#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
41
€ 0,00
Novembre 2019
LEWIS HAMILTON
INTERVISTA ESCLUSIVA! Mazda 3 Hyundai Kona
Renault Kadjar Cadillac XT4
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
Nr.
41
Novembre 2019
checosac’è #chefoto
6
#cheroba 20 • Lewis Hamilton: argento vivo
#chebella 32 • Mazda 3: guardatemi!
#chemacchina 46 • Hyundai Kona
#cheleggenda 56 • Auto e Moto d’Epoca Padova
Fotografia di copertina © Wolfgang Wilhelm for Daimler AG
x
#chefuoristrada 70 • 4x4 FEST a Carrara
#chestoria 78 • Premiata ditta Rankin & Jaguar • Il fattore “wow” di Cupra
#chenovità 94 • Renault Kadjar • Cadillac XT4 - VIDEO
seguici su Facebook: Cheauto magazine
#cheauto
Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo
Periodico mensile digitale Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA
Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo
info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com Periodico non soggetto all’obbligo di registrazione ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012
Pubblicazione online ILLIUM LLC (DANIA BEACH – FL – USA)
Collaboratori Alessandro Camorali (stile & design) John Close (sport) Marco Cortesi Gian Maria Gabbiani (test) Salvo Venuti (off road) Grafica e Impaginazione Diego Galbiati
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.
chefoto
Lo scorso 8 ottobre Max Verstappen ha potuto provare la Honda RA272 Formula 1 del 1965, a quell’epoca guidata nel Mondiale dall’americano Ronnie Bucknum. Il test dell’olandese si è svolto sul circuito privato di prova della Honda a Sakura e a fine test Max ha dichiarato:”… in realtà non avevo mai guidato una monoposto con la frizione e pedale e il cambio manuale…” Forografia Mark Thompson/Getty Image/Red Bull Content Pool
x
chefoto
La nuova A110S entra nella famiglia Alpine a fianco dell’A110 Pure e dell’A110 Légende e si posiziona al top di gamma. L’A110S è caratterizzata da maggiore potenza, configurazione specifica del telaio e raffinati elementi di design. Fedele ai principi di Alpine (compattezza, leggerezza e performance), l’A110S è capace di 292 cv per un peso di 1.114 kg Fotografia Yannick Brossard
FRONT PAGE
chefoto
Questo è il primo prototipo di veicolo militare che la “joint venture” tra FCA e AM General ha sottoposto qualche settimana fa alla US Army (l’Esercito USA). Basato sul recentissimo pickup Jeep Gladiator, si chiama Gladiator XMT (che sta per “Extreme Military-Grade Truck”) e rappresenta il x ritorno alla collaborazione tra due società (Jeep e AM General) le cui storie affondano le radici durante la 2° Guerra Mondiale
chefoto
Una lunga scia gialla in una tela in cui spiccano anche verde e blu: nelle gare di durata i fotografi si possono sbizzarrire anche cosĂŹ. Alla recente 6 Ore del Fuji una Aston Martin dispensa colori e emozioni in questo magnifico scatto di Drew Gibson
x
chefoto
Anche la stagione 2019 non poteva avere migliore epilogo per Touring Superleggera, che ha fatto man bassa di premi in occasione del blasonato concorso d’eleganza di Zoute in Belgio. Probabilmente la soddisfazione più grande è giunta per il premio “Most Unique Coackwork”, che la firma italiana ha conquistato con questa incredibile Pegaso Thrill del 1953 Fotografia Louis-Hennart
chefoto Al recentissimo salone di Tokio Nissan ha presentato questo seducente concept battezzato Ariya. Si tratta di un crossover estremamente performante, con due propulsori elettrici (e non poteva essere altrimenti), dotato di assistenze alla guida di ultimissima generazione ma che, soprattutto, indica un netto cambio di direzione della casa nipponica sul fronte dello stile
x
#ca
La nuova rivista/mensile/digitale
che ti fa scoprire TUTTO sul FUORISTRADA!!!
Sfogliala GRATUITAMENTE seguendo questo link
cheroba
ARGENTO
VIVO di Marco Cortesi
Fotografie: Steve Etherington, LAT Images, Wolfgang Wilhelm, Glenn Dunbar Per gentile concessione Mercedes-Benz Grand Prix Ltd, Monster Energy
Lewis Hamilton, da anni presenza dominante del mondiale di Formula 1 parla della squadra, della carriera, di vita dentro e fuori gli autodromi e di kart‌
argento vivo
All’
indomani del sesto titolo costruttori consecutivo per la Mercedes, e del sesto titolo piloti in arrivo per Lewis Hamilton, vale la pena tuffarsi in questa realtà di enorme successo per analizzare le componenti fondamentali, e le prospettive di un’accoppiata, che ha già fatto la storia del motorsport. Lo strapotere della Mercedes nelle ultime stagioni mondiali della Formula 1 è stato chiaro ed indiscutibile, ma è proprio mentre questo straordinario predominio inizia a vacillare (grazie alla velocità ritrovata delle Ferrari, all’inevitabile alternarsi dei cicli e alla naturale erosione dei margini di competitività) che si evidenziano le componenti strutturali in grado di fare la differenza che, nelle speranze del team con sede a Brackley, rallenteranno o impediranno il calo “fisiologico”. Prima di tutto, a risultare vincente è stata una strategia organizzativa partita da lontano, basata sulla ricerca della massima competitività in ogni comparto. Poche lotte interne, poche ingerenze dall’alto. Sin dalla prima gara della nuova era Mercedes, tutto è stato finalizzato alla preparazione di un nuovo ciclo. Certamente i corposi investimenti in termini di ricerca e sviluppo ma anche l’apporto di Michael Schumacher, che ha aiutato a costruire un metodo di lavoro, e pure l’innesto di Aldo Costa, che dopo essere stato licenziato dalla Ferrari, capro espiatorio di difficoltà dall’origine più complessa, ha progettato vetture in grado di massimizzare il potenziale motoristico e umano dei piloti. E poi l’arrivo di Toto Toto Wolff, uomo forte al comando del progetto.
Alla fine, il momento giusto è arrivato quando si è giunti al cambio di regolamento, con l’avvento dei motori turbo e delle power unit ibride: tutte le strade intraprese sono andate a convergere. Dal via della stagione 2014, gli sforzi sono stati coronati da titoli a ripetizione: l’interruttore si è acceso… e non si è ancora spento… Ovviamente, in quest’analisi manca un tassello, forse il più importante: un pilota giovane, fenomenale, desideroso di prevalere, che potesse fare da catalizzatore di tutto il lavoro: Lewis Hamilton. “Penso sia tutta una questione di lavoro di squadra, – spiega parlando di una stagione che, nonostante la crescita Ferrari, sta volgendo ancora una volta a suo favore – abbiamo messo a segno molte prestazioni di qualità quest’anno, grazie al tempo e alla dedizione del team durante i weekend. Come pilota non credo di aver deluso, e non ho riscontrato cali in termini di impegno e prestazioni. Per la squadra è lo stesso. Il lavoro svolto durante l’inverno per sviluppare e innovare durante ogni ciclo di regole è incredibile; tutti diamo il massimo e lavoriamo in modo omogeneo, indipendentemente dal fatto che nelle prime fasi di ogni weekend siamo i più veloci o meno. È una chimica molto speciale, difficile da descrivere.” Come in tutti gli sport, la chimica e il lavoro di squadra hanno però bisogno di un grande talento individuale che metta l’ultimo tassello. E Hamilton è senza dubbio uno dei più conduttori talentuosi della storia.
argento vivo
In sei anni, Toto Wolff ha vinto dodici titoli, sei piloti e sei costruttori. Una superiorità che non si vedeva dai tempi della Ferrari di Michael Schumacher. Con margini di vantaggio in classifica nell’ordine delle centinaia di punti, ogni stagione. Wolff è stato bravo ad indirizzare il lavoro dei suoi uomini in un’unica direzione, ponendosi come “uomo forte” e riducendo al minimo le spinte individualiste, assumendo un’immagine, anche politica, estremamente forte e dalla grande legittimazione. Per converso ha però saputo anche valorizzare le differenze, e con il suo pilota di punta non ha fatto eccezione: “La cosa più importante è riconoscere che siamo tutti diversi e per lavorare bene abbiamo necessità differenti – spiega Wolff - Lewis deve essere messo in grado di perseguire altre ambizioni o interessi, anziché essere chiuso in una scatola, dicendogli: ecco come devi comportarti. Mi sono reso conto molto presto che dandogli la libertà di cui necessitava, saremmo stati in grado di ottenere da lui prestazioni migliori in pista. Penso che abbia bisogno di distogliere lo sguardo dalle corse automobilistiche. Se riesce a fare una sfilata di moda che lo entusiasma, o a registrare un po’ di musica o ancora fare snowboard con i suoi amici, si dimentica delle corse, e quando torna in pista è più forte e pieno di energia.” Ovviamente, per perseguire uno stile gestionale di questo tipo, occorre dall’altra parte un atteggiamento vincente: “Lewis non smette mai di spingere per aumentare la performance. È molto autocritico. È l’unico pilota che abbia mai visto entrare in un briefing e dire: Non guardare i miei dati perché non guidavo abbastanza bene. E questo da uno che ha vinto cinque mondiali. Questa ricerca incessante del miglioramento, la brutale onestà con sé stesso, la trasparenza per superare errori e carenze, fanno parte del suo carattere.”
argento vivo
Con 83 vittorie è il secondo pilota più vincente di tutti i tempi dietro a Schumacher, ed è imbattibile quanto a pole position: 87! Ma per lui c’è anche un altro motivo d’orgoglio, identificabile a prima vista: Hamilton è l’unico pilota di Formula 1 in attività ad aver vinto mondiali con due vetture diverse (McLaren e Mercedes). Negli ultimi 25 anni, che hanno visto grandi combinazioni di successo tra pilota e squadra, solo un altro pilota ci era riuscito: Michael Schumacher. Non è un caso, ma la dimostrazione di quanto, in uno sport fatto di alti e bassi che inevitabilmente coinvolgono tutti, sia difficile tornare al vertice tra un ciclo e l’altro. “Fa tutto parte delle corse e del motorsport – spiega Hamilton – e lo si deve imparare molto presto. Ci sono alti e bassi, ed è fondamentale il modo in cui si affronta la transizione tra gli uni e gli altri, con l’ideale di trasformare le difficoltà in successi. Sotto questo aspetto, non penso che l’automobilismo sia così diverso dagli altri sport. Più velocemente si comprende questo aspetto, più facile diventerà gestirlo.” Arrivato da un background non certo facoltoso, Hamilton, nella ricerca e nella ripetizione delle sue affermazioni in Formula 1, ha messo in campo lo stesso approccio che, fin da bambino, gli aveva permesso di superare gli ostacoli derivanti da poche risorse e molti preconcetti. Semplice, orientato alla performance, a volte sfrontato. Dall’essere l’unico ragazzino di colore che arrivava in pista col kart sopra la macchina, è si è via via dimostrato un “predestinato”.
Ma Hamilton non è stato un predestinato dalla vita facile e dalla strada spianata. La grande chance se l’è guadagnata con sacrifici, la dedizione ed il talento. E poi, giustamente, l’ha sfruttata al massimo. Quando al galà per il suo primo titolo nazionale kart aveva approcciato Ron Dennis, indossando un vestito preso in prestito da un altro bambino, il patron della McLaren aveva risposto: “Chiamami quando avrai 18 anni”…. ma forse, non aveva capito bene. Dopo due stagioni, fu Dennis ad alzare il telefono per primo e da lì iniziò la leggenda. “Ogni pilota ha un diverso percorso verso il successo - spiega oggi Lewis - ci vuole un’enorme quantità di lavoro e impegno per arrivare al top di qualsiasi sport. Ci sono solo 20 piloti al via in Formula 1, ed è un numero molto piccolo quando si pensa alla quantità di piloti che combattono nelle diverse categorie addestrative. Penso che le persone vedano solo il lato glamour della Formula 1 e non il lavoro necessario per arrivarci.” Al tramonto della stagione 2019, la superiorità della Mercedes sembra iniziare a mostrare delle crepe, anche se Hamilton continua a vincere, e una nuova scadenza, quella dei regolamenti 2021, renderà ancor più difficile mantenere in vita il ciclo vincente attuale. La Ferrari è sempre più determinata ma anche la McLaren vuole cambiare passo e la Red Bull è pronta a portare la partnership con Honda al livello successivo. Hamilton resterà in Formula 1 e lo farà finché continuerà a divertirsi, coltivando nel frattempo tante altre passioni.
argento vivo
Un ex collega di Hamilton, Fernando Alonso, da qualche stagione ha lasciato la Formula 1 in cerca di nuove sfide. Indianapolis, il Mondiale Endurance ed ora sta destando molto interesse (e molta curiosità) la sua decisione di cimentarsi in una competizione complicata e difficile come la Dakar. Tu non ti senti attratto da questo tipo di sfide? “Direi di no, perlomeno per adesso. – spiega Hamilton – Le gare off road e i rally sono molto emozionanti ma al momento non sono obiettivi a cui sto pensando. Oggi il mio focus sono le corse in circuito e la Formula 1 in particolare… ma in futuro, chi lo può mai sapere…?”
argento vivo
“Sono sempre in cerca di nuove scoperte quando sono lontano dalla pista, sia che si tratti di moda, musica, viaggi o trovare nuovi modi di spingermi fisicamente al limite. Bisogna godersi la vita e penso anche che per avere successo in un mondo pressante come quello della Formula 1 occorra lasciarsi andare in altri ambiti.” Ma a coloro che lo vedono, a volte distratto dai suoi interessi extra-corse, non fa troppo caso: “Ricordo quando mi sono fatto il primo tatuaggio sulla schiena o i piercing alle orecchie. – prosegue Lewis – L’ho fatto perché volevo fare. Ma ricordo i commenti della gente: pensavano che avrebbe avuto un impatto negativo sulla mia carriera. Ora invece posso praticamente fare quello che voglio con il mio stile. È incredibile come sia possibile cambiare la percezione delle persone.” La sfida rimane ora quella di un altro cambio nella percezione: è possibile, per un campione affermato, che va per i 35 anni, restare al vertice anche al termine di un ciclo vincente o magari aprirne uno nuovo? Vetture e persone. Sono due gli enormi, fondamentali punti cardine del futuro della Formula 1. Se per quanto riguarda il primo aspetto le trattative sono in corso, e la strada dal punto di vista tecnico sembra tracciata, il lato più… “umano” è quello che fa ancora discutere, con la necessità di rendere le corse più interessanti non solo per i tifosi più classici e tradizionalisti, ma anche per i giovani di tutto il mondo, che sono abituati ad una percezione diversa della realtà e dello sport, quasi da videogioco.
Le spinte, da una parte, sono quelle che potrebbero portare a cambiamenti “di rottura”, mentre dall’altra la necessità è mantenere intatta l’anima del motorsport. “Se l’obiettivo dev’essere quello di creare gare più ravvicinate e visivamente più emozionanti, allora perché no, – spiega Hamilton – penso che un percorso di questo tipo coinvolgerebbe sia i giovani che i vecchi fan. Ho visto i progetti di concept car di F1 presentati da Ross Brawn a Singapore, e sembravano fantastici. Solamente… riportate i V12 o i V10!” Ma c’è anche un altro aspetto relativo alle persone, come portare in alto in futuri Lewis Hamilton? Un compito in cui il mondo del karting sembra al momento faticare, in particolare per quanto riguarda i giovanissimi, stritolati tra altissimi budget necessari e la sfida di nuove, facoltose leve provenienti dai paesi emergenti. E proprio su questo tema Hamilton è preoccupato, e desideroso di un cambiamento: “L’accessibilità è certamente un problema nel motorsport, e sta diventando sempre più visibile. Quando le persone mi chiedono da dove verrà il prossimo Lewis Hamilton, io rispondo: no, questi ragazzi provengono da background benestanti, non da dove provengo io. Occorre guardare ai fondamentali di come è governato lo sport. Ci sono così tanti aspetti che non vengono affrontati. Al momento vanno avanti solo ragazzi ricchi ma se si rendesse il motorsport più accessibile, tanti giovanissimi che hanno talento ma non i fondi necessari, sarebbero in grado di avere la loro grande chance.”
#ca
chebella
Guardatemi! Mazda 3
… la bellezza della 3 è in grado di fondersi perfettamente con il piacere di guida tipico di ogni Mazda. Ci sono volute innumerevoli ore di ideazione, progettazione e sapiente abilità artigianale nel costruire Mazda3. Il risultato è una sensazione profonda di piacere, che inizia ancor prima di sedersi al volante e continua anche dopo la fine del viaggio…
guardatemi!
Guardatemi! di Alessandro Camorali
(titolare di Camal Studio e docente IAAD)
Che
fossero audaci in Mazda lo si era capito da tempo, dalle concept car graffiate dal vento nei primi anni 2000 all’iconico ed apprezzatissimo modello MX5, capace di rinnovarsi nel tempo senza mai perdere il proprio appeal sul mercato, da vero leader del segmento! Con l’avvento del capo designer Ikuo Maeda però assistiamo ad una vera rivoluzione, una di quelle sane, necessarie. Un rinnovamento stilistico che passa dalla ricerca della forma pura prima che del dettaglio. Un lavoro a togliere, semplificare , tornare ai principi della carrozzeria e della funzionalità, creare un oggetto affascinante perché capace di trasmettere emozioni. Automobili che si fanno notare insomma, senza cavalli assordanti ma semplicemente per la loro bellezza. Avevamo avuto i primi sussulti nel 2015 con il concept RX-Vision, troppo bello per essere vero. Catturò la mia attenzione al Salone di Ginevra e ricordo di averlo usato con i miei studenti per anni come esempio di virtuosismo legato ai volumi.
Il motore Skyactiv-G 2.0 da 122 CV ha un consumo medio di 5,1-5,2 l/100km ed emissioni di CO2 pari a 117-119 g/km (dati forniti da Mazda). Nella versione mild hybrid a 24V adotta una batteria agli ioni di litio da 600 kJ e un convertitore CC-CC ma per aumentare l’efficienza nei consumi presenta anche un sistema di disattivazione dei cilindri che commuta il funzionamento fra due e quattro cilindri. Tutti i motori usati nella nuova Mazda3 sono omologati secondo i requisiti del nuovo ciclo di test WLTP/RDE. Il motore può essere abbinato, a scelta, al cambio manuale a sei marce Skyactiv-MT o al cambio automatico a sei rapporti SkyactivDrive. La Mazda 3 ha un prezzo che, per le versioni a benzina, parte da € 23.200 sino ad inerpicarsi a € 33.000 per l’allestimento Exclusive a trazione integrale. Il diesel (c’è solo a due ruote motrici) costa invece da € 25.400 sino a € 29.800. In totale sono ben 12 gli allestimenti proposti, ai quali si aggiungono ora le versioni con il propulsore Skyactiv-X (vedi BOX dedicato)
guardatemi!
Acciaio ad altissima resistenza rende leggera e robusta la scocca della Mazda3 inoltre la nuova struttura ad anello multidirezionale accresce la rigidità della scocca mentre la rivista geometria delle sospensioni aiuta a trasmettere le sollecitazioni dal fondo stradale in modo più lineare. I perfezionamenti alla struttura garantiscono anche una riduzione della rumorosità indotta dal fondo stradale. Le sospensioni sono una versione evoluta di montanti MacPherson all’anteriore e uno schema a barra di torsione di nuovo sviluppo al posteriore. La struttura delle pinze dei freni e stata ridisegnata ed e stato ottimizzato il movimento delle tenute dei pistoncini che spingono le pastiglie. Ciò rende costante la distanza tra pastiglie e dischi freno, indipendentemente dal fatto che si sia trattato di una frenata dolce o violenta, migliorando il controllo della vettura
Come una fiancata di un’auto possa rivoluzionare la percezione del brand stesso, riqualificandolo per lusso e sportività, utilizzando trattamenti estetici e molto tridimensionali per trasmettere sensualità. Rimasi ad osservare quel concept da solo per decine di minuti domandandomi perché tanti altri professionisti del settore non ne fossero attratti come il sottoscritto in quel momento... Io in quell’auto ci vidi subito la nascita di una nuova Mazda, di una nuova famiglia di auto belle e convincenti. Felice di non essere stato smentito dai designer di Hiroshima, ritrovo quegli stessi valori e la stessa sensualità in questo convincente modello della casa nipponica, la Mazda 3. La fiancata è figlia dello studio stilistico del nuovo corso, sinuosa e plasmata in una tridimensionalità liquida ma forte allo stesso tempo. Teorici netti percorrono la carrozzeria definendone i perimetri e sfociando nella parte anteriore in una calandra dal profilo flottante intorno al nero della griglia, celando i gruppi ottici incassati all’interno della figura stessa del frontale. Sotto la griglia troviamo nuovamente volumi organici, così come nella parte posteriore. Il profilo laterale ci conduce dal tetto al lunotto, in una transizione verso il posteriore anomala, quasi sbagliata, ma per questo interessante. I volumi molto arrotondati ci fanno perdere la definizione degli elementi del posteriore, obbligandoci a dover comprendere una forma che in realtà va solo osservata come prossimo passo di innovazione stilistica del brand.
guardatemi!
Abbiamo avuto modo di testare il modello benzina Mild Hybrid con motorizzazione da 2.0 litri e 122CV, dotata di cambio manuale. L’approccio umano-centrico di Mazda nello sviluppo del veicolo tende a creare armonia tra veicolo e conducente e, se le prestazioni sono in linea con il segmento, ciò che sorprende maggiormente è la rapidità con cui si “prende in mano” l’auto. Ci si trova immediatamente padroni del mezzo e a proprio agio su qualsiasi tracciato e in tal senso fa la sua parte l’eccellente sistema G-Vectoring Control Plus (coadiuvato da ottime sospensioni). Il sistema utilizza i freni per migliorare maneggevolezza e aderenza: nel momento in cui il conducente sterza uscendo da una curva, il GVC Plus applica una leggera forza frenante alle ruote esterne, aiutando così a riportare il veicolo in linea retta. Si percepisce così una fluidità di transizione tra imbardata, rollio e beccheggio anche in presenza di forze laterali di forte entità e ciò migliora la capacita del veicolo di rispondere con precisione a sterzate improvvise e ad uscire brillantemente dalle curve. Da non dimenticare infine l’elevata silenziosità in marcia
guardatemi!
I gruppi ottici anteriori e posteriori sono di tipo circolare, spezzati nei perimetri per donare un aspetto più aggressivo, mentre rifiniture cromate intorno alla vetratura laterale e altri piccoli dettagli ci suggeriscono la ricerca della qualità estetica. La direzione presa per la realizzazione degli interni denota coerenza con gli esterni, una pulizia e una semplicità di volumi e dettagli che permette un’attenzione maggiore verso materiali e qualità dei componenti. La plancia è a sviluppo orizzontale, come nelle vetture sportive, il disegno prosegue fino ai pannelli porta. Un tunnel largo, ma orizzontale anch’esso, piega all’ultimo per connettersi alla plancetta supplementare, che ospita gli strumenti e le manopole del condizionatore, ben fatte e dimensionate il giusto necessario. Il cockpit sembra scavato all’interno del volume pulito che lo ospita, mentre il navigatore in stile tablet si innesta tra le pieghe delle forme integrandosi meglio di molti competitor, che adottano soluzioni analoghe. La percezione salendo in vettura è ottima, di livello superiore al segmento, con soluzioni stilistiche interessanti, ma non invasive, abbinate a scelte di materiali e finiture ben accostate tra loro. Alcuni storcono un po’ il naso per questo prodotto ma io ritengo invece sia la vera essenza del rinnovato corso del brand nipponico, dopo travagliati matrimoni dall’indubbia dote, ecco la definitiva e la coraggiosa rinascita dell’identità Mazda.
La Nuova Mazda3 è equipaggiata con elevate dotazioni di sicurezza attiva e passiva: • un sistema di rilevazione stanchezza del guidatore attraverso una telecamera • il nuovo sistema di rilevazione anteriore pericolo uscita parcheggio, che garantisce maggiore sicurezza negli incroci a T • il nuovo Cruising & Traffic Support assiste il conducente nelle operazioni di accelerazione, frenata e sterzata in colonna mentre il sistema Intelligent Speed Assistance (ISA) previene involontari superamenti dei limiti di velocità • il sistema 360° View Monitor offre la visibilità delle immediate vicinanze tutto attorno alla vettura e gli avanzati fari a LED adattivi offrono visibilità migliorata • i sedili anteriori sono stati progettati per ridurre le lesioni al collo in caso d’incidente e i nuovi sono anche gli airbag per le ginocchia e le cinture di sicurezza di modificata concezione • l’aggiornata struttura del cofano anteriore mira a mitigare le lesioni ai pedoni attraverso un migliore assorbimento della forza dell’urto
guardatemi!
caratteristiche tecniche prinicipali
guardatemi!
Da alcune settimane sia Mazda 3 che la nuova CX-30 sono disponibili anche con gli innovativi propulsori Skyactiv-X. Questo motore quattro cilindri 2.0 litri è il primo motore benzina prodotto in serie a combinare l’accensione per scintilla di un motore a benzina con l’accensione per compressione di un diesel. Lo Skyactiv-X, con una cilindrata di 2.0 litri, sviluppa una potenza massima di 180 CV/132 kW a 6000 giri/min e 224 Nm di coppia a 3000 giri/min, garantendo risultati in termini di consumi ed emissioni da primato per un motore alimentato a benzina (4,5 l/100 km nel ciclo combinato emettendo 103 g/km di CO2, dati relativi a Mazda3 hatchback 5 porte 2.0L Skyactiv-X 2WD con cambio manuale), valori addirittura migliori rispetto a quelli di Mazda3 dotata del propulsore benzina Skyactiv-G 2.0L da 122 CV oggetto di questo servizio
#ca
chemacchina
HYUNDAI KONA
Il diesel che mancava Il diesel che mancava Con i nuovi motori diesel Kona offre il meglio di sè. Il piccolo suv Hyundai si fa voler bene per le linee accattivanti e di forte impatto, con proiettori a LED e innumerevoli colori per la carrozzeria
il diesel che mancava
La Hyundai Kona prende il proprio nome dalla famosa costa occidentale delle isole Hawaii. La serie di video Kona Way, filmata in marzo in quei luoghi, mette in risalto la storie personali di tre abitanti delle isole. Hyundai è molto grata per l’ispirazione data dall’isola al progetto Kona, e riconosce le sfide che gli abitanti stanno affrontando a causa dell’eruzione del vulcano Kilauea. Per aiutare quelle popolazioni così duramente colpite, Hyundai ha effettuato una donazione di 100.000 dollari alla Croce Rossa americana
La
filosofia che sta alla base di un’aumobile come la Hyundai Kona è chiara: nella vita ci sono cose più importanti dell’apparire e molto spesso si può arrivare ad ottenere “molto con meno”, con minori mezzi e meno dispendio di energie. La storia di Hyundai Kona inizia con il lancio nel 2017, alle versioni benzina si aggiunsero poco dopo le declinazioni diesel e mild hybrid poi, a metà del 2018, la Kona Electric, il primo suv compatto Hyundai completamente elettrico. Oggi arriva sul mercato anche una interessante versione full hybrid, a integrare una gamma davvero completa per una vettura che, in Europa, ha già venduto più di 120.000 esemplari. Abbiamo avuto modo di provare la versione diesel 1.6 CRDi nell’allestimento Xpossible, con il propulsore da 116 cavalli (e in commercio anche da 136 cavalli). Si tratta di un motore che appare pressochè perfetto per un’auto di questo tipo, peso e dimensioni. Parliamo di un quattro cilindri, quattro valvole per cilindro che offre una coppia massima di 280 Nm tra 1.500 e 2.750 giri/minuto. Le emission dichiarate sono di 113 grammi di CO2 per chilometro. Francamente i 116 cavalli sono più che sufficienti per una guida fluida e persino brillante. Ne conseguono prestazioni sono più che dignitose che non incidono più di tanto sui consumi, che restano piuttosto contenuti. Su strade tortuose la Kona si mostra equilibrata, precisa e confortevole: la scocca, le sospensioni e lo sterzo lavorano bene…. Ed è pure disponibile con trazione integrale! Anche la frenatamerita un plauso, a beneficio della sicurezza e del comfort a bordo.
il diesel che mancava
Nuova Hyundai Kona è stata sviluppata per uno stile di vita (e di guida) attivo e promette una sicurezza ai livelli massimi del nel segmento (5 Stelle EuroNCAP). Grazie a sistemi di sicurezza attiva della famiglia Hyundai SmartSense, su Kona sono disponibili la Frenata Autonoma di Emergenza con Rilevamento di Pedoni e Veicoli, il Sistema di Mantenimento della Corsia, l’illuminazione statica degli angoli e la Gestione dei Fari Abbaglianti, il Driver Attention Warning, l’Avviso di Possibili Urti Posteriori e il Rilevatore dell’Angolo Cieco
Tutto ciò si accoppia ad una buona maneggevolezza (ovviamente favorita dalle dimensioni contenute), che rende la guida semplice anche in città. Infine provata in autostrada la Kona diesel non stanca e viaggia fluida, grazie anche a rapporti (cambio a sei marce manuale) che permettono di mantenere sempre un regime di giri motore di tutto riposo. Un difetto, piuttosto marcato, lo scoviamo nella rumorisità, sia a freddo (quando il diesel non risparmia brotnolii) che quando si corre in autostrada a velocità medio/elevate. Lo stile estetico di Kona non lo scopriamo ora: innovativo, aggressivo, energico. La “Cascading Grille” frontale, insieme al gruppo ottico anteriore accentuano il carattere deciso di questo crossover che presenta un design molto gradevole, slanciato e robusto, con linee eleganti e ben definite dal frontale sino al riuscitissimo retro. La considerevole altezza da terra (circa 17 centimetri che aiutano parecchio sullo sconnesso) non inficia la fluidità della linea mentre i cerchi in lega da 18” (molto belli) conferiscono un carattere assai dinamico alla vettura, quasi da vera sportiva. Infine 10 colorazioni differenti e 3 diverse opzioni per tetto (per un totale di 20 combinazioni possibili) sono in grado di soddisfare anche i clienti in cerca di qualcosa di diverso. Kona vuole offire ai suoi passeggeri un’esperienza quasi da berlina sportiva più che da crossover. La posizione di guida è rialzata (ma non eccessivamente) e garantisce grande visibilità e comfort. Dal canto loro gli interni sono caratterizzati da superfici levigate nella parte superiore della plancia, che le donano un’impronta sinuosa e rifinita, mentre i dettagli verniciati in nero e rifiniti in rosso ne rappresentano il lato più moderno e tecnologico.
Pochi giorni fa Hyundai ha presentato al SEMA di Las vegas l’interessante concept “Grappler” su base Veloster. La vettura si fa subito notare per l’elevata altezza da terra e per ancogli di attacco e di uscita generosi, che permetterebbero di affrontare in totale fiducia percorsi off road anche impegnativi. Notevoli anche le piastre di protezione poste sia anteriormente che al posteriore. In perfetto stile off road anche la barra con luci supplementari e il robusto portapacchi posto sul tetto. All’interno non sorprende il roll bar integrale a protezione dei passeggeri mentre sono davvero infiniti gli accessori e le parti speciali che arricchiscono il concept
il diesel che mancava
La scelta di colori accesi per le cuciture a contrasto su sedili e volante, insieme alle cinture di sicurezza colorate è una chiara espressione dell’attenzione ai dettagli e della raffinatezza che ha guidato lo sviluppo degli interni della vettura. Il bagagliaio è piuttosto ampio, con una capacità di 361 litri. Inoltre la possibilità di abbattere i sedili posteriori consente di ottenere una superficie di carico piana facilmente accessibile e molto grande, aumentando la capacità totale di carico sino a 1.142 litri. Kona offre inoltre un pacchetto di sistemi di connettività all’avanguardia: il sistema di navigazione da 8’’ integra tutte le funzioni musicali e telefoniche e supporta sia Apple CarPlay che Android Auto. Il sistema include, inoltre, sette anni di Servizi Live (informazioni aggiornate in tempo reale su meteo, traffico, autovelox se consentito dalla legge, ricerche on-line per i luoghi d’interesse). Hyundai Kona presenta inoltre il nuovo Multimedia System, che consente ai passeggeri di collegare i propri telefoni allo schermo touch da 7’’ utilizzando Apple CarPlay o Android Auto. Attraverso questo sistema Kona rende la connettività accessibile a tutti, permettendo di navigare su internet, ascoltare la propria musica preferita e utilizzare tutte le funzioni dei dispositivi mobili oltre ai comandi vocali per effettuare chiamate o dettare messaggi. Disponibile su richiesta anche la base di ricarica wireless per smartphone. Hyundai Kona diesel (1.6 CRDi Classic 115 cavalli) è oggi sul mercato ad un prezzo di 21.400 euro mentre le versioni a benzina partono da 19.300 euro. Al top della gamma, gli allestimenti più raffinati con trazione integrale costano 31.300 euro a benzina e 31.650 diesel. Tutti questi prezzi si intendono “chiavi in mano”.
il diesel che mancava
Hyundai punta a conquistare la fiducia dei clienti anche sull’usato, offrendo un pacchetto completo e chiaro affidato interamente alla rete ufficiale di concessionari Hyundai Italia, che include una copertura completa della garanzia, trasparenza sulla storia e sul chilometraggio del veicolo. Le Hyundai che sono state immatricolate da meno di 5 anni e che hanno percorso meno di 120.000 chilometri potranno godere di una garanzia dai 2 ai 5 anni. Ciò significa che un’auto che sta per raggiungere i 5 anni di vita potrà godere di un’ulteriore garanzia di 2 anni. I veicoli di età compresa tra i 5 e gli 8 anni (fino a un massimo di 160.000 km) potranno invece godere della garanzia di 1 anno, con una opzione per il secondo. Infine, i veicoli di altre marche che abbiano fino ad 8 anni (con meno di 160.000 km) potranno beneficiare dello stesso programma di controlli e della stessa garanzia di 1 anno
#ca
cheleggenda
LA PASSIONE Fotografie di Michele Di Mauro
Auto e Moto d’Epoca 2019
E NON INVECCHIA Cresce la notorietà internazionale dell’evento padovano, con collezionisti, appassionati e giornalisti provenienti da tutto il mondo. L’appuntamento per la 37° edizione è dal 22 al 25 ottobre 2020
la passione non invecchia
In
un momento di difficoltà per gli eventi del settore a livello internazionale, Padova cresce. Un segnale in controtendenza perché a Padova mettiamo al centro la passione del visitatore, che solo qui può trovare oltre 5.000 auto d’epoca di altissima qualità. I risultati che raccogliamo oggi confermano Auto e Moto d’Epoca come l’evento di riferimento per gli appassionati di tutto il mondo. Altro fenomeno interessante è quello delle Youngtimer, i modelli anni “80 che affascinano i giovani e permettono loro di entrare nel mondo delle auto d’epoca attraverso la porta giusta, quella della passione, che è poi il vero carburante della nostra manifestazione”. Chi si esprime così è Mario Carlo Baccaglini, da sempre organizzatore e anima di Auto e Moto d’Epoca, giunta quest’anno alla 36° edizione. E si è trattato di un’edizione “extra-lusso” se è vero che ben 130.000 persone hanno varcato i cancelli della Fiera di Padova dal 24 al 27 ottobre. In crescita anche l’eco internazionale del Salone, come testimonia la forte presenza di collezionisti, visitatori e giornalisti accreditati provenienti da oltre 30 Paesi. Di conseguenza il bilancio è stato più che positivo per i commercianti italiani
la passione non invecchia
Interessante il tema scelto da Ford per la sua presenza a Padova. L’Ovale Blu infatti ha portato alcuni Transit d’epoca (tra cui il bellissimo il Transit anni “50 dei Vigili del Fuoco tedeschi) a far da contraltare al recentissimo modello Custom Plug-In Hybrid, il primo veicolo industriale leggeroa offrire la tecnologia ibrida Plug-In. La powerunit studiata da Ford per il Transit consente una mobilità in modalità 100% elettrica zero emissioni (NEDC) fino a 56Km con la possibilità di superare i 500km usando il motore benzina EcoBoost 1.0 come estensore di ricarica
la passione non invecchia
ed esteri, che hanno incontrato compratori e collezionisti provenienti da tutte le latitudini: Europa, Canada, Stati Uniti, Sudafrica e Brasile e persino Australia e Nuova Zelanda. “Anche quest’anno gli appassionati ci hanno premiato testimoniando il loro interesse per la storia dell’automobile con un’affluenza continua alla mostra sulle barchette Ferrari. - ha affermato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia - Auto e Moto d’Epoca ha una forza di richiamo straordinaria e rappresenta anche un punto nevralgico di confronto tra gli operatori, come nel caso del nostro dibattito sul tema fiscalità e auto storiche da cui è emerso quanto sia ormai necessario predisporre una “lista di salvaguardia” per avere sotto controllo il parco circolante delle vetture ultra-ventennali, per tutelare i veicoli di reale interesse storico e rottamare quelli, semplicemente, vecchi, non sicuri e altamente inquinanti”. Porsche, Alfa Romeo, Ferrari e Maserati i marchi più rappresentati con diversi debutti eccellenti. Per la prima volta a Padova, ad esempio, Dr. Konradsheim con le sue Porsche di altissimo livello, e Girardo & Co, tra i dealer più conosciuti a livello mondiale,
Mercedes ha colto l’occasione per raccontare genesi ed evoluzione della station wagon della Stella. Ambasciatrice di questo importante capitolo, sia dal punto di vista stilistico che culturale, è stata il Modello T, la prima station wagon di concezione moderna realizzata dalla Stella nel 1977. Tenuto a battesimo con la sigla costruttiva S123, questo modello ha rappresentato la prima station wagon di moderna concezione sviluppata ed ufficialmente prodotta dalla Casa di Stoccarda. Un pietra miliare del Marchio che segnò un punto di rottura con il passato. Una nuova interpretazione del concetto delle automobili con il portellone e le spiccate doti funzionali. Non piÚ solo mezzo da lavoro (come venivano considerate in Italia) ma un vero status symbol, specchio di uno stile di vita dinamico e ricercato. Un trend setter che ha inaugurato una nuova stagione delle Station Wagon, che hanno dominato il mercato fino ai tempi odierni
la passione non invecchia
Un’esposizione assolutamente unica era quella dedicata alle bellissime barchette Ferrari che segnarono gli esordi del cavallino nel mondo delle competizioni. Otto modelli di importanti collezionisti internazionali: dalla 166 MM di Gianni Agnelli esposta dal MoMA fino all’ultima incredibile Ferrari Monza SP. Visibili anche la 340 MM Vignale, 375 Barchetta Pininfarina, 250 MM Pininfarina, uno dei quattro esemplari mai costruiti di 857 S, la Ferrari 750 Monza, la 500 Mondial fino alla youngtimer 550 Barchetta. Tutte insieme hanno dato vita a “Le Rosse in abito da corsa”, una mostra che da sola valeva il prezzo del biglietto
la passione non invecchia
Grande interesse ha destato anche l’asta Finarte realizzata in collaborazione con Automotive Masterpieces, che ha totalizzato oltre due milioni e trecentomila euro di vendite totali, cifra in costante aumento per l’andamento eccezionale delle vendite postasta. Venduto per
639.060 euro
il top lot, l’Alfa Romeo 6C 2500 Sport del 1947, l’unica cabriolet Pininfarina ad avere partecipato alla Mille Miglia, nel 1949. Venduto l’esemplare unico di Fiat-Abarth 750 Spyder (Zagato), chassis no. 100 519476, che si ritiene essere l’esemplare presentato al Salone Internazionale dell’Automobile di Torino del 1958. Andrà a fare parte di un’importante collezione di vetture Abarth, per la cifra di € 81.529
che ha puntato invece sulle vetture da corsa, come l’Alfa Romeo Tipo 33 TT 3 del 1972. Grande entusiasmo ha suscitato per la vendita dei due Pulmini Alfa Romeo, F12 del 1970 e “T10” Romeo del 1960, due mezzi introvabili recuperati e restaurati con maestria da due appassionati della provincia di Modena, mentre tra le auto accessibili a un pubblico più vasto è rimasta fortissima la richiesta per il Maggiolino Volkswagen e la Fiat 500. Sul filo dell’eccellenza, presenti in fiera anche alcuni pezzi della Collezione Righini, che custodisce la prima Ferrari mai costruita. Righini ha inoltre collaborato all’esposizione Le Rosse in abito da corsa, fiore all’occhiello di questa 36° edizione organizzata da ACI con Auto e Moto d’Epoca, che ha saputo stupire i visitatori con ben 8 modelli di barchetta “made in Maranello”. Tra le curiosità, da segnalare la proposta di Ruote da Sogno, che ha lanciato lo sguardo delle automobili “classiche” verso l’ecosostenibilità, con un progetto che consente di riconvertire l’auto d’epoca in elettrica, mantenendo targa e libretto di circolazione originari. “Siamo molto felici di aver portato per la prima volta il MAUTO a Padova. - ha commentato Mariella Mengozzi, direttore
la passione non invecchia
Allo stand di Bentley era possibile ammirare una la S1 Sport Saloon del 1956 (delle vetture più rappresentative del marchio) nel tipico colore Verdant green delle Bentley da corsa. Gli interni, ancora originali, sono invece in pelle grigio Porpoise. La vettura per oltre 50 anni è appartenuta ad un’unica famiglia che l’ha tramandata di generazione in generazione, a partire dal primo proprietario, un ex ufficiale della RAF, reduce della 2a guerra mondiale che acquistò la Bentley S1 come regalo per il suo congedo alla fine degli anni “50. Il motore è un sei cilindri in linea di 4887 cm³ e 153 CV. Raggiungeva la ragguardevole velocità massima di 166 km/h con un’accelerazione da 0 -100 km/h in 14,8 secondi
del Museo nazionale dell’Automobile di Torino - Con l’auto di Carlo Biscaretti di Ruffia, che fondò il nostro museo, e la leggendaria Itala della Pechino Parigi, abbiamo voluto mettere in pratica la missione comune che ci lega ad Auto e Moto d’Epoca: far conoscere e conservare la storia dell’automobile”. Il giudizio è positivo anche da parte di Alberto Scuro, presidente di ASI (auto registro Storico Italiano): “Siamo orgogliosi di rappresentare il riferimento di questo mondo di passione e siamo orgogliosi di continuare ad essere fedeli alla nostra filosofia legata ai principi dell’originalità, della cultura e delle emozioni. Sono questi i valori più importanti che animano il motorismo storico. La passione non ha prezzo, non si misura con il valore economico del veicolo d’epoca desiderato o conservato, magari appartenuto alla stessa famiglia da più generazioni. Allo stesso modo, il valore dell’originalità va inteso come patrimonio storico, culturale, sociale e industriale che ogni veicolo storico deve preservare, affinché rimanga fedele testimone per il futuro della nostra storia. Per questo ASI ha intrapreso un percorso evolutivo e virtuoso anche in tema di certificazioni, con il solo obiettivo di tutelare sempre di più e sempre meglio questo settore.”
Oltre ai modelli storici esposti a fianco dell’ultima generazione della 911, l’attenzione nello stand Porsche era catalizzato anche dalle vetture che hanno conquistato il podio della quinta edizione del Concorso di Restauro riservato ai modelli “classic” e promosso presso tutti i centri della rete ufficiale in Italia. A dominare questa speciale competizione è stata una splendida 911 S 2.2 del 1970 di colore Signal Orange, restaurata dal Centro Assistenza Porsche Padova Est su commissione di un cliente privato. Il completo intervento ha riguardato la meccanica, motore e cambio, il telaio e la scocca oltre che la selleria, rifatta ex-novo, l’impianto elettrico e la funzionalità di pedaliera e leveraggi cambio. La piazza d’onore è andata alla 912 Verde Irlanda del 1968 restaurata dal Centro Porsche Roma, seguita dall’altra 912 Verde Irlanda del 1966 presentata dal Centro Assistenza Porsche Sanremo.
ca
chefuoristrada
4X4 FEST La conferma di un successo
A Carrara si è svolta la 19a edizione della rassegna dedicata alla “passione integraleâ€?. Tre giorni di test, incontri, escursioni, presentazioni nuovi prodotti e tanto tanto altro per appassionati e addetti ai lavori del mondo del fuoristrada di Salvo Venuti
4X4 fest
Si
sono appena spente le luci del 4x4Fest a Carrara Fiere… e già ci si è messi a lavoro per l’edizio-
ne 2020. Anche quest’anno, quella che è la più fiorente delle sole tre fiere europee dedicate ai veicoli a trazione integrale, non ha smentito il trend positivo registrato nelle annate precedenti, seppur accusando qualche defezione da parte degli espositori, certamente dovuta alla crisi che da qualche anno imperversa su tutto il settore dell’automobile.
Sotto i riflettori anche anche la Suzuki Jimny Gan, allestimento progettato appositamente per percorsi off-road più impegnativi, realizzato in collaborazione con il preparatore Z.Mode. Questo Jimny ha un assetto più alto di 8,3 cm rispetto a quello di serie e le sue sospensioni hanno un’escursione più ampia, a tutto vantaggio della mobilità sui terreni più accidentati. La maggior altezza minima da terra assicura un grande miglioramento degli angoli caratteristici e permette a Jimny Gan di arrivare in posti altrimenti irraggiungibili
Ma, al di la delle novità di prodotto presentate, l’iniziativa più interessante dell’edizione di quest’anno è stata certamente il “MudCafè”, una sorta di “piazza”, un vivacissimo punto di ritrovo per appassionati e operatori del settore, dove si è discusso dei più svariati argomenti: da “Fuoristrada e Territorio” all’evoluzione del fuoristrada dal punto di vista puramente tecnico, dalla presentazione dei calendari sportivi 2020 della FIF ai racconti e testimonianze dei protagonisti di grandi avventure quali la Dakar e il Camel Trophy.
4X4 fest Spazio anche alla presentazione dei nuovi prodotti Garmin, Raptor 4x4 e Laurini mentre grande interesse e importanza ha destato l’annuncio, dato dai cugini d’oltralpe della Federazione Francese 4x4, a riguardo dell’imminente accordo con la Federazione Italiana Fuoristrada. L’accordo si configura decisamente quale presupposto per la creazione di una Federazione Europea 4x4, che potrà dare più forza e più voce a tutti i fuoristradisti.
Mitsubishi era presente a Carrara con un luccicante e nuovissimo pickup L200, che alla sesta generazione presenta molte novità importanti: -
un design esterno
completamente rinnovato
-
una qualità percepita
più raffinata
-
sistema 4WD aggiornato,
con una nuova modalità
“Off Road” e il sistema “
Hill Descent Control”
-
nuovo motore Diesel 2.2
(conforme Euro 6d temp)
per l’Europa
-
nuovo cambio automatico
a 6 rapporti
-
struttura del telaio, freni
e sospensioni migliorate
-
una più ampia serie
di accessori
-
numerose nuove funzioni
di sicurezza
Ovviamente, come ogni anno, è interessante dare un’occhiata ai numeri delle attività svolte dalla Federazione Italiana Fuoristrada nell’ambito della tre giorni Carrarese: 3.600 test drive con i più noti modelli delle maggiori case costruttrici, 350 partecipanti ai mini corsi gratuiti di formazione 4x4, 160 partecipanti (a bordo di 82 fuoristrada) al Tour delle Cave Capraia, 190 partecipanti (con 79 macchine) al Tour delle Cave Fantiscritti, per finire con i 168 partecipanti (con 70automobili) al Tour delle Cave del Corchia. E certamente non possiamo dimenticare di citare i numerosi veicoli da competizione del Campionato Italiano Velocità Fuoristrada
x
Grande soddisfazione per l’evento è stata espressa anche dal presidente FIF Marco Pacini: ”Sono estremamente soddisfatto per quanto abbiamo fatto a Carrara. Abbiamo gestito tantissime attività… e tutto è andato molto bene. Sono molto orgoglioso del nostro lavoro, per il quale va detto un enorme “grazie” ai 120 addetti FIF che non si sono mai tirati indietro e hanno fornito un apporto enorme alla manifestazione. Il messaggio che arriva forte da questa edizione di 4x4Fest è che il mondo del fuoristrada sta subendo una rapida evoluzione tecnologica – ha proseguito Pacini - e noi dobbiamo essere pronti a mutare la nostra visione. Dobbiamo inoltre essere propositivi e stimolare gli acquirenti di vetture 4x4 a sviluppare una vera e profonda passione per il fuoristrada. Carrara è importante da questo punto di vista… ma non bisogna mai smettere di sfornare nuove idee”
4X4 fest
Presso lo stand Yokohama era possibile vedere il nuovo modello di pneumatico off-road 4x4 chiamato Geolandar X-MT G005. Si tratta di un modello molto robusto e resistente che inoltre garantisce anche una longeva durata di utilizzo. Le dimensioni sono comprese fra i 17” e i 20” mentre il disegno ricorda un terreno roccioso: oltre ad avere valenza tecnica in termini di resistenza, robustezza e espulsione di fango e detriti, questo aspetto rende più appetibile il look dello. Il battistrada simmetrico è così robusto da contrastare strappi e danni dovuti ad urti mentre l’efficacia del disegno si può apprezzare anche su terreni bagnati; infine le piccole lamelle disposte sui tasselli aumentano la tenuta su superfici scivolose
e del Campionato Italiano Trial 4x4, serie entrambe promosse dalla Federazione Italiana Fuoristrada. Queste incredibili auto, condotte da esperti piloti, hanno lasciato a bocca aperta migliaia di spettatori durante tutto il week end carrarese. Questi i numeri che la dicono lunga in quanto a passione e interesse per il mondo 4x4… ma il 4x4 Fest non è fatto solo da aridi numeri, al contrario è soprattutto comporto di emozioni. Probabilmente molti sono andati via dal 4x4Fest senza aver acquistato nulla di importante, anche se alla fine almeno un adesivo personalizzato, una toppa per la divisa del club, piuttosto che un piccolo accessorio per il nostro amato fuoristrada lo abbiamo comprato tutti. Certamente però siamo tornati a casa con un bagaglio di ricordi che ci ha riempito la mente e il cuore. Con la gioia di aver condiviso la festa tricolore del 4x4 con tanti vecchi amici arrivati da tutt’Italia e con il piacere di aver finalmente incontrato, per la prima volta, i tanti “amici virtuali” conosciuti nei vari social. L’edizione 2019 va in archivio con una fortissima certezza… ci rivediamo senz’altro l’anno prossimo.
4x4 Fest 2019 si è chiusa con oltre 30.000 visitatori di provenienza italiana ed estera, che oltre a visitare gli stand hanno potuto testare su tracciati specifici le proposte più innovative offerte dalle Case Auto, Moto e Quad. 200 i marchi presenti (di cui 169 diretti e 31 indiretti) provenienti da 15 regioni Italiane e da 23 Paese esteri. I metri quadri occupati in totale sono stati 45.000 di cui 20.000 per la pista esterna dedicata ai test drive e show. Fabio Felici, Presidente di IMM CarraraFiere ha così commentato: “Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti in termini di pubblico e di apprezzamento da parte degli espositori, che ci confermano la validità di un evento che non ha eguali in Italia e che è uno dei primi anche in Europa per il settore off-road”
ca
chestoria
PREMIATA DITTA
“Rooms by Rankin” è il nome del progetto del fotografo di fama mondiale Rankin, che ha ideato e costruito dei set dallo stile davvero unico per creare delle straordinarie immagini delle Jaguar XF, XE e della leggendaria Mk 2
Una sorprendente collaborazione
A RANKIN & JAGUAR
premiata ditta rankin & jaguar
“Rooms
by Rankin” è il risultato di una speciale collaborazione tra Jaguar e Rankin avviata per celebrare l’eccellenza stilistica di tre iconiche berline sportive Jaguar, la XF, la XE e la leggendaria Mk 2 del 1959. Per creare un senso di originalità e dinamismo visivo, Rankin ha progettato e costruito tre esclusive sale studio, ognuna allestita per riflettere il carattere unico dell’auto protagonista.
Rankin è un fotografo, editore e regista britannico. Ha studiato al London College of Printing e lì ha incontrato il suo collega Jefferson Hack, con il quale ha lanciato l’iconica rivista di cultura pop “Dazed and Confused”. Rankin è ora considerato uno dei più famosi fotografi del mondo, con uno stile tanto audace quanto il contenuto di quella rivista. Il suo portfolio è composto da molti nomi famosi, tra cui Tony Blair, Spice Girls, Madonna, Kate Moss, Sua Altezza La Regina, i Rolling Stones e David Bowie
La prima immagine si chiama “Flying High” ed ha come soggetto la Jaguar XF. Utilizzando centinaia di uccelli di carta realizzati a mano (rifiniti in arancione brillante per creare un forte contrasto con la vernice metallizzata dell’auto), l’immagine esalta le splendide linee esterne della vettura. La seconda fotografia si chiama “Moving in the Mist” ed ha come soggetto la Jaguar XE. In questo caso Rankin ha utilizzato alcuni strati di fogli traslucidi sospesi su sostegni appositamente costruiti e una serie di macchine del vento per creare un flusso d’aria controllato. L’immagine finale è un incredibile tributo alla forma fluente della XE. Infine, la terza opera si chiama “Period Drama” e rappresenta una nostalgica immagine che celebra il 60° anniversario della Jaguar Mk 2.
premiata ditta rankin & jaguar
Pochi giorni fa gli ingegneri Jaguar Land Rover hanno provato sulle strade di Dubai un prototipo Jaguar I-PACE a guida autonoma. La Jaguar I-PACE, completamente elettrica e quindi a zero emissioni, è stata modificata con l’aggiunta della capacità di rilevare ed evitare i veicoli nel traffico grazie ad una combinazione di radar e videocamere, e del sistema di riconoscimento delle luci semaforiche. Durante i test drive, la velocità di avanzamento e lo sterzo, dalla partenza alle velocità autostradali, erano a controllo autonomo; il sistema seguiva le rotte indicate da una dettagliata mappa in alta definizione che mostrava, insieme alla posizione, una veduta aerea degli incroci
“Non capita molto spesso – ha dichiarato Rankin – che un brand automobilistico di tale prestigio si presenti da te senza precise indicazoni, ma è esattamente quello che è successo in questa occasione. Volevano tre immagini interessanti e accattivanti che celebrassero le principali caratteristiche di ogni modello. E così è stato. La Jaguar Mk 2 è una vettura davvero speciale, innegabilmente bella e ottimamente proporzionata. Ho voluto creare qualcosa che rendesse omaggio alla sua forma e alla sua storia, ma che al tempo stesso avesse una prospettiva assolutamente moderna. Ecco perché ho scelto di utilizzare i pois.” La Mk 2 dell’opera “Rooms by Rankin” è un modello Dark Blue di 3,8 litri con cambio manuale, proveniente dalla Jaguar Classic Collection. Lanciata nel 1959 all’Earls Court Motor Show di Londra, la Jaguar Mk 2 diventò immediatamente un sogno ad occhi aperti grazie al suo audace design, alle sue curve aggraziate e ai suoi potenti motori sei cilindri derivati dalla XK, di cui al top di gamma c’era il 3,8 litri da 220 CV e da oltre 200 km/h di velocita massima. Oltre alle sue incredibili prestazioni stradali, la Jaguar Mk 2 fu estremamente competitiva anche in pista, facendo registrare innumerevoli vittorie con al volante grandi piloti del calibro di Roy Salvadori e Graham Hill.
premiata ditta rankin & jaguar
ca
chestoria
COME NASCE UNA CONCEPT ELETTRICA
WOW “ ” L’AUTO ELETTRICA È ORMAI REALTÀ E STA TRASFORMANDO TUTTE LE AREE DI PROGETTAZIONE, COMPRESO IL DESIGN. L’AERODINAMICA, AD ESEMPIO, È UN ELEMENTO CHIAVE PER OTTENERE MAGGIORE AUTONOMIA
il fattore “wow”
Il
suo avvento ha provocato cambiamenti in tutto il processo di sviluppo e produzione, a cominciare dal design. Di cosa stiamo parlando? Dell’automobile elettrica naturalmente. Ma Come è possibile aumentare l’autonomia attraverso il design? Lo scopriamo attraverso il design di Tavascan, la nuova concept di Cupra, un SUV coupé 100% elettrico. “La sfida più importante, nel processo del design di un’auto elettrica, è l’efficienza aerodinamica - spiega Alberto Torrecillas, designer degli esterni di Cupra - ogni elemento è scolpito con l’obiettivo di conferire un’anima all’auto. Nulla sembra pensato per una macchina, le appendici nascono come un muscolo che appare dal corpo definendo la silhouette del SUV coupé di Cupra”… così si ottiene una minore resistenza all’aria, aumentando l’autonomia. “L’intera concept è creata in fibra di carbonio, il materiale perfetto per trasmettere il concetto di lightweigth” prosegue Torrecillas. Il peso infatti gioca un ruolo importantissimo. Come sappiamo le auto elettriche sono dotate di un elemento nuovo, imprescindibile per il loro funzionamento: le batterie. E i designer devono tenerne conto, riservando loro uno spazio adeguato. Nel concept Tavascan le batterie sono posizionate nella parte inferiore della vettura e, a causa del loro peso,
Le auto elettriche devono emettere un suono artificiale e la scrivania di un “sound designer” Audi non è molto diversa da quella di chi lavora per una rockstar: computer, schermi, altoparlanti, mixer, amplificatori, cavi e strumenti musicali di ogni tipo. Rudi Halbmeir, responsabile dell’acustica delle Audi, è un ingegnere con l’hobby della musica e negli ultimi dieci anni ha costruito un database con oltre cento suoni. Per definire il “rumore” perfetto per la Audi e-tron, si è partiti dalle richieste della regolamentazione UE. Infatti in qualsiasi ambiente si trovi, un’auto elettrica deve far sentire la sua presenza, emettendo un suono udibile chiaramente fino a una velocità di 20 km/h. Lo scopo è segnalare a pedoni e ciclisti i movimenti della vettura. Nella Audi e-tron di serie il suono è generato da un piccolo altoparlante sistemato davanti alla ruota anteriore destra. Il volume aumenta quando l’auto procede in retromarcia o più velocemente
il fattore “wow”
per i disegnatori lavorare con materiali leggeri è stata un’assoluta una priorità. La diminuzione del peso è inoltre strettamente legata a una maggiore autonomia e a giocare un ruolo decisivo in tal senso sono anche le ruote. Quelle di Tavascan sono da 22”, con parti in rame e coprimozzi in fibra di carbonio per aiutare a canalizzare l’aria e refrigerare i freni: “Nel design di un’auto elettrica il tema della frenata e del risparmio di energia sono importantissimi - sostiene Torrecillas - e le ruote hanno un ruolo primario”.
I risultati del brand Cupra sono per ora ottimi. 14.400 unità vendute nel 2018 (+40% rispetto all’anno precedente) testimoniano un successo crescente del nuovo marchio fin dalla sua creazione. Negli ultimi tre anni, insieme al lancio di nuovi modelli, sono stati aperti quasi 280 corner e punti vendita specializzati in tutto il mondo
L’elemento che più definisce l’aspetto dei nuovi modelli elettrici è comunque il frontale, dato che sparisce la griglia di ventilazione, necessaria nei modelli a combustione. “Il frontale ha un disegno completamente nuovo. È concepito con grandi prese d’aria, tutte funzionali. Ce ne sono due che scolpiscono tutta la sezione del frontale e che canalizzano l’aria, e un air curtain che la dirige e la fa fuoriuscire dal tettuccio”. Anche nel posteriore viene meno uno degli elementi emblematici dei modelli a combustione: il tubo di scappamento cosa che, a detta dei designer, aiuta a ottenere una simmetria perfetta dei pesi e dell’aspetto della vettura. Dal canto loro gli interni di un’automobile elettrica presentano un’altra sfida per i designer.
Il Campionato Italiano TCR ha visto anche nel 2019 un pressoché totale dominio Cupra, che ha conquistato sia il Titolo Costruttore che quello Piloti. Salvatore Tavano, pilota siciliano velocissimo quanto esperto, si è aggiudicato per la seconda volta di fila il titolo di Campione Italiano e, dal canto suo, il team Scuderia del Girasole by CUPRA Racing ha vinto il titolo nel Trofeo nazionale Team Costruttori. “La stagione è stata lunga e difficile, costellata da qualche problema di troppo anche a livello personale, ma sono felice perché siamo riusciti a portare a casa un grande risultato - ha dichiarato Salvatore Tavano a gara conclusa - abbiamo lavorato intensamente e questo titolo è un premio di tutta la squadra, a cui va il mio ringraziamento per il supporto tecnico, e anche umano, che mi hanno dato”. Ma non finisce qui, perché Giovanni e Alessandro Altoé hanno trionfato nel campionato TCR Endurance, a completare così una stagione da incorniciare per la casa spagnola
il fattore “wow”
Come visto le batterie occupano molto spazio, ma ciò non deve andare a discapito dell’abitabilità e il comfort di bordo. “Per massimizzare lo spazio abbiamo disegnato un abitacolo con quattro sedili sportivi in fibra di carbonio - spiega Marc Franch, designer di interni di Cupra - e abbiamo giocato con elementi leggeri come l’ala del dashboard, che sembra sospeso o le due consolle centrali”. Colori e materiali apportano giocano un ruolo importantissimo per aumentare la sensazione di spazio a bordo: “Abbiamo utilizzato la nappa bianca sia per i sedili, sia per la parte superiore del cruscotto per intensificare questa sensazione. La luce ambiente, esclusiva di questa concept, fa sì che il dashboard sembri fluttuare nell’abitacolo, in contrasto con il pavimento in neoprene nero”, spiega Frederik Baumann, designer del team di Color&Trim. Le ultime tecnologie, colori e materiali esclusivi, fari a vista, schermo centrale fluttuante da 13” con doppio orientamento, sedili con connettività individuale e perfino un monopattino elettrico. Cosa resta immutato nel design di una Cupra elettrica, rispetto ai modelli a combustione? “È la voglia di trasmettere questo feeling, questa passione. Noi lo chiamiamo il fattore “wow”. Questo non deve cambiare, indipendentemente dal tipo di combustione. Questa è la filosofia che ci guida nel disegnare ogni modello Cupra”, conclude Torrecillas.
#ca
chenovità
NUOVO RENAULT KADJAR
SIETE PRONTI PER
L’AVVENTURA? Più potente nel rispetto dell’ambiente grazie al nuovo propulsore Diesel 1.7 dCi da 150 cavalli, il nuovo Kadjar pare a suo agio anche sulle strade più impervie
siete pronti per l’avventura?
Non
fatevi ingannare dal suo aspetto “pacioso”: dopo averlo provato a lungo nella campagna lombarda possiamo affermare che il nuovo Kadjar è pronto a sorprendere con doti fuoristradistiche davvero inaspettate. Doti tali da fargli superare in agilità ostacoli impervi, lontani mille miglia dal quotidiano utilizzo cittadino a cui sembrano ormai votati i suv. Ebbene, questo nuovo prodotto Renault vuole (e ci riesce) riscoprire l’anima sportiva e off road dei suv prima maniera, quelli che volevano essere dei fuoristrada “civilizzati” prima di trasformarsi (con il passare degli anni) soprattutto in eleganti luxury car. Nuovo Renault Kadjar conta infatti sul know-how dell’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi relativamente alla trasmissione integrale e alle performance 4x4, non trascurando il comfort e la qualità a bordo, con un abitacolo rivisitato e decisamente piacevole. Partiamo dai motori. La novità è il 1.7Blue dCi Diesel da 150 cavalli, sviluppato al 100% da Renault. Garantisce la potenza di 110 Kwa 3500 giri al minuto con una coppia di 340 Nm per 1,750 giri e con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 10,6 secondi. Affiancato ad un cambio manuale a sei rapporti, è proposto con trasmissione 4x4.Tra le tecnologie presenti su questo motore vanno senz’altro ricordati la turbina a geometria variabile e gli iniettori a 8 fori a 2500 bar,
siete pronti per l’avventura?
per una migliore combustione e riduzione dei consumi, fino a 5,3 l /100 km in ciclo misto NEDC BT. Le motorizzazioni Diesel (commercializzate come «Blue dCi») sono dotate inoltre di un sistema di riduzione catalitica selettiva (SCR), in grado di ridurre le emissioni inquinanti dei motori, senza alcun impatto sulle loro performance. Grazie all’adozione del sistema SCR per il post-trattamento degli ossidi di azoto, le emissioni di CO2 partono da 115 gr/Km in ciclo misto NEDC BT per Renault Kadjar Blue dCi 115. La trasmissione 4x4 si gestisce tramite il selettore posizionato sulla console centrale propone tre modalità di funzionamento: • 2WD: la trazione si applica solo alle ruote anteriori, per ridurre i consumi. • Auto: la suddivisione della coppia tra i due assali è gestita automaticamente dall’elettronica di bordo, tramite l’accoppiatore elettromagnetico posteriore. Fino al 50% della coppia può essere trasferita alle ruote posteriori. • Lock: il sistema trasmette sempre il 50% della coppia alle ruote posteriori. Riservata ai percorsi fuori strada, questa modalità è disponibile fino ai 40 km/h. Efficiente e semplice da azionare la trazione 4x4 vi fa sentire a proprio agio su strade scivolose, per esempio in inverno, ma anche sui terreni più soffici. Sulle versioni 4x2 è comunque disponibile il sistema Extended Grip, che permette,
Kadjar non è certo la prima Renault a destreggiarsi bene in off road. Nel 1920 il Sahara costituisce una barriera (tra l’Algeria e l’Africa Occidentale Francese) che solo i dromedari mehari riescono a superare, molto lentamente. Mentre Citroën invia i suoi semicingolati nel 1922, l’anno successivo Renault mette a punto il Six-Roues, un potente camion dotato di coppie di ruote con pneumatici a bassa pressione, per circolare meglio sulla sabbia, e due assi motori posteriori per moltiplicare la capacità di superare gli ostacoli e mantenere la velocità. A fine dicembre del 1923, Renault completa una prima missione per andare da Touggourt a El Oued in soli due giorni! Il successo è tale che apre la via ad altre spedizioni, in particolare per Colomb-Béchar (1924), il lago Ciad e in seguito il Capo di Buona Speranza (1925). Renault intravvede allora persino un nuovo business e crea una società di trasporti, la Compagnie Générale Transsaharienne (1923), per stabilire una linea di collegamento regolare tra il Nord Africa e il Niger
siete pronti per l’avventura?
tramite la gestione elettronica che agisce sul sistema ESP del veicolo, una trazione ottimizzata anche su terreni a bassa aderenza. Ma Renault lancia ora anche la versione Black Edition, l’allestimento che caratterizza l’alto di gamma, che propone i nuovi cerchi in lega da 19 pollici “Total Black”, ski anteriori/posteriori, e un look distinto grazie alla tinta di serie Nero Etoilé al cielo dell’abitacolo. Su questa versione (che contrariamente al nome è disponibile anche in rosso) è inoltre presente la nuova selleria Alcantara con cuciture rosse che sottolinea il carattere aggressivo della versione top di gamma. I principali equipaggiamenti di Black Edition riguardano: • tinta metallizzata Nero Etoilé di serie, Calandra Iron, cerchi in lega da 19’’ diamantati Total Black, retrovisori esterni Nero Etoilé, rivestimento interno cielo Nero, sellerie in Alcantara • i sistemi di sicurezza: avviso distanza sicurezza, Cruise Control, Easy Park Assist, sensore angolo morto, sensori di parcheggio laterali, sistema di frenata di emergenza attiva, Visio System (riconoscimento della segnaletica stradale con allerta superamento limite di velocità), avviso mantenimento carreggiata. • la tecnologia: Easy access system, Sistema Easy Break, Fari fendinebbia al LED, fari full LED PURE VISION, R-link2 con Radio Bose DAB, sistema multimediale R-LINK2. Nuovo KADJAR Black Edition è già disponibile in tutte le concessionarie, con prezzo a partire da 30.400 euro.
#ca
chenovitĂ
Nuovo Cadillac XT4
MA IL CUORE E’ ITALIANO Il nuovo suv compatto Cadillac arriva sul mercato italiano con dotazioni all’avanguardia. Progettato per soddisfare una nuova generazione di clienti premium … non solo americani
Partiamo
dai motori. Infatti per attaccare il mercato europeo la Casa americana ha pensato bene di sviluppare un motore ad hoc, il primo diesel della sua storia (se si eccettua un vecchio modello di derivazione SAAB). Cadillac XT4 è stata infatti progettata con (e per) un motore 2.0l Turbodiesel Euro 6d, progettato dal centro ingegneristico General Motors Global Propulsion System di Torino. Questo motore è in grado di erogare 174 cavalli e 381 Nm di coppia massima laddove la potenza viene gestita tramite un cambio automatico a 9 rapporti con tecnologia Electronic Precision Shift e comandi al volante. Da sottolineare comunque che già dal secondo semestre del 2020 sarà disponibile anche la versione con il propulsore 2.0l Turbo a benzina, attualmente in vendita negli Stati Uniti.
ma il cuore è italiano
Presentata recentemente a Milano, la nuova Cadillac XT4 è un bel suv compatto “premium luxury”, che segna l’ingresso di Cadillac in un segmento di mercato in costante fase di crescita, in Italia e in Europa. Il design di Cadillac XT4, senza dubbio molto seducente, offre in una soluzione che mantiene dimensioni esterne contenute, il connubio ideale tra linee accattivanti, prestazioni elevate, grande abitabilità, dotazioni di sicurezza e tecnologia allo stato dell’arte. Cadillac XT4 dispone infatti di un abitacolo estremamente ampio per un SUV compatto di alta gamma, in particolar modo per quanto riguardo lo spazio per i passeggeri dei sedili posteriori. Cadillac XT4 sarà commercializzata sul mercato italiano, all’inizio della primavera 2020, in due configurazioni speciali: Launch Edition e Launch Edition Sport. La prima, elegante e lussuosa, sarà disponibile solo a trazione anteriore e prevede cerchi in lega da 18 pollici, griglia frontale cromata, barre sul tetto, fasce sottoporta e profili delle superfici vetrate laterali modellati con finitura alluminio satinato. Dal canto loro gli interni sono in pelle con inserti in alluminio. La seconda, elegante e sportiva, si differenzia esternamente per cerchi in lega da 20 pollici, griglia frontale nera, volante sportivo,
ma il cuore è italiano
Il Gruppo Cavauto di Monza dallo scorso settembre è l’unica struttura ufficiale in Italia con mandato di vendita da parte di Cadillac Europe (che ha sede in Svizzera). Cadillac XT4 vuole essere il punto di partenza per una successiva espansione del brand in Italia, che porterà alla presentazione di un nuovo modello ogni sei mesi fino al 2021. In Italia i prezzi di Cadillac XT4 Launch Edition e Cadillac XT4 Launch Edition Sport partono, rispettivamente, da 44.990,00 € e 49.290,00 € (IVA inclusa, IPT e messa in strada escluse). Cadillac XT4 è coperta dalla garanzia di 3 anni o 100.000 km, oltre che dalla garanzia di 6 anni anticorrosione, e usufruirà del soccorso stradale europeo gratuito, sempre per 3 anni
pedaliera in alluminio, tecnologia LED per i fari anteriori con segnalazione di sterzata, barre sul tetto, fasce sottoporta e profili delle superfici vetrate laterali con finitura “gloss black”. Cadillac XT4 Launch Edition Sport è disponibile con trazione anteriore o integrale AWD a doppia frizione, che consente di disaccoppiare le ruote posteriori quando non sono necessarie per la trazione. Interessante ricordare anche che, sulla versione Launch Edition Sport, le sospensioni attive monitorano la superficie stradale in tempo reale e apportano regolazioni ad intervalli di due millisecondi, regalando così un’esperienza di guida ancora più precisa ed entusiasmante. La Launch Edition Sport si caratterizza inoltre per il controllo automatico adattivo della velocità, con funzione stop & go, e l’head-up display a colori. XT4 offre elevate prestazioni dinamiche, in sintonia con il proprio design, ma senza mai penalizzare il comfort e la maneggevolezza, da sempre prerogativa dei modelli del marchio Cadillac. Nel caso specifico una tenuta di strada che la Casa annuncia come “ottimale” è garantita da sospensioni anteriori di tipo MacPherson combinate a sospensioni posteriori indipendenti Multi-Link a cinque bracci. L’equipaggiamento della gamma Cadillac XT4 è impreziosito da un vasto ed importante
ma il cuore è italiano
elenco di dotazioni che spaziano dal comfort alla sicurezza. Da rimarcare la presenza di serie di tutti i più importanti sistemi ADAS: riconoscimento della segnaletica stradale, sistema di mantenimento della carreggiata con avviso di abbandono della stessa, segnalazione acustica attraversamento pedoni, frenata assistita, sedile guidatore con dispositivo Safety Alert (in caso di pericolo il sedile vibra nella direzione dalla quale proviene il pericolo stesso). Per quanto riguarda il comfort a bordo: sedili anteriori e posteriori riscaldabili automaticamente, volante riscaldabile, portellone posteriore elettrico con comando “hand free” ed un nuovo sistema di controllo tattile (rotativo/ push) per la selezione e l’utilizzo in tutta sicurezza dei sistemi infotainment di bordo. Ambedue le versioni di lancio sono dotate di telecamera con visione a 360°, sistemi di ausilio al parcheggio in parallelo e perpendicolare, sistema di infotainment e assistenza Cadillac User Experience® (CUE) con navigazione 3D integrata. Cadillac XT4 può essere ulteriormente personalizzata con il pacchetto opzionale Premium, che include il tetto aprile UltraView® con tendalino parasole elettrico, i sedili anteriori ventilati e regolabili elettricamente con funzione di massaggio, il rivestimento in pelle traforata (in diverse colorazioni da abbinare ai colori esterni/allestimenti).
#ca
#cheauto quando l’auto fa spettacolo
non perdete il prossimo numero
E R B M E IC D ° 1 IL E IN L N O
seguici su Facebook: Cheauto magazine