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56 .In città
STAMPA .LA MARTEDÌ 23 SETTEMBRE 2014
Gli italiani di Salvatores
La ceramica in Regione
Al cinema Massimo (via Verdi 18), alle 16,30 con repliche alle 18,15, 20,30 e 22,15, proiezione di «Italy in a Day», pellicola collettiva di Gabriele Salvatores. Ingresso da 4 a 7,50 euro.
Alle 17,30 al Palazzo della Regione, in piazza Castello 165, inaugurazione della «IX Mostra di Arte Figurativa ed Astratta», a cura del gruppo di ceramiste sezione Cral di Arti Visive.
Magico Oriente
Una pazienza da filosofi
Alle 18, al Circolo dei Lettori (via Bogino 9), presentazione del libro «Pazienza» di Luciana Regina edito da Mursia. con Ugo Perone, Leslie Cameron Curry e Enrico Guglielminetti.
Il programma
Ancor oggi le confraternite dei mistici dell’Islam cantano, attraverso la musica e la danza rituale, la separazione dalla sorgente originaria e il desiderio di ricongiungersi al divino, per mezzo di quello che è considerato il respiro di Dio, cioè la musica
Cinque giorni di incontri
FRANCESCA ROSSO
U
n La decima edizione di
na vertigine ipnotica che collega il Cielo alla Terra. La musica, il canto e la danza per arrivare a Dio. In mezzo uno strumento potente, complesso ed espressivo: il corpo umano. Sono i dervisci rotanti di Damasco ad aprire in anteprima stasera alle 21.30 al Teatro Regio la decima edizione di Torino Spiritualità in collaborazione con Associazione Culturale Musica 90. Preghiera e spettacolo in un’unico viaggio dal mondo all’estasi e ritorno per essere nel mondo in modo diverso, con la consapevolezza del mistero.
Torino Spiritualità propone da domani a domenica cinque giorni d’incontri, dialoghi, lezioni e letture. Per l’inaugurazione sono attesi al Regio, alle 18, Zygmunt Bauman e, alle 21,30, Toni Servillo, protagonista del reading «La conquista della felicità». Giovedì alle 21 Vittorino Andreoli porta in scena per Tangram Teatro al Carignano lo spettacolo «L’isola che non c’è. Peter Pan e la fatica di crescere». Venerdì arrivano poi Renzo Arbore (alle 16 al Massimo), Mario Calabresi e Piero Fassino (alle 18,30 al Carignano) e Concita De Gregorio (alle 21 al Gobetti), mentre in Villa Tesoriera alle 16 debutta il progetto «Human Library». Sabato San Salvario ospita la Notte bianca della Spiritualità ma a chiudere il lungo calendario sarà lo spettacolo «Aide memoire» dell’israeliana Kibbutz Contemporary Dance Company, alle 21,30 al Carignano nell’ambito di Torinodanza. [N. PEN.]
Musica divina
«Tutti gli esseri che dimorano lontano dalla loro sorgente aspirano a tornare nel luogo dove erano uniti». Così scriveva il mistico sufi Al-Rumi, capostipite dei dervisci rotanti. Ancora oggi le confraternite dei mistici dell’Islam, anche se progressivamente secolarizzate, cantano, attraverso la musica e la danza rituale, la separazione dalla sorgente originaria e il desiderio ar«DARWISH»
Termine persiano che indica l’anelito di elevarsi verso Dio dente di ricongiungersi al divino, attraverso il respiro di Dio: la musica. Danzare è dunque preghiera, meditazione in movimento, ricerca del divino ed espressione della purezza del cuore. Chi si esprime con la danza compie un percorso personale di purificazione. Il termine deriva dal persiano e dall’arabo darwish che significa «povero», «mendicante», e si riferisce alla necessità di liberarsi dalle passioni mondane per elevarsi a Dio. L’anima è imprigionata nel corpo e nel mondo e attraverso la danza può liberarsi dai fardelli terreni. La musica permette all’anima di raggiungere uno stato di equilibrio, sensibilità e veggenza.
Teatro Regio
Preghiera e spettacolo Viaggio nel mondo dell’estasi I dervisci rotanti aprono stasera in anteprima Torino Spiritualità Musica, canto e danza come “veicoli” per ricongiungersi al divino
I movimenti ipnotici
Canti religiosi, concerto spirituale e la danza estatica detta «hadra», prendono corpo attraverso i movimenti ipnotici e i canti dei sufi. Questi mistici dell’islam, la cui arte risale al XII secolo, hanno tramandato attraverso diverse confraternite, dal Marocco al Medio Oriente, i testi e le pratiche dei primi maestri sufi, la corrente mistiSUL PALCOSCENICO
MAGAZZINO DI GILGAMESH
Una jam session di blues per festeggiare i 10 anni La jam session blues del Magazzino di Gilgamesh compie dieci anni, diventando così uno degli appuntamenti live più longevi di tutta la città. E che l’evento cada in contemporanea con la «Notte blu della cultura» è soltanto una coincidenza: infatti numerosi musicisti sono passati da piazza Moncenisio 13/b il martedì sera, per suonare un paio di pezzi oppure anche soltanto per trascorrere una serata all’insegna del «To have the blue devils». A dirigere l’esibizione è il veterano Max Altieri, chitarrista blues dallo stile «molto perso-
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La «sikke»
Le braccia sollevate puntano una verso il cielo e una verso la terra, la testa è reclinata e coperta dalla «sikke», il cappello allungato di lana e il corpo si muove in tutta la sua verticalità avvolto da ampie gonne lunghe fino ai piedi che amplificano la rotazione. Il canto avvolge, il corpo gira, il gruppo ruota, come i fanno i pianeti intorno al Sole, in un’eterna armonia da celebrare con religiosa devozione. I dervisci non si possono definire artisti, sono infatti una vera e propria confraternita religiosa che unisce ricerca spirituale, danza e canto, con l’obiettivo di riavvicinarsi
a Dio, in virtù dell’origine divina della musica al suono delle percussioni e dell’ud, uno strumento a corde simile al liuto.
Le braccia sollevate Puntano una verso il cielo e l’altra verso la terra, la testa è reclinata e coperta dalla «sikke», il cappello allungato di lana
nale», frutto di oltre vent’anni di esperienza on the road, affiancato dal cantante Joe Nicolosi. Il suono caldo e avvolgente delle corde di Max e la voce di Joe riescono a dar vita ad un mix unico di blues, soul, zydeco, jump e gospel. L’ingresso e la partecipazione sono gratuiti: ai musicisti basta portare il proprio strumento – come chitarra, basso, voce o bacchette – per far musica insieme, improvvisando su griglie di accordi, temi conosciuti e repertori celebri, da B. B. King a Carlos Tena. Informazioni al 340/98.83.436.
Il corpo gira, il gruppo ruota, come fanno i pianeti intorno al Sole ca dell’Islam. Un’eredità raccolta anche dal gruppo di Noureddine Khourchid, composto da sette componenti della confraternita Shâdhiliyya, e anche due danzatori della confraternita Mawlawiyya, la prima radicata nel mondo arabo, la seconda in Turchia, a Konya, vera patria dei dervisci rotanti. Il repertorio dell’ensemble è costituito dai canti religiosi dell’Islam, conosciuti con il termine «inshad»: invocazioni e lodi divine che spaziano da elogi al Profeta a preghiere sulla sua nascita, la sua ascesa notturna, i suoi miracoli e la sua vita, ma anche canti sull’amore e l’ebbrezza divina in una continua osmosi fra sacro e profano, spiritualità e vita quotidiana. Biglietti: poltrona alta visibilità 35 euro, intero 23, ridotto Amici di Torino Spiritualità 20.
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Sabato 19 Luglio 2014
CULTURA, RELIGIONI, TEMPO LIBERO, SPETTACOLI, SPORT
anzitutto Cuore e intelligenza
a TorinoSpiritualità
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uore intelligente”: questo il tema che caratterizzerà la prossima edizione di Torino Spiritualità, il «festival del pensiero» che da dieci anni mette a confronto intellettuali laici e cattolici su grandi questioni del nostro tempo. Dal 24 al 28 settembre discuteranno di “cuore intelligente”, tra gli altri l’attore Toni Servillo, il pianista Roberto Prosseda, lo scrittore Marek Halter, il priore di Bose Enzo Bianchi, l’economista Serge Latouche, padre Bartolomeo Sorge, lo psicanalista Massimo Recalcati.
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L Z E V I R O
DOSTOEVSKIJ, CLAUDEL E LE LUCI DEL PARADISO FERDINANDO CASTELLI
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el mondo convulso di Fëdor gni della notte. Non lo nego nel modo Dostoevskij (1821-81) alcune più assoluto. Prendo il mio bene dove luci rischiararono l’orizzonte lo trovo, anche se si trova nel Cielo delcon immagini del Paradiso. le immagini di Platone, dei quali i noNelle ultime pagine dei Fratelli Karastri sogni sono soltanto il riflesso». mazov si racconta la morte del piccoCon un sussulto surrealista (non si dilo Iliùša. Un gruppetto di ragazzi rimentichi che Max aveva avuto Picascorda il morto con commozione: «“Un so come padrino di battesimo!), il poeeterno ricordo al piccolo morto!” – agta immagina l’ingresso di un’anima in giunse ancora Aliòša, commosso. “Un Paradiso: «Chi esce dall’auto? L’uomo eterno ricordo” – tornarono a ripetere squamoso, con due buchi al posto dei ragazzi. “Karamazov – gridò Kòlja –, è gli occhi, il corpo incartapecorito, le osproprio vero quello che dice la religiosa sporgenti, e gli spiriti creati durante ne, che noi tutti risusciteremo da mortutta la vita dal suo spirito vengono inte e, tornati in vita, ci rivedremo tutti e contro al loro corpo e gli offrono un bavedremo anche Iliùscechka?”. “Senza gno di spirito, un accappatoio di spiridubbio risusciteremo, senza dubbio ci to e sandali foderati dalla Grazia. Non rivedremo, e con gioia e allegrezza ci più indifferenza, ma l’amore discreto racconteremo tutto il passato” – rispodei maggiori valori già stabiliti e un serse Aliòša, mezzo ridente e mezzo estavizio segreto di ciambellani invisibili e tico. “Ah, quanto sarà bello!” – sfuggì a profumati. Così sia!». Kólja». Dostoevskij ci assicura che nel Immagini di Platone? Lasciamo perParadiso, “casa di Dio”, che è nostro Padere. Piuttosto immagini di un poeta edre, ci ritroveremo tutti in un tripudio stroso e visionario, assetato di amore, di gioia. di luce, di gioia; ma anche di un’anima Una seconda immagine del Paradiso cristiana, ancorata alla speranza escaci è offerta nello stesso ro manzo in octologica. La sua teologia è debole, ma casione della morte dello staretz Zosiortodossa. ma. Constatando la decomposizione Le immagini del Paradiso elaborate da del corpo di uno staretz Paul Claudel (1868-1955) ritenuto un santo, Aliòša non soltanto sono teoloresta sconvolto ed entra gicamente convincenti in una crisi di fede. Atperché ispirate dai testi tendeva un miracolo, e biblici, ma sono anche invece... dov’era la “giupoeticamente seducenti stizia” di Dio? Lascia il e ricche di senso. Nella convento, trascorre ore sua vasta produzione, di penose, poi ritorna menlà del finito egli scorge tre i monaci vegliano il Ferdinando Castelli l’Infinito, di là del tempo morto. Spossato dall’esi stabilisce nell’Eterno; mozione, si addormenta dalla nostalgia approda mentre padre Pâisji legal Paese di origine. Da qui ge ad alta voce l’episodio Le ombre e l’estasi il suo spirito si perde in evangelico delle nozze di del grande russo, un oceano di felicità, di Cana. Durante il sonno lo il surreale sguardo bellezza, di stupore. Il Pastaretz gli appare, sorriradiso «è un mare irresipoetico di Max dente e pieno di gioia, e stibile che sale, colma e Jacob, la risalita invita lui alle nozze. sommerge tutto»; in esso fino all’origine «"“Rallegriamoci, bevia«non siamo più con gli efdel grande poeta fetti, siamo con la Causa. mo il vino nuovo, il vino della nuova, grande gioia Non siamo più con l’ardell’«Annuncio [...]. Ecco il nostro Si- a Maria»: la visione gilla, siamo ovunque con gnore, Lo vedi?” – “Ho le mani del vasaio spiriche scatena paura... non oso guardatuale. Non siamo più col l’immaginazione re...” – mormorò Aliòšcia tempo, siamo con la Sor–. “Non avere paura di gente del mondo, con coLui. Egli è terribile ai nolui che ha superato il stri occhi per la Sua maestà, ci sgomondo». Rotte le catene della morte, menta per la Sua grandezza, ma è inl’anima eletta si slancerà «alla cieca, in finitamente misericordioso, per amoun trasporto di fiducia e di disperaziore si è fatto simile a noi e gioisce con ne, senza piedi, senza mani, verso la noi, muta l’acqua in vino perché la luce sconvolgente e verso l’eternità che gioia degli ospiti non venga interrotla chiama, simile a un bimbo le cui urta, e aspetta nuovi ospiti, ne chiama la non possono essere sopportate». continuamente di nuovi, e così sarà Le immagini claudeliane si inseguono per tutti i secoli”». di una ridda di colori, di prospettive e L’idea dello staretz è chiara: se accodi luci che ci danno brividi di nostalgliamo il Cristo, in noi si realizza una gia. Il poeta è inesauribile nel suo poetrasformazione interiore che ci tico e biblico immaginare. Non posconforma a lui. E dove c’è Cristo, c’è siamo seguirlo. Ci congediamo da lui, il Paradiso. accogliendo un suo interrogativo: «Che Le immagini del Paradiso che ricorrocosa faranno i Santi in Paradiso? Rino nelle Meditazioni religiose di Max spondo: saranno occupati a respirare Jacob (1876-1944) riflettono la sua perDio, e Dio sarà occupato a respirarli. A sonalità di poeta, teso a raggiungere il respirare la loro anima e a farla passamondo del mistero, infrangendo l’ore nell’intimo di se stesso, ed essi, a lopacità del convenzionale. «Si è detto – ro volta, a respirare il suo Spirito e a faregli ha confessato – che per comporre lo passare nell’intimo di loro stessi». i miei poemi io mi servivo dei miei so© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’ultimo articolo del gesuita Scomparso nel dicembre scorso all’età di 93 anni dopo aver per gran parte della vita studiato la letteratura moderna e il suo rapporto col trascendente, padre Ferdinando Castelli aveva lasciato tra le sue carte un saggio sulle «Immagini del Paradiso nella letteratura moderna» che viene oggi pubblicato sul nuovo fascicolo della rivista dei gesuiti, “La civiltà cattolica”, diretta da padre Antonio Spadaro. In anteprima alcuni brani tratti dall’articolo.
Intervista. «Anche se i cronisti non ne parlano, le donne avevano un grande ruolo nella società, nell’economia e perfino in guerra». Parla lo storico Grillo
MEDIOEVO
Quel tinto di rosa ROBERTO I. ZANINI
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rima fu Matilde di Canossa, poi Aldruda di Bertinoro. Il Medioevo delle donne passa attraverso queste due figure essenziali. La prima molto nota, in particolare per come da principessa e guerriera guidò la politica e condusse in battaglia le truppe papaline nel conflitto che le vide più volte contrapposte a Enrico IV nella seconda metà dell’XI secolo. Fatti che culminarono con l’umiliazione dell’imperatore davanti a Gregorio VII a Canossa nell’inverno del 1077. La seconda meno conosciuta, ma ugualmente di grande interesse per come cent’anni dopo portò in trionfo il suo ben più piccolo esercito contro le truppe di Barbarossa, che guidate dal vescovo di Magonza assediavano Ancona. E se si tratta di due italiane è perché all’epoca in Italia si avevano condizioni politiche tali da consentire alle donne di avere un ruolo sociale che non fosse di assoluto nascondimento e subalternità. E proprio dall’assedio di Ancona emergono altri episodi relativi al significativo ruolo del "sesso debole" nell’Italia dei Comuni. A raccontarceli è Paolo Grillo, docente di Storia medievale all’Università degli studi di Milano, in un suggestivo capitolo del suo Le guerre del Barbarossa. I comuni contro l’imperatore (Laterza, pagine 258, euro 20,00). Perché un libro per raccontare i ben noti conflitti fra Barbarossa e i comuni italiani? «Perché le campagne di Federico I in Italia non erano mai state raccontate nella loro globalità. Allo stesso tempo ho voluto assumere punti di vista diversi dai consueti osservando la guerra anche dalla parte dei semplici combattenti e delle vittime civili. E un punto di vista alternativo è proprio quello delle donne: cosa voleva dire per loro una guerra medievale?». I cronisti dell’epoca non lo raccontano? «Il fatto è proprio questo: c’è grande pudore nei croMINIATURA. Donne al lavoro nei campi in un calendario medievale nisti medievali a parlare di donne e quando ne parlano sono donne che restano a casa, attendono i loro cavalieri, piangono i mariti. Anche il tema delle viocombattono in appoggio ai balestrieri sulle mura lenze dei vincitori non viene mai trattato, tranne ucontinuando ad allattare. C’è il caso di Stamira che «Accanto alla celebre Matilde na volta nell’assedio di Milano del 1158, ma solo perdi Canossa ci sono altre figure femminili armata di mannaia (strumento da macellai che veché l’episodio andò a finire bene, col vescovo di Praniva usato in battaglia per uccidere i cavalli) si fa lardi spicco: come Aldruda di Bertinoro, ga che interviene per far liberare un gruppo di ragazze go fra le truppe tedesche e riesce a dare fuoco a un che nel Duecento guidò le sue truppe rapite dai cavalieri boemi. Eppure qua e là emergobarile incendiario distruggendo le loro macchina da contro il Barbarossa che assediava no riscontri che ci fanno pensare che nei comuni iguerra». Ancona, sconfiggendolo. Anche taliani dell’epoca le donne avessero un ruolo sociaE poi c’è Aldruda... a causa di simili personalità l’imperatore «Forzando il blocco navale una delegazione ancole esplicito anche in guerra, in particolare durante gli assedi. Il caso di Ancona è emblematico». netana riesce a raggiungere la foce del Po per cercanon riuscì mai a vincere i Comuni: Accadeva solo nei comuni italiani? re aiuto a Ferrara. Lo trovano in Guglielmo Marchenon capiva le libertà individuali» «Sappiamo di un nobile cavaliere che nell’assedio di sella e poi nella contessa Aldruda di Bertinoro che Tolosa a inizio ’200 venne ucciso da un sasso scagliato ha stretti legami di parentela con Bisanzio. Le due coda una donna. Ma lo sappiamo proprio per l’eccelonne armate si riuniscono a Rimini, marciano su Anzionalità dell’evento riguardante un nobile. In Italia, cona e si accampano su una collina nei pressi della sto modo, ed è il secondo elemento, il ruolo della invece, la situazione è diversa. I comuni sono molcittà. Il racconto di Boncompagno esalta il ruolo di popolazione femminile assediata non solo emerge to evoluti dal punto di vista sociale, economico e poAldruda che nella notte incita i suoi soldati al coma tutto tondo, ma da come è raccontato si capisce litico tanto da non riuscire a entrare in relazione (tratbattimento sottolineando la triste sorte delle donne che si trattava di una cosa normale, al punto che tativa) con Barbarossa, che non riesce a capire cose la città fosse caduta in mano agli imperiali. Tali soBoncompagno contrappone i maschi pavidi con le me nelle città italiane ci possa essere tanta libertà. no le urla di entusiasmo e il frastuono di trombe che femmine coraggiose». Non riesce ad accettare di dover tratnella notte gli assedianti abbandonano il campo. AlDonne che impugnano le armi e tare con rappresentanti che non siala mattina salpano anche le navi veneziane. Non c’è scendono in battaglia? no dei nobili. I Comuni garantivano bisogno di venire a battaglia. E Aldruda diventa un «C’è molto di più. Ancona è assediadiritti civili a tutti. Anche alle donne, eroe anche per i cronisti bizantini che sottolineano ta dalle truppe imperiali di Cristiano che pur non avendo diritti politici, come l’esercito dell’imperatore sia stato messo in di Magonza e da un blocco navale avevano libertà di parola nelle asfuga da una donna». comandato da Venezia, che in quesemblee, potevano lavorare, essere Ma non c’erano regole per impedire agli eserciti di sto modo intendeva punire la città imprenditrici e gestire botteghe». rifarsi sui civili? per la sua alleanza con la Bisanzio di Ma se, come diceva prima, gli stori«In teoria tutti i non combattenti non dovevano Manuele Commeno. Dopo settimaci avevano pudore a raccontare di essere coinvolti. Era una sorta di codice d’onore, ne in questa situazione e un paio di donne, cosa accade di diverso nelma non c’erano norme che punissero i soldati che battaglie campali senza esito, la scarl’assedio di Ancona tanto da esserviolentavano e saccheggiavano. C’era però una sezza di viveri fiacca la resistenza deci tramandato? regola non scritta che all’epoca viene quasi semgli uomini che in riunione cominSTORICO. Paolo Grillo «Gli elementi fondamentali sono pre rispettata in base alla quale la città che si arciano a parlare di resa. Entrano allodue. Il primo è che a parlarne non è un cronista di rendeva veniva risparmiata. E i comuni italiani ra in campo le donne che in una parallela assemblea professione, ma Boncompagno di Signa: un letteobbligano spesso Federico ad accettare la resa decidono di sollecitare gli uomini a proseguire la rerato che non disdegna di raccontare la guerra parsalvando popolo e città». sistenza giungendo a offrire la loro carne per cibo. tendo dai deboli e dalle cose di tutti i giorni. In queBoncompagno racconta episodi eroici di donne che © RIPRODUZIONE RISERVATA
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A SETTEMBRE
A Torino spiritualità batterà un “cuore intelligente” «Cuore Intelligente»: sarà questo il tema che caratterizzerà la prossima edizione di Torino Spiritualità, il «festival del pensiero» che da dieci anni mette a confronto intellettuali laici e cattolici su grandi questioni del nostro
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All’interno “Torino 2025 sarà meglio di Berkeley e Harvard” Pronto il piano strategico della città “Pensiamo in grande” Beppe Minello A PAGINA 43
Furchì, usura ed estorsione nel caso Musy Quattro arresti e una pista per l’arma del delitto
tempo. Dal 24 al 28 settembre discuteranno di «cuore intelligente» l’attore Toni Servillo, il pianista Roberto Prosseda, lo scrittore Marek Halter, il priore di Bose Enzo Bianchi, l’economista Serge Latouche, padre Bartolomeo Sorge, lo psicanali-
L’edizione scorsa
REPORTERS
sta Massimo Recalcati. Oltre 100 appuntamenti, 130 voci da tutto il mondo, 30 luoghi sede degli incontri e tante novità per mettere a confronto idee, coscienze, culture e religioni. Si è già scelto il filo conduttore, ma non il nuovo direttore di Torino Spiritualità dal momento che Antonella Parigi è diventata assessore alla Cultura. Anche per questa rassegna - come per il Circolo dei Lettori - si farà un bando per individuare il profilo migliore. [E.MIN.]
TORINO
LA STAMPA SABATO 19 LUGLIO 2014
Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 fax 011 6639003, e-mail cronaca@lastampa.it t specchiotempi@lastampa.it t quartieri@lastampa.it INCHIESTA IN REGIONE CHIAMPARINO È TRANQUILLO: NON CAMBIO IDEA SULLA MIA GIUNTA
Rimborsopoli, congelate tutte le archiviazioni Udienza a settembre. Tornano sotto esame 3 assessori attuali È stata fissata al 22 settembre l’udienza ad hoc per discutere l’opposizione alle richieste di archiviazione avanzate dalla procura nei confronti di 16 indagati dell’inchiesta sui rimborsi regionali. Tra questi alcuni
esponenti Pd: Mercedes Bresso, Stefano Lepri, gli assessori regionali Aldo Reschigna, Gianna Pentenero. Così ha deciso il Gup Roberto Ruscello, il giudice che nei giorni scorsi ha disposto i rinvii a giudizio.
Il vicepresidente Reschigna «Rispetto la decisione del giudice dimostrerò la mia correttezza»
Alessandro Mondo A PAGINA 40
Peggio A PAGINA 40
Genta, Legato e Numa A PAGINA 47
IERI SERA IL FESTIVAL SI È APERTO
Muore nell’attesa dei soccorsi
La guida
Cosa c’è da sapere sul Requiem
Dubbi sull’intervento Perché non è arrivata l’ambulanza più vicina
Ma non è andata come in Amadeus
Accossato e Massenzio
Vittorio Sabadin A PAGINA 62
A PAGINA 45
Il programma
Lauree in cella la più amata è in legge Le storie di 4 detenuti che ieri mattina sono diventati dottori Letizia Tortello
T1 T2
Don Giovanni seduce la piazza
Emanuela Minucci A PAGINA 62
A PAGINA 53
La tomba solare BEPPE M INELLO
L
a nuova frontiera sembrano essere diventati i cimiteri. Per il Comune che, visto il periodaccio, ha varato il pagamento a rate dei loculi per i meno abbienti cogliendo due piccioni con una fava: aiutare a soddisfare il desiderio di una sepoltura come si deve a tutti e, nello stesso tempo, aumentare gli incassi per Palazzo Civico. Ma le tombe eccitano anche gli imprenditori più, absit iniuria verbis, vivaci. Come quello che ha proposto al Comune dei touch screen da piazzare
sulle tombe per raccontare al viandante le gesta del sepolto, raccontate dal defunto stesso previa registrazione in vita, oppure realizzato da parenti o ammiratori. Per capirci, una sorta di «coccodrillo 2.0». L’ultima genialata, peraltro con ottime motivazioni e qualche probabilità di successo, sarebbe stata pensata ai piani alti di Iren, il colosso che ci dà la luce e non solo: «Perché non utilizziamo i tetti delle tombe per piazzarci un po’ di impianti fotovoltaici?». L’energia prodotta non servirebbe a illuminare il risposo eterno dell’«inquilino» ma a ridurre i costi del cimitero.
E la città diventa casa Mozart Le strade invase da note e spettacoli
A PAGINA 63
IL CASO
Movida La trattativa sull’orario ANDREA ROSSI
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se alla fine fossero le 2 e mezza? È vero che discutere di movida non è come essere al mercato e trattare sui dieci minuti in più o in meno - a fronte di tutto quel che rappresenta ormai la movida - sarebbe un po’ surreale, eppure non è da escludere che durante l’incontro di lunedì tra il sindaco e gli esercenti si proverà a spostare l’asticella. Non più le 2 - orario che Fassino vorrebbe imporre per ordinanza ai gestori da giovedì a domenica, anticipando la serrata all’1 da lunedì a mercoledì - ma le 2 e mezza. Trovare una quadra non sarà comunque semplice. I commercianti si presentano al tavolo con un dogma: «Siamo disposti a parlare di tutto fuorché di orari». E il sindaco non sembra molto disposto a fare marcia indietro: «Terrò il punto. Dormire è un diritto delle persone. In ufficio ho una pila di lettere di persone che si lamentano. Chi si alza presto deve poter riposare. Poi, è chiaro che il problema non è l’ora in più o in meno». Ecco, il popolo della movida s’appoggerà a quest’ultima affermazione tentando di far cambiare idea a Fassino. Sfoderando ragionamenti (chiudere prima serve a nulla, la gente resta in strada a fare rumore) e provocazioni (vorrà mica essere il sindaco che impone il coprifuoco a Torino?). Ma sarà dura. Durissima.
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Mercoledì 23 luglio 2014 il Giornale del Piemonte
FESTIVAL MOZART Musica protagonista delle notti estive
Col Flauto magico si chiude in bellezza Alle 21 in piazza San Carlo la serata finale della sei giorni dedicata al genio austriaco Le note immortali di Mozart sono le protagoniste di questo inizio di estate torinese. La musicaclassica,echemusicaclassica,inpiazza,eche piazza, ha conquistato i torinesi al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Hanno risposto al richiamodellamusicadelgenioaustriacoaddirittura 55mila spettatori, solo nei primi tre giorni e solo in piazza San Carlo. Quasi ventimila a sera, un numero che, considerando il maltempo, è quasiunmiracolo.Eperfinirestaseraalle21cisaràl’appuntamentopiùatteso,quelloconl’opera
SUCCESSO OLTRE LE ASPETTATIVE Sono stati in 55mila, tra turisti e torinesi, ad assistere ai concerti nel salotto della città «Ilflautomagico»chechiudeilfortunatissimofestival, che per sei giorni ha fatto somigliare il capoluogoaunacapitaleeuropeadovequestotipo dieventi,enpleinairegratuiti,sonounaconsuetudine molto apprezzata. AlgrandepubblicopresenteinpiazzasaràpropostounFlautoadattatoappositamentedaVittorio Sabadin, nel quale sarà l’impresario/librettistaEmanuelSchikaneder,interpretatodall’attoreGianlucaGambino,araccontareilviaggiospiritualediTaminoePaminatradraghi,Reginecat-
tive e prove iniziatiche. «Mozart e io volevamo, raccontando una fiaba, rappresentare i valori più alti degli esseri umani e celebrare l’amore», dice Schikaneder. Questo racconto sarà il filo conduttore all’interno della magnifica partitura mozartiana, che vedrà impegnati Cornelia Götz nelruolodellaReginadellaNotte,GiorgioBerruginelprincipeTamino,EkaterinaBakanovanellaparte di Pamina, In-Sung Sim invece interpreteràSarastro.LamessainscenasaràacuradiRiccardo Fracchia con la video-scenografia progettatadaFilmCommissionTorinoPiemonte,ilCoro del Teatro Regio e il Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio «G. Verdi» saranno istruiti da Claudio Fenoglio mentre l’Orchestra del Regio sarà diretta da Francesco Pasqualetti. Ma non ètutto, perchéil festival diMozart non èsolopiazzaSanCarlo.Infattidalleore16inquattro diverse location cittadine (piazza della Consolata,piazzaCorpusDomini,GiardiniSanLiborio e galleria Umberto primo) ci saranno una seriediconcerti.Dopoilgrandesuccesso,loscorso anno,dellaprimaedizionedelFestivaldimusica classica in piazza San Carlo dedicato a Beethoven, con il Festival Mozart la Città di Torino ha puntato a consolidare il ruolo di primo piano svoltoinquestianninelsettoremusicale.Ilcompositoreaustriaco,chehalegatoilsuonomeacapitali come Monaco, Vienna, Parigi, Berlino e
PIENONE Successo di pubblico per la rassegna dedicata a Mozart Praga, suonò nel 1771 – poco più che adolescente–anchenellacittà sabauda. Permanenzaricostruibile da documenti tuttora conservati all’ArchiviodiStatodiTorino.Proponendounarassegna interamente gratuita, concepita come una grande festa popolare, si è favorita un’autentica partecipazioneelapossibilitàdiabbracciareanche un pubblico solitamente estraneo alla fruizione della musica classica e sinfonica. Ilprogetto,ideatodallaCittàdiTorinoerealizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, ha apportato alcune novità per quest’anno, come il raddoppio delle sedie sistemate in piazza San Carlo,dallemilledelloscorsaedizionesièpassati a duemila e l’allestimento di due grandi schermi, uno a lato del palco e l’altro dietro al monumento del caval ‘d brôns, che ha consentito anche al pubblico più defilato la migliore fruibilità dell’evento.
A Grugliasco Cast internazionale
Torna questa sera a Le Serre il fascino del circo Il Circo 99% è un mondo eccentrico, un florilegio di tecniche e personaggi a volte comici, a volte estremamente seri. Ironia, fascino, stupore dell'artista che non smette di meravigliarsi e di meravigliare un pubblico senzaetàeallaricercadinovitàedentusiasmo. Bambini come adulti non cessano difantasticare eviaggiare verso mondi lontani ammirando evoluzioni aeree, volteggi di clave e corpi leggeri che non temono di contrastare e smentirelestesseleggidigravità.Uno spettacolo per tutta la famiglia, sul filo sottile della comicità, della provocazione e dell’ironia, scritto e diretto daLeoBassiche,oltreaessereunartistadifamainternazionale,amailcontatto con i giovani artisti e ha accettatoconentusiasmolapropostadiPaolo Stratta di dirigere i giovani artisti di Cirko Vertigo. La sua formazione circense, la sua confidenzaconilpalcoscenicoeconi pubblici di tutto il mondo lo rendono un professionista in grado di dirigere al meglio una produzione circense maneggiando con disinvoltura il linguaggio comico e quello più spregiudicato della trasgressione. Del resto, come è solito affermare lo stesso Leo Bassi, che cosa è il circo se nonilmondoincuièpossibile provocare, spiazzare, sperimentare e rinnovare illinguaggiodellatradizione?«Creareunospettacolodicircononèsolorealizzareunprodottocommercialedavenderealpubblico, ma è prima di tutto il compimento di un atto rivoluzionario, la realizzazione di un sogno, di una
utopia», afferma con forza proprio Bassi.Eprecisache«lasocietàdasempre è composta da una minoranza di persone,potremmodireun1percento,chegestisceilpotereedaunamaggioranza, il 99 per cento, che lo subisce passivamente». «Nel nostro spettacolo-continua-vogliamocheilcirco combatta quell’1 per esercitare attraversolearmidelletecnichecircensi,dellaprovocazioneedellacapacità
di osare, il proprio potere politico». «Quandomiononno-ricordaBassi - ha scelto la vita del circo lo ha fatto perché allora si trattava di un mondo incuiregnavalafantasia,l’immaginazione,lacapacità dispiazzare, diprovocare per andare contro le convenzioni e scardinare la tradizione». «Quando è venuto meno - lamenta quellospirito ribelle e il circo è diventato una sterile riproposizione di tecniche e cliché, ho abbandonato quel mondo per portare lamia carica rivoluzionaria nelle strade, nelle piazze e suipalcoscenicisu cuiancoraoggilavoro». «Oggi - prosegue Bassi - vedo una nuova generazione di artisti in grado di farsi carico di questa utopia». «Nei giovani di Cirko Vertigo vedoquel sognodicambiamentochesentivoioda giovane e che ancora mi anima sulla scena. Se riusciremo a trasmettere queste intenzioni, avremo raggiunto la missione che ci siamo posti con Il Circo 99%», conclude. In questa ottica nel circo di Leo Bassi può succedere di tutto, persino che al finalefaccialasuaapparizioneinsce-
naPapaFrancescoperdarealpubblico la propria interpretazione ecumenica dello spettacolo. In scena ci sono tutte le principali discipline del circo contemporaneo, dalle evoluzioni aeree ai tessuti alla giocoleria, dall’acrobatica mano a mano all’equilibrismo sul filo teso e sullacordamolle,dallamanipolazione di oggetti al trapezio, dalle evoluzionial palo cinese all’acrobatica alla ruotaCyrfinoaunaspettacolarepiramidedisedie.Protagonistitrediciartisti internazionali provenienti da Italia, Brasile, Spagna, Colombia e Argentina. Lo spettacolo è portato in scena dagli allievi del secondo anno del Corso di Formazione Professionale per Artista di Circo Contemporaneo (gestito
daForcoopAgenziaFormativaincollaborazione con la Scuola di Cirko Vertigo diretta da Paolo Stratta) in tirocinio presso Cooperativa Animazione Valdocco. La Biglietteria è aperta presso il TeatroLeSerretutteleseredeglispettacoli del festival a partire dalle ore 19,30. Èconsigliatalaprenotazioneainumeri 011.0714488 oppure 327.7423350 e via e-mail all'indirizzo biglietteria@ sulfilodelcirco.com. Ilbigliettointerocosta10euro,ilridotto6.IBigliettiprenotativengonotenutifinoalle21.Successivamente,incasodigrandeaffluenza,sarannorimessi in vendita. Durante l'orario di apertura della biglietteriasaràpossibileacquistareibiglietti anche per gli altri spettacoli in cartellone, senza diritti di prevendita o maggiorazioni. Biglietteria on line sul circuito vivaticket.it. Info www. sulfilodelcirco.com.
Torino Spiritualità
La decima edizione a fine settembre È dedicata al cuore intelligente Compie10anniTorinoSpiritualitàelifesteggia,dal24al28settembre, con un'edizione dedicata al Cuore Intelligente. La rassegna, dal2005aoggi,hapercorsounlungo tratto di strada alla ricerca del significato più profondo del nostro essere e del nostro tempo, diventando,ognianno,unappuntamento per oltre 45mila persone provenienti da ogni parte d'Italia. Per la sua decima edizione, coordinata dal Circolo dei lettori, sostenutadaRegionePiemonte,CittàdiTorino,CompagniadiSanPaolo,FondazioneCrteFondazione delTeatroStabile,conilcontribu-
to di Ersel, Morcare e Exki,Torino Spiritualità propone un'indagine sulla combinazione di testa e sentimento che ci scopre pienamentecapacidiessereumani.Arendere speciale la decima edizione un riccoprogrammadiappuntamenti,140incontrie130 vocidalmondo,35associazioniedenticoinvolti, e sempre più aperto alla città, con 40 luoghi sede e, novità dell' edizione 2014, la prima Notte BiancadellaSpiritualitànelquartiere di San Salvario con mostre, concerti, letture, spettacoli, performance artistiche e laboratori esperienziali.
naturai WOMAN
PRIMA CHE SIA TARDI, IMPARA A
FI AMO
Ne parliamo
GIACOMO DACQUINO Medico, psichiatra, psicoterapeuta e docente universitario, è autore di oltre 200 pubblicazioni di psichiatria, sessuologia e psicoanalisi. Trai suoi testi: Dove incontri l'anima (Mondadori) e Impara a dire ti amo, prima che sia troppo tardi {Mondadori). Sarà uno degli ospiti della decima edizione di Torino Spiritualità, in scena dal 24 al 28 settembre, che affronta il tema II Cuore Intelligente (www. torinospiritualita.org).
È la famiglia a insegnarci l'alfabeto dei sentimenti, ma costruire un legame di coppia è un lavoro che continua tutta la vita. «Per fare durare a lungo il "palpito" bisogna usare insieme il cervello, il cuore e la pancia. Altrimenti l'amore si scarica come una pila», spiega l'esperto Dì MU DE MARSANtCH
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on è una dote naturale. Amare è un sentimento a cui si deve essere educati e che bisogna imparare a coltivare con pazienza e fatica, giorno dopo giorno. Chi sgarra, paga un prezzo altissimo: la solitudine». A parlare è Giacomo Dacquino, pischiatra e psicoterapeuta, che nel suo saggio Impara a dire ti amo, prima che sia troppo lardi mette in luce la difficoltà che abbiamo oggi ad amare. La fretta, la routine, la mancanza di cura nei confronti dei sentimenti erodono lentamente la coppia, la cui forza vitale è fondata sul dialogo, sullo scambio e sulla condivisione di pensieri e parole. «Nella nostra società è la qualità dell'amore a essere disturbata, non la quantità: non si ama troppo, ma si ama male», sottolinea l'esperto.
dividono in maniera immatura, con forti tensioni e litigi, i figli ne risentono e spesso diventano adulti con un'affettività disturbata. La prima scuola dei sentimenti, infatti, è la famiglia». Quindi i figli di coppie separate sono destinati a non sapere amare? «No, non tutti i figli di separati da adulti sono destinati a fallire nella loro vita affettiva, ma per loro costruire un rapporto di coppia sereno è sicuramente più difficile. Purtroppo se un bambino o un adolescente vede i suoi genitori farsi la guerra, prima di separarsi e dopo, rischia •
Dottore, perché è diventato così difficile esprimere i propri sentimenti? «L'adulto ama e vuole bene in base a come i suoi genitori si amavano tra loro e a come hanno voluto bene a lui. Oggi un terzo dei bambini, nelle scuole, è figlio di separati. Quando le famiglie si
VITTORIA PUCCIN1 Con Fabnzio mi sento finalmente appagata, in pace. Come quando non devi più avere paura, fremere, cercare altro Vittoria Puccini, 32 anni, attrice. In autunno sarà Oriana Fallaci, nell'omonima fiction Rai.
HO SMESSO 01 FARE LA CR Mamma di Elena, 8, nata dalla sua to relazione con Alessandro Preziosi, l'ai Puccini ha trovato finalmente la sua anima gemella in Fabnzio Lucci, 52, direttore della fotogra "' ha raccontato: «Abituata a subire il fascino dannato, non avevo mai provato tanta sictì confronti di una storia. Ho smesso di fare la crocerossina. Con Fabrizio ho trovato la pace». :\
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WOMAN IMPARA A DIRE T! A M O
CATHERINEZETA-JONES Mi sembra che sia impossibile amare più di così e invece l'amore può sempre continuare a crescere
li 14 febbraio 2014 Catherine e Mkhae! Oc hanno rinnovato i loro voti nuziali. Soltanto mese prima, in agosto, la coppia aveva uffkializzat la separazione, dopo 14 anni di matrimonio. Fin da subito l'attore si era attribuiti) le colpe: «Ho/ "" errore, ho dato per scontata b persona enei più vicina», Lei lo ha perdonato, dichiarane1 «l'amore può sempre continuare a crescer!
di portarsi dietro, da adulto, l'angoscia del confronto, del rifiuto, della responsabilizzazione: paure che frenano l'amore. Nella fase evolutiva è importante trovare delle figure di riferimento che compensino le eventuali carenze dei genitori. Anche i nonni, gli zii, gli amici o una maestra possono insegnare ai bambini l'alfabeto del cuore». Cos'è l'alfabeto del cuore? «È la grammatica dei sentimenti, quella che ci insegna ad amare. La gente s'illude di prendere lezioni d'amore dai programmi televisivi, che pretendono d'insegnare come trovare l'anima gemella, sedurla e sopravvivere all'abbandono. L'amore, invece, necessita di dialogo, regole, disciplina: la costruzione di un legame è un lavoro che dura tutta la vita, reiteratamente da conquistare perché continuamente in pericolo». Qual è la differenza tra amare e voler bene? «Si vuole bene a un parente, a un amico, a un cane, alla natura o a Dio. L'amore è un sentimento più ricco, si riferisce alla coppia e comprende il voler bene unito all'interesse sessuale, il batticuore, il bisogno di proteggere l'altro, una sana gelosia. Sbagliano le madri che dicono "Io amo mio figlio". Dovrebbero dire "Amo mio marito, il mio uomo". Si fa troppa confusione tra amare e volere bene». Perché è così importante dirsi "Ti amo"? «Chi ama ha bisogno di sentirsi gratificato. Se il partner fa delle circonlocuzioni e chiama la sua compagna "Cara", "Amore", non le dice mai "Ti amo" e non la chiama mai nemmeno per nome, crea una frustrazione all'interno della coppia. Il silenzio affettivo è tossico: non basta pensare dentro di sé di amare una persona o, peggio, credere che sia sufficiente ricoprirla di regali. Affinchè una coppia riesca ad andare avanti con un amore profondo è necessaria una gratificazione reciproca. L'amore va dichiarato, cioè comunicato a parole e fatti». Spesso sono gli uomini ad avere più difficoltà a parlare con il linguaggio dei sentimenti... «È vero, le donne sono più disponibili ad aprire il loro cuore. D'altronde gli uomini sono stati amputati della loro emotività; fin da bambini si sono • 42
L'attrice Catherine Zeta-Jones, 44, è sposata con Michael Douglas, 69, da 14 anni.
KASIA SMUTNIAK
Ci eravamo lasciati, poi ci siamo ritrovati eravamo felici. Non potevamo darci più di così. Non ho rimpianti I E
Kasia Smioiiak, 35. Ha vinto Nastro d'Argento 2014 come migliore attrice protagonista in Allacciate le cinture di Ozpetek.
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WOMAN IMPARA A DIRE TI A M O
CHARLIZETHERON Da quando c'è Sean, la mia vita è migliore. Mi ha trasformata. Tutti possono vedere l'effetto che l'amore ha su di me
IL MIO UOMO MI HA RESA MIGLIORE Mamma di Jackson, adottato nel 2012, dalia fine dei 2013 è legata all'attore Sean Perni con cui p anni ha vissuto un rapporto di profonda am Passare dall'amore platonico a una relazioni amorosa seria non è stato semplice, come l i raccontato: «Siamo sempre stati solo buoni amici. Ci siamo sforzati di non innamorarci, fino a quando abbiamo capito che non potevamo più opporci».
sentiti dire di non piangere e di non fare le femminucce. Per secoli, i loro sentimenti sono stati scambiati per debolezza. Tutta questa educazione sbagliata ha reso gli uomini analfabeti affettivi». Quindi, come si fa ad amare bene? «Col cervello, cioè il ragionamento, col cuore, i sentimenti, e con la pancia, la pulsione erotica. Senza una di queste tre componenti l'amore non può essere completo». Qual è il campanello di allarme che qualcosa non va in una coppia? «Uno dei primi segnali è la scomparsa del bacio. Quando manca, significa che dal lato della pancia, cioè dell'istinto sessuale, qualcosa non funziona più». Ma il sesso è davvero così importante all'interno di una coppia? «Certo, come una pianta che va innaffiata periodicamente per mantenerla viva, anche l'eccitazione del partner deve essere coltivata, lavorando di fantasia e d'inventiva. L'amore si scarica come una pila: bisogna imparare ad assaporarlo con maturità e creatività affinchè resti sempre un palpito, ma non tutti hanno capito che c'è una grande differenza tra sessualità e genitalità». Mi spiega meglio? «Genitalità è l'unione di due pance, cioè di due istinti. La sessualità è fare l'amore: è l'unione di due persone, cioè di pancia, cuore e cervello». Dottore, ma esiste davvero l'anima gemella? «Ma certo! Quando la si trova è una sola, una persona con cui si hanno sintonia di gusti, progettualità e radici comuni. Il problema è che spesso ci si innamora dell'immagine e non della sostanza, anche perché la gente mostra il corpo, ma nasconde il cuore». Qual è il segreto di un amore duraturo e felice? «Smettere di pensare al rapporto ideale: la fata turchina e il principe azzurro s'incontrano soltanto nelle favole. Amare è un incontro-scontro di due personalità, si risolve solo se c'è accettazione e perdono reciproco. L'amore, infatti, è come un camino acceso, in cui entrambi devono portare legna per mantenere la fiamma ardente. Quando dimentichiamo di farlo, il fuoco si spegne».^ 44
Charlize Theron, 39, attrice. In autunno la vedremo al cinema nei panni di una seducente pistolera in Un milione di modi per morire nel West.
QARDIMA BERILLI
Dopo la fine del suo matrimonio con l'imprenditore Andrea Perone, durato due anni, si è fidanzata con Flavio Cattaneo, che ha conosciuto in età matura. A proposito dell'amore, ha detto: «È il terzo mistero della vita, dopo la nascita e la morte. Non credo alle relazioni che nascono da giovani. Nell'età matura jgnosci meglio te stesso e cosa stai cercando, quindi i storia nasce su una sintonia più profonda».
Ogni coppia che dura è miracolosa. Non credo molto alle relazioni che nascono quando si è giovani e poi durano sino alla morte Sabrina Fenili, 50, attrice. Ha interpretato la spogliarellista Ramona nel film La grande bellezza, premio Oscar 2014.
la Repubblica VENERDÌ 1 AGOSTO 2014
TORINO | IX
Estate PIEMONTE
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La gatta L’unico elemento sontuoso che si può trovare nella stanza della monaca zen è Nina, gatta , norvegese delle foreste
Passioni/5 La scelta buddhista La nuova vita di Elena Seishin Viviani, ex germanista E’ nel Comitato Interfedi e collabora con Torino Spiritualità In via Massena il suo “monastero verticale” di quattro piani
“Io, monaca zen per vocazione Col cranio rasato recido le illusioni” CLARA CAROLI
I VOLTI
TAITEN GUARSCHI E’ stato il primo maestro dell’ex germanista: da lui ha ricevuto l’ordinazione monastica
DAIDO STRUMIA Il secondo maestro di Elena Seishin Viviani: importante perché le ha trasmesso il Darma
VIRGINIA WOOLF La monaca zen ha postato su facebook una frase della celebre scrittrice
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NA stanza, un futon, un fornello, un tavolino e due sedie. «Dire che ho l'essenziale non mi piace, sa di rinuncia - spiega la padrona di casa - Non ho rinunciato a niente se non per qualcosa di meglio, mi considero una privilegiata». Sugli scaffali innumerevoli libri e non solo di filosofia orientale; sul balcone campane tibetane e qualche pianta. L'unico elemento sontuoso dell'ambiente è una gatta, norvegese delle foreste, Nina. «Sono una donna di grandi passioni, ho fatto tutto: ho lavorato, mi sono sposata, ho vissuto intensamente» racconta il reverendo Elena Seishin Viviani, bresciana di origine, ex germanista e responsabile della formazione
“Mi sono avvicinata al buddhismo da ragazza quando avevo un senso di inquietudine. La conoscenza di maestri orientali mi ha aiutata” professionale per i progetti europei di società di consulenza, diventata monaca zen per vocazione. Abita in via Massena. «Un monastero verticale», lo definisce: al primo piano l’”Enku dojo”- il luogo di pratica e di culto - dell'Associazione Il Cerchio Vuoto, di cui è responsabile, al secondo la cucina, al terzo la sala dove si cuciono gli abiti, al quarto il suo appartamento. “Un eremo”, in alto, come in cima a una montagna. «La Via è la vita quotidiana - spiega - questo è zen puro». Attorno a lei (monaca buddhista di tradizione Zen Soto, allieva di Fausto Taiten Guareschi, da cui ha ricevuto la prima ordinazione monastica, nel '97, prima dell'incontro con il suo secondo maestro, Massimo Daido Strumia, che le ha trasmesso il Dharma e per seguire il cui insegnamento si è trasferita in questa città) ruota la comunità torinese che pratica zazen. Che significa “semplicemente sedere”. «La disciplina per antonomasia - spiega Viviani - una forma di contemplazione, un'esperienza fondamentalmente estetica che implica tutti i sensi e la mente, che per il Buddhismo è il sesto senso. Come qualunque pratica spirituale è per chi vuole prendere in mano la propria esistenza, stare con i due piedi nella vita. Ma la gente molto spesso ha un'attitudine 'autistica' e non vuole essere implicata, vuole le soluzioni facili». Se cercano il benessere, fa capire, vadano alla beauty farm. Questa cinquantaseienne ruvida e volitiva che ha fatto dello zen la sua ragione di vita fa parte del Comitato Interfedi, è responsabile del programma sul Buddhismo di Torino Spiritualità, collabora da anni con Antonella Parigi. «Insieme - dice - abbiamo fatto delle buone cose. Ma non cerco proseliti, la mia è una vita di testimonianza». Si è avvicinata al buddhismo da ragazza, racconta, quando era innamorata della lingua e della letteratura tedesca: «Avvertivo un senso di incompiutezza e di inquietudine. Ho avuto la fortuna di conoscere lo zen direttamente da testimoni e maestri della Tradizio-
IL RAPPORTO CON L’ASSESSORE
PARIGI Con l’attuale assessore regionale alla Cultura Elena Sishin Viviani monica zen ha collaborato per Torino spiritualità
ne Zen Soto, senza aver mai letto nulla prima. Non ho avuto filtri intellettuali d'intralcio». Nella società globalizzata («Dove la distinzione stessa di Oriente e Occidente non ha più senso») anche la spiritualità è un prodotto di marketing per un'umanità costretta ad essere felice. «Ma non esiste il supermercato dello spirito - avverte - C'è chi nella meditazione
MEDITAZIONE Elena Seishin Viaviani nel luogo di pratica e culto del monastero
cerca una via al benessere individuale. Eppure il benessere, lo vediamo da tutte le parti, non può più essere individuale. Con quello non si va da nessuna parte». Lo zen oggi è dappertutto, dal bagnoschiuma al villaggio vacanze: «Da una parte è meglio così, significa che è radicato. In Francia c'è addirittura un modo di dire, "sois zen", per indicare un modo di essere pazienti. Ma chi pratica zen ha una bella verve. Io stessa sono tendenzialmente anarchica e politicamente scorretta. E adoro non essere imperturbabile. Quello dell'imperturbabilità è uno stereotipo, una delle tante banalità che sento sullo zen: Il 'qui e ora', la rinuncia al sé, l'illuminazione... Non amo la banalizzazione. Pensare che lo zen sia solo uno stile sobrio e minimal è sbagliato. In Giappone ci sono templi che lasciano a bocca aperta per lo sfarzo». Quante ore medita al giorno? «Che domanda ridicola - replica, un po' scocciata - La pratica è sempre». In casa non c'è traccia di televisori. «Ma ho il computer e uso Facebook (di recente ha postato una citazione di Virginia Woolf: "Non sono i grandi eventi a cambiare la storia, ma come la gente comune sale e scende dagli autobus", ndr). Ho anche la radio, non vivo fuori dal mondo». Davanti all'abito monacale nero e alla testa calva, uno si chiede: c'è qualcosa che le manca della esistenza ordinaria che conduceva prima di prendere i voti? Magari i capelli? «Lei ha la libertà di farseli crescere - risponde - io di tagliarli. Nello zen radersi il cranio ha un significato preciso: vuol dire recidere le illusioni. Della mia vita di prima non rimpiango nulla. Quella attuale è di incomparabile ricchezza». © RIPRODUZIONE RISERVATA
STRUMENTI
“Non ho la televisione ma uso il computer e facebook” STILE
“Mi ritengo anarchica Adoro non essere flemmatica”
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PROVINCIA 23 2
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TORINOSETTE
IN PROVINCIA incontri rassegne manifestazioni ed eventi
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FINO A FINE MESE IL FESTIVAL TEATRO & LETTERATURA
PETER PAN SU BARDONECCHIA
vedono lo psichiatra Vittorino Anopo l’inaugurazione con Giancarlo dreoli affrontare il tema dell’adoleGiannini, padrino d’eccezione del Fe- scenza. Il primo appuntamento è stival Teatro & Letteratura ideato e sabato 9 agosto al Palazzo delle Fecurato dal Tangram Teatro, la pro- ste, ore 21, con uno spettacolo scritgrammazione entra nel vivo per occu- to e diretto da Ivana Ferri dall’empare fino al 30 agosto il Palazzo delle blematico titolo «Peter Pan e la fatiFeste, il Giardino La Trouvaille, la ca di crescere». Lo spettacolo, che piazza del Municipio e varie chiese di debutterà poi al Teatro Carignano Bardonecchia con due uscite fuori nell’ambito di Torino Spiritualità, portaaChiomonteeaSusa.StudiatadaBrunoMa- studia conmolteplicitàdilinguaggi ria Ferraro e Ivana Ferri per offrire ai turisti non il e divertenti contaminazioni questa solito cartellone vacanziero ma un programma di nostra società in preda ad una infialtovaloreculturale,ilFestivalquest’annosegueun nita adolescenza: anziani che si vefilone ben preciso, talvolta suddiviso in mini rasse- stono e si comportano come ragazgne nella rassegna. È il caso, ad esempio, dei cinque zi, una politica in preda ad una suspettacoliincartellonedal2al6agosto,alleore18al perficialità adolescenziale, i Giardino La Trouvaille, intitolati «Il Decameron ... giovani alla disperata ricerca di 2 Lo psichiatra Vittorino Andreoli e Ivana Ferri artefici del «Peter Pan» in 5 puntate», che analizzano «l’amore» nelle sue spazieidentità. Collegatoallospetcinque variati: onesto, folle, tenace, geloso, eroico. tacolo, il giorno dopo, domenica 10 alle 18 al Giardino retti fino alla poesia di Fabrizio De Andrè cantata da In scena Vincenzo Jacomuzzi , autore del progetto, La Trouvaille, lo psichiatra sarà ancora protagonista Ferraro.Spazioancheainuovilibri(«Ildiavoloincordi volta in volta affiancato da Laura Curino, Bruno dell’incontro«L’educazione(im)possibile». po»diOsvaldoGuerrierie«Ombradigiraffa»diBruNon meno curiosi i seguenti ap- no Gambarotta) raccontati dagli stessi autori interAncora 19 appuntamenti tra spettacoli e incontri puntamenti che mescolano, attra- vistatidaamiciecolleghi.EparlandodiTeatro&Letverso il teatro, letteratura classica teratura poteva mancare la televisione? Certo che Con il Tangram Teatro non solo attori in scena e cultura a noi più vicina; dalle «ri- no. Ecco allora il 16 agosto al Palazzo delle Feste la ma anche personaggi della cultura contemporanea letture» della Divina Commedia, giornalistaAlessandraComazzi,BrunoGambarotta del Cantico dei cantici, del Cyrano e Piero Chiambretti (lui solo in video) colloquiare su di Rostand, della «Bella Rosaspina «Latvchemipiace».InsommatantitemipertantiinMaria Ferraro, Roberto Borgis (sindaco di Bardo- addormentata» di Emma Dante, all’ormai classico teressi e impossibile non trovare il tempo: praticanecchia e storico) e Ivana Ferri. Due sole puntate «Novecento» di Baricco per arrivare a «I cattivi pen- mente ogni giorno c’è uno spettacolo. Il programma invece,machesipreannuncianointense,quelleche sieri»diLuigiFirpolettiecommentatidaUgoGrego- completosuwww.tangramteatro.it.Tel.011/338698. TIZIANALONGO
IN AGOSTO SCOPRIMINIERA A PRALI
NEL CUORE DELLA TERRA VIAGGIO CON I MINATORI
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Pralitornanoasuonare le sirene del «Secondo turno». Venerdì 1, giovedì 7, mercoledì 13 e giovedì 21 agosto Scopriminiera organizza quattro speciali visite della miniera Paola – uno dei più importanti poli d’estrazione del talco – con l’accompagnamento dei minatori della Val Germanasca. Un modo per vivere sulla propria pelle il duro lavoro in miniera, fattodisacrificiespessoanchedipaure. Suggestioni sonore accompagneranno i visitatori in un percorso interattivo che raggiunge i quattrocentometrididislivello,primaa bordo di un trenino sugli an- 2 L’ingresso alla miniera Paola tichi binari della cava, poi a piedilungoicantierid’estrazionedelBiancodelleAlpi.Sipartealle16,30ei postisonolimitatissimi,suprenotazioneallo0121/80.69.87.Ealterminedel tour sarà anche possibile prender parte alla merenda sinoira organizzata dal Ristoro del minatore, da riservare al 348/81.45.311. Per conoscere invecel’ambientenaturalisticochecircondal’Ecomuseo,sabato2e9agostosono in programma due escursioni alla scoperta delle «tracce di storia» socialeedeconomicadellaValGermanasca,gratuitemasuprenotazioneentroleore17delvenerdìprecedente.Infosuwww.scopriminiera.it. [N.PEN.]
FINO AL 6 AGOSTO A BARDONECCHIA
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IL 4 E IL 5 A SAUZE
TESEI, FUMERO NERI: TRIS D’ASSI
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n vacanza si ma con la mente sveglia e voglia di ridere. Il 4 e 5 agosto al Teatre d’Ou di Sauze d’Oulx si possono fare entrambe le cose. Alla mente, lunedì 4, ci pensa Francesco Tesei, il noto mentalista nel suo «Mind juggler», show che coinvolge lo spettatore facendolo diventare il vero protagonista della serata, attraverso l’uso dei cinque sensi, con il pensiero, con la percezione, l’immaginazione e la comunicazione. Al divertimento invece martedì 5 provvedono due campioni della risata: Franco Neri e Margherita Fumero in «Vedova Pautasso Antonio in cerca di matrimonio», ideale omaggio a Erminio Macario al quale la commedia si rifà. Questa «vedova» (scritta dallo stesso Neri insieme con Bruno Furnari, Gigi Saronni e Cristian Messina) nasce infatti dall’idea di raccontare il seguito di «Pautasso Antonio esperto di matrimonio». Il risultato è una commedia moderna dove sentimenti e quotidianità, gag ed equivoci suscitano tante risate. Inizio spettacoli ore 21, biglietto 10 euro. [T. LG.]
TANTE INIZIATIVE AL PARCO DELLA MANDRIA
Romano Canavese Autori del Settecento La rassegna musicale di Romano Canavese, a cura di Fondazione Arte Nova e Accademia del Ricercare, si chiude con due appuntamenti nella chiesa di Santa Marta. Venerdì 1 agosto alle 21,15 è di scena l’Ensemble Zefiro formato da Paolo Grazzi (oboe), Alberto Grazzi (fagotto), Gaetano Nasillo (cello) e Luca Guglielmi (clavicembalo). Il programma è incentrato sulla musica del Settecento, con autori di alto rilievo: Georg Friedrich Händel, Johann Sebastian Bach, Antonio Vivaldi, Giovanni Benedetto Platti, François Couperin, Georg Philipp Telemann. Domenica 3 alle 17,30 si tiene il concerto di chiusura del Corso Internazionale di Musica Antica. Gli allievi delle classi di Lia Serafini (canto), Lorenzo Cavasanti e Manuel Staropoli (flauti), Maurizio Cadossi (violino), Noelia Reverte (viola da gamba), Federico Bagnasco (violone), Daniele Bovo (cello), Sergio Ciomei e Claudia Ferrero (clavicembalo), Ugo Nastrucci (tiorba), con le coreografie di Alessandro Pontremoli, presentano musiche di Praetorius, Alessandro Marcello, Lully, Vivaldi e Bach. Ingresso libero. Info: 0125/711.298, accademiadelricercare@tin.it. [L.O.]
2 Il mentalista Francesco Tesei
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TREKKING IN NOTTURNA O SUL COCCHIO DEI GOLOSI
a Mandria non va in vacanza: per tutta l’estate proseguono le iniziative storiconaturalistiche organizzate dalla riserva regionale, il più significativo esempio di foresta planiziale piemontese. Venerdì 1 agosto alle 21,30 c’è il trekking notturno sul comportamento degli animali al variare delle stagioni e sabato 2 alle 21 il «Giroghiro» adatto a tutta la famiglia, entrambi con la condu- 2 Il suggestivo trekking notturno nel Parco della Mandria zione delle Strie su prenotazione al 328/58.59.797. Domenica 3 nica 3, nei quattro tour di «Signori in alle 19,30 da piazza della Repubblica di carrozza» in programma dalle 14,30 alle Venaria Reale parte il «Trenino goloso» 16,45 da Ponte Verde. con Apericervo, per lasciarsi deliziare A San Lorenzo, domenica 10 è previsto da un safari nella riserva di caccia del il trekking «Le mille e una stella», con Re. Per gli amanti della natura selvag- partenza alle 21,30 dal cancello di Druengia e dei sapori piemontesi, martedì 5 to, in viale Medici del Vascello. E domenie 26 agosto alle 18,15 da Ponte Verde ca 31 Villa dei Laghi sarà raggiungibile a c’è invece la «Carrozza dei golosi»: un bordo del segway, il monopattino elettrico tour per pochi partecipanti nella tenuta d’ultima generazione a due ruote paralledi Villa dei Laghi con merenda sinoira le, da noleggiare all’Info Point di viale en plein air organizzata dal ristorante Carlo Emanuele II 256 di Venaria Reale. Il di Cascina Prato Pascolo. Su un elegan- tutto su prenotazione, allo 011/49.93.381. te cocchio si potrà andare anche dome- Info su www.parcomandria.it. [N.PEN.]
DA NON PERDERE
GIOVANI STRUMENTISTI E AMPIO SPAZIO ALLE CHITARRE 2 Dal 12 la classica nella Via Lattea
Bardonecchia si conclude l’ampia proposta di concerti che ha fatto da corona ai corsi di perfezionamento a cura dell’Accademia di Musica di Pinerolo, che quest’anno ha sostenuto tutto l’onere organizzativo e finanziario. Oltre agli allievi, che ogni giorno alle 17,30 fino a mercoledì 6 suonano al Parco La Trouvaille, si annunciano musicisti affermati. E si fanno avanti i chitarristi alle 18 nel Palazzo delle Feste: sabato 2 Giorgio Perrino e Giuseppe Siciliano, domenica 3 Rosalinda Morello e Davide Prina, lunedì 4 Chiara Riscica, martedì 5 Giuseppe Buscemi. Nella parrocchiale di Sant’Ippolito suona-
no alle 16 altri strumentisti. Venerdì 1 Lea Galasso e Mari Fujino (violoncello e piano) affrontano Schumann, Debussy e Brahms, mentre lunedì 4 Michela D’Amico al violino e Valentina Messa al piano si cimentano con Grieg e Schumann. Valentina Messa suona anche martedì 5 ma con un’altra violinista, Marta Tortia, e stavolta gli autori sono Stravinskij («Suite Italienne»), Wieniawski (Studio n. 2 «La velocità») e Brahms (l’Allegro non troppo dal «Concerto per violino e orchestra op. 77»). E mercoledì 6 il pianista Giovanni Doria Miglietta svaria da Marcello-Wild a Chopin e da Debussy a Gershwin. Tutti i concerti sono liberi. Info: 0121/321.040. [L.O.]
2 Ferragosto con Malika a Sportinia 2 Il 21 agosto Irene Grandi al Parzo Zoom 2 Dal 22 le leggende del jazz ad Avigliana 2 Il 23 c’è Vincenzo Nibali al Sestriere 2 Dal 29 la ceramica a Castellamonte
la Repubblica VENERDÌ 8 AGOSTO 2014
LA CURIOSITÀ
Al Museo Montagna colazione all’alba per suoi i 140 anni EMILIO VETTORI
NA colazione al sorger del sole per ricordare con semplicità la “prima pietra” del Museo Nazionale della Montagna. La propone per domani mattina, in ora antelucana, lo stesso museo, che dà appuntamento alle 6 sulla propria terrazza panoramica per aprire la giornata con un caffè e una fetta di torta (compresi nel prezzo del biglietto d’ingresso) ammirando i giochi di luce dell’alba sulla cornice delle Alpi. È il primo dei tanti eventi che quest’anno celebreranno i 140 anni dalla nascita del museo: il 9
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agosto 1874, infatti, sul Monte dei Cappuccini fu costruita la piccola edicola in legno dotata di cannocchiale (la “Vedetta Alpina”) per ammirare lo straordinario panorama di oltre 450 chilometri di Alpi all’orizzonte, dal Monviso al Monte Rosa. Un’emozione che si ripeterà (tempo permettendo) anche domattina.
Colazione in terrazza panoramica Museo della Montagna, Monte dei Cappuccini, domani, ore 6 © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’intervistaLo psichiatra Andreoli in scena a Bardonecchia “Recito nei panni di me stesso, in bilico tra favola e realtà per raccontare l’eterna infanzia e i sogni dei ragazzi di oggi”
Peter Pan e il
professore MAURA SESIA NO psichiatra di fama interna-
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zionale nel ruolo di se stesso, ma il suo forte carisma è dote dei grandi attori: Vittorino Andreoli incarna “Peter Pan e la fatica di crescere”, domani alle 21 al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, per il festival “Teatro & Letteratura” di Tangram Teatro, che firma anche questa anteprima che debutterà a settembre a “Torino Spiritualità”. Lo accompagnano in questa bizzarra avventura Patrizia Pozzi, Bruno Maria Ferraro, Roberta Bacciolo e la bambina Susanna Ferro; la regia è di Ivana Ferri, la collaborazione musicale di Gigi Venegoni, la colonna sonora di Edoardo Bennato. Andreoli è di una gentilezza preziosa. «Peter Pan, nella mia professione, è ben presente, c’è la sua sindrome, che si riferisce a casi di resistenza a crescere; riguarda il passaggio dall’infanzia all’adolescenza ma anche quello successivo, quando si continua a resistere rifiutando l’età adulta». Il palco però è altro, rispetto al suo lavoro:
come si è trovato nelle vesti di teatrante? «Premetto che amo molto le favole e ritengo ci sia oggi la possibilità di rileggere le fiabe in maniera educativa». Così, in scena, questa sua esigenza ha trovato terreno fertile? «In qualche modo sì; dopo una mia conferen-
“Emozionato? No, avevo già lavorato con Albertazzi. Qui parlo della fuga dal mondo nel web che è l’odierna isola che non c’è” za a Torino Spiritualità mi avvicinarono Ferraro e Ferri per propormi un progetto relativo alla crescita, con una lettura del tutto particolare, che avrei contribuito a sostenere. Ed eccomi qui». È emozionato? «Non troppo, perché non devo propriamente recitare; mi capitò una volta di lavorare con Giorgio Albertazzi, ci eravamo scambiati i ruoli, lui era uno psichiatra mentre io ero un attore di fa-
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ma, in un gioco sullo sdoppiamento dell’identità molto interessante. Qui, della drammaturgia, mi piace l’approccio analitico con la favola, che è tratta dall’opera originale di Barrie». Cosa la spinge ad affrontare questa esperienza? «Il livello divulgativo è quello che mi motiva, con un taglio psichiatrico, ma in senso educativo; la fuga dal mondo del concreto da parte degli adolescenti, il rifugio nell’isola che non c’è, che è internet, rendono i ragazzi di oggi vicini a Peter Pan». Sull’adolescenza “congelata” si riesce a riflettere, in teatro? «Per il benessere della gente credo si debbano usare tutte le forme espressive e mi sto accorgendo che c’è teatro dappertutto. Il mio scopo non è quello dell’arte o della scena ma dell’efficacia della comunicazione, per insegnare come il mondo che non c’è serve per vivere meglio con quello che c’è». Lei viene abbastanza a Torino, le piace? «Molto, ricordo una straordinaria vitalità intellettuale negli anni 60, simile alla rinascenza dell’ultimo periodo. Torino è una grande città». © RIPRODUZIONE RISERVATA
CINEMA
CINEMA A PALAZZO Alle 21 in piazzetta Reale 1, per «Cinema a Palazzo», replica la proiezione di «The General» di Keaton e Bruckman con sonorizzazione dal vivo a cura dei Perturbazione. Ingresso 7 euro. TUTTO GREENWICH Per la rassegna estiva del Greenwich Village di via Po 30, alle 16.30 si proiettano «Allacciate le cinture» e «Blue Jasmin». Alle 18.30 «La sedia della felicità» e «La città incantata». Alle 21 «Allacciate le cinture» e «Blue Jasmin». Info 011/8390123 e 348/9865263. AIACE SUMMER ED. Per «Aiace Summer Edition», al Due Giardini in via Monfalcone 62, alle 16.30 il corto «Sbam» e il film «In solitario» di Christophe Offenstein. Alle 19 il corto «Arithmetique» e il film «Alabama Monroe. Una storia d’amore» di Felix Van Groeningen. Alle 21 il corto «Dream and Bass» e il film «In solitario» di Christophe Offenstein. Alle 16.30 il corto «Wives Supermarket» e la pellicola «Gloria» di Sebastian Lelio. Alle 19 il corto «La fiera dei morti» e il film «Philomena» di Stephen Frears. Alle 21 il corto «Sbam» e la pellicola «Gloria». Info 011/538962 e www. aiacetorino. it (ga.cr.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
MUSEI
EGIZIO Via Accademia delle Scienze 6, martedìdomenica 8.3019.30. Visite guidate, 011/4406903. Nell’ipogeo “Immortali”. POLO REALE Orario 8,30-19.30, venerdì fino alle 21.30. Si entra con un solo biglietto in 3 musei (Archeologia, Palazzo e Armeria Reale). PALAZZO MADAMA Piazza Castello, martedì-sabato 1018, domenica 10-19. In corso “Tesori dal Portogallo” e “Tina Modotti”, 011/4429911. GAM Via Magenta 31, martedì domenica 10-18, giovedì 1022.30, 011/4429518. Proseguono le mostre di Sarmento e Fogliati. MAUTO Corso Unità d’Italia 40, 011/677.666. Aperto lunedì 10-14, martedì 14-19, mercoledì, giovedì, domenica 10-19, venerdì, sabato 1021. CINEMA Mole Antonelliana, 011/8138511, martedì-domenica 9-20, sabato 9-23. Visite alle collezioni, in corso “Best Actress”. NUMERO VERDE Per informazioni 800.329329. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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50 .In città
STAMPA .LA MERCOLEDÌ 27 AGOSTO 2014
Mostra di Juliao
Tributo all’artista portoghese Juliao Sarmento alla Gam (via Magenta 31): la mostra, aperta dalle 10 alle 18, ne analizza l’opera legata ai temi femminili e all’oggetto. Fino al 31agosto.
Tesori dal Portogallo
Dalla storia alla satira
Dipinti, manoscritti, sculture e disegni: 120 opere nella mostra «Tesori dal Portogallo. Architetture immaginarie dal Medioevo al barocco» a Palazzo Madama: orario 10-18.
Sino al 31 agosto è allestita la mostra«Dalla storia alla satira Cronache ed eventi in caricatura da Cavour ad Andreotti» all’8Gallery (via Nizza 230): dalle 10 alle 21.
In coda
Gli eventi
Sono sempre moltissimi i partecipanti agli incontri di Torino Spiritualità, l’anno scorso hanno superato i 45 mila. Quest’anno la biglietteria aprirà due settimane prima
Dervisci Martedì 23 settembre alle 21,30 al Teatro Regio lo spettacolo della danza sacra dei monaci islamici sufi fatta di rapide giravolte e slanci mistici
EMANUELA M INUCCI
C
o n ce n t ra z i o n e. Relax. Pensiero allo stato puro. È un unico muscolo in azione: il cuore intelligente. A lui, perfetta fusione di razionalità e sentimento, sarà dedicata la prossima edizione di «Torino Spiritualità» che dal 24 al 28 settembre festeggerà i suoi primi dieci anni. Sarà un appuntamento scandito da 140 incontri, 150 voci dal mondo, 35 associazioni coinvolte e ben 40 location. Un evento sempre più ricco, insomma, di quelli per cui ci si mette in coda - e sono file lunghe - volentieri, con ospiti del calibro di Zygmunt Bauman il teorico della «modernità liquida» e Shin Dong-hyuk il trentaduenne cresciuto in uno dei peggiori campi di prigionia della Corea del Nord, e l’unico che sia riuscito a fuggirne
Camminate Dal 20 al 21 settembre «Camminate spirituali» tra foreste e santuari del nostro territorio insieme con esperti come Davide Sapienza e Tiziano Fratus
ANTEPRIMA
Un corso di meditazione e due workshop di preparazione e a raccontare quei terribili giorni in un libro. Pagine che hanno costretto l’Onu a costituire una commissione d’indagine sugli orrori del regime Pyongyang. La preparazione
Organizzata come sempre dal «Circolo dei Lettori» per quest’edizione, la decima, si sono moltiplicate le location (che toccano un po’ tutti i quartieri della città) e pure gli ospiti di livello internazionale insieme con le iniziative. Si comincia con un’anteprima, un percorso «esperienzale» per immergersi nel clima della manifestazione, nel weekend che la precede - dal 20 al 21 settembre. Si tratta di «Mindfulness», per aumentare la consapevolezza di sé, due workshop e un seminario con Henk Barendregt, Gregory Kramer, insegnanti di fama internazionale di meditazione Vipassana e Fabio Giommi. La Mindfulness attinge alla tradizione del buddhismo e fa emergere un’autentica consapevolezza di sé, adeguata ai contesti e alle esperienze della vita quotidiana. Il suo potere liberatorio è stato sperimentato negli ultimi anni anche in ambiti clinici e psicosociali per affrontare le forme in cui il disagio ci assale e annebbia. Il secondo percorso consiste nelle ormai tradizionali «Camminate Spirituali»: passeggiate tra foreste e santuari in collaborazione con Torino e le Alpi e Dislivelli, condotte da Davide Sapienza e Tiziano Fratus.
REPORTERS
La storia
Torino Spiritualità avrà la sua notte bianca
Fotografie Dal 25 al 28 settembre al Carignano la mostra di Francesca Rosso «Dio ci guida». A Mumbai la fede si fa largo nel traffico feroce
Quasi definito il programma della decima edizione Quaranta location ospiteranno i 140 incontri della kermesse Come prenotare Labiglietteriaapriràduesettimaneprima n Per gli incontri a ingres-
so libero il tagliando va ritirato un’ora prima dell’evento davanti all’ingresso dei singoli spazi. Per gli incontri a pagamento la biglietteria aprirà dal 10 settembre, presso il Circolo dei lettori e on-line sul sito del medesimo. Il costo dei biglietti varia a seconda del tipo di evento: 5 euro per le lezioni, dai 10 ai 12 euro per i seminari di Otium, dai 12 ai 20 euro per gli spettacoli. Come di consueto biglietti ridotti per gli «Amici di Torino Spiritualità». Sempre a partire dalla stessa data sarà possibile prenotare le attività legate alla manifestazioni: Camminate Spirituali, Otium e seminari di Mindfulness. Info su www.torinospiritualita.org. Mentre i biglietti dello spet-
Palazzo Carignano tacolo dei «Dervisci rotanti »sono già disponibili on-line su www.torinospiritualita.org e box office VivaTicket. La biglietteria presso il «Circolo dei lettori», via Bogino 9 e aprirà a partire dal 10 settembre. Ecco i costi del biglietto intero: poltrona alta visibilità 35 euro, intero 23. Ridotto per gli Amici di Torino Spiritualità: 20 euro.
Da tutto il mondo
traverso le religioni, le grandi L’elenco degli ospiti è di livello inchieste, l’arte. Un modo per molto alto. Dall’attore Toni leggere in filigrana il mondo Servillo al pianista Roberto che ci corre attorno e, nell’era Prosseda. E poi lo scrittore della comunicazione istantaMarek Halter, il fondatore del nea dei social network, fermarDalai Lama Center For Peace si a rifletterci su. and Education Victor Chan, il priore di Bose Enzo Bianchi, la Notte bianca studiosa di scritture vediche Ormai è diventata una specie di Jaya Row, l’economista Geoff rito, connesso con gli eventi culMulgan, il maestro spirituale turali - Artissima docet - ma la induista Radhanath Swami, notte bianca della Spiritualità, la l ’e c o n o m i s t a prima della sua Serge Latouche, I PRIMI OSPITI storia decennale, il critico televisiprogramma Toni Servillo in vo Aldo Grasso, sabato 27 settemSerge Latouche bre, sarà ricca di il giornalista e e Vito Mancuso sorprese di granscrittore Corrado Augias, il teode spessore intelogo Vito Mancuso, il monaco riore. Si terrà a San Salvario e induista Swami Abhishek sarà realizzata con il Comitato Chaitanya, la scrittrice Valeria Interfedi della Città, Wild Parrella, il teologo gesuita Bar- Flowers e il patrocinio della Cirtolomeo Sorge, lo psicanalista coscrizione 8. Si andrà alla scoMassimo Recalcati, il giurista perta dei diversi luoghi di culto e Gustavo Zagrebelsky, lo psi- dei gruppi etnici che convivono chiatra Vittorino Andreoli e il in città attraverso mostre, conmatematico Piergiorgio Odi- certi, letture, spettacoli, perforfreddi. Si andrà dalla filosofia mance artistiche». alla letteratura, passando attwitter @emanuelaminucci
La notte Sabato 27 settembre a San Salvario con il Comitato Interfedi si andrà alla scoperta di luoghi di culto, letture, dibattiti e incontri
Mindfulness Dal 20 al 21 settembre il percorso Mindfulness, per una consapevolezza di sé due workshop e un seminario
TEMPO LIBERO
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Spettacolando EXILLES FEST
“Piramidi e Pentole” ÔDomenica a Exilles verrà presentato il libro “Piramidi e Pentole”, originale approccio gastronomico alla grammatica egizia scritto dagli archeologi Marta Berogno e Generoso Urciuoli. L’iniziativa, in programma alle ore 12 in piazza Cavour, è inserita nel quadro di Exilles Fest 2014, manifestazione di richiamo che coniuga letteratura, musica, storia, arte e cibo, e vedrà la partecipazione, accanto agli autori Marta Berogno e Generoso Urciuoli, delle foodblogger Irene Prandi di Stuzzichevole.com, e Alessandra Giovanile diRicette di Cultura. ASTI
Collisioni e Douja d’or ÔDopo il Barolo delle Langhe, il Barbera di Asti: il festival Collisioni si propone dal 15 al 19 settembre nell’ambito della tradizionale rassegna Douja d’or di Asti. Incontri per dialoghi a sfondo musicale con cinque personaggi d’eccezione: Arisa, Carlo Cracco, Paolo Crepet, Enrico Ruggeri (18) e Claudio Baglioni. CASTELLO DI MASINO
Visita teatrale
ÔNella splendida cornice del Castello di Masino a Caravino , Bene del Fai Fondo Ambiente Italiano - appuntamento domani con le visite teatrali della rassegna “Domenica in Castello”: si tratta di un coinvolgente spettacolo itinerante e interattivo volto a mostrare la ricca residenza Valperga sotto una luce del tutto inedita. Un’insolita e bizzarra guida d’eccezione in costume accompagnerà i visitatori raccontando storie e curiosità che riguardano la lussuosa dimora (tel. 0125.778100).
sabato 30 agosto 2014
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SAN SALVARIO
In chiesa per la Notte bianca della Spiritualità Sabato 27 settembre il quartiere di San Salvario aprirà alla sera le porte della Sinagoga, del Tempio Valdese, delle Chiese cattoliche, della Moschea di via Saluzzo. Sarà la prima volta della Notte Bianca della Spiritualità. È questa la novità della manifestazione ideata da Antonella Parigi e che quest’anno compie i primi due lustri di vita. In programma dal 24 al 28 settembre prossimo, “Torino Spiritualità” proporrà per questa edizione, intitolata “Il cuore intelligente”,
140 incontri in 40 sedi. Incontri che saranno per due terzi gratuiti e per un terzo a pagamento (i biglietti variano dai 5 ai 23 euro). Tra gli ospiti attesi sotto la Mole il filosofo polacco Zygmunt Bauman, autore della definizione di “modernità liquida”, e Shin DongHyuk, che fu detenuto da ragazzo nei campi di prigionia della Corea del Nord e dai quali riuscì a fuggire da adulto da cui è riuscito a fuggire da adulto. [l.mo.]
LIDO Lunedì sarà proiettato in concorso “Il giovane favoloso” del direttore del Teatro Stabile
La Mole sul red carpet di Venezia con il Leopardi firmato Martone Luigina Moretti
E
ora tocca a Torino. La città della Mole gioca a Venezia il suo pezzo da 90. “Il giovane favoloso”, film di Mario Martone su Giacomo Leopardi, sarà proiettato lunedì prossimo alla 71esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia per concorrere al Leone d’oro. Nonostante quest’anno la gara sia apertissima e non ci siano superfavoriti, la pellicola del direttore del teatro Stabile torinese si pone tra quelle con maggiori chances di vincere l’ambito riconoscimento. «Dopo “No i credevamo” - ha spiegato Martone - mi sono detto: non posso fare un altro film sull’800. Volevo fare addirittura un film di fantascienza, ma la figura di Leopardi mi ossessionava e ho deciso di seguire la passione». Girato tra Recanati, Napoli, Firenze, Roma, il film racconta, ancora nelle parole del regista, «la storia di un uomo in conflitto col proprio tempo, con il confor-
Elio Germano è “Il giovane favoloso”
mismo di un’epoca». A dare voce e volto al tormentato poeta Elio Germano, mentre nei panni di Antonio Ranieri, l’amico della vita di Leopardi, è Michele Riondino e in quelli di Paolina Leopardi, Isabella Ragonese. Nel cast figurano anche Massimo Po-
pulizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Sandro Lombardi, Iaia Forte, Raffaella Giordano, Edoardo Natoli, Federica De Cola. Dopo un’anteprima a Recanati, “Il giovane favoloso” uscirà nelle sale italiane il 16 ottobre prossimo.
Ci sarà un altro pezzo di Torino oggi al Festival veneziano. Nella categoria “Venezia classici” verrà infatti presentata la versione restaurata de “L’udienza” di Marco Ferreri con Enzo Jannacci, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, un restauro promosso dal Museo Nazionale del Cinema di via Montebello in collaborazione con la Cineteca di Bologna. E se l’attesa della giornata è tutta per Al Pacino e il suo “Mangleorn” di David Gordon Green, domani toccherà all’ultimo dei tre film italiani in concorso, “Hungry hearts” di Saverio Costanzo (il primo è stato “Anime nere” di Francesco Munzi). Il film, tratto dal libro “Il bambino indaco” dello scrittore padovano Marco Franzoso, è interpretato da Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell. Sempre per l’Italia, e sempre oggi, nella sezione Orizzonti del Festival verrà proiettato “Senza nessuna pietà” di Michele Alhaique con Francesco Favino.
delPiemonte
ilGiornale SABATO 30 AGOSTO 2014
EDITORE : POLO GRAFICO S.P.A.
Anno XIII numero 205
www.ilgiornaledelpiemonte.com
CRISI SENZA FINE
A TORINO I PREZZI SONO IN CADUTA LIBERA Alla faccia degli 80 euro di Renzi, l’Italia è in deflazione. E anche sotto la Mole si registra un calo dello 0,6% rispetto al 2013. Le flessioni più consistenti per i prodotti «da carrello» MATRIMONIO CON CHRYSLER
Il recesso degli azionisti Fiat rimane sotto controllo: avanti con la fusione Tutti garantivano di essere tranquilli,maqualchetensione-soprattuttoinBorsa-erasembrataevidente, soprattutto negli ultimi giorni. Ma ora è arrivata una schiarita definitiva sul futuro della fusione tra Fiat e Chrysler. In base a quanto co-
IPOVEDENTI «Stop ai tagli dell'Asl To3 sui disabili visivi»
municatodaiverticidelLingotto,infatti,èrimastasottoquota500milioni la procedura di recesso da parte degli azionisti contrari al procedimento che farà nascere FCA entro la seconda metà di ottobre. Massimiliano Sciullo a pagina 9
mo caso di deflazione, come precisato dall’Istat, risale al settembre del 1959, quandoperòl'economiaerainfortecrescita.Alloralavariazionedeiprezzirisultònegativadell'1,1percento,inunafase di sette mesi di tassi negativi. Ora è purtroppo tutta un’altra storia. Secondo le rilevazioni effettuate dal Servizio Statisticadella Città di Torino, anche sotto la Molea far registrare le flessioni piùconsistenti sono innanzitutto i prodotti «da carrello».Unrisultatotutt’altrocheincoraggiante per Matteo Renzi, il premier dell’ottimismo e degli 80 euro serviti a ben poco. Ilaria Dotta a pagina 3
LUGLIO DA RICORDARE
Un mese in doppia cifra per lo scalo di Caselle
Ègrandelapreoccupazione dei disabili visivi alla ripresadelleattivitàautunnali. Si prospettano ancora dei tagli sui servizi e poche certezze per il futuro. L'Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (APRI - Onlus) coglie l'occasione per sottolineare alcune gravi questioni riguardanti i nonvedentieglientipubblici. Si comincia denunciando che l'Asl To3 ha imposto un taglio fino al 10 per cento sulle tariffe orarie degli educatori impegnati nell'assistenzascolasticadeidisabili visivi.Secondoiresponsabili dell’associazione, «questo fatto, unito ai ritardi cronici nelpagamentodellefatture, rischia di costringere alla chiusura di cooperative e agenzieoperantidaanninel settore».«Ormai-ricordano - alcune di queste realtà non riescono più a garantire gli adeguamenti contrattuali del loro personale e la tendenza inaugurata dall'Asl To3rischia di estendersi (...) segue a pagina 3
In abbinamento obbligatorio al numero odierno de «il Giornale» (GDP+ il Giornale Euro 1,40) non vendibile separatamente
Ora è ufficiale: l’Italia è in deflazione perlaprimavoltadaoltre50anni.Èquestala notizia diffusa ieri dall’Istate subitorimbalzatasu tuttiisitiInterneteportali di informazione con l’impatto di unabruttaprofeziachesiavvera.Adagosto l'indice dei prezzi al consumo ha segnatouncalodello0,1percentorispetto allo stesso mese dello scorso anno (era +0,1aluglio).EaTorinolaflessioneèaddirittura del -0,6 per cento. Una sorpresasoloa metà vistoche,mentre a luglioi prezzi nazionali salivano ancora dello 0,1 per cento, in dieci grandi città - tra cui appunto Torino, ma anche Roma -, risultavano essere già in discesa. L'ulti-
CUNEO
Fatture false per 2 milioni: denunciato a pagina 11
NOVARA
Treni, lunedì l’incontro con i sindaci a pagina 12
BIELLA Un aumento di passeggeri a doppia cifra:robadarecord,soprattuttoseconfrontato con quanto fatto dagli altri a livelloitaliano.Ilmese diluglio lasciaallo scalodi Torino Caselle una delleeredità miglioridisempre,cheloriportanoailivellitoccatiprimadellacrisi.Lodiconoi datidiffusidall’associazioneFlyTorino, chequantificainun+16,5%l’andamento del traffico a luglio. Nel resto del Paese, per quanto nell’ambito di un trend comunquepositivo,cisièfermatiparecchioprima:+4,2%).Acontribuireinmanieraconsistenteaquestaottimaperformancesonosìivolinazionali,malapartedelleonelarecitanoicollegamentioltre confine, come quelli con Amsterdam e Barcellona. E ora si attende l’inverno, con l’introduzione dei nuovi voli verso l’Est Europa. Andrea Feltrinelli a pagina 7
La società sportiva era una pizzeria a pagina 13
ALESSANDRIA
«Casale lotti ancora contro l’amianto» a pagina 15
OGGI E DOMANI
DAL 24 AL 28 SETTEMBRE
Di Gavi in Gavi 2014: due giornate speciali
Una Notte bianca e 140 incontri in centro e periferia per festeggiare i dieci anni di Torino Spiritualità
Due giorni nel Gavi per festeggiare i 40 anni dellaDocdelGrandeBiancoPiemontese.Prima ilLaboratorioalFortediGavi,conespertidienogastronomia,cultura,marketingecomunicazione; poi la grande Festa nelle vie e nei cortili del Borgo. «Di Gavi in Gavi» propone quest’anno unamanifestazionechesiapreprimaalletematichedelmarketingedellapromozionedeiterritori enogastronomici italiani, per poi trasformare ilBorgodiGaviinunaesperienzapolisensoriale. Gian Piero Broglia, presidente del Consorzio, sottolinea che «Gavi diventa un paradigma per confrontarsi su metodi e strumenti di narrazione e promozione delle eccellenze enogastronomiche italiane nel mondo».
Torino Spiritualità compie dieci anniefesteggiaconunaNotteBianca.L’appuntamentoènelquartierediSanSalvario per la sera di sabato 27 settembre e l’obiettivoèportaretorinesieturistialla scopertadeidiversi luoghidicultodella città: le chiese cattoliche, la sinagoga, il tempio valdese e la moschea. L'edizione 2014 della manifestazione, in programmadal24al28settembre,ècoordinatacomesempredalCircolodeiLettori. Il filo conduttore della cinque giorni di incontri e dibattiti è «Il cuore intelligente» ed è stato ispirato da una frase di NelsonMandela:«Unabuonatestaeun
buoncuoresonosempreuna combinazioneformidabile».Ben140gliappuntamenti in agenda, con il coinvolgimento di 35 associazioni e 150 ospiti. Tra questi, il sociologo e filosofo polacco Zigmunt Bauman, a cui si deve tra l’altro la definizione modernità liquida», e Shin Dong-hyuk,fuggito daun campo diprigioniadellaCoreadelNordecheharaccontato l’impresa in un libro, «Fuga dal Campo 14, Codice 2014», convincendo le Nazioni Unite ad aprire un’inchiesta. Quarantaintuttoiluoghiinteressatidaglieventiche,perlaprimavolta,usciranno dal centro città per approdare anche in periferia.
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TORINO CRONACA
la Repubblica SABATO 30 AGOSTO 2014
PER SAPERNE DI PIÙ Altre notizie e immagini su torino.repubblica.it
Le scuole piemontesi hanno i nuovi presidi altri 119 entro oggi
IL CASO/1
LA KERMESSE IN PIAZZA D’ARMI
Resta in carcere il docente accusato di pedopornografia
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ABRIZIO Pellegrino deve resta-
re in carcere. Il tribunale del riesame di Torino ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai legali del professore di Dronero, arrestato l’8 agosto per prostituzione minorile, violenza sessuale e pedopornografia. I giudici hanno accolto la tesi dell’accusa: il suo arresto è legittimo perché c’era il rischio che gli incontri nel casotto del ‘Giardino della Lunella’ continuassero e proseguissero gli abusi sui minori, reclutati tra gli ex allievi e Facebook. L’insegnante di Costigliole continuerà a stare in isolamento nel carcere torinese perché, anche fosse stato trasferito agli arresti domiciliari nella sua villa di Pratavecchia, il rischio d’inquinamento delle prove era troppo alto. L’intera rete di giovani molestati dal professore si muove infatti tra i paesi della zona. Gli stessi luoghi delle attività dell’associazione Marcovaldo che presiedeva fino a pochi giorni prima dell’arresto. (j.r.)
È però slittata alla prossima settimana la nomina del direttore dell’ufficio regionale: Manca in pole JACOPO RICCA
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ENTI sono stati individuati ieri, mentre altre 119 scuole senza preside sapranno oggi il nome di chi si occuperà di loro il prossimo anno. Il ministero dell’Economia ha sbloccato la nomina degli ultimi venti vincitori del concorso che hanno scelto la loro destinazione, ma dal Miur è arrivato anche il via libera per l’assegnazione di un altro istituto ai dirigenti che già si occupano di una sede. È slittata alla prossima settimana la nomina ufficiale del nuovo direttore dell’ufficio scolastico regionale. Il nome che circola da tempo è quello di Fabrizio Manca, uno dei dirigenti di stanza negli uffici romani del Miur, ma intanto dalla capitale sono stati affidati ‘pieni poteri’ all’attuale vice, Antonio Catania che ieri sera diceva: «Ho avuto mandato di procedere a tutti gli atti necessari al regolare avvio dell’anno scolastico. Stiamo procedendo al gioco ad incastri per le reggenze. In mattinata pubblicheremo l’elenco completo». Sembrava tutto pronto, ma la rinuncia di un preside ha fatto saltare il complicato meccanismo che assegna una seconda scuola ai presidi: «Alcune sedi sono state richieste da tanti, mentre altre erano poco gradite. Qualcuno ci ha ripensato e ora dobbiamo rivalutare l’elenco in toto». Oltre alle 90 sedi ‘scoperte’ nell’operazione sono coinvolte quelle scuole sottodimensionate che non possono avere un dirigente tutto loro. Tra le scuole della città, nuovo preside per il Giolitti, dove s’insedia Patrizia Tarantino, e il Vittorini di Grugliasco, scelto da Giuseppe Panico. Coperti anche il Centro permanente per l’istruzione degli adulti e gli istituti comprensivi di via Ricasoli, Pacinotti e di San Mauro. Altre quattro sono le sedi assegnate nel resto della provincia. Intanto sono partite le opera-
LA SCHEDA
LA SCADENZA Entro oggi tutte le scuole del Piemonte avranno un preside: 119 ne gestiranno due I PRESIDI Due nuove nomine in provincia di Alessandria, due per Cuneo, cinque per Novara e una per il Vco
zioni per le immissioni in ruolo e gli incarichi annuali dei professori delle medie: per matematica ed educazione tecnica non c’erano abbastanza docenti così le singole scuole dovranno procedere alla nomina dagli elenchi d’istituto. Grande affollamento al Colombatto e all’ufficio scolastico provinciale in via Coazze, dove una delle impiegate del provveditorato è addirittura svenuta nel corso delle nomine: «Un incidente dovuto allo stress cui è sottoposto tutto il personale — ha commentato la direttrice Paola d’Alessandro — In questi giorni stiamo assegnando contratti a centinaia di persone e siamo costretti a lavorare fino a tarda notte per aggiornare gli elenchi. Un lavoro che facciamo con un organico sottodimensionato». Ieri era l’ultimo giorno per due funzionari che, da oggi, sono ufficialmente in pensione, ma «sono rimasti fino a sera per senso del dovere», aggiunge d’Alessandro.
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IL CASO/2
Fatture false per i tartufi d’Alba arrivati dall’estero
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Un’impiegata è svenuta per lo stress, due funzionari in pensione sono rimasti per finire
LE OPERAZIONI Ogni giorno vengono affidati gli incarichi a centinaia di persone: saranno oltre 5mila IL DIRETTORE A dirigere l’ufficio scolastico regionale continuerà a essere per il momento il vice Antonio Catania
Passoni diserta la festa Pd E oggi si parla di “Vento”
«La situazione in cui vengono fatte le nomine è da imputare al ministero — incalza Diego Meli dell’Uil Scuola — All’Usp tutti, dal direttore ai funzionari, fanno uno sforzo enorme per portare a termine le operazioni per l’inizio dell’anno scolastico, ma se a Roma anticipassero i tempi a luglio sarebbe possibile fare tutto con più calma». Sul fronte nomine oggi sarà la volta degli annuali per le elementari e alle medie la lingua straniera e i posti di sostegno per i quali gli uffici garantiscono che verrà trovata una soluzione prima dell’inizio dell’anno scolastico.
UARTIERI senza assessore. Ieri il dibattito in programma alle 18 alla festa del Pd è stato disertato dall’assessore Gianguido Passoni, invitato in piazza d’Armi per spiegare la riforma sul decentramento. Le risposte che si volevano da lui così non sono arrivate e sul palco si sono ritrovati solo tre presidenti di circoscrizione, il consigliere Giusi La Ganga e Guido Alunno, moderatore. Neanche a dirlo, scarsi anche gli spettatori. Questa sera è il giorno dei Giovani Democratici, che alle 21 parleranno del progetto Vento, ovvero la lunga pista ciclabile sul Po. Titolo dell’incontro: “Dalla mobilità sostenibile al turismo”. Con la parlamentare Pd Francesca Bonomo. Alla festa anche il banchetto dei radicali per raccogliere le firme a favore della coltivazione della cannabis a scopo terapeutico. (s.str.)
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N GIRO di fatture false dietro il commercio di tartufi d’Alba di un’azienda della zona. La Guardia di Finanza di Mondovì ha denunciato per l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti il manager di un’affermata società di commercializzazione di tartufi e suoi derivati attiva nell’Albese. Le operazioni contestate dai finanzieri, coordinati dal pm di Asti, Laura Deodato, ammontano a oltre due milioni di euro. L’attività è nata da un controllo fiscale svolto nei confronti di un operatore del settore, risultato evasore totale, e ritenuto dai militari una testa di legno. Da quanto accertato infatti l’uomo, rivestendo formalmente la qualifica di fornitore dell’azienda, avrebbe emesso fatture per compravendite inesistenti. La quantità di tartufi commercializzata infatti, sembrava sproporzionata rispetto alle capacità di produzione del territorio: dai controlli è emerso che i tartufi non erano tutti d’Alba, come invece dichiarato dall’azienda.
LE KERMESSE ORGANIZZATE NONOSTANTE L’ORDINANZA
A CUNEO 500 ESPOSITORI, STAMATTINA INGRESSO GRATUITO
Roy Lichtenstein e Torino Spiritualità due “notti bianche” a San Salvario
Mille stand per la Grande fiera d’estate la vetrina più importante del nord ovest
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RENDERÀ il via il prossimo 24 settembre l’edizione 2014 di Torino Spiritualità, la rassegna coordinata dal Circolo dei lettori che per il decimo anno consecutivo porterà l’attenzione della città sui temi dell’anima, della sociologia e delle filosofie della fede. Tema di quest’anno sarà il «cuore intelligente», a partire dall’affermazione del premio Nobel per la pace Nelson Mandela che «una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile». Il calendario è stato presentato ieri mattina alla commissione cultura del Comune di Torino dal presidente del Circolo Luca Beatrice: dal 24 al 28 settembre l’agenda propone centoquaranta incontri con 35 associazioni coinvolte e centocinquanta ospiti, tra cui il filosofo polacco Zigmunt Bauman e Shin Dong-hyuk,
fuggito da un campo di prigionia della Corea del Nord. L’evento centrale è fissato per sabato 27 settenbre, con la Notte bianca a San Salvario, che potrebbe bissare quella in programma, ma ancora non confermata, per la sera precedente, venerdì 26, organizzata sempre nel quartiere nel nome della «pop art» in occasione dell’inaugurazione dell’attesa mostra di Roy Lichtenstein alla Galleria d’arte moderna. Ma la recente ordinanza del Comune, varata per mettere un freno alle esagerazioni della movida cittadina, prevederebbe che alle due del mattino, proprio in San Salvario, gli abitanti della notte si ritirino dentro i locali. Ipotesi poco compatibile con una notte bianca. Anzi due. (mc.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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ILLE stand e cinquecento espositori su un percorso di tre chilometri e mezzo. È la ricetta consolidata per la Grande fiera d’estate di Cuneo che ha aperto i battenti ieri pomeriggio per la sua trentanovesima edizione nell’area Miac, nella frazione Ronchi di Cuneo. Fino al 7 settembre l’esposizione, che si conferma la più grande vetrina commerciale del Nord Ovest, ospiterà aziende dell’arredamento, tecnologia, enogastronomia, tempo libero, florovivaismo, meccanizzazione e del benessere. La novità di quest’anno è l’ingresso gratuito il sabato mattina dalle 10 alle 14 (negli altri giorni costa 6,5 euro dai 13 anni in su): è sufficiente accreditarsi sul sito, scaricare il modulo e presentarlo all’ingresso. Un segno di attenzione verso le famiglie e il pubblico che è la vera linfa pulsante di
un evento che, da quasi quarant’anni, segna, da queste parti, il passaggio dall’estate all’autunno. «In un momento in cui l’economia ha bisogno di concretezza — spiega l’amministratore unico di Al. Fiere eventi Massimo Barolo — questo evento rappresenta per le nostre aziende un momento fondamentale di contatto con il cliente che può toccare con mano la qualità e l’affidabilità dei nostri prodotti». È ricco anche il programma di eventi: oggi alle 17 corso di musicoterapia nel padiglione spettacoli e a seguire la serata danzante. Domani vanno invece in scena le ricette di «Masterchef» e il talent show dei maestri artigiani di Confartigianato che si sfideranno a colpi di battitura, forgiatura e lavorazione del ferro. (mc.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Voci a confronto
Torna il bisogno di un cammino perl'anima Sempre meno persone seguono le religioni tradizionali. Ma l'esigenza di rispondere alle domande chiave della vita prende spesso altre strade, a volte lontane dalla nostra cultura, ma che possono dare stabilità e gioia interiore. Ecco quattro testimonianze intense uest'estate, forse abbiaQ mo fatto meno vacanze. Ma monasteri, eremi, con-
storia di Cristo ricostruita da Vito Mancuso in base ai Vangeli apocrifi. E, per setventi dove passare qualche tembre, si annuncia molto giorno tra preghiere, medi- ricco il programma di Torino tazione e vita semplice hanno registrato un boom di presenze. E questo non è l'unico segnale di un ritrovato bisogno di spiritualità. Ai vertici delle classifiche dei libri più letti, per esempio, c'è da settimane La vita segreta di Gesù (Garzanti), la
16 Confidenze.
di Barbara Gabbrie
casa dove sono nata mi emozionano. È lì che sento la presenza del nostro Creatore» dice Maria Giovannini, classe 1936, nona di 11 figli, tutti cresciuti in un paesino dell'Appennino emiliano. Dal 1968 è una testimone di Geova. «Quando morì mio padre, per me fu un colpo. Avevo una bambina piccola e ne aspettavo un'altra. Le domande sul mistero della vita e su quello che sarebbe avvenuto dopo la morte mi assillavano. Un giorno, passarono di qui i testimoni di Geova. Grazie a loro iniziai a leggere la Bibbia. E lì trovai tutto ciò di cui avevo bisogno». Maria cita il Vecchio Testamento e il Vangelo. Sono questi i fari che illuminano la sua strada. «Gesù ha detto che verrà il giorno in cui tutti quelli che giacciono nelle tombe risorgeranno. Quando ho letto queste parole, non ho potuto far altro che pensare a mio padre e mi sono sentita profondamente serena». La fede da un'impronta a tutta la sua vita quotidiana. «Mi ha insegnato che non viviamo così, tanto per fare, e che ogni nostro gesto ha un'utilità. E so anche che il Signore ci vuole salvare. Sono tranquilla. Vorrei che lo fossero anche gli altri. Per questo m'impegno con grande gioia nella predicazione».
Spiritualità (dal 24 al 28, www.torinospiritualita.org), festival che ogni anno stimo- Anna Momigliano, la il dialogo sul significato ebrea praticante più profondo del nostro es- «Credere aiuta a scegliere sere. Quattro persone ci tra egoismo e bene comune» raccontano il loro persona- «L'ebraismo per me è una lissimo cammino spirituale. bussola morale» esordisce Anna Momigliano, 33 anni, giornalista, scrittrice e auMaria Giovannini, trice del blog annamomi. testimone di Geova wordpress.com. «Uno dei «La fede m'insegna che suoi principali insegnameni nostri gesti sono utili» «I prati colorati davanti alla ti è quello di bilanciare il
rispetto dell'individuo con il bene comune. E io mi oriento nel mondo tenendo sempre presente che ci sono queste due esigenze in tensione tra loro. E ciò che ho fatto, per esempio, quando sono stata invitata al matrimonio di un'amica che è ebrea, ma ortodossa: ha una concezione dell'ebraismo diversa dalla mia e segue regole molto più rigide. In quell'occasione ho capito che non dovevo fingere di condividere i suoi valori, rinunciando ai miei, ma neppure avrei potuto offendere o mettere in imbarazzo la comunità di cui ero ospite. Ho scelto una via di mezzo: ho indossato una gonna lunga, ma non fino ai piedi come fanno loro e ho ballato insieme al mio compagno, ma senza accentuare il contatto». A Milano, dove vive, Anna frequenta una sinagoga riformata, che si distingue da quella ortodossa per un approccio più progressista. «L'ho scelta perché rispecchia il mio modo di vivere la spiritualità ebraica stando nel mondo contemporaneo. Non ci vado tutte le settimane, ma al sabato interrompo il tran tran quotidiano e prego». Trigunananda, sanyasin (monaco laico) «Coltivo la serenità e la tollerenza con lo yoga» Talvolta la spiritualità, invece, passa attraverso il corpo, senza poterne prescindere.
È il caso di chi segue la disciplina dello yoga tradizionale. Come Trigunananda, al secolo Ferruccio Ascari, 65 anni, fondatore del Centro studi Yoga di Milano. «Come la maggior parte degli italiani, vengo da una famiglia cattolica. Non ho avuto una grande educazione alla spiritualità. Questo, però, non è stato uno svantaggio perché ha dato impulso alla mia ricerca personale. Ho studiato arte e poi mi sono laureato in filosofia. A quel punto avevo alcuni strumenti di riflessione, ma mi mancava qualcosa, che ho trovato nello yoga». Ferruccio per 30 anni, ogni anno, è andato in India a studiare. E oggi è un sanyasin. «Sono un monaco laico, un monaco interiore che nel mondo ha una vita, una moglie e dei figli. Perché lo yoga è questo: non cambia le forme esteriori, ma l'at-
teggiamento interiore. Coltivo lo spirito con la pratica quotidiana e costante. Ed è attraverso il corpo, con il respiro, che posso avere accesso a livelli mentali profondi». Lo yoga ha dato a Ferruccio anche un approccio particolare verso il prossimo. «Nella mia filosofia, l'altro non è una persona da educare e da portare dalla tua parte, ma è colui che ti dice qualcosa di te che non sai. Infatti, lo yoga non fa proselitismo e questa è una grande lezione di libertà». Cristìna Barzini, buddista «H mantra buddista mi da tanta forza» «Da 22 anni recito il Gongyo, la preghiera fondamentale del Buddismo secondo la corrente di Nichiren Daishonin» racconta Cristìna Barzini, 53 anni, titolare di una cartoleria nel cuore di Firen-
IL PARERE DELL'ESPERTO «In un mondo in cui la realtà fisica viene spiegata in maniera sempre più precisa, cresce il bisogno di spiritualità. L'uomo contemporaneo non trova risposte nella scienza né nelle religioni tradizionali. E ha iniziato a cercarle dentro di sé, intraprendendo un cammino di ricerca Giuseppe che lo aiuti a capire il significato della Giordan, professore di vita. Varie possono essere le modalità: Sociologia dalla meditazione allo yoga passando all'Università per i pellegrinaggi. E poi, c'è la preghiera di Padova soggettiva. Sono diminuite le forme tipiche della religiosità tradizionale (la messa, le vocazioni), perché il baricentro del rapporto con il sacro non poggia più su un'autorità esterna e su un luogo specifico, ma è nella vita quotidiana e nelle piccole cose. La preghiera diventa quindi un'esperienza intima, forse più fragile perché meno regolata, ma di sicuro più complessa perché scaturisce dalla sensibilità di ognuno di noi. E anche chi sceglie le pratiche tradizionali, matura un rapporto diverso con il divino, basato più sulla libera scelta che sull'obbedienza all'autorità ecclesiastica».
ze. «Nam-myoho-renge-kyo è un mantra potentissimo al quale mi sono abbandonata completamente. Mattina e sera, uso questo strumento per vivere al meglio tutte le cose della vita. Farlo richiede costanza, è uno sforzo e insieme un piacere. Questa pratica ha trasformato la mia vita, come uno scalpello mi ha dato forma, perché ogni volta che sento il suono della mia voce che pronuncia quelle parole è come se ritornassi in me. Come se rivolgessi lo sguardo alla mia persona, ogni volta arrivando un po' più in profondità. Negli anni mi sono potuta conoscere meglio e ho trovato un senso anche nel dolore più profondo. Come quello che ho provato pochi mesi fa quando è scomparsa di mia madre. Il Buddismo mi ha consentito di portare avanti un percorso di crescita che si era interrotto quando, a 16 anni, rimasi orfana di padre. Iniziai a brancolare nel buio, senza punti di riferimento, rimanendo per 10 anni con lo stesso ragazzo non perché volessi lui, ma perché avevo bisogno della sua accogliente famiglia. Accorgermi che avrei dovuto ricominciare da me non è stato facile. Ho fatto anni di psicoanalisi, ma solo con la fede sono riuscita a vedere la luce nella mia ricerca d'introspezione». •. Confidenze 17
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PICCOLE BUGIE
CHE CI FANNO VIVERE MEGLIO Ne -parliamo'
GIORGIO NARDONE Ha fondato insieme allo psicologo austriaco Paul Watzlawick il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, dove svolge l'attività di psicologo, psicoterapeuta e coach. È esponente di spicco della Scuola di psicoterapia di Palo Alto, in California. Il suo ultimo libro è L'arte di mentire a se stessi e agli a/fri (Ponte Alle Grazie, 2014). Sarà ospite di Torino Spiritualità, in scena dal 24 al 28 settembre, che affronta il tema II Cuore Intelligente (www. torinospiritualita.org ).
La bugia consolatoria raccontata all'amica in crisi. La promessa improbabile dei giovani amanti che si giurano amore eterno. E quella pietosa della madre al figlio che ha fallito. «La verità è sempre relativa. Se fa male, è lecito non dirla. E in certi casi la menzogna aiuta a essere felici» spiega lo psicologo DI DIANA DE MARSANICH uante volte i nostri genitori ci hanno ripetuto che non si dicono le bugie? E chi di noi, però, non ha mai mentito a fin di bene a familiari o amici, o ha tenuto per sé segreti scomodi o verità onfessabili? «La sincerità assoluta è una pia illusione, quella relativa piuttosto rara». A sostenerlo è lo psicologo e psicoterapeuta Giorgio Nardone, tra i fondatori della Scuola di psicoterapia di Palo Alto, in California, che, all'arte di mentire a se stessi e agli altri, ha dedicato un libro (vedi boxino, a lato). «Più del 60 per cento delle comunicazioni tra le persone è basata sulla menzogna» spiega lo specialista. «Mentire ci viene spontaneo: più siamo convinti di una cosa, più vediamo la realtà deformata a conferma delle nostre idee». Dottore cos'è la menzogna? «Il nostro sistema percettivo costruisce la realtà in base a come siamo fatti. Pensiamo al classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: la percezione cambia in base al carattere della persona e al suo stato d'animo. Ma esistono anche inganni percettivi: i colori, per esempio, in natura
non esistono, ma solo diverse lunghezze d'onda. È il nostro cervello a costruirne la visione». Veniamo cresciuti con l'idea che la menzogna sia qualcosa da combattere. È davvero così? «Al di là di ogni moralismo ed evitando una rigida contrapposizione logica o etica tra vero e falso, la menzogna va condannata nelle sue manifestazioni truffaldine o criminali. Parlando della nostra vita, è molto più presente di quello che pensiamo e va sempre valutata alla luce delle circostanze, delle intenzioni, dei suoi obiettivi e dei suoi effetti. I nostri sensi infatti deformano la realtà, per cui •
MILA KUNIS Ho mentito sulla mia età: era l'unico modo per potere iniziare la camera di attrice Mila Kunis, 31, attrice. A ottobre la vedremo al cinema nel film drammatico ThirdPerson di Paul Haggins.
FAMOSA GRAZIE A UN'INNOCENTE BUG1 Originaria di Kiev, in Ucraina, ha raggiunto il successo grazie a una piccola bugia. Nel 1998 partecipa ai provini, aperti solo ai maggiorenni, per That 70s show, una sit-com su un gruppo di adolescenti. Lei, all'epoca quattordicenne, mente sull'età, ma risulta cosi brava e convincente da ottenere la parte. Oa allora, la sua carriera non si è più arrestata. Oal 2012 è fidanzata con Ashton Kutcher, ex di Demi Moore. ?
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naturai WOMAN PICCOLE BUGIE PER VIVERE MEGLIO
LAURA MORANTE Non considero la menzogna un peccato mortale, ma veniale, che complica la vita. Dire la verità invece la semplifica
IN AMORE SI PUÒ ANCHE MENTI Icona del cinema d'autore, con più di 60 film girati, madre di tre figli, Laura Morante si è sposata tre volte e l'amore lo conosce bene. DavantpJ"»-tradimento è disposta a "fare lo struzzi vedere. Ha detto: «Mi è accaduto di accenta scappatella quando c'era una sostanziale sin preventiva. Se una breve'sbandata'è accettata nel rapporto, non c'è bisogno di dire tutta la verità».
non possiamo mai affermare di conoscere il vero». Perché definisce il mentire un'arte? «Esiste un modo sano e consapevole di usare la menzogna. La maggior parte dei nostri autoinganni ci permettono di gestire meglio la realtà e possono addirittura migliorare la nostra vita e quella delle persone che amiamo. L'arte di mentire consiste nell'imparare a mantenersi in equilibrio tra le nostre continue ambivalenze, rendendo gli autoinganni funzionali al nostro benessere». In quale modo? «Pensiamo al meccanismo mentale che mettiamo in atto in maniera inconsapevole per svalorizzare qualcosa che non riusciamo a ottenere e azzerare il senso di frustrazione. Per esempio, quando non ci possiamo permettere un paio di scarpe di marca e ci autoconvinciamo che quelle che abbiamo comprato sono più comode e belle. In questo caso, l'autoinganno è funzionale: ci rassicura e ci evita 0 confronto con qualcosa che ci metterebbe in crisi». Quindi esistono menzogne giuste e sbagliate? «È più corretto dire funzionali e disfunzionali, cioè che funzionano o meno a uno scopo. Nella favola di Fedro La volpe e l'uva, l'animale cerca invano di accaparrarsi un succulento grappolo. Dopo alcuni tentativi fallimentari, rinuncia e supera la frustrazione con un autoinganno funzionale, dichiarando: "Tanto l'uva non era abbastanza matura". Lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia per non vedere il leone che lo assale, al contrario, utilizza un autoinganno disfunzionale perché finirà divorato. Entrambi gli animali, però, trasformano quello che percepiscono in ciò che vorrebbero percepire. Un meccanismo che mettiamo in atto anche noi, tutti i giorni». Anche in amore? «Certo. L'amore nasce dalla menzogna rivolta sia all'altro sia a noi stessi, ed è il più sublime degli autoinganni. Quando diciamo al nostro partner "Ti amerò per sempre", infatti, usiamo una bugia necessaria per rafforzare il rapporto e rendere esclusiva la relazione. Senza questa iniziale promessa menzognera, sentita come vera dai due amanti, la relazione amorosa sarebbe compromessa • 40
L'attrice Laura Morante, 58. A novembre la vedremo al cinema in Ogni maledetto Natale.
JULIANNEMOORF Al MIEI EX HO DETTO TANTE BUGIE Rossa, lentiggini e occhiali spessi, da adolescente non riceveva mai un appuntamento galante. «Ho cambiato look, messo le lenti a contatto, smesso di parlare di Piatone e ha funzionato!» ha raccontato l'attrice, tra le più corteggiate di Hollywood. «Ho avuto un bel po'di fidanzati, a qualcuno ho raccontato storie inverosimili, ma oggi sono fedele al mio terzo marito».
Devo aver detto un bel po'di bugie a diversi ragazzi nel passato. Ma ero giovane, ora so essere una moglie leale Julianne Moore, 53, attrice. A novembre la vedremo al cinema nel film Munger Games: II canto della rivolta - Parte 1.
naturai WOMAN PICCOLE BUGIE PER VIVERE MEGLIO
AUDREY TATOU La verità non è sempre la soluzione, dipende dalle situazioni e dagli argomenti
CREDO ALLE BUGIE, DETTE A FIN DI BENE Vista recentemente al cinema nella commedia Rompicapo a New York, i'ndimenticabile protagonista de limoneto di Amelie, crede alle bugie dette a fin di bene. Come ha raccontato: «lo per prima non vorrei sapere sempre cosa pensano le persone che ho intorno, né vorrei che qualcuno mi obbligasse a dire sempre la verità. Sarebbe una vita impossibile. La verità, infatti, non è sempre la soluzione».
fin dall'inizio. Ma mentiamo a noi stessi anche quando non vediamo nel nostro partner tutti i chiari segnali del suo tradimento». Perché non li vediamo? «Per non soffrire. Vedere solo ciò che fa comodo rendendosi ciechi a ciò che è doloroso, può attenuare la sofferenza. Se una persona si sente incapace di agire, per la sua mente è molto più vantaggioso costruirsi un'informazione falsa o non vedere. Il fenomeno dello struzzo è diffusissimo: è un meccanismo naturale basato su due emozioni arcaiche, la paura e il dolore». Si mente a se stessi ma anche agli altri... «Mentire agli altri è un atto di manipolazione teso a uno scopo, per procacciarsi un vantaggio (cioè, truffare), ma può avere anche risvolti benefìci». In che modo? «Nessuno di noi direbbe mai all'amica tradita o dopo la fine della sua storia d'amore: "Guarda che se ti ha lasciato, è colpa tua". L'arte consolatoria è alla base di ogni relazione affettiva: è un mentire sedativo che aiuta la persona sofferente a resistere fino a quando diventa nuovamente capace di reggere il peso della realtà». Quindi le bugie possono essere terapeutiche? «Certo, la bugia consolatoria dell'amica, le menzogne protettive della madre alfiglioin difficoltà, le parole ambigue del medico per incentivare la speranza nel paziente, sono tutte forme benevole di manipolazione dell'altro che non andrebbero ritenute disoneste e truffaldine.». Come si fa a trasformare la menzogna in risorsa? «Bisogna usarla in maniera convincente e attenersi alle sue regole. La bugia deve essere verosimile, altrimenti non viene creduta. Deve essere coerente, non contraddittoria e ricca di dettagli. Solo così può essere applicata con scopi benefici nell'arte consolatoria, in medicina, nell'educazione dei figli, nelle relazioni di coppia. Saper mentire in questi ambiti ci da maggiori possibilità di successo nel far stare bene gli altri e noi stessi». Ma ogni tanto bisognerà anche dire il vero? «Quando la verità fa troppo male, è lecito non farlo. Una bugia buona è meglio di una cattiva verità». 0 42
Audrey Tatou, 38 anni, attrice. Nel 2015 la vedremo in Eterniti), una storia al femminile.
Dopo la fine con Tim, ero a pezzi. Non volevo farmi vedere disperata, quindi dicevo bugie per edulcorare l'amara realtà e il dolore Susan Sarandon, 67, attrice. Nel 2014 la vedremo nel film Tammy, nel ruolo di una stravagante nonna.
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TORINO CRONACA
PER SAPERNE DI PIÙ www.torinospiritualita.org www.gamtorino.it
La cultura
Notti blu e bianche Al Comune piace la settimana insonne della cultura
LA NOMINA
LA SCHEDA
MARTEDÌ In occasione dell’incontro dei ministri europei della cultura martedì 23 si terrà la “Notte blu”: eventi e musei aperti gratis fino a tardi
Torino Spiritualità, Roy Lichtenstein e il Prix Italia: tre feste consecutive fra la Reggia di Venaria e San Salvario GABRIELE GUCCIONE NA “notte blu”, come anche il vessillo dell’Europa. Una notte di eventi, manifestazioni, ma soprattutto di musei aperti fino a mezzanotte a ingresso libero. La città si prepara ad accogliere l’incontro dei ministri europei della cultura. E ha messo in programma una notte di festa, per le strade del centro, a cavallo della due giorni comunitaria che si terrà a Venaria, martedì 23 e mercoledì 24 settembre. «Sarà una notte dedicata interamente alla cultura — annuncia l’assessore Maurizio Braccialarghe — I musei civici saranno aperti. Ma ho chiesto anche ai musei statali di aderire, aspetto una loro risposta». L’ultima settimana del mese sarà una settimana insonne, tra
ASSESSORE Il responsabile comunale della Cultura, Maurizio Braccialarghe In alto, notte bianca a San Salvario
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notti bianche, o blu che dir si voglia. Ne sono state previste tre. Due al momento sono date per certe: quella “blu” del martedì cui lavora Braccialarghe e quella di sabato 27, la notte bianca della spiritualità. Si terrà a San Salvario in occasione della rassegna Torino Spiritualità, tra letture ed eventi che toccheranno i centri religiosi, chiese e sinagoga del quartiere. L’altra
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la Repubblica MARTEDÌ 2 SETTEMBRE 2014
notte bianca cui si sta lavorando si terrà il venerdì, sempre a San Salvario. È in cantiere una manifestazione in concomitanza dell’inaugurazione della mostra di Roy Lichtenstein alla Gam. Il programma è però ancora da definire. E nei prossimi giorni Confesercenti e la Fondazione Torino Musei si incontreranno per riprendere in mano l’iniziativa dopo la pausa agostana.
Un programma turistico e culturale intenso, che coinciderà anche con la settimana del Prix Italia la giornata mondiale della Pace. L’occasione dell’incontro europeo dei ministri della Cultura è arrivata un mese fa. Torino doveva essere infatti la “città del lavoro”, accogliendo i ministri del lavoro dell’Unione a novembre. Ma alla fine, saltato anche il forum europeo del turismo che era in programma l’11 e 12 settembre, alla fine si è vista dirottare i titolari dei dicasteri culturali. «Un riconoscimento per il ruolo conquistato in questi anni nel panorama italiano. Avrebbe potuto essere Roma — aveva detto soddisfatto Braccialarghe — ma anche Venezia, nessuno avrebbe potuto obiettare. Invece è stata scelta Torino». © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENERDÌ Si lavora a un’altra notte bianca, a San Salvario, il 26 settembre. Sarà in concomitanza dell’inaugurazione della mostra di Roy Lichtenstein alla Gam SABATO Il 27 si terrà una notte bianca sempre a San Salvario in occasione della rassegna Torino Spiritualità, con letture ed eventi
Arriva Muratori un’altra donna alle Entrate AMBIO della guardia al vertice dell’Agenzia delle Entrate piemontese. Una successione in rosa: a sostituire Rossella Orlandi è infatti un’altra donna, Paola Muratori. Sarà lei a guidare gli uffici di corso Vinzaglio. Laureata con lode in Scienze Politiche, indirizzo economico-finanziario, ha collaborato con l’Università degli studi di Roma, già prima del completamento del corso di studi, per una ricerca finanziata dal ministero della Pubblica Istruzione sulle problematiche della riconversione industriale. Seguono nel suo curriculum una borsa di studio alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e nel 1982 l’ingresso nell’amministrazione finanziaria, prima a Roma e poi a Venezia, con una carriera in costante crescita. Nel 1994, ecco la guida di alcuni uffici alla direzione regionale del Veneto: in qualità, per essere esatti, di capo settore Gestione tributi e Ufficio fiscalità delle imprese e finanziaria. Successivamente viene chiamata a guidare un altro settore, quello Rapporti con Enti esterni della direzione centrale. Nel 2008 arriva la nomina a direttore centrale aggiunto dei Servizi ai contribuenti, l’anno successivo, la direzione dell’Agenzia in Friuli Venezia Giulia. (e.d.b.)
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STORIE della settimana
L'imprevisto? Ci sono che lo annunciano. Da sinistra, Chiara Mastroianni, 42 anni, sua madre Catherine Deneuve, 70 e Charlotte Gainsbourg, 43, nel film 3cuori, di Benoìt Jacquot, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e al cinema il 27 novembre. Chiara e Charlotte sono due sorelle. Per una serie di imprevisti, ognuna per conto proprio incontra io stesso uomo (interpretato da Benoit Poelvoorde).
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Filosofo, scrittore, Duccio Demetrio ha fondato con Saverio Tutino la Lìbera università della autobiografìa (www.lua.it). Sarà a Torino spiritualità, che si terrà dal 24 al 28 settembre e che quest'anno compie 10 anni. Parlerà di "Abituarsi all'inatteso" il 25 settembre al Santuario della Natività, a Mussotto d'Alba (Cuneo).
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sempre dei segni Impariamo a leggerli
Mancanza di elasticità, pregiudizi, "bunker mentali"ci fanno temere tutto ciò che spiazza. E ci tengono prigionieri di un mondo ristretto. Un filosofo ci spiega da dove nascono i nostri timori e come vincerli. Senza però dimenticare la prudenza, che ci fa cogliere i segnali di vero pericolo
di Antonella Fiori
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e qualcuno ci lascia all'improvviso, se perdiamo il lavoro, ma anche se salta un appuntamento o una vacanza viene rovinata dal brutto tempo. Che succede? Dentro di noi si apre una voragine: un mix di delusione o di rabbia. Ovvio? Per niente. Il punto è che non sappiamo far fronte all'imprevisto, a qualche cosa che scava nella nostra vita un solco tra un prima — quello che ci aspettavamo avvenisse - e un dopo. Perché ci spaventa così tanto e come affrontarlo? L'abbiamo chiesto al filosofo Duccio Demetrio, che a Torino spiritualità (festival dedicato quest'anno a // cuore intelligente) terrà una conferenza su questo tema. Che cos'è l'imprevisto? «E il contrario di ciò che possiamo prevedere, è un evento che interrompe le consuetudini, le quotidianità, le nostre attese: ciò che possiamo aspettarci sia dai comportamenti umani ma anche dagli eventi naturali». Una persona fa qualcosa di non scontato, oppure la natura ci sembra folle, come quest'estate. Che accade dentro di noi? «Ci troviamo spiazzati. L'imprevisto scatena paura, delusione, la sensazione di essere traditi». Gli animali sembrano più pronti all'imprevisto. «Indubbiamente chi è vicino alla natura, basta pensare a chi lavora la terra, è più abituato allo sconcerto o alle bizzarrie del mondo esterno. Noi in città ci sentiamo in una situazione di iperprotezione e pensiamo di governare tutti gli eventi. Per questo bisogna imparare a fare un percorso educativo che ci alleni all'imprevisto». Mi fa qualche esempio? «Lo scoutismo. Se ne è molto parlato quest'anno in relazione a Matteo Renzi. Lo scoutismo abitua a reagire agli imprevisti attraverso una metodologia collegata alla natura, alla sopravvivenza, al saper cavarsela da soli. Ci insegna a non affidarci alla consuetudine. Ma ci sono anche sport, come l'alpinismo o la navigazione solitària, che aiutano». La cosa più difficile è far fronte ai comportamenti imprevisti delle persone. Si sente dire: da lui (o da •
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Piccoli esploratori: gli scout affrontano bene i cambiamenti
STORIE della settimana
lei) non me lo sarei mai aspettato. «Questo ha a che vedere con il fatto che prevedere ci rassicura. Pensiamo solo alla passione per l'astrologia. È un voler comprendere gli atteggiamenti degli altri in modo che non siano imprevedibili. Quando uno chiede: "Di che segno sei?" e ne sa un po' di astrologia, crea un modello di controllo, per proteggersi da una eventuale minaccia». Ma questo è sano? «No. Pensare di costruirsi dei bunker mentali in cui rifugiarsi o delle famiglie perfette che poi esplodono è irreale. Bisogna essere elastici». E come? «Bisogna trovare un equilibrio tra il restare vigili e il non essere troppo sulla difensiva. Dovremmo adottare comportamenti che ci permettano di essere aperti alla vita che ci viene incontro, ma con una certa cautela intcriore». Un marito che impazzisce e stermina la famiglia, ma anche un amico o un familiare che ci tradisce. Come possiamo prepararci a fatti simili o evitare che accadano? «Imparando a cogliere dei segnali che ci inviano. Ce sempre una premonizione, un annuncio. Quando un amico o la persona che amiamo ci tradisce, siamo noi che non sappiamo vedere gli indizi. Se abbiamo qualche sospetto, dovremmo avere il coraggio, l'onesta e la libertà di discuterne subito». A volte, quando ce ne accorgiamo è troppo tardi. «Il problema è che noi continuiamo a etichettare gli altri. Faccio un esempio. Io dico: "Quella è una buona persona, mi amerà sempre". A chi non è capitato?». Succede a tutti! «E un errore tremendo. Al posto di etichettare dovremmo entrare in
Due immagini del raduno scout nel parco San Rossore (Pisa) che si è tenuto all'inizio di agosto. Il movimento degli scout è nato nel 1907 in Inghilterra da un'idea di Sir Robert Baden-Powell, barone di Gilwell, ed era riservato ai ragazzi. Un paio di anni dopo venivano ammesse anche le Girl Guides. Lo scopo era ed è educare i giovani, senza distinzioni politiche, religiose o di razza, a diventare buoni cittadini, impegnati nella vita civile, attraverso il rispetto dei valori contenuti nella "Promessa" e nel principio dell'imparare affrontando gli imprevisti a cui la natura ci pone davanti. Si conta che nel mondo gli scout siano più di 40 milioni. In Italia esistono diverse associazioni che aderiscono al movimento e riuniscono circa 220mila tra
dialettica, porci delle domande. La parola "scout" significa esplorare. Dovremmo avere verso gli altri, ma in generale verso la vita, un atteggiamento esplorativo. Lo scienziato, prima di pronunciarsi, adotta molte cautele. C'è tutta una cultura anglosassone basata sull'empirismo, sull'esperienza. Noi, invece, anche per la tradizione cattolica, abbiamo un atteggiamento dogmatico». Ci sembra di conoscere così bene una persona con la quale abbiamo vissuto, penso a partner ma anche familiari, che l'imprevisto proprio non ci va giù. «Per pigrizia e per paura non scaviamo. Non abbiamo il coraggio dell'autenticità. Tra l'altro Internet e i social network stanno aggravando la situazione. E tutto ancora più illusorio e virtuale e invece abbiamo bisogno di confrontarci tìsicamente con gli altri». Lei ha creato il progetto della Libera università dell'autobiografia di Anghiari. La scrittura in che modo ci aiuta a fare i conti con l'imprevisto? «La scrittura mette in moto processi interiori profondi che la parola non restituisce. Il diario, in particolare, aiuta a
cogliere sfumature del quotidiano che di solito ci sfuggono, quei segnali imprevisti che, se ci soffermiamo a riflettere, cogliamo anche negli altri». L'imprevisto può essere positivo? «Sì, perché è una variazione che ci fa diventare creativi, attiva dentro di noi parti che non pensavamo di avere. Guai se non ci fossero imprevisti». Fanno più paura agli uomini o alle donne? «Assolutamente ai maschi: preferiscono cose chiare e rassicuranti. La routine». Le donne sono sempre state le più emarginate, le più recluse: dovrebbero essere loro a temere le variazioni. O no? «E un'osservazione giusta, ma direi che, nonostante la loro condizione, hanno sempre avuto una capacità di recupero incredibile. E oggi constato che sono più pronte e curiose ad andare verso le cose. Tutto questo non viene tollerato dai maschi. Per cui ecco spiegata la loro aggressività nei confronti di donne sempre più libere, emancipate, anche trasgressive». Imprevedibili? «Proprio così, imprevedibili».H
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Giovedì 11 Settembre 2014
E Torinospiritualità anzitutto ha il «cuore intelligente»
CULTURA, RELIGIONI, TEMPO LIBERO, SPETTACOLI, SPORT
Nel Libro dei Re, Salomone innalza una preghiera a Dio chiedendo che gli sia concesso «un cuore intelligente». Tre millenni dopo, gli fa eco Nelson Mandela, affermando che «una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile». Due grandi saggi concordi nel dire che la massima espressione umana è nella sintesi tra ragione ed emozione. Quella che si propone di indagare il festival Torino Spiritualità, dal 24 al 28 settembre. Quest’anno, per la X edizione, saranno presenti a Torino 160 relatori che rifletteranno su: «il cuore intelligente». Come viverlo? Come metterlo in pratica ogni giorno? Tra i partecipanti, Zygmunt Bauman, Enzo Bianchi, Aldo Grasso, Bartolomeo Sorge, Sergio Givone, Serge Latouche, don Gino Rigoldi, Carlo Sini, Toni Servillo.
Idee. Qualche anno prima che la Arendt elabori la sua nota definizione del male il grande scrittore russo la mette in scena in «Vita e destino» ADRIANO DELL’ASTA
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lcuni dei nodi ideali, immediatamente evidenti e centrali, di Vita e destino di Vasilij Grossman, l’idea della vita come luogo della diversità e dell’irripetibilità, l’idea del destino come uniformità e l’idea della gratuità sacrificale come ciò che determina la differenza e la correlazione tra la vita e il destino, sono anche i principi della sua struttura architettonica, i principi che regolano la sua costruzione e il suo sviluppo. L’apertura del romanzo è in effetti segnata da alcune immagini che danno come una chiave immediata e concentrata per la comprensione del suo contenuto, che è l’affresco della vita di una famiglia, attraverso il quale possiamo poi ripercorrere la storia di tutto un secolo, con i suoi sogni e le sue immani tragedie, così diverse e così unite, dall’Olocausto all’Holodomor. Questa chiave è molto semplice: la vita è un’irripetibile diversità, sia essa quella delle isbe russe o quella degli uomini; e questa diversità risalta e si definisce poi a sua volta sullo sfondo dell’uniformità e dell’identico, sia esso quello della vita moderna con la sua serialità meccanica apparentemente neutrale o quello dei campi di concentramento. Così, sullo sfondo di una nebbia che tutto avvolge e confonde, abbiamo la propagazione inarrestabile del «respiro del lager» che, attraverso i «pali dell’alta tensione», si diffonde come un contagio; e in questo spazio neppure i luoghi in cui vivono gli uomini escono dalla regola ferrea dell’uniformità: «le baracche allineate formavano strade larghe rettilinee. La loro uniformità rivelava la disumanità dell’enorme luogo di detenzione». Ed è appunto sullo sfondo di questo universo rettilineo e sempre uguale che più chiaramente si staglia la diversità della vita: «Fra milioni di isbe russe, non ce ne sono né ce ne saranno mai due di perfettamente identiche. Tutto ciò che vive è irripetibile». Dunque la vita è la diversità, l’irripetibilità, l’unicità, l’affermarsi del valore supremo e imparagonabile di ogni singola persona, che contrasta in questo senso con l’altro elemento della realtà che, come abbiamo visto, è posto a sua volta in primo piano sin dall’inizio del romanzo; quest’altro elemento è l’uniformità del destino, che trova un simbolo esplicito nel mondo concentrazionario. Nel campo, infatti, «i destini di tutti, pur nella loro varietà, finivano per assomigliarsi... Per i superiori, gli uomini nel lager si distinguevano solo dal numero e dalla tinta della striscia di stoffa cucita sulla giubba: rossa per i politici, nera per i sabotatori, verde per i ladri e gli assassini. In quella babele di lingue, gli uomini non si capivano l’un l’altro, ma erano legati da un’unica sorte. Specialisti di fisica molecolare o di antichi manoscritti giacevano sui medesimi pancacci accanto a contadini italiani e pastori croati incapaci di scrivere il proprio nome».
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on ci soffermeremo su questa idea se non per quello che ci è utile nel quadro del nostro discorso e cioè per il fatto che essa, denunciando l’identità dei due sistemi, la fa dipendere dalla comune e identica volontà di eliminare il principio stesso della differenza, cioè della vita, con il suo mistero e la sua continua sorpresa; infatti, come dice l’obersturmbannführer Liss, con una convinzione e un’icasticità disarmanti, «noi siamo le forme differenti di un unico essere, lo Stato partitico», la cui caratteristica comune è appunto quella di voler assorbire e annullare ogni diversità nell’organismo unico e onnicomprensivo dello Stato totalitario. Attraverso questa unità, in effetti, non so-
Stava lavorando al romanzo da dieci anni, nel 1960 l’aveva finito e il Kgb lo sequestrò; la filosofa seguì il processo Eichmann e pubblicò le sue teorie sul “New Yorker” nel 1963: entrambi descrivono un mondo dove l’individuo agisce come una macchina, senza coscienza delle sue responsabilità
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Il totalitarismo è banale lo non nasce la possibilità della diversità, ma anzi questa diventa radicalmente impensabile per il trionfo di un’uniformità così radicale che persino un rifiuto così inaudito del diverso quale fu l’Olocausto diventa la cosa più banale di questo mondo. È quanto vediamo nell’inquietante incontro tra Liss e Eichmann e nell’ancor più inquietante descrizione del comandante di Sonderkommando Kaltluft: si tratta in effetti di pagine assolutamente sorprendenti per stile e contenuto, tanto più sorprendenti se consideriamo che Grossman sembra qui anticipare l’enunciazione della teoria della «banalità del male» che ha reso successivamente famosa Hannah Arendt. A questo proposito, ricordare le date è qui molto importante: l’Eichmann reale viene arrestato nel 1960 e il suo processo inizia l’anno dopo, l’11 aprile 1961, mentre è solo nel 1963 (a partire dal 16 febbraio e poi per cinque settimane fino al 16 marzo) che la Arendt pubblica i suoi articoli dedicati a Ei-
chmann nel settimanale “The New Yorker” e poi in edizione a parte il suo famoso libro. Grossman, per parte sua, aveva terminato il romanzo, dopo averci lavorato per un decennio, nel 1961, e l’anno dopo il Kgb gli aveva sequestrato il manoscritto. È dunque decisamente sorprendente la chiarezza con la quale Grossman anticipa une delle tematiche più interessanti per la ricostruzione del fenomeno totalitario del XX secolo. Non possiamo ovviamente dilungarci qui sulla questione, che ritengo però assolutamente degna di approfondimento, e mi limito semplicemente a tornare al testo di Grossman per documentare la chiarezza con cui questa tematica viene messa in primo piano. Nel descrivere in effetti l’incontro tra i due gerarchi nazisti, il cui tema altro non è se non quello sconvolgente della soluzione finale, Grossman fa questa osservazione: «Liss aveva la sensazione che Eichmann non rilevasse niente di particolare nella faccenda che
MOSCA TUTTA L’EREDITÀ DI VASILIJ Si tiene a Mosca da domani a domenica, presso la Casa dell’emigrazione russa A.I. Solgenitsyn una conferenza internazionale dove si discuterà L’eredità di Vasilij Grossman: originalità di un classico del XX secolo. Cadono quest’anno i cinquant’anni della morte di Grossman, ormai un classico della letteratura russa. I romanzi di Grossman, tra cui spicca Vita e destino, affondano le radici nella tradizione della grande letteratura russa dell’Ottocento, e illuminano dinamiche storiche, sociali e politiche universali, che offrono però anche una fotografia fedele delle contraddizioni del Novecento, in particolare dei totalitarismi. La narrativa di Grossman anticipa questioni che altri, come Hannah Arendt, indagheranno. Poco prima che la filosofa elaborasse la teoria della «banalità del male» Grossman l’aveva raccontata in Vita e destino mettendo impietosamente in luce le analogie del totalitarismo nazista e sovietico. Il convegno, cui partecipano studiosi russi e italiani, sarà introdotto da Adriano dell’Asta (foto a sinistra), direttore dell’Istituto italiano di cultura a Mosca, del cui intervento anticipiamo ampi stralci.
In alto, una foto della filosofa Hannah Arendt che coniò l’espressione «banalità del male»; sopra, a sinistra, lo scrittore Vasilij Grossman durante la Seconda guerra mondiale
suscitava segreti brividi di orrore anche nei cuori più duri». Nulla di particolare e di insolito è più possibile in questo mondo in cui tutto è meccanicamente predeterminato e deciso; nulla suscita più emozioni particolari. È la banalità caratteristica di un sistema totalitario nel quale il male accade quasi per necessità naturale perché al desiderio di fare cose buone o di "fare il bene" si sostituisce l’imperativo di "fare bene" qualsiasi cosa si faccia, sen-
Eichmann
Stratega della Shoah, non burocrate
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ltro che «banalità del Male»: Adolf Eichmann non fu l’uomo ordinario diventato impiegato della Shoah, bensì un primattore che non ripudiò mai l’ideologia nazista. Il nuovo ritratto del capo degli affari ebraici nel Terzo Reich è contenuto nel libro della storica tedesca Bettina Stangneth Eichmann before Jersualem (“Eichmann prima di Gerusalemme”) appena uscito dall’editore Knopf. La ricerca della Stangneth scandaglia la vita di Eichmann prima, durante e dopo la caduta del nazismo. A partire dall’intervista che in Argentina, assunto il nome di Ricardo Klement, diede a Adolf Eichmann William Sassen, e dalle opere (tra cui il romanzo Tucuman Roman) che scrisse prima di essere catturato e tradotto a Gerusalemme. A Sassen Eichmann raccontò per filo e per segno, compiacendosi, di come «era diventato famoso» per le attività antiebraiche compiute prima e durante il conflitto e si vantò di quello che considerava il suo «capolavoro»: l’eliminazione di circa 400mila ebrei ungheresi nel 1944. Una volta portato a Gerusalemme Eichmann indossò una nuova veste per evitare la forca. Nelle pagine di Arendt quella veste diventa – pur senza attenuanti – la banalità del Male. Ma Eichmann restò sempre fedele al suo passato di architetto della Shoah.
za che ci si debba chiedere che cosa propriamente si sta facendo e senza che in questo possa avere alcun ruolo la responsabilità del singolo. Ed è esattamente la caratteristica fondamentale della biografia e del comportamento di uno degli aguzzini nazisti descritti in Vita e destino, quel Kaltluft, comandante di un Sonderkommando, che «non amava la sciatteria: lui non beveva e si arrabbiava se i suoi subordinati erano in stato di ubriachezza. [...] A Kaltluft piaceva lavorare e detestava perdere tempo. Dopo cena non andava nei locali del club, non giocava a carte e non guardava i film [...] Un tempo viveva nella fattoria dei genitori e credeva che la sua vita si sarebbe svolta tutta li. Amava la quiete della campagna e faticare non gli faceva paura. Il suo sogno era di ampliare l’azienda del padre, ma era convinto che per quanto fosse riuscito ad accrescere le entrate con l’allevamento dei maiali, col commercio di navone e di frumento, avrebbe continuato per tutta la vita ad abitare nella casa comoda e tranquilla dell’infanzia. Poi la vita aveva preso una piega diversa. Verso la fine della prima guerra mondiale si era ritrovato al fronte e aveva percorso la strada che il destino gli aveva riservato; e a quanto pareva il destino gli aveva riservato di diventare da campagnolo soldato, da soldato di trincea guardia dello stato maggiore, da impiegato aiutante di campo, quindi al posto dell’amministrazione centrale del Reich era succeduto quello nella direzione del lager e per finire il ruolo di capo del Sonderkommando nel campo di sterminio. Se Kaltluft avesse dovuto rispondere davanti al tribunale celeste, egli avrebbe giustificato la sua anima raccontando in modo veritiero che solo il destino aveva fatto di lui un carnefice, l’assassino di 590.000 vittime. [...] Lui era un essere umano, avrebbe voluto vivere nella casa di suo padre. Non era stato lui a voler andare, lui stava bene a casa, non era stato lui a volere, gli ordinavano, non era lui che andava, come un bambino il destino lo aveva condotto per mano».
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ulla di più banale e di apparentemente normale e naturale, eppure, per Grossman e per il suo romanzo, nulla di più falso, perché, benché tutti «sappiano che in un tempo così terribile l’uomo non è più artefice della propria felicità, e che il destino del mondo ha ricevuto il diritto di graziare o punire, portare alla gloria o coprire di fango, e trasformare in polvere di lager, tuttavia non è concesso al destino del mondo e alla Storia, alla gloria o all’infamia della lotta di trasformare coloro che hanno nome di uomini. Qualunque cosa li attenda, la celebrità per la loro fatica o la solitudine, la disperazione e la miseria, il lager e la condanna, essi vivranno da uomini e da uomini moriranno, come quelli che sono periti hanno saputo fare; proprio in questo consiste per l’eternità l’amara vittoria umana su tutte le forze maestose e disumane che ci sono state e ci saranno nel mondo». A dispetto di tutte le circostanze, per l’uomo vivente resta dunque pur sempre una possibilità di uscita: «Il destino guida l’uomo, ma l’uomo va perché così vuole, e sarebbe libero di non volere. Il destino guida l’uomo che si fa strumento delle forze distruttive, e diventa in tal modo perdente, non vincitore». All’uomo resta sempre una possibilità per essere uomo o per restare uomo, a patto che capisca sia pur "confusamente", una cosa sola, che a questo punto possiamo enunciare con Grossman in tutta la sua tragica semplicità, e cioè che, a dispetto del destino e in nome di una vita autentica, anche «sotto il nazismo, all’uomo che desideri restare tale, si presenta una scelta più facile che conservare la propria vita: la morte». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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giovedì 11 settembre 2014
TO
TEMPOLIBERO
Onomastico
Anniversario
Compleanno
EMILIANA Ô Deriva dal latino “Aemilianus”, un cognomen già utilizzato in epoca romana. Emiliana è ambiziosa e intelligente, ha grandi progetti ed ogni luogo per lei appare piccolo e insignificante.
A TORINO Ô Sergio Roda, prorettore dell’Università di Torino; Fiorenzo Alfieri, ex assessore. NEL MONDO Ô Pupo, cantante; Giovanni Evangelisti, ex atleta; Shriya, attrice.
COMPLICATI Ô Anche se il loro temperamento non è affatto aggressivo, gli capita spesso di sfoderare le unghie per difendersi da chi insidia la propria sicurezza e le sue conquiste.
Significato e storia del tuo nome
I nati oggi
La personalità di chi è nato oggi
Vuoi pubblicare il tuo compleanno? Invia una mail a compleanno.to@cronacaqui.it
OLTRE LA RELIGIONE
Torino Spiritualità compie dieci anni Edizione nel segno dell’Europa. Il via il 24 settembre al Regio con Toni Servillo Marco Spadavecchia
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el segno dell’Europa dal cuore della città. Quello intelligente, come ossimoro di intraprendenza culturale lungo la ricerca di significato del nostro essere. Tutto, racchiuso e cadenzato dal battito del “Cuore intelligente” della prima decade di appuntamenti di Torino Spiritualità, che quest’anno ritorna dal 24 a 28 settembre con cinque giorni di incontri, dialoghi, lezioni e letture. Un programma speciale, con l’apertura al Regio affidata al filosofo Zygmunt Baumann e a Toni Servillo. In più, la decima edizione coincide con il vertice dei ministri della Cultura europei in programma a Torino il 23-24 settembre, quando andrà in scena anche la Notte Blu con apertura straordinaria dei musei. Per soddisfare il pensiero e omaggiare il cuore, il programma di Torino Spiritualità è come sempre ricco. Coordinata dal Circolo dei lettori, sostenuta da Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione del Teatro Stabile di Torino, la ricerca comincia con oltre 150 incontri e 160 voci dal mondo, 35 associazioni ed enti coinvolti. Sempre più aperto alla città, con 40 luoghi sede e con la prima Notte Bianca della Spiritualità nel quartiere di San Salvario. «Grazie al connubio di arte, musica e letteratura, Torino ribadisce in senso tangibile l’impegno delle sue istituzioni» spiega l’assessore alla Cultura del Comune, Maurizio Braccialarge, aderente e tifoso di Torino Spiritualità. Come la sua ex direttrice, Antonella Parigi, oggi assessore di Cultura e Turismo della Regione: «In questi dieci anni abbiamo sdoganato in modo coraggioso la spiritualità come concetto libero e accessibile» spiega una delle ideatrici della manifestazione. Il cuore intelli-
Torino Spiritualità quest’anno si intitola “Cuore intelligente”
gente è anche quello di chi crede nella cultura investendo risorse vitali. Come Compagnia di San Paolo: «Che scommette su Torino Spiritualità dalla sua seconda edizione, con sentimento e gioia verso uno dei progetti di punta della città», parola di Patrizia Polliotto, avvocato vicino ai consumatori e membro della Fondazione. La giornata inaugurale si apre mercoledì 24 alle 18 al Regio con la lectio magistralis del filosofo Zygmunt Bauman. A seguire, alle 21,30 l’omaggio a Bertrand Russell con il reading dell’attore pluripremiato Toni Servillo. Tra i gli appuntamenti, le Camminate Spirituali sabato 20 e domenica 21 e l’incontro con Shin Dong-hyuk venerdì 26 al Teatro Carignano guidato da Evelina Christillin: «Siamo onorati di ospitare da anni questo evento». Tanti ospiti di giorno, musiche e laboratori di notte, nel quartiere di San Salvario sabato 27 settembre, con la Notte Bianca e i suoi incontri tutti a ingresso gratuito.
PALAVELA
Non solo bionde al “Turin Taste of Beer” Beer, food e fun. Tag di uno slogan che non nasconde nulla, e che racchiude tutto il gusto di un grande appuntamento con i sapori. Tanti, quelli presenti al Turin Taste of Beer, la fiera dedicata al mondo della birra artigianale organizzata da Palavela Torino e ToBusiness. Tutta d’un fiato, al Palavela di via Ventimiglia 145, insieme all’eccellenza delle realtà gastronomiche presenti, durante la quattro giorni dedicata alla cervisia piemontese, da oggi a domenica 14 settembre. Gusto e qualità sotto la Mole, con l’obiettivo di consolidare i marchi di birre regionali e dare loro il meritato lustro nel nuovo mercato del beverage. Gratuitamente, per i tanti curiosi che raggiungeranno il “Turin Taste of Beer”, la prima edizione dedicata alle bionde dal lignaggio influente e
fluente, come i fiumi dorati che scorrono insieme alle tante etichette presenti. E dei birrifici, dieci e di eccellenza: Baladin, BeFed, Aleghe, Beer In, Quota 120, Jebs, La Sagoma, Elvo, Civale e Cerea. Ricca anche
la zona gastronomica, con una parte dedicata allo street food: Frittò, La Margherita, La Dolceria, Sciabà Cresceria, Empanadas, El Gaucho, Caffè del Progresso polpetteria e Griglieria Italiana. Intrattenersi con piacere, grazie anche allo spettacolo dei comici di Zelig, Beppe Braida e i Mammuth, in programma giovedì sera. Venerdì c’è l’esibizione della music band Fakemen, sabato entra in scena la magia e l’illusionismo del Club Magico Bartolomeo Bosco, con il grande mentalista Marco Bellantuono. Al ritmo di Radio 105 e del dj set by dj Giuseppe, per far ballare il pubblico del sabato sera sotto la Vela storica. La domenica è rock, con il contest del Caffè del Progresso e di Fratellanza Artistica. [m.s.]
A La7
Miss Italia 2014 Si parte stasera con i casting Tv Due serate per ricapitolare come sono andati i casting e scoprire nomi, volti e siluette delle aspiranti reginette d’Italia ancora in lizza per la corona. Stasera e domani, alle ore 23, su La7, “Miss Italia 2014” presenta le ventiquattro finaliste del concorso più longevo del piccolo schermo, ripercorrendo momento per momento, le lunghe selezioni che hanno portato le concorrenti a un passo dal palcoscenico televisivo. L’unica miss piemontese superstite a Jesolo è Valentina Paganotto, 19enne di Leinì, ma di origini venezuelane. Fisico impeccabile, capelli neri e occhi castani: la concorrente torinese gareggia con la fascia di “Miss Casting Roma”. Domenica 14 settembre, Valentina e le altre ventitré ragazze, scelte da ogni parte d’Italia, saliranno sul palco del Pala Arrex di Jesolo per la finalissima del concorso, presentata in diretta su La7 in prima serata da Simona Ventura. Sfilate di moda, balli e chiacchiere per le finaliste, che dovranno convincere quattro giudici dai gusti tutt’altro che scontati: il cestista Marco Bellinelli, l’attore Alessandro Preziosi, la bella Alena Seredova, il rapper Emis Killa. E quest’ultimo sembra avere già le idee molto chiare su chi votare: «Una ragazza mi piace di più se ha qualche chilo in più, ma deve essere naturale, non rifatta». [al.ar.]
ALL’APERTO La musica di tendenza protagonista fino a domenica nelle strade della città
Dai Murazzi a Borgo Dora, al via il Reset Festival
Anthony Laszlo, tra i tantissimi ospiti
Ô La musica giovane e di tendenza a Torino resta protagonista. La sesta edizione del Reset Festival che si apre oggi e fino a domenica coinvolgerà il centro città, da piazza Vittorio ai Murazzi, fino al Cap 10100 e il Turin Eye di Borgo Dora guarda anche alla creatività, in tutti i sensi, dai tornei di calcetto alle nuove imprese. Da quest’anno la kermesse nata nel 2009 ha coinvolto anche alcune innovative imprese start up di Torino come Gnammo Bla Bla Car e Soundreef, nate per soddisfare le esigenze della mobilità sostenibile, della tutela dei diritti d’autore e delle occasioni conviviali per stare insieme in modo “social”.
Il tema di quest’anno è “Musica orizzontale”. Si comincia alle 18, all’Arci Pelago Beach dei Murazzi. Nel suggestivo palco con vista sul Po, l’atmosfera inizierà ad accendersi con il dj set curato da Exxtra. Alle 20, il palco sarà tutto per i finalisti di Torino Sotterranea. Tra vari cambi di set, la musica proseguirà fino a tardi. Domani e sabato, il Reset Festival creerà un villaggio musicale attorno al Cap 10100 di corso Moncalieri 18 con ben quattro palchi: il Red Bull Tour Bus, uno spazio viaggiante e il Newboomers Stage, riservato al rock elettrico. Per i nuovi cantautori e la musica acustica
c’è il Palco Autori, realizzato in collaborazione con Bmg. Nell’area Bla Bla Car si svolgerà la diretta streaming del festival Domani sera, durante la cena, Casa Gnammo ospiterà i concerti di Stefania Tasca e Alberto Cipolla. Da segnalare i workshop gratuiti sulla musica d’autore. Da non perdere, venerdì alle 14,30, l’incontro “Come si scrive una canzone”. Sabato alle 18 una lunga pedalata intorno al Valentino, unirà Reset Festival e To Bike Pride. Gran finale domenica pomeriggio, tra le 15 e le 20 in Borgo Dora, con un insolito concerto a bordo della mongolfiera del Turin Eye. Gerardo Mirarchi
delPiemonte
ilGiornale GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
EDITORE : POLO GRAFICO S.P.A.
Anno XIII numero 215
www.ilgiornaledelpiemonte.com
PIEMONTE IN ROSSO
PIL, PERSI 10 PUNTI IN 7 ANNI Secondo uno studio di Centro Einaudi e Camera di Commercio di Torino sarebbero evaporati anche 95mila posti di lavoro. La soluzione? Investimenti pubblici, più che rilancio dei consumi I danni della crisi sono pesanti, forse più di quantocisiaspettasse.Oppureèsoloilfattodidoverli quantificare nella loro totalità, a rendere più impressionante l’effetto sull’economia piemontese: secondo uno studio effettuato da CentroEinaudieCameradiCommerciodiTorino,infatti, dal 2005 al 2012 si sarebbero persi 10 punti diPilnellanostraregione,accompagnatidaquasi 95mila posti di lavoro in meno. La soluzione? Investimentipubblici,piùcherilanciodeiconsumi. Ma spendendo con criterio e qualità. Massimiliano Sciullo a pagina 9
CUNEO
TORNA BOTTIGLIE D’ARTISTA
Quando la creatività non sa di tappo
a pagina 11
RISCHIO EPIDEMIE
VERBANIA
Ebola: individuati i centri di riferimento
Sviluppare il turismo religioso
L’assessoreallaSanità,AntonioSaitta,hariferitoieri inConsiglioregionale sullemisure adottate dalla Regione in merito al virus Ebola. Gli esperticoncordanosullabassissimaprobabilità di importazione di casi di Ebola in Italia e in Piemonte.Perquestoipianiattivatiinviaprecauzionaledall’assessoratoservonosoprattuttoaverificare la capacità (...) segue a pagina 2
a pagina 12
VERCELLI
INIZIATIVA CONTROVERSA
Decisi i tre ospedali per la eterologa
Ancorabottiglie, nell’Astigiano. Mastavoltacon una forte vena creativa. Torna per il terzo anno consecutivo «Bottiglie d’artista», manifestazione che fino al 12 ottobre, presso Palazzo del Michelerio ad Asti, vedrà protatonista la custodia del vino per eccellenza, reinterpretata da autori comeFerdinandoScianna,MaurizioGalimberti, Guido Harari, Nino Migliori, Berengo Gardin, FrancoFontana,JoeOppedisanoePaolaMalfatto. Organizzato dalle Cre(at)ive - associazione di imprenditrici del territorio - l’evento fa incontrareilmondovinicolo conl’arte.Ogni bottigliaè altaduemetrie mezzo.Ecisaràancheunricordoa un astigiano doc come Giorgio Faletti: uno spazio speciale è destinato alla bottiglia (nella foto) realizzata da lui due anni fa.
InPiemonte lafecondazioneeterologasi farà in tre centri pubblici: gli ospedali Sant'Anna e MariaVittoriadiTorino, piùl'ospedalediFossano. Inoltre un centro privato, il Promea di Torino, potrà essere accreditato. Altri privati sarannoautorizzatisedimostrerannoirequisiti.Loha annunciatoieriaPalazzoLascarisl'assessoreregionale alla Sanità, Antonio Saitta, (...) segue a pagina 2
DIREZIONE REGIONALE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
Muratori: «Più dialogo e semplificazioni per i contribuenti» Cambiodellaguardiaaiverticidelladirezioneregionaledell’Agenziadelle Entrate. Al posto di Rossella Orlandi, chiamata a ricoprire il massimo ruolo di responsabilità a livello nazionale, arriva PaolaMuratori,provenientedalladirezionedelFriuliVeneziaGiulia. Una continuità di genere, ma non solo: anche le priorità restano le stesse: si vuole semplificare il più possibile le procedure per i contribuenti, rafforzando il dialogo con loro. Rosaria Ravasio a pagina 8 In abbinamento obbligatorio al numero odierno de «il Giornale» (GDP+ il Giornale Euro 1,40) non vendibile separatamente
Levaldigi: Confcommercio contro chiusura
ARTE CONTEMPORANEA
Tre «vernici» in una sera alla Fondazione Sandretto Nonuna,ma addiritturatre.AllaFondazione SandrettoReRebaudengo fare le cose in grande èormai diventata una buona abitudine.Ecosìoggialle 19nelle saledi viaModaneèinprogramma l’inaugurazionedibentremostre.Laprimasiintitola «Consumption»epresentailavorideifinalistidelprestigiosopremiofotograficoPictetdedicatoaitemidellasostenibilità.Lacollettivainclude leoperedi11artistidifamainternazionale,chehannolavoratosul tema del consumo, creando immagini fotografiche di grande impatto,cheinvitanoarifletterecriticamentesullarealtà.Ilvincitore delPremioPictet,MichaelSchmidt,èstatopremiatoall’inaugurazione della mostra dei finalisti al Victoria and Albert Museum di Londrail21maggio2014.MichaelSchmidtèdeceduto3giornidopo aver ricevuto il premio Pictet. (...) segue a pagina 7
È Dosio il Bicciolano dell’anno a pagina 13
ALESSANDRIA
Gli italiani sbancano la Douja d’Or a pagina 15
Decima edizione Fino al 28 settembre
Il cuore intelligente di Torino Spiritualità L’inaugurazione si terrà al Regio il 24. Ma la sera prima arrivano i dervisci rotanti Torino Spiritualità compie 10annielifesteggiacon«Ilcuore intelligente». La rassegna si aprirà mercoledì 24 settembre, alle 18, al Teatro Regio con la lectio magistralis a ingresso libero «Qualcosa invece di niente. Riflessioni su Dio e sull’Uomo»delsociologoefilosofoZygmuntBauman,unodeipiùnoti pensatori al mondo a cui si deve la folgorante definizione di «modernità liquida». A seguire, alle 21.30, sempre al Teatro
Regio è previsto uno speciale omaggio al saggio del filosofo britannico Bertrand Russell «Laconquistadellafelicità»,un reading con la voce recitante dell'attore pluripremiato Toni Servilloaccompagnatodall'esibizione del pianista di fama internazionale Roberto Prosseda.Ilreadingèunprogettoprodotto da il Circolo dei lettori di Torino,ideatoda RobertaLena nell’ambito di (...) segue a pagina 7
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Giovedì 11 settembre 2014 il Giornale del Piemonte
SAN MAURIZIO Dal mutuo soccorso agli eventi culturali
Società Ceretta, centocinquant’anni di storia torinese Al via domani la festa dell’antico sodalizio In programma anche una mostra e un libro È un pezzo di storia del Piemonte. Una realtà se non unica certamente rara, un sodalizio che ha saputo resistere al trascorrere del tempo, come una buonatradizionechesitramanda di padre in figlio. È un impegno lungo 150 anni, quello dellaSocietàCeretta,costituitanel 1863(maregistrataufficialmente l’anno successivo) da 26 soci fondatori. Oggi i soci sono diventati 200, ma la sede è rimasta quella storica, in via Cubito 11 a Ceretta, frazione di San MaurizioCanaveseapochichilometrida Caselle.Proprio qui, a partire da domani, si aprirà un lungoweekend di festeggiamenti, tra incontri, concerti e appuntamentienogastronomici. A fare da cornice all’evento, cheavràilsuoclounellagiornatadidomenica,quandoaCerettasicelebreràanchelafestapatronale, sarà il grande edificio con gli immancabili campi per il gioco delle bocce, ampi spazi per esposizioni ed eventi e una
zona ristorante con un ampio déhors esterno, tra le cui mura nel corso di un secolo e mezzo si sono succedute le diverse generazionidel paese,maanche i tanti torinesi che negli ultimi anni hanno scelto di abbandonare la vita caotica della città percercarerifugionellecampagnedellaprovincia.Oraaguidarelasocietàcooperativaèlapresidente Claudia Tonello, che ha voluto essere affiancata da un team di giovani: l’età media deisettecomponentideldirettivoèinfattiditrent’anni.Matrai volti della Ceretta non mancano naturalmente i soci storici, che in via Cubito hanno già festeggiato parecchi compleanni: il più anziano, Michele Balma, ha 102 anni. E proprio questo pare essere ilsegretodellalongevitàdiquesta Società nata con finalità di sostegnoeassistenzasanitaria, poi divenuta Società di Mutuo Soccorso operaia e ora attiva sulfronteculturale:allasaggez-
DOMENICA IL MOMENTO CLOU Alla festa è atteso anche Sergio Chiamparino
za degli anziani del paese si è unita la freschezza delle nuove generazioni,che hanno saputo raccogliere il testimone e lavorano per rilanciare la Ceretta verso un nuovo secolo e mezzo di storia. Ecco perché la festa in programma per il fine settimana non sarà soltanto un’occasione per guardare al passato, per ricordare gli anni in cui in via Cubito i paesani si riunivano per chiacchierare e giocare a carte o a bocce e, in cambio della loro quota associativa, ricevevano un «commestibile»
(ovvero un buono sconto d’antan)edieci litri di vino imbottigliati in loco come regalo nei giorni precedenti la Pasqua. Vino che da sempre rappresentaunodeipiùimportantimezzi di sostentamento della Società, anche se oggi leggi più rigidenonconsentonopiùl’imbottigliamento.Malafestasarà ancheunmomentodiripartenza, con il giovane direttivo già pronto a mettere in cantiere nuove attività e nuove iniziative. Come la pubblicazione del libro «Centocinquanta più uno»,acuradiLeandraBrunettoeSaraDuranda,cheripercorre le tappe del sodalizio attraverso testimonianze, immagi-
ni e documenti d’archivio dall’800 a oggi, catalogati con precisione negli ultimi mesi. E poi lamostra,chepresenteràoggettiantichicheraccontanolastoria della frazione, e pergamene storichecherievocanoirapportidellaCerettaconlenumerose altre società di mutuo soccorso italiane. Ma anche tante altre iniziativecheprenderannopresto il via, tra corsi, mostre, concerti e serate a tema. I festeggiamenti per i 150 anni si apriranno domani sera con la proiezione di un film e la premiazione del Cerettese dell’anno, a cui seguirà una lunga serata di musica e spettacolo. Per sabato sono in programma inveceunapasseggiatacicloturisticalungoleviedelpaese,l’inaugurazione della mostra «150 anni Società Operaia», la presentazionedellibroeunase-
rata danzante con orchestra dal vivo. «Il clou dei festeggiamentièprevistoperòperdomenica», spiega Giuseppe Giacomelli,unodeisocistoricicheha seguito le orme del padre, del nonno e del bisnonno. Proprio al cavaliere Mario Giacomelli è infatti dedicato il Memorial di bocce in programma per lunedì. Prima però ci sarà il corteo storicoaccompagnatodallaFilarmonica Cerettese, la messa solenne e il pranzo sociale, oltre a tanti altri appuntamenti pensati per coinvolgere sia adulti sia bambini. «Alla festa parteciperannoancheirappresentantididiverseassociazioni coni loro gonfaloni,sindacidel Torineseebandemusicali.Èattesoanche -confidaGiacomelli - il presidente della Regione, Sergio Chiamparino». Twitter: @ilariadotta
Fino al 28 «Il cuore intelligente» dalla prima pagina (...) Torino Spiritualità (l’ingresso costa dai 17 ai 35 euro). Grandi nomi perl’apertura di questaedizionedella rassegna che proseguirà fino al 28 settembre, con un ricco programma di appuntamenti coordinati dal CircolodeilettoriesostenutidaRegione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e FondazionedelTeatroStabilediTorino. Con un unico filo rosso, «Il cuore intelligente»,ovveroun’indaginesulla formidabile combinazione di testa esentimentocheciscoprepienamentecapacidiessereumanie,alcontempo,unomaggioallacombinazionedi curiosità del pensiero e apertura del cuoreche, dal 2005 a oggi, ha guidato illungocamminodiTorinoSpirituali-
I dervisci rotanti per i 10 anni di Torino Spiritualità L’anteprima è in programma per il 23 sul palco del Regio che la sera dopo ospiterà Servillo tà. In calendario lezioni dei maestri, incontri, dialoghi, mostre e percorsi esperienziali:intutto,oltre150incontri e 160 voci dal mondo, 35 associazioni ed enti coinvolti. E questa decima edizione sarà anchequellachesegneràunamaggiore apertura alla città,con 40 luoghi sede e con l’attesa novità della prima Notte Bianca della Spiritualità, in programma per sabato 27 settembre nel quartiere di San Salvario. Ma tra gli appuntamenti più interessanti ci saranno anche i «percorsi esperienziali»pensatiperriscoprirel’incantodel-
la natura e riannodare il filo sottile che unisce mente, cuore e ambiente. Camminate spirituali promosse dalla Compagnia di San Paolo, in collaborazione con Dislivelli e Torino e le Alpi, in programma per sabato 20 e domenica 21 settembre con guide d’eccezionecomeloscrittoreDavide Sapienza, il poeta e scrittore Tiziano Fratus, lo scrittore e illusionista Mariano Tomatis, lo scrittore Paolo Cognetti, l’attore e regista Lorenzo Degl’Innocenti, il cantautore Luca Forni,ilpittoreefilosofoStefanoFaravelli, il geografo ed esploratore Franco
Michieli, la filosofa Erika Grasso, il giornalistaecamminatoreLuigiNacci. E il giorno prima dell’inaugurazione, Torino Spiritualità regalerà alla città un’esclusiva anteprima: alle 21.30, sempre al Teatro Regio, in collaborazione con Musica 90, sarà presentato lo spettacolo di Noureddine Khourchid e i Dervisci Rotanti di Damasco,imonaciislamicisuficheballando partecipano a una danza sacra,antichissima,fattadirapidegiravoltee slanci mistici (ingresso da 20a 35 euro).
LA NOTTE BLU DELL’UE Torino ospiterà il 23 e 24 settembre il verticedei ministri dellaCultura europei. E per celebrare questo appuntamento, è stata organizzata, in coincidenza con l’apertura di Torino Spiritualità,la «Notte Blu dell'Europa»:una lunga serata di incontri, dialoghi e riflessioni nel quartiere multietnico di SanSalvariodedicata«allaculturaeuropea» e ispirata al colore della sua bandiera.
ARTE CONTEMPORANEA
PATRIMONIO CULTURALE ON LINE
Tre vernissage in una sola sera alla Fondazione Sandretto
Tour virtuale alla scoperta dei capolavori dei musei torinesi con «Google Art Project»
dalla prima pagina (...) La seconda mostra è una personale di David Ostrowski, uno dei giovani artisti (ha 33 anni) piùinteressanti dell’ultima generazionedi pittori astratti che si sta affacciando sul palcoscenico dell’artecontemporaneainternazionale.Hascelto la pittura come medium e come oggetto della sua ricerca. La sua pratica si basa su un processo continuo di esperimenti ed errori, coincidenze e sorpreseche vengonoincluse nel lavoroal finedi raggiungere una bellezza inattesa,una poesia visiva. Gran parte del suo successo internazionale è dovuto alla «Serie F»: un ciclo di dipinti iniziato nel2011epresentatoperlaprimavoltainItaliaalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, insieme a nuove produzioni.
Infine, la terza mostra è «Re Rebaudengo SerpentineGrants»,esposizionechepresentailavori del duo americano formato da Niko Karamyan e Tierney Finster e dell'artista Riccardo Paratore, vincitori della prima edizione del premio Re RebaudengoSerpentineGrantsnel2013.Alle18.30, prima dell'inaugurazione, si terrà una conferenza con il curatore Hans Ulrich Obrist, co-direttore della Serpentine Gallery di Londra. Il premio, fruttodellacollaborazionetralaFondazioneSandrettoReRebaudengoelaSerpentineGallerylondinese,sirivolgeadartistinatidopoil1989.Ilconcorso prevedeva la presentazione delle candidature sulla piattaforma online Discrit 89plus, grazieallaqualeèstatopossibilesottoporreipartecipanti, oltre che al giudizio di una giuria internazionale, anche a quello del pubblico del web.
La Fondazione Torino Musei, grazie alla collaborazione con Google Cultural Institute, entra a far parte di «Google Art Project», la piattaforma on line chesiproponedirendereaccessibileinretealpubblicoditutto ilmondoilpatrimonioculturaledeipartnerdell'iniziativa.Direttamente sul sito di Google ArtProject,attraversosofisticate tecnologie di ripresa a 360 gradi di Google Street View, si potràintraprendereuntourvirtuale alla scoperta di Gam, Palazzo Madama, Mao e Borgo Medievale di Torino, accedendoaunprimocorpusdi280immaginiadaltarisoluzionedelle
operepresentinegliallestimentideiquattromusei. PerlaGam sono state caricate sulla piattaforma di Google Art Project 56 immaginideiprincipalicapolavoripresentineipercorsitematicidelmuseo,tracuiilavoridei massimi artisti dell'Ottocento italiano, come Fontanesi, Pellizza da Volpedo e Modigliani, opere del Novecento di artisti delcalibrodiMorandieCasorati, fino ai lavori di esponenti dell'Arte Povera come Giulio Paolini,MarioMerzeAlighiero Boetti. Ottantatre sono invece le immagini di Palazzo Madama,unviaggiovirtualeattraversoleoperediGaudenzioFerra-
ri e Giovanni Battista Crosatto. Online anche capolavori come il Ritratto d'uomo di Antonello daMessinaeleminiaturediJan van Eyck. Per il Mao sono state caricate 90 immagini che abbracciano tutte le aree storicogeograficherappresentate nelle collezioni del museo. Il tour virtualenelBorgoenellaRocca Medievale è infine arricchito da51immaginistoricheprovenienti dall'Archivio Fotografico della Fondazione Torino Museichedocumentanol'evoluzione del complesso nato come sezione di arte antica dell' Esposizione Generale Italiana di Torino del 1884.
GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
il manifesto
CULTURE
pagina 11
SAGGI · «Le persone e le cose» di Roberto Esposito per Einaudi
La rinnovata gestazione di un rapporto di potere Roberto Ciccarelli
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elle scienze umane, nelle arti visive e figurative, nel pensiero politico e estetico, nelle neuroscienze e nel diritto è emersa una riflessione sul corpo. Non più considerato come mero sostrato o funzione biologica, il corpo indica una prassi, un attitudine o un soggetto. Questa idea ritorna anche nell’ultimo libro del filosofo Roberto Esposito Le persone e le cose (Einaudi, pp. 115, euro 10). Il bel titolo Le persone e le cose è una citazione trasversale de Le parole e le cose di Michel Foucault. In quel libro Foucault ha Il filosofo napoletano analizza ricostruito l’archeologia dell’«uola tradizione filosofico-giuridica mo» in quanto soggetto trascengreco-romana e mostra come esdentale di un sapere di cui è, alsa sia confluita nella teologia polo stesso tempo, l’oggetto quotilitica cristiana. Questa transiziodiano della riflessione linguistine ha permesso di trasportare la ca, economica o biologica. La distinzione tra la persona e la cocompresenza antinomica di sa, e la necessità di una loro riuuna natura trascendentale (la nificazione, di epoca in epoca. persona) e una natura oggettiva La frattura tra una natura razio(la cosa) nello stesso individuo è il tema anche del libro di Esposito. Se Foucault Con questo pamphlet, considerava Cartesio, e il filosofo napoletano soprattutto Kant, all’origine di una sintesi che si pone al confine ha cercato di assorbire il tra contestazione e gestione corpo e la storia nell’unità dei contrari rappredel «governo» della vita sentata dalla persona, nale e un’altra mortale è rimasta Esposito allarga il campo fino al nella teologia cristiana, dove si giurista romano Gaio. afferma la superiorità di un DioUmani senz’anima persona rispetto al mondo degli La persona non è un ente natuuomini e delle cose. rale che corrisponde al corpo Sin dalle origini, questa teolodel singolo. È invece un disposigia ha affermato la subordinaziotivo che serve per governare i ne della «cosa» al potere dello rapporti tra gli uomini e per giuspirito. La distinzione è confluistificare le loro gerarchie. La stesta nella sovranità moderna, giusa persona non è un’unità, ma è stificando tra l’altro l’esistenza il risultato di una distinzione gedella schiavitù – esistono esseri rarchica tra l’anima e il corpo. umani «senz’anima» che devoQuesto dispositivo ha avuto una no essere dominati – e influisce gestazione più che millenaria. sulla formazione del razzismo di Nella storia sono stati innumereStato e delle politiche securitavoli i tentativi di superarlo. È a rie sull’immigrazione. Privo di questi saperi che Esposito si riuno status definitivo, il corpo è volge affinché oggi sia immagirimasto il terreno di transito dalnabile un vero cambiamento la persona alla cosa oppure il delle attuali forme politiche. punto di contrasto che si oppovanza intendo due aspetti differenti. Il primo, che può apparire ovvio ma non lo è mai nella pratica, risponde alla domanda: sto usando il contenitore giusto per questo contenuto? Ovvero: perché, a meno di avere a che fare con un oratore alla Christopher Hitchens, ostinarsi a pubblicare un videocommento di tre minuti di un giornalista a una notizia che potrebbe essere spiegata in 20 secondi con un articolo, un grafico, o in un altro modo ancora? O viceversa perché usare una gallery (sì, lo sappiamo, fanno più click) quando non sarebbe necessario? Che si tratti da un lato della riproposizione forzata di editoriali non richiesti (che però soddisfano
Di fronte la profonda crisi della carta stampata, nel cyberspazio i giornalisti italiani fanno solo mostra del loro narcisismo l’ego dei giornalisti) o dall’altro della superficiale adesione a schemi nuovi (del tipo: facciamo l’infografica anche se non abbiamo dati significativi perché così sembriamo più cool), la domanda che si sta eludendo è: sto davvero servendo i miei lettori? Il secondo aspetto della «rilevanza» di un articolo o di una notizia è invece un po’ più profondo e in qualche modo drammatico. Ovvero: quello di cui stiamo parlando su una testata, la scelta delle notizie, il modo in cui sono tagliate e le informazioni che stiamo dando sono davvero rilevanti per i lettori e per la loro vita? Sempre per restare nel pratico: perché in servizi legati a temi spesso complessi mancano sempre quelle informazioni di contesto che evitano di trasformare l’articolo in un messaggio in codice per addetti ai lavori? Perché i giornali traboccano di dotte analisi o sagaci corsivi, ma si fa fati-
ca a trovare delle cronache circostanziate e chiare sui fatti? Se la tua testata non si occupa di moda, spettacolo o simili, siamo sicuri che abbia senso dare tanta visibilità al gossip sui Vip? E il fatto che una gallery di «fuffa» riceva tanti «click» significa davvero che sia apprezzata dai lettori? E via dicendo, gli esempi potrebbero continuare. Non è facile per nessuno, sia chiaro, ma un punto di partenza potrebbe essere proprio usare i nuovi canali digitali, che si tratti delle pagine Facebook, degli altri social media, delle interazioni provenienti dagli utenti come un’occasione per ascoltare davvero le loro esigenze. Ovviamente queste possono essere diverse a seconda del blocco sociale o di interesse a cui ci stiamo rivolgendo.
Un problema di relazione Da anni si parla della Rete utilizzando la metafora della conversazione, ma troppo spesso si è scambiato questo concetto come l’hashtag da inseguire su Twitter o il modulo «Mandateci le vostre foto». Al di là delle iniziative estemporanee, si fa molta fatica a costruire qualcosa di duraturo e sensato insieme ai lettori. Tornando al citato progetto del «New York Times», del «Washington Post» e di Mozilla, l’obiettivo in quel caso è costruire una piattaforma centrata sulle esigenze degli utenti, stringere il legame con loro, alzare la qualità delle discussioni online, e in ultima analisi migliorare la relazione fra lettori ed editori. Questo potrebbe essere uno – e non certo l’unico dei modi con cui provare a ridisegnare il giornalismo ai tempi della Rete, come si dice. Ce ne sono anche altri, ovviamente. Ma certo una visione più umile, di servizio, del ruolo dei media potrebbe essere già un buon punto di partenza. L’alternativa è condannare il giornalismo o, meglio, le enclavi che resisteranno all’irrilevanza.
RASSEGNE · Al via «Torino Spiritualità» dal 24 al 28 settembre
Quando una buona testa produce un «cuore intelligente» Francesca Angeleri
I
l team è sempre il suo, quello di Antonella Parigi, neo assessore alla cultura della Regione Piemonte e soprattutto storica Presidente del Circolo dei Lettori di Torino. Torino Spiritualità era e resta una sua idea, come cita il libricino degli appuntamenti della decima edizione di questa kermesse interamente dedicata alle più svariate sfaccettature dello spirito. «La prima volta che esposi l’idea del progetto- ha raccontato Parigi - mi venne detto che non era consono inserire il termine spiritualità nel titolo, perché coloro i quali non fossero stati credenti, nel senso cattolico del termine, non vi avrebbero certamente partecipato». Una visione, questa appena citata, che è stato giusto non seguire, visto il successo crescente di partecipazione, dettato sicuramente da una necessità impellente e globale di spiritualità. Ha prevalso, stranamente, una visione laica della questione. Una concezione ampia e rivolta a tutti. A chi crede e a chi no. A chi allo spirito attribuisce un significato e a chi invece lo considera una
beffa, ma pur sempre un argomento da approfondire. Dal 24 al 28 settembre Torino Spiritualità offrirà cinque giornate articolate in centoquaranta incontri, quaranta luoghi di appuntamento, trentacinque tra associazioni e enti coinvolti, centocinquanta voci da tutto il mondo, per mettere a confronto idee e culture. Il tema di quest’anno è il cuore intelligente. «Come sempre siamo partiti da suggestioni scaturite da alcuni testi - ha
stra società è in una perenne posizione di sbilanciamento tra queste due parti. Sarebbe bello che con questa edizione si creasse una conciliazione. Il cuore intelligente è innanzitutto un ponte verso l’altro». I tre concetti principali che verrano sviscerati durante la kermesse riguardano Equilibrio, Attenzione e Meraviglia. Torino Spiritualità racchiuderà un programma di iniziative molto fitto e variegato. Si inizia il 24 con Zygmunt Bauman al Teatro Regio alle 18 per poi continuare con Attenzione, meraviglia la prima de La conquied equilibrio: sono sta della felicità, un omaggio a Bertrand i concetti cardine Russel di Toni Servillo intorno a cui ruoteranno e Roberto Prosseda. Ci saranno i Dervisci Role conferenze degli ospiti tanti, sempre al Regio, spiegato il curatore Armando in collaborazione con Musica Bonaiuto - La prima è una fra90. Il 26 settembre, al Teatro se di Nelson Mandela: ’una Carignano, si terrà l’incontro buona testa e un buon cuore con Shin Dong-Hyuk, nato e sono sempre una combinaziocresciuto nel campo di prigione formidabile’. Poi ci siamo rinia 14 della Nord Corea da cui collegati a Salomone che, nel riuscì a scappare all’età di 24 Libro dei Re, chiede a Dio che anni: da qui, il suo libro Fuga gli sia concesso ’un cuore inteldal Campo 14, (edito da Codiligente’. Entrambi questi saggi ce). E poi ancora appuntamensono concordi nell’affermare ti con Cicli tematici, Lezioni, che la massima espressione Camminate Spirituali, Notti umana si trova nella sintesi tra bianche, Mostre, Spettacoli, Seragione ed emozione. La nominari, Yoga…
ne a entrambe. Il corpo è sempre stato un ostacolo nel rapporto tra la cosa e la persona. Questa caratteristica riscuote un interesse crescente nel momento in cui il populismo contemporaneo ha rinnovato l’enfasi sulla persona del capo. Difficilmente però il corpo può essere assimilato alla volontà di un Berlusconi o un Renzi. Questi leader «personali» hanno dimostrato, o dimostreranno, la loro impotenza davanti allo strapotere incorporeo del capitalismo finanziario. In più la loro persona non riesce a contenere tutti i corpi singolari o collettivi o a ricomporre la frattura tra la testa e l’organismo, tra il potere decisionale e l’autorevolezza necessaria per farsi obbedire. Ciò non toglie che la finanza disincarnata rappresenti un problema per tutti. È proprio questo il rompicapo dei movimenti contemporanei che tuttavia offrono un’alternativa. La loro esistenza ha dimostrato che la tattica e la strategia, la storia di un corpo e il divenire delle sue modalità singolari, sono collocate sullo stesso piano di immanenza. Non occorre un leader, o un partito di massa, per azionarle. Serve invece una forma politica che si affermi dal basso, attivando le differenze e cooperando in vista di un potenziamento reciproco. Una forma che non si è ancora stabilizzata, sebbene milioni di persone la stiano praticando.
La politica a venire Esposito comprende l’importanza di questa ricerca e parla di un «nuovo soggetto della politica a venire». Tale soggetto si è manifestato nelle insorgenze di Gezi Park a Istanbul, a Occupy Wall Street, nel movimento M15 spagnolo (gli «indignados»). «Il corpo vivente di moltitudini sempre più vaste – scrive Esposito - chiedono alla politica, al diritto e alla filosofia un rinnovamento radicale dei loro lessici». La nozione di «corpo vivente» è interessante. Per Esposito è il risultato di una sintesi tra l’individuale e il collettivo e, in più, non è riducibile alle dicotomie persona/cosa, pubblico/ privato, soggetto/oggetto, pensiero/estensione. Più che soffermarsi sulle contraddizioni di questi movimenti, Esposito indica una tendenza. Estraneo al lessico giuridicofilosofico moderno, ma non ancora approdato a una forma stabile, oggi il corpo mostra un’attitudine diversa rispetto alla disposizione moderna dei poteri e dei contro-poteri. Nell’intervallo in cui viviamo, sospesi tra un non più e un non ancora, questo discorso spiega anche la crisi della politica contemporanea. Una crisi, sostiene Esposito, dovuta alla difficoltà di gestire il bios (la vita) che costituisce da sempre l’oggetto dell’intervento politico. In una società biopolitica come la nostra - dove la vita, i desideri e i corpi sono elementi fondamentali per governare - il corpo è un elemento perturbante dell’ordine dicotomico sul quale essa è costruita.
la Repubblica GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
Vigneti Storici da chi ha fatto la storia del vino di territorio.
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LA RASSEGNA
LA KERMESSE
L’ARTE
Le stelle degli Mtv Days da Rifo a Congorock
Douja d’or, così Asti punta sui suoi tesori
Fondazione Sandretto riapre con tris di mostre
ANDREA POMINI A PAGINA XIII
ALLE PAGINE XIV E XV
OLGA GAMBARI A PAGINA XVII
“Non ho firmato per Chiamparino” Testimoni in procura
IL CASO
SULLA LINEA D’ARRIVO CI SONO ANCHE I NAS
Modello Alba per i mecenati della cultura MARINA PAGLIERI NA mostra del prestigioso artista tedesco Anselm Kiefer che si inaugura sabato nel coro della Maddalena ad Alba, promossa dai Ceretto, pregiata griffe del vino made in Piemonte. Un’esposizione nella stessa città che aprirà tra un mese e mezzo, il 25 ottobre, negli spazi della Fondazione Ferrero, dedicata a Felice Casorati, con 65 dipinti prestati da musei italiani e internazionali. La capitale delle Langhe si afferma come scenario e modello di un moderno mecenatismo, con i privati che giocano un ruolo determinante, un esempio da fare un po’ d’invidia a Torino. «È assolutamente la prospettiva del futuro» commenta l’assessore regionale alla cultura e al turismo Antonella Parigi.
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> Elezioni, più a rischio il ruolo di chi ha autenticato > Inchiesta spese pazze, la nuova linea dei difensori IL PERSONAGGIO
E’ scomparsa Franca Segre la “signora delle banche”
ONO sfilati in procura i primi testimoni dell’inchiesta sulle firme false che appoggiavano la candidatura di Sergio Chiamparino alle ultime elezioni regionali e in diversi casi le persone identificate negli elenchi non hanno riconosciuto come propria la firma accanto al loro nome. Dunque anche l’ex sindaco di Torino rischia di inciampare nel rito della raccolta firme ma la sua vittoria non è discussione. E sul fronte dell’inchiesta “spese pazze” che ha travolto la legisltaura Cota i difensori dei consiglieri di centrosinistra “ a rischio” cambiano strategia in vista dell’udienza del 22 settembre.
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LA POLEMICA
Zappalà: “Non interessa ai direttori delle Asl risparmiare con il Csi”
SEGUE A PAGINA XI
L’EVENTO
A “Spiritualità” l’ottimismo del cuore
SARA STRIPPOLI
A PAGINA II
CRAVERO E GIUSTETTI A PAGINA III
Mense di asili e scuole Rivoluzione nei prezzi
VERA SCHIAVAZZI
traguardo hanno trovato i Nas. Invece di riposarsi dopo oltre settanta ore di massacrante corsa in montagna, gli atleti del Tor des Géants hanno dovuto porgere braccio e vena: c’era, ad attenderli, la siringa dell’antidoping. Anche il mondo delle maratone estreme, e stiamo parlando della più dura che mai sia stata inventata, viene dunque passato al setaccio. Certamente, i processi sommari sono sempre sbagliati.
DESSO che è tempo di candeline, di bilanci e di svolte, si capisce come Torino Spiritualità — arrivata ormai alla decima edizione — sia stata per Torino e non solo qualcosa di più di una kermesse, festival o rassegna. È stata soprattutto uno strumento di dialogo, che ha aiutato chi crede e chi non crede a guardarsi reciprocamente con più rispetto, e ha contribuito a portare armonia in una società che da un’unica religione e un’unica possibile laicità si ritrova ora alle prese con un pluralismo che non conosce (ancora) del tutto.
SEGUE A PAGINA VII
SEGUE A PAGINA XVIII
Franco Collè, vincitore del Tor des Géants 2014 L’INCHIESTA/1
Laboratorio chimico Un futuro in bilico
Franca Segre UTTO nella finanza torinese: è scomparsa all’età di 88 anni Franca Segre, la signora delle banche, unica donna a diventare presidente di un istituto di credito quotato in Borsa: la Bim, Banca intermobiliare. Lo studio creato con il marito era un punto di riferimento per l’imprenditoria piemontese.
a noi vediamo due strade: o chiudiamo, oppure sopravviviamo, scegliendo come via di salvezza un aumento dei costi per le imprese», racconta Salvatore Capozzolo.
LONGHIN A PAGINA V
SEGUE A PAGINA IV
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STEFANO PAROLA
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I FRONTE
ON i pasti a consumo le famiglie torinesi risparmieranno». Parola dell’assessore alle Risorse Educative di Palazzo Civico, Maria Grazia Pellerino, che dopo le polemiche di luglio e lo stralcio degli aumenti delle mense, ha presentato in una riunione di maggioranza le tabelle con tutti i dati. Modifiche saranno approvate dalla giunta della prossima settimana. I ritocchi non mancano, soprattutto per le fasce di reddito medio-alte, ma si tratta di un incremento che oscilla da uno a otto euro al mese per i nidi, da due a sei euro per le materne. A PAGINA VI
«C
Antidoping al Tor des Géants dopo tanta fatica, un dubbio MAURIZIO CROSETTI NVECE di una branda, di una coperta e di un bicchiere di tè, al
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L’ORCHESTRA E LA QUERELLE TRA DIRETTORE E SOVRINTENDENTE
Il Regio “prova” lo sciopero di una protesta, forse uno sciopero si allunga sul concerto di sabato sera dell’orchestra del Regio nell’ambito di Mito. Nulla di ufficiale, anche perché gli orchestrali sono «ufficialmente in silenzio stampa», un po’ come i calciatori quando nelle squadre c’è maretta. Ma la voce si rincorre sin da ieri pomeriggio e le chance che sabato sera durante uno dei concerti più attesi di settembre musica nel teatro lirico della città acca-
L’
OMBRA
DIEGO LONGHIN
da sono considerate alte. Tutto dipenderà da domani quando forse la querelle tra il direttore Gianandrea Noseda e il sovrintendente Walter Vergnano forse prenderà una piega decisiva. Domani è il giorno del consiglio di amministrazione (rinnovato) del Regio per scegliere il nome da indicare al ministro Franceschini per il sovrintendente. E’ dato per scontato quello di Vergnano. Nelle ore del
cda o in quelle immediatamente successive, ci sarà un’assemblea di tutti gli orchestrali del Regio che in questi mesi di scontri tra maestro e manager del teatro non hanno mai nascosto di parteggiare per il primo. Fiati, trombe e violini si prenderanno due ore per decidersi il da farsi ed eventualmente come. Dal gesto più clamoroso - uno sciopero che molti però sembrano non volere - a un atto meno plateale: magari un fiocco in difesa di Noseda.
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TORINO CULTURA
la Repubblica GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
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Torino Spiritualità
Il festival dell’anima celebra con ottimismo il “cuore intelligente”
I VOLTI
La decima edizione della rassegna si svolge dal 24 al 28 settembre tra incontri, meditazioni, itinerari spirituali, danze, grandi lezioni
LATOUCHE Il filosofo interviene venerdì 26 in una serata intitolata “Elogio del poco”
<DALLA PRIMA DI CRONACA
VERA SCHIAVAZZI
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RISTIANESIMO, ebraismo, islam, ma anche buddismo, induismo, tradizioni occidentali e orientali, esperienze dedicate alla mente e non necessariamente alla religione o alla sua concezione confessionale. Non a caso un’emozionata Antonella Parigi — per la prima volta presente alla conferenza stampa di ieri non più come ideatrice dell’iniziativa ma come assessore regionale — ha voluto raccontare le difficoltà iniziali: «Andai a proporre il progetto, e mi dissero: bella idea, ma non puoi chiamarla “Spiritualità”. Chiesi perché, mi spiegarono che quella parola avrebbe respinto chi non era credente. Andai anche dal cardinal Severino Poletto, persona di grande schiettezza, che mi ripeté la stessa cosa nella sua versione: non esisteva una spiritualità generale, ma solo una fede, segnatamente quella cattolica. Poi però insistemmo, e alla fine tutti collaborarono». L’edizione di quest’anno, dal 24 al 28 settembre, è ricchissima di appuntamenti come si conviene a un anniversario, e porta con sé anche un cauto, allegro ottimismo. Fin dal titolo, “Il cuore intelligente”, che — come ha spiegato il responsabile del programma Armando Buonaiuto, prende spunto da una frase di Nelson Mandela e da un versetto del Libro dei Re, quello dove Salomone chiede all’Eterno di concedergli, appunto, un cuore intelligente per ben governare. Si comincia in realtà sabato 20, con un’anteprima dedicata a meditazione, consapevolezza e mindfulness che
BAUMAN Il sociologo della “modernità liquida” tiene la lezione inaugurale il 24
UNA PIOGGIA DI APPUNTAMENTI Quest’anno Torino Spiritualità offre oltre 150 incontri con circa 160 voci provenienti da tutto il mondo prosegue il giorno dopo con un insight dialogue guidato da Gregory Kramer. Tornano anche le Camminate spirituali, quest’anno a Torre Pellice, la capitale valdese, alla Sacra di San Michele, al Lago della Battaglia di Ayas e al Parco Burchia nel Biellese, ma anche sul Musiné e in altre località valdostane. E ci sono anche le grandi lezioni, affidate a Enzo Bianchi, Carlo Sini, don Gino Rigoldi e Vito Mancuso. I Dervisci Rotanti di Damasco saranno i protagonisti dello spettacolo inaugurale, il 23 settembre alle 21,30 al Regio, mentre Zygmunt Bauman condurrà il primo appuntamento (il 24 alle 18, sempre al Regio) dal titolo “Qualcosa invece di niente. Riflessioni su Dio e sull’uomo”. La sera, Toni Servillo sarà accompagnato dalle note di Roberto Prosseda lungo il testo di Bertrand Russell “La con-
quista della felicità”. E per tutta la durata di Torino Spiritualità, com’è ormai tradizione, il pubblico potrà partecipare direttamente a laboratori, worshop, esperienze di svariati tipi: la danza liturgica, per esempio, il rapporto
L’inaugurazione con i Dervisci Rotanti di Damasco. Tra gli ospiti Enzo Bianchi, don Rigoldi, Sini, Mancuso, Augias, Marek Halter tra teologia e cultura pop (a cura di Radio Beckwith), la cucina (già ieri, Exki, uno degli sponsor, offriva succhi di melograno ai presenti). Chiese “emergenti” come quelle pentecostali saranno oggetto di approfondimenti (il 26 alle 16 alla biblioteca Peterson, con Paolo Naso e Cecilia Pennaci-
ni), lo stesso giorno ma alle 21 al Teatro Gobetti Concita De Gregorio e Umberto Curi dialogheranno su vero e falso. Marek Halter, un ospite tutto nuovo per Torino Spiritualità, sarà la star di sabato 27, alle 10 al Carignano, e risponderà alle domande di Cesare Martinetti sulle vie attraverso le quali cuore e ragione possono “curare” ingiustizia e crudeltà. Non mancheranno gli itinerari spirituali in città (sabato 27 alle 14 l’appuntamento è a Porta Palazzo), mentre alle 18 dello stesso giorno Corrado Augias presenterà il suo nuovo romanzo, “Il lato oscuro del cuore”. E Torino Spiritualità non resterà rinchiusa nei confini torinesi: il 24 alle 21, al Teatro Sociale di Alba, Gustavo Zagrebelsky parlerà con Daniela Tibaldi del “coraggio di dubitare”. Moltissimi i luoghi del festival,
dai quali manca la Cavallerizza Cavallerizza (ma ieri tutti, da Evelina Christillin presidente del Teatro Stabile a Luca Beatrice presidente del Circolo dei Lettori, passando per l’assessore Maurizio Braccialarghe, hanno fatto voti perché si possa riaprire al più presto): Regio, Carignano, Gobetti, ma anche sedi religiose e l’Eremo del Silenzio dentro le ex carceri Nuove (all’eremitaggio è dedicato un intero capitolo curato da Gabriele Goria). E come in ogni compleanno che si rispetti, a qualcuno tocca rievocare le gaffe: come quando suor Giuliana Galli diventò suor Germana (esperta di ricette), o nella sala affollata echeggiò la battuta «abbiamo una sola fede, quella bianconera». Cose che capitano, e che, anche loro, contribuiscono al successo.
SERVILLO Il 24 l’attore tiene un reading su “La conquista delle felicità” di Russell
ZAGREBELSKI Il giurista parla il 24 ad Alba del “Coraggio di dubitare”
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CINQUANTENNI, CHE SIMPATICHE CANAGLIE (LA REPUBBLICA) WILSON E UN CAST DI ALTO LIVELLO (CORRIERE DELLA SERA)
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LA STAMPA
GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
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Cronaca di Torino .53
I conti della Regione
“La sanità in situazione drammatica” L’allarme di Saitta: “Altri 60 milioni di buco dalle Asl, o nel 2015 si uscirà dal piano di rientro o salta tutto” Polemica la minoranza in Consiglio: “La giunta di centrodestra aveva lasciato i conti in regola e in pareggio” Fecondazione
ALESSANDRO MONDO
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LA SVOLTA
a notizia, comunicata da Antonio Saitta a margine della seduta del Consiglio regionale, è stata confermata dall’interessato durante le comunicazioni in aula. E non è di quelle buone.
Un «segretario» per governare la macchina
Nuovo buco
I conti della sanità continuano a franare. Nemmeno il tempo di riaversi dalla comunicazione di due giorni fa, 20 milioni di scoperto emersi durante l’approvazione dei bilanci 2012 delle Asl piemontesi, ed ecco che la cifra aumenta di tre volte. Conferma l’assessore regionale alla Sanità: «Nulla che non ci aspettassimo, non a caso la Regione è sottoposta al piano di rientro concordato con il governo. Ma dalla ricognizione dei bilanci delle Asl, in questo caso parliamo del 2013, emergono altri milioni scoperti». Quanti? «Una cifra significativa, intorno ai 60 milioni». Un’altra doccia fredda. Chissà cosa riserveranno i conti del 2014 se è vero che, in base alle prime stime, non si trova conforto neppure nei primi sei mesi di quest’anno: il «rosso», lo scoperto, si aggirerebbe attorno ai 40 milioni. Complessivamente stiamo parlando di oltre 100 milioni. Da qui la sorpresa, manifestata dallo stesso Chiamparino, evidentemente spiazzato dalle voci poi tramutatesi in comunicazione ufficiale. «Ma come? Non eravamo rimasti a 20 milioni di scoperto?», aveva domandato ai cronisti nel primo pomeriggio. L’allarme di Saitta
Insomma: una situazione drammatica. Quanto basta per spingere Saitta a predire che o nel 2015 si uscirà dal piano di rientro oppure la sanità subalpina salterà: alla stregua di un’impresa insolvente costretta a portare i libri in Tribunale. La dimostrazione, se non altro, che finora non sono bastati il controllo
Il Consiglio regionale ha approvato a larga maggioranza il disegno di legge, proposto dall’assessore al personale Ferraris, che prevede l’introduzione della figura del segretario generale della giunta: contrario al gran completo il Movimento 5 Stelle. Tra i compiti della nuova figura apicale, voluta da Chiamparino, il coordinamento delle direzioni regionali. La nomina, circolano i nomi di Bolatto, Bertolino e Vaciago, avverrà con un bando ad hoc. Sul fronte occupazionale, è stato sottoscritto un accordo per stabilizzare il restante personale precario della Regione a decorrere dal 1° ottobre 2014.
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Bilanci nel mirino I controlli sui bilanci delle Asl stanno portando a scoperte piuttosto pesanti dal punto di vista finanziario
Oms Modello Molinette per il Mediterraneo n L’ O r g a n i z z a z i o n e
Mondiale della Sanità ha scelto la Città della Salute di Torino e il Centro per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica della Regione Piemonte, diretto dal dottor Nereo Segnan, come riferimento italiano per la diagnosi precoce e gli screening del cancro, definendo un programma di collaborazione per i prossimi 4 anni. Oggi, alle 13, nell’Aula Magna delle Molinette, si discuterà delle diverse strategie di controllo dei tumori nei Paesi a basso e medio reddito.
sui conti e i reiterati moniti ai direttori regionali delle Asl, messi sotto stretta osservazione. L’altra faccia della medaglia, secondo l’assessorato di corso Regina Margherita, è proprio la trasparenza dei conti: l’approvazione dei bilanci 2012 vuole essere, oltre che un atto dovuto, un segnale di buona volontà diretto al governo. Della serie: ora non si gioca più a rimpiattino con i numeri. Minoranza all’attacco
Anche così, non sono mancati i contraccolpi in Consiglio, che ieri si è riunito per la prima volta dopo la pausa estiva. Fa fede la presa di posizione di Gilberto Pichetto, oggi capogruppo di Forza Italia in Regione, l’uomo che fino a pochi mesi fa sovrintendeva con Ugo Cavallera i conti dell’ente: compresa la Sanità. «Guardando al passato, come
fa il neo assessore, mi verrebbe spontaneo e troppo facile ricordare che quando il governo era in mano a Bresso il disallineamento annuale era pari a oltre 500 milioni - attacca Pichetto -. Ma quello che conta è che la giunta di centrodestra aveva lasciato i conti in regola e in sostanziale pareggio e il piano di rientro, che ricordo è caratterizzato da criteri di progressivo allineamento, funzionava come dimostrato anche dai dati comunicati da Saitta. Era prevedibile insomma un minimo di divaricazione della spesa». Dello stesso avviso il capogruppo della Lega Nord, Gianna Gancia: «Per la sanità piemontese la strada era tracciata, Cota ha lasciato conti in ordine per la prima volta dopo anni in equilibrio finanziario. Ora a deragliare è la politica del centrosinistra».
Eterologa, sono quattro i centri autorizzati pronti a partire lunedì Domani s’insedia il Comitato scientifico guidato da Moirano ELISA BARBERIS
Dopo la Toscana, anche il Piemonte è pronto a scrivere una nuova pagina sulla fecondazione eterologa. La data di svolta è fissata: lunedì 15 settembre l’assessore alla Sanità Antonio Saitta porterà all’esame della giunta la delibera che recepisce l’intesa delle Regioni italiane raggiunta la scorsa settimana a Roma, poi si potrà partire. Certo, avvisa, i tempi tecnici non saranno brevi: nonostante nell’incontro con gli altri governatori siano state definite le linee guida generali, le questioni – pratiche e bioetiche – da definire nelle prossime settimane sono molte. Chi può donare
A cominciare dall’elenco dei donatori, che dovranno presentarsi spontaneamente nei centri di raccolta, non potranno donare più di dieci gameti e saranno «schedati» su base nazionale. Toccherà adesso al Comitato scientifico, che si insedierà domani mattina, sciogliere i nodi ancora irrisolti e dare indicazioni più precise per chi voglia mettersi in lista il prima possibile. L’équipe, presieduta dal nuovo direttore regionale della Sanità Fulvio Moirano, sarà composta dai direttori sanitari e dai responsabili dei tre centri pubblici di procreazione medicalmente
assistita – il Sant’Anna e il Maria Vittoria di Torino e l’Ospedale Civile di Fossano – insieme a un biologo e un genetista. Saranno loro a vigilare sulla qualità e l’applicazione nelle tre strutture ad oggi autorizzate in Piemonte, a cui se ne aggiunge una quarta: si tratta del centro Promea di Torino, accreditato fino al terzo livello. Monitoraggio
Compito della squadra sarà soprattutto monitorare gli eventuali problemi che nasceranno e rispondere alle domande più importanti: quali tutele si daranno al nascituro? Come sarà gestito il Registro dei donatori? Quanto costerà ai futuri genitori tutta la procedura? Su questo fronte, in particolare, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si è già impegnata a verificare la possibilità di inserire nei Lea nazionali le spese. «Noi però speriamo che si possa giungere a stabilire un ticket fisso che valga in tutta Italia e si aggiri intorno ai 500-600 euro», precisa Saitta. Dell’ipotesi di uniformare il prezzo di questa prestazione sanitaria se ne parlerà, infatti, di nuovo a Roma il 26 settembre. Le richieste
Intanto, nonostante decine di richieste siano già pervenute sia al Sant’Anna sia negli altri centri pubblici e privati, l’impressione dell’assessore è che finché il quadro non sarà chiaro a tutti gli operatori, non ci si potrà aspettare grandi numeri: «Resta da capire dove trovare e come distribuire le risorse a disposizione per far partire, e partire bene, l’eterologa. Non ci interessa arrivare prima: vogliamo dare una risposta vera a un diritto che deve essere garantito a tutti».
TORINO SPIRITUALITÀ
Il “cuore intelligente” in 150 incontri Un viaggio di 5 giorni tra le religioni con spettacoli, conferenze e mostre LETIZIA TORTELLO
Vicini e lontanissimi, spesso nemici. Il cuore e il cervello ci rendono vivi e ci governano, quasi mai vanno d’accordo. A loro, più precisamente al «Cuore intelligente», equilibrio difficile ma non impossibile tra intuizione e ragionamento, empatia e dialogo interiore, sentimento e pensiero, è dedicata quest’anno Torino Spiritualità, dal 24 al
28 settembre. Una sfida ambiziosa, che il festival delle domande sugli uomini, su Dio e sulla fede vuole lanciare al suo pubblico, nell’edizione numero 10, più ricca che mai di appuntamenti (150 in tutto), in centro e in periferia. Dai grandi teatri, alle carceri, alle biblioteche, ai conventi, ai centri di culto. Sarà una (quasi) settimana di viaggio: attraverso le religioni d’Oriente e d’Occidente, con spettacoli, reading, conferenze, mostre, meditazioni e camminate filosofiche, ma anche «dentro se stessi, ciascuno verso la propria idea di spiritualità, come valore condiviso di una comunità», ha spiegato ieri l’assessore regionale alla Cultura,
Antonella Parigi, durante la presentazione del programma al Circolo dei Lettori. Notte blu e notte bianca
Il calendario del festival prenderà avvio mercoledì 24, con una lezione magistrale a ingresso gratuito, alle 18 al Teatro Regio, del sociologo Zygmut Bauman, teorico della modernità liquida, divenuta ormai cifra riconosciuta del nostro tempo. Alle 21,30, si va artisticamente alla scoperta di se stessi: Tony Servillo reciterà un testo di Bertrand Russel («La conquista della felicità»), accompagnato dal pianista Roberto Prosseda, su musica di Schumann. Martedì 23, alle 21,30, sempre al Regio, anteprima in danza, con l’ascesi mistica dei dervisci rotanti, gui-
dati da Noureddine Khourchid. Sabato 27, invece, notte bianca della spiritualità in San Salvario, in collaborazione con il Comitato Interfedi. Dai monaci ai laici
Le sedi degli incontri saranno 28, con appuntamenti dal mattino alla sera. Ospite speciale della decima edizione, venerdì 26 alle 18,30 al Carignano, Shin Dong-hyuk, unico uomo sfuggito ai terribili campi di prigionia e di lavoro della Corea del Nord. Con lui, il direttore de La Stampa, Mario Calabresi. Per i cicli «Le domande di Dio», interverranno Enzo Bianchi, Carlo Sini, Vito Mancuso, Antonio De Silva e don Gino Rigoldi. Da segnalare, le lezioni del fondatore del Comitato Inter-
REPORTERS
La 10ª edizione della rassegna si preannuncia da tutto esaurito
nazionale per la Pace Negoziale in Medio Oriente, Marek Halter, intervistato da Cesare Martinetti, quelle dell’ex manager, ora studiosa di scritture vediche Jaya Row, di Corrado Augias, Massimo Recalcati, Serge Latouche, Sergio Givone, Piergiorgio Odifreddi, del mental coach Alex Bellini, del maestro
spirituale induista Radhanath Swami. Una mostra a cura di Francesca Rosso, nel foyer del Carignano, porterà alla scoperta di Mumbai. Il 20 e il 21, camminate spirituali notturne in montagna e seminari di Mindfullness, la meditazione occidentale mutuata dall’Oriente, per diventare consapevoli di sé.
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54 .In città
STAMPA .LA GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2014
Artigianato a Pinerolo
La fiera della birra artigianale
Una graphic novel su Primo Levi
Comincia alle 17 a Pinerolo la 38ª «Rassegna dell’artigianato del pinerolese», con i lavori esposti in 5 aree: piazza Cavour, piazza San Donato, piazza Marconi, largo Lequio e piazza Facta. Temi dall’ambiente al gusto, al «tecnoartigianato».
Inaugurazione alle 17 al Palavela (via Ventimiglia 145) della fiera dedicata alla birra artigianale «Turin Taste of Beer», con degustazioni anche gastronomiche, fino a domenica. Alle 21,30 spettacolo dei comici Beppe Braida e i Mammuth.
Alle 18 al Museo diffuso della Resistenza di corso Valdocco 4/a, presentazione di «Una stella tranquilla», una graphic novel di Pietro Scarnera incentrata sulla figura dello scrittore Primo Levi. Ne discuteranno con l’autore Martina Mengoni e Ada Treves.
Una sfida ambiziosa
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LETIZIA TORTELLO
Vicini e lontanissimi, spesso nemici. Il cuore e il cervello ci rendono vivi e ci governano, quasi mai vanno d’accordo. A loro, più precisamente al «Cuore intelligente», equilibrio difficile ma non impossibile tra intuizione e ragionamento, empatia e dialogo interiore, sentimento e pensiero, è dedicata quest’anno Torino Spiritualità, dal 24 al 28 settembre. Una sfida ambiziosa, che il festival delle domande sugli uomini, su Dio e sulla fede vuole lanciare al suo pubblico, nell’edizione numero 10, più ricca che mai di appuntamenti (150 in tutto), in centro e in periferia. Dai grandi teatri, alle carceri, alle biblioteche, ai conventi, ai centri di culto. Sarà una (quasi) settimana di viaggio: attraverso le religioni d’Oriente e d’Occidente, con spettacoli, reading, conferenze, mostre, meditazioni e camminate filosofiche, ma anche «dentro se stessi, ciascuno verso la propria idea di spiritualità, come valore condiviso di una comunità», ha spiegato ieri l’assessore regionale alla Cultura, Antonella Parigi, durante la presentazione del programma al Circolo dei Lettori. Parigi sedeva al tavolo delle autorità in una veste nuova. Da ex direttrice del Circolo è stata lei, nel 2005, a inventare L’OSPITE SPECIALE
Shin Dong-hyuk, fuggito dei campi di prigionia della Corea del Nord il progetto di Torino Spiritualità. Ieri, le prime parole sono state di commozione: «Spero di non mettermi subito a piangere – ha detto –. Posso dire di essere diventata assessore anche grazie al lavoro convinto e costante per far nascere e crescere questa manifestazione. Siamo stati i primi a sdoganare la parola “spiritualità” in senso laico». Il presidente Luca Beatrice ha sottolineato come «questa edizione ha ancora una forte impronta dettata da Antonella Parigi, che fino a giugno ha lavorato al progetto con tutto lo staff». Lei ribatte: «E’ vero. Quello del Cuore Intelligente è il grande tema della mia vita, nel tentativo di unire religioni e pensieri distanti. Dopo la sfida importante di quest’anno, avrei comunque lasciato la direzione della manifestazione». Notte blu e notte bianca
Il calendario del festival prenderà avvio mercoledì 24, con una lezione magistrale a ingresso gratuito, alle 18 al Teatro Regio, del sociologo Zygmut Bauman, teorico della modernità liquida, divenuta ormai cifra riconosciuta del nostro tempo. Alle 21,30, si va
Il Circolo dei lettori via Bogino 9 Borgo Medievale viale Millo 6 Teatro Regio piazza Castello 215 Teatro Carignano piazza Carignano 6 Teatro Gobetti via Rossini 8 Teatro Vittoria via Gramsci 4 Scuola Holden piazza Borgo Dora 49 MAO Museo d’Arte Orientale via S. Domenico 11 9. Biblioteca di Scienze Religiose Erik Peterson via Giulia di Barolo 3/A
corso Potenza
corso Toscana
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La Torino della spiritualità
L’edizione numero 10 del Festival della Spiritualità, più ricco che mai di appuntamenti, vuole come il solito porre al suo pubblico domande sugli uomini, su Dio e sulla fede
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Torino Spiritualità dal 24 al 28 settembre
Il “cuore intelligente” batterà dal centro alle periferie Un viaggio di 5 giorni tra le religioni con spettacoli, reading, conferenze, mostre Coinvolti grandi teatri, carceri, biblioteche, conventi e centri di culto di tutta la città Ha detto
Posso dire di essere diventata assessore anche grazie al lavoro svolto per far nascere e crescere questa manifestazione Siamo stati i primi a sdoganare la parola spiritualità in senso laico E quando lavoravo qui tutti mi volevano bene ora in Regione è diverso
artisticamente alla scoperta di se stessi: Tony Servillo reciterà un testo di Bertrand Russell («La conquista della felicità»), accompagnato dal pianista Roberto Prosseda, su musica di Schumann. Martedì 23, alle 21,30, sempre al Regio, anteprima in danza, con l’ascesi mistica dei dervisci rotanti, guidati da Noureddine Khourchid. L’assessore comunale Braccialarghe, intervenuto ieri al Circolo insieme ai rappresentanti delle fondazioni bancarie Polliotto per la Compagnia di San Paolo e Lapucci per la Fondazione Crt, e alla presidente dello Stabile Christillin, ha puntualizzato: «Sarà anche la sera dei ministri europei della Cultura. Torino aderirà alla Notte Blu della Ue, con musei e luoghi dell’arte aperti dalle 18,30 a mezzanotte. Sarà una grande
festa». Sabato 27, invece, notte bianca della spiritualità in San Salvario, in collaborazione con il Comitato Interfedi. Dai monaci ai laici
Le sedi degli incontri saranno 28, con appuntamenti dal mat20 E 21 SETTEMBRE
Camminate spirituali notturne in montagna e seminari di Mindfullnes tino alla sera. Ospite speciale della decima edizione, venerdì 26 alle 18,30 al Carignano, Shin Dong-hyuk, unico uomo sfuggito ai terribili campi di prigionia e di lavoro della Corea del Nord. Con lui, il direttore de La Stampa, Mario Calabresi. Per i cicli «Le domande di Dio», interverranno Enzo Bianchi,
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c.so Bramante 58 int. 9 Residenza Teatrale Leggera corso Moncalieri 18 Dojo Mokusho via Principe Amedeo 37 Dojo Hokuzenko via Sant’Antonio da Padova 10 Centro Buddha della Medicina via Cenischia 13 Biblioteca Civica Musicale “Andrea Della Corte”, Villa Tesoriera c.so Francia 186 (QUI BELLISSIMO PROGETTO) 27. Chiesa Greco-Ortodossa della Natività di S. Giovanni Battista via delle Orfane 11 28. Tucano Concept Store piazza Solferino 14/G
22. 23. 24. 25. 26.
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piazzale Monte dei Cappuccini 3 (QUI BEL PROGETTO)
20. Biblioteca civ. N. Ginzburg/Polo cult. Lombroso 16, via Lombroso 16 21. Centro Culturale Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai
C.so Galileo
Ferraris
17. Spazio Valdese CO7 corso Principe Oddone 7 18. Casa Valdese corso Vittorio Emanuele II 23 19. Convento del Monte dei Cappuccini
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Via Nizza
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Carlo Sini, Vito Mancuso, Antonio De Silva e don Gino Rigoldi. Da segnalare, le lezioni del fondatore del Comitato Internazionale per la Pace Negoziale in Medio Oriente, Marek Halter, intervistato da Cesare Martinetti, quelle dell’ex manager, ora studiosa di scritture vediche Jaya Row, di Corrado Augias, Massimo Recalcati, Serge Latouche, Sergio Givone, Piergiorgio Odifreddi, del mental coach Alex Bellini, del maestro spirituale induista Radhanath Swami. Una mostra a cura di Francesca Rosso, nel foyer del Carignano, porterà alla scoperta di Mumbai. Il 20 e il 21, camminate spirituali notturne in montagna e seminari di Mindfullness, la meditazione occidentale mutuata dall’Oriente, per diventare consapevoli di sé.
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Arriva al "jesetfestival" la musica dei newboomers
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I Murazzi, il CaplOlOO e la sede di Turin Eye sono i luoghi che da oggi ospitano la sesta edizione della rassegna MUSICA Q u a t t r o giorni dedicati alla m u s i c a emergente. C o n spettacoli, concerti, i n c o n t r i e t a n t e altre iniziative collaterali. Mette m o l t a carne al tuogo la sesta edizione del "_resetfestival", rassegna n a t a p e r p r o m u o v e r e e sostenere la creatività giovanile, nello spirito della rete, dello scambio di comp e t e n z e e delle più diverse opportunità. L'edizione 2014 a m p l i a i p r o p r i confini e m e t t e al c e n t r o il fen o m e n o "newboomers", cioé la g e n e r a z i o n e cresciuta "in rete" che sta rid i s e g n a n d o le relazioni e gli stili di vita delle persone, c r e a n d o n u o v e comunità, n o n solo virtuali. Per l'occasione l'evento coinvolgerà tre luoghi strategici della città: i Murazzi, il Cap10100 e la sede di Tur i n Eye, ne l cuore del Balò n a Borgo Dora. Si part e oggi, alle 18, dai Murazzi, presso arciPelago Beach,
www.metronews.it Giovedì i l settembre 2014
PAGINA A CURA DI PATRIZIA PERTUSO; SPETTACOLI.TORINO@METROITALY.IT
TORINO
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"Torino Spiritualità" punta anche sul cuore FESTIVAL U n "Cuore intelligente". È quello che scalderà con q u e s t o titolo, dal 24 al 28 settembre , la decima edizione del festival "Torin o Spiritualità" c o n u n a c i n q u e giorni di incontri, dialoghi, lezioni e letture. U n ' a n t e p r i m a la si avrà già il 23 settembre, alle 21, q u a n d o il palco del Regio si a n i m e r à dei Dervisci rot a n t i di Damasco che, supp o r t a t i dalla voce di Nour e d d i n e Khourchid, guider a n n o il pubblico in u n m i x di ricerca spirituale, d a n z a e c a n t o p e r u n riavv i c i n a m e n t o a Dio in virtù dell'origine divina della musica. Al Circolo dei Lettori invece il 24 settembre , alle 21, s'inaugurer à ufficialm e n t e il festival c o n u n in-
Toni Servillo apre il festival.
c o n t r o t r a l'attore Toni Servillo e il pianista Rob e r t o Prosseda p e r d a r voce e m u s i c a alla riflession e che il filosofo Bertrand Russell espresse nel suo "La conquista della felicità". Seguiranno poi oltre 120 i n c o n t ri c o n personalità internazional i c o m e il sociologo Z y g m u n t Baum a n , il m a e s t r o spirituale induista R a d h a n a t h Swam i e l ' e c o n o m i s t a Serge Latouche (Info: 349 6285606). A N T O N I O G A R B I S A
A l l ' A u d i t o r i u m Rai
I bolognesi JoyCut saranno fra ospiti del festival con il loro fantasioso live.
c o n u n palco sul f i u m e che Po. Ilfestival proseguirà fi- Yellow Traffic Lights e ospiterà in a p e r t u r a il dj n o a d o m e n i c a c o n m o l t i FJM, i valdostani A n u d o e i set degli Exxtra e, dalle 20, a p p u n t a m e n t i : tra i prota- pugliesi Versi Verlan. Ci i g r u p p i finalisti del con- gonisti più attesi spiccano s a r a n n o a n c h e m o m e n t i corso Torino Sotterranea: i bolognesi JoyCut col loro di aggregazione e sport, Eugenio in Via di Gioia, fantasioso live; gli EgoKid che v e d r a n n o le b a n d sfiKaravans, Sica e Sendor- col w o r k s h o p "Scrivere darsi in t o r n e o di calcetto m a . I live c o n t i n u e r a n n o U n a Canzone"; il b e a t bo- e c i m e n t a r s i in corsi di cac o n j o h n n y F i s h b o r n e Sol x e r p i e m o n t e s e A l p K i n g ; i nottaggio l u n g o il Po. Info Ruiz, sino all'afterparty di Pagliaccio col loro "con- su: www.resetfestival.it. chiusura al Magazzino sul certo a pedali"; i torinesi DIEGO PERUGINI
In Feltrinelli
Pei Ku e Peebo dirette da Xian
Graeme Sims spiega i cani
FESTIVAL Per MiTo stasera alle 21 all'Auditor i u m Toscanini Zhang Xian dirigerà l'Orchestra e il Coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi con Hsiao Pei Ku e Annely Peebo su brani di P r o k o f e v , Malipiero e Ravel. METRO
LIBRI "L'uomo che sussurra ai cani", Graeme Sims, sarà oggi alla Feltrinelli, piazza CLN 251, ore 18 per raccontare il suo m e t o d o di a d d e s t r a m e n t o per il quale p r i m a di pensare al cane bisogna educare il padrone. METRO
Parole crociate Orizzontali 1. Donne... che non affermano 9. Un velocissimo aereo 12. Un tipo di imposte 1 3 . Legume tondeg-
CORSI GRATUITI DIURNI i SERALI per DISOCCUPATI ed OCCUPATI
giante 14. Pattuglia di polizia 15. Privo d'un pezzo 16. L'amante di Tristano 17. Si lascia al Mont e di Pietà 18. L'anagrafe delle automobili (sigla) 19. Sono più piccoli dei cervi 2 2 . Scrittura normale e corretta 25. Ente Comunale di Assistenza (sigla) 27. Un mustelide americano 2 8 . Spicciolo statunitense 2 9 . Lo sono molte arabe 32. Le colpevoli 33. L'uccello detto anche rigogolo 34- Il fondatore di Troia 36. Sere senza uguali 37. La svolge il romanziere 38. Non oltre 4 0 . Nei letti e nelle sedie 4 1 . E' propria delle stanze spaziose 43- Il 1 5 1 romano 45. Riducono
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ne 35. L'indimenticabile Welles 38. Il chitarrista Clap-
pagamento 7. Verdi raga-
ton 39. Esclamazione di sde-
nelle 8. Le ultime di dodici 9. La Lopez cantante e attrice 10. Si dice mostrando 11. Il Teocoli della tv 13. Un distillato francese 15. Golda che fu premier d'Israele 17. E' famoso il suo "Moto per-
l'attrito 46. Un prestigioso
petuo" 19. Baltea e Riparia
premio 47. La insegnava
tra i fiumi 20. Solenne e se-
Barbara Bouchet 4 8 . Pos-
vero rimprovero 21. Ecces-
sono essere a piè pagina
sivamente salace 23. Un'er-
Verticale
se... per Ramon 25. Deposi-
1. L'allenatore Scala 2. Il
to-deli'Avis 26. Comprende
dio greco dell'amore 3. Un
la Cina 30. IL primo fu Ada-
vecchio e vivace ballo 4.
mo 31. Il John della canzo-
ba usata dal cuoco 24. Agne-
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Lascia solchi nel terreno 5. Abbronzatura 6. Dilaziona il
gno 41. Arti pennuti 42. Il cap o d a n n o buddhista 4 4 . L'iridio del chimico 4 5 . Fiume della Siberia • Soluzione 3 1 V N a 3 1 V d 1 0 3 1
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Cultura
CHAILLY SCALA REALE | SETTIS: COME CAMBIA L’ANTICHITÀ | PICASSO SORPRENDENTE | CINEMA ITALIANO: BELLEZZA PER UN ANNO LUIS SEPÚLVEDA RICEVE IL “TAOBUK AWARD” A TAORMINA. A DESTRA: UNA SCENA DA “LA MIA DROGA SI CHIAMA JULIE” DI TRUFFAUT. SOTTO: I SUD SOUND SYSTEM
Appuntamenti
Settembre in festival DI SABINA MINARDI Al centro, la parola. Protagonisti studiosi, nomi internazionali, scrittori specialmente. Settembre è il tempo delle trasferte colte: rassegne tra le più accreditate, consolidate dal tempo e da un largo seguito, scelgono la stagione della rentrée. Così, da Nord a Sud, al riparo di un portico o in un giardino di limoni; ai piedi di una cattedrale o in un chiostro secolare, si dà appuntamento un pubblico attento e mai casuale. Semmai, messo alla prova dall’imbarazzo della scelta. Festival della Politica, Mestre, fino al 14. Promosso dalla Fondazione Gianni Pellicani è dedicato a “Politica e violenza”. Tra gli ospiti Marc Lazar, Enrico Ghezzi, Massimo Donà. Il 13 Ezio Mauro, Emanuele Macaluso e Massimo Cacciari ragionano su “Vita e morte della sinistra italiana”. Sabina Guzzanti porta in scena “Homo srl”, monologo inedito (14). Lectorinfabula, Conversano, fino al 14. “Privato, Pubblico e Comune”: ne parlano Marco Malvaldi, Marino Sinibaldi, Giuseppe Laterza. E Beatrice Masini, coi bambini. Marina Cafè Noir, Cagliari, fino al 14. “Non tutto è in vendita”. Con Sarah Menefee di Occupy San Francisco, Maurizio De Giovanni (13), i Wu Ming e Michela Murgia (14). FestivalFilosofia, Modena Carpi Sassuolo, 12-14. Dal 2001 lezioni magistrali dei più grandi filosofi inchiodano un pubblico di 200 mila persone sui dilemmi dell’esistenza. Parlano di Gloria Remo Bodei (12), Zygmunt Bauman (13) Marc Augé (14). Alessandro Baricco rievoca le gesta di Achille (12). Conversazioni di San Francesco, Lucca, fino al 23 novembre. “Ilaria e le altre, ovvero della bellezza eterna” è un ciclo di incontri ideato da Lea Codognato, Alba Donati e Sergio Risaliti e ispirato dal Monumento funebre di Ilaria del Carretto di Jacopo della Quercia. Con Aldo Nove (4 ottobre), Melania Mazzucco (19), Bernard-Henri Lévy (7). Jewish and the City, Milano, 13-16. Il Festival 70 |
| 18 settembre 2014
di cultura ebraica si muove sulla traiettoria della festa di Pesach, la Pasqua. Denso il 14: da Catherine Chalier a Salvatore Veca. Pordenonelegge, 17-21. Grandi ospiti alla Festa del libro con gli autori, da Boris Pahor a David Grossman. Il 20 Ricardo Menéndez Salmon, Umberto Eco e l’attesa Margaret Atwood. Chiudono Nicolai Lilin, Yasmina Khadra, Katherine Pancol, Jamaica Kincaid. Arte libro, Bologna, 18-21. Con un omaggio alla grafica dei libri di Andrea Camilleri si apre il rinnovato Festival del libro e della storia dell’arte, dedicato all’“Italia: terra di tesori”. Taobuk, Taormina, 20-26. È Luis Sepúlveda il premiato del primo Taobuk Award. Al Teatro antico aprono il presidente del Senato Pietro Grasso e Nicola Piovani. Seguono Giancarlo De Cataldo (21) Giuseppe Catozzella (22), Francesco Piccolo (26). Omaggio a Scianna. Dialoghi di Trani, 23-28. Al Castello Svevo si parla di “Futuro”. Con Ennio Capasa (24), Marco Travaglio (27), Umberto Guidoni (26). Torino Spiritualità, Torino, 24-28. Cinque giorni di incontri coordinati dal Circolo dei lettori. Parlano di “Cuore intelligente” Roberto Prosseda, Serge Latouche, Valeria Parrella. Women’s Fiction Festival, Matera, 25-28. nello scenario dei Sassi arriva Bella Andre, regina della narrativa rosa. E a Clara Sánchez, il 27, si assegna il premio “Baccante”.
JESUS
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L'INCONTRO
«LA CARATTERISTICA DELL'ESSERE UMANO È L'ESSERE FIGLI E QUINDI ESSERE IN RELAZIONE CON LA PATERNITÀ»
classe e ha il problema di guadagnare il silenzio. Il silenzio non avviene più automaticamente, perché l'insegnante non è più protetto dal potere della tradizione. Dunque deve guadagnare dai piedi, cioè dal basso, il rispetto e il silenzio come forme di rispetto nei confronti della sua parola. Padri e insegnanti vivono la stessa esperienza di sgretolamento dell'autorità simbolica ma hanno anche il compito di ricostituire dai piedi, cioè dal gesto, dai propri atti, un valore possibile dell'insegnante e del padre». Recalcati applica la stessa metafora — «ricostituire dai piedi» — al magistero di papa Bergoglio. «Francesco ricostruisce la paternità non attraverso i dogmi della dottrina, non attraverso i dogmi teologici, non attraverso la restaurazione della tradizione, ma attraverso il gesto, l'esempio, la propria castrazione, la propria esperienza della mancanza. Per esempio quando, nella notte che lo ha nominato Papa, si inginocchia di fronte al popolo. Inverte il rapporto. Non è più il popolo che ha nel Papa una bussola infallibile, ma è il Papa che chiede di essere aiutato dal suo popolo». Recalcati ci parla, rifacendosi anche alla psicanalista lacaniana Francoise Dolto, di Gesù come desiderio: «Forse questo è il punto di maggior prossimità tra la religione cristiana e la psicanalisi. Se si leggono i Vangeli in modo non dogmatico, quello che si ricava è che esiste una sola forma di peccato, quella di non mettere a frutto i propri talenti. Su questo insiste la predicazione di Gesù. L'albero si riconosce dai frutti. E l'albero sterile, che non da frutti, che seppellisce il proprio talento per paura, è la vita smarrita, è la vita che pecca, che cade nel peccato. E questo dice anche la psicanalisi, quando afferma che l'unica forma irrimediabile del peccato è non rispondere alla chiamata del proprio desiderio, non essere all'altezza del proprio desiderio». ^
76 • Settembre 2014
L'EVENTO A TORINO "IL CUORE INTELLIGENTE' di Donatella Ferrano
Dieci anni di Torino Spiritualità. Un traguardo che si festeggerà dal 24 al 28 settembre nel capoluogo piemontese con un tema accattivante:
// cuore intelligente. Come convivono ai nostri giorni testa e cuore? Esiste un equilibrio possibile? Sulla «combinazione formidabile» di Nelson Mandela («Una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile») si confronteranno filosofi, psicologi, scrittori, teologi, scienziati, personaggi dello spettacolo. La manifestazione, ideata da Antonella Parigi, coordinata dal Circolo dei lettori, vuole essere «uno spazio privilegiato di riflessione. È la casa di quanti non rinunciano mai a farsi domande. È il luogo in cui cercare, lontano dalla frenesia di tutti i giorni, il significato profondo del nostro essere e del nostro tempo». Cinque giorni con oltre 1OO incontri, 30 luoghi sede degli appuntamenti, 130 voci provenienti da tutto il mondo. Un dialogo tra culture, fedi, spiritualità differenti, con «la volontà di indagare la dimensione etica e spirituale dell'essere umano come momento necessario per
entrare in relazione con l'altro e aprire nuove vie alla conoscenza». L'intento è quello di confrontarsi, non dare risposte ma stimolare sempre nuove domande. Tra gli ospiti il filosofo e sociologo Zygmunt Bauman; l'attore Toni Servillo; Shin DongHyuk, l'unico uomo che, a oggi, è riuscito a fuggire dai campi di prigionia della Corea del Nord; lo scrittore Marek Halter; Victor Chan, fondatore del
Da/ai Lama Center for Peace and Education-, il priore di Bose Enzo Bianchi; l'economista Serge Latouche; lo storico Alberto Melloni; il giornalista e critico televisivo Aldo Grasso; il filosofo Umberto Curi; lo scrittore Giuseppe Catozzella; il monaco hinduista Swami Abhishek Chaitanya; la scrittrice Valeria Parrella. E ancora: Massimo Recalcati, Concita De Gregorio, Corrado Augias, Armando Massarenti, Vito Mancuso, Bartolomeo Sorge, Carlo Sini, don Gino Rigoldi, Gustavo Zagrebelsky, Paolo Legrenzi, Piergiorgio Odifreddi e tanti altri. Per info e biglietti www.
torinospiritualita.org/ biglietteria-e-prenotazioni info@torinospiritualita.org tei. 011/43.26.827
strategie di sopravvivenza / 1
Câ&#x20AC;&#x2122;è chi combatte il degrado ambientale di intere vallate, chi scrive libri edificanti, chi insegna. Siamo stati tra uomini e donne tormentati da unâ&#x20AC;&#x2122;inquietudine comune: tentare di trovare la propria strada (divina ma non tradizionale). Come? Si isolano, spariscono per qualche anno. E a volte non ritornano di Sara Hejazi, foto di Carlo Bevilacqua
Alfredo è uno dei protagonisti di questo progetto fotografico durato quattro anni. Il suo eremo in Calabria ricorda un accampamento pellerossa.
NOI EREMITI, IN FUGA DAL MONDO
strategie di sopravvivenza / 1
Dagli anni Sessanta in poi, se i monaci sono diminuiti, gli eremiti sono aumentati. La vocazione è sempre la stessa, ma le nuove generazioni rispondono alla chiamata spirituale preferendo la solitudine alla vita comunitaria
L
eonardo da vinci lo diceva spesso: «Se tu sarai solo, sarai tutto tuo». Per lui la solitudine era l’unico spazio in cui poter esprimere liberamente il proprio ingegno. Ai suoi tempi la tradizione eremitica - la scelta di vivere soli, isolati dalla società - era già conosciuta da un millennio, apprezzata e praticata. Era piuttosto facile abbandonare il mondo, vivere lontani da tutto, starsene in silenzio. Non c’erano Gps, né megalopoli con milioni di abitanti. Niente musica con gli auricolari, né tv. I trasporti: pressoché inesistenti. Social network e telefonini: manco a parlarne. Ma oggi è diverso. Si può davvero stare soli in un mondo urbanizzato, sovraffollato, rumoroso, sempre connesso, come questo? A quanto pare sì. Un viaggio tra gli eremiti del terzo millennio, illustrato dal fotografo e filmaker Carlo Bevilacqua, è sufficiente per rendersi conto che in fondo è proprio vero quello che diceva Buddha Shakyamuni: l’essere è impermanente. Cambia, rimanendo uguale a se stesso. Così, il romitaggio esiste ancora e forse anche più di prima, ma è cambiato in modo radicale. E ci racconta i nuovi modi di stare soli, immersi nel grande caos contemporaneo. «Forse il primo eremita dell’umanità è stata una donna» racconta Viviana, eremita italo-egiziana dagli occhi neri. La sua pelle, dello stesso colore della sabbia del deserto, sembra narrare la storia del romitaggio. È dal deserto, nel deserto, che ebbe inizio: «Quasi tutti
conoscono i padri del deserto, i grandi anacoreti come Antonio... ma pochi sanno che vi furono straordinarie “madri del deserto”, come Syncletica di Alessandria, una donna bellissima, ma soprattutto infinitamente saggia». Anche Viviana è bella: una carriera da modella e da attrice comica le hanno fatto sentire quanto pesa sull’anima l’illusione di un bel corpo, spingendola a cercare qualcosa di più duraturo. «Come l’amore per Cristo» dice risoluta. Per questo tipo di amore ha lasciato quello terreno e si è cercata una piccola chiesa abbandonata sulle colline bolognesi, dove vive oggi. Il rumore di fuori? «Ogni tanto bisogna farlo entrare». Lei lo accoglie ricevendo rare visite di amici, parenti, curiosi, tutte persone in ricerca spirituale. Sono molti, infatti, quelli attratti dal romitaggio e in questo sta una delle sue novità: rappresenta una valida alternativa alla vita monastica. Dagli anni Sessanta in poi, se i monaci sono diminuiti, gli eremiti sono aumentati. La vocazione è sempre la stessa, ma le nuove generazioni cresciute con il must dell’autorealizzazione e col mito dell’individuo rispondono alla chiamata spirituale preferendo la solitudine alla vita comunitaria. Per Julia, per esempio, è andata così. Inglese di origine ed eremita in un casupola senza riscaldamento dentro le mura del cimitero inglese di Firenze, ha provato la vita in convento quando aveva 55 anni ed era già nonna, ma ha presto capito che quella non era la sua strada. Ha
Nella pagina accanto, in alto, Lippelt, ex capitano tedesco di navi da crociera, oggi vive in una grotta a Filicudi. Sotto, l’ex modella e attrice Viviana. Abita in una chiesa abbandonata sulle colline bolognesi. 90
io donna – 13 settembre 2014
io donna â&#x20AC;&#x201C; 13 settembre 2014
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strategie di sopravvivenza / 1
Zygmunt Baumann chiamerebbe quello di oggi un “romitaggio liquido”, ovvero a tempo determinato, flessibile, cangiante
Fra Maxime è un monaco ortodosso. Con l’aiuto dei locali ha restaurato la cappella sulla “vetta” Katskhi Pillar in Georgia.
preferito vivere sola tra le lapidi e mettere a disposizione il suo sapere da ex professoressa universitaria per aiutare ragazzi in difficoltà con lo studio. Così, per gli eremiti di oggi la missione apostolica è importante. C’è chi combatte il degrado ambientale di intere vallate, chi scrive libri edificanti, chi insegna, chi ha sempre una porta aperta, come Gisbert Lippelt, l’eremita che vive in una grotta a Filicudi, nelle Eolie. Ci si è fermato prolungando indefinitamente i due mesi di vacanza a sua disposizione. «E oggi sono ancora qui» dice soddisfatto. In realtà, in questo, Gisbert rappresenta un’eccezione alla regola: di solito il romitaggio non dura così tanto. I più sono eremiti per qualche anno, poi tornano nel mondo. Zygmunt Baumann chiamerebbe quello di oggi 92
un “romitaggio liquido”, a tempo determinato, flessibile, cangiante. È una caratteristica che accomuna tutti, eremiti e non: fare esperienze di vita un po’ forti è più facile ora che le distanze tra mondi, culture, luoghi, si sono accorciate. Si può scegliere tra svariati modi di vivere, per poi tornare indietro. Tutto è raggiungibile e fattibile, per esempio adottare uno stile di vita “selvaggio”, come ha fatto l’eremita Alfredo, ispirandosi agli indiani pellerossa nel suo rifugio a forma di tenda, in Calabria, e montando il suo cavallo sotto il sole del sud. In questo scenario vario e multiforme, c’è solo un grande assente: un Dio ben chiaro e definito. Gli eremiti possono infatti essere religiosi, laici o seguire un mix di diverse religioni insieme, come taoismo e cristianesimo. Sono intrisi di una spiritualità profonda, ma è io donna – 13 settembre 2014
strategie di sopravvivenza / 1
C’è solo un grande assente: un Dio chiaro e definito. Perché loro possono essere religiosi, laici o seguire più religioni, come taoismo e cristianesimo
CUORE (E MENTE) SI ALLENANO A TORINO Torino Spiritualità festeggia la decima edizione. Il titolo, Il cuore intelligente, è ispirato a una frase di Nelson Mandela. Dal 24 al 28 settembre la città sabauda ospiterà oltre 120 incontri, inaugurati da Zygmunt Bauman. Fra gli ospiti, il teologo Vito Mancuso, lo psicoanalista Massimo Recalcati, il maestro induista Radhanath Swami, Toni Servillo (con un reading su Bertrand Russell). Duccio Demetrio interverrà su Abituarsi all’inatteso mentre Gregory Kramer terrà un workshop sull’Insight Dialogue e si confronterà sul futuro della Mindfulness con altri due insegnanti, Henk Barendregt e Fabio Giommi (di Demetrio e Kramer parliamo anche a pag. 96). Info: torinospiritualita.org 94
difficile ricondurli alle grandi tradizioni religiose. Il loro è un tentativo personale di trovare una propria strada divina, nel deserto così come in città, su rocce, monti, nelle grotte, oppure negli appartamenti. Per chi volesse provarci, anche solo per poche ore, sarà possibile fare l’eremita a Torino. Durante la decima edizione del Festival Torino Spiritualità (vedi box a lato), Gabriele Goria condurrà il laboratorio Eremiti in Progresso. Un ritiro spirituale nella vita di tutti i giorni in cui - attraverso tecniche di meditazione e silenzio - si potrà imparare ad essere degli asceti in mezzo alla routine, degli anacoreti nel traffico della città, o semplicemente, degli eremiti del terzo millennio.
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ALTRE FOTO SU IODO NN A .IT io donna – 13 settembre 2014
Il servizio è dell’agenzia Parallelozero
Julia ha vissuto per anni come eremita a Montebeni, vicino a Firenze. Ora sta nel cimitero inglese di Firenze.
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Lunedì 15 settembre 2014 il Giornale
Album
TORINO Ilfestival«TorinoSpiritualità»compie10annielifesteggiaconunaedizioneincen-
«Torino spiritualità» riflette tra ragione e sentimento
trata sul tema «Il Cuore Intelligente»: dal 24 al 28 settembre a Torino sono in programmaoltre150incontrie160vocidalmondo(in40luoghidiversi)fralezionidei maestri,dialoghi,mostre epercorsiesperienziali, tracuoreemente.Fra lenovità, laprimaNotteBiancadellaSpiritualità,sabato27settembrenelmultietnicoquartiere di San Salvario. La manifestazione è coordinata dal Circolo dei lettori.
LA RIFLESSIONE L’onore più amato dagli uomini
Fu vera Gloria? La risposta è rimandata all’eternità La Fama ne è il surrogato, la Celebrità ne è la caricatura, la Notorietà una triste imitazione. Ma ci vuole lei per unire la vita all’immortalità VITTORIA La Nike di Samotracia, attribuita a Pitocrito, databile al 200-180 a.C. circa e conservata nel Louvre di Parigi. È il simbolo della Vittoria e della sua persistenza al di là del tempo. Nelle foto piccole in basso, Napoleone Bonaparte (Heidegger vide nella sua immagine a cavallo lo Spirito del mondo) e Seneca (invidiava il successo degli eroi sportivi)
dalla prima pagina (...)edesconodallaportadelmito.Quindièlagloriadellamente che si volge al mondo, ne coglie l’ordineeneesprimelabellezza, neindagaoneintuiscelaveritàe le incertezze, trasfigura il mondoedisvelaaltrimondi,interiori e ulteriori, e si raccoglie in opere d’arte, di scienza e di pensiero. A quest’ultima gloria è stato dedicato il FestivaldiFilosofiachesièsvoltofinoaieritra Modena, Carpi e Sassuolo, diretto da Remo Bodei. La fama è il surrogato della gloria e può denotareunanomeapositivaonegativa. Succedaneo della gloria èlacelebrità cheèil piùmondano e più vistoso gradino di conversione della gloria al clamore deltempo.Lagloriaescedaltempoeriguardal’istanteassolutoo l’eternità, la celebrità invece vive nel tempo, anzi vive del tempo e a volte dura solo un quarto d’ora, come notò Andy Warhol. Lanotorietàpuòridursiasemplice popolarità, può sconfinare nellafrivolezzaotralignarenella cattivafamaperchésipuòacqui-
sirenotorietàancheperimprese tristemente famose (come Erostratochebrucia il tempiodi Artemide, chi sfigura un’opera d’arteochicompieunfolleeccidio).Lafamaèunagloriabrevee la notorietà è la sua versione più plebea: di un grande chirurgo si narralachiarafama,diunpersonaggiotelevisivosiriconosce la notorietà. La differenza checorretrala gloriaelanotorietàèlastessa che c’è tra un classico e un best seller. Ma il tema che resta, da unpuntodivista filosofico e umano,èilfilosofo alle prese con la gloria. Per Platone, ricordava Bodei, il vero filosofo non aspiraallagloria.Masarebbefacile narrare le piccole civetterie dei grandi filosofi, la vanità che attraversa o addirittura sospingeseriosieombrosifilosofi,lavoglia di essere star o il vizio d’incensareilpotereperessereasua
REGINA DELLA MENTE Il Festival della filosofia si è interrogato sulla sua presenza sfuggente
voltaincensato.Riguardagliartisti, inevitabili egocentrici che mettono a frutto il loro narcisismo,manon risparmiafilosofie filosofanti.Allagloria,sulletraccediEraclitoediParmenide,dedicò un denso saggio Emanuele Severinochericonducevalagloria al piano dell’eternità. Non dunque la gloria che si concentra nello Spirito del mondo a cavallo,come apparve Napoleone a Hegel, ma la gloria che si posa nell’Essere e ne costituisce l’aura. La ricerca della gloria ha percorso due direzioni opposte: c’è chi cerca la gloria nella storia e chiviceversaritienechelagloria sia uscirne. La prima gloria ha il sapore hegeliano della divinità che coincide col divenire della storia; la seconda ha il sapore orientale dell’ascesi che coincideconlarivelazionedelcarattere illusorio della storia, del tempoedelmondo.Aleggianellaricerca della gloria l’horror vacui, la paura di estinguersi, il terrore della scomparsa. Ogni impresa storica,artistica,scientificaefilosofica è un atto di guerra contro la propria estinzione, una ribellioneallapropriacancellazione. Ilfilosofovivetragloriaesilenzio, si nutre di luce e di ombra. Ma il filosofo che va in piazza, chesiesponeinfiera,cheusaperfinoilveicolomondanodelfestival per incontrare le folle, non è anch’egli malato di vanagloria e
inseguitore della fama dei cantanti, degli attori e degli atleti? Ego smisurati che si nascondonodietroilmondoeilsopramondo.Fu veragloria? Ai poster l’ardua sentenza... Pure il saggio e sobrio Seneca raccontava con una punta d’invidia il successo di pubblico degli eventi sportivi e lo scarso seguito per le lezioni di filosofia che si svolgevanoaccanto. Si coglieva un filo d’invidia anche in S c h o penhauer, il qualepurecoltivò la gloria del Nirvana, quando notavachelelezioni di Hegel e degliidealistieranomoltopiùaffollate delle sue. È umano, forse troppo umano,mailfilosofononèesenteda questaumanavelleità.Ilsuoalibi è doppio: da un verso affrontando temi di rilevanza assoluta e universale si ritiene destinato allagloria, comese lagrandezza
IDEA FISSA Schopenhauer la cercava nel Nirvana. Heidegger parlando alla radio...
dell’argomento garantisse la grandezzadellasortedichisene occupa. Dall’altro verso si reputa destinato alla gloria perché si pone un compito glorioso: formare, educare, migliorare l’umanità, suscitare attenzione su quei temi e sulla vita che poi ne discende. Ma dietro la vena pedagogica o la missione ontologica in nome dell’umanità si nasconde il bambino egocentrico che esige attenzionesudisé,checercanello sguardo dell’altro la promessa di una vita che continua e si propaga nel pensieroenella parola altrui. Perfino Heidegger, il pastore dell’Esserechevivevaindisparte, parlava alla radioperallargare l’ascolto del suo messaggio. Come se la Pizia andasse in tv a cercare audience...Mala filosofia non è esercizio esoterico riservatoaiteoricieai praticanti; è una piramide di pensiero, la cui base è larga e popolare, cioè universale perché riguarda tutti, dal nascere al morire e anche oltre. Poi, pian piano chesaledirango e acquista profondità e acutezza, diventa più rara, più aristocratica, finoallacimaaguzzariservataalle aquile. Dietro la ricerca della gloria a voltesi cela la miseriadi chimobilitaicieliel’eternitàperunarecensioneoperl’invitoaparlarea unaplateadicentinaiadipersone,cheinlargaparteequivocheràilsuopensiero o ne coglierà un frammento marginale.Asuavoltailfilosofobanalizzerà il suo pensiero per com-piacere il pubblico o all’opposto si renderà incomprensibile per farsi ammirare come straniero tra gli uomini nella sua oracolare oscurità. La vera gloria è l’improntacherestadopochesiamo passati.Manellagloriaancheilfilosofocercasiailcielochelaterra e vuol entrarvi con la mente e conlasuafaccina,colsuopensiero ma anche con le sue scarpe sporchedifango.Giudicateunfilosofodallesue opere enon dallasuabiografia,daisuoipensieri enondallesuemeschinità,dalle tracce che lascia e non dai suoi moventinascosti,dalsuopensiero e non dalle sue scarpe. Marcello Veneziani
LA POLEMICA
L’irragionevole differenza fiscale tra ebook e libri di carta Serena Sileoni
S
ull’acquisto di un libro di carta,paghiamoun’IVAal 4%.Perlostessolibroinformato elettronico, l’IVA sale al 22%.Ladifferenzadiimposta,se giustificabile agli esordi dei dispositivi elettronici, è talmente anacronistica da essere irragionevole. Il ministro della Cultura Franceschini ripete che l’armonizzazione dell’IVA sui libri vadarisoltainsedeeuropea.Unabbassamento con decisione nazionalerischierebbeinfattidiessere ostacolato dalla Commissione,chehagiàportatodavanti alla Corte di giustizia Francia e Lussemburgo, accusandoli di dumping fiscale: attirerebbero in maniera illegittima gli acquirenti di ebook degli altri Paesi. Una vicenda che ripropone l’antico paradosso del diritto: buonsensoporterebbearitenere che Francia e Lussemburgo abbiano applicato un principio di giustizia (tributaria) anticipando peraltro un’armonizzazione che la stessa Commissione ha richiesto. Un principio che però si è scontrato con una regola che è legge, la quale, appunto per stessa ammissione della Commissione, dovrebbe essererivistamaèancoravigente. In quella che può sembrare una miope deferenza al diritto positivo ma che in realtà dimostrapiùladistanzatraitempidella realtà e quelli del legislatore, lavicendarivela unlatoirrisolto della regolazione dei mercati. Deciderecosaequantotassareèla più antica prerogativa degli Stati e la politica fiscale è uno degli elementi istituzionali che determina i destini delle interazioni economiche in un Paese. Può esistere dunque una reale ipotesididumpingfiscaletraStatiche mantengono,trailoropoteri,laregolazionefiscale?Dove si può tracciare il confine tra fenomenodistorsivodellaconcorrenzaelegittimascelta politica? Fortunatamente, la Corte di giustizia proprio pochi giorni fa ha rigettato la palla agli Stati. In uncasospeculare,laCorteharitenuto possibile che l’IVA tra libridicartaeelettronicisiadiversanonperché essi sianodiversi, quanto perché spetta ai singoli ordinamentistabilireseessipossono essere considerati, secondol’intendimentodelconsumatore medio, prodotti analoghi. Rafforzata da questo spiraglio aperto dalla Corte, la discrezionalitànazionaleinmateriatributaria potrà quindi nuovamente essere utilizzata dal ministro Franceschini se davvero vorrà metteremanoallariduzionedell’IVA per gli ebook. Il vertice tra ministriUEdellaCulturaospitato in Italia tra pochi giorni potrà essere l’occasione per evitare che l’ipotesi di dumping fiscale avanzatadallaCommissionediventiunpericoloso precedente.
strategie di sopravvivenza / 2
IL COCKTAIL DELLA GIOIA È SERVITO
Mescolate un po’ di yoga della risata con la meditazione, aggiungete una pagina di diario e... Contro l’inquietudine dei tempi moderni ora ci sono tre ricette. Efficaci e low cost di Maria Laura Giovagnini illustrazione di Valeria Petrone
96
on c’è niente da ridere, di questi tempi (bisogna spiegare perché?). Eppure - paradosso - ridere e concentrarsi sul momento presente sono la miglior risposta alla cupezza e al senso di spaesamento collettivo. Una tesi ardita? Tutt’altro. «La risata è uno dei rimedi più pratici, e non lo dico dal punto di vista della psicologia positiva: la questione è chimica. Che sia indotta o spontanea (la mente non riconosce la differenza), provoca il rilascio di endorfine e di serotonina, contrastando il cortisolo, l’ormone dello stress. Scatena, insomma, un “cocktail della gioia”» spiega Richard Romagnoli, nominato “ambasciatore nel mondo di Yoga della Risata” dal fondatore, il medico indiano Madan Kataria (come racconta nell’autobiografia Ho imparato a ridere, Eifis Editore). Come funziona, in pratica? «Unisce le tecniche del pranayama - il controllo del respiro - a una serie di esercizi. Se lo si affronta in gruppo è più intenso (entra in ballo il “contagio” grazie ai neuroni specchio), però lo si può eseguire da io donna – 13 settembre 2014
Le sette regole della felicità * non ha niente a 1 Lachefelicità vedere con il possesso di
beni materiali. Felice è chi conta sulle sue forze e tutela la sua autonomia (Socrate, secondo Senofonte).
chi esercita 2 Èla felice massima virtù civile,
soli: quando mi alzo, ad esempio, recito il mantra “Ho ho Ha ha” e dopo un po’ la risata nasce da sé. Ci tengo a precisare che non si tratta di una trovata da villaggio turistico, questo yoga viene utilizzato nei reparti per malati di tumore: ridere alza le difese immunitarie. Secondo una ricerca recente, migliora pure la memoria. Le sessioni sono rigorosamente gratuite (l’elenco dei club della risata su laughteryoga.org/italiano, ndr)». Non è “egoista” puntare soltanto sul proprio benessere? «Al contrario. Come dice Kataria, quando tu ridi, cambi e, quando cambi, tutto il mondo attorno cambia con te». La potenza delle relazioni è sottolineata anche da un maestro dell’attività che parrebbe solitaria per eccellenza: la meditazione. «Certi dolori sono ineludibili, ma oggi c’è un’incredibile quantità di sofferenza non necessaria di cui ci possiamo sbarazzare» assicura l’americano Gregory Kramer, che sarà a Torino Spiritualità (vedi box a pag. 94). partito dalla vipassana di tradizione buddista - nulla a che vedere con una tecnica di rilassamento o un modo per svuotare la testa, anzi: l’obiettivo è imparare a stare nel presente, nel qui e ora, e vedere le cose così come sono, senza “proiezioni” - e arrivato alla elaborazione dell’Insight Dialogue: «L’uomo è un animale sociale: il senso di disconnessione dagli altri contribuisce al sorgere di malattie, alla depressione. Risvegliarsi da una vita passata “in trance”, con il sistema mente-corpo prigioniero di una serie di pensieri ed emozioni, non è facile: lo sforzo della pratica meditativa beneficia grandemente del potere dei rapporti, una sorta di mutua sintonizzazione io donna – 13 settembre 2014
contribuendo con le sue capacità al benessere sociale. Felicità è innamorarsi della bellezza e impegnarsi a generarne nuovi segni nel mondo (Platone, Repubblica e Simposio).
è rendersi 3 Felicità perfettamente attivi,
sviluppando le proprie capacità sotto la guida della parte razionale dell’anima (Aristotele).
felici è respingere 4 Essere il dolore, vivere con pienezza il piacere della vita, senza sforzarsi di incrementare artificiosamente la gioia che la natura, i sensi e la coscienza offrono in modo spontaneo (Epicuro).
è il saggio che dà 5 Felice forma ogni giorno alla sua
esistenza con l’uso perfetto della ragione (Seneca).
felice chi ammette di non 6 Èavere criteri assoluti di bene
e male. Sospendere il giudizio libera dall’ansia e permette di accettare con buon senso fatti, emozioni e criteri comuni (Sesto Empirico).
felici significa liberare 7 Essere la natura contemplativa dell’io interiore, lavorando profondamente su se stessi (Plotino).
* Le regole sono state sintetizzate da Fulvia de Luise, autrice con Giuseppe Farinetti del libro in due volumi I filosofi parlano di felicità (Einaudi, dal 7 ottobre).
e “intensificazione”». In che consiste, di preciso? «Si inizia restando in silenzio, a osservare le sensazioni, poi si esamina la nostra esperienza con una o più persone. Si fanno lunghe pause per rafforzare la consapevolezza e, a poco a poco, parlare e ascoltare si trasforma in una pratica profonda e l’esperienza si fa liberatoria. Diventiamo, oltretutto, coscienti di certe cattive abitudini: interrompere i discorsi altrui, non stare attenti, esprimersi senza riflettere o in maniera non gentile» (info: mindfulnessitalia.it). c’è un’altra disciplina che ci viene in soccorso nei periodi di smarrimento: la scrittura. «Aiuta a trasformare il caos della vita personale - o sociale - in un cosmo: è un tentativo di “riordinamento”» spiega Duccio Demetrio, professore di Filosofia della narrazione e fondatore della Libera università dell’autobiografia di Anghiari, che a Torino Spiritualità affronterà proprio il tema “Abituarsi all’inatteso”. «Tenere un diario incrementa la capacità di resistenza al disagio, il dominio di sé. Non è un caso che tra le memorie più belle (da Anna Frank a Primo Levi) ci siano quelle legate a periodi di guerra. Io suggerisco di andare per gradi: prima scribacchi su qualcosa che ti ha colpito; poi passi a qualche ricordo di viaggio, qualche cronaca della quotidianità. Infine, segui la modalità classica, ricostruendo la tua infanzia, la tua adolescenza...». Il rischio che diventi un vano esercizio narcisistico e non incida sui rapporti interpersonali? Aveva già dato una risposta nel 1943 Etty Hillesum, in uno dei diari più intensi della storia: «Poiché vedo me stessa in maniera sempre più chiara, non mi soddisfano più le relazioni umane non chiare, vaghe e casuali».
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TORINO GIORNO&NOTTE
la Repubblica MERCOLEDÌ 17 SETTEMBRE 2014
Da seguire L’EVENTO
Gli “Amici di Piero” riuniti al Cacao per rock e beneficenza GINO LI VELI
Appuntamenti ALLA FESTA DI SEL Ai giardini Ginzburg per la festa di Sel, alle 18 si parla de «Il futuro della libertà di informazione nei media che cambiano: il caso del Piemonte» con Andreja Restek, Maria Chiara Voci, Monica Gallo, Gioele Urso, Laura De Donato, Stefano Tallia. Alle 21 «Il nucleare in Piemonte» con dibattito e proiezione del documentario «Là suta. La nostra eredità nucleare in un triangolo d’acqua» di Daniele Gaglianone, Cristina Monti, Paolo Rapalino. Con Marco Grimaldi, Piergiorgio Comella, Gian Piero Godio, Alessandro Portinaro e Domenico Priora. L’ALBERO E L’USSARO Alle 18.30 alla Libreria Borgopo in via Luigi Ornato 10, Filippo e Francesco Ambrosini presentano i volumi «L’albero della libertà» (Il Capricorno) e «L’Ussaro e Margherita. Romanzo Giacobino» (Neos). Info www. libreriaborgopo. it AL CIRCOLO DEI LETTORI Alle 18 in via Bogino 9 è in programma la presentazione del libro di Maurizio Ferraris (nella foto) edito da Guanda «Spettri di Nietzsche» con intervento di
Gianluigi Ricuperati e letture di Gianni Bissaca. la biografia ripercorre i suoi ultimi anni, tragici. Info www. circololettori. it
ECCELLENZE PIEMONTESI Alle 17, si inizia nella sede della Biblioteca della Regione Piemonte in via Confienza 14 il ciclo di conferenze su «Eccellenze del Piemonte. Vecchie pubblicità di carta e di metallo: 1900-1960» organizzato dal Centro Studi Piemontesi in collaborazione con il
AL 1999 tutti gli anni a settembre i musicisti torinesi si riuniscono in una maratona musicale in cui tutti i gruppi si esibiscono gratuitamente per ricordare Piero Maccarino, cantante e fonico, ultrà del Toro. mancato quell’anno per er un male incurabile. Oggi ,dalle 20 fino a notte inoltrata sul palco del Cacao di viale Ceppi, al Valentino, si alterneranno Dan Solo, Ila Rosso, El Tres, Monaci del Surf, Ball & Chains, Persiana Jones, Statuto, Fratelli di Soledad (nella foto), Max, Boosta, Samuel, Ninja, Vicio (ovvero i Subsonica),
Linea 77, The Bluebeaters,Mucopus feat Saverio e Nico. Presenta Domenico Mungo, diretta su radio Flash. I fondi raccolti per questo evento, organizzato dal Circolo Amici del Po, vengono devoluti all’Ugi, Unione Genitori Italiana, all’interno dell’ospedale Regina Margherita e alla Fondazione Caterina Farassino.
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Gli Amici di Piero , maratona rock, al Cacao Viale Ceppi, dalle 20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Consiglio regionale del Piemonte. Gian Savino Pene Vidari e Silvana Della Penna parleranno de «I 186 anni di storia della Società Reale Mutua di Assicurazioni rappresentati nel suo Museo Storico». Info 011/5757371. . it
«Cutre in tour»: grande festa universitaria con la presenza del dj Pier e Max alla voce. Info 366/1961879.
AMANTES OPENING Dalle 19 alle 2 al Circolo Culturale Amantes in via Principe Amedeo 38/a si tiene il vernissage della mostra «We build with love» che raccoglie il lavoro individuale di Eb (illustratrice) e Letaz (lettering). Ingresso libero con tessera Arci
COLLEZIONAR SCATTI Alle 18.30 alla Pinacoteca Agnelli del Lingotto in via Nizza 280 nuovo appuntamento con le «Conversazioni sul Collezionismo»: Mario Trevisan e Marco Antonetto parleranno di fotografia e collezionismo e dell’interessante percorso che ha portato Mario Trevisan dalla laurea in matematica al mondo dell’arte. Info 011/0062713.
OKTOBERFEST AL BORGO Ancora oggi e domani dalle 18, al Borgo Medievale si svolge l’»Oktober Turin Fest» come anteprima nazionale della mitica festa della birra di Monaco. Si può degustare la birra di puro malto d’orzo Lowenbrau Oktoberfest, in abbinamento a piatti della tradizione Bavarese. Ai partecipanti sono riservati gadget e ingressi omaggio all’Oktoberfest. I dj resident sono Fabio Beccacini & Ale Tubo. Info 347/4727967.
CANI VERSUS GATTI Alle 21 al Circolo dei lettori in via Bogino 9, si svolge la conferenza «Cani e gatti due menti a confronto» con l’etologo Roberto Marchesini, direttore della Scuola di interazione uomo-animale, e Sergio Canello, veterinario nutrizionista, fondatore Forza10-Sanypet. WEP VOLA AGLI ANTIPODI Dalle 16 nella sala Lombroso in Via Lombroso 16, Wep, organizzazione internazionale che promuove scambi culturali e linguistici nel mondo, presenterà il suo programma «High School» con destinazione Australia, dedicato agli studenti della quarta superiore che desiderano trascorrere un trimestre, un semestre o un anno all’estero. DALLA PENNA AL MOUSE Il seminario «Dalla penna al mouse. La disgrafia: prevenzione e rieducazione» si terrà all’Auditorium della Scuola 66 Martiri in via Olevano 81 a Grugliasco (invece che nella sala conferenze Città Universitaria della Conciliazione in Via Fratel Prospero 41). L’evento di formazione, aperto a tutti gli insegnanti e giornalisti, avrà luogo alle ore 14.30 e vedrà la partecipazione di Magda Borsani, Marketing & Communication Manager Stabilo Italia. Prenotare a u. scuola@comune. grugliasco. to. it BIRRA D’ECCELLENZA La manifestazione «Birra d’Ecc» dedicata alla birra artigianale prende il via alle18 al Cortile del Maglio in via Borgo Dora. In serata,
LA PRIMA SEZIONE DELLA STAGIONE DI “TANGRAM”
Reading, teatro e tennis così parte “Maldipalco”
CREPET, ESSERE FELICI La terza serata di «Collisioni» ad Asti alle 21.30, vedrà salire sul palco astigiano Paolo Crepet (nella foto): l’intervento dello psichiatra cercherà di spiegare come educare alla felicità, quella autentica — da
© RIPRODUZIONE RISERVATA
non confondere con la gioia effimera — dovrebbe essere il compito primario di ogni adulto e di ogni insegnante.
DIECI ANNI DI EURO La mostra «Da moneta unica a unica moneta. Dieci anni di Euro» in esposizione questa settimana nella corte della ristorazione all’8 Gallery del Lingotto, in collaborazione con il Consiglio Regionale del Piemonte, intende celebrare l’euro come
> IL CORTEO Parte domenica alle 15 il Bike Pride dal parco del Valentino. Sono attesi migliaia di ciclisti che fermeranno per un pomeriggio il centro della città
CAVE A MAGAZZINO SUL PO Alle 22 al Magazzino sul Po dei Murazzi, triplo live con gli statunitensi Cave (band psychedelic drone di Chicago), Bettie Blue e Lastanzadigreta. Ingresso 5 euro riservato ai soci Arci. JAM SESSION ROCK Dalle 22 al Magazzino di Gilgamesh in piazza Moncenisio 13bis, prosegue l’appuntamento con le tradizionali serate del locale dedicate alle jam session rock con ingresso libero. Sul palco, il chitarrista Giovanni «Giuvazza» Maggiore affiancato dal «Robert Plant nostrano» Aldo Garrone. Info 349/6843284. MURI JAM SESSION BLUES Ai Murazzi, alle 21.30 è in programma una jam session di musica blues animata da Franco «Fast Frank» Cersosimo, musicista di origini mediterranee ma nato e cresciuto a Torino. Con lui, si alterneranno anche un bassista e un batterista a completamento della ritmica di base. MISANTROPO DI MOLIÈRE Alle 21 al Teatro Erba in corso Moncalieri 241 la Compagnia Teatrale Divago mette in scena «Il misantropo» di Molière per la regia di Luciano Caratto, con Andrea Roggia, Gianluca Argentero, Massimiliano Montabone, Benedetta Perego.
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ombattere l'isolamento per un teatro condiviso: è la missione del Tangram Teatro con una stagione che si dirama fino a marzo 2015 a partire da “Maldipalco”, dedicato al ricambio generazionale. Oggi alle 18 al Circolo dei Lettori c’è il reading su “Meglio dirselo” della scrittrice Daria Colombo, letto da Monica Bonetto e Bruno Maria Ferraro, mentre alle 21 nella Libreria Belgravia c’è il primo incontro di un ciclo, coordinato da Roberto Canavesi. Si parlerà di teatro e tennis, ovvero di “Dropshot”(nella foto) della compagnia Mulino ad Arte, il 20 e 21 settembre nella sala del Tangram. Sul palco un teppista, promessa del tennis, si confronta con un bidello compassato, mentre fuori incombe la polizia. La pièce ha il sostegno di Live Piemonte dal Vivo ed il patrocinio di Torino Capitale Europea dello Sport 2015. Poi, il 25 settembre al Carignano, lo psichiatra Vittorino Andreoli è protagonista di “L'isola che non c'è. Peter Pan e la fatica di crescere” con la regia di Ivana Ferri, su musiche di Edoardo Bennato. Seguono altri intriganti debutti come “Magari senza cadere”, recitato da Stefano Dell'Accio e redatto con Monica Bonetto di C.P.E.M., sull'aviatore Charles Lindbergh e sul pugile Jack Sharkey, il 30 settembre ed il 1° ottobre e “Salvo buon fine. Bisognerebbe anche occupare le banche” di e con Lorenzo Bartoli, il 3 e 4 ottobre. (mau.se.)
moneta unica adottata da diversi paesi della comunità europea. Vi sono esposte vignette e illustrazioni eseguite dalle migliori firme della satira e dell’umorismo nazionale e internazionale.
UN S. O. S. ANIMALISTA Vuoi trovare casa a un animale abbandonato? Sapere dove prestare servizio di volontariato? Adottare un cucciolo? Come ogni mercoledì, dalle 14 alle 16 un volontario animalista ospite della redazione torinese di «Repubblica» risponde ai quesiti e raccoglie gli appelli dei lettori allo 011/5169641. ALTRI APPUNTAMENTI Questi e altri appuntamenti nella rubrica «Giorno&Notte» su www. repubblica. torino. it (gabriella crema) © RIPRODUZIONE RISERVATA
PEDALI
LEONARDO BIZZARO
Bike Pride, la città in mano ai ciclisti (almeno per un pomeriggio) A CITTÀ è dei ciclisti, gli addicted delle quattro ruote restino a casa. Accadrà solo domenica, tranquilli: torna il Bike Pride e Torino pedala, invade le strade, dimostra che una vita senza motore è possibile. Questa edizione sarà dedicata alla memoria di Giorgio Faraggiana, ricercatore universitario, autore di bellissimi libri su una Torino diversa, vista dai ponti o dalle montagne che si alzano in fondo alle vie, tra i fondatori di Massa critica, il creatore delle targhe “No oil” che tanti ciclisti applicano ai propri mezzi: è morto qualche settimana fa. Ma non ci si limiterà alla parata di ciclisti che dal Valentino risaliranno corso Vittorio, dalle 15, per rag-
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giungere la Crocetta e compiere un percorso attraverso il quartiere e rientrare al parco. Il programma prende le mosse venerdì sera con una pedalata verso il Muuh Festival di strada del Portone a Grugliasco, per assistere alla proiezione di cortometraggi in mezzo alla natura (il ritrovo è alle 18.30 di fronte al Castello del Valentino). Sabato è tutto dedicato alla “bikenomics”, l’economia che ruota attorno alla bicicletta, con una mattinata che — alla Casa nel parco di Mirafiori, in via Panetti 1 — metterà a confronto l’esperienza torinese con quella di altre città europee, Amsterdam principalmente. Che non è sempre stato il paradiso delle bici,
ha scelto di diventarlo, con vantaggi evidenti, in un processo che potrebbe tranquillamente essere imitato da tante altre metropoli, Torino in testa. Nel pomeriggio venticinque imprenditori, professionisti
Un fine settimana dedicato alle due ruote: sabato l’economia della bicicletta, domenica la gran parata e appassionati racconteranno in cinque minuti la propria esperienza di chi ha saputo trovare un lavoro grazie alla bici, dalla cooperativa Triciclo a Pony Zero Emissioni.
Domenica il clou, con la Torino Vertical Bike, gara cittadina di mountain bike aperta a tutti, che partirà alle 9 (www.verticalife.it), mentre dalle 11 prenderanno vita al Parco del Valentino stand e musica: banchi di eno-gastronomia, teatro di strada, l’officina ciclistica di Triciclo. Si comincia a pedalare alle 15 e si torna al parco verso le 17.30, dove la festa prosegue fino alle 22. Info www.bikepride.it, #bikepride14, #pedalaremiarricchisce E lunedì c’è ancora il tempo di una corsa a Padova per l’ultimo giorno di Expobici, fiera internazionale dedicata alla bicicletta e al cicloviaggio. Info www.expobici.it © RIPRODUZIONE RISERVATA
CHE RAZZI DI COREA CI RACCONTATE? Altro che il «senso di comunità» descritto dai nostri parlamentari. In un libro, ora anche in italiano, l'unico scampato a un campo di concentramento di Kim II Sung descrive il vero volto del Paese S I R E N E SOAVE
I
nostri parlamentari, con una delegazione guidata da Antonio Razzi, hanno da poco visitato la Corea del Nord. I commenti: «Non è male per il turismo» (Melilla, Sei); «C'è uno splendido senso di comunità» (Salvini, Lega). Nessuno ha menzionato i campi di concentramento per prigionieri politici, negati dal regime di Kim II Sung ma visibili dal satellite: secondo il Dipartimento di Stato Usa sono sei e vi sono rinchiuse (a vita) 200 mila persone. Mai nessuno ne è fuggito. Fino al 2005, quando Shin Dong-Hyuk, allora 2 3 enne, nato e vissuto nel Campo 14, strisciò sotto il filo spinato e scappò nella neve. La sua storia - che ha costretto l'Onu a costituire una commissione d'indagine - è diventata un best seller appena tradotto in Italia, Fuga dal Campo 14: la prima vera testimonianza scritta di ciò che succede in quei gulag. Racconti che parlano di violenza: «Vedevo solo guardie picchiare continuamente i prigionieri. Mi sembrava normale». Di fame: «Ad oggi il più gran cambiamento nella mia vita è mangiare sempre, e quello che mi piace». Di torture e fucilazioni. «Racconto per dovere civile, ma a fatica», spiega Shin, che infatti VANITY
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Il cibo «Lo Zio {un compagno di cella, ndr) aveva acceso la sua immaginazione con favolosi racconti di pasti squisiti: la libertà, nella testa di Shin, non era che un sinonimo di carne alla griglia». Il vitto dei detenuti del Campo 14: mais, cavolo e sale una volta al giorno. In pochi anni perdono i denti, le gengive si fanno nere, e la morte avviene prima dei cinquant'anni, per malattie legate alla malnutrizione.
Il sesso Shin è frutto di un «matrimonio premio». È il solo contatto sessuale lecito: le guardie scelgono due prigionieri, uomo e donna, e li sposano. La regola: «In caso di contatto sessuale non preventivamente approvato, i responsabili verranno fucilati all'istante». Il divieto «non valeva per il sovrinN O N SOLO F I C T I D N tendente. Ogni due o tre Un frame giorni sceglieva una radi Camp 74: Toial gazza diversa. [...] SpesContro/ Zone, docu-film girato dal tedesco Mare so Park Choon Young, .Wiese sulla base delle che Shin conosceva dalla rivelazioni di Shin scuola secondaria. Aveva Dong-Hyuk. 22 anni, era molto bella. La gravidanza fu segreta finché il scrive in terza persona e per anpancione non iniziò a spuntare ni non è riuscito nemmeno a pardall'uniforme; poi la ragazza scomparve». larne . Oggi, invece, gira il mondo a denunciare la sua esperienza (il 26 settembre saLe torture rà sul palco di Torino Spiritualità) perché, «Passò otto mesi in una prigione sotterdice, «un solo uomo che decida di non taranea all'interno del Campo; come concere può renderne liberi migliaia». dizione per il rilascio aveva giurato di Ma ecco alcuni passaggi del suo libro. non raccontare mai quanto accaduto Le regole sottoterra. In quella "prigione nella pri« 1. Non provare a scappare. Chiunque sia Shin veniva denudato, legagione sorpreso a tentare la fuga to ai polsi e alle caviglie verrà fucilato all'istante». con delle corde e appeso Un decalogo: ogni prigioa un gancio sul soffitto, niero deve saperlo a meda cui veniva calato su un moria. Vietato formare fuoco. Quando la pelle gruppi di due o più prigioiniziava a bruciare sveninieri, rubare o coprire chi va; ma non confessò mai ruba, non denunciare un niente, perché non aveva fuggitivo, parlare con priproprio niente da confesgionieri del sesso opposare». sto, rispondere alle guardie; pena, sempre, la fuciP.s. Il 10 per cento dei rifulazione. È obbligatorio giati nordeoreani in Cina, controllare gli altri e deFUGA secondo uno studio ameriDAL CAMPO 14 nunciare violazioni; finire cano del 2008, è stato in di Blaine Harden il lavoro assegnato ogni prigione, dove ha subito o (Codice Edizioni, giorno; pentirsi dei propri assistito a torture ed esecupogg. 240, € 16,90) errori». zioni sommarie. DI 24.0 9 . 2 0 1 4
IMPARIAMO A FARE UNA COSA ALLA VOLTA Lo consiglia la Mindfulness, la pratica di meditazione nata più di 30 anni fa e oggi protagonista di un vero boom. Il motivo? Ci aiuta a sconfiggere i nemici della vita di tutti i giorni: stress e ansia di FLORA CASALINUOVO scrivile a attualita@mondadori.it
La top model Gisele Bündchen è una fan della Mindfulness: fa gli esercizi di respirazione almeno una volta al giorno.
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L’attore australiano Hugh Jackman ha raccontato che la meditazione lo ha aiutato a sconfiggere l’ansia.
Il presidente americano Barack Obama ha confessato che nei rari momenti liberi adora annoiarsi.
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DM STILI DI VITA Jon Kabat-Zinn, il medico statunitense che nel 1979 ha iniziato a testare la Mindfulness con i pazienti che soffrivano di dolore cronico. Il suo protocollo è ora usato in centinaia di ospedali.
I PRIMI PASSI PER COMINCIARE Le scuole «Il punto di partenza è un corso di
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PRIMO: CONCENTRARSI SUL PRESENTE =Q SXU S_cº~ UcQddQ]U^dU aeUcdQ TYcSY`\Y^Q/ Í e^Q `bQdYSQ TY ]UTYdQjY_^U SXU XQ bQTYSY ^U\ 2eTTYc]_® c`YUWQ 6QRY_ 7Y_]]Y `cYS_dUbQ`UedQ e^_ TUY ]QccY]Y Uc`UbdY YdQ\YQ^Y SebQd_bU TY =Y^TVe\^Ucc 1\ TY \w TU\ `U^cYUb_ QddbQfUbc_ Y\ `U^cYUb_ 2_\\QdY 2_bY^WXYUbY <ºXQ Y^fU^dQdQ Y\ ]UTYS_ Q]UbYSQ^_ :_^ ;QRQd JY^^ SXU `Y TY # Q^^Y VQ XQ Y^YjYQd_ Q ecQb\Q S_^ `Ubc_^U SXU c_VVbYfQ^_ TY T_\_bU Sb_^YS_ 5 XQ YTUQd_ e^ `b_d_S_\\_* e^Q cUbYU TY UcUbSYjY SXU Y^cUW^Q^_ Q S_^SU^dbQbcY ce\ `bUcU^dU U QT QVVb_^dQbU c_VVUbU^jU U `b_R\U]Y ?WWY aeQ^T_ `Qb\YQ]_ TY =Y^TVe\^Ucc Y^dU^TYQ]_ c_`bQddedd_ aeUcd_® E^ SQ]]Y^_ SXU `_bdQ Q\\Q S_^cQ`Uf_\UjjQ ?ffUb_ \Q SQ`QSYdw TU\\Q ]U^dU TY `bUcdQbU QddU^jY_^U Q\ `bUcU^dU® S_^dY^eQ 7Y_]]Y >U\\Q ae_dYTYQ^Ydw aeUcdQ aeQ\Ydw ~ _cSebQdQ TQ `bU_SSe`QjY_^Y U TYcdbQjY_^Y 9^fUSU ~ V_^TQ]U^dQ\U `_dU^jYQb\Q fYcd_ SXU Y RU^UVYSY ^_^ ]Q^SQ^_* cY bYTeS_^_ Q^cYQ U cdbUcc® 7Yw `UbSX} S_^cQ`Uf_\UjjQ fe_\ TYbU S_^SU^dbQbcY ce\ aeY U ce\\º_bQ SQ^SU\\QbU S_^TYjY_^Q]U^dY U cSXU]Y ]U^dQ\Y SXU SY R\_SSQ^_ 3Ubd_ aeUcdQ `bQdYSQ ^UW\Y e\dY]Y ]UcY VQ dU^TU^jQ ]Q ^_^ ~ e^ X_RRi `QccUWWUb_ _ e^Q db_fQdQ ^Ug QWU SXU bUWQ\Q S_]U `Ub ]QWYQ RU^UccUbU U VU\YSYdw® `bUSYcQ \ºUc`Ubd_ CY dbQddQ TY e^Q TYcSY`\Y^Q SXU bYSXYUTU Y]`UW^_ U S_^fY^jY_^U Í e^ `UbS_bc_ TY fYdQ QTQdd_ Q deddY ]Q VQdYS_c_ U `b_V_^T_® SECONDO: DIRE ADDIO AL MULTITASKING AeQcY % bYSUbSXU cSYU^dYVYSXU `eRR\YSQdU ^U\\ºe\dY]_ Q^^_ 7\Y YcSbYddY QY S_bcY SXU c_^_ bQTT_``YQdY >_^ cQbw e^Q ]_TQ ]Q aeUcdQ `bQdYSQ bYU^dbQ Q deddY W\Y UVVUddY ^U\\Q SQdUW_bYQ ·VU^_]U^Y¸ U bYcSe_dU cU]`bU `Y S_^cU^cY 9\ ]_dYf_/ 3Y QYedQ Q S_]RQddUbU Y\ WbQ^TU ^U]YS_ TY aeUcdY dU]`Y* \_ cdbUcc TQ ]e\dYdQc[Y^W® ^_dQ 2YQ^SQ @UcSQd_bY `cYS_dUbQ`UedQ U fYSU`bUcYTU^dU TU\ 3U^db_ YdQ\YQ^_ cdeTY =Y^TVe\^Ucc <º_RR\YW_ T_fUbU TY VQbU dedd_ U VQb\_ Q\\Q `UbVUjY_^U ~ cdQd_ Y\ ]Q^dbQ TUW\Y e\dY]Y ! Q^^Y® @USSQd_ SXU S_]U S_^VUb]Q \_ cdeTY_ TU\\Q 3Qb^UWYU =U\\_^ E^YfUbcYdi aeUcd_ Y]`UbQdYf_ SY QRRYQ bUcY `Y cdQ^SXY ]U^_ `b_TeddYfY 5 c_`bQddedd_ `Y Y^VU\YSY 2Yc_W^Q Y^fUbdYbU \Q b_ddQ 5 \Q =Y^TVe\^Ucc SY _VVbU \Q WYecdQ TYbUjY_^U @Ub UcU]`Y_ W\Y UcUbSYjY TY bUc`YbQjY_^U SY Y^cUW^Q^_ Q S_^SU^dbQbSY ce\ `bUcU^dU Cd_ SXYQSSXYUbQ^T_ S_^ ]YQ VYW\YQ/ 4Uf_ \Y]YdQb]Y Q aeU\\_ U c_VVUb]Qb]Y ce\\U cU^cQjY_^Y SXU `b_f_ cU^jQ `U^cQbU Q SY SXU ^_^ c_^_ bYecSYdQ Q `_bdQbU Q dUb]Y^U `bY]Q _ Q\\U cSQTU^jU SXU ]Y QddU^T_^_ T_`_ @b_YUddQbU Y\ `U^cYUb_ ce `QccQd_ U Vedeb_ `_bdQ cU^cY TY S_\`Q U dU^cY_^U® 9^c_]]Q QTTY_ ]e\dYdQc[Y^W RU^fU^ed_ ]_^_dQc[Y^W
2 mesi, strutturato con un incontro a settimana» spiega Fabio Giommi, psicoterapeuta. «Le strutture migliori sono l’Associazione italiana per la Mindfulness (www.mindfulnessitalia.it) e il Centro italiano studi Mindfulness (www. centro mindfulness.net)». L’esercizio Si chiama Body scan: sdraiati a terra, si seguono le indicazioni dell’insegnante, che invita a concentrarsi su una parte ben precisa del corpo, come l’alluce destro. Si respira, si ascoltano le sensazioni fisiche e si allontanano i pensieri. Si prosegue via via con le varie parti del corpo, per 30 minuti. Il libro Per iniziare è perfetto Mindfulness. Trovare la pace nella frenesia del mondo di Mark Williams (Mondadori).
TERZO: NON PRENDERE TROPPE DECISIONI ?\dbU Q\ ·VQbU e^Q S_cQ Q\\Q f_\dQ¸ Sº~ e^ Q\db_ ]_T_ `Ub fYfUbU ]UW\Y_* ^_^ TUSYTUbU 9^ e^Q c_SYUdw SXU SY SXYQ]Q QT QWYbU U Q cSUW\YUbU ' f_\dU Q\ WY_b^_ `Qb_\Q TUY bYSUbSQd_bY TU\\Q 3_\e]RYQ E^YfUbcYdi Y\ fUb_ \ecc_ Q^jY \Q ^e_fQ V_b]Q TY \YRUbdw ~ Y\ ·TUd_h TU\\U TUSYcY_^Y¸ 3_^ W\Y UcUbSYjY TY =Y^TVe\^Ucc X_ Y]`QbQd_ Q TYbU ^_ Q\\U db_``U T_]Q^TU QY ]Y\\U Y]`UW^Y TQ `b_WbQ]]QbU® bQSS_^dQ BQVVQU\\Q >UWbY $% Q^^Y \YRUbQ `b_VUccY_^YcdQ TY 3_]_ SXU XQ cS_`Ubd_ aeUcdQ TYcSY`\Y^Q ^U\ " ( WbQjYU Q\ `QccQ`Qb_\Q dbQ Q]YSXU =UTYd_ `Ub ]Ujjº_bQ _W^Y cUbQ U db_f_ aeU\\_ cdQd_ TY SQ\]Q Y^ SeY bQ\\U^d_ ]Y VUb]_ >_^ TUSYT_ ]Q WeQbT_ S_^ `Y TYcdQSS_ aeU\\_ SXU ]Y ceSSUTU Y\ \YdYWY_ S_^ \Q S_\\UWQ _ Y\ \Qf_b_ SXU ^_^ ]Y `YQSU 5 SQ`YcS_ SXU ^_^ TUf_ `Ub V_bjQ _`dQbU `Ub e^Q S_cQ `Yedd_cd_ SXU `Ub e^ºQ\dbQ @_cc_ Qc`UddQbU U fUTUbU S_cQ QSSQTU® ?ffUb_ TU\\U ' cSU\dU ae_dYTYQ^U \Y]YdYQ]_SY Q ]U^_ TY ! >_^ cYW^YVYSQ UccUbU `QccYfU® `e^deQ\YjjQ \Q fYSU`bUcYTU^dU TU\ 3U^db_ YdQ\YQ^_ cdeTY =Y^TVe\^Ucc 2YQ^SQ @UcSQd_bY =Q VUb]QbU \Q ]U^dU U SQ`YbU SXU cUbfU e^ ^e_f_ bYd]_ `Y c`YbYdeQ\U @Ub UcU]`Y_ `UbSX} ^_^ S_^SUTUbcY _W^Y dQ^d_ e^ gUU[U^T Y^ SeY ^_^ cY TUSYTU ^e\\Q/® @bQdYS_ =Y^TVe\^Ucc TQ WU^^QY_ @Ub ]U ~ e^Q SebQ TUd_h TQ\\U cSU\dU® QWWYe^WU @Q_\Q 4Y =QddU_ #%U^^U b_]Q^Q QWU^dU Y]]_RY\YQbU 7\Y QddQSSXY TºQ^cYQ Y^YjYQdY Y^ WbQfYTQ^jQ c_^_ `UWWY_bQdY S_^ Y\ bYd_b^_ Y^ eVVYSY_ C_^_ Q^TQdQ TQ e^Q `cYS_dUbQ`UedQ SXU ]Y XQ VQdd_ SQ`YbU SXU TYUdb_ \Q VbU^UcYQ cY ^QcS_^TU \ºY^c_TTYcVQjY_^U FQT_ Q ]Y\\U ]Q WYb_ Q fe_d_ AeY^TY TUf_ W_TUb]Y Y\ `bUcU^dU U `Ub cS_`bYbU S_cQ f_W\Y_ TQffUb_ TUf_ VUb]Qb]Y >_^ VQbU ^e\\Q bY`_cQbU S_b`_ U `cYSXU® 9^ V_^T_ \_ XQ S_^VUccQd_ Q^SXU Y\ `bUcYTU^dU Q]UbYSQ^_ 2QbQS[ ?RQ]Q* aeQ^T_ `e QT_bQ Q^^_YQbcY ^_^ TUSYTUbU 5 cU \_ `U^cQ e^_ TUW\Y e_]Y^Y `Y `_dU^dY TU\ ]_^T_ WWW.DONNAMODERNA.COM 57
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gg Dossier/Torino Spiritualità
GEOFF MULGAN “Crescita di qualità e non di quantità” La lotta è tra api (creatori) e locuste (speculatori) Chi vincerà? “La politica deve aiutare chi produce” LUCA FORNOVO
semplicemente ignorato il ruolo della conoscenza nell’economia. La domanda che dobbiamo farci è: che tipo di crescita vogliamo?»
TORINO
«N
on vedo alcuna alternativa al capitalismo, ma la crescita che inseguiamo deve essere di qualità, non di quantità. Deve basarsi di più sulla conoscenza e l’industria e non sulla finanza». Geoff Mulgan, in passato consulente politico di Tony Blair, spiega nel suo libro «L’ape e la locusta» (edito da Codice) come la forza del capitalismo siano gli imprenditori (le api), chi crea attraverso l’industria e l’innovazione. «Mentre le scelte morali, l’etica - osserva Mulgan che oggi guida Nesta, la più importante agenzia britannica per la promozione dell’innovazione devono limitare l’influenza degli speculatori (le locuste)». Insomma, parafrasando Churchill, si potrebbe dire che il capitalismo è il peggior sistema economico, eccezion fatta per tutti i sistemi sperimentati finora.
«Al momento non c’è alcuna alternativa coerente e possibile: il capitalismo è l’unico sistema in grado di far funzionare un’economia globalizzata. Ma ogni Paese può scegliere quanto capitalista vuole essere, quanto mercato deve essere presente nella cultura, nell’educazione e nella vita quotidiana». Come si possono controllare e contrastare le locuste?
«Bisogna trovare il modo di incanalare le energie di innovatori e imprenditori, contrastando gli speculatori». Perché la finanza non è più uno strumento ma è diventata padrona dell’industria?
«Per effetto di scelte politiche: le banche sono state aiutate a creare sempre più credito e sono state salvate quando rischiavano la bancarotta. Bisogna cambiare radicalmente il rapporto tra finanza e industria». Che cosa pensa della teoria
Secondo la teoria della decrescita però gli investimenti e il rilancio dei consumi non sono la soluzione per la ripresa...
«Il capitalismo è l’unico sistema che fa funzionare l’economia globalizzata. Ma ogni Paese può scegliere quanto mercato deve essere presente nella vita di tutti» «La crisi sarà lunga, potrebbe esserci un altro crollo, molti beni sono sopravvalutati... E le risposte politiche sono tese a ripristinare lo status quo più che a superarlo» della decrescita?
«Non credo sia una buona idea un’economia a crescita zero. Il concetto di crescita è sempre stato al centro della civiltà umana e della natura. Con i costanti progressi della scienza e degli altri tipi di conoscenze l’economia potrebbe crescere tra il 2 e il 4% l’anno. Quello che vogliamo è la crescita di qualità e di conoscenza, che richieda sempre meno l’uso di materie prime e di energia. I sostenitori della decrescita hanno
«Le ricette adottate per combattere la crisi rischiano di creare più danni che soluzioni. L’iniezione di denaro per aumentare i consumi non è auspicabile, quando i consumi sono uno spreco ed ecologicamente insostenibili. L’iniezione di liquidità da parte delle banche centrali attraverso il “quantitative easing” ha permesso alle banche di risistemare i bilanci. Parte della classe politica e imprenditoriale è come i Borboni dopo la Restaurazione. Disse Talleyrand: «Non hanno imparato nulla, non hanno dimenticato nulla». «Siamo nel bel mezzo di una crisi lunga quanto forse quella del ’29. Potrebbe esserci un altro crollo dell’economia: molti beni sono sopravvalutati. Le risposte politiche sono ancora tese a ripristinare lo status quo piuttosto che a superarlo». Proviamo a fare come ha fatto Orwell nel 1948 quando ha scritto il libro 1984. Immaginiamo di non essere più nel 2014 ma nel 2041. Che tipo di capitalismo ci sarà?
«Spero che il capitalismo possa evolvere in un’economia circolare con pochi sprechi; che la finanza diventi più etica e sociale; che nascano nuove valute parallele integrate in un mondo sempre più digitale; che si stabiliscano regole severe per fermare la speculazione; che si investa molto per aiutare le “api” a fare innovazione. Tutto ciò si può raggiungere con accordi politici. Non credo sia impossibile, sono pessimista nel breve termine, ma rimango ottimista per il lungo periodo». L’incontro con Geoff Mulgan moderato da Massimo Russo è al Teatro Gobetti giovedì 25 alle 18,30
Ringraziamenti Da 10 anni Torino Spiritualità si realizza grazie al contributo di Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione del Teatro Stabile di Torino. Per la 10ª edizione Torino Spiritualità ringrazia gli sponsor EXKi, Ersel, Morcare e Codebò, i partner tecnici Mirafiori Motor Village, Sparea, Hotel Victoria, Ventana Group, Caffè Vergnano, Lago, Bussolino Arredo, i media partner La Stampa, Radio3
L’anima: che ci sia ciascun lo dice Ma che cosa sia...
Quanto durerà la crisi economica?
Zygmunt Bauman inaugura Torino Spiritualità mercoledì 24 alle 18
Le grandi tradizioni religiose cercano di varcarne la soglia Ma le parole mancano e devono fermarsi davanti al mistero ERMIS SEGATTI
C
onstato la mia anima, ne ho certezza. Quale? Se provo a descriverla, le parole abbondano e mancano allo stesso tempo. Ancor meno riescono a formulare una definizione piena. L’anima appare evidente e inafferrabile: sapere che ci sia sembra addirittura ovvio, oltre ogni dimostrazione, ma chiarire che cosa sia risulta assolutamente arduo. Fin da principio: è meglio chiedere «che cosa sia» o «chi sia» l’anima? Certamente è vita. Ma la vita cos’è? Vivo la mia anima o essa vive di
me? È lei che parla o è qualcosa di cui parlo e a cui parlo? O è forse tutto questo insieme e simultaneamente? Sono interrogativi che presentano margini di stupore e persino di smarrimento, mentre denunciano la natura di un rapporto che per un verso mi appartiene quant’altri mai e nello stesso tempo sfugge a ogni presa. Sono le domande di sempre dei pensatori, credenti e non, e dell’uomo come tale, senza aggettivi. La nostra civiltà ci consegna una sua particolare visione quando usa la parola «anima». La vuole simile al soffio, all’alito del vento: si avverte ed
TorinoSpiritualitàinauguraladecimaedizioneconuna lezionediZygmuntBaumanchepartedalladomanda: «Perchéc’èqualcosainvecediniente?».Mercoledì24alle 18ilsociologoefilosofopolaccoalqualesidevela definizionedi«societàliquida»provaarispondere parlandodelbisognodell’uomodidaresensoaldisegno delmondo.Maperquantocapacidimisurareilcosmo, nonsapremomaidireseDioc’èononc’èecontinueremo adibattercitraiduelimitichel’intellettoumanononpuò superare:ilnullael’infinito.Lasera,alle21,alCircolodei lettori,SalaGrande,PaoloPortoghesitieneunalezionedal titolo«Lacustodiadelcreato». TorinoSpiritualitàparte«ufficialmente»giovedì25, conlaprimadellelezionidelciclo«DomandediDio»,con EnzoBianchialTeatroCarignano,alle18(nellostesso ciclosabato27,alle11alGobetti,ilfilosofoCarloSinisi interrogheràsullastoriadell’umanitàapartiredaAdamo conglistrumentidell’ermeneuticaedella fenomenologia).Ancoragiovedì,alle18,30,sempreal Gobetti,salesulpalcounpretechehatestimoniatolasua
Enzo Bianchi tiene una lectio magistralis giovedì 25 al Teatro Carignano alle 18
è sfuggente, richiama il primo segnale della vita e l’ultimo respiro. La ragione per cui la nostra civiltà nell’uso comune scelse tale riferimento privilegiato si perde nel tempo. Dice molto dell’anima e nello stesso tempo assai poco. [...] La visione biblica collega anch’essa l’anima a un soffio, quello primordiale di Dio, e alla trasmissione, in quel soffio, di un’impronta della sua immagine finché egli non ne tronca il respiro. Sotto varie forme e vari linguaggi emerge dell’anima il suo mistero. In diversa misura le grandi tradizioni spirituali dell’umanità cercano
fedesulcampo:donGinoRigoldi,cappellanodelcarcere minorileBeccariadiMilanoepresidentedell’associazione ComunitàNuovaperilcontrastoall’emarginazioneealle tossicodipendenze.Dialogheràconilcriminologo AntonioDeSalviasullaresponsabilitàversoilfratellopiù fragile,richiamandolastoriabiblicadiCainoeAbele.Un teologo,l’exmonacoMaciejBielawski,giovedì25alle 18,30alCircolodeiLettori,porteràalpubblicolasua visionedell’uomo,diDioedellapreghiera,apartiredal testoenigmaticoeasceticodell’800,«Raccontidiun pellegrinorusso»perunodegliincontridelciclo«Paginedi spiritualità».Allastessaora,alGobetti,sivolaneicieli dell’economiaesullevettedelcapitalismofinanziariocon l’exdirettoredell’unitàstrategicadiTonyBlair,Geoff Mulgan,policymakertraipiùinfluentieinnovativi d’Europa. Maèvenerdì26cheilprogrammaentranelvivo. RicordatoilteoricodelladecrescitaSergeLatouche,dicui siparlaquiafianco,nonvatrascurato,alle18,30al Carignano,ilfestivalospitaShinDong-Hyuk,unico
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g ordinarietà di ciò che dispiega. Molto più che nel passato si è oggi in grado di descrivere aspetti del suo operare e di scendere nel profondo infinitesimale di alcune sue «infrastrutture organiche». Ma essa ancor più che nel passato va oltre ogni definizione analitica. La percezione del mistero non separa di per sé credenti e non credenti. Con varie sfumature entrambi possono essere persuasi che proprio il progredire delle conoscenze può aprire o addirittura potenziare la percezione dell’illimitato che ci sovrasta nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo. Il credente, a differenza del non credente, vi scorgerà la traccia di una presenza, pur essa misteriosa, infinita ma non anonima. Così per l’anima. Tuttavia molti non credenti, nel contesto di uno straordinario sviluppo delle conoscenze scientifiche, non amano parlare di misteri. Sono persuasi, al contrario, che non esistano affatto. Esistono semmai solo segreti. Anche quelli che oggi si ritengono misteri presto o tardi si scoprirà che non sono tali, poiché tutto sarà pienamente svelato col progredire dei saperi. Potranno cambiare le ipotesi interpretative, ma nulla tendenzialmente vi è e vi sarà di misterioso nell’uomo e nell’universo. Anche lo spirito
Sacerdote e storico Ermis Segatti, sacerdote, è docente di Storia del Cristianesimo presso la Facoltà Teologica di Torino. Interverrà a Torino Spiritualità, a colloquio con Alessandro Zaccuri, domenica 28 settembre (Circolo dei lettori, ore 15) con «Chi è senz’anima scagli la prima pietra». Il brano che anticipiamo è tratto dal suo nuovo saggio Anima. Viaggio nell’invisibile dell’uomo, in libreria dal 23 settembre per Piemme (pp. 95, 14,50)
di varcarne la soglia. Ma come Mosè di fronte al roveto ardente devono «togliersi i calzari». In ciò sta forse una cifra dell’anima, che si sottrae a ogni appropriazione. Nel linguaggio religioso si parla di mistero. Mailmisterononèunsegreto.
«La nostra civiltà la vuole simile al soffio, all’alito del vento: si avverte ed è sfuggente, richiama il primo segnale della vita e l’ultimo respiro»
«Sia i credenti sia i non credenti devono constatare che proprio il progredire delle conoscenze apre e potenzia la percezione dell’illimitato che ci sovrasta»
Il segreto suppone un oggetto solo al momento ignoto, esiste comunque la possibilità di averne esperienza piena. Una volta tolto il velo che lo sottrae alla conoscenza, nulla più resta di ignoto. Al contrario, l’avvertenza dell’anima come mistero in molte culture vuole affermare che quanto più si va a fondo tanto più si avverte il limite di ciò che si conosce. Il mistero, proprio attraverso ciò che si conosce, manifesta il limite della conoscenza. Per questo la percezione del mistero si accompagna allo stupore. Non solo l’anima, ma il mondo nel suo complesso non è oggetto unicamente di spiegazioni, bensì di meraviglia. L’anima desta sorpresa per il solo fatto che esista. E poi per la straordinaria
e le sue manifestazioni non costituiscono un mistero, ma solo un’area più raffinata e complessa dell’unico mondo reale senza oltre. In prima approssimazione si constata che da sempre le grandi tradizioni spirituali sono convinte che l’anima, pur essendo realissima, rappresenti un mistero, e lo dicono attraverso il linguaggio tradizionale, affermando che è invisibile, che non si riduce cioè solo a ciò che si vede o si riesce a sperimentare. Affermano pure che la sfera dell’invisibile è parte della realtà quanto, se non più, del mondo visibile e che precisamente l’anima rappresenta il ponte privilegiato sia per attestarlo sia per comunicare con l’essere invisibile per eccellenza, che è Dio.
SERGE LATOUCHE “La decrescita? Un’utopia necessaria” Uscire dall’euro e riportare in Italia tutte le aziende Si ispira anche a Pasolini la ricetta dell’economista
«I
l capitalismo sta vivendo un paradosso: ha portato a un modello di società fondato sulla crescita, ma oggi la crescita non c’è più, specie in Europa». Per Serge Latouche, maggior teorico del pensiero della decrescita e professore emerito di Economia, è arrivato il momento di creare una società sostenibile, limitando gli sprechi e rispettando la natura. «Altrimenti - spiega - saremo condannati a vivere in una società senza crescita con una disoccupazione che continuerà ad aumentare». Idee già sostenute in parte anni fa da Pasolini e Berlinguer, ricorda Latouche, che dirige la collana «Precursori della decrescita» e che con Jaca Book sta per pubblicare, per la stessa collana, il libro su uno dei pionieri del tema: «Cornelius Castoriadis, l’autonomia radicale».
Le muovo un’obiezione molto semplice. Partendo dal caso Italia: se non cresciamo come facciamo a pagare il nostro debito pubblico?
«La soluzione drastica è non pagare il debito e fare bancarotta e ad alcuni Paesi il default ha permesso di risollevarsi». Però per l’Argentina è stato un disastro…
«Comunque, ci sono vie meno radicali: si può rinegoziare il debito e mettersi d’accordo su qual è la giusta parte del debito
Ma come si può creare una società sostenibile?
«Non c’è una ricetta universale, ogni Stato deve inventarsi la sua strada per creare, come dice l’economista Tim Jackson, una “prosperità senza crescita” e andare verso un’abbondanza frugale. Un progetto di cui aveva già parlato Enrico Berlinguer quando parlò di austerità giusta». Come si realizza una società sostenibile?
«La decrescita sta per esempio nella capacità di autolimitarci nei consumi, soprattutto negli sprechi che vengono invece alimentati attraverso la pubblicità, il credito e l’obsolescenza programmata».
Che però è un Paese molto più piccolo dell’Italia. E poi noi abbiamo l’euro. Uscirebbe dalla moneta unica?
«Penso che sia necessario uscire dall’euro e ritrovare la capacità di fare una politica autonoma. Avviare un processo inverso a quello della delocalizzazione: per esempio dovrebbero tornare in Italia tutte le aziende del Paese che adesso producono nell’Est Europa, in Cina o India. E poi l’Italia dovrebbe essere più protezionista. Il libero scambio portato all’esasperazione dalla globalizzazione è stato catastrofico». Però finora il capitalismo è stata l’unico sistema economico che ha funzionato. La teoria della decrescita non rischia di essere solo un’utopia?
«È un’utopia. Abbiamo però bisogno di sognare se vogliamo realizzare una società sostenibile. Di fronte alla miseria del presente, bisogna sognare un futuro più giusto e sostenibile».
Guardando gli ultimi dati di Ocse ed Eurostat in Europa, ma soprattutto in Italia, sembra che la decrescita sia realtà. Ma non molto felice.
«Eh no, attenzione, quella è recessione o crescita negativa. La decrescita è un progetto di svolta, un cambio di paradigma: al centro del nuovo modello non deve esserci più la crescita economica, ma la società, l’uomo e il rispetto della natura».
da pagare, come ha fatto l’Islanda con le banche».
Ma la storia ha dimostrato che talvolta un’utopia si trasforma in un incubo.
«Quella che viviamo oggi è recessione, non decrescita: il mio è un progetto di svolta, un nuovo paradigma che ha al centro l’uomo, la società e il rispetto della natura» «Come si fa? Bisogna autolimitarsi nei consumi, soprattutto negli sprechi. E poi ci vuole un po’ di protezionismo: il libero scambio globalizzato è una catastrofe»
«Certo la storia è sempre una scommessa perciò ho chiamato un mio libro “La scommessa della decrescita”. Perché è una sfida. Ma ora con la più grande crisi economica dal dopoguerra viviamo già in un incubo, dobbiamo provare a sognare».
Professore, chi preferisce tra quelli che Lei definisce precursori della decrescita?
«I maestri sono Castoriadis, difensore del concetto di autonomia politica, e Ivan Illich, che ha inteso per convivialità il contrario della produttività». E tra gli italiani?
«Pasolini è un precursore, il suo libro “Scritti corsari” è una critica alla società dei consumi. Poi è interessante Alexander Langer, tra i fondatori dei Verdi, che ha messo al centro al difesa dell’ambiente». [L. FOR.] «Elogio del poco», il dialogo tra Serge Latouche e Paolo Legrenzi con Luca Ubaldeschi è venerdì 26 alle 18 al Teatro Gobetti
Interventi, incontri e appuntamenti A CURA DI LETIZIA TORTELLO
Shin DongHyuk, unico fuggitivo dai campi della Corea del Nord è a Torino venerdì 26
sopravvissutoaiterrificanticampidilavoroeschiavitù dellaCoreadelNord.DopounsalutodelsindacoFassino,a intervistarlosaràildirettoredeLaStampa,Mario Calabresi.AllaCavallerizza/ManeggioReale,alle16,30, ArmandoMassarenti,autoredi«Staminalia»,dialoga conLucaBonfantisultema:«Laricercasullestaminali: nuovocasoGalilei?».Eseogniedizionedelfestivalèuna traversatanuovanelmaredell’interiorità,c’èunmito classicocherestaineludibile:quellodiUlisse.Venerdìal CircolodeiLettori,alle18,30,loscrittoreGiorgioVasta parleràdell’eroedell’Odissea,edellameraviglia incantatricedelcantodellesirene.Alle21,nellostesso luogo,laricercadellaspiritualitàportainIndia,conla monacaSwamiAbshishekChaitanyaGiri. Comeditradizione,ilsabato(27),ilpubblicodel festivalpuntalasvegliaprestoesimetteincodadibuon mattino.Lagiornatasiapre(alleore10)con«IlCuore Intelligente»,declinatonell’accezionebiblicadelLibrodei Re,incuiSalomonechiedeaDioquestadote«perben governare».IntervistatodalgiornalistadeLaStampa
Marek Halter riflette sull’esercizio del potere sabato 27 con Cesare Martinetti
CesareMartinetti,MarekHalter,fondatoredelComitato internazionaleperlaPacenegozialeinMedioOriente, condurràunariflessionesull’eserciziodelpotere,nella doppianaturadistrumentoperlagiustiziaedirischiodi prevaricazionedellalibertà.Alle11,30alTeatroVittoria, salesulpalcoJayaRow,studiosadiscritturevediche,già managerincarriera.Alle15,30alCarignano,lascrittrice ValeriaParrellaelopsichiatraEugenioBorgna,insieme alcuratoredelfestivalArmandoBuonaiuto,toccheranno iltemadelleemozionifragili.Alle16,alGobetti,Aldo GrassoeAlbertoMelloniaffronterannoil«fenomeno Francesco»apartiredall’analisidelsuosuccesso mediatico.Alle18,alcentroDarAl-Hikma,Shaykh PallavicinieYounisTawfikanalizzerannoirapportitra Danteel’Islam.Nonmancanoifilosofisuperstarcome SergioGivone,cheinsiemeaGuidoBrivio,sabatoalle 18,30alCircolo,esploreràleviedell’amore,daPlatoneai giorninostri.Peraltriversi,illeaderspiritualediMumbai, RadhanathSwamicondurràallascopertadellestradedel cuoreconlo«yogadell’amore»,alle21alGobetti.
Valeria Parrella parla di «emozioni fragili» sabato 26 con Eugenio Borgna
Domenica28,alle15,30alCarignano,unospitetrai piùattesi,ilteologoVitoMancuso,inun«assolo»dal titolo«Checosastascrittonellalegge?Checosavileggi?». ÈancheilgiornodiMassimoRecalcati,alle10al Carignano,aTorinoperpresentareilnuovolibro,«L’oradi lezione».ElenaLoewenthal,alle10,30alGobetti affrontailbranobiblicodell’incontrodiAbramoeSaracon ilSignoreallequercediMamre.Alle11,alVittoria,Victor Chan,personadifiduciadelDalaiLamaaVancouver,terrà lalectio«L’egoismosaggio».Momentid’intensa riflessionesull’animaesulsuodestinoterreno,alle15,al Circolo,condonErmisSegattieAlessandroZaccuri.Alla stessaora,alGobetti,ilfilosofoArmandoMassarenticon MarioCalabresieAlbertoMelloniripercorreràavolo d’uccellolepiùconvincentiricettefilosoficheperlaricerca dellafelicità.Lachiusuradelfestivalèaffidataaduepezzi fortidelprogramma:tornaVitoMancuso,alle18,30alla ChiesaSanFilippoNeri,perparlarediduesemplicie complicateparole:«Ioamo».AlCircolodeiLettori,padre BartolomeoSorgeandràoltreilvisibile,conundiscorso suDioesullagioiatroppoumanadell’infinitaconoscenza.
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FABIO POZZO
Le camminate
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na botta di fortuna! Si dice spesso di un ottimo risultato. In realtà, dietro una performance di eccellenza, nello sport come nella letteratura o negli affari, c’è la conoscenza di cinque fattori (più uno), indispensabili per centrare l’obiettivo. «E il primo di questi è la sincronia mente-corpo, fare ciò che pensi, pensare ciò che fai». A parlare è Alex Bellini, avventuriero (in senso nobile) e mental coach, l’uomo dalle imprese estreme: l’Atlantico e il Pacifico a remi, gli Usa «coast to coast» di corsa, mentre si appresta, nel 2015, a sopravvivere su un iceberg alla deriva nell’oceano fino al suo scioglimento. Ci anticipa i contenuti dell’intervento che terrà a Torino Spiritualità domenica 28 settembre, incentrato su come cercare e trovare la sincronia mente-corpo e così raggiungere l’allineamento perfetto tra testa, cuore e ambiente, condizione che ci consente di dare il meglio. «Si tratta di concentrare la nostra energia e la nostra forza in un unico punto, in una sola cosa. Spazzando via le interferenze, che le disperderebbero. È la capacità di focalizzarci su un singolo passo, ma tenendo il controllo dell’intero processo - spiega -. Non è uno stato per pochi, magari monaci tibetani: tutti noi lo sperimentiamo quando siamo completamente immersi in qualcosa che stiamo facendo, staccati dal resto, concentrati in quel momento». Alex, a Torino Spiritualità, porterà alcuni strumenti che aiutano a capire e a raggiungere la sincronia. Dall’Oculus Rift, il visore per la realtà virtuale, al pendolo per l’ipnosi. «Farò vivere l’ipnosi a una persona in platea. Non si tratta di uno show o di magia nera: l’ipnosi e l’auto-ipnosi hanno come alleata la sincronia e rappresentano un modo per potenziare le nostre risorse, consentendoci di superare le difficoltà». E imparando, talvolta, a ingannare il pensiero per trovare la forza - ad esempio - di continuare a remare nell’oceano. «La mente gioca in anticipo e ci porta nel passato, magari a una precedente azione fallita, o nel futuro, dove potrebbe accadere che la stessa azione fallirà. Questo è un grande problema per chi è impegnato in una performance, perché non è in sin-
In Val Pellice «Sotto le stelle» nella Conca del Prà, in Val Pellice: è un’esperienza contemplativa da provare. Nel weekend che precede il festival, questo sabato e domenica, la via dello spirito porta fino in montagna, con una serie di camminate (anche notturne).
Nel nome di Eco All’imbocco della Val di Susa, la Sacra di San Michele fa da sfondo sabato 20 al gruppo che il camminatore Luigi Nacci scorterà sul Monte Pirchiriano attraverso la via Francigena, nelle atmosfere de «Il nome della rosa» di Umberto Eco.
In Val d’Aosta È per escursionisti allenati, con un dislivello dai 2000 ai 2500, la gita che lo scrittore Davide Sapienza guiderà in Valtournenche. Dal villaggio di Cheneil, domenica 21, partirà un cammino fino alla Punta Fontana Fredda, tra panorami eccezionali.
“Fa’ ciò che pensi pensa ciò che fai e arrivi ovunque”
Vista sul Bianco La Balconata della Val Ferret de La Vachay a Courmayeur, stupisce al primo sguardo: con la filosofa Erika Grasso, domenica 21, si salirà per la sponda destra. Obiettivo: ammirare il Monte Bianco, al cospetto delle guglie e dei ghiacciai più severi delle Alpi.
Alex Bellini, l’uomo delle imprese estreme e quei cinque segreti (+ 1) di ogni successo cronia con il presente, non vive bene il momento in cui deve dare il massimo. Ecco allora che bisogna imparare a ingannare la mente. Funziona anche per gli attacchi di panico: per superarli bisogna contare le mattonelle, pensare a che cosa si è mangiato nel dettaglio il giorno prima. Concentrare la mente su altro». Il mental coach può essere un aiuto. «È una guida, l’accompagnatore di un atleta, un artista, un amministratore delegato o chi di volete voi, che fornisce modelli, strumenti molto pratici che consentano di focalizzarsi autonomamente sui fattori indispensabili per una performance d’eccellenza, di riconoscerli e gestirli». Già, i cinque fattori (più uno). Abbiamo visto la sincronia (che non va proprio a braccetto con
l’osannata virtù del multitasking: «Concentrarsi su una cosa soltanto e farla bene» è il credo di Bellini), ma gli altri? «La consapevolezza di potercela fare, la regolarizzazione dell’energia, il ritmo e l’attivazione, cioè la spinta motivazionale». Ci sarebbe anche un sesto fattore, che rientra nella noosfera. «C’è chi la chiama sorte, fortuna. È l’imprevisto. In un’impresa bisogna imparare a gestire anche questo... È possibile attraversare l’oceano senza un giorno di vento forte? Quasi sicuramente no. E allora ti prepari, pianificando una strategia». L’incontro con Alex Bellini «Sincronia mente-corpo: per raggiungere traguardi di eccellenza» è domenica 28 alle 17,30 al Teatro Gobetti
La danza sacra
«Si tratta di concentrare l’energia e la forza in un unico punto e in una sola cosa. Si deve imparare a spazzare via tutte le interferenze»
Il cammino sul sentiero della spiritualità inizia con uno spettacolo indimenticabile di musica e danza, alle 21,30, al Teatro Regio, martedì 23. Guidati da Noureddine Khourchid, i dervisci di Damasco pregheranno roteando, tra cori e strumenti musicali, in un unione mistica che conduce a Dio.
Spettacoli e mostre A CURA DI LETIZIA TORTELLO
Toni Servillo legge Bertrand Russell mercoledì 24 al Teatro Regio
Se c’è una ragionevole certezza, è che da Torino Spiritualità si uscirà un po’ cambiati. Ogni incontro è un confronto, un dialogo, un rito laico collettivo e individuale verso la felicità interiore. È proprio con il reading teatrale «La conquista della felicità» di Bertrand Russell, saggio del 1930, che parte la decima edizione della manifestazione, con una seconda inaugurazione mercoledì 24, alle 21,30, al Teatro Regio di Torino. La catarsi da paure, invidie e ansie e auspicata dal filosofo inglese sarà guidata da grande attore: Toni Servillo leggerà Russell accompagnato dalle note di Schumann, suonato al pianoforte da Roberto Prosseda. Un’unione di passionalità e ragione, seguendo il tema di quest’anno, il «Cuore Intelligente». Scriveva Russell: «Vi è un segno su ogni viso in cui m’imbatto». Il cartellone di Torino Spiritualità suggerisce al pubblico alcuni sentieri di riflessione proprio per rendere alleati testa e cuore. L’antipasto è sabato 20 (9,30-16,30 al Borgo Medievale e 21 al
Circolo dei Lettori) e domenica 21 (9,30-16,30 al Borgo Medievale), con la Mindfulness, meditazione di consapevolezza che mutua gli insegnamenti del Buddismo, dello Zen e dello Yoga. Maestri spirituali: il logico matematico Henk Barendregt e l’insegnante di meditazione Gregory Kramer.
Alla Mindfulness sono dedicati incontri sabato 20 e domenica 21 al Borgo Medievale
Dal 24 al 28 si parte con gli appuntamenti alla scoperta dell’armonia interiore, tra danza e musica: venerdì 26, alle 15, alla Casa Valdese, «Dire la fede con il corpo in movimento», un workshop di danza liturgica; dalle 17,30 alle 20 al Circolo «Lo yoga dei maestri Himalayani». Sabato 27, alle 10,30, al Circolo, il Gruppo Vocale Irini Pasi Ensemble intonerà canti bizantini in otto toni insieme con il pubblico, mentre alle 14 ci sarà «yoga per giocare» (destinato ai più piccoli) bimbi. Alle 15, al Borgo, «free class» di yoga con Piero Vivarelli. Dalle 14 alle 18 itinerario attraverso i luoghi delle diverse religiosità a Porta Palazzo. Domenica 28, dalle 8,30, alla Residenza Teatro Leggera, avvicinamento al T’Ai Chi.
Vittorino Andreoli, psichiatra, veste i panni del narratore giovedì 25 al Carignano
Folto il cartellone degli spettacoli serali. Giovedì 25, alle 21 al Carignano, lo psichiatra Vittorino Andreoli vestirà i panni del narratore, mescolando il linguaggio emotivo del teatro e la ricerca scientifica, in «L’isola che non c’è. Peter Pan e la fatica di crescere». Venerdì 26, alle 21 al Monte dei Cappuccini, «To Move/To Breathe», performance di danza butoh e sperimentazione musicale, con Stefania Lo Maglio e Roberto Laneri. Sabato 27, alle 21, al Carignano, Torinodanza porta «Aide Memoire» della Kibbutz Contemporary Dance Company. Nella stessa sera il quartiere di San Salvario sarà un tempio a cielo aperto, con preghiere in chiesa, in moschea, al tempio valdese, in sinagoga e nella chiesa ortodossa. Non manca la sezione fotografica. Dal 25 al 28, al Carignano, l’esposizione «Dio ci guida», a cura di Francesca Rosso, propone un viaggio per Mumbai. Dal 24 al 4 ottobre, al Tucano Concept Store, Carlo Bevilacqua racconta per immagini la vita degli eremiti moderni, dall’Italia agli States.
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GEOFF MULGAN “Crescita di qualità e non di quantità” La lotta è tra api (creatori) e locuste (speculatori) Chi vincerà? “La politica deve aiutare chi produce” LUCA FORNOVO
semplicemente ignorato il ruolo della conoscenza nell’economia. La domanda che dobbiamo farci è: che tipo di crescita vogliamo?»
TORINO
«N
on vedo alcuna alternativa al capitalismo, ma la crescita che inseguiamo deve essere di qualità, non di quantità. Deve basarsi di più sulla conoscenza e l’industria e non sulla finanza». Geoff Mulgan, in passato consulente politico di Tony Blair, spiega nel suo libro «L’ape e la locusta» (edito da Codice) come la forza del capitalismo siano gli imprenditori (le api), chi crea attraverso l’industria e l’innovazione. «Mentre le scelte morali, l’etica - osserva Mulgan che oggi guida Nesta, la più importante agenzia britannica per la promozione dell’innovazione devono limitare l’influenza degli speculatori (le locuste)». Insomma, parafrasando Churchill, si potrebbe dire che il capitalismo è il peggior sistema economico, eccezion fatta per tutti i sistemi sperimentati finora.
«Al momento non c’è alcuna alternativa coerente e possibile: il capitalismo è l’unico sistema in grado di far funzionare un’economia globalizzata. Ma ogni Paese può scegliere quanto capitalista vuole essere, quanto mercato deve essere presente nella cultura, nell’educazione e nella vita quotidiana». Come si possono controllare e contrastare le locuste?
«Bisogna trovare il modo di incanalare le energie di innovatori e imprenditori, contrastando gli speculatori». Perché la finanza non è più uno strumento ma è diventata padrona dell’industria?
«Per effetto di scelte politiche: le banche sono state aiutate a creare sempre più credito e sono state salvate quando rischiavano la bancarotta. Bisogna cambiare radicalmente il rapporto tra finanza e industria». Che cosa pensa della teoria
Secondo la teoria della decrescita però gli investimenti e il rilancio dei consumi non sono la soluzione per la ripresa...
«Il capitalismo è l’unico sistema che fa funzionare l’economia globalizzata. Ma ogni Paese può scegliere quanto mercato deve essere presente nella vita di tutti» «La crisi sarà lunga, potrebbe esserci un altro crollo, molti beni sono sopravvalutati... E le risposte politiche sono tese a ripristinare lo status quo più che a superarlo» della decrescita?
«Non credo sia una buona idea un’economia a crescita zero. Il concetto di crescita è sempre stato al centro della civiltà umana e della natura. Con i costanti progressi della scienza e degli altri tipi di conoscenze l’economia potrebbe crescere tra il 2 e il 4% l’anno. Quello che vogliamo è la crescita di qualità e di conoscenza, che richieda sempre meno l’uso di materie prime e di energia. I sostenitori della decrescita hanno
«Le ricette adottate per combattere la crisi rischiano di creare più danni che soluzioni. L’iniezione di denaro per aumentare i consumi non è auspicabile, quando i consumi sono uno spreco ed ecologicamente insostenibili. L’iniezione di liquidità da parte delle banche centrali attraverso il “quantitative easing” ha permesso alle banche di risistemare i bilanci. Parte della classe politica e imprenditoriale è come i Borboni dopo la Restaurazione. Disse Talleyrand: «Non hanno imparato nulla, non hanno dimenticato nulla». «Siamo nel bel mezzo di una crisi lunga quanto forse quella del ’29. Potrebbe esserci un altro crollo dell’economia: molti beni sono sopravvalutati. Le risposte politiche sono ancora tese a ripristinare lo status quo piuttosto che a superarlo». Proviamo a fare come ha fatto Orwell nel 1948 quando ha scritto il libro 1984. Immaginiamo di non essere più nel 2014 ma nel 2041. Che tipo di capitalismo ci sarà?
«Spero che il capitalismo possa evolvere in un’economia circolare con pochi sprechi; che la finanza diventi più etica e sociale; che nascano nuove valute parallele integrate in un mondo sempre più digitale; che si stabiliscano regole severe per fermare la speculazione; che si investa molto per aiutare le “api” a fare innovazione. Tutto ciò si può raggiungere con accordi politici. Non credo sia impossibile, sono pessimista nel breve termine, ma rimango ottimista per il lungo periodo». L’incontro con Geoff Mulgan moderato da Massimo Russo è al Teatro Gobetti giovedì 25 alle 18,30
Ringraziamenti Da 10 anni Torino Spiritualità si realizza grazie al contributo di Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione del Teatro Stabile di Torino. Per la 10ª edizione Torino Spiritualità ringrazia gli sponsor EXKi, Ersel, Morcare e Codebò, i partner tecnici Mirafiori Motor Village, Sparea, Hotel Victoria, Ventana Group, Caffè Vergnano, Lago, Bussolino Arredo, i media partner La Stampa, Radio3
L’anima: che ci sia ciascun lo dice Ma che cosa sia...
Quanto durerà la crisi economica?
Zygmunt Bauman inaugura Torino Spiritualità mercoledì 24 alle 18
Le grandi tradizioni religiose cercano di varcarne la soglia Ma le parole mancano e devono fermarsi davanti al mistero ERMIS SEGATTI
C
onstato la mia anima, ne ho certezza. Quale? Se provo a descriverla, le parole abbondano e mancano allo stesso tempo. Ancor meno riescono a formulare una definizione piena. L’anima appare evidente e inafferrabile: sapere che ci sia sembra addirittura ovvio, oltre ogni dimostrazione, ma chiarire che cosa sia risulta assolutamente arduo. Fin da principio: è meglio chiedere «che cosa sia» o «chi sia» l’anima? Certamente è vita. Ma la vita cos’è? Vivo la mia anima o essa vive di
me? È lei che parla o è qualcosa di cui parlo e a cui parlo? O è forse tutto questo insieme e simultaneamente? Sono interrogativi che presentano margini di stupore e persino di smarrimento, mentre denunciano la natura di un rapporto che per un verso mi appartiene quant’altri mai e nello stesso tempo sfugge a ogni presa. Sono le domande di sempre dei pensatori, credenti e non, e dell’uomo come tale, senza aggettivi. La nostra civiltà ci consegna una sua particolare visione quando usa la parola «anima». La vuole simile al soffio, all’alito del vento: si avverte ed
TorinoSpiritualitàinauguraladecimaedizioneconuna lezionediZygmuntBaumanchepartedalladomanda: «Perchéc’èqualcosainvecediniente?».Mercoledì24alle 18ilsociologoefilosofopolaccoalqualesidevela definizionedi«societàliquida»provaarispondere parlandodelbisognodell’uomodidaresensoaldisegno delmondo.Maperquantocapacidimisurareilcosmo, nonsapremomaidireseDioc’èononc’èecontinueremo adibattercitraiduelimitichel’intellettoumanononpuò superare:ilnullael’infinito.Lasera,alle21,alCircolodei lettori,SalaGrande,PaoloPortoghesitieneunalezionedal titolo«Lacustodiadelcreato». TorinoSpiritualitàparte«ufficialmente»giovedì25, conlaprimadellelezionidelciclo«DomandediDio»,con EnzoBianchialTeatroCarignano,alle18(nellostesso ciclosabato27,alle11alGobetti,ilfilosofoCarloSinisi interrogheràsullastoriadell’umanitàapartiredaAdamo conglistrumentidell’ermeneuticaedella fenomenologia).Ancoragiovedì,alle18,30,sempreal Gobetti,salesulpalcounpretechehatestimoniatolasua
Enzo Bianchi tiene una lectio magistralis giovedì 25 al Teatro Carignano alle 18
è sfuggente, richiama il primo segnale della vita e l’ultimo respiro. La ragione per cui la nostra civiltà nell’uso comune scelse tale riferimento privilegiato si perde nel tempo. Dice molto dell’anima e nello stesso tempo assai poco. [...] La visione biblica collega anch’essa l’anima a un soffio, quello primordiale di Dio, e alla trasmissione, in quel soffio, di un’impronta della sua immagine finché egli non ne tronca il respiro. Sotto varie forme e vari linguaggi emerge dell’anima il suo mistero. In diversa misura le grandi tradizioni spirituali dell’umanità cercano
fedesulcampo:donGinoRigoldi,cappellanodelcarcere minorileBeccariadiMilanoepresidentedell’associazione ComunitàNuovaperilcontrastoall’emarginazioneealle tossicodipendenze.Dialogheràconilcriminologo AntonioDeSalviasullaresponsabilitàversoilfratellopiù fragile,richiamandolastoriabiblicadiCainoeAbele.Un teologo,l’exmonacoMaciejBielawski,giovedì25alle 18,30alCircolodeiLettori,porteràalpubblicolasua visionedell’uomo,diDioedellapreghiera,apartiredal testoenigmaticoeasceticodell’800,«Raccontidiun pellegrinorusso»perunodegliincontridelciclo«Paginedi spiritualità».Allastessaora,alGobetti,sivolaneicieli dell’economiaesullevettedelcapitalismofinanziariocon l’exdirettoredell’unitàstrategicadiTonyBlair,Geoff Mulgan,policymakertraipiùinfluentieinnovativi d’Europa. Maèvenerdì26cheilprogrammaentranelvivo. RicordatoilteoricodelladecrescitaSergeLatouche,dicui siparlaquiafianco,nonvatrascurato,alle18,30al Carignano,ilfestivalospitaShinDong-Hyuk,unico
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g ordinarietà di ciò che dispiega. Molto più che nel passato si è oggi in grado di descrivere aspetti del suo operare e di scendere nel profondo infinitesimale di alcune sue «infrastrutture organiche». Ma essa ancor più che nel passato va oltre ogni definizione analitica. La percezione del mistero non separa di per sé credenti e non credenti. Con varie sfumature entrambi possono essere persuasi che proprio il progredire delle conoscenze può aprire o addirittura potenziare la percezione dell’illimitato che ci sovrasta nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo. Il credente, a differenza del non credente, vi scorgerà la traccia di una presenza, pur essa misteriosa, infinita ma non anonima. Così per l’anima. Tuttavia molti non credenti, nel contesto di uno straordinario sviluppo delle conoscenze scientifiche, non amano parlare di misteri. Sono persuasi, al contrario, che non esistano affatto. Esistono semmai solo segreti. Anche quelli che oggi si ritengono misteri presto o tardi si scoprirà che non sono tali, poiché tutto sarà pienamente svelato col progredire dei saperi. Potranno cambiare le ipotesi interpretative, ma nulla tendenzialmente vi è e vi sarà di misterioso nell’uomo e nell’universo. Anche lo spirito
Sacerdote e storico Ermis Segatti, sacerdote, è docente di Storia del Cristianesimo presso la Facoltà Teologica di Torino. Interverrà a Torino Spiritualità, a colloquio con Alessandro Zaccuri, domenica 28 settembre (Circolo dei lettori, ore 15) con «Chi è senz’anima scagli la prima pietra». Il brano che anticipiamo è tratto dal suo nuovo saggio Anima. Viaggio nell’invisibile dell’uomo, in libreria dal 23 settembre per Piemme (pp. 95, 14,50)
di varcarne la soglia. Ma come Mosè di fronte al roveto ardente devono «togliersi i calzari». In ciò sta forse una cifra dell’anima, che si sottrae a ogni appropriazione. Nel linguaggio religioso si parla di mistero. Mailmisterononèunsegreto.
«La nostra civiltà la vuole simile al soffio, all’alito del vento: si avverte ed è sfuggente, richiama il primo segnale della vita e l’ultimo respiro»
«Sia i credenti sia i non credenti devono constatare che proprio il progredire delle conoscenze apre e potenzia la percezione dell’illimitato che ci sovrasta»
Il segreto suppone un oggetto solo al momento ignoto, esiste comunque la possibilità di averne esperienza piena. Una volta tolto il velo che lo sottrae alla conoscenza, nulla più resta di ignoto. Al contrario, l’avvertenza dell’anima come mistero in molte culture vuole affermare che quanto più si va a fondo tanto più si avverte il limite di ciò che si conosce. Il mistero, proprio attraverso ciò che si conosce, manifesta il limite della conoscenza. Per questo la percezione del mistero si accompagna allo stupore. Non solo l’anima, ma il mondo nel suo complesso non è oggetto unicamente di spiegazioni, bensì di meraviglia. L’anima desta sorpresa per il solo fatto che esista. E poi per la straordinaria
e le sue manifestazioni non costituiscono un mistero, ma solo un’area più raffinata e complessa dell’unico mondo reale senza oltre. In prima approssimazione si constata che da sempre le grandi tradizioni spirituali sono convinte che l’anima, pur essendo realissima, rappresenti un mistero, e lo dicono attraverso il linguaggio tradizionale, affermando che è invisibile, che non si riduce cioè solo a ciò che si vede o si riesce a sperimentare. Affermano pure che la sfera dell’invisibile è parte della realtà quanto, se non più, del mondo visibile e che precisamente l’anima rappresenta il ponte privilegiato sia per attestarlo sia per comunicare con l’essere invisibile per eccellenza, che è Dio.
SERGE LATOUCHE “La decrescita? Un’utopia necessaria” Uscire dall’euro e riportare in Italia tutte le aziende Si ispira anche a Pasolini la ricetta dell’economista
«I
l capitalismo sta vivendo un paradosso: ha portato a un modello di società fondato sulla crescita, ma oggi la crescita non c’è più, specie in Europa». Per Serge Latouche, maggior teorico del pensiero della decrescita e professore emerito di Economia, è arrivato il momento di creare una società sostenibile, limitando gli sprechi e rispettando la natura. «Altrimenti - spiega - saremo condannati a vivere in una società senza crescita con una disoccupazione che continuerà ad aumentare». Idee già sostenute in parte anni fa da Pasolini e Berlinguer, ricorda Latouche, che dirige la collana «Precursori della decrescita» e che con Jaca Book sta per pubblicare, per la stessa collana, il libro su uno dei pionieri del tema: «Cornelius Castoriadis, l’autonomia radicale».
Le muovo un’obiezione molto semplice. Partendo dal caso Italia: se non cresciamo come facciamo a pagare il nostro debito pubblico?
«La soluzione drastica è non pagare il debito e fare bancarotta e ad alcuni Paesi il default ha permesso di risollevarsi». Però per l’Argentina è stato un disastro…
«Comunque, ci sono vie meno radicali: si può rinegoziare il debito e mettersi d’accordo su qual è la giusta parte del debito
Ma come si può creare una società sostenibile?
«Non c’è una ricetta universale, ogni Stato deve inventarsi la sua strada per creare, come dice l’economista Tim Jackson, una “prosperità senza crescita” e andare verso un’abbondanza frugale. Un progetto di cui aveva già parlato Enrico Berlinguer quando parlò di austerità giusta». Come si realizza una società sostenibile?
«La decrescita sta per esempio nella capacità di autolimitarci nei consumi, soprattutto negli sprechi che vengono invece alimentati attraverso la pubblicità, il credito e l’obsolescenza programmata».
Che però è un Paese molto più piccolo dell’Italia. E poi noi abbiamo l’euro. Uscirebbe dalla moneta unica?
«Penso che sia necessario uscire dall’euro e ritrovare la capacità di fare una politica autonoma. Avviare un processo inverso a quello della delocalizzazione: per esempio dovrebbero tornare in Italia tutte le aziende del Paese che adesso producono nell’Est Europa, in Cina o India. E poi l’Italia dovrebbe essere più protezionista. Il libero scambio portato all’esasperazione dalla globalizzazione è stato catastrofico». Però finora il capitalismo è stata l’unico sistema economico che ha funzionato. La teoria della decrescita non rischia di essere solo un’utopia?
«È un’utopia. Abbiamo però bisogno di sognare se vogliamo realizzare una società sostenibile. Di fronte alla miseria del presente, bisogna sognare un futuro più giusto e sostenibile».
Guardando gli ultimi dati di Ocse ed Eurostat in Europa, ma soprattutto in Italia, sembra che la decrescita sia realtà. Ma non molto felice.
«Eh no, attenzione, quella è recessione o crescita negativa. La decrescita è un progetto di svolta, un cambio di paradigma: al centro del nuovo modello non deve esserci più la crescita economica, ma la società, l’uomo e il rispetto della natura».
da pagare, come ha fatto l’Islanda con le banche».
Ma la storia ha dimostrato che talvolta un’utopia si trasforma in un incubo.
«Quella che viviamo oggi è recessione, non decrescita: il mio è un progetto di svolta, un nuovo paradigma che ha al centro l’uomo, la società e il rispetto della natura» «Come si fa? Bisogna autolimitarsi nei consumi, soprattutto negli sprechi. E poi ci vuole un po’ di protezionismo: il libero scambio globalizzato è una catastrofe»
«Certo la storia è sempre una scommessa perciò ho chiamato un mio libro “La scommessa della decrescita”. Perché è una sfida. Ma ora con la più grande crisi economica dal dopoguerra viviamo già in un incubo, dobbiamo provare a sognare».
Professore, chi preferisce tra quelli che Lei definisce precursori della decrescita?
«I maestri sono Castoriadis, difensore del concetto di autonomia politica, e Ivan Illich, che ha inteso per convivialità il contrario della produttività». E tra gli italiani?
«Pasolini è un precursore, il suo libro “Scritti corsari” è una critica alla società dei consumi. Poi è interessante Alexander Langer, tra i fondatori dei Verdi, che ha messo al centro al difesa dell’ambiente». [L. FOR.] «Elogio del poco», il dialogo tra Serge Latouche e Paolo Legrenzi con Luca Ubaldeschi è venerdì 26 alle 18 al Teatro Gobetti
Interventi, incontri e appuntamenti A CURA DI LETIZIA TORTELLO
Shin DongHyuk, unico fuggitivo dai campi della Corea del Nord è a Torino venerdì 26
sopravvissutoaiterrificanticampidilavoroeschiavitù dellaCoreadelNord.DopounsalutodelsindacoFassino,a intervistarlosaràildirettoredeLaStampa,Mario Calabresi.AllaCavallerizza/ManeggioReale,alle16,30, ArmandoMassarenti,autoredi«Staminalia»,dialoga conLucaBonfantisultema:«Laricercasullestaminali: nuovocasoGalilei?».Eseogniedizionedelfestivalèuna traversatanuovanelmaredell’interiorità,c’èunmito classicocherestaineludibile:quellodiUlisse.Venerdìal CircolodeiLettori,alle18,30,loscrittoreGiorgioVasta parleràdell’eroedell’Odissea,edellameraviglia incantatricedelcantodellesirene.Alle21,nellostesso luogo,laricercadellaspiritualitàportainIndia,conla monacaSwamiAbshishekChaitanyaGiri. Comeditradizione,ilsabato(27),ilpubblicodel festivalpuntalasvegliaprestoesimetteincodadibuon mattino.Lagiornatasiapre(alleore10)con«IlCuore Intelligente»,declinatonell’accezionebiblicadelLibrodei Re,incuiSalomonechiedeaDioquestadote«perben governare».IntervistatodalgiornalistadeLaStampa
Marek Halter riflette sull’esercizio del potere sabato 27 con Cesare Martinetti
CesareMartinetti,MarekHalter,fondatoredelComitato internazionaleperlaPacenegozialeinMedioOriente, condurràunariflessionesull’eserciziodelpotere,nella doppianaturadistrumentoperlagiustiziaedirischiodi prevaricazionedellalibertà.Alle11,30alTeatroVittoria, salesulpalcoJayaRow,studiosadiscritturevediche,già managerincarriera.Alle15,30alCarignano,lascrittrice ValeriaParrellaelopsichiatraEugenioBorgna,insieme alcuratoredelfestivalArmandoBuonaiuto,toccheranno iltemadelleemozionifragili.Alle16,alGobetti,Aldo GrassoeAlbertoMelloniaffronterannoil«fenomeno Francesco»apartiredall’analisidelsuosuccesso mediatico.Alle18,alcentroDarAl-Hikma,Shaykh PallavicinieYounisTawfikanalizzerannoirapportitra Danteel’Islam.Nonmancanoifilosofisuperstarcome SergioGivone,cheinsiemeaGuidoBrivio,sabatoalle 18,30alCircolo,esploreràleviedell’amore,daPlatoneai giorninostri.Peraltriversi,illeaderspiritualediMumbai, RadhanathSwamicondurràallascopertadellestradedel cuoreconlo«yogadell’amore»,alle21alGobetti.
Valeria Parrella parla di «emozioni fragili» sabato 26 con Eugenio Borgna
Domenica28,alle15,30alCarignano,unospitetrai piùattesi,ilteologoVitoMancuso,inun«assolo»dal titolo«Checosastascrittonellalegge?Checosavileggi?». ÈancheilgiornodiMassimoRecalcati,alle10al Carignano,aTorinoperpresentareilnuovolibro,«L’oradi lezione».ElenaLoewenthal,alle10,30alGobetti affrontailbranobiblicodell’incontrodiAbramoeSaracon ilSignoreallequercediMamre.Alle11,alVittoria,Victor Chan,personadifiduciadelDalaiLamaaVancouver,terrà lalectio«L’egoismosaggio».Momentid’intensa riflessionesull’animaesulsuodestinoterreno,alle15,al Circolo,condonErmisSegattieAlessandroZaccuri.Alla stessaora,alGobetti,ilfilosofoArmandoMassarenticon MarioCalabresieAlbertoMelloniripercorreràavolo d’uccellolepiùconvincentiricettefilosoficheperlaricerca dellafelicità.Lachiusuradelfestivalèaffidataaduepezzi fortidelprogramma:tornaVitoMancuso,alle18,30alla ChiesaSanFilippoNeri,perparlarediduesemplicie complicateparole:«Ioamo».AlCircolodeiLettori,padre BartolomeoSorgeandràoltreilvisibile,conundiscorso suDioesullagioiatroppoumanadell’infinitaconoscenza.
SPECIALE LA STAMPA
MERCOLEDÌ 17 SETTEMBRE 2014
gg Dossier /Torino Spiritualità
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Va’ dove ti porta il cuore intelligente Dal 24 al 28 settembre torna la manifestazione all’insegna dell’equilibrio tra ragione e sentimento MARIO BAUDINO TORINO
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ossimoro è antico, visto che si parte dal Libro dei Re, dove Salomone prega Dio di concedergli «un cuore intelligente». E modernissimo, visto che il cuore intelligente, l’equilibrio fra ragione e sentimento, è un tema caro per esempio a Nelson Mandela, quando dice che «una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile». Torino Spiritualità cuce questa vertigine storica e ne fa il tema per la sua decima edizione, dal 24 al 28 settembre. Protagonista «Il cuore intelligente», ovvero ciò che impedisce, come dice il coordinatore del programma, Armando Buonaiuto, di fare del sentimento sentimentalismo, e della ragione dogmatismo. Per citare W.G. Sebald, aggiunge, i sentimenti ci guidano molto bene quando il cielo è sereno, ma non nella nebbia; mentre l’ago magnetico lo fa anche quando non si vede nulla, ma a seguirlo ciecamente ci si può schiantare sugli scogli. Su questi suggerimenti è stata costruita con Antonella Parigi, fino a giugno direttrice della manifestazione e del Circolo dei lettori (che ne è l’organizzatore), la nuova tappa di una storia fortunata, molto stimolante e unica in Italia. Quest’anno il programma offre 150 incontri con 160 ospiti, coinvolge moltissime associazioni torinesi,
serpeggia per la città al di là delle sedi storiche, con una notte bianca a San Salvario (e un’altra ancora, per la Settimana europea della cultura che si tiene negli stessi giorni); workshop di meditazione al Borgo Medievale, persino camminate in montagna nella valli piemontesi e valdostane guidate dagli scrittori. Non mancano, com’è ovvio, i grandi incontri: si comincia al Teatro Regio, per l’inaugurazione, con Zygmut Bauman, il teorico della «società liquida», e si prosegue in serata con un omaggio a Bertrand Russell, filosofo della ragione, campione laico, autore nel 1930 di un saggio su La conquista della felicità che diviene ora un reading con Toni Servillo e al pianoforte Roberto Prosseda. C’è però un’anteprima, martedì 23, che sembra infinitamente remota dalla logica dei due filosofi: sempre al
Regio, infatti, è atteso uno spettacolo molto particolare, con i Dervisci rotanti di Damasco. La loro è una danza antica, per alcuni versi indecifrabile, per altri sempre a rischio di essere fraintesa come simpatico esotismo. In ogni caso, sta tutta sul versante del cuore, un cuore mistico, ubriaco di Dio: ma Torino Spiritualità, che quest’anno ha fra le parole chiave «equilibrio, attenzione, meraviglia», ha nella sua stessa ragion d’essere il mettere a confronto tradizioni e culture, religiosità e a-religiosità diverse, meglio se apparentemente inconciliabili. «Lo stesso termine “spiritualità” può sembrare ambiguo», ci dice Buonaiuto, «perché vuole dire tante cose. A noi interessava proprio questa ampiezza di perimetro: perché consente al pensiero di mettersi in movimento». Che sia un termine scivoloso non c’è dubbio. Lo spirito, che per definizione soffia dove vuole, è metafora del vento, il cuore lo è dei sentimenti; sappiamo da tempo che non c’è localizzazione fi-
siologica, come credevano gli antichi, a partire non solo dalla Bibbia ma anche da Omero. Quando Ulisse torna a Itaca, è il suo cuore che «latra vendetta». E quando Charles Baudelaire decide per una feroce sincerità, è il proprio cuore quello che «mette a nudo». Ci sono metafore senza le quali la nostra cultura non esisterebbe. Confrontarsi con esse è confrontarsi con la profondità di noi stessi. Così, addentrandoci nei labirinti, incontreremo in questa edizione la spiritualità dei religiosi e quella dei laici, dei camminatori e degli esploratori, del cibo e naturalmente dei libri, dalla Bibbia in poi. A riprova quest’anno uno dei momenti che si promettono più intensi è l’incontro con Shin Dong-Hyuk, l’unico a quanto si sa che sia riuscito a fuggire dai campi di prigionia della Corea del Nord, un gulag spaventoso e largamente ignoto dove sarebbero rinchiuse, al momento, 150 mila persone. Sin Dong-Hyuk, che nei campi è nato, è riuscito a raccontarlo in un libro (Campo 14, in uscita per Codice Edizioni) dove non solo narra delle torture e dei patimenti subiti o inflitti, ma riflette sulla sua stessa accettazione del male, in quel clima di etica sospesa dove ognuno era chiamato a compiere azioni riprovevoli; e sul fatto che solo da libero ha scoperto finalmente un altro mond o, u n’a l t ra umanità, un altro se stesso; un cuore da conquistare, con intelligenza.
50mila
partecipanti Il pubblico delle ultime due edizioni: «La sapienza del sorriso« (2012) e «Il valore della scelta» (2013)
1200
N
ella preistoria di Torino Spiritualità c’è lo spettacolo teatrale Domande a Dio. Domande agli uomini, di Gabriele Vacis e Roberto Tarasco, prodotto nel 2002 dallo Stabile di Torino. Antonella Parigi, attuale assessore regionale alla Cultura, ne ricavò una forte impressione; era un’idea che doveva in qualche modo camminare. Così nacque, nel 2005, una manifestazione che a molti sembrava quantomeno arrischiata. Le difficoltà non furono poche, c’era una parola da «sdoganare», come spiega l’ideatrice, e direttrice per nove edizioni: Spiritualità. E non era così semplice. La prima edizione riprese il titolo dello spettacolo, «Domande a Dio, domande agli uomini», indicando nel programma la direzione in cui sarebbero andati gli anni successivi: fondamenti e fondamentalismi, in che cosa crede chi non crede, le nuove moralità. Si sfatava un tabù, o almeno un luogo comune, affermando che tutti potevano e dovevano affrontare questo tema, a prescindere dalle loro con-
ospiti
Intervenutiagliincontrinelle9 edizioniprecedenti:filosofi, scrittori,scienziati,teologida tuttoilmondo
I dieci anni che sdoganarono lo spirito La sfida della rassegna nata a Torino nel 2005 “Parlarne in modo laico, una battaglia culturale”
vinzioni, dalle aree culturali, dalle appartenenze. Torino Spiritualità ha dimostrato negli anni che ciò non è solo possibile, ma anche fortemente auspicabile. Ci so-
no stati episodi intensi, divertenti o commoventi, a volte sorprendenti, come quando nel 2010 (il tema recitava «Gratis, il fascino delle nostre mani vuote») si organizzò una
cena collettiva per mille persone preparata con cibo recuperato dalle eccedenze della produzione agroalimentare, o l’anno scorso quando si bandì l’asta delle storie al Teatro Carignano. «Torino Spiritualità - è la testimonianza di Antonella Parigi - è stata l’individuazione di una comunità ma anche una
grande battaglia culturale che, dopo questi dieci anni, posso dire di aver vinto. È nata dall’idea che i testi e i contenuti delle confessioni religiose potessero ancora risuonare nella contemporaneità e potessero parlare in modo laico a una comunità di persone, che avevano tutte una cosa in comune: la volontà di interrogarsi sull’uo-
150
incontri Nell’edizione di quest’anno: attesi 160 ospiti, coinvolti 40 luoghi della città, dal centro alla periferia
mo e sui suoi percorsi. Quando abbiamo iniziato la parola spiritualità era appannaggio esclusivo della religione: abbiamo voluto affermare l’esistenza di una spiritualità laica, e questa è sicuramente l’eredità più importante che Torino Spiritualità ha lasciato alla cultura non solo della città, ma del Paese». [M.B.]
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FC • SETTIMO GIORNO
IN ANTEPRIMA
SETTIMO GIORNO CULTURA E SPETTACOLI
FRASE DELLA SETTIMANA
«Se una parte del pubblico continua a considerarmi l'ex di Brad Pitt, è colpa del voyeurismo che domina quest'epoca» PER APPROFONDIRE 12 settembre 2014
TORINO SPIRITUALITÀ
JENNIFER ANISTON attrice, presentando il film "Cake"
CUORE E MENTE ALLEATI PER UNA VITA BUONA
WWW.FAMIGLIACRISTIANA.IT Sul sito un dossier aggiornato sugli incontri e i temi di Torino spiritualità
Dal 24 al 28 settembre incontri e lezioni
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alomone, nel Libro dei re, prega Dio di concedergli «un cuore intelligente». Tre millenni dopo, Nelson Mandela ricorda che «una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile». Una spiritualità capace di fecondare il mondo contemporaneo non può prescindere da questa indicazione, che è stata fatta propria da Torino spiritualità, in programma dal 24 al 28 settembre. La manifestazione ha coltivato un pubblico affezionato (45 mila presenze), alla ricerca di stimoli originali per la propria mente e il proprio cuore.
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Stimoli offerti in abbondanza da Torino spiritualità: 150 incontri, 160 voci dal mondo, 35 associazioni ed enti coinvolti, 40 luoghi sede di eventi e, novità, la prima Notte bianca della spiritualità (il 27). Scrittori, sociologi, filosofi, psicanalisti declineranno il tema in tutte le sue sfaccettature, fra incontri, lezioni, letture, camminate spirituali e le ormai note "scuole di otium". Per conoscere nel dettaglio il programma e gli ospiti (nella foto: Toni Servillo, a cui è affidata la giornata inaugurale, insieme a Zygmunt Bauman), vedete il sito www.torinospiritualita.org •
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TORINOSETTE
AL VIA TORINO SPIRITUALITÀ
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C’È UN’ARMONIA DA SCOPRIRE TRA CUORE E MENTE MARCOBOBBIO
n compleanno speciale. Il festival Torino Spiritualità, che si svolgerà da martedì 23 a domenica 28, festeggia infatti quest’anno la decima edizione e saluta la sua ideatriceedirettriceAntonella Parigi, che a giugno ha assunto la carica di assessore Regionale alla Cultura, ma che per l’ultima volta ha curato il programma con Armando Buonaiuto. Dunque a
coordinatadalCircolodeilettori,sostenuta da Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione del Teatro Stabile di Torino, con il contributo di Exki, Ersel,CodebòeMorcare. Il tema. Come coniugare sentimento e razionalità? È il «cuore intelligente» il filo rosso che lega l’edizione di quest’anno. E lo spunto arriva dalle parole di tre grandi saggi, pronunciate a quasi tremila anni di distanza: nel «Libro dei Re» Salomone innalza una preghiera a Dio chiedendo che gli sia concesso «un cuore intelligente», Nelson Mandela affermava invece che «una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile» e, infine, Simone Weil si chiedeva se questa società fosse «una macchina per comprimere il cuore». Saranno quindi tre i percorsi attraverso cui si proverà a riflettere sull’ossimoro cuoreragione: quello dell’«equilibrio», ne-
La 10a edizione della rassegna dal 23 al 28 settembre con oltre 150 appuntamenti partire da mercoledì 24, la città ospiterà 150 appuntamenti tra lezioni, incontri, dialoghi, mostre, spettacoli e percorsi esperienziali, con oltre 160 voci coinvolte, dai maestri del pensiero agli esponenti delle diverse confessioni religiose. La manifestazione è
L’IDEATRICE
Igrandimisteriesplorati con sensibilitàlaica
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ANTONELLA PARIGI
i ricordo perfettamente il tragitto dal mio ufficio al Teatro Carignano e i pensieri che mi accompagnavano, il giorno in cui per la prima volta mi accingevo a inaugurare Torino Spiritualità: stavamo lanciando una scommessa dall’esito tutt’altro che scontato, muovendoci su un terreno inesplorato, in un periodo in cui, a Torino, non esistevano altri festival filosofico-letterari. Giunta davanti al teatro trovai una coda infinita: un’immagine e un’emozione fortissime, capaci di sgombrare in un istante ogni timore e che rimangono per me un ricordo indelebile. Torino Spiritualità è stata l’individuazione di una comunità ma anche una grande battaglia culturale che, durante questi dieci anni di appassionata partecipazione del pubblico, ha decretato il successo del format. Un cammino nato dall’idea che i testi e i contenuti delle confessioni religiose potessero ancora risuonare nella contemporaneità e parlare in modo laico a una comunità di persone che avevano tutte una cosa in comune: la volontà di interrogarsi sull’uomo, sui suoi percorsi e sulla natura del legame che ci unisce agli altri esseri umani. Credo che, sollevando queste domande, l’essere umano manifesti sempre, in qualche modo, un sentimento spirituale, anche quando non si definisce appartenente a una tradizione religiosa. Riconoscendo che ciascuno di noi ha responsabilità verso gli altri possiamo fare emergere il potenziale di felicità nascosto in ogni porzione di presente, un presupposto etico che si intreccia con un orizzonte metafisico. Quando Torino Spiritualità ha iniziato a muovere i suoi primi passi, la parola spiritualità era riferita dai più all’esclusivo ambito della religione: abbiamo provato ad affermare l’esistenza di una spiritualità laica, incontrando il favore del pubblico, e questa è sicuramente l’eredità più importante che il festival abbia trasmesso in questi anni di lavoro.
cessario affinché emozioni e pensieri trovino una sintesi virtuosa, quello dell’«attenzione», per rivolgersi all’altro senza i paraocchi del dogmatismo e del fanatismo, e quella della «meraviglia», perché lo sguardo curioso e la capacità di lasciarsi stupire aiutano a cogliere l’incanto del mondo e reinventare la realtà. Programma. Tantissimi gli appuntamenti e i cicli previsti dalla rassegna. «Le domande di Dio» sono un itinerario in cui quattro pensatori affronteranno gli interrogativi che Dio rivolge all’uomo nelle pagine dell’Antico e Nuovo Testamento: si parte giovedì 25, alle 18, al Teatro Carignano (piazza Carignano 6) con padre Enzo Bianchi che terrà la lezione «Che cosa cercate?»; successivamente interverranno il filosofo Carlo Sini, il cappellano don Gino Rigoldi a colloquio con Antonio De Salvia e il teologo Vito Mancuso. Le «Pagine di spiritualità» saranno invece un percorso per costruire un dialogo con testi che hanno affrontato il rapporto con il divino e la dimensione spirituale. Non mancheranno poi le «Lezioni», i «Dialoghi» e gli «Incontri», in cui il rapporto tra cuore e mente sarà svisce-
INFORMAZIONI, LUOGHI, BIGLIETTI Ilfestivalinteresseràdiversiluoghidellacittà:Circolodeilettori(viaBogino9),BorgoMedievaledelValentino(vialeMillo6),TeatroRegio(piazzaCastello215),TeatroCarignano(piazzaCarignano6),TeatroGobetti (via Rossini 8), Teatro Vittoria (via Gramsci 4), scuola Holden (piazza Borgo Dora 49), museo d’Arte Orientale(viaS.Domenico9-11),biblioteca«ErikPeterson»(viaGiuliadiBarolo3/a),EremodelSilenzioc/o CarcereLeNuove(viaBorsellino3c),Exkì(viaArcivescovado27e),CinemaMassimo(viaVerdi18),Teatro CardinalMassaia(viaSospello32),MagazzinoOz(viaGiolitti19),ChiesadiSanFilippoNeri(viaMariaVittoria5),centro Daral-Hikma(viaFiocchetto15),spazioValdeseCo7(corsoPrincipeOddone5),CasaValdese(corsoVittorioEmanueleII23),conventodelMontedeiCapuccini(piazzaleMontedeiCapuccini3), PoloLombroso16(viaLombroso16),centro SokaGakkai(corsoBramante58,int.9),ResidenzaTeatrale Leggera(corsoMoncalieri18),DojoMokusho(viaP.Amedeo7),DojoHouzeno(viaS.AntoniodaPadova 10),centroBuddhadellaMedicina(viaCenischia13),bibliotecadellaTesoriera(corsoFrancia186),Chiesa GrecoOrtodossa(viadelleOrfane11)Tucano(piazzaSolferino14/g). Tuttigliappuntamenti(salvodove indicatodiversamente),sonoaingressogratuitofinoaesaurimentoposti; èperònecessarioritirareitagliandi(maxdueapersona)chesarannodistribuitidavantiailuoghidegliincontri,un’oraprimadell’inizio.PerglispettacoliapagamentoleprevenditesieffettuerannoalCircolodeilettorieonlinesuwww.torinospiritualita.org.Infoeprenotazioni:349/628.56.06.
DA GIOVEDÌ 25
2 Il Monte
Musinè, in Val di Susa: si va domenica 21 con Mariano Tomatis, che svelerà leggende e segreti della vetta
QUANDO DIO CHIEDE ALL’UOMO
C’ SABATO 20 E DOMENICA 21 SETTEMBRE
C’
LE CAMMINATE DELLA MERAVIGLIA LUCIA CARETTI
è una parola che riassume tutta Torino Spiritualità: sproporzione. Quella sensazione da cui nascono le domande sulla vita e sul senso delle cose, quel divario che ogni «cuore intelligente» percepisce tra il proprio limite umano e qualcosa che è «Altro», infinito, onnipotente. Ogni religione ha i suoi aggettivi ma tutti i popoli, da sempre, hanno condiviso una via per quel brivido, quella meraviglia: la natura. Spiega Armando Buonaiuto, curatore del festival, che il cielo «ti proietta l’animo verso l’alto» e allora, per interrogarsi, bisogna andare a guardarlo dov’è più bello. Insomma non potevano mancare anche quest’anno le «Camminate Spirituali» che anticiperanno la kermesse nel weekend del 20-21 settembre. Si comincia sabato 20 con un grande classico, la Sacra di San Michele (tour dell’abbazia 5 euro). La salita è per escursionisti mediamente allenati e condurrà Luigi Nacci, giornalista e scrittore. Della stessa difficoltà anche la gita al Lago della Battaglia, in Val d’Ayas (con lo scrittore Paolo Cognetti), e quella in notturna al Rifugio Willy Jervis, in Val
Pellice (con l’esploratore Franco Michieli, cena, pernottamento e colazione in rifugio 38 euro, rientro al mattino di domenica). È invece rivolta a tutti la visita al Parco Burcina di Pollone, nel Biellese, in compagnia del poeta «homo radix» Tiziano Fratus, come quella di domenica 21 alla Certosa 1515. I boschi che la circondano meritano una sosta, concetto su cui rifletteranno l’attore Lorenzo Degl’Innocenti e il musicista Luca Forni. Chi non vuole fermarsi può scegliere la sua passeggiata: al Lago Tre Becchi sul Nivolet (con Stefano Faravelli, pittore), alla Punta Fontana Fredda in Valtournenche (con Davide Sapienza, scrittore), oppure in Val Ferret (Courmayeur, con la filosofa Erika Grasso). Per i più ambiziosi la meta è il Monte Musinè, in Val di Susa: capo della spedizione l’illusionista Mariano Tomatis, che svelerà leggende e segreti della vetta del mistero. Ogni gita ha un costo fisso di 15 euro oltre a quelli specificati; il pranzo è sempre al sacco, tranne alla Certosa e in Val Ferret (in rifugio, escluso dalla quota). Info, percorsi e dislivelli www.torinospiritualita.org, prenotazione obbligatoria 349/6288.56.06.
è una grande interrogazione alla base della decima edizione del festival: sull’uomo, su Dio, sulla vita. Nel versetto scelto come titolo, tocca a Salomone fare una richiesta al Padre (vorrebbe appunto «un cuore intelligente») ma spesso nelle Scritture le parti si invertono. Per questo il consueto ciclo dedicato alla Bibbia quest’anno propone le «Domande di Dio» all’uomo. Giovedì 25 settembre, ore 18 al Teatro Carignano, Enzo Bianchi ragiona sul «Che cosa cercate?» con cui Gesù sorprese i primi discepoli. Sabato 27, ore 11 (Teatro Gobetti, via Rossini 8), si torna alla Genesi: «Adamo dove sei?» è un monito universale, e per fare il punto sul cammino dell’umanità serve un filosofo come Carlo Sini. Stesso giorno, stesso luogo, alle 18,30 la parola passa a don Gino Rigoldi, cappellano del carcere Beccaria di Milano, che chiama alla responsabilità verso gli ultimi («Dov’è Abele, tuo fratello?»). Si chiude domenica 28, ore 15,30 al Carignano, con la lectio del teologo Vito Mancuso per capire la Scrittura oltre i dogmi («Che cosa sta scritto nella legge?»). Biglietti 5 euro, su www.torinospiritualita.org oppure allo 892.234. Info 349/62.85.606. [L.CA.]
FRANCESCA ROSSO
2 Una delle foto di Francesca Rosso al Carignano
LA STAMPA
VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2014
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Il premio Cavour a Cucinelli
Capolavori di Picasso in mostra a Firenze
«Stilista di fama mondiale, ha dato vita e concretezza a una concezione dell’impresa che lo pone all’avanguardia nella ricerca dei fini che vadano oltre al puro profitto. La sua personale coerenza creativa è un esempio per tutto il sistema imprenditoriale italiano». Con questa motivazione la Fondazione Cavour e l’associazione Amici della Fondazione hanno attribuito il premio Cavour 2014 allo stilista del cachemire Brunello Cucinelli. La consegna di una riproduzione in oro degli occhiali del Conte è prevista per domani, alle 16, nei giardini del castello di p. Visconti Venosta a Santena.
Il celeberrimo Pittore e modella, la Testa di donna, il Ritratto di Dora Maar e gli strazianti disegni preparatori del capolavoro più conosciuto, Guernica (molti dei quali mai visti in Italia): sono alcune delle opere firmate da Pablo Picasso, esposte nella grande mostra antologica dedicata al maestro spagnolo in Palazzo Strozzi a Firenze da domani al 25 gennaio. Tra le circa 90 opere protagoniste del percorso, concesse in prestito dal museo Reina Sofia di Madrid, anche tele di altri grandi pittori spagnoli del Novecento come Miró e Dalí.
Moravia, torna all’indice lo scrittore che non consola Mentre esce una nuova edizione di Agostino, in Italia resta vittima di pregiudizi. Ma ci pensano gli americani a rilanciarlo PAOLO DI PAOLO
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n luogo comune, anche in letteratura, nasce dalla pigrizia mentale. Dall’istante in cui si smette di leggere davvero e ci si fida delle etichette, del sentito dire. Così, un autore passato un po’ di moda resta vittima di pregiudizi e ostilità, di una insofferenza diffusa. Ad Alberto Moravia è capitato questo: all’indomani della morte, il 27 settembre 1990, i giornali lo salutavano come «il più grande», pagine e pagine di commossa retorica. Troppo? Forse. Poi, più niente. L’autore degli Indifferenti è entrato quindi in un cono d’ombra da cui ancora fatica a uscire. In un’intervista malmostosa su Repubblica di domenica scorsa, Sebastiano Vassalli sentenziava: «Nella cultura italiana ci sono state due cose insopportabili: prima della guerra gli ermetici e dopo la guerra Moravia». Sul suo profilo Facebook, qualche settimana fa, lo scrittore Christian Raimo esagerava: «Più leggo Moravia più mi fa schifo». 111, per ora, i Mi piace: una valanga di giovani autori in gara a chi liquida Moravia con maggior disprezzo. Ma quando la volontà di giudicare prevale su quella di comprendere, la discussione si fa noiosa e inutile.
el F. Moore. Mentre l’editore italiano di sempre, Bompiani, ne manda in libreria una nuova edizione - a settant’anni esatti dalla prima - a cura di Simone Casini con testi di Saba e del quasi nemico Gadda e le tavole di Renato Guttuso. Ottima occasione per tornare dentro le atmosfere di questo racconto bello e scabro sulla perdita dell’innocenza. Se
l’autore non fosse italiano, c’è da giurare che i detrattori di Moravia lo esalterebbero come magari esaltano le pagine secche dei minimalisti americani, di Elizabeth Strout o della canadese Munro. L’allora trentasettenne Moravia lavorava con l’essenziale: «Nei primi giorni d’estate, Agostino e sua madre uscivano tutte le mattine sul mare in pattino». Ciò
UNO SGUARDO SPIAZZANTE
Non siamo ancora riusciti ad accettare questo adolescente invecchiato e impudico
POLEMICA VELENOSA
Vassalli lo ha appena definito la cosa più insopportabile della nostra cultura del dopoguerra Perché tanto risentimento? Possibile che i trenta-quarantenni di oggi ragionino con la stesse categorie dei loro nonni neo-avanguardisti che volevano liberarsi in un colpo solo di Moravia, Bassani e Cassola? Per fortuna a Roma il Festival della Letteratura di viaggio dal 25 settembre parlerà di lui, rendendo visitabile una «stanza di Alberto» con oggetti e fotografie. E per fortuna ci pensano gli americani a rilanciare il vecchio Moravia quasi come una novità: la New York Review of Books ha accolto con entusiasmo la nuova traduzione di Agostino a cura di Micha-
che il protagonista scopre e apprende della vita, del sesso - sta tutto dentro i movimenti minimi di quell’estate: ma non comprende le cose fino in fondo. Ed è questa confusione, questo non essere ancora un uomo, la materia della narrazione: quando i ragazzi più grandi di lui gli mostrano a gesti come si fa l’amore, Agostino dice che sì, ha capito, annuisce, ma in realtà «non aveva tanto compreso quanto assorbito la nozione come si assorbe un farmaco o un veleno e l’effetto lì per lì non si fa sentire ma si sa che il dolore o il benessere non potrà fare a meno di verificarsi più tardi». Lo spazio esistenziale che Moravia ha abitato più a lungo è stato l’adolescenza, nella vita e sulla carta; e c’è un filo che lega Agostino a Inverno di malato a La disubbidienza, fino ancora a un racconto tardo come Il vassoio davanti alla porta. È come se non avesse mai smesso di tornare lì, dove qualcosa di oscuro e di allarmante si rivela alla coscienza, dove il mondo dei sentimenti e dei desideri offre materia incandescente, che affascina e insieme repelle. Leggere e rileggere Moravia fino in fondo vuol dire accettare questo eterno ritorno a sé stesso, questa ostinazione a capire qualcosa che nel turbamento di un adolescente si fa più torbida e più viva.
Alberto Moravia (Roma 1907-1990) nel ritratto eseguito da Renato Guttuso nel 1982
Fino al libro che scrive a ottant’anni compiuti, l’ultimo romanzo pubblicato in vita - Il viaggio a Roma - Moravia insiste a indagare ciò che di meccanico e indomabile, di banale e stupefacente insieme stordisce Agostino. Non è solo il sesso, è il diventare adulti: che cosa significa? Che cosa comporta? Che cosa segna di irreparabile? «Nella vita tutto si ripete e al tempo stesso nulla si ripete» dice Moravia formulando una di quelle sue tipiche sentenze a metà fra aforisma e proverbio. Tutto si ripete, ma c’è una «prima volta», ed è nello sguardo di un adolescente. Solo lì. Un essere mezzo bambino e mezzo adulto. Una creatura del mito o della favola: e in fondo a questo somigliano spesso i libri di Moravia, a miti e favole disseccate. Se ne arriva a vedere lo scheletro, la nuda trama. Che poi è la nuda trama di ogni vita: monotona, ripetitiva, ancorata a due o tre verità essenziali e il più delle volte sgradevoli. Accettare Moravia, ha scritto una volta Luigi Baldacci, non è facile per questo. E forse non ci siamo ancora riusciti, se di fronte a questo adolescente invecchiato e impudico ci sentiamo così disorientati e sospettosi. Ma d’altra parte, chi l’ha detto che uno scrittore, alla lunga, debba essere uno che ci fa sentire a casa?
La rinascita artistica ricomincia da Torino Nasce il Comitato delle Fondazioni italiane d’Arte Contemporanea, riunirà le maggiori realtà nazionali EMANUELA MINUCCI TORINO
«S
olo con un ministro della sensibilità di Dario Franceschini, che ha definito l’arte contemporanea un’eccellenza su cui puntare, poteva nascere un simile progetto». Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell’omonima Fondazione, lo ammette, è molto emozionata: perché fra poche ore nascerà il Comitato delle Fondazioni Italiane d’Arte Contemporanea, un nuovo, autentico interlocutore fra pubblico e privato. Il progetto, da lei accarezzato
da tempo, «permetterà sul serio di mettere in rete le energie, gli interessi, e la capacità di relazioni internazionali delle varie fondazioni private italiane, dei musei e dei centri di Arte contemporanea». La rete nascerà a Torino lunedì 22 settembre, e vede la partecipazione di ben quindici realtà, dalla Fondazione Nicola Trussardi di Milano alla Nomas Foundation di Roma. È la prima volta in Italia che si costituisce un comitato del genere: «È da sempre un mio sogno mettere insieme le tante realtà - spiega Patrizia Sandretto che ha condiviso il progetto, anche sotto il profilo giuridico, con l’avvocato Riccardo Rossotto - ne parlai
per la prima volta a Milano, il 12 maggio scorso, al convegno “Finanziare la cultura”, promosso dall’associazione “Priorità Cultura” di Francesco Rutelli, quindi ho esteso la proposta alle Fondazioni che operano in tutta in Italia nell’ambito dell’arte contemporanea, da quelle di tradizione consolidata a quelle emergenti. Ed eccoci all’atto costitutivo del nostro Comitato: un segno tangibile e concreto di “energia privata”». La sua finalità, oltre a quella di promuovere un confronto interno sui programmi, sulle attività, le criticità, le strategie, è quello di mettere in rete la competenza sulle produzioni culturali,
le professionalità, le relazioni internazionali, i rapporti con le comunità locali e con i visitatori. «Insieme ci trasformeremo in interlocutore delle istituzioni pubbliche, mettendo a disposizione le esperienze e i ragionamenti» assicura Sandretto. Il Comitato verrà presentato al pubblico (ospiti il ministro Franceschini, il sindaco Fassino, il presidente della Regione Piemonte Chiamparino, Francesco Rutelli e Luciano Violante) il giorno dopo, martedì 23 settembre, nel convegno «L’importanza di essere contemporanei». Lì si parlerà dell’arte d’oggi come strumento per tracciare nuove rotte virtuose fra cultura e turismo.
Cartesio
MARIO BAUDINO
No Bauman no festival E a Fancuno il suo Lo stakanovista liquido
Sta per compiere 89 anni (a novembre, auguri) ma le energie sono quelle di sempre. Zygmunt Bauman, universalmente noto per la sua definizione di «società liquida», non si risparmia. Settembre lo vede ovunque. Si è scaldato i muscoli con Sant’Egidio ad Anversa, è passato da Londra il 19 (per la Night Park), è piombato al Festival di filosofia a Modena; il 24 inaugura Torino Spiritualità, il 25 è in Puglia per i Dialoghi di Trani. Non è che abbia fatto vacanze. Fra primavera e estate è stato segnalato a Bolzano, Arezzo (Festival Aritmie), Perugia , Vicenza (Festival Biblico), Civitanova Marche (Futura Festival, 1° agosto). E il 29 esce per Feltrinelli il suo saggio, La solitudine del cittadino globale. Solitudine? No Bauman, no festival. Tormentone
Torna intanto Stefano Piedimonte, che si era segnalato per due romanzi grotteschi e divertenti sulla camorra, con l’autorevole avallo di Roberto Saviano. Ora cambia marcia. L’editore Guanda annuncia per il 25 L’assassino non sa scrivere, un noir. È ambientato in un paesino naturalmente immaginario. L’incipit rischia di diventare proverbiale: «Fancuno è un paesino di tremila soggetti - definirli anime sarebbe un’esagerazione - che sorge fra i comuni di Castelcapro, Sicignavia e Valle del Seme. Ci sono tanti modi per andare a Fancuno». Caso mai non si fosse capito, ecco al secondo capoverso: «Non ci sono molte raccomandazioni per chi vuole andare a Fancuno». Non sarà proprio un romanzo a cinque stelle, ma suona non del tutto inadeguato allo spirito dei tempi. Nella terra di Mario
Molti invece i consigli per chi voglia addentrarsi «nella terra di Mario», e cioè sull’Altopiano di Asiago, sulle tracce di Mario Rigoni Stern. Sono stati approntati, a cura di Sergio Frigo, 25 percorsi - a piedi o in bicicletta - nei luoghi dei suoi libri, fra storie di montanari, malghesi, casari, recuperanti, pastori, cacciatori, rocciatori. Ci sono persino le ormai remote tracce della piccola libreria dove lo scrittore comprò i primi libri, prima di partire ventenne per la guerra. Da fine ottobre ci sarà anche una applicazione per guidare i viaggiatori.
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VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2014
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Seminario Maggiore Presentata la seconda edizione del ciclo annuale degli incontri
Popolo Folla martedì ai funerali di Pietro Gilardino
Riflessioni sui grandi temi della storia e della cultura
«onesto e gentile»
Apre il “Cantiere Speranza” L’addio al consigliere Aveva 76 anni Camera ardente in Municipio prima delle esequie
CASALE MONFERRATO
Tra gli ospiti anche mons. Pacomio e Pandakovic
Si è svolta martedì in Seminario, nell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione di “Cantiere Speranza” per il 2014-2015. E’ stato predisposto dal Servizio per la Pastorale della Cultura, in sinergia con quello della Pastorale scolastica, per offrire a tutti, pensanti e non pensanti (come suggeriva il card. Martini), momenti di riflessione sui grandi temi della storia e della cultura contemporanea. Riccardo Calvo, responsabile del Servizio per la Pastorale della Cultura, ha spiegato che l’appello per la pace, rivolto da Papa Francesco nella recente visita al cimitero di Redipuglia, fa da sfondo alla prima conferenza dello storico Franco Cardini che, ribaltando la Storia, anticipa la “scintilla” della prima guerra mondiale al 1991, con l’attacco italiano alla Libia. Il ciclo annuale di incontri si concluderà, non a caso la vigilia della giornata per le vittime del terrorismo, con il ricordo della tragica vicenda del sequestro da parte dell’on. Guido Bodrato per aiutare a capire l’Italia di oggi. Don Giampio Devasini, delegato vescovile per la Pastorale, ha portato il saluto del vescovo, che sarà intervistato dal seminarista ed ex consigliere comunale Francesco Garis sulla figura di Papa Montini (che sarà beatificato il 19 ottobre), un personaggio fondamentale non solo per la Chiesa, ma anche per la storia e la cultura nel nostro paese, alla luce dell’appello per la liberazione di Moro e dell’amicizia intellettuale con il filosofo Jean Guitton. Non manca il momento artistico, affidato come lo scorso anno a Giuseppe Papetti che allestirà in seminario una grande mostra delle icone della tenerezza come invito alla riflessione, nel solco dell’incontro tra Papa Francesco e il patriarca di Costantinopoli, tra le chiese d’oriente e d’occidente. Titti Palazzetti, sindaco del comune di Casale che ha dato il patrocinio all’importante iniziativa, alla luce del festival della spiritualità, in corso a Torino, come momento di riflessione su tematiche sottaciute, ma che ci guidano nella nostra vita e nella nostra identità. Edda Gastaldi ha
Primo appuntamento il 24 con lo storico Franco Cardini
La presentazione in Seminario del “Cantiere Speranza”
concluso con un ringraziamento al vescovo e all’amministrazione per la disponibilità e la collaborazione, sottolineando il valore dei due momenti espressivi: quello teatrale affidato a Graziano Menegazzo, e quello artistico di Giuseppe Papetti. Senza dimenticare
gli incontri con mons. Luciano Pacomio, sul valore del pellegrinaggio in Terra Santa e con Darko Pandakovic, sull’opportunità di ospitare i due siti Unesco del Sacro Monte di Crea e dei paesaggi vitivinicoli con gli infernot. Dionigi Roggero
Giornata del Geometra Il convegno a Terruggia
CASALE MONFERRATO
Articolato il programma dell’anno pastorale 2014-2015 del ‘cantiere Speranza’. Il 24 settembre, ore 21, in Biblioteca del Seminario, conferenza inaugurale “A cent’anni dalla inutile strage” con lo storico Franco Cardini che presenterà il libro, scritto con Sergio Valzania, intitolato “La scintilla”. Il 14 ottobre, alle 21, nella chiesa di Santo Stefano, dialogo tra il vescovo mons. Alceste Catella e Francesco Garis sul tema “Paolo VI, la storia del ‘900 e la carità della politica”. Il dialogo sarà preceduto da un breve concerto del Coro della Cattedrale diretto da Anna Maria Figazzolo. Il 30 ottobre, ore 21, dialogo tra Luigi Mantovani dell’Archivio storico comunale e Maurizio Scagliotti del Liceo classico sul tema “Paolo VI-Jean Guitton: storia di un dialogo”. Il 10 novembre, ore 21, lo scrittore Luca Doninelli presenterà il suo ultimo romanzo “Fa che questa strada non finisca mai”, un racconto su Giuda. L’11 novembre, alla presenza dell’autore, rappresentazione al mattino per le scuole e alla sera per la cittadinanza (ore 21, Teatro Municipale) del testo teatrale “La Passione secondo i nemici” di Luca Doninelli, a cura del Collettivo teatrale con regia di Graziano Menegazzo. Il 5 dicembre, ore 21, conferenza di padre Adalberto Piovano OSB su “Teologia e arte tra Oriente e Occidente”. A seguire, nella galleria San Filippo del seminario, inaugurazione della mostra di icone di Giuseppe Papetti, avente come tema”I volti della tenerezza”. Nei mesi di dicembre e gennaio Giuseppe Papetti e don Samuele Battistella accompagneranno le scolaresche della città in un percorso su alcune grandi icone della storia cristiana. Altri appuntamenti nel 2015.
Viva commozione martedì a Casale Popolo ai funerali di Pietro Gilardino, consigliere comunale del Pd di 76 anni deceduto domenica per un male incurabile. Le esequie si sono celebrate nella chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista gremita di parenti, amici, compagni di partito, amministratori pubblici. Dietro il feretro, la moglie Laura e il figlio Paolo, affranti dal dolore. Il parroco don Taddeo Rapala che ha concelebrato la messa con altri sacerdoti, ha ricordato Gilardino mettendone in luce la bontà e la disponibilità. Al termine la salma è stata portata a Mappano per la cremazione.
Commemorazione e minuto di silenzio in Consiglio comunale E la seduta del Consiglio comunale di lunedì si è apertaall’insegna del lutto: il presidente Davide Sandalo ha invi-
I funerali di Pietro Gilardino a Casale Popolo (Foto Furlan)
tato tutto il consesso di Palazzo San Giorgio a un minuto di silenzio in memoria di Gilardino. «Il nostro “Gila” non è più con noi», ha pronunciato Sandalo ricordando Gilardino come un «uomo mite, onesto, bello».Parole di cordoglio anche
Hotel Candiani Venerdì 19 settembre organizzata dall’associazione
L’uomo e il dolore: serata con ‘Pandora’
CASALE MONFERRATO
CASALE MONFERRATO
XXVI Giornata del Geometra il 27 settembre all’Hotel Ariotto di Terruggia. Ad organizzare il convegno il Collegio dei Geometri e i Geometri Laureati di Casale Monferrato e Circondario. Alle ore 9 la messa nella chiesa parrocchiale di Terruggia, alle ore 10,20 all’Ariotto, il convegno. Interverranno in veste di relatori Sipontina Granata, direttore Agenzia delle Entrate, Massimo D’Angelo, direttore del Centro Sanitario Amianto della Regione, Angelo Martinotti, consulente fiscale del Collegio Geometri, Nicoletta Berrone, preside dell’istituto Superiore Leardi, Fausto Amadasi, presidente della Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza Geometri nonchè presidente della Fondazione Geometri Italiani. Per il Progetto “Georientiamoci” consegna delle borse di studio ai migliori studenti iscritti alle prime classi del Corso CAT presso il Leardi. Ai neoiscritti verrà consegnato il tesserino di riconoscimento. Seguirà la cerimonia di premiazione dei geometri con 20, 30 e 50 anni di iscrizione all’Albo. Alle ore 12,30, il pranzo sociali riservato agli iscritti prenotati.
(p.l.r.) - L’uomo e l’espressione del dolore nell’arte medica, letteraria, pittorica e cinematografica è l’evento organizzato dall’Associazione Pandora con il patrocinio del Comune venerdì 19 settembre alle ore 21, all’Hotel Candiani di Casale Monferrato. Introdurrà la conferenza il presidente dell’Associazione Pandora Annalisa Rizzo, coordinatore infiermieristico ASL Al Dipartimento di Igiene e Prevenzione di Casale Monferrato; Interverranno: Andrea Pietro Sponghini, oncologo dell’Ospedale Maggiore di Novara, che parlerà delle tematiche della serata; Roberto Bellini, terapista del dolore all’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato che parlerà della storia del dolore nell’umanità; Francesca Platini, oncologo ricercatore all’Ospedale Maggiore di Novara che interverrà sul tema del dolore nella letteratu-
Il presidente Annalisa Rizzo
ra; Cecilia Prete, artista e docente di Arte che relazionerà sul dolore raccontato dagli artisti; David Rondotti, oncologo all’Ospedale Maggiore di Novara che parlerà delle pellicole sul dolore. Seguirà il dibattito. L’Associazione Pandora nasce nel 2014 da un’idea di Annalisa Rizzo e Roberto Bellini. Sostenuta dalla volontà di un gruppo di amici e colleghi legati al mondo della sanità, Pandora ha finalità solidaristiche e umanitarie senza scopo di lucro. Pandora organizza eventi di promozione sociale e di cultura scientifica legati ad argomenti di attualità mostrando particolare attenzione alle tematiche della terapie del dolore, al pianeta della sofferenza, disabilità, problematiche socio-sanitarie delle donne. «Un’idea ambiziosa - dicono i componenti - che richiede impegno, buona volontà e risorse umane avvalendosi della professionalità in campo sanitario dei suoi componenti, tutti volontari».
Rai Uno Giuseppe Giunta, soprannominato José in omaggio ad Altafini
dai banchi dell’opposizione. Vito De Luca ha ricordato la «mitezza, umiltà e generosità» di Gilardino: «Veniva in assessorato – ricorda l’ex assessore della Giunta Demezzi – con gentilezza e leggerezza, con un sorriso aperto che disarmava. Era al di sopra delle logiche politiche. Insieme a Beppe Filiberti, Augusto Pizzamiglio ed Edoardo Montiglio avrà posto nei nostri cuori». Anche l’ex sindaco Giorgio Demezzi, oltre a ricordare le qualità umane di Gilardino, ha posto l’attenzione sul cristiano che «ha dato testimonianza della sua fede affrontando la malattia». Infine, il sindaco Titti Palazzetti, dopo il saluto del capogruppo Pd Beppe Bargero, ha fatto sue le ultime parole che Gilardino le disse: «Tiro avanti perché penso di essere ancora utile mi disse – ha ricordato Palazzetti – e queste parole le faccio mie e mi auguro che guidino il mio mandato». Pietro Gilardino era appassionato di ‘bel canto’: il melodramma in particolare, le opere liriche di Verdi, Rossini e Puccini che seguiva al ‘Regio’ di Torino e al ‘Carlo Felice’ di Genova. p.l.rol./m.ros.
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Casalese venerdì in gara a “L’Eredità” CASALE MONFERRATO
Giuseppe (José) Giunta
Seminario nazionale sui rifiuti
“Tariffa puntuale”: Gioanola il 25 a Roma Si svolgerà giovedì 25 settembre a Roma, nella Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, il primo seminario nazionale ‘Tariffa puntuale… dalla teoria alla pratica’. Sarà l’occasione per presentare le linee guida per l’avvio di sistemi che portino al pagamento della tassa rifiuti in base alla quantità effettiva di immondizia prodotta. Un seminario gratuito, quello romano, a cui parteciperà tra gli altri anche l’assessore all’Ambiente di Casale Monferrato Luca Gioanola.
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Pagina preparata il 19/09/2014 11:00:20 per MIMESI SRL <fonti@mimesi.com>. Copyright © 2014, Editrice Monferrato S.r.l. - Partita IVA: 00150360063. Tutti i diritti riservati. Vietata la distribuzione senza esplicito consenso dell'editore.
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(p.l.r.) - Da Casale Monferrato agli studi di Saxa Rubra a mettersi in gioco a L’Eredità, il programma quotidiano condotto da Carlo Conti. Giuseppe Giunta, 42 anni, casalese di origine siciliana, tecnico specializzato all’impianto fluidi-refrigeranti della Tazzetti, sarà in trasmissione venerdì, in onda dalle 18,40 su Rai Uno. «Ho scritto a giugno - racconta il casalese - luglio ho fatto il provino a Torino, poi mi hanno comunicato che mi avevano selezionato. Credo per la mia spigliatezza, ho raccontato che mi chiamano José perchè ho giocato a calcio e per la mia somiglianza ad Altafini. Sì, ho militato in diverse formazioni della zona tra le quali la Ronzonese e il San Carlo, fino alla Promozione nel ruolo di centrocampista. Adesso ho ripreso a giocare, in forza alla Ford Nuova Sa-Car. Sono divorziato e ho una figlia di 14 anni».
Piaceri&Saperi Tempo al Tempo / a cura di Manuela Croci
La Biennale fa riflettere. E a Venezia debutta Il naufragio, l’opera contemporanea sulla tragedia dei boat people
COURTESY BIENNALE DI VENEZIA (4)
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cqua e ruggine, sale e metallo. I loro suoni dialogano. Ne scaturisce un racconto musicale. Simbolico. Quello della tragedia della Katër i Radës, piccola motovedetta stracarica di profughi in fuga dall’Albania (120 tra uomini, donne e bambini) affondata nel 1997 nel canale di Otranto, speronata dalla motovedetta italiana Sibilla, mentre tentava di contrastarne l’approdo sulle nostre coste. A quel tragico viaggio (perirono oltre 80 persone), intrapreso con caparbietà per rompere i confini della disperazione e conquistare la libertà, il compositore albanese Admir Shkurtaj ha guardato per comporre Katër i Radës. Il naufragio, tragico simbolo dell’epopea dei boat people. L’attesa prima assoluta di quest’opera da camera (su libretto di Alessandro Leogrande – autore de Il naufragio. Morte nel Mediterraneo, Feltrinelli, reportage narrativo sull’evento – e con la regia di Salvatore Tramacere), il 12 ottobre chiuderà il Festival
Internazionale di musica contemporanea di Venezia alle Corderie dell’Arsenale. Ma la locandina di questa 58esima Biennale Musica (al via il 3 ottobre; labiennale.org/ it/musica) avrà una pre-inaugurazione il 20 e 21 settembre: i concerti di Eco Ensemble di Berkeley con la consegna del Leone d’oro alla carriera a Steve Reich, tra i pa-
dri del minimalismo musicale. Limes è il tema-filo conduttore della manifestazione scelto da Ivan Fedele, direttore di Biennale Musica. Limes, espressione antica e carica di significati: in latino la linea di confine, il limite, spartiacque tra civiltà e popolazioni. La rottura di quel limite, di quella linea di confine permette il dialogo tra culture. Qui
EVENTI
Montagna infinita 24 settembre, ore 19 ladante.it
ROMA Montagna infinita Un viaggio in Italia sulle orme di Dante. Unisce letteratura e cinema il film-documentario Montagna infinita, che verrà proiettato sulla facciata cinquecentesca di Palazzo Firenze, a Roma. Firmata dal regista Lamberto Lambertini, l’opera rilegge in chiave contemporanea i versi di Dante attraverso le immagini del patrimonio storico-artistico e naturalistico del nostro Paese, con le storie degli italiani a fare da sfondo alle parole del Sommo Poeta.
TRIESTE Anne Frank A 70 anni dalla cattura di Anna Frank, uno spettacolo ispirato al Diario rievoca la memoria della sua vicenda e di un’intera epoca. È un balletto della Imperfect Dancers Company, con coreografie di Walter Matteini e Ina Broeckx su brani di Bach, Vivaldi, Händel, Benedetto 102
SETTE | 38 — 19.09.2014
SALINA (ME) Cinema Focus sul documentario “al femminile” per l’ottava edizione del SalinaDocFest. Le proiezioni saranno affiancate come sempre da concerti e incontri: sull’isola delle Eolie sono attesi (tra gli altri) Moni Ovadia, Edoardo Winspeare, Irene Grandi e, in collegamento da New York, Roberto Saviano. SalinaDocFest - Dal 23 al 27 sett. - salinadocfest.it
Marcello e musiche e cori della tradizione ebraica. Si ripercorre il dramma di Anna, che visse con coraggio quei giorni terribili. Perché, come scrisse Primo Levi, «se comprendere è impossibile, conoscere è necessario». Anne Frank. Parole dall’ombra - Dal 19 al 24 settembre - teatroverdi-trieste.com
TORINO Riflessioni Grandi ospiti per il decimo Torino Spiritualità: dal sociologo Zygmunt Bauman (il 24) alle danze mistiche dei Dervisci Rotanti, a Toni Servillo (accompagnato nel suo reading dal pianista Roberto Prosseda). Novità, la “notte bianca della spiritualità” (il 27, a San Salvario). Torino Spiritualità Dal 24 al 28 settembre torinospiritualita.org
MEIRAV KADICHEVSKI
Rompere i confini e far rotta verso la libertà
APPUNTAMENTI 33 2
2 Non
mancano anche quest’anno i seminari di Otium meditativo Nella prima giornata «vera» di appuntamenti, tra gli ospiti, il 25 c’è Enzo Bianchi
2 Noureddine Khourchid si esibirà con i dervisci rotanti di Damasco rato da importanti personalità provenienti da diversi campi del sapere, dalla filosofia alla teologia, dalla psicologia fino all’architettura. Sono anche previsti alcuni «spettacoli», tra i quali la nuova produzione della compagnia Tangram Teatro «L’isola che non c’è. Peter Pan e la fatica di crescere», in programma giovedì 25, alle 21, al teatro Carignano (ingresso 15 euro, ridotto Amici Torino Spiritualità 12 euro), con lo psichiatra Vittorino Andreoli nell’inedita veste di narratore. Torneranno poi i seminari della «Scuola di otium meditativo», per dedicarsi alla formazione del sé fuori dello stress della quotidianità, e gli appuntamenti dedicati ai ragazzi con «I bambini e la spiritualità». Sabato 27 debutterà la «Notte bianca»,
un progetto che unisce mobilità e spiritualità, per andare alla scoperta dei diversi luoghi di culto e dei differenti gruppi etnici che convivono nella città di Torino attraverso pratiche religiose, musiche tradizionali e laboratori esperienziali. Infine, al polo culturale Lombroso 16, i centri che aderiscono all’Unione Buddhista italiana propongono un calendario di iniziative con laboratori di pittura, mostre, costruzione di mandala, dimostrazioni di spade. Ospiti. Saranno protagonisti a Torino Spiritualità, tra gli altri, Vittorino Andreoli, Renzo Arbore, Corrado Augias, Beatrice Balsamo, Henk Barendregt, Zygumnt Bauman, Alex Bellini, Enzo Bianchi, Maciej Bielawski, Eugenio Borgna, Guido Brivio, Mario Calabresi, don Silvio Caretto, rav Benedet-
to Carucci Viterbi, Giuseppe Catozzella, Swami Abhishek Chaitanya Giri, Victor Chan, Peter Ciaccio, Paolo Cognetti, Umberto Curi, Concita De Gregorio, Duccio Demetrio, Shin DongHyuk, Espedita Fisher, Ernesto Franco, Claudio Gianotto, Sergio Givone, Gabriele Goria, Aldo Grasso, Marek Halter, Gregory Kramer, Serge Latouche, Elena Loewenthal, Vito Mancuso, Cesare Martinetti, Alberto Melloni, Geoff Mulgan, Giorgio Nardone, Piergiorgio Odifreddi, Valeria Parrella, Massimo Recalcati, don Gino Rigoldi, Jaya Row, padre Andrea Schnöller, Radhanath Swami, don Ermis Segatti, Tony Servillo, Carlo Sini, Younis Tawfik, Emanuele Trevi, Luca Ubaldeschi, Gabriele Vacis, Marcello Veneziani, GustavoZagrebelsky. Infowww.torinospiritualita.org.
GABRIELE GORIA
L 2 Uno degli eremiti di «Into the silence» di Carlo Bevilacqua
Due viaggi per immagini Al Carignano l’India di Francesca Rosso e dal Tucano le solitudini di Bevilacqua
Un viaggio per immagini nelle comunità religiose di Mumbai in India. Una finestra sulla vita degli eremiti contemporanei, in diverse parti del mondo. Sono questi i focus delle due mostre inserite nel programma di Torino Spiritualità. «Dio ci guida» è il titolo dell’esposizione di Francesca Rosso, che sarà allestita da giovedì 25 a domenica 28 nel foyer del Teatro Carignano. Gli scatti della scrittrice e giornalista torinese, che ha vissuto quattro mesi in India, ritraggono trenta altarini incontrati sui cruscotti di taxi, auto, rikshaw, moto e motorini per uno spaccato delle diverse confessioni praticate nella metropoli asiatica, dove alla maggioranza induista si affiancano buddhisti, mussulmani e cristiani. «Into the silence. Eremiti del terzo millennio» (da mercoledì 24 a sabato 4 ottobre, al Tucano Concept Store, piazza Solferino 14/g) è invece il reportage del fotografo e documentarista Carlo Bevilacqua, che apre una finestra sui moderni eremiti che vivono in totale solitudine in Italia, Stati Uniti, Inghilterra, Georgia, Francia. Si tratta di un viaggio alla scoperta di scelte esistenziali fuori dall’ordinario, tra grotte, camper sperduti nel deserto, monasteri strappati alla follia delle guerre o appendici rocciose a decine di metri di altezza. «Eremiti in progresso. Un ritiro spirituale nella vita di tutti i giorni» è il tema di un laboratorio, che fa parte della Scuola di Otium, che si tiene giovedì 25, dalle 18 alle 21, al Circolo dei Lettori in via Bogino 9. [MA.BO.]
Glieremitinonsonosoli mavivonoillorosilenzio GABRIELEGORIA
a prima volta che incontrai un eremita, gli domandai: «Ma non aiuteresti di più le persone se ti facessi prete?». E lui: «Sono diventato eremita quando ho scoperto che ero io ad avere bisogno d’aiuto!». Per un attimo credetti si trattasse di una fuga dal mondo, ma mi bastò guardarlo negli occhi per capire che si era allontanato dall’ignoranza e dalla superficialità per andare incontro alla Presenza. Il suo sguardo era un lago di pace e allo stesso tempo vivace come il fuoco. «Anche io avrei bisogno di quel tipo di aiuto», pensai. Ma come può una persona con figli e un lavoro essere un eremita? In una società come la nostra è ancora possibile trovare un luogo per il silenzio? Apparentemente, ci troviamo a un bivio: o abbandoniamo tutto e tutti, oppure siamo intrappolati in questo meccanismo di intrattenimento e consumismo, che ci vieta di essere introversi. Quello che invidio agli eremiti è che, pur vivendo in isolamento, non sembrano soffrire del male che dilaga nella civiltà post-moderna: la solitudine. Per sviluppare alternative concrete e praticabili da persone che conducono una vita ordinaria, nel corso del mio Master presso l’Università di Helsinki, nel 2011 cominciai una ricerca sul silenzio, come spazio di dialogo tra arte e spiritualità. Dopo due anni di sperimentazioni risultò che il silenzio, vissuto con un’attitudine attiva (e non subìto come quando ci troviamo davanti alla tv), è terreno fertile per lo sviluppo della facoltà dell’attenzione. In poche parole, una dose regolare di silenzio aiuta a vivere qui e ora, senza fronzoli per la testa. Dopo è nato il progetto «Eremiti in Progresso»: con un team di artisti, monaci ed eremiti, nel settembre 2013 abbiamo avviato un percorso di ricerca che si è articolato in un anno di ritiri spirituali e artistici, esplorando nuove e antiche modalità creative per rendere possibile l’esperienza eremitica nella vita di tutti i giorni. Abbiamo sperimentato diverse forme di eremitaggio, dal vivere nella foresta alla reclusione in una cappella, dal dormire per la strada alla meditazione errante nelle campagne finlandesi. Poi ci siamo concentrati sull’elaborazione di strategie che consentano di vivere un eremitaggio senza abbandonare gli impegni quotidiani. Il risultato: una serie di laboratori aperti al pubblico, per ricevere ispirazione e supporto nella intrigante sfida di trasformare, almeno per tre giorni, la propria routine in un momentodipraticaspirituale.
VALERIE PINARD
IL 23 E IL 24 AL TEATRO REGIO
SI APRE CON I DERVISCI IL FILOSOFO BAUMAN E TONI SERVILLO
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n’anteprima tra danza, musica e religiosità e una doppia inaugurazione all’insegna della riflessione filosofica: sono questi gli appuntamenti che daranno il via alla decima edizione di Torino Spiritualità. 2 Toni Servillo 2 Zygmut Bauman Il primo è in programma martedì 23, alle ore 21,30, al sioni, cadenzerà i movimenti dei derviTeatro Regio dove si esibiranno Nou- sci. Biglietti 35 e 23 euro. reddine Khourchid e i dervisci rotanti Il giorno successivo, mercoledì 24, di Damasco. I dervisci non sono sem- sempre al Regio, alle ore 18, è previplici artisti, ma una confraternita reli- sta la lectio magistralis di apertura giosa che unisce ricerca spirituale, del filosofo polacco Zygmut Bauman, danza e canto, nel tentativo di riavvici- sul tema «Qualcosa invece di niente. narsi a Dio. Il gruppo di Noureddine Riflessioni su Dio e sull’uomo», in cui Khourchid, comcercherà di apposto da sette Canti e danze religiosi profondire l’atticomponenti della tudine umana di dalla Siria, lectio magistralis cercare un senso confraternita Shâdhiliyya e da del filosofo polacco al mondo e alla due danzatori vita, anche attradella confraterniverso la spirituata Mawlawiyya, proporrà così il pro- lità e la religione. Ingresso libero. Alprio repertorio fatto di canti religiosi le 21,30 poi, sullo stesso palco, salirà dell’Islam, conosciuti con il termine l’attore Toni Servillo che, accompa«inshad» ovvero invocazioni e lodi divi- gnato dall’esibizione del pianista Rone che spaziano da elogi al Profeta a berto Prosseda, proporrà «La conpreghiere sulla sua nascita. Ad accom- quista della felicità», un reading dedipagnare i movimenti ipnotici dei dan- cato alle pagine del pensatore zatori ci sarà un gruppo di musicisti britannico Bertrand Russell. Biglietti che, con la voce e il ritmo delle percus- 35 e 20 euro. [MA.BO.]
WORKSHOP E MEDITAZIONE
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COMPRENDERE SE STESSI
a vita va vissuta momento per momento,prestandoattenzioneaimotivi del proprio agire, per arrivare a comprendere meglio se stessi e il mondo circostante. È questo uno dei principi chiave della mindfulness, uno stato mentale raggiungibile attraverso la meditazione. In occasione della 10a edizione, Torino Spiritualità propone un weekend dedicato a questa pratica meditativa, curato da Fabio Giommi. Attraverso due workshop e due incontri, tre esperti di fama internazionale guidanoilpubblicotrateoria,storiaepratica. Sabato 20 settembre dalle 9,30 alle 16,30 al Borgo Medievale, viale Virgilio 107, Henk Barendregt, logico matematico di fama mondiale, tiene uno workshop dal titolo «Meditazione di consapevolezza,Abhidharmaescienzadellamente». Alle 21, nella Sala Grande del Circolo dei Lettori, via Bogino 9, si tiene l’incontro dal titolo «Il futuro della mindful-
ness». Henk Barendregt insieme a Gregory Kramer, insegnante di meditazione VipassanaeMetta,fondatoreedirigente della Metta Foundation, e allo psicoterapeuta Fabio Giommi guida il pubblico alla scoperta di questa pratica di meditazionediconsapevolezza,dallesueorigini orientaliaglisviluppifuturiinOccidente. Domenica 21 al Borgo Medievale dalle 9,30 alle 16,30 Gregory Kramer spiega in un workshop i fondamenti dell’Insight Dialogue, una pratica di meditazione che aiuta il singolo a relazionarsi con gli altri, migliorando la comprensione di se stessi, la gestione delle emozioni e il rapporto con l’interlocutore che ci sta di fronte. Alle 18,30 al Circolo dei lettori Fabio Giommi presenta la nuova edizione del manuale «Mindfulness» (Bollati Boringhieri). Quota di partecipazione per i workshop, 35 euro, ridotto Amici di Torino Spiritualità 30 euro. Incontri a ingresso libero.
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LA STAMPA
VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2014
Teatro Regio
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Cronaca di Torino .53
Palazzo Madama
La lectio magistralis di Zygmunt Bauman
Sessant’anni di storia della televisione
Mercoledì 24 settembre ci sarà l’inaugurazione della decima edizione di «Torino Spiritualità» . E si apre alla grande, alle 18 al Teatro Regio con la lectio magistralis di Zygmunt Bauman «Qualcosa invece di niente, riflessioni su Dio e sull’uomo». Il sociologo e filosofo polacco si interrogherà e ragionerà sul senso ultimo della vita e sui due limiti che l’intelletto umano non riesce a superare: il nulla e l’infinito. E alle 21 seguirà la lettura «La conquista della felicità» con Toni Servillo. [E.MIN.]
Domani GAM e Palazzo Madama inaugurano la mostra “19242014: La Rai racconta l’Italia” che celebra i sessanta anni della televisione e i novanta anni della radio, in concomitanza con l’apertura della 66° edizione del Prix Italia. Si tratta di una mostra spettacolare soprattutto per quanto riguarda l’esposizione dei costumi della Rai a Palazzo Madama. Pezzi imperdibili che hanno fatto la storia del costume come gli abitini di Raffaella Carrà.
Accademia Albertina
L’arte e la violenza sulle donne È stata prorogata sino al 30 settembre la mostra «Io sono il mio grido» artiste contro la violenza sulle donne. Un percorso che ci parla della distruzione dell’oggetto amato. Storie tracciate da passioni inconfessabili, declinate dalla bramosia del possesso che annienta ogni sentimento d’amore. Qui, la donna è l’oggetto del desiderio». La mostra, curata da Laura Oddo, Liliana Paganini e Francesca Taormina è prorogata al 30 settembre. [E.MIN.]
Fondazione Sandretto
L’amore raccontato dall’arte giovanile Sono in mostra alla Fondazione Sandretto le opere del duo americano formato da Niko Karamyan e Tierney Finster e dell’artista tedesco Riccardo Paratore, vincitori della prima edizione del premio Re Rebaudengo Serpentine Grants nel 2013. Il premio è frutto della collaborazione tra la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e la Serpentine Gallery di Londra ed è rivolto ad artisti nati dall’89 in poi. Merita una visita anche la mostra su David Ostrowsky. [E.MIN.]
Gam REPORTERS
La notte dei musei In onore del summit ci sarà anche una «Notte blu» con i musei aperti fino a mezzanotte (e gratuiti) martedì 23 settembre. L’ultima notte dei musei risale al novembre scorso
La Mole diventa blu per la cultura Domani una luce cambierà colore ai monumenti Da martedì il summit dei ministri europei EMANUELA MINUCCI
Per chi ama la cultura sarà una settimana da mettersi in vacanza. E godersi una capitale del pensiero illuminata di blu (sì, il centro, la Mole e i palazzi storici già da domani diventeranno color del mare in omaggio all’Europa) e così ricca di eventi da poter trascorrere l’intera giornata fra piazze, teatri, gallerie d’arte e auditorium. A trasformare Torino nel cuore pulsante e pensante del vecchio Continente è l’arrivo dei ventotto ministri della cultura Europea il 23 e il 24 settembre per il vertice Ue che si terrà alla Reggia di Venaria trattando il tema del «patrimonio culturale come bene comune». Obiettivo giovani
Tutti ospiti di Dario Franceschini (che ha avuto l’idea di invitare i
colleghi a Venaria nella primavera scorsa, visitando la Reggia e restandone abbagliato) per delineare strategie comuni di sviluppo, soprattutto nei confronti dei giovani, incoraggiando produzioni transnazionali e scambi di opere. «Il summit rappresenta un grande riconoscimento - ha detto ieri il sindaco Fassino - alla centralità della cultura nelle politiche cittadine degli ultimi anni: per noi ormai da tempo la cultura è vista come un pilastro fondante nelle nuove strategie di sviluppo». Le notti ( blu e bianca)
Il menu degli eventi previsto dal 20 al 28 settembre - anche grazie alla concomitanza tutt’altro che casuale - con «Torino Spiritualità» e del «Prix Italia» - è da stordimento. E come ciliegine su questa torta di eventi - che mischia Baumann a Roy Lichtenstein una notte blu della cultura (mar-
tedì 23 settembre con i musei aperti, gratis, fino a mezzanotte) e la notte bianca della Spiritualità a San Salvario, che, sabato 27 settembre, intreccerà luoghi di culto, librerie e spazi all’aperto. Il resto della settimana sarà una grande festa collettiva scandita da mostre, convegni, aperture straordinarie, laboratori didattici, visite guidate e concerti. L’occasione per la città
Come hanno sottolineato ieri gli assessori alla Cultura di Comune e Regione Maurizio Braccialarghe e Antonella Parigi «si tratta di un’occasione imperdibile per il nostro territorio». In quei due giorni e magari anche per più tempo, i ministri europei e le loro delegazioni (in tutto quasi 300 persone) potranno godersi una delle tante mostre in programma o, più semplicemente ,la città. twitter@emanuelaminucci
Con Lichtenstein la Pop Art è servita Sabato 27 verrà inaugurata la mostra che molti hanno definito l’evento culturale più importante dell’autunno: «Roy Lichtenstein Opera Prima» 235 opere del maestro della Pop Art americana arriveranno a Torino grazie a una collaborazione con il MoMA . Dopo una serie di retrospettive che hanno toccato Washington, Londra e Parigi, Lichtenstein torna in Italia, memore del successo già riscosso nel 2013 a Venezia. [E.MIN.]
Reggia di Venaria
Quando la Storia si ferma in una foto «Ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta». Parole di Mario Calabresi che, appassionato di fotografia, ma anche e soprattutto di giornalismo e realtà, ha intrapreso un viaggio molto speciale i cui frutti sono esposti alla mostra «Ad occhi aperti» alla Reggia di Venaria: oltre cento fotografie scattate da poeti dell’obiettivo come Paul Fusco, Josef Koudelka, Gabriele Basilico e Steve McCurry. [E.MIN.]
Teatro Regio
La partenza
Orchestra e coro del Regio in partenza per Tokyo una delle trasferte di maggior successo della coppia Vergnano-Noseda
Trasferta di fine estate a Parigi Fassino cerca la pace con Noseda Ma le posizioni fra il direttore e Vergnano sembrano lontane GUIDO NOVARIA
Viaggio a Parigi per l’Orchestra e coro del Regio. La capitale francese è l’ultima tappa della tournée estiva iniziata a Wiesbaden, proseguita a San Pietroburgo, poi Stresa e Ravello, quindi Edimburgo; infine Parigi, dove per la quarta volta il Regio è stato invitato ad esibirsi al Théâtre des
Champs-Elysées. Domani sera, alle 20, (prevista la registrazione di Radio France) Gianandrea Noseda dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio e i solisti Daniela Barcellona, Erika Grimaldi, Mirco Palazzi e Piero Pretti. Il programma è quello ampiamente collaudato durante l’estate: l’ouverture dal Guglielmo Tell di Rossini, Rossiniana di Ottorino Respighi e lo Stabat Mater di Rossini. In viaggio
È la prima trasferta all’estero del nuovo Consiglio d’Indirizzo della Fondazione Teatro Regio alle prese con la riconferma del sovrintendente Walter Vergna-
no, ma soprattutto con le annunciate dimissioni da direttore musicale Gianandrea Noseda. Del gruppo fa anche parte il sindaco Piero Fassino, un veterano delle tournée del Regio, anche se il viaggio a Parigi di domani sembra assumere un particolare valore diplomatico per arrivare alla parola fine nella guerra Noseda-Vergnano. Trattativa infinita
Fassino, forse, ci spera, pensando agli storici trattati di pace sottoscritti a Parigi: da quelli per le due guerre mondiali, all’accordo per la fine del conflitto in Vietnam, per citarne alcuni. Emissari del sindaco non avrebbero però ottenuto gran-
REPORTERS
di risultati nel riavvicinare Noseda a Vergnano (o viceversa). A turbare la vigilia della trasferta parigina ci ha pensato la lettera dei lavoratori del teatro a Fassino che chiedono di essere ascoltati, facendo capire che il Regio non è soltanto orchestra e coro. Incontri d’Oltralpe
A Parigi lavora anche da due an-
ni Cristina Rocca, direttrice artistica dell’Orchestre National de France, che Fassino vorrebbe portare a Torino, inserendola nel team Vergnano-Noseda. Una candidatura che potrebbe, però, fare la fine di quella di Carmelo Di Gennaro, pronto a lasciare Madrid per Torino, dopo l’incontro di inizio luglio con lo stesso Fassino. Sperare nella «pace di Pari-
gi» per la guerra del Regio è doveroso, anche se le premesse non sembrano positive. Fassino continua a ripetere che «sta cercando in tutti i modi di raggiungere un accordo», impresa che sembra in salita. E tra dieci giorni inizia la nuova stagione d’opera con il Requiem di Verdi, che Noseda ha diretto anche a Vienna a Tokyo, due trasferte memorabili.
la Repubblica SABATO 20 SETTEMBRE 2014
LA KERMESSE
Evoluzioni e acrobazie In piazza Castello spazio a “Street style” EMILIO VETTORI
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GGI e domani, in piazza Castello, torna l’appuntamento con gli sport di strada: due giorni, dalle 11 in poi (l’ora in cui si aprirà il Village) di sfide, esibizioni, evoluzioni e acrobazie per portare nelle vie cittadine adrenalina a volontà. Torino Street Style 2014 vuole permettere ai giovani di conoscere e sperimentare sport non convenzionali come Frisbee, Bmx, Street Golf, Skateboarding,Vertical Bike, Street Boulder, la Ruota di Rhon. Si potranno apprezzare le acrobazie volanti con attrezzi da circo e le
nuove specialità dell'Airtrack e del Parkour, disciplina urbana che utilizza qualsiasi genere di ostacolo sul percorso cittadino. C’è la possibilità di partecipare ai workshop, in cui tutti possono provare gratuitamente, fino ad esaurimento dei posti disponibili, le discipline. E' possibile iscriversi ai workshop direttamente in piazza.
Street Style, piazza Castello, oggi e domani dalle 11 alle 20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’anteprima tra camminate e meditazioni Oggi e domani workshop e nove passeggiate in collina Scrittori, attori e poeti fanno da guida nell’esperimento
BAMBINI
STORIE DI MANI Al Museo Egizio alle 10.30 è in programma il percorso di visita «Immortali. Storie di mani egizie», che svela alle famiglie le abilità manuali degli artigiani e artisti dell’antico Egitto. Info 011/5617776.
VERA SCHIAVAZZI
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ORINO Spiritualità non basta mai al suo affezionato pubblico. Così, in questo weekend, ci si prepara fisicamente e spiritualmente all’inizio del Festival, fissato per il 24 settembre, con camminate spirituali e mindfulness, una pratica simile alla meditazione che aiuta a ‘resettare’ i pensieri, lasciando spazio a quelli che devono ancora nascere. Torino Spiritualità, infatti, non è solo un programma da vedere e ascoltare, ma anche da
SOTTO I PIEDI Alle 15.30 al Museo di antichità in via venti Settembre 88 si svolge il percorso guidato per famiglie «Sotto i nostri piedi. I bambini alla scoperta del Museo di antichità»: un avventuroso viaggio indietro nel tempo. Info 011/5211106.
Aspettando
Torino
Spiritualità
‘fare’ e sperimentare in prima persona. Le camminate sono 9 e conducono in luoghi diversi sui monti e sui colli che circondano Torino, con puntate verso la Valle d’Aosta, tutti egualmente significativi sul piano dello spirito. A fare da guide d’eccezione ci saranno poeti e scrittori come Davide Sapienza, Tiziano Fratus, Mariano Tomatis, Paolo Cognetti, attori come Lorenzo Degl’Innocenti, il cantautore Luca Forni, il pittore e filosofo Stefano Faravelli, il geografo ed esploratore Franco Michieli, la filosofa Erika Grasso, il giornalista e camminatore Luigi Nacci. Per riscoprire l’incanto della natura e riannodare il filo sottile che unisce mente, cuore e ambiente. La quota è in generale di 15 euro, dettagli e percorsi su torinospiritualita.org. I workshop di mindfulness invece saranno condotti da Henk Barendregt e Gregory Kramer, insegnanti di fama internazionale di meditazione Vipassana, e Fabio Giommi, esperto di Mindfulness e curatore del progetto (quote e prenotazioni sul sito). Meditare e camminare, però, sono soltanto l’anticamera di altre pratiche, più radicali, che
PROTAGONSTI In alto: lo scrittore Davide Sapienza A lato: un esercizio di meditazione
Gli organizzatori: “La rassegna non è solo un programma da vedere e ascoltare ma da vivere in prima persona” troveranno spazio nella decima edizione di Torino Spiritualità. Come “Eremiti del terzo millennio”, un programma nel programma di mostre, incontri e dialoghi che racconta le scelte di chi vuole isolarsi dalla civiltà circostante: donne e uomini non necessariamente “in fuga”, ma piuttosto “in viaggio”, i nuovi eremiti sono spesso persone che vivono in appartamenti nascosti nelle nostre stesse città, ai margini di paesi e boschi, in grotte, oppure in ca-
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noniche e cappelle abbandonate e rimesse a posto per trasformarsi in veri e propri eremi del terzo millennio. Sarà l’attore Gabriele Goria a condurre la prima sessione di avvicinamento al tema dell’eremitaggio ‘interiore’, una forma di solitudine compatibile con la vita di tutti i giorni, con poche semplici regole e momenti di silenzio: l’appuntamento è per giovedì 25 dalle 18 alle 20 al Circolo dei Lettori. Di mindfulness, invece, si riparlerà anche durante il festival con Monica La Cava e Laura Mella, nel quadro dei seminari Scuola di Otium (il 27 settembre al Borgo Medioevale). Danza Butoh e Hathayoga, sempre seguendo il filone Otium, sono altre due pratiche che il pubblico potrà “assaggiare” scegliendo tra le pieghe del programma. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PROFUMI NEL MONDO Alle 15.30 al Circolo dei lettori in via Bogino 9 «Il mio mondo profumato» è un laboratorio per ragazzi alla scoperta degli odori più buoni, capaci di profumare piatti, cassetti, camerette e tutto il mondo. Ingresso 7 euro con prenotazione allo 011/4326827. SABATI NATURALI Dalle 15.30 alle 17.30 alla fattoria Propolis in strada del Nobile 86/92, riparte il ciclo di laboratori dedicati alla scoperta della natura «I sabati del naturalista» con un incontro dal titolo «Gli uccelli del Parco del Nobile». Il costo è di 6 euro a bambino. Info 011/66010591. (g. c.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
MUSEI
MUSEO EGIZIO Via Accademia delle Scienze 6, martedìdomenica 8.30-19.30. Nell’ipogeo “Immortali”, selezione di capolavori. Oggi per le Giornate europee del Patrimonio aperto fino alle 24, ingresso a euro 3.50, 011/5617776. POLO REALE 8.30-19.30, chiuso lunedì. Oggi si entra con 1 euro in 3 musei del Polo (Palazzo e Armeria Reale e Archeologico, gli ultimi due sono aperti anche 20-24)). PALAZZO MADAMA Piazza Castello, martedì-sabato 10-18, domenica 10-19, 011/4429911. Ingresso a 1 euro, alle 19.30 iniagurazione aperta a tutti della mostra “1924-2014. La Rai racconta l’Italia”. GAM Via Magenta 31, 011/4429518. Martedì-domenica 10-18. Chiude domani la mostra di Juliao Sarmento. Oggi ingresso a 1 euro, alle 18.30 apre la mostra “La Rai racconta l’Italia”. CINEMA Mole Antonelliana, martedì-domenica 920, sabato 9-23, 01/8138560. Visite alle collezioni. NUMERO VERDE Per altre informazioni su musei e mostre 800.329.329 © RIPRODUZIONE RISERVATA
FIERA DEL TESSUTO
la Repubblica SABATO 20 SETTEMBRE 2014
VIA NIZZA, 57 - TORINO Tel. 011.658154
CONTATTI TORINO @ REPUBBLICA.IT
FIERA DEL TESSUTO
Torino
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E. ZEGNA TESSUTI
VALENTINO TESSUTI TORINO.REPUBBLICA.IT
IL CONCERTO
L’EVENTO
L’INAUGURAZIONE
Noa chiude MiTo “Canzoni per la pace”
Camminate metafisiche con “Torino Spiritualità”
Apre un nuovo museo in Barriera ecco il Mef
ALBERTO CAMPO A PAGINA XIII
VERA SCHIAVAZZI A PAGINA XV
MARINA PAGLIERI A PAGINA XVII
Gtt, sfuma il progetto “Trasporti Piemonte” Regione senza risorse
ALLESTITO ALLA REGGIA
L’INDAGINE
La crisi resiste boom di cassa giù gli ordini MARIACHIARA GIACOSA
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CCUPAZIONE, livelli produttivi, investimenti: è tutto nero. L'analisi congiunturale diffusa ieri dall'Unione industriale di Torino per l'ultimo trimestre di quest'anno è un lungo elenco di segni meno, sintomo di una crisi che, nonostante il cauto ottimismo della prima parte dell'anno, si conferma dura e, soprattutto, non accenna a mollare la presa. L'effetto più evidente è la corsa alla cassa integrazione: ad agosto, lo certifica la Uil, Torino ha raggiunto il primato italiano per il numero di ore richieste. Non tiene più nemmeno l'export, che in questi anni era stato l'unico traino per l'economia piemontese.
> Fassino punta alla società mista, con partner privati > Dopo il cambio dell’ad, tornano in pista le Ferrovie IL CASO
Enti pubblici a rischio i manager “pensionati”
G
TT tornerà sul mercato. Il sindaco Fassino, prima in una riunione di maggioranza poi alla Festa di Sel, ha detto che il futuro «è una società pubblico-privata». L’ipotesi che al posto del privato ci possa essere la Regione, per dare vita ad una mega azienda piemontese, è sfumata. La Regione non ha le risorse sufficienti per l’operazione, se non per una quota piccola. E anche l’opzione Cassa Depositi e Prestiti non ha preso piede. Dopo le vendite di Amiat, Sitaf e Farmacie si riaprirà il dossier Gtt: in tre anni di gare ha attirato un’unica offerta, quella di Trenitalia, rifiutata nel 2012 perché ritenuta insufficiente. Con il cambio dei vertici di Ferrovie ci potrebbe essere un ritorno di fiamma.
TEMA CALDO
SEGUE A PAGINA IV
IL COMMENTO
PERCHÉ RENZI SCEGLIE L’ORÉAL
Reschigna: “Più soldi alle Province per gestire le scuole” STEFANO PAROLA
A PAGINA IX
LONGHIN A PAGINA V
SALVATORE TROPEA
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Stamina, i politici in aula “Vannoni ci affascinava”
SCANSO di equivoci diciamo
Del Noce e Vanelli
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A RIFORMA della pubblica amministrazione varata dal ministro Madia rischia di azzerare i vertici di molti enti e fondazioni piemontesi. La legge stabilisce che non possono essere nominati per incarichi pubblici i manager che già ricevono una pensione. L’allarme è stato lanciato ieri dall’assessore Maurizio Braccialarghe: a rischio la coppia Del Noce-Vannelli che guida Venaria, Ugo Nespolo al museo del Cinema, Rolando Picchioni alla Fondazione del Libro.
POLITICI piemontesi a favore e contro Davide Vannoni erano ieri sul banco dei testimoni al processo per tentata truffa alla Regione Piemonte. Paolo Peveraro: «Ne eravamo affascinati». E dalle deposizioni emergono i dettagli di una burrascosa riunione di giunta del 2007, mai verbalizzata, quando l’assessore Eleonora Artesio rifiutò di finanziare Davide Vannoni e Mercedes Bresso le revocò la competenza, affidandola al fedelissimo Andrea Bairati.
DIEGO LONGHIN A PAGINA VII
OTTAVIA GIUSTETTI A PAGINA II
IL PROCESSO
Musy, la carta del pm “Fu facile per Furchì procurarsi la pistola In contatto con clan” L’imputato rifiuta di farsi interrogare
La nave fatta costruire dai Savoia nel Settecento
Venaria torna ai fasti del ‘700 con il Bucintoro dei Savoia
subito che la Oreal di Settimo Torinese è una bella realtà industriale efficiente, innovativa, moderna. Insomma un’azienda da prendere ad esempio, che ha saputo smentire quanti, noi compresi, avevano temuto qualche anno fa una sua smobilitazione. Lì si è lavorato bene, come si dovrebbe fare in tanti altri casi di aziende che soffrono per la crisi ma non riescono a uscirne anche perché tendono a semplificare le strategie cercando scorciatoie o semplicemente arrendendosi, con prezzi molto pesanti soprattutto per i lavoratori. Cosa peraltro comprovata dai numeri che ci vengono forniti mese dopo mese fotografando impietosamente un’economia che fatica a lasciarsi alle spalle la crisi.
IL SERVIZIO A PAGINA XIV
MEO PONTE A PAGINA III
SEGUE A PAGINA IV
L’ATTORE PARTECIPA ALLE RIPRESE DELLA SAGA FANTASY “CREATORS”
Depardieu, alieno in Canavese
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A LOS Angeles a Torino via Parigi. E’ questo il programma di viaggio che si prospetta per la fine del mese per Gérard Depardieu. La star del cinema francese, che in questi giorni è impegnato a Los Angeles sul set del nuovo film di Guillaume Nicloux, “Valley of Love”, con Isabelle Huppert, dovrebbe atterrare nel capoluogo piemontese il 30 settembre per una sua partecipazione speciale alle riprese della prima saga fantasy interamente prodotta in Italia e per l’esat-
GUIDO ANDRUETTO
tezza nel Canavese, dove la casa di produzione Artuniverse ha una delle sue sedi piemontesi. Diretto dal regista Beppe Zaia, il film “Creators” è concepito come una trilogia suddivisa in “The past”, The present” e “The future”, un’avventura epica e onirica movimentata da un gruppo di alieni che governano il mondo, dove Depardieu impersonerà un grande uomo temerario che si prefigge di difendere il
pianeta Terra ed il suo popolo. Se la sua presenza nel cast ha immediatamente fatto accendere i riflettori su questa produzione altamente tecnologica le cui riprese in esterno si svolgeranno a Biella, Ivrea, nel Canavese e nei primi tre giorni di ottobre in Valle d’Aosta, in alcuni suggestivi castelli, Depardieu confessato, poco prima del suo arrivo a Los Angeles, che «sarà bello arrivare sul set e calarmi nella storia seguendo il mio istinto, senza troppa preparazione». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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left // 20 settembre 2014
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LA STAMPA
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Primo Piano .11
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DIRITTI UMANI LA DENUNCIA
SHIN DONG-HYUK
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gni volta che vado negli Stati Uniti e passo da Washington DC c’è un posto in particolare che torno sempre a visitare: l’Holocaust Museum. Ci sono stato per la prima volta nel 2008 e, sebbene io stesso sia vissuto in un campo di concentramento e sia riuscito a fuggirne, fino a quel momento non mi ero reso conto di quanto tremendo e orribile fosse. La realtà mi ha colpito mentre guardavo un video lì nel museo, lasciandomi sconvolto. Il video mostrava una clip in cui i nazisti si disfacevano dei corpi degli ebrei morti nei campi buttandoli in fosse e poi coprendoli con la terra portata da un bulldozer. In quel momento ho rivisto il campo in cui sono nato e cresciuto. Le somiglianze erano impressionanti. Ciò che i nazisti hanno fatto non è qualcosa che appartiene al passato: succede ancora oggi. La differenza è che ora si tratta di un altro folle dittatore; dittatore che un giorno potrebbe fare la stessa, identica cosa ai prigionieri politici detenuti nei campi. E se la comunità internazionale e il mondo intero non se ne occuperanno e non agiranno, un domani quello che è già successo potrebbe succedere di nuovo, e il mondo finire per vederlo in tv, o in un documentario. Tutti IL CAMPO DI PRIGIONIA
«Credo che l’unica parola adatta per descrivere cosa ho vissuto è inferno» IL RUOLO DELL’ONU
«Il mondo non può restare a guardare, rischiamo un’altra Shoah» vedranno ripetersi questa indicibile tragedia della storia; vedranno un dittatore malvagio che tormenta e uccide la sua gente nello stesso modo. Ciò che i nazisti hanno fatto non è finito. La crudeltà e l’orrore si stanno ripetendo, e continueranno a ripetersi, e se non lo raccontiamo alla gente, e non rendiamo nota quest’atrocità, questa situazione orrenda finirà semplicemente nello stesso modo, come allora, come durante la Shoah. Da quando sono nato, da quando ho cominciato a osservare il mondo con i miei occhi e a udirlo con le mie orecchie, ho visto guardie in uniforme che imbracciavano fucili e picchiavano altri prigionieri. Non c’era mai nessuno che si opponesse, perché quella era solo la punta dell’iceberg della vita dei campi. I prigionieri venivano puniti per i loro peccati. Anche io non ci facevo caso. Non conoscevo altro. Dopo essere fuggito e aver scoperto la verità sulla vita, mi ferisce anche il solo pensiero, di quella situazione. Le azioni del regime e delle guardie sono orribili, senza pietà. Sarebbe difficile per chiunque anche solo immaginare quel che succede lì dentro. Il solo pensiero del male che stanno facendo mi disgusta. Sì, sono nato in un campo per prigionieri politici, e non so
Blaine Harden «Fuga dal Campo 14» (traduzione di Ilaria Oddenino) Codice Edizioni pp. 240 Ä 16,90
JACKY CHEN/REUTERS
Una guardia di pattuglia in una zona blindata della Nord Corea vicino al villaggio di Chongsong
“Io, fuggito dal gulag in Nord Corea sto imparando cos’è la libertà” “Le bestie mangiavano meglio di noi. Chi sgarrava poteva scegliere tra le botte o la fame” «Torino Spiritualità» Venerdì26alTeatroCarignano l’incontroconShinDong-hyuk Shin Dong-hyuk è nato in un campo di prigionia della Nord Corea ed è l’unico uomo riuscito a scappare da un lager del regime. La sua vicenda è diventata un libro e un caso internazionale che ha spinto le Nazioni Unite a creare una Commissione d’inchiesta sui campi di detenzione nordcoreani. Venerdì 26 settembre Shin Dong-hyuk parlerà della sua esperienza a Torino Spiritualità («Il diritto di essere umano», ore
perché. La prima cosa che ho visto aprendo gli occhi nel campo sono stati prigionieri e guardie. Nessuno mi ha detto per quale ragione io sia dovuto nascere in un campo di prigionia. La volontà dei prigionieri non contava nulla. L’unico cibo che potevamo mangiare era quello che ci davano le guardie. Gli unici abiti che potevamo indossare ce li davano le guardie. Facevamo i lavori che le guardie ci obbligavano a fare. Per tenerci sotto controllo ci costringevano alla fame. Ci picchiavano. Ci facevano assistere a esecuzioni pubbliche ogni primavera e autunno. Quando ero un ragazzo, le guardie del campo mi punivano se facevo qualcosa di sbagliato. Potevo scegliere tra due tipi di punizione. Il primo erano le botte, l’altro la fame. Io e i miei compagni di prigionia sceglievamo sempre le botte, perché morire di fame ci faceva più paura. Non si può spiegare a parole il dolore sofferto dai prigionieri politici. Molte persone descrivono la condizione dei campi dicendo che è una vita da schiavi o da animali, ma io credo sia molto peggio di quanto le parole possano dire. Nei campi c’erano
18,30 Teatro Carignano) con il direttore de «La Stampa» Mario Calabresi. Nel 2013 Shin Dong-hyuk è stato insignito del UN Watch Moral Courage Award.
molti animali: cani, maiali, topi, uccelli... mangiavano meglio dei prigionieri ed erano liberi di andarsene in giro. Credo che l’unica parola adatta a descrivere la vita dei prigionieri sia inferno. Nel 2005 sono riuscito a fuggire dal campo. Sono arrivato in Corea del Sud nel 2006. Da allora sono passati 8 anni. In questo tempo ho girato il mondo, ho visto l’Europa e gli Stati Uniti, ho incontrato tante persone appartenenti a organizzazioni e programmi umanitari, sono stato anche alle Nazioni Unite. In quanto attivista dei diritti umani per la Corea del Nord mi sono rivolto all’opinione pubblica, ho cercato di risvegliare l’attenzione su questi problemi. Sfortunatamente, pare che in questi 8 anni non sia cambiato nulla, e che forse, anzi, alcune cose siano perfino peggiorate. Una sola cosa è cambiata: il nome del dittatore; era Kim Jon-Il, adesso è suo figlio Kim JungEun. La leadership è passata dal nonno, al padre e infine al nipote, che è mio coetaneo. Il potere è rimasto nella stessa famiglia. Sebbene non possa esserci un cambiamento immediato in
Corea del Nord, alcune cose stanno cambiando nella coscienza internazionale e spero che un giorno questo permetterà di portare alla luce la questione dei diritti umani e di superare la situazione attuale. Nel 2013 le Nazioni Unite hanno istituito una Commissione di indagine (COI - Commission of Inquiry) sulle violazioni dei diritti umani nella repubblica popolare democratica della Corea. Ho partecipato ai lavori della commissione e quando i risultati del lavoro sono stati resi pubblici ho fatto sentire la mia voce. Forse sarà un processo lungo e lento, ma dobbiamo agire subito perché molte vittime stanno soffrendo e morendo in questi campi. Ecco perché credo sia importante raccontare queste cose alla comunità internazionale, fare del mio meglio affinchè la gente conosca questa tragica verità.
SHIN DONG-HYUK NASCE NEL 1982 IN UN CAMPO DI PRIGIONIA NORDCOREANO DOVE LA SUA FAMIGLIA È RINCHIUSA. RIESCE A FUGGIRE IL 2 GENNAIO 2005 E A RAGGIUNGERE DOPO UN PO’ LA CINA
Quando ero nel campo non ho mai capito, neanche per un momento, cosa fosse la libertà: non la conoscevo. Col tem-
po mi sono reso conto che questa parola, libertà, non è qualcosa che si possa insegnare o imparare a scuola. È qualcosa che si sprigiona dal corpo e dalla mente. Mi ci vorrà molto tempo per comprendere appieno o ridefinire il concetto di libertà. Uno dei cambiamenti più grandi, è che ora posso vedere il mondo con i miei occhi, decidere con la mia testa e il mio cuore cosa è buono e cosa no e persino quando è il momento di mangiare. Posso mangiare qualunque cosa abbia un gusto buono, tutto ciò che desidero. Questo forse è, in definitiva, il cambiamento più sorprendente della mia nuova vita. Il mondo deve conoscere i campi per i prigionieri politici, deve sapere le cose tremende che avvengono lì dentro. Questo è ciò che spero.
Intesa a Minsk fra le delegazioni Accordoinnovepunti,sirafforzalatreguainUcraina Nell’Estsaràcostituitaunazona«demilitarizzata» Sul bus
n Ci sono volute sette ore per
raggiungere un nuovo accordo sull’Est Ucraina, dove la guerra civile ha causato quasi 3.000 morti e un milione di sfollati. Il nuovo patto di Minsk consolida la tregua del 5 settembre scorso, che di fatto non era mai stata rispettata a pieno. Tra i nove punti da rispettare, e da attuare in 24 ore, la creazione di una zona di 30 km (15 per parte), che va da Lugansk al mare di Azov, sulla linea di contatto fra forze ucraine e ribelli filorussi. Un’area dove non saranno presenti armi di calibro superiore ai 100 mm. Potranno transitare solo 250 osservatori dell’Osce col compito di monitorare la situazione e i soldati russi ancora presenti in Ucraina dovranno ritirarsi, dopo che la Nato, ieri, ha accusato la Russia di aver mantenuto diverse truppe nel Paese. L’accordo arriva a poche ore dal-
Militari ucraini a nord di Donetsk aspettano di essere scambiati con i prigionieri di guerra filorussi
REUTERS
l’invio del terzo convoglio russo di 2000 tonnellate di aiuti umanitari, destinati questa volta a Donetsk. Rimane l’ostacolo sullo status delle regioni dell’est; Kiev ha approvato una legge che garantisce maggiore autonomia ed elezioni locali in di-
cembre. Sia il presidente ucraino Petro Poroshenko sia Putin - sostengono molti analisti - hanno bisogno di congelare il conflitto: il leader dei Kiev per via delle elezioni politiche che lo attendono il 26 ottobre e il russo per scongiurare ulteriori sanzioni.
A G O R À c u l t u r a 25
Domenica 21 Settembre 2014
Intervista Nato in uno dei più terribili gulag di Pyongyang, è riuscito a conquistare la libertà: «Per il regime è indispensabile mantenere il terrore, la mia testimonianza non lo scalfirà Ma spero possa spronare la comunità internazionale»
«S
ono passati quasi dieci anni da quando sono scappato dal campo. Durante questo periodo ho avuto momenti difficili, ma sto affrontando un cambiamento straordinario, che allora non avrei potuto nemmeno immaginare. All’epoca non potevo neppure guardare i carcerieri negli occhi, mentre loro passavano dovevo salutarli inchinandomi a novanta gradi. Ora, invece, sento in me la sicurezza che mi permette di guardare i rappresentanti della Corea del Nord senza timore, quando li incontro nelle sedi Onu». Avvicinandosi il decennale della fuga dal Campo di concentramento numero 14 di Kaechon, il 2 gennaio 2005, per Shin Dong-hyuk è tempo di valutazioni, anche se non è ancora tempo della pace interiore. Le sue ferite nell’animo sono certamente più profonde di quelle fisiche, frutto delle torture in detenzione durissima. In realtà, il trentunenne Shin vive una realtà in bilico. «Non posso dire di condurre una vita normale rispetto a quella del passato. Mi pesa molto il fatto di apparire in Tv e sui giornali – segnala nell’intervista concessa ad Avvenire–. La vita normale, per me, è trascorrere un’esistenza tranquilla. Per esempio, conoscere una donna e sposarla, oppure lavorare come un impiegato, sono le cose ordinarie che voglio provare. Purtroppo non ho potuto godere di questa vita normale fino a ora a causa del mio passato, però sto facendo del mio meglio per trovare una strada adatta alle mie qualità». Shin aveva quattordici anni quando il fratello e la madre vennero giustiziati, il primo fucilato, la seconda impiccata. In sua presenza, perché proprio lui li aveva denunciati per il tentativo di organizzare una fuga. Nessuno scrupolo, nessun ripensamento per il giovane, perché quelle erano e sono le regole del Campo 14, il più famigerato del Paese. Un decalogo che include indicazioni chiare e senza eccezioni come “Controlla i compagni e denuncia comportamenti inappropriati senza tardare”, “Ognuno deve criticare gli altri per comportamenti inappropriati e anche fare autocritica secondo l’ideologia di classe rivoluzionaria”. Se non avesse denunciato sua madre e suo fratello, Shin sarebbe stato ucciso, come previsto dall’ultima regola, l’unica legge che Shin, concepito nel gulag, conosceva dalla nascita: “La punizione per chi viola le regole del campo è la morte”. «Il crimine che Shin ha commesso è avere uno zio che negli anni Cinquanta è fuggito in Corea del Sud, e nasce quindi nel 1982 dietro il filo spinato, dove la sua famiglia è stata rinchiusa. Non sa cosa sia l’affetto, e affronta le torture e la schiavitù con l’indifferenza di chi deve sopravvivere. Ma dopo cinque anni di fuga – si legge nel libro che ne racconta la storia, tradotto ora in italiano – e la conquista della libertà Shin deve affrontare la prova più difficile: fare i conti con le sue azioni, il dolore, e i ricordi». La sua vicenda esce ora anche in Italia dopo essere già stata tradotta in ventotto lingue. Pubblicato da Codice Edizioni, Fuga dal Campo 14, opera dello Blaine Harden, racconta la storia del carcerato Shin e della sua fuga durata cinque anni fino all’arrivo in Corea del Sud.
«L
a malnutrizione ha compromesso il suo sviluppo fisico, per cui è esile e piccolo di statura: un metro e sessantasette di altezza per circa cinquantaquattro chili – si legge nel volume –. Le braccia sono piegate ad arco per il duro lavoro a cui era costretto da piccolo, mentre la parte bassa della schiena e le natiche portano le cicatrici delle bruciature provocate dalle torture. Il gancio con cui era stato tenuto sospeso sopra le fiamme (quando cercarono di fargli confessare il tentativo di fuga della madre e del fratello poi giustiziati brutalmente) gli ha lasciato il segno di un foro proprio sopra il pube. Ha le caviglie deformate dai ceppi usati per tenerlo appeso a testa in giù durante il periodo di isolamento. Il dito medio della mano destra è mozzato all’altezza della prima falange, punizione per aver fatto cadere una macchina per cucire nella fabbrica di vestiti del campo. Gli stinchi di entrambe le gambe portano ancora i
NORDCOREA C A sinistra, il rifugiato nordcoreano Shin Dong-hyuk Sotto, un’immagine satellitare del Campo numero 14 di Kaechon, dal quale Shin è fuggito il 2 gennaio 2005
cusa per crimini contro l’umanità il regime di Pyongyang, prospettandone il rinvio alla Corte di giustizia internazionale dell’Aia. In realtà, come pure dichiara Shin ad Avvenire, niente potrà sviare il regime dalla sua linea, perché è necessaria per restare al potere. Una questione di vita o di morte per la dinastia comunista dei Kim e per i poteri militari e civili a essi legati. «Anche raccontare la mia esperienza non contribuirà al cambiamento della Corea del Nord. Tuttavia ho la speranza che la mia testimonianza sarà utile quando organizzazioni internazionali e diplomazie chiederanno ai persecutori e al dittatore di assumersi le proprie responsabilità».
E
ppure il Campo 14 non è nascosto in qualche recesso montano, ma è un’area estesa quanto la città di Los Angeles, visibile su Google Map, disteso su ondulazioni brulle a poche decine di chilometri da grandi centri abitati, monitorato da satelliti-spia e forse oggetto ansegni delle bruciature del recinto elettrificato che non è riuche di operazioni ricognitive di servizi segreti esterni. In scito a trattenerlo dentro il Campo 14». Ironia della sorte, questo caso, la politica negazionista degli orrori di regime si legge ancora nel libro, «Shin ha grosso modo la stessa età non è applicata, perché il campo è lo spauracchio da modi Kim Jong-un, il paffuto terzogenito di Kim Jong-il divestrare anzitutto ai nordcoreani, lo strumento primo di ternuto leader il giorno dopo la morte del padre, nel dicemrore verso ogni forma di dissidenza, che in Cobre del 2011» e che ha abbondantemente deluso le atterea del Nord vale anche per il divieto di se di apertura e miglioramento dei diritti umani. E pratica religiosa o per le proteste sponla Corea del Nord non resta solo uno Stato atitanee per le dure condizioni di vipico, repressivo e minaccioso sul piano mita di chi abita nelle campagne litare, ma continua a perseguire un’ideodesolate e non nella capitalelogia e iniziative che sono quanto di vetrina Pyongyang. peggio la mente umana potrebbe VENERDÌ A TORINO SPIRITUALITÀ «Il dittatore crede che il concepire in termini di annullaE SABATO A MILANO CON IL SUO LIBRO campo di concentramento della personalità, degrado, mento sia un’arma sofferenze provocate. In altri termolto efficace per mini una completa disumanizShin Dong-hyuk sarà ospite della X edizione di Torino mantenere il potere, zazione, che viene applicata Spiritualità, dedicata quest’anno al tema “Cerca il creando il senso di con la pretesa di garantire cosignificato” e che sarà inaugurata dalla lezione di terrore nel poposì un società più evoluta e più Zygmunt Bauman (nella foto accanto) “Qualcosa lo ed eliminando giusta secondo le regole del reinvece di niente. Riflessioni su Dio e sull’uomo” la forza degli gime più brutale del pianeta. mercoledì 24, alle 18.00 al Teatro Regio. Il oppositori – Il libro che racconta la storia rifugiato coreano parlerà invece al Teatro conferma Shin di Shin Dong-hyuk contiene eCarignano venerdì alle 18.00, nel corso Dong-hyuk –. È pisodi, spunti, che potrebbero dell’incontro “Il diritto di essere umani” con uno strumento apparire solo frutto di fantasia Mario Calabresi. Il giorno dopo Shin Dong-hyuk che nessun dittao di estrema sofferenza, se non sarà invece a Milano, per presentare il libro che tore abbandonecoincidessero con altre testimonarra la sua storia – Fuga dal Campo 14, opera rebbe mai, a meno che nianze dirette e i dati diffusi in rapdello scrittore e giornalista statunitense Blaine una forza esterna non lo diporti di organizzazioni per i diritti uHarden ed edito da Codice (pagine 240, euro strugga». mani. La stesso Alto commissariato O16,90) – presso la Libreria Lirus alle 16.30. nu per i Diritti umani ha posto sotto ac© RIPRODUZIONE RISERVATA
GLI INCONTRI
hristian Ferdigg, del 1977, poliglotta, laureato in Lettere moderne, studente di teologia, ha condensato in A vita nuova le sue meditazioni liriche, più che poesie, in italiano. Meditazioni che interpellano i cristiani, lungo tutto il libro, per la passione pura dell’origine (le Dolomiti) e soprattutto l’approdo mistico, in un periodo difficile, ad Assisi, dove l’autore ritrova i segni concreti di un essere «nudo al mondo», senza «lasciare spazio alle attuali rovine del contesto sociale», come scrive nella bella prefazione Catia Piergentili. Un francescanesimo che ha ricostruito la Chiesa, e i segni della Resurrezione – una resurrezione anche personale, nell’aprirsi via via più maturo all’amore sponsale, dalla scoperta all’impegno, tanto più rilevante in questi tempi di sottrazione alle responsabilità. La Resurrezione di Ferdigg è simbolizzata anche dal Crocifisso di Cimabue e dal molteplice riferirsi al sorgere del sole e più in generale ai fenomeni meravigliosi, quando non tremendi, della natura. Ferdigg ha un animo semplice e bello: di Assisi scrive «città santa, città dello spirito / Tu sei come una moglie / una fidanzata per me / mi culli / mi fai morire e rinascere / mi vuoi bene e mi proteggi / mi rendi libero e bello». In altre meditazioni, l’eucarestia, Maria, il mare e la montagna, le riflessioni sul progressivo avvicinarsi alla donna amata, l’arte che è come un Natale («la volontà del bello), la madre sono centrali. La poetica si evince in Io piccolo francescano («Laico sono / credente cristiano / navigatore fra culture e religioni diverse / piccolo poeta / umile giullare di Dio») e in ai Tamersec («Come da diverse battaglie col Diavolo / giace il corpo lacerato / e lo spirito è chiaro e sereno / l’intelletto / come appena sfornato / dalle migliori università / sotto l’arco del cielo / in mezzo a caprioli danzanti / sta l’artista / e contempla la sua persona / questo grande tempio di Dio». Nel suo passato di rivoluzionario ha maturato la convinzione che non partiti e gruppi, riunioni, congressi e assemblee fanno il cambiamento incisivo ma il «proprio corpo», «la propria anima e libertà», «mettendosi sempre / da capo / all’ultimo posto». Della metà della sua vita scrive subito: «Ti ho sempre ammirata da lontano / con stupore / finché Dio attraverso i miei occhi / mi ha chiesto di avvicinarmi a te». Ferdigg è tuttavia un uomo normale, non solo un mistico, guarda le stelle, fuma sigarette e beve rum di tanto in tanto. Anche se non potrà più dire amore «senza pensare alle persone tutte / che mi hanno amato». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Christian Ferdigg
A VITA NUOVA Midgard. Pagine 50. Euro 10,00
Internet e democrazia? Per capire la Rete ci vuole Sofocle
UMBERTO FOLENA
NOSTRO INVIATO A VICENZA
C
dalla
Echi francescani nelle meditazioni liriche di Ferdigg PIERANGELA ROSSI
GULAG
STEFANO VECCHIA
Vicenza.
Shin: la mia fuga
la recensione
onsulti informatici, filosofi, sociologi, massmediologi, giuristi, perfino teologi ma alla fine la chiave di lettura più convincente la scovi 24 secoli fa tra i versi di Sofocle: «Molte cose sono meravigliose e terribili, ma più di tutte è l’uomo perché possiede la tecnica». Lo ricorda Giampaolo Azzoni, una delle sei voci della seconda e ultima giornata del 47° convegno dell’Istituto Rezzara su “Partecipazione democratica nell’era informatica”, ieri a Monte Berico. Vedremo poi le conclusioni del professore dell’Università di Pavia. La domanda su cui tutti indagano, ciascuno nella propria prospettiva, è se il web aiuta o ostacola la democrazia, ne allarga o restringe i
to per la democrazia? La grande vabailamme di voci e pareri che si molconfini, la rende più diffusa o crea rietà di voci è anch’essa una riccheztiplicano e sovrappongano fino a pronuove oligarchie. za o induce a una chiusura nelle produrre una «comunicazione zero», uNé apocalittici né integrati ieri al Rezprie idee e attese? È crescita o disona democrazia illusoria. zara, ma disincantati sì. Il web fa girientamento?». Il paradosso, fa notaSe lo chiede anche Antonio Preto, rare la testa: «Molti soggetti individuali re Fiorella De Cindio della Statale di consigliere dell’Agcom, mentre dee collettivi si sentono legittimati a faMilano, è che nella grande aula del nuncia una sorta di «inviolabilità di re direttamente politica – osserva web, dove si gioca alla democrazia, alinternet», refrattaria a regole e conGiancarlo Rovati della Cattolica – e ul’appello ci sono tutti… tranne la potrolli: «Una ricchezza o uno svilimenno dei risultati è la “cultura dell’imlitica e i politici, e questo è pazienza”, legata alla sensaun guaio. zione di poter fare presto e suMa è poi tutto così nuovo? bito ogni cosa». Web e demoIl convegno dell’Istituto Rezzara O la moderna età del web crazia sono palline di un flipsi chiude nel segno del tragediografo non fa altro che declinare per che a volte entrano in colgreco: «Molte cose sono con le moderne tecnololisione e altre volte seguono gie desideri e atteggiarotte armoniche. Gianpietro meravigliose e terribili, ma più di tutte menti già sperimentati? Il Mazzoleni della Statale di Miè l’uomo perché possiede la tecnica» parallelismo di Rovati è alano cita Castells e la sua «auPiù dello strumento – il web – conta cuto e suggestivo: «Chi ha to-comunicazione di massa» l’atteggiamento di chi lo utilizza, spesso vissuto la stagione della che fa bene alla democrazia preda della “cultura dell’impazienza” contestazione studentesca ma ammette che il web gericorda il ruolo taumaturnera anche un vero e proprio
gico, mitico e talora ossessivo assegnato all’“assemblea”, considerata come luogo di dibattito e decisione dove i presenti erano legittimati a decidere anche in nome e per conto degli assenti. Nella visione egemonica dei protagonisti di quella stagione l’assemblea era il luogo principe della democrazia diretta, senza mediazioni». Togli assemblea e metti web, Rete, blog… «Chi ha vissuto quella stagione – conclude Rovati, che nel 1968 era matricola – ricorda però anche la parabola involutiva imboccata ben presto da quella democrazia diretta, dove una minoranza di “militanti” a tempo pieno si autoproclamava interprete e rappresentante della volontà generale». Sembra fargli eco Mazzoleni quando cita il «lato oscuro della Rete» di Morozov, che «mostra come gli stessi strumenti di maggio-
re democrazia siano usati anche dai nemici della democrazia e utilizzati contro di essa». Anche per questo, avverte Anselmo Grotti della Facoltà teologica dell’Italia centrale, occorre «studiare in profondità» il tema evitando ogni superficialità. Sei voci e un tratto comune: mai perdere l’umanità, sempre mettere al centro la persona. Preto cita la «solitudine del cittadino globale» (Bauman). Mazzoleni insiste: «Il villaggio online necessita ancora del confronto tra persone reali, cioè dell’interazione offline e del confronto tra persone reali». E Sofocle? Conclude Azzoni: «Se l’uomo è capace di cose meravigliose ma anche terribili con la tecnica, occorre moderarlo. Con il diritto. E prima ancora con la morale». La grande assente, forse. © RIPRODUZIONE RISERVATA
10 VIA PO filosofia e religione
SABATO 20 SETTEMBRE DOMENICA 21 SETT. 2014
conquiste del lavoro
Il cuore intelligente
D
ieci di Torino Spiritualità, un lungo percorso, un itinerario che continua. Dalle prime edizioni intitolate «Domande a Dio» del 2002 al 2005, con un taglio più artistico teatrale, allo sviluppo di una dimensione di ricerca e dialogo sui temi della spiritualità che ha portato nel capoluogo piemontese, centinaia di voci disposte a crescere e confrontarsi sui temi. Un mix vincente, come accade per altri festival dalla Letteratura alla Filosofia, dalla Mente all’Economica, nel quale il rapporto tra tema, relatori e partecipanti agli eventi è il modo di interagire e insieme crescere nella comprensione del mistero del rapporto tra umano e divino. Quante volte nella vita testa e cuore sono davvero buoni alleati? Sbilanciati su uno solo di questi versanti, si rischia di condurre una vita a metà. Imparare ad armonizzarli e a farli cooperare, significa scoprirci pienamente capaci di essere umani. Partendo da queste considerazioni nasce il tema 2014 di ToSpi «Il cuore intelligente», combinazione formidabile di testa e sentimento nel quale la curiosità del pensiero e l’apertura del cuore che dal 2005 ad oggi ha guidato il lungo cammino di questo progetto sempre in evoluzione. La rassegna coordinata dal Circolo dei Lettori di Torino, parte da un’affermazione che si propone quale filo conduttore dei cinque giorni di dibattito la necessità di unire le ragioni del cuore con l’intelligenza della mente e della ragione. Nel Libro dei Re, Salomone innalza una preghiera a Dio chiedendo che gli sia concesso «un cuore intelligente». Tre millenni dopo, gli fa eco Nelson Mandela, affermando che «una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile». Due grandi saggi concordi nel dire che la massima espressione umana è nella sintesi tra ragione ed emozione. Ma quante volte testa e cuore sono davvero buoni alleati? Non accade
I
n quest’ ultimo lavoro, dal titolo fascinoso, Misterium hominis (Baglieri,2014), Luciano Nicastro si cimenta con un tema oggi in auge: il post-umano. Lo fa con larga messe di studi e riferimenti testuali ancorati alla sua bussola filosofica, il personalismo di Maritain e Mounier. Nicastro, noto filosofo e sociologo ragusano, insegna oggi alla Facoltà teologica della Sicilia a Palermo, dopo aver insegnato in Università e Facoltà teologiche siciliane, ed è noto ai lettori di questo magazine per aver propugnato negli ultimi anni, in vari saggi, il “socialismo bianco” mouneriano. Il tema di questo saggio, interessante e di scorrevole lettura, che emblematicamente reca in copertina la “partita a scacchi con la morte” tratta da un celebre film di Ingmar Bergman, è il desiderio che in fondo è il leit-motiv di quasi tutte le ricerche sul post-umano, anzi qui trattasi di una “fenomenologia trascendentale del desiderio umano”, da Lacan, Foucault, Anders sino a …Recalcati in veste di “psicoanalista lacaniano”. L’autore impianta un percorso di ermeneutica della complessità, nella realtà
Torino Spiritualità è giunto alla sua decima edizione di LUCA ROLANDI
piuttosto che ci arrendiamo alle sole logiche della ragione o ci lasciamo ciecamente guidare dalle «leggi del cuore»? O che, sbilanciati su un solo versante, facciamo del sentimento sentimentalismo, del pensiero rigore dogmatico? La decima edizione prova a rispondere a queste domande, inoltrandosi lungo tre sentieri. Quello dell’equilibrio, qualità indispensabile al cuore intelligente. Quello dell’attenzione, perché il cuore intelligente è prima di tutto un ponte verso gli altri. Quello della meraviglia, perché il cuore intelligente si fa stupire dalla vita, e così reincanta il mondo. L’obiettivo da sempre di Torino Spiritualità è˘migliorare il buon risultato di pubblico nel 2013
furono oltre 45mila presenze, ma soprattutto continuare a riflettere su questi temi. Per questo, il programma di Torino Spiritualità offre in questa edizione 140 incontri con il coinvolgimento di 35 associazioni e la partecipazione di 150 ospiti. Fra questi spiccano il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman, a cui si deve tra l’altro la definizione «modernità liquida», che aprirà la rassegna e Shin Dong-hyuk, fuggito da un campo di prigionia della Corea del Nord e che ha raccontato l’impresa in un libro, «Fuga dal Campo 14, Codice 2014», convincendo le Nazioni Unite ad aprire un’inchiesta sulle condizioni dei campi di prigionia del Paese asiatico. Quaranta i luoghi interessati
dagli eventi che, per la prima volta, usciranno dal centro città per approdare anche nei quartieri periferici. Tanti i relatori e protagonisti, tra i quali il filosofo Carlo Sini, il teologo Vito Mancuso, l’economista˘ Geoff Mulgan, l’architetto Paolo Portoghesi, lo psicanalista Massimo Recalcati, lo psicologo Giorgio Nardone, lo storico Alberto Melloni, il maestro spirituale induista Radhanath Swami, i teologi Bartolomeo Sorge e don Gino Rigoldi. Interessante il dibattito di sabato 27 settembre alle ore 10 al Teatro Carignano l’incontro con l’intellettuale Marek Halter, sul tema ˘Al cuore del potere, una riflessione sull’esercizio del potere e sulla sua doppia
natura,˘in bilico tra volontà prevaricatrice e organo di giustizia e libertà. Un’anteprima è in programma martedì 23 settembre, ore 21.30 al Teatro Regio˘in collaborazione conMusica 90, con lo spettacolo di Noureddine Khourchid e i dervisci rotanti di Damasco: i monaci islamici sufi presenteranno la loro danza sacra al suono di flauti e tamburi ritmanti, le braccia aperte come ali, una mano rivolta al cielo e l’altra alla terra. E mercoledì 24 settembre alle 21.30 al Teatro Regio l’incontro tra l’attore Toni Servillo e il pianista Roberto Prosseda per dare voce e˘musica al filosofo Bertrand Russell.
Unabussolafilosofica Il post-umano nell’ultimo libro di Luciano Nicastro di FRANCESCO SAVERIO FESTA umana, delle manifestazioni del desiderio per approdare al ”desiderio come coscienza dialettica” del dualismo tra spirito e vita, tra corpo e cervello. “Il desiderio dell’uomo occidentale è quello di diventare un self made man”(p.68) e da qui si è avviata una sorta di mutazione antropologica: “la potenza umana diventò lo scopo delle ricerche e il dominio sulla natura fu affidato sostanzialmente alla scienza e alla tecnica, con l’emarginazione della metafisica. La religione fu poi profondamente secolarizzata e la guida del progresso fu affidata alla nuova cultura antropologica a una dimensione”(p.29). In tal senso diviene ineludibile il passaggio attraverso “una dialettica tra il contenuto e il senso, tra l’immediato e il metaforico, tra la materia visibile e il significato profondo”(p.111), per trovare una nuova sintesi, quale la costruzione di una “metafisica del desiderio”, atta a superare l’opinione oggi consolidata che l’uomo dell’Occidente
capitalistico sia “l’uomo senza desideri”, schiacciato dal e sul consumismo e, quindi, permanentemente insoddisfatto. Questa sintesi trova, alla fine, una felice inquadratura nella realtà stessa dell’isola come “ricca metafora antropologica” scandita in quel che vien definito
“Panopticon siciliano”: “la sicilianità di oggi non può riprodurre la sicilitudine di ieri”(p.161), reclamando una palingenesi di tutto quel che è stata la peculiare vicenda dell’isola, dai tempi di Sturzo sino alle recenti traversie della giunta Crocetta. Quindi, il tema del desiderio diviene nelle
pagine di Nicastro immediata, stringente realtà per dar prova concreta della possibilità di poter dar vita a un umanesimo personalista atto a far fronte all’imperversare sulla scena delle varie forme artificiali di riproduzione della vita, oggetto problematico della
biopolitica. Ma l’ampio e documentato tragitto del comunitarismo personalistico di Nicastro sarebbe indecifrabile senza doverosamente rammentare che egli, sin dagli anni da studente nel famoso collegio “Augustinianum” della Cattolica a Milano, è stato uno straordinario testimone della stagione dei vari Ruggiu, Natoli, Treu,Totaro, Rusconi, e di altri giovani assistenti di personaggi del calibro di Gustavo Bontadini, Emanuele Severino, Italo Mancini, Vanni Rovighi, Alberoni, Melchiorre, con l’ausilio di assistenti spirituali come Piero Balestro e Mario Cuminetti. E’ stata la stagione di incubazione della successiva, ben nota al grosso pubblico, quella sessantottina degli studenti Mario Capanna, Luciano Pero, Remo Cacitti, Beniamino Carretta, Nello Casalini, Archimede Bontempi,e molti altri senza tralasciare Roberto Ruffilli, Ranci Ortigosa, Luisa Muraro, Bruno Manghi, e tanti giovani docenti volti, in uno cogli studenti, a tentar di creare, negli anni post-conciliari, un’inusitata, originale sintesi tra politica e economia, utile a rinnovare il Paese in una nuova dimensione dell’Europa.
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Il Sole 24 Ore
DOMENICA - 21 SETTEMBRE 2014
n. 259
Viale presenta il suo libro alla LUISS di Roma
Economia e società
Alla LUISS di Roma (via Parenzo 11) il 29 settembre alle ore 18 è in programma la presentazione del libro di Riccardo Viale « Methodological Cognitivism (Springer). Ne discutono il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, Giuliano Amato, Lamberto Maffei, Presidente Accademia dei Lincei e l’economista Fabrizio Barca. Introduzione di Massimo Egidi, conclusioni di Sebastiano Maffettone. Modera: Sergio Fabbrini
limiti dell’avidità
l’officina di Stefano Folli
L’ultimo giorno delle locuste Il capitalismo avrà futuro solo se si tiene a bada il suo lato predatorio premiando invece chi innova e crea valore per tutti diPier Luigi Sacco
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econdo la grande immaginazione poetica di John Donne, nessun uomo è un’isola. Eppure, l’antropologia soggiacente al modello di capitalismo di mercato che è stato il riferimento permanente e per certi versi indiscutibile dei modelli e delle strategie di crescita economica degli ultimi cinquant’anni si basa proprio su questo principio: che tutti gli esseri umani siano in ultima analisi "isole", ovvero soggetti razionalmente focalizzati sul perseguimento di propri interessi personali, auto-centrati e auto-riferiti, e che le relazioni tra esseri umani siano conseguentemente guidate da una razionalità strumentale al perseguimento di tali interessi. Le relazioni, in altre parole, non hanno significato in sé, ma soltanto nella misura in cui ci permettono di soddisfare i nostri interessi e perseguire gli scopi ad essi legati. Nelle sue forme più estreme, questo approccio antropologico ha provato a spiegare tutte le forme di relazione umana, e tutti i modelli di organizzazione sociale che questa ha generato, come risultato di scelte ottimizzanti di soggetti razionali auto-interessati. Ricondurre il mondo delle relazioni sociali alla dimensione del comportamento auto-interessato ha una valenza descrittiva, ma anche più o meno implicitamente normativa: se il senso della relazione è strumentale, chiunque ricerchi nella relazione stessa una valenza non-strumentale è un ingenuo, un idealista, ed è quindi destinato ad essere amaramente disilluso. Nel suo L’ape e la locusta, Geoff Mulgan porta una critica radicale a questo approccio, argomentando come non solo il futuro, ma sempre più anche il presente delle nostre società e delle nostre economie sia animato al contrario da una centralità sempre più pervasiva ed evidente della relazione come motore ed elemento di valore delle nostre scelte. Mulgan rilegge la vi-
zioni sociali. Per quanto possa essere dematerializzata, l’innovazione tecnologica resta comunque un hardware il cui funzionamento dipende in gran parte dalla potenza del software dell’innovazione sociale. L’emergere di una nuova economia dei contenuti digitali che sta profondamente rivoluzionando il sistema economico globale è lo specchio più evidente di questa nuova situazione e delle contraddizioni legate alla traversa in cui ci troviamo: i profitti delle grandi imprese del capitalismo digitale sono in gran parte legati alla spontanea produzione e condivisione di contenuti degli utenti che produce forme nuove ed interessanti di creazione fondata sulla cooperazione sociale, ma sono appropriati da imprese capitalistiche estremamente tradizionali secondo una logica squisitamente predatoria. Ciò che Mulgan sembra volerci dire è che questa contraddizione è destinata a diventare palese e a produrre un percorso di cambiamento nel quale realtà marginali nel quadro del capitalismo maturo quali l’impresa sociale e l’economia del non-
festival spiritualità
Il cuore intellligente Torino Spiritualità compie 10 anni. Li festeggia dal 24 al 28 settembre con il Cuore Intelligente: un’indagine sulla formidabile combinazione di testa e sentimento che ci scopre pienamente capaci di essere umani. 140 incontri, 150 voci, 40 luoghi coinvolti e una Notte Bianca della Spiritualità nel quartiere San Salvario. Inaugura mercoledì 24 settembre, alle ore 18.00 al Teatro Regio con la lezione del filosofo Zygmunt Bauman e il reading omaggio al saggio di Bertrand Russell La conquista della felicità di Toni Servillo accompagnato dal piano di Roberto Prosseda. Ospite speciale, Shin Dong-hyuk: unico uomo riuscito a fuggire dai campi di prigionia della Nord Corea, la sua storia è raccontata in Fuga dal Campo 14 (Codice). Tra i tanti ospiti anche Enzo Bianchi, Carlo Sini, Don Gino Rigoldi, Vito Mancuso; Geoff Mulgan, Marek Halter, Victor Chan, Armando Massarenti, Mario Calabresi, Alberto Melloni, Serge Latouche, Paolo Legrenzi, Concita De Gregorio, Umberto Curi, Valeria Parrella, Eugenio Borgna, Corrado Augias; Aldo Grasso, Radhanath Swami, Vittorino Andreoli, Massimo Recalcati, Giorgio Vasta, Marcello Veneziani, Sergio Givone, Emanuele Trevi, Noureddine Khourchid e i Dervisci Rotanti di Damasco. Informazioni: Circolo dei lettori, via Bogino 9; tel +39 011 4326827; www.torinospiritualita.org cenda della formazione e dell’evoluzione del capitalismo moderno in termini di una dialettica tra creazione e predazione, ovvero tra la logica dell’ape e quella della locusta: vedere cioè la complessità delle relazioni umane come risorsa fondamentale per la produzione di valore e di significato, oppure come terreno di caccia per l’opportunismo razionale. Per Mulgan, molte delle più evidenti contraddizioni del capitalismo maturo sono riconducibili proprio all’istituzionalizzazione dei comportamenti predatori come «conseguenza naturale» dell’antropologia dell’auto-interesse, a cui però inizia a contrapporsi in modo sempre più evidente una modalità di funzionamento alternativa centrata su forme complesse di cooperazione sociale
Di grande interesse per Mulgan è il passaggio di testimone tra innovazione tecnologica e innovazione sociale come fattore centrale del cambiamento
rovine | Franco Guerzoni «Affreschi», 1973, visibile dal 10 ottobre al 9 novembre prossimi alla Triennale di Milano nell’ambito della mostra «Nessun luogo. Da nessuna parte. Viaggi randagi con Luigi Ghirri» non soltanto dal punto di vista delle strategie per ottenere determinati obiettivi, ma anche e soprattutto dal punto di vista della natura degli obiettivi stessi: il fare insieme, il condividere il senso di una narrazione collettiva come dimensione centrale del «ben vivere». Mulgan non è interessato a dipingere un affresco utopico, e non a caso dedica una parte consistente del suo libro ad un’analisi critica delle più celebri utopie sociali. Piuttosto, ciò che gli interessa è quella che John Hicks chiamerebbe la traversa, ovvero il concreto percorso di transizione attraverso cui si produce il cambiamento sociale ed economico. In questo ambito, uno degli elementi di maggiore interesse che Mulgan sottolinea è il passag-
gestire la cultura/1
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guardarla adesso non sembra più la stessa città di quindici anni fa. Fuori e dentro: facciate, monumenti, chiese, musei, dipinti, affreschi. Torino ha cambiato pelle trasformandosi da factory town a grande città culturale. Grazie a un programma ambizioso e condiviso tra Stato, Regione, Provincia, Comune e privati è passata dall’essere la più grande città industriale del nord, ad un modello culturale «da esportare». Recentemente il sottosegretario Francesca Barracciu, esponente del Governo Renzi, incontrando il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, ha chiesto agli attori di questo cambiamento di fare testimonianza in altri territori. Lo stesso ministro della Cultura, Dario Franceschini, all’ultimo Salone del Libro, ha indicato nel lavoro fatto da Torino un esempio per altri territori per progredire sulla strada dello sviluppo e della cultura. Dai primi anni Duemila, la città ha investito in restauri, nuovi musei, progetti culturali più di un miliardo di euro. Nel 1993 aveva una ventina di musei, oggi ne ha più
gestire la cultura/2
Lecce, manager ad ArtLab
di cinquanta. Alcuni tra i più visitati d’Italia come il Museo del Cinema, la Reggia di Venaria, il Museo Egizio, che singolarmente fanno un numero di visitatori pari a quello complessivo degli Anni 90: il sistema museale torinese è passato dai 600mila visitatori del 1993 a oltre 4,5 milioni nel 2013. Questa grande trasformazione è avvenuta facendo incontrare lo storico profilo indu-
28 ministri alla venaria Mercoledì 24 settembre, a partire dalle ore 9,30, si svolgerà alla Venaria Reale a Torino, nell’ambito delle iniziative del semestre di Presidenza italiana del consiglio dell’Unione Europea, la riunione informale dei 28 ministri europei della Cultura, presieduta dal titolare del Mibact, Dario Franceschini. Tra i temi che verranno trattati figurano la trasversalità delle politiche culturali e la revisione della strategia Europea 2020; i nuovi modelli di governance del patrimonio culturale materiale, immateriale, digitale condivisi fra enti pubblici, privati e società civile. Un focus riguarderà il diritto d’autore
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a condizione economica del mondo culturale italiano è in sintonia con la situazione complessiva: soffre di un forte e costante diminuzione delle risorse, drammatica per gli investimenti pubblici, consistente, anche se minore, nel caso delle fondazioni bancarie e delle sponsorizzazioni d’impresa, più contraddittoria in riferimento ai consumi privati. «Le carenze e le debolezze irrisolte nei decenni generano effetti paralizzanti – dice Ugo Bacchella, presidente di Fitzcarraldo, la Fondazione che organizza ArtLab
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Geoff Mulgan, L’ape e la locusta. Il futuro del capitalismo tra creatori e predatori, Codice, Torino, pagg. 356, € 35,00. L’autore presenterà il libro giovedì 25 al Festival Torino Spiritualità, ore 18,30 Teatro Gobetti
striale di Torino con l’economia della conoscenza: la città sabauda è sempre più sede di centri di ricerca di ogni tipo; l’università ospita 100mila studenti, 13mila stranieri e solo nel 2013 ha investito in cultura 110 milioni di euro, 25 dei quali sono venuti da mecenatismo, sponsorizzazioni, partnership e rapporto con il privato. Non c’è città italiana in cui il binomio pubblico-privato funzioni in modo così efficiente, pur essendoci ancora delle criticità in atto come la messa in rete delle residenze sabaude che stenta a decollare, o i progetti per le Officine Grandi Riparazioni che non trovano una sistematicità o ancora il restauro della Cappella della Sindone chiusa da quasi 20 anni. Per Piero Fassino, sindaco del capoluogo piemontese che il 24 settembre ospiterà a Venaria Reale i 28 ministri europei della cultura, in una fase di contrazione economica come quella attuale si possono fare due cose: o rimanere passivi e subire i tagli dei fondi, oppure allargare il perimetro delle risorse disponibili aggiungendo a quelle pubbliche quelle che possono derivare dalla mobilitazione della società civile che consentono di avere dei mezzi tali da portare un ampliamento dell’offerta. La Consulta per la Valorizzazione del Beni Artistici e Culturali è un esempio made in
Torino di cosa vuol dire programmare investimenti privati sul territorio: 33 aziende ed enti in ventisette anni hanno investito 30 milioni di euro per oltre cinquanta interventi di restauro e valorizzazione, in collaborazione con le Istituzioni e gli Enti di tutela per un totale di 3milioni di ore di lavoro. La Consulta si è presentata alla città, nel 1987, con il restauro dell’Aula del Parlamento Subalpino, una scelta guidata dal carattere simbolico del luogo che rappresenta l’espressione concreta dell’attività del governo sabaudo che portò Torino a guidare la realizzazione dell’Unità nazionale. Una volta costituito il modello organizzativo, si è dato il via agli interventi successivi. Un elenco lungo più di cinquanta nomi tra i più significativi della realtà artistica torinese, dalla facciata dell’Archivio di Stato, alle chiese di San Carlo, Santa Cristina, San Filippo, alla facciata di Palazzo Reale e Palazzo Carignano fino agli affreschi della residenza di Stupinigi dove si sono indirizzati gli ultimi contributi della Consulta. «Le scelte di intervento – dice il presidente Consulta Maurizio Cibrario, attuale Presidente onorario della Martini&Rossi – sono effettuate in base ai criteri di rilevanza e urgenza, rapidità e certezze autorizzative di realizzazione, cadenza annuale o biennale e ritorno d’immagine». In tutti questi anni la Consulta ha messo a disposizione della città, oltre alle risorse economiche, le proprie competenze manageriali, importando il modello imprenditoriale ai beni culturali. «Si è creata una circolarità virtuosa – prosegue Cibrario – tra Isti-
tuzioni, Soprintendenze, responsabili di Musei, Enti e Fondazioni. Il mecenatismo si è trasformato assumendo sempre più i contorni di un rapporto costruttivo e produttivo tra pubblico e privato». Ora il tema della politica e dell’imprenditoria è diventato quello di come gestire il patrimonio culturale che Torino si è costruita e come mettere in rete i diversi soggetti pubblici e privati che ne sono stati i protagonisti. La grande sfida, sul breve periodo, è quella del Polo Reale che sarà inaugurato in autunno, il progetto della Direzione regionale del Mibact(con Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Consulta) che riunisce in un unico complesso architettonico la BibliotecaReale, l’Armeria Reale, il Palazzo e i Giardini Reali, la nuova Galleria Sabauda, il Museo di Antichità con il Teatro Romano e Il Palazzo Chiablese. Quelle sulle lunghe distanze rimangono invece la politica fiscale per gli investimenti privati in cultura, (per il presidente della Consulta oltre all’Art Bonus sarebbe necessaria una riduzione, se non la cancellazione dell’Iva sugli interventi dei privati) e il coinvolgimento diretto e più attivo dei giovani per i quali si stanno delineando nuove opportunità professionali nel campo della cultura: «Penso all’innovazione tecnologica applicata alla gestione del patrimonio culturale – conclude Maurizio Cibrario – al turismo culturale ma anche al management del patrimonio artistico. Investire in cultura, anche per noi, deve voler dire sostenere l’istruzione, la formazione e scommettere sull’economia applicata ai Beni culturali».
(Lecce 24-27 settembre) – e sfiducia e mancanza di prospettive logorano chi ha responsabilità di gestione e di programmazione. Ma soprattutto allontanano le nuove generazioni che dovrebbero apportare contributi e competenze nuove». In questo quadro, ArtLab 14 sceglie la strada dell’analisi mettendo a punto una kermesse dedicata alla comunità professionale della cultura, invitando professionisti, imprese, artisti, manager, operatori culturali e del terzo settore, ed esponenti delle istituzioni nazionali e locali con oltre più di quaranta incontri suddivisi in tre filoni tematici: terri-
tori, pubblici, sostenibilità. In quattro giorni saranno analizzati case histories nazionali e internazionali, dalle quali emerge che sono cresciute più diffusamente sui territori che nelle grandi aree metropolitane, esperienze di produzione di valore legate allo sviluppo delle nuove imprese del settore culturale e creativo e forme innovative di partecipazione alla valorizzazione del patrimonio culturale. ArtLab 14 metterà al centro del dibattito le imprese con forti competenze specialistiche in ambito tecnologico, in empatia con le nuove domande dei consumato-
ri e con la capacità di progettare e realizzare prodotti e servizi innovativi, servendo la domanda locale e allo stesso tempo competendo sui mercati internazionali. «Queste imprese – conclude il presidente di Fitzcarraldo – trovano ancora scarsissimo ascolto nelle istituzioni culturali, nei decisori pubblici e nel sistema creditizio e sono ancora realtà frammentarie, ma costituiscono una preziosa risorsa per lo sviluppo del sistema culturale italiano e per la sua innovazione». Silvia Bernardi
Torino, un modello vincente di Silvia Bernardi
gio di testimone tra innovazione tecnologica ed innovazione sociale come fattore centrale del cambiamento. Innovazione sociale vuol dire soprattutto innovazione nei comportamenti e nel significato che si assegna alle cose e agli eventi: una forma di "riprogrammazione" che, a parità di condizioni tecnologiche e materiali, può produrre conseguenze socio-economiche importanti. Fenomeni come la raccolta differenziata o il welfare culturale, come l’agricoltura a km 0 il car sharing, le cui conseguenze macroeconomiche nel medio-lungo termine possono essere, e in alcuni casi sono già, molto rilevanti, non sono il risultato di un cambiamento di paradigma tecnologico ma appunto di una sottile quanto profonda evoluzione delle rela-
profit potrebbero assumere una nuova centralità. Ma ci dice anche che, in conseguenza di ciò, la capacità competitiva delle comunità e dei territori dipenderà ancora più che in passato dal patrimonio di "abilità profonde" di innovazione sociale e capitale civico che questi sono in grado di produrre e di trasmettere nel tempo. Per un paese come l’Italia che da tempo ha smesso di crescere, questa può essere una lezione importante, perché il nostro paese è stato uno dei principali centri di elaborazione del paradigma dell’economia civile. Le macerie del sistema attuale, e la chiusura definitiva di un ciclo che esse rappresentano, sono anche il contesto ideale per un nuovo ciclo di innovazione. Mulgan ci fa presente che questa nuova stagione dovrà prendere le mosse in primo luogo da un ciclo di innovazione sociale, o non sarà.
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Il mondo di Quilici e Bonatti di Stefano Folli
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a vita avventurosa di Folco Quilici è ormai parte integrante della storia del Novecento. L’esplorazione dei mari, o meglio «sott’acqua», ha avuto in lui il pioniere italiano, al pari di Cousteau in Francia. Ce ne furono altri, nell’Europa che usciva dalla seconda guerra e cercava di vivere nuovi sogni, ma Quilici e Cousteau seppero raccontare e divulgare la frontiera sottomarina usando le migliori tecnologie cinematografiche. Con una differenza sostanziale: lo scienziato francese illustra soprattutto il mondo animale subacqueo, lo scrittore ferrarese è affascinato anche, forse soprattutto, dalle genti di remoti paesi, dalle loro vicende che solcano i secoli e i continenti. Gli «ultimi paradisi» del Pacifico, ma anche popoli più vicini a noi eppure lontani perché appartengono a culture quasi scomparse. Il fatto è che in un mondo in cui la televisione era agli esordi e internet non era nemmeno concepibile, i documentari e i film dei due esploratori-scienziati affascinarono più di una generazione. Cousteau è purtroppo scomparso da tempo, ma Quilici ha lavorato fino ai giorni nostri e da poco è uscito un piccolo libro-intervista nel quale egli, insieme a Davide Bregola, ripercorre il suo viaggio esistenziale cominciato fra le macerie del 1945. O forse ancora prima, negli anni Trenta, quando il bambino Quilici compie coi genitori una crociera in Grecia destinata a restare impressa nella sua mente per sempre. Suo padre Nello, famoso giornalista, morirà con Italo Balbo in quell’aereo abbattuto per errore sopra Tobruk dalla nostra contraerea all’inizio del conflitto. La mamma Mimì, notevole pittrice, trasmetterà al figlio il senso estetico, l’amore per l’arte, quel gusto dell’immagine che diventa il racconto di una natura incontaminata o di una civiltà complessa: come il Mediterraneo narrato da Quilici con la passione storica di un Braudel e la competenza di un archeologo. Significativa le genesi di «Sesto Continente», il film-documentario girato nei primi anni Cinquanta, cronaca suggestiva della spedizione italiana in Mar Rosso guidata da Bruno Vailati: «il primo film al mondo in cui si offrivano documenti a colori sulla vita sotto la superficie del mare». Spiega il regista che «i sistemi di respirazione sott’acqua con cui lavoravamo agli inizi degli Anni 50, erano quelli utilizzati in guerra dai sommozzatori... Io ero molto giovane, poco più di ventun’anni, disponevo di mezzi professionali, ma sperimentarne l’uso nell’acqua fu una grandissima prova. E importante fu l’esperienza umana con alcune etnie rivierasche che vivevano del mare». Naturalmente Quilici non si è limitato a divulgare il mare. I film e i libri dedicati all’«Italia dal cielo» e poi «Firenze 1000 giorni», «Festa Barocca» sono riconosciuti come capolavori che hanno segnato un’epoca. Dal mare alla montagna. Walter Bonatti è mancato verso la fine del 2011, ma di lui si ricordano non solo le temerarie scalate in alta montagna, bensì le esplorazioni in ogni angolo del mondo. Senza essere uno scienziato, Bonatti era un appassionato viaggiatore che seppe trasformarsi in un ottimo fotografo e in un abile scrittore. Nel ’54, mentre usciva nelle sale il «Sesto Continente» di Quilici, egli era sul K2 con la spedizione che ne conquistò la vetta. L’Italia uscita dalla guerra si riproponeva al mondo con il gusto dell’avventura e quel tanto di spavalderia che è una delle chiavi per comprendere l’origine del concomitante miracolo economico. Ecco perché il mondo di Quilici e quello di Bonatti, il mare e la terra, più gli spazi confinanti, vanno conosciuti insieme, fra passato e presente: raccontano dei due grandi divulgatori, ma anche del nostro passato recente, mentre il pianeta si avviava verso la globalizzazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Folco Quilici con Davide Bregola, Il mio mondo, Barbera, Siena, pag. 86, € 12,50 Walter Bonatti, Un mondo perduto. Viaggio a ritroso nel tempo, Baldini&Castoldi, pag. 556, € 14,00
TORINO GIORNO&NOTTE
la Repubblica DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
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Da seguire LA MUSICA
All’Auditorium Rai il concerto di Noa che chiude MiTo PAOLO VIOTTI
ARÀ questa sera all’Auditorium della
Mochiach, e dal chitarrista Gil Dor. I biglietti sono da tempo esauriti, ma lo spettacolo andrà in diretta su Rai 5 e Radio 3. il programma prevede un riassunto dei vari progetti sinfonici dell’artista, oltre a due brani dal nuovo disco, “Love Medicine”.
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Rai “Arturo Toscanini” - e non al Lingotto come erroneamente scritto ieri, il concerto di Noa che chiude MiTo Settembre Musica ed è inserito anche nel programma della sessantaseiesima edizione del Prix Italia. La cantante israeliana di origine yemenita sarà accompagnata dall’Orchestra sinfonica nazionale della Rai, diretta da Ilan
Da Israele Noa, alle 21 all’Auditorium Rai per i programmi di MiTo e Prix Italia © RIPRODUZIONE RISERVATA
Messaggio di speranza La “Sufi Night” dei dervisci rotanti martedì sera sul palco del Regio sarà il preambolo di Torino Spiritualità: “Cosi partecipiamo alla varietà del mondo musulmano”
Noureddine Khourchid guida i dervisci rotanti di Damasco, portati da Musica 90 al Teatro Regio per Torino Spiritualità
ALBERTO CAMPO REAMBOLO alla decima edizione di “Torino Spiritualità” è lo spettacolo in programma martedì al Regio: una “Sufi Night” presentata da Musica 90 che schiera sul palco i Dervisci Rotanti di Damasco, interpreti contemporanei dell’antichissimo rituale del misticismo islamico che conduce alla trascendenza attraverso attraverso la musica (sama) e la danza (hadra). A guidare l’ensemble è il 48enne Noureddine Khourchid. Qual è il messaggio di attualità che può comunicare una tradizione millenaria come quella di cui lei è erede e ambasciatore? «La tradizione citata rappresenta per noi un modo di vivere e di essere: è uno stato naturale. Glorificare Dio e il suo profeta tramite i nostri canti e la danza, il turbinio dei dervisci, è un bisogno essenziale e sempre attuale. Al tempo stesso, tutti abbiamo bisogno dell’arte, del canto, della musica e della danza. Si tratta quindi del nostro modo di partecipare alla varietà culturale e artistica del mondo musulmano». In che modo forme rituali di trascendenza mistica vengono percepite da spetta-
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Una danza per il profeta tori di luoghi del mondo, come l’Europa o il Nordamerica, dove la musica e la danza hanno smarrito quasi del tutto l’originaria vocazione spirituale? «Tramite il nostro canto e la danza dei dervisci ricolleghiamo, appunto, gli spettatori con quel bisogno di spiritualità che tutti abbiamo e del quale non sempre siamo coscienti. Non pen-
“Promuoviamo l’idea di un Islam moderato, lo spettacolo può contrastare la percezione che si ha in Occidente” so che l’essere umano possa dispensarsi da questa risorsa: lo testimonia il gran numero di festival di musica spirituale e sacra che hanno luogo in tutte le regioni del mondo». Vi sono Paesi in cui ha percepito una partecipazione più intensa da parte del pubblico? E se sì, dove e in quali circostanze? «Considerando i luoghi che abbiamo visitato, direi che il pubblico dell’Europa Occidentale e
dei paesi nordici assorbe pienamente l’energia e la spiritualità che trasmettiamo. In quelle parti del mondo riscontriamo soprattutto due tipi di reazione: alcuni spettatori vengono rapiti da uno stato di trance e altri, al contrario, sperimentano una condizione di raccoglimento quasi religioso. Sono entrambe reazioni naturali e ci fanno piacere allo stesso modo». Ritiene che il vostro spettacolo possa essere utile a contrastare la percezione che in Occidente si ha dell’Islam contemporaneo? «Sicuramente. Il fatto di poter viaggiare ed essere lì anche in tempo di crisi ci consente di continuare a promuovere l’idea di un Islam moderato: è un messaggio di speranza e ottimismo». Considerando il dramma in cui si dibatte il suo Paese, crede che la musica e la danza possano esercitare una funzione balsamica e pacificatrice? «Il canto mistico e la danza hanno una grande importanza per noi e la nostra intimità. Purtroppo, in un momento drammatico come questo, l’influenza esercitata dalla cultura sugli eventi politici è piuttosto scarsa».
APPUNTAMENTI/1
APPUNTAMENTI/2
ANIMALI & SEL Alla Festa di Sel ai giardini Ginzburg, alle 18 «Tutela e benessere degli animali» con Marco Francone, Tiziana Berno, Armando Monticone, Ruben Venturini, Enrico Moriconi. Alle 21 «Le riforme istituzionali, la crisi economica e del lavoro e il rischio del populismo» con Giorgio Airaudo e Nicola Fratoianni.
LA VITA DI CORTE In occasione delle «Giornate Europee del Patrimonio 2014», dalle 14 alle 18.30 la Palazzina di Caccia di Stupinigi propone speciali visite guidate per rivivere la vita di corte del XVIII-XIX secolo. Info 011/0133073.
ECCELLENZA In piazza Palazzo di Città il mercatino «L’eccellenza artigiana del Piemonte in piazza» dalle 8.30 alle 20. DEFILE DE LYON Alle 18 al Carignano, speciale «Défilé de Lyon» con Antonio Audino, Antonella Parigi, Maurizio Braccialarghe, Georges Képénékian, Luca Remmert, Rémy Pflimlin, Pietro Grignani e Michel Chiche. GUSTO & CERAMICA In chiusura della «Mostra della Ceramica», a Castellamonte in piazza Martiri incontro delle eccellenze territoriali del Canavese con quelle del Biellese per «Peccati di gola». Info 335/ 6667062. UNA TARGA PER ROL A vent’anni dalla scomparsa, alle 17 di domani in via Silvio Pellico 31 posa di un targa per Gustavo Rol, all’ingresso della sua abitazione. (a cura di g.cr.)
PARCODORA MUSICA Alle 18 al centro commerciale Parco Dora l’associazione Le Stelle è promotrice di «Parco Dora Music Festival» con Giulia De Grandi, Giorgia Caronna, Byro&Nux e Alessandro Valente con Nick Casciaro di «Amici». Info www. associazionelestelle.it DANZA ALLA REGGIA Danza contemporanea per «Giornate da Re» alla Reggia di Venaria Reale: alle 16.30 nel Giardino a Fiori, la performance «Crogiolo primitivo»; alle 18 al Patio dei Giardini performance di danza per bambini e adulti «Le foglie e il vento» di Didee. In chiusura, alle 17.30, la performance «Soup» di Lis Lab. Info www.lavenaria.it TORINODANZA Domani e martedì il Carignano ospita per «TorinoDanza» gli artisti australiani della compagnia Circa. Info www. teatrostabiletorino.it ALTRI APPUNTAMENTI Questi e altri appuntamenti in «Giorno&Notte» su www.repubblica. torino.it (a cura di g.cr.)
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> NOTE(S)
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ALBERTO CAMPO
I film muti ritrovano voce al Massimo grazie ai Giardini di Mirò LUNEDÌ Al Greenwich il film su Hendrix “Jimi: All Is By My Side” diretto da John Ridley, con André Benjamin degli OutKast nei panni del chitarrista. MARTEDÌ Anteprima di “Torino Spiritualità” firmata da Musica 90: al Regio i Dervisci Rotanti di Damasco guidati da Noureddine Khourchid. MERCOLEDÌ Unica possibilità, ma piuttosto ghiotta: al Massimo i Giardini di Mirò sonorizzano in presa diretta il film di Nino Oxilia “Rapsodia satanica”, oltre a “Il fuoco” di Giovanni Pastrone. GIOVEDÌ Riprende a San Pietro in Vincoli “Varvara” con un happening chiamato “Live After
Death Night”, animato tra gli altri da La Piramide di Sangue, Last Minute To Jaffna e Urbanspaceman. In alternativa, per i 25 anni del Csa Murazzi si rifanno vivi addirittura i Mirafiori Kidz. Oppure ancora TotòZingaro e Domenico Mungo, che a Villa Rey rendono omaggio a Emilio Salgari. VENERDÌ L’etichetta indipendente cuneese EdisonBox mette in mostra allo Spazio 211 i propri artisti, tra cui Deian e l’Orsoglabro, Dresda Baruch, Indianizer e Jumpin’Quails. Offre musica d’altro genere “Varvara”: oltre al dj set del londinese Om Unit, dal vivo suonano i nostrani Settembre Nero e Zip Coed. Frattanto al Jazz
Club va in scena l’On Time Quartet potenziato dal trombettista David Boato. Apre in sordina la stagione dei concerti all’Hiroshima con lo show di Gigi Cavallitto & His Alive Band. Altrove si fa no-
Venerdì allo Spazio 211 gli artisti della EdisonBox, da Deian e l’Orsoglabro ai Jumpin’Quails tare il bandoneonista Daniele Di Bonaventura, al Politeama di Saluzzo per “Jazz Visions”. SABATO A Villa Rey è il turno dei Fratelli di Soledad, mentre il
mese del 25° anniversario del Csa Murazzi termina con l’hip hop del veterano Esa FunkyPrez. Sulla stessa lunghezza d’onda, Rayden al Ganas de Mar per “Vibe Session”. Varie ed eventuali: la JCT Big Band gioca in casa al Jazz Club, il rock degli Antinomia all’Hiroshima. Appena fuori porta, ecco i friulani Sick Tamburo (ex Prozac +) all’Audiodrome di Moncalieri. DOMENICA Un disco in mancanza d’altro: dopo 13 anni il genio inglese dell’elettronica Richard D. James riattiva lo pseudonimo Aphex Twin pubblicando “Syro”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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STAMPA .LA MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 2014
Un viaggio con gli acquerelli
Storia di un sindacalista
La vita degli oggetti
Appunti di viaggio, un modo per girare il modo e raccontare con parole e immagini, ma quello scelto da Stefano Faravelli è la narrazione con acquerelli: presenta alle 18,30 alla libreria Borgopò (via Ornato 10) il suo libro «La via del taccuino».
Alle 18 al Museo della Resistenza (corso Valdocco 4) viene presentato il libro di Iginio Ariemma «La sinistra di Bruno Trentin. Elementi per una biografia». Con l’autore ne discutono Giuseppe Berta, Vincenzo Ferrone e Marco Revelli.
Poeta, scrittore e saggista polacco, Adam Zagajewski è ospite dell’incontro che si tiene alle 18,30 al circolo culturale «Polski Kot» (via Massena 19): parlerà del suo libro «Dalla vita degli oggetti». Interviene Krystyna Jaworska.
Atteso il tutto esaurito Ha detto
Anche la decima edizione di Torino Spiritualità, in programma da oggi a domenica, si preannuncia da tutto esaurito per la serie di incontri e convegni di alto livello organizzati
LETIZIA TORTELLO
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89 anni, il Bauman che non avete mai conosciuto. Non è mai tardi per scrivere un libro su Dio, e schiere di filosofi e scienziati hanno sentito il bisogno di confrontarsi con il tema, qualcuno in tarda età, come Russell e Freud, Kelsen e Einstein. Ma se ti chiami Zygmunt Bauman e sei uno dei più influenti e prolifici pensatori viventi, inventore di folgoranti tesi come quella della «modernità liquida», capaci di gettare un nuovo sguardo sulle interpretazioni sociologiche del secolo XX e del capitalismo, la svolta teologica arriva di certo inattesa.
«Il fatto di non conoscere Dio è la condizione più decorosa per un uomo onesto». «Solo dopo aver morso la mela Adamo ed Eva scoprono che esiste il bene e il male».
Un grande narratore
Il professore polacco trapiantato in Inghilterra, non smette di stupire e di conquistare il pubblico, come solo i grandi narratori sanno fare. Oggi pomeriggio, alle 18, Bauman salirà sul palco del Regio, per dare il via alla decima edizione di Torino Spiritualità, con una lectio magistralis che tocca le sue recenti riflessioni su Dio e ORE 18
La sua lectio magistralis inaugurerà la decima edizione sull’uomo, e sull’eterna tensione alla ricerca della verità. Che esperienza religiosa è possibile nel mondo globalizzato dei consumatori, dove l’homo consumens fatica a ritrovare una dimensione di comunità e moltiplica le sue paure? Che significato ha la tolleranza nell’epoca delle guerre velate di religione e delle tragedie dei migranti? Dilemmi cruciali degli anni che viviamo, che un lucido professore emerito di Sociologia decide di affrontare, in dialogo con un teologo e antropologo della Cultura, Stanislaw Obirek, docente a Varsavia, come anche Bauman. Il frutto di questo scambio teologico tra il sociologo e l’ex gesuita verrà pubblicato da Laterza il 23 ottobre, in un volume dal titolo «Conversazioni su Dio e sull’uomo», di cui Torino Spiritualità è l’antipasto. Il dilemma su Dio
Bauman apre il festival del pensiero organizzato dal Circolo dei Lettori, che quest’anno ha come tema la sfida del «Cuore Intelligente», la ricerca dell’unione tra mente e spirito. E va con coraggio, da agnostico, al cuore del problema: «Non sapremo mai – dice - se Dio c’è o non c’è. Sappiamo che proprio nell’impossibilità di procurarsi quel sapere e nella necessità di vivere senza di esso, consiste il no-
REPORTERS
Bauman parla di Dio ma non sa se esiste Il grande filosofo polacco inaugura Torino Spiritualità al Regio “Il nostro essere umani risiede proprio in questa incertezza” UN TOUR SPECIALE
Il direttore dell’Egizio fa la guida per un giorno A Torino si va alla scoperta delle meraviglie dell’antico Egitto con una guida d’eccezione. Sarà Christian Greco, il nuovo direttore dell’Egizio, a condurre oggi alle 18,30 uno speciale tour delle sale espositive di via Accademia delle Scienze 6. Le «Passeggiate del direttore» sono una formula di visita più raccolta ed esclusiva con cui il pubblico avrà modo di interfacciarsi con Greco, che illustrerà le collezioni secondo il suo punto di vista, rispondendo alle domande dei curiosi. Il percorso ha una durata di 90 minuti e replicherà il 22 ottobre e il 26 novembre: costa 25 euro, ridotto a 22 per possesso-
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Zygmunt Bauman
L’89enne professore polacco trapiantato in Inghilterra, oggi alle 18 salirà sul palco del Regio per dare il via alla 10ª edizione di Torino Spiritualità
stro essere umani». Il fatto di non conoscere Dio è la «condizione più decorosa per un uomo onesto». Da questo punto di partenza si sviluppa la natura umana e si fonda la morale. Cosa ci rende uomini pensanti e liberi? La possibilità di scegliere. «Solo dopo aver morso la mela Adamo ed
«L’agnosticismo non è l’antitesi della religione ma l’antitesi del monoteismo e della Chiesa chiusa» Zygmunt Bauman
cede «su una fune», la moralità «non costituisce una ricetta per una vita facile. Condannando gli uomini alla scelta, esponendoli alla tentazione della tentazione, Dio li ha invitati a prendere parte all’opera della creazione». Il monoteismo
Christian Greco
ri di Tessera Musei, incluso l’aperitivo di benvenuto (prenotare 011/44.06.903). Christian Greco è direttore dal 21 febbraio: si è formato tra Italia e Olanda, dove è stato curatore della sezione egizia del Museo delle antichità di Leida. [N. PEN.]
«Il momento della nascita dell’incertezza è stato il momento della nascita della moralità».
Eva scoprono che c’è il bene e il male – continua Bauman – e che bisogna scegliere. Quando si sceglie, bisogna accettare la possibilità dell’errore. Laddove c’è la possibilità dell’errore, c’è l’incertezza. Il momento della nascita dell’incertezza è stato il momento della nascita della moralità». L’uomo di Bauman pro-
C’è spazio anche per prendere di petto il monoteismo e il tema della lotta tra religioni e tra ideologie. «Se il Dio è unico, allora all’uomo che è convinto di ciò è permesso tutto verso coloro che di questa convinzione sono privi. L’agnosticismo non è l’antitesi della religione, o della Chiesa. L’agnosticismo è l’antitesi del monoteismo e della Chiesa chiusa». Si va nel profondo del pensiero, con un avvio di Torino Spiritualità in qualche modo storico per quest’attenzione di Bauman ai temi religiosi. Sempre in programma per oggi, alle 21, al Circolo, un’altra riflessione sull’uomo e sul creato: la lezione “La custodia del creato” dell’architetto Paolo Portoghesi.
CN
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Zagrebelsky e “il coraggio di dubitare” Evento. La versione albese di “Torino Spiritualità” interroga nomi importanti sul cuore intelligente ROBERTO FIORI ALBA
Il tema è seducente: «Il sentimento della ragione». I protagonisti hanno nomi importanti: Gustavo Zagrebelsky, Duccio Demetrio, Stas’ Gawronski e Concita De Gregorio. Stiamo parlando della versione albese di «Torino Spiritualità», il grande evento che quest’anno s’interroga sul «Cuore intelligente». Dopo il grande riscontro di pubblico ottenuto nel 2013, l’associazione corale Intonando, in collaborazione con l’assessorato alla Cultu- sione etico-giuridica sulla nera del Comune di Alba, pro- cessità di approcciarsi al reale pongono da oggi a domenica senza irrigidimenti del pensieun nuovo ciclo di appunta- ro o del cuore, lontani dalla menti per indagare attraver- presunzione di detenere veriso echi letterari e teatrali i tà definitive, ma disponendosi percorsi della razionalità e al cambio di focale, alla messa dell’emotività in questione anumana, tra biSTASERA AL SOCIALE che di ciò che sogno di equiliovvio. Sul palco del teatro appare brio, capacità Domani sera, è atteso alle 21 nel santuario di sorprenderil costituzionalista della Natività di si, apertura all’altro e conMaria a Mussotfronto con il GLI ALTRI RELATORI to d’Alba, il filomondo oltre la dell’educaDuccio Demetrio sofo soglia. zione Duccio Il primo in- Concita De Gregorio Demetrio tratteStas’ Gawronski rà l’argomento contro è in programma stase«Abituarsi alra, ore 21, al Teatro Sociale, l’inatteso». «Per scoprire con il costituzionalista Gu- l’inatteso nel quotidiano basta stavo Zagrebelsky che af- ripartire dalla propria storia fronterà, insieme con Danie- dice Demetrio -. La meditaziola Tibaldi, il tema «Il corag- ne autobiografica è la via di acgio di dubitare»: una rifles- cesso a ciò che di straordina-
GUARDIA MEDICA Notturna prefestiva e festiva: Cuneo 848 817.817. Alba 0173 361.316. Borgo S. Dalmazzo 848 817.817. Bra 0172 420.377. Ceva 848 817.817. Dronero 848 817.817. Fossano 848 817.817. Mondovì 848 817.817. Ormea 848 817.817. Saluzzo 848 817.817. Savigliano 848 817.817.
FARMACIE Cuneo: Bottasso, via Caraglio 4, tel. 0171 692.398. Alba: Degiacomi, corso Langhe 80, tel. 0173 440.458. Bra: Farmacia Cravero, via Vittorio Emanuele 337 tel. 0172 412.309. Fossano: Crosetti, viale Regina Elena 15, tel. 0172 695.097. Savigliano: Della Torre, piazza Santarosa 49, tel. 0172 712.272. Mondovì: Balbo, via Sant’Agostino 9, tel. 0174 42.482.
Protagonisti ad Alba
La giornalista Concita De Gregorio interverrà per una riflessione su «Lo sguardo di un cuore intelligente». A sin. il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Qui sotto il filosofo dell’educazione Duccio Demetrio che tratterà l’argomento «Abituarsi all’inatteso»
Saluzzo (Manta): S. Leone, via Roma 25, tel. 0175 85.820. AUTOAMBULANZE Cuneo 0171 480755. Alba 0173 316313. Albaretto Torre 0173 520144. Bagnolo Piemonte 0175 392606. Barge 0175 346.262. Borgo San Dalmazzo 0171 262.626. Bra 0172 420370. Busca 0171 944800. Caraglio 0171 619102. Ceva 0174 701 566. Dronero 0171 916 333. Fossano 0172 631450. La Morra
0173 501 02. Saluzzo 0175 45245. San Giacomo Roburent 0174 227533. Sommariva del Bosco 0172 55 102. Vinadio 0171 959126. Racconigi 0172 84644. Savigliano 0172 717107. TELEFONO DONNA 0171 631515. POLIZIA Questura pronto intervento 113. Stradale Cuneo 0171 608.811.
Bra 0172 429.211. Ceva 0174 705.511. Mondovì 0174 566.811. Saluzzo 0175 211.811. CARABINIERI Carabinieri 112. GUARDIA DI FINANZA Gdf e Soccorso Montagna 117. Comando provinciale 0171 692.389. oppure 0171 69.20.76.
La posta dei lettori. Corso Nizza 11, 12100 Cuneo; cuneo@lastampa.it; fax 017164402 Riuniti in onore della prof. di liceo n Chissà
se Pinuccia Dardo, professoressa di Francese al liceo Classico internazionale di Alba, nel 1990, quando iniziò ad insegnare al Govone, avrebbe mai immaginato che anni dopo i suoi studenti si sarebbero riuniti in suo onore. Perché questo è successo, mercoledì 10 settembre ad Alba. Numeri alla mano, alcuni ex allievi ed allievi si sono accorti che questo sarebbe stato il 25° anno di insegnamento al «Govone» e non potevano non festeggiarla. Alcune persone restano dentro di noi anche quando il tempo sembra volerle cancellare. Forse per-
ché sono legate a momenti unici e indimenticabili o forse semplicemente perché sono state proprio loro a renderli tali. La professoressa Dardo è una di queste. Ed è semplice da capire, basti pensare a quello che i suoi «ragazzi» le hanno organizzato. Festa a sorpresa, tutti gli allievi si sono riuniti, da i più «anziani» del 1974 agli ultimi arrivati, del 1999. È stata accolta dal preside del Liceo Govone, Luciano Marengo, e da Alberto Roggero, padrone di casa e promotore dell’iniziativa. Quest’ultimo, classe 1975, schierandosi in prima linea per la buona riuscita della serata, ha dimostrato di possedere ancora, a distanza di anni, quel senso di appartenenza e di identità nei confron-
ti di quello che oggi è l’Internazionale, come se una parte del suo cuore fosse rimasta al Liceo e si è detto orgoglioso, orgoglioso di fare parte di questa squadra, della squadra dei «ragazzi» della Dardo. È stata una serata emozionante, ricca di «souvenirs». A ricordo i partecipanti le hanno regalato un album con tutte le foto delle classi di cui è stata insegnante e particolarmente toccante è stato quando la prof. ha cercato (riuscendoci nel 99% dei casi) di ricordarsi i nomi di tutti, chiedendo in caso di dubbio, l’aiuto al pubblico. Con l’album, una targa, su cui spiccava la frase: «Insegnare è toccare una vita per sempre». Sette parole che racchiudono
perfettamente il pensiero di tutti gli studenti. Una professoressa come poche, una di quelle che non si dimenticheranno mai e, dall’altra parte, anche lei si ricorda ogni suo singolo alunno. Quello che ha insegnato a tutti questi ragazzi va oltre la Letteratura francese. (O il programma ministeriale). Le loro emozioni e i loro ricordi non si trovano sui libri. È la professoressa Dardo ad averglieli stampati dentro e ciascuno se li custodisce gelosamente. Accanto agli studenti e al preside, c’erano anche le colleghe di francese. Insegnanti che, da anni, con la «festeggiata» portano avanti il progetto del liceo Internazionale, offrendo agli studenti la possibilità del dop-
pio diploma, italiano e francese. Un progetto impegnativo, ma al tempo stesso gratificante e unico. Un progetto dove i ragazzi sono i veri protagonisti. Un’esperienza di cui ne vanno orgogliosi e che, sottolineano, rifarebbero, senza ombra di dubbio. Al momento dei saluti, si son detti un «Arrivederci, à bientot» certi che non passerà molto tempo prima di una nuova «riunione»; magari, ancora una volta, solo per loro, la pista del Caffe Latino si trasformerà in un’aula, i tavoli in banchi e, naturalmente alla cattedra ci sarà la prof. Dardo. Solo così, sembrerà di tornare all’Internazionale, ad avere, anche solo per una sera, 18 anni. LETTERA FIRMATA ALBA
Vicino di casa con senso civico n Ho letto oggi in questa ru-
brica, la lettera del signore che ringraziava il pronto intervento delle forze dell’ordine intervenute a seguito di una sua chiamata dopo aver sentito dei rumori sospetti provenire dall’alloggio del suo vicino, che però era assente. Che dire, è una fortuna avere dei vicini così attenti. Ce ne fossero tanti. Purtroppo invece molto spesso capita il contrario, l’egoismo prevarica l’altruismo. Questo signore invece, dal profondo senso civico, ha fatto quello che dovremmo fare tutti, forse ci sarebbero meno furti in appartamenti. LETTERA FIRMATA BORGO SAN DALMAZZO
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STAMPA .LA MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 2014
CULTURA SPETTACOLI
Dublino, il 2015 anno di Yeats Al via in Irlanda le celebrazioni per il 150° anniversario della nascita dello scrittore William Butler Yeats (Dublino, 13 giugno 1865 - Roquebrune-Cap-Martin, 28 gennaio 1939). «Yeats 2015» è il titolo dell’anno proclamato ufficialmente dalle autorità irlandesi. Nell’arco di tutto il 2015 saranno promosse centinaia di celebrazioni in Irlanda e all’estero dell’autore di La scala a chiocciola che vinse il Nobel nel 1923.
Bauman parla di Dio L’edizione 2014 di Torino Spiritualità, dedicata al «Cuore intelligente» (24-28 settembre) si apre oggi alle 18 al Teatro Regio con una speciale lectio magistralis dal titolo Qualcosa invece di niente. Riflessioni su Dio e sull’uomo, del sociologo Zygmunt Bauman. Alle 21,30, al Teatro Regio, un omaggio al saggio di Bertrand Russell La
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conquista della felicità: un reading con la voce di Toni Servillo accompagnato dal pianista Roberto Prosseda. In programma sempre oggi, alle 21 al Circolo dei lettori, la lezione La custodia del creato dell’architetto Paolo Portoghesi. Un percorso storico tra esempi dei santi e magistero papale, echi dostoevskijani e poetica romantica, per riflettere sul rapporto tra l’uomo e la meraviglia che lo circonda.
M ICHELA TAMBURRINO TORINO
È
una conversazione continuamente interrotta quella con Toni Servillo che si sposta in treno. Un rimando teatrale che stempera il disagio. Servillo arriva a Torino, Teatro Regio, per La conquista della felicità, un omaggio al testo di Bertrand Russell nell’ambito di Torino Spiritualità nel quale il filosofo s’interroga sulla guerra, sulla violenza e sul loro legame con l’infelicità degli uomini. Anche Toni Servillo s’interroga e il suo percorso professionale ne è la riprova. Nulla di scontato e nulla di complicato, frutto di studio, talento e di una fortissima disciplina interiore. «Non so come ho fatto ad arrivare fin qui, ma so benissimo a cosa ho rinunciato per arrivarci», disse all’indomani dell’Oscar per La grande bellezza, un film che gli appartiene quanto al regista Sorrentino. Qualcosa che assomiglia alla perfezione d’intenti, all’assoluta assonanza in pensiero e azione. Per Toni, un modo per ridurre la distanza con i sogni.
Servillo, prendiamo in prestito Russell e la sua riflessione su paura, felicità, umiltà, altruismo, invidia e vediamo quanto hanno contato nella costruzione del suo lavoro d’artista. Cominciamo con le paure...
«Le paure che hanno quelli che iniziano. Vivere in provincia, a Caserta dove abito tutt’ora, e sentire intorno un universo non pronto a cogliere la proposta nuova. Entrare in un mondo sconosciuto ed essere in una realtà arretrata, lontani da dove accadono le cose, lontano da dove si vedeva più teatro. Lontano e con in più le paure che poteva incutere l’idea di una metropoli. Poi ho capito che questo sentimento poteva essere convertito in risorsa. E l’ho fatto».
TONI SERVILLO
Il segreto della felicità è dimenticare se stessi L’attore apre stasera “Torino Spiritualità” con una lettura di Bertrand Russell: il teatro dà la misura delle cose
La felicità fondamentale dipende più di qualunque altra cosa da ciò che si può chiamare un cordiale interesse per le persone e le cose. Un cordiale interesse per le persone è una forma di affetto ma non l’affetto avido che tende al possesso Bertrand Russell
da «La conquista della felicità», 1930
Toni Servillo ha 55 anni. È stato protagonista del film La grande bellezza diretto da Paolo Sorrentino che ha vinto quest’anno l’Oscar per la migliore pellicola straniera
Lei ha detto che la sua più grande soddisfazione non è tanto vincere premi ma poter vivere facendo quello che ha scelto. Conferma?
«Facciamo chiarezza, non rinnego le soddisfazioni dei premi. Ma è una conquista grandissima poter liberamente fare quello che si vuole fare ed essere quello che si è, senza compromessi di mercato ma interpretando il lavoro secondo la propria sensibilità. Ho una mia compagnia che mi permette una libertà di movimento molto grande, una libertà che esercito e che mi rende felice». Altro tema topico per Russell è la felicità. Lei ha parlato di una felicità piana, forse meno eclatante ma più duratura. E quella sconvolgente, per esempio dell’Oscar?
«Uno shock di felicità, talmente forte che oggi, nel ricordo, mi appare un sogno, tanto che stento a ricordarne i contorni precisi mentre ne resta la memoria. Sorrentino e io ora siamo in altri progetti, nelle nostre strade, io a teatro, lui in un nuovo film. Ed è giusto così». Lei ha detto che tornare subito a teatro l’ha aiutata ad assorbire meglio proprio lo shock da Oscar, a mantenersi ancorato alla realtà.
«Il teatro è concretezza, impegno
Il teatro è un meraviglioso gioco di squadra che obbliga al confronto, al rapporto empatico che è poi la capacità di riconoscere noi negli altri quotidiano, ti dà la misura delle cose. Una condizione che ci avvicina alla felicità o, meglio, che ci allontana dall’infelicità in quanto si evita di occuparsi di se stessi. Il teatro è un meraviglioso gioco di squadra che obbliga al confronto, soprattutto al rapporto empatico che è poi la capacità di riconoscere noi negli altri». Un esercizio che corrisponde a cosa?
«È una pratica felice per conquistare
Russell parla di cordialità come di una felicità che non dobbiamo lasciarci sfuggire. Interesse, ascolto, partecipazione nel confronto non cerimonioso
una dimensione di felice umiltà».
Lei ha riportato in auge la tradizione delle compagnie teatrali familiari, sulla scia dei grandi del palcoscenico come Eduardo De Filippo.
«Le compagnie familiari sono nella storia del teatro, molto spesso assomigliano a delle tribù, riportano un clima che ha molto di quelle atmosfere. Con Le voci di dentro il senso della famiglia era nel testo, così si è creato
un corto circuito, interessante per il pubblico e affascinante per noi, Peppe e io. Essere due fratelli nel ruolo di due personaggi a loro volta fratelli moltiplica l’aspetto seduttivo che la commistione tra realtà e finzione opera sul pubblico. È tenere accesa una fiamma». L’invidia. Ne ha mai sofferto? Dati i suoi successi l’avrà subita. Ne è rimasto addolorato o infastidito?
«L’argomento non mi appassiona, sarà per questo che ne sono immune». A proposito dell’altruismo?
«Una parola abusata. Tornando a Russell lui parla di cordialità come di una felicità che non dobbiamo lasciarci sfuggire. Interesse, ascolto, partecipazione e disposizione d’animo nel confronto non cerimonioso. Invita alla disponibilità e a compenetrarsi. Pensi a quanta poca civiltà c’è nei rapporti tra individui». Stasera reciterà al Regio per la prima volta ma in un contesto che le è familiare. Lei appassionato di lirica e che tante regie ha nel suo palmarès.
«Sì e ne sono molto emozionato. Fortunatamente sarò in ottima compagnia, con il pianista Roberto Prosseda, in questo dialogo immaginato tra Bertrand Russell e le musiche di Robert Schumann».
la Repubblica MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 2014
TORINO | XI
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La rassegnaSi comincia questo pomeriggio con la lectio magistralis del filosofo polacco, ed è il primo tutto esaurito Dopo le star dell’esordio, l’attenzione si concentra su personaggi come Dong-hyuk, sfuggito ai lager della Corea del Nord
Bauman apre Torino Spiritualità Già diecimila le prenotazioni dai valori, moderati da Luca Ubaldeschi. E alle 21, stesso luogo, la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio e il filosofo Umberto Curi saranno impegnati “Per distinguere il vero dal falso”, dove si indaga sulla necessità di recuperare la asimmetria tra verità e menzogna in una società che fa del relativismo il suo principale fondamento. Biglietti www. torinospiritualita. org, call center Vivaticket 892234. Biglietteria al Circolo dei Lettori dal lunedì al sabato, dalle 9.30 alle 21.30. Info 349/6285606
VERA SCHIAVAZZI ONO oltre 10mila i torinesi che si sono già messi in coda, di persona o via computer, per garantirsi un posto a Torino Spiritualità. Il festival comincia solo stasera ed entra nel vivo domani, mentre lo spettacolo con Toni Servillo e la lezione magistrale del filosofo polacco Zygmunt Bauman — alle 18 al Teatro Regio — hanno già fatto registrare il tutto esaurito. E i biglietti per le lezioni e le domande a Dio, da Bianchi a Recalcati a Mancuso, seguono la stessa tendenza. Così, per adesso, i più stanchi sono
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LA FELICITÀ Il pianista Roberto Prosseda e la regista Roberta Lena
Servillo: “Il mio debutto al Regio con le parole semplici di Russell” L’INTERVISTA GUIDO ANDRUETTO
N’EMOZIONE, sicuramente. È la mia prima volta al Regio, dove non sono mai stato né per fare una regìa lirica né per recitare», confessa al telefono Toni Servillo mentre è in viaggio sul treno che lo sta portando in città per Torino Spiritualità. L’attore acclamato agli Oscar per “La grande bellezza” di Sorrentino è stasera alle 21.30 al Regio nel recital “La conquista della felicità” su testi del filosofo Bertrand Russell e musiche eseguite dal pianista Roberto Prosseda, con la voce recitante di Servillo. «Ci volevano due interpreti come loro per leggere le parole di questo grande uomo del Novecento — commenta la regista e ideatrice del reading Roberta Lena — Servillo come Russell ha il dono della semplicità dei grandi e Prosseda è uno straordinario musicista». Toni Servillo, è onorato dell’invito che le è stato rivolto da Torino Spiritualità?
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gli addetti alla biglietteria. Dopo le star dell’esordio, l’attenzione si concentra sui filoni tematici e sui singoli personaggi. Dopodomani (alle 18.30 al Carignano) il trentaduenne Shin Dong-hyuk, l’unico uomo che sia a oggi riuscito a fuggire dai terribili campi di prigionia della Nord Corea, ripercorre la sua storia già narrata nel libro “Fuga dal Campo 14” del giornalista Blaine Harden, edito in Italia da Codice. A Torino Spiritualità dialoga con il direttore de La Stampa Mario Calabresi, dopo gli onori di casa da parte di Antonella Parigi. “Le domande a Dio”, dopo Bianchi e prima di Mancuso, proseguono sabato (alle 11 al Gobetti) con Carlo Sini e il suo interrogativo, “Adamo dove sei?”. Una sorta di bussola, una sollecitazione a valutare fin dove siamo arrivati nella nostra vita. Come intendiamo spendere la nostra esistenza? A chi o cosa è lecito dover rendere conto? Siamo ciò che volevamo essere o ciò che altri hanno fatto di noi? Lo stesso giorno e nello stesso luogo, ma alle 18.30, don Gino Rigoldi si chiede e chiede “Dov’è Abele, tuo fratello? ”, con Antonio De Salvia. Altro filone quello che venerdì alle 18 al Gobetti parte con l’economista della decrescita felice Serge Latouche e lo psicologo Paolo Legrenzi, nel dialogo “Elogio del poco”: i due rifletteranno sulla società dei consumi e sul bisogno di reimparare a distinguere tra un mondo regolato dai prezzi e uno regolato
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Sono un ammiratore del maestro Prosseda e mi arricchisce potergli stare accanto
«È un onore e un piacere per svariati motivi. Il primo dei quali è che sono un grande ammiratore del maestro Prosseda e dunque l’occasione di potergli stare accanto mi gratifica e mi arricchisce. Che questo accada sul palco del Regio accresce la mia emozione. In passato ho fatto diverse regìe per altri teatri lirici, come il San Carlo o la Fenice, ma per quanto in questa circostanza io sia solo un invitato e non abbia alcuna responsabilità creativa, al Regio è per me un debutto». La musica sembra essere parte integrante della sua vita
artistica, al pari della parola. È una presenza che riempie quali spazi del suo mondo? «Sicuramente è il territorio privilegiato dei miei interessi quando non lavoro per il teatro o il cinema. Mi è successo molto spesso, approcciandomi alla regìa lirica, di avere con la drammaturgia musicale un rapporto fecondo di temi, soluzioni e scoperte molto interessante. E poi ho sempre tratto beneficio dalla relazione con i musicisti con cui ho collaborato. Penso al pianista Antonio Ballista, con cui feci il recital “Lettera di Lord Chandos” o
Giorgio Battistelli per “Sconcerto” e Fabio Vacchi che mi ha accompagnato nella lettura di Moravia. E poi l’Orchestra del San Carlo, con la direzione di Roberto Abbado, cui proposi di fare insieme “Symphonie Fantastique” e “Lélio” di Berlioz». Che cosa la colpisce di più nel testo di Russel? «Il contenuto quasi evangelico che viene presentato in una forma squisitamente teatrale, dove Russel colloquia con un pubblico ideale. Ed è il punto verso cui tenderemo in scena rivolgendoci al pubblico in sala». A meno di sei mesi dal suo ultimo passaggio in città con “Le voci di dentro”, lei torna di nuovo a Torino. Può dire ormai di conoscerla bene? «Ho avuto la fortuna di frequentarla fin dai tempi del Cabaret Voltaire del compianto Edoardo Fadini. E poi c’è il mio legame con Mario Martone con cui ho fondato Teatri Uniti e condiviso il mio percorso anche nel cinema. Il suo lavoro per lo Stabile ci ha fatti incontrare più volte a Torino. Ci tornerò di nuovo ad aprile per “La parola canta” al Carignano con mio fratello Peppe e il Solis String Quartet».
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Venerdì sera al Teatro Gobetti Concita De Gregorio e Umberto Curi saranno impegnati “per distinguere il vero dal falso”
MEDITAZIONE Torino Spiritualità prende il via oggi In basso a sinistra, Toni Servillo
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Ho avuto la fortuna di frequentare la città dai tempi del Cabaret Voltaire di Fadini
la Repubblica MERCOLEDÌ 24 SETTEMBRE 2014
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R2Cultura
CONTATTI CULT@REPUBBLICA.IT WWW.REPUBBLICA.IT
Oltre le antitesi tra Dio e nulla, materialismo e trascendenza, Zygmunt Bauman propone una diversa idea di spiritualità. Fondata sul più umano dei sentimenti
Quella via laica alla speranza che ci rende tutti immortali ZYGMUNT BAUMAN
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ON so (né saprò mai) a quale dei nostri antenati venne in testa per primo la domanda: «Perché c’è qualcosa invece di niente?». E una volta che quella domanda venne posta, niente poté più far sì che a essa non si cercasse una risposta. E noi la cerchiamo — noi, i rappresentanti del genere degli inguaribili curiosi. Da quante migliaia di anni, non ne ho idea. Sospetto però che i nostri discendenti non sprecheranno meno tempo dei loro antenati a cercare la risposta. Già, perché, per quanto scrupolosamente possiamo misurare il volume del cosmo, per quante dimensioni attribuiamo al cosmo e per quante particelle più piccole — quark e leptoni, o come ancora si chiameranno — , aggiungiamo agli atomi e alla “materia oscura” che si trova tra di essi, cercando di colmare le lacune nella comprensione, continueremo a spaccarci la testa contro L’AUTORE gli stessi due limiti che Da sinistra Zygmunt Bauman; copertina di Conversazioni non siamo capaci di supe- la su Dio e sull’uomo; Cole Thomas, rare con l’immaginazione Studio per la croce e il mondo umana. Quei limiti sono il “nulla” e l’”infinito”. La “cosmogonia”, stimata branca della cultura, copiosamente dotata di fondi, aggiungerà dettagli (e perché mai non dovrebbe farlo?) alla storia delle prime frazioni di secondo dopo il Big Bang, ma non cesserà mai di dibattersi fra il paradosso della nascita di qualcosa dal nulla e l’idea della durata eterna che il nostro intelletto, formato per essere al servizio di una vita finita, non è capace di abbracciare e che viene negata da tutti gli esperimenti progettati dall’intelletto stesso. Qui si è annidato e sistemato per bene l’elemento intellettuale della non-autosufficienza del genere umano. Il Dio-Creatore è l’ipotesi più attraente per uscire da quel vicolo cieco intellettuale, perché inscriviamo l’inconcepibilità delle sue intenzioni e della sua potenza nello stesso suo concetto — non già risolvendo in questo modo il «paradosso del qualcosa dal niente» e neanche comprendendo con la mente l’incomprensibile infinitezza del tempo o dello spazio, ma procurandoci la soddisfazione e la se-
un’altra sfera rispetto all’umano essere-nel-mondo o, detto in parole povere, alla sfera della realtà di ogni giorno. Tornando però a quest’ultima, da bravo sociologo dichiaro che non siamo compagni di viaggio né di Pangloss, né di Dawkins; se mi metterai alle strette, ripeterò con Candido: il faut cultiver notre jardin... E lo farò senza vergogna, e ancor più ormai senza scrupoli morali. Perché, ripeto: l’io morale non trae origine né da ordini dall’alto né da presuntuosità scientiste, ma proprio dal fatto che tutti si devono ineluttabilmente rimettere agli altri e alla reciproca solidarietà. E ancora aggiungerei alla risposta le parole di Lem: «Dio mi guardi dal privare chicchessia della sua fede!». Solo che lo farei senza un filo di orrore... Perché lo farei con la speranza di un umano auto-ravvedimento. A proposito di speranza, appunto... Se non ce l’avessi, certamente non scriverei libri e non concederei interviste. A che pro consumare lingua o penna se non si ha la speranza di essere ascoltato e che questo ascolto possa, sebbene non necessaria-
L’io morale non trae origine né dalla scienza né dal cielo, ma dalla solidarietà reciproca renità d’animo che ci derivano dal capire perché queste due cose non riusciamo a farle! L’ipotesi contraria — che qualcosa è sorto da solo dal niente senza l’intervento di una forza soprannaturale, e quindi per definizione inconcepibile — non viene, è vero, a compromessi e non impone all’intelletto umano uno sforzo e un’azione sovrumani, ma gli pone un compito che quell’intelletto non è capace di eseguire. Tutto questo si svolge tuttavia in
mente, «fare la differenza» — per quanto minima (Roma non fu costruita in un giorno...)? Ciò che è stato fatto dagli uomini, può essere disfatto dagli uomini; non credo che siamo arrivati a un punto di non ritorno: perché diventi tale, bisognerebbe prima credere che tale sia — una volta per sempre, irrevocabilmente... Finché cova la speranza, foss’anche sotto una montagna di cenere, non lo diventerà. Vorrei svolgere la
funzione che a suo tempo attribuivo a Marek Hlasko, ossessionato dal bisogno di rimproverare gli uomini: «Guardate come vi divertite male, ravvedetevi — per amor di Dio o vostro...». Quasi tutti i segni in cielo e in terra sembra si siano accordati per non dare conforto agli afflitti e agli spaventati — ma se la speranza del-
sterni davanti all’Altissimo o che neghi la sua esistenza. Ultimamente, per esempio, abbiamo fatto sì — e continueremo come niente fosse a farlo, senza preoccuparci delle conseguenze — , che i nostri discendenti vengano al mondo indebitati fino al collo per i costi della nostra orgia consumistica... E pro-
PALERMO
Roberto Calasso premiato con la Rosa d’Oro
Non importa se crediamo o meno nell’Altissimo siamo responsabili del mondo che lasciamo ai figli l’umanità è riposta in qualcosa, è appunto nella speranza. Finché essa è viva, è troppo presto per stilare necrologi dell’umanità. E io non riesco a liberarmi della convinzione che la speranza sia immortale e che, analogamente a Dio, possa morire solo insieme all’umanità. L’uomo ce la farà — ma entro certi limiti... Non siamo mica dèi! Però già in questi limiti l’uomo non solo ce la farà, ma deve farcela. Di questo, di essere in grado di adempiere a questo dovere, è responsabile — e ciò indipendentemente dal fatto che si pro-
GLI INCONTRI
LEZIONI ITALIANE
Oggi alle 18 Zygmunt Bauman inaugura la decima edizione di “Torino Spiritualità” Domani sarà invece ai “Dialoghi” di Trani, presso il Castello Svevo: alle 17,30 incontro con la sociologa polacca Aleksandra Kania e dopodomani alle 17 lectio magistralis
prio di questo voglio parlare agli uomini, e desidero che proprio a questo prestino ascolto. Nel fatto che prestino ascolto ripongo tutta la mia speranza. Perché da loro e solo da loro dipende se ciò che è in potere degli uomini venga fatto o, al contrario, venga disprezzato e dissipato. Non supereremo la nostra umana limitatezza e Dio ci scampi dal provarci; guardiamoci dal giocare all’onnipotenza, che dovrebbe essere ascritta solo a Dio. Non siamo dèi e non tutto sta nelle nostre forze, pur sempre solo umane — ma ciò che possiamo fare basta ampiamente a riempire una vita valida e degna (valida e degna in quanto serve all’espiazione dei peccati, ossia alla riparazione dei danni arrecati al mondo, oltre che alla salvezza umana, cioè a rendere il mondo più ospitale per l’umanità). Mosso da questa speranza infilo il messaggio nella bottiglia e la affido alle onde... Nella speranza che la trovino coloro che saranno alla ricerca di un messaggio. Questo testo di Zygmunt Bauman è tratto dal libro Conversazioni su Dio e sull’uomo, scritto con Stanislaw Obirek, in uscita per Laterza il 23 ottobre Traduzione di Roberto M. Polce © RIPRODUZIONE RISERVATA
PALERMO. Il premio Rosa d’Oro 2014, giunto all’undicesima edizione, è stato consegnato lunedì a Roberto Calasso presso il Palazzo dei Normanni. A designare l’editore e saggista di Adelphi è stato come da consuetudine il vincitore dell’anno precedente, in questo caso il regista Robert Wilson, che a sua volta nel 2013 aveva ricevuto il premio su indicazione del pittore David Hockney. La Rosa d’Oro è stata ideata nel 1984 da Jorge Luis Borges insieme alla direttrice della casa editrice Novecento per onorare personalità che si sono distinte «con opere letterarie, musicali o figurative, al patrimonio di conoscenza e bellezza dell’umanità». Tra i vincitori delle edizioni precedenti anche Yves Saint Laurent, Giulio Einaudi, Henri CartierBresson e lo stesso Borges.
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Società
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La parola del vescovo
Benvenuto agli anziani, ai giovani e ai volontari “Benvenuto” agli anziani, ai giovani e ai volontari! Nella nostra città, nei prossimi giorni, si terrà il raduno dei “Centri incontro Piemonte”, l’incontro dei capi dell’Agesci Piemonte e il convegno dei volontari Aib. Anziani, giovani e volontari vogliono mettere insieme energie per costruire una società diversa, dove al primo posto c’è la persona con le sue speranze e potenzialità. “Benvenuto” agli anziani. Molti di loro sono anche nonni e hanno un bagaglio di esperienze e di saggezza da trasmettere ai loro nipoti, Papa Francesco ricorda che «è importante l’incontro e il dialogo tra le generazioni, soprattutto all’interno della famiglia». La presenza di tanti gruppi dei Centri incontro nella nostra città trasmette il messaggio che la persona anziana è un grande valore per la nostra società. Quanto volontariato svolgono queste persone e quanta storia di solidarietà potrebbero raccontare! Diventare anziani è un dono di Dio; diventarlo in modo attivo e creativo è ancora più sorprendente. Gli anni indeboliscono le forze, ma progettare e lavorare insieme fa sperimentare che la vita è sempre bella in tutte le sue stagioni. “Benvenuto” ai capi Scout. Siete una grande risorsa nelle nostre parrocchie. Là dove c’è la vostra presenza vi è anche un metodo educativo eccellente imperniato sul servizio. L’incontro programmato a Pinerolo è per incoraggiarvi ancora di più a mettere le vostre energie a vantaggio degli altri, percorrendo i sentieri del futuro con responsabilità e coraggio, con spirito di iniziativa e competenza, con fantasia e gioia. Occorre vivere il tempo con attenzione premurosa agli altri, soprattutto ai più deboli. Lo stesso simbolo del pollice che protegge il mignolo significa che il dovere è fedelmente compiuto quando ci si prende a cura della situazione di chi è debole e fragile. “Benvenuto” ai volontari del sistema Antincendi boschivi del Piemonte. È un servizio prezioso e rischioso. Ma quanto patrimonio ha messo in salvo e quante vite ha protetto! Dobbiamo essere grati ai volontari, ovunque essi operino, perché trasmettono attraverso la loro testimonianza che la vita si realizza pienamente se diventa dono per gli altri. Guai a chiuderci nei nostri interessi e problemi! Giovani, anziani e volontari sono come mani che si stringono per aiutarsi ad affrontare con coraggio il futuro. † Pier Giorgio Debernardi
Mercoledì 24 settembre 2014 Anno 109 - Numero 36
L’incontro con la giornalista-scrittrice Costanza Miriano
Ogni ultimo lunedì del mese dalle 14,30 alle 17,30, a Pinerolo, è aperto il Cafè Alzheimer. Un luogo - al Sottosopra di piazza Frairia 15 - dove le persone affette da demenza possono recarsi con i propri famigliari o caregivers, per scambiare e condividere esperienze ed emozioni. Gli obiettivi dell’iniziativa - gestita dal Rifugio Carlo Alberto di Luserna S. Giovanni attraverso i suoi operatori specializzati - sono rallentare il decorso degenerativo della malattia, migliorare la qualità della vita, e dare informazioni ai famigliari o caregivers. Per info: 335 827.9000.
La famiglia al centro dell’Anno pastorale
La metafora della vela e del vento che soffia per mandare avanti la barca è l’efficace immagine usata da Costanza Miriano per parlare dei ruoli diversi dell’uomo e della donna all’interno della coppia, al fine di condurre la barca della famiglia. «Se l’uomo è la vela, il vento che soffia e spinge la barca è la presenza femminile, la donna nel ruolo di moglie e di madre» ha riferito. L’incontro con la giornalista–scrittrice è avvenuto giovedì 18 ed è stato promosso dall’Ufficio famiglia della Diocesi di Pinerolo. Tanti gli esempi concreti portati dalla relatrice per evidenziare
le diversità di approccio dell’uomo e della donna alle diverse situazioni della vita in cui le coppie presenti si sono più volte rispecchiate. Tutti esempi atti ad evidenziare l’importanza e la naturalità di ruoli e percezioni diverse dell’uomo e della donna. Un essere diversi che trova fondamento anche nella Bibbia, nel noto passo della Genesi dove si descrive la creazione dell’uomo e della donna: «“Maschio e femmina Dio li creò” perché dal loro incontro si generi un progetto più completo, più immagine della Trinità e capace di generare la vita». Un’esposizione in
netta contrapposizione alla cultura “gender” che tende invece ad assimilare le funzioni dell’uomo e della donna, sottolineando come le differenze siano solo il frutto di una cultura dominante maschilista che nel passato ha imposto ruoli di subalternità alla donna. L’incontro, assieme alla festa della famiglia che si è svolta domenica pomeriggio in piazza S. Donato, segna l’inizio di un Anno pastorale particolarmente attento ai problemi della famiglia, in parallelo al Sinodo straordinario sulla famiglia voluto da Papa Francesco e che avrà inizio il 5 ottobre a Roma. r. a.
Pinerolo: Messa di inizio scuola È prassi ormai consolidata nella Diocesi di Pinerolo che all’avvio dell’anno scolastico si celebri la Messa di inizio d’anno per invocare la protezione di Dio e della Madonna su questo importante percorso educativo. Così il vescovo di Pinerolo, mons. Debernardi, domenica 28, ore 17, nella basilica di S. Maurizio, celebrerà l’Eucarestia con questa finalità.
Rivalta: incontri in libreria Dopo la pausa estiva, ripartono gli incontri letterari presso la libreria “La casa dei libri” di via Umberto I. Giovedì 25 alle 21 l’autore Tiziano Fratus presenterà il suo ultimo libro dal titolo “L’Italia è un bosco”. Letture a cura di Maria Teresa Carpegna. L’ingresso è libero.
Corsi in preparazione al matrimonio
La giornalista Costanza Miriano. Famiglie in festa in piazza del Duomo. (Foto Costantino)
Perosa: è mancato don Luigi Zago
Prossimi alla partenza due corsi di preparazione al matrimonio. Per la Val Pellice gli incontri si svolgono presso la parrocchia di Bricherasio, cappella invernale, a partire da martedì 30 settembre (info: don Ferdinando Lanfranchini, 0121 59.133). Venerdì 3 ottobre, ore 20,45, inizia il corso diocesano proposto dall’Ufficio diocesano per la famiglia. Sede degli incontri i locali del seminario (via Trieste 44, Pinerolo). Info ed iscrizioni: Marianna e Walter Gambarotto, 349 318.4290, marimoto@alice.it.
È stata una morte improvvisa, quella di don Luigi Zago, 71 anni, Salesiano, fratello del molto più noto don Pietro Zago, missionario in Pakistan. Don Zago viveva nella comunità Salesiana di Fossano e ha svolto per molti anni l’attività di insegnante. Martedì scorso i suoi confratelli, non vedendolo per nulla, hanno bussato alla sua porta scoprendo così la sua improvvisa morte, probabilmente dovuta ad un infarto. I funerali del sacerdote si sono svolti giovedì a Perosa e la sua salma ora riposa nella tomba di famiglia.
Corso per guide turistiche volontarie L’Uffi cio diocesano per la pastorale del turismo della Diocesi di Pinerolo propone anche quest’anno i corsi per le guide volontarie che intendano accompagnare visitatori interessati a chiese e a beni artistici ecclesiastici. Questo il calendario degli incontri: sabato 27, sabato 4, sabato 18 e sabato 25 ottobre dalle 15 alle 18 e mercoledì 29 ottobre dalle 21 alle 23. La docente sarà, come lo scorso anno, la storica dell’arte Viviana Moretti. Info ed iscrizioni: Silvia Richiardone (333 290.5278), ufficioturismo@ diocesipinerolo.it.
Diversi gli appuntamenti in preparazione dell’evento Del vigonese si parla al Gobetti
I 250 anni della chiesa di Buriasco “Torino Spiritualità” ricorda Consacrata da mons. D’Orliè la terza domenica di ottobre del 1764 don Gianni, prete operaio
Un’epigrafe nel presbiterio della chiesa di S. Michele Arcangelo, chiesa parrocchiale di Buriasco, ricorda che la terza domenica di ottobre del 1764, ovvero giusto 250 anni fa, il primo vescovo di Pinerolo, mons. Giovanni Battista d’Orliè, consacrava questo tempio e l’altare maggiore, costruito dopo l’abbattimento della precedente chiesa, troppo angusta e saccheggiata sul finire del 1600 da bande ugonotte. La comunità parrocchiale e il parroco polacco, don Arek Pietrzak, si sono attivati per ricordare questa significativa data con una serie di iniziative. Il culmine domenica 19, terza di ottobre, quando nel pomeriggio il vescovo di Pinerolo, mons. Debernardi, presiederà l’Eucarestia. Il primo appuntamento è già per sabato 27, ore 18, con la
Messa e l’inaugurazione alle 19 della mostra fotografica, a cura di Aldo Selvello e Adriano Ferrero dal titolo “Frammenti di vita della comunità parrocchiale”. Domenica 28 alle 21, sempre in chiesa, si terrà il concerto di canto gregoriano eseguito dal coro “Cantus ecclesiae”, diretto dal M. Marco Marletti, con la partecipazione dell’organista Walter Gatti. Seguono tre altri incontri. Venerdì 3 ottobre Sonia Damiano, Paolo Cavallo illustreranno le caratteristiche architettoniche, artistiche e l’ottocentesco organo della chiesa. Giovedì 9, don Ermis Segatti parlerà sul tema della Chiesa di ieri, oggi e domani. Venerdì 17 ci sarà la proiezione di “Frammenti di vita della comunità parrocchiale” a cura di Aldo Selvello e Adriano Ferre r. a.
TRE PARROCCHIE FESTEGGIANO DON PAOLO BERTIN
Chiesa parrocchiale di Macello gremita, domenica 21, per festeggiare i 25 anni di ordinazione sacerdotale di don Paolo Bertin, parroco di Baudenasca, Macello e Stella. Nella Messa, concelebrata con il vescovo di Pinerolo mons. Pier Giorgio Debernardi e animata con bravura dalle cantorie delle due parrocchie, le comunità dei tre paesi uniti si sono strette attorno al loro parroco per testimoniargli vicinanza, affetto e riconoscenza. In foto don Paolo Bertin, a destra del vescovo mons. Pier Giorgio Debernardi, insieme al Salesiano don Paolo, che attualmente collabora con don Bertin per la celebrazione delle Messe domenicali.
Relativi al 2010
Scuola di teologia: Oratori: la Regione l’attività riprende ha sbloccato venerdì 26 i contributi In tanti domenica alla “Festa della Famiglia” in piazza S. Donato
Brevi A Pinerolo è aperto il Cafè Alzheimer
A Pinerolo, all’Immacolata
Aimc, partono cinque corsi Aimc, dal 2005 soggetto qualificato con decreto ministeriale per la formazione del personale della scuola, propone per l’anno scolastico 2014–2015 ben cinque corsi di aggiornamento rivolti soprattutto ad insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria. Le iscrizioni ai corsi con il versamento di un contributo di 20 euro, si terranno venerdì 26, ore 17–18 nella sede di via Archibugieri 27 a Pinerolo o telefonando (346 371.5336, 335 617.1638). Questo l’elenco dei corsi: Ottobre: “2000 anni di giochi e giocattoli. Elementi storico didattici delle costanti dell’evoluzione del gioco infantile dalla civiltà romana al XX sec.” Docenti: Emanuela Genre e Cristina Menghini. Novembre: “Cenni storici sull’origine del monachesimo, i benedettini e le presenze monastiche nel Pinerolese”, docente don Giorgio Grietti. Gennaio: “Lei mi insegna…? Ruolo dell’insegnante, aspettative e realtà: riflettere sulle risorse per leggere e gestire le difficoltà”, docente Saura Fornero. Febbraio: “La Chiesa: un popolo di celebranti”, docente don Giorgio Grietti. Aprile: “Parabole e altre storie. La narrazione come risorsa didattica”, docente Anna Peiretti.
Approda nel capoluogo subalpino, nella cornice altisonante di “Torino Spiritualità”, la vocazione di don Gianni Fornero. Il prete operaio vigonese, morto dieci anni fa a 58 anni, è infatti il protagonista del ricordo che gli verrà tributato giovedì 25, alle 21, nel teatro Gobetti di Torino, in via Gioacchino Rossini 8. A parlare di lui, della sua fede militante e della sua disarmante umanità saranno Matilde Caffaro (che ha operato in gruppi giovanili, di adulti e con donne straniere); Silvio Caretto (sacerdote dal 1964, ora parroco a Grosso Canavese e per 25 anni prete operaio); Davide Mattiello (deputato Pd, membro delle Commissioni giustizia e antimafia e presidente della Fondazione Benvenuti in Italia); Massimo Pace (dal 1985 al 1988 responsabile della Gioc torinese); Gabriele Vacis (regista, drammaturgo, tra i creatori del teatro di narrazione, ideatore di “Domande a Dio, domande all’uomo”). Don Gianni Fornero, nato a Vigone il 29 marzo del ‘46 e deceduto il 4 giugno del 2004 a Torino, aveva attraversato con la sua testimonianza sovente scomoda gli anni della contestazione, schierandosi sempre dalla parte degli ultimi e dei più umili. Il suo campo d’azione era stato soprattutto il mondo del lavoro, con la fabbrica in primo piano e con gli operai come interlocutori per lui privilegiati. A cominciare dai più giovani, come dimostra il suo dinamismo nella Gioc.
Aveva lavorato di persona negli stabilimenti della Viberti e della Pininfarina quando ancora era seminarista, e poi all’Ipra. Nel 1994 era stato nominato direttore dell’Ufficio della pastorale del lavoro della Diocesi di Torino. t. r.
Flash “Anima”: nuovo libro di don Segatti Don Ermis Segatti, sacerdote della Diocesi di Torino molto noto anche nel Pinerolese, domenica 28 ore 15, al Circolo dei lettori (via Bogino 9, Torino), nell’ambito della manifestazione “Torino Spiritualità” presenta il suo nuovo libro “Anima, viaggio nell’invisibile dell’uomo” (edizioni Piemme). Dialoga con l’autore Alessandro Zaccuri, giornalista di “Avvenire”.
Giornata ecumenica del creato dagli ortodossi Ad ospitare per la prima volta la Giornata ecumenica per il creato, venerdì 26, ore 20,45, è la parrocchia ortodossa S. Pietro il Grande, la cui chiesa si trova in via Archibugieri a Pinerolo. L’iniziativa è promossa dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, la Chiesa valdese e la comunità ortodossa. L’incontro prevede la celebrazione del Vespro ortodosso seguito da una breve liturgia ecumenica.
La Scuola di teologia al suo 16º anno di attività, diretta dal can. Rino Montagnini, riprende la sua attività venerdì 26. L’iniziativa, sempre al venerdì sera, ore 20,30–22,30, si svolge presso l’istituto M. Immacolata (viale Rimembranza 86, Pinerolo). Si inizia con il corso monografico di Nuovo Testamento sulle due lettere di S. Paolo ai Corinzi. Relatore don Gianluca Carrega, docente di Sacra scrittura presso la Facoltà teologica di Torino. Seguono altri quattro corsi: “Antico Testamento” con don Carlo Cravero, “Teologia spirituale” con don Mario Fissore, “La figura di Gesù nel N.T.” con Maria Rita Marenco e il “Sacramento della Riconciliazione, penitenza e confessione” con don Carlo Collo. I docenti sono tutti particolarmente qualificati e prestano il loro abituale insegnamento presso Facoltà teologiche del Piemonte. L’iscrizione, che può avvenire anche all’inizio del corso, prevede un contributo di 40 euro. Info: 0121 77.192.
La Regione Piemonte ha sbloccato l’erogazione del contributo agli oratori che hanno presentato specifici progetti educativi in base alla legge 26/2002 relativi al 2010, con un taglio del 3,4 per cento rispetto al previsto. La Regione aveva già erogato i contributi relativi al 2011 e 2012 con un taglio del 60 per cento rispetto a quanto prevedeva la legge, mentre erano rimasti bloccati quelli del 2010. Gli oratori e parrocchie che nel 2010 avevano presentato progetti devono ora inviare al più presto l’intestazione del conto e dell’Iban di riferimento a: tesoriere.noitorino@leggeregionaleoratori.it oppure contattare l’Ufficio diocesano di pastorale giovanile che ha coordinato il progetto. Urge inoltre inviare la rendicontazione di progetti relativi all’anno pastorale 2013–14 scaricando dal sito www.leggeregionaleoratori.it la documentazione necessaria, che va compilata e firmata dal legale rappresentante che di solito è il parroco.
DM IN PRATICA
LE REGOLE DEL SUCCESSO RUBATE AI MONACI
Nulla sembra più distante dal mondo degli uffici. Invece la vita monacale è ricca di spunti per la carriera: lo spiegano qui due esperte di ISABELLA COLOMBO scrivile a dminpratica@mondadori.it
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SVEGLIATI PRESTO
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La coach Jaya Row tiene un seminario su manager e monaci proprio in questi giorni a Torino Spiritualità (dal 24 al 28 settembre). Mentre gli incontri sul tema con Sara Hejazi e Maria Chiara Jorda si svolgono tutto l’anno (per info www. torinospiritualita.org).
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PRANZA IN COMPAGNIA
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Giovedì 25 Settembre 2014 Gazzetta del Sud
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Cultura e Spettacoli
«Nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa ed essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo» Aldo Moro A Torino Spiritualità
Conquistare la felicità: il vecchio rovello dell’uomo Zygmut Bauman apre la kermesse dedicata al «cuore intelligente» Luciano Clerico TORINO
Il Mare Nostrum. Renato Guttuso, “Uscita per la pesca”, 1949
Da oggi nel Quartiere fieristico di Messina il “SabirFest”
Mediterraneo, nodo di voci Quattro giorni tra incontri, letture, spettacoli, saperi e sapori Elisabetta Reale MESSINA
Incontri, sguardi, visioni, contaminazioni, progetti comuni per trasformare lingue, religioni, tradizioni differenti in una ricchezza. È un mare fatto di complessità e possibilità il Mediterraneo, luogo di dialogo tra passato e futuro, crocevia di popoli, lo è stato in passato quando, dal Medioevo sino all’Ottocento, la lingua franca “sabir”, nei porti e nelle imbarcazioni, serviva a far comunicare mercanti, pescatori, commercianti, marinai provenienti da vari paesi. E deve tornare a esserlo oggi, non solo mare di naufragi e disperazione, ma luogo da cui partire per valorizzare idee e pensieri, solidarietà e condivisione. Nasce per stimolare nuovi percorsi “SabirFest”, fiera per conversare con autori, curiosare tra i libri, gustare storie, musiche e sapori del Mediterraneo. Da oggi sino a domenica 28, il Quartiere Fieristico di Messina, nelle sale “Vincenzo Consolo”, “Stefano D’Arrigo”, “Goliarda Sapienza”, nello “spazio stretto”, ospiterà autori e lettori, operatori culturali, studenti, per avviare un dialogo multiforme attraverso libri e performance, un programma fitto che prevede anche semi-
nari all’università, conversazioni, laboratori e coinvolgerà ospiti di diverse nazionalità per “pensare al futuro” insieme. Questo il leitmotiv del festival, che vuole rispondere all’esigenza di costruire e moltiplicare non solo occasioni d’incontro tra libri e lettori, ma soprattutto occasioni per vivere la cultura come pratica di cittadinanza attiva. Il comitato promotore è formato da Sabir, Mesogea, Poeple in the move e Horcynus Orca, importanti collaborazioni con la rete di drammaturgia contemporanea siciliana Latitudini, Naxoslegge – i due festival si sono incontrati ieri per discutere di Mediterraneo – Horcynus festival, associazione musicale Etnea, Cospe, patrocinio di Università, Confindustria, Comune, Centro per il libro e la lettura, e poi sponsor privati e tecnici a supporto di un evento che mira a crescere e divenire punto di riferimento nel dialogo tra temi e racconti mediterranei. Ma che già
Un luogo di dialogo tra passato e futuro, crocevia di popoli, mare di complessità e di possibilità
per questa prima edizione può vantare numeri importanti, circa 40 case editrici, alcune grandi che non hanno voluto far mancare la loro presenza e molte realtà indipendenti del settore, con una presenza anche dal Marocco, per cominciare a tessere quelle reti e relazioni indispensabili per costruire un futuro di speranza, e ancora più di 60 ospiti per altrettanti eventi, e tanti giovani volontari che hanno sposato l’iniziativa dando il loro fattivo contributo. Quattro sezioni: “SabirFestival”, incontri e conversazioni tra autori e lettori e ancora laboratori per i più giovani; “Sabirfestivaluniversità”, con due approfondimen-
Maria Attanasio. Scrittrice e poetessa di Caltagirone
ti, previsti oggi al dipartimento di Scienze cognitive, dove si discuterà di Mediterraneo in versi e prosa, e domani, a Civiltà antiche e moderne e Scienze umane e sociali, per guardare alla storia e alla letteratura e al Mediterraneo dopo la primavera araba; “SabirLibri”, vivace mostra-mercato, libreria protesa sullo Stretto per curiosare in una piazza di libri; “SabirSuq”, un percorso tra odori, sapori, prodotti e tradizioni del Mediterraneo. Spazio inoltre a “SabirMaydan”, ovvero “piazza” dove discutere, un forum sulla cittadina mediterranea a cura del Cospe, che per tutta la giornata di domenica 28 promuoverà un confronto tra personaggi e movimenti dai territori di un Mediterraneo alla ricerca di diritti civili e opportunità di riscatto, sezione dedicata al gesuita padre Paolo Dall’Oglio e al blogger egiziano Alaa Abdelfattah, possibile grazie soprattutto a una campagna di crowdfunding con Produzione dal Basso e Banca Etica. Si comincia oggi, alle 10.45, con la poetessa siciliana Maria Attanasio che incontrerà gli studenti del liceo artistico “Basile”; alle 17, per la sezione “futuro prossimo”, dibattito sulle biblioteche; per “storie ad alta voce” per-
I ministri Ue della Cultura tutti d’accordo
Regole comuni su copyright e web Hanno messo a punto le indicazioni per la riunione del 25 novembre Andrea Miciulla TORINO
La Cultura non è solo elemento identitario dell’Europa. Può e deve diventare fattore di crescita e sviluppo. È tempo che l’Europa faccia propria questa convinzione condivisa dai singoli Paesi e si doti di regole comuni, a cominciare da quelle riguardanti il digitale, il copyright, l’accesso al web. Questa la conclusione
a cui sono unanimemente giunti il 28 ministri della Cultura europei riuniti alla Reggia della Venaria per mettere a punto le indicazioni di massima da portare alla prossima riunione formale a Bruxelles, in programma il 25 novembre. «I ministri convenuti qui oggi - ha detto il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini seppur con sfumature diverse convengono su questo punto: la cultura deve diventare tema centrale per l’Europa. Per due motivi: perché è elemento identitario del concetto stesso di Eu-
ropa; e perché è, per tutti, fattore strategico di sviluppo. Tutti i Governi nazionali devono acquisire la consapevolezza che gli investimenti in cultura sono investimenti per la crescita». Questa consapevolezza deve essere tradotta in una serie di regole comuni, alcune delle quali non sono più rimandabili: «Mi riferisco, per esempio - ha precisato Franceschini - al web. Viviamo nell’era del digitale. Servono regole nuove e condivise per quanto riguarda il diritto d’autore, l’accesso a internet e più in generale le pubblicazioni
digitali. Il tema andrebbe affrontato a livello globale, cominciamo a farlo almeno a livello europeo». Una questione d’identità Che la Cultura sia tema centrale per l’Europa è «convinzione assoluta e condivisa» sia della presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, Silvia Costa, sia del Commissario Cultura Ue, la greca Andreulla Vassiliou. «Torino da questo punto di vista è un esempio emblematico dell’opportunità che l’Europa ha davanti a sé - ha sot-
formance, alle 21, dell’attore palermitano Luigi Lo Cascio che leggerà “Acqualadrone” di Eugenio Vitarelli, mentre a seguire, Savi Manna, con “Turi marionetta”, proporrà un tuffo nel mondo dei pupi della scuola catanese. Studenti protagonisti Domani saranno gli studenti protagonisti degli incontri mattutini denominati “colpi di fulmine”, con Antonella Agnoli, Igiaba Scego, Shady Hamady; nel pomeriggio approfondimenti dedicati a Siria con Farouk Mardam Bey e Shady Hamady, per andare aldilà delle rovine e alla Palestina, per discutere di “Una trilogia palestinese” di Mahmoud Darwish e “Gerusalemme senza Dio” di Paola Caridi, che interverrà assieme a Elisabetta Bartuli e Farouk Mardam Bey. In serata le note di “Quasimodale”, progetto a cura di Querelle con Rosalba Lazzarotto, Giancarlo Mazzù, Luciano Troja, ed il concerto dei fratelli Mancuso chiuderanno la serata. Tanti gli ospiti della quattro giorni, tra perfomance che vedranno protagonisti tra gli altri l’attore e autore palermitano Vincenzo Pirrotta, Lia Careddu e Marcello Fois, per una pagina dedicata alla Sardegna. 3
tolineato Vassiliou - . È tempo di rivedere le politiche comuni in vista delle strategie da mettere a punto per Europa 20/20. L’identità europea passa da lì, dalla cultura. E Torino ne è la prova: oggi la gente non viene più a Torino per la Fiat, ma per l’offerta culturale di questa città». Piero Fassino, da sempre convinto assertore di questa linea politica, ha ringraziato così: «Perché organizzare un vertice così a Torino e non a Roma, Firenze, Venezia? Perché i ministri Ue della Cultura hanno voluto dare con questa scelta una indicazione precisa: Torino è emblematica del cambiamento. Continua ad avere le sue radici industriali, ma oggi è percepita come città capace di una grande offerta culturale». 3
La felicità può essere conquistata. Parola di Bertrand Russell. Il grande filosofo gallese dedicò a questo tema una delle sue opere più conosciute, “La Conquista della felicità”. Torino Spiritualità, il festival (unico nel suo genere) che Torino dedica ormai da dieci anni al pensiero, ha deciso di cominciare la sua decima edizione proprio partendo dalla riflessione di Russell, e da quella del filosofo polacco Zygmut Bauman, a cui si deve la folgorante intuizione-definizione di «modernità liquida». Bauman apre il festival, dedicato quest’anno al tema «Il Cuore Intelligente», con una lectio volta a rispondere alla domanda più antica: «Perché c’è qualcosa invece di niente?». Bauman parte dalla pagine del suo libro “Su Dio e sull’Uomo” per riflettere sulla «domanda delle domande». «Da quando l’uomo esiste, si è posto sempre questa domanda, senza peraltro mai arrivare ad una risposta scientifica - è la riflessione di Bauman -. La risposta non può che essere, per l’uomo, un atto di fede. Perché?». Perché è nello specifico dell’essere umano, unica specie sulla Terra dotata di memoria e dunque di intelligenza, interrogarsi sulle origini della vita. Sono gli stessi interrogativi che hanno portato Bertrand Russell a chiedersi se la felicità possa essere «oggetto di conquista». La sua conclusione è «sì, la felicità può essere conquistata». Torino Spiritualità ha affidato alla capacità espressiva di Toni Servillo il
compito di portare al pubblico le riflessioni di Russell. Sul palco del Regio il reading tratto dall’opera di Russell si trasforma in spettacolo: Servillo legge Russell, riuscendo a dare al testo l’espressività di una pagina di teatro, mentre sullo stesso palco il pianista Roberto Prosseda esegue musiche di Schumann, «le più adatte per un reading di questo genere» spiega la regista Roberta Lena. La lettura ripercorre quelle che Russell ritiene essere le cause dell’infelicità umana: la fatica, l’invidia, la noia, il senso di colpa, la competizione, le manie di persecuzione. Ma è nel potere di ogni persona individuarli e ridimensionarli, annullarli in termini laici, senza fare ricorso alla via religiosa. Questa, per Russell, la Conquista della felicità. 3
Toni Servillo porta sul palcoscenico tra parola e musica le riflessioni di Bertrand Russell
La “modernità liquida”. Il sociologo Zygmut Bauman
Christopher Hogwood
Morto “il von Karajan della musica antica” Il clavicembalista e direttore d’orchestra britannico aveva 73 anni ROMA
tica per Decca. È stato interprete, come solista, di una vastissima mole di musiche per clavicembalo. Come musicologo ha pubblicato edizione critiche e saggi di musica dal sedicesimo al ventesimo secolo. Il musicista, malgrado la malattia che lo aveva colpito, era tuttora in piena attività e aveva una quantità di progetti. In un prossimo futuro aveva programmato collaborazioni anche con l’Orchestra della Rai di Torino e con il Maggio musicale fiorentino. Uno dei suoi ultimi impegni lo aveva visto nell’elaborazione dell’edizione critica dell’Opera Omnia di Francesco Geminiani per le edizioni Orpheus di Bologna. 3
È morto ieri a Cambridge il maestro britannico Christopher Hogwood. Lo ha riferito ieri il sito personale del direttore d’orchestra e celebre clavicembalista. «Al termine di una lunga malattia – si legge sulla pagina web – Christopher se n’è andato serenamente, quindici giorni dopo il suo 73mo compleanno. Si è spento nella sua casa a Cambridge, e intorno a sé aveva la propria famiglia». Noto anche come il “von Karajan della musica antica”, per le sue esecuzioni specialmente di musica barocca, Hogwood aveva una passione anche per Carl Philipp Emanuel Bach (figlio del grande Johan Sebastian) e per Georg Friedrich Haendel e la scuola neoclassica (Stravinsky, Britten, Copland). La sua discografia, che include le interpretazioni di tutte le sinfonie di Mozart e Beethoven, annovera ben duecento registrazioni Christopher Hogwood. È con l’Accademia di arte an- morto ieri a Cambridge
LA LA STAMPA STAMPA QUOTIDIANO FONDATO NEL QUOTIDIANO NEL 1867 1867
GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2014 & ANNO 148 N. 263 & 1,50
IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO
Yara, nei giorni del delitto
Da domani fino a gennaio
Serie A, la Roma non molla
I tabulati telefonici smontano il «rapporto idilliaco» tra i due: neanche un sms in due settimane Grazia Longo A PAGINA 16
Una mostra-evento al Museo dell’Ara Pacis a dieci anni dalla morte del grande fotografo Rocco Moliterni ALLE PAGINE 28 E 29
I bianconeri travolgono il Cesena (3-0) mentre i giallorossi passano nel finale a Parma. Colpo dei granata a Cagliari
Ilgrandefreddo traBossettielamoglie
A Roma tutto Cartier-Bresson
Juve, ci pensa Vidal Toro, prima vittoria
DA PAGINA 33 A PAGINA 37
Renzi a New York: la riforma non è rinviabile. Marchionne: il premier ha grande coraggio, va sostenuto
Articolo 18, la Cgil apre
Camusso: trattiamo su quanti anni sospenderlo, poi però serve EUROPARLAMENTO
NON È L’assenteismo UN PAESE parla italiano
PER GIOVANI ELISABETTA GUALMINI
L’
Italia non riesce a fare cose per i giovani. È un paese vecchio, fatto per i vecchi, e si compiace di esserlo. Il surreale dibattito sull’articolo 18 che si presenta puntuale ad ogni cambio di governo ne è l’ennesima dimostrazione. Sì certo, l’articolo 18 è già stato modificato due anni fa, e non saranno né la sua conservazione né il suo superamento (da soli) a spingere magicamente verso l’alto il tasso di occupazione italiano. Ma se la sua rimodulazione avviene dentro a una più ampia ipotesi di riforma che aumenti le probabilità di nuove assunzioni e ampli le tutele per la galassia da anni in espansione dei lavoratori precari, in gran parte giovani, non ci si può limitare a dire che i problemi sono «ben altri» o storcere il naso. Non si capisce perché dovremmo appassionarci vedendo erigere le solite barricate, da parte di chi protegge i già protetti. Le riforme si fanno spesso grazie a compromessi tra le parti interessate. Il contratto a tutele crescenti che prevede maggiore flessibilità all’inizio della vita lavorativa (la sospensione dell’art. 18, esattamente come in Danimarca) in cambio di tutele che crescono nel tempo è una buona mediazione tra esigenze dei lavoratori e dell’impresa. CONTINUA A PAGINA 27
Solo 13 votazioni su 82 per Fitto,Toti, Salvini e Cesa Marco Zatterin A PAGINA 11
Sulla riforma del lavoro arriva un’apertura della leader Cgil, Camusso: ci sto a discutere i tempi, capisco ci sia una stagione in cui l’articolo 18 non vale. E Renzi, a New York, ribadisce: sul Jobs Act non si può rinviare. L’ad di Fca, Marchionne: l’Italia lasci lavorare il premier.
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Bertini, Giovannini, Mastrolilli e Sorgi ALLE PAGINE 6 E 7
F35, passa la mozione Pd La flotta sarà dimezzata
C’è la conferma del governo: 45/50 aerei anziché i 90 preventivati Francesco Grignetti A PAGINA 9
La morte di un ostaggio qualunque
Condannato per abuso d’ufficio
Intercettazioni illegali 15 mesi a De Magistris GUIDO RUOTOLO
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u questo giornale, il 4 ottobre del 2007, a svelare l’esistenza di un immenso archivio di utenze telefoniche, tabulati, anagrafici, insomma dati sui titolari dei cellulari di mezza Italia che contava. Si ipotizzavano migliaia di utenze, in realtà ne furono accertate oltre tredici milioni. Ministri, sottosegretari, parlamentari, ufficiali degli apparati di sicurezza, magistrati. CONTINUA A PAGINA 17
Wesolowski accusato di pedofilia
L’ex nunzio arrestato perché poteva fuggire Rischia 7 anni di carcere L’ex ambasciatore papale nella Repubblica Dominicana, Josef Wesolowski, è accusato di aver pagato sette bambini per prestazioni sessuali e di averli filmati. L’arresto di martedì scorso in Vaticano da parte della Gendarmeria è stato deciso perché c’era il pericolo che potesse fuggire e inquinare le prove. «Finora la Chiesa giudicava il delitto di pedofilia non dal punto di vista criminale ma disciplinare. L’arresto è una forte e inequivocabile scelta politica di Francesco» dice il cardinale Velasio De Paolis, membro della Cassazione vaticana. L’ex nunzio rischia una condanna fino a 7 anni, fatte salve le aggravanti. Galeazzi e Tornielli ALLE PAGINE 12 E 13
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LE IDEE
Perché domandare significa vivere ENZO BIANCHI
I FACEBOOK/ANSA
Hervé Gourdel era stato rapito domenica dai fondamentalisti islamici sulle montagne algerine Levi, Quirico, Semprini e Stabile DA PAGINA 2 A PAGINA 5
MASSIMO GRAMELLINI u Stavolta
9 771122 176003
ALLA CAMERA
L’ISIS DECAPITA LA GUIDA ALPINA FRANCESE. OBAMA ALL’ONU: GUERRA AI TERRORISTI NON ALL’ISLAM
Buongiorno 40925
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non hanno tagliato la testa a un soldato, a un giornalista o a un volontario: qualcuno che avesse a che fare con la guerra. Stavolta, e per la prima volta, a venire macellato come simbolo dell’Occidente è una persona che passava di lì per motivi suoi. Hervé Pierre Gourdel era un alpinista e fotografo di paesaggi: stava facendo trekking sui monti d’Algeria. I masnadieri lo hanno localizzato, sequestrato e giustiziato nel giro di quarantott’ore, non prima di averlo costretto al rito surreale e stalinista dell’autoaccusa. Nel video si vede un uomo con i capelli bianchi - un nonno giovane o un
La ghigliottina padre vecchio - in ginocchio davanti alla telecamera mentre ripete a pappagallo delle frasi contro Hollande. E appena la sua voce ha un sussulto di esitazione, il miliziano gli avvicina il fucile alla testa per fargli paura. Si percepisce il senso di straniamento, la totale incoerenza tra il contesto dell’azione e il personaggio principale: a tutti gli effetti un turista. E anche se né a me né a voi verrebbe mai in mente di scalare montagne infestate da tagliagole, è impossibile non avvertire la sensazione che al suo posto avrebbe potuto esserci uno di noi.
n noi, umani, abitano molte domande, cioè sentiamo una pulsione a conoscere, a sapere, a comunicare, che ci spinge a porre domande. È significativo che i bambini, non più infanti, pongano continuamente domande, per conoscere il mondo in cui sono giunti. I genitori lo sanno bene: più domande che affermazioni... L’umano è un essere che interroga e si interroga, quindi cerca una risposta. CONTINUA A PAGINA 27
LA STAMPA
GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2014
Lettere e Commenti .27
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PERCHÉ DOMANDARE SIGNIFICA VIVERE ENZO BIANCHI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
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ELISABETTA GUALMINI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
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ovrebbe sostituire la lotteria delle controversie davanti ai giudici con vincoli stringenti ad assumere con contratti a tempo indeterminato, disincentivi economici a licenziare per gli imprenditori, risorse a vantaggio del lavoratore per l’eventuale ricerca di una nuova occupazione. Se questo compromesso serve a dimostrare all’Europa e agli investitori che le riforme si fanno, che il paese non è bloccato, che non è in mano ai conservatorismi, se serve a dare qualche garanzia in più a chi veleggia angosciato tra contratti intermittenti che ammazzano qualsiasi prospettiva di futuro, è bene andare avanti. Come ha peraltro suggerito – unico «giovane» tra vecchi e giovani-vecchi – il Capo dello Stato. Non c’è dubbio che i giovani abbiano pagato più di tutti per la crisi degli ultimi 10 anni. Tra loro il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato (dal 17% nel 2004 al 45% del 2014). I giovani e le molte donne senza un’occupazione stabile non sanno nemmeno cosa sia l’articolo 18, né gli passa per la mente di iscriversi al sindacato. Presumo assistano comprensibilmente disillusi all’arzigogolata discussione tra legulei sulle conseguenze e le virtù di uno «Statuto» pensato alla fine degli Anni Sessanta con l’intenzione di trasferire nel settore privato il modello (di allora) del «posto fisso» nel settore pubblico. Per loro sono discorsi che arrivano da un’altra epoca, scritti in caratteri sconosciuti. Indecifrabili. Insomma, di cosa stiamo parlando? Della nostalgia per un mondo che non c’è più? Una riforma per i nuovi-assunti può essere una risposta se tuttavia si verificano due condizioni. Primo se si vuole andare fino in fondo il contratto a tutele crescenti dovrebbe assorbire un bel po’ di contratti atipici, in modo da vincolare gli imprenditori ad assumere con il nuovo contratto a tempo indeterminato abbandonando via via tutte le forme di maggiore precariz-
Illustrazione di Irene Bedino
NON È UN PAESE PER GIOVANI zazione (false collaborazioni e partite Iva, lavoro accessorio, etc.). La sfida più grossa infatti nel nostro paese è quella di stabilizzare le carriere lavorative, essendo ampiamente dimostrato che chi entra nel mercato del lavoro con il piede sbagliato, e cioè con contratti non standard, ha davanti a sé un percorso di lavoro decisamente accidentato, da cui è difficile divincolarsi. Secondo, occorre giocare a carte scoperte sul tema delle risorse. A quali categorie verranno estesi gli ammortizzatori, al posto di quali indennità e con quali costi? Questo va chiarito prima e non dopo la riforma. L’erogazione universale dei sussidi non sembra verosimile in un contesto di
risorse scarse. Non si può sentir dire dentro allo stesso partito che la riforma costa 2 miliardi, poi 10 e poi 20. La vaghezza con cui si parla della sostenibilità tecnica della riforma è sconcertante. E soprattutto da dove verranno le risorse? Chi se ne occupa e ce lo spiega? Aspettiamo risposte robuste. Gli slogan, le stilettate e gli attacchi alle tartine hanno francamente stufato. E se poi si riesce a rendere l’ambiente del mercato del lavoro meno ingessato e a offrire qualche brandello di protezione in più a chi non ne ha, è già molto. Per evitare che l’Italia continui a essere un bellissimo paese. Ma solo per i vecchi. twitter@gualminielisa
UNIVERSITÀ E CLASSIFICHE UN’OPERAZIONE DI MARKETING PAOLO BERTINETTI*
C
aro direttore, le classifiche delle università sono basate sul modello delle università anglosassoni. In alcune di queste classifiche, un’eccellente università, che ha ottimi professori, ma che non ha molti alloggi, palestre, bar e giardini (rilevanti per un campus universitario, dove lo studente vive per quasi tutto l’anno, diversamente da quanto avviene da noi), non è quindi collocata ai primi posti. La nuova classifica stilata dall’Università Jiao Tong di Shanghai è stata pubblicata di recente con grande risalto sui giornali italiani. In realtà quella classifica mette in ordine, in base a criteri «americani» (anche se non di tipo logistico), quelle che considera le prime 100 università del mondo. Delle prime venti le americane sono 16, tre le inglesi e una è svizzera. Delle restanti ottanta, 34 sono americane. Negli Stati
Uniti ci sono molte ottime università. Sicuramente non in questa proporzione. Poi Shanghai mette in fila le università che vanno fino al 150° posto. Dopo quelle che vanno dal 150° al 200°. Ma non in ordine di merito, bensì tutte insieme e in ordine alfabetico. Per cui, a differenza di quanto si è letto in Italia, Bologna non è al 151° posto. O meglio lo è come le altre cinque citate: Milano, Padova, Pisa, Roma Sapienza e Torino. In rigoroso ordine alfabetico. Anche l’Università di Torino è messa al pari delle altre cinque, ma, curiosamente, negli elenchi riportati dai media italiani non compariva. Se poi uno va a vedere la colonna dei punteggi (riferiti a sei voci diverse, di cui almeno due discutibilissime) vede che probabilmente in testa c’è Roma, di poco avanti a Torino, Milano e Pisa. Questo secondo Shanghai. Diversamente secondo altre classifiche. Diversamente ancora secondo il nostro ministero. (E in base ai calcoli di quest’ultimo, hanno annun-
ciato gli ultimi tre governi, certe università dovrebbero avere più fondi e altre meno?). Agli Atenei queste classifiche internazionali piacciono molto, in particolare quando si ritrovano in alto. In realtà si tratta di graduatorie assolutamente non scientifiche, il cui scopo è quello di influenzare l’opinione di studenti e genitori (una vera operazione di marketing) su quali siano le migliori istituzioni universitarie del mondo. Da parte di alcuni ambienti universitari francesi è stata avanzata un’eccellente proposta su come regolarsi: meglio astenersi, non accettare il gioco delle classifiche. Vuoi perché non ce n’è bisogno per sapere se un’Università è buona o no. Vuoi perché una buona università può avere un settore (proprio là dove mi voglio iscrivere) che tanto buono non è. E viceversa. *Professore ordinario di Letteratura Inglese. Dip. Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino
a le domande sono molto più decisive delle possibili risposte, che non sempre emergono per soddisfarle. Se Platone faceva dire a Socrate che «il più grande bene dell’uomo è interrogarsi su se stesso, e indegna di essere vissuta è una vita senza tale attività (Apologia di Socrate 38A), potremmo estendere questa considerazione a tutte le domande fondamentali che riguardano la condizione umana. Rainer Maria Rilke, non ancora trentenne, scriveva il 6 luglio 1903 in una splendida lettera al giovane poeta Franz Kappus: Caro signore, Lei è così giovane, e si trova così al di qua di ogni inizio, e io vorrei, meglio che posso, caro amico, pregarLa di avere pazienza con tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di tentare di amare le domande stesse, come se fossero delle stanze chiuse a chiare, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non ricerchi ora le risposte che non possono esserLe date, perché non sarebbe in grado di viverle... Ora viva le domande. Forse, così, un giorno lontano, a poco a poco, senza accorgersene, si troverà a vivere la risposta... Il nostro compito è difficile, ma quasi tutto ciò che è serio è difficile, e tutto è serio. Rilke dà come consiglio al giovane di amare le domande - oserei specificare - più che le risposte, perché a volte le risposte non ci sono o non sappiamo trovarle, ma le domande sorgono, ci abitano , ci muovono, ci fanno cercare. E ci sono domande che ci vengono rivolte dagli altri, dall’Altro, che noi possiamo ascoltare o, al contrario, uomo o donna, che ci porge il suo volto. Il volto, che nella specie umana è unico, è distintivo della persona, e che i nostri occhi vedono, incontrano, leggono, conoscono o riconoscono, è una domanda, come sapeva sottolineare con maestria Emmanuel Lévinas. Permettetemi qui di ricordarvi anche un altro grande autore, per me un vero maestro: Edmond Jabès, che non a caso ha scritto Le Livre des Questions (1963), Il libro delle domande, nel quale questo intellettuale ebreo pone domande e cerca di rispondervi, ma solo attraverso frasi brevi, sintetiche, quasi degli aforismi, in modo che la domanda resti aperta, risuoni ancora e ancora... Sì, il nostro cuore umano è abitato da domande: da dove vengo? Dove vado? Chi sono io? Ciò che mi circonda è reale? E tra tutte le domande, la più grave: perché la morte mi attende? E’ dal profondo, dall’intimo di noi stessi, da quell’organo immaginario e simbolico che chiamiamo «cuore», senza ben sapere dove collocarlo, che emergono pensieri buoni e pensieri malvagi, da cui procedono i desideri, il volere, l’operare. C’è un’affermazione del profeta Geremia che mi ha sempre intrigato: «Il cuore dell’uomo è complicato e malato; chi lo può conoscere?» (Ger 17,9). La fonte delle nostre domande è complicata e malata, perché veniamo al mondo da un uomo e da una donna che già hanno conosciuto complicazione e malattia, e nessuno di noi nasce «senza bagagli»... La nostra esistenza è tributaria verso la nostra radice, verso chi ci ha preceduto e ci ha generato, ed è plasmata anche dalla nostra storia, dal nostro vivere in un tempo e in un luogo precisi. Le domande, dunque, generano un humus complesso e diverso per ciascuno di noi, ed è in questo terreno che la nostra personale volontà può decidere il bene e il
male, può discernere le domande e scegliere se impegnarsi in una risposta o lasciarle cadere. Il nostro cammino di umanizzazione dipende innanzitutto da questo personale discernimento, dal nostro impegno nel vivere in una logica di bene comune e di resistenza alla philautía, all’amore di sé, all’egoismo di chi vive senza gli altri o addirittura contro gli altri. Le domande che abitano in noi determinano dunque la qualità della nostra vita e della nostra convivenza. Ricordavo prima le domande che ogni essere umano degno di questo nome si pone, ben espresse dallo «gnostico» Teodoro alla metà del II sec. d.C.: «Chi sono io? Da dove vengo? Dove vado? A chi appartengo? Da cosa posso essere salvato?» (cf. Clemente Alessandrino, Estratti da Teodoto 78; PG 9,696). Anche nella Bibbia sono testimoniate domande, sia rivolte a Dio dall’uomo sia all’uomo da Dio. In questo dialogo tra l’uomo e l’Altro – che chiamiamo Dio –, in questa relazione che dall’inizio dell’umanità continua nella storia, vi sono molte domande. Va riconosciuto che le domande dell’uomo si riducono, pur nelle loro diverse espressioni, a una sola: «Ci darai la salvezza, ci libererai dalla morte, o Dio?». Le domande che Dio fa all’uomo, invece, sono diverse. La prima è quella testimoniata nel libro della Genesi, dove Dio cerca l’uomo che si è allontanato da lui, e lo chiama: «Adamo, dove sei? Terrestre, umano, adam tratto dalla adamah, dove sei?» (Gen 2,9). Domanda che interpella l’uomo in tutti i tempi e in tutte le generazioni: dove sei? Che significa: a che punto del cammino di umanizzazione ti trovi? Sei un uomo che ogni giorno vince l’animalità che ti abita, oppure sei su un cammino di barbarie, di disumanizzazione, di bestialità? O ancora, citando il commento di Martin Buber in quel vero e proprio gioiello che è Il cammino dell’uomo: «Dove sei nel tuo mondo? Dei giorni e degli anni a te assegnati ne sono già trascorsi...: nel frattempo tu fin dove sei arrivato nel tuo mondo?» (Qiqajon, Magnano 1990, p. 18). Creando l’uomo, Dio aveva detto: «Facciamo l’uomo» (Gen 1,26), dove il «noi» – dicono i rabbini – significa che Dio e l’uomo insieme devono fare l'uomo, perché l’uomo si fa più uomo solo con l’aiuto dell’altro, e dell’Altro con la «a» maiuscola, Dio. Qui mi preme in modo bruciante dire una parola franca e necessaria. Quando, a proposito di Auschwitz, di Dachau, dei gulag, o del massacro delle minoranze etniche e religiose in Iraq o in Siria da parte degli jihadisti, sentiamo porre la domanda: «Dov’era, dov’è Dio?», dovremmo provare vergogna e chiederci invece: «Dov’era, dov’è l’uomo? Dov’era, dov’è la nostra umanità?», senza imputare a Dio ciò che Dio stesso aborrisce! Un’altra domanda posta da Dio – attenzione, non all’inizio cronologico della storia, ma all’inizio di ogni vita umana responsabile – è: «Dov’è Abele, tuo fratello?» (Gen 4,9). Dopo la domanda al tu che riguarda ogni umano, dunque ognuno di noi, se stesso, vi è la domanda che concerne l’altro, gli altri, quelli legati a ciascuno di noi dal vincolo della fraternità. «Dov’è Abele, tuo fratello?», significa: «Che rapporto hai con l’altro uomo? Che responsabilità senti verso di lui? Che cura ne hai? Oppure lo neghi, dunque lo misconosci, lo uccidi?». Anche questa è una domanda inesauribile, che ogni giorno si rinnova per ciascuno di noi. Pubblichiamo una parte della «Lectio magistralis» che il priore di Bose terrà oggi al teatro Carignano nell’ambito di «Torino Spiritualità 2014».
Impara a gestire gli imprevisti
ci rivela se siamo portati per lo sport, perché è in grado di dire come sono i nostri muscoli e se siamo coordinati oppure no. Per quanto mi riguarda, non ho ricevuto notizie negative: sono stata tranquillizzata sulle malattie più gravi. E poi, mi è stato confermato che tendo a ingrassare e che sono di origini nordiche.
di Barbara Gabbrielli con la consulenza di Andrea Biasci, coach e allenatore mentale (www.andreabiasci.com)
Un'arma per il futuro
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Questo esame, però, non è finalizzato solo a fare conoscere alle persone il proprio patrimonio genetico, con tutto quello che comporta. Mira, infatti, soprattutto ad aiutare la medicina, in modo da renderla sempre più "su misura" del paziente. Grazie all'analisi della sequenza del Dna, infatti, in futuro potrebbe essere possibile non solo individuare le malattie con maggiore tempestività (addirittura prima che si manifestino i sintomi), ma anche personalizzare le terapie ed evitare gli effetti collaterali, somministrando ai pazienti i farmaci più efficaci sulla base delle loro caratteristiche genetiche». •
un'amica ci scrive VORREI SAPERE SE AVRÒ UN TUMORE Ho 45 anni e sono stata spesso tentata di fare il test del Dna, perché mia madre e mio padre sono entrambi morti a causa di un tumore al fegato e ho paura di ammalarmi anch 'io. Elsa Ferreri (via e-mail)
Di fronte a un evento inaspettato, bello o brutto che sia, può capitare di andare nel panico. Ecco perché succede e come affrontare la situazione nel migliore dei modi
li imprevisti fanno parte della nostra vita. Lo sappiamo tutti e, proprio in questi giorni, il tema viene affrontato al festival Torino Spiritualità, con l'intervento delfilosofoDuccio Demetrio: "Abituarsi all'inatteso". Il suo consiglio è quello di registrare gli eventi e prenderne consapevolezza attraverso la scrittura. Tenere un diario è terapeutico, ma prima cerchiamo di capire perché i cambiamenti ci spaventano e come fronteggiarli.
Il ruolo importante delle abitudini Potrà sembrarti strano, ma tutti noi siamo fatti di pensieri e azioni abbastanza ripetitivi, che danno sicurezza. Al contrario, tutto ciò che è inatteso, non importa se negativo o positivo, è destabilizzante perché incide sulle nostre certezze. Non servono grandi eventi, bastano piccole cose. Per esempio, un attimo di disattenzione e il tuo caffè della mattina si rovescia sulla camicetta che hai appena indossato per andare a lavoro. Ecco un banalissimo imprevisto che produce una sorta di shock, perché interrompe la tua routine mentale. E scatena una serie di sgradevoli effetti collatera-
li: dimentichi il telefono in macchina, arrivi arrabbiata in ufficio... La stessa cosa, in un certo senso, accade se l'imprevisto è positivo. Ricevi una promozione che non ti aspettavi e questo genera in te sensazioni che fatichi a gestire: in preda all'entusiasmo, finisci per fare qualche gaffe.
Fermati un attimo
respirazione, che influenza sempre i pensieri. Inoltre, puoi fare un esercizio: chiudi gli occhi e ripensa a un momento in cui ti sei sentita particolarmente serena. Quale profumo respiravi in quel frangente? E quale musica ascoltavi? Rivivendo le sensazioni di quell'istante piacevole, ritroverai poco a poco la tranquillità.
Così ti rimetti in pista
Quando raggiungi un po' di calma puoi analizzare l'imprevisto. Chiediti che impatto sta avendo su di te la novità. La calma ti aiuta a reagire in un modo meno istintivo e permette di entrare in contatto con le tue emozioni, cambiare approccio e punto di vista. Così gli imprevisti cessano di essere ostacoli che minano Dal 27 settembre, la serenità.» la Scuola Adleriana
Memo
Davanti a un incidente di percorso, di di Psicologia organizza solito si è tre incontri gratuiti sulla psicologia. portati a reaPer i n f o , vsvwv. gire subito. Sei scuolaadleriana. coinvolta in una lite, vieni tamponata in macchina, perdi le chiavi di casa? Forse la rabbia ti travolge. Sarebbe meglio, invece, prendere tempo, fare sbollire l'emozione e poi trovare il modo migliore per affrontare il problema. Più in generale, la cosa fondamentale da fare è rientrare nel tuo "stato funzionale", cioè in quella condizione psicofisica in cui sei al tuo meglio.
L'esercizio da provare subito Per fare questo è importante fermarsi, se possibile fare passare un po' di tempo e tenere sotto controllo la
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62 .In città
STAMPA .LA GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2014
La Grande Guerra vista dalle donne
La fotografia e l’arte di Lo Schiavo
L’epopea valdese
Uno sguardo al femminile sulle «ore lunghe» della Grande Guerra. È concepito così lo spettacolo «Cara moglie che tu non mi senti» di Progetto Cantoregi, in scena alle 20,30 all’Astra (via Pilo 6) per il festival «Il Sacro attraverso l’Ordinario».
Si inaugura alle 18,30, al Burning Giraffe Art Gallery di via Bava 8/a (ingresso gratuito, tel: 347/797.57.04), la personale dell’artista di Vibo Valentia Giuseppe Lo Schiavo, dal titolo «Beyond Reality. Beyond Photography».
Alle 21, al teatro Agnelli (via Paolo Sarpi 111, tel: 011/304.28.08), Assemblea Teatro, in collaborazione con la Tavola Valdese, propone «Fuochi», spettacolo di Marina Jarre e Renzo Sicco, dedicato alla drammatica epopea valdese.
Fonderie Limone
Il trucco del trucco dell’Opera di Pechino Fa tappa oggi a Torino «La Cina dipinta», lo spettacolo itinerante dell’Opera di Pechino portato in città dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi. A mezzogiorno nel cortile del Rettorato di via Po 17 s’inaugura una mostra sulla simbologia dei costumi, il significato dei colori del trucco e le caratteristiche della musica di questo particolare genere teatrale L’Opera di Pechino che unisce canto, recitazione, danza e acrobazie. Alle 20 alle Fonderie Limone di Moncalieri andrà in scena la performance che racchiude una selezione delle arie più celebri del repertorio dell’Opera di Pechino. E prima della rappresentazione, dalle 19, sarà possibile assistere al trucco: operazione estremamente delicata e complessa che ciascun attore deve apprendere e realizzare da solo, come parte imprescindibile del suo ruolo a teatro. L’ingresso è gratuito, su prenotazione allo 011/67.03.913 (ore 14,30-18). L’approfondimento proseguirà domani nell’ambito della Giornata della scienza, dalle 14 alle 20 in Rettorato, con uno stand dedicato alla calligrafia cinese e alla carta ritagliata. [N. PEN.]
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Cap 10100
Una milonga antimafia nel ricordo di Falcone La milonga contro la mafia si balla abbracciati sul Po. Al Cap 10100, in corso Moncalieri 18, questa sera alle 21 va in scena «Per questo», lo spettacolo dedicato a Giovanni Falcone e al pool antimafia della compagnia di Eleonora Frida Mino, tratto dal libro di Luigi Garlando edito dalla Fabbri. Si ripercorre così la vita del giudice e il suo inarrestabile impegno Giovanni Falcone civile, divenuto oggi simbolo per tutti coloro che non si arrendono e credono nella costruzione di una società migliore. La serata vuole proporre un immaginario viaggio nella bellezza contrapposta alla violenza della mafia, e lo farà anche a ritmo di tango argentino. Dopo lo spettacolo, infatti, Rok Tdj selezionerà intramontabili milonghe, inaugurando la stagione tanguera del Cap 10100 diretta dal ballerino Rocco Rorro. L’ingresso costa 8 euro, con raccolta fondi a favore del progetto di teatro, legalità e sport «Il maestro: storie di judo e di camorra» che Eleonora Frida Mino sta realizzando con il Star Judo Club di Napoli a Scampia. [N. PEN.]
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Innerspace17
Il fotogiornalismo di Robert Capa Le imprese di Robert Capa, fondatore della Magnum Photos e padre del fotogiornalismo moderno, rivivono in «Accadde una notte», la narrazione «fuori fuoco» di Andrea Simeone, fotografo e scrittore napoletano, prevista questa sera alle 19 da Innerspace17, lo spazio polifunzionale di via Cesare Battisti 17. Con immagini e parole si ripercorrerà il prezioso lavoro La più celebre foto di Capa del fotografo ungherese, nato Endre Erno Friedmann e morto in Vietnam a 41 anni dopo aver dato forma, nel 1947, ad una delle più importanti agenzie fotografiche al mondo. A parlarne con affetto e stima sarà l’allievo di Franco Fontana che, dal 2003, segue una ricerca sistematica sul ricordo e il memento dei cimiteri di guerra e dei luoghi della memoria della Seconda Guerra Mondiale, evento bellico che Robert Capa seguì personalmente a partire dallo sbarco anglo-americano in Sicilia del 1943, con un reportage iniziato con un volo in paracadute. L’ingresso è gratuito; organizza PhNegative, gruppo milanese che si occupa di storia e fotografia. [N. PEN.]
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REPORTERS
Tutto esaurito Ieri grande successo e code da record per Zygmunt Bauman a confronto con la fede
Le Nuove
La prima lezione: il cuore intelligente sa perdonare Oggi l’incontro con il missionario Gianfranco Testa “Non bisogna mai abbandonare la strada del confronto” LETIZIA TORTELLO
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orino Spiritualità oggi entra nel vivo. Incontri e parole che si trasformano in lezioni e quest’anno sono quelle del cuore intelligente. Un’ora, un’ora e mezzo ad ascoltare e ti ritrovi a portare a casa una ricchezza in più. Come quella proposta oggi, alle 18, alle ex Carceri Le Nuove, da padre Gianfranco Testa, mission a r i o d e l l a Consolata e professore di Filosofia, tornato in Italia nel 2009 dopo anni in America Latina, dove è stato anche imprigionato, Nicaragua e Colombia. In cerca di felicità
Ieri è stato subito successo. Merito del doppio appuntamento con la lectio di Zygmunt Bauman e lo spettacolo di Toni Servillo interprete dello scritto «La conquista della felicità» del filosofo Bertrand Russell. Il battesimo con il sociologo polacco inventore della «modernità liquida» ha radunato una lunghissima coda che faceva il giro del Regio, fino
Carignano
Gobetti
REPORTERS
Enzo Bianchi
n Appuntamento im-
mancabile fin dalle prime edizioni, quest’anno il fondatore della comunità monastica di Bose apre il ciclo dal titolo «Le domande di Dio», interrogativi rivolti all’uomo nelle pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento. Stasera alle 18 al Carignano padre Bianchi parla del Vangelo di Giovanni. «Che cosa cerchiamo nella vita?»: un quesito a cui tornare, per capire la qualità del nostro vissuto.
in via Verdi. Non ha voluto mancare neppure Luciana Littizzetto, per ascoltare la lectio su Dio e l’uomo e il bisogno vitale del dialogo tra popoli e religioni. «Non venivo a Torino da 20 anni – ha detto Bauman nel dietro le
Geoff Mulgan
n Ci sarà da divertirsi,
oggi alle 18,30 al Teatro Gobetti, con le metafore favolistiche delle api e delle locuste, inventate da Geoff Mulgan. L’ex direttore dell’unità strategica di Blair, uno dei policy maker più innovativi d’Europa, esce con un libro dal titolo «L’ape e la locusta», in cui il primo animale rappresenta il capitalismo nella sua accezione migliore, e le locuste traggono valore dal prossimo senza dar nulla in cambio.
quinte con il sindaco – e ho trovato una città cambiata». Gli incontri
Oggi primo giorno di incontri, dal pomeriggio a sera. Con Enzo Bianchi e Geoff Mulgan, guru della social innovation, già
direttore dell’unità strategica di Tony Blair, con la spiritualità dello yoga e le testimonianze degli eremiti, nelle scuole di otium del festival. Passando per la «pedagogia del perdono», scelta di andare oltre la rabbia per un torto subito e riconciliarsi con se stessi, prima che con chi ci ha offesi, smettendo di soffrire. E’ il grande tema a cui padre Testa sta dedicando questi anni di vita. A Torino ha fondato l’Università del Perdono, con sede in via Borsellino alle ex Carceri, in cui si insegna a perdonare. «Quello del perdono non è un problema religioso, non c’entra Dio, almeno per i non credenti. Io parlo a tutti – dice – cristiani, cattolici, musulmani e atei. Anni fa, questo argomento è stato trattato da
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LA STAMPA
GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2014
Racconto in forma di concerto
Si alza il sipario sulla malattia
Il soul in rosa
È un racconto in forma di concerto, «Come una nevicata d’agosto», in programma per le 21,30 al Garage Vian di via Castelnuovo 10 (tel: 011/819.86.86). Di e con Alessandra Dell’Atti; la drammaturgia musicalale è firmata da Stefano Chiappo.
Alle 21, al Teatro Erba di corso Moncalieri 241, l’attore Antonello Panero presenta «Un silenzio mai visto. Ogni sclerosi è multipla», spettacolo ispirato all’esperienza autobiografica dell’autoreinterprete. Tel: 011/661.54.47.
In città .63
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Dalle 22, al cortile del Maglio (via Andreis 18/16), concerto a ingresso gratuito di The Soul Women. Una «storia musicale» che rende omaggio alle più grandi voci femminili della musica soul, blues, jazz e contemporanea. Per le vostre segnalazioni: giornonotte@lastampa.it
Museo della radio e tv
Prix Italia sceglie i migliori progetti internazionali Al Prix Italia è tempo di premiazioni. Nell’ultima giornata del concorso internazionale per programmi radio, tv e web indetto dalla Rai, si eleggono i migliori innovatori del settore. I cinque «Best digital story-telling» presentano i loro progetti dalle 9 alle 12,30 al Museo della radio e della tv di via Verdi 16. Alle 15 Juan Carlos De Martin interviene Il monoscopio Rai su «Internet e tv: modelli a confronto, lezioni per il futuro», poi alle 15,30, alle 16,30 e 18,30 si assegnano i premi della sessantaseiesima edizione. In giuria, Francesca Priori di Sky Arte Hd, Valkama Soila della radio finlandese Yle e Marija Ramljak dell’emittente croata Hrt. Alle 16 al Prix Village di via Verdi 14 è prevista invece la presentazione in anteprima di «Fattore Alfa»: il nuovo format targato Rai 2 condotto da Alessio Sakara, campione di arti marziali miste, che affronta con simpatia e ironia alcuni argomenti cari al pubblico maschile, seguendo l’acronimo Automobili, Lavori, Fitness e Ambizione. Andrà in onda dal 27 settembre, il sabato alle 14. [N. PEN.]
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CENTAMO / ROSEBUD2
«Non sono un istrione»
«Vorrei tranquillizzare gli attori - dice Andreoli - sono sul palco, ma non intendo cominciare una seconda carriera»
Carignano
Palazzo Carignano
Andreoli e Peter Pan Uno psichiatra sull’isola che non c’è SILVIA FRANCIA
E’ Tony e la felicità Ieri al Teatro Regio Servillo ha sedotto la platea interpretando Bertrand Russell
un gruppo di professori ad Harvard, così ho capito che bisognava far qualcosa per aiutare la gente a non abbandonare la strada del confronto. Se uno non perdona e porta rancore, ci perde lui». Perdonare «non cambia il passato, ma permette di fare molte scelte per il futuro che non ripetano il male subito, permette di rompere quel circolo vizioso del ricordo dell’offesa». I seminari in carcere
Al fianco di padre Testa, oggi pomeriggio, ci sarà anche Antonio De Salvia, criminologo e presidente dell’Università del Perdono, che organizza seminari aperti a tutti e lavora con le scuole, i ragazzi difficili di strada, e presto con i detenuti del carcere Lorusso e Cutugno
delle Vallette. «Mi capita di incontrare persone che sono in prigione, assassini, ergastolani. Anche per loro è possibile una crescita interiore che si basa sul perdonare se stessi, cosa molto diversa dall’assolversi dai propri delitti». Di grandi offese in piccoli screzi, il cammino del perdono è un viaggio individuale, che parte da un senso di giustizia violato. Ma, dice padre Testa, «con la rabbia, che è un sacrosanto diritto, si può andare avanti per anni, ma non si va lontano». Il primo è passo è ristabilire il proprio benessere e lenire la bruciatura, «perdonare è fare un regalo a se stessi, non all’altro. Poi, se si sceglie, si può pensare a una riconciliazione con chi ci ha offesi».
invece c’è, o potrebbe esserci, ma spesso non riusciamo a vedere, a rendere accogliente e gradevole». «Per dirla in breve, è in quel viaggio, dall’impossibile al reale, che sta la chiave dell’esistere» dice Andreoli che, sul palcoscenico, sarà affiancato da Patrizia Pozzi e dalla piccola Susanna Ferro. Lo psichiatra, nei suoi tre interventi, affronterà i temi della paura di crescere, della fuga dal reale, e della possibile cura per la «sindrome di Peter Pan». Tra affabulazione e concrete indicazioni, la più cruciale delle quali riguarda il gioco: «Indurre i bimbi a giocare in modo creativo, e non telematico e virtuale, è il modo migliore per allenarli a mettersi in relazione con gli altri».
con una rassicurazione scherzosa che Vittorino Andreoli parte per la sua avventura in palcoscenico. «Anche se trovo il linguaggio teatrale molto stimolante, vorrei tranquillizzare gli attori: vero che partecipo a uno spettacolo, ma non intendo cominciare una seconda carriera da istrione». C’è da credergli dal momento che, anche tra le quinte del Carignano, Andreoli, pur nei simpatici panni del corvo Salomone, resterà quel che è nella vita: uno psichiatra. L’appuntamento che lo vede protagonista, ovvero lo spettacolo «L’isola che non c’è. Peter Pan e la fatica di cre- Il gioco scere», è in cartellone per le Può sembrare un paradosso, ma 21, per «Torino la dimensione luSpiritualità». E LO PSICHIATRA dica aiuta a creAndreoli inserisecondo lo «Stiamo uccidendo scere, sce le sue riflespsichiatra. Che, sioni professio- la fantasia che invece tra l’altro, tende è sano preservare» la mano agli eternali, a corollario del testo ni «bamboccioscritto e allestito da Ivana Fer- ni». «C’è stata la generazione dei ri per il Tangram, sulla scorta padri assenti e oggi, forse, c’è di una doppia suggestione, let- quella dei figli assenti. Ma anche teraria e musicale. Da un lato, i a quaranta o cinquant’anni, la lodue romanzi con cui James ro non è una battaglia persa con Matthew Barrie diede il via al- la vita. Anzi, a quell’età la dimenl’epopea del bambino che si ri- sione plastica del cervello ha acfiutava di crescere e, dall’altro, quisito molta esperienza». il fortunato album che gli ha «L’importante - prosegue Andedicato Edoardo Bennato dreoli - è cominciare a immagi(cantato, in scena, da Bruno nare se stessi in maniera diversa Maria Ferraro). e a costruire un’esistenza che può essere totalmente nuova. Lo spettacolo Nel nostro mondo, il principio di Questa la duplice ispirazione, realtà domina a tal punto che ma lo spettacolo viaggia lungo viene quasi voglia di uscirne: una traiettoria inedita, da una stiamo uccidendo la fantasia dimensione all’altra dell’esi- che, invece, è sano preservare, in stenza: come dice la regista e qualunque stagione della vita». autrice, «dall’isola che non Teatro Carignano c’è, con tutte le sue aspettatiPiazza Carignano ve e i suoi sogni, a quella che Tel: 011/432.68.27
Tutti segreti del pane dei grandi artigiani Profuma di miele l’anteprima di «Una Mole di pane», la rassegna che il 4 e il 5 ottobre porterà a Palazzo Carignano l’eccellenza della panificazione italiana, i Maestri del gusto e tante specialità all’insegna dell’artigianalità. S’inizia oggi alle 18 al Miagola Caffè, il bar dei gatti di via Amendola 6/d, con la degustazione del pane de Il fornaio pasticcere di via Bue- Il fascino della panificazione nos Aires 62 abbinato ai prodotti dell’apicoltura Le querce di Azeglio. L’anteprima prosegue sino al 3 ottobre, con dieci appuntamenti gastronomici in luoghi inconsueti della città, dall’Atelier Marta di via della Rocca 24 al laboratorio floreale Segantin della Galleria Subalpina. La rassegna, ideata da Laura Severi e Matilde Sclopis di Salerano, sarà poi anche abbinata a «Una Mole d’incontri», a cura di Alessandro Felis, e a laboratori per grandi e piccoli. Ospite d’eccezione la Ferrero, con un doppio appuntamento sui 50 anni della Nutella: venerdì 3 alle 17 al Superflash Store di via Garibaldi 45 e domenica 5 alle 17,30 al Museo del Risorgimento. [N. PEN.]
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Villa Rey
Si suona e si canta nel ricordo di Salgari A pochi passi dal luogo in cui Emilio Salgari decise di togliersi la vita il 25 aprile 1911, questa sera alle 21,30 a Villa Rey va in scena «Il padre degli eroi», il concerto dei Totò Zingaro legato a doppio filo con la vicenda personale, tormentata e tragica, del creatore di Sandokan e del Corsaro Nero. Punto d’intersezione fra musica e parole è il disco «Salgari pri- I Totò Zingaro vato», uscito nel 2011 in occasione del centenario della scomparsa dello scrittore, abbinato ai testi letti da Luca Ragagnin e Domenico Mungo che completano un esperimento musical-letterario che vuol raccontare l’uomo ancor prima dell’artista. Con i Totò Zingaro si esibiranno Paolo Parpaglione, Cato Senatore, Lorenzo Giorda, Daniele Galliano e Roberto Grimaldi: gli stili così si mescolano nel campeggio di strada comunale superiore Val San Martino, in un’avventura musicale che non si farà mancare nulla. Ritmi esotici, marcette d’inizio secolo, musica punk ed elettronica, installazioni video e personaggi salgariani viventi, tutto a ingresso gratuito. [N. PEN.]
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www.metronews.it Giovedì 25 settembre 2014
PAGINA A CURA DI PATRIZIA PERTUSO; SPETTACOLI.TORINO@METROITALY.IT
Aspettando il Palaolimpico i Subsonica presentano il cd Samuel e soci dal vìvo per ['album "Una nave in una foresta" Stasera per Varvara [a "Live After Death Night" MUSICAI S u b s o n i c a "gioca-
n o " in casa. E s'apprestan o a i n c o n t r a r e i f a n della loro città in u n a p p u n t a m e n t o m o l t o atteso, dom a n i alle 18 alla Feltrinelli di piazza Cln 251. Il pret e s t o p e r la r i m p a t r i a t a è l'uscita del n u o v o cd "Una nave in u n a foresta", già volato i n testa alle classifiche di iTunes. Samuel e soci lo p r e s e n t e r a n n o dal vivo i n u n e v e n t o a ingresso libero. Per avere l'autografo, bisogna acquistare il cd alla Feltrinelli e ritirare il pass che dà accesso al firmacopie. In q u e s t o lavoro i Subsonica, c o n u n s o u n d in equilibrio f r a ieri e oggi, r a c c o n t a n o storie di p e r s o n e che combattono, sperano, pregano, attendono u n cambiament o e sfidano il precipizio, f a c e n d o a f f i d a m e n t o sulle proprie risorse. U n a lett u r a individuale m a n o n individualista, delpresente, dove trova spazio an-
fiano se si riempiono 7. Lo è il pagamento frazionato 8. In fondo alla nota 9. Poetico arcobaleno 10. Non lo dice il bugiardo 11. Il fiume esplorato da Bottego 12. Intonare la voce 16. Il drammaturgo di "Tosca" 18. Più che coraggioso 21. Note carceri veneziane 23. Idonea allo scopo 25. Relativa alla montagna 27. Buoni a niente 28.
2. Il poeta Montale (iniz.) 3. È pericolosa la sua fuga 4. La tarantola dei muri 5. Ha per confini acqua 6. Si gon-
U n o psichiatra e scrittore i n t e r n a z i o n a le di successo, u n ' a t t r i c e e d u e c a n t a n t i sul palcoscenico. Tutti i n s i e m e p e r u n o spettacolo davvero u n i c o che, p e r il festival "Torino Spiritualità", d e b u t t e r à, i n p r i m a assoluta, stasera, alle 21, al Teatro Carignano. Per la p r i m a volta, infatti, il professor Vittorino Andreoli, a c c o m p a g n a t o dall'attrice Patrizia Pozzi, si calerà nelle vesti di attore e n a r r a t o r e i n d o s s a n d o l e s p o g l i e d i C o r v o Salomon e nello spettacolo "L'Isola Che N o n C'è. Peter Pan e la fatica di crescere" c o n la regia di Ivana Ferri. Attraverso u n a narrazione serrata i n cui si racc o n t e r à il percorso di Peter TEATRO
In scena anche Patrizia Pozzi.
Pan nella misteriosa Isola Che N o n C'è, le m u s i c h e scritte da u n giovanissim o Edoardo B e n n a t o ne l 1980 p e r il suo celebre Lp "Sono solo c a n z o n e t t e " e gli i n t e r v e n t i di Vittorino Andreoli, si analizzerà c o n p r o f o n d i t à e i r o n ia il disarmonico rapporto che si crea t r a le diverse generazioni (Info: www.torinospiritualita.org). ANTONIO GARBISA
gione del suo v e n t e n n a l e . '94 Georges Prètre dirige- Sul podio J u r a j Valcuha, va, p e r il Prix Italia, il con- suo Direttore principale, certo che segnava la nasci- c o n il capolavoro sinfonit a dell'Orchestra Sinfoni- co-corale di Beethoven, la ca Nazionale della Rai. E "Missa solemnis", c o n il stasera, e s a t t a m e n t e ven- s o p r a n o Veronica Canget ' a n n i dopo, alle 21, e in mi, il m e z z o s o p r a n o Eva replica d o m a n i , all'Audi- Vogel, il t e n o r e Jeremy t o r i u m Rai "Arturo Tosca- O v e n d e n e il basso Annini" la c o m p a g i n e Rai dreas Scheibner(Info: 011 i n a u g u r e r à la n u o v a sta- 8104653). A.G. CLASSICA Il 2 5 s e t t e m b r e
che la salvaguardia delnostro a m b i e n t e naturale . Il g r u p p o t o r n e r à il 13 nov e m b r e al Palaolimpico c o n u n o s h o w dall'immaginario elettronico, caldo e coinvolgente, f r a classici e novità. Per stasera, ecco u n a n u o v a p u n t a t a del festival Varvara, "Live Aft e r D e a t h Night", serata
Orizzontali
Verticale
Andreoli e Peter Pan di scena al Carignano
Valcuha e la "Missa" di Beethoven per i 20 anni della Sinfonica Rai
Parole crociate 1. Lo indica il suffisso "accio" 13. Titolo per sovrani 14. Casa di odalische 15. Mezza asta 17. Si tiene di riserva 19. Il mendicante dell'Odissea 20. Nuclei Armati Proletari 22. È formata da due ampolline 24. Il gioco detto anche filetto 26. Parola che precedeva le date 29. È adorato da pagani 31. Volano silenziosi 33. Danneggiare la reputazione 35' Vi aderì Picasso 36. Famiglia di ostacolisti italiani 37' Delfino di fiume 39- Li stendono i notai 40. Le prime in ippica 42. Esseri celesti 45Andato... con il poeta 46. Un grido di incitamento 48- Tenuti all'oscuro di tutto 50. La cresta dell'onda 51. Antico supplizio per eretici 52. Fu tiranno di Siracusa 54- Si conta dalla nascita 55. Tullio, brillante attore.
TORINO
Espulsione di materiali laviri 30. Un Umberto attore 31. Insidia prede mute 32. Andatura del cavallo 34. Atto di ossequio 38. Di-
incendiaria presso l'ex Ci- cine Corsare, che si prem i t e r o San Pietro i n Vin- senta c o n u n a m b i e n t e coli c o n La Piramide di r i n n o v a t o e altri progetti Sangue, Last Minute To in cantiere. Si parte alle 21 J a f f n a e altri (ore 21, e u r o c o n "It Must Be The Pla5). A seguire, d o m a n i , ce", festa i n a u g u r a l e c o n "The Bass Night" c o n O m Cecilia, Solotundra e Unit, Zip Coed e altri (ore Bianco, a cui seguirà saba22, e u r o 10). D o m a n i ri- t o la serata di beneficienp r e n d e r à a n c h e la pro- za "Bomber Night". g r a m m a z i o n e delle Offi- DIEGO PERUGINI
TORINO CULTURA
la Repubblica GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2014
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PER SAPERNE DI PIÙ www.torinospiritualita.org http://torino.repubblica.it
Torino Spiritualità
Mulgan il guru e i due capitalismi alla prova dei fatti
IN CODA Ieri pomeriggio davanti al Teatro Regio le lunghe file in attesa del primo appuntamento di Torino Spiritualità, con Zygmunt Bauman
Al festival anche la lezione di Enzo Bianchi e il “Peter Pan” portato in scena da Andreoli E API e le locuste. Ovvero, la pratica virtuosa e laboriosa contro l’opera vorace e distruttrice. Su questa efficace similitudine è costruita la metafora su capitalismo buono e capitalismo cattivo di cui parla oggi a Torino Spiritualità l’esperto di media e guru britannico della social innovation Geoff Mulgan. Questa la teoria: nella sua espressione migliore, il capitalismo premia quelli che creano beni di valore per il prossimo, che si tratti di tecnolo-
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gie, cibo o farmaci. Sono l’equivalente umano delle api industriose, e incanalando la loro energia si può migliorare la vita di tutti. Ma in altri casi il capitalismo premia chi trae valore dal prossimo senza dare nulla in cambio: le locuste. Alle 18.30 al Gobetti, Mulgan tiene una lezione che apre orizzonti su un futuro di innovazione (e partecipazione) sociale. Dopo l’assalto di ieri al Regio per Bauman e Servillo, la seconda giornata di questa decima edizione di To Spirit che
ha per tema “Il cuore intelligente” propone, alle 18 al Carignano (ingresso 5 euro), l’incontro con padre Enzo Bianchi che inaugura il ciclo “Le domande di Dio” con una lectio che verte sull’interrogativo, dal Vangelo di Giovanni, «Che cosa cercate?». Una delle grandi domande dell’esistenza umana. Dalle risposte che daremo, soprattutto etiche, secondo il pretore di Bose dipende la qualità della nostra vita. Nel programma a cura di Armando
Buonaiuto, da non perdere nella giornata di oggi, sempre alle 18 presso il Museo del Carcere Le Nuove, l’incontro con il missionario padre Gianfranco Testa, fondatore dell’Università del Perdono, che dialoga con il filosofo e criminologo Antonio De Salvia su “Le ragioni del perdono”. Si può imparare a vincere il risentimento e il rancore per abbracciare una pratica di riconciliazione con il prossimo? Un altro indagatore delle dinamiche relazionali, lo psichiatra Vitto-
rino Andreoli, è protagonista alle 21 al Carignano, in veste di performer. Torna in scena con “Peter Pan”, allestimento di Tangram con la regia di Ivana Ferri, spettacolo teatrale che parte dal romanzo di Barrie per mettere a fuoco la difficoltà dei giovani che non vogliono crescere come paradigma di una società che fa fatica a diventare matura. Tutto su www.torinospiritualita.org. (c.car.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Bauman: “Vent’anni dopo ho trovato un’altra città” IL REPORTAGE CLARA CAROLI OBBIAMO sviluppare l’arte del dialogo, l’arte di vivere in pace, l’arte di vivere». Il richiamo alla riconciliazione del sociologo polacco Zygmunt Bauman, accolto da un’ovazione nel Teatro Regio gremito fino ai palchi, apre la decima edizione di Torino Spiritualità, dedicata al “Cuore intelligente”. L’intellettuale della «società liquida» è la star dell’inaugurazione del festival dello spirito che per il secondo anno viene ospitata in pompa magna tra i velluti rossi di piazza Castello. L’occasione impone sobrietà assoluta e a questo si attengono spettatori e invitati (in sala anche Luciana Littizzetto, Lunetta Savino, il padrone di casa Walter Vergnano e l’assessore Maurizio Braccialarghe). Il pubblico è numerosissimo e lunga la coda nell’atrio delle Carrozze, davanti al teatro. La lectio di Bauman comincia con qualche minuto di ritardo, per dare a tutti il tempo di entrare. «Le code di Torino Spiritualità sono qualcosa di straordinario!» gongola Luca Beatrice, subentrato alla direzione del festival dopo l’upgrade di Antonella Parigi, diventata assessore regionale. «Questa è un’edizione particolare — dice Beatrice — Un decimo compleanno mette in circolo energie nuove». Applauso dalla sala quando ricorda la storia della manifestazione, «nata dal pensiero lucido e lungimirante di Antonella». “Il cuore intelligente” porta ancora la sua firma. Lei, emozionata, si lascia andare a una confidenza: «Oggi sono qui da ospite e per la prima volta non mi sono svegliata alle sei del mattino con l’angoscia: ci sarà qualcuno?» Ed è inevitabile sorridere pensando ai bagni di folla che da anni caratterizzano l’e-
«D
Prima edizione con Beatrice alla presidenza dopo l’“addio” di Parigi
vento (tutto esaurito ieri sera per il reading di Toni Servillo). Parigi cita il filosofo canadese Charles Taylor: «Gli esseri umani vivono in uno spazio definito da domande profonde. L’appas-
sionata partecipazione del pubblico ha fatto crescere questa manifestazione. Per qualche giorno occupiamo dunque insieme questo spazio definito da domande profonde. Affrontare il
dubbio è segno di coraggio, significa affrontare le proprie zone buie, questo festival è un invito a fermarci a riflettere». Sul palco è presente anche il sindaco Piero Fassino, che racconta:
SUL PALCO Zygmunt Bauman sul palco del Teatro Regio, ieri per le sue riflessioni su Dio e sull’uomo
DA SEGUIRE
ENZO BIANCHI Il priore di Bose è alle 18 al Carignano per la lezione sulle “Domande di Dio”
GEOFF MULGAN Il guru britannico è alle 18.30 al Gobetti per parlare di “Le api e le locuste”
«Bauman mi ha detto: “Non venivo a Torino da vent’anni anni, ho trovato un altra città”. Questa è una città capace di cambiare la propria identità attraverso la cultura. Ha allargato il suo profi-
lo. E To Spiritualità è l’esempio di questa trasformazione. La cultura è il tratto di identità della nuova Torino post-industriale». Bauman parla di pace e riconciliazione come di un’utopia possibile. «Quelli di Torino Spiritualità sono cinque giorni di dialoghi — sottolinea il celebre sociologo — Il dialogo è la soluzione chiave. È una delle arti più complesse, la più urgente e necessaria nella condizione umana attuale». Poi racconta: «Mi trovavo a un incontro interfedi ad Anversa. Ognuno dei partecipanti aveva il suo luogo di culto per il momento di preghiera, ma il resto del giorno il tempo si passava a parlare. Ecco l’esercizio pratico quando cominciamo a mangiare il frutto dell’albero della vita che ci offre la pace e la riconciliazione. Viviamo in una società globalizzata ma anche in un mondo di diaspore, hic et nunc. Ogni comunità sgomita per avere spazio, la probabilità di conflitto cresce ma cresce anche il bisogno di comunicare. Il bisogno di amore, amicizia, di comprendersi» © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il filosofo polacco: “La soluzione chiave è il dialogo, ma è un’arte complessa”
TEMPO LIBERO
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Spettacolando
giovedì 25 settembre 2014
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CARIGNANO
La sindrome di Peter Pan per Torino Spiritualità
GALLERIA PAOLA MELIGA
Foto di Felice Andreis ÔLa Galleria d’Arte Paola Meliga di via Maria Vittoria 46/C inaugura oggi la stagione autunno/inverno 2014 con la mostra dedicata a Felice Andreis dal titolo “Fotografie del silenzio - retrospettiva dal 1926 al 1955”. In mostra scatti vintage di un fotografo ultra-centenario con una lunga esperienza alle spalle; scatti che ancora oggi - dopo più di ottant’anni - sono considerati contemporanei (orario mostra: dal martedì al sabato 10.45-12.45 e 15.30-19.30, lunedì e festivi chiuso, per informazioni 011.2079983). NOTTE BLU
In 5mila per il Mauto ÔAffluenza record, martedì 23 settembre, al Museo Nazionale dell’Automobile in occasione della Notte Blu dei Musei. I visitatori sono stati più di 5.000 grazie anche alla gratuità dalle 14 che ha consentito di scoprire le tante novità ufficialmente operative: un’occasione per tutti di ammirare una collezione ricchissima valorizzata da allestimenti spettacolari e da un sistema di approfondimento interattivo unico al mondo. GOLDEN PALACE
“Energia” dell’anima ÔL’angolo dell’artista dell’Hotel Golden Palace ormai è diventato un appuntamento da non perdere per gli amanti e gli appassionati dell’arte. A partire da stasera dalle ore 19, Monia Romanelli presenterà “Energia”, un’opera realizzata con i gessi e le spatole che fa parte del ciclo dell’anima. FELTRINELLI
Il calcio dimenticato ÔFabrizio Turco e Enzo Savasta questa sera alle 18.30 presso Feltrinelli Express, presentano il libro “Il Calcio dimenticato. Toro, Genoa, Milan, Juve: il pallone dei pioneri” (Editori Riuniti). Il calcio del 1887, gli approcci al football, i primi raffazzonati campi di gioco, le divise stravaganti, una società civile che passa dalla indifferenza alla curiosità.
Ivana Ferri rivisita la favola del fanciullo che non voleva crescere e propone, nell’ambito di Torino Spiritualità, uno spettacolo che è allo stesso tempo un messaggio per i 28 ministri della cultura europei riuniti a Torino. Sul palcoscenico un interprete d’eccezione: lo psichiatra Vittorino Andreoli. Debutta questa sera al Teatro Carignano in prima nazionale “L’isola che non c’è. Peter Pan e la fatica di crescere” diretto dalla stessa Ferri. E il messaggio discreto, “in stile sabaudo”, lanciato ai
ministri e qui sintetizzato è il seguente: «Dobbiamo camminare insieme alle nuove generazioni per costruire il futuro della nostra comunità. La crisi economica sta creando una frattura tra le generazioni. La cultura è un mezzo fondamentale, irrinunciabile, e lo spettacolo dal vivo è ciò che consente di ritrovarsi fisicamente in un luogo per condividere riflessioni e emozioni». [l.mo.]
NOVITÀ Al via le visite guidate di via Accademia delle Scienze che si terranno ogni giovedì
Una notte magica tra le mummie alla scoperta dei segreti dell’Egitto Alessandra Ariagno
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agia e storia si incontrano lungo la via dell’antico Egitto. L’arte dell’illusionismo si pone al servizio della cultura, con toni affascinanti e spettacolari: il Museo Egizio inaugura stasera un evento esclusivo, che diventerà appuntamento fisso del giovedì, proponendo una formula innovativa di visita - spettacolo, per coinvolgere il pubblico in un’esperienza sensoriale totalizzante. “Heka, il principio magico. Antichi egizi e storiche magie”, proposta sviluppata in collaborazione con Rear e Muvix Europa, sarà molto più di un semplice percorso di visita. Tra le sale del museo si racconterà quanto il principio magico abbia permeato la cultura faraonica in ogni suo aspetto, dalla dimensione dell’esistenza quotidiana alla sfera religiosa, senza alcun contrasto tra magia e religione. Un gruppo di esperti egittologi del museo condurrà i visitatori all’incredibile scoperta dei reperti della collezione torinese, con una inedita visita guidata, rigorosamente a porte chiuse. E lungo il percorso, con l’astuzia
Una delle sale in cui agiranno i maghi del Circolo della magia
di alcuni maestri dell’illusionismo, si verificheranno quei prodigi magici che intrattenevano gli egizi a Corte. All’epoca, il terrore del male, incarnato nelle forze ostili che - secondo le antiche credenze - attaccano i vivi e minacciano l’anima dopo la morte, ha determinato il bisogno di ricorrere alla magia, come arma di difesa. Bastava un’offerta, l’impiego di amuleti o anche l’attenta
GOBETTI La commedia più famosa di Macario rivive stasera a San Mauro
recitazione di incantesimi. Traendo ispirazione dai riti e dalle consuetudini di un tempo, il Museo Egizio arricchisce il percorso di visita, che si sofferma sulla descrizione dei reperti più significativi, con letture di brani estratti da fonti documentarie, per suscitare curiosità nel pubblico. E sarà poi la magia a prendere il sopravvento. I professionisti dell’illusionismo si esibi-
ranno nella suggestiva cornice dello Statuario con apparizioni e sparizioni mozzafiato. La formula di spettacolo sarà quella del “close-up”, una delle discipline più raffinate dell’illusionismo: la performance avverrà a distanza ravvicinata, talvolta a pochi centimetri dallo spettatore, per coinvolgerlo completamente nell’atmosfera. L’abilità dell’illusionista sarà spinta al massimo, in un mix equilibrato di destrezza e intrattenimento che lascerà certamente il pubblico stupefatto e incredulo. Gli artisti provengono dal Circolo Amici della Magia di Torino, storica istituzione cittadina nota a livello internazionale fondata quarant’anni fa per ricercare, conservare e divulgare l’arte magica. La serata verrà proposta tutti i giovedì sera, dalle 21 (il costo è di 45 euro, per una durata di due ore, per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare al numero 011.4406903).
FONDERIE LIMONE
“Pautasso Antonio” torna sul palcoscenico Quando la Cina dà spettacolo Ô Al Teatro Gobetti va in scena la storia della commedia dialettale piemontese. A San Mauro, in via Martiri della Libertà 17, da stasera alle 21 c’è “Pautasso Antonio, Esperto di matrimonio”, l’opera del maestro della comicità torinese Erminio Macario, con Emilio Trivellin, Luciana Sereno Regis, Anna Vesco, Luigi Sefusatti e la regia di Sonia Camerlo (il costo del biglietto è 10 euro, ridotto 8 euro). La rassegna teatrale, poi, durerà fino al 18 dicembre e
Erminio Macario
coinvolgerà molte compagnie. Una programmazione che spazierà tra diversi stili, per accontentare il pubblico torinese e locale. A partire da quello del “Re della rivista” lungo il racconto delle vicende di Antonio Pautasso, un improbabile avvocato della provincia piemontese, condannato dalla sua infelice arte oratoria e pressato da una governante profondamente innamorata di lui. [m.s.]
La Cina dà spettacolo questa sera alle Fonderie Limone di Moncalieri con gli artisti della Scuola d’Opera di Pechino e della Scuola d’Arte Drammatica di Shanghai. In occasione dei dieci anni dalla fondazione degli Istituti Confuci nel mondo, uno dei quali è presente nella nostra città, fa tappa nel teatro di Moncalieri “La Cina dipinta - lo spettacolo itinerante dell’Opera di Pechino”. Danze e
acrobazie si intrecceranno, a partire dalle ore 20, sul palcoscenico di via Pastrengo 88 per dare vita a una performance di grande suggestione. Prima dell’esibizione sarà possibile assistere al trucco degli artisti, uno spettacolo nello spettacolo, mentre al termine della rappresentazione è previsto l’incontro con gli attori. [l.mo.]
Torino
la Repubblica GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2014
CONTATTI TORINO @ REPUBBLICA.IT
TORINO.REPUBBLICA.IT
GLI SPETTACOLI
L’ARTE
LA BENEFICENZA
Confucio, compleanno con l’Opera di Pechino
Quadrone, il pennello di un perfezionista
Dieci “500” d’artista all’asta per il Sant’Anna
CLAUDIA ALLASIA A PAGINA XI
MARINA PAGLIERI A PAGINA XII
IL SERVIZIO A PAGINA XVI
“La reggia è l’ideale per ospitare il museo sul barocco italiano”
ESPERIMENTO RIVOLUZIONARIO
IL CASO/1
No Tav, la svolta “Noi al cantiere per sabotarlo”
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ANNO chiesto di parlare per la prima volta, ieri, i quattro imputati del movimento No Tav nel processo che li vede accusati di terrorismo. Hanno ammesso tutti di aver preso parte al blitz tra 13 e il 14 maggio 2013 al cantiere di Chiomonte: «Erano nostre le voci intercettate, è vero, eravamo lì quella notte». Rivendicando la lotta al supertreno, nelle loro dichiarazioni spontanee hanno però respinto con forza l’accusa di terrorismo. «La nostra azione aveva il preciso intento di sabotare i macchinari della Tav hanno detto - ma non intendevamo terrorizzare nessuno, né fare del male alle persone che si trovavano all’interno del cantiere». Ed è un fuori programma decisivo, frutto di una ragionata scelta difensiva, nella speranza che si abbassino i toni del processo e che si arrivi rapidamente a una decisione più mite dei giudici.
> Il ministro lancia l’idea di un’esposizione permanente > E Venaria gli chiede aiuto per la Venere di Botticelli L’INTERVISTA
Il commissario Ue “La vostra cultura un modello vincente Da esportare” SARA STRIPPOLI
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Venaria un polo dove raccontare il Barocco italiano e i suoi stili. È questa la suggestione che il ministro alla Cultura, Dario Franceschini, ha lanciato ieri al direttore della Reggia, Vanelli, prima di accogliere i ministri europei per il summit nella Galleria di Diana. Un tassello in più, una collezione permanente costruita grazie al contributo di opere reperite in tutto il Paese per arricchire l’offerta della Reggia. Ora ci si metterà al lavoro per il progetto. Al ministro il presidente Del Noce e Vanelli hanno lanciato un «sos» sulla possibilità di avere in prestito La Venere del Botticelli per un massimo di tre mesi nel 2015 in occasione dell’Expo a Milano: «Abbiamo offerto agli Uffizi due milioni», hanno spiegato a Franceschini. A Firenze sembrano irremovibili nonostante la cifra più alta del previsto.
NA stelletta in più per il duo Fabrizio Del Noce e Alberto Vanelli. Il presidente e il direttore del Consorzio La Venaria ieri pomeriggio hanno tirato un sospiro di sollievo. «Anche questa è andata», si sono detti. E i complimenti ricevuti a fine summit dal sindaco Fassino e dal ministro Franceschini rappresentano un buon viatico per la riconferma, riforma Madia permettendo. Del Noce scade a novembre, Vanelli a fine dicembre. Sulla prima testa la scelta spetta al ministero, sentita la Regione, sulla seconda il processo è inverso.
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IL RETROSCENA
Vanelli e Del Noce ora puntano al tris DIEGO LONGHIN
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IL CASO/2
“Cura Stamina? Ci ho quasi lasciato le penne”
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do che la causa del decesso sia da ricercare nella situazione di fortissima tensione che l’uomo stava vivendo, che può aver provocato una cardiomiopatia da stress». È questa l’ipotesi di Enrico Zanalda, direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl To3, dove era curato da anni Bruno Combetto, morto ieri durante un Tso dopo due iniezioni di tranquillanti a distanza di pochi minuti. «Sono farmaci considerati sicuri, usati non sul lungo periodo, ma in condizioni di urgenza», dice.
EBUTTA la dialisi polmonare e per i pazienti di Bpco, la terribile broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’orologio della malattia si potrebbe fermare. Sono 25 i pazienti già trattati. «Se i risultati saranno confermati su grandi numeri — dice Marco Ranieri, direttore delle terapie intensive della Città della Salute — sarà cambiata la storia naturale della malattia, si potrà evitare che la progressione porti i pazienti nella fase avanzata». La macchina è simile a quella della dialisi renale, ma con un filtro aggiuntivo che rimuove l’anidride carbonica.
UANDO mi sottoposero al trattamento sono quasi svenuto, sentivo che dicevano ‘lo perdiamo, lo perdiamo’ e cercavano la bombola di ossigeno. Ci ho quasi lasciato le penne». E’ la testimonianza di un paziente che si sottopose al metodo Stamina a San Marino, che sta parlando in aula a Torino al processo per tentata truffa nei confronti della Regione Piemonte nei confronti di Davide Vannoni. L’uomo, affetto da una forma di psoriasi, ha dichiarato di aver pagato oltre 17mila euro per sottoporsi al metodo Stamina e di aver perso sensibilità a una gamba dopo il primo prelievo di cellule staminali, cui seguirono tre infusioni avvenute a Trieste e San Marino.
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SARA STRIPPOLI A PAGINA VI
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DRAMMA A SANT’AMBROGIO, VITTIMA UN SETTANTENNE
Squilibrato muore dopo i sedativi
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ONTINUAVA a dimenarsi e a gridare, raccontano i testimoni. I medici gli hanno somministrato un secondo tranquillante, dopo il primo già iniettato. Ma all’improvviso, quando l’uomo era già in barella, è arrivata una crisi respiratoria. Bruno Combetto, 70 anni, di Sant’Ambrogio, schizofrenico da trenta, è morto: era appena stato ammanettato, poi liberato e sottoposto a un Tso, il trattamento sanitario obbligatorio. Sarà l’autopsia, ora, a fare chiarezza.
DI BLASI A PAGINA VII
Marco Ranieri con la macchina per la dialisi polmonare
Ecco la dialisi polmonare prima volta alle Molinette
L’ESPERTO/ ZANALDA, ASL 3
“Farmaci sicuri, forse è stato lo stress” FEDERICA CRAVERO
«È
STATO rispettato il protocollo: più che una reazione ai farmaci, cre-
L’EVENTO
Bauman apre Torino Spiritualità “Ho ritrovato un’altra città”
SABATO 27 E DOMENICA 28 SET TEMBRE PORTE APERTE
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L’INTERVISTA
CLARA CAROLI
LO SPORT
Glik e Quagliarella il Toro a Cagliari ritrova la vittoria dopo uno spavento FABRIZIO TURCO
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OBBIAMO sviluppare l’arte del dialogo, l’arte di vivere in pace, l’arte di vivere». Il richiamo alla riconciliazione del sociologo polacco Zygmunt Bauman, l’intellettuale della “società liquida”, accolto da un’ovazione sul palco del Teatro Regio gremito fino ai palchi, apre la decima edizione di Torino Spiritualità, dedicata al “Cuore intelligente”.
“Noi, dalla paura all’orgoglio 20 anni di musica con l’Orchestra Rai”
ALL’INFERNO al paradiso. Il Toro risorge in terra di Sardegna dando ragione al suo allenatore. La sfida con il Cagliari era cominciata nel peggiore dei modi con il gol di Cossu su papera di Padelli. Poi con Glik e Quagliarella i granata hanno capovolto il risultato e centrato la prima vittoria stagionale, interrompendo anche il digiuno del gol.
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TORINO CULTURA
la Repubblica GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2014
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PER SAPERNE DI PIÙ www.torinospiritualita.org http://torino.repubblica.it
Torino Spiritualità
Mulgan il guru e i due capitalismi alla prova dei fatti
IN CODA Ieri pomeriggio davanti al Teatro Regio le lunghe file in attesa del primo appuntamento di Torino Spiritualità, con Zygmunt Bauman
Al festival anche la lezione di Enzo Bianchi e il “Peter Pan” portato in scena da Andreoli E API e le locuste. Ovvero, la pratica virtuosa e laboriosa contro l’opera vorace e distruttrice. Su questa efficace similitudine è costruita la metafora su capitalismo buono e capitalismo cattivo di cui parla oggi a Torino Spiritualità l’esperto di media e guru britannico della social innovation Geoff Mulgan. Questa la teoria: nella sua espressione migliore, il capitalismo premia quelli che creano beni di valore per il prossimo, che si tratti di tecnolo-
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gie, cibo o farmaci. Sono l’equivalente umano delle api industriose, e incanalando la loro energia si può migliorare la vita di tutti. Ma in altri casi il capitalismo premia chi trae valore dal prossimo senza dare nulla in cambio: le locuste. Alle 18.30 al Gobetti, Mulgan tiene una lezione che apre orizzonti su un futuro di innovazione (e partecipazione) sociale. Dopo l’assalto di ieri al Regio per Bauman e Servillo, la seconda giornata di questa decima edizione di To Spirit che
ha per tema “Il cuore intelligente” propone, alle 18 al Carignano (ingresso 5 euro), l’incontro con padre Enzo Bianchi che inaugura il ciclo “Le domande di Dio” con una lectio che verte sull’interrogativo, dal Vangelo di Giovanni, «Che cosa cercate?». Una delle grandi domande dell’esistenza umana. Dalle risposte che daremo, soprattutto etiche, secondo il pretore di Bose dipende la qualità della nostra vita. Nel programma a cura di Armando
Buonaiuto, da non perdere nella giornata di oggi, sempre alle 18 presso il Museo del Carcere Le Nuove, l’incontro con il missionario padre Gianfranco Testa, fondatore dell’Università del Perdono, che dialoga con il filosofo e criminologo Antonio De Salvia su “Le ragioni del perdono”. Si può imparare a vincere il risentimento e il rancore per abbracciare una pratica di riconciliazione con il prossimo? Un altro indagatore delle dinamiche relazionali, lo psichiatra Vitto-
rino Andreoli, è protagonista alle 21 al Carignano, in veste di performer. Torna in scena con “Peter Pan”, allestimento di Tangram con la regia di Ivana Ferri, spettacolo teatrale che parte dal romanzo di Barrie per mettere a fuoco la difficoltà dei giovani che non vogliono crescere come paradigma di una società che fa fatica a diventare matura. Tutto su www.torinospiritualita.org. (c.car.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
Bauman: “Vent’anni dopo ho trovato un’altra città” IL REPORTAGE CLARA CAROLI OBBIAMO sviluppare l’arte del dialogo, l’arte di vivere in pace, l’arte di vivere». Il richiamo alla riconciliazione del sociologo polacco Zygmunt Bauman, accolto da un’ovazione nel Teatro Regio gremito fino ai palchi, apre la decima edizione di Torino Spiritualità, dedicata al “Cuore intelligente”. L’intellettuale della «società liquida» è la star dell’inaugurazione del festival dello spirito che per il secondo anno viene ospitata in pompa magna tra i velluti rossi di piazza Castello. L’occasione impone sobrietà assoluta e a questo si attengono spettatori e invitati (in sala anche Luciana Littizzetto, Lunetta Savino, il padrone di casa Walter Vergnano e l’assessore Maurizio Braccialarghe). Il pubblico è numerosissimo e lunga la coda nell’atrio delle Carrozze, davanti al teatro. La lectio di Bauman comincia con qualche minuto di ritardo, per dare a tutti il tempo di entrare. «Le code di Torino Spiritualità sono qualcosa di straordinario!» gongola Luca Beatrice, subentrato alla direzione del festival dopo l’upgrade di Antonella Parigi, diventata assessore regionale. «Questa è un’edizione particolare — dice Beatrice — Un decimo compleanno mette in circolo energie nuove». Applauso dalla sala quando ricorda la storia della manifestazione, «nata dal pensiero lucido e lungimirante di Antonella». “Il cuore intelligente” porta ancora la sua firma. Lei, emozionata, si lascia andare a una confidenza: «Oggi sono qui da ospite e per la prima volta non mi sono svegliata alle sei del mattino con l’angoscia: ci sarà qualcuno?» Ed è inevitabile sorridere pensando ai bagni di folla che da anni caratterizzano l’e-
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Prima edizione con Beatrice alla presidenza dopo l’“addio” di Parigi
vento (tutto esaurito ieri sera per il reading di Toni Servillo). Parigi cita il filosofo canadese Charles Taylor: «Gli esseri umani vivono in uno spazio definito da domande profonde. L’appas-
sionata partecipazione del pubblico ha fatto crescere questa manifestazione. Per qualche giorno occupiamo dunque insieme questo spazio definito da domande profonde. Affrontare il
dubbio è segno di coraggio, significa affrontare le proprie zone buie, questo festival è un invito a fermarci a riflettere». Sul palco è presente anche il sindaco Piero Fassino, che racconta:
SUL PALCO Zygmunt Bauman sul palco del Teatro Regio, ieri per le sue riflessioni su Dio e sull’uomo
DA SEGUIRE
ENZO BIANCHI Il priore di Bose è alle 18 al Carignano per la lezione sulle “Domande di Dio”
GEOFF MULGAN Il guru britannico è alle 18.30 al Gobetti per parlare di “Le api e le locuste”
«Bauman mi ha detto: “Non venivo a Torino da vent’anni anni, ho trovato un altra città”. Questa è una città capace di cambiare la propria identità attraverso la cultura. Ha allargato il suo profi-
lo. E To Spiritualità è l’esempio di questa trasformazione. La cultura è il tratto di identità della nuova Torino post-industriale». Bauman parla di pace e riconciliazione come di un’utopia possibile. «Quelli di Torino Spiritualità sono cinque giorni di dialoghi — sottolinea il celebre sociologo — Il dialogo è la soluzione chiave. È una delle arti più complesse, la più urgente e necessaria nella condizione umana attuale». Poi racconta: «Mi trovavo a un incontro interfedi ad Anversa. Ognuno dei partecipanti aveva il suo luogo di culto per il momento di preghiera, ma il resto del giorno il tempo si passava a parlare. Ecco l’esercizio pratico quando cominciamo a mangiare il frutto dell’albero della vita che ci offre la pace e la riconciliazione. Viviamo in una società globalizzata ma anche in un mondo di diaspore, hic et nunc. Ogni comunità sgomita per avere spazio, la probabilità di conflitto cresce ma cresce anche il bisogno di comunicare. Il bisogno di amore, amicizia, di comprendersi» © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il filosofo polacco: “La soluzione chiave è il dialogo, ma è un’arte complessa”
58 SPETTACOLI
GIOVEDÌ 25 SETTEMBRE 2014 GIORNALE DI BRESCIA
IL 20 GENNAIO CON UN CD DI INEDITI
CON IL NUOVO ALBUM «FIORELLA»
Torna Carmen Consoli
Mannoia a Brescia il 15 dicembre
■ «Sono trascorsi 5 anni dalla pubblicazione del mio ultimo disco. Un lustro, il lasso di tempo che nell’Antica Roma intercorreva tra un censimento e l’altro». Così, sui social network, Carmen Consoli, che ha svelato che il nuovo lavoro di inediti uscirà il 20 gennaio e che il 2 marzo prenderà il via un tour internazionale, con partenza dall’Olympia di Parigi.
■ Fiorella Mannoia sarà al Pala Banco di Brescia lunedì 15 dicembre, nell’ambito del tour che farà seguito alla pubblicazione, il 21 ottobre, di « Fiorella», doppio album di riletture di successi e di duetti al quale hanno preso parte amici e colleghi per celebrare i 60 anni della cantante. Da domani sarà in rotazione l’inedito che lo anticipa, «Le parole perdute».
Il Jep Gambardella del film di Paolo Sorrentino questa sera inaugura a Breno la stagione del «Delle Ali» recitando testi di Di Giacomo, De Filippo, Viviani e altri
Nuovo Eden «I 400 colpi»: una magia ritrovata
Toni Servillo giunge a Breno ■ Dal red carpet di Hollywofresco della conquista del preod al palco di un piccolo teamio speciale della giuria al tro di provincia. A poco più di concorso letterario «Giusepsei mesi dalla conquista del pe Dessì», attribuitogli domepremio Oscar del film «La nica scorsa a Villacidro (Cagrande bellezza», l’acclamagliari), e dopo aver partecipatissimo Toni Servillo dismetto all’apertura della decima te i panni romani di Jep Gamedizione del festival «Torino bardella per indossare quelli Spiritualità», con un reading a lui forse un po’ più comodi sul palco del Redi un interprete gio con brani da della cultura e del«La conquista della scena napoletaRITRATTI la felicità» di Berna. Con «Servillo Nelle parole trand Russell, con legge Napoli» di poeti e scrittori il pianista Roberl’eclettico artista arriva stasera, giole contraddizioni to Prosseda. «Servillo legge Navedì, alle 20,30 al di una città poli», una produTeatro delle Ali di sempre in bilico zione Teatri Uniti, Breno, via Maria è la serata di aperSS. di Guadalupe tra perdizione tura della stagio5, con uno spettae redenzione ne del Teatro della colo che altro non Ali (gli ultimi biè che un omaggio glietti a disposizioalla cultura partene si possono acquistare alla nopea, raccontata attraverso biglietteria del Teatro delle poeti e scrittori interpreti delAli: platea 35 euro, galleria 26 la Napoli di oggi e di ieri, ofeuro; informazioni al numefrendo il quadro di una città ro 0364.321431, oppure info@ ai limiti del paradosso. teatrodelleali.it, dalle 14 alle La voce dell’artista condurrà moss Toni Servillo apre la stagione del Teatro delle Ali di Breno 18). il pubblico in un viaggio dal paradiso agli inferi di una realtà dalle mille sfumature e dagli altrettanti volti, zeppa di contraddizioni e sempre sull’orlo tra perdizione e redenzione, fra l’intraprendenza più marcata e lo smarrimento più nero. Attraverso questo alternarsi, Servillo farà emergere i conumano»dovràvederselaconunag■ PerPaoloVirzìeilsuo«Ilcapitanotati di una lingua viva e guerritodrappellodifilm.Percitare le umano» è grande sfida. Essere adulta, che sa trasformare le solo alcuni dei più temibili concorcandidati all’Oscar per l’Italia l’anparole in vissuto attraverso renti:peril Belgioscenderà in camno dopo la vittoria de «La grande gesti, espressioni corporee po «Due giorni, una notte» dei Darbellezza» di Paolo Sorrentino non è ed emozioni. denne;perlaFranciailpatinato«Safacile. E così fa bene a dire il regista Nel programma ci sono due int Laurent» di Bertrand Bonello; (che oltretutto ha ricevuto la notigrandi classici del Novecento per la Polonia «Ida» di Pawel zia in un giorno davvero doloroso, come «Lassammo fa’ Dio» di Pawlikowski; per la Turchia «Winquello dei funerali della mamma Salvatore Di Giacomo e «Vinter Sleep» di Nuri Bilge Ceylan, PalFranca Antongiovanni): «È una Paolo Virzì cenzo De Pretore» di Eduarma d’Oro a Cannes; per la Svezia granderesponsabilitàrappresentaalla cerimonia do de Filippo, così come la «Turist» di Ruben Östlund, premio re il nostro Paese in un momento dei Nastri coppia di liriche di Ferdinandella Giuria nella sezione «Un Cercosìcomplicatoevivodelnostrocid’argento do Russo «A Madonna d’ e’ tain Regard» sempre a Cannes. nema». mandarine» ed «’E sfogliatel«Il capitale umano» ha dalla sua il Dopo aver vinto tanto (sette David le». A seguire, «Fravecature» fattocheèunfilmdaltagliointernadi Donatello, sette Nastri d’argendi Raffaele Viviani e le più mozionale, in quanto parla di crisi. In to,ilGlobod’oroperilmigliorfilme derne «A sciaveca» di Mimpiù è il libero adattamento di un liil premio per la Migliore attrice, al mo Borrelli e «Litoranea» di bro dell’americano Stephen AmiTribeca Film Festival, per Valeria Enzo Moscato. don ed è stato venduto in 35 Paesi. Bruni Tedeschi), ora «Il capitale
BRESCIA Riprende «Cinema Ritrovato» (rassegna proposta dalla Cineteca di Bologna con Nuovo Eden e Cinema Sociale), una volta al mese un classico restaurato, cominciando al Nuovo Eden di via Nino Bixio 8, in città, stasera alle 18 e alle 21, con il capolavoro d’esordio di François Truffaut, «I 400 colpi» (1959). Premio per la regìa a Cannes, non è solo la storia di un adolescente in crisi, ma doloroso emblema di una tremenda solitudine infantile, ricordo quasi autobiografico di una giovinezza amara e disincantata, invelenita dal dramma di una famiglia senza amore, di una scuola senza vita. Antoine Doinel (Jean-Pierre Léaud, che diventerà l’attore-feticcio di Truffaut) ha 12 anni, disamorato dello studio, marina la scuola, se ne giustifica con la morte della madre che ha scoperto stretta al suo amante, finisce sospeso. Reagisce con la fuga, fa comunella con un amico, assiemeconcerta un furto, vagabonda per la città, sino a che viene fermato e associato aduna casa di correzione. Riesce a fuggire, e corre, corre per strade e sentieri, per campi e prati, sino al mare. Vi si ferma come innanzi ad un muro, volgendosi indietro verso la macchina da presa, guardando fisso fuori schermo verso ciascuno di noi (è l’immagine quest’anno adottata aVenezia per il poster della mostra). Col ritratto di Antoine nauseato e stordito del mondo,sballottato tra genitori incuranti e professori aguzzini, Truffaut non manca di accusare il mondo dei grandi, ma non polemizza contro società, famiglia, scuola, giustizia, le rappresenta. Non suggerisce soluzioni, constata paurosa estraneità tra adulti di oggi e quelli di domani, affidando all’ultimo sguardo di Antoine timida luce e speranza di un diverso futuro. Alberto Pesce
Teatro Toni Servillo, poesia di Napoli LE DIMISSIONI A ROMA
Muti: «Decisione irrevocabile» ■ Una «decisione irrevocabile». Si conclude così la lettera inviata da Riccardo Muti al Teatro dell’Opera di Roma per affermare la rinuncia alla direzione dell’Aida «nonché agli appuntamenti della prossima stagione». Intanto, è stato annunciato che il 9 dicembre verranno consegnate a Muti le chiavi della città di Napoli: «Un omaggio alla straordinaria attività del Maestro che rappresenta una eccellenza italiana nel mondo» si legge in una nota del sindaco Luigi De Magistris, dell’assessore Nino Daniele e del direttore del Conservatorio Elsa Evangelista. Lo stesso giorno, per la cerimonia conclusiva del Forum universale delle Culture, Muti dirigerà l'orchestra Cherubini.
Oscar Passata la bellezza, tocca alla crisi Per il Miglior film straniero l’Italia candida «Il capitale umano» di Paolo Virzì Narra di un pavido immobiliarista della Brianza, Dino Ossola (Fabrizio Bentivoglio), che sogna di fare il salto nel mondo della finanza. Padre di Serena (Matilde Gioli) e con una fedele compagna psicologa (Valeria Golino) in attesa di due gemelli, non manca di indebitarsi quando si ritrova amico del finanziereGiovanniBernaschi(unospietatoFabrizioGifuni).Mapoiunmisterioso incidente, alla vigilia delle feste di Natale, complica tutto e fa emergerelamiseriadiun’Italiasenza valori e dignità. Tra gli altri interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, ex attrice senza talento ora svampita signora Bernaschi con velleità da mecenate,eLuigiLoCascio,professore tutto entusiasmo e piccineria.
CortoLovere Sfida per ventiquattro Prosa Due Molière per Monica Conti Il festival comincia con la proiezione delle opere finaliste LOVERE Con la proiezione delle opere selezionate, inizia stasera alle 21, al cineteatro Crystal (in via Valvendra 15, ingresso libero), la XVII edizione di «cortoLovere», festival internazionale del cortometraggio. La giuria è presieduta da Silvio Soldini. I finalisti sono: «Vivo e Veneto» di Bovo e Pittoni (Tv); «La prima nave» di Crudetti (To); «Mr. Denton» di Sanchez (Barcellona); «A Chance Encounter» di Pechberty e Hamiche (Parigi); «Backward Run» di Ayce Kartal (Parigi); «Serenata» di Zanzari (Mi); «Office Kingdom» di Centoducati, Bertolucci, De Toma e Pirito (To); «The Theft» di Farahani (Teheran); «Silenziosa-Mente» di Alessia Travaglini (Mi); «Padre» di
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«Bou» Grasso (Bariloche); «A Quarter» di Behboodi (Roma); «Yet, the best universe ever» di Palma (Lt); «Tengri» di Westmount (Quebec); «Acabo detener un sueño» di Navarro (Valencia); «The Dive» di Tedorora Filippova, Fumagalli e Rembado (Mi); «L’attimo di vento» di Sorcinelli (Pu); «Zweibettzimmer» di Giessler (Weimar); «The age of rust» di Mattei e Aber (Pr); «Cambiamenti» di Capozzi (Roma); «L’uovo di Tesla» di Elena Baucke (Vi); «The Crafts Man» di Baretta (Mi); «Pop Art» di Mozzillo (Mi); «Il Sipario» di Peressutti, Sabbadini, Krema e Cardenas (Pn); «La sfida estrema» di Croci (Va). Il pubblico sarà giuria popolare per il Premio assessorato alla Cultura del Comune di Lovere.
«Le intellettuali» e «Dispetto d’amore» a Milano
La regista e attrice bresciana Monica Conti
■ Due Molière e una ripresa di Pirandello per la regista bresciana Monica Conti: il progetto «Molière fronte/retro» vedrà la nostra regista impegnata nell’allestimento di «Le intellettuali», con Roberto Trifirò e Maria Ariis (al debutto l’8 febbraio 2015 nel Teatro Sala Fontana di Milano, via Boltraffio 21) e di «Dispetto d’amore», testo poco noto del grande francese, il cui debutto è fissato per il 10 giugno. L’allestimento pirandelliano che la Conti ha firmato lo scorso anno, «L’uomo, la bestia e la virtù», con Rober-
to Trifirò e il bresciano Sergio Mascherpa, scene e costumi del bresciano Domenico Franchi, sarà ripreso nella sala milanese dal 27 gennaio all’8 febbraio, in una stagione che si aprirà il prossimo 5 novembre con Elisabetta Pozzi in «La diva» di W. S. Maugham e che avrà per protagonisti fra gli altri Gennaro Cannavacciuolo (11 - 14 dicembre), Anna Mazzamauro (12-15 febbraio) e che vedrà un’altra ripresa pirandelliana: «Uno, nessuno e centomila» (14-26 aprile) con regia di Trifirò. Info: 02.69015733.
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64 .In città
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LA STAMPA
.VENERDÌ 26 SETTEMBRE 2014
Un fulmine tra i profughi
La signora Napoli di Arbore
Alle 15,30 «Moving Tff» alla Bibliomediateca Mario Gromo (via Serao 8/a) presenta il film di Francesca Frigo «Sanperè! Venisse il fulmine», ambientato in un centro di accoglienza.
La sindrome di Sjögren
Si conclude Prix Italia con l’anteprima, alle 16,30 al Massimo (via Verdi 18) del programma «Napoli Signora» di Renzo Arbore e Raffaele La Capria, ospiti in sala.
Il cortometraggio «L’amante Sjögren» sarà proiettato a Palazzo Civico durante la presentazione del libro «Dietro la sindrome di Sjögren» di Lucia Marotta. Oggi alle 17.15.
Villa Tesoriera
Quando i libri sono persone che si raccontano Apre “Human Library”, la biblioteca umana Le prime venti storie parlano di insegnamento NOEMI PENNA
I
libri hanno voce e un cuore che batte. Apre ufficialmente a Torino Human Library, la biblioteca umana fondata da Enrico Gentina e Marco Pollarolo allestita oggi alla Tesoriera per Torino Spiritualità.
Il programma
Niente carta
Nella biblioteca vivente a custodire le storie non sono fogli di carta ma persone. Libri che parlano sfogliando le pagine più intime della loro vita, raccontando storie a tutti coloro che le vogliono ascoltare. E’ un esperimento letterario che, con delicatezza e originalità, oggi permetterà a cento persone di vivere questa esperienza fatta di ricordi, sorrisi e occhi lucidi. A ospitare la prima performanceevento è la biblioteca civica musicale Andrea Della Corte di Villa Tesoriera, in corso Francia 186, dalle 16 alle 19 nell’ambito di Torino Spiritualità. La Human Library è un modo per scoprire se stessi attraverso l’altro: le storie, anche se profondamente diverse, sono accomunate da reazioni e sentimenti universali. Libri che parlano
Ad allestire la prima bibliote-
La lezione di Vasta
n Il programma di Tori-
no Spiritualità oggi propone, alle 18 al Teatro Gobetti, «L’elogio del poco» di Serge Latouche e Paolo Legrenzi e alle 18,30 al Circolo dei lettori la lezione di Giorgio Vasta (nella foto) su «La meraviglia inaspettata». Alle 21 Concita De Gregorio e Umberto Curi si confrontano su «Per distinguere il vero dal falso» al Gobetti (ingresso a 5 euro), mentre il Monte dei Cappuccini farà da scenografia alla performance «To move/To breathe» di Stefania Lo Maglio e Roberto Laneri (biglietti a 15 euro). Nella chiesa San Filippo Neri va in scena invece, sempre alle 21, «Il mantello di Giordano Bruno»: narrazione di Eric Minetto liberamente ispirata al libro di Bertolt Brecht con Isa Gonella, Pier Renzo Ponzo, Monique Hofman e Jean Marco Vignola.
ca vivente è la cooperativa Progetto Tenda, da un’idea di Enrico Gentina e Marco Pollarolo che, dopo aver vissuto l’esperienza della Human Library all’estero, hanno voluto proporla al pubblico torinese. Il progetto è realizzato in collaborazione con gli assessorati alle Politiche sociali, Cultura turismo e promozione della Città, le Biblioteche civiche torinesi, Scuola Holden e le associazioni Mamre, Luce per la vita e Il mondo di Joele. E prevede tre «aperture», ciascuna con un tema diverso: s’inizia oggi con i maestri, si prosegue il 7 novembre con l’amicizia e il 12 dicembre con l’amore. In ogni appuntamento la biblioteca si arricchirà di nuovi libri: uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale che desiderano condividere un episodio significativo della loro vita. Storie di maestri
Per il primo esperimento sono stati selezionati 20 libri umani. Venti storie che parlano d’insegnamento, che sia stato dato, vissuto, negato o perso. I racconti abbracceranno i diversi aspetti della vita di una persona, nei suoi tratti più malinconici, romantici o avventurosi. Gitana e Santa sono medici e imparano dai loro stessi pazienti. Silvana è grafologa, ma soprattutto una donna che ha avuto il coraggio di cambiare pagina. Romeo è del Camerun e deve convivere con una pesante eredità; Mubarak ha imparato l’arte della compravendita dal cugino e Nadia è dovuta andare in Islanda per superare le sue pa-
REPORTERS
L’esperimento Venti librai guideranno i lettori fra le offerte del catalogo umano ospitate nei saloni della biblioteca. Nella foto Sophie Nélisse, in una scena di «Storia di una ladra di libri»
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libri viventi Per il primo esperimento sono state selezionate venti storie che parlano d’insegnamento
segnamento più grande glielo ha dato la figlia. Bollywood rivive nei racconti e nelle danze indiane messe in scena da Francesca; Ugur è scappato dal Kurdistan perché non voleva fare il militare; Joel suona la chitarra, e con le sei corde evoca la sua infanzia alla ricerca del perfetto maestro jazz in Congo. Librai guide
ure. Jelena aveva un nonno, ironico suonatore bosniaco ubriacone; Daniela è di Bacau ed è cresciuta a Torino senza padre, Elena arriva da Bucarest e l’in-
Ad accogliere il pubblico a Villa Tesoriera saranno venti librai fra cui alcuni diplomati alla Scuola Holden, che trasformerà l’esperimento letterario in un libro vero – che nelle scorse
settimane hanno affiancato i protagonisti nella stesura dei racconti e oggi guideranno i lettori fra le offerte del catalogo umano ospitate nei saloni storici della biblioteca. I cento tagliandi di partecipazione sono in distribuzione gratuita dalle 15,30: i lettori saranno fatti accomodare in un’aula multimediale, dove potranno scegliere il libro da leggere e assistere alla proiezione del documentario «You don’t do anything» di Jan Schmidt-Garre. A chiudere la giornata sarà poi alle 18 il racconto alla viola del musicista Maurizio Redegoso Kharitian.
La maestra
La suora
Il musicista
Un blog per restare in contatto gli allievi
I vissuti di una bimba sui drammi della vita
La nota del destino che cambia l’esistenza
Una maestra a 30° sotto zero. Alina Sandu ha cinquant’anni ed è nata in Moldavia, dove ha conseguito il master per insegnare. E’ una delle Mamme di quartiere dell’associazione Il Mondo di Joele e tutte le volte che parla di scuola le brillano gli occhi. A regnare nella sua vita è il regime socialista, che le ha garantito istruzione gratuita, possibilità lavorative e due anni di maternità. Poi tutto crolla, non solo il muro: Alina è costretta a emigrare in Russia, una terra dove insieme al Pil e alla corruzione aumenta anche il tasso di alcolismo, che rende simbolicamente i bambini orfani. E’ qui che prende a cuore le sorti di Mikael che a 12 anni ha già tante responsabilità e nessun sostegno. Oggi è un uomo sposato, diplomato e con un lavoro onesto, e la sua maestra Alina - che lo andava a prendere a casa e lo aiutava nei compiti - sa tutto di lui grazie ad un blog che ha creato per mettersi in contatto con i suoi allievi russi.[N. PEN.]
Alina Sandu
La maestra 50enne che ha conseguito in Moldavia il master per poter insegnare
In Brianza c’è una panchina all’ombra di due grandi olmi dove 75 anni fa una bambina ascoltava la nonna raccontare storie. L’anziana donna parla delle sventure della famiglia, e lo fa testimoniando un’incredibile forza: quella di chi è dovuta diventare, suo malgrado, maestra di vita. Un figlio morto al fronte, un altro ucciso dal diabete e una consumata da un legame con un uomo violento. A non capire che quelle parole sarebbero diventate un grande insegnamento è suor Giuliana Galli, ex vicepresidente della Compagnia di San Paolo e co-fondatrice dell’associazione Mamre, libro vivente dalla Human Library. Un racconto toccante, fatto di flashback sfocati, che restituiscono ricordi ricchi di umanità: orrore per la guerra, dolore per la malattia, ineluttabilità di destini tragici e non compresi. I vissuti di una bambina che si affaccia ai drammi della vita, troppo piccola anche solo per immaginare il suo destino. [N. PEN.]
Giuliana Galli
Ex vicepresidente della Compagnia di San Paolo e co-fondatrice dell’associazione Mamre
Michele Bernabei ha una famiglia musicale: padre, nonno e bisnonno, tutti innamorati del jazz. Fra loro non sono parenti, ma legati indissolubilmente da quando il trombettista romano, preso dalla follia adolescenziale, scappa all’Umbria Jazz ed ha un’epifania, riconoscendo la nota del suo destino emessa da Giampaolo Casati. Sarà per lui un maestro aspro e selvatico, come solo i genovesi sanno essere: profetizza la massima della sua vita – «Belìn, tu ce l’hai scritto sulla maglietta che non c’hai voglia di fare un c…», titolo del libro della Human Library dedicato alla t-shirt che indosserà oggi, e con un fil di voce gli racconta della fuga del «nonno» da Dachau (Cesare Marchini, maestro del suo maestro) e della guerra in Corea del «bisnonno» italoamericano (Lanny Tristano). Michele ha 27 anni ed ha raccolto quel testimone, continuando la sua genealogia musicale alla Scuola popolare di musica di Torino, dove vive da quattro anni. [N. PEN.]
Michele Bernabei
Il trombettiste romano amante del jazz lavora alla Scuola popolare di musica di Torino
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LA STAMPA
VENERDÌ 26 SETTEMBRE 2014
L’ultimo cd dei Subsonica
Dj set a Hiroshima
I Subsonica incontrano il pubblico alle 18 alla Feltrinelli (piazza Cln 251) per raccontare come è nato l’ultimo progetto, l’album appena uscito «Una nave in una foresta».
Una festa prima del viaggio: così si preannuncia la serata a Hiroshima (via Bossoli 83; ingresso libero), dalle 22, con il dj set di Luigi Cavallito aka The Sweet Selecter e i suoi amici.
In città .65
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INCITTA’ Per le vostre segnalazioni: giornonotte@lastampa.it
Piazza San Carlo
Carignano
Domani sbarca “100thousand poets for change”
Shin Dong-hyuk, il ragazzo fuggito da Pyongyang
Una rima per cambiare La marcia dei poeti dal centro ai Murazzi
LETIZIA TORTELLO
LUCA INDEMINI
«Mi piaceva pensare che i problemi dell’umanità potessero essere risolti un giorno da una congiura di poeti». Sembra prendere spunto da questo augurio di Tiziano Terzani l’evento «100 thousand poets for change», che domani porterà nelle strade e nelle piazze di numerose città, in ogni angolo del mondo, centinaia di migliaia di poeti. Voci fuori dal coro, che invitano a pensare diversamente. Un’occasione imperdibile per fare poesia senza confini, sociali e geografici, e promuovere un cambiamento ambientale, sociale e politico.
La «colpa» di Shin Donghyuk è di essere stato concepito per diventare schiavo. E’ nato per caso nel 1982, da genitori rinchiusi in un campo di concentramento della Corea del Nord, costretti a lavorare in condizioni disumane, quelle che il regime di Kim Ilsung – nonno dell’attuale dittatore – imponeva ai dissidenti dello Stato. Per 23 anni Shin è vissuto tra le mura della paura e delle torture delle guardie armate. Fino al 2 gennaio 2005, quando è riuscito a fuggire e a raccontare la sua incredibile storia agli occhi increduli del mondo. La fuga dal carcere
Street Poetry Parade
Con la certezza che «le parole hanno un peso e hanno un potere, le parole possono trasformare la realtà», Max Ponte, già mattatore dei Poetry Slam al Magazzino sul Po, assieme a Enrica Merlo, Bruno Rullo e Francesco Deiana, ha inserito anche Torino nell’elenco delle città aderenti, con la Street Poetry Parade. Per un giorno la poesia, scritta e declamata, scende nelle strade e va incontro alle persone, attraversando la città da piazza San Carlo al Po. Il ritrovo è fissato per le 17,15 di sabato nel salotto cittadino, da qui il corteo poetico si snoderà lungo piazza Carignano, piazza Castello e sotto i portici di via Po, per approdare ai Murazzi. Al momento sono una cinquantina i poeti che hanno aderito, ma le partecipa-
“Ho capito la libertà quando finalmente ho potuto mangiare”
Evento internazionale Alle 17,15 di sabato il corteo poetico si snoderà lungo le piazze Carignano e Castello e in via Po, per poi approdare ai Murazzi
zioni saranno aperte fino alla partenza della camminata ). Durante il percorso sono previste delle brevi tappe di lettura: muniti di megafono i poeti potranno declamare i propri versi, in mezzo al classico «struscio» del sabato pomeriggio. L’invito è di portare poesie fotocopiate o stampate da distribuire ai passanti, per lasciare un segno tangibile del proprio passaggio. L’Apericena Poetica
L’arrivo al Magazzino sul Po, ai Murazzi, è previsto intorno alle 19,30. Qui le letture prose-
guiranno durante l’Apericena Poetica, con Patrizia Camedda, Bettina Banchini e l’Open Mic che coinvolgerà tutti i poeti presenti. Alle 20,45 prende il via il classico appuntamento con il Murazzi Poetry Slam, condotto da Max Ponte e Bruno Rullo, che vedrà il genovese Roberto Marzano in veste di poeta ospite. La gara coinvolge quattordici partecipanti, precedentemente selezionati, che si sfideranno a colpi di versi davanti al pubblico votante, unico giudice supremo, deputato a scegliere i nomi dei vincitori.
Oggi, alle 18,30, al Teatro Carignano, il ragazzo venuto dall’inferno è a Torino Spiritualità, intervistato dal direttore della «Stampa», Mario Calabresi. Shin Dong-hyuk è l’unica persona a essere mai evasa da un carcere di lavoro del governo di Pyongyang. Al festival del pensiero presenta il libro biografico, in uscita per Codice, «Fuga dal Campo 14», già tradotto in 28 Paesi. E’ la testimonianza dolorosa e sconvolgente della sua esperienza, raccolta dal cronista statunitense Blaine Harden, un’avventura che supera il confine della disumanità. Per mettere in atto il progetto della fuga, condiviso con un prigioniero politico, Shin ha dovuto usare il corpo del compagno, folgorato da una scossa di scarica elettrica mentre scavalcava la recinzione, come una sorta di messa a terra per non subire la stessa sorte. Appena
Intervistato da Mario Calabresi Shin Dong-hyuk, 32anni, è l’unica persona a essere mai evasa da un carcere di lavoro del governo di Pyongyang
uscito, ha viaggiato per lunghi anni, passando dalla Corea del Sud alla Cina, per arrivare negli Stati Uniti. Ambasciatore Onu
Oggi, Shin ha 32 anni e fa l’ambasciatore Onu dei diritti umani, denunciando i crimini che la Corea del Nord continua a perpetrare. Sembra più giovane della sua età, vive come una missione il racconto dell’esperienza al Campo 14, in difesa dei parenti uccisi perché lui avesse salva la vita, e degli altri 200 mila prigionieri. Tra le violenze del carcere di Kaechon, la parola li-
Personaggio
Premiazione
Berberian, l’armeno che vive a Torino sbanca il premio “Acqui Storia” A Livio Berruti è andato «Testimone del Tempo 2014» GUIDO NOVARIA
Parla torinese (ma soprattutto armeno) l’edizione numero 47 del Premio Acqui Storia. Vasken Berberian, 56 anni, metà dei quali vissuti a Torino dove lavora come regista in una società pubblicitaria, con il romanzo «Sotto un cielo indifferente», edito da Sperling, si è aggiudicato il prestigioso
bertà aveva il colore del cielo, ma era vuota di significato. «Sono passati otto anni dalla mia fuga e sto cercando di adattarmi a questa società – ha detto ieri Shin –. Ho cominciato a conoscerla da poco, non posso dire di aver avuto momenti felici». La prima prova di libertà è stata «la possibilità di mangiare». Gli sta a cuore il suo Paese: «Invitandomi, Torino Spiritualità ha dimostrato di comprendere il dramma della mia terra – ha aggiunto –. Non so se tutti capiranno fino in fondo l’atrocità e la sofferenza che stanno subendo i miei compagni e mio padre».
riconoscimento, nato nel 1969 per onorare la memoria e il ricordo della «Divisione Acqui» e i caduti di Cefalonia nel settembre 1943. «Un premio che in questi ultimi anni è diventato uno dei più importanti riconoscimenti europei nell’ambito della storiografia scientifica e divulgativa, del romanzo storico e della storia al cinema ed in televisione ottenendo un importante rilancio scientifico culturale», spiegano gli organizzatori. Olocausto dimenticato
Ecco la motivazione della giuria: «Vasken Berberian si conferma una delle voci più forti e autentiche della letteratura in
Italia. Quello degli armeni è un olocausto dimenticato. La persecuzione, la dispersione e la frantumazione di questo popolo libero e generoso sono state in gran parte consegnate all’oblio. Nella sua opera «Sotto un cielo indifferente», Berberian resuscita questa vicenda con partecipe emozione, da armeno padrone di diverse lingue, tra cui l’italiano, comunque compiutamente partecipe dell’identità euroasiatica del suo popolo, rivelandosi capace di interpretare il senso profondo di una storia e di filtrarla in maniera romanzesca, intrecciando i sofferti destini di una famiglia con una strategia espressiva che pare resuscitare i cano-
VIncitore
Vasken Berberian vive da anni a Torino «Una città che ti mette a tuo agio»
ni della tragedia classica». Scrittura avvincente
E ancora: «Gli è stato assegnato il premio, per il romanzo storico, tenendo conto del profilo etico/epico del suo libro, della scrittura avvincente che lo caratterizza e della capacità di rappresentare scenari complessi, articolati e suggestivi». Euforico lo scrittore: «L’an-
nuncio della giuria, da Acqui, mi è arrivato una settimana fa, con l’obbligo però di non divulgarla». Terzo romanzo in arrivo
Vasken Berberian è al suo secondo romanzo: «Sto lavorando al terzo, una storia che incrocia anche il terrorismo», ma per ora preferisce non fornire altre anticipazioni.
Sabato 18 ottobre, è prevista la cerimonia di premiazione. Con Berberian, ci sarà un torinese doc, Livio Berruti, al quale è andato il premio «Testimone del Tempo 2014». Questa la motivazione: «Livio Berruti campione olimpico, ha inciso in modo indelebile il suo nome nella gloria dello sport mondiale dal 1960, quando vinse alle XVII Olimpiadi di Roma, in una gara entrata nel mito, i 200 metri piani. Si è distinto come modello di tecnica ed eleganza per la corsa veloce nella gara più seguita in tutto il mondo, segnando una tappa importante nella storia dello sport italiano. Ha confermato in seguito il grande merito di essersi dimostrato significativo interprete del proprio tempo anche come personaggio dal grande carisma, stile, probità ed autorevolezza nella vita professionale, una volta abbandonati i campi di atletica».
VENERDÌ 26 SETTEMBRE 2014
il manifesto
VISIONI LAV DIAZ «Norte, The End of History» l’epico film di oltre quattro ore diretto da Lav Diaz e presentato durante la passata edizione del festival di Cannes (a Locarno ha conquistato il Pardo d’oro), è stato selezionato nelle Filippine come pellicola che rappresenterà il paese alle selezioni per le candidature dei «miglior film straniero» agli Oscar 2015.
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RICCARDO PETITTI Eccelso dj-mischiadischi, divulgatore di suoni underground di ogni epoca e provenienza, primo a riversare drum’n’bass e dubstep nella club culture romana, inventore di «Agatha» al Brancaleone e del negozio Vinyl Refresh al Pigneto... Riccardo Petitti, scomparso nei giorni scorsi, verrà salutato lunedì prossimo a Roma (Tempietto Egizio al Verano, ore 11)
FOTOGRAFIA · L’India di Francesca Rosso
L’estasi spirituale su un cruscotto di taxi
JUSTIN LONG IN UNA SCENA DI «TUSK» DI KEVIN SMITH
Francesca Angeleri TORINO
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KEVIN SMITH · Torna il regista di «Clerks» tra horror e demenziale
«Tusk», la provocazione dell’uomo «tricheco» Giulia D’Agnolo Vallan NEW YORK
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riginato dal podcast delirante di due amici d’infanzia, concepito come un tributo al capolavoro landisiano Un lupo mannaro americano a Londra, in un equilibrio impossibile tra commedia demenziale, fiaba, horror truculento, Bunuel e melodramma, con un cast che include un ex teen idol, un ex bambino prodigio, una super star di serie A in incognito, il re del B movie Michael Parks e la figlia di Johnny Depp, Tusk è sicuramente il film più strano in cui si può incappare oggi in un multiplex Usa. A giudicare dalle recensioni negative, e dalle tre persone in sala a metà pomeriggio in un cinema dell’Upper West Side, non ci rimarrà per molto. Ma, prima che venga risucchiato in qualche limbo di video on demand, vale sicuramente il costo del biglietto. Perché, tra le altre cose, Tusk è anche uno dei film più personali di Kevin Smith, e il migliore che ha realizzato da parecchi anni a questa parte. Quando il Sundance Film Festival si svolgeva ancora sullo schermo unico dell’Egyptian Theater, sulla Main Street di Park City, e quando filmmaker e pubblico si ritrovavano in felice coesistenza, dall’altra parte della strada, allo «Z Place», Smith aveva folgorato l’edizione 1994 del festival con Clerks (in Italia, Commessi), commedia di vertiginose acrobazie verbali, scarti spericolati tra cultura high e low, in bianco e nero slavato, su tutto quello che succede in un minimarket di Red Bank (New Jersey) dove al tempo era impiegato lo sceneggiatore/regista. Da quel gennaio ad oggi, Smith si è costruito una delle carriere meno classificabili della new wave indipendente anni novanta (Tarantino, Rodríguez, Hal Hartley, Richard Linklater, Whit Stillman…erano parte della stessa onda), sfornando numerose variazione sul tema di Clerks (Mall Rats, Clerks 2…), almeno un tentativo di aderire al mainstream indie (la commedia lesboromantica Chasing Amy), un disastroso action movie con Bruce Willis (Cop Out), un film accusato di blasfemia (Dogma), uno picchettato da fondamentalisti religiosi del Kansas (Red State, ispirato alle dottrine omofobiche della Westboro Baptist Church) e uno boicottato per via della rottura tra Jennifer Lopez e Ben Affleck (Jersey Girl). Il suo è un percorso accidentato, che rifiuta con aggressività la normalizzazione che caratterizza la maggior parte del cinema indipendente americano degli ultimi 10 anni, e al quale Smith ha affiancato anche una forte presenza pubblica (twitter, podcast, dibattiti culturali, coverage dei tabloid) occasionalmente sull’or-
lo della crisi di nervi. In questo contesto, Tusk è un film sorprendentemente disciplinato, coerente –se così si può dire della storia di un uomo il cui sogno è quello di trasformare un suo simile in un tricheco. Adattato da una storia improvvisata sul podcast che Smith tiene ogni settimana con il suo coproduttore e amico di sempre, Scott Mo-
Il film è adattato da una storia improvvisata sul podcast che Smith tiene ogni settimana sier, il film inizia con un affilatissimo duello verbale online tra Wallace (Justin Long, con baffetti e sorriso furbastro che lo vorresti uccidere) e Teddy (il bambino di Il sesto senso, Haley Joel Osment), seguitissimi podcaster anche loro che annunciano un imminente viaggio in Canada per intervistare un ragazzino diventato celebrity globale on You Tube perché si è amputato una gamba imitando Uma Thurma in Kill Bill. Ma quando Wallace arriva a Winnnipeg, il ragazzo si è suicidato e, in cerca di altre stranezze canadesi da somministrare alla sua cinica audience, Wallace si trova nella villa isolata di un vecchio signore che, in un messaggio lasciato nel bagno di un bar, promette di raccontare grandi avventure. Seduto su una sedia a rotelle davanti a un camino scoppiettante, Howard Howe (Michael Parks, splendido) ha chiaramente vissuto molto. Inizia infatti a evocare lo sbarco in Normandia al fianco di Hemingway, cita Coleridge par-
lando dei suoi viaggi di mare (Smith adora i riferimenti letterari e tutto questo film è un omaggio al gusto del racconto fiabesco/avventuroso anche nelle sue dimensione più paradossale) e ricorda di quando è naufragato nelle gelide acque della Siberia. Sta cominciando a parlare del tricheco che lo ha salvato, Mr. Tusk, quando Wallace si addormenta come un sasso. Al suo risveglio è su una sedia rotelle anche lui, e gli manca una gamba. Misery, Frankenstein, The Texas Chainsaw Massacre, il tardo Argento….e parecchi punti esclamativi, ti scorrono in mente quando scopri che la mostruosa operazione chirurgica non è che l’inizio di una metamorfosi ancora più grottesca con cui il folle signor Howe intende ricondurre le sembianze dello strafottente podcaster a quelle dell’amato Tusk. Da Los Angeles, arrivano intanto alla ricerca di Wallace, la fidanzata e Teddy, cui si unisce un detective del Quebec (verbosissimo anche lui e dietro a cui si si può riconoscere una star che ama perversioni come questa) da anni sulle tracce di un serial killer. Aiutato, oltre che dalle interpretazioni degli attori, dal make up meravigliosamente inventivo di Robert Kurtzman, che dà all’implausibile creatura/creazione di Howe una credibilità quasi commovente, Smith tratta la sua premessa completamente ridicola in modo serio. Parte dello humor sta nell’accorgersi che anche tu, spettatore, sei quasi disposto a seguirlo su quella strada. È un equilibro difficile e affascinante quello di questo film, in cui l’autore di Clerks pare aver ritrovato se stesso. Tusk è allo stesso tempo divertente, mostruoso, demenziale e molto triste.
io ci guida. In India per lo meno. Entrambi, l’India e il suo dio, stanno guidando Francesca Rosso. Scrittrice, blogger, danzatrice, Dio ci guida è il titolo della sua mostra fotografica esposto fino a domenica 28 settembre al Carignano di Torino in occasione di Torino Spiritualità. Una mostra nata spontaneamente, dai continui click sulla macchina fotografica che Rosso non ha mai lasciato a casa nei quattro mesi in cui ha vissuto a Mumbay per terminare una tesi di dottorato sulla danza nel cinema di Bhollywood. «Non sono una fotografa di professione però la meraviglia dell’India è tale che non potevo non immortalare ogni cosa mi colpisse ogni giorno passato lì». La sua ricerca si è divisa tra coreografie e macchina da presa su quella che pochi sanno essere la più potente industria cinematografia del mondo «da filoamericani quali siamo non abbiamo mai avuto la percezione che i film più visti al mondo non fossero quelli di Hollywood bensì quelli indiani, distribuiti nei paesi dell’ex blocco sovietico, così come in Africa o in Cina. Allo stesso modo, oggi, l’attore più famoso non è un Brad Pitt ma Shah Rukh Khan». La giornata di Rosso si divideva tra le lezioni con la guru delle danze Bhollywood Saroj Khan e le interviste ai protagonisti di questo mondo fantastico. Ogni avvenimento è stato meticolosamente raccontato nel suo blog Bhollywood Party su La Stampa, tra poco in uscita come e book. Set cinematografici, agopuntura negli slam, autostrade sul mare, la Mumbay di Francesca Rosso rispecchia in tutto e per tutto l’eccentricità di una India molto diversa dagli stereotipi di cui siamo intrisi «è un luogo in continuo movimento, foriero di pensieri e creatività, in cui lo squallore e il sublime si mischiano in un kitch assoluto che è grande respiro del mondo». In cui la spiritualità non è l’Om recitato sulla spiaggia al calar del sole ma invece quanto di più materiale possiamo immaginare. «Dio, in India, è dentro la vita. È tangibile. È un concetto trasversale e concretissimo. Dio è ciò che vuoi e, soprattutto, ciò che ti serve». Ecco che l’ogget-
Un paese lontano dagli stereotipi, colto dall’artista in perenne movimento to di questa necessità è diventato soggetto di un percorso artistico. Lo sguardo di Rosso ha iniziato a posarsi con divertimento e investigazione sulle immagini sacre poggiate su ogni cruscotto di taxi, richò, auto privata nell’infernale traffico di Mumbay. «Quando ti metti in viaggio- racconta- è plausibile che tu sappia quello che vai cercando. Ma la cosa meravigliosa è quello che trovi nel tragitto». E di tragitti lei, quotidianamente, ne ha percorsi tanti. Tutti contornati da Ganesh «l’immagine più ricorrente sui mezzi di trasporto. Ganesh è carino, simpatico, va bene per ogni occasione, soprattutto per gli inizi. Ma, cosa più importante, è a lui che spetta il compito di rimuovere gli ostacoli. C’è qualcosa di più adatto in una città con venti milioni di abitanti riversati in strada?» Ma ci sono anche tanti Cristi e Madonne, vestiti a festa a seconda delle occasioni, profumati di incenso e ricoperti di fiori, e anche Sai Baba va alla grande «senza contare le commistioni! Perché non mettere vicini un Cristo e un Ganesh? Qualcosa faranno! È un sincretismo piacevole. Dio è uno, e si manifesta in vari modi. Questo è ciò che ti ripetono tutti, credendoci. In India non esistono opposti veri e propri, e comunque tutto convive costantemente in una sorta di danza generativa. E questo, a me, dona una felicità incredibile».
VIDEOGAME · «Murasaki Baby», opera prima di Ovosonico la sofware house italiana
Macabre meraviglie in un mondo bambino Federico Ercole
M
urasaki Baby, l’opera prima di Ovosonico, la software house italiana fondata da Massimo Guarini e Gianni Ricciardi, è una meraviglia macabra dalla bellezza travolgente e «minuta». Una piccolezza dovuta alle dimensioni ridotte della console portatile Ps Vita di Sony -per cui il gioco è stato sviluppato in esclusiva- e alla brevità del videogame in questione che si può concludere in poco più di tre ore, che si pagano tuttavia meno del prezzo di un biglietto per un film in 3d proiettato in una multisala. In questo caso è vero il vecchio adagio, quasi sempre falso e citato da chi non si diverte, che «un
bel gioco dura poco». L’intreccio di Murasaki Baby è minimale poiché fa leva sull’emozione invece che su una articolata elaborazione narrativa: una bambina si perde in un mondo onirico sinistro e minaccioso e tocca al giocatore accompagnarla verso la salvezza, tutelando la piccola e il palloncino a forma di cuore che si porta dietro, come simbolo della sua vita. Chi vive quest’avventura concisa, profonda e preziosa come un sonetto esemplare prende per mano la piccola Baby attraverso il touch-screen della console, istaurando immediatamente, tramite il contatto, un potente legame empatico con questo esserino digitale. Attraverso la superficie tattile posteriore della Ps Vita inve-
ce possiamo cambiare gli sfondi di questo favoloso mondo da incubo per risolvere gli enigmi ambientali che ci consentono di proseguire nella camminata onirica. Oltre alla giocabilità basata su una fisica del sentimento ciò che rende davvero unico Murasaki Baby è lo stile grafico con cui è disegnato, chimera estetica dove si trovano tracce delle allucinazioni di Salvador Dalì e di Tim Burton, suggestioni espressioniste e ricordi di «anime» giapponesi. Il valore artistico e lo splendore pittorico del videogame di Ovosonico si rivelano comunque attraverso uno sguardo compendiario in cui citazioni e omaggi convivono con le nuove intuizioni, perché vi si distingue lo sguardo poetico e personale di Mas-
PORDENONE
Giornate del muto 4-11 ottobre Presentata la 33esima edizione delle «Giornate del Cinema Muto» che si svolgerà al teatro comunale Giuseppe Verdi di Pordenone dal 4 all'11 ottobre. I protagonisti della principale rassegna sono i Barrymore, la più grande dinastia dello spettacolo d'America. Sarà proprio John Barrymore a inaugurare il festival con il film «When a Man Loves», versione cinematografica di Alan Crosland della Manon Lescaut. Le Giornate, dirette da David Robinson, biografo ufficiale di Chaplin, festeggiano il centenario di Charlot, a lui è dedicato l'evento speciale di chiusura, «City Lights» (1931) accompagnato dal vivo con la partitura dello stesso Chaplin restaurata da Timothy Brock ed eseguita dall'orchestra San Marco di Pordenone diretta da Guenter Buchwald.
MILANO
Lesbiche fuorisalone dieci giorni di eventi Dieci giorni di incontri, performance, proiezioni, spettacoli e concerti per «Lesbiche Fuorisalone», il festival dedicato alla cultura e all'arte lesbica e queer giunto alla quarta edizione e in programma dal 27 settembre al 5 ottobre a Milano. Info: www.lesbichefuorisalone.it
LUGANO
Sissako al festival dei diritti umani Tredici film e undici dibattiti al festival svizzero, attesa stasera alle 20.45 al Cinestar la proiezione del film di Abderrahmane Sissako «Timbuktu». Info: www. festivaldirittiumani.ch
RAITRE
Sabato e domenica con Fazio & friends Riparte e si rinnova il doppio appuntamento del weekend con Fabio Fazio su Rai3, che il 27 e il 28 settembre sarà in onda con la 12esima edizione del suo talk. Il sabato cambia pelle, diventa «Che fuori che tempo che fa» e sarà condotto in coppia con Massimo Gramellini e in collegamento da Londra, Fabio Volo. La domenica «tradizionale»; primo ospite Matteo Renzi, ma ci saranno anche Willem Dafoe e Dino Zoff. A chiudere sempre Luciana Littizzetto.
simo Guarini che è riuscito a incollare in un’unica visione le proprie idee con la rilettura di stili pre-esistenti. Le immagini sono legate in maniera intima e indissolubile ai suoni e alla musica. La colonna sonora è il battito di cuore di Murasaki Baby e determina il metabolismo emozionale di chi gioca con la stessa potenza del disegno. Gianni Ricciardi ha scritto suoni e toni che sembrano affondare negli abissi del subconscio prima di passare attraverso le orecchie. Da non perdere poi i titoli di coda, c’è un omaggio musicale composto appositamente del geniale Akira Yamaoka. È impossibile non amare Baby, bambina così strana con la sua bocca posta sulla fronte che sarebbe mostruosa se non fosse così dolce, come è impossibile non amare, con un vago senso di patriottismo assai più potente di quello che si può provare per una vittoria sportiva della nazionale di calcio, questa opera d’arte Made in Italy che ci fa sperare per il futuro videoludico del nostro paese.
LA STAMPA
VENERDÌ 26 SETTEMBRE 2014
Cartesio
Niente sesso in copertina
Improvvisamente, Manara. La Marvell Comics ha scoperto che il disegnatore veneziano, notissimo per la sua vena erotica, è sessista, forse sconcio, e ha sospeso una serie di copertine annunciate per novembre per due serie di grande successo. Tutta colpa di Spider Woman, ridisegnata con
MARIO BAUDINO
Manara le femministe la Donna Ragno
forme eroticamente protese. In agosto la tavola è stata diffusa on line, e si è scatenato un putiferio tra i blog femministi, anche autorevoli, contro un trattamento ritenuto «ipersessualizzato» dell’eroina. Risultato: dopo avere un po’ resistito, il direttore di Marvell, Axel Alonso, si è scusato, ha cancellato la copertina (che tut-
tavia rimane on line) e anche quelle a venire, che nessuno al momento ha visto. L’amico del libraio
James Patterson è, a 66 anni, lo scrittore più ricco del mondo. Non entrerà nelle antologie letterarie, ma i suoi thriller e le sue storie per bambini (tradotti i pri-
Gli Istituti di cultura sono vivi e vogliono lottare con noi Riuniti ieri a Torino per discutere sui modi di sfuggire all’estinzione in tempi di ristrettezze finanziarie e di fronte all’incalzare del digitale ANDREA ROSSI TORINO
N
ell’era del grande trasloco digitale gli istituti di cultura e il loro sterminato patrimonio rischiano di essere dimenticati in soffitta. Temono di scomparire, travolti un po’ dalle ristrettezze finanziarie (i fondi statali sono passati dall’equivalente di 11 milioni nel 1992 ai 5 e mezzo attuali), un po’ dall’avvento del digitale che potrebbe relegare questi luoghi di elaborazione e divulgazione della cultura umanistica o scientifica al rango di dinosauri in via d’estinzione. Eppure custodiscono un patrimonio di libri e archivi che è la base culturale su cui poggia il nostro Paese. «Condannarli all’inedia o alla chiusura sarebbe un grave danno», spiega Valdo Spini, presidente dell’Aici, l’Associazione delle istituzioni di cultura italiane, che ieri ha radunato a Torino i suoi oltre cento soci. «Con i tagli abbiamo già dato», ammonisce, puntando l’indice contro la scarsa volontà «di fare sistema, collegare le istituzioni in una rete nazionale e regionale, in modo da ottimizzare le risorse pubbliche e permettere di acquisirne altre, cioè aprire la strada all’intervento del privato». Molte di queste istituzioni sono chiamate a un difficile lavoro di conservazione e tutela dei beni e della memoria, ma faticano a rendere disponibile questo patrimonio, ad allargare la platea, a valorizzare i loro beni rendendosi così sostenibi-
MARINO SINIBALDI
S
e partecipare significa, citando la Treccani, «prendere parte a una forma qualsiasi di attività, sia semplicemente con la propria presenza, con la propria adesione, con un interessamento diretto, sia recando un effettivo contributo al compiersi dell’attività stessa», il rapporto tra gli italiani e la cultura si presenta sotto la stella della più indecifrabile ambiguità: comatoso da un lato, euforico dall’altro. Qualche mese fa Eurobarometro ha presentato i dati di una ricerca sui comportamenti dei nostri connazionali che presentava più di un motivo di interesse. Da un lato non calcolava semplicemente il consumo di cultura ma indagava la forme di partecipazione anche minimamente attiva: non solo quindi chi frequenta una sala da concerto ma anche chi suona uno strumento, non solo chi legge libri ma anche chi, più o meno segretamente, scrive romanzi. Dall’altro, permettendo una comparazione su scala europea documentava, dentro un calo generale, il nostro disastro nazionale. Il confronto suonava impietoso sulle singole pratiche, dalle mostre ai concerti ai teatri e alle librerie. Persino gli italiani che dichiarano di aver visitato località storiche sono molti meno della media europea (41% contro 52%): essendo il nostro un paese fittamente segnato da località storiche e artistiche, per non visitarle occorre una sorta di abile slalom perpetuo. O più probabilmente essere inconsapevoli dei tesori in mezzo ai quali si vive. Del resto in quanto a inconsapevolezza siamo davvero campioni europei se, per spiegare la scarsa attrazione per le
li su un piano economico. Guardano al futuro immaginando di mettersi in rete, anche attraverso la digitalizzazione dei loro patrimoni, di aprirsi all’estero e ai privati. Ma non si nascondono le difficoltà: «Il “grande trasloco” al digitale sta avvenendo 500 anni dopo la migrazione dai manoscritti alla stampa», spiega Giuseppe Sangiorgi, segretario generale dell’Istituto Sturzo. «È
un’epoca altrettanto rivoluzionaria ma più rischiosa: il nostro ruolo sarà fondamentale nel garantire che nulla venga perso nella transizione». Si tratta non solo di trasferire quest’immenso patrimonio su nuovi supporti, ma di organizzare un nuovo modo di diffondere la cultura, salvaguardare una storia reinterpretandola. «La capacità del nostro mondo di dialogare con l’esterno è
mi per Longanesi e Edizioni Nord, i secondi per Salani, e tutti nei tascabili Tea), scritti con l’aiuto di una pletora di collaboratori, vendono molto più di Harry Potter o di chiunque altro. È una ditta, anzi una multinazionale. Una multinazionale compassionevole. Quest’anno ha deciso di donare un milione di dollari ai
più fragile che in passato», ragiona Giancarlo Monina, segretario generale della Fondazione Basso di Roma. «La cultura di cui siamo portatori è la cultura del conflitto delle idee. Il digitale invece cova in sé il rischio di appiattire tutto». C’è una quarta via da percorrere: l’apertura alla cultura di massa, dei piccoli e grandi eventi. I festival, soprattutto: un modo per fare capolino nel mercato senza snaturarsi troppo. Qualcuno ci è riuscito. A Conversano, nel Barese, la Fondazione Di Vagno organizza da dieci anni «Lectorinfabula», esperienza elevata a modello dal vice presidente di Confindustria, l’editore barese Alessandro Laterza. Si tratta di trovare nuove chiavi per diffondere i saperi: vale anche per il Festival della letteratura di viaggio, cominciato ieri a Roma. «La dimensione della tutela ha sempre funzionato bene ma non riuscivamo a valorizzarla», racconta il segretario generale della Società geografica italiana, Simone Bozzato. L’ente, che custodisce 400 mila volumi, 200 mila fotografie e 100 mila carUN PATRIMONIO DA VALORIZZARE
Il futuro è in rete. E si progetta di aprirsi ai festival, per fare capolino nel mercato senza snaturarsi troppo
REPORTERS/DARIO NAZZARO
In piazza Carignano, la folla in attesa di partecipare a uno degli incontri di Torino Spiritualità: la manifestazione è in corso fino a domenica
La via mediterranea alla partecipazione Piazze piene, librerie vuote: la contraddizione italiana si può sciogliere facendo sempre più dei festival un’occasione di incontro impegnato Al Festival del Diritto È in corso fino a domenica a Piacenza il VII Festival del Diritto, curato da Stefano Rodotà e dedicato quest’anno al tema «Partecipazione/Esclusione». Tra gli oltre cento gli eventi, domani alle 11, Sala dei Teatini, il dialogo su «La cultura come partecipazione» con il ministro della Cultura Dario Franceschini e il direttore di Radio3 Marino Sinibaldi (foto). Per il programma completo www.festivaldeldiritto.it
biblioteche pubbliche e i canali culturali dei media, gli italiani in misura significativa hanno citato il loro costo eccessivo (mentre si tratta, come spero sia noto, di due attività assolutamente gratuite). Salvo - va detto - un ampio dossier della Stampa, la ricerca non suscitò molta attenzione. Eppure i dati erano davvero istruttivi di almeno un aspetto della situazione e costituivano la premessa di qualche possibile strategia. Ma dove sta allora l’ambiguità? Nella diffusione in Italia di una forma peculiare di partecipazione culturale che viceversa non ha eguali. Sto parlando della folla che popola i nostri famosi festival, ormai addirittura mille secondo un recente calcolo
dalle tinte evidentemente risorgimentali. L’eterno stupore che circonda il successo dei Saloni e Fiere del libro come dei Festival letterari, filosofici, economici eccetera è giustificato da un confronto elementare per il quale vale la pena di parafrasare ancora un lontano, amaro slogan politico: piazze piene, librerie vuote. Certamente la contraddizione può essere sciolta se si considera che lo scopo di questi festival è appunto una modalità particolare di partecipazione: una dimensione di incontro impegnato, per così dire, che ne surroga altri scomparsi e traduce in forma mediterranea (privilegiando la piazza, la fisicità, il faccia a faccia) le tradizionali attività cultu-
te, ha visto negli ultimi anni il suo bilancio scendere da un milione a 700 mila euro l’anno. Inventarsi il festival è stata un’intuizione per garantirsi una nuova vocazione più che la sopravvivenza: «Abbiamo dovuto misurarci con strumenti di comunicazione in grado di arrivare a diversi palati senza snaturare il nostro profilo né la vocazione scientifica». Avercela fatta dimostra che la storia degli istituti di cultura non s’è esaurita. «Ci stiamo trasformando da custodi del Dna delle culture politiche e scientifiche dei secoli passati in una Internet company di cultura civile», riflette Giuseppe Sangiorgi. «Se non riusciremo in questa transizione resteremo roba vecchia che sa un po’ di stantio. Ma noi siamo vivi. Siamo una fiaba: la storia del riscatto dell’uomo, del suddito che diventa cittadino. Ed è una fiaba che vale ancora la pena raccontare».
rali. Sono occasioni nelle quali si rompe l’isolamento fisico, mediatico e anche psicologico che sembra connotare i consumatori di cultura e si rovescia la marginalità simbolica ed economica nella quale la cultura è tenuta (fino a dimostrare quanta se ne mangia e quanto può far mangiare, diciamo così). Sono possibili pratiche dal basso che estendano e stabilizzino questa inclinazione trasferendola dallo spazio delle festa a quello della quotidianità? E parallelamente esistono politiche pubbliche in grado di consolidare con misure più strutturali questa effimera euforia culturale? Non sto parlando di cose astratte. Penso, molto concretamente, a una seria (e non costosissima, in fondo) politica per le biblioteche pubbliche e scolastiche. E insieme - non sembrino cose lontane perché sono invece complementari - a misure che risolvano energicamente la nostra inferiorità digitale con la diffusione della banda larga nel modo più ampio e meno dispendioso possibile. Una politica per la lettura, una politica per l’eguaglianza digitale: sono forme ormai irrinunciabili di cittadinanza senza la quale non solo si acuisce la crisi del nostro mercato dei consumi culturali ma si pregiudica la democrazia. Che è destinata a rattrappirsi senza queste forme evolute di partecipazione. Per le quali la cultura - ossia una qualità di sapere informato, di riconoscimento degli aspetti di intelligenza e bellezza del mondo, di educazione a competenze e sensibilità che ci rendono capaci di affrontarne la complessità - non è solo la precondizione. Senza quella forma di partecipazione che è la cooperazione creativa, la cultura tradisce il suo destino, che è quello di arricchirsi generazione dopo generazione, di spostare ogni volta in là il confine delle conoscenze e delle libertà.
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librai indipendenti americani, e 250 mila sterline a quelli britannici, per finanziare iniziative che spingano i ragazzi e i bambini alla lettura. Un successone. I librai gli scrivono, e lui (assieme forse alla pletora dei collaboratori) vaglia i progetti; poi mette mano al portafogli. I beneficiati ringraziano, e forse ricambiano.
Elzeviro
GABRIELLA BOSCO
Lionello Sozzi principe dei francesisti
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o chiamavano il principe dei francesisti, lo era. Ieri a Torino è morto Lionello Sozzi, a 84 anni. Studioso nel senso più alto del termine, era professore emerito dell’Università di Torino, socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei, membro dell’Accademia delle Scienze e dell’Académie de Savoie, direttore della rivista Studi francesi. Il momento è di grande tristezza, di profonda malinconia per gli amici, per tutti gli allievi che ha avuto nei quaranta e più anni di insegnamento impartiti occupando la più antica cattedra di Letteratura francese dell’Università italiana, dove prima di lui avevano seduto Ferdinando Neri e Franco Simone. Era giunto a Torino dopo aver studiato alla Normale dove si era formato come italianista, ma già dando prova di interessi comparatistici. Oratore straordinario, le sue lezioni erano dense, alate, indimenticabili. Fra i più insigni francesisti d’Europa, ha scritto testi fondamentali sul Rinascimento e sul Settecento. Di recente aveva curato un’edizione importante di Rabelais per Bompiani e una Storia europea della letteratura francese per Einaudi. La sua saggistica andava al di là dell’argomento trattato. Ogni volta che Sozzi si occupava di un autore, di un tema, di un’idea, se ne aveva la più bella, profonda, completa, illuminante interpretazione. Grande animatore di cultura, fu lui ad avviare la rete di rapporti con la Francia che tuttora sussistono tra la nostra Università e numerose Università d’Oltralpe. Alla fine degli anni Settanta creò la Laurea Binazionale, la prima in Italia, anticipando la politica europea nel campo universitario. Tra i tanti libri che si affacciano ora alla mente, viene da ricordare Vivere nel presente. Un aspetto della visione del tempo nella cultura occidentale edito per Il Mulino. Lionello Sozzi era letterato, ma anche filosofo. Ed era un poeta.
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TORINOSETTE
APPUNTAMENTI incontri rassegne solidarietà libri e religioni
SINO A DOMENICA 28 «TORINO SPIRITUALITÀ
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EMOZIONI DELLA MENTE E RAGIONI DEL CUORE UN’ALCHIMIA DA SCOPRIRE MARCOBOBBIO
ntra nel vivo la decima edizione di «TorinoSpiritualità»,ilfestivalchefinoadomenica28proporràdecinedi incontri, dialoghi, reading, lezioni, spettacoli e concerti per provare a comprendere le trasformazioni e le incertezze del mondo contemporaneo. Il filo rosso sarà il «Cuore intelligente»,neltentativodiscioglierel’apparente ossimoro che lega ragione e sentimento per arrivare a un maggior equilibrio interiore e a una più attenta apertura verso l’altro. DIALOGHI. Cuore e mente saranno al centro di
Ubaldeschi,vicedirettoredeLaStampa,proporranno un «Elogio del poco», riflessione sulla società dei consumiesuivaloriumani.Alle21poi,semprealGobetti,lagiornalistaescrittriceConcitaDeGregorioe il filosofo Umberto Curi, con il giornalista Marco Filoni, nell’incontro «Per distinguere il vero dal falso», indagheranno i confini tra verità e menzogna (ingresso 5 euro). Sabato 27, alle 15,30, ancora al teatro Gobetti la scrittrice Valeria Parrella e lo psichiatra Eugenio Borgna, moderati da Armando Buonaiuto, responsabile del programma del festival, discuteranno di «Emozioni fragili», alla ricerca dei confini tra insicurezza e disponibiltià al dialogo (ingresso 5 euro). Sempre sabato, alle 17, alla Scuola Holden (piazzaBorgoDora49),ilfotografo Luigi Baldelli e lo scrittore Giuseppe Catozzella, moderati dalla MarinaLalovic,discuterannosulle «Vite degli altri», raccontando esistenzelontanedallenostre.Alle 18,30, al Circolo dei lettori (via Bogino9)ifilosofiSergioGivonee Guido Brivio in «Intelletto d’amore» si confronteranno sull’amor platonico.Ilpercorsosiconcluderàdomenica28,alle 18 al teatro Vittoria (via Gramsci 4) con la discussione tra il matematico Piergiorgio Odifreddi e il direttoredellaBibliotecaAntiquadiAbocaMusemDuilio Contin su «De divina proportione», sulle esperienze algebriche e geometriche d’epoca rinascimentale.
Il weekend del festival con i suoi grandi ospiti gli incontri, gli spettacoli una serie di dialoghi tra autorevoli voci che spazieranno attraverso diversi campi, dall’economia alla psicologia, dalla religione alla filosofia. Venerdì 26, alle 18, al Teatro Gobetti (via Rossini 8) Serge Latouche, economista e teorico della decrescita felice, e Paolo Legrenzi, psicologo, moderati da Luca
UNA STRADA PER LA FELICITÀ. La sintonia tracuoreementeèunviaticoperun’esistenzasoddisfatta e consapevole. Su questi aspetti si concentreranno Fulvia De Luise nella lezione «Felicità: il sogno di tutti discusso dai filosofi» (venerdì 26, ore 21,CircolodeiLettori),lastudiosadiscritturevediche Jaya Row nella lectio «Successo e felicità, l’uso compassionevole della ragione» (sabato 27, ore 15,30, teatro Vittoria), Victor Chan e Sara Hejazi nel dialogo «Egoismo saggio» (domenica 28, ore 11, Teatro Vittoria), e lo scrittore Armando Massarenti, il direttore della Stampa Mario Calabresi e il professore di Storia del Cristianesimo Alberto Melloni nell’incontro «Filosofi antichi per spiriti moderni» (domenica 28, ore 15, teatro Gobetti). TRACCE D’AMORE. È questione di cuore, certo, ma anche di intelletto. L’amore è il centro delle riflessioni di Carla Perotti, esperta di yoga, nell’incontro«L’amoreguarisce»(venerdì26,ore18,Borgo Medievale del Valentino, viale Millo 6), di Corrado Augias nella lezione «Il lato oscuro del cuore» (sabato 27, ore 18, teatro Carignano, ingresso 5 euro), del guru Radhanath Swami in «Un viaggio nel cuore» (sabato 27, ore 21, teatro Gobetti), e del teologo Vito Mancuso e dello storico Alessandro Vanoli in «Io amo» (domenica 28, ore 18,30, chiesa di SanFilippoNeri,viaMariaVittoria5). PAGINE SPIRITUALI. A confrontarsi sui testi che hanno sviscerato da diversi punti di vista le tematiche spirituali saranno invece Francesco
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Manager convertita Incontro con Jaya Row al Vittoria
Leader spirituale Sabato 27 lezione al Teatro Gobetti
incontri sono organizzati con i Centri buddhisti torinesi associati e l’Unione Buddhista italiana
Sabato 27, alle 11,30, al Teatro Vittoria, via Gramsci 4, incontro con Jaya Row, la manager indiana che ha rinunciato alla carrieraperdedicarsiallostudiodellescritturevediche.Oggiè una delle più insigni studiose e insegna ai manager delle più grandi aziende del mondo ad avere successo, accompagnandolialla crescitapersonale.HatenutocorsialWorldEconomic ForumdiDavos,allaWorldBank,allaCocaColaCompany.
Pettinari con il «Libro d’ore di Rainer Maria Rilke» (venerdì 26, ore 21, Circolo dei Lettori), Brunetto Salvarani con gli «Scritti di San Francesco d’Assisi» (sabato 27, ore 21, Circolo dei Lettori), e rav Benedetto Carucci Viterbi con «Il cammino dell’uomo di Martin Buber» (domenica 28, ore 15,30,TeatroVittoria). SPIGOLATURE. Tante altre personalità saranno ospiti del festival. Renzo Arbore sarà alla proiezione di «Napoli signora» (venerdì 26, ore 16, cinema Massimo, via Verdi 18), Marek Halter e Cesare Martinettiproverannoaarrivare«Alcuoredelpotere» (sabato 27, ore 10, teatro Carignano, ingresso 5euro),AldoGrassoeAlbertoMellonoparleranno di«PapaFrancesco:thetimestheyarea-changin’» (sabato 27, ore 16, teatro Gobetti), Christian Di Domenico proporrà lo spettacolo «U parrinu» sulla
Sabato27,alle21,alTeatroGobetti,viaRossini8,lezione di Radhanath Swami dal titolo «Un viaggio nel cuore». Leader spirituale, attivista umanitario e modello vivente dellatradizionedella«Bhakti,loyogadell’amore»,risiede al Gopinath Radha Ashram a Chowpatty, Mumbai. Negli ultimi 25 anni ha guidato lo sviluppo della comunità e ha direttonumerosiprogrammidiaiuti inIndia.
LA FILOSOFA
O
IL GURU
Liberidall’egoismo,capacididonare Eccocomediventareverileader JAYA ROW
gni essere umano ha il potenziale per essere un leader. Per accedere al vostro spirito e capire di cosa siete capaci dovete liberarvi dalla prigione che vi siete costruiti attorno. Ogni leader deve possedere 10 caratteristiche. Non desiderate la posizione di leader. Non dovete aggrapparvi alla vostra posizione, è transitoria. Mettetevi a disposizione degli altri, lasciate il mondo migliore di come l’avete trovato. Imparate a conoscere voi stessi. La vera conoscenza non deriva dagli studi, ma dalla conoscenza di noi stessi. Abbiate un carattere inappuntabile. Siate al di sopra di ogni rimprovero. Liberandovi dall’egoismo, imparerete a capire se le decisioni che prendete tendono davvero al benessere delle persone. Coltivate la vostra vera missione. Il termine Svadharma sta a indicare il dono, il vero talento che ognuno di noi ha. Nostro compito è identificarlo. Investite le vostre energie nel vostro talento e raggiungerete il massimo successo. Agite sulla base del vostro intelletto. La maturità di un leader si misu-
ra dalla sua capacità di fare ciò che deve. Quando c’è un conflitto fra mente e cuore, seguite la prima. Un leader deve saper superare se stesso, essere un pensatore lucido. Sviluppate la curiosità. L’esercizio fisico rafforza i muscoli, l’esercizio intellettuale sviluppa la mente. Non limitatevi a eseguire: chiedete, informatevi, domandate, siate attivi. Fatevi guidare da un’ideale più alto. Chiunque abbia del merito, ottiene un premio. Non lavorate mai solo per lo stipendio, ma sviluppate una capacità di donare, diventate una persona ispirata. Abolite i favoritismi. Un leader non può permettersi di avere predilezioni, né di usare dei favoritismi. Dovete essere obiettivi, come un attore che interpreta un ruolo. Liberatevi del desiderio. Per raggiungere il successo, è necessario raggiungere il sattva, stato mentale di serenità e calma. Questa condizione giunge quando vi dedicate a una causa più elevata, e non vi concentrate su voi stessi. Siate coerenti. Dovete essere un esempio, facendo seguire alle parole delle azioni coerenti. Solo così vi guadagnerete la fiducia dei vostri colleghi e creerete una squadra di lavoro compatta.
ALLA BIBLIOTECA GINZBURG
TRE GIORNI CON I BUDDISTI
I
DANIELESILVA
percorsi attraverso cui si indaga il rapporto tra cuore e mente sono l’equilibrio, l’attenzione,lameraviglia.Letre parole d’ordine della decima edizione di Torino Spiritualità sonoanchetreconcettiapplicabili alla filosofia e alla religione buddhista. Per approfondirne il sensoeilsignificato,TorinoSpiritualità presenta «L’intero universo non è che un’unica perla brillante»: tre giorni di incontri, da venerdì 26 a domenica 28 settembre, organizzati con i Centri buddhisti torinesi associatiel’UnioneBuddhistaitaliana nella Biblioteca Civica Ginzburg/Polo culturale Lombroso 16 (via Lombroso 16). Questo il programma di venerdì 26: «Rendere preziosa ogni esistenza» (10-12) con Grazia Bo-
nomo; «Non fuggire l’illusione, non cercare la verità» (16-18) con Emanuela Dosan Losi; «La compassione come metodo» (18-20) con Mario Namon Fatibene, Rino Mele, Fabrizio Signorelli, Andrea Bertola; dimostrazione di Kendo, Iaido e Aikido (21-23). Sabato 27 «Arte sacra tibetana» (10-12) con Lama Dorje; «Rito di consacrazione del mandala»(12-13);«Qualebuddhismooggi», tavola rotonda (16-18); «La saggezza del cuore», lezione del maestro Shartrul Rinpoche (19-21); concerto dimusicatibetana«Ilsuonodell’anima» (21-23). Domenica 28 «La via del te» con Aldo Tollini (10-12); «La meravigliosastoriadelprincipeSiddharta» (10-12); laboratorio di calligrafia tibetana (16-18) e a chiudere «Il canto del cuore», cerimonia condotta da Shartrul Rinpoche. Per ulteriori informazioni sul programma:www.torinospiritualità-org.
Perchésiamofrustrati? Dimentichiamol’amore
L
RADHANATHSWAMI
a più incredibile scoperta della mia vita è stata che tutti i nostri desideri, la bramosia, la frustrazione hanno un’unica origine: l’oblio dell’amore, sopito nei nostri cuori. Dobbiamo capire che l’amore è ciò di cui abbiamo più bisogno perché porta alla vera realizzazione e che può farci diventare strumenti di un cambiamento positivo in questo mondo più di quanto possiamo immaginare. Le persone gettano rifiuti nei fiumi, nei laghi, negli oceani e nell’aria. È ottimo che ci si occupi di leggi che impediscano di buttare queste cose nell’ambiente, ma questa non è la soluzione. Siamo noi ad aver creato questa spazzatura, motivati dal desiderio di possesso. Dunque, l’unica vera soluzione è che ci sia un cambiamento nel cuore. Se non siamo parte della soluzione, siamo parte del problema. Se il nostro cuore non è purificato, come aiuteremo gli altri a elevarsi? Dobbiamo nello stesso tempo occuparci delle realtà esterne di questo mondo, cercando di migliorare le cose, ma anche sapere che la vera soluzione è la purificazione del cuore. L’amore spirituale è ciò che tutti noi cerchiamo. In realtà tutto il progresso della civiltà nei millenni è stato la ricerca di questo amore. La scienza, la tecnologia, l’arte, la musica e l’economia sono in realtà diretti a soddisfare i desideri del cuore: amare e sentirsi amati.
APPUNTAMENTI 29 2
2 Alex Bellini sarà domenica 28 al Gobetti mentre Arbore arriva venerdì 26 settembre al Cinema Massimo. A destra Armando Bonaiuto
2 Nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo i canti meditativi della comunità di Taizé
SABATO 27 SETTEMBRE
DANIELE SOLAVAGGIONE / REPORTERS
storia di don Puglisi, parroco ucciso dalla mafia (sabato 27, ore 21, teatro Cardinal Massaia, via Sospello 32, ingresso 12 euro, ridotto 10) e Giorgio Nardone proverà a capire le dinamiche di inganno eautoingannonellalezione«Filosofiadelmentire» (domenica 28, ore 18, al Carignano, ingresso 5 euro). Alex Bellini parlerà di sincronia tra mente e corpo(il28,TeatroGobetti,alle17,30). INFO. Gli appuntamenti (salvo dove indicato diversamente)sonoaingressogratuitofinoaesaurimento posti; per entrare è però necessario ritirare i tagliandi (massimo due a persona) che saranno distribuiti davanti ai luoghi degli incontri, un’ora prima dell’inizio. Per gli spettacoli a pagamento le prevendite si effettueranno al Circolo dei lettori e online su www.torinospiritualita.org. Info e prenotazioni:349/6285606.
SCUOLA DI OTIUM
DA SALOMONE ALLO YOGA E AL SILENZIO
T 2 Con Shin Dong-hyuk dialoga Mario Calabresi
Il diritto di essere un uomo Venerdì 26 al Carignano c’è Shin Dong-hyuk fuggito dal Campo 14 della Corea del Nord
Racconta Shin Dong-hyuk che nei suoi viaggi negli Stati Uniti torna spesso a visitare l’Holocaust Museum di Washington per ricordare a se stesso e al mondo che gli orrori compiuti dai nazisti nei lager non appartengonoalpassatomaaccadonoancoraoggi. La sua vita e la sua testimonianza ne sono un esempio drammatico. Nato e cresciuto in uno dei peggiori gulag del regime Nordcoreano, ShinDong-hyukèriuscitoascapparenel2005eharaccontatolapropria storia nel libro «Fuga dal Campo 14» del giornalista Blaine Harden. Il pubblico di Torino Spiritualità potrà ascoltare i suoi ricordi e le sueriflessionivenerdì26,alle18,30,alTeatroCarignano(piazzaCarignano) nel corso di un dialogo con Mario Calabresi, direttore della Stampa.L’incontrosaràprecedutodaisalutidiAntonellaParigi,assessoreregionaleallaCulturaegiàdirettricediTorinoSpiritualità. ShinDong-hyuknasceinuncampodiconcentramentoperchéla«colpa»deisuoigenitorièdiaveretraiparentiunoppositorealregimetotalitario: tanta basta per giustificare l’arresto e la deportazione. Fino all’età di 23 anni l’unico mondo che conosce è quello della violenza, dell’irrazionalità, dell’assenza di umanità, della deprivazione fisica e psicologica, dell’abbattimento della dignità che caratterizza i gulag. Nel 2005 però, nonostante la malnutrizione e le deformazioni fisiche causate dal lavoro forzato e dalle torture, riesce a eludere la sorveglianza, scavalcare la recinzione del gulag, sopravvivere all’alta tensioneeascappareinOccidente.Daallora è«TestimoneNumeroUno» dellaCommissioneOnucheindagasuicriminidelregimenordcoreanoversoisuoicittadini. Info349/6285606. [MA. BO.]
ornano anche quest’anno i seminari della «Scuola di otium», il ciclo di incontri per riflettere sul sé e sui grandi temi della vita in una parentesi al di fuori dello stress quotidiano. Venerdì 26, al Circolo dei Lettori (via Bogino 9), alle 10, Enzo Bianchi parlerà di «Un cuore intelligente», a partire dall’esempio del giovane re Salomone che chiedeva a Dio «un cuore capace di ascolto», mente alle 17,30 il focus sarà sull’«Arte di vivere con gioia. Lo yoga dei maestri himalayani», con Rosi Grillo, Giancarlo Colombo e Jelle Grupstra. Tanti gli incontri in programma sabato 27. Alle 10, al Circolo dei Lettori è protagonista lo yoga con Kay Rush, alle 10 ai Magazzini Oz (via Giolitti 19) si svolgerà un laboratorio, con Christian Di Domenico, per scoprire la propria vocazione, alle 10,30 al convento del Monte dei Cappuccini (piazzale Monte dei Cappuccini 3) padre Andrea Schnöller proporrà «La pace nel cuore. Introduzione alla meditazione cristiana» mentre alle 10,30 al Circolo dei Lettori (ma nella sala lettura) si esplorerà il «Canto bizantino, la preghiera dell’Oriente cristiano». Al pomeriggio, alle 15,30, sempre al Circolo, Igor Sibaldi guiderà il pubblico tra «Eros e 2 Kay Rush pratica lo yoga da anni Amore», alle 17, al borgo Medievale del Valentino (viale Millo 6) è previsto un laboratorio con Monica La Cava e Laura Mella per riappropriarsi della piena consapevolezza di sè, alle 17,30, ancora al Circolo, Silvia Sacchi illustrerà la disciplina giapponese del Feng shui, alle 18, al Circolo, Maria Annalisa Balbo e Adriana Corti affronteranno «L’intelligenza del cuore» con un approccio psicanalitico (seconda sessione domenica 28, ore 10: richiesta la partecipazione a entrambi gli incontri). Infine, domenica 28, la mattinata si aprirà alle 8,30 in corso Moncalieri 18 con un’introduzione al «T’ai chi del silenzio» con Gabriele Goria e Roberto Laneri, alle 10 al Mao (via San Domenico 11) si esplorerà l’arte ikebana dei «fiori viventi», alle 10,30 al Borgo Medievale Piero Vivarelli condurrà una sessione di Anusara Yoga, alla stessa ora al Circolo Beatrice Balsamo sarà protagonista di «Forti nella tenerezza. La parola come dolcezza e coraggio», alle 15, al Borgo Medievale Giuseppe Prafulla Carnaghi sperimenterà l’«Osho. Meditazione e libertà interiore», infine dalle 14 alle 18, al Mao si terrà un laboratorio di legatoria tradizionale giapponese. L’ingresso agli appuntamenti costa 12 euro (ridotto 10). Prenotazione obbligatoria: 349/6285606. [MA.BO.]
SI PASSA LA NOTTE A SAN SALVARIO NEI LUOGHI DI CULTO
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na festa a San Salvario attorno rà la tradizione musicale della Chiesa al binomio ragione-sentimento. Orientale, alla Sinagoga in piazzetta L’appuntamento è sabato 27, Primo Levi 12 si svolgeranno visite dalle 21, con la «Notte bianca», guidate, alla libreria Trebisonda (via una serata che consentirà an- Sant’Anselmo 22) il gruppo EquiLibri che di scoprire i diversi luoghi di culto d’Oriente ripercorrerà i più suggestie i differenti gruppi etnici che convivo- vi miracoli del profeta Maometto, no nella città. mentre momenti musicali saranno in Si partirà dal Tempio valdese (corso programma anche nella sede delVittorio Emanuele II 23), con letture l’Esercito della Salvezza (via Principe degli esponenti del Comitato Interfedi Tommaso 8). Alle 22,45 in largo Saluzcui seguirà un concerto di musica stru- zo la Paranza del Geco proporrà un mentale e vocale concerto con danze protestante. Alla Dal Tempio Valdese e musiche tra Afristessa ora, al polo ca e Sud Italia, alle alla Moschea e c’è anche 23 alla casa Valdese culturale Lombroso 16 (via Lombroso un percorso di «Estasi» si potranno ascolta16) è previsto «Il re i canti dei sufi suono dell’anima», dell’ordine Christi, con arie tradizionali buddhiste, alle 21, infine alle 23,45 al centro sociale della al teatro Baretti (via Baretti 4) i mona- Comunità ebraica si svolgerà lo spetci dell’Ashram di Altare proporranno tacolo teatrale «Un grembo, due naun’introduzione all’arte e alla spiritua- zioni, molte anime. Parole e musiche lità induiste, alle 21, al negozio di ali- degli ebrei d’Italia» di Miriam Camementari Origine Market (via Goito 17b) rini e Manuel Buda. è in programma «[Di]wine arts», con Sempre nell’ambito della Notte una mostra e una degustazione (10 eu- Bianca è previsto il progetto «Estasi» ro). Alle 21,30 alla Chiesa dei Santi di Roberta Lena e Ivan Bert: si tratta Pietro e Paolo (via Saluzzo 25) si esi- di una performance multimediale in birà il Torino Vocal Ensemble cui se- cinque stazioni lungo un percorso tra guiranno i canti meditativi della co- le gallerie di San Salvario, ovvero munità monastica francese di Taizé, l’Atelier Giorgi (via Belfiore 5h), il alla Casa del Quartiere (via Morgari Bhuman Shah (via Sant’Anselmo 14) si scopriranno le sonorità del mo- 34e), il Bin 11 (via Belfiore 22), la Galvimento spirituale senegalese dei leria Oblom (via Baretti 28) e il TomaBaye Fall, alle 22 alla Moschea di via to Catch Up (via Silvio Pellico 12) con Saluzzo 18 i Giovani Musulmani d’Ita- performance, danze, discussioni, live lia offriranno un «Thé al gusto di pa- paiting e, a partire dalle 24, la festa fice», alle 22,30 alla Chiesa ortodossa nale «(F)estasi» al Green Box di via romena di via Accademia Albertina 11 Sant’Anselmo 25 sulle note del Dj il Gruppo psaltico Dynamis presente- Max Passante. [MA. BO.]
TRE INCONTRI DEDICATI AL BENESSERE
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SE LA CUCINA È MEDITATIVA
n cuore intelligente può servire non solo nelle grandi questioni della vita ma anche in cucina. Ed è per questo che, all’interno del festival, sono previsti tre appuntamenti, in collaborazione con Exki, dedicati a esplorare il mondo della tavola, tra ricette e piatti che tengano in equilibrio sentimenti e razionalità. Venerdì 26 settembre, alle 18, nel ristorante della catena in via Arcivescovado 2/e, Flavia Giordano e Lorenza Dadduzio, creatrici del blog «Cucina Mancina», dedicato a coloro che, per ragioni mediche, etiche o estetiche, hanno particolari esigenze in fatto di cibo, sono protagoniste dell’incontro «La cucina è benessere-Il melograno». Forniranno consigli pratici e suggerimenti per una dieta equilibrata (mente) che non rinunci ai sapori (cuore). Sabato 27, alle 18, stesso luogo, sarà la volta di Erica Maggiora, della scuola d’arte culinaria «La maggiorana», parlare di «Cucina è natura-Il bulgur», per approfondire le proprietà di questo alimento costituito da frumento integrale. Infine, domenica 28, alle 17,30, ancora da Exki, Eleonora Alicino ed Elisabetta Canale racconteranno «La cucina è piacere-I biscotti», per sorridere insieme ai dolci sui momenti di difficoltà. Tutti gli incontri saranno conclusi da un aperitivo. Numero massimo di partecipanti 30 persone. Prenotazioni obbligatorie al numero 011/432.68.27, info@circololettori.it. [MA. BO.]
T1 CV PR T2
54 .In città
STAMPA .LA DOMENICA 28 SETTEMBRE 2014
«Mercato della Terra»
La filosofia di Slow Food si propone dalle 9 alle 19 davanti a Eataly (via Nizza 230) con il «Mercato della Terra», un ventina di banchi allestiti dagli agricoltori e dalla aziende del territorio provenienti per lo più dalla val Susa e dal Canavese.
«Revigliasco Donna»
Decimo anno per la manifestazione «Revigliasco Donna» organizzata dalle 9 alle 20 a Revigliasco: manualità e creatività al femminile con una mostra mercato, un laboratorio floreale, degustazioni e una passeggiata nei boschi con ritrovo alle 10.
L’arte del ricamo
La tessitura a mano, la lavorazione del feltro e l’arte del ricamo sono al centro della manifestazione «Filo lungo filo, un nodo si farà», dalle 9 alle 19 al Villaggio leumann a Collegno. Propone laboratori creativi, sfilate, mostre e installazioni.
Notte bianca
Paroleeimmagini
Giovani di religioni diverse o di nessun credo ma uniti dal filo della spiritualità si sono mescolati ieri sera con la movida di San Salvario per la notte bianca
Prenderla con filosofia
n Alle 15 al teatro Go-
betti Armando Massarenti e Mario Calabresi parlano di filosofi e senso della vita.
LETIZIA TORTELLO
C’
è un egoismo che fa del bene agli altri. Può sembrare u n’a n t i t e s i , una contraddizione. E invece no. Se siamo egoisti in modo sano, facciamo la fortuna nostra e pure quella di chi ci sta intorno. Lo insegna il Dalai Lama: «Dimostrandoci compassionevoli verso gli altri anche noi traiamo beneficio, quietando la nostra mente, indisciplinata come un elefante non addomesticato. Solo se saremo capaci di instillare in lei una buona dose di autodisciplina favoriremo lo sviluppo della compassione, il fondamento della vera felicità». Torino Spiritualità termina oggi con un ospite venuto da lontano: Victor Chan, il fondatore del Centro Dalai Lama per la Pace e l’Educazione a Vancouver, amico intimo del monaco tibetano e spirito illuminato dalla saggezza di una ragione che ha fatto amicizia con il cuore.
De divina proportione
n Pergiorgio Odifreddi
alle 18 al teatro Vittoria parla delle proprietà del numero aureo.
Le tecniche di Osho
n Dalle 15 alle 17 al Bor-
go Medievale per la scuola di Otium incontro su meditazione e libertà interiore.
La lezione tibetana
Alle 11, al Teatro Vittoria, la sua lezione dell’«egoismo saggio» IL PRIMO BILANCIO
Dopo una settimana sono passate almeno cinquantamila persone insegna a occuparsi di sé per prendersi cura degli altri. E’ uno degli appuntamenti clou, che chiude con un’apertura all’Oriente, la manifestazione dedicata alle fedi religiose e al pensiero. Dopo una settimana di incontri, lezioni e spettacoli in 40 luoghi della città - e si prevede con oggi e con la notte bianca di ieri sera una partecipazione di quasi 50 mila persone, che da martedì hanno frequentato i teatri del festival -, il gran finale è ricco di spunti. Chan ne offrirà alcuni, raccontando la sua vicinanza al Dalai Lama, «la sua aspirazione - ha scritto Chan - a essere gentile con tutti e contribuire, come può, a diminuire le sofferenze del mondo». La via orientale della meditazione e del controllo delle proprie emozioni ha spinto il monaco tibetano più famoso del mondo ad azzardare un pensiero: «Se ogni giorno otto ore fossero dedicate alla meditazione - riporta lo scrittore Chan, citando il Dalai Lama riusciremo a cancellare le violenze dal mondo nel giro di una generazione». Certo, dura a realizzarsi. Il primo esercizio è «avere un cuore sincero, ogni giorno più compassionevole, che ammette i propri errori e diventa padrone dei propri impulsi, per costruire un mondo migliore». Loewenthal al Gobetti
Ma l’ultima giornata del festi-
REPORTERS
Torino spiritualità
Le parole del Dalai Lama per scoprire l’egoismo saggio Victor Chan collaboratore del leader tibetano è al teatro Vittoria Al Gobetti la lezione per migliorare la vita arriva dai filosofi antichi Dolce moschea
Sul filo della fede Ieri notte al tempio Valdese si sono incontrate tutte le religioni per un appuntamento con il dialogo
le 16 foto di Francesca Rosso svelano gli altarini da viaggio dell’India.
Neri, con un dialogo sull’amore. La notte a San Salvario
Un tè al gusto di pace è stato l’appuntamento organizzato ieri notte nella moschea
val è anche molto altro: alle 10, lo pscanalista Massimo Recalcati presenta il suo ultimo libro per Einaudi, «L’ora di lezione»; alle 10,30, al Gobetti Elena Loewenthal affronta un passo della Bibbia; alle 15, al Circolo di Lettori, don Ermis Segatti tocca il tema della fede in Dio a confronto con le tragedie odierne dell’umanità; alla stessa ora, al
Dio ci guida
n Al teatro Carignano
Gobetti, Armando Massarenti, con il direttore de La Stampa Mario Calabresi e Alberto Melloni, percorre la storia della filosofia antica alla ricerca delle ricette del pensiero per una pienezza di vita. Al Carignano, alle 15,30, sale sul palco Vito Mancuso, per la lectio delle «Domande di Dio». Tornerà alle 18,30 alla Chiesa San Filippo
Ospiti fedeli e applauditissimi a Torino Spiritualità, come Mancuso e Recalcati, e felici new entry, come è stata la notte delle religioni, ieri sera a San Salvario. Iniziata nel cortile multietnico di un condominio, al civico 17 di via Goito, nel locale Origine, con un aperitivo multireligioso, ha preso il via ufficiale al Tempio Valdese, con i capi spirituali delle fedi presenti nel quartiere: cristiani cattolici, ortodossi, protestanti, e ancora islamici, ebrei, induisti, mormoni, buddisti e Baha’i. «In un’epoca in cui i fondamentalismi cercano di portare allo scontro tra civiltà e religioni, da noi le religioni si aprono», ha commentato Paolo Ribet, pastore della chiesa valdese. Poi i capi religiosi si sono divisi, ciascuno nella propria “chiesa”, dalla sinagoga alla moschea di via Saluzzo, alle chiese cristiane, che hanno tenuto le porte aperte della preghiera a tutti i fedeli.
TORINO CULTURA
la Repubblica DOMENICA 28 SETTEMBRE 2014
XIX
Torino Spiritualità
Da Augias alla Parrella un viaggio nei sentimenti prima della Notte Bianca Sold out per il giornalista e la scrittrice con lo psichiatra Borgna E anche al festival dell’anima spuntano a sorpresa i bagarini DA SEGUIRE CLARA CAROLI lunga giornata di incontri prima di tuffarsi nella Notte Bianca che fino alle prima ore della domenica ha riempito di voci, pensieri e musica tanti angoli di San Salvario e i luoghi delle diverse religioni, dalla Sinagoga alla Moschea di via Saluzzo, dal Tempio valdese alla Chiesa ortodossa Santa Croce. È un viaggio nei sentimenti il sabato pomeriggio di Torino Spiritualità, nel clima tiepido di questa estate tardiva. Il momento clou, preceduto da una frenetica caccia al biglietto (si fa bagarinaggio anche al festival dell’anima), è la lectio serale di Corrado Augias, firma prestigiosa di Repubblica, sul “Lato oscuro del cuore” dal titolo del libro, pubblicato da Einaudi, che segna il suo ritorno al romanzo e allo Struzzo. Grande folla e molti applausi per lui. Una digressione tra i meandri del cuore femminile con l’aiuto di Freud e le suggestioni letterarie di Proust. Protagonista del libro, che inanella una galleria di “casi clinici”, di donne in prossimità della follia, una studentessa di psichiatria («Un campo che mi interessa moltissimo», sottolinea l’autore). La storia ha un tocco noir e contiene elementi autobiografici. «Quando facevo il cronista, i primi anni a Repubblica — racconta Augias — dovetti incontrare una prostituta di strada, la quale a microfoni spenti, come si dice oggi, volle completare il racconto con particolari della sua esperienza e quel racconto in parte ho travasato nel romanzo». Cuore della storia, e della lectio, l’incontrollabilità delle emozioni umane. Di sentimenti oscuri e fragili avevano dialogato prima, sempre al Carignano (tutto esaurito
U
NA
VICTOR CHAN Alle 11 al Vittoria l’amico del Dalai Lama parla dell’”egoismo saggio” dell’aiutare gli altri
VITO MANCUSO Doppio appuntamento con il teologo: alle 15.30 al Carignano (“Domande a Dio”) e alle 18.30 in San Filippo Neri (“Io amo”)
ALEX BELLINI Il protagonista delle imprese estreme si racconta alle 17.30 al Teatro Gobetti
IL MANDALA Un mandala dei monaci buddisti. A destra, Corrado Augias al Carignano anche in questo caso), la scrittrice Valeria Parrella e lo psichiatra Eugenio Borgna. Divagazioni scientifiche e letterarie sul tema della fragilità dell’anima. Tra brani della Ortese di Virginia Woolf si dibatte di «cuori feriti» e «cuori sanguinanti», ma anche di «emozioni fragili». Borgna sceglie un taglio lirico per raccontare di quei «sorrisi incrinati dal dolore» dietro i quali tanto spesso si nasconde la fragilità. «L’idolatria della perfezione ci porta a considerare la fragilità come uno scandalo — dice lo psichiatra — Le ombre che popolano le notti oscure dell’anima accentuano il senso di solitudine in cui viviamo ma rende più estatica la nostra possibilità di esprimere ciò che proviamo». Risalire alla fonte emozionale dei rapporti umani è la ricetta: «Le emozioni danno le ali ai pensieri». «La solitudine è lo scavo nel dolore, esperienza
fondamentale per uno scrittore», spiega da parte sua Valeria Parrella, che ha raccontato la psicologia femminile in romanzi di grande successo come “Lo spazio bianco” e che quest’anno ha pubblicato per Einaudi “Tempo di imparare”, storia di una madre di un bambino con handicap, un’altra forma di fragilità. Festeggiatissimo il pro-
Oggi la giornata finale dedicata all’amore e non solo. Odifreddi parla del “De divina proportione” fessor Borgna, che con la sua ironia ha strappato risate. Oggi si parla ancora d’amore, alle 18.30 a San Filippo incontro con il teologo Vito Mancuso, uno degli habitué di Torino Spiritualità, su un tema non da poco: “Io
amo”. Un dialogo con Alessandro Vanoli sulle tracce dell’amore autentico. Quel sentimento euforico e doloroso, quell’altalena di paura e speranza, che per l’essere umano è motore e forza impetuosa che sempre attrae e respinge. «Se ho tutta la fede così da spostare le montagne, ma non ho l’amore, non sono nulla» recita l’inno dell’apostolo Paolo. La giornata conclusiva si apre alle 10 con un altro beniamino del festival, Massimo Recalcati, con un “elogio dell’insegnamento” che trova ragione in una società come questa orfana di padri e maestri. Alle 11 al Vittoria arriva Victor Chan, consulente del Dalai Lama e coautore di alcuni suoi saggi, che invita a una «meditazione compassionevole» come primo passo lungo il cammino virtuoso dell’”egoismo saggio”: prendersi cura degli altri mediante la cura di sé. Il, pomeriggio comincia
alle 15 al Gobetti con Armando Massarenti che dialoga di “Filosofi antichi per spiriti moderni” con Alberto Melloni e Mario Calabresi. Torna Mancuso alle 15.30 al Carignano, per il ciclo “Domande a Dio”, con una lectio sul senso della Legge (divina). Da non perdere, alle 17.30 ancora al Gobetti, l’adrenalinico amante delle imprese estreme Alex Bellini (autore di due traversate oceaniche in solitaria e di un coast-to-coast degli Stati Uniti di corsa, alla Forrest Gump) che insegna la difficile “Sincronia mente/corpo”. Al Vittoria, alle 18, c’è poi la curiosa dissertazione tra matematica e divinità sul “De divina proporzione” del quattrocentesco Luca Pacioli, sul quale si misurano Duilio Contin e Piergiorgio Odifreddi. Il programma completosu www. torinospiritualita. org. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CURIOSITÀ LA “FILOSOFIA DEL MENTIRE” È AL CENTRO DI UNA LEZIONE DI NARDONE. E CHI DICE CHE LA MENZOGNA SI OPPONE ALLA VERITÀ?
Quando le bugie aiutano a vivere in armonia (e a sentirsi meglio) L’ipocrisia tanto vituperata è forse la più alta strategia di convivenza sociale E che dire del “ballista” che mette il pepe al racconto per il bene proprio e altrui? MASSIMO TALLONE UDOVICO Ariosto, nell’Orlan-
L
do Furioso, ricorda che «quantunque il simular sia le più volte ripreso» e sia segnale di malcostume, di fatto porta molti «evidenti benefici», dato che «non conversiam sempre con gli amici». Insomma, occorre
darsi pace e accettare l’idea che la menzogna viva con noi, in noi e forse anche per noi, dato che, secondo Adler, è addirittura possibile uccidere, con la verità. E in fondo la menzogna non si oppone alla verità. Al contrario, quest’ultima può accecare, diventare un pericoloso nemico della ragione ed essere essa stessa una forma dopata e sovreccitata di menzogna. Sembra insomma giunto il momento di togliere al mentire la connotazione negativa che secoli di riflessione gli hanno cucito addosso e riportare laicamente la menzogna nell’alveo della fisiologia dell’essere. Ci dev’essere anche qualcosa di nobile, nell’inganno e nell’autoingan-
IL “PROF” Lo psicologo Giorgio Nardone tiene una lezione sulla “Filosofia del mentire” alle 18 al Carignano
no, se persino Torino Spiritualità dedica oggi alla “Filosofia del mentire” una lezione di Giorgio Nardone (ore 18, Teatro Carignano). Del resto, se ogni lettura
è una versione, come ha scritto Borges, la menzogna diventa tessuto costitutivo del linguaggio; e allora facciamocene una ragione e impariamo a conviverci
in sospettosa e serena armonia. Fin dal mattino, infatti, appena usciti dalla menzogna del sogno, molti di noi si dispongono all’omissione, al cavillo, alla scusa, e in genere alle più eleganti manovre di mascheramento della realtà. La stessa ipocrisia, tanto vituperata dai sempliciotti, è forse la più alta e salutare strategia di convivenza sociale. Bugie pietose e bugie di prammatica sono esercizio dell’urbanità, come è noto. Poi, nel corso del giorno, alimentiamo il nostro intelletto con quell’altra menzogna che chiamiamo con soave eufemismo “speranza” (sinonimo di “vita” e di “nulla” allo stesso tempo, per Pavese). All’ora dell’aperitivo, poi, accade a molti di ce-
sellare quelle menzogne dolcissime che vanno sotto il nome di complimenti. E che dire della menzogna come necessità estetica? Il ballista del bar della bocciofila è uno che conosce bene la natura umana, sa che un racconto grigio non interesserà nessuno, giacché chi ascolta vuole colore, sogno, stupore, fantasia, brio, attesa, esagerazione. Viene da pensare allora che saper mentire sia l’arte sopraffina di ogni narratore, un esercizio vitale per il bene proprio e altrui, l’emancipazione dal fango biologico per giostrare con il possibile, danzare con l’impossibile e giocare a nascondino con la morte. © RIPRODUZIONE RISERVATA
4 TORINO
Domenica 28 settembre 2014 il Giornale del Piemonte
STOCCATA L’alto prelato: «La riforma deve essere fatta insieme, ma chi ha la responsabilità delle decisioni non deve aspettare che tutti siano d'accordo»
FORUM Piattaforma con i politici
«Chi deve fare riforme abbia coraggio» L’arcivescovo Nosiglia all’Agorà del sociale: «Non sempre bisogna essere tutti d’accordo» Andrea Costa L’arcivescovo Cesare Nosiglia striglia i politici e dice quello che tutti pensano, ma nessuno ha forza e coraggio di declinare in concreto: «Serve coraggio e assunzione di responsabilitànelleriforme».Lodicealterminedelseminariodopogliinterventidelle istituzioni. La Regione Piemonte «vuole recuperare risorse per investire sullo sviluppo,ma per farlo serve un cambiamento radicale», ha detto il governatore Sergio Chiamparino partecipando all’«Agorà sociale» organizzata dalla Diocesi. «Ma per trovare risorse da investire su industria, agricoltura, formazione e politiche sociali» - ha detto il governatore - è necessaria una riforma radicale dei campi di spesa. C’è grande incertezza sui bilanci 2013». A cominciare dalla sanità e dai trasporti. All’incontroèintervenutoancheilsindaco di Torino e presidente dell'Anci, Piero Fassino,chesollecitalanascitadi«ungrandepattoperlosviluppocheuniscalasocietà», perché la coesione sociale è a rischio: «La forbice tra chi ce la fa e gli ultimi è sempremaggiore»,dice.Ilsindacohasottolineatoche dall'inizio della crisi la percentuale di torinesi che vivono in povertà assoluta è cresciutadal4percentoal7percento.Iltema dunque è la riforma del mercato del lavoro, argomento toccato un po’ da tutti nel corso del seminario. Per la presidente dell’Unione Industriale di Torino, Licia Mattioli «è un passo necessario non discutibile.QuellocheilpremierRenzistafacendoha aggiunto Mattioli - è dettato dal buon
sensodelpadredifamiglia,maadessodobbiamo superare un passato che non ci ha portati da nessuna parte. Questa riforma è attesa da tanti, Europa e non solo». Ma è la declinazione della riforma che divide. Già sull’articolo 18 c’è una bella frattura nella compaginedicentrosinistra,cosìcomenel centrodestra è forte la tentazione dello strappo in chiave più liberale. Forse non è proprio quello che si sarebbe atteso l’arcivescovo all’indomani della presentazione del forum in cui aveva auspicato la formazione di un incubatore dello sviluppo per Torino,unaspeciedicabinadiregiaaperta agli enti locali per tenere alta l’attenzione su lavoro e sviluppo, ma anche sull’emergenza sociale. Nosiglia si è ritagliato il ruolo delle conclusioni:quellocheglipremeèillavoro.Ed è stato proprio lui a dire ciò che i politici nonhannoavutoilcoraggiodidire:«Illavoroèprioritàassoluta,mavacambiato,troppo spesso è bloccato da veti incrociati e incrostazioni», ha detto guardando in faccia nonsoloi politici,maanche lepartisociali, da un lato gli imprenditori edall’altro i sindacati. «La riforma deve essere fatta insieme, ma chi ha la responsabilità delle decisioni non deve aspettare che tutti siano d'accordo. Siamo di fronte a un cambiamento del sistema. Anche il mondo del lavoro deve cambiare». In un’area complessa come la Città Metropolitana torinese si ritrovano grandi agglomerati urbani, centriagricoli,ambientidimontagna:saràimportante, dunque, considerare le differenze geografiche, culturali e sociali presenti
nel territorio come una risorsa e una ricchezza, il ragionamento di Nosiglia. «Non serve l'omologazione delle identità, ma la liberaintegrazioneecondivisionediideee servizi. Dal nostro incontro è emersa anche l'esigenza di puntare su alcune priorità.Nerichiamounainparticolarechecoinvolge e rende tutti responsabili: il fattore giovani, quel patto generazionale che intende valorizzare i giovani, ma insieme a tutti, per ritrovare slancio produttivo e innovativo necessario a impostare il futuro del nostro territorio. Proposte nuove, sceltenuoveefattorinuovichesolol'esperienza dei padri, unita alla intraprendenza dei figli, può garantire. L'uno senza l'altro non reggono l'urto poderoso della crisi e del mercato,diunasocietàchechiudelegenerazioni in se stesse secondo clichés precostituitichedividonoinvecediunire.Giovani e formazione, giovani e lavoro, giovani e welfare, per agire insieme agli adulti e anziani sapendo usufruire dei propri talenti gli uni per gli altri e con gli altri. Le generazioni debbono ritornare a parlarsi e incontrarsidipiù,aiutarsiamettereinsiemevecchioenuovo, debbono stimarsi dipiù evalorizzare le rispettive capacità. Se mettiamo insieme le risorse umane, culturali e spirituali, economiche e sociali di cui è ricco il nostro territorio e la nostra gente per questo obiettivo, riusciremo a raggiungerloentrobrevetempocosìchediventicome il volano efficace di crescita sul piano etico e relazionale come su quello produttivo e innovativosullavoroesulsociale.Isoggetti giovani sono dunque indispensabili per l'avvenire».
TORINO SPIRITUALITÀ
Un incontro interreligioso per il cambiamento globale «Creazione di valore per un cambiamento globale»: è questol’argomentochesaràalcentrodeldibattitoprevistoperoggi alle 17 nel Centro Culturale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. L’appuntamento rientra nel calendario della decima edizione di Torino Spiritualità. All’incontro prenderanno parteElenaSeishinViviani,monaca zen e insegnante presso Enku Dojo di Torino, Don Ermis Segatti, sacerdote e docente presso la Facoltà di Teologia di Torino, Sergio Griffa, membro della Chiesa di Gesù Cristo deiSantidegliUltimiGiorniereferente per il Mormonismo pressoilComitatoInterfedidellaCittàdiTorino,SvaminiHamsananda Giri, monaca induista e vice presidente dell’Unione Induista Italiana, Fatollah Sa-
Proposta Stop alle auto in centro «Si può chiudere Via Roma per manifestazioni specifiche, una tantum, anche spesso per manifestazioni varie, ma la vera svolta strategica è il completamento della pedonalizzazione di Piazza Castello». Così il consigliereradicaleSilvioViale interviene sul tema delle pedonalizzazioni con l’avvicinarsi delladecisionedellatrasformazionediviaRomainareaatransito limitato, ovvero senza auto.Vialeèsoltanto parzialmente d’accordo con la decisione chealeggiainComune,dichiuderealleautol’ultimotrattodellavia:ilconsiglierechiedemolto di più. «Pedonalizzare il trattodiviaRomatraPiazzaCastello e Piazza San Carlo è solo un
Viale: «Pedonalizzare anche piazza Castello» Il 5 ottobre, in occasione della domenica ecologica, prima prova generale in via Roma palliativo, un surrogato gattopardiano,affinchétraciminole parole, ma non i fatti. PedonalizzarepiazzaCastello significa unire l'isola pedonale del Polo RealeconquelladellazonaMuseiinununicocomplessopedonaleeinterrompereilflussoprivato di attraversamento estovest del centro storico». Ma Vialeattaccaanche:«Sel'assessore non è in grado di farlo o pensa che le auto possano continuareadattraversareilcentro est-ovest,comeuntempofacevanonord-sud attraverso Piaz-
za San Carlo e Piazzetta Reale, lo dica, affinché tutti possano trarneleconseguenze.Eviti solo di spacciare per rivoluzioni soluzioni palliative di risulta e di nessun impatto in paragone alle polemiche. La soluzione per Piazza Castello è tecnicamente già pronta, di basso costo economico e di grande valenza ambientale e culturale». NelmerzoscorsoerastataapprovatadalConsiglioComunale con 22 voti favorevoli, 5 contrari, e 4 astenuti una mozione (primo firmatario Vittorio Ber-
toladelM5S)riguardantelapedonalizzazionediviaRoma,un documentocheprevedelapreparazione di un piano riguardante l’intera area del centro storico, nell’ambito di un tavolo interassessorile. Lamozionechiedevadisperimentare nei prossimi mesi la pedonalizzazione di via Roma nel tratto compreso tra piazza CastelloepiazzaSanCarlo,durante il fine di settimana. L'occasione del 5 ottobre, quando scatterà la domenica ecologica, servirà ai torinesi
per rendersi conto dell'effetto che farà, anche se in realtà lo stop alle auto varrà per tutta la Ztl Centrale dalle 10 alle 18. La deliberachedecreteràladomenica ecologica è sul tavolo dell' assessore all'Ambiente, Enzo Lavolta, che sta finendo di scriverla: «La qualità dell'aria è in miglioramento, ma ciò non toglie l'importanza di scoprire unacittàchevaaun'altravelocità».Lagiornatanonsaràsoltanto dedicata alla lettura e ai libri: cisarannoattivitàsportiveepedalate per le strade del centro. «Difattoabbiamodecisodianti-
bet, esponente della Comunità Baha’idiTorino,PadreAmbrogio Cassinasco, parroco della parrocchiaortodossaSanMassimo di Torino, Franco Malusardi, vice direttore dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Alberto Moshe Somekh, rappresentante dell’Unione delle Comunità Italiane pressoilComitatoInterfedidella Città di Torino.
OGGI ALLE 17 L’appuntamento è all’Istituto Buddista Italiano Soka Gakka A moderare il confronto sarà PierluigiZoccatelli,sociologoe vice direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni Cesnur, che ha codiretto con Massimo Introvignel’Enciclopediadelle religioni d’Italia.
ciparediunasettimanalaGiornata nazionale del camminare - precisa Lavolta -. Sarà l'occasioneperassaggiareunaviaRoma pedonale, in vista del piano di pedonalizzazione permanente che la città sta ultimando». La «domenica ecologica» sarà insomma la prova generale della proposta che il sindaco PieroFassinoharilanciatoainizio settembre, durante il seminario di giunta alla Pellerina. il progettoèormaiinfaseavanzata, ma mancano ancora alcuni dettagli. Di certo si sta pensando di chiudere la via ai motori nel tratto tra piazza San Carlo e piazza Castello. E si tratterà di una pedonalizzazione vera, non di una chiusura fatta con due«panettoni»dicementoall' inizio e alla fine della strada. Aco
LA STAMPA
SABATO 27 SETTEMBRE 2014
Le recensioni *** *** **** *****
PESSIMO MODESTO DISCRETO BUONO OTTIMO
TV & TV
&
Radio DI
BRUNO
GAMBAROTTA
Dandini Style, inconfondibile il tocco della conversazione
ANSA
ferme su quello che sta facendo o si appresta a fare l’ospite. Serena Dandini è preparata. Commenta con Francesco Piccolo il suo nuovo romanzo sui giovani romani mantenuti dalla famiglia a New York; lei l’ha letto e rende un buon servizio al libro. Incontra il regista Pappi Corsicato e gli ricorda che sta per andare ospite a casa del pittore e re-
Spettacoli .31
gista Julian Schnabel. L’effetto per chi ascolta è gradevole e rilassante. Agli incontri si alternano le incursioni di figurine femminili alle quali dà voce la versatile Germana Pasquero e l’eterno stagista con quattro lauree Fortunato Capochino, alias Luca Di Giovanni. La Dandini in queste occasioni si conferma una formidabile sponda alla maniera di Arbore, Fazio e Vaime. #STAISERENA RADIO DUE; DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALLE 15 ALLE 16,30
****
TEATRO “Nell’isola che non c’è” brillano antiche paure
DI
ALESSANDRA COMAZZI
Rivincita della fiction sul talk show La Goggi ubiqua
C
arloconti: se essere mediano è avere il successo che ha lui, beh, forse nessuno vorrebbe più fare la punta. I suoi programmi sono inesorabili. Prendiamo Tale e quale Show, dove si imitano grandi artisti con ascolti altissimi. Qual è il segreto? Professionalità. Rispetto. Nessuno viene vilipeso, né l’imitato,nél’imitante.Nessunoimprovvisa:sembradi tornare ai tempi di Studio Uno, quando si provava una settimana per un’ora di spettacolo. I truccatori fanno meraviglie, e i concorrenti, Barbareschi, Insegno, la Forte, gli altri, son bravi. Imitano perché non sanno, o non vogliono, o non possono, fare niente in proprio? Sempre meglio che andare alla vecchia Isola dei famosi o a Pechino Express, e il gioco imitativo è importante, nello spettacolo. Come dimostra la giurata Loretta Goggi, essendo gli altri i funzionali Christian De Sica e Claudio Lippi. La Goggi è pure suocera, in Un’altra vita, con Vanessa Incontrada medico che per cambiare esistenza e marito lascia Milano per Ponza. Il mare d’invernohailsuofascino,laregistaCinziaTHTorrinisa rendere le storie universali, gli spettatori accorrono, si rinfrescano e mollano Ballarò che precipita, Floris si riprende, gli ascolti di Raitre si risollevano quando arrivalaminifictionIlcandidato,storiadelpiùimbecille eletto presidente grazie al «team di comunicazione»: una specie di Veep, la caustica serie sulla vicepresidente americana scema. Filippo Timi, Lunetta Savino, Bebo Storti, Antonio Catania: è un piacere vederli recitare. Grande film per la tv su Sky Cinema: The Normal Heart, vincitore di svariati Grammy, con la star del cinema Julia Roberts, medico su sedia a rotelle, che, all’inizio degli Anni ’80, capisce quanto l’Aids, terribile e sconosciuto, sia un’epidemia. Nella comunità gay newyorchese le morti aumentano, i politici sottovalutano, Reagan ignora. 36 milioni di decessi. MarkRuffalo,bravissimoedolente,epurebello,grazie al cielo non si rasa il petto villoso; Matt Borner che perde 14 chili; Jim Parsons di Big Bang Theory sono protagonisti di questa storia di denuncia civile firmata Hbo. Scene di sesso tra maschi, e questo passi: ma per le scene d’amore ci vuole coraggio. THE NORMAL HEART Film per la tv con Julia Roberts, Mark Ruffalo Sky Cinema
Radio
S
erena Dandini è ritornata a Radio 2 con una diretta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 16.30. Il titolo #staiSerena, si rifà al twit «Enrico stai sereno» inviato da Renzi a Letta prima di pugnalarlo. Esiste un Dandini Style inconfondibile. Le sue non sono propriamente interviste ma civili conversazioni con personaggi con cui condivide un orizzonte di conoscenze palesi e di valori sottintesi. Come la disincantata visione sulla post politica italiana espressa da Filippo Ceccarelli. Le sue non sono domande ma richieste di con-
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MASOLINO D’AMICO
A
lla radio il teatro, se è teatro di parola e non di coreografia, funziona; e dal canto suo, quando consente l’inserimento di qualche casta immagine, il testo radiofonico può funzionare a teatro. Però quello delle ormai mitiche interviste impossibili è un caso limite di radio che funziona solo alla radio. Come si ricorderà, il gioco era di caratterizzare famosi personaggi del passato mettendo loro in bocca gli argomenti che li resero memorabili, ma appunto, senza farli vedere: un Dante con la corona d’alloro in testa sarebbe ridicolo, mentre la voce di Dante che risponde alle domande di un giornalista moderno produce un effetto accattivante. Inoltre (un bel gioco dura poco) il tutto era condensato in non molti minuti. Ecco perché l’iniziativa di Emma Dante nel suo Io, nessuno e Polifemo con cui la regista debutta alla direzione della stagione dell’Olimpico di Vicenza, di dilatare una intervista impossibile fino a farne uno spettacolo intero che comunque a stento raggiunge i 60’, non convince. Tre mime con guanti, ginocchiere e cuffia muovono altrettanti piccoli manichini da pittore, per quindi trasformarsi in dolenti Penelope e agitarsi a lungo sotto dei candidi veli, su musiche pop suonate da Serena Gangi; ma risultano irrilevanti. E il testo, quel po’ di testo che c’è, tergiversa. Il gigante monocolo protagonista ha poco da dire, oltre a rivendicare una propria identità di spirito naturale, in sintonia con animali e piante, e a lamentare il raggiro a suo tempo subito da un cinico finto ospite. Così per la maggior par-
OSVALDO GUERRIERI
P
DIALOGHI DELL’ IMPOSSIBILE
Intervista a Polifemo di bonario umorismo Debutto di Emma Dante all’Olimpico di Vicenza E il dialetto napoletano soppianta la koinè Emma Dante nel suo «Io, nessuno e Polifemo» dilata una intervista impossibile per un’ora
te dell’oretta si parla d’altro, per esempio del perché questo Polifemo si esprime in napoletano e non semmai in siciliano, e quindi del perché in napoletano parla anche Ulisse: ciò dà modo all’autrice-regista, che qui funge anche da intervistatrice, in completo nero con camicia bianca e microfonata come gli altri due (gli eccellenti Salvatore D’Onofrio e Carmine Marin-
gola), di dichiarare la propria poetica, che considera il dialetto più espressivo della koinè. Il pubblico è ben disposto, e accoglie con simpatia questa e altre digressioni in una chiave, poco frequente in Emma Dante, di bonario umorismo. IO, NESSUNO E POLIFEMO VISTO ALL’OLIMPICO DI VICENZA, SARA’ A PALERMO
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rendete una favola densa di implicazioni psichiche quale Peter Pan di J. M. Barie; decorate il tema con le canzoni composte negli anni ’80 da Edoardo Bennato; aggiungete un pizzico abbondante (sovrabbondante?) di psichiatria portata in scena da Vittorino Andreoli e avrete Nell’isola che non c’è, lo spettacolo di Ivana Ferri con cui la rassegna «Torino spiritualità» s’insinua nel buio delle paure infantili, nel rifiuto di crescere, nel sogno che si sovrappone alla realtà. «Solo chi sogna può volare» dice Barrie. Ma è davvero così? Lo spettacolo della Ferri è nato per rispondere a questi rovelli. C’è una giovane donna (la brava Patrizia Pozzi) nella quale si concentrano tutte le fragilità e gli equivoci di Peter. Racconta il proprio mondo storto con il contrappunto deliziosamente canoro di Bruno Maria Ferraro e Roberta Bacciolo, ma, non venendo a capo di niente, chiama in causa il saggio Corvo Salomone, alias Vittorino Andreoli, che travolgente e fascinoso nelle sue argomentazioni, spiega che non bisogna temere la paura, sempre positiva e volta all’autodifesa. Viviamo nell’isola che c’è, dove esiste una cosa che manca all’isola che non c’è: l’amore. Parole sagge e clima gioioso. Forse bastano a riscattare gli squilibri inevitabili della «zona conferenza» mentre fanno brillare lo specchio delle eterne paure. NELL’ISOLA CHE NON C’È DI IVANA FERRI; CON PATRIZIA POZZI E VITTORINO ANDREOLI TEATRO CARIGNANO DI TORINO
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T1 CV PR T2
62 .In città
STAMPA .LA SABATO 27 SETTEMBRE 2014
Chi vuole essere faraone?
Bungee jumping al Motor Village
Alla scoperta degli animali del bosco
Questa volta il gioco è a quiz: saranno semplici quesiti a far avvicinare i bambini ai temi del Museo Egizio (via Accademia delle Scienze), dove alle 15,30 si tiene la visita guidata «Chi vuole essere faraone? L’antico Egitto in pillole». Costo: 6 euro.
Si può provare un salto nel vuoto da una gru alta 80 metri, al Mirafiori Motor Village (piazza Cattaneo): dalle 10 alle 19 bungee jumping e la musica di dj Mastafive. Mostra fotografica «The spirit of freedom» di Paolo Baraldi sulla jeep.
Il naturalista scende in campo per «La scoperta degli animali del bosco»: è il laboratorio per i bambini alle 15,30 alla Fattoria Propolis (strada del Nobile 86; tel. 011/660.65.30). Alle 21 spettacolo in inglese «Miss Baby Fairy».
TORINO SPIRITUALITÀ
Uno spettacolo per fare i conti con l’Olocausto Al Carignano va in scena la compagnia Kibbutz Con “Aide Mémoire” si affronta l’incubo della shoah SERGIO TROMBETTA
«S
ono figlio di sopravvissuti, ho cercato a lungo di fare i conti con l’Olocausto, ma c’è voluta la maturità. I miei avevano riempito la casa di opere d’arte e musica, ci hanno cresciuti in un kibbutz, avevano intrapreso una nuova vita senza mai menzionare il passato. Sono stati necessari decenni prima che incominciassero a parlarne. Quando mi sono sentito pronto ad affrontare gli orrori dell’Olocausto ho creato il brano «Aide Mémoire». Racconta così Rami Be’er, coreografo e direttore della compagnia israeliana Kibbutz Contemporary Dance Company, la genesi dello spettacolo, Aide Mémoire appunto, che stasera e domani, alle 21,30 al teatro Carignano per il Festival Torinodanza va in scena con il sostegno dell’Ambasciata di Israele in Italia, in collaborazione con Torino Spiritualità. La Shoah
Niente facile realismo in questo lavoro, Rami Be’er fa danzare i sentimenti e ci parla della Shoah facendo ricorso a voci registrate e a una colonna sonora musicale molto va-
La protesta n Nei giorni scorsi sono
stati distribuiti in città molti volantini marchiati «Free Palestine» che invitavano a contestare lo spettacolo in programma stasera. La protesta è prevista davanti al Carignano e si teme un rigurgito della contestazione e dei timori che nelle scorse settimane avevano accompagnato alcuni appuntamenti del programma di «MiTo».
ria, mentre la scenografia allude con pudore, ma altrettanta forza, ai luoghi della sofferenza: i treni della deportazione, le cuccette dei lager. Ma poi Be’er affida il suo discorso alla forza allusiva e convincente della danza. «In Aide Mémoire ho cercato di illustrare la sensazione di essere intrappolati - spiega il coreografo che questa sera dopo lo spettacolo incontrerà il pubblico di Torinodanza e Torino Spiritualità -. I danzatori, secondo le intenzioni del coreografo, sono prigionieri della loro ansia, girano su se stessi facendo muovere le braccia come ali, sono scaraventati contro il muro, come crocifissi, incapaci di muoversi liberamente sulla scena». Ma Aide Mémoire non riguarda solo l’Olocausto, ha a che fare con tutte violenze, i genocidi e le sopraffazioni. «Ho
creato questo brano per urlare: “Basta con la violenza, basta con tutti gli Olocausti”». Una concezione della danza, quella di Rami Be’er, comune a tanti coreografi israeliani dove i temi forti, dalla guerra ai tentativi di convivenza con gli arabi, tornano spesso. «Non solo affrontiamo i temi della violenza e i suo effetti con la danza, ma diamo vita ad attività per unire ebrei e arabi in Israele, e facciamo del nostro meglio per aprire le porte delle nostre scuole a studenti di tutte le razze», spiega. La sua compagnia
E questa impostazione gli deriva anche dalla storia della compagnia di cui è direttore. La KCDC è stata fondata nel Kibbutz di Ga’aton, nel 1970, da un personaggio mitico della scena israeliana , Yehudit Arnon, nata in Cecoslovacchia, sopravvissuta al lager di Auschwitz, emigrata in Israele nel 1948. Quindi portatrice di una storia personale e un background artistico, la danza espressionista centro europea, di forte impatto. Arnon ha chiamato negli anni della sua direzione coreografi come Anna Sokolow, Jiri Kylian, Mats Ek e Susanne Linke. Accanto alla compagnia l’attività si dispiega nel Kibbutz con i programmi dell’International Dance Village. Prima danzatore della compagnia e poi dal 1996 direttore, Rami Be’er ha proseguito con forte piglio innovativo la tradizione della KCDC che oggi ha anche una seconda compagine giovane ed è uno dei nomi di punta della scena israeliana.
La danza dei sentimenti Gli interpreti sono prigionieri della loro ansia, girano su se stessi facendo muovere le braccia come ali e vengono scaraventati contro il muro, incapaci di muoversi liberamente sulla scena
Diario Piazza Crispi
Hiroshima Mon Amour
Nichelino
Musica e birra La serata è “Bon!”
Gli Antinomia rivelazione rock
Ritmika chiude con l’hip hop
In piazza Crispi, la serata è «Bon!». Da oggi, ogni sabato e domenica sino al 19 ottobre, si fa festa sino a tardi con le «Barriera Open Nights»: musica, animazione e undici stand di street food, accompagnati da birre artigianali e vini Doc. A fare Omar Pedrini da cornice alle tavole imbandite, un programma denso di appuntamenti che s’inaugura questa sera alle 18,30 con il boogie woogie di Carma & Shake’n’Roll, per una festa in perfetto stile Anni 50. Domani all’ora dell’aperitivo si balla hip hop, breakdance e waacking, poi alle 21 arriva la marching band I parenti della sposa. Sabato prossimo avranno invece inizio le selezioni del concorso «Best – Barriera Ever Show Talent»: la conduzione è affidata a Gianluca Lamberti e Luca Bartolino; in giuria Smany Atif, Francesco De Luca, Mastafive, Tozzo e Nitto dei Linea77. Il 18 ottobre, per la finalissima, sono attesi anche Omar Pedrini, Lucariello (l’autore del brano che segna la fine di ogni episodio di «Gomorra») e Raige. Le iscrizioni sono aperte allo 011/234.16.793.
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[N. PEN.]
Dopo lo stadio Franchi di Firenze insieme ai Litfiba, gli Antinomia vanno alla conquista del tempio del rock torinese. La giovane band canavesana ha vinto il «Grande nazionale rock contest» promosso da Piero Pelù e Virgin Radio e questa sera Gli Antinomia varcherà alle 21 il palco dell’Hiroshima Mon Amour di via Bossoli 83 per presentare in anteprima il nuovo album «Mantra», prodotto da Madaski e mixato da Mauro Tavella, la cui uscita è prevista il 3 ottobre. Quella di stasera sarà quindi la data numero zero tour che vedrà presto Riccardo Rizzi e compagni nei locali di tutta Italia. Durante il concerto sarà anche proiettato per la prima volta il videoclip de «Il sognatore», interamente girato all’interno della metropolitana di Torino, con un cameo di Madaski. E le riprese dell’esibizione di stasera saranno utilizzate per realizzare il clip del secondo singolo. L’ingresso è gratuito e sarà possibile acquistare la versione Digipack a tiratura limitata a un prezzo speciale. La serata all’Hiro prosegue poi con un dj-set dub.
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[N. PEN.]
Si conclude questa sera all’insegna dei ritmi hip hop la 18ª edizione del rassegna Ritmika. Per l’atto finale, la kermesse si sposta sul palco di piazza Di Vittorio a Nichelino. Lì il villaggio si anima a partire dalle 18 con l’immancabile «contest», la gara Il duo ATPC di improvvisazione rap freestyle cui possono iscriversi anche in loco i giovani giocatori di poesia urbana. Alle 21 il concerto ufficiale, inserito nel circuito «Mtv Spit Tour». Ne sono protagonisti esponenti storici della scena torinese, come il duo ATPC, attivo fin dai primi vagiti dell’hip hop nel nostro paese, e Dj Fede, paladino della sottocultura nata a inizio Anni ’70 tra il Bronx e Harlem. Ma anche giovani virgulti, come Trava, reduce dalla pubblicazione del disco di debutto, o Fred De Palma e Dirty. Lo sbarco di Ritmika a Nichelino non è casuale, dal momento che con questo evento si festeggiano venticinque anni di attività del locale sportello Informagiovani nell’ambito di un programma più articolato di appuntamenti intitolato «San Matteo Young». L’ingresso è gratuito. [P. FER.]
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LA STAMPA
SABATO 27 SETTEMBRE 2014
Teatro nel vecchio cimitero
Giovanni Raboni, vita da poeta
Uno show per ridere in piemontese
Per il Festival ISAO alle 18,30 nello spazio teatrale in San Pietro in Vincoli (via San Pietro in Vincoli 28), debutto dello spettacolo «Sempre più vicino» di Eliana Cantone e ispirato al romanzo «Momo» di Ende. Alle 20,45 va in scena «L’illusionista».
Dedicato alla vita e all’opera del poeta e scrittore milanese Giovanni Raboni, alle 15,30 alla Villa della Regina (strada Santa Margherita 69) reading a cura di Patrizia Valduga. Ad affiancarla, le letture di Oliviero Corbetta. Ingresso: 6 euro.
In città .63
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La coppia comica torinese Marco&Mauro va in scena alle 21 al Teatro Erba (corso Moncalieri 241; ingresso: 9 euro) con lo spettacolo «Entreneuse (Tra di noi)», uno show dove la «piemontesità» è sempre al centro dei loro sketch. Per le vostre segnalazioni: giornonotte@lastampa.it
Vertigo Suite Studio
Stanotte un sottile filo di pace unisce chiese, sinagoga e moschea
La performance di uno degli artisti di Cirko Vertigo e della compagnia blueCinque
La notte bianca a San Salvario è un invito a tutti a scendere in strada LETIZIA TORTELLO
Sarà una notte bianca di preghiera collettiva e di unione spirituale fra culti. Stanotte, dalle 21, San Salvario si trasforma in un gigantesco tempio di tutte le fedi. Dalla chiesa Valdese di corso Vittorio a quella ortodossa romena di via Accamedia Albertina, dalla moschea alla chiesa cattolica dei Santi Pietro e Paolo, entrambe in via Saluzzo, alla sinagoga di piazzetta Primo Levi, porte aperte a tutti, con concerti, letture, spettacoli e performance. Tra danze, melodie di canti antichi e silenzi, Torino Spiritualità invita il suo pubblico a scendere in strada. Per una grande festa interconfessionale che prova a unire i popoli e le loro religioni. Si parte dal Tempio Valdese, con letture proposte dal Comitato Interfedi. Al Cineteatro Baretti, i Monaci dell’Asharam di Altare guidano alla spiritualità induista; alle 21,30, alla parrocchia Santi Pietro e Paolo, concerto del Torino Vocal Ensemble, noto per aver realizzato un brano musicale del film da Oscar “La grande bellezza” di Sorrentino: esegue “Ad Jesum per Maria”, pezzo di musica sacra. Alla Casa del Quartiere si vola in Africa, con il movimento spirituale senegalese dei Baye Fall. In Largo Saluzzo, La Paranza del Geco mescola danze, vocalità e percussioni del Salento e dell’Africa Occidentale, con l’Afrotaranta. E ancora, alla Casa Valdese, dalle 23,30, musica sacra dei sufi dell’ordine Christi. Dalle 22,30 visite guidate in sinagoga, mentre al Centro Sociale della Comunità Ebraica, spettacolo teatrale di Miriam Camerini e Manuel Buda «Un grembo, due nazioni, molte anime». Locali e gallerie d’ar-
Fonderie Teatrali Limone
L’equilibrista che “suona” il cavo d’acciaio TIZIANA PLATZER
REPORTERS
Ieri tutto esaurito per Shin Dong-hyuk Ieri il teatro Carignano ha registrato il tutto esaurito per l’intervista che il direttore de «La Stampa« Mario Calabresi ha fatto al profugo coreano Shin Dong-hyuk
te di San Salvario saranno anche insolita scena della performance multimediale “Estasi”, ideata da Roberta Lena con Ivan Bert. Un viaggio oltre i limiti del sé, dietro somministrazione di pastiglie “magiche”. Per giocare sull’estasi di mente e cuore, alternative allo sballo. Un percorso che tocca la fede, anzi le fedi ed apre il cuore e l’anima come accade anche con la mostra «Dio ci guida» tratta dalle foto che svelano inediti rapporti con il divino, scattate nel traffico di Mumbai dalla giornalista Francesca Rosso au-
trice del blog «Bollywood party» su «Stampa.it». La giornata
Percorsi per una notte da tutto esaurito, ma anche la penultima giornata del festival non è meno ricca di appuntamenti che cominciano al mattino e si snodano fino a sera. Alle 10, al Carignano, è ospite il fondatore del Comitato Internazionale per la Pace Negoziale in Medio Oriente, Marek Halter, intervistato dal giornalista Cesare Martinetti. Alle 11 al Gobetti il filosofo Carlo Sini parla di Adamo e delle «Domande di Dio».
Alle 15, al Circolo dei Lettori, si presentano al pubblico gli eremiti del Terzo Millennio, con Espedita Fisher; alle 15,30 al Carignano, Eugenio Borgna e Valeria Parrella in dialogo sulle emozioni fragili. Sempre lì, alle 18 Corrado Augias parla del nuovo libro per Einaudi, «Il lato oscuro del cuore», alle 18,30 al Gobetti, don Gino Rigoldi si interroga sul racconto di Caino e Abele, mentre alle 21 il leader spirituale Radhanath Swami conduce alla scoperta delle emozioni con lo yoga dell’amore. Una giornata di parole che illuminerà Torino.
cielo sopra Berlino» e all’alternanza degli artisti che girano, In scena, altro non ci potreb- spesso insieme sul palco, atbe stare. Nel senso che lo torno all’idea del turbamento, spettacolo, per quanto nasca del sentirsi fuori luogo e fuori in «zona circense», promette dal proprio corpo: pane per una performance piuttosto l’arte delle due danzatrici, se«globale»: in assemblaggio guite dalla coreografa Cateriacrobati d’aria e di terra, na Mochi Sismondi. Ma anche danzatori, musicisti d’archi, del nucleo circense, con in esperti di suoni elettronici, campo equilibristi, trapezisti, attori e, se non bastasse, cita- artisti della corda verticale e zioni cinematografiche. delle cinghie: disciplina maÈ il progetto a cui stanno la- schile, in questo caso proposta vorando da un po’ Cirko Verti- da due donne. A loro si unisce go e la compaun personaggio gnia blueCinFESTIVAL DIFFUSO del cavo d’acciaque, che alle 21 il francese LuLa rassegna io, portano alle cas Bergandi, si tiene in 15 diversi danzatore sul fiFonderie Limocomuni piemontesi lo teso, e a cucire ne il loro «VertigoSuiteStudio i passaggi l’atto#1» per «Living Circus», il fe- re che, con discrezione attrastival diffuso in quindici co- versa lo spettacolo. muni piemontesi e con il sostegno di Piemonte dal Vivo Archi e sintetizzatore (ingresso a dieci euro). Una Il tappeto sonoro non è solo versione ridotta è in pro- cornice, diffuso da un trio d’argramma domani alle 18 in una chi femminile e dal lavoro del sala del Castello di Rivoli (in- sound design Alberto Fratini: gresso libero). il pubblico ascolterà il movimento dei corpi degli artisti e Vertigini sentimentali degli attrezzi e il cavo teso, Meglio specificato come grazie a cellule microfoniche, «perdita momentanea del- «suonerà» i passi dell’equilil’equilibrio psichico e emoti- brista. vo», è il centro scelto per Fonderie Teatrali Limone questo racconto, ispirato in Via Pastrengo 88 particolare agli angeli di Moncalieri Wim Wenders nel suo film «Il Tel. 327/742.33.50
Diario Zoom
8 Gallery
Via Saluzzo 60
Laboratori per i più piccoli
Grignani a volte esagera
Test linguistici e film d’autore
Mamme e cuccioli a confronto. Oggi e domani da Zoom si va alla scoperta dei legami che uniscono uomo, natura e mondo animale. Nel bioparco di Cumiana (strada Piscina 36, ore 10-19) saranno presenti i volontari del Comitato Collabora- «Cuccioli» di bambini zione Medica che coinvolgeranno il pubblico in laboratori educativi – gratuiti e compresi nel prezzo, dedicati alle famiglie con bambini dai 5 agli 11 anni – e un gioco a staffetta per sperimentare la relazione unica che si crea al momento della nascita, ripercorrendo le tappe evolutive del rapporto mamma-figlio. I più piccoli avranno invece a disposizione uno spazio riservato per giocare, disegnare e ascoltare favole in mezzo alla natura. Ai soci e sostenitori del Ccm, Zoom riserva un coupon d’ingresso al prezzo speciale di 25 euro, valido per un adulto e un bambino sino ai 12 anni (da prenotazione allo 011/66.02.793). Le donazioni raccolte sosterranno invece la campagna «Sorrisi di madri africane» attiva in Burundi, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan e Uganda. [N. PEN.]
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«A volte esagero»: Gianluca Grignani lo ammette, pure con il titolo del suo nuovo album. Il cantautore bello e dannato è oggi a Torino per promuovere il suo ultimo progetto discografico – che include l’omonimo singolo in onda da ieri su tutte le Gianluca Grignani radio – e il tour 2015, le cui prevendite apriranno a ottobre. L’appuntamento è alle ore 17,30 alla Corte della Ristorazione dell’8 Gallery, in via Nizza 230: l’accesso al firma copie è riservato a tutti i possessori del disco, uscito lo scorso 9 settembre (tel. 011/66.30.768). Ed è anche ospite della redazione de La Stampa, con una videochat in onda sul sito internet del quotidiano a partire dalle 18. Con la conduzione di Piero Negri Scaglione, Grignani racconterà di sé, del suo lavoro e risponderà alle domande dei lettori. Il nuovo disco arriva a tre anni di distanza dall’ultimo, periodo che l’artista ha personalmente dedicato alla creazione dello stesso, dalla composizione alla produzione, dichiarando di «aver messo tutto me stesso. Lo sento addosso come non mai».
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[N. PEN.]
Porte aperte all’Alliance française. Il centro di formazione di via Saluzzo 60 oggi inaugura la nuova stagione con una giornata all’insegna della lingua francese e della cultura francofona. Dalle 9 alle 20 si potrà prender parte a test di livello lingui- L’Alliance française stico gratuiti, richiedere informazioni su corsi e certificazioni e partecipare a tutte le attività del circolo. Alle 10,30 è prevista la proiezione in lingua originale, con sottotitoli in francese, di «Les Garçons et Guillaurme à table», commedia vincitrice del premio «César 2014» che ha visto l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore Guillaume Gallienne, che ne ha scritto il soggetto e la sceneggiatura, adattando un suo spettacolo teatrale. Poi alle 16 è in programma «Quai d’Orsay» di Bertrand Tavernier, commedia satirica tratta dall’omonima graphic novel di culto di Christophe Blain e Abel Lanzac. Da mattina a sera sarà aperta la mediateca e si svolgeranno dimostrazioni dei corsi con l’ausilio della lavagna multimediale. Info: 011/197.16.565.
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la Repubblica SABATO 27 SETTEMBRE 2014
TORINO | XIII
Spettacoli CULTURA | SPORT | SOCIETÀ
La rassegnaA TorinoDanza “Aide -Memoire” dell’israeliana Kibbutz Contemporary Dance Company Uno spettacolo dedicato alla scomparsa fondatrice e direttrice del gruppo, l’ex deportata Yehudit Arnon la cui figura rivive nella pièce tra baracche e carri bestiame, movimenti energici e coreografie di speranza
La danzatrice dell’Olocausto CLAUDIA ALLASIA L mondo intorno a me è guarito — diceva Primo Levi nel 1985 a Philippe Mesnard che lo intervistava — Anche la mia scrittura è cambiata, non è più l’itinerario di un convalescente ma una costruzione lucida, l’opera di un chimico che pesa e separa, misura e giudica, cercando di rispondere ai perché». I medesimi concetti innervano la pièce “Aide-Memoire” dell’israeliano Rami Be’er, in scena per TorinoDanza e Torino Spiritualità alle Fonderie Limone, questa sera e domani alle 21.30. Danzatore e coreografo, dal 1997 anche direttore artistico della Kibbutz Contemporary Dance Com-
«I
Scampata al lager, la coreografa ebrea visse alcuni mesi vicino a Torino prima di emigrare in Israele. A lei è succeduto l’allievo Rami Be’er, autore dello show pany, Be’er sembra infatti pensare come Primo Levi che «una testimonianza fatta con ritegno sia più efficace di una fatta con indignazione». Nel lavoro di Rami Be’er, che per i temi trattati può essere definito “politico”, convivono (come in quasi tutta la danza israeliana) le influenze astratte, derivate dalle visite delle Compagnie del Nord America, e le influenze espressioniste, approdate in Palestina-Israele con la prima immigrazione dall’Europa Centrale. Nel caso di Rami, tali influenze sono state portate dalla sua maestra cecoslovacca Yehudit Arnon, la fondatrice e direttrice per i primi venticinque anni della compagnia KCDC “Aide-Memoire” è dedicato a lei: Yehudit Schischa Halevy, nata a Komàrno nel 1926. Una ragazza dotata di talen-
ON STAGE Due scene di “AideMemoire”, la pièce della Kibbutz Contemporary Dance Company che rende omaggio alla fondatrice Yehudit Arnon
to per la danza ma che aveva studiato movimento solo con un fisioterapista per curare la scoliosi e poi con un insegnante di ginnastica, perché il rabbino non voleva che i giovani ballassero. Quando scoppiò
la guerra, Yehudit e i suoi genitori vennero imprigionati in vari campi di sterminio. In quello di Auschwitz, Yehudit danzava ogni sera, nella baracca, invitata dalle sue compagne. Il giorno di Nata-
le, essendosi rifiutata di ballare per le Ss, fu costretta a stare a piedi nudi in mezzo al campo, nella neve ghiacciata. In quel momento decise che, se si fosse salvata, avrebbe dedicato la sua vita alla danza. Yehudit sopravvisse ed entrò in un gruppo sionista di Budapest, dove conobbe diversi artisti e prese lezioni di danza libera dalla ballerina ungherese Irina Duckstein, che era stata assistente, prima della guerra, del grande maestro espressionista Kurt Jooss. Yehudit si fidanzò con Yedidya Ahronfeld, che voleva andare in Palestina. Si sposarono nel ‘46, cambiarono il cognome in Arnon e partirono con più di cento orfani, tra i sei e i sedici anni e di lingue diverse. Per tenerli impegnati, lei insegnava danza, il marito matematica. Attraverso boschi e montagne arrivarono tutti al campo profughi di Avigliana e trascorsero otto mesi in un convento vicino a Torino. Nel ‘48 finalmente si imbarcarono a Venezia e da lì raggiunsero Israele con i bambini. Decisero di stabilirsi nel Kibbutz Ga’aton. All’inizio Yehudit studiò danze folcloriche con Gertrud Kraus e con Yardena Cohen, poi decise per la danza moderna. A Ga’aton nacque anche il suo futuro allievo e delfino, Rami Be’er. Durante la direzione di Yehudit, molti grandi coreografi vennero invitati al Kibbutz, inclusi Jiri Kylian, Matts Ek e Susanne Linke. La Compagnia compì anche molte tournée in tutto il mondo. Nel 1998 Yehudit Arnon ricevette l’“Israel Price for dance”. Morì due estati fa, a 87 anni. Sedici anni prima Rami Be’er l’aveva sostituita alla direzione della Compagnia, ma i suoi insegnamenti appaiono evidenti ancora oggi nel suo lavoro di coreografo e, più che mai, in questa piéce, “Aide-Memoire”. Qui Yehudit Arnon è ovunque: nei carri bestiame, nelle baracche, nei movimenti pieni di energia e di speranza, nell’uso dello spazio, nella struttura stessa della coreografia, nel cuore dei danzatori e del coreografo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
PROSSIMAMENTE
E in “Nocturnes” le inquietudini di Maguy Marin
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LPROGRAMMA di alto livello di TorinoDanza si arricchisce la prossima settimana di una importante prima italiana: debutta giovedì alle 21, alle Fonderie Limone di Moncalieri, “Nocturnes” della Compagnie Maguy Marin guidata dalla “pasionaria” francese di origine spagnola che è anche autrice della pièce. Tra le coreografe più importanti del nostro tempo, Marin firma lavori dalla teatralità spiccata, popolati da personaggi straniti e curiosi, spesso con situazioni comiche collocate però in scenari apocalittici. “Nocturnes” è una lunga sequenza di piccoli sketch, assai garbati e ironici: in una scenografia scarna, assistiamo a incontri incompiuti, gesti apparentemente inspiegabili, apparizioni e sparizioni di personaggi misteriosi. Ci si svela un mondo per nulla rassicurante: l’apparente banalità dell’ordinario, il ridicolo di certe situazioni, il ritmo sincopato dei gesti sembrano accomunati da un pericolo incombente.
TORINO CULTURA
la Repubblica SABATO 27 SETTEMBRE 2014
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PER SAPERNE DI PIÙ www.torinospiritualita.org http://torino.repubblica.it
Torino Spiritualità
Un “cuore intelligente” nella notte dello spirito fra i templi di San Salvario La giornata si apre con Halter, fondatore di Sos Racisme Grasso e Melloni sul Papa, la fragilità secondo Parrella VERA SCHIAVAZZI
DA SEGUIRE
HALTER Il fondatore di Sos Racisme parla alle 10 al Teatro Carignano con Cesare Martinetti
PARRELLA La scrittrice Valeria Parrella ed Eugenio Borgna dialogano con Armando Buonaiuto alle 15.30 al Carignano
MELLONI Lo storico, assieme ad Aldo Grasso, affronta con Federico Buozzi la figura di Papa Francesco
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RA le tante ragioni, talora
un po’ pretestuose, che possono ispirare una notte bianca, la spiritualità è senz’altro tra le migliori. E questa sera lo si potrà sperimentare a San Salvario, dalle 21 alle 2 di notte, passando da un luogo di culto a un altro nel quartiere più multireligioso di Torino e ripercorrendo i riti della movida con qualche ironia. Si parte dal Tempio Valdese di corso Vittorio con letture e musiche proposte dal Comitato Interfedi, poi si passa, con menù analoghi, alla Sinagoga di piazzetta Primo Levi e alla parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in largo Saluzzo (qui ci saranno i Torino Vocal Ensemble, resi famosi dal film “La grande bellezza”), mentre il Teatro Baretti farà da cornice all’induismo. Su tutto, in strada, i ritmi dell’afrotaranta. Roberta Lena e Ivan Bert proporranno la loro ‘Estasi’, percorso sensoriale e artistico che attraverso la scelta di una pastiglia (in questo caso un’innocentissima Leone) accompagnerà il pubblico per le gallerie del quartiere, culminando a mezzanotte in una danza collettiva. Ma la notte bianca, la prima collocata all’interno di questo Festival, sarà solo la tappa finale di una giornata che si apre alle 10 al Carignano, col dialogo tra lo scrittore e regista — nonché fondatore di SOS Racisme e protagonista dei più importanti tentativi di dialogo in Medio Oriente — Marek Halter e il giornalista Cesare Martinetti: si parlerà di potere, partendo dalla frase di Re Salomone che dà il nome a questa edizione di Torino Spiritualità, “il cuore intelligente”. Alle 11 al teatro Gobetti la lezione del giorno lungo il percorso “Domande a Dio” tocca al filosofo Carlo Sini, con l’interrogativo “Adamo dove
AUGIAS Lo scrittore presenta alle 18 al Teatro Carignano il suo ultimo romanzo “Il lato oscuro del cuore”
sei?”, che riguarda tutti e in ogni tempo. Alle 11.30 al Teatro Vittoria Jaya Row cercherà invece di concentrare nello spazio di un unico incontro l’essenza della filosofia del Vedanta: scoprire la propria vera vocazione per trovare la felicità. Ce n’è anche per i bambini, con lo Yoga per giocare, dalle 14 alle 15.30 al Circolo dei Lettori: i piccoli sono ammessi dai 5 agli 11 anni, occorre prenotare al 349/6285606. Alle 15.30 al Teatro Carignano Valeria Parrella e Eugenio Borgna dialogano con Armando
Buonaiuto: si parla di fragilità, un sentimento solo apparentemente opposto a quello del-
Corrado Augias presenta al Carignano il suo ultimo romanzo “Il lato oscuro del cuore” la felicità, dai molti volti e dai molti confini. E alle 16, con Aldo Grasso e Alberto Melloni, ecco il momento di affrontare il personaggio che più di ogni
altro ha catalizzato l’attenzione nell’ultimo anno: “Papa Francesco, the times are achangin’” è il titolo dell’incontro, con Federico Buozzi. Corrado Augias presenta alle 18 (al Carignano) il suo romanzo fresco di stampa, “Il lato oscuro del cuore” (Einaudi): le storie di due donne si intrecciano e conducono il lettore verso il lato meno governabile dei sentimenti. Mezz’ora più tardi, al Gobetti, ancora una lezione per ‘Domande a Dio’, affidata a don Gino Rigoldi: “Dov’è Abele, tuo fratello?”, un inter-
rogativo che va molto al di là delle colpe di Caino e ci interpella sulla responsabilità verso gli altri. Sempre alle 18,30 (ma al Circolo dei Lettori), Guido Brivio e Sergio Givone daranno vita a un dialogo filosofico sui confini dell’amore, esplorando la “via senza strade” dell’amor platonico. Per i cinefili, per chi non può in nessun caso fare a meno delle immagini, per chi alla notte bianca vuole arrivare solo a festa inoltrata, alle 20.30 l’appuntamento è al Cinema Massimo, con “Passioni, tradimenti, desideri”, una raccolta di corti che tra risate e qualche lacrima condurrà gli spettatori tra i lati imprevedibili dell’amore e gli scherzi del cuore, passando da un giovane Godard (“Tous les garçons s’appellent Patrick”, breve apologo sul dongiovannismo alla fine degli anni Cinquanta) a “Io non ti conosco” di Stefano Accorsi. Da segnalare, infine, “Aide Memoire” (alle 21.30 al Carignano), lo spettacolo della Kibbutz Contemporary Dance Company, in collaborazione con Torino Danza, dedicato alla Shoah e, fino al 28 settembre, gli appuntamenti promossi dall’Unione buddhista italiana alla Biblioteca Ginzburg di via Lombroso 16 sotto il titolo “L’intero universo non è che un’unica perla brillante”. Scegliere è difficile, ma non impossibile, se si possiede un cuore intelligente e ci si lascia guidare da lui. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SECONDO TEMPO
SABATO 27 SETTEMBRE 2014
il Fatto Quotidiano
BATTIBECCO
QUALE GIUSTIZIA
L’inutile riforma della prescrizione di Antonio
I
Esposito*
l disegno di legge sulla prescrizione è un intervento molto contenuto che non intacca la sostanza della riforma ex Cirielli. Quella legge del 2005, che ha tagliato notevolmente i tempi di prescrizione, non viene toccata nel suo meccanismo di base. Così la prescrizione resta ancorata al massimo della pena, aumentata di un quarto, con la conseguenza che delitti come la corruzione e la truffa ai danni dello Stato e la frode fiscale si prescrivono in sette anni e mezzo essendo stato fissato un termine di base di sei anni aumentabile di un quarto. Nonostante il sistema processuale dell’acquisizione della prova in dibattimento abbia raddoppiato i tempi dei processi la ex Cirielli ha irragionevolmente ridotto i termini di prescrizione determinando l’estinzione di circa 150.000 processi l’anno, secondo una stima del Csm. Di fronte a questa situazione ci si sarebbe aspettati un intervento radicale sulla rimodulazione del termine di base della prescrizione, aumentandolo – per i reati per i quali oggi è previsto il termine di base di sei anni (tra i quali, come si è detto, la corruzione, la truffa aggravata, la frode fiscale) fino a dieci anni e con l’aumento da un quarto alla metà in caso di atti interruttivi. Viceversa, si è soltanto intervenuti sull’istituto della sospensione della prescrizione col prevedere che il termine di prescrizione si fermi per due anni dal momento della sentenza di condanna in primo grado, cui fa seguito un altro anno in caso di successiva condanna in appello. TALE previsione appare illogi-
ca giacché, ancora una volta, si fonda sull’idea che la prescrizione del reato possa fungere da sanzione alla durata non ragionevole del processo, principio che, viceversa, non ha nulla a che vedere con la prescrizione poiché sia la Convenzione europea, sia la giurisprudenza di Strasburgo, sia il precetto sancito dall’art. 111 della Costituzione esigono che, in tempi ragionevoli, si pervenga a una pronuncia nel merito della controversia (che assolva o condanni) non a una pronuncia di mero rito, come quella che consegue anche alla dichiarazione di estinzione del reato che si risolve in un meccanismo che ostacola l’accertamento sul merito della questione dedotta in giudizio. La ratio dell’istituto della prescrizione è, viceversa, ancorata all’esercizio dell’azione penale nel senso che essa scaturisce dall’inerzia o dalla rinuncia dello Stato a esercitare la pretesa punitiva nei confronti di colui che si ritiene essere l’autore di un reato. In sostanza, lo Stato, attraverso il titolare dell’azione penale, rinuncia al suo diritto potestativo a per-
Un’aula di giustizia LaPresse
OCCASIONE PERSA Il disegno di legge così come è presentato, lascia invariata o modifica in modo assai blando, l’irragionevole disciplina della ex Cirielli seguire l’autore di un reato. Più correttamente, quindi, in aderenza alla ratio dell’istituto e alla circostanza del notevole arco di tempo entro cui solitamente si conclude il giudizio di I grado, si sarebbe potuto individuare il termine, a partire dal quale la prescrizione non più decorre, nel momento in cui il pm proceda con citazione diretta ovvero richieda al gip la fissazione dell’udienza preliminare, essendo questo, sostanzialmente, in concreto, il momento in cui viene esercitata l’azione penale con richiesta al giudice di procedere penalmente nei confronti di chi si ritiene essere l’autore del reato, dando così concretamente corso alla pretesa punitiva dello Stato. Tale meccanismo è in linea con quanto previsto dalla maggior parte degli Stati europei. La nostra disciplina è quasi unica in Europa e determina inevitabilmente un gran numero di estinzioni dei reati per prescrizione. I sistemi penali dell’area Common law non conoscono un istituto paragonabile alla prescrizione del reato, mentre la Francia prevede un sistema di prescrizione assai lungo dopo qualsiasi atto interruttivo. Così anche, il sistema penale spagnolo e quello tedesco nel quale è previsto che il reato si prescrive con il decorso di un periodo di tempo pari al doppio del termine prescrizionale ordinario dopo l’avvio del processo. In sostanza, il legislatore avrebbe potuto, al fine di evitare l’enorme numero di processi prescritti, optare per l’aumento del termine di base da sei a dieci anni (per la maggior parte dei reati tra i quali la corruzione), e il prolungamento alla metà di tale termine. Il termine complessivamente sarebbe quindi arrivato a quindici anni, ripristinando, così,
sostanzialmente, la normativa ante legge ex Cirielli. Così il sistema italiano sarebbe tornato quasi al livello di Francia, Spagna e in Germania dove il termine base di dieci anni (per la maggior parte dei reati), viene addirittura raddoppiato in caso di atti interruttivi sicché il termine massimo di prescrizione è di venti anni. OPPURE l’Italia avrebbe potu-
to allineare il sistema italiano a quello del Regno Unito che contempla un limite temporale riferito all’estinzione dell’azione e non del reato. I time limits, posti dalla legislazione penale per il perseguimento dei reati si applicano, infatti, all’esercizio del potere di proporre l’azione in giudizio. Invece abbiamo scelto una terza via che non risolve, o risolve solo in parte, il problema. *Presidente II Sezione Cassazione
Gli ammiratori deliranti e la sindrome di Lennon di Massimo Fini
PSICANALISI del fan. Quando ero un giovane giornalista, ma già abbastanza affermato, mi meravigliavo che i miei maggiori, quelli che almeno conoscevo io, Giorgio Bocca, Oreste Del Buono, Indro Montanelli, si rifiutassero categoricamente di rispondere alle lettere personali dei lettori (non quelle che si scrivono ai giornali) e tantomeno di ricevere fan o presunti tali. Mi sembrava una manifestazione di chiusura, un segno di indifferenza e di grettezza, soprattutto nei confronti dei giovani. Negli anni Ottanta, al Giorno di Zucconi e Magnaschi, scrivevo al ritmo con cui lo fa oggi, al meglio, Marco Travaglio, e ricevevo circa una cinquantina di lettere alla settimana. Cercavo di rispondere a tutte, e scartando solo quelle chiaramente deliranti. Ho passato quasi tutti i pomeriggi delle mie domeniche, facendo infuriare la mia fidanzata, in questa occupazione. Ma alla fine ho dovuto riconoscere che avevano ragione Bocca and company. Un lettore ti scrive qualcosa di interessante, di intelligente e tu rispondi, non con semplici formule di cortesia (“La ringrazio”, “mi fa piacere avere un lettore attento come lei”) ma sulle sue argomentazioni sviluppandone altre. Lui ti riscrive e tu non rispondi più. E il lettore s’incazza. Lo prende come un segno di superbia. Non capisce che non puoi tenere una corrispondenza continuativa con tutti quelli che ti scrivono, anche cose profonde e da approfondire, perché altrimenti non solo non avresti più il tempo di lavorare ma n
nemmeno di vivere. Ed ecco che uno che ti ammirava prende a odiarti. Peggio va con i fan o presunti tali, che desiderano incontrarti. I miei sono sempre stati soprattutto dei giovani, ragazzi e, in misura minore, ragazze. PER MOLTI anni li ho ricevuti a casa mia. Negli ultimi tempi le ragazze solo al bar di sotto. Per precauzione. Basta che una dica che ci hai provato e, parola contro parola, sei fritto. Ma anche questo è uno sbaglio. Non c'è quasi fan, o presunto tale, che alla fine non tiri fuori da sotto i panni un suo scritto, un romanzo, un saggio, che considera ovviamente fondamentale. Poi cominciano a tempestarti di ten
L’OBIETTIVO Vogliono conoscerti per proporti le loro opere prime. Oppure per constatare che sei un poveraccio come tutti gli altri John Lennon LaPresse
lefonate (io ho – avevo – anche la sbadataggine di dargli il mio numero di telefono): “L’ha letto? Che gliene pare?”. Siccome tu non l’hai letto, perché non hai tempo, perché non sei un editor (del resto nemmeno gli editori – con l’eccezione di Cesare De Michelis, il patron della Marsilio, uno degli uomini più colti d’Italia insieme a Luciano Canfora – leggono più nulla, se non su raccomandazione degli amici degli amici) passano direttamente dall’adorazione all’insulto. Ma non è questo che mi colpisce di più. Questi ragazzi e ragazze per due ore parlano solo “di sé fra sé e sé” come “il finto pittore e il finto scrittore” della canzoncina di Giorgio Gaber, Trani a gogò”. Non hanno alcuna vera curiosità per te, per la tua persona, per la tua vita e nemmeno per la tua biblioteca (una volta è venuto un giovane di 24 anni che si è gettato, come un affamato, sui miei libri, discorrendo con cognizione di causa di Camus, di Sartre, di Baudelaire, di Rimbaud, di Lautrémont, di Céline, di Kafka, di Schopenhauer, naturalmente di Nietzsche, di Parmenide, di Democrito, di Eraclito, e ho capito che era un ragazzo totalmente fuori dal suo tempo, che avrebbe avuto una vita difficile). E allora perché vogliono incontrarti? Perché vogliono constatare di persona che, per quanto tu sia un nome più o meno famoso, sei un poveraccio come tutti gli altri, un poveraccio come loro, alleviando con ciò le proprie frustrazioni. Vogliono uccidere in qualche modo l’immagine che si son fatta di te. Io la chiamo “la sindrome John Lennon”.
OGGI A TORINO
Decrescita: dobbiamo cambiare l’immaginario per vivere meglio Pubblichiamo un estratto dell'introduzione a “Decolonizzare l'immaginario” di Serge Latouche, pubblicato da Emi. Latouche interverrà oggi a TorinoSpiritualità, alle 18 al teatro Gobetti di Serge Latouche
on ho mai utilizzato il terN mine decrescita prima che uscisse il numero speciale
della rivista Silence dedicato a questo tema, nel febbraio del 2002 (...) Se l’utilizzo del termine decrescita è molto recente (...) l’origine delle idee che tale termine veicola ha una storia più lunga (...). Per me, già da prima del 2002 c’era “obiezione alla crescita” ma non ancora “decrescita” in quanto tale. La fusione delle due forme di critica ha fatto emergere il progetto della decrescita (...) Dinanzi al trionfo dell’ultraliberismo e della proclamazione arrogante del “Tina” (There is no alternative, Non c’è alternativa) di Margaret Thatcher, il piccolo gruppo antisviluppista degli amici e discepoli di Ivan
Illich, nato negli Anni 70 – e di cui anch’io facevo parte –, non poteva più accontentarsi di una critica (...) dibattuta all’interno della propria cerchia ristretta. L’altra faccia del trionfo del pensiero unico era lo slogan condiviso dello “sviluppo sostenibile”, al quale il movimento no global sembrava aderire perfettamente. Diventava, dunque, urgente opporre a ciò un altro progetto, o più esattamente dare visibilità a un progetto in gestazione da molto tempo (...). Lo slogan della “decrescita” è apparso come una “bomba semantica” o un “termine esplosivo” (dixit Paul Ariès) capace di spezzare il de-
UNA LUNGA STORIA È necessario che l’idea secondo cui l’unica finalità della vita è produrre e consumare – cosa assurda e degradante –sia abbandonata
bole consenso della sottomissione all’ordine produttivista dominante, o in altre parole di avviare una decolonizzazione dell’immaginario (...). A TORTO o a ragione, spesso mi
si attribuisce la paternità dell’espressione “decolonizzare l’immaginario”. Poiché lavoravo sul Terzo mondo e sui rapporti Nord/Sud, la forma dello sradicamento di una credenza si esprimeva efficacemente ai miei occhi attraverso la metafora della decolonizzazione. (...) Se, infatti, la crescita è una credenza e lo sviluppo un sistema di significati legati all’immaginario sociale, come il progresso e l’insieme delle categorie fondatrici dell’economia, per tirarsene fuori, abolirle e oltrepassarle (la famosa Aufhebung hegeliana) bisogna porre in essere un cambiamento di immaginario. La realizzazione di una società della decrescita comporta necessariamente la decolonizzazione del nostro immaginario al fine di cambiare veramente il mondo, prima che il cambiamento del mondo ci condanni alla sofferenza. Af-
finché si realizzi una simile rivoluzione è necessario che cambiamenti profondi abbiano luogo nell’organizzazione psicosociale dell’uomo occidentale, rispetto al suo atteggiamento nei confronti della vita, in parole povere, nel suo immaginario. È necessario che l’idea secondo cui l’unica finalità della vita è produrre e consumare – idea allo stesso tempo assurda e degradante – sia abbandonata; è necessario che l’immaginario capitalista di uno pseudo-controllo pseudo-razionale, di una espansione illimitata, sia abbandonato. Soltanto gli uomini e le donne possono realizzare tutto questo. Un uomo solo o un’organizzazione può al massimo preparare, criticare, incitare (...). Un numero crescente di persone non crede al progresso. Tutti vogliono acquisire qualcosa in più per l’anno prossimo, ma nessuno crede che il benessere dell’umanità risieda nella crescita del 3% per anno del livello dei consumi. L’immaginario della crescita (...) è (...) l’unico a sopravvivere nel mondo occidentale. L’uomo occidentale non crede più a nulla se non al fatto che potrà presto avere un televisore ad alta definizione. Ed è proprio questo ciò che tuttora impedisce a un gran numero di persone di aderire alla decrescita.
delPiemonte
ilGiornale SABATO 27 SETTEMBRE 2014
EDITORE : POLO GRAFICO S.P.A.
Anno XIII numero 229
www.ilgiornaledelpiemonte.com
LOTTA ALLA CRISI
PARTE DA TORINO LA NUOVA SOCIAL CARD Berlusconi ha chiesto ai vertici piemontesi di Forza Italia e dei Club di elaborare una proposta da inserire nella Legge di Stabilità per dare un aiuto concreto alle fasce più deboli dei cittadini La ricetta per battere la crisi potrebbearrivaredaTorinodove Forza Italiae i Club Forza Silvio stanno mettendo a punto unamisurainnovativadainserirenellaprossimaLeggediStabilità.Arichiederlaaicoordinatoriregionali delleduerealtà, Gilberto Pichetto e Mino Giachino, è stato il presidente Silvio Berlusconi in persona che ha preso atto di come Torino, in questi anni, abbia patito più di altre realtà gli effetti della crisi, complice la malagestione della sinistra. Marco Traverso a pagina 3
CONCERTI E INCONTRI NEL QUARTIERE DI SAN SALVARIO
Una Notte Bianca spirituale e multietnica Dopo la Notte blu dell’Europa, ora tocca alla Notte Bianca della Spiritualità. L’appuntamento è in programma perstaseraerientranell’ambitodelladecima edizione di Torino Spiritualità, che si concluderà domenica. Una Notte Bianca multiculturale animerà il quartiere di San Salvario, prendendo il via dal Tempio valdese, con letture e musiche proposte dagli esponenti del Comitato Interfedi. A seguire, è prevista una maratona di concerti. Tra le tante realtà che hanno aderito all’iniziativa, la Sinagogaebraica,dovesiterrannoincontrie uno spettacolo teatrale dell’attrice Miriam Camerini, la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, dove si terrà il concerto del Torino Vocal Ensemble, e il Teatro Baretti,cheospiterà unaseriediappuntamentidedicatiall’induismo.Alcentro del quartiere, in largo Saluzzo, protagonista sarà invece l’afrotaranta.
DIRITTI Presidio a oltranza dell’Unione Ciechi contro il Comune
In abbinamento obbligatorio al numero odierno de «il Giornale» (GDP+ il Giornale Euro 1,40) non vendibile separatamente
Lunedì6ottobre lasezione torinese dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti scenderàinpiazzaperdifendereildirittoallamobilitàaccessibile, gravemente minacciatodaitaglidell'amministrazione comunale. «Torino,cheperdecennihaconsentito alle persone cieche di spostarsi in autonomia e sicurezza, diventando un modello a livello nazionale, negli ultimi tempi ha fatto un brusco salto all'indietro», spiegano dall’Uici. «Nel 2012 infatti è stata approvata una delibera che ha drasticamente cambiato il serviziodibuonitaxiperciechi, riducendo il numero di buoni erogati e vincolandone la concessione alle fasce diredditoIsee.Icriteridiapplicazione non sono equi e a farnelespesesonosoprattuttoiciechilavoratori,costretti a spendere gran parte del lorostipendio, finoa 600euro mensili, per raggiungere il posto di lavoro. Una situazione paradossale, (...) segue a pagina 5
CUNEO
Provincia, tante firme per Borgna a pagina 11
NOVARA
Il 2015 sarà l’anno del turismo a pagina 12
VERCELLI
Il settore manifatturiero regge la crisi a pagina 13
ALESSANDRIA
Controlli: arresti Il valore dell’etica nell’età del postindustriale e denunce SEMINARIO A MONTECARLO
Ottimosuccessoperil«Seminariodistudio per la professione dei commercialisti» che anche quest'anno, come ormai da tradizione,sièsvoltoall’internodellasplendidacornicedel«MonteCarloBayHotel&Resort»delPrincipatodiMonaco.Iltemasceltoperl’incontrochesiètenutonellagiornatadiierièstato«Ilreatod'usuranell'attività bancaria», reato quanto mai esecrabile allalucesoprattuttodellapesantecongiuntu-
rachestiamovivendoechevaadanneggiare principalmente gli imprenditori, impegnati in ogni modo ad agganciare il treno della ripresa. L’evento è stato organizzato dal Gruppo Polo Grafico in collaborazione con Ubi – Banca Regionale Europea, Eurofidi, Ubi – BancaInternational,SistemiCuneoeTruffle Gourmet. Rosaria Ravasio a pagina 8 e 9
a pagina 15
CODE IN VIA ROMA E ALLE GRU
OPEN DAY DEL VOLONTARIATO
Anche a Torino è corsa per l’Iphone 6
Flash mob in piazza, nel segno della solidarietà Tutti vestiti di blu per ridere e scherzare insieme
L’IPhone mania contagia anche Torino dove a partire dalle prime ore dell’alba di ieri in centinaia si sono messi in coda per attendere l’uscita delnuovoprodottodell’aziendadiCupertino,l’IPhone 6 che la casa della mela propone in due versioni,condimensionidifferenti.Idipendenti del negozio di via Roma hanno voluto assistere i clienti in attesa distribuendo tazze di caffè. Folla anchealle Grudi Grugliasco,dove sisono create in alcuni momenti code di migliaia di persone chehannoletteralmenteinvasoigrandicorridoi delcentrocommercialealleportediTorino.Tuttiinfilainunacorsacontroiltempoperesseretra i fortunati che sono riusciti ad impossessarsi del terminale nel tanto atteso «day one».
Domani la Regione ha indetto un «Open Day», una giornata che prevede moltissimi eventi e fra questi un flash mob realizzato in contemporanea nelle principali province piemontesi. A Torino l'appuntamento è previsto per le 12 in piazza San Carlo. L’iniziativa ha ottenuto la collaborazione del Liceo Teatro Nuovo che si occuperà di allestire una coreografia sul brano «Aggiungi un posto a tavola», al termine della quale gli studentiinviterannoilpubblicopresente, attraverso una serie di slogan sul volontariato, a eseguire dei movimenti e passi di danza. Al pubblico è stato chiesto di vestirsi di blu, utilizzando anche fazzoletti dello stesso colore.
L’INCONTRO
+SCIENZA = +CULTURA
Filosofia, ricerca, pensiero critico. L’epistemologo Armando Massarenti lancia un manifesto contro il pregiudizio antiscientifico, che produce analfabetismo DI FEDERICO TULLI
P
ensare alla felicità nello scenario dell’Italia di oggi può suonare quasi un azzardo. Dalla crisi economica e lavorativa al vuoto di vere proposte politiche, dalla progressiva perdita di coesione sociale alla restrizione dell’offerta culturale e formativa per ciascun cittadino, sono diversi gli elementi che incidono sul calo di fiducia nel futuro e sulla diminuzione del benessere collettivo. Come invertire questa tendenza? «Prenderla con filosofia», suggerisce l’epistemologo Armando Massarenti, responsabile del supplemento culturale Il Sole 24 ore Domenica. E non per fare una battuta. Nei testi degli antichi pensatori c’è un autentico tesoro da riscoprire. Ne è convinto Massarenti che nel suo nuovo libro Istruzioni per rendersi felici. Come il pensiero antico salverà gli spiriti moderni (Guanda) indaga l’opera dei più noti filosofi toccando temi come la giustizia, l’amicizia, la lealtà, ma anche come l’amore e il desiderio. Con un linguaggio efficace, venato di british humour.«Contrariamente da quel che si tende a credere, il pensiero filosofico si può rivelare non solo un esercizio riservato a pochi ma uno stimolo per realizzare un’esistenza piena», dice. «Epicuro, Lucrezio, Cicerone, Parmenide, Socrate, Seneca, Maimonide, le scuole filosofiche - dagli Stoici agli Scettici ai Cinici - tutti ci offrono spunti per raggiungere questo scopo partendo da una matrice comune: l’idea di una filosofia che non si accontenta di enunciare in maniera chiara alcuni principi e idee corrette ma vuole anche metterli in pratica». Sulla scorta di Pierre Hadot e del suo La filosofia come modo di vivere (Einaudi, 2008), la proposta forte che emerge dal libro di Massarenti, «è quella di sviluppare un certo stile di vita». Che oggi, però, avverte il giornalista e scrittrore, «non può però prescindere dall’aspetto relazionale e affettivo, diversamente da quanto ritenevano i filosofi antichi, per lo più molto inclini all’isolamento». 62
La Bbc ha stilato un protocollo per bandire i ciarlatani dalla tv. In Italia, invece, spacciatori di pseudoscienza dilagano sui media. Come si è visto anche con il caso Stamina
Secondo l’epistemologo bisogna anzitutto intendersi sul significato della parola felicità. «Questo termine si presta a obiezioni molto giustificate. Quindi va inteso in senso molto lato. Con Aristotele, - osserva - preferisco parlare di eudaimonia perché rende con maggior precisione un’idea sia di svirealizzazione della p persona che di svi l luppo della società. Il Nobel per l l’economia Amartya Sen h usato l’eudaimonia ha c come matrice per r ridefinire lo Stat sociale into cludendo
1 L’epistemologo Armando Massarenti
27 settembre 2014 // left
left.it
elementi immateriali che di solito non si calcolano nel Pil ma che sono indicatori di benessere: conoscenza, capacità di informarsi, di godere in maniera disinteressata di una serie di beni come ad esempio il patrimonio artistico che non ha un’utilità immediata». Per essere in grado di apprezzare questi tesori, per realizzare l’eudaimonia, occorre una formazione culturale ed anche scientifica di base, che però nelle scuole italiane è sempre più sacrificata. A questo si aggiungono alcune allarmanti statistiche che indicano l’analfabetismo di ritorno (persone istruite che hanno perso per mancato esercizio la capacità di utilizzare il linguaggio scritto o parlato) e quello funzionale (l’incapacità a usare in modo efficace le competenze di base: lettura, scrittura e calcolo) tra le “malattie” che minacciano la nostra società. Il risultato è una progressiva diminuzione della consapevolezza del proprio diritto alla
GLI APPUNTAMENTI
Dopo le recenti partecipazioni al Festivalfilosofia di Modena e a Pordenonelegge, Armando Massarenti presenterà il suo libro Istruzioni per rendersi felici il 27 settembre alla libreria Coop Ambasciatori di Bologna e il 28 settembre al festival Torino Spiritualità nel Teatro Gobetti.
0 La copertina del nuovo libro di Massarenti, edito da Guanda
4 La serie di Fibonacci su u un igloo dall artista Mario Merz dall’artista left // 27 settembre 2014
cittadinanza e perfino della capacità dei singoli di inserirsi socialmente in modo autonomo. Come si esce da queste sabbie mobili? Dalle pagine del Domenicale Massarenti ha lanciato la proposta di ripartire dai fondamentali, inserendo i rudimenti di filosofia in quella materia che un tempo era “Educazione civica” e oggi è “Cittadinanza e Costituzione”. «Gli italiani - spiega - devono di nuovo imparare a ragionare con la propria testa, lo dico in estrema sintesi e in maniera molto semplice. Questo non significa che tutti devono diventare dei filosofi raffinatissimi. Accanto ai princìpi della Costituzione propongo di affiancare quel piccolo apparato di conoscenze - che nei paesi anglosassoni si chiama critical thinking - che è fatto di competenze di tipo logico, di tipo retorico e così via. Nozioni di base minime che vanno bene per tutti e costituiscono la scatola degli attrezzi del buon cittadino per essere consapevole. Allo stesso tempo tutto questo contrasterebbe il fenomeno dell’analfabetismo funzionale che è crescente ed è allarmante». Un chiaro esempio di che cosa comporti la perdita di spirito critico da parte dell’opinione pubblica è rappresentato dalla stupefacente credibilità accordata a maghi, fattucchiere ed esorcisti oppure a quei ciarlatani che si spacciano per scienziati promettendo cure improbabili a base di cellule staminali. La Bbc ha pubblicato ad agosto un manifesto in cui si impegna a mettere al bando dalle proprie emittenti personaggi del genere. Pensando alla vicenda di Stamina che si è sviluppata prima ancora che sui social network, in televisione, e grazie anche all’appoggio di politici e di sette religiose cattoliche, è oggi ipotizzabile un provvedimento del genere nel nostro Paese? «Qui da noi spesso i ciarlatani hanno il sostegno di parte della popolazione ma anche di persone molto colte. Questo è il problema. Sebbene la qualità e la nostra aspettativa di vita siano migliorate tanto grazie allo straordinario progresso medico, c’è ancora un’elevata sfiducia verso chi ha i titoli per fare divulgazione scientifica. Salvo alcune eccezioni di corretta informazione, i media generalisti tendono a mettere sullo stesso piano di attendibilità questioni che non hanno affatto il crisma di scientificità. In questo modo si scredita la scienza sebbene sia noto che lo stesso metodo di verifica scientifico produca gli anticorpi necessari a ridurre il rischio di truffe o errori clamorosi. È per questo che in Gran Bretagna, se la Royal society afferma una cosa, le istituzioni e l’opinione pubblica ne tengono conto. Da noi ci sono politici, non solo semplici cittadini, che non conoscono nemmeno l’esistenza e la funzione dell’Accademia dei Lincei». s 63
L’EVENTO/ TORINO IN BLU RIVELA LE SUE DIVERSE “ANIME” CON INCONTRI E READING
NOTTE BIANCA CON SPIRITUALITÀ IL FESTIVAL A SAN SALVARIO APRE CHIESE, SINAGOGHE E MOSCHEE CON VISITE, MOSTRE E CONCERTI TORINO
Luci blu fino a domani illumineranno i monumenti e i musei più importanti di Torino: 367 lampade che, dotate di una speciale pellicola colorata, fanno risplendere la Mole Antonelliana, Piazza Castello, Palazzo Madama e i Palazzi della Regione Piemonte e della Prefettura, Piazzetta Reale e Palazzo Reale, Piazza e Palazzo di Città Piazza e Palazzo Carignano, il Teatro Regio ed il Museo Mao. La Mole, nello specifico, è completamente illuminata di blu da 17 proiettori ad alta potenza. Alla Galleria d’arte moderna nelle sale di via Magenta 31, in occasione anche dell’apertura della mostra “Roy Lichtenstein. Opera prima”, dedicata al maestro della Pop Art (personale con 235 opere, metà delle quali mai esposte in Italia visibile fino al 25 gennaio), è stata realizzata un’illuminazione scenografica a pois blu, con 8 proiettori moving-head. Tutto ciò in omaggio al summit dei 28 ministri della Cultura europei che si è tenuto a Venaria e a Torino. E, dal blu, al bianco con la Notte della spiritualità di oggi, sabato, quando a partire dalle ore 21 San Salvario ha promosso l’iniziativa per festeggiare la decima edizione dell’evento con l’intento di portare torinesi e turisti alla scoperta dei diversi luoghi di culto che rappresentano la varie anime religiose della città: nel quartiere sono infatti presenti alcune chiese cattoliche, la Sinagoga, il Tempio Valdese e la Moschea di via Saluzzo tutti aperti con mostre, concerti, letture, spettacoli e performance ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Dunque letture tratte da diverse tradizioni religiose al Tempio Valdese, antichi strumenti tradizionali della cultura buddhista tibetana alla biblioteca Guinzburg, arte e spiritualità induiste al Cineteatro Baretti, concerti vari compreso quello del Vocal Ensemble famoso per la colonna sonora della “Grande bellezza”, “Un thè al gusto di Pace” in moschea, visite alla Sinagoga con la solennità di Rosh haShanà (capo d’anno) e Kippur (espiazione). Il ristorante kasher Alef (via Sant’Anselmo 4) sarà aperto
BIOGLIO, GRAGLIA E CROCEMOSSO 33
BIRRE ANCHE BAVARESI E TANTO MACAGN
IN VIA DELLEANI A BIELLA 33
dalle ore 20.30 e largo Saluzzo ospiterà un bookshop-car, mentre nelle gallerie d’arte della zona apre “Estasi” a
cura di Roberta Lena mostra con una ventina di artisti. Info: per il programma di incontri, dialoghi, reading og-
gi e domani di “Torino Spiritualità” vedi www.torinospiritualita.org l R.A.
LO SCI VA IN MOSTRA 1300 PAIA DA STORIA
Un angolo blu di Torino che ospita oggi la Notte bianca
PER FAMIGLIE/ DOMANI IL CUORE DI BIELLA DIVENTA UN LUNA PARK
FESTA DEI BIMBI AI GIARDINI ZUMAGLINI Domani, domenica, l’appuntamento è con la Festa dei bambini, fra giochi e di colori, ma soprattutto festa di solidarietà per sostenere il Fondo Edo Tempia. I giardini Zumaglini di Biella si trasformeranno in un grande parco divertimenti con la “Grande Festa dei Bambini”, organizzata dal gruppo “Tutti Insieme per la Vita” del Fondo Edo Tempia. La manifestazione mantiene inalterata la sua struttura. La formula è la stessa di sempre: un piccolo luna park in cui i bambini trovano i gazebo con le loro attrazioni preferite. Ci sono, come di consueto, il tiro ai barattoli, la pesca ai pesciolini, pennarelli e carta per i più creativi, lo stand della pittura visi e delle foto, oltre a un percorso sportivo che mette alla prova le capacità atletiche di tutti i bambini e un percorso di abilità in cui esprimere le proprie doti di equilibrio e di precisione. A tutti i bambini verrà offerta la merenda e, a fine percorso, sarà stato consegnato un premio. Il ricavato sarà devoluto al Fondo Edo Tempia per il “Progetto bambini”, un’iniziativa di sostengo a piccoli malati oncologici o con un famigliare malato. Info: tel. 015-351830.
Saliscendi Può sembrare indelicato parlarne così, a caldo. Ma Matteo Balzarotti, il ventottenne di Borgomanero morto nei giorni scorsi pochi minuti dopo essersi lanciato con il suo parapendio dalla vetta della Weissmeis, uno dei più noti Quattromila svizzeri, probabilmente apprezzerà che la notizia venga fuori. Quantomeno per rispetto della sua famiglia, di una mamma e di un papà rimasti a guardare il cielo senza più lacrime da versare. La storia ricalca temi e dibattiti che già da anni solcano le cronache montane. Ma lo fa in modo nuovo, ovvero dalla prospettiva “nord”. Quella svizzera. Mentre in Italia, non ovunque ma in
fuori porta SAN SECONDO DI PINEROLO (TO)
San Secondo di Pinerolo. Il Castello di Miradolo aderisce a Castelli e dimore storiche, ultimo appuntamento con l’apertura di diversi edifici in provincia di Torino domani, domenica, ma con una “chicca”: i visitatori, ma soprattutto gli appassionati d’arte, potranno prendere parte ad una visita guidata del parco storico, ma anche assistere ad un’anteprima della mostra curata da Vittorio Sgarbi “San Sebastiano. Bellezza e integrità nell’arte tra ’400 e ’600”, aperta al pubblico da domenica 5 ottobre. Il parco del castello sarà accessibile per l’intera giornata e chi lo desidera potrà godere dello spettacolo di una
AL CASTELLO DI MIRADOLO ANTEPRIMA SAN SEBASTIANO
natura ancora rigogliosa, agli albori della stagione autunnale. Il programma prevede alle 15,30 una visita guidata alla scoperta degli alberi se-
colari e delle piante care alla Contessa Sofia di Bricherasio, antica proprietaria della dimora. Il lungo viale dei Bossi, l’alta sequoia, il bosco
LO SQUILIBRATO MONDO DEL SOCCORSO buona parte del Paese, il soccorso alpino viene erogato gratuitamente, con buona pace dei (sempre più numerosi) sprovveduti che scelgono di volta in volta di improvvisarsi su una qualche cima senza mezzi e senza preparazione, ma anche con la gratitudine di chi - mettendocela tutta - si è magari dovuto scontrare con le fatalità dell’alta quota, all’estero non è così. In Svizzera, ad esempio, il ricorso all’elisoccorso si paga. E anche caro. A meno che non ci si iscriva in qualità di socio alla compagnia Rega, nel qual caso il
servizio è gratuito. Matteo, dopo essere precipitato per 900 metri, è stato però recuperato da un’altra compagnia, AirZermatt, che, come da prassi, ha addebitato le spese dell’operazione alla famiglia. Insomma, tra recupero, trasporto della salma e successivo funerale ai poveri genitori tocca una spesa di 7500 euro. Motivo per il quale gli amici del ragazzo hanno promosso una colletta in suo ricordo. La morale, alla fine, forse sta proprio qui. Nel folle, paradossale bisogno di dover raccogliere soldi per due genitori già
di bamboo giganti e l’antichissimo ginkgo biloba saranno alcune delle tappe che disegneranno l’itinerario di visita all’interno del giardino. Alle 17 la Fondazione Cosso offrirà poi ai visitatori la possibilità di prendere parte, nella splendida cornice della Serra neogotica attigua al castello, all’anteprima della mostra su San Sebastiano (nella foto dettaglio di una delle opere in mostra) . Antonio D’Amico parlerà della storia del santo che ha saputo interessare grandi artisti come Tiziano, Rubens, Carracci e Crivelli, e scoprire il progetto che porterà al Castello di Miradolo opere provenienti da importanti musei e collezioni italiani e internazionali. Info: ore 10-18,30, ingresso 2 euro. l R.A.
duramente colpiti da una tragedia che, dicono le ricostruzioni, Matteo non si è assolutamente cercato. E proprio mentre in Italia non si riesce neppure a far accettare l’idea che le imprudenze debbano essere pagate. La morale, ecco, sta qui. Nel bisogno che questo mondo fatto di montagne e avventure, forse, diventi un po’ più equilibrato. E abbia sì rispetto delle tragedie, ma anche disprezzo per l’arroganza di chi vuole a tutti i costi fare qualche cosa che non sa fare. Salvo poi affidarsi al provvidenziale intervento di chi la montagna la conosce davvero. l Veronica Balocco
TEMPO LIBERO
TO
OGGI POMERIGGIO
CARIGNANO
sabato 27 settembre 2014
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ASPETTANDO BAROLO
Grignani “esagera” all’8 Gallery
L’Olocausto a passi da danza
Mark Knopfler ospite a Collisioni
L’album si intitola “A volte esagero”, un po’come se fosse una presa di coscienza, un’ammissione di colpa da cui partire per ricominciare, dopo l’arresto e gli eccessi degli ultimi tempi. Gianluca Grignani riparte da Torino, dove oggi, alle 17,30 all’8 Gallery, presenterà il suo ultimo album e incontrerà i fan. Si tratta di un lavoro musicale che arriva a tre anni di distanza dall’ultimo disco: «C’ho messo tutto me stesso, e me lo sento “addosso” come non mai» ha dichiarato il cantautore che propone dieci brani inediti da lui composti, arrangiati e prodotti. Gianluca, con la consueta schiettezza e sincerità, racconta se stesso e la realtà che lo circonda, alternando il suo “sfogo” a intense ballate rock e a brani più graffianti. L’accesso al “firma copie” sarà riservato a tutti i possessori dell’album “A volte Esagero”. [al.ar.]
L’Olocausto raccontato con il linguaggio della danza da Rami Be’er. Per la prima volta presente nel cartellone di TorinoDanza, debutta questa sera al Teatro Carignano la Kibbutz Contemporary Dance Company con “Aide Memoire”, uno spettacolo-memorandum sullo sterminio degli ebrei per evocare e allo stesso tempo esorcizzare gli orrori del passato. «Ho provato da tempo ad affrontare questo tema spiega il coreografo israeliano, figlio di uno dei sopravvissuti all’ Olocausto -, ma ci sono voluti anni prima che mi sentissi pronto per farlo». Con la sua Memoire Be’er non guarda solo al passato ma al presente, alla realtà dei nostri tempi, fatta di guerre e di violenze. «Ho creato questa danza - dice-per gridare stop ala violenza! stop agli Olocausti!». [l.mo.]
È stato annunciato ieri il primo headliner del festival agri-rock di Barolo: a Collisioni il 20 luglio 2015 salirà sul palco il leader dei Dire Straits, Mark Knopfler, plurivincitore dei Grammy Awards. La notizia è stata diffusa dall’assessore regionale alla cultura Antonella Parigi: dopo Bob Dylan, Patti Smith, Neil Young e i Deep Purple, il festival conferma la sua internazionalità con un altro grande nome. L’artista gallese è autore di brani storici come “Sultans of Swing”, “Money for Nothing”, “Walk of Life”, “Sailing to Philadelfia” e ha collaborato con molti altri artisti tra cui Bob Dylan, Eric Clapton, Randy Newman. Il cantante, che sta ultimando le registrazioni di “Tracker” nel suo studio di Londra, si esibirà a Barolo con una band di sette elementi. Prevendite su ticketone. [al.ar.]
SAN SALVARIO Dai luoghi di culto ai locali, il quartiere in festa per la preghiera
Anche le chiese fanno movida nella notte di Torino Spiritualità Alessandra Ariagno
P
er spegnere le sue prime dieci candeline ha deciso di scendere in piazza e tenere sveglia la notte, contagiando un intero quartiere, già pronto a fare festa. Torino Spiritualità, in programma fino a domani, porta nel quartiere di San Salvario la sua indagine sulla combinazione tra testa e sentimento. Stasera, per la prima volta, dalle 21 alle 2, con la Notte Bianca della Spiritualità, si andrà alla scoperta dei luoghi di culto e delle realtà sociali, oltre che culturali, che convivono nel quartiere. Il via sarà dato al Tempio Valdese con letture e musiche proposte dagli esponenti del Comitato Interfedi. Seguirà una staffetta di concerti in cui si alterneranno gruppi musicali diversi per stile e ispirazione. Nella Sinagoga ebraica si terranno incontri conoscitivi e andrà in scena uno spettacolo teatrale dell’attrice Miriam Camerini, mentre nella parrocchia Santi Pietro e Paolo, toccherà al concerto del Torino Vocal Ensemble, conosciuto anche per la magistrale esecuzione del brano “I lie” nel film “La grande bellezza”. Intanto, al Teatro Baretti, si alterneranno appuntamenti dedicati all’induismo. I ritmi tradizionali del Sud Italia incontreranno le tradizioni dell’Africa in largo Saluzzo, con l’afrotaranta, in un mix di linguaggi e cultu-
La chiesa San Pietro e Paolo in piazza Saluzzo
re diverse. Sempre in largo Saluzzo la Fondazione Paideia sarà presente con l’“infuso del cuore”, una speciale selezione di erbe a base di melissa, verbena, aneto, scorze d'arancia, disponibile in tutti gli stand a fronte di una donazione a offerta libera a partire da 5 Euro. Spazio anche alla creatività in questa notte dove tutto sembrerà possibile: le gallerie di San Salvario delimiteranno un itinerario per sperimentare un viaggio oltre i limiti del sé, attraverso la performance multimediale e interattiva Estasi, progetto di Torino Spiritualità e Wildflowers. Cinque stanze più una compongono il percorso che si snoda in libera successione attraverso le gallerie del quartiere, trasformandosi in luoghi di emozione.
INIZIATIVA
Il colore di Barriera Open Nights La Barriera del suono, e della sua Open Night. Amici Ever Show Talent (su Facebook il calendario, Bardello street food e della musica si danno riera Open Nights). Una giuria di giornalisti e appuntamento sotto una tettoia, da domusicisti, tra i quali Tozzo e Nitto dei mani e fino al 19 ottobre. Quattro Linea77, il rapper Mastafive di Mtv weekend consecutivi all’insegna dei Spit e Omar Pedrini, valuterà i migliolive, della danza e delle specialità ri in gara per eleggere un vincitore del cibo di strada: in piazza Crispi, tra le diverse specialità. Domenica 5 nel cuore di Barriera di Milano, ottobre si balla con le pizziche de La prende vita “Bon! Barriera Open NiParanza del Geco, mentre il 12 si ghts”. Si parte stasera, dalle 18,30 torna al passato con Swing Era. Il 19 con il rock’n’roll di Carma & Shasi chiude l’ultima grande festa anni kÈn’Roll per un’inaugurazione in stile an’50, con vestiti d’epoca, show ed esibizioni ’50. Tra le iniziative, sabato 4,11 e 18 ottoni. bre, dalle 21 sono previste le selezioni del Barriera [m.s.]
FELTRINELLI Piazza Cln presa d’assalto dai fan per la presentazione del nuovo album
Bagno di folla e tanti selfie per i cinque Subsonica
I Subsonica alla Feltrinelli
Ô Da nessuna parte si sta meglio che a casa propria. Lo sanno bene i Subsonica che hanno scelto gli spazi della Feltrinelli di piazza Cln 251 per presentare ieri “Una nave in una foresta”, nuovo cd d’inediti, dopo tre anni di silenzio. E il pubblico torinese ha risposto alla grande, come meglio non si poteva ed è stato “premiato” anche con un piccolo show case. In prima fila tanti ragazzi, ma anche i fan della prima ora, venuti su a pane e Subsonica. L’aria era quella del grande ritorno per i magnifici cinque dell’electropop torinese. Fin dal primo pomeriggio, la gente ha letteralmente “occupato” il bookstore di piazza Cln ,
cercando di prendere la posizione migliore. L’attesa si è poi dissolta in una grande unica ovazione quando Samuel, Max, Ninja, Boosta e Vicio sono finalmente “apparsi” alla vista intorno alle 17,30. I Subsonica sono stati al gioco firmando le copie del cd e concedendosi all’immancabile rito del “selfie”. Appuntamento dal vivo giovedì 13 novembre al PalAlpitour. [g.m.]
22 A G O R À c u l t u r a
Anniversario
LUIGI MARSIGLIA
N
el 1964, dopo il periodo frenetico del boom industriale, riecheggia all’interno delle case italiane il problema della crisi economica, richiamato dalle prime pagine dei quotidiani o nei servizi del telegiornale della sera. Terminata la fase culminante del «miracolo», appare lo spettro della congiuntura, col ristagno dei consumi e la fuga dei capitali all’estero. È il Ministro del tesoro Emilio Colombo a lanciare in maniera eclatante l’allarme: «Se proseguiamo così, si va verso il collasso dell’economia italiana», dichiara in un’intervista che suscita parecchi malumori nel suo stesso partito, la Democrazia Cristiana. I nostri compatrioti, in parte preoccupati dai venti di crisi, vengono invece rincuorati da notizie di ben altro tenore, che fanno sperare nel superamento più o meno imminente della congiuntura e nei progressi ancora da compiere per una società che, in tempi abbastanza recenti, ha conosciuto benessere e consumi di massa. Infatti, il 4 ottobre di quello stesso anno, l’allora presidente del Consiglio Aldo Moro presenzia all’inaugurazione dell’A1, l’«Autostrada del sole»; e il presidente della Repubblica, Antonio Segni, interviene alla cerimonia percorrendo la nuova arteria a bordo della Lancia Flaminia presidenziale. Trascorsi appena 8 anni dalla posa della prima pietra, si conclude il tratto Chiusi-Orvieto, ultima tappa della MilanoNapoli: una celerità che fa oggi impallidire i tempi infiniti, i finanziamenti a pioggia e le difficoltà di ogni genere incontrate dall’A3, la Salerno-Reggio Calabria, da diversi decenni in fase di completamento. L’A1 si contraddistingue sia per l’impianto avveniristico sia per l’abilità di ingegneri, progettisti, responsabili e maestranze che, giorno e notte, si impegnano in uno sforzo comune nei cantieri, dislocati lungo la dorsale della Penisola, per risolvere i problemi sul campo e assicurare il rispetto delle consegne. Anche la stampa estera dà rilievo alla notizia, tributando un plauso alla cantieristica italiana e all’ampiezza di un’opera pubblica tesa, in prima istanza, a unire il Nord con il Centro Italia. Un’opera italiana sì, ma anche europea, che guarda tanto ai trasporti di merci quanto al flusso turistico dai valichi di frontiera delle Alpi. I numeri danno un’idea della portata dei lavori: 15 milioni complessivi di giornate per predisporre oltre 750 chilometri di asfalto, con un costo di circa 270 miliardi di lire; 853 ponti e viadotti; 2500 tombini; 572 cavalcavia; 35 gallerie su doppia carreggiata e 3 su corsia unica.
L
a storia dell’Autosole, fortemente voluta dai governi democristiani per il rilancio dell’economia nazionale, con i suoi cantieri che assorbono immediatamente manodopera e per la prospettiva di un incremento, lungo tutta la Penisola, dei trasporti su ruota, inizia il 19 maggio 1956 con la posa della prima pietra. Due anni dopo, l’8 dicembre 1958, Amintore Fanfani taglia il nastro del tratto MilanoParma. Poi tocca nel ’60 al tratto appenninico Bologna-Firenze, tra Sasso Marconi e Barberino del Mugello; il 22 settembre 1962 si collega Roma a Napoli e, il 4 ottobre 1964, Chiusi a Orvieto, portando così a compimento il progetto affidato all’ingegnere Fedele Cova, amministratore delegato di Società Autostrade. Prima dell’A1, i camion impiegavano più o meno due giorni per raggiungere Napoli da Milano; con il treno, occorrevano 11 ore per
Torino.
AUTOSOLE La via
Cinquant’anni fa Aldo Moro inaugurava l’arteria che fa da spina dorsale viabilistica alla Penisola, 750 km da Milano a Napoli costruiti in appena 8 anni Una grande opera che unisce Nord e Sud e consacra il boom economico proprio mentre va in crisi... scendere da Torino Porta Nuova a Roma Termini. Grazie all’Autosole, i tempi di percorrenza si riducono notevolmente, tenuto conto degli automezzi dell’epoca, della sostanziale manPASOLINI & C. POETI IN CORSIA DI SORPASSO canza di limiti di velocità e del comfort rap«Dopo Pian del Voglio mi hanno colpito le potenti arcate di presentato da autocemento armato che impediranno alla montagna di franare sulla grill e aree di servistrada, e le fitte segnalazioni, non ce n’è un metro senza»: così Cesare zio. Nei primi anZavattini descrive il suo viaggio sul tratto appenninico dell’Autosole. La ni, provenendo da pagina del diario, datata 7 luglio 1961 e inserita nella raccolta Straparole, Torino, occorreva rimarca lo stupore dinanzi alla trasformazione di un paesaggio «silenzioso e attraversare Miluminoso» in un luogo «astratto», di cartelli che preannunciano città che non si lano per riprenscorgono affatto. Pier Paolo Pasolini, in uno dei saggi di Empirismo eretico, analizza il dere l’autostrada discorso di Moro in occasione dell’inaugurazione dell’A1: per lui l’Autosole è simbolo per Piacenza; indel cambiamento in atto nella società italiana e, di conseguenza, nel suo linguaggio. vece, con le cirMa è Italo Calvino, con il racconto Il guidatore notturno, a porre l’autostrada come convallazioni che scenario di piccoli enigmi quotidiani e mancati incontri, mentre per Tondelli è il futuro costeggiano i cene l’avventura. Nel cinema, se le strade consolari sono protagoniste de Il sorpasso tri cittadini, si ridi Risi (1962) e di Turné di Salvatores (1990), il Sacro GRA di Gianfranco Rosi solve il problema (2013), Leone d’oro a Venezia, è interamente dedicato al Grande raccordo del traffico interno, anulare. E se Carlo Lucarelli ha pubblicato una serie di racconti sotto il titolo collegando direttadi Autosole (1988), Alda Merini, in una poesia della raccolta Terra santa mente i vari tratti. Un e(1984), invoca la Tangenziale Ovest di Milano contro il luogo del suo sempio è il Grande racdolore: la clinica psichiatrica di Villa Fiorita. (Lu.Ma) cordo anulare che avvolge A1. Il cippo che ricorda la posa della prima pietra dell’Autosole a Melegnano tuttora Roma, punto nevralgico un tempo per oltrepassare la Città eterna in direzione di Napoli. L’Autosole è il simbolo di una società profondamente cambiata dai tempi grami del dopoguerra, che esprime ancora potenzialità di crescita industriale e di sviluppo economico nonostante la crisi. Il turismo di masVIVIANA DALOISO re e inaugurare la statua della Masa prende piede, con gli spostamenti estivi casa: il blocco di marmo viene imbalLa celebre statua donna. Viene sistemata lì per richiadegli operai della Fiat e delle fabbriche del lato nel neonato polistirolo, sigillato mare alla riflessione e alla preghiera, Nord su quel nastro d’asfalto che conduce dentro una cassa di legno con scritte utte le strade portano a Roma. di Michelangelo in mezzo al flusso incessante del trafverso Sud. La carica delle Seicento, molte cubitali (per non sbagliare: «Pietà, con Ma l’Autostrada del Sole – è usò l’autostrada fico e ai ritmi sempre più rapidi della acquistate a rate dalle famiglie, intasa i cagratitudine a papa Paolo VI»), sistechiaro fin da subito – lo fa menel 1965 al rientro vita. È l’immagine della Chiesa che selli nei primi giorni di agosto, attendendo mato su una nave e rispedito a Napoglio, in fretta e sicurezza. È il 12 da New York cambia, che vuol scendere in strada. a fine mese il rientro. li. La scelta sembra logica: la Pietà pernovembre 1965, l’A1 ha appena comL’anno prima Non a caso per la spiritualità in itineL’esodo stagionale, sottolineato dallo storcorrerà l’autostrada. E così avviene, piuto un anno e dal Vaticano non hanl’aveva percorsa re viene fatto spazio anche fuori Finello «Tutti al mare», fa decollare soprattutsotto gli occhi pieni di stupore di viagno dubbi: la Madonna passerà di lì. Paolo VI, poi sarà renze. Dedicata a San Giovanni Battito i lidi romagnoli e le altre località di riviegiatori e casellanti, che lasciano tranNon è l’incipit di un romanzo di Dan sta, ecco la «chiesa dell’autostrada», ra, meta di vacanzieri nostrani e dei turisti sitare il camion della ditta milanese Brown: la Pietà di Michelangelo è davGiovanni Paolo II voluta per commemorare le tante vitsopraggiunti dall’estero. L’Autostrada è anGondrand senza far pagare pedaggio. vero partita dall’Italia – unica volta nela benedire time fra i lavoratori che avevano conche protagonista di libri, canzoni e poesie, Un filo lega la nuova spina dorsale d’Ila sua storia – alla volta di New York. un’immagine tribuito a costruirla. Una struttura a penetrando nell’immaginario collettivo detalia alla Chiesa. Paolo VI è il primo PaL’occasione è stata la World’s fair, l’Exdella Vergine forma di tenda, simbolicamente prongli Italiani. E pure oggi, con le continue mapa a usare l’autostrada, già nel 1964: po dell’epoca: davanti al capolavoro al casello di Orte ta ad accogliere viandanti e pellegrini nutenzioni, la costruzione delle terze corsie l’occasione è la visita di Orvieto per il (di cui prima è stata creata e spostata E presso Firenze dell’asfalto, che lasciano vicino al sae di tratti paralleli, l’A1 rimane l’asse fondasettimo centenario della festa del Coruna replica, per assicurarsi che il viagc’è anche grato biglietti ed ex voto. mentale del sistema viario del Bel Paese, pus Domini. Nel 1989 tocca a Giovangio non creasse danni) sono passati Delle loro storie, commoventi e straorsempre in viaggio verso il sole. ni Paolo II fermarsi in un’area di sosta oltre 50 milioni di visitatori, l’Italia ha una chiesa ad hoc dinarie, la lingua di cemento che ha dell’A1, al casello di Orte, per benedifatto il suo figurone. È ora di tornare a © RIPRODUZIONE RISERVATA unito il nostro Paese ne avrebbe chissà quante da raccontare. Quelle di salvezza durante l’alluvione di Firenze del 1966, quando l’autostrada rimase l’unica via libera dalle acque, accesso obbligato per mezzi di soccorso e volontari. Quelle di speranza legate all’emigrazione verso il Nord. Quelle di megalomania e autocelebrazione d’un Paese alla ricerca di riscatto, pronto a inaugurare i suoi nuovi ponti con file di carri armati (come avvenne sul Po, a Piacenza) e a riprendere tutto per trasmetterlo in tv. Cemento ed etere, collanti all’italiana. STORICO. Un trasporto davvero «eccezionale»: la Pietà di Michelangelo percorre la Napoli-Roma al rientro da New York, nel 1965 © RIPRODUZIONE RISERVATA
CITAZIONI
E la Pietà non pagò pedaggio T
Si può vivere nei panni di un altro? Ecco la grande sfida della letteratura
Lo scrittore Giuseppe Catozzella partecipa oggi al festival TorinoSpiritualità, dove alle 17 terrà un incontro su «Le vite degli altri» con Marina Lalovic. Anticipiamo brani del suo intervento.
GIUSEPPE CATOZZELLA
L
Sabato 27 Settembre 2014
a questione della distanza, della posizione, è fondamentale nella scrittura; e, a ben vedere – appunto! – è fondamentale nella storia dell’Occidente. La misura. Dove mi metto, per guardare? In quale posizione vedo meglio, e quindi giudico meglio (morale), ragiono meglio (logica), racconto meglio (letteratura)? L’“idea”, ciò da cui la nostra cultura “centrocefalica” discende, deriva dalla radice indoeuropea “id-; vid-”: il vedere. La ragione sta tutta dentro la visione. Un cieco dalla nascita, per così di-
re, non ragionerebbe alla maniera in cui ci siamo abituati a farlo noi, nel modo in cui il nostro ragionamento è stato plasmato da Platone in poi, se non fosse inserito in un contesto che lo forza a questa modalità. Per ogni scrittore la questione è seria, e si è preso a chiamarla questione della “voce”. La scrittura starebbe tutta lì: dal punto dal quale la voce dell’autore ci parla, e in cui magicamente stanno racchiuse estetica (la voce deve essere bella), logica (ci deve raccontare la realtà, o un mondo immaginario ma verosimile) e morale (deve essere rispondente al vero e al giusto). Il punto d’osservazione. Dove mi metto, una volta deciso che ciò che racconterò sarà raccontato a tutti? Da quale angolo ritaglio, intaglio, scalpello, il mio palchetto? Dove mi si sentirà di più e meglio, e soprattutto da dove godo del-
la vista migliore sul mondo e sulla sua “sezione” che ho deciso di raccontare? Quello che io ho fatto in Non dirmi che hai paura (come del resto nei miei romanzi precedenti) è stato scegliere un punto di vista “zero”, un totale assorbimento con la protagonista: ho scelto di raccontarla in prima persona. Mi sono posizionato al suo interno e ho mosso i suoi stessi passi da dentro la sua stessa storia. Ho azzerato la distanza. Alla “giusta” posizione, alla medietà morale di Aristotele, ho preferito l’estremo della giustapposizione. E da lì ho guardato il mondo (l’ho immaginato, cioè ho compiuto il primo lavoro della rappresentazione, propedeutico alla narrazione) con gli occhi della protagonista. Scegliendo, da scrittore, di lavorare sulla funzione enfatica della narrazione (sperando così d’ottenere una porta d’accesso alla morale e alla logica).
Va da sé che la questione della posizione non è certo risolta, in questo modo, ma è soltanto traslata. L’“idea”, cioè la visione, diventa ora immedesimazione. Il punto di vista interno fa “scoppiare l’emozione”. Si può lavorare e operare con le emozioni del protagonista. Ma, di nuovo, la questione è soltanto spostata di un passo: cosa racconterò (da dentro), tra tutto il raccontabile? Con quali sentimenti o avvenimenti emozionerò il lettore? Cosa sceglierò di far vedere alla mia protagonista? Attraverso quali fatti lei guarderà il mondo e dunque lo aprirà al lettore? Presto, si scopre l’escamotage. La prima persona non consente di risolvere la questione dell’Occidente. Ogni punto di vista – anche interno – è una presa di posizione. E anzi, laddove si credeva di aver trovato una scorciatoia, ci si ritrova al fondo di un sentiero infinito che
s’inerpica su per le curvose pareti scoscese di un impervio tracciato montano in cui la vetta è celata tra le nubi. Non c’è più la mediazione del narratore, infatti! Tutto è scoperto, tutto è all’aria (lichtung, “radura”, la chiamava Heidegger), e il mondo è privo di schermi, esposto; lasciando così lì per tutti il problema morale (nel mio caso evidentissimo: ho raccontato la storia di una persona reale, la giovanissima e coraggiosissima Samia Yusuf Omar). Quanto c’è dell’autore nel libro, infatti? Questa è la domanda che ogni scrittore si sente fare più spesso. Dove sei tu?, si chiede il lettore. Dov’è Dio? Dove risiede il trucco, il meccanismo, l’ingranaggio, di tutto questo che mi si para dinnanzi? Con la prima persona – con la distanza "zero" – la questione della visione assurge alla sua massima serietà perché di-
viene ancora più evidentemente questione morale. Occorre un infinto lavoro di documentazione. Non che questo sia sufficiente per alcunché (è un lavoro tendente all’infinito e destinato al fallimento, naturalmente), perché l’autore non sarà mai il suo personaggio – specialmente se questo è realmente esistito. Io credo che, dopo uno sterminato e lunghissimo lavoro di documentazione, allo scrittore sia lecito assumere anche il punto di vista di Anne Frank (naturalmente il lettore sa che a scrivere non è Anne Frank, ed è libero di leggere o meno).Nel raccontare le vite degli altri, dunque, credo in un difficilissimo lavoro di equilibrismo tra documentazione e immedesimazione. In questo punto mediano. Un punto di vista forse nuovo, e per altro verso antichissimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA STAMPA
LUNEDÌ 29 SETTEMBRE 2014
Premio Comisso a Cristofori eSchwilk Sono stati consegnati a Treviso i riconoscimenti del 33° premio letterario Comisso. Per la narrativa il vincitore è Alberto Cristofori con Ultimo viaggio di Odoardo Bevilacqua (Bompiani), per biografia Heimo Schwilk con Ernst Jünger. Una vita lunga un secolo (Effatà). Le due opere hanno ottenuto la maggioranza dei voti dai componenti la Grande giuria del Premio tra i finalisti selezionati dalla Giuria tecnica presieduta da Anna Modena lo scorso 31 maggio.
CULTURA SPETTACOLI
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&
M IRELLA SERRI
«E
hi, bionda!», così i militari americani nel 1948, a Heidelberg, apostrofavano Friedl Bechtold che pedalava con la fascia della Croce Rossa al braccio. Laureata in medicina, Friedl non dava retta ai ragazzi in jeep, ma fu invece colpita dai modi garbati di un giovanotto biondo alto quasi due metri che l’abbordò per strada. Era austriaco ed esercitava anche lui la professione di medico. L’ex nazista Aribert Heim, incontrando la giovane donna appartenente a una benestante famiglia tedesca che lo aiuterà nella sua rocambolesca fuga dalla Germania, fece così la sua fortuna. Heim, in un primo momento, nascose anche a Friedl il suo passato di ispettore dei Lager. Il suo avvocato successivamente sostenne che il dottore era stato arruolato nelle Waffen-SS «contro la sua voA MAUTHAUSEN
Operava senza anestesia i sani, parlava con affetto ai detenuti poi ficcava loro un ago nel cuore
Il Memoriale dell’Olocausto a Mauthausen. Sopra il medico austriaco Aribert Heim, membro delle SS, morto nel ’92 al Cairo a 78 anni
Dottor Morte il carnefice gentile
IMPRENDIBILE
In Germania l’atteggiamento nei confronti dei criminali di guerra fu per anni ambiguo lontà». Evitando di riferire che aveva compiuto molte operazioni cruente sui prigionieri di Mauthausen. Adesso, a raccontare la vera storia della vita di Heim, e a chiarire il mistero dell’inafferrabilità del Dottor Morte (Mondadori, pp. 315, 17) - così soprannominato dagli internati del Lager per la sua ferocia - sono due grandi firme del giornalismo, Nicholas Kulish e Souad Mekhennet. I due segugi del New York Times hanno inseguito le tracce del nazista che più a lungo è stato ricercato in tutto il mondo. E ne hanno ricostruito per la prima volta la vita in clandestinità quando, dall’inizio degli Anni Sessanta, ha vissuto sotto falso nome in un alberghetto del Cairo, si è convertito all’Islam e ha prodotto libelli antiebraici. Ma come è stato possibile che Heim, morto nel 1992, additato dai sopravissuti come uno sperimentatore della «medicina nazista» alla Josef Mengele, sia sfuggito alla giustizia e anche alla tenacia di un investigatore, Alfred Aedtner, che collaborava con il persecutore di ex camicie brune Simon Wiesenthal? In un primo momento, nell’immediato dopoguerra, erano arrivate molte testimonianze sulle sue capacità
MICHAEL ST. MAUR SHEIL/CORBIS
Due firme del giornalismo investigativo Usa sulle tracce di Aribert Heim, il medico nazista adepto di Mengele che sfuggì alla giustizia e in Egitto si convertì all’Islam nell’esimersi, sia al fronte sia nei campi di sterminio, «da azioni che violavano i diritti umani». Il pastore Werner Ernst Linz aveva dichiarato che «era un oppositore convinto dell’eutanasia e delle teorie razziali nazionalsocialiste». Parole che però furono messe in dubbio dall’inchiesta del Dipartimento di Pubblica sicurezza dell’Assia. Quando il dottore venne a sapere che su di lui si addensavano delle ombre, si fece uccel di bosco. Chi gli comunicò l’interessamento delle autorità? Stavano venendo alla luce i libri sottratti alla distruzione dall’impiegato-detenuto di Mauthausen, Martin, e in particolare il registro degli interventi chirurgici su cui compariva la firma di Heim. Arrivarono anche le me-
Addio a Mario Limentani TragliultimireducidellaShoah È morto a Roma, a 91 anni, Mario Limentani, uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah. Originario di Venezia ma trasferitosi nella Roma giovanissimo, era stato catturato dai nazifascisti nel dicembre 1943 e deportato a Mauthausen, per essere liberato solo nel maggio del 1945. La sua storia è narrata nel libro di Grazia Di Veroli La scala della morte. Mario Limentani da Venezia a Roma, via Mauthausen.
morie di testimoni, come quella dell’infermiere Karl Kaufman che descrisse l’entusiasmo con cui Heim infliggeva le punizioni. «Anziché colpire con la frusta le natiche come facevano gli altri», spiegò l’assistente, «mirava sempre ai reni, per cui molti morivano di emorragia interna». Faceva iniezioni di petrolio nel torace, compiva operazioni senza anestesia, come quella su un sanissimo giovane ebreo praghese a cui asportò il fegato. Parlava affettuosamente ai detenuti e poi ficcava loro un ago nel cuore. Mentre emergevano dettagli sempre più agghiaccianti, il medico scomparve. Ancora una volta era stato allertato e fu aiutato dalla suocera e dalla sorella ad ap-
Aver cura del genio degli altri Il buon editore è predisposto all’ascolto degli autori e dei testi Torino Spiritualità a quota 50 mila Si è chiusa ieri con oltre 50 mila presenze complessive la decima edizione di Torino Spiritualità: 150 gli eventi organizzati in cinque giorni, con 160 ospiti impegnati a riflettere sulle varie declinazioni del tema di quest’anno, «Il cuore intelligente». Tra gli spunti di ieri, il rapporto autore-libro-editore raccontato da Ernesto Franco, direttore editoriale della Einaudi, come una delle forme dell’arte di ascoltare. Pubblichiamo uno stralcio del suo intervento.
ERNESTO FRANCO
C’
è un aspetto del mestiere di pubblicare i libri - alcuni non a torto la definiscono un’arte - di cui di solito non si parla e di cui in fondo si sa meno. Come accade a volte, sospetto che si tratti di parte dell’essenziale. Ciò che intendo sta in fondo nominato da una formula che chiunque abbia qualche confidenza con i libri ha già visto, o svisto se volete, diverse volte. Sulle copertine, sopra i frontespizi, nelle quarte di copertina, nelle fascette, perfino in qualche
pubblicità. È qualcosa tanto sotto gli occhi che si tende a non farci caso. È quell’«a cura di» che di solito designa il nome di colui o colei che introduce, prefa, traduce, si occupa delle note, degli indici, perfino almeno in parte delle bozze e il cui lavoro, per non dire l’apice della professione, si concepisce come servizio, inteso nel senso più regale, al testo. Il curatore è maestosamente servile.
Ugualmente, il mestiere, o l’arte, del pubblicare i libri può definirsi un «aver cura del genio degli altri». Si badi bene, non un «prendersi cura» del genio degli altri, che suggerisce un atteggiamento invadente, di indole predatoria, un po’ da badante aggressiva, di qualcuno che dice sbrigativamente, va bene, hai fatto l’uovo ma come non lo sai neanche tu, ora ci penso io a farlo diventare qualcosa di veramente importante, qualcosa che conta. No, «aver cura» non è un atteggiamento, ma, come in filoso-
prodare prima in Marocco e poi in Egitto. Heim riuscì a occuparsi con successo dei suoi affari immobiliari, lasciando alla sua morte, nel 1992, un patrimonio di un milione di dollari. Come fu possibile che le ricerche facessero sempre un buco nell’acqua? Il caso Heim, spiegano gli autori, oggi ci aiuta a capire le difficoltà che incontrano le nazioni impegnate a condannare i crimini di guerra. In Germania l’atteggiamento nei confronti degli ex nazisti per anni fu molto ambiguo, anche perché in un primo momento a occuparsi dei criminali furono le forze d’occupazione alleate. Accusate però dalla maggioranza dei tedeschi di voler imporre la giustizia dei vincitori, arbitraria e punitiva. Successivamente, quando furono giudici e politici locali a scovare i massacratori, vennero chiamati dai connazionali «traditori» mentre le denunce venivano insabbiate dalle ex camicie brune che occupavano posizioni di prestigio nelle forze di polizia, nei tribunali, perfino alla Cancelleria di Bonn. Il percorso della Germania nel chiarire le responsabilità dell’Olocausto è stato dunque lungo e tortuoso ma fondamentale nel preparare il terreno per il Tribunale penale internazionale e nel far capire l’importanza di perseguire gli assassini anche a distanza di anni. Il caso del Dottor Morte ancora oggi ci insegna molte cose: per la caccia ai colpevoli bisogna anche cercare di trasformare con un’azione politica e culturale il contesto in cui si svolge, altrimenti può rivelarsi una lotta contro i mulini a vento.
fia, una proprietà dell’essere editore che definisce innanzi tutto una predisposizione all’ascolto degli autori e dei testi, un talento dell’essere ininterrottamente accanto. Agli autori e ai testi. Certo, aver cura del genio degli altri significa molte cose, che tutte fanno l’intelligenza dell’editore, anch’essa un dono, ma, rispetto al genio, un dono minore. Non l’unico, ma il primo volto in cui si incarna tale «aver cura» dell’editore è quello dell’editor. L’editor, da una parte, si avvicina all’autore perché gli dona la sua lettura, che l’autore ingloba e trasforma in scrittura; dall’altra, l’editor si avvicina all’editore perché non sceglie mai un solo libro, ma compone un suo catalogo in fieri, che fa parte del più ampio catalogo vivente dell’editore. L’editor sceglie e rifiuta. Da ciò, essenzialmente, inizia l’editore.
TORINO CRONACA
VII
la Repubblica LUNEDÌ 29 SETTEMBRE 2014
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Torino spiritualità batte il record 50mila partecipanti
UN LIBRO SU UN CASO POCO STUDIATO
Cade con la carrozzella dalle scale del ricovero Muore donna di 97 anni
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ONO in corso le indagini sulla morte di un’anziana ricoverata nella casa di riposo Anni Azzurri a Santena, in strada Vecchia di Chieri. La donna, Lucia V. di 97 anni, intorno alle 20 era seduta sulla sua carrozzina quando per cause ancora da accertare è caduta da una rampa di scale. La paziente è stata subito soccorsa ed è stata trasportata all’ospedale Maggiore di Chieri. Le sue condizioni sono subito parse molto gravi, sia per i traumi provocati dalla caduta, sia per la condizione fisica dovuta all’avanzata età. E poco dopo l’una di notte è deceduta. Della vicenda si stanno occupando i carabinieri della compagnia di Chieri, che hanno sentito alcuni testimoni e hanno cercato di fare chiarezza su quello che sembra un incidente, una fatalità, anche se al momento non è possibile escludere con certezza che possano esserci responsabilità da parte di altri ospiti o della struttura.
Parata di stelle da Bauman al giovane coreano riuscito a fuggire dai lager e a raccontarne la storia VERA SCHIAVAZZI
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O SPIRITO di un festival si vede anche dal finale. Ieri sera, alla fine di una maratona da tutto esaurito con 50.000 ospiti, lo staff di Torino Spiritualità si rilassava con un parco aperitivo. Niente maxi torte con la glassa e le scritte, e c’è da credere che non se ne vedranno mai. In mattinata, poco prima di chiudere i battenti, il presidente del Circolo Luca Beatrice e l’assessore alla cultura della Regione Antonella Parigi avevano ringraziato pubblicamente lo staff: qualche occhietto lucido, e una gratitudine sincera per una squadra piccola, coesa e miracolosa, che non lesina sugli straordinari e non lascia mai cadere la penna. Questa decima edizione è stata ricca di star, da Zygmunt Bauman a Marek Halter, da Toni Servillo a Bianchi e Mancuso, ormai degli habitué della kermesse torinese, anche se il momento più toccante è stato
I NUMERI
50MILA Le persone che hanno partecipato agli incontri e alle iniziative di Torino Spiritualità 5MILA I partecipanti in più rispetto all’edizione dell’anno scorso anche grazie alla notte bianca
Parigi: “E’ qualcosa di prezioso nel panorama italiano”. Un successo anche la notte bianca senz’altro quello con Shin Donghyuk, il giovane coreano che è riuscito a sfuggire, e a narrare, i lager nord coreani. E ha ricordato a tutti che la spiritualità può passare attraverso la negazione di ogni forma di libertà spirituale e materiale. Così, il disciplinato, educato, assennato e perlopiù laico pubblico torinese e non solo, ha potuto misurare la propria fortuna, quella di poter scegliere tra credere e non credere, e in che cosa credere. Proprio questo pubblico, del resto, si è rivelato come già in passato uno dei più forti protagonisti di Torino Spiritualità: tutto esaurito nelle sale e nelle piazze, e certo i numeri da record (più 5.000 persone rispetto al-
160 Le diverse voci provenienti da tutto il mondo che hanno preso parte. Gli incontri sono stati 150 40 Le diverse sedi in città che sono state interessate dagli eventi di Torino Spiritualità
l’anno scorso) si devono anche alla notte bianca, che sia pur non misurabile scientificamente, ha riempito San Salvario mostrando quale e quanta curiosità e quanto rispetto ci sia in città per la fede dei ‘vicini di casa’, sulla quale magari non ci è mai affacciati pur vivendo a poche centinaia di metri: difficile vedere una sinagoga o un tempio valdese se non si è invitati a farlo. Il festival è anche una sorta di indagine, dove la gente partecipa alle lezioni dei grandi nomi ma affolla anche i piccoli appuntamenti di nicchia, che si tratti di un balletto, di un canto o di una prova di meditazione. E il tema di quest’anno, cuore e anima, spirito e intelligenza, sentimento e razionalità, è piaciuto a molti. Sono stati oltre 150 gli incontri, 160 le diverse voci provenienti da tutto il mondo, 35 le associazioni e gli enti coinvolti, 40 le sedi toccate dal programma. Per Antonella Parigi, che dieci anni fa ha creduto per prima in questa formula «oggi si può dire che la manifestazione è qualcosa di prezioso nel panorama culturale italiano: capace di interpretare le grandi domande che il nostro tempo ci pone e al contempo rispondere al bisogno di riflessione e approfondimento». E Luca Beatrice aggiunge: «Avevamo un desiderio: fare della decima edizione un momento speciale da celebrare con il pubblico e con tutti quelli che, enti, sponsor, associazioni, territori e volontari, ogni anno contribuiscono alla realizzazione della manifestazione. Sono certo di poter dire che così è stato. E il merito più grande va allo staff del Circolo dei lettori». Senza dimenticare i volontari, instancabili e onnipresenti, torinesi e non, che hanno spostato casse, aperto e chiuso tavolini, intervistato le persone in coda. Quest’anno — un altro piccolo record — nessuna protesta, anche quando il tutto esaurito lasciava crudelmente fuori qualcuno. © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INCHIESTA/1
L’INCHIESTA/2
Undici arresti per il furto di rame alla pista di bob
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Dal “Fischietto” all’Unità La caricatura sbarca alla Gam
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LLE 18 alla Gam, in corso Galileo Ferraris 30, Sandro Morachioli presenta il libro di “L’Italia alla rovescia. Ricerche sulla caricatura giornalistica tra il 1848 e l’Unità”, pubblicato dalle Edizioni della Normale. All’incontro, voluto dalla Fondazione De Fornaris, partecipano anche il vicepresidente Diego Novelli e la storica dell’arte Rosanna Maggio Serra. Nel volume di Morachioli, che trae origine da una tesi di perfezionamento discussa alla Scuola Normale di Pisa, si affronta l’argomento della caricatura giornalistica (poco studiato in Italia, da molto tempo coltivato Oltralpe) con particolare riferimento a periodici nati a metà Ottocento come il liberale-cavouriano “Il Fischietto” di Torino, che ospitavano i disegni di Francesco Redenti.
OPERAZIONE “Oro rosso”, che all’alba di sabato ha portato all’arresto di 11 persone per il furto di quasi 3 tonnellate di rame alla pista olimpica di bob, è solo l’epilogo: molti indizi raccolti dai carabinieri fanno pensare che il blitz avvenuto a Cesana sia il frutto di un’azione coordinata da una vera e propria organizzazione criminale, dedita al saccheggio di rame in cantieri, ditte e stabilimenti in tutto il nord Italia, con l’obiettivo di trattarlo e rivenderlo sul mercato internazionale. L’utilizzo di auto come “vedette”, e di apposite squadre con furgoni per il trasporto per il materiale rubato, hanno fatto intuire che gli arresti compiuti in alta Val Susa sono soltanto la punta di un iceberg. Proprio per questo motivo, da ieri i carabinieri della Compagnia di Susa hanno allargato le indagini analizzando i tabulati telefonici di tutti i componenti del “commando”, composto da romeni tutti del campo nomadi di corso Tazzoli, che la scorsa notte ha assaltato la pista olimpica di bob. (f.tanz.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CORSA/1
LA CORSA/2
Giù dalla collina su un salame Festa per la kermesse “Red Bull”
Mille in gara per la mezza maratona un torinese il primo al traguardo
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STATA una grande festa per il “popolo runner” la quattordicesima edizione della mezza maratona che ieri ha visto ai nastri di partenza oltre mille partecipanti, uniti oltre che dalla passione per la corsa , da una finalità benefica: quest'anno la manifestazione era a sostegno della ricerca sul cancro. Un’idea che segue il filone in occasione di “Just woman i am” la corsa in piazza San Carlo, dello scorso 8 marzo per sensibilizzare contro il problema della violenza sulle donne. L’altra novità: un nuovo percorso, due giri da 10,250 km invece di tre degli anni passati. Starter d’eccezione è stato il rettore, Gianmaria Ajani, insieme con il presidente del Cus, Riccardo d’Elicio, organizzatore della gara. Due i tracciati, uno da 10 km (legato al Memorial Carpanini, il vicesindaco scomparso tredici anni fa) e l’altro sulla classica distanza dei 21,097 km della mezza maratona. Partenza e arrivo in corso Trapani. Per la “mezza” si è imposto tra gli uomini Luca Cerva Perolin, con il tempo di 1h 13'02"; tra le donne Clara Pedrini (1h20'35"). Sulla distanza dei 10,250 km, ha vinto Alberto Monasterolo tra gli uomini (34'13"), Giorgia Morano tra le donne (38'46"). (r.t.)
INQUECENTO metri in discesa tra piazza Crimea e via Bezzecca, alle pendici della collina di Torino, pilotando tra due ali di folla improbabili bolidi a forma di salame, lattina, pannocchia, deposito di zio Paperone o addirittura, omaggio al piatto-simbolo del Piemonte, con le sembianze di un’intera «bagna cauda», verdure e fornelletto compresi. Una sola regola, nella «Red Bull Soapbox Race», il gran premio sponsorizzato dalla celebre bibita energizzante, che si è tenuto ieri pomeriggio davanti a migliaia di spettatori: niente motori, unico propellente la forza di gravità. Piloti professionisti e amatoriali gareggiano al volante di vetture costruite in casa, «alimentate solo a coraggio e forza di gravità». Sul primo scalino del podio è salito il team dell’automobilina a forma di chitarra elettrica «Let there be rock». Il secondo posto se l’è guadagnato la «Pollocar», il terzo il team «Cappuccetto rotto». Sessantacinque i team selezionati, che hanno partecipato a questa seconda edizione torinese della La prima Soapbox Race si è tenuto nel 2000 a Bruxelles, da allora decine di questi gran premi si sono tenuti in tutto il mondo, dall’Australia al Sudafrica, dalla Giamaica agli Stati Uniti. (r. t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Un’immagine della Red Bull Soapbox
I mille in gara alla mezza maratona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
www.metronews.it Lunedì 29 settembre 2014
P A G I N A A CURA DI PAOLO CHIRIATTI; T O R I N O @ M E T R O I T A L Y . I T
Hotel, via libera alla "stangatina Tassa di soggiorno li Comune approva i rincari: i turisti pagheranno in media Soeurocentin più
Borgaro Torinese
Tentato sequestro di bambini BORGARO T. Un uomo ha tentato ieri pomeriggio di rapire due gemellini di tre anni durante la festa patronale dei Santi Cosm e Damiano a Borgaro Torinese. È quanto hanno ricostruito i carabinieri e i genitori dei piccoli. Tutto ha avuto inizio alle 17:30 quando in via di Santa Cristina i bimbi si sono allontanati dalla mamma e il papà per qualche istante, tra le bancarelle affollate. Madre e padre hanno immediatamente chiesto agli organizzatori di chiamare i figli via megafono. Pochi minuti dopo il papà ha ritrovato uno dei due bimbi, il quale ha spiegato che il fratellino era con un signore. Il padre ha visto l'uomo assieme all'altro figlio e lo ha rincorso a piedi, ma il presunto sequestratore è riuscito a dileguarsi dopo aver abbandonato il piccolo in strada. Secondo alcuni testimoni sarebbe fuggito su un'auto guidata da un'altra persona. METRO
Edizione da record
CITTÀ Dal p r i m o o t t o b r e i t u r i s t i c h e v e r r a n n o a Tor i n o e c h e soggiorneranno in albergo dovranno, in m e d i a , p a g a r e 50 cent e s i m i i n p i ù al g i o r n o . A stabilirlo è stato il Consiglio c o m u n a l e a p p r o v a ndo, n e i g i o r n i scorsi, c o n 2 3 voti a f a v o r e e 4 contrari, u n a d e l i b e r a z i o n e p r o p o s t a dalla G i u n t a e p r e s e n t a t a in a u l a dall'assessore Gianguid o Passoni. La scelta è stata
f a t t a p r o p r i o in vista di t a s s a m a s s i m a di 5 e u r o p r o s s i m i e v e n t i subalpi- a p p l i c a t a agli a l b e r g h i di n i e n o n solo c h e richia- c a t e g o r i a "5 stelle lusso", m e r a n n o in città mi- m e n t r e p e r gli h o t e l a "5 gliaia di visitatori: a par- stelle" l ' a u m e n t o è di 10 t i r e dall'Expo 2015 fino c e n t e s i m i (da 4,90 a 5 eua d a r r i v a r e a Torino Capi- ro). Per le s t r u t t u r e ricett a l e E u r o p e a dello Sport e tive a "1 stella" (alberghi, a l l ' O s t e n s i o n e della Sin- b e d & b r e a k f a s t , affittadone. c a m e r e ) la t a s s a sarà p a r i a 1,80 e u r o . Sarà di 2,30 euro per alberghi e altre Soldi per investimenti U n s o s t e g n o e c o n o m i c o , s t r u t t u r e di c a t e g o r i a "2 q u i n d i , p e r f a r f r o n t e agli stelle", e p e r f i n i r e a 2,80 i n v e s t i m e n t i e al miglio- e u r o p e r q u e l l e a "3 stelr a m e n t o del p a t r i m o n i o le" e 3,70 e u r o p e r gli hoartistico ed a m b i e n t a l e t e l di c a t e g o r i a "4 stelle". c h e la Città di Torino do- Il n u m e r o m a s s i m o di v r à a f f r o n t a r e p e r acco- p e r n o t t a m e n t i soggetti a questa imposta rimane gliere i turisti. i n v a r i a t o a 4 n o t t i p e r alb e r g h i e B&B, 7 n o t t i p e r Tutti gli aumenti La d e l i b e r a p r e v e d e le a l t r e s t r u t t u r e . c h e resti i n v a r i a t a solo la
r i a . METRO
Quest'anno la mezza maratona di Torino, giunta alla sua quattordicesima edizione, ha avuto uno starter d'eccezione: il rettore dell'ateneo torinese Gianmaria Ajani. Con luialla partenza c'era anche il presidente del Cus, Riccardo d'. ElicioAlla kermesse, che per il 2014 ha dato il suo sostegno alla ricerca contro il cancro, hanno partecipato migliaia di persone. Il percorso, con partenza e arrivo dal Parco Ruffini, si è snodato tra le vie del centro con due percorsida 10 e da 20 chilometri. I vincitori del tracciato agonistico sono statiLuca Cerva Perolin per la maratona maschile (con un tempo di un'ora e 13 minuti), e Clara Pedriniper il settore femminile tagliando il traguarda dopo un'ora e 20 minuti. METRO (FOTO DEL BO)
REBECCA ANVERSA
Ladri di oro rosso presi nella pista di bob
Redbull soapbox race 60 squadre senza freni
CESANA T. Undici cittadini r o m e n i sono stati arrestati dai carabinieri dopo essere stati sorpresi a r u b a r e ram e nella pista olimpica da b o b di Cesana Torinese. I carabinieri di Susa sospett a n o che siano gli autori di n u m e r o s i f u r t i in provin-
CITTÀ In tiantissimi h a n n o partecipato ieri alla second a edizione della "Redbull soapbox race", la gara p e r bolidi senza m o t o r i che da via bezzeca sono sfrecciati f i n o a piazza Crimea, su u n percorso l u n g o 500 m e t r i .
cia e i n d a g a n o p e r risalire ai vertici dell'organizzazione. I militari li h a n n o trovati in possesso di 2.880 chili di cavi di r a m e . Nel 2013 sono stati61 e nel n e i p r i m i del 2014 38 gli arresti dei carabinieri legati ai f u r t i di r a m e . METRO
Uno dei mezzi in gara ieri. FOTO DEL BO
I veicoli, che p r e n d o n o s p u n t o dalle cosiddette cassette di sapone c o n r u o t e m o l t o popolari negli Usa, sono stati oltre 60. Ogni t e a m era c o m p o s t o da u n pilota e tre "spingitori" alla partenza.METRO
PREFETTURA DI TORINO AVVISO DI AGGIUDICAZIONE SI rende noto che In data
22/09/2014
è sta
definitivamente l'appalto relativo alla gestione per un triennio del Centro di Identificazione e di Espulsione di Torino (CIG 5590573CE5). L'appalto è stato aggiudicato al Raggruppamento Temporaneo di Imprese costituito dalla GEPSA S.A. (mandatarla) e l'Associazione Culturale Acuarlnto (mandante). Il valore dell'aggiudicazione è pari a € 37,86 oltre IVA, prò dle/pro capite. Per ulteriori Informazioni è possibile rivolgersi alla Prefettura di Torino (Indirizzo di posta elettronica: giuseppe.zarcone@interno.it). Torino, 26.09.2014
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In 50 mila per Torino Spiritualità cittàOltre 50 mila persone hanno partecipato all'edizione 2014 di Torino Spiritualità. Sono stati 150 gli eventi in cartellone, con 160 voci autorevoli da tutto il mondo per approfindire il concetto di spirito, tra filosofia e religioni. La città ha ospitato gli incontri in 40 spazi disseminati dal centro alla perife-
Maratona da Accademia
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Lunedì 29 settembre 2014 il Giornale
Album
«CASI FREDDI» Per secoli si è discusso delfatto che i governi inglesi avessero tentato o no di as-
Scoperto il piano inglese per uccidere Napoleone
sassinare Napoleone Bonaparte, prima e durante l’esilio a Sant’Elena. Ora un libroedocumentario dellaBbccuratidallostoricoAndrewRobertssembrerebbero aver trovato per la prima volta la «pistola fumante». Documenti di corrispondenzaconservatinegliarchiviamericaniproverebbero ilcoinvolgimentodiLord Castlereagh almeno nell’attentato che Napoleone subì nel 1804.
TRA CORPO E SPIRITO Alla ricerca del sé più profondo
Ecco i mille volti dell’anima che rischiamo di dimenticare Per il Papa è «femmina», per certo cinema è «nera», per Lazar è mortale Ineffabile, resta lo specchio migliore per descrivere la nostra interiorità Marcello Veneziani
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ccola, l’Ineffabile, così presente nella sua assenza. Benché latitante da diverso tempo, l’anima ricorre in parole, opere e messaggi. I due più recenti e più grandi riaffioramenti dell’anima sono legati a un messaggio di Papa Francesco che scopre la femminilità dell’anima e a un film dedicato al sudpiùtenebroso,anzipiùcalabroso, che non a caso s’intitola Anime nere. Ma poi sono diversele opere dedicatenegli ultimi tempi all’indagine sull’anima. Parliamone, dunque, con animo aperto, partendo dal Papa. «La nostra piccola anima non si perderà mai se continua a essere anche una donna» ha detto Francesco.Un’immaginepoeti-
SFIDA SECOLARE Aristotele legava mente e materia, Platone l’opposto Il dibattito non è concluso ca che richiamava un po’ Papa Luciani quando definì Dio Madre. Ma la femminilità dell’animaeraevocatadaPapaFrancesco in relazione «a due grandi donne che ci accompagnano nellavita,MariaelaChiesa»,ossia la Madre di Dio e la Sposa di Cristo. Invece il teologo Vito Mancuso ha sostenuto che c’è sostanzateologicaeconcettuale nell’espressione del Papa: poichél’animaèrelazioneepoichél’essenzadellafemminilità, asuodire,èrelazione,neconsegue che l’anima è femminile. L’ideachel’animaabbiaunsesso è già in sé una stravaganza, per non dire un’eresia, vale come licenza poetica o metafora che ha senso se correlata alla figura della Madonna o al ruolo della Chiesa mater et magistra perisuoidevoti.Èassurdolimitare la relazione al femminile: essa riguarda l’umanità intera, anzi l’universo, perché tutto è collegato,lavita èconnessione, così il logos e quell’universale slancio che è l’amore. Attribuireunsessoall’animasignificaripercorrere a rovescio l’antica concezione dell’anima come prerogativamaschile.Chel’anima sia relazione lo sostiene pure un epidemologo francese, PhilippeLazar,dicuièuscitoda CastelvecchiilTrattatosull’anima (pagg.112, euro 14,50). Per Lazar l’anima non è un atomo di eternità ma «il risultato di un processo relazionale evolutivo che dura per tutto il corso dell’esistenza». Tutti quei legami svaniranno appena la mia vita
CIELO E TERRA Una rappresentazione del volo dell’anima tratta da «Il poema dell’Anima» cesserà,annuncialoscienziato, l’anima è la rete di quei legami. Ma da dove sorge, qual è il suo nucleo primigenio, quale energiaannodaleretiefatesorodelle relazioni, e chi può dirlo con certezza che non sopravviva alla vita dei singoli e non rientri laddove è sorta? Lo scienziato non conosce le risposte e così si limita a scacciare le domande, perché non sono scientifiche. Masonovere,umane,insopprimibili. Le Anime nere è un film di Francesco Munzi che indaga nel fondo oscuro della Calabria in preda alla ’Ndrangheta. In questasedenonciinteressailtema, il luogo e la criminalità, ma l’espressione. È giusto parlare di anime nere, ci possono essereanimemalvagieol’espressioneèinconcepibileperchéleanimepossonoesseregrandiopiccine,mailmalvagioèchihaper-
so o ha venduto la propria anima? Ritorna per altri versi, l’idea del Male come privazione,chefudilargaparte delpensierogreco,enonun’entitàasé, come pensarono molte religioni.Ilmaleèilvuotooèl’inferno, è il non essere o è la distruzione dell’essere? La presenza di un’anima,ilsuoesserdesta,implica già un legame spirituale edessenzialeconl’origineecon ildestino,mentreilmaleèsradicamento, distruzione, dissolvimento.Eladissoluzioneèl’esatto contrario della relazione, è lo sciogliersi di ogni legame. Con l’anima sono costretti a fare i conti anche Giorgio Agamben
INUTILE RIFIUTO Esistono domande ultime a cui il positivismo non può dare risposta
nelsuolibroorauscitoL’usodei corpi(NeriPozza,pagg.366,euro18) e Roberto Esposito ne Le persone e le cose (Einaudi, pagg. 112,euro10).Dapartemiahoaffrontato il nesso tra l’anima e il corpo in Anima e corpo, uscito tre mesi fa da Mondadori, in un viaggio nel cuore della vita. Ma sesivuolpercorrerelastoriadell’anima in relazione alle visioni spirituali è essenziale un testo di Padre Cornelio Fabro, gran studioso dell’ateismo, critico dellateologiaprogressistaeprofondoconoscitorediS.Tommaso e Kierkegaard. L’Anima di C. Fabro uscì nel 1955, ma fu ristampato una decina d’anni fa dall’EditricedelVerboIncarnato. Padre Fabro ripercorre la grande diaspora del pensiero tra Platone e Aristotele e le due tradizioni che ne discesero. La primaconsideral’animaprigionieradelcorpoeanelantealcie-
A Torino
Una settimana (di successo) per parlare di spiritualità
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rande successo dell’edizione 2014 del festival «Torino Spiritualità»: oltre 50mila le persone hanno assistito agli oltre centocinquanta eventi organizzati lungo l’arco della scorsa settimana in quaranta punti d’incontro sparsi per la città. Grandi sale come il Regio, o piccoli locali come nel quartiere di San Salvario,hannoaccoltocentosessantaautori,filosofieteologiprovenientidatuttoilmondo,impegnati a dare spunti di riflessione sul significato,
oggi, della parola Spiritualità. Il tema portante della manifestazione che si è chiusa ieri era «Il Cuore Intelligente». E’ stato organizzata anche la prima Notte Bianca della Spiritualità. SemprenellagiornatadiIeri MarcelloVenezianiha svoltol’interventodi cuipresentiamoiltestoin questa pagina incentrato sul tema dell’anima. Veneziani ha appena pubblicato Anima e corpo. Viaggio nel cuore della vita pubblicato per i tipi di Mondadori (pagg. 157, euro 15,30).
lo, concepita come alito o vento. La seconda ritiene l’anima come entelechia del corpo, sua essenzavitaleedunqueattoprimo della vita organica. Nella Scuola d’Atene Raffaello ritrassemagnificamentePlatoneche additailcieloeAristotelecheindicala terra. Questa divergenza sull’anima come prigioniera delcorpooculminedelcorporiverberanelladuepiùgranditradizionicristiane,quellapatristica che con S. Agostino riprende lalineaplatonica;equellatomista che con S.Tommaso rilegge lalineaaristotelicaallalucedelrealismo cristiano edell’Incarnazione.Maquell’antica divergenza percorre tutto il pensiero moderno, si riflette nelleconcezionipolitiche e perfino nella psicanalisi divisatraJung,vicinoallatradizione neoplatonica eFreudcherisolve l’anima nelle pulsioni del corpo.PersinoInternetpuòessereinteso platonicamente come una via per rendersi invisibili e uscire dalcorpooaristotelicamente comeun mezzo per palesarsi ed espandere il proprio corpo. Cosa resta del[Olycom] l’anima nel nostro tempo? Un senso di vaghezza che tuttavia pervade l’aria e i pensieri, affiorainambitieccentrici,comeun percorso di benessere, il verso diunacanzone,iltitolodiuncd, un gadget e allude ai resort più cheairisorti.Restadell’impronta freudiana la concezione dell’anima come la buia cantina della nostra interiorità, il luogo nascostoincuivengonodepositatiilacerti delpassatoelelacerazionidelpresente,unaspecie diantrooscurodavisitareconla torcia della coscienza. L’anima nonèunacantinabuiaeinterrata ma è la nostra terrazza, il luogo più alto in cui prende vita e trae luce la nostra persona. È il luogo più vicino alle stelle, da cui puoi osservare il cielo ed eventualmenteesserneosservato. Non dunque il rifugio nella nostra solitudine recondita ma un sito luminoso e aperto sul mondo, come la radura di Heidegger,piùespostoairischiealle intemperie, in cui ci sporgiamo dalla vita singola e ci poniamo in relazione col mondo. Del restoPlotinoeunagrandetradizione spirituale ritengono che l’anima non abiti dentro di noi manoidentrolasuaaura.L’anima non è una caverna oscura o un sito appartato come i luoghi di decenza, in cui separarsi dal mondo; ma è il ponte da cui ci colleghiamo col mondo e con l’anima mundi, ci apriamo tramiteleenergiespiritualiall’universo,finoaricongiungerelanostra vita singola all’Uno, nel nostro viaggio da casa a Casa.
LA PROVOCAZIONE
I consigli di Monterroso per sbarazzarsi dei libri Luigi Mascheroni
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crivere bene, si sa,èdifficile.Scrivebene, e in breve, è un dono. Augusto Scrivere be- Monterroso ne, in breve e poco, è una cosa da maestri. E Augusto Monterroso (1921-2003), guatemalteco di lingua spagnola, famoso per i suoi racconti brevi e brevissimi del genere fantastico, fu davvero un maestro della scrittura. Uno dei suoi racconti più celebri, e anche uno dei più brevi dell’interastoriadellaletteratura,s’intitolaIldinosauro. Eccolo: «Quando si svegliò, il dinosauroeraancoralì».C’ètutto:la fiaba, il mistero, il tono biblico, l’indeterminatezza,laperfezione formale... Maestro nell’arte di togliere, Augusto Monterroso fu anche un audace eliminatore di libri. Sì. Sembra impossibile parlando di un intellettuale, ma a un certo punto della vita - messo letteralmente alle strette dalle montagnedivolumichesiaccumulavano in casa - teorizzò scientificamente la loro eliminazione. Sacrilegio? No,undivertissementgiornalistico che Monterroso consegnò proprio poco prima della suamorte,nel2003,alquotidiano El País e che oggi possiamo leggere anche noi: Come mi sonosbarazzatodicinquecentolibri(Henry Beyle,pagg. 28,euro 20; traduzione di Ilide Carmignani). Da segnalare, peraltro, l’esergodiEduardoTorres:«Poeta,nonregalareiltuolibro,/distruggilo con le tue mani». E così, parlando della malsana vanità di possedere libri (spesso inutili), stigmatizzando la cattiva abitudine degli amici scrittori che ti regalano «così tanti libri (oltre a quelli che generosamente ti passano da leggere ancora inediti) che dovresti dedicare tutti i 365 all’anno a scoprire le loro interpretazionidelmondoedell’esistenza», e regalandoci piccole verità da meditare («Si accetta che l’Inquisizione bruciasse la gente, ma quasi tutti s’indignano che bruciasse libri»), Monterrosoracconta-manonlosveliamo - il modo migliore per liberarsideilibrisuperflui(escegliere quali gettare e quali no). Undeliziosoj’accusecontrocoloro che si portano a casa quei feticci, «a occupare un luogo che toglierà spazio e ossigeno aibambini,dandoperòaigenitori la sensazione di essere più saggi e persino quella più fallace e inutile di essere depositari di un sapere che in ogni caso è soltanto l’ennesima testimonianzadell’ignoranzaodell’ingenuità umane».
Lunedì 29 settembre 2014
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CULTURA&SPETTACOLI Vetrina BILANCIO DELLA RASSEGNA
Per «Torino Spiritualità» oltre 50.000 presenze
una pigrizia furba e parassitaria. In ambedue i casi c’entra l’io: quello di chi riconduce tutto a se stesso e perde il mondo e quello di chi vive a carico degli altri». A cosa serve la perseveranza?
«Il possibile non è solo ciò che può accadere, ma è anche ciò che ognuno può far accadere. Ma, allo scopo è necessario un avviare, un dare inizio. Più che pretendere e attendere, bisogna mettersi all’opera e ci si accorgerà nei fatti che c’è molto da fare e non c’è tempo per la noia. La perseveranza è sperimentazione del bene possibile, ma è impossibile senza una fede: con questo non intendo l’adesione a un credo religioso, ma la piena convinzione che vi siano beni da non perdere o da conquistare perché gli uomini possano condurre al meglio la loro vita sulla terra. Non si può, infatti, operare per un mondo migliore se non si è convinti che migliore è proprio quel mondo dove giustizia e libertà stanno insieme, ove l’ideale kantiano di “pace perpetua” può divenire realtà e gli uomini gli uni gli altri fratelli.
IN GRECO È «PROSKARTERESIS»
Significa «oltre la costanza» e coincide con la continuità nel bene, soprattutto contro e in mezzo alle difficoltà
SCALATORE, SIMBOLO DELLA PERSEVERANZA In alto, il filosofo Salvatore Natoli, autore del saggio edito dal Mulino, e il quadro di Giovanni Bellini, «Quattro allegorie: perseveranza»
La perseveranza, permette – per dirla con Benjamin – di potere guardare il mondo sotto il segno della redenzione». Eccedere nella perseveranza può essere un difetto in una società in cui la flessibilità è un «must» o è ancora un atteggiamento positivo?
«La perseveranza praticata per eccesso si tramuta in vizio e in ostinazione, testardaggine. Per Tommaso, il testardo vuol manifestare la sua eccellenza: è impudente e sfacciato, non tanto perché tiene fede alla méta in ragione della bontà del fine, ma perché non vuol mettere in discussione la sua convinzione, s’incaponisce nella sua scelta senza sentire ragioni. In breve, la differenza tra il perseverante e il testardo è data da questo: il primo non cede innanzi alle difficoltà – anzi rafforza il suo impegno – ma apprende da esse, il testardo si rifiuta d’apprendere dai fatti e se non è capace di farlo non può che persistere nell’errore. Proprio nella perseveranza sperimentiamo la verità di ciò in cui crediamo».
n Successo dell’edizione 2014 di Torino Spiritualità: oltre 50mila le persone hanno assistito agli oltre 150 eventi organizzati lungo l’arco della settimana in 40 punti d’incontro. Grandi sale come il Regio, o piccoli locali come nel quartiere di San Salvario, hanno accolto 160 voci dal mondo, impegnate a dare spunti di riflessione sul significato, oggi, della parola Spitualità. Il tema era «Il Cuore Intelligente». Organizzata a San Salvario la prima Notte Bianca della Spiritualità. IN FRANCIA, AVEVA 88 ANNI
È scomparso J.J. Pauvert primo editore di De Sade n È morto a 88 anni, in un ospedale di Tolone, Jean-Jacques Pauvert, una leggenda nel mondo dell’editoria francese. A soli 21 anni, fu il primo a pubblicare integralmente il Marchese de Sade ed anche colui che, nel 1954, puntò sul romanzo erotico «Histoire d’O», scritto da una misteriosa Pauline Rèage. Oggi sappiamo che l’autore era Dominique Aury. «Mio padre era un grande editore, un combattente per la libertà contro ogni forma di censura, come mia madre (la scrittrice Regine Deforges morta nell’aprile del 2014), erano persone libere», ha detto una delle sue figlie Camille Deforges nell’annunciare la scomparsa del padre.
IL FESTIVAL «INTERCULTURA E FUTURO»
«Ottobre africano» in tutta Italia anche a Lecce e Bari
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e l’Africa chiama, l’Italia risponde. E saranno tante le città che, da nord a sud dello Stivale, per tutto il mese di ottobre, ospiteranno «Ottobre Africano», il festival che dà voce alle culture dei paesi dell’Africa. Da Roma a Milano, da Torino a Varese, da Reggio Emilia a Parma, passando per Lecce, Crotone, Bari e Napoli: sarà un tripudio di musica, colori e sapori afro per una grande manifestazione che, nata da un’idea del presidente dell’associazione di promozione sociale «Le Rèseau», Clèophas Adrien Dioma, è diventata, con le sue 12 edizioni, un punto di riferimento per chi desideri conoscere il «Continente Nero». Una terra, quella africana, che merita di essere raccontata non solo per i problemi e i drammi, ma per la sua quotidianità e le ricchezze, e alla quale dobbiamo guardare per comprendere anche il nostro Paese e le sue possibili trasformazioni future. Ecco perché rispetto, scambio culturale, solidarietà, integrazione, dialogo sono i cardini di «Ottobre Africano». E anche il sottotitolo «Italia, intercultura e futuro» non lascia dubbi su quali siano le parole d’ordine del festival, quest’anno non a caso dedicato a Bernard Ledoux Ayangma, giornalista e mediatore culturale scomparso di recente. «Nel 2014 il nostro obiettivo è quello di riflettere sulla cultura o le culture che conoscerà l’Italia del domani, un Paese sempre più ricco di mescolanze, incontri e colori e che sempre più appartiene a tutti coloro che lo vivono e che ci vivono: l’Italia degli italiani, dei nuovi italiani e delle seconde generazioni», ha spiegato Clèophas Adrien Dioma, che cura il festival. Dal 1° al 31 ottobre, il programma sarà animato da appuntamenti di musica, cinema, letteratura, fotografia, arte e moda e numerosissime occasioni di approfondimento. [ Marzia Apice]
FC • INI ITALIA E NEL MONDO
I MANAGER E I A SPIRITUALITÀ
Guidare l'azienda? Adesso i sii impara meditando PROFITTO, CONCORRENZA, STRESS: SI MOLTIPLICANOI DIRIGENTI CHE AVVERTONO LA NECESSITÀ DI FERMARSI A RIFLETTERE SUL SENSO DEL LORO LAVORO. E NON SOLO di Alberto Laggia
Corsi zen,yoga, ritiri in convento, scuole di preghiera. Ora i manager e i capitani d'industria riscoprono la regola d'oro monastica dell'oidi et labora e si mettono alla ricerca della "consapevolezza" per dare il meglio in azienda. Saranno la crisi e i fatturati in calo; sarà il bisogno di fare luce dentro di sé: sta di fatto che l'arte della meditazione fa proseliti anche tra chi ha nel suo Dna il pragmatismo imprenditoriale. E scopre che il vero benessere va oltre il profitto. E che può giovare al business. Il tema è stato affrontato a 'Torino spiritualità" e sarà approfondito durante l'anno alla "Scuola di Otium. L'arte di essere umani" nel seminario "Da monaco a manager".
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FC • I MANAGER E LA SPIRITUALITÀ
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Quando il manager ha Dai Veda bisogno di fare "deserto" al Vangelo
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Che c'entra la meditazione con il mercato, il profitto e il capitalismo? Poco o nulla, in realtà. «Il sistema non è certo meditativo, né virtuoso. Tutt'altro: è un gioco con regole precise, ciniche, che prevede vincitori e perdenti. Ciò genera infelicità, ansia da prestazione. La competizione è una condanna, ti centrifuga». Conosce bene questo mondo Sebastiano Zanolli, bassanese, manager e consulente di grandi aziende d'abbigliamento, che gira il mondo a insegnare come si possono migliorare le performance individuali e di gruppo facendo tesoro delle difficoltà che s'incontrano ogni giorno. Perché, come dice il titolo del suo ultimo libro: Aveva ragione Popper: tutta la vita è risolvere problemi. «Ed è qui che la meditazione ti viene in aiuto: ti fa comprendere che tu non sei solo il tuo lavoro. Quello è un pezzo del tuo essere, ma tu sei molto di più.
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«L'AMORE E DECISIVO ANCHE NEL LAVORO. TOGLIETELO DEL TUTTO DA UN'AZIENDA E RESTERANNO SOLO SCRIVANIE E COMPUTER INUTILI» La capacità di astrarti per un attimo dal gioco e di raggiungere questa nuova consapevolezza ti permette di controllare lo stress e prendere decisioni migliori se hai responsabilità, ad esempio, di un'azienda», afferma. Partito dal training autogeno, Zanolli s'è addentrato poi nel mondo della spiritualità orientale, ma senza rinnegare la sua matrice cristiana. Cita dai filosofi indiani a Savonarola: «Gli anni trascorsi in Azione cattolica mi hanno insegnato molto: dal senso della comunità al valore del silenzio e del fare deserto in noi». •
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Ha iniziato a studiare psicologia e a praticare lo yoga. Poi ha scoperto la letteratura vedica. «Tutto ciò mi ha dato un nuovo equilibrio intcriore, il giusto distacco dai problemi e una capacità empatica che ora mi permette di avere un miglior rapporto con i dipendenti e minore stress». Torinese, 46 anni, due figli, appassionata di studi psicologici, Enrica Lanteri, è manager delle risorse umane della Skf Italia, colosso multinazionale che produce cuscinetti a sfera, e frequenta con soddisfazione i corsi che Jaja Row, grande esperta di scritture vediche, tiene in Italia. L'ultimo dei quali a "Torino spiritualità" qualche giorno fa. «Sono insegnamenti antichissimi ma di grande attualità, che posso applicare nella vita privata e professionale», afferma la dirigente. «Sono cambiata: ora riesco a tessere relazioni più costrut-
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TRE FILOSOFI IN AZIENDA Da sinistra: Sebastiano Zanolli, esperto di didattica manageriale; Enrica Lanteri, manager delle risorse umane della Skf Italia; Niccolo Branca, presidente del Gruppo Branca International.
tive e so valorizzare le qualità di chi mi sta vicino. Noto prima il positivo e poi i difetti dell'altro, così si abbassa il conflitto e aumenta capacità di dialogo». Pare che i dipendenti apprezzino. «E poi ancora», continua Lanteri, «vedo le difficoltà con maggior distacco, come usassi un grandangolo. Così riesco a collocare i problemi su una diversa scala e a relativizzarli senza esserne travolta». In questo modo Lanteri s'è pure riavvicinata alla Bibbia e ai Vangeli. «La mia educazione cristiana era viziata dall'eccesso di dottrina della catechesi giovanile, che mi aveva fatto perdere il substrato più genuino della fede. Ora sto riscoprendo la ricchezza della Sacra Scrittura. Trovo che il cristianesimo delle origini sia straordinariamente ricco e fecondo. Ci sono profonde assonanze tra i Vangeli e il messaggio dei Veda. Insomma, sto ricuperando la ricca tradizione spirituale occidentale». •
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II Fernet "spirituale"
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Forse anche per l'abitudine di distillare il meglio delle erbe che si trovano in natura, un giorno scoprì, trasalendo, che non aveva ancora trovato dentro di sé la vera essenza del suo essere. Da allora, quasi 25 anni fa, Niccolo Branca, l'uomo del Fernet, presidente della holding Gruppo Branca International Spa, ha intrapreso un cammino di introspezione che lo ha portato a essere oggi, oltre che un imprenditore di fama, anche un riconosciuto maestro di meditazione, studioso di medicina olistica e discipline orientali. «Ma non chiamatemi "guru". Sono solo uno che un giorno ha messo in discussione sé stesso come uomo e manager e, aiutato dall'incontro con la psichiatra balinese Luh Ketut Suryani, ha iniziato a sviluppare la sua dimensione spirituale». Uscito dall'azienda nel 1989, c'è rientrato ma come una persona nuova.
«Non è stata solo un'esperienza intellettuale, ma un vero ampliamento di coscienza». Ciò ha modificato radicalmente anche il suo modo di pensare all'impresa e al profitto. Ne è scaturita la teoria della "economia della consapevolezza" che cerca di coniugare la ricerca dell'utile con la felicità del dipendente e il rispetto per l'ambiente. Molte cose sono cambiate in azienda: «Più informazione e coinvolgimento nelle decisioni. Un codice ambientale e uno per la sicurezza», precisa Branca, che ha coniato pure il concetto di "meritocrazia collaborativa". «La fabbrica è un organismo. Se una parte soffre, il malessere è generale. Se l'azienda funziona, se ne deve avvantaggiare l'intera società». Siamo all'imprenditoria umanistica. Ma attenzione: «Per cambiare le cose, dobbiamo cominciare facendo una rivoluzione interiore». Già sentito, ma di certo repetita iuvant. •
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cultura
Domenica 28 Settembre 2014
| Manifestazione | Dal 24 al 28 settembre a Torino la kermesse sui temi della ricerca interiore
Spiritualità, una parola per molte fedi Segue dalla prima pagina
| Intervista |
Enzo Bianchi: allargare le vie del cuore
di riprodurre il vissuto privilegiando uno o più aspetti della sua vita e della sua Parola, che diventano prospettive fondamentali per vivere l’integralità del Vangelo. Così la spiritualità certosina privilegia il mistero della preghiera solitaria di Cristo, la spiritualità benedettina la capacità di Cristo di vedere il Padre in tutte le cose e in tutte le persone e di tutto ricondurre a Lui con rendimento di grazie (di qui la centralità della preghiera di lode, del lavoro, della vita fraterna), la spiritualità domenicana si incentra sul rapporto evidente in Cristo tra preghiera e annuncio della Parola di salvezza (contemplata aliis tradere), mentre Charles de Foucauld identifica nella ferialità ordinaria, nascosta, della vita di Nazareth (quei primi trent’anni di Gesù prima del ministero pubblico) l’esperienza cristologica più significativa in cui inserirsi per maturare una vita nello Spirito del Figlio. E’ chiaro che in questo senso la spiritualità è l’interiorizzazione più autentica della vita di fede cristiana, tradotta in storia concreta e quindi partecipabile ad
In società sempre più segnate dal pluralismo religioso la parola «spiritualità» ha acquisito una dimensione “liquida”, il cui significato diviene mutevole a seconda del contesto culturale in cui trova espressione. Sotto, Charles de Foucauld Qui a sinistra, Enzo Bianchi
Segue da pagina 13 strutturati con nuove forme di “fiere” popolari, superficiali e poco impegnative. Molto dipende e dipenderà dagli organizzatori: tenere alta la qualità e l’autorevolezza degli interventi è prioritario per non scadere, appunto, in qualunquismo, per non puntare unicamente ad attrarre pubblico con formule accattivanti ma sterili, per non limitarsi ad una dannosa spettacolarizzazione di temi importanti. Sì, il rischio è quello di uno spicciolo consumismo che, rivestito da discorsi intellettuali, in realtà serve soltanto al mercato. Bisognerà vigilare molto, indubbiamente. Fra tante suggestioni, allora, come vivere pienamente la propria spiritualità nella vita quotidiana? Innanzitutto ognuno di noi ha dentro di se delle domande. A volte più domande che risposte: chi sono? da dove vengo? dove vado? che cosa davvero mi importa? che cosa cerco nella vita? Il fatto stesso che ci si ponga queste domande costituisce l’inizio di un tracciato interiore. Poi alcune volte questa prima forma di spiritualità risente di un influsso che non viene da noi stessi, ma arriva dallo spirito. Diventa così spiritualità cristiana. Altre volte si ferma semplicemente a cammini di umanizzazione, però i cammini che lo Spirito santo fa fare a noi credenti sono itinerari fondamentali, perché al cuore della nostra fede c’è un Dio-uomo, Gesù Cristo, non c’è un vago teismo o una presenza divina oceanica, come nella new age o in certe forme di devozione orientali. No, non dobbiamo temere nessuna concorrenza. Perché non c’è nessuna via spirituale, come il cristianesimo, che metta l’uomo al centro della propria azione. Paolo Perrone
Cinque giorni di incontri, dialoghi e letture
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el Libro dei Re, Salomone innalza una preghiera a Dio chiedendo che gli sia concesso «un cuore intelligente». Tre millenni dopo, gli fa eco Nelson Mandela, affermando che «una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile». La sintesi di ragione ed emozione, dunque, come massima espressione umana. Ma quante volte testa e cuore sono davvero buoni alleati? Non accade piuttosto che ci arrendiamo alle sole logiche della ragione o ci lasciamo ciecamente guidare dalle “leggi del cuore”? La decima edizione di Torino Spiritualità, in programma dal 24 al 28 settembre, dietro al titolo «Il cuore intelligente» prova a rispondere a queste domande, inoltrandosi lungo tre sentieri: quello dell’equilibrio, qualità indispensabile al cuore intelligente; quello dell’attenzione, perché il cuore intelligente è prima di tutto un ponte verso gli altri; quello della meraviglia, perché il cuore intelligente si fa stupire dalla vita, e così reincanta il mondo. In cartellone, come sempre, lezioni, dialoghi, relazioni, mostre e percorsi esperienziali, le vie di accesso alla ricerca di Torino Spiritualità, che propone al pubblico oltre 150 incontri e 160 voci dal mondo, in 40 sedi diverse, con la novità della prima “notte bianca” della spiritualità, sabato 27 settembre, nel quartiere San Salvario. La giornata inaugurale di Torino Spiritualità, mercoledì 24 settembre (ore 18), al Teatro Regio, propone la lectio magistralis «Qualcosa invece di niente. Riflessioni su Dio e sull’uomo» del sociologo e filosofo Zygmunt Bauman, uno dei più noti pensatori al mondo, a cui si
deve la definizione di «modernità liquida». A seguire, alle ore 21.30, al Teatro Regio, un omaggio al saggio del filosofo britannico Bertrand Russell «La conquista della felicità»: un reading con la voce recitante dell’attore Toni Servillo accompagnato dall’esibizione del pianista Roberto Prosseda. Tra gli incontri, spicca, venerdì 26 settembre (ore 18.30) al Teatro Carignano, quello con il trentaduenne Shin Dong-hyuk, l’unico uomo che sia a oggi riuscito a fuggire dai campi di prigionia della Nord Corea dopo aver affrontato torture e schiavitù. Tra i dialoghi, sempre venerdì 26, l’«Elogio del poco», una discussione sulla società dei consumi e sul bisogno di reimparare a distinguere tra un mondo regolato dai prezzi e uno regolato dai valori, tra l’economista Serge Latouche e lo psicologo Paolo Legrenzi. Per «Le domande di Dio», oltre al priore di Bose Enzo Bianchi, interverranno il filosofo Carlo Sini con la lezione «Adamo dove sei?» (sabato 27, ore 11, Teatro Carignano), il cappellano don Gino Rigoldi a colloquio con Antonio De Salvia su «Dov’è Abele, tuo fratello?» (sabato 27, ore 18.30, Teatro Gobetti), il teologo Vito Mancuso con «Che cosa sta scritto nella legge? Che cosa vi leggi?» (domenica 28, ore 15.30, Teatro Carignano). Sempre domenica 28 settembre, alle ore 15.00, al Circolo dei lettori don Ermis Segatti presenta il suo libro «Anima. Viaggio nell’invisibile dell’uomo» (Piemme edizioni) in dialogo con Alessandro Zaccuri, giornalista di «Avvenire». L’elenco completo degli incontri è disponibile sul sito della manifestazione, www.torinospiritualita.org.
altri, intensamente personale e pienamente ecclesiale. In società sempre più segnate dal pluralismo religioso si può parlare in modo analogico di spiritualità nelle altre religioni: in questo contesto la spiritualità fa riferimento all’esperienza di Dio che le religioni esprimono e cui intendono condurre, o, nel caso di alcune religioni orientali (buddismo, taoismo, confucianesimo) all’esperienza di senso che il soggetto è chiamato a vivere in rapporto agli altri e al tutto, superando il ripiegamento individuale sul “sé”. Il sentirsi parte del tutto produce di volta in volta la compassione, o l’armonia con l’ordine cosmico che si storicizza nella vita personale e collettiva. Forse è proprio questo l’aspetto che accomuna la spiritualità nelle diverse religioni: la maturazione autentica dell’esperienza religiosa produce la dimenticanza del “sé” per ritrovarsi in un “noi” pur diversamente inteso a livello concettuale. Attraverso tonalità diversificate la spiritualità nelle religioni combatte l’autoreferenzialità dell’uomo, ed è l’anima della norma, di cui limita la centralità, spesso a prezzo di tensioni, anche forti, tra le due istanze. Nella cultura postmoderna occidentale la parola spiritualità assume anche un significato più flessibile, che, mettendo tra parentesi la sua origine trascendente, enfatizza piuttosto lo spirito dell’uomo, valorizzandone la molteplice “domanda di senso”, ma talora anche diluendo l’esigenza di sviluppare un’interiorità aperta in modo appassionato all’Altro per farsi estroversione responsabile e partecipe verso l’altro-prossimo nella propria storia. Sfida positiva è allora il dialogo della spiritualità, come contesto in cui possa risuonare la multiforme ricerca dell’uomo, e in cui alla domanda plurale delle coscienze il credente cristiano possa offrire l’incontro con la Verità disvelantesi nell’Amore che è Vita che umilmente e appassionatamente si dona. Andrea Pacini
settimanale
torino
L'Agorà del sociale
L’editore si impegna a pagare le copie non recapitate Sped. in A.P.-D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n° 46) art.1 comma 1, CB-NO/Torino Primo Direttore Carlo Chiavazza
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domenica 28 settembre 2014 | anno 69 | numero 33
| Le riforme |
Non c’è più tempo da perdere Ernesto Auci, prestigiosa firma del giornalismo economico italiano, già direttore del «Sole 24 ore», inizia con questo articolo la sua collaborazione con «il nostro tempo». Ernesto Auci
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ltro che mille giorni, Matteo Renzi ha in realtà solo tre mesi di tempo per imprimere una prima svolta all’economia e alla politica italiana. Purtroppo i venti di guerra in Ucraina e nel Medio Oriente stanno deteriorando le prospettive di crescita dell’intera Europa e l’Italia, che è comunque l’ultimo vagone del convoglio, ne risente più degli altri. Il piano originario delle riforme ha subito forti rallentamenti a causa della litigiosità dei partiti e della strisciante opposizione all’attivismo del premier che emerge nei gruppi parlamentari Pd. Di conseguenza, la riforma elettorale è rimasta bloccata per mesi in attesa di quella del Senato, mentre tutto il pacchetto delle riforme economiche, da quella della pubblica amministrazione a quella del lavoro, viene penalizzato dalla farraginosità dei lavori parlamentari. A questo punto anche la credibilità di Renzi e del suo governo presso gli altri Paesi europei ne è stata un po’ intaccata, e molti ritornano a considerare l’Italia il solito Paese inaffidabile, retto da un sistema politico incapace di prendere vere decisioni riformatrici. Questo allontana la speranza di una qualche forma di sostegno da parte di Bruxelles, che pure viene invocata a gran voce dai politici italiani, specie quelli che non vogliono fare nessuna riforma. Ora Renzi deve in tutta fretta recuperare il terreno perduto e varare almeno due provvedimenti che possano stupire in senso positivo gli osservatori internazionali e riattivare quella corrente di fiducia che nelle ultime settimane si sta un po’ appannando. Si tratta della riforma del mercato del lavoro e della legge di stabilità. A sentire i suoi ultimi discorsi, ad esempio quello di mercoledì 16 settembre in Parlamento, Renzi sembra consapevole della necessità di stringere i tempi. Sul lavoro dovrà superare resistenze formidabili provenienti soprattutto dall’interno del suo partito e dai sindacati. Non si tratta solo di superare l’art 18,
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Promossa dall’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, per affrontare la crisi e superare le “due città”, quella dei ricchi e quella dei poveri, l’Agorà entra nel vivo sabato 27 settembre, al Centro Incontri della Regione Piemonte, con l’assemblea «Un patto sociale e generazionale». Al centro dell’agenda: il lavoro, la formazione, il welfare.
| Bagnasco | Il presidente della Cei denuncia la situazione del Paese:
| Fondazioni |
Investire sul fattore umano
«La gente è stremata» l’allarme dei vescovi L’
Rodolfo Bosio
illustre avvocato Franzo Grande Stevens, qualche tempo prima di terminare il suo mandato di presidente della Compagnia di San Paolo, in merito alle fondazioni bancarie ribadì un paio di suoi principi che restano più validi che mai: il primo è che gli amministratori devono “servire” questi enti strategici e non servirsene; il secondo è che a far parte degli organi delle fondazioni è opportuno non candidarsi ma essere chiamati. Principi ottimi. La realtà, però, è altra cosa. Un posto nei consigli delle fondazioni è molto ambito e non pochi si mettono in corsa per conquistarlo, a prescindere dal possesso dei requisiti richiesti. Con l’intenzione di servirsi della fondazione per ottenere consensi, non per svolgere un servizio a favore della comunità attraverso l’ente. A rievocare i due principi di Grande Stevens è stato l’articolo pubblicato, un paio di settimane fa, da questo stesso giornale, dove fra l’altro è stato evidenziato che
Antonio Sassone
«La gente è stremata». È la dolente e amara constatazione dei vescovi italiani espressa dal loro presidente, il cardinale Angelo Bagnasco, all’apertura del Consiglio permanente della Confederazione. «Non può attendere oltre», denuncia l’arcivescovo di Genova, confermato alla guida dell’episcopato fino al 2017, quando entreranno in vigore le nuove norme che affidano al Papa la scelta del leader da una rosa di tre nomi. L’ampia introduzione ad un dibattito di tre giorni, con una conferenza stampa a conclusione, ha trattato i temi pastorali e spirituali nel solco di «una Chiesa in uscita» come disegnata dal Papa nell’Evangelii gaudium, in primis la formazione dei sacerdoti, ma anche i temi sociali e politici, come la famiglia in vista dell’imminente Sinodo («sarebbe gravemente fuorviante ridurne i lavori, come sembra essere indotto dalla pubblica opinione, alla prassi sacramentale dei divorziati risposati»), le persecuzioni contro i continua a pagina 22
continua a pagina 4
| Torino Spiritualità | Alla ricerca dell’anima
Una parola per molte fedi
Inizia questa settimana la manifestazione Torino Spiritualità: cinque giorni di incontri, dialoghi, lezioni e letture, un appuntamento forse unico che raduna molte persone ad ascoltare relatori declinare in tanti modi il significato di questa parola. Pubblichiamo in questo numero il contributo di due studiosi cristiani, Andrea Pacini (qui sotto) ed Enzo Bianchi (a pag. 13).
all’interno
Quale lavoro?
Spiritualità: parola intensa e nello stesso tempo oggi “liquida”, il cui significato diviene mutevole a seconda del contesto culturale in cui trova espressione. In ambito cristiano è parola che richiama l’esperienza della massima intensità sul piano della fede: la spiritualità è infatti vita in Cristo e nello Spirito, personalmente vissuta nella concretezza della storia. Essa è il frutto dell’incontro tra l’eterno (Dio), la sua rivelazione (il Vangelo) e il presente del tempo storico, in cui il rapporto con Cristo si fa “carne”, “sangue”, pensiero, affetto, ricerca, lotta, gioia ineffabile, nella storia concreta dei credenti. La spiritualità cristiana è allora “una” (e non può che essere tale in quanto vita in Cristo per grazia dello Spirito), ma si rifrange in uno spettro di esperienze, le spiritualità, che la realizzano in modo personale e in contesti storici cangianti, in cui l’originalità della persona in ricerca di Dio esprime il meglio di se stessa. La spiritualità benedettina, carmelitana, domenicana, fino a quella dei Piccoli fratelli di Charles de Foucauld, sono altrettanti modi di realizzare la vita secondo il Vangelo, in cui il cuore dell’uomo e della donna credente imparano a sintonizzarsi al ritmo del cuore di Cristo. Le diversità delle spiritualità cristiane derivano dalla diversa angolatura da cui il credente guarda a Cristo (riconosciuto nella fede il Figlio di Dio vero uomo), unico prototipo esistenziale, di cui si cerca continua a pagina 14
Temi “caldi” sul tappeto Pier Giuseppe Accornero
Le controverse modifiche al mercato occupazionale e ad altri settori da parte del governo alle pagine 3-4-5
Andrea Pacini
| Sinodo famiglia |
Ebola: la peggiore epidemia da 40 anni Intervista al prof. Di Perri: che cosa sappiamo della malattia. In Italia ed Europa pochi rischi di contagio alle pagine 6-7
Albania terra di martiri Viaggio lampo di papa Francesco nella giovane Repubblica, modello di tolleranza e convivenza tra le religioni a pagina 12
L’
immagine di file di divorziati risposati in attesa del Sinodo per poter fare la comunione non corrisponde alla realtà. Mettano il cuore in pace i media italiani che puntano tutto sulla possibilità o meno che il Sinodo del 5-19 ottobre, «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione», lo conceda. Una rapida ricerca tra 250 sacerdoti di tutta Italia ha dato questi risultati sorprendenti: il 78,4 per cento non conosce in parrocchia un solo caso di divorziati risposati che non si comunicano e che attendono il via libera; il 75 per cento sa che tra i parrocchiani ci sono divorziati risposati che si comunicano regolarmente in un’altra chiesa per non creare scandalo; il 41 per cento pensa che lo facciano senza la confessione. Il dibattito è molto vivace. Il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, in due libri dichiara inammissibile un cambio della dottrina della Chiesa: è già uscito «La speranza della famiglia» (Ares); ora esce il saggio
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| Cultura |
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Péguy e la grazia della fede
Panama, cento anni fa il Canale
Vecchioni: «Sogna ragazzo, sogna»
Un ritratto del poeta, scrittore e saggista francese convertito al cattolicesimo nel centenario della morte. La sua amicizia con Maritain
La grande arteria che unisce l’Oceano Atlantico al Pacifico raddoppia entro il 2015 e parla ancora italiano. Salini Impregilo guida il consorzio
Il cantante-professore protagonista al Teatro Carignano di Torino, per Settembre Musica, di un happening di parole e canzoni
Servizio alle pagg. 16-17
cultura
Servizio a pag. 19
spettacoli
Servizio a pag. 21
Domenica 28 Settembre 2014
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| Intervista | Enzo Bianchi, priore di Bose: la sua relazione, «Che cosa cercate?», apre la decima edizione di Torino Spiritualità
Allargare le vie del cuore «Nonostante la secolarizzazione, la ricerca personale di senso, nell’uomo, è cresciuta. Una ricerca non sempre di Dio, ma certamente di vita interiore. Come credenti, dobbiamo praticare la nuova “grammatica dell’umano”, senza forme di autosufficienza» Paolo Perrone
tali, ahimé, andavamo in India pensando di “curare l’anima”, era dettata da un bi«Torino Spiritualità quest’anno si muove sogno di spiritualità che molti credevano attorno al tema del cuore: il cuore che cer- di non poter più ritrovare qui da noi. La ca, il cuore che ascolta, il cuore che ama, nostra stessa religione cattolica, in qualche il “cuore intelligente”, come recita il tito- misura, non privilegiava così tanto la vita lo dell’edizione 2014. In tutte le forme di spirituale, se non per alcuni eletti. La granspiritualità la ricerca che si fa col cuore è de massa in pratica era abbandonata ad un l’inizio dell’interiorità, l’avvio della ricerca insegnamento etico-morale e a qualche di senso. Un tema davvero centrale nella nozione dogmatica, nulla di più. Questa società contemporanea». evoluzione storica, abbastanza comprensiGiovedì 25 settembre, al Teatro Carignano bile, in realtà è a favore del cristianesimo, (ore 18), Enzo Bianchi apre ufficialmente di un cristianesimo che però sia vissuto la decima edizione di Torino Spiritualità, veramente con autenticità, all’interno di intitolata per l’appunto «Il cuore intelli- un percorso di ricerca serio e molto persogente», in programma dal 24 (quando la nalizzato. Certo, i rischi sono l’individualectio magistralis del sociologo e filosofo po- lismo, il soggettivismo, il privilegiare unilacco Zygmunt Bauman farà da invitante camente l’emozione. Conosciamo bene preludio) al 28 settembre. Cinque giorni i pericoli di questo momento culturale, di incontri, dialoghi, lezioni e letture, con soprattutto in riferimento alle nuove gela relazione del priore della Comunità di nerazioni. Ma di per sé io credo che, più Bose, dal titolo «Che cosa cercate?», a co- che in passato, le circostanze attuali siano stituire uno dei momenti più attesi della a favore del cristianesimo. manifestazione. Sono passati dieci anni dalla prima edizioPadre Bianchi, innanzitutto perché questo ne di Torino Spiritualità. Una delle ragioni titolo? del successo di questa manifestazione è la Siccome in questo festival avevamo pre- declinazione laica della spiritualità. L’invisto delle domande fatte da Dio agli uo- terpretazione di una ricerca interiore non mini, ho pensato a quella di Gesù posta ai collegata direttamente ai valori fondativi due discepoli che, su indicazione del Batti- del cattolicesimo è dunque un’opportunità sta, lo seguono e passano vicino a lui. Gesù per la comunità cristiana? dice loro proprio «che cosa cercate?». Assolutamente sì. Faccio umilmente un Ecco: che cosa cerchiamo nella vita? Che rimprovero alla Chiesa: si impegna ancora cosa muove le nostre azioni, le troppo poco sui temi della spinostre scelte, i nostri gesti? «Eventi come ritualità e dei cammini di umaL’uomo contemporaneo non si quello torinese, o nizzazione. La Chiesa fa grandi è stancato di cercare? C’è anco- il Festival Filosofia cose a livello di volontariato e ra e sempre il desiderio di capidi Modena, vanno di iniziative caritatevoli, ha una re qualcosa di sé e degli altri? osservati con capacità unica di sensibilizzaSì, direi oggi più di ieri. Noi fiducia» zione e di organizzazione di cristiani abbiamo fatto un erattività rivolte al bene comune rore, perché pensavamo che con la secola- che coinvolgono moltissime persone, ma rizzazione fosse finita la ricerca di Dio. In queste persone oggi hanno bisogno anche realtà sono entrate in crisi certe forme di di uno sguardo interiore. Dunque, evenreligiosità, può darsi che le religioni cosid- ti come Torino Spiritualità, che conosco dette tradizionali e istituzionali finora ne bene perché ne sono coinvolto da tempo, abbiano patito, però nell’uomo la ricerca ma anche altre realtà come il Festival Filopersonale di senso è cresciuta. Una ricer- sofia di Modena, che quest’anno ha ragioca non sempre di Dio, ma certamente di nato sul tema della gloria, sono iniziative vita interiore. Dovremmo averlo capito da a cui guardare con fiducia. Interessano quarant’anni: la famosa “svolta a Oriente” molti laici, è vero, ma vi partecipano anche degli anni Settanta, quando gli occiden- molti credenti, e questo è un fatto positivo.
A Torino i fedeli sono incuriositi e prendo- sumi, che spesso utilizza anche forme di no parte alla manifestazione, così come in- ampia partecipazione popolare, pur sostetervengono, oltre a me, anche altre figure nute da nobili intenzioni, per puntare indireligiose, ma questa stessa partecipazione stintamente ad un coinvolgimento diffuso. cristiana andrebbe garantita in ulteriori Sul tema della spiritualità si corre il rischio iniziative, dove le vie laiche che conduco- di una eccessiva spettacolarizzazione? Una no alla spiritualità devono esselarga condivisione di intenti, re allargate anche alle direzio«Conosciamo come quella fatta registrare in ni ispirate dalla fede. bene i rischi di dieci anni da Torino SpirituaLasciare campo aperto ad una questo momento lità, lascia poi il posto a una visione laica della spiritualità culturale: reale aderenza ai valori della non costituisce alcun arretral’individualismo e fede? mento della religione? il soggettivismo» Percorsi di questo tipo vanNo, i temi della spiritualità no valutati inevitabilmente in sono cammini di umanizzazione che pos- un’estensione di lunga durata. Dieci anni, sono e devono convergere. Il problema, in questo senso, non sono nulla per verifiper noi credenti, è di essere capaci di pra- care quanto un’iniziativa del genere è in ticare questa “grammatica dell’umano”, grado di incidere nella cultura profonda essere davvero in grado di mostrare un di un Paese. Siamo solo agli inizi. E i rinuovo umanesimo. Perché se continuiamo schi, come dicevo, sono sotto gli occhi di a rinchiuderci in una forma, come posso tutti. La moltiplicazione dei festival può dire, di autosufficienza, non saremo capa- in effetti portare a una banalizzazione ci di rivolgersi alle nuove generazioni con di domande fondamentali per l’uomo, voce persuasiva. a confondere appuntamenti seri e ben Viviamo, in effetti, nella società dei concontinua a pagina 14
IL DECENNALE DI PIAZZA DEI MESTIERI DAL 28 SETTEMBRE
Sped. in A.P.-D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n° 46) art.1 comma 1, CBNO/Torino. Una copia € 1
VENERDÌ 26 AL SERMIG PRESENTAZIONE DEL NUOVO ANNO
Una sfida vincente
Giovani, è l’ora dello Start Up!
Un progetto nato da un dolore e costruito su una esperienza di formazione, istruzione e lavoro. Il presidente della Fondazione «Piazza dei Mestieri» Dario Odifreddi parla dei dieci anni e presenta gli impegni per il futuro. A PAG. 13
Nel secondo capitolo della sua Lettera Pastorale, l’Arcivescovo si rivolge a tutta la comunità diocesana ma anche ai giovani. Si tratta di un testo denso, che riassume e sintetizza il discernimento di due anni di lavori sull’educazione alla fede con i
giovani, aprendo la fase di preparazione dei prossimi Orientamenti di Pastorale Giovanile. Continua a pag. 2 –› don Luca RAMELLO
La Voce del Popolo via Val della Torre, 3 – 10149 Torino tel. 011.5156391-392 redazione@vocepopolo.it
27/09/1940 29/09/1944 30/09/1452 S E T T I M A N A L E Anno 139 – n. 35 – Domenica, 28 Settembre 2014 Patto Tripartito
strage di Marzabotto
Bibbia di Gutenberg
AGORÀ DEL SOCIALE – SABATO AL CENTRO CONGRESSI DI CORSO STATI UNITI UN DIBATTITO APERTO A TUTTA LA COMUNITÀ
Un Patto per Torino
L’Arcivescovo Nosiglia chiama a confronto istituzioni e cittadini per progettare insieme il futuro della città oltre gli steccati I vertici del mondo politico torinese, delle imprese, del sindacato e del privato sociale siedono sabato 27 settembre al grande tavolo dell’«Agorà Sociale», l’Assemblea che conclude un anno di consultazioni condotte dalla Diocesi di Torino – in seno alla società civile e al mondo ecclesiale – per sostenere la riflessione sul rilancio della città postindustriale. La presenza delle istituzioni è vasta e ai massimi livelli. Si cercano idee condivise per lo sviluppo. L’ampia partecipazione esprime già il primo messaggio che l’Agorà vorrebbe lanciare per gli anni a venire: si esce dalla crisi se si impara a lavorare insieme. È la richiesta di «un patto sociale e generazionale» per Torino, titolo dell’Assemblea. Su questo numero della «Voce del Popolo» ospitiamo la riflessione dei protagonisti dell’incontro che Continua a pag. 3 –› Alberto RICCADONNA
«Uccidere, un sacrilegio» «Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio. Nessuno pensi di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie violenza e sopraffazione!».
Continua a pag. 7–› Pier Giuseppe ACCORNERO
pagina 3 Luca Remmert
IL MISSIONARIO
La speranza oltre Ebola Siamo in Sierra Leone, paese veramente povero e in grave difficoltà. L’emergenza ebola è in crescita costante, non si riesce a frenare il contagio. Le autorità politiche e sanitarie brancolano cercando ogni mezzo possibile per risolvere la situazione. Finora il contagio ha corso troppo in fretta e la risposta non ha potuto essere altrettanto rapida. Il contagio sta ancora vincendo; è reale, invisibile, fatale.
pagina 4 Gianmaria Ajani Licia Mattioli
pagina 5 Mimmo Lo Bianco Marco Canta
Continua a pag. 6 –› don Maurizio BOA
BUON PASTORE – IL LABORATORIO CON IL CAPPELLANO DEL «MARTINI»
TORINO SPIRITUALITÀ – IL DECIMO ANNO
L’arte con gli «scarti» Il cuore intelligente In ottobre la mostra di prodotti realizzata da persone in difficoltà
alla ricerca di senso
Un pezzo di tavolo, abbandonato da anni in una baita, può diventare un’opera d’arte che abbellisce una stanza, o un arredo liturgico che avvicina al Mistero, o un regalo di nozze… E un uomo senza più lavoro, né casa, senza speranza, può ritrovare la voglia di vivere, può riscoprire la bellezza del tempo occupato nel creare, modellare, cesellare, l’entusiasmo di realizzare oggetti belli e fantasiosi e l’orgoglio di mostrare il frutto del proprio impegno. Accade in una piccola stanza laboratorio all’ingresso dell’oratorio della parrocchia Gesù Buon Pastore a ridosso del Parco Ruffini. È qui che quasi ogni giorno si danno appuntamento Antonino, Gerlando e Valentino, indaffarati tra pennelli, scalpelli, vernici, sassi e strati di lamiera; qui ha preso vita lo scorso novembre il progetto «Materiali di scarto»; da qui sta per «partire» una trentina di opere per la prima mostra ufficiale
Una frase letta per caso, un versetto meditato, una sentenza incastonata nella memoria, una risonanza inattesa incontrata nella pagina di un libro... spesso i temi di riflessione sviluppati da Torino Spiritualità sono nati così, in fortuita e significativa continuità con la convinzione che dieci anni fa spinse Antonella Parigi a dar vita al festival e a dirigerlo per tanto tempo: che la sapienza contenuta nei testi delle tradizioni spirituali potesse parlare agli uomini e alle donne di oggi, insegnando ad allentare la morsa del mondo. In questa decima edizione a parlare è Salomone che, nel Libro dei Re, chiede a Dio di concedergli un «cuore intelligente», intreccio di emozione e pensiero che riecheggia tremila anni dopo in queste parole di Nelson Mandela: «una buona testa e un buon cuore sono una combinazione formidabile». E, insieme a Salomone, prendono
Continua a pag. 18 –› Federica BELLO
PAPA FRANCESCO
«La Voce del Popolo», il nuovo punto vendita Un nuovo Sportello per la distribuzione e gli abbonamenti alla «Voce del Popolo» è aperto da questa settimana in via San Quintino 6, presso la Libreria Dehoniana. L’amministrazione dei giornali cattolici si è trasferita in periferia (Santo Volto) ma la distribuzione del settimanale si sdoppia e resterà in centro, a pochi metri dalla vecchia sede di corso Matteotti. PAGINA 17 GOVERNO RENZI
La fronda del Pd Governo e Parlamento sembrano «separati in casa»: l’Esecutivo annuncia in continuazione provvedimenti importanti Continua a pag. 24 –› Mario BERARDI
TEM P I
Speranza Le speranze umane non sono interamente estranee alla speranza teologale. (Giorgio La Pira)
Continua a pag. 18 –› Armando BUONAIUTO
Lettera Buoni scuola, cerchiamo soluzioni In merito all’articolo apparso su codesto settimanale in data 14 Settembre 2014 mi permetto di fare alcune doverose precisazioni. Il tema del c.d. «buono scuola» è stato affrontato nel corso della Conferenza sul Diritto allo Studio, dove siedono tutti gli attori della scuola piemontese, con l’obiettivo di confrontarci, dopo molto tempo, su dati di realtà. Ho assunto l’incarico di Assessore a metà giugno, ad anno scolastico terminato, e ho ereditato una situazione a dir poco disperata. Pensiamo al bando Continua a pag. 24 –› Giovanna PENTENERO
La Voce del Popolo è anche on line: i servizi principali sul sito www.diocesi.torino.it
SINODO FAMIGLIA
Una risorsa nella crisi Mancano ormai pochi giorni all’apertura dell’attesa assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi che avrà a tema la discussione sulle principali sfide pastorali che riguardano la famiglia nel contesto della evangelizzazione. A fianco dei contributi giunti da Continua a pag. 9 –› Pierluigi DOVIS
TESTIMONIANZA
Cristiani che resistono «Se l’Isis avesse puntato direttamente sulla capitale invece di concentrarsi a nord, forse le mura di Baghdad non avrebbero retto alle torri di assedio del Califfo e chissà con quali conseguenze sull’Iraq e sugli equilibri della regione mediorientale. C’è mancato davvero Continua a pag. 6 –› Filippo RE
TORINO
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DOMENICA, 28 SETTEMBRE 2014
PARROCCHIA BUON PASTORE – ORIGINALE LABORATORIO CON IL CAPPELLANO DELL’OSPEDALE MARTINI
Senza casa e lavoro, fanno arte con gli «scarti» In ottobre la prima mostra di pezzi prodotti dal vivace gruppo – Esporrà anche a «Paratissima» Segue dalla 1a pagina «Ricomincio dall’arte – L’arte come riscatto di una vita difficile; l’arte come passione e condivisione di emozioni e non solo come una merce» che sarà allestita il 2 ottobre (inaugurazione alle 18) presso il Cesar Café di piazza Re Umberto a Orbassano. «Il progetto ‘Materiali di scarto’ – spiega l’ideatore don Gianpaolo Pauletto, cappellano dell’Ospedale Martini e collaboratore parrocchiale al Buon Pastore – è nato nel novembre 2013. Da un anno ero stato nominato cappellano del Martini e constatavo come nell’ospedale, soprattutto d’inverno, aumentasse il numero delle persone che avendo perso casa e lavoro si riparano tutto il giorno nella struttura ospedaliera, nelle sale d’attesa cercando una soluzione contro il freddo e per la notte. Fermandomi a parlare con alcuni di loro era evidente che avevano il desiderio di sentirsi utili, di avere qualcosa da fare per uscire dal senso di noia che ti prende quando nessuno ha bisogno di te, quando non sai dove andare. Così ho pensato che avremmo potuto realizzare con materiali di recupero un presepe per l’ospedale e da allora è stata una progressiva scoperta, un susseguirsi di idee e iniziative che con il passaparola, con la voglia di sperimentare e di sperimentarci ci hanno portato a questa prima mostra, e non ci fermeremo certo qui!». In poco tempo nasce l’idea di un vero e proprio laboratorio, prima ospitato nella sacrestia dell’ospedale Martini, poi nei locali di Gesù Buon Pastore. Prima si realizza il presepe, poi vengono risistemati tutti gli arredi della cappella del Martini dal crocifisso, all’ambone che vengono «inaugurati» lo scorso 4 maggio, poi ancora un porta cero per la parrocchia Buon Pa-
Il cuore intelligente Segue dalla 1a pagina la parola Ezechiele, il profeta del «cuore di carne» da porre al posto del «cuore di pietra», e Simone Weil, che descriven-
Diario Festa «insieme» a San Giulio d’Orta «Insieme è più bello», è il tema della decima edizione della Festa parrocchiale di San Giulio d’Orta, quartiere Vanchiglietta. Dal 2 al 5 ottobre la comunità di corso Cadore 17/3 propone incontri, momenti di riflessione e svago per il quartiere e non solo. Si inizierà giovedì 2 ottobre dalle 21 alle 22.30 con un momento l’adorazione eucaristica («Il Signore Gesù fondamento di unità e pace», a seguire adorazione libera sino alle 24). Venerdì 3 alle 21 dibattito con il giornalista Domenico Quirico sul tema «Dal dolore alla speranza», moderatrice Irene Famà. Sabato 4 alle 15.30 la parrocchia festeggerà, con giochi e tornei di ping pong, l’inizio dell’anno pastorale e del catechismo; alle 18 Messa con il mandato catechistico; alle 19.30 cena comunitaria e serata alle 21 con «San Giulio’s Got Talent». Domenica 5 ottobre la giornata inizierà alle 10.30 con la Messa, e si concluderà alle 19.30 con la cena, alle 21 balli e karaoke. «La festa parrocchiale – sottolinea il parroco don Silvano Bosa - è un momento portante per la nostra comunità. Quest’anno desideriamo viverla con particolare attenzione alle fasce di popolazione disagiata, giovani e anziani in difficoltà. La festa è un’occasione per ridare speranza a chi è sfiduciato e per riflettere anche sulle difficoltà e le crisi che superano i nostri confini ma che ci interessano e ci vedono coinvolti come cristiani e soprattutto come cittadini del mondo». (i.f.)
Torino guarda all’Europa per diventare «smart» store, un crocifisso per la cappella della parrocchia Sant’Andra a Bra… e poi un’opera commissionata per una coppia di sposi, un’altra per un ufficio, un’altra ancora come regalo di natale e poi l’idea di curare una vera e propria mostra. «Vivevo all’ospedale – racconta Gerlando mostrando con orgoglio un pezzo di legno su cui sta lavorando – ero un ex muratore e avevo perso tutto: casa, lavoro, amici. Qui, in questo laboratorio, ho trovato una famiglia, un punto di riferimento, ho riscoperto la passione che avevo da giovane per il modellismo, e questa sera inizio una scuola di intaglio a Rivoli». Così un nuovo entusiasmo è tornato nella vita di Gerlando come in quella dei suoi colleghi artisti che dalle panche dell’ospedale, dall’essere considerati «vite di scarto» si sono ritrovati a sfogliare libri d’arte per cercare ispirazione, a cercare su internet informazioni su tecniche e materiali, a discutere sui colori migliori per trasformare un sasso raccolto al
mare… «Abbiamo coinvolto nel progetto – prosegue don Pauletto – alcuni professionisti, un falegname, un mobiliere, un verniciatore, un architetto e una ragazza esperta di scultura su legno. Poi s u l territorio si è rapidamente attivata una rete di solidarietà; c’è chi si è messo a disposizione per offrire pasti caldi, c’è chi ha fatto conoscere le prime opere e ce le ha commissionate offrendoci qualche entrata per l’acquisto di altri materiali o attrezzi». Il gruppo ha visitato mostre a Torino e non solo. Ora, dopo la mostra che si concluderà nella prima settimana di novembre, ha già un nuovo progetto: «ci siamo iscritti a ‘Paratissima’ – dice don Pauletto – la manifestazione che si terrà a Torino dal 5 novembre. Parteciperemo con due realizzazioni, una sul tema della guerra. Poi vogliamo incontrare le parrocchie della nostra Unità pastorale che in questi mesi ci hanno sostenuti, per raccontare e mostrare il progetto
do la società a lei contemporanea disse che si trattava di «una macchina per comprimere il cuore». Abbiamo voluto domandarci in che condizione versi oggi il muscolo che ci batte nel petto e quale relazione intrattenga con l’orizzonte della ragione. Accade talvolta di raccontare con compiacimento di essersi abbandonati alle leggi del cuore, o ci si fa vanto di possedere
una natura razionale, lucida, affilata come l’ago di una bussola. Ma il migliore impasto di essere umano è forse quello che nasce da uguale dose di emozione e di pensiero, e che all’occorrenza sa mettere l’una al servizio dell’altro: l’emozione che tempera il rigore del ragionamento, la ragione che argina le derive del sentimentalismo. Come l’asta dell’equilibrista, il cuore intelligente è
Gli artisti al lavoro e il Crocifisso realizzato per la Cappella dell’Ospedale Martini
al quale abbiamo contribuito e magari trovare altre idee». E le idee al gruppo non sembrano mancare: proprio in questi giorni ha ottenuto il permesso di realizzare un orto nella scuola La Mongolfiera (via Bardonecchia) con la convinzione che anche occuparsi delle piante, stare in mezzo ai ragazzi delle scuole può essere un’attività che pur nella semplicità dei mezzi contribuisce a dare un senso all’inattività di chi difficilmente oggi potrà reintegrarsi nel mondo del lavoro. «Creare qualcosa di bello – conclude don Pauletto – aiuta a vivere meglio, rende più bella la vita. La nostra idea è di ingrandire il laboratorio e di puntare a nuovi traguardi perché materiali poveri e ‘vite di scarto’ si trasformino sempre più in vere opere d’arte». Chi volesse conoscere il progetto, essere informato sulle iniziative, commissionare opere, può vistare la pagina Facebook «Materiali di Scarto» o contattare don Pauletto al 331.7997880. Federica BELLO
un rimedio alle cadute, agli sbilanciamenti, alle paure, è lo strumento per non inciampare nei punti di sutura della realtà, per provare a guardare il mondo dall’alto e vederlo, almeno ogni tanto, liscio, compiuto, perfetto. Senza cuciture, come si dice fosse la tunica di Gesù. Armando BUONAIUTO Curatore del programma di Torino Spiritualità
Il volto che le città europee assumeranno nei prossimi decenni è stato tratteggiato presso la Scuola Holden, la scorsa settimana, in occasione del convegno internazionale «The cities of tomorrow», organizzato da Cost (Ente per la collaborazione europea in in ambito scientifico e tecnologico) e Politecnico di Torino. «Nel 2020 il livello di urbanizzazione nella Ue raggiungerà l’80% e le città consumeranno il 70% dell’energia – ha detto Mercè Griera del Settore ricerca e Innovazione della Commissione europea – Lo sviluppo economico pertanto dev’essere sostenibile, la tecnologia impiegata per migliorare la qualità della vita». Le città evolveranno in un orizzonte «smart»: aumentando l’uso delle energie alternative nei trasporti, dando maggiore spazio alle energie rinnovabili nell’edilizia, creando infrastrutture integrate ai sistemi informatici, estendendo la connettività. Anche Torino è impegnata nella trasformazione: «Entro il 2025 – ha affermato Anna Prat, direttrice di ‘Torino strategica’ – la nostra città diventerà efficiente per gli affari e attrattiva per le persone grazie all’istituzione dell’area metropolitana, all’espansione del sistema di mobilità integrato e alla creazione di 15 nuove infrastrutture green di elevata qualità».
Cultura in primo piano nei giorni del Prix Italia Come innovare e potenziare la capacità comunicativa e creativa nei programmi radiofonici, televisivi e dei servizi online per diffondere in maniera più incisiva valori socialmente rilevanti: è la domanda che anima il Prix Italia. La nuova edizione del più antico e prestigioso concorso radiotelevisivo internazionale ha celebrato a Torino nei giorni scorsi (20-25 settembre) 66 anni di cultura in radio, televisione, web rendendo omaggio al semestre di Presidenza italiana al Consiglio dell’Unione Europea. Il Prix fu fondato dalla Rai nel 1948 in piena Guerra Fredda: tra i 230 delegati, organismi radiotelevisivi pubblici e privati in rappresentanza di una cinquantina di Paesi dei 5 continenti. Tutti riuniti - oggi come ieri- nel nome della pace e della cultura. I 245 programmi in gara quest’anno sono stati vagliati da 7 giurie internazionali composte da professionisti del settore presso il Palazzo della Radio del Centro di Produzione RAI di Torino, a cui si aggiungono eventi aperti al pubblico. È il sesto anno consecutivo che Torino è sede di questo premio prestigioso: proprio qui dove è nata la Rai che ha qui i suoi punti di forza, e dove Regione Piemonte, Comune e Provincia offrono una sponda alla vocazione culturale e turistica della città (in collaborazione con Camera di Commercio, Compagnia di San Paolo, Fiat, ExpoMilano). Ne è garante il Sindaco Piero Fassino che, con l’Assessore Maurizio Braccialarghe, ha indetto dal 20 al 28 settembre «La settimana della Cultura»: un ricco palinsesto che ottimizza le interconnessioni del Prix con l’epilogo del festival MiTo, Torino Spiritualità, il polo museale e tutti gli attori del variegato palcoscenico culturale subalpino. (v.m.)
LA GIUSTIZIA PRIVATA COSTA MENO ED È PIÙ VELOCE
NON SPRECARE I TUOI SOLDI, SPENDI IL GIUSTO PER UNA GIUSTA CAUSA
“TRIBUNALE ARBITRALE GIUDIZIARIO ITALIANO”
Si chiama Tribunale Arbitrale Giudiziario Italiano l’alternativa al Tribunale Ordinario per risolvere in maniera più rapida e meno costosa le controversie giudiziarie. Il Tribunale Arbitrale Giudiziario Italiano, è un ente giuridico e sociale per la pace dei popoli, che opera nel campo del diritto privato economico con il compito di snellire e velocizzare la risoluzione di un’istruttoria. È un’istituzione privata a cui il cittadino si può rivolgere evitando così il ricorso all’autorità giudiziaria ordinaria con le sue carenze e le sue attese che, tra passaggi e ricorsi delle parti sino all’Appello e alla Cassazione, possono arrivare fino a dodici anni. La procedura dell’arbitrato è disciplinata dall’articolo 806 e seguenti del Codice di Procedura Civile e affidata ai cosiddetti “giudici arbitrali”, professionisti con competenze specifiche (economiche, immobiliari, giuridiche) chiamati a risolvere la controversia entro il tempo massimo di 240 giorni. Il lodo, cioè la sentenza, è giuridicamente vincolante e ha la stessa esecutività di quelle emesse dagli organi di giustizia ordinaria. L’udienza si svolge in totale riservatezza e i campi di intervento sono numerosi: vertenze condominiali, contenziosi per risarcimento danni, controversie sulle bollette, divisione di beni, patti di famiglia, Codice della strada, controversie mediche e anche problematiche con le utenze di gas, luce, acqua, telefonia, ecc… Le figure professionali che compongono il collegio arbitrale o l’arbitro unico sono professionisti (commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, ingegneri, geometri, architetti, medici legali, periti, amministratori di condominio) che conoscono la loro materia più di un giudice ordinario. I costi sono contenuti, in linea con le tariffe standard europee, e rapportabili alle capacità reddituali dei richiedenti.
Il Tribunale Arbitrale Giudiziario Italiano ha la sede nazionale a Torino, in Corso Re Umberto 34. Info: tel. 011.56.26.214 – numero verde - 800.189.491.