#cheauto! Marzo 2020

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Nr.

45

Marzo 2020

0 0 , 0 €

PININFARINA

90

Volvo XC90 Ford Focus ST DS 9 E-TENSE Mahindra XUV500 Chevrolet Silverado

... E TANTO ALTRO ANCORA!!!


Nr.

45

Marzo 2020

IN QUESTO NUMERO

7

#chefoto!

7

20 42

#cheroba!

Pininfarina compie 90 anni ‌ emerge dalle tenebre

42

54

#chebella! Volvo XC90

54

68 82

82

#chemacchina! Ford Focus ST

Mahindra XUV500



Nr.

45

Marzo 2020

IN QUESTO NUMERO

94 104

#cheleggenda!

Una Land che ha fatto la storia Sunbaem: potenza pura

94

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#chenovità! DS 9 E-Tense

Chevrolet Silverado

Cheauto magazine Direttore Responsabile e Editore Vittorio Gargiulo

Periodico mensile digitale Via Pesa del Lino 2B 20900 MONZA info@cheautomagazine.com www.cheautomagazine.com Periodico non soggetto all’obbligo di registrazione ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012

Pubblicazione online ILLIUM LLC (DANIA BEACH – FL – USA)

Responsabile redazione USA Niccolò Gargiulo Collaboratori Alessandro Camorali (stile & design) John Close (sport) Marco Cortesi Domenico Faro Gian Maria Gabbiani (test) Salvo Venuti (off road) Grafica e Impaginazione Diego Galbiati

#cheauto

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#chefoto!

SOLO UNA DELLE DUE SKODA SPORT COSTRUITE RIUSCÌ A PRENDERE PARTE ALLA 24 ORE DI LE MANS DEL 1950. OGGI QUESTA BELLISSIMA VETTURA È RINATA E, PERFETTAMENTE RESTAURATA, SARÀ DELLA PARTITA ALLA LE MANS CLASSIC 2020


#che___!! #chefoto


BUILDING THE LEGEND, UNA RINOMATA “FACTORY” BRITANNICA DEDITA AL RESTAURO DI GIOIELLI DELLA STORIA AUTOMOBILISTICA INGLESE HA PRESENTATO GIORNI FA A RACE RETRO (STONELEIGH PARK, COVENTRY) UN MOTORE ASPIRATO A 12 CILINDRI, DETTO TERA, CHE SI RIFÀ AL 12 CILINDRI JAGUAR CHE AVREBBE DOVUTO EQUIPAGGIARE LA XJ13 LE MANS PROTOTYPE DEL 1966. MA NÉ IL MOTORE NÉ LA VETTURA PERCORSERO MAI UN METRO IN GARA...


#chefoto!


UNA NUOVA SUPERCAR SI AFFACCIA SU UN MERCATO SEMPRE PIÙ AFFOLLATO. SI TRATTA DELLA CZINGER 21C CHE, A DETTA DEL PRODUTTORE KEVIN CZINGER, SARÀ REALIZZATA IN 80 ESEMPLARI IN VERSIONE PISTA O STRADA. LA C21, CONCEPITA E COSTRUITA IN CALIFORNIA, È SPINTA DA UN V8 BI-TURBO DI 2.900 CC, CAPACE DI ESPRIMERE LA CONSIDEREVOLE POTENZA DI 1.250 CAVALLI A 11.000 GIRI. TEORICAMENTE DA FERMA RAGGIUNGE I 100 KM/H IN MENO DI DUE SECONDI


#chefoto!


E’ SUCCESSO ANCHE QUESTO DURANTE LA DUE GIORNI SULLA PISTA DI GHIACCIO DI ZELL AM SEE, IN AUSTRIA, A INIZIO FEBBRAIO. DANIEL ABT, PILOTA UFFICIALE AUDI DI FORMULA E, SI È DIVERTITO PORTANDO A SPASSO MARCEL HIRSCHER, UNA VERA SUPERSTAR DEGLI SCI. SI È TRATTATO DI UNA VARIAZIONE SUL TEMA DELLO “SKIJORING”, UNO SPORT NATO IN NORVEGIA. PERÒ NELLA VERSIONE ORIGINALE DI QUESTA DISCIPLINA GLI SCIATORI SONO TRAINATI DA UN CAVALLO E NON DA UNA VETTURA DA COMPETIZIONE!


#chefoto!


DECISAMENTE “CREATIVO” LO SPOT PUBBLICITARIO JEEP ANDATO IN ONDA NEGLI USA DURANTE IL RECENTE SUPER BOWL DI FOOTBALL. PROTAGONISTA, OLTRE AL NOTO ATTORE BILL MURRAY, UNA SIMPATICA MARMOTTA, A CUI MURRAY HA FATTO SCOPRIRE LE PIACEVOLEZZE DI UNA WRANGLER RUBICON


#chefoto!


A 5 ANNI DAL DEBUTTO LA BELLA MAZDA2 È OGGETTO DI IMPORTANTI AGGIORNAMENTI. INVARIATA NELLE DIMENSIONI ESTERNE, LA MAZDA2 2020 È STATA OGGETTO DI UN RIVISITAZIONE ESTETICA (MINIMALISTA E AL TEMPO STESSO ELEGANTE) CHE ACCENTUASSE IL FAMILY FEELING CON LA MAZDA3 MENTRE ALL’INTERNO MATERIALI E COLORI INNALZANO IL LIVELLO DI QUALITÀ. ANCHE L’INSONORIZZAZIONE È STATA MIGLIORATA SENSIBILMENTE. DAL PUNTO DI VISTA TECNICO MAZDA2 PRESENTA AGGIORNAMENTI SIGNIFICATIVI: CON L’ADOZIONE DELLA TECNOLOGIA SKYACTIV VEHICLE ARCHITECTURE LE SOSPENSIONI SONO STATE AGGIORNATE E LO STERZO RIVISTO ED È STATA INOLTRE INTRODOTTA LA TECNOLOGIA G-VECTORING CONTROL PLUS. TUTTO CIÒ CONTRIBUISCE AD UN ELEVATO COMFORT IN OGNI CONDIZIONE DI GUIDA SONO DISPONIBILI I NUOVI PROPULSORI 1.5L SKYACTIV-G (75 CV E 90 CV, OMOLOGAZIONE EURO6D) CON CAMBIO MANUALE A 6 RAPPORTI E TECNOLOGIA MAZDA M HYBRID. SI TRATTA DI UN PICCOLO PROPULSORE ELETTRICO CHE FORNISCE UN AIUTO AL MOTORE TERMICO NELLE FASI PIÙ DISPENDIOSE DI ENERGIA, GARANTENDO OTTIMI VALORI DI EFFICIENZA. IL LIVELLO DI EMISSIONI DI CO2 È DI SOLI 94 G/KM MENTRE IL CONSUMO MEDIO È DI 4.1LITRI/100 KM (DATO NEDC CORRELATO) PER ENTRAMBI I LIVELLI DI POTENZA, VALORI CHE PONGONO LA MAZDA2 AI VERTICI DELLA CATEGORIA E LE FANNO GODERE DEGLI INCENTIVI PREVISTI PER I VEICOLI IBRIDI. L’AUTO È IN VENDITA A PARTIRE DA € 17.800 (VERSIONE EVOLVE SIA CON MOTORE DA 75 CV SIA DA 90 CV) FINO AD ARRIVARE A € 22.550 (VERSIONE ESCLUSIVE DA 90 CV)

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#cheroba!

CLASSICO PININFARINA COMPIE 90 ANNI

DAL DEBUTTO NEL 1930 ALL’ATTUALE REALTÀ CHE VA OLTRE L’AUTOMOBILE PER TOCCARE, CON SUCCESSO, L’ARCHITETTURA, IL DESIGN NAVALE E IL DESIGN INDUSTRIALE


BATTISTA PININFARINA, 1959


#cheroba!

ndrea di Pietro della Gondola, era questo il vero nome di Andrea Palladio… e forse tutto parte proprio da lui. Da questo geniale architetto, uno delle personalità più illustri del Rinascimento italiano, che seppe evolvere e declinare i principi dell’architettura classica greco-romana. Palladio ha influenzato tutta l’architettura occidentale e dopo di lui il termine “classico” ha assunto un’identità precisa e definita.


A fare atterrare questa tesi nell’ambito automobilistico è stato invece Benedetto Camerana, Presidente del Museo dell’Automobile di Torino. Durante l’evento milanese, che a metà febbraio ha dato il via ai festeggiamenti per i novant’anni della Pininfarina, Camerana ha infatti sostenuto che “un Classico non invecchia mai, è sempre splendido ed è fuori dal tempo. E le auto di Pininfarina sono dei Classici, bellezza fuori dal tempo e mai legata ad una moda”. Applausi. A mio modesto parere mai riflessione è stata più azzeccata.

Tant’è vero che è stata di Pininfarina la prima automobile ammessa in un Museo d’Arte quale il MoMa di New York. Una “scultura in movimento” disse Arthur Drexler, direttore del prestigioso Museo per oltre 35 anni, quando accolse nella Grande Mela la Cisitalia 202 del 1947. Con quella Cisitalia il design delle automobili ha davvero voltato pagina. Da allora le forme delle automobili non possono prescindere dall’insegnamento racchiuso in quel “classico”, sempre splendido e senza tempo. V.G.


#cheroba!

l 22 maggio 1930 viene fondata a Torino la Società Anonima Carrozzeria Pinin Farina, che si dedica alla concezione e alla costruzione artigianale di carrozzerie speciali per singoli clienti o in piccola serie. Inizia così una storia lunga 90 anni che, attraverso tre generazioni, vede la piccola carrozzeria artigiana trasformarsi in un brand iconico, sinonimo di bellezza ed eleganza, riconosciuto come emblema del Made in Italy nel mondo. Le creazioni Pininfarina hanno mostrato per decenni un formidabile equilibrio tra sensibilità al design, buon gusto, ricerca tecnica e innovazione. Al Salone dell’Auto di Parigi del 1930 Pinin debutta con vetture Lancia, Alfa Romeo, Isotta-Fraschini, Fiat mentre la prima “fuoriserie” di Pinin Farina, la Lancia Dilambda, partecipa al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este del 1931. Ben presto Pinin abbraccia subito la causa della modernità e dell’aerodinamica, che gli appare come la via più naturale per risolvere il problema dell’autonoma e originale identità formale dell’automobile. Al Salone di Milano 1935 espone infatti l’Alfa Romeo 6C Pescara Coupé Aerodinamico e l’anno dopo viene realizzata la Lancia Aprilia Aerodinamica, una berlinetta da corsa rivoluzionaria dal punto di vista tecnico e formale: in modo intuitivo e sperimentale registra uno stupefacente Cx pari a 0,40. Distrutta dalla seconda guerra mondiale, la Carrozzeria Pinin Farina riprende l’attività con la produzione della Lancia Aprilia Bilux ma è nel 1947 che, con la Cisitalia 202, l’azienda torinese lascia un segno indelebile nella storia dell’automobile. Realizzata su telaio tubolare e costruita in piccola serie con scocca di alluminio saldata a un’ossatura d’acciaio, la 202 ha un’impostazione formale che segna una svolta decisiva nello stile automobilistico.

LA STUPENDA LANCIA AURELIA B24S DEL 1957, FAMOSISSIMA GRAZIE AL FILM “IL SORPASSO” DI DINO RISI


L’ALFA ROMEO GIULIETTA SPIDER DEL 1955 E LA “NIPOTINA” DUETTO DEL 1966: PER ENTRAMBE UN SUCCESSO CLAMOROSO


#cheroba!

ENTRAMBE DEL 1964 QUESTE BELLISSIME FERRARI DINO BERLINETTA SPECIALE E 250 LM BERLINETTA COMPETIZIONE



#cheroba!

Tant’è vero che, poco dopo, entrerà al MoMa di New York dalla porta principale. Il passaggio definitivo alla dimensione industriale data 1955, con la produzione dell’Alfa Romeo Giulietta Spider (27.000 esemplari). Esposta al Salone di Torino, ottiene un successo mondiale: il piccolo capolavoro, pensato dapprima per il solo mercato USA, viene poi richiesto in tutta Europa. Nello stesso periodo comincia la collaborazione con Peugeot e nel 1957 viene presentata la Lancia Florida II, una pietra miliare del design che diviene anche la vettura personale di Pinin Farina. Nel 1961, all’età di 68 anni, Pinin lascia l’azienda al figlio Sergio e al genero Renzo Carli proprio mentre il Presidente della Repubblica Gronchi autorizza la variazione del cognome della famiglia da Farina in Pininfarina. Era un fatto insolito e nella motivazione si diceva che con il nome Pinin Farina si era affermato all’estero aumentando il prestigio dell’industria e dello stile italiano. Al Salone di Parigi 1963 debutta la Chevrolet Corvette Rondine, che anticipa la soluzione stilistica delle linee posteriori della Fiat 124 Sport Spider. Il 3 aprile 1966, a Losanna, scompare Battista Pininfarina e il figlio Sergio diventa Presidente della Società. Proprio in quei tristi giorni, a Ginevra, esordisce l’Alfa Romeo 1600 Spider, presto ribattezzata “Duetto” e resa celebre dal film “Il Laureato” con Dustin Hoffman. Profondamente rinnovata e con diverse denominazioni è stata prodotta fino al 1993 in 140.000 unità. Al Salone torinese debutta invece la Fiat 124 Sport Spider… ed è da subito uno dei maggiori successi della storia dell’Azienda (200.000 pezzi), grandemente esportata nel continente americano. Con Sigma Grand Prix, a fine anni Sessanta, si affronta un tema complesso e innovativo: la sicurezza


NEL 1936 SI INIZIANO AD ESPLORARE GLI ORIZZONTI DELL’AERODINAMICA CON QUESTA RIVOLUZIONARIA LANCIA APRILIA AERODINAMICA


#cheroba!


NEL 2013 ARRIVA LA FERRARI SERGIO, OMAGGIO ALLA MEMORIA DI SERGIO PININFARINA (NELLA FOTO ACCANTO AD UNA FERRARI TESTAROSSA)


#cheroba!

per le vetture di Formula 1, frutto di una necessità morale e dello spazio tecnico-creativo all’epoca non ancora indagato. A quel periodo risale anche la decisione (presa in controtendenza e prefigurando uno scenario tecnico e industriale che appare lontano e improbabile) di costruire la Galleria del Vento, poi inaugurata nel ‘72.

“FERRARI E PININ? È COME METTERE DUE PRIME DONNE NELLA STESSA OPERA”. COSÌ SI MORMORA NELL’AMBIENTE AUTOMOBILISTICO, AGLI INIZI DEGLI ANNI ‘50. MA ALL’INZIO DEL 1951 FERRARI FA SAPERE VORREBBE CONOSCERE PININ E LO INVITA A MODENA. QUESTI REPLICA: “SONO DISPOSTISSIMO A INCONTRARLO: MA DESIDEREREI CHE VENISSE PRIMA LUI, A TORINO”. GLI VIENE RISPOSTO CHE FERRARI “NON SI MUOVE QUASI MAI DA MARANELLO”. LA TRATTATIVA PARE ARENARSI MA IL FIGLIO SERGIO TROVA LA SOLUZIONE: INCONTRARSI IN TERRITORIO NEUTRO. ALLA FINE SI STRINGERANNO LA MANO A METÀ STRADA, IN UN RISTORANTE DI TORTONA. GIÀ NEL 1951 ESCE LA FERRARI 212 E NEL 1954 LA 250 GT E POI, PER DECENNI, SARÀ UN DILUVIO DI SUCCESSI

E arrivano i controversi anni settanta. Sergio Pininfarina si convince che è necessario separare in modo più marcato il Centro Studi e Ricerche dalla parte industriale anche per dare maggiore visibilità al settore creativo. Nel ’78, nel mezzo della più terribile crisi che l’industria automobilistica abbia mai attraversato, iniziano i lavori per la costruzione della sede di Cambiano della Pininfarina Studi e Ricerche. Ancora una volta si tratta di un investimento di dimensioni rilevanti deciso con grande coraggio. È invece del 1986 la quotazione in borsa e l’inaugurazione del nuovo stabilimento di produzione a San Giorgio Canavese. Il ruolo di Sergio Pininfarina all’interno del processo creativo è così importante e incisivo da valergli, nel ‘95, il Compasso d’Oro alla carriera, lo stesso premio che Pinin aveva conquistato quasi quarant’anni prima. Di rilievo anche il suo ruolo a livello istituzionale: tra le tante cariche ricoperte, quella di Presidente dell’Unione Industriale di Torino (1978-1984), Deputato al Parlamento Europeo (1979-1988) e Presidente di Confindustria (1988-1992). Gli anni Novanta vedono la nascita di Pininfarina Deutschland GmbH, operante sul mercato tedesco nel settore della progettazione e della modellistica automobilistica, ma soprattutto l’espansione delle attività produttive. Tra il ‘92 e il ‘94 si rinnova la gamma produttiva con quattro nuovi modelli: Ferrari 456 GT, Coupé Fiat, Peugeot 306 Cabriolet e Bentley Azure. Dal ‘96 si aggiunge la produzione della


L’INCREDIBILE MODULO DEL 1970, REALIZZATA SUL TELAIO FERRARI 512S

GLI INTERNI DELLA LANCIA FLORIDA DEL 1957, VERO “LUSSO” ITALIANO


#cheroba!


DUE “CLASSICI” MASERATI: LA QUATTROPORTE DEL 2003 E LA CONCEPT BIRDCAGE DEL 2005


#cheroba!

Lancia K Station Wagon e nel ‘96 quella della Peugeot 406 Coupé: disegnata e sviluppata da Pininfarina, la vettura francese riceve numerosi premi per il valore del suo design, tra i quali “Coupé più bello del mondo 1997” e “Car design award 1997”. L’inaugurazione del Centro di Engineering di Cambiano, nel 2002, rappresenta la decisione di riposizionare la Società fornendo sul mercato anche i servizi di engineering: una sfida organizzativa in termini di dimensionamento qualitativo e quantitativo di un servizio non più prevalentemente dedicato alle produzioni interne Pininfarina, ma anche sviluppato e strutturato per conto terzi. Nel frattempo continua il processo di Internazionalizzazione, con la costituzione di una joint venture in Svezia con Volvo Cars, Pininfarina Sverige AB, con l’obiettivo di sviluppare e produrre le convertibili Volvo di nuova generazione. Mentre proseguono i rapporti con Ferrari, riprendono dopo 50 anni anche quelli con Maserati. Oltre a firmare nel 2005 la pluripremiata Quattroporte, Pininfarina festeggia i suoi 75 anni di attività presentando, al Salone di Ginevra 2005, il prototipo di ricerca Birdcage 75th, sviluppato in collaborazione con Maserati e Motorola, che si aggiudica il premio “Best Concept”. Nello stesso perdiodo viene inaugurato un centro di engineering in Marocco, a Casablanca, e si intensificano i rapporti coi costruttori dei paesi emergenti, primi fra tutti la Cina. Sono gli anni del passaggio dalla seconda alla terza generazione: il 12 maggio 2006 il Consiglio di Amministrazione nomina Andrea Pininfarina Presidente e Amministratore Delegato e Paolo Pininfarina Vicepresidente, mentre Sergio Pininfarina viene nominato per acclamazione Presidente d’Onore. Sempre nel 2006 il design Pininfarina si afferma definitivamente “oltre l’automotive” e contribuisce al successo dei Giochi Olimpici Invernali Torino, disegnando e producendo la Torcia Olimpica.

E’ DEL 1960 LA PININFARINA X, FUSIONE PERFETTA DELLA RICERCA TECNICA CON UNA FORMA RIVOLUZIONARIA: LA DISPOSIZIONE ROMBOIDALE DELLE RUOTE E LE SPICCATE CARATTERISTICHE AERODINAMICHE CONSENTONO, A PARITÀ DI POTENZA, VELOCITÀ MASSIME SUPERIORI E CONSUMI PIÙ CONTENUTI. NELLO STESSO PERIODO DEBUTTA ANCHE LA PRIMA FIAT ABARTH MONOPOSTO DA RECORD: IL FASCINO DELLA VELOCITÀ PURA CHE GUADAGNA OTTO PRIMATI INTERNAZIONALI E UNO MONDIALE



#cheroba!

Ma il 7 agosto 2008, proprio alla vigilia del debutto a Pebble Beach della one-off Hyperion, Andrea rimane vittima di un tragico incidente stradale mentre si reca in azienda e alla Presidenza viene nominato il fratello Paolo.

KEVIN RICE, DESIGNER AUTOMOBILISTICO DI FAMA MONDIALE, DI NAZIONALITÀ BRITANNICA E TEDESCA, È DA POCHI GIORNI ENTRATO A FAR PARTE DI PININFARINA COME CHIEF CREATIVE OFFICER. LAUREATO ALLA COVENTRY UNIVERSITY 56 ANNI, KEVIN È DESIGNER AUTOMOBILISTICO DAL 1986. IL SUO VIAGGIO CREATIVO LO HA PORTATO IN GIAPPONE, IN ITALIA, IN GERMANIA, IN INGHILTERRA E IN CINA. NEL CORSO DELLA SUA CARRIERA KEVIN HA PROGETTATO E GESTITO LO SVILUPPO DI DIVERSI VEICOLI BESTSELLER. TRA GLI ALTRI RICONOSCIMENTI, HA VINTO IL RED DOT AWARD PER LA MAZDA MX5 NEL 2016 E IL PREMIO BEST CONCEPT CAR OF THE YEAR A GINEVRA NEL 2018 CON LA MAZDA VISON (NELLA FOTO)

Passano solo due anni e per Pininfarina è tempo di festeggiare le 80 candeline, compito affidato alla spider 2uettottanta. su base Alfa Romeo… e arriva pure una nuova icona di Torino. Porta infatti la firma Pininfarina: lo Juventus Stadium. L’impegno nella mobilità sostenibile prosegue con la vettura elettrica Nido EV e con la Cambiano, concept di berlina sportiva di lusso a propulsione elettrica. Nel luglio 2012 il Senatore a Vita Sergio Pininfarina si spegne a Torino. Per celebrarlo, a Ginevra 2013 debutta la Sergio, visione moderna della barchetta 2 posti. Il connubio con Ferrari genera nuovi successi: FF, 458 Spider, F12berlinetta, 458 Speciale, California T mentre la missione di designer globale è confermata nel 2013 dalla Gran Lusso Coupé Pininfarina, interpretazione esclusiva di una lussuosa Coupé BMW. E veniamo al 2015, l’Azienda italiana viene acquisita dal gruppo Mahindra e viene rafforzata la collaborazione con nuovi costruttori asiatici come South East Motor, Hybrid Kinetic Group, Grove Hydrogen, Evergrande e Vinfast. Nel 2019 Automobili Pininfarina, nuovo marchio di auto di lusso sostenibili di proprietà di Mahindra & Mahindra Ltd., lancia la hypercar elettrica Battista mentre dalla collaborazione con la casa californiana Karma Automotive nasce la Karma GT designed by Pininfarina. Alla ulteriore valorizzazione del marchio contribuiscono le centinaia di progetti e dozzine di premi nei settori industrial design, architettura, transportation, per clienti internazionali come AMAC Aerospace, Bovet, Cisco, City of Miami, Coca-Cola, Cyrela, Higold, Leitner, Princess Yachts, Sharp.


CON LA SINTESI DEL 2006, INIZIA IL VIAGGIO NEL MONDO DELL’AUTO ELETTRICA

BMW PININFARINA GRAN_LUSSO


#cheroba!

LA PININFARINA BATTISTA, AMMIRATISSIMA SUPERCAR ELETTRICA ATTUALMENTE IN PRODUZIONE


#ca!


#che___! #cheroba

POTENZA SPIETATA CHE EMERGE DALLE TENEBRE… ROLLS ROYCE CULLINAN BLACK BADGE


L’URBAN PHOTOGRAPHER MARK RICCIONI HA RITRATTO UNA BLACK BADGE CULLINAN NELLE STRADE DI LOS ANGELES, CREANDO UN INTERESSANTE CONTRASTO TRA LUSSO E SOTTOCULTURA CALIFORNIANA


#cheroba!

clienti che scelgono una Rolls-Royce Black Badge? Beh… anzitutto appartengono a quella ristretta cerchia di coloro “che se lo possono permettere” e poi possiamo arrischiarci a dire che lo fanno per i motivi molto particolari e personali. Ma, se vogliamo essere chiari, solitamente paiono alla ricerca di un lusso “alternativo”, che può essere concretizzato solo allontanandosi dai canoni classici. Così facendo la soddisfazione del “possedere il

lusso” diviene più intima e personale, quasi un modo da rispecchiare lo stile di vita del proprietario. La Cullinan Black Badge è stata creata proprio per questo tipo di clienti, molti dei quali descrivono l’estetica e la filosofia che c’è dietro della Black Badge come una categoria di cultura a sé stante, definita da un lusso senza compromessi e da una “potenza spietata che emerge dalle tenebre”... Per celebrare questa vettura davvero unica RollsRoyce ha chiesto al rinomato fotografo Mark Riccioni


di ritrarre l’incontro tra la Black Badge Cullinan e diverse sottoculture automobilistiche nell’area di Los Angeles, in California. Mark Riccioni ha quindi riunito veicoli di diversa provenienza e caratterizzanti di differenti categorie della società di Los Angeles… e le ha fatte incontrare con la Cullinan, una volta scesa l’oscurità nei bassifondi della città. “Le cose che abbiamo in comune sono sempre più potenti delle cose che ci dividono e questa serie di fotografie dimostra proprio questo. – ha dichiarato

Riccioni – Ogni sottocultura è stata scelta proprio per la condivisione della filosofia presa in considerazione durante la creazione delle Rolls-Royce Black Badge: dall’ossessiva attenzione ai dettagli di una lowrider, alla spietata potenza di un hot rod, fino alle modifiche profondamente personali della customizzazione di una moto ‘brat’-style”. Le immagini della mostra dal nome “King of the Night” (che hanno visto il loro debutto durante un evento privato) sono ora esposte al concessionario Rolls-Royce di Beverly Hills.


#cheroba!



#cheroba!



#cheroba!

A



#cheroba!

A

I DESIGNER, INGEGNERI E TECNICI DELLA ROLLS ROYCE BESPOKE COLLECTION DI BASE A GOODWOOD, NEL WEST SUSSEX, HANNO ASSISTITO IL PROGETTO ANCHE CREANDO UN MODULO PER IL BAGAGLIAIO DELLA VETTURA (SOPRANNOMINATO URBAN PHOTOGRAPHY) UTILE PER RIPORRE IL DRONE DJI MAVIC MINI, UN IPAD PRO DA 12,9 POLLICI E UN MACBOOK PRO DA 16 POLLICI PER LAVORARE SULLE IMMAGINI DIRETTAMENTE IN LOCO. ALTRI OGGETTI RICHIESTI DA RICCIONI HANNO TROVATO POSTO NELLA ROLLS-ROYCE QUALI LE CUFFIE PXC550 MKII, OCCHIALI DA SOLE PERSOL PO3225-S E ABITI DELLA MARCA SUPREME. PER IL MODULO È STATA UTILIZZATA PELLE FORGE YELLOW PER RISPECCHIARE I COLORI DEGLI INTERNI DELLA VETTURA.


#ca!


#chebella!

SENZA

COMPROMESSI VOLVO XC90


AMMIRAGLIA DI GRANDI DIMENSIONI, LA XC90 AGGIUNGE UNA NUOVA MOTORIZZAZIONE MILD HYBRID IN GRADO DI RIDURRE I CONSUMI ED ECCELLE SUL FRONTE DEL LUSSO E DEL COMFORT. COME DA TRADIZIONE VOLVO GARANTISCE ELEVATI LIVELLI DI SICUREZZA ATTIVA E PASSIVA di Alessandro Camorali (titolare di Camal Studio e docente IAAD)


#chebella!

uando ti avvicini alla quarantina, come sta accadendo al sottoscritto, le priorità cambiano e con loro gusti e ricerca dei confort. Inevitabilmente molti tradiscono coupé e cabrio e si orientano verso il mondo suv, termine ormai quasi dispregiativo per chi vuole distinguersi con stile nel panorama automobilistico. Ma occupandoci di Volvo occorre dire subito che la casa svedese, da sempre, ha mostrato di vivere fuori dagli schemi la propria idea di confort e sicurezza attraverso passaggi importanti in termini di innovazione tecnologica ma anche di stile vero e proprio. Il nuovo corso di Volvo ormai è stato tracciato da diversi anni e va sottolineato come, nonostante la vasta gamma, riesca sempre a mantenere quel suo linguaggio familiare e iconico, anche nelle cugine elettriche di Polestar. La Volvo XC90 è una vettura imponente, solida e monolitica nelle forme, trasmette sicurezza senza però sembrare pesante, grazie anche ad una maniacale cura delle proporzioni e dei dettagli. La fiancata, orizzontale nei volumi e nei riflessi, lavora per allungare la silhouette laterale, aiutata da ruote di dimensioni esagerate (a partire da 20” già di serie)



#chebella!

e dal solito doppio arco ruota in tinta con la carrozzeria. Il risultato inganna le proporzioni all’occhio inesperto nascondendo con un trucco le reali misure delle singole parti e del complessivo. Il cofano scende velocemente dal parabrezza verso il frontale fino ad inglobare la ormai tipica calandra Volvo, compatta e molto raccolta rispetto alle dimensioni del frontale. Proprio osservando frontalmente questo suv scandinavo ritroviamo quella ricercatezza, a cui facevamo cenno, nel dettaglio delle lavorazioni della calandra o, per meglio dire, delle calandre, visti i livelli di personalizzazione. Curate e tridimensionali mantengono comunque un perimetro netto e iconico. Il resto del muso sembra essere stato creato per snellire la figura e renderla pulita e concentrata verso i proiettori, sempre più minimalisti nella figura stilizzata che ricorda il martello di Thor! Il posteriore ci riporta invece al passato del brand, a quella tradizione dei fanali verticali che ne definiscono la larghezza massima e ne incorniciano le volumetrie sempre più squadrate. Rispetto al rigore del passato ora possiamo vedere trattamenti più morbidi delle plastiche che creano la giusta armonia nell’insieme. Per parte sua la scelta dei cerchioni è ampia e consente il montaggio fino a 22”, giusto per mettersi in linea con le proporzioni importanti dell’intera vettura.



#chebella!

LA TECNOLOGIA CITY SAFETY DI VOLVO, INCLUSA NELLA DOTAZIONE DI SERIE DI TUTTI I MODELLI VOLVO, UNISCE LA FUNZIONALITÀ DI FRENATA AUTOMATICA AI SISTEMI DI EVITAMENTO DELLA COLLISIONE PER GARANTIRE LA GESTIONE DI NUMEROSI SCENARI DI POTENZIALE INCIDENTE E TUTELARE CHI È A BORDO. CITY SAFETY È L’UNICO SISTEMA IN VENDITA SUL MERCATO IN GRADO DI RILEVARE LA PRESENZA DI PEDONI, CICLISTI E ANIMALI DI GRANDI DIMENSIONI, COME ALCI E CERVI. IL SISTEMA PILOT ASSIST DI ASSISTENZA ALLA GUIDA RIMANE ATTIVO FINO A UNA VELOCITÀ DI 130 KM/H E FUNZIONA SULLE STRADE BEN CONTRASSEGNATE. QUESTO SISTEMA RAPPRESENTA UN ULTERIORE PASSO AVANTI VERSO LA REALIZZAZIONE DELLA VISION 2020 DI VOLVO, L’AMBIZIOSO PROGRAMMA CHE PREVEDE CHE ENTRO IL 2020 NESSUNO RESTI UCCISO, O GRAVEMENTE FERITO, IN CASO DI INCIDENTE A BORDO DI UNA NUOVA VOLVO



#chebella!

TUTTE LE NUOVE VOLVO SONO CONNESSE ALLA RETE GRAZIE AL SISTEMA DI INFOTAINMENT SENSUS CON CONNESSIONE INTERNET. IL NUOVO SISTEMA È DOTATO DI SCHERMO TOUCH INTUITIVO CHE FUNGE DA INTERFACCIA UTENTE E INCLUDE I COMANDI DELL’AUTO, IL SISTEMA DI NAVIGAZIONE, SERVIZI IN CONNETTIVITÀ E APPLICAZIONI DI INTRATTENIMENTO A BORDO QUALI SPOTIFY, PANDORA, BAIDU O TUNEIN. LO SCHERMO VERTICALE CON TECNOLOGIA TOUCH CONSENTE DI ACCEDERE CON FACILITÀ E VELOCEMENTE A TUTTA UNA SERIE DI FUNZIONI. È DISPONIBILE ANCHE L’INTEGRAZIONE DELLO SMARTPHONE CON APPLE CARPLAY E ANDROID AUTO

Per quanto riguarda gli interni invece bisogna aprire un capitolo a parte. Le volumetrie aumentate lasciano ampia libertà di configurazione. È possibile ordinare la XC90 scegliendo fra più configurazioni dei sedili: dai quattro posti della lussuosissima versione Excellence, fino ai sette posti tipici del suv per la famiglia, cui si aggiunge una nuovissima configurazione a sei posti. Lussuosa fin nel midollo, per i rivestimenti interni la XC90 adotta anche soluzioni alternative in sostituzione alla pelle (ad esempio uno speciale tessuto misto lana) ma altrettanto costosi. Finiture e qualità delle parti denotano un’attenzione sempre più mirata all’utilizzatore… piuttosto che al fotografo. La strumentazione digitale e touch è allineata con la concorrenza, ma a parer mio poco amalgamata nello stile dell’interno, mentre il tunnel centrale e i pannelli porta, così rigorosi nelle definizioni di pelle e legno, mettono in luce dettagli qua e là dettagli più ricercati. In conclusione trovo gli interni molto più “adulti” degli esterni, forse perché indirizzati ad un target diverso a quello di chi vi scrive. Non deludono, infine, la grande disponibilità di personalizzazione e il grande comfort, che rispecchiano come sempre le origini del brand, inserendo a pieno titolo la XC90 tra i più intriganti interpreti del segmento premium suv.



#chebella!

LA XC90 È EQUIPAGGIATA CON I PROPULSORI DELLA GAMMA DRIVE-E DI VOLVO, CHE INCLUDONO VARIANTI DIESEL E BENZINA, OLTRE ALL’UNITÀ T8 TWIN ENGINE DI VOLVO, UN MOTORE IBRIDO PLUG-IN BENZINA ABBINATO A UNA TRASMISSIONE AUTOMATICA A 8 RAPPORTI. IL PROPULSORE T8 TWIN ENGINE DI VOLVO OFFRE TUTTI I VANTAGGI DI UN MOTORE A BENZINA PRESTAZIONALE A BASSE EMISSIONI, ABBINATO A UN MOTORE ELETTRICO CHE EROGA POTENZA SU RICHIESTA GARANTENDO EMISSIONI RIDOTTISSIME DI CO2, UN’AUTONOMIA DI PERCORRENZA IN MODALITÀ PURAMENTE ELETTRICA DI OLTRE 40 CHILOMETRI E UNA POTENZA COMPLESSIVA DI CIRCA 410 CV. CON LA XC90 MODEL YEAR 2020 VIENE INOLTRE INTRODOTTO L’AVANZATO SISTEMA DI RECUPERO DELL’ENERGIA CINETICA IN FRENATA DI VOLVO, CHE VIENE ABBINATO AI MOTORI ENDOTERMICI ESISTENTI, PER CREARE UN NUOVO PROPULSORE ELETTRIFICATO INTEGRATO MILD HYBRID, CONTRASSEGNATO DALLA LETTERA B DI NUOVA INTRODUZIONE NELLA NOMENCLATURA DEI MOTORI VOLVO. QUESTO NUOVO PROPULSORE ELETTRIFICATO GARANTISCE RIDUZIONE DELLE EMISSIONI E UN RISPARMIO DI CARBURANTE FINO AL 15%



#chebella!


PRODOTTA IN SVEZIA PRESSO LO STABILIMENTO DI TORSLANDA, E AMPIAMENTE RINNOVATA CIRCA UN ANNO FA, L’AMMIRAGLIA DEL MARCHIO È STATA LA PRIMA VETTURA A ESSERE BASATA SULL’ARCHITETTURA SPA (ARCHITETTURA DI PRODOTTO SCALABILE), L’AVANZATA PIATTAFORMA MODULARE PER I VEICOLI SVILUPPATA DA VOLVO CHE COSTITUISCE LA BASE DI TUTTE LE VOLVO DELLA SERIE 90 E 60. LA PIATTAFORMA SPA HA PORTATO ALLA REALIZZAZIONE DELLE VETTURE VOLVO PIÙ ROBUSTE IN ASSOLUTO GRAZIE ALL’ABBONDANTE IMPIEGO DI ACCIAIO AL BORO

#ca!


#chemacchina!

NON TRATTATELA COSÌ! FORD FOCUS ST

FORD FOCUS ST È UNA SPORTIVA PUROSANGUE, DI ALTE PRESTAZIONI E SVILUPPATA DIRETTAMENTE DAL TEAM DI FORD PERFOMANCE. E’ DISPONIBILE CON UN MOTORE BENZINA E UNO DIESEL, RISPETTIVAMENTE CON 280 E 190 CAVALLI



#chemacchina!

er divertirsi con una Focus St non è necessario rischiare l’osso del collo come abitualmente fa quel mattacchione di Ken Block. Il pilota/funambolo americano è infatti uno dei più (o forse “il più”) spettacolare interprete di questa compatta e sportivissima Ford, che ha guidato a lungo sia nella serie RallyCross USA che nel Mondiale WRX, come peraltro in alcuni dei sui adrenalinici video. Pertanto evitiamo di imitare il buon Ken ma approcciamo la Focus ST consapevoli che si tratta di un bel purosangue, capace di offrire emozioni in forte quantità. Va detto subito che la qualità “sportive” non incidono in maniera eccessiva sul comfort e che pertanto la ST può tranquillamente essere l’auto di uso quotidiano: una auto di famiglia decisamente frizzante e divertente, tanto divertente da farvi decidere di guidare ancora per un po’ prima di tornare a casa. Oltretutto il sound del propulsore è assolutamente gradevole. I sedili Recaro offrono una seduta eccellente per ”sentire” la vettura e il motore (280 cavalli non sono pochi) spinge in maniera sospendente sin dai bassi regimi ed è ottimamente coadiuvato da un preciso cambio a sei rapporti. Se ne ottiene una guida fluida e rapida (ottimi il bilanciamento e l’inserimento in curva) che però non mette mai in imbarazzo, anche grazie allo sterzo ben tarato e ad una impianto frenante davvero eccellente. Naturalmente tutte queste doti (e sensazioni) vengono esaltate quando decidete di utilizzare modalità di guida più aggressive, quali la Sport o la Track (quest’ultima presente solo con il Performance Pack). Vediamo quindi di conoscerla nei dettagli questa Focus ST. Focus per Ford è ormai un’icona.



#chemacchina!

Nata nel 1998 per sostituire la gloriosa Escort, la Focus è diventata da subito protagonista del segmento C, quello delle auto di medie dimensioni regine del mercato. Arrivata oggi alla quarta generazione Focus affianca alla versione base la ST, una versione sportiva, generosa e potente. Un vero concentrato di prestazioni sviluppato direttamente dal Team di Ford Perfomance.

ANCHE PER LA FOCUS ST È DISPONIBILE IL SISTEMA FORD SYNC 3, SUPPORTATO DALLO SCHERMO TOUCHSCREENA COLORI DA 8”, CHE CONSENTE DI MONITORARE E CONTROLLARE TUTTE LE FUNZIONI AUDIO, NAVIGAZIONE E CLIMATIZZAZIONE OLTRE AD OFFRIRE L’ACCESSO A APPLECARPLAY E ANDROID AUTO. IL MODEM INTEGRATO FORD PASS CONNECT CONSENTE A BEN 10 DISPOSITIVI MOBILI DI CONNETTERSI IN WIFI IN 4G O LTE. LA STRUMENTAZIONE DAVANTI AL GUIDATORE È ISPIRATA A QUELLA DELLA SUPERCAR FORD GT; SUL DISPLAY DI 4,2”, OLTRE SOLITE ALLE INFORMAZIONI SUL MOTORE, VENGONO VISUALIZZATI ANCHE GLI INDICATORI DELLA PRESSIONE E DELLA TEMPERATURA DELL’OLIO

Iniziamo dando un’occhiata dall’esterno. Ovviamente la ST è una Focus, che però esalta l’anima sportiva grazie ad accorgimenti stilistici e all’esclusivo design dei cerchi in lega. Nuova è la griglia anteriore come pure gli elementi alari inferiori, per un maggior convogliamento dell’aria e dell’effetto aerodinamico. Nel posteriore c’è uno spoiler più ampio e più inclinato, per aumentare la deportanza, mentre più in basso trovano posto gli scarichi a doppia uscita, posizionati ai lati del diffusore per parte sua ancora più accentuato e aggressivo. Il Perfomance Pack aggiunge anche le pinze dei freni in rosso. Anche le tonalità dei colori per la carrozzeria sono state scelte per enfatizzare lo stile dinamico e sportivo della ST che monta cerchi da 18 o 19 pollici. A nostro parere tutto ciò contribuisce a conferire alla ST un aspetto decisamente più muscoloso rispetto alle versioni “base” ma l’estetica della Focus, seppur gradevole nel complesso, non mostra una grande personalità. Sportività in primo piano anche per gli interni, che riprendono l’abitabilità della gamma Focus ma con materiali che esaltano lo spirito corsaiolo senza però dimenticare la praticità di un uso quotidiano.



#chemacchina!

I tecnici del Team Ford Perfomance hanno perfezionato il posizionamento dei sedili anteriori (Recaro) per aumentare la sensazione di controllo di guida, mentre la tecnologia ESE (Eletronic Sound Enhancement) amplifica piacevolmente il sound dello scarico in modalità Sport e Track. Oltre ai sedili all’interno sono stati modificati alcuni elementi quali il battitacco in alluminio, i pedali in lega, gli inserti delle portiere.

LA GAMMA DELLA FOCUS DIVENTA SEMPRE PIÙ AMPIA CON LA VERSIONE ACTIVE, DISPONIBILE SIA NELLA VERSIONE BERLINA CHE STATION WAGON E DEDICATA A CHI AMA GUARDARE LE COSE DALL’ALTO. RISPETTO ALLA FOCUS “BASE” È INFATTI PIÙ ALTA DI 30 MILLIMETRI ALL’ANTERIORE E 34 MILLIMETRI NEL POSTERIORE, QUANTO BASTA PER COLORO CHE ABITUALMENTE PERCORRONO TRATTI DI STRADE STERRATE E SCONNESSE. LA ACTIVE SI DIFFERENZIA PER I PASSARUOTA ALLARGATI, PER LA GRIGLIA FRONTALE NERA, LE BARRE AL TETTO E IL DOPPIO SCARICO. TRA LE MOTORIZZAZIONI C’È ANCHE IL PICCOLO 1000 BENZINA DA 125 CAVALLI, CHE PUÒ ESSERE ABBINATO AL CAMBIO AUTOMATICO A 8 MARCE. DUE SONO I DIESEL DI ULTIMA GENERAZIONE: IL 1500 DA 120 CAVALLI E IL 2000 DA 150 CAVALLI MENTRE È ATTESA A BREVE LA MOTORIZZAZIONE HYBRID

Ma la sportività della Ford Focus ST non è solo ciò che è visibile e palpabile ma anche (forse soprattutto) per tutto ciò che non è facilmente visibile, ovvero telaio, sospensioni e freni. Iniziamo con il dire che, pur essendo una vettura da alte prestazioni, non è stato penalizzato il comfort degli occupanti. A questo scopo sono stati ottimizzati i nuovi supporti motore ed è stato isolato il telaio. E se ciò non bastasse si aggiunge la configurazione delle sospensioni che riesce bene a ottimizzare la risposta dinamica della vettura senza sacrificare il confort. A ciò contribuisce assai la sofisticata tecnologia Continuously Controlled Damping, che monitora ogni 2 millisecondi l’altezza delle sospensioni, la posizione della scocca e gli input di sterzo e di frenata per garantire ottime prestazioni dinamiche, sicurezza e una buona dose di comfort. I freni anteriori e posteriori hanno dischi maggiorati, proporzionati ai livelli di potenza. I dischi anteriori sono di 330 millimetri e quelli posteriori di 302 e le pinze sono dotate di doppio pistoncino. Le prestazioni frenanti delle Focus ST sono state verificate con le stesse procedure di test della supercar Ford GT e in termini di resistenza l’impianto frenante della ST è notevolmente migliore rispetto alla precedente versione.



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E passiamo alla cavalleria. Ford Focus ST è disponibile con due nuove motorizzazioni, un benzina e un diesel, quest’ultimo sicuramente più orientato a coloro che fanno tanti chilometri. Il motore benzina della serie EcoBoost interamente in alluminio ha una cilindrata di 2261 centimetri cubi e sviluppa ben 280 cavalli, la potenza più alta mai offerta per questo modello. Regime massimo a 5.500 giri/minuto e 420 Nm di coppia garantiscono una accelerazione da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi. La risposta del motore è migliorata con l’utilizzo di un turbocompressore a bassa inerzia che, grazie a canali separati, sfrutta ancora di più l’energia dei gas di scarico, controllata e regolata da una elettrovalvola. Il diesel della serie EcoBlue è invece un 2000 di cilindrata con una potenza di 190 cavalli, la più alta tra le motorizzazioni a gasolio sui modelli Focus. 400 Nm di coppia tra i 2.000 e i 3.000 giri per una accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,9 secondi. Anche per la motorizzazione diesel è stato utilizzato un nuovo turbocompressore a geometria variabile e un sistema di aspirazione rivisitato. Alla due motorizzazioni è abbinato un cambio manuale a 6 rapporti ma con la motorizzazione benzina è possibile avere un cambio automatico a 7 marce. Se le prestazioni sono garantire dai tanti cavalli a disposizione il comparto sicurezza è ugualmente proporzionato. Il Ford Co-Pilot è un concentrato di tecnologie di assistenza alla guida ideate per consentire una marcia più intuitiva, più sicura e più piacevole. L’Adaptive Cruise Control (disponibile con Stop&Go, Speed Sign Recognition e Lane-Centring) garantisce alla Focus ST il mantenimento della distanza di sicurezza dai veicoli che la precedono consentendo



#chemacchina!



#chemacchina!

il mantenimento nella corsia mentre l’Adaptive Front Lighting System (con il Predictive Curve e il SignBased Light) è in grado di regolare l’illuminazione dei fari prima di raggiungere una curva, un incrocio o una rotonda leggendo le informazioni della segnaletica stradale. L’Active Park Assist Upgrade agevola il parcheggio con manovre completamente automatizzate mentre Evasive Steering Assist aiuta a evitare collisioni derivanti da eventuali veicoli che procedono a rilento o fermi sulla strada. Secondo i parametri europei ADAS (Advanced Driver Assistance System) la Focus ST ha quindi una assistenza di guida autonoma di livello 2. Va detto subito che la qualità “sportive” non incidono in maniera eccessiva sul comfort e che pertanto la ST può tranquillamente essere l’auto di uso quotidiano: una auto di famiglia decisamente frizzante e divertente, tanto divertente da farvi decidere di guidare ancora per un po’ prima di tornare a casa. Oltretutto il sound del propulsore è assolutamente gradevole. I sedili Recaro offrono una seduta eccellente per ”sentire” la vettura e il motore (cavalli non sono pochi) spinge in maniera sospendente sin dai bassi regimi ed è ottimamente coadiuvato da un preciso cambio a sei rapporti. Se ne ottiene una guida fluida e rapida (ottimo l’inserimento in curva) che però non mette mai in imbarazzo, anche grazie allo sterzo ben tarato e ad una impianto frenante davvero eccellente. Naturalmente tutte queste doti vengono esaltate quando decidete di utilizzare modalità di guida più aggressive, quali la Sport o la Track (quest’ultima presente solo con il Performance Pack).


#ca!


#chemacchina!

NOME IN CODICE XUV500 MAHINDRA XUV500

NUOVO LOOK ESTERNO PER IL SUV DI MAHINDRA MENTRE GLI INTERNI CONFERMANO GRANDE SPAZIO CON BEN SETTE POSTI A DISPOSIZIONE. C’È ANCHE LA TRAZIONE INTEGRALE ELETTRONICA… MA IL SUO PUNTO DI FORZA RIMANE IL PREZZO



#chemacchina!

NATA NEL 1945, MAHINDRA, HA INIZIATO L’ATTIVITÀ AUTOMOBILISTICA NEL 1947 COME ASSEMBLATORE DELLA JEEP, GRAZIE ALLA LICENZA CONCESSA DALLA AMERICANA WILLYS. NEL CORSO DEGLI ANNI È POI DIVENTATA UNA CASA COSTRUTTRICE DI AUTO, MOTO, AUTOBUS E MACCHINE AGRICOLE TANTO CHE DAL 2005 È IL PIÙ GRANDE PRODUTTORE DI SUV IN INDIA. MAHINDRA È IMPEGNATA ANCHE NELL’ATTIVITÀ SPORTIVA SIA A DUE CHE A QUATTRO RUOTE TRA L’ALTRO È PROTAGONISTA ASSOLUTA NEL CAMPIONATO MONDIALE DI FORMULA E. IL GRUPPO È CRESCIUTO A DISMISURA NEGLI ULTIMI DECENNI, ANCHE GRAZIE AD UN OCULATO SHOPPING FINANZIARIO. A FINE 2015 HA ACQUISTATO IL 76% DI PININFARINA PER POI ACQUISIRE IL 75% DI SSANGYONG E IL 51% DI PEUGEOT SCOOTERS. NEL 2016 HA INOLTRE ACQUISITO I MARCHI MOTOCICLISTICI BSA E JAWA. OGGI MAHINDRA CONTA OLTRE 200.00 ADDETTI IMPEGNATI IN OLTRE 100 PAESI TRA DISTRIBUZIONE E PRODUZIONE ED È VIVACE ATTORE ANCHE NEI SETTORI NAUTICO, AERONAUTICO, DEI MEZZI AGRICOLI, DELL’INNOVATION TECHNOLOGY, DEGLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI E ALTRO ANCORA

a XUV a SUV il passo è breve e infatti XUV500 è la sigla identificatrice del suv di alta gamma della casa indiana Mahindra. Presentato nel 2012 è stato ristilizzato una prima volta nel 2015, nel corso del secondo semestre dello scorso anno ha subito moltissime migliorie. XUV500, per la casa indiana, è il fiore all’occhiello nel segmento dei suv “grandi” anche se, come vedremo, per il prezzo competitivo può essere considerato tra i suv economici e quindi indirizzato ad una clientela che ha nel costo il primo parametro per l’acquisto di una automobile. Con l’ultimo aggiornamento, arrivato durante l’estate scorsa, XV500 presenta un nuovo look in particolare nella parte anteriore, con una nuova calandra che caratterizza il family feeling con tutta l’attuale gamma Mahindra. Ai lati troviamo i nuovi gruppi ottici a doppia parabola con luci diurne a led. Rinnovata anche la parte posteriore con un nuovo portellone con nuovi gruppi ottici sdoppiati, che conferiscono maggior slancio al corpo vettura. Di nuovo disegno anche lo spoiler e i deflettori laterali che raccordano il terzo finestrino laterale. Notevolmente migliorata l’aerodinamica posteriore con la piacevole conseguenza di ridurre fastidiosi fruscii. Per tutte le versioni sono disponibili in optional i grintosi cerchi in lega da 18” nero opaco, che contribuiscono a rendere ancora più aggressivo il look di questo suv. Tra gli altri dettagli stilistici meritano una segnalazione la forma verticale delle maniglie e la posizione degli indicatori di direzione sui retrovisori. Nel complesso ci sentiamo di promuovere l’estetica di questo prodotto asiatico, tutto sommato più che gradevole.



#chemacchina!

LA DOTAZIONE DI XUV500 DIVENTA PIÙ INTERESANTE GRAZIE AI DUE ALLESTIMENTI ESCLUSIVI PER LA VERSIONE W10, PENSATI PER CHI HA UN’ANIMA PIÙ SPORTIVA O PIÙ TECNOLOGICA. SPORT PACK OFFRE LE AGGRESSIVE VERNICIATURE DUAL TONE ORANGE/BLACK, WHITE/BLACK, SILVER/BLACK E RED/BLACK, ESALTATE DAL DESIGN SPORTIVO DEI CERCHI IN LEGA DA 18” NERO OPACO. W10 ENTERTAINMENT PACK È PENSATO INVECE PER “ALLEGGERIRE” I VIAGGI PIÙ LUNGHI, CON LO SPETTACOLO OFFERTO DAI DUE MONITOR INTEGRATI NEGLI APPOGGIATESTA ANTERIORI, E CON LA COLONNA SONORA AD ALTA FEDELTÀ DEL SISTEMA AUDIO PREMIUM CON DAB. E CHI VUOLE TUTTO PUÒ SOMMARE LE CARATTERISTICHE DEI DUE ALLESTIMENTI E OTTENERE UN ESEMPLARE DI XUV500 DAVVERO UNICO.

Sicuramente uno degli aspetti più interessanti della XUV500 è la grande versatilità degli interni che può ospitare fino a sette persone. L’interno è grande e lo spazio a disposizione per le gambe, tra i sedili anteriori e quelli centrali è tra i maggiori in circolazione. Tutto ciò nonostante le dimensioni di questa Mahindra non siano esagerate: è lunga infatti 4 metri e 58 centimetri, larga 1,89 con un passo di due metri e 70 centimetri. In generale la qualità e la finitura degli interni lascia un po’ a desiderare (le plastiche non sono di primissima qualità) e pure il design non appare al passo con i tempi ma le cose migliorano se si sale di livello. Sono infatti previsti tre 3 step di allestimento, W6, W8 e W10 e per questi ultimi due sono previsti molti accessori di serie, a partire dalla selleria in pelle mentre per la W6 sono in tessuto. XUV500 presenta una discreta dotazione di serie, soprattutto nelle le versioni W8 e W10 che montano un grande display da 7” touchscreen con infotainment, navigatore, Android Auto e telecamera posteriore. Su tutte le versioni sono di serie l’Intelli Park assistenza al parcheggio con sensori posteriori, i fari aggiuntivi per la visione laterale in curva, il DIS (Driver Information System), il dispositivo Tyre-Tronics (monitoraggio pressione pneumatici), il sistema audio integrato MP3, iPod® e presa USB, la tecnologia audio Arkamys™, la connessione Bluetooth, il vano climatizzato nella consolle centrale e il doppio sistema di climatizzazione a zone per avere la massima efficienza anche nella terza fila di sedili. Il quadro strumenti è di tipo sportivo, a doppio vano concavo con elementi 3D. Sotto il cofano della XUV500 batte un cuore austriaco. Il motore infatti è sempre il quattro cilindri turbodiesel 2200 di cilindrata (che sviluppa



#chemacchina!

140 cavalli e una coppia di 330 Nm) della serie mHawk, ora migliorato nell’erogazione della potenza, che risulta decisamente più fluida a vantaggio del comfort di marcia. L’omologazione è ovviamente Euro 6. Il cambio è manuale a sei rapporti mentre la trazione, secondo le versioni, è anteriore o integrale a gestione elettronica. E’ presente di serie l’assistenza per le partenze in salita come l’assistenza per la guida in discesa di serie. Quest’ultima risulta importante quando si percorrono strade non asfaltate o sconnesse, oppure tratti innevati o fangosi. Questo suv è stato progettato per un utilizzo misto in strada e in fuoristrada e per ottimizzare il comportamento in situazioni così diverse, gli ingegneri indiani hanno optato per una soluzione a ruote indipendenti a geometria McPherson all’anteriore mentre il retrotreno adotta il sistema Multilink con molle elicoidali e barre stabilizzatrici. La trazione può essere FWD (anteriore) o AWD (integrale ad inserimento e controllo automatico) disinseribile, che ripartisce automaticamente la coppia tra asse anteriore e posteriore grazie a un controllo elettronico di ultima generazione. A testimoniare il suo DNA fuoristradistico, Mahindra XUV500 mantiene un’ottima motricità su tutti i terreni, soprattutto per le versioni AWD, e angoli caratteristici di tutto rispetto: angolo d’attacco 28°, angolo d’uscita 23°, angolo di dosso 21°. Attenzione: grazie alla sua generosa coppia motrice la massa rimorchiabile è di ben 2.500 kg. Riguardo alle dotazioni di sicurezza, XUV500 offre il doppio airbag anteriore, gli airbag laterali a tendina più airbag torace, le barre laterali antintrusione. Non mancano ABS con EBD ed ESP con sistema antiribaltamento ma una nota negativa è



#chemacchina!

costituita dall’assenza dei moderni aiuti alla guida quali la frenata automatica d’emergenza o sistema di mantenimento in corsia. Una volta al volante subito una sorpresa: l’auto è molto alta e in più il sedile, a sua volta rialzato, contribuisce a dare una sensazione di reale “dominio dall’alto” della situazione. Il motore, abbiamo visto, non è molto potente ma i suoi 140 cavalli sembrano sufficiente a farvi gestire l’auto senza difficoltà in ogni situazione. L’erogazione è fluida e comunque, da una vettura come questa non ci si aspettano prestazioni particolarmente elettrizzanti. La leva del cambio presenta escursione piuttosto lunga tra una marcia e l’altra, cosa che va tenuta presente soprattutto durante i lunghi curvoni autostradali. Baricentro alto e sospensioni (che per garantire un buon comfort sono piuttosto morbide) tendono ad innescare un po’ di rollio e pure un certo sottosterzo, a cui però ci si abitua velocemente. I freni vanno capiti. E’ necessario premere con forza sul pedale per avere una reazioni rapida e comunque più che discreta. Infine una annotazione sulla rumorosità a bordo che, pur migliorata rispetto alle precedenti versioni, resta piuttosto fastidiosa. Il prezzo d’acquisto rimane il punto di forza di questa Mahindra XUV500. Si parte da 21.690 euro per la versione W6 a due ruote motrici per arrivare a 28.140 euro per l’allestimento full della W10 con trazione integrale elettronica. Le XUV500 vendute in Europa godono di una ampia garanzia di 5 anni (o 100.000 chilometri) con assistenza stradale per 5 anni.



#chemacchina!


MAHINDRA XUV500 W10 - CARATTERISTICHE TECNICHE MOTORE MODELLO POSIZIONE TIPO CILINDRI CILINDRATA (CC) POTENZA KW (CV) / REGIME COPPIA MASSIMA NM (KGM) / REGIME DISTRIBUZIONE TRASMISSIONE TRAZIONE CAMBIO AUTOTELAIO SOSPENSIONI FRENI RUOTE PNEUMATICI CARROZZERIA TIPO N° POSTI LUNGHEZZA (MM) LARGHEZZA (MM) ALTEZZA (MM) PASSO (MM) ALTEZZA MINIMA DA TERRA (MM) MASSA A VUOTO (KG) MASSA COMPLESSIVA (KG) CAPACITÀ BAGAGLIAIO (L) PRESTAZIONI VELOCITÀ (KM/H) ACCELERAZIONE 0-100 KM/H (S) MASSA RIMORCHIABILE (KG) CONSUMO CICLO MISTO (L/100 KM) EMISSIONI CLASSE CO2 (G/100 KM)

M-HAWK 140 ANTERIORE TRASVERSALE TURBODIESEL COMMON-RAIL CON INTERCOOLER, TURBOCOMPRESSORE A GEOMETRIA VARIABILE 4 IN LINEA 2.179 103 (140) A 3.750 GIRI/MINUTO 330 (33,6) A 1.600-2.800 GIRI/MINUTO 4 VALVOLE PER CILINDRO INTEGRALE A GESTIONE ELETTRONICA (AWD), E ANTERIORE (FWD) 6 + RM INDIPENDENTI (ANTERIORI MCPHERSON, POSTERIORI MULTILINK), MOLLE ELICOIDALI, AMMORTIZZATORI, BARRA STABILIZZATRICE ANTERIORI A DISCO AUTOVENTILATI, POSTERIORI A DISCO PIENO, DOTATI DI ABS IN LEGA DA 18” P235/60 R18 A SCOCCA PORTANTE CON 5 PORTE 7 SU TRE FILE 4.585 1.890 1.785 2.700 205 1.860 (AWD) 1.785 (FWD) 2.510 702 (5 POSTI), 1.512 (2 POSTI) 180 12.5 2.500 7,5 (AWD), 7,0 (FWD) EURO 6 197 (AWD), 183 (FWD)

#ca!


#cheleggenda!

UNA LAND CHE HA FATTO LA STORIA LA LAND ROVER DI JETSUN JAMPHEL NGAWANG LOBSANG YESHE TENZIN GYATSO LA LAND ROVER OGGETTO DEL SERVIZIO È APPARTENUTA A TENZIN GYATSO, VALE A DIRE IL QUATTORDICESIMO DALAI LAMA, ED È STATA PERFETTAMENTE RESTAURATA IN CALIFORNIA PER POI APPRODARE AD UN’ASTA DI RM SOTHEBY’S

di Alessandro Rigatto



#cheleggenda!

na vecchia Series II a passo corto per 143.000 (centoquarantatremila) dollari? Beh, qualcuno avrà pure fatto l’affare, ma chi? In realtà la quotazione stratosferica raggiunta all’asta di RM Sotheby’s per un’apparentemente banale Land Rover 88 ha la sua spiegazione: l’auto in oggetto è appartenuta a Tenzin Gyatso, vale a dire il quattordicesimo Dalai Lama, ed è stata restaurata perfettamente. Ma cosa ci faceva il 14° Dalai Lama con la fuoristrada inglese? Beh, facile immaginarlo: si muoveva tra Nepal, India e Cina nell’ambito della sua attività quotidiana di monaco Buddista Tibetano. A questo punto però si impone un’ampia digressione per raccontare chi sia il 14° Dalai Lama. Nato a Taktser il 6 luglio 1935, intronizzato nel 1939 e incoronato Dalai Lama il 17 novembre 1950, Jetsun Jamphel Ngawang Lobsang Yeshe Tenzin Gyatso (questo il nome completo!) è, secondo la religione Buddista, la reincarnazione del 13° Dalai Lama. La quieta infanzia del giovane Dalai Lama e l’isolamento del Tibet s’interruppero repentinamente nel 1950, quando le truppe della neonata Repubblica Popolare Cinese attraversarono il confine nordorientale, incorporandone gradualmente i territori nel proprio dominio. In seguito alle forti proteste del popolo, che accusava il governo (allora retto da Taktra Rinpoce) e i vari Reggenti di corruzione, e al responso dell’Oracolo Nechung, il 14° Dalai Lama assunse appena quindicenne i pieni poteri governativi il 17 novembre, con l’arduo compito di fronteggiare le pretese di annessione avanzate dalla propaganda del Presidente Mao, secondo il quale era doveroso «riunire alla madrepatria tale regione occidentale della Cina».



#cheleggenda!

A RENDERE PIÙ PREZIOSA QUESTA LAND ROVER PROVVEDONO TUTTI I DOCUMENTI ORIGINALI DELL’EPOCA E IL CERTIFICATO DI AUTENTICITÀ DEL BRITISH MOTOR INDUSTRY HERITAGE TRUST. IL RESTAURO HA PUNTATO A RIPORTARE L’AUTO NELLE CONDIZIONI D’ORIGINE CON CUI È USCITA DALLA FABBRICA DI SOLIHULL IL 10 FEBBRAIO 1966 E IN EFFETTI NON MANCA ALCUNCHÉ RISPETTO A QUEL MOMENTO. LE IMMAGINI CONFERMANO CHE LA 4X4 INGLESE È APPARSA COME NUOVA AL COMPRATORE CHE SE L’È AGGIUDICATA ALL’ASTA DI RM SOTHEBY’S TENUTASI AD AUBURN HILLS NELLO SCORSO AGOSTO

Ma allorquando militari e funzionari del Partito Comunista Cinese diedero luogo alle prime brutalità a danno dei monaci, dei latifondisti e persino degli agricoltori, nel 1954 il XIV Dalai Lama partì alla volta di Pechino con il X Panchen Lama e i principali dignitari del governo con l’intento di negoziare con Mao, Zhou Enlai e Deng Xiaoping una soluzione accettabile per entrambe le parti. Il suo soggiorno in Cina durò due anni, durante i quali visitò molte province della nazione e partecipò a varie conferenze del Partito, ma alla resa dei conti apparve evidente che la lunghissima serie incontri e negoziati non ebbe successo. Rientrato in Tibet nel 1956, il Dalai Lama fece del suo meglio per frenare le prepotenze dei funzionari cinesi ma verso la fine dello stesso anno diede il proprio assenso all’avvio della “ST Circus”, un’operazione segreta della CIA a sostegno della ribellione tibetana contro l’occupazione cinese, nel cui ambito Washington addestrò ed equipaggiò ben 85.000 partigiani tibetani nella lotta armata moderna. Tant’è che il 10 agosto 1959 il movimento di resistenza tibetano scatenò una grande sollevazione a Lhasa, che fu duramente repressa dall’Esercito Popolare di Liberazione. Convinto di dover assicurare la sopravvivenza e l’autonomia delle istituzioni tibetane (e rendere pubblica la grave situazione) con il sostegno della comunità internazionale, il Dalai Lama fuggì dal Tibet la notte del successivo 17 marzo, giungendo in India esattamente due settimane dopo. Formò quindi un governo in esilio, divenendo così il primo Dalai Lama costretto a vivere a tempo indefinito al di fuori del Tibet. Fu quello il periodo in cui il Dalai Lama avviò una lotta basata sulla non violenza e sulla disobbedienza civile sull’esempio del Mahatma Gandhi, di cui



#cheleggenda!

si definisce tuttora un grande ammiratore. Negli Anni Settanta visitò per la prima volta l’Occidente, impegnandosi nella divulgazione a livello internazionale del dramma del suo popolo sotto il dominio cinese. Imparò l’inglese e ottenne presto la simpatia delle nazioni occidentali per la sua battaglia in favore dei tibetani. Molte celebrità di Hollywood, tra cui Richard Gere, Harrison Ford, Barbra Streisand e Meg Ryan, lo sostengono tuttora pubblicamente.

NEGLI ULTIMI GIORNI DEL 2019 JAGUAR LAND ROVER HA FORMALIZZATO L’ACQUISTO DELLA BOWLER, PRESTIGIOSA “FACTORY” INGLESE SPECIALIZZATA NELLA PREPARAZIONE DI VEICOLI OFF ROAD SPECIALI E DA COMPETIZIONE. LA BOWLER, ORA INCORPORATA NELLA SPECIAL VEHICLE OPERATIONS DI LAND ROVER, ERA STATA FONDATA NEL 1985 DA DREW BOWLER ED È SENZA DUBBIO UNO DEI BRAND DI RIFERIMENTO NEL SETTORE. L’AZIENDA DA MOLTO TEMPO COLLABORAVA CON SUCCESSO CON JLR, REALIZZANDO ECCELLENTI VETTURE QUALI LA DEFENDER CHALLENGE BY BOWLER (2014-2016) DELLA FOTO

Tuttavia, ormai da anni, il Dalai Lama è regolarmente denunciato dal governo cinese come un pericoloso secessionista desideroso di provocare il disfacimento dell’unità nazionale cinese. In realtà semplicemente porta avanti l’idea dell’autonomia interna, anziché quella dell’indipendenza vera e propria, della cosiddetta Regione Autonoma del Tibet, lasciando la gestione della difesa e degli affari esteri alla Cina, come già avviene per Paesi come il Principato di Monaco o quello del Liechtenstein. Anche se non in modo continuativo, ci sono stati colloqui fra il governo tibetano in esilio e la Cina, ma mentre il primo desidera soprattutto discutere dello stato del Tibet all’interno della Cina, la seconda vuole limitare gli accordi alle condizioni del ritorno del Dalai Lama a Lhasa. Ma torniamo ora alla nostra Land Rover. Raggiunto il Nepal, la 88 Series II A venne guidata dal fratello del Dalai Lama, Tenzin Cheogyal, fino in India, dove entrò in servizio come auto ufficiale di Sua Santità. Condotta per lo più dal consanguineo per accompagnare il fratello lungo le strade di montagna della regione indiana del Dharamsala, la Land Rover ebbe una vita a dir poco molto intensa, con un utilizzo severo e impegnativo lungo molti anni, anche quando il Dalai Lama continuò la sua opera in esilio dal Tibet.



#cheleggenda!

Quasi miracolosamente, sono state conservate tutte le parti originali anche dopo eventuali riparazioni e sostituzioni, così che è stato possibile oggi vendere la Land Rover con il suo carico di parti originali, tra cui i sedili di primo equipaggiamento, le componenti degli interni e i pneumatici, tutti preziosamente conservati durante il lavoro di restauro. Dopo una decina di anni di servizio ufficiale nel Dharamsala, la Land Rover è stata oggetto delle cure di Tenzin Cheogyal fino al mese di giugno del 2005. Poi venne donata alla Dalai Lama Foundation di Palo Alto, in California, allo scopo di raccogliere fondi per i rifugiati tibetani, e arrivò negli Stati Uniti d’America nel dicembre del 2005. A quel punto fu completamente restaurata da esperti del marchio Land Rover a Livermore, in California: i lavori si conclusero nel dicembre del 2006. Fatture e ricevute per un totale di oltre 49mila dollari USA testimoniano gli investimenti effettuati sull’auto, compresa la riverniciatura completa nel colore originale Bronze Green con cui la 88 Series II A lasciò la fabbrica nel 1966. L’auto, al momento dell’aggiudicazione da Sotheby’s, si è presentata completa di un’ampia documentazione attestante la sua originalità, compresi il British Motor Industry Heritage Trust Certificate, l’Haynes Land Rover Series II Owner’s Workshop Manual (con tanto di firma autografa di Tenzin Cheogyal) in copertina, la targa originale e i documenti originali indiani. Non mancano neppure i certificati di assicurazione che indicano Sua Santità il Dalai Lama quale proprietario, i documenti relativi alla donazione alla Dalai Lama Foundation nel 2005 e copie di fotografie e articoli sull’auto, compresa una copia della rivista Land Rover Lifestyle, dove questo esemplare è indicato come uno dei migliori sei residenti negli USA.


#ca!


#cheleggenda!

POTENZA PURA LA SUNBEAM DEI RECORD

DOPO ANNI DI RESTAURO LA SUNBEAM DA 350 CAVALLI DI SIR MALCOLM CAMPBELL È TORNATA INTERAMENTE AL SUO SPLENDORE ORIGINALE di Niccolò Gargiulo



#cheleggenda!

a strepitosa Sunbeam del 1920 da 350 cavalli, detentrice di uno dei record di velocità su terra e appartenente al National Motor Museum, è stata recentemente dotata di un nuovo sistema di trasmissione dopo che quello originale venne disperso diversi decenni fa.

Nel 2015, dopo averne minuziosamente ricostruito il poderoso motore V12, avevano portato la Sunbeam nel sud del Galles per una rievocazione (seppur a velocità ridotta) del record di velocità stabilito 90 anni prima. E sebbene il motore funzionasse alla perfezione, la trasmissione non originale rimaneva il tallone d’Achille della vettura e l’ultimo pezzo mancante nel puzzle della lunga storia di questo veicolo. Infatti poco dopo la fine della seconda guerra mondiale (e prima che la Sunbeam arrivasse al National Motor Museum) la trasmissione originale venne rimossa e sostituita con quella di una Albion 35cv. Creata per gestire solo un decimo della potenza del motore della Sunbeam, la nuova scatola del cambio era anche priva di freno motore, un aspetto molto importante nella configurazione originale della macchina del record. Divenne così una priorità per il personale del museo trovare un sistema di trasmissione adeguato per continuare il lavoro di restauro. Grazie anche alle donazioni degli amanti del museo solo di recente si è riusciti a trovare la scatola del cambio di una Bentley C-type (che in diverse altre occasioni aveva dimostrato di poter gestire l’enorme potenza del motore V12 da ben 18 litri) e ad adattarla al telaio della Sunbeam con una montatura ad hoc. Grazie a questa soluzione i tecnici sono riusciti perfino ad installare l’albero motore e il freno di trasmissione corretti dal punto di vista storico.

Quasi un secolo fa Sir Malcolm Campbell con questa vettura raggiunse i 241 km/h, siglando il record del mondo di velocità… oggi, il restauro realizzato in Gran Bretagna è senz’altro uno dei progetti (e delle realizzazioni) più gratificanti portato a termine dai tecnici e dagli ingegneri del museo di Beaulieu.

La Sunbeam da 350 cavalli del 1920 è solitamente esposta al National Motor Museum di Beaulieu in Inghilterra vicino ad altre vetture da record quali la Sunbeam del 1927 da 1000 cavalli, la Golden Arrow del 1929 e la Bluebird CN7 del 1960.



#cheleggenda!


LA COLLEZIONE DI 280 VEICOLI DEL NATIONAL MOTOR MUSEUM DI BEAULIEU È CONOSCIUTA IN TUTTO IL MONDO. IL MUSEO NON ESPONE SOLO VEICOLI E PARTI MECCANICHE MA METTE A DISPOSIZIONE DEI VISITATORI ANCHE UN’AMPIA COLLEZIONE DI FOTOGRAFIE LIBRI, FILM E VIDEO. PER MAGGIORI INFORMAZIONI SI PUÒ VISITARE IL SITO WWW.NATIONALMOTORMUSEUM.ORG.UK I TURISTI POSSONO VISITARE TUTTE LE ATTRAZIONI DI BEAULIEU CON UN UNICO BIGLIETTO, TRA QUESTE IL NATIONAL MOTOR MUSEUM, ON SCREEN CARS, WORLD OF TOP GEAR, LA CASA ANCESTRALE MONTAGU PALACE HOUSE, LA MOSTRA SECRET ARMY E L’ABAZIA DI BEAULIEU CON I SUOI GIARDINI

#ca!


#chenovità!

ET VOILA! DS 9 E-TENSE

DS AUTOMOBILES TENTA LA SCALATA AL SEGMENTO DELLE BERLINE PREMIUM DI ALTA GAMMA. CON LE VERSIONI IBRIDE PLUG-IN (FINO A 360 CAVALLI, 4 RUOTE MOTRICI) E LE CAPACITÀ DI GUIDA SEMIAUTONOMA, LA NUOVA DS PROPONE TECNOLOGIE DI PUNTA



#chenovità!

CON DS DRIVE ASSIST, DS 9E-TENSE PERMETTE AL CONDUCENTE DI UTILIZZARE UNA GUIDA SEMI AUTONOMA DI LIVELLO 2, CHE INVITA A VIAGGIARE NEL MASSIMO COMFORT, CON UNA MAGGIORE SICUREZZA. LA VELOCITÀ È REGOLATA RISPETTO ALL’AMBIENTE IN CUI SI MUOVE DS 9 E-TENSE. IL SISTEMA UTILIZZA CAPTATORI PER POSIZIONARE CON PRECISIONE L’AUTO NELLA CARREGGIATA AGENDO SULLO STERZO. UTILIZZABILE FINO A 180 KM/H (IN BASE ALLE NORMATIVE DEL PAESE), REGOLA LA VELOCITÀ E LA TRAIETTORIA, SOTTO LA SUPERVISIONE DEL CONDUCENTE, PER GARANTIRE SICUREZZA E SERENITÀ. LA GESTIONE DELLA VELOCITÀ PASSA DA UN REGOLATORE ADATTATIVO ABBINATO AL SISTEMA DI ARRESTO DEI MOTORI. IN PARTICOLARE, PERMETTE DI GESTIRE LE CONDIZIONI DI GUIDA NEGLI INGORGHI STRADALI: LA VETTURA SI RIAVVIA AUTOMATICAMENTE DOPO UN TEMPO DI ARRESTO INFERIORE A TRE SECONDI. IN CASO DI ARRESTO PIÙ LUNGO, LA SEMPLICE PRESSIONE DI UN PULSANTE O DEL PEDALE DELL’ACCELERATORE PERMETTE DI RIAVVIARE DS 9 E-TENSE.

a DS che non c’era ora c’è. Stiamo parlando della nuova DS 9 E-TENSE, 4,93 metri di pura eleganza francese che poggiano su tecnologie di primissimo livello. DS attacca quindi con decisione il segmento premium, sino ad ora dominato dalla triade tedesca, con questa berlina tre volumi sviluppata sulla piattaforma EMP2. Con un interasse mai raggiunto precedentemente, DS 9 E-TENSE risulta più imponente rispetto alle altre berline della categoria mentre il design esalta le sue linee eleganti, con un abbassamento del tetto pronunciato, in stile fastback. Il frontale è dotato di calandra DS WINGS e della griglia progettata con design effetto diamantato tridimensionale, mentre sul cofano, la lavorazione guilloché “Clous de Paris” porta per la prima volta la firma degli interni di DS Automobiles all’esterno dell’abitacolo. Una particolarità: come la DS del 1955 la nuova DS 9 E-TENSE sfoggia dei “coni”alle estremità del tetto. Simbolo inconfondibile della leggendaria berlina, questi “coni” sono stati rivisitati per accogliere le luci laterali. La fluidità continua si manifesta con una linea che parte dalla calandra, passa dal cofano, dal parabrezza, dal tetto e raggiunge il bagagliaio senza alcuna interruzione. Le linee laterali sono filanti, con una continuità che va dai proiettori anteriori alle luci posteriori. Anche sul lato posteriore si nota la volontà di integrare gli elementi in un unico volume. I parafanghi, il paraurti e il bagagliaio sono in perfetta armonia mentre fari cesellati (con effetto a scaglie) creano un contrasto che garantisce un bell’effetto tridimensionale.



#chenovità!

Passiamo ai propulsori. DS 9E-TENSE arriva sul mercato con una motorizzazione ibrida plug-in composta da un motore turbo benzina PureTech e da un motore elettrico che erogano una potenza combinata di 225CV, in grado di percorrere tra 40 e 50 chilometri (WLTP) in modalità zero emissioni grazie a una batteria da 11,9 kWh. Il motore elettrico, integrato al cambio automatico a otto rapporti, raggiunge una potenza massima di 80 kW (110 CV) e 320 Nm di coppia. Viene sfruttato all’avviamento, per dare maggior potenza in accelerazione, e per viaggiare senza emissioni fino a 135 km/h. Da notare che la modalità di guida a Zero Emissioni è selezionata di default all’avviamento ed è accompagnata dalla modalità Hybrid, che gestisce automaticamente l’erogazione da parte dei due motori, viaggiando 100% elettrico, 100% benzina o utilizzandoli entrambi quando necessario. DS 9E-TENSE dispone anche di un sistema di recupero dell’energia al rilascio dell’acceleratore e in frenata, che ricarica la batteria durante la guida. E c’è anche la funzione E-Save, che dovrebbe garantire una riserva di energia nella batteria per affrontare una parte del tragitto in modalità Zero Emissioni. Potrebbe servire, ad esempio, quando il conducente sa che dovrà attraversare il centro di una città con zona a traffico limitato. Il caricatore imbarcato da 7,4 kW permette di ricaricare la batteria in 1 ora e 30 minuti su una stazione di ricarica domestica o pubblica, con il cavo fornito di serie. La gamma sarà presto integrata con altre due motorizzazioni E-TENSE da 250 cavalli a 2 ruote motrici (con un’autonomia maggiore) e da 360 cavalli, con trasmissione 4 ruote motrici. All’interno dell’abitacolo si nota immediatamente la raffinatezza dei materiali su ampie superfici, con

una plancia interamente rivestita di pelle nappa e la lavorazione a braccialetto di orologio. Così come gli elementi di cristallo, l’Alcantara che riveste il tetto, le tendine di protezione e le maniglie interne rivestite in pelle. La qualità è alta. DS 9 E-TENSE, con un passo di 2,90 metri, offre molto spazio nei sedili posteriori, che sono riscaldati, con funzione massaggio e ventilati. Il confort si esprime anche con la personalizzazione tramite le “Ispirazioni DS”. Ogni opzione di interno, che prende il proprio nome dai quartieri più emblematici di Parigi, ha una propria specifica personalità, con la pelle goffrata dei sedili dell’Ispirazione BASTILLE o RIVOLI, l’Alcantara® nero della Performance Line e la pelle Nappa Art Rubis. Altri esempi sono le impunture Point Perle, che sottolineano la lavorazione dei sedili, e le decorazioni della plancia e dei pannelli delle portiere sono altri esempi. Molta cura è stata posta per quanto riguarda l’insonorizzazione con lo speciale trattamento che tende ad abbassare i rumori esterni. I vetri insonorizzanti e stratificati, abbinati alla scocca termosaldata, puntano ad eliminare le vibrazioni mentre va anche sottolineata la presenza del sistema Hi-Fi FOCAL Electra, appositamente progettato per DS 9 E-TENSE con l’aggiunta di nuove griglie inox dei tweeter tra i quattordici altoparlanti installati nell’abitacolo. Ma il comfort a bordo passa anche attraverso la sospensione pilotata DS ACTIVE SCAN SUSPENSION. Mentre una telecamera scansiona la strada i captatori di assetto, gli accelerometri e i rilevatori degli assali registrano tutti i movimenti e li trasmettono al sistema che prepara ognuna delle sospensioni, in modo da aumentare la sicurezza e il piacere di guida.


CON DS SMART ACCESS, DS 9E-TENSE TRASFERISCE L’AUTORIZZAZIONE DI ACCESSO ALL’AUTO NELLO SMARTPHONE, OPERAZIONE CHE NON RICHIEDE PIÙ LA NECESSITÀ DI AVERE CON SÉ LA CHIAVE. QUANDO SI SBLOCCA IL VEICOLO, LE MANIGLIE A SCOMPARSA FUORIESCONO ED È POSSIBILE SALIRE A BORDO. L’ACCESSO A DISTANZA PUÒ ESSERE AUTORIZZATO AD ALTRI CINQUE UTENTI. L’APPLICAZIONE MYDSAPP APRE LA VIA ALL’AUTO CONDIVISA. QUESTA FUNZIONALITÀ PERMETTE INFATTI DI DELEGARE E AUTORIZZARE L’ACCESSO E L’AVVIAMENTO DI DS 9 E-TENSE A UN ALTRO SMARTPHONE, IN UNA DETERMINATA FASCIA ORARIA. IL SISTEMA, CHE UTILIZZA IL PROTOCOLLO BLUETOOTH, È OPERATIVO ANCHE SENZA RETE GSM


#chenovità!

BÉATRICE FOUCHER, DIRETTRICE GENERALE DS AUTOMOBILES: “DAL LANCIO DI DS NEL 2015, LE NOSTRE SQUADRE SONO ANIMATE DA UN OBIETTIVO: PROPORRE UNA GRANDE BERLINA FRANCESE. CON DS9 E-TENSE LA NOSTRA AMBIZIONE DI INCARNARE IL SAVOIR-FAIRE DEL LUSSO FRANCESE NELL’AUTO SEGNA L’INGRESSO DI UN NUOVO RIFERIMENTO IN QUESTO SEGMENTO DELLE BERLINE PREMIUM, E MOSTRA LA VOLONTÀ DI PORTARE LA CULTURA FRANCESE IN QUESTO AMBITO. SAPPIAMO CHE UN BRAND COME IL NOSTRO CREA MOLTE ASPETTATIVE IN QUESTA CATEGORIA. ABBIAMO FATTO APPELLO A TUTTA LA NOSTRA COMPETENZA PER RENDERE DS 9UN RIFERIMENTO PER COMFORT, STILE, ELEGANZA E INNOVAZIONE”


#ca!


#chenovitĂ !


SILVERADO! NOVITÀ IN CASA CHEVROLET PER IL LANCIO IN ITALIA L’ICONICO PICKUP AMERICANO ARRIVA CON DUE MOTORI BENZINA V8 DA GRANDI PRESTAZIONI E UN INEDITO TURBODIESEL 3.0 DA 277 CAVALLI, SICURAMENTE PIÙ APPETIBILE PER IL MERCATO DI CASA NOSTRA


#chenovità!

enetevi forte: l’iconico pickup Chevrolet Silverado arriva finalmente anche da noi! Il gruppo Cavauto di Monza ha predisposto infatti allestimenti e motorizzazioni per il mercato italiano dell’ultima generazione dell’imponente e affascinante Silverado 1500. Tre le motorizzazioni commercializzate nel nostro paese: due benzina e uno diesel di ultima generazione. Quelli benzina, entrambi EcoTec V8, sono il 5.3 litri che sviluppa 355 cavalli e il 6.2 litri, con una potenza di ben 420 cavalli. Il motore a gasolio è invece il nuovo 3.0 Duramax che eroga 277 cavalli.

CAVAUTO NASCE NEL 1980 A CANTÙ QUALE CONSEGUENZA DELLA PASSIONE DI HERMES CAVARZAN PER LE AUTOMOBILI MADE IN USA. ALLA FINE DEGLI ANNI ’80 INIZIA LA COLLABORAZIONE CON GENERAL MOTORS E SUCCESSIVAMENTE DIVENTA UNICO IMPORTATORE PER L’ITALIA DEL MARCHIO HUMMER. DAL 2010 CAVAUTO SI CONCENTRA SULL’IMPORTAZIONE DI SUV E AUTO SPORTIVE DI BRAND QUALI CADILLAC, CORVETTE, CHEVROLET, BUICK, DODGE, LINCOLN E GMC. SULLE AUTO CHEVROLET, COME LA SILVERADO 1500, CAVAUTO OFFRE UNA GARANZIA DI 3 ANNI O 100.000 CHILOMETRI. GRAZIE AL SISTEMA DI MONITORAGGIO “YES WE HELP” AL CLIENTE VIENE GARANTITA UNA ASSISTENZA IN ITALIA E IN EUROPA SIA IN CASO DI INCIDENTI O DI IMPROVVISI GUASTI

Se per i propulsori benzina le prestazioni sono garantite dalle grandi cubature, per il nostro mercato grande attesa ha destato la motorizzazione diesel 3 litri. Progettato dal centro ingegneristico General Motors Global Propulsion System di Torino, sviluppa 277 cavalli con 623 Nm di coppia a soli 1.500 giri e con il 95% della coppia disponibile già a 1.250 giri. Obiettivo primario sono non solo le prestazioni ma (forse soprattutto) bassi livelli di emissione, prerogativa importantissima in un periodo in cui i motori diesel sono sotto “accusa” per l’innalzamento dei livelli di inquinamento. Certamente la motorizzazione diesel continua però a rappresentare un prodotto assai interessante per quei clienti italiani che fanno un chilometraggio annuale importante. Oltre a ciò, in esclusiva per il mercato italiano, l’importatore propone l’alternativa dell’alimentazione GPL di ultima generazione per le motorizzazioni benzina, garantendo così l’abbattimento dei costi di carburante senza compromettere le prestazioni. Ottima idea davvero.



#chenovitĂ !

A



#chenovità!

Al motore diesel è abbinato un cambio automatico a 10 rapporti mentre per quelli benzina la trasmissione automatica dispone di 8 o 10 marce, a seconda delle versioni. In tutti gli allestimenti Chevrolet Silverado 1500 è dotato di trazione 4WD inseribile e con le ridotte.

SILVERADO È UN PAESE, LA DESTINAZIONE DI UN GRUPPO DI COLONI DECISI A DARE UNA SVOLTA ALLE LORO ESISTENZE. IL PAESE PERÒ NON È PROPRIAMENTE UN PARADISO, ANZI. NON PASSA GIORNO CHE LA BANDA DI CRIMINALI CAPEGGIATA DALL’ALLEVATORE DI BESTIAME MCKENDRICK NON TERRORIZZI LA POPOLAZIONE CON SCORRERIE DI OGNI TIPO… IN BREVE QUESTA È LA TRAMA DI UN BELLISSIMO FILM WESTERN DEL 1985, DIRETTO DA LAWRENCE KASDAN, CHE SI CHIAMAVA APPUNTO SILVERADO. VA DA SÈ CHE SILVERADO È UN NOME, UN VOCABOLO, UN “SIMBOLO” DEL COSTUME AMERICANO, DI UN MODO DI VIVERE E ANCHE DI UN MODO DI UTILIZZARE L’AUTOMOBILE. E DA QUI AI PICKUP IL PASSO È DAVVERO BREVE

Tre gli allestimenti disponibili per il mercato italiano: RST, LT Trail Boss e Hihg Country, laddove la versione LT Trail Boss (dotata del pacchetto off-road Z71 di serie per grandi perfomance 4x4) e la High Country sono destinate solo alle motorizzazioni benzina. L’allestimento RST viene invece proposto solo per il 5.3 e per il turbodiesel. Anche per il design sono stati realizzati alcuni particolari in funzione dei singoli allestimenti. Già a partire dalla versione RST la Silverado mostra un look completamente nuovo, aggressivo e dinamico, più accentuato nella versione LT Trail Boss grazie ad alcuni particolari che sottolineano le alte prestazioni. Punta sul lusso invece la High Country con cerchi in lega da 22”, griglia radiatore cromata, paraurti in tinta carrozzeria e interni con finiture pregiate. Completamente nuovi gli interni di tutti gli allestimenti, con una inedita configurazione dei sedili e una evidente combinazione tra lusso e tecnologia grazie anche ai sistemi di infotainment Apple Car e Android Auto. Da ricordare infine che Silverado è l’unico pickup americano omologato per 6 posti. Chevrolet Silverado 1500 è commercializzato in Italia da una rete di concessionari gestiti dal Gruppo Cavauto, sotto l’egida del marchio American Division. Il primo esemplare di colore nero con grafiche rosse è già disponibile nello showroom di Monza, con allestimento LT Trail Bross e pacchetto off road Z71, e prezzi partono da 58.950 euro nella versione RST Plus 5.3 da 355 cavalli.


#ca!


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