N. 2 - FEBBRAIO 2018 - ANNO XXXVI - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983
LA QUARESIMA DELLA POLITICA
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Editoriale
Chiesa Insieme
febbraio 2018
SOMMARIO
LA PAROLA DEL VESCOVO
Editoriale del vescovo
Una Quaresima viva
La Quaresima della politica pag. 2
attenta all’ora presente
Focus
Giorno della memoria pag. 3
Primo piano
Assisi e milano per non dimenticare Il ricordo di Gino Bartali ad Assisi Shoah Quando san Francesco salvò gli Ebrei
pag. 4-5
Celebrazioni
Festa del beato Angelo pag.6
Famiglie del Vangelo
Nuove consacrazioni per le CMFV pag.7
Caritas
Giornata mondiale del migrantes pag.8
Eventi La scuola socio-politica pag.9
News
Convegno Azione Cattolica L’invito del vescovo ai giornalisti Le migrazioni e la pace pag.11
Appuntamenti
febbraio/marzo 2018 - pag.12
Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%
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L
a quaresima vede quest’anno l’Italia alle prese con la campagna elettorale. Alla voce di Dio che ci chiama alla conversione, fa riscontro il clamore di voci che si contendono elettori piuttosto disorientati e sfiduciati, tentati dall’astensionismo o dal voto di protesta. Che cosa fare, come credenti? Va ribadito che, come Pastori della Chiesa, non sponsorizziamo candidati e partiti. Non è nostro compito. Questo livello tocca alla responsabile valutazione dei singoli cristiani e delle loro aggregazioni. Abbiano più iniziativa, coraggio, coerenza! C’è però un livello della politica che ci riguarda tutti, anche come Chiesa: è la politica nel senso più alto del termine, che precede e va oltre i partiti. È la politica che si fa impegnandosi per il bene comune, facendosi carico della vita di tutti, specialmente dei membri più deboli della società. È la politica che il magistero qualifica “alta forma di carità”. Ad essa cerchiamo di educarci, sulle orme di san Francesco e del suo messaggio di pace, con la nostra Scuola socio-politica intitolata al beato Giuseppe Toniolo. Quaresima: tempo speciale di preghiera e digiuno. Ma anche di carità. Dobbiamo uscire dal nostro “particolare”, per aprirci alle necessità degli altri. Troppo poco limitarci all’elemosina. Dobbiamo dare il nostro contributo alla costruzione della “polis”, la città degli uomini. Sì, c’è una carità della “polis”, una carità “politica”! Quaresima è conversione. Ri-centrare la nostra vita sul vangelo. Fare dei sentimenti di Cristo i criteri del nostro agire. Ciò significa interrogarci anche sui nostri doveri sociali. Se c’è una crisi che attanaglia il nostro Paese, da cristiani non possiamo tirarci fuori. È importante partecipare. Anche all’impegno elettorale! Della crisi si parla soprattutto in relazione al lavoro che manca. E di fatto continua a mancare, almeno tra noi, pur con i segnali di ripresa dell’economia. È un problema serio. La disoccupazione umilia la dignità delle persone e mette in ginocchio le famiglie. Anzi scoraggia il far famiglia. La crisi tuttavia non è solo occupazionale. Tanti sono i temi che ci incalzano. A partire dal rispetto della vita fin dal concepimento. Una società che non vuole più bambini, che li soffoca nel grembo materno, che non è capace di farli sgambettare per le nostre strade, ha il destino segnato. Altrettanto una società che si è arresa allo smarrimento della famiglia, al punto da non
sentire più la bellezza di un amore fra un uomo e una donna che duri una vita e generi vita. E gli immigrati? Sono fratelli e sorelle! Il vangelo non ci dà scampo: “ero affamato e mi avete dato da mangiare…”. Come in tutti i poveri, vediamo anche negli immigrati, specie se rifugiati, il volto di Cristo. Per quanto sia doveroso affrontare saggiamente, a livello nazionale ed europeo, il problema dei flussi e della buona organizzazione dell’accoglienza, preoccupandoci a monte di creare nei Paesi di origine migliori condizioni di vita, è miope, ed ingiusto, chiudere loro i confini ed il cuore. E poi gli anziani, i malati: si possono abbandonare alla solitudine, e restringere ulteriormente le risorse per la loro assistenza? In primissimo piano poi – a livello globale – il tema della pace. Per un’Italia che, a norma della Costituzione, ripudia la guerra, a parte le esigenze indispensabili della difesa, è uno scandalo che si spendano somme ingenti per armamenti e bombe che creano macerie e morte in Paesi lontani, non affrontando invece la sfida di una politica economica che “riconverta” le produzioni di morte in strumenti di vita. E i giovani? Si faccia avanti chi ha un’idea su come trasmettere loro grandi ideali, tra scuola e iniziative sociali, offrendo loro opportunità di lavoro. Un lavoro dignitoso, rispettoso dei diritti umani, contrastando la deriva del mercato selvaggio globale. E, infine, l’ambiente: quanto abbiamo recepito il grido della «Laudato si’» di papa Francesco? Ci prepariamo a un collasso irreparabile, se continuiamo a depredare risorse e danneggiare il clima, dimenticando che l’ambiente è la casa comune. È quaresima: anche per la politica! Tempo di rileggere, ancor più su della Costituzione, pur bella e da riscoprire, la prima “tavola dei valori”, sempre attuale, insostituibile, fondativa: quella dei comandamenti, le “dieci parole” che, venendo da Dio, tracciano le vie della speranza e del futuro. “Dieci parole” che risuonano nella coscienza universale – persino al di là delle convinzioni di fede – ed hanno riflessi sociali, sui quali non possiamo sorvolare. È qui la politica che è doverosa per la Chiesa: offrire criteri di discernimento, educare alla buona coscienza, e ricordare, a se stessa e a tutti, i principi che non muoiono. E non fanno morire. Buona quaresima! Sia cammino di gioia verso la Pasqua, incontro con Gesù Risorto, nostra speranza. + Domenico
Focus
Chiesa Insieme
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Nel giorno della memoria un convegno per ricordare il passato ma anche le stragi di oggi
“Una pace senza armi” da Assisi l’appello al presidente Mattarella e ai leader politici Antonella Porzi
ASSISI – “Occorre ricordare, nel Giorno della Memoria, le stragi del passato, ma anche e soprattutto avere coscienza di dove le stragi continuano a consumarsi nel mondo: in Siria, o in Yemen, ad esempio, dove tanti bambini pagano con la propria vita la follia umana che nasce dal desiderio di profitto, di iniquità globale che solo la ‘Laudato si’ ha avuto il coraggio di denunciare”: così il sindaco di Assisi Stefania Proietti ha aperto il convegno “Una pace senza armi” sabato 27 gennaio giorno internazionale della Memoria. Un intervento nel quale è stato ribadito il ruolo di Assisi come città sentinella di Pace, che non volterà il proprio sguardo altrove ma darà contributi concreti (come quello della scelta di una tesoreria disarmata) continuando a mantenere gli occhi aperti sui genocidi e le stragi che accadono ogni giorno nel mondo. L’evento (organizzato dal Comune di Assisi in collaborazione con la Diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino cui hanno collaborato anche Libera, Movimento dei focolari e Pro Civitate Christiana) ha prodotto un ulteriore atto concreto: l’invio di tre lettere a firma del sindaco Stefania Proietti e del vescovo di Assisi Mons. Domenico Sorrentino indirizzate al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ai leader politici in corsa per le elezioni del prossimo 4 marzo e alla città di Iglesias. Nella lettera indirizzata al Presidente della Repubblica ricordando il contributo dei Giusti fra le Nazioni – che ad Assisi salvarono 300 vite umane durante le persecuzioni nazifasciste – è contenuta una riflessione sulla produzione delle armi e sul loro commercio e, in particolare, sulla produzione di bombe nello stabilimento RWM di Domusnovas destinate all’Arabia Saudita che le utilizza per bombardare pesantemente lo Yemen. “L’Unicef – si legge nella missiva – dichiara 5000 bambini morti dall’inizio dei combattimenti; per questo – si legge più avanti – ci rivolgiamo a Lei, supremo garante della nostra Carta Costituzionale
che ripudia la guerra e delle leggi in vigore come la 185/90 che regola il commercio di armi, perché intervenga nei modi che riterrà più idonei e opportuni a interrompere quella che riteniamo una vergogna per il nostro Paese… Nella stessa linea riteniamo che le armi nucleari costituiscano la più grave minaccia per l’intera umanità e per questo chiediamo che anche l’Italia firmi il Trattato Internazionale per la messa al bando delle armi nucleari, così come in passato è avvenuto per quelle biologiche e chimiche, nonché per le mine antipersona. Confidiamo molto conclude la lettera – nella sua sensibilità così come nel suo amore per la pace che – ne siamo ben consapevoli – deve essere costruita con il contributo e l’apporto di tutti”. Al termine del convegno sono state firmate altre due missive: una ai leader politici impegnati in campagna elettorale e una alla città di Iglesias. Nella prima vengono evidenziate le numerose contraddizioni dell’Italia, paese che costituzionalmente ripudia la guerra ma invia carichi di bombe all’Arabia Saudita, finanzia attraverso Finmeccanica, la produzione di armi nel nostro Paese e non si oppone alla presenza di ordigni nucleari nelle basi militari Usa presenti in Italia. “Riteniamo – conclude la missiva – ur-
gente e necessario promuovere percorsi della più larga partecipazione, per rispondere assieme alle contraddizioni che abbiamo messo in evidenza come frutto del lavoro quotidiano che cerchiamo di portare avanti praticando il dialogo, l’accoglienza degli esclusi e la fraternità con tutti. Alla città di Iglesias invece sindaco e vescovo scrivono: “Dichiararsi città di pace ed esigere la responsabilità nazionale per una reale riconversione economica che valorizzi le ricchezze del Sulcis-Iglesiente vuol dire esercitare una sovranità che spesso viene negata dal prevalere degli interessi economici di pochi sulla vita e la dignità di molti”. “La vostra “buona battaglia” – si legge più avanti – non può essere confinata e gestita a livello locale. La vostra testimonianza, che esprime l’azione in corso della società civile e responsabile, pone una questione di carattere universale che la città di Francesco non può non riconoscere e sostenere. Vogliamo perciò rendere esplicita una rete di fraternità che collega idealmente Assisi, Iglesias e la popolazione del piccolo Paese del golfo persico devastato da uno dei troppi conflitti dimenticati alimentati dalle complicità internazionali e dall’industria degli armamenti.
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Primo piano
Piantato un cippo in ricordo dei Giusti della città serafica e cerimonia al Binario 21
Assisi e Milano insieme per non dimenticare
ASSISI – Assisi e Milano unite nella memoria. Nel ricordo di quello che è stato ma soprattutto con la prospettiva di quello che si può fare oggi affinché certe tragedie non si ripetano. Sono stati due giorni intensi di significato quelli vissuti, sabato e domenica scorsi, dalla delegazione della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino guidata dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino che ha stretto una collaborazione con la città di Seveso, capofila di più Comuni che hanno voluto
ricordare con lo scoprimento di un cippo al Parco delle Groane i sette Giusti tra le Nazioni di Assisi avvenuto nella mattinata di domenica 21 gennaio. Questo momento era stato preceduto dalla visita al Giardino di Monte Stella di Milano voluto da Gariwo, la rete attivata da Gabriele Nissim alla quale partecipa anche Assisi dove vengono ricordati sia i Giusti della Shoah sia coloro che si sono adoperati per il bene in altri genocidi. Nella serata di sabato 20 gennaio la delegazione è
stata accolta dall’amministrazione comunale di Seveso guidata dal sindaco Paolo Butti e dal parroco don Carlo Pirotta che sono rimasti colpiti dall’opera di salvataggio degli ebrei in Assisi illustrata dal vescovo Sorrentino attraverso il documentario del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”. Tutto il percorso di sinergia tra le diverse realtà lombarde, attivato dall’associazione Senza Confini di Seveso, ha poi portato alla visita al memoriale della Shoah di Milano-Binario 21 con la presenza del vice sindaco di Milano Anna Scavuzzo, il rabbino capo Alfondo Arbib, il presidente della comunità ebraica Milo Hasbani e il vice presidente della Fondazione del Memoriale Roberto Jarach e Gabriele Nissim, fondatore di Gariwo. “Sono stati due giorni pieni di significato – ha sottolineato il vescovo monsignor Domenico Sorrentino – che ci impegnano ancor di più a far conoscere quello che è stato ma soprattutto a veicolare il bene, ripartendo dal concetto primario dell’umanità che ci lega tutti senza distinzioni di razza, religione o cultura”. “Nel giorno della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti – sottolinea mon-
La nipote del grande ciclista toscano racconta. Monsignor Sorrentino: “I Giusti di allora ci spingono a interrogarci sul
Ricordati i viaggi della speranza di Gino Bartali per
ASSISI - “Mio nonno ha rappresentato quella parte di italiani che hanno guardato l’umanità della persona”. Questa la definizione che ha dato di Gino Bartali sua nipote Gioia durante il dialogo-intervista condotto da Franco Bechis, direttore del Corriere dell’Umbria, mercoledì 24 gennaio nella sala della Conciliazione del Comune di Assisi nell’ambito delle iniziative per la Giornata della Memoria. Un uomo, un ciclista, Gino Bartali, che non voleva essere ricordato come un eroe, ma come un campione sportivo. Un Giusto che ha fatto parte, nel più grande
riserbo, di “una rete clandestina che nascondeva gli ebrei”. Sull’aspetto umano e sulla grande fede che lo hanno contraddistinto si è a lungo soffermata la nipote di uno dei Giusti tra le Nazioni che ha utilizzato la “canna” della bicicletta per nascondere i documenti da trasportare, durante i suoi viaggi della speranza, che hanno salvato la vita a circa ottocento ebrei. “La fede è stata il grande motore che ha spinto quelle gambe a fare trecento chilometri al giorno – ha sottolineato – Gioia – la quale ha anche anticipato che la cappellina composta tra le altre
cose da un altare con la statua di Santa Teresina del Bambin Gesù dove il nonno si ritirava in preghiera verrà portata ad Assisi. Durante il colloquio, il direttore Bechis ha ricordato che “il Giro d’Italia quest’anno partirà da Gerusalemme, proprio come tributo a Gino Bartali”. Dei “nuovi giusti che oggi devono vedere altre verità” ha invece parlato il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, che ha richiamato l’attenzione sull’attualità dei Giusti e sul “nostro impegno per la giustizia climatica, il problema delle armi e delle migrazioni ed ha aggiunto che oggi per fare memoria della Shoah dob-
Primo piano signor Sorrentino – ricordiamo un altro benemerito come Gino Bartali che, operò senza dire, perché il contesto ovviamente obbligava alla massima riservatezza. Oggi invece c’è bisogno di dire le cose come stanno, di portare alla luce la verità e soprattutto di diffondere una cultura della buona notizia. In questa occasione, il Santo Padre ci consegna il messaggio per la 52^ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali sul tema ‘La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Notizie false e giornalismo di pace’; credo che l’impegno degli operatori della comunicazione sia proprio quello di dare e fare informazione in maniera corretta e propositiva per una cultura del bene”. 3
nostro impegno di oggi”
salvare gli ebrei biamo interrogarci su quali sono i campi per la salvezza”. “Questi momenti – ha detto invece il sindaco di Assisi, Stefania Proietti riferendosi alle iniziative della Shoah – squarcino con la loro bellezza, il loro sole, il male che ancora oggi vediamo intorno a noi e che sicuramente non vincerà perché è la luce a vincere sulle tenebre”. Al termine dell’incontro, alla presenza del sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, l’assessore allo Sport Veronica Cavallucci ha presentato il programma di massima del Giro d’Italia 2018 che arriverà a Gualdo Tadino il 15 e ripartirà da Assisi il 16 maggio.
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Shoah, una luce nel buio della discriminazione razziale ASSISI - La giornata internazionale della Memoria del 27 gennaio, che ad Assisi assume un valore simbolico di “luce nel buio di quel periodo” poiché non vi furono vittime, ma anzi azioni di salvezza nei confronti degli ebrei, ha visto nella mattinata odierna un momento di elevato interesse nella visita del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” allestito nelle sale del primo piano della pinacoteca comunale di Palazzo Vallemani. Gli alunni della secondaria di primo grado della Frate Francesco hanno ascoltato con estremo interesse i racconti di Marina Rosati, ideatrice e curatrice del museo che ha ripercorso la storia di quegli anni e il ruolo strategico che la città di Francesco ha avuto. Una mostra unica in Umbria perché ripercorre, attraverso scritti, foto, documenti e oggetti, l’opera di salvezza portata a termine dalla rete clandestina che faceva capo al vescovo monsignor Placido Nicolini e al suo più stretto collaboratore don Aldo Brunacci. Nella città di Assisi trecento sono stati
gli ebrei salvati grazie allo spirito di Accoglienza francescana e a testimonianza di ciò è anche l’elevato numero di ‘Giusti’ (cioè persone che si sono adoperate materialmente per salvare la vita agli ebrei mettendo a repentaglio la propria) che Assisi può vantare: 7 in tutto, in un totale in Umbria di 11. “Quest’anno la Giornata della Memoria ha assunto un ruolo ancora pi importante – ha detto Marina Rosati – perché nei giorni scorsi ci siamo recati anche nelle città di Seveso e Milano dove alcune associazioni hanno voluto conoscere la storia di Assisi e ricordare i nostri Giusti. Quello che ritengo sempre più importante ogni anno – continua Rosati – è la conoscenza di queste vicende, anche senza troppi cerimoniali e retorica. Ma lavorare affinché si formi una coscienza civica del bene e combattere cobntro qualsiasi forma di indifferenza. Perché è quest’ultima che dobbiamo debellare, inculcandola soprattutto nelle nuove generazioni”.
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Quando San Francesco salvò i perseguitati ASSISI - Quasi 200 persone hanno preso parte al tour nei luoghi della memoria che, domenica 28 gennaio, ha toccato la Basilica di San Francesco. La chiesa per eccellenza di Assisi con le spoglie di San Francesco, gli affreschi di Giotto, e Cimabue e molti altri, ha
anche un altro motivo per essere visitata: sull’imponente campanile e in una intercapedine tra la Basilica Superiore e quella Inferiore vennero nascosti una quarantina di ebrei, tra quelli salvati nella città serafica tra il 1943-1944. Accompagnati dal responsabile degli affreschi del
complesso tale di San i partecipanti accompagnati perta di questi diti di grande
monumenFrancesco sono stati alla scoluoghi inesignificato.
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Celebrazioni
In tanti hanno partecipato ai diversi momenti per onorare il patrono della città
Gualdo Tadino in festa per il Beato Angelo
Alberto Cecconi
GUALDO TADINO - I gualdesi hanno festeggiato il patrono Beato Angelo come da tradizione consolidata. La basilica concattedrale è stata sempre gremita di fedeli e devoti del santo Protettore per l’intera giornata di lunedì 15 gennaio. La festa ha avuto uno dei momenti solenni nella celebrazione dei vespri della domenica sera, presieduta dal vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, con diversi sacerdoti e diaconi: alla presenza delle autorità cittadine, delle confraternite della Santissima Trinità di Gualdo Tadino, del Santissimo Sacramento, di San Giovanni e di Sant’Anna di Boschetto, di San Rinaldo di Nocera Umbra, di Santo Marzio di Pieve di Compresseto, della Società mariana di Rigali, dei Priori delle Porte, il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, ha offerto l’olio che alimenta la lampada votiva del Beato. E poi, di notte, le due fiaccolate, con diverse centinaia di persone, quella del Cai dall’Eremo e quella dei giovani e dei fedeli dalla cattedrale al termine della veglia di preghiera, hanno raggiunto il sacello delle spine in via del Biancospino: si è ripetuto il miracolo della fioritura invernale, accaduto la prima volta nel 1324 al passaggio del corteo funebre col corpo di Angelo. Il giorno della festa folla sempre
fitta attorno all’urna del Protettore. Nella solenne concelebrazione eucaristica di una trentina di sacerdoti e diaconi diocesani, il vescovo Sorrentino ha parlato di Angelo, apparentemente lontano dalla vita sociale, distaccato dalle “cose”, ma pieno di sapienza, cioè di Gesù, preferendolo al potere, all’oro e all’argento ed alla stessa salute; ed ha toccato anche i temi del lavoro e dell’economia solidale. Nel pomeriggio, accompagnato dal vicario generale monsignor Maurizio Saba, ha visitato gli anziani ospiti della casa di riposo. In mattinata, al teatro Talia, c’è stata
la cerimonia della consegna del prestigioso premio “Beato Angelo”, quest’anno assegnato alla giovane gualdese Fabiola Pecci, testimonial alla raccolta fondi di Telethon per la fibrosi cistica ed alla memoria del campione del mondo di ciclismo Adolo Leoni, col riconoscimento consegnato ai figli Roberto e Paola appositamente venuti da Milano. Un riconoscimento è stato consegnato anche a Noè Comodi, avisino che ha fatto oltre 100 donazioni di sangue. A rappresentare il vescovo (impegnato con la Ceu), il vicario foraneo don Franco Berrettini.3
Famiglie del Vangelo
Chiesa Insieme
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In Porziuncola nuove e vecchie CMFV
fanno la loro consacrazione
Angela Boccali
ASSISI - É stato un momento carico di spiritualità quello di giovedì 11 gennaio in Porziuncola. Alla presenza del vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino alcune Comunità Maria famiglie del Vangelo di Santa Maria degli Angeli e di Passaggio di Bettona hanno detto il loro sì con la consacrazione; altre comunità già consacrate hanno rinnovato le loro “promesse”. Il vescovo, partendo dalla lettura del Vangelo Mc 3,31-35, ha ricordato ai presenti che “si è fratelli e sorelle perché figli dell’unico Padre, figli che si impegnano a vivere il loro rapporto con lui alla maniera di Gesù, in unione profonda con il Padre. Questo avviene con il Battesimo – ha aggiunto -: con esso si entra nella Chiesa-famiglia e si esprime nella scelta di vivere secondo la Sua volontà.
Le Comunità Maria famiglie del Vangelo sono famiglie spirituali, non solo per differenziarle da quelle di sangue, ma per indicare che i loro legami sono stretti dallo Spirito Santo. Si è battezzati mediante un solo Spirito e per questo fratelli e sorelle”. Monsignor Sorrentino ha poi ribadito come “non si può però conoscere Cristo e vivere di lui se non tornando continuamente alle sue parole, che sono principalmente quelle del Vangelo, ma, in modo più generale, quelle dell’intera Bibbia. Per questo – ha precisato – la preghiera delle CMfV, preghieraprogramma, non è altro che il rinnovo
della consacrazione battesimale a Gesù riconosciuto come senso della vita: è importante recitarla ogni giorno con il pensiero rivolto a tutti i componenti la piccola comunità, anche quelli che per qualche motivo si fossero allontanati”. Monsignor Sorrentino ha spiegato ai numerosi presenti che “si è stati generati una prima volta nel battesimo e che si è quì per riprendere questa vocazione in maniera più convinta e consapevole. La consacrazione che i componenti delle CMfV fanno in Porziuncola va in questa direzione: non fa diventare un’altra cosa nella Chiesa, ma é la ripresa cosciente della vocazione cristiana con l’impegno a prendersi cura dei fratelli e sorelle della piccola comunità in cui ci si trova. Questo va fatto nella concretezza della vita, condividendo gioie e affanni, sostenendosi nelle difficoltà quotidiane: nei piccoli gruppi non può sfuggire il fratello in difficoltà”. Dopo un momento di silenzio il vescovo ha invitato tutti a recitare la preghiera del Padre Nostro ricordando anche l’episodio della spogliazione di Francesco. Con la sua nudità Francesco riconobbe in questa preghiera la pietra angolare della sua esistenza. Allo scambio della pace è seguita la consacrazione in Porziuncola. Tutti i presenti si sono recati nella piccola chiesina, nella quale si sente il calore materno di Maria, luogo in cui lo stesso Francesco, che chiamava la Madonna la “Vergine fatta Chiesa”, radunava i suoi frati plasmando così la fraternità francescana. Le Famiglie del Vangelo si affidano a Maria e si sforzano di imitarla. È per questo che si chiamano “Comunità Maria” e ogni giorno si abbandonano alla sua tenerezza materna.
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Caritas
Celebrata nel Santuario della Spogliazione la 104ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato
Il vescovo: “La diversità è ricchezza facciamo crescere la cultura dell’accoglienza”
Antonella Porzi
ASSISI - “Gesù è il primo migrante che ha lasciato il suo paradiso per venire in mezzo a noi”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, durante la santa messa celebrata nel San-
tuario della Spogliazione, chiesa di Santa Maria Maggiore, domenica 14 gennaio in occasione della 104ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2018. In un Santuario gremito di fedeli, di tanti operatori della Caritas diocesana unitamente ai numerosi migranti accolti nelle diverse strutture, tra cui molte giovani mamme con i loro bambini, e di volontari della Misericordia di Assisi si è pregato perché come sottolineato dal vescovo “nasca e cresca una cultura dell’accoglienza”. Monsignor Sorrentino durante l’omelia, dopo essersi soffermato sul problema delle migrazioni, ha sottolineato che “non possiamo fare a meno di vedere tale problema, pertanto dobbiamo spingere la società civile, in tutte le sue culture, a vedere le cose secondo il cuore di Dio. La chiesa dovrebbe incontrare le persone ed essere per loro la voce di Gesù – ha aggiunto il vescovo -; le diversità sono sempre una grande ricchezza. Chiunque incontriamo sulla nostra strada è figlio di Dio e nostro fratello. La presenza di Gesù diventa più forte e viva – ha precisato – quando c’è un fratello che soffre”. Il vescovo ha poi sottolineato che “non ci si stacca dalle proprie radici per scherzo o per piacere, ma sempre con molta sofferenza. Dobbiamo imparare a capire le problemati-
che e le sofferenze dell’altro. Se non testimoniamo ciò, il vangelo viene vanificato”. Al termine della celebrazione monsignor Sorrentino ha ringraziato, per la grande collaborazione, il direttore della Caritas diocesana Maurizio Biagioni il quale ha preso la parola per salutare tutti i presenti, il parroco fra Carlos Acácio Gonçalves Ferreira e le suore del Santuario della Spogliazione.
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Eventi
Chiesa Insieme
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Il presidente della Cei ha visitato la struttura d’eccellenza di Assisi e inaugurato la scuola socio-politica
Bassetti: “Lavorare meglio, lavorare tutti”
Il cardinale al Serafico: “Siete una bomba atomica d’amore, qui ho appreso il vero significato del cantico delle creature”
Antonella Porzi
ASSISI - – “Lavorare meglio, lavorare tutti. Per dare vita a un’economia che salvaguardi la dignità umana, che custodisca la casa comune e che, soprattutto, attribuisca al lavoro un significato sacro”. È questo uno dei passaggi fondamentali della relazione del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Gualtiero Bassetti che sabato 3 febbraio ha inaugurato la scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo” alla presenza del vescovo della diocesi di AssisiNocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, della presidente dell’Istituto Serafico nonché responsabile della commissione diocesana per i problemi sociali e il lavoro, Francesca Di Maolo, del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, della presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Donatella Porzi e di altre autorità civili e militari. Prima dell’inaugurazione il cardinale Bassetti ha visitato per la prima volta l’Istituto incontrando gli ospiti
del Serafico, le loro famiglie e gli operatori sociali che li assistono. “Siete una bomba atomica di amore e all’Istituto Serafico di Assisi ce ne è un potenziale infinito – ha dichiarato il cardinale durante la visita – Stando con voi ho appreso il vero significato del Cantico delle Creature: ciascuno di noi uomo o donna, giovane o anziano, sano o malato è una nota di un unico concerto di lode a Dio delle sue creature. Ma per far un concerto servono tutte le note e Dio ha bisogno di tutti noi affinché l’armonia di questo concerto che si innalza al cielo sia completo e totale. Tutti voi siete una nota meravigliosa di questo concerto a Dio”. Terminata la visita è iniziato l’incontro introdotto dalla presidente Di Maolo che ha spiegato i momenti salienti che caratterizzano la sesta edizione della scuola socio-politica ed ha evidenziato le tante urgenze in tema lavoro che hanno travolto la società in questi ultimi anni, in particolare “la disoccupazione giovanile, l’angoscia di chi perde il proprio lavoro, la sofferenza
di chi è sfruttato e malpagato. Non c’è dubbio – ha concluso – che c’è una parte di italiani in crisi per la velocità dei cambiamenti culturali, economici e sociali, ma c’è un’altra parte, ed è quella che vogliamo far emergere, che è riuscita a trasformare il cambiamento in una opportunità”. Sono seguiti poi i saluti del vescovo Sorrentino che ha spiegato i motivi per cui ha fortemente voluto la scuola socio-politica precisando innanzitutto che “questa scuola non fa competizione elettorale, ma ha un grande ideale da proporre. C’è un progetto di Chiesa – ha aggiunto il vescovo – e cioè noi da cristiani se crediamo nel Vangelo non possiamo chiuderci nelle sacrestie nemmeno ruotare solo intorno agli altari. Cristiani che non si interessano della vita sociale non sono cristiani. Abbiamo scelto il Serafico perché qui abbiamo una realtà sociale, ma anche di Chiesa in cui sono in gioco delle persone, gli ultimi. Noi partiamo dal presupposto, come cristiani, che proprio questi fratelli sono i primi”. È seguita infine l’approfondita relazione del cardinale Bassetti dal titolo “Il lavoro: vocazione umana e dimensione spirituale” che si è sviluppata in tre punti fondamentali e precisamente: l’uomo collaboratore di Dio nello sviluppo della creazione, una nuova questione sociale e lavorare meglio, lavorare tutti. Con essa il cardinale Bassetti ha ripercorso “il magistero della Chiesa che vede nell’uomo lavoratore un collaboratore di Dio nello sviluppo della creazione” soffermandosi poi sui “profondi cambiamenti che stanno investendo il mondo contemporaneo e sullo sviluppo di una nuova questione sociale” e concludendo con “una proposta sociale e culturale che si prefigga un obiettivo importante: lavorare meglio, lavorare tutti”. 3
Chiesa Insieme 10 febbraio 2018
Per Info: 075.812483 mail: curiadiocesana@diocesiassisi.it - ufficiostampa@diocesiassisi.it
News
Chiesa Insieme
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L’invito del presidente Mattia Truffelli al convegno nazionale che si è svolto ad Assisi
Lavoriamo insieme per una Azione cattolica missionaria e popolare
Antonella Porzi
ASSISI – “Un’Azione cattolica più missionaria e popolare”. È questo l’appello lanciato ieri da Matteo Truffelli, presidente nazionale Ac, durante il convegno nazionale, in corso ad Assisi, dal titolo “Memoria
del futuro. Da 150 anni il prete a servizio dell’Ac”. Un messaggio quello del presidente che trae origine dal discorso che papa Francesco ha rivolto, il 27 aprile scorso, ai partecipanti al congresso del Forum internazionale dell’Ac nel quale il Santo Padre ha evidenziato che “la missione non è
un compito tra i tanti nell’Azione cattolica, è il compito”. Da tale discorso Truffelli ha tracciato il profilo dell’associazione così come designato dal Santo Padre e di esso ha approfondito i molti aspetti che ne emergono agli assistenti regionali, diocesani e parrocchiali di Ac, Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana) Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale. “Alla presidenza nazionale – ha precisato Truffelli - spetta il compito di indicare le posizioni di marcia, mentre a ciascuna associazione diocesana e parrocchiale spetta leggere il proprio contenuto per capire come starci dentro”. Il presidente prima di indicare quali sono gli aspetti necessari per essere un’Azione cattolica missionaria ha presentato il progetto “Al veder la Stella”, che è caratterizzata da una struttura che a Betlemme accoglie bambini con diverse malattie nella quale ogni mese piccoli gruppi di associati vi prestano servizio.
Festa di san Francesco di Sales Appello del vescovo ai giornalisti
“Raccontate sempre la verità delle cose”
ASSISI - “Oggi più che mai c’è bisogno di dire le cose come sono, di portare alla luce la verità e soprattutto di diffondere una cultura della buona notizia”. E’ questo l’invito del vescovo della diocesi monsignor Domenico Sorrentino in questa occasione della consegna del messaggio del Santo Padre per la 52a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali sul tema ‘La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Notizie false e giornalismo di pace’ che è stato diffuso mercoledì 24 gennaio, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “Credo che l’impegno degli operatori della comunicazione – ha concluso monsignor Sorrentino – sia proprio quello di dare e fare informazione in maniera corretta e propositiva per una cultura del bene”.
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Le migrazioni e la pace Tavola rotonda a Roma con la relazione di monsignor Sorrentino nell’ottica del pensiero del Toniolo ASSISI – Si è svolta nei giorni scorsi presso la Domus Mariae di Roma la tavola rotonda, organizzata dall’Istituto Giuseppe Toniolo di diritto internazionale della pace dal titolo: “Migranti: uomini e donne in cerca di pace”. Tra i relatori anche il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino, il quale ha illustrato ai partecipanti il pensiero del Toniolo sui migranti e la pace, suscitando molto interesse. 3
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Chiesa Insieme 12 febbraio 2018
APPUNTAMENTI - febbraio / MARZO 2018 14 Mercoledì - Mercoledì delle Ceneri
Mercoledì delle ceneri astinenza e digiuno. San Rufino imposizione delle ceneri ore 21.00
15 – Giovedì – 6.a Tempo Ordinario
Consiglio episcolape ore 9.30
16 – Venerdì – 6.a Tempo Ordinario
Incontro di formazione per operatori degli oratori e Grest dalle ore 20.30 alle 22.30 presso l’oratorio don Bosco a Gualdo Tadino.
17 – Sabato – 6.a Tempo Ordinario 18 – Domenica – 1.a di Quaresima
Giornata Regionale per la formazione degli animatori della Liturgia presso il Santuario di Collevalenza dalle ore 14.30 alle 18.00
19 – Lunedì – 1.a di Quaresima 20 – Martedì – 1.a di Quaresima 21 – Mercoledì – 1.a di Quaresima 22 – Giovedì – 1.a di Quaresima – CATTEDRA DI SAN PIETRO 23 – Venerdì – 1.a di Quaresima
Incontro di formazione per operatori degli oratori e Grest dalle ore 20.30 alle 22.30 presso il prefabbricato in via S. Rocco a Bastia Umbra.
24 – Sabato – 1.a di Quaresima 25 – Domenica – 2.a di Quaresima 26 – Lunedì – 2.a di Quaresima 27 – Martedì – 2.a di Quaresima 28 – Mercoledì - 2.a di Quaresima
MARZO 1 – Giovedì – 2.a di Quaresima 2 – Venerdì – 2.a di Quaresima
Incontro di formazione per operatori degli oratori e Grest dalle ore 20.30 alle 22.30 presso l’oratorio don Bosco a Gualdo Tadino.
3 – Sabato – 2.a di Quaresima 4 – Domenica – 3.a di Quaresima 5 – Lunedì – 3.a di Quaresima 6 – Martedì – 3.a di Quaresima 7 – Mercoledì – 3.a di Quaresima
Consiglio Affari Economici Diocesano - ore 16.00 in Curia
8 – Giovedì – 3.a di Quaresima 9 – Venerdì – 3.a di Quaresima
Incontro di formazione per operatori degli oratori e Grest dalle ore 20.30 alle 22.30 presso il prefabbricato in via S. Rocco a Bastia Umbra.
10 – Sabato – 3.a di Quaresima 11 – Domenica – 4.a di Quaresima 12 - Lunedì - 4.a di Quaresima
Consiglio episcopale ore 9.30
13 – Martedì – 4.a di Quaresima 14 – Mercoledì – 4.a di Quaresima 15 – Giovedì – 4.a di Quaresima 16 – Venerdì – 4.a di Quaresima 17 – Sabato – 4.a di Quaresima 18 – Domenica – 5.a di Quaresima
Festa delle Confraternite del Vicariato di Assisi - san Rufino ore 11.30
19 – Lunedì – 5.a di Quaresima
17o Anniversario ordinazione episcopale del vescovo mons. Domenico Sorrentino
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