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Don Piero Belardi tra fede, scuola e musica

Tutti lo chiamavano don Piero, all’anagrafe era Pierangelo Belardi, ed è stato uno straordinario punto di riferimento per la città. Si è spento che le sue condizioni di salute erano precarie da Natale. L’ultimo commosso saluto il 3 giugno scorso nella chiesa di San Francesco. Aveva compiuto 93 anni lo scorso 5 maggio. Ordinato sacerdote il 7 dicembre 1952, ha svolto vari servizi pastorali nella diocesi tra i quali, negli ultimi anni del suo ministero sacerdotale attivo, come parroco di Scritto e Belvedere. Della sua famiglia si ricorda la signora Alfreda, con il rinomato tabacchi all’inizio di via della Repubblica sotto corso Garibaldi. Viene ricordato come apprezzato insegnante, anima della corale Giuseppe Verdi, che negli anni Settanta dirigendola ha rilanciato con l’inserimento delle voci femmini- li, e direttore del coro del Signore per il Miserere. Proprio il coro del Miserere l’ha visto guida autorevole capace di fare gruppo quando radunava tutti davanti la chiesa di San Filippo Neri in via Cairoli e invitava tutti al bar nella zona per offrire caramelle alla menta per schiarire la voce con l’emblematico “Nè più né meno” perché ciascuno poteva spendere 100 lire per averne sei. E’ stato anche cappellano del Cero di San Giorgio. Dopo le vicende legate all’Oasi della Divina Provvidenza, che nel 1996 avevano portato il vescovo Pietro Bottaccioli a inviare una notificazione pastorale a tutti i fedeli della diocesi, don Piero si era ritirato a vita privata presso la sua abitazione nella zona di Fassia.

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