Chiesa Insieme Gennaio 2016

Page 1

N. 1 - GENNAIO 2016 - ANNO XXXIV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n째 660 del 7/03/1983

MISERICORDIA , UNA RIVOLUZIONE PASTORALE


2

Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

Editoriale

SOMMARIO

Editoriale

del vescovo

LA PAROLA DEL VESCOVO

Primeirear - pag. 2

L’islam Dal

Focus

non è una violenza

- pag. 3

Primo Piano

natale all’Epifania

pag. 4-5

Formazione Convegno

nazionale di

Firenze - pag.6

Il Policoro

dal

Progetti Papa pag. 7

Vita Consacrata

Clarisse Santa Colette - pag. 8

Il Giubileo

Speciale Giubileo in diocesi - pag.9 Nuovi

La

stili di vita

tutela del creato

- pag.17

Caritas

diocesana

Ultimo

con gli ultimi

Famiglie Video-catechesi

- pag.18 Vangelo - pag.19

del

del vescovo

Dalle

parrocchie

Bastia/Cannara/Gualdo Tadino - pag. 20

Iniziative La tutela del creato - pag.22 La

tutela del creato

News - pag.23

Appuntamenti

gennaio/febbraio

2016 - pag.24

Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marina Rosati Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%

Abbonamento: Ordinario Euro 15,00 sostenitore Euro 20,00 - Servirsi preferibilmente del c.c.p. n°13999065 intestato a: Curia Diocesana Amministrazione Chiesa Insieme 06081 Assisi Stampa: Tipografia Metastasio

PRIMEIREAR

È un neologismo, di fattura “argenti-

na”, caro a papa Francesco. Indica una Chiesa che prende l’iniziativa, che sa guardare lontano e giocare d’anticipo. Questione di tattica? No, questione di vangelo. Tutto il vangelo è il messaggio di un Dio che si prende cura di noi assumendo iniziativa. Offrendoci una misericordia – è il tema centrale di questo anno giubilare - che “gioca in anticipo” persino rispetto al nostro pentimento (ma comunque esigendolo!). La Chiesa – come la società, e dentro la società - vive un’epoca di cambiamenti epocali. Grandi questioni agitano l’opinione pubblica, dall’ondata di profughi che aspettano un “gesto”, anzi una “cultura”, della misericordia, alle questioni etiche che infuocano i dibattiti parlamentari e mediatici in tema di unioni civili, di diritti degli omosessuali, di uteri in affitto e quant’altro. Davanti alle urgenze, la sensibilità cattolica ha la bussola di sempre, il vangelo, ma è posta anche davanti alla sfida delle applicazioni storiche, che non si affrontano a suon di “grida manzoniane”, regolarmente disattese, o di “manifestazioni” che durano un giorno e lasciano il tempo che trovano. Tanto meno ci si può arrendere a negoziazioni al ribasso in reconditi meandri parlamentari o in una psicologia di compromesso con la cultura dominante. Quello che la dignità umana e il vangelo chiedono, dev’essere testimoniato con tutto il vigore della profezia. Le dichiarazioni dei vescovi non possono mancare, ma la differenza poi è fatta dalla coscienza attiva, anche “politica”, dell’intera comunità cristiana. Senza dimenticare ciò che la storia insegna: in tante applicazioni “pratiche” dei princìpi, posta la fedeltà sostanziale ai valori evangelici, possono verificarsi legittimamente opzioni variegate a seconda della sensibilità e delle circostanze. Recentemente il

cardinale Bassetti, – su alcuni temi roventi dell’agenda etico-politica – ha espresso una sensibilità in cui emerge equilibrio tra la testimonianza ferma dei valori e l’urgenza di un dialogo che aiuti tutti a comprendersi meglio. Mi ci ritrovo. È l’atteggiamento da coltivare – alla scuola del Concilio - nei rapporti tra Chiesa e società, specie in tempi complessi come il nostro. Mentre dialoghiamo “ad extra”, occorre tuttavia por mano più efficacemente al rinnovamento della comunità cristiana. La nostra pastorale è, in genere, ancora lontana dagli indirizzi auspicati da papa Francesco, quando, nell’ Evangelii Gaudium, sogna una Chiesa “in uscita”, che si porti nelle strade e nelle case, con un progetto di rinnovamento delle parrocchie che le renda “missionarie”, capaci di evangelizzare gli ambienti di vita e ritessere relazioni tra le persone. Una sfida che forse la Conferenza Episcopale Italiana, e le nostre Chiese sorelle dell’Umbria, potrebbero affrontare con maggiore audacia programmatica. E forse non è difficile, se solo cominciamo ad ascoltarci in modo sistematico e perseverante, condividendo le “buone pratiche” che non mancano in ciascuna Chiesa particolare. Nella nostra Chiesa di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, pur con qualche fatica, ma anche crescente soddisfazione, stiamo tentando il rinnovamento delle parrocchie con il modello delle “piccole comunità” (Comunità Maria Famiglie del Vangelo). Non è un “toccasana”, ma un indirizzo concreto – peraltro ben noto al Magistero universale, dall’Evangelii Nuntiandi (1975) in poi – per non essere travolti da una crisi sociale che inevitabilmente si traduce anche in crisi ecclesiale. In altre Chiese – ne sono convinto - non mancano esperienze pastorali altrettanto significative. Occorre condivisione, audacia e fiducia. Pur sempre con la consapevolezza che nessuno ha la carta vincente. La carta vincente è Cristo e la sua misericordia. + Domenico, vescovo


Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

Focus Un

musulmano di

G ualdo Tadino

scrive a monsignor

S orrentino

che lo incontra in

3

C uria

“L’Islam non è violenza” Marina Rosati

ASSISI - Un appello alla pace, un richiamo alla sua gente, un’invettiva contro chi usa il nome di Allah per uccidere. La lettera di Kamali Abdel Wahed, un musulmano di origini marocchine che da oltre 20 anni vive a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, è tutte queste cose insieme. Dopo gli attentati di Parigi Roberto, così lo conoscono gli amici del paese, ha preso carta e penna per scrivere al vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino che non ha esitato ad incontrarlo. “Vivo in questa città da più di 20 anni e da quando mi sono sposato ho deciso di crescere la mia famiglia a Gualdo Tadino. Siamo una famiglia proveniente dal Marocco di fede musulmana. Inizialmente ho fatto come tutti, cioè mi sono arrangiato a fare l’imbianchino e altri lavori come giardinaggio, cartongesso ecc.., Successivamente sono stato assunto come metalmeccanico presso la Faber S.p.A, di Fossato di Vico, dove ho lavorato per 13 anni consecutivil, adesso faccio il consulente dei prodotti Folletto. Ho sempre fatto una vita sociale che mi ha portato ad impegnarmi con varie associazioni cittadine, per esempio, sono da tanti anni un donatore di sangue “Avis” e sono anche un volontario della Croce Rossa Italiana sez. di Gualdo Tadino. La mia famiglia – continua Roberto - è composta da me, mia moglie e quattro figli, tre femmine e un maschio, di età compresa tra 4 e i 16 anni, tutti nati qui. Le prime tre figlie studiano qui con ottimi risultati, viviamo una vita normale e discreta, siamo amici con tutti, soprattutto con i vicini di casa. Parlo a nome mio, della mia famiglia e, pur non essendo il responsabile, su loro incarico, parlo anche per conto di tutte le comunità musulmane presenti a Gualdo Tadino. Più precisamente mi faccio portavoce per le comunità macedone, marocchina, tunisina, senegalese, nigeriana, egiziana che vivono da anni nella nostra città ed anche per gli italiani di fede musulmana. Noi siamo fermamente contro a quanto accaduto a Parigi – scrive Roberto - come anche siamo stati contro alle stragi av-

venute in Kenya, al Museo del Bardo di Tunisi, alle stragi avvenute in Nigeria e all’abbattimento dell’aereo russo in Egitto. Perché la nostra religione ci insegna a comportarci secondo le indicazioni riportate in questo versetto tratto dal Corano e dall’insegnamento del nostro profeta Maometto. Un versetto del Nobile Corano recita così: “.. chiunque uccida un uomo, che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso corruzione sulla terra, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera. E chi ne abbia salvato uno, sarà come se avesse salvato tutta l’umanità.” Suraa al Maaida (Tavola) versetto 32. Quanto espresso in questo versetto lo possiamo ritrovare in tanti altri versetti, che in questo momento non cito per non dilungarmi oltre, perché il messaggio che vogliamo condividere

con voi è che: ‘ ... nessuna religione al mondo, ammette o permette o tollera il crimine di uccidere persone indifese e innocenti’. Questo è il nostro credo” – sottolinea –. Sia nella lettera che nell’incontro Roberto ha richiamato la necessità e la “possibilità per gli uomini di comprendersi e superare contrasti e difficoltà, per quanto profondi e gravi essi siano, senza ricorrere alla violenza, all’uso della forza e delle armi. Quindi – conclude - dedico questa lettera a tutte le persone che credono che l’Islam accetti queste violenze contro l’umanità e contro la cultura occidentale. Vorrei anche aggiungere che ciò che stanno facendo questi infami è contro il mondo intero e contro l’islam che è una religione di pace e di rispetto di tutto ciò che ci circonda”. 3


4

Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

Primo piano

assisi

Dal Natale all’Epifania tante celebrazioni a san Rufino

Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI - Ancora più partecipate che mai le celebrazioni liturgiche nella cattedrale di San Rufino dalla vigilia del Natale all’Epifania sia dalla comunità parrocchiale che dai numerosi pellegrini che durante questi giorni hanno inondato le strade di Assisi, sostando in cattedrale per il Giubileo della Misericordia. Festività liturgiche che sono memoriale di un momento fondamentale della storia e della nostra fede cristiana: l’Incarnazione di Dio, un Dio fatto uomo, l’assurdo per quanti non credono o professano altre religioni, l’inedito dell’attesa per quanti credono, la speranza nella luce che illumina la storia e la vicenda personale. “E’ la grande gioia annunciata dagli angeli – ha sottolineato il vescovo di Assisi monsignor Sorrentino all’omelia da lui pronunciata alla santa messa della vigilia del – ma dobbiamo fare i conti su quanto questo mistero ci tocca, quanto il Bambinello di Betlemme è capace ancora d’interrogarci?” E’ grande gioia, fanno risuonare nel cuore i canti accuratamente preparati ed eseguiti dal coro numerosissimo dei giovani

della parrocchia. Un cammino dalla gioia della fede, alla speranza e alla Carità. “Contemplando nel Bambinello l’Emmanuele, il Dio con noi che salva, sperimentiamo la gioia della fede, poi della Carità che muove il nostro cuore di carne e, infine, della speranza. L’Amore di Dio si fa famiglia, si espande nella Chiesa, apre il cuore ai fratelli, nessuna porta può restargli chiusa; nonostante dolori e tenebre tu puoi farcela perché il Signore che nasce oggi è lo stesso che nacque a Betlemme”. Segno della gioia lo scambio di auguri tra il presule, la comunità e i pellegrini con panettone e spumante sul sagrato. Il parroco don Cesare Provenzi alla messa del 25 dicembre in cattedrale ha sottolineato: “La bellezza della nostra fede è un Dio che si fa Bambino perché vuole essere abbracciato, stretto a me che ho bisogno di sentire il calore del mio Dio, di crescere con Lui che ancora Bambino, piangendo, nelle sue lacrime sa già indicarmi quella via che non riesco a trovare nel bandolo della matassa della mia vita; ancora piccolo Egli fa sentire in me lo Spirito che mi suggerisce la via e m’indica i poveri”. La contemplazione del Dio

fatto uomo diventa inno di lode e di gratitudine il 31 gennaio alle ore 17.30 dove sempre in cattedrale si eleva l’Inno del Te Deum di ringraziamento eseguito magistralmente dal coro della cattedrale di San Rufino a conclusione della santa messa presieduta ancora dal vescovo, numerosi i pellegrini. Il vescovo ha ringraziato il Signore per alcuni eventi che hanno caratterizzato l’anno in Diocesi: il Sinodo e lo stile di “sinodalità”; l’enciclica del Papa sulla custodia del Creato come casa comune: ‘Laudato si’ e l’anno giubilare della Misericordia. La gioia della fede, l’anelito della speranza, il riverbero della Carità nella nostra vita, il senso della lode e della gratitudine ci hanno condotti come i Re Magi allo stupore dell’Epifania. “Gesù non vuole rinchiudersi in se stesso ma manifestarsi a tutti, rivelarsi e raggiungere tutto il mondo, - ha detto il vescovo Sorrentino alla messa solenne – è questo il significato dell’Epifania: mettersi in cammino”. Le festività si sono concluse con l’incanto dell’Epifania, la rivelazione del volto di un Bambino fragile tra i fragili presso la Madonna delle Rose a Viole dove durante la celebrazione dei vespri e il simbolico e tradizionale bacio al Bambino, numerosi bimbi e adulti hanno omaggiato il Redentore. Suggestivo l’arrivo dei Magi con i doni e la tradizionale “Tu scendi dalle stelle” strumentale eseguita da Maria Chiara e Agnese.

3


Chiesa Insieme

Primo piano

GENNAIO 2016

5

nocera umbra

Al termine della messa un momento gioioso con i più piccoli

La speranza che viene con la nascita del Redentore NOCERA UMBRA – E’ stata un’omelia che ha richiamato la gente alla speranza quella fatta dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante la celebrazione eucaristica del giorno di Natale nella concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra. Cospicua è stata la partecipazione della comunità parrocchiale e molte le autorità locali presenti alla messa concelebrata

dal vescovo Sorrentino e dal vicario foraneo don Ferdinando Cetorelli; al termine della quale i ragazzini della Cresima, che hanno partecipato come chierichetti alla celebrazione, sono stati salutati personalmente dal presule. E’ seguito poi un momento gioioso con i bambini della comunione, i quali insieme a quelli più piccoli, hanno partecipato ad uno spettacolo di animazione e di evangelizzazione promosso dalle suore carmelitane messaggere dello Spirito Santo. 3

gualdo tadino

Monsignor Sorrentino nell’omelia ha esteso a tutti i suoi auguri

“Buon anno a tutti con Gesù e Maria Santissima” GUALDO TADINO – Il vescovo della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, ha portato il saluto e l’augurio del “Buon anno” ai gualdesi nel corso della concelebrazione eucaristica vespertina del 1° gennaio. Hanno concelebrato con lui, nella basilica concattedrale di San Benedetto, il vicario generale monsignor Maurizio Saba, il vicario foraneo don Franco Berrettini ed una diecina di sacerdoti. Nell’ome-

lia, introdotta riferendo che la sera prima un bambino gli aveva chiesto come si può “vedere Gesù in carne e ossa”, il presule ha detto che Gesù tutti lo possiamo vedere nel Vangelo, nell’Eucarestia, nella fraternità (quando due o tre sono insieme nel mio nome…), nei poveri e bisognosi ad ogni livello; e che Maria è sempre con Lui e con noi. Ha chiuso augurando un “Buon anno con Gesù e Maria”.3 Alberto Cecconi


6

Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

la diocesi rappresentata a

Formazione

Firenze al convegno nazionale della CEI ha avanzato le sue proposte

Le cinque vie per un “nuovo umanesimo” “vie” indicate. UNA CHIESA TUTTA EDUCANTE

Anna Maria Bettuzzi

FIRENZE - Con la partecipazione al Convegno della Chiesa italiana, tenuto a Firenze dal 9 al 13 novembre sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, Papa Francesco ha offerto spunti di riflessione decisivi per la costruzione di un nuovo umanesimo, dapprima, attraverso l’incontro nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, e poi nella celebrazione eucaristica tenutasi presso lo stadio cittadino, presenti più di cinquantamila persone. I tratti proposti dal Santo Padre alla meditazione hanno focalizzato tre realtà fondamentali: l’ “umiltà”, il “disinteressato interesse” all’altro, la “beatitudine” che scaturisce dall’incontro profondo con il Signore. Di qui hanno in sostanza preso le mosse i cento tavoli di lavoro sulle cinque “vie” da percorrere nella prospettiva della umanizzazione in Cristo Gesù. Le vie, poste come raggi intorno alla persona del Signore, e che da lui promanano, sono armonicamente collegate l’una all’altra: l’ “uscire” di una Chiesa che vuole non solo sortire dalle strutture fisiche, ma anche da quelle mentali, dalle chiusure, per costruire ponti ed abbattere muri di separazione; l’ “annunciare” la gioia del vangelo, della bella notizia; l’ “abitare” tra gli uomini condividendone angosce, speranze, dolori e gioie; l’ “educare” per porre le basi di una continua ricerca del senso vero dell’esistenza e della costruzione, ovunque, del bene comune; il “trasfigurare” attraverso la liturgia, fonte e culmine della vita della Chiesa. I delegati della diocesi hanno partecipato, ciascuno secondo la propria peculiarità, ai lavori delle

Nei tavoli di lavoro della via dell’educare, a cui ho preso parte, si sono evidenziate grande vivacità, forte partecipazione anche da parte dei giovani e la realtà di una Chiesa “inquieta” che ha espresso il desiderio imprescindibile di incarnare nel vissuto delle diocesi e delle parrocchie il bellissimo Convegno ecclesiale, con l’obiettivo prioritario di non confinare tanta ricchezza tra la carta stampata … Dai giovani, la richiesta agli adulti di fiducia nei loro confronti, di fedeltà alla scelta evangelica; di estendere a tutta la Chiesa, non alla sola Caritas, la dimensione della carità. Forte il grido che è risuonato anche attraverso una slide, presentata nell’assemblea plenaria e che ha molto colpito la componente adulta dei delegati. Questo il contenuto: “Noi figli abbiamo bisogno di far pace con un mondo adulto che non vuole lasciarci le chiavi, che ci nega la fiducia, e allo stesso tempo non esita a scandalizzarci ogni giorno”. In diversi tavoli, raccolti intorno al percorso dell’educare, come anche in quelli riuniti negli altri percorsi, è stato richiesto di cogliere ed accompagnare nelle piccole comunità le diverse vocazioni nella loro propria originalità e di potenziare l’accompagnamento delle famiglie in difficoltà, e delle diverse fragilità. Le espressioni “patto educativo condiviso”, esteso anche alla comunità civile, “formazione degli adulti”, “rinnovamento” nella formazione di sacerdoti, religiosi/e e laici, “nuovi linguaggi” in educazione, sono risuonate frequentemente. ASCOLTO E DIALOGO ALLA RADICE DELLE RELAZIONI La Messa, celebrata da papa Francesco e partecipata con tanto entusiasmo dai fedeli, le celebrazioni liturgiche, la preghiera e le meditazioni anche a carattere ecumenico ed interreligioso, hanno dato grande forza alle intense giornate. Molto approfondite ed apprezzate le ampie relazioni pre-

sentate dai professori Mauro Magatti e mons. Giuseppe Lorizio; penetrante la meditazione biblica di padre Giulio Michelini. Profonda si è rivelata la riflessione biblica sul tema del nuovo umanesimo del rabbino di Firenze Joseph Levi, cui è seguita una bella, incisiva testimonianza dell’imam Izzeddin Elzir, presidente dell’ UCOII (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia). Molto vivace la partecipazione dei delegati, da cui l’impressione di una Chiesa attenta, “in uscita” dalle strutture fisiche e mentali; desiderosa di “annunciare”, con la propria autentica testimonianza e nei modi più consoni ed attuali, la salvezza che viene dal suo Signore, morto e risorto; di “abitare” in profondità le relazioni e le proprie realtà; di “educare” educando tutta se stessa in umiltà e vivo ascolto del Signore; di “trasfigurare” attraverso liturgie essenziali che aprano all’incontro autentico con il Signore, con la sua Parola e verso i fratelli. Il 13 novembre, le sintesi conclusive dei percorsi nelle cinque vie e l’ampia relazione finale del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, nella prospettiva delle linee emergenti del Convegno da consegnare alle Chiese particolari che sono in Italia, perché si impegnino a percorrerle e a metterle a frutto. Nulla accade a caso. Poche ore dopo la fine dell’evento, la sconvolgente notte di sangue che ha colpito Parigi e l’intera umanità. Il ruolo dell’educazione si evidenzia sempre più decisivo: tutti, indistintamente, siamo chiamati a tale compito, anzitutto cercando di dare una testimonianza di vita evangelica autentica. Le parole profetiche pronunciate da Papa Francesco nell’Evangelii gaudium e nella Laudato si’ ci interpellano da vicino, si rivelano sempre più urgenti. 3


Chiesa Insieme

Progetti

GENNAIO 2016

7

I temi del lavoro e della disoccupazione al centro dell’udienza a Roma con il Santo Padre

Il Policoro della diocesi da Papa Francesco

Valentina Di Maggio

ROMA - Lunedì 14 dicembre 2015, ore 5,30 del mattino si parte per l’udienza con il Papa in occasione del ventennale del Progetto Policoro. E’ ancora buio quando più di 100 persone da Assisi, Bastia Umbra e Gualdo Tadino si incontrano per intraprendere questo viaggio verso Roma. Sono trascorsi già due anni dal termine del mio mandato come animatrice di comunità del progetto Policoro presso la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ma, questo incarico non è un lavoro qualunque e non si dimentica col passare del tempo. Si tratta di una chiamata che coinvolge tutta la persona. Si tratta di un’esperienza che ti cambia per tutta la vita! Non si smette mai di essere animatore di comunità se hai davvero abbracciato questa missione. La formazione spirituale e culturale ricevuta crea una forma mentis per cui inizi a vivere il tuo tempo all’interno della comunità con uno stile e con un’attenzione nuovi: particolare attenzione al tema del lavoro in tutte le sue sfaccettature che si esplicano nell’espressione dei propri talenti, nella vocazione, nella possibilità di formare una famiglia fino ad arrivare ai temi di giustizia, meritocrazia, onestà, ecc. Quando vivi una chiamata con tutta te stessa non puoi nasconderlo a nessuno anzi sembra quasi che ogni parola o azione che tu fai prenda una nuova forma con caratteristiche specifiche e legate a quel progetto riconoscibili da tutti coloro che ti sono vicino.

Non mi sorprende perciò che nel pullman verso Roma nello stesso momento in cui viene chiesto a me e alle altre animatrici di raccontare brevemente del progetto Policoro ai presenti mia figlia di 9 anni senza esitare un secondo si alza e risponde a voce alta “E chi non conosce il progetto Policoro?”. Il progetto Policoro sin dal primo anno di attività in diocesi ha incontrato i giovani degli istituti tecnici superiori e fornisce nuovi strumenti per entrare nel mondo del lavoro con coscienza grazie ad una maggiore professionalità e responsabilità. Lo fa attraverso laboratori tematici, corsi di lingua inglese e portoghese e dando la possibilità di fare simulazioni di colloqui di lavoro. A questi incontri si aggiunge poi un servizio di orientamento al lavoro che si avvale di esperti di associazioni ed enti pubblici che collaborano con il centro servizi del progetto Policoro, molto di più di uno sportello di informazioni: un luogo dove poter riflettere sul proprio percorso di lavoro. Il progetto Policoro ha dato vita anche ad una cooperativa sociale, un gesto concreto del progetto Policoro per utilizzare i termini del progetto stesso. La cooperativa è davvero uno strumento fondamentale per creare nuove opportunità di lavoro per i suoi soci e per tanti soggetti svantaggiati che più degli altri hanno grandi difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro. Oggi sono ben 18 le persone che hanno avviato un contratto di lavoro tramite la cooperativa sociale “Con Francesco”. Con Francesco perché sin da subito i soci della cooperativa hanno scelto di seguire lo stile di Papa Francesco

e l’esempio di San Francesco, una scelta contro corrente rispetto alle aziende in generale. E ancor più ero curiosa di ascoltare le parole di papa Francesco che avrebbe rivolto a tutti gli AdC, ai vescovi, ai direttori diocesani e regionali coinvolti nel progetto Policoro di tutta Italia. “Grazie di questo vostro impegno. Vi affido all’intercessione di san Giuseppe lavoratore. Che il Volto della misericordia di Dio, che sempre illuminò la Santa Famiglia a lui affidata in custodia, risplenda sul vostro cammino e vi indichi sentieri di creatività e di speranza. Il vostro lavoro io l’ho molto a cuore, perché soffro quando vedo tanta gioventù senza lavoro, disoccupata.“ Queste le parole di papa Francesco a tutti i presenti. Non ultimo papa Francesco ha sottolineato l’urgenza di educare le giovani generazioni a cercare la giusta misura tra la “realizzazione” della persona ed un certo modello di ricchezza e di benessere che spinge a ritmi disumani. “Non sia così per voi: è meglio. Alla scuola del Vangelo si impara ciò che è veramente necessario, perché la nostra vita non ci sfugga dalle mani inseguendo gli idoli di un falso benessere.” All’udienza racconta la sua storia uno dei tanti animatori del progetto Policoro: Luca Iacovone. Luca arriva sul palco con sua moglie e i suoi due bambini e le sue parole risuonano forte quando dichiara che la vera risposta alla domanda “Cosa c’entra la Chiesa con il mondo del lavoro?” è la testimonianza attraverso la propria vita. 3


8

Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

Vita consacrata

Era il 1908 quando il primo gruppo di clarisse arrivò in Assisi, nel borgo di san Pietro

Sui passi di Santa Chiara e Santa Colette presentiamo ciascuna intenzione che ci è stata affidata all’intercessione di Santa Colette. Non esitare a raggiungerci!

3

INNO PER LA FESTA DI SANTA COLETTE

ASSISI - “In santissima unità ed altissima povertà”: ecco il cuore della forma di vita che la Madre Santa Chiara ci ha affidato, a noi clarisse sparse nel mondo intero. Il piccolo gregge del monastero Santa Colette cerca di mettere i suoi passi in quelli di queste due umili giganti che sono Santa Chiara e Santa Colette, vivendo nella preghiera e la contemplazione, in fraternità e povertà, in clausura. Nel XV secolo infatti, Santa Colette ha operato un bel lavoro di impianto della Regola di Santa Chiara in diversi monasteri di Francia, nel periodo difficile e travagliato della guerra dei Cento Anni. E’ nel 1908 che, dopo innumerevoli vicissitudini e peregrinazioni, cinque sorelle clarisse del monastero di Paray-le-Monial in Francia sono state accolte nel Borgo San Pietro di Assisi e cominciarono ad edificare il loro monastero, i cui lavori terminarono nel 1926. Fin dall’inizio hanno accolto per periodi di riposo e pellegrinaggio dei seminaristi francesi in formazione a Roma e progressivamente ha preso forma nel monastero un’ospitalità in uno spirito di servizio ai pellegrini, e di prossimità al cuore pulsante del mondo proprio come lo aveva desiderato santa Chiara. Questa ospitalità è aperta a tutte le culture e nazionalità, con un’attenzione particolare verso il mondo di lingua francese. La Francia è questo paese laicizzato, che cerca la strada giusta che permetta di rispettare l’altro, di entrare in un dialogo cortese, senza perdere la propria identità. La Francia

è anche questo paese profondamente ferito dagli ultimi attentati, e tanti francesi guardano ad Assisi con la speranza di trovarci una luce di pace. Perciò siamo state molto commosse e confortate di vivere nella nostra cappella questo momento intenso di preghiera per la pace il 20 novembre scorso, con la presenza di Sua Eccellenza monsignor Domenico Sorrentino, e di un numero impressionante di assisani. La grotta di Lourdes che si dona a vedere dal Borgo San Pietro sia segno della nostra preghiera di intercessione: “Maria, dacci Gesù, Principe della Pace!”. Come ogni anno, vi aspettiamo numerosi per la tradizionale festa di Santa Colette che si svolgerà nella nostra cappella la domenica 7 febbraio: alle ore 11, il nostro vescovo presiederà la santa messa, poi ci sarà un momento di fraternità. Segnaliamo anche la nostra preghiera fervente ogni 7 del mese per le mamme in dolce attesa e per le coppie che desiderano un bambino: dopo i vespri alle ore 17.45,

In un paese nel fuoco e nel sangue, colpito dalla peste e dalla guerra dei cent’anni, lo Spirito di Dio sussurra al cuore di una bambina. Fino in Chiesa si estendono i conflitti, i papi rivali scandalizzano i piccoli: Reclusa in Dio, Colette Lo contempla e Lo prega. Il cielo le mostra un’altra missione: ravvivare la conversione dei figli di Francesco e insegnare alle sorelle di Chiara tutto il prezzo del loro dono. Se ne va, per monti e per valli. Lungo il cammino, la preghiera è il suo riposo. Il suo dolce Salvatore la illumina e le parla senza parole. Santa Colette ha saputo rifondare la vita di preghiera e la santa povertà, affinché umilmente sia data lode a Dio.


Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

SPECIALE GIUBILEO

9


Chiesa Insieme 10 GENNAIO 2016

Speciale Giubileo

san rufino

La cattedrale di Assisi: un’oasi di Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI - Assisi profuma ancora del buon odore e della fragranza del Cristo misericordioso che incontra, affianca, ama e perdona il suo popolo, emanati dallo sguardo e dai passi umili e semplici di papa Francesco che due anni fa, il 4 ottobre 2013 nella sua visita indimenticabile ad Assisi percorreva le vie e le chiese della città. Domenica 13 dicembre, affiora ancora la sua paternità, raggiunge i cuori della nostra gente con quel suo irresistibile invito ad accogliere la misericordia di Dio. Il 13 infatti ad Assisi si è aperta la Porta santa della cattedrale di San Rufino che ha visto affluire fiumane di folle ad attingere la misericordia attraverso un pellegrinaggio iniziato dall’Istituto Serafico, che fu il punto di partenza anche della visita del Papa, dalla vera “cattedrale della misericordia”. Qui alle 15,30 il vescovo della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino alla presenza delle autorità civili ed ecclesiastiche, di un gruppo di giovani di San Rufino e di ragazzi del Serafico con la presidente Francesca Di Maolo e gli operatori della struttura hanno

inaugurato l’Atrio della misericordia a indicare che solo attraverso la concretezza della carità come attenzione ai più fragili, alle periferie, possiamo ottenere la misericordia divina e essere noi stessi misericordia per il nostro prossimo. Poi il presule con il piccolo corteo si è messo in cammino verso piazza del Comune dove alle 16 dinanzi alla chiesa di Santa Maria sopra la Minerva, c’è stato un momento di Statio: si è infatti radunato tutto il popolo, religiosi, pellegrini, realtà pastorali e parrochiali, associazioni, numerose le confraternite, sacerdoti, diaconi per un momento di preghiera e riflessione su alcuni testi: la Parola di Dio (Lc. 15, 1-7) e del Papa con la lettura della Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia Misericordiae Vultus, presieduto dal vescovo. A conclusione della Statio tutti numerosissimi si sono portati in processione verso la cattedrale di San Rufino la cui “pietra rosata” che caratterizza le chiese assisane dagli effetti di luce rosata, sembra voler essere in tono con il colore liturgico di questa terza domenica di Avvento, la domenica della gioia. Il sagrato gremito dalla folla. Commovente il rito di apertura della porta che

è stata pensata e costruita proprio per l’occasione, all’interno del portone laterale della cattedrale sulla sinistra dal lato della casa di Santa Chiara, in vetro trasparente segnata sulle ante dal simbolo della cattedrale e dal logos del Giubileo, che ci ricorda, come recitava l’antifona, che il Signore è la porta, chi passa per essa sarà salvo, entrerà e uscirà e troverà pascolo. Si è spalancata e per un anno giubilare continuerà a spalancarsi per milioni di pellegrini, introducendoli nel cammino del perdono e della misericordia. E’ quasi spontaneo e immediato il ricordo della frase di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo”, lui che per ben sei volte ha visitato Assisi confermandola nel carisma ecumenico dello Spirito di Assisi, e ancora quel: “Prendete il largo” e, infine, di Papa Francesco: “Non abbiate paura della tenerezza; Dio è Misericordia”. La liturgia continua con la celebrazione della Santa Messa presieduta dal vescovo Sorrentino e concelebrata da numerosi presbiteri


Chiesa Insieme

Speciale Giubileo

GENNAIO 2016

11

L’Istituto Serafico punto di gravità dell’Anno santo

Misericordia

diocesani e religiosi in una cattedrale veramente assiepata dalla gente. Tutta la santa messa un compendio di esultanza e di gioia tra la bellezza degli addobbi, l’esultanza dei canti, la finezza di ogni dettaglio curato con lavoro instancabile di preparazione del parroco e priore della cattedrale don Cesare Provenzi. La commozione dei presenti è una Chiesa che canta di gioia perché si sente perdonata, popolo in festa. Lo ha proclamato il presule all’omelia esordendo con le parole di giubilo del profeta Sofonia: “Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia Israele”. E il motivo di questa gioia, ha dichiarato il vescovo, è Gesù, è lui il Dio in mezzo a noi, il Dio con noi è il Salvatore potente, perché Lui è la porta della Misericordia, anzi il volto della Misericordia. Poi all’omelia il presule ha tracciato un percorso possibile di misericordia in un mondo in crisi valoriale e di relazioni partendo dalla disponibilità personale a riconoscere l’Amore di Dio, confessando i nostri peccati

e assumendo le nostre responsabilità di cristiani impegnati; passando per la concretezza della carità attraverso la logica della condivisione imitando un esempio di vita unico e particolare ad Assisi: San Francesco, nella sua esperienza terrena tutto parte dalla Misericordia, dall’abbraccio del lebbroso che raggiunge il massimo con la concessione del perdono di Assisi alla Porziuncola. Il vescovo ha concluso ricordando che: “Aderendo all’invito del Santo Padre, mettendoci alla scuola del Poverello, abbiamo aperto la porta santa in Cattedrale. E’ il segno di Cristo. L’abbiamo voluta così trasparente, che fa guardare lontano, in entrata e in uscita. Non è la porta che immette in un luogo protetto, ma la porta che fa immergere nell’amore. E’ la porta che conduce al cuore di Cristo, e ci invia poi dove Cristo ci dà appuntamento nei suoi poveri, l’atrio della Misericordia al Serafico ha questo significato. La cattedrale diventi un’oasi di misericordia che ad Assisi ha due volti: il perdono alla Porziuncola, quest’anno all’VIII centenario, e lo spirito di Assisi, al trentesimo anno. Con l’aiuto di Maria, Madre di misericordia, lasciamoci travolgere da quest’onda di amore, per trovare la pace e la gioia del cuore. Buon Anno santo a tutti”. 3

“L’Anno santo avrà il suo punto di gravità proprio qui al Serafico”. E’ questo uno dei passaggi più importanti del saluto che il vescovo Sorrentino ha tenuto dopo l’apertura della porta della chiesa dell’Istituto, ‘Atrio della misericordia’ che si è svolta domenica 13 dicembre prima del momento clou alla cattedrale di San Rufino. Ad attenderlo con un caloroso applauso, canti e abbracci che il vescovo ha rivolto a tutti c’erano i ragazzi del Serafico accompagnati dai loro operatori. “Qui abbiamo un concentrato di vita, di gioia, di amore. In questo luogo l’amore concreto si tocca e si condivide come ci ha insegnato da San Francesco e poi rispiegato da papa Francesco quando ha voluto iniziare la sua visita proprio da qui, dove tutto parla di Misericordia. La nostra società è fatta da tanta esclusione ed emarginazione ma voi, giovani che siete il futuro, dovete pretendere una società a misura di Gesù”. 3


Chiesa Insieme 12 GENNAIO 2016

san francesco

Speciale Giubileo

E’ tempo di aprire i cuori, le case, le mense Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI - Domenica 20 dicembre alle 10.30 apertura della porta santa della basilica di San Francesco, presenti autorità civili ed ecclesiastiche, alcuni laici e religiosi che dopo il rito di apertura si sono portati processionalmente con il vescovo e i celebranti all’interno della basilica per partecipare alla santa messa presieduta da Sua Eccellenzamonsignor Sorrentino e concelebrata dal guardiano del Sacro Convento Padre Mauro Gambetti e da numerosi religiosi. Il vescovo Domenico ha iniziato l’omelia ricordando che alla beatitudine della misericordia s’intona l’anno giubilare indetto da Papa Francesco, “perché abbiamo bisogno di misericordia in quanto siamo peccatori. Non si tratta solo di un peccato personale, ma spesso vediamo una strut-

tura sociale di peccato che scoraggia l’impegno personale. Uno sguardo al nostro mondo, ai fatti di cronaca basta per renderci conto della devastazione del peccato: guerre, sangue che scorre, disoccupazione, sfruttamento sul lavoro, attentati alla vita anche prima del nascere, etc.. Tutto ciò non è solo fuori di noi, ma anche dentro di noi. Lo scoraggiamento potrebbe farci desistere dall’amore di Dio, ma Papa Francesco viene a dirci il contrario: ‘Dio ci aspetta a braccia aperte con la sua Misericordia’ che si rivela proprio incarnandosi nella storia attraverso il grembo di Maria. Il Magnificat è annuncio di lode e di misericordia e la Misericordia è il dono dell’Avvento. Maria ci fa da battistrada nel Mistero è Madre e Figlia della Misericordia cioè di Gesù, la misericordia è il volto di Gesù. Aprire la porta santa qui ha ancora un’altra connotazione: significa mettersi alla scuola di San Francesco i cui resti mortali sono conservati proprio qui, rileggendo il passo in cui Francesco incontra e abbraccia il lebbroso e che ho voluto inserire


Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

Speciale Giubileo

13

… sull’esempio del poverello

Percorso della Misericordia all’interno della basilica

anche nel Vademecum del pellegrino. Francesco afferma: ‘Quand’ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi…’ viene fuori da queste parole lo stato di amarezza in cui Francesco viveva, nonostante tutta le sue ricchezze finché apre il cuore ai fragili, ai più ripugnanti, ai lebbrosi, perché in essi vede il Crocifisso: ‘e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia’ quella di Francesco non è un’elemosina è la vera Carità che mette l’altro nella propria vita,” Di qui un invito bello e accorato del vescovo: “E’ tempo di aprire il cuore, le case, le mense…è tempo che Assisi si qualifichi in questo, nella Misericordia che si fa accoglienza dei numerosi pellegrini che vengono qui come farebbe San Francesco. E qual è la ricompensa? Ce lo dice Francesco: “la dolcezza di anima e di corpo”. “Ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’anima e di corpo”. La ricompensa della Misericordia è la gioia!

3

ASSISI – Anche la Basilica di San Francesco ha un suo percorso della Misericordia che parte con il passaggio per la Porta santa della Basilica inferiore aperta lo scorso 20 dicembre dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Continua alla tomba di san Francesco, un uomo che ha sperimentato concretamente la misericordia di Dio e che ha fatto misericordia verso gli altri. Si passa poi alla cappella delle Confessioni. Con l’aiuto del sussidio puoi prepararti al sacramento della Confessione, momento di grazia per riconciliarti con te stesso, con Dio, con gli altri, con il Creato, riscoprire la bellezza dell’incontro con un Dio che è Padre. Poi c’è l’Altare, luogo della Celebrazione eucaristica “fonte e culmine di tutta la vita cristiana”. Eleva il tuo

ringraziamento al Signore e partecipa ad una delle sante messe. Successivamente si arriva alla Basilica superiore che ci introduce alla festa e alla vita con Dio. Trova un luogo adatto per pregare secondo le intenzioni del Pontefice, magari nel transetto della Basilica superiore. Nell’abside infatti è situata la sede papale e gli affreschi che ti attorniano parlano della Chiesa. Ora ti invitiamo a guardare gli affreschi che raccontano la vita di san Francesco e le sue opere di misericordia: vestire gli ignudi e dar da bere agli assetati. Ora tocca a te…come ha suggerito papa Francesco, scegli una delle opere di misericordia che fai fatica a vivere: in quest’anno questo sia il tuo impegno per poter crescere nella vita cristiana.

3


Chiesa Insieme 14 GENNAIO 2016

Speciale Giubileo

santa maria degli angeli

Porziuncola, l’unicità della Porta santa fra le donne e benedetto il frutto del Tuo grembo” con questa frase monsignor Sorrentino ha iniziato la sua omelia. “Carissimi fratelli e sorelle questa Porta santa della misericordia, nella basilica consacrata alla Vergine degli Angeli, ci fa sentire la dolcezza materna di Maria. E’ Lei che ci apre la Porta della misericordia, consegnandoci Gesù, che è il volto stesso della misericordia. Questo mondo – ha continuato – ha bisogno di misericordia; è l’unica via per risalire la china. Misericordia è la parola appropriata per ritrovare la bussola e la direzione di marcia. Misericordia è un altro nome di Dio, quello che ci porta nel fondo del suo mistero. Egli, nella sua vita intima a noi rivelata da Gesù, è un Dio che si dona. Non è un Dio solitario, ma un Dio trinitario nella cui vita tutto è scambiato e donato nell’infinito dialogo delle tre persone. Qui nella Trinità siamo alla radice della misericordia che è il dono totale di sè. La misericordia – ha proseguito – è perdono abbondante e sovrabbondante che scende come balsamo sulle nostre ferite e diventa segno di una ripresa della nostra vita nella bontà e nella santità. L’anno della misericordia voluto da papa Francesco viene a dirci: coraggio! Non disperare! Dio ti vuole bene e ti aspetta. La Porziuncola, da otto secoli, è il segno di questa misericordia senza confini. Francesco, che aveva fatto di questa chiesetta il luogo privilegiato della sua contemAntonella Porzi

ASSISI - Una domenica molto intensa vissuta all’insegna della misericordia quella del 20 dicembre che ha visto l’apertura delle Porte sante delle Basiliche papali di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli. Nel pomeriggio alle 16,30 alla presenza di molte autorità e di innumerevoli fedeli l’altro momento “forte” e suggestivo vissuto dell’apertura della Porta santa alla Porziuncola. Una cerimonia molto partecipata durante la quale si è respirata un’atmosfera di profonda spiritualità. La processione d’ingresso che dal sagrato ha raggiunto la Porziuncola è stata accompagnata da un intenso momento di preghiera. “Fra-

telli e sorelle carissimi l’anno della misericordia indetto dal Santo Padre invita ciascuno di noi a fare esperienza profonda di grazia e di riconciliazione” queste le parole pronunciate all’inizio della cerimonia dal vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino. “Ora – ha proseguito – con l’aspersione dell’acqua benedetta facciamo insieme memoria del nostro battesimo. Essa è invocazione di misericordia e di salvezza in virtù della risurrezione di Gesù Cristo”. Dopo aver fatto memoria del battesimo è seguita una breve processione che dalla Porziuncola ha raggiunto l’altare dove ha avuto inizio la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Sorrentino. “Benedetta Tu


Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

Speciale Giubileo

plazione e della sua fraternità, volle che da qui sgorgasse per tutti una sorgente di misericordia perché sulle macerie del peccato si potesse ricostruire un giardino fiorito, un lembo di Paradiso anticipato. L’anno della misericordia coincide provvidenzialmente con gli ottocento anni di questo luogo di grazia. Non so se il primo papa che porta il nome di Francesco abbia pensato anche a tale coincidenza mentre decideva quest’anno speciale, ma certo l’ottavo centenario arriva provvidenziale. Se San Francesco fu l’uomo della misericordia, papa Francesco è il papa della misericordia. Sia questo anno del giubileo alla Porziuncola, dove Francesco ha innalzato le sue ultime lodi prima di levarsi verso l’eternità – ha concluso il presule – un anno di profonda dolcezza, un anno in cui tutti possiamo sperimentare alla scuola di Maria e sotto lo sguardo della Madre la gioia che solo Gesù sa donare. Al termine della celebrazione il custode della Porziuncola padre Rosario Gugliotta, ha salutato e ringraziato in maniera molto sentita coloro che hanno partecipato alla cerimonia ed ha affermato “Davvero lasciamoci raggiungere tutti dalla misericordia del Signore. Se

15

ci raggiunge la misericordia – ha aggiunto padre Gugliotta - cambieranno i nostri rapporti avremo occhi nuovi per guardarci, avremo un cuore nuovo per amarci. Lasciamoci raggiungere dalla misericordia del Signore che non è solo un cancellare i nostri peccati, il nostro male ma Dio può fare ciò che nessuno di noi è capace di fare: trarre il bene dal male. E’ questa la misericordia di Dio – ha concluso -, la capacità di trasformare in bene anche il male e in grazia persino il peccato”.

3

nell’Anno

Santo della Misericordia si celebra anche L’ottavo centenario del Perdono di Assisi, una felice coincidenza

Il Giubileo nel Giubileo ASSISI – Quest’anno ricorre, in concomitanza con l’Anno Santo della Misericordia indetto da papa Francesco, l’ottavo centenario del Perdono di Assisi. Una commemorazione che assume ancor più rilevanza e misticismo proprio per questa importante coincidenza. Sono trascorsi ottocento anni da quando su richiesta di san Francesco, papa Onorio III concesse l’Indulgenza della Porziuncola. La ricorrenza del Perdono di Assisi è legata a una notte dell’anno del Signore 1216. Francesco era immerso nella preghiera e contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima,circondati da una moltitudine di Angeli”. Essi gli chiedono allora che cosa desideri per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco è immediata: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. La chiesetta luogo dove la grazia è scesa abbondante è quotidia-

namente meta dei tanti fedeli e pellegrini che prostrati in preghiera in essa trovano ristoro per la loro fede.

3


Chiesa Insieme 16 GENNAIO 2016

l’analisi

Speciale Giubileo

Misericordia, una rivoluzione pastorale Padre Francesco De Lazzari

Misericordia e perdono. Due termini

particolarmente usati in questo tempo. Da sempre presenti nella S. Scrittura e nella storia della Chiesa, oggi sono stati rilanciati da Papa Francesco. Soprattutto nel loro contenuto, come scelta pastorale prioritaria in assoluto della Chiesa. All’inizio del suo Pontificato, Papa Francesco non ha presentato un programma. Nell’omelia di inizio del ministero petrino la parola che più ha colpito è stata custodia, traendo motivo dalla solennità di San Giuseppe, custode del Redentore. Il Papa è il primo custode della fede. Ma non c’è fede senza le opere, e le opere di misericordia spirituali e corporali sono indirizzate ai fratelli. Non solo a quelli di fede, ma a tutti, in modo particolare ai feriti, ai lontani, agli scartati, anche dagli uomini di Chiesa. “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e raggiungano la conoscenza della Verità”. Tutti. Nessuno escluso. Per cui tutti devono essere raggiunti a accompagnati alla conoscenza della verità. Questa non è una idea, una filosofia, un pensiero letterario, ma una persona, Gesù Cristo, unico redentore e salvatore del mondo. Solo Lui è “Via, Verità e Vita”(Gv 14,6). Chi non lo ha conosciuto o chi si è allontanato da Lui, chi ha peccato, in qualsiasi modo, perfino quanto più potesse peccare, non può essere scartato, allontanato, condannato. Chi si è ferito va accolto e amato. Va aiutato a scoprire e a riconoscere la Verità. Su se stesso. Sugli altri, soprattutto su Dio. Per troppo tempo si è predicato un Dio giudice, quasi sempre con gli occhi puntati su

ciascuno di noi, quasi aspettasse i nostri sbagli e peccati per castigarci. Quasi giocasse a nascondino aspettando che cadessimo in errore per colpirci con i suoi castighi. “Ho meritato i tuoi castighi”, dicevamo e ancora oggi diciamo nell’ atto di dolore.

Chi si trovasse o avesse peccato, va accompagnato dentro un cammino di conversione offrendo il volto misericordioso di Dio e il suo perdono. Dio non scarta nessuno. Tanto meno lo possiamo fare noi. Purché l’errante riconosca e si penta del peccato. Il peccato, infatti, per quanto grande, ha un suo limite e non può fermare il perdono e la misericordia di Dio che sono senza limiti. L’umiltà dell’amore esalta, così, la grandezza della misericordia e del perdono. San Giovanni XXIII, il Papa buono, aveva capito che la linea pastorale del rigore non era in sintonia con la paternità di Dio, con quanto Gesù aveva detto del Padre. Nello stupendo e illuminante discorso pronunciato all’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II, così si esprime: “Ora tuttavia, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità..... La Chiesa cattolica.....vuol mostrarsi madre amorevole di tutti, benigna, paziente, piena di misericordia e di bontà, anche verso i figli da lei separati” (EV 57*-58*). Egli offriva alla Chiesa, in modo particolare ai pastori, un nuovo stile pastorale, la “medicina della misericordia”. Sono loro i primi chiamati ad una rivoluzionaria missione pastorale, ad incarnare la maternità della Chiesa, “madre amorevole di tutti”. Chiamati a sostituire l’immagine di Dio giudice con quella di Dio ricco di misericordia. Giovanni Paolo I ricorderà che “Dio più che Padre è Madre”. Un annuncio davvero commovente. Davvero una rivoluzione pastorale. Dio non ha un diritto penale, civile o canonico ma ha il diritto della misericordia, incarnato e vissuto dal Signore Gesù, misericordia vivente del Padre. La Chiesa è chiamata ad applicarlo, ad essere, come Gesù, misericordia vivente del Padre. Perché, pur sembrando un assurdo, solo “la misericordia ha sempre la meglio”.

3

(1 - continua)


Chiesa Insieme

L’ intesa

raggiunta a

P arigi

Nuovi stili di vita

GENNAIO 2016

17

è fondamentale per la sfida al cambiamento climatico

COP21, primi passi per la tutela del Creato La posta in gioco? L’unica casa comune. Protagonista: l’intera famiglia umana; valutazioni e commenti Stefania Proietti

ASSISI - Nella serata di sabato 12 dicembre a Parigi è stato approvato il testo di un accordo “storico”, come lo hanno definito in molti, per limitare il cambiamento climatico. Un risultato per nulla scontato sino alle ultime ore della Conferenza delle Parti in cui da 21 anni, sotto l’egida delle Nazioni Unite, a fronte dei richiami sempre più pressanti degli scienziati, si sta cercando di giungere a un patto globale per limitare la febbre del Pianeta. L’accordo di Parigi stabilisce l’obiettivo di mantenere l’aumento di temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, con l’impegno a portare avanti sforzi per limitare l’aumento di temperatura a 1.5 °C, raccomandazione corale degli scienziati dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Ciò potrà essere conseguito attraverso un drastico taglio delle emissioni di gas serra (tra cui la CO2 ma anche il black carbon, lo smog e gli inquinanti a vita breve) che sarà monitorato con un meccanismo di controllo quinquennale. L’accordo stabilisce anche lo stanziamento di un fondo di 100 miliardi l’anno per decarbonizzare l’economia e attivare meccanismi internazionali per l’adattamento e lo sviluppo sostenibile nei paesi più vulnerabili e più poveri. Si tratta certamente del primo passo di un cammino lungo e per nulla semplice: tuttavia l’accordo di Parigi assume una portata storica nella lotta al cambiamento climatico, emblema della crisi ambientale globale e locale, in quanto è ad oggi l’unico testo “universale” sul clima, approvato da 195 Paesi, che, pur partendo da posizioni differenti in termini di impronta ecologica e responsabilità storiche sull’effetto serra, e pur subendo diverse conseguenze dal cambiamento climatico, hanno deciso di siglare una patto comune per cambiare rotta rispetto a quella che guida l’attuale modello di sviluppo, a ragione definita “suicidio” da Papa Francesco. La pressione esercitata dall’opinione pubblica e dai leader religiosi ha

giocato un ruolo importante nelle conquiste dell’accordo di Parigi, in cui si menziona il concetto di giustizia climatica e si da un segnale forte verso l’affrancamento dalle fonti fossili mediante nuovi e più equi modelli di sviluppo. L’accordo di Parigi per la prima volta sancisce inequivocabilmente il legame tra cambiamento climatico, conseguenza di uso indiscriminato di risorse, e povertà, correlandone così anche la soluzione, che passa attraverso il riconoscimento della causa primaria della attuale crisi ambientale e umana: l’inequità planetaria.

Ovviamente c’è ancora molto da fare, e l’accordo di Parigi è sotto alcuni aspetti debole e incompleto: sancisce che i Paesi debbano periodicamente fare il punto circa l’implementazione degli impegni ma il primo “Global Stocktake” è fissato per il lontano 2023; in merito al “fondo verde” che i Paesi ricchi dovranno mettere a disposizione di quelli in via di sviluppo, non ci sono indicazioni attuative nè procedure operative; non ci sono sanzioni economiche per i Paesi che non dovessero rispettare gli impegni presi. A tal riguardo, un ruolo fondamentale sarà però svolto dalla società civile, dalle associazioni e ONG che da anni si impegnano contro la crisi ambientale, dai cittadini.

Sarà compito della “cittadinanza ecologica” mettere i Governi di fronte agli impegni sottoscritti a Parigi di fronte al mondo e chiederne conto: qualunque politica non potrebbe reggere la spinta travolgente di una consapevolezza ecologica sempre più diffusa, soprattutto tra le giovani generazioni. Si fa riferimento ai diritti umani solo nelle premesse, così come non compare il concetto di clima come “bene comune”, benchè nel preambolo siano stati mantenuti i riferimenti al diritto alla salute, alle comunità locali, ai migranti, ai bambini, alle donne, al diritto allo sviluppo e all’equità intergenerazionale. Non vi sono espliciti riferimenti alle responsabilità storiche e al debito ecologico che i Paesi artefici in maggiore misura della crisi climatica dovrebbero pagare alle nazioni meno responsabili. Per quanto riguarda le attività di cooperazione per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’accordo di Parigi punta sui meccanismi di trasferimento tecnologico e di capacity building (processo di sviluppo sostenibile dall’interno che può essere potenziato o accelerato da apporti esterni in grado di favorire il rafforzamento delle potenzialità attraverso l’utilizzo di capacità già esistenti). E’ stato esplicitato l’obiettivo ambizioso di raggiungere la “neutralità” delle emissioni, ovvero emissioni di gas effetto serra nette pari a zero, nella seconda metà del secolo. L’accordo di Parigi è una “legge quadro” di portata storica per ambizione, obiettivi, coralità: ora ciascuno (governi, istituzioni, ma anche associazioni e cittadini) è chiamato a scriverne i “decreti attuativi”.

3


Chiesa Insieme 18 GENNAIO 2016

Caritas diocesana capodanno con i poveri a

Bastia Umbra per il vescovo Sorrentino

“Ultimo con… gli ultimi”

ASSISI - A conclusione del 2015, il consueto appuntamento di fine anno, ha riunito per la prima volta tutte le realtà Caritas della diocesi: gli ospiti delle case di accoglienza “Papa Francesco” e “Madonnina”, i profughi provenienti da Afghanistan, Iran, Nigeria e Camerun accolti in varie realtà diocesane a cui si sono aggiunti diversi bisognosi assistiti dai diversi Centri d’Ascolto Parrocchiali. Come consuetudine era presente S. E. monsignor Domenico Sorrentino vescovo di questa diocesi e fervido promotore dell’iniziativa, suor Elisa Carta direttrice della Caritas diocesana e tanti amici, operatori e volontari della Caritas e della Parrocchia di Bastia. LA FESTA Per riuscire ad ospitare tutti, la serata si è svolta presso il centro San Michele di Bastia Umbra, dove è stata allestita la sala per il cenone e i

festeggiamenti che ha visto radunarsi circa 150 persone. Diversi esercizi commerciali locali hanno contribuito concretamente alla realizzazione di questo evento, segno di una solidarietà ben radicata nel tessuto sociale. Il menù della festa proponeva oltre ad alcuni piatti tipici della tradizione italiana, anche specialità culinarie di altri paesi, che i diversi gruppi dei “richiedenti asilo” si sono impegnati a cucinare ed offrire. Tutti i presenti hanno trascorso una piacevole serata tra canti, balli e divertenti sketch; la presenza di diverse culture ha dato un colore originale e variegato alla festa. Con gioia abbiamo ascoltato diversi commenti di persone indigenti e sole che ringraziavano per l’affetto e la gioia che avevano ricevuto. Prima della mezzanotte, guidati dal vescovo, si è vissuto un momento di preghiera mariana, di ringraziamento a Dio per l’anno trascorso e di intercessione soprat-

tutto per la pace e l’aiuto fra i popoli, riunendo le intenzioni spontanee dei presenti per l’anno a venire. LO SPIRITO L’organizzazione della serata ha voluto rimarcare l’attenzione alla persona indigente, non solo nei suoi bisogni primari di cibo e alloggio: abbiamo sentito il bisogno di preoccuparci per le situazioni di lontananza dalla famiglia, solitudine e disagio, con quella cura spirituale che non trascura il fondamentale sostegno alla “speranza”, di cui tutti, oggi, sentiamo tanto bisogno. Inoltre molti giovani hanno potuto trascorrere un Capodanno diverso dagli altri… meno incentrato sullo sballo e sullo spreco e più indirizzato verso ciò che rende davvero belle la vita: l’amore!

3

LA CARITAS DIOCESANA ASSISI-NOCERA-GUALDO


Chiesa Insieme

GENNAIO 2016

19

Famiglie del Vangelo Salto di qualità per le Famiglie del Vangelo: arrivano le video-catechesi del vescovo

IL CORO DELLA PARROCCHIA DI SAN GIUSEPPE

BASTIA UMBRA - A Costano le piccole comunità Maria famiglie del Vangelo si sono costituite da poco più di due anni. Dopo aver intrapreso un cammino comune di formazione spirituale, direi quasi di iniziazione alla vita cristiana, ci siamo sentiti anche noi di aderire a questa forma di aggregazione già sperimentata in altre parrocchie e fortemente voluta e sostenuta dal nostro vescovo. Dal grande gruppo sono nate ben tre famiglie che settimanalmente si sono incontrate nelle case per “fare Comunione con il pane della Parola”, per imparare ad ascoltarsi, a raccontarsi, a condividere pezzetti della nostra vita, in sostanza per imparare ad amarci come Lui ci ha amati. Io credo che il segreto sia proprio questo: aprirsi all’altro per farlo

diventare parte di noi. Compito molto impegnativo e tutt’altro che facile. Per questo abbiamo bisogno continuamente di essere sostenuti dalle parole del Vangelo e dalla preghiera ma anche dall’insegnamento della Chiesa, interprete per eccellenza della visione di Dio. In questo anno pastorale, già arricchito dai nuovi orientamenti scaturiti dal Sinodo, il nostro vescovo ha voluto regalarci dieci catechesi “Sulle tracce del Catechismo della Chiesa Cattolica” in forma di video; un percorso di formazione a sostegno delle famiglie del Vangelo ma anche di tutte le altre forme di aggregazione presenti nelle nostre parrocchie. Qui a Costano abbiamo deciso di utilizzare questo momento della video-catechesi per riunire le tre famiglie, in modo da farlo diven-

tare un’occasione in più, oltre quella dell’Adorazione mensile, per stare insieme e condividere ulteriormente la nostra bellissima esperienza, anche con persone che ancora non ne fanno parte. È proprio pensando a questi ultimi, i quali avrebbero declinato l’invito nelle case, che mercoledì 9 dicembre ci siamo organizzati in una delle sale della parrocchia con un video proiettore e lì ci siamo goduti la nostra prima catechesi sul tema “Il desiderio di Dio nell’uomo”. È stato molto bello ritrovarci dopo lungo tempo con gli altri fratelli e aver potuto condividere con loro le difficoltà incontrate nel cammino, le nuove domande che inevitabilmente ci si presentano ma anche e soprattutto le certezze acquisite. 3

Nel sito della diocesi: www.diocesiassisi.it tutte le informazioni sulle Famiglie del Vangelo


Chiesa Insieme 20 GENNAIO 2016

san michele arcangelo

Parrocchie

Una associazione con attività, accoglienza anziani e presenza costante sul territorio parrocchiale

Casa Chiara a Bastia compie venti anni Rino Casula

BASTIA UMBRA - Venti anni di iniziative, attività, accoglienza anziani e presenza sul territorio di Casa Chiara. L’associazione, nata nel 1995 all’ombra del campanile della chiesa di San Michele Arcangelo dove ha sede la struttura che anni fa è stata donata dalla signora Chiara Petrini alla parrocchia nella persona del parroco don Francesco Fongo, quale legale rappresentante, ha festeggiato quest’anno un compleanno importante. Quei locali al servizio degli anziani, così come voluto da don Francesco Santini, che per primo “inventò” l’associazione Casa Chiara, sono ormai un punto di riferimento per tutta la comunità bastiola. La storia dell’associazione inizia ufficialmente davanti al notaio Mario Briganti nel 1995 che formalizzò la costituzione alla presenza di ventisei soci fondatori; la giunta regionale nel 1997 ne ha decretato l’iscrizione nel registro delle associazioni di volontariato. La fase successiva alla costituzione fu la scelta di un consiglio direttivo che nominò Luciano Santoni presidente, fece compilare un regolamento e ne seguì l’iscrizione di circa centocinquanta soci. Iniziarono subito le attività socio culturali con gite a santuari, abbazie, musei, riprendendo anche l’antica usanza della distribuzione dell’acqua profumata di san Giovanni. Vennero chiamati oratori specializzati in argomenti dottrinali, medici e sociali, tra i quali il professore Picchiarelli e monsignor Oscar Battaglia, teologo e biblista. Per la festa di santa Chiara

si iniziò a ricordare con una messa, sia la benefattrice Chiara Petrini Mancinelli (da cui il nome del centro), che tutti i soci e loro familiari scomparsi nell’anno. Poi avvenne l’allargamento dell’orizzonte con il gemellaggio con il circolo Verdès terza età di Coredo, nel Trentino. Per stare vicini ai soci anziani confinati nelle proprie dimore per motivi di salute, iniziarono le visite da parte di volontari, cosa molto gradita da coloro che raramente incontravano persone diverse dai familiari che li accudivano. A giugno del ’97, dopo alcuni lavori di modifica, venne inaugurata una sala polivalente, intitolata ai genitori della donatrice Angelo e Ermelinda Petrini. Su sollecitazione di don Francesco Fongo e don Franco Santini iniziano le vacan-

ze estive. Ogni pomeriggio la sede dell’associazione viene frequentata da soci prevalentemente della terza età che possono usufruire dei servizi offerti e delle iniziative programmate come conferenze, festa dei nonni, poesia e musica e anche pittura, incontri con i medici sulle problematiche particolari a cui vanno incontro gli anziani. Purtroppo l’evento sismico del 26 settembre 1997 costrinse tutti a sgomberare e sarà la parrocchia a ospitare per un bel po’ di tempo i soci e le attività: la saletta, con ingresso da “l’Archetto”, recentemente restaurata, eviterà di allontanarsi troppo e attendere il lungo iter del consolidamento e della trasformazione del palazzo, che sarà tutto della parrocchia a seguito dell’acquisto del secondo piano e dell’ampia soffitta trasformabile in mansarda. Bisogna attendete il 2003, quando il giorno di san Francesco viene inaugurato tutto il palazzo, consolidato e trasformato: taglierà il nastro il vicario diocesano monsignor Orlando Gori, alla presenza del sindaco Lazzaro Bogliari, del parroco don Francesco Fongo e del presidente dell’associazione Giorgio Giulietti. La vita dell’associazione Casa Chiara è merito di tutti quei soci che veramente hanno collaborato, dando il proprio tempo, senza mai pretendere, ma cercando l’unione e il bene comune.

3


Chiesa Insieme

cannara

Parrocchie

Anche il vicario monsignor Maurizio Saba all’incontro delle fraternità

Ritiro spirituale dell’OFS

Fabrizio Cerasa

ASSISI – La mattina del 13 dicembre 2015 gli aderenti del terzo ordine francescano Ofs, appartenenti alle fraternità di Rivotorto e di Cannara, si sono ritrovati insieme presso il “Tugurio” di Cannara per vivere insieme un ritiro spirituale. Sono stati presenti i chierici Fra’ Luca e Fra’ Federico,

insieme all’assistente spirituale, il padre Charles Baldacchino (ofm conv). Alle 9 sono iniziati gli arrivi e le presentazioni; a seguire la liturgia delle lodi ed una bellissima meditazione proposta dal padre Guglielmo Spirito, francescano conventuale, docente dell’Istituto teologico di Assisi. Dopo una condivisione con delle interessanti riflessioni personali, tutti si sono recati nella chiesa di San Giovanni, a pochi metri dal Tugurio: padre Charles Baldacchino ha celebrato la santa messa. Con grande sorpresa e grande gioia per tutte e due le fraternità, c’è stato l’arrivo e l’accoglienza del vicario generale della diocesi, monsignor Maurizio Saba, anche lui terziario francescano, il quale ha voluto essere presente nonostante i grandi impegni giornalieri anche per l’apertura della porta santa nella cattedrale di San Rufino: si è fermato con le comunità per tutta la durata del ritiro. Al termine un momento conviviale di fraternità a base di dolci e pasticcini. A dire di molti “è stata una giornata favolosa di grande crescita spirituale”.3

GENNAIO 2016

21

bagnara

I cento anni di Antonia e Maria Orfei BAGNARA - Nel pomeriggio di domenica 6 dicembre nella chiesa di Sant’Egidio Abate, don Romano ha celebrato la santa messa dedicata ad Antonia e Maria Orfei, le due “centenarie” del paese. Antonia e Maria, accomunate anche dallo stesso cognome, hanno infatti compiuto, rispettivamente il 9 e il 12 novembre, i 100 anni di età. In questa particolare occasione, don Romano ha ricordato i momenti più significativi delle loro vite dall’ormai lontano 1915 ad oggi e donato loro la speciale pergamena della benedizione apostolica impartita da Sua Santità Papa Francesco. 3

gualdo tadino

Decori natalizi per sostenere le missioni in Amazzonia

La solidarietà dei “ragazzi per Javarì”

GUALDO TADINO – Sono davvero bravi i “Ragazzi per il Javarì”. Hanno costruito tanti decori natalizi, messo a leva le abilità personali e quelle di adulti esperti e generosi, tra cui la docente di religione e grande animatrice professoressa Eleonora Luzi, che li hanno affiancati nei laboratori settimanali. I protagonisti sono un gruppo di studenti dell’Istituto di istruzione superiore “Raffaele Casimiri” ed altri giovani, una cinquantina, in piena collaborazione con i Ra.mi. (ragazzi missionari) di Assisi e Nocera Umbra e con la partecipazione del Cmd, il Centro missionario diocesano: si sono ritrovati nei locali dell’oratorio salesiano e nella sede del “Germoglio”; hanno prodotto tanti oggetti graziosi, hanno socializzato, con la fantasia e la creatività di ciascuno che ha assunto una valenza collettiva. E li hanno proposti a chi cercava un oggetto bello e singolare,

per ornare la propria casa o anche per fare un regalo originale nel segno della sobrietà e della solidarietà. Hanno iniziato nella sede centrale dell’Istituto, in occasione dei colloqui dei genitori coi docenti, e proseguito nel piazzale antistante al santuario della Madonna del Divino amore. Tutti gli utili, derivanti dalle offerte dei “clienti”, andranno in beneficenza – tramite il nostro Cmd - per sostenere concretamente le missioni dei frati cappuccini in Amaz-

zonia, e per le attività del “Germoglio”, con i cui ragazzi hanno instaurato una proficua collaborazione diretta, che ha permesso di vivere insieme l’avventura della creatività e del piacere dello stare insieme, realizzando anche un piccolo presepio e una sistemazione degli spazi esterni. Il tutto in un clima di gioia e serenità. Talora anche di autentica festa, nella consapevolezza di testimoniare valori solidi condivisi. 3 Alberto Cecconi


Chiesa Insieme 22 GENNAIO 2016

Iniziative

Intermezzi musicali durante la presentazione dell’ultimo libro di monsignor Sorrentino

Un inno al creato “intonato dal vescovo” Antonella Porzi

ASSISI - In un’atmosfera molto suggestiva e raccolta, lunedì 21 dicembre nella Basilica Superiore di San Francesco, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro del vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino intitolato “Laudato Si’. Dal cantico di frate Sole all’Enciclica di Papa Francesco”. Il volume che per l’occasione è stato distribuito come omaggio ai presenti, è un prezioso scritto che si divide in 13 capitoli che corrispondono alla riflessione fatta dal vescovo sul grande inno, bellissimo documento della letteratura, scritto da San Francesco, messo in relazione con alcuni dei temi affrontati nell’enciclica. L’evento organizzato dal maestro Umberto Rinaldi e coordinato dalla giornalista Paola Gualfetti è stato aperto dai saluti del sindaco di Assisi, Antonio Lunghi. Sono seguiti gli interventi del custode del Sacro Convento padre Mauro Gambetti e dell’assessore alla cultura Serena Morosi. “Piccolo ma denso opuscolo; testo di meditazione” lo ha definito padre Mauro Gambetti “che prende per mano il lettore - ha sottolineato - e lo conduce a scoprire la cultura del Cantico dove sullo sfondo c’è l’Enciclica di papa Francesco. Leggendo il libro emerge chiara una proposta di umanità nella quale possiamo chiederci se ci riconosciamo. Tutti condividiamo la medesima umani-

tà che è anche l’umanità di Gesù”. La serata durante la quale si è respirata un’atmosfera molto suggestiva resa ancora più incantevole dal luogo e dal clima natalizio, ha visto la lettura di alcuni stralci del libro da parte di Giuseppe Brizi, Enrico Maccabei e Carlo Menichini accompagnata da piacevoli intermezzi musicali curati dall’Insieme vocale “Commedia Harmonica”, dalla Schola Gregoriana Assisensis e dalla Corale Porziuncola della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli che hanno fatto da cornice al momento di profonda riflessione e spiritualità vissuto insieme. Le conclusioni sono state affidate al vescovo Sorrentino il quale, dopo aver ringraziato tutti i presenti, ha affermato “E’ bello che la città abbia sentito il

desiderio di rendere omaggio a Francesco e per mezzo di Lui al Creatore. Non è piccola cosa che papa Francesco in una enciclica che è un documento destinato a fare storia, che tocca un tema molto importante e che tocca il nostro futuro abbia fatto riferimento al Cantico. Gli assisani devono sentirsi coinvolti da tutto questo – ha aggiunto - . Io lo sento tutte le mattine quando guardo le luci, l’oscurità, la nebbia sentendo sempre che battono dei cuori che sono i vostri; sento che quel sole, quella luna, quell’acqua, quel fuoco che Francesco ha contemplato sono universali, ma sono guardati da Assisi. Questa Enciclica – ha proseguito - rilancia Assisi in tutto il mondo, l’Assisi dei sentimenti religiosi e della degna umanità. Ci dobbiamo sentire fortemente coinvolti nel Cantico; devo dirvi che per me che lo canto da dieci anni senza mai mancare al mio appuntamento quotidiano è una scuola quotidiana. Ogni giorno mi tocca il cuore, ogni giorno Francesco mi insegna a fissare il volto delle cose sentendo il volto di Gesù. Credo che possa essere interessante leggerlo, dentro c’è un vissuto, un’esperienza. Io vi consegno questa esperienza ringraziando il Signore per me e per voi che me l’ha fatta fare. Grazie di cuore”. Al termine della serata sono seguiti la benedizione da parte del presule della pregevole opera scultorea raffigurante “La Natività” in stile napoletano posizionata all’interno della Basilica e il canto finale.

3


Chiesa Insieme

News

Pellegrinaggio della diocesi dal 30 marzo al 6 aprile 2016, ecco come partecipare

GENNAIO 2016

23

CONVEGNO SUL CONCILIO VATICANO II Monsignor Sorrentino ha esaminato molto interessanti: verranno ripercor- il contenuto di “Nostra Aetate” si i luoghi della vita di Gesù, padre misericordioso che proprio in questo Anno speciale assumono un significato molto profondo. Otto giorni che, come da programma, prevedono le seguenti FOLIGNO – Ripensando il Concilio Vatappe: mercoledì 30 marzo Roma – ticano II” questo il titolo del convegno Tel Aviv – Nazareth; giovedì 31 mar- di studi tenutosi sabato 5 dicembre a zo Nazareth – Tabor; venerdì 1 apri- Foligno. Ecumenismo, rapporto con le le Lago di Tiberiade; sabato 2 aprile religioni non cristiane, libertà religiosa Gerico – Qasr El Yahud – Betlemme; tra i pontificati di Giovanni XXIII e Padomenica 3 aprile Betlemme – Qu- olo VI, sono stati i grandi temi trattati mran – Gerusalemme; lunedì 4 aprile nel corso dell’incontro. Sono interveASSISI – “La misericordia si è scelta Monte Moria – Monte Sion – Monte nuti: Domenico Sorrentino, vescovo una casa, ha abitato una terra” questa degli Ulivi; martedì 5 aprile Monte Sion di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo la frase che accompagna il pellegri- – Monte degli Ulivi; mercoledì 6 aprile Tadino; Gualtiero Sigismondi, vesconaggio in Terra Santa che si svolgerà Gerusalemme – Roma. Il gruppo sarà vo di Foligno; Franco Buzzi, prefetto proprio nel corso dell’Anno santo della guidato da padre Giuseppe Battistelli della Biblioteca ambrosiana; Fortunato misericordia e precisamente da mer- commissario di Terra Santa per l’Um- Frezza, biblista Capitolo di San Pietro; coledì 30 marzo fino al 6 aprile 2016. bria ofm. Per le iscrizioni è possibile Andrea Milano, Università Federico II Il viaggio organizzato dalla diocesi di comunicare la propria adesione entro di Napoli; Boris Ulianich, Università Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Ta- giovedì 31 dicembre contattando don Federico II di Napoli. Il rapporto con dino prevede un vasto itinerario du- Giovanni Raia al numero 075/812483 le religioni non cristiane è stato il tema rante il quale saranno raggiunte mete (ore ufficio) – ucsd@diocesiassisi.it. approfondito dal vescovo Sorrentino 3 dopo aver esaminato il contenuto dei uno dei documenti del Vaticano II: NoTanta partecipazione agli eventi natalizi nel chiostro di San Rufino ad Assisi stra Aetate, dichiarazione che riguarda i rapporti della chiesa con gli ebrei e le religioni non cristiane. 3 ASSISI – Anche quest’anno il Museo nell’Archivio Capitolare di San Rufino, Diocesano di San Rufino, in colla- trascritto dalla dottoressa MargheriRIMINI, CONFERENZA borazione con l’Associazione Ritmi e ta Sensi. Il 20 dicembre il Museo ha NAZIONALE ANIMATORI l’Anonima Frottolisti ha proposto, per ospitato il Consort Lesquercarde, gioA nche il vescovo all’incontro tutta la durata delle festività natalizie, vani musicisti che hanno proposto un del R innovamento dello Spirito Santo un ricco calendario di appuntamen- viaggio nelle più importanti corti euroti musicali, tenutisi nel Chiostro del- pee dove venivano suonati brani con lo stesso Museo, che ha riscosso un viole da gamba. Il giorno di Santo Stegrande successo. Gli appuntamenti del fano il Magnificat Ensemble, ha eseperiodo natalizio si sono aperti venerdi guito un florilegio di brani di tradizione 18 dicembre, con l’allestimento della barocca. Il nuovo anno si è aperto con mostra di strumenti antichi e liuteria, l’Associazione Sonidumbra e i racconti ospitata nella sala dedicata a Cesa- di musica e ricerca degli “Zampognari re Sermei, curata dai Maestri Vincen- in Cattedra”: suggestive tradizioni pozo Cipriani, Giovanni Brugnani e Luca polari. Il 3 gennaio è stata la volta Piccioni. Liuti, salteri, flauti, arpe e dell’ensemble di fiati rinascimentali tanti altri elementi sono stati collocati Nova Alta e il loro “Natale Veneziano”, nelle vetrine della sala e corredati di mentre a conclusione dei concerti, il 4 una accurata documentazione che ne gennaio l’Ensemble Aubespine ha prospiega la fattura e il loro utilizzo. Il 19 posto un concerto dal titolo “La roue RIMINI – Anche il vescovo di Assidicembre, per la prima volta in asso- de Fortune: amore, musica e poesia in si – Nocera Umbra – Gualdo Tadino luto, l’Antica Cappella Musicale di San Guillaume de Machaut”. 3 monsignor Domenico Sorrentino ha Rufino e l’Ensemble Anonima Frottolipartecipato alla 39esima Conferenza sti, hanno presentato la “Passio Sancti nazionale degli animatori organizzata Ruphyni Episcopi et Martyris”, ovvero dal Rinnovamento dello Spirito Santo la narrazione delle vicende della mordal 5 all’8 dicembre a Rimini. Nello te di San Rufino, sapientemente inspecifico l’intervento del vescovo Sortercalate da brani musicali del tempo, rentino si è tenuto nella giornata di tratte dal Passionario n.4, conservato domenica 6 dicembre.3

Giubileo speciale in Terra Santa

Un successo la “musica al museo”


Chiesa Insieme 24 GENNAIO 2016

APPUNTAMENTI - Gennaio / febbraio 2016 14 Gio - 1.a Tempo Ordinario

Primi Vespri del Beato Angelo nella concattedrale di Gualdo Tadino alle ore 18.00

15 Ven - 1.a Tempo Ordinario

Concelebrazione del Beato Angelo nella concattedrale di Gualdo Tadino alle ore 11.15

16 Sab - 1.a Tempo Ordinario 17 Dom - 2.a Domenica Tempo Ordinario

102A Giornata del migrante e del rifugiato (Colletta obbligatoria)

18 Lun - 2.a Tempo Ordinario

- Inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani - Inizio degli esercizi spirituali del clero diocesano - fino a sabato 23.

19 Mar - 2.a Tempo Ordinario 20 Mer - 2.a Tempo Ordinario

Giubileo delle Forze Armate - ore 16.00 Cattedrale di San Rufino

21 Gio - 2.a Tempo Ordinario 22 Ven - 2.a Tempo Ordinario 23 Sab - 2.a Tempo Ordinario

Assisi - Itinerario alla scoperta dei luoghi dove si rifugiarono gli ebrei: visita al Monastero San Quirico e San Giuseppe. Ritrovo alle ore 15.00 in piazza vescovado

24 Dom - 3.a Domenica T.O. 25 Lun - CONVERSIONE DI S. PAOLO (f)

- Fine della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani - Assisi: proiezione “Assisi 1943-1944, testimoni del bene”. Sala della Conciliazione piazza del Comune alle ore 16.00

26 Mar - Ss. Timòteo e Tito 27 Mer - 3.a Tempo Ordinario

Assisi: Museo della memoria, visita guidata per studenti e cittadini. Via San Francesco, 12 alle ore 10.00

28 Gio - 3.a Tempo Ordinario 29 Ven - 3.a Tempo Ordinario 30 Sab - 3.a Tempo Ordinario 31 Dom - 4.a Domenica T.O.

63a Giornata mondiale dei malati di lebbra

FEBBRAIO 1 Lun - 4.a Tempo Ordinario 2 Mar - PRESENTAZIONE DEL SIGNORE (f)

Giubileo della Vita consacrata - Cattedrale di San Rufino ore 16.00

3 Mer - 4.a Tempo Ordinario 4 Gio - 4.a Tempo Ordinario 5 Ven - 4.a Tempo Ordinario 6 Sab - 4.a Tempo Ordinario 7 Dom - 5.a Domenica Tempo Ordinario

38a Giornata nazionale per la vita

8 Lun - 5.a Tempo Ordinario 9 Mar - 5.a Tempo Ordinario 10 Mer - MERCOLEDI' DELLE CENERI 11 Gio - giovedì dopo le Ceneri

24a Giornata mondiale del malato Giubileo dei medici e del personale sanitario - Solenne celebrazione presso la basilica Papale di Santa Maria degli Angeli alle ore 21.00.

12 Ven - venerdì dopo le Ceneri 13 Sab - sabato dopo le Ceneri

Pellegrinaggio giubilare in Cattedrale del Vicariato di Assisi alle ore 16.30

14 Dom - 1.a Domenica di Quaresima

IL TUO ABBONAMENTO AL MENSILE CHIESA INSIEME È SCADUTO? ECCO COME RINNOVARLO SUBITO!

c/c postale n. 13999065 intestato a : Curia Diocesana - Amministrazione Chiesa Insieme

€ 15.00 (quindici)


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.