Chiesa Insieme n. 8 settembre 2016

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N. 8 - SETTEMBRE 2016 - ANNO XXXIV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983

GRAZIE PAPA FRANCESCO ASSISI È PROPRIO CASA TUA


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Chiesa Insieme

settembre 2016

Editoriale

SOMMARIO

LA PAROLA DEL VESCOVO

Editoriale del vescovo

Ricostruire - pag. 2

Focus

RICOSTRUIRE

SpiritodiAssisi - pag. 3

Primo Piano

Perdono di Assisi pag. 4-5

Le visite del Pontefice

La visita alla Porziuncola - pag. 6-9 Fotogallery - pag. 10

Anno della misericordia Lettera pastorale del vescovo - pag. 11

Celebrazioni Festa di santa Chiara - pag. 15 Solennità di san Rufino - pag. 16

Parrocchie

Porziano / san Rufino/s.m. Maggiore

pag.18-19

Vita Consacrata

Suore S. maria Ausiliatrice pag.20

CMFV

Nuova Comunità pag.21

Caritas

Seminario Internazionale - pag.22

News

Centro missionario diocesano Carmelitane dello S. Santo La mamma di don Maurizio pag.23

Appuntamenti

Settembre 2016 - pag.24

Macerie.

Macerie. Macerie. Forse quando quest’editoriale sarà sotto gli occhi dei nostri lettori, i riflettori si saranno già spenti sulle città provate dal terremoto. Rimarrà, per quegli sfortunati fratelli, il peso di una ricostruzione alla quale non dovrà mancare la nostra solidarietà. Noi abbiamo sentito scosse leggere. Quanto ci è bastato per aver paura, e temere, per un momento, il peggio. Ci siamo rattristati profondamente. Abbiamo sentito che sotto quelle macerie gravide di morti avremo potuto esserci anche noi. Fragile bellezza del nostro mondo! In un momento tutto può cadere. E ti ritrovi a ricominciare daccapo. Ma ricominciare è il dramma e la grandezza dell’uomo. Lo è di fronte alle catastrofi della natura. Lo è di fronte a quelle causate dall’insipienza umana della guerra. Lo è di fronte ai problemi che il nostro tempo ci pone. Tempo con le sue luci e le sue ombre. Non più bello né più brutto del passato. Ogni tempo è una sfida. Noi sappiamo solo di doverci rimboccare le maniche. Sentendoci accompagnati da Dio. Già, perché Dio si è fatto nostro compagno. Compagno di viaggio. Il mistero dell’incarnazione e della croce dice

questo. Il culmine è la risurrezione: esplosione di via in una tomba. Tomba che si fa grembo. Non c’è destino di morte, se Dio muore con noi. Lo vogliamo ricordare, questo principio di risurrezione, mentre iniziamo il nuovo anno pastorale. Quale futuro? Che cosa sarà della Chiesa? Che cosa dobbiamo mettere in conto in questo nostro tempo di rivoluzioni epocali? Non vale la politica dello struzzo. Guardare in faccia i problemi è saggezza, anche se esige coraggio. Il nostro Libro del Sinodo, in certo modo, è un libro di “ricostruzione”. Si tratta di ricostruire una cristianità che sia in qualche modo più autentica, capace di misurarsi con le sfide dell’oggi. Una cristianità “anti-sismica”. Per questo, una cristianità consapevole (di qui l’offerta formativa per adulti), una cristianità “famiglia” (di qui passaggio dalla massa anonima a una rete di famiglie spirituali), una cristianità “solidale”, in cui i poveri siano al centro. Mentre auguriamo ai nostri fratelli di Amatrice e delle altre città colpite di riprendere il cammino, e assicuriamo loro la nostra vicinanza, affidiamo i primi passi del nostro anno pastorale – anno di assimilazione del progetto sinodale – alla forza dello Spirito Santo. Vento e fuoco. Principio di ricostruzione in cui tutto riprende vita. + Domenico, vescovo

Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marina Rosati Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it -

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Chiesa Insieme

Focus

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Dal 18 al 20 settembre incontro interreligioso ad Assisi come nell’86, arriva anche il Papa

Dopo 30 anni è forte la sete di pace Antonella Porzi

ASSISI – A trent’anni dallo storico incontro internazionale sulla pace fortemente voluto da Giovanni Paolo II nel lontano 27 ottobre 1986 tutte le religioni del mondo tornano nella città del poverello per attualizzare la sempre più viva necessità di dialogo e di rinnovato impegno per la costruzione della pace. “Sete di pace. Religioni e culture in dialogo” è il titolo dell’appuntamento promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, la Diocesi di Assisi e le Famiglie francescane in programma dal 18 al 20 settembre. Intanto è già stata inaugurata una mostra nel palazzo del Capitano del Perdono che ripercorre i trenta anni di dialogo. Un grande avvenimento che nella giornata conclusiva accoglierà con immensa gioia papa Francesco il quale, ha reso nota la sua partecipazione comunicandola telefonicamente al vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino. “Il Papa di nuovo ad Assisi!” sono queste le parole pronunciate da monsignor Sorrentino per annunciare la notizia della venuta del Pontefice. “Lo avevamo chiesto e ci speravamo – ha aggiunto il presule. Ma comprendevamo anche la difficoltà di un’altra visita alla città di San Francesco a poco più di un mese dal pellegrinaggio alla Porziuncola. Ora è ufficiale: papa Francesco tornerà. Me lo ha voluto dire lui stesso al telefono, chiarendo che si sta organizzando, in queste ore, la formula della sua venuta. L’occasione del trentesimo anniversario dello ‘Spi-

rito di Assisi’ – sottolinea il vescovo - si pone in uno scenario che, forse ancor più di trent’anni fa, sullo sfondo di una ‘guerra mondiale combattuta a pezzi’, chiede una sinergia spirituale tra quanti hanno una prospettiva di fede, a seconda delle diverse tradizioni religiose, ed anche quanti, pur senza dirsi credenti, ma fortemente ancorati in un umanesimo solidale, sono chiamati a dare il loro specifico contributo alla causa della pace. L’iniziativa posta il 27 ottobre 1986 da San Giovanni Paolo II fu centrata sulla preghiera. È così anche per l’odierna commemorazione. Da sempre è stato chiarito che un incontro in chiave di preghiera tra i credenti delle diverse religioni non si fa su presupposti di sincretismo o di relativismo. Ciascuno rimane se stesso, e testimonia il proprio credo. La scelta di Assisi non fu casuale. Giovanni Paolo II volle porre questo gesto storico nel quadro della spiritualità di San Francesco, il cui volto e la cui vita si ispirano profondamente a Cristo. Quanto il Concilio Vaticano II nella dichiarazione Nostra Aetate ha insegnato, a tal proposito, rimane il quadro ideale in cui lo ‘spirito di Assisi’ continua a svilupparsi nel mondo. In Assisi ogni 27 ottobre

esso viene commemorato e rivissuto con iniziative di preghiere e riflessioni ispirate alla semplicità francescana. La Comunità di Sant’Egidio da parte sua si è resa benemerita di un grande pellegrinaggio mondiale di questo ‘spirito’. Quest’anno abbiamo voluto riviverlo insieme, con un’iniziativa congiunta della Diocesi, delle famiglie francescane e della comunità di Sant’Egidio. Molti tra i più distinti leader religiosi mondiali si daranno convegno. La presenza di Papa Francesco darà un peso ulteriore e qualificante a questo evento. La diocesi ancora una volta lo ringrazia e lo saluta con affetto. Un Papa di nome Francesco – conclude monsignor Sorrentino - non “eccede” nel tornare più di una volta ad Assisi: più che in ogni altra parte del mondo, qui è proprio ‘a casa sua’. Ancora grazie, papa Francesco!” Il meeting dopo la solenne celebrazione eucaristica nella basilica superiore di San Francesco alla presenza dei rappresentanti ecumenici di domenica 18 settembre prevede un’assemblea plenaria di inaugurazione. Ad essa faranno seguito lunedì 19 per l’intera giornata e martedì 20 settembre mattina, in tre sessioni, circa trenta panel su temi emergenti di dialogo interreligioso e della giustizia e pace nelle società contemporanee. I tre giorni saranno conclusi dalla preghiera e processione per la pace e da una cerimonia finale nella piazza inferiore di San Francesco, dove sarà proclamato e firmato un comune appello di pace.

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Chiesa Insieme

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Primo piano

Monsignor Sorrentino: “Questa santa circostanza è l’occasione per rinnovarci”

La diocesi “in cammino” alla Porziuncola

Antonella Porzi

ASSISI - Sulla scia del messaggio lanciato da papa Francesco alla vigilia del Giubileo straordinario della Misericordia recante le seguenti parole: “Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni cattedrale o nelle chiese stabilite dal vescovo diocesano, e nelle quattro basiliche papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione” e in occasione della solennità del Perdono, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ha compiuto nel pomeriggio di lunedì 1 agosto un pellegrinaggio penitenziale. Una processione orante costituita da molti religiosi, partita dalla basilica di San Francesco e guidata dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino ha raggiunto, il 1 agosto, il seminario regionale. Ad attenderla un gruppo di fedeli e rappresentanti delle varie confraternite che si sono uniti in preghiera per dirigersi verso la basilica di Santa Maria degli Angeli. “Il Perdono di Assisi – è stato sottolineato durante il cammino – è una grande opportunità spirituale e pastorale. Mettiamoci in cammino verso la Porziuncola, riflettiamo sulla lettera pastorale che il nostro vescovo ha scritto a tutti noi fedeli e pellegrini perché ci guidi al rinnovamento interiore e incoraggi il nostro cammino pastorale”. Nei pressi della basilica

si sono unite al corteo molte autorità militari e civili tra cui i sindaci delle città diocesane. Dopo aver recitato il rosario meditato e intervallato da alcuni canti, i pellegrini in preghiera hanno varcato dapprima la porta della basilica per poi oltrepassare la porta santa della Porziuncola. I primi vespri della solennità sono stati presieduti da monsignor Sorrentino. Il vescovo all’inizio dell’omelia ha esclamato che: “E’ proprio con grande gioia che ho vissuto il pellegrinaggio, finalmente degno di questo nome, un pellegrinaggio così che aspettavo da dieci anni. Spero che ogni anno ci sia questa santa circostanza che è l’occasione per rinnovarci. L’indulgenza – ha aggiunto – è una luce dal cielo che squarcia le tenebre e ci porta gioia e speranza. E’ il cuore del Padre che si apre sui suoi figli e dice ‘Vi voglio gioiosi’. Proviamo a mettere in questi termini l’espressione di Francesco ‘Vi voglio mandare tutti in Paradiso’. E’ come se avesse voluto dire ‘Vi voglio tutti con il sorriso’. Perché il sorriso

sia tale – ha proseguito - c’è bisogno che si esprima sulle labbra, che sorridano gli occhi e soprattutto il cuore. Questo sorride quando si sente avvolto, toccato dall’amore e non ha più paura perché si sente nelle braccia dell’amato. Credo che Francesco abbia sentito questo. Francesco in questa chiesina si sentiva dentro il mistero della Trinità. Francesco parlava del sorriso profondo quello del cuore che sa germogliare persino sulla croce perché è l’espressione della paternità di Dio. L’indulgenza ci viene data perché è la chiesa che prega. Il libro del Sinodo è incentrato sulla gioia, l’indulgenza viene perché questo titolo diventi il programma della vita. A papa Francesco - ha concluso - vorremmo dimostrare la nostra vicinanza, vogliamo imparare da lui il segreto del sorriso”. Al termine dell’omelia il sindaco di Assisi Stefania Proietti ha offerto un cofanetto di incenso che verrà utilizzato per le celebrazioni del Tempio.

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Primo piano

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In tanti alle celebrazioni a santa Maria degli Angeli in ricordo dell’indulgenza da Francesco

Il Perdono, una solennità che ci rinnova

ASSISI - Il pellegrino che varca la soglia della grande basilica di Santa Maria degli Angeli, si sente subito attratto dalla piccola chiesa romanica, centro fisico ma soprattutto cuore spirituale dell’intero santuario. È la Porziuncola, un luogo dell’anima, che viene da molto lontano, dove Francesco ha risvegliato la nostalgia del Paradiso, quello vero, che comincia in terra con una straordinaria tensione, cioè la santità. Chi si inginocchia sulla soglia della Porziuncola vi può leggere parole straordinarie per una “piccola porzione di mondo” quale essa è: “hic locus sanctus est”, questo luogo è santo, perché Dio vi è sceso e vi si è intrattenuto in colloquio con Francesco. Ma se l’emozione vi prende e vi fa alzare lo sguardo, allora potrete leggere parole altrettanto gravi sul colmo della porta: “haec est porta vitae aeternae”, per qui si accede alla vita eterna. Francesco proprio di questa sua chiesina ha fatto l’eco

al perdono di Dio per i pentiti di tutti i tempi. Francesco ha proclamato quel giorno di agosto alle genti riparate all’ombra delle querce: “Fratelli, io vi voglio mandare tutti in Paradiso e vi annuncio una grazia che ho ottenuto dalla bocca del Sommo Pontefice”. È l’Indulgenza della Porziuncola, il Perdono di Assisi, il tesoro della Porziuncola. La Porziuncola è, perciò, un anticipo del Paradiso, perché è la “Porta Santa sempre aperta” in perenne Giubileo di perdono e di grazia, che ci conduce “ad Jesum per Mariam”. Con queste disposizioni di gratitudine e di lode si sono celebrati gli ottocento anni di grazia e di misericordia scaturiti da questa “piccola porzione” di terra divenuta famosa in tutto il mondo. Il programma, già di per sé denso, quest’anno è stato ancora più ricco dalla concomitanza del Giubileo della Misericordia. Ci ha aiutato ad entrare nella celebrazione del Perdono padre Raniero Cantalamessa, che ha presieduto il triduo di preparazione dal 29 al 31 luglio. Alle 11 del 1° agosto, si è aperta la solennità del Perdono con la celebrazione eucaristica presieduta dal ministro generale dei Frati minori, padre Michael A. Perry. Due pellegrinaggi, fra i tanti che si sono tenuti in quei giorni, sono degni di particolare nota, entrambi fissati per il 1° agosto. Alle 14.45, anticipato di un giorno rispetto agli altri anni, l’arrivo della XXXVI marcia francescana “Alla porta del cielo”: insieme ai frati e alle suore che li accompagnano, migliaia di giovani provenienti da tutta Italia, e ultimamente sempre più anche dall’estero, consumeranno chilometri per marciare verso il Perdono. Alle 19 l’altro importante pellegrinaggio, quello della diocesi e della città di Assisi. Il 2 agosto poi il cardinale Gualtiero Bassetti, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica con cui si è aperto l’VIII Centenario del Perdono di Assisi.

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Ma.Ros.

Una porta sempre aperta nel segno della misericordia

La Comunità dei Frati minori della Porziuncola hanno celebrato il Perdono celebrato, come ogni anno, insieme a decine di migliaia di pellegrini che alla Porziuncola sono accorsi per raccogliere il frutto della carità e della sapienza di un santo, Francesco d’Assisi, che 800 anni fa osò chiedere al Signore, prima, e per conferma a Papa Onorio III, poi, quanto di più bello e prezioso e vitale c’è per la vita di ogni uomo e per ogni relazione: il Perdono di Assisi, gratuito, alla portata di tutti. La festa è stata speciale, quest’anno, per la ricorrenza dell’VIII Centenario dalla concessione dell’Indulgenza della Porziuncola. Un Giubileo del Perdono provvidenzial-

mente che segue l’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco. Ed è proprio il nostro Papa a darci un motivo ulteriore di festa e di gioia, per il pellegrinaggio che ha voluto fare qui alla Porziuncola: evento che certamente, come sul nascere del Perdono, sottolinea lo stretto legame tra il Poverello di Assisi e la Chiesa tutta nella persona del Vescovo di Assisi e del Santo Padre. L’incredibile creatività e il rinnovamento di Francesco d’Assisi, sempre splendidamente coniugati con l’amorevole obbedienza alla Madre Chiesa. Il perdono di Dio per l’uomo, ciascun uomo, e di conseguenza il perdono che l’uomo diventa capace di dare al fratello.

Infine, un gesto di tenerezza, l’opera di misericordia a cui tende l’Indulgenza e tutta la vita cristiana, la visita ai nostri frati infermi ospitati nell’Infermeria provinciale. 3 Padre Rosario Gugliotta

Custode del Santuario Porziuncola


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Le visite del Pontefice

Il Santo Padre pellegrino alla Porziuncola lo scorso 4 agosto

Il Papa: “Troppo odio, c’è bisogno di misericordia” Marina Rosati

ASSISI - Perdonare, essere misericordiosi nei confronti del prossimo, abbandonare la via dell’odio e del rancore per imboccare la strada maestra del perdono. Papa Francesco, il 4 agosto ad Assisi pellegrino tra i pellegrini, per celebrare l’ottavo centenario del Perdono della Porziuncola ottenuta da San Francesco presso il Papa Onorio III, prima che fosse “inventato” il Giubileo, va al cuore dei fedeli. La folla, peraltro non troppo numerosa rispetto alle aspettative, lo attende, lo invoca, lo applaude e saluta festosamente. Arriva con diversi minuti d’anticipo, così come avvenne tre anni fa in occasione della sua prima visita in Assisi, ma non sarà l’unico fuori programma a spiazzare i fedeli e forse anche i religiosi presenti, quando alla fine della meditazione si metterà a confessare. Quando raggiunge il sagrato saluta i pellegrini e guarda con compiacimento la composizione floreale realizzata dagli infioratori di Spello, poi entra nella grande Basilica dove ad attenderlo ci sono il ministro generale dell’Ordine francescano dei frati minori, padre Michael Anthony Perry, il ministro provinciale, padre Claudio Durighetto, e il custode della Porziuncola, padre Rosario Gugliotta. Attraversa la grande basilica, strattonato dai fedeli che lo vogliono salutare, fin davanti alla Porziuncoa dove depone un mazzo di fiori e si trattiene per oltre 20 minuti in preghiera solitaria. Come un semplice pellegrino venuto a chiedere il Per-

dono e facendo sua la frase del poverello di Assisi “Vi voglio tutti in Paradiso” che diventa poi l’attacco della sua meditazione. Dopo la lettura del brano di Matteo (18, 21-35) da parte di padre Stefano Albanesi Bergoglio entra infatti nel vivo della riflessione sottolineando quanto il mondo sia pieno di odio e rancore e abbia bisogno di misericordia. “Il Perdono di Dio non conosce limiti; va oltre ogni nostra immaginazione e raggiunge chiunque, nell’intimo del cuore, riconosce di avere sbagliato e vuole ritornare a Lui. Dio - sottolinea Bergoglio - guarda al cuore che chiede di essere perdonato. In questo Anno Santo della Misericordia diventa ancora più evidente come la strada del perdono - ha detto Papa Francesco - possa davvero rinnovare la Chiesa e il mondo. Offrire la testimonianza della misericordia nel mondo di oggi è un compito a cui nessuno di noi può sottrarsi. Ripeto: nessuno di noi può sottrarsi. Il mondo ha bisogno di perdono; troppe persone vivono rinchiuse nel rancore e covano odio, perché incapaci di perdono, rovinando la vita propria e altrui piuttosto che trovare la gioia della serenità e della pace”. Ma “perché dovremmo perdonare una persona che ci ha fatto del male? Perché noi per primi- risponde Papa Francesco - siamo stati perdonati, e infinitamente di più. E dunque non c’è altra via che il perdono che è cosa ben diversa dalla “nostra pretesa di giustizia”. Il Papa parla anche con i gesti quando mostra il segno delle persone che dicono o pensano “te la farò pagare”. E si tappa la boc-

ca quando pensa al Padre misericordioso che di fronte al figlio che dice “Padre, ho peccato..., gli ha tappato la bocca”, senza fargli finire la frase. “Chiediamo a San Francesco - conclude Bergoglio - che interceda per noi, perché mai rinunciamo ad essere umili segni di perdono e strumenti di misericordia”. Alla fine della meditazione, facendo riferimento al fatto che tutti “dobbiamo essere misericordiosi e portatori di perdono a cominciare da me stesso e dai vescovi” si mette la stola viola e va a confessare i fedeli, seguito dai vescovi umbri. Un’ora in confessionale per 19 persone: un frate francescano, due sacerdoti, 4 scout, una signora in sedia a rotelle e 11 volontari del servizio della Basilica.


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Le visite del Pontefice

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Dopo la meditazione a sorpresa bergoglio confessa 19 fedeli

Il fuori programma di Francesco

Esce dal confessionale e in prima fila, dal lato dove si trova a passare, ci sono alcuni malati e disabili. Francesco si ferma, li bacia uno ad uno dimostrando ancora una volta il suo amore di padre e pastore. C’è Giovanni, un bambino del Serafico con una grave malattia genetica, che non trattiene l’emozione per questo saluto speciale. Dopo questo momento il Papa argentino, così come in altre occasioni nel corso di questo anno giubilare, passa all’opera di misericordia: la visita ai frati malati nell’infermeria del convento. Alla fine esce dalla portineria del convento e va verso il sagrato dove è stato allestito un gazebo lampo per un saluto e una benedizione finali. Non prima però di fermarsi ancora con altri ragazzi del Serafico e malati, accalcati lungo le transenne di sicurezza. “Grazie dell’accoglienza. Non dimenticatevi mai di perdonare. Dal cuore - dice con forza papa Francesco - . . “Grazie dell’accoglienza - ha ripetuto, sottolineando ancora il concetto del perdono - . Alzi la mano chi non ha bisogno di perdono? - scherza ancora il Papa -”. Poi pronuncia l’Ave Maria, e tutti lo seguono. “Pregate per me e arrivederci - si è infine congedato salutando con la mano -”.

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ASSISI - Confessati e perdonati. Senza penitenza. Il Papa può. Ecco il fuori programma, rivelato dallo stesso Francesco nel discorso dopo la preghiera alla Porziuncola. Soffermandosi sul senso del perdono ha annunciato che gli altri presuli avrebbero confessato chi ne avesse fatto richiesta. Lui avrebbe fatto altrettanto. Così è stato. Il cardinale Bassetti e i vescovi hanno iniziato. Anche Francesco è entrato nel confessionale. I primi a mettersi in fila sono stati quattro scout di Alcamo, in Sicilia. Le battute del Papa “Quando ci confessava era simpatico, ci faceva delle battute scherzose. Ha detto di pregare per lui e per la Madonna. Ci ha preso la mano, ad uno di noi ha baciato la fronte, allora ci siamo messi a piangere, tutti. La penitenza? Non ce l’ha data. Ma ci ha regalato un rosario”. Luisa Ferrantelli 12 anni, Celeste Ruisi 11 anni, Andrea Lombardo 12 anni e Giuseppe Anselmo 12, non dimenticheranno questa giornata. Fanno parte del gruppo scout Alcamo 2. Quaranta ragazzi: 27 lupetti, quattro capi, sei logisti. Sono arrivati venerdì ad Assisi. “Avevamo pregato di poter vedere il Papa di persona. E un quarto d’ora prima che finisse la celebrazione ci hanno chiesto che potevamo confessarci con lui”. Dietro in fila madri con bambini disabili, anziani in carrozzina, adolescenti, uomini e donne comuni che hanno rivelato i peccati a Bergoglio in persona. Volontariato e lacrime la commozione è tale che non riesce a trattenere le lacrime quando esce dal confessionale dove Francesco l’ha assolta. Melissa, trentaduenne di Santa Maria degli Angeli che si occupa di assistenza agli anziani, piange dalla felicità e abbraccia il suo amico Alessandro, impegnato come lei tra i volontari della Porziuncola. “Ho ricevuto questa grazia - dice emozionata - di accostarmi al perdono e all’amore misericordioso di Dio. E’ stato troppo bello”. Vicino a lei ci sono altri compagni di volontariato che hanno avuto “questo previlegio”, come Mariangela, angelana doc, che si sente “davvero al settimo cielo”.

“E’ stata un’emozione grandissima guardarlo negli occhi - spiega quasi estasiata - ; ti senti volare ed è come se vedessi il cielo”. Altri volontari non si sono potuti confessare da Bergoglio ma hanno avuto l’assoluzione dagli altri vescovi umbri che il Santo Padre ha richiamato all’opera per “concedere misericordia a coloro che si accostano con cuore pentito a Dio”. Dopo la confessione il Papa si è avvicinato a padre madre e figlie che si erano raccolti lì vicino e ha esclamato: “Che bella famiglia”. Poi ha pregato per loro. Sono Massimiliano Rocchi e Arianna Solignani, con la figlia più grande Nicole e Marichiara di appena due mesi, che già era strata benedetta da Francesco all’arrivo. “Quando è entrato in chiesa - ha detto Massimiliano Rocchi - gli ho chiesto una preghiera speciale, ci apprestiamo ad aprire un’attività economica qui in zona, ho due figlie piccole e i timori sono tanti. Così lui ha accettato, ci ha ricevuto e benedetto, dopo le confessioni. E’ una gioia indescrivibile, ci sentiamo fortunati e abbiamo anche meno paura per l’avventura imprenditoriale che stiamo per avviare”.

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Chiesa Insieme

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Le visite del Pontefice

L’abbraccio ai malati e ai ragazzi del Serafico e l’incontro con i religiosi dell’infermeria

I gesti di carità del Papa e la gioia dei fedeli ASSISI - Un 4 agosto afosissimo, i fedeli più vicini alla Basilica vengono bagnati persino dagli infioratori di Spello che mantengono ‘fresco’ il tappeto floreale, applaudito con un “accipicchia” (da Francesco appena sceso dall’automobile), il programma “saltato” (il Papa arriva in leggero anticipo e parte in ritardo: “colpa” del fuoriprogramma della confessione a 19 persone, tra cui alcuni scout siciliani), i controlli di sicurezza (severissimi). Niente ferma “il popolo di Francesco”, fedeli che arrivano dall’Italia, ma anche dall’ Africa, Albania, Argentina, Australia, Brasile, Croazia, India, Messico, Polonia e Stati Uniti. I pellegrini (circa 3.000 sulla piazza, un migliaio per la via: manca, comunque, il pienone, e ampi settori del ‘vascone’ risultano vuoti) si capiscono grazie a due lingue universali, l’amicizia e l’inglese, oltre alla gioia di vedere il Papa nel nome del Santo di cui porta il nome. Tutti aspettano lui, Francesco, tutti scrutano il cielo alla ricerca dell’elicottero “giusto”: alla fine il Papa arriva con una semplice auto nera, i pellegrini esplodono in canti e applausi, vorrebbero si fermasse tra di loro: il Papa saluta dai finestrini passando tra le due ali di folla, appena esce si limita ad un cenno di saluto e un ok con il pollice, si fermerà un po’ di più alla fine, salutando i suoi amici del Serafico e altri fedeli, dopo aver compiuto il suo gesto di carità con la visita ai religiosi malati dell’infermeria

del convento. I canti risuonano nella piazza sin dalla mattina, e nessun presente in piazza, neanche alle sei del pomeriggio, sete e mal di piedi nonostante, si nega ai giornalisti: “Ci aspettiamo che parli al cuore delle persone con un messaggio di pace, d’altronde viene per festeggiare il Perdono”, dice un pellegrino campano che soggiorna ad Assisi dal primo agosto. “Ci ha portato qui la fede e la gioia di stare insieme agli altri”, aggiunge una suora brasiliana. Parole comuni per pellegrini diversissimi: c’è chi - un brasiliano con un cappello che ricorda la mitra papale, arriva

dalle Giornate mondiali della gioventù a Cracovia (“Sono cattolico ed è bellissimo fare parte di una Chiesa così unita. Viva il Papa!”), e chi è arrivato ad Assisi dopo 8 giorni di cammino da La Verna, scoprendo solo all’arrivo che Francesco sarebbe arrivato in pellegrinaggio. E c’è anche chi - di prima mattina e da semplice turista - non sa dell’arrivo del Papa e chiede di poter entrare per pregare solo un minuto: niente da fare, la chiesa è chiusa e neanche chi ha il pass può entrare in Basilica. “Ma si può entrare in piazza per vedere il Papa?”, chiede allora il turista, accompagnato da tutta la famiglia, ottenendo l’ennesima risposta negativa. Se i fedeli sono meno del previsto non per questo la sicurezza è meno rigida: tutti i pellegrini controllati più volte, anche prima di entrare nella piazza, dopo aver dovuto superare altri due “check-point” delle forze dell’ordine: gli zainetti vengono aperti, le tasche fatte svuotare, tutti vengono passati al metal detector. Non sfuggono ai rigidi controlli neanche frati e suore: “Non ci danno fastidio - dice una religiosa in paziente attesa - anzi ringraziamo le forze di polizia per quello che fanno: la sicurezza è importante”.

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Le visite del Pontefice

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La Ceu ricambierà gli arrivi del Papa con un pellegrinaggio giubilare a Roma il 22 ottobre

La gioia delle chiese umbre e della città ASSISI - I vescovi dell’Umbria hanno “accolto con grande gioia la notizia del ritorno ad Assisi di Papa Francesco a distanza di poche settimane dal suo pellegrinaggio alla Porziuncola, per ricordare - insieme al Patriarca ecumenico S.S. Bartolomeo e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella - il trentesimo anniversario della giornata mondiale di preghiera per la pace voluta da San Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. Rinnovano al Papa i sentimenti di profonda gratitudine per questa ulteriore manifestazione di affetto verso la terra dei Santi Benedetto da Norcia e Francesco di Assisi, ed annunciano che, insieme con i fedeli delle otto diocesi umbre, ricambieranno queste sue visite recandosi numerosi in pellegrinaggio giubilare a Roma il prossimo 22 ottobre”. Per l’organizzazione del pellegrinaggio regionale è stata istituita una apposita commissione composta dai rappresentanti di ogni diocesi. Il programma prevede l’arrivo in autobus a Roma e l’udienza giubilare con Papa Francesco in piazza San Pietro, quindi il passaggio della Porta Santa della Basilica Vaticana. Le iscrizioni ven-

gono raccolte in tutte le parrocchie dell’Umbria. L’organizzazione tecnica è affidata all’Agenzia viaggi e pellegrinaggi Nova Itinera di Perugia (tel. 075.5001906 - e-mail: novaitinera@ sedipg.it). Anche il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, ha espresso grande gioia per l’arrivo di papa Francesco il prossimo 20 settembre in occasione del 30esimo dello Spirito di Assisi “Sete di Pace”, l’incontro che vedrà la partecipazione di oltre 400 leader religiosi nella città serafica. “La sua presenza a poche settimane dalla visita come pellegrino alla Porziuncola dimostra la centralità di Assisi nei percorsi di creazione e promozione di pace. Il 4 agosto scorso ho avuto modo di ricordare a Papa Francesco che oggi più che mai la città di Assisi è sua alleata per la custodia del Creato, per i poveri e per la pace”. Queste le parole della Proietti. “L’espressione ‘Spirito di Assisi’, pronunciata da Giovanni Paolo II nella nostra città nell’ottobre 1986, ricorda uno dei momenti più alti nella storia del dialogo e dell’incontro tra le religioni di tutto il mondo che da quel giorno ogni anno si rinnova. Per il 30esimo

anniversario dello Spirito di Assisi continua Proietti - ho partecipato sin dalle prime riunioni come volontaria e rappresentante della diocesi; ora mi emoziona pensare di essere parte dell’organizzazione come sindaco di Assisi. La città - sottolinea ancora il sindaco - ha già dimostrato, in occasione della visita del Pontefice del 4 agosto, di essere perfettamente in grado di gestire situazioni rese oggi rispetto al 1986 ancora più complesse per le esigenze di sicurezza. La partecipazione di papa Francesco al più grande evento di promozione e costruzione di percorsi di pace e fraternità, ci onora e ci stimola a metterci in gioco personalmente per la pace in ogni azione, anche amministrativa. In questo periodo di violenze e guerre, l’incontro tra i diversi credi è una delle sfide più grandi della nostra epoca. La presenza del Pontefice è la prova di un impegno concreto che non può e non deve essere rimandato, nella consapevolezza che per costruire un presente e un futuro di pace occorre prendersi la responsabilità di agire con coraggio e affrontare le sfide che le recenti crisi globali ci pongono davanti”. 3


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Le visite del Pontefice


Chiesa Insieme

Anno della Misericordia

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Chiesa Insieme 12 settembre 2016

Ai fedeli della Diocesi e ai pellegrini nell’VIII centenario (1216 – 2016) dell’indulgenza della Porziuncola Cari fratelli e sorelle, pace e misericordia a tutti voi nel Signore Gesù! 1. La Provvidenza sempre ci accompagna e spesso ci sorprende. Chi avrebbe potuto prevedere che, per l’VIII centenario del Perdono di Assisi, avessimo un papa di nome Francesco? E come indovinare che questo anniversario cadesse nell’anno dedicato alla misericordia? Sono circostanze che destano stupore e fanno intuire un disegno di Dio. Al mio predecessore Teobaldo, nel 1310, toccò confermare, contro voci critiche, l’indulgenza della Porziuncola che Francesco aveva ottenuto da papa Onorio III. A me forse tocca, nell’attuale contesto storico, spiegarne il senso e l’attualità. Vivo, in vescovado, tra le onde di grazia generate dallo Spirito di Dio nel giovane Francesco, quando, sotto gli occhi del vescovo Guido, si spogliò di tutto per conformarsi a Cristo. Nel luogo dove si commemora l’evento – la Sala della Spogliazione – si ammira il dipinto che lo ricorda, mentre dirimpetto è di scena proprio la Porziuncola, nell’atto della consegna che i benedettini ne fanno a Francesco. Nel centro della Sala, poi, campeggia il Perdono di Assisi, con il volto radioso del Santo, mentre implora l’indulgenza dal Redentore per intercessione della Beata Vergine. Mi pare di scorgere un filo fra le diverse scene. Francesco, che ha rinunciato ai tesori della terra, distribuisce a piene mani i tesori del cielo. E mentre il dio-denaro ha scompaginato la sua famiglia carnale, una cappella povera e disadorna accoglie e plasma la sua famiglia spirituale. «Non più padre Pietro di Bernardone, ma Padre nostro che sei nei cieli»: dalla spogliazione all’indulgenza della Porziuncola corre il cammino di un uomo trasfigurato. 2. Trasfigurato per trasfigurare: dando la notizia del “perdono”, il 2 agosto 1216, Francesco esclamò: «Io vi voglio mandare tutti in Paradiso!». La Porziuncola diveniva una porta del cielo. Aperta soprattutto per i semplici e poveri. Casa dove la presenza di Dio si percepisce come una carezza e le pietre hanno il calore di un grembo materno. Tutto vi dice semplicità, non disturbata, anzi evidenziata, dall’arte che la decora, specialmente nell’Annunciazione in cui la Vergine è tutta ascolto, plasmata dallo Spirito, pronta per l’incarnazione del Verbo di Dio. Che cosa avrà sentito, Francesco, in questo luogo, a lui caro più di ogni altro? Possiamo supporre che qui egli si abbandonasse al dialogo con la Trinità, cullato dalle braccia della Madre. In questa piccola chiesa egli accolse la consacrazione di Chiara, sua “pianticella”, e radunò i compagni che progressivamente si univano a lui, per farne delle fraternità in missione per il mondo. Alla sua ombra volle anche spiccare il volo verso l’eternità. 3. Indulgenza, dunque. Di che cosa si tratta? È parola connessa al perdono: perdono speciale, perdono sovrabbondante. Le braccia del Padre che, nella parabola evangelica di Luca 15,11-32, si stringono al collo del figlio ritrovato, il suo bacio, l’invito alla festa, ci sono offerti ogni volta che ci accostiamo al sacramento della riconciliazione. Perdono profondo e pieno. Che cosa aggiunge a tutto questo l’indulgenza? Per comprenderlo occorre riflettere sulla situazione spirituale in cui il peccato ci getta. Alcune conseguenze di esso ci affliggono persino quando esso è stato perdonato. Difficilmente infatti portiamo nella confessione una contrizione così profonda da aprire alla grazia tutte le fibre del nostro essere. Il peccato lascia in noi delle “scorie” dolorose. La teologia ne parla in termini di “pena”. Espressione che non dev’essere intesa come se si trattasse di punizione inflitta da Dio in nome di una giustizia “vendicativa”. Piuttosto, come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica, si tratta di qualcosa «derivante dalla natura stessa del peccato» (CCC 1472). In realtà, quanto è dovuto, per il nostro peccato, alle esigenze della verità e della giustizia è stato, una volta per sempre, assicurato da Gesù crocifisso. Egli si è fatto «vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Gv 2,2). Se siamo sinceramente pentiti, possiamo sempre contare sulla misericordia. Ma il peccato non è solo una colpa da perdonare. È anche una malattia dell’anima. Come l’infermità fisica, anche quella spirituale debilita e presenta spesso postumi che vanno curati. Chi non vede che, anche dopo aver ottenuto il perdono, i peccati lasciano in noi inclinazioni malsane, che ci spingono a ricadere negli stessi errori? Il peccato porta la pena di se stesso! Il sacramento del perdono pone rimedio a un aspetto fondamentale di questa pena: la separazione da Dio (per i peccati gravi) o l’allontanamento da Lui (per i peccati veniali). Restano per lo più da vincere i residui della malattia. Se non li curiamo in vita, sarà necessario farlo dopo la morte, in Purgatorio. In funzione di questa “cura”, nell’antica maniera di celebrare il sacramento della riconciliazione, che registrò diverse fasi e forme, erano previsti atti gravosi di penitenza. Col tempo si affermò una diversa pedagogia: una sorta di cura “intensiva” della misericordia, che, sulla base del perdono sacramentale ottenuto col pentimento sincero e il proposito di vita nuova, consiste nell’implorazione ecclesiale, dunque non solo individuale, di una grazia ulteriore che spinga a una risposta sempre più profonda all’amore di Dio. Nasce così l’attuale prassi dell’indulgenza. Purtroppo essa ha conosciuto storicamente abusi che hanno suscitato reazioni e discussioni. Ma nella sostanza quell’intuizione ecclesiale, sviluppata sotto l’azione dello Spirito Santo, rimane un aspetto bello e consolante della prassi penitenziale. 4. Così concepita, infatti, l’indulgenza espande in noi l’efficacia del perdono sacramentale, favorendo


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un’apertura a Dio così profonda, da disporre il nostro cuore all’incontro definitivo con Lui, quando lo vedremo così come Egli è (cf 1Gv 3,2). Il giudizio, al momento della morte, sarà inevitabile. Lo comporterà l’incontro stesso con Dio. «Dio è luce» (1Gv 1,5). Una luce di amore e di verità in quell’istante ci avvolgerà. Ma solo occhi purificati ne potranno godere. «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8). La realtà del peccato emergerà distintamente a quella luce, suscitando un dolore cocente e un bisogno di purificazione. Per questo, ogni assoluzione sacramentale stimola ed esige un’ulteriore crescita spirituale, di cui è espressione la stessa “penitenza” che il confessore ci dà. In vista di tale crescita Dio ci assicura il suo aiuto. Ma quanta fatica e incertezza, da parte nostra! Come non sentire il bisogno di una grazia speciale, che ci consenta di realizzare più agevolmente, e fino in fondo, questa totale guarigione del cuore? Ecco la grazia dell’indulgenza! Essa non è uno “sconto” sui nostri doveri: tutt’altro! È piuttosto una energia interiore con cui lo Spirito Santo dà nuova forza al nostro impegno, liberandoci – se lo assecondiamo – dai residui delle colpe già perdonate. Alla fatica di combattere tali residui la Chiesa si riferisce parlando di “pena temporale”, per distinguerla dalla “pena eterna” – l’Inferno! – che il peccatore stesso, in qualche modo, si infligge quando, liberamente e definitivamente, alla maniera di Satana, si indurisce nel male e rifiuta il perdono di Dio. 5. È una grazia, quella dell’indulgenza, da implorare con umile e fiduciosa preghiera. «Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto» (Gv 15,7). Preghiera che tocca il cuore di Dio, soprattutto se fatta in fraterna unità: «Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà» (Mt 18,19). Preghiera, a maggior ragione, efficace, quando vi è coinvolta, attraverso il ministero del Papa, l’intera Chiesa. Da Onorio III, che concesse questo dono alla Porziuncola, a papa Francesco, che viene a visitarla per ricevere egli stesso questo dono, brilla in Porziuncola il servizio del successore di Pietro all’unità e alla santità della Chiesa: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa» (Mt 16,18). Gesù non cessa di onorare la sua promessa. L’indulgenza – sia chiaro – è pura grazia. Nel dialogo ecumenico dobbiamo rassicurare i fratelli protestanti di questa nostra convinzione. Nessun’opera, da parte nostra, la potrebbe meritare. È dono gratuito di Dio attraverso la mediazione della Chiesa, corpo e sposa di Cristo, che quasi si concentra, con ardente implorazione, nel ministero del successore di Pietro («a te darò le chiavi del regno dei cieli»: Mt 16,19), presentando al Padre i meriti infiniti del Redentore, uniti a quelli che da Lui scaturiscono nella Vergine Maria e in tutti i Santi. Un vero “tesoro spirituale” dal quale la Chiesa attinge con autorevolezza sponsale e materna a vantaggio dei suoi figli. La grazia è dunque “garantita”, per così dire, dalla croce di Cristo! Ma pur sempre da accogliere nella logica dell’alleanza: Dio chiama, l’uomo risponde. Nessuna magia o automatismo. Di qui le condizioni che la Chiesa pone: pentimento, confessione dei peccati, Eucaristia, preghiere e gesti come – nel nostro caso – la visita alla Porziuncola. La condizione più esigente ed importante – e anche purtroppo la più dimenticata! – è l’impegno a contrastare qualunque attaccamento al peccato, anche quello veniale: la decisione, in sostanza, di tendere alla santità. «Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5, 48). 6. Con l’indulgenza si fa una singolare esperienza della comunione ecclesiale, quella che il Simbolo degli Apostoli chiama anche “comunione dei santi”. Legame profondo che ci unisce a Cristo e tra di noi, e che ha nell’Eucaristia il fondamento e il vertice. È bello farne esperienza in Porziuncola. È bello sentire tra le sue mura l’eco della santità e della fraternità che generazioni di fedeli hanno sperimentato sulle orme di Francesco. Quanti santi sono passati per questa cappella! Come indovinare i loro pensieri, i loro affetti, le loro lacrime? Entrare in Porziuncola è quasi porsi, sulla loro scia, nel grembo di Maria, perché Gesù, anche in forza della sua intercessione materna, come a Cana («qualsiasi cosa vi dica, fatela»: Gv 2,5), venga in certo senso “rigenerato” in noi, pienamente riconsegnato a tutta la nostra esistenza. 7. La “comunione dei santi” si esprime, nell’indulgenza, anche come progetto di vita. La misericordia si fa dono vicendevole. Si fa carico persino dei defunti, ai quali l’indulgenza può essere applicata a mo’ di suffragio, quale aiuto alla loro purificazione, secondo i misteriosi disegni di Dio. Si fa poi stile dei nostri rapporti, secondo l’ideale della prima comunità cristiana: «un cuor solo e un’anima sola» (At 4,32). È quanto ci siamo riproposti nel nostro Sinodo diocesano, in particolare rinnovando la parrocchia come rete di “famiglie spirituali”. Progetto che ha proprio nella Porziuncola il suo simbolo ispirante, al punto che in essa queste piccole comunità – le Comunità Maria Famiglie del Vangelo –, fanno la loro consacrazione a Gesù e l’affidamento a Maria. 8. Un aspetto da non trascurare, nell’implorare l’indulgenza, è la preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre. Anche qui in sintonia col Poverello, che amò tanto il Vicario di Cristo. È provvidenziale a tal fine che, in questo Anno della misericordia, papa Francesco abbia scelto di venire alla Porziuncola, pellegrino tra i pellegrini. Lo accogliamo con gioia. Aderiamo al suo magistero. Preghiamo per lui. E come non sentirlo, ad Assisi, particolarmente caro, quasi doppiamente “nostro”, quale primo papa che porta il nome del nostro Santo? La sua visita, come quella del 4 ottobre 2013, infonde nuovo slancio al nostro cammino pastorale.


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9. Da non dimenticare infine la solidarietà. «La carità copre una moltitudine di peccati» (1Pt 4,8). L’indulgenza fu per Francesco anche un regalo per la gente più umile e priva di mezzi, in un tempo in cui procurarsi questo beneficio spirituale imponeva costosi e lunghi pellegrinaggi. Francesco chiese al Papa una indulgenza “senza obolo”. A misura dunque dei nullatenenti! Anche con la Porziuncola egli si faceva difensore e custode dei poveri. Questa cappella a lui cara porta inscritto il suo ideale, rilanciato da papa Francesco: «Una Chiesa povera e per i poveri». Ricevendo, in Porziuncola, l’indulgenza, si percepisce che essa, lungi dal chiuderci in un intimismo auto-referenziale, dilata il cuore. Ci spinge a rimboccarci le maniche per costruire un mondo più giusto, fraterno, accogliente. Un mondo di pace. «Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”» (Mt 5,7). 10. «Vi voglio mandare tutti in Paradiso!» Pensava, Francesco, solo all’al di là? Al contrario: credo volesse condividere con tutti il Paradiso che aveva dentro. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14,23). Non è l’essenza del Paradiso? Se stiamo in grazia di Dio, siamo già, in qualche modo, in Paradiso. Ma sperimentarlo pienamente in questa vita implica una sintonia con lo Spirito Santo che, quando non è interrotta dalla colpa grave, è per lo più disturbata dalle nostre fragilità. L’indulgenza, posto il perdono sacramentale, mira a sviluppare questa sintonia. Riceverla in Porziuncola, sotto lo sguardo tenero della Madre, è un po’ come lasciarci curare in un singolare “ambulatorio”, in cui Gesù, il medico divino, nella misura della nostra docilità, toglie da noi il “cuore di pietra” e ci dona un “cuore di carne”: il suo stesso cuore! «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo» (Ez 36,36). «Paradiso! Paradiso!», hanno esclamato tanti santi. L’indulgenza è uno squarcio di cielo. È una risposta al bisogno di gioia del nostro cuore. Gesù, e solo Gesù, ne conosce il segreto: «Vi ho detto queste cose, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Non manchiamo, cari fratelli e sorelle, in quest’Anno speciale, l’appuntamento con la gioia. Vogliate pregare, per favore, anche per me. Vi abbraccio e vi benedico. + Domenico Sorrentino vescovo Assisi, dalla Porziuncola, 29 giugno 2016 Solennità dei Santi Pietro e Paolo


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Celebrazioni

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Gioia e carità al centro dell’omelia del cardinale Beniamino Stella nel giorno della festa

Chiara, l’omaggio alla santa dell’umiltà Antonella Porzi

ASSISI - In una basilica gremitissima di fedeli, alla presenza della massime autorità civili e militari è stata festeggiata, giovedì 11 agosto, la solennità di Santa Chiara. “E’ significativo celebrare la solennità di Santa Chiara in questa splendida cornice di Assisi durante il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco – ha esclamato il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero che ha presieduto la celebrazione eucaristica. Santa Chiara – ha aggiunto il cardinale – ascolta la voce di Cristo, lo segue con gioia e lo testimonia con amore. Ascoltare la voce di Gesù, ascoltare la chiamata di Cristo è il fondamento di ogni vita cristiana. Dio si fa umile e povero quasi a mendicare un posto nel nostro cuore. Sembra che Dio faccia fatica ad entrare nelle nostre città, nel nostro mondo. Viviamo immersi nel rumore, le difficoltà della vita quotidiana, le contrarietà, le sofferenze ci impediscono spesso di ascoltare la voce di Dio nella profondità del nostro cuore. Quando il cuore è sgombro da ogni rumore può accogliere la parola di Dio che libera e guarisce. La scelta di Chiara – ha proseguito - ci invita a frenare le ansie e a saperci ritagliare momenti di solitudine, preghiera e contemplazione. Siamo chiamati alla gioia. Papa Francesco ci richiama alla gioia e ci ripete che la carta d’identità del cristiano è la gioia, lo stupore davanti alla grandezza di Dio. Egli dice che un cristiano è un uomo e una donna con la gioia nel cuore. Non esiste un cristiano senza gioia. Chiara trova la ragione della sua gioia contemplando Gesù. Siamo chiamati all’amore, alla carità. Questa chiamata del Signore ci invita ad andare verso gli altri. Si tratta come ricorda Papa Francesco di una gioia nell’esercizio della carità missionaria. E’ necessario rimanere nell’amore del Signore per portare frutti nel mondo. Santa Chiara ci invita a contemplare questo amore per Cristo. Dobbiamo lasciarsi accendere sempre più fortemente da questo ardore di carità. Questo è un imperativo per tutta la Chiesa il cui annuncio risulta credibile

solo se essa si concentra sulle cose essenziali. Penso che possiamo tutti fare nostro il desiderio di Papa Francesco che ha detto ‘Come vorrei una chiesa povera per i poveri’. Questa è la chiesa che Francesco e Chiara hanno riparato e adesso tocca a noi. Prendiamoci un pò di tempo quotidiano per il Signore; impegniamoci ad offrire la nostra vita nell’esercizio della carità. In questo modo – ha concluso - anche noi potremmo essere strumenti operosi che il Signore vorrà adoperare per riparare la sua chiesa”. E’ seguita l’offerta dei fiori e dei ceri da parte del sindaco di Assisi Stefania Proietti.

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Chiesa Insieme 16 settembre 2016

Celebrazioni

Messa solenne nella cattedrale di Assisi alla presenza delle autorità civili e militari, benedetto

“L’amore di San Rufino sia di esempio Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI - Il 12 agosto la cattedrale di San Rufino è stata gremita come ogni anno di assisani, umbri, pellegrini, autorità civili ed ecclesiastiche, per onorare il santo Patrono e martire della città. Alle 11, infatti, si è svolta la solenne celebrazione della santa messa presieduta dal vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino, concelebrata dal vicario don Maurizio Saba e dal priore della cattedrale don Cesare Provenzi insieme a numerosi presbiteri religiosi e diocesani presenti. Una solennità che ha avuto un tocco diverso, una sfumatura in più rispetto agli anni scorsi, il “tocco” della misericordia nell’anno giubilare indetto quest’anno da papa Francesco e che ha visto la realizzazione di numerosi eventi di evangelizzazione e pastorali in cattedrale per gli assisani e i numerosissimi pellegrini convenuti. All’omelia il presule ha ricordato che: “San Rufino si è distinto per il suo amore di pastore e la sua testimonianza di martire dal cui sangue è nata la nuova Assisi della fede cristiana. La Parola di Dio ci delinea la figura del Pastore. E’ innanzitutto Cristo, il buon Pastore. In lui vivono i pastori che Egli sceglie per il suo popolo, anche quando le mediazioni umane

dovessero fallire, la sua premura non ci abbandona mai. Il martirio non è un caso straordinario. É l’anima stessa della vita del buon Pastore. Il Buon Pastore è colui che dà la vita, che non fugge quando vede venire il lupo, al contrario, è quello il momento della sua massima dedizione. Le pecore non sono per lui un lavoro. Nulla del mestierante. C’è un rapporto di intimità: «conosco le mie pecore, e le mie pecore conoscono me». Di san Rufino ci basta sapere che egli fu il pastore di questa comunità, pronto a dare la vita. Il suo sangue continua ad essere nei secoli una energia che feconda la nostra Chiesa, che ci fa oggi guardare al futuro con speranza”. Poi monsignor Sorrentino ha richiamato l’attenzione dei presenti ad altri due eventi che rendono speciale e unica questa festa del santo Patrono: “il primo è il fatto che la nostra cattedrale di San Rufino ha finalmente un ambone degno di questo nome. E’ il trono e la mensa della Parola di Dio. L’altro è il fatto che siamo in un momento bello del nostro cammino ecclesiale. Dalla Pentecoste, abbiamo tra le mani il nostro libro del Sinodo, e col prossimo settembre inizieremo un anno pastorale tutto dedicato ad assimilarlo. San Rufino c’entra con l’una e l’altra cosa. C’entra con l’ambone. Lo abbiamo, infatti, voluto non soltanto per colmare una lacuna dell’arredo liturgico della cattedrale. É un atto di fede nella potenza della Parola di Dio, nella sua centralità, nel suo ruolo fondante. Non era possibile che mancasse questo trono della


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Celebrazioni

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e inauguarato il nuovo ambone

per tutti noi”

Studenti “in concorso” per la Miser icordia Parola proprio nella cattedrale, ossia nella Chiesa in cui il vescovo ha la sua cattedra. La Parola di Dio - ha continuato il presule - mette le ali alla Chiesa. Su questo ambone è raffigurata l’aquila, l’uccello forte e grande, che si solleva verso il sole. Nella simbologia cristiana, fu al vangelo di Giovanni, il più elaborato e mistico dei quattro vangeli, che toccò la caratterizzazione dell’aquila. Centrare gli occhi sull’ambone, è come farsi aquilotti che si lasciano imbeccare dall’aquila madre, per sollevarsi con lei verso il sole. Un’altra circostanza dà, quest’anno, alla festa di San Rufino un significato speciale. Abbiamo concluso il nostro Sinodo diocesano. È tra le nostre mani il progetto che ne è scaturito. Di qui a un mese, inizieremo un anno pastorale interamente dedicato all’assimilazione di questo progetto. Anzi, cominceremo a realizzarlo, almeno nei suoi aspetti fondamentali. Comincerà, con l’annuncio della seconda domenica di settembre, quella che abbiamo chiamato l’offerta formativa per Adulti, e cioè una proposta organica di catechesi che chiama in causa non più soltanto o prevalentemente i bambini, ma i genitori e le famiglie. Un progetto di rinnovamento che ci apre al futuro. Chi più di San Rufino ci può incoraggiare? Ci anima il coraggio che ci viene da Cristo e che San Rufino ha testimoniato col dono totale di sé. Continui, il nostro Santo, a guidarci e a benedirci”. La santa messa è stata animata dalla corale di San Rufino che a sera si è magistralmente esibita in un concerto in onore del santo patrono.

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ASSISI - L’11 agosto al termine della processione serale in onore di San Rufino alla presenza del vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e del sindaco di Assisi Stefania Proietti c’è stata l’inaugurazione della mostra degli elaborati realizzati per il concorso dal titolo “Oltre il deserto... l’abbraccio del Padre” organizzato dal museo diocesano in collaborazione con l’Ufficio scuola della diocesi di Assisi Nocera Umbra Gualdo Tadino. La mostra ha riscosso un notevole successo e tutti i presenti hanno apprezzato il lavoro dei ragazzi della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado della diocesi che hanno interpretato in modo profondo e personale il tema della Misericordia. Infatti come hanno riferito le operatrici del museo al di là del livello qualitativo dei disegni prodotti, che dipende ovviamente dalla competenza tecnica e dalla capacità di disegnare di questi ragazzi, ciò che ha maggiormente colpito la commissione esaminatrice, composta dal personale del museo, da una restauratrice e da una giornalista, è stato il fatto che “i ragazzi abbiano correttamente compreso il tema così complesso e sfaccettato della Misericordia applicandola a storie che hanno raccontato rifacendosi anche ad episodi evangelici e trasferiti nelle loro vite attraverso i rapporti tra

amici, a scuola, in famiglia”. L’allestimento in campo rosso dei disegni nelle più variegate tonalità ha creato una piacevole macchia di colore caratterizzata inoltre da piccole pergamene avvolte e legate da un nastrino rosso che raccontano il significato dei singoli disegni. Le pergamene che sono a disposizione dei visitatori possono essere lette e poi riavvolte su se stesse, tutto ciò ha reso veramente piacevole la visita e ha impressionato il numeroso pubblico intervenuto alll’evento ed ha anche suscitato l’approvazione e le congratulazioni del vescovo monsignor Sorrentino e del sindaco Proietti nei confronti del personale del Museo diocesano. La mostra rimarrà aperta fino al 25 settembre giorno della celebrazione in cattedrale del Giubileo del mondo della scuola, durante il quale verranno premiati i vincitori del concorso: le classi vincitrici hanno visto trasformare i loro disegni nella locandina dell’evento del Giubileo del mondo della scuola e sono la classe seconda C della scuola secondaria di primo grado Franco Storelli di Gualdo Tadino chi ha realizzato il logo della locandina e la classe quinta B della scuola primaria La Meridiana di Passaggio di Bettona il cui disegno è stato utilizzato per la realizzazione della locandina stessa

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Francesca Cerri


Chiesa Insieme 18 settembre 2016

Parrocchie

porziano grande festa e molta partecipazione per la riapertura dopo il restauro a seguito del terremoto

Torna a splendere la chiesa di San Lorenzo Francesca Cerri

PORZIANO - È stata una cerimonia ricca di emozione quella che si è celebrata il 10 agosto nella piccola chiesa di San Lorenzo in località Porziano di Assisi. La Chiesa dopo un lungo restauro a seguito dei danni subiti con il terremoto del 1997 è stata riaperta al culto ed è stata consacrata dal vescovo della diocesi di Assisi Nocera Umbra Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino, alla presenza del parroco padre Giuseppe Egizio, che in questi anni si è tanto adoperato per riportare all’antico splendore la chiesa e che ha vissuto quindi con particolare commozione questa serata. Il vescovo si è detto felice di poter condividere “questo momento con i numerosi parrocchiani presenti alla celebrazione; so che in questa chiesa c’è il vostro passato, ci sono i vostri ricordi e ora ci sarà il vostro futuro”, per questo è importante che “sentiate l’esigenza di nutrirvi della Parola anche nelle vostre case, nelle vostre famiglie, proprio come state facendo ora qui”. La serata è stata anche l’occasione per presentare ai parrocchiani il

san rufino

Comunione e condivisione un campo scuola da rifare

LIZZANO IN BELVEDERE - In quaranta circa tra ragazzi e giovani animatori hanno partecipato al camposcuola per giovani di I e II media e di I e II superiore organizzato dalla parrocchia di San Rufino presso il santuario della Madonna dell’Acero in Lizzano in Belvedere in provincia di Bologna dal 6 all’11 agosto. I ragazzi hanno fatto esperienza di comunione e condivisione attraverso catechesi, momenti di formazione, giochi ed escursioni all’aperto in un paesaggio appenninico unico e singolare per la bellezza e l’amenità dei luoghi, guidati da don Alessandro Picchiarelli, don Nicolò, fra Flavio ed altri giovani animatori. Sono rientrati animati dal desiderio di un impegno sempre più propositivo e gioioso nella realtà parrocchia-

le e diocesana in cui vivono e felici di coronare il percorso svolto partecipando alla festa del 12 agosto del santo Patrono San Rufino, accolti e salutati cordialmente dal parroco e dal vescovo monsignor Sorrentino.3 Suor Maria Rosaria Sorce

Gonfalone a due facce (1673), del pittore ligure Giovanni Andrea Carlone, raffigurante il Martirio di San Lorenzo e il miracolo di San Lorenzo che guarisce un cieco, il quale per l’occasione è stato ricollocato dietro l’altare, sua posizione originaria. L’opera infatti, trasferita nel 1989, è stata esposta dal 2006 nel museo diocesano di Assisi anno dell’apertura della nuova sede, nel palazzo dei Canonici. Grazie alla tenacia del parroco, al lavoro di Angelo Mancinelli, che ha realizzato i perni in ferro che consentono la rotazione del dipinto di 90 gradi rendendolo così fruibile in entrambe le facce, alla super visione del restauratore Paolo Proietti di Assisi e al lavoro volontario di tanti parrocchiani è stato possibile raggiungere questo importante traguardo. Alla serata ha partecipato anche il sindaco di Assisi Stefania Proietti che ha espresso tutta la sua ammirazione per il restauro della Chiesa e la bellezza del dipinto che finalmente è tornato a casa. La serata si è conclusa con un momento conviviale offerto dai parrocchiani e dalla Confraternita. 3


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Parrocchie

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san rufino Solenne commemorazione il 2 luglio con il vicario generale don Maurizio Saba

Devozione verso la Madonna dell’Olivo

Suor Maria Rosaria Sorce

ASSISI - Solennissima quest’anno la commemorazione della Madonna dell’Oliva in una cornice storica, artistica e culturale ricca d’iniziative miranti a consolidare la fede del popolo, ancorandola alle sue radici e devozioni. Dopo un triduo di preparazione con la recita del santo rosario nell’omonima chiesetta restaurata di recente, il 2 luglio il vicario generale don Maurizio Saba ha celebrato la santa messa con una cospicua partecipazione di fedeli. A conclusione il saluto del parroco della cattedrale di San Rufino don Cesare Provenzi e l’invito all’agape fraterna che, come ogni anno, è stata offerta dalla generosità dei residenti della zona. Nel pomeriggio un interessante incontro culturale “La Madonna dell’Oliva e la devozione dei Bianchi” a cura di Paolo Renzi (Biblioteca Augusta dell’ Università di Perugia) presso Santa Chiarella in Borgo Aretino, introdotta da don Cesare Provenzi promotore dell’iniziativa insieme al suo gruppo di lavoro del Museo di San Rufino. Il professor Renzi nel suo contributo attraverso suggestive diapositive di fonti e documenti testuali e iconografici, ha presentato un compendioso excursus storico sulla confraternita dei Bianchi dal suo sorgere alla finalità che si proponeva: preghiera e penitenza per mediare la pace nei luoghi di conflitti e discordie. Di qui il loro passare anche

per Assisi, proprio presso la Madonna dell’Oliva, fuori Porta Nuova. Attraverso fonti storiche, documenti, pergamene, affreschi e dipinti Paolo Renzi ha dimostrato lo stretto legame tra il miracolo e il testo conservato nel tempo della Lauda della Madonna dell’Oliva che tramanda il miracolo. La Madonna apparsa su un olivo a un bambino invitava gli assisani alla conversione, a riprendere “la propria veste”. Arnaldo Fortini aveva intuito e dimostrato la corrispondenza tra le due fonti. A conclusione l’esecuzione della citata Lauda mariana rivisitata, a cura della Vocale Commedia Harmonica. Il maestro Umberto Rinaldi ha letto il racconto della festa della Madonna dell’Oliva scritto da Arnaldo Fortini, secondo il quale la messa era celebrata da un canonico, a volte con la musica e la fiaccolata. Poi presso la chiesa di San Vitale ancora un incontro sul restau-

ro della tela dell’Immacolata Concezione di Girolamo Marinelli ritornato nell’oratorio, a cura della confraternita di San Vitale. Le restauratrici: Zschiesche Cristiane e Francesca Canella hanno decritto le varie fasi del lavoro svolto in collaborazione con il museo diocesano e Francesca Cerri, direttrice dell’ufficio ben culturali della diocesi Poi il contributo del professore Elvio Lunghi sugli elementi specifici che connotano lo stile del Marinelli. Presenti a entrambi gli eventi autorità civili ed ecclesiastiche ed anche il nuovo sindaco Stefania Proietti che ha manifestato il suo apprezzamento per un simposio culturale e di fede come di fatto è statal’intera giornata conclusasi con la cena fraterna. Ringraziamento a don Cesare che ha reso di nuovo fruibili luoghi altamente storici, ma nello stesso tempo a cuore agli assisani. 3

santa maria maggiore Un momento di gioia e fraternità vissuto con le suore carmelitane messaggere dello Spirito Santo

Festeggiata la solennità della Madonna del Carmine ASSISI - “Oggi celebriamo la solennità della Beata Vergine Maria del Carmelo e della vostra congregazione”. Sono state queste le parole rivolte, sabato 16 luglio, da padre Enzo Francesco Maria Iannaccone alle suore carmelitane messaggere dello Spirito Santo in occasione della solennità della Madonna del Carmine. Durante la celebrazione della santa messa, nella sala della Spogliazione, padre Enzo ha ricordato che “noi oggi siamo in questa sala dove c’è stato l’inizio del

francescanesimo con l’affidamento di Francesco alla chiesa e della chiesa a Francesco. La chiesa – ha aggiunto - siamo noi, siamo noi quelle pietre spirituali che la terranno in piedi. Dio è la Chiesa è quel Tempio che poi è diventato Gesù Cristo, Tempio vivo”. Al termine della messa le suore dopo aver distribuito il ricordino della Madre e Regina del Carmelo, hanno invitato tutti i partecipanti a vivere un momento di convivialità fraterna.

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Chiesa Insieme 20 settembre 2016

Vita consacrata

Il “da mihi animas cetera tolle” come dono totale ai piccoli e poveri La storia, il Carisma e le attività delle Figlie di Maria Ausiliatrice, in diocesi presenti a Cannara

Noi

Figlie di Maria Ausiliatrice, apparteniamo a una famiglia religiosa nata, come dono dello Spirito, dal cuore di don Bosco e di Maria Domenica Mazzarello per essere risposta di salvezza alle attese delle giovani. L’Istituto di diritto Pontificio, nasce il 5 agosto 1872 a Mornese piccolo paese del Monferrato; le prime Figlie di Maria Ausiliatrice pronunciano il loro “sì” come Maria per essere “aiuto” soprattutto tra le giovani. Il nostro carisma Fin dalla sua nascita il carisma si è fatto strada come il piccolo seme del Vangelo che, sapientemente coltivato, è maturato portando frutti di santità, di coraggiose scelte educative con l’intraprendenza tipica dello spirito missionario che i nostri fondatori ci hanno lasciato in eredità. Il sistema preventivo di Don Bosco, spiritualità e metodo, ispira ed orienta la nostra azione educativa che ci propone di formare i giovani come buoni cristiani e onesti cittadini, capaci di inserirsi attivamente nella società complessa, interdipendente e globalizzata, e in grado di realizzare rapporti all’insegna dell’intercultura e dell’interreligiosità, nel dialogo e nel reciproco rispetto della peculiarità. Il nostro carisma si ispira a Cristo Buon Pastore che dona la vita perché tutti abbiano la vita. Oggi, noi Figlie di Maria Ausiliatrice siamo circa 15.000, presenti in 94 Paesi nel mondo. I frutti del carisma Salesiano a Cannara La Casa di Cannara è la prima fonda-

zione di Figlie di Maria Ausiliatrice in Umbria e risale a 125 anni fa quando il 31 ottobre 1891 giunsero dal Piemonte le prime tre suore salesiane di don Bosco, tutte e tre diplomate: suor Orsolina Rinaldi, suor Annetta Dallara, suor Maria Piacentini. Furono accompagnate dal vescovo monsignor Nicanore Priori e ad attenderle, oltre alla popolazione e al parroco don Giovanni Battista Cofanelli col clero locale, c’erano anche le autorità comunali e della locale Congregazione di Carità. Le Figlie di Maria Ausiliatrice erano state fortemente volute dal vescovo monsignor Nicanore Priori in sostituzione delle maestre Pie salesiane di san Francesco di Sales per proseguire l’opera avviata nel 1802 da don Pasquale Modestini rivolta al bene del prossimo e in particolare per impartire l’istruzione elementare e l’educazione morale, civile e religiosa alla gioventù del paese. Con l’arrivo delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la cui educazione si ispira al sistema preventivo di Don Bosco, si apre un lungo ed ininterrotto periodo caratterizzato da una efficace formazione per le ragazze e ragazzi, per le famiglie, per la Comunità cannarese, che avrà i suoi centri di attività nell’asilo infantile, nella scuola elementare femminile e maschile, nell’oratorio festivo e perfino nell’assistenza ai malati del locale ospedale. Attività della famiglia salesiana oggi • Scuola dell’infanzia paritaria IRRE è l’unica nel Comune di Cannara e accoglie 110 tra bambine e bambini e una sezione primavera. • Catechesi parrocchiale • Associazione dei salesiani Cooperatori, gruppo importante della Famiglia salesiana. È portatrice della comune vocazione salesiana, corresponsabile della vitalità del progetto di don Bosco nella Chiesa e nel mondo. I salesiani Cooperatori vivono la loro fede nella propria realtà secolare e, ispirandosi al progetto apostolico di don Bosco, s’impegnano nella stessa missione giovanile e nel servizio a vari titoli nella comunità parrocchiale. • Unione delle Ex-allieve/i, impe-

gnate nella vita associativa e in varie forme di servizio parrocchiale. • Polisportiva giovanile salesiana, con danza classica - moderna e pallavolo, con oltre cento iscritti, in linea con la tradizione pedagogica salesiana, per cui lo sport assume un importante valore formativo, che consente ai giovani di coltivare ed esprimere doti e attitudini personali nel pieno rispetto delle regole e dei valori di lealtà, coerenza, spirito di squadra. • Associazione V.I.D.E.S (volontariato internazionale donne educazione e sviluppo) per la promozione della donna, interventi educativi a favore dei bambini e giovani svantaggiati e la cooperazione nei paese in via di sviluppo. • Laboratorio mamma Margherita, luogo d’incontro di coloro che desiderano trascorrere qualche ora per lavorare e pregare insieme e si rifanno direttamente alle prime esperienze di questo tipo che risalgono ancora ai tempi di mamma Margherita e madre Mazzarello. Le attività principali del laboratorio consistono in lavori manuali di ricamo, uncinetto, cucito a sostegno delle missioni e delle attività giovanili. • Annuale sfilata dei carri allegorici per la vie di Cannara, con la collaborazione dei volontari e dei genitori degli alunni della scuola dell’infanzia e Primaria di Cannara. • Oratorio settimanale con diversi laboratori e feste tradizionali salesiane. • L’estate bimbi e estate ragazzi che vede impegnati bambini e ragazzi dai 4 ai 13 anni. • Servizio civile nazionale come opportunità per i giova. 3


Chiesa Insieme

Famiglie del Vangelo

settembre 2016

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finalmente anche a Pieve di Compresseto è stata costituita la prima CMFV

Fiorisce una nuova comunità in diocesi

Francesco Farabi

GUALDO TADINO - Anche a Pieve di Compresseto (frazione di Gualdo Tadino) è nata la prima “Comunità Maria Famiglie del Vangelo” (CMFV) formata da: Mirco, Romina, Francesco, Morena, Maurizio, Elisabetta, Gilberto, Marco, Stefania, Umberto, Cristina, il parroco don Stefano Bastianelli. Il gruppo è composto principalmente da giovani che non avevano ancora assunto incarichi particolari in parrocchia, se non Francesco che è diacono, Elisabetta impegnata nella liturgia domenicale e Romina nel coro parrocchiale. Per altri invece questa esperienza ha rappresentato l’inizio di una collaborazione, come Stefania, Gilberto, Morena che fanno parte del coro parrocchiale e Marco impegnato nelle attività caritative e spirituali della Confraternita del Beato Marzio di Pieve di Compresseto in qualità di vice Priore. Per Umberto e Cristina, i coordinatori del gruppo, è stata invece lo stimolo per impegnarsi a livello diocesano nell’ambito delle CMFV, mentre Mirco e Maurizio sono di sostegno nelle varie attività parrocchiali. Dopo un intenso percorso di formazione spirituale guidato da padre Mario, uno dei responsabili diocesani delle CMFV coadiuvato da Rinaldo e Antonella di Nocera Umbra e Velio di Caprara, è avvenuta la presentazione ai parrocchiani domenica 13 marzo durante la santa messa. Come noto, lo scopo è quello di ricreare con lo spirito evangelico i rapporti interpersonali per allargarsi fino ad investire l’intero tessuto parroc-

chiale, ripartendo dalle prime comunità cristiane che si radunavano nelle case pregando insieme, approfondendo la catechesi, ricevendo l’eucarestia e intensificando i rapporti fraterni. Sono ormai trascorsi alcuni mesi dall’inizio di questa esperienza, mesi sufficienti per trarre un primo e positivo bilancio. Ci ritroviamo nelle case con grande entusiasmo anche con i nostri bambini, Vittoria, Martina, Veronica, Matilde, Alessio, Andrea, e sta maturando in noi quel senso di appartenenza e di

unione che contraddistingue le Comunità Maria Famiglie del Vangelo. Siamo maggiormente in armonia tra di noi e con gli altri, animati da un senso di amicizia e solidarietà. Tutti percepiamo il sostegno e la forza della preghiera reciproca. Negli incontri sperimentiamo un modo nuovo e stimolante di meditare la Parola di Dio: più concreto e coinvolgente in quanto riferito alle esperienze personali. Stiamo imparando a condividere i problemi, le ansie, le gioie e la felicità di ogni giorno e questo contribuisce a farci sentire meno soli e più forti nell’affrontare le difficoltà quotidiane. Adesso non resta che aggiungere l’ultimo tassello: la consacrazione a Gesù e l’affidamento a Maria nella Porziuncola a Santa Maria degli Angeli, per sigillare definitivamente l’impegno nello spirito delle CMFV. Il mio augurio alla nostra Famiglia e a tutte le altre è quello di riuscire nell’intento di rivivere quella spiritualità che fu dei primi cristiani, tessendo autentici e profondi rapporti di fraternità tra noi, le altre famiglie della parrocchia e tutte quelle che ci sarà dato di incontrare.

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Chiesa Insieme 22 settembre 2016

Caritas

rappresentanti della diocesi ad Atene per comprendere come aiutare i 54.000 sfollati in Grecia

Profughi, un’emergenza che ci tocca da vicino

Margherita Lucente

ATENE – Al seminario internazionale “Grecia paradosso europeo, tra crisi e profughi”, che si è tenuto dal 7 al 9 luglio 2016 ad Atene, hanno partecipato Caritas, Missio e Focsiv, soggetti promotori della campagna “Il diritto di rimanere nella propria terra”. La nostra diocesi ha risposto all’invito con la partecipazione della direttrice della Caritas diocesana suor Elisa Carta e della sottoscritta, segretaria del Cmd, il Centro missionario diocesano. L’intento del seminario è stato quello di promuovere una riflessione approfondita per meglio comprendere la situazione dei 54.000 profughi bloccati in Grecia, a cui, per motivi politici, è stato negato l’accesso in Europa.

Dal campo profughi di Lesbo, visitato da papa Francesco lo scorso aprile, i profughi sono stati dislocati e sistemati in centri di accoglienza della Grecia, grazie all’intervento di Caritas Italiana e di Caritas Hellas. Abbiamo visitato alcuni centri in Atene, dove abbiamo raccolto alcune delle tragiche testimonianze dei profughi e conosciuto i motivi che li hanno spinti a scappare dalla loro terra e a lasciare la loro casa: sono fuggiti dalla morte certa, dalla guerra, dalla fame, dalle persecuzioni politiche e religiose; hanno affrontato viaggi tragici e molti non ce l’hanno fatta. Superata l’emergenza del campo profughi e della sistemazione in alloggi, ora urge la cooperazione anche di volontari e missionari per aiutare questi nostri fratelli a ricominciare a vivere sen-

tendosi accolti, ascoltati e sostenuti. Sono passati tre anni dalla prima visita apostolica di papa Francesco a Lampedusa emblematicamente chiamata “porta d’Europa”; ma il difficile testimone è passato alla Grecia, percorsa da circa un milione di profughi lungo la rotta balcanica. Le due isole di Lampedusa e di Lesbo sono legate dal filo rosso dell’immigrazione. Lo scorso aprile da Lesbo, papa Francesco ha fatto luce sulla tragica situazione dei profughi sempre più spesso dimenticati, richiamando l’attenzione del mondo su questa grave crisi umanitaria, dicendo: “Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere, del patire con la globalizzazione dell’indifferenza”. Ad accogliere i responsabili degli organismi pastorali della Cei al seminario: la Conferenza Episcopale Greca, la Nunziatura Apostolica greca, il Patriarcato Armeno Cattolico, la Caritas Hellas. L’obiettivo raggiunto dal seminario è stato quello di fornire un’analisi aggiornata della situazione profughi, e di fornire proposte a livello ecclesiale, sociale e istituzionale con vari progetti di solidarietà e la possibilità di “Gemellaggi solidali” tra le diocesi e le parrocchie italiane-greche. Il 7 luglio, durante la celebrazione della messa nella cattedrale di Atene, presieduta da monsignor Sebastianos Rossolatos arcivescovo di Atene, è stata donata dalla nostra diocesi la croce di San Damiano e la lettera del nostro vescovo Domenico come segno di comunione, di vicinanza e di pace fraterna.

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Chiesa Insieme

News Il Centro missionario diocesano sostiene microprogetti in Etiopia ASSISI – La Cei, attraverso Focsiv, Caritas e Missio, in occasione del “Giubileo della misericordia”, finanzia con un contributo massimo di 5.000 euro ciascuno “1.000 microprogetti” da realizzare nelle missioni, in particolare nei paesi di provenienza dei profughi. Il nostro Cmd (Centro missionario diocesano) si è adoperato per sostenerne due, in Etiopia, nella “Prefettura apostolica” di Robe, dove è impegnato padre Angelo Antolini. Che ha proposto due microprogetti: uno per attivare una piantagione di alberi da frutta, uno per realizzare un vivaio: una spesa complessiva di poco inferiore agli 8.000 euro. La somma è già stata erogata da Caritas italiana, i lavori sono iniziati. Si stanno mettendo a dimora piantine di mele, pere e susine nell’altipiano di Nansebo, ad oltre 2.500 metri di altitudine. E si sta lavorando per realizzare un vivaio in zona. Cento famiglie hanno ricevuto 650 piantine. Se consideriamo che ogni famiglia ha una media di sei persone, i beneficiari diretti sono 600.

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I beneficiari indiretti possono essere contati su tutto il territorio del villaggio di Shambel Kadir (Nansebo), che in seguito, con il vivaio che intendiamo allestire in loco, potranno usufruire della sperimentazione che stiamo facendo. Pensiamo quindi di poter quantificare in 6.000 persone i beneficiari indiretti. Siccome il progetto è solo all’inizio di una sperimentazione che vuole proseguire negli anni, con l’allestimento del vivaio in loco, tutti gli abitanti della Provincia, che conta 128.482 abitanti, a lungo termine, potranno usufruire della nostra ricerca sperimentale sulle piante da frutta (mele e prugne”). 3 Alberto Cecconi

Le Carmelitane dello Spirito Santo celebrano il 32° anno della fondazione

Addio alla mamma di don Maurizio Saba VALFABBRICA – La diocesi ha espresso profondo cordoglio al vicario generale don Maurizio Saba per la scomparsa della mamma Giuseppa Agricoli, venuta a mancare all’età di 93 anni dopo una lunga malattia. I funerali presieduti dal vescovo della diocesi monsignor Domenico Sorrentino con la presenza di monsignor Marcello Bartolucci si sono svolti venerdì 5 agosto alle ore 10 nella chiesa parrocchiale “Santa Maria Assunta” di Valfabbrica. 3

ASSISI - Alla presenza della loro fondatrice e madre superiora generale suor Maria Josè Do Espirito Santo, la congregazione delle suore carmelitane messaggere dello Spirito Santo ha festeggiato, sabato 30 luglio, il 32esimo anniversario della fondazione dell’ordine. La cerimonia molto partecipata è avvenuta nella sala della Spogliazione. “Ricordo il giorno in cui la vostra famiglia religiosa è nata” ha affermato il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, che ha concelebrato la messa unitamente a don Federico Ramon Claure. “Maria – ha sottolineato il vescovo durante l’omelia – è capace anche di farci stare sulla croce, avvolti però dal suo sguardo materno. Maria è vera-

mente il segreto della tenerezza della Chiesa. Quello che lei ci dà lo attinge dal Padre, lo attinge dal Figlio e lo attinge dallo Spirito Santo. Di fronte alle difficoltà – ha sottolineato – sappiamo che non siamo soli, abbiamo sempre una Madre che ci avvolge, ci accarezza. Siete nel trentaduesimo anniversario – ha concluso – , non abbiate paura di stare sulla croce di Cristo perché lì c’è sempre una Madre”. Dopo i saluti di suor Maria Josè Do Espirito Santo che ha ringraziato il Signore perché “mi ha dato la grazia di accompagnarvi trentadue anni”, le suore hanno espresso la loro riconoscenza nei confronti della loro fondatrice per il suo esempio e la sua testimonianza in Gesù. E’ seguito un bel momento di convivialità fraterna.

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Chiesa Insieme 24 settembre 2016

APPUNTAMENTI -

SETTEMBRE 2016

1 Gio - 22.a Tempo Ordinario 2 Ven - 22.a Tempo Ordinario 3 Sab - 22.a Tempo Ordinario 4 Dom - 23.a Domenica T.O. 5 Lun - 23.a Tempo Ordinario 6 Mar - 23.a Tempo Ordinario 7 Mer - 23.a Tempo Ordinario 8 Gio - NATIVITÀ DELLA B.V. MARIA (f) 9 Ven - 23.a Tempo Ordinario 10 Sab - 23.a Tempo Ordinario

ASSEMBLEA DIOCESANA - ore 16.00 Domus Pacis - S. Maria degli Angeli

11 Dom - 24.a Domenica Tempo Ord. 12 Lun - 24.a Tempo Ordinario 13 Mar - 24.a Tempo Ordinario 14 Mer - Esaltazione della SANTA CROCE 15 Gio - B.V. Maria Addolorata (m) 16 Ven - 24.a Tempo Ordinario 17 Sab - 24.a Tempo Ordinario 18 Dom - 25.a Domenica Tempo Ordin.

Spirito di Assisi - Sete di Pace, Religioni e culture in dialogo.

19 Lun - 25.a Tempo Ordinario

Spirito di Assisi - Panel e Forum

20 Mar - 25.a Tempo Ordinario

Spirito di Assisi - Cerimonia finale ore 19.00 p.zza san Francesco.

21 Mer - S. MATTEO (f) 22 Gio - 25.a Tempo Ordinario 23 Ven - 25.a Tempo Ordinario 24 Sab - 25.a Tempo Ordinario

Inizio della novena di S. Francesco in Basilica

25 Dom - 26.a Domenica Tempo Ord.

Giubileo del mondo della scuola alle ore 17.00 nella cattedrale di San Rufino.

26 Lun - 26.a Tempo Ordinario 27 Mar - 26.a Tempo Ordinario 28 Mer - 26.a Tempo Ordinario 29 Gio - Ss. Arcangeli MICHELE, GABRIELE e RAFFAELE 30 Ven - 26.a Tempo Ordinario OTTOBRE 1 Sab - 26.a Tempo Ordinario

Marcia Notturna: Ore 19.30 catechesi alla Porziuncola, ore 21.00 pellegrinaggio a piedi dalla Porziuncola fino a San Damiano per poi proseguire fino a San Francesco.

2 Dom - 27.a Domenica Tempo Ordi. 3 Lun - 27.a Tempo Ordinario

Santa Maria degli Angeli - Porziuncola - Celebrazioni per il Transito di San Francesco

4 Mar - S. FRANCESCO D'ASSISI patrono d'Italia

Solennità di San Francesco - Messa Solenne in Basilica

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