Chiesa Insieme n. 9 - Ottobre 2017

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N. 9 - OTTOBRE 2017 - ANNO XXXV - MENSILE Autorizzazione Trib. Perugia n° 660 del 7/03/1983

NOI CUSTODI DEL CREATO


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Chiesa Insieme

ottobre 2017

Editoriale

SOMMARIO

Editoriale del vescovo

Custodia del creato pag. 2

Focus

Piano Pastorale pag. 3

Primo piano Assemblea diocesana pag. 4-5

Reportage

Pellegrinaggio in Terra Santa pag.6-7

Iniziative

CampoScuola A.C. pag.8

Famiglie del Vangelo

CMFV a Sigillo pag.9

Itinerari francescani

San Damiano. pag.10-11

Appuntamenti

ottobre/novembre 2017 - pag.12

Notiziario della diocesi di Assisi - Nocera U. - Gualdo T. Direttore responsabile: Vittorio Peri In redazione: Marco Fortebracci Redazione e amministrazione: P.zza Vescovado, 3 06081 Assisi (Pg) Tel. (075) 81.24.83fax: (075) 819.88.05 E-Mail : ufficiostampa@diocesiassisi.it Autorizzazione Tribunale di Perugia n° 660 del 7-03-1983 / sped. in abbonamento postale 50%

Abbonamento: Ordinario Euro 15,00 sostenitore Euro 20,00 - Servirsi preferibilmente del c.c.p. n°13999065 intestato a: Curia Diocesana Amministrazione Chiesa Insieme 06081 Assisi Stampa: Tipografia Metastasio

LA PAROLA DEL VESCOVO

La nostra Chiesa per la custodia del creato In occasione della festa di San Fran-

cesco, grande testimone dell’amore cristiano per il creato e della cura della terra come nostra casa comune, la nostra diocesi ha dichiarato ufficialmente di intraprendere un percorso di disinvestimento dai combustibili fossili e di indirizzare i propri investimenti verso fonti di energia rinnovabile e pulita. Si tratta di un impegno concreto in risposta all’appello per una conversione ecologica lanciato da papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’. Nell’ottica della promozione di una ecologia integrale in cui “tutto è interconnesso”, la Chiesa, che “ascolta il grido della terra ed il grido dei poveri”, non può restare indifferente alle conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico di cui stanno ingiustamente soffrendo specialmente le comunità più povere e vulnerabili. Sull’esempio del Poverello, vogliamo adoperarci per il superamento di un sistema economico ed energetico che tanto danneggia

la nostra casa comune. Pertanto siamo lieti di essere a fianco del Movimento Cattolico mondiale per il clima e della Focsiv nella campagna sul disinvestimento dai combustibili fossili. La cura del creato richiede impegno, condivisione e preghiera. È in gioco la casa comune, fatta dai nostri stupendi paesaggi, che dobbiamo custodire con l’amore di Francesco, lodando insieme la bellezza del creato e del Creatore. Nessuno può sentirsi esonerato da questo impegno, quale che sia il suo credo religioso e civile. Certo non possiamo sentirci esonerati noi cristiani, giacché la custodia del creato sta al cuore del Vangelo. Anche da questo punto di vista è significativo il Santuario della Spogliazione. Esso ci stimola a una vita più sobria. Solo una vita spoglia di sé e aperta ai fratelli, senza barriere e frontiere, può dare a tutti, e specialmente ai milioni di esseri umani spogliati fino all’osso dalla violenza e dall’indifferenza, un barlume di speranza. + Domenico, vescovo


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ottobre

Focus

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Consegnato il piano pastorale in cattedrale a san rufino; ordinati 4 diaconi

Il significato della liturgia: tre anni per comprenderne il senso

Antonella Porzi

ASSISI – La liturgia è stata al centro dei due importanti momenti vissuti, sabato 23 e domenica 24 settembre, dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino con l’assemblea diocesana che ha visto la partecipazione del vescovo di Tortona monsignor Vittorio Viola e la consegna della lettera pastorale dal titolo “Adorate in spirito e verità”, avvenuta durante la celebrazione eucaristica che ha visto l’ordinazione di quattro diaconi (Francesco Brenci, Fabrizio Cerasa, Simone Petrosino e Dario Tofi) e l’inizio del triennio dedicato alla liturgia. All’inizio della celebrazione eucaristica il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, ha sottolineato che “siamo all’inizio di un nuovo tratto del cammino pastorale della nostra chiesa. Comincia oggi il nostro triennio dedicato alla liturgia cioè a ciò che è fondamento e culmine di tutta la nostra vita cristiana”. Dopo la lettura del Vangelo sono seguite la liturgia dell’ordinazione con la presentazione e elezione dei futuri diaconi e

l’omelia. “La liturgia – ha affermato il vescovo durante l’omelia – è da sempre al centro della vita cristiana. Da cinquanta anni la chiesa ce l’ha restituita in una maniera che ci è divenuta ormai familiare. Stiamo imparando a viverla con una partecipazione articolata di ministeri. Tuttavia c’è ancora molto da fare. Dobbiamo chiederci se ne abbiamo compreso fino in fondo lo spirito. La lettera pastorale – ha spiegato Sorrentino - sarà da guida per il prossimo triennio. Nei primi due capitoli mi interrogo e vi interrogo soprattutto su questa domanda ‘Abbiamo compreso davvero che cosa è la liturgia, quale è il suo spirito, quale è la posta in gioco delle nostre celebrazioni?’. Fin dall’inizio insisterò sul fatto, partendo dalla Parola di Dio, che dobbiamo imparare a celebrare in modo tale che la liturgia non si riduca alla celebrazione, ma diventi vita, sia preceduta dalla vita e porti alla vita. Il centro della liturgia cristiana è l’eucaristia che significa grazie, rendimento di grazie. Quando parliamo di liturgia prima di parlare di quel che noi facciamo,

che noi operiamo, dobbiamo accogliere ciò che Dio opera in noi. La liturgia – ha proseguito - è Dio che scende in mezzo a noi è Dio che ci vuole toccare e che vuole essere toccato, poi una volta che è stato da noi toccato prendendoci in sé torna al Padre portandoci tutti a lui. C’è un mistero dentro la liturgia. É Dio che si coinvolge nella nostra realtà. Gesù prega in noi e con noi coinvolgendoci”. Poi rivolgendosi in particolare ai neo-diaconi il vescovo ha detto che “vorrei dire ai nostri quattro diaconi quello che il Signore vi chiede attraverso la Chiesa. Per secoli i sacerdoti hanno operato in una società di massa, ma intessuta di familiarità. Allora la comunità poteva contare su tantissime, larghe famiglie che consentivano a ciascuno di sentirsi accolto, amato. Oggi siamo in una comunità che diventa sempre più una comunità di separati. Non siete ordinate per fare le belle statuine sull’altare. Siete ordinati per il popolo di Dio, per aiutare la comunità cristiana a crescere come famiglia e per interessarvi dei più poveri della comunità”. Dopo l’omelia sono seguite le interrogazioni e la promessa di obbedienza, l’imposizione delle mani da parte del vescovo sul capo degli eletti e la preghiera di ordinazione. Successivamente si sono succeduti i riti esplicativi con la vestizione degli abiti diaconali, la consegna del libro dei Vangeli e l’abbraccio di pace tra il vescovo e ciascun ordinato. Al termine della celebrazione il vescovo ha consegnato la lettera pastorale ai presbiteri concelebranti, ai diaconi, ad alcuni rappresentanti dei laici, ai religiosi e alle religiose e ad alcuni collaboratori della Curia. 3


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Primo piano

Il vescovo Sorrentino all’assemblea diocesana, rilancia il nuovo modello parrocchiale

“La domenica è il primo giorno della

Antonella Porzi

ASSISI – “La domenica è il primo non l’ultimo giorno della settimana”. É questo il richiamo fatto dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, nella sua relazione esposta durante l’assemblea diocesana che si è tenuta sabato 23 settembre alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli ed ha visto la partecipazione del vescovo di Tortona monsignor Vittorio Viola che ha fatto un’approfondita relazione sulla liturgia, tema del piano pastorale triennale che sarà consegnato domenica 24 settembre a San Rufino. Il ve-

scovo ha spiegato le varie fasi che hanno preceduto e sono seguite al Concilio Vaticano II. “Si è passati – ha affermato - da una fase preconciliare che si può schematizzare in un prete e un popolo dove c’era il parroco unitamente ad una comunità parrocchiale formata da una rete di famiglie naturali e dove alla figura del parroco che corrispondeva la celebrazione dei sacramenti, il catechismo e si respirava una elevata religiosità popolare. La liturgia si esprimeva secondo un modello rituale antico dove i l parroco insieme ai fedeli guardavano l’eucarestia. Dal concilio Vaticano II fino dagli anni ’90 la chiesa è il popolo di Dio. La parrocchia si è caratterizzata da una nuova soggettività laicale con ampia partecipazione e senso comunitario che hanno prevalso. Anche se c’erano i prodromi della crisi sociale c’era ancora una famiglia che reggeva. Questa fase è durata fino alla fase di internet quando invece è iniziata una di-

sgregazione sociale”. Come far fronte a questa situazione? Secondo il vescovo attraverso un nuovo schema che rappresenta la fase B della fase post consiliare. Dai tre pilastri formati da catechesi, liturgia e carità bisogna passare allo schema pastorale a quattro pilastri costituiti da Parola, liturgia, Comunità famiglie e carità con missione testimonianza. La nuova fase si base quindi sul rinnovamento parrocchiale costituito dalle Comunità Maria Famiglie del Vangelo. “La nostra sfida – ha detto - ha trovato una for-


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ottobre

Primo piano

delle famiglie di famiglie

settimana” mula come la parrocchia ‘famiglia di famiglie’. Sfruttiamo questo tempo di grazia che vede ancora la presenza dei parroci per presidiare le nostre comunità e organizzarci al meglio in vista del futuro quando non ci saranno più abbastanza sacerdoti”. L’intervento del vescovo si è basato sulla approfondita relazione che monsignor Viola ha fatto spiegando il valore, il senso di Gesù incarnato. Riscoprire la celebrazione, come momento di comunione con Dio, cercando di evitare abitudine, sentimentalismo e inadeguatezza

sono i punti cardine toccati da monsignor Viola. “Il nostro peccato – ha detto - ha posto una distanza infinita tra noi e Dio. A quella distanza infinita è venuto quel suo venirci a cercare. Questa sua vicinanza ci ha sorpreso, ci ha sorpreso il suo corpo. Il suo desiderio di essere vicino a noi, solo nella purezza del suo amore. Lui ha scelto di ridurre quella distanza assumendo la nostra condizione, cercando la comunione con noi. La celebrazione – ha aggiunto - è il luogo della Pasqua di Gesù è viva. Dobbiamo crescere nella comprensione di parole e gesti dell’eucaristica. Ogni sacramento ha la potenza dell’incontro con lui”. Il vescovo di Tortona, monsignor Vittorio Viola, parlando della liturgia, ha spiegato i tre pericoli a cui oggi si va incontro. “Romano Guardini – ha detto il vescovo - individua 3 impedimenti alla partecipazione: il primo è l’abitudine, il secondo è il sentimentalismo e il terzo è l’inadeguatezza. L’abitudine è questa monotonia del nostro celebrare che

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a volte si manifesta in maniera evidente in parole affrettate, in gesti che dichiarano che siamo altrove. A volte si avverte questa monotonia, a volte ci sono chiacchiere inutili anche tra noi concelebranti. Altro che Pasqua del Signore – ha aggiunto -, questa monotonia non appartiene alla celebrazione è roba tua e sai da cosa dipende? Dipende da una scissione tra la celebrazione e ciò che noi viviamo. Ciò che noi celebriamo ha a che fare con la nostra vita, con ogni istante della nostra vita. La sua Pasqua ci raggiunge in un istante puntuale della nostra vita. Ci siamo fatti portar via la domenica – ha poi aggiunto il vescovo -, non ce ne siamo accorti. Recuperiamo solo se rimettiamo al centro la famiglia, le relazioni umane. Il secondo impedimento è il sentimentalismo. Una comprensione superficiale, un modello egocentrico. Attenzione a favorire una partecipazione che punta solo su questo. Non c’è bisogno di nessuna fantasia, il rito è quello che ti consegna la chiesa. Per vincere il sentimentalismo – ha proseguito -, dobbiamo puntare sulla celebrazione, io che mi lascio portare. L’inadeguatezza: siamo fragili, siamo inadeguati. Attenti a non far diventare questa inadeguatezza un impedimento alla celebrazione, a farlo diventare il nostro peccato. Per sgomberare il campo da tutti questi impedimenti dobbiamo fare il lavoro di questi tre anni. Apriamo il cuore alla bellezza della celebrazione, ne facciamo esperienza, allora ci verrà dato di sentirne l’efficacia nella vita”.

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Reportage

Pellegrinaggio della diocesi in un luogo unico per scoprire su noi stessi la vita di Gesù

Suggestioni e spiritualità della Terra Santa per raggiungere la Giudea con sosta a Qast el Yahud dove abbiamo fatto memoria del battesimo di Gesù, poi ci siamo recati al Monte delle Tentazioni dove è stata celebrata la santa messa per poi pranzare a Gerico. A seguire c’è stata la visita a Betlemme e al Caritas Baby hospital dove abbiamo visitato i vari reparti di cura e abbiamo appreso della triste situazione che vivono i bambini e le mamme in Palestina, senza assistenza sanitaria e in condizioni di povertà e ingiustizia sociale. Ancora spostamenti in autobus con visita dell’Herodion, poi Qumran e finalFabrizio Cerasa

GERUSALEMME – Un’esperienza unica e indimenticabile, il pellegrinaggio diocesano in Terrasanta, avvenuto dal 9 al 16 settembre è stato proprio così. Eravamo un gruppo di 30 persone capitanati dal nostro vescovo monsignor Domenico Sorrentino, pre-

senti altri tre sacerdoti, fra Giuseppe Battistelli (Ofm) commissario per la Terrasanta, padre Giovanni Raia e fra Yon Horvan (Ofm Conv). Partenza in autobus da Assisi in direzione aeroporto Fiumicino per imbarcarsi poi con volo Alitalia per Tel Aviv. Arrivati in Terrasanta abbiamo iniziato il pellegrinaggio dalla Galilea e precisamente da Nazareth, la basilica dell’Annunciazione, la fontana della Vergine e la Sinagoga, per poi visitare il luogo della trasfigurazione il Monte Tabor. Nei giorni successivi abbiamo fatto moltissimi spostamenti, Lago di Tiberiade con la santa messa celebrata sulla riva e presieduta dal nostro vescovo, poi la suggestiva traversata in battello per Kibbutz Ein Ghev con pau-

sa pranzo in un bellissimo ristorante tipico; a seguire il sito archeologico di Cafarnao, Tabgha dove c’è la chiesa francescana del primato di Pietro. Abbiamo poi incontrato le suore situato a Cafarnao dove le stesse hanno una produzione di datteri che distribuiscono tutto l’anno ai ricoverati degli ospedali di zona. Suggestiva è stata la visita della chiesa benedettina della moltiplicazione dei pani e dei pesci e il Monte delle Beatitudini. A Cana di Galilea il vescovo con la santa messa ha rinnovato le promesse matrimoniali a tutte le coppie di sposi presenti nel gruppo. Mentre lungo il Giordano siamo tutti stati benedetti dal vescovo con l’acqua del fiume dove venne battezzato Gesù. I momenti di visita ai vari siti erano sempre arricchiti dalle bellissime catechesi bibliche fatte da monsignor Sorrentino e dai sacerdoti presenti. Successivamente ci siamo spostati in autobus


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ottobre

Reportage

mente tutti in costume a bagno nel Mar Morto dove la temperatura al sole si aggirava intorno ai 42 gradi, poi c’è stata la visita a Ain Karem Basilica della Visitazione con sosta a Betania. Siamo poi saliti per il monte degli Ulivi, arrivati alla basilica del Getzemani: la lettura del Vangelo ci ha riportati nel mistero della decisione di Gesù di consegnarsi. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il Monte Sion con visita al Cenacolo dove abbiamo riletto i vari passi biblici facendo memoria dell’ultima cena e della discesa dello Spirito Santo.

In

questa occasione tutto il nostro gruppo ha vissuto un momento stupendo presso il Cenacolino il nostro vescovo insieme ai sacerdoti hanno celebrato la santa messa dove in quell’occasione è avvenuta la consacrazione di Suor Alessandra Rusca, cancelliere della nostra Diocesi. Tutti abbiamo gioito insieme a lei per questo momento importante che ha sigillato il cammino della sua vita, augurandole tutto il bene di questo mondo. Successivamente in Gerusalemme abbiamo ripercorso a piedi la via “Dolorosa” pregando in Via Crucis nel percorso che fece Gesù fino al Calvario. Poi siamo stati nella chiesa della Flagellazione per arrivare alla Basilica della Resurrezione dove abbiamo visitato in modo approfondito il Santo Sepolcro e il Monte Calvario. Lì il vescovo ha celebrato la santa messa partecipata da noi e da tanti altri pellegrini provenienti da tutto il mondo. Il nostro pellegrinaggio è proseguito con la visita al villaggio di Emmaus accompagnata da una bellissima catechesi di monsignor Sorrentino per concludere a Cesarea Marittima. Difficile raccontare in breve e trasmettere attraverso lo scritto la straordinaria bellezza di questo pellegrinaggio diocesano in Terrasanta, non è quantificabile infatti l’immensità dell’arricchimento spirituale che ogni uno di noi si porta dentro dopo aver vissuto sette giorni in quella terra ben descritta nella Bibbia. Ringrazio Dio di tutto questo e auguro a tutti i cristiani del mondo di andare in Terrasanta almeno una volta nella vita.

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RICORDANDO I GIUSTI DI ASSISI

GERUSALEMME - Uno dei momenti più interessanti del pellegrinaggio è stata la visita allo Yad Vashem, il memoriale dell’olocausto dove sono ricordate le vittime della Shoah ma anche i Giusti tra le Nazioni, ovvero oltre 24mila persone di tutte le nazionalità che, durante la seconda Guerra mondiale, hanno salvato almeno un ebreo. Tra questi ci sono anche i sette Giusti di Assisi (monsignor Placido Nicolini, don Aldo Brunacci, padre Rufino Niccacci, Luigi e Trento Brizi, suor Giuseppina Biviglia e suor Ermella Brandi). Il vescovo e tutto il gruppo hanno voluto vedere il luogo dove fu piantato l’albero in ricordo di monsignor Nicolini, don Brunacci e padre Rufino, tre religiosi dal grande spessore umano che, misero in pratica, il loro grande spirito di fratellanza.

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ottobre 2017

Iniziative

Bella esperienza dei giovani dell’Azione Cattolica al camposcuola a Bagno a Ripoli

In contAtto per superare le differenze

Cecilia Fanucci

ASSISI - INCONTro-incontATTO è il titolo del camposcuola 2017, organizzato dall’Azione Cattolica diocesana giovanissimi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino a Bagno a Ripoli, precisamente nel convento francescano di Santa Maria all’Incontro. Una strana coincidenza questa! Il nome della località che ha ospitato ben 31 ragazzi dai 13 ai 17 anni di alcune delle parrocchie della diocesi, si chiamava proprio incontro, una delle tematiche più importanti del campo. Quest’ultimo ha visto, infatti, come filo conduttore il noto film Collateral Beauty, la storia di un uomo che, dopo aver perso la figlia, si ritrova a scrivere a tempo, amore e morte per sfogare tutta la sua rabbia. Così i ragazzi, come il nostro protagonista, si sono ritrovati/scontrati con queste tre astrazioni. Prima fra tutte la morte, forse l’astrazione più difficile! La morte intesa non solo come momento biologico, ma come diverbio tra me-ideale e il vero-me. Quante volte ci capita di impersonare qualcosa che non ci appartiene? In tutti quei momenti stiamo facendo morire una parte di noi, dunque ci diamo la morte o, a ruoli invertiti, diamo la morte a qualcuno, non facendolo sentire libero di essere se stesso. In un secondo momento i giovanissimi hanno riflettuto sul tempo, altra astrazione complicata. Si è discusso su quanta importanza

può avere un secondo, un’ora, un minuto o un mese e di quanto a volte, sprechiamo del tempo che può essere investito in qualcosa di utile. Alla fine della giornata però, insieme ai ragazzi, abbiamo compreso che non è importante il tempo speso per le cose che dobbiamo fare, ma come decidiamo di spendere quello che possiamo scegliere, anche se spesso è quantitativamente minore. Infine, come ultima astrazione, l’amore. L’amore che è dentro ogni cosa, trama della vita e da cui non si può scappare! Quanto è difficile amare quando non siamo sicuri dell’altro? Quante volte non ci doniamo all’altro finché non siamo certi che l’altro ci ricambia? Lo facciamo anche con Dio, quando lo scacciamo, quando non ci lasciamo amare da lui. E’ importante interrompere questo meccanismo di non-amore, per dare all’amore la possibilità di emergere. Perché, appunto, l’amore c’è, è in ogni cosa e in ogni persona! Accanto alle giornate di riflessione, i ragazzi hanno avuto anche momenti di svago per potersi conoscere meglio ed entrare in contatto. Grazie ad una faticosa passeggiata ed una caccia al tesoro tra le vie di Firenze, i giovanissimi hanno potuto riscoprire la bellezza di un contatto vero con se stessi e con gli altri, ma soprattutto con Dio, protagonista silenzioso. Riscoprire come vivere a pieno, vedere e toccare le cose che ci circondano era proprio uno degli obiettivi del

campo. Una settimana ricca di sorrisi, divertimento e preghiera, sotto la guida di un attento e sempre presente don Alessandro Picchiarelli. Tempo, amore e morte spesso condizionano le nostre giornate: “desideriamo l’amore, vorremmo avere più tempo e temiamo la morte”. Ma quello che ci sembra perduto, rovinato, in realtà è ricco di amore. Ed ecco che entra in gioco l’ultima astrazione, forse quella più importante: la fede! Nell’ultima giornata i ragazzi hanno partecipato alla celebrazione eucaristica, al termine della quale hanno ricevuto un simbolo: una tessera di un domino, immagine che ricorre spesso nel film. Una tessera del domino se non entra in contatto con le altre tessere non fa muovere il domino stesso. Così anche loro per poter “muovere qualcosa” dovranno entrare in contatto con gli altri. Il camposcuola è solo l’inizio. Si comincia da qui! 3


Chiesa Insieme

Famiglie del Vangelo

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Vivere la Parola dentro le mura domestiche è possibile, l’esperienza di una delle CMFV di Sigilllo

Ecco come crescere insieme in comunità Roberta Botticelli

SIGILLO - Sono ormai trascorsi alcuni anni, da quando il nostro padre Vescovo, Domenico Sorrentino, in un incontro serale nella nostra parrocchia di Sigillo, ci ha presentato un suo libro “Chiesa come Famiglia, cammino di rinnovamento delle parrocchie, Comunità Maria Famiglie del Vangelo.” Un cambiamento radicale di vivere la parola di Dio, non soltanto nelle celebrazioni eucaristiche, ma in un ambiente familiare, come le prime comunità cristiane: “Erano un cuor solo e un’anima sola”. All’inizio non avevamo compreso molto bene il senso di vivere la Parola dentro le mura domestiche, anche se alcuni di noi sono catechisti e già da qualche tempo, ascoltavano e meditavano la lectio divina con il parroco don Ferdinando Dell’Aquila. Altri ancora svolgevano diversi servizi in parrocchia. Oggi siamo più consapevoli di appartenere a famiglie spirituali che pregano gli uni per gli altri in piccole comunità, laddove la preghiera è sostegno per la nostra vita e per le tante avversità che incontriamo. Ci aiutiamo anche nelle necessità materiali e ci preoccupiamo dell’altro come fratello. La parrocchia di Sigillo accoglie tre famiglie del Vangelo; la nostra è composta di nove persone. Quando ci incontriamo dopo i nostri impegni quotidiani, viviamo un clima gioioso e

sereno, affidando a Maria, madre di Dio, il Vangelo proposto dalla liturgia, meditandolo e condividendo gli insegnamenti di Gesù. Quando ci incontriamo in casa, non è semplicemente per stare insieme e passare un’ora piacevole in compagnia di altre persone, ma è ritrovarsi intorno a un tavolo e condividere quella frase o Parola che arriva al cuore e illumina la nostra vita. Fra le tante parole che la nostra società propone, noi condividiamo e cerchiamo di vivere quella di Gesù, che “ferisce e risana” e dà valore al nostro cammino. Sperimentiamo la sua misericordia quando ci troviamo al lavoro, nelle relazioni con gli altri e nella stessa vita di coppia. Con più pazienza, amore e umiltà ci rivolgiamo verso il prossimo. Forse non sempre ci riusciamo, ma nel Vangelo troviamo una

grande forza, che ci aiuta, ci sostiene, ci incoraggia nella testimonianza. 3

RITIRI DIOCESANI DI UNA GIORNATA - 26 novembre 2017 Domus Laetitia Assisi - 04 febbraio 2018 Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino a Santa Maria degli Angeli. - Ritiro per animatori 22 aprile 2018: Casa del Terziario Assisi (di fronte al Santuario della Spogliazione)


Chiesa Insieme 10 ottobre 2017

Itinerari francescani

Francesco va’ ripara ... Padre Francesco De Lazzari

Il

fatto più noto e più significativo è senz’altro il processo voluto dal padre di Francesco, Pietro di Bernardone. Un processo storico. Tra i più noti dopo quello di Gesù. Il suo svolgimento ha reso Assisi universalmente conosciuta, cercata, amata. Un processo sconvolgente che ha toccato i sentimenti umani più profondi e quelli spirituali più elevati. Protagonisti visibili: vescovo di Assisi, Guido, Pietro di Bernardone, commerciante, suo figlio Francesco. Protagonisti invisibili le tre persone della Santissima Trinità: Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo. Molti i presenti. La madre, con il cuore spezzato, approva il figlio. Il fratello Angelo stava dalla parte del padre. E poi i curiosi, che non mancano mai. Uno scenario drammatico, emotivamente più che coinvolgente. Stati d’animo lacerati e laceranti. Le pietre potrebbero parlare. Parla molto bene l’affresco della spogliazione nella Basilica superiore di San Francesco: rabbia e serenità, povertà e ricchezza, cielo e terra. Mani minacciose, mani innalzate. Occhi fulminanti, occhi luminosi. Occhi puntati su di lui, Francesco; sul padre Pietro. Occhi in lacrime, quelli della madre, soprattutto. Il dramma del silenzio appesantisce la scena. Francesco non era uno qualsiasi da processare: era il figlio del più ricco mercante di Assisi, il re delle feste della gioventù assisana, una promessa. Il vescovo Guido invita Pietro di Bernardone, a esporre le accuse contro il figlio: “Mi ha disonorato, impoverito il patrimonio, va dai poveri e dai lebbrosi invece di lavorare, va a pregare nelle chiese, abbandonando il negozio: va diseredato”. Come a dire: non so cosa fare di un figlio così. Non lo riconosco più. Tutto si capovolge. Il figlio amato ha tradito gli ideali del padre. Umanamente non è giustificabile. Il vescovo chiede a Francesco di giustificarsi, di motivare il suo comportamento. Questi non risponde. La sua scelta ha altre ragioni, altre motivazioni, altre indicazioni maturate. Negli anni precedenti: “Francesco, è meglio servire il padrone o il servo?... Torna

ad Assisi; il Signore mi ha condotto tra i lebbrosi; Francesco, va’, ripara la mia casa”. Comandi incisi dallo Spirito Santo nel suo cuore e nella sua mente. Seme gettato e fecondato dallo Spirito Santo stesso. Francesco, eseguendo questi comandi, aveva imparato ad obbedire a Dio. Certo, gli è stato richiesto un lento morire a se stesso, una sofferta e prolungata ricerca del nuovo padrone. Aveva tutto. Ma il denaro, la ricchezza, la posizione sociale, l’essere il re delle feste non gli bastavano più. Gli stringevano il cuore. Ed egli, per natura e per grazia, lo aveva largo, gioioso, avventuroso. La Voce di Spoleto, le piaghe del lebbroso abbracciato e baciato, la voce e gli occhi aperti del Crocifisso di San Damiano, l’incontro con i poveri, le percosse del padre e il carcere familiare sono tappe che maturano in lui una scelta radicale: sceglie la nascita alla nuova vita, il fiorire del suo battesimo, il cammino verso una aperta professione di fede e di vita pienamente cristiana. Una risposta a parole avrebbe detto poco, forse suscitato un dibattito ormai inutile. I gesti, espressi nel silenzio, spesso parlano più dei fatti, esprimono se stessi meglio delle parole, dicono più di qualsiasi giustificazione, dichiarano una ripartenza. Non voluta, non cercata. Ma rivelata, guidata, illuminata. “Dove andare lontano dalla tua presenza?”, “Nell’intimo mi insegni la sapienza”. Un passaggio, dunque, dalla sapienza umana a quella di Dio. Francesco cominciò a capire Dio, quando smise di adorare se stesso. Davanti al Crocifisso di San Damiano comprese la spogliazione interiore ed esteriore del Figlio di Dio. La passione di Gesù si era profondamene impressa nel suo cuore. Non solo un coinvolgimento emotivo ma motivato. Guidato dallo Spirito Santo, sceglie anche lui, la nudità del cuore. La esprime con la nudità del corpo. Davanti a tutti i presenti, Francesco si spoglia nudo. Si porta davanti al padre Pietro. Gli restituisce tutti i vestiti, i pochi soldi rimasti, gli offre la sua nudità. E’ la risposta alle ire del padre, al suo dio denaro, al suo prestigio sociale, al suo voler im-

porre al figlio ciò che non era volontà di Dio. Ora Francesco può parlare. Può esprimere il suo nuovo cammino: “Finora ho chiamato padre Pietro di Bernardone, d’ora in poi dirò: “Padre nostro che sei nei cieli”. Nessuna scoperta può essere paragonata alla scoperta della paternità di Dio: ti senti rapito, sperimenti una paternità che ti attrae, che ti dà sicurezza, tenerezza, che ti accompagna per tutta la vita. Ti senti avvolto da un amore così forte, così presente, così mai goduto. Ti immergi in esso e ci navighi bene. Qualsiasi cosa ti accada. Qualsiasi missione il Padre ti chieda. Il Vescovo Guido, vedendo Francesco nudo, si spoglia anche egli della sua esteriorità. Scende dal trono, si fa prossimo a France-


Chiesa Insieme

Itinerari francescani

sco, lo copre con il suo manto. Non compie un puro atto materiale ma umano ed ecclesiale: copre la sua nudità, accoglie la sua scelta, manifesta la maternità della Chiesa Madre, lo prende sotto la sua protezione. Da quel momento. tutta la vita di Francesco si trasforma in canto di lode, benedizione e ringraziamento della paternità di Dio. Il canto raggiungerà il vertice con le “Lodi di Dio altissimo”, preghie- ra composta dopo aver ricevuto le stimmate. E, così alla Verna raggiunge il massimo della spogliazione interiore. Dio Padre che “compie meraviglie”, gli imprime il sigillo del Figlio, le stimmate, quasi proclamandolo gemello del Crocifisso. La spogliazione di un uomo, di un cristiano che dice sì a Dio incide profondamente nella vita del-

la Chiesa, arricchisce l’umanità, testimonia la forza del Vangelo. La paternità di Dio e la maternità della Chiesa costituiscono in Francesco i due pilastri su cui fonderà tutta la sua vita e renderanno sicuro il suo cammino. Al momento della spogliazione davanti al Vescovo, a suo padre e sua madre e davanti a tutti, Francesco rinasce dal grembo della Trinità, si pone dentro il grembo materno della Chiesa. Ad essa offre i frutti della “spogliazione” restituendo tutto se stesso all’Altissimo, Onnipotente bon Signore”, per servirlo per tutta la vita “cum grande humilitate”.

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Chiesa Insieme 12 ottobre 2017

APPUNTAMENTI -

ottobre / novembre 2017

15 Dom - 28.a Domenica Tempo ordinario 16 Lun - 28.a Tempo ordinario - Rm 1,1-7; 17 Mar - 28.a Tempo ordinario

Consiglio Presbiterale ore 10.00

18 Mer - 28.a Tempo ordinario 19 Gio - 28.a Tempo ordinario 20 Ven - 28.a Tempo ordinario 21 Sab - 28.a Tempo ordinario 22 Dom - 29.a Domenica Tempo Ordinario

91a Giornata missionaria mondiale (colletta obbligatoria)

23 Lun - 29.a Tempo Ordinario 24 Mar - 29.a Tempo Ordinario 25 Mer - 29.a Tempo Ordinario 26 Gio - 29.a Tempo Ordinario 27 Ven - 29.a Tempo Ordinario

Spirito di Assisi - Basilica di san Francesco (cappella frate Elia) ore 16.00 - Spirito di Assisi - Basilica di san Francesco (Salone papale) ore 9.00 - Consiglio Pastorale Diocesano ore 21.00

28 Sab - 29.a Tempo Ordinario 29 Dom 30.a Domenica Tempo Ordinario 30 Lun - 30.a Tempo Ordinario 31 Mar - 30.a Tempo Ordinario NOVEMBRE 1 Mer Tutti i Santi. - 30.a Tempo Ordinario

Giornata mondiale della santificazione universale

2 Gio - 30.a Tempo Ordinario

Assisi messa al cimitero ore 9.00

3 Ven - 30.a Tempo Ordinario

- Consiglio Episcopale ore 9.30 - Assisi messa al Cimitero ore 19.00 - (Cavalieri del Colle Paradiso)

4 Sab - 30.a Tempo Ordinario 5 Dom - 31.a Domenica Tempo Ordinario 6 Lun - 31.a Tempo Ordinario 7 Mar - 31.a Tempo Ordinario 8 Mer - 31.a Tempo Ordinario

“Incontriamo Gesù” convegno regionale per la formazione del clero Seminario regionale ore 9.00

9 Gio - 31.a Tempo Ordinario

II° incontro mensile dei diaconi e dei preti ore 9.00 S. Tecla

10 Ven - 31.a Tempo Ordinario

Aggregazioni laicali ore 21.00

11 Sab - 31.a Tempo Ordinario 12 Dom - 32.a Domenica Tempo Ordinario

67a giornata del ringraziamento - Convegno regionale per la catechesi e l’evangelizzazione teatro Lyrick ore 9.30

13 Lun - 32.a Tempo Ordinario 14 Mar - 32.a Tempo Ordinario 15 Mer - 32.a Tempo Ordinario

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c/c postale n. 13999065 intestato a : Curia Diocesana - Amministrazione Chiesa Insieme

€ 20.00 (venti)


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