RASSEGNA STAMPA DEL 14 NOVEMBRE

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08-NOV-2020 Estratto da pag. 35

ARTICOLO NON CEDIBILE AD ALTRI AD USO ESCLUSIVO DI MINISTERO DELL'INTERNO

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15-NOV-2020 Estratto da pag. 44

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15-NOV-2020 Estratto da pag. 42

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da pag. 1-17 Quotidiano nazionale

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11-NOV-2020 Estratto da pag. 46

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08-NOV-2020 Estratto da pag. 64

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08-NOV-2020 Estratto da pag. 1-18

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08-NOV-2020 Estratto da pag. 58

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13-NOV-2020 Estratto da pag. 1-42

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13-NOV-2020 Estratto da pag. 1-42

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13-NOV-2020 Estratto da pag. 1-42

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13-NOV-2020 Estratto da pag. 1-42

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da pag. 1-17 Quotidiano nazionale

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14-NOV-2020 Estratto da pag. 1-14

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3043

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14-NOV-2020 Estratto da pag. 25

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15-NOV-2020 Estratto da pag. 60

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15-NOV-2020 Estratto da pag. 60

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da pag. 14 Quotidiano nazionale

Direttore: Alessandro Sallusti

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da pag. 1-9 Quotidiano nazionale

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da pag. 1-7 Quotidiano nazionale

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da pag. 3 Quotidiano nazionale

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da pag. 1-8 Quotidiano nazionale

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da pag. 1-3 Quotidiano nazionale

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11-NOV-2020 Estratto da pag. 17

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3043

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da pag. 18 Quotidiano nazionale

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14-NOV-2020


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da pag. 1-8 Quotidiano nazionale

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da pag. 1-2 Quotidiano nazionale

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14-NOV-2020


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da pag. 11 Quotidiano nazionale

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da pag. 1-6 Quotidiano nazionale

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14-NOV-2020


IV

Primo Piano

Sabato 14 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Il virus, le regole

Centri storici e spiagge, stretta su chi sgarra Oggi test ai mercati Operativo il provvedimento restrittivo della Regione Ordinanza del sindaco sulle bancarelle: ecco cosa prevede `

IL PUNTO VENEZIA Pattuglie interforze dedicate ai controlli anti-Covid con l’indicazione di usare il pugno di ferro per evitare che la situazione possa aggravarsi e una certa morbidezza lasci spazio a ritorni di assembramenti. Con un’unica indicazione a illuminare la via da seguire: essere il più inflessibili possibile. E poi l’aumento di agenti sul territorio nei fine settimana. A partire da ieri - primo giorno della nuova ordinanza restrittiva firmata dal presidente del Veneto, Luca Zaia - a Venezia e in tutta l’area della città metropolitana sono scese in strada pattuglie anti-Covid. Squadre miste, composte da agenti della polizia di Stato, polizia locale, carabinieri e guardia di finanza con l’indicazione di stare attenti soprattutto alle zone cittadine di maggior assembramento: piazza Ferretto a Mestre, il centro storico di Venezia e dei Comuni, il litorale (Jesolo, Caorle, Bibione, Sottomarina), la settimana scorsa preso d’assalto. Le pattuglie in servizio anti-Covid faranno da supporto alle pattuglie delle varie forze dell’ordine già impegnate nel lavoro di presidio del territorio. Ma adesso l’attenzione si alza e la maglia dei controlli sarà ancora più stretta, diventando ancora più rigida nei fine settimana. I primi controlli si sono svolti

ieri quando gli agenti della polizia locale hanno verificato che le macchinette slot delle tabaccherie del centro storico veneziano fossero spente: tutto è risultato nella norma. E oggi si parte con uno dei punti più stretti dell’ordinanza della Regione Veneto: lo svolgimento dei mercati cittadini e rionali. Da Mestre al Lido, sono ora questi gli osservati speciali per il rischio assembramenti.

PERIMETRAZIONE Perimetrazione dell’area, presenza di un varco di accesso separato da quello di uscita, sorveglianza pubblica o privata che verifichi gli ingressi, il rispetto del distanziamento interpersonale e il divieto di assembramento. Sono i cinque capisaldi dell’ordinanza che il sindaco Luigi Brugnaro ha firmato ieri ed è in vigore da stamattina alle 5, per consentire lo svolgimento dei mercati, all’aperto o al chiuso, presenti sul territorio comunale (una trentina in tutto). All’aperto, Marghera oggi è il primo banco di prova. Il

VARCHI D’ACCESSO SEPARATI DA QUELLI DI USCITA E MASSIMA OSSERVANZA DEL DISTANZIAMENTO

sindaco ha provveduto sulla base dell’ordinanza dell’altro giorno del presidente della Regione Luca Zaia che fino al giorno 22 – poi si vedrà cosa succederà – vieta l’esercizio delle attività di commercio nella forma del mercato, su area pubblica o privata, se non nei Comuni in cui il primo cittadino adotti un apposito piano che preveda le condizioni minimali per contrastare il rischio di contagio da Covid. La Polizia locale, la Direzione dei Servizi al cittadino e alle imprese e la Protezione civile ieri hanno eseguito alcuni sopralluoghi, a partire dal mercato fisso di via Fapanni dove nei giorni scorsi si era creato qualche affollamento, ma su cui il Comune è prontamente intervenuto, e stanno definendo nel dettaglio il lavoro e i controlli da eseguire. L’ordinanza introduce di fatto un decalogo di regole da osservare, “tenendo conto del rilievo sociale e di servizio che l’attività svolge nell’ambito della comunità veneziana”. Anzitutto l’area di mercato va delimitata con transenne o nastri, per identificarla e per riconoscere l’entrata e l’uscita; possono essere previste altre uscite d’emergenza, purché siano presidiate. Nei pressi dell’entrata dev’essere predisposta una zona di rispetto esterna dove si possa creare la coda delle persone che aspettano di entrare, nel rispetto della massima capienza ammessa all’interno e del distanziamen-

I mercati nel Comune di Venezia 2019

MERCATO Mercato giornaliero Marghera Mercato giornaliero Mestre San Michele Mercato giornaliero piazzetta S. Francesco Mercato ittico di Rialto Mercato Marghera del martedì Mercato Marghera del sabato Mercato ortofrutticolo Ralto Mercato settimanale del Lido Mercato settimanale di Chirignago - lunedì Mercato settimanale di Favaro Mercato settimanale di Rio Cimetto Mercato settimanale di Sacca Fisola Mercato settimanale di Zelarino - lunedì Mercato settimanale Parco Ponci - mercoledì Mercato settimanale Parco Ponci - venerdì Mercato turistico dell'area marciana e Riva degli Schiavoni Mercato turistico di Rialto Mercato turistico giornaliero di Piazzale Roma Mercato turistico giornaliero di Rio Terrà dei Sabbioni Nuovo mercato del Tronchetto Nuovo mercato giornaliero di Via Garibaldi Nuovo mercato ortofrutticolo di Rio Terà San Leonardo Mercato del contadino Venezia

MARGHERA – Piazza del Municipio

Mercato del contadino al Lido

LIDO - Area Mercatino delle Quattro Fontane

Giorni e orario

quotidiana

MESTRE - Piazzetta San Francesco

* 9.00 - 20.00 * 8.00 - 20.00 quotidiana dal lunedì a sabato quotidiana *

VENEZIA – Rialto loggia grande

quotidiana

7.00 – 14.00

MARGHERA – Piazza Municipio

ogni martedì

7.00 – 13.00

MARGHERA – Piazza Municipio

ogni sabato

7.00 – 13.00

MESTRE – Via Fapanni

VENEZIA – Campo de la Pescaria LIDO – Riviera di Corinto CHIRIGNAGO – Piazza San Giorgio FAVARO

quotidiana

7.00 - 20.00

ogni martedì

7.00 – 13.00

ogni lunedì

7.00 – 13.00

ogni giovedì

7.00 – 13.00

CHIRIGNAGO – via Rio Cimetto

ogni giovedì

7.00 – 13.00

GIUDECCA – Isola di Sacca Fisola

ogni venerdì

7.00 – 14.00

ogni lunedì

7.00 – 13.00

ogni mercoledì

7.00 – 13.00

ogni venerdì

7.00 – 13.00

quotidiano

7.00 - 20.00

quotidiano

7.00 - 20.00

quotidiano

7.00 - 20.00

VENEZIA – Rio terà dei Sabbioni

quotidiano

7.00 - 20.00

VENEZIA - Isola del Tronchetto

quotidiano

7.00 - 20.00

VENEZIA – via Garibaldi

quotidiano

7.00 - 14.00

VENEZIA – Rio Terà San Leonardo

quotidiano

7.00 - 20.00

Lunedì

8.00 - 13.00

Venerdì

8.00 - 13.00

ZELARINO – via Modigliani MESTRE – Piazzale di Porta Altinate via Fapanni, Piazzetta Coin, via San Girolamo, via giardino MESTRE – Piazzale di Porta Altinate via Fapanni, Piazzetta Coin, via San Girolamo, via giardino VENEZIA – Giardinetti ex Reali, p.zza e p.tta San Marco, Riva degli Schiavoni VENEZIA – Campo Bella Vienna, Salizada San Pio X e Calle Larga Mazzini VENEZIA – Piazzale Roma

VENEZIA - Santa Marta, Calle Longhi (area pontile)

Mercato del contadino a Mestre MESTRE, Riviera XX Settembre Mercato del contadino CHIRIGNAGO - Piazza San Giorgio Chirignago Mercatino del biologico VENEZIA, Santa Croce, Rio Terà dei Pensieri Mercatino del biologico

Cadenza

Giovedì

8.00 - 13.00

Giovedì

8.00 - 13.00

Lunedì e giovedì

7.00 – 16.00

sabato

7.00 – 16.00

MESTRE, Riviera XX Settembre

* Seguono gli orari del commercio in sede fissa

to fisico di almeno un metro. Chi entra al mercato deve indossare la mascherina, i guanti o deve igienizzare le mani: se la persona ne è sprovvista, i presidi vengono comunque forniti sul posto. Quest’ultima prescrizione vale anche per gli operatori commerciali che devono attivarsi per evitare assembramenti e nel caso avvisare la Polizia locale: a questo fine, prima dell’inizio delle operazioni di vendita, dovranno apporre a terra un’apposita segnaletica per tenere i clienti distanziati tra di loro e dal banco. Il numero massimo di persone che possono accedere in contemporanea al mercato è pari al numero di metri lineari del fronte di vendita dei singoli posteggi. Tuttavia, può entrare solo un componente per famiglia, salvo che accompagni una perso-

na fragile o un minore di 14 anni. Il controllo degli accessi spetta agli operatori del mercato o componenti delle associazioni di categoria cui fanno riferimento, ma in sede di prima applicazione, nell’attesa che si organizzino, a provvedere è la Polizia locale assieme alla Protezione civile, come capita oggi. Fuori da ogni uscita è disponibile un bidone di Veritas dove gettare i guanti, se sono

PUGNO DI FERRO NEI CONTROLLI SUL LITORALE PRESO D’ASSALTO LO SCORSO FINE SETTIMANA

L’Ego-Hub

stati utilizzati.

LE SANZIONI L’ordinanza sindacale prevede che il mancato rispetto delle prescrizioni del piano comporti la sospensione immediata dell’attività o addirittura dell’intera area, quale misura di presidio igienico-sanitario, da eseguirsi a cura della Polizia locale. La quale, alla fine di ogni mercato, deve redigere un’apposita relazione finalizzata a verificare il rispetto delle misure di precauzione nell’ambito di una costante attività di monitoraggio per segnalare eventuali criticità e valutare la permanenza delle condizioni di svolgimento dell’attività. Nicola Munaro Alvise Sperandio © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervista Francesco Vascellari, Protezione civile CONTROLLI VENEZIA La sorveglianza degli ac-

cessi e delle eventuali code è in prima battuta a cura e onere dei partecipanti al mercato e delle loro organizzazioni di categoria, che almeno sul piano teorico potrebbero avvalersi anche dell’aiuto di associazioni di volontariato tipo scout o membri delle forze dell’ordine in pensione. Un ruolo determinante, com’è già stato in primavera, lo ha la Protezione civile comunale, il cui responsabile Francesco Vascellari spiega come si articolerà il lavoro già a partire dal mercato di stamane a Marghera. Di cosa vi occuperete? «Avremo una ventina di volontari distribuiti al mercato di Marghera. Il nostro compito è di regolare gli accessi, controllare che si svolga tutto in maniera ordinata ed evitare gli assembramenti». Questo è il primo fine settimana con i centri commerciali chiusi. «Oggi gireremo con un paio di mezzi attrezzati col megafono, vicino alle strutture della

«Così faremo rispettare le norme ma serve la collaborazione di tutti» grande distribuzione, per avvertire la popolazione che i centri sono chiusi, fatte salve ovviamente le attività che hanno il permesso di lavorar. Se vedremo che ci sarà tanta gente nei parcheggi perché non al corrente della novità, effettueremo più giri e anche ci soffermeremo a dare informazioni personalizzate. Se, invece, la situazione risulterà tranquilla, ci limiteremo a qualche giro di ricognizione».

IL RUOLO DETERMINANTE DEL GRUPPO COMUNALE GIÀ AL LAVORO IERI NEL MERCATO COPERTO DI VIA FAPANNI

Sarete in campo anche nei prossimi giorni? «L’ordinanza del presidente della Regione è in vigore fino al 22, poi vedremo cosa succederà. Ci saremo certamente nei mercati settimanali cittadini più grandi, Mestre, Venezia, Marghera, Lido e Rialto, quest’ultimo nel fine settimana, almeno con un paio di squadre, cioè una decina di volontari». Ieri avete effettuato dei sopralluoghi. «Noi siamo a disposizione della Polizia locale e degli uffici comunali. Ieri abbiamo controllato il mercato al chiuso di via Fapanni, che è un’area ideale da organizzare». Il vostro prezioso contributo era arrivato anche in primavera. «Ora la situazione è cambiata, se non altro perché le misure riguardano tutte le categorie

merceologiche e la gente conosce bene le precauzioni da tenere. In quei mesi i dispositivi a disposizione erano anche minori di adesso». Com’era andata con la prima ondata? «Il servizio, talvolta, era stato faticoso. Purtroppo non di rado c’eravamo imbattuti nella maleducazione di alcune persone che non vogliono rispettare le misure precauzionali e quando glielo fai presente ti rimbrotta-

PROTEZIONE CIVILE Francesco Vascellari

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CON I MEGAFONI NEI PARCHEGGI DEI CENTRI COMMERCIALI PER AVVERTIRE LA GENTE CHE SONO CHIUSI NEL WEEKEND

no contro. È questione di responsabilità e di civiltà, basta poco a provocare un contagio». Si va verso il picco pandemico, che aspettative ha? «Stiamo a vedere. In primavera molti operatori avevano rinunciato a venire col loro banco, visto quello che stava succedendo. La frequentazione degli avventori, invece, non mi pare fosse diminuita. Navighiamo un po’ a vista. È importante che tutti facciano la propria parte affinché non ci siano rischi». Il piano dell’ordinanza del sindaco Brugnaro è molto chiaro. «Contiene le misure più opportune per il rispetto delle tre regole d’oro date per evitare i contagi: l’uso della mascherina, che copra correttamente sia la bocca che il naso; l’attenzione a rispettare il distanziamento fisico interpersonale di almeno un metro; il divieto di assembramenti che sono pericolosi. In un mercato, inoltre, è importante la pulizia generale: c’è la possibilità di utilizzare i guanti, in alternativa è bene igienizzare frequentemente le mani con una soluzione idroalcolica». A.Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 14 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: il rischio sanitario

Flor smentisce Crisanti: «Nessuno studio condotto in ospedale sui tamponi rapidi» Dal professore si dissociano i due medici citati come collaboratori: «È stato solo un approfondimento diagnostico» Elena Livieri / PADOVA

Uno studio che tale non è e due dei professionisti che vi avrebbero preso parte, che puntualizzano di essere stati coinvolti solo in un’attività di “approfondimento diagnostico”. Se il rigore della scienza trova nel metodo uno dei suoi pilastri, è proprio una questione di metodo che viene contestata dai vertici dell’Azienda ospedaliera al professor Andrea Crisanti, direttore dell’Unità di Microbiologia dell’Azienda Ospedale-Università di Padova. Lo studio è quello che Crisanti ha citato per provare – a sua detta – l’inattendibilità dei test antigenici rapidi che avrebbero un margine di errore del 30% sui negativi rilevati. Studio dei cui esiti il professore ha informato con una lettera del 21 ottobre il direttore dell’Azienda ospedaliera Luciano Flor, documento arrivato pari pari anche nelle mani del presidente del Veneto, Luca Zaia. Un iter che non è stato accompagnato dal silenzio di Crisanti in attesa di riscontri, bensì da allarmi piuttosto “urlati” sui rischi a cui si incorrerebbe continuando a utilizzare tali test. Da notare che proprio il Veneto è capofila di un gruppo di regioni per una gara da 149 milioni di euro per una fornitura di questi tamponi rapidi. IL METODO

Crisanti ha spiegato di aver sottoposto per un mese, dal 15 settembre al 16 ottobre,

screening

Ogni giorno processati 4mila test Nella foto grande il direttore dell’Azienda Ospedale-Università di Padova Luciano Flor mostra i tre tipi di tampone: rapido, molecolare e molecolare pediatrico. In alto, il professor Andrea Crisanti.

insieme agli Infettivi e al Pronto soccorso, 1.593 pazienti a doppio test. Prima quello rapido, poi quello molecolare. Risultato: ogni tre negativi rilevati dal test rapido si nascondeva un positivo, per altro con altissima carica virale. Possibile che una pubblica Amministrazione ignori uno studio scientifico che, dati alla mano, provi l’inattendibilità di un test utilizzato su ampia scala per rilevare i casi di contagio tra la popolazione nel bel mezzo

di una pandemia? «Lo studio non c’è» la ferma risposta del direttore generale Luciano Flor, «l’Azienda Ospedale-Università di Padova non ha mai approvato uno studio per verificare l’attendibilità dei test rapidi. Crisanti può aver fatto una ricerca di laboratorio, delle verifiche sulle provette, ma non uno studio scientifico. Il nostro ospedale ha una Unità, il Centro Ricerche cliniche, che riceve le proposte di studio, le valuta, verifica il ri-

spetto dei criteri e delle norme, chiede il parere del Comitato etico, avvalora e registra lo studio. E infine ne deve approvare le conclusioni. Ebbene, tutto questo riferito a uno studio sulla validità dei test rapidi non esiste da noi». Forma e sostanza, quando di studio scientifico si tratta, sono elementi ugualmente necessari. MEDICI DISSOCIATI

Ma c’è anche di più. I due primari che Crisanti cita come

collaboratori dello studio, avrebbero inviato una nota a Flor per precisare la loro posizione. «È vero» conferma Flor, «ho ricevuto una nota formale in cui il direttore del Pronto soccorso Vito Cianci e la direttrice di Malattie infettive Annamaria Cattelan si dissociano». I due medici sostengono che non sia mai stato avviato alcuno studio con le due Unità che dirigono e, del resto, è confermato che al Comitato etico aziendale lo stesso stu-

lanzarin replica ai medici di base

«Influenza, i vaccini ci sono Acquistate 1,3 milioni di dosi» VENEZIA

«Influenza: in estate abbiamo fatto una gara acquistando 1 milione 330 mila dosi di vaccini, quasi il doppio dell’anno scorso. 1.127.000 dosi sono già state distribuite alle Usl, ai distretti e quindi ai medici di famiglia. Stando alla nostra anagrafe, al 9 novembre erano state somministrate 620 mila dosi». È la risposta dell’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin, di fronte alle recriminazioni dei medici di base, che sostenevano di aver ricevuto il 30% in meno dei vaccini promessi. Calcolatrice alla mano, stando ai dati della regione, si tratterebbe invece del 15%, «in arrivo a dicembre» spiega Lanzarin. La questione è deflagrata giovedì, con l’e-mail inviata da

Loredana Gottardello, del dipartimento di prevenzione del Servizio d’igiene e sanità a padovano, a un medico di base della stessa Usl 6. Risposta alla richiesta di chiarimenti da parte del professionista sui vaccini promessi. Vaccini il cui arrivo era stato messo in dubbio in quella mail. «È una mail estrapolata dalla mia posta personale, non è una comunicazione ufficiale alla categoria» precisa Gottardello. La matassa rimane intricata. Da una parte c’è la Fimmg, che sostiene di attendere il 30% delle dosi di vaccini promesse. Dall’altra c’è la regione, che sostiene di avere inviato l’85% dei vaccini acquistati («Ma mi sono rivolta alle Usl per avere chiarimenti, perché i nostri numeri differiscono da

quelli emersi» precisa Lanzarin). Nel mezzo c’è appunto l’Usl 6 che, per voce di Ivana Simoncello, assicura di aver distribuito tutte le dosi ricevute. «L’adesione alla campagna di vaccinazione antinfluenzale è andata ben al di là di ogni aspettativa, cosa nota da settimane ai medici di base, più volte informati dell’attuale carenza di dosi vaccinali. Il loro coinvolgimento da parte del Dipartimento è avvenuto ad ogni fase della campagna: dalla pianificazione delle dosi richieste in fornitura regionale, alla distribuzione strategica delle scorte residue e delle forniture integrative in questi ultimi giorni». Continua Simoncello: «Il 27 ottobre il Dipartimento ha inviato una mail a tutti i medici

Code per il vaccino contro l’influenza a Treviso

di base per informarli del fatto che il vaccino disponibile non sarebbe stato sufficiente a soddisfare le loro richieste, per permettere loro di organizzare di conseguenza la propria attività. Questa settimana sono arrivate ulteriori scorte di vaccino, in distribuzione da lunedì, prioritariamente ai medici di base che ne hanno avute meno nella consegna precedente. A fine novembre arriverà un’ulteriore dotazione, che sarà distribuita a dicembre». Sicuramente non sarà sufficiente per l’intera platea degli

aventi diritto che ha deciso di farne richiesta. «Per questo il Governo ci sta proponendo un vaccino per i ragazzi fino ai 18 anni e ci siamo già detti interessati all’acquisto. E poi stiamo programmando l’acquisto di altre 3 mila dosi di un altro vaccino per le persone con quadri critici legati ad allergie». A rimanere escluse saranno le farmacie, che difficilmente otterranno le 68 mila dosi promesse in caso di “avanzi”. «Al momento c’è la disponibilità di 30 mila dosi, ma ci è stato chiesto di ricavarne in nu-

dio non sia mai stato presentato per l’autorizzazione. I risultati della ricerca di Crisanti non sarebbero nemmeno stati condivisi con i colleghi. Che hanno ulteriormente precisato come l’esecuzione del test antigenico rapido in parallelo al test molecolare sia avvenuta nell’ambito di un approfondimento diagnostico sulla base di criteri clinici e gestionali. Iniziativa contemplata nella nota ministeriale che invita a condividere i dati delle validazioni sui test rapidi. LA GUERRA DEI TAMPONI

Perché tutto questo polverone? Crisanti, deus ex machina del modello veneto di lotta al virus basato sul tracciamento dei contagi con i tamponi (molecolari), aveva messo in discussione da subito il test antigenico rapido che, secondo le indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità, deve essere utilizzato nei casi in cui sia necessario uno screening di massa: contagi a scuola, aeroporti, focolai in altre comunità. La regola, finora, prevedeva che a fronte dell’esito positivo del test rapido venisse effettuato anche il test molecolare. Ma, forte delle sue conclusioni, il professor Crisanti, nella lettera a Flor e Zaia dichiarava che il suo laboratorio di Microbiologia non avrebbe più refertato un test rapido negativo. Che è qualcosa di decisamente diverso dal condividere i dati di validazione come chiede il Ministero. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

mero maggiore» spiega Lanzarin, dopo un incontro con Federfarma. «È meno della metà di quanto ottenuto l’anno scorso. Significherebbe avere 15 dosi a farmacia. Troppo poco» taglia corto Andrea Bellon, presidente regionale di Federfarma. In questo scenario, si placa l’altro fronte della polemica: quello sui tamponi rapidi. A sollevare la questione erano stati i medici di base, privi di rassicurazioni sull’arrivo dei nuovi kit. A spegnere la polemica è lo stesso Zaia, che ha annunciato di fornire ulteriori 100 mila tamponi, da aggiungersi ai 64 mila già arrivati da Roma. «Ci serviranno per le prossime 4-5 settimane. Ieri, in un incontro con Arcuri, abbiamo avuto rassicurazioni sull’arrivo dei tamponi a gennaio» spiega Lanzarin, che allontana lo spettro di quanto avviene in altre regioni, dove il contact tracing è naufragato. «In Veneto i tamponi ci sono, non c’è alcun problema di fornitura». — LAURA BERLINGHIERI © RIPRODUZIONE RISERVATA


IV

Primo Piano

Sabato 14 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Coronavirus, gli effetti

Il Prato “blindato” e il primo blitz nelle piazze: oggi scatta l’ordinanza Ieri maxi-controllo delle forze dell’ordine e quattro multe, questa mattina rivoluzione al mercato con accessi presidiati `

LA SITUAZIONE PADOVA L’ordinanza regionale entra in vigore oggi, ma il prefetto Franceschelli non ha voluto perdere nemmeno un minuto. Già ieri pomeriggio è scattato all’improvviso un controllo congiunto nel cuore della città per verificare l’utilizzo delle mascherine e il rispetto delle distanze sui tavolini dei bar. Polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani: tutti assieme per un “antipasto” di quello che accadrà in modo ancor più massiccio in questo fine settimana. Alle due del pomeriggio, mentre il Comune studiava le migliori soluzioni per consentire l’apertura dei mercati, le forze dell’ordine si suddividevano piazze e locali lanciando implicitamente un messaggio ben preciso: ora è tempo di un giro di vite. Fino alle otto di sera sono state identificate 38 persone e sono scattate 4 multe da 400 euro a persone senza mascherina. I servizi, pianificati all’ultimo Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in prefettura e poi disposti con ordinanza del questore, hanno appurato che la stragrande maggioranza dei padovani rispettava le regole anti-Covid.

IL DOCUMENTO L’ordinanza firmata da Luca Zaia consente attività sportive, motorie e passeggiate ma attenzione: non nelle strade e nelle piazze del centro storico, dove si potrà andare solo per fare acquisti o per consumare nei locali (dalle ore 15 solamente seduti). Sono previste deroghe per chi in centro storico è residente, anche se il Comune di Padova non ha delimitato quest’area in modo chirurgico. Come sarà applicato il documento? Chi verrà multato e chi no? A rischiare, nel caso di

Padova, saranno soprattutto le persone provenienti da fuori Comune. Difficile giustificarsi davanti ad un controllo per un residente di Cittadella o Monselice fermato mentre cammina con la fidanzata sul Liston. Gli argini saranno monitorati ma rispetto agli affollamenti dello scorso marzo ci sono due condizioni differenti: la stagione più fredda e il fatto che questa volta sono aperti anche i parchi. Insomma, oggi la lente d’ingrandimento sarà puntato principalmente sul centro storico.

Per quanto riguarda i mercati, che dovranno essere transennati e con accessi contingentati, il Comune già l’altro ieri ha definito un piano per le piazze (dove saranno impiegati uomini di Aps e personale di una cooperativa) mentre ieri ha predisposto la nuova organizzazione in Prato

della Valle. «L’impegno è stato importante ma in tempi rapidi abbiamo messo in campo gli accorgimenti - spiega l’assessore al Commercio, Antonio Bressa Chi sabato andrà al mercato troverà cinque varchi d’accesso sorvegliati dalla Protezione Civile e tre uscite ben indicate. Eviteremo qualunque assembramento: ai cittadini chiedo di portare pazienza per l’accesso e agli operatori chiedo di continuare ad applicare le norme. Saranno impiegati in tutta la giornata una quarantina di addetti della Protezione civile dotati di Woki Toki e vigileremo affinché nell’area del mercato possa esserci sempre un metro di distanza tra le persone». I cinque accessi saranno su piazzale Rabin, via Belludi, via Umberto I, via Cavalletto e davanti allo Zairo.

GLI APPELLI

GLI APPELLI DI GIORDANI E DEL DOTTOR CRISARÁ: «NON È UN WEEKEND COME GLI ALTRI, SERVONO DELLE PICCOLE RINUNCE PER IL NOSTRO BENE»

IERI POMERIGGIO Polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani: un “antipasto” di quello che accadrà in modo ancor più massiccio da oggi

Ieri è stato anche il momento degli appelli. In primis quello del sindaco Sergio Giordani: «Serve la più assoluta attenzione ad evitare ogni occasione di contagio, ad evitare in senso totale assembramenti, a mantenere alta la guardia anche nella abitazioni private portando la mascherina se per necessità si incontrano persone estranee ai conviventi, a proteggere gli anziani e le categorie fragili con maniacale attenzione ed evitando di esporli a rischi. La situazione negli ospedali resta molto difficile pur nello sforzo enorme dei sanitari, sia-

mo davanti a un esame senza appello se falliamo. Faremo applicare l’ordinanza regionale con rigore e mi appello alle persone perché limitino al massimo gli spostamenti evitando di affollare le zone critiche». Si fa sentire anche il dottor Domenico Crisarà, titolare di un ambulatorio all’Arcella e segretario regionale della Fimmg (Federazione medici di medicina generale). «Si avvicina il fine settimana e con esso la legittima necessità, dopo una settimana di intenso impegno, di trascorrere un paio di giorni in serenità. Ma questo, e speriamo pochi altri, è un fine settimana particolare. Siamo in piena recrudescenza della diffusione del coronavirus e il sistema sanitario regionale, che ancora regge, è messo duramente alla prova e non solo nella componente ospedaliera. Anche i medici di famiglia sono sottoposti ad una pressione e ad un impegno che non ha precedenti neanche nella prima fase della pandemia e che rendono difficile l’assistenza in studio e a domicilio. Bisogna tener conto che oltre ai malati di Covid esistono moltissimi concittadini che presentano malattie più note ma anche più pericolose e che necessitano di quell’assistenza che già ridotta. Diminuire le occasioni di incontro e di aggregazione è, ancora per adesso, l’unico modo per fermare la diffusione del virus». Gabriele Pipia © RIPRODUZIONE RISERVATA

La protesta in strada dei centri sociali «No alla privatizzazione della sanità» IL PRESIDIO PADOVA Sono le quattro di pomeriggio quando una settantina di persone si raduna di fronte alla sede di Azienda Zero in Corso del Popolo. Per la maggior parte sono appartenenti al centro sociale Pedro ma ci sono anche Stefano Ferro, consigliere comunale di Coalizione civica, e alcuni esponenti di altri collettivi della regione. A vigilare 40 poliziotti e 20 carabinieri. «Non hanno fatto altro che tagliare il sistema sanitario – dicono i manifestanti – E 30 anni di politiche liberiste hanno prodotto Azienda zero, che rappresenta un sistema improntato sulla massima efficienza con il minimo utilizzo di risorse. Non esiste un’altra regione con un tale ac-

centramento della sanità e questo è ciò che ha voluto l’attuale governatore Luca Zaia. Azienda zero è un suo prodotto, una sua invenzione. Ma le cure sono un diritto di tutti, la sanità non può essere un’impresa». Alcuni manifestanti vestiti con delle tute bianche attaccano dei cartelli alla vetrata con scritto «I medici non sono tutelati» o «Meno 25 per cento di posti letto in te-

MILITANTI DEL PEDRO E DI ALTRE REALTÁ DAVANTI ALLA SEDE DI AZIENDA ZERO: C’É ANCHE IL CONSIGLIERE COMUNALE FERRO

rapia intensiva». Verso le 16.30 la sorpresa: «Ora andiamo in ospedale a ringraziare il personale sanitario e a portare loro la nostra solidarietà per tutto ciò che stanno vivendo». Via al corteo non autorizzato, quindi, con i poliziotti del Reparto mobile in tenuta antisommossa in testa e i carabinieri in coda. Da Corso del Popolo il gruppo passa per piazza Eremitani e in via Cassan cammina a fianco dei tavoli dove diversi giovani stanno prendendo un aperitivo anticipato. Poi la svolta su via Altinate, tra gli sguardi curiosi di passanti e negozianti che escono sulla soglia dei negozi per vedere questo corteo che grida «Il profitto ci fa ammalare». Una volta arrivati alla chiesa di Santa Sofia il corteo svolta a destra per entrare nel borgo e dopo aver percorso

via Cesare Battisti si ferma all’entrata dell’ospedale. Un piccolo gruppo entra con uno striscione, mentre gli altri attendono fuori: non è il caso di creare assembramenti in ospedale e si continua a ripetere di mantenere il distanziamento. «Solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori ospedalieri, mai più eroi. Reddito e cure per tutti» reca lo striscione che viene attaccato alla balaustra della passerella che conduce all’entrata del monoblocco, sopra il pronto soccorso. Un’altra manifestazione è prevista per questa sera. Dalle 19 in piazza Cavour ci sarà il movimento “Veneto Risorgi”, chiamato a raccolta dall’indipendentista Roberto Agirmo. Silvia Moranduzzo © RIPRODUZIONE RISERVATA

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IERI POMERIGGIO La protesta contro la gestione del sistema sanitario


III

Primo Piano

Sabato 14 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Quattro morti e 649 contagi I positivi sfiorano gli 11mila Ieri la protesta dei sindacati davanti all’ospedale: «Mancano gli operatori sanitari» Denunciata anche la scarsità di dispositivi. Zaia: «Non è vero, richieste soddisfatte» `

lità di riconoscere indennità specifiche a coloro che lavorano in prima linea. Non possiamo andare avanti solo con interventi a spot». Al sit-in hanno partecipato anche Alessandra Stivali della Cgil, Michele Roveron della Cisl e Stefano Tognazzo della Uil. «Il personale è stremato e deluso – ammette Luigi Spada, Uil –, i negazionisti venissero a vedere cosa vuol dire essere un infermiere o un paziente in un reparto Covid. Coloro che criticano e non rispettano le regole sono degli scellerati».

IL BILANCIO Quattro decessi legati al coronavirus e 649 nuovi contagi nel giro di 24 ore. Sono i numeri della pandemia in provincia di Padova, presentati nell’ultimo report di Azienda Zero. La conta delle vittime da febbraio a oggi arriva a 393. Ieri all’ospedale di Cittadella sono morti un 56enne di Brugine e un 76enne di Piazzola sul Brenta. Due le vittime della casa di riposo Villa Breda di Campo San Martino, due donne di 92 e 90 anni. I positivi al tampone raggiungono quota 10.932, mentre nel padovano si trovano in isolamento domiciliare 1.951 persone. Il numero dei ricoverati nella rete ospedaliera padovana rimane stabile a 378, come nella rilevazione precedente. Di questi, 50 sono in condizioni critiche in rianimazione. La pressione maggiore si sente in Azienda ospedaliera, che ha in carico 140 degenze a Malattie infettive e 17 a terapia intensiva.

LA LETTERA

LA MANIFESTAZIONE

quale tutti gli zii sono molto affezionati. «Don Luca Gallocchio, il nostro parroco ha fatto un pellegrinaggio a piedi fino al Santo per chiedere il dono della guari-

gione per tutti gli ammalati del paese, in particolare per i nostri tre fratelli». Proprio con Anna vivono nella casa di via Buffa i due fratelli che sono tuttora ricoverati a Piove di Sacco. Sono una ottantina intanto gli affetti da Coronavirus a Brugine. «Siamo vicini ai familiari di Claudio, con rispetto, in questo difficile momento - afferma il sindaco Michele Giraldo - per il bene di tutti continuiamo a rispettare le regole». Nicola Benvenuti © RIPRODUZIONE RISERVATA

TRAGICO ELENCO Continua ad aumentare il numero delle vittime nella seconda ondata di Coronavirus. Tre le persone decedute ieri nell’Alta Padovana, due erano in casa di riposo

preghiera di suffragio mentre martedì alle 15 saranno celebrate le esequie. Poi la salma sarà cremata. Aggujaro sarà sepolto nel cimitero della frazione. I familiari sono straziati dal dolore. Nessuno di loro probabilmente potrà essere presente all’ultimo saluto. «Alcuni di noi sono risultati positivi e siamo in attesa del secondo tampone, altri sono risultati positivi al primo e non ci potranno certamente essere», spiega il figlio Denis.

SERGIO AGGUJARO AVEVA 76 ANNI LO STRAZIO DEI FAMILIARI: «SIAMO POSITIVI, NON POSSIAMO DARGLI L’ULTIMO SALUTO»

Sergio Aggujaro aveva cominciato a lavorare in fabbrica a 14 anni. Poi la meritata pensione trascorsa svolgendo molti lavori in casa, in particolare in giardino e nell’orto. Una terza età dedicata soprattutto ai quattro amatissimi nipoti e alla moglie. Erano una coppia inseparabile. «Alcuni anni fa mio padre era stato operato ad un polmone - continua il figlio maggiore - Conduceva una vita normale, senza patologie di sorta. Il primo novembre ha cominciato ad accusare dei sintomi che si sono via via aggravati e venerdì della scorsa settimana è arrivata l’ambulanza ed è stato ricoverato. É stata l’ultima volta che l’abbiamo visto. Poi nulla, neanche sentito. Ogni giorno alle 15 ci telefonavano i medici. Ieri la notizia che non c’era più». Michelangelo Cecchetto © RIPRODUZIONE RISERVATA

Proprio in via Giustiniani ieri si è svolta la protesta dei lavoratori della sanità, per rivendicare il potenziamento del servizio sanitario regionale, un piano di assunzioni straordinarie, il rinnovo dei contratti e maggiore sicurezza per il comparto. Alla giornata di mobilitazione, condivisa a livello regionale, hanno partecipato i rappresentanti di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. «Nelle strutture ospedaliere padovane i dispositivi di protezione individuale iniziano a scarseggiare – dichiara Enrico Cilligot, Cgil -. É necessario investire in sicurezza perché gli operatori sanitari si stanno ammalando. Le Rsa sono in sofferenza a causa della carenza di infermieri, si deve intervenire al più presto altrimenti i primi a pagare le conseguenze saranno gli utenti. Rispetto alla prima ondata, è cresciuto il bisogno di infermieri anche negli ospedali». Immediata la risposta del presidente del Veneto,

LA DIMISSIONE VIGODARZDERE «Finalmente sono a casa e sono molto, molto contento». Con la voce stanca e debole Roberto Zanovello, vicesindaco di Vigodarzere, dopo 14 giorni di ospedale, è stato dimesso e ora deve osservare alcuni giorni di convalescenza. «Sono tornato dal fronte – dice ironicamente il vicesindaco - e voglio subito ringraziare i medici, gli infermieri e gli operatori socio sanitari perché sono eccezionali, una squadra instancabile. Senza di loro si bloccherebbe tutto: affrontano continuamente giorni difficili e non so come riescano a farcela». Zanovello, ex presidente del Cus e ora consigliere nazionale della Fir (Federazione Italiana Rugby), lo scorso 22 ottobre aveva ricevuto l’esito positivo al tampone per il Coronavirus ed era in quarantena a casa. Dopo qualche giorno, una settimana, le sue condizioni si sono aggravate ed è stato necessario il ricovero nel reparto di terapia intensiva a Padova. «All’inizio avevo un po’ di febbre, spossatezza e tanta stanchezza – dice Zanovel-

IL SIT-IN La manifestazione sindacale ieri in via Giustiniani

Luca Zaia. «Gli infermieri denunciano la mancanza di dispositivi di protezione? A me non risulta. Dicano in quali reparti mancano – ha detto Zaia - La di-

SU INDICAZIONE DEL GOVERNO, L’ULSS 6 CERCA DEI “COVID HOTEL”, SPAZI ALTERNATIVI AI NOSOCOMI

stribuzione dei dispositivi viene fatta in base alle richieste di ogni primario, da mesi, non da oggi. E non stanno neppure finendo. Abbiamo 29 milioni di pezzi nel magazzino di Azienda Zero». Ma i temi sotto la lente d’ingrandimento dei sindacati sono tanti. «La sanità padovana per far fronte all’emergenza Covid avrebbe bisogno di 500 nuovi infermieri e 300 operatori socio-sanitari – afferma Fabio Turato, Cisl -. Qui a Padova abbiamo i fondi contrattuali più bassi d’Italia, ciò pregiudica la possibi-

«É una dura prova, rispettate le regole ed evitate lo spritz» RICOVERATO Roberto Zanovello, vicesindaco di Vigodarzere, è stato ricoverato per due settimane

DOPO IL RICOVERO IN TERAPIA INTENSIVA, A CASA IL VICESINDACO ROBERTO ZANOVELLO: «MEDICI E INFERMIERI DAVVERI INSTANCABILI»

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lo - Dopo una settimana ho sviluppato la polmonite e così sono stato ricoverato. Ho dormito una settimana e al mio risveglio non ricordo nulla». Con il passare dei giorni si crea un legame con chi assiste i ricoverati. «Da quando ho iniziato a riprendermi, non ricordo un solo momen-

Una delle soluzioni del Governo per frenare il contagio è quella di aprire i “Covid hotel”: la proposta è di trasformare alberghi, o strutture residenziali inutilizzate, per ospitare persone positive. «Bisogna assolutamente riuscire ad allentare la pressione sui Pronto soccorso – ha detto il commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri - Individuare nuovi spazi alternativi agli ospedali, come ad esempio gli alberghi e i cosiddetti Covid hotel». Arcuri ha poi spiegato che sarà previsto almeno un Covid hotel in ogni provincia. Nelle scorse ore il direttore generale dell’Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta, ha dato il via alla ricerca di mercato scrivendo ai sindaci del padovano, al presidente della provincia Fabio Bui e all’associazione Albergatori. «Si informa che è stato pubblicato l’avviso pubblico di manifestazione di interesse per la ricerca di mercato di sedi extra abitative per far fronte ad improrogabili esigenze connesse alla gestione dell’isolamento di contagiati da Sars-Cov-2 – ha comunicato Scibetta - Il documento è disponibile anche nel sito dell’Ulss 6 nella sezione “Bandi di gara”. Si chiede la massima diffusione». Dopo quasi due mesi si è risolto il focolaio all’asilo notturno Torresino di Padova, tutti gli ospiti e gli operatori coinvolti si sono negativizzati. Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA

to in cui non mi sia sentito assistito e incoraggiato da questi che io definisco angeli custodi che lavorano in ospedale. Questa esperienza è stata una botta dura, una bella batosta. Si pensa sempre che capiti agli altri: per questo dico a tutti di stare attenti e di rispettare le regole, prima di tutto per la salute propria e poi anche per quella degli altri. Evitate le situazioni di promiscuità e pensateci su due volte prima di andare a bere lo spritz. Ci sono numeri che parlano chiaro e la situazione è davvero critica. Da quanto ho visto c’è un turno over incredibile: ogni giorno entrano nuovi pazienti e altri vengono dimessi, senza sosta. Il livello di stress a cui sono sottoposti i lavoratori è al limite e nonostante ciò il loro impegno è totale. Oltre a curare i pazienti dal punto di vista medico, sono straordinari anche dal punto di vista umano». E nel giorno in cui il suo vice è stato dimesso, il sindaco Adolfo Zordan è risultato positivo ed è in quarantena. «Ho saputo di Adolfo e gli auguro con tutto il cuore un grande in bocca al lupo e che tutta vada per il meglio». Lorena Levorato © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 14 Novembre 2020 www.gazzettino.it

Virus, il weekend

Sì alle passeggiate in centro storico «Ma ci saranno controlli e multe» I sindaci non firmeranno ancora ordinanze di chiusura a Treviso vigili e protezione civile contro gli assembramenti `

LA SCELTA TREVISO Tanti controlli, massima attenzione per evitare assembramenti soprattutto in piazze e centri storici,, ma nessun divieto. I sindaci trevigiani hanno scelto, per questo primo settimana di mini-lockdown modellato solo sulla fascia gialla, di non calcare troppo la mano. «Se togliamo il sabato e la domenica di follia della scorsa settimana, i nostri cittadini si stanno comportando bene spiega Maria Scardellato, primo cittadino di Oderzo - quindi io non ho firmato ordinanze di chiusura, del resto Zaia non ce l’ha chiesto, ma ci sarà di sicuro qualche controllo in più».

CONTE: «EVITATE I LUOGHI PIÙ FREQUENTATI» MARCON: «TENIAMO ALTA L’ATTENZIONE, MA ABBIAMO FIDUCIA»

SORVEGLIANZA Oggi e domani le pattuglie delle forze dell’ordine vigileranno sugli assembramenti

I CONTROLLI

L’ESAME E questa è la linea un po’ di tutti. Ma con un’avvertenza: quanto accadrà tra oggi e domani è solo un banco di prova. A Treviso, per esempio, il sindaco Mario Conte è già stato molto chiaro: se ci saranno problemi di assembramenti già da lunedì arriveranno i provvedimenti per chiudere posti di ritrovo classici come, Piazza dei Signori, Calmaggiore e, se serve, Restera e mura. «Al di là delle ordinanze e dei divieti - spiega il sindaco - adesso è arrivato il momento che ogni cittadino si di-

mostri responsabile. Non dico di non fare le passeggiate. Ma andate a farle nei posti meno frequentati. Io, per esempio, domenica me ne starò nelle campagne di Santa Bona. Non ci sono solo la Restera o la Treviso Ostiglia. Vediamo di scoprire anche angoli poco conosciuti del nostro comune, se proprio bisogna uscire. Ma ricordo a tutti qual è il nostro obiettivo: fermare il contagio. Evitare che la gente si ammali. Teniamo duro adesso per, magare, avere meno limitazioni a Natale».

PREOCCUPATO Stefano Marcon, sindaco di Castelfranco

Detto questo, l’attenzione sarà comunque massima: «Potenzieremo la presenza di agenti della polizia locale e della Protezione Civile - assicura Conte - i volontari presidieranno i luoghi più frequentati invitando la gente a non assembrarsi». E se il gentile invito non basterà, entrerà in azione la polizia locale con le multe: 400 euro per chi non rispetta le misure anti-assembramento, quindi non rispetta la distanza di sicurezza, o non utilizza in modo corretto la mascherina. E controlli ci saranno anche a Castelfranco, dove il sindaco Stefano Marcon ha deciso di prendersi questo fine settimana di tempo per capire se esiste veramente la necessità di chiudere parti della città: «Al

momento non ne vedo la necessità - osserva - a Castelfranco non c’è una movida sfrenata. E poi la chiusura dei bar alle 18, i negozi che domenica non potranno restare aperti, sono già forti deterrenti. Se invece dovessero servire dei provvedimenti più duri, siamo pronti a prenderli. Assieme agli altri comuni terreno sotto osservazione anche il sentiero degli Ezzelini, in genere molto frequentato».

FIDUCIA Serafico il sindaco di Vittorio Veneto Antonio Miatto, anche lui per nulla intenzionato a firmare ordinanze limitative: «Le disposizioni della Regione sono già sufficienti - dice - qui da noi non ne servono altre. Del resto

già c’è il coprifuoco alle 22, i bar e i locali chiudono presto e i cittadini hanno capito cosa fare. Non c’è bisogno di provvedimenti. Comunque anche noi manderemo la polizia locale a controllare che, tra sabato (oggi ndr) e domenica, non si verifichino situazioni di pericolo o di assembramento. Ma sono sicuro che andrà tutto bene». E altrettanta sicurezza la ostenta anche l’opitergina Scardellato, più preoccupata di come salvare il mercato che della movida: «Non firmerò alcun provvedimento - assicura - già oggi (ieri ndr) in giro c’era pochissima gente. Non penso che nel fine settimana la situazione peggiori: le limitazioni introdotte dall’ordinanza regionale sono

TREVISO Il rimbalzo è stato persino più alto delle attese. Ma ora la palla rischia di rotolare già sgonfiata dalla seconda ondata della pandemia. Dopo un’estate in recupero, sull’economia manifatturiera trevigiana tornano ad allungarsi le ombre del riaggravarsi dell’emergenza Covid e delle conseguenti nuove restrizioni per frenare la curva dei contagi. E dire che, come certifica la periodica rilevazione curata dalla Camera di commercio, il trimestre luglio – settembre aveva mostrato una reazione piuttosto vigorosa: la produzione industriale nella Marca era cresciuta del 16,5 per cento rispetto ai tre mesi precedenti. Certo, si tratta del fenomeno che in gergo viene definito, appunto, “rimbalzo” e che di norma segue una caduta pesante. Eppure, lo sforzo del sistema produttivo locale aveva riassorbito quasi per intero la flessione accusata durante il lockdown di primavera, tra primo e secondo trimestre (meno 17,9%), riportan-

do di fatto in equilibrio la variazione su base annua, con “solo” uno 0,8 per cento in meno, a settembre, nel confronto con il medesimo periodo del 2019. Cambio di rotta analogo anche per il fatturato: la variazione trimestrale segna un bilancio in positivo di 20,7 punti percentuali, sull’onda soprattutto delle vendite all’estero e del re-

cupero degli ordini e delle commesse “congelati” in occasione della serrata primaverile. Così, l’andamento annuale (settembre 2020 su settembre 2019) si attesta su un calo dell’1,7%, risultato piuttosto confortante considerato che i primi sei mesi erano andati in archivio con un crollo di ben 24 punti rispetto all’anno prima.

LA SITUAZIONE

NEL TRIMESTRE LUGLIO-SETTEMBRE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE ERA CRESCIUTA DEL 16,5 PER CENTO IL PRESIDENTE POZZA «UNA NUOVA CADUTA DELLE ATTIVITÀ POTREBBE RISULTARE FATALE, MA CREDO CHE CE LA FAREMO»

Questi dati rischiano però di essere superati dall’evoluzione della situazione pandemica (lo sono di sicuro le previsioni ottimistiche degli imprenditori, su di essi basate) La domanda, adesso, è cosa succederà da qui in avanti. Prevarrà una linea di contenimento “morbido”, circoscritta ad alcune aree e alcune attività economiche, come avvenuto finora, o si dovrà tornare a “chiudere tutto”? Indipendentemente da questo, tuttavia, avvertono dall’ente camerale, «la trasmissione della crisi potrebbe venire amplificata da altri canali rispetto al primo lockdown». Ovvero su consumi dei cittadini e investimenti delle imprese potreb-

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CAMERA DI COMMERCIO Il presidente Mario Pozza preoccupato per il secondo lockdown

Il “rimbalzo” c’è stato «Bisogna stringere i denti» IL CASO

già più che sufficienti. E poi dopo le 22 c’è il coprifuoco e quindi in giro non ci potrà essere veramente nessuno. Faremo ovviamente i controlli, staremo attenti ma non penso proprio che ci sia la necessità di intervenire in altro modo». Anche nei comuni più piccoli non ci saranno misure particolari. I primi cittadini però sono uniti nell’invitare laa cittadinanza a muoversi il meno possibile, a evitare luoghi affollati e, soprattutto, a rispettare sempre tre elementari regolette: mascherina indossata regolarmente, distanza di almeno un metro tra le persone, igenizzazione frequente delle mani. Già questo basterebbe Paolo Calia

bero pesare il montante clima di incertezza e la difficoltà di intravedere una conclusione definitiva dell’emergenza. La somma di fattori sanitari, sociali, economici, psicologici in ballo (oltre al fattore tempo) induce gli analisti della Cciaa a disegnare uno “scenario a K”: «Non più un rimbalzo delle attività economiche (netto, come

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stava accadendo, o ritardato) ma un punto irreversibile di disaccoppiamento tra settori e imprese ‘che ce la fanno’ e settori e imprese che invece rischiano di uscire dal mercato».

LA DIFFICOLTÀ Anche il presidente della Camera di commercio di Treviso e Bel-

luno, Mario Pozza non nasconde una certa preoccupazione: «Mi ero davvero rincuorato – sottolinea – nel leggere questi dati del rimbalzo congiunturale estivo, che sembravano proseguire anche per l’ultima parte dell’anno. Ma, per come ormai la situazione sanitaria sta evolvendo, tutte le previsioni devono essere sospese». Pure Pozza evidenzia come, già nei mesi scorsi, fossero emerse marcate differenze tra realtà che avevano subito riagganciato la domanda internazionale e altre ancora ferme al palo per le quali, «una seconda caduta delle attività, indotta da questa ulteriore ondata di Covid, potrebbe risultare fatale». «Ma ce la faremo, sono sicuro anche di questo – rimarca il presidente -. Noi imprenditori di queste terre siamo fatti così: non attendiamo che qualcuno ci indichi la strada, ci mettiamo direttamente a percorrerla, anche se la strada è in salita, perché di sicuro, con le nostre capacità, ci porterà ad un risultato». Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA


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PRIMO PIANO

SABATO 14 NOVEMBRE 2020 CORRIERE DELLE ALPI

Coronavirus: il rischio sanitario fascia invariata mentre il ministero colloca in arancione friuli ed emilia

Il Veneto è l’unica regione gialla del Nord Da oggi stretta su shopping, piazze, locali Zaia: «Non abbiamo vinto nulla, la battaglia contro il Covid continua. Rispettate regole e divieti». Occhi puntati sul week end Filippo Tosatto / VENEZIA

I NUOVI DIVIETI

Un’isola gialla nel mare nordista tinto di rosso e arancione. In coincidenza con il sofferto cambio di fascia di Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, il Veneto mantiene il SBOHF di rischio moderato, circostanza che scongiura ulteriori restrizioni quali il blocco della mobilità extracomunale e la chiusura totale dei locali pubblici. Un’opportunità condivisa con poche altre zone del Paese (Lazio, Molise, Sardegna, Provincia di Trento) e tuttavia precaria. Ne è consapevole Luca Zaia, che accoglie lo “scampato pericolo” senza traccia di trionfalismo: «Il ministro Speranza mi ha comunicato che restiamo in zona gialla, come ho sempre detto questo non è un gioco a premi, non abbiamo vinto nulla, la battaglia continua», è il suo commento.

OGGI E DOMANI Sono chiusi i centri commerciali e le medio-grandi strutture di vendita, salvo i supermercati DOMANI Sono chiusi tutti i negozi salvo alimentari, farmacie, edicole e tabaccherie D’ORA IN POI Fa la spesa una sola persona per nucleo familiare La mascherina si indossa sempre. Può essere abbassata al bar e al ristorante solo il tempo necessario a mangiare e bere, oppure all’esterno solo per fumare. Dalle 15 alle 18 le consumazioni sono ammesse solo seduti al tavolino del bar Sono vietate le passeggiate nei centri storici e nelle località turistiche

APERTI PARRUCCHIERI E LAVANDERIE

Scontata la solidarietà ai colleghi Fedriga e Bonaccini che da mesi condividono l’azione di contrasto alla pandemia culminata nella “stretta” in vigore da stamani: «Conoscendo la loro situazione, mi rendo conto che le decisioni di Roma riflettono algoritmi e calcoli che corrono sul filo dei millimetri. Penso che noi veneti dobbiamo guardare con attenzione estrema a ciò che stiamo facendo. La nostra classificazione conferma l’abbassamento importante dell’indice Rt (ora è 1,26) e la buona capacità del sistema sanitario, ma non cancella la pressione importante

sui nostri ospedali con oltre 2.200 malati di Covid ricoverati, dei quali circa 230 in terapia intensiva. A maggior ragione, dobbiamo avere ancora più motivazioni nel rispettare l’ordinanza che ho firmato ieri, evitando assembramenti nelle città e nelle aree turistiche in questo fine settimana». A riguardo, il governatore ricapitola i passi salienti del provvedimento: la chiusura della grande distribuzione nei giorni festivi e prefestivi nonché dei negozi la domenica

(fanno eccezione alimentari, farmacie, edicole, tabaccherie); la spesa limitata ad un familiare e la mascherina obbligatoria anche all’aperto salvo il tempo di consumare cibi e bevande o di fumare; dalle 15 alle 18 nei locali si consuma soltanto seduti e sono bandìte passeggiate e affollamenti in centri storici, località di mare e di montagna, zone lacustri e percorsi di campagna. Nel dettaglio, Palazzo Balbi ha divulgato un vademecum che chiarisce, rettifica - e in qualche caso

CROMASIA

CROMASIA

LA SITUAZIONE ATTUALE dati aggiornati alle 17 di ieri

1.956 230 +56 +7 Ricoverati Covid in ospedale

Ricoverati Covid in terapia intensiva

95.285 57.832 2.767 +15 +3.124

+2.203

Positivi dal 21/2

Casi attualmente positivi

capovolge - le misure annunciare in un primo tempo. Oggi, ad esempio, via libera a parrucchieri e lavanderie mente il “veto” ai parchi commerciali non si estende ai punti di vendita individuali e autonomi con superficie inferiore ai 250 metri quadrati. Il divieto di consumare all’esterno quanto acquistato al dettaglio non vieta di assaporare un gelato o sbocconcellare un trancio di pizza passeggiando. Ancora: la sospensione di educazione fisica, canto e strumenti a fiato al-

il voto in consiglio regionale

Specializzandi, via libera al bonus App Covid, opposizione astenuta Albino Salmaso / VENEZIA

Via libera alla app “Zero Covid Veneto” che prima di decollare ha superato l’esame dell’aula con 40 voti favorevoli e 10 astenuti, come richiesto del Garante per la privacy sul trattamento dei dati sanitari. Se Immuni si scarica gratis ed è decollata con mille difficoltà, quella inventata dalla giunta Zaia ha l’ambizione di diventare uno strumento di “telemedicina” e la sua effettiva applicazione verrà chiarita in commissione sanità. L’impegno è stato assunto dall’assessore Manuela Lanzarin e dal relatore della legge Luciano Sandonà, che ieri hanno fornito i primi elementi di valutazione. «Zero Covid Veneto sarà uno stru-

mento di biosorveglianza per monitorare i soggetti positivi al Covid con sintomi, in isolamento fiduciario o in quarantena, semplificando il lavoro dei medici di famiglia e del Sisp. La app veneta sarà integrativa e non sostitutiva alla app nazionale Immuni. Per il suo funzionamento la legge stanzia 200 mila euro quest’anno e 30 mila euro per il prossimo anno», ha detto Sandonà. Un via libera tutt’altro che scontato, data la delicatezza del tema, che ha infiammato il dibattito con il Pd che prima di astenersi per senso di responsabilità ha fatto sentire la sua voce con il capogruppo Giacomo Possamai e poi con Vanessa Camani, che ha fatto perdere la pazienza a Giuseppe Pan

Da sinistra Enoch Soranzo , Francesca Scatto ed Elena Ostanel

Deceduti dal 21/2

le medie inferiore è ancora virtuale: richiede il parere del Comitato tecnico scientifico al riguardo, atteso (ma non garantito) entro lunedì. Tant’è: «La curva dà segni di attenuazione ma ci avviamo al picco che potrebbe durare giorni ed è indispensabile prevenire il collasso del sistema ospedaliero», il richiamo del governatore. TENTATIVO SI SCASSO ALL’UNITÀ DI CRISI

È tutto? Quasi. Nella notte si è verificato un tentativo di scasso nella sede dell’unità di crisi,

della Lega. «Ogni strumento utile per combattere il Covid-19 avrà il nostro appoggio, ma ci interroghiamo sulla reale efficacia della piattaforma e sull’impatto che avrà la nuova app sul lavoro dei medici di famiglia e del sistema di igiene pubblica» ha detto Possamai . «Di provvedimento «contraddittorio e confuso, al netto della questione privacy, scritto con il copia-incolla rispetto al decreto Immuni» ha parlato invece Vanessa Camani. «Prima di cedere i dati sanitari» di 5 milioni di veneti ad un’azienda privata che li può utilizzare sul mercato, «vanno introdotte tutte le tutele legislative del caso: massima prudenza». Cristina Guarda (Europa Verde) ha espresso riserve sull’efficacia di un ulteriore strumento informatico nel rapporto fiduciario tra medici e pazienti. L’assessore Lanzarin ha messo fine alle polemiche senza alzare troppo la voce:«La costruzione della app ha coinvolto tutti i soggetti che dovranno gestirla e nei prossimi

crisarà (fimmg)

Appello dei medici ai cittadini: è l’ora della responsabilità Appello in vista del week end è la Fimmg, il sindacato più rappresentativo tra i medici di famiglia: «Invitiamo i cittadini del Veneto a rispettare le disposizioni volte a limitare l’espandersi del contagio e soprattutto ci appelliamo al senso di responsabilità di ognuno», le parole del leader Domenico Crisarà «il sacrificio di questi giorni ci consentirà di tornare presto a godere delle piacevolezze della vita e condividerle con i nostri cari senza dover pagare un prezzo alto come la perdita di un familiare a causa del Covid o per l’impossibilità di prestargli le cure necessarie a causa di un altro evento».

a Marghera: preso di mira l’ingresso al salone dove Zaia e gli assessori Lanzarin e Bottacin svolgono il briefing quotidiano. La serratura ha resistito ma la circostanza ha fatto sì che, oltre a Volanti e scientifica, in via Paolucci abbia fatto capolino la Digos, già allertata dalle minacce inviate al governatore. L’ipotesi, comunque, è che i maldestri grassatori avessero adocchiato i computer in dotazione alla stanza attigua della Protezione civile. — © RIPRODUZIONE RISERVATA

giorni la presenterò in commissione Sanità, insieme ai tecnici informatici . “Zero Covid Veneto” aiuterà il lavoro degli operatori del Sisp e dei medici di famiglia, sempre più in difficoltà nel gestire la sorveglianza dei tanti positivi asintomatici o paucisintomatici» ha detto l’assessore. Il consiglio regionale ha dato il via libera all’unanimità anche al bonus da versare ai medici specializzandi del quarto e quinto anno assunti nell’emergenza Covid: sono 150 su 750. Ma durante l’emergenza sono stati reclutati anche i medici del primo triennio di specializzazione. La legge nazionale li esclude dal bonus ed è stato approvato un ordine del giorno che invita il governo a modificare il provvedimento. Tutti d’accordo, in un clima di grande concordia. Infine, la sesta commissione Cultura e Turismo ha eletto Francesca Scatto presidente, Elena Ostanel sarà la sua vice ed Enoch Soranzo il segretario. Ora si parte con l’esame delle leggi. — © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 14 Novembre 2020 www.gazzettino.it

La lotta al Covid LA GIORNATA VENEZIA Il Veneto resta “giallo”, ma i veneti ci resteranno imprigionati dentro per almeno due settimane. Non potranno andare nella “rossa” Lombardia, e si sapeva, così come nell’autoproclamato vermiglio Alto Adige. Tra le Regioni confinanti porte aperte solo in Trentino. Perché la novità è che Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna - che peraltro con il Veneto avevano fatto squadra aumentando le prescrizioni con un’ordinanza-fotocopia che entrerà in vigore oggi nel tentativo di dribblare il declassamento - sono diventate “arancioni”, da domani gli abitanti non potranno oltrepassare i confini dei rispettivi Comuni e ci saranno attività produttive, come i bar e i ristoranti, che dovranno abbassare le saracinesche. Il verdetto degli esperti della “cabina di regia” colora una nuova Italia. Adesso ci sono 7 aree classificate come “zona rossa”, con le new entry di Campania e Toscana che vanno ad aggiungersi a Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta. Ci sono 9 regioni “zona arancione”, con Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Marche che raggiungeranno Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria. A restare “zona gialla” sono appena 5 regioni su 20: Veneto, Lazio, Molise, Sardegna e provincia autonoma di Trento.

L’ANALISI Nel “Monitoraggio Fase 2” relativo al periodo dal 2 all’8 novembre, elaborato dalla cabina di regia del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità, si legge che l’epidemia in Italia “pur intensificandosi per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, mostra una lieve riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente”, effetto forse dei provvedimenti nazionali. Tutte le Regioni sono comunque classificate a “rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio o a rischio moderato con

Il bilancio in Italia

Indice RT regione per regione

IERI Deceduti

Novembre

550

13

Toscana

Tamponi effettuati

Nuovi casi

40.902

Giorno record di picco contagi

% positivi rispetto ai test

16,0%

40.902 casi

254.908

387.758

43.589

3.230

Guariti

Deceduti

Terapia intensiva

Marzo

21

1.107.303 CONTAGIATI TOTALI

663.926 Attualmente positivi

Ricoverati con sintomi

Giorno record di picco contagi (durante il lockdown)

629.782

6.557 casi

30.914

Isolamento domiciliare

Valle d'Aosta

1,80 1,74

Calabria

1,38

Abruzzo

1,34

Basilicata

1,64

Piemonte

1,31

Campania

1,62

Molise

1,31

Bolzano

1,59

Trento

1,30

Marche

1,55

Veneto

1,26

Lombardia

1,46

Sicilia

1,13

Puglia

1,44

Liguria

1,10

Umbria

1,43

Lazio

1,04

Friuli

1,42

Sardegna

1,0

Emilia

1,40

Il declassamento deciso all’indomani `Da domenica confini blindati a Nordest dell’ordinanza congiunta tra le Regioni E ora Campania e Toscana sono “rosse” `

è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari”.

LE DIFFERENZE Cos’è che ha salvato il Veneto e penalizzato il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna? Intanto c’è una differenza dell’in-

dice di contagiosità, l’Rt: Emilia-Romagna 1,4, Fvg 1,42, Veneto 1,26. Poi i posti letto. Nelle ultime ventiquattr’ore il Veneto ha registrato 71 ricoveri in reparti non gravi, ma anche 104 dimissioni, con un saldo dunque positivo. In Emilia-Romagna è successo l’opposto: ieri 70 pazienti ricoverati, dunque come il Veneto, ma appena 35 dimis-

sioni: «Significa che abbiamo 35 posti letto occupati in più», ha commentato il professor Pierluigi Viale, direttore del reparto Malattie infettive del policlinico Sant’Orsola di Bologna. Che non si è stupito del declassamento della Regione, anzi: «C’è una crescita lenta, lineare, dell’occupazione dei posti letto. Il nostro pur eccellente sistema sanitario

IL VERDETTO: DECISIVI L’INDICE DI CONTAGIO RT (IN DISCESA) E LA DIMINUZIONE DEI RICOVERI

IL PRESIDENTE FURIOSO: «IO AVEVO DETTO AD OTTOBRE CHE BISOGNAVA CHIUDERE TUTTO, PERSI DUE MESI» PROTESTE A NAPOLI

L’Ego-Hub

non può reggere in eterno questo tipo urto, dunque ben venga che ci abbiano messo in zona arancione. Che non deve essere vissuto come una sconfitta, ma come una presa di coscienza. E se migliorerà i nostri comportamenti, ben venga la zona arancione». Analogo discorso per il Friuli Venezia Giulia che ha registrato 157 posti letto occupati in più in otto giorni. Per non parlare dell’incidenza dei positivi sul numero di tamponi effettuati. Il Veneto, invece, è riuscito a restare “giallo”: «Non abbiamo vinto nulla, la battaglia contro il Covid-19 continua - ha commentato il governatore Luca Zaia -. Questa nuova collocazione in zona gialla, che pur conferma l’abbassamento importante dell’indice Rt e la situazione in generale non può peraltro far dimenticare a tutti che abbiamo una pressione importante sugli ospedali, con più di 2.200 malati di Covid ricoverati, dei quali circa 230 in terapia intensiva. A maggior ragione, rispetto a questa classificazione, dobbiamo avere ancora più motivazioni nel rispettare la nuova ordinanza e nell’evitare assembramenti nella piazze, nelle città, nei viali, nelle aree turistiche in questo fine settimana». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

ZAIA: «MA QUESTA COLLOCAZIONE NON CI PUÒ FAR DIMENTICARE I 2.200 MALATI IN OSPEDALE»

IL FOCUS ROMA Ospedali stracolmi, tracciamento fuori gioco e addirittura pazienti in fuga per farsi curare fuori dalla Regione. Da giorni ormai in Campania la situazione è fuori controllo. A certificarlo ieri è arrivato anche il “bollino rosso” del ministero della Salute, precursore di una nuova stretta. Un riconoscimento assolutamente tardivo per Vincenzo De Luca che da mesi prospetta questo tipo di situazione e invoca più rigidità. «Persi due mesi preziosi» ha infatti tuonato ieri attaccando il governo. «Meglio mandarli a casa» ha detto. DATI E ACCUSE E i dati stavolta sembrano dargli ragione, evidenziando una si-

settimana 2/8 novembre

Fonte: Protezione Civile, dati aggiornati alle 17 di ieri

Veneto “isola gialla” anche Emilia e Friuli diventano arancioni alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane”. Tra le criticità, l’impossibilità di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione nonché un rapido aumento del carico sui servizi assistenziali con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri sia in area critica che non critica. “Si conferma - recita il report - che

1,43

L’RT indica la velocità del contagio, se superiore a 1 vuol dire che l’infezione è in aumento

NAPOLI La protesta dei precari e il governatore della Campania Vincenzo De Luca

L’ira di De Luca: «Il governo si dimetta» Ma superata la soglia dei 100mila casi tuazione difficile. Nelle ultime 24 ore i nuovi casi di positività, su circa 25 mila tamponi, sono stati 4.079 (quasi mille di 15 giorni fa), superando la soglia dei 100 mila casi totali (compresi guariti e decessi). Se si punta il faro sulle provincie di Napoli e Caserta poi, guardando ai nuovi casi per 100 mila abitanti tra il 7 e il 13 novembre, ci si accorge che toccano rispettivamente la soglia di 72 e 80 quando, ad esempio, a Milano sono 108 e a Roma 46. Tuttavia la situazione cambia allontanandosi dalle

aree meno densamente abitate e infatti ad Avellino, Salerno e Benevento le cose vanno meglio (con 47, 40 e 19 casi ogni 100 mila abitanti). A livello locale c’erano forse dei margini per agire prima di invocare le chiusure totali da parte del governo. O almeno è quello che pensa il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che da tempo battibecca a distanza con De Luca. Tornando ai dati però, a colpire, c’è anche il numero di attualmente positivi: più di 83 mila (dietro alla sola Lombardia).

Una cifra che messa accanto ai dimessi guariti (19.878), alle terapie intensive piene “solo” al 27% e ai relativamente pochi decessi (967), finisce con l’evidenziare come il problema di tenuta del sistema riguardi i pronto soccorso, presi d’assalto a causa della scarsa assistenza territoriale. Vale a dire la seconda accusa mossa a De Luca che, per i suoi oppositori, ha smantellato la sanità nel suo primo mandato.

LE RISPOSTE

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Accuse che però lo sceriffo ha rimandato prontamente al mittente nel consueto appuntamento su Facebook del venerdì. Ieri infatti De Luca, proprio mentre prendeva sempre più quota l’ipotesi di una zona rossa per la Regione e mentre a Napoli iniziavano le prime proteste degli imprenditori che in 200 hanno bloccato diverse strade del centro, non le ha mandate a dire. «La Campania era per chiudere tutto a ottobre, il Governo ha fatto la scelta di prendere provvedimenti sminuzzati. Una scel-

ta sbagliata» ha incalzato, ricordando anche che un mese fa l’esecutivo ha deciso di tenere le scuole aperte salvo poi valutarne la chiusura parziale, ripercorrendo i passi del governatore. Riconoscimento che peraltro, al netto delle bordate al governo, è stato concesso ieri a De Luca anche da Nicola Zingaretti («Ha avuto il merito di dare l’allarme» ha dichiarato). Per lo sceriffo «Fatti salvi 3-4 ministri» quello attuale «non è un governo. In queste condizioni meglio mandarli a casa» ha detto riferendosi soprattutto all’ala 5s e definendo impossibile lavorare con «Spadafora che ha raccontato bestialità» o con Di Maio, «sciacallo» che ieri lo aveva accusato di fare sceneggiate rifiutando gli ospedali da campo offerti da governo e Protezione Civile. «Di Maio era quello che ha criticato la nostra scelta degli ospedali modulari perché si sprecava denaro pubblico» ha chiuso il governatore, «Ma mi voglio fermare perché il solo nome di questo soggetto mi procura reazioni di istinto che vorrei controllare». Francesco Malfetano © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Sabato 14 Novembre 2020 www.gazzettino.it

L’emergenza in Veneto

Zaia non molla: «Guai a chi sgarra» Il governatore incassa il mantenimento della regione in `Oggi in vigore l’ordinanza che chiude i centri commerciali zona “gialla” ma promette linea dura nell’applicare i divieti e proibisce le consumazioni in piedi e gli assembramenti `

LA GIORNATA VENEZIA Entra oggi in vigore in Veneto la nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Luca Zaia, con i divieti di consumare lo spritz in piedi, l’ordine a tutti i centri e parchi commerciali a tenere abbassate le saracinesche già questo sabato, mentre le botteghe di vicinato non potranno essere aperte domani, domenica. Un’ordinanza-fotocopia preparata assieme al Friuli Venezia Giulia e all’Emilia-Romagna ma che, con il declassamento a zone “arancioni” di queste ultime due regioni, sarà pienamente operativa solo in Veneto. E pur avendo messo a disposizione un numero telefonico (800990009) e un indirizzo mail (sala.operativa@regione.veneto.it) per eventuali chiarimenti, Zaia è stato categorico: guai ai furbi che si inorgogliranno di aver aggirato i divieti, in ballo c’è la salute della collettività, c’è il sistema sanitario che rischia di collassare. Non è un caso che anche dalla Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, sia giunto un appello alla popolazione del Veneto: «Diminuire le occasioni di incontro e di aggregazione è, ancora per adesso, l’unico modo per fermare la diffusione del virus e le sue conseguenze». Che la situazione sia sempre

Ca’ Foscari Master per imparare a insegnare a distanza VENEZIA Un master per professori con l’obiettivo di imparare a insegnare ai tempi del Covid, quando la didattica a distanza diventa il pane quotidiano. È la nuova sfida lanciata da Ca’ Foscari Challenge School che ha dato vita al Master in Educazione linguistica inclusiva e accessibile, al quale è possibile iscriversi entro il 25 novembre 2020. Il master, al via in gennaio, mira a sviluppare conoscenze e competenze per i professori che si sono trovati a fare i conti con le chiusure delle scuole e con realtà completamente diverse: tutte da affrontare attraverso uno schermo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

preoccupante lo dimostrano i dati: dal bollettino diffuso ieri sera in Veneto risultano 3.124 nuovi contagi, per un totale dall’inizio della pandemia di 95.285 casi. 15 i morti nella giornata di ieri (in tutto dal 21 febbraio 2.767), mentre i ricoveri sono saliti a 1.956 (+56) e le terapie intensive a 230 (+7). Zaia ha voluto soffermarsi sul numero dei tamponi (in un giorno 17.644 molecolari e altri 30mila rapidi) in rapporto al numero dei positivi al Covid: «Se il 21 marzo, il momento più nero, avessimo fatto 47mila tamponi come oggi, avremmo avuto quasi 9mila positivi, mentre adesso ne abbiamo meno della metà, quasi un terzo». Rispetto alla prima fase della pandemia, la scorsa primavera, oltre a un miglioramento della diagnostica, al dimezzamento dei contagi parametrati al numero dei tamponi, a un maggiore turnover dell’ospedalizzazione, sono nettamente calati i ricoveri

degli anziani ospiti delle case di riposo: «Siamo passati da punte del 22% all’8%», ha detto Zaia. I modelli matematici della Regione confermano inoltre che il Veneto si sta avvicinando al picco dei contagi, stimato tra il 15 e il 20 novembre. «Ma non è detto ha detto il governatore - che a fine mese inizi la discesa».

L’EMERGENZA Pur con quasi 2.200 ricoverati in tutto il Veneto tra reparti non gravi e terapia intensiva, il problema oggi non è rappresentato dai posti letto ma dalla carenza di personale. Mancano medici e infermieri. «Non ce ne sono», ha detto Zaia. Gli unici infermieri assumibili in ospedale sono teoricamente quelli che lavorano nelle case di riposo e che parteciperebbero in massa a bandi indetti dalla Regione per cambiare datore di lavoro: «Ma lasceremmo sguarniti i centri per gli anziani, impossibile».

L’ORDINANZA STOP Oggi chiusi i centri commerciali, ma anche gli outlet e le medie e grandi strutture di vendita

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In giro per negozi a spasso o al ristorante Cosa e come fare e dopo il pranzo bisogna evitare di passeggiare nel centro storico dando luogo ad affollamenti e assembramenti. Le gelaterie possono servire gelati da passeggio, ma, come nella prima fase delle chiusure, bisogna che la gente non si assembri davanti all’esercizio e che si allontani dal locale. Anco-

PUBBLICI ESERCIZI Ristoranti, bar, pasticcerie, pizzerie da asporto e altri esercizi di somministrazione domenica 15 e 22 novembre saranno aperti, ma solo al di fuori dei centri commerciali; nei centri commerciali sono chiusi. Domani si può dunque andare a pranzo al ristorante, anche al mare o in montagna, ma prima

Bonus agli specializzandi e app veneta, ok alle leggi LA SEDUTA VENEZIA Parlano di Coronavirus le prime due leggi approvate dal Consiglio regionale nell’undicesima legislatura. Si tratta del riconoscimento economico per i sanitari impegnati nell’emergenza, ora esteso anche ai professori e ai ricercatori universitari nonché ai medici specializzandi, e dell’app Zero Covid Veneto, strumento di biosorveglianza a cui è stato dato scudo giuridico sul fronte della privacy. Via libera all’unanimità sulla prima norma, astensione dell’opposizione sulla seconda, nel corso della seduta presieduta dal leghista Roberto Ciambetti che ha visto la sperimentazione del voto in presenza ma con modalità telematica, per garantire il distanziamento in aula.

IL PREMIO

ALTRE 3.214 PERSONE CONTAGIATE IN 24 ORE E 15 MORTI, SONO 1.956 I RICOVERATI E 7 IN PIÙ QUELLI IN TERAPIA INTENSIVA

VENEZIA I fioristi domani potranno restare aperti in Veneto? No. E i parrucchieri? Sì. E davvero i ragazzi a scuola non potranno più l’ora di educazione fisica? Dipende da Roma. Come la scorsa primavera, quando ad ogni ordinanza seguivano domande, puntualizzazioni, richieste di chiarimento, anche quest’ultimo provvedimento del governatore del Veneto Luca Zaia che entra in vigore oggi ha dato adito a dubbi. La stessa ordinanza doveva valere per Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, ma il declassamento di queste due Regioni a zone arancioni ha fatto venire meno le disposizioni concordate dai tre governatori peraltro con l’avallo del ministro della Salute: che senso ha vietare di prendere i caffè in piedi se in Friuli ed Emilia comunque i bar saranno tutti chiusi? In Veneto, invece, l’ordinanza vale. Ecco le principali disposizioni come chiarito dalla stessa Regione.

I VACCINI

DOMANI CHIUSI I FIORISTI APERTI PARRUCCHIERI E CENTRI ESTETICI PER LA GINNASTICA A SCUOLA SI ATTENDE IL PARERE DEL CTS

ra: i bar sono chiusi fino alle 15? No, sono aperti anche prima, ma dalle 15 si può stare al bar solo seduti. Resta fissato alle 18 l’orario di chiusura così come il coprifuoco alle 22.

LE PASSEGGIATE Attività motoria e passeggiate solo nei parchi e aree verdi, non nei luoghi affollati. Ma gli ospiti di un albergo sito in centro storico possono fare attività motoria o passeggiate perché sono equiparati ai residenti. Ammesse le gite escursionistiche con guida, purché non ci si rechi in luoghi affollati. Si può andare a camminare in montagna, ma non dove si creano affollamenti.

PARRUCCHIERE

I servizi alla persona (parrucchiere, estetista, ecc.) sono aperti di domenica in quanto si tratta non di esercizi commerciali, ma attività di servizio. E, dunque, oggi sono aperti anche quelli all’interno dei centri commerciali. Idem le lavanderie, possono restare aperte anche quelle automatiche. «Un chiarimento importante per gli operatori del benessere», ha commentato il segretario di Cna Veneto Matteo Ribon. Stesso discorso per i noleggi biciclette: aperti di domenica.

GINNASTICA L’educazione fisica è vietata nelle scuole? La risposta esatta è:

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Compreso fra 600 e 2.000 euro a seconda del grado di esposizione al rischio (criterio introdotto grazie a un emendamento del centrosinistra), il premio andrà a quanti sono stati impegnati nelle cure ospedaliere fra i 519 universitari e i 727 specializzandi del quarto e quinto anno, finora esclusi. «Siamo in guerra, gli ospedali sono il fronte e gli specializzandi sono i “ragazzi del ’99”: con questa legge, mettiamo una pezza a una svista nazionale», ha spiegato il relatore zaiano Alberto Villanova. «Ma perché non sono stati ricompresi anche gli specializzandi del primo triennio?», ha chiesto la correlatrice dem Anna Maria Bigon. «Un’esclusione demotivante», ha concordato la verde Cristina Guarda. Alla vigilia del voto, gli stessi giovani medici avevano inviato un’email a tutti i consiglieri regionali, chiedendo l’estensione del riconoscimento «indipendentemente dall’anno di iscrizione». Sottolineando che si tratta di professionisti «con uno stipendio di 1.400 euro al mese», Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) ha ottenuto l’ok a un ordine del giorno che invita la Giunta a reperire nuovi fondi a copertura.

LA PIATTAFORMA Le minoranze si sono invece astenute sull’app per il monitoraggio domiciliare del pazienti, portata in aula dallo zaiano Luciano Sandonà, con il plauso del neo-guarito leghista Giuseppe Pan («Ci si può curare da casa come ho fatto io»). «Ogni strumento utile per combattere il Covid-19 avrà il nostro appoggio, ma ci interroghiamo sulla reale efficacia della piattaforma e sull’impatto che avrà sul lavoro dei medici e del Sisp», ha però ribattuto il dem Giacomo Possamai. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

Quanto ai vaccini anti-Covid, Zaia ha annunciato che in Veneto arriverà una dose massiccia di dosi: «Sulle quote siamo più alti dell’8%, che è la quota del vaccino antinfluenzale. Lo sforzo è elevatissimo da parte della Regione perché il vaccino va fatto in poco tempo, e stiamo parlando di milioni di pezzi, con postazioni e registrazioni relative. Il vaccino anti Covid potrebbe diventare anche una sorta di “pass” come lo è oggi il tampone che viene richiesto in alcuni casi». I normali vaccini antinfluenzali, invece, sono già arrivati quasi tutti in tre lotti: 1.127.000 sugli attesi 1.330.000. Infine novità per quanto riguarda i tamponi: «La Regione Veneto distribuirà, di sua iniziativa, centomila tamponi ai medici di base - ha annunciato Zaia -. Spero ci sia una bella adesione, dato che si aggiungono ai 64.000 forniti dal governo. Già oggi il 28% dei 3.150 medici di base fa un totale di 2.000 tamponi al giorno». Difficile, però, che la Regione riesca a pagare ai medici 18 euro a tampone come farà il Governo: «Per noi è una cifra insostenibile, dovremo arrivare a una contrattazione». Intanto, la Regione ha dato disposiziOne alle Ulss di aumentare, anche come fasce orarie di apertura, i “Covid point”. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

IERI EFFETTUATI 47MILA TAMPONI: «SE LI AVESSIMO FATTI A MARZO AVREMMO TROVATO IL TRIPLO DI CONTAGI»

per ora no. L’ordinanza n. 151 vieta lo svolgimento dell’attività di educazione fisica e altre attività didattiche solo a seguito del rilascio di parere del Comitato Tecnico Scientifico nazionale che affermi che queste attività sono pericolose per la diffusione del covid-19; al momento non è stato ancora pronunciato il parere e quindi, in Veneto, la ginnastica a scuola si fa. Ieri la Regione ha specificato che le lezioni di canto nelle scuole private non sono vietate (allegato 9 del Dpcm del 3 novembre).

NEGOZI Le concessionarie di auto oggi possono restare aperte? Dipende: sì se sono esercizi di vicinato, no se sono medie o grandi strutture di vendita. Domani, invece, tutti i negozi chiusi.

FIORISTI Non si possono vendere fiori e piante la domenica perché sono attività commerciale. Anche i Garden sono chiusi. È ammessa invece, in base al Dpcm del 3 novembre, la vendita di prodotti agricoli come anello della filiera della produzione agricola. Chiusi la domenica i negozi di prodotti per cani e gatti.

BENZINA Domani, domenica, i distributori di carburanti saranno aperti? Sì, ma solo quelli automatici, anche con l’eventuale bar annesso. (al.va.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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