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VIGNOLI, FAMIGLIE CONTRO IL COMUNE

di MASSIMO BOCCUCCI

Gli abitanti di Vignoli se la sono legata al dito tra polemiche, contenziosi legali, esposti e denunce. L’ordinanza comunale è impietosa: abbattere le abitazioni. Qualcuno ha cominciato, altri si sono opposti. Ora c’è una proroga di 6 mesi ma la faccenda è aperta tra i contenziosi legali e la volontà di vedere la magistratura in azione affinché faccia chiarezza. Tutto nasce da una vicenda allucinante che si trascina dal 2013 quando a Vignoli, frazione a est tra Dondana e Torre Calzolari, un’alluvione ha provocato una frana che ha lasciato segni pesantissimi con un dissesto idrogeologico mai sanato e che i residenti infuriati ritengono originato dall’incuria sui terreni di proprietà comunale, in un’area oltretutto con vincolo paesaggistico. Il Comune ha disposto la demolizione ma una famiglia ha deciso di non mollare, opponendosi in tutte le sedi nel ricordare i lunghi anni passati tra promesse, piani di ripristino, stanziamenti previsti e poi tolti, atti notarili e procedure controverse.

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FURIBONDI. “Noi non ci arrendiamo e non capiamo perché bisogna demolire gli immobili esistenti che sono il frutto di sudori e sacrifici di emigrazione all’estero”, evidenzia una famiglia che non si sogna di lasciare Vignoli, nell’antichità crocevia del corridoio bizantino che a suo tempo contava chiese dedicate a Sant’Angelo, San Pietro, San Lorenzo, San Biagio e San Rocco, tanto da essere collocata nell’atlante geografico dello storico Adolfo Barbi anche come Val de Santi. Quel vasto territorio andava da Branca ad Alfiolo con la presenza di numerose abitazioni e con il tempo si è trasformato in una zona invivibile.

C’È CHI RESISTE ALL’ORDINANZA PROROGATA DI SEI MESI CHE PREVEDE LA DEMOLIZIONE DELLE CASE DOPO LA FRANA PER L’ALLUVIONE DEL 2013 . I RESIDENTI DELLA FRAZIONE VIVONO UN INCUBO TRA PROMESSE, PIANI E FINANZIAMENTI REVOCATI

RETROSCENA. I residenti ricordano come dal Comune la questione sia passata di mano a più funzionari e dirigenti, con un rimpallo di documenti tra palazzo Pretorio e la Regione. Era stato annunciato alle famiglie un intervento pilota unico in Italia con la delocalizzazione su terreni di proprietà comunale e non distanti dalla frana, mentre di fatto si è poi provveduto ad acquistare i terreni da privati, fino ad arrivare al 2021 quando la Regione ha deliberato lo stanziamento di 520mila euro per Vignoli tra i provvedimenti per le zone alluvionate. È cambiata però la strategia: Regione e Comune hanno proposto come unica soluzione la delocalizzazione con acquisto di terreni da privati, sebbene il Comune ne abbia di proprietà ed edificabili, e la realizzazione di nuovi edifici con i bonus. C’è di mezzo anche una convenzione che il Comune ha indotto a firmare, con l’aggiunta di ulteriori spese per attivare una fideiussione assicurativa a garanzia totale dell’ente, e le coppie sono state spinte a stipulare un atto notarile di separazione dei beni. Ci sono finite in mezzo le esortazioni a ricorrere alle possibilità di legge, tra il superbonus e altre agevolazioni, ma c’è chi resiste ed è pronto a continuare la battaglia.

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