anno 58 - n. 603 luglio-agosto 2019
CON IL PATROCINIO DI
INDUSTRIE
Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 MBPA NORD OVEST - n. 7/2019 - IP - ISSN 0019-901X
ALIMENTARI
CHIRIOTTI
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46 50 52
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60 62 64 76 80 90
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98 104
AITA - Prossime attività - Sviluppo prodotti di gelateria - Confezionamento in flow pack - Soci sostenitori Le aziende
LUGLIO-AGOSTO 2019 anno 58 - n. 603
ARTICOLI 3. Il miele di sulla, prodotto agroalimentare tradizionale del Sannio A. Iannotta - S. Luciano - D. Carlucci
10. Impiego di antiossidanti naturali per aumentare la stabilità ossidativa ed estendere la shelflife dei taralli G. Difonzo - G. Squeo - S. Fortunato V.M. Paradiso - C. Summo A. Pasqualone - F. Caponio
CONTENTS 3. The honey of sulla (Hedysarium coronarium) traditional agri-food product made in Sannio A. Iannotta - S. Luciano - D. Carlucci
10. Oxydative stability and shelflife improvement of taralli by natural antioxidants addition G. Difonzo - G. Squeo - S. Fortunato V.M. Paradiso - C. Summo A. Pasqualone - F. Caponio
DEPARTMENTS 16 EXHIBITIONS (IFFA - THE GLOBAL FOOD INNOVATION SUMMIT) 36 MACHINES 42 PACKAGING 46 PRODUCTS 50 ENERGY & SUSTAINABILITY 52 FOOD SAFETY 60 APPLIED RESEARCH 62 LAWS 64 MARKETING 76 THE COMPANY 80 NEWS 90 AGENDA 98 AITA 104 COMPANIES’ ADDRESS
Mensile - ISSN 0019-901X July-August 2019 Year 58 n. 603
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miele
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Il miele di sulla, prodotto agroalimentare tradizionale del Sannio
The honey of sulla (Hedysarium coronarium), traditional agri-food product made in Sannio
• PAROLE CHIAVE Prodotti agroalimentari tradizionali, miele di sulla, analisi sensoriale • KEYWORDS Traditional agri-food products, honey of sulla, sensory analysis
• RIASSUNTO
• SUMMARY
Come noto, il Sannio si fregia di essere la patria del torrone, prodotto inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Campania, ottenuto secondo una antica ricetta con albume d’uovo, mandorle, nocciole e miele di sulla. Nell’ultimo decennio, sul territorio della provincia di Benevento sono state introdotte nuove varietà di sulla e contestualmente appare registrarsi una diminuzione della produzione di tale tipologia di miele. Durante l’attività di controllo presso i laboratori di smielatura, sono stati acquisiti 11 campioni di miele di sulla, oggetto di un evento di assaggio, basato sugli elementi forniti durante il Corso “Introduzione all’analisi sensoriale del miele” I risultati elaborati hanno evidenziato un’omogeneità delle caratteristiche di tale miele nonostante il diverso areale territoriale di provenienza. Inoltre, è emerso che i produttori in assenza di domanda da parte del consumatore, preferiscono distribuirlo sul mercato con una denominazione generica, oppure destinarlo all’industria locale del torrone.
As is known, Sannio boasts to be the homeland of nougat, a product that was added to the list of the traditional agri-food products of the Campania Region, and is obtained according to a traditional recipe with egg white, hazelnuts, almonds and honey of sulla. In the last decade, new varieties of sulla were introduced in the territory of the Province of Benevento, even though at the same time a decrease in the production of this type of honey was registered. During the control activity at the honey extraction laboratories, 11 samples that were the object of a tasting event were acquired and analysed, based on the elements acquired during the course “An Introduction to the sensory analysis of honey”. The results obtained showed a homogeneity of the characteristics of this honey, despite the different territorial areas of origin. Moreover, it has emerged that the producers, in the absence of consumer demand, prefer to distribute it on the market with a generic denomination or to allocate it to the local nougat industry.
A. Iannotta1 - S. Luciano2 D. Carlucci1* ASL Benevento - Servizio Veterinario Igiene degli Alimenti di o.a - Via P. Mascellaro 1 82100 Benevento 1
2 Medico-Veterinario libero professionista - Via Gelsi 1 - 82010 Sant’Angelo a Cupolo (BN) *email: dp.vetb@pec.aslbenevento.it
industrie alimentari
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Introduzione
INTERNAL ORIGIN
Sono 531 i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (P.A.T.) presenti nell’elenco della Regione Campania, ed il territorio della Provincia di Benevento ne annovera ben 94; di questi, nella sezione Prodotti di origine animale sono presenti varie tipologie di miele, tra cui quello di sulla, tradizionalmente impiegato per la preparazione del torrone campano. Infatti, come noto, il Sannio si fregia di essere la patria del torrone, realizzato secondo una ricetta a base di albume d’uovo, nocciole, mandorle e miele, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, secondo un racconto affidato alla tradizione orale di un episodio avvenuto nel corso della II guerra sannitica contro i romani. ll Torrone di Benevento e il Croccantino di San Marco dei Cavoti (BN), entrambi P.A.T., hanno il pregio di utilizzare, e quindi valorizzare, alcune produzioni locali, come appunto il miele di sulla.
Cenni di botanica La sulla (Hedysarum coronarium) è una specie erbacea perenne della famiglia delle leguminose, caratterizzata dalla presenza di fiori in racemi dal caratteristico colore rosso carminio, molto visitati dalle api per l’abbondanza di nettare, giusta ricompensa per favorire il lavoro di impollinazione. Secondo la tabella di classificazione delle piante, in base al potenziale mellifero (kg/miele/ha di suolo coltivato) la sulla si colloca in classe V, a significare che per ogni ettaro di suolo coltivato si possono ottenere da 201 a 500 kg di miele. La pianta è distribuita, sia coltivata come foraggera, sia spontanea, su suoli argillosi, in particolare nelle zone collinari del territorio sannita. Fino a quando il foraggio ha costituito la parte essen-
ziale dell’alimentazione dei bovini, il miele di sulla ha rappresentato una delle tipologie più importanti per gli apicoltori dell’alto Sannio. Con il declino dell’allevamento basato sullo stretto legame con la terra, anche la coltivazione delle foraggere si è modificata e le varietà attualmente coltivate consentono lo sfalcio anticipato rispetto alla fioritura, con conseguente diminuito appeal per le api. Di interesse apistico, quindi, oggi è soprattutto la pianta spontanea, colonizzatrice di ambienti abbandonati ed incolti. Di conseguenza i quantitativi di miele prodotti da questa fioritura appaiono essersi sensibilmente ridotti.
Materiali e metodi Per approfondire taluni aspetti di questa filiera, tra marzo 2017 ed ottobre 2018, il Servizio Veterinario di Igiene degli Alimenti di Origine Animale dell’ASL Benevento ha condotto un’indagine, che servendosi dell’Analisi SWOT, ha identificato i punti di forza ed i punti di debolezza della filiera e i rischi e le opportunità che possono concorrere al progetto di valorizzazione del prodotto (Fig. 1).
Analisi del contesto
EXTERNAL ORIGIN
Sul territorio della provincia di Benevento risultano censiti 153 allevatori di api; 78 destinano la propria produzione all’autoconsumo, mentre 75 hanno realizzato un laboratorio di smielatura, registrato ai sensi dell’art. 6 del Reg. CE 852/2004, al fine di commercializzare il miele prodotto (Tab. 1).
Fig. 1.
industrie alimentari
Anche il panettone prodotto a Benevento, il Panbenevento, prevede nella sua ricetta l’utilizzo di miele di sulla.
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miele
Tabella 1. Comune Airola Apice Baselice Benevento Bonea Bucciano Buonalbergo Campolattaro Campoli M.T. Casalduni Caselfranco in Miscano Castelpagano Castelpoto Castelvenere Castelvetere in V.F. Cerreto Sannita Circello Colle Sannita Cusano Mutri Dugenta Foiano in V.F. Forchia Fragneto l’Abate Frasso Telesino Melizzano Molinara Montefalcone in V.F. Montesarchio Morcone Pago Veiano Pannarano Pesco Sannita Pietrelcina Ponte Pontelandolfo Reino San Bartolomeo in Galdo San Giorgio del Sannio San Giorgio la Molara San Lorenzo Maggiore San Marco dei Cavoti San Martino Sannita San Nicola Manfredi Sant’Agata de Goti Sant’Angelo a Cupolo Solopaca Tocco Caudio Torrecuso TOTALE
Apicoltore
Laboratorio smielatura Autoconsumo
1 1 1 1 5 5 9 3 6 1 1 1 1 1 1 2 2 2 1 1 2 1 1 2 2 13 3 10 3 2 1 1 1 1 1 1 1 12 11 1 5 5 5 5 3 2 1 3 1 2 1 1 1 1 5 2 3 1 1 1 1 1 1 2 1 1 7 5 2 1 1 1 1 2 2 1 1 3 2 1 4 1 3 4 2 2 5 3 2 4 2 2 12 5 7 1 1 4 3 1 1 1 1 1 7 5 2 3 3 1 1 2 1 1 3 3 153
75
78
5
Al fine di rendere più evidente il dato della prevalenza delle aziende apistiche, che su base comunale appare molto parcellizzato, il territorio della provincia di Benevento è stato suddiviso in 5 aree omogenee (Fig. 2). La maggiore concentrazione delle aziende apistiche si riscontra sull’areale Titerno – Alto Tammaro (50), anche se l’areale fortorino, vocato ad un ordinamento produttivo cerealicolo- foraggero, presenta la maggior produzione di sulla, e quindi la maggior produzione di miele uniflorale (14) (Fig. 3). Considerato che il processo di produzione del miele di sulla non usufruisce di deroghe, ai sensi dell’art. 7 del Reg. CE 2074/2005, per verificare il possesso dei requisiti minimi dei laboratori di smielatura, nel corso delle ispezioni effettuate tra marzo 2017 ed ottobre 2018, è stata utilizzata una lista di riscontro dedicata (Tab. 3). L’attività di produzione si svolge sia in apiario, dove vengono prelevati i telaini dal mielario, che presso il laboratorio dove sono effettuate tutte le successive fasi, dalla disopercolatura, smielatura per effetto della forza centrifuga che consente di estrarre il miele dai favi disopercolati. Una volta smielato il prodotto viene filtrato per la successiva conservazione nei maturatori, fino all’invasettamento, senza subire alcun altro trattamento. Le caratteristiche del prodotto sono generalmente apprezzate (colore chiaro e sapore ed odore delicati), ma la denominazione uniflorale non aumenta il suo valore e quindi spesso si trovano mieli uniflorali di sulla ed altre leguminose commercializzati con la denominazione generica.
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Fig. 2.
Tale dato trova riscontro nel volume “Atlante del miele” in cui l’autore, Riccardo Civarolo, riferisce che la denominazione del prodotto è un fattore importante per stimolare la curiosità del consumatore, elemento che sicuramente manca al miele di sulla per affermarsi nella vetrina dei grandi mieli italiani.
riale del miele tenutosi a Portici nel 2014 da Maria Lucia Piana. Sono stati sottoposti ad assaggio 11 campioni di miele di sulla, da parte dei partecipanti-estimatori. Preliminarmente i partecipan-
ti sono stati informati di prendere parte alla prova senza indossare profumi e di non fumare, al fine di non inficiare i risultati del test. I campioni di miele – circa 30 gr – sono stati messi in un bicchiere a
Analisi sensoriale Per promuovere il miele di sulla, presso il servizio veterinario dell’ASL Benevento nell’ottobre 2018, è stato organizzato un evento di assaggio, sulla scorta degli elementi acquisiti durante il Corso di introduzione all’analisi senso-
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Tabumo - Valle Caudina
Fig. 3.
Fortore
Titemo - Alto Tammaro
miele
ballon di vetro, in modo da posizionare le mani sul gambo per portarlo al naso, così da non annusare le mani e nello stesso tempo non modificare la temperatura del campione. Utilizzando una palettina di plastica monouso, si è proceduto a distribuire il miele uniformemente nel bicchiere, aumentando così la superficie di evaporazione degli odori, permettendone una maggiore percezione. Quindi il miele viene assaggiato e, tra un assaggio e l’altro, per pulire la bocca,
Tabella 2.
Laboratori smielatura
Area omogenea Allevatori Taburno – Valle Caudina Colline Beneventane Fortore Valle Telesina Titerno – Alto Tammaro TOTALE
Produttori di miele di sulla
Autoconsumo
22 33 35 13 50
13 17 16 5 24
5 7 14 1 10
9 16 19 8 26
153
75
37
78
7
Tabella 3. Check-list per LABORATORIO DI SMIELATURA RAGIONE SOCIALE........................................................................................................................................................................................................................................ INDIRIZZO........................................................................................................................................................................................................................................................ N.
REQUISITO
1
Il laboratorio presenta dimensioni sufficienti al volume del miele e/o altri prodotti lavorati?
SI
2
È presente un locale destinato a magazzino/deposito (per barattoli/cartoni/ecc…)?
3
I servizi igienici sono comunicanti direttamente con il laboratorio?
4
È presente uno spogliatoio per consentire il cambio degli abiti da lavoro?
5
L’illuminazione è sufficiente?
6
L’areazione è sufficiente?
7
I pavimenti sono in materiale adeguato?
8
Le pareti sono rivestite in materiale adeguato?
9
I soffitti sono realizzati in modo da evitare l’accumulo di sporcizia e la caduta di particelle?
10
Le finestre e porte sono dotate di barriere anti-insetto?
11
L’approvvigionamento idrico avviene da: • acquedotto pubblico • da pozzo privato Il laboratorio è servito da acqua potabile?
12
Le superfici, attrezzature ed utensili destinati alla smielatura ed al confezionamento del miele sono di materiale idoneo?
13
Il lavabo per il lavaggio delle attrezzature utilizzate è dotato di rubinetteria non manuale? È disponibile acqua calda e fredda?
14
È presente un erogatore di detergente per le mani?
15
È presente un sistema di asciugatura delle mani?
16
Sono presenti contenitori per i rifiuti?
17
È presente un armadio per detergenti o disinfettanti?
18
È presente un Registro di carico/scarico?
19
È presente il Manuale di buone pratiche igieniche?
20
È presente una Procedura di tracciabilità/rintracciabilità?
21
È presente una certificazione di garanzia relativa ai contenitori (es. barattoli di vetro)?
NO
NOTE:................................................................................................................................................................................................................................................................. DATA ........................................................... OSA.................................................................. IL VETERINARIO UFFICIALE ....................................................
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Tabella 4. Esame visivo
Esame olfattivo
Esame olfattivo - gustativo
Esame tattile
Altre informazioni
1
Stato fisico: quasi solido Aspetto: omogeneo Colore: bianco avorio
Intensità odore: debole Descrizione odore: vegetale, erba secca
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: fagiolino Persistenza/retrogusto: poco persistente Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: molle Cristalli: piccoli, fini, morbidi, gommosi
Buonalbergo
2
Stato fisico: quasi solido Aspetto: omogeneo Colore: bianco avorio
Intensità odore: debole Descrizione odore: vegetale, erba secca
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: fagiolino Persistenza/retrogusto: debole Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: molle Cristalli: piccoli, fini, morbidi, gommosi
Pesco Sannita
3
Stato fisico: liquido Aspetto: omogeneo Colore: bianco acqua
Intensità odore: debole Descrizione odore: nessuno
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: vegetale Persistenza/retrogusto: poco persistente Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: liquida Cristalli: piccoli, fini
Morcone
4
Stato fisico: liquido Aspetto: omogeneo Colore: giallo paglierino
Intensità odore: debole Descrizione odore: vegetale, erba secca
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: torrone Persistenza/retrogusto: debole Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: liquida Cristalli: non si apprezzano
Foiano di Valfortore
5
Stato fisico: quasi solido Aspetto: omogeneo Colore: beige
Intensità odore: debole Descrizione odore: leggermente vegetale
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: vegetale Persistenza/retrogusto: poco persistente Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: molle Cristalli: fini, morbidi, gommosi
Bonea
6
Stato fisico: liquido Aspetto: omogeneo Colore: giallo paglierino
Intensità odore: debole Descrizione odore: vegetale, erba secca
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: frutta secca Persistenza/retrogusto: debole Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: liquida Cristalli: piccoli, fini
Dugenta
7
Stato fisico: solido Aspetto: omogeneo Colore: bianco avorio
Intensità odore: debole Descrizione odore: vegetale, erba secca
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: fieno Persistenza/retrogusto: poco persistente Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: molle Cristalli: piccoli, fini, morbidi, gommosi
San Giorgio La Molara Presenza di residui di cera
8
Stato fisico: liquido Aspetto: omogeneo Colore: giallo paglierino
Intensità odore: debole Descrizione odore: quasi di frutta secca
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: quasi di frutta secca Persistenza/retrogusto: debole Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: liquida Cristalli: piccoli, fini
Fragneto l’Abate
9
Stato fisico: solido Aspetto: omogeneo Colore: Avorio
Intensità odore: debole Descrizione odore: sentore di torrone
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: torrone Persistenza/retrogusto: poco persistente Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: molle Cristalli: fini, morbidi, gommosi
San Marco dei Cavoti
10
Stato fisico: Solido Aspetto: Omogeneo Colore: Bianco avorio
Intensità odore: debole Descrizione odore: frutta secca
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: frutta secca Persistenza/retrogusto: debole Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: molle Cristalli: piccoli, fini, morbidi, gommosi
Circello Presenza di odore di fumo
11
Stato fisico: quasi solido Aspetto: omogeneo Colore: Bianco avorio
Intensità odore: debole Descrizione odore: fagiolino
Intensità aroma: debole Descrizione aroma: fagiolino Persistenza/retrogusto: debole Gusto: dolce Altre sensazioni in bocca: no
Consistenza: molle Cristalli: fini, morbidi, gommosi
Morcone
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miele
è stata usata acqua minerale non gassata.
Risultati La valutazione degli assaggiatori ha prodotto risultati interessanti. All’esame visivo, in linea generale, il miele si presentava solido o quasi solido, di aspetto omogeneo e di colore bianco avorio. All’esame olfattivo, l’intensità dell’odore è risultata debole e le caratteristiche dell’odore, deboli al massimo, riconducevano al vegetale. All’esame olfatto-gustativo, l’intensità dell’aroma è risultata debole, solo in alcuni casi con aroma di fagiolino e sentore di torrone; tale ultima sensazione è presumibilmente da ascrivere al fatto che i partecipanti hanno riconosciuto l’aroma ed il gusto del torrone, in virtù del forte legame tra odori, memoria ed emozioni. La persistenza delle sensazioni aromatiche è risultata debole ed il gusto dolce. Non si è rilevato gusto acido, amaro e salato. Al tatto, la consistenza è apparsa molle ed i cristalli fini, morbidi e gommosi. Tali percezioni organolettiche sono l’elaborazione di note raccolte dai singoli partecipanti e della comparazione con la Ruota degli aromi e degli odori, strumento utilizzato per avere termini condivisi per la descrizione delle sensazioni soggettive. I risultati ottenuti sono stati registrati nelle schede “Descrizione organolettica di mieli uniflorali” fornite durante il corso. L’analisi sensoriale del miele consente anche di valutare la pulizia del campione; fra i difetti, sono stati riscontrati in un campione odore di fumo e in un altro
la presenza di piccole impurezze rappresentate da residui di cera (Tab. 4).
Conclusioni Le caratteristiche di odore, aroma e gusto del miele di sulla del Sannio consentono l’utilizzo nella produzione dei P.A.T., Torrone di Benevento e Croccantino di San Marco dei Cavoti, e dei prodotti locali, Panbenevento, in quanto non modificano gli aromi ed i sapori degli altri ingredienti presenti nelle ricette. Purtroppo solo una parte di tale miele viene invasettato per la vendita tal quale al consumatore finale, vero estimatore del prodotto. È auspicabile che la produzione di miele di sulla in forma uniflorale non scompaia in quanto, oltre che ingrediente, è anche prezioso alimento della specificità e della tradizione locale. Tra le azioni di valorizzazione a sostegno della filiera del miele di sulla, potrebbe essere utile ed opportuno predisporre un’efficace informazione agli agricoltori, sull’importanza dell’impianto di varietà autoctone con sfalcio post-fioritura, ed ai consumatori per un acquisto consapevole che privilegi i prodotti locali.
Bibliografia - Decreto 8 settembre 1999, n. 350 – Regolamento recante norme per l’individuazione dei prodotti tradizionali di cui all’articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173. - Decreto Giunta Regione Campania 570 del 25/10/16 – “Linee guida applicative del Reg. CE 852 del 2004 del Parlamento
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Impiego di antiossidanti naturali per aumentare la stabilità ossidativa ed estendere la shelf-life dei taralli Oxydative stability and shelf-life improvement of taralli by natural antioxidants addition
• PAROLE CHIAVE shelf-life, ossidazione lipidica, antiossidanti, foglie di olivo • KEYWORDS shelf-life, lipidic oxidation, antioxidants, olive leaves
• RIASSUNTO
• SUMMARY
Nella preparazione dei taralli, prodotto da forno tipico della tradizione pugliese, la scelta degli ingredienti ha un ruolo cruciale, sia per la qualità del prodotto finale che per la shelf-life. Esigenza crescente dei produttori è quella di estendere ulteriormente la shelf-life, sia per rispondere alle esigenze di mercato, sia per ridurre gli sprechi. A tale scopo, un estratto di foglie di olivo, ricco in polifenoli, è stato aggiunto in taralli, dei quali è stato monitorato l’iter ossidativo. Dopo sei mesi di conservazione i taralli addizionati di estratto hanno mostrato una riduzione significativa nel quantitativo di composti volatili di ossidazione e allo stesso tempo, un aumento della stabilità ossidativa misurata mediante RapidOxy e dell’attività antiossidante. Anche i parametri sensoriali considerati nel panel test hanno mostrato un miglioramento per i taralli addizionati di estratto.
During the baking process for taralli production, a typical baked product of the Apulian tradition, the choice of ingredients plays a crucial role both for the quality of the final product and for the shelflife. Growing demand from manufacturers is to further extend the shelf life both to meet market needs and to reduce food waste. For this purpose, an olive leaf extract, rich in polyphenols, was added to the taralli, whose oxidative process was monitored. After six months of storage, the taralli with the olive leaf extract added showed a significant reduction in the amount of volatile oxidation compounds, whereas an increase in oxidative stability measured by RapidOxy and antioxidant activity were obtained. Even the sensory parameters considered in the panel test were improved in the taralli with the extract added.
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G. Difonzo* - G. Squeo S. Fortunato - V.M. Paradiso C. Summo - A. Pasqualone F. Caponio Università di Bari Aldo Moro Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti Via Amendola 165/A - 70126 Bari *email: graziana.difonzo@uniba.it
pane
Introduzione Fra i prodotti agro-alimentari tradizionali della Puglia sono presenti i taralli, particolari per la loro semplicità di produzione, la cui nascita risale ad alcuni secoli fa quando venivano considerati un vero e proprio sostituto del pane. La scelta dei grassi per la preparazione dei taralli, ed in generale dei prodotti da forno, è dettata, oltre che da esigenze nutrizionali da parte del consumatore, anche dall’ottenimento di proprietà reologiche desiderate, nonché dall’esigenza di limitare i processi di ossidazione e raffermamento (Giarnetti et al., 2011). Gli oli utilizzati nella preparazione dell’impasto dei taralli sono prevalentemente provenienti da un processo di raffinazione chimica, quali olio di oliva e olio di sansa di oliva, e solo più raramente viene utilizzato l’olio extra vergine di oliva. Studi preliminari hanno messo in evidenza come la scelta delle materie prime svolga un ruolo determinante, sia per il raggiungimento di alcuni target qualitativi, sia per le proprietà nutrizionali del prodotto finale (Caponio et al., 2008; Difonzo et al., 2018). Inoltre, i consumatori sono sempre più attenti alla qualità nutrizionale degli alimenti dettata dalla crescente incidenza di malattie cardiovascolari e metaboliche. A ciò, inoltre, si uniscono le esigenze dei produttori che scelgono gli ingredienti sulla base di ottenere tempi di conservazione compatibili con le esigenze di mercato (Caruso et al., 2016). Le tecnologie di trasformazione degli alimenti portano inevitabilmente alla produzione di sottoprodotti e scarti, i quali possono essere valorizzati quando presentano delle qualità sfruttabili nei vari ambiti dal settore alimentare a quello far-
maceutico, energetico, nutrizionale (Rosellò-Soto et al., 2015). Nell’ambito della filiera olivicolo-olearia, gli scarti e i sottoprodotti sono costituiti essenzialmente dai residui di potatura e svellimento degli alberi di olivo come le foglie e i rametti, dalle sanse, vergini o esauste, dal nocciolino di sansa e dalle acque di vegetazione. Tra questi, le foglie sono una ricca fonte di molecole antiossidanti come i polifenoli, tra i quali compaiono oleuropeosidi (oleuropeina e verbascoside), flavoni (luteolina, luteolina-7-glucoside, apigenina-7-glucoside), flavonoli (rutina), flavon-3-oli (catechina) e fenoli sostituiti (idrossitirosolo) (Benavente-Garcia et al., 2000; Quirantes-Pinè et al., 2012; Difonzo et al., 2017). Diversi autori hanno utilizzato gli estratti di foglie di olivo in alimenti allo scopo di aumentarne la conservabilità o esaltarne le proprietà nutrizionali (Hayes et al., 2010; Nunes et al., 2016; Difonzo et al., 2018; Tavakoli et al., 2018; Caponio et al., 2019). Lo scopo del presente lavoro è stato quello di studiare l’iter ossidativo e dunque anche l’effetto dell’aggiunta di un estratto di foglie di olivo sulla shelf-life dei taralli.
Materiali e metodi Preparazione degli estratti da foglie di olivo Le foglie di olivo, cultivar Coratina, sono state raccolte da alberi della provincia di Bari (Acquaviva delle Fonti), portate in laboratorio ed utilizzate per l’estrazione entro le 24 ore successive. L’estrazione è stata condotta previa essiccazione a 120°C per circa 15 minuti (tempo
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necessario a far sì che l’umidità residua sia intorno a 2%) ed utilizzando l’acqua come solvente di estrazione in bagnetto ad ultrasuoni (Difonzo et al., 2017).
Preparazione dei taralli I taralli sono stati preparati impastando farina di frumento 00 (1 kg), olio (250 g), vino bianco (400 mL) e sale (20 g) (Fig. 1). Dopo la fase di impastamento (20 minuti), seguono una fase di riposo dell’impasto per circa 15 minuti e il passaggio degli impasti in una sfogliatrice. Infine, vi è il passaggio in grissinatrice. I taralli vengono poi sottoposti a bollitura per qualche minuto, asciugati su un telo di cotone e infornati a 180°C per circa 50 minuti. Una volta prodotti, i taralli sono stati conservati in buste di polipropilene e a temperatura ambiente per un periodo di 6 mesi (T0-T6). Sono stati prodotti taralli controllo (CTR) e taralli addizionati di estratto alla concentrazione di 400 mg/kg (EFO).
Analisi sensoriale L’analisi sensoriale è stata eseguita da un panel di 8 assaggiatori addestrati di età compresa tra i 25 e 50 anni. I campioni, identificati con un codice alfanumerico di tre lettere, opportunamente coperti, sono stati valutati per i descrittori relativi all’odore (odore di tarallo fresco e odore di rancido), al flavour di rancido nonché per l’apprezzamento generale del prodotto, in una scala di punteggio da 0 a 10.
Analisi dei composti volatili I composti volatili sono stati estratti mediante la tecnica della micro-estrazione in fase solida (SPME) mediante utilizzo di un autocampionatore (GC sampler 80,
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P=700 KPa. Il valore che viene preso in considerazione è il tempo di induzione, espresso in minuti, corrispondente ad un decremento del 10% della pressione di O2 di partenza.
Test dell’attività antiossidante DPPH
Fig. 1 - Preparazione dei campioni di taralli controllo e addizionati di estratto di foglie di olivo.
Agilent Technologies) ed analizzati da un sistema gas-cromatografico (Agilent 6850) dotato di spettrometro di massa (5975C). L’analisi dei composti volatili è stata condotta in accordo a quanto descritto da Ruiz et al. (2003). In particolare, 0,5 g di campione sono stati pesati in una vial da 20 mL, a cui sono stati addizionati 4 mL di una soluzione salina di NaCl al 20% e 150 µL di una soluzione di 1-propanolo (standard interno) alla concentrazione di 160 mg/kg. Prima dell’estrazione, si è proceduti alla stabilizzazione dello spazio di testa del campion, equilibrando la vial per 2 min a 50°C. L’estrazione è stata eseguita esponendo una fibra bifasica SPME, con rivestimento in carboxen/polidimetilsilossano (CAR/PDMS/, 75 µm) (Supelco, Bellefonte, PA, USA) a 50°C per 40 minuti. Terminata la fase di estrazione delle sostanze volatili, la fibra è stata rimossa dalla vial e desorbita per 2 minuti nell’iniettore del gas cromatografo in modalità splitless. I composti volatili sono stati separati su una colonna capillare in silice fusa HP-INNOVAX (60 m × 0,25 mm, 0,25 µm spessore del film) alle seguenti condi-
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zioni: temperatura dell’iniettore, 300°C; flusso del carrier (elio), 2,0 mL/min; la temperatura del forno è stata mantenuta a 35°C per 5 minuti, successivamente è stata incrementata di 5°C/min fino a 50°C per 5 min, e di 5,5°C/min fino a 230°C per altri 5 min. Lo spettrometro di massa era settato alle seguenti condizioni operative: tensione, 500 V; temperatura dell’interfaccia, 230°C; temperatura della sorgente, 230°C; energia di ionizzazione, 70 Ev. I composti volatili sono stati identificati mediante librerie NIST e Wiley, quantificati standardizzando le aree dei picchi d’interesse con quella dello standard interno (1-propanolo) ed espressi come µg/g. L’analisi è stata condotta in triplicato.
Test della stabilità ossidativa Si tratta di un test effettuato mediante uno strumento che misura la stabilità ossidativa di matrici lipidiche in seguito ad ossidazione forzata con aumento di temperatura e pressione dell’O2 (RapidOxy, Anton Paar, Blankenfelde-Mahlow, Germany). I parametri impostati sono stati i seguenti: T=140°C,
Il saggio è stato effettuato mediante preparazione di una soluzione di DPPH (α, α-diphenyl-β-picrylhydrazyl) (Sigma-Aldrich D91325G) in etanolo, avente una concentrazione 0,08 mM. Della soluzione madre, 950 µL sono stati inseriti in cuvette per spettrofotometria, ai quali sono stati aggiunti 50 µL di ogni campione. Il tempo di reazione è di 30 minuti, passati i quali si è proceduto alla lettura spettrofotometrica ad una lunghezza d’onda di 517 nm. I risultati sono espressi in µmol TE/g campione.
Analisi statistica I dati ottenuti sono stati sottoposti ad analisi ANOVA e test di Tukey utilizzando il software Minitab Statystical Software (Minitab Inc., State College,USA).
Risultati e discussione La Fig. 2 riporta i valori relativi all’analisi sensoriale eseguita sui taralli conservati per sei mesi. Per quanto riguarda l’apprezzamento generale e l’odore tipico dei taralli, i membri del panel hanno preferito i taralli addizionati di estratto. Anche la friabilità è stata ritenuta maggiore per i campioni EFO rispetto a CTR. Sebbene i livelli di
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Fig. 2 - Analisi sensoriale dei campioni di taralli controllo (CTR) e addizionati di estratto di foglie di olivo (EFO) dopo 6 mesi di conservazione.
flavour di rancido non erano elevati (0,6 per CTR vs 0,1 per EFO nella scala da 0 a 10) erano percepiti maggiormente per i campioni CTR. Lo stesso risultato è stato ottenuto per l’odore di rancido.
I bassi livelli di percezione di odore e flavour di rancido nonché il buon punteggio di friabilità dopo sei mesi di conservazione, evidenziano che la scelta dei materiali di partenza è stata tale da garanti-
Fig. 3 - Cromatogrammi originati dall’analisi SPME-GC/MS dei campioni di taralli controllo (a) e addizionati di estratto di foglie di olivo (b) dopo 6 mesi di conservazione.
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re ad ogni modo una conservabilità idonea alle esigenze dei produttori (Caponio et al., 2013). Inoltre, l’aggiunta dell’estratto di foglie di olivo ha mostrato un’incidenza positiva sull’apprezzamento generale e sugli altri descrittori considerati nell’analisi sensoriale così come descritto anche da Difonzo et al. (2018) e Caponio et al. (2019). Parallelamente è stato monitorato il profilo dei volatili originati dall’ossidazione lipidica così come riportato in Fig. 3. Dai dati della quantificazione di alcuni composti selezionati (Fig. 4), è emerso che per i campioni EFO i livelli di tali composti erano significativamente (p<0,01) ridotti rispetto ai campioni CTR. Infatti, tra le aldeidi, le quantità di esanale, (t)-2-eptenale, octanale, (t)-2-octenale e nonanale erano significativamente minori nei campioni EFO; stesso risultato è emerso per l’acido esanoico. In un precedente studio, Caponio et al. (2013) avevano evidenziato come oli EVO di differenti qualità potessero influenzare i livelli dei composti volatili di ossidazione. Inoltre, Shahidi et al. (2015) mostrava come i polifenoli siano in grado di inibire il processo di iniziazione dell’ossidazione lipidica o interromperne la propagazione inducendo una riduzione delle aldeidi volatili di ossidazione, le quali sono correlabili all’insorgenza della rancidità. Questo effetto, potenzialmente esplicato dai polifenoli sull’ossidazione lipidica, potrebbe spiegare il motivo per cui l’aggiunta di estratto di foglie di olivo induca una riduzione nei livelli dei composti volatili di ossidazione. I processi di impastamento, bollitura e cottura, inevitabilmente inducono una riduzione del contenuto fenolico totale e dell’attività antiossidante nei prodotti da forno (De la Parra et al., 2007; Caponio
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Conclusioni
Fig. 4 - Quantificazione dei composti volatili di ossidazione selezionati dei campioni di taralli controllo (CTR) e addizionati di estratto di foglie di olivo (EFO) dopo 6 mesi di conservazione.
et al., 2008). La Fig. 5 mostra come i taralli EFO avevano una attività antiossidante, misurata mediante test DPPH, significativamente (p<0,0001) più elevata rispetto a CTR, anche dopo sei mesi di conservazione. Dal test della stabilità ossidativa RapidOxy, inoltre, è emerso che i taralli EFO, dopo sei mesi di conservazione, avevano tempi di induzione significativamente (p<0,001)
più elevati rispetto ai campioni CTR (Fig. 5). Tale risultato mostra come nelle condizioni di ossidazione forzata a cui erano sottoposti, i campioni EFO risultavano più stabili rispetto a CTR. Caruso et al. (2016) avevano mostrato come per i campioni di biscotti sottoposti a questa tipologia di test di ossidazione, l’utilizzo di specifici ingredienti ne influenzava la stabilità ossidativa.
Il presente studio ha avuto come obiettivo quello di studiare il potenziale effetto dell’aggiunta di un estratto di foglie di olivo sull’estensione della shelf-life dei taralli aumentandone la stabilità ossidativa. Dai risultati è emerso che l’aggiunta dell’estratto di foglie di olivo induce una riduzione nei composti volatili di ossidazione ed un incremento della stabilità ossidativa, nonché dell’attività antiossidante. Inoltre, l’aggiunta del suddetto estratto ha influenzato positivamente i parametri sensoriali presi in considerazione, sia in termini di apprezzamento generale che di friabilità. L’estratto di foglie di olivo, dunque, potrebbe essere un potenziale ingrediente utilizzabile per aumentare la shelf-life di prodotti da forno.
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Fig. 5 - Analisi della stabilità ossidativa (RapidOxy) e dell’attività antiossidante DPPH dei campioni di taralli controllo (CTR) e addizionati di estratto di foglie di olivo (EFO) dopo 6 mesi di conservazione.
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Un’edizione fra tradizione e high-tech Parte I
L’edizione 2019 di Iffa, la fiera leader dell’industria della carne a livello internazionale, ha dimostrato ancora una volta di essere una piattaforma globale per il settore. Con la partecipazione di circa 67.000 visitatori da 149 Paesi (+7% rispetto al 2016 e un grado di internazionalità dei visitatori del 70%), ha presentato l’offerta di 1.039 aziende da 49 Paesi (2016: 1.036 da 51 Paesi, con un grado di internazionalità del 62%) su una superficie espositiva di 120.000 m2 (+9%). Le dieci nazioni maggiormente rappresentate tra i visitatori sono state, dopo la Germania, Federazione Russa, Paesi Bassi, Spagna, Italia, Polonia, Cina, Ucraina, USA, Austria e Australia, ma significativi incrementi dei visitatori sono
stati registrati da America Latina (31%) ed Europa dell’est (15%). Gli espositori hanno risposto alle richieste dell’industria della carne e del settore delle macellerie artigianali. E tutto in un clima particolarmente favorevole agli investimenti. La digitalizzazione come tema trainante del settore ha posto la smart meat factory al centro dell’attenzione, con soluzioni automatizzate e software che rendono la produzione e i processi negli stabilimenti di lavorazione della carne più intelligenti. Anche la sicurezza alimentare continua ad essere un tema centrale e ha l’obiettivo di sostituire le attività manuali con processi automatizzati. A tal proposito le aziende presenti in fiera hanno presentato soluzioni completamente automatizzate per porzionare e
posizionare nelle vaschette bistecche o salumi tagliati a fette tramite posizionatori o robot industriali. Nel settore dedicato al confezionamento sono state presentate inoltre soluzioni intelligenti per proteggere un alimento prezioso come la carne. Molto importanti in questo ambito sono la conservazione delle risorse e la sostenibilità, due temi che spaziano dall’efficienza energetica dei macchinari e delle catene produttive fino al packaging a impatto zero sul clima. Nel complesso le prospettive per l’industria complementare nel settore della carne sono positive: la produzione mondiale dovrebbe registrare una crescita annua del 5% fino al 2027, e l’85% dei visitatori ritiene che la congiuntura sia promettente e valuta la situazione attuale del settore da buona a soddisfacente.
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Il comparto artigiano punta su qualità, provenienza e lavorazione La carne continua a occupare un posto di primissimo piano nella società. Le tradizionali macellerie artigiane conquistano i consumatori con prodotti regionali e di qualità. Nuove figure professionali come il sommelier della carne, che richiede una specifica formazione, fanno da contorno a questo trend. Le imprese artigianali si preparano ad affrontare il futuro con innovativi concept di vendita, come gli shop online, sfiziose idee per il catering o nuove forme di comunicazione con la clientela tramite i social media. La tradizione artigianale nella sua massima espressione è stata messa in scena nell’ambito dei concorsi di qualità organizzati dalla Deutscher Fleischer-Verband (Associazione tedesca dei macellai) che hanno permesso a tanti giovani di mettersi alla prova. Tuttavia, sia i produttori di macchinari che le macellerie artigianali devono fare i conti con la carenza di manodopera specializzata e la difficoltà a reperire giovani collaboratori. Le aziende devono investire sempre più nella digitalizzazione, nell’automazione e nella robotica, che consentono di alleggerire il lavoro e semplificare ogni livello del processo di lavorazione della carne. A questo riguardo Iffa ha proposto soluzioni per ogni tipologia e dimensione aziendale, come è stato confermato dal 95% dei visitatori che si è detto molto soddisfatto dell’offerta presentata in fiera. La prossima edizione del salone internazionale dell’industria della carne si svolgerà dal 14 al 19 maggio 2022.
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Più sostenibilità nell’industria della carne
La sostenibilità rappresenta un tema sempre più attuale in tutti i comparti industriali, e anche l’industria di lavorazione e trasformazione della carne deve fare i conti con l’esigenza pressante di una gestione sostenibile delle risorse e dell’impiego di processi energeticamente efficienti. In occasione del Salone Iffa di Francoforte vengono presentati a questo proposito sistemi di automazione e controllo intelligenti, motori parsimoniosi nei consumi, compressori, ventilatori e pompe in grado di raggiungere questi obiettivi.
Le soluzioni per la catena del freddo Una catena del freddo ininterrotta ed efficiente lungo l’intera value chain è una priorità asso-
luta nell’industria di lavorazione e trasformazione della carne ai fini della sicurezza alimentare, ma la produzione del freddo è uno dei processi più dispendiosi sotto il profilo energetico. Secondo le stime ufficiali gli impianti di refrigerazione, con circa il 30% del fabbisogno energetico totale, rappresentano i maggiori consumatori di energia. Spesso gli impianti di refrigerazione non sono però ottimamente conformati al reale fabbisogno, il che porta a livelli di efficienza più bassi e, conseguentemente, a costi energetici eccessivamente elevati. Revisionare gli impianti di refrigerazione esistenti nell’ambito di un retrofit (da vecchio trasformare in nuovo), adattandoli alla reale esigenza, è un metodo economico ed ecologicamente sensato per aumentare l’efficienza; per esempio revisionando il compressore, ottimizzando il condensatore o migliorando il recupero di calore.
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Riutilizzo del calore Oltre alla generazione del freddo, nel settore della lavorazione della carne la fornitura di calore rappresenta un processo molto oneroso in termini di energia e di costi, ad esempio, per rosolare, lessare, sbollentare e pastorizzare. Il calore perduto dall’aria esausta, dal vapore e dall’acqua può essere in gran parte recuperato tramite scambiatori di calore, temporaneamente immagazzinato in accumulatori di calore e successivamente utilizzato per riscaldare l’acqua di lavaggio o l’aria dell’ambiente interno. Altre fonti di calore di scarto sono i compressori e i motori di grandi dimensioni, così come le acque reflue dei processi di pulizia di macchinari e impianti.
Depurazione dell’aria di scarico efficiente ed economica La sostituzione di processi e tecnologie ad alto consumo energetico con processi con macchine e impianti più ‘parsimoniosi’ è un presupposto fondamentale per raggiungere gli obiettivi ambientali e
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climatici concordati a livello internazionale. Punto di partenza nell’industria della carne è a questo riguardo la depurazione dell’aria di scarico. I sistemi di post-combustione catalitica (KNV) o termica (TNV) dei flussi di aria di scarico degli impianti di affumicatura, arrostitura, frittura e tostatura sono oggi ancora molto diffusi, ma altamente energivori, costosi e inquinanti. La conversione ai precipitatori elettrostatici, energeticamente più efficienti, consente invece di risparmiare fino all’80% dei costi energetici rispetto a un comparabile ossidatore termico (TNV), riducendo contemporaneamente le emissioni di biossido di carbonio in maniera significativa. A seconda delle esigenze di depurazione dell’aria di scarico, si potranno aggiungere ancora altri moduli, come il raffreddamento dell’aria di scarico con recupero di calore per l’acqua calda per uso domestico, il lavaggio dei gas di scarico, lampade e sistemi UV, così come filtri biologici e a carboni attivi. Se perfettamente armonizzati tra loro, questi diversi moduli consentono di depurare l’aria di scarico in modo estremamente efficace, rispettando l’ambiente e tutelando le risorse, riducendo i consumi energetici e quindi anche i costi.
tutto in combinazione con procedimenti come il CIP (Cleaning in Place), che garantisce processi di pulizia definiti e ottimizzati in termini di tempo, senza tuttavia sfruttare appieno nei processi di pulizia il potenziale possibile. La causa di ciò risiede nelle procedure di pulizia stabilite. I robot intelligenti offrono qui un approccio completamente nuovo: lavorano controllati da telecamere e adattano singolarmente i processi di pulizia sulla base del livello di sporco esistente sul posto. I loro ugelli possono essere direzionati singolarmente e orientati in maniera mirata. Il robot mobile adatta anche la propria velocità di avanzamento alle circostanze specifiche. Inoltre, grazie al suo software intelligente, evita le ombre di spruzzatura anche su geometrie complesse, il che porta a risultati di pulizia significativamente migliori rispetto a quelli che si possono ottenere con i metodi convenzionali. Come valori indicativi approssimativi si parla qui di una portata inferiore di circa il 50% circa, di una maggiore efficienza delle risorse del 20%, ovvero di una riduzione del 20% del consumo di acqua.
I sistemi di pulizia del futuro
Energy management e gestione delle risorse naturali
Macchine e impianti progettati secondo i principi dell’Hygienic Design (HD) rappresentano oggi lo stato dell’arte e il presupposto per la pulizia, l’igiene e la sicurezza alimentare in tutte le fasi del processo di lavorazione della carne. L’Hygienic Design riduce l’accumulo di residui di cibo, sporco e germi microbici, consentendo così di risparmiare tempo, acqua ed energia, nonché detergenti e disinfettanti durante la pulizia. Questo vale soprat-
Gli aspetti soprammenzionati sono solo una parte di ciò che si potrebbe fare relativamente alle misure per aumentare l’efficienza energetica e migliorare l’uso delle risorse. La sensoristica smart, software di controllo e applicazione, così come il networking di macchine e impianti, il control monitoring e l’implementazione dei principi dell’Industria 4.0 offrono ulteriori possibilità per risparmiare tempo, forza lavoro e le limitate risorse naturali.
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Lavorazione dei sottoprodotti di macellazione Agricarnitec opera dal 1969 nella progettazione, costruzione ed installazione di macchinari per la lavorazione dei sottoprodotti di macellazione, offrendo una solida alternativa al trattamento di materie secondarie e assicurando il ritorno economico di tutti quei prodotti che altrimenti risulterebbero inutilizzati e, quindi, inevitabilmente persi. Attraverso l’utilizzo di macchinari ideati appositamente per ogni singola necessità, è infatti possibile ottenere quelle sostanze organiche che vengono sempre più richieste e ampiamente utilizzate in svariati settori industriali, dal settore energetico all’industria del petfood, passando dai fertilizzanti e dalla cosmetica, fino ad arrivare al settore alimentare. Grazie a sistemi altamente customizzati è possibile gestire grandi volumi di sottoprodotti animali quali carcasse, ossa, grassi, frattaglie e altri elementi per un recupero sostenibile, a basso impatto ambientale delle proteine e dei grassi residuali. Nel caso di carne, ossa, grassi e frattaglie, ad esempio, a seconda della materia prima da lavorare e del prodotto finito che si vuole ottenere, possono essere adottate linee ad umido continue per grandi volumi con alta qualità e bassi costi energetici, linee a secco continue per grandi volumi e prodotti omogenei, oppure linee a secco discontinue, dall’elevata flessibilità, per prodotti non eterogenei. Nel caso del sangue, Agricarnitec propone sistemi spray per grandi volumi e un’elevata qualità di prodotto, oppure sistemi di coagulazione ed essiccazione flessibili per prodotti eterogenei; per piume,
setole e rumine, il sistema con idrolisi continua o discontinua, a seconda che si necessiti di grandi volumi o di elevata flessibilità. Più in dettaglio, l’azienda milanese fornisce sistemi per la riduzione dei volumi (trituratori, frangiossa e tritacarne atti al ridurre i volumi della materia prima in rice-
zione), per il trasporto e stoccaggio dei prodotti, impianti di cottura ed essiccazione o di pressatura, per ottenere un prodotto dal basso contenuto lipidico; impianti di macinazione e trattamento di farine proteiche e, infine, soluzioni di supervisione e gestione elettronica dei processi.
Modellatrice-insaccatrice La modellatrice-insaccatrice di Fava Giogio Axel è una macchina sicura e innovativa per modellare e insaccare prodotti interi e arrotolati quali coppe, pancette, pancette coppate, bresaole, carne salada e lonzini, ma anche per prodotti destinati ad essere affettati. È la sola macchina di questo tipo dotata di sensori di sicurezza certificati e controllati da centralina di sicurezza. Le caratteristiche della mac-
china consentono una perfetta insaccatura dei prodotti arrotolati e la compattezza dei prodotti cilindrici con l’automatico appiattimento delle punte. L’operatore che trattiene il budello deve fare uno sforzo minimo grazie alla particolare struttura costruttiva dell’imbuto anti-trafilamento. Altre caratteristiche sono la massima garanzia igienica perché gli stampi sono a struttura aperta e completamen-
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te asportabili e la maggiore produttività dovuta alla riapertura automatica del coperchio dello stampo, a fine ciclo. La modellatrice-insaccatrice è utilizzabile con tutti i tipi di budello, naturali o sintetici che siano. I diametri degli stampi vanno da 80 a 155 mm e le loro lunghezze, a seconda dei modelli, sono di 500, 750, 950 o 1.100 mm, con produttività da 120 a 300 pezzi/ ora, in funzione delle caratteristiche e della lunghezza dei prodotti. La versione standard prevede la chiusura manuale del coperchio, con partenza automatica del ciclo di lavoro, mentre la sua apertura è automatica; è possibile disporre di una versione con dispositivo di carico automatico.
Modellatrice-insaccatrice per prodotti interi e arrotolati (Fava Giorgio Axel).
Miscelatori e serbatoi Il sistema di miscelazione 5003000 di Menozzi permette di miscelare e disciogliere nell’acqua sale, zuccheri, amidi, gomme, aromi ecc. senza la formazione di schiuma. Azionando la pompa i diversi elementi vengono rapidamente amalgamati e formano un preparato perfettamente omogeneo ed emulsionato, e regolando l’azione della pompa attraverso un timer si ha la possibilità di mantenere la salamoia in sospensione anche nel caso non venga immediatamente utilizzata. La stessa pompa provvede infine al trasferimento del prodotto alla siringatrice o ai serbatoi di stoccaggio. Per garantire la massima igiene tutti i tubi sono ispezionabili e facil-
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mente smontabili, costruiti in acciaio inox AISI 316 con saldature alimentari. Altre caratteristiche sono il comodo portasacchi per un ergonomico carico degli ingredienti
Sistema di miscelazione (Menozzi).
e le valvole a 5 posizioni realizzate in acciaio inox AISI 316L dal design igienico e certificato, disponibili anche con maniglia in acciaio inox AISI 316L Tutte le macchine, realizzabili in acciao inox AISI 316, possono essere equipaggiate con i seguenti accessori: doppia camicia coibentata e refrigerata a glicole (MMR-G), doppia camicia coibentata e refrigerata ad ammoniaca (MMR-A) certificata ASME, doppia camicia coibentata riscaldata ad acqua, doppia camicia coibentata con serpentina per raffreddamento indiretto, controllo termico con sonda e visualizzatore di temperatura, contalitri al riempimento del serbatoio, controllo del livello di minima e/o di massima, quadro elettrico a doppia porta e doppia tenuta, valvole automatiche (elettro-pneumatiche), agitatore meccanico.
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Pressa insaccatrice con clippatrice automatica Di Inox Meccanica ricordiamo la pressa, insaccatrice e clippatrice automatica serie PIC 99, che dal 1987 rappresenta la soluzione ideale per la formatura, l’insacco, il tensionamento e la clippatura di prodotti anatomici come pancette – coppe – bresaole – prosciutti – lonze – arrosti e muscoli in genere, in budelli cellulosici, collagenici, plastici e calze elastiche. Con PIC99 è possibile confezionare i prodotti in budello e rete contemporaneamente con notevole risparmio di tempo, oltre a ridurre sensibilmente i costi di packaging con minor spreco di budello e rete. Infine, PIC99 è la migliore soluzione sul mercato per la produzione di barre di prodotto per incrementare la resa in affettamento.
In particolare, PIC 99 BA S è dotata di un sistema di alimentazione automatico di stampi formatori in cui l’operatore inserisce direttamente il prodotto al loro interno; PIC 99 BA N presenta alimentazione a nastro con tappeto modulare, per l’insacco di prodotti interi, dove non vi sia necessità di un posizionamento preciso all’interno dello stampo formatore. Infine, PIC 99 RC è una versione speciale da utilizzare nella produzione di prodotti anatomici confezionati automaticamente in film edibile e rete (elastica o calibrata) quali ad esempio prosciutti, spalle, pollo, tacchino e altri pezzi di carne in genere.
Lo stampo formatore viene realizzato in funzione della fascia di film edibile (collagene, Nutrafilm, ecc.) che il cliente intende utilizzare. Le macchine di Inox Meccanica sono conformi alla direttiva macchine europea in materia di sicurezza, rumore ed igiene.
tore della prefabbricazione industriale: ad esempio, sale di lavorazione dei prodotti alimentari, celle di congelamento o laboratori per la biotecnologia o farmaceutici. A Francoforte ha condiviso lo stand con Sirec, azienda di Colorno specializzata nella produzione e posa di rivestimenti e pavimenti industriali in resina e klinker, realizzati in risposta alle esigenze imposte dalle normative europee e nazionali in tema di sicurezza dei luoghi di lavoro nei reparti produttivi e per la tutela della salute dei consumatori.
Lo stand di Pannelli termici e Sirec all’Iffa.
Pressa insaccatrice e clippatrice automatica PIC 99 BA N (Inox Meccanica).
Pannelli termici e pavimenti speciali Pannelli Termici vanta una pluriennale esperienza nel settore dell’isolamento termico che le ha permesso di diversificare le sue linee produttive, in modo da soddisfare le diverse e molteplici esigenze degli utilizzatori, nella costante ricerca di un prodotto sempre migliore. Pannelli Termici produce diverse linee di pannelli isolanti termici con anima di polistirene estruso (XPS), catalogate per materiale del rivestimento: glass coat, alluminio, inox/inox pls ed acciaio. Diverse sono le applicazioni nel set-
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Nuove soluzioni di confezionamento ecologiche e funzionali La svedese Micvac sta rivoluzionando il mercato dei piatti pronti con un sistema che utilizza la cottura e la pastorizzazione all’interno della confezione utilizzando un processo di produzione continuo che avviene in un tunnel a microonde. Insieme alla italiana, G. Mondini, leader mondiale nella tecnologia di termosigillatura, sta lavorando per sviluppare nuove idee e prodotti basati su tecnologie innovative sempre più funzionali ed integrate, caratterizzate da alte prestazioni e orientate al futuro, con l’obiettivo di fornire ai consumatori pasti più sani, gustosi e freschi. Mondini, ad esempio, ha messo a punto il nuovo sistema Paper Seal che, grazie ad un processo originale, amplia le possibilità di sostituire i vassoi in plastica con confezionamento MAP o sottovuoto skin con un cartone piatto pre-tagliato che viene formato a realizzare una vaschetta a cui viene automaticamente applicato un film bar-
riera, il tutto in un unico processo che genera una perfetta superficie di tenuta. Concepito per il confezionamento di formaggi, carni fresche e preparate, piatti pronti, surgelati, snack, insalate e frutta, offre un ampio spazio per la comunicazione su tutta la confezione, riduce fino all’80% la plastica e riduce l’ingombro in magazzino.
L’innovativa confezione Paper Seal (G. Mondini).
La confezionatrice Trave per la soluzione Paper Seal (Mondini).
Termoformatrici Tecnosistem ha proposto la nuova generazione di termoformatrici Evolution, che rappresenta l’implementazione dei più elevati standard progettuali e costrut-
tivi, in sinergia con una qualità ed affidabilità integrate in un prodotto di solida costruzione e di grande performance produttiva. Il basamento è interamente in acciaio Termoformatrice Evolution EVO 9000/10000 (Tecnosistem).
inox, la meccanica di alta precisione, la componentistica dinamica e di software di ultima generazione, unitamente allo sviluppo di un design raffinato. Il modello EVO 9000/10000 rappresenta il top di gamma, con alte produzioni e massima flessibilità anche in condizioni estreme, mentre le EVO 7000/8000 sono la soluzione versatile e performante per formati multipli e alte produzioni. Per le piccole e medie produ-
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zioni, invece, Tecnosistem propone EVO 5000/6000. Le termoformatrici dell’azienda bresciana sono concepite e costruite per lavorare 24/24 ore e 7/7 giorni. La gestione elettronica è integrata con motori brushless per garantire una precisione del passo di avanzamento e degli organi di sollevamento di assoluta affidabilità. La produzione Tecnosistem permette un’assoluta personalizzazione di fascia di film utilizzabile, passo di avanzamento, sistemi di fustellatura relativi ad ogni dimen-
sione e forma della confezione finita secondo un principio di realizzazione delle più svariate richieste essendo il packaging un vero e proprio mezzo di comunicazione di ogni prodotto. Fra le applicazioni figurano il confezionamento di spicchi di Grana Padano e Parmigiano Reggiano con film rigido, oppure di questi formaggi grattugiati e in scaglie; salumi affettati sottovuoto e in atmosfera modificata, prodotti monodose e prodotti da forno in atmosfera modificata.
Massaggiatrice spremivena Soncini ha presentato la massaggiatrice spremivena MSV92, macchina automatica con struttura in acciaio inox AISI 304 con una capacità di circa 500/600 pezzi/h in grado di massaggiare in modo uniforme le articolazioni del pro-
Massaggiatrice spremivena MSV92 (Soncini).
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sciutto che vengono ripetutamente flesse, stese e snodate, rendendo più morbidi i tessuti e permettendo così un assorbimento più omogeneo del sale, indipendentemente dalla pezzatura e dal tipo di prodotto. Caratterizzata da una grande flessibilità di funzionamento, può lavorare sia come semplice “spremivena”, con il prodotto fresco prima della fase di salatura, che come “massaggiatrice/spremivena”, tra il primo ed il secondo sale e prima della messa a riposo del prosciutto. La macchina consente di ottenere una pressione di massaggio costante ed omogenea sulla superficie del prodotto, permettendone la salvaguardia dell’integrità ed impedendo il distacco della parte grassa da quella magra e lo sfasamento dell’anchetta. Particolarmente adatta alla lavorazione dei prosciutti crudi, grazie alla conformazione dei rulli concavi superiori, favorisce meccanicamente lo svuotamento dei principali vasi sanguigni.
CUBETTATRICE Della gamma di taglierine, affettatrici e cubettatrici proposte da Urschel figura DiversaCut 2110, il modello più grande nell’assortimento della linea DiversaCut che viene impiegata per ridurre in granuli e per tagliare in cubetti, strisce, fette e filetti assicurando elevate capacità produttive. Capace di accettare prodotti in entrata aventi una misura massima fino a 10 in (254 mm) in qualsiasi dimensione, elimina la necessità di eseguirne il taglio preliminare garantendo pertanto un risparmio sui costi. Questa cubettatrice permette di ottenere tolleranze di taglio maggiormente precise grazie alle funzioni di regolazione e posizionamento del prodotto. La macchina permette altresì una regolazione estremamente accurata grazie ai collari regolabili presenti su entrambi i mandrini di taglio, garantendo eccezionale precisione. Tra i prodotti comunemente lavorati sono inclusi: patate, carote, cipolle, cavolo, peperoni, sedano, pomodori, aloe vera, mele, pancetta affumicata, tacchino arrosto o roast beef, caramelle, biscotti, papaya, pane, prosciutto, pesce, peperoni, zucca muschiata, alimenti per animali, manioca, cavolo rapa, cetrioli, melanzane, zucchini, mango, zenzero, cavolo a midollo, porro, pesche, ananas e fragole.
Cubettatrice DiversaCut 2110 (Urschel).
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Cabina di lavaggio polivalente a base rotante Di Velox Barchitta ricordiamo la cabina di lavaggio polivalente a base rotante serie BF, il primo sistema di lavaggio che con un’unica macchina che risolve tutti i problemi di lavaggio, dal laboratorio alla grande industria. Studiata per il lavaggio di carrelli, casse, teglie, bancali, stampi ed attrezzature di produzione, questa cabina è nata per affrontare quei problemi di lavaggio che fino ad oggi non è stato possibile risolvere con le normali apparecchiature attualmente in commercio. Vera rivoluzione è la possibilità di lavare i carrelli che a causa del loro ingombro hanno sempre costituito un problema. Questi vengono posizionati su una base rotante, di modo che, concentrando tutta la potenza
della pompa in pochi ugelli, si riesce a lavare con pressioni fino a 6 bar, agendo così in profondità sullo sporco. Il meccanismo di rotazione è dotato di un sistema di motore auto frenante atto a fermare il carrello nella stessa posizione nella quale è stato inserito. Una frizione regolabile evita possibili danni in caso di inceppamento del carrello. La rotazione è controllata da un inverter al fine di ridurre lo stress ai componenti, anche in presenza di materiale da lavare molto pesante. Tutta la struttura della macchina è in acciaio inox AISI 304, coibentata, compresa la porta a battente che è dotata di un micro di sicurezza ed eventualmente di un blocco porta elettromagnetico. È necessario posizionare la cabina in una fos-
Cabina di lavaggio polivalente a base rotante BF 1800 (Velox Barchitta).
sa, per portare il livello di lavoro al pavimento. Fra i settori di applicazione figurano pasticceria e gelateria, ortofrutta, panificazione, lattiero-caseario, carni/salumi e avicoli, ittico e ristorazione collettiva.
Riempitrici Ilpra ha presentato la sua gamma di termosaldatrici, riempitrici e termoformatrici per il confezionamento alimentare. In particolare, le riempitrici sono studiate e prodotte per differenti esigenze produttive (dalle piccole produzioni fino a produzioni elevate per linee totalmente automatiche). Ideali per dosare e sigillare confezioni di yogurt, salse, zuppe, sughi pronti, marmellate, prodotti liquidi e densi/pastosi in genere, anche a diverse temperature, dosano il prodotto all’interno di contenitori preformati sui quali viene saldato un dischetto in alluminio o in cartoncino accoppiato.
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I modelli della linea Fill Seal sono inoltre disponibili anche in versione Film per chiudere la confezione tramite film saldato in atmosfera protettiva. Le Fill Seal in Linea sono modelli di riempitrici/saldatrici in linea completamente automatici a diverse piste, in grado di lavorare da un minimo di 3 linee e in grado di raggiungere alte capacità produttive lavorando anche contenitori di grandi dimensioni. Ideali per elevate produzioni in serie, queste macchine sono pensate per andare incontro a grandi aziende che necessitano di precisione, affidabilità e velocità.
Confezionatrice FS 5000 (Ilpra).
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La personalizzazione di questi modelli è possibile grazie ai numerosi optional disponibili. La Fill Seal 2000, ad esempio, è una riempitrice/saldatrice a tavola rotante, ideale a partire da piccole realtà appena nate fino a li-
velli di produzione media. Compatta e progettata per essere inserita in una linea automatica oppure per operare come macchina stand alone, può essere dotata di un sistema di stampa centrata direttamente sul film di saldatura.
Novità per il confezionamento Durante l’ultima Iffa Gruppo Fabbri ha presentato le nuove soluzioni, efficienti ed efficaci, offerte dalla piattaforma firmata XPEED volte alla gestione combinata di applicazioni skin, skin-pad e MAP. Gruppo Fabbri ha scelto Francoforte anche per presentare le più recenti innovative soluzioni di confezionamento espressamente sviluppate per rispondere alle esigenze del settore carne su scala globale rispetto a tre ambiti principali. Per quanto riguarda le macchine confezionatrici, Automac 40 è la risposta alle svariate esigenze degli stabilimenti specializzati nella trasformazione di grandi volumi di alimenti in termini di usabilità, velocità, versatilità, compattezza e resistenza. Realizzata in acciaio inox, alluminio e materiali plastici, è disponibile in versione doppia bobina, consentendo così una produzione pressoché continua, con interruzioni minime, e permettendo di confezionare contemporaneamente con due diversi materiali come ad esempio pellicole “PVC” o “Non-PVC”. Funziona con tutti i principali film estensibili disponibili sul mercato, registrando le migliori prestazioni con le pellicole Gruppo Fabbri in forma neutra o in forma stampata per uno speciale tocco aggiuntivo in termini di comunicazione e branding. Auto-
mac 40 può raggiungere una velocità massima di 40 ppm. Il secondo ambito è quello dei software per sistemi di peso-prezzatura-etichettatura, e l’FG Instore Software è il nuovo software di servizio dedicato alla gestione, singola o centralizzata, dei sistemi di pesatura e dei sistemi di etichettatura direttamente sul punto vendita o nei centri di confezionamento. Inizialmente sviluppato per arricchire l’offerta delle macchine Fabbri della serie Elixa Libra, FG Instore Software è oggi in grado di gestire interi sistemi, formati da più postazioni collocate anche in punti vendita diversi. Grazie alla sua fles-
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sibilità e modularità, può rispondere alle esigenze di vari reparti aziendali, gestendo agevolmente tutte le informazioni necessarie o accessorie all’attività di pesatura, quali lotti con dettagli scontrini, tracciabilità alimentare, ingredienti, valori nutrizionali, allergeni e qualsiasi altro dato. L’architettura versatile su cui è basata questa soluzione le permette inoltre di interagire, in piena sicurezza informatica, con un’ampia varietà di piattaforme accessorie, che spaziano dal multimediale alle app. L’accessibilità ai dati centralizzati di FG Instore Software costituisce una preziosa fonte di informazioni per le varie attività gestionali. Terzo ambito quello della sostenibilità, con il lancio del Biobased Star Film e l’innovativa pellicola compostabile Nature Fresh, le nuove soluzioni sostenibili a marchio Fabbri. Da non dimenticare, infine, le soluzioni tradizionalmente più apprezzate nel portfolio Fabbri in mostra a Iffa sotto nuove applicazioni e layout: Elixa Libra, Automac 55Più, TopLid.
Nuova confezionatrice Automac 40 (Gruppo Fabbri).
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Soluzioni per linee complete Ishida ha esposto tre linee completamente integrate per le operazioni di pesatura, marinatura, classificazione, invassoiamento, controllo qualità, etichettatura e imballaggio pick-and-place, accanto agli ultimi sviluppi nelle tecnologie di ispezione a raggi X e di pesatura multitesta. Di particolare rilievo era la linea di pesatura, marinatura, sigillatura e imballo per il pollame fresco di cui faceva parte il premiato sistema di marinatura Orbicote che consente un trattamento più efficiente ed omogeneo. All’interno di questa linea, ogni pezzo di pollo viene accuratamente pesato con la più moderna tecnologia multi-testa. Quindi, ogni porzione viene incanalata in un mini-tamburo individuale all’interno del sistema Orbicote, dove viene introdotta una dose di marinata. Il prodotto viene completamente rivestito prima di essere deposto in un vassoio. Dal momento che il processo di pesatura avviene prima della marinatura, si evitano gli sprechi tradizio-
Linea di alimentazione ad alta velocità (Ishida).
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nalmente associati a questo processo. I vassoi con il pollo fresco marinato vengono poi sigillati con un modulo Ishida QX-775, una macchina flessibile e compatta che opera a velocità fino a 15 cicli al minuto. Un altro punto forte presentato a Francoforte è un robot di classificazione, termosigillatura e ispezione comprensivo di un sistema di ispezione a raggi X Ishida IXG2 a doppia energia per la rilevazione di piccoli frammenti di ossa nella carne. I filetti ispezionati venivano poi confezionati in vassoi utilizzando l’esclusivo RobotGrader di Ishida, che associa un innovativo sistema di taglio alla tecnologia pick-and-place per la calibrazione dei prodotti di peso variabile e la loro disposizione in confezioni a peso fisso oppure in casse per il confezionamento del prodotto sfuso. Per la sigillatura delle confezioni si utilizzava una sigillatrice per vassoi di alta gamma QX-1100-SDL (Split Dual Lane), capace di gestire due corsie in modo indipendente e quindi di realizzare confezioni MAP e skinpack, vassoi di diverse dimensioni, processare prodotti diversi a velocità differenti su una sola macchina.
Tutte le confezioni, una volta sigillate, vengono quindi ispezionate con il sistema AirScan che, con una tecnologia molto avanzata, consente di rilevare perdite di CO2 da fori di appena 0,25 mm nelle confezioni MAP a velocità fino a 180 ppm. Le confezioni idonee vengono poi etichettate con l’etichettatrice Weigh Price di Ishida, mentre i vassoi skinpack passano attraverso un’etichettatrice C-wrap. La terza linea vedeva invece il sistema di pesatura avanzata Flexgrader di Ishida collegato a un alimentatore ad alta velocità. Il Flexgrader garantisce un funzionamento rapido e un’eccellente precisione nella classificazione dei prodotti a base di carne, con la possibilità di specificare peso, peso minimo o numero di pezzi per confezione. Il sistema può anche realizzare lotti particolari con tolleranze e priorità. In esposizione, anche il nuovo sistema di ispezione a raggi X di Ishida IX-EN-5592 per prodotti e confezioni di grandi dimensioni, in grado di rilevare un’ampia gamma di corpi estranei nei prodotti pesanti, sia confezionati che non, ad esempio pezzi di carne in cassette di movimentazione standard Euro da 600x400 mm e prodotti di peso fino a 25 kg. Dal suo ampio portafoglio di soluzioni di pesatura multitesta per carne e pollame, Ishida ha presentato infine uno dei suoi nuovi modelli a telaio aperto che consente un facile accesso per la pulizia e l’ispezione, in particolare nella tramoggia di distribuzione.
IL TESTO INDISPENSABILE PER L’INDUSTRIA DELLA CARNE
CARNE
Detergenza e disinfezione dall’allevamento al prodotto MARIO STANGA 566 pag. Rilegato (2017) € 49.00 App per iPad € 29,99 ISBN: 978-88-96027-33-2
Il libro nasce dall’esperienza quarantennale dell’autore nella ricerca formulativa di detergenti e di disinfettanti e nella risoluzione di problemi di sanificazione nell’industria alimentare, in particolare nella filiera della carne. È stato perciò con- cepito con lo scopo di radunare in un’unica entità le basi dell’interazione tra con- taminazione e prodotti di sanificazione e di sviluppare i concetti chimici e micro- biologici che supportano la detergenza e la disinfezione dall’allevamento agli im- pianti e agli ambienti coinvolti nella grande industria di trasformazione e nei picco- li laboratori di produzione. Poiché l’esperienza ha permesso di codificare i princi- pali e ripetitivi errori che si incontrano nella prassi operativa, si è cercato nel libro di trasmettere questa esperienza così da aiutare a prendere coscienza del problema, inquadrarlo negli aspetti tecnici e suggerire le soluzioni più logiche e più sperimen- tate a risolverlo.
INDICE Parte prima PRINCIPI E FENOMENI CHIMICO-MICROBIOLOGICIDELLA SANIFICAZIONE 1 Introduzione 2 Chimica e problemi dell’acqua industriale 3 Carne e sua contaminazione 4 Detergenti e disinfettanti 5 Disinfezione 6 Sanificazione 7 Metodi di sanificazione Parte seconda APPLICAZIONE DELLA SANIFICAZIONE 8 Allevamenti intensivi 9 Filiere di trasformazione 10 Sanificazione nella Grande
DATI PER LA SPEDIZIONE nome ditta/ente via città prov. tel. fax e-mail
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Ai sensi dell’Art 11 della Legge 675/96 ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento ed alla comunicazione degli stessi firma
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Distribuzione Organizzata (GDO) 11 Corrosione e prevenzione 12 Torre evaporativa o di raffreddamento 13 Trattamento delle caldaie per la produzione di vapore 14 Trattamento dei reflui 15 Tecnologia-cultura-sostenibilità Appendice L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA DALLE AZIENDE Qualsiasi strumento, contenitore ed attrezzatura utilizzato nell’industria della carne dev’essere perfettamente lavato e igienizzato Igiene: “dalla fattoria al consumatore” Un approccio integrato all’intera filiera
Scegliamo di pagare l’importo € ................................ Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa Bonifico bancario IBAN IT66U0306930757100000011983 C.C. postale n. 10846103 intestato a Chirotti Editori srl - Pinerolo Contrassegno al postino, solo per l’Italia Carta di credito: Scadenza ............................... n.carta titolare carta
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Seminare nuove idee L’innovazione ci regala nuovi ingredienti più salutari, materiali meno inquinanti, tecnologie avanzate alla portata di tutti e, soprattutto, soluzioni che impattano meno sull’ambiente e sulla società.
Ogni anno la fiera Seeds&Chips - The Global Food Innovation Summit spalanca una grande finestra sul mondo dell’innovazione nel settore agroalimentare. Ecco i semi che abbiamo raccolto rastrellando l’ultima edizione (maggio 2019).
Proteine vegetali Sappiamo tutti che i legumi sono una importante fonte proteica. In commercio ormai si trovano facilmente sotto forma di pasta, biscotti, snack e farine (Legù). Scommettiamo, però, che pochi di voi conosco-
Legù produce pasta, biscotti, snack e preparati con farina 100% di legumi.
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il colore né il sapore delle alghe, pertanto si presta ad essere utilizzata in bevande e yogurt, oltre che in pasta e condimenti.
Etichetta pulita
Dal Sudamerica, ora-pro-nobis e baru danno rispettivamente foglie e semi ricchi di proteine.
no la Pereskia aculeata, denominata ora-pro-nobis, una pianta nativa del Sudamerica le cui foglie contengono fino al 25% di proteine (più dei fagioli!), tanto da meritarsi l’appellativo di “carne dei poveri”. L’azienda Labra si occupa della commercializzazione di questo e altri prodotti autoctoni, fra cui i semi di baru (Dipteryx alata, una leguminosa), altrettanto ricchi di proteine. Anche nelle microalghe il contenuto proteico è considerevole: nella clorella arriva al 45% in peso secco. Inoltre è ricca di vitamine, minerali e acidi grassi omega-3. La variante gialla (Golden Chlorella della Alver) non ha né
Conservanti, aromi, coloranti & Co. piacciono poco ai consumatori, che sempre più sono alla ricerca di cibi con “clean label” e ingredienti dai nomi famigliari. La tendenza si sta facendo avanti anche fra i prodotti vegani cosiddetti “imitation meat”, che assomigliano alla carne ma derivano da piante, come quelli sviluppati da Plantcraft. Estremamente “pulita” è l’etichetta delle barrette energetiche BRN food, che si rivolgono in particolare a chi pratica sport di endurace. Possiedono, infatti, solo 3 ingredienti: datteri, mandorle e frutti (diversi a
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fibra alimentare. Questi frutti, che in Uganda sono conosciuti come “matooke”, hanno un sapore neutro (non sanno di banana) e vengono utilizzati per cucinare piatti tradizionali. Green Banana Food Com-
Cereali per la prima colazione Gabanna con farina di banane verdi.
pany le trasforma in pasta, cereali per la prima colazione e snack “low carb” con il brand Gabanna. Arabinoxilani e betaglucani sono le uniche fibre alimentari per le quali l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentari) ha autorizzato un claim relativo alla loro azione ipoglicemizzante. La startup italiana Heallo, fondata da Francesca Varvello, ha sviluppato un brevetto per creare un estratto vegetale (Jax+) a partire da trebbie di birra
Le barrette energetiche “raw” BRN food hanno solo 3 ingredienti.
seconda della variante di gusto), e in più sono 100% raw, cioè processate sotto i 42°C.
Ridurre l’indice glicemico
Condimento per pasta a base di Golden Clorella (Alver).
L’indice glicemico indica la velocità con cui aumenta la glicemia dopo l’assunzione di un cibo. È basso nelle banane verdi grazie alla presenza di amido resistente, così chiamato perché non viene digerito dai nostri enzimi ed è fermentato dai batteri intestinali, come la
Jax+ (Heallo) è un estratto vegetale ricco di fibre ipoglicemizzanti.
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Healthy snacking Snack non sempre fa rima con cibo spazzatura. A Seeds&Chips abbiamo visto simil-patatine a base di riso, quinoa e chia, senza glutine, con poche calorie e (cosa unica per questo genere di prodotti) ricche di microrganismi probiotici che si attivano nel lume intestinale (KunaPops della Livekuna). Conoscete il peperone crusco? È una specialità lucana che si prepa-
Barrette con farina di grillo (Essento).
Il primo cilindro a sinistra contiene un sostituto dello zucchero messo a punto da Hi-Food.
(sottoprodotto dell’industria birraria), ricche di questi composti bioattivi. Incolore e insapore, si può aggiungere a succhi di frutta, gelati, cioccolato, dolci e barrette. Hi-Food, altra startup connazionale, ha brevettato un ingrediente semisolido ipocalorico e insapore (Meltec) per sostituire zucchero e sciroppi zuccherini nelle ricette. E alla fine concediamoci un cioccolatino “low carb” di A1C foods (Israele) senza sensi di colpa.
Cioccolatini a basso indice glicemico di A1C foods.
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Snack salutistici con probiotici (Livekuna).
ra essiccando e friggendo il peperone dolce di Senise per renderlo bello croccante. Oggi si può comprare già confezionato, anche in versione “light”, cotto al forno (Cruskees di
Larve di mosca e grilli adulti, essiccati e aromatizzati (Jimini’s).
NovaFoods). Anche gli insetti possono diventare snack prelibati (de gustibus…) da sgranocchiare tal quali, fino all’ultima zampetta, oppure in forma di barretta. Essento e Jimini’s li propongono in entrambe le versioni.
Valorizzare i sottoprodotti
Peperone crusco ready-to-eat (NovaFoods).
Ciò che resta dalle produzioni agroalimentari può diventare un prodotto utile anziché un rifiuto da smaltire. È questo il senso dell’economia circolare. Con i cereali esausti provenienti dal processo di birrificazione Rise Products produce una farina aromatica povera di carboidrati (perché sono stati fermentati) e ricca di proteine e fibre. Phytocel (della KFSU) è, invece, una farina di canna da zucchero ricca di fitonutrienti, minerali e fibre e senza saccarosio perché
fiere
ta a calce. È la “ricetta” di RiceHouse, l’unica startup italiana ad essere premiata da Seeds&Chips tra le più innovative del comparto food tech.
Farina prodotta con ciò che resta della trasformazione dei cereali in birra (Rise Products).
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Vegetali stupefacenti Si fa per dire, perché la canapa coltivabile e commercializzabile in Italia non deve superare i limiti di legge per le sostanze psicoattive (cannabinoidi). In campo alimentare è molto apprezzata. Con i suoi semi si può fare una farina gustosa ricca di proteine (Hesalis, Italia) per diversi usi. Con le foglie infuse
Materiali per edilizia a base di pula di riso (RiceHouse).
Spuntano come funghi Il Pleurotus ostreatus è un fungo molto diffuso in Italia, dove è più conosciuto come orecchione o fungo ostrica. Gro Together (Olanda) lo coltiva su fondi di caffè esausti e poi lo trasforma in prodotti vegan come burger, crocchette e chips. Sempre in Olanda BioscienZ ha sviluppato un processo fermentativo per ottenere biomassa fungina (qui si parla di fungi unicellulari) utilizzabile come “meat-replacer”, oppure ingrediente proteico per arricchire farine, barrette, snack, zuppe e salse.
Farina di semi di canapa (Hesalis).
la svizzera Hempfy produce una linea di bevande analcoliche. Il finger lime o caviale di limone è un agrume di origine australiana che diversi chef stanno iniziando a utilizzare a scopo decorativo. La sua polpa è, infatti, composta da tante vescicole sferiche piene di succo, dal
Farina di canna da zucchero (KFSU).
estratto prima della trasformazione. È pensata per migliorare sapore, consistenza e shelf life di prodotti senza glutine. Cambiando campo applicativo, si possono fare intonaci naturali isolanti con la lolla di riso (i tegumenti esterni del chicco, separati mediante sbramatura) miscela-
Chips di fungo orecchione (Gro Together).
Bevande a base di infuso di foglie di canapa (Hempfy).
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Finger lime o limone di caviale.
colore che va dal rosa al verdognolo a seconda delle varietà. Quando si masticano, le sferette rilasciano il loro aspro succo in modo prorompente. In Italia il Consorzio Finger Lime promuove e tutela le attività produttive e commerciali che ruotano intorno a questo frutto tanto costoso, che si sta iniziando a coltivare anche nel nostro Paese.
Igiene e sicurezza Ci sono etichette che funzionano da sensori di freschezza: permettono di monitorare la reale shelf life degli alimenti in funzione non solo del tempo di conservazione ma anche della temperatura. Lo fanno cambiando in modo irreversibile il proprio colore grazie a reazioni chimiche la cui velocità dipende, appunto, dalla temperatura (Evigence Sensor). Kit portatili, rapidi e di facile utilizzo permettono di leggere il DNA dei cibi e rilevare, ad esempio, la presenza di allergeni e patogeni, adulterazioni e contraffazioni (DNA
Foil della SwissDeCode). Tra le possibili soluzioni al problema della resistenza batterica agli antibiotici si profila la possibilità di ricorrere ai fagi, cioè virus in grado di attaccare e distruggere i batteri come Salmonella e Listeria. In commercio si trovano prodotti (spray o soluzioni) a base di fagi per trattare cibi e superfici a contatto (PhageGuard). L’aria può veicolare batteri, virus, muffe ma anche polveri sottili di varia natura, metalli pesanti, idrocarburi, ammoniaca e composti organici volatili. Il sistema Pure Air Zone (U-Earth) li cattura attraverso l’impiego di microrganismi che se ne cibano.
Packaging amico dell’ambiente “Bevi responsabilmente” è lo slogan che Tetra Pak ha esteso dal contenuto al contenitore: per tutti i visitatori della fiera era disponibile dell’acqua confezionata in cartoncino multistrato anziché bottigliette di plastica. Esistono poi materiali simili alla plastica ma derivanti da fonti rinnovabili (vegetali) e che
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perchio) e con i film per imballi flessibili prodotti da Tipa (Israele), con proprietà di trasparenza, resistenza e barriera all’ossigeno paragonabili alle plastiche convenzionali.
Cosa ti frulla in testa? L’analisi sensoriale aiuta a capire, ad esempio, se un nuovo prodotto potrà piacere o meno. Con il suo Sensobus, un laboratorio itinerante di analisi sensoriale completamente
Sensobus, laboratorio di analisi sensoriale itinerante di Puratos.
Acqua confezionata in brik di cartoncino poliaccoppiato (Tetra Pak).
Sensori di freschezza (Evigence Sensor).
Contenitore biobased e compostabile (Sirap Group).
sono, in più, compostabili, ossia si trasformano in terriccio fertilizzante se trattate in un apposito impianto di compostaggio. Ne abbiamo visti degli esempi con le vaschette di Sirap Group Mater.Bi (base) e PLA (co-
attrezzato, Puratos raggiunge i consumatori (inclusi coloro che giravano tra gli stand di Seeds&Chips) ovunque e ne studia le preferenze. A guidarci nelle scelte di consumo sono soprattutto le emozioni. Il BrainLab IULM è un centro di ricerca di neuromarketing che studia come il nostro cervello risponde agli stimoli (gustativi, visivi, olfattivi) che arrivano dal cibo e ne misura la risposta attraverso, ad esempio, l’elettroencefalogramma e la registrazione dei movimenti oculari (eye tracking). Rossella Contato
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Vento in poppa per le macchine da imballaggio italiane Ucima – l’Unione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio – ha recentemente presentato i dati sull’andamento del settore, che evidenziano una crescita sostenuta sia in Italia che sui mercati internazionali, a conferma della leadership mondiale dell’industria nazionale e della dinamicità di questo comparto. Primo per quota sull’export totale dei beni strumentali (24,4%) e costituito da 631 aziende dislocate principalmente lungo l’asse della via Emilia, da Milano a Rimini, con distretti produttivi anche in Piemonte, Veneto, Toscana, quello delle macchine per il packaging è infatti un settore che per livello tecnologico e presidio dei mercati si contende la leadership mondiale con la Germania, generando un quarto dell’export mondiale di macchine.
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Distribuzione del fatturato per settore cliente, 2018 (Fonte: Ucima).
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Un settore che non conosce il segno meno e che ha chiuso il 2018 con un fatturato totale di 7,85 miliardi di euro, in crescita del 9,4% sull’anno precedente. Più in dettaglio, le vendite sul mercato nazionale sono state pari a 1,6 miliardi di euro, in crescita del 10,7% sull’anno precedente mentre quelle sui mercati esteri hanno superato i 6 miliardi di euro (6,2) con un tasso di crescita del 9%.
Panoramica sull’export L’Unione Europea si conferma la principale area di destinazione e assorbe il 38,1% (2.050 milioni di euro) del fatturato totale, dove i maggiori mercati di sbocco dei costruttori italiani sono Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Al secondo posto si posiziona l’Asia, con un valore di 1.024 milioni di euro, seppur in calo dell’8% sul 2017, e un’incidenza del 19% sul fatturato. Principali mercati del continente asiatico sono Cina (ottavo mercato assoluto), Giappone (11°), India (16°) e Indonesia (19°). L’importante mercato nord americano è sul terzo gradino del podio, con 741,3 milioni di euro (13,8%) e un incremento del 25% sull’anno precedente. A determinare il risultato le ottime performance negli Stati Uniti che assorbono oltre il 90% (676,4 milioni di euro) dell’export nell’area e sono cresciuti del 31%. Seguono Centro-Sud America (552,7 milioni di Euro; 10,3%) con Messico e Brasile tra i mercati principali, Europa Extra-UE (518,6 milioni di Euro; 9,6%), con la Federazione Russa 7° mercato di sbocco, Africa e Oceania (492,1 milioni di Euro; 9,1%).
Distribuzione del fatturato per famiglie di macchine, 2018 (Fonte: Ucima).
Il Food & Beverage è il principale mercato cliente Nella suddivisione del fatturato tra i vari settori clienti, il 2018 conferma una predominanza dell’industria alimentare, che incide per il 55,3% sul volume d’affari complessivo. Il food risulta nel 2018 il primo settore cliente, assorbendo il
29,2% (2.293 milioni di euro) del fatturato totale, con una propensione all’export del 72%. Il beverage si colloca al secondo posto, assorbendo il 26,1% del fatturato totale. Le vendite in questo settore sono destinate ai mercati esteri per l’82%. Inoltre, considerando la suddivisione del fatturato di ogni settore cliente tra vendite in Italia e vendite all’estero, il ‘food’ si afferma il com-
Ripartizione per aree delle esportazioni 2016-2018 (Fonte: Ucima).
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parto con maggiore quota di vendite interne, mentre la sezione ‘altro’, detiene la quota più rilevante di export. Per quanto riguarda le previsioni per l’anno in corso, Enrico Aureli, Presidente di Ucima, ritiene che la battuta d’arresto registrata nei primi tre mesi dell’anno nella raccolta ordini inviti alla prudenza, anche in considerazione della volatilità in essere nei vari mercati e il continuo cambiamento delle condizioni geo-politiche in molti Paesi. Tuttavia, visto il miglioramento della raccolta ordini nel secondo trimestre, si prevede il mante-
nimento degli ottimi livelli di business raggiunti lo scorso anno o un lieve incremento. Durante la conferenza stampa di presentazione di questi dati gli intervenuti hanno sottolineato come Federmacchine – la federazione nazionale delle associazioni dei produttori di beni strumentali destinati allo svolgimento di processi manifatturieri dell’industria e dell’artigianato di cui Ucima fa parte, che oggi vale 50 miliardi di euro – intenda far pressioni sul Governo perché destini incentivi per il rinnovo degli impianti e prolunghi il piano di digitalizzazione Industry 4.0.
Illuminazione a LED nelle selezionatrici ottiche per ridurre gli scarti e migliorare la qualità
Un produttore austriaco di prodotti da forno è stato fra le prime aziende europee ad aumentare i profitti, migliorare la qualità dei prodotti e ridurre gli sprechi aggiornando semplicemente l’illuminazione della selezionatrice ottica Bühler Sortex da fluorescente a LED. La scelta della Arnreiter Mühle di sostituire l’illuminazione fluorescente più tradizionale utilizzata nelle selezionatrici è destinata a fare tendenza, dal momento che determina minori costi di gestione e un’illuminazione omogenea grazie alle luci a LED. Durante la selezione di materie prime come soia, frumento, malto, farro, segale, orzo e avena, la selezionatrice ottica Bühler Sortex identifica le più sottili differenze di colore per garantire che vengano espulsi solo i prodotti indesiderati. Elemento fondamentale di questo processo è il livello di illuminazione della materia prima du-
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rante il processo di selezione, per consentire ai sensori ottici ad alta risoluzione di Bühler di operare con l’efficienza ottimale. Nonostante si tratti di un aggiornamento relativamente sempli-
Le nuove selezionatrici ottiche Sortex montano lampade a LED come standard (Bühler).
ce, il risultato del passaggio al LED tre mesi fa sta già pagando dividendi per l’azienda. Secondo il CEO dell’azienda, Walter Arnreiter, da quando si utilizza l’illuminazione a LED si è riscontrato che, una volta che la calibrazione è stata impostata correttamente, si riducono gli sprechi di materie prime grazie a tassi di espulsione inferiori, oltre ad avere un miglioramento qualitativo del prodotto, per cui l’aggiornamento si è tradotto in meno sprechi, maggiore redditività e sicurezza del prodotto. Il passaggio dell’industria all’illuminazione a LED fa parte di un più ampio piano di sostituzione delle lampadine alogene e fluorescenti, sia nel settore manifatturiero che domestico. Il LED non solo dura di più, ma comporta anche un funzionamento più economico, consentendo una riduzione dei costi energetici fino al 60%. Inoltre, offre prestazioni uniformi e una luce più direzionale rispetto alle lampadine a fluorescenza, per cui risulta la scelta ideale per proiettare la luce sull’area di visione di una selezionatrice ottica. Situata nell’Austria settentrionale, a circa 40 km dalla capitale
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regionale Linz, il molino Arnreiter produce ingredienti speciali per panifici e industrie alimentari, oltre a biscotti e muesli, e nei suoi processi produttivi seleziona e trasforma un’ampia gamma di materie prime tra cui diversi tipi di grano, soia, farro, orzo, avena e semi di papavero. I vantaggi dell’illuminazione a LED sono già noti in ambito industriale. Tra le altre cose, rappresenta, infatti, anche la scelta più sicura durante le fasi di manutenzione, poiché evita il rischio di rotture accidentali. Il tempo richiesto per l’installazione è di mezza giornata, e l’intervento è effettuabile durante la manutenzione annuale per ridurre eventuali tempi di fermo della produzione. Chi passa all’illuminazione a LED trae ulteriore vantaggio dal non dover ricomprare ogni anno nuove lampade fluorescenti, perché si degradano. Le luci a LED funzionano al massimo delle prestazioni per cinque anni, senza bisogno di ricalibrare le selezionatrici mano a mano che le luci si deteriorano. I tubi a fluorescenza, invece, potrebbero produrre un’illuminazione disomogenea lungo la loro lunghezza, il che si traduce in prestazioni di selezione variabili. Quando si utilizza un sistema a fluorescenza, infatti, la luminosità può diminuire nel tempo e i tecnici di Bühler Sortex ritengono che la luce potrebbe non essere omogenea alle estremità rispetto al centro. L’aggiornamento LED è disponibile per la gamma A, B e Z delle selezionatrici ottiche Bühler Sortex. L’illuminazione fluorescente è ormai considerata come una tecnologia obsoleta che potrebbe comportare difficoltà nel reperimento dei pezzi di ricambio. Invece, tutte le nuove selezionatrici ottiche Bühler Sortex sono già dotate di illuminazioni a LED.
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Mescolatori verticali monoalbero La Tecno 3 propone i mescolatori verticali monoalbero, serie MV1, alle aziende che operano nei settori della cioccolateria, pasticceria e gelateria per la produzione di creme e semilavorati a base grassa. La vasca di forma cilindrica è corredata di un agitatore verticale che, grazie alla particolare forma costruttiva, garantisce una perfetta miscelazione degli ingredienti, liquidi e solidi. Il riscaldamento è ottenuto mediante circolazione nell’intercapedine di acqua termostatata alla temperatura voluta. La perfetta coibentazione impedisce dispersioni di calore nell’ambiente circostante. La parte superiore della vasca è chiusa da una protezione di sicurezza che si può sollevare elettricamente.
Un’apposita apertura nella protezione consente il carico degli ingredienti, con la facoltà di tenere in movimento l’agitatore in completa sicurezza. La temperatura della vasca, la velocità di rotazione dell’agitatore e la durata della miscelazione possono essere programmate sul pannello operatore touch-screen, posizionato sul quadro elettrico della macchina. Il tutto è controllato e gestito da PLC. Lo scarico del prodotto, quando ha raggiunto l’omogeneità, avviene attraverso l’apertura posizionata sul fondo, comandata da una specifica valvola. L’agitatore, raschiante la superfice laterale e di fondo, garantisce il completo svuotamento della vasca. Il mescolatore verticale è interamente costruito in acciaio Aisi 304.
Mescolatore verticale monoalbero (Tecno 3).
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Sistemi di controllo per assi lineari motorizzati Igus propone da anni la gamma drylin E – una serie di assi lineari esenti da lubrificazione con relativo motore (passo passo o a corrente continua), pronti per essere collegati. Esistono in diverse dimensioni e possono essere impiegati come assi lineari singoli o all’interno di portali, per esempio per regolare il formato e l’altezza o per le applicazioni pick & place. Per semplificare il controllo e l’utilizzo di questi sistemi lineari, Igus presenta ora il dryve D3, un sistema di comando per corse semplici che controlla sistemi lineari senza software o PC, mentre il sistema dryve D1 è stato potenziato per il controllo di motori passo passo, motori DC ed EC/BLDC, dove i parametri del controllo motore possono essere modificati diret-
tamente da browser, in tempo reale e in modo intuitivo. In particolare, il nuovo sistema di controllo D3 è compatibile con tutti i più comuni motori DC. Una volta collegato all’alimentazione (24 volt), basterà impostare le modalità di funzionamento, l’arresto di finecorsa, l’accelerazione e il motore tramite l’interruttore DiP. La velocità potrà essere regolata grazie al comando di regolazione presente sul dispositivo. E la limitazione della corrente elettrica potrà essere impostata mediante un altro regolatore, utilizzando un piccolo cacciavite. Bastano davvero poche mosse per mettere in funzione questo sistema di comando. Il colore della spia LED presente sul dispositivo informerà l’utente dello
I sistemi di controllo dryve D3 e D1consentono di automatizzare assi lineari motorizzati (Igus).
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stato del sistema. Un ulteriore vantaggio del dryve D3 è il suo prezzo molto conveniente – 120 euro, alla portata anche delle piccole e medie aziende che, senza particolare know-how in materia di programmazione, possono utilizzare assi lineari motorizzati per l’automazione dei loro impianti. Per le operazioni più complesse (come, per esempio, nei portali), gli utenti possono scegliere il sistema di controllo dryve D1 per motori passo passo, motori EC/BLDC e DC. Igus propone il sistema di controllo dryve D1 con un’interfaccia molto intuitiva. L’utente può utilizzare questo sistema di controllo motore tramite un semplice web browser da PC fisso oppure anche a distanza, tramite smartphone o tablet. L’interfaccia è molto chiara e aiuta l’utente a impostare i parametri nel modo corretto. Grazie al sistema di controllo dryve D1, è possibile mettere in funzione un asse con motore in maniera rapida e modificare in modo semplice i valori in tempo reale o aggiungere passaggi intermedi, online. Un vantaggio specifico del dryve D1, oltre che la rapida messa in funzione e la facilità di utilizzo, risiede nell’interconnessione del sistema di controllo, concepito per essere il più compatto possibile ed essere posizionato senza problemi sulla guida DIN degli armadi di comando/controllo. Il dispositivo dovrà essere collegato a un router WLAN per poter essere controllato in modalità wireless. Infine, grazie al web server integrato, non sono necessari ulteriori software nei dispositivi di comando. È possibile testare il sistema dryve D1 con una simulazione online, disponibile sul sito internet di Igus.
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imballaggi confezioni
La sostenibilità protagonista al MeetingPack di Valencia
A fine maggio si è tenuta a Valencia, in Spagna, la quarta edizione di MeetingPack, già affermatosi come imperdibile evento internazionale per l’industria degli imballaggi in plastica per il settore alimentare che ha accolto la partecipazione di 350 professionisti per confrontarsi sui temi caldi del comparto. L’edizione di quest’anno, organizzata come di consueto da AIMPLAS e AINIA, ha avuto come argomento centrale la sostenibilità degli imballaggi, in particolare di quelli monouso, fonte di preoccupazione per la società e per i quali la legislazione europea si sta adeguando al fine di promuovere le soluzioni ecocompatibili che l’industria sta mettendo a punto grazie all’innovazione. MeetingPack ha rappresentato una vetrina efficace per le aziende che volevano illustrare i loro ultimi sviluppi. Ne è un esempio Danone, che fra le altre novità ha presenta-
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to la bottiglia Lanjarón da 1,25 litri, interamente realizzata in rPET e riciclabile al 100%, che rappresenta l’imballaggio con la più grande quantità di plastica riciclata del marchio e che lo porta ancora un passo avanti sulla strada della sostenibilità. Nel 2016, l’impegno della società si era concentrato su un 15% di plastica riciclata nell’intera
gamma mentre oggi, grazie a questa bottiglia, si sono fatti progressi davvero significativi nelle soluzioni di riciclaggio dei materiali plastici utilizzati. Knauf Industries ha parlato delle sue ultime innovazioni nel polistirene espanso (EPS) e nel polipropilene espanso (EPP) lanciando due alternative sostenibi-
imballaggi confezioni
li che stanno guadagnando terreno fra gli imballaggi plastici a contatto con gli alimenti in virtù delle loro elevate prestazioni e riciclabilità. A questo proposito ricordiamo le innovazioni come i contenitori in EPP con comparti modulari, capaci di mantenere due temperature differenti in un unico imballaggio, ad esempio alimenti freschi (a 2ºC) e alimenti surgelati (a -18ºC) allo stesso tempo. Grazie a ciò, queste confezioni conservate al freddo ottimizzano, facilitano e rendono più flessibile la catena di distribuzione, con vantaggi sia in termini economici che ambientali. Enplater Group, invece, ha proposto i suoi sviluppi in materia di film, fogli e vassoi più ecologici. Comexi ha affrontato la sfida della sostenibilità attraverso lo sviluppo di prodotti che associano l’attenzione all’ambiente e all’estetica, esponendo confezioni con effetti visivi come finestre trasparenti ed effetti “paper touch” come alternative sostenibili per attrarre i consumatori. Invece, Cadel Deinking ha parlato dell’uso di materiali riciclati in sostituzione di resine vergini e ha presentato i sacchetti per il confezionamento automatico ricavati per il 50% da plastica riciclata disinchiostrata. In questo, l’azienda offre un valore aggiunto ai materiali post-consumo. Quindi, SPGroup ha parlato delle confezioni PE HB ECO realizzate in materiale riciclabile con una struttura a base di polietilene e proprietà barriera elevate. Sono notevoli per la loro capacità di resistere a trattamenti termici come pastorizzazione, riempimento a caldo e microonde. Inoltre si caratterizzano per l’elevata trasparenza, e tutto questo le rende soluzioni molto interessanti per un’ampia gamma di prodotti alimentari. Klöckner Pentaplast ha presentato, tra gli altri sviluppi, un vassoio
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laggi alimentari rispetto alle strutture multistrato in EVOH. Società leader del settore come Unilever e AMC Juice hanno parlato delle loro strategie di economia circolare e di come stanno affrontando la sfida di ridurre, riutilizzare e riciclare le loro innovazioni, parlando dei principali sviluppi. Infine, AIMPLAS e AINIA hanno presentato due progetti a cui stanno partecipando. Da un lato, il progetto NIASAFE, focalizzato sull’analisi, il monitoraggio e la riduzione della migrazione di sostanze non intenzionalmente aggiunte (NIAS) negli imballaggi a contatto alimentare e, dall’altro, il progetto REFUCOAT, incentrato sullo sviluppo di nuovi materiali per un confezionamento alimentare più sostenibile. All’interno di questo progetto vengono sviluppati rivestimenti barriera e bioplastiche da utilizzare in film e vassoi come alternativa alle attuali strutture in alluminio.
in rPET riciclabile realizzato con almeno il 95% di materiale riciclato, che riduce l’impronta di carbonio e garantisce, con il minimo peso, la massima resistenza. Nell’area espositiva di MeetingPack i partecipanti hanno potuto visionare il primo rivestimento in PVOH con barriera all’ossigeno da applicare nel processo di stampa e laminazione di strutture flessibili, esposto da Artibal, sviluppato all’interno del progetto COAT4PACK in collaborazione con ITC e Plásticos Romero. Questi nuovi imballaggi sostituiscono le strutture co-estruse in EVOH con una soluzione più sostenibile. In particolare, è stato realizzato questo materiale per ridurre sia il processo di produzione che lo spessore della struttura di barriera multistrato. A tale scopo, sono stati sviluppati rivestimenti con funzione di barriera all’ossigeno per mezzo di tecnologie di stampa che consentono l’alleggerimento degli imbal-
OTTIMI RISULTATI PER L’EXPO DEL PACKAGING DI LUSSO Ha chiuso con un buon successo la terza edizione di Packaging Première, l’esposizione selettiva dedicata al luxury packaging tenutasi a fine maggio a Fieramilanocity, che ha registrato la partecipazione di 6.700 visitatori, il 40% rispetto allo scorso anno, a dimostrazione di come il packaging sia un elemento decisivo in tutti i settori, fra cui fine food, vino e alcolici. Sono stati invece 242 gli espositori (presenti direttamente o rappresentati), con 90 new entry, su uno spazio espositivo di 13.000 m2, mentre a corollario della parte espositiva si sono tenuti 12 convegni per approfondire le diverse aree tematiche. Packaging Première, in partnership con Esxence – The Scent of Excellence (la manifestazione di riferimento nel panorama mondiale della profumeria artistica) e il Politecnico di Milano – Dipartimento di Design, ha presentato i risultati del progetto didattico innovativo che ha guidato gli studenti di un corso sperimentale in un percorso formativo tra profumeria artistica, design e packaging di lusso, mentre fra gli appuntamenti più partecipati ricordiamo il convegno tenuto da Smithers Pira, autorità mondiale nel settore del packaging, in cui sono stati trattati importanti approfondimenti sulla situazione attuale e sull’evoluzione futura del packaging di lusso in Europa.
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Il metallo, imballaggio alleato del biologico Il mercato di prodotti alimentari e bevande biologiche è destinato a continuare la sua esplosione di popolarità, con previsioni di crescita considerevole fino al 2024. Una recente relazione pubblicata da Zion Research1 mostra come il mercato sia cresciuto di circa 125 miliardi di dollari nel 2017 e prevede che il fatturato generato entro il 2024 sia di circa 323 miliardi di dollari. Si tratta di una crescita di circa 14,5% nel periodo dato, vale a dire una tendenza incredibilmente positiva. Il Nord America sarà in cima al grafico di crescita, con i propri consumatori che scelgono sempre più un’alimentazione sana e consapevole. Si prevede, inoltre, che l’aumento dell’accessibilità dei prodotti biologici in Europa, accompagnato da un riorientamento delle preferenze verso uno stile di vita sano, porterà a una crescita considerevole nell’area, seguita a ruota
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dalla regione Asia Pacifico. La crescente consapevolezza e l’aumento dei livelli di reddito disponibile sono aspetti chiave fondamentali, oltre al progresso delle tecniche di agricoltura biologica e importazioni continue da Europa e Nord America. In Francia, il 55% dei consumatori ritiene che i marchi biologici abbiano un ruolo determinante nelle loro decisioni di acquisto nel reparto di prodotti freschi al supermercato. Nel2 2017, il 94% dei consumatori ha acquistato prodotti biologici. Inoltre, i prodotti ortofrutticoli sono sempre più presenti, anno dopo anno, nel carrello dei consumatori.
Imballaggi in metallo: partner naturali per i prodotti biologici Tenuto conto della reputazione dei prodotti biologici, considerati migliori per la nostra salute e per l’ambiente, molti articoli biologici non processati possono essere venduti sfusi, in particolare frutta e ortaggi. Ingredienti freschi provenienti da fattorie, pescherie, latterie e altre fonti alimentari vengono immediatamente inscatolati in confezioni di metallo, per garantire la conservazione in condizioni ottimali e mantenere inalterati sapore e freschezza. L’imballaggio di metallo si allinea perfettamente alla natura soste-
nibile di questo tipo di prodotto. Il metallo è un materiale naturale e riciclabile all’infinito, ovvero può essere riciclato più e più volte senza alcuna perdita delle proprietà fisiche. Infatti, la maggior parte del metallo utilizzato per il confezionamento è ancora in circolazione oggi. Il suo costante riutilizzo, per produrre nuovi contenitori o altri prodotti metallici, permette di risparmiare materiali non elaborati ed energia, riducendo anche le emissioni di CO2. Per i prodotti biologici, il suo utilizzo è praticamente illimitato, grazie alle sue credenziali di riciclabilità; infatti, più prodotti sono certificati come biologici, maggiori sono le opportunità per le confezioni in metallo. Frutta e ortaggi sono i candidati ideali, poiché per molto tempo sono stati confezionati nel metallo, insieme al latte in polvere e a prodotti ittici, come le sardine, lo sgombro e le aringhe. Altri prodotti esotici, come il latte di cocco, trovano il loro contenitore ideale nelle www.zionmarketresearch.com/custom /3006 2 Kantar Worldpanel LinkQ Bio auprès de 7090 PRA représentatives des foyers GC - Luglio 2018 1
imballaggi confezioni
lattine. Anche gli articoli premium, come il foie gras, vengono spesso confezionati nel metallo. L’alta qualità di protezione e conservazione degli imballaggi in metallo è ciò che rende questo materiale un alleato formidabile per i prodotti biologici. Può, ad esempio, fornire una tenuta ermetica che protegge dalla luce e dall’ossigeno e, allo stesso tempo, preservare quei nutrienti che altrimenti potrebbero deteriorarsi se il prodotto venisse semplicemente refrigerato. Queste qualità rendono inoltre le lattine metalliche un’arma chiave nella lotta contro i rifiuti dell’industria alimentare, in ogni fase della catena di fornitura. Ad esempio, confezionare i prodotti in lattine invece di confezionarli per la refrigerazione o la congelazione permette di risparmiare un miliardo di litri di cibo all’anno,3 un’enorme quantità che verrebbe altrimenti destinata alla discarica. Sia i produttori che i consumatori di prodotti biologici, agendo consapevolmente, contribuiscono a tener conto della qualità del prodotto e del suo impatto sull’ambiente. In queste circostanze, è consigliabile guardare oltre al prodotto e
considerare una visione più ampia in termini di sostenibilità, in quanto ci sono spesso degli elementi che hanno un impatto significativo su tali aspetti. Per i produttori di alimenti biologici, la sostenibilità è importante tanto quanto i vantaggi per la salute e la qualità. Una cosa è quindi certa: alimenti biologici e metallo vanno di pari passo quando si tratta di attenzione e soddisfazione dei consumatori. Il metallo è anche una valida scelta quando si considerano aspetti come premiumizzazione e differenziazione dei marchi in fase di vendita. Oltre ad essere un materiale nobile e malleabile, il metallo è il supporto ideale per far emergere tutte le qualità superiori dei prodotti alimentari biologici. Crown offre ai propri clienti numerose possibilità di imballaggio per i loro prodotti biologici, comprese opzioni che danno al prodotto un aspetto premium, grazie a design ricercati, finiture sofisticate e soluzioni pratiche. Le capacità di progettazione interne della società hanno valorizzato molti marchi in cerca di supporto per i propri progetti, dalle primissime fasi di avvio fino ai prodotti finiti, pronti per apparire sugli scaffali della distribuzione. Prodotte in Europa, queste tecnologie avanzate, accompagnate dalle loro opzioni decorative, sottolineano i valori fondanti dei marchi dei clienti di Crown nel mercato biologico e offrono una premiumizzazione che consente di attrarre e fidelizzare i consumatori, creando una forte connessione con il marchio.
Laetitia Durafour, Marketing Director di Crown Food Europe
www.crowncork.com/news/all-about - c a n s /s u s t a i n a b i l i t y - m a ke s - w o r l d -go-round 3
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ITALIA SEMPRE PIÙ VIRTUOSA NEL RICICLO DELL’ACCIAIO
Gli ultimi dati resi noti da Ricrea – il Consorzio nazionale senza scopo di lucro per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Acciaio – rivelano che in Italia il riciclo degli imballaggi di acciaio è da record, registrando nel 2018 il più alto tasso di sempre, pari al 78,6% dell’immesso al consumo, in crescita del 5% rispetto all’anno precedente (73,6%). Nel 2018 sono state avviate al riciclo 386.895 tonnellate di imballaggi in acciaio, un dato in forte crescita (+7,1% rispetto al 2017), che evidenzia non solo l’aumento della raccolta che ha raggiunto le 459.187 tonnellate (+6,8%), ma anche che la qualità del materiale raccolto sta migliorando progressivamente. A questo traguardo importante hanno contribuito in modo particolare le regioni del Sud Italia, come ad esempio Sicilia, Calabria e Puglia, un tempo poco reattive, ma oggi sempre più attente e in miglioramento per quanto riguarda i quantitativi raccolti. Anche i valori di copertura territoriale sono in costante aumento, sia sul totale dei Comuni coinvolti (5.970) che sugli abitanti serviti (86% sul totale), con un incremento considerevole del numero delle convenzioni attive (+10% rispetto al 2017), stipulate sulla base dell’Accordo Quadro ANCI-CONAI, lo strumento attraverso il quale il sistema consortile garantisce ai comuni italiani la copertura dei maggiori oneri sostenuti per svolgere le raccolte differenziate dei rifiuti di imballaggi. L’acciaio è un materiale permanente che viene riciclato all’infinito senza perdere le proprie intrinseche qualità. Grazie alle 386.895 tonnellate di acciaio recuperato dagli imballaggi, nel 2018 nella nostra penisola si è ottenuto un risparmio diretto di 735.094 tonnellate di minerali di ferro e di 232.137 tonnellate di carbone, oltre che di 692.553 tonnellate di CO2.
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prodotti
Bilancio positivo per Tuttofood Si è conclusa con successo e soddisfazione dei partecipanti la settima edizione di Tuttofood, il salone milanese dell’alimentazione che ha registrato 82.551 visitatori, 21% dei quali esteri provenienti da 143 Paesi, con 12 new entry (in particolare da America Centrale, Medio Oriente e Nord Africa) che hanno incontrato i 3.079 brand italiani e internazionali presenti in manifestazione. I primi 10 Paesi esteri di provenienza sono, in ordine, USA, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Cina, Canada, Benelux, Giappone e Federazione Russa. Importanti e apprezzate le delegazioni dei buyer, anche grazie all’accurata profilazione realizzata con l’aiuto di ITA/ICE Agenzia.
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In mostra i prodotti della tradizione affiancati all’innovazione, ispirata soprattutto dalla ricerca di cibi non solo sempre più salutistici e naturali, ma anche sostenibili ed etici. Benessere animale in primo piano, crescente uso di cagli vegetali o microbici nel lattiero-caseario, filiere certificate, ma, soprattutto, ampliamenti di gamma in direzione healthy e green in particolare verso lo snacking e il beverage, freddo e, oggi, anche caldo. Un’edizione, dunque, all’insegna del cibo di qualità, ma anche della salute, la corretta nutrizione e la sostenibilità. Temi che hanno caratterizzato anche gli oltre 250 eventi collaterali organizzati in mostra, come quelli dedicati a blockchain, retail e intel-
ligenza alimentare, e quelli proposti da Tuttofood nell’ambito del “fuorisalone” di Milano Food City. Un’edizione che ha visto superare ogni più rosea previsione anche sui social network, con più di 2,1 milioni di persone raggiunte, oltre 500mila interazioni (sulle quattro piattaforme di riferimento: facebook, instagram, twitter e linkedIn) ed un milione di visualizzazioni per le sole instagram stories. L’appuntamento con l’ottava edizione di Tuttofood è a fieramilano dal 17 al 20 maggio 2021.
Prodotti bio e vegan La Compagnia Italiana Alibio, col suo marchio Natura Nuova, sviluppa una vasta gamma di pietanze e piatti pronti vegetali di alta qualità, ideali per chi segua una dieta vegetariana e per chi scelga di variare la propria alimentazione, anche in modo sostenibile con ricette nutrienti e gustose, fonte di fi-
prodotti
bre e ricche di proteine. A titolo di esempio ricordiamo la linea Alibio Gourmet, che comprende la Bresaola vegetale e il Carpaccio vegetale, a base di frumento con aggiunta di farine di legumi e spezie, la Milanese di Seitan, con doppia panatura per esaltarne la croccantezza, i Medaglioni di Azuki e Tempeh dal sapore messicano, i Medaglioni dell’Orto cotti sottovuoto, senza soia e seitan ma solo a base di ortaggi e legumi selezionati, e i filetti di seitan, morbidi e delicati. Fra le novità bio a base di proteine vegetali i Medaglioni di Quinoa e Azuki, le Cotolette di Tofu, I Falafel di Ceci, il Pesto alla genovese vegetale, con tofu al posto del formaggio, e la crema spalmabile Spalmatofu.
Zuppe fresche Anvesucci ha proposto le Zuppe Fresche da Bere, una soluzione di tendenza genuina, innovativa, pratica, salutare, ipocalorica e pronta da bere, sia calda in inverno, che fredda in estate, per pranzo, cena o per uno spuntino. Pratica da portare e consumare senza bisogno di posate, è confezionata in un imballo riciclabile ed è ideale per gli sportivi. Queste le varianti disponibili: Finocchi e Zafferano; Lenticchie; Zucchini e Spinaci; Zucca e Carote; Funghi; Verdure; Legumi e Cereali; Porri e Patate.
Snack al formaggio I Cheese Snack sono i prelibati bocconcini al formaggio di Granarolo, cotti al forno, anziché fritti, ideali per insalate, minestre o per l’aperitivo, senza glutine, carboi-
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disfacendo le esigenze di un consumatore sempre più attento alla qualità e al servizio e mantenendo la freschezza e la bontà tipiche dei prodotti Riverfrut, senza ricorrere a coloranti, additivi o conservanti. Fanno parte di questa linea i Burger con verdure e salse vegetali al 100%, che si contraddistinguono per la totale assenza di conservanti, glutine, oli, grassi e per l’alto contenuto di fibre e proteine. Ideali per ogni tipo di dieta, i burger sono disponibili in 12 diversi gusti: Il Classico, Il Delicato, Il Super, L’etnico, Il Mediterraneo, L’Orientale, L’Ortolano, Ai Carciofi, Ai Funghi, Agli Asparagi, Miniburger di Verdure e Miniburger di Verdure e Frutta. Sempre di Riverfrut ricordiamo I Purè Bio, vegetali al 100% e contenenti esclusivamente verdura biologica. Semplici e veloci da preparare, sono senza latte, glutine, insapo-
Puree e Hamburger vegetali Riverfrut, attraverso il marchio Cottintavola, produce e distribuisce i prodotti di V gamma (cotti a vapore e grigliati), portando così le sue produzioni direttamente dal campo alla tavola. Gli ortaggi freschi acquistano un alto valore aggiunto, sod-
drati e lattosio e ricchi di calcio e fosforo, mentre i Cheese Crumble sono briciole di formaggio 100% italiano proposte in tre varianti: con mirtilli e semi di zucca, girasole e lino, oppure con bacche di goji e semi o con pomodoro essiccato, olive e semi, per fantasiose e gustose insalate.
ritori e conservanti. Le loro caratteristiche li rendono ideali come contorno per qualsiasi ricetta e adatti ad ogni dieta e regime alimentare. Confezionati in un’abbondante vaschetta da 350 g, sono disponibili nelle seguenti varianti: Patate, Zucca Carote Patate; Sedano Rapa Patate; Spinaci Zucchine Patate; Rapa Rossa Patate; Piselli Zucchine Patate; Cavolfiore Porri Patate.
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Prosciutto toscano Dop Ha partecipato a Tuttofood anche il Consorzio del Prosciutto Toscano Dop, una prelibatezza dalle lunghe tradizioni la cui lavorazione è scandita dai tempi della natura: ogni fase viene eseguita infatti ricreando nelle celle/stanze di stagionatura le condizioni climatiche di ciascun periodo dell’anno, seguendo l’antica tradizione suinicola toscana e rendendola così disponibile tutto l’anno. Si comincia in dicembre/gennaio con la salatura e si finisce un anno dopo, quando il prosciutto è pronto per essere gustato in tutta la sua bontà. *** Fra gli espositori di Tuttofood ricordiamo SGMarketing, società che da oltre 20 anni affianca le imprese del Food & Beverage nello sviluppo del loro business: dal lancio di nuovi prodotti allo sviluppo di politiche di marca, alla creazione di un’immagine aziendale rico-
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noscibile e competitiva. Nata con l’idea di mettere al servizio dell’agribusiness le proprie competenze per valorizzare i prodotti agroalimentari nei luoghi di acquisto e di consumo e dare un futuro alle filiere produttive e distributive di eccellenza e ai territori vocati, offre un servizio integrato: dalla consulenza strategica al presidio diretto dei canali distributivi, nell’ottica di un’innovazione continua del business. Accanto alla consulenza strategica in materia di analisi di mercato, lancio e sviluppo nuovi prodotti e brand, trade marketing, retail marketing & category management e formazione, SGMarketing fa promozione e organizza eventi e campagne istituzionali pubbliche e private. *** Almater è un grande team di tecnici professionisti specializzati in continua ricerca e formazione che offre servizi di consulenza professionale con l’obiettivo di “Nutri-
re di cultura l’universo alimentare per il benessere dei consumatori” e si propone come elemento facilitatore nelle relazioni fra le aziende del settore alimentare, la GDO, gli organi di controllo e gli enti di certificazione. Lavorando in totale sinergia e nel rispetto dell’etica, la società accompagna gli stakeholder del settore alimentare verso l’innovazione e la promozione della sicurezza alimentare attraverso un metodo che consiste nella continua formazione ed aggiornamento, valorizzazione ed accrescimento delle risorse, miglioramento continuo, innovazione, ricerca e sviluppo per nuovi business, relazioni fondate sulla fiducia, il rispetto e la collaborazione. Questi i servizi offerti da Almater: sistemi di sicurezza alimentare e qualità, consulenza tecnico-legale ed internazionalizzazione, etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari, formazione & education, shelf-life e analisi sensoriale, Audit di prima e seconda parte, autocontrollo (HACCP), validazione e ottimizzazione dei processi produttivi, metrologia e gestione del contenuto dei preimballaggi, packaging e confezionamento. *** Merieux NutriSciences ha presentato Safety HUD, lo strumento ideale per sostenere la valutazione del rischio delle materie prime e dei prodotti in tutto il mondo e attenersi al rispetto dei requisiti internazionali (quali BRC e IFS). Progettata per soddisfare le più alte aspettative nel monitoraggio quotidiano delle frodi e delle allerte alimentari, ma anche per farle comprendere globalmente, con key facts, tendenze e raccomandazioni analiti-
prodotti
che, consente di rimanere informati sulle notizie di interesse in tempo reale, di risparmiare tempo concentrandosi sulle informazioni di cui si necessita e di identificare i rischi per i propri prodotti per poter opporre le misure più corrette ed efficaci. Di Merieux NutriSciences ricordiamo anche il sistema di “Cleaning Validation” per le industrie alimentari, volto a garantire la commercializzazione di prodotti sicuri attraverso la convalida delle procedure di pulizia, la rimozione di residui e contaminanti e la garanzia dell’efficacia e dell’uniformi-
tà della pulizia nell’impianto e nella strumentazione. Il servizio offerto si compone di consulenza e supporto tecnico, servizio analitico e soluzioni digitali. *** Ricordiamo infine la Clemente Costruzioni Meccaniche, azienda che opera da più di trent’anni nel settore della produzione di macchinari destinati al mercato della trasformazione dell’olio d’oliva ma è in grado di fornire macchine ed impianti in svariati settori: oleifici, biscottifici, panifici, stabilimen-
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ti vinicoli, caseifici, molini, conservifici, pastifici, surgelati alimentari, zuccherifici, salumifici, prodotti agricoli, agrumi, aziende agricole, ortofrutticoli, vivai piante e fiori, stoccaggio cereali, mangimifici, concimi, sementi, servizi e prodotti per l’agricoltura. L’azienda, leader nel settore meccanico, vanta notevole esperienza acquisita nel campo dello stoccaggio, del lavaggio, del trasporto, del dosaggio e della macinazione di diversi prodotti, nonché la disponibilità di tecnici e personale qualificato anche per il montaggio in loco di impianti completi.
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energia sostenibilità Referee: Prof. Francesco Fantozzi
Strategie energetiche per migliorare la redditività nel Food & Beverage
Per supportare gli operatori del Food & Beverage a cogliere nuove opportunità di crescita e rimanere competitivi in un ambiente sempre più soggetto a pressioni, dall’incertezza dei mercati all’aumento dei costi delle materie prime e della manodopera, alla continua stretta sui margini di profitto, Centrica Business Solutions ha recentemente pubblicato tre guide dedicate al settore, in cui illustra come le giuste strategie energetiche possano aiutare le aziende a massimizzare l’efficienza produttiva, migliorare la resilienza operativa, ottimizzare la qualità e la sicurezza dei prodotti e rafforzare la reputazione del brand. Nell’industria alimentare l’energia rappresenta una percentuale significativa dei costi operativi, per cui le nuove tecnologie e i nuovi approcci alla gestione dell’energia offrono notevoli opportunità di migliorare l’efficienza e quindi ridurre i costi, consentendo all’intero comparto sia di proteggere la redditività, sia di investire in innovazione. In effetti, l’energia spesso rappresenta oltre il 15% delle spese operative, e il 50% del consumo di energia elettrica in 2.000 siti
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di produzione Food & Beverage è attribuibile ai processi di congelamento e raffreddamento. A fronte di prezzi dell’energia imprevedibili e destinati probabilmente ad aumentare, migliorare l’efficienza energetica diventa, quindi, un imperativo.
Le opportunità per l’industria del food & beverage In molti casi, si possono ottenere risparmi significativi attraverso misure relativamente semplici, ad esempio: sostituire con i LED le vecchie tecnologie di illuminazione può migliorare l’efficienza addirittura fino al 90%, oppure installare sensori di movimento, per attivare l’illuminazione solo quando è necessario, può ridurre il consumo di energia del 30%. Fare in modo che impianti e processi produttivi operino in maniera efficiente, come con una regolare manutenzione e con strumenti per la misurazione e il monitoraggio dei consumi, si possono ridurre i costi dell’energia di oltre il 10%. Anche il passaggio a tecnologie di generazione più efficienti, come il solare e la cogenerazione,
può avere un impatto positivo sui costi dell’energia. La generazione in loco e le tecnologie di stoccaggio, inoltre, preservano la sicurezza e la stabilità dell’approvvigionamento energetico, riducendo la dipendenza dalla rete elettrica e diminuendo, al contempo, i costi dell’energia.
Forniture stabili per prodotti sicuri e di qualità Data la deperibilità delle materie prime e dei prodotti, il settore alimentare risulta particolarmente vulnerabile ai tempi di inattività e alle interruzioni di corrente. Con la maggior parte dei processi di produzione che dipende in maniera preponderante dall’energia, avere un approvvigionamento energetico stabile e affidabile è fondamentale al fine di garantire che i produttori soddisfino gli standard normativi e le aspettative dei consumatori. Inoltre, l’elevata automazione dei processi, tipica del Food & Beverage, al fine di migliorare l’efficienza operativa e affrontare la carenza di personale, comporta una maggiore vulnerabilità ai guasti alle apparecchiature o alle interruzioni di corrente.
energia sostenibilità
Sostenibilità sempre più centrale Mentre l’attenzione alle problematiche ambientali continua a diffondersi e intensificarsi, consumatori e autorità di regolamentazione premono sempre di più sui produttori del settore, affinché si concentrino sulla sostenibilità energetica e sulla riduzione della carbon footprint. La sempre più crescente popolarità delle linee di prodot-
ti “naturali” e “free-from” e la domanda di alternative più sane impongono ai produttori del Food & Beverage di innovarsi. Implementare strategie energetiche sostenibili consente di migliorare la reputazione del brand, aumentandone l’attrattività agli occhi dei consumatori attenti all’ambiente, e allo stesso tempo di essere sufficientemente agili e flessibili per rispondere rapidamente al mutamento delle preferenze dei consumatori
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e ai nuovi concorrenti rimane una priorità. Secondo Christian Stella, Managing Director di Centrica Business Solutions Italia, il Food & Beverage italiano rileva ancora grandi potenzialità da esplorare e il suo slancio deve essere sostenuto da strategie in grado di cogliere nuove opportunità per rimanere competitivi, e aumentare l’efficienza in ogni area aziendale, inclusa l’energia, diventa indispensabile.
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Contaminazione alimentare: reputazione a rischio
Gli allarmi legati alla sicurezza alimentare fanno spesso notizia, sia a livello locale che internazionale; un incidente ampiamente pubblicizzato può distruggere la reputazione di un marchio in un lasso di tempo spaventosamente breve. Inoltre, i richiami di prodotto provocati da contaminanti fisici possono arrivare a costare milioni di euro e contemplare sanzioni e richieste di risarcimento. Roberto Scanu, specialista nel campo dell’ispezione prodotti presso Mettler Toledo, spiega perché investire nelle tecnologie di ispezione prodotti sia fondamentale per combattere la presenza di contaminanti fisici negli alimenti.
Frammenti di vetro nelle pesche melba in Germania, bucce di cereali nel passato congelato in Svezia, fili metallici nei dolci nel Regno Unito: si tratta solo di alcuni dei recenti esempi di incidenti, segnalati alla Commissione europea, riguardanti alimenti e cibi contaminati. In totale, il sistema europeo di allerta rapido per alimenti e cibi (Rapid Alert System for Food and Feed, RASFF) ha registrato 856 casi soltanto nel primo trimestre del 2018.1 Per quanto sembri incredibile, il numero degli incidenti di contaminazione tra il 2011 e il 2014 è dodici volte
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maggiore rispetto a quello riportato nel periodo compreso tra il 1970 e il 1990.2 Questo aumento significativo non può essere semplicemente spiegato con l’inasprimento delle normative o con il cambiamento nei metodi di segnalazione. Di sicuro, gli incidenti di contaminazione sono in aumento. Il report annuale del RASFF mostra come le tre forme più comuni di contaminanti negli alimenti siano il metallo, la plastica ed il vetro, che vengono solitamente individuati all’interno di materie prime come cereali e farina o prodotti la-
vorati contaminati durante il processo di produzione. La buona notizia è che oggi la maggior parte dei contaminanti fisici può essere rivelata grazie ai progressi nella tecnologia di ispezione prodotti.
La sicurezza prima di tutto Il motivo principale che spinge rivenditori e produttori alimentari ad eliminare i contaminanti fisici è l’interesse per la sicurezza dei clienti. Se si consente l’ingresso di frammenti di metallo, ossa, plastica, vetro o altri corpi estranei nella filiera alimentare, esiste la possibilità che provochino gravi danni alla salute dei consumatori. I contaminanti fisici possono entrare nel-
webgate.ec.europa.eu/rasff-window/ portal 2 Chemistry and Food Safety in the EU: The Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF), 1a ed. (Springer, MA: Salvatore Parisi et al., 2016), pagine 35/36 1
sicurezza alimentare
la filiera alimentare in diversi modi, l’introduzione accidentale da parte dei dipendenti (ad esempio effetti personali quali gioielli), procedure di manutenzione che hanno luogo sulla linea di produzione/lavorazione o nelle sue immediate vicinanze e malfunzionamento o rottura delle attrezzature durante i processi di produzione e confezionamento. Le misure preventive comprendono quindi un insieme di regole, valutazioni dei rischi, formazione dei dipendenti, efficaci procedure di qualità e conformità ai requisiti normativi. Evitare la contaminazione degli alimenti, però, non significa soltanto proteggere i consumatori. I richiami di prodotto a causa della contaminazione fisica sono considerati anche un notevole rischio per la reputazione. I consumatori si aspettano di ricevere il prodotto finale così come descritto e richiesto: la presenza di qualsiasi corpo estraneo, per quanto innocuo, è quindi del tutto inaccettabile. La reputazione costruita faticosamente da un marchio nel corso del tempo può essere seriamente messa a repentaglio in poche ore dalla cattiva pubblicità legata a un allarme alimentare e capita che alcune aziende non riescano a sopravvivere all’esperienza. È ad esempio il caso di un’azienda tedesca di medie dimensioni produttrice di bevande, costretta a chiudere i battenti a causa di due richiami di prodotto consecutivi nell’arco di due settimane causati dalla presenza di corpi estranei.3 Stando ai risultati di un recente report sulla strategia dei richiami dei prodotti alimentari presentato da Emerald Insight,4 questi attivano spesso un effetto di reazione a catena in tutta la filiera e la società nel complesso.
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Il motivo principale che spinge rivenditori e produttori alimentari a eliminare i contaminanti fisici è l’interesse per la sicurezza dei clienti.
Calcolo dei costi Le implicazioni in termini di costi degli incidenti di contaminazione alimentare sono significativi, specialmente se si calcolano gli effetti a medio e lungo termine. Il richiamo di prodotti contenenti corpi estranei che raggiungono i punti vendita senza essere stati rivelati richiede ai rivenditori e all’intera filiera enormi sforzi economici e di logistica. Secondo uno studio condotto da Allianz Global Corporate & Specialty, in media, un importante richiamo di prodotto nel settore alimentare costa circa otto milioni di euro.5 Nel peggiore dei casi, i problemi di salute derivanti dalla presenza di contaminanti negli alimenti possono portare ad azioni legali, aggiungendo col tempo ulteriori costi. L’implementazione di un efficace programma di gestione della qualità, che includa l’applicazione delle tecnologie di ispezione prodotti per rivelare e rimuovere i contaminanti fisici alla fonte, rappresenta quindi un investimento più che sensato.
Tecnologia di ispezione ad alte prestazioni Le aziende produttrici di tecnologie di ispezione prodotti si impegnano a sviluppare costantemente la propria offerta per assicurarsi che i loro sistemi riescano a soddisfare le necessità della moderna produzione alimentare, sia che si tratti della necessità di un rivenditore di specificare una procedura per l’espulsione sicura di prodotti non conformi agli standard oppure il bisogno di un produttore di migliorare l’efficacia operativa degli strumenti (Overall Equipment Effectiveness, OEE). Una recente innovazione è quella dell’avanzato sistema a raggi-X X34 di Mettler Toledo, che permet-
www.mainpost.de/ueberregional /wirtschaft/mainpostwirtschaft/ Getraenke-Steigerwald-Alles-sieht-nachEnde-aus;art9485,9547663 4 www.emeraldinsight.com/doi/full/ 10.1108/IMDS-10-2016-0464 5 Product Recall - Managing the impact of the new risk landscape, pagina 10: www. agcs.allianz.com/assets/PDFs/Reports/ AGCS_ProductRecallReport.pdf 3
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L’avanzato sistema a raggi-X X34 di Mettler Toledo permette di rivelare contaminanti molto più piccoli rispetto al passato.
te di rivelare contaminanti molto più piccoli rispetto al passato. È dotato di una tecnologia a diodi e di un generatore che regola automaticamente la tensione e la corrente a seconda del prodotto da ispezionare. Ciò garantisce l’ottimizzazione dei livelli di contrasto e potenza per ogni prodotto, per prestazioni di rivelazione migliorate. Le aziende alimentari possono quindi ottenere un’elevata sensibilità di rivelazione anche per i contaminanti più piccoli, riducendo al tempo stesso il consumo energetico. Il sistema X34 è inoltre dotato della configurazione automatica dei prodotti, che limita drasticamente la possibilità di errori umani e riduce di molto il numero di falsi scarti. I recenti progressi nella tecnologia di rivelazione di metalli si concentrano inoltre sul miglioramento dell’accuratezza e sulla riduzione dei falsi scarti, in particolare nelle applicazioni complesse. Prodotti come carne, pollame, latticini, liquidi, impasti, prodotti semisolidi e da
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forno presentano spesso un elevato grado di umidità o contenuto di sale oppure temperature variabili che alterano l’effetto del prodotto. La tecnologia di rivelazione dei metalli tradizionale fatica a fare fronte a questa variazione e presenta un’elevata percentuale di falsi scarti, così come un’inaccettabile riduzione della sensibilità in linea. In questo caso, i rivelatori di metalli che utilizzano la più recente tecnologia con modalità a frequenza multi-simultanea, come il sistema Profile Advantage di Mettler Toledo, fanno la differenza. Questa tecnologia è in grado di annullare l’effetto del prodotto, garantendo un’ispezione efficace ed eliminando praticamente i falsi scarti. Ciò consente di rivelare contaminanti in metallo fino al 50% più piccoli rispetto al passato. Grazie ai progressi nella tecnologia di rivelazione di metalli nell’ambito di applicazioni con prodotti secchi a volume elevato, come snack e granaglie in caduta, i produttori sono in grado di individuare anche i più piccoli contaminanti in metallo. I rivelatori di metalli Profile di Mettler Toledo possono essere dotati di eDrive, che aumenta la potenza nella bobina di trasmissione per incrementare la sensibilità di rivelazione, in modo da individuare anche i contaminanti più piccoli.
Uso sempre più frequente della digitalizzazione Il costante trend della digitalizzazione nel settore alimentare sta determinando una spinta all’acquisizione e all’analisi dei dati come strumento per supportare la sicurezza dei consumatori e un’efficace protezione del marchio. Molti sistemi d’ispezione moderni sono dotati ora d’interfacce per l’acquisizione dei dati in tempo reale. Queste informazioni sono essenziali per il benchmarking predittivo e sfruttano l’analisi dei trend per evitare gli errori, possibilmente prima che si verifichino. Un buon esempio è il software ProdX di Mettler Toledo, che consente ai produttori di controllare l’intero processo di gestione dell’ispezione prodotti da un’unica sede o da diverse postazioni remote, eliminando la necessità di effettuare lunghe verifiche sulla linea di produzione per la raccolta dei dati. In questo modo, i responsabili della produzione possono esaminare rapidamente e con la massima accuratezza gli incidenti di contaminazione o riconoscere gli errori ricorrenti per garantire che solo prodotti privi di corpi estranei possano lasciare lo stabilimento. Inoltre, i dati raccolti aiutano i produttori a trovare punti deboli nel-
I più recenti rivelatori di metalli, come il sistema Profile Advantage di Mettler Toledo, annullano efficacemente l’effetto del prodotto ed eliminano i falsi scarti.
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la linea di produzione e a migliorare l’OEE. In caso di un grave incidente, i dati di produzione raccolti dalla tecnologia di ispezione prodotti forniscono informazioni essenziali sulle fonti di errore e sui lotti potenzialmente interessati. I richiami di prodotto possono così essere effettuati in modo più semplice e accurato. In casi di interventi dolosi successivi alla produzione, i dati come le immagini a raggi-X possono essere utilizzati anche dai produttori come prova delle perfette condizioni di cui godevano i prodotti all’uscita dallo stabilimento. In conclusione, la contaminazione fisica continua ad essere un problema estremamente grave, sia in termini di salute del consumato-
re che di reputazione del marchio, e le contromisure devono tenere il passo dei trend relativi a prodotti alimentari, confezionamento e produzione. Sono disponibili tecnologie di ispezione prodotti avanzate, volte a garantire che i produttori alimentari possano soddisfare i requisiti di normative, distributori e consumatori, ma anche definire processi adeguati agli stabilimenti sempre tecnologicamente avanzati. Per ulteriori informazioni su questo argomento è possibile scaricare il libro bianco gratuito “Garantire la sicurezza alimentare attraverso la prevenzione della contaminazione fisica” di Mettler Toledo e mettere alla prova i sistemi di ispezione descritti con una prova gratuita in azienda.
Come dovranno essere i sistemi alimentari del futuro In occasione del Simposio internazionale dedicato al futuro del cibo che a giugno ha riunito a Roma accademici, ricercatori, politici, rappresentanti della società civile e del settore privato, parlamentari e agenzie governative, José Graziano da Silva – Direttore Generale della FAO – ha sollecitato la trasformazione dei sistemi alimentari per migliorare la nutrizione nel mondo e la messa a punto di nuove strategie volte a produrre non più cibo, ma cibo più nutriente. La fame non è più l’unico grande problema nutrizionale che affligge l’umanità. A tutt’oggi, oltre due miliardi di adulti dai 18 anni in su sono in sovrappeso e 670 milioni di essi sono obesi. Inoltre, l’aumento dell’obesità tra il 2000 e il 2016 è stato più rapido rispetto a quello del so-
vrappeso in tutte le fasce d’età. Per di più, quasi due miliardi di persone soffrono di carenze di micronutrienti. Secondo le proiezioni il numero di persone obese nel mondo molto presto supererà il numero di persone che soffre la fame, che al momento è pari a 820 milioni. Sono diversi i fattori alla base della pandemia globale di obesità e carenza di micronutrienti, per esempio la rapida urbanizzazione. Uno dei fattori principali è l’elevato consumo di alimenti ultra-lavorati, composti prevalentemente da ingredienti artificiali. Sono ricchi di grassi saturi, zuccheri raffinati, sale e additivi chimici. Per migliorare l’alimentazione da Silva ha proposto quattro punti su cui si potrebbe agire. In primo luogo i Paesi dovrebbero at-
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tuare politiche pubbliche e leggi con incentivi adeguati per proteggere le diete nutrienti e incoraggiare il settore privato a produrre alimenti più sani. Per esempio: tasse sui prodotti alimentari poco sani, etichette sugli alimenti più comprensibili e più complete, restrizioni sulla pubblicità degli alimenti, in particolare quelli per i bambini. Secondo: i governi dovrebbero promuovere il consumo di alimenti locali e freschi, creando circuiti locali di produzione e consumo. Ciò vuol dire migliorare l’accesso e la promozione del cibo locale e fresco. Terzo: gli accordi commerciali internazionali devono essere progettati per influenzare positivamente i sistemi alimentari, in quanto gli alimenti ultra-lavorati tendono ad essere più vantaggiosi nel commercio internazionale e purtroppo non tutto il cibo sicuro è sano. Il commercio deve quindi adoperarsi perché si possa portare cibo sano in tavola. Quarto e ultimo punto: la trasformazione dei sistemi alimentari parte da terreni sani, semi sani e metodi agricoli sostenibili, per cui l’intero sistema alimentare deve essere riadattato. Graziano da Silva ha inoltre evidenziato l’esigenza di coltivazioni che rispettino l’ambiente. Ha sottolineato che il modello agricolo scaturito dalla Rivoluzione Verde non è più sostenibile, in quanto i sistemi agricoli ad alto input e ad elevato sfruttamento di risorse hanno sì aumentato la produzione di alimenti, ma a un costo elevatissimo per l’ambiente, causando deforestazione, scarsità d’acqua, esaurimento dei suoli e alti livelli di gas serra. Il Direttore Generale della FAO ha inoltre lodato il ruolo del mondo accademico nella trasformazione necessaria per i nostri sistemi alimentari.
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Il vertical farming Made in Italy Considerando che nel 2050 più dell’80% della popolazione mondiale abiterà in centri urbani sempre più grandi e che sarà necessario sfamare 9 miliardi di persone, Dickson Despommier, professore della Columbia University di NewYork, ha ideato quasi 20 anni fa il concetto di Vertical Farm, un edificio energeticamente autosufficiente ideato per ospitare la coltivazione di specie vegetali alimentari attraverso sistemi di produzione agricola indoor interamente biologica, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse naturali e del suolo agricolo e di rendere la produzione alimentare indipendente dalle condizioni climatiche e del territorio attraverso una trasposizione
all’interno di strutture edilizie dedicate, ubicate in città o nelle vicinanze. Inoltre, le Vertical Farm rappresentano la soluzione ideale nelle situazioni di forte inquinamento atmosferico, territoriale o idrico perché la coltivazione avviene in un’atmosfera controllata, priva di inquinanti, con acqua e aria pura e senza l’uso di pesticidi. Il risultato è un cibo a km 0, di ottima qualità e con un fortissimo impatto sociale, portando alla diffusione di pratiche sostenibili ed ecocompatibili in agricoltura. In Italia c’è una società che ha scelto questa strada di innovazione: è Planet Farms, nata a Milano e fondata da Luca Travaglini e Daniele Benatoff, che ha recentemente presentato, in un incon-
tro a Milano, il più grande e avanzato stabilimento di vertical farming in Italia e Europa. Il nuovo stabilimento sarà realizzato a Cavenago (Provincia di Monza e della Brianza) e la struttura si estenderà su oltre 9.000 metri quadrati. Racchiusa in un bell’edificio progettato dallo Studio Dordoni Architetti, la nuova vertical farm vedrà al suo interno un processo di crescita altamente innovativo e integrato che parte dai semi e termina con i prodotti confezionati.
Come funziona
Luca Travaglini, a sinistra, fondatore di Planet Farms.
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Planet Farms ha sviluppato una tecnologia all’avanguardia mondiale che permette di coltivare ortaggi in ambienti puri e controllati, senza far uso alcuno di pestici-
sicurezza alimentare
di e a km zero. Forte di un sistema capillare di sensoristica che permette il controllo costante e preciso di tutta l’attività produttiva, la vertical farm rappresenta una filiera integrata, dal seme al prodotto finale. L’intero processo sarà interamente automatizzato, il che consente a Planet Farms di consegnare un prodotto puro e fresco che il consumatore sarà il primo a toccare con mano. Lo stabilimento si specializzerà nella produzione di basilico, erbe aromatiche e insalate in foglia. Tutte le coltivazioni cresceranno in ambienti con aria e acqua puri, da sementi tradizionali e senza l’uso di
pesticidi, con un risparmio di acqua del 97%, e saranno forniti freschi 365 giorni l’anno. La nuova struttura si configura come punto di partenza nell’ambizioso percorso di sviluppo globale e di crescita che Planet Farms sta realizzando, che mira a fare del capoluogo lombardo una delle capitali del vertical farming esportando questa eccellenza in tutto il mondo. Per la sua realizzazione Planet Farms si avvale di un gruppo di partner di statura mondiale, dove ognuno di essi contribuirà con le proprie competenze. Obiettivo del nuovo stabilimento sarà quello di migliorare l’efficienza nell’uso delle risorse natu-
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rali e dei suoli agricoli, rendendo la produzione alimentare indipendente dalle condizioni climatiche e del territorio e in prossimità dei grandi centri urbani. Il risultato sarà avere cibo a km 0, di ottima qualità e con un fortissimo impatto sociale, con il fine di promuovere pratiche sostenibili ed ecocompatibili in agricoltura. Il ciclo di produzione innovativo consente inoltre il massimo dell’efficienza operativa ed energetica, garantendo un allineamento con i principi di sostenibilità ambientali. E in futuro la gamma potrebbe includere anche fiori e frutti e un’estensione della gamma vegetale.
Agroalimentare sempre più sostenibile In occasione di un convegno recentemente tenutosi a Milano l’Osservatorio Food Sustainability della School of Management del Politecnico di Milano ha illustrato alcuni dati che rivelano come nel mondo cresca l’innovazione per la sostenibilità agroalimentare, con un vero boom (+52%) di strartup che perseguono obiettivi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica attraverso soluzioni per lotta alla fame, transizione a sistemi di produzione e consumo più responsabili, utilizzo efficiente dell’acqua, lotta allo spreco di cibo e turismo responsabile. Nel settore agroalimentare nel quinquennio 2013-18 ne sono nate 835, per affermare soluzioni innovative per ridurre lo spreco di cibo, mentre nuove tecnologie digitali e forme di collaborazione nella filiera consentono di prevenire, gestire e valorizzare le ec-
cedenze alimentari. I Paesi con la più alta densità di startup agrifood sostenibili sono Israele (49, di cui il 71% sostenibili), Svizzera (43, di cui il 40% sostenibili) e Indonesia (24, di cui il 38% sostenibili), mentre l’Italia, con 63 startup agrifood e 16 sostenibili (il 25%) che offrono soprattutto soluzioni di agricoltura di precisione e piattaforme per gestire le eccedenze, ridurre gli sprechi e promuovere i prodotti locali, presenta un mercato ancora fermo, con appena 1,8 milioni di dollari di finanziamenti complessivi e in media 400 mila dollari per startup. I principali obiettivi di sviluppo sostenibile perseguiti dalle startup sostenibili censite dall’Osservatorio sono incrementare i redditi dei produttori su piccola scala, fornendo accesso alle risorse produttive e uno sbocco sul mercato (253 startup), aumentare la produttività
e la resilienza dei raccolti ai cambiamenti climatici (163 startup), ridurre le eccedenze e gli sprechi alimentari lungo la filiera (86). Seguono le nuove imprese che investono su soluzioni chimiche green per migliorare le rese preservando l’ambiente (61), che mirano a ottimizzare l’efficienza delle risorse impiegate nella produzione (60), che cercano di garantire l’accesso al cibo (48), di perfezionare l’uso delle risorse idriche e favorirne l’accesso (42) e le startup che promuovono il turismo sostenibile e la produzione locale (23).
I modelli di economia circolare per ridurre gli sprechi Le imprese del settore si stanno gradualmente attrezzando con modelli di business “circolari” per va-
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lorizzare le eccedenze alimentari ed eliminare gli sprechi, adottando un approccio di filiera ad ogni livello della cosiddetta Food Waste Hierarchy (FWH, la gerarchia di utilizzo delle eccedenze: prevenzione, riutilizzo-redistribuzione, riutilizzo per consumo animale, riciclo, recupero, smaltimento). La prevenzione è resa possibile da nuove tecnologie, come sistemi informativi e di analisi dei dati, soluzioni biochimiche e di controllo di parametri critici per la conservazione dei prodotti, e da collaborazioni lungo l’intera filiera con lo scopo di condividere competenze e risorse per l’applicazione delle innovazioni tecnologiche o la riconfigurazione dei processi. A livello di gestione delle eccedenze, le innovazioni tecnologiche e di processo consentono di ridare valore ai prodotti, trasformandoli e indirizzandoli a nuovi mercati o consentendone la ridistribuzione a fini sociali.
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Imballaggi sostenibili Un imballaggio si può considerare sostenibile quando preserva o migliora la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, quando ha un limitato impatto ambientale e quando favorisce un ampio accesso al cibo che contiene e dei cambiamenti positivi nella comunità. L’Osservatorio ha elaborato un modello per caratterizzare gli impatti di sostenibilità di un food packaging rispetto alle sue tre dimensioni principali (conservazione ambientale, sicurezza alimentare, valore sociale), ad uso delle aziende che intendono valutare le soluzioni di packaging già utilizzate, e per offrire un supporto alla progettazione di soluzioni alternative, ad esempio per realizzare una strategia di comunicazione e una narrativa omogenea legata al prodotto, attraverso informazioni di valore riportate sul packaging. Inoltre, fornisce alla Ricer-
ca un metodo comune per l’analisi dei trend di innovazione sostenibile nel settore.
La filiera corta L’accezione di “Short Food Supply Chain” o “filiera corta” come limitata alla sola vicinanza geografica e come sinonimo di “sostenibile” non è sempre veritiera. L’Osservatorio ha proposto una classificazione di modelli di Short Food Supply Chain che considerano anche altri aspetti che possono sostituirsi o aggiungersi alla vicinanza geografica, come la vicinanza relazionale e informativa. Da questa classificazione sono stati ricavati quattro modelli che possono essere un punto di partenza per le aziende per inquadrare la propria filiera e ricavare spunti per integrare o sostituire la prossimità geografica con azioni specifiche che creino vicinanza relazionale, trasparenza e tracciabilità informativa.
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Inattivazione ohmica di Listeria nelle salsicce Su LWT - Food Science and Technology 108, 183-189, 2019 è comparso un lavoro condotto presso l’Università di Kasetsart, in Tailandia, volto a valutare gli effetti del trattamento ohmico per l’inattivazione di Listeria monocytogenes e le alterazioni delle caratteristiche chimiche, fisiche e sensoriali nelle salsicce confezionate sottovuoto nel periodo successivo alla pastorizzazione. La contaminazione da Listeria monocytogenes delle salsicce tra-
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sformate avviene principalmente dopo la cottura e durante il confezionamento, causando ogni anno significative perdite economiche. È stato proposto il riscaldamento ohmico post pastorizzazione dei prodotti confezionati sottovuoto per una decontaminazione efficace. Il riscaldamento ohmico a 75°C per 30 secondi (OH) è stato studiato e confrontato con il riscaldamento convenzionale a 75°C per 30 secondi (CT (30s)) e per 2 minuti (CT (2min)) per valutare l’i-
nattivazione di L. monocytogenes, le proprietà del prodotto e gli attributi sensoriali. Il trattamento OH, pur avendo una durata interiore, ha completamente inattivato la listeria con riduzione superiore a 5-log, mentre i trattamenti CT (30 s) e CT (2 min) hanno consentito di arrivare a riduzioni rispettivamente nell’ordine di 3- e 4-log. Il riscaldamento ohmico non ha variato statisticamente la composizione chimica delle salsicce, il pH, l’ossidazione lipidica, la perdita in cottura e la capacità di ritenzione idrica, provocando in modo minimo un’alterazione di colore e texture. Per quanto riguarda il trattamento CT (2 min), il tempo di riscaldamento più lungo ha aumentato la perdita in cottura e ha ridotto la tenerezza. Nonostante le variazioni di colore e texture sia dopo il riscaldamento ohmico che tradizionale rilevate con l’analisi strumentale, i consumatori non sono stati in grado di rilevare alcuna differenza sensoriale tra i due metodi. In conclusione, il trattamento OH può trovare applicazione nella produzione di insaccati, con vantaggi sia in termini di sicurezza alimentare che di efficienza dei processi, con un impatto minimo sulla qualità dei prodotti.
ricerca applicata
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Effetto del trattamento ultrasonico sulle proprietà reologiche e la microstruttura del latte di soia Su Food Science and Technology 44, (2): 110-115, 2019 è comparso uno studio cinese che ha valutato l’effetto del trattamento con ultrasuoni a diverse intensità (200, 300, 400, 500, 600 W) sulle proprietà reologiche e la microstruttura del latte di soia, attraverso centrifugazione ad alta velocità, reometro a taglio dinamico HR-1 e microscopia confocale laser. In particolare, si sono indagati l’effetto dei cambiamenti sulle proprietà di ritenzione idrica, le proprietà reologiche e la microstruttura del latte di soia. I risultati hanno mostrato che, dopo l’ultra-sonicazione, la capacità di ritenzione idrica del latte di soia aumenta, ma quando supera i 300 W non cambia in modo significativo. Al contempo, ha mostrato forte viscoelasticità e caratteristiche di assottigliamento al taglio e sono aumentati la viscosità
apparente e lo sforzo di taglio, e con l’aumento della potenza ultrasonica la tendenza è diventata sempre più evidente; il latte di soia non trattato ha mostrato uno stato di acqua in olio. Dopo l’ultra-sonicazione, i pori della microstruttura del latte di soia si sono ridotti di dimensioni e le particelle proteiche e i globuli di grasso sono diminuiti. La dispersione è uniforme, aumentano la forza intermolecolare e i legami incrociati fra le proteine e i grassi, dove l’emulsione si trova in uno stato di olio-in-acqua. Quando l’onda ultrasonica raggiunge i 500 W, le proteine nel sistema vengono uniformemente avvolte per formare una condensazione più uniforme con la struttura del reticolo gelatinoso, e gli ultrasuoni avranno un effetto positivo sulle proprietà reologiche e la microstruttura del latte di soia.
Metodi di conservazione del cavolo fresco affettato Su Food Science China 40, (3): 266-272, 2019 un gruppo di ricercatori cinesi ha studiato gli effetti di un trattamento combinato con ozono e acido fitico per migliorare la qualità e la conservazione del cavolo fresco affettato. Nello studio sono stati quindi utilizzati un trattamento con ozono (30 mg/ L, 10 min), l’immersione in acido fitico (0,5 mmol/ L, 15 min) e la loro combinazione (immersione in 0,5 mmol/L di acido fitico per 15 minuti seguita da un trattamento con
ozono a 30 mg/L per 10 min) per la conservazione di cavolo affettato di IV gamma, utilizzando come controllo cavolo fresco affettato non trattato. Il cavolo fresco è stato tagliato a pezzi di 2x5 cm. Dopo i suddetti trattamenti questi sono stati confezionati in sacchetti di polietilene e conservati a 4°C. Le proprietà fisiologiche e microbiologiche dell’ortaggio tagliato sono state analizzate dopo la conservazione per 0, 2, 4, 6 e 8 giorni. I risultati hanno rivelato che i contenu-
ti più elevati di zucchero solubile e proteina solubile si sono registrati nei prodotti sottoposti a trattamento combinato, con dati del 21 e del 28% superiori al controllo. Il trattamento combinato ha mantenuto livelli più alti di acido ascorbico, glucosinolato e isotiocianato nel cavolo fresco tagliato. Inoltre, il trattamento combinato corrispondeva a un contenuto più elevato di fenoli totali e ad una maggiore attività della superossido dismutasi (SOD) e della fenilalanina ammoniaca-liasi (PAL), mentre ha inibito l’attività di perossidasi e catalasi e ha ridotto la conta della carica batterica aerobica su piastra di 2.10 (lg (CFU/g)) rispetto al controllo. In sintesi, il trattamento combinato con ozono e acido fitico può migliorare la qualità del cavolo fresco affettato e prolungarne la durata.
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Regolamenti su residui di antiparassitari e trasporto di oli e grassi Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 159 del 17 giugno sono comparsi due Regolamenti di interesse per il settore alimentare. Il primo è il Regolamento (UE) 2019/977 della Commissione, del 13 giugno 2019, che modifica gli allegati II e IV del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di alcuni antiparassitari, nella fattispecie aclonifen, Beauveria bassiana ceppo PPRI 5339, Clonostachys rosea ceppo J1446, fenpirazamina, mefentrifluconazolo e penconazolo in o su determinati prodotti. Il nuovo Regolamento si applica a partire dal 13 agosto 2019 relativamente agli LMR per il penconazolo. Il secondo è il Regolamento (UE) 2019/978 della Commissione, del 14 giugno 2019, che modifica l’allegato del regolamento (UE) n. 579/2014 recante deroga a talune disposizioni dell’allegato II del regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti alimentari con riguardo al trasporto marittimo di oli e di grassi liquidi. Si parla qui delle condizioni che riguardano le attrezzature e le pratiche di spedizione nonché i criteri relativi alle sostanze da trasportare con un’imbarcazione marittima come carico precedente. Le sostanze che sod-
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disfano tali criteri sono elencate nell’allegato del regolamento (UE) n. 579/2014 (Elenco dei carichi precedenti accettabili). Tuttavia, nel parere scientifico del 24 novembre 2016 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha valutato l’accettabilità delle sostanze acetato di metile, etil ter-butiletere, solfato di ammonio e lignosolfonato di calcio come carichi precedenti, concludendo che l’acetato di metile e l’etil ter-butiletere soddisfano i criteri di accetta-
bilità come carico precedente, che per il solfato di ammonio solo i prodotti per alimenti soddisfano i criteri di accettabilità e che il lignosolfonato di calcio non soddisfa tali criteri. Per questo si è reso opportuno modificare l’elenco dei carichi precedenti accettabili riportato nell’allegato del regolamento (UE) n. 579/2014. Per la consultazione dei regolamenti integrali rimandiamo al link: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=OJ:L:2019:159:TOC
NUOVI LIVELLI PER I RESIDUI DI ALCUNI ANTIPARASSITARI Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 157 del 14 giugno scorso è comparso il Regolamento (Ue) 2019/973 della Commissione del 13 giugno 2019 che modifica gli allegati II e III del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui degli antiparassitari bispyribac, denatonio benzoato, fenoxicarb, flurocloridone, quizalofop-P-etile, quizalofop-P-tefurile, propaquizafop, tebufenozide in o su determinati prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale. Il regolamento (CE) n. 396/2005, nella versione antecedente le modifiche introdotte dal presente regolamento, continua ad applicarsi ai prodotti aventi origine nell’Unione o importati nell’Unione prima del 4 gennaio 2020. Per la consultazione del documento completo rimandiamo al link: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=uriserv:OJ.L_ .2019.157.01.0003.01.ITA&toc=OJ:L:2019:157:TOC
EUROFINS CHEMICAL CONTROL un centro di ricerca e analisi al servizio delle aziende del settore alimentare. Fondato nel 1979, è entrato a far parte del GRUPPO EUROFINS nel 2006 PRINCIPALI RICERCHE E SERVIZI DI ANALISI • Aspetti nutrizionali e Studi di Shelf-life (stabilità dei prodotti nel tempo) • Analisi degli additivi e di parametri qualitativi e caratteristici • Analisi dei residui di contaminanti (fitofarmaci, micotossine, metalli pesanti, PCB, diossine, residui di medicinali veterinari, ormoni, IPA, contaminanti di processo, ecc.) • Analisi Microbiologiche e Filth test (determinazione impurità solide e ricerca cause infestazione) • Analisi allergeni (ELISA, PCR, analisi chimiche) • Analisi OGM e identificazione specie/varietà mediante analisi del DNA • Analisi sugli imballaggi alimentari (food packaging) • Studi di messa a punto di nuovi metodi e/o indici analitici • Autenticità degli alimenti mediante analisi isotopica, metodi di screening e analisi del DNA • Test analitico-sensoriali (FREE-WAY) CONSULENZE PRINCIPALI • Assistenza nella messa a punto di nuovi prodotti e/o processi produttivi • Assistenza nella soluzione di problemi di processo che influiscono sulla Qualità e/o sulla Sicurezza alimentare
dei prodotti • Assistenza nella validazione di nuovi impianti produttivi • Attività di consulenza in materia di etichettatura e assistenza tecnico-legislativa • Assistenza nelle controversie con fornitori, clienti o laboratori ufficiali di revisione PRINCIPALI AUTORIZZAZIONI, CERTIFICAZIONI E RICONOSCIMENTI • LABORATORIO ACCREDITATO ACCREDIA n° 0490 in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 per l’esecuzione delle prove, il cui elenco è pubblicato sul sito www.accredia.it • REGIONE PIEMONTE: Laboratorio abilitato (n. di registrazione 14) ad effettuare prove analitiche relative all’autocontrollo • MINISTERO DELLA SANITA’ GIAPPONESE: Riconoscimento del laboratorio ad eseguire analisi su prodotti e bevande destinate all’esportazione (Laboratorio N. 216) • Iscrizione nell’elenco dei laboratori consigliati dall’AIC per la determinazione del glutine negli alimenti • LABORATORIO CERTIFICATO QS per controllo di residui in frutta, verdura, patate • ALTRI RICONOSCIMENTI/AUTORIZZAZIONI: sono indicati sul sito www.eurofins.it.
mercati consumi
Gli italiani più interessati al piacere che alla salute
Una nuova analisi dell’Osservatorio Immagino Nielsen, che ha monitorato oltre 100mila prodotti, ha rivelato che con il 2018 la voglia di gratificazione è tornata a spingere gli acquisti più edonistici, e se free from e italianità restano i fenomeni più rilevanti, rallentano e mostrano le prime criticità dopo anni di boom. Lo studio, che ha coperto l’81% delle vendite totali canalizzate in Italia da supermercati e ipermercati, aggiunge un nuovo importante tassello, per capire come sono cambiate le scelte d’acquisto degli italiani, nel corso dell’ultimo triennio, grazie a un approccio metodologico unico. Anche nella nuova edizione, l’Osservatorio Immagino è stato elaborato incrociando oltre 100 variabili presenti sulle confezioni dei prodotti di largo consumo con le rilevazioni scanner di Nielsen su venduto, consumo e fruizione dei media: è, quindi, una fotografia che abbina la visione ampia di un’inquadratura grandangolare alla ricchezza di dettagli e sfumature di una foto macro. Infatti, riesce a identificare e a tracciare le macro-tendenze cross-category e ad entrare nel dettaglio dei fenomeni più significativi anche nelle singole categorie, seguendone l’evoluzione, e ad arrivare a cogliere quelli emergenti e ancora di nicchia, che in questa edizione sono evidenziati, anche graficamente, all’interno dei diversi capitoli dell’Osservatorio. Dall’analisi delle informazioni riportate sulle etichette di 100.093 prodotti digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy (5.914 in più rispetto all’edizione precedente), sono emerse molte conferme di quanto già evidenziato nelle scorse edizioni e anche alcune novità: è nel mix tra gusto e benessere che va cercata la “cifra” del carrello della spesa medio italiano del 2018. A livello macro, il 2018 conferma la tendenza a un carrello della spesa più salutistico, sia per il diverso mix di spesa (più alimenti integrali, carni e salumi, meno pasta, olio extravergine di oliva), sia per la valorizzazione in etichetta delle componenti più salutistiche dei prodotti, come emerge dal metapro-
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dotto Immagino, costruito a partire dalle etichette nutrizionali presenti su oltre 60mila prodotti alimentari. Rispetto al 2017, a sostanziale parità di apporto calorico, il metaprodotto Immagino illustrato in figura ha registrato un’accelerazione nel taglio degli zuccheri (-1,6% verso un -0,2% del 2017) e nell’aumento delle fibre (+2,4% contro il +1,3% del 2017) e il consolidamento della crescita delle proteine (+0,4%, la variazione nel corso del 2017 era stata del +0,7%). E, mentre rallenta la crescita dei grassi complessivi (dal +0,8% del 2017 al +0,1% del 2018), si interrompe la tendenza alla riduzione dei grassi saturi (azzerando la decrescita dello -0,6% registrata nel 2017). Sostanzialmente stabili, invece, i carboidrati. Come già in passato, anche in questa edizione, l’Osservatorio Immagino ha approfondito l’evoluzione di 10 macro-fenomeni: richiamo dell’italianità; il mondo dei prodotti “senza” e di quelli “arricchiti in”; il tema delle intolleranze; gli stili di vita; il mondo di loghi e certificazioni; la texture dei prodotti e gli ingredienti benefici.
I trend più in vista Anche nel 2018 la “famiglia” più numerosa in supermercati e ipermercati è quella dei prodotti “free from” (che riportano in etichetta, ad esempio, “senza coloranti” o “senza zuccheri”): sono il 18,4% dei 64.800 prodotti alimentari monitorati dall’Osservatorio Immagino e realizzano un giro d’affari di 6,8 miliardi di euro. Ma nel 2018, per la prima volta, questo fenomeno ha smesso di crescere (+0,1% contro il +2,3% del 2017) e si è assistito piuttosto a una revisione dei numerosi claim utilizzati. Primi segnali di criticità anche per il secondo mondo per numero di prodotti a scaffale: quello dell’italianità, che accomuna oltre il 25% degli oltre 72mila prodotti del paniere alimentare analizzato e genera un giro d’affari complessivo di 6,8 miliardi di euro, con claim come “100% italiano” e “prodotto in Italia”, con bandiere tricolori o bollini Dop, Docg, Doc o Igp. L’Osservatorio Immagino ha rilevato che nel 2018 è rallentato il trend espansivo delle vendite (+1,9% a fronte di un +4,5% dell’anno precedente) e del tasso di crescita dell’offerta di nuovi prodotti. Nel 2018 sono emerse anche altre tendenze di consumo, a cui l’Osservatorio Immagino ha dedicato degli approfondimenti speciali: il boom del food to go (anche in GDO); la comparsa del tema della filiera sulle etichette dei prodotti; la valorizzazione sulle confezioni dei metodi di lavorazione e dell’innovazione di prodotto, ricetta o formato.
Il metaprodotto Immagino (Fonte: Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy).
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Il Food italiano sempre più forte nel segno della tradizione
È stata recentemente presentata la quinta edizione della più importante analisi economica del settore alimentare italiano, il Food Industry Monitor (FIM), redatto per Ceresio Investors dalla UNISG di Pollenzo, che presenta i dati economici e competitivi di 823 aziende, per un fatturato aggregato di circa 63 miliardi di euro, rappresentative del 71% delle società di capitali operanti nel settore. L’analisi ha preso in esame 15 comparti, evidenziando alti e bassi di un comparto in costante crescita. Un dato interessante è che le aziende del food che puntano sull’artigianalità sono cresciute negli ultimi dieci anni molto più della media delle aziende che non hanno fatto la stessa scelta. Inoltre, il legame con il territorio, l’artigianalità e l’innovazione nei processi produttivi sono le principali determinanti della crescita redditizia delle aziende del comparto: sia per quanto riguarda la redditività delle vendite (ROS), sia per quella del capitale investito
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(ROIC); l’artigianalità, poi, aiuta a sviluppare prodotti originali, venduti con un premium price. Nel 2018, il settore ha continuato a crescere fino al 3,1%: un valore che supera di oltre tre volte la crescita del PIL italiano. Il trend positivo è destinato a proseguire nel 2019 e nel 2020, a tassi attesi di circa il 3% annuo (2019: 3%; 2020: 2,9%). Tra i punti deboli dell’agroalimentare, invece, si evidenzia che solo il 30% delle aziende possiede un proprio canale di vendita on-line. Il quadro evidenzia che il food è uno dei settori più forti del panorama italiano, con molte aziende capaci di eccellere grazie anche a una forte propensione internazionale. Queste aziende sono attualmente fra gli obiettivi principali dei fondi di private equity, il motore della maggior parte delle aggregazioni, e hanno ottime prospettive di crescita, grazie a fusioni, acquisizioni e ovviamente al supporto finanziario. Secondo lo studio, i comparti che crescono maggiormente nel lungo periodo sono: farine, food equipment, caffè, surgelati, olio, packaging e vino. La redditività commerciale (ROS) nel comparto dei distillati è storicamente più elevata. Si rilevano buone performance anche per i comparti dell’acqua, dei dolci, della birra e della pasta, che hanno valori superiori alla media dell’intero settore. Accanto a comparti tipicamente forti si assiste allo sviluppo di interessanti strategie di nicchia. È il caso dell’olio, dove alcuni produttori di medie dimensioni hanno investito sul branding e sulla comunicazione, puntando su nicchie di mercato e premium price basati sulla qualità percepita. Un trend simile si registra anche nel comparto delle farine, dove le medie aziende e alcuni grandi player si sono focalizzati su prodotti con caratteristiche innovative per usi specifici, quali la produzione domestica di pani e pizze speciali. Altro comparto interessante è il packaging, uno dei principali driver dell’innovazione nel food, per diversi motivi: sono cambiate le abitudini di consumo e i formati, spesso più compatti e resistenti. Sono cambiate le formulazioni, la shelf-life e quindi anche il packaging, come nel caso ad esempio dell’eliminazione dell’olio di palma. Infine, è in atto la sfida di creare imballaggi a ridotto impatto ambientale. I comparti con una crescita più equilibrata, con un ideale bilanciamento tra i profili di crescita, redditività e solidità finanziaria, sono: caffè, food equipment, distillati, farine e, in misura minore, vino. Pasta, surgelati, packaging e acqua sono comparti a metà del guado, ovvero che mostrano criticità in uno dei tre profili. I comparti che mostrano maggiore criticità invece sono: salumi, olio e latte.
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Una panoramica sul mercato della maionese senza uova
L’analista Future Market Insights (FMI) ha recentemente diffuso un’indagine dedicata al mercato della maionese senza uova, un settore in cui innovazione e disponibilità del prodotto al dettaglio offrono ai produttori notevoli opportunità di guadagno. L’analisi del mercato globale condotta nel periodo 2013-2018 e le valutazioni estese al 2019-2028 parlano, in termini di valore, di un mercato mondiale del valore di 3.440 milioni di dollari nel 2018 che dovrebbe crescere con un CAGR di oltre il 6% durante il periodo di previsione. L’obesità è la causa di problemi di salute come l’ipertensione, il diabete e l’ipercolesterolemia che possono portare a complicazioni come infarto, insufficienza di vari organi o crisi epilettiche, sia nei bambini che in individui più anziani. La crescente consapevolezza dell’importanza di stili di vita e alimentazione sta trainando la richiesta di maionese senza uova, un prodotto che vanta un contenuto calorico inferiore di circa il 20-30% rispetto alla maionese con uova. Anche per questo sta aumentando la richiesta di maionese senza glutine, senza grassi e senza uova.
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La maionese naturale e biologica è composta da diversi oli: di oliva, girasole, avocado, lino, senape e semi di vinaccioli. La maionese senza uova è disponibile in diversi gusti come tandoori, aglio e erbe, menta, lime, curry, aioli, erba cipollina, senza soia e molto altro. Grazie all’ampia gamma di gusti, i prodotti biologici, naturali, senza grassi e senza glutine stanno attraendo un numero sempre maggiore di consumatori e promuovendo la crescita della maionese vegana e senza uova. Prezzo basso, facilità d’uso e una maggiore propensione alla spesa per mangiare fuori casa hanno contribuito ad aumentare le vendite di maionese senza uova, facilmente disponibile sotto molteplici marchi in tutti i negozi di alimentari, supermarket, negozi di prossimità, ipermercati e siti di vendita sul web. È un prodotto disponibile ovunque e a prezzi ragionevoli, il che ne aumenta la domanda e aiuta ad incrementare i margini di guadagno, ma in molti Paesi esistono negozi specifici per prodotti vegani, facilitandone il reperimento da parte dei consumatori. A livello globale è in aumento il numero di individui vegani e di chi preferisce non mangiare uova. I millennial sono attivamente impegnati in ONG che si occupano di benessere animale e in numerosi programmi da esse organizzati per promuovere il veganismo, uno stile alimentare che sta diventando di massa e che contribuisce ad aumentare le vendite di maionese senza uova.
Tattiche di marketing vincenti In pratica, è quasi impossibile cambiare il mercato delle uova nel suo complesso, almeno per i prossimi 10 anni. Nonostante questo, il segmento dei prodotti “senza uova” sta crescendo rapidamente e si prevede che le recenti tendenze come il cambiamento di dieta e la maggiore attenzione alla salute aumenteranno le vendite di maionese senza uova, oggi disponibile in confezioni attraenti e convenienti, tipo bottiglie sia in vetro che in plastica, ma anche in buste piccole e grandi facili da trasportare, ad esempio in viaggio. Le confezioni di maionese senza uova sono disponibili in diversi colori, ad esempio il gusto pomodoro si trova di solito in una bottiglia di colore rosso per rendere più facile la scelta dei consumatori. Fra i dati illustrati nel rapporto di Future Market Insights figurano le previsioni per l’area Asia Pacifica che dovrebbe guidare il mercato in termini di quota percentuale, mentre Nord America ed Europa registreranno un CAGR relativamente più elevato. Inoltre, l’America Latina è una regione di primo piano per gli operatori che vogliono entrare su questo mercato che offre le maggiori opportunità di crescita. Alcuni dei principali attori del mercato sono: Dr. August Oetkar KG, Crosse & Blackwell, Kensington & Sons, LLC, Nestle, Zydus benessere Limited, Del Monte Foods Inc., Spectrum Organic Products, LLC, gruppo Unilever, Inc. Just, Veeba Food Services Private Limited e Follow Your Heart, Remi CV, Granovita, Nasoya Foods, Inc. e Conagra Brands, Inc. La crescente domanda di maionese senza uova e l’incremento del numero di produttori in tutto il mondo sono le ragioni dell’aumento del livello di competitività in questo segmento. Per mantenere la loro posizione nel mercato della maionese senza uova, l’industria sta proponendo prodotti unici e innovativi con offerte interessanti. www.futuremarketinsights.com
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I consumi fuori casa trainano i surgelati in Italia
Dall’ultimo “Rapporto annuale sui Consumi dei prodotti surgelati in Italia” realizzato da IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati – emerge che, nonostante il 2018 sia stato un anno complesso per l’economia italiana e l’andamento del comparto alimentare in generale abbia registrato un calo nelle vendite del -0,8% a valore e del -1,3% a volume, i consumi di prodotti surgelati hanno confermato la maturità del settore, chiudendo l’anno con una sostanziale stabilità (-0,3%), in linea con i volumi del biennio 20162017, quando invece fu registrato un forte boom di vendite. Nel 2018 sono state acquistate 838.580 tonnellate di prodotti “sottozero” (vs. le 841.500 del 2017), con i vegetali (398.310 tonnellate), l’ittico (112.700 tonnellate), le patate (145.760 tonnellate) e le pizze (91.450 tonnellate) che restano tra i prodotti più amati dal consumatore. Il dato più interessante tra i consumi di frozen food riguarda il canale catering, che in valori assoluti ha superato le 315.000 tonnellate, registrando nel 2018 un +1,6% rispetto all’anno precedente; il consumo “in casa”, invece, ha raggiunto quota 523.580 tonnellate (-1,5% sul 2017). “In linea con quanto accaduto nel comparto alimentare in generale, anche in quello dei surgelati – afferma Vittorio Gagliardi, Presidente IIAS – la lieve flessione emersa nel 2018 ha riguardato solo i consumi domestici, mentre il ‘fuori casa’ ha registrato una importante crescita, che ha bilanciato l’andamento del mercato, mantenendo invariato il risultato finale in termini di consumi complessivi sul 2017 (anno da considerarsi ‘eccezionale’ per i frozen food). I surgelati hanno confermato di essere parte integrante delle abitudini alimentari quotidiane degli italiani, non solo domestiche ma anche fuori casa, a conferma di come i prodotti sotto zero siano ormai sempre più un elemento imprescindibile anche nelle cucine dei nostri ristoranti. Di fatto – continua Gagliardi – le principali prerogative del prodotto surgelato (ovvero, l’elevata qualità e la naturalità delle materie prime, la disponibilità in ogni periodo dell’anno, gli alti contenuti nutrizionali, l’assoluta igienicità e sicurezza alimentare) hanno ormai conquistato anche gli chef e i ristoratori di tutta Italia, ricoprendo un posto importante nella cucina di alta qualità”.
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Se il 2018 ha, dunque, registrato risultati tendenzialmente “flat”, i primi mesi del 2019 mostrano interessanti segnali di sviluppo, che inducono a una previsione ottimistica su una possibile inversione di tendenza dei consumi alimentari nell’anno in corso: “È ancora prematuro – commenta Gagliardi – fare dei consuntivi, dal momento che il 2019 si è aperto in un clima di grande incertezza per tutta l’economia italiana, ma stando agli ultimi dati Istat, sembrerebbe che l’indice di fiducia dei cittadini e delle imprese ad aprile sia tornato a crescere, per cui è d’obbligo concedersi una ventata d’ottimismo. In effetti, se consideriamo i dati di consumo disponibili dei primi quattro mesi del 2019 nel comparto surgelati, notiamo un andamento positivo che fa bene sperare: i vegetali recuperano con un +0,4% sul 2018 (registrando un’interessante crescita di passati/zuppe/minestroni pronti al consumo); prosegue il rilancio delle carni, in particolare bianche; le patate fermano la loro inspiegabile decrescita; l’ittico mantiene le posizioni conquistate; il mercato delle pizze così come quello dei ricettati rimangono stabili, ma strettamente connessi alla mutevole situazione economica italiana”.
Crescono i surgelati in italia Sebbene lo scorso anno non si siano registrate le medesime condizioni favorevoli che hanno portato nel 2017 a un record dei consumi di frozen food, tuttavia – come dimostra la serie storica dei consumi negli ultimi decenni – il risultato messo a segno dai surgelati nel 2018 rimane superiore a quello di tutti gli anni antecedenti il 2017, raggiungendo un valore di mercato stimato tra i 4,3 e i 4,6 miliardi di euro circa. Ovviamente i risultati registrati in Italia sono ancora ben lontani da quelli raggiunti oltre Manica: in Gran Bretagna, nel 2018 sono state acquistate 2.097.089 tonnellate di ali-
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menti surgelati (il 2% in più rispetto al 2017), con un fatturato pari a quasi 7,2 miliardi di euro. Del resto, il consumo pro-capite annuo di frozen food in UK, nel solo canale retail, è pari a 31,5 kg: quasi 4 volte gli 8,6 kg del retail in Italia – a cui si aggiungono i 5,2 kg del catering, per un totale di 13,8 kg di consumo pro-capite complessivo nel nostro Paese. Il settore dei surgelati continua a presentare in Italia interessanti margini di crescita: nel 2018, sono oltre 25 milioni le famiglie italiane che hanno consumato frozen food (circa il 95, 5% del totale). Questa tendenza in positivo è confermata anche dall’analisi di un particolare segmento del comparto: il “porta a porta”. L’andamento di questo settore riflette con estrema chiarezza il nuovo e ormai consolidato stile di vita del consumatore, alla ricerca di: massimo servizio, contatto diretto con il venditore, ampia scelta di prodotti. Alla base del crescente successo del “porta a porta” c’è anche un rapporto di fiducia, di tipo consulenziale, che le aziende del settore hanno saputo instaurare con il cliente. Ecco perché anche il 2018 si è chiuso con una conferma dei risultati dell’anno precedente, sia a volume che a valore: risultati che erano stati più dinamici (+3,4%) di quelli, già eccellenti, ottenuti nel 2017 dall’intero comparto.
Vegetali, ittici, patate, pizze & snack in cima alle preferenze degli Italiani Il 2018 è stato per i consumi alimentari l’anno del “ready to eat” e della “home delivery”, ma anche della sostenibilità. Tradizione, sperimentazione e risparmio sono stati i principali driver d’acquisto nelle scelte alimentari, influenzando l’andamento di ogni singolo segmento merceologico anche nel comparto surgelati. Sono sempre i vegetali a confermarsi in testa ai consumi dell’intero comparto (47,5% del totale), raggiungendo nel 2018 quota 398.310 tonnellate. Sebbene, in valori assoluti, si segnali una flessione del -1% rispetto al 2017 (che ha toccato nel retail un -2,3%, compensato poi dal +0,7% del catering), va tuttavia evidenziato l’exploit di zuppe e passati ricettati (+2,4%), a conferma della capacità del settore di soddisfare pienamente le richieste del consumatore in termini di benessere, nutrizionalità e servizio, con un’offerta che risponde anche alle più recenti tendenze/mode alimentari in voga (vegetarianismo, veganismo, …). Performance interessanti anche per i prodotti ittici: nel 2018, ne sono state consumate 112.700 tonnellate, con una diminuzione nel retail del -1,1%, ma con un aumento nel catering del +1,5%. L’ittico si conferma dunque il secondo segmento del comparto: i naturali, il mollame e i crostacei rimangono stabili e vengono apprezzati per la qualità, la disponibilità, l’ampia scelta e l’alto contenuto di servizio, essendo pronti al consumo e senza sprechi. Continuano a crescere nel 2018 i consumi di patate surgelate, che raggiungono quota 145.760 tonnellate, con un lieve incremento del +0,3% rispetto al 2017, ribadendo il gradimento degli Italiani per un prodotto gustoso e versatile nella preparazione (frittura o in forno). Da sottolineare nel canale retail, l’incremento delle patate “elaborate”, con versioni innovative sempre più in linea con le esigenze dietetiche della popolazione. Le pizze si confermano un prodotto molto gradito dal consumatore, con consumi pari a 91.450 tonnellate (quarto segmento del comparto con
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una quota del 10,9%). Rispetto al 2017, si è registrato un -1,1% nel retail (che totalizza l’84% dei consumi totali) e un +3,6% nel catering. Innovazione continua, qualità raggiunta e costante ampliamento dell’offerta sono i fattori vincenti di questo segmento. Senza glutine, vegetariana, con farine integrale o di Kamut, tonda, quadrata, piccola, grande, fina o spessa: le aziende offrono al consumatore una scelta di pizze che soddisfa ogni esigenza, unendo tradizione e fantasia in quello che rimane l’alimento più gradito degli Italiani. Tengono nel 2018 anche i consumi dei piatti ricettati, che si attestano complessivamente a 45.480 tonnellate (5,4% del totale), un valore analogo a quello del 2017 (45.500). Un calo è stato registrato nel canale retail (-1,6%), cui ha risposto anche stavolta un incremento nel catering (+3,8%), permettendo – in valori assoluti – di avere consumi positivi rispetto agli anni precedenti. Contro ogni attesa, il 2018 segna anche una ripresa del segmento delle carni, in particolare bianche. Complessivamente, i consumi di carni rosse e bianche hanno totalizzato 27.265 tonnellate (+3,5% rispetto al 2017). L’aumento – rilevante soprattutto per le carni bianche (+4,9%) – ha riguardato, per la prima volta dopo anni, anche le carni rosse (+0,5%) e ha interessato sia il retail, sia il catering. Il “risveglio” del segmento delle carni surgelate riflette, ancora una volta, l’andamento del mercato alimentare in generale, che anche nel comparto delle carni fresche ha segnato un lieve recupero nella dieta giornaliera degli Italiani.
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Il mercato europeo dei prodotti per la prima colazione
Una nuova indagine dell’analista Research and Markets dedicato al mercato dei prodotti per la prima colazione (forno e cereali) in Europa ne illustra dimensioni, crescita e previsioni in 5 Paesi, nello specifico Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. I prodotti coperti dall’indagine comprendono brioche come pane all’uvetta, croissant, ciambelle, muffin e focaccine, compresi prodotti di pasticceria per il mattino tipo merendine da cuocere nel tostapane. Questo mercato europeo ha registrato un tasso di crescita annuale composto (CAGR) negativo nel periodo 2012-2017 (-1,88%), con un valore di vendita di 15,253 miliardi di dollari nel 2017, pari a un incremento del 3,61% rispetto all’anno precedente. Il mercato ha ottenuto la sua performance migliore nel 2013, quando mise a segno una crescita del 4,06% rispetto al 2012, mentre l’anno peggiore è stato il 2015, quando si registrò un crollo del 15,53% sull’anno precedente. L’analisi di mercato considera un arco previsionale fino al 2022, coprendo aspetti quali valore e volume delle vendite e, fra i prodotti, sia quelli industriali confezionati che quelli artigianali sfusi, con particolare riferimento ai marchi principali e alle vendite complessive che hanno messo a segno fra il 2014 e il 2017 suddivisi per canali distributivi (ipermercati e supermercati, negozi di prossimità, grandi magazzini, discount, venditori online, alimentari, drogherie, farmacie, negozi di prodotti per salute e bellezza ed altro ancora).
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l’azienda
Geartec: innovazione e trasparenza le chiavi del successo Dinamica azienda lombarda operante nel settore della trasformazione di materiali plastici, Geartec è riuscita in pochi anni a convincere il mercato e a posizionarsi come fornitore di eccellenza di particolari in materiali polimerici e compositi, grazie all’intraprendenza e all’esperienza tecnica maturata dal suo staff. La storia ha inizio nel giugno 2015, quando Giancarlo Piatti, dopo un’esperienza più che ventennale nel mondo delle materie plastiche, alla guida di Ensinger Italia, ne rileva il ramo d’azienda dei prodotti finiti dedicato alla produzione e vendita di particolari a disegno, lavorati meccanicamente e stampati ad iniezione, con lo scopo di continuarne le attività e di svilupparle sia in Italia che all’estero. Grazie alle competenze del management e dell’organico, composto da addetti precedentemente impiegati proprio in Ensin-
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ger Italia e con un’esperienza media di 15 anni nel settore della plastica, Geartec concentra oggi la propria attività su particolari finiti di estrema precisione.
L’azienda è passata nel giro di pochi anni da 20 a 30 dipendenti, e da 3,6 a oltre 5 milioni di euro di fatturato, anche grazie ad alcuni importanti investimenti soprat-
Uno scorcio dello stabilimento di produzione di Geartec.
l’azienda
tutto nel settore delle microlavorazioni di materiali polimerici, uno dei fiori all’occhiello della società. Sempre in un’ottica di crescita, Geartec è entrata nel 2017 nel Gruppo Atag, azienda con la quale condivide l’ambito di business, in una logica di completamento dell’offerta produttiva, grazie alla specializzazione di Atag nel settore degli elastomeri e di rafforzamento della presenza sul mercato, attraverso la capillare rete di vendita. Questa operazione è finalizzata inoltre a favorire lo sviluppo del mercato estero, che ad oggi rappresenta il 10% del fatturato, ma dove Geartec ha le carte in regola per raccogliere nuovi successi. La sfida ambiziosa è quella di costruire un polo di riferimento europeo per le microlavorazioni di particolari finiti di precisione in materiali plastici, e per garantire sempre i migliori standard è stata scelta la strada delle certificazioni, nella convinzione che la massima trasparenza sia il requisito fondamentale per conquistare la fiducia del cliente. Il sistema di qualità aziendale è infatti certificato UNI EN ISO 9001:2015 per la produzione di pezzi a disegno, realizzati mediante lavorazione meccanica di tecnopolimeri e per la produzione di articoli tecnici stampati in tecnopolimeri, mentre le officine lavorano in conformità alla Direttiva europea 2023/2006 (Good Manifacturing Practice), che stabilisce le buone norme di fabbricazione per materiali ed i pezzi che vengono a contatto con gli alimenti, ponendo particolare attenzione agli aspetti relativi alla fornitura di materiale, all’identificazione e tracciabilità di ogni singolo pezzo, ad esempio tramite marcatura laser, e offrendo garanzia di si-
curezza, qualità e costanza delle forniture. Geartec, a seguito di un audit specifico, è stata altresì inserita negli elenchi NSF – l’ente USA indipendente, che certifica prodotti e produzioni in relazione alla sicurezza di cibi e bevande – quale produttore di particolari a contatto con gli alimenti e, quindi, può marcare i propri pezzi come conformi alle specifiche dell’ente americano. L’attenzione all’innovazione di Geartec è la leva per la crescita. Per questo è costante l’investimento nell’ammodernamento dei processi produttivi che ha permesso di allineare l’azienda a Industry 4.0, anche grazie all’adozione di un software Open Mind per i sistemi di fresatura.
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altissima velocità a 5 assi, dedicato alle microlavorazioni ed alle lavorazioni di precisione, da svolgersi in ambiente protetto, per offrire particolari con fori anche da 0,2 mm e tolleranze centesimali, ma anche in grado di provvedere ad operazioni di finitura e marcatura dei prodotti, e a piccoli assemblaggi consegnando attrezzature o sottoassiemi premontati. Un’unità distaccata è inoltre dedicata alle fresature con piano aspirato e specializzato nel-
La produzione Le unità produttive Geartec sono in grado di realizzare particolari polimerici e compositi tramite asportazione di truciolo, fresati e torniti, e pezzi stampati ad iniezione. Lo stabilimento dedicato alle lavorazioni meccaniche di precisione è dotato di frese con 3, 4 e 5 assi, e centri di tornitura anche multitesta con doppio mandrino, cioè macchine adatte a soddisfare ogni esigenza e capaci di rispondere rapidamente agli ordini, evitando accumuli in magazzino e garantendo consegne anche in pochi giorni in caso di necessità. Per proiettarsi sempre più nel futuro, l’azienda ha investito nella lavorazione di materiali high-tech, realizzando componenti di grande complessità, per i quali sono richieste finiture e tolleranze sempre più stringenti. Per questo è stato creato un reparto con centri di fresatura ad
Valvola rotante in PEEK per macchina alimentare (Geartec).
le lavorazioni a pantografo. I pezzi in cui è richiesta stabilità dimensionale possono venire sottoposti a trattamento termico che, eliminando le tensioni residue del processo di trasformazione, garantisce il rispetto delle tolleranze anche a lungo termine anche in pezzi sottoposti a cicli termici gravosi. In più, lo stabilimento dedicato allo stampaggio ad iniezione è in grado di produrre particolari tecnici anche in polimeri ad elevate prestazioni.
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Per il settore alimentare Processo e confezionamento per il food & beverage sono i settori che assorbono circa il 50% del fatturato. Geartec è infatti fornitore delle filiali italiane di importanti produttori internazionali e di costruttori nazionali di macchine per la lavorazione, il confezionamento e l’imbottigliamento alimentare, proponendo particolari in materiale plastico che garantiscono conformità alle normative che tutelano il consumatore finale (EU 10/2011, FDA), inerzia chimica, leggerezza ed elevate proprietà meccaniche,
impianti alimentari, sin dalla fase progettuale, collaborando con gli uffici tecnici e di qualità sulla scelta del materiale plastico più adatto. Sono infatti molte le occorrenze che si devono affrontare in fase progettuale nel mondo del food & beverage e del packaging, non solo relativamente ai requisiti prestazionali, al rispetto delle specifiche iniziali, il funzionamento e la durata della macchina ma, ovviamente, occorre essere certi anche del mantenimento delle proprietà dei cibi e della rispondenza agli standard e alle normative richiesti per ogni singola applicazione.
Elemento raschiante in PEEK detectabile (Geartec).
con notevoli vantaggi sia dal punto di vista tecnico-prestazionale, sia da quello dell’ottimizzazione economica. La bassa densità delle materie plastiche consente, ad esempio, di contenere il peso e l’inerzia dei componenti per la realizzazione di macchine più veloci, di ridurre le dimensioni di particolari e meccanismi diversi, come boccole, ingranaggi, cuscinetti o addirittura motori, ottenendo anche significative ottimizzazioni di costo. Geartec è in grado di supportare i costruttori di macchine ed
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Ad esempio, la resistenza chimica e alla corrosione fornita dai tecnopolimeri protegge i componenti sottoposti ai lavaggi e alle sanificazioni – in cui spesso si usano anche sostanze aggressive – necessari a garantire la pulizia e l’igiene della macchina; mentre la resistenza termica e meccanica dei polimeri ad alte prestazioni permette alle materie plastiche di essere utilizzate anche nelle applicazioni più gravose. I pezzi utilizzati nelle macchine per la lavorazione alimentare o per il packaging sono solitamente rica-
vati tramite asportazione di truciolo, processo che risulta indicato in caso di lotti produttivi medio-piccoli e ove siano prescritte tolleranze dimensionali e di forma ristrette. Ma Geartec è anche in grado di stampare componenti a iniezione – laddove necessario, per produzioni più ampie – certificando la produzione secondo il Regolamento Europeo 2023/2006 CE (GMP). I materiali utilizzati e disponibili in Geartec per questi settori sono molti – ad esempio, il PA6, il PA66, il PTFE, il PE, le resine POM, il PVDF e il PEEK – e conformi FDA ed ai Regolamenti Europei 1935/2004 CE e 10/2011 CE. Sono completamente tracciabili, sin dal ricevimento della materia prima e anche durante le fasi produttive, attraverso un sistema di controllo a codici a barre e ad un archivio documentale elettronico. Ogni singola fornitura può inoltre essere corredata da una Dichiarazione di Conformità che garantisce il cliente e il consumatore finale del rispetto di specifiche e normative cogenti. Lo stesso sistema elettronico permette di verificare l’avanzamento della commessa e lo stato dei controlli qualitativi sui pezzi. I particolari, al termine della produzione, possono essere marcati tramite punzonatrice o laser per facilitarne l’identificazione e il prolungamento della tracciabilità anche presso i magazzini del cliente. Fra le realizzazioni più interessanti ricordiamo le valvole per processi di riempimento in materiali a bassa rugosità e i pezzi su misura in PEEK per macchine imbottigliatrici, con un innovativo rullo in plastica resistente all’abrasione e boccole in superpolimero, capaci di garantire una durata di tre volte superiore alle applicazioni tradizionali.
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Nutkao inaugura il nuovo stabilimento La piemontese Nutkao, azienda fondata nel 1982 da Giuseppe Braida, è leader mondiale nella produzione di crema spalmabile a base di cacao e nocciole per il segmento Private Label e semilavorati per l’industria dolciaria L’azienda ha chiuso il 2018 con un fatturato di 140 milioni di euro, con una crescita di circa 8% rispetto al 2017, e quest’anno si pensa di chiudere a 165 milioni di euro. Impetuosa la sua crescita in questi anni su molteplici mercati, fino ad arrivare nell’agosto 2015 ad aprire un nuovo stabilimento produttivo negli Stati Uniti a Battleboro (North Carolina) focalizzato sulla produzione di tutta l’area NAFTA e, nello stesso periodo, ad acquisire un sito produttivo ad Accra, in Gha-
Il momento del taglio del nastro all’inaugurazione del nuovo stabilimento di Nutkao.
Il nuovo stabilimento Nutkao a Canove di Govone (CN).
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na, per la produzione di cacao e derivati. Per sostenere il ritmo di crescita in termini di produzione e fatturato di questi ultimi anni, nel 2018 la holding White Bridge Investments entra nel capitale sociale come socio di maggioranza, rilevando l’80% del pacchetto azionario L’ultimo passo in ordine ti tempo si è svolto lo scorso giugno, con l’inaugurazione del nuovo stabilimento a Canove di Govone (CN). L’opera di ampliamento del presente sito produttivo costruito nel 2001 ha richiesto un investimento di oltre 30 milioni di euro, portando all’aumento della capacità produttiva di circa 30.000 tonnella-
notizie dal mondo
tura per prodotti dolciari da forno anche surgelati, colombe pasquali o panettoni natalizi e altri prodotti dolciari Il business di Nutkao si sviluppa da sempre anche oltre confine, con una ripartizione equa tra l’Italia e l’estero. Le vendite effettuate rappresentano rispettivamente il 57 e 43% del fatturato totale. La Francia è il mercato dove l’azienda ha ottenuto un ottimo posizionamento e rappresenta il 18% delle vendite. Attualmente la Nutkao opera in circa 100 Paesi tra i quali gli Stati Uniti, Canada, Sud America e Australia. “Quando ho fondato Nutkao nel 1982, mi sono posto come obiettivo quello di posizionare l’azienda in un settore che ai tempi aveva ampi margini di crescita e sviluppo, quello delle Private Label. Essere tra i pionieri del settore ha portato, dopo 37 anni di attività a conquistare una posizione di leadership non solo a livello locale, ma anche internazionale. L’ampliamento dello stabilimento è un ulteriore passo in avanti che ci rende una realtà “reattiva” capace di rispondere in modo “rapido, efficace ed efficiente” alle richieste del mercato.” ha commentato Giuseppe Braida, fondatore e Presidente di Nutkao.
Il tostino per le nocciole.
te all’anno e ad una superfice quasi raddoppiata, che passa da 12.000 a 20.500 m2. Ad oggi, il sito produttivo ospita, oltre agli uffici, due magazzini (uno delle materie prime e imballi e uno dei prodotti finiti) entrambi informatizzati e dotati di tecnologie RF. A questi si aggiunge il reparto produzione con controllo computerizzato della produzione di cioccolato e creme e il reparto confezionamento con 14 linee. L’incremento della produzione è un fattore fondamentale per essere efficaci ed efficienti nel settore delle Private Label. Nei prossimi tre anni – commenta Andrea Guidi, Amministratore Delegato – ci siamo dati come obiettivo il raggiungimento di 200 milioni di fatturato.” Innovazione, tecnologia e investimenti mirati sono gli asset che hanno portato alla crescita esponenziale di Nutkao. Particolare attenzione viene data al monitoraggio dei trend di mercato al fine di ottimizzare i flussi e le richieste provenienti dai tre canali sui quali opera in modo sinergico: retail, industria (cioccolato puro liquido in cisterne, creme anidre da riempimento in cisterne, cioccolato puro in gocce) e gourmet (semilavorati per pasticceria, fra cui creme ani-
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dre in secchi, cioccolato puro in gocce, dischi o blocchi). Tra questi il 60% delle vendite proviene dal retail per il quale vengono fornite creme al cacao e nocciole per prodotti principalmente a marchio del distributore e con marchio Nutkao per il 7% sul totale. Nell’industria, il cioccolato fornito da Nutkao è utilizzato come semilavorato per la produzione di articoli al cioccolato quali ad esempio uova di Pasqua, tavolette e praline di cioccolato, gianduiotti, biscotti con gocce. Le creme spalmabili sono invece utilizzate per il riempimento di cioccolatini, farci-
Una delle linee di riempimento creme in barattoli.
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Un caseificio all’avanguardia In occasione della presentazione ad Amsterdam della prossima edizione di Anuga, il salone mondiale dell’alimentazione in programma a Colonia il prossimo ottobre, siamo stati invitati a visitare il nuovo e moderno caseificio Cono Kaasmakers, che produce il pregiato Gouda Beemster, formaggio olandese prodotto con il delizioso latte cremoso del polder di Beemster, una terra bellissima inserita fra i siti che fanno parte del patrimonio mondiale dell’Unesco.
La struttura, inaugurata lo scorso novembre, misura 220x55 m e si ispira nella forma alle stesse linee geometriche e proporzioni del polder su cui poggia, per integrarsi perfettamente nel paesaggio, con il magazzino interrato di 4 metri sotto il livello del suolo. La sua progettazione, curata da uno studio di architetti e premiata come l’edificio commerciale più bello e sostenibi-
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Il moderno stabilimento Cono Kaasmakers.
le d’Olanda, fa sì che l’impatto ecologico in termini di CO2 prodotta sia neutro. Cono Kaasmakers è una cooperativa di agricoltori con oltre 100 anni di storia che oggi conta 440 conferitori. Il formaggio Gouda viene prodotto con il miglior latte di vacche lasciate libere nei floridi pascoli del polder per la maggior parte dell’anno, il cui terreno argilloso e ricco di minerali produce un’erba nutriente che si traduce in un latte cremoso e dolce. Inoltre, gli animali vengono gestiti secondo metodi di allevamento sostenibile per ogni parte della filiera, dalla mucca al formaggio. La materia prima naturale e
Una fase della produzione del Gouda Beemster.
il seguire il ritmo delle stagioni fa sì che il prodotto non sia standardizzato se non nell’eccellente qualità, riconosciuta da numerose onorificenze, come garantiscono anche la lavorazione artigianale e il tocco umano dei mastri casari. Il formaggio Beemster può anche fregiarsi in qualità di fornitore ufficiale della Casa reale olandese, che ne fa il formaggio più rinomato nei Paesi Bassi. Nello stabilimento situato sull’altra sponda del canale possono essere conferiti 400 milioni di kg di latte da trasformare a pieno regime in 40.000 tonnellate di formaggio. Attualmente si arriva a un po’ meno di 30.000 t di formaggio,
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mentre 20.000 t di latte prodotto dagli allevatori della zona di Ommen vengono destinate alle Gelaterie Ben & Jerry’s Ice Cream in Europa e, nella fattispecie, allo stabilimento produttivo di Hellendoorn. Ogni anno vengono anche prodotte
2.000 t di latte in polvere e 13.000 di siero in polvere. Ci è stato illustrato il flusso di lavoro dal latte in ingresso fino alla produzione e allo stoccaggio dei pregiati formaggi, stagionati a seconda delle tipologie da 1 a 26 mesi.
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I formaggi Beemster prodotti da Cono vengono venduti soprattutto in Olanda, Belgio e Germania, ma sono anche apprezzati in mercati lontani come Stati Uniti, Giappone e Cile, per un totale di 21 Paesi.
Thaifex-World of Food Asia conferma il primato nel continente giallo Si è conclusa con una nuova affermazione l’ultima edizione del Thaifex-World of Food Asia, la più grande fiera dedicata all’industria del food & beverage nella regione asiatica che ha portato a Bangkok oltre 67.000 visitatori provenienti da 134 Paesi – e per la maggior parte da Cina, Malesia, Filippine, Cambogia e Usa – e 2.745 espositori, di cui 28 start-up che hanno potuto farsi conoscere da un pubblico internazionale. In attesa della prossima edizione del 2020, che sarà ribattezzata Thaifex-Anuga Asia, hanno trovato visibilità sostituti della carne a base vegetale, servizi di consegna per alimenti con i droni, una soluzione di rivestimento commestibile che prolunga la durata di conservazione della frutta, packaging intelligenti con funzioni di tracciabilità e autenticazione e polveri proteiche a base di insetti. Ancora una volta il salone ha offerto una piattaforma dinamica e vivace per intrecciare relazioni commerciali, anche grazie agli oltre 2.000 incontri organizzati con buyer internazionali. Per portare i visitatori nel futuro del cibo sono stati proposti programmi come l’inaugurale ThaifexFuture Food Experience +, evento molto apprezzato dai partecipanti, o le dimostrazioni del Future Food Live! che ha ospitato un originale show cooking
condotto dall’Associazione dell’area ASEAN per gli alimenti e i mangimi derivati da insetti dove lo chef Frederic Legras ha realizzato dei dessert con farina di grilli e grilli interi, fra lo sconcerto e l’eccitazione del pubblico. Altra novità dell’edizione 2019 è stato il programma di conferenze sull’innovazione che ha visto l’adesione di oltre 300 partecipanti ed ha affrontato i temi del cambiamento del mondo del cibo, dalle novità e la crescita attese nell’anno in corso alle strategie per l’accelerazione delle attività nel settore alimentare e tecnologico, dalla sostenibilità ai desiderata dei con-
sumatori, dal marketing alla nutrizione. Il Thaifex-World of Food Asia, che quest’anno ha ulteriormente ampliato la partecipazione internazionale ospitando per la prima volta delegazioni nazionali da Australia (AUSVEG), Brasile, Polonia, Spagna, Stati Uniti e Sri Lanka, tornerà a Bangkok dal 26 al 30 maggio 2020 sotto i nuovo nome di Thaifex-Anuga Asia, un cambiamento che vuole enfatizzare ulteriormente la forte relazione tra il salone asiatico e Anuga, il maggiore evento mondiale per il settore alimentare e delle bevande, ed affermare contemporaneamente lo standard globale della fiera.
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Nuovi laboratori per l’eccellenza nella ricerca alimentare A giugno sono stati inaugurati al NOI Techpark di Bolzano i due nuovi laboratori Micro4Food ed Oenolab della Libera Università di Bolzano, con l’obiettivo di creare un hub dell’innovazione nell’ambito delle scienze e tecnologie alimentari per le aziende del territorio ma anche per quelle nazionali e internazionali. La ricerca di Micro4Food si basa sulla fermentazione quale strumento naturale e sostenibile per la produzione di derivati lattiero-caseario, di lievitati da forno e di prodotti a base di frutta e ortaggi, mentre all’Oenolab, la ricerca di base e applicata, servirà per promuovere innovazione nel settore dell’enologia e della produzione di bevande alcoliche. Scopo dell’innovazione tecnologica è incontrare e sposare il pa-
Il Micro4Food dell’Università di Bolzano.
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trimonio alimentare tradizionale e potenziarne qualità e salubrità, e per riuscire ad essere competitivi in un mercato agguerrito e globale come quello degli alimenti, in cui le richieste dei consumatori si concentrano sempre più verso la sicurezza e il valore nutrizionale, è necessario un grande sforzo sia alle imprese che al mondo della ricerca. Paolo Lugli, rettore dell’Università di Bolzano, ritiene che con queste due nuove strutture di ricerca e sviluppo l’ente da lui presieduto abbia possibilità di contribuire a generare valore per il territorio e per gli studenti. In particolare, Micro4Food, diretto da Marco Gobbetti e Raffaella Di Cagno, microbiologi degli alimenti e docenti alla Facoltà di Scienze e Tecnologie, si concen-
trerà sulla microbiologia degli alimenti applicata alla fermentazione, un processo che è alla base di moltissime produzioni alimentari. Il laboratorio unibz si concentra in particolare sui prodotti lattiero-caseari, da forno e su frutta e ortaggi fermentati come, ad esempio, i crauti. Quattro sono le linee di ricerca lungo le quali si muovono i ricercatori di Micro4Food. La prima, molto significativa per un territorio delle consolidate tradizioni alimentari come l’Alto Adige, è quella che punta a preservare gli alimenti tradizionali cercando il modo di mantenerne la produzione al passo con i tempi e sfruttandone o migliorandone le proprietà di salubrità. A questo proposito, vengono utilizzati microrganismi selezionati guidando quelli più virtuosi per ottenere effetti particolari. Ciò risulta in una tutela e un potenziamento dei prodotti tradizionali di cui si valorizzano determinate funzionalità. A questo proposito, ad esempio, i ricercatori stanno studiando (in collaborazione con la Federazione Latterie Alto Adige) la diversità microbica del latte dell’Alto Adige secondo una nuova visione ecologica per stabilire il rapporto causa-effetto e quindi in che modo le condizioni di allevamento influenzino il microbiota del latte del territorio, allo scopo di proteggere la biodiversità microbica locale e valutare l’effetto sulla biotecnologia casearia. La seconda riguarda invece la selezione di microrganismi che possono sia guidare fermentazioni sostenibili per garantire la bio-preservazione delle matrici vegetali con caratteristiche sensoriali, nu-
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trizionali e strutturali simili al prodotto fresco, sia di proporre soluzioni innovative per la produzione di alimenti funzionali. In questo campo la collaborazione sta avvenendo con diversi big player del settore alimentare, sia locali che nazionali, con l’obiettivo di sviluppare nuovi alimenti che posseggano proprietà nutritive aggiuntive preservandone la genuinità. Al terzo posto figura la linea di ricerca che potremmo definire dell’“economia circolare”. In questo caso, le ricerche puntano al riutilizzo degli scarti dell’industria alimentare nei processi di trasformazione per creare valore aggiunto. L’obiettivo è ricavarne ingre-
dienti e composti naturali da mettere a disposizione delle lavorazioni sia dell’industria alimentare che di quella farmaceutica. La quarta linea di ricerca, infine, è quella incentrata sull’asse dieta-uomo: questa investiga gli effetti degli alimenti ingeriti sul microbioma, ovvero sulla comunità microbica del tratto gastrointestinale, che in buona parte è responsabile del benessere dell’uomo. Per sviluppare questa linea di ricerca, i laboratori hanno acquistato un’apparecchiatura, lo SHIME (Simulator of Human Intestinal Microbial Ecosystem) che simula la digestione del corpo umano. Micro4Food LAB attualmente è l’uni-
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co laboratorio universitario in Italia a disporre di quello che è un vero e proprio “intestino bionico”, creato per permettere ai ricercatori di tracciare e comprendere l’effetto della dieta sulla funzionalità del microbioma e metaboloma umano. In occasione dell’inaugurazione sono stati anche mostrati i moderni impianti-pilota per la produzione lattiero-casearia e dei prodotti da forno (quest’ultimo finanziato dalla multinazionale belga Puratos), dove si sperimentano su scala pilota le innovazioni prima che queste siano pronte per essere trasferite ad una produzione su scala industriale.
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Ferrero sempre più sostenibile Il Gruppo Ferrero ha recentemente presentato il 9° Rapporto di Responsabilità Sociale d’Impresa che ne conferma l’impegno a tutela del pianeta e delle condizioni di vita delle persone con cui lavora, attraverso una strategia che fonda le sue radici nel concetto di “Glocalcare”, un’espressione che significa guardare al mondo, senza mai tralasciare le proprie radici, un connubio perfetto tra tradizione e modernità. Tra i risultati più significativi descritti nel rapporto ricordiamo il numero sempre crescente di donne in ruoli dirigenziali, in linea con l’obiettivo di ottenere un aumento del 5% entro il 2020. Inoltre, il programma Kinder+Sport è stato esteso a 30 paesi, e vede impegnati 4 milioni di bambini, mentre nella strategia di approvvigionamento delle materie prime, Ferrero ha raggiunto globalmente il 100% di fornitura di uova da galline allevate a terra. Oltre a confermare tutti gli impegni della propria strategia di responsabilità sociale d’impresa per il 2020, Ferrero collega tutti i settori di attività del Gruppo agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG), a supporto del raggiungimento degli obiettivi SDG entro il 2030. Il tema di approfondimento di quest’anno è stato quello della plastica, e più in generale delle sfide legate agli imballaggi, che in un’azienda alimentare ricoprono un ruolo fondamentale per la tutela della sicurezza alimentare, vanto dell’industria italiana e, non da ultimo, per garantire la qualità dei prodotti al consumo, dall’uscita dello stabilimento produttivo, sino all’arrivo nelle credenze dei consumatori di tutto il mondo. Per far questo è stata organizzato un dibattito a cui hanno preso
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parte gli attori della filiera: produttori, utilizzatori e riciclatori. In particolare, Paola Avogadro, Packaging Design Manager di Ferrero, ha raccontato le sfide e l’approccio utilizzato nel ridisegnare o nel concepire ex novo i propri imballaggi, concentrandosi sia sull’aspetto strategico, che sui primi risultati concreti ottenuti negli ultimi anni. “Da anni usiamo diversi materiali selezionati per le loro caratteristiche specifiche in funzione del singolo prodotto. Su un totale utilizzo di packaging di circa 430.000 tonnellate, il 40% è ve-
tro completamente riciclabile, il 40% è carta e cartone da filiera certificata, anch’esso completamente riciclabile, ed il restante 20% è plastica” ha dichiarato. “In Ferrero l’attenzione alla plastica è elevata ma si parte da dati scientifici, analizzando le diverse opzioni e sperimentando la reale riciclabilità tramite studi pilota condotti presso impianti di riciclo, perché il percorso deve dare vita a progetti sostenibili nel lungo periodo.” I tre principi per il confezionamento di imballaggi seguiti da Ferrero sono: garantire la freschezza e l’integrità del prodotto in porzioni delle giuste dimensioni; garantire che non siano disattesi i valori aziendali, grazie all’uso esclusivo di forme e materiali speciali conformi, e utilizzare materiali che ga-
rantiscano la sicurezza e l’attuazione della strategia 5R (Riduzione, Rimozione, Riciclo, Rinnovabilità, Riuso) nella realizzazione degli imballaggi. Ecco cosa significa: R di Riciclo È l’impegno continuo a migliorare la riciclabilità e il contenuto di riciclato negli imballi ove tecnicamente e qualitativamente possibile. R di Rimozione È l’ottimizzazione dell’imballo, data dalla diminuzione del numero di elementi del packaging delle confezioni e si attua per esempio attraverso la rimozione del materiale in esubero e di qualunque elemento di overpackaging. R di Riduzione È la riduzione dell’utilizzo di materiali, attraverso l’alleggerimento, e l’ottimizzazione del design. Ridurre il consumo di risorse per la produzione degli imballi a parità di funzione svolta, grazie all’utilizzo di un materiale più performante di minore peso è un passaggio fondamentale. Quando si raggiunge il limite tecnico oltre al quale non si può più garantire la funzionalità prevista (protezione organolettica, sicurezza, resistenza meccanica...), questo deve essere ripensato e riprogettato. R di Riutilizzo Tecnicamente lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni che possono essere reintrodotte nel ciclo produttivo e/o riutilizzate per lo stesso scopo per cui sono state progettate. Nella progettazione, Ferrero presta sempre particolare attenzione alla possibilità di un riutilizzo creativo o possibilità di seconda vita delle confezioni. Basti pensare a uno dei simboli del brand Nutella, il bicchierino, che è stato pensato e progettato per essere riutilizzato ed è oggi presente nelle credenze di tutti gli italiani R di Rinnovabilità Infine, si utilizzano materiali derivanti da fonti rinnovabili, evitando però di attingere dalla filiera alimentare.
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Ottime performance per Alcass Alcass, azienda tra i maggiori player nel settore dei prodotti surgelati e senza conservanti, ha incassato anche nel 2018 un ottimo risultato, mettendo a segno una crescita del fatturato del 33,6%. Filo conduttore nelle scelte manageriali è la voglia di essere il partner di riferimento in un mercato, come quello della grande distribuzione organizzata e della ristorazione, che richiede costante innovazione e capacità di cambiare. E in un mondo in cui gli stili alimentari dei consumatori si rivolgono sempre di più verso le tematiche salutistiche e della sostenibilità, la scelta di investire in questa direzione si è rivelata lungimirante. Punto di forza dell’azienda è il reparto Ricerca e Sviluppo interno che lavora costantemente per diversificare l’offerta, mantenendo invariati i principi di qualità e salubrità che l’utilizzo del freddo, e della surgelazione in particolare, possono garantire con continuità. Alcass produce da oltre trent’anni una varietà di prodotti a brand Amica Natura, dalla linea classica a base di carne, al Biologico distribu-
Lo stabilimento di produzione di Alcass.
ito presso i negozi specializzati, al Vegano e Vegetariano, fino alle ultime novità sviluppate con l’utilizzo di alimenti “Superfood”, su tutti il cavolfiore. In crescita anche il segmento delle “private labels” grazie alla fiducia di prestigiosi partner commerciali. Venendo ai dati economici principali, l’esercizio 2018 ha visto una importante crescita del Valore della Produzione che passa da 9,8 milioni di euro del 2017, a 13,1 milioni di euro nel 2018. In crescita anche l’EBITDA, l’utile netto, la posizione finanziaria netta e l’incidenza della quota export sul fatturato aziendale, che si attesta attorno al 10%, in ulteriore crescita anche nei primi mesi del 2019 sui mercati sempre più attenti al Made in Italy e ad un’alimentazione genuina e di qualità, come Stati Uniti ed Asia, molto complessi da affrontare sia per gli aspetti legislativi che per i gusti e le abitudini di consumo. Per conquistarli, ad esempio, Alcass ha ottenuto la scorsa estate la certificazione Kosher dal prestigioso ente americano “OK Kosher”, che le ha
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aperto un importante canale in nord America, e ha sviluppato un nuovo prodotto a base di ceci partendo proprio dal seme e non dalla farina, ottenendo così una qualità molto più elevata. Ottima annata anche per le linee VEG e BIO che hanno aiutato il business oltre confine, dove i valori di genuinità e innovazione sono molto richiesti.
Alcass e l’ambiente Il tema della sostenibilità è da sempre prioritario nel piano di sviluppo aziendale. Molte sono le azioni intraprese negli anni per la tutela dell’ambiente, e per la riduzione della cosiddetta “Carbon Footprint” cioè l’impatto che l’Azienda ha sull’ambiente a seguito del proprio agire. In primis l’installazione di un moderno impianto fotovoltaico che, con i suoi 500kWp di potenza copre circa il 50% del fabbisogno energetico dell’azienda, rendendola sempre più indipendente dalla rete elettrica e limitando al contempo l’impatto ambientale. L’installazione dell’impianto, integrato nella copertura dello stabilimento, ha permesso di utilizzare ai fini produttivi quasi la totalità dell’energia solare generata, limitando notevolmente la dipendenza dalle fonti fossili e riducendo le perdite grazie all’autoconsumo. Altro punto molto sensibile è l’attenzione verso il consumo della plastica nelle attività di confezionamento. Alcass, negli ultimi 5 anni ha ridotto al minimo lo spessore dei film plastici per il confezionamento dei prodotti, senza limitarne la funzionalità igienica. Tradotto in numeri si è ottenuto un risparmio di circa 15.000 kg di materiale l’anno con importanti ricadute sull’ambiente. Inoltre, è in corso di sperimentazione un’innovativa tipolo-
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gia di film per la protezione igienica dei prodotti che può essere direttamente inserito nel rifiuto organico in quanto 100% compostabile trattandosi di bio-plastica. Se i test effettuati avranno esito positivo Al-
cass introdurrà un ulteriore ed assai importante miglioramento dell’impatto ambientale dei propri prodotti e potrebbe essere la prima Azienda del settore ad attivare tale innovazione.
A Milano il nuovo corso di laurea magistrale in Food Engineering Per costruire una nuova cultura dell’industria alimentare il Politecnico di Milano, insieme a 7 imprese ed enti chiave del settore (Esselunga, Goglio, Granarolo, Nestlé, Number1, Unilever Italia, Unitec), ha deciso di arricchire la propria offerta formativa dal prossimo anno accademico 2019/2020 con il corso di laurea magistrale in Food Engineering, che sarà erogato in lingua inglese. La nuova laurea magistrale rappresenta un percorso formativo unico nel suo genere a livello nazionale: un contenitore di competenze politecniche interdisciplinari e trasversali che formerà ingegneri alimentari in grado di risolvere i problemi e innovare la catena di valore dell’intera filiera. Il corso risponde alle richieste di innovazione provenienti dal mondo delle imprese e alla necessità di potenziamento di un settore sempre più strategico per lo sviluppo economico del Sistema Paese. In dettaglio, il laureato in Food Engineering del Politecnico di Milano sarà uno specialista a 360° e saprà operare lungo l’intera filiera della produzione, distribuzione e gestione dell’industria alimentare e delle bevande. Utilizzando le proprie conoscenze tecniche ed ingegneristiche avrà una solida preparazione anche metodologica, una formazione fortemente interdiscipli-
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nare e una visione di sistema strategica, particolarmente improntata ai temi della produzione di un alimento o di una bevanda confezionati, al supporto alla progettazione di macchine per la produzione alimentare, allo sviluppo di tecnologie per la trasformazione alimentare, alla qualità, alla certificazione, alla sicurezza alimentare e alla progettazione di processi sostenibili per l’industria alimentare, includendo lo studio della vita di prodotto e la riduzione dell’energia associata alla produzione e alla logistica. Il laureato sarà un professionista in grado di ricoprire posti qualificati in diverse realtà della filiera dell’industria alimentare: amministrazioni pubbliche e regolatori a livello nazionale ed europeo, imprese, anche multinazionali, produttrici di cibi, bevande e delle tecnologie abilitanti produzione, confezionamento, distribuzione e commercializzazione nell’industria alimentare. I partner saranno veri e propri compagni di viaggio nell’erogazione di un percorso didattico che offrirà opportunità concrete, nazionali e internazionali, agli studenti. Sosterranno, inoltre, le attività didattiche con seminari, visite tecniche, tesi in azienda, stage e borse di studio. I partner faranno parte inoltre dell’Advisory Board del Corso di Studi, costituendo così un importante momento di confronto.
BILANCIO POSITIVO PER FRUTTAGEL Fruttagel, azienda cooperativa di trasformazione agroindustriale con sede nel ravennate, ha chiuso il 2018 con 134,2 milioni di euro di fatturato e un risultato di esercizio pari a 234 mila euro, con una quota di export pari al 4,6% del fatturato complessivo. I nuovi trend di consumo hanno contributo a modificare leggermente gli equilibri tra i diversi comparti dell’azienda – succhi e bevande, surgelati, pomodoro – favorendo i prodotti più in linea con un orientamento salutistico, pensati per stili di vita e di fruizione dinamici, spesso fuori casa. Ottime le performance del comparto bevande (nettari, succhi e bevande di frutta, bevande vegetali, tè), il cui fatturato 2018 ha superato i 52 milioni di euro, registrando un incremento del +6,1% rispetto all’anno precedente, mentre il comparto dei vegetali surgelati Fruttagel è rimasto stabile rispetto al 2017 con 62 milioni di euro di fatturato. Nel comparto derivati del pomodoro è stato registrato un sostanziale equilibrio sull’anno di riferimento. Per il futuro l’azienda profonde un grande impegno per la crescita, ad esempio con la nuova linea produttiva dello stabilimento di Larino (CB) dedicata alla lavorazione delle verdure: un investimento di 3,6 milioni di euro che è un contributo concreto al tessuto economico del Sud e un veicolo di innovazione nell’ottica della qualità. Gli investimenti previsti riguarderanno poi per entrambi gli stabilimenti altri aspetti aziendali, con priorità all’ambiente e all’economia circolare: efficientamento energetico, riduzione dell’impiego di risorse primarie (acqua), tecnologia dei processi, packaging sostenibili, riutilizzo scarti produttivi, gestione rifiuti.
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Caffè Kimbo vola all’estero
Kimbo, azienda leader nella produzione di caffè, ha registrato nel 2018 un fatturato di 187,5 milioni di euro, con una crescita assoluta del 2,3% rispetto al 2017, nonché un incremento del 13,7% del fatturato generato all’estero (pari al 22% del turnover complessivo), confermandosi secondo player italiano nel canale retail in Italia. Ottimi risultati anche per L’EBITDA, pari a circa 16 milioni di euro, che corrisponde al 9,3% del fatturato netto, mentre l’EBIT 2018 raggiunge circa gli 11 milioni di euro, ossia il 6,4% del fatturato netto. Una crescita significativa che ha portato Kimbo a chiudere il 2018 con una posizione finanziaria netta positiva per 21,8 milioni di euro e che conferma una strategia di successo innanzitutto all’estero, tramite investimenti in comunicazione e distribuzione focalizzati su mercati specifici, finalizzati alla costruzione del brand, presente ormai in circa 80 Paesi nel mondo.
Altrettanto strategico è lo sviluppo del settore dei monoporzionati e in particolare delle cialde in carta, segmento nel quale Kimbo è leader italiano con una quota del 22% delle vendite nel canale Iper+Super. Nel 2018 i volumi di cialde in carta sono infatti cresciuti del 19%, con previsioni di ulteriore incremento per il 2019, grazie al lancio delle cialde in carta compostabile e di nuove miscele e formati. Le vendite in volume di capsule compatibili con altri sistemi non proprietari sono cresciute del 62% nel 2018 grazie ad investimenti in pubblicità televisiva e digitale e ad un continuo ampliamento della presenza nei punti vendita. Prosegue inoltre lo sviluppo nel canale Ho.Re.Ca. in Italia, il cui fatturato a valore registra una crescita del 12,5%, effetto del reclutamento di nuovi bar trattanti il brand Kimbo e dell’espansione territoriale. Fattore chiave è anche l’innovazione di prodotto: nel 2018 Kim-
La sede di Caffè Kimbo a Melito di Napoli.
bo ha, infatti, introdotto sul mercato italiano ed estero oltre 30 nuove referenze, così da intercettare e soddisfare le preferenze degli appassionati di caffè nel mondo.
NUOVO PRESIDENTE AL VERTICE DI IPACK-IMA Dopo il via alle date delle prossime edizioni di Ipack-Ima e Meat-Tech, in programma a Fiera Milano nel 2021, arriva la nomina di Valerio Soli alla presidenza di Ipack-Ima srl, società in joint venture tra Ucima e Fiera Milano. Un presidente come Soli, amministratore delegato di un cluster di aziende del Gruppo Coesia che comprende ACMA, GDM, IPI e System Ceramics, con un’esperienza maturata all’interno di una realtà internazionale come il Gruppo, rispecchia la realtà che le fiere di Ipack-Ima rappresentano. Realtà fieristiche con vocazione internazionale al servizio dell’intera supply chain: dalle soluzioni di processo a quelle di confezionamento, dai materiali per il packaging alle tecnologie per il fine-linea. “Questa nomina riveste per me un grande significato. Accetto questo incarico con l’impegno di condividere le mie
esperienze nella realizzazione dei progetti su cui stiamo lavorando per l’edizione 2021 e per lo sviluppo di future strategie sostenibili nel tempo. I mercati sono in continua evoluzione, seguono le esigenze e le abitudini del consumatore: dobbiamo comprendere queste tendenze ed anticipare il cambiamento per sorprendere i clienti. La presenza internazionale, il mondo digitale, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale saranno i nostri principali obiettivi”, afferma Soli. Il nuovo consiglio d’amministrazione annovera, oltre al presidente, Paolo Borgio (direttore Venue e Manifestazioni Ospitate, Fiera Milano), Rossano Bozzi (AD Ipack-Ima), Alberto Cirio (AD Arol), Paolo Gambuli (direttore Ucima), Marco Pacini (CFO Fiera Milano spa), Luciano Sottile (direttore Machine Division, Goglio).
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agenda
Alle porte una nuova edizione di Sana Dopo il successo del 2018 – con 52.000 m2 di superficie lorda, più di 950 prodotti novità, circa 2.000 incontri tra aziende espositrici e buyer internazionali, decine di convegni (+27% per gli appuntamenti dedicati alla formazione di SANA Academy) e più di 100 iniziative in città – il quartiere fieristico di Bologna ospiterà dal 6 al 9 settembre 2019 il Sana, la manifestazione di riferimento in Italia per il biologico e il naturale, organizzata da BolognaFiere in collaborazione con FederBio e AssoBio. Questa 31a edizione del Salone internazionale del biologico e del naturale si presenterà con un ampliamento della superficie espositiva e, grazie al coinvolgimento dei nuovi padiglioni, consentirà l’articolazione di un layout ancora più funzionale alla valorizzazione della proposta espositiva. In mostra si troveranno le principali novità per alimenti freschi e confezionati, prodotti lattiero-caseari e gelati, alimenti a base di carne e di pesce, oli, pasta, riso, cereali, dolci e prodotti da forno, alimenti dietetici, miele e conserve, vini, bevande e in generale ciò di cui si compone l’offerta biologica italiana e internazionale. Un altro spazio sarà dedicato a business e networking per gli operatori e i professionisti del compar-
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to erboristeria, cosmetica e parafarmacie, che ospita le aziende produttrici di cosmetici biologici e naturali, prodotti per la bellezza e la cura del corpo, integratori alimentari, prodotti e servizi naturali per la cura della persona. Nel settore Green Lifestyle saranno protagoniste tecnologie e soluzioni ecocompatibili, tessuti naturali, proposte alternative per l’abitazione e l’ufficio ecologici, oltre a prodotti per hobby, tempo libero e per le persone che desiderano rispettare l’ambiente nella loro quotidianità.
L’offerta di Sana Market, ovvero l’insieme delle opportunità di acquisto per i visitatori, si completa con l’ampia selezione di alimenti bio, cosmetici e integratori biologici e naturali, presentati e messi in vendita direttamente dalle aziende espositrici. Parallelamente al momento commerciale, il salone internazionale del biologico e del naturale fa cultura attraverso i numerosi incontri per i professionisti e per il pubblico. Ne sono un esempio i seminari di Sana Academy e la presentazione dei dati dell’Osservatorio Sana in programma durante la manifestazione. Ad arricchire la proposta della rassegna anche i momenti di intrattenimento previsti in città, pensati per portare i valori di Sana oltre i confini del quartiere fieristico.
Tutto esaurito per Cibus Tec 2019 È tutto pronto per la 52ª edizione di Cibus Tec, il salone della tecnologia alimentare in programma a Parma che dal 22 al 24 ottobre porterà in fiera 400 brand esteri del Food & Beverage provenienti da 25 nazioni con una crescita del 30% rispetto al 2016, occupando un padiglione in più rispetto all’edizione precedente. Tra i Paesi più rappresentati la Germania. Seguono Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Francia. Ben nutrite anche le partecipazioni di aziende provenienti da Cina, Usa e Turchia.
Nel complesso sono attesi 1.300 espositori (nel 2016 erano 1000), le tecnologie per tutte le filiere dell’agroalimentare (Frutta e Vegetali, Latte e derivati, Carne e Prodotti Ittici, Piatti Pronti) e l’ingresso di un nuovo comparto: Prodotti da Forno e derivati dai Cereali, Snack e Prodotti Dolciari. Per la prima volta, negli 80 anni di storia del salone, un intero padiglione sarà dedicato alle soluzioni tecnologiche più innovative per Succhi, Latte, Acque, Soft Drink, Birra, Liquori e Vino potendo con-
agenda
tare sulla presenza di oltre 150 tra i principali fornitori italiani ed internazionali. Nell’anno dei grandi appuntamenti internazionali, cresce del 20% la sezione Meat forte di un distretto, quello di Parma, che vanta 500 aziende alimentari di settore, e best practice esportate in tutto il mondo. Infine, cambio di passo del comparto del packaging: dal confezionamento primario all’imballaggio, dal fine linea alla logistica con una crescita dell’area del 40% rispetto alla precedente edizione. Per aiutare l’export delle aziende italiane Cibus Tec organizzerà il più grande Top Buyer Program di tutte le fiere FoodTec che porterà a Parma più di 3.000 operatori internazionali prevenenti da 70 Paesi, e due iniziative speciali relative ad India e Africa. L’India è il 2° produttore mondiale di prodotti agricoli dopo la Cina ed il 6° mercato alimentare a livello mondiale. Tuttavia in India gli sprechi lungo la catena agroalimentare sfiorano il 40% rispetto alla produzione primaria. ICE-Agenzia, in partnership con le Confindustrie Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, ha avviato l’iniziativa “India Educational & Business Program”. Un progetto di azioni e servizi mirati allo sviluppo di accordi in India, rivolto alle imprese manifatturiere italiane della filiera agroindustriale e del food processing. In tale contesto, l’appuntamento di Parma è stato scelto quale piattaforma per incontri B2B fra le più importanti aziende Food & Beverage indiane e gli espositori di Cibus Tec. In Africa le previsioni di crescita sono di un +5% del Pil all’anno. Entro il 2030 il Pil africano sarà il 5% del Pil mondiale (fonte: African Development Bank). In questo contesto, un ruolo importante lo gioca il settore frutta e vegetali, chia-
ve di crescita economica dell’Africa. È da queste premesse che nasce il progetto Lab Innova, promosso da ICE-Agenzia, che intende contribuire a sviluppare la collaborazione tra imprese UE28-Africa, puntando sul trasferimento tecnologico. Il programma coinvolge Etiopia, Mozambico, Uganda, Tanzania ed Angola e offrirà incontri B2B proprio in occasione di Cibus Tec.
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L’Italia, in effetti, vanta oggi la leadership indiscussa nelle tecnologie alimentari con 7,3 miliardi di euro di fatturato e una produzione che rappresenta il 32% di quella complessiva dell’UE28, ad incarnare il meglio della manifattura Made in Italy. Seguono sul podio la Germania con 5,9 miliardi di euro (25% del totale produzione UE28) e Francia con 1,8 miliardi (8%).
IL TERZO VERTICE INTERNAZIONALE SUL BIOFILM IN COLLABORAZIONE CON CIBUS TEC Il 23 e 24 ottobre si terrà, in concomitanza con il Cibus Tec, la terza edizione del Summit internazionale sul biofilm che, dopo gli incontri di Bruxelles nel 2015 e Lisbona nel 2017, riunirà a Parma i migliori esperti accademici e industriali in materia di sicurezza alimentare e contaminazione da biofilm nel settore Food & Beverage, un tema che rappresenta una delle maggiori preoccupazioni per il mercato. Più di 7 richiami alla settimana in Europa sono infatti legati a un agente patogeno in grado di generare biofilm, a dimostrazione che non si tratta solo di un problema di salute pubblica – circa 3.000 persone muoiono ogni anno negli Stati Uniti per malattie di origine alimentare – ma anche di redditività, dal momento che le crisi legate all’igiene costano all’industria diversi miliardi di euro l’anno. E questo senza nemmeno considerare tutti i rischi legati alla gestione della responsabilità e della reputazione. Questo è il motivo per cui è stato organizzato il Summit per la prima volta: aumentare la consapevolezza sui biofilm – una delle principali cause di contaminazione – e diffondere le migliori pratiche per aiutare a prevenire i disastri che ne possono derivare. I biofilm sono creati da un accumulo di batteri che sviluppano una matrice protettiva a base di polimeri organici, che permettono ai batteri stessi di resistere ai lavaggi e ai sistemi di disinfezione convenzionali, contribuendo quindi alla loro moltiplicazione esponenziale. Scopo degli incontri come questo è mettere insieme le migliori menti della ricerca per perfezionare sempre di più i processi, garantire la qualità del cibo e allo stesso tempo favorirne una migliore conservazione. A cascata, lo scopo è anche quello di minimizzare lo spreco di cibo, dal momento che ogni anno se ne perdono tonnellate a causa di contaminazioni. Possiamo aspettarci che l’eliminazione dei biofilm consentirà di prolungare la durata di conservazione dei prodotti finiti e, di conseguenza, ne ridurrà l’impatto economico diretto. L’argomento è molto trasversale e interessa un gran numero di settori: dai birrifici alle bevande analcoliche, dall’industria di trasformazione della carne e del pesce ai prodotti lattiero-caseari. Si stima che il 60% delle malattie di origine alimentare sia causato da biofilm presenti sulle superfici delle attrezzature di trasformazione alimentare. Il summit mira a dare soluzioni concrete per risolvere il problema.
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agenda Nel 2017 l’export italiano si collocava sul podio dei principali esportatori in molti comparti del tecno-alimentare: apparecchi per preparazione di bevande e cibi caldi (924 mln di export), macchine, apparecchi e strumenti per prodotti da forno (777 mln), macchine per la lavorazione frutta e ortaggi (141 mln), macchine e apparecchi per lavorazione di oli e grassi (113) e macchine per il vino (74 mln). Nel 2018, pur avendo perso la leadership assoluta in tre settori, con una quota di mercato del 16,1% (2), l’Italia si colloca ancora saldamente al primo posto tra i principali esportatori mondiali. Rispetto a dieci anni prima, il valore delle vendite estere di macchine per alimentare e bevande è cre-
sciuto del 63%, arrivando nel 2018 a superare la soglia record dei 4 miliardi di euro. A Cibus Tec, le innovazioni proposte strizzeranno l’occhio al futuro, assecondando la necessità di produzioni sempre più sostenibili, per offrire al consumatore prodotti nutrienti e soprattutto caratterizzati da elevati standard di sicurezza. È in tale ottica che sarà ospitato l’IBS – International Biofilm Summit, la più importante conferenza mondiale dedicata alle problematiche da biofilm nell’industria alimentare che ogni anno è causa dello spreco di più di un miliardo di tonnellate di cibo a causa delle contaminazioni. Va invece nella direzione dell’innovazione tecnologica, il Cibus Tec Industry, il progetto che riprodur-
rà in fiera 4 linee altamente automatizzate e funzionanti dedicate al settore caseario, delle carni, dei piatti pronti e dei prodotti da forno. Linee di produzione a ciclo completo dalla materia prima, al prodotto finito fino a soluzioni avanzate di stoccaggio. Altri eventi in agenda sono: Il Tomato Day, in collaborazione con Amitom e WPTC, Logisticamente On Food 2019 realizzato con Logisticamente, DIU Design for Intended Use For Food Packaging Showcases organizzato da Netherlands Packaging Center, e gli innovativi workshops organizzati da EHEDG (European Hygienic Engineering and Design Group) e dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Tecnologi Alimentari.
A VERONA LA RASSEGNA DEL BIO FOODS & NATURAL SELF-CARE Dal 1° al 3 aprile 2020 VeronaFiere ospiterà B/Open, la start up b2b di tutta la filiera del natural self-care e dell’alimentazione biologica che si rivolge a produttori e trasformatori, GDO, DO, Retail, Ho.re.ca., negozi specializzati, erboristerie, profumerie, farmacie e parafarmacie. La rassegna, che ha già il patrocinio di AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, guarda dal lato espositivo a tutta l’area produttrice del mediterraneo e a quella del Nord Europa per il segmento vendita e consumo. E punta, attraverso i contenuti, ad offrire opportunità di business agli operatori professionali in un settore in continua crescita e costante evoluzione, che nel mondo genera un fatturato di 92 miliardi di euro. In questo scenario, l’Italia è fra i principali produttori con circa 2 milioni di ettari coltivati a biologico, cresciuti fra il 2017 e il 2018 del 6,5%, e occupa il secondo posto in Europa. Il padiglione Bio foods propone il settore dell’agroalimentare biologico certificato, mentre il padiglione Natural self-care è il salone dei prodotti biologici e naturali per la salute, la cura e il benessere del corpo.
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Più specificatamente, nel segmento dell’alimentazione biologica saranno rappresentati anche i prodotti nutraceutici, dietetici, integratori, pet food, servizi, packaging ecologici; ingredientistica per prodotti bio, ma anche prodotti per il benessere; bellezza e cura della persona comprenderanno cosmesi, trattamenti naturali, piante officinali e derivati, prodotti per la salute e la cura della persona, servizi. B/Open si propone come la prima fiera in Italia esclusivamente b2b, rivolta agli operatori professionali italiani e stranieri del food certificato biologico e del natural self-care. Dalle materie prime al prodotto finito al packaging, la nuova manifestazione di Veronafiere presenta tutta la filiera, frutto di un’analisi di tendenze ed esigenze di un consumatore sempre più attento e consapevole, e un’accurata selezione delle aziende espositrici studiata sulle esigenze dei compratori professionali. B/Open sposa un format interattivo, con numerosi momenti di networking e formazione, esclusivamente dedicati a produttori, trasformatori e operatori professionali.
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Dolce Vienna aspettando il Südback In occasione della presentazione della 28ª edizione di Südback, il salone della panificazione e pasticceria in programma a Stoccarda, dal 21 al 24 settembre, siamo stati invitati, insieme a un nutrito gruppo di giornalisti, ad un tour viennese, per scoprire due aziende, l’una semi-industriale – la pasticceria Oberlaa –, l’altra artigianale – la panetteria-pasticceria francese Parémi – che producono dolci e prodotti da forno, e assaporare le atmosfere ottocentesche dell’Hotel Sacher. La scelta di Vienna è dettata dal primato che la città si è guadagnata nella storia come capitale del caffè, perché è qui che sono nate prestigiose caffetterie che oggi figurano nel patrimonio dell’Unesco quali istituzioni tipiche della società austriaca. Nel corso della conferenza stampa abbiamo potuto scoprire i principali highlight della manifestazione organizzata dalla Fiera di Stoccarda, che ha per partner Bäko – produttrice di ingredienti per panificazione e pasticceria – e l’Associazione regionale dei panettieri del Wüttemberg e l’Associazione regionale dei pasticcieri del Baden-Wüttemberg: un aumento di 10.000 m2 e una redistribuzione degli spazi, con 6 padiglioni affacciati per accorciare le distanze e facilitare la visita; circa 38.000 visitatori attesi e oltre 700 espositori di materie prime, arredamento e allestimenti per negozi, articoli commerciali, promozione vendite e servizi, mentre fra gli argomenti di tendenza figurano snack, caffè e gelati artigianali, capaci di aumentare il potenziale di vendita in questo segmento. Ed è da sottolineare l’onda della digitalizzazione, ma non solo per quanto riguarda registra-
La golosa offerta della caffetteria Oberlaa di Vienna.
tori di cassa e gestione amministrativa, perché la parola chiave “Industria 4.0” sta diventando una nuova sfida di business nella produzione e nella logistica.
Ricco il programma collaterale, che propone forum sulle tendenze e demo dal vivo a cura dell’Accademia nazionale tedesca dei panettieri, il tradizionale concorso per
CAMBIA NOME IL SALONE ALIMENTARE DI BANGKOK Dal 26 al 30 maggio 2020 torna a Bangkok il salone internazionale per il Food & Beverage, le tecnologie per la ristorazione, il settore retail e il franchising in Asia che cambia nome, da Thaifex-World of Food Asia a Thaifex-Anuga Asia, a sottolineare la forte relazione fra il salone asiatico e Anuga, il maggiore evento mondiale per il settore alimentare e delle bevande di Kölnmesse, che qui collabora in qualità di organizzatore con il Dipartimento Thailandese per la promozione dei commerci internazionali e la Camera di Commercio tailandese.
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la Carlo Wildt Cup per apprendisti pasticcieri, la presentazione sulle idee più attuali in pasticceria curate da prestigiosi professionisti e quelle curate da associazioni commerciali ed espositori. E grande spazio avranno le proposte di Bäko, con idee che vanno dall’ingredientisti-
ca per prodotti da forno e snack ad alto valore aggiunto alle nuove ricette e suggerimenti di presentazione per colazioni e per panini creativi. Infine, particolare risalto viene dato ai prodotti biologici, altro argomento che promette buone opportunità di mercato.
Il packaging ecologico protagonista al Fachpack Le dimostrazioni contro l’inondazione di rifiuti e la richiesta di una maggiore protezione ambientale negli anni ’80 e ’90 hanno portato in Germania all’ordinanza sugli imballaggi, al deposito delle lattine e ai sistemi doppi. La discussione sugli imballaggi ecologici non è una novità, ma ha raggiunto un nuovo acuto con la “discarica dell’oceano” e il dibattito pubblico sulla plastica. Il FachPack, la fiera europea per il packaging, i processi e la tecnologia, ha quindi scelto il “packaging ecologico” come argomento principe per l’edizione 2019, in programma a Norimberga dal 24 al 26 settembre 2019, offrendo alle aziende nel settore dell’imballaggio l’opportunità di presentare soluzioni innovative e nuovi approcci alla fiera e discuterle con i clienti. Il tema del packaging ecocompatibile è stato diviso in quattro aree: imballaggi riciclati, materiali che aiutano a risparmiare risorse, imballaggi e sistemi riutilizzabili e nuovi processi ecocombatibili. I prodotti che soddisfano uno o più di questi requisiti vengono segnalati in modo specifico nel database di prodotti ed espositori sul sito web del FachPack per facilitare la ricerca dei prodotti di interesse per i visitatori.
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Accanto alle soluzioni proposte in esposizione, sarà possibile approfondire il tema degli imballaggi ecologici in due forum PackBox e TechBox durante i quali verranno presentati circa 70 prodotti. Al PackBox Forum nel padiglione 7, ad esempio, focalizzato sul packaging, la stampa e la finitura degli imballaggi in generale, interverrà la IK Industrievereinigung Kunststoffverpackungen con contributi sulla progettazione ecocompatibile, gli obiettivi del riciclaggio e l’uso delle materie prime, oltreché sulla questione fondamentale dell’immagine e della reputazione degli imballaggi in plastica; negli stand nazionali, la World Packaging Organization (WPO) parlerà dello stato attuale dell’economia circolare in Europa; quindi, gli esperti dell’HPE discuteranno di come il legno possa essere in materiale da imballaggio che salverà il clima e di come garantire la sostenibilità delle attività nella sezione “Imballggi dalla natura”. Il Forum TechBox nel padiglione 4 metterà in risalto la tecnologia e la logistica degli imballaggi e anche il tema del riciclaggio. L’Istituto Fraunhofer per l’ingegneria di processo e l’imballaggio (IVV), ad esempio, affronterà le sfide tecno-
logiche attuali relative agli imballaggi riciclabili. Nuovi materiali di imballaggio biodegradabili e sostenibili sono al centro di un ulteriore spazio di lettura. E il Packaging Excellence Center (PEC) affronterà la questione di come strategie sostenibili possano contribuire a ridurre l’impronta ambientale degli impianti di produzione. Anche quest’anno tornerà a Norimberga “Premium Packaging”, la mostra speciale organizzata da NürnbergMesse in collaborazione con Bayern Design che si concentra sul tema del “packaging d’alta gamma ecocompatibile”, cercando di capire quale possa essere il contributo del design agli imballaggi sostenibili dimostrando come sostenibilità e bel design non si escludano a vicenda, ma anzi che i consumatori apprezzano l’attenzione per l’ambiente e la capacità di coniugare identità del marchio, piacevolezza estetica e sostenibilità. Infine, durante la prima giornata del salone, l’Istituto tedesco dell’imballaggio curerà la premiazione del concorso German Packaging Award, che riconoscerà i migliori imballaggi provenienti sia dalla Germania che dall’estero, suddivisi in nove categorie. In quella dedicata alla sostenibilità, ad esempio, i prodotti verranno giudicati sulla base delle prospettive di riciclabilità, vantaggi ambientali, selezione di materiali, possibilità di riutilizzo e conservazione delle risorse. Il 25 settembre, invece, i vincitori dei premi per la sostenibilità saranno annunciati per la prima volta, in categorie che comprendono “Imballaggi bio-based “, “Imballaggi Ricilabili” e “Migliore innovazione per il packaging sostenibile”. I vincitori del German Packaging Award e del Sustainability Awards si qualificheranno per partecipare ai WPO WorldStar Awards.
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Ottime prospettive per Anuga 2019 Procedono a gonfie vele i preparativi per la 100ª edizione di Anuga, la piattaforma di business più grande e importante del mondo per l’industria alimentare internazionale in programma a Colonia dal 5 al 9 ottobre 2019 che occuperà uno spazio espositivo di 284.000 m2 e attende circa 7.400 espositori provenienti da circa 100 Paesi. Ancora una volta il salone garantirà una panoramica generale e una disposizione ben organizzata delle aree tematiche, proponendo 10 fiere sotto lo stesso tetto. Anuga Fine Food è la zona dedicata alle specialità gastronomiche, gourmet e agli alimenti di base, con un’offerta completa e diversificata da tutto il mondo che comprende anche temi trasversali come halal, superalimenti o alimenti funzionali. Anuga Frozen Food è la fiera degli alimenti surgelati, uno dei più importanti trendsetter del settore e del mercato dell’hospitality e del foodservice che presenta a Colonia le sue innovazioni sia per il retail che per il mercato fuori casa. Anuga Meat è il salone di carne e derivati, ma qui trovano spazio anche i prodotti sostitutivi per vegani e vegetariani, anche a base di insetti. Anuga Chilled & Fresh Food è il segmento di riferimento per i prodotti freschi e pronti, gastronomia fresca, pesce, frutta e verdura e di tutti i prodotti dedicati a chi ha poco tempo da dedicare in cucina. Anuga Dairy è la fiera per latte e derivati che riunisce i leader del mercato internazionale e tutte le più grandi e importanti tipologie di prodotti, sia tradizionali che innovative provenienti da tutto il mondo.
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Anuga Bread & Bakery è il segmento specializzato in pane e prodotti da forno che, insieme a marmellata, miele, creme di cioccolato e frutta secca, burro di arachidi e altre creme spalmabili sono ingredienti fondamentali per la colazione. Anuga Drinks è il salone specializzato delle bevande sia per il com-
gato assortimento di prodotti biologici “su misura”, prodotti regionali, del commercio equo e per vegani che rimangono le tendenze e i propulsori del settore. L’attenzione si concentra su carni fresche, latte e latticini, prodotti matcha, specialità gastronomiche biologiche e vini da agricoltura biologica. Anuga Hot Beverages è il salone del caffè, del tè e del cacao, sempre più attraente a livello internazionale sia per il retail che per il settore
mercio al dettaglio che per il settore della ristorazione, sia alcoliche che non, comprese le proposte più innovative e di tendenza. Anuga Organic è lo spazio dedicato ai prodotti biologici provenienti dalla Germania e dall’estero, con particolare attenzione all’esportazione. L’offerta degli espositori sarà completata dall’evento speciale “Anuga Organic Market” che mette abilmente in primo piano i prodotti dell’agricoltura biologica controllata per il settore del commercio e presenta le possibilità di un varie-
dei consumi fuori casa, con un’offerta ampia e diversificata di produttori leader e minori da tutto il mondo. Infine, Anuga Culinary Concepts è un nuovo spazio che deriva dalla crescente attenzione al mercato dell’ospitalità e del foodservice e che vuole offrire visibilità a nuove idee, innovazioni e occasioni di fare rete. Qui troveranno spazio le finali dei giovani chef e pasticcieri di talento dell’evento “Anuga Culinary Stage”.
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calendario IN ITALIA 6-9 SETTEMBRE 2019 - Sana - Salone int. del biologico e del naturale - Bologna - www.sana.it 11-13 SETTEMBRE 2019 - XXIV Workshop sui progetti di ricerca innovativa sugli alimenti - Firenze - www.phdfood2019.it 22-25 OTTOBRE 2019 - Cibustec - Salone int. dell’industria alimentare - Parma - www.cibustec.it 23-24 OTTOBRE 2019 - Save - Mostra-convegno su automazione, strumentazione, sensori - Verona - www.exposave.com 16-19 NOVEMBRE 2019 - Foodnova - Salone int. dei nuovi alimenti - Rimini - www.foodnova.eu 18-22 GENNAIO 2020 - Sigep - Salone int. di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè - Rimini - www.sigep.it 29 GENNAIO-1° FEBBRAIO 2020 - Fieragricola - Salone int. dell’agricoltura e della zootecnia - Verona - www.fieragricola.it 1-3 APRILE 2020 - B/Open - Salone int. del biologico - Verona www.b-opentrade.com 4-7 MAGGIO 2021 - Ipack-ima - Salone int. imballaggio e confezionamento - Milano - www.ipackima.com 4-7 MAGGIO 2021 - The innovation Alliance - Salone int. per la meccanica alimentare - Milano - www.theinnovationalliance.it
ALL’ESTERO 4-6 SETTEMBRE 2019 - Asia Fruit Logistica - Salone int. dei prodotti ortofrutticoli - Hong Kong - www.asiafruitlogistica.com 8-11 SETTEMBRE 2019 - IBIE - Salone int. dei prodotti da forno - Las Vegas (USA) - www.ibie2019.com 13-15 SETTEMBRE 2019 - Anutec Foodtec India - Salone int. dell’industria alimentare - Nuova Delhi (India) - www.foodtecindia. com 21-24 SETTEMBRE 2019 - Südback - Salone della panificazione e pasticceria – Stoccarda (Germania) - www.messe-stuttgart.de 24-26 SETTEMBRE 2019 - FachPack - Salone europeo dell’imballaggio - Norimberga (Germania) - www.fachpack.de 24-27 SETTEMBRE 2019 - WorldFood Moscow - Salone mondiale dell’alimentazione - Mosca (Russia) - www.world-food.ru/ en-gb 5-9 OTTOBRE 2019 - Anuga - Salone int. dell’alimentazione - Colonia (Germania) - www.anuga.com 8-11 OTTOBRE 2019 - Process Expo - Salone int. dell’industria alimentare - Chicago (USA) - www.myprocessexpo.com
In rosso, le manifestazioni alle quali potete trovare le nostre riviste in distribuzione 29-31 OTTOBRE 2019 - Gulfood Manufacturing - Salone int. dell’industria alimentare - Dubai (Emirati Arabi) - www. gulfoodmanufacturing.com 12-14 NOVEMBRE 2019 - EFFoSt - Conv. int. sulla scienza e tecnologia degli alimenti - Rotterdam (Olanda) - www. effostconference.com 25-28 NOVEMBRE 2019 - Swop (Shanghai World of Packaging) - Salone int. dell’imballaggio - Shanghai (Cina) - www.swoponline.com/en/ 28-29 NOVEMBRE 2019 - Convegno int. sulla scienza degli alimenti e la tecnologia dei bioprocessi - Kuala Lumpur (Malesia) www.foodtech.madridge.com 3-4 DICEMBRE 2019 - Conferenza europea sulle bioplastiche - Berlino (Germania) - www.european-bioplastics.org/events/ eubp-conference 3-5 DICEMBRE 2019 - Food ingredients Europe - Salone int. degli ingredienti alimentari - Parigi (Francia) - www.figlobal.com/ fieurope 9-11 DICEMBRE 2019 - Pacprocess MEA - Salone int. dell’imballaggio - Cairo (Egitto) - www.pacprocess-mea.com 11-14 GENNAIO 2020 - Europain - Salone int. dei prodotti da forno, pasticceria e cioccolato - Parigi (Francia) - www.europain. com 2-5 FEBBRAIO 2020 - ISM+ProSweets - Salone int. dell’industria dolciaria - Colonia (D) - www.prosweets.com 16-20 FEBBRAIO 2020 - Gulfood - Salone dei prodotti alimentari - Dubai (Emirati Arabi) - www.gulfood.com 26-29 MARZO 2020 - Ibaktech - Salone int. dell’industria dei prodotti da forno e dolciari - Istanbul (TR) - www.ibaktech.com 20-23 APRILE 2020 - Alimentaria - Salone int. dell’alimentazione - Barcellona (Spagna) - www.alimentaria.com 7-13 MAGGIO 2020 - Interpack - Salone mondiale dell’imballaggio - Düsseldorf (Germania) - www.interpack.com 26-28 MAGGIO 2020 - Anutec Brazil - Salone int. dell’industria alimentare - Curitiba (Brasile) - www.anutecbrazil.com.br/en 26-30 MAGGIO 2020 - Thaifex-Anuga Asia - Salone int. Food & beverage e della ristorazione - Bangkok (Thailandia) - www. thaifex-anuga.com/en/ 6-9 OTTOBRE 2020 - Alimentaria FoodTech - Salone int. dell’industria alimentare - Barcellona (Spagna) - www. alimentariafoodtech.com
20-22 OTTOBRE 2019 - Natexpo - Salone int. del biologico - Parigi (Francia) - www.natexpo.com
18-22 OTTOBRE 2020 - Sial - Salone int. dell’alimentazione - Parigi (Francia) - www.sialparis.com
23-26 OTTOBRE 2019 - E-Pack Tech - Salone int. dell’imballaggio - Shangai (Cina) - www.fieramilano.it/e-pack-tech
23-26 MARZO 2021 - Anuga FoodTec - Salone int. dell’industria alimentare - Colonia (Germania) - www.anugafoodtec.com
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www.foodexecutive.com notizie sempre aggiornate dal mondo del food&beverage
Agenda AITA Alcolici Alimenti Analcolici Analisi Controllo Aziende Bevande Birra Cereali
Convegni Elettronica Automazione Energia SostenibilitĂ Igiene Ambienti Imballaggi Ingredienti Leggi Norme Libri Macchine Strumenti Macinazione
Mangimi Mercati Consumi Notizie Nutrizione Pasta Ricerca Applicata Salute e Benessere Sicurezza Alimentare Vino
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Prossime attività Vi presentiamo di seguito le prossime attività in programma. Convegno Contaminanti chimici, conoscerli e prevenire il rischio Milano - 18 settembre 2019 Programma Ore 9,30 Registrazione dei partecipanti Ore 10 Problematiche emergenti nell’ambito della sicurezza alimentare Simonetta Menotta, Ist. Zooprofilattico Sp.le Lombardia ed Emilia Romagna Ore 10,30 Le linee guida della Global Food Safety Initiative: importanza e gestione di un Food Safety Assessment relativo al rischio chimico Ivan Butti, Technical Manager South food & beverage, Ecolab Ore 11 Coffee break Ore 11,30 Macchine e linee di processo alimentari: la gestione dei rischi di contaminazioni chimiche Alberto Taffurelli, Food Packaging & Materials Division manager, CSI Ore 12 Economia circolare e sicurezza alimentare: case history sulla plastica di riciclo Maria Grazia Guerini, Regulatory Specialist Food Care, Sealed Air Ore 12,30 Contaminanti e fonti nascoste di bisfenolo A in materiali a contatto con gli alimenti Antonella Cavazza, Università degli Studi di Parma Ore 13 Pausa pranzo Ore 14 Valutazione del rischio e del rischio-beneficio in sicurezza alimentare Francesco Cubadda, Istituto Superiore di Sanità Ore 14,30 Vapore a contatto con gli alimenti e prevenzione del rischio di contaminazione chimica Emanuele Tomasi, responsabile Food & Beverage, Spirax Sarco Italia
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Ore 15 Controlli in linea: innovative soluzioni rapide per la rilevazione di ergot e micotossine Francesco Dusio, Product Manager, Diessechem Ore 18,30 Messa a punto di una procedura portatile per la determinazione di mercurio e metilmercurio in prodotti ittici Agnese Giacomino, Università degli Studi di Torino Ore 16 Chiusura convegno
FIERE ZOOTECNICHE INTERNAZIONALI DI CREMONA Qualyservices 23 ottobre 2019 ore 14,30 CremonaFiere L’appuntamento con la certificazione e la rintracciabilità di filiera (sponsorizzato dagli enti di certificazione). Meat.it 25 ottobre 2019 ore 9,30 CremonaFiere Le attuali soluzioni (selezione genetica, ingredienti e mangimi salutari) per il mercato dei salumi salutistici. 4° CremonaFiere Milk.it 25 ottobre 2019, ore 9,30 CremonaFiere Convegno tecnico sul mondo del latte con interventi su aspetti: - igienici e microbiologici - nutrizionali - funzionali e nutraceutici - d’innovazione di processo e di prodotto - normativi I convegni sono gratuiti. A breve su www.aita-nazionale. it si potranno scaricare i biglietti gratuiti per l’accesso.
Per il programma completo e le modalità di iscrizione: www.aita-nazionale.it
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aita
Sviluppo prodotti di gelateria È una buona notizia vedere che il mercato della gelateria è in crescita. Sia l’industria che l’artigianato, che a sua volta nasconde l’industria dei preparati e delle miscele, vedono numeri in crescita a livello mondiale. La percezione dei prodotti “made in Italy” è fortemente positiva e la nostra industria è effettivamente avanti a livello mondiale. A ben vedere, tuttavia, il quadro generale non dice tutto. Anzitutto la crescita non è in Italia né nell’Europa occidentale. La si trova ad est, soprattutto in Oriente, con l’ovvia implicazione che bisogna attrezzarsi per esportare prodotti e preparati e che bisogna interpretare i gusti e le tendenze dei clienti stranieri. In secondo luogo, ancora più importante, anche per questi prodotti si assiste ad una tendenza marcata verso un vero miglioramento della qualità: non solo i prodotti finiti devono essere buoni ma devono anche avere una ricetta pulita, eliminando il più possibile tutti quegli additivi che oggi vengono impiegati abbondantemente nelle formulazioni. Introdotti per semplificare la vita degli artigiani o per consentire una efficiente produzione industriale, i vari additivi con i loro “numeri E” si sono fatti strada nelle ricette, allontanandole dalle formulazioni originarie realizzate con ingredienti naturali. Inutile cercare di nasconderli, vanno eliminati il più possibile senza compromettere il piacere organolettico del prodotto. Per rispondere a queste tendenze e per proteggere la posizione di vantaggio della nostra industria e del nostro artigianato è necessario quindi pensare a nuovi prodotti, con ricetta pulita. In particolare, Hi-Food ha sviluppato nuove fibre naturali da semi e fonti vegetali che, con processi di estrazione fisica possono offrire funzionalità tecnologiche finora garantite dagli additivi. Con queste fibre naturali, in particolare con la fibra Hi-Smooth, è possibile sostituire i comuni additivi quali xanthan, farina di carrube, gomma di guar, carragenine, alginati e amidi (chimicamente) modificati per conferire comunque quegli effetti tanto cercati dall’industria e dai consumatori: cremosità, proprietà emulsionanti, controllo del punto di congelamento, struttura. Questi nuovi ingredienti consentono inoltre di concepire una nuova generazione di sorbetti con caratteristiche di cremosità e struttura tali da avvicinarli ai gelati convenzionali e da guadagnarsi il nome improprio di “gelati vegani”. In più, Hi-Food sta lavorando per creare filiere biologi-
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che dei semi impiegati per l’estrazione delle fibre al fine di ottenere questi ingredienti naturali certificati da poter impiegare in prodotti biologici. Sorprendentemente, l’assenza dei vari additivi ha “liberato” note di gusto degli ingredienti caratterizzanti quali frutti, fiori, cacao e altre bacche generalmente impiegate nel settore, migliorando la percezione organolettica del sapore. Una precisazione: gli ingredienti naturali non sostituiscono “1 a 1” gli additivi. Serve legare il loro impiego all’esperienza e al knowhow degli esperti dell’azienda, soprattutto alle persone di R&D. La recente fiera Sigep ha dimostrato che i nuovi prodotti contenenti gli ingredienti funzionali di Hi-Food, buoni, con ricetta pulita e naturali hanno ottenuto un grande interesse dei visitatori, anche i più qualificati. La ricetta pulita non è più una “moda” ma un trend irrinunciabile, con Hi-Food che mira sì ad un ruolo di attore principale ma dietro le quinte. Infine, qualche informazione su Hi-Food: nata a fine 2012 da imprenditori e manager con provata esperienza nel settore alimentare, sviluppa e produce ingredienti naturali e funzionali ad alto contenuto tecnologico e di innovazione. Opera come appendice della Ricerca e Sviluppo dei clienti, sviluppando ingredienti anche su misura e contribuendo alla costruzione della ricetta, che resta proprietà del cliente. Una collaborazione stretta, con il comune e pragmatico obiettivo di migliorare il prodotto finito. Tutti gli ingredienti funzionali, rigorosamente “free-from” sono sviluppati internamente con studi ed esperimenti attenti e metodici, mirando a conferire una specifica funzionalità tecnologica ad ingredienti naturali, specialmente se di origine sostenibile (es. derivati da scarti). La progettazione ed il know-how sono fatte a Parma, così come le ultime fasi del processo di produzione. Questo è il lavoro di Hi-Food: individuare la funzionalità degli ingredienti naturali, identificare i migliori processi di estrazione della funzionalità desiderata, studiare le interazioni con gli altri ingredienti, creare sistemi, raggiungere i migliori effetti tecnologici in applicazioni reali e prodotti finiti. Il trasferimento nel 2016 nel Parco delle Scienze dell’Università di Parma ha facilitato lo sviluppo di progetti congiunti, rafforzando il potenziale di innovazione.
Scheda di Associazione Anno 2019 Cognome.............................................. Nome................................................ Ente o Società................................................................................................. Settore merceologico di attività........................................................................ Indirizzo presso il quale desidera ricevere la rivista e le comunicazioni AITA Abitazione
Ufficio
Via..................................................................................... N° civico.............. Cap................. Città........................................................... Prov.....................
Autorizzo l'utilizzo dei miei dati personali ai sensi della legge 31/12/96 N. 675 per l'esercizio delle attività dell'Associazione e per il raggiungimento delle finalità previste dallo Statuto.
Data.............................................. Firma........................................................ Socio Sostenitore € 600,00 Socio Professional Member € 120,00 Socio Ordinario € 100,00 Socio Neolaureato o Dottorando € 50,00 (Anno di Laurea.....) Socio Studente € 30,00
Tel......................................................... Fax.................................................... E-mail...................................................................................................................
Riservato alla segreteria
Ricevuta N°............................................ Data.............................................................. La quota può essere inviata mediante: Sede di .................................................. Pagamento con............................................. 1. assegno circolare o bancario intestato AITA Prossima - Milano 2. bonifico sul c.c. N°B.ca 000011226171 B.ca Intesa San Paolo Ag. 20, Milano - CAB 09498 ABI 03069 Socio Nuovo Rinnovo IT76H0306909606100000119660 cod. iban: IT89A0306909498000011226171 3. vaglia postale 4. carta di credito ....................................n°....................................... scadenza.................................... nome del titolare.............................................. firma........................................ industrie alimentari - lviii- Partita (2019) luglio-agosto Segreteria: Via Luigi Mangiagalli, 5 - 20133 Milano - Tel 02 2365506 Fax 02 2365015 - E-Mail: aita-nazionale@aita-nazionale.it - http://www.aita-nazionale.it - Codice Fiscale: 80192570150 IVA:- 05896220158
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Confezionamento in flow pack Situata in Piemonte, Cavanna spa è specialista nelle soluzioni integrate per il confezionamento alimentare e farma-cosmetico in flowpack. Creata da un’intuizione di Mario Cavanna nel 1960, l’azienda nasce per sviluppare la tecnologia delle confezionatrici in flowpack presso le principali aziende agroalimentari italiane, allora in rapida ascesa grazie alla diffusione dei punti vendita della grande distribuzione. Progressivamente l’azienda estende la gamma delle soluzioni agli step a monte e a valle della flowpacker, grazie a collaborazioni con importanti gruppi italiani. Con l’apertura di una società produttiva in Brasile nel 2004, di uffici commerciali all’estero, la nascita della divisione Cartesio Robotica nel 2005, l’acquisizione nel 2009 del marchio Synchrosys e l’apertura nel 2011 dello stabilimento produttivo americano a Duluth (Atlanta), si creano le basi per un Gruppo internazionale in grado di gestire l’intero processo di confezionamento con un alto grado di personalizzazione e di assistenza post vendita. Il Gruppo progetta linee e sistemi completi a media ed alta velocità a partire dalle linee di processo fino al confezionamento secondario per un’ampia varietà di formati e caratteristiche di prodotto, di packaging, di materiali d’incarto, di soluzioni d’apertura ed eventuale richiusura delle confezioni primarie e secondarie. La strategia del Gruppo punta all’engineering di soluzioni dedicate e complete per medie ed alte velocità, capaci di gestire ogni tipologia di prodotto dall’ultima stazione di processo fino all’imballaggio secondario, con particolare attenzione all’efficienza (saving) e alla soste-
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nibilità (riduzione sfridi e materiali d’incarto, ricorso a materiali ecocompatibili). Le attività del Gruppo sono principalmente orientate al settore alimentare (90%), compresi i prodotti freschi; la parte restante è riferita ad applicazioni nel settore farmaceutico e cosmetico. L’expertise nel trattare i materiali di confezionamento fra i più innovativi, nelle tecnologie di saldatura e nella progettazione sanitary oriented fanno di Cavanna Packaging Group un partner di riferimento sia per grandi gruppi, sia per aziende leader di settore. Ad oggi le aziende del Gruppo hanno installato a livello mondiale oltre 5.000 fra linee complete e macchine ed i clienti complessivi sono più di 900, assistiti in modo continuativo da una struttura Service che copre tutte le esigenze, dalla semplice ricambistica alle modifiche, dal noleggio fino alla formazione permanente del personale tecnico dei
clienti. Grazie a 4 aziende, 42 agenzie a copertura di 72 nazioni, 1 distributore estero e 319 collaboratori dei quali 70 impegnati in R&D, Cavanna Packaging Group assicura la più ampia gamma di soluzioni e di assistenza nel flowpack. Punti di forza del gruppo sono: competenza maturata in 58 anni di storia, un’assistenza continua e costante al cliente e un DNA fortemente orientato alla ricerca e all’innovazione tecnologica.
soci sostenitori
ACETAIA GIUSEPPE CREMONINI
CAVANNA S.P.A.
CSI S.P.A.
Via Foschiero 1142
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