Chiesa insieme Marzo 2018

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N. 3 - MARZO 2018 - ANNO XXXVI - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983

SIA UNA PASQUA DI PACE


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Editoriale

Chiesa Insieme marzo 2018

SOMMARIO

LA PAROLA DEL VESCOVO

Editoriale del vescovo

Una Pasqua di pace pag. 2

TUTTI LÀ SIAMO NATI: SIA UNA PASQUA DI PACE

Focus

Tribunale ecclesiastico pag. 3

Primo piano La questione romana pag. 4-5

Celebrazioni

Festa di San Rinaldo pag.6

Iniziative

Via crucis per la pace pag.7

Cultura

Archivio di Nocera Umbra Museo diocesano pag.8-9

Parrocchie Parrocchie di Cannara e Fossato pag.10

News

Incontro con le religiose La messa dei Carabinieri Presentazione del libro pag.11

Appuntamenti

marzo / aprile 2018 - pag.12

Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marco Fortebracci - Antonella Porzi Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%

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entre stavamo preparando il nostro annuale pellegrinaggio diocesano in Terra Santa, le immagini di Gerusalemme con le porte della Basilica del Santo Sepolcro chiuse per protesta ci hanno toccato profondamente. Il Sepolcro che accolse il corpo di Gesù e fu poi testimone della sua risurrezione è il luogo storico e ideale in cui è radicata la nostra fede. Riecheggiando il Salmista possiamo dire: “Tutti là siamo nati”. Visione gioiosa e universale: «E danzando canteranno: “Sono in te tutte le mie sorgenti”» (Sal 86,7). Quello che accade al Santo Sepolcro, è come avvenisse in casa nostra. Non per nulla ogni venerdì santo, nella commemorazione della morte di Gesù, facciamo la colletta per la Terra Santa. Il cuore batte lì. In comunione con la Custodia di Terra Santa ci siamo perciò rattristati all’annuncio di misure politiche e amministrative contrarie a una tradizione consolidata; misure che, se dovessero essere attuate, rischiano di penalizzare fortemente la presenza cristiana in Terra Santa. Il nostro sguardo da Assisi alla Terra Santa è in continuità con la testimonianza di san Francesco che, ottocento anni fa, inviò i suoi frati, che si sono resi benemeriti, per otto secoli, della custodia dei luoghi santi, e ora sono preoccupati, insieme con i fratelli di altre confessioni cristiane, per la prospettiva di imposizioni, dettate forse da pur rispettabili considerazioni amministrative, ma che non tengono sufficientemente conto della specificità di questi luoghi e delle opere sociali connesse. Se la nostra voce priva di potere, ma carica di preghiera, potesse valere qualcosa, vorremmo far giungere un appello ai leaders di Israele a ripensare l’intera questione. Un appello caldo e amichevole, tanto più sentito da questo vescovado di Assisi,

dove l’amicizia con Israele è inscritta nelle pietre, dato che, all’epoca del secondo conflitto mondiale e delle persecuzioni razziali, proprio in questo edificio, come in altre case della città, tanti ebrei trovarono una cordiale ospitalità. Fu una piccola luce, nella notte tragica della “shoah”. Una memoria che rinnova costantemente il nostro dolore, e ci rende ancora più cari i membri dell’antico popolo dell’alleanza, tutti gli ebrei del mondo, che, da cristiani riconosciamo nostri fratelli amati. Non entriamo nelle dinamiche di ordine sociale e politico di quanto si sta dibattendo a Gerusalemme. Preghiamo perché si ritrovino i termini di un dialogo sereno e costruttivo. Non pensiamo solo ai cristiani. Ci sta a cuore l’armonica convivenza di quanti vivono a Gerusalemme, auspicando, per questa città unica al mondo, un definitivo assetto politico e amministrativo ispirato alla giustizia e al suo carattere universale. Come vescovo della città del Poverello, dando voce a tutta la Diocesi, e, in essa, in particolare ai francescani delle diverse famiglie, in unione di sentimenti con la stessa amministrazione civica, mi rallegro per la decisione di Israele di riaprire il dialogo. Abbiamo speranza che il caso possa essere risolto nel rispetto della storia e del bene comune. Siamo prossimi alla Pasqua. Evento di liberazione per l’antico Israele. Evento di redenzione per noi discepoli di Cristo. La prima parola che il Risorto disse ai discepoli fu: “Pace a voi!”. In un mondo di guerre, Gerusalemme sia luogo di pace. Tutte le persone di pace – ce lo aspettiamo innanzitutto dagli stessi ebrei, residenti in Israele e sparsi in tutte le nazioni del mondo –, levino in tal senso la loro voce: Shalom! + Domenico, vescovo


Focus

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Tutto su numeri, costi, tempi e nuovi poteri del vescovo

Nullità di matrimonio, 19 cause in diocesi Inaugurato l’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico interdiocesano umbro Antonella Porzi

PERUGIA – Sono 19 le cause di nullità matrimoniale instaurate presso il Tribunale ecclesiastico interdiocesano (Teiu) umbro nell’anno 2017 della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. I dati sono stati resi noti durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Teiu di prima istanza, competente per le cause di nullità matrimoniale per le arcidiocesi e le diocesi in Umbria che si è tenuta martedì 6 marzo a Perugia. Dopo gli interventi del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, moderatore del Teiu, e di padre Cristoforo Pawlik, vicario giudiziale del Teiu, monsignor Paolo Bianchi, vicario giudiziale del Ter Lombardo, ha tenuto la sua prolusione dal tema: “Le condizioni di ammissione al processo breviore e il ruolo del vescovo in tale forma processuale” facendo emergere la vera novità del MP Mitis Iudex Dominus Iesus con cui papa Francesco, nel 2015, ha riformato il processo di nullità matrimoniale canonica. Monsignor Bianchi ha illustrato i due passaggi fondamentali del processus brevior: la fase preliminare, esponendo le condizioni obbligatorie per l’ammissione della causa, e il ruolo del vescovo diocesano competente di giudicare. Padre Pawlik, nel relazionare sull’attività 2017 del Teiu, ha ricordato che «le cause di nullità matrimoniale (n.m.) pendenti al 31 dicembre 2016 erano 93 e quelle introdotte nel corso del 2017 sono state 106 e nessun Super rato, per un totale di 199. Tra le cause di n.m., una è stata introdotta e trattata con rito breviore e una documentale». Tra i

capi di nullità accusati con i rispettivi pronunciamenti, quelli di esclusione indissolubilità, della prole e della fedeltà (ex can. 1101 § 2), di incapacità (ex can. 1095 n. 2, n. 3) e di difetto di forma canonica (ex can. 1108§1 e 111§2). Al riguardo il vicario giudiziale ha ricordato che «la causa di nullità matrimoniale, come ben noto, può essere presentata per più capi, che comunque devono essere trattati singolarmente, in quanto basta che sia provato un

solo capo di nullità per dichiarare nullo il matrimonio. È anche «importante rilevare che oltre alla breve durata del processo di nullità – ha precisato padre Pawlik – si è raggiunta anche una rapida stesura delle sentenze a conferma che si è tenuto a dare risposte puntuali alle domande. Dobbiamo invece migliorare i tempi delle perizie”. Il vicario giudiziale si è soffermato poi sui costi delle cause sostenendo che «ancora oggi circolano notizie infondate riguardo ai costi per ottenere la dichiarazione di nullità matrimoniale». Attualmente il contributo delle parti alle spese processuali è il seguente: la parte attrice che invoca il ministero del Tribunale, è tenuta a versare 525 euro al momento della presentazione del libello; la parte convenuta non è tenuta ad alcun contributo, ove partecipi all’istruttoria e solo nel caso in cui si costituisce è tenuta a versare 262,50 euro.

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Primo piano

La questione romana e il ruolo della città di Monsignor Vittorio Peri

ASSISI – Anche la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ha dato il suo patrocinio allo straordinario appuntamento con la storia di Assisi che si è svolto lunedì 5 febbraio nella sala Conciliazione dal titolo: ‘I primi passi in Assisi della conciliazione tra Stato e Chiesa’. Nell’ambito del progetto triennale promosso dal comitato scientifico ‘Assisi rinnovata. Arnaldo e Gemma Fortini’, in collaborazione con il Comune e, appunto, con la Diocesi, la Società culturale ‘A. Fortini’ e con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, si è svolto questo evento che ha registrato la straordinaria presenza dello studioso Annibale Zambarbieri, docente dell’Università degli Studi di Pavia, sul tema della Conciliazione, i cui preliminari si svolsero nella città serafica nel 1926, VII centenario della morte di San Francesco. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Stefania Proietti e del vescovo Domenico Sorrentino, monsignor Vittorio Peri ha relazionato sulla ‘Questione romana’: aspetti politici e sociogiuridici che si riporta qui di seguito. 1- LE LEGGI EVERSIVE Inizio da lontano, ricordando che le tre guerre d’indipendenza combattute contro l’Austria tra il 1948 e il 1866, allo scopo di unificare i diversi piccoli Stati italiani, comportarono per le casse dello Stato unitario gravi problemi di natura finanziaria. La soluzione di questi problemi fu individuata nell’approvazione di due leggi – dette “eversive” che stravolsero la secolare fisionomia culturale del mondo, soprattutto ecclesiastico. Il loro oggetto specifico fu la confisca da parte dello Stato dei beni appartenenti agli enti ecclesiastici: edifici, terreni, chiese, opere d’arte, biblioteche, archivi ecc.: un progetto peraltro facilitato dal diffuso anticlericalismo del momento. E’ da tenere presente che il 7 marzo 1861 Vittorio Emanuele II, già re di Sardegna, aveva assunto il titolo di re d’Italia, un regno che non comprendeva ovviamente i territori dello Stato pontificio. Le due leggi furono promulgate il 7 luglio 1866 e

il 15 agosto 1867. Con esse avvenne la soppressione degli Istituti religiosi e altri enti ecclesiastici e la contestuale attribuzione al demanio statale dei relativi beni (conventi, chiese, terreni, biblioteche, archivi ecclesiastici ecc. ). Sopravvissero solo i benefici degli enti a servizio diretto del popolo, come le parrocchie, i vescovadi, i canonicati. Molti beni mobili e immobili furono assegnati alle Province o ai Comuni che, spesso, li adibirono a caserme, ospedali, carceri, ecc. Antichissimi archivi e secolari biblioteche conservati nei conventi furono spesso dispersi o smembrati. Ecco due esempi di ciò che accadde qui in Assisi. A) Sacro Convento di S. Francesco Il Convento annesso alla Basilica (noto come “Sacro Convento”) custodiva preziosissimi documenti (pergamene, codici ecc.) risalenti al tempo di s. Francesco. Estromessi i frati (ne restarono solo otto allo scopo di assicurare le funzioni religiose della Basilica) il Convento fu adibito a sede di una scuola per gli orfani di alcune categorie di insegnanti. Solo nel 1927 fu restituito ai Frati conventuali che nel frattempo, pur di tornare nel loro antico Convento, dovettero costruire il grandioso Convitto nazionale Principe di Napoli, presso Piazza nuova. L’antichissima biblioteca fu assegnata al Comune che la collocò via via in diversi luoghi della città. In anni recenti, i Frati conventuali e il Comune hanno concordato il trasferimento del “fondo antico” della biblioteca nella primitiva sede: il Sacro Convento. I Frati ne hanno il “possesso”, mentre la “proprietà” resta impregiudicata. B) Santuario e Convento di san Damiano Questo luogo di immenso valore spirituale e storico (Chiara vi abitò dal 1212 fino alla morte avvenuta nell’agosto 1253) fu assegnato al Comune di Assisi che, dopo averlo messo all’asta (!), nel 1879 lo vendette ad una famiglia cattolica inglese. Un acquisto che scongiurò infatti il rischio che potesse diventare proprietà di chiunque, e adibito a usi del tutto profani. Nel 1993 i proprietari inglesi restituirono Santuario e annesso Conventino, gratuitamente, all’Orine dei Frati Minori. Nell’atto notarile vollero

tuttavia fissare precise condizioni cui i Frati debbono attenersi, tra cui un rigoroso orario per le visite turistiche. 2 - LA QUESTIONE ROMANA Il 20 settembre 1870 un reparto dei bersaglieri del Regno, entrando attraverso la notissima “breccia” nei pressi di Porta Pia”, occuparono Roma, ponendo così fine al millenario Stato pontificio e al potere temporale dei pontefici. Le origini dello Stato pontificio sono un fenomeno complesso che non è possibile collocare in una data precisa. Un evento determinante fu la caduta dell’Impero romano d’Occidente (476) che lasciò Roma priva di autorità civile. Per secoli Roma era stata “caput mundi”, il centro della vita socio-politica politica mondiale, oltre che religiosa. L’assenza del potere civile fu allora gradualmente colmata dall’unica autorità che godeva di grande prestigio: il papato. Le varie invasioni barbariche contribuirono a mettere i papi nelle condizioni di esercitare il munus politico. Praticamente, i papi si trovarono a riempire un vuoto di potere civile. La “breccia” costituì uno strappo non solo di ordine materiale (sulle mura urbiche), ma soprattutto nei rapporti tra la lo Stato e la Chiesa, che qualificò sempre come un sopruso inaccettabile ciò che ara accaduto, tanto che da quel momento – e fino al 1929 – i pontefici si rifiutarono di uscire dal minuscolo territorio della Città del Vaticano. In seguito


Primo piano

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Assisi nella conciliazione tra Stato e Chiesa prietà) della Città del Vaticano; - gli si assicurava una rendita annuale a carico dello Stato; - si riconosceva alla Santa Sede la facoltà di accreditare presso di sé diplomatici stranieri. La legge, oltre ad essere rifiutata dalla Santa Sede, fu criticata anche dal mondo laico, dal momento che attribuiva prerogative regali ad una persona che non aveva alcun regno. La legge verrà abrogata nel 1929 con la firma dei Patti Lateranensi (art. 26 del Trattato). 3 - IL “NON EXPEDIT”

alla “breccia” nacque tra la Santa Sede e il nuovo Stato italiano un dissidio di natura politico-religiosa che va sotto il nome di “questione romana”. La “questione” consisteva sostanzialmente in una disputa di sovranità: il Regno d’Italia, impadronendosi dello Stato Pontificio, aveva posto fine, di fatto, alla sovranità territoriale del papa e questi per contro, ritenendosi espropriato del diritto di sovranità sul medesimo territorio, non riconosceva a quella situazione di fatto alcun valore giuridico. Il Parlamento italiano, per attenuare l’irritazione dei cattolici – sia italiani sia di altre nazioni - il 13 maggio 1871 approvò la Legge delle Guarentigie (garanzie) con la quale: - veniva garantita al papa la completa libertà di ordine pastorale; - si dichiarava inviolabile e sacra la persona del papa; - gli si riconosceva il diritto di possesso (non la pro-

L’atteggiamento dei cattolici nei confronti del nuovo Stato, considerato usurpatore, si espresse attraverso la formula del “non expedit” (non è opportuno) con la quale si vietava ai cattolici la partecipazione attiva alla vita politica. Nel nuovo Stato unitario essi non potevano essere né eletti né elettori. Il “non expedit” fu attenuato da Pio X (1903-1914) con deroghe che si concretizzavano nella formula: “cattolici deputati, sì; deputati cattolici, no”. Nel 1909 lo stesso Pio X affidò a Vincenzo Gentiloni, presidente di un’associazione cattolica romana, l’incarico di favorire la candidatura di quei cattolici che una volta eletti in Parlamento, s’impegnavano a osservare le sette norme che vanno appunto sotto il titolo di “Patto Gentiloni”. Con esso si chiedeva loro, tra l’altro di: opporsi a ulteriori leggi restrittive contro gli Istituti religiosi; tutelare i diritti della scuola non statale; conservare l’istruzione religiosa nelle scuole elementari; respingere eventuali proposte di legge per introdurre il divorzio; impegnarsi per una maggiore giustizia sociale. Fu perciò normale che Benedetto XV (1914-1922) – il papa

che fece del tutto per scongiurare la prima guerra mondiale, che preconizzava come “un’inutile strage” – consentisse nel 1919 a tutti i cattolici di entrare nel partito Popolare fondato da don Luigi Sturzo. Il “non expedit”, che non era mai stato esplicitamente sancito con un documento ufficiale, veniva così implicitamente revocato. 4 - PATTI LATERANENSI Al termine di lunghe trattative, - che mossero i primi passi in Assisi nella circostanza del VII centenario della morte di san Francesco ad opera del card. Merry del Vaal e del ministro Pietro Fedele - l’11 febbraio 1929 si firmarono i Patti Lateranensi nel Palazzo pontificio che sorge accanto alla cattedrale di Roma, la Basilica di S. Giovanni in Laterano. I Patti sono sostanzialmente formati da due distinti documenti: il Trattato e il Concordato. Con il Trattato veniva definitivamente chiusa la “questione romana” insieme ad ogni altro aspetto contenzioso del passato. In forza dell’art. 4 di questo documento, ad esempio, nasceva lo Stato della Città del Vaticano, con tutte le prerogative giuridiche e politiche di ogni altro Stato sovrano. Con il Concordato si stabilirono invece le regole dei futuri rapporti tra l’Italia e la Chiesa cattolica. Quest’ultimo documento fu tuttavia modificato, d’intesa tra le due parti contraenti, il 18 febbraio 1984. E ciò sostanzialmente per due motivi: 1°) per le trasformazioni socio-politiche avvenute nello Stato italiano nei decenni successivi alla firma dei Patti (si pensi al passaggio dalla forma monarchia a quella repubblicana in seguito al referendum istituzionale del 2 giugno 1946); 2°) per gli sviluppi teologico-pastorali avvenuti nella Chiesa in seguito alla celebrazione del Concilio Vaticano II (1962-65). L’accordo di revisione tuttavia, pur modificando notevolmente il testo precedente, non può definirsi un “nuovo” Concordato per il fatto che i Patti Lateranensi erano stati in qualche modo “costituzionalizzati” dal secondo comma dell’art. 7 della Costituzione nel quale si afferma che i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica “sono regolati dai Patti Lateranensi”.

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Celebrazioni

Lo ha detto monsignor Sorrentino durante il pontificale del Patrono di Nocera Umbra

San Rinaldo, uomo vivo che ci parla ancora Antonella Porzi

ASSISI - Si sono conclusi i festeggiamenti dell’VIII centenario dalla morte di San Rinaldo. Sono stati tanti i momenti che hanno caratterizzato questo intenso anno, definito “ricco di grazia” dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino, durante il pontificale di venerdì 9 febbraio nella concattedrale di Santa Maria Assunta. Alla presenza dei tanti fedeli e delle autorità civili, il vescovo Sorrentino durante l’omelia ha sottolineato che “San Rinaldo ha ancora un messaggio per noi che è quello di aprirci a Gesù e sentire che è lui il nostro Salvatore”. “Sono passati ottocento anni – ha aggiunto il prelato – da quando Rinaldo, uomo di questa terra, uomo di Dio e pastore dal cuore grande è volato in cielo, ma Nocera e la nostra comunità diocesana lo sente vivo, presente, un uomo che continua a parlare. Ottocento anni sono tanti.

È bello – ha proseguito – guardare la sua figura, ma è bello anche guardare ciò che è avvenuto in questi anni. Qualcosa che impegna lui dal Paradiso e noi dalla terra a prendere coscienza di quello che accade oggi per guardare avanti. San Rinaldo è vissuto nello stesso momento di Francesco e Chiara. In quel tempo c’era una fede

comune diffusa, un’armonia nella maniera di guardare l’universo. Oggi la ragione è fragile perché l’uomo è fragile. La fede è necessaria per dare un colpo d’ala alla ragione. Una società senza Dio finisce per diventare una società senza i comandamenti di Dio. La famiglia e le relazioni sono sempre più fragili. Si parla, infatti, di società liquida in cui non c’è più consistenza. C’è una rivoluzione dell’informazione. Da trenta anni abbiamo la capacità di sapere subito le cose. Siamo vittime delle opinioni e non riusciamo ad avere un punto in cui convergere. Chiediamo a San Rinaldo – ha concluso – che ci riprenda per mano e ci faccia passare per questo tunnel della storia per arrivare alla luce piena”. Nel pomeriggio è seguita la presentazione del libro dal titolo: “Monsignor Francesco Luigi Piervissani. Una roccia sicura in tempi burrascosi” a cura di monsignor Girolamo Giovannini. Domenica 11 febbraio alle ore 21 si è tenuto il concerto della corale “Santa Cecilia” in onore di San Rinaldo.

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Iniziative

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Via Crucis in occasione della Giornata indetta dal Papa per il Congo e il Sud Sudan

Assisi, testimone viva per la pace nel mondo Antonella Porzi

ASSISI - Anche la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, su invito di Papa Francesco, ha celebrato venerdì 23 febbraio la Giornata di preghiera e digiuno per la pace, offerta in modo particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Dopo un momento di preghiera vissuto nella cattedrale di San Rufino è seguita la Via Crucis che si è snodata lungo il seguente percorso: via Porta Perlici, via Montecavallo, Vico Bovi, piazza Matteotti, Anfiteatro, via Villamena, via Porta Perlici. Il corteo orante accompagnato dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino, dal parroco don Cesare Provenzi, dai rappresentanti delle Famiglie religiose e dal presidente della Commissione dello Spirito di Assisi, don Tonio Dell’Olio ha raggiunto la chiesa di San Vitale. Quì c’è stata la toccante testimonianza di don Dieu Donné Kasereka Taghunza, vicario parrocchiale della chiesa della Madonna del Ponte di Passaggio di Bettona. Don Dieu Donné, originario della Repubblica del Congo, ha parlato della grave situazione di guerra che sta vivendo il suo Paese ed ha raccontato le tragiche vicende che stanno affliggendo la popolazione della sua terra. Il vescovo monsignor Domenico Sorrentino dopo aver ringraziato coloro che hanno preso parte al momento di elevata

devozione e preghiera ha sollecitato a continuare nella testimonianza e nella preghiera dalla città simbolo della

pace che ha uno straordinario carisma e un grande dovere di solidarietà.

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Cultura

Monsignor Sorrentino: “Nell’era di internet è ancora più importante la storia documentata”

L’archivio vescovile di Nocera Umbra riapre le porte dopo il terremoto del 1997

Francesca Cerri

NOCERA UMBRA – Dopo venti anni è stato riaperto, sabato 24 febbraio, l’archivio diocesano di Nocera Umbra. All’inaugurazione che si è tenuta nel Palazzo vescovile della città hanno preso parte oltre alla comunità diocesana molte autorità locali. Dopo i saluti di don Ferdinando Cetorelli, parroco di Nocera Umbra e responsabile dell’archivio, ha preso la parola il professor Mario Squadroni dell’Università di Perugia, ex soprintendente, che ha ripercorso il periodo di salvataggio degli archivi sia civili che ecclesiastici, compiuto insieme ai vigili del fuoco dopo il terremoto del 1997. Don Angelo Menichelli storico archivista di Nocera

Umbra ha ricordato le distruzioni che si sono succedute a partire dai Saraceni fino ad arrivare ai recenti terremoti ed ha sottolineato che anche in una piccola realtà come Nocera Umbra, grazie all’impegno di molti, l’archivio è tornato alla luce. Don Angelo ha concluso il suo intervento con l’augurio che gli archivi possano suscitare l’interesse alla cultura generale e il gusto della ricerca poiché “anche piccoli posti come Nocera Umbra servono a sviluppare la cultura”. La nuova soprintendente Sabrina Mingarelli si è soffermata sul progetto alternanza scuola-lavoro portato avanti da don Ferdinando, dalla diocesi, dalla scuola in particolare dal professor Morini oltre che dalla Soprintendenza. Il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino, presente all’inaugurazione, si è soffermato sull’importanza della memoria documentaria scritta perché tramandabile nei secoli. “Questa memoria – ha sottolineato il prelato – è importante non solo per la storia dei vescovi o del clero, ma soprattutto della comunità locale che così ha il senso della tradizione, della storia. Oggi viviamo il mondo della messaggistica volatile, tramite internet e i cellulari e invece l’archivio fornisce una storia precisa, veritiera. È importante – ha concluso – mettere tutto nero su bianco, con esattezza. E Nocera Umbra mette così un punto fermo su una storia ben scritta e documentabile grazie all’archivio”.

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Cultura

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Inaugurata sabato 24 febbraio la sezione archeologica che raccoglie importanti reperti

Il museo di san Rufino si arricchisce ancora ASSISI

- Il museo diocesano di Assisi si arricchisce di una nuova sezione archeologica. A oltre 17 anni dagli scavi condotti presso la cattedrale della città serafica i materiali archeologici rinvenuti, precedentemente custoditi presso i depositi della Soprintendenza a Ponte San Giovanni, hanno trovano finalmente la loro collocazione ideale nel luogo dal quale provengono, San Rufino. Su iniziativa di don Cesare Provenzi, priore del Capitolo della Cattedrale è stato infatti condotto un accurato studio sulle strutture murarie antiche presenti sotto il pavimento della chiesa e, il 24 febbraio, è stata inauguarata la nuova sezione archeologica. L’archeologa Maria Letizia Cipiciani, alla quale è stato affidato il lavoro, ha proget-

tato così una mostra piena di novità interessanti che svelano gli albori della storia della città, la vocazione al sacro e l’ininterrotta continuità di culto nel luogo in cui furono costruite, in successione cronologica, e tre chiese

dedicate al patrono di Assisi, il vescovo e martire Rufino. I pannelli che corrono lungo le pareti della suggestiva saletta medievale adiacente al chiostro (rinvenuta dalla Olim di Livia Trigona durante i lavori per la nuova Sede del Museo Diocesano), narrano attraverso le ricostruzioni in 3D ed i reperti ospitati nelle teche sottostanti, il culto femminile della divinità umbro -picena Cupra/Arenta/Bona Mater, i sacrifici e i rituali ad esso legati e la storia del tempio assisano che si ergeva dove oggi è situata la Cattedrale.

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Chiesa Insieme 10 marzo 2018

Parrocchie

san matteo e giovanni battista

Una serata della Cfmv di Cannara con il vescovo

La gioia della famiglia Fabrizio Cerasa

CANNARA - Un felice, gioioso momento quello vissuto dalla Comunità Maria famiglia del Vangelo di Cannara. Giovedì 22 febbraio in serata hanno partecipato all’incontro settimanale anche il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino e padre Stefano Albanesi ofm. Insieme si è invocato lo Spirito Santo, si è cantato, pregato, meditato e dialogato fraternamente.

Il vescovo ha proposto una bellissima meditazione sul Vangelo della seconda domenica di Quaresima, la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. Al termine, monsignor Sorrentino ha evidenziato la bellezza, peraltro condivisa da tutti i presenti, di questo progetto di Dio, che permette a più famiglie di ritrovarsi insieme settimanalmente in un’unica famiglia spirituale, proprio come avveniva 2000 anni fa. Questo bellissimo progetto è ben descritto

nel capitolo sesto del libro del sinodo “Famiglia di Famiglie” e poi riportato alla pagina internet https://www. youtube.com/watch?v=lRd90s-8jAM. La serata si è conclusa con un momento di gioiosa agape fraterna. 3

sant’andrea apostolo Dopo l’assemblea dei soci c’è stata la santa messa celebrata da don Raniero Menghini

Il circolo Acli Ora et Labora programma l’anno 2018 FOSSATO DI VICO - Nonostante le condizioni atmosferiche avverse, si è svolta, regolarmente, domenica 25 febbraio, presso il Castello di Baccaresca, l’assemblea dei soci del circolo Acli Ora et Labora di Fossato di Vico. È stato approvato il bilancio e programmata l’attività per l’anno 2018 che si preannuncia, come di consueto, ricco di iniziative e di piacevoli momenti aggregativi. Il presidente Sante Pirrami ha illustrato, con la solita precisione, l’attività svolta nel 2017 presentando anche il rendiconto economico, coadiuvato da Gisberto Rossi e dal segretario dell’assemblea, Cesare Carletti. Dopo l’approvazione dell’assemblea dei soci, la mattinata è proseguita con la santa messa celebrata da don Raniero Menghini, parroco di Purello e membro della commissione della Pastorale del Lavoro della diocesi di Assisi. In continuità con gli anni

precedenti, il programma per il 2018, vedrà la conferma dei servizi e delle attività che il circolo Acli svolge tradizionalmente confermandosi come un vero punto di riferimento socio-culturale per il territorio Eugubino-Gualdese. Si partirà dalla giornata ecologica, prevista per sabato 21 aprile. Sempre nello stesso mese, il giorno 30, verrà organizzato, in collaborazione con la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Assisi, un convegno a Gualdo Tadino, “L’Appennino e la crisi: criticità e potenzialità del territorio”. Gli appuntamenti proseguiranno a maggio, in data ancora da definire, con la proiezione del nuovo film “Barbiana 65 – la lezione di Don Milani”, a cui prenderanno parte gli alunni di alcune scuole del territorio della fascia appenninica. L’8 luglio sarà la volta della tradizionale FestAcli, giunta alla XVII edizione, che avrà luogo nella ri-

gogliosa Val di Ranco di Monte Cucco. Per l’occasione Ernesto Preziosi ricorderà, nel centenario della morte, la figura del beato Giuseppe Toniolo ed il suo pensiero. L’attività aclista non si fermerà neanche ad agosto. A fine mese infatti, presso il Santuario della Madonna della Ghea in località Purello di Fossato di Vico, verrà celebrata, con un convegno, in prossimità della giornata per la custodia del creato. Nel mese di ottobre verrà riproposto il censimento sugli over 65 residenti nel territorio Eugubino-Gualdese e nei comuni di Nocera Umbra e Valfabbrica. Il mese successivo verrà invece organizzato un incontro che tratterà il tema dell’immigrazione. A dicembre, come da tradizione consolidata, il circolo Acli Ora et Labora, in collaborazione con i circoli del territorio, organizzerà la cena di fine anno. 3 William Stacchiotti


News

Chiesa Insieme

marzo 2018

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Incontro con Mariano Borgognoni e le religiose in vista del sinodo indetto da papa Francesco

“Non parliamo di giovani ma diamo voce a loro” Suor Alessandra Grazioli

ASSISI – Domenica 11 febbraio si è svolto alla Domus Laetitiae di Assisi un incontro delle religiose con Mariano Borgognoni, docente di Sociologia delle Religioni presso l’Istituto Teologico e l’Istituto Superiore delle Scienze Religiose di Assisi, in vista del Sinodo 2018 “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Lo studioso ha rimarcato l’insistenza di papa Francesco perché il Sinodo non si riduca a un “parlare dei giovani”, ma dia loro voce, ponendosi al loro ascolto. Per questo primo appuntamento sarà la riunione presinodale degli stessi giovani del 19-24 marzo prossimi. Il relatore ha infatti sottolineato che i

giovani in realtà pesano poco sia dove sono molti che dove sono pochi e che, pur permanendo in loro il desiderio di significativi rapporti verticali, patiscono l’assenza degli adulti. D’altronde il discernimento è operazione delicata ormai anche per gli adulti stessi, in una “società della distrazione” come la nostra che vive una generale crisi

Monsignor Sorrentino durante la messa con l’Arma dei carabinieri

“Dobbiamo abolire la guerra e cambiare i nostri cuori”

ASSISI - “Dobbiamo abolire la parola guerra”. Lo ha detto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino durante la santa messa del Precetto pasquale, concelebrata unitamente ai cappellani militari martedì 27 febbraio nel Santuario della Spo-

gliazione per i Carabinieri. Alla presenza del sindaco di Assisi Stefania Proietti e dei vari rappresentanti delle forze dell’ordine che hanno partecipato alla celebrazione monsignor Sorrentino ha sottolineato che “non si può più vivere isolati. Non

abbiamo bisogno di offendere nessuno, ma di cambiare i nostri cuori ed attingere dalla nostra fede la forza e il motivo di combattere per il bene”. Al termine della celebrazione è stata letta una toccante esperienza di guerra vissuta nel 1917.3

IL CARDINALE BERTONE AD ASSISI ASSISI – Il cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone, mercoledì 21 febbraio, in occasione della sua visita in Assisi, ha fatto tappa al Santuario della Spogliazione. Accolto nel Palazzo vescovile da monsignor Domenico Sorrentino ha visitato la Sala della Spogliazione dove ha potuto ammirare le opere iconografiche in essa presenti e ascoltare l’importanza di questo luogo dove è iniziata la nuova vita di Francesco. 3

della fede e della speranza, così come della semplice fiducia nell’altro. Figli di tale realtà, i giovani manifestano un “agnosticismo pratico”, che non si concretizza nell’avversione ideologica al Credo, ma nella dismissione pratica del suo valore esistenziale. Il sociologo ha quindi rilevato la questione centrale della trasmissione della fede: quale volto di Dio viene presentato ai giovani? Ha riaffermato, in tal senso, l’importanza fondamentale della dimensione cristocentrica e dell’annuncio della risurrezione nella catechesi, così come quella di vivere ciò che si annuncia, per essere “credenti credibili” che testimonino comunitariamente, da religiosi come da laici, la fede della Chiesa.

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Presentato in comune il 20 febbraio il libro di Salvatore Pezzella

Nei luoghi di san Francesco ASSISI - Una guida che ripercorre a ritroso nel tempo la visita ad Assisi in tre giorni. È la definizione data al libro curato da Salvatore Pezzella, intitolato “Assisi e i luoghi di San Francesco in una guida dimenticata del ‘600” (Un pellegrinaggio di tre giorni di Anton Francesco Egidi), durante la presentazione del volume avvenuta martedì 20 febbraio nella sala della Conciliazione del Comune di Assisi. La città di Assisi nel 1600, tra chiese, conventi, monasteri, ospedali, confraternite caratterizzati da una fede incrollabile nei valori umani e religiosi. “Il professor Pezzella è partito da uno scritto – ha detto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino – che ha voluto rilanciare per farci misurare con la bellezza dei nostri monumenti, chiese e confraternite che sono il nervo della nostra storia popolare e cristiana. Quello che ci viene proposto – ha aggiunto – è un viaggio interiore perché è l’Assisi dell’anima, quella che fa la differenza. Un’anima che deve essere coltivata e non soffocata. Il professor Pezzella – ha concluso il vescovo – è un uomo che ci fa andare dentro una città umana e cristiana e che ci fa sentire il senso di Dio”. 3


Chiesa Insieme 12 marzo 2018

APPUNTAMENTI - marzo / aprile 2018 18 – Domenica – 5.a di Quaresima

Festa delle Confraternite del Vicariato di Assisi san Rufino ore 11.30

19 – Lunedì – 5.a di Quaresima

17o Anniversario ordinazione episcopale del vescovo mons. Domenico Sorrentino

20 – Martedì – 5.a di Quaresima 21 – Mercoledì – 5.a di Quaresima 22 – Giovedì – 5.a di Quaresima 23 – Venerdì – 5.a di Quaresima

Via Crucis vicariale ore 20.45 (da San Francesco a San Rufino)

24 – Sabato – 5.a di Quaresima

Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri

25 – DOMENICA DELLE PALME

Cattedrale San Rufino - celebrazione delle palme 9.30 (partenza da Santa Maria sopra la Minerva)

26 – Lunedì della S.santa 27 – Martedì della S.santa 28 – Mercoledì della S.santa

Cattedrale san Rufino MESSA CRISMALE ore 16.30

29 – GIOVEDÌ SANTO

Cattedrale di San Rufino - messa nella CENA DEL SIGNORE ore 17.30 - Cattedrale San Rufino - ufficio di letture e processione ore 6.45 Celebrazione della PASSIONE e processione ore 19.00

30 - VENERDÌ SANTO

31 – SABATO SANTO – Veglia pasquale

- Giornata per le opere della Terra Santa (colletta obbligatoria) Digiuno e astinenza Cattedrale San Rufino - veglia pasquale 22.30

Aprile 1 – PASQUA, RISURREZIONE DEL SIGNORE 2 – Lunedì dell’Angelo

San Benedetto Gualdo T. cresime ore 11.00

3 – Martedì - Ottava di Pasqua 4 – Mercoledì - Ottava di Pasqua 5 – Giovedì - Ottava di Pasqua 6 – Venerdì - Ottava di Pasqua 7 – Sabato - Ottava di Pasqua 8 – Domenica - 2.a di Pasqua 9 – Lunedì - ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE 10 – Martedì - 2.a di Pasqua 11 – Mercoledì - 2.a di Pasqua

Consiglio Episcopale ore 9.30

12 – Giovedì - 2.a di Pasqua

VI° incontro mensile dei diaconi e dei preti ore 9.00

13 – Venerdì - 2.a di Pasqua 14 – Sabato - 2.a di Pasqua 15 – Domenica - 3.a di Pasqua

94a Giornata per l’Università Cattolica (colletta obbligatoria)

16 – Lunedì – 3.a di Pasqua

Collegio dei Consultori ore 10.00

17 – Martedì – 3.a di Pasqua 18 – Mercoledì – 3.a di Pasqua

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c/c postale n. 13999065 intestato a : Curia Diocesana - Amministrazione Chiesa Insieme

€ 20.00 (venti)


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