Detourism Venezia magazine 14 luglio agosto 2015 - july august 2015

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Venezia MAGAZINE ANNO III (YEAR 3) 2015 LUGLIO AGOSTO (JULY AUGUST)

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ANNO III_2015 numero 14

LUGLIO / AGOSTO YEAR III_2015 issue 14

JULY / AUGUST

( venezia ) MAGAZINE BIMESTRALE ONLINE A CURA DI BI-MONTHLY ONLINE MAGAZINE Ufficio Turismo Sostenibile della Città di Venezia Redazione /Editors Luca Bianchetto Francesca Perotto Sara Rossi Marta Zardinoni Hanno collaborato a questo numero /In collaboration with Mariagrazia Dammicco, Marco Molin, Roberto Ranieri

Contatti /Contacts turismosostenibile@comune.venezia.it www.veneziaunica.it/it/turismo_venezia www.comune.venezia.it/turismo Progetto grafico /Graphic design mimicocodesign.com

SCOPRI LA VENEZIA CHE NON TI ASPETTI TRAVEL VENICE LIKE A LOCAL Detourism è il nuovo magazine della Città di Venezia, per viaggiatori curiosi che amano le deviazioni dai soliti percorsi, alla ricerca dei luoghi più originali, insoliti e segreti della città. Detourism is the new magazine of the City of Venice, for curious travellers who enjoy wander off the beaten path looking for the Venice most unusual and secret places and discovering its original characters. PERCHÉ DETOURISM? WHY DETOURISM? Perché Venezia è la città perfetta in cui perdersi. Per un modo diverso di viaggiare. Per vivere Venezia da veneziani. Per scoprire un’altra Venezia. Vi invitiamo a diventare deturisti, scoprire quello che le guide non dicono, percorrere itinerari fuori dai luoghi comuni e sperimentare incontri inaspettati. Because Venice is the perfect place to get lost. Travelling in a different way. Experiencing Venice like a Venetian. Discovering another Venice. So ditch the itinerary and become a detourist, find out what travel guides never tell, and discover an unexpected Venice. BUON DETOUR! HAPPY DETOURING! Ufficio Turismo Sostenibile della Città di Venezia The Venice Office of Sustainable Tourism

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L'ALTRA FACCIA DELLA LAGUNA /The other face of the lagoon

LA VENEZIA PIU VERDE /The greener Venice

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SAN FRANCESCO DEL DESERTO /San Francesco del Deserto island

I GIARDINI DI CASTELLO /The Gardens of Castello

BIENNALE ARTE /Venice Art Biennale

ARTE E MOSTRE /Art Exhibitions

TEATRO /Theatre

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BECOMING MARNI /Becoming Marni

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA /San Giovanni Battista Church

TEATRINO GROGGIA /Groggia Theatre

LE PIETRE DI VENEZIA NON SOLO GONDOLA /The Stones of Venice /Not only gondola

FESTE VENEZIANE /Festivals & Events

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TRADIZIONI E CURIOSITÀ /Traditions and curiosities

I BARCHINI /Little boats

UN ANNO DI TRADIZIONI /The great traditional festivities


L'ALTRA FACCIA DELLA LAGUNA /The other face of the lagoon

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SAN FRANCESCO DEL DESERTO, BEATITUDINE NELLA SOLITUDINE /San Francesco del Deserto,“blessed be loneliness ”

testo di /text by Marco Molin - Direttore Centro Studi Torcellani Fotografie /Photographs by Archivio Fotografico Centro Studi Torcellani

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beata solitudo…o sola beatitudo. Sono queste le parole con il quale il visitatore, che sia semplice turista oppure pellegrino in cerca di spiritualità, viene accolto all’ingresso del convento di San Francesco del Deserto, isola poco lontana dalla storica Torcello e ancor meno distante dalla vivace e colorata Burano. Le origini del luogo risalgono al sec. I d.C. quando, in una laguna morfologicamente diversa dall’attuale, l’isola si trovava in una posizione più vicina al mare e quindi fungeva da punto per lo stoccaggio delle merci portate dalle navi in arrivo. Bisogna però attendere il Medioevo per avere una menzione dell’isola. San Bonaventura racconta che San Francesco d’Assisi , giunto nella laguna di Venezia di ritorno dal suo viaggio in Egitto, si recò su questa isoletta per cercare un luogo adatto alla preghie-

ra e al riposo. Assieme al suo compagno di viaggio, frate Illuminato da Rieti, Francesco iniziò a recitare i salmi ma venne disturbato da una moltitudine di uccelli palustri che con i loro canti non permettevano ai due religiosi di recitare le orazioni. Su esortazione di Francesco gli uccelli subito tacquero e rimasero in silenzio fino a quando i due frati non terminarono il loro raccoglimento. Siamo nell’anno 1220 e l’isola era conosciuta come “Isola delle due vigne”, toponimo che rimanda ad una vocazione agricola del luogo coltivato a vigneto come era tipico di altre isole della laguna. Nel 1233 il proprietario dell’isola Jacopo Michiel la dona ai frati seguaci di San Francesco e poco tempo dopo in quest’isola venne costruita la prima chiesa dedicata al Santo di Assisi , morto nel 1226 e canonizzato soltanto due anni dopo. L’isola iniziò ad essere cono-


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he “O beata solitudo…o sola beatitudo” i.e. “Blessed loneliness is my saviour” - be the tourist or pilgrim in search of spirituality, these are the welcoming words, to greet the visitor, at the entrance of the convent of San Francesco del Deserto – a small island not far from the historic Torcello and even less far from the lively and colourful Burano. Its origins can be traced back to the first century AD, when the lagoon was morphologically different, and the island was nearer to the sea. At that point in time, it acted or served as a storage locality for goods brought by incoming ships. However, there was no mention of the island until the Middle Ages. Saint BoIn alto e nella pagina accanto naventure narrates that /at the top and on the opposite page Saint Francis of Assisi arriL'isola di San Francesco del Deserto. ved at the entrance of the /The island of San Francesco del Venetian lagoon on his way Deserto. back from Egypt, and went ( venezia ) MAGAZINE

to this small island looking for a suitable place to pray and rest. Together with his travel companion, brother Illuminato of Rieti, Francis started to recite the psalms but was disturbed by the calls and chirps of flocks of marsh birds. The two pious men found it impossible to recite their prayers. Francis pleaded with the birds. They immediately quietened down and remained in silence until the two friars finished their meditation. Then in 1220, the island had the name of “ the island of the two vineyards” a place name recalling its agricultural vocation and origins as a vineyard, as was typical of other lagoon islands. In 1233, Jacob Michiel, the owner of the island, gave it to the friar-followers of St. Francis. Very soon after, the first church dedicated to the saint – who died in 1226 and was canonized only two years later - was built there. The island then became known as


> L'ALTRA FACCIA DELLA LAGUNA /the other face of the lagoon

La visita dell'isola è permessa ad orari stabiliti e per i gruppi è gradita la prenotazione. Il sito di riferimento è il seguente: www.sanfrancescodeldeserto.it Bibliografia di riferimento: M. Molin, O beata solitudo, o sola beatitudo. L’isola di San Francesco del Deserto «Quaderni Torcellani n. 7», Venezia, 2015 (in corso di pubblicazione).

Sotto /at the bottom Chiostro della seconda metà del ‘400, opera di fra Nicolò Erizzo, che resse il convento dal 1452 al 1460. /The Cloister was built in the second half of the XV century by fra Nicolò Erizzo, who ran the convent from 1452 to 1460.

sciuta come San Francesco de Contrada, in quanto appartenente alla contrade della laguna di Venezia. Nel corso del sec. XV però il territorio della laguna torcellana iniziò la sua lenta ed inarrestabile decadenza , dalla quale non furono esenti i monasteri; le nobili famiglie si erano trasferite a Venezia dove ormai i traffici commerciali trovavano a Rialto il loro luogo ideale e anche i monaci trovarono nella Dominante il loro luogo più adatto per l’esercizio delle attività pastorali. Fu proprio questo abbandono a far si che l’isola venisse nominata Deserto e da qui San Francesco del Deserto. I Francescani poi ritornarono e si susseguirono nelle varie obbedienze interne all’ordine fino al 1806 quando i decreti napoleonici di soppressione degli ordini religiosi colpiro-

St. Francis of the Contrada as it was one of the contradas or districts in the Venetian lagoon. During the 15th century, a slow and unstoppable deterioration started in the Torcello lagoon area , and monasteries were not excluded either; the noble families moved to Venice, where commercial traffic had already considered the Rialto area an ideal place. Even the friars thought the “Dominante” to be more suitable for their pastoral activities. This state of abandonment was the reason for it to be called “Deserto” or deserted ; and from this - “San Francesco del Deserto”. The Franciscans returned and were obedient to their order until 1806 when Napoleonic decrees to abolish religious orders also struck this community of


Tourists are permitted at established times and bookings are required for groups. Please consult the following website for more information: www.sanfrancescodeldeserto.it Bibliographical references: M. Molin, O beata solitudo, o sola beatitudo. L’isola di San Francesco del Deserto «Quaderni Torcellani n. 7», Venezia, 2015 (forthcoming publication).

In alto /at the top Il convento è circondato da un giardino di pini marittimi, cipressi secolari e altre piante antiche, popolato da numerosissimi uccelli. /The monastery is surrounded by a garden of pines, cypress trees and other ancient plants, populated by numerous birds.

no anche questo cenobio. Da quel momento l’isola divenne proprietà del demanio militare fino al 1858 quando per interessamento del Ministro Generale Padre Bernardino dal Vago da Portogruaro, il governo austriaco la concesse al Patriarca di Venezia il quale la donò in perpetuo ai frati francescani che ancora oggi la custodiscono. L’isola è un luogo di pace e di tranquillità, con i suoi due chiostri, la chiesetta conventuale e il giardino, un luogo di ritiro e di ristoro per chi cerca se stesso aiutato dal clima francescano di semplicità e di accoglienza offerto dai quattro frati che oggi la custodiscono accogliendo chiunque bussi alla loro porta. ( venezia ) MAGAZINE

monks. From that moment onwards, the island became military government property until 1858, when through intervention of Father Bernardino dal Vago da Portogruaro, it was given by the Austrian government to the Patriarch of Venice who in turn donated it as a perpetual holding to the Franciscan monks who still take care of it today. The island is a haven of peace and tranquillity, with its two monastery courtyards, annexed church and garden, a place of retreat and comfort for anyone in search of himself, aided by a Franciscan simplicity and hospitality, that is offered by the four monks taking care of the place and welcoming whoever knocks at their door.


LA VENEZIA PIÙ VERDE /The greenest side of Venice

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I GIARDINI DI CASTELLO, DA NAPOLEONE ALLA BIENNALE The gardens of Castello, from Napoleon to the Biennale Testo di /by Mariagrazia Dammicco, Wigwam Club Giardini Storici Venezia Foto di / Photos by Andrea Avezzù

In alto /at the top Una vegetazione lussureggiante sulla Motta di Sant'Antonio, oggi ripulita ed integrata con nuove piante, da cui guardare verso la Pineta della vicina isola di Sant'Elena. /The lush vegetation on the Motta di Sant'Antonio has been tidied and combined with new plants, offering the perfect spot from which to look towards the pine wood of nearby island of Sant'Elena.

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na fermata di vaporetti e motoscafi pubblici che si chiami “Giardini” non può non far pensare che ad un luogo in cui godere di uno squarcio di natura in città . La conoscono bene le centinaia di migliaia di visitatori che qui approdano ogni anno per la Biennale, nell’alternarsi di esposizioni d’arte e di architettura all’interno dei 30 padiglioni immersi nella vegetazione cresciuta con la manifestazione stessa. Ma anche tutti i veneziani che godono dell’ombra dei viali in compagni di antiche statue. Affacciati sul Bacino di San Marco, i Giardini di Castello sono considerati l’area verde più estesa del centro storico: 65.000 metri quadrati, oggi occupati per circa due terzi dalla Biennale, con centinaia di specie vegetali fra “nostrali” e “forestiere” ed alcuni esemplari arborei monumentali. In realtà le origini di questi giardini risalgo-

no a Napoleone che, nell’ambito di una più ampia razionalizzazione urbanistica, volle costruire in quest’area marginale del sestiere di Castello un parco per la cittadinanza, fra i primi in Italia . Realizzati tra il 1808 e il 1812, richiesero l’imbonimento del Paludo di Sant’Antonio e l’abbattimento di un quartiere popolare che comprendeva anche le chiese con convento di San Nicolò di Bari, di San Domenico, delle Cappuccine Concette, di Sant’Antonio Abate e lo Spedale dei Marinai. Un ricordo di quanto esisteva prima della creazione dei giardini è l’approdo sul rio San Giuseppe segnato dal trionfale Arco Lando, che proviene dalla omonima cappella presente nella chiesa di Sant’Antonio rasa al suolo in pochi giorni. Una passeggiata collegava questi giardini per il popolo con i giardini reali di San Marco, costruiti per la residenza del figliastro di Napoleone, il vicerè d’Italia Eugenio de Beauharnais, abbattendo i Granai di


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Sopra /at the top Il Belvedere, un'oasi verde da cui godere della vista sull'isola di San Servolo. /The Belvedere is a green oasis from which to enjoy the view over the island of San Servolo.

waterbus and vaporetto stop called “Giardini” only makes you think of one thing - a piece of nature to be enjoyed within a city. It has grown up with the Biennale, and is known to hundreds of thousands of visitors that pass through, and stop over each year, between art and architecture exhibitions inside the 30 pavilions surrounded by vegetation. Even lots of locals enjoy the shaded avenues in the company of ancient statues! The Gardens of Castello look towards the St. Mark lagoon basin, and they are considered to be the biggest parkland area in the historic centre: 65,000 square metres with hundreds of plant species – local, foreign, and some tree examples being absolutely monumental. Today the parkland occupies approximately two-thirds of the Biennale area. In reality the origins of these gardens – one of the first in Italy - go back to Napoleon , who, while thinking ( venezia ) MAGAZINE

of urban improvement, wanted to build a park for the townsfolk, in the fringe area of the Castello district. The Gardens were created between 1808 and 1812, with the reclamation of the marsh area of Sant'Antonio and the demolition of a working-class district that included the churches and convents of San Nicolò di Bari, San Domenico, the Capuchin Nuns , Sant' Antonio Abate and the Sailors' Hospital. A reminder of what existed before the creation of the gardens is the waterbus stop on the Rio of San Giuseppe, where there is the triumphal Arco Lando – an arch from a chapel with the same name in the church of Sant'Antonio that was flattened to the ground in a few days. The Terranova granaries behind the Correr Museum were demolished to create a walk for the townsfolk to stroll from these gardens to the royal gardens at St. Mark's, which were created for the royal resi-


> LA VENEZIA PIÙ VERDE /THE GREENEST SIDE OF VENICE

In alto /at the top Il padiglione del Venezuela, progettato da Carlo Scarpa nel 1951, è avvolto dal verde rigoglioso dei Giardini pubblici cresciuto sul retro dell'edificio. /Designed by Carlo Scarpa in 1951, the Venezuelan pavilion is immersed in the lush vegetation of the Public Gardens at the back of the building.

Terranova alle spalle dell’attuale Museo Correr. Fu proprio per accogliere un grande afflusso di persone che la riva degli Schiavoni venne allargata e prolungata fin nella Strada Eugenia, la via più larga di Venezia realizzata interrando il rio di Castello e ribattezzata nel 1866 via Garibaldi in onore dell’”eroe dei due mondi”. Fu l’architetto Giannantonio Selva, affiancato dal botanico Pietro Antonio Zorzi, ad elaborare il progetto di questo parco cittadino che originariamente prevedeva un giardino all’italiana di gusto neoclassico con aiole e viali ortogonali. Geometrie che a metà Ottocento vennero sostituite da un impianto paesaggistico, secondo la moda imperante dell’epoca, che ancor oggi si mostra con aiole sinuose e boschetti che accolgono monumenti commemorativi. Frequentato

dence of Napoleon's stepson, Eugenio de Beauharnais, the viceroy of Italy. And it was because of the many people visiting, that the riva degli Schiavoni was widened and made to extend to Strada Eugenia, which became the widest road in Venice, and was made by filling in the rio di Castello and renamed “via Garibaldi” in 1866, in honour of the “hero of the two worlds”. Architect, Giannantonio Selva and botanist, Pietro Antonio Zorzi developed the plans for the city park, which originally called for an Italian-style, neoclassical garden with orthogonal avenues and flowerbeds. Then in the mid 1800s it was substituted by landscaping accomplished according to prevailing period trends, which still today show off winding flowerbeds and groves that accommodate commemorative monuments. Famous people like composer Richard


Sotto /on the bottom In un'area appartata dei Giardini pubblici, il possente gruppo della "Minerva sul leone", scolpito da Antonio Giaccarelli per coronare la facciata delle Gallerie dell'Accademia di Belle Arti da cui fu qui trasferita nel 1938. /In a secluded area of the Public Gardens lies the powerful "Minerva sul leone". Antonio Giaccarelli carved the sculpture to crown the façade of the Gallerie dell'Accademia di Belle Arti, but it was moved to its current position in 1938.

da personaggi illustri come il musicista Richard Wagner, lo storico Hyppolite Taine e lo scrittore Théophile Gautier, era un luogo di ricreazione e divertimento con un piccolo giardino zoologico ed un maneggio, spettacoli circensi, esibizioni dell’elefante Toni ed una mongolfiera! Tuttora si può ammirare il ponte “a raso”, ovvero senza scalini, per agevolare il passaggio di cavalli che collega il largo Marinai d’Italia e l’ombroso viale Garibaldi bordato da tigli, sofore ed olmi accanto alla elegante Serra Margherita recentemente restaurata. Era il 1886 quando i Giardini di Castello vennero scelti per ospitare la sede dell’Esposi-

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Wagner, historian Hyppolite Taine and writer Théophile Gautier spent time in the gardens. It was a place for recreation and amusement, and there was a small zoo, stables, circus events, performances by Toni the elephant and a hot-air balloon! Even now you can admire the grade-level bridge, i.e. without steps, to facilitate the passing of horses. It connects largo Marinai d'Italia to the shady viale Garibaldi – an avenue fringed with linden trees, sophoras and elms near the recently restored Serra Margherita (greenhouse). In 1886, the Gardens of Castello were chosen as a location for the National Artistic Exposition in the follo-


> LA VENEZIA PIÙ VERDE /THE GREENEST SIDE OF VENICE

Fermata “Giardini”: un nome inequivocabile per chi sia alla ricerca della Venezia più verde, qui indissolubilmente legata alle esposizioni d’arte e architettura della Biennale di Venezia. /Giardini is a definite bus stop for anyone looking for something greener. It is permanently linked to Biennale art and architecture exhibitions.

A destra /at the right Fra i padiglioni della Russia e del Venezuela, uno dei platani monumentali che risalgono al periodo napoleonico. /Between the Russian and Venezuelan pavilions sits one of the monumental plane trees dating back to the Napoleonic period.

zione Artistica Nazionale dell’anno successivo, ispirandosi alle Esposizioni Universali di Londra del 1851 presso lo storico Crystal Palace e del 1855 a Parigi. Ma fu nel 1895 che, per festeggiare le nozze d’argento dei Sovrani d’Italia, venne inaugurata la prima delle Biennali recintando una vasta area dei Giardini che negli anni Trenta venne estesa fino ad occupare anche una fascia del nuovo quartiere di Sant’Elena. Oggi monumentali platani ottocenteschi, talvolta magistralmente inglobati nelle stesse architetture, costeggiano uno dei viali principali disegnati dallo stesso Selva. Splendidi esemplari di Celtis australis svettano ai piedi della Motta di Sant’Antonio, una montagnola di gusto romantico, probabilmente elevata con le macerie degli edifici demoliti. Dal Belvedere, recentemente restaurato ed integrato nell’area del chiosco, si può godere di una ariosa vista sul bacino davanti all’isola di San

wing year, getting inspiration from the 1851 World Exposition at the historic Crystal Palace in London, and from Paris in 1855. But only in 1895, to celebrate the silver wedding anniversary of the King and Queen of Italy was the Biennale inaugurated with a vast area of the Gardens being fenced off. Then in the thirties, this area was extended to cover even a section of the new Sant'Elena district. Today monumental -sized 19th century plane trees, at times skilfully merged with the local architecture, flank one of the main avenues designed by Selva himself. Splendid examples of Celtis australis stand out at the base of the Motta di Sant'Antonio, a small quaint mound most probably made from the rubble of demolished buildings. From the recently restored Belvedere, now integrated into the kiosk area, among clumps of Hydrangea quercifolia, shiny mahonia, and red loropetalum, you can get an airy view of the basin in front of San Servolo


Sotto /on the bottom Il percorso che, passando dietro al padiglione della Germania, costeggia la macchia spontanea, rischiarata dai bagliori del bacino. /The route passing behind the German pavilion flanks the natural maquis shrubland illuminated by the gleam of the basin.

Servolo fra macchie di Hydrangea quercifolia, lucide mahonie, rossi loropetalum. Lungo i percorsi più nascosti folte bordure di Ruscus hypoglossum e aculeatus si mischiano ad Iris foetidissima dai vistosi baccelli arancioni. Ma anche pungenti agrifogli dalle rosse bacche accanto a fitti cespi di Erigeron dalla delicata fioritura che ricorda le margheritine. O ancora ciuffi di Carex pendula misti ad altre graminacee perenni. Verso est, sul rio, mediterranei corbezzoli e lecci dialogano con esotiche piante di Callistemon, Metrosideros, Phormium tenax, Grevillea ed eucalipto a fianco del nuovissimo padiglione dell’Australia, continente da cui provengono. Fin dall’ingresso sull’acqua, accanto al caffè-ri-

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island. Along hidden routes, thick borders of Ruscus hypoglossum and aculeatus mix with Iris foetidissima and their flashy orange pods. Prickly holly with its red berries, near thick heads of Erigeron and its delicate flowers that remind you of daisies. Or, yet again, mixed bushes of Carex pendula intertwined with other seeding perennials. Towards the east on the rio, mediterranean strawberry trees and oaks mix with exotic Australian plants, like Callistemon, Metrosideros, Phormium tenax, Grevillea and eucalyptus near the newly constructed Australian pavilion. Right from the water entrance, near Paradiso, the café-restaurant built in the thirties, lines of oaks and


> LA VENEZIA PIÙ VERDE /THE GREENEST SIDE OF VENICE

A destra /at the right Il giardino delle Sculture, progettato da Carlo Scarpa nel 1952. /The Sculpture Garden, designed by Carlo Scarpa in 1952. Al centro /in the middle L'elegante Carpinus japonica che si staglia sulla facciata dell'ex Padiglione Ialia. /An elegant Japanese hornbeam stands out on the façade of the former Italian pavilion designed by Duilio Torres in 1932.

> CURA DEI GIARDINI /Gardens care Importante l’opera di valorizzazione e cura dei Giardini di Castello che dal 2011 la Fondazione La Biennale di Venezia, per impulso dello stesso Presidente Paolo Baratta, sta conducendo in accordo con la Direzione municipale del Verde Pubblico. Fra le principali azioni condotte finora: verifica del patrimonio arboreo, censimento botanico delle principali alberature, armonizzazione all'interno delle macchie, in particolare nei boschetti di impianto romantico dove specie spontanee e incontrollate stavano minacciando quelle previste dal progetto originario. Sono state anche ripristinate e integrate le siepi con più di 2000 arbusti per formare siepi e integrare il sottobosco. Sono stati inoltre liberati i tronchi di oltre 150 alberi dall'edera. È stata istituita la figura di un giardiniere coordinata, come per tutte le azioni che riguardano il verde, da un responsabile.

storante Paradiso costruito negli anni trenta, filari di lecci e tigli conducono, attraverso il varco della biglietteria, al Padiglione Centrale (ex Padiglione Italia), candida architettura e punto focale su cui spicca un contorto Carpinus japonica. All’interno, il Giardino delle Sculture realizzato nel 1952 da Carlo Scarpa, magistrale momento di pausa e meditazione fra arte e natura.

To be noted is the Castello gardens' promotion and care project , started personally, in 2011 by the Biennale Foundation president, Paolo Baratta, and implemented in agreement with the municipal management for Green Areas. Main activities conducted up to now: verification of arboreal heritage, botanic census of main trees , harmonization within various scrub areas , particularly in quaintly romantic woodland where spontaneous uncontrolled species threaten originally planned ideas. Hedges have been renewed and integrated with more than 2000 types of mixed shrubs already present on site. More than 150 tree trunks have been freed of ivy. The position of a gardener has been instituted, and will be called upon in all those cases when deemed necessary.

linden trees lead through the opening at the ticket office to the central pavilion (the former Italian pavilion) a focal point with its flashing architecture, and a gnarled Carpinus japonica standing out. Inside, the Garden of Sculptures created in 1952 by Carlo Scarpa, for moments of rest, relaxation, and meditation between art and nature.


> INFORMAZIONI UTILI //Useful information

Indirizzi/Addresses Giardini pubblici di Castello Castello, riva dei Partigiani (altro ingresso in via Giuseppe Garibaldi) Sempre aperti Giardini della Biennale www.labiennale.org/it/arte/ biglietteria/ Da leggere, perfarsi guidare /Reading suggestion before you go

Tiziana Favaro e Francesco Trovò (a cura di), I giardini

napoleonici di Castello a Venezia. Evoluzione storica e indirizzi, Libreria Cluva

Editrice, Venezia 2011.

Regina Bonometto, Giardini di memorie, Recupero della memoria storica. Giardini di Castello, Filippi Editore,

Venezia 2008

Mariagrazia Dammicco,

Guida ai giardini di Venezia / A Guide to the Gardens of Venice, foto di Gabriele

Kostas, La Toletta Edizioni, Venezia 2013 e 2014.

Informazioni /Contacts Wigwam Club Giardini Storici Venezia giardini.storici.venezia @gmail.com +39 388 4593091 +39 328 8416748

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ARTE E MOSTRE /Art Exhibitions

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LA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA /San Giovanni Battista Church

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a Chiesa di San Giovanni Battista è una chiesa che ha ospitato due Ordini Cavallereschi: quello dei Templari e quello degli Ospedalieri di San Giovanni. È stata edificata nel 1187 dai Templari contemporaneamente all’edificio conventuale adiacente l’attuale Gran Priorato di Lombardia e Venezia del Sovrano Militare Ordine di Malta. Nel corso dei secoli è stata chiamata di San Giovanni del Tempio durante il periodo Templare, di San Giovanni Battista durante il periodo Giovannita ma dai veneziani era chiamata anche Chiesa di San Giovanni dei Furlani per la numerosa presenza della comunità friulana della zona. L’attuale delineazione risale al restaurato fatto dal Gran Priore

Sebastiano Michiel dal 1498 al 1505. Inizialmente vi erano sette altari; all’inizio del '500 divennero cinque; successivamente nel 1806 la chiesa fu completamente spogliata da Napoleone per essere adibita a teatro. Nel 1841 con l’avvento degli austriaci la chiesa venne riadornata di tre altari derivanti dai magazzini del demanio di Santa Margherita, dove erano stati collocati durante il periodo napoleonico. L’altare maggiore proviene dalla chiesa di San Geminiano, chiesa progettata ai primi del '500 dal Sansovino. Per questa chiesa fu dipinta dal maestro Giovanni Bellini nel 1505 la pala raffigurante il battesimo di Gesù con accanto il committente, il Gran Priore Sebastiano Michiel. In questa


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he Church of St. John the Baptist hosted two Orders of Knights: the Templars and the Hospitallers. It was built by the Templars in 1187, at the same time as the nearby convent - the present day Grand Priorate of Lombardy and Venice of the Sovereign Military Order of Malta. Over the centuries, during the Templar period, it was called “San Giovanni del Tempio” ; then “San Giovani Battista” during the period of the knights of St. John, but the Venetians always called it, the “Church of San Giovanni dei Furlani” because of the big Friulian community in the area. Its present day layout goes back to restoration carried out from 1498 to 1505, by Grand Prior Sebastiano Michiel. In alto At the start, there were seven /at the top altars; then at the beginning of La Chiesa di San Giovanni Battista 1500 there were five; /San Giovanni Battista Church afterwards in 1806, the church was completely emptied by ( venezia ) MAGAZINE

Napoleon, in order to become a theatre. In 1841, when the Austrians arrived, the church was refurbished with three altars coming from the Santa Margherita Government warehouses where they had been placed during the Napoleonic period. The main altar comes from the church of San Geminiano, designed by Sansovino at the beginning of the 1500's. A magnificent altarpiece depicting the baptism of Jesus with Grand Prior, Sebastiano Michiel, who commissioned the artwork standing nearby, was painted by “maestro” Giovanni Bellini in 1505. The tomb of Archduke Frederick of Austria, Admiral of the Imperial Austrian Fleet who died in 1847 from heartbreak at the age of 26 years, because he was refused by a young Venetian girl, can be found in this church. The tomb contains


> ARTE /Art

chiesa si trova il sepolcro dell’Arciduca Federico d’Austria, Ammiraglio della flotta Imperiale austriaca, morto nel 1847 a 26 anni di crepacuore poiché rifiutato da una giovane fanciulla veneziana. Il sarcofago contiene il corpo ma non il cuore. Il cuore è custodito in un’urna nella chiesa di San Biagio della Marina Militare a Venezia. Recentemente restaurata, la chiesa riapre al pubblico con la mostra Una figurazione illu-

minata. Dai Cavalieri di Malta agli orizzonti che ”presenta

In alto /at the top La mostra/ the exhibition “Una figurazione illuminata. Dai Cavalieri di Malta agli orizzonti”

numerose opere dell’artista Maurizio Diana , raffiguranti vari Gran Maestri dell’Ordine e realizzate dal 2006 ad oggi nell’ambito del ciclo “Le chevalier et la dame”. La mostra resterà aperta fino al 12 luglio 2015, tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle ore 11,00 alle ore 19,00. Per informazioni: Palazzo Malta, Castello 3253, 30122 Venezia (Italia), tel: +039 041 5222452.

the body but not the heart. The heart is kept in an urn in the church of San Biagio under the military ordinariate in Venice. The church was recently restored and reopened to the public with an exhibition An enlightened representation. From the Knights of Malta to future developments

presenting numerous works by artist Maurizio Diana . Many were included in the theme Le chevalier et la dame and depicted various Grand Masters of the Order. They were produced, starting from 2006 until now. The exhibition is open every day (except Mondays) from 11.00am to 7.00pm, until the 12th July, 2015. For information: Palazzo Malta, Castello 3253, 30122 Venice (Italy). Tel: + 039 041 5222452.


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BIENNALE ARTE /Venice Art Biennale

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Becoming Marni alla Biennale di Venezia /Becoming Marni opens at the Venice Biennale

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ino al 22 novembre, Marni Prisma , la serie di eventi sviluppati in occasione del 20° anniversario di Marni , occuperà in maniera pacifica gli spazi della Abbazia di San Gregorio, a Venezia, con Becoming Marni. Con la supervisione di Carolina Castiglioni, direttore creativo dei progetti speciali di Marni, e curata da Stefano Rabolli Pansera, architetto e fondatore dell'agenzia curatoriale Beyond Entropy Ltd, Becoming Marni è un'installazione site-specific concepita come atto conclusivo del programma Marni Prisma. Si compone di cento sculture in legno realizzate dall' artista brasiliano autodidatta Véio, distribuite nel chiostro e all'interno dell'Ab-

bazia a disegnare un paesaggio ideale di forme organiche. Le sculture saranno installate in diversi gruppi, in interni ed esterni, e la loro presenza segnata da un percorso tattile del colore delle acque di Venezia , tracciato sul pavimento, la cui superficie irregolare e a tratti traslucida vuole creare continuità tra l’esterno e l’interno. Una piccola casa nel chiostro ospiterà il laboratorio dell'artista per creare delle opere in loco. L’Abbazia di San Gregorio è solitamente chiusa al pubblico, un’opportunità per godere di uno spazio unico. Consuelo e Carolina Casti lioni hanno scoperto Véio in una mostra collettiva a Parigi. Attraverso Galeria Estação, che lo rappresenta in esclusiva, sono entrate in contatto con lui e Carolina lo ha raggiunto a


> BIENNALE ARTE "Becoming Marni"/Exhibition

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ecoming Marni is a very “calm, cool and collected” exhibition, held at the Abbazia di San Gregorio in Venice, from the 9th May to the 22nd November as part of Marni Prisma - a series of events organized to celebrate Marni's 20th anniversary. Supervised by Carolina Castiglioni, the creative director of Marni's special projects, and curated by Stefano Rabolli Pansera, architect and founder of curator services “Beyond Entropy Ltd” — Becoming Marni is a site-specific installation conceived as the final act in the Marni Prisma programme. It is composed of a hundred wooden sculptures by selfIn alto/at the top La Mostra Becoming Marni all'Abbazia di San taught Brazilian artist – Véio, which are positioned around Gregorio. /Becoming Marni exhibition at San the courtyard and inside the Abbey rooms, designing an Gregorio Abbey. ( venezia ) MAGAZINE

ideal landscape of organic forms and shapes. The sculptures will be placed in various groups, inside and outside, and their presence will be marked by a tactile route tinged with the colours of the waters of Venice, on an irregular, sometimes translucent flooring, wanting to create continuity between in and out. A small structure in the cloister houses the artist's workshop where on site works are produced. The Abbey is usually closed to the public. This is a further opportunity to enjoy a unique space. Consuelo and Carolina Castiglioni discovered Véio at a collective exhibition in Paris. They contacted him through Galeria Estação, his sole agent, and reached him at Nossa Senhora da Gloria, a small village in North Eastern Brazil where he lives and works. There Véio


> BIENNALE ARTE "Becoming Marni"/Exhibition

Nossa Senhora da Gloria, il piccolo villaggio nel nord-est del Brasile nel quale vive e lavora. Qui Véio crea le proprie sculture enigmatiche dando nuova vita a pezzi di legno, ciocchi e rami che trova lungo il fiume. Individua subito una forma animata in ogni pezzo - un animale, un essere umano a riposo, un uccello fantastico. Attraverso processi di trasformazione artistica — scorticando, rasando, aggiungendo uno strato finale di colore — rende gli stessi esseri visibili al pubblico, rimuovendoli dalla materia prima e quindi conferendo al legno un senso che supera la fisicità pura. Gli artisti italiani Tellas e Roberto Ciredz sono stati un mese in residenza d’artista, vivendo in prima persona luoghi e persone e hanno documentato il processo di creazione delle sculture, riprendendo Véio nel suo atelier. Una condivisione e uno scambio artistico il cui risultato è un ulteriore dialogo: una visione d'artista sul metodo di un artista. Come parte integrante di Becoming Marni, il video sarà proiettato in una stanza all'interno dell'Abbazia. Con Becoming Marni, l'identità prismatica di Marni si esprime attraverso l'incontro e il dialogo con una forma unica di creatività. Pur radicalmente distanti per In alto e nella pagina accanto provenienza geografica e /at the top and at the opposite page cultura di appartenenza, La Mostra Becoming Marni all'Abbazia di San Marni e Véio condividono inGregorio. fatti approccio e linguaggio. /Becoming Marni exhibition at San Entrambi esplorano il potere Gregorio Abbey.

creates his own enigmatic sculptures giving new life to pieces of wood, logs and branches found along the river. He immediately identifies a life form in each piece — an animal, a human being at rest, a fantastic bird. Through processes of artistic changes — removing bark and raw material, shaving and smoothing, adding a final layer of colour — the being becomes more visible to the public, and the wood is given a meaning that exceeds physical expression. Italian artists, Tellas and Roberto Ciredz spent a month with Véio at his workshop, living first-hand experiences, meeting people, documenting and photographing the processes and stages of his creations. Artistic sharing and exchange resulting in a further exchange: an artist's point of view about another artist's method. As an integral part of Becoming Marni, the video will be shown in a room inside the Abbey. In Becoming Marni, Marni's expresses its prismatic identity by transforming meeting and dialogue in a sole form of creativity. Even though radically different in origin and culture, Marni and Véio do share approach and language. Both explore the power of transformation and search for the assertive presence of a pure form. According to Marni, the audacious use of colour, the


> BIENNALE ARTE "Becoming Marni"/Exhibition

della trasformazione e ricercano la presenza assertiva della forma pura. Per Marni l'uso audace del colore, la contaminazione dei materiali e la giustapposizione giocosa di motivi trasformano il linguaggio e spostano i punti di riferimento per scoprire mutevoli possibilità. Sempre interessato alla qualità pura e al fascino vitale della Outsider Art, Marni ha trovato in Véio un portavoce dei propri stessi valori. Il titolo Becoming Marni è frutto del dialogo tra opposti lontani, persone e luoghi diversi, accomunati dalla stessa estetica, inserendosi così nella mappatura di Tutti i futuri del mondo, che è il tema della 56° Biennale d'Arte di Venezia : disegna un mondo ideale, quindi uno scenario che potrebbe appartenere al futuro.

( venezia ) MAGAZINE

contamination of materials and the playful juxtaposition of motifs transform language and meaning, moving points of referral to uncover fickle possibilities. Always interested in the pure quality and dynamic fascination of Outsider Art, Marni understands Vèio to be a spokesman of its own values. Becoming Marni is the fruit of dialogue between distant opposites, different people and places sharing the same aesthetics, thus inserting itself and finding a place in

Tutti I futuri del mondo (All the futures in the world) whi-

ch is the theme of the 56th Biennale d'Arte di Venezia : design an ideal world, and then the backdrop (scenery) that could belong to the future.


TEATRO /Theatre

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L'AVVENTURA DEL TEATRINO GROGGIA /The adventures of Teatrino Groggia

Nell’estremo lembo di nord-ovest del Sestiere di Cannaregio, in una delle aree della città ancora risparmiate dall’invasione turistica, qualcuno cerca di costruire occasioni di “dialogo” col territorio attraverso le assi del palcoscenico.

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ra gli approcci della storiografia più illuminata dedicati a Venezia, un capitolo centrale dovrebbe raccontare l’evoluzione dei luoghi di spettacolo in laguna attraverso i secoli ; snodi della vita sociale e dell’immaginario, i teatri veneziani disegnano una topografia minuta di invenzioni e rigenerazioni di spazi, ciascuno a misura del proprio irripetibile contesto di urbana vitalità. La storia del Teatrino Groggia ricalca una parabola di riconversione virtuosa, che talvolta a Venezia ha saputo ricavare da anonimi “fondaci” incubatori dinamici di idee e di esperienze. Collocato nel parco della villa omonima, nella zona un po’ defilata di Sant’Alvise a Cannaregio, nel 2012 il Groggia ha conosciuto una fase di letterale rinascita, promuovendo un gran numero di iniziative di successo. Incontriamo Mattia Berto, giovane regista veneziano cui è stata affidata la direzione artistica del teatro insieme al ( venezia ) MAGAZINE

suo gruppo mpg.cultura (www.mpgcultura.it); scommessa a suo tempo nient’affatto scontata, da vincere sul campo. D: Per assumere la direzione di un piccolo teatro come il Groggia, è necessario entrare in una particolare sinergia “umana” col territorio. In che modo ha preso corpo questo progetto, e come si è arricchito nel corso delle stagioni? R: L'avventura con il Groggia ha avuto un sapore "pop" fin dalle sue prime mosse; partire dal territorio e dalle singole persone, per costruire un “teatro-casa”, un contenitore che valorizzasse il suo essere della città nella città. Vitali i progetti nati a contatto col tessuto vitale di una venezianità dalle radici profonde, dal merletto al vetro, coinvolgendo in performance e in spettacoli l'eccellenza del teatro veneto. Abbiamo pensato a un teatro che fosse macchina sociale e umana, che guardasse alle persone


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n some of the best and most famous historiographical overtures dedicated to Venice, a central chapter should tell about the evolution over the centuries, of In the extreme north-west strip of places for performances in the Cannaregio district, in one of the the lagoon area ; and meeting places of social and imaginary areas still untouched by tourists, life. Venetian theatre designs someone is trying to communicate a minute topography of with the territory through theatre inventions and regeneration of spaces, each one based on an unrepeatable urban context. The history of the Teatrino Groggia retraces a parable of able, expert reconversion, and sometimes it is able to extract dynamic ideas and experiences from anonymous rock bottom incubators in Venice. In 2012, set in the parkland of a villa with the same name, in the quiet, forgotten Sant'Alvise area, the Groggia underwent a rebirth, while promoting a big number of successful initiatives. We met In alto e nelle pagine successive /at the top and at the following pages Mattia Berto, a young VeneIl Teatrino Groggia. tian director who was assigned the job of being the /Groggia Theatre.

theatre's artistic director together with his group mpg.cultura (www.mpgcultura.it); the task was at that point in time considered to be a difficult job. Q. To take on the management of a small theatre like the Groggia, it is necessary to enter into a sort of “human synergy” with the territory. How did this project take shape, and how did it grow over the years? A: My adventures with the Theatre, have had a “pop” feeling right from the beginning; starting with the territory and the single person to construct a theatrehouse”, a container highlighting the fact that it is a city within a city. Then, projects came to life when we came in contact with the old, everyday, Venetian lifestyle involving lace-making and glass-blowing, and involved the excellence of Venetian theatre with performers and shows. We considered the theatre as being both a social


> VENEZIA CONTEMPORANEA /CONTEMPORARY VENICE

che lo abitano. Abbiamo presentato artisti della statura di Emma Dante, Eugenio Allegri, Leo Muscato, Stefano Scandaletti, compagnie del calibro del Teatro del Lemming o Glossa teatro, partendo da qui… D: Il tuo lavoro di regista e didatta teatrale si è dimostrato molto sensibile verso la “contaminazione” fra stili ed epoche differenti... R: Mi piacciono le micro-rivoluzioni quotidiane, amo assumere rischi, magari con grandi margini di inconsapevolezza. Cerco sempre di cercare una dimensione di contemporaneità, un senso drammaturgico quotidiano che sia vicino al pubblico e a chi sta in scena. Forse è il teatro stesso a non avere un’epoca? Di sicuro ha in sé la missione di aggregare le persone, gli stili più diversi. D: Quale futuro e sostenibilità può avere, a Venezia ma anche in un’ottica più ampia, l’idea di rilanciare un’attività teatrale diffusa “dal basso”, ( venezia ) MAGAZINE

and human machine, looking at the people dwelling within. We have presented artists as famous as Emma Dante, Eugenio Allegri, Leo Muscato, and Stefano Scandaletti; and companies as important as Teatro del Lemming and the Glossa Teatro, starting from here... Q: Your work as theatrical director and teacher has shown to be very sensitive towards the “contamination” of styles and various historic periods.. . A: I like daily micro-revolutions, I love risks, even those with a high percentage of unawareness. I always look for a contemporaneity aspect. I want to give both the audience and the actors a sense of feeling and belonging. Maybe it is the theatre itself that is ageless? It certainly has the mission of gathering people from all walks of life. Q. What future and sustainability, even on a wider scale, do you see in relaunching small-scale theatrical activity in Venice rather than doing it


> VENEZIA CONTEMPORANEA /CONTEMPORARY VENICE

rispetto ai grandi circuiti di distribuzione nazionale? R: Sono tempi durissimi, ma ho la convinzione che non bisogna piangersi addosso. Attraverso la mia esperienza ho capito che proprio nelle “non economie” possono crearsi opportunità dove i giovani sperimentano nuove vie creative. Credo che a Venezia ogni spazio dovrebbe trovare una sua specialità, e così forse anche a livello nazionale. Avverto il bisogno di tornare a qualcosa di molto semplice; penso talvolta alle botteghe rinascimentali dell’arte performativa, perché no? Intanto mi tiro su le maniche, e non mollo di certo scalpello e martello.

through major national theatrical companies? A: We are living in bleak times, but I don't think we should stop and cry over ourselves. I have understood from my experiences that new opportunities can come about, from young people experimenting new ways, in times of hardship. I think that in Venice, each speciality should find its space, and maybe on a national level too. I feel the need to return to something very simple; sometimes I think, maybe even to the performing arts and workshops of the Renaissance period... why not? Meanwhile I'm rolling up my sleeves and not giving up.


LE PIETRE DI VENEZIA /The stones of Venice

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TRADIZIONI E CURIOSITÀ Traditions and curiosities

Antiche scuole SCUOLA DALMATA

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e Scuole Grandi di Venezia sono associazioni nate, a differenza delle Scuole Minori – che erano corporazioni di mestiere – come Scuole di devozione per un santo, anche con finalità di mutuo soccorso e assistenza. La Scuola Dalmata di San Giorgio e Trifone detta anche Scuola di San Giorgio degli Schiavoni è invece nata, come altre Scuole di Nazionalità, per riunire i cittadini di origine dalmata residenti a Venezia. La Scuola, con sede a Castello in calle dei Furlani ha origine a Venezia nel 1451, a seguito della conquista della Dalmazia da parte dei veneziani nel 1420.

Al suo interno sopra l’altar maggiore è, conservata una reliquia di San Giorgio (uno dei tre santi protettori della Dalmazia assieme a San Girolamo e San Trifone). Nella sala inferiore è possibile ammirare, invece, un ciclo di teleri commissionato a Vittore Carpaccio con le Storie dei santi protettori della confraternita. Tra i vari capolavori citiamo la Visione di sant'Agostino, all’episodio è legato san Girolamo, che apparve ad Agostino per avvertirlo della propria morte imminente e ascesa in cielo. La Scuola fu una delle rare istituzioni religiose che, in deroga al decreto delle soppressioni napoleoniche, riuscì a mantenere intatto ed in loco il proprio patrimonio artistico.


/The Scuole ancient confraternity seats THE DALMATION CONFRATERNITY/GUILD

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he big guilds of Venice were born as associations, while the minor ones were corporations of craftsmen – like Guilds for the devotion to saints, with a scope to help and assist. The Dalmation Confraternity / Guild of Saints George and Tryphon also called the Confraternity of St. George of the Schiavoni (Dalmatian immigrants were called (Schiavoni.) was born like other brotherhoods for various nationalities, i.e. to unite Dalmatians residing in Venice. The Confraternity in calle dei Furlani, Castello, originated in Venice in 1451, after the Venetians conquered Dalmatia in 1420. A relic of Saint George (one of the three patron saints of Dalma-

tia together with Saint Jerome and Tryphon) is preserved inside on the main altar. In a less important room, you can see a series of panels depicting the Stories of the patron saints of the confraternity painted by Vittore Carpaccio. Among the various works of art we would like to mention the Vision of St. Augustine - the episode is connected to Saint Jerome who appeared to Augustine, warning him of his imminent death and ascension to Heaven. The Confraternity is one of those rare religious institutions that, notwithstanding Napoleonic suppression decrees, managed to remain intact at the same address, and, with all its artistic heritage. ( venezia ) MAGAZINE

In alto/at the top interno della Scuola /the interior of the Scuola

A sinistra/left Facciata della Scuola Dalmata /Facade of the Scuola Dalmata


> LE PIETRE DI VENEZIA /THE STONES OF VENICE

C'era una volta

/Once upon a time

CHIESA DI

THE CHURCH OF SAINT

SAN MICHELE ARCANGELO

MICHAEL THE ARCHANGEL

La chiesa di San Michele Arcangelo, o chiesa di Sant'Angelo, fu un edificio sacro di Venezia di antichissima fondazione situato nel sestiere di San Marco, nel campo omonimo. L'antica chiesa fu ricostruita nel 1069, quindi rifatta tra XV e XVII secolo. A seguito delle repressioni napoleoniche fu chiusa al culto e inglobata nella vicina parrocchia di Santo Stefano. L'edificio sacro era collocato davanti al convento della chiesa di Santo Stefano lungo il rio attiguo. La facciata sul campo Sant'Angelo era aperta da un

The church of San Michele Arcangelo or church of Sant'Angelo, as it is known, is an ancient building sacred to Venice. It was situated in the San Marco district in the campo (square) with the same name. The ancient church was rebuilt in 1069, then redone again between the 15th and 17th centuries. It was closed after Napoleonic repression and included in the nearby parish of Santo Stefano. The sacred building could be found in front of the Santo Stefano church convent, beside the nearby rio. The facade on the Sant’Angelo “campo” side had a big portal and three big

In alto /at the top Canaletto - Campo S.Angelo (1730) Collezione privata photo: Wikimedia A destra /right Risotto di gò/ photo: Wikimedia


> Piatti tipici /typical dishes

RISOTTO DI GO'

Ingredienti per 4 persone: 350 gr. riso vialone nano, 500 ge. di gò, 1 cipolla, 2 gambe di sedano, 1 hg di burro, 1 hg di parmigiano, prezzemolo tritato. Preparazione: Mettere i gò in acqua fredda in una pentola con cipolla e sedano, portare lentamente ad ebollizione per circa un’ora: il risultato sarà un brodo giallino. Aggiungere un bicchiere di olio d’oliva. Tostare il riso in una pentola ed aggiungere lentamente il brodo di gò precedentemente ben filtrato. Portate il riso a cottura. Mantecare con burro, parmigiano e prezzemolo ben tritato. Quando il tutto è omogeneo e cremoso si può servire. Tempo di cottura 18 minuti. ( venezia ) MAGAZINE

Ingredients for 4 persons: 350 g Vialone Nano rice, 500 g goby fish, 1 onion, 2 celery stalks, 100 g butter, 100 g Parmesan, finely chopped parsley Preparation:

Put the goby fish in a saucepan with cold water, onion and celery, bring to the boil and simmer for anhour until you have obtained a yellowish stock. Add a glassof olive oil. Toast de ricein a pan and gradually add the goby fish stick (after straining well). Cook the rice. Cream with butter, Parmesan and finely chopped parsley. When well stirred and creamy, it is ready to serve. Cooking time: 18 minutes.


> LE PIETRE DI VENEZIA /THE STONES OF VENICE

In alto /at the top Tiziano - La Pietà (1575-76) Gallerie dell'Accademia photo: Wikimedia

grande portale e da tre grandi finestre a mezzaluna come si può vedere dal quadro di Canaletto. Alla destra della facciata principale si ergeva un campanile cuspidato che crollò però in seguito ad alcuni lavori di

half-moon windows, as can be seen in Canaletto's painting. On the right of the main facade there was a pinnacle bell tower that fell after reconstruction work in 1455. Inside the church there were nine altars, one of which was


> LE PIETRE DI VENEZIA /THE STONES OF VENICE

Sotto /below Ex convento di S.Stefano photo: Wikimedia

ristrutturazione nel 1455. All'interno della chiesa nove altari, uno dei quali impreziosito da una delle più celebri pale di Tiziano: La Pietà, oggi conservata nelle vicine Gallerie dell'Accademia . L'antica chiesa conservava anche le spoglie del compositore Domenico Cimarosa, deceduto nel vicino Palazzo Duodo. L'edificio fu demolito nel 1837.

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adorned with one of Tiziano's most famous altarpieces: La Pietà, found today at the nearby Gallerie dell'Accademia. The remains of composer, Domenico Cimarosa, who died in the nearby Duodo building were preserved in the old church, which was demolished in 1837.


> LE PIETRE DI VENEZIA /THE STONES OF VENICE

Naturainlaguna

/Naturein thelagoon

IL CORMORANO

THE CORMORANT

Uccello di grandi dimensioni appartenente all'ordine dei Pelecaniformi. Adattabile sia all’acqua dolce sia salata, il cormorano ha penne permeabili e trascorre molto tempo al sole ad asciugarsi. Le zampe, con grandi membrane, consentono una potente spinta sott’acqua, dove la specie può pescare fino a una profondità di 6 metri. Nonostante questa capacità di immersione, solitamente si alimenta in acque poco profonde, portando la preda in superficie. Il cormorano è una delle poche specie in grado di muovere gli occhi: questa caratteristica lo agevola nella caccia della grande varietà di pesci che costituiscono la base della sua alimentazione. I cormorani hanno dei veri e propri "dormitori" in laguna nelle zone periferiche e nell'oasi di Gaggio. All'alba poi si spostano vero le loro zone di pesca preferite, una su tutte la "lunata" della diga foranea del Lido. Il cormorano, o marangone, è un volatile stanziale in laguna, che vive in gruppo. Alcune sottospecie compiono emigrazioni primaverili verso l'emisfero australe. Cometuttigliuccellilagunariera usato come "barometro" vivente dagli antichi abitanti della laguna,datocheseguelemigrazioni del pesce, che a sua volta si sposta a seconda di variazioni ancora non ben comprensibili.

A big bird belonging to the pelecaniformes. Evolved for both salt and fresh water, the Cormorant has permeable feathers and spends most of its time in the sun, drying them. They have webbed feet, permitting powerful underwater thrust, and can catch fish as deep as six metres. Even though it is capable of this type of immersion, it usually feeds in shallow water, bringing its prey to the surface. The cormorant is one of the few species able to move its eyes: this characteristic helps it when hunting various types of fish to eat. Cormorants have real “dormitories” in the outlying parts of the lagoon and in the Gaggio sanctu-

ary/oasis. At dawn they move towards their favourite fishing zone, along the silvery Lido breakwater. The cormorant or marangone as it is called, is based in the lagoon area and lives in groups. Some subspecies migrate in the spring towards the Southern Hemisphere. Like all lagoon birds it was used by ancient lagoon inhabitants as a living “barometer,” because it followed fish migration which still happens for unknown reasons. Il cormorano /The cormorant Taken from the site www.ornitologiaveneziana.eu photo: Vittorio Busatto


> LE PIETRE DI VENEZIA /THE STONES OF VENICE

Arch i tettu ra ve n e zi a n a

/Ven eti a n a rch i tectu re

IL PONTE DELLA LIBERTÀ PONTE DELLA LIBERTÀ Il Ponte della Libertà è il ponte di circa quattro chilometri che collega il centro storico di Venezia con la terraferma. Venne inaugurato nel gennaio 1846 con una linea ferroviaria che venne affiancata nel 1931 dal tratto stradale con ovvie e opportune modifiche e rimaneggiamenti. Inaugurato nel 1933 con il nome di ponte Littorio al termine della seconda guerra mondiale fu ribattezzato con l'odierno nome in ricordo della liberazione dal nazi-fascismo. Fu allora, il ponte più lungo mai costruito nel mondo. Da poco la sede stradale ospita inoltre i binari della linea tranviaria che collegherà Venezia al centro di Mestre.

Ponte della Libertà is the four-kilometre bridge that connects the historical centre of Venice to the mainland. It was opened in January 1846 with a railway line, then modified and adapted in 1931 to include a road alongside it. Inaugurated in 1933 as Ponte Littorio, it was renamed at the end of World War II to honour the end of the Fascist dictatorship and the Nazi occupation. At the time, it was the longest bridge ever built. A tramway has recently been installed on the road. in alto/at the top This will connect Venice with Il Ponte della Libertà the centre of Mestre. photo: Wikimedia

( venezia ) MAGAZINE


NON SOLO GONDOLA /Not only gondola

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IL BARCHINO /Small boat

Le barche usate quotidianamente per il trasporto non di linea e per molti altri servizi a Venezia

a destra /right un barchino in planata (sullo sfondo il limite di velocità massima in km/h) /a small-boat that glides (in background the speed limits in km/h) foto: Enzo Pedrocco

L'abbiamo capito: nella laguna di Venezia c'è una incredibile varietà di barche diverse. Tra sanpierote, gondole, battelli, sandoli... molti a questo punto si domanderanno quale sia la barca più diffusa oggigiorno. Sarà la gondola? No, siamo fuori strada. Anche se le gondole sono molto numerose, il primato spetta al barchino, il vero standard del veneziano anfibio del terzo millennio. Di barchini ne esistono di diverse fogge ma sono tutti accomunati da alcune caratteristiche: dimensioni, tipo di costruzione, forma della carena, propulsione. Vediamo queste caratteristiche puntualmente, ci permetterà di capire meglio la storia di questo genere di barche e la loro relazione con Venezia e i suoi abitanti. Le dimensioni si aggirano attorno ai 5 metri. Il motivo è dovuto alla barca progenitrice: il “cofano” è infatti una piccola barca provvista di una lunga coperta di prua usata – inizialmente a remi – nel Novecento per la caccia e pesca e prontamente rivisitata nel secondo dopoguerra in elegante chiave diportistica. Uno spazio concepito per es-

We know: in venetian lagoon there are so many different types of boats. Sanpierotas gondolas, battelli, sandoli... at this point, many of you are probably asking yourselves – which is the most used today? Is it the gondola? Noooooo! Wrong. Even if gondolas are numerou s, the “barchino” gets the first place, the true norm of a Venetian amphibian belonging to the third millennium. Barchinos come in many shapes but here are some common characteristics: size/dimensions, construction type, shape of the hull , propulsion. Let's carefully check each characteristic, and it will help us to better understand the history of this type of boat and its relationship with Venice and its inhabitants. Dimensions are around 5 metres. The reason being due to the parent model: the “cofano” which is a small boat with a long part of the bow covered and used – initially with oars - during the 1900s for hunting and fishing, then practically redesigned after WWII and coming out as a pleasure boat.


/Everydays boat for public transport in Venice and for many purposes

Dall'alto /from the top "Codone" la variante diportistica del cofano interpretata dal cantiere Pericle, cartolina /"Codone" a variation of "cofano" created by Pericle boatyard,

postcard

(www.venice-

boat.com)

Rappresentazione di un cofano /Representation of a "cofano"

sere confortevole per una persona e poche attrezzature di bordo. Gestibile e relativamente poco ingombrante. Dimensioni ridotte significa anche meno materiale necessario per la costruzione, quindi costi più contenuti. Il materiale principe delle barche del terzo millennio non è più il legno ma un composito di tecnopolimeri, di resine, acciaio inossidabile e le fibre di vetro. La carena (la parte immersa dello scafo che si trova, quindi, al di sotto della linea di galleggiamento) è fatta in serie con degli appositi stampi: le forme desiderate sono replicabili virtualmente all'infinito in tempi brevi. Già ma di che forme stiamo parlando? A differenza infatti delle barche che si sono sviluppate negli ultimi secoli in laguna e che abbiamo conosciuto per il caratteristico fondo piatto, i barchini stravolgono questa concezione in favore della carena a “V” ( venezia ) MAGAZINE

A comfortable space for a person and his necessary boat items. Manageable and relatively handy. Reduced dimensions means fewer materials needed for its construction, therefore moderate prices. The main material of a third millennium boat isn't wood anymore - but a composite of engineering plastic, resins, stainless steel and fibreglass. The hull (the underwater part of the boat) is mass-produced with special moulds: the reproduction of the required shape is quick and limitless. Yes - but what shape are we talking about? In fact, differently from lagoon boats that have developed over the last few centuries and which are famous for their characteristic flat bottom, the barchino revolutionizes this concept and favours a “Vshaped” hull , as has already


Sopra /above barchino / barchino

photo: www.bru-

be.com

Sotto /at the bottom barchino in planata

/barchino that

glides photo: Enzo Pedrocco

come abbiamo già visto nella rubrica dedicata al taxi acqueo. Come mai questa “rivoluzione”? Non si è sempre detto che il fondo piatto è il miglior compromesso per la navigazione dei bassi fondali lagunari? Certo è vero: dal cofano che (anch'esso era una barca a fondo piatto) ha una carena “dislocante”, attraverso il cacciapesca (più largo e carenato) arriviamo al barchino che si evolve con un profilo di carena “planante”. Con questa tipologia – a differenza dell'altra – quando si raggiunge una certa velocità, lo scafo “plana”, ovvero riduce la sua parte immersa e conseguentemente la resistenza all'avanzamento. In sostanza già con la spinta di motori di modeste potenza sempre più performanti e compatti - è possibile far letteralmente “volare” una barca. I barchini sono normalmente equipaggiati con un motore fuoribordo di qualche decina di cavalli di potenza, normalmente raggiungono la planata già attorno ai 20Km/h ed è possibile

been seen in the section dedicated to the water taxi. Why this revolution? Hasn't it always been said that a flat bottom is the best compromise for navigation purposes in lagoon and marshland areas? Of course, and it's true: from the “cofano” (boat with a flat bottom) which has a “displaced” hull through to the “cacciapesca” (wider and more hull) we arrive at the “barchino” with a type of “gliding” hull . When this model reaches a high speed, differently from the other – it “glides”, meaning that its underwater section rises and consequently annuls any resistance to speed . Therefore with a moderately powerful motor – and these are always more compact and perform better – it is possible to literally make a boat “fly”. A barchino is normally equipped with a low horsepowered outboard motor and can glide at about 20km/h. It can also go over a speed of 50km/h.


raggiungere anche velocità ben oltre ai 50 Km/h: il brivido della velocità e la comodità di accorciare le distanze in laguna. Ma la velocità massima consentita in laguna non è 20 Km/h? Anche questo è vero. Per vari motivi (prevenzione di danni all'ambiente e ai manufatti, sicurezza per la navigazione) esistono infatti dei limiti ben definiti per chi naviga in laguna ma molto spesso non sono rispettati. Questo tipo di comportamenti portano al verificarsi di perpetui danni – oltre alla sicurezza dei frequentatori delle vie d'acqua – all'ambiente e ai monumenti lagunari. L'energia residua che la barca in movimento trasmette all'acqua si scarica sulle sponde dei canali, dei palazzi e delle barene. D'altro canto però rileviamo che la necessità e il piacere di usare queste barche per gli spostamenti in città è una forma di vitalità e di “naturale” confidenza dei veneziani con lo spazio acquatico. Il barchino è ad esempio molto diffuso tra i giovani che lo scelgono di colori sgargianti e lo dotano di sofisticati impianti stereo: più o meno l'equivalente del motorino dei coetanei di terraferma.

The thrill of speed and the convenience to shorten lagoon distances. But isn't the maximum-allowed lagoon speed 20km/h? Even this is true. For various reasons like the prevention of damage to the ecology and artifacts, navigational safety, well-defined speed limits for lagoon navigation do exist, but very often aren't followed. This type of behaviour leads to constant ecological damage and damage to lagoon monuments, apart from being a danger for visitors. The moving water transmitted Sotto /below from a boat unloads its energy barchino in planata /"barchino" that glides on the sides of the canals, the photo: Enzo Pedrocco buildings and low-tide bank areas. On the other hand, we realize the necessity and pleasure to use these boats for movement in the city and it is a vital characteristic showing off “the natural confidence” a Venetian has with water. Brightly-coloured barchinos equipped with sophisticated stereo systems are also very popular with young people: scooters and mopeds would probably be the land equivalent.

( venezia ) MAGAZINE


> fino al > until FESTE VENEZIANE /Festivals&Events in Venice

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UN ANNO DI TRADIZIONI /The great traditional festivities

> il giorno > on > il giorno > on

> fino al > until

> il giorno > on

> il giorno > on

> giugno fino al > June until > giugno > June

> giugno > June

> giugno > June >luglio > July

> nel mese > on

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Venezia

Venezia Gallerie Venezia dell'Accademia Dorsoduro 1050, Venezia Venezia

Sant' Erasmo

Venezia

San Francesco della Vigna Venezia Castello - Venezia

Castello - Venezia

Isola di Pellestrina

Malamocco, Lido di Venezia

Campo San Giacomo dell'Orio, Venezia


Carnevale di Venezia Inverno Veneziano 2014/15 VeniceVenice Winter 2014-2015 Carnival

White Venice 2015 - Mestre

Su e Zo per i ponti

Festa di San Marco - 25 aprile Saint Mark - April 25th

Stagione Remiera Rowing Season

Festa del carciofo violetto The purple artichoke Feast

Festa della Sensa

Festa di Sant' Antonio a San Francesco della Vigna

Festa della Bragora

Festa de San Piero de Casteo

Festa patronale di S. Pietro in Volta Patronal Feast in honour of S. Pietro in Volta Festa della Madonna di Marina Madonna di Marina Feast

Festa di San Giacomo dell'Orio San Giacomo dell'Orio Feast

www.gustoinscena.it www.carnevale.venezia.it

www.suezo.it www.veneziaunica.it

www.comune.venezia.it

www.carciofosanterasmo.it www.veneziaunica.it

www.comune.venezia.it www.comune.venezia.it

www.sanpierodecasteo.org

www.comune.venezia.it

www.comune.venezia.it

www.comune.venezia.it


> luglio > July

> lug /ago > on > agosto > August

> fino al > until

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Venezia

Isola di Pellestrina Gallerie Isola didell'Accademia Pellestrina Dorsoduro 1050, Venezia Isola di Torcello

Chiesa e Scuola Grande di San Rocco, Venezia Canal Grande, Venezia

Alberoni, Lido di Venezia

Mestre

Isola di Sant'Erasmo

Stra - Venezia

Venezia

Basilica della Salute, Venezia


Festa del Redentore Inverno Veneziano 2014/15 VeniceRedentore Winter 2014-2015 Feast

Festa della Madonna dell' Apparizione White Venice 2015 - Mestre Madonna dell'Apparizione Feast Sagra di Portosecco Feast of Portosecco

Festa dell'Assunta

Festa di San Rocco Saint Roch Feast Day

Regata Storica

www.gustoinscena.it www.veneziaunica.it

www.comune.venezia.it www.comune.venezia.it

www.comune.venezia.it

www.scuolagrandesanrocco.it

www.regatastoricavenezia.it

Festa del Peocio

wwwww.dunealberoni.it

Mestre in Centro

www.mestreincentro.it

Festa del Mosto

Venice Marathon

Festa di San Martino San Martino Feast

Festa della Madonna della Salute Madonna della Salute Feast Salute

www.comune.venezia.it

www.venicemarathon.it

www.comune.venezia.it

www.veneziaunica.it



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