N. 10 - NOVEMBRE 2017 - ANNO XXXV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983
SPIRITO DI ASSISI, SPIRITO DI PACE
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Chiesa Insieme
novembre 2017
Editoriale
SOMMARIO
LA PAROLA DEL VESCOVO
Editoriale del vescovo
L’economia rimonta, l’occupazione diminuisce pag. 2
L’economia rimonta, l’occupazione diminuisce
Focus
Settimana sociale della CEI pag. 3
Primo piano Lo Spirito di Assisi pag. 4-5
Eventi
Ultimi studi sul palazzo vescovile Carlo Acutis pag.6-7
Caritas
Cena di beneficenza pag.8
Famiglie del Vangelo
La testimonianza di un nuovo diacono
pag.9
Parrocchie
San rufino pag.10 San Marco Evangelista pag.11
Itinerari francescani
San Damiano. pag.12-13
Cultura
La madonna del creato pag.14
News
Convegno diocesano sul Sovvenire
pag.15
Appuntamenti novembre/dicembre 2017 - pag.16
Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%
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iene detto da tempo che siamo ormai usciti dalla crisi e che si intravedono chiari segnali di ripresa economica del nostro Paese. A guardare la realtà quotidiana, anche del nostro piccolo contesto diocesano, la situazione è di tutt’altro tipo. Ogni giorno, tante persone giovani e meno, vengono da me per far presente una situazione economica difficile, la perdita del lavoro, la mancanza di una prospettiva. Vengono a chiedere un consiglio, qualche informazione utile, anche una preghiera. Ma allora come stanno le cose? A fronte di una tanto sbandierata ripresa c’è una situazione reale ben lontana dai numeri e dalle stime di esperti e politici. C’è un contesto sociale impoverito perché il lavoro manca, e, dove c’è, è diventato sempre più precario e meno tutelato. Poche le aziende che scommettono sul capitale umano, tante quelle che lo decurtano senza pietà per rimettere a posto i bilanci o aumentare i margini di profitti. Suppongo tuttavia non manchino casi di vere difficoltà aziendali, che mettono a dura prova, con i lavoratori, anche il buon cuore di imprenditori onesti e sensibili. Come Vescovo di Assisi- Nocera Umbra- Gualdo Tadino – territorio in grande sofferenza lavorativa – sto seguendo con apprensione le notizie sulla situazione già tanto compromessa del nostro territorio. Ho pertanto incaricato la Commissione diocesana per i Problemi sociali e il Lavoro di seguire da vicino le situazioni di crisi in grandi aziende come la Colussi, l’ex Merloni e la Tagina, imprese un tempo simbolo di occupazione e stabilità. Pre-
occupano gli annunci di nuove procedure di licenziamento collettivo e la situazione della fascia appenninica in cui per molte persone sono cessati gli ammortizzatori sociali, mentre per altre si prospettano anni con forti riduzioni del reddito. Il lavoro è espressione primaria della dignità della persona, ne consente la sua realizzazione personale e familiare, nonché la sua partecipazione alla vita sociale e alla costruzione del bene comune. Negare il lavoro non solo ferisce la singola persona e la sua famiglia, ma la stessa democrazia e la giustizia sociale. Auspico pertanto che ogni parte interessata si impegni ad avere, in questo delicato momento, un supplemento di responsabilità. È in gioco la dignità di migliaia di persone e il futuro della nostra terra. È necessario un impegno corale al quale nessuno può sottrarsi. Accanto alle aziende, ai lavoratori interessati è ai sindacati, la politica è decisamente chiamata in causa. Abbiamo bisogno di una politica che rimuova gli ostacoli alla creazione del lavoro e dell’impresa, che sia attenta alla formazione professionale dei giovani e degli adulti e che sappia rimettere in gioco gli “scartati” dall’ attuale sistema economico. Ai lavoratori e alle loro famiglie che vivono momenti di angoscia, di inquietudine e sofferenza, giungano i sentimenti di vicinanza della Chiesa. Possono essere certi che resteremo sempre al loro fianco nell’impegno per una società più giusta e fraterna, in cui a ciascuno sia assicurata dignità e speranza. + Domenico, vescovo
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Chiesa Insieme
Focus
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Delegazione della diocesi alla Settimana Sociale della CEI che si è svolta a Cagliari
“Bisogna mettere al centro l’uomo per ridare dignità al lavoro” Francesca Di Maolo
CAGLIARI – Anche la nostra diocesi, con la presenza del vicario generale don Maurizio Saba, della sottoscritta in qualità di responsabile della commissione per le Politiche sociali e del direttore della fondazione della Caritas Timoteo Carpita è stata presente alla 48^ Settimana Sociale dei cattolici italiani che si è svolta a Cagliari nell’ultimo fine settimana di ottobre. Si è parlato del “Lavoro che vogliamo: libero creativo, partecipativo e solidale”. È stata una straordinaria esperienza di unità, determinata, consapevole e capace di avere una progettualità ben definita sul futuro del nostro Paese. Il successo della Settimana è dovuto prima di tutto al lavoro del comitato organizzatore, che prima di mettere in campo il proprio sapere, e con grande umiltà, si è messo in ascolto del territorio e della vita, innescando una grande partecipazione delle diocesi. E’ stata la settimana sociale dei volti dei lavoratori. In ogni riflessione abbiamo portato con noi i volti di quanti sono morti per il lavoro, dei disoccupati, degli inattivi e di quanti sono usciti dal mercato del lavoro. L’urgenza di una Settimana sociale su questi temi è la necessità di un lavoro degno per tutti. Il lavoro è degno quando rispetta la vita delle persone, l’ambiente, la legalità. Il lavoro è degno quando non umilia le persone per renderle parte di un tutto, co-costruttori del mondo. Forte anche il video messaggio inviato da papa Francesco che ha ricordato che “Senza lavoro non c’è dignità”. La sua denuncia è rivolta soprattutto ai lavori che non possono definirsi tali perché non degni e umilianti la persona. “È immorale – ha concluso – uccide la dignità, la salute, la famiglia e la società. Il lavoro nero e il lavoro precario uccidono”. Questo è il lavoro che non vogliamo. A Cagliari il sociologo Mauro Magatti ha delineato un quadro molto puntuale del contesto sociale attuale. La generazione dei nostri padri ha lavorato con passione creando ricchezza anche per i propri figli. Poi siamo arri-
vati noi, i baby boom, nati insieme al consumismo e al benessere. Questa generazione, protagonista della globalizzazione ‘lascia pochi figli e molti debiti’. Il lavoro viene investito dalla velocità, dalla robotica. Siamo alle soglie di una trasformazione profonda. Nel corso della ricerca delle buone pratiche all’interno del territorio della diocesi di Assisi, Gualdo Tadino e Nocera Umbra, ci siamo imbattuti nelle crisi di tante fabbriche che un tempo erano il simbolo della stabilità e della occupazione, ma abbiamo colto anche tante novità che ci danno speranza. C’è infatti una nuova idea di impresa e di lavoro che si sta facendo strada ed emerge: la diffusione della fabbrica digitale, l’economia della condivisione, i sistemi intelligenti di reti di imprese,
ma anche distretti industriali popolati da ricercatori, startupper, progettisti, sviluppatori, freelance che si muovono in una nuova dimensione agile e in continua evoluzione. La primavera è già iniziata, ma non è l’estate, il tempo del raccolto e dell’attesa, è piuttosto il tempo della semina, cioè della speranza, dell’audacia, dell’impegno. Di chi sa credere senza vedere ancora i frutti. Occorre competenza per affrontare le sfide della trasformazione. Mettere al centro il lavoro significa mettere al centro l’uomo è prendersi cura dell’umano. Su questa consapevolezza la Chiesa si è ritrovata unita. Da dove partire allora e cosa seminare? Innanzi tutto dobbiamo curare il nostro futuro: i giovani. Il 40% di disoccupazione giovanile non è frutto del ciclo economico ma del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. È urgente investire sull’orientamento e investire di più sulla filiera Istruzione e formazione professionale (Ifp), istruzione tecnica (Its) e apprendistato. È importante realizzare un’alternanza scuolalavoro di qualità. Molte le proposte concrete consegnate alla politica, tra le quali vorrei ricordare quelle individuate per la creazione del buon lavoro: 1) ridurre gli ostacoli alla creazione del lavoro con la riduzione del cuneo fiscale, il taglio dei tempi della giustizia, la facilitazione dell’accesso al credito, il sostegno alle piccole imprese; 2) invertire la rotta della corsa al ribasso sui costi di lavoro; 3) ridare dignità agli esclusi favorendo il loro reinserimento nel mondo del lavoro. Proposte, dettagliate poi ancora più specificatemente, che sono state consegnate sia al premier Paolo Gentiloni sia al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani affinché ciascuno nei propri ambiti e ruoli crei le condizioni cerci di eliminare gli ostacoli alla creazione del lavoro e alla promozione delle imprese. È necessario, inoltre, abitare il nuovo spazio determinato dalle attuali tecnologie e dalla ricerca scientifica. Il lavoro non è dato, il lavoro si crea. L’economia è per l’uomo, per la sua felicità e cresce intorno ai bisogni della persona. 3
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Chiesa Insieme
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Primo piano
Esponenti religiosi pregano insieme nello Spirito di Assisi
Dalla città di Francesco un forte messaggio di pace Antonella Porzi
ASSISI – Uniti nel ricordo ma con l’impegno di conoscersi e dialogare sempre di più per costruire insieme un mondo di pace. È questo il messaggio lanciato dagli esponenti delle diverse religioni presenti nella città del Poverello in occasione del 31esimo anniversario dello Spirito di Assisi. I capi religiosi unitamente ai molti partecipanti all’incontro di preghiera di giovedì 26 ottobre si sono
ritrovati di fronte al Santuario della Spogliazione per avviare il pellegrinaggio verso la sala frate Elia del Sacro Convento. Pellegrinaggio aperto da tre esponenti religiose femminili (Dr Corinna Mühlstedt, teologa e giornalista luterana; Swamini Hamsananda Ghiri, vice-presidente Unione induista italiana; prof.ssa Maria Augusta Favali, fede Bahà’ì) che hanno acceso la lampada della pace poi passata di mano a tutti gli altri esponenti religiosi. Prima di avviare il cor-
teo religioso, il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, parlando del Santuario della Spogliazione e ricordando il gesto compiuto da Francesco ha precisato che “questo luogo è la casa di tutti. Abbiamo voluto cominciare questo percorso qui ricordando il passaggio chiave dell’esistenza di San Francesco. Assisi – ha aggiunto – parla nella misura in cui ricomincia a parlare questo gesto di Francesco. Come credenti abbiamo il dovere di dare questa testimonianza di unità”. Parlando del significato dell’annuale incontro, alcuni esponenti delle religioni presenti (cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani, induisti, buddisti, esponenti della fede Bahà’ì e taoisti) hanno voluto esprimere il loro pensiero su questo anniversario. Per esempio Rav Joseph Levi, già capo di Firen-
Un progetto per fermare la follia atomica nell’area Antonella Porzi
ASSISI – Un appuntamento di drammatica attualità – e forse di speranza malgrado tutto - si è svolto il 28 ottobre in un seminario presso il Sacro convento della città di San Francesco. Mentre il mondo assiste impotente all’acutizzarsi della crisi nucleare di cui è protagonista in queste settimane la Corea del Nord. La 31^ edizione dello “Spirito di Assisi” ha ospitato l’incontro “Progetto di pacificazione dell’area coreana” promosso dal Comitato per una Civiltà dell’Amore. “Assisi – hanno ricordato il vescovo Domenico Sorrentino e il sindaco Stefania Proietti - promuove dal 1986 gesti di pace fra uomini di tutte le religioni. E il gesto per ec-
cellenza è la preghiera comune per cui tanto si spese Giovanni Paolo II”. Il simposio ha sviscerato un progetto che ricalca quanto sperimentato con successo negli anni ’90. Allora, dopo analoghe proposte, il Comitato poté accompagnare la trasformazione in energia pacifica delle prime 20.000 testate nucleari del Piano di smantellamento Usa - Russia “Megatons to Megawatts”. “Anche oggi - ha osservato il presidente Giuseppe Rotunno assieme al generale Giulio Fraticelli esperto di sicurezza strategica - l’unica proposta realistica e vincente per tutti è il dialogo. Strutture che ben si prestano allo scopo di distruggere i letali esplosivi ricavandone energia pulita”.
Da forza di morte - come spiegato dagli ingegneri Antonio Soriero per Roberto Adinolfi (Ansaldo Nucleare), Flavio Palozzi e Franco Polidoro (CISE 2007) - il nucleare può essere “convertito” in energia elettrica in RETE AT delle Nazioni. Lo hanno chiarito in dettaglio le relazioni di Rocco Morelli e Carlo De Masi di “Atoms for Peace”: almeno dodici milioni di persone potrebbero ricavarne da vivere. Sempre ricordando, secondo Massimo Sepielli, che non esistono formule magiche per risolvere un problema così complesso. Il ministro consigliere Soo Deok Park, dell’ambasciata coreana del Sud presso la Santa Sede, ha raccontato quali giorni di ango-
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Primo piano
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Uniti mantenendo l e d i f f e r e n ze
ze ha precisato che questo incontro rappresenta “la storia dell’umanità che cerca il metodo per far regnare la pace quindi la positività, la volontà di costruire, l’amore per l’altro e non la distruttività e l’isolamento”. Il prefetto della Chiesa Taoista italiana, Li Xuan Zong ha sottolineato che “se non parliamo non ci capiamo, se non ci capiamo non ci conosciamo e se non ci conosciamo non ci possiamo amare”. Il buddista Roberto Anshin Coslovi, ha precisato che “questo incontro è un ricordo importante che ha segnato una svolta nei rapporti tra le religioni. E’ stato epocale dal punto di vista della comunione spirituale che segna il rafforzamento di una serie di iniziative già presenti e che continuano tutto l’anno”.
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della Corea scia stiano vivendo i suoi connazionali; quando proprio dall’Europa potrebbe venire la spinta fondamentale per convincere il governo di Pyongyang al tavolo delle trattative. La professoressa Flaminia Giovanelli del dicastero per lo Sviluppo integrale della Santa Sede ha riproposto un punto di vista riportato anche dalla lettera di saluto del Segretario di Stato Pietro Parolin: nessuno può essere indifferente, per la Chiesa Cattolica qualsiasi arma di distruzione di massa è concettualmente perversa e ingiustificabile. “La città di Assisi - ha detto don Antonello Fanelli del Sacro Convento - ci invita a respirare l’aria di Francesco”. 3
ASSISI - “L’unità è fatta di accoglienza, relazioni, stima e conoscenza reciproche. Se noi cristiani e noi credenti siamo capaci di unità anche all’interno delle nostre differenze, il mondo ne avrà un grande vantaggio”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante i saluti iniziali al convegno, dal titolo “La ricerca dell’unità nelle religioni”, tenutosi nella mattinata di venerdì 27 ottobre nel Salone Papale del Sacro Convento, nell’ambito delle iniziative organizzate per il 31esimo anniversario dello Spirito di Assisi. Una ricorrenza che come ha spiegato don Tonio Dell’Olio, responsabile della Commissione dello Spirito di Assisi, “deve diventare uno stile delle nostre comunità di fede. Siamo orfani di una teologia della pace – ha anche precisato Dell’Olio – . Spesso la nostra riflessione teologica sul dono della pace è stata confinata nella condotta e riflessione sulla guerra giusta e sulla legittima difesa piuttosto che sulla pace giusta. Dobbiamo impegnarci e imparare a superare i conflitti in maniera non violenta”. “La Bibbia non insegna che vi è un solo Dio, il mio, mentre quelli degli altri
sono falsi – ha detto Marco Cassuto Morselli, dell’associazione Amicizia ebraico-cristiana di Roma -. Parlando dei percorsi di unificazione che interessano l’umanità intera e del tema delle emigrazioni che rende evidente come il mondo non ha più confini, Annarita Caponera docente all’Istituto Teologico di Assisi, ha affermato che “il mondo si sta unendo a prescindere dalla Chiesa che rimane divisa. La nostra storia – ha aggiunto – è segnata dallo scisma d’Oriente e dalla riforma protestante del 1517. E queste sono divisioni che in Oriente ed Occidente permangono ancora!” Sono seguite infine le approfondite relazioni di Mustafa Cenap Aydin, direttore dell’Istituto Tevere e di Gianfranco Bonola, docente dell’Università Roma Tre, che si sono soffermati rispettivamente sui temi “L’Islam e l’unità” e “La ricerca dell’unità nel Buddismo Zen (Scuola Rinzai)”. Un altro suggestivo momento si è avuto nel pomeriggio, per veicolare la pace attraverso l’arte e la musica, con l’esibizione nel sagrato della Chiesa Nuova delle danzatrici dell’Ashram di Altare – SV e con il concerto di musica antica Ensamble Anonima Frottolisti. 3
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Chiesa Insieme
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Eventi
In tanti giovedì 12 ottobre all’iniziativa per la presentazione degli ultimi studi sul palazzo vescovile;
“Il Santuario della Spogliazione è il ASSISI – Una giornata di grande spessore culturale e spirituale è quella vissuta giovedì pomeriggio 12 ottobre al Santuario della Spogliazione di Assisi dove nella prima parte dell’incontro il professor Francesco Santucci ha illustrato le ultime ricerche sul palazzo Vescovile, mentre nella seconda si è svolta la messa in ricordo di Carlo Acutis, il giovane milanese, già servo di Dio, morto prematuramente undici anni fa che è sepolto ad Assisi per il suo forte legame con la città. LA RELAZIONE SUL PALAZZO VESCOVILE Per quanto riguarda la prima parte il professor Santucci ha fornito innumerevoli notizie sul complesso monumentale Vescovado-Santa Maria Maggiore, puntando l’attenzione sul ritrovamento, a seguito di lavori di sistemazione dei sotterranei avvenuti nel 1994, di una porta monumentale che al tempo di San Fran- cesco doveva fungere da accesso al palazzo Vescovile e dove probabilmente è avvenuta la spogliazione del poverello di Assisi. “E’ plausibile – ha spiegato Santucci – supporre che fino al tramonto del Medioevo le due piazze-quella di Santa Maria Maggiore e quella del Vescovado di allora, poste su livelli diversi, fossero collegate da una scala”. Altra importante scoperta avvenuta a seguito dei medesimi lavori è un cunicolo, sempre nei sotterranei del Vescovado un tempo utilizzati come magazzini, legnaia e luoghi di sgombero, che risale al Medioevo con una parete in mattoncini, “sicuramente di epoca romana, in origine colorati di rosso – ha spiegato ancora lo stori-
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Eventi
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riconoscimento del Santo Padre al professor Santucci e celebrazione in memoria di Carlo Acutis
luogo che più appartiene agli assisani” co assisano – che doveva consentire il passaggio dal palazzo Vescovile alla domus di Properzio e quindi alla cripta di Santa Maria Maggiore del IX-X secolo e alla stessa chiesa”. L’ONOREFICENZA AL PROFESSOR SANTUCCI Al termine della relazione il professor Santucci che ha avuto le congratulazioni dei molti presenti e del presidente del circolo del Subasio Gino Costanzi disponibile a pubblicare questa sua “interessantissima ricerca”, ha ricevuto dalle mani del vescovo monsignor Domenico Sorrentino una importante onorificenza pontificia, quella di ‘Commendatore di San Silvestro’. Al momento della consegna, insieme al vicario generale don Maurizio Saba il vescovo lo ha ringraziato per “l’alto contributo dato alla città con i suoi studi e per il suo impegno in diocesi come responsabile dell’archivio vescovile”. LA MESSA IN RICORDO DEL GIOVANE ACUTIS A seguire, come detto c’è stata la messa in ricordo del giovane Carlo
Acutis a cui è dedicato l’oratorio di Santa Maria Maggiore. Nella sua presentazione iniziale il vescovo ha messo in risalto la specialità del Santuario della Spogliazione “che gli assisani devono sentire sempre più come casa loro, perché è qui che nasce tutto, prima ancora del francescanesimo. Il Santuario della Spogliazione è il luogo della città che più appartiene agli assisani. E’ una perla dentro il santuario a cielo aperto che è la nostra Assisi ed io sono ben felice che le porte di casa mia siano sempre più aperte a tutti, residenti, turisti e pellegrini”. Nell’omelia ha poi ha puntato l’attenzione sulla figura del giovane Carlo che “aveva delle grazie speciali. Carlo si è innamorato di Assisi tanto da respirare la santità di Francesco. Questo giovane, la cui santità deve essere ancora dichiarata e riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa, viveva però questo suo stato di grazia nell’ordinario: era un ragazzo solare, gli piaceva giocare, andare in piscina qui ad Assisi, era poi un mago del computer ma che amava dire a tutti: ‘Il segreto della mia vita è Gesù’. Sono felice che l’oratorio di Santa Maria Maggiore sia stato dedicato a questo giovane, oltretutto è
anche il Papa, nella lettera inviatami per l’inaugurazione del 20 maggio, ad aver messo in evidenza come questo luogo sia il Santuario dove i giovani possono avere il loro discernimento. Ed è bello – ha concluso il vescovo – vedere tanti ragazzi che vengono interrogandosi sul loro futuro e chiedendosi di che cosa debbano spogliarsi oggi”.
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Caritas diocesana
Brillante e proficua serata alla Pro loco di Rivotorto per sostenere l’emporio solidale “Sette Ceste”
Quando la solidarietà funziona davvero ASSISI - Un momento di autentica convivialità si è vissuto mercoledì 18 ottobre, presso i locali della Pro loco di Rivotorto, dove la Caritas diocesana di Assisi - Nocera Umbra – Gualdo Tadino ha organizzato una cena di beneficenza a favore dell’emporio solidale “Sette ceste”. L’evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione gratuita dell’Unione regionale cuochi umbri (Urcu) e delle donne del progetto “A casa tua”. I cuochi dell’Urcu con l’occasione hanno festeggiato il loro santo patrono, San Francesco Caracciolo. Le donne del progetto “A casa tua” stanno invece per ultimare il corso di aiuto cuoco finanziato dai fondi dell’8xmille messi a disposizione da Caritas italiana; un’opportunità offerta a sette persone della zona per acquisire com-
petenze specifiche in ambito culinario spendibili sul mercato del lavoro. All’evento erano presenti suor Elisa Carta, direttrice della Caritas diocesana, il vicario diocesano don Maurizio Saba, il sindaco di Assisi Stefania Proietti, il sindaco di Bastia
Umbra Stefano Ansideri, la presidente del consiglio comunale di Assisi Donatella Casciarri, alcuni consiglieri del Comune di Assisi e la responsabile dell’ufficio Servizi sociali dell’amministrazione assisiate Angela Gatto. I 145 partecipanti hanno potuto gustare diverse specialità tra le quali gli gnocchi alla crema di zafferano e gli strangozzi con ragù di chianina e pomodorini. Come ha ricordato suor Elisa durante la cena, l’emporio solidale “Sette ceste” sostiene attualmente 326 famiglie dei comuni di Assisi, Bastia umbra e Bettona. Questa bella sinergia tra la chiesa locale, le istituzioni del territorio, l’Urcu ed il progetto ”A casa tua” ha permesso un bel momento di convivialità ed un piccolo colpo d’ala alle finanze dell’Emporio solidale. 3
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Famiglie del Vangelo
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La testimonianza di Francesco Brenci , da poco ordinato diacono e membro della CMFV di Bettona
L’amore e la missione a cui Dio ci chiama ASSISI - Francesco Brenci è uno dei diaconi permanenti ordinati da monsignor Domenico Sorrentino il 24 settembre scorso; vive con la sua famiglia a Bettona e partecipa pienamente alla vita parrocchiale insieme ai fratelli e sorelle della CMFV con cui condivide il suo cammino di fede. Il vescovo durante la celebrazione aveva ricordato che oggi siamo in una comunità che diventa sempre più una comunità di separati e che i diaconi permanenti sono ordinati per il popolo di Dio, per aiutare la comunità cristiana a crescere come famiglia nell’attenzione ai più fragili. A Francesco abbiamo chiesto allora di raccontarci come è maturata questa sua scelta e se si sente pronto a portare fra la gente la Parola seguendo il magistero del suo Pastore. “Rispondere alla ‘chiamata’ del Signore – spiega Francesco - non è sempre così semplice. La risposta comporta un grande senso di responsabilità, sacrifici, il coinvolgimento di altre persone, ma soprattutto significa credere fino in fondo alla parola del signore. Dio ha chiamato nella mia piena maturità, sia come cristiano convinto, sia come sposo e padre, poteva già essere sufficiente il mio impegno, ma ho sentito come una forza che mi ha portato a riflettere. Mi sono fermato un attimo. Ho respirato piano. Mi sono guardato intorno e mi sono chiesto: ‘Quanto vale per me questa mia vita?’ Non è stata una domanda banale, nè superflua,
ma mi sono detto che questa era l’unica domanda, l’unica vera domanda. Mi sono chiesto, voglio andare avanti così alla giornata, consumando le cose una dopo l’altra diventando un ingranaggio che mi stritola? In fondo non mi sento solo una somma di tante cose più o meno banali, di tante storie più o meno serie, del mio lavoro, delle mie fantasie, io mi sento molto di più. Ho capito che per assaporare il ‘fuori’ dovevo riscoprire il mio ‘dentro’, le mie nudità senza bugie e ipocrisie, dovevo rimettermi in gioco. Questo mio ‘sì’ mi ha fatto riscoprire che sono una piccola fiamma viva della vera presenza di dio, il resto è orgoglio e presunzione, o forse solo illusione. Mi sento vivo perché Dio e’ mio padre e Gesù è mio fratello e insieme allo spirito santo cercano di rendere sante tutte le mie azioni della giornata. Adesso sento che appartengo a Dio ed
è lui ‘il tessitore che sta arrotolando la mia vita’. A quale missione mi chiama Dio, … semplice: solo all’amore e allora tutto diventa importante, ogni stretta di mano, un sorriso, un bacio alla moglie o ai figli, tutto diventa preghiera, fraternità, carità. Ogni uomo non più indifferente ma fratello. Questa presenza di Dio la vivo giornalmente nel mio impegno nelle CMFV, dove si materializza quell’ amore, quell’essere un corpo solo e un anima sola, dove condividere diventa lode vivente, pace del cuore, comprensione, devozione di appartenenza, darci la mano in questa strada in salita, sostenerci, essere ‘prossimi’ gli uni gli altri. Sono chiamato anche per loro- conclude Brenci -, che hanno camminato insieme a me in questo mio ‘sì’ ad essere figlio di dio, cioè vivo in questo dono meraviglioso che è la vita”. 3
RITIRI DIOCESANI DI UNA GIORNATA - 26 novembre 2017 Domus Laetitia Assisi - 04 febbraio 2018 Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino a Santa Maria degli Angeli. - Ritiro per animatori 22 aprile 2018: Casa del Terziario Assisi (di fronte al Santuario della Spogliazione)
Chiesa Insieme 10 novembre 2017
Parrocchie
san rufino
Tante iniziative in cattedrale: dalla consegna della lettera pastorale all’apertura del campanile
Un nuovo anno nel segno della gioia e sinodalità Suor Maria Rosaria Sorce
ASSISI - “Una chiamata alla festa alla quale oggi, a differenza dell’episodio riportato dalla liturgia della Parola sugli invitati al banchetto, siete accorsi numerosi, gremendo la cattedrale, per partecipare alla sua festa, alla sua gioia”. Queste semplici parole sono state l’incipit dell’omelia del parroco della cattedrale don Cesare Provenzi alla messa solenne delle 10 da lui presieduta, come ogni domenica nella cattedrale di san Rufino e concelebrata dal viceparroco don Alessandro Picchiarelli, don Dario Resenterra e padre Kenf francescano Atonement. La liturgia è stata animata dal coro di San Rufino magistralmente guidato dal maestro Lucio Sambuco. Una festa per dare il via al nuovo anno pastorale. Il cuore di ogni attività e iniziativa lo riscopriamo nel seguito della sua riflessione: “Ai primi posti quelli che hanno il profumo della povertà perché degni di riaprire le danze della festa. Povertà nell’accezione simbolica del termine consiste nel sentirsi piccoli perché disposti ad accogliere il Padre che entra nella stanza della festa salutando tutti: buoni e cattivi, peccatori e giusti, bisognosi di rispondere alla chiamata di Dio per esserne a loro volta testimoni e annunciatori. Al centro dunque del nuovo itinerario pastorale: i poveri e l’esigenza di renderli ricchi con l’annuncio della Parola, è “l’abito nuziale” che la parrocchia di san Rufino si prefigge d’indossare attraverso: la catechesi, la liturgia, l’oratorio, le attività umanitarie e di solidarietà, le proposte culturali del Museo diocesano, l’impegno nella Scuola della Parola, la formazione cristiana e la cura delle famiglie e degli ammalati, le Lectio, le famiglie del Vangelo etc. Durante la Messa “l’esercito della Parola”, così il parroco ha definito i quaranta e più
catechisti e operatori pastorali presenti, ha ricevuto il mandato con l’invito a condurre i piccoli a Dio e non a sé stessi attraverso la Parola. A conclusione della messa la consegna a tutti del piano pastorale con il quale la comunità di san Rufino s’impegnerà a mettere al primo posto l’interesse e la sollecitudine indicata dal suo vescovo per la Chiesa che celebra insieme ciò che vive nella ferialità e professa attraverso la Liturgia. Domenica 15 ottobre la comunità si è ancora radunata per l’inaugurazione del campanile e la sua ufficiale apertura al pubblico. Presenti all’evento con il vescovo della Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino monsignor Sorrentino e il parroco don Cesare Provenzi il vice sindaco Valter Stoppini, il presidente del consiglio Donatella Casciarri, e il presidente della Fondazione cassa di risparmio di Perugia Giampiero Bianconi che ha sostenuto il restauro. “In questa era di social il campanile non è più sufficiente alla religiosità delle famiglie. Bisogna passare dal campanile alla campana e dalla campana al campanello; la Chiesa deve avvicinarsi il più possibile alla comunità e la liturgia annunciata dalla campana diventi vita, invito e annuncio bussando il campanello di porta in porta per invitare i vicini e i lontani alla festa senza fine della gioia evangelica”. Tutta la cerimonia è sembrata davvero un’iconografia tra memoria
storica e presente di una Chiesa in dialogo con tutti, che accoglie tutti, che sa intrecciare percorsi sociali e civili con le esigenze spirituali e umane del popolo, mettendo a frutto ogni talento per il bene comune, perché ogni bene materiale o umano ha una destinazione universale e in particolare Assisi. L’ingegnere Claudio Menichelli che ha spiegato i dettagli del recupero ha poi guidato i molti presenti nella visita al campanile proseguita per tutta la giornata grazie allo staff del Museo diocesano e alla presenza di scene e musiche medievali ricostruite lungo i 170 scalini dalla compagnia dei Balestrieri, tra le tante suggestioni vedere e toccare con mano l’antico orologio della torre. Salendo in alto la giunta comunale, il vescovo, i parroci, la stampa, il popolo intorno alle campane, suonandole a mano, hanno inviato rintocchi di pace. L’evento si è concluso, presente anche il presule, con il pranzo presso l’oratorio “Regina Pacis” organizzato dal gruppo “Famiglie in Oratorio”. A proposito di cuore rivolto ai miseri Sui tavoli verdi da gioco: tra carte e punteggi, desideri di condivisione e solidarietà. Sabato 14 ottobre nel chiostro del Museo della cattedrale in settanta hanno svolto un torneo di burraco. L’iniziativa ha avuto uno scopo aggregativo e di solidarietà: il ricavato, infatti, sarà devoluto per i poveri. 3
Chiesa Insieme
Parrocchie
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san marco evangelista Grande partecipazione alla posa della prima pietra per la nuova Chiesa nella zona di XXV Aprile
A Bastia Umbra una comunità in “costruzione”
Ombretta Sonno
BASTIA UMBRA - Domenica 8 ottobre, per la città di Bastia Umbra, è stata una giornata importante, anzi possiamo dire storica. La parrocchia di San Marco Evangelista ha posato la prima pietra nelle fondamenta dell’erigenda Chiesa, nel sito, del quartiere di XXV Aprile dove sarà eretto l’altare. La collocazione di questa prima pietra si compie a cinque anni dalla concreta costituzione della comunità parrocchiale, fortemente voluta dal vescovo monsignor Sorrentino. La celebrazione liturgica, molto sentita e partecipata, è stata presieduta dal presule e concelebrata dal parroco di San Marco, don Francesco Santini, da don Marco Armillei e da don Enrico Rotati, animata dal coro parrocchiale, alla presenza delle Confraternite e delle comunità religiose bastiole. Il vescovo, nella sua omelia, ha invitato a riscoprire la preghiera, la liturgia, l’Eucaristia, il valore della messa, la Parola di Dio che va profondamente ascoltata per aprire i nostri cuori. Inoltre, ha esortato l’assemblea affinché il Vangelo torni nelle mani della gente, nelle case, perché, attualmente la società sta camminando da sola, sta perdendo il senso della famiglia e come cristiani si ha bisogno di interrogarci, di tornare ad essere una comunità che testimonia la propria fede, che ricostruisce la Chiesa di Dio nei cuori e nelle case, non solo una chiesa di mura, ma di persone, di fedeli:
è la Parola di Dio che oggi può dare un valore alla vita, “rimboccandoci” le maniche, aprendo il proprio cuore. La celebrazione, alla quale hanno partecipato anche l’amministrazione comunale, le autorità militari, la Pro loco e i rappresentanti di alcune associazioni del territorio, è stata seguita da una breve processione che ha condotto l’assemblea al sito dell’erigenda Chiesa, dove è stata benedetta e collocata la prima pietra. Il progetto della nuova chiesa parrocchiale - un problema aperto per vari anni – si è potuto sbloccare solo nello stesso periodo in cui è stato approvato definitivamente il piano urbanistico San Marco. A tale proposito, il sindaco di Bastia, Stefano Ansideri, ha evidenziato come per l’amministrazione comunale sia motivo di grande soddisfazione il raggiungimento di questo obiettivo, partecipando alla posa della prima pietra, ed ha poi ringraziato don Francesco per la sua caparbietà e tenacia, ed il vescovo senza il quale non sarebbe stato possibile la realizzazione dell’edificio sacro.
Il progetto della chiesa è stato elaborato dall’arch. Antonio Coletti che ne ha illustrato sinteticamente le scelte ed il significato religioso. La posa della prima pietra, la costruzione della parrocchiale e degli annessi, è stata affidata alla ditta Assisi Strade, vincitrice della gara d’appalto. “Un lungo cammino ha portato al raggiungimento di questa prima tappa importante, mentre le opere saranno completate in due anni e mi auguro di poterle inaugurare entro giugno 2019”, evidenzia don Francesco Santini. Il 9 aprile 2014, in piazza S. Pietro a Roma, la comunità parrocchiale di S. Marco, in udienza da papa Francesco, aveva portato una targa marmorea che era stata benedetta dal pontefice: questa sarà collocata all’ingresso della nuova Chiesa. La particolare giornata si è poi conclusa con il pranzo di solidarietà al Centro S. Michele, al quale hanno partecipato numerose persone che, ciascuno a suo modo, hanno potuto contribuire alla costruzione dell’edificio sacro. 3
Chiesa Insieme 12 novembre 2017
Itinerari francescani
Chiara e le sorelle... Padre Francesco De Lazzari
A differenza delle altre volte, quel giorno Francesco era entrato a S.
Damiano guidato dallo Spirito Santo. Dopo i lunghi silenzi delle visite precedenti, il Crocifisso gli parlò: “Francesco, va’, ripara la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina”. Obbedì. La visione e la voce del Crocifisso operarono in lui una trasformazione interiore: la passione di Cristo si impresse nel suo cuore e nella sua mente. Gli tornarono alla memoria il bacio e l’abbraccio al lebbroso: il Crocifisso e il lebbroso divennero per lui la stessa persona. Dopo quel bacio, infatti, Francesco smise di adorare se stesso. Il Crocifisso gli chiede di andare oltre se stesso, di guardare oltre i suoi piccoli ideali umani. Il primo passo era stato fatto a Spoleto obbedendo al comando del Signore di tornare ad Assisi. Il secondo sotto la campagna di S. Damiano, con l’incontro al lebbroso dopo tante fughe per il ribrezzo che provava alla vista dei lebbrosi. Ed ora il Crocifisso. La spogliazione interiore, iniziata a Spoleto, prosegue: è centrata sulla voce
del Crocifisso, sulle carni maleodoranti del lebbroso. Dopo questi incontri, Francesco non camminava più da solo. Non sceglie più nulla per se stesso. Si lascia guidare dallo Spirito Santo per tutta la vita. Lo Spirito Santo, infatti, gli farà compiere gesti profetici. Il piccolo e poco conosciuto luogo di S. Damiano non sarà solo il luogo della manifestazione di Dio a lui, la piccola chiesa restaurata con le sue mani. Il comando del Crocifisso si realizzerà in tre tempi: restauro materiale della piccola chiesa, restauro di se stesso, restauro della Chiesa di Cristo. Un riparare impegnativo, ampio, universale. Nel progetto di Dio erano già presenti Chiara e le sorelle. Insieme a Francesco e Chiara, i fratelli e le sorelle formavano una forte complementarietà spirituale. A Francesco Dio riservava l’annunzio itinerante del Vangelo. Come a suo Figlio. A Chiara e sorelle l’essere presenza dello Spirito Santo che pregava in loro: con le labbra e la mente, con il cuore e con tutto il corpo messo a disposizione della preghiera, giorno e notte, quale sostegno alla missione di Fran-
cesco e dei suoi frati: riparare la Chiesa con la testimonianza della vita e come portatori del dono del Vangelo. E così Chiara, spogliata di se stessa e delle sue cose nella Porziuncola davanti a Francesco, viene da lui portata, dopo brevi periodi nei Monasteri delle Benedettine di Bastia e di Sant’Angelo in Panzo, a San Damiano. Francesco non poteva trovare luogo migliore: poverissimo, essenziale, chiuso nel silenzio, aperto al mistero di Dio. Raggiunta già dalla madre e da due sorelle, ben presto Chiara accoglie nuove figlie. Il numero lievita. Ben presto nascono numerosi monasteri in Italia e in Europa. Lo stile di vita a San Damiano è austero, povero, laborioso, particolarmente fraterno e orante. Chiara precede, le sorelle seguono. Come già in Francesco e nei suoi frati, anche nel mondo femminile rinasce la radicalità della vita evangelica. L’Eucarestia ne è la fonte, il centro, la forza. Così Chiara nella terza Lettera ad Agne se di Praga: “Poni la tua mente nello specchio
Chiesa Insieme
Itinerari francescani
dell’eternità, poni la tua anima nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza, trasformati tutta, attraverso la contemplazione, nell’immagine della sua divinità, per sentire anche tu ciò che sentono gli amici gustando la dolcezza nascosta che Dio stesso, fin dall’inizio, ha riservato ai suoi amanti” (FF 2888-2889). L’Eucarestia è vissuta come contemplazione trasformante: “innesto” della vita divina trinitaria nella natura umana, dono di vita nuova, fraternità in reciproco servizio d’amore, forza di appartenere ad uno Sposo povero e crocifisso, gioia di essere il cuore della Chiesa da restaurare. La Trinità diventa, nell’Eucarestia, forma e norma di vita per Chiara e sorelle. Venuta a conoscenza della pratica dell’Adorazione eucaristica, molto diffusa in Francia, Chiara chiede al Papa di poterla iniziare anche a San Damiano. Il Papa accoglie la richiesta. San Damiano diventa il primo luogo, in Italia, a iniziare una esperienza così forte, preziosa e feconda per la vita personale e comunitaria. Esperienza talmente viva che quando il monastero è assediato dai soldati saraceni, le monache si rivolgono a Chiara. Lei prende l’Eucarestia e la presenta agli
assedianti. Costoro si sentono respinti da una forza misteriosa superiore. Sono costretti a fuggire, a tornare indietro. E anche Assisi è salva. E così, la vita scorre nella preghiera, nel lavoro, nel servizio reciproco, dentro la più assoluta povertà definita da Chiara “santissima” perché abbracciata dal Crocifisso povero. Così esclama nella prima Lettera ad Agnese di Praga: “Oh beata povertà, che procura ricchezze eterne a chi l’ama e l’abbraccia! O santa povertà: a chi la possiede e la desidera è promesso da Dio il Regno dei cieli, ed è senza dubbio concessa gloria eterna e vita beata! O pia povertà, che il Signore Gesù Cristo, in cui potere erano e sono il cielo e la terra, il quale disse e tutto fu creato, si degnò più di ogni altra cosa abbracciare! (FF 2864). Povertà non fine a se stessa ma come libertà del cuore e della mente dalle preoccupazioni di se stesse, del denaro e delle proprietà. Povertà per dare più tempo ad una ricchezza superiore. Così Chiara: “Lasciate completamente da parte tutte quelle cose che in questo fallace mondo inquieto prendono ai lacci i loro ciechi amanti, ama con tutta te stessa Colui che tutto si è donato per amore tuo... Parlo del Figlio dell’Altissimo, che la Vergine partorì e dopo il cui parto rimase vergine”. Povertà come esperienza della vita di Gesù, povero e crocifisso, “nudo sulla nuda Croce”. Pro-
novembre 2017
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prio come lo abbracciò Francesco. Povertà vissuta dentro un luogo protetto. Non tanto per difendere il corpo, quanto per favorire la purezza del cuore, per fare del corpo il chiostro dove far abitare spiritualmente, con l’umanità risorta e tutta la divinità, il Figlio di Dio. Ancora Chiara: “Stringiti alla sua dolcissima Madre, che generò un Figlio tale che i cieli non potevano contenere, eppure Lei lo raccolse nel piccolo chiostro del suo sacro seno e lo portò in grembo di ragazza... Come, dunque, la gloriosa Vergine delle Vergini lo portò materialmente, così anche tu, seguendo le sue orme, specialmente quelle di umiltà e povertà, senza dubbio lo puoi sempre portare spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale, contenendo Colui dal quale tu e tutte le cose sono contenute, possedendo ciò che si possiede più saldamente rispetto agli altri possessi transitori di questo mondo” (FF 2889-2890-2893). San Damiano: santuario eucaristico della contemplazione e della assimilazione della vita divina, luogo della povertà per aprirsi alla ricchezza di Dio, luogo della fraternità da costruire dentro la comunione trinitaria, luogo del Cantico delle Creature, qui composto da S. Francesco per fondere, in un solo cuore e in una sola armonia, la lode all’Altissimo. onnipotente bon Signore
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(Fine)
Chiesa Insieme 14 novembre 2017
Cultura
Presentato il restauro dell’importante tela custodita all’interno del museo diocesano
La Madonna del Rosario torna a splendere
Francesca Cerri
ASSISI - Sabato 21 ottobre 2017, nel chiostro romanico di San Rufino, si è svolta la presentazione del restauro della tela cinquecentesca raffigurante la Madonna del Rosario, dipinto che proviene dalla chiesa di Santa Maria delle Rose di Assisi e oggi è custo-
dito all’interno del museo diocesano. L’iniziativa si è inserita nell’ambito delle giornate dei musei ecclesiastici 2017. Alla presentazione sono intervenuti il Elvio Lunghi, docente di storia dell’arte all’Università per Stranieri di Perugia, e le restauratrici Christiane Zschiesche e Francesca Canella. La tela risultava allentata, con strappi rattoppati dal retro e la superficie
dipinta era offuscata dalla stesura di fissativi non originali che, invecchiando, avevano alterato fortemente la cromia originale cinquecentesca. Alcune zone risultavano inoltre ridipinte in un precedente intervento di restauro, risalente, forse, agli inizi del 900. Come hanno ben illustrato le restauratrici Christiane Zschiesche e Francesca Canella con l’ausilio di immagini proiettate “le ridipinture avevano interessato anche la cappa della Santa Caterina da Siena, cambiandone l’originale colore bianco in grigio”. “Dopo un’accurata pulitura della pellicola pittorica e della tela dal retro è stata eseguita la foderatura, quindi - proseguono le restauratrici- la cornice dorata è stata sottoposta a disinfestazione, pulitura, reintegrazione delle parti mancanti. Il restauro è proseguito con la ripresentazione estetica della tela, in particolare delle zone danneggiate, operazione per la quale - conclude la Zschiesche- sì e scelto il sistema dell’abbassamento di tono, consistente nel creare un tono neutro adatto alle cromie circostanti, senza sovrapposizioni alla pittura originale”. A conclusione della presentazione Elvio Lunghi ha incentrato il suo intervento sulla figura del pittore Dono Doni, probabile autore della tela della Madonna del Rosario. L’ artista, allievo dello Spagna, è nato nel 1500 circa ed è morto ad Assisi nel 1575: per questo la data che si legge sulla tela, 1581, finora ha fatto attribuire il dipinto al figlio di Dono, Lorenzo. Proprio alla luce del nuovo restauro tuttavia, secondo lo storico dell’arte Lunghi “tutto farebbe pensare che la Madonna del Rosario sia una delle ultime opere di Dono, completata in bottega con l’inserimento nella tabella dell’anno di consegna il dipinto”. Un grazie speciale va al Priore della Chiesa Cattedrale di San Rufino, Don Cesare Provenzi, per la sensibilità e la cura nel valorizzare le opere del Museo Diocesano, e alle due restauratrici che con le loro sapienti mani hanno saputo fare uscire l’originale splendido dipinto, vero capolavoro del nostro territorio Assisano. 3
Chiesa Insieme
News
novembre 2017
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Come sostenere la Chiesa cattolica Un convegno per saperne di più Eduardo D’Amico
ASSISI - Il giorno venerdì 24 novembre 2017 alle 18,30 presso la Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli si terrà un importante convegno che riunisce sacerdoti, religiosi e religiose, membri dei Consigli pastorali e degli Affari economici, aggregazioni laicali, commercialisti e fedeli per partecipare ad una formazione sul sostegno economico alla chiesa cattolica (Sovvenire). Lo scopo del convegno è di presentare questo servizio ecclesiale a coloro che non lo conoscono e, al tempo stesso, consentire un approfondimento per coloro che ne conoscono solo qualche aspetto. L’argomento, più volte portato a conoscenza dei sacerdoti della diocesi con incontri e comunicazioni a mezzo stampa, è diretto a tutti coloro che lavorano nella Chiesa per suscitare risposte responsabili e partecipative. Le motivazioni alla base del Sovvenire non sono molto conosciute e sussistono imprecise conoscenze su questo aspetto di condivisione della vita ecclesiale e sociale. La partecipazione ai molteplici impegni svolti in trasparenza dalla nostra diocesi si manifesta attraverso la sottoscrizione della scheda dell’ 8xmille nel modello della denuncia dei redditi e a mezzo delle Offerte liberali dei fedeli. Le somme vengono raccolte dal Servizio centrale del Sovvenire di Roma che provvede alla distribuzione delle risorse economiche alla nostra
vo di Assisi-Nocera-Gualdo monsignor Domenico Sorrentino Ore 19:30 Intervento del Servizio nazionale della C.E.I.: “Sovvenire: Analisi dei dati e delle motivazioni. Attività di promozione” a cura di Paolo Cortellessa Ore 20:30 Pausa cena a buffet PROGRAMMA Ore 21:15 Proiezione dei video: “L’ABC del Ore 18:15 Consegna materiale e sottoscrizione Sovvenire in 5 minuti” e “Il decalogo della trasparenza” schede di partecipazione Ore 21:30 Ore 18:45 Saluto dell’incaricato diocesano Dr. Dialogo con i partecipanti (question Eduardo D’Amico. Presentazione time) del vescovo delegato della CEU Ore 22:30 Conclusione e benedizione di monmonsignor Paolo Giulietti signor Domenico Sorrentino Ore 19:00 3 Intervento sul Sovvenire del vescoDiocesi impegnata in molte attività di carità, pastorali e di culto, di edificazione o restauro di edifici religiosi, di missioni apostoliche e catechetiche nonché di assistenza a popolazioni provate dalla fame e dalle guerre. L’invito è gratuito ed è esteso a tutti. Qui sotto il programma in dettaglio. Grazie per la vostra partecipazione!
Nuove nomine e confer me di parroci
ASSISI – Nominati e confermati alcuni parroci della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Con decreto il vescovo monsignor Domenico Sorrentino ha confermato donec aliter provideatur: don Cesare Provenzi, parroco delle parrocchie di “San Rufino” e “Regina Pacis” in Assisi e amministratore parrocchiale della parrocchia di “San Vitale” a Viole di Assisi; don Ferdinando Dell’Aquila parroco della parrocchia di “Sant’Andrea Apostolo” in Sigillo; don Giambattista Brunetti parroco della parrocchia “San Donato” in Gualdo Tadino; don Francesco Ca-
millo Fasolini, parroco di “San Pietro Apostolo” in Petrignano e don Luigi Merli parroco delle parrocchie di “San Cristoforo” in Caprara e “San Pellegrini” in San Pellegrino. Per quanto riguarda i nuovi incarichi, Dom Gerardo Di Paolo è stato nominato a tempo indeterminato amministratore parrocchiale della parrocchia di San Pietro in Assisi. Padre Roberto Tamanti e padre Ginting Fictorium Natanael ofm conv., rispettivamente parroco e vicario parrocchiale della parrocchia di Santa Margherita in Assisi. Nei suoi decreti di conferma monsignor Sorren-
tino invita i suddetti parroci ad avere “particolare cura di promuovere il programma pastorale della diocesi illustrato normativamente nel nostro libro del Sinodo e nei miei vari documenti programmatici. In particolare avrai a cuore quanto ivi stabilito a proposito delle Unità pastorale e del rinnovamento delle parrocchie con le piccole Comunità, secondo il progetto diocesano delle Comunità Maria Famiglie del Vangelo, valorizzando con sapienza pastorale anche altre opportunità offerte dalle varie aggregazioni laicali.
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Chiesa Insieme 16 novembre 2017
APPUNTAMENTI - novembre / dicembre 2017
15 Mer - 32.a Tempo Ordinario 16 Gio - 32.a Tempo Ordinario 17 Ven - 32.a Tempo Ordinario 18 Sab - 32.a Tempo Ordinario 19 Dom - 33.a Domenica Tempo Ordinario
Inizio del cammino di preparazione per la cresima degli Adulti, ore 18.00 parrocchia Santa Maria degli Angeli
20 Lun - 33.a Tempo Ordinario 21 Mar - 33.a Tempo Ordinario 22 Mer - 33.a Tempo Ordinario 23 Gio - 33.a Tempo Ordinario 24 Ven - 33.a Tempo Ordinario
Convegno di formazione diocesana sul sostegno economico alla Chiesa. Domus Pacis ore 18.00
25 Sab - 33.a Tempo Ordinario 26 Dom - CRISTO RE DELL'UNIVERSO
Ritiro Comunita Maria Famiglie del Vangelo Domus Laetitiae ore 9.00
27 Lun - 34.a Tempo Ordinario
Consiglio Episcopale ore 9.30
28 Mar - 34.a Tempo Ordinario 29 Mer - 34.a Tempo Ordinario
Inizio Novena dell’Immacolata
30 Gio - 34.a Tempo Ordinario DICEMBRE 1 Ven - 34.a Tempo Ordinario 2 Sab - 34.a Tempo Ordinario 3 Dom - 1.a Domenica Avvento 4 Lun - 1.a Avvento 5 Mar - 1.a Avvento 6 Mer - 1.a Avvento 7 Gio - 1.a Avvento 8 Ven - IMMACOLATA CONCEZIONE B.V. MARIA (s)
Messa Basilica inferiore di san Francesco e accensione dell’Albero alle ore 17.00
9 Sab - 1.a Avvento 10 Dom - 2.a Domenica Avvento 11 Lun - 2.a Avvento 12 Mar - 2.a Avvento 13 Mer - 2.a Avvento 14 Gio - 2.a Avvento
III° incontro mensile dei diaconi e dei preti ore 9.00 presso la Cattedrale di San Rufino
15 Ven - 2.a Avvento 16 Sab - 2.a Avvento
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