N. 3 - MARZO 2016 - ANNO XXXIV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n째 660 del 7/03/1983
NUOVI ESODI PASQUA PER TUTTI
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Chiesa Insieme MARZO 2016
Editoriale
SOMMARIO Nuovi
esodi,
Editoriale
Pasqua
Anniversario Missioni,
del vescovo
per tutti
- pag. 2
Focus
del vescovo
- pag. 3
Primo Piano
progetto
Javarì pag. 4
Caritas Emergenza
sfollati
pag. 5
Celebrazioni Mercoledì delle ceneri - pag. 6 Eterna
è la sua misericordia
Famiglie
Giubileo - pag.7
Vangelo Ritiro delle CMFV - pag.8 Comunità di Torchiagina - pag.9 del
Formazione Il
ciclo di incontri della
Cresu - pag. 10
News
Notizie
news
- pag.11
Appuntamenti marzo/aprile 2016 - pag.12
Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marina Rosati Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%
Abbonamento: Ordinario Euro 15,00 sostenitore Euro 20,00 - Servirsi preferibilmente del c.c.p. n°13999065 intestato a: Curia Diocesana Amministrazione Chiesa Insieme 06081 Assisi Stampa: Tipografia Metastasio
LA PAROLA DEL VESCOVO
NUOVI ESODI, PASQUA PER TUTTI
Pasqua dice esodo. Il racconto
degli ebrei che lasciano una terra di schiavitù per una terra di libertà risuonerà ancora una volta nella veglia pasquale. Quell’esodo storico è la figura dell’esodo spirituale dal peccato alla grazia. È la novità cristiana. Il Risorto ci fa liberi! La gioia di questa novità non va tuttavia spiritualizzata al punto da farci perdere di vista l’impegno della liberazione di questa terra. La salvezza cristiana riguarda tutta la persona. Tocca la società e il mondo nelle loro molteplici dimensioni. Ce ne dobbiamo ricordare ogni volta che abbiamo a che fare con nuovi “faraoni” che impongono a popoli inermi il giogo dell’oppressione. Magari faraoni mimetizzati nelle lobbies finanziarie e nei commercianti di armi. Troppo faraoni ancora nel nostro tempo. Talvolta si nascondono, ma ne sentiamo il ghigno ogni qualvolta arrivano i barconi della morte che ci consegnano – al netto dei morti tra le onde - gruppi di disperati in fuga dal sangue e dalla povertà. Christy, Hope e Favour sono un frammento di questo popolo in esodo. Un frammento di Nigeria nella mia casa. È stato spontaneo, per loro, chiamarmi “papà”. Con una semplicità tutta africana. Sono approdate, come tante loro conterra-
nee nigeriane, e altri fratelli e sorelle di altre nazioni, alla Caritas. Volti da amare. Volti da decifrare. Anche quando ridono – talvolta a squarciagola – forse lo fanno per dimenticare (me lo hanno detto espressamente). Storie di dolore. Appena provi a fare una domanda, sgorgano talvolta lacrimoni. Ma ormai sono della nostra famiglia. E’ pasqua anche per loro, come per noi. Ci portano la gioia dell’Africa. La voglia di vivere, di cantare, di danzare. Gettandosi alle spalle, per quanto possono, un passato da dimenticare. Da una famiglia decimata in Nigeria, come da un albero sradicato dal vento, un ramoscello è venuto a trapiantarsi tra di noi. Non c’entra proprio nulla lo Spirito Santo? È lui che sa trarre dalla morte la vita. E quando due di loro (cattoliche non ancora battezzate) mi hanno espresso il desiderio di ricevere il battesimo, si è chiuso il cerchio del nuovo “esodo”: quello fisico e quello spirituale. Cristo continua a seminare nelle nostre storie germi di risurrezione. Non sappiamo come sarà la nostra Italia, la nostra Europa, in seguito a questo inesorabile movimento di popoli. Riuscirà, il cristianesimo, a fare il miracolo delle origini, accogliendo, integrando, dando una prospettiva di futuro degno dell’uomo? La Pasqua la celebriamo anche per questo. Buona Pasqua a tutti! + Domenico, vescovo
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Chiesa Insieme
Focus Tanti
gli auguri al vescovo
S orrentino
MARZO 2016
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in occasione dell ’ anniversario del suo ingresso in diocesi
“Grazie per questi primi 10 anni insieme” Marina Rosati
ASSISI - Dieci anni intensi, pieni di momenti da ricordare e di grande gioia che vanno dalle visite papali ai cammini avviati per la riscoperta della Parola di Dio, dalla comunione creata con le famiglie francescane al Sinodo, dalla visita pastorale all’avvio del percorso di rinnovamento delle parrocchie delle Comunità Maria famiglie del Vangelo. Era l’11 febbraio del 2006 quando monsignor Domenico Sorrentino faceva il suo ingresso in diocesi. “Dopo dieci anni posso dire che sono sostanzialmente contento della mia diocesi oggi – sottolinea il presule – e mi auguro che si possa continuare nel cammino pastorale avviato come chiesa sempre più unita secondo uno stile familiare in grado di contrastare la crisi sociale e valoriale che stiamo attraversando. Sono diversi i momenti di gioia che ricordo con particolare gratitudine a Dio per avermeli fatti vivere: innanzitutto le tre visite papali, due di Benedetto XVI che ho incontrato proprio in questi giorni e che venne in Assisi nel 2007 in occasione dell’VIII anniversario della conversione di San Francesco e nel 2011 per il XXV dello Spirito di Assisi e una, nel 2013 di Papa Bergoglio. Il 2012 – continua monsignor Sorrentino – è stato poi l’anno della mia visita pastorale, durante la quale ho incontrato tutti, dagli anziani dei piccoli centri del Nocerino ancora in difficoltà per i postumi del terremoto del ‘97 agli imprenditori turistici di Assisi. E poi l’anno scorso caratterizzato dal Sinodo diocesano di cui a breve decreterò i risultati con un libro che ho voluto titolare: “Tu sei la nostra gioia”. E sono proprio la gioia e la gratitudine verso la sua comunità i sentimenti più forti che monsignor Sorrentino si sente di esprimere in questo momento. “Sono felice innanzitutto che con il Motu Proprio di Benedetto XVI si sia sviluppato un percorso di unità con le famiglie francescane che sono rappresentate in consiglio episcopale attraverso i due custodi delle Basiliche papali. E’ motivo di altrettanta gioia l’intenso cammino di riscoperta
della Scrittura attraverso le scuole della Parola, della preghiera e della contemplazione che sono i punti fermi e di riferimento di qualsiasi comunità. E poi è motivo di soddisfazione il percorso di rinnovamento delle parrocchie basato sulla rete di piccole comunità che abbiamo chiamato ‘Famiglie del Vangelo’ e che abbiamo ‘esportato’ con successo anche negli Stati Uniti dove la crisi dei valori e della famiglia sono in fase ancora più avanzata e preoccupante che da noi.
Anche la recessione economica, la mancanza di lavoro, lo sgretolamento dei rapporti e delle relazioni si sono fatti sentire in maniera evidente ma abbiamo cercato di rispondere implementando la carità attraverso i nostri centri ed istituti, primo fra tutti il Serafico, dando accoglienza ai profughi e sviluppando una coscienza civica basata sulla dottrina sociale della Chiesa che la scuola socio-politica ‘Giuseppe Toniolo’ sta proponendo con il suo percorso di studio. Ringraziando di cuore tutti, i sacerdoti, i religiosi, i miei collaboratori, i laici impegnati e l’intera comunità diocesana mi auguro – conclude monsignor Sorrentino – che si possa crescere insieme sentendoci sempre più parte di una vera famiglia”. L’anniversario è stato ricordato nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli con la celebrazione serale presieduta dallo stesso vescovo. Una ricorrenza che è coincisa con la celebrazione della prima apparizione della Beata Vergine Maria a Lourdes e della Giornata mondiale del malato. Sono giunti da tutta la diocesi gli auguri e i ringraziamenti più sentiti; ma anche da fuori, da lontano e precisamente dal patriarca di Gerusalemme per i latini Fouad Twal. Al termine della celebrazione ci sono stati degli interventi molto toccanti. 3
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Chiesa Insieme MARZO 2016
Primo piano
Arrivati a destinazione i fondi raccolti con il progetto Javarì, ecco la lettera del vescovo Pereira
Dall’Amazzonia un grazie alla diocesi Alberto Cecconi
ASSISI - Il vescovo dom Adolfo Zon Pereira, S.X., titolare della diocesi dell’Alto Solimões in Amazzonia, ha scritto una lettera di ringraziamento alla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino per i sostegni inviati. Questi ultimi sono il frutto delle offerte dei cristiani della nostra diocesi ottenuti con le raccolte della “Quaresima di carità” proposte dalla Caritas e dal Centro missionario diocesano; in essi vi sono confluiti anche i contributi arrivati dai “Ragazzi per il Javarì” con i loro laboratori ed i successivi mercatini. La lettera, indirizzata al vescovo Domenico Sorrentino, vuole essere un grazie esteso a tutti i cristiani della nostra diocesi. Dall’Amazzonia è arrivata anche un’altra bella notizia: il nostro amico fra Carlo Maria Chistolini è stato eletto titolare della Custodia dei Frati Cappuccini dell’Alto Solimoes e Roraima: sarà il nostro caro confratello a guidare l’azione missionaria e pastorale dei frati Cappuccini in Amazzonia.
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Riparte l’iniziativa missionaria
Quaresima di solidarietà ASSISI - E’ ripartito con il mercoledì delle Ceneri, il progetto missionario diocesano Javarì, che dal 2009 la diocesi sostiene con le raccolte della quaresima di carità. Il materiale di animazione missionaria sarà distribuito e inviato alle parrocchie e agli istituti religiosi femminili e maschili affinché ciascuno nel proprio ambito possa crescere nella carità con un piccolo gesto di solidarietà e di aiuto verso le popolazioni più bisognose dell’Amazzonia. 3
Chiesa Insieme
MARZO 2016
Caritas
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La storia di tre nigeriane sfuggite alla morte e ospitate in Vescovado ad Assisi
Continua l’emergenza sfollati Antonella Porzi
ASSISI – Continua l’emergenza profughi che la Caritas diocesana sta cercando di fronteggiare mettendo in campo tutti i sostegni a sua disposizione. Un’emergenza che va a sommarsi all’attività di supporto che l’ente già svolge nei confronti della comunità locale che versa in condizioni disagiate a causa della crisi economica. Dopo i tanti aiuti già espletati nei mesi scorsi nei confronti dei numerosi profughi giunti da diverse nazioni è previsto l’imminente arrivo di un ulteriore gruppo di migranti “che con le loro storie drammatiche – spiega il direttore della Caritas suor Elisa Carta - andranno sostenuti e supportati sotto tutti i punti di vista”. Ancora una volta la Curia vescovile di Assisi ha aperto le porte per dare ospitalità a tre ragazze nigeriane che attualmente vivono nell’appartamento messo a loro disposizione dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino. Cristy, Hope e Favour, questi i loro nomi, sono tre sorelle di trentacinque, quattordici e sedici anni da cinque mesi in Italia dopo aver affrontato un lungo viaggio della speranza rivelatosi invece fatale per il fratello tragicamente annegato prima di giungere a Lampedusa. Le tre sorelle sono orfane e hanno perso tutti i loro fratelli. Non parlando bene l’italiano vengono aiutate in ogni loro esigenza dalle suore carmelitane messaggere dello Spirito Santo con le quali condividono i momenti dei
pasti quotidiani. Essendo cattoliche, ma non avendo due di loro ancora ricevuto il sacramento del battesimo, hanno già chiesto al vescovo che le sta seguendo in tale preparazione di esaudire questo loro desiderio. Per far conoscere l’attività messa a punto dalla Caritas diocesana è stato realizzato un video intitolato “Ero straniero e mi avete accolto” che potrà essere visionato sul canale You Tube del sito della diocesi www.diocesiassisi.it “E’ una Chiesa dal cuore grande e dalle porte aperte. E’ questo il sogno di Dio per la Chiesa, è questo anche il mio sogno di pastore – dice monsignor Sorrentino all’inizio del documentario - . E’ tempo di amore per questa umanità così tartassata dalla violenza, dal sangue e dalla guerra – continua il presule - . Bisogna che la Chie-
sa dia questa testimonianza grande di unità. E’ bello che questo cominci da noi pastori, dai frati, dalle suore da quanti hanno la vita consacrata; ma è bello – aggiunge - anche che sia una condivisione di tutta la comunità cristiana. E’ un appello che faccio alle parrocchie, alle piccole comunità, alle Famiglie del Vangelo che stanno nascendo nelle parrocchie a tanti gruppi e associazioni. Apriamoci – incita il presule - perché se questi fratelli trovano in noi una famiglia, la famiglia di Gesù, non soltanto si sentiranno loro accolti ma ci sentiremo anche noi meglio, cresceremo”. Con questo “viaggio” fatto da suor Elisa Carta nei luoghi di accoglienza, sono state ripercorse insieme ai religiosi e agli operatori le attività e le modalità di assistenza messe a disposizione degli ospiti. Per quanto riguarda le attività si passa dai corsi di italiano per un migliore inserimento, alle attività manuali semplici che danno stimolo alla creatività e aiutano a sentirsi utili infine ai lavori più vari e diversificati. Viene curato non solo l’aspetto teorico e pratico ma anche quello delle relazioni che va dall’ascolto alla condivisione. I luoghi che nello specifico sono stati visitati sono: il monastero delle Suore bianche, quello della congregazione delle suore francescane missionarie di Maria, Casa La Madonnina, Casa Papa Francesco e il monastero di Bose.
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Chiesa Insieme MARZO 2016
Celebrazioni
Celebrazione del mercoledì delle ceneri nella cattedrale di san Rufino
Quaresima nel segno della misericordia Suor Maria Rosaria Sorce
ASSISI - Mercoledì 10 febbraio nella cattedrale di San Rufino monsignor Domenico Sorrentino ha presieduto la santa messa concelebrata dal vicario don Maurizio Saba e dal superiore del Sacro Convento padre Mauro Gambetti, i parroci del Vicariato di Assisi e religiosi. Alla celebrazione, animata dal coro della parrocchia di San Pietro, numerosi i presenti tra i quali anche i catecumeni congedati dal vescovo, come il rito richiede, dopo la liturgia della Parola e l’imposizione delle Ceneri. Il presule ha espresso loro la gioia della comunità nell’accoglierli e accompagnarli nella fase di preparazione più immediata al Battesimo, perché essi ci ricordano un momento importante della nostra vita e l’entusiasmo di riprendere il cammino. “Il mercoledì delle Ceneri, inizio del cammino quaresimale vicariale ha ricordato il vescovo - ci fa rivolgere lo sguardo alla nostra fragilità; dob-
biamo, invece, subito rivolgerci allo sguardo del Padre e sentirlo Padre. Questa l’esperienza storica del popolo di Dio: l’esperienza delle lacrime, mentre il profeta lo incoraggia ‘chissà che Lui non torni a volgere il suo sguardio verso di voi’ quello sguardo di Padre. Un Padre dalle braccia aperte che ci ama e ci accoglie ancora oggi e che solo Gesù ci ha rivelato in pienezza come volto misericordioso del Padre. Non c’è nessun peccato che ci inchioda che l’amore del Padre non possa schiodare. Di fronte a tale amore e misericordia - ha concluso monsignor Sorrentino - non possiamo adeguarci e sopportare neanche il peccato veniale; un Dio che ci ama tanto deve da noi essere immensamente amato. Per questo dobbiamo riprendere il cammino di conversione e di guarigione, che faremo con le lectio quaresimali del mercoledì in cattedrale. Abbiamo bisogno di guarire e vogliamo guarire, consapevoli che a volte anche dentro il bene: digiuno,
preghiera, penitenza ed elemosina, può entrare l’orgoglio di farlo per apparire. Gesù ti scava dentro e ti dice allora di entrare nel tuo intimo, nella tua casa, nel chiuso della tua stanza per trovare Lui che solo ti basta, il suo bravo ti basta e ti fa sentire il desiderio di dare e fare di più. Aumenta oggi la grande sfida della carità - ha continuato il vescovo -; bussano alla nostra porta, alla nostra mensa, è Gesù che ci bussa, quella porta della misericordia del Giubileo che dobbiamo attraversare per aprirci alla misericordia e che eleva la nostra realtà ecclesiale è Gesù”. 3
Chiesa Insieme
l’analisi
MARZO 2016
Giubileo
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Eterna è la sua misericordia Padre Francesco De Lazzari
Misericordia: Dio, dal cuore grande,
chiede di entrare nel cuore piccolo dell’uomo. Dio bussa non violenta, non si impone. Egli è Colui che è. E il suo essere lo definisce l’apostolo ed evangelista Giovanni, “Dio è Amore”. Anno della misericordia. A tutti ci viene chiesto di aprire il cuore. Di aprirlo al nuovo. Al cuore di Dio. Perché Dio è sempre nuovo, eternamente nuovo. Un cuore dall’amore infinito, immenso. Non proiettato su se stesso ma sull’uomo. Non per chiedere ma per donare. Donare è proprio dell’amore. Donare è l’esprimersi di Dio, il farsi conoscere, l’essere disponibile, entrare in relazione. Dio è Dio solo perché è cosi. Non facilmente comprensibile per le nostre categorie umane, pienamente accettabile e desiderabile per chi lo accoglie nella fede. Diversamente non sarebbe Dio. Un Dio dall’amore senza confini. Amore che non si esaurisce. Anzi, donandosi si dilata, si espande. In termini umani diremmo si moltiplica. In termini divini, diremmo, è vita nuova, rigenerante, appagante, attraente. Un amore che non si nasconde ma che si fa sempre presente, attivo, elevante. Si, perché l’amore di Dio si concretizza nell’amare senza misura; va oltre ogni misura, facendosi perdono e misericordia. Due termini, soprattutto misericordia, che si stanno significativamente imponendo sull’essere Chiesa oggi, sulla pastorale più “aggiornata” della Chiesa di oggi. Il Concilio Vaticano II ha dato la nota, il Magistero dei Papi ne ha composto una meravigliosa sinfonia. Papa Francesco ne è l’esperto Direttore con la parola e con l’esempio. Se la missione di Dio è donare amore, la vocazione dell’uomo è riceverlo. Questi è oggetto nel riceverlo, soggetto nel donarlo anche se Dio rimane sempre primo soggetto dell’amore. La missione di Dio è iniziata con la creazione, dono stupendo dalle innumerevoli sfaccettature, dai più variegati colori, dalle fantasie illimitate. La creazione si manifesta come primo immenso e fecondissimo dono dell’amore di Dio. Un dono giardino preparato per un altro dono d’amore, l’uomo. Creatura prediletta di Dio,
l’uomo diventa l’oggetto, persona-individuo più prezioso per Dio. Dio ha riempito di Sé la creazione, ma solo l’uomo è creato a sua immagine e somiglianza. Con lui passeggiava in amicizia nel giardino che gli aveva preparato. Lo faceva come bisogno d’amore da comunicare. Per vivere familiarità, comunione, gioia divina e umana: Dio gioia dell’uomo, l’uomo gioia di Dio. Ma l’uomo si perde, ripiegandosi su se stesso, credendosi autosufficiente, lasciandosi ingannare da chi non è Dio, il diavolo, nemico di Dio e invidioso della felicità che Dio aveva donato all’uomo. Diavolo vuol dire divisione, personificazione di colui che divide. Il diavolo si può definire il seme di divisione dentro il cuore dell’uomo. Dopo il peccato originale, l’uomo non capisce più se stesso, non ha più la gioia di Dio in sé, la gioia e la capacità di relazionarsi con i suoi simili. Non passeggia più in amicizia con il suo Dio. Insieme a sua moglie, si nasconde a Dio. La nuova vita si dispiega nel tormento, nella fatica, nella disperazione, nella mancanza di prospettive. La vita si fa difficile. Ma Dio non abbandona l’uomo a se
stesso. Non si nasconde all’uomo. L’amore non si pente mai, seguita a donare amore. Il prediletto rimane il prediletto: Metterò inimicizia tra te e la sua stirpe. Questa ti schiaccerà. E’ la sentenza di Dio sul diavolo. E, così, Dio, percepito dall’uomo come paura di incontrarlo, come giudice severo, si manifesta all’uomo “il misericordioso” che si china sulle sue ferite per curarle, per guarirle. Il Dio amore si manifesta Dio di speranza. E l’uomo, dal ripiegamento su se stesso, dalla fatica di vivere, punta tutto se stesso, pur con le sue povertà e miserie, sul nuovo dono di Dio, la speranza. Dio colloca l’uomo nel giardino della speranza, della misericordia, del perdono, della compassione. Sono questi i fiori del nuovo giardino di Dio per l’uomo Passano i secoli; Dio seguita a seminare speranza. Stipula un’alleanza con il popolo, la rinnova quando il popolo la tradisce, manda profeti, re, sapienti per farsi conoscere sempre più nella sua essenza: è il misericordioso. Il popolo lo riconosce, si pente dei tradimenti, ritorna al suo Dio e canta: “Eterna è la sua misericordia”. Aumenta la speranza, nasce la necessità dell’attesa, della realizzazione di una consolante promessa, il Messia salvatore. E sorge spontanea la preghiera, il grido del popolo: “Tu, Signore; redimerai Israele, il tuo popolo, da tutte le sue colpe”.
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Chiesa Insieme MARZO 2016
Famiglie del Vangelo
Numerosa partecipazione al ritiro delle CMFV con la Caritas
“Chi è il mio prossimo?”
ASSISI - Grande partecipazione al ritiro di domenica 7 febbraio, organizzato dalle CMFV in collaborazione con la Caritas diocesana. Come sempre il momento caratterizzante del ritiro è stata la riflessione del vescovo Sorrentino, dalla quale ha preso corpo e vita l’intera giornata: “Chi è il mio prossimo?” - Amare secondo il Vangelo. Dopo la lettura del passo di Luca (Parabola del Buon Samaritano) il vescovo suscita l’attenzione e permette la riflessione dei presenti, spiegando sapientemente l’aspetto inattendibile e insolito che costituisce il perno della parabola. “Sulla strada, dopo il sacerdote e il levita - ha spiegato monsignor Sorrentino - passa e si ferma proprio un samaritano, considerato un eretico, un infedele, uno straniero disprezzato dagli ebrei. Per il samaritano amare il prossimo significa farsi carico, accettare di
perdere tempo, rimetterci denaro, ma soprattutto ospitare nel suo cuore la persona incontrata nel suo cammino. Noi, ne siamo capaci? Oppure appena ci rendiamo conto che la nostra esperienza diventa troppo pesante, abbandoniamo tutto e scappiamo lontano? La molla che fa scattare nel samaritano la decisione di aiutare il malcapitato, non curandosi delle barriere di culto o di nazionalità, di esporsi a possibili rischi, è la compassione che fa superare ogni forma di pregiudizio per incontrare l’uomo, diventando noi stessi “prossimo”. Abbiamo la consapevolezza che l’altro ha bisogno di noi, ci commoviamo, ma non riusciamo a muoverci verso di lui, perché sentiamo che dentro di noi non si sta muovendo niente, proprio perché non proviamo compassione, perché non riusciamo a “conpatire”, cioè soffrire insieme a lui. La Misericordia di Dio verso gli uomini è il cuore del suo messaggio d’amore e Dio per noi diventa senso compiuto quando cominciamo a comportarci e agire come quel samaritano, solo così potremmo testimoniare che il Regno di Dio è venuto tra noi e agisce dentro di noi”. Dopo la riflessione del vescovo ci siamo messi davanti a Cristo interrogando il nostro cuore, prima da soli poi condividendolo con gli altri. Il pranzo è stato il momento della fraternità con alcuni giovani profughi provenienti da altre realtà, ospiti di alcune
strutture di accoglienza diocesane. Nel pomeriggio la visione del video realizzato dalla Caritas diocesana, presentato dalla sua direttrice, Suor Elisa Carta, che ha illustrato le varie attività che stanno svolgendo volontari e consacrati nei vari centri di accoglienza per i profughi arrivati in Diocesi. “Una chiesa dal cuore grande e dalle porte aperte questo è il sogno di Dio ma anche il mio sogno di pastore” così si è espresso Monsignor Sorrentino all’inizio di questo filmato ed è questo che si sta cercando di fare in Diocesi anche se il lavoro da fare è tanto e tutti noi dobbiamo sentirci interpellati in prima persona. Suor Roberta, delle suore francescane di Lipari, e suor Monica, delle suore francescane Missionarie di Assisi, hanno dato testimonianza della loro esperienza di accoglienza. Da entrambe è emerso come chi accoglie riceve sempre di più di chi viene
La testimonianza di chi ha partecipato all’incontro tenutosi a Torchiagina
Quando ci si ritrova e si torna a casa felici TORCHIAGINA - L’incontro di venerdì 29 gennaio partito stanco per la pigrizia di uscire la sera, si è rivelato veramente significativo, ha suscitato in tutti noi, il fervore del cuore per l’intensità della parola e le sorprese che ci ha rivelato, sono venuti a pregare con noi don Marco Armillei e Cinzia. Il Vangelo della domenica (Lc 4,2130) ha ispirato profonde riflessioni e padre Michele il nostro parroco, sempre concreto e molto profondo, ha sottolineato l’importanza di non fermarci di fronte alle difficoltà quotidiane ma
di “camminare” andare oltre, ascoltare chi ci sta vicino e testimoniare la nostra fede con costanza e misericordia. Nell’emozione della condivisione della Parola è stato bello vedere come tutti piano, piano riusciamo a parlare e diventiamo sempre più esperti nel “leggere” con occhi diversi la Parola e arricchire noi e i fratelli con le riflessioni scaturite. Abbiamo concluso l’incontro soddisfatti più del solito perché don Marco ci ha invitati a partecipare ad un incontro con la sua comunità, quindi presto
saremo ospiti a Bastia Umbra. Caspita quanto siamo diventati bravi… la nostra comunità è proprio fortunata il parroco sempre presente e suor Maria Delia che ci sprona a pregare e ci emoziona con i suoi pensieri. Alla fine con il torcolo di san Costanzo abbiamo festeggiato il compleanno di Antonella Boschetti che ringraziamo per la sua gentilezza e la disponibilità ad aiutare chi ha bisogno: Auguri Antonella da tutti noi. Un grazie di cuore a padre Michele, suor Maria Delia, don Marco,
Chiesa Insieme
Famiglie del Vangelo
MARZO 2016
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Da Assisi a Policastro piccole comunità crescono Franca Zizza *
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accudito. Queste persone arrivano a volte sconvolte, con il peso delle loro ferite e diffidenti e occorre davvero tanto amore che si fa pazienza, delicatezza, sensibilità: quell’atteggiamento materno e paterno unito alla forza risanatrice di Gesù. Queste ragazze/i non hanno scelto di stare insieme e a volte hanno difficoltà, discutono e suor Monica racconta come grande gioia ha provato una sera quando, dopo una lunga discussione, prima di andare a letto, sono riuscite a recitare tutti insieme la preghiera del Padre Nostro. Ad arricchire una giornata già così piena di grazia, la presenza della CMFV proveniente da Policastro Bussentino che hanno condiviso con noi la loro esperienza.
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Servizio per il rinnovamento delle parrocchie con le piccole comunità Cinzia e a tutta la comunità, che la fede, la speranza e la carità, l’inno più bello di San Paolo, siano sempre più, radicati nelle nostre vite per essere Caritas-amore senza condizioni.
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Famiglie del Vangelo di Torchiagina
“ e dovessi camminare in una selva oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me”. Inizia così il percorso che mi avrebbe portato ad essere una componente della famiglia spirituale della mia parrocchia. In un momento di buio nella mia vita mi ritrovai a fare un viaggio ad Assisi, dove ero stata ospite già tante volte, ma questa volta qualcosa di straordinario in quel luogo a me tanto caro, vicino al mio amato “Francesco” stava per succedere. In un incontro del tutto casuale per me, ma non per “Lui”, mi sono imbattuta in Suor Angela, (Comunità Maria Famiglie del Vangelo) che mi ha parlato del progetto delle CMFV. Un grande progetto che lei, suor Benedetta Maria insieme al vescovo monsignor Sorrentino e ad altri, stavano realizzando nella diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e in America. In quello stesso istante ho capito che il Signore aveva organizzato tutto ed era venuto a portarmi via da quella selva oscura. Sono tornata al mio paese e ne ho parlato subito con il parroco don Antonino Savino e un gruppo di amici e abbiamo deciso di incamminarci in questo progetto. Dopo un po’ di tempo si è formato un gruppo di persone i cui componenti si erano scelti a causa di alcune vicende umane che ognuno viveva: anche qui abbiamo capito che era direttamente il Signore che ci designava. A causa di alcune avversità non riuscivamo a trovare una casa con una buona connessione internet e di conseguenza non riuscivamo ad iniziare la formazione che abbiamo regolarmente seguito via skype. Agli inizi di dicembre a casa della mia amica Lorella, non per caso in contrada “Crocifisso”, siamo riusciti a cominciare. Devo dire che da questo viaggio ad Assisi è arrivato per me un grande dono: la conversione di mio marito insieme alla voglia sfrenata di iniziare questo cammino. Sono passati pochi mesi ma la mia vita e quella degli altri componenti è cambiata. Eravamo già un gruppo di amici ma ora i legami si sono rafforzati, ci sosteniamo l’uno con l’altro, preghiamo insieme,
gioiamo insieme, ci confrontiamo e le nostre giornate non iniziano mai senza averci augurato il buongiorno e aver recitato la preghiera di Consacrazione. In poche parole stiamo sperimentando l’amore allo stato puro. Essere famiglia spirituale è mettere al centro della tua vita “La Parola” che ti trasforma e ti rigenera e i benefici li vedi nei piccoli gesti quotidiani, li vedi nei rapporti con gli altri, in come affronti la tua quotidianità e li vedi anche tra i componenti della famiglia naturale. La cosa più bella di quando ci si riunisce e’ vedere i componenti maschili aprirsi alla preghiera e sentire sempre più la presenza di Gesù nelle nostre vite. La famiglia Spirituale è un tessuto avvolgente che va a rafforzare la famiglia naturale, ne ricostruisce i rapporti, la valorizza e la rafforza. Ti fa sentire la necessità di metterti a disposizione della comunità parrocchiale, fa nascere la voglia di incontrare il tuo prossimo e sopratutto fa vedere nell’altro il volto meraviglioso di Gesù e ti fa capire che prima di tutto deve chiederti come puoi essere tu prossimo per gli altri. La famiglia spirituale ti fa lodare e ringraziare il Signore, ti fa pregare, ti nutre e ti spinge sempre più a conoscere il Padre, ti fa sperimentare l’unità con i fratelli. Ti senti rivestita di tanto amore, non sei più tu a vivere in te, ma il Signore, che ti guida e ti fa vedere tutto con i suoi occhi. “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce”
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*CMFV di Policastro Bussentino della Diocesi di Teggiano
Chiesa Insieme 10 MARZO 2016
Formazione
Ha preso il via il tradizionale ciclo di incontri della Commissione regionale per l’educazione della CEU
Uomo e umanesimo dopo Firenze 2015
Ombretta Sonno
ASSISI – È iniziato il ciclo d’incontri di formazione e aggiornamento, organizzato dalla Commissione regionale per l’Educazione della Conferenza Episcopale Umbra, presieduta da monsignor Domenico Sorrentino per riflettere sul fondamentale tema: In Cristo il nuovo Umanesimo - Piste di riflessione, dopo il convegno ecclesiale di Firenze nel contesto del Giubileo della Misericordia e della Laudato sì. Tale evento è destinato al mondo scolastico: dirigenti, docenti e alle famiglie dei ragazzi. Uomo ed Umanesimo dopo il Convegno di Firenze 2015 (9-13 novembre) è la tematica specifica del primo incontro di quest’anno che ha visto come relatore il professore don Giuseppe Lorizio. Dopo l’introduzione di Annarita Caponera, coordinatrice della Cresu e l’intervento del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, ha preso la parola il protagonista del convegno fiorentino: don Pino Lorizio, docente ordinario di Teologia fondamentale presso la facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense di Roma. Il professore ha esordito dicendo di voler iniziare il suo intervento dal 13 novembre 2015, data conclusiva del congresso di Firenze, con una domanda specifica, affermando: “Tutti i lavori svolti al convegno sarebbero stati diversi se ci fosse già stato l’attentato di Parigi? Mi sono convinto che la linea di Firenze era molto più urgente, la linea per la non violenza e in quest’occasione la voglio riprendere in chiave educativa”. Don Pino chiarisce come, a suo avviso, sia più idoneo il termine educazione come cura che emergenza educativa. La cura educativa sta a
indicare il prendersi cura dell’ambiente scolastico, degli altri come soggetti attivi e soprattutto prendersi cura di se stessi. Ogni docente deve imparare a prendersi cura di se stesso, cioè aggiornarsi, continuare a leggere, a studiare, poiché senza l’approfondimento non possiamo insegnare. L’educazione deve essere un luogo, un momento in cui poter intessere delle alleanze con i colleghi, la scuola e il mondo extra scolastico. Per fare questo, abbiamo bisogno di approfondire e aggiornare le conoscenze con il nostro punto di vista, cercando di essere continuamente in cerca di nuove alleanze. Possono esistere varie tipologie d’alleanza, come quella tra uomo e natura, che porterebbe ad un rapporto sereno ed equilibrato, che di certo, nei contesti urbani ne hanno più bisogno. È importante uscire da una mentalità tecnocratica, da un potere tecnocratico; questa tipologia di mentalità rischia di farci soccombere. Certamente, noi dobbiamo educare come usare la rete ai “nativi digitali”, ai ragazzi, insegnare loro con il metodo di discernimento a distinguere tra ciò che è autentico, da ciò che è fuorviante. Papa Francesco, più volte, afferma che non è vero che ciò che viene dopo il progresso è un vero progresso umano. Un’altra alleanza di cui ha parlato il relatore, è quella tra uomo e donna; quando il rapporto tra loro viene a mancare si crea un antagonismo che distrugge le capacità della coppia d’essere attiva, di una sana e vera educazione umana. Inoltre, fondamentale è l’alleanza tra le generazioni, ossia tra chi è chiamato a fare l’educatore e chi è chiamato a essere l’educato. “Questo - ha detto - ci porta a riflettere su un concetto importante: l’educazio-
ne non è omologazione, deve esserci il rispetto delle differenze, non solo quelle dell’altro, ma anche le proprie differenze, non solo religiose, ma anche culturali e umane. È basilare che ci sia un’attenzione alle differenze tra i popoli e le culture; un esempio può essere l’incontro di papa Francesco con Kirill, patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, segno di una rappacificazione ecumenica che potrà essere portatrice di pace e di concordia. Quando si parla di ragazzi, non dobbiamo trasferire in loro la nostra non-fiducia nella politica e nei suoi rappresentanti; è necessario abituarli a partecipare alla vita sociale, anche politica. Inoltre, abbiamo bisogno di riprendere un rapporto serio con le istituzioni, in particolare con la scuola, fare la nostra parte partecipando attivamente alle attività didattiche, effettuando una sorta di critica costruttiva. Avere fiducia nei giovani significa avere fiducia nel futuro, per un futuro migliore. Tra le varie alleanze, - ha continuato don Lorizio - non si può non sottolineare l’importanza che coinvolge la vita ecclesiale: l’alleanza tra Cristo e la Chiesa. Quando parliamo di Cristo, non possiamo fare un discorso separato per la Chiesa, poiché Cristo e Chiesa sono inscindibili tra loro. Talvolta, siamo partecipi di discorsi che ci portano a scindere le due entità. A tal punto diventa necessario tornare nei nostri ambienti e cercare degli alleati affinché questi possano rivolgersi in maniera armonica nel contesto educativo. Non possiamo dimenticare il nostro punto di vista religioso cristiano, non è possibile essere neutrali, quando parliamo delle altre confessioni religiose. È importante tener conto del contesto in cui viviamo: il Cristianesimo fa parte delle nostre radici e tradizioni e questo non possiamo dimenticarcelo. Cogliere il vero nelle altre religioni non significa denigrare l’altro. La verità, cui cerchiamo di appartenere, è importante vederla e concepirla in maniera simpatetica con situazioni di dialogo con gli altri. La verità non si esprime in una forma violenta, è fondamentale favorire la cultura dell’“incontro” e non quella dello “scontro”, come ribadito più volte dal Santo Padre”. 3
Chiesa Insieme
News
Gruppo della diocesi in visita alla Sinagoga, al ghetto e al museo ebraico
Assisi e gli Ebrei ancora più vicini
ASSISI – Assisi e la Comunità ebraica di Roma sempre più vicine grazie alla visita alla Sinagoga, al ghetto e al museo ebraico organizzata dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino nell’ambito delle iniziative collaterali al Giorno della Memoria. Oltre cento persone guidate dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino, dal vicario generale don Maurizio Saba e dal responsabile della Commissione dello Spirito di Assisi padre Egidio Canil, hanno infatti preso parte domenica 28 febbraio a questo tour proposto
dall’Ambasciata di Israele presso la Santa Sede. Lo stesso ambasciatore sua Eccellenza Zion Evrony e la moglie Rita che erano venuti in Assisi e, visitando il museo della Memoria erano rimasti positivamente colpiti per quello che la città ha fatto nei confronti degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, hanno fatto da accompagnatori al numeroso gruppo che è stato ricevuto anche dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e dal Rabbino capo Riccardo Di Segni.
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La ragazza ha trovato la sua prima occupazione a Londra,
il saluto del vescovo
Il lavoro e i giovani: un mesaggio di speranza da Yadira ASSISI – Il lavoro e i giovani. Con l’emigrazione che, in tanti casi, sta tornando d’attualità: ci si allontana dalla propria terra, dalla famiglia, dai volti ed ambienti più cari, dai riferimenti importanti nella vita di ciascuno. Lo si fa, però anche con coraggio e fiducia, soprattutto se c’è la consapevolezza di lasciare radici affettive solide, basate su valori fermi condivisi. E che non si perdono, nonostante le distanze fisiche. E’ quanto sta accadendo a Yadira Cerasa, una ragazza cannarese di 23 anni, una brillante laurea in infermieristica presso la sede di Foligno del dipartimento di medicina. La neo dottoressa, che frequenta il gruppo del Rinnovamento dello Spirito di Prepo (Perugia), poi la “famiglia del Vangelo” di Cannara, appena conseguito il titolo, si è attivata ed ha partecipato a varie
selezioni per poter lavorare in ospedali europei. La vigilia di Natale le è arrivato il “regalo”, le è stato comunicato l’esito positivo delle selezioni da parte del Royal Cornwall Hospital, in Inghilterra. Yadira partirà il 17 febbraio 2016 dall’aeroporto di Perugia per Londra, con in tasca un bellissimo contratto di lavoro. E tante speranze per un futuro professionale gratificante, al servizio del prossimo. E che è anche un messaggio per tanti giovani che soffrono la precarietà per la mancanza di lavoro nella propria terra, in Italia. Yadira è stata salutata con calore dalla famiglia del Vangelo di Cannara, di cui lei fa parte, e che la accompagnerà in questa avventura con la preghiera e l’affetto di sempre; prima di partire la giovane si è anche incontrata col nostro vescovo monsignor Domenico
MARZO 2016
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IL CATECHISMO VA ON LINE
ASSISI – Sfruttare al meglio le nuove tecnologie per evangelizzare e migliorare la conoscenza della Parola di Dio da parte dei fedeli. E’ questo l’obiettivo dell’iniziativa del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino che ha avviato un ciclo di video-catechesi per adulti sui fondamentali della Chiesa cattolica a disposizione sul sito della diocesi (www.diocesiassisi. it). “Sono dieci brevi lezioni di circa 10-15 minuti con il Vangelo e la Bibbia alla mano – spiega il vescovo –, attraverso le quali cerco di spiegare in maniera semplice alcuni dei temi basilari della nostra religione (il desiderio di Dio nell’uomo, la rivelazione di Dio, Gesù pienezza della rivelazione, la trasmissione della rivelazione di Gesù, la Sacra scrittura, la fede, il senso della fede, sacra scrittura ecc.) affinché tutti possano comprendere, approfondire e riflettere. 3 Sorrentino, che l’ha abbracciata ed incoraggiata come un padre per questa bella opportunità che la vita le offre, sussurrandole queste dolci parole “Cara Yadira, bisogna che si tagli il cordone ombelicale perchè la vita fiorisca, anche Francesco era un giovane ragazzo come te quando iniziò la sua missione nel mondo”- e le ha impartito la santa benedizione. Auguri Dottoressa Yadira !! 3
Chiesa Insieme 12 MARZO 2016
APPUNTAMENTI 12 Sab - 4.a di Quaresima
MARZO / aprile 2016 Pellegrinaggio giubilare in Cattedrale del Vicariato di Gualdo Tadino alle ore 16.30
13 Dom - 5.a Domenica di Quaresima 14 Lun - 5.a di Quaresima 15 Mar - 5.a di Quaresima 16 Mer - 5.a di Quaresima 17 Gio - 5 a di Quaresima 18 Ven - 5.a di Quaresima 19 Sab - 5.a di Quaresima
- GIUBILEO DEI LAVORATORI ore 11.00 in Cattedrale - GIUBILEO DEI GIOVANI: Catechesi e Veglia delle Palme in Cattedrale ore 19.00 - 22.30
20 Dom - DOMENICA DELLE PALME 21 Lun - Settimana Santa 22 Mar - Settimana Santa 23 Mer - Settimana Santa
Messa crismale in cattedrale alle ore 16.30
24 Gio - Cena del Signore
Messa nella cena del Signore, ore 17.30 cattedrale di san Rufino
25 Ven - Passione del Signore
- Cattedrale di san Rufino, ore 6,45 - Ufficio delle letture e processione - Celebrazione della passione e processione - ore 19.00 cattedrale di san Rufino - Giornata per le opere della Terra Santa (colletta obbligatoria)
26 Sab - Settimana Santa
VEGLIA PASQUALE, ore 22.30 cattedrale di san Rufino
27 Dom - PASQUA 28 Lun - Lunedì dell'Angelo 29 Mar - Ottava di Pasqua 30 Mer - Ottava di Pasqua 31 Gio - Ottava di Pasqua 1 Ven - Ottava di Pasqua - (APRILE) 2 Sab - Ottava di Pasqua 3 Dom - 2.a Domenica di Pasqua 4 Lun - ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE (s) 5 Mar - 2.a di Pasqua 6 Mer - 2.a di Pasqua 7 Gio - 2.a di Pasqua 8 Ven - 2.a di Pasqua 9 Sab - 2.a di Pasqua 10 Dom - 3.a Domenica di Pasqua
Giornata per l’Università cattolica del Sacro cuore (colletta obbligatoria)
11 Lun - 3.a di Pasqua 12 Mar - 3.a di Pasqua 13 Mer - 3.a di Pasqua 14 Gio - 3.a di Pasqua
RITIRO MENSILE DEL CLERO - Sacro Convento ore 9.00
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