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anno 58 - n. 601 maggio 2019

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Sicurezza alimentare - Soluzioni digitali per ridurre le intossicazioni alimentari e aumentare l’efficienza di produzione - Soluzioni per la tracciabilità nel settore alimentare

- I nuovi sistemi di certificazione della qualità - Il valore della  68 Certificazione certificazione accreditata: aggiornamenti nel settore agroalimentare - I nuovi strumenti certificativi a supporto della sostenibilità agroalimentare - Certificazione a fronte del “Global standard for food safety”, versione 8 - Misurare e comunicare gli impatti ambientali: le norme volontarie a supporto

applicata - Irradiazione UV per il trattamento termico di siero di latte  80 Ricerca stabilizzato - Estensione della conservazione dei pistacchi freschi sgusciati in atmosfera modificata - Potenziale di degradazione del bisfenolo A da parte del Lactobacillus reuteri

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ARTICOLI 5 . Gli insetti: una possibile risposta alla sicurezza alimentare G. Vinci - M. Rapa - S. Saccavino

11. Salame di capra e di pecora halal: indagine di mercato e prospettive economiche M. Martuscelli - A. Fantini I. Bucci - D. Mastrocola

CONTENTS 5. Edible insects: a possible answer to food security G. Vinci - M. Rapa - S. Saccavino

11. Halal dry fermented goat meat and sheep sausages: market research and economic prospects M. Martuscelli - A. Fantini I. Bucci - D. Mastrocola

consumi - Le proteine vegetali sfidano il predominio del latte - In cre 82 Mercati scita il mercato globale delle uova - Il mercato avicolo nazionale fra luci e ombre - In crescita il mercato globale del pesce affumicato dal mondo - Alla seconda edizione ProFood Tech convince su tutti i  88 Notizie fronti - I migliori oli extravergini d’oliva premiati a Verona - Sammontana Italia investe nel ciclo produttivo circolare - Unigrà acquisisce Olfood - SensoryLab, il

nuovo laboratorio di analisi sensoriale a Piacenza - Newlat acquisisce Delverde - Fiere di Parma e fiera di Forlì uniscono le forze - Alce Nero a Roncadin insieme nel settore surgelati bio - Première di successo per Anufood Brazil - Buono il bilancio 2018 di Granarolo - Il fatturato di Igus in continua crescita - Schubert continua sulla rotta della crescita - Nuovo centro espositivo in Italia per Sealed Air - Certificato di sostenibilità per l’ortofrutta - Ancora molto estesa la fame nel mondo - Crescita a doppia cifra per Bosch Rexroth - Va forte il Cacciatore italiano all’estero

- A Milano il più grande appuntamento per la meccanica alimentare 100 Agenda - Ad ottobre il principale appuntamento per il biologico in Francia - In mostra a Dubai le soluzioni per la produzione e il processo alimentare - Previsioni di

crescita per il salone dell’imballaggio di Shanghai - Nuovo salone in Egitto per il processo e l’imballaggio - Ad Alimentaria più internazionalità, esperienze gastronomiche e tendenze - In Brasile il salone per l’industria della carne e delle proteine animali - Calendario

- La pagina del Presidente - Prossime attività - Consulenti di sicurezza 106 AITA alimentare per passione - Vademecum per la misura della temperatura - Soci sostenitori

112 Le aziende

DEPARTMENTS  20 CONFERENCE  24 MACHINES  32 DOWNSTREAM  40 AUTOMATION  42 PACKAGING  54 PRODUCTS  58 HYGIENE  62 ENERGY & SUSTAINABILITY  64 FOOD SAFETY  68 CERTIFICATION  80 APPLIED RESEARCH  82 MARKETING  88 NEWS 100 AGENDA 106 AITA 112 COMPANIES’ ADDRESS


Mensile - ISSN 0019-901X May 2019 Year 58 n. 601

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insetti

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Gli insetti: una possibile risposta alla sicurezza alimentare Edible insects: a possible answer to food security

• PAROLE CHIAVE insetti, novel food, Reg. UE 2283/2015, sostenibilità • KEYWORDS insects, novel food, Reg. EU 2283/2015, sustainability

• RIASSUNTO

• SUMMARY

L’entomofagia – il consumo di insetti da parte dell’uomo – potrebbe rappresentare uno strumento valido sia dal punto di vista nutrizionale che economico di alimentazione umana, dal momento che gli insetti sono una fonte proteica alternativa ai consumi proteici convenzionali. Le organizzazioni mondiali più note nel campo dell’alimentazione come la FAO o la OMS hanno sempre sostenuto l’importanza della nutrizione nei loro piani di intervento alla lotta contro la povertà e alla promozione dello sviluppo umano. In particolare, la FAO ha cercato di far fronte al problema delle malnutrizioni introducendo l’alternativa alimentare dell’entomofagia. È doveroso sottolineare che, nonostante gli insetti siano considerati in Europa “novel food”, questi integrano già la dieta di oltre 2 miliardi di persone nel mondo, soprattutto in alcune parti dell’Asia, Africa ed America Latina. Lo scopo di questo lavoro è quello di individuare i vantaggi di una dieta che prevede il consumo di insetti, facendo particolare riferimento a quelli ambientali, sociali ed economici, analizzarne la composizione nutrizionale e determinarne il loro ruolo nei processi di sviluppo.

Entomophagy – the human’s consumption of insects – could represent a valid nutritional and economic instrument for humans feeding. Insects are an alternative protein source to conventional protein food, such as meat, fish or legumes. The world’s best-known food organizations such as FAO or WHO have always highlighted the importance of nutrition in their action plans to combat poverty and promote human development. FAO, particularly, has tried to manage the malnutrition problem by introducing the entomophagy as alternative food. Although insects are considered “novel food” in Europe, it is noteworthy that they already integrate the diet of over 2 billion people in the world, especially in Asia, Africa and Latin America. The aim of this work is to identify the benefits of a diet that involves the insect’s consumption, referring to environmental, social and economic aspects. Furthermore, this paper analyses the edible insect’s nutritional composition and determines their role in the development processes.

G. Vinci* - M. Rapa - S. Saccavino Dipartimento di Management, Sapienza Università di Roma Via del Castro Laurenziano 9 00161 Roma * email: giuliana.vinci@uniroma1.it

industrie alimentari

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Introduzione Uno dei più grandi problemi che, ad oggi, l’umanità si trova ad affrontare è l’insicurezza alimentare, definita come la mancanza di un sicuro accesso ad un ammontare sufficiente di cibo sano e nutriente. A causa di ciò, nel mondo muoiono di fame 21 mila persone al giorno (Martin & Ferris, 2007). Inoltre, la prospettiva di un aumento drastico della popolazione mondiale comporta considerevoli problemi di tipo ambientale; sfamare 9 miliardi di persone (popolazione stimata per il 2050, fonte ONU) comporta onerose emissioni, inquinamento e contaminazioni di acque e terreni (Howden-Chapman, 2002). Le istituzioni a livello mondiale che si occupano di nutrizione, una su tutte la FAO, hanno cercato di far fronte al problema della malnutrizione, della povertà e della sostenibilità ambientale introducendo un’alternativa alimentare: il consumo di insetti (McGuire, 2015).

Tabella 1 - Emissioni di gas climalterante espresso in gr/die per 1 kg di massa corporea. (Fonte: EATING INSECTS – A credible and tasty alternative, 2013). CO2 (anidrite carbonica) Bovino Suino Locusta Grillo

7,08 27,96 6,39 0,09

L’entomofagia – dal greco éntomos, “insetto”, e phăgein, “mangiare” – è una pratica alimentare che prevede il consumo di insetti, considerevolmente influenzata da pratiche culturali e religiose in molte regioni del mondo (Fig. 1) Nella maggioranza dei Paesi occidentali, però, questa pratica è percepita con disgusto ed è associata ad un comportamento primitivo; per questo gli insetti sono stati scarsamente considerati nell’ambito della ricerca in campo alimentare e solo di recente il tema dell’entomofagia ha iniziato ad attirare l’attenzione anche di

CH4 (metano)

NH3 (ammoniaca)

0,283 0,098 0,017 0,002

170,00 75,00 7,05 8,8

quelle regioni del mondo non culturalmente abituate a queste pratiche alimentari (Oonincx & de Boer, 2012). Gli insetti, che sono stati già definiti dalla FAO come “cibo del futuro”, sono una fonte proteica essenziale per la popolazione mondiale ed hanno molti vantaggi a livello ambientale; il ciclo di crescita degli insetti è molto rapido e possono essere prodotti in gran numero con un minimo impatto sull’ambiente (Bukkens, 1997). Le loro piccole dimensioni consentono di realizzare allevamenti che occupano poco spazio e che producono molta meno CO2 di un allevamento animale tradizionale, come espresso in Tab. 1.

Regolamento UE 2283/15: insetti come novel food

Source: Centre for Geo Information, Wageningen University, based on data compiled by Jongema, 2012.

Fig. 1 - Densità delle specie commestibili nel mondo, da notare come il numero di specie commestibili aumenti nelle zone tropicali (Fonte: Centro di Informazione Geografica dell’Università di Wageningen).

industrie alimentari

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Per “novel food” si intendono quegli alimenti che non sono stati consumati in misura significativa dagli esseri umani nell’UE prima del 15 maggio 1997, quando è entrato in vigore il primo Regolamento sui nuovi prodotti alimentari (UE 2015/2283, 2015). Questo termine è, quindi, di recente sviluppo e con


insetti

esso si fa riferimento a cibi innovativi prodotti utilizzando nuove tecnologie e processi di produzione oppure ad alimenti che sono o sono stati tradizionalmente mangiati al di fuori dell’Unione Europea. Il nuovo Regolamento UE 2283 del 2015 prende in considerazione tra i novel food anche gli insetti interi o le loro parti (Lähteenmäki-Uutela & Grmelová, 2016). In alcuni paesi europei gli insetti fanno già parte della scena culinaria da molti anni, come in Belgio e nei Paesi Bassi, in altri, invece, sta avvenendo la “transizione”, ovvero gli insetti stanno entrando a far parte delle abitudini alimentari anche grazie al contributo dei governi locali che regolano in modo chiaro l’utilizzo di questo nuovo alimento (Francia, Germania, Inghilterra) (Kop̈ ke et al., 2012). Quindi alcuni Stati membri hanno permesso a livello nazionale l’allevamento e la commercializzazione di alcune specie di insetti a scopo alimentare umano (de Boer

& Bast, 2018). Per quanto riguarda l’Italia, invece, la situazione è diversa: nonostante il Regolamento europeo riconosca le nuove pratiche alimentari, la sua discrezionalità ha permesso al nostro paese di vietare la commercializzazione di insetti o di prodotti a base di insetti, rimandandola a quando sarà rilasciata a livello europeo una specifica autorizzazione in applicazione al Regolamento UE 2015/2283 (Finardi & Derrien, 2016).

Composizione nutrizionale I valori nutrizionali degli insetti commestibili sono variabili a seconda della fase di metamorfosi in cui l’insetto si trova e possono cambiare in base all’habitat in cui vive. Le specie di cui l’uomo può nutrirsi sono moltissime; ne sono sta-

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te indicate oltre 1.900 commestibili per l’uomo e a livello mondiale, gli insetti più consumati sono: Coleotteri (31%), Lepidotteri (18%) e api, vespe e formiche (Imenotteri 14%) (Fao & van Huis, 2013). A questi seguono cavallette, locuste e grilli (Ortotteri 13%), cicale, cicaline e cocciniglie (Emitteri 10%), termiti (Isotteri 3%), libellule (Odonata 3%), mosche (Ditteri 2%) e altri ordini (5%) (Kouřimská & Adámková, 2016). Alcuni studiosi (Rumpold & Schluter, 2013) hanno catalogato i valori nutrizionali di oltre 200 specie di insetti commestibili in vari articoli, rilevando che la maggior parte di questi forniscono quantità soddisfacenti di energia, proteine ricche di amminoacidi essenziali e acidi grassi; inoltre sono ricchi di micronutrienti, quali rame, ferro, magnesio, fosforo, selenio e zinco. In Tab. 2 sono riportati i valori nutrizionali delle maggiori spe-

Tabella 2 - Valori nutrizionali degli insetti con maggior impiego in nutrizione umana. Insetto Chironimus Lumbricus Periplaneta Tenebrio Galleria (per specie) terrestris americana molitor mellonella

Daphnia Drosophila melanogaster

Energia (Kcal/gr) Materia Secca (%) Proteine (%) Grassi (%) Ceneri (%) Fibre (%) Ca (%) P (%) Mg (%) Na (%) K (%) Cu (ppm) Fe (ppm) Zn (ppm) Mn (ppm) Se (ppm)

Gryllus campestris

- 9,90 52,80 9,70 11,30 - 0,38 0,90 0,12 0,62 0,35 30,00 2.940,00 115,00 22,00

4,65 20,00 62,20 17,70 5,00 9,00 1,72 0,90 0,14 0,02 0,06 18,00 4.133,00 250,00 142,00

6,07 38,70 53,90 28,40 3,30 9,40 0,20 0,50 0,08 0,27 0,87 14,00 90,00 57,00 5,00

6,49 37,60 52,70 32,80 3,20 5,70 0,11 0,77 0,22 0,14 0,91 19,00 43,00 100,00 14,00

7,06 34,10 42,40 46,40 2,70 4,80 0,11 0,62 0,11 0,05 0,72 9,00 22,00 76,00 3,00

- 91,70 55,20 6,60 10,80 - 0,10 1,17 0,16 0,98 0,99 39,00 3.049,00 250,00 73,00

5,12 29,60 70,10 12,60 4,50 27,00 0,10 1,05 0,08 0,42 1,06 18,00 138,00 171,00 39,00

5,34 31,00 64,90 13,80 5,70 9,40 0,14 0,99 0,13 0,49 1,29 28,00 58,00 188,00 31,00

0,37

0,92

0,36

0,31

0,66

1,46

0,07

0,58

Musca domestica

Ostrinia nubilalis

- - 15,58 7,81 1,40 3,46 0,09 0,24 - - - - - - -

5,60 28,00 64,20 17,00 2,60 15,40 0,22 0,67 0,13 0,02 0,05 20,00 269,00 98,00 16,00

industrie alimentari

-

0,20

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cie consumate nel mondo (Payne, Scarborough, Rayner, & Nonaka, 2016). Quindi, quello che rende gli insetti interessanti per le principali organizzazioni mondiali che si occupano di alimentazione, di sicurezza alimentare e di fame nel mondo è sicuramente la loro composizione nutrizionale e questo potrebbe giocare un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità.

Gli insetti come fonte alimentare sostenibile La popolazione mondiale è notoriamente in crescita ed i consumatori si fanno sempre più esigenti. Tutto ciò richiederà un aumento della produzione di alimenti con gravi conseguenze per le risorse già limitate della terra(Oonincx & de Boer, 2012). Gli allevamenti tradizionali di animali da carne producono gas serra, deforestazione, degrado ambientale ed alti consumi idrici, con ritmi non sostenibili per l’ambiente (Yen, 2015). Secondo la FAO (2006), la produzione zootecnica copre il 70% dei terreni coltivabili disponibili e ha un sostanziale impatto nella degradazione del suolo, soprattutto a causa del sovrasfruttamento dei pascoli: la continua pressione dello zoccolo provoca il compattamento del terreno, che mentre l’estirpazione della vegetazione effettuata dall’animale per nutrirsi provoca impoverimento della flora che diminuisce la capacità della terra di trattenere acqua e di rigenerarsi. Gli allevamenti zo-

industrie alimentari

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otecnici intensivi utilizzano mangimi ricchi di nutrienti quali azoto e fosforo, che solo in parte vengono assorbiti dagli animali, mentre il resto finisce per disperdersi nell’ambiente; infatti, secondo stime della FAO, a livello globale, gli allevamenti sono responsabili di 135 milioni di tonnellate di azoto e 58 milioni di tonnellate di fosforo depositate nell’ambiente ogni anno (Arnold van Huis & Oonincx, 2017). Questi mangimi contengono anche metalli pesanti quali rame, zinco, selenio, cobalto, arsenico, ferro e manganese (somministrati al bestiame per ragioni di salute o come promotori della crescita), che vengono assorbiti dagli animali solo in un’esigua percentuale, mentre la maggior parte viene espulsa con le feci depositandosi nei terreni (Payne et al., 2016). Nutrire le generazioni future richiede lo sviluppo di fonti alimentari alternative, in particolare di alimenti con elevati apporti proteici come alghe, legumi, funghi ed insetti (Premalatha, Abbasi, Abbasi, & Abbasi, 2011). Vantaggi ambientali Essendo animali a sangue freddo, gli insetti presentano un’alta ef-

ficienza di conversione alimentare, ovvero quanto mangime è necessario per produrre un incremento in peso di 1 kg di un animale. Si calcola che, in genere, per ogni kg di proteine ad alto valore biologico, il bestiame deve essere alimentato con 6 kg di proteine di origine vegetale. I tassi di conversione alimentare per la carne, comunque, variano di molto a seconda del tipo di animale e delle pratiche di allevamento utilizzate. La FAO calcola che in media, gli insetti possono convertire 2 kg di mangime in 1 kg di massa, laddove un bovino, ad esempio, necessita 8 kg di foraggio per produrre l’aumento di 1 kg di peso corporeo e, in generale, gli insetti contengono una percentuale edule maggiore rispetto agli animali utilizzati per l’allevamento tradizionale (Fig. 2) (Halloran, Roos, Eilenberg, Cerutti, & Bruun, 2016). Inoltre, gli allevamenti di insetti producono meno gas serra rispetto ad allevamenti di bestiame convenzionale. Per esempio, i suini producono fino a cento volte più gas serra per kg di peso di quello prodotto da allevamenti di vermi della farina. Inoltre, i reflui zootecnici (urine e letame) contribuiscono anche in maniera più subdola all’inquina-

Fig. 2 - Confronto dell’efficienza delle produzioni di carni convenzionali e di grilli. (Fonte: Van Huis, 2013).


insetti

mento ambientale rendendo il terreno acido. Poi gli insetti possono nutrirsi di rifiuti organici, come resti di cibo prodotti dagli umani, compost e liquami animali, e possono trasformarli in proteine ad alto valore biologico a loro volta utilizzabili per scopi mangimistici. Secondo la Federazione internazionale delle Industrie produttrici di mangimi, la produzione globale di mangimi per animali è stata di 720 milioni di tonnellate nel 2010, con un conseguente fortissimo impatto ambientale. Gli insetti possono integrare le tradizionali fonti di mangime come soia, cereali e farina di pesce (Halloran, Flore, Vantomme, & Roos, 2018). Ancora, gli insetti utilizzano meno acqua del bestiame convenzionale. I vermi della farina, ad esempio, sono molto più resistenti alla mancanza d’acqua dei bovini. Infine, gli allevamenti di insetti sono molto meno dipendenti dalla disponibilità di terreno del bestiame convenzionale. Vantaggi sociali È noto che gli insetti riescono a fornire proteine di alta qualità e molti nutrienti paragonabili a quelli forniti dalla carne e dal pesce. Inoltre, gli insetti sono particolarmente importanti come integratori dietetici per bambini che hanno problemi di iponutrizione perché molte specie presentano un’alta quantità di acidi grassi come gli Omega-3, in genere presenti nel pesce. Sono anche ricchi in fibre e micronutrienti quali rame, ferro, magnesio, manganese, fosforo, selenio e zinco, tutti di estrema importanza per avere un apporto

nutritivo completo e per evitare i problemi derivati dall’iponutrizione (Caparros Megido et al., 2014). Gli studi effettuati dalla FAO riportano che gli insetti presentano un basso rischio di trasmissione di zoonosi, ovvero di malattie trasmesse dagli animali all’uomo. Negli anni passati ci sono stati molti casi di queste malattie che hanno fatto scalpore, come l’H1N1 (influenza aviaria) o la BSE (malattia della mucca pazza), che hanno contribuito a far crescere la consapevolezza in occidente sugli allevamenti intensivi di bestiame (Oonincx, Van Broekhoven, Van Huis, & Van Loon, 2015). Vantaggi economici La raccolta e l’allevamento di insetti può offrire importanti strategie per un differenziamento dei mezzi di sussistenza in quanto la raccolta e la strumentazione di base per l’allevamento richiedono tecniche semplici ed un investimento di capitale minimo. Tutto ciò può essere sfruttato dagli insediamenti umani più poveri del mondo a loro vantaggio economico e sociale (A. Van Huis & Dunkel, 2016). Gli insetti poi possono essere raccolti in natura, allevati, preparati e venduti dai membri più poveri della società quali donne e lavoratori senza terra in aree rurali o urbane. Queste attività possono direttamente migliorare la dieta e fornire entrate in denaro con la vendita della produzione in eccesso in mercati popolari. La raccolta e l’allevamento di insetti può quindi fornire opportunità imprenditoriali in economie sviluppate, di transizione e in via di sviluppo (Ramos-Elorduy, 1997).

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Fig. 3 - Vantaggi ambientali, sociali, economici dell’entomofagia.

Infine gli insetti possono essere preparati come prodotti alimentari o mangimi in modo relativamente facile. Alcune specie possono essere consumate intere, altre possono essere anche trasformate in impasti o in farine prima di essere consumate oppure, le loro proteine possono essere estratte e utilizzate a parte. I vantaggi dell’entomofagia sono quindi molteplici, come visibile in Fig. 3.

Conclusioni Le motivazioni che hanno portato a considerare gli insetti commestibili come fonte alimentare per l’uomo risiedono sicuramente nell’obiettivo di soddisfare le necessità di una popolazione mondiale in costante aumento senza, però, avere un impatto spropositato sull’ecosistema; la continua crescita dell’agricoltura intensiva e degli allevamenti tradizionali porta ad un aumento dello squilibrio sociale ed ambientale e con esso incrementa la povertà e peggiora le condizioni attuali del pianeta.

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Perciò l’alternativa dell’entomofagia è da non sottovalutare in quanto può potenzialmente rispondere a queste problematiche sempre più attuali. L’obiettivo principale di questo studio è stato quello di evidenziare come gli insetti possano esseri usati nell’alimentazione umane e di valutare questa pratica in termini di sicurezza alimentare, di valori nutrizionali e di difficoltà culturali.

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Salame di capra e di pecora halal: indagine di mercato e prospettive economiche Halal dry fermented goat meat and sheep sausages: market research and economic prospects

• PAROLE CHIAVE salami halal, ricerca di mercato • KEYWORDS halal salami, market research

• RIASSUNTO

• SUMMARY

Lo scopo del presente lavoro è stato quello di approfondire le conoscenze riguardo alla richiesta di mercato di salame con certificato halal, di potenziale interesse per il mercato regionale (regione Abruzzo), nazionale ed internazionale. In particolare, si è voluto verificare se tale prodotto avesse le caratteristiche per soddisfare sia le esigenze del consumatore di fede islamica, sia del consumatore non musulmano. A tale fine è stata condotta un›indagine di mercato con interviste a due gruppi di consumatori, 103 di fede musulmana e 151 non musulmani. I risultati della ricerca hanno dimostrato un elevato interesse d’acquisto per il salame di capra o di pecora, con certificazione halal, da parte di entrambi i gruppi di consumatori; lo studio ha inoltre permesso di caratterizzare l’aspetto socio-economico dei clusters a cui può essere principalmente destinato il prodotto.

The purpose of this work was to deepen our knowledge of the market demand for salami with halal certification and the potential interest for the regional (of Abruzzo region), national (of Italy) and international market. In particular, the aim of the study was to verify if this product could be able to satisfy both the Muslim and non-Muslim consumers. For this purpose, a market survey was conducted with interviews of two groups of consumers, 103 of Muslim faith and 151 non-Muslims. The results of the research showed a high buying interest for both goat or sheep salami, with halal certification, by both groups of consumers; the study also allowed to characterize the socio-economic aspect of the clusters to which the product can mainly be destined.

M. Martuscelli* - A. Fantini I. Bucci - D. Mastrocola Faculty of Bioscience and Technology for Food, Agriculture and Environment, University of Teramo Via R. Balzarini, 1 64100 Teramo *email: mmartuscelli@unite.it

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1. Introduzione Nel 2015 il 24,1% della popolazione mondiale seguiva la religione islamica, con una numerosità destinata a crescere del 70%, passando da 1,8 miliardi (nel 2015) a circa 3 miliardi (nel 2060) di musulmani nel mondo (Lipka e Hackett, 2017). Secondo un rapporto pubblicato dal Dubai Islamic Economy Development Center (DIEDC) in collaborazione con Thomson Reuters, la spesa musulmana sta crescendo quasi del doppio rispetto alla crescita globale, creando opportunità significative per gli investimenti e la creazione di marchi globali di alimenti halal, fra cui oltre alla carne (ovviamente in primis) possono essere annoverati anche altri prodotti come caramelle, piatti pronti, snack e cibo per bambini. Il mercato globale di alimenti e bevande halal è, di conseguenza, in forte espansione; infatti, secondo quanto riportato nella relazione sullo “Stato dell’Economia Globale Islamica” il settore crescerà nei prossimi anni, passando da un valore di 1,24 triliardi di dollari statunitensi (US$) (nel 2016) a 1,93 triliardi di US$ (nel 2022) (Buller, 2017). Già nel 2017 è stato registrato un valore di 1,4 triliardi di US$ per il mercato globale alimentare halal, con una proiezione al 2023 di 2,6 triliardi di US$, notevolmente superiore alla stima menzionata precedentemente (Research and Market, 2018). La diaspora ha triplicato la popolazione islamica in Europa, facendo in modo che il mercato europeo sia, in termini di attrattività, già da diversi anni al secondo posto dopo il Medio Oriente e il Sud Africa (Pew Research, 2005). Nel 2016, il Pew Research Center ha condotto uno studio demografico sulla situazione europea: è

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stata stimata una crescita notevole della popolazione di musulmani in Europa, passando dai 19,5 milioni del 2010 a quasi 26 milioni nel 2016 (dal 3,8% al 4,9% della popolazione totale europea dei 28 paesi dell’Unione Europea (UE), Svizzera e Svezia (Pew Research, 2017). Nel 2015 in Europa, per il comparto di alimenti halal, si registrava un valore di circa 70 milioni di dollari, pari il 10% del mercato globale con un potere di acquisto della comunità islamica in Europa di quasi 4 volte superiore ai valori medi del resto del mondo (Linkiesta, 2015). Relativamente alla composizione dei consumi alimentari degli immigrati islamici in Europa, è risultato che un terzo della spesa alimentare è destinato a carne e prodotti carnei, anche in momenti di crisi economica (Priore, 2011). Diversi possono essere sul mercato i prodotti carnei processati in ottemperanza ai precetti religiosi, oltre alle norme sulla sicurezza alimentare: salati e/o marinati ma non essiccati; essiccati ma non fermentati; fermentati semi stagionati/ stagionati, affumicati, cotti (Gagaoua e Boudechicha, 2018). La maggior parte dei prodotti carnei a contenuto intermedio di umidità (attività dell’acqua: aw 0,7-0,9) prevede nel processo lunghi periodi di stagionatura, con specifiche finali di qualità diverse in base alla differente tipologia di materia prima (carne e grasso) ed alla formulazione (rapporto grasso/carne, microbiota selezionato o autoctono, ingredienti ed additivi); ognuna di queste variabili correlabili alla qualità può essere considerata un potenziale rischio per la conformità e autenticità dei prodotti halal (Ermis, 2017; Mora et al., 2016; Lubis et al., 2016; Galgano et al. 2003). Per quanto la tradizionale produzione di salumi nell’area medi-

terranea sia basata prevalentemente sulla trasformazione di carne e grasso di origine suina, è possibile considerare la possibilità di processare materia prima di altra specie zootecnica, sia per soddisfare le richieste di consumatori di fede islamica, sia per diversificare o ampliare la gamma di prodotti nel settore dei salumi (Riaz, 1999). Considerando la consistente produzione zootecnica di ovicaprini nel Centro-Sud dell’Italia, le aziende di allevamento e/o di trasformazione di carni operanti in queste regioni potrebbero essere interessate ad innovare le loro produzioni, con lo scopo finale di processare secondo i disciplinari redatti dagli enti di certificazione halal, ufficialmente riconosciuti dalle autorità religiose islamiche e dal governo italiano. In particolare, la CO.RE.IS (Comunità Religiosa Islamica) ha formato un Comitato Etico composto da esperti per definire le specifiche tecniche per la certificazione dei prodotti halal (http:// www.halalitalia.org/). Il 30 giugno 2010, alla Farnesina, è stata sancita una Convenzione interministeriale, sottoscritta dal Ministero degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico, della Salute e delle Politiche agricole, alla presenza degli ambasciatori dei Paesi OCI (Organizzazione della Conferenza Islamica) a sostegno del Progetto Halal Italia della CO.RE.IS. Tale iniziativa permette ai prodotti alimentari italiani (oltre che cosmetici e farmaceutici) una certificazione riconosciuta all’estero, con marchio “Ḥalāl Italia” (CO.RE.IS., 2017) sancendo l’unione fra il contributo della comunità islamica e l’impresa italiana. Si è aperta così, da alcuni anni, una opportunità importante per l’esportazione di prodotti con tutte le caratteristiche della qualità, intrinseca e certificata, della produzione alimentare italiana nel mondo.


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Un prodotto a lunga conservazione come il salame offre una serie di vantaggi che la commercializzazione della carne fresca purtroppo non possiede. Lo scopo del presente studio è stato pertanto focalizzato sull’analisi delle potenzialità di mercato di salame ovicaprino, valutando le caratteristiche della domanda sia del consumatore di fede islamica che del consumatore non musulmano.

2. Materiali e metodi Al fine di valutare la propensione all’acquisto di salami ovini/caprini, sono stati formulati rispettivamente due tipi di questionari, formulati secondo Migliardi (2008), destinati a due gruppi di consumatori: gruppo M (103 soggetti di fede islamica); gruppo NM (151 soggetti non musulmani). Per la popolazione musulmana è stato creato un questionario (Fig. 1) per reperire informazioni sui consumi di carne (quantità e frequenza della carne consumata) e sulla disponibilità ad acquistare salame di pecora/capra certificato halal. Il questionario, proposto a soggetti di fede non musulmana, è stato formulato in maniera tale da reperire informazioni sul consumo di carne, sulla conoscenza del significato del termine “halal” e sulla propensione all’acquisto di salame di pecora/capra certificato halal (Fig. 2). Le interviste sono state svolte con diverse modalità: dei 103 questionari somministrati a soggetti di fede islamica residenti in Abruzzo, 45 interviste dirette sono state svolte nella moschea di Campli (TE) durante la festa del sacrificio del 2017 e 58 interviste dirette nel-

Fig. 1 - Questionario somministrato a soggetti di fede islamica (gruppo M).

la moschea di Pescara, in occasione di una giornata di preghiera; per i 151 soggetti di fede non islamica, tutti residenti in Italia, 120 questionari sono stati ottenuti on-line e 31 mediante interviste dirette (presso il banco salumi di un supermerca-

to nei pressi dell’Università di Teramo). I dati raccolti dalle interviste sono stati estrapolati su un foglio di calcolo (Microsoft Excel 2011 per Mac, versione 14.7.7), attribuendo valori 0-1 alle variabili dicotomiche e 0-n alle variabili descrittive.

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3. Risultati e discussioni Il campione di intervistati appartenenti alla popolazione musulmana (gruppo M, 103 intervistati) è risultato in elevata maggioranza composto da uomini appartenenti ad una fascia di età tra i 35-44 anni (età media: 36 anni), con grado di istruzione elementare/media ed un’occupazione come operaio-dipendente. Le famiglie del campione in media erano composte da quattro persone, il cui paese di origine era il Marocco, per il 46,6% degli intervistati, la Macedonia, per il 20,4% e il Senegal, l’Algeria e l’Albania per il restante 33%. La composizione per sesso del campione dei soggetti non musulmani (gruppo NM, 151 intervistati) era caratterizzata in modo uguale da uomini e donne, appartenenti ad una fascia di età compresa tra 25-34 anni e per la maggior parte lavoratori dipendenti diplomati e laureati. Dall’analisi dei questionari è emerso che più del 70% dei consumatori musulmani acquista la carne 1 o 2 volte alla settimana (42 e 30%, rispettivamente) e che questo gruppo consuma la carne con maggiore frequenza settimanale rispetto ai consumatori di fede non islamica (Fig. 3); fra le specie consumate, dalle risposte dei consumatori del gruppo M, ovviamente il maiale è risultato assente mentre la percentuale maggiore degli intervistati ha dichiarato di preferire le specie bovine, ovine e il pollame (Fig. 4); anche nella dieta dei consumatori del gruppo NM, oltre al maiale ed al manzo, il pollame è consumato in elevata percentuale (Fig. 4).

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Fig. 2 - Questionario somministrato a soggetti non musulmani (gruppo NM).

Relativamente al potenziale d’acquisto (Fig. 5) verso il salame caprino o ovino, un terzo dei consumatori musulmani è disposto a pagare per un salame di 250 g intorno ai 2-3 euro, mentre il 60% dei consumatori del gruppo NM è disposto a pagare, per lo stesso prodotto, un prezzo leggermente superiore (fino ai 3-4 euro).

Entrambi i gruppi si sono espressi circa la disponibilità all’acquisto di salame caprino o ovino certificato halal (Fig. 6): l’indagine ha evidenziato, come atteso, che, diversamente dalla elevata propensione all’acquisto dimostrata dai musulmani (90 %), i consumatori di fede non islamica erano quasi equamente ripartiti fra risposta positiva


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(52%) e negativa (48%); entrambe le tipologie di consumatori hanno espresso maggiore interesse verso il salame halal processato da carni ovine (M, 61%; NM, 58%) e caprine (M, 58%; NM, 42%) (Fig. 7). I luoghi preferiti per l’acquisto dei prodotti halal risultano, per l’85% dei consumatori musulmani intervistati, i negozi specializzati halal, mentre il 15% ha dichiarato di acquistare prodotti halal anche nei supermercati. Questo risultato conferma i dati di letteratura. In un’indagine svolta da Bergeaud-Blackler et. al. (2005) sulla carne halal e sulla posizione dei consumatori islamici a livello europeo, sono stati coinvolti 47 partecipanti, regolari consumatori di prodotti halal provenienti dal Belgio, Francia, UK, Paesi Bassi, Germania e Turchia. Nonostante il grado di soddisfazione sulla disponibilità di cibi halal sono state rilevate delle differenze tra nazioni sul livello di distribuzione di prodotti halal: i gruppi di Amsterdam, Bordeaux, Cardiff (UK) e Istanbul hanno ritenuto che gli alimenti halal fossero ampiamente disponibili presso le macellerie islamiche, mentre i partecipanti provenienti da Berlino e Renaix (Belgio) hanno indicato che l’offerta era media o bassa nelle macellerie. Al contrario la reperibilità degli stessi alimenti percepita presso i supermercati è risultata bassa in tutti i luoghi tranne che a Istanbul. Da questi dati si potrebbe dedurre una mancanza di orientamento da parte della grande distribuzione (supermercati) verso i consumatori di prodotti offerti con dicitura halal in etichetta. In effetti, una ricerca svolta presso una comunità di donne marocchine e egiziane ha rivelato che i consumatori islamici hanno una grande diffidenza nei confronti dei prodotti halal venduti fuori dalle macellerie/

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Fig. 3 - Frequenza del consumo di carne (N volte a settimana) dei due gruppi di consumatori intervistati (103, musulmani; 151, non musulmani).

Fig. 4 - Tipologia di carne consumata (% degli intervistati).

Fig. 5 - Propensione espressa dai consumatori musulmani e non (%, sul totale di intervistati) a pagare per un salame (prezzo per 250 g).

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Fig. 6 - Interesse d’acquisto verso salame ovino o caprino halal.

bazar (Priore, 2011). In generale i consumatori musulmani hanno fiducia del venditore anch’esso musulmano, anche se non si esclude la possibilità di acquisto di carne halal nei supermercati perché più comodo, e soprattutto a causa del prezzo più competitivo. L’aspetto principale che motiva l’acquisto di carne halal da parte del consumatore musulmano è comunque la qualità garantita dal fatto di essere effettivamente macellata secondo i precetti

islamici (Fuseini et al., 2016; Fuseini et al., 2017). I principi della macellazione religiosa sono stati incorporati nell’ordinamento giuridico della Comunità Europea (CE) e gli Stati membri devono vigilare sul fatto che essa avvenga secondo certe regole. Lo stato italiano ha accettato la pratica della macellazione secondo riti religiosi, ebraici e islamici. Il Regolamento 1099/2009 CE, con le sanzioni fissate dal decreto legislativo

Fig. 7 - Preferenza espressa sulla carne (specie zootecnica) da impiegare per la produzione di salame halal.

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131/2013, è la norma attualmente in vigore in materia di macellazione animale, anche religiosa. Il Regolamento fa riferimento alla Direttiva 93/119/CE, relativa alla protezione degli animali durante l’abbattimento, che viene abrogata, eccettuati alcuni allegati (art. 28) (Roggero, 2016). Il Regolamento si occupa delle pratiche di macellazione rituale in un insieme di norme puntuali per far sì che esse si svolgano adeguatamente, salvaguardando il benessere animale (Farouk et al., 2016). La macellazione rituale domestica è vietata proprio per l’impossibilità di compiere tali verifiche al di fuori di un macello. I dati di letteratura riportano uno studio per valutare la percentuale di bovini respinti durante la macellazione rituale in un macello autorizzato italiano: questi autori hanno riferito che durante la macellazione islamica il tasso di rigetto delle carcasse era molto basso, mentre un’alta percentuale di carcasse macellate secondo i precetti della religione ebraica (shechita) non aveva superato l’approvazione (D’Amico et al., 2017). La presente ricerca ha infine evidenziato come i consumatori italiani di fede non islamica abbiano un interesse medio-basso verso alimenti processati secondo altre culture: infatti, circa il 65% degli intervistati di questo gruppo (NM) ha dichiarato di conoscere la macellazione halal e solo l’8% aveva provato la carne halal almeno una volta (Fig. 8). Tale risultato può essere attribuito a diverse motivazioni. Il marchio Halal sui prodotti alimentari ha notevole significato per i consumatori (Bonne e Verbeke, 2007). È stato già da tempo osservato come i consumatori non musulmani possano percepire la certificazione halal, oltre che a garanzia di uso di materie prime e processi in ottemperanza a precetti religiosi, anche a garanzia del rag-


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no. Sulla base di tali ricerche, sono stati valutati i risultati dell’analisi dei gruppi e individuati i segmenti di mercato del presente studio.

3.1 Analisi dei gruppi

Fig. 8 - Interesse dei consumatori non musulmani al consumo di alimenti halal.

giungimento della qualità finale dei prodotti (Grunert, 2006). Studi condotti sui consumatori non musulmani hanno infatti rivelato comportamenti positivi verso alimenti Halal, perché considerati salutari, oltre che garantiti per sicurezza e igiene (Golnaz et al., 2012; Aziz Chok, 2013; Abd Latif et al., 2014; Mathew et al., 2014; Haque et al., 2015). Nel corso della 5a Conferenza Internazionale su Marketing e Vendita (5 INCOMaR 2015) svoltasi nell’ottobre 2015 a Penang, Malesia), è stato presentato uno studio teorico da ricercatori malesiani (Wibowo e Ahmad, 2016), guidato dalle seguenti domande di ricerca: 1) quali sono i fattori predittivi per l’accettabilità del prodotto alimentare Halal da parte dei consumatori non musulmani? 2) in che modo il grado di cultura dei consumatori non musulmani influenza la loro accettabilità verso il prodotto alimentare Halal? Questo studio si propose di stabilire un quadro concettuale per l’accettazione del prodotto Halal da parte dei consumatori non musulmani. A partire dalle teorie già utilizzate per studiare il comportamento dei consumatori, fu costruito un nuovo modello, illustrato in Fig. 9; la “Teoria

dei comportamenti pianificati” (Ajzen, 1991) che fu la teoria di base nello sviluppo del modello proposto da Wibowo e Ahmad (2016), con l’estensione delle variabili usate nel “Modello Triandis”, modificato secondo Bergeron et al. (2005), ed anche del “Modello dei consumatori Halal”, che ha come variabile la legge islamica (Abd Rahim Junos, 2012). Come si può osservare dalla Fig. 9, le variabili individuate da Wibowo e Ahmad (2016) come predittive per l’accettabilità di prodotti alimentari halal da parte dei consumatori non musulmani sono: la prospettiva interiore (aspetto emotivo e cognitivo), la credibilità del logo Halal e le abitudini; il background culturale influenza il modo in cui le interazioni fra tali variabili inducono a compiere la scelta alimentare del non musulma-

I parametri presi in considerazione per sviluppare l’analisi cluster sono: la frequenza del consumo di carne, la frequenza d’acquisto di carne durante la settimana, l’intesse per il salame di pecora e di capra, la disponibilità a pagare per un salame e la quantità di prodotto che i consumatori sono disposti a comprare. Analizzando i cluster per la popolazione musulmana, sono stati individuati tre segmenti, tra i quali il cluster 1 (93,2%) è risultato il più interessante. Infatti, in questo segmento, è presente “l’islamico medio”, ovvero persone che consumano spesso la carne, fanno la spesa poche volte a settimana, ma ogni volta acquistano abbondanti quantitativi, sono disposti a pagare un prezzo basso e sono interessati all’acquisto del salame halal, sia prodotto con carne di pecora che con carne di capra. Nel cluster 2 sono presenti “gli indecisi ma generosi” (4,9%), ovvero persone che consumano spesso carne, fanno la spesa più volte a settimana ma sono interessati in maniera minore sia ai salami di pecora che di capra e sono disposti a pagare un prezzo maggiore. Infine il cluster 3,

Fig. 9 - Modello usato da Wibowo e Ahmad (2016) per i comportamenti dei consumatori non musulmani.

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cioè “gli affamati ma parsimoniosi” (1,9%) che consumano, rispetto ai soggetti facenti parte degli altri due cluster, maggiori quantitativi alla settimana sia di carne sia di salumi, sono interessati in ugual misura ai salami sia di pecora che di capra ma sono disposti a pagare un prezzo basso. I parametri presi in considerazione per individuare i tre gruppi per la popolazione di non islamici, sono: la frequenza del consumo settimanale di carne, l’interesse all’acquisto, la disponibilità a pagare un salame halal, la loro professione e il luogo dove acquistare il prodotto. La cluster analysis per la popolazione di fede non islamica ha individuato tre gruppi. Il cluster 1, “gli adulti carnivori” (35,1%), raggruppa uomini con un’età superiore ai 55 anni, diplomati e con una buona occupazione, con un elevato interesse per gli aspetti culinari di altre culture e che sarebbero disposti a consumare un insaccato sia di pecora che di capra pagandolo 3-4 euro al pezzo (250 gr.). Appartengono al cluster 2 “i laureati sensibili” (36,4%), donne con un’età uguale o inferiore a 24 anni, laureate che consumano poca carne alla settimana e che non sono intenzionate all’acquisto di un insaccato di questo tipo per motivi etici (probabilmente per il trattamento che subisce l’animale), nonostante conoscano il metodo di macellazione e mostrino alto interesse verso le altre culture. Nel cluster 3, “i laureati tradizionalisti” (28,5%), vi sono uomini con età compresa tra i 25-35 anni laureati che consumano abitualmente la carne ma pochi insaccati e che non conoscono il metodo di macellazione halal e non hanno alcun interesse né per l’acquisto né per testare questo tipo di prodotto. Il cluster più interessante in termini di mercato potenziale risulta essere quindi il primo.

industrie alimentari

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3.2 Segmenti di mercato L’indagine svolta presso la comunità islamica teramana in merito alla fiducia verso le autorità che certificano le carni ed i prodotti derivati halal, ha dimostrato la totale fiducia dei consumatori verso le autorità locali (moschee, imam), così come fra i marchi sottoposti al giudizio degli stessi; l’unico che ha ricevuto il 100% di riconoscimento come valido ed attestante l’operato dell’autorità religiosa è il marchio Halal Italia, marchio ufficiale della CO.RE.IS. Italiana. Sul tema del controllo della certificazione delle carni halal è stato condotto uno studio in Belgio (Bonne e Verbeke, 2008): gli autori hanno intervistato 367 mussulmani chiedendo loro di esprimere il grado di fiducia verso le istituzioni islamiche e non, che certificano “l’halal status” delle carni. In base al tipo di fiducia manifestata sono stati divisi in quattro segmenti di mercato: gli indifferenti (29,1%), i preoccupati (9,7%), i fiduciosi (33,1%) e gli islamici idealisti (26,7%). Questi segmenti differivano in modo significativo per quanto riguarda la fiducia nelle fonti di informazione, nelle istituzioni, nella percezione della sicurezza sanitaria della carne, nelle variabili comportamentali e socio-culturali. Gli indifferenti erano piuttosto indecisi su chi dovesse monitorare lo stato di autenticità della carne halal e si dimostravano favorevoli all’acquisto della carne nei supermercati; i preoccupati erano più fiduciosi nello stato belga rispetto alle istituzioni islamiche, percependo in queste ultime una mancanza di igiene e sicurezza e scarsa informazione; il consumatore fiducioso mostrava una netta preferenza per le istituzioni islamiche per il controllo della carne; infine l’idealista islamico, cioè islamici giovani di seconda generazione, mostravano

bassa fiducia sia nelle istituzioni belga che nelle istituzioni islamiche.

4. Conclusioni I risultati ottenuti in questo studio permettono di concludere che l’interesse d’acquisto per il salame di capra o di pecora, con certificazione halal, risulta essere elevato per la popolazione musulmana e comunque notevole anche per la popolazione di fede non islamica. I prodotti della salumeria halal “made in Italy” possono soddisfare oltre che la domanda interna dei musulmani residenti in Italia, anche quella di mercati esteri. Il 70% della popolazione musulmana è disposto a pagare 2-3 euro per un salame da 250 g, mentre la popolazione di fede non islamica è disposta a pagare dai 2-3 euro ai 3-4 euro. Il cluster al quale si può mirare per l’acquisto del prodotto è per la popolazione musulmana il primo, cioè persone che consumano spesso la carne, fanno la spesa poche volte a settimana, ma ogni volta acquistano abbondanti quantitativi, sono disposti a pagare un prezzo basso e sono interessati all’acquisto del salame halal, sia prodotto con carne di pecora che con carne di capra. Per la popolazione di fede non islamica il primo cluster risulta il più interessante, ovvero, uomini con un’età superiore ai 55 anni, diplomati e con una buona occupazione, con un elevato interesse per gli aspetti culinari di altre culture e disposti a consumare un insaccato sia di pecora che di capra pagandolo 3-4 euro. In conclusione, considerando anche la forte espansione del mercato italiano ed europeo dell’Halal Food, la produzione di salame halal, ovino o caprino, può rappresentare un’importante opportunità per le aziende di trasformazione delle


salumi

carni, che si potrebbero inserire in un nuovo segmento di mercato, diversificando la gamma dei loro prodotti e valorizzando le produzioni zootecniche del territorio.

Conflitto di interessi Gli Autori attestano di aver rivelato ogni reale o potenziale conflitto di interessi con il proprio lavoro o parziali benefici ad esso associati.

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industrie alimentari

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convegni

Contaminazione degli alimenti da furani, residui di oli minerali e microplastiche La dodicesima conferenza internazionale dedicata ai contaminanti e residui negli alimenti, organizzata dall’Akademie Fresenius e tenutasi lo scorso aprile a Colonia, ha messo in luce gli attuali problemi causati da contaminanti e residui negli alimenti. Grazie al contributo di esperti di alto livello provenienti dall’arena politica, dal settore scientifico, dalle autorità di monitoraggio e dall’industria sono stati illustrati gli ultimi svi-

luppi legislativi, ma anche le nuove scoperte sugli erbicidi, i nuovi approcci all’analisi del rischio diossine e un aggiornamento sullo stato dell’arte dei dibattiti sui residui di oli minerali. Inoltre, i rappresentanti dell’Istituto federale per la valutazione dei rischi (BfR) hanno fatto il punto della situazione due anni dopo il lancio dello studio MEAL (Pasti per la valutazione dell’esposizione e l’analisi nei prodotti alimentari).

Furano nel cibo: il gruppo di lavoro EFSA conferma i timori per la salute e chiede ulteriori ricerche Heather Wallace dell’Università di Aberdeen (Gran Bretagna) – membro del gruppo CONTAM dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e del gruppo di lavoro sul furano e il metilfurano negli alimenti – ha fornito una sintesi del pare-

industrie alimentari

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re scientifico raggiunto dal gruppo di lavoro. Furano e metilfurano sono contaminanti chimici prodotti naturalmente in alcuni alimenti quando vengono riscaldati, ad esempio durante il processo di cottura. Questi contaminanti possono causare

danni al fegato. I furani si ritrovano principalmente in alimenti a base di cereali e nel caffè tostato. L’EFSA ha condotto una valutazione dell’esposizione alimentare dei consumatori a furano e metilfurano e ha confermato che il primo può portare a danno e cancro epatico. Tuttavia, le conoscenze a disposizione sono ancora lacunose, per cui non è possibile valutare completamente la tossicità di queste due sostanze. L’EFSA auspica che gli Stati membri dell’UE forniscano più dati sull’incidenza di metilfurano negli alimenti. Soprattutto, sono necessarie maggiori informazioni sulle variazioni di concentrazione del furano durante le varie fasi del processo di preparazione del caffè. Inoltre, non sono stati condotti studi in vivo finalizzati ad esaminare l’effetto del furano sul materiale genetico. Wallace ha anche sottolineato la necessità di un ulteriore esame della tossicità del metilfurano.


convegni

Microplastiche negli alimenti: il rilevamento rimane macchinoso e i metodi affidabili per misurare le particelle più piccole sono pochi e sporadici Attualmente, le microplastiche nei prodotti alimentari sono uno dei principali argomenti di preoccupazione dal punto di vista del consumatore e il loro ritrovamento nel miele, nell’acqua potabile, nella birra e nelle bevande analcoliche suscita spesso clamore. Nonostante l’inesistenza di affermazioni scientificamente fondate a conferma del rischio per la salute umana correlato all’assunzione di particelle microplastiche, sono importanti gli studi sull’esposizione. Secondo Ri-

chard Stadlers del Centro di ricerca Nestlé in Svizzera, le aziende stesse si sentono impegnate ad esaminare le diverse fonti di microplastiche negli alimenti. Soprattutto, mancano metodi analitici affidabili ad alta produttività per l’efficace identificazione di particelle più piccole di 10 µm. Il settore della ricerca e l’industria devono trovare un accordo sui criteri delle prestazioni dei metodi di analisi standard capaci di evitare incertezze sui risultati dei test.

Valutazione tossicologica degli idrocarburi dell’olio minerale Anche i residui di olio minerale hanno creato inquietudine in molti consumatori e hanno dato problemi all’industria da diversi anni. Konrad Grob, analista dell’Autorità per il controllo dei prodotti alimentari di Zurigo, che ha studiato per molti anni gli idrocarburi negli alimen-

ti derivanti dagli oli minerali e partecipa dal 2012 alla valutazione del rischio dell’EFSA, ha concluso che, in base ai nuovi dati, è urgente rivedere l’attuale valutazione tossicologica e i regolamenti che ne derivano al fine di ridurre livelli di uso tollerati troppo elevati e nel contem-

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po prevenire problemi e scandali ingiustificati. La valutazione tossicologica, in particolare degli idrocarburi saturi dell’olio minerale (MOSH), si è rivelata errata. Da un lato, la formazione di granulomi in vari organi di ratti Fischer 344 (finora considerata come il punto finale importante) ha dimostrato di essere irrilevante per gli esseri umani: solo questi ratti accumulano n-alcani e sono questi ultimi (probabilmente formando cristalli nei tessuti) che innescano la formazione del granuloma. Dall’altro lato nuove misurazioni hanno dimostrato che l’accumulo di MOSH nei tessuti umani è stato fortemente sottostimato, per cui altri effetti avversi non hanno ricevuto un’adeguata attenzione. Nei ratti, il peso della milza era raddoppiato a concentrazioni di MOSH fino a tre volte superiori a quelle del tessuto della milza umana. Questo non solo significa che esiste un margine insufficiente a dimostrare la sicurezza nel caso di elevata esposizione nell’uomo, ma anche che potrebbero essersi verificati effetti potenzialmente importanti e negativi su organi umani. Tuttavia, è possibile che le concentrazioni molto elevate riscontrate in alcuni tessuti umani siano dovute all’uso elevato di oli nella produzione alimentare precedente all’anno 2000, mentre ai livelli attualmente consentiti non si riscontrerebbero valori così alti. Considerando le preoccupazioni sollevate dalle nuove scoperte e il fatto che sia considerevole (e non facilmente evitabile) l’esposizione dovuta all’ambiente, Konrad Grob ha concluso che si dovrebbe evitare l’uso di oli minerali nell’industria alimentare, almeno fino a quando non si riesca a provare che un uso limitato è innocuo.

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Gli idrocarburi degli oli minerali (MOSH = idrocarburi saturi di olio minerale e MOAH = idrocarburi aromatici di oli minerali) possono migrare negli alimenti da materiali di imballaggio ricavati ad esempio da carta riciclata contenente inchiostro da stampa. L’organismo assorbe facilmente i MOSH e MOAH presenti nel cibo. Questi poi si accumulano nel grasso corporeo e in organi come la milza e il fegato. Secondo Konrad Grob gli oli minerali sono la principale causa di contaminazione del corpo umano, e l’analista è inter-

venuto alla conferenza dell’Istituto Fresenius per capire come mai l’importanza di questo rischio sia stata sottovalutata per così tanti anni, arrivando alla conclusione che l’estrapolazione delle misurazioni ricavate dai test su animali all’uomo non è possibile, dal momento che la concentrazione di MOSH nei tessuti umani è di gran lunga superiore a quella dei ratti. Inoltre, Grob suggerisce di valutare oli e cere separatamente in futuro. Rispetto alla cera, gli oli contengono componenti altamente arricchiti.

Lo studio BfR MEAL alla fase 2, con particolare attenzione ai materiali a contatto con gli alimenti Per oltre due anni, il personale dell’Istituto federale per la valutazione del rischio di Berlino (BfR) ha acquistato, cucinato e analizzato oltre 300 chilogrammi di alimenti ogni mese. Questo studio BfR MEAL su larga scala (Pasti per la va-

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lutazione dell’esposizione e l’analisi negli alimenti) si propone di rendere più facilmente riconoscibili i rischi per la popolazione tedesca correlati agli alimenti. Alla Conferenza Fresenius, Irmela Sarvan ha tratto una conclusione provvisoria dai risulta-

ti dello studio che dovrebbe terminare nel 2021. Lo studio BfR MEAL è il primo studio tedesco sulla dieta totale (TDS) e finora il più completo di questo genere effettuato in tutto mondo. Uno studio sulla dieta totale è un metodo riconosciuto a livello internazionale per determinare le concentrazioni medie delle sostanze contenute in alimenti pronti al consumo. Al fine di determinare questi livelli medi di concentrazione e tenere bassi i costi totali dello studio, il team BfR MEAL ha associato diversi alimenti simili per formare pool rappresentativi. Finora, sono stati preparati 1.281 pool da analizzare in nove laboratori dove saranno esaminati per i vari gruppi di sostanze – tra cui i metalli pesanti e diossina, micotossine, idrocarburi policiclici aromatici (PAK), tensioattivi perfluorurati (PFAS) e idrocarburi saturi e aromatici a base di oli minerali (MOSH / MOAH). Quest’anno è iniziata la valutazione della prima fase sul campo con i risultati per il metilmercurio, una sostanza ritrovata nei pesci, nei molluschi e nei pesci marini. Ora inizierà la seconda fase in campo e includerà contaminanti di processo, residui di pesticidi, additivi, sostanze farmacologicamente attive e sostanze che migrano negli alimenti dai materiali a contatto con essi.


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Tecnologie per una maggiore sicurezza alimentare nell’ambito delle carni In occasione del salone IFFA di Francoforte che ha presentato le ultime tecnologie, i principali sviluppi e le tendenze recenti nel settore della carne, l’attenzione si è concentrata sulle soluzioni tecnologiche atte a garantire una maggiore sicurezza alimentare. Secondo Richard Clemens, presidente della VDMA Fachverband

Nahrungsmittelmaschinen und Verpackungsmaschinen (Associazione costruttori macchine alimentari), nell’industria della carne la contaminazione microbica, i corpi estranei, la mancanza di etichette e il superamento dei valori soglia di ingredienti vietati rappresentano le cause più frequenti dei reclami, secondo quanto riportato dall’Ufficio

federale tedesco per la tutela dei consumatori e la sicurezza alimentare. Dalle indagini che si effettuano in seguito a questo genere di segnalazioni emerge quasi sempre che le cause sono riconducibili prevalentemente a errori umani, anche di natura dolosa, inquadrabili come truffe alimentari, e raramente a guasti tecnici.

Come eliminare o ridurre i rischi di contaminazione microbica L’industria della lavorazione della carne è ancora fortemente orientata al lavoro manuale. Pertanto l’uomo continua a essere il maggiore fattore di rischio igienico per ciò che riguarda la trasmissione di microbi lungo l’intera catena del valore e, in particolare, nei settori che prevedono un contatto diretto tra lavoratore e prodotto. Per compiere un importante passo avanti verso una maggiore sicurezza alimen-

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macchine accessori

tare bisognerebbe sostituire il più possibile le attività manuali con processi automatizzati. Un esempio a tal proposito sono la porzionatura e il posizionamento nelle confezioni di filetti, bistecche o salumi tagliati a fette in maniera completamente automatica mediante posizionatori o robot industriali. Oltre a ridurre l’intervento umano nei processi di lavorazione, in termini di igiene è fondamentale che dispositivi, apparecchi, macchinari e impianti siano costruiti sistematicamente in linea con i principi dell’hygienic design. A dettare le condizioni in questo ambito sono le disposizioni legislative, come la Direttiva Macchine e il Regolamento tedesco sull’igiene alimentare, così come le raccomandazioni contenute nelle direttive dell’EHEDG (European Hygienic Engineering & Design Group). Queste prescrizioni fanno riferimento, ad esempio, alle misure costruttive da adottare. È importante evitare spazi vuoti, sottosquadri, incavi e crepe dove potrebbero depositarsi facilmente residui di prodotti creando così terreno fertile per l’insorgere di microbi. L’hygienic design prevede però anche che macchinari e impianti siano configurati per poter essere puliti in modo più semplice, accurato, veloce e con un minore impatto ambientale. Ciò significa anche che i detergenti e i disinfettanti possano defluire senza impedimenti. Per quanto riguarda la presenza di corpi estranei, la loro introduzione nella carne e negli insaccati può verificarsi pressoché in ogni fase della catena del valore. Ad esempio la rottura della lama del coltello dell’impianto di trinciatura oppure viti e guarnizioni dimenticate durante interventi di manutenzione e riparazione fuori programma. Altre

possibili cause sono la rottura o il distacco di parti di macchine e impianti dovuti all’usura. La presenza di corpi estranei può essere rilevata mediante sistemi di ispezione come i metal detector e gli apparecchi a raggi X. I metal detector sono un metodo efficace ed economico per rilevare eventuali metalli ferrosi e non

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o metallo, in questo modo è possibile controllare anche eventuali incongruenze a livello di completezza, peso, così come capacità e forma. Nella pratica, entrambi i sistemi di controllo vengono abbinati a dispositivi di espulsione per eliminare automaticamente i prodotti contaminati o difettosi dalle fasi successive del processo di lavorazione. La continua documentazione dei dati di controllo e di misurazione rappresenta un importante passo verso la tracciabilità del prodotto e un aiuto prezioso per individuare fonti di errore nella produzione e introdurre misure mirate per migliorare i processi.

Tutelarsi dalle frodi alimentari

ferrosi, così come materiali plastici o pellicole plastiche contenenti polveri metalliche all’interno degli alimenti e degli imballaggi. Molto più che i corpi estranei metallici, nei prodotti si rinvengono pietre, vetro, ossa o plastica. In questi casi bisogna ricorrere alla tecnologia a raggi X perché è in grado di offrire un ampio spettro di analisi su quasi tutti i corpi estranei. Utilizzata in combinazione con le selezionatrici ponderali, la tecnologia a raggi X consente la verifica simultanea di più criteri negli alimenti preconfezionati e non. Oltre alle contaminazioni dovute alla presenza di particelle di vetro, pietra, ceramica

Tuttavia, le misure summenzionate non tutelano dalle frodi alimentari, e per garantire una maggiore sicurezza alimentare e autenticità è necessario un corposo pacchetto di misure che, oltre agli standard di autocontrollo finora richiesti, definisca un sistema per la tracciabilità completamente digitalizzato e a prova di manipolazioni. Inoltre è necessario effettuare regolarmente valutazioni dei punti critici e analisi dei rischi in relazione al pericolo di frodi alimentari lungo l’intera catena del valore, dalle materie prime al prodotto finale, produrre la relativa documentazione e mettere in pratica i principi del sistema HACCP. Tutto ciò comporta anche una stretta collaborazione e un rapporto di fiducia con le autorità competenti, gli enti di controllo e certificazione e gli istituti di ricerca. Un’altra componente essenziale per garantire una maggiore sicurezza alimentare e protezione dalle frodi alimentari è la tecnica analitica. Le procedure di analisi tradi-

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zionali sono troppe complesse, laboriose e soprattutto richiedono molto tempo, motivo per cui permettono di effettuare solo controlli a campione. La lotta alle frodi alimentari necessita invece di metodi di controllo flessibili, sufficientemente precisi e soprattutto rapidi, per l’utilizzo durante i processi produttivi da mobile ma anche in continuo. Un esempio a tal proposito è un’analisi non invasiva come la spettroscopia NIR, che permette di verificare in pochi secondi la qualità e l’identità delle merci in entrata, anche nel caso di prodotti confezionati in vetro o in vaschetta.

Linea compatta “Bean to Bar” La linea Bean to Bar della Tecno 3 è costituita da due unità compatte che svolgono tutte le operazioni previste nel processo tecnologico che inizia con la lavorazione della fava di cacao fino al cioccolato finito. Il primo impianto è costituito dal Multiprocess R, che parte dalla fava e arriva alla granella di cacao. La lavorazione prevede la torrefazione, la debatterizzazione e la granetta-

tura con la separazione della buccia dalla granella di cacao. La linea può essere utilizzata con ottimi risultati anche nella torrefazione, depellicolatura e debatterizzazione della frutta secca. La pulizia è facilitata dal rapido smontaggio di tutte le parti. Il secondo impianto è il Multiprocess C, che parte dalla granella di cacao e arriva al cioccolato. La lavorazione prevede la macinazione della granella per avere la pasta di

cacao, la miscelazione degli ingredienti, la raffinazione e il concaggio. La versione piccola (kg 5) comprende anche la temperatrice con il modellaggio del cioccolato negli stampi, la battitrice e il raffreddatore per ottenere il prodotto finito. La completa assenza di pompe e tubazioni e la possibilità di smontaggio di tutte le parti agevolano le operazioni di sanificazione e di cambio ricetta. La linea può essere utilizzata con successo nella produzione di paste di frutta secca e di creme lipidiche.

Linea compatta Bean to Bar con Multiprocess R e Multiprocess C (Tecno 3).

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Le Nostre Innovazioni – I Vostri Successi

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Elementi per processi a membrana igienicamente esigenti Koch Membrane Systems, (KMS) ha annunciato il lancio della linea di elementi a spirale Sani-Pro realizzati per soddisfare i rigorosi requisiti delle separazioni a membrana nell’ambito dell’industria alimentare e delle bevande. Progettati sulla scorta dell’affidabilità e dell’innovazione garantite dall’esperienza cinquantennale dell’azienda, gli elementi Sani-Pro sono costruiti per il funzionamento ad alte pressioni e per resiste-

Elementi Sani-Pro per processi a membrana igienicamente esigenti (Koch Membrane Systems).

re ai prodotti chimici utilizzati nella pulizia, senza alcun impatto negativo sulle prestazioni, a cui si associa una durata superiore rispetto ai prodotti tradizionali. Inoltre, la linea è progettata per migliorare l’efficienza energetica, aumentare la produttività e ridurre costi operativi e rischi di contaminazione. In qualità di membrane di filtrazione tangenziale più avanzate sul mercato, questi elementi offrono fino al 25% di miglioramento dell’efficienza energetica e fino al 15% di miglioramento della produttività, con una riduzione dei costi operativi totali.

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Le spirali igieniche Sani-Pro hanno dimostrato una lunga durata ed un funzionamento a basso costo in varie applicazioni, come la concentrazione e la purificazione di proteine animali e vegetali, la

chiarificazione dei brodi di fermentazione, il recupero del prodotto, la concentrazione della gelatina, la concentrazione del colore dei succhi, la separazione dello zucchero e la chiarificazione dei dolcificanti. Gli elementi Sani-Pro, conformi agli standard e alle normative FDA, 3A, EU e Halal applicabili, sono ricambi drop-in e disponibili in tutte le configurazioni di prodotto comuni.

Resistenze elettriche per applicazioni industriali Elmiti è specializzata dal 1979 nella produzione di resistenze elettriche ed è in grado di fornire prodotti standard o su richiesta. I suoi punti forza sono qualità, flessibilità e tempi di consegna rapidi. Il diametro del tubo può essere di 16, 12.5, 10, 8 e 6.5 in diversi materiali, quali acciaio dolce, AISI 304, AISI 321, AISI 316 e INCOLOY 800. La consegna è di 3/4 settimane lavorative per i prodotti fuori standard e di 3 giorni lavorativi per i prodotti standard. Ecco un breve elenco dei prodotti principali: - resistenze elettriche corazzate per il settore beverage - resistenze alettate - batterie riscaldanti - resistenze a cartuccia - riscaldatori ad immersione - riscaldatori a fascia - riscaldatori a ugello - scambiatori di calore - cavi scaldanti - resistenze ad infrarossi in ceramica - riscaldatori per ambienti - resistenze per forni industriali - resistenze per macchine da caffè

- riscaldatori per la lavorazione del cioccolato - resistenze per la tostatura delle nocciole.


Adeguamenti impianti esistenti

IMPIANTO CRIOGENICO - CRYOGENIC PLANT

Impianti di macinazione criogenici, raffreddamento con azoto liquido, per la macinazione fine a basse temperature di prodotti, termolabili e basso fondenti, massimo recupero delle frigorie con funzionamento fino a -160°. In sede è disponibile una sala prove per la verifica di consumi, portate e granulometrie.

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Piattaforma modulare per il trasporto motorizzato di pallet La movimentazione affidabile ed efficiente dei pallet riveste un ruolo sempre più importante nel moderno flusso di materiali. Oltre a ciò, in molti casi si tratta di mantenere quanto più bassi i tempi di mo-

La Modular Pallet Conveyor Platform (MPP) è una soluzione per il trasporto di pallet flessibile, scalabile e facile da installare (Interroll).

vimentazione tra ingresso e uscita merci o fra magazzino, produzione e aree di picking in azienda e ottenere la massima efficienza attraverso l’automazione – e tutto questo con processi di pianificazione snel-

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li, bassi costi di montaggio e flessibili opzioni di espansione. Questo è proprio il compito della nuova piattaforma modulare per il trasporto motorizzato di pallet MPP (Modular Pallet Conveyor Platform) proposta da Interroll, un sistema modulare basato tra l’altro su componenti tecnologici, già lungamente apprezzati dagli utenti. La nuova piattaforma di trasporto rappresenta un completamento ideale del sistema di stoccaggio dinamico Pallet & Carton Flow. La MPP (Modular Pallet Conveyor Platform) è un trasportatore di pallet particolarmente versatile, che si contraddistingue per la struttura altamente flessibile e modulare. Insieme al collaudato sistema di stoccaggio dinamico Pallet & Carton Flow, la nuova piattaforma per il trasporto pallet di Interroll rappresenta la base ideale per realizzare soluzioni di ogni tipo di trasporto e stoccaggio di pallet e di movimentazione in magazzino. Rispetto al sistema di stoccaggio dinamico, dove i bancali vengono bufferizzati in strutture di stoccaggio intermedie su binari inclinati mediante gravità, la MPP rappresenta un sistema per il trasporto motorizzato dei pallet. A seconda dello scenario applicativo, l’azionamento avviene tramite motoriduttori o mototamburi, per cui è possibile realizzare anche linee di trasporto prive di accumulo. Il sistema completamente modulare può essere facilmente e comodamente progettato e assemblato grazie all’apprezzato Layouter-Tool di Interroll. La MPP comprende trasportatori a catena o

a rulli nonché moduli aggiuntivi come transfer e piatti girevoli. A richiesta sono disponibili anche moduli specifici per funzioni speciali. I moduli, configurati in modo ottimale tra loro, vengono consegnati completamente pre-assemblati per ridurre al minimo l’impegno dell’installazione. Inoltre, le re-installazioni o gli ampliamenti dell’impianto si possono realizzare in modo particolarmente semplice ed economico anche in un secondo momento. In base alla conformazione della linea di trasporto e alla scelta dei moduli, si possono trasportare pallet di peso fino a 1.200 chilogrammi a una velocità massima di 0,5 metri al secondo. Il funzionamento ineccepibile degli elementi è garantito in una forbice di temperatura tra i -28° e +40° Celsius, così da consentire l’utilizzo dell’MPP anche in aree di surgelazione. A seconda del controller impiegato è possibile, ad esempio, dimensionare l’impianto per pesi differenti, farlo funzionare a velocità variabile o integrare funzioni di posizionamento. A richiesta, sulla linea di trasporto si possono installare anche stazioni di controllo pallet. Ciò consente di verificare dimensioni, peso e integrità o idoneità dei pallet alla linea di trasporto. Si possono eseguire anche ulteriori controlli opzionali, ad esempio per garantire che le linee di trasporto vengano attraversate solo da bancali con merci intatte. In tutto questo è stata posta grande attenzione anche alla massima sicurezza operativa e alla bontà dell’ambiente di lavoro. La nuova MPP è stata ampiamente testata prima della presentazione al mercato e sottoposta a prove di durata e carico estreme. Soddisfa tutte le maggiori e principali norme di sicurezza e il livello di rumorosità di funzionamento è di soli 68 dB(A).



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Confezionamento e imballaggio nel segno dell’innovazione In attesa dell’imminente edizione di SPS Italia, in programma a Parma dal 28 al 30 maggio, continua il percorso di tavole rotonde di approfondimento di alcuni temi. A marzo Bologna ha ospitato quello dell’efficienza produttiva a servizio della mass customization nelle tecnologie per il confezionamento e l’imballaggio, evento organizzato con partner del calibro di Ipack-Ima – manifestazione per il settore che si svolgerà nel 2021 – e Ucima, Associazione Nazionale che riunisce e rappresenta i costruttori italiani di macchine del comparto. Una panoramica del mercato è stata subito data da Simone Castelli, Deputy Directror di Ucima, che ha ricordato come il settore delle tecnologie italiane per il packaging conti circa 650 aziende che producono 7,6 miliardi di fatturato nel 2018, con una percentuale di export molto alta (80%) e più di 30 mila gli addetti impiegati, senza considerare l’indotto che questo comporta. Da due anni a questa parte siamo i pri-

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mi produttori mondiali, davanti anche alla Germania, con applicazioni che spaziano dal food al beverage, dal pharma al cosmetico, fino al tabacco e petrolchimico” Nel corso della mattinata si sono alternati i rappresentati di realtà produttrici di macchine per il packaging, con interventi legati a particolari campi di applicazione o recenti tecnologie tra i quali Davide Azzoli-

ni, Technical Director IMA Automation GIMA, che ha parlato di Virtual Commissioning nel contesto di ‘IMA DIGITAL’, piano di sviluppo IMA legato all’Industry 4.0. “Il Virtual Commissioning è un processo di progettazione grazie al quale creiamo un modello virtuale che simula alla perfezione il funzionamento di un impianto: lavorando su un digital twin (un gemello digitale dell’impianto) i tempi


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di progettazione e di debugging si riducono, rendendoci ancora più competitivi in termini di assistenza e delivery al cliente. E il virtual commissioning è solo uno dei 21 progetti che fanno parte del piano strategico di innovazione digitale IMA”. Tra gli altri keynote speaker Paolo Campagnolo, Plant Engineering Director Pavan; Tiziano Petrucciani, Direttore Qualità e Sviluppo Tecnologico Molteni Farmaceutici e Oscar Gerelli, R&D Software Design OCME che ha confermato l’importanza di eventi divulgativi: “la partecipazione a eventi come quello odierno per OCME si inserisce all’interno della duplice strategia in atto per implementare le tematiche delle fabbriche del futuro. Da un lato è stato istituito un team trasversale di competenze interne che si occupa di tutti gli aspetti collegati alla digitalizzazione delle macchine, dall’altro OCME è inserita in network di ricerca nazionali e internazionali dove porta la propria esperienza di costruttore.” L’intervento di Gerelli si è concentrato sugli aspetti legati alla sicurezza delle macchine, in particolare l’integrazione fra mondo safety e automazione di macchina, discutendone i vantaggi attraverso casi d’uso reali. “Da sempre gli aspetti di sicurezza sono al primo posto nella progettazione e realizzazione dei prodotti OCME ed è per questo che è costante la ricerca di soluzioni tecnologiche safety che consentano di soddisfare appieno le normative di riferimento.” La sessione pomeridiana è stata aperta dall’intervista di Franco Canna, Direttore di Innovation Post, a Domenico Bambi, Presidente del Comitato Esecutivo Competence Center Bi-Rex. “Il compito dei Competence Center è il trasferimento tecnologico tra chi ha le risposte (le accademie) e chi ha le do-

mande (le aziende). Le domande arrivano tipicamente dalle PMI, che talvolta riscontrano dei problemi di business senza capirne il motivo. Attraverso i Competence Center queste realtà possono comprendere le reali problematiche, spesso tecnologiche, che incidono sul conto economico”, ha raccontato Bambi. Parlando di BiRex ha poi aggiunto “il nostro focus è di far vedere alle piccole e medie industrie dove andrà il manufacturing del futuro, in particolare siamo orientati verso l’additive manufacturing unito e integrato alla lavorazione tradizionale. Stiamo costruendo il sito, attraverso il quale le aziende potranno contattarci, ma non vogliamo essere solo uno sportello informativo e faremo anche un servizio porta a porta, andando a trovare e a servire direttamente le aziende dove sono”. In quattro tavoli di lavoro, con la moderazione di Canna, si sono confrontati i fornitori di tecnolo-

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gie abilitanti. In particolare, la prima tavola rotonda ha coinvolto i rappresentati di B&R, Balluff Automation, Bonfiglioni, Bosch Rexroth, Ifm Electronic Italia e SAP, affrontando il tema della mass customization, personalizzazione e produzione flessibile. Nel corso del secondo panel, con ABB, Mitsubishi Electric Europe, Omron, Schunk e Universal Robot, si è parlato di robotica, robot e cobot, sicurezza e AI. Il terzo gruppo si è concentrato sul binomi IT e OT e le nuove tecnologie di industria 4.0, con il punto di vista di Lenze, Murrplastick Italia, Nord Motoriduttori, Phoenix Contact, Rittal e Schneider Electric. Infine Festo, Sew-Eurodrive, Sick e Siemens sono stati interrogati su alcune delle proprie tecnologie e soluzioni più rappresentative quali pneumatica 4.0, sensori intelligenti, digital twin, virtual commissioning e deep learning.

Nuova linea di macchine confezionatrici Per garantire la continuità delle proprie linee di imballaggio e confezionamento ai clienti, Imbal Line – azienda bresciana di materiali di consumo, installazione e manutenzione di macchine per il packaging con un parco clienti di 7.000 riferimenti – perfeziona la sua offerta con le nuove macchine per il confezionamento a marchio proprio, che comprendono nastatrici, reggiatrici e confezionatrici molto competitive nel rapporto prezzo/prestazioni grazie a una nuova tecnologia utilizzata nella fase costruttiva. Le macchine Imbal Line uniscono tutte le migliori e più richieste performance dei principali brand

del mercato, progettate e assemblate in Italia con componenti europei e integrate con software di controllo e Quality Assurance realizzati nella sede di Imbal Line, a Calcinato (Brescia). In 27 anni di attività, Imbal Line, come system integrator indipendente, ha potuto affrontare ogni tipo di richiesta utilizzando macchine di vari brand, però mai complete di tutte le funzioni necessarie. Da qui l’idea di progettare tecnologia a marchio proprio, che grazie a componenti facili da reperire e ad un software di proprietà, possa assicurare il corretto funzionamento e la continuità del servizio al cliente.

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La nuova produzione si aggiunge a un catalogo completo di tutte le macchine da imballaggio disponibili nel settore di cui Imbal Line è distributore indipendente: fasciapallet e formatori di scatole; avvolgitori, rulliere e nastri trasportatori, saldatrici, stampanti e applicatori di etichette, confezionatrici sottovuoto per uso alimentare e industriale, chiodatrici e graffatrici; macchine per cuscini d’aria; fardellatrici, ecc., adatti a molteplici applicazioni nell’industria, dall’alimentare a quella cosmetica e tessile. Le termoretraibili utilizzano la poliolefina che consente di ottimizzare la retrazione. Inoltre, Imbal Line è rivenditore di tutto l’occorrente per il confezionamento: nastri adesivi, sacchi e bobine, film estensibile, polistirolo, bancali, reggette.

Soluzione di accumulo, orientamento e distribuzione delle confezioni su una fila La statunitense Garvey, che da quasi un secolo produce sistemi di trasporto, accumulo e soluzioni di automazione per l’industria alimentare e delle bevande, presenta l’accumulatore 3D Infinity capace di orientare e disporre su una fila singola quasi tutti i prodotti alimentari, dalle tortine snack alle barrette di cereali, fino ai piatti pronti, a velocità mai raggiunte. Questa macchina, progettata specificamente per l’industria alimentare, è un tavolo di accumulo innovativo che consente di alimentare incartonatrici e astucciatrici senza inserimento manuale. Di conseguenza è possibile aumentare la produttività della linea e ridurre la perdita di prodotto fino al 30%. Un’applicazione è ad esempio l’impiego dell’accumulatore per di-

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sporre su una fila e orientare piatti pronti, come puré di patate e maccheroni al formaggio, abbinato in uscita ad un sistema di raffreddamento a flusso di massa. Quindi il prodotto viene distribuito a due incartonatrici, aumentando l’efficienza complessiva della linea di produzione. Infinity è stato a lungo l’accumulatore di elezione nell’industria delle bevande e farmaceutica grazie alla capacità di manipolare i prodotti senza contropressione né rotture, senza danneggiamenti delle etichette e con un funzionamento minimamente rumoroso. Può essere usato per accumulare, riordinare e come smorzatore, o come dispositivo di disposizione su più corsie. Grazie a 3D Infinity è possibile eliminare la necessità di un ope-

ratore per l’orientamento manuale dei prodotti, aumentando la capacità della linea e rendendo particolarmente rapido l’ammortamento dell’investimento. I sistemi di accumulo di Garvey sono progettati per essere il più semplice possibile, per garantire il massimo livello di affidabilità con bassi costi operativi.

Sistema di accumulo, orientamento e distribuzione delle confezioni su una fila 3D Infinity (Garvey).


Le soluzioni Interroll per l’industria alimentare Portiamo igiene, affidabilità e risparmio energetico al vostro servizio. Da 60 anni forniamo rulli, motori e convogliatori per la lavorazione e l’imballaggio dei prodotti alimentari. E oggi con Interroll Lifetime Service, i tuoi macchinari saranno sempre al top. Contattaci per saperne di più.

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Avvolgitrice per capacità medio-alte Bosch Packaging Technology la lanciato il primo modello di confezionatrice flow wrapper Pack 403 sui mercati europei e asiatici, un’avvolgitrice orizzontale completamente automatizzata per velocità medio-alte. Questa macchi-

ni/minuto a una velocità del film di 90 metri, realizzando sacchetti con fondo a cuscino, a soffietto e ad apertura facilitata. Particolare attenzione si è data alla semplicità d’uso, con una segnaletica chiara, decalcomanie

Confezionatrice flow wrapper Pack 403 (Bosch Packaging Technology).

na, ideale per confezionare barrette e biscotti, dal cioccolato ai cracker, è dotata di un nastro di scarico rimovibile, migliorie apportate alle unità sigillanti longitudinali e trasversali e design intuitivo studiato intorno all’utente, garantisce facilità d’uso, pulizia e manutenzione, minimizzando tempi di fermo e aumentando l’efficienza complessiva. La Pack 403 è stata progettata per produrre fino a 800 confezio-

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esplicative e impostazioni di scala su ogni componente per facilitare il cambio prodotti e minimizzare scarti e tempi di fermo. Il nastro di scarico a sbalzo è una delle caratteristiche principali della Pack 403, poiché essendo rimovibile è molto facile da pulire. Grazie alla funzione di rilevamento le confezioni difettose vengono espulse con un getto di aria compressa, mentre per una maggiore facilità d’uso, la

torre delle bobine di film è stata dotata di un braccio girevole di facile regolazione e di bobine numerate in sequenza per semplificare la filettatura del film. Inoltre, la macchina è dotata di una giuntatrice automatica con istruzioni chiare per assicurare cambi rapidi e fluidi senza fermi. Rispetto alla serie precedente sono state apportate diverse migliorie per aumentare l’efficienza e il controllo del film, fra cui le bobine servocomandate come standard per ottimizzarne la tensione e l’allineamento. La nuova unità di sigillatura longitudinale è costituita da ruote regolate a pressione per un’agevole regolazione della macchina quando si utilizzano diversi prodotti con film differenti. Inoltre, le confezioni passano più vicine alle ruote per garantire una migliore tenuta della saldatura. Anche la stazione di saldatura trasversale si distingue per la sua testa stretta, che gli operatori possono aprire manualmente per la pulizia. Sono disponibili appositi dispositivi per la realizzazione di confezioni a soffietto. Alla fine del processo, il cilindro superiore azionato meccanicamente stringe le saldature della confezione sulla stazione del nastro di scarico. La crescente espansione del mercato di biscotti (+5,3%), barrette e cioccolato (+3%) in Asia spinge i produttori della regione a chiedere impianti di lavorazione e confezionamento completamente automatizzati per aumentare la produttività e soddisfare la domanda, e questa confezionatrice si inserisce proprio in questo panorama.



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Confezionatrice per dolci stagionali Per il confezionamento di assortimenti stagionali di prodotti dolciari come quelli per Pasqua o Natale, fortemente dipendenti da impianti in grado di imballare grandi quantità di prodotti diversi in modo affidabile e vario Theegarten-Pactec propone MCH, macchina flessibile a due teste a funzionamento continuo che confeziona i prodotti con delicatezza e consente rapidi cambi di formato e varietà di tipologie e materiali di confezionamento. È possibile avvolgere in fogli di stagnola o in una confezione a doppia torsione fino a 1.200 prodotti al minuto. Supponendo una produzione di 15 uova di Pasqua o palle di cioccolato per confezione, i produttori dolciari possono realizzare più di 35.000 confezioni per turno. Grazie al doppio alimentatore di materiale da imballaggio opzionale,

è possibile combinare carta cerata, cellophane, plastica e foglio di alluminio per creare soluzioni personalizzate e di alta qualità. I film di polipropilene vengono stabilizzati mediante un dispositivo ad aria pulsata, in modo che anche con questo materiale sensibile il risultato soddisfi le elevate esigenze degli utilizzatori. La struttura modulare di MCH consente di lavorare diversi prodotti e di realizzare vari tipi di piegatura su un’unica macchina. In questo modo gli utilizzatori evitano di investire in più macchine e, in tempi di affitti commerciali scarsi e costosi, risparmiano anche in termini di spazio richiesto. Il tempo di passaggio tra i diversi tipi di piegatura e/o formati di prodotto è compreso tra le due e le sei ore. Dipende fortemente da quali tipi di piegatura si devono effettuare e

se contemporaneamente il formato del prodotto cambia, garantendo fermi macchina brevi combinati a un’elevata flessibilità. I prodotti sensibili traggono vantaggio anche dal fatto che Theegarten-Pactec può rinunciare a una testa grazie allo speciale principio costruttivo. Questo protegge i dolciumi in modo ottimale rispetto alle macchine con più trasferimenti di prodotto. Con MCH, il prodotto cade delicatamente nelle controforme del piatto singolo in modo che la superficie non venga graffiata. Inoltre, il materiale di imballaggio viene alimentato direttamente dopo la rimozione del prodotto dall’anello di separazione. Anche il fatto che la macchina a due teste lavori continuamente e che le uova di Pasqua vengano trasportate attraverso la macchina ad una velocità costante contribuisce al loro trattamento delicato. Due sistemi di cernita aggiuntivi integrati nella macchina assicurano un risultato finale convincente: da un lato, scartano i prodotti fuori calibro, la glassa di zucchero e le schegge di prodotto prima del processo di confezionamento. Dall’altro lato, rimuovono i prodotti giuntati, difettosi e non ben chiusi alla fine. Oltre a tutti questi vantaggi legati alla macchina, ce n’è un altro: il funzionamento completamente automatico di MCH consente a un solo operatore di gestire più macchine.

Confezionatrice MCH per articoli dolciari stagionali (Theegarten-Pactec).

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elettronica automazione

Come evolve la manutenzione predittiva

La crescita del mercato di Industria 4.0 in Italia, fra soluzioni IT, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali e servizi collegati, ha toccato nel 2017 circa 2,4 miliardi di euro, il 90% dei quali riguarda progetti Industrial IoT, Analytics e Cloud Manufacturing. Anche per la società di ricerche IDC, Industry 4.0 è già una realtà ed entro il 2022 il 40% dei processi operativi sarà in grado di “auto-apprendere” e “auto-ripararsi”. Il mondo del manufacturing si sviluppa dunque decisamente verso l’efficientamento continuo, uno tra i principali obiettivi del progresso del mondo industriale. Efficienza produttiva significa maggiore qualità del prodotto a minori costi. Il mutato contesto del mondo produttivo ha portato il tema dell’efficientamento in primo piano e ha

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modificato e moltiplicato le esigenze manutentive. Il futuro del manufacturing, impianti e macchinari, pensato e sviluppato per la sempre maggiore efficienza produttiva e una qualità di prodotto sempre crescente, si affidano sia alla componentistica intelligente che alla manutenzione predittiva. Il tema del futuro della manutenzione è stato affrontato in un seminario, tenutosi recentemente a Milano, che ha visto in qualità di relatori Marco Macchi, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, e Claudio Carnino, direttore commerciale e country speaker di Interroll Italia. Nel tracciare un breve excursus storico sulla manutenzione predittiva, per motivare lo stato dell’arte e le tendenze prospettabili con

il cambiamento paradigmatico della Quarta Rivoluzione Industriale, Macchi ha sottolineato che “la manutenzione è un’attività antica, intrecciata con l’evoluzione stessa della civiltà e delle logiche del costruire e del produrre a beneficio della vita e del benessere dell’uomo. Nel momento in cui un prodotto o un asset/bene durevole viene progettato, la manutenibilità dello stesso è un “investimento” a garanzia di un tempo di riparazione ridotto, grazie a diverse proprietà tra cui, di estremo interesse, l’abilità di diagnosticare le cause di problemi di qualità ed affidabilità.” L’attività manutentiva riveste un’importanza sempre crescente nell’ecosistema produttivo del terzo millennio, con una funzione ad alto potenziale per la generazione di valore dai dati prodotti dalle macchine e dagli impianti, divenen-


elettronica automazione

do così sempre di più una “pedina” importante per contribuire al business di un’azienda. La Quarta Rivoluzione Industriale basa la sua prerogativa sulla comunicazione e sulle informazioni gestite. Dai dati che un elemento produttivo o un insieme, impianto o macchinario, produce dipendono l’efficienza di un processo, la qualità di un prodotto e la redditività di un’impresa. Claudio Carnino ha invece rivelato come l’EC5000, componente principe della DC Platform di Interroll, sarà disponibile anche con interfaccia Bus basata sullo standard CANOpen. Ciò consente, per la prima volta, che moderni impianti di trasporto offrano grande e agevole accesso ai dati. Così, in connessione con il controller multiprotocollo di Interroll (PROFINET, EtherNet/IP e EtherCat) sarà possibile visualizzare una moltitudine di informazioni e funzionalità tramite il PLC o una piattaforma Web. Un esempio è l’indicazione di informazioni generali sullo stato operativo corrente o sul carico dei singoli azionamenti nel tempo. Simultaneamente, con i controller si visualizzeranno da ogni singolo azionamento una moltitudine di informazioni dettagliate, quali precise condizioni di guasto, coppia o temperatura. Nel corso del seminario, il professor Macchi ha spiegato che quando il prodotto o asset viene utilizzato, è quanto mai importante la capacità di valutarne l’affida-

bilità nelle attuali condizioni di ciclo di vita, per anticipare l’accadimento dei guasti attraverso una capacità prognostica, con l’obiettivo ultimo di mitigare i rischi di sistema. Questo è tanto più importante in un impianto industriale o un macchinario che gestisce la realizzazione di prodotti, di qualsiasi natura, che devono avere una costan-

Un momento del seminario milanese sulla manutenzione predittiva organizzato da Interroll.

te ed elevata qualità sia intrinseca che di utilizzo o funzionalità. Ancora Claudio Carnino: “L’industria manifatturiera ha oggi l’impegno alla massima flessibilità, per cui deve adoperarsi nella riduzione tendente allo zero delle perdite

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per manutenzioni da guasto. Il monitoraggio delle condizioni, la capacità di raccogliere ed analizzare i dati che provengono dalle macchine o impianti permettono di ridurre al minimo i tempi di fermo delle strutture. Con la DC Platform, Interroll ha intrapreso la strada della componentistica intelligente con la quale è possibile realizzare sistemi ad alte prestazioni personalizzati, integrabili in modo coerente e trasparente nel mondo dei dati delle moderne applicazioni Industria 4.0, quali il monitoraggio nelle stazioni di controllo, la manutenzione predittiva o altre funzioni.” Secondo Marco Macchi, nel ciclo di vita del prodotto/asset diventa importante essere capaci di predire anomalie e degradi di prestazione, in modo da limitare gli impatti sui diversi stakeholder interessati e, di più, per permettere di produrre, a partire dai dati monitorati, una molteplicità di benefici, non solamente con ricadute di breve termine. È questo il fondamentale compito della manutenzione predittiva che, oggi, sta evolvendo in maniera estremamente interessante attraverso l’utilizzo di tecniche diagnostiche e prognostiche, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e di automazione avanzata degli impianti. È questa, anche, la prospettiva di una manutenzione predittiva che si propone come un’attività operativa che è fondante di una migliore strategia di gestione del ciclo di vita dell’asset industriale.

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imballaggi confezioni

Il futuro verde del packaging Durante il Knowledge Forum organizzato dall’Agenzia tedesca per le risorse rinnovabili FNR tenutosi durante la scorsa edizione del FachPack, il salone dell’imballaggio di Norimberga, si è parlato di come le bioplastiche nel prossimo futuro contribuiranno in modo significativo a ridurre la dipendenza dai deri-

vati del petrolio e a ridurre le emissioni di CO2, anche se fino ad ora la quota di bioplastiche all’intero mercato delle materie plastiche è rimasta molto piccola e rappresenta solo una piccola parte del volume complessivo degli imballaggi. Attualmente, i polimeri a base biologica hanno un volume di produzio-

ne totale di 7,5 milioni di tonnellate, pari al 2% del volume di produzione di polimeri petrolchimici, ma secondo un’indagine del Nova-Institute, la loro produzione è diventata molto più professionale e differenziata negli ultimi anni, portando a proporre alternative di questo tipo praticamente per ogni applicazione. Importanti campi di applicazione per le materie plastiche di imballaggio a base biologica, in base al tonnellaggio, sono buste per la spesa, sacchetti di frutta e verdura, bottiglie per bevande e detergenti, contenitori per cosmetici e imballaggi di servizio.

Le bioplastiche nell’ambito della bioeconomia Negli ultimi anni, ci sono stati sforzi più intensi da parte della comunità di ricerca e dell’industria per sviluppare e/o produrre, su larga scala industriale, sostitutivi chimicamente indistinguibili dalle loro controparti a base di combustibili fossili e plastiche a base biologica con nuove composizioni chimiche. La

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imballaggi confezioni

ragione è che le materie plastiche convenzionali offrono ancora alcuni vantaggi rispetto a quelle bio-based: per decenni sono state incorporate nella catena di processo per la lavorazione delle olefine e fanno quindi parte di un processo di produzione e finitura molto efficiente. Per potersi affermare con successo, la plastica a base biologica necessita quindi di un’intera catena di processi all’interno di una bioeconomia che contempli la produzione dei precursori chimici. In questo contesto, la bioeconomia si basa sia su risorse rinnovabili che su soluzioni di processo a base biologica. Secondo il ministero federale tedesco dell’istruzione e della ricerca, il principio guida della bioeconomia è la creazione di un’economia circolare che faciliti al meglio il ​​migliore riciclaggio e il riutilizzo delle materie prime e i flussi di materiali in un’ottica di efficienza delle risorse e sostenibilità.

Il packaging è uno dei principali utilizzatori di bioplastiche Al Knowledge Forum FNR di FachPack 2018, Harald Käb della Narocon Innovation Consulting ha citato Pepsi, Danone e Nestlé come esempi reali dal momento che queste aziende stanno lavorando insieme per sviluppare bottiglie in PET al 100% a base biologica. Nei supermercati e nei discount, ci sono già molti imballaggi realizzati in bioplastica e riciclati (ad esempio bottiglie per bibite, film in PE a base biologica, HDPE o cellulosa a base biologica, vasetti per yogurt a base di PLA a base biologica). Anche nel campo della logistica degli imballaggi si sta facendo uno sforzo per utilizzare contenitori di plastica realizzati con materiali a base biologica. La Walther Faltsysteme, ad esempio, pro-

pone una scatola RFID pieghevole, bio-based e riciclabile, per consegne automatizzate intra-logistiche e di fornitori. Secondo il produttore, le scatole possono essere riutilizzate 100 volte e riciclate due o tre volte.

Mancano ancora gli standard Nuse Lack-Ersöz dell’Istituto di Biotecnologie e Biocompositi dell’Università di Hannover (IfBB) ha sottolineato come anche le bioplastiche siano “solo” materie plastiche, mentre Frank Welle dell’Istituto Fraunhofer per l’ingegneria dei processi e il packaging (IVV) di Freising ha confermato che anche i polimeri a base biologica – proprio come quelli petrolchimici – abbiano bisogno di additivi per garantire funzionalità e lavorabilità, che di norma sono gli stessi. Non esistono sul mercato additivi speciali esclusivamente per polimeri a base biologica. Anche Lack-Ersöz ha lamentato il fatto che non esistano ancora norme standardizzate per valutare la sostenibilità delle bioplastiche ed ha quindi raccomandato un approccio armonizzato per le materie plastiche convenzionali e le bioplastiche per poterne determinare i rispettivi vantaggi e svantaggi, dal momento che ritiene che le bioplastiche siano promettenti e sostenibili quanto le plastiche convenzionali. Sebbene entrambi i tipi presentino vantaggi e svantaggi, il vero problema è il non corretto trattamento dei rifiuti in plastica.

Il riciclaggio delle bioplastiche In questa congiunzione, Harald Käb prevede grandi opportunità di sostituire le materie plastiche a base petrolchimica con quelle ottenute da fonti rinnovabili come ma-

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teriali agricoli, residui e rifiuti, tra cui legno, canna da zucchero, alghe o gusci di crostacei, il che è particolarmente importante perché, a seguito della nuova legge tedesca sugli imballaggi, entrata in vigore il primo gennaio di quest’anno, gli imballaggi non riciclabili o difficili da riciclare sono diventati costosi. Käb ha parlato di una “nuova economia delle plastiche”, ossia della transizione dalle risorse fossili a quelle rinnovabili e ai materiali riciclati, confrontandola con i cambiamenti che si sono verificati nei settori dell’energia e dei

trasporti. In questo contesto, la crescente importanza dell’economia a ciclo chiuso nell’ambito della politica rappresenta una spinta verso gli imballaggi riciclabili. Un vantaggio per il riciclaggio è che le bio-plastiche che sono chimicamente identiche alle materie plastiche a base fossile si comportano allo stesso modo delle loro controparti petrolchimiche nel processo di riciclaggio e quindi possono essere riciclate insieme. L’obiettivo finale è quindi un imballaggio riciclabile a base biologica contenente una percentuale di materiale riciclato, a sua volta a base biologica? Secondo Käb, la legge tedesca sugli imballaggi (sezione 21) è un veicolo importante per la sua realizzazione.

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Uno studio sul mercato degli additivi per le plastiche Il più delle volte, la plastica sarebbe inutile senza additivi. Essi ne facilitano la lavorazione, ne conferiscono la capacità di proteggere dal calore e dai raggi UV e ne ampliano la gamma di proprietà modificando le caratteristiche del materiale. Quindi, solo gli additivi rendono possibile l’uso permanente della plastica in nuove applicazioni. La società di ricerche di mercato Ceresana ha analizzato l’intero mercato mondiale di tutti i principali additivi plastici nella seconda edizione dell’indagine dedicata a riempitivi, plastificanti, pigmenti, ritardanti di fiamma, stabilizzanti, modificatori di impatto, agenti di scorrimento, antiossidanti, agenti espandenti e altri additivi plastici.

Cresce la domanda di additivi plastici La domanda globale di additivi plastici ammonta a circa 33,3 milioni di tonnellate all’anno. Più del-

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la metà viene elaborata nella regione Asia-Pacifico, mentre Nord America ed Europa occidentale seguono a grande distanza. Dal momento che le plastiche sono sempre più pratiche da usare e leggere, continueranno a sostituire in misura sempre maggiore materiali come il legno o il metallo, e quindi continuerà a crescere negli anni a venire la domanda di additivi. L’ultimo studio di Ceresana ne esamina in dettaglio la probabile evoluzione nei 16 principali mercati nazionali. Accanto al settore edile, che assorbe la maggior parte della domanda di materiali plastici, il secondo settore di destinazione è il packaging: gli imballaggi in plastica sono sempre più popolari in virtù della loro leggerezza, facilità d’uso, idoneità al riscaldamento a microonde e aspetto accattivante. È possibile riconoscere facilmente il contenuto, che si conserva perfettamente per lungo tempo. Ceresana prevede un conti-

nuo incremento della domanda di additivi plastici in ​​questa area di applicazione.

Nessun PVC senza plastificanti In questo studio viene esaminato più in dettaglio l’uso di additivi in diversi tipi di plastiche e, fra le altre, cloruro di polivinile (PVC), polietilene, polipropilene, poliuretano e tecnopolimeri. Poiché il PVC è un materiale fragile, duro e bianco, il maggior numero di additivi viene applicato a questo tipo di plastica per adattarla alle diverse applicazioni. I produttori di PVC sono di gran lunga i maggiori consumatori di plastificanti, che rendono le plastiche più morbide, flessibili, lisce ed elastiche.

I riempitivi rappresentano l’aggiunta più frequente Oltre il 50% degli additivi plastici utilizzati a livello mondiale sono riempitivi, seguiti da plastificanti e pigmenti. Ogni anno si utilizzano più di 17,6 milioni di tonnellate di riempitivi per la plastica. In generale, i riempitivi economici aumentano il volume della miscela di materiali senza alterare le caratteristiche principali. Inoltre, sta aumentando la produzione di materiali plastici ricchi di riempitivi con proprietà specifiche per soddisfare le specifiche esigenze: essi contengono fino all’85% di riempitivi e, in molti casi, possiedono eccellenti proprietà meccaniche e risultano più convenienti rispetto ai materiali convenzionali.


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Il mercato degli imballaggi in plastica rigida Secondo una recente indagine dell’analista Ceresana dedicata al mercato mondiale degli imballaggi in plastica rigida, giunta alla seconda edizione, i beni di largo consumo e i servizi di consegna stanno rivitalizzando il settore. Basti pensare al significativo aumento delle vendite di alimenti altamente trasformati, piatti e pasti pronti al consumo. I produttori si devono confrontare con un mercato complesso influenzato da molti fattori diversi: nuovi modelli di consumo, innovazioni di prodotto, regolamenti governativi, ma anche ad esempio gli effetti della sostituzione di singole tipologie di plastica o di tipologie di confezionamento. L’indagine di Ceresana prevede che la domanda mondiale di contenitori in plastica rigida raggiungerà un volume annuale di 62,6 milioni di tonnellate fino al 2025.

Puliti, rapidi e comodi La domanda di contenitori rigidi in plastica per alimenti è influenzata in larga misura dalla tendenza al consumo di prodotti convenience. Tuttavia, gli effetti vanno considerati in modo differenziato e sono piuttosto complessi. Ad esempio, gli imballaggi per microonde sono principalmente realizzati in polipropilene. Nel settore dei prodotti pronti al consumo (RTE), oltre ai contenitori rigidi in polipropilene, vanno forte anche quelli in PET. Il grande successo dei servizi di consegna, tuttavia, fa crescere considerevolmente il mercato dei vassoi in EPS, mentre le bottiglie “da spremere” competono con confezioni più tradizionali.

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Particolarità nazionali Oltre che alle normative nazionali e allo sviluppo economico, il mercato dei contenitori in plastica è soggetto a una serie di ulteriori influenze. In particolare, bisogna tenere in conto il mercato alimentare e delle bevande compresa la struttura del packaging, l’aumento del reddito e le tendenze sociali. L’urbanizzazione e il cambiamento demografico sono accompagnati da cambiamenti nei modelli di consumo. In alcuni segmenti, la plastica sta sostituendo i materiali tradizionali. Allo stesso tempo, i contenitori rigidi in plastica devono fronteggiare la crescente concorrenza di sacchetti e altre soluzioni di imballaggio in plastica flessibile. Anche altre tendenze, come il maggior numero di donne che lavorano, la sostenibilità, le bioplastiche, la riduzione del peso delle confezioni e i contenitori a parete sottile, hanno un impatto sulle singole aree di applicazione e le tipologie di prodotti, e richiedono un attento esame dei meccanismi di mercato. In breve, nel primo capitolo lo studio fornisce i dati relativi al mercato globale e a quelli regionali degli imballaggi in plastica rigida, con le previsioni fino al 2025. Per ogni regione sono quindi illustrati i dati di produzione, ricavi e la domanda, dove quest’ultima è suddivisa per aree di applicazione e tipi di plasti-

ca: bottiglie standard, bottiglie “da spremere”, dispenser ed erogatori spray, barattoli, vasetti e scatole, vassoi e “altri contenitori”, come barili, secchi, taniche o casse. Il secondo capitolo analizza ricavi, produzione, importazioni, esportazioni e domanda nel contesto dei contenitori rigidi in plastica in 16 Paesi. Inoltre, viene analizzata per ogni Paese la domanda di contenitori in PET nel settore degli alimenti refrigerati. In particolare si parla nel dettaglio di: Polietilene tereftalato (PET), Polipropilene (PP), Polietilene (HDPE e LDPE), Polistirene espanso e polistirolo espanso (PS e EPS), altre materie plastiche. Le aree di applicazione comprendono invece: Bevande (limonate, acqua, succhi di frutta, altre bevande), Prodotti chimici per la casa, Cosmetici e farmaceutici, Prodotti alimentari (latticini, alimenti refrigerati, piatti pronti, surgelati, creme spalmabili, salse e condimenti, altri prodotti alimentari), Industria e trasporti. Infine, il terzo capitolo fornisce i profili aziendali dei maggiori produttori di imballaggi in plastica rigida, illustrandone dettagli di contatto, entrate, profitti, gamma di prodotti, siti di produzione e riepilogo del profilo. Tra i maggiori figurano Amcor, Berry, Dai Nippon Printing, Reynolds, PRC, Sealed Air, Sonoco Products, Toppan Printing e Toyo Seikan.



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Nuova vaschetta di gelato, riciclabile e compostabile La lotta alla plastica passa da una migliore gestione ma anche e soprattutto da un ripensamento di tutto il ciclo di vita del prodotto. La sfida a risolvere questo problema globale è quindi ancora più complessa e tutti devono fare la propria parte. Ne è consapevole Unilever che da anni si muove per creare un nuovo modello di consumo che ripensi soprattutto al momento in cui inizia la vita di un prodotto e del suo imballaggio. Secondo il rapporto della Ellen MacArthur Foundation sulla “New Plastics Economy”, solo il 14% degli imballaggi di plastica utilizzati a livello mondiale arriva fino agli impianti di riciclo e solo l’8% è effettivamente riciclato. Nel frattempo, un terzo finisce negli ecosiste-

mi ormai fragili e il 40% in discarica. È per questo che Unilever ha adottato un approccio più circolare, in cui non solo vengono utilizzati meno imballaggi, ma le confezioni vengono ripensate per poter essere riutilizzabili, riciclabili o compostabili. La strategia globale di Unilever “No, less, better plastic” prevede infatti azioni che, in maniera diversa, diano un importante contributo per ridurre la quantità di plastica in circolazione. L’impegno in questo senso è iniziato nel 2010 e ad oggi ha già dato risultati rilevanti: in meno di dieci anni l’impatto degli imballaggi in termini di rifiuti è diminuito di un terzo; così come ad oggi il 78% della plastica usata in Europa è già riciclabile. Gli obiettivi sono ancora più am-

La nuova vaschetta riciclabile e compostabile dei gelati Carte d’Or di Unilever.

biziosi: entro il 2020 l’impatto dei rifiuti sarà dimezzato; entro il 2025 tutti i packaging dei prodotti Unilever presenti nel mondo saranno completamente riutilizzabili, riciclabili o compostabili e sarà convertito il 25% degli imballaggi in plastica in materiali riciclati o in PCR. E in questa importante rivoluzione anche l’Italia fa la propria parte con vari progetti, tra cui il più recente e primo per portata

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LINEE GUIDA PER CARTA E CARTONE A CONTATTO CON GLI ALIMENTI L’industria manifatturiera di carta e cartone, insieme ai converter e all’industria tessile, ha pubblicato una versione completamente rinnovata delle Linee guida volontarie per l’idoneità al contatto alimentare di materiali e articoli in carta e cartone. Formalmente definite “linee guida di settore”, queste indicazioni intendono migliorare la fiducia delle autorità pubbliche, degli operatori commerciali e dei consumatori nei confronti della sicurezza dei materiali in carta e cartone utilizzate in applicazioni di contatto alimentare. Questo documento tecnico, pubblicato per la prima volta nel 2010 e aggiornato nel 2012, illustra come soddisfare i più elevati standard di sicurezza per i prodotti di carta e cartone utilizzati in applicazioni alimentari, la cui catena di produzione è diversa e deve affrontare molte sfide per dimostrare la sicurezza dei materiali. Queste linee guida rappresentano un utile strumento per favorire un efficace scambio di informazioni lungo la filiera, in linea con la legge quadro europea sui materiali a contatto con gli alimen-

ti, e tengono conto della crescente esigenza di strumenti di monitoraggio per la gestione del rischio, il design dei prodotti, la scelta dei materiali, le buone pratiche di fabbricazione e il controllo dei processi. In assenza di una legislazione specifica nel campo della sicurezza alimentare, l’industria ha deciso di colmare la lacuna con una guida utile sia all’industria che ai consumatori, anche da un punto di vista ambientale, finalizzata inoltre a recuperare lo svantaggio competitivo di carta e cartone nei confronti delle materie plastiche, la cui idoneità al contatto alimentare è stato meglio e più chiaramente comunicata. Allorquando la Commissione europea decidesse di ritenere carta e cartone la sua prossima priorità legislativa, queste linee guida potrebbero essere usate come buon punto di partenza. Da un punto di vista pratico esse aiutano i produttori a soddisfare gli obblighi di legge imposti dall’Europa e i fornitori a dimostrare la propria conformità fornendo loro le informazioni necessarie.

riguarda Carte d’Or, da sempre riconosciuta come la più buona alternativa al gelato artigianale in vaschetta, che cambia lanciando un nuovo pack compostabile e riciclabile poiché fatto di carta certificata PEFC, accoppiata con uno strato di PLA (acido polilattico, ossia bioplastica ottenuta da scarti di mais) che consente di essere impermeabile ed è quindi adatta al gelato. La vaschetta può avere quindi un “doppio fine vita” perché può essere sia riciclata nella carta, entrando nel classico ciclo di recupero previsto dai vari Comuni per questo materiale, sia smaltita nei rifiuti organici e arrivare nei siti di compostaggio industriale per ritornare ad essere come humus (a seconda delle norme applicate dal Comune di residenza). Il cambio di pack coinvolgerà circa 11 milioni di vaschette in un anno; ogni vaschetta passerà da un peso di 47,5 a 36,5 g, con un risparmio del 23% sul peso finale del prodotto. Il risultato è una riduzione di circa 520 tonnellate di plastica in un solo anno. Scegliendo la nuova vaschetta Carte d’Or, si contribuirà quindi a togliere dal mercato 43 tonnellate di plastica ogni mese, 10 tonnellate ogni settimana. Nell’ambito dell’impegno per la riduzione della plastica, Carte d’Or ha siglato una partnership biennale con WWF Italia per alcune iniziative finalizzate alla salvaguardia di mari e oceani.

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Ridurre gli sprechi di cibo con gli imballaggi Il packaging di alimenti e bevande ha la reputazione di inquinare campagne e oceani e danneggiare la fauna selvatica, per cui è forte la pressione per ridurre la quantità di imballaggi utilizzati nell’industria alimentare. Tuttavia, lo spreco di cibo è anche un problema ambientale, che l’imballaggio può aiutare a risolvere, come illustra Robert Glass, responsabile globale della comunicazione per il settore Food & Beverage di ABB.

Secondo l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite, un terzo del cibo prodotto per il consumo umano – equivalente ad un totale annuo di circa 1,3 miliardi di tonnellate in tutto il mondo – viene sprecato, e il fenomeno può interessare ogni anello della filiera: dal campo al trasporto, alla trasformazione, mentre più a valle distribuzione e consumatori scartano gli alimenti esteticamente difettosi o che hanno raggiunto la data di scadenza.

Riducendo gli sprechi, l’industria alimentare può limitare il consumo di energia, beneficiare l’ambiente e far risparmiare denaro alle imprese. Se poi il bestiame, in particolare bovino, è associato alle emissioni di gas serra, ridurre lo spreco di carne bovina si tradurrebbe in meno animali responsabili di tali emissioni. Nel complesso, l’imballaggio svolge un ruolo importante nella riduzione degli sprechi alimentari e nel limitare al minimo la quantità di imballaggi utilizzati. Ecco come raggiungere questi obiettivi:

Imballaggi intelligenti Molte persone scartano alimenti ancora commestibili solo perché non sono sicure di quanto tempo è trascorso dall’apertura della confezione o ritengono che sia stata aperta troppo a lungo. Per evitarlo sarebbe consigliabile scriverci sopra la data di apertura, ma è una strada difficilmente percorribile. Una soluzione alternativa è l’imballaggio intelligente, che sfrutta una piccola porzione di plastica intelligente che cambia colore in base alle condizioni circostanti, indicando da quando l’imballaggio è aperto e consentendo al consumatore di buttare via solo i prodotti non più commestibili. Anche i trasportatori potrebbero utilizzare imballaggi intelligenti per monitorare le condizioni dei prodotti trasportati e adattare i loro processi per migliorarne la conservazione, il che si tradurrebbe in una riduzione dello spreco alimentare all’arrivo.

Imballaggi snap-pack Dagli anni ’60, il numero di single è fortemente aumentato. Tuttavia, gli alimenti deperibili, come la carne, sono ancora presentati in confezioni famiglia, perdendo l’effetto protettivo dell’imballaggio sul prodotto una volta aperto, con conseguenti sprechi della porzione non consumata. Per ovviare al problema, nel 2016 Sainsbury ha lanciato le confezioni snap-pack per le sue salsicce Taste the Difference, presentate in pacchi da otto, con un sigillo pelabile che le divide in due confezioni da quattro, permettendo così di aprirne solo metà per volta.

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lungando la durata del prodotto e rendendolo più attraente per i consumatori, con relativa riduzione degli sprechi.

Confezionamento in atmosfera modificata Il confezionamento in atmosfera modificata con concentrazioni specifiche di ossigeno, anidride carbonica e azoto aiuta a preservare sicurezza, colore, sapore e sostanze nutritive degli alimenti. Si tratta di una tecnica di confezionamento unica perché le concentrazioni di gas possono essere adattate alla conservazione ottimale per ogni specifico alimento. Ad esempio, la carne rossa si conserva meglio in un’atmosfera ad alto contenuto di ossigeno, mentre per evitare lo sviluppo di muffe sul pane lo stesso gas deve essere a concentrazioni molto basse.

L’impegno a ridurre i rifiuti Imballaggi attivi Gli imballaggi attivi conservano il cibo più a lungo, usando sostanze che rendono l’ambiente intorno al prodotto meno favorevole ai microrganismi che ne causano il deperimento. Ne è un esempio una gamma di prodotti che utilizza un materiale contenente ossido ferroso, un assorbitore di ossigeno che riduce i livelli di ossigeno all’interno della confezione. Originariamente utilizzato sotto forma di polvere, oggi è stato sviluppato come patch autoadesivi adatti a qualsiasi imballaggio. Un altro approccio agli imballaggi attivi è l’uso di agenti antimicrobici che potrebbero eliminare la necessità degli additivi chimici attualmente utilizzati negli alimenti

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per ridurre la crescita microbica, responsabili però di diffusi problemi di sicurezza.

Confezionamento sottovuoto Gli imballaggi sottovuoto sono stati usati come tecnica economica dal 1940, che prevede di rimuovere l’aria dalla confezione prima di sigillarla – soprattutto l’ossigeno – per inibire lo sviluppo di microrganismi e prevenire l’ossidazione della carne, che ne altera il colore e ne aumenta le possibilità di essere gettata via. Un altro vantaggio del confezionamento sottovuoto è che aiuta a prevenire la bruciatura da freddo e la disidratazione degli alimenti, pro-

ABB aiuta i produttori di alimenti e bevande a migliorare i processi di produzione, dall’energia alla palettizzazione. Ad esempio, i trasmettitori di livello laser consentono una misurazione più accurata degli ingredienti in un silo ed il sistema di gestione degli impianti di produzione ABB Ability Manufacturing Operations Management contribuisce a identificare i passaggi da compiere per l’ottimizzazione dei processi, due esempi di applicazioni che consentono ai produttori di ridurre gli sprechi alimentari. L’Internet delle cose industriale e la digitalizzazione, combinate con la gamma di imballaggi disponibili sul mercato per la riduzione dei rifiuti, offrono al settore del packaging l’opportunità di ridurre gli sprechi alimentari.



prodotti

Creme spalmabili di frutta secca da premio

Fra i premiati dalla giuria dell’Innovation & Research Award 2019 – il riconoscimento che viene assegnato ogni anno alle aziende che investono maggiormente su innovazione, tecnologie all’avanguardia e strategie di marketing di successo, con particolare attenzione al tema delle relazioni umane – figura la Fior di Loto, che ha ottenuto il premio grazie alle Creme Spalmabili 100% frutta secca all’interno della categoria “Alimentazione & Integrazione”. Scelte perché rappresentano un nuovo e interessante modo di mangiare la frutta secca, fonte di fibre e proteine alla base di un’alimentazione sana e completa, sono realizzate con il 100% di frutta sec-

ca senza l’aggiunta di altri ingredienti, vegan, senza glutine e senza olio di palma, ottime da spalmare o come ingredienti per tantissime ricette dolci o salate. La gamma si compone di: Crema 100% mandorle bianche bio, ottenuta con sole mandorle italiane pelate; la Crema 100% di nocciole bio, realizzata con nocciole italiane tostate; la Crema 100% mandorle tostate bio, realizzata con mandorle italiane tostate e non pelate; la Crema 100% anacardi bio, adatta a varie preparazioni dolci o salate; la Crema 100% arachidi tostate bio, indicata per la realizzazione di piatti orientali, pietanze e salse sia dolci che salate.

La Crema 100% mandorle bianche bio Fior di Loto.

Nuova merenda completa e bilanciata

Una delle referenze de La Merenda della Lola Granarolo.

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Granarolo – uno dei maggiori operatori agroindustriali del Paese a capitale italiano – lancia la nuova gamma La Merenda della Lola, un’innovativa merenda abbinata che vede la collaborazione con due storici brand: Loacker e Yoga. Sono tre le referenze a marchio La Merenda della Lola, studiate e approvate da esperti nutrizionisti: Yomino Fragola + Loacker Classic Wafer Napolitaner, la prima merenda abbinata in Italia con uno yogurt fresco, che fa della naturalità il

suo tratto distintivo, prodotto con latte 100% italiano, senza aromi, senza conservanti, senza coloranti e senza addensanti, in un’accattivante confezione “squeezable” senza necessità di utilizzare il cucchiaino, con tappo antisoffocamento e che può rimanere fuori dal frigo fino a un massimo di 4 ore. A completare il kit, una barretta Loacker Classic Wafer Napolitaner con crema di nocciole 100% italiane, senza aromi aggiunti, senza coloranti, senza conservanti e senza grassi idrogenati.


prodotti

La seconda referenza è lo Snack al Formaggio Granarolo + Thè Deteinato Yoga, che abbina tè deteinato e uno snack al formaggio italiano, cotto al forno, naturalmente senza lattosio (<0,01%) e senza glutine, senza conservanti e ricco di proteine, che si conserva anche fuori dal frigo.

Infine, Latte x la Merenda Cacao Granarolo + Loacker Classic Wafer Cremkakao è un kit che abbina una bevanda che si conserva anche fuori dal frigo ad una barretta Loacker Classic Wafer Cremkakao, senza aromi aggiunti, senza coloranti, senza conservanti e senza grassi idrogenati.

Pasta innovativa per un pasto completo Felicia, brand di Andriani, azienda di punta nel settore dell’Innovation food e specializzata nella produzione di pasta senza glutine e biologica, lancia Verdipiù, un piatto nutriente a base di legumi e verdure. Questa linea, vegan e naturalmente gluten free dal gusto vero e autentico di verdure fresche, è buona, facile e veloce da preparare (bastano 5 minuti) e dalle molteplici proprietà nutrizionali, grazie ad ingredienti 100% naturali, semplici e biologici, caratteristiche in linea con

Sedani rigati con lenticchie gialle e zucca bio Verdipiù Felicia.

le nuove tendenze dei consumi e la domanda in crescita di alimenti sani, buoni e naturali, rispettosi di benessere e sostenibilità, come emerso dal sondaggio a cura di Coop Nomisma di fine 2018 e dalle previsioni sui consumi del Rapporto Coop 2018, che ritraggono una popolazione orientata prevalentemente al consumo di frutta, verdura e legumi, preferibilmente biologici. Due le ricette dalle preziose proprietà organolettiche alleate della salute: sedani rigati con lenticchie gialle e zucca bio e caserecce di lenticchie rosse e barbabietola rossa bio. L’inedito accostamento di legumi e verdure rende Verdipiù un alimento completo che garantisce un corretto apporto di sostanze nutritive indispensabili per un buon equilibrio psicofisico: proteine per il mantenimento della massa muscolare: potassio, fibre – per favorire il transito intestinale –, vitamine e sali minerali quali ferro, fosforo, manganese e zinco. Le alte percentuali di zucca e di barbabietola conferiscono a Verdipiù tutto il sapore delle verdure fresche, tanto che questa pasta è buona così com’è, da gustare anche solo con olio extra vergine d’oliva e parmigiano.

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Snack biologici e non fritti Curtiriso, marchio storico italiano e principale operatore nella vendita e nel confezionamento di riso, lancia sul mercato due innovativi snack: le Veline, croccanti spuntini triangolari e leggeri come le vele delle barche di cui ricordano la forma, realizzati nelle versio-

Le nuove Veline al riso di Curtiriso.

ni al riso e al mais, e le Carezze al mais, morbide e delicate. Questi nuovi prodotti, nonostante la forma e il packaging dei classici snack, sono biologici, non fritti, adatti ai vegan e senza glutine, pensati per andare incontro non solo alle esigenze di chi ha allergie e intolleranze, ma anche ai gusti dei consumatori più attenti alla sana alimentazione perché sani e leggeri.

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Nuovo look per lo zucchero Altromercato Altromercato – la principale centrale italiana di Commercio Equo e Solidale e una delle maggiori al mondo – rilancia la gamma degli zuccheri di canna con delle nuove confezioni, monomateriali e riciclabili, caratterizzate da grafiche chiare e semplici che giocano sul contrasto del bianco e del nero del marchio, pensate per aiutare la lettura delle caratteristiche degli zuccheri. Nel retro di ogni confezione si trovano infatti informazioni relative ad origine, metodo di produzione, filiera, caratteristiche sensoriali, organolettiche e consigli utili sul migliore utilizzo in cucina. L’origine e tutta la filiera dalla raccolta della canna al confezionamento dello zucchero vengono ben descritti a sottolineare la conoscenza e i legami di collaborazione e di cooperazione con i produttori partner. Gli zuccheri Altromercato provengono tutti dalla lavorazione della canna da zucchero che viene spremuta in appositi mulini; successivamente l’acqua del succo ottenuto viene eliminata per evaporazione. I residui di canna essiccati sono poi utilizzati come combustibile naturale. Si tratta di zuccheri non raffinati con un contenuto di melassa maggiore negli integrali che dona un bel colore dorato e un sapore caratteristico ricercato dai consumatori. La melassa contiene sali minerali, vitamine e proteine che rendono ancora più apprezzabili questi zuccheri. La gamma comprende: Dulcita: zucchero di canna integrale e biologico, non raffinato e non sbiancato dell’Ecuador; Masco-

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bado: zucchero di canna integrale e biologico, non raffinato e non sbiancato, dal sapore intenso e con uno speciale sentore di liquirizia, proveniente dalle Filippine; Dorada: zucchero integrale di canna lavorato e confezionato all’origine, proveniente dalla Colombia; Picaflor: uno zucchero biologi-

Altro mercato ha rinnovato il look dei suoi zuccheri.

co grezzo del Paraguay, e Demerara, zucchero di canna grezzo in cristalli delle Mautitius.

Frutta pronta da gustare F.lli Orsero lancia la sua nuova linea di frutta pronta già tagliata e lavata, il prodotto ideale per rendere comodo e semplice il consumo di frutta a casa e on the go. Tantissime le referenze disponibili: dai mix più tradizionali a quelli tropicali, fino alle ricette esotiche più insolite e sfiziose, tutte realizzate con frutta di alta qualità, matura al punto giusto, selezionata ogni mattina e lavorata artigianalmente in Italia, senza l’aggiunta

L’ananas pronto da mangiare di F.lli Orsero.

di alcun liquido di governo. Fra le molte referenze di frutta pronta F.lli Orsero, l’ananas, frutto dalla polpa succosa e ricco di vitamina C e aiuta a contrastare la ritenzione idrica e a mantenere una pelle luminosa ed elastica, disponibile a cubetti, a fette, a rondelle e a tronchetto, in confezioni di diverso formato dai 150 ai 500 g. Il cocco, già lavato e tagliato a pezzi, è disponibile nei due formati da 100 e 200 g. Dal sapore ricco e inconfondibile, il cocco è un frutto perfetto da consumare da solo oppure come ingrediente in molte ricette dolci e salate. Mango e lime e papaya e lime sono due originali ricette esotiche pronte da gustare in un pratico formato da 150 g. Il mango, dalla polpa morbida e dal gusto dolce e succoso, e la papaya, dalla polpa tenera e aromatica, sono frutti ricchi di vitamina A e di vitamina C, preziose rispettivamente per il benessere della pelle e per le proprietà antiossidanti, e con un tocco di succo di lime creano un abbinamento perfetto.


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che e meccaniche che si riscontrano nelle condizioni d’uso a livello industriale. Ma la peculiarità dei sistemi resinosi Sirec sta nella loro continuità: assenza di giunti e scanalature dove il rischio di contaminazione da microrganismi è sempre alto; per ridurre ancor più il pericolo è possibile incorporare nei pavimenti uno speciale additivo, a base di elementi naturali, ottenendo così la “pavimentazione antibatterica”. L’altra soluzione proposta è rappresentata dai pavimenti e rivesti-

menti in piastrelle di kliner e/o gres porcellanato industriale ad alto spessore, antisdrucciolo, resistenti alle sollecitazioni chimico-meccaniche, sigillati con resina epossidica, insieme agli sgusci e ai pezzi speciali, ottimizzano la continuità e l’uniformità della superficie rendendoli impermeabili ai liquidi di lavorazione. I pavimenti e i rivestimenti Sirec sono realizzati con la formula “chiavi in mano”, per poter offrire un servizio di tranquillità e qualità.


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Un libro bianco per la sicurezza nel settore lattiero-caseario Ishida Europe ha realizzato un libro dedicato ai produttori lattiero-caseari che concentra l’attenzione sulle migliori strategie per soddisfare i più rigorosi standard di sicurezza alimentare e qualità. In una situazione in cui i requisiti legislativi e gli standard della distribuzione diventano sempre più rigidi e i consumatori meno tolleranti rispetto a eventuali problemi di qualità, è essenziale che i produttori possano dimostrare di aver preso precauzioni di sicurezza alimentare adeguate, il che è particolarmente vero per la contaminazione da corpi estranei che può verificarsi in vari punti delle linee di produzione e confezionamento, compresi i rischi legati alla catena di approvvigionamento, ai macchinari di processo, al personale o all’aggiunta di ingredienti non caseari. Il libro bianco curato da Ishida intitolato: “La produzione lattiero-casearia: eliminare la contaminazione da corpi estranei e garantire l’integrità del marchio”, spiega l’importanza della protezione in linea nell’ambito di un efficace sistema di gestione della sicurezza alimentare basato sui principi dell’HACCP (Hazard Analysis e Critical Control Points) e confronta i vantaggi delle due principali tecnologie di ispezione e rilevamento – il rilevamento dei metalli e l’ispezione a raggi X – considerandone l’applicazione nella produzione del formaggio e dello yogurt. Qualunque problema di contaminazione alimentare può avere

gravi conseguenze, sia in termini di implicazioni economiche legate ai richiami di prodotto nell’immediato che di danni alla reputazione del marchio più a distanza. Nonostante molti retailer abbiano adottato Codici di condotta per i loro fornitori, oggi l’onere consiste più nel produrre documenti di orientamento e per l’industria adot-

formativi che evidenziano i diversi corpi estranei e le sfide di qualità che l’industria di trasformazione del latte deve affrontare: contaminanti metallici, in gomma, ceramica, vetro e oggetti rotti. I video possono essere visualizzati su www.ishidaeurope.com/ eu/en/landing-pages/dairy-videos.cfm.

tare sistemi adeguati per la valutazione del rischio di sicurezza alimentare. Il Libro bianco offre una chiara panoramica dei problemi, esamina le opzioni disponibili e delinea le misure che i produttori lattiero-caseari dovrebbero adottare per prendere le decisioni più giuste al fine di soddisfare le specifiche esigenze. Oltre a questo, Ishida Europe ha prodotto una serie di video in-

Inoltre, Ishida Europe mette a disposizione dei clienti impianti dimostrativi presso le proprie sedi in tutta Europa, Medio Oriente e Africa, dove è possibile visionare i suoi sistemi di controllo qualità e condurre test specifici per identificare la soluzione più appropriata alle specifiche applicazioni. Il libro bianco, in lingua inglese, è liberamente scaricabile all’indirizzo: www.ishidaeurope.com/eu/en/ landing-pages/dairy-x-ray.cfm .

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Pavimentazioni per il settore alimentare Pava Resine opera nel settore delle pavimentazioni, proponendo nove tipologie di intervento possibili nei settori industriale, alimentare, enologico, idrico e della depurazione, con formulati resinosi idonei alla protezione dall’aggressione chimica, ambientale e microbiologica. Le resine prodotte di natura epossidica o poliuretanica si caratterizzano per gli spessori minimi da 300 µm ad un massimo di 8 mm, per l’assenza di solventi e quindi di odori e per scarse emissioni nell’ambiente. La pavimentazione in resina Pava è economicamente molto più vantaggiosa di una pavimentazione industriale in Klinker, gres o semplice calcestruzzo, garantisce protezione dalla corrosione e dalle macchie, assenza di fughe per una

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perfetta pulizia dai vari agenti e da batteri e in generale minori sprechi di acqua e maggiore efficienza energetica nei riscaldamenti a pavimento, offrendo grandi resistenze meccaniche, chimiche e di usura e ad un’escursione termica da -40° a +40°C. Nel settore alimentare Pava opera per importanti industrie casearie, oleifici, pastifici, aziende di conserve, super ed ipermercati, cucine industriali, mense e ristoranti stellati, utilizzando la resina, oltre che per pavimentazioni, per rivestire i serbatoi di calcestruzzo e le autoclavi in acciaio, grazie alle certificazioni e al rispetto delle normative sulle migrazioni dei composti di natura epossidica. Inoltre per quanto riguarda le pavimentazioni esterne sono sempre più numerose le realtà che

scelgono la resina per la copertura di grandi superfici con traffico di muletti e camionabili, grazie alle caratteristiche di protezione, pulizia e resistenza agli agenti atmosferici. Per quanto riguarda i tempi di lavorazione, per le pavimentazioni multistrato standard di 2/3 mm sono sufficienti 5-6 giorni di lavoro continuativo, calpestabili dal giorno successivo, mentre per i caseifici Pava Resine offre soluzioni rapidissime, con interventi effettuati nel fine settimana quando il ciclo produttivo è interrotto, con pavimentazioni in poliuretano cemento ad alta resistenza chimica, meccanica e di temperatura fino a +120° realizzate e carrabili in 2 giorni. La posa del prodotto è sempre manuale, su qualsiasi superficie, e viene effettuata a spatola e a rullo – generalmente seguendo un ciclo di applicazione che prevede la sovrapposizione di diversi strati sovrapposti di prodotto – da personale specializzato e formato da Pava Resine. L’Azienda, inoltre, vanta un laboratorio di Ricerca e Sviluppo che si confronta quotidianamente con partner qualificati tra i quali Università degli Studi di Padova, Università Cà Foscari di Venezia, Istituto Enologico di Conegliano-Treviso e CNR di Padova. La qualità dei prodotti offerti dall’azienda veneta è garantita dalle numerose certificazione ottenute negli anni: UNI EN ISO 9001, ENCOPER R-102, Idoneità contatto alimentare (CEE), Infiammabilità, Incapsulamento Amianto, Pellicole resinose antibatteriche, superfici antisdrucciolo.


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Soffianti efficienti e longeve per il trattamento delle acque reflue Da un punto di vista teorico, lo scopo dell’aerazione dei sistemi biologici negli impianti di trattamento delle acque reflue è di portare l’ossigeno contenuto nell’aria direttamente nel cuore della massa liquida e trasferirlo alla biomassa, ovvero alle popolazioni batte-

Nuova Turbosoffiante Sanitaire-TurboLight (Xylem).

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riche. Questo apporto di ossigeno consente alla biomassa di degradare la materia organica presente nell’effluente attraverso un metabolismo batterico chiamato respirazione aerobica. Per portare l’ossigeno a questa biomassa, è necessario comprimere l’aria e insufflarla in modo continuo ed omogeneo, creando turbolenza, per ottimizzare il trasferimento di gas/liquido. La fase meccanica di compressione e insufflazione dell’aria alla biomassa è essenziale per garantire il corretto funzionamento di un impianto di trattamento. La compressione dell’aria per il sistema di aerazione rappresenta generalmente almeno un terzo del consumo totale di energia dell’intero impianto di trattamento delle acque reflue. Le soffianti sono quindi essenziali per garantire il corretto funzionamento del processo ed è importante disporre di macchine efficienti e flessibili per fare un lavoro così energivoro. Ogni impianto di trattamento è inoltre speciale e richiede uno studio specifico di più parti tra loro interagenti quali, oltre alle soffianti, i sistemi di diffusione, il piping e le valvole di controllo.

Referee: Prof. Francesco Fantozzi

È possibile comprimere l’aria utilizzando diverse tecnologie che soddisfano particolari vincoli legati alle esigenze del processo, alle dimensioni della vasca e all’altezza idraulica della stessa, al volume d’aria da comprimere, alle variazioni di carico e a quelle al contorno. Xylem si impegna ad offrire il miglior compromesso possibile tra costo dell’investimento, vincoli operativi, longevità e manutenzione. Per questo, nel ventaglio di tecnologie disponibili per la compressione dell’aria, ha scelto di promuovere e sviluppare turbocompressori TurboMax e TurboLight, basati sulla tecnologia avanzata Miti che utilizza cuscinetti aerodinamici. La turbina di questi turbocompressori è montata direttamente su un albero motore rotante che si solleva con la generazione di un campo di pressione (cuscino d’aria) attorno a sé durante la sua rotazione. La struttura deformabile del cuscinetto consiste in una pila di fogli lisci e ondulati (rinforzi). Una delle chiavi di questa tecnologia è il controllo della deformazione del cuscinetto durante il funzionamen-


energia sostenibilità

to, nonché i suoi materiali e rivestimenti specifici di cui è fatto. Per le cosiddette applicazioni “fredde” come quelle di TurboMax e TurboLight, il foglio è costituito da una pila multistrato in Inconel e Teflon addittivato di nano particelle d’argento in superficie, coinvolte nella lubrificazione agli on-off. Date le prestazioni ineguagliabili della tecnologia Miti, la Nasa ne ha fatto largo uso in applicazioni avanzate e con temperature estremamente elevate, che richiedono rivestimenti ancora più complessi. I vantaggi di queste macchine rispetto ai tradizionali sistemi di compressione dell’aria sono molteplici: elevata efficienza energeti-

ca grazie all’uso di motori sincroni a magneti permanenti molto leggeri, compatti ed estremamente efficienti in un ampio range funzionale di carico e grazie alla semplicità del sistema, con l’assoluta assenza di attriti e nessuna trasmissione (la turbina è montata direttamente all’estremità dell’albero motore lievitante); costi di manutenzione molto ridotti, con possibilità di effettuare almeno 55.000 onoff sulla macchina prima di ricorrere a una manutenzione sui cuscinetti; gamma di potenza estesa (da 7,5 a 37 kW per unità per le soffianti Sanitaire-TurboLight e fino a ben 600kW per unità per le soffianti Sanitaire-TurboMax); flessi-

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bilità di utilizzo in portata e pressione grazie ad inverter di primaria marca Europea, con la possibilità di combinare queste macchine con tutti i tipi di soffianti eventualmente già presenti sugli impianti; dimensioni estremamente ridotte, che consentono un facile inserimento nei locali esistenti, senza necessità di basamenti o ancoraggi di alcun tipo; soffianti assolutamente oil-free; ridotta rumorosità, assenza di pulsazioni e vibrazioni e di trasmissione delle stesse al piping; soffianti pronte per l’uso e user-friendly, con ridotte e semplici manutenzioni, solitamente limitate alla sostituzione di semplici filtri aria.

COME GESTIRE L’ENERGIA PER MIGLIORARE LE PERFORMANCE AZIENDALI Centrica Business Solutions ha pubblicato Energy Opportunity, l’ultima guida su un’efficiente gestione dell’energia per consentire alle aziende un futuro energetico più indipendente e flessibile. Il report trasforma l’energia da apparente costo fisso aziendale a reale moltiplicatore di valore e di crescita, ribaltando l’approccio alla gestione energetica per migliorare le performance aziendali, riducendo i costi per finanziare crescita e innovazione. Da un recente sondaggio è emerso che quasi metà dei Senior Manager non ha idea di quanto il costo dell’energia incida sulle spese aziendali, ignorando altresì che un taglio del 20% del costo dell’energia può avere lo stesso effetto sull’utile di un incremento del 5% delle vendite. Centrica Business Solutions, in particolare, individua 4 opportunità dell’energia. In primo luogo un monitoraggio continuativo consente di individuare dove si concentrino i costi e dove si nascondano gli sprechi, permettendo di migliorare le prassi operative, ridurre al minimo i costosi tempi di inattività, migliorare l’agilità e incrementare la pro-

duttività. Una maggiore visibilità sull’utilizzo di energia può essere convertita velocemente in risparmi che aiutano a ottenere vantaggi finanziari immediati e a creare le condizioni per investimenti futuri. Secondo: una notevole riduzione del costo dell’energia è ottenibile investendo in soluzioni energetiche avanzate. Ad esempio, per gli edifici commerciali, l’illuminazione a LED è una soluzione semplice, il 90% più efficiente rispetto all’illuminazione tradizionale e con un rapido ammortamento. Inoltre, la necessità di una fonte di energia sicura e stabile è imprescindibile per preservare la continuità operativa di un’azienda. Le soluzioni di energia distribuita, che generano energia in loco, offrono maggiore indipendenza e flessibilità di approvvigionamento. Quarta e ultima opzione è il rafforzamento del marchio, dal momento che oltre un terzo dei consumatori sceglie attivamente di acquistare da marchi che si impegnano a favore della tutela dell’ambiente. Esistono quindi grosse opportunità finanziarie per le aziende nel soddisfare la crescente domanda dei consumatori per prodotti e servizi a basso impatto ambientale.

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sicurezza alimentare

Soluzioni digitali per ridurre le intossicazioni alimentari e aumentare l’efficienza di produzione

Contaminazione alimentare, malnutrizione e fame sono problemi che riguardano ancora milioni di persone in tutto il mondo e, con l’accelerazione dei cambiamenti climatici e la continua cre-

scita della popolazione mondiale, aumenta la necessità di una filiera alimentare sostenibile e capace di garantire che ogni essere umano possa accedere a cibo sicuro, economico e salutare.

Bühler ha partecipato con Microsoft alla fiera di Hannover.

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In occasione dell’Hannover Messe – la principale fiera mondiale dell’automazione industriale – Bühler è stata invitata per il secondo anno consecutivo allo stand Microsoft per presentare le soluzioni digitali sviluppate in collaborazione dalle due società volte ad affrontare alcune delle sfide più urgenti della filiera alimentare globale, migliorando sicurezza e trasparenza, riducendo gli sprechi e aumentando efficienza energetica e produttività. Basandosi sulle tecnologie Microsoft, tra cui Azure e Azure Blockchain, Bühler ha sviluppato tecnologie di processo, macchine, soluzioni e servizi per raggiungere questi obiettivi. Considerando che ogni giorno due miliardi di persone consumano prodotti alimentari prodotti con macchine Bühler, l’obiettivo è garantire alimenti sicuri riducendo al contempo del 30% i rifiuti e


sicurezza alimentare

i consumi energetici di questi processi entro il 2020. Dall’associazione fra le competenze e la leadership nel processo alimentare della società svizzera con Microsoft Azure è nata Bühler Insights, la prima piattaforma cloud dedicata all’industria alimentare che offre servizi digitali sicuri, ad alte prestazioni e affidabili che, insieme alle tecnologie blockchain, consentono di migliorare significativamente sicurezza, qualità, efficienza e tracciabilità lungo le catene del valore della produzione alimentare. Oggi l’85% delle soluzioni Bühler può essere collegata a questa piattaforma. Più nel dettaglio, ecco le soluzioni collegate a Bühler Insights proposte quest’anno all’Hannover Messe: - Laatu è una tecnologia rivoluzionaria che consente di ridurre la contaminazione microbica da salmonella nei prodotti secchi che utilizza elettroni a bassa energia per distruggere il 99,999% dei batteri presenti, comportando un impatto minimo sulla struttura dell’alimento e preservandone valore nutritivo e qualità. Laatu riduce in modo significativo microrganismi pericolosi come salmonelle, E. coli e spore in pochi millisecondi, oltre ad offrire il vantaggio di un ingombro ridotto per un’agevole integrazione nelle linee di processo. Inoltre, rappresenta una soluzione ecologica e conveniente essendo in grado di ridurre il consumo energetico fino all’80% rispetto ai sistemi tradizionali a vapore, ma senza l’utilizzo di acqua e sostanze chimiche. Oggi viene utilizzato per il trattamento delle spezie, ma sono in fase di sviluppo applicazioni per altri prodotti secchi. Collegato a Bühler Insights, Laatu può essere usato come strumento sicuro ed efficace di monitoraggio nel controllo della sicurezza ali-

mentare acquisendo parametri di processo, date, ore e lotti di prodotti in tempo reale. - Tubex Pro è un sistema di pesatura intelligente con algoritmo di misurazione auto-ottimizzante in base alle caratteristiche del flusso di prodotto e dell’ambiente dell’impianto. Fornisce un flusso costante di dati di produzione in tempo reale, che può essere visualizzato da remoto utilizzando Bühler Insights ed essere integrato senza soluzione di continuità nel sistema di gestione delle rese (Yield Management System) di Bühler. Tutti i dati vengono processati al fine di tracciare la produzione, ottimizzare le prestazioni di pesatura ed evidenziare le opportunità di migliorare la produttività e le rese dell’impianto. Raccogliendo e interpretando i dati di pesatura si possono rilevare in profondità perdite di produzione, potenziali miglioramenti e influenze determinate dalle variazioni dei prodotti in entrata. Grazie al design ad elevata sanificazione, all’alto livello di sicurezza alimentare e alla possibilità di registrare in modo sicuro i dati di prodotto con la tecnologia blockchain, TubexPro, insieme a Bühler Insights, contribuisce ad una produzione alimentare sicura, trasparente e tracciabile lungo tutta la filiera. - Il Yeld Management System di Bühler consente un monitoraggio delle rese in qualunque momento e da qualsiasi luogo. Grazie all’integrazione con Bühler Insights rende evidenti e confrontabili le differenze fra diverse ricette, consentendo inoltre di monitorare vari siti di produzione. La maggiore trasparenza e la rapidità di risposta aiutano le aziende a reagire velocemente nel caso di deviazioni evidenti. In questo modo, è possibile ottenere rendimenti elevati e costan-

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ti. Inoltre, il Yeld Management System integra i dati dei componenti fondamentali del processo, come le bilance Tubex Pro, direttamente all’interno del Bühler Insights, indipendentemente dai sistemi di controllo del processo.

Un potente sistema blockchain per l’industria alimentare Laatu, Tubex Pro e il sistema di gestione della resa di Bühler sono collegati alla piattaforma Bühler nsights fornita da Azure. Insieme offrono un solido strumento di controllo della sicurezza alimentare, in grado di generare audit trail rapidi, accurati e sicuri per i produttori. I dati di produzione in tempo reale di Tubex Pro e la supervisione del Yield Management System permettono di aumentare l’efficienza e la produttività. Infine, ma non meno importante, i dati possono essere integrati con la blockchain dove non possono più essere modificati, offrendo a consumatori, rivenditori e produttori alimentari un sistema di controllo quasi in tempo reale, tracciabile e sicuro. Con questa soluzione integrata di sicurezza alimentare e gestione del rendimento, è possibile acquisire data, ora, lotto e parametri in ingresso utilizzati su un prodotto specifico, memorizzando queste informazioni su blockchain. Questo permette ai clienti di monitorare se un prodotto è stato processato correttamente, e il tutto in pochi secondi anziché in diversi giorni, con un elevato margine di certezza, per cui è possibile reagire rapidamente e contestualmente ridurre il numero di persone potenzialmente esposte ad alimenti non sicuri e lo spreco di grandi quantità di prodotti.

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Soluzioni per la tracciabilità nel settore alimentare I frequenti casi di sofisticazione alimentare hanno scatenato una sempre maggiore richiesta di trasparenza per i prodotti immessi sul mercato. Nel settore del Food la garanzia sull’origine e sul percorso del prodotto non costituisce soltanto il primo requisito di sicurezza per i consumatori, ma anche un potente strumento di brand value per le imprese. Antares Vision, leader nei sistemi di ispezione visiva, nelle soluzioni di tracciatura e nella gestione intelligente dei dati, dopo la crescita internazionale nel settore farmaceutico mette ora a disposizione dell’industria alimentare il proprio expertise e il proprio knowhow tecnologico proponendo soluzioni per la tracciabilità dei prodotti alimentari. In occasione del corso del Media Tutorial dal titolo “Tracciabilità: innovazione, sicurezza ed efficienza nel settore Food” tenutosi presso la propria sede aziendale ad aprile, Emidio Zorzella, CEO di Antares Vision, dopo una prima parte di scenario sui nuovi trend nel mondo food, ha approfondito le tematiche della

necessità di trasparenza nella comunicazione dei dati di prodotto e della tecnologia come strumento abilitante per garantire informazioni di valore. L’incontro è proseguito con l’intervento di Adriano Fusco, Strategy & Development Director di Antares Vision sul tema: “Tracciare lungo tutta la filiera: perché è importante per il consumatore, il distributore, il produttore?”: la tracciabilità offre l’opportunità di garantire sicurezza del prodotto e trasparenza del suo percorso nella filiera e dell’origine delle materie prime. Oggi la grande sfida è entrare in un nuovo paradigma dove la parola chiave è serializzazione: significa tracciare il singolo prodotto, creando una ‘carta d’identità’ per ciascuna unità. La mattinata si è chiusa con la presentazione di una Customer Case: la collaborazione tra Antares Vision e Fungo & Tartufo, azienda artigianale che si pone l’obiettivo di ottenere, attraverso metodi artigianali che richiedono una lavorazione lunga ed elaborata, prodotti unici e di grande prestigio. Per mantenere l’elevato standard qualitativo della sua produzione, l’azienda utiliz-

za con successo la tecnologia Antares Vision e, in particolare, la nuova piattaforma TrackMyWay che offre la possibilità, attraverso la scansione di un QR Code applicato sulla singola unità venduta e sull’imballo, di far dialogare produttori, rivenditori e consumatori al fine di garantire non solo la trasparenza di tutta la produzione attraverso la tracciabilità della filiera (controllando le informazioni di ciascun prodotto anche in termini di anticontraffazione), ma anche di costruire una relazione di customer engagement con il consumatore finale.

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certificazione

I nuovi sistemi di certificazione della qualità Il concetto di “certificazione accreditata” trova la sua ragione d’essere e la sua significatività nei principali fenomeni che hanno caratterizzato il panorama economico nell’ultimo ventennio. A fronte della crescita dell’economia di scala in alcune aree orientali del mondo, le aree economicamente avanzate hanno tentato di rispondere attraverso una ricerca di “qualità” finalizzata a valorizzare e distinguere produzioni e servizi all’interno del mercato globale. In contemporanea, si è affermata l’esigenza di comunicare, nelle relazioni sia B2B che B2C, la peculiarità, ovvero la qualità distintiva della propria offerta, attraverso mezzi che ne consentissero il riconoscimento a livello nazionale e internazionale. Si è assistito dunque a una proliferazione di attestazioni di qualità, spesso auto-referenziate, che non sempre hanno trovato conferma nel prodotto scambiato o nel servizio erogato, e come tali hanno messo in discussione la fiducia del consumatore. In tale contesto, le certificazioni accreditate si sono affermate – in ambito agroalimentare e no – come strumenti a sostegno di tutti gli attori coinvolti lungo la catena di fornitura di un bene/servizio, per promuovere un ragionevole grado di fiducia nel mercato. Una certificazione accreditata, infatti, è emessa solo a seguito di una valutazione di conformità di un bene o servizio, svolta in modo competente e imparziale da un soggetto terzo e indipendente rispetto al valutato. L’indipendenza del valutando dal valutato, e/o dall’oggetto di valutazione e

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attestazione, costituisce uno dei pilastri su cui si basa l’affidabilità del sistema. Nel settore regolamentato dei prodotti agroalimentari è emblematico il percorso con il quale la conformità ai requisiti dell’accreditamento delle certificazioni ha assunto un valore sempre maggiore nel corso dell’ultimo ventennio. Un numero crescente di organizzazioni pubbliche e private, tra cui i grandi player industriali, ha da tempo colto il valore della certificazione come garanzia delle relazioni business e ha contribuito a diffondere i concetti di qualità e sicurezza associate al marchio, anche nella percezione del consumatore. Una certificazione funziona come un “passaporto” negli scambi internazionali, esentando il titolare dal sottoporre a ulteriori test di conformità il proprio prodotto. Le aziende hanno da tempo capito che la sostenibilità rappresenta un’opportunità, non un vincolo e sono alla ricerca di sistemi per comunicarla non solo a livello istituzionale (attraverso i bilanci di sostenibilità), ma anche direttamente sui prodotti agroalimentari come strumento di marketing. Come ogni anno, il convegno Qualyservices organizzato dall’Asociazione Italiana di Tecnologia Alimentare (AITA) in collaborazione con CremonaFiere rappresenta il momento di discussione, sviluppo e formazione in ambito di certificazione della qualità. Di seguito si riporta un estratto dell’ultima edizione del meeting a cui hanno partecipato i maggiori enti di certificazione.


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Il valore della certificazione accreditata: aggiornamenti nel settore agroalimentare Silvia Tramontin - Accredia

Il 2018 ha visto Accredia apportare rilevanti aggiornamenti relativamente a due tematiche di notevole interesse per il consumatore: la produzione biologica e il benessere animale. Nato dalla volontà di fornire un contributo in termini di affidabilità e di trasparenza, nell’interesse di tutte le parti interessate, il Regolamento Tecnico RT-16 “Prescrizioni per l’accreditamento degli organismi che rilasciano dichiarazioni di conformità di processi e prodotti agricoli e derrate alimentari biologici ai sensi del Regolamento CE n. 834/2007 e sue successive integrazioni e modifiche” riporta i requisiti per l’ottenimento ed il mantenimento dell’accreditamento anche ai fini autorizzativi da parte dell’Autorità Nazionale competente in materia di produzioni biologiche (Reg. CE 834/2007 e successivi), ovvero il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo. Alla luce delle nuove normative nazionali e internazionali, si è reso necessario un aggiornamento della precedente versione del documento, RT-16, giunto alla revisione 5. Tale revisione è stata predisposta da un Gruppo di Lavoro costituito dai rappresentanti di varie istituzioni e associazioni: Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Associazione Organismi Certificazione Biologico, Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica, Regione Emilia-Romagna, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, Confagricoltura, CIA, Coldiretti, Istituto Superiore di Sanità e Accredia. Le modifiche sostanziali riportate nella rev. 5 dell’RT-16, in vigore dal 1° gennaio 2019, riguardano la valutazione del rischio e la gestione dei Laboratori di prova, compresa la valutazione analitica dei prodotti biologici. È stata necessaria la revisione della valutazione del rischio al fine di adottare un metodo di calcolo unico validato attraverso lo studio di simulazioni effettuate dai principali CAB operanti nel biologico, assegnando valori univoci per ogni fattore di rischio. Viene inoltre previsto che gli organismi di certificazione accreditati debbano avvalersi, per le prove necessarie alla gestione dello schema di certificazione, di laboratori di prova accreditati secondo la norma UNI EN ISO/IEC 17025 da Accredia o da Organismi aderenti agli accordi EA/MLA e/o ILAC/ MRA per le prove necessarie e designati dal MIPAAFT.

Silvia Tramontin.

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Per ottenere la designazione, i laboratori di prova devono far riferimento ai seguenti documenti, il D.M. n. 2592 del 12 marzo 2014 e il DT-03-DC “Identificazione degli Analiti per la valutazione di Conformità in Materiali, Prodotti e Matrici a fronte del Regolamento CE N. 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007 relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici – Designazione dei Laboratori di Prova”. I laboratori designati dal MIPAAFT ad eseguire le analisi dei campioni prelevati durante i controlli in agricoltura biologica sono reperibili sul sito del Ministero e del SINAB mentre le prove per le quali ogni laboratorio è accreditato sono accessibili dalla banca dati del sito Accredia. Altro aspetto rilevante trattato nel documento riguarda la presentazione dei risultati: il rapporto di prova non deve contenere dichiarazioni di conformità ai requisiti legislativi o a standard di riferimento. Sulla base della consultazione di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, è stato modificato anche il paragrafo 1.3 dell’allegato II relativo ai “Casi particolari nelle determinazioni analitiche” (ex falsi positivi). Relativamente alla presenza di acido fosfonico sulla base dei risultati degli ultimi progetti di ricerca nazionali, non sussistono attualmente evidenze scientifiche che permettano di escludere il “falso positivo” dai prodotti biologici trasformati. Per tali prodotti, l’organismo di certificazione è tenuto ad avviare un’indagine volta ad accertare il possibile impiego di mezzi tecnici contenenti fosfito o di derivati dell’ac. Etilfosfonico, anche da parte di eventuali fornitori della materia prima. Altro ambito in cui Accredia sta dando il suo contributo è il benessere animale. Obiettivo sinergico del Ministero della Salute e del Ministero delle Politiche Agricole alimentari, Forestali e del Turismo è regolamentare, a tutela di operatori e consumatori, l’attività di certificazione volontaria sul benessere negli allevamenti coinvolgendo Accredia, affinché la certificazione sia rilasciata da organismi di parte terza indipendente accreditati secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17065.

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È in questo contesto che nasce Classyfarm, progetto finanziato dal Ministero della Salute e realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia Romagna con la collaborazione dell’Università di Parma, che consente al sistema veterinario pubblico italiano di recepire l’impostazione della recente normativa europea in materia di Animal Health Law e di Official Controls. Scopo del sistema integrato Classyfarm è la categorizzazione dell’allevamento in base al rischio, il quale sarà misurato da un indicatore numerico ottenuto dalla conversione, attraverso coefficienti scientificamente validati, dei dati riferiti alle sei aree afferenti alla salute animale (biosicurezza, benessere animale, consumo di farmaci, lesioni rilevate al macello, alimentazione animale, parametri sanitari e produttivi). L’iscrizione a Classyfarm è prerequisito obbligatorio per ottenere la certificazione accreditata, garanzia di livelli virtuosi nelle specifiche aree di valutazione. Entrambi i Ministeri concordano sulla necessità di introdurre un’etichettatura univoca e volontaria che indichi la provenienza di carne, latte e derivati per evidenziare il metodo di allevamento e dare ai consumatori la possibilità di fare scelte informate e consapevoli. Prossimo passo della collaborazione tra i Ministeri e Accredia, sarà un incontro tra questi e gli organismi di valutazione della conformità, per definire e condividere le regole per l’accreditamento delle certificazioni.

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I nuovi strumenti certificativi a supporto della sostenibilità agroalimentare Enza Laretto - Rina Services spa

Partendo dal presupposto che oggi le aziende con la migliore reputazione e solidità sono quelle che creano valore non solo economico, ma anche ambientale e sociale, la dottoressa Enza Laretto di Rina nel suo intervento ha analizzato le principali normative e linee guida a cui le imprese possono riferirsi per testimoniare il loro sviluppo sostenibile. Ha evidenziato come il lavoro di verifica di un ente di parte terza indipendente possa essere una forte base su cui le aziende possono costruire la propria credibilità e posizionamento competitivo, anche delle piccole imprese nella filiera agroalimentare, a partire dagli acquisti. I consumatori sono sempre più consapevoli che le loro scelte hanno un impatto sull’ambiente, sulla salute e sulle comunità locali. Cresce l’interesse verso requisiti specifici come i prodotti biologici, il gluten free, il benessere animale e più in generale verso la riduzione degli impatti ambientali e sociali lungo tutto il ciclo di vita del prodotto/servizio. Purtroppo, alcuni attori economici hanno costruito un branding, senza avere credenziali attendibili, con informazioni vaghe e non dimostrabili. Molto spesso si tratta di “green washing” causato da chi usa in modo opportunistico la forza persuasiva della pubblicità. In questo senso le attività di certificazione rispondono alla impellente e inderogabile domanda da parte del mercato di qualificare e differenziare le imprese realmente impegnate per lo sviluppo sostenibile. Capaci, cioè, di guadagnare e soddisfare i bisogni dell’attuale generazione, senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare le proprie esigenze. In altri termini le aziende che, avvalendosi degli standard e dei siste-

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mi di certificazione, sono in grado di attestare oggettivamente le loro prestazioni sostenibili. Le aziende alimentari hanno diversi strumenti a disposizione, dalle più generiche norme di certificazione, come la ISO 14001 sui sistemi di gestione ambientale, agli schemi più specifici come ISCC PLUS per la certificazione volontaria della riduzione dei gas serra e dei requisiti di tracciabilità degli alimenti, mangimi e bioplastiche, fino alla norma UNI 11584 “Progettazione dei Menu” che fornisce gli elementi per progettare i menù che valorizzino la ristorazione dedicata alle diverse collettività, evitando sprechi e promuovendo i prodotti alimentari impiegati. La relazione ha poi orientato lo sguardo verso la linea guida ISO 20400 sugli acquisti sostenibili: la prima azione che un’azienda può fare per dimostrare il suo impegno responsabile. L’attività di attestazione dell’ente di parte terza prende in considerazione il livello di applicazione della ISO 20400 rispetto ai temi di: Governance dell’organizzazione, diritti umani, rapporti e condizioni di lavoro, ambiente, corrette prassi gestionali, aspetti specifici relativi ai consumatori e il coinvolgimento e sviluppo della comunità. La validazione di parte terza rende oggettivi i risultati raggiunti, permette alle aziende di valutare i margini di miglioramento e di incidere sull’intera filiera, generando comportamenti virtuosi da parte di tutti. Si tratta di uno strumento utilizzabile anche dalla Pubblica Amministrazione per qualificare, ad esempio, i capitolati di appalto della ristorazione collettiva. Un esempio pratico di rendicontazione oggettiva e dei suoi vantaggi, anche per le piccole imprese, è il premio nazionale BEZZO 2018, dove RINA per la prima volta in Italia validerà il report di sostenibilità del ristoratore vincitore. L’innovazione del premio è l’applicazione del modello LICET creato dall’associazione AREGAI, correlata ai Sustainability Reporting Standards (GRI), agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 dell’ONU e dell’indicatore BES (Benessere Equo e Sostenibile) inserito nella legge di bilancio 2017, che permette a RINA di validare i risultati ottenuti dalle aziende della filiera agroalimentare coinvolta.

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Enza Laretto.

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Certificazione a fronte del “Global standard for food safety” - versione 8 Isabella D’Adda - Certiquality

Il British Retail Consortium ha recentemente pubblicato la versione 8 dello Standard globale per la sicurezza alimentare (Global Standard for Food Safety). Questa nuova versione entrerà in vigore a partire dal prossimo 1° Febbraio 2019, da tale data tutti gli audit verranno condotti a fronte della versione 8 e i certificati emessi in versione 7 rimarranno validi fino alla loro naturale scadenza. Il BRC Global Standard for Food Safety è stato pensato e sviluppato dal Consorzio dei Dettaglianti Inglesi per definire in maniera univoca i requisiti di sicurezza alimentare e qualità, così come i requisiti operativi che devono essere soddisfatti per garantire un adeguato

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adempimento agli obblighi di tutela del consumatore e di rispetto della normativa vigente. Gli standard BRC sono soggetti a periodiche valutazioni e aggiornamenti; l’ottava edizione dello Standard per la sicurezza alimentare è stata redatta ed approvata da un gruppo di lavoro internazionale composto dai principali stakeholders nel settore alimentare: produttori di alimenti, rivenditori, aziende di servizi alimentari, organismi di certificazione ed esperti tecnici indipendenti. Lo Standard globale per la sicurezza alimentare definisce dettagliatamente i requisiti che devono essere rispettati per la produzione, trasformazione e il confezionamento di alimenti sicuri; in particolare lo schema può essere applicato ai seguenti prodotti: - alimenti trasformati, a marchio proprio o del cliente; - materie prime o ingredienti destinati ad aziende operanti nel settore, agenzie di catering e/o produttori alimentari; - prodotti primari come frutta e verdura; - cibo per animali domestici. La certificazione riguarda i prodotti realizzati o preparati presso la sede in cui ha avuto luogo la verifica ed è estesa anche agli impianti di stoccaggio che ricadono sotto il controllo diretto della direzione della sede in questione. Lo standard BRC è volto alla certificazione dei prodotti e delle procedure di trasformazione; è fondamentale quindi che il processo di audit si concentri in particolare sull’implementazione delle procedure di food safety all’interno dello stabilimento e del rispetto delle buone pratiche nei processi produttivi. L’ispezione delle strutture e dei processi produttivi è quindi una parte fondamentale della verifica, ed è per questo che si prevede che circa il 50% del tempo di audit sia dedicato agli impianti di produzione e alla sede, ai colloqui con il persona-


certificazione

le, a osservare i processi e a rivedere la documentazione delle aree di produzione con il personale competente. Lo Standard globale per la sicurezza alimentare è strutturato in 9 capitoli e comprende alcuni requisiti che sono definiti come “fondamentali” in quanto riguardano aspetti d’importanza cruciale per la garanzia e l’implementazione di un’efficace politica sulla qualità e la sicurezza alimentare. I requisiti ritenuti fondamentali sono i seguenti: impegno della direzione e miglioramento continuo; piano di sicurezza alimentare HACCP; verifiche interne; gestione dei fornitori di materie prime e materiale per l’imballaggio; azioni correttive e preventive; tracciabilità; layout, flusso del prodotto e separazione; ordine e igiene; gestione degli allergeni; controllo delle operazioni; etichettatura e controllo della confezione; formazione: aree destinate a movimentazione materie prime, preparazione, trasformazione, confezionamento e stoccaggio (7.1). Il nuovo standard è strutturato in 9 capitoli; i primi sette devono essere applicati a tutte le organizzazioni che intendono conseguire la certificazione a fronte del Global Standard for Food Safety e prevedono i seguenti obblighi: - adottare il protocollo HACCP o altri approcci basati sulla gestione dei rischi pertinenti alla sicurezza alimentare; - garantire un ambiente di produzione in grado di minimizzare il rischio di contaminazione dei prodotti; - verificare la presenza di specifiche dettagliate per facilitare una produzione alimentare in linea con gli standard relativi alla composizione e alla sicurezza e con le buone pratiche nei processi produttivi; - verificare che i propri fornitori siano in grado di produrre i prodotti specificati, soddisfino i requisiti legali e adottino sistemi adeguati per il controllo dei processi; - sviluppare e attuare un programma di valutazione del rischio per l’esame, i test e l’analisi dei prodotti; - monitorare ed eventualmente correggere problemi segnalati dai clienti. Il nuovo standard ha inoltre introdotto due nuovi capitoli: il capitolo 8 che contiene tutti i requisiti per le aree ad alto rischio, ad alto controllo o ad alto controllo a temperatura ambiente e il capitolo 9, dedicato ai prodotti commercializzati. In aggiunta allo Standard globale per la sicurezza alimentare, BRC ha sviluppato una serie di moduli aggiuntivi che potranno essere volontariamente applicati da parte di organizzazioni che operano in particolari settori o che vogliono approfondire determinate tematiche: per esempio è stato elaborato un modulo specifico per aziende che producono alimenti senza glutine o per fornire garanzie ulteriori nella catena di fornitura per il settore carne o per aiutare lo sviluppo di una cultura sulla sicurezza alimentare. La versione 8 dello standard ha inoltre modificato le opzioni a disposizione delle aziende in materia di audit annuali: le aziende potranno solo scegliere di ricevere verifiche annunciate o completamente non annunciate. Tale modifica è una risposta alla crescente richiesta di audit non pianificati che rappresentano la massima espressione di capacità di gestire i pericoli e controllare i processi da parte di organizzazioni che hanno realmente ed efficacemente sviluppato una cultura della sicurezza alimentare al proprio interno. Per supportare le aziende ad acquisire un’approfondita comprensione dei requisiti dello standard BRC 8, Certiquality organizza specifici corsi di formazione (https://www.certiquality.it/in-primo-piano/formazione/dettaglio-corso/global-standard-for-food-safety-issue-8).

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Isabella D’Adda.

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Misurare e comunicare gli impatti ambientali: le norme volontarie a supporto Irene Grigoletto - CSQA

L’interesse crescente verso la sostenibilità ambientale sta guidando lo sviluppo di metodologie di valutazione e comunicazione degli impatti ambientali di prodotti e organizzazioni. Le norme di riferimento possono essere quindi un utile strumento a supporto delle organizzazioni sia per misurare i propri impatti ambientali, sia per comunicare il proprio impegno in ambito ambientale e aumentare la propria competitività sul mercato. In questo contesto le etichette e dichiarazioni ambientali rappresentano uno degli strumenti che le aziende hanno a disposizione per la propria comunicazione ambientale. Il punto di partenza per la scelta dell’etichetta o dichiarazione ambientale più pertinente rimane l’obiettivo, il fine ultimo che si vuole raggiungere, tenendo conto dei contenuti da comunicare e del destinatario della comunicazione. Un’etichetta/dichiarazione ambientale può essere definita, secondo la norma ISO 14020, come un’asserzione che indica gli aspetti ambientali di un prodotto o servizio. Un’etichetta o dichiarazione ambientale può presentarsi sotto varie forme, tra cui ad esempio una dichiarazione, un simbolo o un elemento grafico sull’etichetta, e può fornire informazioni su un prodotto (o servizio) in termini del suo carattere ambientale complessivo o concentrandosi su uno o più aspetti ambientali. Indipendentemente da come si presentano, il fine ultimo delle etichette ambientali è quello di promuovere la domanda e l’offerta di quei prodotti in grado di causare minor danno ambientale, contribuendo così a stimolare un processo di miglioramento ambientale continuo guidato dal mercato. Il panorama della comunicazione ambientale in ambito volontario è molto vasto, rendendo la scelta dello strumento più adeguato un’operazione talvolta complessa per le organizzazioni interessate. La classificazione in tre principali tipologie riportata di seguito può essere un valido aiuto per affrontare tale scelta in modo più consapevole. Se un’organizzazione è interessata a dichiarare la superiorità ambientale di un prodotto (inteso come bene o servizio) può affidarsi alle etichette ambientali di tipo I, il cui principale riferimento normativo è la norma ISO 14024. Il soddisfacimento di criteri predefiniti permette alle aziende di utilizzare sul prodotto tali etichette ambientali, comunicando al consumatore la superio-

Irene Grigoletto.

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rità del prodotto dal punto di vista ambientale. Uno degli esempi più noti è costituito dall’Ecolabel, marchio di qualità ecologica dell’Unione Europea che contraddistingue prodotti e servizi che pur garantendo elevati standard prestazionali sono caratterizzati da un ridotto impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita. La norma ISO 14021 fornisce invece i requisiti per le autodichiarazioni ambientali (o etichette ambientali di tipo II). Le aziende possono ad esempio trovare in questa norma un’utile guida per l’autodichiarazione della compostabilità, la riciclabilità o il contenuto di materiale riciclato nel proprio prodotto. Le dichiarazioni ambientali costituiscono infine la tipologia III. In questo caso l’etichetta è associata ad un documento, la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (in inglese Environmental Product Declaration, EPD), che riporta, come una sorta di “documento di identità” ambientale del prodotto, le prestazioni ambientali relative al suo ciclo di vita. Tra i più noti programmi di etichette ambientali di tipo III, e che seguono la norma ISO 14025, si cita The International EPD System. Il sito web di riferimento riporta chiaramente l’elenco dei prodotti, anche appartenenti al settore agroalimentare, di cui è pubblicata e scaricabile l’EPD. Infine una novità in ambito di comunicazione ambientale è rappresentata dalla norma ISO 14026: è stata pubblicata nel 2017 e ha lo scopo di garantire che tutte le comunicazioni relative alle footprint ambientali di un prodotto, indipendentemente dalla metodologia di quantificazione, seguano gli stessi principi. Parallelamente allo sviluppo della comunicazione ambientale, è importante capire come valutare gli impatti ambientali del prodotto e le cosiddette impronte ambientali (come ad esempio la Carbon Footprint, la Water Footprint, la Product Environmental Footprint, di cui parliamo di seguito). L’approccio comune alle impronte ambientali è la valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA), che consiste nella valutazione attraverso tutto il ciclo di vita, dalla produzione delle materie prime fino alla produzione e allo smaltimento finale, degli elementi in ingresso e in uscita e dei potenziali impatti ambientali di un prodotto. Uno studio LCA completo prende in considerazione i diversi potenziali impatti ambientali legati al prodotto, ma un’organizzazione ha anche la possibilità di concentrarsi solo su una o più categorie d’impatto ambientale, ottenendo così le cosiddette footprint. In particolare, se l’obiettivo aziendale è l’applicazione dell’approccio LCA alla sola categoria d’impatto del riscaldamento globale (o cambiamento climatico) si ottiene la Carbon Footprint. Uno dei principali riferimenti normativi di supporto alla sua valutazione è rappresentato dalla ISO 14067, pubblicata proprio recentemente ad agosto 2018.

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Un’altra interessante applicazione dell’approccio LCA è la Water Footprint, ovvero la quantificazione, tramite diversi indicatori, dei potenziali impatti ambientali correlati all’acqua di prodotti, processi e organizzazioni, secondo la norma ISO 14046. L’applicazione di tali norme può essere legata a strategie di comunicazione ma anche alla volontà di comprendere gli aspetti più critici per un certo prodotto, nell’ottica di migliorare i suoi impatti ambientali. A tal proposito, in ambito europeo, con la Raccomandazione 2013/179/ CE è stata introdotta la Product Environmental Footprint (PEF), una misura che, sulla base di vari criteri, indica le prestazioni ambientali di un prodotto o servizio nel corso del rispettivo ciclo di vita. Le informazioni relative alla PEF sono fornite con l’obiettivo generale di ridurre gli impatti ambientali dei prodotti e servizi, tenendo conto delle attività della catena di approvvigionamento (dall’estrazione di materie prime, alla produzione, all’uso e alla gestione finale dei rifiuti). Proprio il calcolo della PEF è previsto dallo standard innovativo Dtp125, sviluppato da CSQA: “OLIO DI OLIVA EXTRA VERGINE SOSTENIBILE”. Lo standard si applica ai prodotti della filiera dell’olio EVO (olive, olio sfuso, olio imbottigliato) e coinvolge l’intera filiera di produzione: dalle aziende agricole fino al soggetto che immette in commercio il prodotto finito. Le organizzazioni che ottengono la certificazione a fronte di tale standard, che richiede, insieme ad altri indicatori, anche la quantificazione della PEF, dimostrano che il proprio prodotto rispetta precisi requisiti di sostenibilità ambientale, sociale, economica e nutrizionale. In conclusione, i riferimenti normativi per valutare e comunicare i potenziali impatti ambientali di un prodotto o servizio sono numerosi: la scelta deve essere funzionale all’obiettivo dell’organizzazione stessa, tenendo a mente lo scopo finale di un impegno comune a promuovere un processo di miglioramento ambientale continuo. Bibliografia e riferimenti normativi: UNI EN ISO 14020:2002, Etichette e dichiarazioni ambientali - Principi generali UNI EN ISO 14021:2016, Etichette e dichiarazioni ambientali - Asserzioni ambientali auto-dichiarate (etichettatura ambientale di Tipo II) UNI EN ISO 14024:2018, Etichette e dichiarazioni ambientali - Etichettatura ambientale di Tipo I - Principi e procedure UNI EN ISO 14025:2010, Etichette e dichiarazioni ambientali - Dichiarazioni ambientali di Tipo III - Principi e procedure UNI EN ISO 14040:2006, Gestione ambientale - Valutazione del ciclo di vita - Principi e quadro di riferimento UNI EN ISO 14044:2018 Gestione ambientale - Valutazione del ciclo di vita - Requisiti e linee guida UNI EN ISO 14046:2016, Gestione ambientale - Impronta Idrica (Water Footprint) - Principi, requisiti e linee guida UNI EN ISO 14067:2018, Gas ad effetto serra - Impronta climatica dei prodotti (Carbon footprint dei prodotti) - Requisiti e linee guida per la quantificazione RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE del 9 aprile 2013 relativa all’uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni (2013/179/UE).

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Aerzen offre una gamma completa di soffiatori a lobi e compressori a vite per il trasporto pneumatico. Aerzen è anche in grado di offrire compressori per lo scarico camion o per la depurazione delle acque, fino ad arrivare ai sistemi da vuoto o alle blower room complete. Con il nuovo stabilimento di Bollate, saremo ancora più vicini ai nostri Clienti. Affidabilità, elevate performance, funzionamento OIL FREE ed efficienza energetica fanno di Aerzen il partner su cui contare. www.aerzen.com/it

Aerzen Italia Srl è sponsor ufficiale della Mille Miglia 2019 Con 155 anni di storia, Aerzen è leader mondiale nella produzione di soffiatori a lobi, turbo e compressori a vite. Aerzen è sinonimo di qualità, affidabilità e performance elevate. Esattamente come le auto della 1000Miglia, raccoglie in se la storia, l’esperienza, la passione la forza e la potenza. K. Hasso Heller, proprietario della Aerzen, parteciperà alla 1000 Miglia 2019 guidando la sua Alfa Romeo 1900 C Sprint. Un cuore tedesco pulsa dentro un’auto Italiana. Il cuore della Aerzen pulsa per il mercato Italiano.


ricerca applicata

Irradiazione UV per il trattamento termico di siero di latte stabilizzato Bühler, Solari, Gasparini, Montanari, Sforza e Tedeschi dell’Università di Parma sono gli autori di un lavoro pubblicato su LWT - Food Science and Technology. 105, 127-134, 2019 volto a valutare l’efficacia dell’irradiazione con raggi ultravioletti per il trattamento termico nella produzione di siero di latte stabilizzato di alta qualità. Il siero di latte è un prezioso sottoprodotto dell’industria lattiero-casearia, in virtù delle elevate proprietà nutrizionali, biochimiche e funzionali delle sue proteine. Come per altri latticini, per ga-

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rantirne la sicurezza microbiologica si utilizzano trattamenti termici. Tuttavia, questi processi possono avere un impatto significativo sulla qualità del prodotto. Pertanto, negli ultimi anni è notevolmente aumentato l’interesse per l’uso di trattamenti non termici nel settore lattiero-caseario. In questo lavoro è stato studiato l’uso dell’irradiazione UV come trattamento stabilizzante sul siero ottenuto durante la produzione del Parmigiano-Reggiano. Sono stati testati due trattamenti: quello definito UV “1” è caratterizzato da tre passaggi e il trattamento UV “2”

da sei. I test microbiologici condotti su campioni di siero scremato hanno mostrato che il trattamento UV “2” e il trattamento termico hanno la stessa efficacia sulle Enterobacteriacee, ma che l’UV “2” è più efficace del termico sulla conta delle cellule vitali. La caratterizzazione molecolare delle proteine e del contenuto totale di aminoacidi sono state usate come marker della qualità del prodotto. I risultati evidenziano che il trattamento UV può essere equivalente alla pastorizzazione termica in termini di stabilizzazione microbiologica, ma preservando meglio la qualità del siero.


ricerca applicata

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Estensione della conservazione dei pistacchi freschi sgusciati in atmosfera modificata All’Università della California è stato realizzato uno studio, pubblicato sul Journal of the Science of Food and Agriculture. 99, (7): 3426-3433, 2019, che ha valutato la possibilità di prolungare la durata di conservazione dei pistacchi freschi sgusciati (Pistacia vera L. cv. Kerman) con il confezionamento in atmosfera modificata passiva, indagandone gli effetti sulla qualità. I pistacchi sono stati conservati al freddo (0+/-0,5°C) e al 90+/1% di umidità relativa in condizioni di aria ambiente per il controllo. I parametri qualitativi della frutta misurati includevano la consistenza del seme, i valori del colore (L *, a *, b *, grado h, e C*), perdita di

peso, decadimento fungino e commerciabilità, produzione di etilene, tasso di respirazione e caratteristiche sensoriali a 0, 30, 60 e 105 giorni di stoccaggio. Le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) e ossigeno (O2) nello spazio di testa della confezione sono state monitorate durante lo stoccaggio. Per quanto riguarda i risultati, si è realizzata un’atmosfera modificata di 0,95-3,35% di O2 e 23,17-29,82% di CO2 nel trattamento MAP passivo. La respirazione dei frutti è aumentata significativamente rispetto ai controlli durante lo stoccaggio (P<=0,01). Tuttavia, lo stoccaggio non ha avuto effetti significativi sui tassi di produzione dell’etile-

ne. Inoltre, i pistacchi conservati in MAP-passiva hanno mantenuto la consistenza, la leggerezza dei gusci, il colore dei semi e la qualità sensoriale con una perdita di peso e decadimento dei funghi minimi rispetto al controllo. Questi risultati possono essere estesi fino a 105 giorni, rispetto ai 30 giorni in condizioni ambientali.

Potenziale di degradazione del bisfenolo A da parte del Lactobacillus reuteri Al fine di valutare la sicurezza della degradazione del bisfenolo A (BPA) negli imballaggi alimentari, un gruppo di ricercatori dell’Università cinese di Jingnan ha studiato per la prima volta l’effetto di degradazione di sei comuni probiotici, pubblicando il lavoro su LWT Food Science and Technology 106, 7-14, 2019. I risultati evidenziano che il Lactobacillus reuteri era il microrganismo con il più alto potenziale di degradazione, pari al 69,83%, fra i sei indagati. Inoltre, non è stata riscontrata la presenza di nessuna sostanza tossica nei prodotti di degrada-

zione del Lactobacillus reuteri attraverso l’analisi GC-MS. In base a questo è stata approntata e caratterizzata la preparazione di Lactobacillus reuteri con rilascio favorito da microsfere enzimatiche (EMSP). Quindi sono stati studiati gli effetti delle diverse condizioni di trattamento

sul livello di degradazione del BPA. Infine, lo si è applicato al succo d’arancia, al tè nero e al tè freddo di fagiolo mungo. Il contenuto di BPA nelle bevande in lattina (bevande del tè nero, bevande a base di succo d’arancia e tè freddo di fagiolo mungo) addizionate con EMSP è diminuito rispettivamente del 92,74, 92,33 e 92,33%, dopo un giorno di conservazione. Dopo 27 giorni, il contenuto di BPA in questi tre tipi di bevande in lattina si è annullato. Si può vedere che il Lactobacillus reuteri ha un significativo effetto di degradazione sul BPA e un grande potenziale e valore commerciale.

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Le proteine vegetali sfidano il predominio del latte Innova Market Insights ha prodotto un nuovo rapporto dedicato alle proteine vegetali, un’alternativa a quelle del latte di sempre maggiore successo. Basti pensare che fra il 2014 e il 2018, a livello mondiale sono aumentati di oltre il 40% i lanci di prodotti per la nutrizione degli sportivi che riportano claim relativi alla loro origine vegetale. Secondo le previsioni di Innova Market Insights il valore del mercato dell’alimentazione sportiva è destinato a crescere dell’8% circa all’anno fino a superare i 17 miliardi di dollari nel 2021, dove il processo di mainstreaming del mercato ha portato ad un maggiore interesse per le alternative vegetali, andando a mettere in discussione la posizione dominante del siero di latte e di altri prodotti lattiero-caseari. Il posizionamento fra i prodotti per vegani è stato utilizzato nel 6% dei lanci di alimenti e bevande registrati da Innova Market Insights nel 2018 a livello mondiale, ma il dato sale al 14% per la nutrizione sportiva e arriva addirittura al 18% nel caso delle bevande sportive pronte al consumo. Fra le proteine vegetali che crescono di più figurano gli isolati proteici di soia,

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le proteine di piselli e di riso, ma spingendosi oltre la categoria delle proteine sta aumentando anche l’uso di altri ingredienti a base vegetale nei nuovi prodotti per la nutrizione sportiva, fra cui primeggiano frutta secca e semi, molti dei quali godono già di un’immagine intrinsecamente sana e nutriente. In Europa, ad esempio, i lanci di prodotti destinati all’alimentazione degli sportivi contenenti frutta a guscio e semi hanno registrato un CAGR del 23% nel periodo 2014-2018, dove la palma d’oro del successo è andata lo scorso anno a mandorle, arachidi e semi di girasole. Sta cominciando a mettersi in evidenza anche la nutrizione più specialistica per sportivi vegani, mentre le aziende e i marchi più importanti stanno rendendo più “verdi” le loro gamme per attirare chi desidera aumentare il numero di alternative vegetali alla propria dieta. Dal momento che la domanda di prodotti per la nutrizione sportiva continua a crescere rapidamente in tutto il mondo, il mercato è diventato sempre più di massa. Si sta sviluppando più diffusamente il concetto di nutrizione attiva, allargandosi oltre i confini del suo ambito tradizionale rappresentato da culturisti, atleti di resistenza e sportivi di alto livello. L’obiettivo è arrivare a vedere la salute e la forma fisica quotidiana come una scelta di vita. Le informazioni fornite da Innova Market Insights indicano anche che l’attività di lancio globale nel comparto dell’alimentazione sportiva è aumentata in modo particolarmente marcato negli ultimi tre anni, riflettendo un allargamento dell’attrattività. La nutrizione per gli sportivi ha sempre considerato come una priorità il contenuto proteico, e l’attenzione è probabilmente cresciuta ancora di più da quando il tema si è diffuso nel mercato alimentare e delle bevande di massa. Secondo Lu Ann Williams, direttore della divisione innovazione di Innova Market Insights, uno degli sviluppi più interessanti dell’uso delle proteine ​​in questi ultimi anni è stato il passaggio alle fonti alternative vegetali, aprendo una sfida al tradizionale predominio delle proteine del siero e del latte. In generale, il settore della nutrizione sportiva continua ad espandersi e diversificarsi, in particolare in termini di mercati e tipologie di consumatori di riferimento, compresi quelli interessati a diversi sport, regimi di allenamento e livelli di attività. Il crescente interesse dei consumatori per la salute, la sostenibilità e l’etica ha reso gli ingredienti e i prodotti di origine vegetale più popolari nell’alimentazione sportiva, in linea con il mercato alimentare e delle bevande nel suo complesso.

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In crescita il mercato globale delle uova Un nuovo rapporto dell’analista Research and Markets rivela che le dimensioni globali del mercato delle uova cresceranno nel periodo 2019-2023 fino ad un valore di 25,21 miliardi di dollari, considerando uova con guscio, uova speciali e prodotti a base di uova trasformati. L’indagine, che illustra nel dettaglio la situazione nelle diverse aree geografiche (APAC, Europa, MEA, Nord America e Sud America), analizza il panorama competitivo, offrendo informazioni su importanti aziende operanti nel settore, come Avangard Agroholding, Cal-Maine Foods, Ise Foods, Proteina Animal, SACV (PROAN) e Rose Acre Farms. L’espansione del settore retail sarà un fattore trainante della crescita nei prossimi anni, dal momento che gli operatori della GDO, fra cui giganti come Walmart e Tesco, propongono prodotti pratici e convenienti creando una domanda significativa per questi prodotti, che dovrebbero registrare nel periodo di previsione un CAGR superiore al 4%. Un altro fattore propulsivo del settore è l’aumento del consumo globale di uova, dovuto a una maggiore attenzione al tema della salute e alla consapevolezza del ruolo dell’assunzione di proteine, a cui si aggiunge il contributo della crescente popolarità delle diete vegane, sempre più diffuse in risposta al rischio di obesità e malattie cardiovascolari. Il mercato sembra essere molto frammentato con la presenza di diversi operatori. Quelli che operano a livello globale si stanno concentrando sul lancio di nuovi prodotti, al fine di aumentare le quote di mercato ed espandere la base di consumo. A livello globale sono svariati i programmi di assistenza nutrizionale messi in piedi dai governi, dove organismi pubblici e privati stanno adottando nuove campagne di marketing e informazione sulle virtù delle uova, buona fonte di proteine, mentre il tuorlo contiene grassi, minerali e vitamine ed è naturalmente ricco di colina. Il consumo di uova contribuisce a prevenire le disabilità congenite, favorisce lo sviluppo dell’encefalo nel feto, la funzionalità epatica e la normale attività cellulare. Tutti benefici che promettono di stimolare la domanda di uova.

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Il mercato avicolo nazionale fra luci e ombre La produzione di carni avicole in Italia nel 2018 è stata pari a 1.283.000 tonnellate, in diminuzione rispetto al 2017 (-3,1%). Il calo di produzione ha riguardato la carne di pollo (931.000 t, -3% circa) ma, in maniera più importante quella di tacchino che, con 296.000 tonnellate, fa segnare un -4,2% toccando i livelli minimi degli ultimi 4 anni. I numeri relativi ai consumi apparenti indicano nel complesso una contrazione: 19,7 kg pro capite rispetto ai 20,3 kg consumati nel 2017. La contrazione ha riguardato principalmente i canali Ho.Re.Ca. presso i quali hanno invece ripreso quota le carni rosse. I consumi domestici hanno mostrato invece, secondo i dati Nielsen Consumer Panel, una stabilità con spunti positivi (+0,6% i volumi totali e +3,6% la spesa) supportati esclusivamente dalle carni elaborate (prodotti panati o ad elevato valore aggiunto), che nel 2018 sono cresciuti del 9,3% in volume e del 10% in valore compensando la flessione per le carni avicole naturali (-1,5 % in volume anche se +1,5% in spesa grazie ai prezzi più elevati). L’andamento del mercato per l’anno 2018 evidenzia un aumento dei prezzi sui mercati alla produzione, sia per il pollo dell’1,7%, che per il tacchino, dell’1,4%, rispetto al 2017, aumenti poi riflessi nella fase ingrosso e distribuzione. Non mancano comunque alcuni aspetti positivi del comparto aviTabella - Prezzi di animali vivi, carni e uova colo: un valore ai prezzi di base superiore a 4 miliardi, con un’incidenza Mercato 2014 2015 2016 2017 2018 dell’8,2% sul totale del settore agricoORIGINE (€/kg peso vivo - Iva esclusa) lo; una elevata autosufficienza, consi- polli 1,11 1,07 0,97 1,06 1,08 derato che il 99% delle carni bianche - tacchini 1,44 1,44 1,28 1,35 1,37 consumate in Italia proviene da alle- uova (da gabbie arricchite - €/100pz) 12,87 11,35 9,37 11,71 11,67 vamenti nazionali, e un tasso di auINGROSSO (€/kg - Iva esclusa) toapprovvigionamento superiore al - busto di pollo 2,28 2,23 2,06 2,14 2,22 100% (nel 2018: 107%); una filiera topetto di pollo 4,93 4,93 4,69 4,70 5,04 talmente integrata che esprime un si- fesa di tacchino 5,28 5,68 5,27 5,37 5,55 stema produttivo in grado di garantiDETTAGLIO (€/kg- Iva inclusa) re il controllo dell’intero processo con - busto di pollo 4,54 4,54 4,55 4,64 4,77 maggiori garanzie in termini di sanità, - petto di pollo 7,61 7,59 7,47 7,74 8,00 sicurezza e minori costi di intermedia- fesa di tacchino 8,13 8,46 8,41 8,78 9,10 zione (a garanzia di una giusta redditi- uova generiche (€/pz) 0,21 0,20 0,20 0,20 0,23 vità per tutti gli anelli della filiera).

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var.% 1,7% 1,4% -0,4% 3,6% 7,2% 3,4% 2,7% 3,4% 3,6% 13,3%

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In crescita il mercato globale del pesce affumicato

L’analista Research and Markets ha tracciato una panoramica del settore mondiale del pesce affumicato, le cui dimensioni sono previste in crescita fra il 2018 e il 2022, fino a raggiungere un valore di 5,94 miliardi di dollari nel 2023. Il report offre un’analisi del mercato basata sui tipi di trasformazione (pesce affumicato a caldo e a freddo), le tipologie di prodotto affumicato (salmone, sgombro, aringa, trota e altri pesci) e le regioni geografiche (Americhe, APAC ed EMEA), considerando le principali aziende che operano in questo ambito. La popolarità dei prodotti della pesca affumicati, come il salmone, il coregono, l’eglefino e lo sgombro, è notevolmente aumentata, e con l’aumento della disponibilità finanziaria e della popolazione lavorativa la domanda di pesce confezionato pronto al consumo sta crescendo a un ritmo senza precedenti in America, Europa dell’Est, regione APAC e Africa, andando ad alimentare il progresso del mercato del pesce affumicato nel periodo in questione. La diffusione dello shopping online sta incoraggiando varie aziende a esplorare le vendite telematiche per soddisfare il segmento di consumatori esperti di Internet. I canali di vendita online supportano sia le operazioni business-to-business (B2B) che business-to-consumer (B2C). Con l’aumento delle attività di e-commerce, i canali di vendita online offriranno notevoli opportunità di crescita nel settore. Per quanto riguarda il mercato competitivo, il mercato sembra essere concentrato nelle mani di poche aziende, fra cui figurano Acme Smoked Fish, Lerøy, Marine Harvest, Tassal e Thai Union.

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COME PROGETTARE IMPIANTI ALIMENTARI

INGEGNERIA ALIMENTARE Tecnologie di produzione Impianti Produttivi Logistica - Economia

G. FERRETTI - R. RIZZO - G. VIGNALI 1084 pag. Rilegato (2017) € 85.00 App per iPad € 39,99 ISBN: 978-88-96027-34-9

Il corso di laurea Magistrale di Ingegneria Meccanica dell’Industria Alimentare fu attivato a Parma nell’anno 2004/2005 con il decisivo sostegno dell’imprenditoria locale. Nell’ambito ingegneristico, dopo un impegnativo rodaggio, il Corso di Laurea fu via via implementato di contributi scientifici e di insegnamenti mutuati da discipline affini e complementari agli Impianti Industriali, fino ad assumere l’attuale denominazione di Corso di Laurea Magistrale di Ingegneria degli Impianti e delle Macchine dell’Industria Alimentare. Con la pubblicazione di questo testo, dedicato all’Ingegneria Alimentare, è stato quindi rinnovato il tacito impegno assunto da parte del Prof. Ferretti e del Prof. Rizzo più di trent’anni prima. Le scienze tecnologiche attuali, delle quali questa opera dà ampia testimonianza, potranno essere d’aiuto agli specialisti del settore nel sostenere la subentrante civiltà cittadina-industriale nel continuare l’opera di quella rurale-artigianale, individuando e fissando il punto fermo d’equilibrio che consentirà ai fruitori delle risorse di integrare giorno dopo giorno, anno dopo anno, ciclo dopo ciclo, ciò che consumeranno.

INDICI PARTE PRIMA Criteri di progettazione igienica degli stabilimenti alimentari Cap. 1 – I fondamenti dell’Ingegneria Alimentare. Cap. 2 – Criteri ubicazionali per le industrie alimentari. Cap. 3 – Plant layout di una fabbrica alimentare. PARTE SECONDA Materie, prodotti e tecniche di corrente impiego nelle industrie alimentari Cap. 4 – L’acqua. Cap. 5 – I liquidi di governo. Le bevande. Gli sciroppi. Cap. 6 – Il trattamento igienico dei contenitori. Lavatrici. Sciacquatrici. Sterilizzatrici. PARTE TERZA Operazioni fondamentali nella fabbricazione degli alimenti confezionati Cap. 7 – Operazioni basilari nella preparazione e nella fabbricazione industriale degli alimenti. Cap. 8 – Il confezionamento degli alimenti. Realizzazione di una linea completa.

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PARTE QUARTA Processi logistici e Tipologie di riferimento di alcune produzioni alimentari Cap. 9 – Logistica interna degli stabilimenti alimentari. Cap. 10 – I processi logistici della supply chain alimentare. Cap. 11 – L’industria vinicola. Cap. 12 – L’industria birraria. Cap. 13 – L’industria lattiero-casearia: Il Parmigiano Reggiano. Cap. 14 – L’industria delle conserve vegetali: Il Pomodoro. Cap. 15 – Prodotti carnei e conserve animali: Il Prosciutto. Cap. 16 – Impianti dell’industria molitoria e cerealicola. Cap. 17 – La pasta. PARTE QUINTA Elementi di Economia e Management dell’Industria Alimentare Cap. 18 – Studi di fattibilità nell’industria alimentare. Cap. 19 – Valutazione degli investimenti. Cap. 20 – Prospettive economiche sull’evoluzione dell’industria alimentare.

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notizie dal mondo

Alla seconda edizione ProFood Tech convince su tutti i fronti Lo scorso marzo si è conclusa la seconda edizione di ProFood Tech, il salone del processo alimentare e delle bevande di Chicago che, con 414 espositori e circa 5.000 visitatori professionali, ha fortemente aumentato l’internazionalità e la qualità del pubblico, costituito per oltre il 45% da figure con ruolo decisionale e per il 50% di stranieri. Fra i Paesi rappresentati per la prima volta all’evento di Chicago figurano Belgio, Brasile, Bulgaria, Francia, India, Lituania, Messi-

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co, Taiwan, Tailandia e Ucraina, che hanno partecipato accanto a quattro collettive da Cina, Francia, India e Taiwan. La rassegna – organizzata da Kölnmesse in collaborazione con PMMI (Association for Packaging and Processing Technology) e IDFA (International Association of Diary Industry) – ha accolto non solo aziende dell’area Nafta, ma anche un consistente numero di realtà internazionali, fra cui filiali di importanti gruppi e imprese europee, che

hanno di fatto testimoniato l’interesse per una piattaforma che parla a quello che può essere definito fra i più grandi, se non il più grande, mercato del food&beverage mondiale. Un altro dato significativo emerge dalla analisi del tasso di internazionalità, cresciuto sia per quanto concerne gli espositori (quest’anno erano presenti in fiera aziende da 24 Paesi, contro i dodici della edizione precedente) che i visitatori, giunti a Chicago da ben 78 Paesi, dunque ben al di là dei Paesi Nafta, ritenuti il bacino per eccellenza della manifestazione, a ulteriore riprova del forte sviluppo di questa seconda edizione. Di particolare rilievo il programma congressuale collaterale che ha posto l’accento sull’innovazione tecnologica e l’evoluzione dei modelli di consumo, anche in ambito lattiero-caseario, mentre l’edizione 2019 dei Premi per l’innovazione di processo ha riconosciuto le aziende che più si sono distinte nella direzione della sostenibilità. Altri temi che hanno riscosso interesse nella parte convegnistica sono i trattamenti ad alte pressioni, le cinque tendenze più dinamiche evidenziatesi nel settore del Food & Beverage e la robotica. La prossima edizione del ProFood Tech si terrà, sempre a Chicago, dal 23 al 25 febbraio 2021.


notizie dal mondo

I migliori oli extravergini d’oliva premiati a Verona Durante la giornata inaugurale di Sol&Agrifood – Il Salone Internazionale dell’Agroalimentare di Qualità tenutosi ad aprile a Verona – sono stati assegnati i Sol d’Oro, d’Argento e di Bronzo della nuova categoria “Absolute Beginners” del concorso Sol d’Oro Emisfero Nord 2019. La giuria multidisciplinare che ha valutato i 16 finalisti provenienti da Italia, Spagna, Slovenia, Tunisia e Croazia, ha assegnato i primi tre posti al Monovarietale Raggiola dell’azienda Felsina di Castelnuovo Berardenga (SI), al Casa Pietraia dell’omonima azienda di Certaldo (FI) e al Kante Cuveé della slovena Kmetija Kante di Sempas. Gli “Absolute Beginners” sono gli oli extravergine di oliva di pic-

coli produttori, con un quantitativo per singola etichetta non superiore a 1.500 litri, che per regolamento, fino a quest’anno, non potevano partecipare al concorso oleicolo internazionale. Con l’introduzione della nuova categoria, la competizione ha voluto dare anche alle piccole produzioni la possibilità di essere valutate con una degustazione alla cieca da un panel internazionale di assoluto prestigio e rigore. Un’iniziativa di Veronafiere, che con l’istituzione di Sol d’Oro nel 2002 ha posto tra i suoi obiettivi il miglioramento qualitativo delle produzioni oleicole attraverso il confronto tra produttori di tutto il mondo, oltre a fornire uno strumento di marketing alle aziende vincitrici.

Sammontana Italia investe nel ciclo produttivo circolare Sammontana Italia, la prima azienda italiana per la produzione di gelato con oltre settanta anni di storia, è impegnata da tempo in un percorso di miglioramento continuo dei propri processi aziendali e già nel 2016 aveva siglato un Accordo Volontario con il Ministero dell’Ambiente per la valutazione e la compensazione della Carbon Footprint del suo prodotto principale, Barattolino Sammontana. L’Accordo Volontario con il Ministero dell’Ambiente è stato rinnovato di recente e ampliato in modo da recepire tutte le direzioni progettuali e le best practice sviluppate da Sammontana Italia a

oggi: oltre alla compensazione della Carbon Footprint e alla riduzione dell’impatto ambientale dei processi aziendali, anche il raggiungimento del massimo indice per la circolarità del proprio ciclo produttivo. Adottando il modello sviluppato dalla Fondazione Ellen MacArthur che distingue tra ciclo tecnologico e ciclo biologico, e con il supporto consulenziale del Consorzio CURA dell’Università di Padova, Sammontana Italia ha raggiunto standard elevati – 80% l’indice di circolarità del proprio ciclo tecnologico a fine 2018 – e ha annunciato l’obiettivo in linea con le normative UE entro il 2019, attraverso un impegno sul

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UNIGRÀ ACQUISISCE OLFOOD Unigrà, gruppo agroindustriale internazionale leader nel settore della trasformazione e commercializzazione di oli e grassi vegetali che vanta un fatturato di 650 milioni di euro, annuncia la completa acquisizione di Olfood, secondo player del mercato frutto della fusione fra due realtà storiche del panorama industriale alimentare italiano – Nuova Odo e Lipofood – con un fatturato di 40 milioni di euro, di cui il 10% all’estero. Grazie all’accordo Unigrà consegue importanti sinergie, in continuità con la propria tradizione ed eccellenza, sia in termini strategici del business che di posizionamento nei mercati della fornitura di ingredienti a valore aggiunto per l’industria alimentare e di prodotti per il canale artigianale della pasticceria e panificazione. L’operazione consentirà di elevare il livello di servizio nel settore della produzione dolciaria e di ampliare l’offerta, dando così una spinta maggiore alla crescita del Gruppo.

fronte dei packaging primari. Inoltre, ha annunciato l’avvio di un processo per il miglioramento dell’indice di circolarità del proprio ciclo biologico, che deve comportare un’azione congiunta con i fornitori di materie prime per la sensibilizzazione sull’opportunità di scelte importanti per la sostenibilità ambientale. Il modello Sammontana sarà presentato a breve al Ministero dell’Ambiente perché possa essere condiviso ed esteso anche ad altri settori, per un beneficio comune e diffuso.

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SensoryLab, il nuovo laboratorio di analisi sensoriale a Piacenza L’uomo è un animale sociale: mangiare e bere sono azioni che non servono “solo” per sopravvivere, ma rientrano nella dimensione umana della condivisione. Lo sa bene il marketing: saper dare un’immagine alla percezione degli alimenti consente di qualificarne e quantificarne la qualità creando un vantaggio competitivo e una leva strategica per le imprese. Sempre al passo con i tempi e dotata di una naturale propensione all’innovazione, lo scorso aprile la facoltà di Scienze Agrarie Alimentari e Ambientali ha inaugurato SensoryLab, il nuovissimo laboratorio di analisi sensoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, in un evento che ha aperto i lavori del convegno “Descrizione e Misurazione della Percezione: metodi e Strumenti per l’Innovazione nel Food” della IASA, Accademia Internazionale di Anali-

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si Sensoriale, di cui la Facoltà piacentina è socio e sensory point universitario. Come ha sottolineato Marco Trevisan, preside della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, questo laboratorio attrezzato permetterà a gruppi di 20 studenti, per ciascuna seduta di analisi, di effettuare qualsiasi tipo di valutazione sensoriale sulle più svariate matrici alimentari. Dal caffè al vino, passando per cioccolato e olio, fino ad arrivare a tutte le nostre eccellenze enogastronomiche. Inoltre, SensoryLab sarà utile agli studenti per imparare le principali tecniche di valutazione sensoriale applicate ai diversi prodotti alimentari, per comparare e giudicare la qualità degli stessi e le loro modificazioni durante la conservazione. Ma sarà anche una struttura a disposizione delle aziende intenziona-

te a studiare con metodi scientifici le proprietà sensoriali dei propri prodotti, ottenendo importanti elementi di giudizio. L’analisi sensoriale è un metodo scientifico usato per risvegliare, misurare e interpretare quelle risposte ai prodotti che sono esito della percezione tramite tutti i sensi umani: udito, vista, olfatto, tatto, gusto. Milena Lambri, docente di Enologia e referente per l’Analisi sensoriale della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, ha ricordato come oggi non basti più disporre di un locale e di strumenti idonei, o possedere adeguate conoscenze statistiche, ma occorre anche che i test sensoriali sappiano valutare la risposta personale del soggetto in termini di preferenza e accettabilità, inserendo lo stesso individuo in locali confortevoli, vicini alle circostanze di consumo degli alimenti, ove la persona possa confrontarsi, discutere, far partecipare al processo decisionale che la porta ad esprimere un giudizio tutta la sua componente psicologica e affettiva. In questo si distingue il SensoryLab di Piacenza che, oltre a garantire un rigoroso controllo delle condizioni ambientali (odori, luce, rumori, temperatura e umidità), permette di simulare più da vicino i vari contesti di consumo dei prodotti. Decisivo, da questo punto di vista, il supporto del Centro Studi Assaggiatori di Brescia, organismo di riferimento nazionale per l’analisi sensoriale nel settore agro-alimentare, con cui SensoryLab tesserà una fitta collaborazione.


notizie dal mondo

Newlat acquisisce Delverde

Il Gruppo Newlat, uno dei principali gruppi italiani nel settore agro-alimentare, comunica di avere acquisito dalla multinazionale argentina Molinos Río de la Plata SA il 100% della società Delverde Industrie Alimentari, azienda alimentare italiana specializzata nella produzione di pasta premium con sede a Fara San Martino, in Abruzzo. Il Gruppo Newlat intende supportare lo sviluppo del marchio Delverde con importanti investimenti, per far conoscere a livello globale la qualità che questo marchio esprime. Con questa operazione Newlat consolida il percorso di sviluppo che persegue da alcuni anni attraverso l’acquisizione di marchi storici da multinazionali estere, riportando nel nostro Paese il meglio del food Made in Italy. Il Gruppo negli ultimi 10 anni ha incrementato il proprio fatturato da 20 a 350 milioni di euro e oggi è pronto ad aprire agli investitori il proprio capitale sul mercato STAR di Borsa Italiana, dove intende quotarsi grazie al supporto di importanti Banche nazionali ed interna-

zionali. I global coordinator, incaricati del collocamento, considerano il track record del Gruppo una piattaforma ideale per aggregare, con il modello Newlat, altre aziende del food e creare valore per gli azionisti e futuri investitori. Angelo Mastrolia, presidente di Newlat, ha dichiarato: “In un momento in cui molte aziende italiane vengono acquisite da gruppi stranieri, siamo orgogliosi di riportare a casa un’altra eccellenza del Made in Italy, come Delverde. Negli ultimi 10 anni siamo stati il Gruppo italiano che ha portato a termine il maggior numero di acquisizioni nel food &

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beverage riportando nel nostro Paese prestigiose realtà. Nel corso degli anni abbiamo acquisito importanti aziende da multinazionali di primo livello, quali Nestlé, the Kraft Heinz Company, Ebro Foods, Parmalat (Gestione Bondi), e adesso Molinos. Siamo anche stati capaci di acquisire in Germania i marchi leader di mercato nel settore pasta, Birkel e Drei Glocken. Newlat vuole porsi sempre più come polo aggregativo nel settore agro-alimentare italiano: ritengo che facendo sistema le nostre aziende potranno rimanere in Italia e competere con i grandi gruppi multinazionali. Questa ultima operazione non solo conferma la nostra leadership in Italia, ma ci permette di crescere anche all’estero”.

Alce Nero e Roncadin insieme nel settore surgelati bio Alce Nero Freddo è la nuova azienda che produrrà e commercializzerà prodotti surgelati biologici, nata dalla joint venture fra Alce Nero, azienda di agricoltori e trasformatori biologici dal 1978 de-

FIERE DI PARMA E FIERA DI FORLÌ UNISCONO LE FORZE Fiere di Parma e Fiera di Forlì hanno siglato un’alleanza strategica per la costituzione di una nuova società che gestirà i futuri investimenti finalizzati a valorizzare le fiere che si svolgono nel quartiere di Forlì (da FierAvicola a Caccia&Country) mettendoli in sinergia con il know how e le relazioni nazionali ed internazionali di manifestazioni come Cibus e Cibus Tec. Il rilancio del quartiere forlivese passerà anche attraverso un rinnovato spirito di collaborazione con organizzatori terzi che potranno disporre di un quartiere moderno, efficiente e a costi accessibili. La sinergia tra Fieravicola, Cibus e Cibus Tec aprirà nuovi orizzonti per la valorizzazione della filiera avicola Made in Italy grazie ad un appuntamento che potrà sempre più confrontarsi con gli operatori internazionali alternandosi con l’omologa VIV di Utrecht.

tentrice del 70% delle quote, e per il restante 30% da Roncadin, che dal 1992 produce pizze surgelate per il mercato nazionale e internazionale. L’obiettivo dell’accordo è entrare nel comparto surgelato bio – segmento dal forte potenziale di crescita – avviando la produzione di prodotti biologici di altissima qualità e ad alto contenuto di innovazione dove tra i plus di prodotto spiccheranno l’utilizzo di materie prime biologiche italiane e la valorizzazione della filiera del “Latte Fieno STG” prodotto da vacche foraggiate per il 75% con erba fresca o essiccata (fieno). Il “Latte Fieno STG” in particolare sarà utilizzato per i primi due prodotti di punta della produzione: le pizze surgelate prodotte con mozzarella bio da “Latte Fieno STG” e il gelato. La gamma Alce Nero Freddo si comporrà inizialmente di pizze surgelate (Pizza Margherita, Pizza Ver-

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dure) a cui seguiranno, entro settembre, farinata di ceci e focaccia, gelati (nei gusti cioccolato, stracciatella, yogurt, fragola) e verdure surgelate, tra cui piselli, spinaci, broccoli, carciofi, e ancora minestrone leggero, minestrone tradizionale, zuppa cereali e legumi, tutti preparati a partire da ingredienti biologici e italiani. Costituire un sistema imprenditoriale innovativo e vincente per Alce Nero significa poter valorizzare al meglio le qualità distintive dei due partner: per il marchio di agricoltori e trasformatori continuare quindi a costruire un sistema che sia filiera per produrre alimenti biologici buoni e dalla provenienza certificata, che consenta inoltre di

convertire sempre più terre al biologico, per Roncadin dare valore al proprio know-how nel settore del freddo e la tensione costante verso l’innovazione di prodotto. Secondo il Presidente di Alce Nero Arturo Santini, la nuova alleanza con Roncadin promuove un modello imprenditoriale evoluto, originale ed esemplare in ottica di “reti di imprese” che fa leva sulla forza produttiva di aziende storiche leader nei propri settori di attività, nel rispetto della missione e dei valori del marchio Alce Nero. Dario Roncadin, Presidente di Alce Nero Freddo e Amministratore Delegato di Roncadin, ha invece sottolineato che la partnership con

Alce Nero è un progetto in cui Roncadin crede fortemente e che permetterà di sviluppare e rafforzare le reciproche sinergie nel settore Frozen sull’importante segmento del biologico. Per quanto riguarda la pizza sviluppata, si tratta di un prodotto innovativo con solo uso di lievito madre vivo, 24 ore di lievitazione e materie prime italiane. Ed è anche green, perché realizzata nel polo produttivo Roncadin di Meduno (PN), che è lo stabilimento di pizze surgelate più recente di tutta Europa, costruito secondo criteri di ecosostenibilità e alimentato al 100% con energia proveniente da fonti rinnovabili certificate.

Première di successo per Anufood Brazil Si è conclusa con un bilancio più che positivo la prima edizione di Anufood Brazil tenutasi a marzo a São Paulo: 200 espositori provenienti da 20 paesi, 7.395 visitatori specializzati di 39 nazionalità, oltre 1.000 incontri di business matchmaking e un nutrito programma di sostegno alle tendenze pionieristiche dell’industria alimentare. Il salone, organizzato da Kölnmesse e sostenuto dalle principa-

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li associazioni industriali brasiliane, copre tutti i segmenti dell’industria alimentare e delle bevande: agroalimentare, carne, alimenti freschi e refrigerati, prodotti lattiero-caseari, prodotti gastronomici, pane e prodotti da forno, prodotti biologici, confetteria e snack, proponendosi da un lato come una piattaforma forte e centrale di esportazione per l’industria agro-alimentare brasiliana, con acquirenti internazio-

nali, e dall’altro come punto di riferimento per il commercio al dettaglio, i servizi di ristorazione e il settore dell’ospitalità nel mercato brasiliano. Fra gli eventi collaterali alla fiera ha fatto la parte del leone la Conferenza Anufood Brazil, organizzata in collaborazione con il più importante gruppo di esperti dell’America Latina FGV – Fundação Getulio Vargas – durante la quale importanti relatori hanno delineato i punti chiave per lo sviluppo dell’industria alimentare, le tendenze dei consumatori e il futuro della filiera in Brasile e America Latina, mentre Luis Madi, direttore dell’Istituto di tecnologia alimentare (ITAL), ha presentato il seminario “Food 2030” dedicato ai trend del settore, rendendo Anufood Brazil un’occasione golosa per dibattere di argomenti pratici riguardanti l’industria alimentare e delle bevande, non solo brasiliana.


Il viaggio continua...

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Buono il bilancio 2018 di Granarolo Notizie positive per Granarolo, che nel 2018 ha messo a segno un fatturato consolidato pari a 1.302 milioni di euro, in crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto al consolidamento delle vendite di Midland Food Group UK, società acquisita nel corso dello scorso anno. La variazione del fatturato a perimetro costante e al netto dell’effetto cambi (-2,0%), è dovuta principalmente a un fenomeno deflattivo sui prezzi di vendita che è stato generato da una diminuzione di costo delle principali materie prime. Al netto dell’effetto cambi il fatturato estero, pari al 32% del totale, risulta in crescita del 2,3%. L’internazionalizzazione del Gruppo consente la valorizzazione del latte di filiera compensando in parte il contesto italiano di mercato che registra ancora nel corso del 2018 un decremento dei volumi pari a -4,8% sul fresco a volume e -3,4% a valore e -3,3% sul latte UHT a volume e -2,2% a valore rispetto all’ano precedente. I margini registrano un incremento principalmente generato dall’attuazione del nuovo piano strategico, orientato verso un’innovazione di prodotto sempre più spinta, un rinnovato focus sui processi industriali teso alla riduzione dei costi, allo sviluppo delle vendite internazionali e al coordinamento delle strategie industriali verso la filiera a monte. Filiera, Innovazione, Internazionalizzazione, ed Efficientamento sono le quattro le parole d’ordine del piano che Granarolo ha approntato per affrontare un momento di veloci e grandi cambiamenti di mercato. L’innovazione oggi contribuisce per il 20% del fatturato ed è rappresentata principalmente da-

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gli snack, dal biologico, dai prodotti funzionali. Tutti fattori chiave di sviluppo. A questo proposito Granarolo ha già individuato 4 aree di lavoro: tradizione, gusto, funzionalità e modernità, le ultime due in risposta a tendenze andate affermandosi negli ultimi anni. Si tratta di prodotti senza lattosio, con meno sale e meno grassi, ma anche di packaging innovativi e sbocchi su merca-

ti non presidiati come gli snack o il baby food per un mercato come la Cina. Le vendite del Gruppo sono tradizionalmente concentrate in Italia, (68% dei ricavi), anche se la percentuale di vendite estere è notevolmente aumentata rispetto all’anno precedente: +20% nell’Ue, mentre rimangono sostanzialmente stabili quelle sui mercati extra Europei.

Il fatturato di Igus in continua crescita Le motion plastics di Igus – prodotti in polimeri autolubrificanti e resistenti all’usura per applicazioni dinamiche – diventano sempre più high-tech: prodotti configurabili online con un semplice tablet, componenti speciali in plastica re-

sistente all’usura stampati in 3D o elementi dotati di smart intelligence a cui si aggiungono tante novità: dal cuscinetto intelligente fino al nuovissimo marketplace online che farà incontrare sulla rete fornitori e utenti di robotica low-cost.


notizie dal mondo

Fra le nuove tecnologie e i nuovi settori industriali esplorati dalla società tedesca, la stampa 3D per componenti con durata d’esercizio calcolabile online, “smart plastics” intelligenti, catene portacavi con corsa di 1.000 metri o cuscinetti in polimero esenti da lubrificazione con durata potenziata. Intanto, l’impiego di materie plastiche ad alte prestazioni per qualsiasi tipo di applicazione in movimento continua a crescere, in tutto il mondo. Nel 2018, il fatturato complessivo del gruppo Igus è aumentato dell’8,5% attestandosi a 748 milioni di euro. Il 53% dei ricavi è stato realizzato in Europa e il 31% in Asia mentre il restante 16% del fatturato proviene da America e Africa. Con 4.150 persone, anche il numero dei collaboratori è aumentato. I prodotti innovativi proposti dimostrano che, nelle macchine, i componenti in plastica sono ormai diventati componenti high-tech. Infatti, Igus utilizza le opportunità della digitalizzazione per presentare cuscinetti dotati di smart intelligence. Con il modulo di comunicazione icom.plus, il cliente può decidere in che modo collegare i dati acquisiti. Da una versione offline per gli ambienti più restrittivi fino alla completa integrazione dei dati nei server Igus che permette di ordinare automaticamente parti di ricambio: l’utente è libero di integrare e selezionare i suoi dati. L’utilizzo dei polimeri ad alte prestazioni amplia anche le possibilità dell’automazione low-cost, perché ricorrendo all’utilizzo di componentistica o ingranaggi in plastica è possibile risparmiare sui costi di produzione di un robot. Insieme ad altri 16 partner del settore, Igus presenta in anteprima mondiale la piattaforma rbtx.com, che fa incontrare online fornitori e utenti su una piattaforma specializza-

ta. All’interno di questo nuovo marketplace, sarà possibile configurare robot industriali o robot di servizio completi. Per quanto riguarda la stampa 3D, la tecnologia di stampa SLS ha triplicato la capacità; inoltre, Igus hs sviluppato una propria stampante ad alta temperatura per il Tribo-Filamento iglidur J350 resistente al calore, e per produrre con queste tecnologie componenti come ruote dentate o rulli, mette

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anche a disposizione speciali configuratori online che permettono di calcolare la durata d’esercizio delle soluzioni realizzate con i propri materiali plastici. Alla base di queste innovazioni ci sono i dati che provengono dai test condotti nel laboratorio di prova che diventa sempre più una “fabbrica di idee” per sviluppare soluzioni speciali in tribopolimeri per i più svariati settori e applicazioni.

Schubert continua sulla rotta della crescita La Gerhard Schubert, specializzata nella produzione di macchine confezionatrici, continua a macinare successi. Nel 2018 ha registrato un aumento del 7,3% e un fatturato di 211,5 milioni di euro, centrando per la prima volta il traguardo che si era prefissata: 200 milioni. Anche il gruppo Schubert nell’ultimo anno ha conseguito un risultato consistente. Rispetto all’anno precedente il fatturato consolidato del gruppo è aumentato del 16,4 per cento, raggiungendo i 283,9 milioni di euro complessivi. Dietro al successo non ci sono solo i 1.332 dipendenti, ma anche una strategia di crescita costante. Con la fondazione della Schubert Robotics Shanghai il produttore rafforza le proprie attività in Cina e allo stesso tempo, nell’azienda nazionale, continua con i progetti futuristici per il mondo digitale del packaging e della robotica. Nell’anno corrente si pianifica un’ulteriore crescita che dovrebbe portare a un fatturato di 225 milioni di euro, mentre il gruppo aziendale si è posto nuovi obiettivi e nel 2019 potrebbe superare per la prima volta

il traguardo dei 300 milioni di euro di fatturato. I fattori principali per il persistente trend al rialzo che il costruttore di macchine continua a registrare sono gli sviluppi favorevoli sui mercati internazionali nonché gli investimenti permanenti in nuove tecnologie e in soluzioni innovative per il confezionamento. Per quanto riguarda il futuro, anche nel 2018 la Schubert ha difeso la sua reputazione di azienda capace di dare importanti impulsi al settore. Un esempio che dimostra l’ulteriore potenziale di crescita dell’azienda è costituito dalla nuova gamma di macchine Schubert Lightline, presentata alla FachPack, ma anche in futuro si punterà sulle innovazioni, continuando a investire dall’otto al dieci per cento del fatturato annuale in ricerca e sviluppo. Presso la sede centrale di Crailsheim nei prossimi tre anni l’azienda investirà circa 30 milioni di euro per realizzare un centro di formazione e addestramento e un nuovo capannone per la produzione. Nel quartier generale tedesco ci si concentra soprattutto sul

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futuro digitale della tecnologia del packaging. Così la piattaforma digitale GRIPS.world, un collegamento digitale diretto tra la macchina, il cliente, il costruttore e in futuro anche con i fornitori renderà possibile in futuro la cosiddetta manutenzione predittiva. Il collegamento sicuro della macchina, che è essenziale. viene garantito dalla Schubert con il suo Edge Computing Gateway GS.Gate. Per l’azienda è rilevante anche l’ulteriore sviluppo del

cosiddetto gemello digitale con cui la macchina confezionatrice viene rappresentata in un modello visuale 3D sulla piattaforma GRIPS.world e può essere mossa in tempo reale, direttamente con i dati del controllo della macchina, in modo da velocizzare notevolmente la costruzione e la consegna. Al momento gli esperti della Schubert lavorano inoltre all’ulteriore sviluppo della stampa 3D dei pezzi macchina e a un robot collaborativo.

Nuovo centro espositivo in Italia per Sealed Air Lo scorso aprile Sealed Air Corporation ha inaugurato il suo nuovo centro espositivo, Packforum EMEA, a Passirana di Rho (MI), creato per consentire ai visitatori di scoprire nuove soluzioni di packaging e scambiarsi idee sul mercato globale e sulle tendenze di consumo. La struttura offre un’esperienza tecnologica con un’attenzione particolare all’innovazione, all’efficienza energetica e alle strategie omnichannel e si prevede che in futuro il centro saprà attrarre le aziende del settore di tutta Europa.

Presso Packforum EMEA i clienti avranno modo di ideare, creare e testare soluzioni per il confezionamento di prodotti alimentari e non, usufruendo di un supermercato virtuale, di una pratica cucina per le dimostrazioni e di uno dei più grandi impianti produttivi dell’azienda nella regione, all’interno dello stesso sito. Gli specialisti Sealed Air, esperti di economia circolare, scienze alimentari, conformità alimentare, e-commerce e automazione del confezionamento, favoriranno l’innovazione e la collaborazione con i clienti.

Un momento dell’inaugurazione del nuovo Packforum EMEA di Sealed Air a Passirana di Rho.

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CERTIFICATO DI SOSTENIBILITÀ PER L’ORTOFRUTTA

IFCO, leader mondiale nella fornitura di soluzioni di imballaggi in plastica riutilizzabili per alimenti freschi e particolarmente impegnata sul tema della responsabilità sociale, ha premiato con la propria certificazione di sostenibilità i distributori e i produttori di ortofrutta in Europa e Nord America, grazie alla quale possono dimostrare il loro impegno ambientale e quindi beneficiare di una maggiore fedeltà dei clienti. Da IFCO ogni partner ha ricevuto un certificato che evidenzia il risparmio relativo ai consumi di anidride carbonica, acqua, energia, rifiuti solidi e rifiuti alimentari grazie all’utilizzo degli RPC IFCO nella catena di approvvigionamento. Questi calcoli si basano sulla stima dell’efficientamento energetico e delle risorse messo a punto da IFCO. Tutti gli RPC IFCO vengono riutilizzati più di 50 volte durante la loro vita e ad ogni ciclo vengono sottoposti a un rigoroso processo di pulizia e ispezione prima di essere consegnati per il ciclo successivo. Gli RPC danneggiati che non possono essere riparati sono riciclati al 100% e utilizzati per la produzione di nuovi RPC IFCO. Diversi studi hanno dimostrato che l’uso di RPC porta a risparmi in termini di CO2 (fino al 60%), energia (64%), acqua (80%), rifiuti solidi (fino all’86%) e danni ai prodotti alimentari (fino al 96%), se confrontato con il packaging monouso.


notizie dal mondo

Costruito e arredato con materiali di riciclo, la struttura ecocompatibile utilizza parte dell’energia da fonti rinnovabili, contribuendo notevolmente alla riduzione degli sprechi, in linea con una filosofia che, esportata nelle soluzioni offerte agli utilizzatori lungo tutta la

catena di distribuzione, mira non soltanto ad aumentare efficienza e redditività, ma anche a fare il bene delle comunità e dell’ambiente. Oltre alla nuova sede italiana, Sealed Air ha centri espositivi a Shanghai, in Cina e presso la sede centrale di Sealed Air negli Stati Uniti.

Ancora molto estesa la fame nel mondo Un recente rapporto presentato congiuntamente dall’Unione Europea, dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e dal Programma Alimentare Mondiale (WFP) sottolinea che circa 113 milioni di persone in 53 Paesi del mondo hanno sperimentato situazioni di insicurezza alimentare acuta nel 2018; nel 2017 erano 124 milioni. Questi dati dimostrano che l’insicurezza alimentare rimane una sfida mondiale, rendendo necessaria una Rete Globale più forte e coordinata che può contribuire a realizzare sul campo il cambiamento per

coloro che ne hanno davvero bisogno, anche grazie all’approntamento di metodi innovativi per affrontare le crisi alimentari ed evitare che si presentino. Per questo, tra il 2014 e il 2020, la UE avrà fornito oltre 9 miliardi per attività relative alla sicurezza alimentare e nutrizionale e all’agricoltura sostenibile in oltre 60 Paesi, mentre negli ultimi tre anni, con quasi due miliardi di contributi, ha allocato il più ampio budget di sempre per l’assistenza alimentare e nutrizionale. Anche se il numero di persone colpite da crisi alimentari nel 2018 è calato leggermente, il numero di persone toccate da questi eventi

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nel mondo è rimasto ben al di sopra dei 100 milioni negli ultimi tre anni, ed il numero dei Paesi coinvolti è aumentato. Inoltre, 143 milioni di persone in altri 42 Paesi sono ad un solo passo dalla fame acuta. Circa due terzi di quanti sono colpiti da fame acuta si trovano in soli 8 Paesi: Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Nigeria, Sud Sudan, Sudan, Siria e Yemen, mentre in 17 nazioni la fame acuta è rimasta invariata o è aumentata. Clima e disastri naturali hanno spinto 29 milioni di persone nella fame acuta nel 2018, mentre 13 Paesi, inclusi Corea del Nord e Venezuela, non vengono considerati in questa analisi a causa della mancanza di dati. Considerando la gravità della situazione emerge forte la necessità di interventi umanitari, politiche per lo sviluppo e la costruzione della pace finalizzati a costruire la resilienza delle popolazioni colpite e vulnerabili, nella convinzione che i programmi che rendono resilienti e più stabili le comunità potranno ridurre i numeri di affamati. Per questo i leader del mondo devono prendersi le proprie responsabilità e contribuire a risolvere i conflitti. I risultati del rapporto sono un forte richiamo ad una cooperazione rafforzata che unisca prevenzione, preparazione e risposta alle necessità umanitarie urgenti e alle loro cause. Tra queste rientrano i cambiamenti climatici, gli shock economici, i conflitti e lo sfollamento della popolazione. Il rapporto mette inoltre in risalto la necessità di un approccio e di un’azione unificati lungo la dimensione dell’azione umanitaria e delle politiche per lo sviluppo rispetto alle crisi alimentari, oltre a richiedere maggiori investimenti nella mitigazione dei conflitti e per una pace sostenibile.

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Crescita a doppia cifra per Bosch Rexroth Nel 2018 Bosch Rexroth, leader mondiale di tecnologie e servizi drive&control, ha raggiunto un fatturato di circa 6,2 miliardi di euro, registrando una crescita del 12,4% rispetto all’anno precedente. Al netto dei tassi di cambio, la crescita è pari al 13%. A fine 2018, il volume di ordinativi, pari a 6,7 miliardi di euro, ha superato del 3,8% quello già positivo dell’anno precedente. In Germania il Gruppo ha registrato un incremento di fatturato di quasi l’11%, raggiungendo 1,4 miliardi di euro. Con 2,1 miliardi di euro (+10,5%), Bosch Rexroth ha realizzato in Europa (Germania esclusa) circa un terzo del risultato complessivo. L’azienda ha registrato una crescita particolarmente significativa nell’area Asia-Pacifico, dove, con 1,6 miliardi di euro, il fatturato è cresciuto di quasi un quinto rispet-

to all’anno precedente. Dati positivi anche in Nord e Sud America, con 1,1 miliardi di euro (+8,2%). Oltre alla consolidata esperienza nell’idraulica industriale e nelle applicazioni mobili, Bosch Rexroth sta rafforzando la propria mission nell’Industry 4.0, con soluzioni su base software, automatizzate e integrate. In tutti i settori di attività, l’azienda punta a digitalizzazione, integrazione ed elettrificazione. Nel 2018 il comparto automazione ha costituito la maggior parte del fatturato Industry 4.0 del Gruppo Bosch, e quest’anno, in occasione della Fiera di Hannover, ha mostrato concretamente il concetto di Fabbrica del Futuro con il sistema di trasporto autonomo Active Shuttle debuttando nell’intralogistica. Anche nell’ambito del tradizionale core business, Bosch Rexroth

VA FORTE IL CACCIATORE ITALIANO ALL’ESTERO È un dato di fatto che il Salame Cacciatore DOP piaccia molto all’estero e i dati lo confermano. Infatti, nel 2018, il Consorzio Cacciatore Italiano comunica una crescita delle esportazioni del +7% rispetto al 2017. È il 30% di Salamini Italiani alla Cacciatora DOP, calcolato sul venduto, ad aver varcato i confini nazionali, confermando così la costante crescita delle esportazioni negli ultimi anni. L’Unione Europea ha assorbito oltre l’89% del prodotto esportato, mentre l’esportazione verso il resto del mondo è cresciuta di oltre il 36%. I Paesi più performanti in assoluto sono stati Germania, Belgio, Francia, Svizzera e Austria. Positivi i dati dei primi mesi del 2019 che fanno registrare un +5,2% sulla produzione, dati incoraggianti che arrivano dopo un 2018 leggermente sotto le aspettative, anche se in linea con l’andamento globale del mercato dei salumi.

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promuove il passaggio dal semplice concetto di applicazioni a soluzioni intelligenti e integrate. L’innovativa centralina idraulica CytroBox, per esempio, consente di integrare componenti idraulici e di pensarli in modo intelligente nell’ambito della produzione. Nel corso del 2018 Bosch Rexroth ha investito più di 327 milioni di euro nello sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni: una quota corrispondente a oltre il 5% del fatturato, un impegno che continuerà nel futuro. Per quanto riguarda l’anno in corso, nel secondo semestre il Gruppo si aspetta nell’insieme un rallentamento del trend di crescita positivo ma, pur in un contesto di mercato probabilmente più debole, Bosch Rexroth prosegue con coerenza nel rafforzare e consolidare la propria forza competitiva.


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A Milano il più grande appuntamento per la meccanica alimentare Dal 4 al 7 maggio 2021 torna a Fiera Milano l’evento di The Innovation Alliance che, in una logica di filiera, riunisce Plast, Ipack-Ima, Meat-Tech, Print4All e Intralogistica Italia. Forte del successo del debutto nel 2018 – 150.110 presenze di operatori dei diversi comparti dell’industria manifatturiera, per il 27% esteri – punta per questa edizione a numeri importanti: 5 fiere su 17 padiglioni, praticamente quasi l’intera superficie del quartiere di Rho, per proporre una sorta di ideale linea industriale. Una formula pensata a vantaggio del visitatore professionale, che avrà modo di valutare nello stesso momento tecnologie applicabili in diversi contesti, sviluppando competenze di insieme e traendo vantaggio da contaminazioni virtuose. “La logica di sistema da cui nasce The Innovation Alliance si è dimostrata una chiave vincente, che può diventare d’ispirazione anche per altri appuntamenti. Agire in sinergia aumenta infatti l’attrattività internazionale e favorisce la competitività nel mercato globale.” – dichiara Fabrizio Curci, Amministratore Delegato di Fiera Milano – “Inoltre Fiera Milano, i cui spazi e servizi ben si presta-

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no a un format di simili dimensioni, e Milano, sempre più percepita come dinamica metropoli europea, potranno essere l’ulteriore tratto distintivo di un evento che in Europa, per le sue caratteristiche, è unico”. Una proposta che raccoglierà il meglio delle macchine destinate all’industria manifatturiera, applicazioni differenti che vanno dalla lavorazione della gomma e della plastica alle tecnologie di processo alimentare, dal packaging per i comparti food e non food alla personalizzazione grafica, fino allo stoccaggio e alla movimentazione del prodotto finito. Macchine che gestiscono fasi diverse del processo produttivo industriale accomunate da un altissimo livello di innovazione e grandi investimenti in ricerca e sviluppo, soprattutto alla luce dei grandi cambiamenti che stanno interessando ogni comparto. Smart manufacturing, automazione avanzata, robotica, intelligenza artificiale, industry 4.0 stanno letteralmente stravolgendo il mondo industriale, imponendo non solo l’innovazione di sistemi e processi, ma anche una formazione specifica necessaria per valorizzare e rafforzare le compe-

tenze del capitale umano all’interno del nuovo scenario. In questo contesto di grande cambiamento, fare sistema tra settori vicini e spesso chiamati a interagire da logiche commerciali diventa un valore aggiunto. È questo l’obiettivo strategico condiviso che ha portato tutti i partner coinvolti – Fiera Milano, Deutsche Messe e le associazioni ACIMGA (Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine per l’Industria Grafica, Cartotecnica, Cartaria, di Trasformazione e Affini), AMAPLAST (Associazione Nazionale Costruttori di Macchine e Stampi per Materie Plastiche e Gomma), UCIMA (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) e ARGI (Associazione Fornitori Industria Grafica) – a rinnovare la collaborazione per riproporre un evento dalla grande attrattività internazionale, in grado di accogliere e valorizzare la capacità progettuale e produttiva di un made in Italy apprezzato a livello globale (la media dell’export è pari a circa l’80%) ma anche di dare spazio al meglio della produzione mondiale a servizio dell’industria manifatturiera.


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Ad ottobre il principale appuntamento per il biologico in Francia Dal 20 al 22 ottobre 2019 il centro espositivo di Paris Nord Villepinte ospiterà una nuova edizione di Natexpo, appuntamento imperdibile che offre l’opportunità di gettare un ampio sguardo sulle migliori biotendenze in un mercato ad altissima crescita e di scoprire le ultime innovazioni internazionali in ogni comparto del settore: food, cosmetica e igiene personale, cibo salutare e integratori alimentari, ingredienti e materia prima, prodotti e servizi per la cura della casa e della persona e servizi e attrezzature per il retail. Sono attesi 1.000 espositori, di cui più di 250 esteri provenienti da 16 Paesi, su una superficie espositiva del 40% superiore rispetto all’ultima edizione di Parigi, e oltre 15.000 visitatori. I prodotti biologici stanno conquistando sempre più

i mercati di tutto il mondo, creando importanti opportunità di commercio soprattutto nel settore alimentare. Dal 2004, il mercato biologico alimentare dell’unione Europea ha registrato una crescita media annua del 10,5%, per un valore di 36,5 miliardi di euro nel 2017 (fonte: Organic World 2018). Secondo gli ultimi dati disponibili per i mercati internazionali, quello francese è il terzo più grande mercato bio mondiale (fonte: Organic World 2018 – dati 2016). In Francia, la spesa dei consumatori nel bio è raddoppiata dal 2012 e ha raggiunto circa 8,4 miliardi euro nel 2017, con un incremento di più del 17% rispetto all’anno precedente. Il 31% dei prodotti consumati in Francia nel 2017 sono stati importati, due punti per-

centuale in più rispetto al dato registrato nel 2016. Il valore delle importazioni è cresciuto del 27% fra il 2016 e il 2017 (fonte: Agence Bio). Le aziende francesi hanno venduto 707 milioni di euro di prodotti biologici all’estero nel 2017 (+12% rispetto al 2016). Il vino rappresenta il 59% del valore delle esportazioni di bio francese. Altri settori sono cresciuti nel 2017, come dolciumi e generi alimentari salati (+59 milioni euro) e sidro e birra (+11 milioni di euro) (fonte: Agence Bio). A Natexpo il padiglione Italia sarà due volte più grande di quello della scorsa edizione. Al centro della fiera, “l’import/export office” offrirà ai professionisti una consulenza esperta sulle leve da attivare per sviluppare il loro commercio estero: normative, imballaggi, certificazioni, mercati mirati, ecc.

IN MOSTRA A DUBAI LE SOLUZIONI PER LA PRODUZIONE E IL PROCESSO ALIMENTARE Dal 29 al 31 ottobre 2019 torna al World Trade Center di Dubai Gulfood Manufacturing, il più grande evento della regione per l’industria alimentare e delle bevande che ospiterà espositori provenienti da 60 Paesi per presentare le più recenti tecnologie a servizio del settore finalizzate al miglioramento dell’efficienza energetica, della capacità produttiva e della fornitura di ingredienti per ottimizzare i profitti e fronteggiare con successo le sfide socio-economiche, operative e relative alla sicurezza che riguardano il comparto. Saranno 1.600 i fornitori globali di ingredienti, impianti di processo, imballaggio e logistica in grado di rispondere alle esigenze di produzione, ca-

pacità e automazione degli operatori. Ad affiancare il salone ci sarà il Summit di tecnologia alimentare omonimo, che riunirà esperti internazionali del settore, rappresentanti dell’industria e del mondo della ricerca per discutere gli sviluppi del mercato mondiale del Food & Beverage e delle più recenti soluzioni per il miglioramento di efficienza, produttività e qualità in questo ambito industriale. La seconda edizione della conferenza si soffermerà in particolare sulle tecnologie di ultima generazione, come blockchain, AI e robotica, che promettono di trasformare gli impianti di produzione alimentare in fabbriche intelligenti e sempre più progredite.

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Previsioni di crescita per il salone dell’imballaggio di Shanghai La Shanghai World of Packaging (swop), organizzata ogni due anni collettivamente da Messe Düsseldorf (Shanghai) e Adsale Exhibition Services, torna nella metropoli cinese dal 25 al 28 novembre 2019 in un’edizione che si caratterizza per una superficie espositiva in crescita del 20% circa, estesa su cinque padiglioni, e un programma di eventi collaterali decisamente ampliato per offerta e contenuti rispetto alla precedente. Il salone si rivolge agli otto gruppi target principali del settore alimentare, bevande, dolciumi, prodotti da forno, prodotti farmaceutici, prodotti cosmetici e per l’igiene, beni di consumo non food e beni industriali, offrendo una piattaforma commerciale globale per produttori di macchinari e materiali del settore del packaging e dell’industria di processo affine in una regione internazionale in crescita. Dopo il debutto cinese molto fortunato del tema Save Food durante la swop 2017, anche nel 2019 saranno nuovamente di scena le soluzioni che contribuiscono a ridurre le perdite e gli sprechi alimentari. In cooperazione con l’Organizzazione mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) sono previsti un convegno e una mostra speciale per esaminare gli approcci lungo l’intera catena di creazione del valore, dal campo alla tavola. Altro tema speciale, già ben accolto nel 2017, è la “FMCG Future Zone”, che presenta ancora una volta nel 2019, su 12.000 metri quadrati circa, le tendenze in fatto di materiali, tecnologie e design

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più diversi prevalentemente per i settori dell’alimentazione, della cosmetica e dei prodotti farmaceutici. Il progetto è ancora una volta realizzato in collaborazione con “PKG Family”, l’organizzazione leader del settore in Cina, e si rivolge miratamente ai produttori di articoli di marca dei settori summenzionati. “Components” è invece lo spazio che riprende il concetto dell’omonima fiera che dal 2014 si svolge a Düsseldorf parallelamente all’Interpack. I visitatori vi troveranno esposti prodotti dei settori della tecnologia degli azionamenti, di controllo e dei sensori nonché software, componenti per macchinari, ma anche sistemi di automazione completi o soluzioni di auto-

mazione integrate. È quindi interessante per le aziende che forniscono tecnologia di imballaggio e di processo per i clienti degli otto gruppi target principali, dagli alimenti ai beni industriali. L’ultima novità di swop 2019 è la mostra speciale sul tema Logistica e packaging per l’e-commerce. Qui sono al centro dell’attenzione soprattutto soluzioni di automazione intelligenti, compresa la robotica. La mostra speciale che verte intorno al tema della stampa del packaging si occupa, ancora una volta, delle tendenze nei campi post press e converting, imballi in cartone, attrezzature di stampa, pre press e stampa digitale nonché materiali ondulati, compresa carta, colori e materiali di consumo.

Nuovo salone in Egitto per il processo e l’imballaggio Dal 9 all’11 dicembre 2019 si terrà presso L’Egypt International Exhibition Center del Cairo una nuova fiera voluta dall’Interpack Alliance: il Pacprocess Middle East Africa, che, con una cadenza annuale accompagnerà FoodAfrica, il salone fiera leader nella regione per il settore alimentare con il quale condivide gli organizzatori IFP Egypt e Konzept. Questa nuova manifestazione si rivolge ai settori principali di Interpack: generi alimentari, prodotti da forno, bevande, prodotti farmaceutici e cosmetici, beni di consumo,

beni industriali e materiali per l’imballaggio. La regione MEA e il mercato egiziano sono considerati dinamici e molto attraenti soprattutto per le società internazionali. Negli ultimi anni grandi aziende internazionali come Coca Cola e Nestlè hanno investito centinaia di milioni. Il mercato egiziano risulta essere interessante ed è stato previsto che dal 2013 al 2020 le spese per beni alimentari e bevande aumenteranno del 60%, mentre il settore degli imballaggi dovrebbe crescere del 35%.


agenda

Ad Alimentaria più internazionalità, esperienze gastronomiche e tendenze La prossima edizione di Alimentaria, il salone dell’alimentazione in programma alla Fiera di Barcellona dal 20 al 23 aprile 2020, si presenta con nuovi contenuti volti a promuovere il suo carattere imprenditoriale e a mettere in evidenza il buon cibo e le ultime tendenze nella produzione e nel consumo di alimenti e bevande. L’evento, che si svolgerà in concomitanza con Hostelco, la fiera dedicata al settore della ristorazione e dell’hotelleria, è una grande vetrina della produzione spagnola del Food & Beverage ma anche dell’offerta internazionale. Nel 2018 aveva registrato la partecipazione di 4.500 espositori (di cui oltre un migliaio provenienti da 70 Paesi) e di 150.000 visitatori di 156 nazionalità. La prossima edizione dovrebbe occupare una superficie espositiva di oltre 100.000 m2, suddivisi fra i seguenti settori merceologici: carni e derivati (Intercarn), prodotti lattiero-caseari (Interlact), conserve (Expoconser), dolciari (snack, biscotti e confetteria); dieta mediterranea, prodotti freschi, oli vegetali e d’oliva (Alimenti Mediterranei) e servizi alimentari (Restaurama).

Nel 2020 farà il suo debutto ad Alimentaria una nuova area dedicata alle principali tendenze che animano il settore, in particolare prodotti di gastronomia, biologici, free from, halal, funzionali e altro ancora. L’offerta internazionale sarà al fianco di Terre di Spagna, un’area che presenta le migliori regioni spagnole. Intervin, invece, la più grande

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vetrina per i vini e gli alcolici spagnoli, si sposterà al Barcelona Weekend Show di febbraio. Innovazione e buona cucina tornano ad Alimentaria 2020 grazie alla presenza di chef stellati Michelin, showcooking, dibattiti e attività che mostrano l’interrelazione tra cibo, buona cucina e industria del turismo, mentre l’Alimentaria Hub ritorna con Innoval e Best Awards, la conferenza internazionale sulla dieta mediterranea, quella Nestlé sulla creazione di valore condiviso, e la Digital Food Arena, una nuova area che riunisce le startup più all’avanguardia nel settore.

In Brasile il salone per l’industria della carne e delle proteine animali Anutec Brazil, Salone internazionale dell’industria della carne e delle proteine animali, torna a Curitiba, in Brasile, dal 26 al 28 maggio 2020, riunendo i principali fornitori di impianti di trasformazione, imballaggio, refrigerazione, soluzioni per la sicurezza alimentare, ingredienti e servizi per l’industria. Organizzata sotto l’egida di Anuga FoodTec, la fiera mostra le principali tendenze tecnologiche ad un pubblico previsto di oltre 4.000 visitatori altamen-

te qualificati, compratori e operatori con ruolo decisionale, riunendo 150 espositori nazionali e internazionali. In abbinamento all’area espositiva, l’evento offrirà ai visitatori l’opportunità di approfondire le sfide che attendono il settore e le innovazioni tecnologiche dell’industria della carne in Brasile e nel mondo grazie ad un programma di conferenze organizzate in una partnership esclusiva con l’ITAL (Food Technology Institute).

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calendario IN ITALIA 28-30 MAGGIO 2019 - Packaging Première - Salone int. del packaging di lusso - Milano - www.packagingpremiere.it 17-20 GIUGNO 2019 - SLIM - Convegno int. sulla shelf-life degli alimenti - Napoli - www.gsica.net/slim-2019 22-25 OTTOBRE 2019 - Cibustec - Salone int. dell’industria alimentare - Parma - www.cibustec.it 23-24 OTTOBRE 2019 - Save - Mostra-convegno su automazione, strumentazione, sensori - Verona - www. exposave.com 16-19 NOVEMBRE 2019 - Foodnova - Salone int. dei nuovi alimenti - Rimini - www.foodnova.eu 29 GENNAIO-1° FEBBRAIO 2020 - Fieragricola - Salone int. dell’agricoltura e della zootecnia - Verona - www.fieragricola.it

In rosso, le manifestazioni alle quali potete trovare le nostre riviste in distribuzione 23-26 OTTOBRE 2019 - E-Pack Tech - Salone int. dell’imballaggio - Shangai (Cina) - www.fieramilano.it/e-packtech 29-31 OTTOBRE 2019 - Gulfood Manufacturing - Salone int. dell’industria alimentare - Dubai (Emirati Arabi) - www. gulfoodmanufacturing.com 12-14 NOVEMBRE 2019 - EFFoSt - Conv. int. sulla scienza e tecnologia degli alimenti - Rotterdam (Olanda) - www. effostconference.com 25-28 NOVEMBRE 2019 - Swop (Shanghai World of Packaging) - Salone int. dell’imballaggio - Shanghai (Cina) www.swop-online.com 28-29 NOVEMBRE 2019 - Convegno int. sulla scienza degli alimenti e la tecnologia dei bioprocessi - Kuala Lumpur (Malesia) - www.foodtech.madridge.com 3-4 DICEMBRE 2019 - Conferenza europea sulle bioplastiche - Berlino (Germania) - www.european-bioplastics.org/events/ eubp-conference

ALL’ESTERO 28 MAGGIO - 1 GIUGNO 2019 - Thaifex-World of Food Asia - Mostra asiatica dell’alimentazione - Bangkok (Thailandia) www.thaifexworldoffoodasia.com 2-5 GIUGNO 2019 - IFT - Mostra convegno dei tecnologi alimentari - New Orleans (Louisiana) - www.ift.org 12-15 GIUGNO 2019 - Propak Asia - Salone int. dell’imballaggio - Bangkok (Tailandia) - www.propakasia.com 27-28 GIUGNO 2019 - Snackex - Salone int. per l’industria degli snack - Barcellona (Spagna) - www.snackex.com 4-6 SETTEMBRE 2019 - Asia Fruit Logistica - Salone int. dei prodotti ortofrutticoli - Hong Kong - www.asiafruitlogistica. com 8-11 SETTEMBRE 2019 - IBIE - Salone int. dei prodotti da forno - Las Vegas (USA) - www.ibie2019.com 21-24 SETTEMBRE 2019 - Südback - Salone della panificazione e pasticceria – Stoccarda (Germania) - www. messe-stuttgart.de 24-26 SETTEMBRE 2019 - FachPack - Salone europeo dell’imballaggio - Norimberga (Germania) - www.fachpack. de 24-27 SETTEMBRE 2019 - WorldFood Moscow - Salone mondiale dell’alimentazione - Mosca (Russia) - www.worldfood.ru/en-gb 5-9 OTTOBRE 2019 - Anuga - Salone int. dell’alimentazione Colonia (Germania) - www.anugafoodtec.com

3-5 DICEMBRE 2019 - Food ingredients Europe - Salone int. degli ingredienti alimentari - Parigi (Francia) - www.figlobal. com/fieurope 9-11 DICEMBRE 2019 - Pacprocess MEA - Salone int. dell’imballaggio - Cairo (Egitto) - www.pacprocess-mea.com 11-14 GENNAIO 2020 - Europain - Salone int. dei prodotti da forno, pasticceria e cioccolato - Parigi (Francia) - www. europain.com 18-22 GENNAIO 2020 - Sigep - Salone int. di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè - Rimini - www. sigep.it 16-20 FEBBRAIO 2020 - Gulfood - Salone dei prodotti alimentari - Dubai (Emirati Arabi) - www.gulfood.com 20-23 APRILE 2020 - Alimentaria - Salone int. dell’alimentazione - Barcellona (Spagna) - www.swop-online. com 7-13 MAGGIO 2020 - Interpack - Salone mondiale dell’imballaggio - Düsseldorf (Germania) - www.interpack.com 26-28 MAGGIO 2020 - Anutec Brazil - Salone int. dell’industria alimentare - Curitiba (Brasile) - www.anutecbrazil.com.br 6-9 OTTOBRE 2020 - Alimentaria FoodTech - Salone int. dell’industria alimentare - Barcellona (Spagna) - www. alimentariafoodtech.com 18-22 OTTOBRE 2020 - Sial - Salone int. dell’alimentazione Parigi (Francia) - www.sialparis.com

8-11 OTTOBRE 2019 - Process Expo - Salone int. dell’industria alimentare - Chicago (USA) - www.myprocessexpo.com

23-26 MARZO 2021 - Anuga FoodTec - Salone int. dell’industria alimentare - Colonia (Germania) - www. anugafoodtec.com

20-22 OTTOBRE 2019 - Natexpo - Salone int. del biologico Parigi (Francia) - www.natexpo.com

4-7 MAGGIO 2021 - The innovation Alliance - Salone int. per la meccanica alimentare - Milano - www.theinnovationalliance.it

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Approved Event


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One side: il medico virtuale

La pagina del Presidente di Sebastiano Porretta

Le applicazioni mediche per smartphone e i siti Web supportati da chat on-line ormai dilagano al punto che molti di noi producono delle auto-diagnosi generate da medici virtuali per i quali il giuramento d’Ippocrate non vale. Mi piace condividere qualche approccio riscontrato in alcuni di questi siti; per motivi di privacy e per una migliore individuazione dei ruoli, sarà specificato di seguito il paziente (P) e lo specialista (S). P. Gent.mo Dottore, da un po’ di tempo mia moglie di notte digrigna i denti, ma la cosa più fastidiosa è che i denti sono i miei; infatti, mentre dormo mi prende con le mani la mascella e mi fa sfregare i denti. Sono certo che capirà il mio fastidio: lei cosa mi suggerisce? S. Sì, il bruxismo indiretto è antipatico e le consiglio di sostituirsi a letto con un pitbull terrier. Di solito con una sola seduta il problema si risolve. P. A causa dell’abitudine di consumare pesce crudo, temo di avere un’intossicazione alimentare e negli ultimi due giorni sono andata in bagno oltre 25 volte: lei cosa mi consiglia? S. Di tenere aperta la finestra. P. Caro Dott., cosa posso fare per evitare che ogni volta che mangio l’ananas mi si arrossisca la gola? S. Sbucciarla può essere un ottimo espediente P. Gentile Dott.ssa, è ormai da mesi che assumo delle compresse per abbassare il colesterolo, ma purtroppo non fanno niente. Che dice, posso aggiungere un po’ di maionese? S. Ritengo sia un’ottima soluzione e alla bisogna può anche friggerle. P. Dopo mesi di titubanza e a seguito delle rassicurazioni del mio dentista mi sono decisa a farmi impiantare il molare che mi era stato estratto anni fa; purtroppo, temo che abbia usato una protesi di fabbricazione cinese, non tanto perché si è rotta subito, quanto perché all’interno ho trovato un bigliettino con scritto “riceverai grande fortuna”. Sarà vero? S. Tlovi quelo che vedi. P. Dottore, è possibile che a seguito di un forte starnuto mi si sia modificato il DNA? S. È molto difficile stia tranquillo, a meno che non si sia asciugato impiegando un fazzoletto di plutonio.

The other side P. Sig. Dottore, vado a dormire molto tardi di notte e la mattina mi sveglio molto presto già stanco: cos’ho? S. Sonno.


aita

Prossime attività Corso di formazione Le norme comunitarie e nazionali in tema di sicurezza alimentare Fiera di Cremona 3 giugno 2019 Programma Orario: 9,30 - 17,30 - Controlli, analisi e garanzie difensive - Campionamento, analisi di revisione e ripetizione di analisi - Ritiri, richiami ed allerte - Le contestazioni penali più frequenti in tema di igiene e sanità degli alimenti - Le garanzie difensive nel processo penale - Le sanzioni amministrative Corso di formazione Il sistema HACCP a) Applicazione completa del sistema b) Approfondimenti e nuovi sistemi di prevenzione e di sicurezza Fiera di Cremona - 4-5 giugno 2019 Programma 4 giugno orario: 9,30 - 17,30 Conoscenza e applicazioni del sistema - Gli step operativi, la loro conoscenza e applicazione - Analisi dei pericoli - Definizione dei CCP e dei limiti critici. L’importanza del monitoraggio - Non conformità e azioni correttive - Corretta predisposizione dei PRP (Prerequisite Programs) OPRP (Operational Prerequisite Programs) - Lavoro di gruppo: identificazione dei pericoli e definizione dei limiti critici in una produzione 5 giugno orario: 9,30 - 17,30 Approfondimenti e nuovi sistemi di prevenzione - I principi dei nuovi sistemi di revisione e miglioramento - Predisposizione di un piano di controllo analitico basato sulla valutazione del rischio - Integrazione dei sistemi per la Food Defense e la sicurezza alimentare

- Simulazione di un audit: caso studio - Soddisfazione dei pre-requisiti igienici: regole ed esempi pratici per una corretta attuazione delle GMP - Adozione ed implementazione dei nuovi sistemi per la tutela dei consumatori: TACCP: Threat Assessment Critical Control Point - RACCP: Risk Assessment and Critical Control Point - VACCP: Vulnerability Assessment and Critical Control Point - Esame finale Corso di formazione Le transazioni commerciali on line nel mercato alimentare europeo Regole e ruolo degli operatori a garanzia della sicurezza alimentare Fiera di Cremona - 6 giugno 2019 Programma Orario: 9,30 - 17,30 - La definizione di vendita a distanza - Le caratteristiche dell’e-commerce di alimenti nel rapporto Business to Consumer - La disciplina dei contratti a distanza fra disciplina della Dir. 2011/83/UE e regolazione di settore - Gli obblighi derivanti dal disposto dell’art. 14 del Reg. (UE) 1169/2011 - Quale controllo nella vendita a distanza di alimenti - I cosiddetti Campionamenti “civetta”, criticità fra la disciplina europea e quella nazionale - Analisi di un settore: la spesa on line Corso di formazione Microbiologia, igiene e sicurezza alimentare Fiera di Cremona - 6 giugno 2019 Programma Orario: 9,30 - 17,30 - Criteri microbiologici e d’igiene (Reg. 2073 e successive integrazioni) - Principali microrganismi patogeni e loro tossine - Tolleranza zero e accettabilità - Utilizzo dei criteri microbiologici nel manuale di autocontrollo - Microrganismi emergenti e riemergenti - Nuovi metodi di analisi rapidi e molecolari per la ricerca dei patogeni - Impiego di starter bioprotettivi

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Convegno Aggiornamenti in tema di sicurezza, controlli e normativa alimentare Fiera di Cremona - 7 giugno 2019 Ore 10,00: L’impatto sulla salute umana delle malattie a trasmissione alimentare ad etiologia batterica: i dati epidemiologici nazionali ed europei Mirella Pontello, Università degli Studi di Milano Ore 10,30: Gli standard di sicurezza alimentare e le principali novità introdotte dalle attuali versioni Isabella D’Adda, Certiquality Ore 11,00: Coordinamento delle norme nazionali e comunitarie in materia di sicurezza alimentare Afro Ambanelli, Legale in Parma Ore 11,30: coffee break Ore 12,00: Microrganismi alimentari “emergenti” e/o “riemergenti” Giuseppe Comi, Università degli Studi di Udine Ore 12,30: Valutazione dell’impatto del consumo di zuccheri semplici della dieta sull’obesità, il diabete e le malattie cardiovascolari Elena Fattore, Istituto di Ricerca Mario Negri Ore 13,00: pausa pranzo Ore 14,00: L’analisi delle materie prime e l’applicazione della Food Fraud : aspetti pratici Manuela Vinay, Gruppo Maurizi Ore 14,30: Recenti innovazioni in materia di protocolli di sicurezza Claudio Truzzi, Metro Italia Ore 15,00: L’efficacia dei trattamenti di disinfezione alimentare con ozono Milena Brasca, CNR-ISPA, Milano Ore 15,30: Antimicrobici naturali come strategia alternativa per il controllo dello sviluppo microbico negli alimenti Giulia Tabanelli, Università degli Studi di Bologna Ore 16,00: Discussione e chiusura del Convegno Per il programma completo e le modalità di iscrizione: www.aita-nazionale.it

industrie alimentari

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Consulenti di sicurezza alimentare per passione Sicurezza alimentare e non solo…

consulenti e i clienti è il rapporto di fiducia e trasparenza che si instaura e permette di contribuire alla soddisfazione reciproca e di consolidare il rapporto nel tempo.

Stilsano, azienda di recente costituzione, affonda le proprie profonde radici nell’esperienza, nella passione e professionalità del suo fondatore per il mondo della sicurezza alimentare. Il team è compo-

Regolamentazione volontaria, temporary management e…

sto da giovani consulenti specializzati in processi produttivi, impiantistici alimentari e dell’imballaggio formati, informati ed in aggiornamento continuo sia sulla normativa cogente che volontaria, dediti all’ascolto per la concreta risoluzione delle necessità del cliente. Il filo conduttore che lega ed unisce i

Punto di riferimento costante ed aggiornato, flessibilità di servizio attraverso la presenza concordata in azienda e interlocutori puntuali rendono il team in grado di affiancare, accompagnare, risolvere e gestire attività semplici e complesse che si esplicano anche attraverso il nuovo servizio di temporary management che permette di ricoprire provvisoriamente ruoli di responsabile HACCP, controllo qualità, BRC, IFS, esperto MOCA, tecnico nella gestione del rischio all’interno nel gruppo della sicurezza alimentare e la figura del PCQI. L’azienda opera con numerose realtà presenti sul territorio nazionale che vendono i propri prodotti anche all’estero e si avvale di un laboratorio accreditato esterno per le analisi. La nuova sede, nella rinomata località balneare di Jesolo, è in grado

di ospitare i propri clienti per eventi formativi e riunioni di lavoro.

Focus sul cliente L’azienda è caratterizzata dalle persone che la costituiscono e la rendono unica ed il nostro contributo, dato dal background professionale di ogni consulente, viene apportato costantemente al cliente attraverso lo studio e la conoscenza preliminare della singola realtà aziendale per la quale si è stati chiamati a collaborare. L’approccio operativo adottato, porta il consulente a diventare parte integrante della realtà aziendale assicurando serenità, fiducia, professionalità ed esperienza per affrontare insieme le criticità e le sfide che la quotidianità lavorativa pone innanzi.

Scheda di Associazione Anno 2019 Cognome.............................................. Nome................................................ Ente o Società................................................................................................. Settore merceologico di attività........................................................................ Indirizzo presso il quale desidera ricevere la rivista e le comunicazioni AITA Abitazione

Ufficio

Via..................................................................................... N° civico.............. Cap................. Città........................................................... Prov.....................

Autorizzo l'utilizzo dei miei dati personali ai sensi della legge 31/12/96 N. 675 per l'esercizio delle attività dell'Associazione e per il raggiungimento delle finalità previste dallo Statuto.

Data.............................................. Firma........................................................ Socio Sostenitore € 600,00 Socio Professional Member € 120,00 Socio Ordinario € 100,00 Socio Neolaureato o Dottorando € 50,00 (Anno di Laurea.....) Socio Studente € 30,00

Tel......................................................... Fax.................................................... E-mail...................................................................................................................

Riservato alla segreteria

Ricevuta N°............................................ Data.............................................................. La quota può essere inviata mediante: Sede di .................................................. Pagamento con............................................. 1. assegno circolare o bancario intestato AITA Prossima - Milano 2. bonifico sul c.c. N°B.ca 000011226171 B.ca Intesa San Paolo Ag. 20, Milano - CAB 09498 ABI 03069 Socio Nuovo Rinnovo IT23L0335901600100000119660 cod. iban: IT89A0306909498000011226171 3. vaglia postale 4. carta di credito ....................................n°....................................... scadenza.................................... nome del titolare.............................................. firma........................................ industrie alimentari - lviii (2019) - maggio Segreteria: Via Luigi Mangiagalli, 5 - 20133 Milano - Tel 02 2365506 Fax 02 2365015 - E-Mail: aita-nazionale@aita-nazionale.it - http://www.aita-nazionale.it - Codice Fiscale: 80192570150 - Partita IVA: 05896220158


aita

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Vademecum per la misura della temperatura La tecnologia di misura riveste un ruolo fondamentale nel settore alimentare. La qualità di alimenti e bevande – e quindi anche la loro sicurezza – dipende in modo determinante dalla temperatura. Di seguito puoi trovare un vademecum da utilizzare per l’acquisto di un nuovo strumento di misura, in modo da escludere a priori eventuali brutte sorprese. 1 - I punti di misura: dove bisogna misurare? Fai un giro di ispezione e segnati i punti in cui la qualità delle materie prime e dei prodotti finiti deve essere controllata con uno strumento di misura. 2 - Il giusto metodo di misura: come bisogna misurare? I data logger e i sistemi di monitoraggio dei dati sono consigliati laddove i valori della temperatura devono essere sottoposti a un monitoraggio costante. Gli strumenti di misura portatili sono invece più indicati per controlli a campione o misure di controllo periodiche.

- Quanto è importante per te usare una soluzione digitale al passo coi tempi? 4 - Strumenti di misura portatili: misura a penetrazione o di superficie? Meglio uno strumento combinato che può fare entrambe: misure a raggi infrarossi per controlli veloci e misure a penetrazione per controlli più precisi. Nei punti di misura in cui è richiesto solo uno dei due metodi, è sufficiente un termometro solo a raggi infrarossi o solo a penetrazione. 5 - La tecnologia: gli strumenti di misura soddisfano le aspettative? La strumentazione di misura utilizzata per i generi alimentari deve soddisfare le normative vigenti (ad es. HACCP, EN 13485). Oltre a un’idonea protezione contro l’umidita (es. IP65) e alla possibilità di lavare lo strumento di misura, è necessario prestare attenzione alle caratteristiche

di robustezza. Infatti, nel settore alimentare è importante avere una strumentazione resistente e non fragile. 6 - L’assistenza: chi si occupa della manutenzione e della taratura della strumentazione di misura? La strumentazione di misura dovrebbe includere un protocollo di collaudo al momento dell’acquisto. Successivamente dovrà essere ricalibrata a intervalli regolari, come richiesto anche dalle normative vigenti. Un buon costruttore di strumentazione di misura si occupa anche di riparazioni, calibrazioni e taratura. Per il settore alimentare Testo dispone di una vastissima gamma di strumenti per la misura di temperatura e umidità. Inoltre è in grado di offrire soluzioni di misura personalizzate, composte da software, strumenti di misura e un pacchetto completo di servizi.

3 - Monitoraggio della temperatura: data logger o sistema di monitoraggio? Dal punto di vista della spesa iniziale, i data logger sono più economici, ma consumano più risorse nel medio e lungo periodo. Per i sistemi di monitoraggio della temperatura è invece esattamente il contrario. La scelta di uno o dell’altro dipende da due domande: - Quanto tempo vuoi dedicare ogni giorno alla strumentazione di misura?

industrie alimentari

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110 SOCI SOSTENITORI

ACETAIA GIUSEPPE CREMONINI

CERTIQUALITY

CSI S.P.A.

Via Foschiero 1142

Via G. Giardino 4 - 20123 Milano

Viale Lombardia 20 - 20021 Bollate (MI) Tel. 02 38330.1

41057 Spilamberto (MO) Tel. 059 7474030

Tel. 02 806917.1 CFT S.P.A.

ADEA SRL

Via Baden Powell 5 - 21052 Busto Arsizio Tel. 0331 341949

Via Paradigna 94/a - 43122 Parma Tel. 0521 277111 CHIMAB S.P.A.

DANISCO ITALY S.P.A.

Via Piero Gobetti 2/C 20063 Cernusco s/Naviglio (MI) Tel. 02 92629912 DI LEO S.P.A.

SERVICE S.R.L.

Via C. Colombo 34

Via Calabria 31 - 20158 Milano

35011 Campodarsego (PD)

ZI Jesce, ss 271 km 51,260 75100 Matera Tel. 0835 330486

Tel. 02 40261

Tel. 049 9201496

DIESSECHEM S.R.L.

AGROQUALITÀ

CHIRIOTTI EDITORI S.R.L.

Via Meucci 61/B - 20128 Milano Tel. 02 26305484

AIR LIQUIDE ITALIA

Viale C. Pavese 305 - 00144 Roma Tel. 06 54228675

Viale Rimembranza 60 10064 Pinerolo (TO) Tel. 0121 393127

BAULI S.P.A.

Via Verdi 31 - 37060 Castel d’Azzano (VR) Tel. 045 8288311

CHR. HANSEN ITALIA S.P.A.

Via Quintino Sella 3/A

BARENTZ SERVICE S.P.A.

43126 Parma

Via privata Goito 8

Tel. 0521 497211

20037 Paderno Dugnano (MI) Tel. 02 99050404 BUREAU VERITAS ITALIA S.P.A. Divisione Certificazione Viale Monza 347 - 20126 Milano Tel. 02 270911 CARE FOOD S.R.L.

Via U. Foscolo 8/a - 20081 Abbiategrasso (MI) Tel. 02 94608677

Via E. Majorana 10 20834 Nova Milanese (MB) Tel. 0362 364567

EPTA NORD

Via Padova, 58 - 35026 Conselve (PD) Tel. 049 9500766 FASINTERNATIONAL S.R.L. Via Selvanesco 75/77 - 20142 Milano

FOOD HYGIENE Srl

Tel. 02 3491751

Via Aldo Moro, 30 20060 Pessano con Bornago (MI) Tel. 02 99765220 COMAX EUROPE S.R.L.

Via Lodovico Settala 3 - 20124 Milano (MI) Tel. 02 29511173

Strada Provinciale 32 26036 Rivarolo del Re (CR) Tel. 0375 536211 CSQA CERTIFICAZIONI S.R.L.

CAVANNA S.P.A.

Via della Mosa 6 20017 Rho (MI) - Tel. 02 93539.1

CHRISTEYNS

CONSORZIO CASALASCO DEL POMODORO

CAREMOLI SPA

EIGENMANN & VERONELLI

FAVERO ANTONIO S.R.L. Via Gramogne 60-63 - 35127 Padova Tel. 049 644855 GALBUSERA Spa Via Marconi 20 20864 Agrate Brianza (MB) Tel. 039 6056333 G. MARIANI & C. S.P.A. Via Badia 20 - 25060 Cellatica (BS) Tel. 030 316112 GNT ITALIA S.R.L.

Via Matteotti 104 - 28077 Prato Sesia (NO)

Via S. Gaetano 74 - 36016 Thiene (VI)

Via Pier Carlo Cadoppi 4 42100 Reggio Emilia

Tel. 0163 829111

Tel. 0445 313011

Tel. 0522 271026

industrie alimentari

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GRUPPO MAURIZI SRL

MOFIN S.R.L.

SAI Global Italia Srl

Sicurezza Alimentare,

Via P. Custodi 12 - 28100 Novara

C.so Montevecchio 38 - 10129 Torino

Ambientale e sul Lavoro

Tel. 0321 36396

Tel. 011 5165700

NEOTRON S.R.L. -

SEALED AIR SRL

Via della Fotografia 91 - Roma Tel. 06 7840919

ANALISI CHIMICHE

HI-FOOD S.P.A.

E ASSISTENZE TECNICHE

Parco Area delle Scienze

Stradello Aggazzotti 104 - 41100 Modena

(Campus Università) pad. 27

Tel. 059 461711

43124 Parma Tel. 0521 1686611 IBERCHEM ITALIA S.R.L.

OPTIMA S.R.L. Via Gaggio 72 47832 Casarola S. Clemente (RN)

Via Trento 7 20017 Passirana di Rho (MI) - Tel. 02 93321 SHIMADZU IRALIA SRL

Via G.B. Cassinis 7 20139 Milano - Tel. 02 57409690 SISTAL SOCIETÀ ITALIANA DI SCIENZE

Via del Commercio 2

Tel. 0541 859411

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20832 Desio (MB) - Tel. 0362 331568

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P.zza Don Enrico Mapelli 75 20099 Sesto San Giovanni (MI) Tel. 02 725341 INTERNATIONAL FLAVORS & FRAGRANCES I.F.F. ITALIA S.R.L. Via F.lli Cervi 13 - 20090 Trezzano S/N (MI) Tel. 02 484721 ITALMILL S.P.A.

Via San Pietro 19/a - 25033 Cologne (BS) Tel. 030 7058711

SICILIA E SARDEGNA

Via S. Sofia 98 95123 Catania Tel. 095 7580201 PARMALAT S.P.A. Via Grassi 22/26 43044 Collecchio (PR) Tel. 0521 8081 - Fax 0521 808322 PRODOTTI GIANNI SRL Via Quintiliano 30 - 20138 Milano Tel. 02 5097220 PURATOS ITALIA S.P.A.

c/o Dipartimento di Scienze degli Alimenti, Via S. Camillo de Lellis - 01100 Viterbo Tel. 0761 357494 SOGEGROSS S.p.A.

Lungotorrente Secca 3/A 16163 GENOVA Tel. 010 8335.1 SOREMARTEC ITALIA S.R.L. Piazza Ferrero 1 - 12051 Alba (CN) Tel. 0173 3131 SPIRAX SARCO

Via per Cinisello 18 20834 Nova M.se (MI) - Tel. 0362 49171

KIWA-CERMET ITALIA

Via Lumière Fratelli 37/A

Via Cadriano 23

43122 Parma (PR)

STILSANO

40057 Cadriano - Granarolo E. (BO)

Tel. 0521 16021

Via Vanvitelli 1/A

Tel. 051 764811 L’ENOTECNICA SRL Divisione Fast Ingredients Strada Canelli, 63

R-BIOPHARM ITALIA Via Morandi 10 20077 Melegnano Tel. 02 98233330

14049 Nizza Monferrato (AT)

111

30016 Jesolo (VE) TESTO SPA Via F.lli Rosselli 3/2 20019 Settimo M.se (MI) Tel. 02/335191

RI.FRA. srl

VELP SCIENTIFICA S.R.L.

C/da Misilla 259, Marsala (TP)

Via Stazione 16 - 20040 Usmate (MI)

Tel. 0923 756020

Tel. 039 628811

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XYLEM S.R.L.

20097 S. Donato M.se (MI)

Technopark 1 -

Via G. Rossini 1/a

Tel. 02 51712373

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20020 Lainate (MI) - Tel. 02 9003581

Tel. 0141 721686 METRO ITALIA CASH & CARRY SPA

industrie alimentari

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Indice inserzionisti AB Energy - Orzinuovi www.gruppoab.it.................................... nov. ABM - Vignate www.abmnastri.com............................... ott. ABtech Expo - Rimini www.abtechexpo.it................................ 105 Aerzen Italia - Milano www.aerzen.com....................................... 79 Alba&Teknoservice Villafranca Padovana www.albaequipment.it.......................... mar. All4Pack - Parigi (F) www.all4pack.com.................................. set. Anutec - New Delhi (IND) www.anutecindia.com............................ apr. Arcoplastica - Andezeno www.arcoplastica.it................................. apr. Asia Fruit Logistica - Hong Kong (CHN) www.asiafruitlogistica.com ......... lug./ago. B&R Automazione - Passirana www.br-automation.com......................... 39 Bondani - Noceto www.bondani.it.......................................... 53 Brambati - Codevilla www.brambati.it........................................ 61 Bühler - Segrate www.buhlergroup.com............................... 2 Ceia - Viciomaggio www.ceia.net.............................................. 67 Chiriotti Editori - Pinerolo www.chiriottieditori.it.......................... 87-93 Cibustec - Parma www.cibustec.com.................................. apr. Cmp - Saluzzo www.cmp-plast.it...................................... ott. Colkim - Ozzano Emilia www.colkim.it .......................................... set. Colombo - Oggiono www.colombopietro.it....................... cop. 4 Comek - Castiglione delle S. www.comek.it..............................................47 Corno Pallets - Saluzzo www.cornopallets.it . ............................. dic.

Dolzan - Galliera Veneta www.dolzan.com....................................... 37 Econorma - S. Vendemiano www.econorma.com . ............................ giu. Elmiti - Avigliana www.elmiti.com...................................... nov. Emirates SkyCargo - Dubai (UAE) skycargo.com/emiratesfresh................. giu. Eurofins Chemical Control - Cuneo www.eurofins.it................................... cop. 3 Firex - Sedico www.firex.it ............................................ gen. Fispal Tecnologia - São Paulo (BR) www.fispaltecnologia.com.br................ dic. FoodExecutive.com www.foodexecutive.it.............................. 99 Fristam Pumpen - Amburgo (D) www.fristam.de....................................... mar. Fruit Logistica - Berlin (D) www.fruitlogistica.de.............................. dic. Fuchs Lubrificanti - Buttigliera d’Asti www.fuchslubrificanti.it.........................feb. Geartec - Legnano www.geartec.it . ...................................... apr. Gulfood Manufacturing Dubai (UAE) www.gulfoodmanufacturing.com........ set. Ibie - Las Vegas (USA) www.ibie2019.com................................ gen. Igus - Robbiate www.igus.it.......................................... cop. 1 Ing. A. Rossi - Parma www.ingarossi.com................................. ott. Interroll - Rho www.interroll.it.......................................... 35 Ishida Europe - Rotkreuz (CH) www.ishidaeurope.com......................... nov. Isi Plast - Correggio www.isifood.com . ................................. nov. Italo Danioni - Milano www.danioni.it .......................................... 29 Italvibras - Fiorano Modenese www.italvibras.it.......................................apr.

Itech Italia - Lainate www.itech.eu........................................... mar. Klüber Lubrification Italia S. Giuliano M.se www.klueber.com.................................... apr. Konica Minolta - Cinisello B. www.konicaminolta.eu . ........................ dic. Lawer - Cossato www.lawerunica.com............................. apr. Lic Packaging - Verolanuova www.licpackaging.com............................. 51 Marking Products - Settimo T.se www.marking.it........................................ ott. MCM Massa - Pianezza www.mcmmassa.it ................................... 31 MCT Alimentare - San Donato Milanese www.mctalimentare.com/milano........ mar. Megadyne - Mathi www.megadynegroup.com................... nov. Microwave Technology - Modena www.microwave.it...................................feb. Minebea Intec Italy - Nova M.se www.minebea-intec.com....................... dic. Mix - Cavezzo www.mixitaly.com..................................... 23 Montenegro - Brugherio www.montenegrosrl.it............................ apr. Nimax - Bologna www.nimax.it.............................................. 45 Opessi - Milano www.opessi.it............................................. 47 ParmaControls - Parma www.parmacontrols.it.............................. 49 PCB Piezotronics - Treviolo www.pcb.com........................................... set. Perten Instruments Italia - Roma www.perten.it ......................................... apr. Pomati - Codogno www.pomati.it......................................... nov. Powtech - Norimberga (D) www.powtech.de.................................... mar. ProFood Tech - Chicago (USA) www.profoodtech.com.......................... nov.

Prosweets - Köln (D) www.prosweets.com.............................. dic. R-Biopharm - Melegnano www.r-biopharm.com .......................... nov. Radis - Ravenna www.radis.it............................................. nov. Rondo - Schio www.rondo-online.com........................... 27 Sarp - Castelfranco Veneto www.sarp.it . ........................................... nov. Save - Verona www.exposave.com................................ set. Sealed Air - Passirana di Rho www.sealedair.com................................ nov. Selmi - Santa Vittoria D’Alba www.selmi-group.it................................. feb. Sial - Parigi (F) www.sialparis.com................................... set. Sigep - Rimini www.sigep.it............................................ nov. Sirec - Colorno www.sirec.it................................................ 57 Sollich - Bad Salzuflen (D) www.sollich.com...................................... apr. SPS IPC Drives - Parma www.spsitalia.it....................................... mar. Sulzer - Casalecchio di Reno www.sulzer.com....................................... dic. Tecnafood - Villavara di Bomporto www.tecnafood.com.............................. nov. Tecno 3 - Corneliano www.tecno-3.it ........................................apr. Ulma Packaging Gragnano Trebbiense www.ulmapackaging.it.......................... mar. Urschel - Castagnole delle Lanze www.urschel.com............................... cop. 2 Wirfly - Alonte www.wirfly.com....................................... apr. Wolhfarth - Sordio www.wolhfarth.it......................................... 1 Xylem Solutions Italia - Lainate www.xylemsolutions.com/it................. ott.

Aziende citate ABB - www.new.abb.com/it................................. 50

Gerhard Schubert - www.schubert.group.......... 95

Pava Resine - www.pavaresine.it......................... 60

Antares Vision - www.antaresvision.com.......... 66

Igus - www.igus.it.................................................... 94

Sealed Air - www.SealedAir.com.......................... 96

Bosch Packaging Technology -

Imbal Line - www.imballine.it............................... 33

Sirec - www.sirec.it.................................................. 58

www.boschpackaging.com................................ 36

Interroll Italia - www.interroll.com................30-40

Tecno 3 - www.tecno-3.it ..................................... 26

Bosch Rexroth - www.boschrexroth.it................ 98

Ishida - in Italia: Itech Italia - www.itech.eu....... 59

Theegarten-Pactec -

Bühler - www.buhlergroup.com........................... 64

Itech Italia - www.itech.eu..................................... 59

www.theegarten-pactec.com............................ 38

Elmiti - www.elmiti.com......................................... 28

Koch Membrane Systems -

Xylem Water Solutions Italia -

Garvey - www.garvey.com ................................... 34

www.kochmembrane.com................................. 28

www.xylem.com/it-it/.......................................... 62

industrie alimentari

- lviii (2019) - maggio


EUROFINS CHEMICAL CONTROL un centro di ricerca e analisi al servizio delle aziende del settore alimentare. Fondato nel 1979, è entrato a far parte del GRUPPO EUROFINS nel 2006 PRINCIPALI RICERCHE E SERVIZI DI ANALISI • Aspetti nutrizionali e Studi di Shelf-life (stabilità dei prodotti nel tempo) • Analisi degli additivi e di parametri qualitativi e caratteristici • Analisi dei residui di contaminanti (fitofarmaci, micotossine, metalli pesanti, PCB, diossine, residui di medicinali veterinari, ormoni, IPA, contaminanti di processo, ecc.) • Analisi Microbiologiche e Filth test (determinazione impurità solide e ricerca cause infestazione) • Analisi allergeni (ELISA, PCR, analisi chimiche) • Analisi OGM e identificazione specie/varietà mediante analisi del DNA • Analisi sugli imballaggi alimentari (food packaging) • Studi di messa a punto di nuovi metodi e/o indici analitici • Autenticità degli alimenti mediante analisi isotopica, metodi di screening e analisi del DNA • Test analitico-sensoriali (FREE-WAY) CONSULENZE PRINCIPALI • Assistenza nella messa a punto di nuovi prodotti e/o processi produttivi • Assistenza nella soluzione di problemi di processo che influiscono sulla Qualità e/o sulla Sicurezza alimentare

dei prodotti • Assistenza nella validazione di nuovi impianti produttivi • Attività di consulenza in materia di etichettatura e assistenza tecnico-legislativa • Assistenza nelle controversie con fornitori, clienti o laboratori ufficiali di revisione PRINCIPALI AUTORIZZAZIONI, CERTIFICAZIONI E RICONOSCIMENTI • LABORATORIO ACCREDITATO ACCREDIA n° 0490 in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 per l’esecuzione delle prove, il cui elenco è pubblicato sul sito www.accredia.it • REGIONE PIEMONTE: Laboratorio abilitato (n. di registrazione 14) ad effettuare prove analitiche relative all’autocontrollo • MINISTERO DELLA SANITA’ GIAPPONESE: Riconoscimento del laboratorio ad eseguire analisi su prodotti e bevande destinate all’esportazione (Laboratorio N. 216) • Iscrizione nell’elenco dei laboratori consigliati dall’AIC per la determinazione del glutine negli alimenti • LABORATORIO CERTIFICATO QS per controllo di residui in frutta, verdura, patate • ALTRI RICONOSCIMENTI/AUTORIZZAZIONI: sono indicati sul sito www.eurofins.it.



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