RASSEGNA STAMPA DEL 11 SETTEMBRE 2020

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11-SET-2020 Estratto da pag. 14

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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SPECIALE ELEZIONI

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2020

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Cambiamento e innovazione per gli aspiranti governatori «Q ual è la principale novità/discontinuità che introdurrebbe nel Governo del Veneto rispetto alla gestione di questi ultimi dieci anni?». Lo abbiamo chiesto agli altri sette candidati, oltre i due di cui parliamo in pagina. Patrizia Bartelle candidata con la lista Veneto ecologia solidarietà, si candida «per restituire la speranza di un futuro migliore» donando il suo tempo e impegno alla società civile offrendo un criterio di governo basato su obiettivi misurabili e trasparenti, alieno da conflitti di interesse, da lobbies e dall’occupazione dei ruoli di potere basato sulla fedeltà di partito. Discontinuità con le politiche della Regione degli ultimi dieci anni riguardo l’ambiente e la tutela del territorio è quello che propone Paolo Benvegnù con la lista “Solidarietà Am-

Venezia, la sede della Giunta regionale

biente Lavoro” sostenuta da Rifondazione comunista e Partito comunista italiano e indipendenti di sinistra ed ambientalisti. Secondo Benvegnù investimenti nel sociale, nella scuola, nella sanità, nella tutela dell’ambiente e del territorio sono non solo indispensabili, ma sono anche la base su cui creare nuovi posti di lavoro. Guarda all’ambiente Enrico Cappelletti sostenuto dal Movimento 5 stelle per il quale diventa necessaria la messa in atto di una seria tutela ambientale, che finora non c’è mai stata, con interventi volti ad arrestare il consumo suolo, per il quale il Veneto è maglia nera, a fermare le emissioni tra cui quelle dell’appena approvato nuovo inceneritore di Fusina e a bonificare i territori colpiti dalla contaminazione da Pfas. Antonio Guadagnini con lista “Partito dei Veneti” guarda alla sanità. «Fa-

Idee concrete e ferme per le amministrative che decreteranno chi siederà a Palazzo Balbi Quattro donne in lizza

rei in modo che le prestazioni erogate dalle cliniche convenzionate col sistema sanitario regionale fossero pagate a prezzo di mercato e non su un “listino prezzi” prestabilito dalla Regione. Credo che la Regione dovrebbe pagare i servizi forniti dai privati a prezzo di mercato per metterli in concorrenza tra loro, così da fornire ai cittadini il miglior rapporto possibile tra costo e prestazione». «Il Veneto è una terra di talenti che hanno ancora voglia di intraprendere e di innovare, ma come un’orche-

stra ha bisogno di avere uno spartito comune ed un direttore capace di dirigerla, cosa che è mancata in tutti questi anni». Questo è il pensiero di Simonetta Rubinato con la lista “Veneto – Simonetta Rubinato per le autonomie”. «Il nuovo Governo – dice – deve essere capace di pianificare da qui a dieci anni lo sviluppo del Veneto sulla base dei punti di forza del nostro territorio, con un’agenda condivisa con gli attori economici e sociali, che lo impegni da subito in azioni concrete». Daniela Sbrollini con la lista omonima “Daniela Sbrollini presidente” guarda al mondo del lavoro. «Il Veneto è andato avanti per il merito dei suoi cittadini. Lavoro e impresa sono costanti che anche in questi anni hanno prodotto benessere. Ma la politica ha solo assecondato questa situazione. Non la ha guidata. Il Covid ha messo

Il presidente uscente e il suo principale sfidante rispondono alle nostre domande Tante le sfide: dalla sanità all’agricoltura, dall’istruzione all’impegno per le famiglie

a nudo le criticità che questo modello di sviluppo ha creato. Da oggi dobbiamo pensare ad un modello nuovo per garantire lavoro e tutti. Compreso ai giovani che cercano fuori dal Veneto e fuori dall’Italia percorsi di vita più interessanti. La Regione deve guidare la svolta e incidere di più». Infine, nonostante ripetuti solleciti e tentativi di contatto, il Movimento 3v e il suo candidato Paolo Girotto non hanno dato riscontro alla nostra domanda. Ci dispiace. Sul loro sito si legge: «Il movimento politico chiede verità e mette al centro di ogni azione politica il benessere e la salute dell’essere umano». Il movimento si definisce «un partito “straordinario”, creato per resistere ad una situazione non ordinaria, in cui libertà, dignità e rispetto per l’essere umano sono assoggettati ad interessi inaccettabili».

Pagina realizzata in collaborazione con le redazioni dei settimanali cattolici del Veneto

Veneto al voto: la voce dei candidati Zaia. «Le scuole paritarie: un’alternativa da sostenere» «N oi sosteniamo la scuola paritaria, sia perché non c’è alternativa, ma soprattutto perché è un’alternativa». È deciso il governatore uscente Luca Zaia nel sostenere l’impegno della scuola paritaria, che in Veneto è a servizio di 90mila famiglie, mentre si ricandida per la terza volta a governare la Regione. Presidente Zaia, qual è la realizzazione di questi ultimi cinque anni di cui va più orgoglioso? E quale quella di cui è meno soddisfatto? Ne dico quattro: le Olimpiadi del 2026, che significano riportare il Veneto sotto i riflettori. Poi le colline del prosecco come patrimonio dell’umanità e il referendum sull’autonomia. E infine aver sbloccato la Pedemontana: ho ereditato un cadavere eccellente, adesso abbiamo il cantiere della più grande opera pubblica d’Italia che, Zaia tranne la galleria di Malo, sarà terminata entro il 2020. Si poteva fare di più, invece, nella vendita del patrimonio immobiliare della Regione. Sanità. Qual è il principale cambiamento che, se fosse confermato presidente, vorrebbe introdurre nella sanità veneta? E le lunghe liste d’attesa: come ridurle? L’abbattimento delle liste d’attesa resta una priorità: sto lavorando a un progetto, “OltreCup”, che prevede un accordo con i medici di base in modo che il paziente esca dall’ambulatorio anche con l’appuntamento fissato on line dal medico di base, per la visita o per l’esame fatto on line dal medico di base. L’altro fronte è quello della medicina, che sarà sempre più digitale. Abbiamo però 11mila medici, di cui quasi 4mila medici di base, e ne mancano almeno 1300. Noi vorremmo assumerli, ma non ci sono. Migranti stranieri in Veneto: che farà se sarà rieletto presidente? Il problema non è il mezzo milione di migranti che sono già fra noi, che hanno un progetto di vita, lavoro e famiglia. Non posso dimenticare che l’uovo di cioccolato che ho messo all’asta durante l’emergenza Covid lo ha comprato un macedone e ha tirato fuori 30mila euro. I limiti di numero ai nuovi ingressi non li pone la Regione; ricordo però che in Veneto c’è un 10% di poveri e non sono tutti stranieri, anzi. Per cui è prioritario pensare a questi poveri prima che al tunisino che viene qui dicendo che è scappato da morte e fame, quando non è così. Autonomia del Veneto: la sua posizione? Quale il risultato realistico per il quale battersi? I tempi non li so, ma le interlocuzioni che stiamo avendo con questo Governo sono nella direzione di arrivare alla firma di un accordo. Il vero problema è che a Roma percepiscono l’autonomia come una sottrazione di potere e quindi tergiversano. E invece è assunzione di responsabilità. Quando una comunità, come quella veneta, appena arriva il Coronavirus mostra che si sa organizzare, fa capire a tutti che è pronta per la responsabilità dell’autonomia. Le scuole paritarie sono ancora in estrema sofferenza. È disposto a sostenerle di più? Di quanto è disposto ad incrementare i contributi regionali, oggi di circa 38 milioni l’anno, alle scuole paritarie venete? In Veneto abbiamo 90mila bambini che, se chiedessero di andare in una scuola statale, non la troverebbero. E questi danno un altro vantaggio al Paese: fanno risparmiare allo Stato oltre 200milioni di euro l’anno. A livello nazionale non ci hanno mai riconosciuto questa peculiarità: ci danno quattro lire. Allora noi sosteniamo la scuola paritaria, sia perché non c’è alternativa, ma soprattutto perché è un’alternativa.

A livello nazionale c’è un retaggio sbagliato: non avendo le paritarie, gli altri dicono che è la scuola dei ricchi; invece la scuola paritaria è del popolo. Se non ci fossero le parrocchie e gli asili delle suore, il popolo non saprebbe dove portare i bimbi. Se avessimo l’autonomia e avessimo le paritarie come competenza diretta, e se ci dessero il livello essenziale delle prestazioni riferito alla scuola paritaria, è inevitabile che daremmo vita a un sistema ben più poderoso di sostegno alle paritarie. Ciò non toglie che si possa fare già adesso pressione affinché nella prossima Legge di Bilancio si riconoscano, con più risorse, i vantaggi delle paritarie e i sacrifici di chi le porta avanti. Denatalità anche in Veneto: una misura che prenderebbe per contrastarla? Si possono fare politiche per la famiglia. Ci sono tre categorie: le famiglie che vorrebbero fare figli e sono in difficoltà materiali per farli, quelle che decidono di non fare figli e quelle che i figli non li fanno perché non arrivano. Noi dobbiamo aiutare chi li vorrebbe e può averli: se arrivassimo ad avere risorse in più, le destineremmo agli asili nido. Le risorse però oggi non ci sono, anche perché questa Regione ha scelto di non applicare l’addizionale Irpef. Ma non ho in programma di aggiungere tasse: questo è il mio impegno con i veneti. Ho in programma, semmai, di portare a casa l’autonomia e da lì nuove risorse. Agricoltura: molti settori sono in sofferenza: frumento, mais, soia... Che fare? Introdurre gli Ogm? Oggi dobbiamo portare valore aggiunto a tutta l’agricoltura. Io sono contro gli Ogm. Con essi trasferiamo il potere dagli agricoltori alle multinazionali. La nostra è invece agricoltura identitaria, della qualità, della sicurezza alimentare: dobbiamo investire su questo». Le parrocchie sono tra i principali contenitori e “motori” di socialità e di formazione anche ai valori civici. Si impegnerà a sostenerle e a corrispondere delle risorse? Se ci fossero risorse mi impegnerei, perché quelle delle parrocchie sono attività nobili. Ma al momento noi non abbiamo risorse. Nel 2010 ho ereditato un bilancio regionale che aveva 500 milioni all’anno liberi, per fare anche queste cose; oggi ne abbiamo solo 50 liberi. Se ne avessi di più sosterrei le parrocchie.

Il 20 e 21 settembre il Veneto andrà al voto per eleggere il presidente della Regione. I settimanali cattolici della regione hanno intervistato il governatore uscente e ricandidato Luca Zaia (sostenuto da: Lega, Zaia presidente, Veneta autonomia, Fratelli d’Italia e Forza Italia) e il principale sfidante Arturo Lorenzoni (Partito democratico, Veneto che vogliamo, Europa verde, +Veneto volt, Sanca veneta). Tante sono le sfide: dalla sanità, all’agricoltura, alle scuole paritarie, dall’integrazione dei migranti al sostegno alla natalità. Le interviste a cura di Alessio Magoga (l’Azione), Giorgio Malavasi (Gente Veneta), Lauro Paoletto (la Voce dei Berici).

Lorenzoni. «Il futuro chiede integrazione sociale ed ecologia»

Qual è la principale discontinuità che intenziata. Tutta la parte della prevenzione oggi trodurrebbe nel Governo del Veneto rispet- è assolutamente bistrattata e dobbiamo torto alla gestione di questi ultimi dieci anni? nare a investire. La proposta che sto portando avanti è in forMigranti stranieri in Veneto: qual è il suo te discontinuità rispetto all’amministrazione programma politico? attuale e ai 25 anni passati. I contenuti sono È una domanda importante per differenziare sostanzialmente legati al riallineamento della due approcci radicalmente diversi tra chi racapacità di disegno normativo della nostra Regiona in termini di “noi” e chi ragiona in tergione rispetto agli “obiettivi 2030” dell’Onu mini di “noi e voi”. Fino a che accettiamo il con i 17 obiettivi di sostenibilità ambientale, “voi”, non avremo mai una politica e un’etica sociale ed economica: un’agenda accettabili. Identificare queste perpolitica pronta e straordinaria, resone come “altri” è contrario al cepita a livello europeo (il Green mio modo di essere. Si è cercato di Deal). Lo Stato italiano ha adecreare il nemico nel migrante, guato i propri obiettivi, ma non lo quando il fenomeno non è così ha fatto la Regione Veneto che ripreoccupante dal punto di vista petutamente, per esempio, ha risociale. Va governato e questo non fiutato l’emergenza climatica. significa un’apertura incondizioL’agenda è una grande opportunata: significa regolare. nità, perché consente di riallineaSe possiamo integrare a piccoli nure sviluppo, protezione dell’ammeri le persone che arrivano, ribiente e protezione della salute tengo che la nostra economia non Lorenzoni delle persone, oltre che beneficiasolo sia in grado ma anche abbia re delle opportunità di investibisogno di forze per dare una spinmento oggi disponibili. Questo ta dal punto di vista lavorativo. Riprocesso richiede un forte indirizzo, una forfiuto l’equazione immigrazione–nemico o imte determinazione dal punto di vista politico: migrazione–criminalità, come ho sentito tropil Progetto che stiamo proponendo va in quepo spesso fare. Questa equazione non rende sta direzione. merito alla nostra storia: siamo un territorio Sanità: qual è il principale cambiamento che, che ha sempre saputo farsi carico delle fragise fosse eletto presidente, vorrebbe introlità delle persone. durre? Le lunghe liste d’attesa di fatto porAutonomia del Veneto: la sua posizione? tano a rivolgersi al privato. Intende interveQuale il risultato realistico per il quale batnire per modificare l’attuale assetto orgatersi? nizzativo? Un’autonomia reale, non raccontata, è una Negli ultimi anni qui si è tenuta una linea molriforma federalista dello Stato che permetta di to chiara, con una forte centralizzazione deciallocare diversamente la spesa. Su questo, il sionale in Azienda Zero che, anziché essere governo sta lavorando. Il chiedere a spron batun’azienda subordinata alle aziende sanitarie tuto le 23 materie facendosi forza del referenlocali, è diventata un’azienda sovraordinata: un dum del 2017 è poco produttivo. collo di bottiglia che rende difficili le assunLe scuole paritarie sono ancora in estrema zioni e le scelte operative dei direttori. Questo sofferenza. È disposto a sostenerle? ha fatto sì che la medicina del territorio non Le scuole dell’infanzia fanno parte del nostro sia mai stata potenziata. Partirei subito accettessuto sociale e sono insostituibili. In molte tando il Mes, cioè i fondi messi a disposizioaree sono l’unica presenza per la formazione ni dall’Europa a un tasso quasi nullo, per chiudella fascia primaria e sono un capitale sociadere le finanze di progetto sanitarie che sono le da sostenere. Conosco molto bene le difficostosissime per la sanità veneta. coltà delle scuole paritarie avendo avuto i figli Con questo denaro andrei a reintrodurre i serche le hanno frequentate, difficoltà aumentavizi per i cittadini, ad assumere le persone nete soprattutto quando la presenza delle suore cessarie per tenere aperti i presidi ospedalieri, è venuta a mancare e manca quel contributo riorganizzando la presenza sui territori. Mefondamentale gratuito che ha consentito di tedicina e salute in Veneto sono sì un’eccellennere in piedi questi capisaldi. Ho fatto la proza riconosciuta a livello mondiale, ma anche posta, come Regione, di concentrarsi sui nido, Il Veneto al voto per eleggere il presidente della Regione (Sir) presenza sul territorio e questa andrebbe posulla fascia 0–3, per renderli gratuiti. Denatalità: una misura che prenderebbe, nell’ambito delle competenze regionali, per contrastarla? È più lo Stato che dovrebbe intervenire dal punto di vista fiscale. La Regione può intervenire sul tema dei trasporti rendendoli gratuiti. Poi dal punto di vista lavorativo serve dare coalizione collegata (composta da un candidato Presidente, sesso diverso, altrimenti la delle garanzie alle persone di potersi prendetutte le liste che appoggiano quel tracciando un segno sul nome e/o seconda viene annullata. re il tempo per godersi i figli, potendo avere candidato presidente). Si può sul contrassegno di tale L’emergenza Covid ha imposto dei periodi di aspettativa. votare per un candidato candidato, e per una delle liste regole ben precise per allestire i Agricoltura: molti settori sono in sofferenpresidente, tracciando un segno provinciali a esso non collegate, seggi e da rispettare da parte degli za. Che fare? sul nome e/o sul tracciando un elettori. Agli elettori è chiesto di Sui seminativi mi ha colpito la concentraziocontrassegno di tale segno sul evitare di uscire di casa e recarsi al ne delle proprietà che c’è nel Polesine e si sta candidato, e per contrassegno di seggio in caso di sintomatologia andando sempre più verso la cultura estensiI seggi saranno una delle liste una di tali liste, con respiratoria o di temperatura va piuttosto che quella di qualità. Credo che aperti domenica provinciali ad esso o senza preferenze corporea superiore a 37.5°C. Non vada sostenuta una agricoltura di qualità. La collegate, (cosiddetto «voto recarsi al seggio se si è stati in Regione deve lavorare nella tutela delle filiere e lunedì prossimi tracciando un disgiunto»). Si può quarantena o isolamento e quindi non solo del prodotto primario, ma Obbligatorio l’uso votare anche solo segno sul domiciliare negli ultimi 14 giorni. nell’integrazione a valle dei prodotti che la nocontrassegno di una una preferenza, Non ci sarà misurazione della stra storia ha reso apprezzati. della mascherina di tali liste, con o senza indicare la temperatura corporea durante Le parrocchie sono tra i principali contenie l’igienizzazione senza preferenze. Si lista o il candidato l’accesso ai seggi. Per accedere ai tori e “motori” di socialità e di formazione può votare a favore Presidente. In tal seggi elettorali è obbligatorio anche ai valori civici. Si impegnerà a sostesolo di una lista caso il voto è l’uso della mascherina da parte di nerle e a corrispondere delle risorse? provinciale, tracciando un segno assegnato al candidato, alla lista tutti. L’elettore dovrà procedere Non so se dal punto di vista del bilancio sia sul relativo contrassegno. In tal cui appartiene il candidato e al alla igienizzazione delle mani possibile. Riconosco però che le parrocchie socaso il voto si intende espresso candidato Presidente collegato a all’ingresso, dopo l’identificazione no il tessuto sociale più forte presente sul teranche a favore del candidato tale lista. L’elettore può esprimere e prima di ricevere la scheda e la ritorio e dunque va tutelato in qualche mapresidente della Giunta regionale 1 o 2 voti di preferenza. Nel caso matita, e ancora, completate le niera, anche aiutando a ripensarsi la comua essa collegato. Si può votare per di 2 preferenze, devono essere di operazioni di voto. (G.M.) nità cristiana.

Due giorni per esprimere la propria scelta D

omenica 20 settembre, dalle 7 alle 23, e lunedì 21 settembre, dalle 7 alle 15, si vota per il rinnovo del Consiglio regionale del Veneto e l’elezione del Presidente della Giunta regionale. Alla coalizione collegata al candidato Presidente eletto spetta il 60% dei seggi, quindi 29 seggi, se la coalizione ha ottenuto almeno il 40% dei voti validi conseguiti da tutte le coalizioni; spetta invece il 55% dei seggi, quindi 27 seggi, se la coalizione ha ottenuto meno del 40% dei voti validi conseguiti da tutte le coalizioni. Cinque le modalità per esprimere il proprio voto. Si può votare solo per il candidato presidente, tracciando un segno sul nome e/o sul contrassegno a fianco del nome. In tal caso, il voto si intende espresso anche a favore della


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PRIMO PIANO

L’emergenza

Domenica 13 Settembre 2020 Corriere del Veneto

sanitaria

Lanzarin: «Accordo in arrivo, coinvolge anche i pediatri del territorio». Alla vigilia delle elezioni test rapido per presidenti e scrutatori dei seggi

LA RIPARTENZA

Itamponilifannopureimedicidibase EZaiapremeperlaquarantenabreve Medici di famiglia (sono 3200) e pediatri di libera scelta (555) si preparano a eseguire i loro primi tamponi (rapidi) rileva-Covid 19 su pazienti con sintomi sospetti. E’ l’accordo al quale sta lavorando la Regione insieme alle due categorie, con il duplice scopo di consentire loro di completare la diagnosi senza dover inviare l’utente in ospedale e anche di alleggerire un po’ le Usl, ora complessivamente impegnate in 15mila tamponi al giorno (dal 21 febbraio sono 1.703.418, più 1.360.000 test rapidi). «Ci siamo incontrati a inizio settimana, venerdì abbiamo ricevuto le osservazioni dei medici e domani conto di arrivare ad un accordo sulle modalità organizzative dell’operazione — conferma Manuela Lanzarin, assessore a Sanità e Sociale —. Noi siamo disponibili a fornire gratuitamente una certa quantità di tamponi rapidi, che magari i dottori potrebbero iniziare a somministrare agli operatori scolastici loro pazienti, per poi estenderli a tutti gli utenti con sintomi sospetti». «In effetti non ha senso inviare un paziente con la febbre in ospedale per il tampone quando può farlo dal proprio medico — riflette il governatore Luca Zaia —. E così evita il rischio di contrarre il coronavirus proprio in coda, in mezzo a tante altre persone». «Stiamo ragionando sulla quantità di tamponi come dotazione di base — dice Domenico Crisarà, segretario regionale della Fimmg (medici di famiglia) — si potrebbe partire con un cenVENEZIA

tinaio a testa. Starà poi a noi decidere se effettuarli in studio o a casa del malato. Devono diventare uno degli strumenti a nostra disposizione, come il kit per la glicemia». L’altra novità riguarda la possibilità di dimezzare la quarantena da 14 a 7 giorni, sull’esempio della Francia. Opzione già criticata dal professor Andrea Crisanti, a capo della Microbiologia di Padova, secondo il quale si rischia di perdere una parte di infetti, lasciandoli liberi di contagiare altre persone. «Si è visto che la malattia si manifesta a 5-6

giorni dal contatto con il coronavirus — obietta Zaia — e allora non serve tenere a casa la gente due settimane. Le Regioni ne stanno discutendo con il ministero della Salute, cui spetta l’ultima parola, ma noi stiamo premendo perché si introduca la modifica». Tutto ciò a 24 ore dall’inizio delle scuole, che appena aperte dovranno poi richiudere per le elezioni. «Confidiamo che l’interruzione duri solo i prossimi 21 e 22 settembre e che già il 23 le lezioni possano riprendere», dice Zaia, che poi annuncia: «Gli scrutatori, i presidenti e

tutti coloro che lavoreranno nei seggi elettorali possono andare negli ambulatori ad accesso rapido attivati dalle Usl per sottoporsi al tampone rapido senza prenotazione». E a proposito di scuola, pur sottolineando che è competenza statale fatta eccezione per la scelta dell’inizio e l’applicazione del Piano di sanità pubblica, demandate alle Regioni, il presidente col suo staff chiarisce i dubbi delle famiglie. «Prima di tutto la mascherina — illustra la dottoressa Francesca Russo, direttore della Prevenzione regionale — gli

studenti dai 6 anni in su devono indossarla durante gli spostamenti, per esempio per andare in mensa o in palestra, e quando non possono osservare il metro di distanza, magari durante incontri o assemblee. Se stanno fermi al posto, la tolgono. In caso di sintomi sospetti, l’alunno viene isolato in una stanza in attesa dei genitori e affidato al proprio medico. Noi consigliamo il tampone rapido, se positivo verranno messi in isolamento e sottoposti a test anche compagni di classe, insegnanti e personale non docente venuti a contatto

con lo studente colpito dal virus. La tracciabilità immediata è fondamentale». E al Nido? «E’ impossibile far rispettare la distanza sociale ai bambini, però gli educatori devono tenere sempre la mascherina — precisa Russo —. Ogni maestra ha il proprio gruppo e i gruppi devono essere sempre rintracciabili. I giocattoli da usare sono quelli dell’asilo, da sanificare continuamente, mentre quelli portati da casa non vanno scambiati tra piccoli: ognuno tenga i propri». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA

ILa prevenzjone Medici di famiglia e pediatri di libera scelta dalla prossima settimana potrebbero iniziare anche loro a fare i tamponi rapidi, forniti gratuitamente dalla Regione

Le storie, i volti, le aspettative

L’insegnante e il ricordo del marito ucciso dal virus Chi è

● Alessandra Visentin, 48 anni, è docente di Italiano e Latino al liceo «Giuseppe Berto» di Mogliano Veneto. Suo marito Davide Frisoli, preside in due licei di Venezia, è morto dopo aver contratto il Covid

VENEZIA La veneziana Alessandra Visentin, 48

anni, insegna Italiano e Latino al liceo Berto di Mogliano Veneto. È la moglie di Davide Frisoli, il preside dei licei «BenedettiTommaseo» di Venezia e «Bruno Franchetti di Mestre, ucciso dal coronavirus ad aprile. «Non ho mai interrotto la didattica, neppure nei giorni successivi alla morte di mio marito. Il lavoro mi ha aiutato a mantenere vivo e a onorare il ricordo di Davide, che nella Scuola ha sempre creduto. Mi aiuterà anche da lunedì», racconta. Studenti e professori si ritroveranno di nuovo, finalmente, in aula... «Non ho paura, se è questo che vuole sapere. Sono convinta che nelle scuole sia stato fatto tutto il possibile per garantire una ripresa in sicurezza. Ora però servono responsabilità e impegno da parte di tutti: insegnanti, studenti e genitori devono rispettare le regole. Solo così si ridurrà al minimo il rischio di nuovi contagi». Anche tra i suoi colleghi, c’è chi dice sarebbe stato più sicuro procedere con la didattica a distanza. Che ne pensa? «La scuola non è solo nozionismo, è soprattutto fatta di relazioni umane. I ragazzi hanno vissuto in modo drammatico l’allontanamento dalle classi. È ora di ritrovarci». Andrea Priante © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo studente che promette La «sentinella» nelle aule di non levare la mascherina per evitare nuovi focolai TREVISO Carlo Garzara è uno dei rappresentanti dell’associazione Rete Studenti Medi e questo, per lui, sarà l’anno della Maturità. «Mi diplomerò all’istituto alberghiero “Alberini” di Treviso: voglio diventare uno chef». Sarà un anno speciale sotto diversi punti di vista... «Lo è stato anche il precedente, con la didattica a distanza che all’inizio sembrava ● Carlo funzionare maluccio ma che poi, con Garzara, l’impegno di tutti, è andata piuttosto bene. È vent’anni, è stata un’esperienza nuova, anche se mi rappresentante mancavano i compagni e le uscite con gli per la provincia amici». di Treviso Rete Cosa si aspetta che accadrà, ora che Studenti Medi. torna a scuola? Frequenta «Il numero dei contagi continua a salire e l’istituto in tanti parlano del rischio di un nuovo alberghiero lockdown. Credo avrebbero fatto meglio a «Alberini» di non abbandonare la strada della didattica a Treviso e distanza, magari alternando lezioni via quest’anno webcam a mattinate di presenza a scuola... È affronterà gli stata persa una buona occasione». esami di Teme di ammalarsi? Maturità «Sono preoccupato, come tutti. Ma non è tanto la paura di ammalarmi, piuttosto di portare il virus a casa e di contagiare i miei familiari. Per questo ho preso una decisione: indosserò sempre la mascherina, anche quando sarò seduto al mio banco». (a.pri.)

Chi è

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Chi è

● Lorena Bruscaggin insegna Matematica e Inglese all’istituto comprensivo di Lozzo Atestino, che comprende anche le scuole di Vo’ Euganeo. È il capo delle «sentinelle» anti-Covid attivate a scuola

VO’ (PADOVA) Oltre a insegnare matematica e

inglese, Lorena Bruscaggin è il capo delle «sentinelle anti-Covid» attive all’istituto comprensivo di Lozzo Atestino, al quale fanno riferimento anche le scuole di Vo’ Euganeo, la cittadina da cui partì il primo focolaio di coronavirus. Cosa sono le «sentinelle»? «Ogni scuola ha dovuto individuare dei referenti-Covid, in pratica del personale che è stato appositamente formato per affrontare l’eventualità che qualche studente presenti sintomi compatibili con il virus. Io coordino una ventina di “sentinelle” sparse nei nove plessi che fanno capo all’istituto comprensivo». Quale sarà il vostro compito? «Accertarsi che, se un alunno dovesse presentare dei sintomi, scatti il protocollo previsto in questi casi: avvertire i genitori che verranno a prendere lo studente il quale, in attesa della mamma, deve restare nell’aula-Covid. Poi occorre assicurarsi che l’iter venga rispettato anche dalla famiglia, che dovrà accompagnare il figlio da un medico e farlo visitare. Si può tornare a scuola solo con il certificato». Preoccupata? «Certo, un po’ di preoccupazione è inevitabile: non possiamo sapere cosa ci aspetta». (a.pri.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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DOMENICA 13 SETTEMBRE 2020 LA TRIBUNA

PRIMO PIANO

Coronavirus: il fronte sanitario il report

Cento positivi negli ospedali Quarantena per 7.877 VENEZIA

ALB.SAL.

Cento pazienti positivi ricoverati nei reparti di pneumologia e malattie infettive degli ospedali del Veneto. Continua a salire il numero dei ricoveri per Covid nella nostra regione. Ieri ne sono stati registrati altri otto, di cui uno in terapia intensiva, che porta a dodici il totale dei ricoverati nei reparti di rianimazione. Cifre a cui aggiungere i cento che, appunto, si trovano in area non critica, gli undici nell'ospedale di comunità di Vittorio Veneto e uno al centro Nazareth di Mestre. Una crescita che va di pari passo con l'espansione del contagio. Ieri sono stati contati 133 nuovi casi, di cui 23 nel Trevigiano, 19 nel Veneziano, 18 nel Padovano e sei nel Bellunese. Mentre sono 2.956 le persone attualmente positive, di cui quasi un terzo (932) nella Marca. Subisce un aggiustamento al rialzo, purtroppo, anche il dato relativo ai decessi: ieri ne è stato contato uno nel Padovano, che porta a 2.141 il totale delle persone sconfitte dal virus nella nostra regione dall'inizio della pandemia. Ancora, sono 7.877 i soggetti che si trovano in isolamento preventivo. Di questi, 2.036 sono positivi al Covid e 181 sintomatici; 2.078 sono le persone rientrate da un viaggio, mentre 3.315 sono soggetti entrati in contatto con un contagiato. Il numero più alto degli isolamenti riguarda la provincia di Verona (1.950), seguita da quelle di Treviso (1.416) e di Venezia (1.367). Cifre, dunque, che segnano un lento, ma progressivo aumento dei contagi. Con il banco di prova più importante, da lunedì: l'inizio della scuola (in presenza) e, quindi, il rientro in aula di oltre 500 mila studenti in tutta la regione. —

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«Stiamo adottando un protocollo molto articolato e piuttosto rigido: misurazione della temperatura all’ingresso e all’uscita, accessi scaglionati, tracciamento, distanziamento e gruppi “bolla” fissi. Dopo l’accertamento del contagio, la scuola è stata sottoposta a una sanificazione straordinaria.

dro più complesso che riguarda tutto il territorio veneziano, dove sono 1.367 le persone “costrette a casa”. Di queste, 288 sono positive, 499 di rientro da un viaggio e 551 sono entrate in contatto con un contagiato. Cifre che, a loro volta, accompagnano l’aumento dei casi nel Veneziano: 19 quelli registrati ieri, che portano a 410 i casi attuali. Quanto ai ricoveri, le cifre rimangono stabili: 25 persone si trovano nei reparti di pneumologia e malattie infettive degli ospedali di Dolo, Mestre e Venezia. Solo uno, invece, il paziente in terapia intensiva: si trova nel Covid hospital di Dolo. Cifre a cui aggiungere un ricovero al centro Nazaret di Mestre.—

Lavori di preparazione di un’aula scolastica nell’immenza dell’avvio, domani, del nuovo anno didattico

Medici di base e pediatri pronti per i tamponi rapidi Zaia: «Riaprono le scuole, test importante ma va evitato un nuovo lockdown» Anche l’Italia valuta se dimezzare il periodo di quarantena come la Francia VENEZIA

Lunedì finalmente apre la scuola, a Vo’ arriva il presidente della Repubblica Mattarella e Zaia si fa interprete dell’«inquietudine delle famiglie». Subissato di domande, il presidente del Veneto ci tiene a dire che lui «non ha nessuna competenza» se non quella dei controlli sanitari. Che ieri sono stati organizzati al termine di una lunga riunione con i dg delle Usl cui ha partecipato anche Francesca Russo, che guida la macchina della Prevenzione del Veneto. L’assessore Manuela Lanzarin ha anticipato una grande novità: i medici di base e i pediatri sono pronti ad effettuare i tamponi rapidi nei loro ambulatori, senza intasare così i pronto soccorso e i reparti ad hoc nei distretti di base. L’obiettivo è coprire tutta la popo-

lazione, traguardo che non sembra impossibile: i “veri” tamponi, quelli voluti dal professor Andrea Crisanti, sono a quota 1.703.418 cui vanno sommati 1.360.000 test rapidi. Tirate le somme siamo a tre milioni di persone monitorate, con grande attenzione al personale sanitario degli ospedali e delle case di riposo. Resta un solo interrogativo: i 90 mila studenti si possono sottoporre al tampone? E con quale periodicità? Zaia è convinto che il vero screening di massa si possa fare quando il test della saliva verrà convalidato, dopo il periodo di prova avviato dall’università di Padova. C’è un dato su cui riflettere: il 94% dei positivi al Covid è asintomatico. Non ha febbre, tosse, dolori muscolari e difficoltà respiratorie. Insomma, non bisogna abbassare la guardia ma nemmeno invoca-

re un nuovo lockdown, come stanno facendo in Israele. «Con la riapertura delle scuole inizia una nuova fase, molto complicata, di convivenza con il virus, ma in caso di contagi bisognerà fare come ad esempio sta avvenendo in Francia: si circoscrive il focolaio e si chiude quel plesso scolastico. Pensare ad un nuovo lockdown generale decisamente no», spiega il presidente del Veneto nel suo tgweb a Marghera. E la “quarantena” potrà mai essere dimezzata, proprio come in Francia? Zaia spiega che a Roma il dibattito è stato avviato e il ministero della Sanità deciderà in tempi rapidi ma la questione è più che mai aperta. E la scuola? Vale sempre la premessa di Zaia: «Sulla scuola ci arrivano molte sollecitazioni dai cittadini, ma vorrei chiarire che non siamo

il caso

Bambino dell’asilo contagiato Portogruaro, 36 in isolamento VENEZIA

Il timore più grande di genitori e insegnanti, in vista dell’avvio dell’anno scolastico, si è concretizzato. Si è verificato nella scuola per l’infanzia paritaria Gesù bambino di Portogruaro, nel quartiere di San Nicolò, il primo contagio tra gli studenti nella provincia di Venezia. Un contagio che anticipa persino la riapertura ufficiale delle scuole, in programma do-

mani; apertura anticipata nei giorni scorsi dall'avvio dell'anno scolastico negli istituti paritari. Ed è proprio in uno di questi che si è verificato il caso, pur se di origine familiare. A diffondere la notizia è stato ieri il governatore veneto Zaia. Il bambino ha appena due anni e mezzo, è inserito nel gruppo dei "piccoli", ed è risultato positivo venerdì, probabilmente contagiato da un parente. Avendo qualche linea di feb-

bre, non andava a scuola da martedì; sottoposto al tampone, è risultato positivo. «Siamo stati contattati dall’Usl 4 venerdì mattina, durante l’orario scolastico. Subito ho provveduto a informare le maestre del bambino e le famiglie dei suoi compagni di classe. Ma ormai erano rientrati a casa praticamente tutti» spiega Martina Zaccariotto, coordinatrice didattica e responsabile Covid dell’istituto. «Tra ieri e oggi (ie-

MANAGER FRANCESCA RUSSO ALLA GUIDA DEL SETTORE PREVENZIONE DELLA REGIONE VENETO

Russo (Prevenzione della Regione Veneto) sul coordinamento tra scuole e Usl «Tracciati tutti i contatti dei positivi» ri e l’altro ieri, ndr) sono stati sottoposti a tampone le due insegnanti, i 17 compagni di classe (tutti tra i due anni e mezzo e i tre) e i genitori - uno per ciascun bambino - che avevano accompagnato i figli durante i primi due giorni di accoglienza». Per un totale, quindi, di ulteriori 36 persone, tutte in attesa degli esiti. «Stando alle ultime comunicazioni, dovranno rimanere in quarantena fino al 22 settembre, ma è possibile che, se i tamponi dovessero dare esito negativo, i tempi saranno accorciati» precisa Zaccariotto. Il Gesù bambino accoglie 84 piccoli, divisi in quattro sezioni, e cinque insegnanti. Per i bimbi e i maestri non sottoposti a quarantena, le aule riapriranno regolarmente domani.

in regime di autonomia, e non è gestita da noi. Non abbiamo alcuna competenza su programmazione di studio e docenti, abbiamo competenze zero. Noi come Regione abbiamo solo il compito di fare il calendario, garantendo un minimo di giorni di lezione. Quest’anno, in tempi non sospetti, abbiamo deciso, come molte altre regioni, di aprire il 14 settembre». La linea operativa l’ha spiegata Francesca Russo. In ogni scuola c’è un referente Covid che tiene i contatti con i medici delle Usl. Cosa succede se un bimbo ha la febbre? Tranquilli, non finisce in ospedale con la quarantena. Si chiamano i genitori che vanno dal pediatra per decidere la profilassi. Solo con l’esito del tampone molecolare positivo verrà avviato lo screening a tutta la classe per cerchi concentrici. Ciò che conta è poter tracciare sempre tutti i contatti dentro e fuori la scuola. Capitolo mascherine: si usano solo negli spostamenti, quando il bimbo va in bagno e durante la ricreazione. Ultimo flash sui giocattoli nei nidi. Si usano solo quelli della scuola che sono disinfettati, l’orsacchiotto da casa non va scambiato ma coccolato in solitudine. —

Costretti a casa 17 piccoli compagni 17 genitori e due educatrici Abbiamo rispettato tutte le prescrizioni necessarie» tiene a precisare la coordinatrice dell'istituto. I 36 nuovi isolamenti si inseriscono nel qua-

LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA


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