anno 58 - n. 607 dicembre 2019
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EUROFINS CHEMICAL CONTROL un centro di ricerca e analisi al servizio delle aziende del settore alimentare. Fondato nel 1979, è entrato a far parte del GRUPPO EUROFINS nel 2006 PRINCIPALI RICERCHE E SERVIZI DI ANALISI • Aspetti nutrizionali e Studi di Shelf-life (stabilità dei prodotti nel tempo) • Analisi degli additivi e di parametri qualitativi e caratteristici • Analisi dei residui di contaminanti (fitofarmaci, micotossine, metalli pesanti, PCB, diossine, residui di medicinali veterinari, ormoni, IPA, contaminanti di processo, ecc.) • Analisi Microbiologiche e Filth test (determinazione impurità solide e ricerca cause infestazione) • Analisi allergeni (ELISA, PCR, analisi chimiche) • Analisi OGM e identificazione specie/varietà mediante analisi del DNA • Analisi sugli imballaggi alimentari (food packaging) • Studi di messa a punto di nuovi metodi e/o indici analitici • Autenticità degli alimenti mediante analisi isotopica, metodi di screening e analisi del DNA • Test analitico-sensoriali (FREE-WAY) CONSULENZE PRINCIPALI • Assistenza nella messa a punto di nuovi prodotti e/o processi produttivi • Assistenza nella soluzione di problemi di processo che influiscono sulla Qualità e/o sulla Sicurezza alimentare
dei prodotti • Assistenza nella validazione di nuovi impianti produttivi • Attività di consulenza in materia di etichettatura e assistenza tecnico-legislativa • Assistenza nelle controversie con fornitori, clienti o laboratori ufficiali di revisione PRINCIPALI AUTORIZZAZIONI, CERTIFICAZIONI E RICONOSCIMENTI • LABORATORIO ACCREDITATO ACCREDIA n° 0490 in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 per l’esecuzione delle prove, il cui elenco è pubblicato sul sito www.accredia.it • REGIONE PIEMONTE: Laboratorio abilitato (n. di registrazione 14) ad effettuare prove analitiche relative all’autocontrollo • MINISTERO DELLA SANITA’ GIAPPONESE: Riconoscimento del laboratorio ad eseguire analisi su prodotti e bevande destinate all’esportazione (Laboratorio N. 216) • Iscrizione nell’elenco dei laboratori consigliati dall’AIC per la determinazione del glutine negli alimenti • LABORATORIO CERTIFICATO QS per controllo di residui in frutta, verdura, patate • ALTRI RICONOSCIMENTI/AUTORIZZAZIONI: sono indicati sul sito www.eurofins.it.
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DICEMBRE 2019 anno 58 - n. 607
ARTICOLI 3. Disamina delle notifiche da contaminanti microbici e chimici pervenute al Sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF) nel biennio 2016-2017 A. Facciolà - N. Laudani - R. Palermo G. Campanella - S. Delia - S. Parisi
CONTENTS 3. Review of notifications from microbial and chemical contaminants received by the European Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF) in the 2016-2017 A. Facciolà - N. Laudani - R. Palermo G. Campanella - S. Delia - S. Parisi
Leggi - Novità legislative su alcuni fitosanitari in ambito alimentare - Aggiornamenti sul regolamento relativo agli acidi erucico e cianidico - Raccomandazione Ue sull’acrilammide - Modifica tenori massimi citrinina negli integratori Mercati consumi - L’evoluzione dei trend nel settore alimentare e della nutrizione - Il mercato nazionale del foodservice - Il settore mondiale del latte fra luci e ombre - Previsioni FAO su cereali, carni e banane - Fusioni e acquisizioni in vista nel settore Usa delle salse piccanti - Innovazione per garantire la crescita dello yogurt negli Usa - Aumentano i lanci di prodotti bio - Le barrette vegane piacciono a tutti con il gusto giusto Notizie dal mondo - I sughi protagonisti dell’industria conserviera - Le nuove tecnologie a servizio della catena di distribuzione - Esordio di successo per l’E-Pack Tech di Shanghai - Crescita del 25% in tre anni per Cattel - Ancora un’edizione di successo per il Save di Verona - Formaggi e liquori i più colpiti dai dazi Usa - Syngenta si impegna a favore di un’alimentazione sana e sostenibile - Riconoscimenti a stelle e strisce per un chimico italiano Agenda - L’industria sceglie Ipack-Ima - In Florida la conferenza sui film in polietilene - La normativa sulle plastiche e gli effetti della Brexit in scena a Colonia - L’intralogistica protagonista ad Anuga FoodTec - Appuntamento in Germania per il mondo degli snack - Hispack lancia un’edizione 2021 più grande e cambia date - Calendario Recensione libri AITA - La pagina del Presidente - Come conservare la mozzarella di bufala - Benvenuti a Casa Optima, alta formazione in Sweet Arts - Soci sostenitori Le aziende
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Disamina delle notifiche da contaminanti microbici e chimici pervenute al Sistema europeo
di allerta rapido per alimenti e mangimi (RASFF) nel biennio 2016-2017 Review of notifications from microbial and chemical contaminants received by the European Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF) in the 2016-2017 • PAROLE CHIAVE RASFF, alimenti, contaminazione, notifica • KEYWORDS RASFF, foods, contamination, notification
• RIASSUNTO
• SUMMARY
Il Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi (RASFF) è un sistema di scambio rapido di informazioni creato nel 1979 all’interno della Comunità Europea. È stato istituito ufficialmente con il Regolamento (CE) n. 178/2002 (art. 50) che stabilisce i principi e i requisiti generali della Legislazione Alimentare, istituisce l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e fissa le procedure nel campo della Sicurezza Alimentare, con l’istituzione del RASFF sotto forma di rete, che coinvolge tutti i suoi Stati membri. Al RASFF sono notificati in tempo reale i rischi diretti o indiretti per la Salute Pubblica (consumo di alimenti, mangimi, utilizzo di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti).
The Rapid Alert System for Food and Feed (RASFF), is a rapid information exchange system created in 1979 within the European Community. It was officially established with the Regulation (CE) No 178/2002 (Article 50) which establishes the general principles and requirements of the Food Legislation, the European Food Safety Authority (EFSA), and dedicated procedures in the field of Food Safety with the creation and implementation of the RASFF in the form of a network involving all European Union Member States. Direct or indirect risks for public health (consumption of food, feed, use of materials and objects intended to come into contact with food) are notified in real time by means of RASFF.
A. Facciolà1 - N. Laudani1 R. Palermo1 - G. Campanella1 S. Delia1 - S. Parisi2* Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche e delle Immagini Morfologiche e Funzionali, Università degli studi di Messina 2 Faculty of Agricultural Technology, Al-Balqa Applied University, Al-Salt, Giordania *email: drparisi@inwind.it 1
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Introduzione Le malattie di origine alimentare costituiscono ancora oggi uno dei principali problemi di sanità pubblica in tutto il mondo e hanno un notevole impatto su viaggi, commercio e sviluppo (Kirk et al., 2015). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che, nel 2010, 31 diversi pericoli alimentari hanno causato 600 milioni di casi di malattie di origine alimentare e 420.000 morti in tutto il mondo (Havelaar et al., 2015). Nonostante la stessa OMS abbia stimato che il carico di queste malattie sia molto più alto nei paesi a basso reddito, queste patologie rimangono un importante problema sanitario anche nei paesi sviluppati (Scallan et al., 2011a-b). Studi epidemiologici approfonditi sono stati condotti per valutare l’impatto di queste patologie. In Canada, si stima che una persona su otto sia soggetta ogni anno ad una malattia di origine alimentare (Thomas et al., 2013). Kirk e collaboratori hanno studiato l’incidenza, il tasso di ospedalizzazione e i decessi attribuibili a malattie di origine alimentare in Australia (Kirk et al., 2014). Con specifico riferimento a tale studio, gli Autori hanno evidenziato in particolare che si sono verificati circa 4 milioni di casi di gastroenterite acuta di cui circa il 25% era attribuibile ad alimenti contaminati. Inoltre, il cibo contaminato è stato la causa di oltre 30.000 ricoveri e 76 decessi. Per quanto riguarda l’Europa, Tam e collaboratori hanno messo in evidenza come, nel 2012, nel Regno Unito, ogni anno si verifichino 17 milioni di casi di gastroenteriti acute, le cui cause principali sono rappre-
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sentate da Norovirus e Campylobacter spp (Tam et al., 2012). Successivamente, si è messo in evidenza nel 2015 come il costo sanitario relativo alle malattie di origine alimentare si aggirasse in Olanda intorno ai 470 milioni di euro ogni anno (Mangen et al., 2015). Ai fini del contenimento del rischio per la popolazione, risultano di fondamentale importanza la sorveglianza delle malattie di origine alimentare e gli studi sui focolai epidemici che possono insorgere nei vari Paesi. I dati epidemiologici, confermati da analisi di laboratorio su alimenti o campioni clinici, accompagnati da studi sulle pratiche di preparazione del cibo, forniscono le evidenze più forti sulla sorgente della malattia. La sorveglianza epidemiologica è spesso l’unico strumento valido che viene in aiuto per proteggere la Comunità. In Europa, il rischio derivante dagli alimenti e dai mangimi viene valutato da un Organo indipendente dell’Unione Europea (UE) denominato “European Food Security Agency” (EFSA), con sede in Parma (Italia), e che rappresenta una Fonte Indipendente di consulenza scientifica e comunicazione sui rischi associati alla catena alimentare. La sorveglianza epidemiologica delle malattie di origine alimentare, inoltre, si avvale del “Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi” (RASFF), un sistema di scambio rapido di informazioni tra gli Stati membri creato nel 1979 all’interno della Comunità Europea. Tale Sistema consente di notificare, in tempo reale, i rischi per la salute umana, animale e ambientale da “pericoli” presenti negli alimenti destinati al consumo umano e nei mangimi animali. Tutte le informazioni vengono introdotte e scambiate tra gli Stati
membri attraverso la specifica piattaforma online. Scopo di questo lavoro è stato quello di valutare le notifiche di rischio di origine alimentare, sia biologico che chimico, inserite nel portale RASFF dai Paesi Membri nel biennio 2016-2017. Va notato chiaramente che tali notifiche riguardano il risk assessment in ambito alimentare dal punto di vista “Hazard Analysis and Critical Control Points” (HACCP), senza esplicito collegamento con un altro tipo di approccio che da qualche anno caratterizza il modus operandi delle ispezioni negli Stati Uniti d’America: il metodo “Hazard Analysis and Risk-based Preventive Controls” (HARPC). Si fa questa precisazione perché l’approccio statunitense al tema della Sicurezza Alimentare a tutto tondo non fa solo un riferimento esplicito alla necessità di azioni preventive e puntuali (con ciò imponendo di fatto un qualche tipo di punto critico di controllo per ogni rischio alto e percepito come tale). In linea di principio, la prevenzione del rischio porta all’effettiva mitigazione dello stesso. In aggiunta, e questo aspetto non è da sottovalutare, la strategia HARPC considera anche una differente classificazione di rischio rispetto alla suddivisione classica Europea (rischio microbiologico, fisico e chimico, includendo anche pericoli di esposizione a radiazioni). La visuale Americana sul tema valuta diverse tipologie di rischio e da tale analisi deriva la partizione delle politiche di mitigazione dei pericoli in cinque macroaree, brevemente: controlli di processo; controlli sulla catena di fornitura; controlli concernenti gli allergeni; controlli sulla sanificazio-
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ne; ed infine il Piano di Richiamo. Tale suddivisione non può essere chiaramente compresa se non si considera la basilare classificazione di tutti i rischi di sicurezza alimentare che possano essere prevedibili in ambito HARPC: 1) Pericoli associati alla contaminazione microbiologica 2) Pericoli chimici (includendo anche allergeni, tossine microbiologiche, composti tossici derivanti da sostanze usate per sanificazione, presenza di additivi o altri campioni per errori formulativi, l’esposizione alle radiazioni, ecc.) (Popping et al., 2018; Sharma e Parisi, 2016) 3) Pericoli derivanti dalla contaminazione per ingresso corpi estranei 4) Pericoli di frode o adulterazione economicamente motivata. La valutazione analitica ha il suo peso tanto in relazione a rischi microbiologici, chimici e fisici, quanto con riferimento esplicito a mancata, incompleta, o non corretta etichettatura alimentare. Con questo ci si riferisce anche alla mancanza oppure alla presenza espressa in etichetta (ma non dimostrabile) di principi attivi o nutrienti in taluni alimenti (Austin et al., 2018; Dentali et al., 2018; Haddad, 2017; Haddad et al., 2016). Anche il richiamo a certi stili di vita e di comportamento alimentare, come pure la difesa delle tipicità alimentari, la correttezza delle informazioni in etichetta e la tracciabilità, dovrebbero essere ricordati (Delgado et al., 2017; Mania et al. 20172018; Parisi, 2018b; Zaccheo et al., 2017). Poiché il nostro studio riguarda segnalazioni in ambito UE, le notifiche riguarderanno diversi aspetti del rischio microbiologico e chimico in forma separata.
Materiali e metodi Per lo studio sono state analizzate tutte le notifiche pervenute al sito https://webgate.ec.europa.eu/ rasff-window/portal/, dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2017 (RASFF 2019). Il portale classifica le notifiche in tre categorie, a seconda del grado di pericolosità riscontrato, distinguendole in: 1. Alert notification, le più gravi, e come tali richiedono l’adozione di misure immediate quali il ritiro dal commercio del prodotto o direttamente dal consumatore e la pubblicazione della notizia attraverso i mezzi di comunicazione; 2. Information notification, caratterizzate da un rischio non particolarmente grave, salvo che non si tratti del caso in cui il pericolo sia grave senza che il prodotto sia sul mercato (queste notifiche non richiedono l’adozione di misure immediate);
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3. Border rejection notification, e come tali riguardano solo notifiche riguardanti il respingimento alla frontiera di alimenti o mangimi non conformi alle Norme Comunitarie, potendo dunque rappresentare un grosso rischio per il consumatore se in caso di entrata nel mercato dell’Unione Europea. Le notifiche prese in considerazione per la stesura del nostro lavoro sono state quelle riguardanti: a) I “microrganismi patogeni” allo scopo di valutare solo il rischio biologico nell’ottica “Hazard Analysis and Critical Control Points” (HACCP) senza per questo considerare concause che abbiano a che fare con aspetti chimici o fisici che impattino sulla sicurezza del consumatore; b) I “residui di pesticidi, metalli pesanti, contaminanti industriali e micotossine” per valutare il rischio chimico, ancora una volta tenendo presente l’approccio HACCP. Per l’elaborazione dei dati raccolti e la creazione dei grafici e delle tabelle ci si è avvalsi del Pro-
Fig. 1 - Percentuali di notifiche di microrganismi patogeni per tipologia di alimento.
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Fig. 2 - Percentuali di notifiche di microrganismi patogeni per Paese Membro notificante.
gramma Excel 16.0 (2016, Microsoft). Tutti i valori percentuali sono stati arrotondati per difetto quando tali valori risultavano non superare il 0,4%, o per eccesso in caso contrario (≥ 0,5%).
Risultati Per il rischio biologico, alla voce “microrganismi patogeni”, nel biennio considerato sono pervenute complessivamente 1.756 notifiche. Di queste, 684 (39%) e 1.072 (61%) devono essere considerate nel 2016 e 2017 rispettivamente. Va notato che l’87% delle notifiche ha riguardato gli alimenti destinati esclusivamente al consumo umano, mentre il restante 13% ha riguardato mangimi animali. I grafici in Figg. 1 e 2 rappresentano le casistiche degli alimenti maggiormente coinvolti e i paesi notificanti, in forma di percentuali, rispettivamente. Come si può notare, e segnatamente per quanto riguarda le tipologie di alimenti (Fig. 1), il 35,5% delle notifiche ha riguardato pro-
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dotti a base di pollo, seguiti da altri tipologie carnee (12,1%) e mangimi (9,6%). In merito alla caratterizzazione geopolitica delle notifiche (Fig. 2), i Paesi Membri con una maggiore percentuale di notifiche sono stati Olanda (17,6%), Germania (12,5%) e Italia (11,8%). La Fig. 3 mostra, invece, le percentuali di notifica suddivise per
microrganismo patogeno. Come si può notare, la più alta percentuale di notifiche si è avuta per Salmonella spp (75,6%) seguita da Escherichia coli (12,4%) e Listeria monocytogenes (9,8%). Il maggior numero di segnalazioni registrate è stato quello riguardante i Border rejection notification (35%) seguite molto da vicino dalle Information notification (34%) e dalle Alert notification (31%). Per quanto riguarda il rischio chimico le notifiche RASFF ammontano complessivamente a 2.344, di cui 1.078 (46%) fatte nel 2016 e 1.266 (54%) nel 2017. Fra i prodotti segnalati, il 92% riguardava alimenti, il 4% mangimi e il 5% esclusivamente materiali a contatto con alimenti. In Fig. 4 e 5 sono mostrate le percentuali sia degli alimenti maggiormente interessati che dei Paesi Membri notificanti rispettivamente. È interessante notare (Fig. 4) che il 30,9% dei prodotti contaminati comprendeva noci e semi, seguiti da frutta e verdura (24,5%) e prodotti it-
Fig. 3 - Percentuali di notifiche suddivise per presenza di microrganismo patogeno.
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dei casi, mentre il mercurio e il cadmio sono stati segnalati come contaminanti nell’11 e nel 5,2% rispettivamente. Così come per per le contaminazioni da microrganismi patogeni, anche per quelle chimiche il maggior numero di segnalazioni registrate è stato quello riguardante i Border rejection notification (55%) seguite dalle Information notification (25%) e dalle Alert notification (20%).
Fig. 4 - Percentuali di notifiche di inquinanti chimici per tipologia di alimento.
tici (11,1%), mentre le Nazioni con il più alto numero di notifiche (Fig. 5) risultavano l’Italia (21,2%), seguita da Olanda (12,5%) e Germania (11,7%). Rispetto a quanto visto per il rischio microbiologico, cambia sostanzialmente l’ordine dei Paesi notificanti, mentre l’identità degli stessi rimane la stessa a riprova di
una forte sorveglianza in tale ambito. Fra i contaminanti presi in considerazione si è evidenziata la presenza di micotossine nel 48% circa dei casi, facendone il caso più eclatante in assoluto. Le aflatossine (Fig. 6), anch’esse valutate come rischio squisitamente chimico, sono state coinvolte nel 43,4%
Fig. 5 - Percentuali di notifiche di inquinanti chimici per Paese Membro notificante.
Discussione Le malattie di origine alimentare presentano una diffusione mondiale con tassi di incidenza diversi da Paese a Paese. Le cause più frequenti di malattie a trasmissione alimentare nel mondo sono dovute in gran parte ad agenti patogeni causa di diarrea, quali Norovirus e Campylobacter spp, mentre le Salmonelle non tifoidee causano il più alto numero di decessi (Laganà et al., 2017). Altre principali cause globali di decessi associati a malattie di origine alimentare sono Salmonella Typhi, Taenia solium, il virus dell’Epatite A, e la presenza di aflatossine. Circa il 40% dei casi di malattie di origine alimentare sono riportati inoltre nei bambini al di sotto dei 5 anni (Hoffmann e Scallan 2017). Globalmente, Campylobacter spp si presenta come il principale agente patogeno di natura batterica causa di malattie di origine alimentare (Facciolà et al., 2017). Dal nostro studio si evince che, nel biennio considerato, le notifiche RASFF concernenti contaminazioni alimentari sono aumentate dal 2016 al 2017 soprattutto per quanto riguarda il rischio microbiologico. Infatti, i prodotti a base di carne di pollo sono risultati quelli
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Fig. 6 - Percentuali di notifiche per tipologia di contaminante chimico.
maggiormente contaminati da microrganismi, seguiti a distanza dai cibi a base di carni diverse (Kononiuk e Karwowska 2017; Mauro et al., 2008). Una recente metanalisi di dati, derivanti da vari studi a livello europeo, indica che S. aureus è attualmente il principale agente patogeno contaminante della carne di pollo, seguito da Campylobacter spp (Gonçalves-Tenório et al., 2018). La contaminazione microbiologica del pollame può avvenire a qualsiasi livello della filiera produttiva: nell’ambiente di produzione iniziale, attraverso la trasmissione verticale (nascita di pulcini infetti) o orizzontale (causata da ambiente o mangimi contaminati) o, infine, durante il processo di macellazione (Kozačinski et al., 2012). Il tratto gastrointestinale degli animali e gli stessi impianti di macellazione sono identificati come i principali serbatoi di microrganismi patogeni della carne di pollame (Rouger et al., 2017). Una categoria di alimenti spesso oggetto di segnalazione per anomalie legate alla presenza di microrganismi patogeni o potenzial-
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mente tali sono i prodotti derivati del latte, alimenti particolarmente deperibili. Nel biennio considerato vi sono state 575 segnalazioni correlate soprattutto alla presenza di Listeria monocytogenes (64%), E. coli (15%), Salmonella (13%), e altri microrganismi (Staphylococcus spp., B. cereus, P. aeruginosa, Brucella, ecc.) in misura minore (8%). Spesso la proliferazione dei microrganismi, oltre che alla tipologia di alimento è legata al mantenimento della catena del freddo, ovvero alle condizioni di conservazione dei prodotti (Parisi et al., 2006ab, 2007, 2009; Mauro et al., 2005; Micali et al., 2009). Un altro aspetto da non sottovalutare, indirettamente correlato alla contaminazione microbica degli alimenti di origine animale e non solo, è la presenza di antibiotici e di pesticidi negli alimenti. La somministrazione di antibiotici agli animali e l’utilizzo sconsiderato dei pesticidi in agricoltura, ancorché regolamentate da severe leggi comunitarie, non sempre è sufficiente a far desistere dall’uso di questi prodotti. Negli ultimi anni si è cercato di trovare molecole alter-
native naturali con attività antimicrobica, sicuramente questo settore di ricerca dovrebbe essere maggiormente potenziato (Coniglio et al., 2018; Spanò et al., 2016; Laganà et al., 2011; Parisi, 2018a). Per quanto riguarda il rischio chimico, invece, gli alimenti maggiormente interessati sono stati cibi di origine vegetale quali noci, semi, frutta e verdura che costituiscono il 55,4% delle notifiche. Gli alimenti sono risultati maggiormente contaminati da aflatossine seguite, a distanza, dai metalli pesanti (mercurio e cadmio). Molti studi hanno evidenziato l’importanza che riveste la contaminazione alimentare da micotossine nella Sanità Pubblica mondiale, particolarmente nei paesi in via di sviluppo (Wu et al., 2013). Molti fattori influenzano la crescita dei funghi del genere Aspergillus e il conseguente livello di contaminazione da aflatossina negli alimenti. La contaminazione può verificarsi in qualsiasi fase della produzione, dalla pre-raccolta allo stoccaggio. I fattori che maggiormente influenzano tale contaminazione alimentare includono il clima, il genotipo della coltura, il tipo di terreno, le temperature minime e massime giornaliere e l’evaporazione netta giornaliera (Magnussen e Parsi 2013). Per questa tipologia di rischio, l’Italia si classifica al primo posto tra i Paesi Membri notificanti, seguita da Olanda e Germania, mentre le azioni più frequentemente intraprese sono state, anche in questo caso, i respingimenti alla frontiera. Infine, entrambe le tipologie di rischio hanno riguardato prevalentemente gli alimenti destinati al consumo umano con percentuali decisamente più alte rispetto ai mangimi animali.
sicurezza
Conclusioni L’analisi attenta ed accurata delle notifiche pervenute al RASFF consente di avere un quadro globale, esauriente ed in tempo reale, dei rischi di origine alimentare nell’Unione Europea. L’indagine effettuata nel bienno 2016-2017 suggerisce che una certa evoluzione nelle notifiche in ambito Europeo potrebbe verificarsi ed anche essere prevista rapidamente, tanto più che le notifiche sono basate anche su casi similari che possono essersi verificati, più o meno ripetutamente, nella UE e al di fuori dell’ambito Comunitario. Pertanto, l’analisi puntuale delle cause di notifica RASFF può costituire un valido strumento di prevenzione e mitigazione del rischio ad alto livello, con effetti pratici che possono essere misurati nel medio periodo su larga e bassa scala, quindi anche al livello del singolo Operatore del Settore Alimentare.
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convegni
Il futuro come sfida e realtà presente Un convegno organizzato da Sacmi ha illustrato gli sviluppi circa persone, manifattura e sistema-Italia nell’era dei “cyborg”. Un futuro plausibile che già prende forma nel presente
Nel corso delle celebrazioni del centenario di Sacmi, leader mondiale nei settori delle macchine per ceramica, del packaging, delle macchine per l’industria alimentare e del beverage, l’ultimo incontro della rassegna “re-thinking the future”, ha catturato l’attenzione di un auditorio pieno di spettatori su percorsi e strategie del cambiamento nell’era digitale. Si potrebbe affermare che il futuro ha trovato sede presso Sacmi Imola, considerando il ruolo da protagonista che questa grande realtà internazionale può avere nell’ambito delle tematiche del cambiamento nell’era della digitalizzazione dei processi e dei servizi. A confermarlo è lo stesso è lo stesso Sacmi Innovation Lab, la open platform dell’innovazione 4.0 al servizio del sistema regionale delle imprese, il percorso “re-thinking the future” che nell’anno del centenario ha esplorato i temi chiave del mondo delle imprese e della società, illustrando in un ciclo di sei incontri la portata del cambiamento in corso e della sua straordinaria accelerazione.
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“Si tratta di tematiche molto sentite – ha spiegato il presidente di Sacmi Imola, Paolo Mongardi a inizio lavori – come conferma la presenza registrata nei diversi appuntamenti che abbiamo voluto offrire al pubblico, per prendere coscienza di come le tecnologie cambieranno il nostro modo di vivere e di fare le cose”. Gli oltre 2400 partecipanti complessivi indicano il “Segno della maturità e della consapevolezza che in Sacmi e, più in generale, nel nostro territorio, si registra su questi temi”.
Era il 1919 quando 9 tra meccanici e fabbri imolesi disoccupati, hanno costituito Sacmi dando vita a una storia contraddistinta dalla capacità di leggere ed anticipare il cambiamento. Passaggi epocali, passando dalle semplici lavorazioni meccaniche alla produzione di macchine a proprio marchio, per poi sviluppare dal secondo dopoguerra, linee di business “di-
stintive” e abbastanza diversificate (macchine e impianti per ceramica e packaging). Scelte coraggiose e premianti che hanno consentito alla cooperativa di superare le difficoltà del mercato, grazie a una visione molto lungimirante e volta all’internazionalizzazione”. Nell’arco della sua introduzione, il presidente ha voluto sottolineare come si sia passati dagli impianti completi alle macchine in grado di “parlarsi” tra di loro, connesse in rete. Un principio già incorporato nell’impiantistica Sacmi sin dagli anni Ottanta, quindi ben prima della rivoluzione digitale, mentre ora sono già stilate le linee guida che proiettano Sacmi al 2030, inquadrandola come “smart company globale” attrezzata per cogliere le sfide della sostenibilità e dell’ulteriore digitalizzazione dei processi e dei servizi. A tracciare un futuro non troppo lontano è stata la giornalista e conduttrice RAI Barbara Carfagna, che ha stimolato i relatori allargando il campo alla reale portata (sociale
convegni
e filosofica, prima che economica) della cosiddetta “quarta rivoluzione industriale”, esponendo i concetti cardine di Copernico, Darwin, Freud, Alan Turing che hanno dato vita a quattro slanci storici e culturali di enorme portata e che, riportati sul piano aziendale e sociopolitico, si intersecano con evidenti “mega-trend dell’innovazione”. Numeri che fanno impressione, come quelli esposti da Raffaele Secchi, direttore della LIUC business school of economics, in relazione all’ulteriore crescita della popolazione mondiale (2 miliardi in più entro il 2050), con un peso specifico sempre maggiore del continente asiatico (le sole Cina e India sfornano 100mila ingegneri l’anno e contribuiranno al 35% del PIL mondiale entro il 2030), e il progressivo invecchiamento della popolazione. In uno scenario del genere, si inseriscono robot, intelligenza artificiale, additive manufacturing, fattori con cui necessariamente le aziende si troveranno a confrontarsi, anche in relazione alle aspettative del cliente-consumatore, sempre più esigente, se si pensa a personalizzazione, zero waste time, nuova sensibilità per ambiente e beni comuni. L’unica plausibile risposta per l’Italia, secondo Andrea Pontremoli – per 30 anni uomo di punta di IBM e ora CEO e azionista di Dallara – è scommettere su prodotti e mercati ad altissimo valore aggiunto: “Le cose che costano poco costeranno sempre di meno, mentre ci sarà sempre spazio per l’unicità dello stile di vita e del prodotto italiano”. Marketing, innovazione, investimento sul valore e sulle competenze delle persone sono i pilastri indispensabili del percorso, “non ci possiamo permettere di vivere di rendita”. Territorio e mondo sono i due focus individuati da Alberto Gia-
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como Forchielli, investitore e imprenditore, con forti radici in Emilia-Romagna e nella città di Imola: “Sacmi è un esempio di eccellenza nell’innovazione. Ma anche l’azienda più grande e strutturata, se ed in quanto azienda del territorio, non può più illudersi di trovare l’innovazione sotto casa. L’innovazione va cercata laddove si trova, e parliamo di non più di 4 o 5 centri in tutto il mondo. Probabilmente le nostre aziende e le nostre società sapranno diventare migliori proprio grazie alle opportunità delle nuove
tente, possono tradursi in un vero e proprio “grande fratello 4.0” che riduce sino ad azzerare i valori e l’etica democratica. Non è un caso, ha chiosato la giornalista, se gli stati totalitari o le democrazie deboli sono i luoghi che più efficacemente hanno recepito la rivoluzione digitale in corso.
tecnologie, accompagnate da un giusto insieme di azioni regolatorie sul piano, quantomeno, europeo”.
dell’intelligenza artificiale, mettendosi in rete con le migliori esperienze a livello mondiale, come nel caso della partnership di Sacmi con il MIT di Boston, siglata all’inizio di quest’anno. Un percorso in cui “Dobbiamo tenere fermi i nostri valori e principi, quelli già scritti dai nostri avi nello Satuto di Sacmi e che si possono riassumere nella centralità e nel valore della persona all’interno dei processi produttivi e delle dinamiche sociali”, in vista del grande open day del 30 novembre aperto al grande pubblico.
Una tecnologia in grado di cambiare la vita, dunque, ma che in parte può anche spaventare, in caso di deriva. “Nell’era digitale il valore principale è il dato – ha spiegato Barbara Carfagna – che viaggia su piattaforme e continenti digitali. Armi a doppio taglio, nella misura in cui gli algoritmi evoluti di riconoscimento del volto, abbinati ad una profilazione delle scelte di consumo e comportamenti dell’u-
Al termine della tavola rotonda, Paolo Mongardi, che ha invitato tutti a “restare con i piedi per terra, senza precludersi di esplorare le nuove frontiere, anche estreme,
Matteo Barboni
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FachPack traccia la strada da seguire per l’industria europea dell’imballaggio A fine settembre si è conclusa a Norimberga l’ultima edizione del FachPack, alla quale hanno parteci-
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pato circa 44.000 visitatori e 1.591 espositori, con una presenza molto maggiore che nel passato di opera-
tori dall’estero, il che fa del salone tedesco un evento leader in Europa per le tecnologie, i processi e i materiali da imballaggio. Il principale tema affrontato è stato quello degli imballaggi ecologici, sia a livello espositivo che nell’ambito di forum e presentazioni speciali, e le soluzioni più innovative ed efficaci sono state premiate con il German Packaging Award e i Sustainability Awards. Il FachPack ha presentato un’ampia offerta di imballaggi e materiali di imballaggio, nonché sistemi e servizi logistici. Circa il 39% degli espositori proveniva dall’estero, principalmente da Italia (76), Paesi Bassi (55), Svizzera (47), Repubblica Ceca (47), Polonia (47), Turchia (42), Austria (41), Francia (39), Spagna (25) e Belgio (24), mentre
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packaging ecologico. Temi caldi come il design per il riciclaggio, l’economia circolare e le materie plastiche a base biologica sono stati affrontati da Loop, Tesco e Procter & Gamble, ma erano rappresentati anche i principali istituti e associazioni di ricerca. Complessivamente, le varie sessioni dei due forum sono state seguire da circa 10.000 partecipanti, contro i 7.500 del 2018. Proponiamo di seguito una carrellata del visto in fiera.
per quanto riguarda i visitatori, circa il 90% è coinvolto nelle decisioni di acquisto delle aziende di provenienza, confermandone l’alto profilo. Hanno riscosso un notevole successo di pubblico l’area open workshop e le tre aree speciali in cui le start-up nazionali e internazionali hanno presentato le loro capacità, mentre i forum PackBox e TechBox hanno ospitato 120 presentazioni, la metà delle quali ha riguardato diversi aspetti del
Soluzioni per l’imballaggio secondario Sacmi Packaging&Chocolate, riferimento mondiale nella lavorazione, modellaggio e incarto del cioccolato e protagonista nell’offerta di soluzioni complete per l’incarto e il primary&secondary packaging di dolci, biscotti, prodotti da forno ed altri ambiti food, si è presentata a Fachpack 2019 per illustrare tutte le ultime novità sviluppate nel segno dell’automazione, della gestione smart del processo e delle soluzioni complete per il mondo del cioccolato.
Attraverso i propri tre brand storici – Carle&Montanari, fondata nel 1907, OPM e FIMA – Sacmi Packaging&Chocolate si pone sul mercato come partner privilegiato sia per i grandi player dell’industria dolciaria, sia per laboratori industriali di qualità. Approvate e certificate dai protagonisti del settore food, le soluzioni Sacmi P&C si caratterizzano per efficienza logistica, ridotte esigenze di manutenzione, conformità agli ultimi standard di Industry 4.0.
Proprio questo aspetto è stato in primo piano alla fiera di Norimberga. Presente con un ampio spazio espositivo, l’azienda ha esposto le ultime evoluzioni tecnologiche che si concentrano in modo particolare nel segmento secondary packaging. Formata da due moduli indipendenti e complementari – il primo per la preparazione e il secondo per l’inserimento del fardello all’interno della cassa – la soluzione Smart Cell esposta è progetta-
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ta per agevolare al massimo la gestione dei cambi formato. Il primo modulo prepara il fardello mediante due coppie di nastri trasportatori e fast pickers, mentre il secondo, equipaggiato con robot a due assi, preleva il fardello pronto per essere inserito in cassa. Alla totale automazione delle operazioni la piattaforma affianca la possibilità di gestire in modo totalmente automatico il cambio formato tramite interfaccia operatore, grazie alla particolare configurazione del robot che, una volta ricevuti i prodotti, li posiziona automaticamente su una o più file, di costa o di taglio, prima dell’imballaggio finale. Protagonista nella tecnologia e nel servizio, Sacmi
Soluzione Smart Cell S 330 (Sacmi Packaging&Chocolate).
Packaging&Chocolate opera all’interno del Global Network Sacmi, oltre 80 filiali di produzione distribuzione e servizio dislocate in tutto il mondo. Grazie alla Divisione Sacmi Customer Service, il cliente può contare su servizi avanzati di consulenza ed assistenza sin dalla fase progettuale, quindi per tutta la vita utile della macchina e dell’impianto.
Sistemi di confezionamento per prodotti da forno e barrette A FachPack, Bosch ha presentato il suo nuovo sistema di confezionamento completo, adatto per barrette, biscotti e prodotti da forno, che può anche essere adattato ad altri prodotti. Si compone del nuovo sistema di alimentazione Pack Feeder 4 e della confezionatrice a flusso orizzontale Pack403 con una capacità fino a 800 prodotti al minuto. Il sistema di alimentazione a catena si distingue per la sua facile pulibilità con l’allontanamento del nastro senza attrezzi e la manipolazione delicata del prodotto. La Pack 403 garantisce un andamento omogeneo grazie alle unità di saldatura trasversale di nuova generazione, mentre altri particolari produttivi rendono l’uso della macchina semplice e intuitivo e un nastro di scarico rinnovato consen-
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te lo scarico dei prodotti difettosi in modo efficace. Una caratteristica del nuovo sistema è la scalabilità, che gli permette di crescere con le esigenze dell’utilizzatore, ad esempio attraverso l’integrazione con un’astucciatrice.
INSERIMENTO DI BECCUCCI SU BUSTE La tedesca Widmann ha presentato l’inseritore di beccucci SI100, una macchina che, a seconda dei prodotti e dei materiali, consente di scegliere il processo di saldatura più adatto e garantisce cambi in tempi brevi da un processo di saldatura ad un altro per garantire la massima flessibilità. Sviluppato per film riciclabili, come PE o PP al 100%, utilizza la tecnologia di saldatura ad ultrasuoni, adatta a questi materiali termosensibili, con la quale è in grado di realizzare fino a 100 cicli al minuto, che scendono a 90 per la saldatura a caldo. Il modulo SI100 può essere collegato a una riempitrice-sigillatrice come la Widmann LF100, oppure le buste su cui va inserito il beccuccio possono essere alimentate con un sistema automatico.
Particolare della confezionatrice orizzontale Pack403 (Bosch).
COMPONENTI, MACCHINE E SOLUZIONI PER LA MOVIMENTAZIONE DI POLVERI, GRANULI E PELLET CONNESSIONI FLESSIBILI BFM® FITTING • montaggio rapido senza attrezzi in meno di 40 secondi • ideale per vagli • DUST FREE
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Sacchi in carta Saccarta è una delle principali realtà nel settore della produzione dei sacchi in carta a grande contenuto, che da oltre 70 anni si ispira a valori quali servizio, qualità, innovazione, attenzione all’ambiente e sicurezza. Nel corso degli anni la scelta di investire in nuove tecnologie si è fortemente ed ulteriormente rafforzata ed oggi Saccarta dispone dei migliori impianti per produrre tutti i tipi di sacco di carta industriale, stampare fino a 10 colori, offrire la massima efficienza e flessibilità e personalizzare il prodotto secondo le esigenze dell’utilizzatore.
Lo stand di Saccarta al FachPack.
Soluzioni di imballaggio efficienti e sostenibili Al FachPack 2019 Multivac ha presentato una serie di innovazioni lungimiranti, fra cui la termosaldatrice TX 710 che si distingue per un robusto concetto macchina e un sistema di controllo intelligente, che insieme offrono massima flessibilità, produttività e affidabilità. A Norimberga il TX 710 era il fulcro di una linea di confezionamento completamente automatizzata, comprensiva di etichettatrice con nastro trasportatore L 310 per etichette avvolgenti. Una seconda linea di confezionamento comprendeva invece la termoformatrice RX 4.0, caratterizzata da diverse innovazioni. Grazie al suo sistema completo di sensori e alla digitalizzazione garantisce massima affidabilità, qualità e prestazioni degli imballaggi. Al salone di Norimberga la macchina era equipaggiata di una nuova generazione di etichettatrici cross-web,
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che offrono una precisione di etichettatura ancora maggiore a un livello di produzione più elevato. Tra i focus della fiera c’era anche la sostenibilità degli imballaggi, e a questo proposito Multivac ha proposto numerose soluzioni volte a ridurre il consumo di materiali e la produzione di imballaggi riciclabili. Ne è un esempio la gamma Multivac PaperBoard, composta da un’ampia varietà di materiali a base di fibra di carta per la produzione di confezioni sottovuoto skin e MAP su termoformatrici e termosigillatrici. Questo innovativo concetto di confezionamento è stato esposto in fiera con la termoformatrice compatta R 105 MF, un modello base economico per la produzione di skin pack con cadenze medio-piccole. Le confezioni possono essere realizzate per consentire all’utente l’agevole separazione del cartone dalla plastica per una raccolta differenziata.
Ricordiamo infine la termosaldatrice T 300 L completamente automatica, una macchina base compatta che può essere progettata con diversi sistemi di scarico che, grazie al semplice cambio degli stampi, può realizzare rapidamente i cambi formato, utilizzando tutti i vassoi convenzionali.
Multivac ha presentato le sue soluzioni per confezioni con etichetta avvolgente.
fiere
Confezionatrici per buste flessibili Volpak, leader nella progettazione e produzione di macchine riempitrici orizzontali per buste flessibili, negli ultimi anni ha fortemente investito in attività di ricerca e sviluppo, progettando o riprogettando le sue macchine per renderle sempre più veloci, versatili, con una maggiore capacità e connettività di fabbrica intelligente, vantando anche un’alta efficienza e l’impiego di materiali riciclabili. Data la sempre maggiore richiesta di materiali riciclabili nel settore del packaging, Volpak si è dotata delle tecnologie per poterli lavorare con la massima efficienza, garantendo stabilità nel processo di svolgimento, controllo dello stiramento del film, impostazione precisa e accuratezza dei parametri di sigillatura nella produzione di buste di qualità e a tenuta stagna, anche se realizzati con film da imballaggio sottili. Di Volpak ricordiamo la confezionatrice meccanica SI-280 che fa parte della gamma SI recentemen-
te ridisegnata per essere all’avanguardia, dotata di funzioni e accorgimenti intelligenti e di una versatilità tale da renderla ideale per una vasta gamma di esigenze di confezionamento, dai formati piccoli a quelli grandi, senza rinunciare a flessibilità e velocità. Ultimo ma non meno importante, la serie SI è tecnologicamente pronta per funzionare con materiali riciclabili. La SI 280 risponde alle esigenze e ai requisiti dell’Industria 4.0 e della digitalizzazione, per cui viene fornita con una serie di dispositivi “intelligenti” come un sistema di valutazione delle prestazioni, l’archiviazione centralizzata dei dati, un sistema di autodiagnosi basato sul web e l’interconnettività plug & play. Il modello SL-110 esposto a Norimberga è invece una macchina riempitrice orizzontale, disponibile nelle versioni Simplex e Duplex, che può produrre fino a 180 buste al minuto. Copre una serie di processi diversi, tra cui la produzione
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della busta, il suo riempimento e il taglio finale, per produrre buste sia singole che doppie collegate da una linea tratteggiata. È anche possibile produrre strisce di 10 buste sulla stessa macchina, il che la rende una soluzione estremamente flessibile.
MATERIE PRIME E SISTEMI DI RICICLAGGIO PER IL PACKAGING Sevenseas International, presente per la prima volta al FachPack 2019 di Norimberga, è affermata nel settore dell’imballaggio e del riciclaggio, occupandosi dell’acquisto e della vendita di quasi tutti i tipi di materie prime secondarie, con specializzazione in imballaggi flessibili in plastica e carta, materie prime preziose per i mercati nazionali e internazionali. Il tipo di carta e plastica procurate da Sevenseas includono stampati e non stampati, dal monostrato al multistrato, laminati, complessi e non tessuti. Con una presenza eccellente in Europa e clienti in tutto il mondo, Sevenseas collabora con diversi operatori del settore dell’imballaggio, compresi produttori, stampatori e convertitori di piccole e medie dimensioni, nonché grandi organizzazioni. In linea con la crescente domanda di riciclaggio, l’azienda si impegna a contribuire al miglioramento dell’ambiente, fungendo da collegamento nella crescente necessità di riciclaggio delle industrie.
Confezionatrice per buste SL-110 (Volpak).
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Imballaggio sostenibile e digitalizzazione degli impianti In linea con i temi chiave di questa edizione del FachPack, Optima ha presentato un nuovo concept fieristico, offrendo ai visitatori la consulenza di esperti su sostenibilità e digitalizzazione. Per quanto riguarda la prima, fra gli ospiti dello stand era presente il fondatore dell’azienda Rezemo, una start-up che ha sviluppato una capsula per caffè completamente ricavata dal legno. In occasione della fiera i visitatori hanno potuto assaggiarlo, per rimanere in tema, in un bicchierino ricavato dalla pula del riso. Grazie a questa collaborazione Optima mette in evidenza la disponibilità dell’azienda tedesca a collaborare con clienti e partner su nuove soluzioni di imballaggio più sostenibili. Fino ad ora, ad esempio, ha lavorato al risparmio di materiale con concetti di macchine ottimizzati e la riduzione al minimo del prodotto in eccesso rispetto al peso stabilito attraverso un metodo di porzionatura basato sul peso nominale. Infine, i visitatori dello stand hanno potuto conoscere i nuovi prodotti digitali di Optima, che in futuro saranno combinati su un’unica piattaforma. Fra questi figurano, ad esempio, un database delle conoscenze, un sistema di monitoraggio delle condizioni della macchina, uno strumento di manutenzione ciclica e predittiva e un catalogo 3D di pezzi di ricambio. Nel database delle conoscenze gli utenti troveranno tutti i documenti importanti dai manuali ai video di formazione, ma anche piani per l’assistenza clienti da remoto tramite occhiali intelligen-
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ti, tablet e smartphone o un supporto per il cambio formato 3D. Per garantire un’analisi rapida degli errori, una tracciabilità affidabile dei prodotti e l’ottimizzazione dell’efficienza globale delle apparecchiature è stata presentata la soluzione OPAL, che rappresenta la soluzione ottimale a queste esigenze.
La capsula per caffè in fibra di legno Rezemo presentata da Optima al FachPack.
Termosaldatrice Proseal ha presentato la termosaldatrice automatica GT 4e ad alta capacità e alta velocità con impianto a vuoto completo, progettata per ridurre i costi di manodopera e garantire grande flessibilità nell’esecuzione di qualsiasi tipo di termosaldatura a caldo di vassoi preformati, sia in condizioni ambiente che MAP, VMAP, Skin, Skin Plus o Skin Deep. Ciascuna di queste opzioni può essere prevista subito o in tempi successivi, oppure essere elimina-
Termosaldatrice GT 4e (Proseal).
ta laddove non necessaria. Questa flessibilità offre la garanzia di poter utilizzare la macchina con qualunque tipo di imballaggio si volesse scegliere in futuro. Dotata di una capacità fino a 84 confezioni sottovuoto o con gas/minuto e di sistema di stampa, la termosaldatrice GT 4e è fornita di un pratico sistema di trasporto modulare ed è progettata per lavorare con vassoi in entrata distanziati in modo casuale ed essere agevolmente integrata con altre macchine in linea.
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Nuovo pallet per export
Confezionamento innovativo e su misura
Consapevole che il bancale per spedizione gioca un ruolo fondamentale durante il trasporto, CMP ha creato il nuovo modello di pallet per export Jpall, una soluzione che rivoluziona il mondo della logistica legata all’export, in quanto supera i limiti dei vecchi bancali in plastica e offre caratteristiche nuove e vantaggiose. Lo speciale design a 9 piedi rinforzati, il piano grigliato innovativo con spessori opportunamente calibrati per garantire la massima resistenza, il materiale plastico di prima scelta e l’assoluta leggerezza (4,8 kg) garantiscono robustezza, sicurezza e facilità di movimentazione.
Per rispondere alla crescente domanda di soluzioni di imballaggio ecologiche Gerhard Schubert ha proposto le sue soluzioni studiate sulle specifiche esigenze grazie al suo servizio di consulenza tecnica, che consente di passare in modo economico a materiali di imballaggio sostenibili. La gamma di possibilità spazia dallo sviluppo di nuovi imballaggi e la loro registrazione in conformità alla nuova Direttiva europea sul packaging allo sviluppo di concetti e processi, fino alla scelta dei fornitori di macchinari più adatti. In esposizione al Fachpack, una macchina realizzata per un cliente che ha dimostrato come sia possibile utilizzare cartone al posto dell’imballaggio in pellicola del cioccolato. La linea estremamente snella e compatta si compone di tre sotto-macchine disposte su due telai con funzioni di montaggio dei vassoi di cartone, riempimento e sigillatura. Confeziona barrette di cioccolato in scatole da esposizione, alimentate attraverso due nastri con una capacità di 120 tavolette di cioccolato/min ciascuno. Le tavolette da 200 grammi non sono confezionate nel film, ma in una scatola pieghevole di cartone. Durante la lavorazione, i prodotti che entrano nella macchina distesi vengono posizionati prima in un sistema di raggruppamento, spinti insieme e quindi inseriti in un vassoio di cartone. In questo processo, il materiale di imballaggio della barretta di cioccolato non ha praticamente alcun ruolo per il sistema.
Il nuovo pallet per export Jpall (CMP).
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Un particolare di un innovativo sistema di confezionamento per articoli di cioccolato sagomati (Schubert).
Schubert ha presentato a Norimberga anche i più sofisticati strumenti di stampa 3D sviluppati per rendere sempre più flessibili i processi produttivi grazie alla possibilità di produrre in modo estremamente rapido componenti che consentono alle macchine di adattarsi in tempo reale al variare delle esigenze.
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macchine accessori
D’Arta e Bühler insieme per una selezione ad alta capacità
Il produttore belga di alimenti surgelati D’Arta ha lavorato in collaborazione con Bühler per trovare una soluzione di selezione flessibile in grado di gestire una produttività molto elevata
D’Arta – società a conduzione familiare che attualmente impiega oltre 900 persone nei suoi 4 stabilimenti in Europa – produce una gamma di prodotti freschi surgelati, tra cui verdure, frutta, erbe e contorni pronti che esporta in oltre 100 Paesi. Fra i capisaldi della sua politica societaria c’è la sostenibilità, come evidenziano tutti gli impianti, ad esempio lo Yorkshire Greens, in Gran Bretagna, con contributo ambientale nullo di anidride carbonica, realizzato in joint venture in questo caso con la GWE Biogas e la Swaythorpe Growers, una cooperativa agricola di 40 persone. Questa collaborazione permette di trasformare gli scarti provenienti dalla raccolta e dai processi produttivi in energia sostenibile utilizzata nell’impianto per dare vita ad un prodotto il più possibile “verde” e con l’impronta ecologica più ridotta possibile. L’etica della cooperativa D’Arta si estende ai fornitori di macchinari, e da anni la società belga, per risol-
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vere i problemi di sicurezza alimentare, si avvale della collaborazione con Bühler, le cui soluzioni che l’hanno aiutata a crescere in Portogallo, Regno Unito e, più recentemente, in Italia.
La selezionatrice Sortex FA3 (Bühler).
Qualche tempo fa D’Arta si era convinta dell’efficacia delle selezionatrici ottiche Bühler vedendo all’opera il prototipo di una Sortex FA2, e ordinandone quindi due per una sua linea di confezionamento nel-
macchine accessori
lo stabilimento di produzione portoghese. La gamma Sortex F, caratterizzata dal design igienico, ha la capacità di rilevare con precisione anche lievi difetti di colore, corpi estranei e materiali estranei in frutta e verdura surgelate. In particolare, le unità Sortex FA2 sono in grado di gestire fino a 14 tonnellate di prodotto all’ora. L’ottima esperienza avuta con la gamma di selezionatrici Sortex ha portato D’Arta a rivolgersi nuovamente a Bühler per l’acquisto di una nuova macchina con una capacità maggiore nell’impianto Yorkshire Greens.
Il processo Al momento del raccolto annuale, i piselli arrivano allo stabilimento britannico già sgranati. Vengono quindi sottoposti ad una serie di passaggi di lavaggio e pulitura prima di essere scottati e surgelati singolarmente in un processo rapido IFQ che porta rapidamente la temperatura interna a -20°C. I piselli surgelati vengono quindi distribuiti su un vassoio vibrante che li porta alla selezionatrice ottica per l’eliminazione di qualsiasi prodotto fuori specifica. I piselli conformi vengono quindi trasferiti in grandi casse conservate in surgelatore fino al completamento del raccolto. Da qui passano al confezionamento, dove devono superare il vaglio di un’altra selezionatrice ottica per la rimozione degli eventuali prodotti difettosi ancora presenti.
Capacità superiore Poiché la linea di surgelazione IQF della Yorkshire Greens è in grado di produrre 15 tonnellate di pro-
dotto all’ora, era necessaria una selezionatrice di capacità più elevata. Bühler stava già sviluppando una soluzione del genere per i prodotti surgelati quando è stata contattata da Yorkshire Greens per l’implementazione di una nuova macchina, prima del nuovo raccolto. È stato quindi installato il prototipo Bühler nello stabilimento inglese per procedere alla prove per la sua messa a punto, effettuate su diversi prodotti, fra cui rosette di cavolfiore e broccoli, piselli, patate e carote cubettate. La Sortex FA3 è stata sviluppata per offrire una soluzione in applicazioni che richiedono capacità ele-
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vata ma, con una velocità massima di 20 tonnellate all’ora, offre anche flessibilità, consentendo di lavorare su tre cascate, mentre un nuovo software visualizza in modo chiaro i prodotti difettosi, e l’interfaccia uomo-macchina semplifica l’impostazione garantendo una maggiore accuratezza della macchina. La collaborazione in fase di prova ha consentito a D’Arta di ottimizzarne il funzionamento e, di conseguenza, la qualità del prodotto finale, a dimostrazione che l’affidabilità di un partner solido come Bühler e le ottime prestazioni che è in grado di garantire sono alla fine più importanti del costo.
Protezione efficace contro le esplosioni nei processi di pesatura Una scintilla o un effetto termico può bastare per innescare esplosioni in determinate aree industriali. La protezione da tali scenari rientra perciò fra i componenti centrali nella tecnologia della sicurezza industriale ed è un aspetto importante anche per i processi di pesatura. Minebea Intec è uno fra i pochi fornitori in grado di offrire un’ampia gamma di prodotti per la pesatura in aree a rischio di esplosione. Tre fattori devono essere contemporaneamente presenti per sviluppare un’atmosfera a rischio di esplosione: una sostanza infiammabile, ossigeno in quantità sufficiente per creare unitamente alla sostanza infiammabile una miscela esplosiva e una fonte di accensione, come ad esempio una scintilla o una superficie calda. Solo quando questi tre presupposti sono contemporaneamente presenti, sussiste il pericolo di un’esplosione.
Impianti industriali in cui sono presenti miscele di gas infiammabili si possono trovare in numerosi ambiti in cui gli impianti di pesatura sono una parte fondamentale dei processi e devono pertanto essere a prova di esplosione. Il pericolo di esplosioni causate da polveri viene spesso sottovalutato. Sebbene in questi incidenti si produca meno calore, le onde d’urto sviluppate dall’esplosione possono causare danni enormi a persone e impianti produttivi. Tecniche per la protezione contro le esplosioni furono sviluppate la prima volta oltre 200 anni fa per l’industria estrattiva, per evitare l’esplosione di gas infiammabili, che spesso venivano causate dalle lampade allora utilizzate dai minatori. Già nel 1815 il chimico Sir Humphry Davy sviluppò una lampada ad olio protetta contro le esplosioni, questo fu il primo strumento
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La serie di bilance industriali Signum offre realizzazioni antideflagranti (Minebea Intec).
antideflagrante. Durante la rivoluzione industriale, alla fine del 19° secolo, iniziarono ad essere impiegati nell’industria estrattiva i primi strumenti elettrici, che ridussero notevolmente il rischio di esplosione. Fu in quegli anni che vennero elaborate anche le prime norme di prevenzione dell’industria. Oggi esistono in tutto il mondo numerosi standard nazionali e internazionali per aumentare la sicurezza di impianti e strumenti in ambiti a rischio di esplosione. Questi requisiti devono essere rispettati anche dagli impianti di pesatura che vengono utilizzati nelle zone potenzialmente pericolose. Alle disposizioni internazionali più importanti appartiene la cosiddetta direttiva ATEX, che comprende rispettivamente una direttiva EU per prodotti che vengono impiegati in aree a rischio di esplosione, nonché norme per la protezione del personale che opera in questi ambiti. Inoltre sono diffusi gli standard IEC (International Electrotechnical Commission), CSA (Canadian Standards
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Association) e FM (Factory Mutual Research Corporation). Per la classificazione delle zone di pericolo nelle aree produttive è necessario che addetti sanitari e alla sicurezza eseguano una valutazione delle aree potenzialmente a rischio di esplosione, ed effettuino una divisione in zone chiaramente identificabili. Lo standard ATEX identifica innanzitutto che sistemi adeguati vengano utilizzati nell’industria estrattiva sotterranea o nell’industria di superficie. Un’altra divisione si occupa delle situazioni in cui come base di pericolo sono presenti gas, vapore o nebbia che possano sviluppare sostanze infiammabili durante il funzionamento dell’impianto, o se sia presente polvere. Anche la temperatura superficiale massima dell’apparecchiatura è un fattore di sicurezza: in caso di guasto o malfunzionamento questa non deve superare la temperatura di accensione del gas, della miscela di ossigeno, polvere e ossigeno presenti nell’ambiente. Un altro criterio definito dalla direttiva Atex per la classificazione delle zone a rischio di esplosione a cui le aziende si devono attenere nella progettazione degli impianti è il periodo di presenza di
una miscela esplosiva, periodo che può essere costante, occasionale o breve. In queste zone deve essere garantita la protezione da fonti di accensione; pertanto strumenti, impianti, nonché dispositivi di protezione utilizzati in queste zone possono essere impiegati solo se rispettano tale direttiva. Chi è incaricato a progettare un impianto deve pertanto porre particolare attenzione nel selezionare la strumentazione da utilizzare in aree a rischio di esplosione, sulla base del potenziale pericolo presente. Questo vale anche per strumenti elettrici come bilance, terminali remoti e indicatori di peso, che spesso trovano impiego anche nelle zone a rischio di esplosione degli impianti industriali. Minebea Intec è uno dei pochi fornitori mondiali leader che ha sviluppato, testato e certificato prodotti per la pesatura in ambienti a rischio di esplosioni. Alla base c’è l’esperienza decennale dell’azienda circa le esigenze industriali nel campo delle tecnologie di pesatura e nelle direttive internazionali che le consente di offrire un’ampia scelta di soluzioni di pesatura a prova di esplosione e di massima qualità.
Gli indicatori di peso della serie Combics 2 sono stati sviluppati specialmente per l’utilizzo in ambiti a rischio di esplosione (Minebea Intec).
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Smart plastics e manutenzione intelligente “Industria 4.0”, “Internet delle cose” e “smart factory” non sono più concetti tanto futuristici e oggi sono sempre di più le aziende che scelgono di trarre vantaggio dall’impiego di sistemi e prodotti intelligenti. Grazie ai componenti smart in plastiche ad alte prestazioni di Igus, produttori e utenti di macchine utensili possono ora raggiungere un livello superiore in termini di manutenzione e, di conseguenza, risparmiare sui costi. La manutenzione nell’era dell’industria 4.0 comporta un chiaro cambiamento di paradigma. Invece di svolgere interventi di manutenzione a data fissa, limitandosi semplicemente a reagire di fronte a guasti e malfunzionamenti, la “manutenzione predittiva” consiste nel controllo continuo dello stato delle macchine utensili. Si eseguono manutenzioni e sostituzioni solo se strettamente necessario. Gli interventi di manutenzione possono, così, essere pianificati con precisione. Allo stesso tempo, la misurazione permanente dei dati consente di ridurre i fermi imprevisti e, quindi, i costi da imputare ai guasti. In questo contesto e con questi precisi obiettivi, Igus ha sviluppato le smart plastics: vari sensori e moduli di controllo per catene portacavi, cavi, cuscinetti e guide lineari. Trattasi, prendendo l’esempio delle catene portacavi, di sensori per la misurazione dell’attrito o dell’usura nel collegamento perno/foro oppure per il riconoscimento della forza di rottura e di trazione/spinta. La connessione con il nuovo modulo di comunicazione plus (icom. plus) consente l’integrazione dei dati di monitoraggio direttamente nell’infrastruttura IT del cliente, per
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Le smart plastics permettono di aumentare la sicurezza delle macchine utensili, programmare con precisione gli interventi di manutenzione e risparmiare sui costi (Igus).
esempio in sistemi di gestione della produzione come SCADA e MES o in soluzioni cloud impiegate a livello aziendale.
Integrazione dati flessibile con il nuovo icom.plus L’icom.plus viene programmato tramite semplici sistemi di configurazione online che Igus mette a disposizione e che contengono gli algoritmi per il calcolo della durata d’esercizio. Su richiesta del cliente, dopo un parametraggio iniziale online, il sistema può essere utilizzato anche offline senza funzione di aggiornamento. Così l’utente può gestire in modo flessibile la connessione del modulo e, quindi, dei suoi dati e creare equilibrio
tra massimizzazione della durata e sicurezza IT. Se l’icom.plus è connesso online, la sincronizzazione delle indicazioni sulla durata d’esercizio con il cloud Igus è continua, per consentire la durata massima della macchina e minimizzare il rischio di guasto. Nel cloud, i dati vengono confrontati ai dati risultanti dai 10 miliardi di cicli di test di catene portacavi e cavi eseguiti, ogni anno, nel grande laboratorio di prova aziendale di 3.800 m2. Grazie ai dati provenienti da queste prove, che confluiscono nel calcolatore della durata d’esercizio (accessibile gratuitamente online), è possibile prevedere, tra altre cose, per quanto tempo una catena portacavi funzionerà in modo affidabile nella specifica applicazione della macchina utensile, in
macchine accessori
CAVI PER CAMERA BIANCHE Igus ha sviluppato due cavi Ethernet perfettamente idonei per l’utilizzo in camera bianca, il CFBUS.LB.045 e il CFBUS.LB.049. Durante le prove, questi cavi hanno superato oltre 24 milioni di corse con un raggio di curvatura di soli 55 millimetri, senza danni né guasti. Scegliere componenti e cavi certificati permette alle aziende di accedere alla digitalizzazione dei processi e all’Industria 4.0. Innumerevoli test all’interno del laboratorio Igus hanno dimostrato che la combinazione di dettagli costruttivi, tecnologia IDC (Insulation Displacement Contact) e cavo (bus) su misura garantisce alla fine una trasmissione di dati stabile in un processo produttivo o industriale. Grazie alla scelta del giusto connettore, versione e/o produttore, all’attenzione ad informazioni quali la corsa e alla scelta di requisiti specifici, che in gran parte sono persino certificati, Igus garantisce l’idoneità di questi cavi anche in condizioni particolari come quelle delle camere bianche.
anticipo e con esattezza. L’aggiornamento costante dei dati di durata grazie ai componenti isense Igus rappresenta, per il cliente, un’ulte-
riore sicurezza perché il sistema integra in tempo reale le effettive condizioni ambientali dell’applicazione in corso. Grazie ai comples-
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si algoritmi di Machine Learning e di Intelligenza Artificiale, è possibile fornire indicazioni precise sulla durata delle soluzioni impiegate dall’utente nell’applicazione specifica. Queste informazioni vengono visualizzate sullo schermo del dispositivo di controllo dell’impianto e nel caso di un sistema connesso online, l’utente riceve un SMS o un’e-mail che lo informano circa anomalie negli stati di funzionamento o necessità di interventi di manutenzione imminenti. I clienti vengono avvisati con giusto preavviso se si rende necessario acquistare pezzi di ricambio; tutto questo permette di implementare scenari diversi, dalla programmazione automatica degli interventi di manutenzione all’ordine sistematico dei giusti pezzi di ricambio, fino all’“e-chain as a service”.
Linee di produzione gocce di cioccolato La Tecno 3 propone la linea di produzione gocce di cioccolato, serie LG, progettata e realizzata per il modellaggio del cioccolato sotto forma di gocce di differente peso e dimensione, utilizzate poi dalle aziende dolciarie come semilavorato tal quale da inserire nei più svariati prodotti o per ottenere cioccolato liquido mediante la fusione. La linea è costituita da una modellatrice, un tappeto in poliuretano, su cui viene depositato il cioccolato, e un tunnel di raffreddamento. La colatrice, posta a monte della linea, è a pistoni orizzontali e dosa il cioccolato con grande precisione sul tappeto in avanzamento a passo alternato. La grammatura delle gocce può essere modificata agevolmente variando in modo accu-
rato la corsa dei pistoni pompanti, grazie al controllo elettronico che agisce su azionamenti Brushless. È montata su un apposito telaio che
può essere sfilato per facilitare le operazioni di pulizia. Il livellamento desiderato delle gocce sul tappeto si ottiene me-
Linea di produzione gocce di cioccolato (Tecno 3).
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diante un piano a vibrazione regolabile, posto nella parte inferiore della zona di colaggio. Il giusto centraggio del nastro è assicurato da un gruppo di controllo e correzione. Il tunnel di raffreddamento è diviso in due zone a termostatazione indipendente. Le batterie di refrigerazione, poste nella parte inferiore centrale, sono complete di deflet-
tori e creano una circolazione forzata dell’aria nelle due zone, favorendo uno scambio termico ottimale. Il tunnel è costruito interamente in acciaio inox Aisi 304. Le carterature di protezione superiori a guscio sono apribili sui due lati e coibentate con resine termoindurenti. Una penna di rinvio a diametro ridotto, posta al fondo della li-
nea, consente di staccare dal nastro le gocce raffreddate e solidificate, che sono raccolte nell’apposita tramoggia e inviate al confezionamento. Tutti i parametri di ricetta, riferiti sia alla colatrice che al tunnel di raffreddamento, sono impostabili su pannello operatore touch-screen e controllati da PLC.
Soluzioni di bulk handling Normicom è un’importante realtà di riferimento nel settore del material handling, specializzata nei componenti e nelle tecnologie per la movimentazione e manipolazione di polveri e granuli e la miscelazione di solidi in liquidi. Grazie a partnership esclusive con alcune delle eccellenze tecnologiche del panorama internazionale (DMN Westinghouse, Piab, BFM Fittings, Morris, Vortex, ecc), Normicom opera da quindici anni su tutto il territorio italiano, offrendo componenti, macchine di processo e soluzioni di alta qualità, dedicate al trasporto pneumatico, la miscelazione, il dosaggio e la vagliatura di qualsiasi tipo di materiale solido sfuso.
Soluzioni per la movimentazione e il dosaggio Un team di tecnici qualificati, con una radicata e specifica esperienza nel mondo del bulk handling, accompagna e segue il cliente dalla fase di preventivo, fino allo sviluppo e all’avviamento, al fine di garantire un miglioramento dei processi e dei livelli di efficienza.
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Ogni soluzione proposta è pensata per adattarsi all’applicazione dell’utilizzatore ed è realizzata tenendo conto del processo e di tutte le caratteristiche necessarie a soddisfare ogni diversa esigenza. Perfettamente integrabili con le linee di produzioni esistenti, le soluzioni Normicom rappresentano la perfetta combinazione fra tecnologie partner ad elevata qualità e know-how ventennale nel settore del material handling.
Ricerca & Sviluppo Grazie ad un centro ricerche di recente costruzione, Normicom è in grado di affiancare i propri clienti nelle fasi di test e sviluppo delle soluzioni, assicurando l’assistenza necessaria per la scelta della migliore tecnologia, l’elaborazione dei dati raccolti e l’ingegnerizzazione del progetto. La ricerca e la selezione di componenti innovativi, macchine e soluzioni integrabili e predisposti all’industria 4.0, fanno di Normicom un partner solido, affidabile e proiettato nel futuro. Un interlocutore flessibile e capace di dare ri-
Trasporto da miscelatore a coclea (Normicom).
sposte concrete alle esigenze dei propri clienti ed in grado di generare un processo di reciproco miglioramento.
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Nuovi mescolatori industriali a vomere, a pala, a nastro idonei al contatto con alimenti Dal 1990 la società Mix progetta e costruisce a Cavezzo (MO) sistemi di mescolazione e componenti industriali per il trattamento dei prodotti in polvere, adottando un Sistema di Gestione Aziendale conforme a ISO 9001 – ISO 14001 – ISO 45001. Da sempre attenta alle esigenze degli utilizzatori, l’azienda ha sviluppato una nuova gamma di mescolatori industriali a vomere, a pala, a nastro conformi alla normativa 1935/2004, per il contatto con alimenti. Tutti i materiali a contatto col prodotto, utilizzati nella costruzione dei mixer hanno una propria dichiarazione di conformità per l’utilizzo in ambito alimentare. Il design specifico privo di nicchie e di zone nascoste ha lo scopo di evitare il deposito dei prodotti alimentari e di facilitare la completa pulizia di tutte le parti del mixer. Nella propria visione, Mix si propone non come semplice fornitore, ma come partner affidabile, progettando e costruendo ogni mescolatore su misura, per poter soddisfare anche le richieste più esigenti e particolari. Perseguendo questo obiettivo, Mix ha sviluppato una gamma top di mescolatori industriali a vomere dotati di albero rotore completamente estraibile. Questa soluzione innovativa consente all’operatore di accedere facilmente ad ogni punto all’interno della camera di mescolazione e permette di ottenere la pulizia completa della camera e dell’albero rotore, ottenendo una drastica riduzione dei tempi di pulizia. I mescolatori possono essere equipaggiati su richiesta
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di scambiatore termico, omogeneizzatori laterali e ugelli di immissione liquidi e certificazione ATEX. Queste caratteristiche li rendono idonei all’utilizzo nel settore alimentare, dove la pulizia dell’attrezzatura ricopre una grande importanza. Assieme ai mescolatori, Mix ha sviluppato una nuova serie di filtri depolveratori completi di certificazione EC 1935/2204, idonei all’utilizzo in applicazioni alimentari per prodotti in polvere. Le caratteristiche principali sono: parti metalliche a contatto prodotto in AISI 304; parti non metalliche a contatto prodotto certificate EC 1935/2004; elementi filtranti in poliestere antistatico certificato EC 1935/2004; sistema di pulizia ad aria compressa in controcorrente, ad alta efficienza grazie al serbatoio d’aria posizionato all’interno del filtro; design speci-
Mixer a pale A-MXKH0600 conforme alla direttiva europea 1935/2004/EC per il contatto con alimenti (Mix).
fico secondo le norme di buona fabbricazione. La sostituzione degli elementi filtranti, dall’alto o dal portello laterale, è rapida e facilitata grazie al nuovo sistema di fissaggio senza bulloni. I filtri possono essere certificati ATEX II -/3D per utilizzo in zona 20/21 interna e zona 22 esterna. L’efficacia del sistema di pulizia è controllata dal sequenziatore programmabile Mix che, su richiesta, può essere equipaggiato di misuratore differenziale di pressione (economizzatore).
Molino colloidale La tailandese CTC ha presentato la sua gamma di molini fra cui quelli colloidali, idonei alla produzione su micro-scala di prodotti umidi, caratterizzati da prestazioni affidabili, semplicità d’uso, funzionamento equilibrato, bassa rumorosità, prevenzione alla corrosione e ampia gamma di applicazioni. In campo alimentare ne sono esempi il trattamento di succhi, marmellate, arachidi, panna, bevande, latte maltato, tuorli d’uovo e gelati.
Molino colloidale (CTC).
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Cernita automatica delle ciliegie Nel 2018 la cooperativa italiana Apofruit ha investito in una piattaforma di cernita delle ciliegie InVision TotalView dell’australiana Compac – azienda del gruppo belga Tomra – per migliorare la capacità di fornire una qualità costante in modo efficiente. Il sistema è stato installato in tempo per salvare la stagione delle ciliegie del 2019, che ha avuto un inizio terribile con forti piogge che hanno compromesso la qualità del raccolto. Con la piattaforma InVision TotalView, Apofruit è stata in grado di recuperare i frutti sani anche dai lotti di scarsa qualità conferiti nelle prime settimane, con un risultato positivo per la cooperativa, che ha chiuso la stagione difficile in modo redditizio e ha potuto sostenere gli agricoltori che ne fanno parte. Compac ha sviluppato una vasta esperienza nei principali mercati delle ciliegie del mondo, tra cui lo Stato di Washington e la California negli Stati Uniti, Cile, Nuova Zelanda, Italia, Grecia e Turchia, che le consente di sviluppare soluzioni innovative su misura per soddisfare le diverse esigenze degli impianti di lavorazione, e il caso qui illustrato dimostra come questa tecnologia sia in grado di garantire una qualità premium dei prodotti, offrendo alle aziende un vantaggio competitivo. La cooperativa italiana Apofruit gestisce in Italia 11 impianti di trasformazione di frutta e verdura e 15 per la raccolta e lo stoccaggio dei prodotti. Lavora a stretto contatto con i suoi agricoltori conferitori, dislocati su tutto il territorio nazionale. In oltre 50 anni di attività, ha mantenuto una crescita costante puntando ad un alto grado di specializzazione nei principali
prodotti ortofrutticoli italiani grazie all’impegno nel miglioramento della qualità e dell’assortimento, all’innovazione dell’offerta e dei processi e alla capacità di proporre servizi su misura per soddisfare le esigenze dei diversi canali di vendita al dettaglio. Con questo obiettivo, l’anno scorso la cooperativa ha investito nella tecnologia InVision di Compac per la sua linea di lavorazione delle ciliegie nello stabilimento di Vignola e per la selezione di albicocche biologiche, pesche, nettarine e agrumi nello stabilimento di Scanzano Jonico. Entrambi i sistemi sono stati forniti e installati dal partner di Compac in Italia, Icoel.
Come selezionare un prodotto omogeneo da una fornitura disomogenea La decisione di Apofruit di acquistare la tecnologia Compac è stata determinata dalla sua missione di fornire sempre prodotti di altissima qualità, e contestualmente dalla necessità di soddisfare le esigenze molto diverse della sua variegata clientela, puntando su flessibilità e velocità. Un’altra sfida deriva dal fatto che la maggior parte della produzione di ciliegie italiane proviene da piccoli agricoltori. La cooperativa, che ne
La linea per ciliegie con il sistema di cernita InVision TotalView (Compac).
lavora circa 2.000 tonnellate all’anno, riceve una moltitudine di piccoli lotti di qualità mista, conferiti nelle sue strutture dove vengono sottoposti a un processo di raffreddamento ad acqua prima di essere spediti allo stabilimento di Vignola vicino a Modena per la classificazione, la lavorazione e il confezionamento. Questa frammentazione dell’offerta aumenta significativamente la complessità della gestione dell’intero processo dalla ricezione, conservazione ed elaborazione, fino alla vendita finale. Significa anche trasformare un prodotto all’origine di qualità mista in uno di qualità
La visione totale dei frutti garantita dal sistema di cernita (Compac).
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omogenea, il che sarebbe impossibile senza una impegnativa classificazione manuale, che comporta costi di manodopera aggiuntivi.
Qualità garantita anche da lotti scarsi La soluzione fornita da Compac è una linea completa Compac SFS 6L InVision 5-View, successivamente aggiornata con il modulo di ispezione TotalView, la cui tecnologia associa imaging potente, illuminazione controllata e rotazione della ciliegia per consentire una classi-
ficazione accurata e omogenea sulla base di dimensioni, forma, colore e imperfezioni. La prestazione è ulteriormente migliorata dal modulo TotalView, che offre 7 visioni della ciliegia e rileva difetti del picciolo, fessurazioni dovute alla pioggia o la presenza di muffa, mantenendo le attuali velocità di produzione. La piattaforma InVision TotalView offre un’elevata precisione nella classificazione dei difetti e si distingue in particolare per la sua capacità di classificare le fessurazioni causate dalla pioggia, processando i lotti difettosi più velocemente, separandone i frutti sani.
Queste caratteristiche hanno consentito ad Apofruit di salvare una stagione gravemente compromessa dalle abbondanti piogge nel tempo della raccolta, grazie a una tecnologia efficace in grado di separare la parte buona da lotti difettosi, con un’affidabilità e una rapidità che i metodi tradizionali non avrebbero potuto assicurare. Accanto all’affidabilità e all’efficienza della piattaforma InVision TotalView, Apofruit ha scelto di rivolgersi a Compac per l’impegno profuso nella ricerca e per il servizio offerto dall’azienda in termini di assistenza tecnica e meccanica per garantire una soluzione ad hoc.
Nastri trasportatori in PU per lavorazione e trasporto di prodotti alimentari
Grazie ad una nuova macchina di produzione unica nel suo genere, Nitta è ora in grado di produrre una gamma più ampia di nastri in poliuretano (PU) con larghezza di oltre 3 m. I nastri sono altamente flessibili, facili da pulire e hanno un ciclo di vita estremamente lungo. Ideali per applicazioni nel settore alimentare come panifici, pasticcerie o nella produzione di dolci e cioccolato, ma anche per le operazioni di trasporto nei settori del riciclaggio, della logistica delle merci, dell’agricoltura e della meccanica, questi nastri realizzati nel nuovo materiale termoplastico poliuretanico dell’azienda olandese si distinguono per l’eccezionale resistenza ai grassi, agli oli e alle sostanze chimiche, la migliore resistenza all’usura e un coefficiente di attrito più basso – caratteristiche apprezzate nelle applicazioni di trasporto ad accumulo. Anche il colore può essere un fattore chiave nella scelta del materiale del na-
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stro: il prodotto alimentare deve distinguersi chiaramente dal materiale del nastro in termini di colore per individuare eventuali contaminazioni. Nitta offre nastri in PU nei colori principali bianco, blu e trasparente, conformi alle normative FDA e UE. Grazie ad una nuova macchina presso lo stabilimento olandese di Alkmaar, Nitta è in grado di pressare ed omogeneizzare il materiale dello strato superiore con rulli di calandra. Si crea così una struttura uniforme e compatta. La struttura omogenea rappresenta un grande vantaggio nel funzionamento, in quanto si verificano meno contaminazioni e la pulizia è semplificata. Ciò è necessario per ottenere le approvazioni necessarie per le applicazioni alimentari. Inoltre, si riducono i tempi di fermo dei sistemi di trasporto e quindi dell’intera linea di produzione. Con la nuova macchina di produzione è ora possibile produrre anche nastri in PU più sottili. Il van-
I nastri in PU sono adatti per rotoli di diametro ridotto e hanno una superficie omogenea e compatta con un basso rischio di contaminazione (Nitta).
taggio è che i nastri possono scorrere su penna con un diametro ancora più piccolo. Nel caso di nastri monostrato, questi rulli possono avere un diametro di soli 4 mm. I nastri più sottili sono più flessibili e hanno un migliore rapporto forza/ allungamento. La maggiore adesione impedisce inoltre che gli strati si stacchino. Questo materiale rende anche molto più facile unire insieme le estremità dei nastri.
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Confezionatrici e dosatrici La fiera Host di Milano ha rappresentato per Dolzan una preziosa occasione per presentare nuovi progetti ed apprendere le nuove tendenze di settore, oltre a far conoscere le proprie confezionatrici ad un vasto bacino di esperti di settore che si dimostrano sempre mol-
Lo stand Dolzan ad Host 2019.
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to interessati alle proposte di qualità che il “Made in Italy” offre. Durante l’ultima edizione della manifestazione milanese l’azienda ha cercato di portare una vasta selezione di confezionatrici, dosatori e accessori diversi in modo da dimostrare la versatilità dei pro-
pri impianti. La gamma di macchine presentata ad Host comprende confezionatrici verticali automatiche per buste a cuscino, buste con fondo quadro, buste con quattro saldature laterali e quelle sottovuoto, una dosatrice semiautomatica per poter riempire buste preformate, barattoli o scatole; dosatori con bilance lineari o volumetrici a coclea e svariati accessori come l’applicatore di valvola, stampatori ed etichettatori. I prodotti che le confezionatrici possono imbustare sono molteplici, tra i quali figurano caffè in grani o macinato, semi-preparati per gelati e bevande, farine, riso, pasta, caramelle, lieviti, zucchero e molto altro. La passione per il proprio mestiere, che dal 1962 è il motore dell’azienda, le ha permesso di produrre macchinari performanti la cui durata è garantita nel tempo e il cui funzionamento è supportato dalla competenza di tecnici specializzati che seguono passo passo il cliente nel percorso di messa in moto della macchina, di training del personale e di assistenza post vendita. La realizzazione delle confezionatrici viene realizzata ad hoc in base alle necessità del cliente e sulle specifiche del prodotto per creare una confezionatrice “su misura”.
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Pesatrici multitesta di media gamma Ishida Europe ha lanciato una versione migliorata delle sue pesatrici multitesta di fascia media più vendute che offre livelli di prestazioni ancora maggiori nella pesatura rapida e accurata di un’ampia varietà di prodotti secchi, surgelati e appiccicosi. La nuova serie RVE, ulteriormente ampliata con un modello a 24 teste con varianti a 10, 14, 16 e 20 teste, si avvale ora della tecnologia brevettata Ishida di potente vibrazione a controllo di frequenza (PFCV), che offre un maggiore controllo sul prodotto in entra-
ta nella parte superiore della bilancia e durante il trasferimento alle tramogge di pesatura. Essendo in grado di variare automaticamente sia l’ampiezza che la frequenza delle vibrazioni, le bilance assicurano un flusso di prodotto costante e omogeneo per mantenere la velocità e l’efficienza ed eliminare il pericolo di troppo pieno nelle tramogge. In particolare, la nuova tecnologia fa sì che gli ultimi modelli RVE siano in grado di gestire oggetti appiccicosi, più grandi e più pesanti con maggiore facilità. Un altro van-
taggio della tecnologia PFCV è che la macchina può essere facilmente adattata a diversi tipi di prodotto attraverso l’unità di controllo da remoto della bilancia e questo significa il mantenimento delle prestazioni lungo la vita utile della macchina senza bisogno di regolazioni meccaniche. In abbinamento alle caratteristiche avanzate esistenti, quali la filtrazione digitale e la moderna regolazione automatica dell’alimentazione, la nuova gamma RVE offre velocità fino a 120 pesate al minuto a seconda del modello e dell’applicazione. L’intera gamma può essere dotata di svariate vaschette radiali, tramogge (da 1,5 a 7 litri) e scivoli di scarico, il che permette alle pesatrici di essere realizzate su misura in base alle caratteristiche dei prodotti e alle gamme di peso utilizzate, mentre l’introduzione della versione a 24 teste aumenta le possibilità di miscelazione dei prodotti (fino a 4 ingredienti diversi) e diverse pesate in uscita. Tutti i nuovi modelli RVE integrano di serie il Reporting Pack del pionieristico software di assistenza clienti da remoto Sentinel di Ishida che supporta la nuova generazione di fabbriche “intelligenti” nell’ambito di Industry 4.0.
Pesatrice multitesta della nuova gamma RVE (Ishida).
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Esso permette l’accesso da remoto alle prestazioni della macchina e ai suoi resoconti, ed è possibile specificare pacchetti aggiuntivi per un ulteriore livello di protezione e supporto, incluso il monitoraggio da remoto e l’intervento degli ingegneri Ishida. Inoltre, insieme alla robusta costruzione caratteristica di tutte le bilance Ishida, i modelli RVE WP offrono in esclusiva i sensori di umidità e di temperatura per il monitoraggio in tempo reale dell’umidità o delle temperature estreme durante la produzione. Eventuali problemi, ad esempio causati da uno sportello aperto o dal guasto della mem-
brana di una cella di carico, verranno rilevati e identificati sull’unità di controllo da remoto della pesatrice (RCU) o nell’ambito del monitoraggio Sentinel, il che consente un rapido intervento per proteggere le aziende da tempi di fermo inderiderati e una migliore manutenzione delle macchine, con i relativi vantaggi in termini di durata complessiva. L’unità RCU ad alta velocità di elaborazione conforme alla direttiva ROHS offre controlli intuitivi di semplice utilizzo per un’impostazione e regolazioni rapide. Uno schermo chiaro e di facile lettura previene gli errori e sem-
Confezionatrici asettiche La cinese Guangzhou Leiwest Pak è specializzata nella progettazione e costruzione di macchine per l’imballaggio asettico e il confezionamento intelligente di prodotti lattiero-caseari, bevande proteiche vegetali, liquori, tè, succhi, condimenti, oli alimentari ma anche alimenti solidi. La LWG2C, ad esempio, è una riempitrice asettica che rappresenta l’evoluzione del modello base LWG2, idoneo in particolare al confezionamento di prodotti non alcolici e non oleosi a ritmi fino a 7.500 confezioni/h di dimensioni da 100 a 330 mL. Confezionatrice asettica LWG-2 (Guangzhou Leiwest Pak).
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plifica le procedure per ridurre al minimo i tempi di inattività e massimizzare l’efficienza della produzione. L’importazione/esportazione di dati USB plug and play e la connettività ethernet garantiscono una facile gestione dei dati. Tutte queste caratteristiche della nuova gamma RVE sono oggi disponibili ad un prezzo competitivo. In particolare, la tecnologia PFCV promette di aumentare ulteriormente la velocità, la precisione e l’affidabilità del modello per massimizzare le rese di produzione e comportare un rapido ritorno dell’investimento.
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Il packaging dei formaggi tra innovazioni e prospettive future L’evoluzione del prodotto corre parallelamente a quella del suo imballaggio. Vale anche per i formaggi, un settore in evoluzione, dove il packaging gioca un ruolo fondamentale in termini di prolungamento della shelf life e miglioramento del servizio, ma deve oggi affrontare nuove sfide tra cui quella della sostenibilità ambientale. Se ne è discusso in occasione dell’incontro Cheese Pack Evolution, svoltosi recentemente nel nuovo centro espositivo Packforum di Sealed Air a Passirana di Rho (Milano).
Evoluzione del mercato Il consumo di latte tal quale tende a diminuire, mentre quello dei prodotti derivati è in crescita. Secondo le stime di Gira (società di consulenza e ricerche di mercato) presentate durante l’evento, nel
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Packforum, il centro di Sealed Air a Passirana di Rho (Mi) dove si è svolto l’evento Cheese Pack Evolution.
periodo 2019-2024 il consumo di formaggio registrerà un +1,9% l’anno a livello globale. Nell’Unione europea la produzione di questo alimento è quasi esclusivamente assorbita dal consumo interno (90%) e aumenterà di 520 mila tonnellate, soprattutto sotto la spinta del setto-
re foodservice e di quello industriale (qui in particolare a fare da traino è la mozzarella per pizza). Vecchio Continente e Stati Uniti, ma anche Russia, stanno investendo più che in passato in nuovi impianti per la produzione di formaggio. A distanza di 5 anni dall’embargo la Russia
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è riuscita a rimpiazzare il formaggio di importazione con la produzione interna, che crescerà ulteriormente (+135 mila t) nel prossimo quinquennio. Il settore dairy è in grande evoluzione anche in Cina, dove prodotti come mozzarella per pizza e snack al formaggio sono in forte crescita, e alcune nuove tendenze, come quella di combinare il formaggio con alcuni piatti tipici della tradizione orientale, contribuiscono a spingere il mercato. Diversi trend delineati da Gira hanno la potenzialità di dare valore aggiunto al formaggio: praticità d’uso (confezioni richiudibili, monoporzioni, prodotti ready to eat), commercializzazione del formaggio come ingrediente (toppers per pizza, salse, prodotti per dolci), proposte salutistiche (aggiunta di probiotici, abbinamento con vegetali, senza lattosio, meno sale, ecc.), premiumizzazione (processo di invecchiamento per alcuni formaggi, provenienza del latte diversa da quella bovina, claim “artigianale”, richiami al territorio, nuovi sapori e consistenze), attenzione alla sostenibilità (biologico, grass-fed, impatto ambientale, riduzione degli sprechi). Per contro, le alternative non dairy (ad esem-
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pio, i prodotti a base di frutta secca) continueranno a crescere, tanto che potrebbero diventare una nuova minaccia per l’industria del latte.
Materiali e macchine di confezionamento Quali strade sta percorrendo l’innovazione sul fronte dei materiali per il packaging del formaggio? In Sealed Air se ne individuano almeno due, che convergono sul tema della sostenibilità: riduzione di peso e spessori e, parallelamente, miglioramento delle prestazioni termini di permeabilità all’ossigeno e resistenza alle sollecitazioni meccaniche, in modo tale da preservare meglio e più a lungo i prodotti. Dalla riduzione dei materiali deriva un indiscutibile vantaggio anche sul piano economico, considerando che produttori e utilizzatori di plastica devono pagare tasse proporzionali ai quantitativi in gioco. I sacchi termoretraibili per il confezionamento sottovuoto sono una soluzione che permette di ridurre notevolmente il materiale utilizzato. Nel caso, invece, del confezionamento skin, composto da vasso-
Un particolare del nuovo sistema SVS45 per il confezionamento sottovuoto in continuo.
Diverse tipologie di packaging per il formaggio sviluppate da Sealed Air.
io e top film (gamma Darfresh), oltre alla riduzione degli spessori l’azienda ha introdotto alcune novità che prevedono l’utilizzo di rPET (polietilenetereftalato proveniente dal riciclo). I vassoi, nelle versioni denominate DBE e MEB, contengono al loro cuore rPET in percentuali che vanno dal 75 all’85% sul totale. Il vassoio MEB è monomateriale (100% PET) e si può chiudere con un top caratterizzato da proprietà di saldabilità sul poliestere (generalmente difficile). Saldabile sul PET, oltre che pelabile, è pure il film PSF della gamma Sealappe-
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al, che arriva a spessori ridottissimi (fino a 17 micron!) mantenendo le performance richieste. Per quanto riguarda tecnologie e macchine di confezionamento, durante l’incontro al Packforum di Passirana di Rho si è parlato di diverse innovazioni, dal 3D modelling per la progettazione e la creazione di layout, all’Internet delle cose e aspetti correlati all’approccio industria 4.0 (intelligenza artificiale, big data, cloud). In questo ambito Sealed Air ha sviluppato il nuovo brand SEE di soluzioni per la connessione delle macchine, raccolta ed elaborazione dati, tracciabilità, manutenzione preventiva, consumer en-
rità, sicurezza d’uso, affidabilità, disegno igienico, connettività, minimizzazione degli sfridi, oltre a essere facilmente ispezionabile e pulibile grazie al sistema automatico di rialzo del nastro trasportatore. La nuova macchina può essere equipaggiata con il loader BL77T, che carica il film in formato tubolare.
gagement. L’evento ha poi offerto l’occasione per vedere da vicino il nuovo SVS45 Vacuum Packaging System per il confezionamento sottovuoto in continuo di prodotti anche di grandi dimensioni, grazie alla presenza di 3 camere per il vuoto comandate da PLC. Trattandosi di un sistema “soft vacuum”, è adatto a formaggi con occhiatura che, se fossero sottoposti ad un vuoto più spinto, collasserebbero. Le principali caratteristiche sono: modula-
e, dall’altro, che i consumatori hanno una percezione negativa della plastica per il suo impatto ambientale. Si ignora, invece, che gli imballaggi di plastica possano contribuire a prevenire le perdite di cibo, soprattutto se possiedono caratteristiche prestazionali elevate. È il caso dei film accoppiati: più strati di materiali differenti assemblati in una struttura sottile per ottenere le migliori performance. Il rovescio della medaglia è l’impossibilità,
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Nuovi approcci di sostenibilità ambientale Da ricerche commissionate da Sealed Air emerge, da un lato, che il problema del food waste è al primo posto tra le priorità dei retailer,
allo stato attuale, di riciclare simili strutture composite. L’unico sistema di riciclo attualmente in uso è quello meccanico per le bottiglie di PET, tuttavia si sta studiando anche la possibilità di riciclo chimico per i materiali di confezionamento. Può avvenire in due modi: solvolisi (separazione delle diverse resine con solventi) e pirolisi (scissone dei legami chimici indotta dal calore). La prima è adatta solo agli sfridi industriali e unicamente nel caso di alcune resine, mentre per i materiali post consumo, contaminati da residui di alimenti, non va bene. Esiste, poi, un’ulteriore opzione di riciclo, per il momento possibile solo per il PET, la depolimerizzazione enzimatica, ossia la scissione del polimero nei monomeri che lo costituiscono (acido tereftalico e monoetilenglicole). Sealed Air – che l’organizzazione non-profit CDP (Carbon Disclosure Project) ha menzionato come global leader per la sostenibilità ambientale (solo il 3% delle oltre 5 mila realtà valutate ha avuto questo riconoscimento) – sta collaborando con alcune realtà per valutare le possibilità applicative della pirolisi, ma nel frattempo l’approccio di ridurre gli spessori migliorando al contempo le prestazioni dei materiali sembra quello più attuabile nell’immediato. Basti pensare che, secondo il Parlamento del Regno Unito (rapporto del 12 settembre 2019) per i retailer dovrebbe essere prioritario ridurre la plastica piuttosto che rimpiazzarla con alternative compostabili o riciclabili, poiché al momento non esistono sufficienti infrastrutture per smaltire questi materiali. Se qualche anno fa si puntava più al riciclo, oggi la visione si sta ampliando: va bene la riciclabilità ma non se comporta l’utilizzo di più materiale. Rossella Contato
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L’industria della plastica deve cambiare e lo sta facendo Su questo concordano alcuni dei principali commentatori dell’industria plastica europea, ovvero le persone che lavorano per riformare il settore. Mentre la plastica, nelle sue miriadi di forme, è radicata in ogni aspetto della nostra vita, la “plastofobia” è entrata nel parlare comune come condizione, e i legislatori stanno dando un giro di vite a un settore che sta già affrontando una serie di sfide complesse.
L’industria delle materie plastiche è diventata oggi molto consapevole e secondo alcuni addirittura introspettiva. Bisogna rispettare le direttive, ricercare, sviluppare e avviare nuovi processi, educare i consumatori e soddisfarne le aspettative, mentre su tutto questo incombe lo spettro della sostenibilità e la demonizzazione della plastica. In occasione della conferenza sul riciclaggio organizzata dall’ICIS – la piattaforma di informazio-
Ma la plastofobia non dovrebbe esistere e la plastica non andrebbe demonizzata, ma essere trattata come il punto cruciale della vita moderna. Il problema non è la plastica di per sé, ma piuttosto il suo riciclo e il l’uso inappropriato che se ne fa.
ne sul mercato petrolchimico – recentemente tenutasi a Berlino, Paul Hodges, presidente di International E-Chem, ha dichiarato che c’è moltissimo lavoro da fare in pochissimo tempo. Il settore sta cambiando e l’industria è ormai consapevole che quello dei rifiuti è un proble-
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ma vero che non si risolverà come svegliandosi da un brutto sogno. Le plastiche monouso saranno sotto tiro nei prossimi anni e i modelli di business devono semplicemente cambiare. Hodges ha aggiunto che la gente non sa come riciclare la plastica, ma ne capisce la necessità. Ad oggi non disponiamo delle tecnologie adeguate per farlo e di sistemi di raccolta efficaci ma è necessario passare dal conferimento dei rifiuti in discarica allo sviluppo di centri di risorse, basati su una rete diffusa di impianti locali di riciclaggio chimico. Il passaggio a questo tipo di impianti più piccoli – più efficienti nel separare i diversi tipi di plastica per raggiungere meglio l’obiettivo di un’economia circolare – è certamente all’orizzonte, ma per ora siamo ancora ai primordi. Richard Daley, amministratore delegato di ReNew ELP, è all’avanguardia nel riciclaggio chimico, e la sua azienda è alle fasi finali di sviluppo della prima di quattro linee di riciclaggio, con una capacità 20.000 tonnellate all’anno. La tecnologia brevettata Cat-HTR utilizza un processo di upgrading idrotermico unico, usando acqua supercritica per scomporre la plastica in sostanze chimiche e oli riutilizzabili e preziosi. È interessante notare che la materia prima oggetto della trasformazione è la plastica residua derivante dal riciclo meccanico, sotto forma di film flessibili multistrato –
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e la ReNew ELP si considera quindi complementare al processo di riciclaggio meccanico. Facendo eco a Daley, Mark Victory, Senior Editor di ICIS ed esperto di riciclaggio, ha dichiarato che il recupero chimico è meglio in teoria – ma ci sono problemi di costo e rendimento. In teoria, va bene, ma pone gli stessi problemi di raccolta e, secondo una stima ottimistica ci vorranno ancora 5-10 anni per ve-
dere applicato il recupero chimico su vasta scala. Un altro ostacolo al successo è che la raccolta semplicemente non è sufficiente perché le autorità locali – dove risiede la maggiore responsabilità per la raccolta dei rifiuti domestici – hanno ricevuto finanziamenti insufficienti a causa della crisi economica globale per oltre un decennio e di conseguenza gli investimenti infrastrutturali non sono stati al passo con la crescente complessità degli imballaggi. E quella questione interna è ulteriormente aggravata dalla decisione della Cina di smettere di raccogliere i rifiuti plastici provenienti dal resto del mondo, il che ha aumentato il livello di contaminazione nel nostro riciclaggio domestico, lo spreco è aumentato, perché in passato il Paese asiatico ritirava i rifiuti di scarsa qualità – che riutilizzava ad esempio nell’industria tessile – mentre oggi questo materiale entra
nella composizione di balle che rimangono in Occidente. Anche l’entità della domanda e le dimensioni insufficienti dell’offerta fanno sì che i materiali debbano essere prodotti alla massima capacità e venire ulteriormente stirati, il che ha un ulteriore effetto sui livelli di contaminazione. Nel polietilene tereftalato riciclato, ad esempio, si è visto aumentare il livello di scarto dal 25% del 2009 al 30-35% attuale. Hodges ha aggiunto che l’industria necessita urgentemente che i suoi gruppi progettuali lavorino allo sviluppo di prodotti più sostenibili e al miglioramento dei sistemi di raccolta e degli impianti di trattamento, avvertendo che abbiamo 18 mesi per risolvere i problemi perché l’industria si è presa l’impegno con i consumatori di farlo entro il 2025 per cui richiede rassicurazioni all’industria delle materie plastiche. Helen McGeough, Senior Analist di ICIS per il riciclo delle plastiche, ha spiegato che gli imballaggi in plastica sono più complessi che mai e rappresentano un moderno strumento di packaging, ma è necessario fare un po’ di lavoro a livello di progettazione. L’UE ha fissato in alto l’asticella con la Direttiva sull’uso delle plastiche monouso, innalzando i livelli di raccolta delle bottiglie in PET in Europa oltre i livelli del 2018, che sono stati del 63% in Europa e del 55% nel Regno Unito. Il tasso di raccolta del PET per Paese varia in base ai diversi Stati membri, come riflesso delle differenze nei sistemi di recupero, della partecipazione dei consumatori e della capacità dei governi di rendere prioritari gli investimenti nella gestione dei rifiuti. Questa mancanza di standardizzazione in tutto il percorso dalle infrastrutture per i rifiuti alle specifiche dei prodotti in R-PET continua a presenta-
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re sia sfide che opportunità per uno dei mercati dell’industria delle plastiche più sviluppato, ha aggiunto McGeough. Mark Victory ha dichiarato che il settore ha bisogno di investimenti ingenti per coprire l’intera catena. Non ha senso che tutti vogliano riciclare se non sono presenti le infrastrutture in grado di farlo. Facciamo affidamento sulle persone per capire l’importanza e adottare i sistemi di riciclaggio, ma si tratta di un atteggiamento difficile da prevedere e c’è da fare un grande lavoro di educazione in questo senso perché per la maggior parte delle persone la plastica è semplicemente plastica e non è consapevole che ne esistono diversi tipi e come bisogna trattarli. Hodges ha insistito sulla necessità di investimenti, sottolineando quante siano le industrie coinvolte, e ha detto che la più grande sfida del settore – e forse è anche un’opportunità – è rappresentata dal passaggio dagli enormi impianti di riciclaggio meccanico a piccoli impianti locali di riciclaggio chimico. Il nuovo modello di business del settore è locale e su piccola scala, mentre negli ultimi 30 o 40 anni abbiamo parlato di impianti grandissimi e globali, per cui c’è bisogno di una svolta totale.
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Film laminati plastici modificati con funzione di assorbimento dell’ossigeno Su Packaging Technology and Science. 32, (9): 457-469, 2019 è stato pubblicato un lavoro realizzato in Polonia per l’utilizzo di composti del ferro (ferro (III) ossido-idrossido monoidrato FeO (OH) xH2O, ferro (III) ossido Fe2O3 e acido ascorbico) in qualità di modificatori degli assorbitori di ossigeno nella laminazione di film polimerici. Questo sistema di assorbimento dell’ossigeno è stato utilizzato per rivestire film preselezionati (polietilene a bassa densità –LDPE – e polietilentereftalato – PET), da cui sono stati formati i laminati. Esso rappresenta la nuova forma di materiale composito da imballaggio con funzione di assorbitore di ossigeno, che potrebbe essere adatta al confezionamento alimentare. Fra gli obiettivi della ricerca figura lo studio della morfologia degli assorbitori di ossigeno mediante microscopia elettronica a scansione e della loro granulometria media attraverso analizzatore granulometrico, oltreché dell’effetto del tipo e della concentrazione di queste sostanze sulla viscosità dell’adesivo e sulla resistenza di sigillatura dei laminati. È anche stata eseguita la spettroscopia ad infrarossi in trasformata di Fourier (FTIR) per osservare la potenziale interazione di gruppi funzionali degli adesivi poliuretanici con componenti dell’assorbitore di ossigeno. La capacità più importante del sistema di assorbimento dell’ossigeno è confermata misurando la concentrazione di ossigeno (% vol)
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nello spazio di testa nelle confezioni realizzate con questi laminati. Sono state studiate le concentrazioni degli assorbitori di ossigeno selezionati (4-6% in peso) e le loro combinazioni. Il sistema di assorbimento dell’ossigeno più efficace integrato nel film composito PE/PET è costituito dal 6% in peso di acido ascorbico e dall’1% in peso di FeO (OH) x H2O, con il quale è stata ottenuta una concentrazione di ossigeno dell’1,0% in volume (+/- 0,20% in volume)
dopo 15 giorni di conservazione. È stato scoperto che in questo sistema la reazione di assorbimento dell’ossigeno si verifica attraverso l’ossidazione dell’ascorbato in acido deidroascorbico, che viene catalizzata dalla riduzione degli ioni Fe3+ a Fe2+.
Innovazione e sostenibilità al centro del seminario sul cartone ondulato In occasione del seminario tecnico FEFCO recentemente tenutosi a Ginevra oltre un migliaio di rappresentanti dell’industria del cartone ondulato si sono riuniti per esplorare le numerose opportuni-
tà nel settore dell’imballaggio e del cartone. 97 espositori hanno esposto i loro prodotti e servizi, in aumento rispetto agli 87 della precedente edizione del 2017, mentre nell’am-
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bito del seminario 24 relatori hanno discusso dei temi di maggior interesse per il settore durante le sessioni programmate e in 60 presentazioni separate. Secondo Jan Klingele, presidente della FEFCO, l’evento ha evidenziato come il comparto del cartone ondulato stia crescendo e si stia adattando in un contesto in rapida evoluzione. Il mondo sta cambiando e anche questo settore, attraverso l’innovazione e la capacità di rispondere alle richieste dei consumatori, passando attraverso la sostenibilità, il che rende positive le prospettive future.
L’appuntamento di Ginevra ha riunito acquirenti e fornitori provenienti dal Vecchio Continente e oltre per discutere di innovazione nell’ambito di sensori, nastri trasportatori, etichettatura, codifica e stampa digitale, ma si è anche parlato di come realizzare scatole più leggere, più forti e più ecologiche, oltreché di tendenze del settore, stampa personalizzata e taglio laser di precisione, senza dimenticare come il settore del cartone ondulato può adattarsi alla rinnovata attenzione all’ambiente e produrre scatole con meno scarti e fa-
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cendo uso di meno risorse naturali. Altre questioni fondamentali affrontate durante il seminario tecnico FEFCO sono la possibile implementazione di intelligenza artificiale, big data e automazione intelligente nel comparto, l’impiego della manutenzione predittiva per migliorare l’affidabilità e la sicurezza, gli strumenti più idonei al controllo di temperatura e umidità, come le tecnologie digitali possono favorire miglioramenti e aggiungere valore, e come l’e-commerce stia aprendo nuove opportunità nel settore del cartone ondulato.
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Disponibili in un’ampia gamma fino a 800 mm di larghezza bobina, per produrre buste a cuscino e fondo quadro. Configurabili per prodotti alimentari da forno, freschi e surgelati. Desiderate prenotare un test nella nostra demo area di Lainate? Contattateci.
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prodotti
Sono arrivati i biscotti alla Nutella Con una ricetta dal gusto e dalla cremosità inconfondibili, Ferrero lancia i Nutella Biscuits, croccanti biscotti con un irresistibile cuore cremoso di Nutella così come rappresentato in rilievo nella parte superiore del biscotto. Una leccornia in grado di coniugare la friabilità e la croccantezza tipiche di un vero frollino alla bontà ed alla consistenza inconfondibili di Nutella, che rappresenta il 40% del prodotto. L’utilizzo di ingredienti selezionati quali la farina di frumento e lo zucchero di canna per l’impasto rendono il biscotto ancora più irresistibile. La croccantezza del biscotto, la cremosità del ripieno ed il perfetto equilibrio di gusto rappre-
sentano i tratti distintivi di Nutella Biscuits al primo assaggio. Nutella Biscuits, che rappresentano il perfetto equilibrio fra tradizione e innovazione, sono prodotti in Italia, nello stabilimento di Balvano: piccolo centro lucano in provincia di Potenza, è la sede dello stabilimento Ferrero più a sud del Paese. Qui per Nutella Biscuits è stata realizzata un’apposita linea produttiva che rappresenta la più innovativa e complessa che il Gruppo Ferrero abbia mai realizzato. Le numerose parti che la compongono sono un record mondiale per dimensione e la capacità di maneggiare i biscotti singolarmente, uno ad uno, è un unicum nel panorama delle aziende italiane per il
I nuovi Nutella Biscuits con cuore di Nutella di Ferrero.
livello di sofisticazione tecnologica. I tecnologi e gli ingegneri hanno sapientemente unito tecnologie note e disponibili sul mercato con impianti concepiti e sviluppati da Ferrero, quindi unici.
Gorgonzola con frutta e verdure liofilizzate Il caseificio Arrigoni Battista di Pagazzano (BG) presenta il nuovo “Il Cucchia Lyo”, il prodotto che unisce una pratica vaschetta take away di Gorgonzola DOP da 250 g, termosigillata e preconfezionata dall’azienda, ad una porzione di frutta o verdura liofilizzata: peperoni, asparagi, cipolle, fragole o lamponi liofilizzati. “Il Cucchia Lyo” è l’antipasto perfetto per una cena a due, l’inizio di un aperitivo oppu-
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re ideale come veloce snack o per chiudere il pasto con un mix di sapori sorprendenti da spalmare sul pane. Il Gorgonzola DOP Dolce da servire al cucchiaio di Arrigoni Battista è stato recentemente dichiarato “Best Italian Soft Cheese” agli International Cheese Awards 2019 di Nantwich (UK), rendendosi così orgoglioso portabandiera italiano dei formaggi molli made in Italy.
“Il Cucchia Lyo”, gorgonzola con frutta e verdure liofilizzate di Arrigoni Battista.
prodotti
Verdure pronte per preparazioni culinarie Polli firma una nuova gamma di verdure già pulite, scottate, sgocciolate, porzionate e senza conservanti, pronte da usare per ogni preparazione che voglia essere arricchita di gusto e qualità, dal condimento per un primo piatto al topping per pizze, dalla farcitura per torte rustiche al tocco in più per panini e sandwich. Compongono la gamma: i “Carciofini tagliati”, carnosi, teneri e gustosi; i “Pomodori secchi a filetti”, con la tipica dolcezza del pomodoro maturato al sole che, essiccandosi, mantiene tutta la sua essenza; i “Funghetti”, deliziosi e saporiti. La nuova gamma Polli regala una nota di originalità ad ogni ricet-
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Snack sano con sorpresa
I nuovi i “Pomodori secchi a filetti” di Polli.
Kidsnack è lo spuntino gustoso e nutriente con sorpresa, nato dalla collaborazione tra Del Monte, General Fruit e Dynit. Costituito da un succo di frutta al 95% senza glutine in brick da 125 mL e da una barretta ai cereali leggera arricchita con 7 vitamine e confetti colorati, racchiude in ogni confezione una sorpresa colorata per la gioia dei bimbi, da collezionare.
ta, mentre il gusto autentico delle verdure al naturale soddisfa i desideri di ogni palato, anche quelli più esigenti. La facilità con cui possono essere lavorate e portate in tavola, inoltre, agevola chi non ha tempo per cucinare e non vuole rinunciare alla bontà e alla qualità.
Minestrone tradizione leggero Findus presenta il nuovo minestrone tradizione leggero, tutta la bontà autentica di verdure 100% italiane con un bassissimo apporto di calorie (il 55% di kcalorie in meno della media dei minestroni tradizionali più venduti, pari a 12 kcalorie per 100 grammi di prodotto cotto). Fra gli ingredienti carote, zucchine, verza, pomodori, zucca, sedano, bieta, fagiolini, porro, piselli, cipolla rossa di Tropea Calabria Igp, basilico genovese Dop e prezzemolo, surgelati entro poche ore dalla raccolta. È adatto per una dieta a basso contenuto calorico, grazie all’assenza di patate e fagioli nella lista ingredienti. Un pasto leggero con fibre, vitamine, minerali e antios-
sidanti naturali, da gustare tiepido nei mesi meno freddi o, fumante, come da tradizione, durante l’inverno.
Il nuovo Minestrone tradizione leggero di Findus.
Kidsnack, lo snack con sorpresa a firma Del Monte, General Fruit e Dynit.
Kidsnack è stato concepito dopo un’attenta analisi sulle abitudini allo snacking ed in linea con le aspettative individuate in una ricerca quicksurvey effettuata sui consumatori di età dai 18 ai 45 anni, per creare una merenda equilibrata che sappia incontrare anche i gusti più difficili. Kidsnack è lo snack ideale per rispondere alle esigenze nutritive di bambini e adulti, con un occhio di riguardo anche al sociale: il confezionamento è infatti eseguito da una cooperativa sociale ONLUS per l’inserimento lavorativo di soggetti fragili.
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Monoporzioni di affettati senza nitriti Rovagnati presenta le monoporzioni di Snello, la linea di salumi magri, buoni come i tradizionali e prodotti senza nitriti, una linea dedicata a tutti coloro che, pur attenti al benessere, non vogliono rinunciare al gusto e alla praticità neanche per uno snack. Le singole confezioni, pronte all’uso, sono pensate nei formati adatti per un toast o un panino: per i genitori che desiderano dare al proprio figlio una merenda completa e sana, per lo sportivo che si tiene in linea, per tutti quelli che cercano uno spuntino genuino senza impiegare tempo davanti ai fornelli. Sono quattro le referenze coinvolte: GranCotto, Arrosto di Tacchino e Arrosto di Pollo disponibili nel formato da 60 g e GranCrudo disponibile nel formato da 50 g. Snello è la linea di salumi magri, rifilati a mano dai grassi e ga-
rantiti dalla qualità Rovagnati che da sempre seleziona le migliori materie prime, per la quale di recente è stata introdotta la completa eliminazione dei nitriti sia artificiali, sia vegetali: un’innovazione unica nel mondo dei salumi, frutto di una tecnologia fortemente innovativa, per la quale Rovagnati ha richiesto un brevetto. A conferma dell’impegno dell’azienda brianzola verso un continuo miglioramento del profilo nutrizionale dei propri salumi, tutti i prodotti Snello sono senza glutine, senza derivati del latte e con sale iodato. Le Monoporzioni Snello abbracciano infatti la filosofia del Buono, Sano e Giusto di Rovagnati Qualità Responsabile, il programma di responsabilità sociale intrapreso dall’azienda, a favore di uno sviluppo sostenibile.
Piatti pronti vegetali tradizionali La Madia Regale, marchio dell’azienda Athenor nata per promuovere i sapori e le specialità della terra umbra, presenta la nuova linea “I Pronti”, composta da piatti 100% vegetali, nutrizionalmente equilibrati, attenti alle tradizioni italiane, conservabili a temperatura ambiente e dotati di tutto quanto serva per consumare l’alimento ovunque ci si trovi in modo semplice e comodo. Attualmente l’assortimento de I Pronti è formato da: Farro e fagioli e Straccetti gusto pollo con peperoni, ma punta a raggiungere le sei selezioni nell’arco del prossimo
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anno, in modo da fornire un’alternativa di qualità per ogni giornata lavorativa della settimana con una spesa contenuta. L’idea innovativa nasce dal voler fornire una soluzione semplice, veloce e intelligente che possa accompagnare dal dopo colazione alla sera chi è tutto il giorno fuori casa e ha bisogno di pasti che forniscano energia, proteine e gusto, senza appesantire. La bassa sapidità della ricetta è una scelta: sta al consumatore regolare con la quantità gradita di sale iodato e pepe nero, forniti
La monoporzione di GranCrudo Snello di Rovagnati.
in buste di carta, assieme alle posate e al tovagliolo. Incluso nell’astuccio c’è anche l’olio extravergine di oliva, rigorosamente 100% italiano; è da aggiungere a crudo, una volta scaldata la pietanza, per mantenere intatti le vitamine e i grassi buoni, ma anche per donare quel sapore tipico al quale siamo abituati noi in Italia grazie alla dieta mediterranea. Completano il kit 15 grammi di bruschetta all’olio di oliva, da aggiungere al piatto o da usare come snack separatamente. Il piatto è ben sigillato, contenuto nel box assieme a olio extravergine, bruschetta, sale iodato, pepe nero, posate e tovagliolo. Può rimanere a temperatura ambiente, anche lasciato nel cassetto della scrivania. Questo è possibile grazie a un trattamento termico – pastorizzazione o sterilizzazione, a seconda degli ingredienti – sul prodotto, senza aggiunta di conservanti. I Pronti La Madia per gustare la tradizione in modo semplice.
Your vision, our technologies
INNOVAZIONE DIGITALE AL SERVIZIO DELLE FILIERE ALIMENTARI
igiene ambienti
Unità di sterilizzazione per nastri di trasporto carni Lo scorso luglio è stata condotta in Svizzera, presso la Cooperativa Migros a Gossau, un’analisi accurata dell’efficienza di un’unità di sterilizzazione UVC SterilAir modello T2018 su nastri di trasporto carne. La ricerca, le cui attività di prelievo e analisi sono state affidate a Bamos AG di Bazenheid (CH), ha riguardato carica batterica totale, spore di muffa e lieviti. Il campionamento (secondo ISO 4833) è stato effettuato con tre prelievi sulla parte trattata e tre prelievi su quella non trattata dagli UVC ad intervalli di un’ora ogni 8 ore. L’obiettivo era quello di fornire una prova tangibile dell’efficacia delle unità UVC T2018 in applicazioni industriali. Il test effettuato chiarisce come il trattamento con
Nastro trasportatore, in acciaio cromato, sull’impianto di taglio carne presso Migros di Gossau con unità UVC T2018 SterilAir.
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Grafico che illustra l’effetto del trattamento UVC sulla crescita microbica sul nastro.
UVC limiti fortemente la contaminazione incrociata e in che misura le singole rilevazioni differiscano l’una dall’altra. È importante notare che le condizioni durante il campionamento corrispondevano al 100% alla realtà e che i “prelievi” sono stati effettuati e valutati da un Ente indipendente. Per quanto riguarda i risultati, il lato del nastro trattato, a differenza di quello non trattato, mantiene un carico di germi costantemente inferiore. I valori inizialmente più alti sul lato trattato suggeriscono un campionamento irregolare. I primi campioni, infatti, sono stati prelevati immediatamente dopo la partenza del nastro che non era stato ancora completamente “ste-
rilizzato”. Il test ha evidenziato che nei campioni raccolti subito dopo la pausa pranzo (min 390), nello stato di riposo, si ha un aumento significativo della carica batterica, mentre valori fluttuanti sul lato non trattato del nastro indicano che c’è un passaggio di carne con diversi livelli di contaminazione microbica. In conclusione, come illustrato chiaramente nel grafico, il lato del nastro trattato ha costantemente un carico di germi estremamente basso, il che consente una migliore operatività, garantisce un’ottima condizione igienica e il raggiungimento della data di scadenza dichiarata. Le unità di trattamento SterilAir sono commercializzate in Italia da TDM.
a DPL Group Company
www.icoguanti.it industrie alimentari
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Frodi alimentari e sistemi di prevenzione Lo scorso ottobre si è tenuto a Bologna il seminario CSQA per confrontarsi con le imprese e i professionisti del settore agroalimentare sul tema delle frodi alimentari e dei nuovi sistemi e di prevenzione a difesa dei consumatori e del Made in Italy. Il problema ha raggiunto livelli preoccupanti e crescono i numeri dei prodotti contraffatti in commercio, con una presenza che a livello mondiale raggiunge i 338 miliardi di euro di valore attraverso la contaminazione di numerose categorie merceologiche, fra cui l’agroalimentare. Un reato, quello della frode, che favorisce i soggetti che agiscono contro la comunità danneg-
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giando i consumatori e che viene aggravato da quelle tipologie di illecito con ricadute sulla salute e la sicurezza dei cittadini. Un esempio su tutti il caso delle Indicazioni Geografiche europee, un’eccellenza comunitaria, dove le frodi arrivano a valere 4,3 mld rappresentando quasi il 10% della produzione legale. Fra i settori più sensibili al fenomeno c’è l’agroalimentare, non solo per le ripercussioni sul consumatore, ma anche per le conseguenze giudiziarie che potrebbero investire le aziende cui viene imputata una condotta fraudolenta, legata a reati previsti dal decreto legislativo che disciplina responsabilità amministrativa (D.lgs 231/01).
A livello internazionale, il tema delle frodi nel settore agroalimentare è affrontato anche dagli standard volontari più diffusi in materia di food safety quali GGFSI, FSSC 22000 e IFS. Più recentemente ISO ha pubblicato la ISO 22380:2018, ‘Security and resilience – Authenticity, integrity and trust for products and documents – General principles for product fraud risk and counter measures’. Si tratta di una linea guida che propone una metodologia per la valutazione del rischio frode e la valutazione dell’efficacia delle azioni poste in atto per la diminuzione del rischio, sempre in ottica di prevenzione. Uno degli elementi innovativi introdotti dalla ISO 22380 è la richiesta di mappare/valutare/gestire l’intera Supply Chain e non il singolo sito operativo o la semplice relazione cliente fornitore. In occasione del seminario “Autenticità e frodi” sono stati affrontati il tema generale della compliance, la relazione fra standard volontari e obblighi di legge, l’integrazione dei sistemi di prevenzione e la garanzia con gli strumenti di governance aziendale, con l’obiettivo di supportare le imprese italiane nell’individuazione degli strumenti per la prevenzione e la gestione delle frodi inquadrando il tema nel contesto più generale della compliance e dei modelli organizzativi aziendali, promuovendo l’adozione di modelli organizzativi che integrino governance aziendale, sistemi di gestione della compliance, valutazione e gestione dei rischi.
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Schema per la certificazione volontaria MOCA Il tema dei MOCA, i materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti, è un argomento di grande attualità che si pone l’obiettivo di tutelare la salute del consumatore, di fatto il destinatario finale di tutte le attività del comparto. In occasione della recente edizione di Host ICIM – Ente di certificazione italiano a maggioranza ANIMA Confindustria – ha presentato il suo schema per la certificazione volontaria MOCA, una certificazione che nasce dalle necessità espresse da parte delle aziende della filiera del foodtech e risponde all’esigenza di avere uno strumento unico per poter dimostrare al mercato, grazie anche alle verifiche di un ente terzo indipendente, l’applicazione di buone pratiche di fabbricazione e il rispetto dei requisiti di sicurezza e conformità emergendo per serietà ed affidabilità tra i propri competitor. Com’è noto, il campo di applicazione delle disposizioni sui MOCA è molto ampio: esse riguardano aziende che producono macchinari e apparecchiature per la lavorazione, la preparazione, il trasporto, la conservazione e la somministrazione di cibi e bevande, i materiali che possono prevedibilmente venire a contatto con i prodotti alimentari, nonché utensili e attrezzi di vario tipo utilizzati nel vending e nel catering equipment, imballaggi per alimenti, inclusi quelli attivi e intelligenti, materiali e oggetti a contatto con l’acqua per il consumo umano (post punto di erogazione), ecc. Altrettanto vasta, articolata e in continua evoluzione è la normativa che regola il settore dei MOCA che, pur ampiamente regolamentati a livello nazionale ed europeo, non di-
spongono di un unico corpus legislativo armonizzato. L’attualità ci restituisce, del resto, un quadro generalizzato di allarme. I dati dell’OMS indicano come le sostanze chimiche rappresentino un rischio crescente per la salute e la stessa EFSA - European Food Safety Authority, riconosce che bisogna affinare le analisi di rischio e che si deve considerare la possibilità del cosiddetto “effetto cocktail” delle miscele chimiche derivanti dalle cessioni dei materiali agli alimenti. Un riferimento legislativo così articolato porta le aziende della filiera – soggetti quanto mai diversi tra Ho.Re.Ca., GDO, industrie alimentari ma anche laboratori artigiani e piccole realtà – a orientarsi a fatica e a non riuscire a identificare sempre, seppure in buona fede, tutto quello che va fatto per essere in regola e per operare in sicurezza. Talvolta si procede, ad esempio, semplicemente compiendo una
tantum le analisi di laboratorio per attestare la conformità MOCA sul prodotto finito o su un campione di materiale. L’esperienza di ICIM in questi due anni a stretto contatto con le aziende del foodtech restituisce un quadro in cui sia le grandi aziende, sia le realtà più piccole hanno difficoltà a recepire la complessità dei regolamenti che afferiscono ai MOCA, redigere la dichiarazione di conformità dei propri prodotti sulla base dei materiali effettivamente utilizzati, disporre di adeguate procedure di tracciabilità dei materiali utilizzati direttamente o presenti nei semilavorati o componenti, leggere e interpretare correttamente i rapporti di prova stilati dai laboratori, valutare la congruità dei processi produttivi, gestione del magazzino, istruzioni di installazione e manutenzione e, non ultimo, formare il proprio personale addetto alla produzione o alla lavorazione dei MOCA
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in modo da poter garantire che durante l’intero processo – dalla materia prima, al prodotto finito, fino allo stoccaggio – non intervengano mai comportamenti o elementi tali da inficiare la qualità e la sicurezza del prodotto. Con l’obiettivo di aiutare le aziende a diventare conformi, non solo per evitare le sanzioni, ma soprattutto per attestare la qualità e sicurezza dei loro prodotti e per porsi in modo distintivo sul mercato, ICIM ha presentato lo schema di Certificazione dei materiali e componenti a contatto con alimenti. Il percorso certificativo MOCA di ICIM parte da un’analisi documentale del processo produttivo e dei prodotti, si procede con la valutazione dei ma-
teriali componenti il prodotto, con la verifica della conformità di tutte le sostanze utilizzate per la fabbricazione e con la definizione del numero dei campioni da esaminare e dei parametri da analizzare. Attraverso l’audit si effettua la valutazione della congruità dei processi produttivi specifici e il prelievo dei prodotti da testare e si procede con l’individuazione delle loro possibili cessioni attraverso i test di laboratorio specifici. A valle dell’esito positivo di audit e test di laboratorio viene emesso il certificato, che ha una validità di 5 anni e prevede sorveglianze e controlli a cadenza annuale. Gli audit annuali possono essere integrati con i più comuni
Sistemi di Gestione per la Qualità (ad esempio ISO 22000, ISO 9001, ISO 14001, ISO 45001). Per il comparto del foodtech è auspicabile che anche il consumatore – sempre più evoluto e attento alla composizione dei cibi – ponga attenzione al tema dei materiali che entrano in contatto con gli alimenti. Se è corretto che il consumatore sia tutelato dai controlli “a monte”, oggi sempre più spesso i consumatori esercitano un ruolo attivo a salvaguardia della propria salute. È importante che il consumatore consapevole comprenda il valore proposto dalle aziende rispettose delle regole e sia in grado di evitare i prodotti non conformi.
Frodi alimentari: molto più che combattere la punta dell’iceberg In occasione della Conferenza internazionale organizzata in ottobre a Francoforte dall’Akademie Fresenius si è discusso dei nuovi approcci per verificare l’autenticità degli alimenti. La “frode alimentare”, sia che si tratti di fenomeni di truffa che di falsi, rappresenta una delle principali sfide che l’industria alimentare deve affrontare alla luce di una filiera sempre più globale e di sistemi di approvvigionamento di volta in volta più complessi. In questa sede si è parlato dei nuovi metodi analitici da adottare in laboratorio e presso gli impianti di produzione, con testimonianze in merito di Nestlé, General Mills e Illycafé, ad esempio sui test di autenticazione rapida per il caffè e l’identificazione degli ingredienti utilizzati nei prodotti a base di carne. Inoltre, gli esperti hanno
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considerato quali passi giuridici gli stati dell’UE e l’Unione nel suo insieme dovrebbero intraprendere per combattere l’aumento delle frodi alimentari.
Miliardi di danni Una delle immagini più utilizzate nelle diapositive proiettate durante le relazioni era l’iceberg: sebbene gli scandali riguardassero prodotti a base di carne non commerciabili, additivi non ammessi nel caffè e spezie accompagnate da false dichiarazioni, a dimostrare l’ampiezza del problema delle frodi alimentari per l’industria, il commercio e il consumatore, il numero di prodotti falsi che non vengono mai identificati è in realtà molto più grande. Franz Ulberth, capo
dell’unità di rilevamento e prevenzione delle frodi presso il Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione europea a Geel, stima che i danni totali causati dalle frodi alimentari siano compresi tra 10 e 50 miliardi di euro ogni anno. Ma le grandi sfide che i laboratori e le autorità devono affrontare non sono solo i volumi del problema, ma soprattutto l’enorme varietà dei prodotti coinvolti, da identificare con test convenienti. Tuttavia, come ha illustrato Bert Pöpping, amministratore delegato della società di consulenza Focos, esistono oggi metodi alternativi per effettuare queste analisi, ed è una rincorsa continua, anche in velocità, fra contraffattori e organi di controllo, ma è necessario per questi nuovi metodi arrivare ad una standardizzazione.
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Garantire l’autenticità anziché indagare sulle frodi Molti esperti ritengono che il livello di complessità coinvolto e la moltitudine di fattori sconosciuti che gli organi di controllo e gli analisti dovrebbero considerare richiedono un ripensamento e nuovi obiettivi. Per Thomas Gude di Swiss Quality Testing Services (SQTS) ha più senso usare le tecniche di profilazione per garantire l’autenticità degli alimenti piuttosto che investigare sulle frodi. Ad esempio l’attenzione nel settore dei materiali a contatto con gli alimenti si sta spostando sempre più verso uno screening non mirato in modo che le indagini coprano anche le sostanze aggiunte non intenzionalmente (NIAS).
tro troppa euforia, sostenendo che molti fornitori esagerano nel descrivere i vantaggi della tecnologia blockchain, che può migliorare i sistemi di tracciabilità esistenti ma non sostituirli.
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Britta Müller ha parlato di come l’autorità bavarese per la salute e la sicurezza alimentare (LGL) esamini da vicino l’ambiente di merca-
dei volumi delle importazioni alimentari collegandole ai rispettivi Paesi di origine. Ad esempio, se lo sviluppo dei prezzi dovesse essere superiore ai livelli anticipati, potrebbe essere la prova che probabilmente si è verificato un aumento del numero di casi di frode. Eventuali risultati indicativi dell’analisi ISAR vengono quindi valutati in relazione alla loro efficacia, mentre rispetto a frodi e rischi vengono effettuate un’ulteriore ricerca e la valutazione degli esperti. Se esiste una causa sufficiente per sospettare un rischio per la salute o il rischio di frode, alla LGL ven-
to e un sistema di allarme rapido per le frodi alimentari. In collaborazione con gli statistici dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco, gli esperti LGL hanno sviluppato la tecnica di analisi “Import Screening for the Analysis of Food Risks” (ISAR) che può essere utilizzata per esaminare il flusso delle importazioni di prodotti alimentari riguardo alle irregolarità. Questo processo comporta la registrazione delle variazioni dei prezzi e
gono istituiti gruppi di esperti per lavorare sull’argomento in modo più dettagliato. Se poi tali sospetti dovssero essere confermati, potrebbero essere condotti campionamenti o ispezioni aziendali mirate dagli organismi competenti per chiarire la situazione. Nel frattempo, la LGS sta anche collaborando con la BVL e altri stati federali per adottare questo approccio nel sistema di monitoraggio alimentare tedesco.
Dati economici e anomalie di mercato utilizzate come indicatori del rischio di frode alimentare
Blockchain: la nuova super arma? L’implementazione della tecnologia blockchain promette di aumentare la trasparenza e la tracciabilità relativa all’adulterazione e la manomissione degli alimenti. In poche parole, la blockchain è un libro mastro digitale utilizzato nella catena di approvvigionamento che documenta tutte le modifiche derivanti dalle transazioni tra gli operatori e collega blocchi di dati utilizzando processi crittografici. Petter Olsen, dell’Istituto di ricerca norvegese Nofima, ha illustrato la tecnologia blockchain come strumento in grado di migliorare significativamente la tracciabilità, soprattutto quando si tratta di documentazione delle trasformazioni nella filiera alimentare. Anche se alcune di queste affermazioni si sono dimostrate errate, saranno almeno riconducibili a chi le ha fatte. Tuttavia, Petter Olsen ha messo in guardia con-
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ricerca applicata
Consistenza reale per carni coltivate in laboratorio La carne coltivata in laboratorio o in coltura potrebbe rivoluzionare la produzione alimentare, offrendo un’alternativa più ecologica, sostenibile ed etica alla produzione di carne su larga scala. Ma per trasferire la carne coltivata dalle capsule Petri al piatto in tavola bisogna risolvere alcuni grandi problemi, fra i quali come ottenerne grandi quantità e come renderne gusto e consistenza più simili alla carne vera. Un’équipe di ricercatori della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) ha pubblicato un lavoro in cui hanno coltivato cellule muscolari di coniglio e mucca su un’impalcatura di gelatina commestibile che imita la texture e la consistenza della carne, dimostrando la possibilità di produrre prodotti carnei simili agli originali senza bisogno di allevare e macellare gli animali.
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La ricerca, pubblicata su Nature Science of Food, ha sfruttato le conoscenze in materia di medicina rigenerativa applicandole alla progettazione di alimenti sintetici, poiché questi due settori condividono basi (cellule e sistemi di supporto sani) e obiettivi (la salute umana). La carne animale si compone principalmente di muscoli scheletrici (e tessuto adiposo) che crescono in fibre lunghe e sottili, visibili nel taglio di una bistecca o quando si sminuzza la carne di maiale o pollo. La riproduzione di queste fibre rappresenta una delle maggiori sfide nella bioingegneria della carne. Le cellule muscolari sono di tipo adesivo, per cui, per crescere, hanno bisogno di un supporto, di un’impalcatura sulla quale si possano sviluppare in modo tridimensionale. Era quindi fondamentale provare un modo efficiente per produrre grandi quantità di tali supporti in modo conveniente per giustificarne l’impiego potenziale nella produzione alimentare. Per questo i ricercatori hanno utilizzato una tecnica originale messa a punto dal Gruppo di Biofisica delle Malattie nota come Rotary Jet-Spinning (iRJS), che utilizza la forza centrifuga per far girare lunghe nanofibre di forme e dimensioni specifiche. Il team ha ottenuto fibre di gelatina alimentare per formare il supporto delle cellule in crescita, che imitano la matrice extracellulare del tessuto muscolare naturale: sono insomma
la colla che tiene insieme il tessuto e contribuisce alla sua consistenza. Sulle fibre sono state quindi seminate cellule muscolari di coniglio e mucca che si sono ancorate alla gelatina, crescendo in strutture lunghe e sottili, simili alla vera carne. Sono stati utilizzati test meccanici per confrontare la consistenza della carne coltivata in laboratorio con la carne di vero coniglio, pancetta, filetto di manzo, prosciutto e altri prodotti a base di carne. Analizzando la microstruttura e la texture si è scoperto che, nonostante la carne coltivata e reale abbiano una struttura comparabile, quella naturale contiene più fibre muscolari, e questo significa che è più matura. La maturazione in vitro delle cellule muscolari e lipidiche rappresenta ancora una grande sfida che richiede ulteriori progressi per quanto riguarda fonti avanzate di cellule staminali, formulazioni di terreni di coltura prive di siero, strutture di sostegno commestibili come quella utilizzata in questo studio e miglioramento dei metodi di coltura nei bioreattori. La ricerca evidenzia comunque che, nonostante siano necessari ulteriori sviluppi, sia possibile produrre carne completamente coltivata in laboratorio. Infine, gli scienziati ritengono che sia possibile produrre carni con texture, sapore e profili nutrizionali definiti, un po’ come avviene per la birra. Successivamente, l’obiettivo sarà invece ottenere queste caratteristiche ad un prezzo accessibile, mentre a lungo termine si mira a ridurre l’impronta ambientale del cibo.
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EFFICIENZA OPERATIVA
ESTENS DELL SHELF
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I VOSTRI PROFITTI A PROVA DI PERDITE Un produttore di carne ha bisogno di confezioni resistenti per proteggere i propri prodotti ma sempre più innovative per una migliore produttività. Ecco Cryovac® OptiDure™di Sealed Air. Questo sacco multistrato di nuova generazione è estremamente resistente anche a spessori ridotti. L’ottima saldabilità migliora la produttività, riduce lo scarto e consente una maggiore automazione. Cryovac OptiDure assicura che il vostro prodotto arrivi integro alla sua destinazione. Scoprite come il sacco Cryovac OptiDure può aiutarvi ad aumentare l’efficienza operativa e la produttività: sealedair.com/optidure.
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Novità legislative su alcuni fitosanitari in ambito alimentare Sulla Gazzetta ufficiale L 277 dell’Unione europea del 29 ottobre 2019 sono stati pubblicati alcuni aggiornamenti relativi ai livelli massimi di alcuni prodotti fitosanitari in ambito alimentare. In particolare, il Regolamento (UE) 2019/1791 della Commissione, del 17 ottobre 2019, modifica gli allegati II, III e IV del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Con-
siglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di 1-decanolo, 2,4-D, ABE-IT 56, ciprodinil, dimetenamid, alcoli grassi, florpyrauxifen-benzyl, fludioxonil, fluopyram, mepiquat, pendimetalin, picolinafen, piraflufen-etile, piridaben, acido S-abscissico e triflossistrobina in o su determinati prodotti di origine vegetale e animale. Sullo stesso numero della Gazzetta com-
pare anche il Regolamento (UE) 2019/1792 della Commissione, del 17 ottobre 2019, che modifica gli allegati II, III e V del regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di amitrolo, fipronil, flupirsulfuron metile, imazosulfuron, isoproturon, orthosulfamuron e triasulfuron in o su determinati prodotti. Per la consultazione del nuovo regolamento rimandiamo al link: https://eur-lex.europa.eu/ l e g a l - c o n t e n t / I T/ T X T/ ? u r i = OJ:L:2019:277:TOC
Aggiornamenti sul regolamento relativo agli acidi erucico e cianidico La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 289 dell’8 novembre scorso riporta il Regolamento (Ue) 2019/1870 della Commissione del 7 novembre 2019 che modifica e rettifica il regolamento (CE) n. 1881/2006 per quanto riguarda i tenori massimi di acido erucico e di acido
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cianidrico in alcuni prodotti alimentari. […] Sulla base del parere scientifico emesso dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) sull’acido erucico e cianidrico negli alimenti e nei mangimi la Commissione ha adottato il presente regolamento […], di cui riportiamo gli allegati.
[…] I prodotti alimentari figuranti nell’allegato del presente regolamento, che sono stati immessi legalmente sul mercato prima dell’entrata in vigore di detto regolamento, possono rimanere in commercio fino al termine minimo di conservazione o alla data di scadenza.
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Raccomandazione Ue sull’acrilammide La Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 290/33 dell’11 novembre scorso ha pubblicato la Raccomandazione (Ue) 2019/1888 della Commissione del 7 novembre 2019 sul monitoraggio della presenza di acrilammide in determinati alimenti. Considerando che l’Ue ha previsto un programma per la campionatura e l’analisi dei tenori di acrilammide nei prodotti alimentari e l’applicazione di misure di attenuazione specifiche con l’obiettivo di raggiungerne il tenore più basso che si possa ragionevolmente ottenere al di sotto dei livelli di riferimento stabiliti dal medesimo regolamento ma che, nonostante l’obbligo delle autorità competenti di eseguire dei controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alle normative […] si riconosce che non sono disponibili dati sufficienti riguardo alla presenza di acrilammide in determinati prodotti alimentari, per cui è necessario […] adottare possibili misure di gestione
dei rischi che dovrebbero integrare quelle già previste dal regolamento (UE) 2017/2158. La presente Raccomandazione prescrive che: 1) Fatti salvi gli obblighi stabiliti a norma del regolamento (CE) 882/2004, è opportuno che le autorità competenti negli Stati membri monitorino regolarmente la presenza di acrilammide e i suoi tenori negli alimenti, in particolare gli alimenti elencati nell’allegato. Fatti salvi gli obblighi stabiliti a norma del regolamento (UE) 2017/2158, è opportuno che gli operatori del settore alimentare monitorino regolarmente la presenza di acrilammide e i suoi tenori negli alimenti, in particolare gli alimenti elencati nell’allegato. 2) Gli Stati membri e gli operatori del settore alimentare dovrebbero trasmettere all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) entro il 1° otto-
bre di ogni anno i dati raccolti nel corso dell’anno precedente nelle loro attività di monitoraggio, ai fini del loro inserimento in una banca dati, conformemente alle prescrizioni della Guidance on Standard Sample Description (SSD) for Food and Feed dell’EFSA [Orientamenti sulla descrizione standardizzata del campione (SSD) per gli alimenti e i mangimi] e agli ulteriori obblighi di informazione specifici dell’EFSA. 3) Al fine di garantire che i campioni siano rappresentativi, gli Stati membri dovrebbero seguire le procedure di campionamento di cui all’allegato, parte B, del regolamento (CE) n. 333/2007 della Commissione. La procedura di campionamento applicata dagli operatori del settore alimentare può derogare alle disposizioni del regolamento (CE) n. 333/2007, ma dovrebbe essere rappresentativa della partita campionata.
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4) Gli Stati membri dovrebbero effettuare l’analisi dell’acrilammide conformemente ai criteri stabiliti nel regolamento (CE) n. 333/2007. Gli operatori del settore alimentare dovrebbero garantire che l’a-
nalisi dell’acrilammide sia eseguita conformemente alle prescrizioni e ai criteri di cui all’allegato III del regolamento (UE) 2017/2158. 5) Le raccomandazioni 2010/307/ UE e 2013/647/UE sono abrogate.
L’Allegato contiene l’elenco non esaustivo di alimenti per il monitoraggio della presenza di acrilammide, tra cui figurano prodotti a base di patate, prodotti da forno, a base di cereali e altro.
Modifica tenori massimi citrinina negli integratori Sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 293 del 14 novembre 2019 è stato pubblicato il Regolamento (UE) 2019/1901 della Commissione del 7 novembre 2019 che modifica il regolamento (CE) n. 1881/2006 per quanto riguarda i tenori massimi di citrinina negli integratori alimentari a base di riso fermentato con lievito rosso Monascus purpureus. (…) A seguito della richiesta di un parere scientifico sui rischi sanitari della citrinina negli alimenti e nei mangimi presentata dalla Commissione, il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare («l’Autorità») ha adottato, il 2 marzo 2012, un pa-
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rere sui rischi per la salute pubblica e animale connessi alla presenza di citrinina negli alimenti e nei mangimi. Il gruppo di esperti sui contaminanti ha concluso che, sulla base dei dati disponibili, non si poteva escludere che la citrinina, a livelli non preoccupanti per la nefrotossicità, comporti comunque un rischio sul piano della genotossicità e della cancerogenicità. (…) Dai nuovi dati riguardanti la presenza della citrinina risulta che non è necessario stabilire tenori massimi di citrinina negli alimenti diversi dagli integratori a base di lievito di riso rosso. Per quanto riguarda la presenza della citrinina negli integratori alimentari contenenti lievito rosso Monascus pur-
pureus, i dati rappresentativi ottenuti dimostrano tuttavia che il tenore massimo dovrebbe essere abbassato. (…) La Commissione europea ha adottato il presente regolamento: Articolo 1 L’allegato del regolamento (CE) n. 1881/2006 è modificato conformemente all’allegato del presente regolamento. Articolo 2 Gli integratori alimentari a base di riso fermentato con lievito rosso Monascus purpureus immessi legalmente sul mercato prima dell’entrata in vigore del presente regolamento possono rimanere sul mercato fino al termine minimo di conservazione o alla data di scadenza.
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L’evoluzione dei trend nel settore alimentare e della nutrizione
L’industria alimentare e della nutrizione è in costante evoluzione, e questo significa che le aziende produttrici devono adattare le proprie strategie in funzione di una domanda mutevole e dei credo in materia di nutrizione che via via si manifestano. Fra i temi di spicco che attualmente stanno influenzando lo sviluppo di nuovi prodotti in questo comparto sono la segmentazione dei consumatori, consumi consapevoli e alimentazione vegetariana. Una recente indagine dell’analista Euromonitor International analizza problemi quali le opportunità di produrre nuove occasioni di consumo, cosa significa per il consumatore attuale una dieta equilibrata e quali siano le proteine alternative a cui i consumatori possono ricorrere per ridurre i consumi di carne e prendersi cura del pianeta. Per quanto riguarda la segmentazione del consumatore le nuove opportunità di consumo di pasti al di fuori dei momenti tradizionali stanno offrendo opportunità di crescita alle aziende, con la possibilità di proporre prodotti per spuntini rapidi e pratici in qualunque momento e in qualunque luogo, oppure in grado di soddisfare una “voglia” passeggera senza doversi poi sentire troppo in colpa. Comunque, devono essere prodotti adatti ad un consumatore sempre di corsa ma interessato a mangiare non solo perché è necessario, ma alla ricerca di esperienze sensoriali sempre nuove. Inoltre si ritiene che in futuro acquisirà sempre più importanza la nutrizione specializzata per ogni fase della vita, vista come strumento di benessere. Il secondo punto è rappresentato da consumatori sempre più consapevoli in materia alimentare. La tendenza è quindi quella a scegliere prodotti più naturali e meno elaborati e con un elenco di ingredienti il più breve possibile in rappresentanza del movimento d’opinione delle “etichette pulite” e dei pro-
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Prospettive di crescita delle vendite di alimenti confezionati nel mondo, CAGR 2018-2023 (Euromonitor).
dotti “free from”. Inoltre, sulla scia dei nuovi credo alimentari, le diete equilibrate subiscono la concorrenza di quelle speciali e dei nuovi ingredienti, dai cereali antichi ai superfood, che promettono novità e benefici salutistici ai consumatori e offrono ai produttori l’opportunità di sperimentare e innovare. Il terzo trend importante è quello delle diete vegetariane e delle proteine alternative, almeno nei Paesi sviluppati, mentre a livello globale i consumi di carne continuano ad aumentare, e questo in seguito alle preoccupazioni ambientali che spingono un sempre maggior numero di persone a diventare “flexitariane”, vale a dire a ridurre i propri consumi di carne passando ad alternative vegetali. Gli analoghi della carne sono in testa alle proteine alternative, mentre parallelamente si lavora alla carne coltivata in laboratorio, ma bisogna ancora superare numerosi problemi, dagli alti costi all’accettazione da parte del consumatore. Il futuro ci dirà se questi prodotti e gli insetti saranno in grado di rappresentare una vera svolta.
Cosa contengono nel 2018 le etichette pulite degli alimenti confezionati (Euromonitor).
Il contesto globale Brevemente, il valore delle vendite di alimenti confezionati è cresciuto ad un tasso annuo composito dell’1,6% a livello globale nel periodo 2013-2018. Asia-Pacifico, Europa occidentale e Nord America hanno fatto la parte del leone pesando per quasi tre quarti del totale nel 2018. Tuttavia, in termini di prospettive di crescita, Asia-Pacifico, Medio Oriente e Africa dovrebbero aumentare i propri consumi a un tasso del 4,0% e del 3,7% tra il 2018 e il 2023.
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Il mercato nazionale del foodservice La divisione della statunitense USDA che studia i mercati agricoli stranieri ha dedicato un rapporto al settore italiano del foodservice che traccia una panoramica dei consumi in hotel, ristoranti e nel settore istituzionale, sottolineandone tendenze e prospettive future. In generale, gli italiani amano mangiare fuori casa, sia per comodità – soprattutto per chi lavora fuori e non rientra a casa per i pasti – che per ragioni sociali, per ritrovarsi con gli amici. Per quanto riguarda le scelte, sono sempre più interessati ad alimenti e bevande che considerano salutari, di provenienza locale, capaci di associare un buon valore nutrizionale alla tracciabilità totale dal campo alla tavola. Nel 2018 il valore delle vendite e delle transizioni del settore foodservice è rimasto relativamente stabile nel nostro Paese, sfiorando i 78 miliardi di euro, e la domanda è in continua crescita. Inoltre, gli italiani sono propensi a spendere di più per una migliore qualità di servizio e si dimostrano sensibili ai prodotti salutistici e sostenibili, pur rimanendo attenti alla spesa quando mangiano fuori. Salute e benessere rimangono fattori chiave di scelta, così gli operatori del foodservice rispondono aumentando l’offerta, avendo in mente la preferenza dei consumatori per alimenti più semplici e naturali, caratterizzati da informazioni trasparenti su ingredienti e luogo d’origine. Inoltre, cresce l’atten-
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zione da parte dei ristoratori ad intolleranze e allergie alimentari e all’offerta di menù dedicati a chi segue diete specifiche per esigenze salutistiche o ideologiche particolari (es. celiaci, vegani, vegetariani). Per quanto riguarda l’interesse dei nostri connazionali per i prodotti alimentari di stile americano, si ravvisa un aumento di popolarità e, dal momento che cresce l’attenzione per i prodotti pronti da preparare semplicemente al microonde, che si consumano sempre più cereali per la prima colazione, snack e prodotti biologici e che i giovani apprezzano in particolare birre artigianali e snack salati, i produttori americani di questi articoli potranno avvantaggiarsi sul mercato italiano. Secondo l’indagine il settore italiano del foodservice sarà interessato nel prossimo futuro da una maggiore concorrenza e aumenterà il numero di esercizi. Per avere successo in un simile scenario sarà importante per gli operatori proporre un’offerta innovativa, basata soprattutto sulla qualità degli ingredienti, e fare leva sulla specializzazione, ad esempio andando oltre i classici abbinamenti piatto/vino, ma spingendosi a quelli piatto/cocktail o piatto/ birra per attrarre un maggior numero di consumatori curiosi. Chi vorrà puntare sulla diversificazione dovrà tener conto del favore accordato dagli italiani alle alternative senza glutine, vegetariane e vegane, oppure dell’interesse riscosso dai banchi di pesce e carne freschi sistemati nei ristoranti per mostrare agli avventori – sempre più sensibili alla qualità e alla provenienza dei prodotti – ciò che mangeranno. Infine, potranno avere un vantaggio competitivo i locali con cucine a vista, proprio per il maggiore interesse dei consumatori per un’esperienza più coinvolgente.
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Il settore mondiale del latte fra luci e ombre In base ai dati Clal – portale di riferimento del settore lattiero caseario, seguito in oltre 200 Paesi – sono positive le aspettative per l’andamento dei mercati del latte su scala mondiale, bilanciati da una produzione in rallentamento (-0,4% nel periodo gennaio-settembre su base tendenziale i volumi dei principali Paesi esportatori: Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Ucraina, Ue-28, Usa, Uruguay) e da una domanda che a livello internazionale è sostenuta da un deficit di materia prima in equivalente latte (dicitura che comprende polvere di latte intero, latte, polvere di latte scremato, burro, formaggi, latte condensato e yogurt) superiore a 5 milioni di tonnellate. Per gli analisti di Clal etica, benessere animale, economia circolare e cambiamenti climatici sono le variabili che sempre più determineranno lo sviluppo delle filiere lattiero-casearie, chiamate a svilupparsi in un’ottica green. Altra fonte di tensione sono i super-dazi del 25% che Washington ha applicato all’agroalimentare europeo entrati in vigore ad ottobre. Questo in parte spiega l’accelerazione dell’export dei prodotti lattiero caseari dell’Unione europea (+9,2% in quantità e +11,5% in valore), con un ritmo più marcato in agosto, che su base tendenziale evidenzia una crescita dell’11,9% in quantità e del 13,5% in valore. In agosto, in particolare, le esportazioni sorridono per quasi tutte le voci produttive. Avanza l’export di latte e panna (+30,7% in quantità e +27,1% in valore), con la Cina che raddoppia le importazioni (+99,7%). Trend positivi anche per la polvere di latte scremato (+37,3% in quantità e +57,3% in valore), la polvere di latte intero (+8,4% in quantità e +6,4% in valore), la polvere di latte con aggiunta di grassi (+3,7% in quantità e +8,8% in valore). Corre anche l’export comunitario di formaggi, che accelera sia in quantità (+11,8%) che in valore (+15,5%). Gli Stati Uniti sono il primo paese di destinazione, con un import a +40,5% in agosto. Allargando il focus sui primi otto mesi del 2019, latte e panna sono le prime voci doganali per volumi esportati, superiori
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a 758.000 tonnellate fra gennaio e agosto 2019: +17,9% rispetto allo stesso periodo del 2018 e +14,1% in valore. Grazie alla domanda internazionale sostenuta, il mercato della polvere di latte scremato (SMP) cresce del 28,8% in quantità e addirittura del 44,2% in valore. Bene anche le esportazioni di burro (+22,1% in quantità e +20,3% in valore) e di FFMP, la polvere di latte con l’aggiunta di grassi, che conquista nuovi spazi in Africa e nei Paesi del Golfo. Positivo anche l’export dei formaggi, che cresce del 3,3% in quantità e dell’8% in valore, grazie l’aumento del prezzo unitario, che sale del 4,6% e tocca 4,92 €/kg di media. Per l’Italia i formaggi fanno la differenza: fra gennaio e luglio 2019 diminuiscono le esportazioni lattiero-casearie in quantità (-4,3%), ma non in valore (+12,9%), dove si rafforzano i segmenti che rappresentano l’eccellenza del made in Italy: i formaggi, che segnano un avanzamento dell’esportazione dell’8% in quantità e del 13,3% in valore, con un prezzo medio unitario di 6,86 €/kg, a conferma di una maggiore distintività dei prodotti Dop. Francia, Germania e Regno Unito sono i primi tre mercati di destinazione dei formaggi italiani, seguiti dagli Stati Uniti con un +27,9% di quantità importate fra gennaio e luglio 2019 e un +70% in luglio, che complessivamente segna un incremento dell’export del 15,8% su base tendenziale in quantità e del 22,2% in valore. Una panoramica sul settore lattiero-caseario mondiale sarà tracciata a Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura, in programma a Verona dal 29 gennaio al 1° febbraio 2020.
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Previsioni FAO su cereali, carni e banane Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), per la prima volta in oltre 20 anni, nel 2019 la produzione mondiale di carne è prevista in calo, in quanto l’epidemia di peste suina africana in Cina sta decimando gli allevamenti di suini. Secondo il recente rapporto Food Outlook, la produzione di carni bovine, ovine, avicole e suine dovrebbe ammontare a 335 milioni di tonnellate in equivalente peso carcassa (EPC), pari all’1,0% in meno rispetto all’anno precedente. Il calo è dovuto alla contrazione di almeno il 20% prevista per la produzione di carne suina in Cina, che in genere rappresenta quasi la metà della produzione mondiale. La produzione di pollame in Cina, al contrario, è cresciuta rapidamente e si prevede una crescita del 17% su base annua, con un calo della produzione totale di carne nel paese dell’8%. La carne suina rappresenta tipicamente più di un terzo della produzione mondiale di carne, il pollame il 39% e la carne bovina il 21%. La produzione globale di pollame – che rappresenta una quota maggiore della produzione globale di carne rispetto a quella suina – così come quella di bovini e ovini è prevista in crescita quest’anno, con aumenti previsti in Argentina, Brasile, Unione Europea e Stati Uniti d’America. Il commercio globale di prodotti a base di carne dovrebbe crescere del 6,7% quest’anno, rispetto ad una tendenza al rallentamento osservata per molte commodities alimentari. Il rapporto Food Outlook valuta l’andamento del mercato e della produzione di un’ampia gamma di derrate alimentari, tra cui cereali, pesce, zucchero, coltivazioni olearie, latte e carne. L’ultima edizione contiene inoltre un rapporto speciale sulla minaccia ai mercati mondiali delle banane rappresentata dal ceppo Tropical Race 4 del fungo Fusarium wilt (TR4), di recente individuato per la prima volta in America Latina.
In aumento il consumo alimentare dei cereali di base La produzione mondiale di grano e mais dovrebbe aumentare nel 2019, mentre quella del riso dovrebbe scendere al di sotto del record dell’anno scorso. D’altro canto, la FAO prevede che il consumo alimentare pro capite di tutti e tre i cereali manterrà il suo andamento e addirittura supererà quello
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della crescita demografica. Al contempo, per la prima volta in tre anni, è prevista una contrazione della produzione mondiale di semi oleosi, in gran parte dovuta alle previsioni relative alla riduzione delle piantagioni di soia e dei minori raccolti negli Stati Uniti d’America, nonché alle deboli prospettive per la colza in Canada e nell’Unione Europea. Per l’anno prossimo la FAO prevede inoltre la produzione mondiale di zucchero in calo del 2,8%, anche a fronte del consumo globale in crescita. La produzione di latte dovrebbe aumentare dell’1,4%, grazie all’espansione delle mandrie da latte in India e Pakistan, pari a circa il 90% di tale aumento. La produzione ittica globale dovrebbe rimanere invariata rispetto al 2018, con un calo del 3,4% della pesca di cattura, compensato dall’aumento del 3,9% dei prodotti dell’acquacoltura. È previsto un calo nel commercio di pesce, nonostante l’atteso notevole aumento delle importazioni in Cina.
Vigilanza per le banane Il rapporto Food Outlook valuta inoltre gli ipotetici rischi della malattia TR4 sul mercato globale da 45 miliardi di dollari della produzione di banane e platani. L’analisi è fornita soprattutto ad uso dei decisori politici, più che per una vera e propria previsione. Nelle ipotesi più prudenti – considerando che il fungo non si diffonda in altri Paesi dell’America Latina, oltre la Colombia (dove è da poco stato rilevato) – la graduale diffusione del TR4 rischia di avere conseguenze peggiori in Asia, con un calo del 2,0% della produzione globale, la perdita di 240.000 posti di lavoro e l’aumento del 9,2% del prezzo di riferimento globale delle banane entro il 2028.
FUSIONI E ACQUISIZIONI IN VISTA NEL SETTORE USA DELLE SALSE PICCANTI L’analista di mercato GlobalData ritiene che nel prossimo futuro aumenterà l’attività di fusione e acquisizione nel settore statunitense delle salse piccanti, una categoria in rapida crescita rispetto ad altri condimenti, quali ketchup alla senape, in cui circa il 40% della quota di mercato è occupata da piccoli produttori. Finora il settore delle salse piccanti è stato piuttosto frammentato e determinato dalla presenza di diversi gruppi di immigrati negli Stati Uniti che cercano di riprodurre i sapori delle loro cucine tradizionali. Ba-
sti pensare che circa 44 milioni di cittadini statunitensi sono nati fuori dall’America e che il 75% di essi proviene da America Latina e Asia, regioni in cui le salse piccanti sono particolarmente amate. In questo panorama esistono le condizioni per cui molte grandi aziende alimentari non ancora attive in questo comparto hanno interesse ad entrarvi facendo accordi con chi vi opera già, anche per cogliere le opportunità di mercato offerte da un prodotto particolarmente apprezzato dai giovani e dai consumatori più curiosi alla ricerca di esperienze di gusto.
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Innovazione per garantire la crescita dello yogurt negli Usa Secondo un nuovo rapporto di Innova Market Insights, oltre la metà degli statunitensi acquista regolarmente yogurt, ma le loro abitudini sembrano evolversi. La praticità sta diventando sempre più importante, tanto che il 17% dei consumatori la definisce un fattore di scelta significativo nel 2018, più del doppio rispetto all’anno precedente. Lo si può spiegare con il cambiamento delle occasioni di pasto, come evidenziato da dati recenti. La colazione è ancora il momento principale per il consumo di yogurt, ma ha perso terreno negli ultimi anni. Ora, un numero crescente di consumatori si rivolge allo yogurt come pratico spuntino, mentre la cena è una nicchia in crescita. Lu Ann Williams, direttore dell’innovazione di Innova Market Insights, ritiene che questi cambiamenti evidenzino l’importanza di un’innovazione continua in questo mercato. I formati pratici sono oggi importanti per molti consumatori, mentre l’aumento dei consumi a cena suggerisce l’interesse per yogurt più appaganti, in stile dessert. La salute rimane un altro tema sempre verde nello sviluppo dello yogurt. La percentuale di consumatori che la cita come fattore di scelta significativo è diminuita negli ultimi anni, ma la maggior parte degli yogurt ora si colloca almeno in una qualche categoria salutistica, per cui questo fattore è ormai considerato uno standard. Nel 2018, il 64% di tutti i lanci di yogurt è stato accompagnato da claim che facevano riferimento al benessere digestivo e intestinale, ad esempio il 58% dei nuovi prodotti era a basso contenuto di grassi. Anche qui c’è un’evoluzione, con una crescente attenzione alla riduzione dello zucchero negli ultimi anni: il basso contenuto di zuccheri e l’assenza di zuccheri aggiunti sono caratteristiche passate dal 3% nel 2014 al 21% nel 2018 nei nuovi prodotti.
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L’ORIGINE, L’EVOLUZIONE E LE RAGIONI
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DATI PER LA SPEDIZIONE nome ditta/ente via città prov. tel. e - mail
11 - Alla ricerca della funzionalità: un nuovo anello nella scala evolutiva 12 - L’evoluzione del controllo igienico e microbiologico nell’industria alimentare 13 - Evoluzione nella presenza e nel controllo degli infestanti 14 - L’evoluzione della sanificazione: dalle prime esperienze alle soluzioni attuali 15 - Dai test organolettici al marketing sensoriale 16 - Il consumatore: dal prodotto al messaggio verso la genomica della mente 17 - L’eco-innovazione nell’industria alimentare 18 - Evoluzione europea del rischio alimentare 19 - L’evoluzione del diritto alimentare: l’informazione del consumatore 20 - Prospettive di ricerca e sviluppo per l’industria alimentare italiana
Scegliamo di pagare l’importo € Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa Bonifico bancario IBAN IT66U0306930757100000011983 C.C. postale n. 10846103 intestato a Chirotti Editori srl - Pinerolo Contrassegno al postino, solo per l’Italia Carta di credito:
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Aumentano i lanci di prodotti bio Una nuova indagine di Mintel rivela che l’offerta di alimenti e bevande biologici non è mai stata più abbondante in tutto il mondo. Secondo il database globale dei nuovi prodotti (GNPD), infatti, negli ultimi 10 anni, i lanci di nuovi prodotti di questo tipo sono aumentati dal 6 al 10% (da agosto 2009 a luglio 2019). Dalla ricerca si evince che l’Europa è capofila in termini di innovazione nel settore, con quasi un quinto delle novità proposte sul mercato che riportano un claim riferito al biologico. Nell’ultimo decennio il loro numero è aumentato dal 9 al 17%, soddisfacendo la richiesta europea di prodotti biologici, dove i principali innovatori sono oggi Francia (che rappresenta il 22% di tutti i lanci bio in Europa tra agosto 2018 e luglio 2019), Germania (20%) e Spagna (9%). Ma non è solo l’Europa a godere di una maggiore varietà di cibi e bevande biologici; anche il Nord America ha registrato un notevole aumento di novità di questo tipo, con una quota passata dal 9% nel 2009 al 15% nel 2019 nello stesso periodo. Mentre la disponibilità di alimenti e bevande biologici in Asia Pacifico, America Latina, Medio Oriente e Africa è leggermente aumentata, meno di uno su venti (4%) tra i lanci proposti sul mercato nel decennio presentava un riferimento al biologico in ciascuna di queste regioni, in aumento dal 3% in Asia Pacifico e America Latina e dal 2% in Medio Oriente e Africa di dieci anni fa. Secondo Katya Witham, Global Food & Drink Analyst di Mintel intervenuta a proposito della recente edizione di Anuga – il grande salone internazionale del food & beverage di Colonia – i prodotti biologici hanno conquistato le preferenze dei consumatori europei in un momento di crescente preoc-
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cupazione per il benessere, la salute e l’ambiente, e dalla ricerca risulta che il Vecchio Continente sta promuovendo l’innovazione di alimenti e bevande biologici, con Francia, Germania e Spagna all’avanguardia. Sebbene i prodotti biologici siano ormai entrati a pieno titolo nei canali tradizionali e continuino a guadagnare il favore degli acquirenti, il segmento bio offre ancora opportunità di innovazione in numerose categorie di alimenti e bevande, il che è particolarmente vero nelle categorie in cui i claim di questo tipo hanno svolto in passato un ruolo minore, come quella del vino.
I claim “senza” ed etici acquisiscono importanza nel settore biologico europeo La ricerca di Mintel mostra che in Europa il numero di lanci di alimenti e bevande biologici con claim tipo “adatto a” (“senza”) ha registrato una crescita impressionante negli ultimi dieci anni, passando dal 20 al 43% tra l’agosto 2009 e il luglio 2019. Anche i claim etici hanno sperimentato un aumento simile nello stesso periodo. Mentre il 23% di tutti i lanci di alimenti e bevande biologici in Europa si è posizionato fra i prodotti “etici” e “ecologici” dieci anni fa, la percentuale è cresciuta al 41% nell’anno terminato lo scorso luglio. Katya Witham ritiene che i claim riferiti al bio siano sempre più parte della più ampia categoria dei prodotti etici e salutistici, da cui la popolarità dei nuovi prodotti che fanno riferimento a claim come “etico” e “senza”. Il veganismo/vegetarianesimo è una delle tendenze più attuali nel food & beverage, per cui sembra naturale che i produttori del biologico stiano collegando i due filoni. Secondo la ricerca Mintel, quasi la metà degli alimenti e delle bevande vegani lanciati negli ultimi dodici mesi sono stati posizionati come biologici. Data la tendenza verso il veganismo, i marchi di prodotti vegetali biologici stanno portando l’assenza di ingredienti di origine animale al livello successivo, evidenziando un approccio più olistico.
Millennials e Gen Z sono i più propensi ad acquistare alimenti e bevande biologici La ricerca di Mintel ha anche rilevato che tra i consumatori in Francia, Germania, Italia, Spagna e Polonia i Millennials (25-34 anni) e le Z Gen (16-24 anni) hanno maggiori probabilità di acquistare alimenti e bevande biologici. Fra questi cinque Paesi, è molto probabile che i Millennials italiani (87%) acquistino cibi e bevande biologici, seguiti dalle loro controparti tedesca (86%), spagnola (85%) e francese (81%). In Polonia, è la Gen Z ad essere maggiormente interessata ai cibi e alle bevande biologici, con l’83% che afferma di acquistarli, rispetto all’80% dei Millennials polacchi. Katya Witham conclude che la generazione Z è cresciuta in un’epoca storica in cui salute e benessere sono temi di grande attualità. Per le giovani generazioni, l’impatto sociale e ambientale dei consumi è molto importante e questo contribuirà probabilmente ad alimentare la futura crescita del settore biologico. Inoltre, la prevalenza di buongustai tra i consumatori più giovani offre opportunità ai prodotti biologici più pratici progettati per chi vuole mangiare bene “in movimento” o preparare cibi e bevande di lusso sani in modo rapido e facile a casa propria.
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Le barrette vegane piacciono a tutti con il gusto giusto Mars ha in previsione di lanciare in Gran Bretagna una barretta vegana a marchio Galaxy – una linea di grande successo – e Ryan Whittaker, della società di analisi di mercato GlobalData, commenta la decisione come una scelta positiva che consentirà al gigante dolciario di intercettare la domanda di milioni di consumatori che scelgono alimenti a base vegetale, purché il prodotto soddisfi le loro aspettative in termini di gusto. La maggior parte del cioccolato amaro è già tecnicamente vegana, ma una gamma definita completamente vegana pone al cioccolatiere alcune sfide tecniche, fra cui la prevenzione delle contaminazioni incrociate con prodotti derivati del latte o altri prodotti di origine animale negli impianti di produzione, oltre alla capacità di riprodurre il gusto e la palatabilità del cioccolato al latte. Nonostante questi problemi, nel Regno Unito c’è una forte richiesta di prodotti alternativi ai lattiero-caseari. Secondo l’indagine sui consumatori condotta da GlobalData nel terzo trimestre del 2019, il 74% dei millennials nel Paese ritiene i claim che si riferiscono all’origine vegetale dei prodotti piuttosto o molto allettanti – e il dato sale al 79% con la Generazione Z.
Nell’ambito della ristorazione, il fast food vegano è esploso e i sostituti vegetali del latte e della carne sono ormai presenti in qualunque supermercato. Quindi, la barretta vegana rappresenta una scaltra innovazione in un mercato altamente competitivo che non solo saprà attrarre il crescente numero di vegetariani e vegani britannici, ma anche gli intolleranti al lattosio. Mars ha sottolineato che si tratta del suo primo prodotto vegano e che contribuirà ad ampliare la scelta dei consumatori. Ogni anno aumenta l’attenzione sugli stili di vita vegani e il successo di iniziative come il Veganuary, il mese di prova di questo tipo di dieta promosso ogni gennaio dall’omonima organizzazione britannica. Per Mars rivolgersi in modo mirato a questa recente tradizione offrirà maggiori opportunità di pubblicità e di vendita.
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I sughi nuovi protagonisti dell’industria conserviera L’industria conserviera italiana, oggi settore trainante del Paese, vanta un fatturato di 2,6 miliardi di euro l’anno, di cui 1,4 derivanti dall’export, rappresentato in particolare dai mercati di Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Giappone e Australia. I sughi italiani, la passata, i derivati del pomodoro rappresentano un forte potenziale dell’agroalimentare. Oggi l’Italia rappresenta il 13%della produzione mondiale di pomodoro conservato, il 50% della produzione europea e costituisce una fetta importante del PIL nazionale. Metà della produzione è destinata all’estero. La trasformazione industriale del pomodoro è – e può diventare ancor di più – una strategia vincente per il futuro del comparto prima-
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rio nel nostro paese. I numeri del settore indicano un percorso possibile, per aumentare la redditività della produzione: la trasformazione industriale del pomodoro, ortaggio dalla stagionalità breve, in prodotti da destinare al consumo alimentare per tutta la durata dell’anno. Se ne è discusso a Comiso (in provincia di Ragusa) lo scorso novembre, nel corso del 3° International Symposium on Tomato Genetics for Mediterranean Region, organizzato dal mensile “Agrisicilia”, un evento che ha riunito imprenditori agricoli e ricercatori stranieri con l’obiettivo di un dialogo e di un confronto proficuo per tutti gli attori della filiera. Secondo Anicav (Associazione Nazionale Industria Conserve Ali-
mentari Vegetali), che oggi associa più di 100 aziende italiane per la produzione delle conserve di pomodoro (i tre quarti delle aziende esistenti nel Paese), la produzione dei sughi rappresenta «un’eccellenza dell’industria agroalimentare italiana, sia in termini di fatturato che di quantità prodotte e riveste un ruolo strategico e di traino dell’economia nazionale». L’impegno di Anicav è aumentare l’efficienza del comparto, creando stabilità dei redditi attraverso una programmazione dell’offerta e cercando di raccordare la produzione del comparto alle logiche di mercato. Il sud est siciliano ha finora destinato la sua produzione di alta qualità soprattutto ai mercati nazionali ed esteri del “fresco”: pomodorini e datterino, mentre costoluto, piccadilly e San Marzano hanno primeggiato nei mercati di Napoli e Verona, ma anche in Francia ed in Germania. La crisi economica ha attraversato, in modo pesante, anche questo settore ed oggi è necessario trovare altre soluzioni. Il “trasformato” italiano, il sugo di pomodoro o la “passata”, tra i simboli dell’agroalimentare italiano nel mondo, possono offrire nuove chance per un comparto in crisi. «Con l’obiettivo di aumentare e consolidare l’export nel mondo – ha aggiunto Giuliano – l’Anicav sta portando avanti due progetti di promozione del pomodoro, finanziati dall’Unione Europea (a valere sul Reg 1144/2014), uno rivolto al mercato statunitense – un mercato ormai saturo dove forte è il problema dell’Italian Sounding – e l’altro al mercato asiatico, in particolare Giappone, Corea del Sud e Cina».
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Le nuove tecnologie a servizio della catena di distribuzione Il Centro Studi di Supernova Hub ha diffuso il report dal titolo “Supply Chain Hot Trends 2019” curato da EyeforTransport (eft) – leader globale nella business intelligence e punto di riferimento per l’industria dei trasporti, della logistica e della supply chain – che sottolinea come le nuove tecnologie diano un grande contributo ai protagonisti del settore e delinea quali saranno le tendenze più forti e quelle emergenti dei prossimi anni. Si evince che la supply chain non è mai stata così complessa. Logistica, gestione del reso, rapporti con i partner e tracciabilità sono solo alcune delle difficoltà a cui deve far fronte chi opera nel settore. Ma oggi le nuove tecnologie possono facilitare il lavoro rendendolo più efficiente e abbattendo i costi. Oggi materie prime, prodotti in lavorazione e merci finite attraversano il globo, passando da molte aziende o provider operanti in settori diversi. In teoria le aziende dovrebbero conoscere ogni step della catena di distribuzione e tutte le realtà coinvolte, ma la maggior parte delle volte non è così. Altro problema frequente è la diversità di linguaggio tra sistemi e aziende. Secondo quanto emerge dal sondaggio, le aziende coinvolte nella catena di distribuzione sono tutte allineate nell’individuare le maggiori criticità, ossia: costi, logistica, resi, gestione delle lamentele, aspettative di consegna, creazione di esperienze simili ovunque, rapporto con i partner, raccolta dati dall’estero, tracciare i movimenti. Difficoltà rese più grandi dalla crescita esponenziale dell’e-commerce, un canale in
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forte crescita che richiede un servizio di customer experience sempre più efficiente e un potenziamento dei settori della logistica e dei trasporti.
manente, a cui si possono aggiungere di volta in volta nuovi blocchi. Questo sistema, che garantisce l’autenticità di transazioni, scambi e relazioni, è applicabile in ogni settore che utilizzi il digitale, fra cui il food & beverage. Nel settore della logistica e dei trasporti la blockchain può migliorare i sistemi di automazione, tracciabilità e sicurezza.
I trend emergenti
Digitalizzazione
Le principali soluzioni che la tecnologia mette oggi a disposizione della logistica sono: blockchain, digitalizzazione, intelligenza artificiale e analisi predittiva.
Per quanto riguarda la digitalizzazione, ha dimostrato negli anni la possibilità di offrire flessibilità, ad esempio cambiando in corsa i processi a seconda delle richieste dei clienti o delle esigenze. Nel settore logistico, uno strumento innovativo è il cosiddetto DFM (Digital Freight Matching), una piattaforma digitale – in genere un’app – che usando il GPS abbina la richiesta del cliente (di spedire la merce) con l’offerta del corriere (la capacità dei camion). In questo modo si ottimizzano i trasporti, evitando che i camion viag-
Blockchain Brevemente, la blockchain è un’enorme banca dati condivisa, costruita a blocchi, nel quale vengono archiviati i dati in modo sicuro (con crittografia), verificabile e per-
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gino vuoti, con conseguenti benefici anche sul traffico e sull’ambiente.
Intelligenza artificiale Secondo eft questa è la tecnologia che avrà effetti maggiori sull’industria nei prossimi 5 anni. Le sue applicazioni sono molteplici, ma quelle che stanno avendo un maggiore impatto sulla nostra vita sono legate alla voce. Come gli assistenti virtuali e i chatbot, che oggi si trovano dappertutto, non più solo dentro ai nostri smartphone. Nonostante le aziende siano ancora lontane dall’utilizzarla, l’intelligenza artificiale nella supply chain ha diverse applicazioni: può essere usata per studiare i percorsi più brevi durante i trasporti, evitando il traffico e usando meno benzina, oppure per decidere il posizionamento e il movimento delle scorte nel magazzino. Grazie all’AI i robot potranno muoversi autonomamente, grazie a sensori e IoT e, in futuro, anche le consegne potranno essere svolte da veicoli e camion con guida autonoma.
fare previsioni, i dati devono essere utilizzati bene: non è più sufficiente immaginare cosa succederà il prossimo mese o trimestre. Grazie all’intelligenza artificiale e alle analisi predittive i dati sono in gra-
do di fornire proiezioni sul lungo periodo – fino a 5 anni – indicando quali mercati o canali di distribuzione di espanderanno o si contrarranno, aiutando così a pianificare le strategie e le risorse.
Esordio di successo per l’E-Pack Tech di Shanghai
Si è concluso lo scorso ottobre l’E-Pack Tech, il nuovo evento internazionale organizzato da Ipack-Ima a Shanghai dedicato alle tecnologie e alle soluzioni di confezionamento per l’e-commerce. La prima edizione ha riscosso un buon successo, grazie ad una formula apprezzata di conferenze e iniziative di networking in cui il tema princi-
pale sono stati i nuovi scenari industriali aperti dallo sviluppo del mercato omnicanale. Durante il salone è stato presentato a uno studio di InterChina Consulting in collaborazione con l’ufficio ITA-Agenzia commerciale italiana di Shanghai, che ha tracciato una panoramica sulle future tendenze di crescita dell’e-commerce.
Predictive Analytics Oggi alle aziende è ormai chiaro che la concorrenza si fa con i big data, più che con i prezzi e i servizi offerti. Ma per essere utili, per
CRESCITA DEL 25% IN TRE ANNI PER CATTEL Cattel, azienda nata all’inizio del secolo scorso con la produzione e commercializzazione di prodotti caseari e ora divenuta principale riferimento nel settore Ho.Re.Ca, ha messo a segno ottimi risultati, con un fatturato nel 2018 intorno ai 112 milioni di euro ed un mercato che dal Veneto si è esteso a Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia (oltre che in Austria), rifornendo oltre 12.000 attività del settore, di cui circa il 65% ristoranti, il 15% hotel oltre a bar, chioschi, rifugi e punti di ristoro. Sono circa 7.400 le referenze totali, che comprendono prodot-
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ti alimentari (carne, pesce, pasta, riso, farina, pane e salumi, gastronomia e piatti pronti, frutta, verdura, tartufi, oli, aceti, sale, salse, spezie, latticini, yogurt e uova, dolciario, bevande) e non food (drogheria chimica, attrezzature e accessori). Un’offerta vastissima, possibile anche grazie ai marchi di proprietà Valdora, diGIA’ e, dal 2018, Jesolpesca che le consentono di garantire rigorosi controlli e alti standard qualitativi, oltre ad una ancor maggiore diversificazione così da potersi proporre come fornitore unico e completo.
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Ancora un’edizione di successo per il Save di Verona La tredicesima edizione di Save, Mostra convegno delle Soluzioni e Applicazioni Verticali di Automazione, Strumentazione, Sensori, tenutasi a Verona in ottobre, ha richiamato nella città scaligera 7.580 visitatori e 226 aziende partecipanti, tra cui ricordiamo i Platinum Sponsor Contradata, H.T. Stone, Keyence, Seneca e Zebra.
Questa edizione è stata caratterizzata anche da una corposa offerta formativa – oltre 200 i relatori coinvolti nelle centinaia di Smart Session, seminari e workshop tecnici formativi – che ha soddisfatto il folto e qualificato pubblico intervenuto, sviluppando momenti di incontro e confronto tra operatori, istituzio-
La soddisfazione per la qualità dei contatti e dei partecipanti, corroborata anche dagli eccellenti dati complessivi, ha confermato ancora una volta SAVE come l’evento verticale di riferimento, una vetrina importante per aziende e operatori per avviare progetti con le eccellenze del settore, avere una panoramica completa sulle ultime novità, oltre che importante occasione di aggiornamento, business, crescita professionale.
ni e aziende secondo il consueto schema dell’offerta formativa categorizzata in un calendario di sessioni verticali a tema. Grande insomma il fermento nei due giorni di mostra. Protagonista è risultata l’innovazione tecnologica, tra soluzioni, applicazioni e sistemi per l’industria intelligente declinati sulle tematiche più calde dell’industria: dall’Edge Computing alla AI, dalle soluzioni di Industria 4.0 per il processo e per il manifatturiero alla
Identity Management, e poi Process Automation, Blockchain, Asset Management, Sistemi di Visione, Condition Monitoring, Tracciabilità fino alle soluzioni più innovative e “smart” per l’efficienza energetica e così via. Verona ha visto anche sviluppati alcuni filoni e momenti verticali, dalle tecnologie per l’industria alimentare (con evidenza sulle soluzioni di automazione, sui sistemi di visione e tracciabilità ed esperienze vincenti su efficienza energetica e competitività degli impianti) alle iniziative mcTER coordinate dal CTI (Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente) e dedicate alla Cogenerazione e all’efficienza energetica, con focus rivolto appunto alle innovazioni in ambito energetico e convegni che hanno registrato il consueto sold out. Questa edizione di Save è risultata insomma decisamente ricca; per sfruttare al meglio le sinergie settoriali Save si è svolto in concomitanza con altri importanti eventi verticali sinergici quali MCM (Manutenzione Industriale e Asset Management), Home & Building (building automation e automazione edificio), Acquaria (Trattamento acqua e aria), mcT Alimentare/Visione e Tracciabilità (Food & Beverage, logistica e tracciabilità industriale), a comporre un momento fondamentale di aggiornamento professionale oltre che un punto d’incontro per sviluppare business e contatti. La prossima edizione di Save sarà nell’aprile 2020 a Milano con molte altre interessanti novità per gli operatori del settore, e di nuovo a ottobre 2020 a Verona.
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Formaggi e liquori i più colpiti dai dazi Usa
Un’analisi recentemente realizzata da Nomisma e Mediobanca ha fatto il punto sui dazi aggiuntivi relativi a prodotti importati dall’Ue, a fronte del verdetto emesso sul contezioso dei sussidi erogati (ingiustamente, a detta dell’Organizzazione Mondiale del Commercio) al Consorzio Airbus. Degli oltre 5,4 miliardi di dollari di prodotti agroalimentari importati dall’Italia nel 2018, quelli sottoposti a dazio aggiuntivo del 25% riguardano beni per 482 milioni, vale a dire il 9% del totale. Scendendo nel dettaglio di tale ammontare sottoposto a “nuove gabelle”, si evince come Trump abbia voluto colpire i prodotti italiani con rilevanti posizioni di mercato negli Usa. Infatti, se il 48% è relativo a formaggi (in particolare Parmigiano Reggiano e Grana Padano) un altro 35% attiene a liquori (più precisamente liquori, amari, aperitivi e altre bevande spiritose) vale a dire la categoria di prodotti che sul totale delle importazioni americane di tale tipologia vanta una quota del 17% (la terza dopo Francia e Irlanda) e che a differenza di chi ci precede, ha visto crescere le proprie vendite in questo mercato di oltre il 18% nell’ultimo decennio, contro una media di aumento dell’import del 4,5%. Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare di Nomisma, ha ricordato che l’Italia condivide la leadership mondiale, con la Germania, dell’export di liquori. Nel 2018 abbiamo venduto oltre frontiera qualcosa come 405 milioni di euro di questi prodotti, contro i 445 milioni dei tedeschi ma a differenza loro, le cui esportazioni sono aumenta-
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te nel decennio del 37%, le nostre sono cresciute di ben il 47%. Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di sbocco per le nostre esportazioni di questi prodotti e che assieme a Germania, UK e Francia assorbono i due terzi dell’export complessivo di tale categoria, a dimostrazione della strategicità di tale mercato per la sostenibilità economica del tessuto produttivo sottostante. Secondo Gabriele Barbaresco, Direttore Area Studi di Mediobanca, dalle elaborazioni dell’Osservatorio Wine&Spirits di Federvini curato da Mediobanca assieme a Nomisma emerge che, al di là delle multinazionali italiane che operano negli Usa – e che quindi sono toccate dai dazi solamente per la parte di espor-
tazione diretta –, figura una compagine di imprese medio-piccole, con fatturato sopra ai 10 milioni di euro, che danno lavoro a circa 2.300 persone e sviluppano investimenti per circa 48 milioni di euro. Per quanto risulti ancora difficile – vista la recente applicazione dei dazi – valutare gli effetti di tale incremento tariffario, è possibile stimare come tra occupati diretti e dell’indotto, il rischio che si profila per le PMI che producono liquori e che esportano negli USA, è quello di una perdita occupazionale di quasi 1.000 addetti, alla luce della minor competitività che questi dazi infliggono ai liquori italiani sottoposti alla possibile sostituzione di prodotti alternativi, ovviamente non del Bel Paese.
Syngenta si impegna a favore di un’alimentazione sana e sostenibile In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2019 celebrata lo scorso ottobre Syngenta, una delle principali aziende mondiali del settore agricolo, ha voluto chiedere a sette protagonisti della filiera agroalimentare, in altrettanti video clip pubblicati sui canali Facebook e Twitter dell’Azienda, come vedono il futuro del cibo, al fine di richiamare l’attenzione sulla necessità di garantire cibo a sufficienza per sfamare una popolazione sempre crescente, a fronte di una crescente scarsità di risorse e nella convinzione che solo unendo le forze si possano raggiungere risultati concreti
e tali da indirizzare il futuro verso un reale e concreto cambiamento sostenibile. Nella fattispecie gli intervistati sono Giorgio Santambrogio – AD Gruppo Vegè; Deborah Piovan – Imprenditrice e Dirigente di Confagricoltura; Claudio Sadler – Chef Stellato; Laura Bettazzoli – Direttore Marketing Bonduelle Italia; Giorgio Donegani - Tecnologo Alimentare, esperto di nutrizione ed educazione alimentare; Antonio Pascale – Divulgatore Scientifico; Mario Piccialuti – Direttore Generale Unione Italiana Food, e Riccardo Vanelli – Amministratore Delegato Syngenta Italia.
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Syngenta ha scelto di supportare la campagna della FAO perché ha un ruolo chiave all’interno della filiera e persegue l’obiettivo di nutrire una popolazione mondiale in continua crescita, prendendosi cura del Pianeta. L’obiettivo primario è quello di lavorare al fianco degli agricoltori nel garantire qualità e sostenibilità, e per far questo ha scelto di accelerare ancora di più l’innovazione, per migliorare ulteriormente i metodi di coltivazione e protezione dei raccolti e trovare soluzioni volte a rispondere alle sfide ambientali, sociali ed economiche, sempre più interconnesse, garantendo in questo modo un cibo sicuro e sostenibile.
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RICONOSCIMENTI A STELLE E STRISCE PER UN CHIMICO ITALIANO Salvatore Parisi, docente presso la facoltà di tecnologie agrarie della Al Balqa Applied University, in Giordania, ha recentemente ricevuto il premio AOAC Expert Review Panel of The Year 2019 come membro dell’Expert Review Panel for SPIFAN MCPD Methods (AOAC Meeting & Exposition 2019, Denver, CO, 09/10/2019). In aggiunta, Salvatore Parisi è stato nominato nuovo membro del AOAC Official Methods Board (OMB), organo di AOAC International che si interessa dei Metodi Ufficiali di Analisi AOAC. Maggiori dettagli si possono avere al seguente link: https://www.aoac.org/membership/awards/2019-award-winners/ Questi sono anche gli obiettivi alla base della new vision di Syngenta, formalizzata dopo un lungo processo di consultazione a livello glo-
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bale che ha coinvolto oltre 300 stakeholder della filiera agroalimentare per determinare le priorità che deve avere l’agricoltura del futuro.
HIGHLIGHTS 2020 Novità: Padiglione 27 con big-player internazionali Sostenibilità: l’argomento chiave dei Forum Il vostro referente: messeberlin@pg-mktg.it
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#fruitlog2020
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L’industria sceglie Ipack-Ima Ottimo andamento della campagna vendite di Ipack-Ima – la fiera triennale della filiera del processing e packaging in ambito food e non-food in programma a Milano dal 4 al 7 maggio 2021 – con numeri molto positivi già ad ottobre 2019, che prefigurano un percorso di ulteriore crescita. Valerio Soli, Presidente di Ipack Ima, conferma che moltissime aziende hanno già riconfermato la fiducia: la prima fase della campagna di raccolta espositori si è conclusa con una crescita complessiva del 16% rispetto al 2018 e con un fortissimo aumento degli espositori esteri, pari al 56%. In ambito food, si registra un trend di crescita in tutte le Business Communities con un risultato molto al di sopra delle aspettative (+61%) per Meat-Tech, il salone tematico rivolto a so-
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luzioni e ingredienti per l’industria dei salumi, della carne, dell’ittico e dei piatti pronti che conferma così la propria leadership. Si tratta di dati che testimoniano un basso turnover dell’offerta espositiva e un conseguente alto grado di fidelizzazione da parte degli espositori, a conferma della credibilità della proposta progettuale. “Ora ci stiamo concentrando sullo sviluppo ulteriore di tutte le nostre Business Communities – prosegue il Presidente Valerio Soli – così come su una serie di iniziative ‘On the road to IPACK-IMA 2021’ che ci permetteranno di promuovere la piattaforma a livello internazionale e di incontrare i più importanti buyer nei più promettenti mercati esteri. Il nostro obiettivo è rendere l’edizione 2021 ancora più attrattiva e internazionale”.
Oltre ai settori trainanti del Food – tra i quali si conferma la storica leadership di Ipack-Ima nel Pasta, Bakery & Milling e Sweet, Confectionary & Snacks – i visitatori dell’edizione 2021 scopriranno importanti novità sul fronte non-food, con settori altrettanto dinamici e caratterizzati da una costante propensione all’innovazione, fra cui la nuova Business Community Pharma & Nutritional. In decisa espansione anche Ipack-Mat, area speciale nata nella scorsa edizione e dedicata alle soluzioni innovative in tema di materiali ad alto valore aggiunto, con un particolare focus sulla sostenibilità. Per il 2021 sarà più di una semplice sezione tematica: un brand diffuso e adeguatamente comunicato prima e durante la fiera, per garantire maggiore identità ai materiali di imballaggio presenti a Ipack-Ima. Quello dei materiali è infatti un settore particolarmente dinamico e per il quale la manifestazione, a venti mesi dall’apertura, ha già consolidato conferme di partecipazione pari al 36% circa dell’area espositiva disponibile. Ipack-Ima e Meat-Tech 2021 saranno sempre più protese all’internazionalizzazione ed in linea con le esigenze dell’industria, favorendo opportunità uniche di networking, business, incontro tra produttori e buyer, ingresso in nuovi mercati e sviluppo di nuovi prodotti. A Ipack-Ima 2018 i visitatori sono stati oltre 74.000, di cui 18.500 provenienti da 146 Paesi.
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In Florida la conferenza sui film in polietilene Applied Marketing Information (AMI) ha diffuso il programma per la conferenza internazionale sui film in polietilene, in programma dal 4 al 6 febbraio 2020 negli Stati Uniti presso il Ft. Lauderdale Coral Springs Marriott Golf Resort a Coral Springs. Sponsorizzato da Ampacet, Ingenia e Techmer PM, l’evento mira a presentare le sfide e gli sviluppi tecnici del settore, riunendo tradizionalmente partecipanti che rappresentano il mercato
nordamericano della produzione di film che vale oltre 10 miliardi di sterline. In questa occasione si discuterà dello sviluppo di nuovi prodotti, della struttura del mercato in evoluzione e delle esigenze del cliente finale, offrendo inoltre l’opportunità di confrontarsi con clienti, fornitori e colleghi. La prima giornata di lavori si aprirà con una panoramica del mercato a cui seguiranno sessioni dedi-
cate allo sviluppo di materie prime in resina, alle tecnologie di processo e, in conclusione, ad una discussione fra un panel di leader del settore. L’ultima giornata di lavori sarà animata da un vivace Business Forum. Parallelamente alla sessione congressuale è prevista una parte espositiva nella quale le aziende potranno presentare i loro ultimi prodotti, risultati e tecnologie a un pubblico mirato.
La normativa sulle plastiche e gli effetti della Brexit in scena a Colonia L’11 e 12 marzo 2020 si terrà a Colonia la quarta edizione europea della serie di conferenze sulla plastica organizzate da AMI – Applied Market Information – che vuole fare il punto sugli ultimi sviluppi tecnici e le tendenze del mercato in questo settore dinamico oltreché sugli aggiornamenti normativi. Oltre 90 delegati provenienti da tutto il mondo avranno l’opportunità di informarsi, proteggere il proprio business e ricevere una consulenza mirata su una serie di questioni legali e di conformità che incidono sui produttori di polimeri, sui compounder, sui trasformatori e sugli utenti finali, riunendo in un unico evento la più ampia filiera delle materie plastiche e degli imballaggi. Fra i temi in agenda figurano una panoramica globale della normativa, le strategie di riciclaggio e per la gestione dei rifiuti in un’economia circolare, gli aspetti normati-
vi relativi ai materiali sostenibili, il risultato della revisione del quadro normativo e le implicazioni per l’industria delle materie plastiche, aggiornamenti su NIAS e FCM e approfondimenti sulla normativa in
materia di additivi e sostanze chimiche. Il programma propone anche un workshop sulla Brexit che cercherà di chiarirne opportunità e ripercussioni per le aziende sia britanniche che europee.
L’intralogistica protagonista ad Anuga FoodTec Nel settore del food & beverage crescono le aspettative in termini di produttività e l’enorme varietà di prodotti e imballaggi sempre nuovi immessi sul mercato sfida l’intralogistica aziendale. Per ottimizzare i flussi aziendali dei materiali servono soluzioni intelligenti, flessibili e applicabili in scala, che spazino dagli acquisti alla consegna, passando per la produzione. Per garantire al tema
dell’intralogistica la giusta attenzione, in occasione della prossima edizione di Anuga FoodTec 2021, dal 23 al 26 marzo a Colonia, a questo segmento sarà dedicato uno spazio specifico, ospitato in un unico padiglione. Un programma di conferenze mirato insieme ai forum tecnici completerà l’offerta espositiva, offrendo informazioni supplementari in tema di intralogistica.
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Gli espositori del segmento intralogistica potranno incontrare responsabili decisionali internazionali, direttori di produzione e dirigenti del settore del food & beverage, compresi gli espositori di Anuga FoodTec, dal momento che anche i produttori di macchine e impianti, uno dei segmenti espositivi a registrare una partecipazione elevatissima, sono tenuti a dotar-
si di un sistema logistico aziendale. Alla prossima edizione di Anuga FoodTec un itinerario specifico convoglierà quindi i visitatori interessati alla scoperta del nuovo segmento. Nel 2018 avevano partecipato alla rassegna più di 70 aziende del segmento intralogistica, mentre erano state complessivamente 1.657 le aziende espositrici provenienti da 48 Paesi.
Appuntamento in Germania per il mondo degli snack Il 16 e 17 giugno 2021 si terrà ad Amburgo una nuova edizione di Snackex, l’evento internazionale di riferimento per il settore degli snack salati che si rivolge a produttori di patatine, snack di mais, estrusi, al forno, salatini, popcorn, snack di carne, arachidi e frutta a guscio, ma anche ai produttori di macchinari di processo e confezionamento, sistemi di pesatura, materiali per l’imballaggio, sistemi di estrusione, attrezzature per la la-
vorazione della frutta a guscio, ingredienti, aromi, condimenti, oli e grassi, strumenti e servizi di laboratorio, movimentazione dei materiali, servizi di consulenza e altro ancora. I partecipanti avranno l’opportunità di interagire con colleghi e operatori del settore degli snack provenienti da tutto il mondo sia in fiera che durante le occasioni sociali che rappresentano parte integrante dell’evento.
Hispack lancia un’edizione 2021 più grande e cambia date Hispack, il secondo più grande evento nel portafoglio di fiere organizzato da Fira de Barcelona dopo Alimentaria, promette una nuova edizione in crescita – si aspira infatti ad un aumento degli espositori del 18% per potarli ad un migliaio in rappresentanza di oltre 1.800 marchi – e con un
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cambiamento di date: dal 18 al 21 maggio 2021. La maggior parte dell’offerta Hispack riguarda i settori delle attrezzature per l’imballaggio e gli accessori; la tecnologia di produzione per prodotti confezionati e l’imbottigliamento; etichettatura, codifica e marcatura; automazio-
ne e robotica; logistica, movimentazione e stoccaggio. Proprio per facilitare la partecipazione delle aziende espositrici di macchinari, è stata presa la decisione di posticipare le date di Hispack per dare più tempo ai lavori di montaggio e smontaggio di Seafood Expo Global/ Seafood Processing Global, il più grande salone mondiale della pesca che approda a Barcellona a fine aprile. Nell’intenzione degli organizzatori, in questa prossima edizione Hispack mira a un importante salto di qualità nell’offerta e nelle attività relative alla conoscenza e business, al fine di dare vita a un ecosistema permanente, non limitato alle sole giornate espositive, in grado di evidenziare il valore dell’innovazione apportata dai fornitori di soluzioni di packaging e l’impatto del packaging su produzione, logistica, marketing, esperienza dell’utente e sostenibilità in tutti i tipi di prodotti, sia di consumo che industriali. A questo proposito, Hispack sta già lavorando agli obiettivi stabiliti nel piano strategico 20212024, concentrandosi sulla garanzia di una crescita organica sostenibile attirando leader di mercato e decisori degli acquisti, creando un hub intersettoriale capace di stimolare e fornire conoscenze permanenti alle diverse parti coinvolte nella domanda e nell’offerta di imballaggi, puntando i riflettori sull’innovazione del packaging spagnolo e promuovendo ulteriormente la sua internazionalizzazione e la presenza di acquirenti provenienti da altri Paesi. Nell’edizione 2018, Hispack ha registrato la partecipazione di 823 espositori in rappresentanza di 1.400 marchi, e quasi 40.000 visitatori, il 10% dei quali provenienti dall’estero.
agenda
calendario IN ITALIA 15-16 GENNAIO 2020 - MarcabyBologna Fiere - Mostraconvegno sulla marca commerciale - Bologna - www.marca. bolognafiere.it 18-22 GENNAIO 2020 - Sigep - Salone int. di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè - Rimini - www.sigep.it 29 GENNAIO-1° FEBBRAIO 2020 - Fieragricola - Salone int. dell’agricoltura e della zootecnia - Verona - www.fieragricola.it 15-18 FEBBRAIO 2020 - Beer&Food Attraction - Salone int. della birra e alimenti - Rimini - www.beerattraction.it 15-18 FEBBRAIO 2020 - FoodNova - Salone int. dei nuovi alimenti - Rimini - www.foodnova.eu 1-3 APRILE 2020 - B/Open - Salone int. del biologico - Verona www.b-opentrade.com 17-19 APRILE 2020 - Cosmofarma - Salone int. della farmaceutica e nutricosmetica - Bologna - www.cosmofarma.com 19-22 APRILE 2020 - Vinitaly - Salone int. del vino e olio - Verona - www.vinitaly.com 5-7 MAGGIO 2020 - Macfrut - Salone int. dell’ortofrutta - Rimini - www.macfrut.com 11-14 MAGGIO 2020 - Cibus - Salone int. dell’alimentazione Parma - www.cibus.it 26-28 MAGGIO 2020 - SPS Italia - Salone int. dell’automazione Parma - www.spsitalia.it 26-28 MAGGIO 2020 - Packaging Première - Salone int. del packaging di lusso - Milano - www.packagingpremiere.it 7-11 NOVEMBRE 2020 - Cosmofood - Salone int. dell’Ho.Re.Ca Vicenza - www.cosmofood.it 4-7 MAGGIO 2021 - Ipack-Ima - Salone int. imballaggio e confezionamento - Milano - www.ipackima.com 4-7 MAGGIO 2021 - The innovation Alliance - Salone int. per la meccanica alimentare - Milano - www.theinnovationalliance.it 4-7 MAGGIO 2021 - Meat Tech - Salone int. della carne e dei piatti pronti - Milano - www.ipackima.com/it/pages/meattech 17-20 MAGGIO 2021 - TuttoFood - Salone int. dell’alimentazione - Milano - www.tuttofood.it
ALL’ESTERO 3-5 DICEMBRE 2019 - Food ingredients Europe - Salone int. degli ingredienti alimentari - Parigi (Francia) - www.figlobal.com/ fieurope 9-11 DICEMBRE 2019 - Pacprocess MEA - Salone int. dell’imballaggio - Cairo (Egitto) - www.pacprocess-mea.com 10-11 DICEMBRE 2019 - Conferenza AMI Plastics - Conferenza int. degli imballaggi flessibili - Berlino (Germania) - www.ami. international 11-14 GENNAIO 2020 - Europain - Salone int. dei prodotti da forno, pasticceria e cioccolato - Parigi (Francia) - www.europain. com 2-5 FEBBRAIO 2020 - ISM+ProSweets - Salone int. dell’industria dolciaria - Colonia (Germania) - www.prosweets.com 5-7 FEBBRAIO 2020 - Fruit Logistica - Salone mondiale dell’ortofrutta - Berlino (Germania) - www.fruitlogistica.it 12-15 FEBBRAIO 2020 - Biofach - Salone int. del biologico Norimberga (Germania) - www.biofach.de
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In rosso, le manifestazioni alle quali potete trovare le nostre riviste in distribuzione 16-20 FEBBRAIO 2020 - Gulfood - Salone dei prodotti alimentari - Dubai (Emirati Arabi) - www.gulfood.com 23-26 FEBBRAIO 2020 - Salon du Fromage et des Produits Laitiers - Salone int. del lattiero caseario - Parigi (Francia) - www. salon-fromage.com 10-12 MARZO 2020 - CFIA - Salone int. dell’industria alimentare Rennes (Francia) - cfiaexpo.com 26-29 MARZO 2020 - Ibaktech - Salone int. dell’industria dei prodotti da forno e dolciari - Istanbul (Turchia) - www.ibaktech.com 20-23 APRILE 2020 - Alimentaria - Salone int. dell’alimentazione Barcellona (Spagna) - www.alimentaria.com 5-9 MAGGIO 2020 - Metpack - Salone int. degli imballaggi metallici - Essen (Germania) - www.metpack.de 7-13 MAGGIO 2020 - Interpack - Salone mondiale dell’imballaggio - Düsseldorf (Germania) - www.interpack.com 26-28 MAGGIO 2020 - Anutec Brazil - Salone int. dell’industria alimentare - Curitiba (Brasile) - www.anutecbrazil.com.br/en 26-30 MAGGIO 2020 - Thaifex-Anuga Asia - Bangkok (Thailandia) - Salone int. Food & beverage e della ristorazione - www.thaifexanuga.com/en 17-20 GIUGNO 2020 - ProPak Asia - Salone int. dell’imballaggio Bangkok (Thailandia) - www.propakasia.com 12-15 LUGLIO 2020 - IFT - Mostra convegno dei tecnologi alimentari - Chicago (Usa) - www.ift.org 23-25 SETTEMBRE 2020 - Asia Fruitlogistica - Salone int. dei prodotti freschi - Hong Kong - www.asiafruitlogistica.com 6-9 OTTOBRE 2020 - Alimentaria FoodTech - Salone int. dell’industria alimentare - Barcellona (Spagna) - www. alimentariafoodtech.com 18-22 OTTOBRE 2020 - Sial - Salone int. dell’alimentazione Parigi (Francia) - www.sialparis.com 3-5 NOVEMBRE 2020 - Gulfood Manufacturing - Salone int. dell’industria alimentare - Dubai (Emirati Arabi) - www. gulfoodmanufacturing.com 23-26 NOVEMBRE 2020 - All4Pack - Salone int. dell’imballaggio Parigi (Francia) - www.all4pack.com 23-26 MARZO 2021 - Anuga FoodTec - Salone int. dell’industria alimentare - Colonia (Germania) - www.anugafoodtec.com 27-29 APRILE 2021 - Seafood Expo Global - Salone int. della pesca - Barcellona (Spagna) - www.seafoodexpo.com 18-21 MAGGIO 2021 - Hispack - Salone int. dell’industria alimentare e imballaggio - Barcellona (Spagna) - www.hispack.com 16-17 GIUGNO 2021 - Snackex - Salone int. degli snack salati Amburgo (Germania) - www.snackex.com 28-30 SETTEMBRE 2021 - FachPack - Salone int. dell’imballaggio - Norimberga (Germania) - www.fachpack.de 24-28 OTTOBRE 2021 - Iba - Salone mondiale di panificazione e pasticceria - Monaco (Germania) - www.iba.de
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recensione libri
Shelf-life FOOD QUALITY AND SHELF LIFE (Qualità alimentare e shelf-life) C.M. Galanakis - XVI + 402 pag. illustrato - Edito da Academic Press - Elsevier (www.elsevier.com/books-and-journals) - Rilegato - 2019 - ISBN: 978-0-12-817190-5 - Prezzo € 145,60 - eBook ISBN: 9780128171912 Prezzo € 145,60 Il testo copre tutti gli aspetti e le sfide della conservazione degli alimenti, dell’imballaggio e della shelf-life, fornendo informazioni pratiche sui temi di spicco del settore, a partire dagli svariati cambiamenti qualitativi che si verificano durante la conservazione degli alimenti. Si sofferma sul contenuto d’acqua e la stabilità degli ingredienti alimentari, le tecnologie emergenti di pastorizzazione a freddo, gli antimicrobici naturali potenzialmente utili ai fini della conservazione alimentare, il miglioramento della shelf-life grazie all’incapsulazione di ingredienti, la sopravvivenza dei probiotici negli alimenti funzionali durante la conservazione, gli imballaggi attivi, intelligenti e in atmosfera modificata e la valutazione della qualità di frutta e ortaggi prima e dopo la raccolta grazie a tecniche non distruttive. L’opera, che pone l’accento sugli approcci metodologici volti alla
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valutazione sensoriale durante la shelf-life e sull’impatto del packaging sulle proprietà sensoriali, si rivolge a ricercatori e professionisti interessati alla valutazione delle prestazioni degli imballaggi futuri per i prodotti freschi nella catena del freddo e alla gestione della temperatura nella catena di approvvigionamento. Il testo propone approfondimenti sulle nuove tendenze delle tecnologie emergenti nel settore, comprende argomenti importanti, come gli imballaggi in atmosfera modificata e i materiali attivi per migliorare la shelf-life e fornisce metodologie di valutazione e modellizzazione e test accelerati sulla shelf-life. Questi i capitoli di cui si compone: cambiamenti della qualità degli alimenti durante la shelf-life; proprietà dell’umidità e stabilità degli ingredienti bioattivi innovativi; tecnologie emergenti di pastorizzazione a freddo per mi-
gliorare la shelf-life e assicurare la qualità alimentare; miglioramento della conservazione alimentare con agenti antimicrobici naturali o con ingredienti nano o micro-incapsulati; sopravvivenza dei probiotici negli alimenti funzionali durante la shelf-life; imballaggi in atmosfera modificata e intelligenti per la conservazione alimentare; imballaggi alimentari e migrazione; valutazione della qualità di prodotti ortofrutticoli freschi con metodi non distruttivi; valutazione della durata di conservazione sensoriale; test accelerati sulla shelf-life.
COME PROGETTARE IMPIANTI ALIMENTARI
INGEGNERIA ALIMENTARE Tecnologie di produzione Impianti Produttivi Logistica - Economia
G. FERRETTI - R. RIZZO - G. VIGNALI 1084 pag. Rilegato (2017) € 85.00 App per iPad € 39,99 ISBN: 978-88-96027-34-9
Il corso di laurea Magistrale di Ingegneria Meccanica dell’Industria Alimentare fu attivato a Parma nell’anno 2004/2005 con il decisivo sostegno dell’imprenditoria locale. Nell’ambito ingegneristico, dopo un impegnativo rodaggio, il Corso di Laurea fu via via implementato di contributi scientifici e di insegnamenti mutuati da discipline affini e complementari agli Impianti Industriali, fino ad assumere l’attuale denominazione di Corso di Laurea Magistrale di Ingegneria degli Impianti e delle Macchine dell’Industria Alimentare. Con la pubblicazione di questo testo, dedicato all’Ingegneria Alimentare, è stato quindi rinnovato il tacito impegno assunto da parte del Prof. Ferretti e del Prof. Rizzo più di trent’anni prima. Le scienze tecnologiche attuali, delle quali questa opera dà ampia testimonianza, potranno essere d’aiuto agli specialisti del settore nel sostenere la subentrante civiltà cittadina-industriale nel continuare l’opera di quella rurale-artigianale, individuando e fissando il punto fermo d’equilibrio che consentirà ai fruitori delle risorse di integrare giorno dopo giorno, anno dopo anno, ciclo dopo ciclo, ciò che consumeranno.
INDICI PARTE PRIMA Criteri di progettazione igienica degli stabilimenti alimentari Cap. 1 – I fondamenti dell’Ingegneria Alimentare. Cap. 2 – Criteri ubicazionali per le industrie alimentari. Cap. 3 – Plant layout di una fabbrica alimentare. PARTE SECONDA Materie, prodotti e tecniche di corrente impiego nelle industrie alimentari Cap. 4 – L’acqua. Cap. 5 – I liquidi di governo. Le bevande. Gli sciroppi. Cap. 6 – Il trattamento igienico dei contenitori. Lavatrici. Sciacquatrici. Sterilizzatrici. PARTE TERZA Operazioni fondamentali nella fabbricazione degli alimenti confezionati Cap. 7 – Operazioni basilari nella preparazione e nella fabbricazione industriale degli alimenti. Cap. 8 – Il confezionamento degli alimenti. Realizzazione di una linea completa.
DATI PER LA SPEDIZIONE nome ditta/ente via città prov. tel. fax e-mail
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Ai sensi dell’Art 11 della Legge 675/96 ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento ed alla comunicazione degli stessi firma
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PARTE QUARTA Processi logistici e Tipologie di riferimento di alcune produzioni alimentari Cap. 9 – Logistica interna degli stabilimenti alimentari. Cap. 10 – I processi logistici della supply chain alimentare. Cap. 11 – L’industria vinicola. Cap. 12 – L’industria birraria. Cap. 13 – L’industria lattiero-casearia: Il Parmigiano Reggiano. Cap. 14 – L’industria delle conserve vegetali: Il Pomodoro. Cap. 15 – Prodotti carnei e conserve animali: Il Prosciutto. Cap. 16 – Impianti dell’industria molitoria e cerealicola. Cap. 17 – La pasta. PARTE QUINTA Elementi di Economia e Management dell’Industria Alimentare Cap. 18 – Studi di fattibilità nell’industria alimentare. Cap. 19 – Valutazione degli investimenti. Cap. 20 – Prospettive economiche sull’evoluzione dell’industria alimentare.
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One side: come ogni anno ci risiamo….
La pagina del Presidente di Sebastiano Porretta
Anche questo 2019 sta per lasciarci: da tanto tempo m’intristisce il ritrovare a livello nazionale un settore professionale e accademico profondamente cambiato da come l’avevo conosciuto; pochi leader e tutto più uniformato. Si tratta di una visione del tutto personale, certamente viziata dagli anni che passano e che vedono a mano a mano diminuire i riferimenti umani nei diversi settori specialistici per raggiunta quiescenza. E dire che siamo nell’era della condivisione e dei cluster a ogni livello: ma quelle straordinariamente formative riunioni finali dei progetti finalizzati (MURST, CNR…) coordinate da opinion leader riconosciuti e capaci di generare potenti sinergie tra università, centri di ricerche e aziende di produzione, restano un ricordo. Per non parlare delle bellissime, imponenti e capaci di lasciare una traccia significativa 11 edizioni del CISETA, il biennale congresso italiano di scienza e tecnologia degli alimenti, al quale era importante esserci per incontrare tutti i colleghi che condividevano lo stesso interesse. Vorrei ricordare come ogni anno al termine gli amici che ci hanno lasciato con una traccia indelebile: Carlo Raffaele Lerici, Marco Riva, Gianni Tomassi, Carlo Cantoni, Gian Claudio Andreis, Laura Pizzoferrato, Sandra Orioli, Stefania Quintavalla, Giovanni Chiriotti.
The other side: ma ti sei ricordato d’iscriverti per il 2020? Sono 40 anni che AITA mantiene la leadership di maggiore associazione scientifica del settore di riferimento, nonostante gli innumerevoli tentativi di emulazione. Per questo ti chiediamo di sostenerla con una quota d’iscrizione (che vi dà molto di più di quanto versate) rimasta immutata da almeno due decenni (www.aita-nazionale.it). Mantenetevi così e Buone Feste
aita
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Come conservare la mozzarella di bufala La mozzarella di bufala peggiora se conservata in frigorifero ed è anche meno sana: nell’arco delle 24 ore sia a livello chimico che dal lato dell’analisi sensoriale la scelta migliore risulta essere quella di conservare la m o z z a re l la a temperatura ambiente. È quanto dimostrato dallo studio del nostro laboratorio Gruppo Maurizi, specializzato in sicurezza alimentare e ambientale, in cui abbiamo analizzato dei campioni di mozzarella di bufala per osservare la differenza tra quelle conservate in frigorifero e quelle mantenute a temperatura ambiente. Sono state realizzate analisi chimiche, microbiologiche e sensoriali sulle mozzarelle. Lo studio nasce dall’esigenza di informare tutti coloro che, per paura della proliferazione batterica, conservano la mozzarella di bufala in frigorifero a discapito della sua qualità. La mozzarella di bufala conservata in frigorifero perde profumo e consistenza, mentre nella mozzarella di bufala conservata a temperatura ambiente, gli acidi grassi (che inizialmente sono saturi) grazie a degli enzimi migliorano
la loro natura e diventano precursori di Omega-3 e Omega-6 con miglioramenti dal punto di vista nutrizionale. Per il protocollo di analisi sono stati prelevati tre campioni di mozzarella di bufala, immersi nel loro liquido di governo, in apposita busta di plastica per alimenti ed è stato messo a punto un protocollo di analisi per valutare le caratteristiche organolettiche, microbiologiche e chimiche del prodotto a diverse condizioni di conservazione ed in tempi diversi L’analisi sensoriale è stata eseguita sulla mozzarella di bufala a tutti i tempi di analisi ed a tutte le differenti tipologie di conservazione. I 4 assaggiatori che hanno eseguito l’analisi, hanno valutato i seguenti parametri: (colore) bianco perla, la mozzarella di bufala a differenza di quella vaccina non deve avere nessuna sfumatura che tende al paglierino; (aspetto visivo) liscio ed omogeneo in superficie, sfogliato e poroso internamente; (profumo) muschiato e lattiginoso; (sapore) acidità lattiginosa e sapida; (consistenza e elasticità) consistenza tenace alla masticazione. A ciascun parametro è stato assegnato un valore da 0 (estremamente negativo) a 4 (estremamente positivo); per un giudizio di sufficienza si è considerato il raggiungimento di un valore pari almeno a 2. Dalla nostra analisi è emerso, infatti, che la conservazione in frigo comporta una diminuzione del punteggio di tutti i
Laboratorio Accreditato Gruppo Maurizi.
parametri del prodotto presi in considerazione, coprendo addirittura il parametro profumo e facendo perdere elasticità al prodotto esaminato. Con il passare dei giorni, inoltre, la mozzarella conservata in un clima mite migliora chimicamente riuscendo ad aumentare il contenuto di acidi grassi mono e polinsaturi. La temperatura di servizio gioca un ruolo fondamentale anche sotto l’aspetto del parametro sapore, perché il latte di bufala ha una percentuale di grasso superiore al latte vaccino: le componenti grasse con il freddo tendono a cristallizzare, rilasciando in bocca una sensazione di grassezza invadente e non suadente come ci si aspetterebbe. Ne consegue, quindi, che nell’arco delle 24 ore sia a livello chimico che dal lato dell’analisi sensoriale la scelta migliore risulta essere quella di conservare la mozzarella a temperatura ambiente.
Scheda di Associazione Anno 2020 Cognome.............................................. Nome................................................ Ente o Società................................................................................................. Settore merceologico di attività........................................................................ Indirizzo presso il quale desidera ricevere la rivista e le comunicazioni AITA Abitazione
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Autorizzo l'utilizzo dei miei dati personali ai sensi della legge 31/12/96 N. 675 per l'esercizio delle attività dell'Associazione e per il raggiungimento delle finalità previste dallo Statuto.
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Benvenuti a Casa Optima, alta formazione in Sweet Arts Casa Optima è un progetto che in pochi anni ha saputo creare un polo formativo e di ricerca altamente performante, unico al mondo e interamente dedicato alle ‘Sweet Arts’. Nati dall’esperienza e il know how del gruppo Optima Spa – di cui fanno parte MEC3, Modecor Italiana e Giuso Guido – i corsi Casa Optima spaziano dalla gelateria alla pasticceria, dalle decorazioni professionali a coffee specialities e cocktails, con focus su tematiche specifiche quali il mondo del cioccolato e dei lievitati. Per l’anno scolastico 2019-20 sono previsti 54 corsi, da ottobre a maggio che, grazie alla collaborazione di professionisti altamente qualificati e a partnership con prestigiosi enti di formazione, affrontano temi che vanno a delineare un intenso programma di formazione, articolato su più livelli e in maniera trasversale, rivolto sia a professionisti qualificati che a neofiti. Tra le novità spicca ‘Professione Gelatiere’, organizzato in co-brand con Gambero Rosso Academy: una full immersion di due settimane durante la quale vengono affrontati tutti gli aspetti pratici e teorici di questa professione, dall’abc del gelato fino al raggiungimento dell’eccellenza sia nella sede romana di ‘Città del Gusto’ di Gambero Rosso,
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sia presso le sedi Casa Optima di San Clemente e Bistagno. Casa Optima adotta il metodo didattico ‘one to one’: classi ristrette, con un massimo di 12 studenti, e postazioni individuali completamente attrezzate, per permettere agli alunni di passare immediatamente dalla teoria alla pratica e interagire costantemente con i docenti attingendo direttamente dalle loro esperienze. Il nuovo anno scolastico offre ancora una volta un programma intenso e rinnovato, sempre al passo con le nuove tendenze e le esigenze dei gelatieri, suddiviso in 5 aree tematiche: GELATERIA: corsi Base, Intermedio e Avanzato – L’ABC del gelato, L’Arte del Gelato e Il Master del Gelato - per rispondere alle esigenze dei gelatieri, qualsiasi sia il loro livello di preparazione, con focus mirati e approfondimenti su tematiche specifiche, per migliorare le conoscenze tecniche e fornire tutti gli strumenti necessari a rendere l’offerta del punto vendita unica, creativa e intrigante. Gestione finanziaria, materie prime, risorse umane e marketing sono gli argomenti affrontati nel corso “Dalla passione al business”, il cui obiettivo è creare nuovi gelatieri di successo che sappiano gestire al meglio il proprio locale.
PASTICCERIA: I Trend della pasticceria è il titolo del corso di torte moderne volto a fornire tecniche e idee per ampliare l’offerta ispirandosi alle tendenze di gusto e valorizzando la presentazione estetica. La pasticceria del gelaterie trova invece la sua massima espressione nel corso Classici in Evoluzione dove, attraverso ricerca, sperimentazione e utilizzo di metodi innovativi, si scoprirà come costruire una vetrina moderna e trendy. DECORAZIONE: il corso Decorazione & Design ha un programma tutto nuovo, ideato per apprendere in modo pratico i fondamenti del modelling e realizzare decorazioni semplici ma di grande effetto. PASTICCERIA TRADIZIONALE: una grande novità di questo anno, con corsi mirati che si svolgeranno nella sede di Bistagno. Il Tempo dei lievitati è un viaggio tecnico-sensoriale alla scoperta del mondo dei lievitati, centrale nella tradizione e nell’evoluzione della pasticceria artigianale italiana. “Senza ma con gusto” è invece dedicato a chi desidera scoprire i segreti per accontentare i consumatori consapevoli che privilegiano un’alimentazione vegetariana senza rinunciare al gusto. Le nuove tendenze del cioccolato, con proposte innovative e accattivanti, sono alla base delle lezioni de Il Mondo del Cioccolato. Infine, tante ricette con abbinamenti classici e innovativi per sfruttare la stagionalità, le nuove tendenze e rinnovare l’offerta della prima colazione, saranno svelate agli allievi del corso “Un dolce risveglio”. BEVERAGE: un’offerta formativa rinnovata caratterizza “Creatività da bere” corso di Coffee Specialities & More, dando spazio alla lavorazione delle materie prime, alla scelta del menù e al calcolo del drink cost, imparando a realizzare un espresso gourmet, smoothies, mocktails, cocktails e molto altro. Casa Optima offre inoltre 4 esclusivi Pacchetti Didattici personalizzabili e convenienti che delineano un percorso formativo completo. E per chi risiede all’estero? Casa Optima è presente in dieci paesi! Monaco di Baviera, Praga, Budapest, New York, Houston, Miami, Santiago del Cile, San Paolo del Brasile, Dubai, Shangai. Con Casa Optima, passione, innovazione e professionalità made in Italy non hanno più confini! Per conoscere date e contenuti dei corsi: www.casaoptima.com
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Via della Mosa 6 20017 Rho (MI) - Tel. 02 93539.1 EPTA NORD
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