N. 5 - MAGGIO 2016 - ANNO XXXIV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983
LA CARITÀ NON HA MAI FINE
Chiesa Insieme
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MAGGIO 2016
Editoriale
SOMMARIO
Ripartire
LA PAROLA DEL VESCOVO
Editoriale con il fuoco dello
Pellegrinaggio
del vescovo
Spirito - pag. 2
Focus
in
Terra Santa - pag. 3
Caritas
Anno
Primo Piano pag. 4-5
diocesana
Misericordia - pag. 6-7 Giubileo delle Confraternite - pag.8 Giubileo
Consegnato
della
dei lavoratori
il libro del vescovo
Vita Fraternità
consacrata
pellegrina contemplativa
Famiglie Giornata
a
Sinodo - pag.9
- pag. 10
del
Vangelo
Collevalenza - pag. 11
Parrocchie Parrocchie di Salmata e Bastia - pag. 12 Parrocchie di Bagnara e Boschetto - pag. 13
Museo
Iniziative diocesano
Progetto Istituto Alberghiero - pag.8
News
Il vescovo e l’imam di perugia insieme Vescovi luterani in visita - pag.15
Appuntamenti
maggio/giugno
2016 - pag.16
RIPARTIRE CON IL FUOCO DELLO SPIRITO
Itecoste, l 14 maggio, nella veglia di Penho consegnato il Libro
del Sinodo. Si concludono così oltre tre anni di preghiera e di riflessione. È un traguardo, ma soprattutto un avvio. Si riparte! Il cuore del Libro è tutto nel titolo: “Tu sei la nostra gioia”. Naturalmente il Tu è Cristo. Prendiamo sul serio la sua promessa: «Vi ho detto queste cose, perché la vostra gioia sia piena». Come scrivo nella introduzione, la parola “libro” non deve ingannare. Non siamo nel regno delle teorie e delle astrazioni. Il Libro del Sinodo è piuttosto una “tabella di marcia”. Uno strumento di comunione per un popolo in cammino, desideroso di rendere il suo passo più sicuro e spedito, avendo ben chiaro il traguardo. «Pasci i miei agnelli…Pascola le mie pecore» (cf. Gv 21, 15-16). Le parole di Gesù a Pietro rimbalzano su tutti i Pastori della Chiesa. In questo libro svolgo più che mai il mio ruolo di Pastore. Raccol-
go gli esiti di un grande “ascolto” della comunità cristiana, in tutte le sue componenti. Faccio il mio responsabile discernimento. Offro direttive. Cerco così, per quanto mi è possibile, di riecheggiare la voce di Cristo, il buon Pastore, per la nostra Chiesa di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Nuovo corso? In realtà è il Vangelo di sempre, adattato alle circostanze del nostro tempo. Abbiamo discusso abbastanza. È ora di camminare! Quanto, nelle sessioni sinodali, è stato studiato, meditato, dibattuto, qui diventa norma pastorale. La consegna è avvenuta non a caso nella festa di Pentecoste. Aspettiamo che quel vento e fuoco delle origini – l’effusione dello Spirito – faccia di nuovo il miracolo. Sia una “rinnovata” Pentecoste per la nostra Chiesa! Finiranno le difficoltà? Le fragilità? I pesi? Tutt’altro! Ma ci accompagna una grande, consolante, certezza: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20) Un abbraccio a tutti nel fuoco dello Spirito Santo. + Domenico, vescovo
Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marina Rosati Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it -
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Chiesa Insieme
Focus
MAGGIO 2016
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Tanto entusiasmo e coinvolgimento hanno caratterizzato il pellegrinaggio diocesano in terra santa
La gioia di andare nei luoghi del Maestro ASSISI – Quest’anno siamo partiti alla volta della Terra Santa in 29 (21 della nostra diocesi, la madre generale delle Suore Messaggere dello Spirito Santo e una sua consorella, padre Giuseppe Battistelli, come guida, e 5 amici di Roma), consapevoli che non bisogna temere coloro che hanno il potere di uccidere i corpi ma non l’anima, visto che Gesù ci ha rassicurati: «… non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!» (Mt 10, 28-31). Anzi, Gesù ci chiede anche di più, dicendoci che questo coraggio in lui innestato è rivelatore di identità e testimone di resurrezione: «Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; .chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10, 32-33). Certo qualche preoccupazione in qualcuno non mancava. Ma, sorpresa dell’Amore: mai più tranquillo fu un pellegrinaggio della nostra diocesi nella terra del Maestro. Siamo stati ve-
ramente bene. Sereni e tranquilli, con controlli molto ridotti, ma non per questo meno sicuri. E, a conferma delle esperienze già fatte, il pellegrinaggio si è rivelato un momento di grazia particolare, con un gruppo che ha trovato subito affiatamento e si è lasciato condurre dalla brezza dello Spirito, oltre i problemi di cui ognuno era portatore. Siamo partiti da Sant’Egidio con tale entusiasmo da anticipare addirittura l’apertura dell’aeroporto. A Roma lo scalo e poi verso Tel Aviv. La prima tappa è stata al Monte Carmelo: ci siamo affidati a Maria, perché ci prendesse per mano e ci conducesse, lei, nube generante l’Acqua della vita, al Figlio benedetto. Poi subito a Nazareth. Da Nazareth, quindi: Tabor, Lago di Tiberiade, Cana, Cafarnao, Tabga, Monte delle Beatitudini, Qasr el Yahud. Quindi, Qumran, Gerico e poi Betlemme. A Gerusalemme – dove abbiamo avuto modo di ritrovare ed
avere con noi don Federico Claure abbiamo rivissuto i momenti forti della vita di Gesù, lasciandoci coinvolgere nella sua vicenda personale. Momento fortissimo la celebrazione sulla tomba vuota del Risorto. L’ultimo giorno, dopo aver visitato e celebrato l’eucaristia ad Abu Gosh (Emmaus), abbiamo concluso il nostro pellegrinaggio a Giaffa, dove Pietro, testimone qualificato della resurrezione e chiamato a confermare i fratelli nella fede dallo stesso Signore Gesù, ridiede vita a Tabità. Su ogni luogo non è mancato un momento di riflessione a partire dalla Scrittura. Così come non sono mancati momenti di preghiera guidati dal vescovo, anche sull’autobus, ed i suoi commenti alla Parola in ogni celebrazione. Ed ora il passato è già futuro, mentre il nostro cuore canta: «l’anno prossimo a Gerusalemme». 3 Un gruppo di pellegrini
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Chiesa Insieme
MAGGIO 2016
Primo piano
Aperto grazie al sostegno del comune di Assisi, di molte aziende, del banco alimentare e al contributo
Emporio solidale: una perla per la nostra Antonella Porzi
ASSISI – E’ stato inaugurato, domenica 10 aprile, l’”Emporio solidale 7 ceste” situato in via Gabriele d’Annunzio n. 8 a Santa Maria degli Angeli e nato dalla collaborazione tra il Comune di Assisi e la Caritas diocesana. L’Emporio della solidarietà si prefigge lo scopo di offrire sostegno alle famiglie in difficoltà che vivono ad Assisi e dintorni. La sua struttura è uguale a quella di un normale negozio (minimarket) dove i prodotti, che possono essere alimenti freschi o a lunga conservazione, si ‘acquistano’ senza soldi con l’utilizzo di una ‘card sociale’ a punti. Non si distribuiscono pacchi preordinati, ma può essere preso ciò che si preferisce. Possono accedere all’Emporio coloro che, dopo aver presentato un’apposita domanda ai Servizi sociali del Comune di Assisi oppure ai Centri di ascolto Caritas e CVS aderenti al progetto (Santa Maria degli Angeli, Assisi, Rivotorto, Bastia, Bettona e Passaggio di Bettona), saranno ritenuti ‘idonei’ a seguito di una valutazione effettuata da un’apposita commissione. L’iniziativa mira a dare dignità alle persone
in difficoltà economica rendendole autonome e responsabili nelle loro scelte; ridurre lo spreco recuperando le eccedenze; promuovere una rete di solidarietà per un’equa distribuzione dei beni. L’Emporio che trae la sua fonte di sostentamento dalle raccolte delle collette alimentari e Banco alimentare dalle donazioni di alimenti da parte di aziende e supermercati deve comunque acquistare molti prodotti. L’Emporio sorto da un sogno del direttore della Caritas suor Elisa Carta è diventato realtà grazie anche all’ingente donazione di ventimila euro pervenuta dalla maratona di beneficienza “Con il cuore, nel nome di Francesco” presentata da Carlo Conti e organizzata dai frati di San Francesco che suor Elisa ha pubblicamente ringraziato nella persona del padre custode padre Mauro Gambetti presente alla cerimonia. Molte le autorità civili e militari presenti. Il vescovo Sorrentino nell’illustrare l’Emporio ha fatto riferimento a uno dei capitoli del “libro del Sinodo”, precisamente a quello che riguarda la carità, intitolato “Ne ebbe compassione” e sottotitolato “Dall’elemosina, alla condivisione, alla carità politica”. Nello spiegare queste ultime tre parole ha sottolineato che dobbiamo “aprire le braccia del cuore, le nostre case e le nostre mense” ed ha concluso che l’Emporio risponde all’invito di papa Francesco di lasciare un segno per questo anno della Misericordia. Il sindaco Lunghi dopo aver citato quanto affermato da Paolo VI e cioè che “La politica è la più alta forma di carità” ha rovesciato tale citazione dicendo che è “la carità cristiana la più alta forma della politica” e ha aggiunto che vedere un popolo che si mette insieme e collabora portando ognuno il proprio mattoncino è una grande cosa. “Quello che abbia-
mo fatto - ha concluso - è un punto di arrivo perché abbiamo realizzato una cosa concreta e un punto di partenza perché da qui potranno aprirsi altre strade”. Suor Elisa ha dichiarato: “Consegniamo a questa città una perla, la perla dell’Emporio. Abbiamo anche altre perle come: l’accoglienza che tante comunità stanno facendo ai nostri profughi. Abbiamo inoltre le altre ‘opere segno’ che già esistono e che stiamo cercando di ampliare. Quando si tratta di poveri - ha aggiunto - sogno e offro a Dio i miei sogni; se è Sua volontà si realizzano”. Ha poi spiegato come dallo spreco del pacco alimentare, a volte buttato anche se in parte, è nato il sogno di aprire l’Emporio. “Io sono contro lo spreco alimentare - ha sottolineato -. Sono stata in Africa tanti anni e ho visto tanti bambini e carcerati morire di fame. Lo spreco è contro la fame nel mondo”. Poi ha spiegato l’iter percorso per giungere all’apertura e messa a segno dell’opera. Dopo tali delucidazioni e ringraziate tutte le aziende e gli sponsor che hanno contribuito all’apertura, all’allestimento della struttura e all’acquisto dei beni, è seguita la benedizione dell’Emporio da parte del vescovo, il taglio del nastro, un ricco buffet offerto dall’istituto Alberghiero e uno spettacolo d’inaugurazione dal titolo “Parola d’amore” a cura del gruppo teatrale “Cor Unum”.
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Chiesa Insieme
della trasmissione
diocesi
“Con il
cuore”
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Primo piano
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Le più colpite sono le famiglie italiane: 500 sostegni su un totale di 950 CONTINUA L’ACCOGLIENZA
Arrivati altri tredici profughi GUALDO TADINO – E’ un’accoglienza ‘senza limiti’ quella che la Caritas di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino continua a fronteggiare nel territorio diocesano. Con il sostegno della Provincia serafica dei frati minori dell’Umbria sono stati accolti infatti nel mese di aprile altri tredici profughi, tutti uomini. Di loro uno è stato ospitato da una famiglia mentre gli altri dodici (10 del Senegal, 1 del Ghana e 1 della Nigeria) sono stati accolti nel convento della Santissima Annunziata di Gualdo Tadino dove resteranno per almeno un anno. Il ministro provinciale dei frati minori dell’Umbria, padre Claudio Durighetto ha accolto i profughi insieme alla direttrice della Caritas, suor Elisa Carta. La Caritas oltre ad aver messo a disposizione della struttura alcuni operatori stabiliti secondo le normative vigenti provvederà alla formazione scolastica ed in generale alla necessaria mediazione culturale e linguistica. I Frati minori sono impegnati principalmente nella disponibilità della struttura di accoglienza, che comprende gran parte dell’area conventuale. Ma saranno presenti anche con gli stessi frati che abitano il convento di Gualdo Tadino, padre Emidio Paesani e padre Mario Misseri.
Cresce l’allarme povertà
ASSISI - E’ emersa una situazione di povertà davvero allarmante, che colpisce molte famiglie presenti sul territorio della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, durante la conferenza stampa di presentazione dell’“Emporio solidale 7 ceste” che si è tenuta sabato 9 aprile nella sede in via Gabriele d’Annunzio n. 8. Nel corso della stessa, infatti, è stato illustrato l’‘abstract’ dei dati più rilevanti relativi alle attività dei Centri Caritas diocesani; dati forniti da un unico software, accuratamente predisposto e messo a disposizione da Caritas italiana (sistema Ospo). Alle molte strutture diocesane che già utilizzano tale sistema se ne aggiungeranno altre che si doteranno del programma. Da questo primo rapporto prodotto dall’Osservatorio delle povertà diocesano, (quello definitivo verrà presentato ufficialmente entro fine maggio), è stato rilevato che su un totale di interventi forniti a circa 950 famiglie più di 500 sono italiane. La maggior di esse ha problemi di povertà quindi economici, seguono quelli occupazionali e di lavoro, familiari, problematiche abitative, problemi di salute, di istruzione, altri problemi, handicap e disabilità, dipendenze,
detenzione e giustizia e infine bisogni in migrazione e immigrazione. La distribuzione di pacchi alimentari nel 2015 ha avuto 3738 richieste raggiungendo una percentuale pari al 68% e ha fatto registrare 16.645 interventi pari a 88,2% del totale richieste ivi comprese quelle di sussidi economici, di alloggio, di lavoro e tante altre. Mentre la situazione relativa all’accoglienza profughi ha fatto registrare un numero di 57 presenze su tutta la diocesi. Le opere della Caritas hanno una forte caratterizzazione unitaria. Si risponde alle necessità di non lasciare indifferente l’ambiente in cui si collocano che deve riuscire a farsi riconoscere il giusto spazio nei media locali. La scelta di base, di mettere al centro la persona bisognosa, da protagonista, si coniuga con la volontà, oltre che il bisogno di moltiplicare la conoscenza dei fenomeni e la loro analisi, per rispondere sempre più efficacemente e, magari, in anticipo alle richieste più svariate. Il tutto si costruisce all’interno di un ambiente che fa leva sull’attenzione all’uomo, alla gratuità, alle amicizie e alle reti solidali, che costituiscono uno strumento concreto e l’indicatore più veritiero di essere Chiesa e di incidere nei territori e nelle comunità.
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Tante
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testimonianze al
Anno della misericordia
G iubileo
dei lavoratori ;
A ntonio B aldaccini a . d .
di
U mbra G roup : “L a
vera
“Io precario non ho mai smesso di La
storia di
G iampiero ,
giovane ingegnere venuto dal
Antonella Porzi
ASSISI - E’ stato un intenso momento di comunione, ascolto e preghiera quello vissuto sabato 30 aprile a Santa Maria degli Angeli in occasione del Giubileo di lavoratori celebrato alla vigilia del “Primo maggio”. La dignità del lavoro è stato il tema portante dell’incontro, moderato da Francesca di Maolo, presidente della Commissione per i Problemi sociali e il lavoro della diocesi, durante il quale per la prima volta si sono incontra-
S ud . A lla
ti, confrontati e impegnati reciprocamente a mettersi insieme nel grande ‘banco del lavoro’ i sindacati dei lavoratori e le associazioni di categoria. “Siamo raccolti nell’interesse del mondo del lavoro con il desiderio di riflettere e aprire spiragli”. Questo quanto pronunciato in apertura dei lavori dal vescovo della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino che ha incentrato il suo intervento sulla misericordia che mette in moto le energie della solidarietà e sulla dignità per una spi-
vigilia del primo
M aggio
cgil , cisl ,
ritualità del lavoro. Il vescovo Sorrentino al termine dell’incontro ha anticipato una pagina del ‘libro del Sinodo’, nella quale ha “disegnato idealmente un triangolo della crisi nel tentativo di farlo diventare il triangolo della speranza”. Ha così accennato alla crisi di senso, di valore, di scelta, di etica, della relazione, della solidarietà. Un momento molto toccante è stato rappresentato dalla testimonianza di Giampiero, un giovane lavoratore, presente all’incontro con la sua numerosa famiglia composta dalla mo-
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Anno della misericordia
ricetta per fare impresa è investire nel capitale umano ”
crederci e di sperare”
uil , confindustria e ucid a confronto sulla dignità del lavoro
glie Maria e dai loro tre figli più uno in arrivo, che ha raccontato la sua bella seppur difficile esperienza di vita e lavorativa. Il giovane, ingegnere attualmente insegnante precario nella scuola di primo e secondo grado con un lungo e variegato ‘curriculum’, ha dimostrato che con forza e coraggio e grazie all’aiuto della comunità famiglia è possibile raggiungere qualsiasi traguardo. L’imprenditore Antonio Baldaccini, amministratore delegato di UmbraGroup, ha dichiarato che la vera ricetta per fare impresa consiste nell’investire nel capitale umano e
sull’innovazione. “L’anima di UmbraGroup - ha rivelato - sono le persone”. Ulderico Sbarra, segretario generale Cisl Umbria ha riconosciuto che “non possiamo cavarcela da soli, perché insieme si ricompone questo mondo, c’è bisogno di più cooperazione”; Vincenzo Sgalla, segretario generale Cgil Umbria ha posto l’accento sulla tutela della vita della persona che lavora affermando che “dobbiamo porre l’attenzione sugli incidenti del lavoro per debellare questa piaga”. Claudio Bendini, segretario generale Uil Umbria ha fatto riferimento alla crescita del ‘Pil’ come
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soluzione per migliorare la qualità della vita ed Ernesto Cesaretti, presidente Confindustria Umbria ha introdotto il suo discorso partendo dagli aspetti della dignità e spiritualità del lavoro. Giovanni Scanagatta, segretario generale Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) parlando del lavoro da un punto di vista sia oggettivo che soggettivo ha posto l’attenzione sul principio di sussidiarietà e Paola Vacchina, presidente Enaip (Ente nazionale Acli istruzione professionale) si è soffermata sui mestieri antichi e nuovi. Ha fatto riferimento al settore agro-alimentare, all’agricoltura, all’accoglienza, al turismo, e ai mestieri che sembravano scomparsi. “Il lavoro - ha affermato è stato profondamente cambiato. Le trasformazioni del lavoro hanno a che fare con la tecnologia, la globalizzazione la finanziarizzazione dell’economia. Altro elemento è quello culturale che ha fatto svalutare il lavoro manuale che negli ultimi decenni spesso è stato lasciato all’attenzione degli stranieri. Si è passati - ha aggiunto - dalla campagna, alla fabbrica, alla possibilità di studiare sottovalutando l’idea dei mestieri. Dobbiamo rafforzare un sistema che permetta di prepararsi al lavoro in modo diverso. Si deve poter arrivare a trovare il proprio lavoro e sentirsi realizzati. La condizione dei giovani nel nostro paese - ha sottolineato - è la più drammatica per dispersione scolastica, disoccupazione e per il fatto che non si cerca neanche più il lavoro. Il rischio è che si perdono delle generazioni e da un punto di vista sociale le persone non raggiungono l’autonomia”. Conclusi i lavori c’è stato un intenso momento di preghiera e raccoglimento con la processione, il passaggio della Porta Santa della Porziuncola e la veglia per il lavoro.
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C elebrato
il
G iubileo
Anno della misericordia
delle
C onfraternite
con una processione da
S an F rancesco
a
S an R ufino
La forza di aggregare per vivere da fratelli Suor Maria Rosaria Sorce
ASSISI - Sabato 16 aprile partendo dal piazzale di San Francesco le Confraternite della diocesi hanno effettuato il pellegrinaggio giubilare riempiendo le vie di Assisi con i colori sgargianti dei loro stendardi e degli abiti, richiamo ai diversi carismi e statuti che colorano di carità e di gioia la Chiesa. Accolti dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino sul sagrato, aspersi dall’acqua santa attraverso la porta della misericordia le Confraternite hanno fatto solenne ingresso nella cattedrale partecipando alla santa messa presieduta dal presule e numerosi sacerdoti. All’omelia monsignor Sorrentino, traendo spunto dalla liturgia della Parola incentrata sulla parabola del buon pastore ha ricordato quanto sia necessaria che: “la Parola di misericordia di Gesù rappresentata dall’icona del Giubileo - Gesù Buon Pastore e la pecora smarrita - arrivi al cuore di ciascuno. Siamo popolo e la misericordia ha a che fare con ciascuno di noi, Gesù guarda dentro ciascuno di noi; oggi all’esterno così belli con i vostri colori, non abbiate paura dello sguardo di Gesù quando ci dice la verità, perché sa farlo con grande amore,
sa dirti che è accanto a te anche se per un anno non hai saputo fare granché, ti ripete ‘non temere sono con te!’ Lasciamoci raggiungere tra le tante voci mediatiche che ci circondano, da quell’unica voce, la più importante che è quella di Gesù. Non possiamo accontentarci dell’ascolto della Parola solo la domenica – ha sottolineato il vescovo - perché troppe altre parole attaccano il nucleo fondamentale della società che è la famiglia. Che ne abbiamo fatto della voce di Gesù, la riconosciamo ancora? Dobbiamo fare i conti ora con un tempo nuovo e in certi contesti e situazioni non riusciamo a vederci chiaro. Una volta i nostri territori erano coesi, ora siamo sempre più soli, dove un tempo si respirava la fede, oggi si assiste alla disgregazione sociale e dobbiamo riaggregare e voi confraternite, lo esprime il nome che portate, avete il carisma dell’aggregazione, lasciatevi aiutare in questo dai vostri parroci e assistenti spirituali, seguendo le linee e il metodo che spiego nel libro del Sinodo al fine di creare piccoli nuclei familiari di aggregazione”. La santa messa è stata magistralmente animata dal Coro di San Rufino guidato dal maestro Lucio Sambuco e a conclusione è stato possibile visitare la sala del Museo diocesano dove sono esposti alcuni codici antichi che riguardano documenti e statuti delle confraternite del territorio.
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Sinodo
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il libro del sinodo che ci chiama a uscire da noi stessi per un vero rinnovamento
Il nuovo Spirito che soffia sulla diocesi Padre Francesco De Lazzari *
Una data cha passerà nella storia
della Chiesa di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Una data segnata da un vento impetuoso, dallo Spirito Santo. Un passaggio straordinario. Non ordinario. Partito dopo una attenta e incisiva Visita pastorale. Come fosse una preparazione. Un avvio. E lo Spirito si è fatto sempre più sentire. La comunità ecclesiale si è messa in ginocchio davanti allo Spirito. Per invocarlo, per ascoltarlo, per mettersi in obbedienza. Così abbiamo pregato: “Effondi su di noi (Gesù nostra via) il tuo Santo Spirito, perché i nostri pensieri e le nostre parole vengano solo da Te e sempre tornino a Te”. Preghiera impegnativa. Esige una conversione dal sapore pastorale. Un uscire da sé. Uscire dall’ascoltarsi: le nostre voci, opinioni, sentimenti, religiosità. Questa è roba nostra. Esige uscire da ciò che è passato. Dall’ascoltare: tradizioni, pastorale tradizionale, cultura dominante del si è fatto sempre così. C’è bisogno di novità. “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. Lui, lo Spirito Santo, solo, ha la forza di farci nuovi. Naturalmente fa nuove le persone, le loro menti e il loro cuore. Lo Spirito Santo non abbandona la Chiesa di Cristo. Senza volerlo e senza che ce ne accorgiamo, siamo più abili ad abbandonarla noi. E così, lo Spirito la conduce in avanti. Noi potremmo rallentare il cammino. In nome nostro. Non certamente in nome di Dio. Per la nostra comunità ecclesiale non è stato così. La forza dello Spirito supera quella del nostro inutile tentativo di frenare. Lo Spirito guarda avanti. In questo tempo ha “guarda-
to” e “guidato” in modo nuovo la nostra Chiesa diocesana. Nulla è rimasto di intentato. Dopo la preghiera, le consultazioni, le assemblee, il lavoro attento e mirato delle commissioni, la celebrazione delle sessioni sinodali, la stesura del Documento sinodale. Un cammino intenso, ricco
di sinodalità, di risveglio delle coscienze, di sguardo sereno e deciso verso il futuro. Siamo stati strumenti vivi, attenti, rispettosi. Lo Spirito Santo è stato l’animatore, il suggeritore paziente, la luce che ha indicato il futuro. Con meticolosa attenzione, monsignor Vescovo, primo e insostituibile padre della fede e primo responsabile di questa Chiesa locale, ha proposto, seguito, puntualizzato ogni passo del cammino. In ginocchio, davanti a Gesù Eucarestia, ha pregato e riflettuto. Si è messo in obbedienza allo Spirito Santo e ha scritto il Documento sinodale. “Tu sei la nostra gioia”. Si riferisce a Gesù. Sì, perché lo Spirito Santo ci guida a Gesù. Un Documento corposo. Si può chiamare il Liber pastoralis della nostra Diocesi. Non è un libro di decreti, utili, ma senza anima. E’ il libro di un pastore che nutre le sue pecore. Che guida tutti noi ad essere discepoli di Lui, Gesù di Nazareth, crocifisso e risorto, vite che vuole riempire di nuova vitalità la nostra Chiesa, ciascuno di noi “tralci dell’unica vite” perché “i nostri pensieri e le nostre parole vengano solo da Te e sempre tornino a Te”. Ed ora, con la consegna di questo Documento si rinnova il cammino. La strada è la stessa, Gesù, “io sono la via”, ci ripete. I metodi sono nuovi. Da Chiesa statica a Chiesa in uscita. Da Chiesa verticale a Chiesa orizzontale. Il vertice è sempre e solo Lui, Cristo Signore, il vivente in eterno. E’ necessario uno scatto. Di fede e di fiducia. Il coraggio della fede elimina le paure. La fiducia nella guida dello Spirito Santo è ben più forte di ogni fiducia in noi stessi, nelle nostre cose, nei nostri progetti. La nostra vocazione è essere “complici dello Spirito Santo”, direbbe il nostro Vescovo. E lo Spirito Santo non ci chiama a lavorare sul passato. Egli è il passato chiuso, il presente attivo, il futuro da costruire insieme. A Lui obbedienti. Con Lui cooperatori. “Tu sei la nostra gioia” è nelle nostre mani. Se davvero Lui, Gesù di Nazareth, sarà la nostra gioia, noi saremo la gioia di quanti incontriamo, saremo Chiesa “in uscita”.
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* Segretario del sinodo
Chiesa Insieme 10 MAGGIO 2016
L ettera
della
Vita consacrata
F raternità P ellegrina C ontemplativa
sui passati e prossimi appuntamenti
La bellezza in tutte le sue espressioni Carissimi fratelli e sorelle e amici tutti
della diocesi di pace e gioia! Ancora molto dentro l’Alleluja pasquale e cantando già il Magnificat insieme per il mese di maggio che comincia. Sì, sentiamo di stare con voi, nella contemplazione dei passi di Maria di Nazareth, passi delle sue visitazioni, passi da “Pellegrina e profuga”. Vogliamo condividere con voi, la gioia del nostro incontro pochi giorni fa uno dei nostri incontri più belli e gioiosi, e che ormai facciamo ogni due mesi circa, nelle due Fraternità, in Assisi e sul Garda, o anche Pellegrini sulle Strade dell’incontro e del dialogo. Il tema stimolante era, questa volta: la bellezza ed eravamo stati invitati a contemplare (e dunque: “individuare”!) dei “punti di Bellezza” diversi (date le grandi diversità dei nostri Nazareth feriali e condivisi poi, in riunione tra noi, con profondo ascolto e arricchimento. Il nostro carissimo padre e vescovo, Domenico, pur oberato di impegni, ha desiderato esser con noi, con la sua solita, conviviale, tenerezza e benedizione. Mi hanno già chiamata in molti per dirmi che hanno sentito questo, come uno degli incontri più belli! E ora vi dico per quali motivi: 1) Per il numero, ogni volta crescente, di fratelli e sorelle giovani che si aggiungono a ogni nostro incontro. È stato per noi, contemplare la primavera della vita e di un Vangelo “attraente” vissuto coi piedi in terra, ma con allegria! Perché “contemplativi”, della bellezza. C’era tra noi anche Hélène venuta dalla Corsica, che è stata la prima con me a parlare della sognata futura Fraternità Pellegrina. 2) Per i tempi lunghi che ci siamo regalati di adorazioni e di meditazioni così piene di silenzi e tempi di interiorità (con Ignazio e Roberto di Modena, la matti-
na e Giovanna, nel pomeriggio davanti all’Ostensorio). Siamo ormai 43 circa, contando anche chi in questo tempo ha avuto più difficoltà a esser presente. 3) Perchè i “punti di Bellezza” sono concretamente vissuti da tutti noi! a) Nell’incontro con Pax Christi nazionale, riunita alla Cittadella: con don Tonio dell’Olio, don Renato, il vescovo Bettazzi e Lidia Sconciaforni. Fratel Tommaso, nostro padre spirituale e piccolo fratello del Vangelo, ha parlato: per noi, di noi! b) Nell’incontro all’Abbazia di Sassovivo con i nostri fratelli carissimi della Comunità Jesus Caritas. Il priore fratel Giancarlo Sibilia, mio Padre spirituale per anni era appena arrivato da Nazareth dove i fratelli vivono a 200 metri dall’“Annunciazione”. c) Infine, l’ultima sera, nel gaudio e commozione di una bellezza pura incanto di occhi e anima col regalo che ci ha fatto il nostro Stefano di Bologna, di, mostrarci le foto di quelle vette e oltre che lui (grande “Scalatore”) non “scala” ma contempla e abbraccia da “contemplativo”! Ci ha lasciati nello stupore per quella sua silenziosa umiltà che io avevo avuto già modo di conoscere a Spello quando veniva ad aiutarmi nell’Eremo Giacobbe. Carissimi fratelli e sorelle della diocesi a questo punto, se qualcuno di voi (specie i giovani) volesse venire a conoscerci più da vicino a qualche incontro contattateci e siate i benvenuti sia ai prossimi incontri, sia alle nostre iniziative.
Eccone alcune: 1) Sulle Dolomiti, un percorso a piedi nella contemplazione di volti, storia, e archeologia della montagna. 2) A Roma 10-11 settembre: al Centenario del Martirio di Charles de Foucauld, tra il “Seraficum” e “Tre Fontane” (dove tutti i rami della famiglia si ritroveranno). 3) Il 6-7-8 gennaio ‘17 in Assisi (Casa Papa Giovanni) per il nostro incontro plenario. Ricordo anche che qualcuno di noi ci sarà alle celebrazioni dello “Spirito di Assisi” in settembre e ottobre. Venendo a incontrarci, potrete così saperne molto di più sui gesti creativi, che sono nati via via nel quotidiano, nelle diverse Regioni di tutto lo Stivale e in Francia, Norvegia e Belgio come pure nei voli intercontinentali con la nostra Adriana, hostess delle linee argentine. Quanto alla “Decana” o “Didì”, che sarei io con i miei 81 anni ho avuto la gioia nel novembre-dicembre scorso, di parlare a Bangalore, in India, su San Francesco e la Trinità, a 5.000 persone, tra cui 3.000 giovani di 21 Paesi e tutte le religioni e per me è stata la più straordinaria “esperienza di Spirito Santo”. Sul Gange, poi dopo aver riabbracciato commossa, insieme ai miei due pellegrini compagni di viaggio, i lebbrosi di Pierre, miei grandi, grandi amici ho ricevuto al tramonto del giorno del mio compleanno la benedizione con l’acqua del fiume sacro e con una pioggia di petali di rose sulla testa, là sulle gradinate del Ghat. Tutti noi della Fpc, vi abbracciamo forte, a uno a uno grazie, ancora e sempre di averci accolti in diocesi con la vostra approvazione ormai “definitiva”! Vi assicuriamo la nostra più lieta e grata preghiera di Comunione.
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Giovanna, e i “43” della Fraternità Pellegrina Contemplativa
Chiesa Insieme
Famiglie del Vangelo
MAGGIO 2016
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Testimonianze, santa messa e meditazione di monsignor Sorrentino al santuario di Collevalenza
Le CMFV sui passi di Madre Speranza COLLEVALENZA - In questo anno giubilare non poteva mancare alle Famiglie del Vangelo, la bellezza e il desiderio di farsi abbracciare da Dio, e quale posto migliore per farlo se non nel santuario dedicato all’Amore misericordioso di Collevalenza. Ecco quindi il programmato pellegrinaggio del 10 aprile al quale in tanti hanno voluto essere presenti per incontrare il messaggio d’amore di Madre Speranza. La giornata è iniziata con la testimonianza di padre Aurelio Pérez, ministro generale dei figli dell’Amore misericordioso, che ha ripercorso le tappe della vita di Madre Speranza. Per capire la santità della beata ci ha letto alcuni passi dal suo diario tra i quali questo: “Oggi mi sono distratta, cioè ho passato parte della notte fuori di me e molto unita al buon Gesù il quale mi diceva che io debbo far sì che tutti gli uomini lo conoscano non come un Padre offeso per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre pieno di bontà, che
cerca con tutti i mezzi di confortarli, aiutarli e renderli felici e che li segue e li cerca con amore instancabile, come se lui non potesse essere felice senza di loro”. (5 novembre 1927) Alle 11,30 la santa messa presieduta da monsignor Domenico Sorrentino in un santuario gremito di pellegrini dove forti ed incisive sono risuonate le sue parole durante l’omelia. Dopo il pranzo all’aperto, durante il quale ognuno ha condiviso con gli altri ciò che aveva, la meditazione del vescovo che ha ripreso quanto annunciato durante la celebrazione eucaristica. Tra i numerosi spunti anche questo passo: “Siamo all’ultimo capitolo del Vangelo di Giovanni, al culmine del ministero di Gesù, con quello che resta della sua prima famiglia del Vangelo: quella degli apostoli. La passione e la croce di Gesù hanno creato uno scompiglio enorme, solo Giovanni, il discepolo amato è rimasto sotto la croce: la prima famiglia, proprio quella formata da Gesù era un disastro. E’ importante tener conto
Momenti di condivisione e preghiera nella comunità di Cannara
La gioia di essere insieme CANNARA - Preghiera, canti, condivisione, festa e tanta gioia per la Comunità Maria Famiglia del Vangelo di Cannara. Un incontro bellissimo avvenuto a metà Aprile. Vi hanno partecipato anche fra Joselito e fra Danilo, dell’ordine dei Frati minori, provenienti dal Venezuela ed in pellegrinaggio ad Assisi e poi a Roma per l’udienza di papa Francesco, amici di Fabrizio e Giovanna, che li hanno ospitati nella loro casa per alcuni giorni. La Famiglia di Cannara ha ringraziato il Signore
per i tanti doni ricevuti; e tra questi: Moira ha superato l’esame finale di operatore socio sanitario; Yohali ha detto di essere in attesa del quarto bambino; Francesca e Roberto sono appena rientrati dal pellegrinaggio diocesano in Terra Santa con il nostro vescovo Domenico Sorrentino; e tutta la Famiglia è reduce dal bellissimo ritiro fatto a Collevalenza presso il Santuario dell’Amore Misericordioso.3 Fabrizio Cerasa
di questo perché anche noi dobbiamo passare attraverso i disastri e solo Gesù è capace di ricostruirci. I disastri li facciamo noi, siamo continuamente una spina nel fianco di Gesù. Però Lui ha una carta di riserva per tutti noi: la carta della misericordia e sa riaccendere il fuoco, sa ritessere i rapporti, ma bisogna stare al suo gioco”. Poi l’incontro con Fratello Pietro, un ottantenne con una carica eccezionale, testimone oculare, come lui ha voluto sottolineare più volte, della semplicità, della grazia e della santità di Madre Speranza, avendo vissuto accanto a lei per oltre trenta anni. Un linguaggio, il suo, di chi vuole a tutti i costi farti assimilare l’amore misericordioso di Madre Speranza, rendendo semplici, con il suo sorriso e le sue battute divertenti, fatti miracolosi che hanno avuto come protagonista la suora spagnola, beatificata nel 2014 da papa Francesco. 3 Servizio per il rinnovamento delle parrocchie per le piccole comunità
Chiesa Insieme 12 MAGGIO 2016
salmata
Parrocchie
In tanti alla celebrazione per i cinquanta anni di sacerdozio di don Giancarlo e don Francesco
La diocesi festeggia due suoi pastori
Alberto Cecconi
NOCERA UMBRA - Emozioni forti. Ed insieme gratitudine orante al Signore “che li ha chiamati”. Sono stati i sentimenti genuini, autenticamente vissuti da tante persone che hanno partecipato al cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di padre Giancarlo Berzacola dei missionari della Madonna de La Salette e di don Francesco Pascolini. E gratitudine anche per loro, che hanno risposto generosamente alla vocazione, testimoniata con una vita di impegno personale a favore del popolo di Dio, nel nome di Gesù Cristo e di Maria. I due sacerdoti, con storie diverse, sono accomunati da un’amicizia fraterna favorita dal fatto di essere stati ordinati nel 1966 e dall’operare nella stes-
sa unità pastorale a nord di Nocera Umbra. Una festa semplice e schietta, che ha visto partecipi persone non solo delle parrocchie di Salmata e di Boschetto-Gaifana-Colsantangelo, ma anche di tutto il territorio diocesano, in particolare di Nocera e Gualdo, ed un consistente gruppo di Verona e di ex allievi del seminario di Salmata. Nella solenne concelebrazione eucaristica di 12 sacerdoti e due diaconi, presieduta dal padre Giancarlo, nella domenica della Divina misericordia, la chiesa del santuario di Salmata è stata letteralmente gremita; nonostante la forzata assenza per malattia di don Francesco, la concelebrazione ha avuto momenti di preghiera intensi, sottolineati dal padre provinciale Heliodoro Santiago Bernardos, che ha anche dato lettura di messaggi del Papa e del ve-
scovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino (era pellegrino in Terrasanta), sostituito per l’intera giornata dal vicario generale monsignor Maurizio Saba; ci sono stati anche gli interventi del sindaco nocerino Giovanni Bontempi e belle, significative testimonianze “poetiche” di laici e di Claudia Presciutti, presidente della pro loco San Nicola. In serata, negli spazi antistanti la canonica di Boschetto, la recita del rosario meditato per le vocazioni sacerdotali; molti hanno potuto salutare anche don Francesco, rimasto in casa, ma che ha fortemente voluto la festa con amici e confratelli, invitando “tutti, proprio tutti”, per un grande abbraccio caloroso e fraterno: sacerdoti diocesani e religiosi, parrocchiani, nocerini, gualdesi, dirigenti del basket, dei Giochi de le Porte, membri delle confraternite. Apprezzatissimo anche il “regalo” fatto da don Francesco alla comunità locale: in una teca nella chiesa parrocchiale di San Nicola vescovo sono stati esposti preziosi oggetti restaurati, tra cui un crocifisso metallico e molti ex voto.
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bastia umbra
Grande partecipazione dei fedeli alle varie celebrazioni
In onore del patrono San Marco
BASTIA UMBRA - La parrocchia di San Marco evangelista ha celebrato il proprio Santo patrono, con una festa che ha visto una sentita e grande partecipazione dei fedeli. L’evento è diventato l’occasione concreta per un’esperienza spirituale ed umana che ha riunito la comunità, sotto il segno del Santo sia come modello di vita, sia come intercessore nella crescita di ciascuno nella fede. La festa patronale è stata scandita da un nutrito programma: il triduo di riflessione e di preghiera (22 – 24 aprile); la messa vespertina e l’adorazione eucaristica nella chiesa di San Marco; due incontri di catechesi, dei quali il primo guidato dal vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, e il secondo da padre Stefano Tondelli, che ha condotto una riflessione sulle opere di misericordia e di carità inserite nel con-
testo odierno della Chiesa diocesana. La comunità ha vissuto intensamente l’adorazione eucaristica con la presenza delle Confraternite, dei bambini e dei ragazzi con i propri educatori. Nella giornata del 25 aprile, solennità di San Marco, alle 11.00, è stata celebrata la messa solenne, presso la pista polivalente del Circolo XXV Aprile, con la collaborazione del Comitato omonimo, alla quale ha partecipato una numerosa folla di persone. Al termine della celebrazione liturgica, il parroco, don Francesco Santini, seguendo l’esempio del papa, ha consegnato a tutti fedeli presenti la coroncina del Rosario della Misericordia ed un’immagine di Gesù Cristo misericordioso con la scritta “Gesù confido in te”. Al rito religioso ha fatto seguito un momento d’agape fraterna con alcuni operatori parrocchiali.
Don Francesco, visibilmente soddisfatto, ha sottolineato: “La nostra parrocchia è giunta alla quarta celebrazione della festa del patrono, San Marco evangelista, che ha vissuto con intensa partecipazione spirituale.
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Ombretta Sonno
Chiesa Insieme
boschetto
MAGGIO 2016
Parrocchie
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Una comunità intera si ritrova per l’ultimo saluto al sacerdote della “gente”
L’addio a don Francesco Pascolini
Alberto Cecconi
NOCERA UMBRA - La chiesa parrocchiale di San Nicola vescovo, officiata da don Francesco Pascolini per 48 anni, è stata la sua camera ardente ed il luogo sacro delle esequie. Rivelatasi incapace di contenere tutto il “suo popolo”. Costituito dai parrocchiani e dai tanti amici delle associazioni, tra cui la Pro loco San Nicola, il comitato per il Fergia, l’Università degli uomini, l’Avis, i Giochi de le Porte, il Gualdo e Salus basket ed altre. C’erano proprio “tutti, tutti, tutti”, come avvenuto la domenica precedente per il 50° dell’ordinazione sacerdotale festeggiato insieme al confratello ed amico padre Giancarlo Berzacola del santuario della Madonna di Salmata. C’erano anche una quarantina di sacerdoti di tutta la diocesi di Assisi - Nocera Umbra – Gualdo Tadino e due diaconi nella concelebrazione presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino; e le confraternite della Santissima Trinità di Gualdo Tadino e la “sua” del
Santissimo Sacramento, di Sant’Anna e San Giovanni; oltre ai carabinieri in alta uniforme. Un saluto pieno di gratitudine da parte di tutti, insieme al dolore unanime, per un “addio” carico di speranza nella fede del Cristo risorto. Di seguito si riporta uno dei testi letti al termine della concelebrazione eucaristica da Claudia Presciutti, presidente della Pro Loco, a nome della Confraternita. “A nome della Confraternita del Santissimo Sacramento, di Sant’Anna e San Giovanni porto la testimonianza del grande, vivo cordoglio che caratterizza tutti noi confratelli. Don Francesco per noi è stato un amico, un fratello, una guida, un padre, testimone di buona umanità e del Vangelo. Come per tutta la comunità parrocchiale. Con semplicità e schiettezza, ci ha indicato il cammino da seguire: fede, speranza e carità, nel rispetto delle tradizioni tramandateci dalle passate generazioni, nel modo più genuino ed autentico, come popolo di Dio che vuole e deve vivere l’insegnamento di Gesù: non a caso -e più
volte- ci ha anche regalato il libro del Vangelo da leggere in famiglia. Ci ha educato ai valori veri, contagiandoci con la sua vita di prete semplice, che parlava il nostro linguaggio e lo traduceva nella vita di ogni giorno. Ha fatto tanto per la comunità da lui guidata per 48 anni, i battesimi, le prime comunioni, le confessioni, le cresime, i matrimoni, i funerali, le liturgie penitenziali, le messe, le feste, la solidarietà, le lotte civili per la sua gente: tanto bene, sempre con umiltà e discrezione, spesso in silenzio- come suggerisce Gesù. Ne sono testimoni la fede che abbiamo mantenuto, gli edifici sacri restaurati, questa bella chiesa parrocchiale, il suo gioiello; ed anche il suo impegno sociale, come donatore di sangue dell’Avis, nello sport, nel basket per valorizzare i talenti dei giovani, nei Giochi de le Porte, la vicinanza e la sua determinata collaborazione in tante iniziative della comunità e delle sue associazioni. Diciamo un addio a don Francesco con profonda gratitudine per quanto ha fatto per tutti e per ciascuno di noi; sino all’ultimo istante, con quella festa agrodolce del cinquantesimo di sacerdozio di domenica scorsa alla quale aveva invitato “tutti, proprio tutti”. Don Francesco ora è nella casa del Padre e prega per noi. Abbiamo un nuovo protettore. Resterà per sempre nei nostri cuori”.
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bagnara
La Chiesa Sant’Egidio gremita per onorare l’amato affresco
Festa della Madonna dei Fiori
BAGNARA - La sera di giovedì 31 marzo, nella chiesa di Sant’Egidio Abate è stata celebrata la santa messa in onore della Madonna dei fiori, venerata e amatissima dall’intero paese. La santa messa, concelebrata da padre Angelo Gatto, padre Mario Macrì e naturalmente da padre Roman Bugaj, parroco di Bagnara, e dedicata anche a tutti i defunti del paese, è stata preceduta dal triduo, con il santo rosario animato dai bambini del catechismo e l’adorazione Eucaristica animata dai consigli parrocchiali. In questo gior-
no si ricorda l’apparizione, risalente al 31 marzo 1846 e ritenuta prodigiosa, dell’affresco ancora oggi visibile lungo la parete sinistra della chiesa, chiamato tradizionalmente Madonna dei fiori. Di autore ignoto e restaurato nello scorso settembre, il dipinto raffigura la Madonna con Gesù bambino benedicente che tiene in mano un libro. Abiti e sfondo dell’affresco sono decorati con fiori. La santa messa, commovente, ma anche gioiosa, si è conclusa con l’omaggio floreale di sacerdoti e chierichetti, portato davanti
all’affresco, e con la lode popolare dedicata alla Madonna dei fiori, cantata dal coro di sant’Egidio Abate e da tutti coloro che, venendo anche da lontano, hanno voluto renderle visita per portare fiori, affetto e preghiere.
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Chiesa Insieme 14 MAGGIO 2016
Iniziative
In mostra al museo diocesano i codici trecenteschi della Confraternita di Santo Stefano
Tuffo nel passato per scoprire la nostra storia
Patrizia Picasso
ASSISI - Il 16 aprile è stato celebrato il Giubileo delle Confraternite. Abbiamo intenzionalmente fatto coincidere questa data con l’inaugurazione, nelle sale del Museo diocesano, della mostra di preziosi codici della Confraternita di S.Stefano, piccola scheggia di quello straordinario movimento, che, dalla seconda metà del Duecento, si era propagato in breve tempo in tutto il territorio italiano ed europeo. Perché proprio Santo Stefano? Di questa Confraternita possediamo, conservati nell’Archivio capitolare, una molteplicità di documenti, che ne hanno consentito una precisa ricostruzione delle norme statutarie e dell’attività, diventando quasi paradigma per lo studio di tutte le successive Confraternite nate in Assisi nella prima metà del secolo XIV. La Confraternita di Santo Stefano è la prima, la più an-
tica, costituita nel 1324. In breve tempo, nell’arco di circa un anno, avrà riconoscimento giuridico: nella pergamena, esposta nel Museo, datata 25 luglio 1325, il Vescovo di Assisi, Teobaldo, concede alla Confraternita di avere una sede, un’oratorio, l’ospedale ed un proprio sigillo. Accanto alla pergamena abbiamo collocato la lettera di frate Pietro, Vescovo di Montefiascone, alla fraternita dei disciplinati di Santo Stefano, sulla tenuta degli ospedali: un manoscritto che ha destato grande interesse nei visitatori perché contiene un disegno trecentesco con la figura dell’Eterno Padre che sorregge Gesù in croce. Dal registro catastale dei beni delle Chiese nella Diocesi di Assisi, seconda metà del secolo XIV e secolo XV, veniamo a sapere che il possesso di ben 46 appezzamenti di terra fanno di questa Confraternita uno dei più ricchi enti religiosi dell’intera diocesi. Curiosità ed una certa impressione ha suscitato l’“Ordo ad faciendam disciplinam”(prima metà del sec.XIV), codice membranaceo che dispone le norme per il rito della disciplina, l’autoflagellazione, sconcertante agli occhi dei nostri contemporanei ma componente essenziale della vita confraternale, rito di espiazione ed imitazione e condivisione della sofferenza di Cristo. Il “Liber expensarum et Inroiituum”, il libro delle spese e degli introiti, il più antico libro di conti in volgare assisano giunto fino a noi, si è
Don Milani e don Puglisi al centro di un progetto dell’Alberghiero
Due testimoni di dignità
ASSISI – Si è svolto il 9 aprile presso il teatro Metastasio di Assisi, l’incontro conclusivo del progetto “Testimoni di dignità: don Lorenzo Milani e don Pino Puglisi”, uno dei percorsi di riflessione ed approfondimento che l’Istituto alberghiero di Assisi ha realizzato nel corso di questo anno scolastico e che ha visto coinvolte ben 24 classi dei vari anni di frequenza. Il matineè nello spazio teatrale ha visto succedersi vari momenti di carattere diversi, ma tutti molto intensi sulla vita e le opere di don Lorenzo Milani e don Dino Puglisi. I passaggi sicuramente più significativi e più coinvolgenti sono stati quelli in cui il giornalista Lancisi ha dato la parola a suor Carolina Iavazzo, collaboratrice di don Pino Puglisi e ad Agostino Burberi, allievo di don Milani. Dinanzi ad una platea che esprimeva un silenzio colmo di attenzione ed emozione, hanno tratteggiato gli aspetti più significativi dell’impegno tra i giovani dei due protagonisti portando testimonianze davvero elevate e forti. A loro, si è aggiunto, introdotto da un solenne saluto degli alunni e delle alunne, il neo vescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice che, nel suo intervento, ha sottolineato il forte empito evangelico e cristiano di don Pino Puglisi nel prendersi cura dei giovani più in difficoltà, “ultimi” e, dunque, per lui, primi in assoluto.3
aperto casualmente ad una pagina e lì l’abbiamo lasciato, dove si parla dell’acquisto di un cosciotto di pecora, forse per un pranzo tra confratelli una parentesi di quotidianità! Meritano una citazione il prezioso messale, acquistato nel 1338 con il contributo economico di tutti i confratelli , il laudario ed il manoscritto 21, codice membranaceo che contiene le preghiere in volgare assisano trecentesco. La Confraternita di S.Stefano e quasi tutte le Confraternite del Trecento non sono “reperti archeologici”, esistono ancora oggi e contano numerosi aderenti; certo, sono molto diverse le norme e l’azione. Lo studio accurato dei documenti antichi ci consente di poterne ricostruire l’evoluzione storica nell’arco di quasi sette secoli, offrendoci anche un vivace e realistico spaccato sulla società e la vita quotidiana nell’Assisi del XIV secolo. 3
Chiesa Insieme
MAGGIO 2016
News
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Monsignor Sorrentino: “Prendiamo coscienza della storia per capire il presente”; Abdel Qader: “L’Islam non è violenza”
Il vescovo e l’Imam sulla stessa via del dialogo ASSISI – “Oltre la storia di conflitti: le ragioni della misericordia”. E’ stato questo il titolo dell’incontro interreligioso che si è svolto martedì 12 aprile nella sala della Conciliazione del comune di Assisi. All’incontro, organizzato dal circolo Subasio, sono intervenuti il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino e l’Imam di Perugia e della moschea di Colle Val d’Elsa Mohammad Abdel Qader. Il presidente del circolo Subasio Gino Costanzi ha sottolineato che l’incontro è stato voluto “per capire e spiegare i percorsi possibili per ‘affraternarci’ tutti. Da una parte – ha proseguito – è necessario proiettarci oltre la storia dei conflitti, passati e attuali e dall’altra parte bisogna attuare la misericordia chiedendoci cosa significa questo termine”. Il primo ad intervenire è stato il vescovo Sorrentino che ha ripercorso tutte le fasi storiche per capire come ci si è allontanati dal Vangelo spesso utilizzando le armi con episodi a volte anche molto cruenti e poi come ci si è gradualmente riavvi-
cinati. “La storia – ha affermato monsignor Sorrentino – ci serve per prendere coscienza e metterci in guardia, per vedere dove ci troviamo e verso cosa dobbiamo essere guardinghi. Devo vedere qual è la mia bussola, altrimenti rischio di essere un uomo del mio tempo in modo pessimo. Noi dobbiamo avere la bussola evangelica. Con un vangelo così chiaro che è la nostra casa come è stato possibile uscire da questa casa! I passi del ritorno verso il vangelo – ha aggiunto – iniziano con Francesco, l’uomo del vangelo”. Dopo la lezione del vescovo è seguito l’intervento dell’Imam Abdel Qader Mohammad. Quest’ultimo ha descritto il volto più autentico dell’Islam dissociandolo da tutti i movimenti fondamentalisti. “Noi siamo uomini religiosi, e il nostro linguaggio è lo stesso – ha esordito l’Imam -. Credo che l’islam è venuto per questo non per eliminare l’ebraismo e il cristianesimo. L’islam non è venuto per eliminare o fare inimicizia con l’altro, non è mai stato aggressivo”. 3
Il libro del sinodo al centro dell’incontro mensile del clero
ASSISI – Alla riunione del clero che si è tenuta giovedì 14 aprile presso il Sacro Convento è stato trattato il tema: “Le indicazioni del Sinodo sulla Famiglia”. Tanti i riferimenti al libro del Sinodo che il vescovo monsignor Domenico Sorrentino consegnerà il 14 maggio all’intera diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Durante l’incontro sono stati approfonditi, tra gli altri, i concetti relativi alla nuova evangelizzazione, all’educazione alla fede, ai progetti di rinnovamento, al
discernimento anche comunitario e a tutto ciò che è ad essi inerente. Il vescovo Sorrentino ha definito l’attuale crisi una “crisi positiva che ci fa tutti riflettere e tutti rinnovare. In un’epoca di relativismo – ha aggiunto – dobbiamo stare attenti a non diventare relativisti”. Poi riferendosi all’incontro avuto in Curia con i vescovi luterani svedesi ha sottolineato che “abbiamo pregato insieme per l’unità, anche se purtroppo non abbiamo ancora la possibilità di fare condivisione eucaristica”. 3
Vescovi luterani in visita in curia
ASSISI – Una delegazione di vescovi luterani provenienti dalla Svezia è stata ricevuta martedì 12 aprile da monsignor Domenico Sorrentino che li ha guidati alla scoperta dei luoghi più caratteristici della Curia. Insieme a loro c’era anche suor Marcellina Tauro, madre superiore delle suore di Santa Brigida dove i vescovi sono alloggiati in questo soggiorno di ritiro e formazione in Assisi. “Abbiamo condiviso alcuni importanti concetti come per esempio la necessità di spogliarsi di tutto ciò che non è Gesù Cristo e riempirci invece di quello che lo è. Inoltre - ha continuato il vescovo di Assisi - abbiamo condiviso il comune impegno per la fraternità e l’unità dei cristiani”. Monsignor Sorrentino ha mostrato al gruppo di 14 vescovi la sala della Spogliazione spiegando il significato storico della stanza e l’importanza che ha assunto anche dopo la visita di papa Francesco nel 2013. Al termine della visita gli alti prelati svedesi hanno intonato un canto di lode che è stato condiviso dallo stesso Sorrentino e dagli altri responsabili dei vari uffici presenti all’incontro.
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Chiesa Insieme 16 MAGGIO 2016
APPUNTAMENTI -
Maggio / giugno 2016
12 Gio - 7.a di Pasqua
Pellegrinaggio giubilare del presbiterio a Loreto
13 Ven - 7.a di Pasqua
Giubile dei Notai cattolici. Ore 18.30 cattedrale di san Rufino
14 Sab - S. MATTIA (f)
Veglia di Pentecoste in cattedrale ore 21.00 - Giubileo dei Ministeri Giubileo dei movimenti ecclesiali e delle associazioni
15 Dom - PENTECOSTE (s) 16 Lun - 7.a Tempo Ordinario 17 Mar - 7.a Tempo Ordinario 18 Mer - 7.a Tempo Ordinario 19 Gio - 7.a Tempo Ordinario 20 Ven - 7.a Tempo Ordinario 21 Sab - 7.a Tempo Ordinario 22 Dom - Ss. TRINITA' (s)
ore 16:00 Lectio Divina “Andate e annunciate” nella Cattedrale di San Rufino guidata dal vescovo
23 Lun - 8.a Tempo Ordinario 24 Mar - 8.a Tempo Ordinario 25 Mer - 8.a Tempo Ordinario 26 Gio - 8.a Tempo Ordinario
Corpus Domini nella città di Assisi - ore 20.30
27 Ven - 8.a Tempo Ordinario 28 Sab - 8.a Tempo Ordinario 29 Dom- Ss. CORPO E SANGUE DI CRISTO
ore 16:00 Lectio Divina “Pane di Vita” nella Cattedrale di San Rufino guidata dal vescovo
30 Lun - 9.a Tempo Ordinario 31 Mar - VISITAZIONE B.V. MARIA (f)
GIUGNO 1 Mer - 9.a Tempo Ordinario 2 Gio - 9.a Tempo Ordinario 3 Ven - SACRO CUORE DI GESÙ (s)
Giornata mondiale di santificazione sacerdotale
4 Sab - Cuore Immacolato della B.V. Maria 5 Dom - 10.a Domenica Tempo Ordinario
ore 16:00 Lectio Divina “Lasciate che i bambini vengano a me” nella Cattedrale di San Rufino guidata dal vescovo
6 Lun - 10.a Tempo Ordinario 7 Mar - 10.a Tempo Ordinario 8 Mer - 10.a Tempo Ordinario 9 Gio - 10.a Tempo Ordinario 10 Ven - 10.a Tempo Ordinario 11 Sab - S. Barnaba (m)
Ordinazione diaconale di Dieu Donne Kassereka Athaunza e di Nicolò Crivelli a San Rufino ALLE ORE 17.00
12 Dom - 11.a Domenica T.O.
Ore 16:00 Lectio Divina “Abbi pietà di me” nella Cattedrale di San Rufino guidata dal vescovo
13 Lun - 11.a Tempo Ordinario
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