#cheauto! Dicembre 2019

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#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

42

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Dicembre 2019

arriva gennaio...

...il mese Maserati Bentley Flying Spur Skoda Kamiq Ford Mustang Mach-E Mercedes Classe G

CAMAL Bat80

... e tanto altro ancora


#cheauto quando l’auto fa spettacolo

Nr.

42

Dicembre 2019

checosac’è #chefoto

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#cheroba 20 • Camal Bat80

#chemacchina 30 • Maserati Levante S GranSport

#chebella 48 • BMW Vision M Next & Concept 4 - VIDEO

#cheleggenda 60 • Il compleanno della Ford Capri - VIDEO


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#chestoria 70 • Mercedes Classe G: i miei primi 40 anni • Brum brum: si fa in fretta a dire usato…

#chenovità 88 • Skoda Kamiq • Bentley Flying Spur • Ford Mustang Mach-E

#checorse 114 • VW: la via dell’ape-rformance

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#cheauto

Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo

Periodico mensile digitale Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA

Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo

info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com Periodico non soggetto all’obbligo di registrazione ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012

Pubblicazione online ILLIUM LLC (DANIA BEACH – FL – USA)

Collaboratori Alessandro Camorali (stile & design) John Close (sport) Marco Cortesi Gian Maria Gabbiani (test) Salvo Venuti (off road) Grafica e Impaginazione Diego Galbiati

TUTTI I DIRITTI RISERVATI. Tutti i materiali e i contenuti presenti in questa pubblicazione inclusi testi, fotografie, illustrazioni, video sono protetti da copyright e/o altri diritti di proprietà intellettuale. I materiali e i contenuti presenti su questo periodico si intendono pubblicati per un utilizzo personale e non commerciale del lettore. Il lettore accetta e garantisce di non copiare e/o distribuire integralmente o parzialmente i contenuti di questo periodico o di effettuarne un utilizzo commerciale. Il lettore accetta inoltre di non riprodurre, distribuire, mostrare, modificare, adattare, tradurre e derivare altri prodotti dal quanto pubblicato in questo periodico.



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Con la doppia gara del 22 e 23 novembre a Diriyah, in Arabia Saudita, è partita la nuova stagione della Formula E che, con l’ingresso “pesante” di Mercedes e Porsche promette di essere più emozionante che mai. Sono presenti moltissimi costruttori (oltre ai citati Mercedes e Porsche ci sono BMW, Audi, Jaguar, Mahindra, Nissan, DS, Nio, Penske e Venturi), un x parterre che nessun altra serie al mondo può vantare. Per la cronaca le prime due gare sono state vinte da Sam Bird (team Envision Virgin motorizzato Audi) e dal Alexander Sims (BMWi Andretti). Quest’ultimo guida la classifica provvisoria con 35 punti davanti a Vandoorne (Mercedes) e Bird


chefoto Risale al 3 novembre questa foto scattata in occasione della famosissima LondonBrighton, che da più di 120 anni ricorda la “Emancipation Run”, organizzata nel 1896 per festeggiare il “Locomotives on Highways Act” . Quella legge aveva innalzato il limite di velocità delle “locomotive stradali” da 4 a 14 miglia orarie e aveva abolito l’obbligo di avere un uomo che, con bandierina di segnalazione, le precedeva durante gli spostamenti. Quest’anno sono stati ben 120 i mezzi, tutti pre-1905, che hanno partecipato all’evento, il più antico dei quali era un 1.5bhp velo Benz del 1894


FRONT PAGE


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Avete una Cupra e volete lasciare a bocca aperta gli amici? Bene, non dovete fare altro che recarvi a Parigi e, come ha fatto il pilota Mikel Azcona il 14 novembre scorso, scatenare i 300 cavalli della Ateca su questa pista, allestita sul tetto di un palazzo in centro alla città. Il tracciato è a 27 metri dal suolo x e presenta curve sopraelevate con 21 gradi di inclinazione. Molto suggestivo… e francamente molto inutile: si fa davvero fatica a trovare una motivazione per tutto ciò


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La nuova arrivata Mercedes-Maybach GLS 600 4MATIC alza il livello della sfida del lusso nel segmento dei suv. Questo modello unisce il tipo di carrozzeria e la piattaforma tecnica di GLS all’eleganza di una limousine. L’abitacolo è spazioso, allestito con materiali raffinati e molto ben isolato acusticamente. Gli interni sono davvero incredibili e i passeggeri possono decidere di ammirare il paesaggio circostante, azionando con il comando elettrico le tendine avvolgibili parasole dei finestrini laterali posteriori


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McLaren ha da poco svelato il suo nuovo roadster, McLaren Elva, che fa parte della gamma Ultimate Series. Prima vettura stradale del marchio con abitacolo scoperto, la Elva sarà prodotta soltanto in 399 esemplari. Il nome Elva celebra le rinomate M1A e M1L McLaren Elva progettate da Bruce McLaren negli anni ‘60 e prodotte come versioni “clienti” delle McLaren Gruppo 7. Le vetture da competizione McLaren Elva proponevano molti degli elementi di design che sono individuabili ancora oggi nelle auto stradali prodotte da McLaren. Questo nuovo gioiello è spinto da un propulsore McLaren V8 da 4,0 litri con doppio turbocompressore



chefoto Nei test Euro NCAP la nuova Mazda CX-30 ha conquistato le cinque stelle (massima valutazione dell’ente), dimostrandosi la vettura più sicura nella categoria “occupante adulto” con l’eccezionale punteggio del 99%. Si tratta della terza Mazda (dopo la 6 e la 3) a ottenere le cinque stelle nelle nuove e più stringenti norme sulla resistenza agli urti. La CX-30 si è comportata in modo eccellente nelle quattro categorie dei test: occupante adulto, occupante bambino, sicurezza pedoni e sistemi di sicurezza di guida. Il punteggio è frutto di tre fattori determinanti: l’adozione della architettura Skyactiv-Vehicle Architecture (scocca leggera ma anche elevata rigidità e ottimo assorbimento degli urti); l’ampia gamma di avanzate tecnologie di sicurezza i-Activsense (che aiutano a identificare potenziali rischi, riducendo la possibilità di danni o lesioni personali) e le elevate prestazioni di protezione dei pedoni. Con l’eccezionale punteggio del 99% nella categoria “occupante adulto”, la Mazda CX-30 ha ottenuto il massimo tanto nell’impatto frontale quanto negli urti laterali. Anche il sistema intelligente di frenata SBS (Smart Brake Support) ha ottenuto il massimo dei voti, riuscendo a evitare le collisioni in tutti gli scenari proposti. L’ottimo punteggio dell’86% nella categoria ”occupante bambino” include il punteggio pieno nei controlli di installazione del sistema di ritenuta per i seggiolini e nella protezione dei bambini nei casi di impatto laterale. I test riferiti alla “sicurezza pedone” hanno segnato un significativo 80%, con massimo punteggio in fatto di protezione delle gambe e del bacino. Nella categoria “sistemi di sicurezza di guida”, il punteggio del 77% ha infine attestato l’efficienza delle dotazioni di sicurezza i-Activsense della Mazda CX-30. Anche l’eccellente comportamento su strada (grazie alla tecnologia Skyactiv di Mazda) ha contribuito a far raggiungere alla nuova Mazda CX-30 le cinque stelle Euro NCAP, garantendo accelerazione, frenata, maneggevolezza e sterzata lineari, reattive e prevedibili. Queste tecnologie, rendendo la vettura più facile da guidare in modo sicuro, riducono i rischi di incidente senza compromettere il tradizionale piacere di guida delle Mazda


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cheroba

e l i t S o L DELLA PASSIONE Camal Bat80


Alessandro Camorali questa volta ci racconta la genesi e lo sviluppo di un lavoro visionario e ci spiega perché fantasia, creatività (e un “pizzicone” di follia) spesso nascondano le idee e le innovazioni che poi faranno tendenza nella realtà


lo stile della passione

In

ogni centro stile che si rispetti, piccolo o grande che sia, accade che dopo mesi di duro lavoro su progetti lunghi e logoranti ci sia la voglia di prendersi una pausa. Solitamente questa pausa, nella mente di un designer, non consiste nell’andare al mare o in montagna... ma significa disegnare qualcosa di nuovo, libero da schemi o costrizioni tecniche. Un pomeriggio sono andato dai miei collaboratori e ho detto loro: facciamo una macchina bassa! Dobbiamo spingere i parafanghi fino quasi a renderli sbagliati, forziamo ogni proporzione. In quegli stessi giorni un caro amico (e collega progettista) mi mostra un telaio molto strano, uno studio per un brevetto legato alla

ricarica delle batterie su vetture elettriche. Il suo telaio aveva una cabina tutta spostata sul posteriore e un muso lunghissimo! Alla domanda: riuscite a fare un concept interessante su questi volumi? … sono corso in studio dichiarando con un sorriso alla Joker stampato in faccia: “…questa è una Batmobile… non ci sono dubbi!” Da quando lasciai la Stile Bertone nel 2007, collaborando al progetto della BAT11, ho avuto quella sana nostalgia che spesso mi porta a onorare le vestigia del carrozziere piemontese, usando quando possibile dei nomi in dialetto per le mie concept car, spesso cercando di portare avanti l’eredità donatami sotto forma di insegnamento del “mestiere”.



lo stile della passione

Dopo una rapida ricerca scopriamo che nel 2019 cade l’ottantesimo anniversario dalla creazione del noto supereroe della DC comics... quindi come non ascoltare i segni del destino? Si iniziano i disegni, l’auto nasce subito strana, quella stranezza che la rende affascinante (mentre sto scrivendo stanno presentando il Cybertruck di Elon Musk!) . Iniziamo a spaccare le proporzioni, i parafanghi esagerati e squadrati, il cofano lunghissimo e basso, la cabina arretrata e sospesa, una calandra che si arrampica su per il cofano per raffreddare le batterie. Tutto forte, tanto che i ragazzi dello studio si esaltano e continuano il viaggio, volano con l’immaginazione: creiamo una cabina con visualizzazione olografica (e radar ad ultrasuoni) e inizia-

mo a fantasticare su ipotetiche propulsioni e gadget. L’auto, giorno dopo giorno, ci parla, dice cosa le serve e cosa cambiare, come non essere troppo assurda ma allo stesso tempo nemmeno troppo seria e scolastica. Prende vita un oggetto sempre più bello, quella bellezza che solo un padre vede nel proprio figlio. Pubblichiamoil nostro lavoro e raccogliamo poche critiche e tantissimi consensi. Ma poi, puntuali, arrivano le prime domande degli addetti ai lavori e degli amici. La principale è: ma perché? Perché creare questa Batmobile? La mia risposta di getto è sempre la stessa: perché no!


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BAT80 è una hypercar nata come omaggio alle forme iconiche e alla predisposizione all’esagerazione della Batmobile. Il volume è sviluppato in orizzontale, spostando la cabina verso le ruote posteriori mentre il frontale cade velocemente in una forma a cuneo, enfatizzando i parafanghi anteriori ed evidenziando il grande spazio del cofano, tipico delle Batmobili degli anni ‘90. Sul frontale sono presenti delle lamelle di dissipazione, che percorrono tutta la parte centrale, il cui unico scopo è raffreddare il propulsore basato su tecnologie sperimentali a super-condensatori. Sulla fiancata troviamo un teorico che ne divide la parte superiore da quella inferiore dove, attraverso un’apertura, si crea un canale dal frontale per permettere il passaggio di un flusso di raffreddamento


lo stile della passione

Ma pure questa non scherza! Si tratta del nuovo concept che Lamborghini ha presentato in concomitanza con le finali mondiali del FIA Certified Gran Turismo Championships 2019. Si chiama “lambo v12 vision gran turismo” è ed assolutamente visionaria. La sua incredibile estetica è frutto della creatività del Centro Stile Lamborghini e le sue radici affondano nello storico DNA della Casa. La silhouette è imperniata sulla linea centrale e accentua il layout da monoposto pensato per un racing game in cui non sono previsti passeggeri



lo stile della passione

Un designer ha il diritto e il dovere di far correre l’immaginazione, andare oltre a quello che tutti già vedono oggi. Per me e per il mio team la BAT80 rappresenta un laboratorio di soluzioni, un’area incontaminata in cui piantare il seme della follia. Molto spesso le nostre idee sono incomprese, a volte disprezzate sia dalle persone comuni che dai professionisti. Un buon designer però deve saper distinguere le voci, deve poter continuare per la propria strada, perché spesso le persone criticano ciò che non comprendono ancora. Perché vi assicuro che le comprenderanno e seguiranno le mode una volta che queste diventeranno lo standard. La differenza sta nell’anticipare i tempi, le tendenze.

Quindi la BAT80 di CAMAL è un viaggio verso stilemi futuri, stilemi che stiamo già applicando su alcuni nostri progetti oggi. Abbiamo vestito una concept car da supereroe per sconfiggere la noia, per insinuare i trattamenti di rottura che presenteremo nel prossimo futuro. E poi, concedetemelo, ogni tanto è bello tornare bambini e giocare con le proprie idee... Mettere delle bat-cose qua e la ci ricorda il perché abbiamo scelto di fare questo mestiere e cioè… per giocare come bambini in un mondo di adulti! Vorrei infine ringraziare il mio team di lavoro perché come sempre il risultato finale è figlio di un gruppo di persone, di talenti che lavorano insieme e sognano insieme. Il front man ha solo il dovere di valorizzarne il risultato.


La cupola, realizzata in multistrati di vetro, si apre scivolando verso l’anteriore, come da tradizione. All’interno domina una griglia radar ad ultrasuoni, che permette una visione tridimensionale olografica dell’ambiente circostante. Il posteriore è sospeso in una forma sinuosa e flottante a disco volante con un ampio estrattore e una luce posteriore con il logo di Batman. Le 4 motoruote a superconduttori sono prive di camera d’aria e montate su cerchioni adattivi, da cui fuoriescono dei bat-artigli per aderire meglio su superfici estreme. Tra gli innumerevoli gadget della BAT80 troviamo sistemi di difesa non letale, come i cannoni ad onde d’urto presenti sull’anteriore della vettura, o più distruttivi, come il bat-gun laterale che può essere equipaggiato con diversi tipi di munizioni

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chemacchina

Gennaio


MASERATI LEVANTE GRAN SPORT Maserati Levante ambisce al top della categoria dei SUV in termini di esclusività, dinamica di guida ed eccellenza delle prestazioni. Massiccia e al contempo elegante questa vettura porta con sé il carico di emozioni di un Marchio che rimane tra i “miti” dell’automobile


gennaio

Tra

pochi giorni sarà gennaio, mese che evoca freddo, neve, tradizioni e auguri ma che, in Casa Maserati, assume un significato particolare. In gennaio, infatti, si è aperto e chiuso un magnifico capitolo della storia del Tridente sul palcoscenico del Campionato del Mondo di Formula 1. Gennaio 1957 e gennaio 1967, dieci anni, aperti e chiusi da due eventi memorabili. Ma cominciamo dall’inizio.

Juan Manuel Fangio e la Maserati 250F: un’accoppiata imbattibile nel 1957 Copyright Bernard Cahier

Dopo un 1956 a dir poco “burrascoso” alla corte di Enzo Ferrari (seppur coronato dalla vittoria iridata) Juan Manuel Fangio si trasferì armi e bagagli in Maserati. Per il pilota argentino si trattava quasi di un ritorno alle origini, ai primi anni di corse del dopoguerra, quando gareggiò spesso con vetture del Tridente. Domenica 13 gennaio la splendida 250F faceva bella mostra di sé sulla griglia di partenza del Gran Premio di Argentina, il primo della stagione, sul circuito di Buenos Aires; sugli spalti 50.000 spettatori impazziti per il campionissimo di Balcarce. In griglia quattordici monoposto: sette Maserati e sette Ferrari, più che un Campionato del Mondo avrebbe potuto essere un derby… ma di quelli tosti. “El Chueco” (così era soprannominato Fangio) condusse un Grand Prix da maestro qual’era. Prudente sino a metà gara, lasciò sfogare i concorrenti più pericolosi per poi risalire la corrente e superarli uno ad uno, approfittando anche dei guai tecnici occorsi ad alcuni. Tagliò il traguardo per primo, davanti a Behra, Menditeguy e Shell… quattro Maserati! Quattro Maserati ai primi quattro posti: un vero e memorabile trionfo o, se volete, una bruciante disfatta per il Cavallino Rampante.



gennaio

La stagione 1957 fu una marcia vittoriosa per Fangio e la Maserati: l’argentino seppellì gli avversari sotto una valanga di successi con il Tridente (ben 10 corse tra Formula 1 e Sport) e per Maserati fu quello il primo e unico successo nel Mondiale di Formula 1. Restiamo in gennaio e continuiamo a parlare spagnolo… ma facciamo un salto indietro di 17 anni, perché il 18 gennaio del 1940, a Città del Messico, nasce un adorabile pupattolo di nome Pedro Rodriguez, che ricoprirà un ruolo importante nella nostra storia.

Pedro aveva appena 17 anni quando nel 1957, proprio nell’anno magico dell’accoppiata Fangio-Maserati, debuttò nelle corse automobilistiche con una Ferrari e, di li a poco, fu seguito dal fratello minore Ricardo. Purtroppo Ricardo, che era considerato un vero astro nascente, perì in un tragico incidente nel 1962, fatto che per un certo periodo fece traballare la passione di Pedro per la velocità. Tornato in pista qualche tempo dopo, Pedro vinse parecchie gare di durata, gareggiando solo saltuariamente in Formula 1, sino a quan-

La Cooper T81 con il poderoso 12 cilindri Maserati


do non ebbe l’occasione di firmare un buon contratto con la Cooper… che di cognome faceva Maserati. Accadeva infatti che, dopo il cambio di regolamento di inizio 1966, quando la cilindrata fu portata a 3.000 cc., tutti i costruttori inglesi di Formula 1 (quelli che Ferrari chiamava “garagisti”… e non era un complimento) si erano trovati a corto di motori. BRM rimediò in casa, ma con grande lentezza e senza acuti, Brabham si rivolse (con successo) all’australiana Repco, McLaren le provò tutte (persino un propulsore Serenissima) e l’americano Gurney montò sulla sua Eagle un 12 cilindri Weslake. Colin Chapman, dal canto suo, portava in gara le sue Lotus con un propulsore BRM ma, in verità, stava attendendo l’otto cilindri Cosworth, che arriverà a metà del “67. Nel frattempo, sul fronte orientale, Honda approntava nuovi motori di varia architettura.

Il Messicano Pedro Rodriguez, a cui si deve l’ultimo successo in Formula 1 della storia Maserati Foto Raimund Kommer da Wikipedia

Mancava all’appello solo Cooper, che aveva fatto scuola con vetture leggere a motore centrale sin dalla fine degli anni “50, ma era a secco di successi nel periodo più recente. Ed ecco che Cooper si ricordò dell’esistenza di un bel 12 cilindri del Maserati; sarebbe stato sufficiente portarlo a 3 litri dai 2.5 di origine. Forse non era il più potente del lotto, ma era pronto subito e, tutto sommato, a Modena il ritorno in pista non dispiaceva.

Si trattò di una delusione cocente per Rodriguez, delusione destinata però ad aprirsi in un larghissimo sorriso quel 2 gennaio 1967 sul circuito di Kyalami, in Sud Africa. Molti avversari ebbero problemi, Pedro sfoderò una prestazione superba ed ecco fatto: per la Cooper-Maserati fu la seconda vittoria consecutiva. Maserati era tornata sul tetto del mondo con quello che si rivelò poi l’ultimo acuto in Formula 1.

Ed eccoci di nuovo in gennaio, per la precisione il 2 gennaio del 1967. Poco meno di tre mesi prima John Surtees aveva portato per la prima volta alla vittoria la Cooper Maserati T81, proprio in Messico, a Città del Messico, la città natale del nostro Pedro.

Gennaio. Dove era cominciata la storia Maserati in Formula 1 si chiudeva definitivamente. Una storia bella e complicata e drammatica. Un patrimonio di emozioni che, grazie al Cielo, ritroviamo ancora oggi intatto in ogni automobile Maserati.


gennaio

E

se, come abbiamo visto, Maserati significa “emozioni” va subito detto che salire a bordo di un Levante S Gran Sport V6 da 430 cavalli di emozioni ne riserva non poche. Sarà il blasone, forse il profumo della storia che pervade l’abitacolo ma di certo non si resta indifferenti. Ma quando mettiamo in moto il V6 (che di cavalli ne ha parecchi e non fa rimpiangere il V8 introdotto di recente) arriva però una piccola delusione: il rombo non è quello che ci si potrebbe attendere da un bolide del Tridente. Delusione destinata però a rientrare subito non appena, dalla modalità Normal, passiamo alla modalità Sport: l’auto si abbassa e il suono del motore, beh… vale il prezzo del biglietto.

L’auto si comporta ottimamente in ogni frangente: scatta e scappa e bisogna stare davvero attenti ai limiti di velocità: ottime le sospensioni, preciso lo sterzo, inappuntabile il cambio, poderosi i freni.

Il combinato disposto di tutto ciò vi fa sembrare di essere alla guida di una vettura più piccola e bassa, che risponde bene ai cambi di direzione e si imbarca (oltre 2.000 chili per 5 metri!), ma non troppo, e consuma… ma non troppo Ricordiamoci tuttavia di essere al volante di un suv, seppur iper-vitaminico, e pertanto inseriamo la modalità I.C.E. (Increased Control &Efficiency) per una guida fluida e confortevole in autostrada oppure la modalità off road per affrontare sterrati anche impegnativi. In questo caso la Levante si solleva e ubbidirà ai vostri comandi. E poi… basta guardarla. Il design del Levante tende a coniugare le linee esterne di un coupé alla spaziosità degli interni di un vero suv, senza dimenticare l’efficienza aerodinamica, essenziale in una vettura di questo peso e dimensioni. La silhouette filante parte dagli aggressivi proiettori sul frontale e prosegue con l’imponente calandra, fino al caratteristico montante posteriore Maserati, creando una linea da coupé muscolosa quanto basta. Il recente restyling in chiave più sportiva ha interessato soprattutto la fascia inferiore del frontale e il paraurti posteriore. Sulle nuove versioni GranSport del Levante, le prese d’aria laterali nella fascia inferiore sono state ridisegnate con una linea più aggressiva, sottolineata da due alette aerodinamiche. Al posteriore un elemento orizzontale dalla linea più affilata, sopra l’estrattore e in tinta vettura, avvolge i quattro terminali di scarico. Il coefficiente aerodinamico (Cx) ai vertici della categoria (0,31 per le versioni V6 e 0,33 per le nuove versioni V8 che hanno cerchi più grandi) è il risultato di meticolose simulazioni in ambiente virtuale e


Per la gamma Levante con motorizzazione V6 è ora possibile scegliere tra ben 11 colori. Due di questi sono i nuovissimi tri-strato Rosso Potente e il Blu Nobile, accesi dai bagliori perlescenti della vernice che si illumina alla luce del sole. Le due nuove versioni V8 sono invece disponibili in sette colori, di cui due tri-strato. Anche la gamma dei cerchi in lega è stata rinnovata e comprende ora 14 modelli con otto diversi design e misure da 18” a 22”


gennaio

di prove intensive nella galleria del vento. Tra le soluzioni tecniche adottate, l’adozione di un air shutter elettrico, montato nella calandra tra le prese d’aria anteriori e il radiatore. Grazie al continuo movimento delle alette a controllo elettronico, l’air shutter regola il flusso di aria al vano motore.

Molto interessante è la funzionalità dei nuovi proiettori Full LED. Utilizzando una telecamera digitale anteriore (montata dietro lo specchio retrovisore) permettono di modulare la funzionalità antiriverbero degli abbaglianti. Questa funzione crea dei “tunnel” luminosi disattivando i singoli LED nelle zone da

“lasciare in ombra”, consentendo di tenere sempre accesi gli abbaglianti senza timore di infastidire i veicoli che procedono in senso opposto. All’interno Levante non delude… anzi. La plancia è disegnata attorno al display da 8,4” Maserati Touch Control Plus (MTC Plus), che si avvale di una grafica aggiornata e di funzioni clima migliorate (bizona a 13 bocchette). Il quadro strumenti è dotato di retroilluminazione bianca per creare un gradevole contrasto con l’illuminazione dell’abitacolo mentre al centro della plancia spicca ancora una volta il classico orologio analogico Maserati. In termini di spaziosità Levante non è certamente secondo a nessun competitor della sua categoria. Sui sedili posteriori trovano comodamente posto tre passeggeri, inoltre i due sedili più esterni sono stati pensati per garantire un contenimento laterale ottimale. Il bagagliaio infine, offre uno spazio versatile e capiente (580 litri), ideale per caricare oggetti voluminosi. Nel vano bagagli è presente una presa elettrica da 12 V, che si aggiunge alle altre tre dell’abitacolo. Nell’allestimento Gran Sport, oggetto del nostro servizio, gli interni trasmettono un senso di sportività e sono immediatamente riconoscibili grazie a una serie di elementi esclusivi, tra cui spiccano i sedili anteriori sportivi con regolazione elettrica a 12 vie e memoria (completi di poggiatesta con sistema integrato di prevenzione dei colpi di frusta). Anche l’inclinazione dello schienale dei sedili posteriori può essere regolata manualmente in cinque posizioni, il volante sportivo a regolazione elettrica con palette del cambio in alluminio, la pedaliera sportiva in acciaio a regolazione elettrica, i sensori di parcheggio e il navigatore completano l’eccellente dotazione.


La prima delle nuove Maserati ad apparire nel 2020 sarà una super sportiva. Sarà prodotta nello stabilimento di Modena, dove sono in corso importanti aggiornamenti sulla linea di produzione volti ad ospitare anche la versione elettrica. Successivamente arriverà un nuovo “utility vehicle” Maserati costruito a Cassino e destinato ad avere un ruolo di primo piano. Un investimento di circa 800 milioni di euro verrà utilizzato per la costruzione della nuova linea di produzione, che prenderà il via alla fine del primo trimestre del 2020. L’uscita dalla linea delle prime auto pre-serie è prevista entro il 2021. Le nuove GranTurismo e GranCabrio (prodotte a Torino) saranno i primi modelli ad adottare soluzioni 100% elettriche


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I sedili in pelle sono disponibili nei quattro colori Nero, Rosso, Sabbia e Cuoio, con cuciture specifiche riprese anche sull’ecopelle della plancia.

L’impianto audio di serie prevede otto altoparlanti comandati dall’unità centrale: due tweeter da 19 mm sulla plancia, un woofer da 165 mm su ogni porta e due tweeter aggiuntivi da 19 mm sulle porte posteriori. I motori V6 Twin Turbo di 3,0 litri con potenze da 350 CV a 430 CV della versione provata in questo servizio (omologati Euro 6c) sono stati progettati da Maserati Powertrain in collaborazione con Ferrari, e costruiti nello

stabilimento Ferrari di Maranello. Il cuore è rappresentato da due turbine a bassa inerzia montate in parallelo, doppio variatore di fase continuo per ciascuna testata e iniezione diretta ad alta pressione (200 bar). La coppia massima viene raggiunta ben al di sotto dei 2.000 giri/minuto. Come nella migliore tradizione Maserati, lo scarico del motore a benzina è gestito da valvole a comando pneumatico per mantenere il classico e ricco timbro del marchio. Nella modalità Normal predefinita, le valvole bypass sono chiuse, per assicurare un sound del motore confortevole e discreto, mentre in modalità Sport, le valvole si aprono e il flusso dei gas di scarico viene incanalato lungo un percorso che li porta direttamente all’esterno, assicurando così prestazioni e l’inconfondibile sound del motore Maserati. La potenza è di 430 CV a 5.750 giri e la coppia di 580 Nm tra 1.750 e 5.000 giri in modalità Sport, mentre in modalità Normal, la coppia è di 500 Nm ai bassi regimi e raggiunge il massimo di 580 Nm a 5.000 giri/minuto. Il motore V6 offre una tecnologia avanzata di controllo delle valvole, fasatori di camme continui per ciascuna testata, doppio turbocompressore e il sistema di iniezione diretta. Il Levante S ha un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 5,2 secondi e una velocità di punta di 264 km/h. In base ai dati della procedura internazionale armonizzata di prova per i veicoli leggeri (WLTP), che rispecchia con maggior accuratezza condizioni di guida reali, questa motorizzazione da 430 CV è in linea con la concorrenza sotto il profilo dei consumi (11,8 l/100 km) e delle emissioni di CO2 (273 g/km). Tutte le versioni di Levante utilizzano il cambio automatico ZF a otto rapporti. Il cambio può essere azionato sia in modalità automatica che manuale.



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Le modalità di guida selezionabili sono Off Road, I.C.E. (Increased Control &Efficiency) e Sport. Di base la vettura è impostata in modalità Auto Normal, che assicura il giusto equilibrio tra comfort di guida, riduzione dei consumi e sportività della vettura, con cambiate fluide a bassi regimi del motore. In modalità I.C.E. le cambiate avvengono nella maniera più morbida possibile, privilegiando il comfort. In modalità Off Road, se il guidatore imposta una determinata marcia, la vettura la mantiene anche in pendenza: questa carat-

teristica è particolarmente utile nelle salite e discese impegnative, regolando i giri grazie al freno motore, mentre il guidatore può rimanere concentrato sulla guida. Quando è selezionata la modalità Off Road automatica, la trasmissione riconosce i vari tipi di terreno, interagisce con l’ESP e modifica di conseguenza la cambiata. Il Levante ha un differenziale LSD (Limited-Slip Differential) sull’assale posteriore. La funzione di bloccaggio asimmetrico consente un bloccaggio del 25% sotto carico e del 35% in rilascio Lo scopo principale della trazione integrale intelligente Q4 è di trasferire la trazione alle

ruote anteriori secondo necessità e con istantanea immediatezza. Nelle situazioni di guida normale la trazione integrale intelligente Q4 eroga il 100% della coppia alle ruote posteriori. Sui fondi sdrucciolevoli o in caso di perdita di trazione all’assale posteriore (accelerazione da zero o velocità molto elevata in curva), il sistema reagisce immediatamente trasferendo la trazione necessaria alle ruote anteriori e in appena 150 millisecondi passa dall’erogazione del 100% della trazione alle ruote posteriori a una ripartizione del 50:50 tra gli assi. Un sofisticato algoritmo monitora in tempo reale numerosissimi parametri dinamici della vettura (slittamento delle ruote, angolo di sterzata e d’imbardata, accelerazione, velocità e azione frenante) oltre al grip e allo stile di guida. Elaborando questi dati, il sistema può determinare un grip dedicato per ciascuna ruota, assicurando così la gestione ottimale della dinamica della vettura in ogni momento. Nella scocca sono stati profusamente impiegati materiali leggeri seguendo una doppia logica di riduzione dei pesi e di massima sicurezza per gli occupanti. La parte anteriore della scocca è ottenuta da una fusione di alluminio con una traversa rinforzata per assicurare una rigidità straordinaria in tutte le direzioni, mentre la parte posteriore è in acciaio lastrato, più pesante per una resistenza e una distribuzione dei pesi ottimizzate. Le porte, il cofano motore e il bagagliaio sono realizzati in alluminio leggerissimo. Per il telaio, il quadrilatero, il puntone, le torrette e la traversa di rinforzo delle sospensioni è stata utilizzata una lega leggera di alluminio. Levante è dotato di sospensioni anteriori a quadrilatero con doppio braccio oscillante e tecnologia all’avanguardia.


Il sistema infotelematico prevede un display ad alta risoluzione da 8,4” con funzione multi-touch e un doppio selettore rotante ergonomico. Fulcro del sistema, dotato di radio e Bluetooth, è predisposto per la navigazione satellitare, è l’MTC Plus, un’interfaccia che funziona come un tablet. Tramite l’MTC Plus è possibile controllare la ventilazione e il riscaldamento dei sedili anteriori e il riscaldamento del volante. L’interfaccia è stata affinata con l’aggiornamento della grafica del display e il miglioramento ergonomico della climatizzazione. Le porte USB e Aux-In e il lettore di schede SD sono posizionati nell’apposito scomparto della console centrale mentre per i passeggeri dei sedili posteriori è disponibile uno scomparto con due porte USB


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L’architettura del quadrilatero garantisce un’azione sterzante diretta e precisa. Per il posteriore è stata scelta una configurazione multilink a cinque bracci. Per ridurre il peso, quattro bracci sono in alluminio forgiato e un braccio è in fusione di alluminio. Entrambe le sospensioni anteriori e posteriori utilizzano una barra antirollio. Il Levante monta di serie un sistema di sospensioni pneumatiche all’avanguardia. Il guidatore può modificare manualmente il livello vettura variandone l’altezza da terra tramite il selettore di assetto o impostando una diversa modalità di guida sulla console centrale. La

variazione in altezza dall’assetto più basso a quello più alto è di 75 mm (fino a 85 mm in modalità Park). Quando la vettura è ferma, l’assetto è ribassato di 45 mm, cioè 10 mm in più rispetto alla modalità Aero 2, per facilitare l’accesso e l’uscita degli occupanti. Le sospensioni ritornano all’assetto Normal al raggiungimento di una velocità di 24 km/h. L’assetto delle sospensioni varia in funzione della velocità (vedere la strategia sintetizzata in Tabella 1) per garantire il massimo livello di

sicurezza e guidabilità. Grazie alla mappatura intelligente, le sospensioni abbassano automaticamente il livello vettura alle alte velocità e consentono l’impostazione di un’altezza elevata da terra (modalità Off Road) solo al di sotto di determinate velocità, tipiche della guida fuoristrada. La modalità Off Road può essere selezionata agendo direttamente sul tasto dedicato oppure attraverso il selettore di assetto. Il livello vettura si alza di 25 mm e la risposta del sistema Skyhook cambia. Il guidatore può alzare il livello vettura di altri 15 mm (Off Road 2) portandolo a un’altezza da terra superiore di circa 40 mm rispetto all’impostazione di base, pari a ben 247 mm. Decisamente in controtendenza il panorama dei sistemi di assistenza alla guida. Il pacchetto di ADAS (Advanced Driver Assistance Systems) è molto completo ma è disponibile solo come optional. Se da un lato infatti Maserati considera gli ADAS uno strumento prezioso per una guida più sicura, dall’altro resta però fedele alla filosofia di vetture gran turismo di razza, con una dinamicità forte per un’esperienza di guida emozionante. Il Levante è equipaggiato con sei airbag: due airbag frontali a doppio stadio; due airbag laterali integrati nei sedili anteriori per proteggere torace e bacino del guidatore e del passeggero; altri due airbag a tendina, montati lateralmente sul tetto in corrispondenza del montante centrale, per proteggere la testa degli occupanti anteriori e posteriori. I sedili anteriori sono dotati di un sistema di sicurezza che riduce i traumi alle vertebre cervicali (colpo di frusta) degli occupanti. In caso di tamponamento, i poggiatesta attivi si spostano automaticamente in avanti per ridurre la distanza rispetto alla testa di ciascun occupante della vettura.


I nuovi Levante GTS e Trofeo hanno un impianto frenante all’avanguardia che all’anteriore si affida a efficienti pinze Brembo monoblocco a sei pistoncini in alluminio, accoppiate a dischi forati da 380 mm, mentre al posteriore utilizza pinze flottanti da 42 mm, con dischi forati e ventilati da 330x22 mm. Anche il Levante S da 430 CV monta lo stesso impianto frenante, mentre il Levante con motore a benzina da 350 CV e il Levante Diesel sono equipaggiati con pinze flottanti da 48 mm a due pistoncini che agiscono su dischi ventilati da 345x32 mm all’anteriore. Al posteriore i freni sono identici a quelli delle versioni V6 e V8 più potenti, ma senza dischi forati


gennaio


caratteristiche tecniche prinicipali

#ca


chebella

Vision M Next & Concept 4

IL FUTURO È ADESSO


Dai concept Vision M Next e Concept 4 appare chiara la rotta intrapresa dei designer BMW, alla ricerca di una nuova chiave di lettura del brand e dei suoi prodotti‌ e pare proprio che l’abbiamo trovata


il futuro è adesso

Che di Alessandro Camorali

(titolare di Camal Studio e docente IAAD)

in Germania stessero cercando una “visione” lo si era capito da tempo... Ora però abbiamo finalmente le prove che qualcuno, dalle parti di Monaco, sia riuscito a realizzare una macchina, si, ma per viaggiare nel tempo! La BMW Vision M Next Concept ha creato un punto di rottura in un panorama caotico popolato da designer confusi e case automobilistiche in cerca di una nuova identità. L’era dell’elettrico, come forse verrà ricordata dai nostri pronipoti, ha portato con sé una nuova linfa vitale nelle matite dei designer e degli ingegneri ma anche tanta paura... paura di sbagliare… Ecco allora forme più o meno “patatose” spopolare in ogni salone di settore, startup dagli improbabili o altisonanti nomi proclamare di avere la soluzione, la giusta chiave di lettura per un futuro ancora da capire, figuriamoci da disegnare! In BMW invece devono essersi guardati negli occhi e aver deciso di intraprendere una strada dichiaratamente sconosciuta, rischiare di essere presi per folli ma forse per questo essere giudicati semplicemente “avanti” da coloro che arriveranno dopo. Il rigoroso metodo teutonico ha imbrigliato uno sguardo nel futuro creando appunto



il futuro è adesso



il futuro è adesso

la Vison M Next e la più recente Concept 4, da cui probabilmente verrà derivata la nuova Serie 4. La prima è un monito al concetto di design, a parer mio, una dichiarazione d’intenti e allo stesso tempo una ricerca di nuove forme, nuovi volumi e nuovi stilemi. Il doppio rene che contraddistingue le vetture di Monaco in questa interpretazione sembra scandire come una chiave di lettura tutte le sfaccettature dell’auto. La fiancata monolitica, spezzata da colori fluo, riporta i nostalgici negli anni ‘80, senza però confonderli nel retrò-style. L’auto trasuda Futurismo dappertutto, come una vera corrente di pensiero, scolpisce le forme in modo netto con contrasti che poco si accomunano con i sopra citati patatoni senza arte né parte. Tutto sembra sbagliato, le proporzioni, il frontale forzato, la fiancata banale e il posteriore spoglio... Ma proprio per questo tutto è affascinante e alla ricerca di interpretazioni! A parer mio si tratta di un’auto da capire, forse non al primo sguardo e nemmeno al secondo, ma sono sicuro che fra qualche anno molti capiranno che lo strano a volte è solo l’incompreso. Ed è per questo che adoro questo concept, perché mi obbliga a fermarmi a guardarlo e riguardarlo, a domandarmi se sono loro tanto avanti o io troppo indietro... a capire le tendenze del futuro che non possiamo già vedere oggi!



il futuro è adesso

La Concept 4, presentata a salone di Francoforte di quest’anno, è la naturale espressione di quanto appena descritto, una vettura più vicina ad una forma di produzione in cui la “follia” riesce a farsi largo tra la noiosa razionalità. La calandra diventa la caricatura di se stessa, quasi a provocare l’osservatore. L’hater critica deridendo, mentre il visionario s’interroga, cerca di capire la professionalità profusa in quel gesto, il messaggio che il designer ha voluto trasmettere. A prima vista il doppio rene sembra sovradimensionato ma, a parer mio, pone semplicemente l’attenzione su se stesso, sul brand BMW, alla ricerca di una nuova e forte identità attraverso stilemi semplici e chiari da individuare. La fiancata scolpita in modo molto diverso dalla Vision M Next Concept certifica questa nuova ricerca che non si ingabbia in un solo modello di stile, ma sperimenta e a volte sbaglia. Errori che insegnano, quindi sani, in antitesi con l’essere banali e passando inosservati. Basta uno sguardo veloce sulle nostre strade per capire il senso delle mie parole, identità annacquate, figlie del marketing piuttosto che dell’estro stilistico o del genio ingegneristico. Alcune Case automobilistiche però fanno sperare in qualcosa di nuovo e hanno intrapreso un percorso nuovo al fine di arrivare a ritrovare se stessi nel tempo utile che servirà per competere nel prossimo scenario della mobilità. Forse tutto sommato non dovrò aspettare la mia vecchiaia per poter vedere, e forse guidare, quel futuro tanto fantasticato negli anni 90!



il futuro è adesso


#ca


cheleggenda

UNA GIOVANISS


IL COMPLEANNO DELLA FORD CAPRI

SIMA DI 50 ANNI Quasi due milioni di clienti Ford hanno goduto del piacere di guida di una delle coupé più popolari della storia dell’automobile


una giovanissima di 50 anni

Il

1969 è stato l’anno del primo uomo sulla Luna, del leggendario Festival di Woodstock e dei primi Boeing 747. In quello stesso anno, mezzo secolo fa, la Ford Capri debuttò sulle strade di tutta Europa. Quando quella coupé di straordinario successo fu stata lanciata, la campagna pubblicitaria di Ford recitava così: “The car you always promised yourself’’ (l’auto che ti sei sempre promesso) e, così è stato per oltre un milione e 800mila persone. A causa della grande domanda, lo stabilimento di Ford, a Colonia, continuò infatti a produrla per i successivi 17 anni, attraversando tre generazioni, fino al 1986. L’Ovale Blu celebra oggi i 50 anni della Capri con un nuovo video, che vede una potentissima Ford Capri RS2600 protagonista di un viaggio nostalgico, dalla sua città natale alle foreste delle vicine montagne dell’Eifel (dove furono effettuati i test prima del lancio



una giovanissima di 50 anni



una giovanissima di 50 anni

al pubblico) e poi sui circuiti di Spa, in Belgio, e Zandvoort, nei Paesi Bassi, dove la Ford Capri ha ottenuto molte importanti vittorie nell’allora Campionato Europeo Turismo, nelle mani di piloti importantissimi quali Niki Lauda e Jochen Mass. “La Ford Capri è stata l’auto che ha permesso all’uomo comune di vivere quotidianamente in un sogno – ha dichiarato Steve Sutcliffe, il giornalista che ha guidato la Ford Capri nel suo viaggio tra i ricordi – la Capri aveva la capacità di farti sentire bene con te stesso quando la guidavi e riesce a farti vivere questa sensazione ancora oggi. In definitiva, si trattava del puro piacere di guidare qualcosa di diverso”. La Ford Capri protagonista del video, presa direttamente dalla collezione di auto storiche di Ford e dotata di un motore V6, ha percorso senza alcun problema più di 700 km in sei giorni di riprese, inclusi alcuni giri dell’impegnativo circuito di Zandvoort.


DTM Hockenheim 4/6 ottobre, esibizione vecchie glorie. Tra le molte belle vetture alcune Ford Capri, come la Zakspeed Capri Turbo DTM del 1982 e la Ford Capri RS 2600 del 1972, con cui Jochen Mass gareggiò nel campionato DRM


una giovanissima di 50 anni


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chestoria


MERCEDES CLASSE G

PASSANO GLI ANNI, I RESTYLING E LE NUOVE VERSIONI

40 ANNI

e non sentirli

L’off-road della casa tedesca era stata presentata ufficialmente a Tolone nel 1979 mentre l’idea risale addirittura all’estate 1969, quando Daimler-Benz e Steyr-Puch avviarono le trattative per la realizzazione di un veicolo dalla grande versatilità d’uso


i miei primi 40 anni

“I miei pri Così recitava il titolo di un famoso libro di qualche anno fa. E questo traguardo lo sta festeggiando anche Mercedes con i 40 anni della classe G, la più fuoristrada delle vetture della casa tedesca. Certo negli anni si è ingrandita, come tutte le automobili di questo mondo, si è rifatta diversi look e nuove versioni ed è pure diventata più “chic”!

Mercedes classe G non ha praticamente mai smesso di cavalcare l’onda di un successo iniziato nel 1979. Il modello, che debutta appunto quell’anno, colpisce fin dall’inizio per straordinarie capacità off-road divenendo ben presto un’icona del settore automobilistico. Versatile come fuoristrada ma altrettanto perfetto per l’uso quotidiano, la classe G ha continuato ad evolversi nel corso dei decenni. E proprio grazie al costante lavoro di sviluppo e restyling, la vettura ha sempre mostrato un look fresco e attuale. Il debutto ufficiale è datato tra il 4 e il 9 febbraio 1979 a Tolone in Francia e mette immediatamente in risalto due caratteristiche: l’idoneità senza compromessi all’impiego sia su strada sia off-road e l’incredibile versatilità d’uso. Queste caratteristiche si ritrovano ancora oggi sull’ultima versione della classe G, la serie 463, che da maggio 2018 viene prodotta come sempre nello stabilimento di Graz-Thondorf (Austria). L’idea del fuoristrada nasce nell’estate 1969, quando Daimler-Benz AG e l’austriaca Steyr-Daimler-Puch AG iniziano a discutere di una possibile collaborazione.


imi 40 anni�.


i miei primi 40 anni Entrambi i produttori offrono veicoli con eccellenti capacità off-road: da un lato Mercedes Benz con la divisione Unimog, dall’altro Puch Haflinger e Puch Pinzgauer. Nel 1971 prende forma l’idea di costruire insieme un fuoristrada che coniughi incredibili doti off-road con un buon comportamento su strada. Già nell’autunno 1972 Joachim Zahn e Karl Rabus, CEO rispettivamente di Daimler-Benz AG e SteyrDaimler-Puch AG, trovano un accordo di base per lo sviluppo congiunto del nuovo veicolo e il team che si occupa della realizzazione è affidato alla guida di Erich Ledwinka, Chief Engineer di Steyr-Daimler-Puch. Lo sviluppo procede con slancio. Ad aprile 1973 è già pronto il primo modello in legno e l’anno successivo viene testato il primo prototipo adatto alla circolazione. Osservando le prime foto pubblicate nel 1975 è subito evidente che gli ingegneri sono arrivati velocemente ad un progetto iniziale con caratteristiche molto simili a quelle che poi saranno nel modello definitivo. La silhouette dalle linee essenziali è opera del centro design di Mercedes, guidato da Bruno Sacco. I designer riescono a coniugare le ampie superfici lisce della carrozzeria con incredibili caratteristiche tecniche, come il grande angolo di sbalzo anteriore e posteriore ed un’altezza relativamente elevata della vettura, a fronte di una larghezza complessiva piuttosto esigua. Fin dall’inizio (febbraio 1979) la classe G viene prodotta nello stabilimento Puch di Graz-Thondorf e li, da maggio 2018, viene prodotta anche la nuova classe serie 463. La prima versione era un fuoristrada universale con interni sobri e, al contempo, una serie di highlight tecnici di rilievo quali un’efficiente trazione integrale inseribile di serie



i miei primi 40 anni con bloccaggio longitudinale, nonché da bloccaggi del differenziale a richiesta sull’asse anteriore e posteriore, che entrano nella dotazione di serie a partire dal 1985. Dal canto loro la struttura del telaio e gli assi rigidi con molle elicoidali regalano versatilità d’uso e robustezza in fuoristrada. All’inizio della produzione sono disponibili i modelli 240 GD e 300 GD con motore diesel, a cui si aggiungono la 230 G e la 280 GE con motore a benzina. È possibile scegliere tra due diversi passi (2.400 e 2.850 mm) e diverse varianti di carrozzeria (vettura aperta, station-wagon chiusa e furgone con fiancate chiuse). Oltre alla serie 460 con rete di bordo da 12 volt, nel listino si trova anche la serie 461 con rete di bordo da 24 volt per usi militari. Ckd (completely knocked down) è il nome usato per identificare la serie 462. L’evoluzione della classe G è iniziata già poco dopo il suo lancio sul mercato. Il costante processo di ottimizzazione si è rivelato la chiave di questo successo e ora le evoluzioni più importanti vanno sicuramente menzionate: il servosterzo di serie (in primo luogo in 280 GE e 300 GD e, a partire dal 1987, in tutti modelli); i bloccaggi del differenziale di serie (1985); l’introduzione di un catalizzatore a tre vie regolato (a partire dal 1986, in un primo momento come equipaggiamento a richiesta per 230 GE); introduzione del sistema antibloccaggio (ABS) a partire dal 1990 nella serie 463. L’ottimizzazione di comfort e sicurezza risulta possibile, tra l’altro, grazie alla combinazione di efficaci sistemi di controllo della dinamica di marcia e di trazione integrale, di serie a partire dal 2001.



i miei primi 40 anni Questa combinazione comprende sistema di trazione a comando elettronico 4ETS, Electronic Stability Program ESP® e Brake Assist BAS. Grazie ad una serie di interventi di restyling di ampio respiro, la tecnologia della classe G fa passi da gigante. Così, ad esempio, nel 1990 la serie 463 viene offerta con trazione integrale permanente, che sostituisce quella integrale inseribile in uso fino a quel momento. Successivamente, per dare un’impronta più potente e lussuosa vengono impiegati motori ad otto ed addirittura dodici cilindri. Nel corso degli anni si sono aggiunte anche le versioni più esclusive. I 40 anni di storia della classe G sono fatti di allestimenti esclusivi con dettagli di pregio, come ad esempio i sedili singoli Recaro, disponibili a richiesta già nel 1981 o l’introduzione di applicazioni in legno pregiato che arriva nel 1990. Questi continui affinamenti attirano nuovi clienti privati, che apprezzano in particolare le varianti esclusive e potenti. In questo contesto la versione 500 GE con motore V8, costruita in serie limitata a partire dal 1993, ha un ruolo fondamentale. A partire dal 1998, G 500 diventa il modello al vertice della gamma di serie della classe G, come viene chiamata definitivamente la famiglia di fuoristrada dal 1993. La denominazione dei modelli della famiglia G segue in realtà lo stesso principio adottato per le altre autovetture Mercedes: la lettera o la combinazione di lettere che precede il numero a tre cifre indica l’appartenenza del modello ad una Classe. Nel 1999 viene inaugurato un capitolo di particolare successo, quando la G 55 AMG diventa il nuovo modello top di gamma della serie 463. La vettura costituisce la base per il lungo successo nella versione High Performance di Mercedes-AMG.



i miei primi 40 anni Fondamentali in questo senso sono, tra l’altro, la G 55 AMG Kompressor (2004), la G 63 AMG. la G 65 AMG (entrambe del 2012), la G 63 AMG 6x6 (2013) e infine la versione Mercedes-AMG G 63 presentata nel febbraio 2018. Arrivata al quarto decennio di storia, Mercedes classe G è come sempre in grado di affrontare con successo tutte le sfide, come dimostrato anche da altri modelli esclusivi come G 500 4x4² del 2015 e Mercedes-Maybach G 650 Landaulet del 2017, prodotta in appena 99 esemplari. Entrambe le versioni aprono nuovi orizzonti per la classe G. Così G 500 4x4² definisce nuovi standard di riferimento per quanto riguarda l’idoneità al fuoristrada (ora superiore grazie agli assi a portale), mentre la Mercedes-Maybach G 650 Landaulet porta una ventata di lusso e ricercatezza superiore anche nel mondo off-road. L’ultima generazione della serie 463, presentata a gennaio 2018 in occasione del Salone di Detroit, conferma i valori evidenziati nei primi 40 anni con ambizioni proiettate negli anni a venire. Il primo modello presentato è classe G 500, seguita poco dopo da Mercedes-AMG G 63. A dicembre 2018 arriva la G 350d, terza variante di motorizzazione con il moderno motore diesel OM 656. Con la nuova serie 463, classe G si reinventa ancora una volta introducendo importanti innovazioni tecniche. Un esempio per tutti l’assetto, con un classico asse rigido al posteriore ed un asse anteriore a doppio braccio trasversale con sospensioni a ruote indipendenti, sviluppato da Mercedes-Benz e Mercedes-AMG. La nuova Mercedes classe G supera le generazioni precedenti sotto molti punti di vista…. ma fin dal primo sguardo si nota il DNA del modello G del 1979.


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chestoria

SI FA IN FRETTA A DIRE USATO…


BRUMBRUM È IL PRIMO E-COMMERCE ITALIANO DI AUTO USATE, A KM 0 E A NOLEGGIO A LUNGO TERMINE. SERVENDOSI DI UNA PIATTAFORMA DIGITALE CONSENTE L’ACQUISTO, IL FINANZIAMENTO E IL NOLEGGIO, INTERAMENTE ONLINE, DI AUTOMOBILI CERTIFICATE


si fa in fretta a dire usato...

La

nuova factory brumbrum per la riqualificazione di auto usate costituisce una tappa importante nel percorso delle vendite online di automobili. brumbrum è un rivenditore diretto di auto online, le cui vetture, acquistabili sul sito, sono di proprietà, acquistate dall’azienda dopo un’accurata ricerca sul mercato. Sulla vetrina digitale di brumbrum è possibile visionare una vasta gamma di auto usate e a km 0, certificate e con fino a 3 anni di garanzia, acquistabili comodamente online. Oltre all’acquisto, brumbrum offre un’ampia scelta di modelli con formula noleggio a lungo termine per privati, anche con anticipo zero. Grazie a un investimento di 4 milioni di euro, lo stabilimento brumbrum è entrato in funzione a settembre 2019 per essere a pieno regime a inizio 2020. L’impianto si estende su una superficie di 50.000 mq e, al momento, conta 40 dipendenti ma nel corso dei prossimi due anni arriverà a impiegare più di 150 addetti. Situato nel centro della motorvalley (a due passi dalla stazione dell’Alta Velocità Mediopadana Reggio Emilia) si tratta di uno stabilimento all’avanguardia che consente all’azienda di aumentare notevolmente la propria capacità produttiva. Una volta a regime, il nuovo polo sarà in grado di mettere in vendita fino a 1.200 auto al mese. Dopo quello di Rho, lo stabilimento di Reggio Emilia è il secondo di brumbrum dedicato alla produzione e riqualificazione di auto usate e km 0. Si inserisce nel piano strategico di sviluppo dell’azienda leader in Italia nella vendita di vetture online. “Abbiamo raccolto in un solo stabilimento industriale tutti i processi necessari per il ricondizionamento di vetture usate. – racconta Francesco Banfi, fondatore di brumbrum –


Tutte le conoscenze acquisite per rispondere ad esigenze di business o di pricing possono essere convertite per creare degli spaccati interessanti del mercato dell’auto, in particolare di quello online. E’ nato così l’Osservatorio brumbrum, un competente e capillare ente di rilevazioni e indagini statistiche online in ambito automotive, una realtà che ha già attirato diversi operatori del settore


si fa in fretta a dire usato...

Tutte le nostre auto hanno standard qualitativi elevati, sono garantite e certificate. Non accettiamo compromessi quando si tratta di prendere tutte le precauzioni necessarie affinché l’auto possa soddisfare le nostre aspettative e quelle del futuro cliente”. Il processo produttivo locato all’interno della Factory permette di ricondizionare e riqualificare vetture, rivendendole sul portale www.brumbrum.it come auto usate e km0, garantite fino a tre anni. Questo processo è diviso in diverse fasi: le auto arrivano nella nuova sede di Reggio Emilia e vengono sottoposte a oltre 200 test che comprendono perizia di carrozzeria, meccanica e test drive. Se la vettura è idonea ad entrare nel parco auto brumbrum, passa nelle mani dei meccanici per essere messa a nuovo. Successivamente è tempo di verniciatura e lavaggio, per poi arrivare dai fotografi per lo shooting e la pubblicazione sul sito. Da sottolineare anche che, per essere competitivi nel mondo delle auto usate, c’è bisogno di una conoscenza approfondita e costantemente aggiornata del mercato auto in generale, in particolare di quello online. Per questo all’interno dell’azienda è presente un team che raccoglie e studia i dati del mercato finalizzati a compiti specifici e molto spesso strategici per il successo di brumbrum. Con brumbrum è molto semplice acquistare un’automobile comodamente dal divano di casa. Per ogni auto presente sul sito è fornita una dettagliata raccolta di informazioni, comprensiva di accessori, optional ed eventuali difetti. Inoltre è possibile vedere l’auto in realtà virtuale, abbattendo ogni barriera geografica: con un visore VR e uno smartphone si è in grado di guardare la macchina dall’interno, stando sempre seduti sul divano di casa propria.


#ca


SKODA KAMIQ

NATO PRONTO Il nuovo Kamiq coniuga le tipiche caratteristiche dei suv, come la maggiore altezza dal suolo e la seduta elevata, con l’agilità di una vettura compatta e un design distintivo. Sistemi di assistenza e infotainment sono all’avanguardia e gli spazi interni appaiono generosi



nato pronto

“Il

nome KAMIQ proviene dalla lingua degli Inuit - afferma Alain Favey, Membro del Board ŠKODA - una popolazione che vive nel nord del Canada e in Groenlandia e indica qualcosa che riesce ad adattarsi a ogni situazione, come una seconda pelle. Inoltre, anche il nome di questo modello, Kamiq, inizia con la K e termina con la Q, proseguendo in tal modo una consuetudine che caratterizza i modelli suvdel marchio Škoda. Sono convinto che in un segmento in forte espansione come quello dei Citysuv, il nostro Kamiq saprà affermarsi nel migliore dei modi. Forte di un design distintivo, sistemi di assistenza all’avanguardia e una grande spaziosità, questo modello ha tutto ciò che occorre per conquistare numerosi nuovi clienti”.

La domanda di modelli SUV cresce costantemente: solo tra il 2017 e il 2018, è salita del 6,8% e con Kamiq la casa automobilistica boema prosegue la sua offensiva nel segmento. Attualmente, un veicolo su tre consegnato nel mondo è un suv e il segmento dei City suv è stato interessato da una crescita esplosiva del 13%. Presentato in Italia solo poche settimane or sono, Kamiq offre un design dinamico (che trae ispirazione dal linguaggio stilistico dei modelli Karoq e Kodiaq) e, oltre alla seduta elevata, la vettura offre una maggiore altezza dal suolo, ampi spazi a fronte di dimensioni compatte, funzionalità di alto livello e un’eccellente connettività. Maggiore altezza dal suolo, dettagli robu-


sti e grandi cerchi in dimensioni da 16” a 18, rendono il look di Kamiq decisamente vigoroso. La conformazione del cofano motore molto ben delineata, per esempio, che gli conferisce un aspetto inconfondibile mentre di grande impatto paiono i fari anteriori a led bipartiti, con luci di marcia diurna sulla parte superiore, nonché, nella versione full LED, di indicatori di direzione dinamici anteriori e posteriori. A richiesta è disponibile il tetto panoramico e, come tutti i nuovi modelli della Casa, il portellone posteriore è impreziosito dal lettering Škoda, che sostituisce il logo. Kamiq è il secondo modello Škoda a disporre di un nuovo concept degli interni. La posizione di seduta elevata (e generosi rapporti di spazio) consentono di salire e scende-

re dall’auto con la massima comodità mentre Kamiq si impone al vertice del segmento sui sedili posteriori, con 1.003 mm di spazio per la testa, 1.425 mm di spazio libero a livello dei gomiti e 73 mm di spazio per le ginocchia. Il bagagliaio offre una capacità di 400 litri, che diventano1.395 abbattendo il divano posteriore, e un sistema intelligente di scomparti portaoggetti negli interni offre 26 litri supplementari di spazio per riporre tutto il necessario per un viaggio all’insegna del comfort. Di buona qualità sia i morbidi materiali della plancia che pannelli delle porte anteriori e i sedili rivestiti in pregiata microfibra. Comfort supplementare è assicurato, oltre che dal Virtual Cockpit da 10,25 pollici, anche

Le app dell’infotainment possono essere scaricate dalla vettura tramite uno shop online. Sono inoltre disponibili la tecnologia SmartLink per il collegamento di dispositivi tramite Apple CarPlay, Android Auto o MirrorLink™ (a richiesta anche senza cavo, come Wireless SmartLink), un hotspot WLAN, fino a due porte USB C sulla zona anteriore e sulla zona posteriore e un vano portacellulare che consente la ricarica per induzione degli smartphone


nato pronto

Per il mercato cinese, e solo per quello, Skoda ha lanciato nei giorni scorsi una variante GT di Qamiq. Più lunga (circa 20 cm.) e sensibilmente più bassa questa vettura ha connotati decisamente più sportiveggianti. Il propulsore “entry level” è il 1.4 TSI da 150 cavalli (solo con trazione anteriore) mentre il 2.0 TSI è capace di ben 186 cavalli. Al top della gamma c’è il generoso 20. TSI, già visto per Kodiaq, che eroga la bellezza di 220 cavalli ed è accoppiato ad un cambio DSG a sette rapporti

dal Climatronic, dal sedile del conducente a regolazione elettrica e da parabrezza e volante riscaldabili… opportunità davvero “super” nei climi freddi. Infine da notare che in assenza di movimenti, il segnale trasmittente del sistema d’accesso Kessy si disattiva automaticamente dopo 15 minuti, garantendo così maggiore sicurezza. Le tre motorizzazioni benzina TSI con cilindrata 1.0 o 1.5 litri e il 1.6 litriTDI erogano potenze comprese tra 95 e 150 CV (da 70 a 110 kW). L’1.0 G-TEC 90 CV (66 kW) è il primo propulsore concepito per l’ecologica alimentazione a metano (CNG) adottato da un suv Škoda. In base alla motorizzazione sono proposti cambio manuale a 5 o 6 rapporti o cambio DSG a 7 rapporti e tramite

la selezione della modalità di guida Driving Mode Select è possibile scegliere tra le modalità Normal e Sport. Tutti i motori soddisfano la norma sui gas di scarico Euro 6d-TEMP. Kamiq dispone di un assetto di nuovo sviluppo, per capirci: l’altezza dal suolo è di 39 mm superiore a quella di Škoda Scala. A richiesta per KAMIQ è disponibile lo Sport Chassis Control, un assetto dalla configurazione sportiva ribassato di 10 mm. Sulla base della piattaforma MQB-A0 del Gruppo Volkswagen, Kamiq offre dotazioni per la sicurezza attiva e passiva di altissimo livello. Può offrire fino a nove airbag (inclusi airbag per le ginocchia lato conducente e airbag laterali posteriori) e dispone dei più mo-


derni sistemi di assistenza e assicura generosa spaziosità. Kamiq è lungo 4.241 mm, largo 1.793 mm e alto 1.553 mm (con mancorrenti al tetto). Quasi l’80% della carrozzeria è composta da acciai ad alta resistenza formati a caldo. Mentre i fari e gruppi ottici posteriori con tecnologia led sono di serie, i fari full led con AFS e indicatori di direzione dinamici anteriori e posteriori sono disponibili a richiesta (di serie per la versione Style in Italia). La dotazione di serie include Lane Assistant, Front Assistant (basato su radar con funzione di frenata di emergenza city) e funzione predittiva di protezione dei pedoni, nonché funzione di frenata anti collisione multipla (in Italia di serie anche il radar ACC). Sul fronte infotainment non manca davvero nulla. I sistemi Bolero e Amundsen appar-

tengono alla terza generazione del sistema modulare del Gruppo Volkswagen e offrono diagonali dello schermo comprese tra 8 e 9,2 pollici, nonché, a richiesta, un impianto audio Škoda con dieci altoparlanti. Grazie alla eSIM LTE integrata, Kamiq è sempre connesso. Ciò consente, per esempio, un’ottimizzazione costante e impercettibile della navigazione. Da ultimo il sistema di comandi vocali Škoda Digital Assistant Laura (anch’esso in grado di offrire supporto online) che oltre ai semplici comandi, comprende anche frasi complete pronunciate con naturalezza e persino… i dialetti. Oltre all’eCall, la eSIM consente anche l’accesso ai servizi online di ŠKODA Connect. Tra questi figurano Care Connect con accesso remoto alla vettura, Proactive Service e Infotainment Online.

Le idee Simply Clever facilitano la vita quotidiana anche a bordo di Kamiq. Unico nella classe dei City suv è il sistema di protezione per il bordo delle portiere ad estrazione automatica (disponibile a richiesta), inoltre su Kamiq sono proposti anche il portellone a comando elettrico con funzione Tip-To-Close e il gancio traino estraibile a sbloccaggio elettrico. A partire dalla versione Ambition, nel bagagliaio è presente una torcia a LED estraibile. Altre caratteristiche Simply Clever sono l’imbuto integrato nel tappo del serbatoio del liquido lavacristalli, il raschietto del ghiaccio nello sportello del serbatoio e il vano portaombrelli nella porta lato guida… ovviamente con ombrello!


nato pronto


caratteristiche tecniche prinicipali

KW/CV AMBITION STYLE DARK SHADE

Benzina 1.0 TSI

70/95

€ 20.730

-

-

1.0 TSI

85/115

€ 22.030

€ 24.230

€ 26.430

1.0 TSI DSG

85/115

€ 23.530

€ 25.730

€ 27.930

1.5 TSI

110/150

€ 23.430

€ 25.630

€ 27.830

1.5 TSI DSG

110/150

€ 24.930

€ 27.130

€ 29.330

1.6 TDI

85/115

€ 24.390

€ 26.590

€ 28.790

1.6 TDI DSG

85/115

€ 26.040

€ 28.090

€ 30.290

Diesel


chenovitĂ

Nuova Bentley Flying Spur

VERY BENTLEY!


Terza generazione della berlina quattro porte GrandTourer (di cui conserva solo il nome), il nuovo modello tende ad offrire l’agilità della berlina sportiva, moderna con la massima espressione della raffinatezza di una limousine


very bentley!

La

mascotte “Flying B” troneggia orgogliosamente sulla calandra ma, a comando, va a proteggersi all’interno del frontale sotto il logo Bentley. Questo è forse il dettaglio che meglio simboleggia il progredire dei prodotti Bentley: evoluzione e mai rivoluzione. Eredità che scopre nuove forme ma non rinnega mai i valori portanti di casa. La nuova Bentley Flying Spur ambisce a fondere la praticità di una quattro porte, l’eleganza ed il comfort di una limousine, l’agilità e la prestazione da berlina sportiva. Nuova in ogni suo componente (eredita dalla precedente versione solo il nome) questa Flying Spur pare riuscire a integrare perfettamente il tipico sapore dell’artigianato britannico, con le più innovative tecnologie La terza generazione di Flying Spur è l’emblema dello scultoreo design Bentley, mantenendo comunque alcuni tipici richiami all’heritage del brand. Costruita su una nuova piattaforma, la Flying Spur esprime un disegno atletico, dovuto alla posizione avanzata dell’assale anteriore che va a vantaggio dell’interasse. Le eleganti quanto muscolose proporzioni della vettura, sono state valorizzate nella parte posteriore grazie al nuovo disegno dei gruppi ottici, con matrice LED ad effetto cristallo che disegnano una B. Non potevano mancare importanti cerchi da 21 e 22 pollici, che accentuano la personalità su strada della nuova Flying Spur. L’abitacolo è una profusione di dettagli e di forme di design che, con un tema a fascia, avvolgono i passeggeri anteriori e posteriori. La fanno da padrone materiali nobili, naturali, di autentica eleganza, capaci però



very bentley!

di abbracciare una importante serie di nuove tecnologie. Al centro della plancia l’esclusivo display rotante Bentley firma questa sezione della vettura che completa il cruscotto con la scelta di uno schermo tattile digitale da 12.3 pollici mentre nella impiallacciatura in legno si fondono quadranti digitali o analogici. Un comando a schermo tattile removibile è il fulcro dell’esperienza sensoriale che si prova accomodandosi nel divano posteriore. Questo innovativo supporto può gestire tutte le principali funzioni che interessano “il salotto”, come il controllo della climatizzazione, delle tendine laterali e posteriori, del tetto in cristallo (optional), del sistema di luci d’ambiente della vettura e non da ultimo del massaggio delle sedute. Questo impareggiabile mix di comfort, stile e raffinatezza può naturalmente essere arricchito e personalizzato con una grande disponibilità di scelta di materiali, come le essenze per il legno, le pelli, le finiture e le cuciture. Una nota a parte merita la versione Mulliner, che offre un’anteprima assoluta per l’industria automobilistica quali i nuovi disegni in 3D dei pannelli porta, mentre, per chi ama avere più luce nell’abitacolo, è disponibile un generosissimo tetto in vetro panoramico a tutta lunghezza. Comfort a bordo vuol anche dire suono e quindi non poteva mancare uno studio attento del complesso hi-fi, che si compone di tre importanti sistemi audio, tra cui un impianto a 16 altoparlanti Bang&Olufsen ed un esclusivo sistema Naim da ben 2200 watt. La nuova Flying Spur, ovviamente, non sfida le migliori berline di lusso solo sul piano dell’eleganza e della raffinatezza, ma



very bentley!


Per Bentley il 2019 è anno di grandi ricorrenze. Anzitutto i 100 anni di attività ma anche altri importanti compleanni si sono festeggiati quest’anno. Come quello del celebre motore V8, che ha debuttato nel 1959 sul modello S2. Questo straordinario motore è stato prodotto in totale, a oggi, in ben 35.898 esemplari. L’ultima versione, doppio turbo di 6,75 litri richiede ben 15 ore di accurato montaggio a mano da parte dei tecnici di Crewe ed sviluppa, nella versione più potente, ben 542 cavalli


very bentley!

Crewe é la sede operativa dei reparti di progettazione, R&S, ingegneria e produzione delle quattro gamme di modelli dell’azienda: Continental, Flying Spur, Bentayga e Mulsanne. Caratteristica unica dei marchi di auto di lusso del Regno Unito è l’unione fra la tradizionale maestria e l’abilità artigianale tramandate di generazione in generazione da un lato, e la perizia ingegneristica e le tecnologie più innovative dall’altro. Bentley, che rappresenta un chiaro esempio dell’elevato valore della produzione industriale britannica, ha un organico di circa 4.000 persone

anche sul fronte tecnologico. A partire dai sistemi di assistenza alla guida che la nuova vettura di Crewe include nel suo pacchetto quali, ad esempio, il sistema di guida notturna a raggi infrarossi. Garantita anche la connettività, grazie al wi-fi hot spot integrato, che consente di tenere il guidatore costantemente in contatto con una serie di funzioni e servizi in tempo reale. Nuovi sono il telaio in alluminio e composito e lo sterzo di tipo elettronico, che per la prima volta troviamo ad equipaggiare una Bentley. In combinazione lavora con l’innovativo sistema Active All Wheel Drive and Bentley Dynamic Ride, il primo sistema anti rollio a 48v di serie al mondo, per garantire un comportamento su strada che offre prestazioni e maneggevolezza… nonostante dimensioni e peso dell’auto. Un ulteriore passo avanti è stato compiuto nella tecnologia delle sospensioni con un nuovo sistema ad aria a tre camere, per garantire una gamma molto più ampia di regolazioni e di reazione della sospensione, ma anche e soprattutto per assicurare un maggiore controllo del corpo vettura, fatto che consente di guidare in modo assolutamente “sportiveggiante”. Il cuore della Bentley Flying Spur è una versione aggiornata del raffinato 6 litri a 12cilindri turbo, abbinato ad un avanzato cambio automatico 8 rapporti a doppia frizione. Estremamente veloce e preciso, consente cambi di marcia ancora fluidi e veloci a tutto favore delle prestazioni, da vera auto sportiva: 3,7 secondi nel passaggio da 0 a 100 km/h ed una velocità massima di 333 km/h (ove consentito)… niente male davvero per una “limos”.


#ca


chenovità

Ford Mustang Mach-E

… MA NON CHIAM Per la prima volta Ford amplia la gamma Mustang introducendo la Mustang Mach-E elettrica, che sarà disponibile a fine 2020. Una vettura molto interessante e per molti versi all’avanguardia, ma lontana anni luce dallo spirito Mustang


MATELA MUSTANG


... ma non chiamatela mustang


Proprio

in queste settimane, nelle sale cinematografiche italiane, sta ottenendo un grande successo “Le Mans ‘66 - La grande sfida”, un bel film di James Mangold che ci immerge nel pieno delle battaglie Ford-Ferrari degli anni “60. Erano le stagioni delle sfide toste, dure… sovente tragiche. Proprio in quel periodo Ford lanciò la Mustang, che doveva essere la sportiva purosangue della Casa, pronta a sfidare le Chevrolet Corvette e, perché no, i purosangue europei Ferrari, Maserati, Jaguar e Aston Martin. A partire dal nome (dallo spagnolo mesteño, che significa “non domato”) la Mustang ispirava prestazioni brutali, sportività assoluta, muscoli e sgommate. E ora Ford, dopo 55 anni, amplia la famiglia Mustang lanciando una Mustang Mach-E e cioè un SUV elettrico?… per cortesia, non scherziamo! Al netto di tutte le qualità che questo nuovo prodotto si porta appresso, aver chiamato un SUV elettrico Mustang suona blasfemo per chi ha amato (e tuttora ama) la “vera” Mustang, il suo mondo e le sue emozioni. Detto che non ci piace l’operazione “naming” vediamo di capire cosa è questa MachE, attesa sul mercato tra un annetto circa. Si tratta di un SUV piuttosto elegante, che abbina dinamismo a tecnologie di connettività


... ma non chiamatela mustang

di ultima generazione. Sarà disponibile con batterie con diverse potenze abbinate sia alla trazione posteriore sia a quella integrale. Nella versione con trazione posteriore e batteria extended range, l’autonomia arriverà fino a 600 km secondo il protocollo WLTP. Ford offrirà anche una versione speciale: la GT, che punta a raggiungere un’accelerazione da zero a 100 km/h in meno di 5 secondi, con 465 CV e 830 Nm di coppia. Sono tre le modalità di guida previste: Whisper, Engage e Unbridled, ognuna con specifiche prestazioni dinamiche arricchite da un’esperienza sensoriale distintiva, come l’illuminazione interna e le animazioni nel pannello di controllo. Nella versione a trazione integrale un nuovo sistema all-wheel drive distribuisce la coppia in modo indipendente per singolo asse, per migliorare l’accelerazione e la maneggevolezza rispetto al modello a trazione posteriore. Mustang Mach-E GT sarà dotata delle nuove pinze freno “Flexira Brembo” in alluminio (che abbinano la funzionalità delle pinze classiche al design e alle dimensioni delle pinze flottanti) e inoltre sarà dotata di sospensioni adattive Magne Ride, in grado di gestire in tempo reale eventuali mutamenti delle condizioni stradali. Con la Mustang Mach-E debutterà anche il sistema di comunicazione e intrattenimento


Ford è un membro fondatore della partnership IONITY che mira a costruire 400 stazioni in importanti località europee entro il 2020, con una capacità di ricarica da 350 kW. Ciò consente una significativa riduzione dei tempi di ricarica rispetto ai sistemi già esistenti. Le nuove colonnine IONITY con una potenza massima di 150 kW, permetteranno alla Mustang Mach-E di avere un’autonomia massima fino a 93 km (57 miglia) con soli 10 minuti di ricarica


... ma non chiamatela mustang

SYNC di nuova generazione, un’interfaccia che utilizza l’apprendimento automatico per comprendere rapidamente le preferenze dei conducenti e migliorarsi nel tempo, grazie alla modalità di aggiornamento over-the-air. Il SYNC di nuova generazione sarà abbinato a uno schermo da 15.5 pollici con una semplice interfaccia che elimina i menù complicati. Dotato di connettività basata su cloud e riconoscimento vocale conversazionale, il sistema SYNC di offrirà il doppio della potenza di elaborazione rispetto a quello precedente, per rendere più veloce sia la navigazione che il collegamento di uno smartphone al veicolo. Utilizzando la nuova architettura elettrica di Ford, che posiziona le batterie integrate nel telaio di Mustang Mach-E, gli ingegneri e i progettisti sono stati in grado di creare un modello che massimizza anche lo spazio tipico di un SUV per cinque passeggeri e bagagli. Elementi estetici distintivi sono il lungo cofano, il posteriore ribassato, i fari aggressivi e i fanali posteriori tri-bar, ma Mustang MachE nasconde una sorpresa sotto il cofano: un vano portaoggetti anteriore, con 100 litri di spazio di stivaggio, abbastanza grande da contenere comodamente l’equivalente di una borsa per il bagaglio a mano. Oltre al bagagliaio anteriore, quello posteriore offre 402 litri di spazio ma, con i sedili posteriori reclinati, si arriva a ben 1.420 litri.

Nelle intenzioni di Ford gli interni rappresentano una fusione di design elegante e funzionalità intelligente uniti a tocchi del classico design Mustang, come il cruscotto a doppia calandra, completano gli interni. Anche il tetto panoramico a vetro fisso ha un segreto: uno speciale rivestimento sul vetro con protezione dai raggi ultravioletti aiuta a tenere l’abitacolo più fresco in estate e più caldo in inverno. La Mustang Mach-E sarà disponibile con pacco batterie agli ioni di litio in due livelli di potenza: da 75,7 kWh e con extended range da 98,8 kWh, che teoricamente garantisce un’autonomia massima fino a 600 km. Progettato per massimizzare lo spazio interno e assicurare ottime doti dinamiche grazie al baricentro basso, il pacco batteria è integrato nel telaio tra i due assi ed è stato testato per resistere a temperature estreme dell’ordine dei meno 40 gradi Celsius. Le batterie (posizionate all’interno di un vano impermeabile) utilizzano un avanzato sistema di climatizzazione a liquido, per assicurare la giusta temperatura di funzionamento e migliorare i tempi di ricarica. Il sistema di navigazione identificherà inoltre i luoghi di ricarica pubblici più vicini. Insomma, tutto molto interessante, non vediamo l’ora di toccarla con mano ma, per cortesia,… non chiamatela Mustang…


Il

cavallo di razza Mustang (il cui nome arriva dallo spagnolo

mesteño o mestengo, che si¬gnifica “non domato”) deriva proprio dai cavalli spagnoli che i primi coloni portarono nel Nuovo Mondo. Si narra che alcuni esemplari fuggirono dagli accampamenti, tornarono a vivere allo stato brado e furono poi catturati e utilizzati dai nativi. I Mustang sono cavalli davvero leggendari, caratterizzati da spirito libero e indipendente e sono stati attori protagonisti di tutta l’epopea Western

#ca


checorse

LA SQUADRA CORSE ALVEARE

La via dell’ape-rforma


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Volkswagen Motorsport si regala due alveari per aiutare la biodiversità. Ma forse, per chi lavora nell’automobilismo dalle api può arrivare anche un’utile ispirazione di Marco Cortesi


la via dell’ape-rformance

Cosa

c’entrano le api col motorsport? Api, quelle che ronzano, intendiamo, non parliamo di qualche strano campionato con le “apecar”. Volkswagen Motorsport, struttura che gestisce dalla sede di Hannover il reparto corse della Casa, ha deciso di adottare due colonie di insetti, le iBees, nome (un po’ banale) scelto dai dipendenti. Il motivo è meritorio: preservare la biodiversità ambientale, dare un segnale in un momento in cui il declino continuo del numero delle api rischia di portare il mondo sull’orlo del disastro. Addio api, addio fiori, addio... noi. Come si può facilmente immaginare, l’operazione è puramente d’immagine, anche piuttosto forzata se vogliamo. Ma c’è anche un aspetto d’ispirazione che forse, guardando agli alveari, farebbe comodo anche nel belpaese, a partire da Maranello.


Nel motorsport, la ricetta per il successo non è dissimile da quella per produrre il miele. E lo è a molti livelli. C’è bisogno di una struttura organizzata con precisione, in cui tutto è finalizzato ad un unico obiettivo: la vittoria. Non la soddisfazione personale, non la finanza, non la tecnologia fine a se stessa. Le corse richiedono un approccio da esercito o, per l’appunto, da sciame. C’è bisogno di una gerarchia chiara compresa e rispettata da tutti. Non c’è spazio per le api che fanno politica interna contro la regina per rubarle il posto. Al contrario, c’è bisogno di uno staff che si impegni al cento per cento, motivato, capace. Nell’alveare, come in un progetto che punti alla vittoria nel motorsport, non c’è spazio per le primedonne. Nell’alveare serve una metodologia di comunicazione interna chiara, autonoma e trasparente che non sia influenzabile dall’esterno. Un alveare che subisse pressioni dalla stampa nel decidere dove cercare il polline avrebbe vita senz’altro breve. Ma serve anche stabilità. La produzione del miele è diventata per le api un business vincente anche perché ha avuto milioni di anni, oltre 100, per perfezionarsi. Anche nel motorsport, occorre tempo per far crescere un progetto, fiducia nel metodo, e stabilità di gestione. Certo, nelle corse serve anche un briciolo di follia, inventiva, talento individuale, ma si tratta di doti da “appoggiare” sull’organizzazione, non da sostituire ad essa. Senna e la McLaren di Ron Dennis, Schumacher e la Ferrari di Brawn, Loeb con l’armata Citroen, Vettel con Newey e la Red Bull, e oggi Mercedes con Toto Wolff e Lewis Hamilton. Tutti ambienti in cui la capacità organizzativa, il progetto, la qualità interna, la solidità e la costanza hanno posto le basi per il successo di grandi campioni.

Gli insetti hanno sempre recitato un ruolo di primo piano nel motorsport Volkswagen. Beetle, infatti, si può tradurre in italiano come coleottero o scarabeo e Beetle è da anni il nome con cui il Maggiolino (insetto pure lui) è commercializzato negli USA. Ora la Beetle-Maggiolino è uscita di produzione e, da pochi giorni, ha terminato anche la sua vincente attività agonistica, che l’ha vista dominare la scena del Rallycross a Stelle e Strisce dal 2015 sino ad oggi. Cinque titoli piloti di fila (e due titoli costruttori) hanno dato lustro ai salti e alle derapate della Beetle più potente mai costruita. Forte di una meccanica derivata dalla Polo R WRC, la Beetle che Tanner Foust ha condotto alla vittoria nel 2019 vantava ben 560 cavalli

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