Chiesa Insieme n.1 - Gennaio 2018

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N. 1 - GENNAIO 2018 - ANNO XXXVI - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983

UNA LUCE SEMPRE ACCESA PER LA PACE


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Editoriale

Chiesa Insieme

gennaio 2018

SOMMARIO

LA PAROLA DEL VESCOVO

Editoriale del vescovo

Quale anno nuovo? pag. 2

Quale anno nuovo?

Focus

Preghiera per Gerusalemme pag. 3

Primo piano Celebrazioni natalizie in Diocesi pag. 4-5

Iniziative

“Natività Assisiate” pag.6

Famiglie del Vangelo

Incontro delle CMFV pag.7

Itinerari francescani

Greccio pag.8-9

Parrocchie Parrocchie di san Rufino e Sigillo pag.10

News

Premio Santo Stefano 2017 Nomine del vescovo L’UNITRE in vescovado pag.11

Appuntamenti

gennaio/febbraio 2018 - pag.12

Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marco Fortebracci

I

l 2018 è iniziato – era ovvio – esattamente come è finito il 2017. Solo l’illusione di Capodanno poteva darci una sensazione diversa. Ma quella sensazione “magica” passa con l’estinguersi dei fuochi d’artificio e lo spumeggiare dei brindisi. Ora tocca rimettersi di fronte ai problemi, da quello della pace nel mondo, a quello di una economia che “risale” senza che risalga l’occupazione, a quello della politica italiana di nuovo esposta alle sorprese delle urne, e via dicendo. Come Chiesa siamo sempre di più di fronte alla sfida della nuova evangelizzazione, in un’Europa che, rispetto alle sue radici cristiane, ha preso decisamente le distanze soprattutto in temi di famiglia e bioetica, con tendenze di un laicismo che preferisce sempre di più Babbo Natale al Bimbo di Betlemme. All’orizzonte tuonano le dichiarazioni bellicose dei presidenti Trump e Kim. Intorno a noi il dramma dei profughi e delle povertà antiche e nuove della nostra gente. Anno nuovo, dunque, vita vecchia? Umanamene si direbbe di sì. Ma è qui che scatta la speranza cristiana, non banale, non inutile, perché fondata su una certezza che non viene da noi: l’ha posta Dio stessa nella nostra povera storia, scegliendo come sua carne la nostra, esattamente la nostra (tranne il peccato), e vincolandosi al nostro cammino, al punto che lo troviamo sempre al nostro fianco, anche quando ci sperimentassimo soli.

Per questo vogliamo rimboccarci le maniche. A partire dalla preghiera – di cui abbiamo fatto un tema speciale del prossimo triennio pastorale. Riscoprendo la domenica, che vogliamo sia sempre di più il “nostro” giorno, da difendere contro logiche aberranti di mercato che ci promettono risparmio di quattrini con scariche di stress a spese della nostra salute. Coltivando meglio le nostre relazioni, da ritessere contro la tendenza sociale che ci disgrega sempre di più, per farci vivere in case quasi disabitate e farci morire in solitudine. Vorrei mettere il nostro cammino di Chiesa, all’inizio dell’anno, sotto la protezione celeste di un beato, che fu un economista, un padre di famiglia, un “profeta” del vangelo dell’amore: Giuseppe Toniolo. A lui abbiamo dedicato la nostra scuola socio-politica. Quest’anno ricorre il centenario della sua morte. Moriva infatti il 7 ottobre 1918, lasciandosi alle spalle le macerie della prima guerra mondiale, e additando l’avvenire come tempo possibile della speranza cristiana. Ricordava, partendo dall’Eucaristia, che noi siamo il popolo che crede in Cristo risorto, e dunque non possiamo cadere nella trappola del fatalismo e della rassegnazione. Il mio augurio di pastore è che in tutti ci sia buona volontà per un rinnovamento spirituale, pastorale e sociale che non può più attendere. Buon Anno! + Domenico, vescovo

Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%

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Focus

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Dal Santuario della Spogliazione alla basilica di san Francesco per lanciare un messaggio di speranza

Una domenica di preghiera per Gerusalemme Antonella Porzi

ASSISI – In una domenica di shopping pre-natalizio la comunità assisiate si ferma per pregare per la pace in Terra Santa e lo fa portando fiammelle di pace fino alla Tomba di San Francesco. In tanti infatti si sono ritrovati, domenica pomeriggio 17 dicembre, al Santuario della Spogliazione per lanciare un messaggio di speranza per Gerusalemme e per tutti i Paesi colpiti dalle avversità e dalla guerra. È stata una preghiera intensa, ardente e fiduciosa come l’ha definita il vescovo monsignor Domenico Sorrentino “una preghiera speciale in un periodo in cui sentiamo solo espressioni di guerra, odio e violenza – ha precisato il vescovo all’inizio dell’incontro – . Abbiamo ascoltato eventi che ci preoccupano molto; ad essi dobbiamo dare risposte che hanno il carattere della saggezza. Abbiamo un’arma speciale che riteniamo particolarmente impor-

tante, l’arma della preghiera. Crediamo che solo Dio può toccare il cuore delle persone. Questo lo dobbiamo testimoniare in modo particolare qui ad Assisi, la città scelta da Giovanni Paolo II per l’iniziativa di preghiera per la pace, lo ‘Spirito di Assisi’. C’è bisogno – ha concluso monsignor Sorrentino – di metterci con umiltà di fronte al Padre. Quello che oggi vogliamo è che la nostra preghiera prima di essere invocazione sia ascolto”. Dopo l’introduzione del vescovo è seguito un momento di lettura dei testi biblici e delle intercessioni di pace scritte nel 2014 da Papa Francesco. Successivamente sono state accese alcune fiammelle di pace che sono state portate dai fedeli fino a San Francesco. Di fronte alla Tomba del Poverello il vescovo ha letto una preghiera da lui scritta

in cui si invoca la pace. Al termine monsignor Sorrentino ha ringraziato quanti hanno partecipato ricordando insieme ai presenti il Santo Padre nel giorno del suo compleanno.3


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assisi

Primo piano

Nella veglia del 24 dicembre il vescovo scuote gli animi : “Il diritto alla vita è

“Natale significa aprire il cuore a quanti Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI – Nella cattedrale di san Rufino anche quest’anno esplode la gioia del Natale, il memoriale dell’evangelium gaudium perché il nostro Dio si è fatto carne ed è venuto tra noi, nelle nostre strade, nei nostri percorsi esistenziali interiori, nelle nostre case, nelle nostre ferite, fatiche, successi e dolori quotidiani. Il Natale, la festa, il memoriale dell’incarnazione, un paradosso per la ragione, un assurdo per le altre religioni, la specificità della nostra fede cristiano cattolica: un Dio-Bambino. Il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, alla santa messa della notte di Natale da lui presieduta e concelebrata, dopo la celebrazione dei vespri, dal viceparroco don Alessandro Picchiarelli e da don Dario Resenterra, ha sottolineato ai numerosi presenti, pellegrini e assisani, che “nella mangiatoia di Betlemme nasce un bimbo ‘problematico’. Intorno a lui l’umanità si divide. Da un lato – ha aggiunto il vescovo - , Maria, Giuseppe e i pastori, che fanno eco alla voce del cielo, al canto degli angeli. Dall’altro, la perfidia di Erode, il re geloso del suo potere, che non esiterà a passare a fil di spada bimbi innocenti, pur di soffocare sul nascere il principe della pace. Non vi riuscirà! Dopo duemila anni, Gesù rimane un segno di contraddizione. Un bambino che ci intenerisce, come tutti i bambini del mondo. È insieme un bambino che fa paura, a chi non è capace di avere un cuore di bambino. Quel Bimbo ci interroga. Egli avanza una pretesa che

sfida ogni nostra presunzione, ogni nostro orgoglio intellettuale. Ci viene detto – ha precisato monsignor Sorrentino - che è il Salvatore, non solo perché uomo di Dio, ma perché in lui Dio si fa vicino, prendendo la nostra carne. Si fa Emmanuele, Dio con noi. A Betlemme si inaugura una nuova visione di Dio e dell’uomo. Nuova visione di Dio: non più un Dio lontano, ma un Dio che cammina con noi. Non più un Dio solitario, ma un Dio trinitario. Fare Natale significa aprire il cuore a quanti non hanno una casa, un lavoro, e disperano del loro futuro. I pastori che si avviano alla sua mangiatoia sono il segno di una umanità che si è lasciata coinvolgere in questa rivoluzione di amore. Noi da che parte stiamo? Di fronte a quel Bambino devono crollare i muri dell’odio, della diffidenza, della divisione, della prepotenza, dell’in-

giustizia. Quel Bambino ci dice che non è accettabile un mondo in cui pochi si accaparrano le risorse di tutti, e molti, troppi, sono lasciati in balia della miseria, della malattia, dello sfruttamento. È finito il tempo – se mai lo è stato – del Dio degli eserciti. È cominciato il regno del Principe della pace. Questo è il volto di Dio. Ma a Betlemme si inaugura anche un nuovo volto dell’uomo, si riscopre il volto originario, che il peccato ha deturpato e abbruttito. Ci viene svelata la dignità divina di ogni essere umano. Ci viene detto che l’uomo si salva, e può essere felice, quando apre il cuore a Dio. A Betlemme si inaugura la storia di un’umanità che riconosce, come diritto fondamentale per ogni bimbo che nasce, anzi, per ogni bimbo nel grembo materno, e per ciascun essere umano in qualunque età e condizione, il diritto alla vita, con il conseguente dovere di ciascuno, della società, della politica, di proteggere ogni vita, di custodirla e promuoverla, perché sia una vita pienamente umana, dignitosa e felice. Questo è fare un vero Natale”. La celebrazione è stata animata dal coro parrocchiale dei giovani che hanno fatto sentire con il canto l’eco della gioia degli angeli. Poi lo scambio di auguri sul sagrato. Il 31 dicembre ancora insieme per salutare l’anno 2017 e accogliere il nuovo anno 2018 alla santa messa


Primo piano

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fondamentale e va protetto perché tutti abbiano un’esistenza dignitosa”

non hanno una casa, un lavoro” celebrata nel pomeriggio, nella cattedrale di san Rufino, da monsignor Domenico Sorrentino che ha voluto sottolineare nell’omelia che “sebbene condividiamo, anche con chi non crede, la tensione augurale verso il nuovo anno, per la nostra fede non può ridursi a un auspicio vuoto di senso, ma è qualcosa di più, è un augurio di speranza nella fede certa che qualsiasi cosa il nuovo anno ci preservi, Dio sarà con noi sempre; nonostante più anni, fatiche e acciacchi il nostro è un tempo abitato da Dio e ci conduce all’eternità, a una giovinezza del cuo-

re eterna”. Con il canto del Te Deum e l’offerta dell’incenso un grazie per il cammino fatto da ciascuno nella storia personale e negli eventi vissuti in quanto chiesa preparandoci al nuovo piano pastorale: il triennio della liturgia. La liturgia è stata magistralmente animata dalla Coro della cappella di San Rufino diretto dal maestro Lucio Sambuco. Poi al centro Pastorale il cenone insieme organizzato dalle “famiglie in oratorio” e lo scambio di auguri, aspettando il nuovo anno e lodando Dio per i benefici ricevuti e per quelli che ancora elargirà.

Gualdo Tadino

MESSA DI CAPODANNO A SAN BENEDETTO

Nocera Umbra

I bambini si esibiscono rappresentando la Natività

“Dobbiamo essere famiglia”

NOCERA UMBRA - È stata celebrata dal vescovo della diocesi di AssisiNocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, nella concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra, la santa messa del giorno di Natale. Alla presenza di numerosi fedeli, tra cui tante famiglie con bambini, il vescovo, durante l’omelia, ha parlato della nascita e incarnazione di Gesù Cristo e di come

“Gesù ci dona il Paradiso”. Monsignor Sorrentino ha anche approfondito il concetto di Chiesa come Famiglia di famiglie insistendo su tale baluardo. Dopo la celebrazione eucaristica è seguito un momento molto coinvolgente che ha visto i bambini del catechismo esibirsi in una rappresentazione della Natività. Il vescovo ha poi donato loro un piccolo bambino Gesù benedetto. 3

GUALDO TADINO - La basilica concattedrale di San Benedetto è stata gremita di fedeli per la solenne concelebrazione eucaristica vespertina di Capodanno. L’ha presideduta, come da felice tradizione consolidata, il vescovo monsignor Domenico Sorrentino; hanno concelebrato 8 sacerdoti e 4 diaconi del vicariato foraneo gualdese; hanno partecipato anche il sindaco Massimiliano Presciutti e la vice Gloria Sabbatini, oltre alla Confraternita della Ss. Trinità. La corale “Casimiri” ha eseguito canti liturgici. Il vescovo, che ha augurato un buon anno a tutta la comunità locale, nell’omelia ha toccato i temi della liturgia, della famiglia e del lavoro, valori considerati fondamentali. Il parroco don Gianni Brunetti ha annunciato che venerdì 5 gennaio, alle 17,30, inizia la novena in preparazione della festa del santo compatrono Beato Angelo (15 gennaio), con la messa delle ore 18 celebrata dal predicatore padre Alberto della comunità religiosa di Porziano. 3 A.C.


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Iniziative

In tanti hanno partecipato ai diversi momenti organizzati da Assisium per questa II edizione

La “Natività Assisiate”, successo annunciato

ASSISI - In prossimità del Santo Natale l’associazione Assisium curata da Giampiero Italiani con il patrocinio della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, della città di Assisi e di diverse altre realtà del territorio ha proposto l’iniziativa natalizia, giunta alla seconda edizione, dal titolo “Natività Assisiate 2017”. Domenica 17 dicembre nel pomeriggio nell’Orto degli Aghi è stata inaugurata questa iniziativa, che si è svolta attraverso diverse tappe, in via Porta Perlici n. 6 ad Assisi con un colloquio per riflettere sulla natività e l’inaugurazione del presepio di ispirazione francescana, ambientazione domestica della Natività nell’Assisi medievale, realizzata presso l’antico fondaco, con personaggi in costumi d’epoca a grandezza naturale e corredo in Punto Assisi; presente il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino. Poi il cammino sabato 30 dicembre nel pomeriggio dall’Orto degli Aghi verso la casa di Santa Chiara (piazza San Rufino), la casa di Francesco (chiesa Nuova), la Basilica di Santa Chiara fino al Santuario della Spogliazione dove i partecipanti sono stati accolti dal vescovo monsignor Sorrentino. In molti sono partiti dall’Orto degli Aghi

per la passeggiata che è stata accompagnata da letture e animazioni festanti tra misticismo e letteratura, tradizioni e fede, dalle poesie e rappresentazioni in dialetto umbro a riflessioni storiche e culturali: di Elvio Lunghi, Francesca Cerri e suor Maria Rosaria Sorce attraverso giardini, vicoli, sagrati e santuari nei luoghi di Francesco e Chiara. Presente il sindaco di Assisi Stefania Proietti. In spirito di condivisione la proposta si collega idealmente ai valori comunitari del camminare insieme del “Piedibus del Ben Essere” promosso dal dipartimento di prevenzione della Usl Umbria 1. Numerosi i partecipanti circa cento e più, il percorso si è concluso presso il vescovado dove monsignor Sorrentino ha accolto i pellegrini per

una visita guidata all’interno della “casa del vescovo Guido” nella Sala della Spogliazione, dove il vescovo Guido fece convenire Francesco e il padre Bernardone perché gli restituisse i soldi e Francesco si spogliò, la biblioteca vescovile. Poi un’agape fraterna conclusiva presso l’oratorio “Carlo Acutis”. Lunedì 1 gennaio la riflessione di suor Maria Rosaria Sorce, francescana Immacolatina, insegnante di religione presso l’istituto Alberghiero e liceo scientifico di Assisi che con la sua fraternità operativa nel servizio pastorale e liturgico della cattedrale e nella diocesi, vive nella casa di santa Chiara. La riflessione, infatti, per le religiose ma aperta a tutti dal titolo: “la maternità spirituale di Chiara dono e conquista”, ha delineato il percorso interiore ed esistenziale di santa Chiara da una maternità dono di grazia, sì, ma con la consacrazione dilatata ad abbracciare all’interno della Chiesa, come un grembo materno: Assisi, la sua gente e la Chiesa in quanti numerosissimi di ogni età, cercatori di Assoluto da tutto il mondo, accorrono ancora a lei. In fondo la Natività assisiate in un’ottica clariana-francescana aveva proprio come obiettivo incentivare e riscoprire il valore e il senso del cammino insieme, del dialogo, della condivisione di vissuti e relazioni in cerca del bene sommo ed eterno.

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Famiglie del Vangelo

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Ecco alcuni spunti di riflessione venuti fuori nell’incontro degli animatori delle Cmfv

Nudi come Gesù per accogliere i nostri fratelli Rosella Baldelli

ASSISI - Si sono incontrati venerdì 15 dicembre nella sala della Spogliazione del palazzo vescovile, gli animatori delle Comunità Maria famiglie del Vangelo insieme al vescovo della diocesi di Assisi–Nocera Umbra–Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e al vicario per la Pastorale don Jean Claude Hazoumè Kossi Anani, per un momento formativo, a supporto del loro cammino parrocchiale. È stata anche l’occasione per uno scambio di esperienze tra realtà, che pur nello stesso progetto diocesano, vivono maturità diverse. Ricchezza che gli animatori avranno modo di condividere con i loro parroci. Quale luogo migliore se non quello in cui Francesco si spogliò davanti al vescovo Guido, gesto culmine del suo cammino di conformazione a Cristo. Nella sala della Spogliazione un dipinto racconta il momento cruciale della vicenda umana e spirituale di Francesco: la sua rinuncia agli averi e al suo padre terreno. Il vescovo Sorrentino durante l’incontro ha ripercorso la storia del gesto di Francesco sottolineando come “la famiglia Bernardone si disgrega, ma rinasce spiritualmente e diventa capace di generare famiglia in modo da far diventare tutta la chiesa idealmente una famiglia: è il programma di Gesù, così come lo ha vissuto Francesco. Lo ha potuto fare nella misura in cui si è spogliato di sé: se non ci si spoglia di sé non si può creare famiglia”. Il cammino degli animatori esige questo ritornare continuo al gesto della spogliazione per incontrare il Cristo nudo, un incontro che non si conclude nell’intimità, ma si espande nel servizio ai fratelli. Nella sala c’è un dipinto del Sermei che pur non evidenzia la figura materna, ma la mamma c’è: è la madre Chiesa e la madre Maria. La maternità della Chiesa si raccorda alla maternità di Maria ispirando proprio la riflessione che monsignor Sorrentino condivide con i presenti sull’aspetto mariano del cammino delle Comunità Maria famiglie del Vangelo. Un aspetto che ha spiegato alla luce del messaggio del Santo Padre Francesco

per la XXVI Giornata mondiale del malato 2018. Messaggio utilissimo per cogliere il cammino di rinnovamento parrocchiale CMFV ed il ruolo speciale che hanno gli animatori. Partendo dalle parole del vangelo di Giovanni (Gv19,26-27) ha spiegato come “queste parole illuminano il mistero della croce di Gesù, il mistero di dolore in realtà altro non è che un mistero di amore e di speranza. Gesù muore e mentre sembra che tutto si perda sorge la vita. In Maria di nuovo Gesù viene generato nei figli della Chiesa. La morte di Gesù è l’inizio della vita e Maria sta al centro di questo mistero della vita come lo era stata nel mistero personale

nel concepimento di Gesù. Adesso Maria partorisce il suo corpo mistico: la Chiesa”. Monsignor Sorrentino ha ricollegato a questa riflessione il titolo “Comunità Maria Famiglie del Vangelo”, così spiritualmente carico e legato alla vita delle parrocchie e alle piccole comunità che la costituiscono. Non una devozione peregrina dunque. Ha ricordato ai presenti che “nel cuore del mistero della croce, dove è nata, la Chiesa Famiglia ha in Maria il suo grembo. Quando si recita la preghiera a Maria altro non si fa che riconoscerla come Maria e accoglierla per trovare in lei il modello del discepolato e la vocazione materna che Gesù le ha affidato. In questa prospettiva si è chiamati a vivere e ad operare, “generando” o “rigenerando” in Dio tutte le persone che hanno un rapporto con noi, soprattutto quelle della nostra comunità. Primo compito dell’animatore è appunto aiutare i fratelli ad incontrare Dio, a mettersi in Dio, a vivere di Dio. La consacrazione che i componenti delle CMFV fanno in Porziuncola va in questa direzione: non ci fa diventare un’altra cosa nella Chiesa, ma é la ripresa cosciente della vocazione cristiana. Nelle piccole comunità si è chiamati a prendersi cura gli uni degli altri, anche nella concretezza della vita dei fratelli, condividendo gioie e affanni, sostenendosi anche nei problemi concreti della vita di tutti i giorni. Nei piccoli gruppi non può sfuggire il fratello in difficoltà.

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Itinerari francescani

Greccio: il Natale Eucaristico di san Padre Francesco De Lazzari

T

ommaso da Celano, primo biografo di San Francesco, così introduce la descrizione del presepio di Greggio: Francesco “al di sopra di tutte le altre solennità celebrava, con ineffabile premura, il natale del Bambino Gesù, e chiamava festa delle feste il giorno in cui Dio, fatto piccolo infante, aveva succhiato ad un seno umano. Baciava con animo avido le immagini di quelle membra infantili, e la compassione del Bambino, riversandosi nel cuore, gli faceva anche balbettare parole di dolcezza alla maniera dei bambini. Questo nome era per lui come un favo di miele in bocca (1Cel CLI,199; FF 787). Sembra di sentire la lettura di un fatto o di una profonda relazione sentimentale. Ma la descrizione che segue va ben oltre il sentimento. Certamente Francesco è un esperto della umanità di Gesù. Lo mette ben in evidenza Tommaso da Celano: “La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di osservare perfettamente e sempre il Santo Vangelo, e di imitare (seguire) fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l’impegno, con tutto lo slancio dell’anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo. Meditava continuamente la Parola del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro” (1Cel 30; FF 466-467). La descrizione è impressionante. Forse ci si fa poco caso. Ormai si è troppo abituati a pensare al “Santo” Francesco e, forse, a pensare a lui come fondatore del presepio. E la contemplazione del presepio suscita sempre forti emozioni, purtroppo passeggere. Sarebbe bello, interessante e fecondo riflettere sui passi che Francesco ha seguito per seguire il Signore. Certo Gesù povero e crocifisso gli fiorisce dentro, lo rende fecondo, fantasioso nelle cose di Dio. E questo lo spinge non solo a seguire Gesù povero e crocifisso ma anche a rivedere e rivivere, con gli occhi della

fede, gli episodi della vita del Signore. Il Celano descrive questa sensibilità di Francesco con poche parole: Francesco “meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere”. L’ascetica tradizionale – allenamento del cammino di santità – insegnava un principio: all’inizio della meditazione suggeriva di immaginare la composizione del luogo e dell’episodio secondo la lettura del brano ascoltato. Non sappiamo se Francesco conoscesse questa indicazione. E’ facile pensare che, indipendentemente da essa, Francesco la usasse. E, poiché, secondo il Celano, Francesco “soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva im-

presse così profondamente nella memoria, che non riusciva a pensare ad altro”, appare chiaro che dalla sua ricca fantasia evangelica fosse scaturito il desiderio di vivere il Natale in modo nuovo: rappresentare in forma viva la permanente realtà del Natale realizzando, “stile proprio”, la nascita del Bambino di Betlemme inserendola nella celebrazione dell’Eucaristia. Francesco affida la preparazione della “festa delle feste”, come egli stesso la definiva, ad un amico nobile, stimato “più per la nobiltà dello spirito che per quella della carne”, con le seguenti indicazioni: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e


Itinerari francescani

Francesco

in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Viene predisposto tutto secondo le indicazioni date. “Giunge il giorno della letizia, il giorno dell’esultanza! Arrivano molti frati, vi è grande concorso di popolo. Ognuno porta quello che può. Alla fine arriva Francesco. Si respira novità, spiritualità, gioia intima. Risuonano i canti e le preghiere. Francesco “è là estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di comprensione e di gaudio ineffabile”. Inizia la celebrazione dell’Eucarestia. Francesco vi partecipa come diacono e “canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desiderio di cielo. Poi parla al popolo, e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme”. In una atmosfera di fede, di gioia, di preghiera, Dio si manifesta: “Un uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di

sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti che lo avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa pieno di ineffabile gioia (1Cel 30; FF 466). La connotazione fondamentale del Presepio di Greccio è eucaristica. Francesco medita profondamente il mistero dell’Eucaristia, di cui esalta “la sublime umiltà e la umiltà sublime”. Unisce l’umiltà dell’Incarnazione all’umiltà della croce. Egli non fa organizzare e non organizza una rappresentazione ma celebra l’evento Natale con la celebrazione dell’Eucaristia, pur facendo predisporre il luogo il più possibile simile alla grotta di Betlemme. Anche l’umiltà della grotta sia di Betlemme che di Greccio gli fanno rivivere l’umiltà del Figlio di Dio. Ma nell’Eucaristia si celebra la passione, crocifissione, morte e risurrezione di Gesù. Gesù vivo, povero, sofferente e crocifisso; Gesù gloriosamente tornato dalla morte. Con la celebrazione dell’Eucaristia a Greccio, Francesco unisce l’inizio alla fine della vita di Gesù mediante la carità della passione e della croce dalla quale risplende l’umiltà di Dio e dalla quale, per mezzo del Figlio, Dio compie il più grande atto d’amore verso l’uomo mediante l’ignominia della croce. E’ proprio dell’amore vivere l’umiltà e agire nell’umiltà. Per France sco è lo stesso Gesù che si fa umile e povero per amore e si lascia, per

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amore e nella più profonda povertà e umiltà di spirito, processare, imprigionare, flagellare e crocifiggere. Nella risurrezione, tornando dalla morte, diventa l’umile, il vivente perennemente amante nell’umiltà del pane e del vino consacrati nella celebrazione eucaristica. Il Natale eucaristico di Greccio produce nei presenti lo stesso effetto interiore del Natale di Betlemme. Qui Gesù Bambino nasce nel cuore dei pastori, a Greggio è risuscitato , per le parole di Francesco, nel cuore dei presenti che lo avevano dimenticato. Scrive il Celano che “ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia”: sia i pastori di Betlemme, sia i fedeli presenti alla celebrazione eucaristica del Natale di Greccio. Il Celano termina la narrazione del Presepio di Greccio con una nota di cronaca e una significativa motivazione: “Oggi quel luogo è stato consacrato al Signore, e sopra il presepio è stato costruito un altare e dedicata una chiesa ad onore di San Francesco, affinché là dove un tempo gli animali hanno mangiato il fieno, ora gli uomini possano mangiare, come nutrimento dell’anima e santificazione del corpo, la carne dell’Agnello immacolato e incontaminato, Gesù Cristo nostro Signore, che con amore infinito ha donato se stesso per noi. Egli, con il Padre e lo Spirito Santo, vive e regna eternamente glorificato nei secoli dei secoli. Amen” (1 Cel 30; FF 466-467).

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Chiesa Insieme 10 gennaio 2018

Parrocchie

san rufino La novena che precede la solennità è uno dei momenti più partecipati della Cattedrale di Assisi

Festa dell’Immacolata, oltre la devozione Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI - Oltre la devozione, oltre un’abitudine irrinunciabile, oltre un “perché ogni anno si fa così”, il desiderio di fede concreta e di riscoprire la gioia di essere cristiani per il dono di una Madre di un Dio Incarnato nelle pieghe della storia e della propria vicenda esistenziale e personale, l’anelito alla pace del cuore che il dinamismo della maternità effonde, espande e rinsalda, la ricerca di un balsamo dai profumi dello Spirito e dell’assoluto che non si estingue con il benessere dell’evasione o della idolatria del corpo, ma penetra nelle ferite e le medica con l’essenza della gratuità dell’amore divino. Sono state le ragioni del cuore che anche quest’anno hanno spinto tanti fedeli di San Rufino ad Assisi e oltre a partecipare alla novena dell’Immacolata che come ogni anno si è vissuta in cattedrale con la recita del Rosario seguita dalla messa presieduta da padre Alfredo Avallone e concelebrata dal parroco don Cesare Provenzi, i canonici della cattedrale e padre Giuseppe Egizio. A conclusione la breve processione verso la statua dell’Immacolata tra le note del Tota Pulchra e il profumo dell’incenso e la celebrazione delle Lodi. Ogni giorno

tra le righe dei racconti delle apparizioni dell’Immacolata a Santa Bernardette Padre Alfredo ha riscoperto i verbi, i gesti, i segni che sono alla base di un cammino di fede verso l’altro per l’altro nostro tutto. Una fede mariana che s’incarna attraverso la relazione, la compassione, la preghiera, la disponibilità a farsi dono, la tenacia nel cammino spirituale e nella carità come vissute da Bernardette in tutte le prove che il vedere la Madonna gli procurò. La novena si è conclusa venerdì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, con la santa messa presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino il quale ha sottolineato che in un momento di crisi economica, di fatica nel proporre il messaggio cristiano, di vuoto di valori, che ci appaiono nell’insieme come un circolo vizioso, bisogna opporre, per risalire

la china, un circolo virtuoso. Se l’uno è stato frutto di una mentalità sviata per i tanti piccoli si al male, all’errore, al peccato, l’altro sarà possibile attraverso piccoli gesti e si al bene per una mentalità della pace, del perdono, della gioia evangelica. Lo hanno saputo realizzare Maria con il suo “sì” e Francesco con la sua scelta radicale. Un segno di risposta a questa sfida che l’amore gratuito richiede: la rinnovazione dei voti, come ogni anno, in occasione dell’anniversario di fondazione della loro Congregazione, nata come omaggio novello all’Immacolato concepimento di Maria proprio l’8 dicembre del 1881, delle cinque suore Francescane Immacolatine che operano nella cattedrale e che hanno animato la liturgia di questi giorni.

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sant’andrea apostolo

Riconfermate madre Genoveffa come superiora e madre Fiorella in qualità di vicaria

Capitolo elettivo delle Agostiniane di Sigillo SIGILLO - Il pomeriggio del 7 dicembre 2017 nell’approssimarsi dei primi vespri della solennità dell’Immacolata, nella nostra piccola comunità del monastero Agostiniano di Sigillo si è tenuto il capitolo elettivo della superiora e della vicaria. Ha presieduto questo momento il vescovo Domenico Sorrentino accompagnato dal pro vicario per la Vita Consacrata padre Giancarlo Rosati dell’Ordine di San Francesco. Il capitolo ha avuto inizio con la lettura del brano dal vangelo di Giovanni “ la vite e i tralci”, seguito da una breve riflessione. Si è passati poi alla votazione dove sono state riconfermate nel loro servizio alla comunità come madre superiora Madre Genoveffa Lepri e come

madre vicaria madre M. Fiorella Lovison. Tutto si è svolto fraternamente e in un clima sereno e di questo ringraziamo prima di tutto il Signore perché come dice anche il nostro Santo padre Agostino nell’esposizione al salmo 32: “è per grazia che i fratelli

e le sorelle dimorano nell’unità. Non è per le loro forze, ne per i loro meriti ma per dono di Dio, per sua grazia, che scende come rugiada dal cielo. “Ringraziamo anche le nostre sorelle Madre Genoveffa e Madre M. Fiorella per aver accettato l’incarico e preghiamo il Signore per loro e per tutta la nostra comunità. Lo Spirito Santo e la madre del buon consiglio ci guidino e ci custodiscano nel cammino verso il regno. Un ringraziamento particolare va al nostro vescovo per la sua presenza paterna e a padre Giancarlo che abbiamo sentito come un fratello, ci affidiamo anche alle loro preghiere. “Deo Gratias!“ 3 Le monache della comunità


News

Chiesa Insieme

gennaio 2018

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A Padre Giuseppe Egizio il premio Santo Stefano

ASSISI – E’ stato consegnato martedì 26 dicembre il decimo premio Santo Stefano che la Pro loco di Costa di Trex ha quest’anno assegnato a padre Giuseppe Egizio, parroco di Santa Maria e Santo Stefano in Costa di Trex e Santa Maria di Lignano e Santi Lorenzo e Anna in Porziano, che da quindici anni segue tutta la montagna di Assisi. Nelle motivazioni lette durante la cerimonia che si è svolta all’interno della chiesa parrocchiale di Santo Stefano, alla presenza del sindaco Stefania Proietti, del vice sindaco Valter Stoppini, è stato sottolineato

“l’attaccamento nei confronti della montagna e della sua gente, l’impegno pastorale, l’attenzione ai malati e ai bambini, la discrezione con cui ha agito cercando di venire incontro a tutti, di accogliere sempre e comunque le esigenze della sua gente. Per questa sua presenza forte ma discreta che ha portato a una migliore comunione e aggregazione delle varie realtà della zona, per essersi dimostrato disponibile a seguire la Pro loco e le sue iniziative. Per aver contribuito a tenere viva la memoria, le festività della montagna e le tradizioni ad esse collegate”. A padre Egizio come ai premiati degli anni precedenti è stato consegnato un acquerello che raffigura la chiesa parrocchiale di Costa di Trex realizzato dall’artista assisano Claudio Fronza. Il premio nasce come volontà di ricordare quelle persone che nei loro ambiti e attraverso la loro azione hanno favorito la crescita di questa zona. 3

Gli iscritti dell’Unitre in vescovado ASSISI - Sono stati molti gli iscritti all’Università della Terza età di Assisi che, giovedì 14 dicembre, hanno partecipato alla lezione del corso di studi accademici che, come da programma, si è svolta nella sala della Spogliazione del Palazzo vescovile ed è stata tenuta dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino. Una visita di studio durante la quale il vescovo ha parlato approfonditamente del gesto della Spogliazione compiuto da Francesco e dell’importanza della figura del vescovo Guido per avere colto in esso tutta la sua profondità. Parlando del Santuario della Spogliazione e della provvidenziale ispirazione che egli ha avuto di erigerlo monsignor Sorrentino ha spiegato che “ci troviamo in un contesto il quale costituisce la perla che per varie circostanze è rimasta per 800 anni un po’ nascosta,

il Santuario in cui Francesco appare come il giovane di questa città. Questo è il momento – ha aggiunto – in cui la città di Assisi si può ritrovare in qualcosa di veramente suo. Assisi e Francesco, un binomio inscindibile, due parole che si richiamano”. Infine il vescovo ha illustrato tutto il programma iconografico della sala della Spogliazione. Il presidente dell’Università della Terza età, Massimo Zubboli, ha dimostrato la sua gratitudine per l’approfondita lezione tenuta da monsignor Sorrentino. Al termine della lezione è stata consegnata al vescovo dal direttore dei corsi Claudio Fronza una stampa di una copia della pergamena della benedizione di San Francesco.

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NUOVE NOMINE DEL VESCOVO ASSISI – Nuove nomine e conferme in diocesi da parte del vescovo monsignor Domenico Sorrentino. Con decreto del 17 novembre il vescovo ha confermato padre Giuseppe Egizio donec aliter provideatur, parroco delle parrocchie dei “Santi Lorenzo e Anna” in Porziano di Assisi e “Santa Maria e Santo Stefano” in Costa di Trex- Santa Maria di Lignano e padre Mario Agostinelli parroco della parrocchia di “Santo Stefano Protomartire” in Parrano-Nocera Umbra. Con altro decreto monsignor Sorrentino ha nominato “ad quinquennium” don Antonio Dell’Olio presidente della commissione “Spirito di Assisi” al posto di padre Egidio Canil, trasferito a Padova. Padre Daniele Giglio dei frati Cappuccini è stato nominato, con efficacia dal 1° dicembre 2017, per nove anni al posto di padre Domenico Fiorenza, parroco moderatore e legale rappresentante della parrocchia di “Santa Maria Maggiore” in Assisi. Il vescovo ha poi nominato “ad quinquennium” Marina Zola presidente della Commissione diocesana per l’ecumenismo, essendo la stessa priva di un responsabile, per le dimissioni di suor Alessandra Sciaboletta, “che – sottolinea il vescovo - per anni l’ha lodevolmente diretta”. Cambi anche in Caritas che sarà guidata dal diacono Maurizio Biagioni al posto di suor Elisa Carta. Insieme a Biagioni ci saranno suor Wilma Molinari e il diacono Fabrizio Cerasa vice-direttori dell’Ufficio Caritas diocesana fino al 31 agosto 2019. Con decreto del 21 dicembre il vescovo ha nominato suor Rosa Maria Magaz vice direttrice dell’Ufficio liturgico diocesano per un periodo di tre anni. “Quale vice direttrice - scrive il vescovo - opererai in stretta collaborazione con il direttore secondo le norme date in tale ambito dal Libro del Sinodo” e Antonietta Vetturini segretaria dell’Ufficio liturgico diocesano”.

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Chiesa Insieme 12 gennaio 2018

APPUNTAMENTI - GENNAIO / febbraio 2018 14 Dom - 2.a Domenica Tempo Ordinario

- 104a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (colletta obbligatoria) - Gualdo Tadino concattedrale di San Benedetto Primi Vespri del Beato Angelo ore 18.00

15 Lunedì - II settimana del tempo ordinario

Gualdo Tadino chiesa di San Benedetto concelebrazione del Beato Angelo ore 11.15 (Messa vespertina ore 18.00)

16 Martedì - II settimana del tempo ordinario

Inizio Esercizi spirituali per il clero - Domus Laetitiae

17 Mercoledì - II settimana del tempo ordinario (Sant'Antonio Abate) 18 Giovedì - II settimana del tempo ordinario

Preghiera per l’unità dei cristiani - ore 20.45 basilica san Francesco

19: Venerdì - II settimana del tempo ordinario

Preghiera per l’unità dei cristiani - ore 20.45 chiesa di San Masseo

20 Sabato - II settimana del tempo ordinario

Preghiera per l’unità dei cristiani - ore 21.15 basilica Porziouncola

21 Domenica - III settimana del tempo ord.

Preghiera per l’unità dei cristiani - ore 17.30 basilica S. Chiara

22Lunedì - III settimana del tempo ordinario

Preghiera per l’unità dei cristiani - ore 20.45 Santuario Spogliazione

23 Martedì - III settimana del tempo ordinario

Preghiera per l’unità dei cristiani - ore 20.45 S.M. sopra Minerva

24 Mercoledì - III settimana del tempo ordinario (San Francesco di Sales)

Preghiera per l’unità dei cristiani - ore 20.45 Chiesa san Leonardo

25 Giovedì - III settimana del tempo ordinario (Conversione di San Paolo)

Preghiera per l’unità dei cristiani - ore 20.45 San Rufino

26 Venerdì - III settimana del tempo ordinario 27 Sabato - III settimana del tempo ordinario

Per una Pace senza Armi - Assisi - Piazza del comune ore 10.00

28 Domenica - IV settimana del tempo ordinario

65a Giornata dei malati di lebbra

29 Lunedì - IV settimana del tempo ordinario 30 Martedì - IV settimana del tempo ordinario 31 Mercoledì - IV settimana del tempo ordinario (San Giovanni Bosco) FEBBRAIO 01 Giovedì - IV settimana del tempo ordinario 02 Venerdì - IV settimana del tempo ordinario (Presentazione del Signore)

22a Giornata della vita consacrata

03 Sabato - IV settimana del tempo ordinario 04 Domenica - V settimana del tempo ordinario

- 40a Giornata per la vita - Ritiro Comunità Maria Famiglie del Vangelo - Domus Laetitiae

05 Lunedì - V settimana del tempo ordinario 06 Martedì - V settimana del tempo ordinario 07 Mercoledì - V settimana del tempo ordinario 08 Giovedì - V settimana del tempo ordinario

Nocera U. primi vespri San Rinaldo e apertura dell’urna ore 17.30

09 Venerdì - V settimana del tempo ordinario

Nocera U. solenne pontificale di San Rinaldo ore 11.00

10 Sabato - V settimana del tempo ordinario 11 Domenica - VI settimana del tempo ordinario

- 26a Giornata mondiale del malato - Anniversario dell’ingresso in Diocesi di S.E.Mons. Sorrentino

12 Lunedì - VI settimana del tempo ordinario 13 Martedì - VI settimana del tempo ordinario 14 Mercoledì - Mercoledì delle Ceneri

Mercoledì delle ceneri astinenza e digiuno. San Rufino imposizione delle ceneri ore 21.00

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