Paola Lotti Riccione dicembre 2010 IL CURRICOLO DI STORIA DEL TRIENNIO UNA PROPOSTA Il lavoro che segue propone un curricolo di storia per il triennio delle superiori, in particolare degli ITC che, tra l'altro, con il riordino mantengono sia nel biennio sia nel triennio le due ore di storia e quattro di italiano. Nonostante le difficoltà che si prospettano, sarebbe auspicabile non trascurare la formazione degli studenti e delle studentesse, fornendo loro gli strumenti per la costruzione del sapere storico collegato alle altre discipline. Inoltre, i profili in uscita dai tecnici insieme alle competenze previste in uscita dall'obbligo scolastico, suggeriscono anche per storia la scelta di tematiche prioritarie, di didattica attiva e laboratoriale, di costruzione insomma del sapere interdisciplinare, di problematizzazione1, ecc. Le proposte presentate sono ovviamente solo proposte; non hanno nè intenti di esaustività nè categorici; sono piuttosto aspetti che vorrebbero discussione, confronto e messa a punto per una maggiore condivisione. Alla pedana di partenza Gli allievi che arrivano in terza affrontano il test di ingresso, non tanto per valutare i contenuti del biennio quanto piuttosto per verificare le abilità e le capacità storiche in uscita. Ad esempio (allegato1e 2): lettura e comprensione delle informazioni di testi non continui (carte tematiche, grafici, tabelle, ecc); lettura e comprensione di testi continui con selezione delle informazioni in relazione a specifiche richieste (ad es. significato termini, concetti, attualizzazione, periodizzazione, scala spaziale) costruzione di linee del tempo, grafici spazio-temporali conoscenza delle periodizzazioni, lettura e comprensione di linee del tempo individuazione di durate, contemporaneità e trasformazioni conoscenza e uso del lessico I livelli di partenza permettono di progettare il curricolo, tenendo presenti le debolezze rilevate; nei test di ingresso emergono le difficoltà legate all'interpretazione di grafici, tabelle, alla lettura delle carte, alle conoscenze geografiche, alla ricostruzione spazio-temporale. Il problema non riguarda tanto le conoscenze che in ogni caso spesso sono ripetitive e di tipo mnemonico ma la scarsa consapevolezza di saper ricostruire un processo storico o di problematizzare. Il problema non è naturalmente nemmeno quello di scaricare ai colleghi degli anni precedenti le responsabilità ma è pur vero che l'insegnamento della storia nelle superiori spesso si riduce alla mediazione del manuale e alla ripetizione dei contenuti, ripetizione finalizzata all'interrogazione o verifica del momento. Ritengo opportuno sottolineare un altro dato che emerge dai test di ingresso e in generale dai risultati degli apprendimenti: gli studenti che ottengono risultati positivi sono impegnati, fortemente motivati e bravi per conto loro, grazie al contesto individuale; la loro formazione in parte è indipendente dalla scuola. Diverso è il caso della gran parte di studenti che non vengono particolarmente influenzati dalla scuola nella loro formazione. Essi raccolgono le informazioni, una preparazione generale ma i risultati evidenziano che il ruolo e l'influenza scolastica si riducono nella formazione complessiva a poca cosa 2. Sarebbe invece interessante intervenire e agire sugli studenti compresi nelle fasce più basse di valutazione per sviluppare abilità e capacità fondamentali per la costruzione del sapere storico e per la costruzione dei saperi in generale. Gli strumenti La manualistica in uso normalmente non soddisfa gli insegnanti per vari motivi: gli aspetti storiografici e di interpretazione, la qualità degli apparati, la qualità delle informazioni e la loro sistemazione. Di conseguenza di solito si adotta il manuale meno peggio dal punto di vista dell'insegnante. Le analisi della manualistica nel momento dell'adozione sono tra l'altro un po' troppo veloci e soprattutto non considerano alcuni aspetti importanti che partono dal presupposto che il manuale è lo strumento usato dagli allievi e, prima di tutto, è destinato a loro e su quello devono lavorare. Il linguaggio usato dai manuali è complesso, ostico, poco chiaro; mancano le tematizzazioni, i testi contengono parti descrittive, narrative e argomentaive tra loro mescolate; la costruzione dei fenomeni storici va per accumulo di informazioni e di pagine apparentemente collegate agli approfondimenti, avulsi da contesti generali; spesso i manuali non offrono le coordinate spazio-temporali, le tematizzazioni; tuttavia, quello che percepiscono soprattutto gli studenti è una successione di fatti e di civiltà in corrispondenza dei singoli capitoli3. L'esempio di indice in allegato conferma la tipica struttura manualistica nella quale le coordinate spazio-temporali risultano piuttosto generiche così come le tematizzazioni. link a indici Tuttavia, è anche vero che il manuale è lo strumento in uso e rimane il punto di riferimento degli allievi oltre che degli insegnanti; allora possiamo proporre di utilizzarlo in modo ragionato e utile, c individuando cioè degli operatori e delle attività per permettere agli allievi di disporre del manuale in modo autonomo oltre che critico e di compiere una serie di operazioni sognitive e di sviluppo di abilità. Non dimentichiamo inoltre che la storia ha un monte ore annuo di circa 6065h. durante le quali è impensabile completare tutto il manuale. E piuttosto di saltare gli ultimi capitoli per spostarli
1 Riferimenti ai documenti; riferimenti ai lavori di Mattozzi, Rabitti, ecc. Vedere un po' 2 Statistiche, dati 3 Mettere un esempio di indice?