A anna 29 maggio circolo dei lettori

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coffee break

Da sinistra, gli scrittori enrico brizzi, Sveva casati Modignani e andrea Vitali al circolo dei lettori di Torino.

Dove osano gli scrittori-gourmet Offrono piatti sovversivi. Sniffano (cacao). Scendono a patti con il diavolo. E istigano a divorare compulsivamente (libri) di Maura radaelli - foto Mauro consilvio per “a �

invitati: enrico brizzi (scrittore) Sveva casati Modignani (scrittrice) andrea Vitali (scrittore)

al Barney’s Bar del Circolo dei lettori, a torino 107


coffee break

«Se ti chiedono di scrivere di cibo, praticamente il libro è fatto. È come parlare d’amore e amicizia. Quelle cose di cui ti nutri da sempre». Così è nato L’arte di stare al mondo, che Enrico Brizzi ha pubblicato per Mondadori nella collana da scrittori-gourmet Madeleines. La formula: ricordi & ricette. La stessa di Il diavolo e la rossumata di Sveva Casati Modignani (cioè Bice Cairati) e Le tre minestre di Andrea Vitali (fra i suoi libri più amati, La modista e Olive comprese). Ne hanno parlato al Salone del libro e ora bevono un caffè con “A” al Barney’s Bar del Circolo dei lettori di Torino. Si godono la tranquillità delle stanze antiche: il Salone era affollatissimo. «Mi ha intenerito una famiglia con due bambini che bivaccava con panini e bibite. Se pensi che tanti passano il weekend nei centri commerciali ti si allarga il cuore». «Dicono che i giovani non leggano, ma i ragazzi che ho visto oggi mi fanno pensare

Torta morbida Per 8 persone

Montate 3 uova con 250 g di zucchero poi incorporate 125 g di olio d’oliva e 125 g di latte. Unite anche 200 g di farina setacciata con una bustina di lievito e 50 g di polvere di mandorle, poi trasferite in una teglia imburrata e infarinata. Cospargete con 50 g di mandorle a scaglie e passate in forno già a 180° per 40 minuti circa.

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sveva casati Modignani e andrea Vitali.

enrico brizzi. il suo Jack frusciante è uscito dal gruppo è ristampato ogni anno dal 1994.

il contrario», interviene Vitali. Però solo un italiano su due legge almeno un libro all’anno. «Perché il nostro è un Paese giovane, 150 anni fa non esisteva, fguriamoci una sua lingua», spiega Sveva Casati Modignani. «Nei Paesi anglosassoni la sera si leggeva la Bibbia, da noi c’era una cultura più musicale, chiunque ti sapeva canticchiare un’aria. E la lettura non era incoraggiata, la religione ha più presa su un popolo ignorante», continua sorseggiando il caffè. «Poi sono venuti i fotoromanzi. E poi la Sveva...». Che ha venduto 11 milioni di libri, da Anna dagli occhi verdi del 1981 all’ultimo, Léonie. «Mi defnisco un cantastorie», conclude. «Io

Per le antiche sale Dalla colazione al buffet, fino all’aperitivo che è quasi cena, il barney’s bar accoglie con food e drink che hanno nomi di libri e scrittori. Per creare un legame fra cibo e cultura (al circolo dei lettori, via bogino 9, torino, www. barneysbar.it).

un cacciaballe», dice Vitali. «Sempre una forma di cultura orale», precisa Enrico Brizzi. «Come le ricette». Anche i bucatini alla Gaetano Bresci di cui parla nel libro? Tacchino, panna, ananas, pasta d’acciughe...? «No, quella è sottocultura giovanile», ammette. «Ma appena ho avuto una casa mia ho cominciato a cucinare. Faceva anche colpo sulle ragazze, voleva dire “Hey, guarda come sono affdabile”. E preparare piatti che mangi da sempre non è solo questione di sapori, ma anche di affetti. Quando tiro la pasta con le mie fglie è un pensiero alla nonna». Racconta Sveva Casati Modignani: «A me, la mia, quando non mi sculacciava di default, preparava


Muffin di zucca Per 8-10 persone la sala d’ingresso del circolo dei lettori di torino, a Palazzo Graneri della roccia.

Una sala di lettura del circolo, con le poltroneamaca per isolarsi.

opinabili merende tipo rossumata, che è l’uovo sbattuto con il vino, o il pane spruzzato di grappa e zucchero. Forse era un esorcismo: dicevano che ero un’indiavolata». «Per me spesso c’era pane burro e cacao, mi sembra di sentirlo ancora nel naso. Ma il sapore che ricordo di più è quello dell’erba cucca, l’acetosa», interviene Vitali. «Quando da bambini si andava a falciare, la zia ci faceva mangiare le inforescenze. Dissetanti, secondo lei». «E i semi di zucca?», è il contributo di ricordi di Brizzi. «A Bologna

Un Vino, Una MUsica

c’è una leggenda metropolitana: pare che l’ultima venditrice che girava nei Giardini Margherita sia stata colpita da un fulmine. Mah». Siamo ai saluti. Cena al ristorante? Un no corale. «È una clausola: niente cene di lavoro», commenta Vitali. «Sono terribili, c’è sempre l’assessore da intrattenere e qualcuno che ha scritto un libro anche lui, e te lo infigge», è il commento di Sveva. «E poi a me piace cucinare». Anche Brizzi è un discreto cuoco. «Ma mia moglie diventa un’erinni quando vede in

di

Montate con le fruste elettriche 150 g di burro morbido con 100 g di zucchero di canna e 90 g di miele. Unite 250 g di polpa di zucca cotta in forno e schiacciata, un uovo, 200 g di farina setacciata con un cucchiaino di bicarbonato, mezzo cucchiaino di cannella e sale. Versate in 8-10 stampini e passate in forno già a 170° per 25 minuti circa.

che stato lascio la cucina. Dice che è meglio se scrivo». A proposito, il suo prossimo libro sarà «una madeleine ciclistica, racconterà tutte le biciclette della mia vita»; l’ultimo di Vitali è Un bel sogno d’amore. E lo aspettano pile di romanzi da leggere. «Murakami, per esempio. Mi è piaciuto L’uccello che girava le viti del mondo, quasi una lettura lisergica. Così affascinante e lontana che è come una cosa forte che non hai mai bevuto, ti piace tanto e sai che non berrai più per un bel po’. E se glielo dice un astemio...».

M auro reMondino

note e bollicine per sorridere il sound di Michael bublé è di quelli che si ricordano la mattina uscendo di casa. canticchiando a bassa voce it’s a beautiful day la giornata assume i toni della positività. il messaggio è guardare avanti, anche se la fidanzata se n’è andata sbattendo la porta. «È una bella giornata e non riesco a smettere di sorridere», ripete bublé, tre Grammy awards, trenta milioni di album venduti. Una buona occasione per degustare un franciacorta, bollicina della felicità e del sorriso. Un satèn brut millesimato di Villa a Monticelli brusati fa al caso. le note di fiori di acacia e miele si succedono a quelle di lievito di pane. struttura ed equilibrio, freschezza e fragranza sono il biglietto da visita di questa tipologia che si avvale in bottiglia di 4 atmosfere contro le 6 degli altri millesimati. composto di sole uve chardonnay, è il fiore all’occhiello della maison franciacortina che ha sede nel borgo seicentesco della frazione Villa. l’azienda è condotta con successo da roberta bianchi e Paolo Pizziol.

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