Rassegna stampa Torino Spiritualità 2012

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VENERDÌ 3 AGOSTO 2012

CULTURA RELIGIONI TEMPO LIBERO SPETTACOLI SPORT

AGORÀ

A N Z I T U T TO

E D I TO R I A L E

HERMANN HESSE,

Il sorriso tema di «Torino spiritualità»

UNO DEI PIÙ AMATI DA RATZINGER MARCO RONCALLI

«L

a morte diviene dolce se le andiamo incontro annuendo, se la consideriamo una delle forme grandi ed eterne della vita e delle trasformazioni del cosmo». Tra pochi giorni, nel cimitero di Sant’Abbondio, nel Canton Ticino, qualcuno, innanzi alla sua tomba ricorderà così il suo congedo di cinquant’anni fa. Il 9 agosto 1962, infatti, lassù, a Montagnola moriva Hermann Hesse, uno degli scrittori più popolari del ’900, nato ottantacinque anni prima a Calw, in Germania, in una famiglia fervidamente pietista (entrambi i genitori erano stati missionari in India), ma poi vissuto quasi sempre in Svizzera. E mentre l’anniversario da mesi suscita conferenze e mostre (fu anche pittore), vien spontaneo reinterrogarsi su questo autore dai molti registri, premio Nobel per la letteratura nel 1946. Per più d’un motivo. Innanzitutto perché come dimostra Ralph Freedman nella sua biografia edita da Lindau "Herman Hesse. Pellegrino della crisi" - pochi scrittori del XX secolo hanno esercitato sui giovani un’influenza così estesa e penetrante, quasi che i suoi romanzi indicassero risposte alla crisi spirituale che da un secolo travaglia l’Occidente schiacciato dal materialismo. Poi perché Hesse resiste ancora bene in libreria dove spesso ha il suo scaffale: diversi i titoli usciti anche negli ultimi mesi, per i tipi di Mondadori, Reverdito, Cambi, Guanda, Newton Compton, con la sorpresa della biografia giovanile dedicata dopo un viaggio ad Assisi a San Francesco, appena uscita con le edizioni Piano B. Inoltre perché la sua fortuna editoriale pare sempre legata a libri che, a giudizio di alcuni critici, sono da considerarsi "minori" (quelli che hanno affascinato generazioni di giovani dagli anni Trenta all’era di internet passando per il ’68 o le stagioni del riflusso: "Demian", del 1919; "Siddharta", del ’22; "Il lupo della steppa", del ’27; "Narciso e Boccadoro", del ’30; "Il pellegrinaggio in Oriente", del ’32). Infine perché prescindendo dalle divisioni della critica sul valore delle sue opere, ne resta sempre da spiegare il segreto del successo. Oltre il generico riconoscimento delle capacità di captare i bisogni di massa. Oltre i clichés che ne hanno fatto, nel tempo, una specie di guida con cui iniziare il proprio viaggio: sui sentieri dell’interiorità o le strade del mondo. Lettore appassionato di Hesse è stato anche Joseph Ratzinger. E se fra le sue preferenze giovanili - come confidò a Peter Seewald nel libro "Il sale della terra" (San Paolo) spicca il classico "Lupo della steppa", che lo colpì per il nichilismo del protagonista facendolo riflettere sull’esaltazione dell’io, destinata, all’estremo, a capovolgersi nella sua distruzione, definì in altra occasione questo romanzo «un ritratto molto chiaro di come dall’uomo che vive in modo solipsistico deriva alla fine un’intera sala degli specchi di figure contrapposte». Ma si trovano citazioni di Hesse in opere della Queriniana come "Introduzione al cristianesimo", ove Hesse appare poeta solo «in apparenza così conciliante e di animo sollevato», o "Dogma e predicazione", dove l’autore commenta l’arrivo dell’anno nuovo con le parole che Hesse fa dire al protagonista del "Gioco delle perle di vetro": «In ogni inizio si trova, infatti, un incanto che ci protegge e ci aiuta a vivere». Tre anni fa, nell’incontro novembrino con gli artisti nella Sistina, Benedetto XVI ricorreva ad una frase di Hesse (dal racconto "Klein und Wagner" del ’19) per definire il significato dell’arte. E cioé: «Arte significa: dentro a ogni cosa mostrare Dio». © RIPRODUZIONE RISERVATA

■ Racconti Un giullare per Fortebraccio: Zaccuri rivisita Amleto PAGINA

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■ Week end Quel Gran Paradiso a Occidente PAGINA

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■ Spettacoli Cineweekend: un’estate di eroi e imbranati PAGINA

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■ Calcio Palazzi chiede 15 mesi di squalifica per Conte PAGINA

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IDEE. L’uno politico, l’altro sacerdote: entrambi esempio dell’opposizione

alla mafia in nome della fede cristiana. Due forme diverse di martirio

Mattarella e Puglisi, R l’altra Sicilia

DI ANDREA RICCARDI

igenerare la politica non è partire da un moralismo astratto. Per me, per la tradizione da cui vengo, è riconnettersi alla memoria di chi ha fatto politica nella speranza di cambiare. Infatti troppo forte è stata la cesura con il nostro passato: l’impoverimento della politica è fatto proprio dall’oblio, mentre siamo appiattiti sul presentismo della cronaca. Abbiamo troppo dimenticato. In questo quadro, la memoria di Piersanti Mattarella è stata troppo dimenticata, nonostante siano passati solo trent’anni dalla sua morte. Si colloca in un altro mondo politico, in una Sicilia così particolare, nel confronto con Cosa nostra. Ma non di mafie vorrei parlare, bensì di una politica che si rigeneri partendo dall’esempio. Esempio non è parola retorica o moralistica, ma quella catena di umanità a cui ci si lega, che costituisce un saldo orientamento verso il futuro. La morte di Mattarella mette in rilievo il valore della sua politica e dell’essere politico. Non sarebbe morto in questo modo se non ci fosse stata una radice particolarmente preziosa nel suo essere politico, nascosta nel pudore. Piersanti Mattarella è stato assassinato per la sua politica. La sua morte, cioè, getta luce sulla sua politica, sulla pericolosità della sua politica per la mafia. Sì, sembra che siano passati tanti decenni, ma solo trent’anni. Eppure si avverte, proprio oggi, in questa delicata transizione, in questa crisi economica che non cessa, il bisogno di uomini e di donne saldi come lui. È l’ora che uomini di questo tipo ritornino, ritornino alla politica. Perché questi uomini e queste donne ci Don Pino Puglisi (15 settembre 1937 - 15 settembre 1993) Piersanti Mattarella (24 maggio 1935 - 6 gennaio 1980) sono. Sono ancora aperte le fonti a cui si sono abbeverati. Si vede in Piersanti un Uccisi tutt’e due da Cosa nostra, divenire un reclutato dalla mafia. cambiare un quartiere di Palermo. Eppure percorre un’altra strada e Mattarella e Puglisi rappresentano coraggio personale che furono figli del Concilio: ritorna parroco nel suo quartiere. due storie diverse, combattono la viene dalla fede - stava Don Pino, ucciso, quando sorgeva mafia con strumenti diversi, in andando a Messa rappresentano un modello la Seconda Repubblica, mostra quadranti diversi. Ma c’è una quando fu ucciso -, ma e una speranza per una politica che in Sicilia, in Italia, la forza di speranza nella loro anche la solidità di una testimonianza cristiana sia stata azione, che germina dal terreno cultura politica e onesta a servizio degli altri sempre una fonte a cui cristiano. L’uno è un modello di umanistica, giuridica, abbeverarsi per vivere una vita politico ispirato dalla fede, l’altro che lo portava lontano In questo senso, l’idea di martirio umana, al servizio degli altri, in è un prete: entrambi manifestano dalle furberie dell’azione e da una - espressa pudicamente per un onestà. la speranza che il mondo, pur concezione privatistica uomo come Mattarella - mi ha Stabilire un legame tra Puglisi, il quando sembra impossibile, si dell’interesse personale. Non si fatto pensare ad un’altra figura, prete, e Mattarella, il politico laico, può cambiare. Ma per cambiarlo, dovrebbero usare toni alti con quella di Pino Puglisi, della cui può sembrare forzato. Li unisce sembrano partire da sé: da una Mattarella, anche per la beatificazione è stata data recente Palermo, la lotta alla mafia, la vita intensa, profonda, dedita, che discrezione del suo parlare e notizia. Siamo, nel caso del prete morte violenta; ma diverse erano non pone limiti al servizio, quella della sua famiglia. Ma il suo di Brancaccio, in un altro periodo, le loro azioni, le loro condizioni, la nemmeno quello della salvezza è un caso di martirio di un ucciso tredici anni dopo, sempre qualità del loro impegno. Puglisi della propria esistenza. politico. Certo non un martirio di fronte a Cosa nostra pur in mostra che le sorgenti cristiane, a Puglisi è morto a cinquantasei come quello di don Pino Puglisi, un’altra stagione. Puglisi non è un cui Mattarella stessa con tanti altri anni nel giorno del suo colpito per la sua attività religiosa borghese come Mattarella. Sono si era abbeverato, non si sono mai compleanno. Mattarella a e pastorale nel quartiere di però - non lo si dimentichi - due seccate e non sono secche. Sono quarantaquattro, pagando di Brancaccio. Ma credo che bisogna figli del Concilio Vaticano II, l’uno sorgenti di umanità. In entrambi, persona e indicando - in modi avere il coraggio di usare questa nato nel 1937 e l’altro nel 1935, con funzioni diverse, tra Puglisi e diversi - la via per un mondo espressione. Il martire è colui che rinnovatisi alla luce del messaggio Mattarella c’è un terreno cristiano nuovo. Restano sorgenti a cui non abbandona il suo posto, il suo conciliare. che fa germinare la speranza: si abbeverarsi per chi vuole oggi servizio, anche quando dinnanzi a Puglisi è nato ragazzo di può cambiare il mondo, si può sperare in un futuro dell’Italia. lui si profila la minaccia della © Brancaccio che avrebbe potuto cambiare la Sicilia, si può morte

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◆ «Un giorno senza un sorriso è un giorno perso» (Charlie Chaplin). Torna da mercoledì 26 a domenica 30 settembre Torino Spiritualità con un’ottava edizione dedicata a «La sapienza del sorriso». Ideato e diretto da Antonella Parigi e coordinato dal Circolo dei lettori, Torino Spiritualità si propone come spazio privilegiato di riflessione al riparo dalla frenesia del quotidiano. Ad accompagnare il cammino del pubblico oltre 100 voci capaci di offrire una pluralità di idee e prospettive: filosofi, teologi, storici, scrittori, artisti, personalità della politica e dell’economia. Tra questi: George Steiner, Elio (al secolo Stefano Belisari), Edoardo Nesi, Gustavo Zagrebelsky, suor Giuliana Galli, Alessandro Bergonzoni, Enzo Bianchi, Aharon Appelfeld, Moni Ovadia, Massimo Cacciari, Michela Marzano, Francesco Piccolo, Vito Mancuso, Adriana Cavarero, Massimo Recalcati, Gabriella Caramore, Gianni Vattimo, Michele Serra, Armando Massarenti, Roberta De Monticelli, Sergio Givone.

Umorismo, un concorso a Tolentino ◆ Fare umorismo in tempo di crisi è segno di intelligenza o di incoscienza? Per qualcuno è la gentilezza della disperazione, per altri un istintivo meccanismo di difesa. C’è chi lo definisce antidoto contro il fanatismo e chi un semplice non prendersi troppo sul serio. Lontano dall’evasione sognante, affonda le sue radici nella natura umana. Più che una disposizione dell’animo, è una visione del mondo. Da qui prende spunto il tema proposto dal Premio letterario “Tullio Colsalvatico”: «L’umorismo, un modo di guardare la realtà». Il concorso è organizzato dal Centro culturale Colsalvatico presieduto da Franco Maiolati, in collaborazione con il Comune di Tolentino. Le novelle devono essere inviate via mail entro le ore 24 del 5 settembre 2012 a: premio@colsalvatico.it Informazioni sul bando: www.colsalvatico.it. Le opere vincitrici saranno pubblicate a stampa dall’editore Raffaelli.

Nuovo libro di testimonianze sul Concilio ◆ L’eredità del Vaticano II letta con gli occhi di oggi e vissuto come patrimonio per le future generazioni. È la prospettiva con cui si deve prendere in mano e leggere con cura e senso di curiosità il testo (Effatà editrice, pagine 140, euro 10) «Il futuro del Concilio. I documenti del Vaticano II: un tesoro da scoprire», curato dal giornalista ed esperto di informazione religiosa Luca Rolandi per il quotidiano «La Stampa». Il pregio di questo volumetto è quello di raccogliere in un grande balzo generazionale le testimonianze e i contributi di giornalisti come La Valle, Gennari, Galeazzi, Mastrofini ma anche parroci come Militello o appassionati e studiosi di teologia come Maria Teresa Pontara o il teologo Repole. Viene poi riproposta l’attualità dei documenti conciliari e fatti conoscere al grande pubblico testi spesso poco conosciuti, a 50 anni esatti dall’inizio dell’assise ecumenica. (F.Riz.)


Appuntamenti rr

. r .. i con i festival

di Sandra Minute

COLORNO (Parma) _ 31 agosto-2 settembre

IL TEATRO SCENDE IN PIAZZA Ci sono due clown che sconvolgono il traffico urbano come vigili improvvisati ma tutti da ridere. E poi la ballerina che danza con palle di cristallo, artisti che giocano con il fuoco (sopra), mimi, giocolieri, acrobati. La follia scende in piazza con Tutti matti per Colorno, quinta festa internazionale del circo e teatro di strada.

INFO: www.lnttiiiiallipvrrolonio.il MODENA, CARPI, SASSUOLO _ Dal 14 al 16 settembre

PORDENONE _ Dal 19 al 23 settembre

SONO "COSE" DA PRENDERE CON FILOSOFIA

APPUNTAMENTO CON GLI AUTORI Oltre 250 tra scrittori, editori, giornalisti, artisti, sociologi e scienziati si danno appuntamento in Friuli per pordenonelegge.it, 13a Festa del Libro che propone centinaia di eventi, tra incontri con

Tre giorni per riflettere sulle cose, tra prodotti e consumi, idoli e feticci, opere d'arte e passioni smodate: sono le "cose" il tema del 12° festival/ìfoso/ìa, la rassegna che porta i grandi temi del pensiero nelle piazze di Modena (sopra: piazza del Duomo), Carpi e Sassuolo. Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, giochi per bambini ed eventi di gusto incontrano uno strepitoso successo di pubblico (oltre un 1 milione e 200 mila presenze dal 2001). Duecento gli eventi in calendario, con 50 lezioni magistrali di filosofi come Mare Auge, Richard Sennett, Serge Latouche, Anne Cheng, Massimo Cacciali, Umberto Galimberti, Remo Bodei, ma anche Alessandro Bergonzoni, con la sua pirotecnica inventiva linguistica. Tra gli eventi collaterali, i menù filosofici ideati dal filosofo e gourmet Tullio Gregory, proposti da 60 enoteche e ristoranti.

gli autori e spettacoli. Tra gli ospiti Jonathan Coe, Almudena Grandes, gli italiani Gianrico Carofiglio, PiergiorgioOdifreddi, David Riondino e Dario Vergassola. Ospite d'onore lo scrittore inglese lan McEwan (foto), cui andrà il Premio FriulAdria-La storia in un romanzo. INFO:

wicir.ponlcnoiu'IcfMc.it

INFO: Consorzio per il fcsiìvalfilosofia, 059/2.03.33.82, wicw.fcsliudfilonofia.it RUVO DI PUGLIA (Bari) _ 7-16 settembre

LE BANDE SONO TORNATE TORINO _ Dal 26 al 30 settembre

Le bande hanno portato la grande musica a

UN SORRISO PER TROVARE IL SENSO DELLA VITA

intere generazioni di italiani, inventando un

Uno spazio di riflessione al riparo dalla

Talos Festival, rassegna rinata dopo otto

frenesia quotidiana, cercando il senso

anni di interruzione sotto la direzione di Pino

dell'esistenza attraverso il confronto tra idee,

Minafra. Tra gli ospiti Radiodervish, Orchestra di

culture e religioni da tutto il mondo. Torna

Piazza Vittorio, Municipale Balcanica (sotto).

Torino Spiritualità, con un'ottava edizione

INFO:

all'insegna dei sorriso, indagato come strumento per accedere a nuovi sentieri di conoscenza. In calendario, incontri, dialoghi, letture e lezioni, laboratori, workshop (foto-, introduzione alla danza indiana). E progetti speciali come le "camminate spirituali" tra le valli piemontesi in compagnia di Enrico Brizzi, Giuseppe Cederna e altri scrittori e alpinisti.

ÌNFO: wiuw.tori nosjììiit uni itti.oi'£

24 Bell'Italia

nuovo suono. Ed è la banda il tema centrale del

uww.talosfi'stiKal.it


martedì 7 agosto 2012

TO

MARCIA Il cantautore Manfredi cerca ispirazione in cammino per Compostela

“From Orlando to Santiago” Il pellegrinaggio è in musica Alessandra Ariagno

T

rovare dimensioni differenti e muovere nuovi passi, camminando sulla via per Santiago de Compostela dando vita ad un progetto culturale destinato a trasformarsi in un disco e in uno spettacolo teatrale che sarà presentato in anteprima a Torino Spiritualità il 28 settembre. Ecco la missione di Orlando Manfredi, in arte Duemanosinistra, cantautore, attore e drammaturgo torinese, che il 9 luglio ha iniziato una sfida discografica senza precedenti: “From Orlando to Santiago”. Percorrendo il Cammino di Santiago di Compostela, l’artista ha incontrato e sta incontrando i passi di uomini e donne, fedeli e laici, esploratori ed esuli del mondo. Pellegrino tra i pellegrini, Manfredi ha raccolto testimonianze di vita, componendo testi e musiche, lungo il tragitto. Il popolo internettiano, seguendo la sua missione sul web, ha sostenuto il suo progetto. Termina oggi la raccolta fondi: sono stati offerti oltre 3mila euro. Quaranta i giorni di viaggio verso la meta, che lentamente si sta avvicinando: quello di Orlando

VIANDANTE Qui sopra Orlando Manfredi, in arte Duemanosinistra, cantautore, attore e drammaturgo torinese a caccia di ispirazione per il suo disco

Manfredi è un pellegrinaggio esistenziale e artistico, per “re-imparare a camminare” e per dare vita ad un album musicale con l’ambizione di essere molto più di un semplice prodotto discografico. Pochi gli strumenti di viaggio: una chitarra, minuscola per necessità, e un tablet, per raccogliere, raccontare e ricordare. Naturale prosecuzione della ricerca di “Intimo rock”, album del debutto di Duemanosinistra, l’impresa si completerà in un disco - testimonianza della vita del viandante, capace di restituire l’atmosfera e le sensazioni dei pellegrini che si muovono solo con le proprie gambe. L’intenzione dell’artista era chiara prima ancora della partenza: «voglio riscoprire i profumi, gli odori, i colori dell’ambiente - ha spiegato nel mio percorso attraverserò montagne, pianure, la costa, ci saranno molti sentieri e poco asfalto». Il tutto rigorosamente a piedi. Solo a settembre, sul palco di Torino Spiritualità, sarà svelata l’essenza artistica della missione in uno spettacolo ancora top secret. Nel frattempo il diario di viaggio è aggiornato su www.fromorlandotosantiago.com

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gestire il Paese». Qualcosa di più semplice? «Che torni il senso civile e ognuno faccia la sua parte».Poco distante, Rita, impiegata, stessa età. Speranza? «Essere felice, qualunque cosa accada, lo so è molto ruffiano. È quello che chiedo ogni 10 di agosto». Melissa, riminese, impiegata: «Vorrei che le persone vicino a me smettessero di essere sempre incazzate e lamentose senza mai fare niente per cambiare». Due voci maschili. Davide, pesarese, 33 anni: «Sogno di imparare a combattere le mie paure, affrontare le cose da solo, avere il coraggio di buttarmi. Non essere più lento». E il pragmatismo con una porta aperta verso l'ignoto di Costanzo, trentenne, di Fano: «Le stelle le guardo, ma non ho molti sogni. Lavoro con i genitori, ho sempre fatto quello che volevo. Ora me ne vado quattro mesi in Australia, ma me lo

sono dovuto costruire, il sogno, organizzando il lavoro in mia assenza. Potrei anche decidere di stare laggiù, se mi piace. Magari questo è il desiderio: un “magari” davanti a me». Fa una ricerca simile alla nostra un tipo anziano che si fa tanta spiaggia con il metal detector e mani sensibili. Le monetine che trova assomigliano ai tanti desideri pratici raccolti: «Voglio un lavoro, ma retribuito», «Una casa alla mia portata». «Smettere di fumare». O meglio ancora (una ragazza sdraiata, thermos, falò e coperta, sulla spiaggia di Baia Flaminia): «Vorrei che le sigarette facessero bene e gli antibiotici fossero fatti a sigarette». C'è chi vorrebbe «fare un circuito di Montecarlo su una Lamborghini gialla», e chi «vivere sempre in infradito, però, se tornasse Berlusconi, all'estero». Due fidanzati si attribuiscono l'un

l'altra l'ambizione della notte d'estate: «Lui vorrebbe farsi Belen», «Lei Ben Harper». Poi, lui, più serio: «A me del dieci agosto è sempre piaciuto salire in collina, e starle appiccicato». Un amico, mentre fissa il fuoco: «Potenzialmente siamo noi, i sogni». Pesaro città. Coppia di trentenni, ottimi studi universitari, come molti sulla soglia tra fuga e attaccamento alle comodità provinciali. Lei vorrebbe: «Restare bambini più a lungo che si può». Lui: «Siamo al si salvi chi può, e allora è proprio il momento di rischiare e fare un salto in alto». Lei: «Quindi matrimonio il primo settembre». Lui: «Va bene anche il casino, possiamo fare un figlio e io lavorare nel Kent e lei a Pesaro». Lei ci pensa e chiude in bellezza: «Non avere imbarazzo nel non saper ancora dire quel che si è». È ora di rivolgersi a esperti di stelle. Sono seduti o sdraiati vicino al telescopio dell’osservatorio astronomico Copernico di Saludecio, una collinetta isolata, tante persone in attesa di eventi brevissimi. Ogni avvistamento, un'esplosione di gioia. Gian Franco, responsabile dell'osservatorio: «In questi anni è aumentata la voglia di ritrovare il proprio spazio infinitesimo rispetto all'universo, vengono sempre più numerosi a tutti gli appuntamenti. Si dividono in due: quelli che amano il confronto con la vita e il mistero, e non se ne andrebbero mai dal telescopio, e quelli che guardano un secondo e poi dicono: ho visto tutto, grazie».

SETTE VOLTE VORREI Gli auspici per l’autunno (e oltre) di scrittori, scienziati e osservatori speciali dell’Italia che viviamo ALESSANDRO BERGONZONI «Un passo in alto, né avanti né indietro» «Credo sia necessario un passo in alto, non indietro o in avanti. Vorrei meno economia, meno organizzazione, meno gestione della finanza e invece più allargamento, espansione dell'essere umano. Andare indietro nel tempo per vedere quello che non abbiamo fatto bene, di cui ci siamo dimenticati, cui abbiamo detto no e abbiamo sbagliato, o invece abbiamo sbagliato a dire sì, e come un elastico tornare al presente per poter cambiare noi stessi, e non rifare le cose stupide che ci hanno portato fino a qua. Vorrei una rivoluzione interna delle persone, non soltanto per strada: che si cominci a fare scioperi dentro di noi, e

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cominciare a dirsi che cosa non sono più disposto a fare, per cosa sono disposto a fare fatica, cosa non accetto più. Spero anche che della cultura non si faccia più un uso colluttorio, giusto per sciacquarsi la bocca». Lo scrittore, comico, autore e attore terrà il 15 settembre una lectio magistralis a Modena al Festival della Filosofia e il 26 settembre, a Torino per il Festival della Spiritualità, sarà protagonista di un dialogo col teologo Vito Mancuso.

MARGHERITA HACK «Più politica vera, senza riempirsi le tasche» «Vorrei che i politici avessero un'ideologia e lavorassero per realizzarla, che facessero ciò che, secondo loro, porti


al miglioramento delle condizioni della comunità. Insomma, la politica della polis, non quella che riempie la tasche. Sul piano personale, io, a 90 anni!? Beh, vorrei poter andare avanti a lavorare, ai miei libri e alle mie ricerche, e soprattutto vorrei poter capire che cosa succederà della ricerca scientifica, con i tagli dei fondi. Per questo, spero che la facciano finita con le follie, come quella della Sicilia o degli F-35 che portano via soldi utili. Lei mi chiede se è vero che c'è il rischio che le Perseidi (le stelle cadenti di agosto, ndr) si stiano estinguendo. No, però è vero che lo sciame non è più quello di una volta. Sono molto diminuite, a furia di passare nell'orbita vicino al Sole. Ma io non sono tipo da guardare le stelle ed esprimere desideri. Per me, lo dico sempre a tutti, le stelle sono soltanto palloni di gas, centrali nucleari». Tra gli ultimi libri pubblicati dalla più nota astrofisica italiana, Il mio infinito. Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea (Dalai editore).

tere. Vorrei elezioni a novembre. L'Italia, dopo quest'anno, è un paese diverso. L'ho lasciata in caduta libera e l'ho ritrovata in sofferenza grande ma controllata. Spero che si resti attaccati alla serietà, quella piccola fondamentale serietà recuperata che ci ha dato, all'estero, una credibilità superiore a quella che noi qui immaginiamo. Desidero che non la si perda, che si rimanga anzi abbracciati stretti a questa piccola conquista». Questo il punto di vista della giornalista, di ritorno in Italia dopo un anno di assenza.

ALESSANDRO PIPERNO

«Non mi fate parlare...» «Mi dispiace ma non posso esprimere né sogni, né speranze, né desideri. Se poi si avverassero sarebbe una strage». Parola di Laura Pellegrini, nota come fumettista e disegnatrice di Repubblica, con lo pseudonimo Ellekappa.

«Lavorare sempre di più, ma per se stessi» «Avere una parola di ottimismo, di speranza, da me, è difficile: sono un po' scettico. Credo però molto, personalmente, nel lavoro, quindi spero di riuscire a salvaguardare questo spazio anche in futuro. Lavoro non inteso alla Camusso, ma nel senso che è l'unico luogo dove si possa tentare di difendersi dalla noia e dalle storie di tutti i giorni. Baudelaire, che passava per essere un grande dissipatore, ha detto che le sole due cose che ci possono difendere dal tempo sono lavoro e piacere; ma mentre il secondo dissipa, il primo fortifica e aiuta a costruire qualcosa». Con Inseparabili - Il fuoco amico dei ricordi (Mondadori) il romanziere ha vinto il Premio Strega 2012.

NICCOLÒ AMMANITI

PAOLA MAUGERI

ELLEKAPPA

«Zitti zitti, trattenendo il meglio di sé» «La parola che spero di sentire di più in futuro deve essere il "silenzio", un momento in cui concentrarsi su quello che vogliamo davvero, uno spazio personale dove non si debba distribuire le nostre scoperte, uno spazio di concentrazione personale, dove la parola d'ordine sia trattenere e non condividere subito». Così l'autore di Io e te, da cui Bernardo Bertolucci ha tratto il film in uscita il 26 ottobre, e del recente Il momento è delicato (Einaudi Stile libero)

BEATRICE BORROMEO

«Teniamoci stretti la ritrovata serietà» «Esprimo il desiderio che ci vengano evitati il mediocre teatrino politico a cui ci hanno abituato in passato e una campagna elettorale di mesi che non ci possiamo permet-

«Tenere puliti i nostri dieci metri di strada» «La parola che desidero torni in auge è bene comune. Ne abbiamo un gran bisogno, per noi italiani è una parola sconosciuta, un po' misteriosa. Siamo per l'individualismo, vale la logica della donna siciliana: pulire la casa e buttare tutto fuori. Ma sullo sporco per strada poi cammineranno i nostri figli, il desiderio è che si capisca che è fondamentale tenere puliti i propri dieci metri di strada a testa, perché quello che è fuori è anche dentro, e che nasca anche da noi una coscienza ecologista. Le stelle cadenti? Ci riportano a una natura più grande di noi. Potrei desiderare che la gente capisca come il cambiamento del mondo esterno possa avvenire soltanto se prima il cambiamento è nel cuore». Conduttrice televisiva, ha da poco pubblicato La mia vita a impatto zero (Mondadori). (Foto dell’ag. LuzPhoto)


SENTO, DUNQUE SONO

FUORI DA SCUOLA - BAHIA, BRASILE 4 2 GIOIA


ia-27, BasefRos

'*%jé quello dei bambini indiani, che illumina la via dei viaggiatori, e quéH0* • dei venditori, che il marketing ha trasformato in imperativo categorico. Quello enigmatico di Monna Lisa, e quello fiducioso dei divi anni Cinquanta. In Cina talvolta è sintomo di collera, in Giappone di pena. L'antropologo David Le Breton spiega cosa c'è dietro un sorriso. E perché lo facciamo sempre meno diSaraHejazi CAKNEVALE - BASILEA, SVIZZERA GIOIA 4 3


IN AULA - TEHERAN, IRAN

IN VACANZA -FRANCIA

RAGAZZI DI STRADA - TURCHIA 4 4 GIOIA


COMPLEANNO - TOKYO, GIAPPONE

NASCONDIGLIO - MUMBAI, INDIA GIOIA 4 5


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AUTUNNO AD HARLEM - NEW Y( :.';...

UNIFORME SCOLASTICA - YOGYAKARTA, INDONESIA 4 6 GIOIA


ALLA FIERA DEI CAVALLI - CUMBRIA, GRAN BRETAGNA

ò I r\ IVI \J V— I \J che sentiamo (non ciò che pensiamo). Così David Le Breton, antropologo francese e professore all'università di Strasburgo, rovescia il cartesiano «cogito ergo suin»: penso dunque sono, pietra miliare dell'illuminismo occidentale e anima filosofica delle società avanzate. Prima del pensiero viene il corpo con il suo sentire, sperimentare, soffrire e godere. «L'esperienza fisica è la vera essenza della nostra umanità. Corpo e anima, fisico e intelletto: tutte arbitrarie invenzioni della modernità. Non c'è dualismo nell'essere umano ma un unico, articolatissimo sistema di "sentire il mondo' il cui strumento principale è proprio il corpo». Per David Le Breton anche i pensieri più astratti e complessi, le intenzioni più nobili, le fedi più cieche e assolute scaturiscono dalla condizione corporea, ovvero l'origine di tutto il nostro modo di essere: «II mondo non è che l'emanazione di un corpo che lo penetra. Prima del pensiero ci sono i sensi. Non c'è nulla nello spirito che non sia passato attraverso il corpo, strumento con cui l'individuo prende coscienza di sé. Questo succede anche quando siamo seduti a contemplare il mare o la montagna, o durante una passeggiata, in uno di quei momenti che chiamo di "calma e di sogno". Ebbene, l'immaginazione ci fa piombare in un universo intcriore che può suscitare tristezza o gioia, ma che ha origine nel corpo. Vivere vuoi dire essere costantemente toccati dal mondo: in sensofisicoe morale ».

Quest'anno sarà ospite al Festival Torino Spiritualità, il cui tema è il sorriso. Si può dire che gli esseri umani sorridono, dunque sono?

Il sorriso, che a volte nasce sui nostri volti senza apparente ragione per gli altri, ha sempre ragioni profonde per chi sorride. È certamente una delle espressioni più "umane" degli esseri umani. E non nasce per forza da circostanze esteriori, ma dal nostro personale "cinema" intcriore: dal flusso di immaginazione che non smette mai di muoversi dentro di noi. Sorridiamo in modo diverso rispetto al passato? Il sorriso attraversa i tempi: dal sorridere dei personaggi ritratti sulle tombe etnische fino a quello di Monna Lisa o delYAnnunciazione. Non abbiamo strumenti per misurare la quantità e l'intensità dei sorrisi delle società passate: però quando guardo i film degli anni 50 e 60 mi stupisco dell'intensità delle emozioni degli attori, della loro fiducia e del loro giubilo, assenti o quasi nelle pellicole di oggi. In quei film il corpo era più presente, le voci caratterizzavano in modo netto ogni attore, i gesti e i volti erano più mobili e plastici rispetto al cinema contemporaneo. Quindi, la nostra è una società che sorride meno rispetto al passato. Vero, e le ragioni sono svariate: la crisi, l'incertezza sull'avvenire e sul futuro dei giovani e dei bambini. La situazione non è peggiore dei tempi di guerra, ma è l'atteggiamento a essere cambiato. GIOIA 4 /


per rispondere alle domande e servirti. Il sorriso diventa una tecnica del corpo, un'incitazione all'acquirente a spendere. Procura un sentimento di soddisfazione e suscita "gelosia ": lo induFRATELLI - UHAN BRETAGNA ce a girarsi a guardare se un altro cliente, dopo di mondo si è offuscata, e noi facciamo più fatica lui, riceve le medesime attenzioni.

Mi dia una sua personale definizione di sorriso. Il sorriso è sempre un segno di fiducia nell'altro, fiducia nelle cose che devono ancora venire. 1*", oggi, forse, questa fiducia è venuta meno. I ,a trasparenza del

di un tempo a sorridere. Eppure tutti, almeno ogni tanto, lo fanno. È un'azione universale?

Certamente. Come il ridere, è un'azione propria degli esseri umani. Ma, proprio come le lacrime non significano sempre dolore, il sorriso non è necessariamente sempre segno di gioia. Il suo significato cambia a seconda dei luoghi e delle circostanze. Nella nostra società il sorriso può voler esprimere sorpresa, imbarazzo, gentilezza, sottomissione, incredulità, sdegno, sfida. E nel resto del mondo? In Cina il sorriso può essere associato alla collera. In Giappone a volte si sorride anche quando si è obbligati a prender parte a un evento penoso e infelice. Il sorriso "educato" è il prendere atto della presenza dell'altro e della convenzione sociale che impone di riconoscere una persona sconosciuta alla quale siamo stati presentati, un credito di confidenza mirato a ricevere dall'altro lo stesso trattamento. A volte sorridere è un modo per dissimulare una contrarietà. Serve ad addolcire il contatto, dissipare il dubbio o il malinteso, mostrando buona volontà. Per questo i venditori e i cartelloni pubblicitari devono sempre sorridere? Quello dei venditori è un automatismo nel dialogo con il cliente, un modo sottile di indurre al consumo. E il segno di una ricerca di seduzione, d'affiliazione. La transazione economica, l'acquisto, sono un atto di fiducia nel prodotto: il ruolo del sorriso è quello di rassicurare il consumatore. Negli Usa, per esempio, è diventato obbligatorio sorridere quando ci si rapporta col cliente: i venditori hanno un sorriso trasparente

Poi ci sono i sorrisi amari.

Creano una pellicola di apparenza per dissimulare il dolore. Sono una maschera maldestra che viene offerta all'altro per preservarlo a sua volta da un dispiacere o per tenerlo distante da qualcosa di intimo e privato. In un certo senso, il sorriso è una convenzione umana per entrare e uscire dall'interazione con l'altro, un sorta di riconoscimento reciproco. Ma il sorriso è anche inganno: «il tradimento è nato con lui» ha scritto Pierre Drevet. In questo senso, sorridere è anche una tecnica di manipolazione dell'altro, un segno che non coinvolge personalmente e che non obbliga. Ci sono popoli che sorridono molto o in modo molto intenso? Mi sono recato spesso in India e in Sri Lanka, e ho scoperto con grande meraviglia la pienezza dei sorrisi e la trasparenza dei volti dei bambini e delle donne, più raramente degli uomini. Sono sorrisi pieni, senza riserve, che sembrano irradiarsi da ogni parte del corpo. Ricordo di aver ricevuto moltissimi sorrisi in questi viaggi, cosa che però ha generato in me anche molti interrogativi: perché i bambini occidentali sorridono così poco agli estranei? E quando lo fanno, perché sono così inquieti? E perché invece i bambini indiani sorridono con tanto abbandono agli stranieri? Nell'induismo chiamano «darshana» il guru che offre la sua presenza ai propri discepoli per illuminarne la via: ebbene, per le strade delle città e dei villaggi indiani il sorriso è un «darshana» che gli umili donano ai viaggiatori per renderne più brillante il cammino. •

RIDERE, RIDERE, RIDERE ANCORA (A "TORINO SPIRITUALITÀ") Noto soprattutto per II mondo a piedi. Elogio della marcia (Feltrinelli), David Le Breton insegna sociologia a Strasburgo. Si occupa in particolare di antropologia del corpo, cui ha dedicato numerosi saggi. Con l'intervento Antropologia del sorriso sarà presente al Festival Torino Spiritualità, dal 26 al 30 settembre, dedicato quest'anno proprio al tema del sorriso: ad accompagnare il pubblico nel percorso di approfondimento filosofi, scrittori, artisti, scienziati tra cui Enzo Bianchi, Isabel Losada, Edoardo Nesi, Massimo Cacciari, Michele Serra, Michela Marzano, Richard Gombrich, Vito Mancuso, Alessandro Bergonzoni, Stefano Belisari (in arte Elio). Info sul programma completo: www.torinospiritualita.org.

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Domenica 5 agosto 2012 il Giornale del Piemonte

PASTICCI BUROCRATICI

Dal Comune stop alla moschea, o forse no

Giallo sul rilascio della Dia e poi sulla richiesta di una sanatoria per alcuni abusi edilizi in via Genova La Lega attacca: «Si usano sempre due pesi e due misure». Ma l’associazione ribatte: «Siamo in regola» ANDREA FELTRINELLI

Un pasticcio che non conosce la parola fine, un groviglio burocratico in atto da mesi, un tira e molla tra gli uffici fatto di via libera concessi e poi ritirati, poi di nuovo assegnati e poi ancora in stand by. La storia infinita della moschea di via Genova, il luogo di preghiera che la comunità musulmana torinese vuole intitolare a Mohammad VI, re del Marocco, si arricchisce di un nuovo capitolo. La famigerata DIA (dichiarazione di inizio attività) tramutata in una variante è stata archiviata con esito negativo, una botta per l’associazione che sta cercando di trasformare l’ex cinema in un luogo di culto. La richiesta è stata prestata poi successivamente da parte della proprietà (e non più da parte dell’associazione culturale) per sanare le opere abusive attualmente in corso di istruttoria. Dagli uffici non esce una parola, il riserbo è totale, la questione, delicata,

BUROCRAZIA Il Comune avrebbe bocciato la Dia. E pende anche la richiesta di una sanatoria per abusi edilizi tocca la sensibilità di migliaia di fedeli e innescare tensioni non sembra il caso. Le voci di un rallentamento dell’iter con conseguente ritardo nella consegna dell’edificio non aiutano a creare un clima di distensione. La Lega Nord ha costruito una macchina da guerra per impedire la realizzazione della moschea, molto più di un cavallo di battaglia. Il ricorso al Tar ha avuto esito negativo, ma il Carroccio non si è mai arreso; e anzi sono pronti a sfoderare nuove armi. Proprio al capogruppo Fabrizio Ricca è giunta all’orecchio la voce del nuovo stop, miele per le sue orecchie e dei leghisti in Sala Rossa. Ma la cosa non è ufficiale. «Questo è quanto ci risulta sotto il profilo amministrativo, in attesa di incontrare il magistrato inquirente. Certo è che, se l’amministrazione comunale si fosse comportata in maniera più responsabile e nei confronti nostri e dei cittadini anche più corretta, si sarebbe potuto

INTOPPI Storia infinita per la moschea di via Genova che la comunità musulmana vuole intitolare a Mohammad VI

evitare tutto questo percorso giudiziale». «Inoltre - aggiunge - ci risulta che i lavori proseguano a spron battuto, con totale indifferenza per le normative, la sicurezza e il rispetto degli abitanti dei condomini limitrofi». Giungono le voci più disparate al riguardo, norme violate, regole applicate a metà, controlli sovente non sufficienti. «A noi risulta che gli operai stazionino in cortili in cui dovrebbero solo passare e si stiano già appropriando come padroni di casa di tutta la zona attorno alla futura moschea» dice Ricca. Ma dal versante opposto, quello delle associazioni, le notizie sono un po’ diverse. Intanto la moschea di via Genova servirà soltanto la zona Sud; Moncalieri, Nichelino e Torino, naturalmente, in un’area che più al confine di com’è non si potrebbe dato che il cartello che decreta la fine della città è proprio in direzione del portone che dà accesso esclusivo ai locali. «Sarà uno spazio che crescerà alla luce del sole, nel rispetto delle leggi e del vicinato», dice Mohamed El Yandouzi, fino a ieri presidente del Centro. El Yandouzi, a cui succede Abdelghani Rhalmi, ha curato i passaggi dell’operazione «benedetta» dal ministero per gli Affari Reli-

POLEMICA

«Sui fondi olimpici bloccati, Pd in malafede» «Esposito e Merlo o sono disinformati o sono in malafede». Così Agostino Ghiglia replica alle affermazioni dei parlamentari del Pd che lo hanno accusato di disinformazione a proposito della questione fondi olimpici. «Non vi è alcun problema legato ai revisori - ribadisce il vice coordinatore regionale del Pdl -. I fondi olimpici sono bloccati per colpa oggettiva del Comune di Torino e della Provincia che, a diversi mesi dall’approvazione della legge bipartisan che ha mantenuto in Piemonte i fondi di Torino 2006, non hanno nominato i commissari nella Fondazione bensì due tecnici i quali, ovviamente, non hanno potere decisionale». Ghiglia sottolinea poi di non avere alcuna intenzione, come suggerito da Stefano Esposito, di «fare campagna elettorale su questa vicenda». «Ma è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Se a fine anno rischieremo di perdere i fondi insiste il parlamentare del Popolo della libertà , non avendo neppure iniziato a impiegarli, la gravissima responsabilità sarà di due persone soltanto: Piero Fassino e Antonio Saitta». Sarebbe spettato al sindaco, infatti, formalizzare in tempi brevi la nomina dentro il consiglio di am-

I MONITI DELLA STORIA

Dalla bonaccia alla tempesta perfetta dalla prima pagina (...) L’Unione Europea è la cornice sbilenca di uno specchio rotto: mosaico di mezze volontà e di contrasti insuperati. Basti, per conferma, l’attuale presidenza, assegnata a Cipro, ovvero alla metà «greca» dell’isola, separata col filo spinato da quella sottoposta a sovranità della Turchia: Paese, questo, che fa parte della Nato ma non dell’Unione Europea e strizza l’occhio all’Iran, a sua volta tutelato dalla Russia, che per parte sua sostiene la Siria contro la Turchia. La «grande politica» è come l’ Uroboros: il serpente che si morde la coda. Si crede immortale ma a volte s’avvelena. Abbacinati dai fuochi artificiali della speculazione finanziaria fuori controllo, tanti europei rinunciano a sapere e a capire quanto avviene al di là del Mediterraneo, troppo a lungo considerato un immenso villaggio turistico con qualche rischio marginale. Credono persino alla fiaba della «primavera araba», che spiana la strada al fondamentalismo e costringerà i «moderati» a irrigidirsi per non perdere credito, potere, futuro. L’urgenza dell’Italia è tutta lì: riprendere a ragionare sulla propria storia, passata e futura. In quale Europa pensa di essere? In quale Europa vuole stare? Quanto deve pagare per la sua posizione geografica e per salvaguardare il proprio patrimonio di civiltà? Quanto per avere a Roma il Vicario di Cristo? Sono domande

giosi del Regno del Marocco. «Alla richiesta di sostegno economico il ministero ha risposto, dicendoci che nel bilancio 2012 si dovrebbero trovare i fondi. Noi siamo partiti con ciò che abbiamo raccolto tra la gente». In realtè di quattrini ne sono stati raccolti parecchi, circa 50mila euro solo per il compromesso e altri 80mila per i lavori di ristrutturazione, un anno di lavori, salvo imprevisti (che a quanto pare ci sono, eccome). La Lega però non si fida, soprattutto del Comune, con le appendici da romanzo sulla concessione dei permessi con gli annessi strascichi giudiziari: «Il nuovo capitolo della vicenda - dice Ricca - è sullo stesso stile dei precedenti: due pesi e due misure per una maggioranza molto più attenta a lasciare briglia sciolta ai musulmani, che dedita a fare il bene dei torinesi, visti solo come animali da soma da spremere. A tutto questo continueremo ad opporci attendendo che la giustizia faccia il suo corso».

che non trovano risposta nel differenziale fra i buoni del Tesoro nostrani e quelli tedeschi, né dalla riduzione delle spese, che sempre più assomiglia alla napoletana «ammuina» (tutto viene spostato a casaccio e tutto rimane come prima, moto perpetuo a somma zero). Meno ancora la risposta viene dall’aumento dell’emissione di titoli monetari da parte della BCE: un rimedio che evoca la decadenza dell’Impero romano, quando le monete di rame erano spacciate come fossero d’oro. Ma davvero per decidere che cosa fare di se stessi gli europei debbono aspettare che gli americani scelgano tra Obama e Romney? Senza l’immediato ritorno al primato della filosofia politica, alla grande bonaccia attuale seguirà l’uragano devastante. Un primo segnale viene dalla Libia, ove gli affiliati ad al-Qaeda hanno iniziato a distruggere i cimiteri di guerra italo-britannici: perché per gli integralisti la terra della comunità islamica va purificata da presenze aliene, sia vive sia morte. Torna attuale il monito dei Profughi di Parga, la città dell’Epiro nel 1819 cinicamente venduta da Londra ad Alì Pacha. Il loro dramma venne cantato da Giovanni Berchet: per sottrarsi alla prevedibile strage, gli abitanti fuggirono tutti, portando con sé anche le ossa degli antenati, dissotterrate prima che fossero profanate dagli invasori. L’orrendo supplizio di Gheddafi ha insegnato poco… Aldo A. Mola

ministrazione della Fondazione XX Marzo del suo uomo di fiducia. Ma ancora non è successo. Una dimenticanza che ha fatto infuriare Ghiglia, che l’ha duramente attaccato. «Se il sindaco c’è batta almeno un colpo - aveva detto l’esponente del Pdl -. L’immobilismo colpevole di Fassino, che da ben sei mesi non procede alla nomina politica del componente nel cda della

COLPA DI COMUNE E PROVINCIA Ghiglia (Pdl): «Non hanno nominato i commissari nella Fondazione XX Marzo, bensì tecnici senza potere decisionale» Fondazione XX marzo 2006, sta bloccando l’impiego dei fondi olimpici, rischiando di compromettere irreversibilmente la gestione dei preziosi beni ereditati da Torino2006». La mancata assegnazione della poltrona, infatti, blocca di fatto i lavori della Fondazione, limitandoli alla gestione dell’ordinario, e non consente di assumere decisioni sull’impiego dei fondi.

Dopo «Europa Cantat», ora tocca a MiTo Con «Europa Cantat» si conclude il primo periodo di iniziative culturali rivolte ai giovani. «Credo di poter esprimere grande soddisfazione, sia per l’interesse sia per l’afflusso di pubblico che le hanno accompagnate. Abbiamo pensato di costruire una proposta culturale anche per agosto, un’offerta varia e ricca per fare buona compagnia a chi rimane in città» ha commentato l’assessore alla cultura Maurizio Braccialarghe, parlando del risultato delle iniziative tra la primavera e il primo scorcio d’estate 2012. Parole di soddisfazione anche dal sindaco. «Sono particolarmente lieto del grande successo ottenuto da Europa Cantat - ha detto Piero Fassino : migliaia di giovani coristi di tutta Europa hanno potuto scoprire e conoscere Torino e ai torinesi è stato offerto un evento musicale di alta qualità. Un evento che conferma la vocazione musicale di Torino e il suo profilo di capitale di cultura». E a settembre si ricomincia: il 5 si inaugurerà la sesta edizione di MiTo Settembre Musica, uno dei più grandi festival musicali eu-

ropei che offrirà, come da tradizione, un calendario di ottima qualità. Al cartellone principale anche quest’anno verrà affiancato quello di MiTo, oltre un centinaio di proposte, tra concerti e appuntamenti, per incontrare la grande musica in tutte le Circoscrizioni torinesi. Il mese sarà caratterizzato anche da altre importanti rassegne. Dal 16 al 21, Torino ospiterà, per il quarto anno consecutivo, il Prix Italia, 64esima edizione del concorso internazionale per la radio, la televisione e il web, distinto anche da una mostra a Palazzo Madama: ospiti delle storiche sale in piazza Castello, i lavori del grande Robert Wilson, versatile artista americano che negli ultimi trent’anni si è affermato nel teatro come nella musica, nell’architettura come nel design. Un’occasione per affrontare il rapporto tra arte antica e contemporanea attraverso un viaggio dentro il tema del ritratto. Infine negli ultimi giorni di settembre, dal 26 al 30, ritornerà l’appuntamento con Torino Spiritualità, un’occasione per incontrare autorevoli protagoni-

sti del mondo culturale religioso e teologico con cui riflettere, in questa edizione, sul tema del sorriso.

IL GIORNALE NUOVO DEL PIEMONTE REG. TRIB. MILANO N. 649 DEL 13-10-1999 Euro 0,41 non vendibile separatamente da «il Giornale» Direttore Editoriale ALESSANDRO SALLUSTI Direttore Responsabile FULVIO BASTERIS EDITORE: POLO GRAFICO SPA Sede legale: Corso Italia, 25 - 12084 - MONDOVì (CN) Redazione: Via G. Agnelli, 3 12081 - BEINETTE (CN) AMMINISTRAZIONE:0171-39 22 11 UFF. ABBONAMENTI: 0171-39 22 25 Redazione: Corso Svizzera, 185 - 10149 - TORINO ECONOMIA: 011-55 96 261 PROVINCIA DI TORINO: 011-55 96 206 COMUNE DI TORINO: 011-55 96 235 CRONACA NERA: 011-55 96 217 STAMPA EDIZIONI TELETRASMESSE: NUOVA SEBE. S.P.A. - PADERNO DUGNANO (MI) – VIA PUECHER 3/5 TEL. 02 91080664 CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: POLO GRAFICO SPA: VIA G. Agnelli, 3 – BEINETTE (CN) TEL. 0171 392211 - FAX 0171 392212 SUB CONCESSIONARIA PER LA PROVINCIA DI TORINO: ARCUS MULTIMEDIA SRL VIA G. NEGRI, 4 – MILANO TEL. 02 72181 SUB CONCESSIONARIA PER LE PROVINCIA DI ALESSANDRIA: MFSTUDIOS di Matteo Forcherio VIA POLIGONIA, 77 – ALESSANDRIA TEL.0131 224060 - FAX 0131 224060 SUB CONCESSIONARIA PER LA PROVINCIA DI BIELLA E VERCELLI: IEB COMUNICAZIONE VIA MACCHIERALDO, 2 – BIELLA TEL.015 8555777 - FAX 015 8555727 SUB CONCESSIONARIA PER LE PROVINCE DI NOVARA E VCO: ATTIVA SRL C.SO CAVALLOTTI, 29 – NOVARA TEL.0321 612219 TARIFFA MODULO

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a

- zoom estate di Sandra Bardotti. Foto di Rennie Solis/Trunk Archive/Contrasto

fruttab a cogliere al volo: si va ir vacanza, tutte ijleota. Etu ttan< per fare un salto di qualitĂ . Grazie alle dritte di 6 trainer che conoscono tutti i sensi 11 desistenza.


C

e lo ripetiamo sempre: il vero anno nuovo inizia a settembre, non a gennaio. Dopo la pausa estiva tutto ricomincia, e ogni volta rientri nella vita normale sperando che capiti chissà che cosa di bello, sorprendente. E invece... Due o tre giorni, e ti ritrovi stressata come prima, se non peggio. Ma perché le vacanze non sortiscono l'effetto desiderato? Dov'è l'errore? Nel fatto che si ripongono le speranze in settembre: e invece è agosto il mese del cambiamento, è agosto l'occasione per fare il tagliando e poi ripartire con la giusta ottica in ogni aspetto della tua vita, iniziando da quella sentimentale fino a raggiungere la vita felice. Ecco quindi un corso tenuto per te da autorevoli saggi. Per semplificarti le cose, lo abbiamo diviso in teoria e pratica.

LA VITA SENTIMENTALE

Prendi lo slancio e diventa imprenditrice del tuo amore La teoria di Franco Bolelli, filosofo II suo ultimo libro è Giocate! (Add Editore). «La filosofia ci insegna che la vita si fonda sul senso dell'impresa, che significa saper avere una forte attitudine, uno slancio nei confronti del mondo che ci circonda, un continuo spirito di rinnovamento. L'innovazione è fatta di uomini e donne che nella loro esistenza quotidiana progettano, comunicano,


Ili amore: eliminawjoghi comuni. Investi. Rinno si slanciano, nutrono relazioni, diffondono calore In pratica, ora che hai tempo.. | Sono tanti gli strue generosità, espandendo in mille modi la vita. menti che ti possono aiutare: buoni libri, qualche E qual è una delle imprese più ambiziose e più musica ben scelta, la ricerca di luoghi solitali (anche appassionanti che possiamo creare, se non quella in città: una chiesa vuota, un piccolo museo). Tutto di una relazione sentimentale che si rinnova? ciò che favorendo la calma e il silenzio ti libera la L'amore è un gioco che non si dovrebbe mai testa dall'inquinamento accumulato nei mesi. smettere di giocare. Ma come si fa a tenere acceso il fuoco, a mantenere sempre viva la complicità? Innanzitutto facendo ordine, sbarazzati di alcune LA VITA FEMMINILE idee sbagliate sulle relazioni amorose: amore non deve essere bisogno di colmare una mancanza e di riempire un vuoto; non deve essere timore della solitudine e bisogno di rassicurazione; non deve mai significare "accontentarsi"; non deve essere impulso a fare diventare l'altro come tu vorresti I La teoria di Michela Marzano, filosofa che sia. Amore non è due metà che insieme Tra i suoi ultimi libri, Sii bella e stai zitta. Perché fanno un intero: due metà, due incompletezze, I | l'Italia di oggi offende le donne (Mondadori). «Darò fanno ancora metà, una incompletezza ancora un consiglio che non dovremmo scordare mai. Noi più grande. Dopodiché, avrai lo spirito giusto per | | donne non abbiamo ancora imparato a dire "No, puntare al costante rilancio». non sono d'accordo'.'Dobbiamo imparare a manifeIBHffinffiW!!ET!nT37f!IBIffi!!WI Non aspettare che I I stare il nostro punto di vista, anche se minoritario, e sia lui a muoversi. Investi. Lanciati. Costruisci la a non dipendere dallo sguardo e dal giudizio altrui. tua giornata esemplare attraverso 10-100-1.000 Dobbiamo capire che il nostro punto di vista vale gesti d'amore e affetto. E così avrai i numeri per | sempre la pena di essere espresso. Dobbiamo fare diventare una vera imprenditrice del tuo amore. le nostre scelte, anche se non sono allineate a quelle altrui. Per esempio, se il nostro partner ci propone la solita cena con persone che non ci sono simpatiche, LA VITA LIBERA I dobbiamo avere fiducia in noi stesse e dire "No, non ne ho voglia'.'È un passo importante per sviluppare la fiducia che abbiamo in noi stesse e anche per farci I prendere sul serio e ammirare dagli altri». La teorìa di vìto Mancuso, teologo | E il momento miII suo ultimo libro è Obbedìenza e libertà (Fazi Edi-1 gliore per allenarti a tirare fuori i tuoi no, con lui, tore). «Noi siamo corpo e ci dobbiamo occupare del con gli altri. C'è tempo per chiarirsi, per abituare chi corpo (diete, alimentazione, sport); noi siamo psiche ti sta vicino che puoi essere anche un'altra donna. I e ci dobbiamo occupare della psiche (amicizie, musi-1 ca, letture); noi siamo spirito e ci dobbiamo occupare anche dello spirito. Ma che cosa significa essere 1 LA VITA COSMICA spirito? Significa essere libertà. La vita spirituale è la cura della nostra libertà. Questa cura avviene principalmente attraverso il silenzio, il rientro in se stessi, | la calma della mente e del cuore».

77 senti debole? IAllenati a dire «No! No! No!»

Fai entrare il silenzio nella testa

\Stressata? Sposta Ila tua posizione I nell'universo

a scovare la fiducia in te stessa. Tirala!

I II suo ultimo libro è // cielo intorno a noi. Viaggio dalla Terra ai confini dell'ignoto per capire , il nostro posto nell'Universo (Dalai). «Viviamo


iresa: nell'era della scienza, della tecnologia. Eppure LA VITA DAWERO FELICE nelle nostre vite spesso ci comportiamo come se »«•"" I fossimo ancora fermi a secoli fa, al tempo in cui ^ si credeva che la Terra fosse al centro di tutto. Nel senso che ci sentiamo al centro dell'univer- -r _. so, come se tutto dovesse ruotare intorno a noi. — II che ci scatena manie di grandezza, e di conseguenza anche egoismo, ansie, paure irrazionali». H I La teoria di Gino Riqoldi, teologo II suo ultimo libro è lo cristiano come voi (Paoline Editoriale Libri). «Un momento di pausa te a guardare le stelle, sdraiata, con gli occhi che può essere usato per porti finalmente la gran- ! si perdono nel cielo. Quante volte lo avrai fatto. de domanda che lo stress del tran tran non ti Ma adesso fallo con una consapevolezza mirata, consente di farti: ma io sono realmente felice? pensando: io sono solo uno dei tanti elementi Non devi temere la risposta: perché ciascuno di dell'universo, è questo il bello. Ricordati delle ilnoi nel momento stesso in cui pensa con sinceluminanti stelle d'agosto, quando al ritorno dalle ; rità a chi è davvero, a cosa ha fatto, diventa già vacanze rientrerai nella tua vita di sempre: i tuoi : una persona migliore. Una persona più critica, errori, i tuoi difetti, per quanto ti possano appariobiettiva. Più consapevole della realtà. Ma non re grandi, sono minuscoli di fronte alle stelle. Tu essere autolesionista: questo momento di riflesnon sei al centro dell'universo. Per fortuna. sione su te stessa deve essere accompagnato da un atteggiamento positivo e propositivo verso il futuro. Cerca in te la visione costruttiva del | LA VITA LAVORATIVA tuo domani».

E ora affronta la domanda che non hai mai il compaio di farti

Stai cercando nuove risorse? Allora scoprile in te

grafia: non occorre scriverla, basta pensarla. Un capitolo al giorno. Ripercorri i momenti in cui non ti sei sentita felice e ascoltati, sinceramente, senza accusarti. E poi ripercorri anche i La teoria di Roger Abravanel, economista Il suo ultimo libro è Italia, cresci o esci! Meritocra-, momenti in cui ti sei sentita davvero felice, nel profondo: è forse ancora più importante. Così, zia e regole per dare un futuro ai giovani (Garzanti). «Una verità che è bene ricordarsi: le donne si ] quando inizierà settembre, ovvero il nuovo anno, avrai con te un'amica di cui potrai sem-1 realizzano non in quanto fidanzate, mogli, madri, pre fidarti: te stessa. ma soprattutto in quanto donne che lavorano. E del resto così riescono anche a essere fidanzate, mogli, madri migliori. Per questo consiglio a ogni donna . di coltivare nuovi interessi, di qualunque genere, i extraroutine lavorativa ed extrafamiglia. Il lavoro spesso ti porta a sviluppare solo una parte delle tue doti: scoprendo attitudini nascoste, puoi ampliare | È il metodo più semplice ed efficace per le tue potenzialità, anche a livello professionale». tenere alto il tasso di benessere fisico e | Ti puoi sbizzar-1 mentale che ti sei conquistata in agosto. I rire ad approfondire un hobby. O, meglio ancora, I Vuoi farlo in compagnia di scrittori come a metterti alla prova: non esistono cose che non [ Enrico Brizzi, Giuseppe Cederna, Davide sappiamo fare, dicono gli psicanalisti, esistono solLongo? Iscriviti alle 8 camminate speciali organizzate a settembre Gì tanto cose che crediamo di non sapere fare. Quindi: dal festival Torino Spiritual pensa a ciò che ti viene meno bene e quest'estate ] quest'anno dedicato al potere del sortisci" fallo! Buttati! Chissà che sorprese.

> per mantenere i benefici, cammina e sorridi

(dal 26 al 30/10, www.torinosBiNtualita?ori

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GP089712

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GIOVEDÌ 12 LUGLIO 2012

Anno XIV- Numero 164

Editore: Polo Grafico S.p.A.

Allegato a Il Giornale non vendibile separatamente

VITTORIA DEL CENTRODESTRA

IL PIEMONTE CORREGGE LA BOLKESTEIN

Grazie all’azione dell’assessore regionale William Casoni, trovata a Roma l’intesa tra Regioni, Ambulanti e Stato sulle nuove regole per i mercatali. Sono stati modificati tutti i punti che potevano penalizzare il piccolo commercio ISPETTORI NELLA SEDE DELLA PARTECIPATA

CENTENARIO

MARCELLO SOLERI E L’AUTOIRONICA «GOBBA LIBERALE»

Amiat nel mirino degli 007 di Monti Andrea Costa a pagina 4

di Giuseppe Fassino

Cent’anni fa, nel luglio 1912, Marcello Soleri diventava il più giovane sindaco nella storia di Cuneo. Iniziava così la carriera politica di una delle più belle figure della politica piemontese: un uomo in cui moralità personale, etica pubblica, competenza e senso dello Stato si fusero in sommo grado. Egli fu, con Luigi Einaudi, l’ultimo epigono di quella tradizione liberale piemontese - e cuneese in particolare - che affondava le sue radici in quell’Ottocento laico e risorgimentale che tanto aveva dato alla costruzione della nazione italiana. Un liberalismo intimo, radicato nell’antico culto della libertà individuale e collettiva e incarnato nell’autorevolezza delle istituzioni, tipico della terra subalpina. Un liberalismo antico che, in Soleri, era quasi un codice genetico. Nel 1924, poco dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti e la scissione aventiniana, Soleri rifletteva amaramente sul suo futuro politico, un futuro che - tramite qualche compromesso col nuovo regime - avrebbe potuto essere più che roseo, dati i suoi brillanti precedenti politici e governativi, ma che per un uomo della sua statura morale non aveva più sbocchi. «Sentii talvolta l’amarezza - scriveva in quei giorni -, che le mie opinioni politiche mi escludessero dal servizio del Paese proprio quando avrei potuto più utilmente servirlo, congiungendo energie di gioventù a una non comune esperienza dello Stato, oltre a una reputazione illibata e a qualche prestigio. Ma non c’era nulla da fare e non ho rimpianti. Solevo dire che non mi sentivo capace di portare la giacca a rovescio e che se avevo la ”gobba liberale” non potevo né tagliarmela né nasconderla. Ricordavo le parole di Martin Lutero alla Dieta di Worms: ”Non possiamo altrimenti; Dio ci assista e così sia”». La «gobba liberale», che in tempi in cui tutti gli ordinari valori politici erano sovvertiti poteva anche sembrare una malformazione, era per Marcello Soleri la sua ragione di vita. Una cultura, una moralità, un modo di essere - non solo politico - che non poteva essere messo a tacere per compiacere alcuno. Era il «non portare la giacca a rovescio», il non tradire il proprio essere, il non cadere nel compromesso. (...) segue a pagina 6

Marco Traverso a pagina 3

CUNEO/1

Egea, tariffa bonus per dare calore al sociale Zorgniotti a pagina 10

CUNEO/2

Promuovere un parco per rimettere in moto il lavoro in Granda a pagina 11

OSSERVATO SPECIALE L’azienda supera il test del governo ma restano le incognite dei crediti

NOVARA BANCHE

Abi, il Nord Ovest sempre protagonista Si è svolta ieri l’assemblea dell’Abi. Tra i nomi di prestigio del Comitato esecutivo spiccano il vertice del Consiglio di gestione di Ubi Banca Emilio Zanetti, quale vicepresidente, e il numero uno della Banca del Piemonte Camillo Venesio, nel ruolo di vice vicario. A Beppe Ghisolfi, presidente della Cassa di Risparmio di Fossano è stato rinnovato l’incarico di componente del Consiglio e del Comitato esecutivo. Alessandro Zorgniotti a pagina 9

SABATO E DOMENICA

Acrobazie e adrenalina in piazza con il «Torino Street Style» Sport di strada, acrobazie e adrenalina. Sabato e domenica piazza Castello, via Roma e piazzale Valdo Fusi si trasformeranno in un’arena sportiva per dar vita alla terza edizione di «Torino Street Style»: una due giorni di sfide, esibizioni, evoluzioni e acrobazie. Organizzata con il contributo di Eni e Vodafone, sponsor della manifestazione, e con Smat, sponsor tecnico, la manifestazione fa parte del programma di Torino Young City e permetterà ai giovani di conoscere e sperimentare

Fatti, e non parole. Come quelli concreti compiuti dall’assessore regionale al Commercio, Fiere, Parchi e Aree protette William Casoni, che ha gestito nel migliore dei modi la trattativa per l’approvazione dell’intesa sui criteri da applicare nelle procedure di selezione per l’assegnazione dei posti su area pubblica, in attuazione del decreto legislativo numero 59 del 2010, il cosiddetto decreto Bolkestein, relativo ai servizi nel mercato interno.

sport come frisbee, bmx, bike polo, street golf, ruota di rhon, skateboarding, vertical bike, street boulder. E in occasione del Torino Street Style verrà inaugurato lo Skate Spot di piazzale Valdo Fusi, progetto finanziato dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito di «+ Spazio + Tempo La tua città ripensa / progetta / inventa», voluto dall’Associazione Skateboarding Torino. Uno dei primi esempi di spazio urbano multifunzionale dedicato allo skateboarding, secondo in Europa e primo in Italia.

Morto il prefetto Giuseppe Amelio ALESSANDRIA. È morto ieri, in un incidente avvenuto tra l’una e le due di notte, il prefetto Giuseppe Adolfo Amelio, di 62 anni. A bordo della propria auto, una Y, sull’A21 Torino-Piacenza, nei pressi di Villafranca d’Asti, per cause in corso di accertamento, ha sbandato finendo fuori strada. Chiamati subito i soccorsi, Amelio è stato portato all’ospedale di Asti dove è morto intorno alle 6,10.

Il presidente Sozzani e l’elogio della sussidiarietà Manghera a pagina 13

BIELLA

Cinesi a Tollegno per studiare le rocce ibride a pagina 14

a pagina 15

A SETTEMBRE GP077112

A Torino Spiritualità si parlerà di «sorriso»

Sarà dedicata alla «Sapienza del sorriso» l’ottava edizione di Torino Spiritualità che si svolgerà dal 26 al 30 settembre. Ideato e diretto da Antonella Parigi, coordinato dal Circolo dei lettori e sostenuto da Regione, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione del Teatro Stabile Torino, Torino Spiritualità si propone come «spazio privilegiato di riflessione al riparo dalla frenesia del quotidiano». Per cinque giorni si susseguiranno lezioni, dialoghi, incontri e letture per cercare il significato profondo dell’esistenza e della contemporaneità attraverso il confronto tra le coscienze, lo scambio di fedi, l’incontro tra idee, culture e religioni provenienti da ogni parte del mondo. Oltre 100 gli appuntamenti in programma.


la Repubblica MERCOLEDÌ 29 AGOSTO 2012

TORINO

CRONACA

■ VI

Torino Spiritualità porta in piazza il “Coro dei lamenti” dei cittadini Una moderna litania laica con le voci degli autori VERA SCHIAVAZZI

Le lamentele dei torinesi

ONO arrivate a centinaia, con le cartoline imbucate al Circolo dei Lettori o con le mail (si può ancora scrivere a press@torinospiritualita. org). Sono i “mal di pancia”, più o meno taciuti, dei torinesi, che ora Torino Spiritualità porterà in piazza sotto forma di coro. Così, nell’ottava edizione della manifestazione ideata da Antonella Parigi e Gabriele Vacis e dedicata alla sapienza del sorriso nelle diverse religioni ci sarà anche la litania dei sem-

S

Non ci sono pasticcerie dietetiche

Sono un fumatore: perché non ci sono posacenere in centro?

I filippini sotto casa mia cucinano pesce fritto a tutte le ore

Non c'è nulla per ragazzi tra 11 e 16 anni; i corsi sono privati e costosi

In cinquanta saranno selezionati per salire sul palco e cantare guidati da musicisti plici cittadini: niente a che vedere con le penitenze o le lamentazioni in chiesa, ma un modo empirico — e si spera anche divertente — di ridere su se stessi e su ciò che non ci piace nella città che amiamo. In cinquanta saranno selezionati per salire sul palco e cantare i propri lamenti sotto la guida di un vero corista. «Mi lamento — ha scritto G. F, 52 anni — del fatto che

Il 3 è il tram più brutto mai progettato

Il sindaco è troppo magro

troppi torinesi si lamentano». E poi via di seguito, di tutto e di più, dal surreale al pragmatico, dallo sdegnato al politicamente corretto, e ovviamente anche il contrario: «Non è possibile che Torino sia ancora priva di un Hard Rock Cafè»; «Mi piacerebbero più aree wi-fi pubbliche»; «La movida... ma anche no!»; «A Torino c’è poco verde (sicuramente meno di quanto

I colori della città giallo e blu mi hanno stufato I costi dei parcheggi sono imbarazzanti I maschi a Torino sono noiosi, depressi e privi di fantasia

Sul pullman alcuni si scaccolano sul sedile

Il cibo take away è troppo caro

si dica)»; «Troppa polizia, esercito e vigili per le strade»; «Troppi semafori!». «Traffico, buche per le strade e mezzi pubblici fanno come sempre la parte del leone, ma anche l’acqua e le biciclette: poche panchine nei corsi e/o nelle piazzette»; «Il Po è troppo inquinato, così come l’aria!»; «Le piste ciclabili sono poche! More bike for life!»; «Eliminare la Ztl da Piazza

Solferino». E idee rivoluzionarie quanto improbabili, come «sostituire l’acqua dei toretti con birra o vodka». Non mancano i prolissi: «La mia unica, enorme, lamentela REALE — ha scritto Chiara — è nei confronti dei cassonetti della spazzatura (in realtà si tratta degli operatori ecologici): perché devono passare a svuotarli alle 6.45 del mattino? Perché sono così rumo-

I lamenti dei torinesi saranno cantati in piazza

I mugugni sono arrivati a centinaia e riguardano i temi più disparati, dal sindaco ai toretti rosi (specialmente quello del vetro)? perché passano tutti i giorni? Perché non possono passare un pochino dopo?». E l’immancabile: «E’ possibile che sono quasi 20 anni che va avanti un cantiere? In Giappone in un anno hanno ricostruito strade, ponti, case, a seguito del terremoto, ed a Torino non si riesce a concludere il passante ferroviario? Ho vissuto per 30 anni

in corso Principe Oddone, respirando terra per quasi 20 anni a seguito del cantiere del passante, poi per disperazione mi sono dovuta trasferire». Ma mi lamento ancora, s’intende. E i poeti? «Torino Torino,/terra di gironi,/ giri giri e all’inizio ti ritrovi,/ma se cambiar giro ti proponi/ perdi tempo e per niente ti consoli». Infine, il filone marino: chi vorrebbe le onde direttamente intorno alla Gran Madre, chi si accontenterebbe del mare «all’uscita del casello di Carmagnola» e chi chiede “soltanto” treni più veloci. Per Orlando Manfredi ci sarà molto lavoro da fare, compresa la traduzione di chi si è lamentato in dialetto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’intervista

La curiosità

Armando Bonaiuto, responsabile della programmazione

Accordo con Intesa Sanpaolo

“Nato come un gioco ora è un fiume in piena” «E’

COMINCIATO come un gioco, ed è diventato un fiume in piena: c’è chi scrive semplicemente per renderci partecipi della sua lamentela e chi si candida per venirle a cantare in piazza. Ora inizieremo a fare le prove. C’è anche un’aspirante corista di 9 anni…». Armando Buonaiuto, responsabile della programmazione di Torino Spiritualità racconta così l’origine dell’idea sul “Coro delle lamentele”, che si terrà sabato 29 settembre al Balon e in piazza Saluzzo e domenica 30 settembre in piazza Carignano. Come farete a “mettere in musica” un numero così vasto e disparato di argomenti? «Grazie all’aiuto di Orlando Manfredi, il leader del gruppo Duemanosinistra, e di altre associazioni come la Casa del Quartiere di San Salvario e il Baretti, che ci offriranno i locali per le prove. L’idea è di “cucire” tutto insieme in un unico canovaccio musicale, componendo una vera e propria partitura». Che cosa accade se qualcuno propone una lamentela scurrile, offensiva o razzista? «Ovviamente, ci riserviamo di decidere che cosa “mettere in scena” e che cosa no. Ma da quel che sta arrivando direi che il problema non si porrà molto spesso. Come in altre edizioni di Torino Spiritualità, per esempio con la cena collettiva, abbiamo voluto creare un momento per il nostro pubblico di partecipazione diretta, anche perché sap-

Abbonamenti Gtt si può pagare anche al bancomat

piamo che all’interno della manifestazione si crea sempre un clima di comunità». Ma il tema di quest’anno è il sorriso nelle religioni… perché allora invitare la gente a lamentarsi? «Perché anche l’autoironia sui propri mali è un modo, agrodolce, di sorridere. E i torinesi lo fanno abitualmente, anche se magari sostengono tutto e il contrario di tutto. Fondamentale è che resti almeno un pezzetto di sorriso, ed è per questo che il “coro” verrà guidato anche con l’aiuto di artisti professionisti». (v.sch.)

DDIO file alla posta, almeno per i 50mila studenti che dovranno rinnovare l'abbonamento del pullman. Da quest'anno sarà possibile ricaricare la tessera dei trasporti agli sportelli automatici Intesa Sanpaolo. La novità nasce da un accordo stipulato tra Gtt e la banca, che ha messo a disposizione i suoi 7200 sportelli su tutto il territorio nazionale. Il servizio è già attivo da inizio agosto: soltanto il primo giorno sono stati incassati 10mila euro in abbonamenti. Ma ora, assicurano dall'azienda, con il rientro dalle vacanze entrerà nel vivo. Non è necessario avere un conto corrente della banca, basta una qualsiasi carta bancomat, carta di credito o carta prepagata. L'unica pecca è la commissione: 1,50 euro; cinquanta centesimi in più rispetto a quella pagata postale. Niente a che vedere, comunque, con la stangata che quest'anno ha colpito gli studenti, costretti a rinunciare allo sconto del 33 per cento sul costo dell'abbonamento, assicurato negli anni scorsi dalla Regione Piemonte grazie ai fondi del ministero dell'Ambiente. Il nuovo servizio di Gtt fa il paio con l'e-commerce già esistente, che permette di acquistare gli abbonamenti online. È già stato sperimentato in altre città: Milano e Bologna in testa. E nulla vieta – fanno sapere da corso Turati – che prossimamente possa essere esteso agli sportelli automatici di altri istituti di credito. (g.guc.)

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L’IDEA

Armando Bonaiuto responsabile del programma di Torino Spiritualità spiega come è nata l’idea

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A mettere tutto in musica ci aiuta Orlando Manfredi: sarà un’autentica partitura”

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LA STAMPA GIOVEDÌ 2 AGOSTO 2012

La storia LETIZIA TORTELLO

S

e solo ci fosse un luogo, un Hyde Park qualunque come quello nato a Londra 150 anni fa e frequentato ancora oggi, per dare sfogo ai borbottii dei cittadini, ci sarebbe di certo un gran via vai di gente. Si potrebbe anche fare come i francesi del 1789: istituire dei «cahiers de doléance», quadernetti pubblici su cui annotare le proprie lamentele da indirizzare al sindaco. A fare la radiografia dello stato d’animo dei torinesi ci ha pensato Torino Spiritualità. Con un’iniziativa che ha radici lontane, diventata una moda nelle maggiori capitali europee: l’angolo delle lamentele. Il festival di settembre ha lanciato un appello a chiunque abbia qualche motivo di scontento: «cittadini, lagnatevi» è il succo del progetto. Cedete senza indugio al rito catartico della doglianza. Il Circolo dei Lettori ha invitato a sfogare la propria irritazione per le piccole scaramucce quotidiane via Facebook o via la mail a lamentele@torinospiritualita.org o con il buon vecchio metodo della cartolina anonima (da imbucare nel salotto letterario di via Bogino, chiuso da ieri

“Cittadini lamentatevi, canterete in strada le vostre proteste” Dal XIV secolo Controletasse

Il coro di Amburgo ! La lamentela pubblica

Si gorgheggia di rabbia in tutto il mondo In molte città del mondo è diventata una moda ritrovarsi con cadenza regolare in un determinato luogo e cantando dichiarare i malesseri civici che affliggono gli abitanti

Le lamentele più frequenti Centimetri - LA STAMPA

fino al 27 agosto) o alla Casa del Quartiere di San Salvario. Colti sul vivo, i torinesi non si sono fatti attendere. In pochi giorni sono arrivate già un centinaio di proteste. Legate, neanche a dirlo, ai talloni d’Achille della nostra città. Nella top ten dei brontolii ci sono indiscutibilmente i bus. Quelli «lumaca», che «aspetti per minuti e non arrivano mai, come il 66», denuncia ad esempio Emanuela Basso. O «il 18: ne giungono due uno dietro l’altro e poi quello dopo bisogna aspettarlo venti minuti», scrive un altro, che vuole rimanere anonimo. E se nel cliché del cittadino nervoso ci sono prima di tutto i mezzi di trasporto, l’altro motivo di rimostranze è il costo dei parcheggi, che «dovrebbe essere ridotto», e la viabilità con la Ztl, «un sacrificio inutile».

Cronaca di Torino .51

L’ufficio reclami è un coro di Torino Spiritualità

ISTRUZIONI PER L’USO

Inviare le segnalazioni per telefono, sul web oppure in cartolina

.

che arrivano 1 Iinbusritardo

movida, 6 Meno più vita

centri commerciali, 2 Meno più negozi di quartiere

libero 7 Wifi nelle aree pubbliche

aperti la sera 3 Negozi e in pausa pranzo

gratis 8 Parcheggio per chi lavora in centro

ciclabili 4 Lesonopistepoche e mal fatte

sono poche 9 Cipanchine

in periferia 5 Lesonostrade dissestate

Una vera e propria querelle è nata tra i fan delle quattro ruote, per cui i ciclisti rappresentano un pericoloso ingombro sulle strade, e il popolo dei pedali, sempre scontenti delle «pochis-

commercianti che non 10 Ifanno mai lo scontrino

sime piste ciclabili», dei parcheggi abusivi delle auto sulle corsie a loro riservate, dei pochi stalli per legare il loro mezzo di trasporto preferito in strada. C’è anche chi invoca «par-

cheggi gratis per chi lavora in centro». Chi, come Silvana Crivellini e molti altri, implora i commercianti di dilatare l’orario di apertura dei negozi «di quartiere. Stop ai centri commerciali ovunque, non ne possiamo più», e tenere su le serrande in pausa pranzo o fino alla sera tardi. Anche la tanto deprecata movida è nel bersaglio di alcuni cittadini, stanchi di non chiudere occhio. Un’antologia di lamentele riguarda, poi, la popò dei cani, che infestano i marciapiedi sotto casa e nessuno ripulisce. Barbara Goria (nella statistica, a lamentarsi sono più donne che uomini) confessa che le si stringe il cuore per il degrado dell’area degli ex mercati generali, «così splendidamente riconvertiti per le Olimpiadi e ora lasciati al degrado e alla mercè dei vandali. Chissà quanti soldi sprecati...». La lamentela non vuole esse-

ha radici antiche. I cahiers de doléances erano registri in cui le assemblee incaricate di eleggere i deputati agli Stati Generali del 1789 annotavano critiche e lagnanze della popolazione. Le richieste più frequenti riguardavano l’abolizione delle decime ecclesiastiche e dei privilegi signorili. L’uso dei cahiers risale in realtà al XIV secolo. I più famosi, però, furono quelli che diedero poi origine alla Rivoluzione francese. Qui, borghesia e contadini lamentavano i privilegi finanziari degli altri due stati.

re una sterile rimostranza. Il 29 e 30 settembre, per le strade della città, il dossier diventerà un coro cantato in musica dagli stessi cittadini. Come è avvenuto a Helsinki, Hong Kong, Filadelfia, Melbourne, Buenos Aires, il Cairo, Basilea e in Italia Firenze e Milano. Lo sfogo da solitario diventa spazio pubblico, sulla scia del progetto lanciato da due giovani artisti finlandesi, Kalleinen e Oliver Koochta-Kalleineni, che lo stanno esportando fuori dai confini nazionali. Sarà senz’altro l’appuntamento più curioso di Torino Spiritualità, in programma dal 26 del mese prossimo. Purchè non accada ciò che scriveva Calvino nel Barone Rampante, cioè che i quaderni «delle lagnanze e della contentezza» restino inascoltati, come nel paese di Ombrosa, perchè non v’era assemblea pubblica capace di assecondare le lamentele dei cittadini.

In breve Protesi mammarie

Altra azienda francese denunciata per lesioni Una quarantenne torinese ha sporto denuncia per lesioni contro una seconda azienda francese produttrice di protesi mammarie al silicone: si tratta della Sebbin Laboratoires di Boissy-L’Aillerie. La signora si era sottoposta a mastoplastica nel 2007 e le erano state applicate due protesi di quella casa che a distanza di cinque anni sono parzialmente collassate. E ciò che più ha preoccupato i medici è stato l’aver rilevato la presenza di linfonodi ascellari intrisi di silicone. Guariniello, che già indaga su 70 casi torinesi di impianti di protesi mammarie Pip, ha disposto accertamenti anche sulla catena commerciale di questa seconda azienda.

Città della Salute

Regione-Università accordo raggiunto Il presidente della Regione, Cota, l’assessore Regionale alla Sanità, Monferino e il rettore dell’Università di Torino, Pelizzetti, hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta che recepisce l’accordo preliminare al Protocollo d’Intesa sulla Città della salute e della Scienza.

Collegno

Si suicida sotto il treno Convogli bloccati La linea ferroviaria internazionale Torino-Modane è rimasta chiusa ieri tra le 13 e le 15, a causa del suicidio di un anziano di 76 anni, F.B., che si è buttato sul primo binario della stazione di Collegno al passaggio del regionale Susa-Torino.

Rapina

Minaccia e rifila pugno ad un assicuratore In via Cardinal Massaia 2D alle 13,45 di ieri un uomo, dopo aver puntato un oggetto contundente alla schiena di un dipendente della Toro Assicurazione e averlo colpito con un pugno, ha rapinato 5000 euro.

In via Magenta

Scippano borsa: dentro 34 mila euro Una trentenne è stata scippata in via Magenta angolo corso Re Umberto nella prima mattinata dell’altro ieri da due uomini, poi fuggiti a bordo di uno scooter. Nella borsa erano custoditi 34.000 euro, incasso di un’agenzia di viaggi.


Impara È un'attitudine che va coltivata. Farlo consapevolmente significa accettare se stessi, difetti compresi. Affrontare le difficoltà con slancio vitale. Due filosofi (e un cantautore) spiegano come di Diana de Marsanich

U

n giorno senza un sorriso è un giorno perso". La celebre frase di Charlie Chaplin, indimenticabile attore del cinema muto, racchiude tutta la potenza di questa semplice attitudine che non riguarda la dimensione del vivere in maniera spensierata ma la capacità di far diventare sorridenti le cose che abitualmente non lo sono. Come spiega il filosofo Franco Bolelli, autore insieme al cantante Jovanotti del libro Viva tutto (Add editore): «II sorriso è un'attitudine che hanno certe persone nei confronti della vita. Sorridono per il fatto di essere vive, sorridono perché se stanno a contemplare i problemi, le disgrazie, i disastri che possono piombare loro addosso, di passi avanti non ne fanno. Il sorriso, per loro, non è il rifugio dai mali del mondo, ma è il modo migliore per affrontare i mali del mondo. Infatti è proprio quando bisogna 'nuotare controcorrente' e affrontare situazioni complicate che un'attitudine sorridente aiuta cento volte di più». Esistono però diversi tipi di sorriso. «C'è quello inconsapevole di chi vuole attraversare la vita senza porsi nessuna domanda e c'è quello consapevole di chi


a sorridere cerca di farsi coraggio per affrontare le situazioni difficili, cercando di vedere il lato positivo delle cose. Il sorriso, infatti, è l'immagine esterna di una capacità interna di trovare la forza per reagire e le risorse per affrontare i problemi. Ricordiamolo, le difficoltà le incontriamo tutti, la differenza sta nel modo in cui ciascuno di noi le affronta» sottolinea la filosofa Michela Marzano, autrice del libro Avere fiducia (Mondadori).

percorso di crescita che comporta anche notevoli sforzi: i bambini devono sapere che la vita può essere fantastica e piena di opportunità ma nello stesso tempo questo non significa pensare che tutto sia bello o buono perché non lo è nella maniera più assoluta» conclude Bolelli.

Fare buon viso a cattiva sorte? Non serve Per acquisire il sorriso consapevole, porsi obiettivi pratici però non aiuta. «Quando ci poniamo degli obiettivi, reagiamo sulla base della forza di volontà. E Un talento che va coltivato la forza di volontà non porta a sorridere, ma al limite Rispondere alle difficoltà della vita con il sorriso sulle labbra non è un'attitudine innata. «Dipende dalla capa- a una terza categoria di sorriso che è quello forzato» cità di accettazione di se stessi e di quello che si è. Per continua la Marzano. «L'unico fine utile che possiamo porci è di entrare in contatto con noi stessi per questo la si acquisisce dopo un periodo di serietà e interviene dopo aver raggiunto la consapevolezza che perseguire l'obiettivo di autenticità, quello che ci non si può sempre essere perfetti, che ci sono cose che permette di sorridere ma anche di smettere di farlo. Nei momenti difficili come la perdita di una persona non possiamo governare e che la fragilità caratterizza cara, la fine di una relazione sentimentale o l'imposognuno di noi» continua a spiegare la Marzano. «Il sorriso più potente, infatti, è quello che nasce dalla sibilità di trovare un lavoro, il sorriso sarebbe fuori posto. Vivere significa anche accettare momenti in cui capacità di prendersi responsabilità e di affrontare le al posto del sorriso possono esserci lacrime e tristezze. difficoltà con un'attitudine forte e vitale. Quella che ci fa dire: "Questo è il gioco e io me la devo giocare, nel Il sorriso consapevole infatti non è quello di chi pensa che ce la deve fare e andare avanti a qualunque costo, bene o nel male " spiega ancora Bolelli, che nel libro Giocate (Add editore), invita adulti e bambini a mettersi ma quello della persona che sa che tante cose non in gioco per affrontare la vita senza dipenderanno da lei. È quello di paure. «Educare i bambini a sorriIL FESTIVAL DEL SORRISO chi sa anche lasciare la presa e farsi Dal 26 al 30 settembre, Torino ospita dere significa insegnare loro che la stupire dalle cose che accadono» cinque giorni di incontri, dialoghi e dimensione del gioco, del sorriso, conclude la Marzano. Ricordialetture legate al tema del sorriso e della gioia e della vitalità è inscinmoci che la vita è fatta di fasi che della sapienza. In cartellone più di dibile dalla capacità e necessità di si alternano. E, talvolta, bisogna 100 appuntamenti con filosofi, come prendersi delle responsabilità. Come proprio smettere di sorridere per Franco Bolelli e Michela Marzano, il talento, infatti, il sorriso va alletrovare la forza per battersi... E scrittori, artisti e scienziati chiamati a nato quotidianamente perché è un indagare sull'argomento. Info e proritrovare il sorriso. * gramma: www.torinospiritualita.org


VISIONI

Arturo Paoli, ex missionario, religioso: il 30 novembre compirà 100 anni.

ABSTRACT ARTE TABÙ LIBRI SGUARDI

Cent’anni di sollecitudine verso gli emarginati, l’esortazione ad «amorizzare» il mondo, la crisi della Chiesa... Così parla Arturo Paoli, religioso scomodo. di Stefania Berbenni

Marco Calcinaro

C

Gli ultimi sono già i primi

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he soffi vento bugiardo o che l’aria sia pigra per il caldo, la chiesa a Pieve Santo Stefano si riempie ogni domenica mattina, alle 10.30. Salgono la collina appoggiata a Lucca le auto, ne escono cattolici, laici, curiosi, ragazzi, donne, perché a officiare la messa c’è Arturo Paoli, le ossa invecchiate piegate da fargli toccare col mento lo sterno. Ma, quando comincia a parlare, i 100 anni che l’anagrafe gli ha messo addosso (il 30 novembre) si sbriciolano. La voce è forte. Gli occhi non conoscono opacità senile. E le parole hanno il sale dentro, pizzicano le parti escoriate mentre danno sapore al vivere. Ha scritto 50 libri, ha speso la sua vita dando: in Argentina, Venezuela, Brasile, Italia (anche in politica, nell’Azione cattolica). È Giusto fra le nazioni per avere salvato centinaia di ebrei. Religioso, presbitero, fa parte della Congregazione dei piccoli fratelli del Vangelo. La pazienza del nulla è il suo ultimo libro, una ristampa dell’esperienza nel deserto vissuta quando aveva poco 5 settembre 2012 | Panorama 111

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Bio

ABSTRACT

più di 40 anni: 13 mesi fra le dune, 600 chilometri percorsi e molte domande. Con una sola risposta: «Gesù, il mio amico». Non bisogna avere fede per sentire l’onda d’urto sollevata da Paoli. Per entrare in crisi pensando ai suoi 100 anni di sollecitudine (parafrasando Gabriel García Márquez) spesi ad aiutare giovani, minatori, prostitute, perseguitati politici, scarti umani del mondo consumista. Un religioso molto amato dai laici, non sempre dalla Chiesa. Nel 2002, anno di debutto dell’euro, Arturo Paoli fu invitato a una tavola rotonda sul tema. Si presentò con un’ostia non consacrata: «In una mano avevo l’ostia, nell’altra 1 euro. Dissi: vedete, è rotonda, è uguale, solo che questa pretende di infondere la vita vera mentre questo infonde un progetto di arricchimento e quindi di dipendenza. Oggi c’è lo strapotere della finanza e il capitalismo è una statua con i piedi di terracotta. È un’idolatria fine a se stessa che non ha come meta l’esistenza umana».

Lucca. Ricordo una piccola via che si snodava da piazza San Michele e pareva splendente di oro (era rame in realtà): sparì perché si dimostrò che il rame avvelenava mentre il suo sostituto alluminio era innocuo. In quel tempo amavo molto una ragazza: facemmo tanti sogni. La tisi, endemica allora, la portò via con violenza. Era un’anima musicale, ho imparato da lei cosa significa essere in armonia. Tutti questi avvenimenti sboccarono nella scelta del sacerdozio dopo la mia laurea in lettere.

Il punto è sempre lo stesso: qual è il fine della vita? È di crescere nell’amore o in altri valori? Neppure gli uomini di Chiesa sanno vincere il nostro egoismo endemico, anzi, né ciò che il mondo greco chiamava «hy’bris» e i cristiani colpa originale. Ricordo un intervento di Emmanuel Levinas, studioso e filosofo ebreo, a un convegno gli chiesero di parlare di Gesù: «Sono tornato a leggere Isaia… e ho scoperto che Gesù sceglie l’estremo dell’abiezione, si fa sputare in faccia, disprezzare, per contrapporsi al superumanismo, all’hy’bris». Capisce? Continua ad amare anche nel disprezzo.

Quali?

Discorso complicato...

Lei stesso ebbe una crisi di fede. Il deserto la guarì.

Gettyimages; Ansa

Ci arrivai tardi, dopo una vita già intensa di impegno religioso, culturale, politico. Mi ero fatto sacerdote dopo la morte precoce di mia madre (io avevo 20 anni), donna di interessi politico-patriottici. Quasi contemporaneamente altre vicende di tipo economico colpirono la mia famiglia: mio padre dirigeva un piccolo laboratorio artigiano; la grande industria colpì molti artigiani, così frequenti a

E il deserto?

Non l’ho cercato, mi è venuto incontro attraverso la conoscenza dei Piccoli fratelli. Fui accettato malgrado la mia età avanzata e sebbene fossi troppo intellettuale per la semplicità della congregazione; mi accolsero per le mie idee e così feci il percorso del deserto. Nel libro scrive che il deserto è necessario.

La religione che ci insegnano da giovani è piena di concetti, idee, dogmi e così, con l’età, la si abbandona. C’è anche chi riesce a vivere da subito senza religione, ma prima o poi le domande si presentano. All’inizio il deserto fu per me come una liberazione, avevo sofferto quasi l’eccesso di impegni. La vita troppo intensa non mi aveva dato il tempo di riflettere. Però, dopo pochi giorni, questo nulla mi aveva come portato via l’identità. Sparita la mia ragione di vivere. Praticamente vuoto perché si era dissolto il motivo fondante del mio sacerdozio e del mio vivere: la fede. Chi sono io?, mi ripetevo. Ma lei era uomo di fede. Anche un laico viene spogliato di sé nel deserto?

Direi di sì, se viene meno la sua ragione di vivere: un grande amore, gli affari che precipitano, un lutto violento, la perdita del lavoro. Come colmare questo vuoto? «Il deserto è il tempo in cui si sperimenta la morte» scrive.

Lo svuotamento. Il nulla, per l’appunto. Occorre silenzio. Il ricco si lamenta delle sue malattie, dei contrattempi, ma non si interroga sulla propria esistenza. Il non abbiente si misura con la fatica del vivere. Si scopre che il deserto non è solo un luogo ma la morte di progetti e speranze. La Chiesa ci ha sempre trattati da bambini, ci dà il catechismo, la fede, i dogmi da seguire. Occorre una grande riforma. Bisogna cambiare il metodo. C’è stato una specie di eccesso di razionalizzazione della fede mentre il Cristianesimo di Gesù è semplice: «Fa’ questo e vivrai. Ama il prossimo tuo». Sento che quello che Gesù vuole è che ci si interroghi sul senso dell’esistenza.

La Chiesa ci ha sempre trattati da bambini. Ci dà il catechismo, i dogmi 112 Panorama

Arturo Paoli appartiene alla Congregazione dei piccoli fratelli del Vangelo fondata da Charles de Foucauld; è Giusto

Ma se uno è laico, come la mettiamo?

Spesso una persona lascia la fede perché non ne trova il senso. Invece ci si può domandare

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fra le nazioni per avere salvato molti ebrei. Ha avuto ruoli di primo piano nell’Azione cattolica nel dopoguerra; è stato missionario in Argentina,Venezuela, Brasile.

Ha aiutato minatori, prostitute, poveri. Ha sempre unito la sua forte fede alla passione politica: si è sempre schierato dalla parte dei

perseguitati. Nel 2006 l’allora presidente Carlo Azeglio Ciampi gli ha conferito la medaglia d’oro al valor civile (foto). Intellettuale finissimo, studioso, ha scritto una cinquantina di

libri tradotti in quattro lingue. L’ultimo è «La pazienza del nulla», editore Chiarelettere.

profondamente il perché del vivere. Per esempio, Norberto Bobbio, che si dichiarava non credente, aveva su di sé uno sguardo molto acuto, profondo. Implicitamente ha raccolto un invito di Dio. Una grande riforma, diceva. Come vede la Chiesa di oggi?

Meglio non parlarne. È in grande decadenza. Può essere una transizione perché, ricordiamocelo, è guidata dallo Spirito santo. In fondo, non ha mai portato alla luce la vera ragione d’essere di Gesù che è amorizzare il mondo.

La forza del nulla e del silenzio per capire e capirsi

Folla domenicale La chiesa (e la casa annessa) di San Martino Vignale a Pieve Santo Stefano, frazione di Lucca, è uno dei centri dei Piccoli fratelli del Vangelo. Il loro primo comandamento è vivere concretamente il messaggio di Gesù attraverso le relazioni, la solidarietà, le scelte quotidiane, la preghiera. Esistono diverse comunità in Italia e nel mondo chiamate «fraternità» (www.piccolifratellidigesu.it).

«Amorizzare»? Un neologismo.

La Chiesa dovrebbe occuparsi di quelli che non contano, invece anche lì ha vinto l’hy’bris, ha prima di tutto accontentato l’uomo intelligente. Ha ecceduto in teoria mentre avrebbe dovuto mettere in pratica il vero progetto del fondatore. Però interviene su molti aspetti del quotidiano, dalle coppie di fatto al sesso.

È molto attenta a questo mentre le sfugge di mano l’essenziale che è la carità. Arriverà l’annunciato «papa nero»?

Non mi aspetto nulla.

E come vive il suo ultimo tratto?

Sono sempre alla ricerca di quello che può piacere al mio Amico. Credo perdutamente in questa amicizia: ho capito che non servono a nulla intelligenza, cultura, studi. Gesù non vuole che la religione diventi teoria. Io sono posseduto da Gesù e la mia unica paura è di non sapere riportare la sua parola. Ogni domenica però la sua chiesa si riempie. Cosa cerca la gente che viene da ogni dove?

Non penso mai di parlare agli altri per convincerli. Cerco di riportare la mia esperienza di fede. Gesù non è una parola. Gesù è trovato da chi cerca di fare propria la parola di Dio. Come vedono il presente i suoi occhi centenari?

Superficiale. Il consumismo ti occupa la vita in tutti i modi. «Non chiederti altro, prendi quello che ti mettiamo nelle mani» sembra dirci. Un presente arido. C’è un fumo, una specie di cortina protettiva. La Chiesa ha sempre aggredito le teorie contro la fede ma non è stata così aggressiva sulle teorie contro l’uomo. Si rende conto come ci hanno ridotti in questi ultimi 20 anni, spesso per proteggere interessi di singoli o di pochi? Ci aiuti a capire, per favore.

Vorrei sentire dire «Proletari di tutto il mondo unitevi», è il più bel grido che si possa udire e che possa rappresentare la protesta in un momento di crisi come questo. Unitevi e sarete più forti.

13 mesi nel deserto Un libro agile (112 pagine) formato mignon, grande però per densità, profondità, piacevolezza della lettura. Non occorre essere credenti per apprezzare «La pazienza del nulla» (Chiarelettere, 8 euro). Vi è narrata l’esperienza di Arturo Paoli nel deserto del Sahara: 13 mesi di solitudine e di viaggio nel nulla.

La vocazione Dopo un pellegrinaggio in Terra santa, Charles de Foucauld (foto sopra) sente la vocazione. È ordinato sacerdote a 43 anni; si reca poi nel deserto algerino,

dove definisce una serie di regole sulla vita religiosa, centrata su meditazione, preghiera, silenzio, condivisione, fraternità, pauperismo.

15 settembre 2012 | Panorama 113

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ABSTRACT

Un festival di spirito Cinque giorni per riflettere sulla «Sapienza del sorriso»: questo il tema che la rassegna Torino spiritualità mette al centro degli oltre 100 incontri con scrittori

e intellettuali da tutto il mondo previsti dal 26 al 30 settembre. Fra gli altri: Enzo Bianchi, George Steiner e Aharon Appelfeld, Henry Quinson, Ignazio Marino (www. torinospiritualita.org).

Suona molto da socialismo cattolico.

Bisogna uscire dal proprio egoismo. E non parliamo dei nostri politici… Parliamone, invece.

Sono degli impiegati che non hanno come priorità il bene comune. Sono come svuotati dalla missione, dal loro compito fondamentale. Spesso divisi, votano solo all’unanimità le leggi riguardanti i loro soldi. Nessuno che si alzi e dica: «Ma ce li meritiamo tutti questi privilegi?». La politica è una scienza, è una dottrina, è una specie di filosofia che oggi è sparita. E allora cosa resta? Resta la pratica di come usare il sistema economico a proprio vantaggio. Quel che oggi sento è che non si parte dall’uomo, dai suoi bisogni. I giovani arrancano, sono sfiduciati. Cinici anche nei sentimenti e nel rapporto di coppia.

Il problema è la febbre sessuale che ha coinvolto le donne. Genera squilibrio. Già c’è l’uomo… Senza contare che, quando nascono problemi, raramente se ne parla pacificamente: «Perché hai fatto questo?»... Non si può però andare tutti nel deserto per capire come comportarsi.

Certo, ma ci si può domandare: «Che ci sto a fare al mondo?». Perbacco, devi amorizzare il mondo, lo puoi rendere peggiore facendo il comodaccio tuo oppure contribuire a migliorarlo. Lei lo ha migliorato sicuramente. Fra i tanti episodi, quali le sono rimasti incisi?

Un giorno venne da noi una coppia di sposi ebrei. Lei era prossima al parto, riuscimmo a ospitarla presso delle suore. Restava da decidere come sistemare lui. Sembra il presepe anno 1943…

… La nostra residenza era al terzo piano, dalla finestra si vedeva il grande cortile. All’improvviso vedemmo arrivare le Ss, lo sposo mi raccontò che gli avrei detto: non avere paura, io ti salverò con la mia vita. Non credo di avere pronunziato queste parole, o almeno non ricordo. Lo nascondemmo dietro una porta a muro in una stanza zeppa di rifiuti e vecchi giornali. Uno delle Ss stava per scoprirlo ma fu richiamato da un collega. Andò bene.

Milestone Media

Aiutò anche molte prostitute.

In Argentina, vivevamo in una favela e molto vicino a noi c’era una zona con tanto di cartello messo dalla polizia che invitava a non entrare. Un giorno venne una ragazza, una delle tante illusasi di fare cinema e invece finita a prostituirsi. Parlammo molto: mi colpì quello che mi disse, e cioè che gli uomini non cercavano solo piacere, volevano vendicarsi. Gli atti erano una specie di vendetta sul mondo delle donne. 114 Panorama

Il capitalismo è una statua con i piedi di terracotta Il deserto l’ha obbligata a spogliarsi di sé. Ora, con la crisi, si parla molto di rivedere la scala dei valori. Una nuova sobrietà.

La civiltà occidentale è costruita sul mettere. Il messaggio è: prendete. Pensi a quanta gente va al supermercato per comperare pane e pasta e poi riempie il carrello di altro. E questo è lo spreco, legge attuale. Togliere è un atto volontario. È la vita stessa che toglie quello che non è profondo, che è superfluo. Che cosa ci verrà incontro?

Tante letture Arturo Paoli nella sua casa adiacente la chiesa, sulle colline di Lucca.

La morte...

Un cristiano vive pensando che alla fine ci sarà un rendiconto. E gli altri?

Comprendere che le scelte possono pesare negativamente o positivamente. E che comunque amorizzare crea nella persona gioia e senso del vivere. N

| 5 settembre 2012

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la Repubblica

LA CRISI ECOMICA CRONACA

GIOVEDÌ 30 AGOSTO 2012

TORINO

■ III

Si riunisce la giunta dopo la pausa di agosto: ecco il calendario delle questioni più urgenti da affrontare

La spending review dovrà garantire un risparmio di 14 milioni nell’anno corrente e di 56 milioni nel 2013

IL DOSSIER. Le scadenze dell’amministrazione comunale

La ripresa

Il sindaco sprona gli assessori “Sarà una galoppata frenetica” DIEGO LONGHIN

S

ARÀ una «galoppata frenetica». Così Piero Fassino si è rivolto agli assessori e ai collaboratori via sms per dare la carica in vista del rientro dalle ferie e della ripresa dell’attività. Ieri prima riunione della giunta, rapida, ma il sindaco ha voluto rimarcare il concetto con gli assessori presenti. Le questioni da affrontare sono diverse, ad iniziare dal bilancio, su cui bisogna mettersi subito a lavorare per risparmiare non solo i 14 milioni imposti dalla spending review sul 2012, ma altri 56 milioni di mancati trasferimenti per l’anno prossimo. Altra sforbiciata che deriva dalla revisione della spesa decisa dal governo Monti. «Non possiamo aspettare gennaio per elaborare il bilancio, ma metterci a lavorare fin da subito sui conti», avrebbe detto il sindaco Fassino. 56 milioni è una cifra importante, ennesima riduzione nell’arco degli ultimi 24 mesi. L’unico dato positivo? Il gettito Imu che nel 2013 potrebbe rimanere tutto nelle casse dei Comuni. Insomma, un parziale ristoro. Fondamentale, per far tornare le cifre, evitare brutte sorprese e centrare l’obiettivo di rientrare nel patto di stabilità, è il piano di dismissioni delle quote delle partecipate che entro fine dicembre dovrebbe portare in pancia al Comune almeno 350 milioni. Altre linee guida nell’agenda sono gli investimenti, ricercando capitali privati, e la riorganizzazione dei servizi, dalla scuola all’assistenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il sindaco Piero Fassino con la sua giunta, il giorno dell’insediamento a Palazzo Civico

Il bilancio in sintesi In milioni di euro ENTRATE

SPESE

885

tributarie (Imu, addizionale Irpef...) trasferimenti

111

extratributarie

323

dividendi differenza di gestione coperta 10 dall’avanzo di amministrazione 39 TOTALE

DEBITO

personale beni e servizi trasferimenti contratti di servizio con partecipate imposte e tasse rate e mutui fondi e accantonamenti

1.329

Le partecipate

TOTALE

405 237

RISPARMI sul 2012

milioni

sul 2013

STOCK DEL DEBITO

90 293

-80 milioni

30 250 24

1.329

Gli investimenti

La cessione delle aziende di servizi Dai parcheggi al piano per la città dovrà fruttare almeno 350 milioni torna in corsa la linea 2 del metrò

V

3.220

SPENDING REVIEW

N

RIDUZIONE DEL DEBITO PREVISTO

-14

-56

Istruzione e welfare

La cultura

Dopo Parigi e San Pietroburgo Nuovo assetto per gestire le scuole Fassino vuole puntare su Instanbul e una fondazione per l’assistenza

D

S

ENDITA delle quote delle società partecipate. Partita cruciale che si chiuderà entro fine dicembre e che entrerà nel vivo tra ottobre e novembre, quando in Comune si discuterà di cifre con i privati candidati ad entrare in società con Palazzo Civico per gestire la filiera della raccolta rifiuti, i trasporti pubblici e l’aeroporto di Caselle. Il traguardo che si sono posti il sindaco Fassino, il vice Dealessandri e l’assessore Passoni è di 350 milioni. Soldi che arriveranno dalla cessione dell’80 per cento di Trm, del 49 per cento di Amiat e Gtt e del 28 per cento di Sagat. 182 milioni arriveranno dall’alienazione dell’inceneritore del Gerbido, l’asset che interessa di più: il 19 settembre i pretendenti si faranno avanti. Sulla porta c’è il gruppo Falk e poi Iren che, per affrontare l’operazione, si dovrebbe alleare con il fondo F2i. Strada che rende più difficile l’investimento della società guidata da Vito Gamberale su Caselle, lasciando spazi alla famiglia Benetton. In lizza per Gtt c’è TreNord, partecipata al 50 per cento da Trenitalia e Regione Lombardia, l’anglo-tedesca Arriva e i francesi di Keolis. (d. lon.)

ON solo tagli. Nonostante la crisi Palazzo Civico vuole dare un impulso agli investimenti per proseguire sulla strada delle trasformazioni, completando e progettando alcuni interventi. Nella prima seduta del Consiglio dovrebbe essere approvato il piano parcheggi: 25 strutture, pertinenziali e miste, che verranno costruite dai privati. E poi c’è il “piano città”. Torino ha presentato al ministero il suo concentrato su Falchera, tra realizzazione del nuovo accesso al quartiere, risistemazione della viabilità ed incentivi per rendere gli edifici efficienti a livello energetico. Fassino vuole poi approfittare dell’opzione project bond per riuscire a portare in porto il completamento della linea 1 della metropolitana fino a Rivoli. Nell’autunno dovrebbe decollare il progetto ex Ogr e centro congressi, anche grazie all’ingresso di nuovi investitori, la riqualificazione dell’ex Moi e si completerà la risistemazione della Continassa grazie all’accordo con la Juve. Il 2013 sarà l’anno della variante 200 e dei progetti su Barriera di Milano ed ex scalo Vanchiglia, linea 2 del metrò compresa. (d. lon.)

OPO Parigi e San Pietroburgo si punta su Istanbul. Il sindaco Fassino preferisce non entrare nelle polemiche sulla cultura paragonata alla “greppia” innescate dal presidente della Regione, Cota. Meglio rispondere con i calendari, gli eventi e gli accordi internazionali. La cultura rimane una priorità, anche se le risorse pubbliche sono ridotte all’osso. Basta guardare i prossimi appuntamenti: MiTo, Torino Spiritualità, la mostra su Degas in collaborazione con il Musée d’Orsay, e poi la Torino Contemporanea. Nel 2013 altra mostra realizzata in partnership con l’Hermitage, ma il 14 settembre Fassino sarà ad Istanbul per l’assegnazione del Congresso mondiale delle Camere di Commercio nel 2015 e vuole sfruttare il viaggio anche a fini culturali. «Getteremo le basi anche per accordi con i musei turchi», dice. Insomma, per evitare una cura dimagrante del calendario degli appuntamenti, vista la scarsità di risorse e i tagli che ancora si faranno, l’unica strada è quella delle intese con altri enti culturali. (d. lon.)

CUOLA e welfare. Nel primo caso la situazione è stata tamponata per due anni, dando in concessione nove asili alle cooperative, dopo mesi di polemiche. Il servizio è garantito, ma l’organizzazione ora si deve rivedere in maniera profonda, dando un nuovo assetto alla gestione degli asili nido e delle materne in mano a Palazzo Civico. Proseguire con un sistema misto, con l’aiuto delle cooperative, oppure trovare una nuova formula, come la Fondazione Scuola, con la partecipazione di nuovi soggetti? Sembra prevalere la seconda ipotesi e la discussione coinvolgerà la Compagnia di San Paolo e la Fism, la Federazione delle scuole materne, altri possibili partner. Sul fronte welfare, invece, si sta lavorando alla nascita di una nuova fondazione che, sulla falsa riga di quello che vuole fare l’assessore Braccialarghe per la cultura, dovrebbe attrarre fondi privati e permettere all’assessore all’assistenza, Tisi, di “sfruttare” il vasto patrimonio immobiliare della città nel campo dell’assistenza. (d. lon.)

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Donne in rassegna

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Con 1.300 manifestazioni e circa una decina di milioni di spettatori, l'Italia è il paese dei festival. Un successo non solo culturale, ma anche di business. Dietro cui, spesso, si trova una mente femminile. Ecco la top ten di Stefania Cubetto

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egli ultimi 15 anni, in Italia, le manifestazioni culturali hanno registrato una crescita numerica esponenziale con oltre 1300 festival dedicati alle discipline più diverse, il numero più alto in Europa. E sono una decina di milioni gli italiani che ogni anno partecipano ad almeno un evento. Basta guardare al successo, per contenuto e affluenza di pubblico, di kermesse come il Festivaletteratura di Mantova, il primo ad avere dato il la al fenomeno, o il Festivalfìlosofia di Modena-Carpi-Sassuolo, il Festival della Mente di Sarzana, o Torino Spiritualità, per citarne alcuni. Ed è curioso vedere come in queste che sono tra le iniziative a carattere divulgativo più affermate in Italia, alcune delle quali anche esportate all'estero, ci sia spesso l'idea forte, vincente di una donna. Un esempio su tutti è dato da Elisabetta Sgarbi che con La Milanesiana, di cui è ideatrice e direttrice, è riuscita a creare uno degli appuntamenti con letteratura, cinema, musica e arte più sentiti a livello internazionale, seguito da oltre 800mila spettatori, con ospiti di prestigio fra cui decine di premi Nobel. Quest'anno la 13a edizione ha portato nei luoghi storici di Milano, città che da sempre ospita il festival (ora esportato anche a Torino e Bergamo), 140 ospiti internazionali, per un totale di 127 appuntamenti, fra cui lo scrittore Usa, premio Pulitzer per Le ore, Michael Cunningham, William Friedkin, regista premio Oscar per L'esorcista, e Franco Battiate che ha scelto la Milanesiana per il debutto del suo Short Summer Tour. E così a Roma, il Festival delle Letterature è l'appuntamento ormai storico nella capitale con i più importanti autori della scena letteraria internazionale, richiamo per quasi 40mila spettatori. Giunto ali' 11a edizione, a dirigerlo è Maria Ida Gaeta, ideatrice della Casa delle Letterature, che ha scelto per palcoscenico della sua rassegna la Basilica di Massenzio al Foro Romano. Qui, nel corso delle varie edizioni, ha portato autori come David Grossman, Susan Sontag e Salman Rushdi. Dal 5 al 9 settembre, il Festivaletteratura di Mantova si prepara a festeggiare la 16a edizione portando « idee e memorie contro la crisi, non solo economica» e, naturalmente, grandi intellettuali, dal premio Nobel irlandese Seamus Heaney a Ngugi Wa Thiongo, alcuni grandi ritorni come Englander e Pablo d'Ors, e ospiti inattesi come Shaul Ladany e Jan Douwe van der Ploeg. Significativi i numeri della kermesse: nata nel 1997

39


Direttore del Circolo dei Lettori e di Torino spiritualità. Dal 26 al 30 settembre. torinospiritualita.org

v.rnARA BASSETTI Direttore artistico, con Paolo Manfrini, di Suoni delle Dolomiti. Fino al 31 agosto. isuonidelledolomiti.it

i GIULIA U J U U L I -

; Ideatore e direttore ; della Milanesiana. I Dalla fine di giugno '< alla metà di luglio | di ogni anno. ; provincia.milano.it

; l ! | | ;

Ideatore e direttore del Festival della Mente di Sarzana. Dal 31 agosto al 2 settembre. festivaldellamente.it

; ; ! ! i I ;

wiAKiA'IDACAETA ! MARIA PAOLA ROMEO Ideatore e direttore ; Direttore editoriale del Festival delle ; del Women's Fiction Letterature di Roma. ! Festival di Matera. Dalla metà di maggio ! Dal 27 al 30 alla metà di giugno. ; settembre, womensfestivaldelleletterature.it; fictionfestival.com

! MARZIA CORRAINI ; Parte comitato

| ideatore del ', Festivaletteratura <' di Mantova. ; Dal S al 9 settembre. ; festivaietteratura.it


Donne in rassegna

nella città dei Gonzaga su modello del festival letterario di Hay-onWye, nel Galles, oggi vanta un pubblico da raduno rock, con oltre 64mila spettatori solo nella passata edizione per quasi 400 eventi (e altrettanti fra artisti e scrittori). « Q u a n d o abbiamo immaginato Festìvaletteratura», raccontaMarzia Corrami, membro del comitato organizzatore della manifestazione, « n o n e era questo tipo di fenomeno in Italia. L'unica possibilità erano i premi letterali e le presentazioni dei libri. In quel momento, credo, abbiamo interpretato una necessità insita nelle molte persone legate alla lettura di uscire di casa e incontrare gli autori, parlare e confrontarsi con loro. Ha contribuito al successo la stessa città di Mantova, piccola, a dimensione di libro, dove non si respira aria da star e gli artisti girano per strada liberamente». Dalla sua nascita, nel 2001, a oggi, anche il FestivalFilosofia, diretto da M i c h e l i n a Borsari, registra presenze da record: le sue lezioni magistrali tra Modena, Carpi e Sassuolo sono seguite da oltre un milione di persone.

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Importante risorsa di marketing culturale, i festival h a n n o u n forte legame col territorio che li ospita. I luoghi sono il motore dell'evento, conferma Chiara B a s s e t t i che, con Paolo Manfani, cura la direzione artistica dei Suoni delle Dolomiti, arrivato ora alla 18 a edizione: «L'idea di un festival musicale in alta quota è nata dalla voglia di avvicinare il pubblico alle montagne del Trentino. Abbiamo così iniziato con qualche concerto di classica e jazz. Oggi siamo seguiti da SOmila spettatori e abbiamo in cartellone 40 concerti». Tra cui quello conclusivo, il 31 agosto, di Stefano Bollani. Matera, città che nel 2019 sarà candidata a Capitale europea della Cultura, dal 27 al 30 settembre, ospita il festival di narrativa tutto al femminile Women's Fiction Festival, alla nona edizione, curato da M a r i a P a o l a R o m e o Per celebrare la decima edizione, quest'anno ha scelto invece di spostare la sede storica da Cortona, dov'è nato, a Firenze il Tuscan Sun Festival. L'evento musicale, che Independentha inserito fra i 10 migliori in Europa, ha per splendida mattatrice la violoncellista russa N i n a K o t o v a , co-fondatrice della manifestazione e primadonna della musica classica, con concerti nei palchi più prestigiosi del m o n d o . Quest'anno ha portato artisti come Tony Bennett e il soprano Angela Gheorghiu. Anche Ravenna ospita, ormai da 23 anni, una delle più prestigiose manifestazioni musicali europee, alla cui direzione artistica troviamo Cristina Mazzavillani Muti, insieme a Franco Masotti e Angelo Nicastro. Un altro fra gli appuntamenti culturali più attesi come il Festival della Mente, il primo europeo dedicato alla creatività, quest'anno (dal 31 agosto al 2 settembre) alla n o n a edizione, diretto da G i u l i a C o g o l i , ha per scenario un'altra città a dimensione d'uom o e ricca di storia c o m e Sarzana. Accanto alle preminenti manifestazioni letterarie e umanistiche, stanno avendo ampio riscontro di pubblico anche manifestazioni a carattere spirituale, c o m e dimostra l'ormai consolidato appuntamento torinese, diretto da A n t o n e l l a P a r i g i che spiega: «L'idea di creare u n o spazio in cui interrogarsi sulla dimensione dello spirito è nata dall'evoluzione di u n lavoro teatrale di Gabriele Vacis dal titolo Domande a Dio. Domande agli uomini, prodotto nel 2002 dal Teatro Stabile. Credo che l'attenzione che il pubblico riserva al festival dipenda dall'avere offerto spazi di confronto a chiunque avverta sproporzione tra la propria tensione interiore e quello che p u ò trovare fuori, nella vita di tutti i giorni». (È,


TEMPO LIBERO

TO

Spettacolando MAISON MASSENA

Corsi di cucina ÔDue sfiziosissimi corsi di cucina amatoriale e un altro non meno curioso dedicato alla pasticceria “a stelle e strisce”: sono solo alcune delle prime proposte con cui nel mese di settembre hanno riaperto i battenti le aule di “Maison Massena”, il Centro di Formazione Enogastronomica aperto un anno fa dall’Ascom in corso Stati Uniti 18/A. Per info e iscrizioni: tel. 011/5516264 o maisonmassena@ascomtorino.it. TEATRO REGIO

Abbonamenti ÔÈ in corso la campagna abbonamenti per la prossima stagione del Teatro Regio. Sabato 8 settembre inizia la vendita dei nuovi abbonamenti ai turni ordinari a 9 spettacoli e dei nuovi abbonamenti ai turni speciali a 4 spettacoli; l’ultimo giorno per sottoscrivere i nuovi abbonamenti è giovedì 20 settembre. Prosegue inoltre, fino al 20 settembre, la vendita degli abbonamenti a 6, 5 e 4 spettacoli e degli abbonamenti a scelta. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: www.teatroregio.torino.it. CINEMA MASSIMO

Island of Lost Souls ÔPer l’appuntamento con “Cult!” di settembre, il Museo Nazionale del Cinema presenta, stasera alle ore 20,30 e alle 22, presso la Sala Tre del Cinema Massimo, la proiezione del film “Island of Lost Souls” di Erle C. Kenton. In replica sabato alle ore 16,30. Ingresso: 6/4/3 euro. MAO

Mostra Unesco ÔDa oggi presso la Sala Polifunzionale del Mao (via San Domenico 11), s’inaugura la mostra “Unesco’s activities in Afghanistan”, che raccoglie le fotografie scattate dal torinese Andrea Bruno a Jam ed Herat, città martoriate dalla guerra ma anche importanti siti archeologici. Questa esposizione nasce dalla collaborazione tra il Museo d’Arte Orinteale e l’Unesco World Heritage Center. Fino al 30 settembre. Ingresso libero. ALL’ALLEGRETTI

“Prehensio animi” Ô“Prehensio animi”, cioè prigione dell’anima. È il significativo titolo della personale della torinese Monica D’Alessandro, la cui creatività troverà spazio fino al 22 settembre da Allegretti Contemporanea in via San Francesco d’Assisi 14. L’esposizione, curata da Claudio Pieroni, raccoglie sei video-installazioni realizzata dall’artista tra il 1999 e il 2012. Inaugurazione stasera alle 19.

venerdì 7 settembre 2012

25

PIATTO PERFETTO: RISOTTO CON SPECK E FICHI D’INDIA Un incontro gastronomico da una parte all’altra della Penisola: ecco il consiglio del Bar Ballantines’ di corso Matteotti 25. «La fine dell’estate è il periodo dei fichi d’India - spiega il signor Enzo – che possono essere gustati nel più classico dei risotti». Per preparare il risotto con speck e fichi d’India è necessario procedere per il riso con la procedura classica mentre per il condimento il consiglio dello chef è quello di frullare dei fichi “bastardoni”e poi di passarli con un colino per togliere i semi. «A questo punto - continua il signor Enzo

- basta aggiungere al succo un mezzo cucchiaino di rum e un po’ di pepe». Nel frattempo sarà necessario far soffriggere a parte lo speck in un po’di burro e poi aggiungere il tutto al riso ormai arrivato quasi alla fine della cottura. «Per rendere il piatto piacevole alla vista - suggerisce il signor Enzo - è utile guarnirlo con dei pezzi di fichi e come accompagnamento l’ideale è un bianco di Sicilia come l’Insolia». [e.ch.]

INIZIATIVA La kermesse va in scena dal 26 al 30 settembre. Appuntamenti in tutta la città

Il sorriso di Torino Spiritualità Si inizia al Carignano dove il grande assente sarà Lucio Dalla Luigina Moretti

D

opo l’Apocalisse e il catastrofismo dello scorso anno Torino Spiritualità cambia registro e con ottimismo propone come tema per la sua ottava edizione: il sorriso. È dedicata a “La sapienza del sorriso” la rassegna di dialoghi, incontri, lezioni, letture e spettacoli che dal 26 al 30 settembre prossimo animeranno il dibattito culturale, spirituale e religioso torinese. «Sorriso inteso come senso della misura, in contrapposizione al sarcasmo, ad una comicità spesso sguaiata» spiega il direttore del Circolo dei Lettori Antonella Parigi, ideatrice del progetto. Di filosofia, teoretica, musica, teatro, religione e spiritualità in generale si parlerà nel corso di un centinaio di incontri, con ospiti nazionali e internazionali, che si terranno in 26 luoghi della città dislocati tra i quartieri periferici, novità di questa edizione, e il centro storico, Teatro Carignano, Cavallerizza Reale, Circolo dei Lettori, Chiesa di San Filippo Neri, Mao e altri ancora. L’apertura dell’evento è affidata a un inedito trio, Corrado Au-

L’inaugurazione dello scorso anno in piazza Carignano

gias, Elio delle Storie Tese e Massimo Gramellini che mercoledì 26 nel Cortile di Palazzo Carignano, a partire dalle 18, dialogheranno sul “sorriso di chi sa che l’uomo può essere infinitamente superiore a se stesso”, mentre alle 21 si confronteranno “Secondo legge di libertà” Vito Mancuso e Alessandro Bergon-

zoni. «In realtà all’inaugurazione avrebbe dovuto esserci Lucio Dalla, insieme con Vito Mancuso - è ancora la Parigi -, ma purtroppo è sopraggiunta l’improvvisa scomparsa del cantante e naturalmente i programmi sono cambiati. A lui, comunque, dedicheremo uno spettacolo che sarà introdot-

CARMAGNOLA

Sagra del peperone al giro di boa Convegni, incontri e tanta musica. Proseguono anche oggi gli appuntamenti alla sessantatreesima Sagra del Peperone di Carmagnola, che si avvia al giro di boa della prima settimana con un pieno di pubblico. Si comincia alle 17,30, presso la sala consiliare del Municipio, con il convegno “L’alta tradizione della cucina di casa”, a cura dell’assessorato alle manifestazioni, al commercio e agricoltura della cittadina torinese. Il convegno prende spunto dalla vita e dall’esempio di Renato Dominici, famoso gastronomo carmagnolese morto a marzo dello scorso anno, che seppe coniugare il senso dell’ospitalità tipico di Carmagnola ad una autentica cultura dell’alimentazione. Tra gli interventi dell’incontro, che sarà introdotto dall’assessore Letizia Albini, il direttore di Eataly Pinerolo Livio Francia, Luca Vaschetti, gastronomo

laureato all’università di Pollenzo, oltre al professor Simone Cinotto che insegna storia contemporanea nella stessa università e a Lorena Beccaria. Tre eventi caratterizzeranno la serata: In piazza Garavella, dalle 21, spazio a “Aria, Acqua, Terra, Fuoco”, performance di danza curata da Danse Decò. Tutto questo mentre in piazza Sant’ Agostino va in scena la classica serata danzante con l’orchestra di Lucia Frencia. In piazza Martiri dominano invece i ritmi moderni dell’hip-hop con la Karma Up Dj’s All Stars. Inoltre per tutta la durata della manifestazione, presso il circolo Arci “Margot” proseguono gli incontri di “Eureka. La settimana delle idee”. Dopo la presenza ieri sera dell’attore Fabio Troiano ospite della serata di oggi sarà invece il meteorologo Luca Mercalli. Gerardo Mirarchi

to dal suo amico Enzo Bianchi». Articolata in tre sezioni, “La leggerezza dello spirito”, “Il sorriso consapevole e il ghigno inquieto” e “La regola del gioco”, Torino Spiritualità annovera tra gli ospiti di quest’anno George Steiner, Massimo Cacciari, Don Ciotti, l’esperto di cultura islamica Michael Barry e Richard Gombrich, massimo esperto del Buddhismo. E proprio il dialogo interreligioso, infatti, realizzato in collaborazione con il Comitato Interfedi della Città di Torino, sarà uno dei momenti salienti della rassegna. In programma anche la lettura di pagine del Corano, in parte anche in lingua originale, insieme con l’Associazione dei Giovani Musulmani. Tra i progetti speciali si segnalano le “Camminate spirituali”, passeggiate condotte da guide d’eccezione tra le valli piemontesi, che inizieranno a partire dal 22 settembre prossimo, l’“Elektro Yoga”, musica e yoga a cura dell’associazione Xplosiva, e “From Orlando to Santiago”, spettacolo-concerto di Orlando Manfredi ispirato al Cammino per Santiago de Campostela. Per info: www.torinospiritualità.org.


n. 37 - 13 settembre 2012

Cultura

PICCOLI LIBRAI CRESCONO | UTOPIA A BUON MERCATO | VERDI SFIDA WAGNER | IN PRINCIPIO ERA FREUD | CAPRI IERI E OGGI

Festival letterari

Foto: : T. Posthuma de Boer - Hollandse Hoogte / Contrasto

Sorrido dunque sono Leggere aiuta a sorridere: così il sorriso e la lettura saranno al centro delle due manifestazioni “Torino spiritualità”, dal 26 al 30 settembre, e “Pordenone legge”, dal 19 al 23 settembre. Nel capoluogo piemontese il tema degli incontri sarà appunto “La sapienza del sorriso”: giocare, come sorridere, sospende le norme della vita vera. Un percorso per aprire spazi di libertà e spalancare nuove strade di conoscenza. Ad accompagnare il cammino del pubblico, fra gli altri, personaggi diversissimi tra loro: uno dei massimi critici viventi, George Steiner, e il comico Alessandro Bergonzoni, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky e il priore Enzo Bianchi, e poi Aharon Appelfeld, Moni Ovadia, Massimo Cacciari, Vito Mancuso, Gianni Vattimo e IL ROMANZIERE INGLESE IAN MCEWAN, IN ARRIVO A PORDENONE LEGGE Michele Serra. Ad arricchire il programma“le Camminate Spiri- prezioso di Rilke: «Bisogna imparare a motuali tra le valli piemontesi” in compagnia rire: ecco in che cosa consiste tutto il vivere», di Giuseppe Cederna, Davide Longo, con il romanziere Tullio Avoledo invece si Carlo Grande, Enrico Brizzi e Valentina parla degli spazi virtuali dove eroi apocalitPorcellana. tici si scontrano all’ultimo sangue, e che apA Pordenone invece la faranno da prota- passionano milioni di giocatori, mentre il gonisti Ian McEwan e Niccolò Ammaniti, giallista Massimo Carlotto si interrogherà passando per Concita De Gregorio, Gianri- sull’emergere delle nuove mafie. Claudio co Carofiglio e Giorgio Faletti. Con il filoso- Magris terrà una lezione magistrale dal titofo Umberto Curi si riflette sul suggerimento lo: “Qual è il vero tema di un libro?” Di

Cinema

A Trevignano i film vanno a scuola Mentre milioni di ragazzi si preparano a tornare sui banchi, il cinema racconta la scuola. È la prima edizione del Trevignano FilmFest che dal 14 al 18 settembre porterà nello storico cinema Palma sulle rive del lago di Bracciano i migliori film, corti e documentari dedicati, per quest’anno, al tema della scuola. Presieduto da Corrado Giustiniani e diretto da Silvia Bizio, il programma conta titoli come “La classe”, “L’onda”, “Scialla”, “Non uno di meno”, ma anche “The First Grader”, presentato al Festival dal regista britannico Justin Chadwich, su un vecchio combattente analfabeta che nel Kenia appena affrancatosi dal Regno Unito vuole a tutti i costi fruire dell’istruzione obbligatoria riservata ai bambini; “Monsieur Lazhar”, appena uscito in sala, storia di un maestro improvvisato che cerca di conquistare una scolaresca elementare traumatizzata dal suicidio della maestra precedente; e lo straziante “Il sole dentro” di Paolo Bianchini, dedicato ai due bimbi venuti in aereo dall’Africa a Bruxelles per chiedere all’Europa di occuparsi dei piccoli africani, ma morti clandestini in una stiva con la loro lettera stretta nelle mani congelate. Chiude il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso in un incontro aperto ai ragazzi di Trevignano con due nuovi cartoon su Falcone, Borsellino e Don Puglisi. Daniela Giammusso

straordinaria rilevanza è anche la presenza straniera a cominciare da Tzvetan Todorov, uno dei più autorevoli teorici della letteratura, che usando gli strumenti dello strutturalismo e della semiotica, ha riflettuto sull’incontro-scontro con l’Altro. L’antropologo Marc Augé, inventore della formula quanto mai fortunata dei “non luoghi”, parlerà dell’idea di futuro, ipotecata dalle carenze e dalle paure del presente, tra speranze di riscatto e attese di progresso. Lia Quilici 13 settembre 2012 |

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EVENTI

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TORINO

CESARE CICARDINI

Paolo Conte

Peppe Servillo

UN SETTEMBRE MITICO Dal 5 al 23 Torino si riempie di grandi eventi: 19 giorni di Festival, 190 appuntamenti, 156 concerti, più di 4.100 artisti coinvolti

M

iTo SettembreMusica è una kermesse monumentale, un programma immenso, ricco di personaggi, capace di coinvolgere la musica, il teatro e la danza nelle loro più minuziose sfaccettature. Come da tradizione saranno proposti 20 concerti di musica classica ma ci sarà ampio spazio anche per il jazz, la canzone d’autore, il rock, la musica popolare, la musica an-

tica, quella d’avanguardia, fino alle tendenze musicali più innovative. Un grande festival per coinvolgere il pubblico nella scoperta non solo della grande musica, ma anche dei luoghi più suggestivi e nascosti delle città. Si svolge contemporaneamente su due fronti: Torino e Milano. L’11 settembre sul palco del Teatro Colosseo salirà Peppe Servillo per lo spettacolo, Memorie di Adriano, dopo il gran-

dissimo successo di Uomini in Frac, intraprende un’altra sfida esplorando un grande artista della musica nazionale: Adriano Celentano, proponendo un repertorio piuttosto insolito per un musicista jazz, forse per questo maggiormente stimolante, composto di brani che vanno da Azzurro a Storia d’amore, da Ragazzo della via Gluck a 24.000 baci. Uno degli appuntamenti più interessanti sul fronte jazz arri-

verà il 16 settembre con il compositore, trombettista e flicornista sardo Paolo Fresu. Per quanto riguarda la tradizione italiana, prenderà parte al Festival, oltre alla coppia Sparagna-De Gregori, uno dei più originali e importanti artisti contemporanei: il paroliere, cantautore e pianista Paolo Conte che si esibirà il 21 settembre al Teatro Regio per un appuntamento all’insegna della canzone d’autore.

LO SPIRITO DEL SORRISO

Da mercoledì 26 a domenica 30 settembre c’è Torino Spiritualità, iniziativa per riflettere sull’esistenza a cuor leggero

“Un giorno senza sorriso è un giorno perso” diceva Charlie Chaplin. Ed è proprio il sorriso, la leggerezza dell’animo, il

centro dell’edizione 2012 della manifestazione. Torino Spiritualità è un evento ideato e diretto da Antonella Parigi e co-

ordinato dal Circolo dei lettori, e si propone come rifugio sicuro di riflessione sulla contemporaneità, al riparo dalla frenesia del quotidiano, una cinque giorni di lezioni, dialoghi, incontri e letture per cercare il significato profondo dell'esistenza attraverso il confronto tra le religioni, idee e culture diverse, provenienti da ogni parte del mondo. Al confronto prenderanno parte alcuni personaggi della cultura, dell'arte, della musica, della politica, del giornalismo − molti dei quali incarnano perfettamente lo spirito della prossima edizione − come:

Elio (all'anagrafe Stefano Belisari) Gustavo Zagrebelsky, Alessandro Bergonzoni, Moni Ovadia, Massimo Cacciari, Ignazio Marino, Gianni Vattimo, Michele Serra. Una risata non finalizzata all'evasione quella di Torino Spiritualità bensì volta riflessione e alla critica, sulla scorta dell'insegnamento reso proprio dal maestro Chaplin, che con il sorriso sulle labbra ha raccontato praticamente tutto: la crisi economica del ’29, la tragedia della seconda guerra mondiale, le dittature nazifasciste, fino alla disumana industrializzazione di inizio ‘900”.


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STAMPA .LA GIOVEDÌ 6 SETTEMBRE 2012

Mibac,alvialadigitalizzazionedeilibri È ai nastri di partenza la digitalizzazione di oltre 1 milione di volumi liberi da copyright, custoditi nelle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze, prevista dall’accordo firmato nel 2010 tra il ministero dei Beni culturali e Google. Lo ha assicurato ieri Rossana Rummo, direttrice per le biblioteche del Mibac. «Lo stanziamento di 300 mila euro del Mibac è già stato erogato, ma mancano ancora i fondi che la Presidenza del Consiglio dovrebbe erogare nelle prossime settimane»

CULTURA SPETTACOLI

&

ROBERTA DE MONTICELLI

L’

uomo è animale normativo. Questo vuol dire che mentre gli altri primati vivono, per intenderci rapidamente, in base agli istinti, tutta la nostra vita è invece soggetta a norme. Bisognerebbe imparare a sentire, nella parola «normalità», proprio il senso pervasivo della normatività radicata nel nostro comportamento quotidiano. Tutta la nostra vita cosciente, che si tratti di azioni, decisioni, emozioni, pensieri, percezioni, è soggetta alla questione se sia come dovrebbe. C’è una coscienza normativa - tipicamente, un senso di (in)adeguatezza - che attraversa ogni nostro fare, dire, pensare, percepire, sentire: ci rendiamo conto del suo essere più o meno adeguato, corretto, opportuno, riuscito, «esatto» (da «esigere»). Del resto, l’anima di ogni cultura – a cominciare dalla suo stesso scheletro, la lingua di quella cultura – è un’anima normativa, è in qualche modo coscienza di un dovuto. Nell’esempio della lingua lo si vede con la massima chiarezza. Nessuno parla come gli passa per la testa, perché non parlerebbe affatto. Parlare è piegarsi alle norme di senso della lingua in cui si parla… Da dove viene il potere obbligante delle norme? Da Dio, dalla Natura, dalla Società, dalla Ragione? Possiamo ricostruire la storia della filosofia in base alle risposte che si danno a questa questione. Ma se il mondo antico e quello moderno ancora disputano in noi con LA DIFFERENZA

Gli altri primati seguono gli istinti, solo gli umani vivono secondo «norme» le loro risposte, è dai tempi di Socrate che noi conosciamo un modello di «normalità» umana che è centrato sul potere dell’interrogativo. Socrate incentrò su questo potere la sua paideia, l’educazione dell’uomo alla ricerca dei fondamenti di giustificazione delle norme, di qualunque tipo, inclusi i nostri mores. Lungo la via di Socrate è cresciuto, nell’anima d’Europa, quasi tutto ciò per cui vale la pena di vivere: la libera ricerca nelle scienze, nelle arti, nell’etica, nel diritto, nella politica, nella religione. La «normalità» socratica è il rinnovamento morale quotidiano, che idealmente presuppone la libertà e la ricerca di verità, per dare alla norma quotidiana verifica, o allora ragionevole e giusta modifica. Husserl nello stesso spirito pensava che «etica» e «rinnovamento» quotidiano siano quasi sinonimi. Il gioco socratico della verifica delle regole è in un certo senso l’eterna giovinezza: in un senso opposto a quello della grottesca, scimmiesca simulazione di giovinezza che abbiamo sotto gli occhi nelle viziose gerontocrazie di oggi. Oggi però sappiamo molto di più di un tempo sulle basi naturali della cultura. Sulla differenza fra noi e le specie più evolute di primati la scienza ha detto molto. La differenza è minima in termini genetici, eppure enorme all’apparenza. Come mai? Michael Tomasello, ugualmente esperto nella psicologia spe-

La kermesse dal 26 al 30 settembre Viene presentato oggi al Circolo dei lettori il programma dell’ottava edizione di Torino Spiritualità che dal 26 al 30 settembre proporrà cinque giorni di incontri dialoghi, lezioni e letture per riflettere su la Sapienza del Sorriso. Ideato e diretto da Antonella Parigi coordinato dal Circolo dei lettori e sostenuto da Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Fondazione del Teatro Stabile Torino, Torino Spiritualità si propone anche quest’anno come spazio privilegiato di riflessione per mettere in dialogo idee, coscienze, culture, religioni. Oltre 100 gli incontri in programma, 26 i luoghi della città sede degli appuntamenti, 30 le associazioni e gli enti coinvolti, 130 le voci da tutto il mondo per trasformare il sorriso in chiave per comprendere noi stessi e la contemporaneità. Tra gli ospiti dell’edizione: George Steiner, Elio, Edoardo Nesi, Richard Gombrich, David Le Breton, Massimo Gramellini, Gustavo ZagrebelskySuor Giuliana Galli, Alessandro Bergonzoni, Enzo Bianchi, Aharon Appelfeld, Moni Ovadia, Massimo Cacciari, Henry Quinson, Michela Marzano, Corrado Augias, Francesco Piccolo, Ignazio Marino, Vito Mancuso. Pubblichiamo l’intervento dal titolo Liberi tutti. Giocare tra norma e libertà che la filosofa Roberta De Monticelli leggerà domenica 30 settembre

Sono i giochi dei bimbi a distinguerci dalle scimmie Nell’infanzia abbiamo la capacità di imparare le «regole» L’intervento della De Monticelli a Torino Spiritualità

La filosofa Roberta De Monticelli insegna all’Università Vita-Salute di Milano

rimentale dei primati e degli infanti umani, è diventato famoso per aver individuato questa differenza nel fatto che questa pur minima differenza ha fatto di noi degli animali cooperativi. Tomasello ha giocato a lungo coi bambini più piccoli, e ha studiato il loro giocare. Qui, nel loro gioco, ha scoperto quello che ci distingue davvero dai primati. Noi abbiamo delle capacità naturali in cui

questa attitudine cooperativa si fonda. Noi sappiamo veramente imitare, cioè non semplicemente copiare le azioni, ma capire le loro intenzioni e riprodurle: direi, afferrare la regola che anima un gesto. Mentre le scimmie, quand’anche scimmiottino, sanno solo «emulare»: cioè imitare l’uso di un mezzo per scopi che già hanno indipendentemente. Non apprendono per imitazione fini e inten-

zioni nuove. Non imparano le regole di giochi per loro nuovi, come i bambini anche piccolissimi. Non imparano a scambiarsi il ruolo nei giochi, quindi a relativizzare il proprio punto di vista sulla realtà, capire ce ne sono anche altri. Non sanno condividere l’attenzione, e quindi il riferimento a un comune contesto. Non sono fatti per condividere un linguaggio, e neppure una cultura ma-


LA STAMPA

GIOVEDÌ 6 SETTEMBRE 2012

Folla da stadio per Gramellini a Mantova Domani un evento dedicato a Martini Una platea gremita da oltre 1200 persone in piazza Castello ha accolto ieri pomeriggio Massimo Gramellini nell’incontro di apertura del Festivaletteratura di Mantova. Una folla da stadio cui il vicedirettore della Stampa non ha risparmiato una frecciata calcistica, ricordando la rivalità della squadra mantovana con i granata torinisti. Gramellini ha parlato del suo best-seller Fai Bei Sogni dialogando con Federico Taddia e con un

teriale. Non c’è propriamente crescita tramite accumulo e innovazione nel mondo animale. Un equivoco grava su questa scoperta: una sorta di tesi neo-roussoviana, per cui noi saremmo allora «naturalmente» buoni, simpatici. Èl’equivoco della naturalizzazione dell’etica: questa starebbe già nella nostra natura cooperativa - e non soltanto competitiva. Un equivoco, perché non è affatto il carattere cooperativo come tale a rendere un’interazione umana, o addirittura una società umana, giusta. È vero che le società umane sono organizzate in modo cooperativo. Ma la cooperazione funziona tanto nella giustizia quanto nell’ingiustizia, tanto è vero che fin dall’inizio delle civiltà si dibatte sull’alternativa fondamentale: la legge si fonda sulla forza o sulla giustizia? Socrate e Trasimaco aprono una disputa che dura fino ai nostri giorni - e se la filosofia tende a dar ragione a Socrate la storia tende a darla a TraLA COOPERAZIONE

Quest’interazione non sempre ha un connotato positivo, oggi spesso si trasforma in consorteria

simaco. Il fenomeno più palese della cooperazione senza giustizia è la consorteria, origine di ogni forma di criminalità organizzata, che è la tendenza a co-operare conformemente al vantaggio dei cooperanti qualunque sia lo svantaggio di terzi estranei all’accordo, e quindi della comunità più vasta cui il gruppo dei cooperanti appartiene. Il modello di «normalità» che sembra oggi dominante in Italia è quella dell’uomo di consorteria. È la soggettività così caratteristica dei nostri giorni: la «normalità» priva di ogni senso di (in)adeguatezza, priva perfino dell’ombra di un interrogativo, mera funzione di quella collettiva della consorteria d’appartenenza. È la mentalità dell’esecutore - che sia poi quella del complice, del servitore o di quel mezzo fra i due che è il moderno «mediatore»: il faccendiere, il referente politico per l’attività lobbistica, il funzionario di partito, il giornalista deferente. La sua funzione è quella del topo roditore di normatività. Si parla oggi più correntemente di erosione di legalità, perché di questa abbiamo dati contabili, l’enorme fatturato annuale che comporta. Ma non è che la punta dell’iceberg, dove l’iceberg è l’erosione di legalità interiore. Ne esiste una gamma quasi infinita di varianti, a seconda del tipo di consorteria: dalle cordate dei concorsi universitari alle cosche mafiose. Ciò che l’erosione di legalità esterna e interiore produce, è la sostituzione della regola esplicita, che si rivolge alla coscienza personale e alla sua facoltà di dubbio e interrogazione, con il potere normativo della pressione sociale, la cui caratteristica è la delegittimazione del dissenso. Ne sappiamo qualcosa in questi giorni, quando torna in auge una frase che potevamo sperare sepolta nel cimitero degli orrori politici: «Se dici così fai il gioco dell’avversario».

L’attrice Lisa Dawn nuova campionessa nel declamare in meno di dieci minuti il monologo Non io

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entre a Londra stavano per aprirsi le Paralimpiadi, con l’attesa di nuove imprese e di nuovi record, in Irlanda, a Enniskillen, sede di un nuovo festival beckettiano, l’attrice Lisa Dwan si apprestava a stabilire il nuovo record di velocità nella recita di Non io, l’ultimo capolavoro di Beckett. Non io consiste nel monologo di una donna che scarica dalla sua bocca un impetuoso torrente di parole, la testimonianza dolorosa della sua esistenza schizofrenica. La prima attrice che fu impegnata nella parte, Jessica Tandy, per pronunciarlo ci mise venti minuti. Troppo, secondo Beckett; che fu invece assai soddisfatto della resa successiva, dovuta alla sua attrice prediletta, Billie Whitelaw: quattordici minuti esatti (costati un esaurimento nervoso). Lisa Dwan ha voluto scendere sotto i dieci minuti, avendo già fatto 9’ e 40’’ nelle prove. Beckett sarebbe stato d’accordo? Probabilmente sì, purché il senso e il tono del testo fossero rigorosamente rispettati. In questo caso, ma solo in questo caso, non si sarebbe scandalizzato all’idea di una sorta di competizione sportiva, di un record di velocità da battere. Negli anni giovanili Beckett era stato uno sportivo di prim’ordine. Andava bene negli studi; ma andava meglio nello sport. Giocava a rugby, era un bravo ciclista, un ottimo nuotatore e un impavido tuffatore e faceva parte della squadra di cricket della sua scuola superiore, la Portora Royal School, che frequentò dal 1920 al 1923. Entrò addirittura a far parte della squadra nazionale studentesca di cricket dell’Irlanda. Lui UN CAMPIONE

Il drammaturgo irlandese fece parte della nazionale studentesca di cricket diceva che l’avevano preso solo perché ne faceva parte suo fratello, un vero campione; ma è più probabile invece che lo avessero preso perché era assai bravo pure lui. Certamente ai più può sembrare strana l’idea di un Beckett così atletico e sportivo, lui che popolava i suoi testi di uomini che camminano con difficoltà, di vecchi semiparalizzati, di figure immobili o comunque incapaci di movimento. Ce lo si immagina bloccato al tavolo di lavoro, immerso monacalmente nella stesura di Malone muore e di Aspettando Godot, del tutto estraneo ad ogni preoccupazione non intellettuale. Per la verità, a

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pubblico in cui non mancavano autentici fan, come la signora che gli ha regalato una borsetta fatta con le copertine dei suoi libri. Ma Fai Bei Sogni, caso letterario dell’anno racconta una storia dolorosa e non è mancato chi, tra il pubblico ha chiesto come comportarsi con un bambino di oggi che vive il suicidio di un genitore. E c’è anche chi ha chiesto come uscire dalla crisi attuale: «La prima cosa - ha detto Gramellini - è non piangersi addosso». Domani il Festival dedicherà un evento speciale al cardinale Martini. «La morte di Martini ha segnato molto le coscienze delle persone. Abbiamo deciso così di proporre una riflessione su questa figura» ha detto il presidente del comitato organizzatore del Festival, Luca Nicolini.

Lo sportivo Beckett si recita a tutta velocità PAOLO BERTINETTI

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partire dal dopoguerra, Beckett abbandonò quasi del tutto ogni pratica sportiva (con l’eccezione del golf, che giocava insieme al fratello, durante le sue brevi visite in Irlanda). Erano ormai lontani i tempi giovanili in cui faceva anche il pugile - una volta aveva messo ko il suo avversario con un diretto che lo aveva scaraventato addirittura fuori del ring. Erano ormai lontani anche gli Anni Trenta, quan-

averlo praticato con così grande abilità in gioventù, ma anche perché, in fondo, è lo sport più profondamente radicato nella mentalità e nella cultura anglosassone (basti dire che, fino a qualche tempo fa, invece di dire «non è fair», cioè non è corretto, non è onesto, si poteva dire «non è cricket»). E fino alla fine, anche quando era seriamente ammalato, Beckett continuò sempre a seguire i campionati di rugby: cascasse il mondo, nel giorno comandato si sintonizzava sulla Bbc per seguire le radiocronache e i commenti delle partite. Per cui tutti noi comuni mortali, fedeli appassionati dei campionati di calcio, ci sentiamo confortati da tanto esempio. La cosa curiosa è che lui, che aveva scelto la Francia come paese in cui vivere lasciando «l’insopportabile Irlanda», quando c’era la partita di rugby tra Francia e Irlanda non poteva fare a meno di tifare per la squadra della sua patria matrigna. Di premi letterari non si interessava affatto. Di premi sportivi invece sì. Le Olimpiadi, almeno le gare di atletica, ciclismo e nuoIl drammaturgo Samuel Beckett to, le avrebbe seguite con interesse. do, già stabilitosi a Parigi, ancora gioForse con altrettanto, se non magcava spesso a tennis - ed è su un cam- giore interesse, avrebbe seguito le Papo di tennis che conobbe Suzanne, la ralimpiadi, dove atleti costretti su compagna della sua vita. una sedia a rotelle come Hamm, il E tuttavia il suo interesse per lo protagonista del suo Finale di partita, sport non venne mai meno. Conti- sfidano la loro sventura per regalarsi nuò sempre a seguire con interesse un sogno di vittoria. E magari di un le vicende del cricket, non solo per nuovo record.

Elzeviro

MARIO BAUDINO

Altro che tragico Vittorio Alfieri sapeva far ridere

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lfieri? Ha saputo essere comico, in qualche momento addirittura esilarante. Forse non è in senso stretto una notizia, perché gli studi su questo tema datano degli anni Settanta, quando Vincenzo Placella e Marco Sterpos hanno aperto il filone. E tuttavia chi si basa sui ricordi liceali tende a non pensare al nostro grande classico in questi termini. Semmai a qualche comicità involontaria, già percepita al suo tempo: finì in teatro anche una parodia delle sue tragedie, e il pubblico a quanto pare la prese per buona. Già questo è un indizio. Ma gli studiosi scavando soprattutto nelle Commedie, una sorta di lascito postumo, hanno trovato quel che cercavano: un Alfieri divertente, anche se ferocemente sarcastico, perché sono commedie politiche. Se ne ne sta parlando ad Asti, alla Scuola di alta formazione - Cattedra Vittorio Alfieri, promossa e organizzata dal Centro di Studi Alfieriani, con lezioni seminario nella biblioteca dell’Università proprio sul tema «Alfieri fra commedia e satira». Il corso, fino a venerdì, coinvolge i massimi specialisti internazionali, oltre a dottori di ricerca e borsisti da tutto il mondo, Giappone compreso. E le sorprese, per il profano, non mancano. Per esempio il professor Enrico Mattioda ha proposto una interessante lettura delle Commedie, e in particolare L’Antidoto, ambientata in un remoto regno nelle isole Orcadi. Là il sovrano Pigliatutto, inventore e padrone della rete da pesca, è in contrasto con gli aristocratici Pigliapoco e un po’ si appoggia al popolo, i Guastatutto. Già così è un bel pasticcio: ma c’è di peggio, perché una stregoneria aristocratica impedisce alla regina di partorire. E’ necessario l’intervento di un mago, che propone una dura ricetta. Per spezzare l’incantesimo Pigliatutto dovrà accettare per erede un «mostro». Può scegliere se lo vuole senza senza gambe, senza mani o senza testa, tutte trasparenti metafore del potere; e in ogni caso le conseguenze saranno terribili. Alfieri si diverte non poco, persino con toni di pochade. Solo alla fine, grazie a un terremoto, la regina partorirà una bella bambina, che per lo scrittore rappresenta il tipo governo «misto», nella tradizione machiavelliana. Si ride sì. Con amarezza e disincanto.


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LA STAMPA VENERDÌ 7 SETTEMBRE 2012

Camminate

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Cronaca di Torino .51

Voci per Qoèlet

A spasso con scrittori musicisti e guide

L’allegria il pane dell’anima

Otto percorsi tra le valli piemontesi, con guide molto speciali. Un modo per «incrociare strade e sentieri, intrecciare parole e voci, riallacciare memorie e sguardi». Sono descritte così, le «Camminate spirituali», che si rifanno all’antica tradizione del pellegrinaggio, ma in chiave laica e aconfessionale. A segnare il percorso saranno scrittori, antropologi, alpinisti, musicisti e attori, come Giuseppe Cederna, Enrico Brizzi, Davide Longo, Pino Petruzzelli, Enrico Camanni. Fra le mete dei tour (che partono alle 8,30 del mattino e si concludono intorno alle 17; costo: 15 euro), i rifugi, dal Bagnour Bosco dell’Alevè in Val Varaita al piano e alla casa di caccia dell’Azaria in alta Val Soana, al rifugio Massimo Mila a Ceresole Reale. Altre tappe, il Gran Bosco di Salbertrand e Giaglione.

«Anche questo è fame di vento. Cinque voci per Qoèlet». «Piccolo gioiello di sapienza contenuto nell’Antico Testamento, Qoèlet è singolare per il modo in cui fonde luce e tenebra, prestandosi a letture di segno opposto: manuale di scetticismo radicale per alcuni, testo illuminato da una misteriosa e rassegnata levità per altri» spiega Antonella Parigi. Cinque personalità molto diverse, Ignazio Marino, Massimo Recalcati, Michela Marzano, Gustavo Zagrebelsky, Edoardo Nesi e Enzo Bianchi, che proporrà una lezione-spettacolo, illustreranno la modernità di pagine tutt’altro che obsolete. Che recita, tra l’altro: «Perciò approvo l’allegria, perché l’uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede».

Electro Yoga

Otium meditativo

La preghiera, l’ascolto, la riflessione sono alcuni degli ingredienti dell’evento

La meditazione di mezzanotte Occorre portarsi un cuscino o tappetino da meditazione, per partecipare a «Electro Yoga», un progetto speciale di Torino Spiritualità 2012, che fonde la meditazione, secondo la pratica della psicopedagogista e danzatrice Alessandra Rito e la musica di Vaghe stelle (il nuovo progetto del musicista e producer Daniele Mana), con l’accompagnamento di Francesco Fantini e Aline Privitera. L’appuntamento è per sabato notte, dalle 23 alle 00,30 - e domenica - dalle 9 alle 10,30 - al Parco Dora (ingresso da corso Svizzera). Un doppio evento che promette belle suggestioni, in un’atmosfera sospesa tra la dimensione intimista della pratica meditativa e il rito collettivo dell’ascolto. L’iniziativa è realizzata con Xplosiva.

Torino Spiritualità risponde alla crisi con un sorriso Si apre il 26 con un centinaio di appuntamenti Mancherà soltanto il calore di Lucio Dalla SILVIA FRANCIA

Religioni

La preghiera non ha confini Il sacro, in tutte le fedi del mondo. «Persone di spirito» è un’iniziativa realizzata dal Comitato Interfedi della Città di Torino per questa ottava edizione di Torino Spiritualità. Si tratta di letture, meditazioni, momenti di preghiera e canti delle diverse comunità religiose che compongono il comitato, per accostarsi alla ricchezza e profondità del sacro. E per sostare nei luoghi e negli spazi di culto di ciascuna tradizione spirituale. Apre i lavori la Comunità induista, giovedì 27 alle 18,30, alla Cavallerizza Reale. Alle 21 ci si sposta nel Centro sociale della Comunità Ebraica, per la Festa delle Capanne. Tra gli appuntamenti successivi, il Mattutino alla chiesa ortodossa romena e la pratica del chosan alla comunità buddhista

Un sorriso come bandiera. Come antidoto alla crisi, al disincanto, ai «mala tempora». Ma un sorriso anche un po’ dolente, quello che Torino Spiritualità sfoggia come leit-motiv per questa edizione 2012, ormai alle porte. Con un filo di nostalgia, ieri, durante la presentazione dell’evento, si è saputo che la star della rassegna «doveva essere Lucio Dalla, ospite in un incontro con il teologo Vito Mancuso», come ha spiegato Antonella Parigi, direttore della rassegna e del Circolo dei Lettori, ente che organizza Torino Spiritualità. A rendere il sorriso più consapevole, non è solo l’ombra di un rimpianto, ma proprio il pensiero che sta dietro quell’icona ilare. Ovvero, spiega ancora la

Parigi, «La “Sapienza del sorriso”, come recita il titolo di questa ottava edizione: qualcosa di misterioso, necessario, salvifico. L’intelligenza del sorriso ha, difatti, la capacità di coniugare profondità pensosa e leggerezza e rappresenta un contrappeso alle derive del vivere». A questa sapienza del sorriso, che il presidente del Circolo dei Lettori Luca Beatrice definisce come «Una lieve increspatura delle labbra in mezzo all’uragano», è dedicato l’evento, che si declinerà in una cinque-giorni, dal 26 al 30 settembre, cadenzata in un centinaio di appuntamenti, in 26 sedi cittadine. La serie si apre, il 26 alle 18 nel cortile di Palazzo Carignano, con un incontro «tra la spiritoso e lo spirituale»: ospiti, Massimo Gramellini, Corrado Augias e Elio (il leader delle Storie Tese).

La stessa sera alle 21, Vito Mancuso e Alessandro Bergonzoni discutono sulla libertà. Tra i 130 ospiti successivi, l’eclettico pensatore George Steiner, il monaco Lama Paliin Tulku, lo scrittore israeliano Aharon Appelfeld, l’attore Giuseppe Cederna. E, ancora, Enzo Bianchi, Ermis Segatti, Michele Serra, Elena Loewenthal, Massimo Cacciari, Enrico Brizzi, Gianni Vattimo. E Henry Quinson, già golden boy dell’alta finanza, oggi monaco di strada nei quartieri popolari di Marsiglia. Tra le tante iniziative previste, una serie di camminate in montagna, un progetto sul Qoelet e un ciclo di letture in arabo del Corano, ma pure un coro delle lamentele per i cittadini torinesi (programma completo sul sito www.torinospiritualita.org; tel: 011/432.68.27).

Riflettere, al riparo dalla frenesia Nati con l’edizione 2009, i seminari esperienziali «Tempo pieno. Scuola di otium meditativo» sono pensati come una parentesi, uno spazio di riflessione, al riparo dalla frenesia quotidiana, dove l’ozio perde la connotazione di tempo vuoto perché improduttivo e diventa, invece, un momento fondamentale per accedere alla vera pienezza e ricchezza interiore. Gli appuntamenti di quest’anno diventano chiave per cercare di accedere, attraverso il filo rosso del sorriso, alla conoscenza di sé e dell’altro. Accompagnano i partecipanti esperti di diverse discipline nei panni di simboliche guide spirituali. Occorre prenotarsi al numero 349/628.56.06 (il costo di partecipazione per ciascun incontro, è di 10 euro).

Il coro

“Cantate le vostre lamentele in piazza” Lo si fa al bar o nel negozio sotto casa, per la strada, in coda alle Poste o sui mezzi pubblici: lagnarsi della propria città è una tendenza pressoché universale. Uno sfogo solitario che Torino Spiritualità 2012 trasforma in occasione per fermarsi a riflettere e stare insieme. Sorridendo, si spera. Il primo «Coro delle lamentele torinese», interamente composto da cittadini, si esibirà nelle piazze mettendo in parole e musica le lagne sulla città, in tre performance: sabato 29 alle 11,30, con una live-performance al Balon, in via Borgo Dora 26 e alle 19 in largo Saluzzo a San Salvario. Il giorno successivo, alle 16,30 in piazza Carignano, l’iniziativa, si ripete in versione per bimbi e famiglie.

Le amate creature

Antonella Parigi

Antonella Parigi: «Vorrei che si ricordassero Il Circolo dei lettori e Torino Spiritualità come si fa con Settembre Musica»

“Ho lavorato sodo e con umiltà e credo che Torino se ne sia accorta” A fine settembre scade il mandato della direttrice del Circolo dei lettori Piccata? Non sembrerebbe. Risentita? Se così fosse, non lo dà a vedere. Preoccupata? Men che meno, stando all’apparenza. «Sono serena, convinta di aver operato bene»: esordisce così, Antonella Parigi, che nel 2006 ha inventato il Circolo dei Lettori, sistemandolo al meglio nella sede aulica di via Bo-

gino 9, e crescendolo con abilità, sino a trasformarlo da un ristretto cenacolo di nicchia a una vera e propria fondazione con un giro d’affari di un milione di euro circa. Che salgono di 400mila euro, se si conta anche l’altra «creatura» della Parigi, ovvero la rassegna «Torino Spiritualità». Una vera e propria regina della cultura, dunque, che oggi rischia, però, di vedersi potar via lo scettro. La sua nomina scaduta, difatti, è stata prorogata sino a fine settembre, proprio per garantire il previsto svolgimento della rassegna, una filiazione delle «Domande a

Dio», che vedevano coinvolto anche il regista Gabriele Vacis. Dopodichè il consiglio di amministrazione (rappresentato per due terzi dalla Regione e per uno dall’associazione di finanziatori privati I Cento per cento lettori), procederà, attraverso regolare bando pubblico, alla nomina del nuovo direttore del Circolo, che è presieduto da Luca Beatrice, già riconfermato nell’incarico. O, magari, alla rielezione della stessa Parigi. Che sia convinta di un rinnovo già praticamente garantito o meno, la bionda signora del Circolo dei Lettori non dà a vedere. Ma, nel gior-

no in cui si presenta l’ottava edizione di Torino Spiritualità, sembra tenerci assai a mettere, quantomeno, i classici puntini sulle i. «Ho lavorato sodo e, credo, anche molto bene, a vantaggio della mia città. Di questo sono convinta ed è ciò che mi rende soddisfatta. Ho creato il Circolo e mi piacerebbe che si ricordasse

questa cosa: esattamente come succede per Balmas che ha inventato Settembre Musica. Credo di aver fatto una cosa bella per Torino, lo ribadisco, ma con l’umiltà di un servitore dello stato e con uno stipendio in linea con quello degli altri direttori di istituzioni culturali». Naturale, a questo punto, chiedersi se non le spiacerebbe

neanche un pochino di dover cedere le armi proprio adesso. Ma la «signora del Circolo» non accenna a scomporsi. «Intanto, quando verrà emanato, leggerò il bando e valuterò l’opportunità di ricandidarmi. Chissà se avrò i requisiti giusti per il posto da direttore». Lo dice con il più candido dei sorrisi, l’Antonella, ma è difficile non percepire un filino di ironia. Quanto alla possibile fusione del Circolo con il Salone del Libro, opzione prediletta della Regione, la Parigi ha un solo commento: «Non è questione di mia competenza. Saranno gli enti a de[SI. FRA.] cidere».


Donne in rassegna

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Con 1.300 manifestazioni e circa una decina di milioni di spettatori, l'Italia è il paese dei festival. Un successo non solo culturale, ma anche di business. Dietro cui, spesso, si trova una mente femminile. Ecco la top ten di Stefania Cubetto

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egli ultimi 15 anni, in Italia, le manifestazioni culturali hanno registrato una crescita numerica esponenziale con oltre 1300 festival dedicati alle discipline più diverse, il numero più alto in Europa. E sono una decina di milioni gli italiani che ogni anno partecipano ad almeno un evento. Basta guardare al successo, per contenuto e affluenza di pubblico, di kermesse come il Festivaletteratura di Mantova, il primo ad avere dato il la al fenomeno, o il Festivalfìlosofia di Modena-Carpi-Sassuolo, il Festival della Mente di Sarzana, o Torino Spiritualità, per citarne alcuni. Ed è curioso vedere come in queste che sono tra le iniziative a carattere divulgativo più affermate in Italia, alcune delle quali anche esportate all'estero, ci sia spesso l'idea forte, vincente di una donna. Un esempio su tutti è dato da Elisabetta Sgarbi che con La Milanesiana, di cui è ideatrice e direttrice, è riuscita a creare uno degli appuntamenti con letteratura, cinema, musica e arte più sentiti a livello internazionale, seguito da oltre 800mila spettatori, con ospiti di prestigio fra cui decine di premi Nobel. Quest'anno la 13a edizione ha portato nei luoghi storici di Milano, città che da sempre ospita il festival (ora esportato anche a Torino e Bergamo), 140 ospiti internazionali, per un totale di 127 appuntamenti, fra cui lo scrittore Usa, premio Pulitzer per Le ore, Michael Cunningham, William Friedkin, regista premio Oscar per L'esorcista, e Franco Battiate che ha scelto la Milanesiana per il debutto del suo Short Summer Tour. E così a Roma, il Festival delle Letterature è l'appuntamento ormai storico nella capitale con i più importanti autori della scena letteraria internazionale, richiamo per quasi 40mila spettatori. Giunto ali' 11a edizione, a dirigerlo è Maria Ida Gaeta, ideatrice della Casa delle Letterature, che ha scelto per palcoscenico della sua rassegna la Basilica di Massenzio al Foro Romano. Qui, nel corso delle varie edizioni, ha portato autori come David Grossman, Susan Sontag e Salman Rushdi. Dal 5 al 9 settembre, il Festivaletteratura di Mantova si prepara a festeggiare la 16a edizione portando « idee e memorie contro la crisi, non solo economica» e, naturalmente, grandi intellettuali, dal premio Nobel irlandese Seamus Heaney a Ngugi Wa Thiongo, alcuni grandi ritorni come Englander e Pablo d'Ors, e ospiti inattesi come Shaul Ladany e Jan Douwe van der Ploeg. Significativi i numeri della kermesse: nata nel 1997

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Direttore del Circolo dei Lettori e di Torino spiritualità. Dal 26 al 30 settembre. torinospiritualita.org

v.rnARA BASSETTI Direttore artistico, con Paolo Manfrini, di Suoni delle Dolomiti. Fino al 31 agosto. isuonidelledolomiti.it

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; Ideatore e direttore ; della Milanesiana. I Dalla fine di giugno '< alla metà di luglio | di ogni anno. ; provincia.milano.it

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Ideatore e direttore del Festival della Mente di Sarzana. Dal 31 agosto al 2 settembre. festivaldellamente.it

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wiAKiA'IDACAETA ! MARIA PAOLA ROMEO Ideatore e direttore ; Direttore editoriale del Festival delle ; del Women's Fiction Letterature di Roma. ! Festival di Matera. Dalla metà di maggio ! Dal 27 al 30 alla metà di giugno. ; settembre, womensfestivaldelleletterature.it; fictionfestival.com

! MARZIA CORRAINI ; Parte comitato

| ideatore del ', Festivaletteratura <' di Mantova. ; Dal S al 9 settembre. ; festivaietteratura.it


Donne in rassegna

nella città dei Gonzaga su modello del festival letterario di Hay-onWye, nel Galles, oggi vanta un pubblico da raduno rock, con oltre 64mila spettatori solo nella passata edizione per quasi 400 eventi (e altrettanti fra artisti e scrittori). « Q u a n d o abbiamo immaginato Festìvaletteratura», raccontaMarzia Corrami, membro del comitato organizzatore della manifestazione, « n o n e era questo tipo di fenomeno in Italia. L'unica possibilità erano i premi letterali e le presentazioni dei libri. In quel momento, credo, abbiamo interpretato una necessità insita nelle molte persone legate alla lettura di uscire di casa e incontrare gli autori, parlare e confrontarsi con loro. Ha contribuito al successo la stessa città di Mantova, piccola, a dimensione di libro, dove non si respira aria da star e gli artisti girano per strada liberamente». Dalla sua nascita, nel 2001, a oggi, anche il FestivalFilosofia, diretto da M i c h e l i n a Borsari, registra presenze da record: le sue lezioni magistrali tra Modena, Carpi e Sassuolo sono seguite da oltre un milione di persone.

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Importante risorsa di marketing culturale, i festival h a n n o u n forte legame col territorio che li ospita. I luoghi sono il motore dell'evento, conferma Chiara B a s s e t t i che, con Paolo Manfani, cura la direzione artistica dei Suoni delle Dolomiti, arrivato ora alla 18 a edizione: «L'idea di un festival musicale in alta quota è nata dalla voglia di avvicinare il pubblico alle montagne del Trentino. Abbiamo così iniziato con qualche concerto di classica e jazz. Oggi siamo seguiti da SOmila spettatori e abbiamo in cartellone 40 concerti». Tra cui quello conclusivo, il 31 agosto, di Stefano Bollani. Matera, città che nel 2019 sarà candidata a Capitale europea della Cultura, dal 27 al 30 settembre, ospita il festival di narrativa tutto al femminile Women's Fiction Festival, alla nona edizione, curato da M a r i a P a o l a R o m e o Per celebrare la decima edizione, quest'anno ha scelto invece di spostare la sede storica da Cortona, dov'è nato, a Firenze il Tuscan Sun Festival. L'evento musicale, che Independentha inserito fra i 10 migliori in Europa, ha per splendida mattatrice la violoncellista russa N i n a K o t o v a , co-fondatrice della manifestazione e primadonna della musica classica, con concerti nei palchi più prestigiosi del m o n d o . Quest'anno ha portato artisti come Tony Bennett e il soprano Angela Gheorghiu. Anche Ravenna ospita, ormai da 23 anni, una delle più prestigiose manifestazioni musicali europee, alla cui direzione artistica troviamo Cristina Mazzavillani Muti, insieme a Franco Masotti e Angelo Nicastro. Un altro fra gli appuntamenti culturali più attesi come il Festival della Mente, il primo europeo dedicato alla creatività, quest'anno (dal 31 agosto al 2 settembre) alla n o n a edizione, diretto da G i u l i a C o g o l i , ha per scenario un'altra città a dimensione d'uom o e ricca di storia c o m e Sarzana. Accanto alle preminenti manifestazioni letterarie e umanistiche, stanno avendo ampio riscontro di pubblico anche manifestazioni a carattere spirituale, c o m e dimostra l'ormai consolidato appuntamento torinese, diretto da A n t o n e l l a P a r i g i che spiega: «L'idea di creare u n o spazio in cui interrogarsi sulla dimensione dello spirito è nata dall'evoluzione di u n lavoro teatrale di Gabriele Vacis dal titolo Domande a Dio. Domande agli uomini, prodotto nel 2002 dal Teatro Stabile. Credo che l'attenzione che il pubblico riserva al festival dipenda dall'avere offerto spazi di confronto a chiunque avverta sproporzione tra la propria tensione interiore e quello che p u ò trovare fuori, nella vita di tutti i giorni». (È,


ORIZZONTI

La crisi della cultura in rapporto alla crisi della borghesia è uno dei temi che George Steiner trattò nel ciclo di conferenze tenute alla University of Kent di Canterbury nel 1970 e che sono confluiti nel libro

«Nel castello di Barbablù» (125 pagine, 16 euro) disponibile nel catalogo Garzanti.

Nostalgia: quando Dante non valeva come Baricco Perdute le gerarchie dei valori, non sappiamo più distinguere il bello dal brutto. Parola di Steiner.

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ieni come siamo di sociologi esperti nel battezzare i nostri tic, ci serviva invece un grande critico letterario, George Steiner, per spiegare che l’attuale crisi della cultura, madre di tutte le débâcle, è iniziata con la crisi della borghesia: di quella élite, cioè, che non soltanto riassumeva in sé i valori perduti, ma che di quei valori, soprattutto, stabiliva una rigida gerarchia. Perché questo è il punto. Scomparsi il rosso e il nero, ogni colore conta ormai almeno 50 sfumature, sbavature: sfocature confuse in una cataratta culturale dove tutte le differenze scompaiono. Spariti gli steccati fra la civiltà occidentale e il resto, fra i dotti e gli ignoranti, fra gli strati sociali superiori e inferiori, maturità e giovinezza, uomini e donne, è sparita pure quella demarcazione che separava «il più alto dal più basso, il più grande dal più piccolo: la civiltà dal primitivismo arretrato, il sapere dall’ignoranza, il privilegio sociale dalla sottomissione (...) e dove “da”» scriveva Steiner «significava anche “al di sopra di”». Rara lungimiranza nelle parole che il critico, ancora immune dalle minacce del politicamente corretto, poteva scrivere nel 1970 prevedendo l’orda di «controculture e aggregati di nozioni sparse, personalizzate e ad hoc» che avrebbe sostituito le distinzioni fra ignoranza e sapere, e che adesso echeggiano nel cinguettio di Twitter come nel goffo sogno wikipedico di una «cultura democratica». Ma democratica e veramente interattiva («In ogni opera l’eco, il riflesso, l’allusione a opere precedenti la tradizione») era la cultura borghese, notava Steiner, quando l’epica omerica e virgiliana come la poesia di Ovidio e Orazio erano dominio di ogni liceale degli anni 40. E se, venendo ai nostri borghesi, avevamo 118

Il saggista francese George Steiner, classe 1929. Il 30 settembre sarà ospite del festival Torino spiritualità (www.torinospiritualita.org).

avvocati, medici e notai che almeno fino agli anni 60 padroneggiavano Fëdor Dostoevskij e Marcel Proust quasi quanto i loro tomi professionali, oggi, invece, a chi deve insegnare letteratura nelle scuole subito dopo un quesito su Dante si chiede nei quiz di indicare l’autore di Oceano Mare. Come distinguere allora fra alto e basso, bello e brutto, Dante e Alessandro Baricco? Non lo sappiamo più. Siamo vittime inconsapevoli di quella maldigerita lezione sul postmoderno tanto caro a chi gridava «Borghesi tutti appesi». Sacrosanta, la conquistata possibilità di applicare la medesima analisi a un testo alto e a uno basso (alle Rime di Petrarca come ai fumetti di Tex Willer) è divenuta invece la perversa equivalenza dei testi tout court. La possibilità di analisi è diventata equipollenza di valore. Così Petrarca può valere quanto Tex. Oceano Mare può valere quanto la Commedia. E la lezione di Steiner, inascoltata, non vale più nulla. (Antonio Carnevale)

Panorama | 12 settembre 2012

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CULTURA &

SPORT SOCIETÀ

TORINO

SPETTACOLI

VENERDÌ 7 SETTEMBRE 2012

la Repubblica

■ XV

È l’umorismo il tema dell’edizione 2012 del festival dell’anima Dal 26 settembre 5 giorni di pensieri con intellettuali e artisti

Spiritualità la sapienza del sorriso

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e la parola “resistere” è il leit motiv della cultura in trincea contro i tagli, l’ottava edizione di Torino Spiritualità, dal 26 al 30 settembre, prova ad andare oltre sfidando l’infelice congiuntura economica con un po’ di buonumore. La “sapienza del sorriso” è il filo rosso che lega i cento appuntamenti di quest’anno, distribuiti in quindici sedi, da quelle tradizionali come il Circolo dei Lettori, il Carignano, la Cavallerizza, San Filippo, a quelle inedite nei vari quartieri (mappa completa e programma su www. torinospiritualita. org). L’ironia contro il cinismo, il sorriso che fa bene all’anima contro la risata sguaiata e volgare. «Credo che quella contro il cinismo, una scorciatoia nei confronti della complessità che ci troviamo a vivere e per la quale non abbiamo risposte, sarà una delle grandi battaglie che dovremo combattere in futuro se vogliamo salvare i rapporti umani dalla deriva» spiega la direttrice del festival, Antonella Parigi. La formula è sempre quella: incontri, lezioni, riflessioni, seminari. Si comincia il 26 nel cortile di Palazzo Carignano con un insolito terzetto, Corrado Augias, Elio delle Storie Tese e Massimo Gramellini a discettare di “spiritoso” e “spirituale”. In serata Alessandro Bergonzoni e Vito Mancuso parleranno della libertà come

Il retroscena

CLARA CAROLI

«S

ONO serena e orgogliosa — dichiara Antonella Parigi — ho fatto un bel lavoro per questa città. Non ho preso un ente, l’ho creato. E ora sento la soddisfazione di aver costruito una realtà culturale importante. Dopodiché ho lavorato per anni nel management di grandi aziende, in passato, e se me ne dovrò andare da qui — ironizza — non avrò difficoltà ad aprire una latteria». Lo sfogo della direttrice del Circolo dei Lettori avviene a margine della presentazione di Torino Spiritualità, il “suo” festival, la “sua” creatura. Un’ottava edizione che per lei, già co-fondatrice con Baricco della scuola Holden, potrebbe essere l’ultima. «Non ci voglio pensare — taglia corto — è prematuro». Eppure le grandi manovre per la successione sono in corso e il posto (compenso annuo lordo attorno ai 100 mila euro) è assai ambito. Dal punto di vista formale l’operazione è impeccabile: nell’ambito del processo che sta trasformando lo statuto del Circolo da associazione a fondazione, è necessario un bando per la nomina del direttore. Una procedura «per la trasparenza e fuori dalle logiche dello spoil system», come sottolinea la Regione, socio finanziatore unico, o un espediente per “far fuori” la direttrice storica, simbolo della politica culturale della vecchia maggioranza? «C’era un tempo in cui le nomine avvenivano in segreto nella stanza dell’assessore — replica il presidente del Circolo, Luca Beatrice — ora le cariche vengono assegnate alla luce del sole. Con

ingrediente essenziale nella spiritualità come nell’umorismo. Il 27 nel pomeriggio tocca a Massimo Cacciari con una lectio sul tema “Davvero Gesù non ride?”, mentre alle 21 al Teatro Carignano c’è lo spettacolo dal “Canto di una creatura” di Alda Merini, ispirato a San Francesco, con versi recitati da Marco Alemanno su musiche di Lucio Dalla. Ospite della stessa giornata l’israeliano Aharon Appelfeld, sopravvissuto ai lager, con la sua personale “Geografia della memoria”. Tanti i protagonisti del weekend, da Moni Ovadia con “Il miracolo dell’umorismo” (yiddish) a Michele Serra con “La saggezza della satira”. Da non mancare, tra sabato 29 e domenica 30, l’appuntamento con Henry Quinson, ex golden boy dell’alta finanza diventato monaco di strada nei quartieri dormitorio di Marsiglia, sul tema “Da Wall Street alla banlieue”; il “Qoèlet” letto da Enzo Bianchi con Teatrodilina; l’“Elogio del ridicolo” con Paolo Nori e le Mondine di Novi; la lectio di Gustavo Zagrebelsky su “Tutto il male perpetrato sotto il sole”; l’incontro con George Steiner su “La poesia del pensiero” e quello con suor Giuliana Galli su “L’undicesimo comandamento”. (c. car.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Circolo dei Lettori, manovre al vertice Parigi in bilico: “Fiera del mio lavoro”

questo criterio valuteremo profili e curricula». E uno di questi, tra i più accreditati, è proprio quello di Antonella Parigi, in carica dal 2006 e ideatrice del “format”, il cui mandato scaduto a giugno è in proroga, intenzionata a ripresentare la candidatura. «Aspetto di leggere il bando prima di pronunciarmi», replica tuttavia, prudentemente. Tutto è ancora aperto. Nel cda della neonata Fondazione Circolo dei Lettori siederanno, con il riconfermato presidente Luca Bea-

trice, un rappresentante dell’associazione 100% Lettori (probabilmente Paola Giubergia) e un terzo membro ancora da nominare. Per il momento non è previsto l’ingresso del Comune nel consiglio. Intanto dietro le quinte c’è agitazione e sono molti gli aspiranti al posto di direttore che hanno cominciato a farsi avanti. Decisivo nella scelta del profilo sembra essere il

progetto della Regione (condiviso dal Comune): far dialogare il Circolo e il Salone del Libro con l’obiettivo finale di accorpare i comitati di gestione in un unico board. Quale tandem in via Bogino sarà interlocutore di Picchioni e Ferrero in vista di future fusioni? Secondo alcuni l’assessore Michele Coppola avrebbe in mente di affiancare a Luca Beatrice un outsider, possibilmente un-

Gli assessori

COPPOLA

IL “CAPO” Il critico d’arte Luca Beatrice, presidente del Circolo dei Lettori

L’assessore regionale: «Usiamo lo stesso metodo già adottato per Rivoli: massima trasparenza»

Lo sfogo

Un nuovo bando per il mio posto? Prematuro parlarne Ma in questa città ho fatto un bel lavoro, costruendo una realtà importante

BRACCIALARGHE L’assessore comunale: «Non entriamo in questa procedura, peccato perdere il know how della Parigi»

der quaranta, cui affidare strategie di convergenza con la Fondazione per il Libro. Ma Coppola smentisce: «Non ho in mente alcun profilo, usiamo con il Circolo dei Lettori lo stesso metodo di selezione collaudato con la massima trasparenza per Venaria e Artissima che riproporremo anche a Rivoli». Entro la fine dell’anno al più tardi, ma potrebbe essere già tra ottobre e novembre, il bando sarà concluso e il posto assegnato. L’opzione Parigi è ancora sul tavolo. La direttrice in carica parte favorita, dicono in molti. Dopo sei anni al timone ha le idee estremamente chiare anche rispetto a sviluppi futuri e progettualità. Strategie che per il momento non intende rivelare: «Credo che questo compito spetti alle istituzioni. Io interpreto il mio ruolo di servitore della cosa pubblica con la soddisfazione di aver lavorato bene. Affido la mia professionalità al meccanismo di selezione confidando nella sua trasparenza». Ma perché non tenere in carica la Parigi che a giudizio di tutti ha così ben lavorato? «A questa domanda non rispondo», replica secco Luca Beatrice. A nome del Comune (che finanzia Torino Spiritualità ma non il Circolo) l’assessore Maurizio Braccialarghe fa sapere: «Non intendiamo interferire in una nomina che non ci spetta, ma nella prospettiva di creare il board di una struttura unificata per la gestione di tutte le attività inerenti al libro, dal Circolo al Salone alle Biblioteche a Portici di Carta, sarebbe un peccato che la professionalità e il know how di Antonella Parigi andassero persi». © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Corri, c’è Picasso a Milano Duecento capolavori a Palazzo Reale Y^ BVg^V HiZaaV 8|hiVcd Autunno caldo sul fronte dell’arte a Milano. La nuova stagione inizia a il 20 settembre, a Palazzo Reale, con la splendida mostra dedicata a Pablo Picasso. Duecento le opere, dipinti, ma anche sculture e disegni, provenienti dal Museo Nationale Picasso di Parigi che, durante i lavori di ristrutturazione, offre al pubblico italiano l’opportunità di ammirare i suoi gioielli. La Celestina, Uomo con il mandolino, Ritratto di Olga, Due donne che corrono sulla spiaggia: solo per citare alcuni dei capolavori che si potranno ammirare a Milano. La grande antologica, orchestrata dalla curatrice del museo parigino Anne Baldassari, ripercorre le fasi più significative della vita artistica del maestro spagnolo. Senza dimenticare di celebrare, in una sezione speciale, la storica mostra del 1953 quando nella sala delle Cariatidi venne esposta Guernica. Fino al 13 febbraio. Info. 0254911.

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Sorridere aiuta lo spirito

Indegnità

Sorridi che ti passa. Torna da mercoledì 26 a domenica 30 settembre “Torino Spiritualità”: tema dell’ottava edizione, “la Sapienza del sorriso”. Cinque giorni di incontri e dibattiti con ospiti di tutto il mondo: filosofi, scrittori, artisti, cabarettisti. Da Massimo Gramellini a Elio, da Michael Barry ad Alessandro Bergonzoni (per saperne di più: www.torinospiritualita.org).

Alla morte non è appropriato né salutare né equo né degno sopravvivere.

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Premessa: se amate la fantascienza, non dovete perdere Prometheus, il film di Ridley Scott con Michael Fassbender, Charlize Theron e Noomi Rapace, ora nelle sale. Appassionante, visionario, sconvolgente... Sono tante le parole per descrivere l’ultima fatica del regista di Alien, in cui la suspense lascia senza fiato e le immagini fanno sognare (anche se gli alieni, visti in 3D, sono davvero spaventosi). Il film racconta di un’esplorazione interstellare con una nave spaziale di nome Prometheus alla ricerca delle origini dell’uomo su un pianeta sconosciuto. A bordo c’è un team di scienziati (tra cui un’algida Charlize Theron) ibernati e monitorati da un androide (Michael Fassbender), che per passare il tempo guarda il film

Lawrence d’Arabia. Una volta raggiunto, però, il pianeta si rivela ostile. E le scene diventano crudelissime, come quella in cui la scienziata Elizabeth estrae dal suo ventre un orribile mostro calamaro. Dimenticate le pellicole alla Star Trek. Per Ridley Scott il futuro è oscuro, ha a che fare con la mitologia, le paure e i dubbi dell’uomo di oggi. Ed è pieno di pericoli: tempeste magnetiche, serpenti, liquidi neri. Non mancano le citazioni degli altri capolavori della fantascienza: da 2001: Odissea nello spazio a Blade Runner, ad Alien. I critici Usa sono impazziti: «Il film spaventa e affascina» ha scritto David Denby su The New Yorker. E anche noi siamo usciti dal cinema un po’ scossi, ma conquistati. CXm`e`X I`kkXkfi\

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UESTIONI DI KARMA

VI SPIE OGGI E FRAINTESO. A DANNO DI BUDDHA

UN VOLUME SUL PENSIERO DELL1ILLUMINATO. AUTORE, LO STUDIOSO INGLESE RICHARD GOMBRICH. CHE CONTESTA TROPPE INTERPRETAZIONI DIVULGATIVE. E DENUNCIA IL TRADIMENTO DELLE IDEE DI UN GRANDE SAGGIO. MOLTO PRATICO di RAIMONDO BULTRINI foto di LAURA LEONELLI

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IL PROFESSOR RICHARD GOMBRICH (1937) INSEGNA PALI, SANSCRITO E LINGUE ORIENTALI ALL'UNIVERSITÀ DI OXFORD. ILSUO/LPBVS/ERO DEL BUDOHA È EDITO IN ITALIA DA ADELPHIfPP. 280, EURO 30, TRADUZIONE DI ROBERTO DONATONI, COLLANA RAMO D'ORO)

ANGKOK. Parlare di un uomo vissuto ben 2500 anni fa, e per di più del suo Pensiero metafisico, è un'opera ardua perfino per accademici di prodigiosa conoscenza delle lingue e della storia. Oggi il Buddha, il Risvegliato, ha condizionato milioni di individui, ispirato il più grande imperatore della storia dell'India di nome Ashoka, convcrtito moderne star del cinema e del calcio, fatto scrivere decine di libri al suo rappresentante terreno più famoso, il Dalai lama. Il leader tibetano, certamente, è solo uno dei molti divulgatori postumi di un pensiero con la P maiuscola al quale sono state attribuite frasi, sentenze, leggende e perfino favole delle sue vite passate, di quando offrì il corpo per sfamare una tigre, creò un ponte per far attraversare i viandanti, produsse acqua per dissetare gli assetati. Ma di tutte le scuole religiose, spirituali e filosofìche che sono sorte in suo nome, solo una, la Theravada, è l'oggetto di un libro che viene presentato come l'ultima parola - quasi una sfida al principio dell'impermanenza di cui parla l'autore - in fatto di interpretazione testuale del «vero» Pensiero dell'Illuminato. H titolo dell'opera, scritta dall'autorevole e brillante accademico inglese Richard Francis Gombrich, è E Pensiero del Buddha. La casa editrice italiana Adelphi lo ha preferito a quello originale inglese, Cosa ha insegnato il Buddha. Fbrse la scelta ha tenuto conto del fatto che esiste mròpera fondamentale dallo stesso tìtolo, edita dal dotto reverendo cingalese Walpola Rahula (1974).



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cultura QUESTIONI DI KARMA

II professo!' Gombrich non nasconde di aver us;ito quel titolo in omaggio allo stile divulgativo e chiaro di Rahula, ma ironizza sul latto che il suo illustre predecessore avrebbe dovuto chiamare il suo libro Cosa ha insegnato Buddhaghosa, in nome del famoso studioso indiano del V secolo dal quale molti hanno attinto - secondo Gombrich - intetpretazioni inaccurate rispetto al vero contesto storico, sociale e religioso. Accusa sfacciata, considerando che il testo di Rahula ricevette subito il sigillo del Journal ofthe Buddhist Society. Nell'opera del Professor Gombrich, 283 pagine fìtte di note e richiami ad altri autori, c'è l'impellente, quasi esasperata, esigenza di rendere chiari alcuni concetti che - nelle intenzioni del Buddha - concetti non sono, ma spesso semplici allusioni allegoriehe al linguaggio dei preti bramani vedici del suo tempo. Quelli usavano ad esempio il simbolo del fuoco perenne per descrivere il veicolo deWatman destinato alla liberazione, e il Buddha lo usava per inVltare a estin

non scrisse u n a sola riga, m a trasmise le sue idee attraverso i discepoli . >|

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di

guerl°-

metafora, ad evi& alimentare il karma della sofferenza aggiungendo combustibile, ovvero le nostre affllizio-

tare

ni mentali di desiderio e ignoranza della legge di Causa ed Effetto. «Buddha era un uomo pratico, molto pratico, per questo il suo pensiero è paragonabile a quello dei più grandi saggi di tutti i tempi» ci dice in perfetto italiano il professore nella conversazione via Skype dal suo studio di Oxford, dove continua a insegnare Pali, sanscrito e materie orientali, dopo una vita spesa alla ricerca delle fonti originarie e a interpretarle, secondo i parametri di quell'India in fermento del 500 prima di Cristo. Poco interessano a Gombrich le varie scuole successive al Buddha, come la stessa Mahayana, o Gi-ande Veicolo, che enfatizzò l'altruismo e la compassione insegnati dal Buddha come veicoli di liberazione da ogni limite umano. 0 come le numerose correnti che credono nella sola Mente creatrice, o nel potere del Nulla cosmico, o in una certa inteipretazione fata-

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GOMBRICH A TORINO TRA SPIRITO E SPIRITUALITÀ Torino. L'umorismo è al centro di Torino Spiritualità, dal 26 al 30 settembre. L'ottava edizione della rassegna, ideata e diretta da Antonella Parigi, si intitola La sapienza del sorriso. Si inaugura il 26 settembre alle 18 con Corrado Augias, Elio (quello delle Storie Tese) e Massimo Gramellini, per proseguire la sera con una riflessione a due voci tra Vito Mancuso e Alessandro Bergonzoni. Poi, cinque giornate di dibattito. Incontreranno il pubblico, tra gli altri, Richard Gombrich (qui intervistato). Massimo Cacciari, Paolo Branca, Moni Ovadia, Henry Quinson, un ex broker di Wall Street che oggi fa il monaco di strada a Marsiglia. E poi George Steiner, Aharon Appelf eld, Francesco Piccolo, l'antropologo francese David Le Breton, Michele Serra, Gianni Canova, Marco Belpoliti, Paolo Nori, Kim Rando, Sergio Givone e Roberta De Monticelli, Ignazio Marino, Massimo Recalcati, Michela Mancano, Gustavo Zagrebelsky e Edoardo Nesi, Enzo Bianchi, II programma completo è su www.torinospiritualita.org (veraschiavazzi)

lista della legge universale di Causa ed effetto, l'Origine dipendente di tutti i fenomeni. L'autore sa che il Buddha non scrisse mai una riga di suo pugno, perché furono i suoi discepoli a diffonderne il pensiero. E sa che una volta morti il maestro e gli studenti, sorsero quasi almeno ottanta scuole divergenti sulla dottrina. Per questo oggi Gombrich si dice convinto che solo un'attenta lettura storica dei testi originarì o primitivi - come li chiama - può rendere giustizia del come e del perché il Buddha riuscì a rivoluzionare alcuni concetti chiave (iella metafisica indiana del suo tempo, dalle credenze sul IL VENERDÌ

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QUATTRO ANNI DI LAVORO CON I MONACI DEL LAOS Le fotografie di questo servizio sono tratte dal libro fotografico Lem, viaggio iniziatico di un piccolo Buddha di Laura Leonelli. Edito da Contrasto, il libro (pubblicato in italiano e in inglese, per il mercato internazionale) è frutto di un lungo lavoro all'interno della comunità monastica di Luang Prabang, città santa del Buddismo Theravada, in Laos. Per la prima volta una donna, l'autrice, è stata messa in condizione di seguire la crescita e la formazione del piccolo monaco Lem, 12 anni. Il formato del volume è 15 x 21,228 pagine, cento foto a colori (euro 19,90).

risultato indelebile delle azioni virtuose o malvagie, che in parte fu all'origine del più spietato sistema di caste dell'umanità. Sotto il vaglio enciclopedico di Gombrich passa prima di tutto il termine karma, oggi di gran moda e usato spesso a sproposito. «La grande innovazione del Buddha» sostiene Gombrich «è stata di far dipendere il valore etico non da ciò che è manifesto, ma dall'intenzione». Ovvero, l'intenzione di fare del bene condiziona l'azione che alla fine produce un buon effetto (dunque un buon karma). Gombrich ricorda che la scoperta era debitrice di un concetto analogo ma più 14 SETTEMBRE 2012

riduttivo espresso da un contemporaneo del Beato, il fondatore della scuola Jainista Mahavira, secondo il quale il karma dipendeva soltanto dall'azione. In pratica, anche un'azione buona è una fonte di karma e sofferenza se fatta per il piacere. Da qui la nascita dei principi etici di ahimsa, non violenza, dell'uguaglianza tra tutti gli esseri viventi, accolti dal Buddha e poi da Gandhi, ma anche dell'ascetismo estremo, come la mortificazione del corpo (una delle divinità jainiste rimase sull'attenti senza mai sdraiarsi per l'intera vita adulta), e altre pratiche auto-punitive sulle quali il Buddha invece ironizzava.

Il docente ricorda che l'Illuminato commentò pressappoco così la condotta degli asceti jainisti: «Devono invero avere un gran brutto karma per soffrire tanto...». Che cosa dunque pensava il Buddha di tanto rivoluzionario da sovvertire di lì a due secoli il sistema basato sul potere di interpretazione dei Veda da parte dei bramarti, la casta più alta del varna induista? Tanto per cominciare invitò a disinteressarsi completamente di cosa ci fosse alla base dell'universo e della vita che genera invecchiamento, malattia e morte, a non fare come il folle che - colpito da una freccia - rifiuta di farsi curare finché non conosce il nome o la casta dell'arciere. Tutto questo «lo riteneva inessenziale» ricorda Gombrich - perché voleva sapere soprattutto cosa fosse alla base dell'agire, l'insieme di opere intenzionali che forma inevitabilmente il karma dell'individuo. «Per il Buddha» scrive l'autore «l'idea di karma è inestricabilmente connessa a quella di rinascita. Egli vedeva il karma, l'azione n m s v e g H a t o intenzionale, come una questione di causa ed ef- in termini fetto. Il karma buono agricoli: avrebbe prodotto effetti si pianta positivi per chi lo compì- un seme va, il karma cattivo effetti e SÌ ha il frutto negativi. Non sarebbe _ . corretto chiamare questi effetti ricompense e punizioni, perché non c'è chi ricompensi o punisca. Gli effetti sono invece prodotti da una legge di natura, analoga per noi a una legge fisica. Per il Buddha, e altri nell'India antica, il modello era l'agricoltura: si pianta un seme, c'è un periodo di tempo durante il quale un qualche processo invisibile e misterioso ha luogo, e poi la pianta spunta e può essere raccolta. Il risultato di un atto intenzionale è infatti chiamato di solito il suo frutto (...). Va da sé che, vista l'infinità di circostanze destinate a intercorrere fra l'atto e il frutto dell'azione, non si può calcolare il tempo che intercorrerà in termini di una o più vite umane». Buddha spiegò - precisa Gombrich che il karma non è il passaggio di un'anima da un corpo all'altro. Ciò presupporrebbe che quell'anima sia eterna, così come eterno dovrebbe essere il Dio n 115


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UESTIONI DI KARMA

do ciò che vuole dire, per usare la termicreatore del mondo. Invece indicò senza poter essere smentito che la realtà è in nologia originale, è: Questo è il risultato del perenne mutamento, impermanente, e che mio karma». Tuttavia - aggiunge - ci si di conseguenza non esiste nulla di prede- può ancora chiedere: «Se siamo noi a stinato. Nemmeno l'incontro con il Bud- creare il nostro futuro, in che misura quel dha in persona generò automaticamente che ci accade è il risultato dei nostri stessi l'illuminazione in tutte le persone che an- atti in questa vita o in una precedente?». darono ad ascoltarlo. Potè tutt'al più get- Il docente risponde, citando i Canoni pritare il seme di quell'IUuminazione, che per mitivi del Buddha, che delle otto cause alcrescere e generare la liberazione dal ci- l'origine delle sensazioni (i tre umori fisici, i cambi di stagione, le avversità ecc.) solclo del karma (il nirvana) ha bisogno della giusta comprensione, del retto pensiero, tanto l'ottava è legata al karma. «In altre parole egli sembra dire che della giusta azione, della giuascrivere esperienze buone o sta concentrazione e così via, cattive al karma è opportuno come indicato nell'Ottuplice Per eliminare la sofferenza solo quando non è disponibile sentiero. Solo così si può elimioccorre alcuna spiegazione medica o nare diikkha, la sofferenza perestinguerne di buon senso». vadente, la prima delle 4 Nobil'origine, li Verità alla base del buddi- Tutto ciò che è E la meditazione?, chiediasmo, secondo le quali ogni co- può cessare mo infine a Gombrich. «Il mio sa che ha la natura di essere, scopo non è raggiungere la salha la natura di cessare. La via vezza» risponde candido. «Voconsigliata per far cessare la glio capire la storia, da storico sofferenza è quella di estinguerne l'origi- delle religioni, non da praticante. Certo ne, i cinque khandha fisici, le formazioni devo capire anche la pratica perché la mentali, o volizioni, che sono il veicolo del- pratica forma la metà o più della religione. Ma mi interesso soprattutto al come è la rinascita in un mondo di sofferenza. Per Gombrich il Buddha non si sognò cambiata. Scrivendo sul pensiero è pronemmeno di insegnare rituali, o elaborare prio questo che mi interessa. Per meditateorie di trascendenza per spiegare la na- re bisogna imparare da un bravo maestro. tura del Vuoto e della materia. «Il rito è La mia meditazione è insegnare la lingua anzi uno dei tre grandi impedimenti con- Pali a chiunque nel giro di 12 giorni...». RAIMONDO BULTRINI tro il progresso morale» ci dice l'autore «non ha nessun senso». Bastava attenersi alle regole (vinaya) della rettitudine, ma con un intento ben diverso da ogni altra religione basata esclusivamente sulla fede, poiché è l'intelligenza - sostiene Gombrich - la caratteristica del discepolo ideale del Buddha, il suo libero arbitrio, la comprensione che ogni individuo è responsabile delle proprie azioni. «Se i miei insegnamenti non vi sono utili, abbandonateli» ripeteva il Beato. Senza capire la portata rivoluzionaria per quel tempo dell'enfasi buddista sull'amore e la compassione («possono essere salvifici se coltivati al più alto grado», spiega l'autore), la credenza nel karma «può facilmente trasformarsi in una sorta di fatalismo, l'esatto opposto di ciò che intendeva il Buddha» assicura Gombrich. «In questa l'orma perversa della dottrina, la gente dice: Questo è il mio karma, quan116

ROSSANA CAMPO t IL SUO FELICE PER QUELLO CHE SB (GIULIO PERRONE EDITORE, PP.128. EURO 10). SOTTO, RIPOSO DEI MONACI BUDDISTI TIBETANI

d ENZOCURSIO

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o venticinque anni e abito a Genova e ho una storia d'amore che mi strappa le budella, sono andata a innamorarmi dì un matto totale, un uomo con dei lati di grande dolcezza e sensibilità, una grazia animale e una parte distruttiva, mortifera, terribile. Quest'amore mi sta distruggendo». Sembra l'attacco di uno dei capitoli di Duro come l'amore o di In principio erano le mutande, eppure è il primo saggio di Rossana Campo, Felice per quello che sei, confessioni di una buddista emotiva, da oggi in libreria. La scrittrice genovese abbandona quell'umanità fragile, disadattata, in cerca dì stabilità, il suo mondo di antieroi, di esclusi, stravaganti. «Quando mi hanno proposto di scrivere un libro sul Buddismo» dice «la prima sensazione è stata


DOMENICA 9 SETTEMBRE 2012

Il dibattito delle idee Religione e politica

Due parole in croce

di Luigi Accattoli

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CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA

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La preghiera bipartisan del cardinale Dolan L’estroverso cardinale Timothy Dolan prega il 30 agosto con i repubblicani a Tampa e il 6 settembre con i democratici a Charlotte. Ad ambedue ricorda sia l’aborto sia gli immigrati e invita Obama e lo sfidante

Romney a un pranzo di beneficenza che darà il 18 ottobre. Argomenta che ogni occasione è buona per pregare e per fare beneficenza. Chissà che le nostre eminenze non abbiano preso qualche appunto.

Un incontro a Durazzo sulle macerie dei conflitti e sulle nuove tensioni identitarie «Le Chiese aprano le porte, oltre gli interessi di parte e le ipocrisie. Rinnovatevi»

I giovani europei chiedono di credere

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ccovacciati sui tappeti della moschea di Tirana, scalzi, i ventenni Shannon e Marc sono a loro agio. Sussurro a Shannon, un inglese di origini indiane, che dovremmo imparare dall’India a toglierci sempre le scarpe prima di entrare in un tempio, qualunque sia il Dio che vi si onora. Shannon sorride, annuisce. Marc mi ha sentito, alza gli occhi e dice piano: «Dio disse a Mosé dal cespuglio che bruciava: "Togliti i sandali, perché il luogo dove ti trovi è terra sacra"». Non conosco la religione di Shannon e Marc. Ne sento la profondità. Giovani europei e religione dovrebbero combaciare. I giovani vivono in un universo di frammenti, incertezze, precarietà? La religione offre loro interezza, verità, stabilità. Non hanno passato, non vedono il futuro? La religione offre loro una tradizione, una storia e un’eternità. Sbandano nella licenza? La religione è norma. Abitano un mondo sfigurato? La religione è bellezza. L’attrazione è forte, certamente; ma di rado l’incontro si compie. Spesso, l’abbraccio tra giovane e religione si trasforma in pezzi di adesione, d’esperienza, di rifiuto e di rabbia. Il profilo della montagna albanese è l’itinerario di nuove generazioni su e giù per la fede. Non la prendono, non la lasciano. Né lei, la religione, sembra voler davvero prenderli o lasciarli. Sono spesso scontenti gli uni dell’altra. Questa non è una religione per giovani. Questi non sono giovani per la religione.

Mentre sociologi, psicologi, teologi descrivono la società post-secolare, un vortice inghiotte la domanda del giovane e la risposta della fede, tanto più bisognosi l’uno dell’altro quanto più incapaci di incontrarsi. Attrazione e ripulsa prendono forme diverse nei vari contesti; attraversano vicende esistenziali irripetibili, destini collettivi di comunità e popoli. Sullo sfondo del raccoglimento di Shannon e Marc, il muftì racconta l’ateismo comunista, vanta l’armonia multireligiosa albanese; oltre le pareti, oltre i monti, il Kosovo, la Bosnia: le terre dove la religione ha stu-

prato, deportato, imbracciato il kalashnikov. Il vortice tra domanda giovanile e risposta religiosa, tra privato e pubblico, è storia. È politica. Investe le istituzioni civili e religiose. Da anni il Consiglio d’Europa indaga la «dimensione religiosa» del proprio impegno per i diritti umani. Nel Libro bianco sul dialogo interculturale del 2008, il Consiglio si è dato il compito di sostenere «la necessità di un dialogo nelle comunità religiose e le correnti di pensiero filosofiche». Un dialogo interreligioso, dunque, ma anche «interno alle convinzioni». Nell’adempimento del suo mandato, il Consiglio d’Europa, sotto presidenza albanese, ha organizzato un incontro di due giorni a Durazzo sul ruolo delle nuove generazioni nel dialogo tra fedi e convinzioni. Diplomatici, funzionari, leader religiosi ed esperti hanno discusso con un gruppo di giovani di diverse origini e convinzioni. È toccato al rappresentante della Santa Sede, monsignor Aldo Giordano, formulare nel modo più chiaro l’offerta delle reli-

Torino Spiritualità

I ragazzi di Allah leggono il Corano

S’intitola «Il Corano letto dai giovani musulmani» il ciclo d’incontri quotidiani (27-30 settembre) sul libro sacro dell’Islam che si tiene a Torino presso il Circolo dei lettori nell’ambito di «Torino spiritualità», in programma dal 26 al 30 settembre sul tema «La sapienza del sorriso»

gioni ai giovani: contro il «pluralismo senza fine», l’«anarchia dei punti di vista», il relativismo, la religione propone un percorso verso il senso della vita, il bene e la verità, la bellezza. Sono in sintonia il rabbino capo di Strasburgo René Gutman e Jeanine Elkouby, vice-presidente del concistoro ebraico dell’Alsazia settentrionale: Dio propone al mondo giovanile valori come la libertà, la responsabilità e la dignità, ma incontra i tre ostacoli dell’individualismo radicale, del ripiegamento xenofobo e identitario, e della relativizzazione dei valori. Si sente l’inquietudine delle comunità religiose. Il rappresentante dell’episcopato europeo denuncia la caccia alle streghe contro l’«omofobia cattolica». Il vescovo cattolico ausiliario di Tirana rimprovera i «politici che manipolano la religione». I leader musulmani lamentano l’islamofobia, il rabbino Gerald Herschel Gluck denuncia la «lobotomia dell’identità» che ha condotto ai provvedimenti tedeschi anti-circoncisione. Un esponente della Chiesa russa punta il dito contro il pericolo più grande: gli atei militanti che in tutta Europa attaccano le Chiese, un chiaro riferimento alla condanna delle Pussy Riot. È veemente la replica dei giovani presenti. Padre Christophe D’Aloisio, presidente belga della federazione mondiale della gioventù ortodossa, auspica che le Chiese si aprano ai diritti dell’uomo; da «ortodosso dell’Europa occidentale» dichiara di «vergognarsi» dei vescovi russi che hanno giudicato lo show delle Pussy Riot «peggiore di un omicidio». Marc Harris, il Marc della moschea, indossa ora la kippah. È un membro del consiglio della grande sinagoga di Stoccolma: prende la parola per criticare i pulpiti da cui si sente solo una campana, la religione dirottata dal clero. L’inglese di origini indiane, Shannon Phillip, parla dell’ostilità anti-cattolica nella sua Inghilterra. Sono un gay cattolico, dice al microfono, ma essere gay nel mio paese è molto più facile che essere associato alla Chiesa. I giovani intorno al tavolo rappresentano solo un piccolo pezzo di una generazione che si relaziona in mille modi con le convinzioni religiose o filosofiche. Il loro senso critico non fa sconti: colpisce tanto la religione delle Chiese quanto

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Alcuni partecipanti al convegno organizzato a Durazzo dal Consiglio d’Europa. Dall’alto: Louiza Louhibi, giornalista norvegese ventiduenne di origine algerina, minacciata dai salafiti e dall’estrema destra xenofoba, ma priva di scorta per il rifiuto del governo di Oslo; monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa; René Gutman, rabbino capo della comunità ebraica di Strasburgo, in Francia

ILLUSTRAZIONE DI ANTONELLO SILVERINI

di MARCO VENTURA

quella dei diritti umani, se restano invischiate negli interessi di parte e nell’ipocrisia. Il diciannovenne francese Joey Heintz invita le religioni a non essere «stolide o immobili», a evolvere. A 22 anni, Louiza Louhibi fa discutere la Norvegia con i suoi articoli contro l’estremismo per il quotidiano «Dagbladet». I radicali islamici la minacciano perché ha ripudiato l’Islam delle sue origini algerine; gli xenofobi perché si rifiuta di abbracciare il Lutero nazionalista caro all’assassino di Utøya. Esperta dei cunicoli dell’odio, Louiza risponde scoprendo una minaccia in rete contro il primo ministro sfuggita all’intelligence di Oslo.

Viste con gli occhi di questi giovani, l’incertezza giovanile e la certezza religiosa sono due caricature, specchi deformanti posti l’uno di fronte all’altro. Se questa non è una religione per loro, i giovani si rimboccano le maniche, spazzano via caricature e specchi. Per Friedemann Trutzenberg e Bram Visscher, due volontari presso la comunità monastica di Taizé, le piccole cose vissute insieme contano più delle etichette confessionali. A questo pezzo di futura leadership europea preme il fare, il condividere. Chiede ascolto e spazio. Dobbiamo rinnovare i media, dice Argyrina Jubani, presidente del Consiglio dei giovani albanesi. Sta a noi costruire una vera solidarietà interreligiosa, incalza Joey. Catharina Covolo, ventenne protestante tedesca, mi racconta la sua passione per gli studi teologici a Heidelberg, le sue esperienze ecumeniche in Sicilia. Quando dal microfono si indirizza ai funzionari europei e religiosi, è dolce e ferma: dateci credito, invita, e avrete in cambio un contributo entusiasta. Vi ricordate la risposta di Dio all’intimorito Geremia?, incalza Catharina: «Non preoccuparti se sei troppo giovane. (…) Oggi ti do autorità sulle nazioni e sui regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare». Può scuotere il mondo civile e religioso, l’autorità di ogni giovane che crede. © RIPRODUZIONE RISERVATA


SCENARI SOCIAL

IL PIAGNISTEO SPEGNE I NEURONI

Stare vicino a chi continua a lagnarsi non fa bene al cervello: 30 minuti di ascolto di lamentele spengono, per così dire, i neuroni dell’ippocampo, l’area cerebrale coinvolta nella soluzione dei problemi. Strategia di sopravvivenza: allontanarsi in fretta da chi trova tutto negativo.

H

enry Quinson aveva il mondo in mano, faceva il trader a Wall Street, vendeva e scambiava per 15 miliardi di dollari al giorno. Ora, a 51 anni, il suo nome è padre Quinson. Di mestiere fa il monaco urbano, abita nella periferia islamica di Marsiglia, insegna ai bambini, aiuta il quartiere. Della vita di prima non c’è più traccia. L’uomo di successo è scomparso dopo avere capito che gli anni vincenti erano in realtà misera cosa (così come scrive nella sua autobiografia, Dallo champagne ai salmi). A 28 anni, all’apice della car-

Da finanziere a monaco: che cosa ho imparato dai ricchi e dai poveri

Henry Quinson operatore di borsa (in alto) e oggi padre Quinson a Marsiglia. Sarà ospite a «Torino spiritualità», che si tiene dal 26 al 30 settembre.

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riera, Quinson molla tutto. «Ero in aereo per lavoro, prima classe New York-Parigi» racconta a Panorama. «In una mano avevo la Bibbia, nell’altra un calice di champagne. Ho capito che quello che ero non aveva senso». Prima tappa, un monastero trappista a Tamié, in Francia, per 6 anni. «Mi dedicavo ai cori, facevo i formaggi, persino l’amministrazione economica del monastero. Ma c’era qualcosa che stonava. La scelta monastica non deve essere per forza confinata in luoghi isolati. Può essere qui e ora». Qui e ora diventa la periferia di Marsiglia, l’aria carica di odori di spezie e di voci di bambini. Quinson, che ha fatto voto di povertà, castità e preghiera, lavora come insegnante part-time e, nel pomeriggio, aiuta la comunità islamica. «Un quartiere problematico. Quando sono arrivato non capivano cosa facessi, pensavano volessi convertirli. Mi vedevano come un ricco, hanno cercato più volte di derubarmi. Ora non c’è Natale che non festeggiamo insieme. Il dialogo

parte dalla pratica quotidiana». Economia e religione sono mondi inconciliabili? «Ma no, non è detto» risponde Quinson. «Certo, bisognerebbe che i trader avessero più contatto con la realtà. La speculazione sulla valuta è un’operazione le cui conseguenze sono totalmente ignote ai suoi autori. Non hai idea di cosa ci sia dietro ai numeri. Tu sei lì, con il tuo schermo, i tuoi guadagni selvaggi e le tue cifre da giocarti, e il mondo di fuori non esiste. Avevamo tutti un abito uguale, giacca e cravatta, e la stessa regola, che ripetevamo ogni mattina: cosa ci facciamo qui? Facciamo i soldi! La vera fuga dal mondo non è fare il monaco a Marsiglia. È lavorare a Wall Street». (Sara Hejazi)

Marta Nascimento/Rea

Maneggiava 15 miliardi di dollari al giorno, ma non gli tornavano i conti della vita. Così ha fatto voto di povertà e si è trasferito nella periferia islamica di Marsiglia.

Panorama | 19 settembre

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Ricevuto segnaliamo SPIRITUALITÀ E CORSI Si intitola «Essere e ben-essere. Corpo mente spirito: prove di unità» il percorso che tutti i sabato mattina dal 6 ottobre al 24 novembre (escluso il 3 novembre) verrà proposto nella Casa di spiritualità dei Santuari Antoniani di Camposampiero (PD). Obiettivo: imparare a prendersi cura di sé, accogliendo la propria capacità di amare, ma anche la vulnerabilità e la finitezza. Info: sito www.vedoilmiosignore.it Giovedì 4 ottobre si celebra la festa di san Francesco. Fin dal 1939, è tradizione che una Regione a turno doni l'olio per la lampada votiva che arde sulla tomba del

santo di Assisi, patrono d'Italia. Nel 2012 sarà la volta del Friuli-Venezia Giulia. La solenne concelebrazione sarà vissuta alle ore 10 del 4 ottobre nella Basilica papale di Assisi. Info: sito www.sanfrancescoassisi.org II pontifìcio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia e la facoltà di medicina e chirurgia dell'università Cattolica Sacro Cuore di Roma organizzano il primo master universitario in «Fertilità e sessualità coniugale». Il corso, di durata biennale, prevede per ciascun anno alcuni week-end residenziali e una settimana intensiva in luglio. Possono

ette re Scambiarsi la pace: molto più di un gesto «L'altro giorno mi trovavo a, messa, come ogni domenica, mattina. Liturgia della Parola, omelia, presentazione dei doni e preghiera eucaristica: tutto è filato liscio, in modo forse un po' ripetitivo. Comunque ho ascoltato le letture con attenzione, pregato Dio e cantato a Lui inni di gloria. Ancora una volta, la convinzione di aver fatto il mio dovere di cristiana, di aver condiviso qualcosa di buono con i miei fratelli. Almeno fino a quando il sacerdote non ha pronunciato l'invito: "Scambiatevi un gesto di pace". Mi sono voltata automaticamente verso il vicino di banco: nei 40 minuti di celebrazione già trascorsi non avevo trovato neppure un istante per guardarlo in faccia, fargli un cenno, augurargli una buona giornata. Poi, di punto in bianco, questa stretta di mano fredda e meccanica. Ma come può un gesto tanto carico di significalo ridursi a mera procedura formale? Che M E s s AUIÌ Kn o

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senso ha scambiarsi il segno di pace?». Lettera firmata Anche i gesti più significativi, se non sono supportati da consapevolezza e buona volontà, possono trasformarsi in vuoti automatismi. Neppure un momento intenso come lo scambio della pace nella liturgia eucaristica è esente da questo rischio. Condividere una celebrazione e viverne ogni tappa

con coscienza e pienezza e un impegno che richiede costanza e sacrificio. Stringersi la mano non è dunque il rituale conclusivo di un qualche galateo religioso, ma rappresenta piuttosto un richiamo continuo a quella pace che noi cristiani cerchiamo e fatichiamo a realizzare. Una pace che, sempre più spesso, ci rendiamo conto di tradire e immolare sull'altare dell'egoismo e della superficialità. Tornando alla sua

Si informa che il concorso a premi «Riserva Castellini stappa e vinci», promosso dalla società Gescal S.r.l. tramite coupon «gratta e vinci» allegato a! numero 7/2012 del «Messaggero di sant'Antonio», è stato oggetto nelle scorse settimane di numerose segnalazioni alla redazione, da parte di lettori che lamentano di avere inutilmente tentato di reclamare il proprio premio, chiamando al numero a pagamento indicato dall'organizzazione del concorso. Si informa inoltre che, nei confronti di un'iniziativa del tutto analoga, promossa dalla Gescal S.r.l. su altri periodici, ha da poco avviato un'indagine l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ne ha provvisoriamente vietato l'ulteriore diffusione. Contattata dall'Editore, la società inserzionista ha quindi pubblicato on line un avviso di chiarimenti al pubblico, intitolato «Chiarimenti concorso a premi». L'avviso è consultabile all'indirizzo www.riservacastellini.it. Il «Messaggero di sant'Antonio» si rammarica di essere stato l'involontario tramite di questa iniziativa, rispetto alla quale unica responsabile tuttavia rimane - anche qualora fossero definitivamente confermati i sospetti di pratica commerciale scorretta - la società inserzionista. L'Editore ha incaricato i propri legali di valutare le eventuali iniziative da assumere a tutela dei lettori e della propria immagine.


iscriversi i laureati (triennale o specialistica), entro il 28 settembre. Info: sito www.masterfertilita.it

Premio «Giuseppe De Carli»

MOSTRE Si intitola «Splendori dal Medioevo. L'abbazia di San Vincenzo al Volturno al tempo di Carlo Magno» la mostra che fino al 4 novembre illustra l'attività e la vita del cenobio benedettino molisano, importante centro propulsore di spiritualità nell'Italia centro-meridionale. La rassegna è allestita nell'ex convento di Santa Chiara, ora museo archeologico di Venafro, in provincia di Isernia. Info: tei. 0865 900742

II suo volto è noto a tutti gli spettatori dei telegiornali Rai: è Giuseppe De Carli, giornalista responsabile della struttura Rai Vaticano, scomparso prematuramente nel luglio 2010. Per ricordare la sua figura è sorta l'«Associazione culturale Giuseppe De Carli - Per l'informazione religiosa», il cui primo atto è stato bandire un premio nazionale destinato a giornalisti e universitari che si siano distinti nell'ambito dell'informazione religiosa. Mentre per la categoria dei giornalisti sarà la giuria a individuare i nomi dei meritevoli, gli universitari possono candidarsi e inviare gli elaborati entro il 31 marzo 2013. Verranno prese in esame tesi sull'informazione religiosa discusse nell'anno accademico 2011/2012. Info: sito www.associazionedecarli.it ANDREA ROSSI / EIDON

ettere scrivere a: redazione@santantonio.org domanda, dunque, è sufficiente consultare l'Ordinamento generale del messale romano per cogliere il senso di quella che possiamo considerare una «stretta di mano benedetta da Dio». «Con il rito della pace la Chiesa implora la pace e l'unità per se stessa e per l'intera famiglia umana - commenta il documento -, e i fedeli esprimono la comunione ecclesiale e l'amore vicendevole, prima di comunicare al Sacramento». In un tempo carico di conflitti come il nostro, lo stesso Benedetto XVI, nell'esortazione apostolica postsinodale Sacramentum caritatis, ha definito il gesto della pace un segno di grande valore, anche dal punto di vista della sensibilità comune. Se da un lato, infatti, «la pace è un anelito insopprimibile, presente nel cuore di ciascuno», dall'altro, sottolinea il Pontefice, «la Chiesa si fa voce della domanda di pace e di riconciliazione che sale dall'animo di ogni persona di buona volontà, rivolgendola a Colui che "è la nostra pace" (Ef 2,14) e che può rappacificare popoli e persone, anche dove falliscono i tentativi umani».

Ci si può fidare delle banche etiche?

spesso sono più alti rispetto alle banche convenzionali) per arricchire "eticamente" i soliti noti? Che suggerimenti potete darmi? 0 viceversa: che alternative ci sono per chi vuole un approccio più etico allafinanza microaziendale?». G.S. - e-mail

«Sono un piccolissimo imprenditore che, per il momento, appartiene alla fortunata schiera delle persone non in difficoltà. Visto il tema, mi sono permesLeggo sempre con interesse i vo- so di inoltrare la lettera al stri articoli sui temi relativi al- professor Leonardo Becchetti, la crisi, e in linea di massima nostro collaboratore, econoli ho sempre condivisi. C'è però mista e profondo conoscitore un punto fondamentale che spes- delle «banche etiche» (è preso viene trascurato: gli istituti sidente del comitato etico di bancari, tra i principali colpevo- Banca Etica). A lui la parola. li di questa crisi, non stanno pa- «Gentile lettore, con il suo ingando come sarebbe giusto e an- tervento lei ha colto il punto zi sembrano protetti e sostenu- più importante. Per poter riti in ogni modo - basti vedere le costruire un'economia al ser"iniezioni" di liquidità da par- vizio della persona è necessate della BCE -. Combattere que- rio che i cittadini comprendasto sistema è difficile, ma spesso no che è loro interesse "voho pensato di fare nel mio picco- tare con il proprio portafolo qualcosa, perlomeno togliendoglio", ovvero premiare con i il mio denaro dalle banche con- loro consumi e risparmi quelvenzionali per rivolgermi alla le aziende che più delle altre finanza "etica". Tuttavia, anche contribuiscono al bene comuin questo caso è difficile orien- ne creando valore economitarsi e capire se la scelta è giu- co in modo socialmente e amsta. Quanto ci si può fidare delle bientalmente sostenibile. In cosiddette banche etiche? Non si un mondo dominato dai mecrischia semplicemente di paga- canismi dell'economia, il voto re di più (prezzi e commissioni col portafoglio è l'urna elettoM E S S A C! (i E R 0

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I C EV U T O S E G N A U A I A 0 II museo interdisciplinare «Maria Accascina» di Messina ospita la mostra «La risurrezione di Lazzaro» fino al 25 novembre, per celebrare il restauro della celebre opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio tornata all'antico splendore. Info: tei. 090 361292 EVENTI Torna, dal 26 al 30 settembre, l'appuntamento con Torino spiritualità, che dedica la sua ottava edizione a «La sapienza del sorriso», lasciandosi ispirare dalla frase di Charlie Chaplin: «Un giorno senza un sorriso è un giorno perso». Il tema sarà declinato da una vasta platea di filosofi, teologi, storici, scrittori, artisti, personalità della politica e dell'economia. Info: sito www.torinospiritualita.org

ettere rale più importante che abbiamo a disposizione ogni giorno per costruire condizioni migliori. Per paradosso, non è necessario che il voto col portafoglio sia perfetto, perché, man mano che una quota maggiore di cittadini si avvia su questa strada, l'incentivo alla modifica dei comportamenti delle imprese diverrà sempre più stringente. Aiutando a cambiare quelle stesse banche di cui oggi lei si lamenta. Votare col portafoglio nel settore della finanza è ancora più importante. Proprio i fatti cui lei fa riferimento indicano che la propensione del sistema bancario a utilizzare le risorse

Tanti gli spettacoli per un pubblico bambino al MiTo, il festival internazionale della musica in programma a Milano e Torino dal 5 al 23 settembre. In cartellone eventi che spaziano dalle favole rivisitate alle filastrocche, dalla musica da riciclo a una performance con le bolle di sapone. Info: sito www.mitosettembremusica.it «Terrasanta» sbarca su iPad. La rivista bimestrale sul Medio Oriente cristiano, espressione della Custodia

che ricevono dalle "istituzioni salvatoci" per finanziare i cittadini e le imprese è molto diversa tra banca e banca. Senza voler entrare nello specifico, le cito un fatto di cronaca. Dopo lo scandalo Barkclays nel Regno Unito, una quota molto significativa di correntisti si è spostata verso le banche etiche e cooperative del Paese. Se farà la fatica di informarsi attraverso le guide al risparmio critico e alle classifiche di rating etico, verificherà che esistono differenze significative. E che scegliere partner ritenuti più etici (oltre alla soddisfazione di dare un contributo nella direzione che ho indicato) non vuoi dire affatto necessariamente perderci come lei teme possa accadere. Chiudo con una metafora. Preferirebbe un passaggio da un autista ubriaco senza cinture di sicurezza che guida a 300 all'ora o invece da un autista sobrio con cinture di sicurezza che rispetta i limiti di velocità? La differenza tra finanza etica e meno etica sta anche qui». (L.B.)

Non è mai esagerato preoccuparsi per un figlio e cercare di trasmettergli ciò che secondo noi è buono, ciò che nella vita abbiamo sperimentato essere una proposta valida. In discussione, quindi, non è il se, ma il come, vale a dire quale sia il modo migliore per appassionare i ragazzi alla fede. Un linguaggio che con i giovani funziona sempre è quello della testimonianza e la prima testimonianza da dare è quella di una vita umana pienamente riuscita. Per chi crede, comunicare ai ragazzi la sere«Sono una mamma-insegnan- nità che viene da un'esistenza te-catechista di 48 anni con due felice è, quindi, la prima forfigli, una ragazza di 21 anni e ma di trasmissione della fede.

I miei figli non credono: che faccio?

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un ragazzo di 14. Sono cresciuta in parrocchia, sono stata negli scout, ho fatto tanti campi di volontariato e servizio, la mia adolescenza è stata dura ma la fede mi ha fortificata e fatta crescere con valori importanti. Vorrei che i miei figli rivivessero lo stesso cammino di fede che ho fatto io ma, nonostante i miei sforzi, non riesco a convincerli. Mia figlia è una bravissima ragazza, studia e lavora, ma è lontana dalla parrocchia. Mio figlio è ancora in un gruppo post cresima e, forzatamente, l'ho inserito come animatore all'oratorio. A messa, viene con me a fatica e non vuole sentire tanti discorsi troppo "cattolici", come dice lui. Devo continuare così, devo insistere che vada sempre alla messa... è forse esagerato tutto ciò?». I.G. - e-mail


francescana di Terra Santa, esordisce in una nuova versione digitale. I primi due numeri sono disponibili in forma gratuita su App Store. Info: sito www.terrasanta.net IL MESSAGGERO PER I NON VEDENTI Doppia la proposta editoriale di settembre per i nostri lettori non vedenti e ipovedenti. Il primo testo è Per ogni momento. Salmi & Preghiere, a cura di Alberto Vela; il secondo è II noce di sant'Antonio, di Lorenza Farina. Entrambi i titoli sono disponibili in cd-rom in versione mp3, oppure in braille e in nero braille, e acquistabili, al costo di 5 euro, contattando il numero verde 800 019591 o l'indirizzo e-ma/7 abbonamenti® santantonio.org

In secondo luogo, è importante che non venga mai meno la disponibilità all'ascolto: trovi sempre tempo per porgere l'orecchio e la mente alle parole dei suoi figli, quando loro lo richiedono. Infine, pur continuando ad avanzare la sua proposta di vita buona poggiata sul Vangelo (e senza pretendere che i suoi figli incontrino Dio seguendo pari passo il percorso da lei fatto in gioventù), non si stanchi mai di accogliere i suoi ragazzi incondizionatamente. Perché educare, come scrive Pierre Durrande ne L'arte di educare alla vita (Qiqajon) «significa desiderare la piena libertà di un essere umano, cioè renderlo capace di amare la vita e di servirne le dinamiche, per sé e per gli altri». Fare questo è già immettere sui sentieri della fede.

Generosità e gratitudine: c'è un limite? «Durante l'anno scolastico, le insegnanti della primaria frequentata da mio figlio hanno assegnato ai bambini dei compiti da eseguire al computer. Alcuni di questi alunni, provenendo da famiglie pressoché digiune di una conoscenza base del mezzo informatico, si sono avvalsi del mio aiuto, che io non ho man-

23° Congresso mariologico mariano Si intitola «La mariologia a partire dal Concilio Vaticano II. Ricezione, bilancio e prospettive» il Congresso mariologico mariano internazionale 2012. L'appuntamento, dal 4 al 9 settembre all'auditorium Antonianum di Roma, si dipana tra sessioni plenarie, lavori di gruppo, celebrazioni religiose e culturali. Per l'udienza con Benedetto XVI a Castelgandolfo dell'8 settembre è necessaria la prenotazione. L'iscrizione al convegno è gratuita. L'organizzazione è curata dalla Pontificia Academia mariana intemationalis. {foto: la Madonna del Pilastro, per gentile concessione Veneranda Arca di sant'Antonio). Info: tei. 06 70373235; sito www.pami.info

ettere

cato di dispensare. Tuttavia, un po' come accadde a Gesù quando risanò i dieci lebbrosi - uno solo dei quali tornò indietro per ringraziare -, anche nel mio caso solo due famiglie mi hanno espresso gratitudine. L'amarez- scrivere a: redazione@santantonio.org za che è derivata dall'indifferenza delle altre mi ha indotto a Egli, come leggiamo nella letchiudere per un po' i "rubinet- tera ai Filippesi, non ritenne ti" della generosità. Non voglio un tesoro geloso la sua uguaindurire il mio cuore; lo stesso glianza con Dio, ma spogliò se Gesù ci ha detto che al cospetto stesso assumendo la condiziodel Padre acquisiamo molti più ne di servo, diventando simimeriti se amiamo e preghia- le agli uomini, facendosi obbemo per i nemici, tuttavia sono diente fino alla croce pur di ofconvinta che vi siano adulti da frirci la salvezza. Il suo amo"educare", con un atteggiamen- re è gratuito, è dono che chieto di carità ma anche di fermez- de sì di essere corrisposto, za. È l'atteggiamento corretto?». ma come succede tra due inLettera firmata namorati, non per debito o rivendicazione. E un amore ofGentile signora, per risponde- ferto a tutti, anche prima che re alla sua lettera - che ho do- una creatura ne abbia consavuto sintetizzare - vorrei en- pevolezza. Di certo, il rammatrare più in profondità nel rac- rico di Gesù di fronte all'uniconto. Lei dice di aver aiutato co lebbroso tornato a ringraalcuni compagni di suo figlio a ziare non è per aver «sprecafare i compiti al computer, e di to» nove miracoli. Ciascuno di aver ricevuto gratitudine so- noi sa bene che, per una vollo da due famiglie. E dai bam- ta in cui rende lode a Dio, ce bini? Dubito non abbiano rin- ne sono ben più di nove per le graziato, magari a modo loro, quali rimane afono. con un sorriso o una parola. In conclusione: la generosità Altro protagonista in ombra: non è un modo elegante per suo figlio. Il fatto che la mam- acquisire crediti. Riscopra in ma sia stata capace di aiutare sé questa dote e la coltivi alla gli amichetti e che abbia tro- luce della fede, senza sottovato il tempo per farlo è sta- porla al severo tribunale del to sicuramente motivo di sano ringraziamento da parte deorgoglio, anche se forse il pic- gli altri. Anzi, non si aspetti colo non ha espresso verbal- nemmeno uno di quei grazie: mente la sua soddisfazione. E se arriveranno, giungeranno veniamo all'esempio di Gesù, ancora più graditi e, anch'esil generoso per antonomasia. si, gratuiti. M K S S A C G i-: [ i o

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SALTO NEL VUOTO

MICHELA MARZANO

GUARIRE VUOL DIRE FIDUCIA

l Michela Marzano (42 anni), filosofa, ha appena pubblicai Avere fiducia. i; Perché è necessario credere negli altri (Mondadori).

Liberarsi dell'ansia delcontrollo e delfalso mito della trasparenza. Imparare ad abbandonarsi, perché ogni relazione presuppone uno scambio e, prima o poi, anche un tradimento. Questa, per lafilosofa, è la ricetta. E vale tanto per la politica quanto in amore di Paola Marnane - foto Alberto Cristofari GIOIA 81


L t ò I IN I" I LA, ogni tanto, un «ja- solo per proteggersi - decide di diventare mais» clandestino nella chiacchiera calda «opaco» e chiudere una porta. e assieme impeccabile; peccato veniale Se da un lato ai politici è richiesto di per un'italiana che vive da 14 anni a Pa- non mentire più, dall'altro l'opinione rigi. Mi chiede scherzando se voglio com- pubblica dovrebbe tornare a fidarsi... prare casa sua: sta per trasferirsi in un ap- Impresa ardua, vero? La fiducia, del resto, partamento più grande, perché in questo implica un salto nel vuoto. Non possiamo i libri sono esondati ovunque, anche in mai essere sicuri che una persona onorebagno. Studi alla Normale di Pisa, un dot- rà la fiducia che abbiamo riposto in lei. torato in filosofia, Michela Marzano ha C'è, per definizione, qualcosa che non appena pubblicato Avere fiducia. Perché è si può controllare. necessario credere negli altri: «Viviamo inSiamo sempre vulnerabili alla possibilità una società sempre più dominata da sfi- che la nostra fiducia venga tradita. Se no, ducia e paura. Il che ci porta, soprattutto verrebbe meno quel senso di scommessa in Italia, a un clima di pieno complotti- e di abbandono che la accompagna. smo». E permette a una relazione di evolvere. Questa è proprio la cosa complicata, oggi: I politici mentono: è opinione diffusa. I politici mentono per definizione. Così siamo cresciuti poppando al biberon delil messaggio che passa è: non ci si deve la «necessità di controllo». Non siamo fidare di nessuno. La verità è altrove: come capaci di mollare la presa. Siamo abituati a pensare che solo chi controlla tutto è in X-Files. Meno mi fido, meno mi fiderò: un cir- un vincente. Anche nei rapporti personali? colo vizioso difficile da spezzare. Quest'estate ho incontrato persone che mi Anche nei rapporti personali. Questo è il hanno detto di non credere più a nulla: marketing dell'autostima: non posso fidarimpressionante. Del resto, c'è chi alimen- mi di nessuno, se non di me stesso. Prospettiva faticosa, tra l'altro. ta la paranoia. E irreale, perché non permette nemmeno Per esempio? Movimenti come quello delle 5 Stelle, di cominciare una relazione: entrare in ma anche un certo giornalismo che con- un rapporto presuppone uno scambio e, tinua a ripetere: «Sono tutti corrotti, nes- prima o poi, anche un tradimento. Dunque, la fiducia non è mai sicura al suno dice come stanno le cose». 100 per cento? Come ne usciamo, scusi? A questa sfiducia generalizzata siamo ar- Certo che no, altrimenti si chiamerebbe rivati progressivamente, negli anni, e pro- fede. Dobbiamo lasciarci andare. Abbangressivamente dobbiamo uscirne. I politici, per cominciare, dovrebbero cercare di non menCHI E MICHELA MARZANO tire spudoratamente. Dirige il Dipartimento di Scienze sociali Non è un po' poco? dell'Università Rene Descartes di Parigi. So che in questo momento molHa scritto diversi libri, fra cui Sii bella e ta gente invoca la trasparenza stai zitta. Perché l'Italia di oggi offende le totale. Ma la trasparenza totale donne e La filosofia del corpo. Parteciperà non può essere data: non se si è al Festival di filosofia di Modena (www. un responsabile economico pofestivalfilosofia.it) e a Torino Spiritualità (www.torinospiritualita.org) Dal prossimo litico. Essere trasparenti signifinumero inizierà a scrivere per Gioia. ca eliminare ogni forma di protezione. E questo un politico non lo può fare. Come un genitore? donarci alla vertigine dell'incertezza, Esatto. C'è differenza tra «mentire» e smantellare l'ideologia del controllo. «non dire tutto», decidere di tenere qual- Non è un salto facile. cosa per sé. E così anche nella relazione No, perché si tratta di rinnegare quel che di coppia: se io mi rendo trasparente all'al- ci hanno insegnato da piccoli, e cioè che tra persona, come faccio ad avere quella la vita è una guerra in cui solo il migliore «stanza tutta per me», la stanza dell'anima sopravvive. Ma questo sistema è fallimentare: al di là degli idealismi, la logica e la di cui parlava Virginia Woolf? La stanza segreta in cui nessuno può scienza dimostrano che lavorare in equipe è meglio che competere. Il che non signientrare, se non io. E di cui ho bisogno per sussistere. Grillo fica rinunciare ai propri interessi! e quelli come lui promettono qualcosa Dobbiamo imparare a fidarci, pur sache non possono mantenere: perché nel pendo che potremmo essere traditi. momento in cui si entra nel circolo della Sa, nella vita reale i conti non tornano trasparenza, prima o poi qualcuno - anche mai. Se ciò che farà l'altro fosse del tutto 8 2 GIOIA

prevedibile, sarebbe anche molto noioso. E quella del controllo è una trappola infernale. Trappola infernale come i contratti prematrimoniali, di moda in America. Se fin dall'inizio io cerco di calcolare tutte le possibili conseguenze della fine di un rapporto, vuoi dire che so già che il rapporto finirà. Se è vero che la fiducia è un atto spontaneo che ha anche dell'irrazionale, allora mettere un rapporto all'interno di un contratto è una contraddizione in termini. Resta da capire che fare, se scopriamo che l'altro ha tradito la nostra fiducia. Per me il vero tradimento è far credere all'altra persona che i nostri sentimenti sono gli stessi di sempre, quando invece non è vero. In pratica: fingere di essere innamorati quando non lo siamo più. Anche questo è mentire, non trova? Agendo così non permettiamo all'altro di prendere, eventualmente, una decisione rispetto al nostro cambiamento. E il tradimento sessuale? Se ne può uscire. C'è sempre la possibilità di parlarne, di reintegrarlo all'interno di una storia. Com'è filosofica. Conosco la natura umana. Penso che nessuno possa dire, senza mentire: «A me non capiterà mai». Nonostante questo, continua a fidarsi. A rischio di farsi male. E invito gli altri a farlo. Perché i dolori, purtroppo, non li si può sempre schivare. Ci sono tanti motivi reali per soffrire, la vita non risparmia nessuno. D'altro canto, rinunciare all'autenticità significa rinunciare all'unica cosa che conta. Come dice il Qohelet, del resto: «Grande sapienza è grande tormento». Un giorno questo dolore ti sarà utile: è il titolo del romanzo di Peter Cameron. (Sbuffa) La sofferenza e sempre inutile e sempre senza senso. E vero: se non avessi sofferto, forse, non sarei la persona che sono. Ma se io potessi cancellare tutto il mio passato, lo farei. Non è vero che si deve passare dalla sofferenza per conoscere. Invece, è vero che molte sofferenze possono essere evitate. Però dal dolore si dice nascano cose belle. Penso ai capolavori della musica o della letteratura. Dipende dal fatto che alcuni, per fortuna, riescono a trasformare la sofferenza in qualcosa di fertile. Se Kafka non avesse avuto un rapporto terribile con il padre, forse non avrebbe scritto 11 processo. Ma per scriverlo, prima ancora che il dolore, gli ci è voluto del talento. Se non avesse avuto talento -dolore o no - non avrebbe prodotto un bel nulla. Mi segue? •


PETROSINO/BIANCHI

AGORÀ

IDEE

IL DONO, SCACCO ALLA LOGICA DEL DARE/AVERE Il Festivalfilosofia modenese chiude oggi la sua indagine dedicata alle “cose” e tocca il delicato tema della gratuità. Da un lato, la riduzione

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di tutto al valore monetario, che non può soddisfare l’uomo; dall’altro, la “scandalosa” rivoluzione del cristianesimo

Domenica 16 settembre 2012

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Editoriale QUEI MONACI GIARDINIERI DEL MONDO E DELLA SUA PACE di Sylvie Germain

LA TESTIMONIANZA DELL’ATTORE DI «UOMINI DI DIO»

IL LIBRO «Ma cosa può salvare il mondo?» Michael Lonsdale (a sinistra) nel film «Uomini di Dio»

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i muovono fianco a fianco da oltre un secolo in una semplicità calma e profonda: le monache del monastero di SainteScholastique d’Urt e i monaci dell’abbazia Notre-Dame-de-Belloc. Ognuno nella sua dimora, a 500 metri di distanza, lassù tra i Pirenei, in alto tra il verde dei monti baschi, nel cuore di un paese di antica tradizione pastorale. È una regione di vaste ondulazioni: quello delle colline e delle foreste; quello dei greggi che passano in queste colline; e quello, il più commuovente, del cielo attraversato senza sosta dalle nuvole, dalle lunghe gettate di luce viva con blu intensi, e talvolta da richiami di arancione. Lassù anche i cieli sembrano "transumanare". I cieli e la terra sono come in un’eco, come lo sono queste suore e questi fratelli benedettini che, nell’apparente immobilità delle loro vite ritirate, vivono in affinità con gli ampi movimenti della natura, con le vibrazioni della luce e gli sfoghi della notte, con i flussi del visibile tanto quanto con le pulsioni dell’invisibile. Si mantengono all’unisono rispetto ai fremiti del tempo che essi attraversano a passi lenti, posati, attenti. Piuttosto che estromessi dal mondo, i loro monasteri tagliano il mondo come fanno i piccoli sentieri che percorrono in obliquo i campi o la foresta. Tagliano attraverso il tumulto con l’ambizione di andare verso una riserva di silenzio, di pazienza e di una saggezza espressione di una follia dolce. Si canta più che si parla, si tace più ancora di quanto si canta. Il silenzio vi è leggero, fluido e molto ricco di risonanze; crea un’acustica interiore propizia al riverbero di interrogativi e domande, e alla diffusione di pensieri che, in tempi normali, non sorgono nel nostro spirito, o lo fanno molto raramente. Ogni giorno, da un crepuscolo all’altro, fanno girare i loro pensieri in maniera profonda negli spazi infiniti del Libro: la Bibbia è un ambiente che per loro è contemporaneamente molto intimo e continuamente prodigo di sorprese, di meraviglie e di sfide interiori, di prove custodite come segreti. Spostano le loro voci dalla parola al canto, dalla lettura solitaria, meditativa e dall’orazione mentale alla lettura ad alta voce e alla preghiera comune. Ogni loro posto è il loro oratorio, dalla cappella al refettorio, dalla biblioteca ai prati, dal giardino ai laboratori dove lavorano. Secondo la regola monastica stabilita da san Benedetto nel VI secolo, queste donne e questi uomini vivono «del lavoro delle loro mani, sull’esempio dei Padri e degli apostoli», senza mai allontanarsi dall’opera di preghiera alla quali si sono votati né a quella dell’accoglienza degli ospiti di passaggio o che sono desiderosi di fare un ritiro. Coltivano i loro orti, fabbricano formaggio di pecora, le suore sfruttano un alveare, i fratelli perpetuano l’arte della calligrafia e dell’illuminazione, e ogni monastero possiede una foresteria molto ospitale. Custodiscono i giardini, seminano pace, splendori di bellezza, fili di gioia e scintille di speranza, giorno dopo giorno, in maniera indefinita, ma è anzitutto in loro che compiono un duro lavoro come chi fa un diserbo nel prato. Coltivano l’arte dell’amicizia, della dolcezza, sia con Dio che con la terra, con le bestie e con gli uomini, e con la vita. Vivono in fine intelligenza con tutte le cose, con il tempo che percorre il suo imperturbabile cammino, con lo spazio che respira intorno. Curano il mondo, se ne prendono cura, vegliano su di esso con costanza, in grande discrezione e in maniera completamente gratuita. In senso proprio sono delle persone benevole. La benevolenza: ecco un qualcosa di insolito che rompe il gioco brutale e duro del mondo, il suo gioco sempre mortifero, saturo di poste in palio sempre diverse che, sempre più spesso, sono il potere, la ricchezza, la gloria, il possesso e il godimento di beni e/o le altre persone. Pazienza, silenzio, frugalità, semplicità e benevolenza: attività maestre che mantengono in vita i monasteri per dare un colpo al cuore al gioco del mondo e proporre un nuovo dono. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lonsdale

«Io cambiato dal film su Tibhirine»

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l cinema è, rispetto a qualsiasi altro ambiente, il più propizio per testimoniare la fede. Per lungo tempo gli attori credenti non hanno ammesso di essere tali perché molte persone di cinema, le più appassionate, erano di sinistra e disprezzavano la fede, considerandola un arretramento dell’intelligenza. Quando io evocavo Dio, mi si ritorcevano contro così: «Senti, smettila di rompermi le scatole con questo!». E così noi, credenti, intimiditi, non dicevamo niente. Uno dei miei grandi amici, monsignor Dominique Rey, oggi vescovo di Tolone, un giorno mi ha detto: «Quando si possiede un tesoro come la fede, non bisogna conservarlo per noi stessi, ma è necessario condividerlo, parlarne con gli altri intorno». Allora, sotto la sua guida, abbiamo fondato un gruppo di preghiera per gli artisti che è durato una ventina di anni. Questa fu un’incredibile esperienza di accoglienza, condivisione e preghiera gli uni per gli altri. Molte persone vi sono approdate con gravi situazioni di infelicità. Le abbiamo aiutate, abbiamo pregato per loro, si sono sollevate, sapevano che non erano più sole. In fondo in fondo, gli artisti non sono così lontani dalla fede: cercano la bellezza, la verità, l’espressione, l’emozione. Ma fanno un mestiere pieno di tentazioni: gloria, vanità, soldi … Nella mia vita non ho mai stabilito una frontiera tra l’arte e la fede.

Sono artista e credente. Mi si domanda spesso come ho potuto fare con convinzione il teatro di avanguardia, quello di Beckett per esempio … Non c’era in quel caso una messa in discussione dell’idea di Dio? In Aspettando Godot si attende per lungo tempo … Nella nostra epoca lo spirituale si incarna piuttosto, come in Beckett, nella disperazione, in uno sguardo assai pessimista, anche pieno di humour, sulla condizione umana, elevando in alto la miseria umana. Uno sguardo di incredibile commiserazione.

Penso che tutti gli artisti, credenti o meno, siano preoccupati dall’idea di Dio. L’arte è una trasposizione della vita, che tende a mostrare l’invisibile. Questa capacità di sentire e presentire è presente in molti artisti. La scrittrice e regista Marguerite Duras diceva sempre: «Io non credo in Dio ma ci parlo insieme sempre». Il Signore abita in tutti gli esseri, anche in maniera sotterranea … Un’opera d’arte è una leva considerevole. Certe persone si sono convertite entrando nella cattedrale di Chartres, convinte

IN QUESTO NUMERO

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◆ REPORTAGE BASILEA, NUOVA PATRIA DELLE ARCHISTAR

◆ LE STORIE DI BARTOLOMEI: CALCIO ED ETICA SECONDO «AGO»

Da Piano a Botta sono sempre più numerosi gli architetti chiamati a rinnovare il volto della città svizzera

A quasi 20 anni dalla tragica fine, esce un Manuale inedito sul mondo del pallone del capitano della Roma

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l suo debutto nel cinema è avvenuto nel 1962 con Orson Welles. Di recente è comparso anche in Il villaggio di cartone di Ermanno Olmi. Michael Lonsdale, attore francobritannico (nato a Parigi nel 1931 da padre inglese), ha lavorato con alcuni dei registi più famosi del ’900 come Samuel Beckett, François Truffaut, Luis Buñuel, Jean-Jacques Annaud. Nel 2011 ha vinto il prestigioso premio César per l’interpretazione di frère Luc, l’anziano monaco infermiere nel film Uomini di Dio, dedicato alla vicenda dei sette monaci cistercensi di Tibhirine, in Algeria, assassinati nel 1996. Al lungometraggio del regista Xavier Beauvois sarà dedicato un doppio incontro a Torino Spiritualità con Henry Quinson, monaco, consulente del film premiato a Cannes. Quinson ha scritto Degli uomini e degli dei. Il racconto del film "Uomini di Dio" (Jaca Book). Suoi interventi sono previsti sabato 29 settembre alle 15.30 e domenica 30 alle 10. Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo qui uno stralcio dal recente libro di Lonsdale L’Amour sauvera le monde (Philippe Rey, pp. 138, euro 30), impreziosito dagli scatti "monastici" del fotografo Olivier Martel. (L.Fazz.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

di Michael Lonsdale

dalla grandezza e dalla bellezza. una riproduzione di Cristo Altri lo hanno fatto ascoltando flagellato: in quel modo, tutto la musica, leggendo un testo, in un colpo, ha detto il suo girando un film, come quel amore per Cristo accettando di giovane attore che è diventato condividerne la sofferenza. In monaco dopo aver interpretato quel film non ho avuto Cristo. Quando ho realizzato uno l’impressione di recitare: ho spettacolo su santa Teresa di vissuto. Frère Luc, che era un Lisieux, una ragazza, che esitava fratello, non un prete, era molto a diventare carmelitana, presente, tutto il tempo, mi ha ha visto la rappresentazione e prestato il suo spirito per subito dopo ha esclamato: «Ho interpretare il suo ruolo. Mi capito cos’è, entro in guidava nelle mie parole. Poco convento». Non bisogna mai prima di girare la scena nella disperare, la felicità è sempre quale una giovane algerina mi possibile. La nostra civiltà fa poneva delle domande sulla vita paura, tutto diventa anonimo, e sull’amore, il regista, Xavier non si è più Beauvois, mi ha persone. I giovani comunicato di non «Per fare il suo cercano qualcosa esser contento del ruolo, Frère Luc alla quale testo e mi ha mi ha prestato aggrapparsi e il domandato di modo per esistere. il suo spirito... improvvisare. Allora Mi piacerebbe che ho lasciato libero Questa capacità lo sguardo di corso alla mia voce: redenzione di Cristo di sentire le parole sono si potesse posare da sole. La l’invisibile è viva venute più spesso sulle vita esemplare di in molti artisti» frère Luc illustra persone smarrite. L’arte potrebbe perfettamente contribuire a ciò. questa frase della Bibbia: «Non La realizzazione del film Uomini vi è amore più grande che dare di Dio è stata una tappa molto la vita per i propri amici». importante della mia vita, anche Quest’uomo ha offerto la sua solo perché mi ha permesso di vita a Dio, ma anche a tutti incontrare la figura di frère Luc quelli che egli aiutava ogni di Tibhirine. Egli incarna il mio giorno. Luc amava gli algerini. ideale: non occuparsi più di sé, Rifiutando di lasciare il dedicarsi costantemente agli monastero, è andato fino al altri. Ecco una delle più belle sacrificio. Egli è sempre direttrici della fede. Frère Luc è presente nella mia preghiera, un personaggio ricco, magnifico per me è diventato un grande da interpretare. Mi commuovevo modello. molto e sovente, per esempio (Traduzione di Lorenzo Fazzini) quando ho improvvisato la scena © Editions Philippe Rey © in cui lo si vede farsi vicino a

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IA cura di Paola Messina e Beba Marsano

Torino

dal 19 settembre al 6 gennai

Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo la mostra Far Presidem. Viaggio nelle campagne elettorali americane, a cura di Francesco Boriami

e Mario Calabresi, mette in scena la lunga corsa alla Casa Bianca attraverso fotogiornalismo (con le immagini dell'agenzia Magnum, la più prestigiosa e antica cooperativa di fotografi al mondo; a destra, uno scatto),arte contemporanea, gadget e pubblicità. L'esposizione accompagnerà la campagna elettorale con conferenze, proiezioni ed eventi speciali, fino al giorno dell'elezione del 45° presidente, il 6 novembre. Dal 26-30 settembre, a Torino spiritualità (www.torinospiritualita.org) molti i temi economici degli incontri, come Profitto e responsabilità. Per un'economia capace di sorridere, domenica 30, con H a i m Baharier,

Edoardo Nesi, Guido Giubergi.

cW 27 al 29 settembre

Una mostra dedicata all'eterna sfida che ha contrapposto i due grandi marchi dell'automobilismo italiano, Ferrari e Maserati, porta al Museo Casa Enzo Ferrari 18 auto provenienti da tutto il mondo, dalla Ferrari 340 MM, che fìi costruita in quattro esemplari, due carrozzate daTouring e due da Vignale, una delle quali alle Mille Miglia del 1953, guidata da Giannino Marzotto e Marco Crosara, stabilì il record di velocità, alla Maserati 250F, monoposto di Formula l,con cuijuan Manuel Fangio vinse il Gran Premio d'Argentina nel 1954 (nella foto, la 40aTarga Florio:10 giugno 1956, Maria Teresa de Filippis con la Maserati A6GCS seguita dalla Maserati A6GCS carrozzata da Scaglietta).

Ci sono il Premio Nobel per la pace Pvigoberta Menchù e il saggista Jeremy Bdfkin, autore del volume Economia all'idrogeno, tra gli ospiti della prima edizione del Festival dell'Innovazione (www.innovationfestival.bz.it). Un appuntamento che riunisce studiosi, ricercatori e filosofi di fama internazionale per presentare gli sviluppi in tema di energie rinnovabili, nuove tecnologie ed economia etica. Nel corso della Lunga notte della Ricerca, aprono le loro porte centri quali il Techno Innovation Park SouthTyrol (Tis),l'Accademia Europea (Eurac),la Libera Università di Bolzano. E a complemento di conferenze, forum e workshop, una serie di percorsi nella Bolzano green, che aspira a diventare leader mondiale nell'applicazione di un modello di sviluppo urbano al 100% ecosostenibile.

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fìat 19 settembre al 10 febbraio

Le atmosfere galantine architetture fiabesche, gli scorci lagunari dell'Insula felix. Ecco Venezia, ammaliante e scenografica, nata sul «più inquieto degli elementi», in quelle aeree, lenticolari, perfette prospettive urbane in cui eccelse Giovanni Antonio Canai, meglio conosciuto come Canaletto (16971768). Canaletto à Veuisc è la mostra che il Musée Maillol dedica alle opere veneziane del grande maestro. Esposti oltre 50 selezionatissimi capolavori, scelti da musei e collezioni private. Soprattutto dipinti, ma anche disegni e il famoso Quaderno (1731 ca.) conservato al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell'Accademia, in versione anche digitale per una non meno emozionante consultazione virtuale. Dal 14 al 23 Settembre, in occasione della XXVI edizione della Biennale degli Antiquari al Grand Palais, Bulgari presenterà oltre 100 nuove creazioni, tutti pezzi unici; mentreTornabuoni Art porta dieci capolavori di artisti molto ricercati dai collezionisti come Boccioni, Picasso, Kandisky e Marini.

12 C a p i t a l SETTEMBRE 2012


CITTÀ IN FESTIVAL di Luca Rosati

SOPRA, UNA LEZIONE APERTA ALLO YOGA FESTIVAL, CHE TORNA A MILANO. A DESTRA, PIAZZA CASTELLO, A TORINO, DURANTE UN INCONTRO DI TORINO SPIRITUALITÀ. SOTTO, UN GIOCO A SFONDO SCIENTIFICO A BERGAMO SCIENZA.

IDEE IN PIAZZA

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LA MENTE

si apre al futuro

Influssi positivi Il sorriso è libertà, può salvare l’economia, unire culture. Infatti proprio alla “sapienza del sorriso” è dedicato Torino Spiritualità 2012 (torinospiritualità.org), dal 26 al 30 settembre, nei cortili e teatri della città. Si dialoga, si legge, si assiste a show, letture con studiosi come George Steiner ed Enzo Bianchi, narratori come Corrado Augias, Massimo Gramellini, Michela Marzano, Alessandro Bergonzoni, Michele Serra, Massimo Cacciari, Moni Ovadia. Tra i più attesi, Henry Quinson, ex broker di Wall Street, oggi monaco di strada nella banlieu marsigliese. Nel programma, anche yoga, ozio meditativo, passeggiate spirituali. Mondo web Si parla di web, di blog, di social network, società, economia. Sempre a Torino, dal 24 al 28 settembre c’è Social Media Week (socialmediaweek.org), che tocca negli stessi giorni 14 città, da Berlino a Bogotà, con incontri, seminari e laboratori sulle novità digitali. A Pisa, invece, il 7 e 8 ottobre, c’è Internet Festival 2012 (internetfestival.it). Il pubblico potrà assistere (e partecipare interagendo dal vivo e online) a convegni e forum con esperti e scienziati di tutto il mondo. Tema guida: il web e il futuro della democrazia, dell’educazione e dell’informazione. Che spettacolo la scienza! Un autunno di scienza da vivere come entertainment. Dal 27 al 30 settembre, a Perugia, si fa il punto sulle ultime scoperte, studi internazionali, arte e nuove tecnologie. Con proiezioni, presentazioni, mostre, ma anche “aperitivi scientifici”, visite guidate e laboratori (perugiasciencefest. eu). A Bergamo, dal 5 al 21 ottobre, invece, la decima edizione di Bergamo Scienza (bergamoscienza.it) offre piccoli e grandi show, anche con musica e dj set. Il 6 sarà il giorno dell’universo, in team con le maggiori agenzie spaziali, tra mega video e simulazioni. Risorse new age Torna a Milano lo Yoga Festival (yogafestival. it). Tema 2012: We share, ovvero yoga come comunicazione e condivisione. Dal 12 al 14 ottobre, presso SuperstudioPiù di zona Tortona, full immersion di seminari, incontri, dimostrazioni con i più importanti maestri e le maggiori scuole dello yoga, in Italia e nel mondo. In programma anche lezioni brevi aperte a tutti. E per le pause tra un guru e l’altro, c’è il ristorante bio-gourmet. Un giardino di start up Techcrunch, influentissimo blog americano dei new media, terrà a Roma, il 27 settembre, nel verde di Villa Borghese, il suo primo grande salone europeo delle startup. Saranno di scena 43 progetti imprenditoriali digitali selezionati dai blogger nel 2012. Aperto a tutti, Techcrunch vuole unire investitori ed esordienti, con gli interventi di “chi ce l’ha fatta”: Steve Chen, cofondatore di YouTube, Riccardo Zacconi, fondatore di King.com, e altri (info: populis.com). N

Foto JIM CAMPBELL

Dal potere di un sorriso all’influenza di internet sulla società. Ma anche yoga e blogger di successo... Tutti gli appuntamenti che fanno “pensare”

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ATTUALITÀ EVENTI

Qualche sera fa ho seguito alla televisione lo spettacolo di Corrado Guzzanti: con una caricatura, una smorfia, un gesto riusciva a dare corpo a una denuncia più forte di dieci inchieste giornalistiche messe assieme. Una battuta azzeccata ha effetti dirompenti». L'ironia, però, è buona e credibile solo se si sa applicarla anzitutto a sé stessi: «L'autoironia è un caposaldo della mia vita», conferma Elio. «Rifuggo dal prendersi troppo sul serio come dalla peste. E diffido da chi non la pratica. È autorizzato a farne a meno solo chi è un genio - cioè uno su un milione -, tutti gli altri sono, semplicemente, poco intelligenti. Questo aspetto, per me, vale come metro di giudizio delle persone. Non a caso tutti i "grandi" che ho avuto la possibilità di incontrare sapevano prendersi in giro, non si davano troppa importanza. Ricordo ad esempio l'esperienza con James Taylor, uno che ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo: un uomo semplice, autoironico, divertente... Chi non lo è, al contrario, spesso si rivela piccolo». Fra gli ospiti di Torino spiritualità figura

A DESTRA: IL MUSICISTA AMERICANO JAMES TAYLOR, FAMOSO ARTISTA E UOMO AUTOIRONICO. SOTTO: WOODY ALLEN, IL REGISTA CHE HA RINNOVATO LA TRADIZIONE DELL'UMORISMO EBRAICO.

CINQUE GIORNI DI SAPIENTE LEGGEREZZA Cinque giorni di sorrisi, per capire che chi sorride vive meglio, anche e soprattutto in tempi di crisi. È la sfida di Torino spiritualità, in programma dal 26 al 30 settembre, che propone un calendario ricco di ospiti e fitto di appuntamenti che variano dai dialoghi alle lezioni e alle letture. Dopo l'inaugurazione, affidata a Elio, Massimo Gramellini e Corrado Augias e successivamente ad Alessandro Bergonzoni e Vito Mancuso, toccherà a tanti altri artisti ed esperti insegnare "La sapienza CERCA I I SIGWflC*TO del sorriso", tema di questa edizione della rassegna torinese. Tre i filoni

TORINO x SPIRITUALITÀ

di approfondimento: "La leggerezza

dello spirito", "II sorriso consapevole e il ghigno inquieto", "Le regole del gioco". Confermati i percorsi le "Camminate spirituali" e "Otium meditativo". Cento gli incontri complessivi, 26 luoghi interessati, 130 relatori, 30 fra associazioni ed enti. Per informazioni: www.torinospiritualita.org

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anche l'artista di origini ebraiche Moni Ovadia, a cui dobbiamo l'aneddoto iniziale su Bruno Forte. A Ovadia preme sottolineare la «funzione cognitiva dell'umorismo: il suo scopo primario non è far ridere, ma far riflettere, come avviene nella tradizione ebraica». Il sorriso è «un bagliore della sapienza, non a caso tutte le grandi fedi - in contrasto con certi luoghi comuni - lo collegano alla spiritualità. Come non ricordare il sorriso di Giovanni XXIII 0 di papa Luciani? 0 che l'ironia ha un posto centrale nella spiritualità zen?». Il bello del sorriso è che nasce dalla «consapevolezza sublime e malinconica della fragilità umana. Di qui scaturisce quell'indulgenza che smaschera il moralismo, l'idolatria e i fanatismi. L'uomo che sa ridere non si trasformerà mai in un tiranno». Nella storia del popolo ebraico si è imposto come strumento di resistenza di fronte alle avversità: «L'80 per cento dei comici degli Stati Uniti sono di origine ebraica, un fenomeno oggetto di studio da parte di alcuni rabbini». Grande poeta e maestro del sorriso e dell'autoironia è, secondo Ovadia, Charlie Chaplin con la sua indimenticabile creatura, Charlot: «Gli altri ridono di lui, ma il primo a farlo è lui stesso. In questo personaggio riso e sorriso si coniugano miracolosamente: è la celebrazione dell'uomo debole, cioè di tutti noi. Per questo il sorriso di Chaplin resta memorabile. È la chiave del suo successo, fra lo scanzonato e il goffo». Attenzione, però: il vero umorismo «non scade mai nell'irrisione 0 nella derisione», ammonisce Ovadia. È una sapienza sottile, quella del sorriso. PAOLO PERAZZOLO

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ATTUALITÀ EVENTI

Un sorriso ci sol Stile di vita, forma di resistenza, micidiale arma contro il potere, antidoto ai fanatismi. Elio e Moni Ovadia spiegano l'importanza dell'umorismo, celebrato a Torino spiritualità. DI PAOLO PERAZZOLO

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vevo appena concluso una conferenza insieme a monsignor Bruno Forte, quando fummo avvicinati da un uomo di una certa età, un po' su di giri, che con fare deciso gli si rivolse così: "Tanti belli discorsi, monsignò, ma io resto ateo convinto!"», racconta Moni Ovadia. «Mi aspettavo che Forte rispondesse tirando fuori qualche argomento teologico incontrovertibile, invece, dando voce alla sua anima napoletana e senza scomporsi, replicò: "Ah, tu sì ateo convinto? Nun saje ca' te perdi!". E l'ateo incallito rimase di stucco». Là dove non arrivano la teologia o la forza del ragionamento, sa invece colpire una battuta. 0 un sorriso: arma tanto efficace quanto sottovalutata. A restituirgli il ruolo che gli compete ci penserà Torino spiritualità, dedicata all'accattivante e originale tema "La sapienza del sorriso". A inaugurare la rassegna, il 26 settembre, è stato chiamato fra gli

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era •f.

SOPRA: MONI OVADIA. IN ALTO: ELIO, NOME D'ARTE DI STEFANO BELISARI, LEADER DEL GRUPPO MUSICALE ELIO E LE STORIE TESE. NELLA FOTO GRANDE: UNA CELEBRE SCENA DI TEMPI MODERNI DI CHARLIE CHAPLIN, IN CUI SPLENDE IL SORRISO DI CHABLOT.

altri Elio, il musicista che dell'ironia ha fatto la sua cifra artistica, oltre che una personale filosofia di vita. Un piccolo passo indietro: che c'è da ridere, di questi tempi? Non siamo "fuori tema"? «Bisogna ridere sempre, non farsi sopraffare dal male che ci circonda», osserva Elio. «È vero che viviamo un presente difficile, ma se volgiamo lo sguardo all'indietro, non è che siano mancati i periodi bui». Sorridere come forma di resistenza, allora? «È un modo di affrontare la vita. Da parte mia, ho fatto dell'ironia la chiave della mia musica e della mia vita. E non si pensi che sia facile; non è che, assunto questo "stile", allora fili tutto liscio. Ci vuole metodo, esercizio. Ripagati, per quanto mi riguarda, da buoni frutti». In una cultura sguaiata e superficiale come la nostra, sopravvive però l'equivoco che la persona seria, la persona perbene non indulga alla risata: «Un equivoco, appunto, di cui non mi preoccupo molto, anche se ne sono vittima io stesso. "Se fai ridere, allora non sei degno di stima": si tende a pensare così. Per questo amo la compagnia delle persone pronte alla battuta e allo scherzo». Un capitolo non marginale della storia dell'arte, in tutte le sue espressioni, attesta il sorriso come una delle più micidiali armi di critica sociale, declinatasi ora come sberleffo, ora come parodia, ora come commedia. «I classici ne hanno fatto uso abbondante», conferma Elio. «Rossini e Mozart, per fare due nomi nell'ambito musicale, hanno fondato la loro opera sul sorriso e l'ironia. Nell'area pop sono altrettanto numerosi gli esempi: il mio gruppo (Elio e le storie tese, ndr) non ha mai fatto mistero di ispirarsi a Frank Zappa. Certo, ci sono comici e comici, quelli rozzi e quelli raffinati... Esiste un tipo di umorismo per ogni tipo di persona». Inevitabile (meno male) che il sorriso abbia preso di mira, da Aristofane in poi, il potere politico e che abbia dunque assunto una valenza politica. «Pongo sempre attenzione al significato delle parole. La politica, oggi, viene identificata con i partiti. In quest'accezione, non m'interessa. Se invece viene ricondotta al suo significato originario, di convivenza, di regole da darsi, allora sì, mi appassiona: in questo caso la parodia è un'arma micidiale.

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ATTUALITÀ EVENTI

Qualche sera fa ho seguito alla televisione lo spettacolo di Corrado Guzzanti: con una caricatura, una smorfia, un gesto riusciva a dare corpo a una denuncia più forte di dieci inchieste giornalistiche messe assieme. Una battuta azzeccata ha effetti dirompenti». L'ironia, però, è buona e credibile solo se si sa applicarla anzitutto a sé stessi: «L'autoironia è un caposaldo della mia vita», conferma Elio. «Rifuggo dal prendersi troppo sul serio come dalla peste. E diffido da chi non la pratica. È autorizzato a farne a meno solo chi è un genio - cioè uno su un milione -, tutti gli altri sono, semplicemente, poco intelligenti. Questo aspetto, per me, vale come metro di giudizio delle persone. Non a caso tutti i "grandi" che ho avuto la possibilità di incontrare sapevano prendersi in giro, non si davano troppa importanza. Ricordo ad esempio l'esperienza con James Taylor, uno che ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo: un uomo semplice, autoironico, divertente... Chi non lo è, al contrario, spesso si rivela piccolo». Fra gli ospiti di Torino spiritualità figura

A DESTRA: IL MUSICISTA AMERICANO JAMES TAYLOR, FAMOSO ARTISTA E UOMO AUTOIRONICO. SOTTO: WOODY ALLEN, IL REGISTA CHE HA RINNOVATO LA TRADIZIONE DELL'UMORISMO EBRAICO.

CINQUE GIORNI DI SAPIENTE LEGGEREZZA Cinque giorni di sorrisi, per capire che chi sorride vive meglio, anche e soprattutto in tempi di crisi. È la sfida di Torino spiritualità, in programma dal 26 al 30 settembre, che propone un calendario ricco di ospiti e fitto di appuntamenti che variano dai dialoghi alle lezioni e alle letture. Dopo l'inaugurazione, affidata a Elio, Massimo Gramellini e Corrado Augias e successivamente ad Alessandro Bergonzoni e Vito Mancuso, toccherà a tanti altri artisti ed esperti insegnare "La sapienza CERCA I I SIGWflC*TO del sorriso", tema di questa edizione della rassegna torinese. Tre i filoni

TORINO x SPIRITUALITÀ

di approfondimento: "La leggerezza

dello spirito", "II sorriso consapevole e il ghigno inquieto", "Le regole del gioco". Confermati i percorsi le "Camminate spirituali" e "Otium meditativo". Cento gli incontri complessivi, 26 luoghi interessati, 130 relatori, 30 fra associazioni ed enti. Per informazioni: www.torinospiritualita.org

82 FAMIGLIA CRISTIANA N. 39/2012

anche l'artista di origini ebraiche Moni Ovadia, a cui dobbiamo l'aneddoto iniziale su Bruno Forte. A Ovadia preme sottolineare la «funzione cognitiva dell'umorismo: il suo scopo primario non è far ridere, ma far riflettere, come avviene nella tradizione ebraica». Il sorriso è «un bagliore della sapienza, non a caso tutte le grandi fedi - in contrasto con certi luoghi comuni - lo collegano alla spiritualità. Come non ricordare il sorriso di Giovanni XXIII 0 di papa Luciani? 0 che l'ironia ha un posto centrale nella spiritualità zen?». Il bello del sorriso è che nasce dalla «consapevolezza sublime e malinconica della fragilità umana. Di qui scaturisce quell'indulgenza che smaschera il moralismo, l'idolatria e i fanatismi. L'uomo che sa ridere non si trasformerà mai in un tiranno». Nella storia del popolo ebraico si è imposto come strumento di resistenza di fronte alle avversità: «L'80 per cento dei comici degli Stati Uniti sono di origine ebraica, un fenomeno oggetto di studio da parte di alcuni rabbini». Grande poeta e maestro del sorriso e dell'autoironia è, secondo Ovadia, Charlie Chaplin con la sua indimenticabile creatura, Charlot: «Gli altri ridono di lui, ma il primo a farlo è lui stesso. In questo personaggio riso e sorriso si coniugano miracolosamente: è la celebrazione dell'uomo debole, cioè di tutti noi. Per questo il sorriso di Chaplin resta memorabile. È la chiave del suo successo, fra lo scanzonato e il goffo». Attenzione, però: il vero umorismo «non scade mai nell'irrisione 0 nella derisione», ammonisce Ovadia. È una sapienza sottile, quella del sorriso. PAOLO PERAZZOLO

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TUSTYLE CULTURE CLUB

Libri

Vogliamo tornare

a fidarci^J^ SEMBRA UN.SENTIMENTO VINTAGE: NESSUNO LO "USA" PIÙ. MA TROPPA DIFFIDENZA CI STA FREGANDO IL FUTURO, SPIEGA LA SCRTTTRICE E FILOSOFA CHE ALLA FIDUCIA HA DEDICATO

L

I W

LA SUA ULTIMA FATICA testo di Rose/ino Salemi

Perché parlare di fiducia oggi? Perché ce n'è pochissima: nella politica, nei mercati, nel futuro, negli altri. A suggerire il tema è Michela Marzano con il suo ultimo libro Avere fiducia (Mondadori), uno di quei saggi che in Italia sono piuttosto rari. La scrittrice romana, che oggi vive in Francia dove insegna Filosofia all'Università di Parigi ed è una delle ospiti più attese sabato 29 settembre al Festival Torino Spiritualità (Palazzo Carignano, ore 15), affronta l'argomento dopo aver scritto di lavoro, donne e pornografia, ed essersi raccontata nell'autobiografico (e bello) Volevo essere una farfalla.

Perché ha scelto questo tema? «L'idea è nata nel 2008, con la prima crisi dei mercati. Tutti parlavano di fiducia, ma nessuno sapeva definirla. Anch'io, a livello personale, ho imparato a uscire dalla paralisi che provoca il desiderio di avere tutto sotto controllo. Non abbiamo

-*• MICHELA MARZANO (42 anni). A sinistra, la copertina del suo ultimo libro, Avere fiducia (pagg. 219, Mondadori, € 17,50).

fiducia perché vogliamo massimizzare il risultato, dominare la situazione, prevedere l'imprevedibile». E invece?

«Quando impariamo che non è possibile controllare tutto e tutti, noi stessi e gli altri, impariamo a fidarci, a scommettere, a uscire dalla logica che vincola ogni relazione a un risultato. E impariamo che dalla fiducia si esce in ogni caso arricchiti perché è un sentimento che apre il futuro, mentre la diffidenza lo chiude». Possiamo permetterci di avere fiducia? «Dobbiamo averne. E un segno di umanità. E un sentimento che ci richiama alla ricchezza e alla fragilità della nostra condizione. Dobbiamo uscire dall'individualismo sfrenato, dalla cultura della competizione per arrivare alla cooperazione, sapendo che c'è il rischio del tradimento e del voltafaccia, ma che vale la pena di correrlo. L'alternativa

• Gianmarco Perboni, Uno scuola come tutte /e altre, Rizzoli, pp. 306, 15 euro La scuola diventa noir. Perboni ne ha per tutti: insegnanti e studenti. Perché quando l'umanità è gretta e piccina non c'è luogo migliore per feria emergere. Caustico, il giallo si tinge di malinconia. Ma basta uno studente con la testa sulle spalle per convincersi che vale la pena lottare. • Livio Romano, Diario elementare, Femandel, pp. 200, 14 euro Romano sa che le elementari sono un passaggio cruciale. Essendo maestro non può chiudere gli occhi. Tante

è una solitudine sterile». È per il bisogno di fidarsi che esistono i santoni, i capi carismatici?

«I guru sono manipolatori. Ti dicono: fidati di me. E tu ti consegni a una sola persona, le deleghi le tue speranze. Questo succede perché abbiamo dimenticato che la fiducia "vera" è anche accettare il desiderio dell'altro. Nel film Million dollar baby, Clint Eastwood vede la sua campionessa, Maggie, ferita e paralizzata: non potrà più salire sul ring. Lei gli chiede di lasciarla morire. Lui le sussurra: "Mio tesoro, mio sangue". E, dimostrandosi all'altezza della sua fiducia, stacca il respiratore». O

sono le mancanze, ma motta è la voglia di farcela Quando il sistema globale ostacola, la volontà del singolo deve farsi sentire. E lui ci mette cuore. • GiancarloVisrtilli.Efa felicitò, prò*?, Einaudi pp. 208, 16,50 euro Dove sta la felicità per i liceali dell'ultimo anno? Diffìcile a dirsi. Visitilli non si arrende, cerca, indaga È affezionato ai suoi alunni, vuole esacerbarne la vera natura Perché la scuola non è solo didattica, è anche crescita spirituale. Quando si può. • Alberto Pellai, Si va a scuola, Erickson, pp. 64, 13,50 euro Prima elementare:

luogo della formazione dell'identità. Per alcuni c'è entusiasmo, per molti c'è una sindrome da abbandono da superare. Lo psicologo Pellai è delicato (e utile) come il momento di transizione che racconta. • UgoCornia,// professionale, Feltrinelli, pp. 127, 11 euro Un professore si licenzia da una scuola Resta senza lavoro e senza scopo. Richiamato per una supplenza di sostegno, nello stesso edifìcio, continua a fare il suo dovere: insegnare. E vivere, sentire, reagire... Callotta vìssani 25 SETTEMBRE 2012 179


S pazioCivile

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Il Salvagente 20-27 settembre 2012

Spazio

Civile Cento incontri dal 26 al 30 settembre

Solidarietà

Tre campagne via cellulare

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ettembre rilancia la solidarietà. Ripartono, per concludersi nella prima decade di ottobre, diverse campagne a sostegno di bambini in difficoltà in Italia e nel mondo. Chiede fondi l’associazione Amici del Centro Dino Ferrari per finanziare progetti di ricerca sulla distrofia muscolare di Duchenne, malattia genetica grave che in Italia conta 5.000 malati e ancora non conosce cura specifica. Fino al 7 ottobre si può fare una donazione con un sms solidale al numero 45508. Dal 23 settembre al 7 ottobre “viaggia” la campagna di Coopi per salvare dalla malnutrizione 7mila bambini del distretto sanitario di Tillabéry nel Sud-ovest del Niger. In questo paese, tra i 10 più poveri del mondo, la malnutrizione cronica colpisce 1 bambino su 2 e l’alimentazione povera e le precarie condizioni di salute ne uccidono 1 su 4. L’sms solidale si invia al numero 45509. Chiede sostegno economico, per installare impianti fotovoltaici nelle sue strutture di accoglienza in Italia, SOS Villaggi dei bambini, che in 132 paesi accoglie minori privi di cure familiari. Con una donazione dai 3 euro (fino al 30 settembre) si può vincere una settimana con la Volt, l’automobile elettrica Chevrolet.

A Torino Spiritualità la Sapienza del Sorriso Fernando Guerci

D

iceva Charlie Chaplin che “un giorno senza un sorriso è un giorno perso”. Ma non è che tutti i sorrisi siano uguali. C’è quello di chi non perde mai la capacità di meravigliarsi e quello di chi intuisce di aver compreso o che mai comprenderà. C’è il sorriso di chi si apre all’altro e quello “dia-

Donne a Milano UNA DOMENICA AL FEMMINILE

È

tutta al femminile la giornata del 23 settembre a Milano: dalle 10 alle 19, i Giardini Indro Montanelli ospitano (per la prima volta) la Domenica delle Donne, l’appuntamento di fine estate organizzato dalla Fondazione Donna Milano Onlus con l’assessorato alle Politiche sociali e Cultura della salute del Comune. Nel corso della giornata (alla sesta edizione) si parlerà di pari opportunità, prevenzione sanitaria, benessere psico-fisico. Ai bambini, all’intrattenimento musicale e all’informazione sono dedicate altrettante aree. L’ingresso è gratuito.

bolico” di chi schernisce il pensiero altrui. Un’indagine sui volti del sorriso dal punto di vista antropologico, filosofico, scientifico, artistico e letterario è uno dei filoni di Torino Spiritualità che dedica alla Sapienza del Sorriso la sua VIII edizione (26-30 settembre, 5 giorni di incontri, dialoghi, lezioni e letture ideati da Antonella Parigi, coordinati dal Circolo dei lettori e sostenuti tra gli altri dalla Regione e dal Comune). Un secondo indaga il rapporto con il sacro attraverso le principali tra-

Re

per una Notte. Quella Europea dei ricercatori. Il 28 settembre a Frascati, culmine della “Settimana della Scienza” ( iniziata il 24 ), il grande protagonista è il Bosone di Higgs, la particella grazie alla quale tutte le altre prendono massa. Organizzata dall’associazione Fra-


SpazioCivile

Il Salvagente 20-27 settembre 2012

dizioni spirituali. Il terzo muove dall’assunto “giocare è come sorridere” per un percorso che misura inattese ipotesi di conoscenza. In oltre 100 incontri, in 26 sedi, con 30 associazioni ed enti coinvolti, 130 voci da tutto il mondo mettono in dialogo idee, coscienze, culture e religioni per dirci come il sorriso può diventare “la

chiave per comprendere noi stessi e il tempo che viviamo”. Tra gli ospiti: Elio, Marco Presta, Corrado Augias, Gustavo Zagrebelsky, Alessandro Bergonzoni, Aharon Appelfeld, Moni Ovadia, Massimo Cacciari, Ignazio Marino, Vito Mancuso, Adriana Cavarero, Michele Serra, Gabriella Turnaturi, Isabel Losada.

La Settimana della Scienza

La Notte a Frascati dei ricercatori scati Scienza, il polo di ricerca romano di grande rilevanza nazionale ed europea, la “Settimana” apre a tutti numerosi appuntamenti di divulgazione scientifica (rilevante è l’apertura straordinaria con ingresso su prenotazione dell’orto botanicode La Sapienza di Roma: 2.000 ettari di parco e serre, che riproducono numerosi ambienti vegetali,attrezzati per persone con disabilità. Particolare è il Giardino dei profumi, un percorso dedicato ai non vedenti (con spiegazioni in Braille).

La Notte a Frascati comincia alle 14, con l’apertura al pubblico di tutti i centri di ricerca. Seguono: alle 18 la tavola rotondasulle origini dell’Universo “Dio e il Bosone di Higgs a colloquio”; dalle 20 tre incontri per conoscere le stelle e i pianeti dell’Universo e lo spettacolo teatrale“Einstein s’il vous plaît”. E poi “visite guidate”al cielo stellato su Roma e molto altro ancora. L’ingresso è gratuito. Può essere richiesta la prenotazione (il programma è su www.frascatiscienza.it).

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Donazioni

L’Umbria pilota l’assenso veloce

Ha

registrato una valanga di adesioni il progetto pilota della Regione Umbria (il primo) che semplifica al massimo la dichiarazione di volontà sulla donazione di organi. Per diventare donatori ai cittadini maggiorenni di Perugia e Terni ora basta un sì sulla carta di identità, all’atto della richiesta o del rinnovo. Chi non vuole farà annotare il suo no. In entrambi i casi la scelta registrata nel Sistema informativo trapianti del ministero della Salute, ha valore legale. Ebbene, dal 23 marzo al 2 agosto gli Uffici anagrafici dei due Comuni hanno raccolto ben 2.311 consensi (le opposizioni sono state 123) a fronte dei 4.309 sì rilevati dal 2000 in poi attraverso le dichiarazioni registrate nelle Asl. Il progetto è realizzato grazie alla collaborazione tra ministero della Salute, Centri regionale e nazionale trapianti e Federsanità Anci. In Italia attualmente le persone in lista di attesa per il trapianto sono 10mila.


xte / cultura

Buddha? DA INSEGNARE

LA PROVOCAZIONE DI GOMBRICH

A SCUOLA

A “Torino Spiritualità” lo studioso cercherà di sfatare alcuni equivoci su uno dei massimi pensatori della Storia Per gentile concessione di Adelphi Edizioni pubblichiamo un estratto del primo capitolo di “Il pensiero del Buddha” di Richard F. Gombrich. L’autore interverrà a “Torino Spiritualità”, in programma dal 26 al 30 settembre. RICHARD F. GOMBRICH

CONSIDERO il Buddha uno dei massimi pensatori–eunadellapiùgrandipersonalità – di cui si abbia notizia nella storia dell’uomo.Stilareclassifichedipersonesecondo un ordine di merito è un passatempo

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CINQUE GIORNI SUL SORRISO

“La Sapienza del Sorriso” è il tema su cui si confronteranno gli ospiti di “Torino Spiritualità” cinque giorni di incontri, dialoghi, lezioni e letture dal 26 al 30 settembre. A inaugurare la rassegna, mercoledì prossimo, alle 18, a Palazzo Carignano a Torino, Corrado Augias, Elio e Massimo

Richard Gombrich

David Le Breton

adatto solo a un gioco di società, ma io sostengo che il Buddha appartiene alla stessa classe di Platone e Aristotele, i giganti che crearono la tradizione filosofica occidentale.Pensochelesueideedovrebbero fare parte dell’istruzione di tutti i bambini in ogni angolo del mondo, e che ciò aiuterebbe a rendere il mondounluogopiùcivile,auntempo più tranquillo e più intelligente. Ciò non significa che io ritenga giuste tutte le idee del Buddha. Considerata la distanza temporale e spaziale che intercorre fra il Buddha e

Gramellini. Tra le iniziative più interessanti il ciclo “Anche questo è fame di vento. Cinque voci per Qoèlet”: Ignazio Marino, Massimo Recalcati, Michela Marzano, Edoardo Nesi, Gustavo Zagrebelsky e la lezione di Enzo Bianchi. Tre i percorsi proposti al pubblico: “La leggerezza dello Spirito”, cui parteciperanno, fra gli altri, Richard Gombrich

e Henry Quinson, “Il sorriso consapevole e il ghigno inquieto” con David Le Breton e “La regola del gioco”

Henry Quinson

me, sarebbe assai singolare se lo pensassi. Dissentodaalcunesueteorieenonaderisco a tutti i suoi valori; quindi non mi definisco un buddhista. Tuttavia credo che la mia comprensione delle sue idee mi renda un ammiratore sincero del Buddha almeno quanto i milioni che si definiscono buddhisti. Inoltre la mia ammirazione si estende a molto di quanto coloro che sono nati nella tradizione buddhista pensano e fanno. E quella parte ammirevole della tradizione o, se preferite, delle tradizioni buddhiste risale,amioparere,alBuddhastesso.Letradizioni buddhiste, che ora abbracciano due millenni e mezzo e una vasta area geografica, sono così eterogenee che alcuni studiosi rifiutano l’idea stessa che si possa parlare di « buddhismo », e insistono a mettere la parolafravirgolette,sepropriobisognausarla. Non sono d’accordo. Certo, il buddhismo in sé,inquantofenomenoumano,èsoggettoal detto del Buddha secondo cui « tutte le cose composte sono impermanenti». Sarebbe stupefacenteseinunarcoditempocosìlungo,migrandoinregionieculturediverse,essononavessesubitograndicambiamenti;lo stesso è accaduto a ogni tradizione umana. Malostoricodovrebbeessereingradodifar risalire ciascun ramo della tradizione a un altro ramo, fino ad arrivare al tronco e alla radice: il Buddha stesso. […] Molti rimarranno scettici; concederanno che l’Ordine buddhista dei monaci e delle monache, il Sangha, è la più antica istituzione al mondo, ed è facilmente riconoscibile come la medesima istituzione in ogni epoca e paese; ma potrebbero protestare che le credenze buddhiste sono oggi completamentediverse,edomandarnelaragione.Ritengo di poter rispondere: il Buddha era straordinariamente originale, molte delle sue idee furono formulate per confutare altre idee correnti ai suoi giorni, ma, perché venissero recepite, egli dovette di necessità impiegare il linguaggio dei suoi oppositori, poiché non ce n’era un altro. Egli infuse nuovisignificatineivecchitermini;maquesto portò inevitabilmente a fraintendimenti,inspecialmodofracolorocheconoscevano i suoi insegnamenti solo in maniera parziale o superficiale. Vorrei darne un esempio lampante. Trovo continuamente riproposta nell’istruzione e nelle pubblicazioni universitarie indiane l’idea che l’insegnamento del Buddha fosse praticamente lo stesso delle Upanishad, i testi sacri dei brahmani, e ne differisse in maniera significativa soltanto nel modo in cui attaccava il sistema delle caste. Ciò nasce dal fatto che i principali oppositori del Buddha erano brahmani che aderivano a concezioni upanishadiche, sicché per criticarli egli impiegava i loro stessi termini. Inoltre, quegli attacchi erano sferrati specialmente con l’impiego di metafore e ironie, registri che non vengono colti dai letteralisti. […] Sostengo quindi che un’interpretazione convincente del Buddha debba chiarire non soltanto le idee da lui espresse, ma anche il modo in cui queste divennero suscettibili delle varie interpretazioni storicamente attestate. Il Buddha verrà così a trovarsi al punto di origine di una storia coerente delle idee ascritte al Buddha stesso – benché la narrazione di questa storia, anche solo a grandi linee, possa essere al di là delle capacità del singolo studioso. © riproduzione riservata

IL CASO

LADY GAGA, NON SARAI MAI LOU REED La popstar fuma marijuana in scena ma non ha la forza scandalosa del poeta americano RENATO TORTAROLO

LADY GAGA fuma marijuana durante la pausa di un concerto ad Amsterdam. Il pubblico, perlopiù giovane, la vede, qualcuno la riprende e tutto finisce su Twitter. Il problema, a questo punto, non è essere o meno antiproibizionisti ma se debba esistereancoraunasimbiosifraarteedroghe. Se lo sono chiesti gli stessi fans sul web. Che in alcuni casi si sono infuriati. Primo tweet: «Smetti di fumare. Nessuna droga, solo spettacolo». Un altro: «Che esempio può essere per i ragazzi?». Lei,poi,hafattodituttoperpeggiorarele cose: ho smesso con l’alcol perché mi piace “fumare”, la cannabis mi ha permesso di avvicinarmiallamusicadaunaprospettiva più spirituale e voglio che si sappia che mi

Lou Reed finge di “bucarsi”

ha cambiato la vita. Tutte stupidaggini che poteva risparmiarsi non tanto per l’atto in sé, ad Amsterdam l’uso di marijuana è tollerato,quandoperl’equivocochegenerain persone giovani. Intendiamoci, nessuno ha mai fiatato, se non per piangerne il talentorecisodinetto,sulsuicidiogiornoper

Lady Gaga ad Amsterdam

giorno di Charlie Parker con l’eroina o di tante rockstar dopo di lui con paradisi artifiali assortiti. Ma all’epoca valeva un grande equivoco: le droghe liberano la mente e comunque non fanno male. Invece era falso, nei due sensi. Non liberano proprio da nulla e comunque sono letali. Non vale

nemmeno, per un personaggio pubblico, la distinzione fra droghe leggere e pesanti. È un’ipocrisia bella e buona. Ci si può scherzare ed essere persino politicamente scorretti, ma nel 2012 non si può andare su un palco e proclamare sacrosanta un certo tipo di “liberazione”. Nell’agosto 1974, a Chalmette,inFrancia,LouReedvasulpalco con una siringa e mima l’atto di “bucarsi”. Viene preso di peso e portato via. L’immagine fa il giro del mondo, gettando nello sconforto non solo tanti ammiratori quanto i censori dell’epoca: vergogna, che brutto esempio. Con una differenza: Reed ha sempre avuto il genio della provocazione, Lady Gaga invece sfrutta il successo commerciale che le hanno dato gli adolescenti. Valeva la pena di “rollarsi” quel joint? © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL SECOLO XIX

GIOVEDÌ 20 SETTEMBRE 2012

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IN LIBRERIA

LATERZA «ORA BASTA FRASI FATTE» L’editore lancia una nuova collana per smontare i luoghi comuni politici GIULIANO GALLETTA

ORMAI sono quasi venticinque anni, almeno dal fatidico 1989, che ci sentiamo raccontare la fabula della fine delle ideologie. Naturalmente le ideologie sono tutt’altro che finite, come dimostra il successo planetario della più efficiente delle ideologie: quella della fine delle ideologie. Non c’è affermazione filosofica, politica, economica fra le tante che ci vengono propinate quotidianamente come “verità rivelate” che non abbia il suo bel fondamento ideologico. L’esempio più immediato di questo meccanismo è proprio il governo sedicente “tecnico” che è forse uno dei più ideologici che l’Italia abbia mai avuto, ma che con l’aiuto del magico aggettivo pretende che le sue decisioni debbano essere considerate super partes, anzi addirittura naturali. Partendo da questa constatazione la casa editrice Laterza ha lanciato una nuova collana di pamphlet, “Idòla”, agili, un centinaio di pagine, economici, 9 euro, con l’obiettivo (ideologico) di smontare l’assunto “Viviamo in un epoca post-ideologica”. Sonolibritascabiliesullacopertinabianca è riportata, come titolo, una frase “tipica” del pensiero corrente, di quelle buone pericommentatoriuntantoalchilo,affiancata da un timbro rosso, sempre uguale, con scritto: “Falso”. I primi due titoli già in libreria. sono “É l’Europa che ce lo chiede (falso)” di Luciano Canfora e “Non ci possiamo più permettere uno Stato sociale (falso)” di Federico Rampini. «Ci sembrava utile in questo momento» spiega Giuseppe Laterza «affron- Giuseppe Laterza tare certe affermazioni entrate nel senso comune ma che non vengono più discusse. Abbiamo POLEMICA chiesto ad alcuni intellettuali di individuare Da Bauman queste frasi fatte e di a Canfora spiegareperchélarealtà ecco come è molto più complessa. difendersi Ci sono altri titoli in dagli programma come “La stereotipi cultura non si mangia” e un testo di Zygmunt Bauman sull’ineguaglianza». Come epigrafi della collana Laterza ha scelto due citazioni, la prima di Francesco Bacone, filosofo secentesco che scrive ”gli idoli e le nozione false che hanno invaso l’intelletto umano gettandovi radici profonde assediano la mente umana, così da rendere difficile l’accessoallaveritàeciòètantopiùinsidiosose gli uomini, di ciò avvisati, non si mettono in condizione di combatterli”; la seconda del semiologo Umberto Eco, che già all’inizio degli anni Ottanta scrive: “Si parla di crisi delle ideologie. Errore. Caso mai bisognerebbe parlare di modificazione delle ideologie. È caratteristico delle nuove ideologie di non essere riconosciute come tali, così che possano essere vissute come verità”. Sembrerebbe una sorta di offensiva editoriale il pensiero unico neo-liberista. Ma Laterza precisa: «In primo luogo bisogna individuarlo un tale pensiero e forse non è poi così unico come sembra; al suo interno,infatti,cisonomoltecomponenti:c’è n’è una liberista in economia ma c’è n’è anche una libertaria. Esiste un ciclo lungo che comincia all'inizio degli anni ’80 ma che affonda le sue radici nelle componenti più libertarie del ’68. La liberazione dal conformismo si coniuga un po’ anche con l'idea checiascunopossafareciòchevuoleineconomia. Preferisco chiamarlo pensiero prevalente, così come dopo le lacerazioni della guerra e fino agli anni Settanta era prevalso il senso della comunità così nei decenni successivi l’attenzione si è spostata sull’individuo . L’importante è sapere che ciascuno di noi guarda il mondo da un “punto di vista” che non è mai ingenuo o neutrale». galletta@ilsecoloxix.it © RIPRODUZIONE RISERVATA


Mode globali Da trovata artistica a terapia di gruppo

Lamentati (in coro) che ti passa Raccolgono reclami e proteste tra la gente, li mettono in musica e li cantano insieme in piazza o in un teatro. Da Tokyo al Cairo, i Complaints Choirs sono ormai un tormentone di Gianfranco Raffaelli

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er ora si sa che sarà composto moglie, hanno già dedicato un sito-blog da una cinquantina di perso(complaintschoirs.org), un docufilm che ne, compresa una signora di ha girato i maggiori festival e una videoin87 anni, una bambina di 9 e, stallazione itinerante nei musei. Sopratforse, un cane. A dirigerlo ci sarà Orlando tutto, l’idea è viva, continua a produrre Manfredi, in arte Duemanosinistra, canproseliti. E ha da poco completato il giro tautore rock e movimentatore culturale del mondo. che, per prepararsi emotivamente all’imL’onore, per la cronaca, è toccato a Teutopresa, si è appena fatto a piedi tutto il Cania, ridente cittadina dell’estremo Sud del mino de Santiago de Compostela. Il primo Brasile con una storia curiosa. Fondata nel Coro delle lamentele sabaudo sarà l’evento secolo delle grandi migrazioni da coloni clou della prossima edizione del Festival tedeschi, i suoi biondi cittadini parlano nel Torino Spiritualità, dal 26 settembre per quotidiano la lingua di Goethe e di Angela le vie e i cortili barocchi del capoluogo Merkel. E amano i cori stile Oktoberfest. piemontese. E non ce ne vogliano George Per questo forse è nato qui il primo Coro Steiner, Massimo Cacciari e gli altri maedelle lamentele del Sudamerica, l’unico stri del pensiero attesi continente che, dopo in Piemonte in quei l’exploit di Melbourne e Il vicino che sporca giorni. del Cairo, ancora mano le discriminazioni Lanciati nel 2005 da cava all’appello. due artisti finlandesi, Per chi non bazzica etniche. Cantarli che pensavano forse YouTube, dove i CC nobilita e sublima di tirarne fuori al masspopolano, riassumiaquesti minimi simo una performanmo la genialata. Ci vuoce video da esporre le un mini comitato ore massimi fastidi al Kiasma di Helsinki ganizzatore. Quindi un (tempio dell’arte conblog o una pagina Fatemporanea scandinava), i Complaints cebook per raccogliere le lamentele (a ToChoirs sono ormai tormentone globale, un rino sono stati usati anche bigliettini low movimento open source, un format di (neo) tech da inserire in raccoglitori sparsi per democrazia. Il termine traduce la parola la città). Tutto fa brodo. Il vicino che sporca o le discriminazioni etniche, fallimenti finlandese “valituskuoro”, un reclamo a più esistenziali e discariche abusive. Inquinavoci (pare che in quel Paese abbiano tanti mento, maleducazione, solitudine, mal di termini per il lamento quanti gli eschimesi vivere. Acne. Lagne vissute che rispettino per definire la neve). E a essi Tellervo Kalperò il qui e ora del proprio habitat urbaleinen e Oliver Kochta-Kalleinen, marito e 54

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no. Non resta poi che filtrare, mescolare alto e basso, futile e anarchico, e metterlo in musica. Perché lagnarsi insieme, cantare insieme, nobilita e sublima questi minimi e massimi fastidi, trasformandoli in segnale di vita della comunità. Si cerca qualcuno capace di comporre musica. Un po’ di volontari più o meno intonati. Si organizza una performance in strada o in un teatro. Si canta in lingua autoctona. Si


Basta essere un po’ intonati Da sinistra, in senso orario: il Coro dei lamenti di Hong Kong (novembre 2009) e quelli di San Pietroburgo (settembre 2006), di Helsinki (agosto 2006) e di Tokyo (novembre 2009). In Italia si sono esibiti Complaints Choirs a Firenze (nel 2008) e a Milano (nel 2009). Il prossimo sarà a Torino, nell’ambito di Torino Spiritualità, dal 26 al 30 settembre.

Musicalmente dotto il Coro di Firenze, che ha i tempi del cabaret brechtiano e piange una città con tanti bar trendy e multisala «e nemmeno un posto per fare due chiacchiere», così come quello di San Pietroburgo, un lamento della steppa che diventa valzerino hip hop, cita il poeta Blok e maledice il suo mitico fondatore – «O Pietro, geniale costruttore, ma perché hai voluto la nostra città tra le paludi e le zanzare?» – prima di prendersela con la disoccupazione, il carovita, e con «maschi noiosi e indecisi». Anche Babbo Natale nel mirino. Ci si la-

filma il tutto e si posta sul web con i sottotitoli. Il risultato? Impressionante, incredibilmente creativo e vitale. «Lo definirei un momento di cittadinanza attiva, un’assunzione di responsabilità», spiega Armando Buonaiuto, curatore del coro torinese. «E poi nel coro si trova il coraggio di parlare male del proprio mondo, di denunciare l’altro, senza diplomazie. Per un torinese questo è un atto liberatorio, una seduta di autocoscienza di gruppo». Censure e martiri. Figuratevi per i giap-

ponesi. Come quelli che a Tokyo, in un megacoro di gente d’ogni età con indosso la classica mascherina antismog, con un motivo che partiva sinfonico e diventava bossanova, hanno cantato la trincea tutta nipponica dei workaholic, «tra gente che ti ruba la scrivania» e «i capi che si appropriano dei tuoi meriti». O gli eroici coristi

di Singapore, pronti a cantare un Paese che «si crede perfetto» ma dove la gente è egoista e sola, «i bambini nascono già stressati» e «tutto sembra vietato» (compreso il Coro delle lamentele, visto che il governo ne ha impedito la performance in pubblico). L’epopea dei Complaints Choirs ha la sua hit, quell’inno beat di Birmingham («Ridatemi i miei soldi. E ditemi perché la birra è così cara in città») che per un po’ ha fatto cantare mezza Inghilterra. E ha il suo martire. Sally Magdy Zahran, 23 anni, morta nel 2011 negli scontri fra manifestanti e forze di sicurezza egiziane. Pochi giorni prima aveva preso parte a uno storico, lirico, coloratissimo Complaints Choir che al Cairo se la prendeva con l’esercito e la polizia e che, unico tra i cori del pianto, non eseguiva una sola canzone, ma un intero concerto con diversi stili e arrangiamenti.

gna in piazza a Vienna, in Tasmania, a Ternii (cantando vestiti con delle camice di forza), perfino nella monolitica Cina, a Guangzhou, di inflazione e burocrazia. La palma del lamento, per la più alta concentrazione di cori per chilometro quadrato, va al Nord Europa, ma il Canada insegue volenteroso, e Rotterdam è al momento l’unica città al mondo con due cori contemporaneamente attivi: Rotterdam Sud e Rotterdam Nord. Sono jazz, rock, reggae i cori delle metropoli americane e dei loro campus universitari. «Ci danno troppi compiti per casa», rappano gli studenti delle elementari modello di Poikkilaakso, «e Babbo Natale è stupido»; che poi per un bambino finlandese dev’essere praticamente una bestemmia. Un po’ come i torinesi che – possiamo dirvelo in anteprima – se la prenderanno soprattutto con le auto: troppe, strombazzanti, prepotenti, ammassate. La città della Fiat che rinnega la sua anima di lamiera e copertoni. Perché il mondo cambia. A volte, basta una canzone. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Venerdì 21 Settembre 2012 Corriere della Sera

Eventi

TORINO SPIRITUALITÀ

L’appuntamento Al festival Il tema Ironia e saggezza 130 protagonisti in 26 luoghi nell’era delle tensioni forti

Credere nel sorriso Cercare la leggerezza della sapienza «Perché proprio nelle religioni c’è la cura contro gli integralismi»

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rosecuzione ed evoluzione del lavoro prezioso cominciato da uno spettacolo teatrale di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco («Domande a Dio, domande agli uomini»), Torino Spiritualità si propone anche nella sua ottava edizione come luogo principe della riflessione, del confronto tra idee, coscienze, culture e religioni. Oltre 100 gli incontri in programma in 26 diversi luoghi della città, 30 le associazioni e gli enti coinvolti, 130 le voci da tutto il mondo chiamate a ragionare sul rapporto tra sorriso e spiritualità come chiave di comprensione di se stessi e della contemporaneità. «Ci sono già fin troppi spazi che affrontano religione e spiritualità con un taglio socio-politico — dice Antonella Parigi, ideatrice e direttrice del festival —. Noi invece, in tempi in cui sta rapidamente scomparendo ogni punto di riferimento intellettuale, abbiamo scelto di rispondere a una precisa esigenza del nostro pubblico: quella di confrontarsi con dei maestri, con persone che abbiano qualcosa da testimoniare, in un ambito dove il sape-

re diventa saggezza». Un’esigenza che fa per forza i conti con la crisi di identità attraversata dalle «chiese» istituzionali. «Come dicevo, c’è un grande bisogno di incontrare maestri veri, di quelli che ti segnano la vita non tanto con dogmi e nozioni, ma con qualcosa di autentico. E a questo bisogno non sempre le chiese confessionali riescono a rispondere, o quantomeno non sempre la gente trova convincenti quelle risposte. Una grande ricerca c’è, e forse è trascendente, ma sicuramente riguarda quella saggezza che diventa esperienza. Vado spesso al monastero di Bose, dove incontro sempre tantissime persone delle culture più diverse, non necessariamente credenti. Ecco, per me quello è il simbolo della voglia di un percorso personale che innanzitutto ci renda più uomini. Come dice Enzo Bianchi, "la ricerca è un percorso di umanizzazione"». Il tema di quest’anno (la sapienza del sorriso), in tempi attraversa-

La guida

La rassegna Dal 26 al 30 settembre torna «Torino Spiritualità», giunta all’ottava edizione. Cinque giorni di incontri e dialoghi sulla Sapienza del Sorriso. Ideata e diretta da Antonella Parigi con il Circolo dei lettori (con il sostegno di Regione, Comune, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Teatro Stabile di Torino), la rassegna prevede 100 incontri in 26 luoghi della città per 130 «voci»: da Steiner, Vattimo o Michela Marzano

Le passeggiate In anticipo, questo fine settimana, cominciano eventi speciali come le «Camminate Spirituali» tra le valli piemontesi, in compagnia di scrittori quali, tra gli altri, Enrico Brizzi, Francesco Piccolo e Giuseppe Cederna. Tutte le informazioni si trovano sul sito torinospiritualità.org; Per i biglietti: tel 011 4326827 (orario: dalle 9.30 alle 21) o sul sito internet www3.anyticket.it

ti da forti tensioni tra chi vede l’ironia sulla religione come un’espressione intoccabile di libertà e chi la considera un’offesa gravissima, è delicato e complesso. Tanto che, come sempre, approfondire non può che giovare a smussare gli angoli. Forse aiuterebbe tener presente che nella Bibbia ci sono 800 versetti che invitano a scoprire e a vivere la felicità (tutti quelli che cominciano con «State sempre lieti», «Gioite nel Signore», «Cantate canti di gioia»), probabilmente gioverebbe ricordare la «traboccante umanità» dei mediorientali, capaci di autoironia quanto di sorridere dell’assurdità della vita (ne parlerà l’esperto di cultura islamica Paolo Branca); e forse, come racconterà Moni Ovadia, sarebbe interessante affiancare al luogo comune del Dio biblico truce e vendicatore il concetto del riso ebraico come «microcosmo in bilico tra follia e saggezza, con l’ambizione di smascherare il pregiudizio, sculacciare la stupidità del mondo, svelare il potere della parola, nutrire l’anima e l’intelligenza». Il pubblico (35 mila persone in media all’anno) è «trasversale», raccoglie credenti ma anche persone semplicemente interessate ai grandi temi dell’umanità — e quindi anche della trascendenza —, coloro che ad esempio considerano una grande risorsa per il «qui ed ora» la profonda conoscenza dell’uomo contenuta nelle grandi Scritture. «Ogni anno cerchiamo un argomento che sia spendibile nella nostra vita quotidiana e nel preciso momento storico che viviamo — dice Antonella Parigi —. E il tema di quest’anno, la sapienza del sorriso, è una postura che riconosce misura, giustizia, rispetto dell’altro, di sé e della vita, in una parola armonia. Quell’armonia con il trascendente, ma soprattutto con se stessi che tutte le tradizioni religiose in realtà tramandano al di là delle differenze. E quella del sorriso è un atteggiamento che si contrappone a due modalità che tutti abbiamo ben presenti: la risata crassa, volgare, violenta, e il cinismo, che è la grande, pericolosa deriva di un’assenza di sistemi universali di riferimento che coinvolge quasi tutti». Il festival offre gli strumenti per individuare un po’ dappertutto questa sapienza della leggerezza: si parlerà del sorriso anche nel gioco, nell’amore, nella satira, nel cinema, nella politica, nella letteratura e perfino nello sport: la voce del calcio torinese Carlo Nesti scopre ad esempio nel Vangelo il profilo di un Gesù allenatore, che ci guida nelle partite di ogni giorno. Del resto, come diceva Charlie Chaplin, un giorno senza un sorriso è un giorno perso.

Marcello Parilli

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Oriente e Occidente secondo l’antropologo francese

L’ARMONIA SUL VOLTO DEI BIMBI INDIANI E LE NOSTRE «ESIBIZIONI» IN FOTOGRAFIA di DAVID LE BRETON

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hi viaggia in India o in Sri Lanka scopre la pienezza dei sorrisi, la trasparenza dei volti dei bambini o delle donne, più di rado degli uomini. Sorrisi pieni, senza riserve che sembrano emanare dallo spessore dei loro corpi, e ne fanno affiorare l’anima sul loro volto. Il viaggiatore fa allora provvista di sorrisi nei suoi bagagli, ma anche di interrogativi: perché i bambini occidentali sorridono così poco, o allora con tanta inquietudine. E perché i bambini Indiani sorridono con un tale abbandono, con una tale gioia? Nell’induismo darshana è il dono della presenza del guru quando si offre ai suoi discepoli, nelle vie e nei villaggi dell’India c’è un darshana del sorriso degli umili da cui il viaggiatore ritorna illuminato. Il sorriso dei semplici è dello stesso ordine, un richiamo tranquillo a godere del mondo, e di questo istante miracoloso in cui i volti si guardano e si riconoscono. Il fatto di esistere merita almeno un sorriso di riconoscenza senza ragione perché sarebbero troppe le ragioni da ricordare. Sono volti che danno vita e ricordano instancabilmente che le cose assumono un significato solo nello sguardo dell’uomo. Il Cristo non ride o non sorride mai, né il Dio dell’Ebraismo o dell’Islam. In India o in Sri Lanka o in Tibet, il Buddha sorride e altrove, più lontano in Asia ride a squarciagola. Il

Severo «Il Giudizio Universale» di Michelangelo Buonarroti, nella Cappella Sistina

sorriso del Buddha è uno sfolgorio di presenza, una tranquilla certezza che il cammino della salvezza è in se stessi. È il simbolo della sicurezza felice dell’uomo che accoglie nel suo modo di essere la contingenza del mondo. Ogni sorriso è unico e risponde alla singolarità di un volto che si apre all’altro o al mondo. Ma forse dà l’immagine migliore della persona, basta pensare alla richiesta di sorridere quando si è davanti all’obiettivo del fotografo: che rimanda allora l’immagine di un volto tranquillo che sprigiona gioia di vivere, il senso di

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Chi è

David Le Breton (1953) è un antropologo e sociologo francese, Insegna all’università di Strasburgo e si occupa di antropologia del corpo

Non sorride il Cristo, né il Dio dell’Ebraismo e dell’Islam. La felicità del Buddha è una tranquilla certezza che il cammino della salvezza è in se stessi

una felice alleanza con il mondo. La convenzione di sorridere durante gli scatti fotografici tra amici o in famiglia è una sorta di celebrazione ostentata del quotidiano e del legame con gli altri. Ognuno di noi porta questi volti come un’illuminazione personale. E poi ci sono gli altri, che appartengono solo a noi, una ghirlanda di sorrisi che accompagnano il nostro avanzare caotico nell’esistenza come tante pietre miliari. In modo elementare il sorriso traduce l’armonia di un istante, quando la vita interiore è troppo pungente, si arriva a sorridere a sua insaputa, a grande sorpresa di chi ci osserva. Contrariamente al riso, che non ha pudore, il sorriso è discreto e anima il volto come un felice lasciarsi andare del proprio contegno. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Traduzione di Gisella Spalla (Assointerpreti)


Eventi 57

Corriere della Sera Venerdì 21 Settembre 2012

Richard Gombrich Il grande studioso di Buddismo Theravada, incontra il pubblico il 27

Massimo Cacciari Sempre il 27 il filosofo parla del rapporto tra riso e cristianesimo

Enzo Bianchi Il priore del monastero di Bose interviene al festival tre volte: il 27, il 29 e il 30

Don Luigi Ciotti Il 29/9 il fondatore del Gruppo Abele parla della dignità del prossimo

George Steiner Il grande pensatore riflette sulla poesia del pensiero il 30

Scrittura sacra La traduzione della Vulgata trasforma la rabbia per i fallimenti in un lamento senile sulla vanità

La gioia dei doni affidati alla corrente In «Kohèlet» il mistero dell’offerta come antidoto allo spreco della vita di ERRI DE LUCA

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hi è l’ebreo Kohèlet, detto Ecclesiaste all’estero? Per esclusione: non è un filosofo, non armeggia concetti astratti, non costruisce un sistema per ficcarci dentro, piegato e pigiato, il mondo creato. Non è vecchio né saggio. Porta nel nome una desinenza femminile ma resta di genere maschile secondo la grammatica ebraica del libro che porta il suo nome. All’inizio dichiara le sue generalità di figlio di Davide ma Davide è stato padre numeroso. Comunque a Kohèlet non sono mancati beni di

Gli inutili privilegi Il rammarico del figlio di Davide è la dichiarazione di fallimento di chi ha potuto sperimentare ogni vantaggio

Serenità Due giovanissimi monaci buddisti dello Sri Lanka manifestano la loro gioia. «Dal sorriso degli umili il viaggiatore ritorna illuminato», scrive l’antropologo David Le Breton (foto Hugh Sitton/Corbis)

fortuna, ampi locali a disposizione, un abbondante personale di servizio. Scrive e parla dall’esperienza del privilegio, proprio per questo il suo rammarico è la dichiarazione di fallimento di chi ha potuto sperimentare ogni vantaggio. È celebre il suo «vanitas vanitatum», vanità delle vanità, che non ha mai detto, né pensato. Glielo ha messo in bocca la traduzione latina dell’ebraico «hèvel havalìm». Come in altri casi di passaggio da quella prima lingua alle successive, si è trattato di un dirottamento in volo, piuttosto che di un trasferimento da una stazione all’altra. In ebraico esiste l’invano e il vano: Kohèlet li evita. La sua parola, «hèvel» coincide con il nome Abele (non esistono ma-

iuscole in ebraico) e lui lo scrive a esempio di vita cancellata, buttata via senza valore e scopo. Quella prima esistenza sprecata dà a Kohèlet il nome al suo bilancio amaro: la vita è spreco supremo, lo spreco degli sprechi. Ma la traduzione detta Vulgata gli appiccica sopra la contraffazione di «vanitas vanitatum» e così Kohèlet l’arrabbiato diventa un lamento senile sulla vanità. È invece arrabbiato perché dall’alto della sua posizione ha sperimentato il meglio e ha cercato un appiglio per consistere in opere realizzate, in godimenti, in possedimenti. Ma non si è ritrovato esaudito in nessun traguardo e tutto è stato un andar dietro al vento. Allora in quale esperienza riconoscere un senso? Intanto in una evidenza: «il tutto ha fatto bello in un suo punto». Esiste un nucleo di bellezza in ogni elemento del mondo. Esiste un’energia della bellezza che pulsa in ogni attimo del tempo. Perfino la distruzione ha bisogno della sua forza. È bellezza il vento che ossessiona Kohèlet e soffia bollente dal deserto per ventidue volte nel suo breve libro, offrendo un nome al suo implacato affanno: tutto il suo agire è stato un tenere compagnia al vento. Schiacciante è la bellezza del sole, non quello che carezza la pelle dei bagnanti ma quello che grava sulla terra e sopra la schiena dei braccianti. Sotto il sole: «tàhat hashèmesh», in ebraico esce di labbra un soffio arroventato dalla più potente forza di natura. Sansone, il più dotato di esplosiva potenza fisica, è in sua lingua Shimshòn, nome costruito sulla parola «shèmesh», sole. Quale allegria si può estrarre da Kohèlet? Una da naufraghi, spiaggiati su un’isoletta australe, dove la vita è allo stato brado di felicità minute, che accadono veloci lasciando ne-

gli occhi il residuo di meraviglia di una stella cadente. E per consiglio urgente a un tu che da millenni sta in suo ascolto, Kohèlet lascia scritto: «Manda il tuo pane sopra i volti delle acque». Senza neanche sapere a chi andrà, offri il tuo bene al mondo, alla corrente. Qualunque pane tu possa donare, lascialo sopra i volti delle acque, alla loro distribuzione che in natura spinge all’uguaglianza. Le acque sono la più evidente immagine di livellamento. «Questo è il mio pane», disse del suo corpo colui che stava per affidarlo alla corrente del mondo e del tem-

Oltre la disperazione «Manda il tuo pane sopra i volti delle acque», senza conoscere il destinatario. È il solo rimedio possibile all’assenza di scopo

La parola controversa

Vanità

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La traduzione latina dell’ebraico «hèvel havalìm» in «vanitas vanitatum», oltre a snaturare — secondo De Luca — il senso del testo originario, si presta a una doppia interpretazione: vanità come ostentazione di se stessi o come assenza di senso. Entrambi i significati sono racchiusi nell’immagine della «Torre di Babele» dipinta da Pieter Bruegel il Vecchio

po a venire. Senza arrivare alla misura del suo dono, ognuno può accogliere l’invito di Kohèlet. Perché? La sua risposta è: «perché in molti dei giorni lo ritroverai». Quel tuo dono ti verrà restituito molte volte in sovrappiù di giorni. Qui è annunciata la misteriosa, immensa, economia del dono, che spariglia ogni bilancio. Manda il tuo pane, partecipa del gesto che apre il pugno chiuso per offrire e imita così la mossa del germoglio che si schiude, del seme che si spacca, della nuvola che sparge il suo raccolto. Più che allegria, qui si manifesta una compiuta letizia, balsamo dei giorni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il personaggio Henry Quinson, ex broker, dall’89 fa il monaco nei quartieri popolari di Marsiglia

«Il mio addio al cinismo di Wall Street per inseguire il realismo dell’ingenuità»

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ignor Quinson, lei era amico dei monaci assassinati a Tibhirine, in Algeria, e ha partecipato alla realizzazione del film «Degli uomini e degli dei» su quella tragica vicenda. Nel 1989 ha abbandonato Wall Street per diventare un «monaco di città», oggi aiuta le persone in difficoltà nei quartieri popolari di Marsiglia. Dove trova la forza, se ce l’ha, per sorridere? «Penso che un mondo senza sorriso non abbia alcun interesse, e anzi più i momenti sono difficili, più la sofferenza è profonda, più torna utile la capacità di prendere un po’ di distacco, di usare l’ironia. Nelle fasi più tragiche spesso si percepisce la straordinarietà della vita. Si apprezzano di più certi piaceri semplici, come un bicchiere di vino o, appunto, un sorriso. Più le situazioni sono estreme, più ci si aggrappa alle cose essenziali, meravigliose dell’esistenza». Il che di solito apre il campo alle critiche dei cinici... Sorridere è da ingenui? «Questo è un classico atteggiamento che trovo molto interessante, perché diffuso e sbagliato. La contrapposizione tra spiritualità e realismo è falsa e io non penso affatto di essere

Il libro Metamorfosi A sinistra, Henry Quinson nella veste attuale di «monaco di città». Sopra, quando era broker a Wall Street

Degli uomini e degli dei. Il racconto del film «Uomini di Dio» è il titolo del libro di Henry Quinson (Jaca Book, 22 euro, 248 pagine). Questo racconto inedito, intriso di humour e sensibilità, è ben più che un making of, un «dietro le quinte» o una semplice analisi artistica.

ingenuo per il fatto di privilegiare una visione della vita dove la spiritualità ha una grande importanza. I monaci di Tibhirine venivano accusati di essere ingenui già da vivi, quando cercavano di aiutare tutti senza preoccuparsi delle considerazioni politiche. Il mio amico Christophe Lebreton diceva che preferiva essere ingenuo e ritrovare tutte le persone che amava in paradiso, che ridursi al cini-

L’orizzonte «La crisi è fra noi da trent’anni e temo che resterà per altri trenta. Ma il motore del mondo è la speranza, non il denaro»

smo e vivere per cent’anni nell’inferno di un mondo senza speranza». Il suo appello al sorriso e alla spiritualità rischia di non essere compreso in questi giorni di crisi economica, dove molte persone hanno prima di tutto la preoccupazione di trovare o non perdere il posto di lavoro. «Ma io credo che sia una falsa contrapposizione. Certo che bisogna cercare le soluzioni tecniche per fare vivere concretamente il meglio possibile il maggior numero di persone possibile. Allo stesso tempo, io sono nato nel 1961, e per quelli della mia generazione la parola "crisi" accompagna da sempre la nostra esistenza. La crisi petrolifera del 1973 e poi lo scoppio della bolla degli anni Ottanta, e poi quella della new economy... La crisi non è un episodio, è tra noi da trent’anni e temo resterà per altri

trenta. Meglio imparare a sviluppare le capacità per convivere con essa». Che cosa le fece abbandonare il mondo della finanza? «Mi ero reso conto benissimo che il sistema non poteva funzionare. Era il 1989 e a Wall Street mi diedero del pazzo, dell’ingenuo come dicevamo prima. Visto come è andata e come è ridotta l’economia mondiale, visto i guasti che ha prodotto la speculazione finanziaria, direi che quello realista e lucido sono stato io». Spirituale, e quindi efficace? «Decisamente. Nella storia del XX secolo non è il cinismo ad avere vinto. Non è il Male. Il nazismo e il muro di Berlino sono crollati, un uomo come Gandhi è riuscito a sconfiggere la più grande potenza militare del tempo. Mi piace sempre ricordare la celeberrima frase di Stalin sulle inesistenti divisioni del Papa e il fatto che l’Urss non c’è più ma il Vaticano sì». Quindi è ottimista per il futuro? «Mi pare che la storia vada verso un mondo in cui le doti di umanità e spiritualità vengono premiate. Viviamo in mezzo a problemi enormi, le civiltà talvolta si scontrano ma è la speranza, non il denaro, il motore del mondo».

Stefano Montefiori © RIPRODUZIONE RISERVATA


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VENERDÌ 21 SETTEMBRE 2012

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Cronaca di Torino .49

San Salvario solo per ciclisti e pedoni Domani “La città camminabile” pomeriggio e notte senza auto per riscoprire vie, percorsi e monumenti Dieci associazioni trasformano il quartiere con spettacoli e iniziative per la settimana della mobilità urbana ANTONELLA MARIOTTI

In cinese «crisi» è composto da due ideogrammi: disastro e opportunità. Ecco forse dentro questa seconda parola si può cercare e trovare tutto il buono che ci viene dal diventare più «camminatori», più «ciclisti», recuperare il tempo e la lentezza dei mezzi di trasporto dei tempi quando l’auto non c’era.

mie, osterie, piole che adotteranno prodotti dei Presidi: cosa c’è di meglio che camminare e fermarsi poi per uno spuntino. Il bus eco è gratuito

Dalle 16 alle 22 l’unico mezzo a quattro ruote sarà un bus ecologico e gratuito con fermata a richiesta per muoversi anche per partecipare a incontri e dibattiti. Alle 15 al Castello del Valentino convegno di presentazione della giornta senz’auto e ne par-

leranno tra gli altri il sociologo Guido Viale, gli architetti Lorenzo Custer e Carlo Olmo, con l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta. Dalle 10 a sera in corso Marconi ci sarà tutto quello che fa mobilità: con bici elettriche, tavoli di informazioni su ecologia urbana, e poi monopattini da gara e da passeggio.

ogni ora percorsi misti (piedi e bus) con misurazioni per capire e far capire «quanto fa bene camminare». E poi la musica, che non può mancare anche come accompagnamento di chi cammina, ma questa volta la BBBBand è molto particolare: saranno i cittadini pedalando ad alimentare gli strumenti.

L’omino verde e la musica

Gli sconti e le officine

Quattro «omini verdi» logo della manifestazione, proporranno a

I negozi di San Salvario approfittano e propongono sconti un po’

su tutto, unico obbligo presentarsi in bicicletta o in autobus. Se poi la bici perde i colpi di fronte al castello del Valentino un’officina accoglie chi ha bisogno di aiuto e si può anche imparare come riparare la propria bici. Al Valentino si potranno provare anche nuovi veicoli a «propulsione umana» come bici reclinate, trike e velomobile. E poi ancora spettacoli al Baretti e punto di raccolta di segnalazioni con Legambiente e prova pattini con Avis.

Un pugno di vie

Torino diventerà «Città camminabile» (nell’ambito della Settimana della mobilità sostenibile) domani dalle 15 a mezzanotte in un pugno di vie di San Salvario dove saranno vietate le auto, un’idea di «tutte le associazioni che abbiamo coinvolto - spiega il portavoce Andrea Imerone -. È un modello che vogliamo esportare, un modello di un altro sviluppo possibile dove le strade sono percorse da bici, alcune elettriche o a piedi, ma la cosa importante è dire che non siamo contro le auto, ma per le persone che crediamo possano usare meno le auto. Io ormai non la uso quasi più, e non ricordo più da quando..». Quasi una sfida rendere tutte le città «camminabili» un primo passo verso la sostenibilità delle grandi metropoli. Ma «La Città Camminabile» è soprattutto il contenitore per incontrarsi e discutere della nuova mobilità urbana. Slow food propone un circuito di otto ristoranti, gastrono-

Sulle salite di montagna a piedi per pensare e respirare meglio

Le famiglie a due ruote

Le camminate di “Torino spiritualità”

Sarà una giornata dedicata anche alle famiglie quella di domani con San Salvario chiuso alle auto

Trekking

banditi e degli innamorati. In- diato risveglio. A volte, lungo la segnano il distacco e l’unione salita, dialoghiamo con qualcuprofonda, con se stessi e con gli no, convocato nel censimento altri. Come nelle città racchiu- dei nostri amori e dei nostri amidono i loro monumenti, piazze, ci. Chiediamo, interroghiamo, boulevard; la montagna ha in- ricordiamo, ascoltiamo rispocontri che emozionano: anima- ste. Ci avviciniamo di qualche li, alberi, rifugi, un valico, una passo alle nostre verità. sorgente… il punto nel quale si Camminare non è uno scioclascia l’ombra e si ritrova il sole, co piacere. Sarà la crisi o il desio si entra nella nebbia. derio di riavvicinarsi alle cose Come per il flaneur cittadino che contano, ma sempre più camminare è scoperta, curiosi- persone cercano di attuare il tà, è silenzio interiore. In monta- «Low living, high thinking», il gna la salita è silenzio, per pre- «vivere basso, pensare alto» di servare il respiro Thoreau. Came lasciar entrare i IL SIGNIFICATO minare, la montapensieri. Parlia- Non è solo uno sciocco gna, in tempi di mo con noi stessi, carestia fisica e piacere ma ritrovare spirituale, è una con il nostro io più profondo. Nel il contatto con se stessi delle ultime risorviaggio lungo se per salvare il l’immateriale crinale parola/si- pianeta e le speranze dell’uomo. lenzio anche la parola è rarefat- La montagna ha una verità prota, come gli alberi. Fino alla fonda, fatta di bellezza, di fatica, sommità, tempio del silenzio. di solitudine e silenzio: valori poCamminando, nell’interminabi- co alla moda, che aiutano a vivele e apparentemente insensata re. Quello che ci fa sentire soli è gara che fanno i piedi per sopra- uno stato morale. E’ compiere vanzarsi l’un l’altro, è più facile azioni insignificanti, produrre ritrovarsi: nel silenzio intaccato cose e vivere relazioni inutili, dal nostro respiro e da pochi che mortificano la nostra vita e suoni primordiali come il vento, la svuotano di senso. Camminalo scorrere di acque, lo scroscio re è un modo per ritrovare didi pietre nei canaloni o il verso di gnità, poesia, contemplazione, un animale, distilliamo pensieri senso dell’eroismo. Ciò che di semplici e profondi, come prima buono, insomma, si agita di tandi addormentarci o nell’imme- to in tanto nel nostro animo.

È ormai una passione per molti camminare in montagna, un modo per riprendersi il proprio tempo, aiuta la riflessione e migliora il respiro Camminare è un modo per ritrovare dignità, poesia, contemplazione, senso dell’eroismo

Analisi CARLO GRANDE

amminare, grazie al cielo… sta prendendo piede. Nel prossimo weekend non ci sarà solo la città camminabile, lo saranno anche le nostre montagne: Torino Spiritualità porta gruppi di persone e scrittori: andremo nel bosco di Salbertrand, in valle di Susa (sul sito di Torino Spiritualità e dell’Associazione Dislivelli troverete i dettagli) si tratta escursioni non difficili e noiose, per il piacere di stare insieme, parlare, pensare, per la convivialità, perché no, per godere di «più vita», direbbero gli androidi di Blade Runner. La natura racconta infinite storie, a saperle cogliere; la valle di Susa è luogo di stratificazioni leggendarie, di miti e suggestioni potenti. Mio nonno era di Villarfocchiardo, correvo nei boschi di Bardonecchia, del Bramafam, del Melezet: ho trovato molti spunti per articoli e racconti, sia per La

C

Stampa che nei libri, ad esempio in «Terre alte», del quale parlerò durante la camminata. Storie di partigiani, di resistenti, di monaci, eserciti, mercanti, pellegrini, viandanti. Il Sentiero dei Franchi, Carlo Magno e le Chiuse assediate dai Longobardi, Oulx e la Sacra di San Michele (altro potentissimo simbolo), François de Bardonnèche, il ribelle medioevale Signore di Bar-

donecchia, realmente esistito, che ho raccontato nel romanzo «La via dei lupi». E’ vero, la montagna è anche marginalità e sfruttamento, fatica e frustrazione. È alcol e abbandono. E’ povertà, rapina delle risorse da parte delle genti di pianura. La montagna è ingiustizia. Ma proprio per questo le montagne sono anche quelle dei pazzi, dei poeti, dei

L’urbanista

Tra memoria e cammino CARLO OLMO

«Due o tre ore: camminare mi fa diventare straniero nella terra che io mi aspettavo e presumevo di conoscere». E’ il 1862, è cosi l’autore di La Disobbedienza Civile, Henry David Thoreau ci restituisce il significato del camminare, nell’incipit del suo saggio omonimo. «I luoghi sacri non commemorano fatti certi ma credenze nate forse non lontane da quei luoghi e che, però si legittimano perché con quel luogo si identificano». E’ il 1941 e Maurice Halbawchs, sociologo francese, di ritorno dal suo secondo viaggio in Palestina, così ci restituisce una seconda chiave di lettura del viaggio, che del camminare è l’arte più nobile. Solo Combray, quest’immaginaria cittadina, la sua piazza, le sue architetture, le sue strade sono capaci come forse nessun luogo - di generare un flusso di parole, di immagini, di memorie involontarie che la Recherche di Proust ha fatto entrare in milioni di case… Camminare e ricordare, il cammino e la memoria sono, non senza paradossi, strettamente collegati. Forse, più di ogni altro testo, è in realtà il Paysan de Paris di Aragon a restituirci tutte le sfaccettature di questo, non scontato rapporto. Camminare, se non si riduce al disperato tentativo di raggiungere un punto da un altro nel minor tempo possibile, è anche l’esercizio spirituale, mi si scusi l’ironia, che il nostro amico neurologo, potrebbe per altro suggerire come rimedio alla perdita della memoria lunga, che tomtom, Internet, Ipod sembrano aver reso inutile. Scoprire che si vive in una strada straniera, che quell’ angolo così rassicurante- stasera ci troviamo al….- è in realtà solo una topografia leggendaria, accorgersi che la rue de Monceau che noi stiamo percorrendo è anche quella che Theodor Herzl descriveva come corrispondente della Neue Freie Presse, ci aiuta a riconsiderare cosa è importante tra la parola che indica un luogo e il luogo che si identifica con quella parola. Ci sottrae da ogni possibile riduzione del luogo a un’etichetta. Camminare è recuperare quante volte quell’itinerario lo abbiamo fatto senza accorgersene, le persone che abbiamo incontrato senza riconoscerle, le facciate che abbiamo confuso con le architetture che le…ospitano. E’ risvegliare con la memoria l’ironia. «Mi ci sono voluti ottant’anni per imparare a leggere e non sono ancora in grado di dire che ci sono riuscito». Il paradosso di Goethe potrebbe, senza fatica, essere trasferito al camminare e non solo perché recupera il saper vedere, ma soprattutto perché riconnette il viaggio di oggi e tutti quelli che in quella strada abbiamo fatto: ci aiuta a non considerarci solo cittadini del presente, ma a ridare parola ai fantasmi di quei viaggi compiuti dentro un quotidiano del nostro vivere, percorso spesso solo consumando il nostro tempo.


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56 .Quartieri

STAMPA .LA GIOVEDÌ 20 SETTEMBRE 2012

Filadelfia

Un bando ridà vita all’ex Moi “Diventerà polo della cultura” Nel futuro della struttura anche attività commerciali e di ristorazione Le tappe

il caso

PAGINE A CURA DI MONICA PEROSINO

Per le vostre segnalazioni quartieri@lastampa.it

Febbraio2006

ELISABETTA GRAZIANI

Le Olimpiadi  Gli ormai ex mercati

Parella

Almeno altri 2 anni per la biblioteca Altri due, forse tre anni prima di vedere realizzata la biblioteca di via Carlo Capelli. Il quartiere Parella dovrà attendere ben più del previsto: si parla del 2014-2015. I ritardi sono dettati dall’accordo che la Circoscrizione 4 e il Comune hanno preso con un privato, che costruirà nella zona edifici a scopo residenziale. Grazie agli oneri di urbanizzazione, l’amministrazione troverà le risorse per aprire la biblioteca. Ma visto il periodo di crisi, i tempi si allungano. «Procederemo quando avremo incassato i fondi del privato», ha spiegato ieri l’assessore al Patrimonio Passoni, sebbene «la biblioteca sia la priorità numero uno», ha aggiunto il collega della Cultura Braccialarghe. [L. TOR.]

generali diventano sede del Villaggio olimpico e dei servizi per gli atleti di Torino 2006.

L

a notizia è di quelle da far balzare sulla sedia: l’ex Moi ha un futuro e probabilmente passerà attraverso la cultura, ma non solo. Incantesimo spezzato, dunque. Il gigante addormentato s’è risvegliato quando meno lo si aspettava. Si è aperto in questi giorni un nuovo concorso per trovare soggetti interessati alle arcate. A renderlo noto è lo stesso assessore al Patrimonio, Gianguido Passoni, che annuncia: «Entro novembre sapremo cosa ne sarà del Moi». Data non casuale: in quei giorni negli ex mercati generali approderà anche Paratissima.

Gennaio2011 Lo stadio del curling  Spunta l’ipotesi «Cit-

tadella del ghiaccio» con tanto di stadio del curling. Progetto che non vedrà mai la luce.

Agosto 2011 Il polo per i giovani  Le arcate, secondo i

Diviso in 6 lotti caccia ai gestori Sopra e a fianco, l’esterno e l’interno dell’ex Moi: è stato diviso in sei lotti da cedere tutti insieme o separatamente a privati in concessione ventennale. La scadenza per presentare le manifestazioni di interesse è fissata per il 5 ottobre

Gli spazi

Passare in fretta dai progetti sulla carta ai lavori: è quello che chiede il Comitato Fioccardo dopo l’avvio da parte della Giunta comunale di due progetti di intervento su alvei e rivi della collina e la sponda destra del Po, come da tempo richiesto dai residenti, dopo le esondazioni degli anni scorsi. Il primo progetto (preliminare), da 300 mila euro, prevede la rimozione di arbusti, tronchi e detriti e il ripristino di sponde e ponticelli dei rivi demaniali dal confine con San Mauro a quello con Moncalieri. Il secondo, già definitivo, prevede la realizzazione di una protezione lungo la sponda in corrispondenza della pista ciclopedonale e del rio Sappone, per circa 600 mila euro. In entrambi i casi, i soldi derivano da oneri di urbanizzazione. [P. ITA.]

Per facilitare l’assegnazione degli spazi – che rimarranno comunque di proprietà comunale – si prevede la suddivisione dell’ex Moi in sei lotti, da cedere tutti insieme o in modo separato con concessione ventennale. «Vogliamo così ampliare lo spettro delle possibilità – spiega Passoni -. Ci rivolgiamo tanto al singolo privato interessato a tutta la struttura, quanto ai piccoli che magari ne vogliono soltanto una porzione». E se entro il 5 ottobre – data di scadenza del concorso - non saranno pervenute manifestazioni di interesse per tutti e sei i lotti? «Potremmo decidere di procedere comunque», taglia corto l’assessore. Insomma, foss’anche solo per due lotti assegnati, si andrà avanti, sperando che la ruota giri. Una mancanza di esitazione che tradisce la forte volontà della giunta di dare una svolta alla triste parabola dell’ex Moi – e in quartiere c’è chi ricorda l’apparizione, vera o presunta, di Fassino tra le arcate, prima delle vacanze. Lo stu-

Aurora

Pozzo Strada

Il teatro dei giovani attori musulmani

Riapre l’impianto sportivo Trecate ma il maxiprogetto resta al palo

Cavoretto

Sponde più sicure al Fioccardo

La loro prima assoluta, lo spettacolo «Le follie della ragione», si terrà la sera del 28 settembre al Sermig, nell’ambito delle iniziative collegate alla manifestazione Torino Spiritualità. Si è presentata ieri nella sede della Circoscrizione 7 Richiami Lontani, la prima compagnia teatrale di giovani musulmani d’Italia, formata da dieci ragazze e ragazzi nati in Italia, residenti a Torino o in Comuni alle porte del capoluogo. La compagnia ha trovato casa ad Aurora: le prove delle loro esibizioni si tengono spesso al centro culturale Dar al Hikma di via Fiochetto. «L’obiettivo del nostro lavoro – dicono i giovani – è creare una forma di dialogo ed esprimere un desiderio di convivenza civile, tramite il teatro». [A. CIA.]

Per ora realizzati solo tre campi Manca la garanzia di Palazzo civico FABRIZIO ASSANDRI

Nuovo inizio pieno di interrogativi per lo storico impianto sportivo «di terra» Trecate. Gli interventi dei privati che hanno preso la gestione da Comune e Circoscrizione hanno potuto rinnovarne solo una parte. L’inaugurazione è fissata il 1°

Assessore Gianguido Passoni: «Ci rivolgiamo tanto al singolo privato interessato a tutta la struttura, quanto ai piccoli che ne vogliono una parte»

dio del progetto di recupero del complesso è affidato a Siti, associazione costituita dal Politecnico e dalla Compagnia di San Paolo. A essere interessata dalla trasformazione sarà tutta l’area. «Anche Torino Olympic park ha messo a disposizione la propria fetta, nel caso ci sia un privato interessato», specifica Passoni. Cosa sarà del Moi

Sulla destinazione futura del Moi, l’intenzione della Città sarebbe di creare un «nuovo polo museale», ma l’assessore fa più realisticamente accenno ad attività espositive culturali accompagnate da servizi, come la piccola ristorazione, rivolti al pubblico. Nella delibera ci si riferisce in modo esplicito ad «attività preva-

ottobre, porte aperte dal 24 settembre. Il nastro però verrà tagliato solo sul campo a undici e su due campi a sette in erba sintetica. L’impianto è chiuso da ottobre 2010, fatta salva la pista da pattinaggio coperta, sempre rimasta in funzione. Dovranno attendere tempi migliori un campo a cinque in erba sintetica coperto, due campi da tennis in terra rossa coperti con il pallone pressostatico, un campo polivalente per tennis e calcetto. Come il bar-ristorante, i nuovi spogliatoi e due palestre da costruire ex novo, una per le arti marziali e l’altra per la danza. Un paradiso dello sport, il

lentemente espositive, museali e culturali», seguite da «merchandising, bar, atelier d’arte e bookshop» e da altre attività commerciali «connesse e strumentali» alla vocazione del luogo. Scopo: trasformare l’area in polo di rilevanza pubblica «almeno a liMOSTRE ED ESPOSIZIONI

L’idea è di farne un centro museale. «Entro novembre sapremo che ne sarà» vello cittadino e non solo di quartiere». Senza dimenticare il vincolo stabilito dal ministero per i Beni culturali sugli 84 mila metri quadri dell’ex Moi, classificato nel 2008 come bene sottoposto alla tutela della Soprintendenza.

tutto a prezzi comunali. Fin qui il progetto, il cui costo complessivo sfiora i 2 milioni di euro: la parte realizzata si ferma a 250 mila. Non parla di stop, ma di ritardo Gianni Strazzacapa della società Turisport 2007, che insieme a Lapolismile s’è aggiudicata il bando. Sono due delle associazioni che gestiscono la piscina estiva. Sulle ragioni del ritardo, Strazzacapa spiega: «Non abbiamo ancora la concessione edilizia, sebbene il progetto sia stato presentato sei mesi fa, ma soprattutto il Comune non ci ha dato la fideiussione bancaria, su cui contavamo». Le società hanno dovuto intervenire ga-

Si inaugura il 1° ottobre Una fase della realizzazione dei nuovi campi dello storico impianto Trecate

progetti della giunta, dovrebbero diventare polo di una «Cittadella per i giovani». Anche questa ipotesi non si realizza.

Ottobre 2012 La decisione sul futuro  Il 5 scade il concorso

indetto dal Comune per presentare le manifestazioni di interesse sull’intera area o su una parte.

I concessionari

Il bando si rivolge in maniera esplicita a «operatori economici e non». A loro spetterà ristrutturare i locali presi in gestione, oltre alla manutenzione ordinaria e straordinaria della porzione di immobile ottenuta in concessione e degli spazi esterni – pubblici – compresi tra gli edifici. In cambio, i concessionari avranno affitti calmieratissimi, almeno per i primi anni – 1.000 euro annuali – e, nei successivi, un rialzo su base d’asta a partire da un canone minimo, proporzionato alla metratura. Tra le spese che i privati saranno chiamati ad affrontare, anche il frazionamento degli impianti di riscaldamento, oggi unici per ciascuna delle arcate della struttura.

rantendo i lavori con i propri beni. «Aspettiamo una risposta dal Comune, ma siamo coscienti del momento difficile». Così, le società ristruttureranno l’impianto un pezzetto alla volta. Altro argomento scottante sono le utenze. «Il Comune si era impegnato a pagare per l’80%: se così non sarà, dovremo rinunciare a qualche pezzo del nostro progetto».


CULTURA &

SPORT SOCIETÀ

SPETTACOLI

VENERDÌ 21 SETTEMBRE 2012

TORINO

la Repubblica

■ XIII

Domani e domenica le “Camminate spirituali” con scrittori, antropologi, attori e musicisti anticipano i cinque giorni di “Torino Spiritualità”

ESCURSIONISTI

ANIMA

DELL’

A

NTEPRIMA ormai tradizionale per Torino Spiritualità, i cinque giorni di incontri, dialoghi, lezioni e letture che animeranno Torino dal 26 al 30 settembre. Ma il festival nato dal Circolo dei Lettori viene anticipato domani e domenica da otto «camminate spirituali» tra le valli piemontesi — già tutte esaurite — che «riprendono l’antica idea di pellegrinaggio

(segue dalla prima di cronaca) A FACCENDA stupisce perché, tradizionalmente, siamo un popolo tanto longevo quanto recalcitrante nei confronti dello sport. Camminare è un’attività che si può declinare in molti modi, secondo la grammatica del nordic walking (quanta gente con le bacchette, all’alba, lungo le nostre spiagge!), dell’escursionismo duro e puro o, ancora, dell’ormai classico «andare a Santiago»: un universo di possibilità che riguarda un numero sempre maggiore di Italiani. Basta entrare in libreria per rendersi conto dell’offerta di titoli, e non è un caso che la rivista del Club Alpino Italiano, finora spedita ai soli soci, abbia deciso di tentare l’avventura della distribuzione in edicola. Ma chi sono i nuovi camminatori della Penisola? Per scoprirlo, quest’anno ho viaggiato a piedi da Roma a Venezia insieme ai miei buoni cugini dell’»Unione degli Psicoatleti». Nel corso di 27

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Dal merendero al pellegrino moderno le nuove specie dei frequentatori dei sentieri

Enrico Brizzi salirà domani al rifugio Jervis in val Pellice

tappe abbiamo individuato con sicurezza quattro nuove specie, e la classificazione è assai lontana dall’essere completa. Il Merendero (Ambulator incertus merenderus) Il Merendero è la specie più comune, socievole e rumorosa di camminatore. Originario delle grandi e medie città, si è recato nelle terre selvagge in automobile, e il maschio adulto non riesce ad allontanarsi dal veicolo, col quale vive in simbiosi, per più di un’ora. Si distingue in distanza per l’abbigliamento coloratissimo e fuori luogo. In collina e media montagna il Merendero è facilmente avvistabile nel proprio areale — la piazzola di sosta — dove s’intrattiene a lungo, consumando pasti ipercalorici, dei quali non sempre asporta i resti. I più pigri si spostano da una piazzola di sosta all’altra in colonie numerose, spesso legate da vincoli di parentela capaci di coprire tre generazioni: a questo modo, si può dare la colpa all’anca ballerina di nonna, e rimandare la gita al rifugio. Il Pellegrino moderno (Ambulator jacobeus imperterritus) Il Pellegrino moderno, specie sempre più diffusa alle nostre latitudini, è il bizzarro erede d’una specie antichissima: l’idea stessa di viaggio sacro, infatti, rimonta alla notte dei tempi, e precede certamente l’era delle grandi religioni monoteiste. Nell’ambito dell’Occidente cristiano sono tre le mete di pellegrinaggio più insigni: Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela, e proprio quest’ultimo itinerario è al centro d’una riscoperta così vasta da parere universale. Il Pellegrino moderno parte solo o in coppia — le donne non più giovani, come già detto, anche in piccoli gruppi — e si trova a proprio agio unicamente in Spagna, tra i Pirenei e Capo Finsterre. Interrogati sulla ragione del loro viaggio verso la Galizia, la maggior parte dei «nuovi» pellegrini non mette le motivazioni religiose al primo posto: la possibilità di conoscere persone nuove,

in chiave laica e aconfessionale». Guida la piccola truppa di accompagnatori lo scrittore Enrico Brizzi, che da qualche anno ha scoperto questa sua vena di camminatore e nei suoi ultimi libri ha raccontato, romanzandole, le sue lunghissime escursioni attraverso l’Italia, e non solo. Di Brizzi, che domani salirà al rifugio Jervis, in alta val Pellice, pubblichiamo par-

te del testo di presentazione del ciclo delle camminate. L’autore di Jack Frusciante è uscito dal gruppo presenta peraltro questo pomeriggio alle 18 al Circolo dei Lettori, in via Bogino 9, la sua ultima fatica, La legge della giungla (Laterza), che racconta la sua gioventù scoutistica. Le altre «guide» delle camminate sono l’attore Pino Petruzzelli, lo scrittore Enri-

L’andare a piedi secondo l’autore di “Jack Frusciante”

LE TRIBÙ COLORATE DI UN PAESE SEMPRE IN MARCIA ENRICO BRIZZI infatti, è la risposta più gettonata, seguita dal piacere d’un viaggio in mezzo alla natura. Santiago social club? Pellegrinaggio da diporto? Inutile ergersi a giudici. Nonostante tutti concordino sul fatto che un pellegrinaggio cambia la vita, c’è chi è arrivato al sepolcro di San Giacomo ormai cinque volte e ancora progetta di tornarvi. Ten-

tativi di acclimatazione sono in corso da anni, per vedere se questa specie può adattarsi anche ai percorsi nostrani, in particolare alla Via Francigena che conduce a Roma, ma la scarsità di compagnia lungo l’itinerario sembra minacciare il delicato equilibrio psico-fisico dell’Ambulator jacobeus imperterritus. Offerta valida portando questa pagina pubblicitaria

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co Camanni, l’alpinista Marco Pozzi con il violinista Giacomo Agazzini, lo scrittore Carlo Grande con i musicisti Roberto Fresia, Helga Niederwald e Gabriella Brun, l’attore Giuseppe Cederna, lo scrittore Davide Longo e l’antropologa Valentina Porcellana. Info www.torinospiritualita.org

Il fenomeno delle Terre alte (Ambulator montanus phenomenalis) Quando gli altri arrampicavano in cordata, lui saliva a mani nude. Quando gli altri arrivavano al rifugio ansimanti, lui era già lì ad aspettarli davanti a una birra fresca e un tagliere di speck. Ha scoperto per primo il bouldering e lo skyrunning, coi quali ha contagiato gli amici, ma si sente a proprio agio solo quando inforca il vecchio zaino e, allacciate le fide pedule, può incamminarsi prima dell’alba lungo i sentieri che, a mezzogiorno, saranno gremiti di turisti. È il Fenomeno delle Terre alte, saccente e competitivo come un liceale antipatico. È molto pericoloso, in particolare, incontrarlo di ritorno da un’escursione: parla sempre al telefono a voce molto alta e, con le sue vanterie da Tartarino verticalista, potrebbe farvi andare di traverso la torta al grano saraceno. Quando trova un pubblico di beoni il Montanus phenomenalis, come i marinai e i pescatori, tende a ingigantire i propri meriti: nel suo ricordo, spesso i pendii risaliti si trasformano in strapiombi, le cenge in creste vertiginose, e i camosci in stambecchi. Basta non contraddirlo, tuttavia, e non si dimostrerà aggressivo. L’ecologista post-hippie (Ambulator philantropus autostoppensis) I primi rappresentanti di questa specie sono stati idealmente concepiti a Parco Lambro durante il festival di Re Nudo, per crescere nel corso degli anni Ottanta guardando Bim bum bam, Drive In e Fantastico. Mentre studiavano all’università si sono sentiti ripetere allo sfinimento che da noi non c’era futuro. Così sono diventati tropicalisti: hanno viaggiato con le infradito ai piedi e i calzoni multitasche in Nepal e nel Madagascar, nella Patagonia di Chatwin e nel Triangolo d’oro. In Italia conoscono solo la propria città d’origine e il Salento. I tatuaggi da nativi delle Isole Marchesi confermano il loro essere cittadini del mondo, e il

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mangiar tofu, seitan e gallette integrali rappresenta l’indice d’una più profonda, acquariana, consapevolezza. Molti di loro, una volta laureati, sono sfuggiti a un destino da precari in patria, per abbracciarne uno — ben più eccitante — da precari all’estero. Qualcuno che era partito per fare l’architetto a Berlino, il cooperatore in Burundi o il sociologo a Barcellona l’abbiamo già visto tornare. E ora che sono di nuovo fra noi, coi loro bragoni indiani, le barbe odorose d’incenso e le mutande in fibra di bambù, eccoli incamminarsi a piccoli gruppi verso i boschi e le montagne, con zaini improbabili e scortati da cani che paiono rapiti ai punkabbestia. Tentano di socializzare offrendo vino biologico agli incroci dei sentieri, ma spesso si dimenticano della propria missione, e si fanno trovare intenti a discutere di surriscaldamento globale, o direttamente addormentati. © RIPRODUZIONE RISERVATA

“Il fenomeno delle Terre alte” con le sue vanterie da Tartarino verticalista

Giuseppe Cederna andrà domenica al rifugio Mila


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Adesso non è più un gioco da ragazzi

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Dal 6 ottobre al 6 gennaio David Shrigley, Cornerhouse, Manchester ELOGIO DELLA FOLLIA

«Qui mi lasceranno fare quello che voglio. Potrei distruggere parti dell'edificio e ricostruirle in un modo interessante, potrei usare la stregoneria. Sento un forte legame con la gente di Manchester, forse ho vissuto qui in una vita precedente». Le dichiarazioni di David Shrigley, prossimo ospite della Cornerhouse, sono in linea con il tema della sua personale: la pazzia. Un'eccentricità feconda quella dell'artista britannico classe 1968, che l'ha portato a esporre ovunque, ma anche a pubblicare libri (il prossimo uscirà il 4 ottobre), a registrare un disco e a realizzare fumetti per il Guardian. Difficile quindi prevedere quello che finirà in questa mostra, presentata come una forma di «an-therapy rispetto a un mondo sempre più pazzo e peggio segnalato». Non mancherà lo humour disturbante dei suoi disegni, ma in programma ci sono anche performance interattive, una lecture e una giornata (il i° dicembre) di visite guidate condotte dal comico Harry Hill. Che, per restare in tema, ha nel curriculum una laurea in medicina. — Mar. Val. cornerhouse.org

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È tra i quattro eletti dal regista PeterGreenaway per la serie di documentali intitolata Four American Composers, nonché una delle figure più eminenti della scena musicale attuale. Nato ad Ann Arbor (Usa) nel 1930, Robert Ashley ha saputo imporsi come compositore grazie a una spinta innovatrice e a una contemporaneità fuori dal comune, che fin dal 1968 lo hanno portato a dare vita a un nuovo concetto di opera e teatro musicale. Un lavoro all'insegna di nuove forme e multidisciplinarietà il suo, in cui il rapporto con le nuove tecnologie e l'elettronica più sofisticata e "colta" ha avuto un ruolo determinante. Una delle opere più significative di questo artista a tutto tondo è Perfect Lives, pensata per il mezzo televisivo e basata sull'utilizzo poliedrico delle voce, a cavallo tra strutture vocali e fonetiche. Un progetto concepito nel 1976, mentre Philip Glass, con Einstein on theBeach, indagava lo stesso concept. Ashley sarà ora protagonista al padiglione 2012 della Serpentine Gallery di Herzog De Muron e Ai Weiwei, dove presenterà un nuovo progetto multidisciplinare: Vidas Perfectas, un'opera recente e ambiziosa, in lingua spagnola, che riprende proprio la composizione che lo portò alla ribalta. — Lu. Vi. serpentinegallery.org

POTERE DEL GOSSIP

FRIGNA CHE TI PASSA

Lamentarsi fa bene. Specie se 10 si fa cantando, perché il canto è un surrogato della felicità e ha sul corpo e sullo spirito lo stesso effetto di un orgasmo. Così l'idea dei giovani finlandesi Tellervo Kalleinen e Oliver Kochta-Kalleineni di creare un coro delle lamentele ha già fatto 11 giro del mondo, a dimostrazione del fatto che la necessità di esprimere il malcontento è universale. Il coro nasce dal web: l'urna in cui chiunque può mettere la propria lamentela, che diverrà strofa da cantare. I temi variano da quelli più specifici («pochi

posaceneri nel centro storico») a quelli più ideologici («il Po deve diventare balneabile») e antropologici («i torinesi sono sempre falsi, ma non più cortesi»). Lo scopo è trasformare la lagna in un momento di autoironia collettiva. Nel capoluogo piemontese (da dove provengono gli esempi citati) i cittadini si lamenteranno in collaborazione col Circolo dei lettori al Balon, a San Salvario e in Piazza Carignano nell'ambito di Torino Spiritualità, che del sorriso fa il tema centrale della sua ottava edizione. — Sa. Hej. toiinospiritualita.org

LAMENTELE NEL MONDO B l

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Nella mappa, le città dove sono già stati organizzati dei cori delle lamentele

Di un libertino sono più gli amori immaginati che quelli reali. Di fronte a intrecci segreti e dissoluti la fantasia si accende, i pettegolezzi proliferano e le conquiste si moltiplicano. Così fu per Igor Stravinskij (1882-1971, nella foto), la cui biografia riporta un solo rapporto clandestino "certo", quello con la ballerina Vera de Bosset, che sposò dopo la scomparsa della prima moglie. Ma ormai la carriera era intrapresa. E l'immaginazione è inarrestabile: nel 2002 l'inglese Chris Greenhalgh pubblica il romanzo Coco and Igor che racconta di una (possibile?) relazione tra Coco Chanel (nella foto a pag. 151) e il compositore. Passano sette anni ed esce nelle sale la trasposizione cinematografica Coco Chanel & Igor Stravinskij. Ormai l'amore tra i due è nell'immaginario collettivo. D'altronde, Stravinskij il libertinaggio l'aveva davvero approfondito, almeno in musica: The Rake's Progress (cioè "La carriera di un libertino") è infatti il titolo di una sua opera che debuttò a Venezia nel 1951 e che ora torna in scena all'Opera National. Quante verità si nasconderanno nel suo libretto d'invenzione? — GÌ. AI. operadeparis.fr

Dal 27 settembre The Casual Vacancy di J.K. Rowling

Riuscirà il primo romanzo per adulti di J.K. Rowling a giustificare il titolo di quinto autore per numero di copie vendute nella storia della letteratura conquistato grazie a Harry Potter? Mentre aspettiamo la sua uscita, ecco qualche informazione utile sull'autrice. PASSIONI La scrittrice inglese è una grande amante dei treni e una fan dei Monthy Pyton. Il suo film preferito è / favolosi Baker, il suo videogioco di riferimento è Campo minato. IMITAZIONI Nel 2003 in Cina sono apparsi dei sequel apocrifi di Harry Potter, nei quali comparivano anche personaggi come Gandalf e il Mago di Oz. Immediata la causa legale. RICONOSCIMENTI La prima lettera che ricevette da una ammiratrice iniziava con «Caro signor Rowling». Di recente ha raccontato di essere stata zittita in una chat di potteriani con un secco «lascia perdere, non ne sai abbastanza».


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