L'Arte della Gag: L'influenza di Buster Keaton sul linguaggio della comicità nel cinema

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L’arte della gag L’influenza di Buster Keaton sul linguaggio della comicità nel cinema

Tratto da: Zhou, T. | Every Frame A Painting Buster Keaton: the art of the gag A cura di: Chiara Carovelli


L’arte della gag

Ridere è facile, far ridere è un’arte. Buster Keaton è stato un grande innovatore nella comicità muta, non solo per la sua inconfondibile espressione facciale e le sue trovate, ma per l’abilità nella costruzione di gag visive efficaci in un contesto in cui la tecnologia non permetteva l’utilizzo del sonoro. Quasi cento anni dopo possiamo notare omaggi al suo lavoro ovunque nel cinema: alcune inquadrature in Wes Anderson, le acrobazie in Jackie Chan e la postura impassibile in Bill Murray. Ma quali sono gli ingredienti che rendono intramontabile la comicità di Buster Keaton?

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Introduzione

The Scribe (1966)

Steamboat Bill Jr. (1928)

The General (1926)

The Grand Budapest Hotel (2014)

Armour of God 2: Operation Condor (1991)

Lost in Translation (2003) 3


L’arte della gag

Principio n°1

Un gesto vale più di mille parole. Nonostante la caratteristica impassibilità del suo personaggio, Buster Keaton dedicava molta attenzione all’espressività, specialmente tramite i movimenti del corpo e la gestualità degli attori. Dove possibile, Keaton cercava di evitare l’utilizzo delle didascalie, preferendo lasciar parlare le azioni dei personaggi nelle sue lunghe inquadrature. Di norma i film muti utilizzavano una media di 240 title cards per inserire i dialoghi, mentre Keaton un massimo di 56: questo perché in molte sue gag non è necessario che lo spettatore sappia cosa i personaggi si stanno dicendo perché rida. Nella scena accanto, tratta da Battling Butler, la chiave dello sketch è semplicemente il tavolo e come la coppia non si accorga del suo affossamento progressivo, mentre in quella tratta da The Scarecrow è sufficiente la situazione surreale, rendendo superfluo il dialogo.

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Principio n°1

Battling Butler (1926)

The Scarecrow (1920)

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L’arte della gag

Grand Slam Opera (1936)

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Principio n°2

L’inquadratura è essenziale. Una volta impostata l’azione, per la buona riuscita della gag la scelta dell’inquadratura è essenziale: il punto di vista influenza il percorso compiuto dallo sguardo dello spettatore, ovvero ciò che noterà o che invece scoprirà in seguito. In altre parole, cambiare angolazione significa cambiare la gag. Trovare la giusta inquadratura è difficile, molto più spesso si procede per tentativi. Prendendo ad esempio le due versioni della gag della ruota in The Goat possiamo notare che in entrambe le versioni abbiamo l’effetto sorpresa della gomma staccata dalla macchina, eppure la seconda inquadratura funziona di più. Il problema principale sta nel fatto che nel primo caso lo sguardo dello spettatore è diviso tra Buster e il cartello: nell’indecisione lo spettatore guarda entrambi ma nell’ordine che preferisce, spezzando il tempo comico. Nel secondo caso, invece, lo sguardo segue naturalmente le azioni del protagonista, per poi concentrarsi infine sulla lettura del cartello. In questo modo la stessa scena risulta più fluida ed efficace.

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L’arte della gag

The Goat (1921) - Inquadratura alternativa

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Principio n°2

The Goat (1921) - Inquadratura finale

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L’arte della gag

College (1927)

Battling Butler (1926)

Cops (1922)

The High Sign (1920)

Keaton costruisce l’inquadratura secondo precise linee prospettiche, ma poi ne scombina l’ordine, rimette tutto in discussione, crea uno spazio in continuo divenire. Tuttavia, la composizione della scena non è affatto casuale, spesso è simmetrica e crea giochi di forme geometriche, come cerchi, triangoli, linee parallele e naturalmente, la forma dell’inquadratura: il rettangolo. Questo tipo di attenzione è evidente in una scena di The High Sign, in cui l’inseguimento si svolge in una scenografia suddivisa in quattro quadranti. 10


Principio n°3

Le regole del mondo comico. Come nei cartoni animati, il mondo di Buster Keaton è piatto ed è governato da una legge: se la camera non lo vede, allora neanche i personaggi lo vedono. In questo immaginario i personaggi sono limitati dai bordi dell’inquadratura e da ciò che è visibile al pubblico: in Playhouse, ad esempio, delle persone in fila indiana non sono tali per Buster finché non le fa disporre orizzonatalmente. Questo principio permette di dare vita a gag che hanno un senso visivo ma non logico e pensate come trucchi di magia: le cosiddette gag impossibili. In alcuni casi Keaton si serve dell’espediente del sogno per mettere in scena situazioni surreali, come fermare l’ascensore al piano desiderato spostando la lancetta in The Goat oppure uscire dal proprio corpo che dorme e vagare per la sala cinematografica come in Sherlock Jr. 11


L’arte della gag

The High Sign (1920)

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Steamboat Bill Jr. (1928)


Principio n°3

The Playhouse (1921)

The Goat (1921)

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L’arte della gag

Sherlock Jr. (1920)

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Principio n°4

Se puoi, fallo per davvero. Keaton diceva che per la comicità visiva bisogna mantenersi aperti all’improvvisazione: una buona parte delle scene era pianificata prima di iniziare il film e il resto veniva sviluppato durante le riprese. Nel caso in cui alcune gag pianificate non funzionassero, queste venivano rimosse, oppure vi si costruiva attorno una scena nuova. Questo è il caso della scena di Three Ages in cui Buster mancò un salto da un palazzo all’altro ma, anziché rifare la scena, decise di tenere l’errore e di riadattare le scene successive. Per ultima, la sua regola più famosa: mai falsificare una gag. Per Keaton l’unico modo per convincere gli spettatori che ciò che vedevano fosse reale era farlo davvero e senza tagli.Tra le sue acrobazie più pericolose possiamo ricordare l’entrata in una macchina in corsa calandosi da una barriera automatica in Sherlock Jr. oppure la caduta della facciata di una casa in Steamboat Bill Jr., scena iconica che è stata citata in numerosi film nel corso degli anni.

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L’arte della gag

The Three Ages (1923)

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Principio n°4

Sherlock Jr. (1924)

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L’arte della gag

Steamboat Bill Jr (1928)

Project A Part II (1987)

McGyver, Deadly Silents (1991)

Arrested Development - The One Where They Build a House (2004)

Jackass Number Two (2006) 18


Filmografia The High Sign (1920) The Scarecrow (1920) One Week (1920) The Goat (1921) The Playhouse (1921) Cops (1922) The Three Ages (1923) Sherlock Jr. (1924) Battling Butler (1926) The General (1926) Steamboat Bill Jr. (1928) College (1927) Grand Slam Opera (1936)

Videografia Buster Keaton - The Art of the Gag https://vimeo.com/146442912 Sherlock Jr | Dream sequence https://www.youtube.com/watch?v=H8zMV0-NMug IMDb| Buster Keaton https://www.imdb.com/name/nm0000036/

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L’arte della gag

Corso: Storia dell’arte contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva Docenti: Paolo Castelli, Sergio Giusti Design della Comunicazione A.A. 2019/2020 Politecnico di Milano

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