Chic Style Winter 2017

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FIRMINIO Made in Italy






Di Martina Siravo

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Di Martina Siravo

Via Maria 31-03100 Frosinone - tel. 349 402 3849 - email. whitef@hotmail.it- seguici su BEAUTY

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Di Martina Siravo

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Di Martina Siravo

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EDITORE Associazione ! CHIC Testata Registrata presso il Tribunale di Frosinone. DIRETTORE

Claudio Giuliani GRAFICA

Advok Studio srl - Grafica & Web info@advok.it MADDALENA ZOLFINI VALENTINA FANFERA Direttore responsabile and product manager adv SALVATORE PIGLIASCO SS 155 per Fiuggi n 7 03100 Frosinone Tel. 0775 961440 Creative area / Creative coordinator/Brand Manager CLAUDIA PALOMBI CHIARA LUCIA GUARINO chicstyle.redazione@gmail.com Capo redattore CLAUDIA PALOMBI redazione@chicstyle.it Fotografia RICCARDO LANCIA STEFANO ROSSI Makeup & Hair Artist PRESTIGE HAIR LAURA NARDONE FRANCESCA ROTONDI Stylists CHIARA LUCIA GUARINO CLAUDIA PALOMBI Redazione ANASTASIA VERRELLI CLAUDIA CAPONE FRANCESCA CAVALIERE GIUSI ROSAMILIA LUDOVICA TESTA MARTINA SIRAVO MATTEO TOMAINO STEFANY BARBERIS VINCENZO TIRITTERA VIVIANA GUGLIELMINO VALENTINA DI MANNO ROBERTA EVANGELISTI Modelle TESS PERRONE ROBERTA DALLOWAY CRISTINE MICHELLE Location INTERNO 36 COTONIFICIO CASALE VERDELUNA - PIGLIO

PROSSIMA USCITA – PRIMAVERA 2018 CHIUSO IN STAMPA IL 30 NOVEMBRE 2017 STAMPA - ARTI GRAFICHE AGOSTINI - TIRATURA 10.000 COPIE

In copertina MODELLA Tess Perrone FOTOGRAFIA Riccardo Lancia HAIR Hair Prestige MAKEUP Francesca Rotondi STYLIST Chiara Lucia Guarino, Claudia Palombi BRAND Gioielli DIVAG JEANS Atelier Cigala's

I partners di questo numero APPONI SPACE, GIANCARLI GIOIELLI, MAD MODA ACCESSORI DESIGN, BLOGGER 36, SERRAMODA, MEDICI PELLETTERIA, QUADRIFOGLIO, OTOVISION, ATELIER WHITE F. P&B DIFFUSION, HAIR PRESTIGE, ADVOK STUDIO COMUNICAZIONE, PASTICCERIA DOLCEMASCOLO , GRUPPO GO! AUTOMOBILI, ROSSI IMPIANTI, OMNIA FITNESS, COTONIFICIO, LA PROVINCIA, NEW HAIR DIMENSION, RADIO DAY

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In questo numero

A pagina 40 Chic Designer, acquistabili nello store di Mad - Moda Accessori Design!

I CONTENUTI, LE DESCRIZIONI, LE IMMAGINI E LE COLLABORAZIONI PRESTATE SI INTENDONO ESCLUSIVAMENTE A TITOLO GRATUITO


INVERNO

Chic!

Winter is coming. Siete pronti? Tornato, puntuale, Chic style nella sua edizione invernale con tante novità e brand da non perdere di vista. Il periodo più scintillante dell’anno è cominciato: le feste sono dietro l’angolo e tutti sono già in corsa per l’organizzazione di riunioni di famiglia, cene e pranzi, ma soprattutto per i regali da mettere sotto l’albero e gli outfit da sfoggiare. Le idee più originali ed accattivanti sono proprio nelle nostre pagine, dove troverete, come al solito tanti nuovi marchi da seguire che potrete acquistare nell’esclusivo store di fiducia Mad - moda accessori design. La promozione dell’eccellenza italiana nella moda è uno dei nostri punti cardine, grazie alla sezione Talents, dedicata ai brand emergenti, made in Italy, che noi seguiamo passo passo, dando loro una sorta di vetrina-mercato. Passione e dedizione di giovani che si mettono in gioco, con creatività e sapienza manifutteriera di cui il nostro Paese è sempre stato ricco, sono i valori in cui noi crediamo fortemente e ci impegnamo per dare loro spazio. L’interno 36 ospita la copertina di questo numero: Cigala’s atelier, brand di jeans marchigiano, che si ispira alla semplicità nel design con alti contenuti di prodotto, e contrasta piacevolmente con gli orecchini dal gusto barocco di DIVAG Accessori, che si contraddistinguono per la leggerezza e la comodità nei materiali.Altra interessante scoperta da tenere d’occhio è il marchio Petite Galì, che per Chicstyle presenta la sua ultima collezione di bijoux bicolor, dal sapore romantico, scattata nel suggestivo locale “Cotonificio” di Frosinone. Inoltre, troverete la presentazione delle nuove collezioni presenti nei nostri store di Frosinone, immortalate in una location da sogno che ricorda la tradizione rustica: il Casale verde Luna immerso nelle campagne dell’alta ciociaria.

La Redazione.

24. 26. 28. 30. 32. 34. 36. 38. 54. 55. 56. 60. 61. 62. 91. 64. 66. 68. 70. 74. 78. 82. 84. 87. 88. 94.

Icona Sara Serraiocco Knitwear mania Oltre la tuta c’è di più L'inverno 2018 è maxi Accessori Stivali rossi Borse CHIC DESIGNER Metal Look Hair Colorful Roots Volume hair Margherita Palli Pennellate di Glitter Intervista Grace Green La Terra dei pagliaroni Sindrome da Lynch Intervista Dayana Montesano Icona Michele D'Attanasio Per ogni riccio un capriccio Intervista RT POOP Intervista Chiara Aversano Butterum Regali di Natale Firminio Intervista Federica Fiocco Intervista Giuseppe Iaconis


FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Cristine Michelle STYLIST Chiara Lucia Guarino – Claudia Palombi MAKE UP Laura Nardone LOCATION Casale VerdeLuna- Piglio

TOTAL LOOK - SEVENTY SERGIO TEGON

FROSINONE Via Tiburtina n. 73, Tel. 0775. 872422


FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Cristine Michelle STYLIST Chiara Lucia Guarino – Claudia Palombi MAKE UP Laura Nardone LOCATION Casale VerdeLuna- Piglio

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Corso della repubblica 57 Frosinone - Tel. 0775.960045 -

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FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Cristine Michelle STYLIST Chiara Lucia Guarino – Claudia Palombi MAKE UP Laura Nardone LOCATION Casale VerdeLuna- Piglio

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Via Aldo Moro 1c, Frosinone Tel. +3934577858 Seguici su


FOTOGRAFIA Riccardo Lancia MODELLA Cristine Michelle STYLIST Chiara Lucia Guarino – Claudia Palombi MAKE UP Laura Nardone LOCATION Casale VerdeLuna- Piglio

TOTAL LOOK - ELISABETTA FRANCHI

FROSINONE - Via Aldo Moro n.85, Tel. 0775.824242 - CECCANO - Via Madonna della Pace Tel. 0775.601054 - SORA - Corso dei Volsci n.65 Tel. 0776.831775 - ISOLA DEL LIRI - Corso Roma n.23-25, Tel. 0776.807233 - MONTE S.G. CAMPANO - Via Boccafolle n.42, Tel. 0775.891183



Pagina accanto Pantalone / Dolcevita - Malìparmi Giacca in pelle - The jackieleathers QUADRIFOGLIO Zainetto - The bridge MEDICI PELLETTERIA Collana GIOIELLERIA GIANCARLI Occhiali da sole - Gucci OTOVISION

In questa pagina Piumino / Jeans / Maglia - B.joung Foulard - Palme MAD MODA ACCESSORI Borsa - Coccinelle MEDICI PELLETTERIA Parure GIOIELLERIA GIANCARLI



Pagina accanto Capospalla /gonna - Clips More Maglia - Ferrante APPONI SPACE Tracollina - Gianni Chiarini MEDICI PELLETTERIA Orecchini GIOIELLERIA GIANCARLI Occhiali da sole - Gucci OTOVISION

In questa pagina Felpa - Blogger trentasei Gonna - Francesca P. Smanicato pellicciotto - Francesca P. BLOGGER TRENTASEI Zainetto - #blutoscablu MEDICI PELLETTERIA Parure GIOIELLERIA GIANCARLI Occhiali da sole - Mag OTOVISION




Di Claudia Capone

Sara " Serraiocco

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APPENA 27 ANNI e il suo nome è già ben noto nel mondo del cinema italiano

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i sono momenti in cui i giovani si sentono completamente sfiduciati e poco considerati nel paese in cui vivono. A volte sembra che quello che si fa non sia abbastanza ed è in quei momenti che si ha bisogno di punti di riferimento, di persone a cui guardare per convincersi che tutto è possibile e che si può realizzare un sogno purché si abbia tenacia e buona volontà. Il talento viene ripagato e Sara Serraiocco ne è un esempio, ha appena 27 anni e il suo nome è già ben noto nel mondo del cinema italiano. Benché giovanissima, infatti, vanta una lunga lista di apparizioni sul grande schermo nonché un considerevole numero di premi vinti. Sin da piccola ha sempre amato la danza e il cinema, passioni che l’hanno portata a decidere di lasciare la tranquillità della provincia di Pescara per trasferirsi a Roma e studiare presso il Centro sperimentale di cinematografia. Ha cominciato la sua carriera con una piccola parte in una puntata del telefilm “R.I.S. Roma: Delitti imperfetti 3” che le ha permesso di ottenere nel 2013 il ruolo di protagonista nel film “Salvo” dove interpreta

la parte di Rita, una ragazza non vedente. Nel 2014 è stata scelta direttamente dalla regista Liliana Cavani per recitare il ruolo di Chiara d'Assisi nella miniserie “Francesco” e tra il 2015 e il 2017 ha partecipato come protagonista al film “Cloro”, in “Non è un paese per giovani” e a breve sarà anche possibile ammirarla nei panni di uno dei protagonisti del film “Brutti e cattivi”, dove interpreta una ragazza disabile priva di braccia. Ogni ruolo da lei interpretato è complesso e richiede una grande preparazione fisica e soprattutto psicologica ma nel suo caso il duro lavoro viene decisamente premiato, infatti è da poco rientrata in Italia dopo un periodo a Los Angeles dove ha concluso le riprese di “The Counterpart”, una serie televisiva fantascientifica prodotta dal premio oscar J.K. Simons in cui recita la parte di una giovane assassina.

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Fotografia Riccardo Lancia - Art director Claudia Palombi - Assistente Roberta Evangelisti - Brand Metal Chord - Gioielli acquistabili da Mad Moda Accessori Design

Di Martina Siravo


Di Francesca Cavaliere

Knitwearmania Dalle passerelle al guardaroba il colore regna sovrano

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a sfera di cristallo non serve: per il prossimo inverno il colore la farà da padrone. E con questo, il mondo del knitwear non sarà più lo stesso. Parola di veggente? No, di fashion victim! Un capo intramontabile, un tesoro inestimabile, un classico per eccellenza che ha saputo trasformarsi, rinnovarsi costantemente, diventando un must have per chiunque non voglia farsi cogliere impreparata dai primi freddi, sfoggiando un look easy e cool. E, infatti, grazie alla sua estrema versatilità, ed intrinseca semplicità, il maglione è pronto a dettare legge nel mondo del fashion. Lasciatevi, quindi, sedurre dal suo caloroso e morbido abbraccio: che si tratti di pullover o di cardigan, non ci sarà altro che l'imbarazzo della scelta. Voluminosi, asimmetrici, oversize, cropped, oppure super aderenti, con volant o senza, strapless o col collo a barca, a girocollo o semplicemente dolcevita, con le maniche a campana oppure a sbuffo: ce n'è davvero per tutti i gusti! Ma, oltre la forma, c'è di più...E, infatti, per la prossima stagione F/W 2017-2018 il pullover rappresenterà un vero e proprio cult, a patto che si osi. Come? Con il colore. Ai classici bianco, nero, blu e grigio si affiancano nuance audaci e tinte vivaci, pronte a spezzare la monotonia cromatica, portando un tocco di brio e di buon umore nelle uggiose giornate invernali. Fa capolino il rosso,

una cromia calda e passionale, intensa e vivace, ideale per chi voglia assecondare la propria indole rock senza troppi estremismi. L'effetto shocking è assicurato, invece, da altre nuance come il fucsia, il viola e, ancora, l'arancio. Perfette in ogni loro variante e declinazione - dal modello avviato ed aderente con intrecci a quello oversize di lana grossa –, queste tonalità sono pronte a donare un tocco glam al vostro outfit. Ritornano, poi, le righe e i pois, e perfino le paillettes. Ed è così che, un capo unico come il pullover si ritrova ad essere impreziosito da ironiche scritte frontali, ricami floreali, frange, allacciature laterali, decorazioni di vario genere, diventando così il più fidato, nonché glamour, alleato contro le rigide temperature invernali. Perfetto se indossato sopra al denim, su un paio di pantaloni super skinny oppure su uno di quei modelli high waist, il maglione diventa irresistibilmente cool se abbinato ad una mini in eco pelle. Grazie alla sua indole easy e chic, il pullover è infatti in grado di rendere stiloso qualsiasi outfit, conferendo ad ogni look un tocco casual e sofisticato. Per quanto riguarda, poi, le stampe tradizionali, queste vengono rilette in chiave pop, il loro design completamente rimodernato si affianca a fantasie geometriche dal gusto un po' retrò: un mix inaspettato, eppure estremamente glamour!

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Di Martina Siravo

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Di Giusi Rosamilia

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Oltre la tuta c’è di più

hi l’ha detto che la tuta è prettamente un capo sportivo? È vero, se immaginate dei pantaloni di maglina abbinati ad una maglia a maniche lunghe con zip e scarpette da ginnastica, vi verrà in mente un tipico abbigliamento da fitness, ma in realtà oggi non è più così. Per l’autunno inverno 2017-2018 torna sulle passerelle la tuta sportiva si, ma rivisitata in una chiave del tutto moderna ed elegante. Popolare dal 1919 quando era in voga lo stile di danza hip-hop, oggi è da paragonare quasi ad capo d’alta moda. Per molti è un abbigliamento da usare in casa, al massimo per fare qualche faccenda veloce fuori o, ovviamente, per andare in palestra. Per altri è un trionfo di comodità e adesso diventa anche un capo glam. Giacca con zip e cappuccio, pantaloni larghi con elastico in vita, viene portata con orgoglio in passerella da molti stilisti: Marc Jacobs, Chloé, Gucci, Miu Miu, Sacai, Vetements fino ai più nuovi Fenty di Rihanna per Puma e Palm Angels. Volete stare comode in ufficio, a lavoro o in casa? Vi basterà scegliere i jogger, i track pants o i pantaloni della tuta. Sono confortevoli, pratici e da indossare con nonchalance. Siete alla ricerca di un capo d’abbigliamento comodo ed elegante all stesso tempo per un appuntamento importante? Scegliete i pantaloni di tuta in pelle nera, arricchiti di strass e paillettes. Altri sono apribili attraverso bottoni particolati, altri ancora presentano delle bande larghe laterali che li rendono spiritosi. I pantaloni baggy si indossano con la camicia bianca, le sneakers e il trench. In un mix and match di tessuti e colori i pantaloni tecnici si sposano con tranquillità con i micro top in microfibra e le canotte particolari. Le giacche in acetato incontrano i k-way contro la pioggia, le scarpe fanno la differenza, meglio se fluo e appariscenti. Lana, tessuti felpati e pelliccia si abbinano facilmente alla tuta che entra così di diritto nell’elenco dei capi da indossare per ripararsi dal freddo con stile. Gioiscono le più sportive che non hanno mai abbandonato i loro vestiti e che adesso non devono più aver paura di essere additate come trasandate o troppo casual. I calzettoni di spugna e i collant doppi non solo si indossano con disinvoltura, ma si fanno anche vedere con fierezza. Grande protagonista delle passerelle: il velluto. Rende eleganti i capi di qualsiasi genere: un tocco sportivo e allo stesso tempo chic. Per essere sempre al top in

qualsiasi circostanza: da una riunione di lavoro ad una cena tra amici. Valentino dimostra come è possibile trasformare completamente la versione workwear della tuta, proponendone una impreziosita da ricami d’oro e tacchi iper femminili, meglio se con cinturino alla caviglia. Lo street style è abbondantemente superato: nessuno avrà più l’idea che con la tuta si va in palestra e basta. Con la tuta si esce, ci si diverte, si va a ballare, si va a lavoro. Comodità, ricercatezza, stile e originalità insieme sono il giusto mix per un look sempre cool e sempre impeccabile.

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Di Martina Siravo

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Di Giusi Rosamilia

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L’inverno 2018 è MAXI

’inverno è alle porte, già si avverte il tipico freddo rigido che gela la punta del naso e costringe tutti ad un abbigliamento più caldo e più coprente. Il mare, le spiagge bianche e l’ombrellone sono ricordi ormai lontani: nel camino di moltissime case già arde il fuoco dalla mattina fino alla sera per riscaldare gli ambienti e gli animi insieme. Tè caldi, tisane e biscotti allo zenzero popolano le dispense, plaid e piumoni. Quando si esce si pensa ad un abbigliamento confortevole, comodo, caldo e allo stesso tempo alla moda. Quali sono i capi spalla dell’inverno 2018? La stagione fredda sarà accompagnata da capi oversize, non le solite giacche trapuntate, ma piumini maxi, super avvolgenti e glam. Il taglio slim viene abbandonato, si preferisce la comodità. Un tuffo negli anni ’90 ci riporta ai piumini dagli ampi volumi. Per chi ha paura di sembrare l’omino Michelin, va subito detto che l’effetto è tutt’altro che brutto da vedere, anzi è trendy. Basta guardare le passerelle dei big della moda per rendersi conto che il maxi piumino si porta con disinvoltura e classe, sia di sera che di giorno. È proprio questo che suggerisce Salvatore Ferragamo proponendo una versione chic e pratica del piumino in seta dal taglio cropped. Balenciaga è d’accordo e rilancia una versione particolare, caratteristica con un grande collo che avvolge il corpo per scongiurare i malanni di stagione, via la sciarpa, pensa a tutto il piumino oversize. Nina Ricci lo propone nude e lungo, Tommy Hilfiger lo immagina lucente e pratico allo stesso tempo. H&M si lascia coinvolgere da questa tendenza e ne propone uno

morbido e abbondante: la praticità la fa da padrona. Per chi ama essere al centro dell’attenzione e ama sperimentare ha di sicuro apprezzato Off-White con il suo capospalla originale e perché no, futuristico. Arancione per Kru, fucsia per Max&Co in tessuto tecnico. Quello corto è perfetto da indossare su gonne al ginocchio e con abiti lunghi e svasati, quelli bicolore, tinta unita o pastello sono in chiave romantica, il classico nero è rigoroso e perfetto per la sera, da abbinare facilmente a qualsiasi look. Il piumino con cappuccio di pelliccia è chic, perfetto se abbinato a gonne lunghe o pantaloni skinny. Chi non ama il piumino non deve disperare, può optare per il montone, altra super tendenza dell’inverno 2018! Morbido, soffice, caldo grazie all’interno in pelliccia, il cappotto di montone torna prepotente sulla scena non solo per i marchi low cost, ma anche per quelli di lusso. Il classico modello in pelle fuori e in pelliccia dentro generalmente nero o marrone è affiancato da altri modelli più originali e cool. Taglio classico, doppio petto, di media lunghezza, marrone fuori e dentro panna può essere sostituito da una versione più dark con pelle nera all’esterno e pelliccia marrone dentro oppure rosa, viola, rosso: colori più stravaganti e visibili. Per il prossimo inverno si può scegliere anche la versione in giacca biker, oversize o super corta e avvitata o ancora la versione completamente in sharing. A prescindere dal modello scelto, si può facilmente indossare con qualsiasi abbigliamento: jeans, pantaloni a sigaretta o morbidi, maglioni, felpe o camicie. Si preannuncia un inverno maxi: super caldo, super soffice e super avvolgente!

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Di Stefany Barberis

Accessori

Gli orecchini quest'anno sono maxi e asimmetrici

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arola d'ordine: orecchini maxi e asimmetrici. E se nell'antichità l'orecchino era simbolo fondamentale anche oggi per le donne è così. Dal ritorno agli orecchini a cerchio maxi in argento che richiamano lo stile anni '90 agli orecchini asimmetrici con pietre preziose e pendenti particolari. Ed i veri protagonisti di questa fredda stagione sono indubbiamente i lunghi pendenti di Schiaparelli o quelli maxi foglie oro di Alexis Mabille. Da non perdere le proposte con le frange di Oscar de la Renta e Primark. Ma se la linea degli orecchini è fondamentale ricordatevi di rendere il look adatto all'accessorio. Se l'orecchino è protagonista e magari è grande, giocare con il capello raccolto ed un dolcevita nero sicuramente farà risaltare ancora di più il vostro bijoux. Se invece optate per un look minimal e pulito come la tuta intera nera elegante sicuramente gli orecchini più adatti sono quelli a cerchio maxi, perfetti per richiamare il look anni '90 un po' gipsy style. Ma se il vostro intento è quello di portare un orecchino grande e molto particolare con inserti preziosi il nostro consiglio è quello di giocare con uno solo e non la coppia. E voi quali avete scelto di indossare?

Gli ORECCHINI sono da sempre l'accessorio più in voga e quest'anno saranno grandi protagonisti

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Di Martina Siravo


Di Valentina Di Manno

Stivali Rossi La bellezza di essere donne

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e hanno fatto di strada gli stivali da quando venivano utilizzati solamente per proteggersi da acqua e fango… Come quasi tutte le cose, nacquero per soddisfare le necessità di un pubblico maschile ma si sono insinuati pian piano nel mondo della moda femminile già nel 1800 quando romantiche calzature a stivaletto venivano indossate sotto le crinoline per fare lunghe passeggiate all’ombra di un ombrellino in pizzo. Negli anni ’60, grazie anche allo scalpore dovuto alla nascita della minigonna, gli stivali si rivoluzionarono allungandosi anche sopra il ginocchio e chiudendosi con zip laterali per renderli aderenti alle gambe. Nel decennio successivo gli stivali si alzarono fino all’inguine creando non poco scalpore, per poi ridimensionarsi decisamente negli anni ’80 in modelli più semplici, senza zip e spesso realizzati in pelle o camoscio. Si sa, spesso la moda con il tempo si ripete, si cerca ispirazione dal passato, da quelle che sono state le tendenze più interessanti o i dettagli che più hanno segnato la storia; per questa stagione, salta subito all’occhio che i designer hanno tenuto un occhio riguardo per il mood anni ‘90 e inizio 2000, soprattutto alla pratica di infilare i jeans negli stivali. Stivali, stivali rossi…questa è la vera ossessione dell’autunno-inverno 2017/2018. Elasticizzati con cuciture decorative, in vernice e con tacco quadrato, in finta pelle e tacco sottile, in velluto, a punta tonda, a punta quadrata, con plateau, insomma…dettagli per tutti i gusti, purché siano rigorosamente rossi. Ormai da anni la scarpa rossa è il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne e contro l’ingiustificato possesso che l’uomo continua a sentirsi in diritto di esercitare sulla donna e chissà, questa nuova tendenza dal mondo glamour lo tiene in conto, in fondo la moda è un grandissimo mezzo di comunicazione e può e deve farsi portavoce di grandi battaglie. Ognuna di noi ha il sacrosanto diritto di sentirsi bella ed essere libera di sentirsi bella con ciò che sceglie di indossare, senza che il suo abbigliamento venga preso come pretesto per farle del male… Quindi donne, questo inverno sfoggiate un bel paio di stivali rossi, indossateli con orgoglio, per voi e per tutte le donne del mondo! MODA

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Di Martina Siravo

#chicstylecasting Il tuo sogno è fare la modella? Chic Style Magazine ti sta cercando! Partecipa al casting per diventare protagonista di un servizio di moda sulla prossima rivista. Scrivi una email a redazione@chicstyle.it allegando 2 o piÚ foto (figura intera e primo piano) e il tuo numero di telefono. A breve la data ufficiale!

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Di Anastasia Verrelli

Borse

Per non passare inosservate

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uesto 2017 è stato l’anno ideale di tutte quelle donne con le preferenze più bizzarre in fatto di borse, che proprio non vogliono passare inosservate. Iniziamo dal cestino Hermes, ricoperto da una cascata a strati pelosissima, realizzato in tantissimi colori. Una borsa eccentrica, piccola e compatta, da sfoggiare di sera con abiti eleganti. C’è poi la pochette Miu Miu, decisamente vistosa e realizzata con applicazioni di petali in plastica lucida, con pendagli e perline, tutto sui toni dell'azzurro. Adatta per aperitivi e serate con le amiche. Ma ad attirare subito l’attenzione c’è il bauletto Dolce e Gabbana. A forma di tamburo con i colori tipici del nostro bel Paese e con i pon pon rossi: difficile da abbinare, ma è perfetta per chi ha la necessità di mostrare una forte personalità e per chi non ha paura di avere gli occhi addosso. C’è infine Il Clutch Chanel, una borsa incredibile dalla forma di un piccolo robot con gambe, braccia e viso sorridente. La piccola borsa è rigida ed è legata ad una fine catenella che funge da tracolla. Queste borse hanno fatto parte anche nel look delle star come Katy Perry, Miley Cyrus , Maisie Williams, Olga Kurylenko, Lydia Hearst, Zooey Deschanel e tante altre. Insomma, ci sono moltissime alternative per poter attirare l’attenzione con una borsa. Che siano più eleganti o più stravaganti, le borse resteranno sempre l’accessorio preferito dalle donne, grazie alle quali potranno esibire la propria esuberanza e personalità senza però perdere la propria eleganza e finezza.

Le donne vanno pazze per le borse e, per placare la loro pazzia, sono state inventate borse degne dei loro gusti più stravaganti

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Di Martina Siravo

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PETITE GALÌ

etiteGalì nasce nel 2016 , ma la sua storia inizia quando ero solo una bambina. Colori ricami è tutto quello che mi permetteva di creare è stata sempre una passione che mi ha portato a sperimentare ed a studiare tecniche e materiali per produrre ogni tipo di accessorio ma in particolare gioielli. Rame , Swarovski perline di conteria giapponese lavorate con tecnica wire e tessitura , sono alla base dei miei progetti , disegnati e realizzati traendo ispirazione ed influenze dalle tradizioni e dalle culture più disparate , modernità e culture antiche si uniscono nella mia fantasia per dar vita ad oggetti che possano riflettere il gusto e le esigenze di tutte le donne che scegliamo di essere ogni giorno.

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DIVAG

IVAG nasce nel 2013 dalla mente creativa di Valentina Galeazzi, nata a Terni (Umbria) il 25/08/1989. Decide di accettare una sfida con se stessa creando una linea di accessori, pensata per vestire chi li indossa, con una particolare attenzione alla comodità e alla leggerezza dei materiali. La scelta di utilizzare una palette di colori complementari ma anche contrastanti crea cromìe studiate per essere le protagoniste di ogni outfit. Dopo 5 anni di continua evoluzione nel giugno 2017 nasce la nuova brand identity DIVAG: il design del logo si rinnova inserendo un elemento grafico, la “V” , che caratterizza ogni creazione.


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ATELIER CIGALA'S

telier Cigala's è un marchio che si muove nel mondo del denim con un approccio speciale: associare l'allure “storico” del jeans americano a una vestibilità sofisticata e contemporanea. I jeans di Blow Up, di Marilyn negli Spostati, delle Charlie Angel's o di Thelma e Louise ripensati con tagli, tessuti e ricerca anatomica che disegnino un fisico speciale a chi li indossa. La prima collezione di Atelier Cigala's esce nel 2000 a Urbania, “la valle del jeans” italiana. L'idea è di utilizzare una pluridecennale esperienza nel fitting per costruire una linea di jeans cosmopolita e internazionale. Niente stampe, ricami, accessori invasivi. Linee pulite, vestibilità di eccellenza da scoprire indossandoli. La gamma di tessuti con cui lavora Atelier Cigala's è quella classica dell'immaginario del jeans: cotone, velluto liscio e millerighe, drill, misti di cotone e lino, gabardine, satin, nella loro interpretazione attualizzata, cioè associati a fibre elastiche in diverse modalità di tessitura per ottenere una mano molto morbida e un alto indice di recovering: l'elasticità che consente di “costruire” le forme del corpo senza allentarsi nel tempo. Il Dual Fit (Lycra associata al poliestere e “ricoperta” di cotone) è una delle proposte costanti nelle collezioni: unisce un aspetto assolutamente “naturale” a una indeformabilità quasi assoluta. La produzione di Atelier Cigala's è 100% Made in Italy.

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METAL CHORD

ETAL CHORD nasce dallo slancio creativo di un gruppo di giovani designer italiani ed un sogno da realizzare: trasformare oggetti i tutti i giorni in magnifici bijoux. Gioielli fatti a mano, pensati con un occhio al vintage e l'altro al futuro, in cerca di un prodotto originale, non di serie. Raffinatezza, forza e freschezza caratterizzano le collezioni, permettendo di raggiungere nuovi mercati. Le collezioni rappresentano tutte le donne che desiderano risplendere in ogni occasione. Una donna dallo stile mai scontato; elegante o sexy, per una cena speciale ma anche alla moda durante la giornata e spensierata nei suoi viaggi, oppuresemplice ma con un pizzico di originalità in ufficio.


Di Martina Siravo

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ALLEGORY OF BEAUTY Brand: DIVAG Fotografia: Riccardo Lancia Model: Roberta Dalloway Style: Chiara Lucia Guarino – Claudia Palombi Makeup: Francesca Rotondi Assistente: Roberta Evangelisti – Giada Berardi Capi: Quadrifoglio – Elisabetta Franchi Location: Cotonificio



Di Martina Di Martina Siravo Siravo

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THE WHITE PLACE Brand: Atelier Cigala's Fotografia: Riccardo Lancia Model: Tess Perrone Style: Chiara Lucia Guarino – Claudia Palombi Makeup: Francesca Rotondi Hair Style: Hair Prestige Assistente: Roberta Evangelisti – Giada Berardi Location: Interno 36




Di Martina Siravo

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Puoi acquistare i prodotti dei Designer Chic

da Mad - Moda Accessori Design

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Foto Riccardo Lancia

Di Martina Siravo


Di Claudia Palombi

MAD-Moda Accessori e Design cambia veste

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l’apertura del nuovo store in via corso della Repubblica, Frosinone

l nuovo store di MAD è una vetrina affacciata sul mondo della moda, accessori e design. Un luogo e contenitore di talenti della moda che attraverso la collaborazione con Chic Style Magazine seleziona in tutta Italia scegliendo di promuoverli all’interno del proprio spazio. Abiti, borse ed accessori frutto di una lunga ricerca di scouting con l’obiettivo di offrire la possibilità di visibilità e comunicazione ai talenti in un territorio nuovo, quello frusinate. Una volta entrati in negozio ci si immerge nelle storie di ogni singolo brand, costituiti da pezzi unici e rigorosamente fatti a mano! Sono giovani e promettenti, nuove leve del fashion system che stanno imponendo mode e tendenze grazie a estro, creatività e un sogno: diventare grandi designer internazionali. Provenienti dal territorio Ciociaro o nazionale, sono i talenti emergenti della moda femminile. Tratto comune: anche Mad li ha voluti sul suo nuovo concept store!Ora non vi resta che scoprirli in negozio insieme a tutti gli altri brand internazionali!

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tudio Kamp, fondato nel 2013 , è uno studio di architettura specializzato nella progettazione bioclimatica e nel design degli interni per ambienti commerciali e residenziali attraverso soluzioni creative e innovative. Partner dell' Agenzia Casa Clima, Studio Kamp ha come obiettivo lo sviluppo di edifici ecosostenibili mediante l'uso di materiali naturali integrati ad uno stile architettonico contemporaneo. www.studiokamp.it - studiokamp.architetti@gmail.com 3284551298 Arch. Alessandro Campioni

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Di Martina Siravo

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Di Martina Siravo

Metal Look

Tendenze Make-Up Autunno / Inverno 2017/2018

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e tendenze make-up per l’autunno inverno 2017/2018 non conoscono le mezze misure: si passa da look naturali che prediligono colori tenui e nude a look dalle linee piuttosto decise e dalle nuance intense. Insomma un make-up che si diverte a giocare con contrasti e opposti! Il metal look, o più comunemente noto come il look metallizzato, già visto durante l’estate, sarà uno dei maggiori trend: il segreto è “brillare”. Le tendenze vogliono un look nude enfatizzato da ombretti elettrici, metallizzati, rossetti glitter e metal oppure tinte no-transfer nei colori di stagione come viola, rosso, bordeaux e oro e pigmenti metallici applicati come punti luce con la finezza di un pittore rinascimentale. Un look diventati cavallo di battaglia di Peter Philips per Dior, sia nella collezione prêt-à-porter che in quella Haute Couture. Colori audaci e vibranti, lucidi oppure opachi, accompagnati da un trucco occhi super luminoso che apre lo sguardo e lo rende estremamente sensuale. Si tende, quindi, al finish mat, all’opaco: un altro grande rimando agli anni ’90, proprio come nella moda. Di gran tendenza lo smokey eyes dai tratti ben precisi per donare profondità allo sguardo contrapposto ad ombretti luminosi, satinati, metallici oppure opachi come il velluto grazie alla texture soffice e impalpabile che consente una stratificazione degli ombretti. Da non dimenticare l’eyeliner dai più svariati colori!

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Di Stefany Barberis

Hair Colorful Roots La nuova tendenza dei capelli colorati

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Un nuovo trend affolla il già ricco calderone delle tendenze capelli

a moda dei capelli colorati in stile candy e mermaid ormai è presente da qualche stagione, ma la tendenza di quest'anno sarà principalmente giocare con le radici. Si chiama colorful roots, le radici colorate dei capelli che prendono ispirazione da tutte le nuance dell'arcobaleno. Dall'idea di colorare tutta la chioma fino al concetto del degradè che vi farà giocare con colori accesi sulle radici fino ad arrivare magari al biondo platino sulle punte. Un nuovo modo per coprire la ricrescita? Magari si. Ciò che è certo è che stanno facendo impazzire i maggiori social, primo su tutti Pinterest e Instagram. Ma di che cosa si tratta esattamente? Le radici dei capelli (esclusivamente quelle o, in alcuni casi, esse ed esigua parte delle lunghezze) vengono decolorate e successivamente tinte con colori dell'arcobaleno. Il risultato è eccezionale e sembra risaltare particolarmente tinte con i capelli molto chiari. Questa nuova tecnica colore, tuttavia, dona davvero a tutte e si presenta ad essere realizzata anche in modo temporaneo, magari in vista di una festa o serata speciale, servendosi semplicemente di hair chalk o spray ormai presenti anche da brand come L'oreal, lavabili con uno shampoo. Una variante meno eccentrica è quella che prevede le radici tinte di un solo colore. Un consiglio ci è d'obbligo darvelo. Il blu, il verde, il rosa e l'arancio sono le nuance più facilmente scelte da chi decide di colorare le proprie radici, naturalmente da utilizzare singolarmente o in combo. Non provate a farvelo a casa ma chiedete consiglio ai saloni di bellezza solo così il risultato sarà assicurato e eviterà di rovinarvi di più i capelli. Se siete bionde e volete usare un po' il nostro consiglio è quello di provare questa nuova tendenza con colori come light pink o light blue fino a raggiungere le punte in una nuance più delicata. Se invece siete more non vi abbattete perché anche con le tonalità più scure si potrà optare per questa tendenza magari con dei colori più scuri come viola o blue elettrico e perchè no anche verde. Dopo il trend dei dip-dye hair per cui le punte prendono colore, sono quindi le radici, sempre al centro dell'attenzione per il problema ricrescita protagoniste della tendenza.

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Di Anastasia Verrelli

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Volume hair

Ogni donna prova a dare più volume ai propri capelli, più vitalità alla capigliatura. Ma quante in realtà poi davvero ci riescono?

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re ed ore sprecate, passate davanti allo specchio a pettinare e a cercare di dare volume inutilmente, perché lo shampoo che la vostra amica vi aveva consigliato è stato vano come il consiglio di quella lontana zia. E’ arrivato il momento di dire basta e di seguire qualche nostro piccolo consiglio. Innanzitutto bisogna stare molto attenti a quello che si mette in testa! Le spume volumizzanti, se distribuite adeguatamente sui capelli bagnati, possono essere d’aiuto poiché daranno sostegno alla capigliatura anche quando i capelli saranno asciutti. Esistono prodotti volumizzanti che promettono risultati strabilianti ma che poi si rivelano un totale fallimento: questo accade a causa della presenza di siliconi che creano una patina sul capello rendendolo pesante e quindi poco voluminoso. Si consigliano prodotti naturali e di sciacquare sempre bene i capelli dopo shampoo e balsamo, per eliminare ogni residuo. Il momento dell’asciugatura è sempre delicato. Per ottenere volume ai capelli l’ideale è asciugarli a testa in giù, muovendoli con le mani, così che sin dall’attaccatura non restino piatti. In questo modo si andranno a sollevare tutte le radici dei capelli, insistendo soprattutto su alcuni punti specifici della testa, in modo che il calore mantenga

il volume. Questo si può fare anche dopo aver rialzato la testa, tirando in alto alcune ciocche e mantenendo la posizione per qualche secondo. Prima di procedere con l’accensione del phon è sempre meglio rimuovere più acqua possibile dai capelli, per renderli più leggeri. Un taglio di capelli scalato e di lunghezza medio/corta può venire in aiuto per creare un effetto voluminoso perché i capelli più sono lunghi e più sono pesanti. Inoltre una piega riccia o semplicemente ondulata conferisce più movimento e spessore alla chioma. Il metodo più veloce per ottenerla è quello di attorcigliare piccole ciocche e fermarle su se stesse con alcuni elastici, dopo aver lavato i capelli ( l’acqua gassata può dare maggiore volume ai capelli in quanto l’anidride carbonica che possiede gonfia la struttura del capello e le radici). Un consiglio che vale sempre a prescindere dalla lunghezza dei capelli è quello di cotonarli leggermente. Bisogna procedere per ciocche ed intervenire solo nelle zone in cui c’è davvero bisogno come ad esempio sulla parte più alta della testa. La tecnica più semplice consiste nel fare un movimento delicato e ondulatorio con il pettine, per non sollevare le cuticole del capello e sfibrarli. Infine si fissa tutto con un po’ di lacca per una maggiore tenuta.

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FRANCESCA GASBARRA

Foto Riccardo Lancia

PRIMA TESTIMONIAL PER NEW HAIR DIMENSION


Bride Beauty Day 2018

Per info tel. 349 402 3849 - email. whitef@hotmail.it

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Per il Bride Beauty Day in Atelier l'intera Collezione di Pronovias

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Future spose segnate questa data sull’agenda: 21 gennaio! Sì, perché il 2018 si apre con un esclusivo evento pensato appositamente per chi si accinge ai preparativi del giorno più bello. Preparatevi a farvi inebriare dal profumo di fiori d’arancio, che in Atelier F. di Federica Palleschi, riesce a scaldare anche nel mese più freddo dell’anno: il Bride Beauty Day è giunto all’edizione 2018. Appuntamento imperdibile, durante il quale verranno distribuiti dei cataloghi per poter visionare le collezioni presenti in atelier, di cui sfileranno in passerella alcuni abiti, dettagliatamente descritti da Federica, per poter scegliere il più adatto alle proprie esigenze e gusti. Oltre alla scelta più importante, quella dell’abito, Atelier F. vi accompagnerà anche nella scelta di make up, velo e bouquet, mettendo a disposizione team di professionisti che guideranno le clienti sulla strada migliore. Questa edizione si svilupperà in due parti della giornata: su prenotazione, le spose potranno decidere l’orario più consono, tra il mattutino ed il pomeridiano, per un numero massimo di 20 partecipanti a fascia oraria e dare così la possibilità ad ognuna delle presenti di essere seguite e consigliate al meglio. Affrettatevi a prendere il vostro appuntamento con il sogno!


Via Maria 31-03100 Frosinone - tel. 349 402 3849 - email. whitef@hotmail.it- seguici su


Di Claudia Capone

Margherita Palli

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La Grande Scenografa Italiana

lasse 1951, Margherita Palli è considerata la più grande scenografa e costumista italiana contemporanea.Nata a Mendrisio, nel Canton Ticino, Margherita si diploma all’Accademia delle belle arti di Brera nel 1976 e inizia al lavorare nelle installazioni e nel teatro con Gae Aulenti e Alik Cavaliere, punto di inizio di quella che sarà la sua brillante carriera. Nel 1984 Margherita approda a Milano, apre il suo studio e inizia a collaborare con Luca Ronconi, attore e regista teatrale scomparso nel 2005. L’incontro con Ronconi è il trampolino di lancio della carriera artistica della Palli, perché da lì non si è più fermata. Ha iniziato a creare le scenografie per tantissimi spettacoli realizzati dal regista, accompagnandolo nelle varie tappe dei suoi tour nei teatri in giro per l’Italia ma anche per il mondo. È stata alla Biennale di Venezia, alla Scala, al Teatro di Roma, alla Monnaie di Bruxelles e al NNT di Tokyo per citarne alcuni, tutte grandi opportunità per Margherita Palli che le hanno permesso di farsi conoscere ed arrivare in cima.Luca Ronconi non è l’unico con il quale la scenografa ticinese ha collaborato. Nel curriculum vitae delle collaborazioni di Margherita Palli, si citano registi come Liliana Cavani, Andrea Barzini, Mario Martone e Daniel Ezarlow. Durante la sua carriera, la grande artista non si è occupata

esclusivamente di scenografie e allestimenti teatrali. Infatti, ha anche realizzato allestimenti e mostre d’arte collaborando con lo studio di Italo Rota e curato l’allestimento di W. Women in Italian Design, Design Museum Nona alla Triennale di Milano. Durante la sua brillante carriera artistica da scenografa, Margherita Palli ha vinto numerosi premi di riconoscimento. È vincitrice per ben sei volte del Premio UBU, considerato il riconoscimento più importante di teatro in Italia, del premio Gassman, del premio Abbiati, del premio Associazione nazionale dei critici di teatro e del premio ETI, gli Olimpici del Teatro. Riconoscimenti che tutt’oggi continua a ricevere per le sue opere. I premi, però, non sono finiti perché nel 2005 Margherita ha vinto il Premio Svizzero di teatro e nel 2007 è stata inserita nel Guinness World Records per il più grande allestimento di schermi tv nel mondo. Margherita Palli è anche insegnante. Infatti, dal 1991 si dedica all’insegnamento come professore all’Università IUAV di Venezia alla Facoltà di Design e Arti ed è Direttrice Triennio di Scenografia alla Nuova Accademia di Belle Arti Milano NABA. La carriera dell’artista Margherita Palli sembra non voglia arrestarsi, ma è sempre più in ascesa. Un così straordinario talento nel panorama della scenografia, e dell’arte in generale, tutto italiano.

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Di Claudia Palombi

Pennellate di glitter per esaltare i difetti

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i fronte ai difetti del nostro corpo abbiamo due soluzioni: disperarci, o trasformarli in una nostra caratteristica che ci rende unici. La vera arma di seduzione dell'essere umano è la diversità, caratteristica centrale della moda di questi ultimi anni con modelle e modelli non convenzionali che sfidano e reinterpretano nuovi canoni di bellezza. Allora ben venuti spazi tra i denti, colli lunghi, monociglio, vitiligine, strabismo, cellulite e smagliature, trasformati anche come soggetto artistico. Sara Shakeel è un'artista che non è rimasta di certo indifferente a questa sfida: ha ricoperto e messo in risalto ogni smagliatura con una polvere glitterata. Il risultato è stupefacente! Un'iniziativa che ha attirato subito l'attenzione di tutti divenendo di interesse sociale: il trend #glitterstretchmarks ha spinto molte donne a mostrare le proprie imperfezioni. Niente filtri, neinte Photoshop, nessuna modifica alla foto prima di essere modificata. E noi siamo pronti a mostrarci senza filtri?

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Di Francesca Cavaliere

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race reen

mpulsiva, reale, tragicomica: così si definisce la giovane artista di origini leccesi, amante della natura, seguitissima sui social per il suo stile eclettico e, a tratti irriverente, che contraddistingue non solo la sua personalità, ma anche le sue particolarissime creazioni. Nelle sue illustrazioni metaforiche e visionarie, il mistero si insinua, e attraverso il collage trovano spazio paradossi visivi e atmosfere oniriche bizzarre. Un'inquietudine nostalgica di fondo si perde in un umorismo pacato, a volte pungente. L'istinto avanza, la creatività esplode. Ed è così che Grace Green si muove oltre i confini della realtà, plasmandone una diversa, più ambigua. “Fai delle tue debolezze la tua forza affinché nessuno possa farti del male”, questo è il motto di una giovane donna combattiva eppure decisamente fragile. Una donna che, nonostante una grave perdita, ha saputo affrontare a testa alta una condizione di solitudine forzata, trasformando questo stato in una nuova rivalutazione della propria individualità. Come è nata questa tua passione per l'arte? “Ho sempre amato l'arte. Sin da piccola, infatti, ho sentito l'esigenza di esprimere me stessa. E ancora oggi, attraverso la creatività provo a far capire quale sia la mia visione”. Come nasce una tua opera? “Istintivamente. Avviene tutto in maniera molto istintiva: mi lascio guidare solo dalle penne e dai colori. Ogni opera - sintesi perfetta tra collage e illustrazione – diventa l'atto creativo scaturito da un unico e particolare momento”. Da cosa ti lasci ispirare o stimolare creativamente? “Solitamente mi lascio trasportare dall'infra-ordinario, per poi concentrami su tutto ciò che mi circonda, come il quotidiano, su cui non ci si sofferma mai abbastanza. Oltre alla natura tout court e allo spazio, diventa fonte di ispirazione qualsiasi cosa mi incuriosisca, e riesca a catturare la mia attenzione”. I N T E RV I E W

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Quanto c'è di te stessa nelle tue opere? “Tutte le mie opere raccontano di me: sinonimi delle mie vicende personali e dei miei pensieri più reconditi. In quasi tutte le opere emerge una soffusa melanconia, caratteristica rappresentativa anche della mia personalità”. Le tue opere inducono alla riflessione, lo fanno in maniera ironica, a volte giocosa, e molto spesso allegorica. Che ruolo ha per te la componente ludica nelle tue creazioni? “È assolutamente una delle componenti predominanti. Questa, insieme all’ironia che induce alla riflessione, sono rappresentative del mio essere e del mio modus operandi”. La realtà, talvolta rappresenta una dimensione troppo limitata. Che valore hanno per te dimensioni più surreali come il sogno, l'inconscio, l'istinto e l'irrazionale? “L'immaginazione è uno strumento eccezionale. È una componente necessaria per l'uomo, svincolandolo da una limitante staticità. Considero, infatti, la realtà uno spazio chiuso, mentre l'irrealtà - come l'inconscio - uno spazio dotato di infinite soglie da varcare, per poter raggiungere svariati mondi, che costituiscono l'infinito universo dell'immaginazione”. Dal restyling di mobili antichi alla creazione di una linea d'accessori, dalla musica – dove si è distinta come producer - all'arte visiva, quanto contano per te la sperimentazione, l'assemblaggio e la continua ricerca di forme e contenuti espressivi innovativi?

“Sono tutte prerogative necessarie per qualunque mia creazione. Trasformare e modificare, dare un differente volto alle cose, nuove o vecchie che siano, sono azioni che contraddistinguono il mio essere artista. La musica, poi, è essenziale per me. Se, infatti, le composizioni artistiche sono rappresentative della mia interiorità, quelle musicali ne divengono la colonna sonora”. Seguitissima sui principali social, qual è il tuo rapporto con questi? “Ne colgo l'essenza più genuina evitando pedisseque implicazioni. I social rappresentano il luogo in cui adoro fare autoironia e raccontare, iperbolizzando, tutto quello che mi capita. Rappresentano, poi, lo spazio in cui posso esprimere le più vacue considerazioni, ridicolizzando i luoghi comuni, all'insegna del divertimento”. E poi, sempre in riferimento all'enorme visibilità prodotta dai social media, La Tisha dichiara: “Queste possono diventare validi strumenti per le più svariate iniziative, ma tutto dipende dalla personale modalità d'uso. Indubbiamente, al giorno d'oggi, è diventato più facile acquisire visibilità. Ma questa è ormai diventata inversamente proporzionale all'interesse e alla partecipazione del pubblico. Paradossalmente, a causa dell'enorme visibilità, siamo diventati tutti più invisibili. E questo perché, sempre più spesso, le persone si limitano a guardare - scorrendo pigramente le immagini e i post sui propri display - e non ad osservare criticamente la realtà”. I N T E RV I E W

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Di Tirittera Vincenzo

Sindrome da Lynch

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n onore di David Lynch, ospite a Roma in novembre per la Festa del Cinema 2017, che lo ha istituito del Premio alla Carriera, a 40 anni dall'uscita di Eraserhead. David Lynch è un'artista poliedrico: regista, attore, scrittore, musicista, compositore e infine pittore e fotografo. Regista dell'onirico che, grazie alle sue doti artistiche, è noto al pubblico come esponente principale del genere surreale. Un mercato di nicchia, il suo, in cui la parola mainstream è un oggetto sconosciuto. In 50 anni di carriera si è ritagliato uno spazio suo: silenzioso e ampio, fatto di seguaci fedelissimi e irremovibili. I fans di Lynch sono come i discepoli, quelli buoni. E' lunga la lista dei film, mi soffermerò di conseguenza sui due a cui sono più legato e che hanno maggiormente riscosso successo. Il suo percorso artistico cinematografico ha origine intorno al 1970, con proiezioni, sculture e cortometraggi dalla forte componente surrealista. Strada perseguita ininterrottamente fino agli anni '90, probabilmente gli anni della massima prolificità del genio di Lynch. Twin Peaks su tutti. Una serie televisiva che racconta le vicissitudini di alcuni abitanti di Twin Peaks, che si vedono stravolgere le loro tranquille esistenze, da una serie di

delitti e misteri. Complice il precedente sodalizio con il compositore Angelo Badalamenti, la colonna sonora della serie diventerà difatti cult. Due le stagioni trasmesse tra il 1990 e il 1991, a cui è seguita la terza (a venticinque anni di distanza, come promesso dalla protagonista nel biennio, in fase di chiusura) nella quale Lynch ha mantenuto la maggior parte del vecchio cast. Quello che ad ogni modo caratterizza tanto Twin Peaks quanto le altre opere, è la straordinaria capacità di manipolazione della mente dello spettatore. Un continuum visivo e sonoro perennemente intriso di surrealismo, a volte onirico, a volte comico, che non lascia spazio a ragionamenti apparentemente sensati. Eppure il senso c'è. Alla fine si trova. Mulholland Drive è un film del 2001. Divenuto cult sin dalla sua uscita, incasserà circa 20 milioni di dollari in tutto il mondo, 7 solo negli USA. La trama ruota intorno alle vicende di Rita (Laura Harring) e Betty (Naomi Watts). Rita, donna estremamente sensuale, vittima di un incidente d'auto si ritroverà, a causa dello stato confusionale e la perdita di memoria che ne consegue, a convivere con Betty, attrice emergente appena arrivata a Los Angeles. Mulholland Drive è difatti un'antica strada di Los Angeles

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che parte dal deserto, attraversa la città e finisce a strapiombo sulla costa di Malibù. Le due tenteranno di far luce sull'incidente accaduto a Rita, scoprendo che nulla è come sembra. Mulholland Drive appare come un mistero da interpretazione soggettiva. Questo almeno è quello che Lynch lascia intendere. Non esiste infatti una spiegazione originale fornita dall'artista. Volutamente. Lo scorso anno la Bbc ha coinvolto 177 critici cinematografici di 36 paesi per stilare la classifica dei migliori 100 film del ventunesimo secolo, cedendo lo scettro proprio a Mulholland Drive, che supera capolavori altrettanto belli, certamente più conosciuti. Ma perché? Innanzitutto perché il film in principio era un pilot destinato a sviluppi televisivi, che con l'esperienza maturata attraverso il successo di Twin Peaks, avrebbe esaltato le straordinarie potenzialità di un mente tanto complessa, quella di Lynch, eppure tanto capace di azzerare le distanze tra piccolo e grande schermo. Mulholland Drive è una pellicola che ti costringe a vederla e rivederla, a continuare di volta in volta a carpirne i particolari di un'estetica tanto affascinante quanto incomprensibile. A cercare di conferirgli un significato che sia concreto. Una trasposizione fedele delle vicende hollywoodiane, viste naturalmente dalla parte di chi le vive, riassunto di una continua ricerca della realizzazione dei proprio sogni, che si scontra però con una realtà ben diversa. L'epilogo sarà una risoluzione che lascerà ancora interdetti: si tratta di sogno o di realtà? Un vero e proprio puzzle che si avvinghia e trascina in un vortice di emozioni senza pari. Una straordinaria capacità di immortalare inquietudine ed erotismo, attraverso attimi silenziosi fatti di dialoghi ovattati e scarni ma pungenti e affannosi. Fino ad un finale di inaudita e inarrivabile potenza. C U LT U R A

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Di Vincenzo Tirittera

" Dayana

Nata nel 1985, sin da bambina ha la passione per l'arte. Nel 2012 il primo progetto fotografico, poi la collaborazione con Vogue per la sezione 'Photo'. Ma scopriamola insieme.

itando la sua bio: si dice ossessionata dal sogno e dall'inconscio, ma per raggiungere un risultato ottimale (nei suoi lavori che riguardano appunto l'onirico e lo studio della mente) quali mezzi utilizza per arrivare all'obiettivo? Cosa significa per lei, visivamente parlando, rappresentare pensieri, emozioni? Il sogno è il modo in cui l'inconscio si palesa. La nostra mente nel mondo onirico si riempie di simboli, che spesso appartengono a quell'insieme di concetti che tendiamo a rimuovere, a schivare, ma che puntualmente si ripresentano. L'essere ossessionata dal sogno, significa per me ricercare nel processo creativo quella che è la simbologia onirica, ma anche giocare con quello che è il meccanismo inconscio di scelta. La rappresentazione di un pensiero, o di un'emozione è qualcosa che ha bisogno sicuramente di una costruzione, di studio, della conoscenza del linguaggio visivo prima di tutto. Molto spesso secondo me ci si confonde su questo argomento, supponendo che la propria emozione ed il proprio pensiero possano trapelare dalle fotografie che si scattano unicamente grazie alla passione che si dedica al proprio lavoro, nella quasi totalità dei casi non è così e nei restanti si tratta probabilmente di una casualità fortunata. Il nudo. E' un tema ricorrente all'interno della sua galleria personale, è chiaramente da collegarsi alla sua propensione verso le scienze umanistiche, ma in che modo? Sono affascinata dai corpi. Detesto la vergogna associata alla nudità e il modo in cui ci siamo abituati a nasconderci. Gli abiti dovrebbero proteggerci dal freddo, o dal sole. Invece ci proteggono da qualcos'altro. Il fatto è che si tende spesso ad attribuire alla

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Montesano C

e la fotografia


carne le colpe della mente. Il corpo della donna viene percepito come “sporco” perché viene sovraccaricato di significati che non gli appartengono. La nudità il più delle volte viene associata al sesso, o alla pornografia, ma la nudità non vive soltanto in ambito sessuale o pornografico, ed è errato anche attribuire un significato negativo a concetti come “sesso” e “pornografia”. Qual'è, o quale è stata, la sua fonte di ispirazione? C'è qualche artista a cui si ispira particolarmente? La mia fonte d'ispirazione sono le mie ossessioni. Ciò che accade nella mia vita, che mi ferisce e che diventa parte del mio processo di crescita, diventa anche parte dei miei progetti. La spinta a creare può arrivare anche da altro, ovviamente. Ci sono dei momenti durante la lettura di un libro in cui mi ritrovo inebetita davanti alle pagine che scorrono, le parole riescono a stordirmi e mi ritrovo a pensare che quel sentimento che sto provando vorrei riuscire a travasarlo all'interno di un'immagine. All'interno di un libro di Ishiguro, ad esempio c'è un unico punto che è paragonabile ad un'esplosione, alla caduta di tutte le speranze, ed ogni volta che leggo quel libro ed arrivo a quel punto vorrei immortalare quella sensazione. Di artisti che amo ce ne sono molti, non soltanto fotografi, ma anche fumettisti e disegnatori e sicuramente qualcosa di loro si può ritrovare nel mio lavoro in tracce più o meno evidenti. Ha iniziato a fare fotografia in età precoce, come tutti i bambini al primo confronto con le loro passioni. Qual'è, allora, il segreto per mantenere vivo e saldo un interesse, fino a tramutarlo nella propria professione? Ho iniziato a fotografare davvero negli anni dell'Accademia, prima di allora ero fermamente convinta che sarei diventata un'illustratrice, a dirla tutta ho passato l'infanzia e l'intera adolescenza con questa convinzione. Il mio insegnante di fotografia digitale ha visto qualcosa nel mio lavoro, un lavoro contaminato all'inverosimile dal mio amore smodato per Saudek. Ho continuato a fotografare perché ho continuato ad avere qualcosa da dire, qualcosa che mi ossessionasse e

qualcuno che credesse in ciò che raccontavo. Non credo esista un segreto per mantenere vivo il proprio interesse, penso esista un'unica regola: quella di non tradire noi stessi, essere onesti, raccontare storie a cui teniamo e non ciò che crediamo sia giusto raccontare. Il progetto Ultracorpi è senza dubbio quello che ci ha più colpiti. Perché tende a concentrare l'attenzione dell'osservatore sugli occhi del soggetto fotografico? Esiste un qualche collegamento per cui bocca e naso risultano di più piccole dimensioni? Ultracorpi è stato un progetto difficile, tecnicamente parlando è stato il più impegnativo, ma è stato sicuramente più duro dal punto di vista dei contenuti. Si parla della perdita dell'identità attraverso la manipolazione delle immagini, della trasformazione di una donna da reale, ad irreale. Gli occhi sono come delle finestre sul mondo, e quasi sempre un punto di contatto con chi sta guardando l'immagine. Il naso e la bocca rappresentano l'autosostentamento, inteso in termini fisici e psicologici, ma anche la capacità di esprimersi e dunque la dimensione ridotta di naso e bocca sta a rappresentare una scarsa capacità di "nutrirsi" e la difficoltà ad esprimere la propria personalità. A quando il suo prossimo lavoro? E la sua prossima esposizione? Mi sto dedicando molto alla fotografia ritrattistica in questo periodo, in particolare devo dire di essere tornata ad uno dei miei primi amori: l'autoritratto. Questo mi “costringe” a prendermi dei momenti di assoluta solitudine e raccoglimento durante i quali posso sperimentare liberamente, e questo è sicuramente un bene in una realtà dove ogni cosa diventa social e la condivisione purtroppo non è sempre vissuta come dovrebbe essere. Al momento non sto pensando molto ad esporre, oltre alla fotografia sto pensando al mio romanzo, che uscirà il prossimo anno e di cui ancora va affrontato l'editing e lo studio della veste grafica, spero dunque di scattare al più presto la copertina. Sono molto concentrata su questo al momento.

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Di Matteo Tomaino

Alla scoperta di

bbe tutto inizio quando da Pescara, città natale, decise di trasferirsi a Bologna per intraprendere il Dams, dove ebbe i primi approcci con la fotografia. Prima di avvicinarsi ad essa si occupò per diversi anni di montaggio: l'esigenza di realizzare in prima persona le immagini che montava ogni giorno lo spinse a decidere di tentare questa strada, trasmessa anche dal padre fotografo. Dopo un percorso ricco di piccole soddisfazioni, e di collaborazioni con gli studi della Rai e della Mediaset, ebbe la più grande: il primo lungometraggio realizzato come direttore della fotografia, che vide come protagonisti i celebri attori Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. “Luca e Paolo”, in un'intervista, dichiararono di essere contenti del risultato finale. Dopo aver lavorato come direttore della fotografia in innumerevoli film ed aver vinto quest’anno il David di Donatello con il film “Veloce come il vento”, decide di tornare a Pescara, città in cui è nato, per sostenere workshop sulla fotografia, in cui dichiara lui stesso di rimparare.

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Michele D’Attanasio E "

TANTO GIOVANE QUANTO INTRAPRENDENTE:

Michele D’Attanasio, ex studente del Dams, è riuscito in pochi anni ad imporsi con la sua professionalità nel mondo del cinema

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Di Martina Siravo

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Di Matteo Tomaino

Per ogni riccio un capriccio

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ispetto al passato gli uomini hanno iniziato a dedicare molta più attenzione alla propria chioma, probabilmente perché la ricerca del proprio stile ha investito notevolmente il mondo della comunicazione e della moda. Scoprono così la permanente: la più in voga sembra essere proprio quella riccia, sia sui capelli lunghi che su quelli corti. Aggiunge un tocco in più di fascino e scompiglio, rende eleganti e sbarazzini alla stesso tempo. La permanente riccia, o mossa, è senz’altro un valido rimedio ai capelli lunghi spesso ingestibili, facendo si che la chioma resti sempre presentabile.Tantissime infatti sono le celebrità con i capelli ricci che sfruttano la propria chioma come biglietto da visita per dimostrare di essere i re del glamour. Anche coloro che hanno i capelli corti non vi rinunciano: optano però per un taglio più ordinato, con nette rasature laterali in contrasto con il ciuffo. Se da un lato c’è chi ricorrerebbe a qualsiasi cosa pur di avere una capigliatura riccia, dall’altro c’è chi la possiede di natura e non la vorrebbe. Come fare? Semplice: basterà ricorrere alla permanente liscia!

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Di Martina Siravo

Paviè Bijoux Nuovo Showroom

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abato 25 novembre la città di Ottaviano brillava più del solito… merito del grand opening che ha coinvolto la celebre gioielleria Raffaele Palma Exclusive e il brand affermato nel panorama degli accessori di tendenza Paviè Bijoux. L’inaugurazione del nuovo showroom ha attirato da ogni parte clienti e amici venuti a celebrare l’evento che ha visto unite nel segno dell’esperienza, professionalità e stile due imprese di successo ben distinte ma dirette dalla grande passione e dall’impegno della famiglia di Raffaele Palma. Scortate dal fratello Francesco Palma, elegantissime Mara e Vienna Palma di Paviè in abito lungo di velluto Alessandro Legora abbinato alle scarpe Albano, così come le hostess in total black che hanno accolto gli invitati in una location customizzata illuminata dall’atmosfera sfavillante in cui i protagonisti erano i gioielli, ricercati e stilosi! Un opening celebrato dunque in grande stile con la collaborazione di diversi nomi dell’impresa campana nel segno della qualità. Gli intervenuti hanno potuto gustare le proposte di rustici e altri sfizi del catering Vesuvio abbinati ai drink delle cantine Fiore Romano. Tutto l’allestimento impeccabile e curato nei minimi dettagli è firmato Casa dei Fiori, ampiamente documentato dagli scatti professionali di Studio 75. Tra i partner dell’evento non poteva mancare l’agenzia immobiliare ReMax - Immobiliari Uniti con sede in via Toledo 116, Napoli. Anche La Buona Stampa figura tra i partner per il supporto in tema di packaging e materiale cartaceo. Tantissimi gli invitati tra cui spiccano il sindaco Luca Capasso, il notaio Fabiana Pirone, Alessandro e Diana Legora, il consigliere comunale di Ottaviano Vincenzo Cardarelli, la famiglia Casillo titolare del marchio storico Altanus, i rappresentanti delle autorevoli aziende di gioielli che figurano nello showroom, gli attori Giorgia Gianetiempo e Luca Turco fotografati in un’atmosfera allegra e di condivisione. Tantissimi gli omaggi floreali arrivati tra cui quelli inviati dal Comune di San Giuseppe Vesuviano da parte del sindaco Vincenzo Catapano e la moglie, e dall’assessore Enrico Ghirelli. A scaldare ulteriormente l’atmosfera ci ha pensato la selezione musicale di un dj che ha contribuito a traportare gli ospiti in una dimensione prenatalizia resa ancora più evidente dalla presenza del profumo delle caldarroste sul fuoco e dalle tante idee regalo in tema bijoux. E a proposito di regali, grande suspance si è creata con l’estrazione del nome del vincitore dello special contest proposto nei giorni precedenti all’evento sui social e che in poco tempo è diventato virale. Scattata l’ora x, live dall’evento è stato pronunciato il nome del vincitore: si chiama Angela Concilio e si è aggiudicato un orologio Raffaele Palma Exclusive. Il tempo si è così fermato sabato dando a tutti i presenti lo spazio tra click, musica e saluti per celebrare al meglio un evento tanto importante, entrato di diritto nella storia luminosa della famiglia di Raffaele Palma!

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Di Martina Siravo

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Di Martina Siravo

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Di Viviana Guglielmino

RT - POOP

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Se la tua creazione non è frutto di uno sforzo autentico difficilmente sarà interessante

vete mai immaginato i “big” delle serie Tv e della televisione italiana tutti insieme come dei cari e vecchi amici? RT sì, e su questa inimmaginabile amicizia ha creato anche una divertentissima pagina su Facebook – chiamata RT POOP- su cui si diverte a pubblicare spassosi video dalla vena ironica di sua totale produzione. La pagina, che vanta più di 13 mila fan, si presenta come una sorta di universo parallelo dove le vite di Alberto Angela, Pablo Escobar, Mentana, Don Matteo e altri, sono in qualche modo intrecciate da assurde vicende. Abbiamo avuto il piacere di intervistare RT ideatore e creatore di RT POOP che, oltre a voler mantenere l’anonimato, ci ha svelato alcune curiosità sulla sua amatissima pagina. Alberto e Piero Angela, Pablo Escobar, Don Matteo, Lino Banfi, Jon Snow ed Enrico Mentana, cosa hanno in comune tutti questi personaggi? La potenzialità comica che condividono, ed anche il fatto che sono tutti più o meno entrati a far parte della mia vita da anni. Infatti oltre ad aver amato serie come Game of Thrones o Narcos, e quindi essermi affezionato ai protagonisti, devo ammettere di conoscere quasi a memoria diverse stagioni di Don Matteo e Un medico in famiglia. Mia madre è molto appassionata di entrambe le serie e ormai è tradizione per me farle compagnia nella visione. Questo mi ha permesso di assimilare il comportamento dei vari personaggi e di poterli subito reinventare in chiave comica nella mia narrazione da "pooper". Essenzialmente si tratta di riuscire a immaginare una versione alternativa di questi personaggi e contestualizzarla in un racconto comico, con un barlume di senso logico. Vale lo stesso per gli Angela e Mentana. L'idea è di regalare alle persone qualcosa che non pensavano di poter vedere, come Alberto Angela e Daenerys Targaryen (personaggio di Game of Thrones ndr.) innamorarsi follemente. Mi diverte anche solo l'idea! Come immagini un mondo governato dalla “Poop Squad”? Questa è una domanda bellissima. In teoria il loro compito non è tanto governare, quanto combattere e fare a botte, in qualche modo. Ma devo riconoscere che immaginare gli Angela a governare il mondo trasmette una sensazione di I N T E RV I E W

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gioia profonda, nell'intimo. Non oso immaginare come amministrerebbe la giustizia Pablo Escobar, anche se con Don Matteo a far da guida spirituale forse saremmo tutti più al sicuro. In ogni caso, pagherei per vedere questi personaggi seduti realmente attorno ad un tavolo a parlare di qualsiasi cosa. E poi andare con loro a bere in un pub. Davvero, ve li immaginate tutti insieme brilli? Quando hai iniziato a realizzare video? Cosa ti ha spinto ad aprire un canale? Ho a che fare con il montaggio dall'età di 11 anni. Fu amore a prima vista. La mia immaginazione di bambino scalpitava all'idea di poter creare qualcosa che fosse visibile per altre persone, qualcosa nato dalla mia fantasia che diventasse vero per il mondo. Poi negli anni ho realizzato lungometraggi e cortometraggi, in qualità di sceneggiatore, regista e diverse volte anche attore. Ho sempre amato raccontare storie, in qualsiasi modo possibile. L'apertura del canale è semplicemente un altro modo per poter raccontare. Chiaramente stiamo parlando di poop, una definizione di genere che adoro perché si tratta di parodie che non si prendono sul serio (ricordiamo che la traduzione letterale è "cacca", è importante) e non hanno nessun'altra intenzione se non intrattenere il pubblico per pochi minuti. Ma se attraverso un video si trasmettono comunque delle emozioni positive, quali gioia o allegria, credo che il tutto acquisti una sua dignità, ed allora ha molto senso continuare a realizzarle. I tuoi video sono apprezzatissimi, ti aspettavi tutto questo successo? Per niente. Ovviamente la speranza c'era. Nel momento in cui ho continuato a dedicare tempo e sforzi alla realizzazione dei video mi è sembrato sensato sperare in un riscontro positivo. Ma diverse cose sono andate al di là delle mie migliori aspettative. Mi riferisco principalmente alle parodie su Game of Thrones. La prima, "Jon Snow è confuso", è diventata piuttosto virale, complice il tempismo (nel bel mezzo della messa in onda della settima stagione) e la condivisione di alcune importanti pagine Facebook dedicate alla serie. Dall'oggi al domani la mia creazione era dovunque. Un qualcosa che era solo nella mia testa d'un tratto era realtà per centinaia di migliaia di persone. È tato emozionante ed appagante, e soprattutto mi ha fatto comprendere che la gente poteva apprezzare il mio modo di fare video e il mio stile di comicità, semplice e leggero, senza prendersi

troppo sul serio. Tra tutti, qual è il tuo personaggio preferito? Credo Alberto Angela. Le parodie che realizzo su di lui nascono da una sincera stima e ammirazione verso tutto ciò che fa e il suo modo unico di rendere interessante qualsiasi argomento. Di conseguenza, questa sua passione e convinzione lo rendono un soggetto formidabile per le poop. Se alterato con il montaggio giusto, il suo stile diviene un ottimo elemento di ironia e comicità. E poi c'è una ragione di tipo "sentimentale". Lui è stato “la mia prima volta”. La scorsa estate ho provato per gioco a realizzare una parodia sul suo speciale "Stanotte a Firenze" (programma televisivo condotto da Alberto Angela ndr.), che è in effetti la poop più vecchia sul canale. Se non avessi visto quella trasmissione e avuto poi quei due o tre spunti per un montaggio comico, probabilmente oggi non staremmo qui a parlare di RT poop. Insomma, ad Alberto devo questa bellissima parentesi della mia vita. Quanto lavoro c’è dietro la realizzazione dei tuoi video? Tanto, più di quanto si possa immaginare. La mole di lavoro ha avuto una crescita esponenziale. Le prime parodie erano basate essenzialmente su un lavoro di montaggio, nel senso più classico del termine: tagli video e audio. La componente degli effetti visivi era semplice e modesta. Proseguendo ho iniziato a modificare molto di più le scene, inserendo “corpi estranei” che spesso sono l'elemento comico preponderante. Mi riferisco principalmente a tutti quei video della POOP SQUAD, dove condividono la stessa inquadratura personaggi provenienti da universi narrativi completamente differenti. Come Jon Snow e Don Matteo che dialogano fra loro. Questo rende la lavorazione del video molto più complessa. Ritagliare personaggi, adattarli alla giusta illuminazione, regolare i vari movimenti per far sì che tutta la scena risulti credibile. Parlo di quattro o cinque giorni al computer. Ore molto lunghe. Ma va bene così. Se la tua creazione non è frutto di uno sforzo autentico difficilmente sarà interessante.

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Di Martina Siravo

OMNIA FITNESS OPEN DAY

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rendersi cura di sé e del proprio benessere (fisico e mentale) attraverso fitness ed allenamento, non è più solo per gli “sportivi”, ma fa parte della quotidianità di ogni individuo e di ogni età, purché non sia solo un’eccezione ma un lifestyle. Il nuovo centro fitness Omnia, è riuscito in pochi anni a concentrare questi ideali nel proprio operato, grazie alla struttura in continua espansione ed al suo giovane team, dotato di professionalità e cordialità, che si prende cura di ogni cliente accompagnandolo nel proprio percorso di allenamento. A fronte di questo successo, grande riscontro ha avuto Sabato 18 Novembre, l’Openday di Omnia Fitness, che ha organizzato una giornata all’insegna del fitness e del divertimento. Il vasto spazio della struttura, che ha inaugurato le nuove sale (sala spinning, sala pesi, box Crossfit, studio Pilates e ben tre sale fitness), ha ospitato i numerosissimi iscritti ed invitato tutti a provare i corsi innovativi della stagione 2017/18, proponendo vantaggiose offerte per gli abbonamenti riservate alla giornata speciale. L’evento apepizza, offerto dalle 12,30, ha dato inizio ai festeggiamenti che sono proseguiti fino al pomeriggio, con l’aperitivo dalle 17,30 fino orario di chiusura. Una giornata arricchita da sedute di trucco gratuito: un momento di relax per valorizzare la bellezza e coccolare tutte le donne dell'Omnia Beauty. Un evento unico per immedesimarsi nella quotidianità dell'Omnia Fitness.

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Di Vincenzo Tirittera

Chiara Aversano La costumista insieme al cast del film "Voice of the Wolf", thriller dalle origini tutte ciociare

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al produttore e sceneggiatore Alessandro Riccardi e il regista Alberto Geppi, prodotto da Vargo Film Production; un set che si allestirà in Ciociaria (tra Frosinone, Alatri e Ceccano) e un cast di tutto rispetto: Maria Grazia Cucinotta, Christopher Lambert, Raniero Monaco di Lapio e Marianna Di Martino.Un thriller psicologico vestito dalla costumista Chiara Aversano, che abbiamo incontrato.Che differenza c'è tra costumista e stylist? Forse sarebbe stato meglio chiedermi perché molti stylist si lanciano nel fare i costumisti? Al di là del mio sarcasmo, la principale differenza fra un costumista ed uno stylist va innanzitutto ricercata nel soggetto che si va a vestire, perché un costumista veste degli attori, ed uno stylist dei modelli, partendo da questa indispensabile premessa direi che un costume per definirsi tale deve raccontare una storia. Essere collocato in uno spazio temporale specifico, contestualizzato rispetto alla scenografia in cui si muove e cosa più importante raccontare un personaggio. Questo è possibile solo grazie all'interazione che esiste fra costumista e attore, ovviamente rispettando le scelte della regia .Uno stylist si limita a raccontare un allure, una sensazione visiva . Come e quando hai scelto di diventare costumista? Quando ero al 3 anno di superiori, avevo un'incolmabile lacuna in matematica per cui fra i vari corsi pomeridiani, atti ad accumulare crediti e permettermi di sperare in una sufficienza, scelsi un corso di teatro. Mi sembrava il meno impegnativo, se non fosse stato che il mio insegnante era Mario Valdemarin (attore che veniva dal teatro di G. Strehler) così scoprii che oltre a non essere portata per la matematica non ero portata neppure per la recitazione. Di conseguenza, per non perdere il mio credito, scesi ad un compromesso con il mio insegnante: lui mi avrebbe tagliato qualche battuta, ed io avrei fatto i costumi . E così, per gioco, avendo comunque sempre avuto un enorme passione per il buon gusto nel vestire trasmesso dalla mia famiglia, che conobbi un mondo affascinante e appena finito il liceo la scelta di scegliere l'Accademia di Moda e Costume diventò una necessità.

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modo più usuale possibile , ossia mandando circa 600 CV via mail a 600 produzioni. Di tutte queste produzioni, 6 mi hanno detto che mi avrebbero tenuto in considerazione e una mi ha offerto di firmare un cortometraggio: la Vargo Film di Alessandro Riccardi, che oggi mi ha dato l'onore di essere su un set internazionale come quello de "La voce del lupo" di cui terminiamo le riprese fra 2 settimane . Raccontaci qualcosa del set “ciociaro”. Qual e l’aspetto che più ti ha colpito del nostro territorio? L'aspetto che più mi ha colpito del territorio ciociaro è proprio il territorio, con i suoi paesaggi sospesi nel tempo e la luce particolare che avvolge questi spazi. Detto questo, il film mi ha dato la possibilità di rapportarmi con degli attori straordinari come C.Lambert e M.Cucinotta , oltre ai protagonisti Raniero Monaco Di Lapio e Marianna Di Martino . "Sono felice di far parte di una troupe di altissimo livello, eterogenea e stimolante, fatta di caporeparto che lavorano nel cinema da moltissimi anni; con importantissimi riconoscimenti alle spalle e runners che aiutano la gestione del set affacciandosi per la prima volta al mondo del cinema. Mi sento fortunata e ripago questa fortuna impegnandomi al massimo per la riuscita del film"

Fotografie: © grazianopanfili.com

Quali competenze deve necessariamente avere un buon costumista? Un buon costumista innanzitutto deve avere le "antenne" rispetto a tutto ciò che gli accade intorno, deve saper rubare con gli occhi le scelte ed i modi della gente che sta intorno a lui. Deve riuscire ad annusare l'odore di una storia mentre legge un copione, ma la cosa indispensabile è che un costumista deve saper ascoltare la persona che indosserà il suo costume, che gli darà voce e anima. Chi non fa questo produce oggetti no costumi . Il semplice studio sui libri, pur se necessario per la ricostruzione di un periodo, diventa superficiale se non si ha un'empatia rispetto al mondo che ci circonda. Per rispondere alla tua domanda, io credo che più che avere delle competenze specifiche a cui tutti possono attingere, un costumista deve avere l'attitudine all'ascolto sensoriale di ciò che lo circonda . Come si svolge la tua giornata lavorativa? Direi che la mia giornata lavorativa è sempre diversa, negli ultimi 5 mesi sono passata da 6 spettacoli di prosa, una lirica ed ora un set. I miei giorni non sono mai uguali e forse anche per questo amo il mio lavoro. Consiglieresti ai più giovani di intraprendere questo percorso professionale? Io ho 32 anni ed il privilegio di fare il lavoro che ho sempre voluto fare. Lo faccio da giovanissima , considerando che il mio primo spettacolo l'ho firmato a 23 anni, ma purtroppo in questo paese sono un eccezione . Detto questo, consiglierei il mio lavoro solo ha chi ha davvero una necessità interiore. E' il consiglio che darei a chiunque studi qualcosa, perché credo che ognuno di noi debba fare ciò per cui è davvero portato. A mio avviso questa è la chiave per essere sereni. Come sei arrivata al cinema? Sono arrivata al cinema nel

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L’IMPORTANZA DEL SUONO

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disturbi uditivi possono causare disagio e problemi nei rapporti interpersonali. Per questo motivo è importante monitorare costantemente la salute del proprio udito rivolgendosi ad esperti. Chi sente bene spesso non sa cosa significa udire male o non udire del tutto.

L’importanza dell’udito supera di molto la semplice comprensione di un messaggio. L’udito assolve ai più importanti compiti della nostra vita: dalla trasmissione di informazioni linguistiche alla comprensione di contenuti emozionali nella comunicazione. Prevenire è importante! È importante per l’evoluzione linguistica e lo sviluppo dell’intelligenza. Una perdita uditiva natale o postnatale che non viene diagnosticata e seguita, può non soltanto compromettere la comunicazione ma anche la competenza sociale di una persona. Inoltre un udito funzionante è presupposto per l’orientamento nell’ambiente. “Non vedere ci separa dalle cose, non udire dalle persone”, scrisse il filosofo Immanuel Kant. Ed aveva ragione, perché per udire bene ci sono un sacco di buoni motivi. Recenti studi indicano che cinquecento milioni di persone nel mondo sono colpite da perdite uditive. I deficit uditivi non interessano solamente le persone anziane. Sempre più giovani soffrono di indebolimenti dell’udito perché sono spesso esposti a disturbi acustici di forte intensità. Riconoscere e trattare una perdita uditiva significa raggiungere un decisivo miglioramento della qualità di vita.


Di Claudia Capone

Butterum

Il caldo colore per l’Autunno / Inverno 2017

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utterum è il colore della stagione autunno/inverno 2017. L’Istituto Pantone, detentore del primato esclusivo nella scelta dei colori che andranno in voga nelle diverse stagioni dell’anno, ha scelto il colore Butterum per vestirci in questa nuova stagione. Butterum, dall’inglese butter che significa ‘burro’: un colore molto caldo e gradevole leggermente biscottato, una miscela perfetta tra il color cammello e il color nocciola. Una tonalità avvolgente, rassicurante e coccolosa, ottima per chi non vuole osare troppo. Butterum è un colore neutro e delicato che si adatta a qualsiasi occasione, regalando un’aria raffinata e nobilita chi lo indossa. Non si pensi però ad un colore banale e piatto, perché la sfumatura proposta sulle passerelle è tutt’altro che scontata. Butterum è una tonalità decisa e piena di personalità, restando elegante con il richiamo alla purezza delle linee e la morbidezza delle fibre. La nuova tonalità proposta per questa stagione A/I 2017 tocca tutti i settori.Infatti, la ritroviamo negli abiti, negli accessori, nel make up e persino nell’arredamento per la casa. Nel fashion il color Butterum lo troveremo soprattutto nei capispalla come cappotti e trench, i quali si tingono della calda tonalità, dando subito un’aura elegante all’intera figura. Anche per capi come lupetti o dolcevita e maglioncini troveremo la nuance Butterum, così come per pantaloni, abiti e giacche. Inoltre, il successo di questa tonalità sta nell’essere facilmente abbinabile con gli altri colori, essendo un colore tenue dallo stile delicato e discreto. Ma un outfit non è veramente completo se non arricchito da accessori. E come può il colore dell’anno non essere pre-

sente? Infatti, anche per gli accessori sarà la tonalità più utilizzata: borse, scarpe, occhiali, cappelli e sciarpe si tingono di Butterum. Anche il make up non è escluso dalla tendenza per l’A/I 2017, infatti, sulle passerelle si sono visti occhi naturali e gote scaldate da blush dai toni caldi del beige e del biscotto, con manicure delle stesse tonalità.Sprazzi di Butterum anche nell’home decor e nell’interior design. Dai complementi di arredo come poltrone, sedie e tavolini fino ad elementi decorativi come cuscini, specchi e tappeti, la nuance calda renderà la casa ancora più accogliente ed elegante.Insomma, per questa stagione fredda un colore caldo e tenue come Butterum è proprio quello che ci vuole. Una nuance rassicurante e avvolgente, che ricorda i pomeriggi d’autunno in casa con il camino acceso, una coperta e un buon libro.

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THE BEASTS OF AOLUGYA Xi Jing studente Accademia di Belle Arti Frosinone - Fashion Design Coordinatore corso - Giuseppe Iaconis


Firminio Guarda al 2018

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i sta per chiudere uno straordinario 2017 per le ragazze di Firminio, un anno dedicato alla creatività e all’affermazione dello stile, alla ricerca dell’eccellenza e all’ampliamento dell’assortimento anche verso le linee uomo. Un anno quindi rivoluzionario per un brand tutto al femminile. Ma quali sono le sfide che attendono Firminio nel 2018? Sicuramente l’obiettivo principale sarà quello di ampliare la rete commerciale a tutto il territorio nazionale, puntando sull’apertura di negozi monomarca in più regioni. Il progetto è indubbiamente ambizioso ed è per questo che sarà preziosa la collaborazione di una imprenditrice che, in partnership con Firminio, gestirà il modello di franchising. Accanto al potenziamento della rete italiana, si continuerà a puntare ai mercati esteri, in particolare europei e americani, estremamente fervidi e recettivi del Made in Italy di qualità. Rimangono validi e fermi, anche per il 2018, i valori che stanno sostenendo la crescita di questo Brand di accessori, vale a dire qualità, attaccamento al territorio, passione, femminilità, originalità. Occhi puntati dunque su Firminio per l’anno che sta arrivando!

Valeria Maria Fazio General Manager

Silvia Posillipo Master Franchising

Valentina Abbate Designer


Di Viviana Guglielmino

Federica Fiocco In arte La-Aggy, si racconta a Chic Style

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i definisce una sognatrice e cantastorie, ispirata costantemente dalle note soft del jazz e del blues e da quelle più strong del rock, ma con le sue illustrazioni – che lei ama chiamare Post-It- Federica Fiocco, in arte su Instagram come La Aggy, esprime in maniera istantanea pensieri e stati d’animo del momento volgendo anche lo sguardo a temi delicati come la violenza sulle donne. Abbiamo avuto il piacere di intervistarla e tra una domanda e l’altra, di cui l’arte in tutte le sue sfumature sembra essere la grande protagonista, ci ha svelato qualcosa in più riguardo al suo lavoro e ai dei progetti futuri. Ciao Federica, ti presenteresti a nostri lettori? Sognatrice e Caffeinomane. Distratta per la maggior parte del tempo. Quando viaggio mi piace ascoltare il silenzio dei paesaggi fuori dal finestrino. Credo che la vita segua un ritmo jazz. Sono nata a Mestre, le mie radici sono calabresi e bresciane, ma da molti anni vivo tra Roma, Rieti e l’Aquila. Il risultato è un accento simil toscano, che non so nemmeno io da dove provenga. Sono diplomata in Grafica d’Arte e Progettazione multimediale e sto concludendo la Specialistica in Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Mi chiamo Federica, sono una grafica freelance e nei momenti in cui non rischio di inciampare su me stessa, alleno la mia creatività. Quando è nata La-Aggy? Io credo che Aggy esista da sempre. Da quando a cinque anni entrai per la prima volta nello studio di pittura di mio nonno, tra le note di Louis Armstrong, i cavalletti, l’odore dell’acquaragia e il profumo dei suoi colori a olio. Aggy c’era già quando avevo quattro anni, nelle manine curiose che afferravano le scatole di colori che mi regalavano i miei genitori e nell’infinita quantità di scarabocchi con cui ho marchiato le pareti di casa e le agende del mio papà. Non si tratta semplicemente di uno pseudonimo (nato per

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gioco molti anni fa) al quale mi sono legata nel tempo. Aggy è la mia necessità creativa. Aggy sono io. E l’articolo “La” è un rimando alla mia infanzia in Veneto, terra alla quale sono profondamente legata perché è lì che, in ogni gioco, in ogni attività, ho cominciato a sviluppare la mia sensibilità percettiva, che oggi si esplicita nelle cose che realizzo. Cosa esprimono le tue illustrazioni? Non sono solita definire le mie immagini con il termine “illustrazioni”, ma piuttosto come “composizioni di post-it”. Dico ironicamente “composizioni” perché la musica è una costante nella mia vita e forse la principale fonte di ispirazione del mio lavoro. Al tempo stesso parlo di “post-it”. Quando si appuntano dei pensieri su un pezzo di carta, alla base c’è sempre la necessità di fermarli, di liberare la mente mettendo nero su bianco quel qualcosa che ci ronzava per la testa e che ora è lì, davanti a noi, attaccato al computer, in mezzo all’agenda, sullo specchio, su di una bacheca. Ovunque. Al tempo stesso i “post-it” possono essere un’esortazione, messaggi brevi ed efficaci, per comunicare con noi stessi ma anche con gli altri. Dietro alle mie “composizioni di post-it” c’è la stessa dinamica: sono improvvisazioni jazz, fotografie dei miei pensieri, istantanee di stati d’animo che ho bisogno di esplicitare e condividere per non dimenticare, riflessioni sulla realtà che mi circonda e vivo. Pensieri che si sostanziano attraverso una grafica semplice e minimale, fatta di linee stilizzate, effetti ottici e tre soli colori, che vorrebbero trasmettere messaggi universali, spero in maniera semplice e diretta. “Post-it” è anche da intendere in senso letterale: è un invito alla condivisione sul web. Da grafica quale sono, canali social come Facebook, Behance e soprattutto Instagram, sono le piattaforme di maggiore diffusione dei miei lavori. Anche per questo la scelta di definire i miei lavori “post-it”, che se da un lato li qualifica, dall’altro invita chi ne fruisce a diffonderli il più possibile “postandoli”, oltre che sulle bacheche reali, anche su quelle virtuali. Ti definisci una cantastorie, da cosa e/o dove trai ispirazione per la realizzazione delle tue opere? Sono stata abituata sin da piccola ad ascoltare tantissima musica: dalla classica al jazz, dal blues alla bossa nova, dall’elettronica ad ogni declinazione del rock, dal cantautorato al pop ecc. Mio padre ha la passione autodidatta della chitarra e io quella per il canto. Molti nella mia famiglia suonano. Alcuni dei più cari amici dei miei sono musicisti e ricordo che da piccola, quando si cenava insieme, la serata si concludeva quasi sempre tra vinili e jam session blues. Molti tra i miei amici più stretti fanno questo mestiere o hanno a che fare con questa dimensione. Tutto ciò mi influenza inevitabilmente ogni giorno. Credo che la musica abbia un ruolo significativo e soprattutto affascinante nella vita di ciascuno di noi e di questo ne hanno parlato in tantissimi, molto meglio di me, da Platone a Nietzsche a Kandinskij e tantissimi altri. Non è solo è una scelta di vita dettata dalla passione di chi vi si dedica attraverso lo studio di uno strumento o della composizione. È una fonte universale di intime suggestioni (quindi anche visive) per chi l’ascolta, in solitudine o in compa-

gnia, e vi collega un significato, un valore, un ricordo di un momento della vita. La musica è fortemente connessa a quello che abbiamo dentro, al nostro vissuto, alle nostre storie. Ed è per questo motivo che mi definisco “cantastorie”: perché con il mio lavoro provo a raccontare qualcosa, utilizzando il linguaggio al quale mi sento più incline e cioè la comunicazione visiva. E le storie che rappresento sono ispirate principalmente dalla musica di cui mi nutro e che fa parte di me, che strimpello o canto. Ma sono anche frutto della contaminazione di altre forme di arte come la letteratura, il teatro, l’architettura, la fotografia, la danza, la cinematografia: sono il risultato della mia curiosità e delle mie esperienze personali.

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Le donne da te disegnate non hanno un volto, cosa si cela dietro questa scelta? I miei lavori sono suggestioni contemporanee al femminile, riflessioni, idee che hanno intorno una linea, un contorno, come diceva Bruno Bozzetto, che definisce e racconta esperienze personali ma anche comuni a ogni donna e l’assenza dei volti nelle mie figure vorrebbe farsi portavoce proprio di questa universalità: nei miei post-it può riconoscersi ciascuna donna, senza distinzioni. In un periodo triste per la nostra storia in cui la violenza sulle donne è quasi all’ordine del giorno, tu hai risposto lanciando una serie illustrata dedicata agli abusi femminili. Ce ne vuoi parlare? I post-it ci aiutano a scongiurare il rischio di dimenticare qualcosa che è importante ricordare, ed è per questo motivo che l’ultima serie che ho realizzato tratta la tematica della violenza sulle donne. Un argomento estremamente delicato, a me molto caro, nei confronti del quale mi interesso da circa un anno, anche su altri fronti non direttamente collegati al mio lavoro. Esistono molteplici tipologie di violenza e i contesti in cui essa si insinua si snodano dal pubblico al privato. E non si tratta di realtà da reportage televisivo ma spesso e volentieri di situazioni molto più vicine di ciò che immaginiamo. Ultimamente si sta discutendo moltissimo sul tema degli abusi femminili, forse a tratti anche in modo strumentalizzato, purtroppo. E sottolineo “purtroppo” perché la strumentalizzazione di tematiche così delicate e ricche di sfumature interpretative dà adito, in un clima generale di forte ignoranza e analfabetismo funzionale, a qualunquismi e “riflessioni” squallide e maschiliste, elaborate a volte anche dalle stesse donne, cosa che ritengo gravissima. È bene che si faccia chiarezza su questa tragedia sociale. E io nel mio piccolo ho scelto di provarci “illustrando”, anche nel senso latino del termine. È bene che se ne parli in modo così diffuso e martellante perché portare alla luce un problema permette un confronto, oltre che una sensibilizzazione generale. Il confronto, generalmente, alimenta (si spera) una presa di coscienza e quest’ultima, a sua volta, determina la ricerca di una soluzione, nella migliore delle ipotesi. E quello a cui bisogna cercare di puntare è proprio questo: che il confronto costante, e quindi la presa in atto, permetta alle donne di rompere il silenzio, di non dimenticare, di non soffocare gli abusi subìti in passato o che vivono quotidianamente. Il confronto amplificato è necessario, non solo per non far sentire sole e

abbandonate le donne più fragili, che sono tantissime, ma è fondamentale per far trovare il coraggio e la forza di reagire, nell’ottica di sconfiggere questa piaga terribile. Quali sono i tuoi progetti futuri? Come ho detto all’inizio dell’intervista sono una sognatrice e questa mia natura mi porta a non fossilizzarmi, ma ad impegnarmi sempre in qualcosa di nuovo. Ho alcuni progetti tra le mani e tanti altri in mente per il futuro. Ma sicuramente quello a cui tengo di più è allenare costantemente la mia creatività, quindi la fantasia, l’immaginazione e tutto ciò che le è connesso, per concedere alle cose che credo di conoscere l’opportunità di sorprendermi, sempre.

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La Ciociaria, tra il bene ed il male nel primo romanzo di Alessandro Ciotoli

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a Terra dei pagliaroni è il primo romanzo di Alessandro Ciotoli. E’ stato presentato domenica 3 dicembre alle Officine Utopia con uno spettacolo composto da musica, curata dalla cantautrice Fabiana Moscato, e parole, con gli attori Adriano Barletta, Nicla Langiu ed Elsa Santangelo, a interpretare tre dei protagonisti principali del romanzo, il tutto diretto da Sara Silvestri. L’idea base del romanzo è nata nei primi anni duemila, quando una società voleva realizzare nell’area di bosco Faito (il polmone verde di Ceccano, 400 ettari di bosco) un maxi centro commerciale e di intrattenimento, con un investimento di oltre 500 milioni di euro e migliaia di metri cubi di cemento al posto del bosco. Il progetto si rivelò una bufala colossale, da lì parte la storia della “terra dei pagliaroni”, primo step di una trilogia. La storia è un thriller corale, che parte dal maxi-progetto e finisce oltre, raccontando la nostra società sotto un punto

Foto: Angelo Macciocca

di vista completamente diverso da quello a cui si è normalmente abituati. Il romanzo, in vendita on line su tutti i principali siti di e-commerce, è edito da Youcanprint in self-publishing, una scelta di libertà voluta dall’autore per riuscire a scrivere il secondo volume, che riprende i fili interrotti nel primo, senza l’assillo e l’ansia della ricerca disperata di un editore. Questa la sinossi del libro: Un enorme centro commerciale sta per essere costruito nel cuore del bosco più grande della città. Una misteriosa Organizzazione gestisce il progetto tenendo in pugno politici, criminali e imprenditori. Una bambina venuta dall'altra parte del mare, un economista finito a fare il guardiano, una donna d'affari punk, un sindaco spregiudicato, un trafficante libanese. Bene e Male si affrontano in una partita a scacchi dall'esito incerto”. La prossima presentazione è in programma il prossimo 19 gennaio presso la libreria Ubik di Frosinone.

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Il Panettone Dolcemascolo premiato dal Gambero Rosso

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ra le eccellenze della pasticcieria italiana quest’anno c’è anche il Panettone Dolcemascolo. Il Gambero Rosso , nota casa editrice enogastronomica, ha annoverato il classico dolce natazlizio della Pasticceria come uno tra i più buoni d’Italia. Il Panettone Dolcemascolo ha guadagnato il podio, classificandosi al terzo posto e superando Maestri Pasticcieri di fama internazionale come Igino Massari “Il gusto è equilibrato, i profumi freschi e precisi di buon biscotto ...” Artefice di questo ambitissimo premio Matteo Dolcemascolo, pasticciere di terza generazione che a 28 anni vanta già un curriculum di prim’ordine: ha studiato in Cast Alimenti e ha perfezionato il percorso di studi con il Maestro Pasticciere Lucca Cantarin. Matteo viene definito come “nome emergente nella preparazione del più famoso dolce lievitato italiano” . Un riconoscimento che è frutto di impegno, professionalità e attenzione ai particolari, ingredienti che da sempre hanno caratterizzato la Pasticceria Dolcemascolo.

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Pasticciere di terza generazione della famiglia Dolcemascolo (dopo Salvatore e Massimo) Nato a Roma nel 1989, dopo essersi formato nella pasticceria di famiglia, approda in Cast Alimenti (Brescia) dove svolge un tirocinio di un anno e mezzo sulla pasticceria tradizionale e moderna. Nel 2015 si specializza nella Pasticceria Marisa (Padova), con il Maestro Pasticcere Lucca Cantarin

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Di Martina Siravo

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Di Claudia Palombi & Roberta Evangelisti

Giuseppe Iaconios Docente e coordinatore del corso di Fashion Design dell'Accademia di belle arti di Frosinone

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iao Giuseppe, ci racconti come è nata la tua passione per il fashion Design?Da sempre. Il disegno, la prima forma di “comunicazione” a cui mi sono avvicinato, mi accompagna fin da piccolo. Ho sempre visto con interesse il colore, le forme degli abiti, degli oggetti, cercavo di riproporli su carta. Poi con gli studi artistici e in design presso l’I.S.I.A , il master in fashion design in Inghilterra è scoppiata la voglia di creare qualcosa di mio, che mi rappresentasse. Quali sono i punti di forza di fashion design di frosinone, perchè uno studente dovrebbe iscriversi qui? Il corso di Fashion Design dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone è il primo ad esser stato creato in Italia, lavoriamo da quasi 15 anni in questo settore e vantiamo studenti che lavorano in diversi settori di questo ambiente. Cura, cultura e un team di docenti professionisti hanno creato nel tempo un luogo dove studio e passione diventano un prodotto di qualità, la consiglierei perché abbiamo un approccio che cerca di formare progettisti e creativi rispettando e alimentando le caratteristiche del singolo studente. Qual è la parte del tuo lavoro che ami di più? La cosa che amo di più del mio lavoro è che mi consente di seguire le mie tante passioni, mi sono formato come designer ma ho sempre avuto tanti interessi, arte, fotografia, comunicazione, condividere la passione per il mio lavoro con gli studenti e cercare di trasferirlo è la cosa che oggi mi da più soddisfazione. Cos'è la cosa più difficile da trasmettere ai tuoi studenti? Forse proprio trasmettere passione e una curiosità che dovrebbe essere a 360 gradi. Essere un creativo, un progettista vuol dire contaminarsi, vuol dire conoscere il vecchio per reinterpretarlo con il nuovo. Non c’è futuro senza passato e

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spesso è difficile far capire ai ragazzi che in qualsiasi ambito si lavora serve cultura e competenza. C'è un incontro o una persona che ti ha influenzata sul lavoro? Ho avuto la fortuna di collaborare con diversi personaggi che hanno influito fortemente sul mio percorso creativo, ringrazio i docenti che fin dal liceo mi hanno spinto a seguire le mie aspirazioni artistiche fino a artisti come Elio Fiorucci o Roberto Capucci dei quali ho amato l’umiltà e il genio creativo. Che consiglio daresti ai giovani studenti neo laureati? Di non accontentarsi mai. Di non essere mai soddisfatti perché bisogna chiedere e pretendere sempre di più. I limiti, dico sempre, sono fatti per essere superati e nei miei corsi cerco sempre di spronare a fare sempre meglio, di guardare sempre più avanti. Chic Style è da sempre impegnata nello scouting di nuovi talenti e creativi. Qual è la tua idea di talento? Collaboriamo con “ CHIC" da anni e sono contento di tutto lo spazio che la rivista riconosce ai giovani talenti, è una cosa molto importante che poche riviste fanno. Il talento spesso lo trovi in uno sguardo, in un segno, nella fame di ascoltare e di stupire. A quali progetti stai lavorando in questo momento? Continuando parlare di Accademia e del dipartimento di Fashion design, quest’anno saremo presenti alle manifestazioni romane di RomaSposa e AltaRoma, entrambi nel mese di Gennaio, successivamente saremo presenti con dei progetti innovativi e multimediali a Milano per Il salone del Mobile e la fashion week di settembre 2018.

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VINCITORE CONCORSO SCATTA E VINCI : Gabriele Dylan De Simone FASHION DESIGNER : Ilaria Di Pinto MAKEUPARTIST : Sara Brevetti MODEL : Andrea Sciascia


VINCITORE CONCORSO TRUCCA E VINCI : Giovanni Rizzuto PH : Piero Pandolfino DIRECTION : by Fashion Avenue Accademy MODEL : Glenda Maltecca



Di Martina Siravo

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