N. 6 - GIUGNO 2017 - ANNO XXXV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983
IL 27 DEL MESE PREGHIAMO PER LA PACE
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Chiesa Insieme giugno 2017
Editoriale
SOMMARIO
LA PAROLA DEL VESCOVO
Editoriale del vescovo
Un appuntamento mensile - pag. 2
Focus
Famiglie del Vangelo - pag. 3
Santuario della Spogliazione Omelia del vescovo - pag. 4-5
Omelia del cardinale parolin - pag.6 - 7 Reliquia del mantello del vescovo Guido Fotogallery - pag. 8-11
Parrocchie
Bagnara festeggia sant’Ubaldo Suore del bambin Gesù a Gualdo Tadino pag.12
Iniziative
la festa dell’Istituto Serafico - pag.13
News Cardinale Bassetti / Siti Unesco pag. 14 Don Giuseppe Biselli pag. 15
Appuntamenti
giugno 2017 - pag.16
Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%
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Un appuntamento mensile per la pace L’agenda del terrorismo non dà tregua. Ci restano negli occhi le vittime di Manchester e poi, ancora una volta in Egitto, l’attentato al bus dei cristiani copti. Ma le vittime innocenti non si contano in un mondo in cui, ora più vistosamente, ora più silenziosamente, la violenza imperversa a tanti livelli e su tanti fronti. Un mondo senza pace. Un mondo che invoca la pace. Da quando ci siamo dati – in ricordo del 27 ottobre 1986, giorno dello “spirito di Assisi” – l’appuntamento del 27 di ogni mese come giorno speciale di preghiera per la pace, la nostra attenzione si è fatta più vigile e si estende all’orizzonte del mondo. Grazie a Dio, anche da altre religioni abbiamo avuto segnali di interesse a pregare, in questo giorno, con la stessa intenzione. Chi ha un cuore veramente religioso, percepisce che Dio, se è Dio – comunque lo si chiami – non può che essere il Dio della pace. Per noi, discepoli di Gesù, è il Dio contemplato sulla croce. Un Dio “spogliato”, come abbiamo ricordato, inaugurando in Assisi, nei luoghi dove Francesco si “spo-
gliò”, il Santuario della Spogliazione. Perché la nostra preghiera sia autentica, non basterà certo che mettiamo una piccola intenzione. Dev’essere preghiera che nasce dal cuore e trasforma il cuore. Ognuno di noi provi a chiedersi, prima di pregare, quanto si è “spogliato” di sé per farsi dono, e la preghiera nasca facendosi tutt’uno con il proposito di conversione all’amore. Gesù ci ha detto di pregare e di aver fiducia nella forza della preghiera. Il Padre celeste non chiuderà il cuore, anche di fronte a una causa che – umanamente – sembra disperata, come è quella della pace. Chiedo pertanto ancora una volta a tutte le comunità cristiane della diocesi, da quelle parrocchiali a quelle religiose – in particolare alle comunità claustrali – di non dimenticare, ogni 27 del mese, la preghiera per la pace. E perché non farlo – come qualcuno ha cominciato a fare – aiutandosi anche con un piccolo segno? Ad esempio accendendo una lampada. Sì, nel buio del mondo, tante lampade accese possono portare, se non l’alba di un giorno nuovo, almeno una luce nella notte. + Domenico, vescovo
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Focus
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Al via il percorso di formazione degli animatori della comunità maria famiglie del vangelo
Spogliamoci di noi per far posto all’altro ASSISI – Si è svolto Domenica 7 maggio alla Domus Laetitia in Assisi il ritiro diocesano degli animatori CMFV, momento edificante che ha visto una sostenuta partecipazione. Quest’appuntamento dà il via al “piano di lavoro” previsto nel contesto di un cammino di formazione per animatori, un percorso da realizzare almeno in due anni secondo le due direttrici: del metodo e delle attitudini. Il ritiro del 7 maggio è stato la prima tappa di lavoro sul metodo. I partecipanti, dopo la consegna dell’Instrumentum Laboris, sono stati divisi in gruppi ognuno dei quali ha approfondito un momento dell’incontro comunitario attraverso delle schede pensate proprio come traccia per il lavoro di gruppo. Questo al fine di raffinare la proposta di formazione, che diventerà una tappa fondamentale del cammino CMFV. La mattinata si è aperta con la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Domenico Sorrentino. Durante l’omelia il vescovo si è soffermato sulle parole di Pietro (At 2,14.36-41) che rivolte alla folla riescono a trafiggere il cuore di chi le ascolta al punto tale da sentirsi rispondere: “Che cosa dobbiamo fare fratelli?”. Quanto sarebbe bello se ogni
predicazione provocasse questa risposta! Viviamo oggi un momento di declino nei nostri territori di antica cristianità: tante persone si allontanano dalle radici cristiane. Il vescovo ha chiesto a tutti di interrogarsi e riflettere sul perché di questo: forse la predicazione non sa più essere forte come quella di Pietro? Forse la testimonianza dei fedeli non è più quella della prima comunità cristiana? Monsignor Sorrentino ha invitato però a non scoraggiarsi, a guardare a Cristo Pastore unica Verità per imparare a vivere la sua pastoralità come forma di vita. Gesù la esercita attraverso la Chiesa, prima di tutto attraverso i pastori, ma c’è poi una pastoralità diffusa che investe ogni cristiano nel farsi custode del fratello. E così anche il ruolo dell’animatore non è altro che condividere con Gesù questa pastoralità, facendosi suo volto perché i fratelli possano vederlo e sentirlo in lui. Un invito a sentirci servi e strumenti di questo progetto, persone che conducono i fratelli a Cristo. Il vescovo ha invitato anche a guardare a Gesù che è venuto per dare la Vita e lo ha fatto donando la sua vita. Il suo esempio ci chiama a riflettere sulla nostra identità: “E allora un animatore di comunità, un pastore cosa devono essere? Persone che si spogliano di se per fare spazio all’altro. Più
siamo capaci di questo più la vita di Gesù sovrabbonda in noi. Un bel compito! Al termine della messa monsignor Sorrentino ha aperto i lavori illustrando ai presenti il metodo comunitario e introducendo le schede di approfondimento, dando il via così ai gruppi di studio guidati ognuno da un coordinatore. Dopo il confronto i presenti si sono ritrovati nella sala conferenze per condividere con gli altri l’approfondimento fatto. L’incontro si è chiuso con il pranzo. Grande soddisfazione da parte degli animatori per questa prima tappa del percorso formativo, consapevoli anche loro della necessità di crescere in questo servizio. 3 Équipe diocesana CMFV
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Santuario della Spogliazione
Messaggio del vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino per l’inaugurazione del 20 maggio
“Questo luogo ci interroga tutti!”
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antuario della spogliazione. Un evento di ottocento anni fa, che si fa per noi messaggio e profezia. Purtroppo la “filosofia” di Pietro di Bernardone – il padre di Francesco che gli chiuse il cuore fino a privarlo dell’eredità, – continua a imperversare. È l’adorazione del diodenaro, che convoca pochi eletti al suo tempio dorato, per lasciare una moltitudine in preda alla miseria. È lo scandalo di un mondo fatto da un pugno di “sopravvestiti” che guazzano nell’effimero e un mondo di “spogliati” condannati alla disperazione. Il nuovo Santuario, ha scritto papa Francesco, nasce come “profezia di una società più giusta e solidale”. Il giovane assisano che fece il gesto clamoroso di spogliarsi di tutti i beni, fino a rimanere nudo, non recitava un dramma letterario, gettava le fondamenta di un mondo nuovo. Il Santuario che, a ricordo di quell’evento, oggi viene inaugurato, è fatto per stimolare tutti a una riflessione radicale sul senso della vita. È di questo, infatti, che si tratta. Francesco d’Assisi ci conduce a un bivio. Ci pone di fronte a un aut aut. Ci obbliga a pensare e a decidere da che parte stiamo. Quello della “spogliazione” è un gesto che inquieta. Ha a che fare con la vita, con il senso dell’umano, con il futuro della società. Ha un senso speciale per noi discepoli di Cristo. Vi si può leggere una dimensione battesimale. Si radica infatti in quel duplice movimento di immersione ed emersione, di spogliazione e rivestimento, che dà inizio alla vita cristiana, e la fa ricominciare con sempre nuovo vigore quando prendiamo sul serio il vangelo e ne facciamo il nostro programma di vita. È dunque dal vangelo che dobbiamo prendere le mosse, se vogliamo capire che cosa è in gioco nella spogliazione di Francesco. La pagina di vangelo appena proclamata ci offre a tal proposito una cifra importante, che mette in gioco il volto stesso di Dio. «Se mi amate, – dice Gesù –, pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito che rimanga
con voi per sempre». Il Paraclito, lo Spirito Santo, nella Trinità è il bacio, il vincolo di amore tra il Padre e il Figlio, e nella storia del mondo è il creatore, il rinnovatore, il respiro che fa vivere, la forza che sostiene ed edifica, il vento che spazza le macerie e la mano che le plasma e le restaura. Per Francesco, quel giorno di ottocento anni fa, fu Pentecoste, fu il tempo forte, il kairòs del Paraclito. Fu Francesco a togliersi i panni, o fu quel vento divino a strapparglieli di dosso? Non dubito che sia stato lo Spirito ad afferrarlo e a metterlo a nudo. Lo Spirito lo avvolse, anzi, lo travolse! E illuminò al tempo stes-
so la mente e il cuore del vescovo Guido, per consentirgli di decifrare lo stravagante linguaggio di Francesco. Francesco nudo e Guido che lo avvolge del suo mantello sono un gruppo scultoreo che non si può dividere: entrambi “complici dello Spirito” per dare inizio a una storia nuova. Ma qual era il cuore della scelta di Francesco? Anche su questo ci illumina l’odierna parola del vangelo: «Chi ama me – dice Gesù – sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Francesco non fa solo un gesto di rinuncia per spuntare con la “non violenza” gli artigli del padre. Francesco fa un atto di amore. Cristo lo ha raggiunto, lo ha sedotto, si è “manifestato” a lui, come promette nella pagina evangelica appena ascoltata. E Francesco agisce come uno che se ne è invaghito. Non solo i denari non gli interessano più, ma nient’altro al mondo ha più senso, se non è Gesù o non porta a lui. Francesco è diventato, per così dire, Gesù. E per questo, uomo nuovo, uomo libero, uomo di Dio e uomo per gli altri! Santuario della spogliazione. San-
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Santuario della Spogliazione tuario francescano? Senza dubbio. Quello che mancava ancora ad Assisi. Ma, ancor prima, santuario cristologico. È il mistero di Cristo che qui viene annunciato attraverso i gesti e le parole di Francesco. Si noti che non a caso quello che oggi inauguriamo si chiama “Santuario della spogliazione”, e non “Santuario della spogliazione di Francesco”. Ad Assisi è naturale raccontare la storia di Francesco. Ma Francesco non parla di sé, ci addita Gesù. Il Santuario evoca innanzitutto la “spogliazione” di Cristo. In questo termine si può raccogliere quello che la Scrittura indica come “kénosi”, ossia come svuotamento (cf. Fil. 2, 7). «Da Natale a Pasqua – ha scritto il Papa nella Lettera che mi ha inviato per l’occasione – il cammino di Cristo è tutto un mistero di “spogliazione”. L’Onnipotenza, in qualche modo, si eclissa, affinché la gloria del Verbo fatto carne si esprima soprattutto nell’amore e nella misericordia. La spogliazione è un mistero di amore!» Sono queste parole di papa Francesco a delineare la vocazione specifica, la “mission” – si direbbe oggi – del nostro nuovo Santuario. Esso ha la missione di annunciare, sulle orme di Francesco di Assisi, il mistero della spogliazione di Cristo e la sfida che ne deriva per la nostra vita personale e sociale, per la nostra esistenza di credenti e per la Chiesa intera. Nel discorso che ci fece nella Sala della spogliazione il 4 ottobre 2013 papa Francesco fece appello a tutti i membri della Chiesa perché imparino a spogliarsi dello spirito del mondo e si rivestano di Cristo. Appello che riguarda noi credenti in Gesù, ma che dice qualcosa, anche al di là della fede, a tutti gli uomini di buona
volontà. Che cosa dunque chiede, questo Santuario? Qual è il sogno che esso porta con sé? Io lo vedo come il luogo in cui ciascuno di noi viene a innamorarsi di Cristo, come Francesco, deponendo l’abito dell’egoismo, per rivestire quello di un’esistenza spesa nell’amore. Vorrei che qui arrivassero i potenti del mondo a deporre una volta per tutte gli arsenali nucleari, le mine anti-uomo, il commercio di armi che sono la vergogna di un’umanità che vive allegramente sull’orlo del baratro, sottraendo pane e dignità a milioni di esseri umani. Vorrei che qui venissero i mafiosi a deporre la loro prepotenza omicida che fa scorrere sangue e avvelena le fibre intime della società e dell’economia. Vorrei che qui venissero i burattinai della finanza internazionale a deporre i loro irresponsabili giochi che creano, nel mondo globalizzato, disoccupazione, povertà e disagi di una infinità di esseri umani “colpevoli” solo di essere nati poveri! Vorrei che tra queste mura, che trasudano le note del Cantico di Frate Sole, si fermasse quell’incredibile tirannia sull’ambiente che causa enormi e forse irreparabili danni che ancora una volta schiacciano le esistenze più deboli, le costringono ad emigrazioni violente e desertificano le fonti vitali dell’umanità.
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Vorrei che in questi ambienti che furono testimoni di un dramma di famiglia tutto giocato sul sì o sul no al dio–denaro venissero tanti parlamentari, uomini della scienza e dell’informazione, a interrogarsi sulla loro responsabilità di promuovere una legislazione e una cultura poste interamente a servizio della pace, della famiglia e della vita, e mai complici dell’assassinio di esseri umani nel grembo materno e nella loro fragilità dovuta all’età e alla condizione fisica. Ce n’è per tutti. Ma a partire da noi, comunità cristiana. Come papa Francesco ci ha ricordato, anche come Chiesa abbiamo tanto da cambiare. Siamo una Chiesa che ha bisogno di spogliarsi di storici fardelli di potere e di possesso; che ha bisogno di smettere la presunzione di mettersi sul piedistallo per farsi umile lievito di fraternità,; che deve annunciare Cristo senza timidezza, con la forza mite dell’attrazione e della testimonianza; che dev’essere ancora più pronta a fare spazio agli ultimi, non accontentandosi delle opere della Caritas, per diventare una famiglia di famiglie, in cui ogni fratello bisognoso, di qualsiasi colore e latitudine, possa trovare una mensa, una casa, un cuore. Questo santuario, in definitiva, invoca una Chiesa che, come Francesco d’Assisi, risplenda pienamente di Cristo e non abbia paura di gridare il vangelo. Un Santuario che ci impegna tutti. Torni ad inquietarci la parola detta dal giovane Francesco nell’atto della spogliazione: «D’ora in poi non dirò più padre Pietro di Bernardone, ma Padre nostro che sei nei cieli».
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Domenico
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Santuario della Spogliazione
Prima messa ufficiale presieduta dal segretario di stato di sua santità cardinale Pietro Parolin
Papa Francesco è vicino alla città di Assisi Eccellenza,
distinte Autorità, cari fratelli e sorelle in Cristo,
è per me motivo di gioia trovarmi qui oggi insieme a voi per la felice occasione dell’apertura del nuovo Santuario della Spogliazione. Ringrazio di cuore il vostro Vescovo S.E. Mons. Domenico Sorrentino per il suo invito a presiedere questa celebrazione e ancor più lo ringrazio per la provvida iniziativa di aprire questo Santuario, dando particolare risalto ad un episodio della vita di San Francesco carico di valore simbolico ed evento fondamentale nella vocazioneconversione del Poverello di Assisi. San Francesco ha aperto, anzi spalancato le porte del cuore e della mente a Cristo e, spogliatosi di ogni mondanità e illusione umana, accolse la povertà per rivestirsi della ricchezza di Cristo e donarla a chiunque incontrasse sul suo cammino, a partire dai più deboli e abbandonati, dai lebbrosi, gli scartati ed esclusi del suo tempo. Egli accolse il Vangelo sine glossa, con una radicalità ed essenzialità che affascina e stupisce, che attira e nello stesso tempo inquieta un po’, tanta è la distanza tra i nostri stentati passi verso il Signore e il fuoco che scaldò la sua anima e la accese di un amore capace di superare ogni ostacolo e avversità, a partire da quelle che incontrò nella sua stessa famiglia e nella sua cerchia di conoscenti. Assisi da allora è diventata sinonimo di pace e di conversione, una città il cui nome richiama tutti alla possibilità di un’esistenza che, proprio perché saldamente ancorata al Vangelo, può sollevare lo sguardo verso l’alto e porsi in atteggiamento solidale verso il prossimo. In questa città, avendo dinnanzi agli occhi i luoghi e la memoria di Francesco, risulta più facile aprirsi ad una forma di vita non dominata dal denaro, dal possesso, dal divertimento fine a se stesso, dalla vana corsa verso piccoli poteri, piccoli piaceri e piccole rivalse. Qui, dove ogni pietra ricorda il Santo, umile e radicato nella sua limpida ed eroica fede, risulta più facile compiere passi coraggiosi di amicizia
e dialogo verso chi, pur essendo lontano dalla fede cristiana, è animato da buona volontà e ricerca la verità. Assisi ci abitua a pensare a cose grandi, per le quali vale la pena donare il proprio tempo e le proprie forze, poiché ci fanno scoprire il senso autentico dell’esistenza, donandoci pace vera e gioia profonda. Dall’intimo rapporto con il Signore deriva infatti ogni bene, dall’ascolto della Sua Parola nasce la possibilità di essere forti e liberi. Imitando Gesù si diventa ricchi di carità e poveri di tristezza, nobili d’animo, più disposti al perdono, più sereni nei giudizi, meno ansiosi sul futuro perché consapevoli che esso è nelle mani del Signore. Qui possiamo cantare il cantico delle creature, facendo nostre le parole di Francesco e siamo invitati a riconciliarci con Dio, con gli altri e con il creato. Qui comprendiamo che la strada per la realizzazione di sé passa per la spogliazione di sé e l’abbandono di tutto quello che impedisce di guardare in alto, di dar lode a Dio, non solo con le parole, ma con gli atti e i comportamenti, evitando di centrare l’esistenza su cose futili o secondarie.
Esse, prendendo possesso dei pensieri e del nostro tempo, impediscono di mantenere fede alle promesse e ci intralciano nel costruire buone e durature relazioni, ci distolgono dall’essere responsabili delle cose che ci sono affidate e ci regalano invece frustrazione e vuoto. In ultima analisi, ci impediscono di essere buoni. Questo Santuario invece ci ricorda quello che è davvero importante nella vita. Francesco qui si è spogliato delle vesti, qui egli ha lasciato i beni della terra per accogliere con più facilità e prontezza i doni del Cielo. Egli fece un gesto dirompente per la sua epoca come per la nostra, nella quale il denaro e la ricchezza vengono proposti in modo pervasivo come idoli da possedere a tutti i costi. Essi però, mentre pretendono di liberarci, ci asserviscono pesantemente e mentre ci si affanna per possederli, veniamo invece da loro espropriati e posseduti, alienati dal nostro vero destino di felicità e di pienezza. Il gesto di San Francesco e la forza profetica che vi è racchiusa si può comprendere solo alla luce della forza che le parole del Vangelo ebbero sull’animo del Poverello. Egli scoprì in esse la perla preziosa per ottenere la quale tutto poteva essere venduto, anzi tutto doveva essere regalato. Egli, spogliandosi dei suoi averi, per i quali la maggior parte delle persone sarebbe disposta a chissà quali fatiche, si incamminò con risolutezza sulla scia di Gesù, di Colui che si spogliò della Gloria che aveva presso il Padre e da ricco che era si fece povero per arricchirci mediante la sua povertà (cfr 2Cor 8,9). Egli comprese il paradosso dell’amore di Dio per noi, ne rimase conquistato e volle contraccambiarlo imitandolo, diventando trasparenza del divino, al punto che persino gli elementi del creato erano in dialogo diretto con lui. Egli si conformò talmente al suo divino Maestro che Questi volle donargli, come segno visibile di tale conformazione, le stigmate. Abbiamo ascoltato la seguente espressione dal Vangelo di Giovanni: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama.
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Santuario della Spogliazione Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14,21). Francesco ha amato Gesù restituendo quanto da Lui aveva ricevuto e Gesù si è manifestato a Francesco in modo del tutto speciale. La radicalità che la “Spogliazione” rivela, mentre ci affascina e ci attira, forse ci spaventa anche un po’. Essa manifesta una risolutezza, una fermezza di proposito, una fiducia così totale e limpida nella Provvidenza che fa da specchio alle nostre tiepidezze ed irrisolutezze, alla quotidiana difficoltà di evitare piccoli compromessi che ci impediscono di camminare spediti e ci bloccano in uno stile di vita distante da quello evangelico. Questo Santuario è per tutti un richiamo ad essere autentici, a fare un vero esame di coscienza, a spogliarci dell’egoismo e del peccato, a riprendere il cammino per trovare la perla preziosa e la forza di abbandonare qualcosa del nostro mondo per riscoprire la gioia di essere cristiani, figli adottivi di Dio, capaci di conversione, di carità, di porsi con fiducia e impegno sulle orme di Cristo e di Francesco. La “Spogliazione” è un segno anche per il nostro tempo e l’intera esistenza di San Francesco rappresenta un faro acceso posto a nostra disposizione. Essa invita ad alzare lo sguardo verso Cristo, ad ascoltare la sua voce e a prestare attenzione alla testimonianza dei santi per dare un indirizzo buono alla vita e trovare ristoro alle fatiche. In tal modo si eviterà di rifare i medesimi errori, scusando sempre noi stessi e accusando sempre gli altri per le nostre inadempienze e sconfitte. Spogliandoci dell’orgoglio permetteremo a Cristo di illuminare e guidare il nostro cammino. Dopo l’evento di Pasqua, la Chiesa, forte dell’esperienza del Risorto, cresceva e si sviluppava, aggregando ogni giorno nuovi fedeli. Come abbiamo ascoltato nella lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli: “Filippo, sceso in una città della Samaria, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva” (At 8,5-6). Anche nel XIII secolo, sentendo parlare San Francesco, vedendo i segni da lui compiuti, molti rinnovarono la loro vita alla luce del Vangelo e, come ai tempi apostolici, si irradiò un
nuovo fervore di generosità e di fede. Riscopriamo anche oggi nel creato e nella vita del Serafico di Assisi i segni della presenza di Dio, prestiamo attenzione alle parole di coloro che hanno testimoniato la bellezza e la novità del Vangelo, spogliamoci della zavorra dell’egoismo, che ci inganna e ci blocca! Il Santo Padre Francesco, nella sua lettera in occasione della erezione del Santuario della Spogliazione, che porta la data della Pasqua
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di quest’anno, tra l’altro, afferma: “Il cammino di Cristo è tutto un misero di ‘spogliazione’. L’Onnipotenza si eclissa, affinché la gloria del Verbo fatto carne si esprima soprattutto nell’amore e nella misericordia. La spogliazione è un mistero di amore!” E poco più avanti egli poi afferma: “Ci si deve spogliare, in sostanza, più che di cose, di se stessi, mettendo da parte l’egoismo che ci fa arroccare nei nostri interessi e nei nostri beni, impedendoci di scoprire la bellezza dell’altro e la gioia di aprirgli il cuore”. Siamo chiamati alla vita eterna, alla gioia, alla solidarietà, alla comunione e per non fallire questi santi obiettivi occorre spogliarsi di odio e rivestirsi di amore, spogliarsi delle nostre miopi visioni e lasciarsi rivestire dalla Buona Novella di Cristo. Questo Santuario è un segno eloquente che interpella la nostra libertà e volontà in mezzo alle contraddizioni del nostro mondo, lacerato e confuso, ma assetato di parole e gesti che sappiano dare conforto, infondere speranza e portare pace e gioia. San Francesco ci aiuta in questo discernimento e in questo cammino. La Vergine Maria, che dall’Annunciazione al Golgota è stata privilegiata testimone della missione del Suo divino Figlio, ci indica la via ed intercede per noi.
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+ Pietro Parolin cardinale
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Il poverello riportò pezzi del mantello del vescovo Guido che lo coprì sul suo abito penitenziale
La prima reliquia del “nuovo” san Francesco ASSISI - San Francesco riportò pezzi del mantello del vescovo Guido sul suo abito penitenziale. E’ questa la deduzione a cui è arrivata dopo lunghe ricerche scientifiche e studio dei materiali la restauratrice Maria Giorgi che ha illustrato tutto il procedimento e lo studio effettuati durante la conversazione che si è tenuta nella serata di domenica 14 all’interno della Sala della Spogliazione. Attraverso alcune slide ha presentato il lavoro di studio dei materiali rinvenuti nel 2007; alcuni frammenti ritrovati in una scatola e altri avvolti in un rotolo con un cartiglio con su scritto “Mantello del vescovo Guido”. Da qui è partita l’analisi dei materiali confrontati con il primo abito penitenziale di San Francesco e dopo numerose analisi e incrocio dei dati, è emersa la compatibilità dei tessuti della tunica e dei frammenti. “Il velo su cui è fissato presenta le stesse misure della parte frontale e/o posteriore dell’abito penitenziale di San Francesco – ha spiegato la Giorgi - . Sia per questo motivo, sia per la testimonianza riportata nella cronaca interna del monastero, in cui si fa menzione circa un grande pannello posto sotto l’abito penitenziale di San Francesco chiamato “mantello del Vescovo Guido” è stato ipotizzato che questa stoffa in origine fosse in qualche modo legata alla prima veste del Santo. In effetti su quest’ultima – ha aggiunto la restauratrice - è presente una grande cucitura di forma rettangolare sia sul davanti sia sul retro, sotto la quale sono presenti depositi di fibre, sino a piccoli frammenti di tessitura in colore marrone scuro sempre in lana. Quindi fu deciso di eseguire una serie di indagini scientifiche anche su questi tre gruppi di fibre, per avere conferma o meno dell’ipotesi anzi descritta. Cioè, se era realmente possibile che la stoffa del mantello del Vescovo Guido fosse stata suddivisa in due pezze rettangolari, cucite sia sul davanti che sul retro dell’abito penitenziale di San Francesco. Ed anche se vi fosse una reale coerenza tra i frammenti della scatola e quelli del grande rotolo. E in effetti tutte le indagini svolte sino ad ora confermano questa ipotesi”. Sono poi intervenuti Mauro Iuston della Pro Civitate Christiana che ha ritrovato un vecchio articolo del 1927 quando venne celebrata la festa del Sacro Palio, mentre la psicologa Rosaria Gavina e padre Francesco De Lazzari hanno parlato della figura di mamma Pica e della madre Chiesa. Il critico d’arte Elvio Lunghi si è soffermato sui numerosissimi luoghi di Assisi, dove attraverso dipinti e affreschi e altre opere d’arte si ripercorre la vicenda umana e spirituale del poverello. 3
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Santuario della Spogliazione
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Santuario della Spogliazione
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Parrocchie
nocera umbra Santa messa dedicata al patrono dell’università Agraria
Bagnara festeggia Sant’Ubaldo
Barbara Gasparri
NOCERA UMBRA – Domenica 21 maggio nella Chiesa di sant’ Egidio Abate, il parroco don Romano ha celebrato la santa messa in onore di Sant’Ubaldo, figura a cui il paese è particolarmente legato perché patrono dell’Università Agraria di Bagnara. Le Università agrarie sono antiche associazioni agrarie dotate di personalità giuridica che rappresentano forme di proprietà collettiva le cui origini risalgono al Medioevo. La storia di Bagnara e quella della sua Università,
spesso coincidono e sono sempre in strettissima correlazione. L’Università possiede un proprio archivio storico, utilissimo per conoscere la storia di questo antico ente, ma anche quella del paese di Bagnara. Ancora oggi l’Universitas hominum Bagnariae’’, oltre ad occuparsi di usi civici si dedica, nel rispetto dello statuto, anche allo sviluppo sociale, culturale ed economico, realizzando con proprie risorse impianti sportivi, pubblicazioni editoriali, percorsi turistici ed aree ricreative. Grande spirito di collaborazione e sostegno vi è, oggi come
gualdo tadino
Le suore del Bambin Gesù celebrano il bicentenario GUALDO TADINO – L’Istituto delle suore del Bambin Gesù, sabato 6 maggio, ha celebrato il bicentenario della sua presenza a Guado Tadino. Da duecento anni, infatti, le suore del Bambin Gesù svolgono la loro missione dedicandosi alla formazione delle insegnanti, all’educazione dei bambini e dei giovani con le catechesi, i laboratori, il collegio, l’attività scolastica, sportiva ed artistica e con attività caritative. Il programma celebrativo di questa ricorrenza, si è svolto con la inaugurazione della mostra fotografica del “Bambin Gesù” dal 1817 al 2017 a cura di Daniele Amoni, la presentazione è stata curata dell’associazione culturale Capezza. Di seguito si è svolta la santa messa di ringraziamento celebrata dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino nella concattedrale di San Benedetto. Dopo la santa messa molte persone hanno partecipato alla pesca di beneficienza all’interno dell’istituto e ad un momento conviviale.
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ieri, tra l’Università e la parrocchia di Sant’Egidio Abate: la campana donata alla Chiesa nel 1611, ha lo stemma dell’Università e viene chiamata ‘Ubalda’ in onore di Sant’Ubaldo, protettore dell’Università Agraria. Alla santa messa, tra i molti fedeli, erano presenti i consiglieri dell’Università ed il presidente Lorenzo Perticoni, per onorare insieme Sant’Ubaldo e ricordare tutti coloro che nel passato, anche lontano, hanno collaborato affinché l’Università fosse ancora oggi un’istituzione attiva e ben presente nel nostro paese. 3
Chiesa Insieme
Iniziative
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Grande successo per la festa in amicizia 2017: Lyrick gremito, laboratori e convegni sold out
La grande famiglia del Serafico insegna
ASSISI – E’ stato il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino a chiudere con la celebrazione eucaristica presso l’oratorio del Serafico, la tradizionale Festa in Amicizia, un viaggio di due giorni alla scoperta del cibo, inteso come nutrimento, e conoscenza ma anche come condivisione materiale, emotiva e spirituale e piacere dell’accoglienza. La festa in amicizia 2017 del Serafico di Assisi si è aperta con il convegno scientifico “Gusto. Cultura, Salute e stili di vita” in cui si è parlato dell’evoluzione del gusto nella storia, di modelli e mode alimentari che si sono susseguiti nel tempo, per poi approfondire la disabilità e l’importanza di scelte alimentari corrette in grado di fornire all’utente tutti i nutrienti utili per supportarlo fisicamente, al pari di una terapia medica. La festa in amicizia è continuata nella serata di sabato 27 maggio, quando i ragazzi
del Serafico di Assisi hanno messo in scena in un teatro Lyrick stracolmo di spettatori, lo spettacolo teatrale “L’ingrediente segreto”, la storia di tre giovani cuochi che intraprendono un viaggio nei cinque angoli della terra alla scoperta delle tante culture, dei diversi cibi e sapori e alla ricerca di un misterioso ingrediente. Attraverso un mix di recitazione, musica dal vivo, movimenti, danze, i registi e ideatori, Stefano Tufo e Fabrizio Benincampi, ispirati da una canzone di Bobo Rendelli, “Cielo e terra”, ci hanno fatto rivelare dagli straordinari ragazzi/interpreti che “l’ingrediente segreto siamo noi … e voi”. “E’ un messaggio straordinariamente forte quanto profondamente vero nelle nostre dinamiche di cura e di attenzione: la relazione come base e principio guida del loro percorso riabilitativo”. E’ quanto ha dichiarato Francesca Di Maolo Presidente del Serafico. “La prossimità, lo stare insieme, il condividere
sono per noi un punto di partenza che prende forma anche attraverso questo spettacolo che annualmente regaliamo alla gente di Assisi e del territorio. Ragazzi e operatori, giovani ballerini e attori si ritrovano insieme per mesi, prima a provare e poi a rappresentare un messaggio tanto semplice quanto forte: quello dell’amore per l’altro”. Domenica 28 maggio, il Serafico di Assisi ha aperto le porte per uno speciale open day dal titolo “Il Gusto della vita” durante il quale i partecipanti hanno vissuto, all’interno del bosco, un viaggio sensoriale attraverso i laboratori tematici curati dai ragazzi e operatori del centro, con la collaborazione anche dei genitori. Anche qui grande affluenza di pubblico per affrontare una serie di esperienze ludico-gustative e teatrali realizzate con la preziosa collaborazione di aziende e associazioni del territorio. Dopo il cocktail di benvenuto curato dai ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Assisi, i visitatori sono stati accompagnati in un viaggio esperienziale dai ragazzi del Serafico e dai loro genitori, insieme agli operatori. Scopo di questa iniziativa, far comprendere come i disabili, attraverso alcune attività, riescono ad esprimersi creativamente utilizzando i cinque sensi. Le esperienze sono terminate per tutti alle 12.30 circa con l’arrivo dei tamburini della Magnifica Parte de Sotto e della Nobilissima Parte de Sopra del Calendimaggio di Assisi. La giornata si è conclusa con il tradizionale pranzo in Amicizia e con la messa celebrata nell’oratorio del Serafico di Assisi dal vescovo Domenico Sorrentino.
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Chiesa Insieme 14 giugno 2017
News
Scelto da papa Francesco dopo le indicazioni dei vescovi italiani, la vicinanza dei CEU e dei Frati
Bassetti nominato nuovo presidente CEI ROMA – La Conferenza episcopale umbra si rallegra per la stima manifestata dai Vescovi italiani nei confronti del proprio Presidente, Cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve. Ringrazia Papa Francesco per averlo scelto quale presidente della Conferenza episcopale italiana, confermando la stima e l’apprezzamento manifestato dall’episcopato della Nazione. La ricca umanità del cardinale Bassetti, la sua profonda spiritualità, la sua lunga e feconda esperienza pastorale, la sua attenta vicinanza ai sacerdoti e ai Seminari, la sua costante premura per i poveri e le persone in difficoltà ci inducono a pensare che il suo servizio alle Chiese che sono in Italia, nell’interpretazione fedele dell’insegnamento del Pontefice, le sosterrà nell’impegno di annunciare e diffondere la gioia del Vangelo e la letizia dell’amore.
I vescovi umbri accompagnano con la preghiera e la vicinanza fraterna il nuovo importante e delicato ministero al quale oggi il loro presidente viene chiamato. “Gioia e gratitudine dei frati del Sacro convento di Assisi per l’elezione del cardinale Gualtiero Bassetti a Presidente della Conferenza episcopale italiana. Accompagniamo con affetto e preghiera, sulla tomba di San Francesco, l’importante e delicato ministero che gli è stato affidato. Siamo certi che con il suo cuore ‘francescano’ e la sua sensibilità spirituale saprà guidare la Chiesa italiana alla luce dei valori di pace, solidarietà e custodia del creato cari a Papa Francesco. Viviamo questa gioia nella felice coincidenza della dedicazione delle Basilica di San Francesco in Assisi”. Lo ha dichiarato il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti.
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Lo ha anticipato il sindaco Proietti nel corso del IV congresso nazionale dei notai cattolici
Ad Assisi osservatorio siti Unesco a rischio sismico
ASSISI – “Assisi osservatorio nazionale permanente dei siti Unesco a rischio sismico”. Lo ha anticipato il sindaco Stefania Proietti in apertura dei lavori del congresso nazionale dell’associazione italiana dei notai Cattolici che ha scelto come tema “La tutela dei beni culturali e i beni ecclesiastici”. Questione fondamentale ha spiegato il sindaco per capire come agire sui monumenti dopo un terremoto. Sisma che è stato al centro del dibattito ma che è stata anche l’occasione di un’iniziativa concreta affidando il catering della due giorni a una azienda di Norcia della
famiglia Bianconi, la prima a riaprire albergo e ristorante dopo i drammatici terremoti che hanno danneggiato gravemente tanti comuni del centro Italia, restituendo un lavoro a ottanta persone. “Un tema, quello della tutela dei beni culturali, di grande importanza per il paese che i professionisti devono conoscere a fondo così come la tutela del creato come ci dice Papa Francesco”, spiega il vescovo Domenico Sorrentino che accompagna l’associazione dalla sua nascita “con un percorso spirituale che rende unica la due giorni di Assisi che abbiamo sempre voluto dedicare ad aspetti interessanti per i professionisti che vogliono però dedicare le proprie competenze al bene comune, alla società percorrendo quel cammino di incontro con le persone che ci ha indicato Papa Francesco. I notai in uscita, tra la gente, questa è la missione di professionisti che vogliamo fare nostra quotidianamente”, commenta il presidente dell’Ainc Roberto Dante Cogliandro che insieme a Marco Galletti, Andrea Dello Russo, Alberta Canape ed Elisabetta Carbonari pro-
muove da anni un nuovo modello di notaio nella società che culmina con questo evento che unisce l’attività informativa del convegno con il sostegno forte alle iniziative dell’istituto Serafico. “Siamo felici che Ainc conferma il proprio servizio al fianco dei più fragili. Il risultato più importante è vedere una bambina irachena in condizioni gravissime strappata al furore della guerra, ed oggi è curata grazie al sostegno dell’Ainc e che papa Francesco solo pochi giorni fa ha ricevuto in Vaticano”, ha dichiarato la presidente del Serafico Francesca Di Maolo. 3
Chiesa Insieme
News
giugno 2017
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Grande partecipazione ai funerali del sacerdote assisano che si impegnò per i giovani e la musica
È tornato alla casa del Padre don Giuseppe Biselli ASSISI – E’ tornato alla casa del Padre don Giuseppe Biselli. Il già parroco di Santa Maria Maggiore, che proprio sabato 20 maggio è divenuta santuario della Spogliazione, è morto nella serata di domenica 21 maggio. Tutta la comunità diocesana esprime i più sentiti sentimenti di cordoglio ai familiari e li conforta con la preghiera. È stato il vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino a celebrare martedì 23 maggio i funerali molto partecipati nella cattedrale di San Rufino. Don Giuseppe Biselli, canonico della Chiesa Cattedrale di San Rufino in Assisi dal 24 settembre del 1962 e di cui è stato priore dal 1° luglio 2008 fino all’11 agosto 2013, è nato a Palazzo di Assisi il 12 febbraio 1925 ed è stato ordinato presbitero il 31 luglio ‘49 da monsignor Giuseppe Placido Nicolini, vescovo di Assisi. Nell’amata Assisi ha esercitato per più di cinquant’anni il suo ministero sacerdotale: diciotto anni come vice parroco di San Rufino, dove, in particolare, si è impegnato in modo costruttivo a favore dei giovani di Azione Cattolica; e poi, come parroco di Santa Maria Maggiore fino alla fine del settembre del 2008. Notevole, allo stesso tempo, l’impegno con cui ha trasmesso la sua passione per la musica sacra e, a tal proposito, il suo curriculum è denso di iniziative in favore di decine di ragazzi per i quali ha dato vita ad una scuola di musica nei locali della parrocchia di Santa Maria Maggiore che, come recita la speciale targa che gli è stata
Franciscans International ha fatto tappa ad Assisi ASSISI - Domenica 7 maggio Franciscans International, la voce francescana alle Nazioni Unite dove lavora per promuovere i diritti umani, il rispetto per l’ambiente e la pace tra i popoli, ha organizzato, con il patrocinio della città di Assisi, un incontro formativo sul lavoro svolto alle Nazioni Unite. All’incontro che si è tenuto presso il refettorio del Santuario della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli sono intervenuti il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino; il sindaco di Assisi Stefania Proietti e il ministro generale dei frati minori fr. Michael Perry. Al termine dell’incontro, dopo un momento conviviale, è seguita la preghiera dei vespri nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola.3
consegnata nel 2005 come “cittadino assisano dell’anno” conferitogli da parte di alcune associazioni locali, era per tutti un punto di riferimento certo per la sua disponibilità, umanità, saggezza dei suoi consigli. La sua dedizione al mondo giovanile si è espressa anche attraverso l’attività della sala cinematografica “Santa Maria delle Rose” nella quale venivano proiettati abitualmente film educativi che attraevano i ragazzi e i giovani della città. Delegato diocesano per la Musica Sacra dagli anni Sessanta, è stato prefetto di musica in seno al Capitolo della Chiesa cattedrale di San Rufino, dopo aver ricoperto per lunghi anni in prima persona l’incarico di direttore della omonima Cappella musicale, da lui sostenuta anche con sacrifici economici personali. Don Giuseppe Biselli è stato anche incaricato diocesano per le Comunicazioni sociali e per il settimanale “La Voce”, di cui ha curato con l’aiuto di alcuni collaboratori (Rosalia Conti, Francesco Frascarelli, ecc.) per circa vent’anni, fino alla fine degli anni Novanta, la pagina diocesana. Presidente dell’Opera diocesana Assistenza, negli anni difficili della ricostruzione post bellica, ha curato la distribuzione degli aiuti statunitensi alla popolazione danneggiata. Don Giuseppe Biselli è stato insegnante di religione nelle Scuole statali (Istituto professionale, Istituto magistrale, liceo scientifico presso il Convitto nazionale dal 1950 fino agli anni Ottanta).
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Chiesa Insieme 16 giugno 2017
APPUNTAMENTI -
giugno 2017
1 Gio - 7.a di Pasqua 2 Ven - 7.a di Pasqua 3 Sab - 7.a di Pasqua
Veglia di Pentecoste e conferimento dei Ministeri istitutiti ore 21.00 Cattedrale di san Rufino
4 Dom - PENTECOSTE 5 Lun - 9.a Tempo Ordinario 6 Mar - 9.a Tempo Ordinario 7 Mer - 9.a Tempo Ordinario 8 Gio - 9.a Tempo Ordinario
Giornata sacerdotale del clero Umbro a Collevalenza
9 Ven - 9.a Tempo Ordinario 10 Sab - 9.a Tempo Ordinario
Pastorale Giovanile - AssisiCup 2017 - Stadio di S. Maria degli Angeli
11 Dom - SANTISSIMA TRINITA'
Pastorale Giovanile - AssisiCup 2017 - Stadio di S. Maria degli Angeli
12 Lun - 10.a Tempo Ordinario 13 Mar - 10.a Tempo Ordinario 14 Mer - 10.a Tempo Ordinario
Consiglio Affari economici diocesano - curia ore 16.30
15 Gio - 10.a Tempo Ordinario 16 Ven - 10.a Tempo Ordinario 17 Sab - 10.a Tempo Ordinario 18 Dom - SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO 19 Lun - 11.a Tempo Ordinario 20 Mar - 11.a Tempo Ordinario 21 Mer - 11.a Tempo Ordinario 22 Gio - 11.a Tempo Ordinario 23 Ven - SACRO CUORE DI GESU'
- Pre-Assemblea diocesana ore 16.00 a Santa Tecla Giornata di Santificazione sacerdotale
24 Sab - 11.a Tempo Ordinario
Pre-Assemble diocesana ore 9.00 a Santa Tecla
25 Dom - 12.a Domenica Tempo Ordinario
Giornata per la carità del Papa (Colletta Obbligatoria)
26 Lun - 12.a Tempo Ordinario 27 Mar - 12.a Tempo Ordinario 28 Mer - 12.a Tempo Ordinario 29 Gio - 12.a Tempo Ordinario 30 Ven - 12.a Tempo Ordinario LUGLIO 1
Sab - 12.a Tempo Ordinario
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Dom - 13.a Domenica Tempo Ordinario
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Lun - 13.a Tempo Ordinario
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Mar - 13.a Tempo Ordinario
5
Mer - 13.a Tempo Ordinario
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Gio - 13.a Tempo Ordinario - (I)
7
Ven - 13.a Tempo Ordinario
8
Sab - 13.a Tempo Ordinario
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Dom- 14.a Domenica Tempo Ordi.
10 Lun - 14.a Tempo Ordinario
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