I' Grillo Empolese Dicembre 2016

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ANNO 1 - n. 4 DICEMBRE 2016

Allegato al numero 14 de I’Grillo Fiorentino registrazione al tribunale di Prato n. 6 del 23/09/2015

DIRETTORE RESPONSABILE

Michela Lanza

PROPRIETARIO E EDITORE

Chimeralab di Chiara Reggiani Via dell’Agio 14 - Prato info@chimeralab.eu

STAMPA: Nova Arti Grafiche

(Signa)

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I’ Grillo Empolese

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ARTE CULTURA e TRADIZIONI

Incontrando il Pontormo

A CASA SUA a cura di Silvano Salvadori

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enni una mattina con dei giovani studenti della quinta elementare “Michelangelo” accompagnati dalla maestra Paola Bertini a visitare la Casa del Pontormo. Fa parte dell’Associazione nazionale delle Case della Memoria, cioè di quelle case dove vissero i grandi personaggi. Grazie alle ricerche di Ugo Procacci nel 1956 la si poté individuare lungo la strada del Borgo di Pontorme e nel 1995 il Comune, dopo averla comprata, ne programmò il restauro, concluso nel 2006, per farne un centro di attività promozionali sul nostro grande concittadino. Ci accompagnava per il Comune Cristina Gelli. Ma quando bussammo alla porta, inaspettatamente ci venne ad aprire proprio lui: O che siete venuti a trovarmi? -Pontormo? O come fa a esser vivo? Come fo a esser vivo? Eh… l’arte rende eterni!!! Non l’avete sentito dire? La fama, la fama sfida i secoli! …

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Ma quando mi rimandano in terra, in verità un po’ di fame mi ritorna ; (Gli viene data una merendina, che lui rifiuta); poca eh! Perché io mangiavo poco: perché il mangiar poco rende sani! Questa la mi’ dieta: un pesce d’ovo, due noci, un grappolo d’uva e trenta grammi di pane. Io qui ci stavo quando avevo la vostra età; ci stavo con la mi’ nonna. Era una casa del Borgo sulla via che viene da Firenze. Là poco avanti c’era un’osteria e dall’altra parte in fondo una bella porta fortificata che chiudeva in tondo il vecchio Castello con la Chiesa e il Palazzo del Podestà! Il mi’ babbo era pittore e anche io avevo diletto a mescolar colori! Appena fui esperto dell’arte, avendomi mandato a Firenze a studiare, e venni a dipinger proprio su quella porta un bello stemma: e ci feci due bei puttini (lo sapete icché sono? Due bambini grassottelli e nudi) che reggevano l’insegna dei Medici: sette

palle. E con sette… palle ‘un volete che ‘un c’avessero avuto un sacco di soldi? Proprio per render bello Pontorme lo dipinsi; per farci passar sotto il primo Medici che divenne Papa: Leone X. Andava per Pisa…. Una festa che non vi dico! Eh sì! Mi sono invecchiato, ma la confusione a me non m’è mai garbata! Dove c’è folla: no, no, no! E più tardi dipinsi anche due quadri per i mie concittadini. Dopo il prof. ve li fa vedere. Sono in chiesa. A tutti sembrarono strani! Pazienza. Ma a me piace far le cose secondo il mio schiribizzo, alla mia… maniera. Ma… e son tornato perché ho perso una lettera. L’avevo lasciata qui da qualche parte, un giorno che ero pieno di pensieri. Eh sì, i pensieri mi s’arrovellan sempre per la mente. A volte a forza di pensare mi trovavo tutto i’ giorno senza aver dato una pennellata a ciò che dovevo fare. Ma dove l’avrò messe? -Cosa cerca? Le lettere con gli appunti! Se le trovate, mettetemele da parte…

E vengo a scuola a riprenderle. Ora, però, e m’è finito il tempo del permesso. Devo rientrare… nell’Eternità della Fama!!! Per la miseria: m’ero portato via le chiavi di San Pietro (quelle apron tutte le porte, compreso casa mia). Gliele devo riportare: a quest’ora sarà a prendere un caffè sulle bianche nubi. Arrivederci, salve, onoratissimo!!!...


L’evento è accaduto davvero il 1° dicembre con la collaborazione dell’Associazione “Borgo Pontormese” e del Circolo Arti Figurative per costumi e attori.

Il mio Giro M

di “Doc” Roberto Taviani

a torniamo al Giro. Si stava un po’ lì, a reggere i muri, e poi quando passava il gruppetto di amici ci si inseriva nel “vortice”. Come catapultati. Altri punti di ritrovo le colonne del Bar Italia. Qui la tipologia delle persone era diversa a seconda dei giorni e delle ore. La domenica mattina sul tardi, dopo la messa, ed una seduta d’obbligo dal barbiere, appunto professionisti, industriali, faccendieri, per l’aperitivo, o per comprare le paste. Invece il giovedì mattina, giorno di mercato, persone di tutt’altro rango, contadini, sensali, fattori. A far affari, magari a contrattare la vendita di un vitello, o di qualche damigiana di vino, suggellata da una semplice stretta di mano che valeva più di un contratto in carta bollata dal notaio. Il Palazzo Rigoli, uffici, assicurazioni e poi c’era l’Indiani. Niente a che fare coi pellirossa. Era il gabinetto di analisi fondato e gestito da un signore che di cognome faceva appunto Indiani. Era consuetudine andare a fare gli esami dall’Indiani. Poi c’era il Barrino delle tre “F”. Si diceva volesse dire “Fame. F..a. Feccia”. Da Volterrani… BAR CENTRALE EMPOLI, IL PIÙ VECCHIO BAR DI EMPOLI, DAL 1895… QUARTO BAR PIÙ VECCHIO DELLA PROVINCIA DI FIRENZE… Molti di voi che avete padri o nonni vetrai, dovreste sapere che fino agli anni 60 il suo soprannome era “Tre Effe”, che stava per Fame… F..a e Feccia. Lì venivano reclutati i vetrai a giornata, il cosiddetto caporalato. Caporali empolesi reclutavano e sottopagavano manovalanza quando serviva… quindi fame e f..a… la feccia erano loro… Oggi tutte rispettabili persone superpremiate e lodate. Anche questa è storia empolese che non vedo scritta a nessuno. Damnatio memoriae. E poi prima ancora era di Caino… quello dei… Bagni sull’Arno! Il Bar Sammontana in via del Giglio, luogo che dette i natali al “gelato” nel dopoguerra. All’angolo tra via Ridolfi e via del Papa in genere si parlava, anzi si vociava di calcio. Tutti

allenatori della Nazionale. Tutti Niccolò Carosio. D’estate l’Intellighenzia migrava. In piazza della Stazione, davanti al Bar Viti, che tra l’altro faceva il gelato bono… sotto un grosso tiglio coi tavolini, l’albero della scienza l’avevano ribattezzato. La domenica sera, in via Ridolfi, tra Bar Italia e Beppino e Moreno, un Tabellone in bella vista era sempre aggiornato coi risultati della partite. C’era la folla, bisognava aspettare il turno e anche allungare il collo. L’angolo di “pasticcino” (pasticceria Scardigli) e prima ancora che esistesse questa pasticceria, di “Pucce” che faceva i castagnacci. La Passamaneria, con una “morona dalle tette grosse” che attirava la nostra attenzione di adolescenti. Davanti alla pasticceria, la “zona orefici”, Ficini, Rutili con quel signore in vetrina, come le ragazze di Amsterdam, con spolverina nera e monocolo, seduto al banchino ad accomodare orologi. Più dietro la sede storica del Semprepiovi, che noi ragazzi conoscevamo bene. Dai tempi dell’elementari. Dino Semprepiovi. Quaderni, colla copertina nera, abbeccedari, libri all’inizio delle scuole, e l’immancabile pennino a campanile. Gino ancora non c’era. Era ragazzino anche lui, e stava di casa quasi dirimpetto, sopra il Bar Excelsior, chissà che dalla finestra, vedendo il negozio, non abbia deciso cosa fare da grande. Insomma il Giro era il salotto bono, punto di incontri, di affari, di amori, si fa per dire, di tresche, di pettegolezzi, di acquisti in belle botteghe, di artigiani, cenacolo di disquisizioni di arte, di politica, ma anche di vagabondaggio e di accattoni, di personaggi tipici, ed anche di finocchi, allora si chiamavano così. Nel Giro eri a casa tua ed a casa dei tuoi amici. Continua sul prossimo numero de I’Grillo Empolese

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ARTE CULTURA e TRADIZIONI

La casa me la chiude lei… Cristina Gelli? La me la custodisca bene! -Certo, come vede abbiamo fatto nell’ingresso la reception con tanti libri che parlano di lei; poi c’è una stanza dove si proietta un’installazione multimediale che permette un’immersione nel tempo vissuto da lei e una migliore comprensione delle sue opere. Al piano di sopra c’è una esposizione di disegni e la cucina con un bel camino… Certo anche a quei tempi c’avrà mangiato la ribollita! Ci facciamo conferenze ed esposizioni. Può esserne fiero! Nel venir via attraversando l’Orme mi ritornarono in mente le rime scritte dal Bronzino, suo allievo, per la morte del Maestro: “…Dolce, vago, gentil, chiaro ruscello, piangi con meco, e da quest’occhi prendi più che dal fonte tuo forza e vigore Tu perso hai il figlio, io l’amico, il fratello anzi il padre, il maestro…” Quel maestro che, come recita la lapide in facciata: SOLITARIO TORMENTATO INCONTENTABILE NEI SUOI DIPINTI SEPPE DIRE UNA NUOVA PAROLA LA CUI DOLENTE ORIGINALITÀ SEMPRE PIÙ È CARA E FRATERNA ALLO SPIRITO DEI MODERNI. La tua anima Jacopo, “Quella che amò sì ‘l vero, odio l’inganno/ d’arte eccellente, e di bontà divina” possa ancora indicar la retta via agli empolesi.


ARTE CULTURA e TRADIZIONI

LEONELLO

va alla guerra a cura di Francesco Bellucci

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l sistema mezzadrile nella nostra zona, fino a non molto tempo fa molto diffuso, era organizzato secondo un contratto che legava un contadino senza terra propria ad un proprietario terriero. Il contadino, in cambio della propria manodopera, diventava colono in uno dei poderi della fattoria ed era responsabile della gestione di una parte delle sue terre. Il proprietario diventava “il padrone” ed in cambio della manodopera garantiva al colono un tetto sulla testa e la metà dei raccolti. Il fattore, uomo di fiducia del padrone, gestiva questo sistema e curava i rapporti tra i coloni stessi e il padrone, che raramente così aveva a che fare direttamente con i contadini. Nel 1915 il colono Leonello Sesoldi, che con la propria famiglia gestiva il podere “di là d’Orme” della fattoria del Cotone, partì per il fronte. Leonello è uno dei tanti empolesi che in quei tre anni e mezzo di guerra imbracciarono il fucile per andare ad infoltire il regio esercito, che nelle speranze del nostro stato maggiore, avrebbe dovuto con poche ed energiche spallate arrivare in poco tempo fino a Vienna. È gettato in prima linea e viene a contatto con la dura vita di trincea; qui capisce che non può comunicare direttamente alla propria famiglia le proprie pene. Questa ne soffrirebbe troppo, quindi, meglio rivolgersi direttamente al pa-

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drone Enrico Carovani, il proprietario di una parte della fattoria e villa del Cotone, egli saprà quello che è giusto dire e quello che invece è meglio tacere ai suoi cari. Nella lettera al padrone, Leonello racconta la propria esperienza in guerra ma quello che colpisce dal testo, che riporto integralmente, è di trovarsi di fronte ad un elemento estraneo alla vita militare che, catapultato in un mondo non suo, non riesce a comprendere. Traspare, con agghiacciante lucidità, la rassegnazione del contadino ed il triste presagio di non avere un futuro e nessuna speranza di tornare alla vita di prima. “Carissimi padroni, dopo tanto ritardo vengo a fargli sapere le mie notizie le cuali sombone e come voglio sperare che sia di tutta la sua famiglia. Ora vengo a fargli sapere che io non credevo mai che la vita militare fosse così tanto trista di dovermi ritrovare a quello che mi sono ritrovato dessere così in trincea, a piattato come le tarpe. Dargiorno che sono partito da casa mia glie sempre stato un continuo dessere sotto il tiro der cannone nemico e pure della fucileria nemica. Ma per fortuna mi trovo sempre sano e salvo ma deve sapere che dun momento a laltro ce la probabilità di finire la mia vita, ma però io avrei piacere di una decisione duna di due per-

ché io avrei piacere se io avesse a lasciare la vita in questa zona di terra di finirla presto per non tribolare tanto o pure se arriasse una pace generale per potere fare ritorno alla mia desiderata famiglia e imbracio a tutti come gliero una volta e di finire questa vita atroce, perché quando mi metto a ripensare alla vita borghese mi sento addiacciare il sangue nelle vene e duncue civole pazienza guarderò se alla meglio posso sopportare questa pena e voglio sperare che venga un giorno di potere tornare alla vita borghese (bensì sarà possibile quanto volare in celo). Cari miei padroni benché non sarà necessario che li faccia avvertiti ma gli raccomando la mia desiderata famiglia. Per piacere gli chiedo una breve risposta e di dirmi come va li raccolti perché sento dire che sono andati un poco a male e come lo rimediano i miei senza di me perché loro mi dicono che vanno bene ma io ci credo poco. Perdoni gli errori, capirà mi tocca scrivere insulle ginocchia in trincea in prima ligha di foco. Lo indirizzo, la pigliano a casa mia e non gli faccia leggere questa lettera a casa mia. Gli faccia tanti saluti che io sto bene e basta, ora per presente non posso fargli sapere altro riceveranno tanti affettuosi saluti loro e la famiglia di Adorfo. Mi firmo suo colono, Sesoldi Leonello”.


tessuti per l’arredamento a Montelupo

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uesta è una classica azienda a conduzione familiare. Ci tiene a dirmelo la signora Manuela Ghini: «Abbiamo aperto il negozio nel 1992, dopo una lunga attività di “banco” sui mercati. Il contatto con la gente è stata la nostra scuola. Risolvere i bisogni delle famiglie, a prezzi contenuti, la sfida di ogni giorno». La Scardigli & Ghini è specializzata nella commercializzazione di tessuti per arredamento e biancheria per la casa. Mette a disposizione dei suoi clienti 2.000 metri quadri di spazio vendita ed esposizione. E sono tessuti, biancheria, divani e poltrone, letti imbottiti, tappeti, tende da esterno e da interno con relativi accessori:

a cura di Paolo Pianigiani

della squadra in campo: «Io – mi dice Manuela – mi occupo della biancheria; conosco questo settore da sempre e so cosa il mercato propone ogni volta. Le infinite possibilità degli abbinamenti, la qualità dei tessuti, i colori… leggo negli occhi dei miei clienti quando c’è la soddisfazione di una scelta ben fatta, in linea anche con il bilancio familiare. Massimo Scardigli, mio marito, è l’esperto dei tessuti. Sa tutto del mondo del tessuto per l’arredamento, che non è semplice; con l’esperienza acquisita negli anni, con un “passaggio di mano” riconosce la qualità e la corretta rispondenza del prodotto al suo utilizzo finale.

«Siamo un riferimento nel nostro settore – continua Manuela – e ci siamo fatti conoscere anche all’estero. Per comprare bene la cosa giusta, è indispensabile poter scegliere e da noi ci sono tanti prodotti selezionati dalla nostra esperienza. Noi possiamo consigliare, ma è sempre il cliente che sceglie, seguendo il suo gusto e le sue esigenze». I prezzi? Domando subito… «Sono bassi, sappiamo bene che i tempi attuali non permettono alle famiglie di spendere una follia. Cerchiamo di comprare bene dai nostri fornitori e il prezzo finale è quello giusto. Ovviamente considerando la qualità». E veniamo alla formazione

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E per finire c’è Roberto, mio fratello. È lui che si occupa degli arredamenti presso i clienti, privati e professionali, come gli agriturismi o gli alberghi». La novità del momento, in azienda? «È in corso una vendita eccezionale di tappeti persiani, a prezzi interessantissimi. Che non ti dico. I lettori de I’Grillo devono venire a vederli…».

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Da 16 anni al vostro servizio... A Sovigliana e non solo PARLIAMO DELLE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI, L’IDENTIKIT DI CHI CERCA E ACQUISTA CASA. a cura di Chiara Brogi

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ntanto occorre specificare che qualsiasi statistica, parametro o quant’altro scrivo è ripreso dal mio lavoro degli ultimi sei mesi. Per spiegarmi meglio. Il nostro stile di vita è cambiato e con esso, per forza, le esigenze: in famiglia tutti i membri sono impegnati nel lavoro. Siamo in continuo movimento e stress, la casa è tornato il luogo sicuro a cui tornare e raccogliersi. Siamo tornati al pensiero che la casa che scegliamo oggi, sarà nella maggior parte dei casi quella della vita. Quindi chi sceglie l’immobile lo fa in maniera ponderata, precisa e ben chiara. Chi cerca casa, quindi, è sempre più selettivo sia per quanto riguarda le zone sia per quanto riguarda il prezzo. Di conseguenza va fatto capire a chi vende che oggi buttare via un’eventuale trattativa è perdere il famoso treno. Purtroppo ci sono molte più case in vendita, e per i più svariati motivi (60% motivi economici), che persone realmente in grado di acquistale. ... e anagraficamente chi è il nostro cliente “tipo”? L’acquirente tipo è la coppia (35/45 anni) con 1-2 figli, quindi il nucleo, o che inizia un percorso di allargamento, o i nuclei che vogliono, e ad oggi possono (visto l’enorme calo dei prezzi per gli immobili più grandi), fare un salto di qualità. Da tutto ciò deriva un’ottima sostanza in chi cerca casa: chi compra, oggi, non è sprovveduto al mercato immobiliare, si informa ed è

preparato. In molti casi sa già in quale banca prenderà il mutuo e perché. QUAL È AD OGGI L’ANDAMENTO DEL MERCATO IMMOBILIARE NEL NOSTRO CIRCONDARIO (VINCI, SOVIGLIANA, SPICCHIO, EMPOLI). Quando preparo la valutazione non mi chiedo più dov’è la calcolatrice per fare un conto matematico mq/m2 ma: quanto vorrebbe spendere il cliente “X” per acquistare questa casa? Il trend porta sempre in zone residenziali con negozi e servizi alla persona, in piccoli condomini con poche spese mensili ed efficienti. Alla campagna si avvicina chi vuole realmente cambiare stile di vita ed ha esigenze lavorative per le quali non sia obbligatoriamente costretto a spostarsi da casa per effettuare il proprio lavoro. Oppure chi ama gli animali e l’agricoltura. Queste acquirenti chiedono necessariamente lo spazio per l’orto, possibilmente già coltivato. Taglio top 120/150 mq, in buono stato, libero su 3 lati con 1000/1500 mq di giardino. Concludendo provo a darvi alcuni parametri “oggettivi” per quanto riguarda le zone residenziali (esclusi i centri storici e zone rurali): ecco quanto hanno speso i nostri clienti per: Zona Sovigliana /Spicchio 3 vani, 60 mq con garage (15 mq) in buono stato: da euro 110.000 ad euro 140.000 (a seconda della conservazione dell’immobile ed accessori garage/cantina /giardino).

4 vani, 80/88 mq con garage (15 mq), piccolo condominio (4/5 unità) in buono stato: da euro 130.000 ad euro 160.000 (a seconda della conservazione immobile ed altri accessori in più). Zona Empoli Stadio/Santa Maria/Empoli est 3 vani, 60 mq con garage (15 mq): da euro 120.000 ad euro 150.000 (a seconda della conservazione immobili ed accessori). 4 vani, 80/88 mq con garage (15 mq) in piccolo condominio: da euro 170.000 ad euro 180.000. I mono/bilo rimangono in questo momento di mercato un po’ più nell’ombra, anche perché con poco di più sono acquistabili i 3-4 vani: comunque sono sotto i 90.000 euro. Infine… Nel caso voleste affidarci il vostro immobile in vendita sono necessari i seguenti documenti: - APE (certificazione energetica); - planimetria catastale e visura catastale; - atto provenienza ed eventuale atto mutuo. Tutto questo serve per farci lavorare al meglio facendoci adempiere a tutti gli obblighi come per legge, ed essere tranquilli voi di non arrivare alla trattativa ed avere sorprese! Dateci la possibilità di conoscere la vostra casa, notare eventuali difformità, risolverle in modo da poter accorciare i tempi di vendita. Rimango a vostra disposizione per varie ed eventuali.

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Esercita la professione di Medico di Famiglia a Empoli. Perfezionato in Fitoterapia Clinica presso l’Università degli Studi di Firenze con il Professor Fabio Firenzuoli. Presidente dell’Associazione Culturale di divulgazione scientifica Atrikè

Psicologa, psicoterapeuta. Dirige il Centro Co.Me.Te. di Empoli, che ha fondato nel 1996. Il Centro, con l’ausilio di diversi professionisti, si occupa di Consulenza Psicogiuridica, Mediazione familiare, diagnosi e trattamento DSA, psicoterapia rivolta all’individuo, alla coppia e alla famiglia.

MENINGITE DA MENINGOCOOCO C. NUOVI CASI, STESSO BATTERIO

Visto che l’argomento è tornato purtroppo d’attualità, ho ritenuto giusto affrontarlo anche su I’Grillo Empolese. Per meningite si intende una malattia che riguarda i “foglietti” che ricoprono il nostro cervello, le meningi. Può avere più cause, non solo infettive, ma quella che ci interessa è data da un batterio, chiamato proprio per questo Meningococco. Esistono molti sierotipi di meningococco, classificati in base ad alcune sostanze che si trovano sulla loro superficie. L’A, il B, il C, il W, e altri (in tutto sono 13). Nel nostro paese circolano principalmente il tipo B e C. Il meningococco è un batterio un po’ particolare, in quanto non vive nell’ambiente che ci circonda, ma vive esclusivamente dentro di noi, nelle nostre alte vie respiratorie (la gola, per capirsi). In alcuni momenti (perché diventa più aggressivo, oppure perché ci indeboliamo) riesce a superare la barriera di cellule che ricopre la nostra gola e entra nel sangue. Una volta entrato nel sangue, passa dall’essere un ospite delle nostre vie respiratorie all’’essere in grado di sviluppare una infezione che può essere anche letale. A seconda degli studi si ipotizza che dal 5% al 20% di noi ospiti il meningococco. La nostra ASL ha fatto uno studio su alcune centinaia di persone al fine di verificare questo dato e di verificare se il meningococco riesce a vivere anche in chi è stato vaccinato, i cui risultati sono ancora in elaborazione. Da circa tre anni in Toscana, in particolare lungo il corso dell’Arno, sta circolando un ceppo di meningococco C particolarmente aggressivo, chiamato da chi l’ha isolato per la prima volta ST11. L’ST11, rispetto ai suoi simili che circolavano precedentemente, ha delle armi che gli permettono di “scardinare” con maggior facilità le cellule della no-

stra gola, così da entrare con maggior facilità nel nostro sangue. In più dà una forma di malattia che evolve nelle forme più gravi (per esempio scoagulando il sangue) in poche ore, rendendo difficile intervenire precocemente con la terapia antibiotica. I sintomi principali sono la febbre molto alta, il mal di testa, la rigidità e dolore cervicale, il vomito, la sonnolenza fino all’alterazione dello stato di coscienza e la comparsa di macchie rosse sul corpo. In questi casi contattate subito il vostro medico di fiducia, che saprà dirvi cosa fare. Che armi abbiamo contro questo invisibile killer? Principalmente la vaccinazione, e in secondo luogo la profilassi, ovvero la terapia antibiotica preventiva per chi è entrato in contatto con il malato (basta una singola dose!). Voglio comunque rassicurarvi, perché per i residenti nell’ASL Toscana Centro il vaccino per la meningite da meningococco C è gratuito fino al marzo 2017 (è possibile farlo presso le strutture dell’ASL stessa oppure dal medico di famiglia o dal pediatra) e perché, anche in caso di non copertura al 100% del vaccino, chi è vaccinato prende la malattia in una forma più lieve, tale da permetterne la cura. Fino ad oggi la profilassi ha funzionato benissimo, in quanto nessun caso è riconducibile ad un caso precedente, e sono quindi tutti casi isolati. Due parole sul vaccino. Si trovano sostanzialmente due tipi di vaccino, quello per il solo C e quello per il C e altri tre sierotipi. Per le esigenze attuali vanno bene entrambi, perché il C è compreso in tutti e due. Il vaccino è considerato sicuro, e quindi non ci sono motivi particolari per non farlo, tranne alcune patologie specifiche, fortunatamente rare. Per chi può farlo, vaccinarsi è un dovere morale verso se stessi e verso la comunità in cui vive, così come vaccinare o consigliare i vaccini è un dovere per ogni medico. Se ancora non siete vaccinati contattate il vostro medico di fiducia, che sicuramente vi darà tutte le informazioni di cui avete bisogno.

e corpo

EFFETTI PSICOLOGICI DELLA CELIACHIA

CELIA… COSA?” “SEI CELIACO?”

Queste sono alcune delle espressioni che talvolta accompagnano la dichiarazione di essere celiaco o celiaca. Sicuramente non è semplice e non è neppure un percorso lineare, giungere alla diagnosi di celiachia, anche se oramai la diagnostica è talmente evoluta da consentire una diagnosi del genere in tempi abbastanza ristretti. Da un punto di vista psicologico, nell’immediato post-diagnosi, vi è la gioia di poter mangiare e stare bene! Formulata in questi termini, l’asserzione sembra banale, ma per un soggetto celiaco, invece, è di fondamentale importanza. Le persone con questa patologia, finché non sanno esattamente quale è la loro condizione e quali sono gli alimenti che possono assumere, ad ogni pasto possono stare male, con dolori gastrointestinali significativi, senso di spossatezza e malessere generale, talvolta tali da essere assimilabili ad un potenziale avvelenamento. Da un punto di vista psicologico, poiché si mangia almeno 5 volte al giorno, diventa particolarmente complesso riuscire ad alimentarsi e si instaura una situazione di malessere e di stress psicologico assai rilevante. La diagnosi pertanto conforta il celiaco in merito a ciò che può mangiare senza stare male. Nutrirsi, però, di cibi diversi dagli altri, può essere faticoso, soprattutto per bambini e adolescenti, in particolare nelle occasioni di convivialità, quali mensa scolastica, com-

pleanni, aperitivi, cene ecc. Altro aspetto importante è il potersi sedere dove si vuole, ovvero lontano da dove si taglia il pane o con il cestino del pane e della focaccia a distanza dal proprio piatto. A scuola soprattutto è stata sviluppata una certa sensibilità e un adeguato livello di consapevolezza nei confronti dei bambini con queste problematiche. Per un soggetto celiaco, mantenere dinamiche di socialità è di fondamentale importanza poiché questo gli consente di sviluppare un senso di appartenenza al gruppo dei pari, siano essi bambini, adolescenti o adulti, e di sviluppare un’adeguata qualità della vita. A seguito della diagnosi di celiachia, può essere utile un colloquio psicologico di sostegno ai genitori del bambino, o con l’intera famiglia, finalizzato ad evitare lo svilupparsi

di un eccesso di protezione o di un eccesso di contenimento del minore all’interno delle mura domestiche, poiché questo può indurre nel bambino un senso di disaffezione alla socialità e un senso di patologia più marcata di quanto la celiachia stessa sia, con deprivazione significativa dei rapporti con gli amici. Altrettanto adeguato può essere il colloquio con un soggetto che riceve la diagnosi in età adulta, al fine di preservare la sua identità personale, la fiducia in se stesso, l’apertura alla socialità e il mantenimento di un adeguata qualità della vita e delle relazioni.


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arba brizzolata, portamento austero e sigaro d’ordinanza in bocca. Marcello Carli, direttore generale dell’area tecnica dell’Empoli, è ormai un pezzo di storia recente del club azzurro. È lui l’uomo, apparentemente ombroso ma diretto e abile con le parole, che negli ultimi anni ha fatto dell’Empoli una squadra capace di sorprendere. Costruendola pezzo dopo pezzo e andando a scegliere gli uomini giusti, facendo prevalere le idee ai pochi soldi a disposizione. Carli conosce molto bene il presidente Fabrizio Corsi, sa come lavora la società, come intende il calcio, sa quali sono le priorità del club. E grazie alla sua conoscenza della piazza, che registra uno dei monti-ingaggi più bassi della serie A, è riuscito a costruire un progetto che ha regalato all’Empoli anni di emozioni e soddisfazioni. Scommettendo sulle capacità di uomini e professionisti come Sarri e Giampaolo (e adesso su Martusciello), e puntando su molti giovani talenti che nell’Empoli e con l’Empoli hanno maturato la loro crescita. Insomma, se quello della squadra azzurra è stato un gran bel film, ora è chiaro chi ne sia stato il regista: Marcello Carli, che da queste parti ha ricoperto tutti i ruoli (iniziando nel 1989 come giocatore e arrivando oggi a essere direttore generale) e che a I’Grillo Empolese si è raccontato con la sua solita trasparenza. Marcello, a me piacerebbe iniziare l’intervista con lei facendo tutto quello che solitamente non faccio con gli altri. Ovvero chiedendole prima qualcosa che non riguarda il campo, ma lei stesso. Semplicemente: chi è Marcello Carli? «Una persona fortunata, che fa il lavoro che gli piace. Che si alza la mattina felice perché, in un mondo dove la gente fa fatica a fare e a lavorare, io ho la fortuna di lavorare e per giunta di fare quello che mi piace. Quindi non posso che ritenermi un uomo fortunato». È un uomo dall’aspetto austero. È questo il segnale che arriva e che si percepisce quando arriva al campo, passeggia, cammina, addirittura quando parla al telefono. Insomma, a volte, a chi non la conosce, può incutere soggezione, lo sa? «Questo è un lato del mio essere di cui sinceramente non mi ero accorto». Quali sono le sue priorità nella vita di tutti i giorni? «Riuscire ad avere un aspetto positivo della vita. Svegliarsi la mattina e avere obiettivi minimi da raggiungere, come quello di stare bene, di svolgere un lavoro che mi piace e di avere una famiglia tranquilla, che ha l’esigenza di vivere un’esistenza normale. E possibilmente, che le persone a cui tengo molto stiano bene e che le veda sempre felici. Se sono felici loro, io in qualche modo tiro avanti». Ma lei lo spenge mai il telefono? «Lo spengo poco, anche perché dove sto io non prende tanto. E quindi quando arrivo a casa, verso le 19.30-20, sono tranquillo. Diciamo che dalle otto di sera in poi, difficilmente ricevo telefonate. E questo è più che sufficiente per staccare». Anche a tavola, quindi…

va i s u l Esc illo

I’gr

Marcello Carli

a 360°

SOTTO L’ALBERO VORREI RITROVARE LA VOGLIA DI STUPIRE. IL MIO MODELLO? MIO PADRE a cura di Michela Lanza

«Sì, si, come ho detto, difficilmente dopo le otto di sera ho problemi di lavoro. Non sono stressato da questo punto di vista». A proposito di tavola: quanto conta un buon pasto nella sua vita? «La buona tavola, per quanto mi riguarda, è un aspetto importantissimo. È una delle cose che mi piacciono di più. La buona cucina, il buon vino, e ho anche il vizio di fumare il sigaro che in certi momenti mi dà una grande soddisfazione, soprattutto dopo aver fatto la mangiata giusta, accompagnata dal vino giusto o, a fine pasto, da una grappina altrettanto giusta. Sono cose che mi piacciono, sono cose che mi fanno stare bene e mi rilassano». Sempre a tavola, cos’è la cosa alla quale non può resistere? «Quando sei a tavola, l’importante è avere intorno a te le persone che vuoi avere. Per fare un buon pranzo o un’ottima cena, serve anche la buona compagnia. Perché secondo me la tavola non è solo mangiare, ma è un modo per allacciare rapporti, un modo per conoscersi, per aprirsi, per provare emozioni. Io se sono con persone che mi danno emozione, e abbinato a questo ho davanti a me una tavola con roba buona da as-

saporare, sono contento. La considero una cosa molto bella». A proposito di allacciare rapporti, oggi se ne creano sempre di meno vis-à-vis. A causa anche dei troppi social network dai quali siamo invasi. Ecco, che rapporto ha lei con i social? «Un rapporto eccezionale, perché non ho niente. Non ho neanche WhatsApp. E sto pensando di tornare al vecchio telefono per non avere più neanche Internet. E non perché voglio fare lo snob, ma perché secondo me la tecnologia è fantastica, ci sono delle cose bellissime, ma vedere, per esempio quando si va al ristorante, persone che sono insieme a mangiare e guardano fisse il telefonino, Internet, Facebook, mi dà un po’ di tristezza. Poi, che la tecnologia sia bella, anche per i giovani, non ci sono dubbi. Ma io per queste cose sono un po’ “vecchio” e non cambierò più. A me piace più una telefonata, una chiacchierata. Mi emozionano più di un messaggio su WhatsApp». Torniamo all’Empoli. La parola Empoli, intesa come città e come squadra, cosa provoca in lei? «Mi provoca tante cose. In questa società ho passato vent’anni e ho ricoperto quasi tutti i

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ruoli. Gli unici che non farò mai sono il presidente e l’allenatore, quindi… (ho fatto l’allenatore degli Allievi, l’allenatore in seconda, ma il tecnico della prima squadra non lo farò mai). Detto questo, Empoli vuol dire tante cose, ma soprattutto è un modo di essere. Noi, in questi anni, siamo riusciti a conseguire risultati importanti perché siamo ritornati a essere una società giovane, pimpante, una società che è riuscita a trasmettere qualche bella emozione. Se noi perdiamo tutto questo, siamo destinati a fallire, perché non abbiamo le risorse per poter fare altre cose. Quindi, ribadisco, Empoli è un modo di essere e anche la gente che è intorno alla squadra ci dà veramente quella serenità di poter lavorare, di poter sbagliare, di poter far bene, difficile da trovare altrove. Qui non ci sono attenuanti: se si sbaglia, è perché abbiamo sbagliato». È a Empoli da una vita. Le chiedo con chi, negli anni, ha instaurato un rapporto che si può definire fraterno? «Fondamentale per me è stato Fabrizio Corsi, non posso negarlo: il percorso che ho fatto e sto facendo è determinato dal fatto che il presidente me l’ha fatto fare, dandomi dei ruoli; e poi l’altra persona alla quale sono molto legato è Pino Vitale: non posso non ammettere che la mia crescita è avvenuta insieme a lui. Queste due figure sono state basilari, determinanti. A entrambi mi lega una stima profonda, sono due uomini a cui voglio bene onestamente. Poi, è chiaro che in questi vent’anni ce ne sono state tantissime di persone importanti, ma Corsi e Vitale sono in cima alla classifica». A tanti giocatori si chiede se han-

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no avuto un modello da seguire, ma la stessa domanda può essere fatta ad un dirigente navigato come lei. Chi è stato il suo maestro? «Il mio modello da seguire è sempre stato mio padre, che purtroppo ho anche perso presto. Lui è stato una persona che con me ha parlato sempre poco, ma ha sempre fatto. E poi su di me ha inciso tantissimo perché vedevo i sacrifici che faceva per tutti noi: si alzava la mattina alle sette, tornava la sera alle otto, portava avanti la famiglia in modo straordinario, con semplicità. Non abbiamo mai avuto niente, ma avevamo tantissimo… e questo mi ha fatto capire l’importanza e lo spessore della persona. Quando sei in una famiglia, non hai tanto (che poi mi rendo conto adesso che non avevamo quasi nulla) ma ti sembrava di avere tutto, significa che chi l’ha mandata avanti è stata una persona di grande livello. Sono stati gli esempi del mio babbo che mi hanno sempre aperto la strada». Al suo fianco, oggi, c’è Pietro Accardi. Come vi trovate insieme? «Ti dico questo: i parenti non te li puoi scegliere e te li trovi – e io anche in questo sono fortunato, ho dei parenti di cui sono contento, ma resta il fatto che non li scegli – mentre le persone con cui stai, con cui vai a lavorare, a mangiare, con cui stai in macchina insieme te le scegli. Quindi se io e Pietro siamo sempre insieme, è perché c’è un’alchimia che mi fa pensare che sia un ragazzo di grande qualità, di personalità, che può avere un percorso giusto, perché per me può diventare un dirigente di alto livello». Quali sono state le sue maggiori soddisfazioni da allenatore prima e da dirigente poi?

«Io a Empoli sono stato benissimo e sono cresciuto tanto. Devo dire che ho un rammarico relativo alla mia esperienza da calciatore azzurro: quello di non essere riuscito a vincere un campionato. Eravamo in serie C, lottavamo sempre e arrivavamo sempre o terzi o quarti, senza riuscire a salire in serie B (a quei tempi non c’erano i play-off ). Però io a Empoli sono sempre stato una persona felice. Perché giocavo, mi divertivo e poi torno al discorso di prima: fondamentalmente ho sempre fatto quello che mi è piaciuto fare. Vedi, te che mi fai queste domande, un ragazzo che fa l’ingegnere, un altro che fa l’imbianchino: qualsiasi cosa uno faccia, sono convinto che se la mattina si alza e fa quello che gli piace fare, è un uomo fortunato. Questo per dirti che io il calcio l’ho sempre vissuto bene, perché ero felice di giocare. Da dirigente? Ne ho avute davvero tante di soddisfazioni, a partire dal settore giovanile, dove abbiamo passato degli anni straordinari: abbiamo fatto finali del Torneo di Viareggio, finali di campionati italiani, di tutto. Però se devo dire qual è stato il picco di soddisfazione, beh... il percorso che ho iniziato da solo, cinque anni fa, nella stagione 2012-13 (Pino Vitale non c’era più, ndr), con mille difficoltà, con mille paure, puntando su Sarri (la cui ultima esperienza era stata al Sorrento in Lega Pro, ndr). Dal giorno del primo allenamento dell’Empoli di Maurizio ad ora, sono stati anni di emozioni straordinarie. Ricordo tutto, nei minimi dettagli. Come il primo anno di B, dove partimmo malissimo: dopo le prime nove giornate eravamo in fondo alla classifica, poi arrivò la partita di Lanciano, che fu una

gara di un’intensità emotiva grandissima. Poteva essere un match da “dentro o fuori”, e invece da lì, da quella vittoria (l’Empoli si impose 3-0, ndr), iniziò un film che neanche il più grande regista poteva pensare. Da essere ultimi, arrivammo quarti e andammo a disputare i play-off, con un’escalation straordinaria, riportando un entusiasmo bellissimo (quella di Lanciano è una di quelle partite che m’è rimasta dentro). L’anno dopo, pur vendendo due giocatori, siamo riusciti a centrare la promozione in serie A. Poi è arrivata la stagione 2014-15, dove ci siamo salvati giocando un calcio bellissimo ed eccoci all’anno scorso. Maurizio se n’è andato e tutti pensavano che l’Empoli di Giampaolo avesse poche chance, invece il nostro orgoglio ci ha portati a fare un campionato di livello ancora più alto. Insomma, gli ultimi quattro-cinque anni sono stati fantastici. Ma spero che l’emozione più grande debba ancora venire. E questa non è una frase fatta. Lo dico con logica. Anche ai miei figli lo dico sempre: se la mattina quando uno inizia la giornata, non ha un sogno, un’aspettativa, non pensa positivo, di poter raggiungere qualcosa di importante, secondo me è un perdente. E non perché perde, ma perché interpreta la vita in modo triste». Una piccola deviazione: vedrebbe più adatto all’ambiente viola Sarri o Giampaolo, visto che entrambi vengono accostati alla panchina della Fiorentina per il prossimo anno? «Sono sincero: sentire i nomi di Sarri e Giampaolo accostati alla Fiorentina mi fa un piacere enorme. Perché sono due allenatori che sono rinati con noi, tutti e due, per-


ché entrambi venivano dalla C ed erano forse nel momento più basso della loro carriera. Noi abbiamo fatto e vinto due grandi scommesse. A loro sono legato in modo forte perché ho vissuto delle emozioni straordinarie, sia con Maurizio sia con Marco, due uomini che tra l’altro hanno un carattere opposto, pur essendo uguali dal punto di vista dei principi. E il fatto che la Fiorentina possa pensare a loro, a me fa solo piacere. Poi chi è più adatto all’ambiente viola non lo so. So che sono due grandi professionisti e, secondo me, sono tra i quattro-cinque allenatori più forti che ci sono in Italia in questo momento». Martusciello quanta sfortuna ha avuto per ora? «Non ha avuto sfortuna. Giovanni sta facendo un percorso normale, che deve fare. Martusciello è bravo, perché la squadra è sempre stata in campo bene, e lui deve solo pensare tutti i giorni a venire al campo e ad allenare l’Empoli. Torno al discorso che ho fatto prima: lui non deve pensare mai alle problematiche negative che ci potrebbero essere (la paura di non farcela per esempio), ma solo e soltanto all’energia che può dargli venire al campo e fare il lavoro che gli piace in serie A, con la squadra di cui lui si è innamorato, con un gruppo di lavoro che lo stima. Giovanni deve fare solo questo: venire al campo con grande entusiasmo per ribaltare il mondo». Torno a lei, al suo di lavoro: quanto è difficile fare mercato con le idee?

«Io mi sono reso conto di una cosa: è più difficile fare mercato con i soldi, che senza soldi. Perché con i soldi, il più delle volte, si fanno delle bischerate. E poi per quanto riguarda me, devo dire una cosa: adesso la tecnologia ha fatto talmente tanti progressi, che i giocatori e le partite si possono vedere e rivedere in tutte le salse, però io, come in tutte le cose della mia vita, scelgo un calciatore in quindici minuti. Anche quando ho comprato la casa, l’ho fatto in un quarto d’ora. Se vado a comprare i pantaloni, se dopo cinque minuti non trovo niente che mi piace, vado in confusione. Così per i giocatori: quando vado a vederne uno, o mi emoziona dopo un quarto d’ora, oppure difficilmente ne rimango abbagliato. Quindi, per rispondere alla tua domanda, si possono fare anche delle bischerate, però il mercato si fa quando vedi un giocatore che ti emoziona». Quindi un’idea di un direttore di una squadra come l’Empoli, quanti milioni di una big può valere? «No, lasciamo stare questo. Pensiamo ad altro: in questi anni siamo stati fortunati. Siamo riusciti a capovolgere una situazione che era veramente difficile. Sicuramente abbiamo avuto un merito: abbiamo portato avanti le nostre idee con fermezza, con convinzione, senza mai farsi prendere dai momenti negativi delle sconfitte. Che sappiamo che arrivano, sappiamo che si può perdere. Ma quando lo abbiamo fatto, siamo sempre stati

mensione è questa), quanto per le prestazioni, anche se ultimamente la squadra l’ho vista meglio. Quindi siamo in debito con loro, perché la squadra deve tornare ad emozionare. Le ultime due partite in casa (contro Fiorentina e Milan), sarà un paradosso, ma ho risentito un po’ di emozione allo stadio, perché la squadra ha espresso di nuovo un calcio positivo, quindi sotto l’albero io vorrei ritrovare quello spirito, quella voglia di stupire che in questi anni ci hanno fatto fare cose impensabili». Quante bugie devono raccontare i direttori sportivi per essere credibili? «Io su questo sono scarso, perché di bugie non ne dico. Anzi, parlo anche troppo. E sono sincero. Più che dire bugie, bisognerebbe parlare meno tutti. Però non è semplice. A volte vedo questi ragazzi giovani, a Milano durante il calciomercato, che stanno a ore fuori dall’albergo per aspettare che tu dica loro qualcosa, e la gente neanche li saluta. E io, allora, agisco quasi da padre e parlo più volentieri con un giovane che con altri giornalisti più esperti. Perché mi dispiace non rispondere a questi ragazzi. Però è vero, bisognerebbe parlare meno. Altro che bugie».

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un gruppo di lavoro che si è fortificato perché tra noi c’è stima e ci sono sentimenti importanti che ci uniscono. La vera bravura è stata una: nei momenti difficili siamo diventati più forti». Qual è l’idea della quale si è pentito? «Ce ne saranno dieci. Venti. Sono tante le cose di cui ti penti. Questo è un giochino dove se indovini un giocatore si tende sempre ad esaltarlo, si dice sempre “Quello l’ho visto io, quello l’ho comprato io”, quando ne sbagli tre, invece, non si dice mai niente. Questo fa parte del lavoro. L’importante è che tu consideri sempre i tuoi ragazzi i migliori che tu potessi avere, per cercare di farli crescere». Sotto l’albero di Natale (o nella calza della Befana…) i tifosi dell’Empoli devono aspettarsi un regalo? E lei, invece, cosa si aspetta? «Noi, in questo momento, siamo in debito con i tifosi, perché ci stanno facendo lavorare in modo tranquillissimo, ci danno affetto in tutte le partite, anche se la squadra qualche volta non ha risposto tecnicamente a quelle che erano le aspettative di tutti noi. Non tanto per i punti (potevi averne 11, come 12, come 13, tanto lo sappiamo che la nostra di-


MUSICA SPETTACOLI e PERSONAGGI

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ndavo a cento all’ora per trovar la mamma mia, ye ye ye, ye, ye ye ye! Andavo a cento all’ora per trovar la mamma mia, ye ye ye, ye ye ye ye!!! Macché Morandi! Come un fulmine era ‘sto Max Biaggi a ‘planare’ sui circuiti motociclistici, virando come un pazzo sulle curve grazie alla sua abilità, conquistando i vari titoli mondiali da esibire, veri e propri trofei. Max è un uomo simpatico, aperto, non molto alto, ma dal sorriso gioioso che predilige il casual poiché... «vengo dal mondo dello sport, difficilmente sono elegante... beh, nelle cerimonie debbo adeguarmi però resta che faccio fatica ad indossare la giacca anche quando è dovuta, e quindi cerco di sdrammatizzare con le sneakers ed altre cose del genere». Effettivamente conserva quel modo così ragazzino e disincantato con quei “capelli ritti ritti”, tanto che sarebbe come - pardon Biaggi!!! - legare il farfallino ad un porcellino! Nel frattempo si siede ben disinvolto osservando che gira molto e che pertanto, in valigia, quale capo fisso, ci sono sempre un bel paio di scarpe da ginnastica «corro ovunque» ottimizzando in maniera strategica il beauty, con tutte le ‘diavolerie’ di cui anche gli uomini hanno bisogno. In questo momento... «in questo momento la mia passione, energia, voglia, è indirizzata nel commentare le gare di moto. È una cosa diversa da quello che facevo prima, però molto affascinante poiché ti metti sempre alla prova con la dialettica ed i tempi televisivi. Rimane che è una faccenda che conosci bene, che hai vissuto sulla tua pelle, anche se tradurla in maniera semplice, non è poi così facile». Una vita a colpi di round... «Direi di sì, decisamente – sgrana ancor più gli occhini scuri – la vita è questa e poi c’è chi se la sceglie. A me personalmente lo sport, i valori dello sport, mi hanno insegnato disciplina e sacrifici, scoprendo poi che alla fine, perseverando, il lavoro paga, forgiandoti nonché stimolandoti mentalmente e fisicamente». Rimangono però innegabili gli enormi rischi che comportano simili professioni: chi muore, chi rimane sfigurato, chi come Zanardi ha perso l’uso delle gambe... «Alex si è rimesso sul campo dopo il terribile in-

Correre di moto e di scarpe

= MAX BIAGGI a cura di Carla Cavicchini

cidente avuto e riesce ad andare ancora molto bene, inoltre ha dimostrato d’essere un talento anche nella televisione, pertanto rimango dell’idea che “volere è potere!”». Siamo qui, a Firenze, quali sono le cose che ti piacciono maggiormente? «Non è che la conosco benissimo e questo per mancanza di tempo, ho frequentato sempre più il Mugello, però qui è tutto straordinario, come la ‘fiorentina’ – la bistecca – assolutamente imperdibile e... e... quando me la mettono sul piatto... gnam!». Un piatto base della tradizione toscana è anche la panzanella... «Cosa??? Mai fatto “MasterChef ”! Bene così». E

lo dice dribblando salutando i curiosi accanto a lui. Mi dà la mano per congedarmi mentre io ‘oso’ nel suo privato. Quando faccio questo spero sempre che Dio me la mandi buona in quanto gli intervistati o rispondono fortemente risentiti, come fece Bocelli («è bene che ognuno pensi alle su ‘ose»), seguito anche da Monicelli («il privato è mio e me lo gestisco io!»), oppure… veder sorridere serenamente Biaggi mentre commenta la fine del suo matrimonio con la bella Eleonora Pedron: «Siamo due persone intelligenti con un rapporto che va avanti soprattutto in funzione dei bimbi. E questo poiché, ognuno di noi, rispetta tempi e spazi comuni». Ah, che bello! L’educazione è ancora di moda. Se poi fosse in vendita!!!

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Tante iniziative per vivere e godere dell’atmosfera speciale che solo il Natale regala. Negozi aperti fino a vigilia compresa, colonna sonora natalizia in centro, luminarie allargate, la giostra, pista di pattinaggio su ghiaccio Pochi giorni al Natale, la città di Empoli è in grande fermento. Un paio di assolute novità e qualche modifica alle iniziative già proposte negli scorsi anni, oltre alla conferma di eventi ormai tradizionali. Questo, in sintesi, ciò che viene offerto dalla stretta sinergia tra amministrazione comunale, associazioni dei commercianti e aziende empolesi, che con il loro contributo hanno sostenuto alcuni dei progetti realizzati. L’Albero di Natale in piazza Farinata degli

Uberti e la musica in sottofondo per le strade del centro storico rappresentano le assolute new entry. A queste si aggiungono la giostra dei bambini, sempre in piazza Farinata, l’ampliamento delle luminarie e la pista di pattinaggio su ghiaccio con il villaggio di Natale in piazza della Vittoria. Un pool di eventi fissi che accompagneranno l’apertura dei negozi tutti i giorni fino al 24 dicembre e oltre. Ma andiamo per ordine. Il Natale 2016 targato Empoli sarà caratterizzato da riconferme e novità e tutto questo grazie a un lavoro di coesione, sostegno, impegno tra amministrazione comunale, associazione centro storico, associazioni di categoria, ma soprattutto, grazie a privati che vogliono partecipare alle attività per rivitalizzare il centro della città. Una grande collaborazione e un forte impegno che si è realizzato dopo l’incontro tenutosi al Cenacolo degli Agostiniani alla presenza del sindaco Brenda Barnini e dell’assessore alle attività produttive Antonio Ponzo Pellegrini. Tutte le richieste dei commercianti sono state accolte e recepite, trovando risposta nel concreto. Prima fra tutti lo slittamento dei lavori al monumento storico di piazza della Vittoria che la sindaco Barnini ha voluto avviare a conclusione delle festività e del periodo natalizio. Ecco, dunque, le novità MUSICA IN CENTRO - La filo diffusione con musiche natalizie diventerà la colonna sonora del giro d’Empoli e accompagnerà e coccolerà gli empolesi in tutto questo periodo negli acquisti natalizi e durante le passeggiate in centro. Si tratta di una fase sperimentale per un’operazione che era all’interno del programma elettorale di Brenda Barnini.

Un progetto targato Atontel, sponsor e anche esecutore in collaborazione col Comune di Empoli. Il via dall’8 dicembre e il termine l’8 gennaio 2017. A gestire il servizio e a selezionare la musica sarà ‘Orme Radio’. Volume basso, solo in sottofondo dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20; e comunque in occasioni particolari. ALBERONE - Il grande albero di Natale, quasi dodici metri di altezza, fa già mostra di sé da qualche giorno accanto alla fontana del Pampaloni ed è stato acceso ufficialmente sabato 3 dicembre alle 18. A suoi piedi anche una Natività. Per questa grande novità è scesa in campo la Birindelli Auto – Concessionaria BMW e Mini di viale Togliatti, a Sovigliana, azienda storica del territorio che ha voluto fare questo prezioso regalo alla città. ON ICE - Si conferma e sta avendo successo la pista di pattinaggio su ghiaccio e il ‘Villaggio di Natale’ con il mercatino natalizio, nelle tradizionali casette di legno, ospitato nella centralissima piazza della Vittoria. La pista è stata ridimensionata, come aveva richiesto lo stesso sindaco, diminuendo anche la presenza di piccole giostre. La mattina sarà gratuita per le scuole che ne faranno richiesta all’associazione Centro Storico. L’azienda che ha installato la pista si è occupata anche delle luminarie su via Roma e via Tinto da Battifolle. Il resto delle luminarie vedono il contributo dei singoli commercianti e dell’amministrazione comunale. GIOSTRA – Presente, ormai dal 2010, per la gioia di tutti i bambini empolesi, la Giostra dei Cavalli firmata Sammontana, che sarà collocata in piazza Farinata degli Uberti. Dal 16 al 29 dicembre tutti i piccoli potranno fare un giro gratuitamente. Fonte Ufficio Stampa Comune Empoli

MONTELUPO

L’impianto indoor di Fibbiana

intitolato a Gino Scarpellini

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el mese di novembre è stato presentato l’impianto per l’atletica leggera per i più piccoli all’interno dell’ex pallaio della Casa del Popolo di Fibbiana, a Montelupo. Ma cosa ancor più rilevante è che il mini-impianto indoor inaugurato poche settimane fa, è stato intitolato alla memoria di Gino Scarpellini, l’atleta-operaio che lottò per la libertà. Scarpellini era un partigiano, ma anche un operaio e in particolar modo un atleta. Tant’è che fu un vero e proprio protagonista dell’atletica leggera, disciplina nella quale vinse la sua prima gara a 17 anni, con la maglia del Club Sportivo Firenze. Inol-

tre combatté contro i nazifascisti negli anni della guerra e fu attivo nella Liberazione di Firenze. Per tutti questi motivi, oggi esiste il mini-impianto indoor “Gino Scarpellini”, all’inaugurazione del quale erano presenti il deputato Dario Parrini, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, il consigliere regionale Enrico Sostegni, l’assessore allo sport di Montelupo Andrea Salvadori, il presidente onorario Acsi Italia Atletica Enrico Palleri, il presidente regionale Fial Alessio Piscini, Massimiliano Bartolommei per Acsi Atletica Sport Toscana. E infine il presidente Anpi Firenze Silvano Sarti.

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COSA SUCCEDE IN CITTÀ

Il centro di Empoli e l’atmosfera del Natale


I D E E R EG A L O I N L I B R E R I A

COSA DOVE QUANDO:

COSA SUCCEDE IN CITTÀ

eventi in città EMPOLI sabato 10 dicembre 2016 Il Mercatale in Empoli Dalle 9 alle 13 in piazza della Vittoria, appuntamento con il Mercatale in Empoli. Potrete trovare tutti i prodotti di stagione e le specialità dal nostro territorio. lunedì 12 dicembre 2016 Com’è nata Internet? Effetto Sputnik, Tim Berners Lee, Page & Brin “Dai Segnali di Fumo ai Social” Dalle 17 alle 18. Info e prenotazioni: Sezione Ragazzi “L’Isola del Tesoro” Tel.: 0571/757873.

PIOVVE SUL BAGNATO 4 NOVEMBRE 1966 Le testimonianze più significative sull’alluvione nell’Empolese Valdelsa

Un libro di Edoardo Antonini Edito da Ibiskos […] Quando Antonietta Risolo mi ha proposto di curare la pubblicazione di questo volume destinato a commemorare i 50 anni dall’alluvione, non ho esitato ad accettare, consapevole dell’impegno che sarebbe stato ma, soprattutto, della soddisfazione che avrei riscontrato lungo il percorso costellato di interviste, raccolte di storie, aneddoti curiosi. È stata un’avventura bellissima, che mi ha fatto scoprire meglio il mio territorio, capire alcuni aspetti del passato e come si sviluppava la vita nelle nostre città, nei paesi e nelle campagne appena mezzo secolo fa. Era molto diversa, questo il primo dato che emerge. Non che non lo sapessi, o che fosse un aspetto sconosciuto, ma sentire raccontare le storie da coloro che hanno vissuto in pieno il 4 novembre 1966 e, più in generale, quegli anni, assume una valenza ben diversa, più affascinante, emozionante […]

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lunedì 12 dicembre 2016 AUSER Programma culturale 2016/2017 Incontri del lunedì La tua storia nella mia Al centro “Auser Insieme”, alle ore 16, in via S. Lavagnini n.53, presentazione del libro della Prof. Daniela Mancini “La tua storia nella mia” a cura della Ibiskos – Ulivieri, dove sarà presente anche l’autrice. Programma delle iniziative culturale per l’anno 2016/2017. da venerdì 16 a giovedì 29 dicembre 2016 Giostra di Babbo Natale Torna la Giostra della Sammontana in piazza Farinata degli Uberti, all’insegna della tradizione e del divertimento per grandi e piccini. lunedì 19 dicembre 2016 Stagione Teatrale Excelsior Massimo Ghini in “UN’ORA DI TRANQUILLITA’” di Florian Zeller Produzione: La Pirandellina Teatro Excelsior ore 21.00 Per informazioni: Servizio cultura giovani e sport Comune di Empoli, tel. 0571/757729.

martedì 20 dicembre 2016 The Voices of Victory - Concerto gospel Il 20 dicembre alle ore 21.30 presso il Cinema La Perla, via de’ Neri Empoli, si terrà il concerto gospel “The Voices of Victory”. L’evento è organizzato dal Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni. mercoledì 21 dicembre 2016 Concerto di Natale ore 21 al Palazzo delle Esposizioni a cura del Centro Attività Musicali. Ingresso libero. venerdì 23 dicembre 2016 Concerto di Natale Alle 21.15, alla Collegiata di Sant’Andrea, in piazza Farinata degli Uberti, “Concerto di Natale a Empoli”, a cura della Corale di Santa Cecilia. All’organo Lorenzo Ancillotti, dirige Simone Faraoni. Ingresso libero. sabato 24 dicembre 2016 Il Mercatale in Empoli Dalle 9 alle 13 in piazza della Vittoria, SPECIALE appuntamento con il Mercatale in Empoli, dove potrete trovare tutti i prodotti di stagione e le specialità dal nostro territorio. lunedì 26 dicembre 2016 Concerto di Natale ore 17.30 al Cenacolo degli Agostiniani a cura dell’Associazione Rami Musicali. Ingresso libero. giovedì 29 dicembre 2016 Musicisti empolesi in concerto: 150° anniversario Busoni Nell’ambito della stagione concertistica 2015/2016 dedicata al 150° anniversario della nascita di Ferruccio Busoni, alle 21 al Teatro Shalom Musicisti Empolesi (I). Iniziativa a cura di Comune di Empoli, Centro Studi Musicali Busoni, con il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. www.centrobusoni.org

da domenica 1 a domenica 8 gennaio 2017 Pista di pattinaggio sul ghiaccio Pista di pattinaggio sul ghiaccio in piazza della Vittoria lunedì 9 gennaio 2017 AUSER - Programma culturale 2016/2017 Incontri del lunedì Il potere delle immagini, le immagini del potere Al centro “Auser Insieme”, alle ore 16, in via S. Lavagnini n.53, “Il potere delle immagini, le immagini del potere” a cura del Prof.Lorenzo Poggi: programma delle iniziative culturale per l’anno 2016/2017. L’incontro è aperto a tutti. Ingresso libero. giovedì 12 gennaio 2017 Stagione Teatrale Excelsior Rocco Papaleo e Giovanni Esposito in “BUENA ONDA” di Valter Lupo, Valerio Vestoso, Rocco Papaleo, Giovanni Esposito - Regia Valter Lupo. Teatro Excelsior ore 21.00 Per informazioni: Servizio cultura giovani e sport Comune di Empoli, tel 0571 / 757729. domenica 15 gennaio 2017 Stagione teatrale Shalom “CAMERA CON VISTA” di Edward Morgan Foster Synergie Teatrali presenta lo spettacolo con Paola Quattrini, Selvaggia Quattrini, Stefano Artissunch e Evelina Nazzari. Regia di Stefano Artissunch. Domenica alle ore 17.15. (Fuori Abbonamento) Teatro Shalom via Ferruccio Busoni, 24/26 Empoli Tel. 0571 77528. lunedì 16 gennaio 2017 AUSER Programma culturale 2016/2017 Incontri del lunedì Il bambino con il pigiama a righe. Al centro “Auser Insieme”, alle ore 16, in via S. Lavagnini n.53, proiezione del film “Il bambino con il pigiama a righe”a cura del gruppoculturale AUSER – Filo d’Argento. L’incontro è aperto a tutti. Ingresso libero.


COSA SUCCEDE IN CITTÀ

CELEBRAZIONI

BUSONI 2016, finale dell’anno dedicato al 150° Nel 2017 nuova stagione: attesa per Uto Ughi

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ran finale per l’anno di celebrazioni dedicate a Ferruccio Busoni nel 150° anniversario della sua nascita a Empoli. Gli ultimi concerti di questo anno speciale, che ha portato centinaia di persone e tante emozioni agli appuntamenti di “Busoni 2016”, vedono ancora protagonista la musica del compositore nato a Empoli il 1 aprile 1866. Nel 2017 invece il cartellone presenterà una maggiore varietà. GLI APPUNTAMENTI DI DICEMBRE Martedì 13 dicembre, alle 21, al teatro Shalom di Empoli, sarà di scena il giovane pianista coreano Jong Yun Kim. Il musicista ha vinto il premio per la migliore esecuzione busoniana al Concorso di Bolzano del 2015 ed eseguirà per l’occasione brani di Händel, Bach-Busoni, Ravel e Stravinskij. L’anno dell’anniversario si conclu-

derà come si è inaugurato, ossia con una carrellata di alcuni fra i migliori musicisti empolesi, che saliranno sul palco del cinema La Perla, giovedì 29 dicembre 2016 alle 21: protagonisti il soprano Lavinia Bini, il flautista Marco Venturini, il clarinettista Alessandro Licostini, il fagottista Corrado Dabbene e i pianisti David Boldrini e Muriel Chemin, tutti impegnati nella musica di Busoni e dei compositori a lui più vicini, da Mozart, a Bizet, passando per Puccini, verso SaintSaëns, arrivando a Beethoven. STAGIONE CONCERTISTICA 2017 La nuova “Stagione concertistica Busoni 2017” segnerà il ritorno ad Empoli di Uto Ughi. Il grande violinista, acclamato dalle platee di tutto il mondo, si esibirà lunedì 6 marzo 2017 alle 21, al teatro Excelsior, accompagnato dal pianista Marco Grisanti. Musiche di Vitali, Brahms, De Falla, Saint-

Saën, Wieniawski. Il concerto è fuori abbonamento ed è realizzato in coproduzione con l’associazione Mosaico e inserito nella rassegna “Note di Classica”. Un appuntamento molto atteso per il quale già si registrano richieste di biglietto. Il resto del calendario vedrà la presenza di tre orchestre, tutte già ben note al nostro pubblico: l’Orchestra della Toscana (che ha recentemente perduto la sua storica spalla, il magnifico violinista Andrea Tacchi, da sempre amico del Centro Busoni), la Sinfonica di Sanremo e quella di Grosseto. Estremamente vari programmi, direttori e solisti: tra questi ultimi saranno ospiti di Empoli la violini-

sta Anna Tifu, il pianista Alexander Lonquich e la cantante Cristina Zavalloni con l’ORT. Da Sanremo arriva una panoramica delle più belle canzoni del festival con la voce di Monia Russo, mentre da Grosseto arriva il vincitore del prestigioso Concorso “A. Scriabin”, il quindicenne olandese Aidan Mikdad. PREVENDITE – Libreria Rinascita, Bonistalli Musica, Circuito Box Office Toscana INFORMAZIONI – Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni, piazza della Vittoria, 16, 0571 711122, csmfb@centrobusoni.org Fonte Ufficio Stampa Comune Empoli

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