CICLOPICA
REPORT
Dicembre 2011
SECONDA TAPPA
CITTA’FERTILE
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LECCE +LECCECITTA’ NEI QUARTIERI PUBBLICA
La forza dell’esempio è una rivoluzione silenziosa. WeLab, Tavolo Nomade, 18 dicembre 2011
+LECCE NEI QUARTIERI
Il viaggio continua Lecce 2.0dodici Laboratorio di idee partecipate
Dopo il concorso di idee del luglio scorso, l’associazione “Lecce 2.0dodici - Laboratorio di idee partecipate” inizia un viaggio di condivisione dei risultati attraverso i quartieri della città. Si riparte dai luoghi per vivere l’esperienza dei progetti, provando insieme agli autori, ai tecnici ed agli abitanti a calarsi dentro gli spazi stessi della città, per costruire desideri di trasformazione comuni e renderli pubblici. Se il concorso “Lecce città pubblica” chiedeva ai partecipanti una riflessione sullo spazio pubblico della città, +Lecce nei quartieri vuole favorire ora la condivisione pubblica dei progetti sollecitati e presentati, utilizzandoli come chiave di accesso a scenari partecipati di cambiamento della città.
La presentazione pubblica dei progetti fornisce così il pretesto per la realizzazione nei week end di una serie di Laboratori urbani itineranti e aperti, per avviare, sui luoghi dei progetti stessi, un processo orizzontale, una riflessione collettiva e plurale sullo spazio pubblico, capace di legare insieme conoscenza tecnica ed esperienziale dei luoghi. I nuovi risultati, accresciuti dei bisogni, delle idee e dei punti di vista dei cittadini saranno raccolti in un bagaglio di nuovi progetti da restituire alla città, idealmente consegnato al decisore che uscirà dalla prossima tornata elettorale amministrativa. Buon lavoro!
web: www.lecce20dodici.it mail: leccecittapubblica@libero.it
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LECCE CITTA’ PUBBLICA
Nel Concorso Lecce Città Pubblica professionisti e creativi hanno scelto il loro spazio pubblico, lo hanno adottato con gli abitanti, per promuovere insieme alle persone i valori urbani. I cittadini sono i primi esperti. Sono quelli che fanno l’urbanistica con i piedi e che consumano le scarpe. I motori della ricognizione urbana. I tecnici e i creativi hanno immaginato le soluzioni. E ora le riportano nei territori, per trasformare ancora una volta i progetti. E farne cifra di cambiamento. Lecce Città Pubblica diventa un tour, attraverso i quartieri di Lecce.
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15-16 Luglio 2011 Rettorato dell’Università del Salento
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LECCE CITTA’ PUBBLICA
Il concorso di idee Lecce Città Pubblica ha premiato Ciclopica. “Perchè contempla un’infrastruttura mobile e partecipativa alla definizione dello spazio pubblico della città. Perchè prende una metropolitana ludico partecipativa che stimola esperienze sensibili e creative della città. Perchè include l’estensione nel web attraverso i social network.” +Lecce nei Quartieri muove ciclopica e la porta dai cittadini. Ne fa esperienza e laboratorio viaggiante. Ciclopica è infrastruttura della Città Pubblica. Come la Città Pubblica che la contiene è di uso flessibile. Ciclopica cura le associazioni. E’ inclusiva e trasparente. Concede tempo, per conoscere e decidere. E’ fondata sull’ascolto, come rapporto diverso fra le persone. Usa le barriere come soglie attraversabili, passaggi e meccanismi rivoluzionari. Ciclopica valorizza le soglie quotidiane. Rende le barriere invisibili cerniere.
Ciclopica, come la Città Pubblica pensa lo spazio con consapevolezza. Promuove la concretezza e la percezione sensoriale degli altri. Ciclopica, come la Città Pubblica è orizzontale e diffusa. Genera reti, per potenziare conoscenze e relazioni. Estende gli spazi pubblici e moltiplica le possibilità dello sguardo. Ciclopica, come la Città Pubblica pratica la Geomanzia. Immagina i luoghi e i nomi. Li ridefinisce. Parte dai nomi come frutto di pratiche. Rende ai cittadini la scelta del posto giusto dove muoversi. Sostiene le pratiche migranti. Ciclopica, come la Città Pubblica, tratta lo spazio pubblico come luogo di costruzione del senso. Lavora nella dimensione creativa dei piccoli gesti. Ciclopica, come la Città Pubblica, genera architetture di relazioni. Cura incontri e scambi. Ciclopica è un processo di progettazione partecipata e questo report racconta l’inizio del suo viaggio. Nella Città Pubblica.
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WE-LAB we lab!
Il WE-lab è un laboratorio di condivisione e arricchimento comunitario di progetti urbani preliminari ideato da Città Fertile. Un processo durante il corso di un week-end, per allargare la riflessione originale e generare strategie di cambiamento, attraverso esperienze e saperi plurali. I progetti di partenza sono bozze aperte e strade possibili da ri-disegnare nei luoghi dei progetti. WE significa NOI, alla fine del weekend. C’è anche un nuovo verbo di azione: to lab. Un neologismo urbano che significa lavorare insieme e produrre subito senso, costruire un laboratorio di strada, inventare/ elaborare identità strategiche comuni. I LAB, WE LAB! L’io e il noi, dentro un percorso di impegno, per quanto breve: I lab the city, I lab my place. WE lab! Non necessariamente numeroso e rappresentativo della dimensione di cittadinanza, ma qualitativamente emergente, somma progressiva, sentiero di politica urbana portato dai singoli, rispetto ad un percorso tecnico ed intellettuale già depositato.
Sabato e Domenica. Incontri semplici sulle mappe per costruire forme partecipative attorno a idee concrete di trasformazione, per nuovi transiti dei saperi nello spazio sociale della discussione pubblica. WE-lab intercetta le persone alla scala micro-comunitaria per contestualizzare e migliorare il progetto preliminare e aprire una comunità di progetto. WE-lab promuove la traduzione del linguaggio tecnico in linguaggio naturale, senza perdita dello sguardo complessivo e dei principi identitari della proposta, con regole semplici e immediate. Al termine del percorso, tecnici e creativi insieme alle persone. Destini incrociati di idee, accrescimento della paternità intellettuale e scenari futuri. Più Città Pubblica, Più Lecce nei quartieri.
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CICLOPICA
L’infrastruttura trasparente che ti sposta la città
CICLOPICA
L’infrastruttura trasparente che sposta la città Primo premio della giuria il profilo
Ciclopica è una mappa che disegna sulla città una rete di strade sicure e di percorsi condivisi con gli utenti ed i cittadini sensibili. Ciclopica è il sistema dei tragitti migliori da percorrere in bicicletta. Ciclopica è la mappa della nostra città ideale, una nuova città che va incontro alle esigenze di mobilità sostenibile e che ha al suo centro la bicicletta. Ciclopica è una metropolitana senza ferro, in cui le fermate siano luoghi di attenzione, sedi ideali per soffermarsi ad assaporare, ascoltare, o giocare la città, e i capolinea nodi raggiungibili con più facilità. I percorsi di Ciclopica sono crescenti e consapevoli: sono delineati su una logica di viabilità ciclabile sicura; sono funzionali allo spostamento fra i nodi principali della città, a partire da incroci con piste ciclabili, piazzette dimenticate, zone degradate, strade secondarie.
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I percorsi di ciclopica sono luoghi di interazione ludica e creativa: sono fissati da icone multi sensoriali, che invitano a vivere la città con i cinque sensi. Possono essere uploadati sul progetto di ciclocartografia partecipata criticalmap.org e formano una mappa psicogeografica, un blog dalla strada: la nostra nuova città, fissata da un progetto di segnaletica diffusa. Le cabine telefoniche abbandonate diventano pit-stop: ciclofficine fai-da-te ed un punto mappale per le informazioni sulla mobilità. Superando la dimensione del quartiere e coinvolgendo tutta la città, Ciclopica affronta il tema dello spazio pubblico partendo dall’accessibilità urbana. Mediante la valorizzazione degli spostamenti ciclabili tracciati dentro un circuito integrato di percorsi, Ciclopica propone nuove connessioni possibili.
Ribalta il modello dominante dell’automobile per un nuovo approccio culturale, fondato sulla riappropriazione degli spostamenti dolci: da un sistema esistente di percorsi ciclabili residui, ad un meccanismo integrato che riammaglia la città in chiave strategica. Attraverso le capacità dei cittadini.
Attraverso questo link è possibile scaricare la relazione del progetto: http://www.lecce20dodici.it/cittapubblica/wp-content/ uploads/2011/07/Relazione-Concorso_.pdf
Attraverso questo link la Tavola di progetto presentata al concorso: http://www.lecce20dodici.it/cittapubblica/wp-content/ uploads/2011/07/Tavola-Ciclopica-111.pdf
Componenti del gruppo: Andrea Alba, Ciclofficina “Ruotando” M. Donata Bologna, Designer Giulio Elia, Ciclofficina “Ruotando”
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INCONTRO ZERO
L’incontro zero
I progettisti, Città Fertlile, le associazioni, Lecce2.0dodici Gli autori di Ciclopica accontano il progetto. Il progetto si racconta e si esplora fino in fondo. Emerge una mappa nomade: un sistema discorsivo libero per rendere visibili i contenuti più importanti. Il brainstorming accelera la narrazione. Fissa le idee. Raccoglie punti di forza e di debolezza, della realtà e del progetto. Da molti punti di vista.
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INCONTRO SWOT - REALTA’ ZERO
PUNTI DI FORZA • esistenza di tratti ciclabili • varie opinioni online
PUNTI DI DEBOLEZZA • le piste ciclabili sono interrotte e frammentate • gli utenti a due ruote non sono rappresentativi • mancano le mappe diffuse per capire dove siamo • gran parte delle persone si muovono in macchina • gran parte delle persone hanno paura delle macchine • il senso di insicurezza pervade la città • la pigrizia è un fatto culturale diffuso
OPPORTUNITA’
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MINACCE
PUNTI DI DEBOLEZZA
• promuove un cambiamento culturale generale • lavora sulla risoluzione dei conflitti con una metodologia esplorativa ludica • collega i percorsi ciclabili esistenti e occupa le strade che esistono
• non è integrata con il servizio pubblico di bike sharing • scarsa relazione con il piano della mobilità • può innalzare il rischio lungo i percorsi non protetti
• traccia le linee, con segnaletica orizzontale e verticale
• presuppone un’alta attività di partecipazione e
SWOT - CICLOPICA
PUNTI DI FORZA
fruizione, con una conseguente sicurezza capilla-
• genera la mappatura intera del territorio • si concentra su direttrici dominanti: sviluppa massa, per una graduale riacquisizione dei diritti all’uso reale delle strade, • trasmette modalità di accrescimento della sicurezza: esplorative, ludiche e visionarie
re nei quartieri • percorsi sensoriali e percorsi di necessità sono intrecci difficili • i percorsi già tracciati hanno poche intersezioni • non garantisce del tutto il rispetto delle norme su strada • non è individuata la modalità di aggiornamento della segnaletica • non contiene ancora il layer delle scorciatoie
• si possono generare percorsi chiusi
• la solidarietà e la condivisione non è evidente
• si può agire sulle paure reali
MINACCE
OPPORTUNITA’
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I TESTIMONI INCONTRO PRIVILEGIATI ZERO
I TESTIMONI PRIVILEGIATI
Voci a due ruote. Il punto di vista di chi attraversa la città.
Il confronto con le realtà associative leccesi[1], avvenuto durante l’incontro zero, ha evidenziato la necessità di affrontare alcuni temi in maniera diretta. Abbiamo scelto di somministrare delle interviste strutturate che indagassero le questioni: i problemi della ciclabilità, le attuali forme di mobilità ciclabili presenti su Lecce, i possibili meccanismi virtuosi da innescare, per sviluppare una coscienza civica all’uso della bici e perseguire dati sulla mobilità sostenibile, come nel centro e nel nord Europa. Questo tipo di tecnica, afferente alla metodologia della ricerca sociale, ha indagato le percezioni dei testimoni privilegiati e le loro istanze.[2] Le prime azioni da eseguire per rendere Lecce ciclabile e i problemi della mobilità ciclabile Le voci riportano soluzioni e problemi, di tipo strutturale e di tipo culturale. Dalle dichiarazioni si legge una Lecce
con percorsi ciclabili frammentati e poco estesi. La frammentazione è acuita dalla sfera culturale che investe, da un lato lo scarso utilizzo della bicicletta e dall’altro un problema di sicurezza stradale. Molto frequente è la scarsa osservazione del codice stradale, così come gli atteggiamenti poco rispettosi verso le altre modalità di spostamento, rispetto a quelle su gomma. “Una delle prime cose da fare è il completamento dei lotti finanziati: il primo lotto che porta in viale Aldo Moro, il secondo adiacente a via Leuca e il terzo in zona San Pio. Non si sa che fine abbia fatto questo terzo lotto! Sicuramente bisogna mettere a disposizione dei fondi per realizzare dove è necessario piste ciclabili e, dove è possibile, delle zone 30. L’ideale sarebbe avere piste ciclabili e zone 30 a maglia: visto che Lecce è una città universitaria e che raccoglie tutti i lavoratori della provincia, sarebbero necessari dei parcheggi di scambio. In tante città si vedono parcheggi custoditi, in cui è possibile lasciare la macchina
e prendere la bicicletta. Anche la realizzazione di piccoli parcheggi custoditi all’interno dei parcheggi di scambio e nella stessa stazione ferroviaria per gli studenti, così non c’è bisogno di portarsi dietro le biciclette. Le bici le prendono direttamente dalla stazione. In conclusione, la realizzazione di parcheggi di interscambio e la realizzazione di piste ciclabili.” (I. Cicloamici) “In linea di principio alcune modifiche strutturali, piste ciclabili fisicamente realizzabili e ben visibili, sono importanti.” (I. Il Formicaio) “Prima di tutto bisognerebbe riuscire a coinvolgere di più i cittadini in un utilizzo del mezzo alternativo all’auto, perché c’è molta comodità nel cittadino leccese comune ad utilizzare la macchina come mezzo per spostarsi. Questo è un fondamento culturale, prima di tutto. Quello che può cambiare è la spinta attraverso le varie associazioni: dare alternative diverse tra cui quelle culturali e di partecipazione. Bisognerebbe
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riuscire a coinvolgere personalmente il cittadino, perché molto dipende dalle capacità di ognuno di noi di scegliere. Molto dipende dalla cultura che ci circonda. Non vedendo molte persone in giro, le persone non sono coinvolte e non si sentono partecipi.” (I. Bicinema) “Io partirei da un dato fondamentale. Lecce non diventerà mai ciclabile se non si agisce sulla chiusura al traffico di alcune zone. Chi è sensibile alla filosofia della mobilità sostenibile già la pratica. Questi la userebbero comunque e in ogni caso. Bisognerebbe allargare questa platea di utenti, anche in modo forzato. Come si può fare? Chiudere al traffico intere fette della città. Se il cittadino, o anche chi viene da fuori, sa ad esempio che Piazza Mazzini è completamente inaccessibile alle auto... una buona amministrazione si attrezzerà con le piste ciclabili. Poi è chiaro: rafforzare le piste ciclabili, proteggere i percorsi… La mia associazione si sta battendo molto per l’integrazione bici – autobus, per la possibilità del cittadino, ad esempio
della zona 167, di fare un percorso con la bicicletta sull’autobus, in modo che, arrivato in centro, continui il suo percorso con la bicicletta. Cercare di trasmettere una nuova filosofia che usare la bicicletta è possibile.” (I. ADOC). “Il primo problema in assoluto è la paura di incidenti stradali. Io che mi occupo di avvicinare i bambini con uno spazio che si chiama “bambini con i pedali”, all’interno dell’organizzazione “Bicinema”, vedo molto bambini, molti genitori, molti ciclisti, venire a cinema con questa critica: “come facciamo a venire al cinema in bicicletta se non ci sono le piste ciclabili?!” Avere una pista ciclabile da la sicurezza di non essere investiti. D’altra parte non hanno ragione: se noi fossimo più uniti nell’utilizzo delle biciclette, l’automobilista si renderebbe conto che esistono delle persone sulla strada. Vedere un ciclista è un conto, vederne cinque , sei è un altro. Ha un senso diverso vedere più biciclette in strada.” (I. Bicinema).
“C’è un problema di educazione stradale degli automobilisti. Quando vedono un ciclista o un pedone, sembra quasi che li debbano colpire, invece di vederlo come un utente debole della strada!” (I. Cicloamici)
sono stati messi in sede promiscua. E non sono stati fatti dove era necessario farli, ma dove era possibile farli. Noi immaginiamo degli interventi strutturali, almeno in termini di ordinamento dei percorsi.” (I. ADOC)
“Uno dei problemi è che a Lecce ci sono troppe macchine. Un uso sproporzionato delle macchine. Di conseguenza, questo contribuisce ad uno scarso utilizzo della bicicletta. Una persona non è stimolata a prendere la bicicletta perché vede troppe macchine intorno, troppi intoppi. Il problema della ciclabilità a Lecce è dipeso dalla viabilità e dalle troppe macchine” (I. Ruotando).
Un altro tema emerso è quello relativo allo sviluppo di una coscienza civica verso un uso della bicicletta. Alcuni intervistati hanno evidenziato la necessità di attivare percorsi educativi e l’esigenza di sviluppare azioni sinergiche, tra il terzo settore e le forze politiche. Altri hanno posto l’arte e il gioco come fatto fondamentale, per un accrescimento della mobilità sostenibile.
“Intanto i percorsi ciclabili che ci sono, sono scordinati. Sono come fiumi carsici che si immergono e poi rispuntano in un altro punto. Sono a macchia di leopardo. Io direi che sono stati progettati male, sono stati progettati da chi non usa la bicicletta! Sono stati fatti dove la strada o il marciapiede erano più larghi. Quindi
“Azioni nelle scuole. Bisognerebbe partire dai cittadini di domani, fare una formazione di tipo inclusivo, una formazione volta alla tolleranza nei confronti di tutti gli utenti. Quest’anno il Ministero della Pubblica Istruzione ha introdotto il patentino del motorino con il conseguimento della licenza media. Per cui anche quei ragazzini
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che non avevano nessuna intenzione di prendere il patentino, alla fine della seconda media si ritroveranno un patentino. Io credo, che anziché fare questa cosa avrebbero potuto fare dei corsi di educazione stradale. Il terzo settore in questa sede potrebbe dare molto nel divulgare il verbo della mobilità sostenibile nelle scuole. Ormai gli adulti di oggi hanno una mentalità difficile da modificare, invece nei prossimi 5 o 6 anni potremmo trovare dei cittadini che si muovono in bici, perché già da bambini hanno ricevuto una formazione di questo tipo.” (I. Cicloamici). “La cosa migliore da fare è giocare. Far vedere agli altri che la vita può essere un gioco e questa è la maniera migliore per contagiare la voglia di usare un mezzo piuttosto che un altro. La cosa migliore è avere un atteggiamento ecosostenibile. Una battaglia vissuta come guerra non porta da nessuna parte, un gioco arriva a un risultato sicuramente più efficace” . (I. Ricuso)
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Inevitabile è stato il confronto con i paesi del centro e del nord Europa, la cui viabilità ciclabile tocca il 40 – 50% della rete stradale, con tutti i vantaggi ambientali, sociali ed economici che ne derivano. La possibilità di raggiungere questi dati dagli intervistati è reale perché vi è il grande vantaggio delle condizioni ambientali e la possibilità di applicare modelli già sperimentati e collaudati in queste zone. “Ad Amsterdam ci sono i parcheggi multipiano per le biciclette, che sono raggiungibili con un piano rialzato. Funzionano gratuitamente ed è un paragone improponibile! In Germania, a Munster, una città della grandezza di Lecce, c’è una circonvallazione ciclabile che non è una fetta di strada destinata alle macchina, ma una circonvallazione completamente ciclabile. Qui, comunque, potremmo raggiungere gli stessi dati per un fatto climatico e orografico. Lecce è una città pianeggiante. E poi credo nei ragazzi leccesi. Infatti man mano che quelli
vanno fuori a studiare e fanno Erasmus, tornano ed utilizzano la bici. Conosco molti ragazzi che non usavano la usavano. Tornati a Lecce hanno iniziato ad utilizzare la bicicletta. Il cittadino Leccese vede l’esperienza degli altri paesi e capisce che in Danimarca, con zero gradi per metà dell’anno, si riesce ad andare in bicicletta. Capisce che il freddo non è un elemento che scoraggia. C’è la possibilità. Però ai Leccesi bisogna dargli una lezione! Bisogna far loro capire che non possano andare ovunque con la macchina. Bisogna incrementare in modo indiretto questa possibile scelta” (I. ADOC) “Come tutte le cose, quando si arriva in ritardo si ha la possibilità di fare meglio di chi ha fatto prima. Uno, perché abbiamo dei modelli che basta prenderli e copiarli, due, perché abbiamo anche la possibilità di pensare una mobilità completamente diversa. Ad esempio si potrebbero immaginare delle grandi zone 30.” (I. Cicloamici).
“Soprattutto qui nel mezzogiorno credo che sia possibile. Perché da Roma in giù c’è sempre un clima mite ed è l’ideale muoversi in bici.” (I. Ruotando)
[1] Le interviste sono state somministrate ai rappresentati delle seguenti associazioni: Il Formicaio, Ricuso, Cicloamici, ADOC, Bicinema, Ruotando. [2] L’ intervista strutturata è un’intervista discorsiva. L’intervistato può rispondere liberamente e con parole sue alle domande poste dall’intervistatore. Cfr. G. Toriano, Metodi e tecniche della ricerca sociale, ed. Pensa Multimedia, Lecce, 2005, p.173.
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LAB IN STAZIONE
CICLOPICA va in Stazione
Locali Centostazioni Ferrovie dello Stato - Stazione di Lecce Piazzale Oronzo Massari
WeLab è un fatto collettivo, dinamico. Riguarda il movimento e le intersezioni. Per questo sceglie la stazione. Il laboratorio del weekend è un transito ed uno spazio privilegiato, perchè pubblico fino in fondo. Il Muro Nomade del Concorso di Idee Lecce Città Pubblica racconta tutti gli immaginari.
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Locali CentoStazioni - Piazzale della Stazione
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WE - POST
WE Post!
Il sabato. Spazi di CentoStazioni
Ore 10.30 We post è un verbo di azione. E’ l’atto di depositare i contributi. Il gruppo di Ciclopica racconta il progetto. Le persone sviluppano ragionamenti inserendo su Ciclopica
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Locali CentoStazioni - Piazzale della Stazione
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WE - POST
post-it rosa per raccontare gli elementi apprezzati, da consolidare e sviluppare:
post-it gialli per dire le debolezze e i fattori che il progetto non risolve:
• segnalare la ciclofficina con delle icone • insegnare agli automobilisti di rispettare i ciclisti specialmente quando si attraversano i pontui, sottopassaggi, crocevie…magari con i lampioni o almeno con i cartelli, insomma la sicurezza ai cicliti! • La segnaletica delle piste ciclabili • Connessione dei vari percorsi • Segnare lo spazio a disposizione dei ciclisti con una striscia bianca nei sensi unici di marcia • Condivisione strade • Reciproca visibilità bici pedoni auto • Le cabine telefoniche pit stop • Percorsi sensoriali • Cartellonistica • Esistenza di postazioni pit stop di assistenza ai ciclisti • Importante la condivisione e partecipazione via web, si auspica l’integrazione cartellonistica su segnalazioni importanti
• mancata integrazione servizio bike sharing, eventuale inserimento sulla mappa • bisogna costruire una capillare sicurezza nei quartieri interni al progetto ciclopica promuovendo l’attività di partecipazione e fruizione • sicurezza-fiducia • pensare a macroflussi più funzionali alla mobilità individuale • oltre a percorsi sensoriali percorsi di necessità • pista ciclabile su via Gallipoli tra porta Rudiae e l’incrocio della stazione • scarsa intersezione dei percorsi • impostazione tipo linee autobus – circolari!! • Collegamento con il carcere borgo San Nicola
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IL TAVOLO NOMADE 32
Per raccogliere le voci narranti e fissare una superficie di lavoro comune. Il tavolo nomade è a crescita continua. Serve a stare insieme, con discorsi che diventano di tutti quando si condividono le cose, compreso il caffè.
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IL TAVOLOWE NOMADE - POST
Ciclopica esprime il diritto all’attraversamento. Stimola il ciclista, con strategie strutturali di fruibilità. La città è costruita dalla città. Viene segnalata e modificata. Le fermate riconoscono i luoghi chiave e le icone dicono quello che le fermate offrono: i posti e le cose da osservare. Ciclopica sviluppa il diritto al cambiamento, dello spazio e del tempo. La sua mappa è in evoluzione e in trasformazione continua: è generata dal punto di vista del ciclista. Ciclopica avvia relazioni fra i raggi, da input a strumento di lavoro quotidiano collettivo. Ciclopica è un passo verso una città che si muove, con un reticolato significativo. Non disperso, per fare massa nei percorsi. La forza dell’esempio è una rivoluzione silenziosa. Il senso civico e l’esempio trasformano le abitudini. Essere capaci da soli è un percorso di consapevolezza.
La spinta alla considerazione ed al buon senso è l’atteggiamento culturale dell’informazione. Ciclopica Attiva canali online. Per scambiare informazioni ed essere considerati, perché emergenti ad un livello massivo. La paura del quotidiano è un deterrente. Per questo occorrono proposte concrete e un coinvolgimento sul campo. Via vecchia non invecchia. I percorsi ciclabili diventano sistemi autoprotetti, perché immaginari di flussi pienamente riconoscibili. Le piste di Lecce non sono riconoscibili, né rettilinee. Sono mantenute malissimo. Bisogna arrivare ad una rete di maglie riconoscibili, fortemente integrate. L’obiettivo dell’integrazione è un fatto naturale delle strategie di mobilità. Integrare e contaminare cammini, criteri, competenze, insieme alle prassi. Le biciclette nelle stazioni, per cicloparcheggi integrati fra città permeabili. Treni a pedali e servizi come beni comuni.
L’atteggiamento dei ciclisti è per tutti. Agiscono ogni giorno sui punti critici, lavorano sulle abitudini, operano compensazioni. Condividere la strada con le macchine. La sicurezza aumenta quando aumentano le biciclette. E’ importante farsi vedere, guardarsi in faccia: dare alle bici la possibilità di andare contromano. Se la bicicletta si diffonde, aumenta il buon senso. La realizzazione di percorsi ciclabili non è sottrazione di parcheggi, ma riduzione dei conflitti. Mai affermare primati nella mobilità! Basta il senso di insicurezza per incrementare il rischio. Portarsi ad un livello di pareggio, nel reciproco rispetto delle parti. Riappropriarsi subito del diritto, unire le piste, creare flussi efficaci. Con un disegno creativo, contestualizzare le strade, fermarsi nella frenesia, dal centro alla periferia. E viceversa.
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WE NOTE
WE Note!
La riflessione del team del WE-LAB sui fattori di cambiamento
Sabato. Ore 18.00. Un nuovo lucido, sui we-post, racchiude i contributi in contenitori coerenti. Fattori positivi e negativi formano un sistema divergente e un meccanismo cooperante, di punti positivi e di elementi negativi. Il PIU’ raccoglie i fatti migliori del progetto, i suoi valori di fondazione, riconosciuti dagli altri. Il MENO indica le questioni ancora aperte. E’ una CICLOPICA attraversata da mobilità a velocità diverse, infiltrata nei luoghi dei quartieri, verso altri luoghi.
• La rete della ciclabilità + •
attraverso un processo di connessione dei vari percorsi
- La maglia della ciclabilità: •
•
con un tessuto crescente di strade
•
+ • La segnaletica e i servizi • • • • •
l’individuazione diffusa delle ciclofficina mediante le icone la segnaletica generativa delle piste ciclabili la definizione leggera dello spazio a disposizione dei ciclisti, mediante una striscia bianca nei sensi unici di marcia la comunicazione e la cartellonistica le cabine telefoniche pit-stop per l’assistenza ai ciclisti
+ • la partecipazione via Web •
•
•
macro flussi poco funzionali alla mobilità individuale pochi percorsi di necessità, oltre ai percorsi sensoriali scarsa intersezione dei percorsi
•
linee ancora rigide
- La consapevolezza e fiducia: • •
la sicurezza capillare nei quartieri presuppone attività di partecipazione e fruizione da sviluppare, per fondare la sicurezza sulla fiducia.
- L’integrazione debole • •
fra le reti e con gli altri servizi di mobilità
condivisione e cooperazione trasversale
+ • La condivisione e rispetto • • •
l’insegnamento del rispetto reciproco nei punti cardine di attraversamento l’incremento della sicurezza attraverso la condivisione delle strade la reciproca visibilità fra bici, pedoni e auto
• I percorsi sensoriali + •
come fatto essenziale della mobilità
• La maglia della ciclabilità + •
La mancanza di consapevolezza e fiducia
•
L’ integrazione debole
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LUNGO LE LINEE DI CICLOPICA
Dalle linee di Ciclopica L’esplorazione e la stazione Domenica mattina
Ore 09.30 Le persone sono linee ciclopiche colorate. Giungono dagli estremi. Attraversano la città, fino alla stazione. Esplorano e osservano. Raggiungono la fermata. Quarta. Poca simulazione e Molta realtà. In movimento. La conoscenza delle cose non è mai un fatto indiretto
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LUNGO LE LINEE DI CICLOPICA
CICLOPICA - linea viola
la metropolitana leggera che non c’è di Beatrice Leone
Per risalire al contrario lungo la linea viola di Ciclopica, la metropolitana leggera che non esiste, ci si può dare appuntamento al mercatino cosiddettoetnico. E scoprire, alle nove di mattina di una domenica di dicembre, una piazza che non è una piazza, circondata da avvisi minacciosi per i curiosi passanti, saracinesche chiuse, cemento colorato di blu e arancione. Magari, proprio al centro della piazza non piazza, ci si può mettere una bella bici bianca. Così. Per vedere che effetto fa. E magari, fare delle foto. A quel punto, ci si potrebbe far venire nostalgia del mercato con la tettoia liberty, di fronte alle mura del castello, dove si andava a fare la spesa da piccoli con i nonni, e che fu distrutto nell’82. Ma questa poi è un’altra storia. Nel frattempo insieme alla bici bianca ne sono arrivate tante. Una porpora, recuperata all’ultimo momento, con uno specchietto retrovisore rubato
alla mamma, che fa invidia a tutti gli altri. C’è n’è pure una azzurro cielo con tanto di nuvolette bianche; un’altra un po’ sgangherata multicolore, una mountain bike dall’aspetto fiero e vissuto e un’altra lucida, rosso fiammante. Ci sono pure i palloncini viola-fucsia. Si può partire. Si arriva al capolinea: via Bari. Attraversando la lunga pista deserta ci si può guardare intorno. Si scoprono i due centri sociali gemelli di San Sabino. Quello a destra sembra deserto ma non lo è. Lì dentro ci ballano il liscio i signori e le signore di una certa età. Si può sentire per un attimo una fisarmonica che suona un valzer e farsi trasportare con la bici bianca in un’atmosfera d’altri tempi. Poi arrivati su viale Aldo Moro fanno i primi incontri. Il signore in passeggiata e il suo bassotto che si fermano e osservano incuriositi. Il corridore instancabile e inarrestabile che avanza senza lasciarsi distrarre, con tanto di tuta catarifrangente. La
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mamma appena uscita dalla pasticceria che afferra in una mano un vassoio di pasticciotti e nell’altra una bimba infagottata. Per ora nessuna traccia di altre bici. Ma ecco in arrivo la prima rotatoria. Iniziano i primi ciclo-dilemmi. Tenersi sulla destra o attraversare le strisce a sinistra? Ancora: scendere dalla bici o rimanere sul sellino? In lontananza un accenno di pista ciclabile che ricompare. Rotatoria superata. Soluzione trovata. Si può tirare un gran sospiro di sollievo. Ecco si arriva a via Benedetto Croce. Qui i dilemmi diventano ciclopici. La pista scompare poi riappare dove meno te l’aspetti. Un segnale sulla destra fa eco a un piccolo pezzo di pista sulla sinistra. Strisce pedonali qua e là intrecciano tratti ciclabili appena accennati a formare una formidabile ragnatela. Ed è un tripudio di incroci, di rotatorie, di grovigli inestricabili, e di segnaletiche degne dei migliori quiz di logica. Per un attimo si può avere l’impressione di non farcela, di non essere all’altezza. Poi finalmente appare sulla sinistra il marciapiede finto
ciclabile. Ma ecco, la signora biondo platino, con il suv gigantesco piantato perfettamente in mezzo alla pista, a far sparire quell’unico barlume di speranza rimasto. La signora tutta in ghingheri esce in fretta dalla profumeria, guarda i palloncini viola-fucsia e sorride. Poi chiede scusa. Scusate, scusate. Ci vuole una pazienza ciclopica, si può pensare a questo punto. Su via Imperatore Adriano marciapiedi d’altezza ciclopica nascondono accessi ciclo impossibili. Si arriva nella piazzetta degli eucalipti senza capirne niente. Poi si ritorna sulla strada principale e qui la sfida è impari. Immettersi direttamente nella carreggiata, dove le macchine si contendono agguerrite pochi centimetri di spazio l’una con l’altra, e rischiare l’investimento certo, oppure, investire con la bici bianca la vecchietta col bastone appena uscita dalla messa, che cammina giusto davanti sul marciapiede-strettoia? Ancora una volta si arriva a capire che è questione di vita o di morte. E che le premesse portano tutte alla stessa conclusione:
conflitto frontale e interazione violenta. A questo punto si può pensare: che fortuna non essere soli! Ci sono la bici porpora, quella rossa, quella azzurra e ne è arrivata pure una nera. E poi, per fortuna che sulla bici bianca ci sono i palloncini viola-fucsia. Ti aiutano ad immaginare il marciapiede che non c’è dove la vecchietta e le bici possono stare insieme. Il pezzetto di pista che manca e la strada a misura di bici. Ti regalano i sorrisi del bassotto, della signora biondo platino e di almeno tre automobilisti. Ti costringono a fermarti per parlare con la signorina vestita di nero. Ti aiutano a giocare sulla metropolitana leggera che non c’è. E se ti eri chiesto se Ciclopica esiste, ecco a questo punto hai trovato la risposta.
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WE LAB alla stazione Domenica, ore 11,30
Cento immaginari negli spazi di CentoStazioni. Le persone che hanno attraversato Ciclopica ripercorrono le questioni dominanti, tracciano contenuti strategici, disegnano il cambiamento del progetto. Temi ciclopici Sono fissati per punti significativi. In sintesi, riassumono l’esperienza di Ciclopica e la sua evoluzione.
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IL FUNZIONAMENTO DI CICLOPICA
LA GENERAZIONE DEI PERCORSI
• si sviluppa per uscire dalla politica di settore • l’obiettivo generale è l’integrazione delle mobilità • la bicicletta entra nell’esperienza • la scala media è la forza di ciclopica • i percorsi sono civilmente accessibili • la logica si muove per passi progressivi • si stabilisce la presenza degli utenti deboli • si guardano le cose direttamente • si sviluppano soluzoni alternative • è metodo e strumento di fase progettuale • è conoscenza grammaticale • la forza dell’esempio è una rivoluzione silenziosa • è chiave dell’educazione • è progettualità aperta
• la strada è il luogo in cui riconoscere e mitigare i rapporti di forza, guardandosi in faccia • curare la transitabilità: più possibilità di esplorazione, più infiltrazione nelle periferie • un anello più esterno è una buona ipotesi per mitigare e collegare i servizi • non attendere grandi trasformazioni, ma attivare più tragitti brevi • lavorare sulle linee interrotte e sospese • analizzare direttamente e guardare dal punto di vista dell’utenza • i tecnici vadano in bicicletta a sperimentare, prima di disegnare i percorsi • curare il controllo del progetto e percepire direttamente il sistema diffuso dei rischi: alla progettazione è sfuggita la realtà • tutelare gli attraversamenti e contenere il disagio sui marciapiedi: il rischio di un tracciato a due ruote
sbagliato è quello di un’inversione dei ruoli, da ciclista virtuoso a fattore di rischio • le linee continue negli attraversamenti possono funzionare come dissuasori efficaci La Linea VIOLA e la Villa Comunale: è meglio utilizzare il percorso perimetrale e generare una segnaletica dedicata
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LA CICLABILITÀ È UN FATTO COMUNE E DI TUTTI
IL CAMBIAMENTO DI CICLOPICA
• ancora non esiste la classe media in bicicletta: si muova l’abitudine, resistente al basso uso dei pedali! • e’ importante generare un esempio dall’alto: la Pubblica Amministrazione vada quotidianamente a pedali! • si promuova un parco bici blu per gli amministratori, per promuovere piena consapevolezza, per costruire l’esempio sistematico, per saper fare strade e marciapiedi: è fondamentale conoscere la grammatica elementare del suolo • il bike sharing sia collocato nei parcheggi di scambio e si renda la mobilità da alternativa ad alternata • si agisca sull’immaginario ecologico concreto • siano curati in forma primaria i trasferimenti in bicicletta, fra scuola e casa: se ne faccia progetto di cambiamento radicale
• • • •
è cambiamento delle abitudini è rieducazione dell’occhio urbano è ripresa di consapevolezza i palloncini colorati in bicicletta sono il piccolo segno e la metafora della possibilità di cambiamento: la bellezza e lo spiazzamento sono comune modalità strategica
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1 NUOVO PERCORSO CIRCOLARE lungo la circonvallazione che colleghi le periferie
3 NUOVI PERCORSI RADIALI: • Lungo via Taranto • Lungo via Merine • Lungo viale dello Stadio (pista ciclabile già in progetto)
Prolungamento pista ciclabile lungo Via Gallipoli
Altre piccole integrazioni e modifiche
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LA PAROLA WE LAB AI PER PROGETTISTI LA CITTA’
LA PAROLA AI PROGETTISTI di “CICLOPICA - l’infrastruttura trasparente che ti sposta la città” “Com’è cresciuta Ciclopica dopo il Welab! Argomentare con cittadini interessati ed interessanti ha dato al progetto linfa vitale e nuovi paradigma da cui partire per la ridefinizione dei dettagli di Ciclopica. Noi progettisti mettevamo in discussione anche le virgole, mentre i cittadini costruivano assiomi e riproporzionavano le priorità. E’ stato intenso e costruttivo per tutti. L’apporto al progetto di design urbano è stato notevole: colori e palloncini si sono fusi in flussi di energia creativa, non perdendo mai di vista i vincoli e le esigenze della grammatica progettuale. Ma la cosa più emozionante è stata vedere la creazione della fermata Quarta con un allestimento così minimale: è bastato poco per trasformare un rendering in realtà!”
Donata Bologna, Designer
“Interessantissimo il modello We lab: coinvolgimento attivo di tutti, espressione di tutti i punti di vista, valutazioni e giudizi sul progetto. Il welab ha il senso del coinvolgimento responsabile, in quanto tutto quello che viene detto viene ascoltato, trascritto, discusso, con l’obiettivo di accrescere e arricchire il progetto stesso. Il modello è quello giusto per cercare di rendere tutti partecipi, ma soprattutto per sviluppare al massimo il potenziale del progetto, che altrimenti non si potrebbe sviluppare. Le impressioni della due giorni sono positive: ho sentito molta gente coinvolta e spinta a dire la propria, il weblab ha raggiunto il suo scopo. Il tema della mobilità sostenibile è molto sentito, quindi le soluzioni vanno integrate bene con tutti gli attori. Gli sviluppi del weblab apporteranno sicuramente un valore aggiunto a quello già esistente.”
“Mi colpito positivamente il riuscito coinvolgimento di una buona parte di attori che sostengono con fermezza il delicato discorso sulla mobilità ciclabile a Lecce, riuscendo nell’intento di integrare il progetto con l’apporto di tante altre visioni e riflessioni. Questo è servito per affermare l’idea di un progetto aperto a tutti, dove il cittadino può dire la propria in materia di mobilità, di criticità dei percorsi, nell’implementazione degli stessi tramite la piattaforma web (critical map). Un altro dato positivo sicuramente è venuto fuori dalla proposta di non vedere Ciclopica come un progetto statico: è emerso infatti di dare al progetto una continuità nel tempo, creando un blog/forum dove apportare nuove idee e informazioni utili al processo di realizzazione. Inoltre ritengo che l’organizzazione del WeLab sia stata pensata in maniera ottimale, destinando la prima giornata alla presentazione del progetto in modo da informare tutti gli attori conivolti e cittadini interessati, ricevendo al contempo delle riflessioni immediate; la seconda giornata destinata all’esplorazione dei percorsi da parte dei cittadini, quindi entra in gioco la partecipazione attiva e l’ultima alle conclusioni ricevendo un report, ma soprattutto la sua consegna alla giunta comunale, che dovrà tener conto di questo nuovo modo di vivere la città senza troppi sforzi.”
Andrea Alba, ciclofficina Ruotando
Giulio Elia, ciclofficina Ruotando
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COME CONTINUA ?
COME CONTINUA? I progettisti di Ciclopica e le diverse realtà che hanno contribuito al laboratorio facevano già parte di una fitta rete informale cittadina di soggetti interessati alla tematica della ciclabilità. Lo stesso team di progetto è costituito da parte della ciclofficina Ruotando, attiva a Lecce e vincitrice di Principi Attivi e da una designer con la fissa della bici. Entrambi vivono, lavorano e soprattutto percorrono Lecce in bici già da tempo. Le sigle apparse e i cittadini partecipanti avevano spesso già attuato iniziative ed eventi, ma anche studi e pratiche concrete, in maniera collaborativa. Questi soggetti provengono da diversi campi di azione; portano esperienze diverse e un differente sguardo sulla ciclabilità degli spazi pubblici. Le persone collaboranti variano: da gruppi formali o informali che hanno una forte mission ambientale, a quelli che immergono il tema della bici nella vita quotidiana, come atto creativo, sino a
chi fa della bici uno stile di vita, e una pratica costante . Riuscire a riunire i tanti sguardi e a chiedere a tutti un contributo per migliorare un progetto specifico di mobilità ciclabile, è stato un passo fondamentale di una cammino ancora lungo, probabilmente iniziato prima del concorso e del laboratorio. Come continuare e come dare forza e spessore a Ciclopica? Come continuare nell’opera di integrazione tra Ciclopica e il patrimonio di conoscenze degli altri soggetti? L’idea è quella di costruire un forum della ciclabilità leccese, come organismo continuo, per unire le voci e sintetizzare gli sguardi progettuali. Un forum che sappia ritagliare alla mobilità ciclabile un ruolo di primo piano entro le politiche , i piani e i programmi per lo spazio pubblico, operanti sul territorio leccese. Con due forme importanti: sul web, tramite una piattaforma dove far convergere insieme a ciclopica gli altri studi sulla ciclabilità a Lecce; nella realtà, tramite un sistema snello di appuntamenti mensili, per tenere
viva l’attenzione, organizzare iniziative concrete e controllare lo stato di avanzamento delle proposte progettuali. Di fatto ciclopica si trasforma in un progetto dinamico a forte contenuto collaborativo, permeabile dall’esterno, cosi come immaginato in fase progettuale. Il forum della ciclabilità leccese avrà, per ora, quattro grandi contenitori di riferimento: I PERCORSI, ossatura della stessa filosofia ciclabile lanciata dai progettisti. LA SICUREZZA, esigenza fondante di qualsiasi pratica legata alla bici, non solo nel progetto. LO SPAZIO CICLABILE, sui conflitti e sulle integrazioni con altre mobilità, sul sistema della segnaletica, sui materiali. L’EDUCAZIONE/LA FORMAZIONE, come agire sulla consapevolezza ecologica della bici.
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TEAM DI + LECCE NEI QUARTIERI 68
LECCE 2.0DODICI Laboratorio di idee partecipate
CITTA’ FERTILE gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate Fedele Congedo Graziana Basile Cirino Carluccio Livianna Curri
Rita Miglietta Luca Ruberti Beatrice Leone I progettisti di “CICLOPICA”
ai protagonisti di +Lecce nei quartieri - Ciclopica:
Cosimo Antonaci, Hossein Arbabi, Francesco Baratti, Cristina Bellio, Roberto Capone, Elisabetta Carracchia, Floriana Cassetta, Umberto Cataldo, Luigi Celere, Serena Crispino, Claudia De Blasi, Francesco De Carlo, Gabriele De Giorgi, Donatella De Palo, Rossana De Toma, Francesco D’Autilia, Massimo Di Giulio, Ilaria Ferrari, Annarita Gabellone, Luisella Gallucci, Cristiano Levantaci, Stefano Liguori, Sonia Luparelli, Terri Mannarini, Giovanni Mastromarini, Antonio Mattia, Enrico Melissano, Gabriele Molendini, Rocco Morano, Davide Negro, Lorenzo Normiro, Antonio Palumbo, Massimo Pitotti, Marcello Rizzo, Giuliana Rollo, Carlo Salvemini, Danilo Sava, Delia Solari, Diego Soleri, Stefano Spagnolo, Fabio Tinella, Antonio Tondo, EnricoTortelli, Giusi Urso.
a Claudia De Blasi per la capacità elevata del suo sguardo
Un ringraziamento particolare a tutte le associazioni e i gruppi: FIAB - CICLOAMICI, ADOC, IL FORMICAIO, STAZIONEBICINEMA, RICUSO, ZEI per aver portato +Lecce nei Quartieri
a tutti coloro che hanno reso questa esperienza un fatto vero, per la loro partecipazione, che è il senso
a CentoStazioni S.p.A per aver dato casa ad un WeLAB pienamente pubblico
a te, che hai letto le nostre parole, fino in fondo e che per questo muovi la città. Report a cura di Città Fertile 19 dicembre 2011
CITTÀ FERTILE gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate
LECCE 2.0dodici Laboratorio di idee partecipate
CITTA’ FERTILE è un gruppo tecnico interdisciplinare che promuove i processi partecipativi per la progettazione urbana e architettonica, la pianificazione urbana, la programmazione strategica, la gestione dei conflitti ambientali, le forme di ricerca socio-territoriale. CITTA’ FERTILE costruisce architetture partecipate di processo, fondate su metodi comunitari, integrati, variati ed adattati per cittadini, gruppi organizzati, pubbliche amministrazioni. CITTÀ FERTILE è un libero gruppo di professionisti e di cittadini attivi costituito in associazione per promuovere l’Urbanistica Partecipata, l’Ascolto Attivo e la condivisione dei Saperi.
Lecce ha bisogno di uno spazio pubblico, in cui possa farsi sentire e conoscere chi pensa che la città può essere governata e vissuta in maniera diversa rispetto a questi ultimi anni. Una dimensione in cui riunire iniziative di protagonismo civico sparse sul territorio e provare a trasformare le idee “minoritarie” in un progetto maggioritario. Lecce2.0dodici vuole provare a creare: un laboratorio di idee dove provare a saldare il lavoro sul territorio (sporcandosi le mani, consumando le scarpe, perdendo la voce) con le opportunità della rete, straordinario mezzo di organizzazione non verticistica dei pensieri e delle persone.
Un contenitore in cui mettere assieme ingredienti fondamentali per dare sapore e sostanza ad un’idea di discussione partecipata: passione, senza la quale non si va da nessuna parte; creatività, per proporre un modo diverso di protagonismo civico; competenza, per dare ordine, coerenza e forma a questo entusiasmo. Un luogo in cui intrecciare energie e proposte dando loro un metodo.
web: www.cittafertile.it web: www.lecce20dodici.it mail: leccecittapubblica@libero.it
CITTA’ FERTILE
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La forza dell’esempio è una rivoluzione silenziosa. WeLab, Tavolo Nomade, 18 dicembre 2011
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