#cheauto! Gennaio 2019

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

32

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Gennaio 2019

FACCIAMO UN GIRO?

una Range Rover TOTALMENTE AUTONOMA

nuova MAZDA 3

SULLE ORME DI FANGIO


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

32

Gennaio 2019

checosac’è #chefoto VIDEO

6

#chenovità 18 • Nuova Mazda 3

#cheroba 24 • Sulle orme di Fangio

#chebella 36 • La rivoluzione coerente

#chemacchina 48 • Range Rover Sport PHEV - VIDEO • Nissan X Trail • Opel Insignia Sport Tourer

#cheamerica 96 • Una Ferrari da 22 milioni!



#checorse 104 • Il pasticciaccio

#cheleggenda 114 • Ritorno al futuro

#chestoria 122 • Il matrimonio delle sospensioni

#cheauto Periodico mensile digitale automobilistico Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com

Registrazione Tribunale Milano nr. 63 del 29/02/2016

Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Grafica Diego Galbiati

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Anche nel dicembre scorso l’autodromo di Monza è stato sede, con grande successo di pubblico, del tradizionale “RallyShow”. I puristi lamentano che questo ormai non è più un rally, che se non ci fosse Valentino Rossi (che ha vinto pure quest’anno) il castello crollerebbe, che è ormai più una giostraspettacolo che non una vera competizione, ecc. ecc…. Può anche essere… però, con l’esclusione del G.P. di F.1, resta l’evento automobilistico italiano di maggiore successo


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Nel 1961 l’americana Lincoln pubblicizzò la nuova Continental con questo slogan “notice the doors” e cioè “fai attenzione alle portiere”. Infatti quel modello presentava l’apertura centrale delle portiere, per facilitare e rendere più confortevole l’accesso e l’uscita dall’auto. Oggi, sessant’anni dopo, Lincoln sta lanciando una moderna versione di quella iconica vettura, la Continental 80th Anniversary, che riprende quella soluzione (ne parleremo approfonditamente in #cheauto! di febbraio)


FRONT PAGE


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Il 15 dicembre 2018, alle 11 del mattino, dopo 3959 km e 18 giorni di viaggio, Max e Chiara a bordo della loro Citroën C5 Aircross “71° N” Limited Edition, hanno raggiunto la grande meta, posta a 71°10’21” di latitudine nord. Ad accoglierli, i venti sferzanti di Capo Nord, il punto più a nord dell’Europa continentale. Complimenti!


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L’attesa è finita! La nuova puntata dell’odissea drifting di Ken Block è finalmente a disposizione di fan e appassionati di tutto il mondo. Il nuovo video, che ovviamente si chiama “Gymkhana Ten”, a differenza dei precedenti si sviluppa in cinque diverse location e con quattro differenti (e strabilianti) automobili… più un muscolosissimo pick up, come testimonia questa foto


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Per celebrare il 30° anniversario del primo titolo mondiale di Ayrton Senna, McLaren Special Operations ha realizzato un pezzo unico di McLaren P1 GTR, che nella livrea ricorda i colori della Formula 1 MP4/4, con cui il campione brasiliano conquisto il promo dei suoi tre titoli iridati



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Nei suoi 45 anni di vita mai Caterham aveva utilizzato un film per promuovere le sue iconiche vetture. Il video è molto breve, 45 secondi, ed è presente sul sito web della Casa inglese. Il messaggio tende a sottolineare la vocazione di Caterham a costruire vetture che offrono una emozionante esperienza di guida, lontana anni luce dalla guida “assistita”

#ca


chenovità

Nuova Mazda 3

BELLA

POSSIBILE! NUOVA MAZDA3 CONQUISTA CON LINEE ESSENZIALI ED ELEGANTI. DIETRO OGNI DETTAGLIO DEGLI INTERNI E DEGLI ESTERNI C’È IL TOCCO UMANO DEI TAKUMI, GLI ARTIGIANI GIAPPONESI MAZDA. DUE LE MOTORIZZAZIONI DISPONIBILI: UN BENZINA MILD HYBRID E UN DIESEL, ENTRAMBE GIÀ OMOLOGATE EURO6D-TEMP


CONTENUTO PUBBLIREDAZIONALE


bella e possibile!

Recentemente presentata al Salone di Los Angeles e completamente ridisegnata, la Nuova Mazda3 adotta una versione evoluta del design KODO, la cui eleganza si ispira alla filosofia stilistica giapponese, che ne contraddistingue ogni particolare con estrema raffinatezza. Mazda3 è ora dotata della nuova tecnologia SKYACTIV VEHICLE ARCHITECTURE che, insieme ai più moderni sistemi di assistenza alla guida i-ACTIVSENSE, garantisce quello che in Mazda viene definita Jinba Ittai, e cioè la perfetta armonia tra uomo e macchina… in estrema sintesi: il vero piacere di guida. Le prime 350 unità saranno disponibili nelle concessionarie italiane a partire da marzo 2019, equipaggiate con due motorizzazioni

entrambe omologate secondo la normativa EURO 6d-TEMP: 2.0L benzina SKYACTIV-G M HYBRID da 122 CV o in alternativa 1.8L diesel SKYACTIV-D da 116 CV. L’unità benzina si distingue per essere la prima motorizzazione Mazda dotata di tecnologia M HYBRID, un sistema mild hybrid con caratteristiche esclusive. Il propulsore benzina è qui supportato da un motore elettrico e da una batteria agli ioni di litio da 24V che, unite all’esclusivo sistema di rigenerazione dell’energia in frenata, garantisce elevate prestazioni migliorando il piacere di guida ai bassi regimi e, allo stesso tempo, un’elevata efficienza soprattutto nella guida urbana. Oltre al sistema M Hybrid, il motore è dotato del sistema che disattivando due dei quattro cilindri, aumenta ulteriormente l’efficienza quando non si richiede un’elevata coppia motrice. Per chi percorre molti chilometri, la Nuova Mazda3 è disponibile anche con il propulsore diesel SKYACTIV-D 1.8L da 116 CV che, grazie all’utilizzo di iniettori piezoelettrici ad alta pressione, a una turbina a geometria variabile e a un rapporto di compressione di 14,8:1, consuma in media soltanto 4.1 l/100 Km di gasolio, con un valore di emissioni di 107 g/Km. Quattro gli allestimenti disponibili, tutti caratterizzati dalla presenza di serie di un lungo elenco di sistemi di assistenza alla guida i-ACTIVSENSE, tra cui la frenata automatica con riconoscimento dei pedoni e dei ciclisti, il


sistema di mantenimento della carreggiata, il Cruise Control Adattivo con controllo della distanza di sicurezza, i fari anteriori Full LED con controllo automatico degli abbaglianti, il sistema di monitoraggio posteriore del veicolo, il riconoscimento della stanchezza del guidatore. Inoltre da non dimenticare l’head-up display, che proietta sul parabrezza le principali informazioni di guida e comprende il sistema di riconoscimento dei segnali stradali. L’allestimento Evolve si caratterizza per i cerchi in lega da 16”, climatizzatore automatico bi-zona, i sensori di parcheggio posteriori e il nuovo sistema di infotainment con display a colori da 8,8” completo di HMI Commander, integrazione per Apple Carplay® e Android Auto®, navigatore e impianto audio Mazda Real Stage con 8 altoparlanti. Di serie anche il nuovo importantissimo sistema di controllo dinamico dell’auto GVectoring Plus che agisce sullo sterzo, sulla coppia del motore e sui freni per ottimizzare la dinamica del veicolo e la sicurezza in ogni condizione di guida. Un deciso passo avanti sia perché permette una guida più rilassata sia perché contribuisce sensibilmente alla sicurezza in marcia. La più ricca versione Executive aggiunge i cerchi in lega da 18”, i vetri posteriori scuri, i sensori di parcheggio e la Smart Key mentre la versione Exceed comprende anche i sistemi di assistenza alla guida i-ACTIVSENSE e per-

tanto si arricchisce del sistema di riconoscimento della stanchezza del guidatore (dotato di telecamera e LED a infrarossi per monitorare le espressioni del viso) oltre che dell’avviso di pericolo anteriore in uscita dagli incroci, della frenata automatica posteriore e della funzione Traffic Jam (Cruise & Traffic System) per il Cruise Control Adattivo, che provvede ad agire autonomamente su acceleratore, freni e sterzo nella guida in colonna. Nei modelli con cambio automatico il sistema arriva a fermare la vettura e poi farla ripartire in modo autonomo. La versione Exclusive è la top di gamma e, rispetto alla versione Exceed, presenta rivestimenti in pelle, sedile di guida regolabile elettricamente, memoria per sedili, head-up display e retrovisori esterni e impianto audio Bose® da 12 altoparlanti e amplificatore digitale.


bella e possibile! In Italia la prevendita è già aperta e Mazda vuole celebrare i clienti che acquisteranno la Nuova Mazda3 entro il 28 febbraio 2019 con l’esclusivo Celebration Pack, e cioè un pacchetto esclusivo di servizi del valore di oltre 2.000 Euro. Nel pacchetto da segnalare il programma di servizi integrati Mazda Best5 )che estende la copertura dai guasti imprevisti della vettura fino a 5 anni e 200.000 Km) completato dal ServicePlus Essence, che include i primi 5 tagliandi di manutenzione programmata.

Sul fronte prezzi la versione questi sono i valori per la 1.8L SKYACTIV-D da 116 CV, declinata nei vari allestimenti: EVOLVE 6MT: 25.400 Euro EXECUTIVE 6MT: 26.100 Euro EXCEED 6MT: 27.700 Euro 6MT: 29.350 Euro La versione ibrida 2.0L SKYACTIV-G M HYBRID costerà 2.200 Euro in meno rispetto alla versione turbodiesel e il listino con i dati tecnici omologativi finali saranno disponibili tra pochi giorni, partendo dai 23.200 Euro per la versione Evolve.


A giugno 2019 è previsto l’arrivo presso le concessionarie dei primi esemplari della Mazda3 equipaggiati con il rivoluzionario propulsore 2.0L SKYACTIV-X, l’unico motore a benzina al mondo in grado di funzionare per buona parte del suo campo di impiego con l’accensione a compressione tipica del motore a gasolio. Ciò permetterà di sommare i vantaggi di un motore diesel a quelli di un benzina: una superiore risposta dell’acceleratore, consumi contenuti e un motore lineare, silenzioso e dalle basse emissioni grazie all’esclusiva tecnologia Mazda SPCCI (Spark Plug Controlled Compression Ignition)

#ca


cheroba


A METÀ STRADA TRA IL RAID, LA GARA DI REGOLARITÀ E IL VIAGGIO-AVVENTURA, ANCHE QUESTO EVENTO ORGANIZZATO SUL FINIRE DEL 2018 DA “BESPOKE RALLY” NON HA LESINATO EMOZIONI Fotografie Bespoke Rallies


sulle orme di fangio

Esattamente 70 anni il fa Gran Premio del Sud America, una vera e propria impresa epica, con partenza in Argentina e arrivo in Colombia, aveva visto al via anche colui che, nelle stagioni a seguire, avrebbe vinto ben Campionati del Mondo di Formula 1: Juan Manuel Fangio. E, verso la fine del 2018, il figlio Oscar ha voluto celebrare questo anniversario dando il via alla rievocazione di quella che è stata anche conosciuta come la “più grande di tutte le corse stradali”. Organizzata dai leader nel campo dei raid internazionali per auto storiche, Bespoke Rallies, l’avventura di oltre 10.000 Km (!!!) ha preso le mosse da Buenos Aires per concludersi quasi un mese più tardi, ripercorrendo un tracciato il più fedele possibile all’originale del 1948, attraverso Argentina, Bolivia, Peru, Ecuador e Colombia. Ad aggiudicarsi il trofeo 2018 è stata la seconda vettura più “anziana” del gruppo, una Chrysler 75 del 1929, portata in gara da Andrew Davies e Paul Diley che, nonostante la dura opposizione di vetture molto più giovani (tra le quali una Triumph TR4 e un paio di Ford Escort), ha comandato la maggior parte della competizione grazie a un passo costante e veloce quanto basta.



sulle orme di fangio


Calendario provvisorio 2019 Bespoke Rallies • • • • •

Pyrenees 1000 (Francia/Spagna) – 8/12 Maggio Magical Madagascar – 13 Giugno / 18 Luglio Slartibartfast (Norvegia) – 17 Agosto / 2 Settembre Highland 1000 (Scozia) – 25/29 Settembre Royal Rajasthan (India) 4/25 Novembre


sulle orme di fangio

Al secondo posto si è classificata la Porsche 911 del 1972 di Gerd Buehler e Armin Gottfried Knuepfing, seguita dalla splendida Lagonda M45 del 1933, condotta da Martin Egil, Thomas Kern e Marc Buhofer. Per poco giù dal podio invece la Chevrolet Coupe del 1938 di Daniel e Rabbia Schlatter, lo stesso modello di vettura con la quale Fangio prese parte all’avventura del 1948. Tra le novità messe in campo da Bespoke Rallies per questo evento vi era la possibilità per gli equipaggi di ricevere comunicazioni dalla direzione gara e aggiornamenti sui piazzamenti in tempo reale, attraverso l’uso di una app: auto storiche “connesse”, non male davvero. Novità anche per quanto riguarda i commissari di gara che hanno utilizzato moto BMW R1200 GSs per i loro spostamenti. Al termine di una memorabile faticata il direttore di Bespoke Rallies ha commentato così l’avventura in Sud America: “Considerando le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare (compreso il fatto che alcune delle strade previste per il percorso sono risultate inagibili) siamo molto contenti del risultato che abbiamo ottenuto e, vista la grande richiesta, stiamo già pianificando di ripetere la competizione nel 2020. Ci ha fatto anche molto piacere la reazione degli appassionati di auto d’epoca dei paesi che abbiamo visitato, il loro supporto è stato enorme, così come quello delle autorità Peruviane, che sono state di grande aiuto per il positivo svolgimento della manifestazione.“



sulle orme di fangio



sulle orme di fangio


Bespoke Rallies organizza avventure a quattro ruote in tutti I continenti. A metà strada tra il raid, la gara di regolarità e il viaggio-avventura questi avventurosi tour si svolgno nei posti più suggestivi (e spesso più insidiosi) del pianeta. Vengono iscritte solo vetture d’epoca, divise in classi a seconda dell’anno di produzione… ma sul’autenticità di tutte le parti meccaniche non ci sentiamo di giurare…

#ca


Taycan: la svolta elettrica di Porsche

LA RIVOLUZIONE CO

Porsche punta pesantemente sulla mobilità elettrica con una vettura bellissima,che lega sapientemente passato e futuro. Il “dna” stilistico della Casa tedesca è evidente in questa vettura che non rinnega il passato ma che, al contempo, è un vero concentrato di tecnologie di assoluta avanguardia di Alessandro Camorali


OERENTE


la rivoluzione coerente

Se

chiedete ad un designer di automobili quale possa essere la sfida più grande da interpretare, questi vi dirà sicuramente “disegnare una Porsche”! Quando ci si avvicina a questo mostro sacro si ha timore e riverenza. Paura di snaturane le forme e allo stesso tempo di non saperne rispettare storia e la tradizione, nelle linee che hanno reso il marchio impassibile attraverso mode e tempi; linee amate da generazioni.

La Porsche Taycan è un monito al settore automobilistico: la Casa costruttrice che più conserva la propria tradizione è infatti la prima a rinnovare la propria natura, la propria immagine e la propria filosofia. Infatti Porsche mantiene le proprie “linee” da 70 anni ma è via via riuscita a trasformare l’immortale 911 in un Cayenne o in una Panamera, senza farsi troppe domande, anticipando i tempi e la concorrenza, andando contro i puristi che odiano le novità… ma che poi ne apprezzano i risultati in termini di concretezza e stile innovativo. Sintetizzando tutto questo arriviamo ora alla Taycan, il frutto di un processo di continua evoluzione di un brand che vuole sembrare


ALESSANDRO CAMORALI, che da questo mese inizia una collaborazione con #cheauto!, è uno dei più apprezzati designer “automotive” italiani. Nel 2002 entra in Stile Bertone e nel 2007 arriva a conseguire la qualifica di Team Leader di progetto, in occasione della collaborazione con Ferrari per gli interni della California. In seguito lavora brevemente per INOVO Design, presso “Officine 83” del centro stile Fiat, con il compito di gestire un giovane team di lavoro mentre nel 2008 inizia l’avventura da consulente presso il nascente Ufficio Stile Ferrari, dove partecipa alla rivisitazione del modello Ferrari 599 GTB, nella versione estrema 599xx, e della sua gemella stradale omologata 599 GTO. Collabora inoltre alla definizione degli interni della Ferrari 458 Italia e degli esterni della Ferrari FF. Nel 2010, rientrato a Torino, collabora soprattutto con Pininfarina, sia in veste di modellatore virtuale che come formatore nella riqualificazione di risorse aziendali. E’ di quel periodo la scelta di dedicare parte del suo tempo all’insegnamento, presso il CEMI (Centro Europeo Modellismo Industriale) e presso lo IAAD (Istituto di Arte Applicata e Design). Nel 2013 apre infine il centro stile CAMAL, decidendo di dare una sede fisica alla sua forte creatività ed esperienza


la rivoluzione coerente

I processi di ricarica rapida richiedono sistemi di ricarica potenti. Per questo Porsche E-Performance prevede un’infrastruttura completa di soluzioni di ricarica utilizzabili quando si è a casa oppure in viaggio. Con una capacità fino a 22kW, Porsche Mobile Charger Connect è il modo più rapido e comodo per ricaricare la Taycan a casa, durante la notte. E’ possibile effettuare la ricarica anche con la tecnologia a induzione. Nell’ambito della joint venture Ionity (di cui fa parte insieme a Audi, BMW, Daimler e Ford) Porsche installerà in Europa 400 stazioni di ricarica rapida con una capacità pari a 350kW per ciascun punto di ricarica entro la fine del 2019. In attesa del lancio della Taycan, Porsche ha inoltre in progetto di installare più di 2.000 punti di ricarica a corrente alternata presso diverse destinazioni di viaggio (ad esempio alberghi) in circa 20 mercati diversi



la rivoluzione coerente

conservativo ma che in realtà, come un buon prestigiatore, distoglie l’attenzione dal suo operato per sorprendere il pubblico con un colpo di scena inatteso! Taycan è la risposta della casa di Stoccarda al mercato emergente delle vetture elettriche e anche questa volta non sono stati stravolti i volumi o i trattamenti stilistici che hanno fatto grande il brand attraverso generazioni di estimatori. Porsche ci spiega come il passaggio

all’elettrico può essere fatto con “stile”, senza troppi proclami o senza troppi concept assurdi, semplicemente con un’automobile pulita ed elegante, dalle prestazioni decise e dai contenuti chiari, in stile teutonico. Un alieno atterrato oggi sul pianeta terra, che non conoscesse la storia dell’automobile, vedendo la Taycan penserebbe che Porsche sia stata tra le prime a lavorare in questo settore, la più innovativa e la più affidabile. All’alieno mi verrebbe da rispondere che quella è la casa costruttrice che ha fatto il suo successo con un motore boxer posizionato dietro l’assale posteriore e che la linea delle sue vetture è pressoché immutata da prima che lui partisse dal suo pianeta di provenienza!


Due motori sincroni a magneti permanenti, con potenza erogata complessiva di oltre 600 CV (440 kW) porteranno la sportiva elettrica Taycan ad accelerare da 0 a 100 km/h in meno di 3,5 secondi e da 0 a 200 km/h in meno di 12 secondi. Queste clamorose prestazioni vanno a sommarsi a un livello di potenza continua che non ha eguali fra i veicoli elettrici. Stando a quanto dichiara la Casa, saranno possibili piÚ accelerazioni in successione senza perdita di prestazioni e l’autonomia di percorrenza massima sarà di oltre 500 km, secondo il ciclo di omologazione NEDC


la rivoluzione coerente Lo stretto rapporto tra vetture da competizione e di serie sottolinea quanto sia importante condividere le conoscenze. Così come la Porsche 919 Hybrid, protagonista di numerose vittorie a Le Mans, la Taycan è alimentata dall’innovativa tecnologia a 800 V. La decisione di adottare questa tecnologia era stata fondamentale per la 919, poiché il livello di tensione svolge un ruolo fondamentale e influenza l’impostazione dell’intera trasmissione elettrica: dalla batteria alla configurazione dell’elettronica e agli elementi elettrici, fino alla capacità del processo di ricarica. Porsche ha sviluppato internamente specifici componenti adatti alla tecnologia a 800 V, spingendosi ai limiti di ciò che era tecnicamente possibile anche per quanto riguarda a batteria agli ioni di litio raffreddata a liquido. Per la Taycan questo significa che l’architettura a 800 V del veicolo consente alla batteria agli ioni di litio di ricaricarsi in soli quattro minuti, accumulando energia sufficiente a percorrere 100 chilometri (in base al ciclo NEDC). Il trasferimento di conoscenze raggiungerà un livello addirittura superiore quando Porsche farà il suo ingresso in Formula E, nella stagione 19/20



la rivoluzione coerente


Porsche prevede di investire più di sei miliardi di euro nella mobilità elettrica entro il 2022, ovvero il doppio della cifra tempo fa originariamente prevista. Dei tre miliardi di euro supplementari, circa 500 milioni saranno utilizzati per lo sviluppo di varianti e derivati della Taycan, circa un miliardo sarà impiegato per l’elettrificazione e l’ibridizzazione della gamma esistente, mentre alcune centinaia di milioni serviranno all’espansione dei siti di produzione. Infine circa 700 milioni saranno investiti in nuove tecnologie, per le infrastrutture di ricarica e la smart mobility


chemacchina

Range Rover Sport PHEV


MENTRE STA FACENDO PASSI DA GIGANTE SUL FRONTE DELLA “VERA” GUIDA AUTONOMA, RANGE ROVER PUNTA PESANTEMENTE SULLA SPORT PHEV (PLUG-IN HYBRID ELECTRIC VEHICLE), IL PRIMO VEICOLO DELLA CASA BRITANNICA CHE COMBINA LE GENEROSE DOTI DEL MOTORE TERMICO CON I VANTAGGI DELLA PROPULSIONE ELETTRICA


facciamo un giro?

Coventry

è una città del Regno Unito, per la precisione del West Midlands, che vanta una lunga e affascinante storia. Pare addirittura che i primi insediamenti nell’area risalgano all’Età del Bronzo. Fu poi sede di insediamenti Romani e deve molto della sua fama a causa del nobile Leofrico di Coventry o, meglio, a causa della di lui moglie, Lady Godiva. Ma per raccontare la nostra storia non è necessario partire da così lontano. Nel corso degli ultimi due secoli Coventry è via via divenuta un centro industriale di prima grandezza, soprattutto per quanto concerne la produzione di mezzi di trasporto: automobili (Jaguar ha ancora la sua sede a Coventry), motociclette, aeroplani. Come non ricordare che a Coventry per decenni furono prodotti i famosissimi taxi londinesi? Oggi però quella produzione è stata dislocata in Cina (resta l’assemblaggio) e molte di quelle industrie non esistono più o sono state riconvertite.

A memoria di quegli anni di grande attività industriale rimane una strada che, per le sue caratteristiche, è ben conosciuta in tutta la Gran Bretagna. Si tratta del cosiddetto circular ring road, in pratica una circonvallazione a doppia carreggiata. Il progetto risale agli anni 50” (Coventry fu vittima di devastanti bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale) e la costruzione cominciò verso la fine del decennio. Il primo tratto fu aperto al traffico nel 1962 e l’opera fu completata una dozzina di anni dopo, nel 1974. Orbene, come mai questa strada è così nota? Il motivo è semplice: in certi tratti assomiglia più a un rompicapo che ad una tangenziale. Infatti la densità di svincoli e rotatorie è incredibile! In alcuni casi le rotonde sono talmente vicine le une alle altre da trarre in inganno… letteralmente si esce da una per entrare in un’altra, con relativo corredo di svincoli abbastanza complessi. E qui entra in ballo il dipartimento Autonomous Vehicle Research di Jaguar Land Rover, ovvero la struttura che studia, analizza e realizza i progetti tendenti alla guida autonoma


vera e propria, quella che tra (molti) anni ci permetterà di dimenticare totalmente lo stress della guida. “La Ring Road a Coventry è nota per la complessità dei raccordi e degli svincoli. Presenta condizioni molto impegnative, specialmente nelle ore di punta – ha dichiarato Mark Cund, a capo della divisione – il nostro veicolo autonomo non risente della pressione, della frustrazione o della stanchezza che possono far parte dell’esperienza di chi guida, e perciò è in grado di trasformare una situazione potenzialmente stressante in una condizione completamente rilassata.”

di punta, effettuando impegnativi cambi di corsia, immettendosi nei flussi di traffico ed imboccando correttamente gli svincoli, con un limite di velocità di 65 km/h..

E si, perché proprio questa micidiale tangenziale è stata teatro di un importantissimo esperimento un paio di mesi or sono: una Range Rover Sport a guida totalmente autonoma ha completato un intero giro, cavandosela da sola (e bene) nel caos delle ore

La strada del trasporto gestito autonomamente da un’intelligenza artificiale è ormai segnata. Certamente ci vorranno molti anni ancora ma nel frattempo possiamo sempre consolarci (si fa per dire!) con una strabella range Rover Sport PHEV.

La Range Rover Sport, scelta per l’esperimento in virtù dei suoi equipaggiamenti, come l’Adaptive Cruise Control, era stata modificata con l’aggiunta di nuovi sensori di navigazione (RADAR e LIDAR a guida laser) ed è stata in grado di gestire autonomamente rotatorie, semafori, pedoni, ciclisti e altri veicoli su una strada così complessa e, alla fine, di parcheggiarsi da sola.


facciamo un giro?

Per

analizzare la Range Rover Sport PHEV iniziamo naturalmente dalla sigla PHEV, che in fin dei conti cela la caratteristica principale di questa vettura. Plug-In Hybrid Electric Vehicle: indica un veicolo ibrido (termico/elettrico) ma in grado di funzionare anche in modalità “solo elettrico” e ricaricabile dall’esterno (Plug-In). Quindi sulla base della Range Rover Sport che conosciamo dobbiamo aggiungere: • un motore elettrico (in grado di erogare una potenza di ben 85kW) • una batteria con grande capacità di accumulo • una presa di ricarica che consenta di ricaricare la batteria da una presa di corrente esterna • una gestione elettronica di controllo “intelligente” In modalità completamente elettrica il veicolo può percorrere circa 50 km (con batterie completamente cariche) ma l’auto è dotata della “frenata rigenerativa”, che sfrutta la decelerazione dell’auto per ricaricare la batteria, convertendo l’energia cinetica in energia elettrica. E’ possibile scegliere fra due modalità di guida in base alle proprie esigenze: • modalità parallela ibrida (la modalità standard) che offre una combinazione tra motore a benzina ed elettrico • modalità EV, che permette una guida completamente elettrica. La modalità parallela ibrida viene riattivata automa ticamente quando il conducente ha bisogno di più potenza e, ovviamente, quando la carica della batteria scende a un livello insufficiente per mantenere la propulsione.


La seconda generazione di Head Up Display offre una grafica full color sul parabrezza, proiettando informazioni chiave, come indicazioni di navigazione, velocità , settaggi del Cruise Control Adattivo ed anche allarmi ADAS, ad esempio il riconoscimento dei limiti di velocità a cartello incontrati. La seconda generazione di Head Up display riduce anche l’abbaglio solare e questo significa immagini sempre perfette in qualsiasi condizione di luce


facciamo un giro?

La motorizzazione combinata da 404 CV è nota come “P400e” e cioè: 300 CV del motore a benzina e 104 CV del motore elettrico. Tutto ciò garantisce un’accelerazione da 0-100 km/h in 6,7 sec ed una velocità massima di 220 km/h, prestazioni nettamente superiori, ad esempio, rispetto alla motorizzazione 3,0l V6 a benzina, ma con emissioni di CO2 inferiori a 64 g/km (EU 2,8 l/100 km). La batteria può essere ricaricata completamente in circa 7,5 ore, utilizzando il cavo di ricarica domestico, ma è possibile ridurre i tempi di ricarica dalle 2 alle 5 ore connettendo la vettura a prese di ricarica industriali o a punti di ricarica a parete (Wall Box). La sensazione di guidare una Rover nell’assoluto silenzio della propulsione elettrica è veramente appagante, peraltro la vettura è appagante a “tuttotondo”e non si discosta, se non per dettagli, dalla Range Rover Sport che tutti conosciamo. Anzitutto lo stile. L’aggiornamento di metà ciclo di vita per la Range Rover Sport ha comportato alcuni significativi interventi di restyling, quali i paraurti anteriore e posteriore, lo spoiler posteriore alettato, le nuove griglie frontale e laterali, i nuovi terminali di scarico integrati e i fari di nuovo disegno. All’interno abbondando finiture di pregio e materiali esclusivi. Sono da segnalare i sedili ridisegnati nuovi colori e nuovi materiali, perfettamente abbinati. Rinnovata è anche la consolle anteriore e posteriore mentre sono stati adottati i pannelli di controllo touchscreen. Interessante la gestione della tendina parasole motorizzata per il tetto panoramico fisso o scorrevole. Ora l’operazione di apertura o chiusura della tendina può essere anche controllata attraverso un semplice gesto della mano. Infatti muovendo la mano avanti o indietro davanti alla consolle, la centralina di comando


Il Drive Pack opzionale (che fornisce una gamma di opzioni relative alla sicurezza) include il Monitoraggio dello stato del conducente (rileva stanchezza e avvisa quando sia necessaria una pausa dalla guida) e il Blind Spot Monitor, che avvisa il conducente quando sono presenti veicoli vicini o in rapido avvicinamento. C’è poi il Riconoscimento dei segnali stradali e il Limitatore di velocità adattivo, che utilizza i dati del sistema di Riconoscimento dei segnali stradali per selezionare automaticamente il limite di velocità. Se il sistema rileva una velocità superiore al limite, come quando si entra in una zona con un limite di velocità più basso, l’acceleratore viene disattivato consentendo all’auto di procedere per inerzia fino a raggiungere il limite di velocità


facciamo un giro?

riconosce il gesto e procede ad attivare il movimento corrispondente della tendina. Attraverso un design perfettamente integrato nella pancia del Range Rover Sport, l’InControl Touch Pro Duo offre una piattaforma di infontainment estremamente avanzata, ma che lascia gli interni semplici, puliti e minimalisti. La nuova piattaforma arriva fino a prevedere una dotazione di 3 differenti display: 10” touchscreen superiore a centro plancia; 10” touchscreen inferiore su tunnel centrale; 12” di quadro strumenti. Questi display offrono al cliente un’ineguagliabile personalizzazione, consentendo allo stesso l’accesso immediato alle informazioni più rilevanti. Ad esempio è possibile visualizzare la navigazione sul display superiore e controllare media, clima ecc. sul display inferiore. Il display touchscreen superiore da 10” permette di accedere a tutte le principali funzionalità quali: navigazione, media, telefono, telecamere, sensori di parcheggio, park assist, configurable dynamics, settaggi e molto altro. Il display touchscreen inferiore permette invece di accedere alle funzioni di climatizzatore, clima sedili e massaggio sedili ma ci sono anche dei collegamenti a funzionalità proprie della schermo superiore, come telefono e media. Dal canto loro i sistemi infotainment di bordo si valgono di una tecnologia touch o multitouch, L’InControl Touch Pro Duo è stato realizzato per rispondere ad una naturale gestualità dell’utente, come trascinare la schermata per ottenere un cambiamento di videata, oppure usare uno o due dita per puntare, evidenziare, zoomare o trascinare un punto su una mappa. L’adozione della nuova piattaforma riguarda anche i sedili posteriori, con la disponibilità dell’optional degli schermi da 10”


Range Rover Sport offre la possibilità di scegliere fra quattro diversi impianti audio: impianto Audio Enhanced con 8 altoparlanti (250W); impianto Audio Meridian™ Sound System (380W): definizione del suono perfettagrazie alla disposizione ottimale dei 13 altoparlanti; Audio Meridian Surround Sound System (825W) che offre tutto il calore e la qualità di una performance live grazie alla disposizione dei 19 altoparlanti e infine l’impianto Meridian Signature Sound System (1700W) che assicura una riproduzione realistica, creando un’esperienza audio incredibile


facciamo un giro?

in alta definizione per l’intrattenimento posteriore aggiornati nelle funzionalità e senza più restrizioni. L’ultima versione della Range Rover Sport offre inoltre importanti dotazioni di ausilio alla guida. Sono previsti 3 livelli di scelta per i pacchetti ADAS: Base – Livello 0, Livello 1 e Livello 2, ma questi ora vengono organizzati in 2 famiglie differenti: Drive e Park. Le dotazioni come il Rear Park Distance Control, il Cruise Control e lo Speed Limiter ora vengono integrate da Lane Departure Warning (rileva quando l’auto si allontana involontariamente dalla corsia di percorrenza e avverte il conducente con un segnale visivo e una leggera vibrazione del volante) e Autonomous Emergency Braking (urbana, autostradale, in retromarcia) e rilevamento pedoni. Se viene rilevata una possibile collisione frontale, viene visualizzato un avviso che dà la possibilità di evitare l’incidente. Una telecamera monitora il pericolo di collisioni frontali a una velocità da 5 a 80 km/h e il pericolo di impatto con pedoni da 5 a 60 km/h. Se nonostante l’avviso non si è in grado dirallentare, il sistema attiverà i freni e ridurrà l’entità dell’impatto. La Range Rover Sport dispone anche della possibilità di variare l’altezza da terra in modo da rendere l’auto più agevole nell’accessouscita dall’abitacolo, protetta in fuoristrada, facile nel carico o nel traino. Tutte opzioni però sono possibili solo dotando il mezzo di sospensioni pneumatiche elettroniche. Se attivata, la funzione abbassa la vettura di 50 mm. quando l’auto si ferma e si aprono le portiere. Anche durante la guida in fuoristrada si può ottenere un sensibile incremento di altezza da terra. L’utente può selezionare “Altezza Fuoristrada” e sarà il sistema di controllo


Le luci esterne di Range Rover Sport sono tutte a LED di serie. I fari a LED sono progettati per una durata pari all’intero ciclo di vita dell’auto e consumano meno energia. La qualità della luce prodotta è più simile a quella naturale, perciò la guida notturna diventa più facile. Numerose funzioni di assistenza che regolano il motivo del fascio di luce dei fari consentono di ottenere la massima illuminazione riducendo al minimo l’impatto sugli altri utenti della strada. In aggiunta ai fari a LED di serie si possono scegliere i fari automatici con abbaglianti assistiti che attivano gli abbaglianti e li abbassano quando vengono rilevati altri utenti della strada


facciamo un giro?

delle sospensioni pneumatiche a decidere, in base alla velocità, di quanto far alzare la vettura (+35mm o +65mm). In strada (e in fuoristrada) la Range Rover Sport PHEV si dimostra auto di razza. Durante il test non ha deluso e a nostro giudizio non sono emersi difetti particolari. Le prestazioni sono davvero brillanti generose in ogni situazione, nonostante peso, dimensioni e altezza notevole. Impeccabile anche il comfort (grazie a ottime sospensioni pneumatiche autolivellanti) anche nel misto, mentre, oseremmo di re”ovviamente” in autostrada la marcia è da first class. Naturalmente in città le dimensioni penalizzano parecchio e, nonostante tutti gli ausili quali sensori e telecamere, in certi frangenti ci si può trovare in imbarazzo. La Range Rover Sport è degna figlia della tradizione Rover e si destreggia magnificamente fuoristrada, grazie anche ad un sistema che permette facilmente di adattare l’automobile al tipo di fondo e, quando necessario, di aumentare sensibilmente l’altezza dal terreno. Più bassa, corta e leggera della versione “base” la Sport mantiene comunque un’eccellente un’abitabilità, sia davanti che per i passeggeri seduti dietro. In un abitacolo di gran classe abbiamo particolarmente apprezzato le poltrone (con regolazioni elettriche). In linea con tutto il resto anche il bagagliaio notevole. Le operazioni di carico/scarico sono rese più agevoli dalla regolazione dell’altezza del retrotreno (la pulsantiera è nel vano bagagli) poiché la soglia di accesso scende fino a -50 mm rispetto all’altezza standard. Al contrario, quando si preme sul pulsante di innalzamento, il retrotreno si solleva fino a +80 mm agevolando l’aggancio di un eventuale rimorchio.



facciamo un giro?

caratteristiche tecniche prinicipali Trazione

Integrale permanente

Tipo motore

4 cil. In linea /16 valvole

Cilindrata

1.997 cm3

Iniezione carburante

Iniezione diretta

Rapporto di compressione

14,0:1

Sistema di controllo emissioni

Catalizzatore a tre vie

Potenza max

404 cv

Coppia max

640 Nm

Cambio

8 rapporti automatico

Freni anteriori

380 mm. disco ventilato

Freni posteriori

365 mm. disco ventilato

Lunghezza totale

mm. 5.000 / mm. 5.020

Larghezza totale

mm. 2.073

Altezza totale

mm. 1.869

CapacitĂ bagagliaio

900 litri

Vel. max inmodalitĂ elettrica

km/h 220

Accelerazione (0-100 km/h)

secs. 6,8

Consumo Combinato (equivalente NEDC)

3,1 l/100 km

Emissioni CO2 (combinato equivalente NEDC) g/km 72


ca


chemacchina


Nissan X-Trail

conferma di un

successo

Questo SUV di Casa Nissan si presenta con linee esterne robuste e dinamiche, interni di qualità, tanta praticità e nuove tecnologie all’avanguardia. Disponibile in versione cinque o sette posti sembra fatto apposta per le famiglie numerose con voglia di “avventura”


conferma di un successo

Nissan

X Trail:n pratica un buon SUV con spiccate doti da fuoristrada o un fuoristrada con look da SUV. Fate voi. Includendo gli Stati Uniti, dove è commercializzato con il nome Rogue, sono quasi 4 milioni le unità di questo SUV vendute dal 2.000, anno di lancio della prima generazione. L’ultima versione, presentata circa un anno or sono, presenta una notevole serie di novità e aggiornamenti, che vanno da ritocchi al design esterno sino a nuovi interni con l’aggiunta di tonellate di tecnologie riguardanti le connessioni e la sicurezza. Sono ben cinque gli allestimenti sul mercato; si parte dalla più semplice Visia per arrivare, con un crescendo di qualità e contenuti tecnologici sino alla top Tekna, passando attraverso la Acenta, la Business e la N-Connecta. Partiamo dagli esterni. Nissan X-Trail vanta ora un design più robusto, distintivo e caratterizzato da elementi di dinamismo (scontati in un SUV) ma anche tocchi di eleganza, in un SUV meno scontati e per certi versi sorprendenti. La griglia “V motion” Nissan è oggi più ampia che in passato, “aggredisce” la strada con un buon risultato estetico e, dal canto loro, i nuovi gruppi ottici e le nuove luci di posizione diurne a “boomerang” (dall’aspetto indubbiamente originale) accentuano in modo sostanziale la grinta della vettura. Sui modelli con fari a LED, gli anabbaglianti presentano il sistema AFS (Adaptive Front



conferma di un successo

Lighting System, un sistema intelligente di inseguimento della traiettoria), grazie al quale il fascio di luce “segue” la curva in base alla velocità del veicolo e all’angolo di sterzata. Anche i fendinebbia si sono evoluti e sono ora rettangolari e integrati nel paraurti anteriore (sono di serie a partire dall’allestimento N-Connecta). Al posteriore, il paraurti ha un design con linee più solide e dettagli cromati, mentre i fari sono interamente a LED. lateralmente la novità più grande è l’aggiunta di una modanatura cromata che corre lungo la base delle due porte; è di serie sull’allestimento Tekna e, a nostro parere, contribuisce non poco a dare slancio alla forma nel suo complesso. Di serie è anche una nuova gamma di cerchi in lega da 17” (versioni Visia e Acenta) e 18” (N-Connecta e Tekna), mentre i cerchi da 19” sono optional sulla versione Tekna. La vettura è disponibile in ben dieci colori di cui quattro nuovi, dagli esotici nomi di Orange Pearl, Red Pearl, Blue Pearl Metallic e Dark Brown Pearl. Appena saliti a bordo si nota nel complesso una maggiore ricercatezza, una migliorata eleganza e una buona finiture dei vari componenti. Caratteristico è il nuovo volante a D, disponibile di serie su tutta la gamma: la base orizzontale del volante agevola l’ingresso e l’uscita del guidatore, regalando al contempo un look più sportivo. Inoltre il corpo centrale compatto e le razze più sottili, garantiscono una migliorare visibilità del quadro strumenti, qualità questa assolutamente non secondaria.



conferma di un successo

La nuova funzione di riscaldamento del volante (presente di serie sull’allestimento Tekna, oggetto della nostra prova) è una sorpresa assai positiva mentre per quanto concerne i sedili (riscaldabili anche quelli posteriori) il rivestimento in pelle è di serie su Tekna (anche bicolore) e vanta una trapuntatura di pregio che ne sottolinea la qualità. Senza fronzoli la consolle centrale appare comunque funzionale, di buone dimensioni il vano sotto il bracciolo centrale mentre sui modelli con trasmissione automatica, il design del selettore del cambio è stato ridisegnato e presenta un nuovo giunto in pelle. La radio digitale DAB è di serie e il navigatore satellitare touch-screen NissanConnect (di serie da N-Connecta, optional su Acenta) presenta una nuova interfaccia grafica. Il nuovo X-Trail si conferma perfetto per la famiglia, grazie soprattutto alla praticità, al buon comfort e alle dimensioni generose degli spazi interni. I due allestimenti top di gamma di X-Trail sono disponibili di serie con portellone elettrico e ora questa funzionalità è stata ottimizzata con la funzionalità “hands-free” (senza mani), in quanto il portellone si può attivare automaticamente mettendo il piede sotto il centro del paraurti posteriore. Il bagagliaio è ampio quanto basta (la capacità è ora di ben 565 litri sulla versione cinque posti) mentre per quanto riguarda gli interni della versione a sette posti, la capacità diminuisce a 445 litri, mentre lo spazio totale con tutti i sedili abbattuti arriva a ben 1996 litri.


In risposta alla richiesta dei clienti di arricchire i sistemi audio, l’allestimento Tekna è oggi provvisto di serie di un nuovo impianto audio BOSE Premium a otto altoparlanti. Fornito da BOSE, partner audio di eccellenza di Nissan, presenta due tweeter da 25 mm alla base del parabrezza, un woofer da 165 mm in ciascuna portiera anteriore e un altoparlante per frequenze medie da 130 mm in ciascuna portiera posteriore. Due woofer da 115 mm sono collocati in un alloggiamento da 7,7 litri ricavato ad hoc nel pozzetto della ruota di scorta. Un amplificatore digitale BOSE con 8 canali di equalizzazione personalizzata e sistema DSP per l’elaborazione del segnale è montato sotto il sedile del passeggero anteriore


conferma di un successo

Nissan Intelligent Mobility è la roadmap tecnologica di Nissan per arrivare a veicoli che suscitino emozioni, ridefinendo al contempo il modo in cui vengono guidati, alimentati e integrati nella società. In altre parole un deciso passo avanti rispetto alle vecchie generazioni di X-Trail. Un’attenzione particolare va posta al sistema ProPILOT. Si tratta della prima fase del percorso intrapreso dal marchio verso la guida autonoma, che porterà ai guidatori maggiore libertà, automatizzando gli aspetti più faticosi e noiosi della guida. Basato sull’integrazione di tre tecnologie (Lane Keep Assist LKA, Intelligent Cruise Control ICC e Traffic Jam Pilot TJP) il sistema ProPILOT può regolare sterzo, accelerazione e frenata durante la guida in autostrada su corsia singola, sia in condizioni di traffico intenso sia ad alte velocità. Intuitivo da usare, ProPILOT è attivato tramite un pulsante posto sul volante e le informazioni vengono mostrate nel quadro strumenti tra i comandi. Altra tecnologia Nissan Intelligent Mobility presente su X-Trail è il Rear Cross Traffic Alert. Si tratta di un sistema intelligente di rilevamento posteriore degli ostacoli in movimento che riduce il rischio di collisione a bassa velocità durante le manovre in retromarcia tramite segnalazioni visive e acustiche, non appena rileva l’avvicinamento di un veicolo. Il sistema di frenata d’emergenza intelligente è stato aggiornato includendo l’importante funzione di riconoscimento pedoni, combinando il radar e la videocamera anteriore.



conferma di un successo

Da non dimenticare infine il rilevamento della segnaletica stradale, l’Intelligent Driver Alertness (sistema intelligente di rilevamento attenzione guidatore), il sistema intelligente di assistenza al parcheggio e il sistema di avviso cambio di corsia involontario intelligente. La gamma di tre motorizzazioni rimane invariata rispetto alle vecchie serie di X-Trail e sono molte le possibili combinazioni: benzina o diesel Low Power e High Power, spaziando da potenze che vanno dal prudente 130 cavalli sino allo sportiveggiante motore da 177 cavalli. Sul fronte cambio sono disponibili un manuale a sei rapporti o un automatico CVT XTronic, a due o quattro ruote motrici…. Insomma, c’è di che sbizzarrirsi. X-Trail vi accoglie in amicizia e tende a non mettere mai in imbarazzo il guidatore. Nonostante le dimensioni e il peso, la vettura mette in mostra una buona maneggevolezza e precisione, sia sulle strade extra-urbane che in autostrada o in città. Se in città X-Trail si muove bene (il volante è leggero e non affatica), sulle strade extraurbane la tenuta di strada appare sicura e il motore generoso. In autostrada poi si viaggia in totale relax, con livelli di rumorosità accettabili. Una negatività riguarda invece la visibilità, sia anteriore che posteriore; davanti sono i grossi montanti a dare fastidio mentre dietro i dubbi arrivano da un lunotto posto molto in alto e piuttosto ridotto… ma ci sono le telecamere su cui contare sempre.


Altra novità è la tecnologia chiamata Stand Still Assist (SSA), che integra l’assistenza alle partenze in salita sulle auto con cambio manuale. Il sistema SSA mantiene l’auto ferma fino a tre minuti, dopo i quali viene attivato automaticamente il freno di stazionamento. Funziona nelle salite, nelle discese e in piano, consentendo al guidatore di rimuovere il piede dal pedale del freno, migliorando la sicurezza, rafforzando la sua tranquillità e riducendo l’affaticamento. Una spia verde nel quadro strumenti indica quando è attivo


conferma di un successo

A Milano la stazione Garibaldi della metropolitana M5 è completamente dedicata a Nissan, e i 65.000 passeggeri che in media la attraversano ogni giorno possono godere di una straordinaria vetrina per prodotti, tecnologie e iniziative Nissan. In questo periodo protagonisti della stazione Garibaldi sono NissanJuke, Nissan Qashqai, Nissan X-Traile le tecnologie Nissan IntelligentMobility. Lungo i corridoi, lungo le scale e in prossimità delle porte della stazione le immagini dei crossover Nissan si alternano a frasi che parlano di comfort e sicurezza a bordo e rimandano alle tecnologie Nissan IntelligentMobility

Il propulsore 2.0 dCi turbodiesel da 177 CV, abbinato al cambio CVT, fa ottimamente la sua parte e spinge bene, sin da regimi medio-bassi e con buona fluidità. Se si vuole andare oltre la guida in totale relax per cercare un pochino di prestazioni la X-Trail vi asseconda, anche se emergono alcuni limiti del cambio che, ogni tanto, risulta un po’ lento nell’adeguarsi a ritmi più sportiveggianti. La X-Trail ha comunque un’anima da fuoristrada che, a richiesta, non tradisce. La notevole altezza da terra facilita nei passaggi più complicati e la vettura si dimostra efficace anche su terreniscivolosi, grazie soprattutto alla trazione integrale, che consente tre opzioni: in 2WD, lavorano solo le ruote anteriori; in Auto la coppia passa anche alle ruote posteriori e infine in Lock la spinta si ripartisce in modo uniforme su tutte e quattro le ruote (50% davanti e 50% dietro). Per finire ricordiamo che Nissan X-Trail è dotato di sei airbag di serie, più i sistemi di assistenza al guidatore, tra cui freni antibloccaggio, ripartitore elettronico di frenata e controllo di stabilità. Le altre dotazioni di serie includono: cruise control con limitatore di velocità, connettività Bluetooth, condizionatore aria manuale, specchietti retrovisori ripiegabili e riscaldabili, cerchi in lega. A seconda dell’allestimento scelto, sono disponibili altre funzionalità tra cui: tetto panoramico apribile, rivestimento in pelle, vetri privacy, climatizzatore automatico a due zone e barre al tetto.



conferma di un successo caratteristiche tecniche prinicipali


#ca


chemacchina

OPEL INSIGNIA SPORTS TOURER

L’EREDE Di grandi dimensioni, slanciata ed elegante, la Insignia Sports Tourer è incredibilmente spaziosa. La seconda generazione di Insignia si distingue anche per gli alti livelli di sicurezza e comfort, per l’abitacolo estremamente accogliente e per una gamma molto vasta di tecnologie intelligenti di Marco Cortesi



l’erede

Cos’è

l’heritage? Mica facile definirlo. Il retaggio? Un mix di storia e contesto culturale? Mio fratello Paolo, che è più sveglio e perspicace di me, riassume tutto in poche parole; guarda la Opel Insignia Sports Tourer, mi guarda e fa: “Questa è un’auto da rappresentante!”. Sembrerebbe quasi una annotazione negativa, ma in realtà non c’è nessun biasimo, niente di male, anzi. Dopotutto, i rappresentanti mica sono i figli della serva, anzi sono tra i più esigenti proprietari d’auto che ci siano. Hanno bisogno di tanta affidabilità, spazio, efficienza nei consumi, sicurez-

za. Devono caricare un sacco di cose, e in auto passano molto tempo. Lo stesso discorso si può fare per una grande famiglia, che deve portare in giro bagagli e bambini con tutto il necessario per la vita di tutti i giorni. Ovvero tanto. L’heritage (l’eredità) nasce dalla vita vissuta vera di coloro che attraversano il Paese in lungo e in largo per guadagnarsi da vivere. O dalle rassicuranti “soccer mom” stile USA, con figli e cane al seguito; quelle che una volta ci si sarebbe immaginati al volante di una familiare coi pannelli in legno. Ma anche dalle esperienze chi ha una vita attiva e fa sport nella realtà e non sulla carta.


Quella tra station wagon e dei SUV è diventata quasi una battaglia, ma la realtà è abbastanza chiara. Le station wagon si salveranno perché sono le macchine di chi fa cose. Viene da pensare con un sorriso a tutte le persone (e ce ne sono tante!) che acquistano un SUV, ma lo vogliono affilato, quasi coupé, salvo poi chiedere ad amici e parenti di prestar loro un mezzo più adatto quando devono caricare o andare in vacanza coi figli. Anche se ha innovato in molti settori, Opel sa bene che occorre produrre vetture per esigenze e persone reali. Ce l’ha nel sangue: è il suo heritage. Lo sapeva tutto mise sul mercato l’Ascona Caravan, per la prima volta nel 1973, e lo sapeva quando, con la Kadett prima e l’Astra poi, ha reso le piccole familiari quasi un’ico-

na. Chi è cresciuto negli anni ‘90 lo ricorda. Erano dappertutto. A Opel va però dato un altro credito. Era infatti inevitabile che un costruttore così collegato al mondo americano afferrasse il concetto, imparando dalle esperienze di casa General Motors. Ma non bastava. Opel ha dimostrato di saper non solo concretizzare e riproporre l’idea di fondo che già era “in casa”, ma anche di riuscire a “confezionarla” al meglio, adattandola ad una realtà diversa. Sarebbe stato facile prendere le grandi familiari americane e riproporle tali e quali in Europa. Sarebbe però stata una scelta sbagliata, che non avrebbe dato il via ad una storia, un heritage di successo come quello oggi rappresentato appieno dalla Insignia Sports Tourer.


l’erede

Assolutamente da lodare la scelta di Opel di comunicare i consumi oltre che nel vetusto e poco realistico ciclo NEDC, anche secondo le nuove direttive WLTP: ancora è presto per effettuare confronti, visto che da parte dei concorrenti non c’è la stessa trasparenza, ma è probabile che la vocazione alla quotidianità della Insignia, insieme alle buone prestazioni del motore, possano giocare a suo favore con cicli di consumo che premiano le condizioni di “vita reale”


Lo

sforzo per rendere la Opel Insignia una vettura premium a tutti gli effetti è evidente fin dal primo sguardo, in particolare per la versione Sports Tourer. La casa tedesca vuole chiaramente mostrare come il proprio prodotto di punta non sia “solo” un efficace e confortevole mezzo per spostare cose e persone, ma anche una rappresentazione degli ideali tecnologici e di qualità che si vogliono perseguire, e che trovano nella storia importanti richiami. L’ispirazione alla nascita di questo prodotto è stata data da tre vetture del passato, Kapitan, Admiral e Diplomat, che a metà anni ’60 diventarono i punti di riferimento nella fascia di mercato più alta in particolare per comfort, sicurezza e progresso tecnologico. All’esterno la Sports Tourer spicca per la qualità dell’assemblaggio e la cura con cui sono state lavorate sia le linee generali sia i singoli componenti. La genesi del comparto stilistico risale all’apprezzatissimo Monza Concept presentato anni fa a Francoforte, a cui lo accomunano i sottili fari anteriori e la grande griglia attraversata dall’emblema del marchio, abbassata, rispetto al modello precedente, per rendere la vettura ancora più piantata sulla strada. La linea superiore cromata dei finestrini laterali e la linea del tetto spingono graficamente la vettura verso il basso e la allungano. La tipica “lama” cattura la luce nella parte inferiore delle portiere e attira l’attenzione verso il posteriore. La vettura appare ora più slanciata e infatti il coefficiente di resistenza aerodinamica è di 0,26, uno dei migliori del segmento.


l’erede

Il sistema top di gamma Multimedia Navi Pro presenta la nuova generazione dei sistemi di navigazione Opel. Tra le nuove funzioni vi sono i servizi di navigazione in connessione, il servizio Live Traffic, le informazioni sui prezzi dei carburanti e le informazioni relative ai parcheggi. Quando si è collegati a internet (attraverso il proprio smartphone), il servizio Live Traffic fornisce le informazioni sul traffico in tempo reale ma quando il sistema non è connesso può ancora accedere alle informazioni, attraverso i protocolli TPEG via DAB/DAB+. Anche in assenza di segnale digitale il sistema continua a ricevere informazioni via TMC transmissions (Traffic Message Channel). In questo modo si possono ricevere allerta più precisi e tempestivi per l’elaborazione del percorso. Inoltre il sistema di navigazione fa riferimento ai viaggi precedenti per calcolare i tempi di arrivo in modo più preciso


L’attenzione ai dettagli è percepibile anche nell’abitacolo. Oltre al design estremamente curato, e alla scelta di materiali di grande qualità, spicca l’impostazione di guida particolarmente riuscita, quasi sportiva, grazie alla quale è subito facile trovarsi a proprio agio. La plancia ha linee pulite, superfici scolpite e materiali premium in tutte le zone a contatto, che assicurano una sensazione di benessere e raffinatezza. Lo stesso vale per i sedili che risultano belli ma anche robusti. I comandi dell’infotainment sono stati studiati con estrema attenzione; molte funzioni si controllano semplicemente attraverso lo schermo touch e sono state create tre zone funzionali di comandi per utilizzare il sistema in modo rapido e intuitivo: quelli più in alto per le funzioni principali del sistema, quelli centrali per la climatizzazione e il riscaldamento, quelli più in basso per i sistemi di assistenza alla guida. Il layout è pulito e non obbliga guidatore e passeggeri a entrare nei sotto-menù dello schermo touch per trovare le funzioni principali. La Sports Tourer si distingue inoltre per alcune novità pratiche interessanti: per facilitare al massimo le operazioni di carico, si può aprire il portellone con un semplice movimento del piede sotto il paraurti posteriore e ripetendo lo stesso movimento il portellone si richiude. Il bagagliaio è ovviamente molto capiente, sino a un massimo di 1.665 litri: oltre 130 litri in più rispetto al modello precedente mentre, per godere di una vista straordinaria, è disponibile a richiesta il tetto panoramico, che si estende oltre i passeggeri posteriori.


l’erede

La Insignia Sports Tourer è disponibile a partire da 31.350 euro per la 1.6 litri 120 cavalli nella versione base. Nella più ricca business il prezzo aumenta di soltanto 1.300 euro a fronte di una dotazione migliore (comprendente sensori di parcheggio anteriori e posteriori, e il il sistema multimediale con navigatore Intellilink 900 e radio DAB). Da 33.400 euro parte la versione da 136 cavalli, mentre il 2 litri da 170 è in vendita da 35.400 euro. Infine, ci vogliono poco meno di 45.000 euro per la sportiva versione a da 210 cavalli, che però porta in dote anche il completissimo e sportivo allestimento GSi



l’erede

Da segnalare anche che Opel propone con la Isignia un nuovo livello di personalizzazione: Opel Exclusive. Ai clienti viene offerta una scelta illimitata di colori e una selezione di cerchi in lega esclusivi con dimensioni fra i 18 e i 20 pollici. Il programma Exclusive è alla portata di tutti, non elitario ma volto ad offrire all’acquirente qualcosa di esclusivo. Ci sono poi una serie di varianti opzionali in pelle e di elementi decorativi, così da aumentare ulteriormente il livello di personalizzazione


In termini di guida si apprezza soprattutto il confort di marcia. La Insignia Sports Tourer permette di affrontare lunghe percorrenze in tranquillità minimizzando l’impatto sul fisico, cosa che fa uscire dall’abitacolo “freschi” anche dopo viaggi da centinaia di chilometri. Su strada la Insignia è sicura e precisa grazie a sospensioni ben tarate, mentre lo sterzo viceversa rappresenta un po’ il tallone d’Achille per il poco feeling che restituisce. Non che non sia preciso, anzi, ma non ci è parsa l’interpretazione delle traiettorie, la comprensione istantanea della posizione delle ruote, ovvero della progressione della sterzata. Occorre farci l’abitudine, ma va detto che la dinamica dell’auto beneficerebbe sicuramente di un’impostazione “sport” con una modalità più diretta e comunicativa. Tra gli altri sistemi di assistenza alla guida spiccano l’HUD (Head-up-Display) con le informazioni relative a velocità, cartelli stradali, cruise control e navigazione proiettate sul parabrezza, la telecamera a 360°, il cruise control adattativo, il sistema di mantenimento della corsia con correzione automatica dello sterzo e il blind spot alert per il monitoraggio degli angoli ciechi. I propulsori della gamma proposti sul mercato italiano sono al momento tutti diesel. A livello prestazionale il 1.6 da 136 cavalli dell’esemplare in prova non ha nulla da invidiare ai migliori due litri della concorrenza, ci sentiamo però di segnalare anche il nuovo 2.0 da ben 210 cavalli, punta di diamante della gamma.


l’erede

I gruppi ottici di Insignia appaiono assai eleganti e, in seguito al passaggio ancora più fluido tra un numero più elevato di segmenti LED, è riescono ad adattare il fascio di luce con una precisione altissima e riescono così a produrre una quantità di luce superiore e più luminosa. Per migliorare la visibilità quando si affrontano le curve con i fari abbaglianti ora l’intensità luminosa dei segmenti a matrice più interni aumenta in funzione dell’angolo di sterzata, per aumentare l’illuminazione della curva. Ciascun faro anteriore IntelliLux LED® è dotato di un faro abbagliante che aumenta l’illuminazione fino a circa 400 metri. Appena la vettura esce dalle aree urbane, i fari anteriori IntelliLux LED®si inseriscono automaticamente e poi adattano costantemente lunghezza e distribuzione del fascio luminoso a qualunque situazione di viaggio, che si guidi in città, campagna, autostrada o si affronti una curva… e senza abbagliare nessuno



l’erede


Si tratta di un due litri diesel con doppio turbo sequenziale e due stadi di compressione, che è in grado di sviluppare una coppia di 480 Nm a partire da 1.500 giri. Importante lo step prestazionale: la nuova Insignia BiTurbo passa da 0 a 100 km/h in soli 7,9 secondi e raggiunge una velocità massima di 233 km/h. Come l’altro 2.0 litri della Insignia (170 cavalli con turbocompressore unico) anche il nuovo diesel doppio turbo è dotato di sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR). Si tratta di un sistema altamente efficiente per il trattamento dei gas di scarico, nel quale quantità minime di AdBlue, una soluzione acquosa di urea, vengono iniettate nel flusso dei gas di scarico. Oltre all’aumento di efficienza, potenza e coppia, la fluidità e la silenziosità sono state le priorità nella fase di progettazione del nuovo motore. Gli ingegneri Opel hanno pertanto dotato il motore di albero motore in ghisa, controalberi, un volano più rigido e hanno diviso la coppa dell’olio in due parti, per ridurre al minimo le tipiche vibrazioni e risonanze del diesel. Il nuovo propulsore viene sempre offerto in abbinamento con la trasmissione automatica a otto rapporti fornita da Aisin, azienda del Gruppo Toyota che si divide il mercato del settore con i tedeschi di ZF ed è rinomata per la qualità dei propri prodotti. Il cambio è accoppiato con la trazione integrale dotata di un sistema di torque vectoring allo stato dell’arte.

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cheamerica

UNA FERRARI D A LOS ANGELES UNA CLAMOROSA ASTA DI SOTHEBY’S di Niccolo’ Gargiulo Foto: RM Sotheby’s


La Ferrari 290 MM Scaglietti del 1956: miss 22 milioni

DA 22 MILIONI!

IL GIRO D’AFFARI DELLE AUTO D’EPOCA È IN COSTANTE CRESCITA. APPASSIONATI E COLLEZIONISTI CERCANO SEMPRE PIÙ QUALCOSA DI VERAMENTE UNICO


una ferrari da 22 milioni!

L’

asta RM Sotheby’s, tenutasi l’8 dicembre al Petersen Automotive Museum di Los Angeles, è stata un altro grande successo, capace di raccogliere 40 milioni di dollari dopo aver battuto 64 veicoli e 77 oggetti d’arte legati al mondo dell’automobile. Destinata a passare alla storia la quotazione di 22 milioni di dollari (!!!) raggiunta da una Ferrari MM Scaglietti del 1956. Questo vero e proprio capolavoro modenese era stato portata in gara, tra gli altri, da Juan Manuel Fangio, Phil Hill e da Stirling Moss, ed è ora entrato ufficiosamente nella “top ten” delle auto più costose mai passate di mano in un’asta. La Ford Model T TrackNose Roadster del 1927, venduta per 145.000 dollari

Il format delle aste di auto d’epoca è sempre più popolare negli Stati Uniti e consente a collezionisti e appassionati di lanciarsi alla ricerca dell’affare dell’anno ma anche solo di trascorrere belle giornate in quelli che sono ormai divenuti veri e propri saloni dell’auto. Sempre più di frequente le case automobilistiche approfittano di questi eventi per proporre modelli nuovi e concept, mescolati a vetture vintage del valore di svariate centinaia di migliaia di dollari. Tra i pezzi più interessanti battuti all’asta da RM Sotheby’s presso il Petersen Museum, oltre alla Ferrari 290 MM e alle svariate Lamborghini e Porsche, vi erano diversi “hot rod” e “custom”, vere e proprie icone della tradizione motoristica americana, come la pluripremiata Ford “Lloyd Bakan”Coupe del 1932 che, per le sue dimensioni contenute, le cromature e l’aspetto “gangster” è il vero simbolo di questa particolare cultura nata negli anni venti. La Ford Model T Track-Nose Roadster del 1927 è frutto del lavoro di pionieri delle “custom” quali Claude Hampson, Tony Nancy e Art Summers ed è considerato uno dei primi esempi di “hot rod” californiani. E’ anch’esso passato di mano durante l’evento di Sotheby’s per la ragguardevole somma di 145.000 dollari. All’asta è stata aggiudicata (per ben 246.000 dollaroni) anche la perfetta ricostruzione del “Mysterion” del 1962, un veicolo funzionante ma considerato in realtà più come opera d’arte eccentrica e unica che non come automobile… e basta guardarlo per capire perché.


La Ford Lloyd Bakan Coupe del 1932, capostipite del fenomeno “hot rod�

Bellissima la Mercury Coupe Custom risalente al 1940


una ferrari da 22 milioni!

La curiosa “Mysterion� del 1962 battuta per 246.000 dollari



una ferrari da 22 milioni!

Fondato nel giugno 1994 dall’editore Robert E. Petersen, il Petersen Automotive Museum viene oggi gestito dalla Petersen Automotive Museum Foundation. Nel corso del 2015 l’edificio che accoglie il museo è stato completamente rinnovato, divenendo esso stesso un motivo di attrazione. Intorno al vecchio edificio è sorto un nuovo involucro, che comprende 308 nastri metallici che avvolgono l’edificio color rosso brillante. L’effetto dei nastri metallici richiama la velocità e il movimento delle automobili. I tre piani del museo sono dedicati rispettivamente alla storia, all’industria e all’arte dell’automobile Foto www.petersen.org


La Mercury Stengel Custom del 1941, aggiudicata per ben di 252.000 dollari

#ca


checorse


La scalata verso la Formula 1 affronterà una rivoluzione nel 2019. Con la nascita di nuovi campionati e la permanenza di quelli vecchi, la situazione delle categorie addestrative si è ingarbugliata, nonostante l’obiettivo fosse quello della semplificazione di Marco Cortesi Foto Zak Mauger / FIA F.2

Si aggroviglia la “scala mobile sociale” verso la Formula 1

IL PASTICCIACCIO


il pasticciaccio

Il

2019 sarà l’anno della rivoluzione nel mondo delle competizioni per monoposto che compongono la “scala” verso la Formula 1. Nel corso delle ultime stagioni infatti, la Federazione Mondiale dell’Automobilismo ha lavorato per creare una progressione semplice, con poche categorie e una filiera diretta. Dopo anni di stabilità, la Formula 3 è stata così protagonista di un cambiamento epocale, che ha di fatto visto la ex GP3 Series assumere il nome di FIA Formula 3, con vetture di concezione completamente diversa rispetto agli ultimi vent’anni. Del concept che ha portato alla ribalta i piloti più grandi di sempre è rimasto poco. E’ innanzitutto finita l’era della concorrenza, in quanto la nuova serie è monomarca, non tanto per i telai Dallara (che già prima avevano il monopolio “de facto” della F.3 tradizionale) ma per i motori, i 3.4 litri Mecachrome, uguali per tutti e dalla potenza sensibilmente più elevata rispetto ai 2 litri classici, 380 cavalli contro 300. In dote per il vincitore ci saranno 30 punti-licenza, sui 40 che servono per correre in Formula 1. E il successo è confermato, con trenta iscrizioni già preselezionate.

Dopo aver trionfato nell’Euro F.3 nel 2018 per Mick Schumacher il passo obbligato è ora verso la Formula 2, dove resterà fedele al team italiano Prema

Il problema ora è il “surplus” di piloti, coloro che sono rimasti fuori o non sono ancora pronti per effettuare il balzo verso vetture così potenti. Questo aspetto ha portato alla nascita o riaffermazione di molti campionati “satellite”, alcuni dei quali invece si poteva supporre che sarebbero spariti, vittima della “rivoluzione”. L’ex europeo F.3 diventerà Formula Masters, e grazie ai numerosi punti per la superlicenza che offrirà al vincitore sembra avere buone possibilità di sopravvivere almeno per un anno, fino alla scadenza dell’omologazione delle vetture.


Gli italiani Alessio Lorandi e Leonardo Pulcini, entrambi provenienti dalla GP3, sono ora alla caccia di un sedile in Formula 2, che hanno entrambi assaggiato nei test a Yas Marina


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Il britannico Lando Norris (qui a Monza in settembre in Formula 2) debutterĂ in Formula 1 nel 2019 con McLaren

George Russell, trionfatore del 2018, come i precedenti vincitori in Formula 2 (GP2 sino a due anni fa) ha trovato spazio in Formula 1; per lui un contratto con Williams


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Ci sarà poi l’Euroformula Open, categoria “low cost” organizzata da un promoter spagnolo in abbinamento al’Open GT, sempre con vetture Formula 3 della precedente generazione e 10 punti superlicenza… ma nasceranno anche i nuovi campionati Formula 3 Regional, protagonisti di un vero e proprio pasticcio politico. Oltre ai citati Formula Masters ed Euroformula Open ci saranno altri due campionati di F.3, o pseudo-F.3 per un totale di ben cinque serie! E ciò nonostante i proclami di semplificazione. Come ci si è arrivati? E’ stata anche questione di appalti. Constatato il salto importante tra la Formula 4 (160cv) e la nuova Formula 3 (380), la FIA ha opportunamente deciso di creare una nuova categoria” di mezzo”, la F.3 Regional appunto. Si tratta di una classe più low-cost, che utilizza vetture della factory lombarda Tatuus al posto delle Dallara, con motori Alfa 1750 da 270 cavalli. Il problema è che due strutture, ACI-WSK e Renault Sport, hanno presentato bandi per la titolazione ufficiale, e nonostante la vittoria dell’Automobile Club Italiano, i perdenti non ci sono stati e hanno creato un loro campionato. A complicare ancor più le cose, il fatto che la FIA stessa, anziché “punire” il comportamento di Renault, ha conferito comunque 18 punti superlicenza alla categoria francese, solo sette meno rispetto alla F.3 Regional “originale”. Una scelta che, per non scontentare un costruttore così importante, ha di fatto ha “sfiduciato” i vincitori dell’appalto. Renault infatti, oltre a un ottimo calendario, ha dalla sua anche un’Academy e un team di Formula 1 a cui è possibile aspirare, e i piloti stanno tranquillamente accettando l’handicap dei punti in meno in cambio di queste attrattive. Risultato: serie “ufficiale” europea in dif-

ficoltà, griglia già piena in Renault. Tanto valeva dare subito l’appalto ai transalpini. Unico baluardo di stabilità nel 2019 sarà la Formula 2. La serie cadetta, nonostante un complicatissimo esordio per i nuovi motori turbo, con problemi tecnici a ripetizione, porterà in Formula 1 altri tre piloti dopo gli innesti eccellenti delle ultime stagioni. Il primatista 2016, Pierre Gasly, sarà il volto nuovo della Red Bull accanto a Max Verstappen. Il vincitore della stagione 2017, Charles Leclerc è già diventato titolare in Ferrari accanto a Sebastian Vettel, mentre George Russell, campione 2018, ha trovato posto alla Williams. Insieme a lui, dalla Formula 2 arriverà anche un altro inglese, Lando Norris, destinazione McLaren, oltre al Thailandese Alexander Albon. Al contrario del connazionale Norris, dal budget multimilionario che gli ha permesso una quantità enorme di test privati, anche con vetture Formula 1, Russell si è fatto strada a spallate, riuscendo ad inserirsi in Formula 1 grazie alla “tutela” del boss Mercedes Toto Wolff. Arrivato terzo nella F.3 europea nel 2016 a dispetto di un team non certo di alto livello, Russell è poi passato alla GP3 Series, vincendola, e alla Formula 2, centrando sette successi, cinque pole e il titolo con un margine enorme sul primo degli inseguitori… Lando Norris per l’appunto. A conferma del successo della Formula 2, il fatto che anche il terzo classificato di questa stagione, Albon, sarà in Formula 1 nel 2019, recuperato “per i capelli” da una Red Bull che proprio non riusciva a trovare nessuno per riempire il sedile rimasto scoperto in Toro Rosso. La chiamata è stata così tarda, e a sorpresa, che Albon aveva già firmato un contratto in Formula E, annunciando il suo ritiro dalle competizioni “tradizionali”...


La nuova F.3 FIA costruita da Dallara. In pratica un super evoluzione della GP3, con motori da 380 cavalli

Pilota della Ferrari Driver Academy, Antonio Fuoco ha alle spalle buone stagioni in Formula 2 ma il suo futuro non è del tutto chiaro


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Il nostro Luca Ghiotto (qui ad Abu Dhabi poche settimane or sono) è ormai uno dei piÚ esperti piloti della categoria cadetta e uno dei favoritissimi per il campionato 2019


Sin dalla sua introduzione, la nuova superlicenza Formula 1 a punti ha costretto i piloti a fare calcoli, dando non pochi grattacapi a coloro che, sicuri di poter disporre del budget, o del talento necessario, non avessero i punti necessari. Nata per imporre una barriera ai “piloti con la valigia” e ai giovanissimi pronti a bruciare troppo velocemente le tappe, la nuova superlicenza ha fatto discretamente il suo lavoro. Per accedere alla Formula 1, servono 40 punti in tre anni consecutivi, da combinare secondo un’assegnazione che coinvolge tantissimi campionati a ruote coperte e scoperte. I primi tre classificati della Formula 2, oltre ai primi due dell’IndyCar, hanno automaticamente diritto alla superlicenza, mentre per gli altri… c’è la calcolatrice. Un terzo posto in Formula 4, un secondo in Formula 3 Regional e un quinto posto in Formula 2 possono bastare, così come un titolo nel DTM e due terzi posti nel mondiale turismo, o due terzi posti in Formula E, e via discorrendo. In concreto: l’attribuzione dei punti da parte del Consiglio Mondiale FIA è diventata un fattore chiave nel successo o insuccesso di un campionato

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LE ASTON MARTIN D’EPOCA ORA ANCHE ELETTRICHE!

La inarrestabile ascesa dell’elettrico non è solo un ponte verso il futuro ma anche verso il passato. Già stanno arrivando limiti all’uso di auto d’epoca (in quanto fuori dalle norme sulle emissioni) ed ecco allora nascere iniziative importanti, come questa di Aston Martin


ritorno al futuro

C’è

l’interesse nei confronti delle auto d’epoca in costante crescita (e le valutazioni di modelli storici ai massimi di sempre), Aston Martin Lagonda sta mettendo in atto una strategia clamorosamente innovativa: trasformare queste storiche e preziosissime vetture in veicoli elettrici. Concepita come parte integrante della strategia sull’elettrico di Aston Martin, la cosiddetta “Heritage EV conversion” è il prodotto del lavoro svolto a Newport Pagnell dalla divisione Aston Martin Works. Partendo dal know-how acquisito dalla marca inglese durante lo sviluppo della Rapide E (e dalla pianificazione delle future vetture elettriche della gamma Lagonda), il team di ingegneri di Aston Martin Works ha creato un innovativo “kit” per la conversione in elettrico. La prima vettura a ricevere la il sistema è stata una DB6 MkII Volante del 1970 in perfette condizioni. Il kit viene montato sopra al motore originale e agli elementi della trasmissione e, attraverso dei cordoni ombelicali, alimenta i sistemi elettrici della vettura. Questi ultimi sono controllati tramite uno schermo discretamente installato sulla plancia all’interno dell’auto. Tenendo in considerazione il valore di queste vetture ed il significativo investimento che queste rappresentano per i collezionisti, è di vitale importanza che il sistema di conversioni non vada ad intaccare l’integrità di questi capolavori d’epoca. Proprio per questo motivo il kit rappresenta la soluzione ideale a riguardo,



ritorno al futuro

garantendo ai proprietari la possibilità di circolare con la propria auto d’epoca a emissioni zero ma, allo stesso tempo, potendo istantaneamente ritornare alla propulsione originale. “Siamo consapevoli e prendiamo atto delle pressioni che arrivano dal mondo ambientalista e sociale, - ha dichiarato Andy Palmer, Presidente di Aston Martin Lagonda - che rischiano di portare ad una restrizione alla circolazione della auto d’epoca. Il nostro Second Century Plan non riguarda solo il futuro dei nostri modelli di produzione, ma vuole anche proteggere l’eredità del nostro passato. Credo che ciò renda Aston Martin un brand veramente unico e un leader proiettato verso il futuro”. Paul Spires, presidente di Aston Martin Works ha inoltre commentato: “E’ da tempo che cerchiamo il modo di proteggere i nostri clienti affinché’ possano continuare a guidare le proprie auto storiche. Guidare una Aston Martin classica in modalità puramente elettrica è un’esperienza unica, che sono sicuro affascinerà i nostri clienti, in particolare coloro che vivono nelle grandi città. Con la possibilità di convertire auto d’epoca all’elettrico intravediamo anche un aspetto e un approccio completamente nuovo al collezionismo”. Dopo aver completato la prima conversione sulla DB6 Volante, Aston Martin Works sarà a disposizione dei clienti per il montaggio del kit elettrico a partire dai primi mesi di questo 2019.



ritorno al futuro

Uno dei momenti più importanti della storia sportiva di Aston Martin è stato di ispirazione per l’ultima creatura della divisione Q by Aston Martin, la divisione aziendale dedicata alla produzione di specialissime vetture in serie limitata. Questa splendida creatura si chiama DBS59 e, già dal nome, ricorda la fantastica doppietta delle verdi DBR1 alla 24 Ore di Le Mans del 1959. Derivata dalla DBS Superleggera, la DBS59 verrà prodotta in 24 esemplari soltanto, a ricordare il numero di ore della gara di durata più famosa e prestigiosa del mondo


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chestoria

MONROE E ÖHLINS

Il matrimonio delle

SOSPENSIONI


CONTENUTO PUBBLIREDAZIONALE

L’ACQUISIZIONE DEFINITIVA DI ÖHLINS CONSENTE A TENNECO DI TRARRE ULTERIORE PROFITTO DAI TREND CONSOLIDATI IN AMBITO DI SOSPENSIONI INTELLIGENTI, GUIDA AUTONOMA E MOBILITÀ


il matrimonio delle sospensioni

“La

collaborazione ventennale di Tenneco e Öhlins ha portato prodotti di prima classe nel mercato delle sospensioni intelligenti e consente oggi un ingresso strategico nel mondo delle performance avanzate con brand e prodotti di qualità e con la tecnologia brevettata Continuously Controlled Electronic Suspension Valve – ha annunciato Brian Kesseler, co-ceo di Tenneco – inoltre il team di Öhlins dedicato allo sviluppo tecnologico ci consentirà di ampliare velocemente l’offerta dei prodotti per i nostri clienti attuali e futuri e ci aiuterà ad ottenere una maggiore percentuale di business per quanto concerne lo sviluppo della mobilità. È con molto piacere che accolgo il team di Öhlins come parte importante della nostra nuova società dedicata ai servizi aftermarket e ride performance.” Con questa dichiarazione, poche settima-

ne or sono, il colosso americano Tenneco (che tutti conosciamo per le sospensioni Monroe) ha sigillato, con una definitiva acquisizione, la collaborazione con gli svedesi di Öhlins, società di engineering che, a sua volta, non ha certo bisogno di presentazioni, forte com’è (da sempre) nello sviluppo sviluppa sistemi di sospensione e di componenti destinati ai settori automotive e motorsport. L’acquisizione di Öhlins accelererà lo sviluppo di soluzioni per sospensioni intelligenti con apparecchiature originali d’avanguardia, riducendo inoltre i tempi di commercializzazione. E ancora, amplierà la gamma dell’offerta Tenneco sul mercato della mobilità, grazie agli eccellenti prodotti Öhlins già presenti nell’aftermarket automotive e motor sport. “Sono fiero del team di Öhlins e di tutto ciò che abbiamo realizzato negli ultimi 43 anni

Öhlins Racing AB, è una società svedese che sviluppa sistemi di sospensione per i settori automotive e motorsport e supporta team nei campionati di Formula 1, Formula E, NASCAR e MotoGP. Öhlins, le cui entrate degli ultimi 12 mesi si aggirano intorno ai 130 milioni di dollari, conta 340 dipendenti e la sua sede principale è ad Upplands Väsby, in Svezia, dove sono collocati anche i principali reparti di ricerca e sviluppo e lo stabilimento di produzione. Öhlins ha anche uffici distaccati e succursali in diverse aree del mondo: Öhlins Asia in Tailandia, Öhlins Technical Centre in Germania e Öhlins USA in N. Carolina



il matrimonio delle sospensioni


Dopo l’ormai prossima divisione in due società del colosso Tenneco, la società dedicata ai servizi aftermarket e ride performance sarà una delle più grandi società globali aftermarket (multi-linea e multi-marca) e una delle più grandi aziende di ride performance e freni OE. I marchi principali dei prodotti aziendali aftermarket e ride performance saranno, tra gli altri, Monroe®, Walker®, Clevite®Elastomers, MOOG®, Fel-Pro®, Wagner®, Champion®. La società dedicata ai servizi aftermarket e ride performance avrebbe avuto nel 2017 un fatturato pro-forma di 6,4 miliardi di dollari, con il 57% di tali ricavi derivanti dal mercato aftermarket e il 43% derivante dai clienti di apparecchiature originali


il matrimonio delle sospensioni

– ha commentato Kenth Öhlin, fondatore di Öhlins – e siamo tutti entusiasti di continuare a fornire tecnologie innovative che possano accelerare il progresso del settore, grazie al sostegno di Tenneco, alla sua forza e allele sue risorse”. Mister Öhlin manterrà una partecipazione di minoranza in Öhlins e collaborerà con Tenneco per garantire la continuità della sua visione strategica e tecnologica. L’acquisizione diverrà operativa nel corso del primo trimestre del 2019 ed è soggetta ad autorizzazione normativa, all’approvazione degli azionisti e ad altre condizioni comunemente considerate in relazione alla chiusura. Il corrispettivo totale della acquisizione ammonta a circa 160 milioni di dollari ed era stato contemplato fra gli obiettivi di “leverage” forniti nell’aprile 2018, come parte del comunicato di acquisizione di Federal Mogul.

Tenneco, con sede a Lake Forest (Illinois-USA) e circa 32.000 dipendenti in tutto il mondo, è uno dei principali progettisti, produttori e distributori mondiali di prodotti Ride Performance e Clean Air, oltre che di soluzioni tecnologiche per mercati diversificati, tra cui veicoli leggeri, autocarri commerciali, attrezzature off-highway e aftermarket. I ricavi nel 2017 sono stati di 9,3 miliardi di dollari. Il primo ottobre 2018 Tenneco ha completato l’acquisizione di FederalMogul, fornitore globale leader per produttori di apparecchiature originali e aftermarket, con circa 55.000 dipendenti a livello globale e un fatturato di 7,8 miliardi di dollari nel 2017. Inoltre, verso la fine del 2019, la società prevede di separare le proprie attività per formare due nuove società indipendenti, una società dedicata ai servizi aftermarket e ride performance e una nuova società di tecnologia Powertrain.

A seguito della separazione, la società dedita alla tecnologia powertrain sarà una delle più grandi aziende di powertrain al mondo e servirà i mercati OE in tutto il mondo con soluzioni ingegneristiche indirizzate al risparmio di carburante, alla potenza e ai criteri anti-inquinamento per propulsori a benzina, diesel ed elettrificati. La società dedita alla tecnologia powertrain avrebbe avuto nel 2017 un fatturato pro-forma di 10,7 miliardi di dollari fornendo veicoli leggeri, camion commerciali, fuori strada e mercati industriali


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