring Control (GVC) utilizza il motore per migliorare la risposta del telaio e, con esso sia la tenuta che il comfort di marcia. Si tratta di un innovativo sistema in grado di variare la coppia del motore in base all’input dello sterzo, controllando in tal modo le forze di accelerazione e decelerazione sia laterali che longitudinali, per ottimizzare il carico verticale su ogni ruota.
Il G-Vectoring Control produce una forza di decelerazione all’ingresso di una curva per trasferire il carico sulle ruote anteriori al fine di ottenere una tenuta e una reattività migliore, ripristinando la coppia di accelerazione quando l’angolo di sterzata è costante per sostenere la stabilità, trasferendo il carico sulle ruote posteriori Il risultato è un netto miglioramento della trazione, una piacevole sensazione di tenuta, un aumento del piacere di guida: il veicolo si comporta così come vuole il conducente, richiedendo meno correzioni di rotta indipendentemente dale condizioni della strada, anche durante le manovre di emergenza. Trattandosi di un sistema basato su un software, non appesantisce in alcun modo la vettura (ciò soddisfa la maniacale passione degli ingegneri Mazda per il contenimento dei pesi, altrimenti noto come la “strategia del grammo”). E’ questa una strategia fondamentale per Mazda perché in un futuro prossimo se non si risolverà vantaggiosamente la complicata equazione tra prestazioni, consumi ed emissioni, la guida perderà gran parte del suo divertimento. Oltre a ciò da rilevare che i montanti anteriori MacPherson e le sospensioni posteriori multi-link garantiscono una marcia più tranquilla e fluida grazie alla struttura speciale di ammortizzatori anteriori e posteriori e alle forme ottimizzate dei bracci inferiori anteriori. La gamma motori di Mazda6 2017
ritorno al futuro
mantiene l’ampia scelta di propulsori che ha caratterizzato in passato questo modello: le due unità a benzina SKYACTIV-G 2.0 da 165CV e SKYACTIV-G 2.5 da 192 CV e le due unità diesel da 150 e 175 cavalli del noto ed apprezzato SKYACTIV- D 2.2 abbinato a cambio automatico o manuale. La maggior parte delle combinazioni integrano la tecnologia i-ELOOP, l’innovativo sistema di rigenerazione dell’energia in frenata, mentre la tecnologia i-stop di spegnimento al minimo è di serie su tutti i motori. Le station wagon a gasolio sono anche disponibili con il sistema di nuova generazione a trazione integrale i-Activ AWD. Sul motore SKYACTIV-D 2.2 diesel common-rail si è provveduto ad affinarne il funzionamento con l’aggiunta di 2 nuovi dispositivi per aumentare la reattività della vettura e ridurre la rumorosità del motore. Questa bella (ma bella davvero) berlina è infatti estremamente precisa nell’erogazione della potenza in fase di accelerazione grazie all’ High-Precision DE Boost Control che in parole povere significa controllo di precisione della pressione di sovralimentazione del turbo. Detto sistema migliora il controllo della pressione della turbina e consente regolazioni più precise della quantità di carburante da iniettare. Ciò si traduce in una eccellente risposta all’input dell’acceleratore, in ogni condizione di guida: città, autostrada ma anche su
Per le motorizzazioni SKYACTIV-G è previsto di serie un pulsante che permette di scegliere tra due diverse modalità di utlizzo: quella “sport”, in particolare, consente scalate più veloci e una coppia maggiore in risposta alla pressione sul pedale dell’acceleratore
ritorno al futuro
una impegnativa strada di montagna. Il sistema permette di erogare la coppia in modo veloce e accurato non appena si inizia a premere sull’acceleratore, consentendo un’accelerazione fluida, assolutamente priva di strappi e vibrazioni. La seconda novità è rappresentata dal Natural Sound Smoother già visto su Mazda3 1.5 diesel che riduce rumorosità e battiti tipici del motore diesel grazie ad un ammortizzatore dinamico posto nello spinotto del pistone. Al miglioramento della silenziosità del motore si aggiunge anche un miglioramento complessivo dell’insonorizzazione del corpo vettura, con l’adozione di guarnizioni porta migliorate, materiali fonoassorbenti aggiuntivi nel sottoscocca e finestrini laterali anteriori laminati per sopprimere la rumorosità aerodinamica. A bordo, gli interventi per aumentare la qualità percepita della vettura si sono focalizzati sull’ambiente di guida comprendendo un nuovo volante dal design rinnovato, un ACTIVE DRIVING DISPLAY (heads-up display Mazda) con una maggiore risoluzione e grafica a colori per una maggiore leggibilità alla luce diversa le condizioni, un nuovo display TFT LCD a colori da 4,6 pollici con grafica arricchita. Il sistema integrato di connettività degli smartphone ai veicoli Mazda, MZD Connect* si connette allo smartphone dell’utente,
consentendo le funzioni di Bluetooth®, e-mail, SMS e navigazione, nonché riconoscimento vocale e vivavoce permette di utilizzare in tutta sicurezza una serie di contenuti mobili gratuiti in auto. Le rifiniture di lusso per gli interni, con elementi cromati per le parti che entrano a contatto con le mani (ad es. il cassettino portaoggetti e l’interruttore del riscaldamento dei sedili posteriori) riflettono il posizionamento nell’area di mercato premium della Mazda6 2017. Per gli esterni, considerato il successo riscontrato in passato dal design di questa vettura, gli interventi si sono limitati ad un ritocco della gamma colori ora arricchita di una nuova tonalità di grigio, il Machine Grey. Ma Mazda6, da sempre, è anche stata una vettura che ha fatto della sicurezza attiva un fiore all’occhiello ed il modello 2017 non fa eccezione, offrendo al pubblico la completa gamma completa di tecnologie di sicurezza attiva i-ACTIVSENSE. Fra queste ora annoveriamo la funzione di riconoscimento dei segnali stradali Traffic Sign Recognition (TSR) che fornisce sull’ ADD della vettura avvisi su segnaletica stradale e limiti di velocità (avvertendo il conducente in caso di superamento degli stessi) ed un rinnovato sistema intelligente di frenata in città (Advanced SCBS), che ora utilizza una telecamera anteriore ampliando così il range d’intervento del sistema per rilevare gli altri veicoli.
Il primo museo Mazda in Europa (l’unico al di fuori del Giappone) ha aperto al pubblico il 13 a Augusta, in Germania. Il Mazda Classic Car Museum, progetto del concessionario locale “Auto Frey” con il supporto della filiale tedesca, mette in luce i quasi 100 anni di sfida delle convenzioni. Il cuore di questa struttura è costituito dall’esposizione di 45 Mazda “vintage” commercializzate in passato in Europa insieme ad altri modelli disponibili solo fuori del vecchio continente, provenienti dalla vasta collezione privata della famiglia Frey
ritorno al futuro
ritorno al futuro
La Mazda 787B è la prima e sola automobile giapponese ad aver vinto la 24 Ore di Le Mans. Accadde nel 1991 e quel successo (piloti Herberth, Weidler e Gachot) è passato alla storia anche perchè ottenuto con un motore a pistoe rotante, tecnologia innovativa e rivoluzionaria che Mazda coltivava da molti anni. La 787B era una vettura di Gruppo C (la classe regina di allora) spinta da un motore rotativo quadrirotore da oltre 700 cavalli. A causa del cambio di regolamento tecnico il 1991 fu l’ultimo anno in cui furono ammessi al via della 24 ore i propulsori rotativi. Da allora la macchina è esposta al Museo Mazda di Hiroshima
scheda tecnica PRESTAZIONI / RISPARMIO ENERGETICO Motore Trasmissione 0-100km/h Velocità massima Consumo carburante (sec.) (km/h) (km/h) (l/100km) SKYACTIV-G 2.0 (145 CV) Manuale a sei marce 9.5 208 5.5 Automatico a sei marce 10.5 207 6.0
Emissioni di CO2 (g/km)
SKYACTIV-G 2.0 (165 CV) (NO mercato ITA)
Manuale a sei marce Automatico a sei marce
9.1 10.1
216 209
5.9 5.9
135 135
SKYACTIV-G 2.5 (192 CV)
Automatico a sei marce
7.8
223
6.3
148
SKYACTIV-D 2.2 (150 CV)
Manuale a sei marce 9.1 Automatico a sei marce 9.8
210 204
3.93 4.8
1043 127
SKYACTIV-D 2.2 (175 CV)
Manuale a sei marce Automatico a sei marce
223 216
4.5 4.8
119 127
2
7.9 8.4
DIMENSIONI Berlina
129 139
Station wagon
Tipo di carrozzeria Monoscocca Monoscocca Porte 4 4 + portellone Lunghezza totale mm 4.865 4.800 Larghezza mm 1.840 1.840 Altezza totale mm 1.450 1.4801 Capacità al copribagagliaio, a sedili post alzati l 480 522
MOTORI SKYACTIV-G 2.0
(145 CV)
Tipo motore
I4 DOHC 16 V
Cilindrata (cm ) 3
Alesaggio x corsa (mm) Trasmissione albero a camme Iniezione carburante Rapporto di compressione Controllo emissioni
SKYACTIV-G 2.0 SKYACTIV-G 2.5 (165 CV) (192 CV) I4 DOHC 16 V
SKYACTIV-D 2.2 SKYACTIV-D 2.2 (150 CV) (175 CV)
I4 DOHC 16 V
I4 DOHC 16 V
I4 DOHC 16 V
1,998 1,998 2,488 2,191 2,191 83.5 x 91.2
83.5 x 91.2
89.0 x 100.0
86.0 x 94.3
86.0 x 94.3
Distribuzione Distribuzione Distribuzione Distribuzione Distribuzione a catena a catena a catena a catena a catena Iniezione diretta
Iniezione diretta
Iniezione diretta
14.0:1
14.0:1
13.0:1
Catalizzatore a tre vie
Catalizzatore a tre vie
Catalizzatore a tre vie
Iniezione diretta
Iniezione diretta
14.0:1
14.0:1
Catalizzatore ad Catalizzatore ad ossidazione e DPF ossidazione e DPF
Potenza max 107 (145) / 121 (165) / 141 (192) / 110 (150) / 129 (175) / (kW (CV)/gmin) 6,000 6000 5700 4500 4500 Coppia max 210/ 210/ 256/ 380/ 420/ Nm / gmin 4000 4000 3250 1800-2600 2000 Capacità serbatoio (l) Cambio
62
62
6AT/6MT 6AT/6MT
62
62 (52*)
62 (52*)
6AT
6AT/6MT 6AT/6MT
#ca
chemacchina
Una spettacolare immagine della Subaru di Travis Pastrana durante il Susquehannock rally, chiuso al secondo posto
Subaru WRX STI
L’ICONA
Ancora oggi protagonista della scena sportiva internazionale è il simbolo delle auto sportive Subaru, in grado di offrire prestazioni esaltanti accoppiate a una facilità di guida sorprendente, il tutto nella massima sicurezza
l’icona
Travis
Pastrana è un personaggio difficile da descrivere, impossibile da definire, certamente “unico”. C’è che dice che Pastrana sia una “piccola enciclopedia” di ortopedia… ed è cosa vera: nel corso della sua lunga carriera sono più le ossa, le articolazioni e le cartilagini che Travis ha distrutto che non quelle che abbia lasciato intatte. E le cicatrici di ventitue (22!) operazioni chirurgiche lo testimoniano abbondantemente. Nato a Annapolis (Maryland) l’8 ottobre 1983, Pastrana è un pilota assolutamente fuori dagli schemi, un vero “drogato” della sfida, il testimone vivente che il gusto, in fondo, è nel cercare sempre e comunque di superare il proprio limite. Travis è passato alla storia per aver per primo tentato (e portato a termine) le figure più pericolose ed estreme del motocross freestyle, facendo collezione di medaglie ai famosissimi X Games. Ma ha anche vinto bauli di gare di motocross e, una volta stanco delle due ruote (e forse della quantità industriale di fratture che era riuscito a mettere assieme) decise di passare alle quattro ruote. Rally dapprima, a partire dal 2003, ma poi anche NASCAR e Rallycross. Un personaggio del genere sembra lontano anni luce dal concetto di “sicurezza” ed invece così non è, anzi. Teniamo anzitutto presente che i balzi incredibili compiuti dai campioni di free-style sono il risultato di una maniacale cura dei dettagli, di prove infinite e correzioni continue.
Il pericolo, negli sport motoristici, è una costante e la “sicurezza” ne è l’immagine allo specchio, il fotogramma in negativo. Pertanto la ricerca della massima sicurezza è quindi qualcosa con cui un “matto” come Pastrana ha sempre dovuto confrontarsi. Giusto per non farsi mancare nulla il nostro uomo, il 26 settembre del 2007, si è buttato da un aeroplano senza paracadute. Ma la cosa era stata preparata minuziosamente e Travis è stato poi agganciato in volo da un altro paracadutista che lo recapitato tutto intero ad Arecibo, in Porto Rico, paese di origine della sua famiglia. Sicurezza pertanto, anche e soprattutto quando si affrontano sfide estreme e sport pericolosi, come i rally. Inutile nasconderselo, passeggiare a 200 chilometri orari tra foreste e strapiombi non è la cosa più salutare e rilassante, e bisogna quindi che la garanzia di sicurezza sia alta, la massima possibile. Tutto sommato il concetto di sicurezza, quando si viaggia in automobile, è semplice da spiegare: significa tentare di limitare le conseguenza di un incidente e, soprattutto, tentare di evitare che un incidente possa accadere. Anche in questo caso prevenire è meglio di curare e i rally sono una grande palestra di prevenzione, sia per chi guida sia per gli ingeneri che devono migliorare le automobili. Ecco perché anche un personaggio come Pastrana, che ormai gareggia con Subaru da moltissimi anni nel Campionato Rally USA, è servito e serve a far crescere la sicurezza attiva e passiva della vostra Subaru.
Higgins-Drew, da tempo dominatori della scena rally americana con la Subaru WRX STI
Travis Pastrana e il suo fido navigatore Robbie Durant
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Se
cercate un’automobile morbidona, super-bella e tanto tanto docile… bene, state alla larga dalla Subaru WRX STI. Questa è una creatura ruvida, nervosa e spigolosa… ma generosa come poche altre. Si, generosa, perché se decidete che nonostante tutto è l’auto che fa per voi la WRX STI ricambierà il vostro amore senza risparmiarsi e dopo poco capirete che non è poi così complicata… basta volerle bene. WRX STI è la pro-pro-pro-nipote di una lunga dinasty di leggendarie auto da rally che hanno fatto impazzire il mondo e che tuttora dominano nei rally USA (come abbiamo accennato parlando di Travis Pastrana) e gareggiano con successo in maratone come la 24 Ore del Nurburgring. Grazie alla WRX STI la Subaru è stata la prima casa giapponese a vincere il Campionato del Mondo Rally Marche per tre volte consecutivamente (‘95, ‘96, ‘97) e il Campionato Mondiale Piloti con tre diversi conduttori: Colin McRae ‘95, R. Burns ‘01 e P. Solberg ‘03. La Subaru WRX STI oggi sul mercato è dotata di una serie infinita di diavolerie tecnologiche volte soprattutto ad garantire prestazioni, tenuta di strada e frenata favolose (senza far venire meno una discreta facilità di guida) ma pensate anche per aiutare chi guida a stare lontano dai guai.
Lo stilema predominante è l’esagono, che disegna sia le linee superiori della griglia, come quelle dei gruppi ottici, che le linee inferiori al paraurti con le prese d’aria centrali e laterali. Il tutto è sottolineato dal colore nero lucido utilizzato per definire tutti i componenti del muso. Nella parte inferiore si trovano anche le coperture dei fendinebbia che sono state ampliate e allargate verso l’esterno, per enfatizzare ulteriormente la sensazione di sportività e di potenza che ci regala l’anteriore
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La cosa che rimane più impressa al guidatore è senza dubbio il cambio: duro, preciso come un vero cambio da corsa, trasmette un senso di controllo assoluto della situazione. Al contrario, ma è la sua natura “racing” ad imporlo, la rigidità delle sospensioni diventa sovente fastidiosa… soprattutto su strade dissestate come quasi tutte le statali nostrane. Il cuore del progetto è il Symmetrical All Wheel Drive, spinto da un motore boxer sovralimentato che non finisce mai di sorprendere. Il potente motore boxer a 4 cilindri da 2,5 litri, sovralimentato con turbocompressore, è capace di sviluppare una potenza massima di 221 kW (300 CV) a 6.000 giri/min, con una coppia massima di 407 Nm a 4.000 giri/min. e gestito elettronicamente dall’SI-Drive. Il motore può essere mappato in modo diverso in funzione delle prestazioni che se ne vogliono trarre. Docile, con risposte controllate e consumi ridotti quando si viaggia in città o su fondi molto viscidi (o quando non si vuole strafare), il boxer può essere incattivito con un clic della manopola di selezione dell’SI-Drive sulla consolle centrale, quando si vuole utilizzare tutta la cavalleria a disposizione. Se poi si tende a esagerare si può inserire un ulteriore programma, che rende la risposta del motore fulminea. E’ questa una modalità che ci sentiamo di consigliare solo per un uso in pista. Il propulsore è abbinato a un cambio sportivo a sei marce che distribuisce la coppia motrice attraverso un ripartitore/differenziale
centrale a controllo elettronico (DCCD) ai due assi gestiti da due differenziali meccanici autobloccanti. Questa soluzione consente di variare l’efficacia del sistema in funzione della consistenza del fondo stradale, delle situazioni di guida e della sportività richiesta alla vettura. La distribuzione della coppia motrice di base parte da: 41% all’anteriore e 59% al posteriore. La regolazione interviene da questa posizione al blocco totale definibile in 50:50%. All’interno di queste due posizioni ci sono tutte le possibili variabili di regolazione che, per il fatto di avere un sistema elettronico, permette di avere più programmi, più sensibilità e una flessibilità funzionale in grado di aumentare l’efficacia, la trazione e la sportività della marcia. Su questa base è stato affinato un telaio molto rigido, ma con un peso ridotto, che consente di migliorare sensibilmente prestazioni assolute, motricità e tenuta in curva, come ci si aspetta da una berlina sportiva. I dischi freno anteriori sono da 17 pollici e garantiscono una frenata potente e affidabile. L’esterno della vettura è in linea con i nuovi concetti di design del gruppo Subaru: linee tese e muscolose che colpiscono già dal muso, caratterizzato da una calandra ampia e possente con disegno esagonale. Il cofano, con la caratteristica presa d’aria per l’intercooler del turbo, prosegue sul fianco attraverso dei passaruota che sono piuttosto
l’icona
allargati con una feritoia posteriore. Forte, muscoloso e possente il posteriore. In questo caso i gruppi ottici, larghi e sottili, i paraurti con estrattore da cui fuoriesce la batteria dei quattro terminali di scarico e l’iconico spoiler completano l’immagine estremamente sportiva di questa vettura. La stessa energia si trova all’interno dove il posto di guida è realizzato in funzione di tutte le esigenze del pilota. Tutto a portata di mano, funzionale e immediato. Il nero la fa da padrone, con qualche lampo di finitura metallizzato in due tonalità: la morbidezza del metallo fuso (per i listelli di finitura e i comandi al volante) e l’argento radiante per il pannello comandi centrale. E qualche flash rosso: sui sedili, super-sportivi, in pelle e Alcantara®, sulle singole manopole di regolazione, sull’illuminazione diffusa e sulla strumentazione di bordo, che presenta una scala più definita per un aspetto di maggiore precisione. Alla strumentazione tradizionale analogica con contagiri e tachimetro al centro della combinazione strumenti, illuminata in rosso in linea con l’immagine racing, si aggiunge una strumentazione molto tecnica, digitale, visibile attraverso uno schermo da 3,5 pollici LCD a colori multifunzionale. Il display relativo alla sicurezza di guida sottolinea l’impegno di Subaru nel rendere la guida il più possibile sicura. Quando il VDC (Vehicle Dynamic Control) è attivo per un eccesso di sterzo, di sotto-sterzo,
o di controllo della trazione, la ruota, o le ruote, interessate dal controllo appaiono di un colore diverso e una icona lampeggia, dando un senso reale della protezione fornita dal VDC. Da non sottovalutare infine l’impianto audio di ottima qualità (Harman Kardon). Come detto in apertura il tema della sicurezza è alla base dei progetti Subaru. Anche in questa nuova WRX STI sia la sicurezza attiva che quella passiva sono state oggetto di interventi radicali. Ad esempio è stata migliorata la visibilità anteriore con lo spostamento in avanti del montante mentre è stato eliminato il punto cieco di fronte alla porta e sono stati adottati specchietti retrovisori di dimensioni generose. Riguardo al posterire lo spoiler è stato spostato fuori dal campo visivo del guidatore. E’ stata poi integrata una nuova logica di controllo per gestire al meglio alcune situazioni pericolose. Il programma Dinamic Torque Vectoring infatti migliora la reattività in curva: il comportamento del veicolo è costantemente monitorato per un controllo flessibile di ABS (antibloccaggio controllo), TCS (motore e il controllo del freno LSD) e VDC (motore anti-slittamento e controllo del freno). Il tempo di intervento dei controlli è stato ottimizzato per garantire la massima stabilità e viene attivato il freno della ruota anteriore interna alla curva con l’intento di generare un momento d’imbardata che favorisce l’inserimento della vettura in curva.
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Al posteriore si impone una vera e propria ala rovesciata, la cui funzione stabilizzatrice è assolutamente importante ma è anche parte integrante dell’immagine di questa berlina sportiva. La sua forma, la posizione e la struttura che la sostiene sono state realizzate per ottenere il massimo in termini di deportanza (deve schiacciare a terra il posteriore della vettura in funzione della velocità) ma anche per ridurre al minimo i problemi di visibilità posteriore in relazione alle diverse stature dei piloti
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scheda tecnica
#ca
chebella
Giannini 350gp Anniversario
GRAM è un’azienda torinese di design & engineering che realizza vetture e progetti speciali. Questa incredibile Giannini 350 GP Anniversario presenta soluzioni tecniche di primissimo livello, che d’abitudine sono presenti solo nelle supercar più costose
wow!!!
I
100 anni di attività della mitica Giannini Automobili sono stati celebrati da GRAM rivisitando in chiave estrema la 500. Questa vera e propria “belva” si chiama Giannini 350 GP Anniversario ed è un vero omaggio alla cultura sportiva italiana. La 350 GP racchiude in se soluzioni tecniche di primissimo livello che sono presenti d’abitudine solo nelle supercar più costose. Potremmo azzardare che questa auto ha inventato un nuovo segmente di mercato, quello delle “super-citycar di lusso”. Le caratteristiche principali si riassumo in poche parole: trazione posteriore e motore di 1.750 cc sovralimentato centrale in allumino, capace di una potenza una potenza, regolabile dall’interno, fino a 350cv. Per garantire una elevata tenuta di strada la Giannini 350GP Anniversario adotta anche uno specifico sistema di sospensioni push-rod
(anteriori e posteriori) pluriregolabile, completamente progettato in modo da far lavorare gli ammortizzatori in compressione sotto la spinta di puntoni diagonali. Il design esterno riprende in chiave moderna i tipici stilemi e rotondità del passato ed esprime chiaramente il DNA della vettura grazie ad un mix armonico tra purezza e potenza. La carrozzeria è completamente in carbonio stampato in autoclave, mentre le generose ruote, con cerchi da 19 pollici forgiati e ricavati dal pieno, permettono di apprezzare immediatamente il prezioso sistema di fissaggio monodado. Infine l’impianto frenante Brembo a 6 pistoni e molte altre componenti tipiche delle auto da corsa, rendono la 350GP una vera supersportiva da collezione. Destinata ovviamente ad un mercato internazionale, verrà prodotta sartorialmente, con abbondante l’utilizzo di materiali tra i più innovativi e raffinati. La Giannini 350GP Anniversario sarà in tiratura limitata e destinata ai più sofisticati ed esperti collezionisti auto nel mondo, che avranno altresì il privilegio di poter configurare la propria auto secondo le proprie esigenze. Dopo la presentazione del 7 Giugno 2017 durante il Salone dell’Auto Parco del Valentino, il mini-bolide sarà il 29 Ottobre a Vallelunga, star dell’evento del Centenario di Giannini Automobili.
wow!!!
La Giannini Automobili di Roma affonda le proprie radici nel 1917, ma è nel 1920 che i fratelli Attilio e Domenico Giannini (originari di Amandola) aprono in Vicolo della Fontana una piccola officina di riparazioni meccaniche. L’attività si guadagna in pochi anni una solida reputazione, tanto da essere scelta dall’Itala per il servizio assistenza nella Capitale. Appassionati di corse, i due fratelli si dedicano presto alle preparazioni sportive e da corsa, mettendosi in luce con l’elaborazione della Itala Tipo 61 del marchese Pellegrini, vettura che si comporta egregiamente in diverse competizioni tra cui la Mille Miglia del 1927. Da allora la loro storia attraversa tutto il secolo scorso, sino a portarli negli anni “50, “60 e “70 a giocare un ruolo di primissimo piano sul mercato delle “elaborate” (sono validi concorrenti di Abarth per un paio di decenni) e nelle competizioni di vetture turismo. Nei primi Anni Ottanta, le nuove dinamiche del mercato portano a una minore richiesta dei modelli elaborati, obbligando la Giannini a un cambio di rotta verso le personalizzazioni. I modelli elaborati restano in listino fino al 1987, con punta di diamante la prestazionale Uno Turbo con motore di 903 cm3 erogante 78 CV. In seguito, la Giannini Automobili SpA sarà indotta da ragioni di mercato a cessare la produzione automobilistica, riconfigurandosi operativamente nell’ambito del service per il Gruppo FIAT, con particolare riguardo per gli automezzi ministeriali, della Pubblica Amministrazione e del parco stampa del Gruppo
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Scheda Tecnica Telaio rinforzato con fissaggi WRC Carrozzeria in carbonio in autoclave POWERTRAIN Trazione posteriore Moptore centrale posteriore trasversale Tipo 1.750 bialbero in alluminio Sovralimentato più intercooler 4 cilindri in linea e 4 valvole per cilindro Stage I 225Cv (165.5kw) Stage II 350Cv (257kw) Cambio TCT doppia frizione a secco Numero marce 6 + RM Comandi al volante e funzione Launch Control Scarico in acciaio o titanio con valvole attive SOSPENSIONI Anteriori: Push Rod Posteriori: Push Rod Ammortizzatori a doppia via regolabili Anteriori: ÖHLINS TTX 36 Posteriori: ÖHLINS TTX 36 FRENI Anteriori Brembo: dischi ventilati forati Ø 355mm, pinze a 6 pistoni contrapposti in alluminio Posteriori Brembo: dischi ventilati forati Ø 328mm, pinze a 4 pistoni contrapposti in alluminio CERCHI Cerchi in lega da 19” superleggeri forgiati e fresati dal pieno Ant: 225/35 R19 8.5J Pirelli PZero Post: 265/35 R19 10.5J Pirelli PZero Sistema di fissaggio mono-dado centrale DIMENSIONI E PESI Lunghezza: 3751mm Larghezza ant: 1887 mm Larghezza post: 1903 mm Passo 2389 mm Peso 1250 kg
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chebella
BMW Serie 8 Concept
L’essenziale
FRONT PAGE In occasione del Concorso d’Eleganza Villa d’Este di quest’anno BMW ha presentato l’affascinante Serie 8 Concept, vera essenza di una moderna coupé BMW. La concept servirà da assaggio per la nuova BMW Serie 8 Coupé, il cui lancio è in programma per il 2018
l’essenziale
Serie
8 Concept mostra nuove idee di design e di tecniche costruttive oltre ad offrire una fresca interpretazione dello stile iconico BMW: poche linee tese, che segnano chiare superfici e volumi dell’auto fortemente scolpiti. La silhouette della BMW Serie 8 Concept si estende bassa e potente sulla superficie stradale. L’interazione di un lungo cofano motore con una linea fluida del tetto conferisce dinamismo alle fiancate della vettura, mentre l’appariscente risalita della parte posteriore della concept offre una conclusione pulita alla coda, aggiungendo un altro tocco di sportività. Uno sguardo ai dettagli rivela due linee dal carattere stilizzato che creano un bordo che sembra essere formato dall’aria che si sprigiona dalle bocchette di aspirazione. Più indietro l’occhio viene attratto dai pronunciati passaruota posteriori, mentre la finitura esterna esclusivamente sviluppata nel colore Barcelona Grey Liquid, un blu-grigio con pigmenti altamente iridescenti, sfrutta al massimo l’effetto di questa tinta. Le grandi ruote (21 pollici) in lega leggera presentano un design sportivo ed esclusivo a raggi multipli che, insieme a elementi aerodinamici, generano una inconsueta profondità visiva. Una grande griglia, snelli proiettori gemelli e grandi prese d’aria disegnano un frontale sportivo. Prendendo ispirazione dalle coupé BMW degli anni passati, le due prese d’aria sono unite da una cornice ininterrotta per formare un grande elemento singolo. La griglia si allarga man mano che si dirige verso il basso, sottolineando il carattere dinamico della
l’essenziale
La diciottesima vettura della collezione BMW Art Car è stata presentata il 31 maggio presso il Minsheng Art Museum di Pechino. L’opera è frutto del genio ceativo dell’artista cinese Cao Fei, che partendo da una M6 GT3 (che tra l’altro prenderà parte alla GT World Cup a Macao in Novembre) ha dato vita ad una opera che si basa su un video, sulla vettura “black carbon” e su un’esperienza di realtà aumentata che immerge la M6 in un ambiente fatto di luci e colori inebrianti
l’essenziale
BMW Serie 8 Concept. Insieme ai proiettori ultrasottili a laser e all’interpretazione esagonale del tema “twin circular”, conferiscono al frontale un aspetto fortemente equilibrato. Le grandi prese d’aria poste lateralmente nello spoiler anteriore accentuano la larghezza e l’atteggiamento sportivo della vettura, mentre l’’elemento in fibra di carbonio tra le prese d’aria sottolinea il carattere prestazionale dell’auto. La natura particolare delle superfici domina anche nella parte posteriore della BMW Serie 8 Concept, che presenta una coda bassa e fortemente scolpita con un effetto di massima valorizzazione della larghezza. Il posteriore viene definito dal gioco tra volumi e linee che si estendono dalle fiancate e formano la sezione posteriore dell’auto. Le grandi arcate dei passaruota accennano al dinamismo di quest’a bella tedesca e fanno capire che si tratta di una trazione posteriore. Il tutto ben si coniuga con la forma affusolata della cellula passeggeri e l’ampia carreggiata. I fanali posteriori (che offrono un chiaro collegamento tra posteriore e fiancate) hanno la forma di lame ad “L” e proiettano la luce verso il posteriore, sottolineando così la larghezza dell’auto e la sua muscolarità. Il diffusore in fibra di carbonio nella parte inferiore dello spoiler posteriore aggiunge un po’ di leggerezza e un carattere sportivo al retro della vettura, laddove i terminali di scarico trapezoidali di grandi dimensioni, incorniciano la sezione posteriore. Gli interni puntano all’essenziale: la guida. Una volta al volante, il guidatore viene accolto nel tipico ambiente ristretto delle auto
l’essenziale
“Per BMW il numero 8 ha sempre rappresentato il massimo in termini di prestazioni sportive e di esclusività - spiega Harald Krüger, Chairman of the Board of Management di BMW AG - la futura BMW Serie 8 Coupé dimostrerà che le dinamiche raffinate e il lusso moderno possono convivere. Questo sarà il prossimo modello nell’espansione dell’offerta di auto di lusso e innalzerà il benchmark per le coupé in questo segmento. Allo stesso tempo, rafforzeremo la nostra rivendicazione di leadership nel segmento delle auto di lusso”
l’essenziale
sportive, le superfici e le linee confluiscono in avanti e sottolineano l’esperienza dinamica di guida. Il raggruppamento delle funzioni in strumenti di controllo, per esempio, sulla console centrale e sulle portiere, conferisce agli interni una chiara struttura grafica. Questa impressione viene valorizzata dalla morbida connessione tra la console centrale e il cruscotto, che insieme formano il nucleo dell’abitacolo. L’alta console centrale e la bassa posizione del pannello strumenti aggiungono una maggiore enfasi alla sensazione sportiva e accogliente dello spazio. Gli interni della BMW Serie 8 Concept esplorano attivamente i contrasti tra l’emozione e l’ingegneria, tra lo stile dinamico e il lusso; la loro forma suggerisce un’accentuata sportività, mentre i materiali di grande qualità emanano esclusività di alta classe. Tutti i punti di contatto del guidatore con l’automobile sono ricchi di un appeal sportivo mentre i sedili sono di conformazione snella, con struttura in fibra di carbonio e rivestimento in pelle pregiata, che li rendono il luogo perfetto per sedersi. Il volante esprime gli stessi concetti, con razze di alluminio spazzolato rivolte in avanti e pallette del cambio anodizzate in rosso. La pelle Merino in Dark Brown e Fjord White dona agli interni un’ambientazione di alta qualità e le superfici delle finiture in fibra di carbonio e alluminio lucidato a mano creano contrasti e irradiano una sensazione di sportività e alta tecnologia. Infine la leva del cambio sfaccettata e l’iDrive Controller (realizzati in cristallo Swarovski con un look di quarzo affumicato) conferiscono agli interni tocchi di finitura moderni e di gran classe.
l’essenziale
BMW Concept Series 8 rappresenta l’anteprima di un modello che BMW intende introdurre in una forma simile nel corso dell’anno prossimo. La BMW Serie 8 Coupé sarà una vera auto da sogno e porterà avanti la tradizione di successo per quanto riguarda le auto sportive di lusso
#ca
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checorse
Intervista Sebastien Loeb
Il senso di Seb per le corse di Vittorio Gargiulo
La gara del Mondiale Rallycross di Lydden Hill, sulla costa inglese della Manica, è stata l’occasione per un breve incontro con Sebastien Loeb, durante il quale il campione transalpino non si è nascosto e ci ha raccontato che oggi il rallycross e i rally…
il senso di Seb per le corse
La Peugeot 208 di Loeb è portata in gara attraverso il team svedese Hansen, per il quale corrono anche i due fratelli figli del titolare della squadra
Non
ha vinto Loeb? Ma cos’è successo? Potremmo definirlo un “uomo-leggenda”, uno di quei super-campioni che fanno più notizia quando non vincono piuttosto che quando trionfano, cosa che accade in verità quasi sempre. Del resto Sebastien Loeb ci ha abituato a salutare tutti dal gradino più alto del podio: dai rally alla pista, dai grandi raid al rallycross il pilota alsaziano non mostra di aver perso fame e motivazioni. Lo abbiamo incontrato recentemente a Lydden Hill, in occasione del round inglese del Mondiale Rallycross, serie nella quale il transalpino da un paio di anni difende i colori di Peugeot, affiancato dai velocissimi fratelli Hansen, svedesi. E dall’alto della sua invidiabile collezione di titoli mondiali, “Seb” ci ha fatto un veloce bilancio su Rallycross e Rally Mondiali.
“Il rallycross ha una buona immagine - attacca Sebastien - basta guardare le nostre gare per comprendere come questa specialità sia veramente appassionate per il pubblico. Ci sono battaglie molto “intense” in pista e penso sia una buona cosa che il controllo sui contatti tra vetture sia faccia di gara in gara più severo… anche se onestamente credo che sarà pressoché impossibile eliminare del tutto le toccate tra concorrenti.” TUTTO BENE QUINDI? “No, e personalmente la prima cosa che mi sento di criticare è il sistema di sorteggio della posizione in griglia. In queste gare molto può cambiare se parti all’esterno o all’interno, c’è una enorme differenza. Un sorteggio sfortunato può farti cominciare male il week end e a quel punto entri in una spirale negativa… e tutto per un sorteggio andato male. Non mi piace.”
Sebastien Loeb alle prese con il microfono, non il suo strumento preferito…
il senso di Seb per le corse
IL TUO COLLEGA KEN BLOCK È MOLTO CRITICO ANCHE SULLA BREVITÀ DELLE GARE… “E’ vero, le corse sono un po’ troppo corte. Basta fare un piccolo errore e non hai il tempo di recuperare…” LA SERIE AMERICANA “GLOBAL RALLYCROSS” GAREGGIA SOLTANTO AL CENTRO DELLE CITTÀ, SU PISTE NON PERMANENTI COME QUELLE UTILIZZATE INVECE NEL CAMPIONATO DEL MONDO. COSA NEI PENSI DI QUESTE DUE FILOSOFIE? “Per prima cosa noto che fanno corse più lunghe. In USA le manche sono di 10 giri e qui invece di sei giri soltanto… per il resto il fatto che corrano in centro città non cambia un granché. Noi usiamo delle belle piste, la maggior parte pure molto divertenti. Non reputo che correre in centro città potrebbe obbligatoriamente farci crescere… se ci fossero in Europa città interessate si potrebbe fare, a patto che le piste siano allestite bene. Certo lo spettacolo non sarebbe male…” PARLIAMO DI RALLY. COSA NE PENSA LOEB DEL NUOVO REGOLAMENTO TECNICO? ERA NECESSARIO CAMBIARE LE COSE, AGGIUNGENDO POTENZA, VELOCITÀ E… PERICOLO? “Non so perché sia stata presa questa decisione. Non era necessaria per aumentare lo spettacolo… non cambia molto in fondo. Lo spettacolo era già eccellente prima, hanno voluto modificare le regole ma io ho la nettissima impressione che non sia cambiato quasi nulla.”
Lo svedese Kristofferson e il norvegese Solberg stanno imponendo la legge delle Volkswagen Polo in questa edizione della serie iridata Rallycross
il senso di Seb per le corse
La Polo di Kristofferson in attesa del via a Hell, in Norvegia. Il giovane svedese anni fa aveva gareggiato con successo in Italia nella serie Superstars
FORSE SI SONO SOLTANTO AGGIUNTI NUOVI PROBLEMI… “Può essere. Per i costruttori e le squadre ha significato rivedere un po’ tutto… può darsi che le auto WRC siano ora un po’ più difficili da guidare e questo potrebbe, forse, aumentare le differenze dal punto di vista del pilotaggio… ma alla fine per gli spettatori non è cambiato nulla” OGGI SIA IN FORMULA 1 CHE NELL’ENDURANCE GAREGGIANO VETTURE IBRIDE, VERI LABORATORI VIAGGIANTI. INVECE NEI RALLY, DOVE CORRONO AUTO CHE DOVREBBERO ESSERE DIRETTA DERIVAZIONE DELLE STRADALI, ABBIAMO AUTO CON MOTORE TERMICO TURBOCOMPRESSO. NON CREDI CHE CI SIA UNA GRANDE CONTRADDIZIONE IN TUTTO CIÒ? “Si, certo, ma sono anche convinto che la tecnologia ibrida costi moltissimo. Diamo un’occhiata ai budget della Formula 1 oppure di Le Mans: non sono gli stessi dei rally. Se dovessimo applicare quelle stesse tecnologie ai rally non faremmo una scelta di buon senso per la salute della specialità… penso ci vorrebbero investimento molto pesanti…”
Bakkerud, Loeb e Kristofferson fianco a fianco durante una delle manche di qualifica a Lydden Hill
Anche Ekstroem (Audi) è tra i frequentatori del podio nel 2017
quando il gioco si fa il senso di Seb per le duro corse
PER FINIRE: HAI GIÀ PENSATO A COSA FARÀ SEBASTIEN LOEB QUANDO SMETTERÀ DI CORRERE? “Si…ma non credo che farò delle grandi cose (ride - ndr). Ho già costituito una squadra, un team. E’ una cosa a cui ho dato vita un po’ di anni fa, per preparami un’attività che mi permettesse di restare nel mondo delle corse. Poi mi sono reso conto che, per il momento, non ho ancora voglia di giocare in quel ruolo perché ancora preferisco salire in macchina e guidare… magari più avanti, vedremo.” NON HAI MAI PENSATO AD UNA CARRIERA POLITICA IN FIA O A QUALCOSA DEL GENERE? “Ma no! Assolutamente no! … già non mi piacciono le riunioni a cui sono costretto oggi figuriamoci poi..” Non facciamo fatica a crederlo: strappargli queste poche parole non è stato facilissimo. Sebastien è uomo piuttosto chiuso, alsaziano fino al midollo. La scrivania non fa per lui, alle chiacchiere preferisce il controsterzo: se volete vedere i suoi occhi brillare di gratitudine dimenticate le cravatte di Hermes e regalategli un casco nuovo.
IL danese Bakkerud (Ford Focus) in battaglia serrata con Loeb (Peugeot 208)
il senso di Seb per le corse
Classifica provvisoria CAMPIONATO DEL MONDO RALLYCROSS
Lewis Hamilton: “A fine gara VOLKSWAGEN mi sono 1. JOHAN KRISTOFFERSSON POLO GTI 2. MATTIAS S1 attaccato allaEKSTRÖM radio per- AUDI assicurare la 3. PETTER VOLKSWAGEN POLO squadra cheSOLBERG la battaglia non è finite! In GTI 4. TIMMY HANSEN - PEUGEOT 208 Canada sono sicuro che daremo molto filo 5. SÉBASTIEN LOEB - PEUGEOT 208 da a queste machine rosse. CiRS sono 6. torcere ANDREAS BAKKERUD FORD FOCUS ancora quattordici gare da disputare e 7. KEN BLOCK - FORD FOCUS RS 8. TIMOuna SCHEIDER FIESTA tra le mani…” abbiamo grandeFORD battaglia 9. 10.
TOOMAS HEIKKINEN - AUDI S1 TIMUR TIMERZYANOV - FORD FIESTA
dopo 6 round
151 143 134 102 102 100 66 58 55 52
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chestoria
CORTESIe di Marco Cortesi
Tra sogni e realtà l’industria dell’auto punta molto “in alto”
Con il suo Moon Rover “lunar quattro” Audi è protagonista del blockbuster “Alien: Covenant”. Ma il veicolo tedesco è seriamente candidato a partecipare ad una vera missione spaziale. Dal canto suo Suzuki sta utilizzando il proprio know-how per realizzare il veicolo che dovrà muoversi sulla Luna per il Team HAKUTO, unica squadra giapponese a partecipare al Google Lunar XPRIZE
major tom
Anche
se qualcuno gli diceva che in realtà era stata tutta una finzione e che no, non ci eravamo mai stati, il piccolo Tom sognava la luna. Si ostinava a guardare fuori dalla finestra sicuro che, un giorno, sarebbe uscito dall’oblò della sua capsula abbandonandosi a fare capriole nel blu. Nell’aria, le note degli Spiders from Mars, nel cuore, la voglia di crederci sempre e comunque: in un mondo di realtà distorte e di informazioni deviate, di marketing e dietrologie, Tom inseguiva il suo sogno e si sentiva già un Maggiore al comando. Anche se oggi sognare è sempre più difficile, specie se si sogna qualcosa di diverso, più grande, fuori dagli schemi, la luna è li a ricordarci che ci possiamo spingere oltre i confini, diventando noi stessi il Maggiore Tom, che si libra in assenza di gravità. Nella corsa allo spazio di oggi ci sono anche Suzuki, Audi e pure Tesla. Audi, dopo aver raggiunto le stelle ed essere precipitata sino ad assaggiare la polvere, vuole ora assaggiare la polvere lunare ove cercare (e trovare) un nuovo ed avveniristico percorso. Al fianco della Casa dei Quattro Anelli ci sono i piccoli Major Tom (ora un po’ cresciuti) del gruppo Part Time Scientists
Il regista Ridley Scott durante le riprese dell’ultima pellicola della serie Alien
major tom
di Berlino, ricercatori alla caccia del loro appuntamento lunare, che con Ingolstadt hanno unito le forze sin dal 2015. L’Audi Lunar quattro, vettura da 30 chili stampata in 3D in alluminio, elettrica ed intelligente, dotata di un pannello solare girevole la rifornisce di energia, si appresta a vivere la sua vita da film, passando da una parte nell’ultima pellicola di Alien alla realtà pura e semplice di una vera missione lunare. Detto che la luna rappresenta il sogno ad occhi aperti e che raggiungerla è una sfida al limite dell’(im)possibile, trasformare questo sogno in realtà è ciò che devono fare i concorrenti del Google Lunar XPRIZE, una competizione che mette in palio 20 milioni di dollari per il primo team privato capace di inviare un rover sulla Luna entro il 31 dicembre 2017, che dovrà percorrere almeno 500 metri dal punto di allunaggio ed inviare sulla Terra video e immagini superficie lunare. Delle sedici squadre che avevano inizialmente accettato la sfida, oggi ne restano in gara cinque soltanto e tra loro c’è il team giapponese Hakuto, che partecipa alla competizione con il supporto tecnologico di Suzuki nei campi della riduzione del peso e della trazione integrale. Curioso il collegamento del nome del team Hakuto (coniglio bianco, in giapponese) con l’antica leggenda popolare giapponese, che vuole che sulla Luna viva un coniglio.
L’ Audi Lunar quattro è atteso da una vera missione lunare dopo aver preso parte al film “Alien: Convenant”
major tom
Il Google Lunar XPRIZE è una competizione da 30 milioni di dollari senza precedenti, indetta per sfidare e ispirare gli ingegneri e gli imprenditori di tutto il mondo nello sviluppo di metodi a basso costo nella robotica di esplorazione spaziale. Per vincere il Google Lunar XPRIZE, un team finanziato da privati deve inviare un robot sulla superficie della Luna che esplori almeno 500 metri e che invii sulla terra video e immagini ad alta definizione, prima che la missione scada il 31 dicembre 2017
La leggerezza è stata sin dal primo momento un obiettivo dei progettisti del veicolo nipponico. Il primo prototipo pesava ben 10 kg, che sono diventati 7 dopo un primo lavoro di affinamento. Oggi, grazie al contributo degli ingegneri Suzuki, il rover è prossimo a raggiungere i 4 kg. Si tratta di un risultato eccezionale, che incide molto sul contenimento dei costi della missione dato trasportare sulla Luna un chilo di carico in più comporta un incremento dei spesa di circa un milione di dollari. E infine non dimentichiamo Elon Musk che, oltre ad aver cambiato per sempre il mondo dell’auto grazie alle sue Tesla, con i razzi Falcon renderà possibile il tutto. Forse già tra pochi mesi visto che, dopotutto, i piccoli Maggiori sognatori non sono poi così pochi. E così la luna non è più solo il fascino del lontano, del misterioso, dell’esotico: diventa il desiderio di costruire un mondo migliore, la voglia di prevalere in una corsa senza precedenti. E’ la ricerca di nuovi limiti e nuove strade per spingersi sempre al di là di ogni ostacolo. E se a chi guarda con gli occhi severi dell’adulto tutto ciò può sembrare una stranezza spaziale, chi dentro è ancora bambino trova in tutto ciò un senso perfetto.
Un’immagine del piccolo robot del consorzio giapponese Hakuto, nato in stretta collaborazione con Suzuki
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Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati
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