C mag marzo (3/2015) - Speciale Teatro

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CMAGAZINE.IT

n.3

Marco CAPRETTI Puro talento romano

Antonello COSTA L'artista assoluto!

Monsieur DAVID Fantasia a piede libero

Max PAIELLA Sono d'accordo su tutto

Luciano LEMBO Luciano Lembo Show

LANDO

FIORINI l'anima del Puff

ELENA

MIRELA

Come in una favola C-magazine - n째3 di Marzo 2015 - Supplemento 24 stagione 2014/2015 Editore Calcio a 5 Live SRL - Direttore responsabile Francesco Puma Redazione Via Trento 44 A, Ciampino (RM) - Tel. Redazione 327.26.72.908 Rivista periodica, indipendente, a distribuzione gratuita - e-mail: info@cmagazine.it Registrato presso il Tribunale di Velletri il 25.10.2007 - Registrazione n. 2507

SAVINO ZABA E MASSIMO BAGNATO

A QUALCUNO PIACE CULT



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L’editoriale

S

MODA & CASA

Via Francesco Baracca 33 - 00043 Ciampino (Roma) tel. 06.7914841 fax: 06.79787079 modaecasa@davino.it - www.davinomodaecasa.it

econdo l’Enciclopedia Treccani, nelle sue prime due definizioni, il teatro è un “edificio o complesso architettonico costruito e attrezzato per rappresentazioni sceniche” o uno “spettacolo, sia come singola rappresentazione teatrale, sia come genere”. Che illusa pretesa, quella di rinchiudere il teatro in una spiegazione accademica. Il teatro. L’arte povera ed effimera, fragile, artigianale. Il visionario ostinato che ha disegnato la mappa della vera bellezza. Il potere del teatro è di tale magnitudo che qualsiasi attacco esso possa soffrire non fa altro che rinforzare la sua capacità magica, quasi sovranaturale, la sua condizione di fortezza inespugnabile dell’essere umano. Il teatro attraversa la Storia sventolando fiero la bandiera di chi si sa protetto dalla giustizia poetica degli sgangherati mai sconfitti. Un veleno, quello del palcoscenico, che non uccide ma insuffla vita come fosse un demiurgo che proclama verità. Ventisette secoli esplorando le pieghe più profonde della natura dell’uomo. Un’arte che è coscienza totale, che ha bisogno di un rituale condiviso, a cui nulla risulta estraneo. L’unica che è sociale anche quando si rifiuta di esserlo. Radio, cinema, TV. Vecchie predizioni di un tanatos scenico che non arriverà mai. Il teatro è immortale. Perché, come diceva il maestro De Filippo, non è altro che “vivere sul serio quello che gli altri recitano male nella vita”.

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Marzo 2015

CASTELLI MON AMOUR MODA

pg. 8 pg. 36

ARTE E STORIA

pg. 50

SCIENZE

pg. 54

BENESSERE

pg. 68

CULTURA

pg. 74

VIAGGI

pg. 100

UOMO E NATURA

pg. 106

CINEMA

pg. 110

SPECIALE

TEATRO SPORT

pg.

120 pg. 144

QUANDO VIVERE

pg. 152

OROSCOPO

pg. 162

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CASTELLI

Ciampino

TEMPI INTERESSANTI

"CIAMPINO, ABBIAMO UN PROBLEMA" dice Panariello nello spot per la Wind. Magari, caro Panariello! Abbiamo tanti problemi e tutti irrisoliti

D

opo Fiorello, cowboy e agente segreto, tocca a Panariello essere protagonista di uno spot Wind nel nuovo format "movie" che si ispira ai generi cinematografici. Giorgio Panariello, che veste i panni di astronauta, si trova in una super tecno- logica stazione spaziale. Stufo della "casa" spaziale, vorrebbe fare una “giratina”. Così chiama la base e afferma: "Ciampino, abbiamo un problema". Per fortuna del noto comico, si tratta solo di uno spot, perché se chiamasse veramente la base di Ciampino, oggi come oggi, non avrebbe nessuna risposta ai suoi s.o.s. Infatti dalla “base”, si sarebbe costretti a rispondere, che siamo noi ciampinesi ad avere un sacco di problemi. Abbiamo poco da ridere. Non abbiamo molto tempo per aiutare gli altri e meno che meno il buon Panariello.

set In città i veri nodi irrisolti sono ancora tutti sul tappeto, grandi come macigni, mentre il sindaco Giovanni Terzulli

C mag | Castelli | Marzo 2015

Domenico DI PIETRO

ripete sempre il suo mantra e cioè che «deve governare». Nessuno ha però ancora capito con quale strategia. A questo punto, ci basterebbe solo il “minimo sindacale”. Sarebbe sufficiente fare il minimo indispensabile, per evitare che tutti i giorni qualche esponente dell’opposizione sia costretto a prendere posizione e a giudicare negativamente gli atti di Governo. Io nel mio piccolo, vorrei ribadirlo con grande chiarezza. Non ho nulla di personale contro Giovanni Terzulli. Lo considero il mio sindaco. Sono consapevole del fatto che ha un compito difficile e che i problemi sono tanti. Proprio per questo motivo, non posso risparmiargli delle critiche. Lo faccio soprattutto per il bene della città e dei cittadini che ci vivono. Nulla di più. Del progetto Print non parla più nessuno. La questione aeroporto viene a galla di tanto in tanto solo per qualche comunicato stampa del solito politico in cerca

di pubblicità e per il solito comitato che dichiara di non trovare interlocutori disponibili ad ascoltare. Il quartiere “La Folgarella” trema al solo pensiero di essere invaso di nuove costruzioni. Del futuro del complesso Ex Spada non si hanno notizie mentre sprofonda nel degrado. A Roma nascono le Case della Salute, a Ciampino il Poliambulatorio continua a vivacchiare malinconico con il vecchio e incompleto scheletro di cemento a fare brutta mostra di sé. Della tombatura del tracciato ferroviario non si parla più. L’Ex IGDO al quale si è dedicato perfino un assessorato sembra ancora nel dimenticatoio. Il parco Archeologico è una chimera. Il decoro urbano solo una speranza. Il campo nomadi non ha smesso di destare preoccupazione. Dobbiamo dirlo con chiarezza e con dispiacere: mancano ancora visione strategica e capacità realizzativa sulle questioni complesse. Anche sull’ordinaria amministrazione si inizia a stentare. Per questo motivo l’aria che si respira in città è negativa. L’impressione è quella di vivere in una città che arranca, una città che non cresce, una città al rallentatore immersa nei suoi mille problemi. “Ciampino hai tanti problemi” dovrebbe dire Panariello. I consiglieri comunali di opposizione, hanno in questi mesi cercato di vivacizzare l’ambiente politico, tornando a parlare delle partecipate Ambiente SpA ed Asp SpA. Nessun cittadino ha ancora capito però veramente come se la passano queste società. Qualcuno si è preoccupato dei debiti del Comune auspicando una commissione d’inchiesta. Ottima idea. Del resto sembra che i conti del Comune siano preoccupanti. Scommettiamo però, che tra qualche settimana il problema passerà nel dimenticatoio, probabilmente

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perché è troppo difficile e anche noioso occuparsi dei bilanci dei comuni. Qualche altro consigliere ha chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco. I motivi di queste dimissioni, sono sembrati molto pretestuosi, e per certi versi speculativi, sulla scia di indagini aperte a Roma e non ancora concluse. Non siamo mai stati teneri con Giovanni Terzulli, però continuiamo a pensare che quando si chiedono le dimissioni del sindaco bisogna portare davanti alla città dei motivi fondati e delle prove certe. Per analizzare questioni politiche più generali, dobbiamo registrare anche che sembrano sparite le appartenenze politiche. Lo abbiamo capito quando abbiamo avuto modo di sentire a Ciampino il discorso dell’On. Serracchiani, vice-segretario del Partito Democratico. Una volta, quando si ascoltavano i grandi leader nazionali dei grandi partiti, si sentiva forte il carisma. Ai comizi spesso sentivi la “scossa”. Uscivi dall’evento con delle speranze. Sentivi la passione politica. Adesso solo panna montata e discorsi precotti. Non ti senti rappresentato. I partiti sembrano tutti uguali. Prodotti da vendere senza amore sul mercato. Merci senza anima e senza passione. Prodotti politici tristi e scoloriti. Mancano risposte possibili all’interno dell’orizzonte politico contemporaneo. Non si intravedono soluzioni alle questioni vitali del nostro vivere e comune. Molto spesso, come nel caso di Ciampino, non si riesce a portare a soluzione anche problemi amministrativi tutto sommato semplici. Questa situazione inconcludente, se portata avanti ancora sciaguratamente e senza una svolta decisa, equivarrebbe, bisogna ammetterlo, al fallimento della politica in quello che costituisce, in senso proprio, il suo compito qualificante.


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CASTELLI

Ciampino

ANNI

NUOVI

un saluto da tutti noi

E

ra un pomeriggio d’estate, io procedevo speranzoso lungo Via Roma, nel centro di Ciampino, diretto alla sede di “Anni Nuovi”, giornale che seguivo da anni, a cui ambivo per muovere i primi passi nel mondo del giornalismo. Avevo chiamato in sede la settimana prima per chiedere di collaborare con loro, mi aveva risposto Michele Concilio, uno del “gruppo storico” della rivista, che molto gentilmente aveva acconsentito alla mia richiesta, invitandomi ad assistere alla consueta riunione settimanale che si teneva, appunto, nella sede della rivista. Io ero tutto un brivido per l’emozione, stavo crescendo con i romanzi di Oriana Fallaci e in quel periodo della mia vita ero determinato a diventare un bravo giornalista. Fu in quel pomeriggio d’estate che iniziò la mia collaborazione con “Anni Nuovi”. Ricordo quei mesi con la frenesia e l’entusiasmo che si deve alle cose nuove, scrissi parecchi articoli, ne rammento uno in particolare, sulla memoria di Andrea

C mag | Castelli | Marzo 2015

Fabrizio RINALDI

ATTUALITÀ

Zaccaria, l’unica persona che abbia saputo portare il cinema a Ciampino. Ricordo le concitate riunioni in redazione, ma anche le battute e le risate tra colleghi, ricordo le ore trascorse davanti al computer a scrivere gli articoli e quelle passate fuori, per strada, per raccontare gli eventi sul posto. Ricordo la soddisfazione di trovare il mio nome in fondo ad un articolo e quella volta in cui riempii addirittura parte della prima pagina. È stata un’esperienza intensa e indimenticabile. Vi potete quindi immaginare come sia stato doloroso per me scoprire, nove anni dopo quegli avventurosi fatti, che il giornale chiudeva per sempre, nel gennaio

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del corrente anno. Ho letto l’ultimo numero d’un fiato, incredulo, fermandomi sugli ultimi commoventi articoli firmati dal cosiddetto “gruppo storico”. Ripercorrere le loro memorie in questo mezzo secolo di vita è stato davvero un momento intenso. “Anni Nuovi” ha scritto la storia di Ciampino e, per un periodo, ha fatto parte anche della mia storia. Adesso il testimone sembra essere passato a questa nuova ed esplosiva rivista che stringete tra le mani, e se quindi “Anni Nuovi” ha ceduto il posto a “C magazine”, non ci resta che ringraziarli per il contributo che hanno dato ed invitarli, perché no, a unirsi a noi, per continuare a raccontare insieme la lunga storia di Ciampino.


CON LA PARTECIPAZIONE DI:


CASTELLI

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Ciampino

Ufficio Comunicazione Amministrazione Comunale

C mag | Castelli | Marzo 2015

ATTUALITÀ

di acrobazia e coraggio, coivolgendo anche il giovane sindaco Terzulli che, senza timore, è salito su uno dei bolidi per un numero su due ruote. Senza dimenticare poi tutte le attrazioni a corollario del Carnevale, rigorosamente in tema, come il villaggio dei Gonfiabili o le bande musicali che hanno accompagnato i tre giorni di sfilata, il carnevale ciampinese si è poi concluso, come ormai da consuetudine, con il falò del RE CARNEVALE ed un finale pirotecnico.

QUANDO IL CARNEVALE DIVENTA

SPETTACOLO

I

l #CarnevalediCiampino2015 torna alla grande conquistando un altro grande successo di pubblico e di consensi. Dedicato da ormai tre anni al mondo del cinema e dei cartoni animati per rendere omaggio ai personaggi illustri che hanno vissuto a Ciampino come Cerami e Pasolini, anche il Carnevale di quest'anno ha richiamato tantissimo pubblico e soprattutto ha entusiasmato piccoli e grandi con una serie di iniziative a dir poco spettacolari e tante soprese per colorare questo momento di allegria e spensieratezza. Con la collaborazione della ProLoco di Ciampino e con la regia artistica di Alex Papitto, oltre ad una serie di spettacoli di magia nei vari quartieri, alla sfilata delle saschere alla Folgarella e alle varie feste organizzate per ballare e divertirsi mascherati, il #CarnevalediCiampino2015 si è caratterizzato per il corteo carnevalesco, impreziosito dalla presenza di un classico bus a due piani londinese dove i Beatles hanno suonato, dagli eroi del film d'animazione “Cars”, dai mitici Saetta e Luigi e soprattutto dalle due eroine del film “Frozen”, Elsa e Anna, che dall'alto dello loro spettacolare carro in stile EuroDisney hanno cantato e giocato con le centinaia di bambine e bambini accorsi per l'occasione, il tutto incorniciato dalla presenza dei carri allegorici. Se pur per un periodo la famosa Sfilata dei carri di Ciam-

la piada di Lella di Rimini fatta a mano

un posto tranquillo con tavoli anche all’esterno

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pino si era interrotta, da circa tre anni, grazie alla volontà dell'Amministrazione comunale, prima con l'ex assessore Gentile ed oggi con il sindaco di Ciampino Giovanni Terzulli -che ha tenuto per se la delega alla Cultura- e alla passione e alla voglia di ripartenza di alcune associazioni del territorio, tra le quali gli “Amici del Carnevale”, “Il cipollaro” e l'”Happy Time”, la Sfilata dei carri di Ciampino ha ripreso il posto di primo piano che occupava e che può essere senz'altro annoverata di nuovo tra le migliori dei Castelli Romani. Quest'anno, dopo la meravigliosa nave “Perla nera” con il sosia di Jack Sparro del 2014, oltre al citato “Frozen”, realizzato in maniera spettacolare dal Sig. Buna e dai suoi amici, hanno sfilato “Cattivissimo me” dell'Oratorio San Giovanni Battista, “Asterix e Obelix”, “Scuola di polizia” accompagnate da due sfavillanti macchine della Polizia di New York, il tutto preceduto dall'ormai tradizionale “Re Carnevale”. Ma il vero fiore all'occhiello del Carnevale di Ciampino è stato senz'altro il finale del Martedì Grasso dove, al termine della Sfilata, si è svolta l'esibizione delle macchine e degli stunt man del “Team Folco” di Mirabilandia, che hanno “sgommato” ed entusiasmato tutti i presenti con qualche numero

Il sindaco di Ciampino, Giovanni Terzulli, ringrazia tutti coloro che, grazie alla passione, alla professionalità e dedizione, hanno contribuito alla realizzazione dell'iniziativa che ha allietato piccoli e grandi, felice della grande cura nella realizzazione dei carri, dell'allegria contagiosa di chi ha partecipato e, soprattutto, della grande folla di persone che sono intervenute, non solo di Ciampino ma anche dai comuni limitrofi, segno che questa città sta cambiando. Arrivederci all'anno prossimo!


CASTELLI

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Ciampino

Ufficio Comunicazione Amministrazione Comunale

ATTUALITÀ

CONSIGLIO COMUNALE approvato il regolamento della

CONSULTA

GIOVANI È

stato approvato ad unanimità dal Consiglio Comunale il Regolamento della consulta giovanile, che anticipa la creazione della Consulta dei Giovani, un nuovo organo politico che permetterà ad alcuni studenti delle scuole superiori di far sentire la propria voce contribuendo così allo sviluppo di idee e di opportunità, nel rispetto della Carta Europea, che impone alle amministrazioni locali e regionali di assicurare luoghi di discussione e di partecipazione dei giovani. “Un Regolamento semplice, composto da dieci articoli, ma che è uno strumento utile per garantire la piena partecipazione dei giovani nell’affrontare tematiche che li riguardano direttamente -secondo il

L'assessore Graziella Fiorini

sindaco di Ciampino, Giovanni Terzulli-, cercando di raggiungere e coinvolgere anche chi non è già impegnato in forme di associazionismo”. “Vorrei ringraziare -ha aggiunto l'Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Ciampino, Graziella Fiorini- i presidenti e i componenti delle commissioni pubblica istruzione e affari generali per la particolare attenzione dedicata allo svolgimento dei lavori. Grazie all'istituzione di questo organismo anche i giovani avranno la possibilità di essere protagonisti delle loro scelte, soprattutto perché Ciampino è una città con grandi potenzialità e ciascuno di loro può contribuire al suo sviluppo”.


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CASTELLI

Ciampino

Ufficio Eurodesk Ciampino

ATTUALITÀ

CIAMPINO E LO SPORTELLO EURODESK

C

ogliendo l’occasione del rinnovo della strategia europea per i giovani, in linea con il nuovo periodo di programmazione Europa 2020, l’Eurodesk Ciampino è stato dotato di una nuova veste, con Erasmus plus, il nuovo programma per l’ Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport. L’Eurodesk Ciampino è una delle 100 agenzie locali della rete Eurodesk, deputata ai servizi gratuiti di informazione, tutoraggio e consulenza per tutto ciò che riguarda le opportunità per i giovani in Europa e non solo. Da Novembre 2014 ad oggi hanno usufruito dei suoi servizi circa sessanta giovani, provenienti in gran parte dal territorio ciampinese, ma anche da Roma e dai Castelli Romani, e più di centocinquanta studenti hanno ricevuto, tramite e-mail, la newsletter “l’Europa a portata di click!”. “In questi mesi -ha dichiarato l'Assessore alle Politiche Giovanili, Graziella Fiorini- il territorio di Ciampino ha vi-

sto crescere un connubio fertile e duraturo tra i giovani e l’Europa, esempio che la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e il dialaogo strutturato tra Enti pubblici e cittadini può dar luogo a sinergie importanti e socialmente utili, in un’ottica tesa allo sviluppo effettivo e a pieno titolo della collettività”. Il Liceo scientifico Vito Volterra è stato il primo istituto scolastico ad essere coinvolto, tramite una conferenza a tema organizzata dall’Eurodesk Ciampino. Nel mese di gennaio, inoltre, il Comune di Ciampino ha ospitato più di venti giovani provenienti da tutta Europa, per un progetto Erasmus plus e attualmente l'Amministrazione comunale sta seguendo la procedura di accreditamento del Comune di Ciampino per il Servizio Civile Nazionale, iniziativa della Presidenza della Repubblica che permetterà ai giovani italiani di svolgere un anno di volontariato in Italia o all’estero per il fine di perseguire il bene della patria e della comunità.


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CASTELLI

Ciampino

C mag | Castelli | Marzo 2015

Roberta SCONCI

ATTUALITÀ

l’Amministrazione Comunale, nel riorganizzare la piantumazione, provvederà ad orientare la scelta puntando su un tipo di albero diverso, anche se poi sul tratto di strada di Via Pirzio Biroli e Via Brodolini, come ha fatto notare il nostro consigliere, sono stati sostituiti degli alberi malati rimuovendo dei pini e sostituendoli con altri pini. Ma a parte le idee poco chiare dell’Assessore Pazienza l’aspetto peggiore della sua dichiarazione è emerso quando, nel dichiarare che la mozione non poteva essere accolta perché il rifacimento dei manti stradali e dei marciapiedi rientrava in un discorso di appalti previsti per il triennio da distribuire per l’intero territorio, citando testualmente, ha dichiarato:

PINI E ANCORA PINI? L

a nostra Amministrazione Comunale è fortemente dibattuta tra il piantare pini o adottare una diversa piantumazione. Questo è ciò che è emerso nel consiglio comunale del 28 novembre u. s., quando è stata discussa la mozione presentata da Forza Italia, attraverso il suo Consigliere Comunale Gian Massimo Di Fabio. La mozione, avente per oggetto il rifacimento dei marciapiedi, è frutto di una denuncia, raccolta dal nostro consigliere, di una

cittadina che nel tratto di Viale Kennedy, all’altezza dei civici 117/123, è rimasta vittima di una caduta senza conseguenze serie per il tempestivo intervento di un passante. Le argomentazioni dell’Assessore Pazienza hanno stupito il Consigliere Di Fabio, e non solo perché inizialmente dichiara che la presenza dei pini è dannosa a causa della diramazione delle sue radici, pertanto

“Siccome sono stato Consigliere comunale fino a poco tempo fa e forse una delle cose che maggiormente rimproveravo che come Consigliere comunale mi lasciava un po’ perplesso, era la mancanza attuale, della attuazione delle mozioni approvate e nel rispetto assoluto che ho del Consiglio comunale presente, io non mi sento di dire che questa mozione possa poi trovare effettiva attuazione perché, come dicevo, diventerebbe impossibile per l’Amministrazione fare fronte a tutte le mozioni che venissero presentate sulla riqualificazione specifica di singoli specifici marciapiedi nella zona comunale. Per questi motivi ha dato un parere negativo su una mozione che riguardava un bene diverso che era il rifacimento delle strade”. Le dichiarazioni dell’Assessore non sono molto edificanti in quanto pubblicamente ha, in un certo qual modo, sminuito il lavoro dei Consiglieri Comunali facendo cosi perdere ai cittadini la fiducia, già traballante,

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nei confronti di questa Amministrazione. Probabilmente l’Assessore e la stessa Amministrazione deve aver meditato a lungo dopo la “perfomance” del suo esponente, tant’è che, dopo circa due mesi, il luogo è stato recintato per evitare che altri cittadini potessero rimanere vittima di incidenti simili a quello sopraccitato e quindi ci chiediamo ma non poteva essere fatto prima? Senza cercare pretesti incomprensibili per giustificare il diniego di una sacrosanta mozione? Se non avessimo denunciato il fatto il Comune avrebbe provveduto celermente all'intervento manutentivo?


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CASTELLI

Ciampino

Roberta SCONCI

ATTUALITÀ

IL CONSIGLIO COMUNALE NON È

UN'AULA DI TRIBUNALE

N

ell’ultimo Consiglio Comunale di Ciampino, tenutosi in data 20 febbraio u.s., sono state discusse due mozioni n.ro 4129/14 e n.ro 818/15 in “adunanza segreta”. Il Consigliere di Forza Italia a Ciampino Gian Massimo Di Fabio non ha partecipato alla discussione in quanto l’oggetto delle interpellanze presumeva l’esistenza di un “reato penale” che non può essere discusso e deliberato in sede di consiglio e che non è di pertinenza dell’Amministrazione Comunale. Il Consiglio Comunale è un’ organo di controllo politico ed amministrativo e in quanto tale espressione della domanda sociale e interprete permanente della volontà popolare, svolge la sua attività organizzativa, funzionale, gestionale e contabile in piena autonomia ma non può assurgere ad un ruolo “investigativo” che non gli compete. Secondo alcune fonti, come auspicava lo stesso Consigliere, le due mozioni sono state respinte dalla maggioranza ma qualora il Sindaco dovesse ravvisare un dubbio sulla fondatezza del contenuto ascritto alle due mozioni, è opportuno che trasmetta il tutto alla Procura della Repubblica unica istituzione legittimata alle indagini.

Roberta Sconci


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CASTELLI

Ciampino

C mag | Castelli | Marzo 2015

Fabrizio RINALDI

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ATTUALITÀ

Forcone, Donatone e Boccia, un successo targato Italia

FABRIZIO DONATONE C È CIAMPINESE IL NUOVO CAMPIONE MONDIALE DI PASTICCERIA

i sono storie, nella vita, che assomigliano a delle favole, capitano quando una persona crede in un sogno e un bel giorno lo realizza. E’ questa la storia di Fabrizio Donatone, pasticcere e consulente di diverse aziende dolciarie, che il 26 gennaio scorso ha vinto a Lione, in Francia, i Campionati Mondiali di Pasticceria 2015, massimo trofeo internazionale riservato a questo settore. Fabrizio è nato e vive nei Castelli Romani, io ho la fortuna di conoscerlo da anni, in quanto amico di famiglia, ed è un onore adesso averlo qui con noi, per un’intervista che abbiamo realizzato in esclusiva per C magazine!

Ciao Fabrizio, prima di tutto complimenti per il tuo trionfo. Immagino starai ancora al settimo cielo ! Raccontaci le tue impressioni sulla magica serata di Lione. Che dire... L’unica impressione è che sia sembrato tutto un grande sogno. Soprattutto al momento di salire sul podio, si prova un’emozione fortissima, difficile da raccontare. In quegli istanti ti tornano in mente tutte le esperienze che hai fatto per giungere fino a quel traguardo. E sei felice e ti senti fortunato per quello che ti è successo.

Come ti sei preparato per questa competizione? Con un continuo allenamento. Io, Francesco Boccia ed Emmanuele Forcone, ovvero il team che ha rappre-

sentato l’Italia ai Campionati Mondiali, ci siamo preparati un intero anno per giungere a questo traguardo. Abbiamo effettuato prima una ricerca accurata sui dolci da presentare, a cui è seguito uno studio sul percorso artistico, fino ad arrivare, dopo molte prove, al progetto completo. E’ iniziata poi una lunga fase di simulazione della gara. Ed alla fine sono arrivati i Mondiali. Cosa è cambiato, nella tua carriera, dopo questa vittoria ? Si sono aperte per te nuove strade? Certamente. Con un titolo del genere c’è molto più interesse, da parte delle aziende dolciarie, a contattarti per una dimostrazione, in occasione di una fiera, o di un evento. Si aprono le strade della consulenza e dell’insegnamento. E ci sono le interviste. E poi gli inviti in radio ed in televisione. Sono curioso di conoscere meglio il tuo percorso lavorativo. Partiamo dalle origini, se vuoi. Con piacere. Ho iniziato a quattordici anni a lavorare in una pasticceria gestita da miei parenti, nei Castelli Romani. Nel frattempo proseguo anche gli studi, all’Isti-

tuto d’Arte. Dopo la maturità, parto per il militare, e per un breve periodo, anche dopo il congedo, abbandono questo mestiere. Tuttavia l’interesse resta immutato e un giorno decido di trascorrere la stagione estiva in una pasticceria sul Lago di Garda. Concluso il periodo lavorativo, riesco ad entrare in uno storico locale sito al centro di Brescia, dove finalmente comprendo davvero cosa sia la Pasticceria. In quell’ambiente ho modo di conoscere i più grandi pasticceri italiani e di far parte della “Cast Alimenti”, una delle più importanti scuole di formazione professionale nel mondo della ristorazione. Trascorsi questi anni, decido di tornare a Roma ed intraprendere la strada dei concorsi e della formazione, che mi ha portato fino alla Coppa del Mondo Un’ultima domanda, prima di salutarci. Cos’è per te la pasticceria? La pasticceria è arte, scienza e alchimia. È tutti questi concetti insieme. E’ stato un piacere averti con noi, grazie Fabrizio, un saluto da tutto lo staff di C magazine!


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CASTELLI

Frascati

C mag | Castelli | Marzo 2015 Serena BONANNO

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IL PROSSIMO PROTAGONISTA POTRESTI ESSERE TU

Food & Art VILLA MERCEDE

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i ritroviamo nuovamente a parlarvi di quello che ormai diventerà un appuntamento fisso dei castelli romani: “ Food&ART”. Questo evento , si svolge una volta al mese ( generalmente la seconda domenica) nella meravigliosa struttura di Villa Mercede, in Via Tuscolana 20 Frascati (Roma), Hotel 4 stelle attrezzato di ogni comfort. La prima “ edizione” di questo format ideato da Serena Bonanno, ha trovato il consenso di tutti coloro che hanno partecipato: la cucina “ artistica” dello chef Paolo Martizi, abbinata alle opere d' arte esposte e all' esibizione a sorpresa di un corpo di ballo di Street Dance, ha lasciato nei 5 sensi di tutti una piacevolissima

sensazione. Siamo convinti come i responsabili di Villa Mercede e Serena Bonanno che, consentire ad artisti che hanno voglia di farsi conoscere di esporre le proprie opere gratuitamente ( quadri, sculture ...) nella sala del ristorante “ là cucina con vista”, dia luogo ad un perfetto connubio tra l' arte culinaria , il relax di un apericena , della buona musica , lo spettacolo del corpo di ballo e soprattutto la vista mozzafiato su Roma che fa da cornice perfetta ad una serata diversa dalle solite. Se volete partecipare alla selezione artisti affrettatevi! I prossimi protagonisti della serata potreste essere proprio voi!

Per Partecipare al CASTING di “ FOOD&ART” per esporre le proprie opere GRATUITAMENTE scrivete a: serenabonanno@tiscali.it oppure chiamate L' Hotel Villa Mercede e chiedete di Serena Bonanno per il “Food&Art” allo 06/9424760 Ci raccomandiamo di allegare foto e curriculum vitae alla mail.



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CASTELLI... e dintorni

C mag | Castelli | Marzo 2015

FAMuO' SE d

PASSI

CASTEL S.ANGELO

Romina DODDI

parti architettoniche, questi rimaneggiamenti realizzati nei diversi periodi storici hanno riservato al mausoleo le più diverse destinazioni d’uso. Così da monumento funebre delle origini diventa fortificazione e baluardo a difesa di Roma; da sontuosa residenza papale, con le sue meravigliose stanze affrescate, diviene scarna prigione, dove, ricordiamo, furono detenuti noti personaggi tra i quali l’artista Benvenuto Cellini e Giordano Bruno, per giungere infine, dopo circa 1.800 anni, ad

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assumere la veste di museo quale è ancora ai nostri giorni. Nonostante i continui ripensamenti d’uso, se così vogliamo chiamarli, che l’hanno resa una struttura contraddittoria e complessa, possiamo constatare allo stesso tempo come la sua visione d’insieme ci appaia armoniosa. Ci lasciamo alle spalle Castel Sant’Angelo, per raggiungere un luogo che mai prima d’ora avevamo visitato: il Quartiere Ebraico.

IL QUARTIERE EBRAICO

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o scorso 1 febbraio, come ogni prima domenica del mese a partire dal 6 luglio 2014, a Roma gran parte dei musei, delle gallerie, dei parchi ed altri luoghi della cultura, si possono visitare gratuitamente. Questa è solo una delle novità introdotte con il Decreto “Franceschini”, che ci consente tra l’altro di adeguarci agli standard dell’Unione Europea. Importante iniziativa per la nostra città la quale ci ha offerto lo spunto, a me ed al mio compagno di viaggi e di vita Alberto, per dedicare tempo e attenzione alla nostra bella “Roma”, la quale troppo spesso appare solo come grande metropoli che tutto fagocita e che spesso disorienta, rubando tempo e serenità a noi cittadini che dobbiamo conviverci ogni giorno. Ma Roma è anche altro; così ho provato a visitarla con occhi nuovi, diversi e con grande sorpresa ho potuto ammirare il lato affascinante della Città Eterna a me per tanti aspetti ancora sconosciuta. La visita è iniziata dal monumentale Castel Sant’Angelo, costruito nel 123 d.c. circa, pensato e voluto dall’Imperatore Adriano quale suo monumento funebre e della propria famiglia. Successivamente, all’impianto originario, sono stati aggiunti nuovi edifici e

Le "pietre d'inciampo" del quartiere ebraico di Roma

Storicamente il Ghetto era situato tra le attuali Via Del Portico d’Ottavia, Piazza delle Cinque Scole ed il Tevere; istituito nel 1555 da Paolo IV, il quale ordinò la costruzione del muro che avrebbe confinato gli ebrei e circondato il ghetto, fatto abbattere solo nell’anno 1848 per volere di Papa Pio IX. L’impressione avuta girando per il quartiere, vuoi per le sue dimensioni raccolte, i bassi edifici e le botteghe artigiane, vuoi per i vicoli stretti e le trattorie tipiche è stata quella di visitare

un piccolo paese. Nonostante il gran fascino di questo borgo, non si può non essere invasi dal triste ricordo di quel fatidico 1943, quando oltre mille ebrei furono catturati dai nazisti e deportati ad Auschwitz; infatti vie e piazze portano il segno di quell’atroce e disumano evento, come i “sanpietrini dorati” posti davanti all’entrata dei portoni sui quali sono incisi i nomi di coloro che vissero sulla propria pelle le deportazioni. Quello che fa più riflettere è che nonostante il tempo passi e la


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CASTELLI

storia ci insegni quante atrocità siano state compiute in nome di un credo, di una religione o di un fanatismo, l’uomo non abbia imparato nulla ed ancora ai nostri giorni l’odio verso l’altro sembra non avere cura. Ma passiamo oltre. Dopo aver girato un po’ per i vicoli, non potevamo andar via senza provare l’antica e tipica cucina “giudaico-romanesca”. Il ristorante su cui è ricaduta la nostra scelta, situato in Via del Portico d’Ottavia, si chiama “La Bella Carne”, ciò che ci ha convinti ad entrare è stata la cortesia e l’approfondita conoscenza dei piatti tradizionali del ragazzo all’entrata. Il ristorante, nonostante non incarnasse la mia idea di trattoria tipica “Koscher”, mi ha comunque stupita positivamente con il suo stile moderno e chic, i complementi d’arredo stravaganti, come le sedute di legno bianco, la cui estremità della spalliera era a forma di gruccia ed infine parte della cucina a vista e la grande ospitalità da parte del personale, hanno contribuito a rendere questo ristorante molto accogliente. Abbiamo provato alcuni piatti tipici: il “falafel”, polpette fritte a base di legumi e spezie; “l’hummus”, crema di ceci con aggiunta di spezie e limone, quest’ultimo, per i miei gusti aveva un sapore troppo intenso rispetto a quello delicato dei ceci, ma come mi ha spiegato il cameriere in seguito, l’ aggiunta di una consistente quantità di limone è importante perché stimola l’appetito, dunque la sua funzione è paragonabile alle noccioline ed alle patatine che mangiamo accompagnando l’aperitivo. Oltre al buon cibo, l’aspetto che mi ha colpito maggiormente è stato lo scambio culturale con il cameriere, che oltre a spiegarci con cura le portate, ci ha raccontato degli usi e tradizioni di questo popolo, arricchendo la chiacchierata con diversi spunti storici. Soddisfatti, usciamo dal ristorante, e veniamo pervasi da un buon profumo di dolci che ci guida proprio davanti ad un piccolo forno artigianale, una vetrina senza insegna situata all’incrocio di Piazza

C mag | Castelli | Marzo 2015

FAMOSE DU' PASSI

delle Cinque Scole con Via del Portico D’Ottavia; subito ci colpiscono la sobrietà e le sue dimensioni ridotte. Pur senza insegna questo locale sembra essere molto conosciuto, sia da gli abitanti del quartiere che dai turisti, come dimostrato dalla fila davanti all’entrata. Si tratta, di un tipico forno “Kosher” termine che sta ad indicare, come appreso dal nostro maestrocameriere, che la preparazione dei cibi avviene nel rispetto delle norme alimentari ebraiche. Le specialità prop ste non sono molte e davvero semplici: come i bruscolini cotti nel

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forno e cosparsi di sale, i biscottoni all’uovo da inzuppare nel latte, e un dolce tipico ebraico, preparato con uvetta, pinoli e canditi, la cui farcitura è tanto generosa che sembra esplodere. Ovviamente non ci siamo tirati indietro e li abbiamo assaggiati tutti, davvero deliziosi proprio come fatti in casa. Con un pizzico di nostalgia lasciamo questo piccolo quartiere con la promessa di tornare presto per approfondire la conoscenza di un luogo ricco di fascino e tradizioni, nel cuore della nostra Roma.


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Moda

INTERVISTA

ELENA

MIRELA

C mag | Moda | Marzo 2015 37 Redazione

vestiti esattamente nello stesso stile che avete visto nello spot: capelli legati ,camicia e gonna bianche, abbinamento mai indossato prima di quel giorno. Infatti, Jake mi ha voluta proprio cosi per le riprese. In realtà, quel giorno cercavano le location per lo spot e non la protagonista, ma per una semplice coincidenza hanno trovato me.

da cameriera a protagonista dello spot Martini

E

lena, sappiamo che da poco la tua vita ha preso una piega diversa e che stai vivendo una fiaba. Cos’è accaduto? Era una bellissima giornata di Agosto, mi trovavo al bar dove lavoravo e tutto si inquadrava nei parametri normali di una giornata lavorativa. Fino a quando è entrato Jake Scott, regista britannico, con la sua troupe proponendomi qualche scatto, dicendomi che stavano cercando la protagonista del nuovo spot Martini. Ero abbastanza scettica, considerando che non era la prima volta che mi era stato proposto un lavoro inerente al mondo televisivo, ed ero anche convinta che non mi avrebbero mai più chiamata. E invece dopo qualche giorno mi contattano per un nuovo incontro e un provino, dopodiché non ho più sentito nessuno di loro. Passano due settimane e lì mi convinco che mi avevano già rimpiazzata, e a dirla tutta ero abbastanza delusa, e invece un giorno uscendo dal lavoro vengo chiamata per ricevere la notizia che mi ha fatto letteralmente ballare in mezzo alla strada: dopo diversi casting in tutta l'Italia, hanno scelto proprio me per un ruolo così importante! Il giorno in cui mi hanno vista al bar indossavo dei

stato il mio sogno, ma l'ho sempre ritenuto un obiettivo difficilmente raggiungibile, se non proprio intangibile. Nello spot viene raccontata la mia storia. Una cameriera che molla tutto per un sogno e magicamente lo raggiunge. Incredibile vero? Che cosa hai provato durante le riprese? Innanzitutto la gioia assoluta di aver visto un mio sogno diventare realtà, la serenità che la troupe mi ha trasmesso e poi un misto di tanti altri emozioni indescrivibili. Mi sono sentita al mio agio nonostante sono molto emotiva. E' stata un'esperienza a dir poco meravigliosa che mi fatto conoscere un mondo nuovo, bello e tutto da scoprire. Chi sei tu oggi? Oggi sono la stessa sognatrice di sempre, ma con molta più fiducia in se stessa. Ho capito sulla mia pelle che se desideri qualcosa con tutto il cuore prima o poi si avvera, ed oggi i miei obiettivi sono diversi da quelli di pochi mesi fa.

Qual è la tua storia? La mia storia è una semplice, come tante, di una ragazza che molla tutto e va alla ricerca della felicità. Quattro anni fa decisi di venire in Italia in visita dai miei genitori che lavoravano già qui da tanti anni. Mi sono innamorata di questo paese e così ho deciso di restare e cercare un lavoro. All'inizio mi sono confrontata con tanti momenti di difficoltà ma una volta superati ho iniziato ad apprezzare molto di più le cose belle che mi circondavano. Hai mai desiderato di fare l'attrice? Si, è sempre

Che fai di bello ora? In questo momento si sta avverando un altro sogno, attrice di un film . I primi di marzo inizieranno le riprese di un film di un regista spagnolo molto famoso che mi vedrà da protagonista. Per ora non posso svelarvi maggiori dettagli, ma posso solo anticiparvi che si tratta di un film che uscirà nei cinema internazionali, genere horror . Che consiglio daresti a chi perde la speranza e smette di sognare? Non mi sento all'altezza di dare consigli perché ognuno di noi vive la propria vita affrontando livelli diversi di difficoltà, credo che smettere di sognare sia sbagliato, aprite le ali e cercate di volare più in alto possibile perché la vita è il dono più prezioso che abbiamo e va vissuta nel miglior modo : lottare, sperare e sognare !


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INTERVISTA

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Daniela CHESSA chessa.stampa@gmail.com

ANTHONY

PETH un ragazzo da scoprire e un successo da gustare

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nthony debutta in tv otto anni fa con la trasmissione “Voglia” di Maurizio Costanzo a cui hanno fatto seguito tante esperienze televisive per Sky, la vittoria di due David di Michelangelo al talento artistico e una fama internazionale arrivata grazie alla sua ultima partecipazione come special guest del nuovo videoclip di Pitbull e Osmani Garcia, "Gol", uscito quest'estate durante i Mondiali di calcio 2014. Ben quindici riconoscimenti nazionali in tutta Italia, divenendo sicuramente in poco tempo uno dei giovani artisti pluripremiati del momento. Ed ora la grande sfida, rappresentare l’Italia con un progetto ambizioso, coordinato dal General Manager Raffaele Maggiorelli, che porterà le nostre eccellenze in tutto il mondo. Sei l’ambasciatore del made in Italy nel mondo come stai vivendo questo momento di grande popolarità? Mi sento onorato di rappre-

sentare il made in Italy nel mondo, credo sia l'esperienza più importante della mia vita. Amo il mio Paese, per questo non mi stanco mai di ripeterlo, porterò in ogni tappa di questa campagna le nostre eccellenze sempre più in alto, come meritano. Ogni volta che rientro in Italia sono sempre più carico e pieno di positività ma soprattutto felice di affrontare la nuova meta. L'arte culinaria italiana è apprezzata in tutto il mondo, questo facilita molto il mio ruolo che è sicuramente impegnativo e di responsabilità, in quanto devo presenziare ai momenti più importanti di ogni viaggio. Il primo appuntamento quando giungo nel posto è l'incontro con le istituzioni, ambasciatori e consoli italiani, il secondo appuntamento, di solito, è l'ospitata televisiva di carattere nazionale dove promuovo la campagna e le nostre eccellenze, il tutto con un’interprete che traduce qualsiasi parola dico, per questo sento una grande responsabilità e

qualsiasi considerazione che faccio cerco di ponderarla e articolarla secondo dei canoni etici di comunicazione, esponendo ed elogiando al meglio l'arte culinaria e i prodotti di alto livello della nostra Nazione. Il terzo ed ultimo appuntamento è la serata di gala in un ristorante tipicamente italiano del paese in cui ci troviamo, gli chef stellati del posto cucinano i nostri prodotti che vengono assaggiati dai personaggi presenti, fra questi volti noti dello show biz e distributori alimentari con l'obiettivo di creare una rete non solo di internazionalizzazione delle nostre eccellenze, ma anche di commercializzazione dei prodotti. Il tutto ripreso da telecamere, fotografi e trasmesso poi in Tv. Ogni puntata è un vero e proprio diario di viaggio. Quali sono i tuoi prossimi appuntamenti come ambasciatore? La prossima tappa è il primo marzo


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INTERVISTA

ANTHONY PETH

a Dubai. Nella scorsa, in Brasile, le eccellenze principali erano la pasta e il vino, in questo viaggio invece, i veri protagonisti saranno l’olio e l’aceto di Modena. Come in ogni tappa durante il diario di viaggio dovrò far gustare agli abitanti del posto i nostri prodotti e qui dovrò affrontare una dura prova... far assaggiare agli arabi le nostre amate bruschette.

Quali sono i tuoi traguardi artistici e personali? Posso dire ad oggi di aver raggiunto tanti dei miei traguardi “artistici” ma ne ho davvero molti ancora da raggiungere. Riguardo a quelli personali invece posso dire: la forte positività e serenità interiore che ho ritrovato quest'anno, all'improvviso come un fulmine a ciel sereno, mi sento bene con me stesso e riesco ad amare tutti e perdonando istantaneamente chi sbaglia nei miei confronti, allontanandolo dal mio percorso di vita, mi definisco un pò un cattolico praticante con un’anima da buddista.

Secondo te il Made in Italy com'è considerato oggi? E’ considerato una vera arte e quando l’arte diventa eccellenza non può che essere promossa al meglio; Il Made in Italy e' considerato fra i migliori in tutto il mondo. Cosa pensi dell' Expo Milano 2015? Penso che sia un progetto complesso, ma sicuramente sarà un bel progetto che otterrà ottimi risultati di grande importanza per la nostra Nazione.

Qual è il tuo piatto preferito? Indubbiamente la pizza! Proprio per questo ci saranno delle novità televisive in merito.. vedrete molto presto qualcosa di diverso in TV legato alla pizza.

Sei un ragazzo nato dalla TV, ma il tuo percorso artistico avviene in diversi ruoli, dimostrando grande bravura e preparazione, qual e' il ruolo che senti davvero tuo? In questo lavoro c'è tanto da imparare, non si smette mai di crescere. Ti ringrazio per i complimenti, riguardo alla domanda credo ormai che la regia e la conduzione camminano di pari passo nel mio percorso artistico, sicuramente non le svolgo mai contemporaneamente, una esclude sempre l’altra e per questo vivo due sensazioni diverse in ruoli diversi. Quando dirigo sento tanta agitazione, tante responsabilità, ho molteplici figure tecniche e artistiche da gestire, ma mi piace vivere certe emozioni non del tutto piacevoli, sarò masochista ma amo soffrire, ne vale la pena quando il risultato finale e' gradevole. Per quanto riguarda la conduzione mi diverto e mi sento al settimo

EURO

cielo, mi emoziono per le piccole cose, come un applauso da parte del pubblico, ma sicuramente non vivo l' ansia e l'agitazione di quando sto dall'altra parte della telecamera.

Come trascorri il tuo tempo libero? Il mio tempo libero lo trascorro prendendomi cura di me stesso, sicuramente tanto sport, ma anche tante belle chiaccherate con gli amici. Vi confido una cosa a voi amici di C Magazine, da circa un anno a questa parte quando ho tempo libero prendo la mia macchina e mi dirigo in un posto per me magico, lontano dal traffico e il caos di Roma, dove regna la pace e il vero benessere, nei colli della provincia di Perugia, al Castello di Montignano, di Giuseppe Alcini, grazie alla pazienza di un caro amico Paolo Caschera, che mi permette di fare tutti i trattamenti all’interno della Caschera Spa, un vero e proprio paradiso di benessere, ho riscoperto il vero relax, i massaggi, ma sopratutto la voglia di stare bene lontano dal lavoro che occupa tante ore della mia giornata.

SURGELATI

ITALIA R

Fotografie: Andrea Coli e Andrea Montirosi. Abiti: Filippo La Fontana - Meam Yoar. Accessori: Gabriele Fiorucci. Look Vision: Emilia Clementi. Look Maker: Cristina Mezzetti. Make up: Nadia Cintia. Hair Stilyst: Claudio Guadagnoli.



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INTERVISTA

C mag | Moda | Marzo 2015 45 Lorena FANTAUZZI

offrire. Oggi è tutto cambiato ora Roma non è più la Mecca del Cinema e non ci sono più i divi di una volta... Cosa era disposto a fare in quel periodo per uno scoop? Amavo rischiare a quei tempi, la mia fortuna è che andavamo sempre in due: uno scattava e l'altro se c'era una aggressione poteva documentare la scena.

RINO BARILLARI UNA VITA UNO SCOOP Come in guerra reinventando il suo ruolo di reporter con logiche innovative, Rino Barillari spiega la notte, le feste, i luoghi, il divertimento, il relax e la gioia di vivere a Roma

C

onsigli preziosi per i nostri lettori sul come vivere la notte, a Roma, come divertirsi e divertire da Rino Barillari, uno dei fotografi più celebri del mondo considerato "il paparazzo" per eccellenza. Anzi “The King of paparazzi”. Nel corso della sua carriera ha vissuto la notte oltre ad immortalare davvero tutti: le dive della "dolce vita", re e regine, capi di stato e uomini politici, senza dimenticare i tragici momenti degli anni di piombo e i fatti di cronaca documentato anche gli oscuri Anni di Piombo e i più cupi episodi di nera di quel periodo. Tutte le sue foto fanno parte della storia. I suoi 40 anni di lavoro sono un album fra scoop e ricordi, star e risse, incontri e ritratti che hanno fatto storia dello spettacolo. E una pagina particolare nella storia di Barillari è quella della

notte: divertimento, locali, discoteche e luoghi di incontri (ristoranti famosi, hotel, pub, ristobar), della movida e dei vip. Rino Barillari , "il Re dei Paparazzi" che con il suo obiettivo ha attraversato “la Storia del nostro paese dagli anni '50 fino ad oggi”, ha vissuto la grande stagione del cinema a Roma –da quella descritta da La Dolce vita - fotografando i più grandi divi di quei tempi. Che differenza c'è tra i divi di oggi e quelli degli anni '60? Una volta a Roma c'era molto lavoro, le produzioni internazionali venivano qui a girare kolossal e le strade del centro erano invase di star. I più grandi registi preferivano girare a Cinecittà non solo per i bassi costi ma anche per la luce, per il colore che solo Roma può

Gli episodi più brutti che le sono accaduti? Sono stato 164 volte in ospedale (l’ultima, quella di Piazza Navona). Mi hanno fracassato 78 macchine fotografiche. Sono stato aggredito da Bruce Willis, Barbara Streisand, Ava Gardner (mi tirava calci davanti al Grand Hotel di Via Veneto ed io, che ero ragazzino, venni soccorso dalle prostitute), Claudia Schiffer (mi tirò un secchiello di ghiaccio dal Bolognese), Brigitte Bardot, Marlon Brando (mi rincorreva con una bottiglia di wiskey), Frank Sinatra ( mi salvò Modugno), Liz Taylor, Micky Hargitay e Jane Mansfield. Sono stato accoltellato diverse volte e negli anni di piombo mi hanno sparato, anche perchè in quel periodo frequentavo i luoghi caldi: a quei tempi dove c'era più polizia era sicuro che sarebbe successo qualcosa ed io ero sempre lì! Le confidenze, da chi? Avevo le mie fonti. E poi mi fidanzavo con le infermiere del pronto soccorso... per avere informazioni freschissime sui fatti cruenti di cronaca! Il tutto alla luce del sole, dove ai vip reagivi al loro sistema di provocazione di negarsi al giornalista e fotografo. E l’importante era far diventare un fatto di nera un tranquillo flirt. E qui “ provochescion”: flash. Quindi: scoop! Quale epoca? La dolce vita che prende spunto dal noto strip tease di Aichè Nanà al Rugantino coincide anche alla morte di Papa Pio XII che poneva un freno morale ad una società riottosa alle regole un po’ obsolete. E scoppiò una stagione del fotogiornalismo che andava pari pari alla rinascita, al benessere ed all’esplosione del consumismo (cosiddetto boom economico) che, significava, però, anche grandi fatti di cronaca e grandi cronache, in un’appassionante frammistione di nera e bella vita, tra intrighi, spionaggio, servizi segreti, vizi e grandi amori: i delitti di Cristha Wanniger, della culla del Lago, Antonietta Longo, Col. Rocca. Insomma dal caso Montesi (anteriore, ma propedeutico) al giallo Fenaroli,

dall'uccisione di Christa Wanninger alla strage compiuta dal marchese Casati, in uno scenario quasi irreale che ogni giorno si rispecchiava nelle cronache dei giornali. Paparazzo: perché ? Ne sono orgoglioso! Uno dei meriti de La dolce vita di Fellini è stato quello di aver coniato il termine paparazzo: il fotografo made in italy più amato, odiato, cercato e criticato. Il paparazzo è la vera strada del fotogiornalismo! Non si arrende di fronte a nulla... la guera è guera! E poi questa professione è una vera scelta di vita! Con quale personaggio famoso della dolce vita era riuscito a instaurare anche un rapporto umano? Mi sono trovato in sintonia con Mastroianni ma anche con Renato Salvatori e Maurizio Arena, tra gli stranieri, invece, con Tony Curtis. Erano divi che se ti incontravano ti chiedevano come stai, ti portavano a cena, ti facevano un regalo. Era tutta un'altra atmosfera...


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Moda

FASHION BUSINESS STORIE DI UNA RAGAZZA IRRIVERENTE

UNA RAGAZZA TUTTA

ACQUA E SILICONE U

na mattina mi sveglio et voilà. Mi giro, che succede? Siamo tutte chiuse in gabbia. La gabbia del cliché.

Da una parte acqua limpida e cristallina, dall’altra silicone torbido e gelatinoso. Io cosa sono? Acqua o silicone? La società moderna ci esige perfette ancora prima che appoggiamo il piede sul pavimento la mattina, ma io la mattina è già buona se riesco a non inciampare nelle scarpe che ho abbondonato sullo stesso la sera prima. Idea! Ci vorrebbe un macchinario intelligente, un fidato

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Valentina almaza7327@gmail.com

amico che ci segue ovunque applicandoci ciglia finte ma non troppo finte, seno di varie misure per ogni occorrenza (si sa, ad alcuni piace grande ad altri che stia in una coppa di champagne), naso alla francese o come l’ultima modella russa che ha conquistato tutte le copertine, gambe snelle senza imperfezioni, artigli con il nuovo disegno di tendenza perché sia mai che lo smalto sia vissuto e non per ultimo eliminiamo ogni pelo superfluo (chi lo decide se è superfluo visto che il mio corpo lo ha?).

essere condotta dalla nostra relazione personalissima con lo specchio, da una nostra voglia di migliorarci ma non di cambiarci, di ricreare quello che sentiamo dentro e non di quello che ci suggerisce la esterno. Come diceva Kahlil Gibran: “La bellezza non è nel viso. La bellezza è nella luce del cuore”. Ora chiudo gli occhi, la mia mente vaga tra i pensieri: Sono acqua o silicone? Riapro gli occhi, mi volto… Sono una bambola acqua e silicone.

Ora direi che siamo perfette fino a quando non usciamo da casa e c’è il cartellone dell’ultima pubblicità di Victoria Secret proprio all incrocio e la nostra perfezione la nascondiamo in borsetta e chissà se domani la stessa la ritroveremo. Ammettiamolo, noi donne ci vediamo sempre con qualche difetto, abbiamo sempre qualcosa che non ci convince, qualcosa che non ci permette di affrontare il mondo esterno. Eppure vorrei poter uscire nello stesso stato in cui mi sveglio, andare a fare la spesa e non sentirmi dire:’ guarda quella lì che rughe, che gambe, che faccia!’, non vorrei che il mondo mi pressasse a essere in competizione con la vicina di casa o ancora peggio con la nuova fidanzata di Cristiano Ronaldo, dove io già sulla carta perdo 10 a 0. O forse no, chi lo sa? Ma siamo sicure che la nostra bellezza dipenda da questi piccoli dettagli? Credo che il viso di una donna sia bello perché particolare, segnato dalle linee della nostra anima e un corpo sia piacevole nella sua armonia delle forme supportato da un atteggiamento e dal nostro carattere. Ogni modifica del nostro corpo e del nostro viso deve

E VOI COME VI SENTITE?

Fatemelo sapere scrivendomi a: "Valentina.buggio.7" “Valentina Buggio amicizie esaurite”


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Moda

Marta ISONI

EVENTI

U/NITE SHOW AL TEATRO CENTRALE DI ROMA

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Responsabile comunicazione della serata U/nite www.facebook.com/Uniteventi

4 MARZO IDOL NITE

LA FINALE

C

osa succede quando la televisione va al di là dello schermo televisivo? Nasce U/nite: l’aperitif&showtime che ha trasformato i mercoledì notte del Teatro Centrale di Roma. E così, in una delle cornici più magiche della Capitale, prendono vita sul palco teatrale i format televisivi più amati dal pubblico italiano: dal canto alle esibizioni di giovani “performer allo sbaraglio”, dai dj set che riempiono la serata fino a tarda notte alla danza sportiva da gara con "Let’s Go Dancing" - format di punta scritto e condotto da Antonio Casula - che tra danze latine e balli standard, porta sul palco dieci concorrenti e dieci insegnanti professionisti, pronti a sfidarsi a colpi di prese e passi a due per aggiudicarsi la vittoria finale. La risposta del pubblico - che puntata dopo puntata partecipa attivamente con votazioni in diretta - ha il sapore di un “sì” detto a voce piena, un applauso che sembra non voler finire e la voglia di divertirsi anche in mezzo alla settimana, senza aspettare il solito weekend. Il mondo U/nite non è solo show, ma è anche buon cibo, è glamour, è sentirsi - ogni volta che si vuole - in una sorta di realtà parallela in cui il red carpet non è solo per pochi, la bellezza è quotidianità e il vero spettacolo è anche il pubblico. Ogni mercoledì al Teatro Centrale “stay U/nite”.

11 MARZO LET'S GO DANCING

18 MARZO LET'S GO DANCING

25 MARZO LET'S GO DANCING

LA FINALE


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Arte e Storia

STORIA E CIVILTÀ

C mag | Arte e Storia | Marzo 2015

Carlo Eugenio MORGANTI

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Storico e Medico

LA CRISI DEL MONDO

MODERNO L'

Occidente moderno è anticristiano perché è essenzialmente antireligioso ed è antireligioso perché è antitradizionale. Questo costituisce il suo vero carattere. Fondamentalmente è materialista e consumista, distruttore di ogni valore e ideale. L’Occidente grazie alla sua forza brutale è riuscito a imporsi in tutto il mondo. Né poteva essere altrimenti: solo questa è la sola, grande superiorità della sua civiltà materialistica e consumistica, così inferiore rispetto alle altre. Tutti i travestimenti più o meno ipocriti, tutti i pretesti “moralistici”, tutte le dichiarazioni “umanitarie”, non possono nulla contro questa verità. Nel tempo ha obbligato etnie diverse ad adottare i suoi costumi e le sue istituzioni, costringendo interi popoli ai lavori più penosi per fargli acquistare cose per loro completamente inutili. Questi stessi popoli sono stati obbligati ad entrare in competizione economica con l’Occidente per liberarsi dal suo giogo. Un azione devastante che ha stravolto intere società

umane. Violenza chiama violenza: “chi di spada ferisce di spada perisce” avvertì Gesù Cristo. Chi ha scatenato le forze brute della materia perirà schiacciato da queste stesse forze che ha imprudentemente messo in moto. L’invasione occidentale non è un fatto recente. Ma fino alla prima metà del XX secolo i suoi effetti erano ristretti al campo politico ed economico. Malgrado tutti gli sforzi della propaganda occidentale, lo spirito delle popolazioni aggredite era resistito impenetrabile a tutte le deviazioni e le antiche civiltà tradizionali sussistevano intatte. Ora non è più così e molti popoli hanno abbandonato le loro tradizioni per abbracciare lo spirito moderno e per divenire “occidentalizzanti”. La tanto decantata “Globalizzazione” altro non è che una “Occidentalizzazione mondiale” materialista e consumistica. Questo fenomeno ha causato la confusione, il disordine, la spietata concorrenza economica e la reazione militare che oggi si estendono in tutto il mondo e ne determinano la gravissima “crisi”. Tutto ciò fu lucidamente previsto dall’antica tradizione. Infatti secondo la dottri-

na indù l’epoca in cui viviamo è l’“Era Oscura” , quella del “KALI – YUGA”, dominata dall’istinto e dall’utilità, che hanno sostituito la ragione e la verità. Un’Era subumana dove trionfa il capovolgimento di ogni norma. Un’era “SATANICA” nel senso più rigoroso del termine. SATAN infatti, in lingua ebraica, significa “avversario” ossia colui che rovescia le cose e le assume “all’inverso”. E’ lo spirito di negazione e di sovvertimento che si identifica con la tendenza discendente, inferiorizzante, infernale che è propria del materialismo nemico di ogni anelito di spiritualità e di elevazione. Non a caso Dante pone la sede simbolica di Lucifero al centro della Terra, cioè nel punto ove convergono da ogni parte le forze del peso della materia. Benché vi sia la feroce ostilità di un ambiente opposto ad ogni correzione e redenzione, non bisogna scoraggiarsi perché nulla di quello che è combattuto nell’Era Oscura per la vittoria della luce andrà perduto anche fosse lo sforzo di un solo uomo. Quest’Era finirà. Non sarà la fine del mondo, ma di un mondo: VINCIT OMNIA VERITAS.



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Scienze

GRAVIDANZA

Francesca IASELLA gravidanzaroma@gmail.com 3281718809 FB: Ostetrica Gravidanzaroma Francesca

BENESSERE IN GRAVIDANZA SECONDO PASSO: IL MOVIMENTO

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urante la gravidanza il corpo della futura mamma cambia; ci sono alterazioni della postura, si sposta il centro di gravità, aumenta il peso e anche lo sforzo nella respirazione e nella circolazione. L'attività sportiva, dolce e rilassante, accompagna e sostiene questi cambiamenti inoltre, aumentando la familiarità e la consapevolezza di sé, aiuta a vivere meglio questo periodo meraviglioso fino

C mag | Scienze | Marzo 2015

Ostetrica

al parto. La gravidanza non è una malattia, pertanto non ci sono particolari restrizioni al movimento, a patto che si segua il buon senso e i suggerimenti del nostro corpo. Un recente studio condotto da medici svedesi, pubblicato sull’Acta Obstetricia et Gynecologica Scandinavica (rivista scientifica nordica) ha confermato l'utilità

dell'attività fisica, durante la gravidanza fisiologica. Alle donne che presentano una gravidanza senza problemi particolari, consiglio sempre di eseguire giornalmente un'attività fisica moderata (bastano anche soli 30 minuti). Evitate di prendere la macchina per fare piccoli spostamenti e camminate: è già un ottimo modo per iniziare. Con il passare dei mesi ed in particolare a partire dal secondo trimestre, la mia raccomandazione, è quella di non praticare attività in posizione supina qualora si avverta affanno. In questa posizione infatti si potrebbe comprimere la vena cava riducendo l’ossigenazione a mamma e bebè. Per tutte è importante non affrontare programmi troppo intensi, e ricordate sempre di bere acqua e idratarsi durante lo svolgimento dell’attività fisica. Quali sono i vantaggi più importanti? Una regolare attività di tipo aerobico è, in generale, in grado di prevenire i disturbi circolatori e di postura, incrementare il tono muscolare, contrastare l’aumento di peso, aumentare l’ossigenazione anche per il feto; aiuta a tenere attivo l’intestino, a preparare il perineo e faciliterà il recupero dopo il parto. Inoltre il movimento costante ha numerosissimi vantaggi a livello psicologico. Mentre facciamo attività fisica, possiamo ascoltarci e ritrovare il nostro equilibrio, impariamo a stare in contatto con noi stessi e quest’aspetto è molto importante per arrivare al momento del parto in armonia con il proprio corpo. Vediamo nel dettaglio quali sono le migliori attività. Il nuoto e la ginnastica dolce sono le due possibilità più indicate. Nell’acqua si possono eseguire movimenti in tranquillità senza sovraccaricare l’apparato osteoarticolare e muscolare. La diminuzione della forza di gravità aumenta la capacità di resistenza fisica e respiratoria. Alla base della ginnastica dolce ci sono tutte quelle discipline (quali il pilates, lo yoga, ...) che si basano sullo stretching e gli esercizi respiratori. Questa com-

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binazione è molto utile per la preparazione perineale sia in previsione del parto ma anche per rafforzare la muscolatura che sostiene il pancione che cresce. Possiamo eseguire anche a casa qualche semplice esercizio. Uno fra tutti, la farfalla (posizione base dello yoga): sedute, con la schiena bella diritta, unite le piante dei piedi tra loro tenendole più vicine possibile al bacino; afferrate con le mani le dita dei piedi e

molleggiate delicatamente le gambe. Questo esercizio è di facile esecuzione ed ha un'ottima riuscita, difatti prepara il bacino al parto, aumentando l'elasticità delle articolazioni dei fianchi e del pube, portando benefici anche per nausea, bruciori di stomaco e emorroidi. Per mobilizzare il bacino e preparare il perineo si può anche usare la fit ball con movimenti rotatori. È importante affidarsi a strutture serie e professionisti preparati per poter vivere questo percorso nel migliore dei modi. Fate gli esercizi che vi riescono più naturali senza forzare e, se avete dubbi, chiedete consiglio all'ostetrica.


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Scienze

MEDICINA

Dentista Odontoiatrico

LA PAURA DEL DENTISTA

E LA TECNICA DELLA SEDAZIONE COSCIENTE

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olti hanno paura del dentista, al punto di non riuscire a sottoporsi neanche alle normali cure “di routine”. Non si tratta solo della paura di sentire dolore, ma anche dell’ansia che viene generata dalla necessità di sottoporsi a trattamenti considerati invasivi. In casi di questo genere c’è il rischio concreto di diventare i peggiori nemici di se stessi, accettando passivamente un inesorabile peggioramento delle proprie condizioni, che evolvono verso quadri clinici molto più impegnativi, tanto da un punto di vista biologico quanto da quello economico. Eppure il rimedio c’è, e i pazienti devono sapere che possono liberarsi della fobia del dentista trasformandola in un momento di piacevole relax. Esiste una tecnica che aiuta tutti chiamata “sedazione cosciente”, che viene utilizzata anche e soprattutto in campo odontoiatrico da moltissimo tempo, ma che in pochi conoscono perché in Italia ne dispongono solo il 5-8% dei dentisti contro il 60% degli statunitensi, il 45% degli inglesi, il 30% degli scandinavi e il 25% dei giapponesi. Si realizza con la semplice inalazione nasale di una miscela di ossigeno e protossido di azoto (N2O) a concentrazioni variabili (tra il 30 ed il 70%), che offre una serie di indiscutibili vantaggi: L’effetto che induce, ansiolitico, esilarante e blandamen-

C mag | Scienze | Marzo 2015

Claudia CONTI

I VANTAGGI DELLA SEDAZIONE COSCIENTE - Gli eventuali, blandi effetti collaterali (euforia, singhiozzo) regrediscono in pochi minuti dalla sospensione della miscela. - A fine terapia il paziente può guidare ed attendere alle proprie normali occupazioni senza alcuna particolare precauzione. - Non esiste allergia al protossido. - Ha pochissime controindicazioni, praticamente solo relative, per cui in molti ne possono usufruire. - La sedazione può essere ripetuta tutte le volte che si desidera e per tutto il tempo che si rende necessario. - L’approccio sui bambini (oltre agli adulti ansiosi) è utilissimo per controllare il dolore e l’ansia contemporaneamente, evitando di creare loro situazioni stressanti che possono influire sulla vita adulta.

te analgesico e sedativo (innalza la soglia del dolore), si ottiene e svanisce rapidamente senza conseguenze. Non vengono alterate né la conoscenza né la coscienza, il paziente è sempre “presente”, ma calmo e tranquillo.

- Ha costi contenuti e consente di abbreviare i tempi perché l’odontoiatra lavora meglio. - Il gas, assolutamente sicuro e privo di effetti tossici, agisce solo per inalazione e non viene metabolizzato dall’organismo.

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La tecnica, praticata sin dal 1776, ha un’intrinseca e innegabile piacevolezza che ha conquistato alcuni famosi individui; pare infatti che Wiston Churchill, fosse uno “sniffatore da salotto” e che sostenesse: “sono sicuro che l’aria del paradiso deve essere questo meraviglioso gas delle delizie”. Provare per credere.


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Tiziana VESPERTILLI

Arte&Cultura Scienze

BIOLOGIA

cell: 347.7208617 musicista studiosigen@virgilio.it - tives6@virgilio.it

LA RESISTENZA BATTERICA una minaccia alla nostra salute

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inacciano continuamente la nostra salute e indeboliscono le nostre difese i batteri sono da sempre i nostri nemici quotidiani; con gli antibiotici pensavamo di poterli tenere sotto controllo ma presto saremo di nuovo vittime di malattie che credevamo vinte, questo l’allarme dell’organizzazione mondiale della sanità. Sempre più spesso compaiono nuovi ceppi di superbatteri, resistenti a quasi tutte le terapie tradizionali. Attualmente sono nove i batteri cosiddetti “sorvegliati” che causano infezioni comuni quali quelle del tratto urinario e alcune polmoniti. L'abitudine di fare uso degli antibiotici anche per

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Biologa e consulente sull'igiene e la sicurezza degli alimenti

trattare infezioni virali, dove non hanno alcuna utilità e prendere i farmaci in modo diverso dalle prescrizioni si ritiene possano aver contribuito a far sviluppare la resistenza. La minaccia più grave di per sé non è rappresentata dai microrganismi ma dalla trasmissibilità della resistenza ad altri batteri. I batteri riescono ad inglobare il DNA di un altro microrganismo integrando nel loro il frammento che contiene il gene resistente, questo ha consentito negli anni che si formassero batteri con resistenze multiple. Secondo alcuni epidemiologi arriveremo al punto

in cui i batteri saranno diventati resistenti a tutte le terapie disponibili e non si avranno farmaci da opporre. Ma il problema è ancora più complicato anche se si scoprisse un super-farmaco tutti inizieremmo ad usarlo e si produrrebbero nuove resistenze, bisognerebbe quindi disporre di almeno 5-10 farmaci nuovi. Esistono oltre 15 classi di antibiotici con differenti meccanismi d'azione, alcuni uccidono i batteri causando la distruzione della loro parete cellulare: è il caso, per esempio, di penicilline, carbapenemi e cefalosporine, altri agiscono su componenti diversi della cellula batterica, altri ancora, come i chinoloni, interferiscono con la sintesi del materiale genetico dei microrganismi, di fatto impedendo loro di riprodursi, oppure con il metabolismo energetico. Ma come fanno allora i batteri a difendersi dai diversi farmaci se agiscono in maniera diversa? Di recente è stato scoperto il segreto della tolleranza batterica: sopravvivere agli antibiotici rimanendo in uno stato di relativa quiescenza finché la concentrazione dei farmaci non diminuisce è una capacità dei batteri che si sviluppa prima dell'evoluzione della resistenza, favorendone l'insorgenza. La resistenza a uno o più antibiotici è la capacità, invece, di un microrganismo di crescere anche in presenza costante di antibiotico, a condizione però che la concentrazione della sostanza non sia troppo alta! Come sarà possibile contrastare tali mi-

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crorganismi allora in futuro? I microbiologi stanno già lavorando per accumulare un arsenale terapeutico. La ricerca è aperta in varie direzioni e varie molecole sono in via di sperimentazione. Su una cosa gli scienziati sono d’accordo che non ci sia una soluzione unica al problema e tra le strategie a cui si pensa ci sono anche quelle di combinare diversi antibiotici tra loro e di rinforzare le molecole esistenti con sostanze adiuvanti. Tra le ultime notizie giunge (fine 2014) quella di una nuova molecola “Teixobactin” efficace su diversi ceppi di batteri resistenti agli antibiotici. I batteri, inoltre, non hanno mostrato la capacità di divenire resistenti al nuovo farmaco, probabilmente grazie al suo meccanismo di azione. La sostanza attacca una molecola lipidica che svolge un ruolo essenziale nella membrana cellulare dei batteri, questa viene creata dalle cellule batteriche a partire da altre sostanze organiche preesistenti, e non sintetizzata a partire dal materiale genetico, come avviene con le proteine che rappresentano il bersaglio dei più comuni antibiotici. I ricercatori ritengono che sia più difficile, quindi, che una mutazione genetica fortuita doni ai batteri una resistenza nei confronti del farmaco. Ci vorranno ancora anni prima che il Teixobactin sia pronto per essere sperimentato sull’uomo ma i risultati fanno ben sperare che si sia aperta la porta ad una nuova generazione di farmaci con cui portare avanti la lotta contro i ceppi batterici resistenti.


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Scienze

PSICOLOGIA

Daniela OLIVIERI

Psicologa e Psicoterapeuta Via M. Francesi, 159 - CIAMPINO P.zza Roma, 2 - FRASCATI 06.7963545- 338.2436372

VORREI ESSERE

ME STESSO

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ella vita, sapersi adattare a situazioni e persone diverse è certo utile, ma se ciò significa trascurare se stessi, non ci siamo: un simile comportamento alla lunga rischia solo di creare malesseri e malumori. È quel che capita a Laura, una nostra lettrice, che racconta: “Ormai sono due anni che soffro di ansia e capogiri e vado ripetendomi che la persona che ho sposato in realtà non è quella giusta per me. Non mi riconosco più, non sento di essere me stessa e mi pento di aver permesso agli altri di farmi diventare chi non sono. Non so cosa fare”.

I disagi sono il campanello d’allarme: ascoltali. Ogni giorno ci rapportiamo con il nostro partner, i genitori, i colleghi, i figli. E spesso quello che si finisce col fare è mettere da parte la nostra vera essenza e mostrare agli altri solo la “facciata”, la maschera: sempre sorridenti, accondiscendenti e disponibili a soddisfare le richieste altrui. Così non va: più indossiamo quella maschera, più l’insoddisfazione e il malessere interiori aumentano. L’esperienza clinica ci mostra ogni giorno come le relazioni sbagliate possano in molti casi degenerare in veri e propri disturbi psicosomatici, come nel caso di Laura. Il corpo non può mentire e attraverso il

disagio ci sta avvisando che qualcosa nella nostra vita non fa per noi. Chi trova sé stesso trova un tesoro Cambiando la direzione del proprio sguardo e riposizionandola su se stessi, ci si accorgerà che l’ansia e i disagi un po’ alla volta svaniranno. Il Sé di ogni persona non deve essere messo in secondo piano: al contrario, ha bisogno di venire alla luce ed essere espresso, così come le proprie necessità, le proprie idee, il proprio modo di essere nel mondo che per nessun motivo devono adattarsi a quelli di un’altra persona. Per fare in modo che questo non accada bisogna individuare le relazioni che possono essere dannose per il nostro Sé e tenerle lontane dalla nostra vita o quantomeno non cadere nell’errore di accontentare l’altro, rinunciando così al proprio benessere.


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Scienze

PSICOLOGIA

f.stati@tiscali.it

L'ARRIVO DI UN FRATELLO O DI UNA SORELLA

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essun bambino se potesse comprendere esattamente cosa comporta l’arrivo del secondo, lo desidererebbe. La perdita delle intere attenzioni è immediata e devastante. I primi sentimenti a subentrare sono quelli della gelosia, invidia, rivalità, paura, senso di trascuratezza, abbandono e regressione. Provare questi sentimenti è normale, preoccupante è non provarli, non riconoscerli o non poterli esprimere.

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Felice STATI Psicologo e Psicoterapeuta

Ma è anche l’occasione di sperimentare un nuovo e stimolante affetto. Il nuovo arrivato è qualcuno che ci fa compagnia, con cui si possono esternare i sentimenti e comportamenti meno positivi senza rischiare di rompere il legame. È il luogo dove si impara a gestire, usare e subire il potere. La palestra in cui imparare le regole sociali, l’empatia, l’alleanza e la condivisione. La qualità del rapporto dipende molto da come si comportano i genitori. Da come aiutano il primogenito ad

elaborare il lutto di non essere più unico, da come sono capaci ed attenti nel dosare equamente disponibilità, tempo, attenzioni e affetto. Se un genitore non riesce ad essere imparziale nei suoi comportamenti, se c’è la percezione di una differenza, essa sarà inevitabilmente vissuta come preferenza di un figlio a scapito dell’altro. Questa posizione contribuisce a determinare: l’autostima e la disistima nei figli, la mancanza di fiducia in se stessi, lo sviluppo dell’ansia da prestazione, l’inibizione del proprio potenziale. Ma soprattutto alimenta la competizione, la sfida, l’invidia, il possesso, la brama di potere, i contrasti ed i conflitti all’interno della fratria. Un genitore dovrebbe piuttosto imparare a cogliere quei gesti, quelle espressioni che rimandano ad una gelosia e competizioni provate e non espresse, trovando la strada di renderle dapprima accettabili e successivamente superabili.

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Scienze

MENTE E CORPO

Gaia RUIA gaiaruia75@gmail.com Tel: 347 3586918

LA SCLEROSI MULTIPLA

E L'AUTOAGGRESSIVITÀ

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a sclerosi multipla è una patologia del sistema nervoso centrale e consiste nella lesione (sclerosi) della guaina mielinica che è una sostanza che ricopre le fibre nervose, facilitando la trasmissione degli impulsi nervosi. A seconda delle fibre nervose colpite si manifestano paralisi progressive e/o deficit della sensibiltà. Può essere recidivante (raramente) o progressiva, con più o meno episodi di acutizzazione (poussè), generalmente molto invalidante. L’eziologia (come molte patologie neurologiche) è sconosciuta: non se ne conosce la causa, di conseguenza la cura ad oggi esistente tende (ove possibile)

C mag | Scienze | Marzo 2015

Fisioterapista e Maieuta in Sigmasofia

a limitare i danni. La sclerosi multipla è una malattia del sistema immunitario, ciò vuol dire che tale sistema non riconosce come “proprio”, in questo caso, la componente “mielina”, attaccandola come fosse un agente esterno e provocandone appunto la lesione. Secondo il taglio dato a questi articoli, ci soffermeremo su quest’ultimo dato, osservando l’aspetto interiore legato a questa patologia. Il sistema immunitario è un’“organizzazione” che il nostro organismo si è dato per proteggerci dagli attacchi “esterni”: virus, batteri, sostanze nocive, etc. Quando

tale sistema è “indebolito” ecco che siamo più esposti a manifestare determinati sintomi, dal semplice raffreddore a vere e proprie patologie, sarebbe interessante, nonchè utile, osservare in quale stato interiore ci troviamo quando “permettiamo” a tali agenti esterni di rompere il nostro equilibrio, ed è sorprendente notare come ci sia sempre una correlazione a una fase di stress, di disattenzione verso noi stessi o a uno stile di

vita non sano. Nel caso delle patologie autoimmnuni, ciò è ancora più interessante perchè, in questo caso, ingaggiamo delle vere e proprie battaglie contro noi stessi, contro delle componenti che disconosciamo, che non riconosciamo più come proprie. Andiamo contro la nostra stessa natura, creata appositamente per mantenerci in salute. È facile comprendere perchè tali patologie siano gravi e spesso invalidanti. È altrettanto facile renderci conto di quanto questo comportamento sia autoaggressivo, quanto difficile il riconoscimento (emotivo) di questo aspetto. Nelle mia esperienza lavorativa, mi è capitato spesso di trattare pazienti affetti da questa malattia ed essendo questa progressiva, li ho seguiti per lunghi tempi, per anni. Inevitabilmente si instaura un rapporto spesso confidenziale, nonché affettivo, quindi si ha la possibilità di conoscere meglio aspetti caratteriali e relazionali del paziente, ebbene , è soprendente, anche in questo caso, osservare quanta correlazione ci sia tra i sintomi

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e alcuni aspetti dell’interiorità della persona. Ne cito in particolare una, a cui sono profondamente legata. Questa signora ha la sclerosi multipla da trent’anni, è una persona dal cuore d’oro, sempre dedita all’altro, alla famiglia, di una sensibilità estrema. Nella sua forma, le componenti colpite sono, oltre a quella motoria, quella sensitiva, che è ipersensibile, quindi percepisce ad esempio il dolore, il freddo, il caldo in maniera molto amplificata; caratterialmente si fa carico del dolore altrui, si preoccupa di quello che possono provare gli altri mettendosi sempre al “secondo posto”. Questo modo di fare fa sì che non faccia mai pesare in alcun modo alle persone che le sono vicine la propria malattia, cercando di essere più autonoma possibile...anche quando non è possibile! Infatti numerose volte è caduta in casa e non ha cercato aiuto, sforzandosi ore ed ore per rialzarsi, a volte nascondendo ai suoi cari ciò che era successo (premetto che i suoi familiari abitano vicino e sono molto affettuosi e presenti con lei). A volte ha avuto degli attacchi di cuore da pronto soccorso ma non ha chiamato nessuno. Caratterialmente, per sua stessa ammissione, non ha la capacità di reagire alle angherie altrui. Tutto ciò denota una grande forza e volontà d’animo per voler autogestirsi ma, allo stesso tempo, è un piccolo esempio di come un aspetto caratteriale possa ritorcersi contro, divenendo autoaggressivo, fino ad essere pericoloso per se stessi, per la propria vita, pur se mosso da benevoli motivazioni. Il voler essere sempre buoni e impeccabili spesso è un mancato riconoscimento della propria, naturale, fisiologica e sana componente aggressiva (aggredior significa andare avanti, ciò che ci mantiene in vita) che, non riconosciuta e colpevolizzata, ma essendo parte vitale, non potendosi manifestare “in uscita”, all’esterno, trova sfogo, manifestazione, dentro.



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Benessere

BELLEZZA

VOGLIA DI

ACCONCIATURA Non aspettare l'evento. L'evento sei tu.

L'

idea di un approfondimento riguardante il mondo dell'acconciatura nasce dal desiderio di infondere alle nostre clienti e a tutte le donne la cultura dell'acconciatura, scollegandola dall'idea purtroppo ricorrente che lega questa solo ed esclusivamente al matrimonio. Nelle immagini a fianco vediamo due raccolti/acconciature completamente diverse tra loro, per manifattura e costo, ma producono lo stesso risultato. Entrambi evocano l'emozione, la sorpresa, l'esaltazione della propria bellezza, donano quella discontinuità estetica che stimola negli animi delle donne sensazioni meravigliose . Le occasioni sono molteplici: una cena con il compagno, con gli amici, un'uscita a teatro o per andare a ballare. Se vuoi conoscere i segreti di queste acconciature vieni nel nostro salone.

Vi aspettiamo nel nostro salone per farvi conoscere tutte le novità!!!

Letizia LONGO

Belli Come il Sole

Hair Stylist

Salone di bellezza e benessere

Benessere

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BELLEZZA

RADIOFREQUENZA D

urante gli anni si va verso un lento processo di invecchiamento cutaneo, esso è dovuto a molteplici fattori come: il fumo, alcol, alimentazione errata e stress. Infatti il collagene, che è una proteina fondamentale del tessuto connettivo, ha un rilassamento che crea rughe e lassità della cute. Per contrastare l’invecchiamento cutaneo è nato prima in America e poi è arrivato da noi in Italia un macchinario chiamato Radiofrequenza estetica. Infatti essa illustra l’innovazione nel campo dell’estetica e medico, è un trattamento di ringiovanimento cutaneo ed ha degli effetti somiglianti ad un lifting chirurgico. Trattamenti Radiofrequenza: - trattamento per le rughe - ringiovanimento viso e collo - lassità cutaneo corpo e viso doppio mento - smagliature - trattamento anti cellulite Come funziona la Radiofrequenza: Questo macchinario si usa applicando un manipolo che può essere di due tipi: bipolare per il viso, monopolare per le altre sedi sul piano cutaneo (facendo delle manovre con un olio). Questo tipo di trattamento dura 20 minuti per sessione e la terapia viene completata dopo le 8-10 sedute. Le onde radio del macchinario arrivano fino ai fibroblasti che dando una scossa , riescono a rifare collagene ed a ridare un nuovo aspetto al viso.

Questo trattamento si svolge sia in centri di medicina estetica che in centri estetici, è consigliato a donne dai 30 ai 60 anni d’età. È un trattamento ad effetti prolungati ma non permanenti, quindi si consiglia di rifare ogni anno il trattamento. Controindicazioni Non ci sono particolari controindicazioni, soltanto i soggetti portatori di Pacemaker e coloro con gravi Cardiopatie non possono sottoporsi all’ energia prodotta dalla Radiofrequenza. Assicuratevi sempre di essere nelle mani di persone qualificate, altrimenti potrete avere un brutta scottatura. Vantaggi del trattamento I vantaggi di questo trattamento sono molteplici, è un trattamento senza aghi, e dolore. I risultati si vedono dopo poche sedute, e poi è sempre meglio che andare a finire sotto i ferri di un chirurgo estetico.


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Benessere

BELLEZZA

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Annalisa BATTISTA

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Centro Estetico Anaïs

Cosa accomuna le casalinghe alle top-model?

LA TANTO ODIATA CELLULITE! CONOSCERLA PER COMBATTERLA!

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a primavera è alle porte, nell'armadio i cappotti lasciano il posto a vestiti sempre più leggeri e corti. Ed ecco intravedere, solo ora, sul nostro corpo la tanto odiata cellulite!! La ritroviamo proprio lì, dove l'abbiamo lasciata la scorsa estate, concentrata su natiche e cosce, così affezionata al nostro fisico da non lasciarlo mai! Questo inestetismo è estremamente democratico, si stima che colpisca il 90% delle donne indipendentemente dal peso; infatti poche sono le donne che ne vengono risparmiate. Si manifesta con il classico aspetto a "buccia d' arancia" e ha origine nel tessuto connettivo (derma e ipoderma) dove il sovra-sviluppo delle cellule adipose, i problemi circolatori e lo stress ossidativo ne determinano una disfunzione con la relativa comparsa della cellulite. Le cause del suo insorgere sono molteplici: - Gli ormoni estrogeni (ormoni femminili) - Le cattive abitudini alimentari - Un ritmo di vita stressante - L'assenza di attività fisica - La predisposizione ereditaria - L'avanzare dell'età Essendo strettamente connessa alle oscillazioni or-

monali e al sovra-sviluppo del tessuto adiposo la sua comparsa avviene in alcuni momenti specifici della vita quali: la pubertà, la gravidanza e la menopausa. In questi periodi si ha o un aumento del tessuto adiposo o una produzione eccessiva di ormoni o un rallentamento del metabolismo. Quest'insieme di fattori fanno affacciare sul nostro corpo questo fastidioso inestetismo, che se non trattato adeguatamente, da mani esperte, rischia di evolvere ad altri stadi, dove è sempre più difficile sbarazzarsene! Infatti da un primo stadio, che presenta solo un'eccessiva ritenzione idrica si può arrivare ad un quarto stadio dove i soggetti provano dolore al tatto, i volumi diventano importanti e l'aspetto si presenta irregolare con fori profondi. Ecco ora alcuni rimedi manuali per eliminare, o solo per minimizzare la famosa "buccia d'arancia", validi sempre se associati ad un'alimentazione corretta e ad attività fisica:

impastamento, più o meno intense, che provocano lo scollamento dei tessuti, agisce sulla ritenzione idrica più ostile e sule adiposità localizzate, donando armonia alla silhoutte.

Massaggio emolinfatico o circolatorio: si esegue con manovre rivolte verso le stazione linfatiche, elimina la ritenzione idrica, migliora la circolazione venosa e rivitalizza i tessuti.

Rivolgetevi a centri con personale qualificato, in grado di scegliere attraverso un check-up, il trattamento più adatto al vostro tipo di cellulite. La durata e il numero di sedute variano in base al tipo di inestetismo da correggere. Di solito si consigliano, nel primo mese, due sedute a settimana e poi il mantenimento.

Massaggio modellante: si esegue con manovre di

Linfodrenaggio (DLM Vodder): si esegue con manovre lente, non si utilizzano ne creme e ne olii sul corpo. E’ utile a regolarizzare e decongestionare il flusso linfatico. Da ottimi risultati come trattamento anticellulite ed è una tecnica fondamentale in ambito sanitario per risolvere alcune patologie. Trattamento criotermico: si avvolge il corpo con bendaggi freddi e caldi, il tutto coadiuvato da un massaggio drenante. Grazie ai benefici delle bende, imbibite in una soluzione di principi attivi, questo trattamento è rassodante, drenante, riducente e anticellulite.



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Cultura

INTERVISTA

LELE

CORVI La matita ottimista

C mag | Cultura | Marzo 2015

Yolanda FUERTES GARCÌA @fuertesgarcia_y www.looksplanet.org

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i presentiamo (anche se non ce n'è bisogno) Lele Corvi. Un lombardo -codognese per l’appunto- creativo e geniale che fa già parte a pieno titolo della Storia del fumetto italiano. “Crow’s Village”, “Insetti”, “Chiedo asilo”, “Dante”… Lele ha appena festeggiato i suoi primi vent’anni di carriera, durante i quali è stato matita di punta di alcune delle testate italiane più riconosciute, fra cui il Cittadino, la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera, Emme o la prestigiosa Agenda Comix. Sotto il nome d’arte di “Beppe Beppetti” è il vignettista prediletto da Fiorello per la sua popolare “Edicola”. Ha inoltre vinto un numero imbarazzante di premi del settore ed il perché di questo successo è facile da capire: i suoi omini, quasi tutti senza nome, dai tratti morbidi e delicati, incarnano alla perfezione i sentimenti, le speranze e la coscienza del popolo italiano, dei cittadini che giorno dopo giorno subiscono gli eccessi del potere senza mai perdere il sorriso. Lele, la biografia di Beppe Beppetti su Twitter parla chiaro: “Ottimista. Faccio disegni”. Ma chi è il più ottimista di “voi due”? “Entrambi! Mantenere l'allegria oggi non solo è possibile ma è un dovere. Da parte di tutti. Affrontare la giornata con allegria e ottimismo è la molla per migliorarsi. Ottimismo che non deve essere incoscienza, ma conoscenza della situazione e con distacco saper trovare l'aspetto positivo nelle piege delle brutture. Non è semplice e personalmente non nasco ottimista. Ma lo considero un esercizio quotidiano che tutti dovrebbero fare. Un esercizio che fa bene a sè stessi e agli

altri. Non sembra ma può essere contagioso!”. Come nasce la tua passione? Quando e come ti sei avvicinato al mondo dell’ilustrazione? “Passione è la parola giusta. Fin da piccolo ero un lettore di vignette e strisce. Ricordo con piacere le strip dei Peanuts o di Gummer Street. Oltre alle battute ho sempre amato il mondo che riuscivano a creare questi grandi disegnatori. Leggendo le loro strisce entravo in una realtà diversa dalla vera, ma capace in pochi tratti o battute di descrivere situazioni concrete. Mostrando i pregi e i difetti della società. Strisce che erano adatte a un ragazzino ma anche a un adulto presentando quindi diverse chiavi di lettura. Da quella umoristica a quella più profonda che si apprezza leggendole o rileggendole da adulti”. Riesci a ricordarti senza la matita in mano? Come si fa a non uccidere l’artista che tutti i bambini portano dentro? “Disegno da sempre, come tutti quelli che condividono questa passione. A differenza di tanti non ho mai smesso. Il che non significa essere diventato un bravo disegnatore, ma aver creato uno stile che forse, spero, è diventato riconoscibile. Un modo quindi di non uccidere l'artista che è in noi è continuare a disegnare esattamente come si fa con altre forme d'arte. Tutti canticchiamo o cantiamo, ci muoviamo a ritmo, tamburelliamo sul tavolo senza avere la pretesa di essere cantanti, ballerini o strumentisti. Con il disegno invece si smette e, anzi, se qualcuno chiede a un adulto di fare un disegno questo risponderà “non sono capace”. Affermazione che trovo falsa. Non si è capaci di disegnare secondo regole e canoni che permettono di fare un disegno con anni di

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studi, ma tutti possono esprimersi a disegni, anche senza saper disegnare. Il segreto è avere qualcosa da dire”. Come nasce una striscia o vignetta: prima la battuta o prima il disegno? “Le vignette possono essere “parlate” o “mute”. Quelle mute, secondo una mia visione della vignetta, devono essere fatte da chi di disegno ne conosce i segreti. Quindi estremamente dettagliati o sintetiche ma che possono, con pochi tratti, descrivere una situazione. Quelle parlate le sento a me più vicine. Ritengo che la vignetta con parole possa avere una marcia in più, ma ripeto è un parere del tutto personale. Quindi la mia vignetta nasce prima dal testo e poi il disegno si deve adattare all'interno del riquadro. Non sempre è così. Spesso vengono commissionate vignette con dimensioni precise. A volte altre e stretta altre bassissime e lunghe. Di conseguenza la battuta o il disegno o entrambi si devono adattare in base al campo che hanno a disposizione”. Picasso diceva: “L’ispirazione esiste ma ti deve trovare al lavoro”. Cosa fa scattare l’idea? “L'idea può scattare in ogni momento e va appuntata, su carta, su smartphone, a penna o a voce. Poi potrebbe diventare una vignetta o sparire nel cestino. Ho imparato però che non è sufficiente aspettare l'idea, ma si deve andare a cercarla. Dovendo disegnare vignette per giornali e che le notizie da commentare mi vengono commissionate nel tardo pomeriggio, non posso permettermi di attendere. E' divertente? Si. E' facile? No. La difficoltà non credo che stia nel realizzare la vignetta, ma giocare con disegni e parole per descrivere un fatto che oltretutto a volte si ripropone con regolarità (crisi, corruzione etc). Magari facendo sorridere,


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Cultura

INTERVISTA

magari facendo riflettere e se si è in stato di grazia entrambi. Il tutto in breve tempo, che il giornale non può aspettare per andare in stampa!”. Oggi disegni ancora su carta e poi perfezioni al computer o usi direttamente la tavoletta grafica? Come hai vissuto l’incredibile evoluzione tecnica degli ultimi anni? “L'ho vissuta bene. Anzi sono sempre alla ricerca di nuovi modi di disegnare con l'aiuto della tecnologia. Ormai non faccio più nulla su carta ma direttamenmte con tavoletta o, ultimamente con ipad. In oltre 20 anni di disegni pubblicati sono passato da metodi tradizionali a metodi che mi hanno permesso di velocizzare il lavoro. Alcuni storceranno il naso, dicendo che in questo modo si perde l'originale e in parte la penso anch'io così e che un disegno fatto interamente su carta ha un fascino eccezionale. Ma i tempi cambiano e quello che cambia sono gli strumenti che si possono utilizzare. Sarebbe un peccato non provare queste strade. Di originale resta l'idea che è stata messa su foglio, di carta o digitale che sia”. Parlaci della tua esperienza in “Edicola Fiore”. Com’è cominciata la collaborazione con Fiorello? “A proposito di nuove tecnologie. Come per me e tanti altri disegnatori si è passati dalla carta al digita-

C mag | Cultura | Marzo 2015

LELE CORVI

le… Fiorello non si è adagiato sul successo avuto in tv, ma ha sperimentato nuovi modi per esprimersi con quello che è diventata la tv del 2000: web, Twitter, Facebook e con un semplice telefonino. Eccezionale! Non ricordo esattamante come è nata la collaborazione. Lo seguivo da tempo con la sua Edicola e poi un giorno gli ho chiesto se potevo inviargli delle vignette. Mi ha detto di sì... e così continuo a inviargliele!”. E come sei entrato nel mondo del web e dei social network? “Per caso. No ho mai amato i social pur avendo da tempo delle pagine Facebook che però gestivo quasi in modo automatico postando dal blog. Poi ho provato a giocare con l'account Twitter che nel frattempo avevo attivato solo per capire cosa fosse, ma che avevo snobbato per mesi. L'ho trovato un ottimo strumento per esercitarmi con le battute e facendo vignette “parlate” come dicevo prima, è un'ottima palestra. Poi ho provato a postare immagini e vignette. Credo di essere stato uno dei primi a postarle e l'ho trovato divertente”. Uno dei tuoi disegni più incantevoli, Dadgad, ha avuto un impatto spontaneo e straordinario su Twitter. Internet ha cambiato il tuo modo di interagire non soltanto con i tuoi ammiratori,

ma anche con i clienti? “Dadgad ha riscontrato parecchi commenti positivi... forse perchè disegnato in modo semplice. In modo che chiunque possa dire “Potevo farlo anch'io” e disegni del genere sono quelli che preferisco. Come è cambiato il mio modo di approcciarmi? Fondamentalmente non è cambiato, è comunque un'ottima vetrina e qualche cliente è arrivato anche attraverso essa”. Nel nostro Paese c’è un’interessante tradizione di vignettisti, ma sembra che si vedano sempre gli stessi nomi. “Io sono autodidatta. Disegno da sempre ma sono laureato in Scienze Naturali. Quindi un settore totalmente diverso dalla grafica. Vero quello che dici: l'Italia ha fatto scuola nel campo delle vigette. Nomi storici conosciuti all'estero ma poco in Italia. Vero anche che si vedono su carta i soliti nomi, peccato. Abbiamo tantissimi talenti che meriterebbero spazi sui giornali. Spazio sempre più risicato. Stiamo perdendo un patrimonio in questo modo”. A proposito di “perdite di patrimonio”, non osiamo chiederti quante volte hai sentito la famosa frase “Mi fai un disegnino? Tanto cosa ci metti?”. Perché si fa ancora tanta fatica a considerare un lavoro “vero” quello che fate i creatori, in tutti i campi artistici? “Certo che si dovrebbe cambiare mentalità! Parlando di altri settori credo che coinvolga un po' tutte le arti grafico/visive. Verrebbe da pensare che per fare una foto basta fare clic con la fotocamera. Ma sappiamo che non è così. Quel clic fa parte di un percorso che un fotografo ha dovuto percorrere per arrivare fino a quella inquadratura e non parlo solo di percorsi geografici. Allo stesso modo un disegnatore ha dovuto percorrere parecchia strada per fare anche una semplice riga”.

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La libertà è alla base del tuo mestiere: tante volte in una vignetta c’è molta più verità che in un articolo intero, perciò un tratto di matita può essere troppo scomodo per tanti. Che cosa pensi della grande manifestazione a Parigi con i capi di Stato e della campagna virale #jesuischarlie? “Sono per la libertà di espressione. Il buon senso in ogni caso deve prevalere. Una vignetta non dovrebbe mettere in pericolo la vita della gente. Se così fosse anche il disegnatore dovrebbe farsi delle domande. E rispondere/rispondersi con una vignetta in cui denuncia magari in modo mascherato quello che vorrebbe denunciare. Il vignettista ha un grande potere nelle sua capacità. Deve far riflettere, oltre che ridere o sorridere. A volte non è facile e la tentazione di provocare è forte oltre che semplice. Questo non toglie che nessuna vignetta dovrebbe scatenare atti come quelli che abbiamo visto”. In Italia esiste la censura? “Forse “censura” è parola grossa, ma è certo che esistono dei vincoli. Fondamentalmente si può dire quello che si vuole, ma non ci sono sempre gli spazi. Più che presenza di censura parlerei di mancanza di possibilità di esprimersi da parte di bravissimi vignettisti”. Domanda di rito ma fondamentale: cosa bolle in pentola? “Tante cose. Spero in nuove collaborazioni, sto mettendo mano a raccolte, a un racconto lungo disegnato e tante altre idee. In questo sono scaramantico, vedremo cosa succederà!”. Una di queste novità ve la raccontiamo noi… Siamo lieti di annunciarvi che ad aprile Lele Corvi sbarcherà sulle pagine del C mag! Rimanete sintonizzati su @BeppeBeppetti e @Cmagnews!


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Cultura

C mag | Cultura | Marzo 2015

Yolanda FUERTES GARCÌA

INTERVISTA SAVINO ZABA MASSIMO BAGNATO

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@fuertesgarcia_y www.looksplanet.org

A QUALCUNO PIACE CULT

SAVINO ZABA. Pugliese DOC. Classe 1971. “La voce” di Radio 2, 10 anni al timone di una delle trasmissioni più brillanti della radio italiana, “Ottovolante”. E anche Music@, Unomattina, Beato a chi ti Puglia... Adesso calca le tavole dei palcoscenici italiani reinterpretando i grandi classici dello Swing in “Canto... anche se sono stonato” (al Salone Margherita di Roma l’11 ed il 12 marzo). MASSIMO BAGNATO. Romano DOC. Classe 1972. Il re della comicità nonsense vanta un curriculum a tutto tondo: Maurizio Costanzo Show, 610, Scorie, Quelli che il Calcio, Zelig, The Call... Ha appena presentato il suo nuovo spettacolo “Grazie Daik Vaik” al Teatro dei Satiri ed il 24 aprile si esibirà al Puff di Lando Fiorini con “Quanti pensano”.

Così cominciamo bene? Anzi, non ci sarebbe un modo migliore per iniziare. Tutti i fine settimana questa (non tanto) strana coppia si siede davanti ai microfoni di RAI Radio 2 e ognuno a modo suo ha un unico obiettivo: la Cultura (sì, quella con la C maiuscola), raccontata in modo dissacrante e ironico, avvolti nel mantello vincente di un titolo ispirato al capolavoro di Billy Wilder ma dalla paternità ignota ([Massimo] “Io direi 60% a me e 40% a lui”. [Savino] “Io invertirei le proporzioni... ma va bene lo stesso”). Un mucchio di talento sconfinato che va in onda il sabato e la domenica alle ore 15 per farci conoscere gli innumerevoli eventi culturali sparsi per il Bel Paese e per il mondo: presentazioni di libri, mostre, opere liriche, concerti, installazioni artistiche, happening (preferibilmente se arricchiti da un open bar di salatini). Ma come riescono ad andare d’accordo due personalità


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Cultura

INTERVISTA

così dirompenti? [Savino] “Nella nostra diversità, che infatti inizia già dal modo di approcciarsi allo spettacolo, abbiamo trovato molti punti in comune. Paradossalmente sembrebbe, sulla carta, che siamo due persone diametralmente opposte, invece no, ci compensiamo tantissimo, e devo dire la verità, scavando, scavando… a parte il calcio abbiamo trovato altre cose in comune”. [Massimo] “Tante, tante, ma senza scavare neanche troppo. Fra queste anche le iniziali: SZ, MB. No, le iniziali no, purtroppo quelle ci mancano. Per quanto riguarda le passioni, però, ci siamo!”. Un fortunato (e incantevole) sodalizio artistico nato quasi per caso, durante la partecipazione di Massimo ad una puntata di “Ottovolante” [Massimo] “Venni in radio invitato da Savino per un’intervista e subito ci trovammo bene, in sintonia, soprattutto sui contenuti extra, il cosiddetto backstage, che erano appunto rappresentati da queste passioni per l’Arte in genere”. Una squadra segnata da un’onestà intelletuale che va al di là dello spettacolo, è proprio umana. [Savino]

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SAVINO ZABA E MASSIMO BAGNATO

“Lavorare a quattro mani non è facile ma non ci può essere competizione. La cosa che ci accomuna è che la mia forza è la sua forza e viceversa”. [Massimo] “Mi sono sempre trovato bene da solo come individuo artistico, sono un eremita, un artigiano, ma in “A qualcuno piace cult” il discorso è diverso. Ognuno è contento dei successi dell’altro, nelle battute, nelle esposizioni... Ci siamo ritrovati anche in questa serenità, non abbiamo l’ansia di primeggiare, sempre con una semplicità che nelle coppie è fondamentale. E poi c’è una nota di fondo, siamo tutti e due bei ragazzi, se fossimo stati uno bello e l’altro brutto...”. Allora sarebbero arrivati i problemi ma fortunatamente non è il caso. Perché loro sanno che non soltanto i contenuti ma anche il contenitore deve essere curato in ogni minimo dettaglio. [Massimo] “Dopo quella prima intervista a “Ottovolante” abbiamo capito che un programma del genere, abbinando comicità e contenuti importanti, poteva nascere proprio da questa nostra leggerezza”. [Savino] “Infatti noi parliamo di “cultura

alta” nel senso che parliamo di scultura, pittura, danza classica, opera lirica... È un approccio culturale sicuramente non di massa, ma noi lo serviamo su un piatto fresco, cerchiamo di renderlo apettibile. Inanzitutto perché parliamo di cose cha a noi piacciono veramente. Prendiamo questi argomenti culturali e artistici e tutti i fine settimana li condividiamo, li portiamo nel nostro mondo per servirli in maniera fresca, fruibile attraverso la comicità”. Parola d’ordine: passione. “A qualcuno piace Cult” non potrebbe che nascere dalla passione, perché radio significa verità: potenzia, amplifica i nostri pensieri e li rende concreti. La magia della radio consiste proprio nel creare, grazie alle parole, uno spettacolo della mente. [Massimo] “Infatti la passione in radio si capisce perché è ancora più visibile, più trasparente a livello animato rispetto alla TV. L’ascoltatore attento in radio capisce quali sono le tue note umorali in quel giorno ed è per questo che il complimento referito al personaggio radiofonico vale il doppio, secondo me, rispetto a quello riferito al personaggio televisivo”. Impossibile, perciò, andare in onda con il pilota automatico. [Savino] “Mai. La differenza fra la TV e la radio è che mancando un senso, che è la vista, la concentrazione è maggiore e uno presta tutta la sua attenzione attraverso l’udito, l’ascolto, quindi riesce a fruire una vibrazione della voce, una sensazione, quindi ad avvertire i sentimenti di chi sta parlando. Se ascolti la radio con calma riesci a percepire qualsiasi emozione, cosa che non capita in TV perché con la vista sei distrato da altre mille cose”. [Massimo] “Siamo fortunati perché creiamo comicità, sorrisi, freschezza intorno ad argomenti, a passioni che sono state realmente coltivate negli anni. Non ci siamo improvvisati amanti dell’opera, dell’arte, di Dario Fo, Gassman o Troisi, ci piace veramente il lavoro che facciamo e, soprattutto, chi l’ha fatto prima di noi”. “A qualcuno piace Cult”, un appuntamento irresistibile

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su RAI Radio 2 con due ragazzi doppiamente -anzi, triplamente- bravi che fanno (e tutto troppo bene) radio, teatro e TV. Ma il grande amore? [Massimo] “Devo dire che per me il grande amore è il palco del cabaret, del teatro. È vero che la stessa adrenalina te la possono dare la TV e la radio ma quando scendi dal palco il rapporto con il pubblico -e non è una frase fatta- rischia di mancarti veramente”. [Savino] “Anch’io penso che il palcoscenico, il live, sia la dimensione migliore, ma per me tutti, anche tv e radio, hanno il loro fascino, il loro potere, e mi entusiasmano allo stesso modo. Ho sempre amato gli artisti poliedrici, a tutto tondo. Mi vengono in mente nomi come Walter Chiari o Fiorello, persone capaci di suonare, ballare, cantare e condurre un varietà, artisti a 360º gradi”. E se vogliamo finire sul “Cult” -anche se questa volta non parafrasiamo il maestro Wilder ma Cameron Crowe-, vi possiamo garantire che questa strana coppia “vi convincerà al primo ciao”.

PER SAPERNE DI PIÙ? @SavinoZaba @massimo_bagnato



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Food&Drink Cultura

VI RACCONTO L’ITALIA

#ViRaccontoLitalia #Cmagazine

@mitchLAURENZANA www.michelelaurenzana.com - www.viraccontolitalia.it

LA SPADA NELLA ROCCIA

ESISTE

SAN GALGANO (PD) - di @btl1.de

È A SAN GALGANO MA NON È DI RE ARTÙ

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C mag | Cultura | Marzo 2015

Michele LAURENZANA

na spada del XII secolo, conficcata in una roccia e identica a quella leggendaria che il giovane Artù avrebbe estratto diventando re, esiste veramente. E' quella di San Galgano, e si trova nella Rotonda di Montesiepi presso Chiusdino (Siena), accanto ai resti di una stupenda e più famosa abbazia cistercense, ora senza tetto e con un verde pavimento

di erba: un luogo incantato, quasi un pezzo di Bretagna magicamente trasportato in Toscana. Per questa tappa di #ViRaccontoLitalia ci troviamo in una valle isolata tra le colline, più precisamente in una piccola cappella di forma circolare al cui interno si custodisce, appunto, una delle “reliquie” più affascinanti e misteriose dell’intera regione. Proprio al centro della cappella,

dal pavimento in cotto, sporge uno sperone di roccia al cui interno è incastonata la spada cruciforme. La storia narra che il giovane Galgano Guidotti da Chiusdino si fece cavaliere dopo che San Michele gli era apparso in sogno; in seguito a una seconda visione, si fece eremita in una capanna a pochi chilometri dal suo paese natale. Qui, in segno di rinuncia alla violenza, Galgano conficcò la spada nel terreno -con gesto simmetrico e opposto a quello arturiano- adorandola come croce. Dopo nemmeno un anno, e alcuni miracoli, morì di stenti nel 1181. In seguito a quello che fu forse il primo processo di canonizzazione della storia (1185), i monaci Cistercensi edificarono la Rotonda della Spada nel luogo della capanna dell'eremita, ed eressero dal 1218 la vicina Abbazia. Pur non essendo semplice una precisa datazione della Spada, non può essere esclusa una sua sostituzione nel corso dei secoli; certa è la coerenza stilistica con quelle risalenti al XII secolo. Sempre nella cappella posso inoltre essere ammirati alcuni affreschi del ‘300 che la ritraggono con esattezza di particolari, dando vita a un suggestivo spettacolo dall’immediato richiamo al ciclo bretone di Re Artù. Ancora ai primi del ‘900 la Spada poteva essere completamente estratta, tuttavia fu in seguito bloccata con piombo fuso e in due occasioni (negli Anni Sessanta e all'inizio degli Anni Novanta) fu persino spezzata in tentativi di estrazione da parte di vandali. Nel corso della recente ispezione al manufatto, la composizione e l'analisi metallografica della lama hanno portato a dei valori che rientrano nella norma per un metallo medioevale e non indicano utilizzo di leghe o acciai moderni. Persino diversi studiosi continuano a far notare dei punti di contatto tra la vicenda di San Galgano e quella di Re Artù. Ma siamo pur sempre al cospetto di ipotesi in cui la storia si confonde con il mito, di conseguenza l’antico mistero per ora rimane, ed in fondo è meglio così. Resta il fatto che -almeno in Europa- esiste una sola spada nella roccia, ed è a circa 40 chilometri da Siena.

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PERUGIA - di @serpoman_

COME PARTECIPARE #ViRaccontoLitalia con le tue foto, SEI TU IL PROTAGONISTA! Pubblica su qualsiasi social network una foto scattata da te, anche con uno smartphone, con il nome del posto in cui ti trovi e taggala con #ViRaccontoLitalia #Cmagazine! Tutte le immagini verranno inserite nel tagBOARD ufficiale sul sito www.viraccontolitalia.it, mentre le più belle saranno pubblicate e raccontate sulle pagine di C magazine! Arte, storia, natura. Luoghi, sapori, profumi. I mille volti del Paese più bello del mondo raccontato da voi, con voi.


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Cultura

C mag | Cultura | Marzo 2015

RADIO

Redazione

Paolo Orangis - Foto di Silvia GERBINO paolinochiamalinus@deliradio.it

PAOLINO CHIAMA LINUS IL WEB SFIDA L'FM

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lasse 1988, Paolo Orangis è diplomato al Liceo Artistico di Verona, dov'è nato. Ha frequentato poi l'Accademia di Comunicazione e Spettacolo di Stefano Jurgens a Roma, dove attualmente vive. Cantante, presentatore, animatore nei locali della Capitale, per 6 anni si occupa di organizzazione eventi e collabora con il tour di selezioni nazionali per "Lo Zecchino d'Oro". La grande passione per la musica e la radio lo fanno approdare nel 2012 nel mondo delle WebRadio . Il lungo curriculum forse non

basta, serve anche molto spirito di iniziativa e inventiva per poter emergere: Paolo lo sa, e nasce così, come una sorta di appello per trovare uno spazio nell' Fm, il programma "Paolino chiama Linus", in diretta ogni domenica dalle 11 alle 13 su www.Deliradio.it . Come mai “Paolino chiama Linus”? Il titolo scelto allude alla nota trasmissione “Deejay chiama Italia” di Radio Deejay, condotta da Linus (nonché direttore artistico della radio stessa) e Nicola

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Savino. Si tratta di un omaggio ad una trasmissione radiofonica, e ad uno speaker che seguo e apprezzo da diversi anni e che spero, prima o poi, risponda alla mia “chiamata”. Ma è anche una pacifica provocazione che vuole invitare tutti i grandi manager, produttori etc di importanti radio fm ad interessarsi alla realtà sempre più concreta delle webradio, nelle quali albergano molti talenti che meritano di crescere professionalmente ed avere l'occasione di trasformare questa bellissima passione in un mestiere. Ci descrivi il programma? E' un programma che ha l'intento di far cominciare la domenica col sorriso a chi mi ascolta. Musica ovviamente protagonista, ma anche l'attualità, storie incredibili dal mondo e le due rubriche fisse: cinema e calcio. Grazie a www.darksidecinema.it, la redattrice Chiara Carnà, consiglia ogni settimana un film. Inoltre, essendo io negato per lo sport, a differenza di Linus che in radio ne parla spesso e volentieri, provo ad avvicinarmici anche io grazie al mio amico appassionato di calcio Alex, che ogni domenica tenta disperatamente di farmelo apprezzare. Inoltre tante sorprese ogni domenica a partire dagli ospiti! A proposito di ospiti, hai intervistato telefonicamente la cantante Cristina D'Avena, la conduttrice tv Veronica Maya, la “cattiva” di PechinoExpress 2014 Angelina, il conduttore Red Ronnie e molti altri. Come fai? Sicuramente la tenacia, l'impegno e la voglia di fare sono fondamentali. Continue pubbliche relazioni aiutano a raggiungere nomi importanti e noti, ma amo intervistare e confrontarmi anche con gente meno nota ma con esperienze interessanti da raccontare. Credo inoltre che l'idea di fondo del programma sia apprezzata dagli ospiti che, divertiti, accettano il mio invito e di conseguenza, di sposare la mia iniziativa.

Del tuo programma sei ideatore, autore, grafico...quanto tempo occorre per preparare una puntata? Proprio perché ne curo ogni aspetto, quasi una settimana mi ci vuole. Il sostegno di Deliradio.it, il suo ufficio stampa e la station manager e giornalista Elisa Peduto che mi ha dato da subito piena fiducia, fanno il resto. Cosa ti aspetti da questa avventura? Sono già molto contento dell'affetto che mi stanno dimostrando gli ascoltatori e del lavoro che sto riuscendo a fare ogni settimana. Spero di avere sempre più sostenitori (la pagina facebook è “Paolino chiama Linus” n.d.r.), poi se dovesse contattarmi Linus, ovviamente sarebbe il massimo. E' giusto vivere con aspettative verso il futuro, così come è giusto sognare. Ma è anche importante vivere appieno il presente ed io, in questo presente, continuo a chiamare!



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Cultura

LIBRI

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tando questo tema che lo scrittore, riesce ad intuire il vero itinerario del suo viaggio: dall'interno dell'io alle proprie radici originali.

Fabio SORRENTINO

Tiziano Terzani

UN INDOVINO

MI DISSE "

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n indovino mi disse" è un romanzo di avventura, autobiografia, narrazione di viaggio e reportage. Tiziano Terzani, corrispondente di "Der Spiegel" dall'Asia, nel 1976 a Hong Kong si rivolge da un indovino che lo avverte: "Attento nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare mai". Dopo svariati anni, nel 1992 si sente stanco e dubbioso sul senso del suo lavoro. Gli torna, quindi, in mente quella profezia e la vede come un occasione per guardare il mondo da un'altra prospettiva, con occhi nuovi.Decide di non prendere più aerei per un anno intero, senza rinunciare al suo lavoro di corrispondente. Durante il 1993, dovrà spostarsi con tutti i mezzi alternativi possibili (treno, nave, auto) per raggiungere in tempo i luoghi delle "notizie", una sorta di continuo viaggio contro il tempo alla ricerca non solo delle notizie ma anche dell'essere delle persone e dei paesi della sua amata Asia. Un libro molto coinvolgente che ti fa sentire parte della storia, come un accompagnatore del protagonista al

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punto di trasmettere molte sensazioni, sia positive che negative.Ha lo scopo di analizzare il significato della vita nell'età della ragione e del sentimento, in cui la ricerca di un sé al tempo stesso individuale e collettivo è la meta della vita. I cinesi non sono mai stati dei metafisici, non hanno mai creduto in un dio trascendente. Per loro la natura è tutto ed è dalla natura che hanno tratto conoscenze e credenze.Al contrario dell'uomo occidentale che da secoli ha distinto fra il mondo divino e quello naturale -per noi Dio crea la natura-, per i cinesi i due mondi non sono distinguibili. Dio e Natura sono, quindi, la stessa cosa. Per questo la divinazione è una sorta di religione e l'indovino è anche teologo e sacerdote. Ma nell'Asia di oggi così protesa ad arricchirsi, a diventare una grande potenza economica, i riti di ieri perdono purtroppo il loro significato. Nei paesi occidentali, la ricerca del futuro, la sensazione che le parole di un estraneo riescano a placare l'ansia, ora che tutti ci sentiamo più soli, privi di ascolto o troppo ricchi di informazioni e di parole inutili, è sempre più in ascesa. In questo libro quello che viene evidenziato è l'opposizione tra la cultura occidentale e quella orientale e, in particolar modo, ciò che della prima è stato cancellato per lasciare spazio alla tecnologia. Affron-

Tiziano Terzani attraversa l'Asia e descrive i Paesi che ha conosciuto tante volte, in occasioni diverse,dalle guerre, alle rivoluzioni, alle cadute degli imperi, eppure mai come questa volta la tristezza gli apre gli occhi verso un cambiamento: la città che, perdendo la sua anima, ha perso la sua essenza, i paesaggi modificati dal cemento e un'Asia che non è più nell'età dell'oro ma in quella sgarbata e sempre eguale del denaro. Un continente straziato, lacerato, cancellato dove il turismo di massa o sessuale non annulla il fallimento dell'uomo, perché la guerra, la violenza, la prostituzione, la mercificazione, la repressione altro non sono che condanne a morte per l'umanità intera. E allora Tiziano sogna l'India come purezza, come "nuvola bianca sospesa sulla montagna".


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Cultura

MUSICA

C mag | Cultura | Marzo 2015 Lorena FANTAUZZI Heather IERMANO

TULLIO DE PISCOPO

approccio alla scrittura e la voglia di scrivere un libro? È da tanti anni che gli amici, i fans, i musicisti, volevano aneddoti, aneddoti di questa lunga carriera, cinquantacinque anni di musica. Volevano sapere, mi dicevano: “Devi scrivere un libro”. Ma noi siamo pigri si sa, non ho mai trovato il tempo di prendere la penna in mano. Poi però nella vita arrivano anche le batoste, le dure prove. La mia dura prova è sta la vita. Mi è venuto a trovare un brutto male, ma grazie alla Madonna e all'amore della mia famiglia sono riuscito a sconfiggerlo. Avevo tenuto tutto nascosto, tutto dentro. Però sai, è un groppone che ti rimane sullo stomaco e quindi attraverso le pagine del libro ho voluto gridare. Ho gridato la mia vita, la verità, quello che mi è successo, includendolo nella storia della mia vita. È stato come una sorta di liberazione, però è stato anche un passo che dovevo fare verso tutti gli amici che mi chiedevano da sempre di scrivere un libro, che tra l'altro sta andando molto bene e ne sono orgoglioso.

Q

Napoli Centrale, Pino Daniele, cosa vi ha uniti e cosa vi unisce ancora? Un grande amore. La nostra gioventù, la nostra spensieratezza, i nostri occhi che all'epoca erano sempre iniettati di sangue. Gli occhi di tigre che avevamo, la voglia di fare, l'amore. Per me è Pino Daniele è amore, è l'amore universale. Gli anni '80 erano gli anni d'oro per la musica a Napoli, erano gli anni giusti. Ora invece, cosa c'è a Napoli? E in Italia? Adesso musicalmente c'è poco. Ci sono dei giovani bravi, però non riescono a trovare una giusta collocazione e questo perchè Napoli offre poco, ci sono pochissimi spazi. Anche perchè non c'è la possibilità di documentare attraverso dei supporti magnetici quello che questi ragazzi veramente sanno fare, diventa sempre più difficile poter registrare un disco che resta poi documento. Tullio De Piscopo, grande batterista, cantautore e celebre percussionista italiano, da qualche tempo anche scrittore. Come nasce il tuo

dedicato alle mie figlie quando ero giovane, perchè la nostra testa quando si è giovani spazia da altre parti. Quindi io voglio recuperare quel tempo perduto, quel tempo che non ho dedicato alle mie figlie, dedicando il tempo ai miei quattro nipotini. Quindi il nostro spazio è il nostro tempo. So che da anni ti dedichi all'insegnamento, cosa ami di questo mestiere? Insegnare è bello perchè io do ai ragazzi l'esperienza, che loro chiaramente non possono avere essendo giovani. Però loro mi danno molto, c'è questo interplay, questo scambio incredibile ed è molto bello, se lo si fa con amore riesci a prendere molte cose da loro. Quale consiglio non ti stanchi mai di ripetere ai giovani che ti seguono e ti stimano? Il consiglio più importante è quello di non usare nessuna droga, mai. E di essere onesti, sempre, andare a letto la sera liberi da qualsiasi dubbio. La tua passione per la musica nasce da bambino, chi ha sostenuto i tuoi sogni durante il corso della tua vita? Io ho fatto veramente tutto da solo, ma io penso che chi mi ha sostenuto davvero è stato mio fratello Romeo. Morì nel '57 quando io avevo quindici anni e lui ne aveva ventuno. Tutt'ora quando suono non mi sento mai solo, c'è sempre qualcuno con me perchè a quanto dicono lui era un grandissimo batterista ed io ho cercato di fare tutto quello che lui avrebbe fatto sicuramente molto meglio di me, cioè portare avanti sempre il suo nome.

Dall'amicizia con Pino Daniele al suo esordio come scrittore. Una vita da artista raccontata in esclusiva per noi di Cmag

uando ho calpestato il pavimento dei camerini del Palapartenope Pino Daniele era ancora tra noi. Non potevo immaginare che quindici giorni dopo la sua voce si sarebbe spenta in una notte. Durante le prove dell'ultima data a Napoli del tour “Nero a metà” di Pino Daniele, ho rubato l'attenzione e il “Tempo” del Maestro Tullio De Piscopo, il quale si è concesso senza riserve donandoci una preziosa intervista.

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Il tuo libro si chiama “Tempo! La mia vita”, questo che tempo è secondo te? Questo è un tempo in cui non sorridiamo più. Quindi dobbiamo trovare il tempo, millesimi di secondi per regalare un sorriso ad un altro. Regalare un sorriso è la cosa più saggia che si possa fare per noi stessi. Pensate che esistono dei tirchi che sono talmente tirchi che non ti regalano neanche un sorriso, eppure non costa niente, zero. Il tempo, il nostro tempo. “Non ho tempo”, “Andiamo? ...No, non ho tempo”. Io adesso voglio recuperare il tempo che ho perso, il tempo che non ho

Tu ti sei trasferito a Milano per cercare successo, fortuna, lavoro, futuro. Credi che i giovani d'oggi debbano per forza emigrare per crearsi un domani? Sì, è chiaro. Per un artista che vuole intraprendere la carriera del musicista, del cantante, non si può pensare di rimanere nel proprio paese o paesino. Non si può stare ancora sotto la veste, la gonna della mamma che ti prepara lo spaghetto. Si devono fare dei sacrifici, sognare quel sapore della mamma, desiderarlo. Questi sono i sacrifici che uno fa, andare in giro, farsi ascoltare. E se non ti ascoltano ti fermi, gridi, fai qualcosa e chiaramente devi avere tutte le carte in regola per poter gridare.


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Arte&Cultura Cultura

MUSICA

C mag | Cultura | Marzo 2015 a cura di Marco BARTOCCIONI Lorenamusicista FANTAUZZI

Qual è il segreto di questo successo e la ragione di questa formula ideata, quasi alla americana? Lorena, tu hai centrato esattamente quello che abbiamo portato nelle piazze dell'intero Stivale. Io e Demo riusciamo ad essere sulla stessa lunghezza

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pubblico? o cosa? Non uso nessuno stratagemma. Non potrei neppure drogarle. Le faccio salire l'adrenalina. Tiro su la serotonina quando vedono i miei spettacoli. Pensare che un mio amico da quando viene in giro con me è talmente appagato che non mangia più dolci. Della serie “fai ravvivare anche gli zombie”? Beh, non esageriamo! Riesco a trasferire la mia energia agli alti ed io e Demo interagiamo con loro, con il pubblico . Questo il trucco, se così lo si vuol chiamare. Scusa... Sempre fidanzato con Lulù ? Sì, è così! Vive per me . Io sono profondamente innamorato degli animali. Pensare che quest'estate ho avuto uno scontro quasi fisico con un tizio che ha abbandonato in autostrada una cagnolina incinta e calcola che ci voleva addirittura picchiare. Dopo averlo affrontato l’ho denunciato. Io nel mio piccolo raccolgo cani meticci in quel di Formello. Mi piace fare del bene e poi non posso stare fermo devo fare sempre qualcosa per gli altri.

MARCELLO CIRILLO La televisione in piazza

L'

anno 2014 si è contraddistinto positivamente per lo showman Marcello Cirillo, consacrandolo tra i più seguiti personaggi dello spettacolo. Ovunque si esibiva era un successo: uno spettacolo tutto diverso, ovvero portare la televisione in piazza e la metodologia, la spettacolarizzazione, con conseguente coinvolgimento dello spettatore quasi protagonista, ma anche l’uomo spettacolo come Marcello Cirillo, il maestro come Demo Morselli, otto musicisti di grande prestigio e quattro coriste bel-

lissime che ogni sera per due ore fanno impazzire il pubblico. Marcello Cirillo protagonista dei “Fatti Vostri” assieme a Giancarlo Magalli e Adriana Volpe è davvero uno showman all'italiana, come la pasta fatta in casa, quella buona, genuina ad effetto immediato, squisitamente spontaneo. Anche se il suo sodalizio artistico nato con il maestro di musica Demo Morselli che li ha portati in giro per l'Italia lo proclama un antesignano per aver trasferito la tivù in piazza e che porta anche al teatro (l’opera teatrale al Manzoni di Roma).

d'onda. È come una sorta di miracolo. La gente deve vederti e crederti vero; se ne accorge poi se fingi. Per niente al mondo lo farei. Io e Demo ci siamo capiti sin da subito. Riusciamo in un istante a trasformare tutto in magia. La magia dello spettacolo. E mi devi permettere ho ricevuto molte interviste in questo periodo ma nessuno mi ha fatto raccontare, spiegare, il nostro spettacolo. Tu l'hai fatto! Io ho visto una delle tue serate. È stato fantastico vedere 80enni ballare come ventenni; un pubblico impazzito e tu che ballavi e suonavi tra la gente, con la complicità del maestro e degli orchestrali. Come fai? Usi ipnotizzare il

Come è cominciata la tua avventura con i cani, chi è stato il primo? Il mio primo cane è stato Riccardo, gli ho dato il nome di un mio carissimo amico, proprio perché penso che un cane è veramente come il migliore degli amici. Ed oggi a lui che è andato in paradiso mando un bacio da quaggiù . Hai mille impegni, ma dove trovi tutto questo tempo? A breve riaprirà a fornello la tua scuola, la Bottega del Suono. La Bottega del Suono fornisce il più alto livello di educazione artistica a tutti gli aspiranti cantanti e musicisti provenienti da tutta Italia. Non insegniamo solo a suonare uno strumento ai ragazzi ma a suonare con magia. Ti chiamano Silvan... Sì, magari, così facevo sparire chi fa del mal ad animali, alle donne e ai bambini!


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Arte&Cultura Cultura

DANZA

C mag | Cultura | Marzo 2015 a cura di Marco BARTOCCIONI Ilaria NAZARET musicista

È TEMPO DI BALLARE I

miei primi passi di danza ,classica e moderna, risalgono all' età di tre anni, con una grande predisposizione per la musica e il ballo, e così da subito ho iniziato i miei studi con i migliori maestri a livello internazionale e con l’Accademia Nazionale di danza ho intrapreso un lungo percorso fatto di tanta preparazione , sacrificio , e, grazie anche alla tanta

passione che è alla base di questa meravigliosa disciplina. Durante il mio cammino ho appreso tanto grazie all'insegnamento dei maestri fino a debuttare in spettacoli teatrali, musical ed esibizioni di vario genere . Oggi insegno a bambini e adulti danza classica,moderna e contemporanea, con il sussidio di laboratori coreografici. La danza è una disciplina meravigliosa , che , oltre

a formare fisicamente educa la mente e ti libera lasciando così che il proprio corpo si abbandoni alla musica. E’ un continuo allenamento fatto di tanto sacrificio ma ripagato poi da tante soddisfazioni. Ne approfitto dello spazio concesso da voi di Cmagazine per presentarvi due gruppi di mie allieve : le “ Dancing Angels” che mi seguono giá da diversi anni , e il gruppo della nostra scuola “Paradise Academy” in via Pagani 62 Colle Prenestino. Le mie allieve mi danno tante soddisfazioni , ed ogni giorno si impegnano venendo a studiare danza felici , io cerco sempre di trasmettergli il massimo e preparo per loro sempre lezioni innovative. I genitori di queste bimbe le hanno iscritte ad una disciplina sana che trasmette valori e che sopratutto emoziona.Spero che tutti , possano un giorno , provare a ballare e ritagliare così una parte della loro giornata dedita a questa splendida disciplina.

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Viaggi

Silvio ORLACCHIO

ON THE ROAD

Agenzia Viaggi IL MONDO DI SUNRISE TRAVEL mondosunrise@gmail.com

COLORADO e

NEW MEXICO

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l Durango & Silverton Narrow Gouce Railroad Train parte puntualissimo e ci catapulta immediatamente in un'altra era ed in un diverso paesaggio. Siamo su di un treno a vapore, lungo una tratta rimasta intatta dall'epoca dei pistoleri. In realtà anche il convoglio è ancora quello di una volta. Per goderci appieno il panorama optiamo per 3 posti sulla carrozza panoramica. Saliamo di quota, piano, molto piano. Abbiamo il tempo per goderci tutto quello che

Silverton - DownTown

Madre Natura ha avuto la forza di creare in questo territorio. Diversamente da quanto visto fino ad ora, qui siamo in posti di montagna, ad altezze ragguardevoli, fino a sfiorare i 3000 metri sul livello del mare. La natura è assoluta protagonista tanto da regalarci la vista di daini, cervi, alci e, incredibilmente, un piccolo branco di coyote... In circa tre ore arriviamo a Silverton, 2837 metri di

C mag | Viaggi | Marzo 2015 101 nativi americani del SouthWest. Una delle più grandi emozioni di tutti i miei viaggi, le lacrime mi scendevano sul viso senza riuscire a fermarle. Sioux, comanche, hopi, apache, havasupai, navajo, pueblo… Poco da aggiungere, non ci riesco. La città è caratteristica, con una bella piazza e con le caratteristiche costruzioni in adobe. Siamo piò o meno a metà avventura, e più o meno (non precisamente, ma sono certo che mi concederete l’estensione) a metà di quella che è definita la strada Silverton - Veduta da Nord madre, la mitica Route 66. Non è la prima volta che la altitudine per una popolazione di 531 anime, un tempo percorro, ma questa volta abbiamo deciso di ripercorcittà mineraria. Una main street con vecchi bordelli e rere fedelmente ogni metro ancora asfaltato e, laddove saloon, oggi riadattati a vari utilizzi ma che mantengono intatti i tratti caratteristici di un tempo. Una ragazza in stile "Calamity Jane" ci indirizza al Handlebars Restaurant & Saloon per soddisfare il nostro appetito. Atmosfera da vecchio Far West e cibo ottimo. Approfitto dello Store della Harley per fare acquisti (tanto per cambiare), per poi fare ritorno a Durango. La serata trascorre tranquilla ascoltando buona musica dal vivo. L'indomani si riparte e si sconfina in New Mexico, e dopo una tratta di circa 5 ore si arriva ad Espanola. Stiamo attraversando il 4 Corner Point, regione di confine tra gli stati di Colorado, New Mexico, Arizona e Utah. Navajo, Hopi, Ute e Zuni sono i nativi americani a cui appartengono Blair Street queste terre. possibile, optare per la pre 1937, fino a raggiungere Dicevamo di Espanola; una sosta per passare una notte l’end of trail, direttamente sul pontile di Santa Monica, fuori dal tempo. Siamo accolti in questa vecchia residen- California. Stiamo percorrendo il mito, ripercorrendo za coloniale in puro stile messicano fine Ottocento. E’ la strade che hanno significato speranza ed hanno contitolare in persona che ci accompagna e ci consegna le tribuito a costruire quello che viene definito il “sogno chiavi. Si cena a tapas e burritos così come sarà per la americano”. Iniziamo ad attraversare il New Mexico, il colazione. 10 e lode. Siamo nel cuore degli Stati Uniti, navigatore serve a poco, le strade non sono tracciate e precisamente a Santa Fe, poco sopra i 2100 m, la più la route 66 è stata dismessa nel 1984. Perdersi fa parte antica delle capitali federali. Ci arriviamo in coincidenza del gioco, anzi, forse ne è l’aspetto migliore. Un viaggio con il Santa Fe Indian Market, un mercato/esposizione nel viaggio, alla scoperta di quella vecchia America, a di arte indiana organizzato direttamente dalle tribù dei volte ferma ancora agli anni 50.


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Viaggi

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A SPASSO IN EUROPA

Fabio SORRENTINO

I MAGNIFICI QUATTRO 1

BUDAPEST LA PARIGI DELL'EST

B

udapest, la capitale dell’Ungheria, è considerata da tutti la perla del Danubio sia per i suoi tesori artistici e soprattutto per i suoi romantici paesaggi sul fiume che la attraversa. Il Danubio, il secondo fiume più lungo d’Europa, con i suoi straordinari ponti, è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco ed è il protagonista assoluto della città. Oltre ai suoi storici monumenti, ai magnifici palazzi e alle allegre piazze, è una capitale che offre numerose occasioni ai turisti per farsi scoprire e apprezzare. Nell’architettura di Budapest si integrano meravigliosamente elementi di stili, culture ed epoche diverse, dall’unione delle città di Buda e Pest all’impero, dal periodo sovietico all’epoca moderna.

Pest, città moderna, ricca di negozi, hotel, ristoranti e locali notturni, si trova sulla sponda orientale del Danubio. Dalla parte opposta si trovano Obuda, antica Buda, il primo insediamento romano, e Buda, riconoscibile dal Quartiere medievale sulla collina, dal Palazzo Reale e dalla Chiesa di Mattia. Nel mezzo, sul Danubio, sorge l’Isola Margherita, ideale per passeggiare, praticare sport e per rilassarsi nei bagni termali o bagni turchi. Budapest è oggi una delle poche capitali europee che può offrire parchi naturali protetti e stabilimenti termali, ideali per il relax. Ma Budapest è anche una città culturalmente vivace e moderna, tanto da essere soprannominata “la Parigi dell’Est”. Una città piena di romanticismo e storia.

IL CASTELLO DI BUDA

Il maestoso Palazzo del Parlamento, che si estende per 268 metri lungo la sponda sinistra del Danubio , è stato edificato in una commistione di stili architettonici che abbracciano il neogotico, il neo barocco e il neo romanico. Terminato nel 1902 oggi è la sede della Camera dei Deputati del Parlamento unicamerale ungherese. Nello stesso edificio si trova anche la Biblioteca del Parlamento e nella sala centrale della Cupola sono esposti la Sacra Corona Ungherese e gli altri oggetti appartenuti ai sovrani dell’Ungheria, come il globo crucigero, lo scettro e la spada. Nell’ala settentrionale del Palazzo si trova la residenza del primo ministro e qui vengono ospitati anche congressi e conferenze internazionali. La parte nord-est è riservata gli uffici del Presidente della Camera mentre la parte meridionale ospita la residenza del Presidente della Repubblica.

Il Castello di Buda, un edificio medievale dichiarato Patrimonio mondiale dell’Unesco. Tra le sue mura si trovano vicoletti e piazze incantevoli e nei palazzi ci sono musei, ristoranti e negozi. Per raggiungere il quartiere medievale si può prendere il Sikló, una funicolare costruita nel 1870 e sita poco più in là il ponte delle Catene, oppure salire i ‘Gradini Reali, una grande scalinata che arriva nella parte meridionale del Palazzo Reale.Il Palazzo Reale, costruito nel XIII secolo, ospita la Biblioteca Széchenyi, il Museo di Storia di Budapest e il Museo di Arte Contemporanea. Il Palazzo Reale si trova nella parte meridionale della Collina del Castello e ha raggiunto il periodo di massima importanza con Mattia Corvino, quando ospitava i potenti sovrani, artisti e intellettuali di tutta l’Europa.

IL PARLAMENTO

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1 CITTÀ 3 NOMI

Viaggi

A SPASSO IN EUROPA

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BUDAPEST

IL PERSONAGGIO:

BAGNI TERMALI SZECHENY I Bagni Termali Szechenyi sono uno dei più grandi complessi d’Europa e il più antico di Pest. Sono due le sorgenti di acqua termale che vengono incanalate nelle strutture neobarocche di questi bagni a due passi dalla Piazza degli Eroi nelParco Municipale di Budapest. Costruiti a partire dal 1909, i lavori si sono conclusi 4 anni dopo ma nel 1927 la struttura venne ampliata per far fronte alla grande affluenza ed è stata dotata di 3 piscine all’aperto e 15 coperte. Le acque termali del Szechenyi sono ricche di calcio, magnesio, solfato, carbonato, fluoro e acido meta borico e sono indicate per il trattamento delle malattie degenerative delle articolazioni,

BUDAPEST IN BICI Budapest offre oltre 160 chilometri di piste ciclabili all’interno della città più alcuni percorsi segnalati sui monti di Buda per la mountain-bike. Budapest è, inoltre, collegata alle altre capitali europee dalla grande pista ciclabile EuroVelo. Infine, si consigliano anche le piste dell’aeroporto-velodromo di Huvosvolgy, Harmashatar-hegy e Csucs-hegy. Alloggiare a Budapest non è un problema, la città presenta una cospicua lista di hotel, alberghi e bed&breackfast per dormire: stutture alla mano o posti di lusso, per venire incontro alle esigenze di tutti i viaggiatori.

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HARRY HOUDINI, al secolo Erich Weiss, il più grande illusionista di tutti i tempi, reso celebre dalle sue fughe impossibili, nacque il 24 marzo 1874 a Budapest. Aveva adottato lo pseudonimo in onore di un celebre illusionista dell'epoca, Houdin. Ma non incoraggiò mai nessuno ad attribuirgli potere sovrannaturale e per questo dedicò gli ultimi anni della propria vita a sbugiardare i ciarlatani. Il suo nome è ancora oggi, quasi un secolo dopo la sua morte, sinonimo di magia. Prima di morire lasciò a sua moglie un codice con cui avrebbe dovuto contattarla dall'aldilà. Inutile dire che numerosi medium provarono a scoprirlo senza successo.

LA LEGGENDA Il castello Vajdahunyad è circondato da un lago che gli conferisce un tocco fiabesco. Qui, nel parco cittadino Városliget, si trova la STATUA DELL’ANONIMO CRONISTA del XIII secolo. Si dice che se si tocca la penna che porta nella mano destra si diventerà straordinari scrittori. La Statua dell’ Anonimo rappresenta il notaio-cronista di Béla III, il sovrano che fu Re d’Ungheria dal 1172 al 1196 e che diffuse per primo la cultura nella sua corte. La figura di questo scrittore resta però ancora oggi avvolta del mistero e non se ne conosce nemmeno il nome. Infatti il volto della statua non è visibile ed è avvolto da un cupo cappuccio...

COSA C'È DA MANGIARE? La cucina ungherese è conosciuta per i suoi sapori speziati e agrodolci. Il piatto più famoso è il GULASH, una zuppa gustosa con spezzatino di manzo e pasta, ricco di strutto (o olio), cipolle, paprica, prezzemolo, peperoni e pomodori. Deliziose anche le zuppe di funghi e patate, da gustare con deliziose fettine di mele tostate a corredo. Un dolce a non perdere? Il KÜRTÕSKALÁCS, venduto nelle pasticcerie e anche nelle piazze, dove i venditori lo preparano al momento. È composto da una sottile sfoglia lievitata e zuccherata, arrotolata attorno ad un cilindro di legno, diventando così una spirale di pasta cilindrica cotta sopra al fuoco.


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Food&Drink Uomo e

Natura

AMICI ANIMALI

C mag | Uomo e Natura | Marzo 2015 107 Nicoletta BY DOG'S

UNA “BRICIOLA” N

AL QUIRINALE

ei giorni scorsi si è insediato il 12° Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ad accoglierlo durante la cerimonia di insediamento al Quirinale, oltre a tutte le personalità presenti, c'era un ospite inattesa, Briciola, una trovatella diventata, da circa un anno ormai, la mascotte

della fanfara del Reggimento dei Carabinieri a cavallo. Non si è persa un attimo di tutta la cerimonia, l'inno di Mameli, il saluto alla bandiera, gli onori militari ed era in prima fila quando il Presidente Mattarella è arrivato, facendosi in disparte solo alla fine, tutta fiera nella sua mantellina bianca e rossa.

Come Briciola, esistono tante “mascotte”, cagnolini, di solito adottati, ma anche discendenti di vere e proprie dinastie al servizio delle varie armi. Come è il caso di Carabina, mascotte dei Carabinieri a Cavallo di Monza, che per tredici anni ha affiancato i militari nei servizi di pattugliamento all'interno del parco di Monza, conosciuta ed amata da tutti i bambini, ma rispettata e temuta dai cavalli che, ad un suo abbaiare, riusciva a rimettere in riga. Carabina discendeva dalle mascotte dei Carabinieri a Cavallo di Roma, Trombetta e Maradona, che hanno dato origine ad una vera e propria discendenza che arriva fino a Carabina, a Monza. Una storia che viene da lontano ha come protagonisti Bruno e Chiara, due Pastori del Caucaso, compagni di missione dei soldati italiani nel nord dell'Afghanistan. In particolare Bruno è un vero cane soldato nel senso che con i militari italiani ha condiviso tutto, le pattuglie nei villaggi e il cibo della mensa. Per due volte gli afgani hanno cercato di ucciderlo, da piccolo spezzandogli le zampe e poi sparandogli. E' sopravvissuto e ha sviluppato un esagerato senso di protezione nei confronti dei militari in mimetica ringhiando a tutti coloro che non ne indossassero una. Quando gli italiani hanno lasciato l'Afghanistan non hanno avuto cuore di lasciarlo e, grazie alla collaborazione con l'Enpa, sono riusciti ad organizzare il trasporto di Bruno e della sua compagna Chiara che, giunti in Italia, sono stati prontamente adottati. Ma purtroppo non tutte le storie sono a lieto fine e quando queste riguardano i cani non possiamo fare ameno di paragonarle a quelle degli uomini, di certi uomini almeno, che non troppo tempo fa hanno riempito le cronache di giornali e telegiornali. Storie di mare, storie di navi. La Jolly Amaranto e la sua mascotte, Athos. Athos era salito a bordo da cucciolo e nei suoi sette anni di vita era raramente sceso terra. Aveva la cuccia sul ponte ma il suo locale preferito era la sala

macchine. Quella nave con la stella bianca sulla ciminiera era tutto il suo mondo. La portacontainer, a causa di un'avaria al motore, era rimasta in balia delle onde per tre giorni al largo di Alessandria d'Egitto. Trainata nel porto aveva sbattuto contro la banchina per poi affondare. Athos è col resto dell'equipaggio tratto in salvo e trasportati verso il porto. Pietro, uno dei marinai, è vicino a lui e gli carezza la testa. Ma quando Athos vede la “sua” nave allontanarsi non ha un attimo di esitazione, si tuffa nelle acque per raggiungerla. Pietro nonostante il freddo e la stanchezza cerca di riprenderlo, ma invano, il cane sparisce nel buio, cercando di ritornare a bordo. Senza nessuno che glielo abbia ordinato! Ad Athos un sincero “inchino”.


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Food&Drink Uomo e

Natura

AMICI ANIMALI

ANGELI

A 4 ZAMPE Il paradiso dei cani

I

mmerso nello splendido panorama del Lago di Nemi a Sud di Roma nel cuore dei Castelli Romani, nell’ azienda agricola “Il Giardino di Diana” sta nascendo il nostro progetto : Angeli a Quattro Zampe, nato dall’amore e la passione per i cani e altri animali, di Nazaret Ilaria che da sempre aiuta e sostiene cani abbandonati, in cerca di famiglia in collaborazione con altre associazioni che lavorano sul territorio del Lazio e Nazionale. Questo progetto ha l’obiettivo di donare ai cani abbandonati un posto sicuro e accogliente dove trovare amore ,riparo, e per alcuni di loro adozione anche a distanza. Inoltre il progetto ha finalità educative prevede laboratori didattici per tutte l’età dove i bambini apprendono nozioni sul rapporto con il cane imparando a conoscere e le sue abitudini . Inoltre prevedono attività con i cani immerse nel verde a contatto con la natura , passeggiate, trekking , giochi ed attività di agility. Il tutto fornendo materiale didattico ai bambini comprese schede interattive in modo tale che il bambino o l’adulto possano conservare un bel ricordo della giornata trascorsa. Le famiglie possono venire a visitarci e trascorrere una bellissima giornata ,siamo attrezzati con una magnifica area pic nic in un posto davvero ricco di storia come il famoso Tempio di Diana. Inoltre svolgeremo anche corsi di pronto soccorso veterinario, dog trekking e molto altro ancora. Ci autofinanziamo e lavoriamo come volontariato. Chiunque volesse effettuare una donazione può farlo contattando Ilaria Nazaret al 331.5482558. Abbiamo bisogno di cucce, cibo umido e secco, copertine e medicinali. I nostri Amici a 4 zampe hanno bisogno del vostro aiuto, insieme possiamo fare molto. Vi ringraziamo per tutto quello che farete.

Redazione ilarianazaret@tiscali.it tel. 331.548.2558


Cinema LA STORIA DEL CINEMA

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ALBERTO

SORDI

L'

Albertone nazionale, uno dei più popolari attori del cinema italiano, nato a Roma il 15 giugno 1920, nel cuore di Trastevere, da Pietro Sordi -direttore d'orchestra e concertista presso il teatro dell'opera di Roma- e Maria Righetti, insegnante. Nel corso della sua carriera ultracinquantennale ha recitato in circa 150 film. La sua avventura artistica è cominciata con alcuni programmi radiofonici popolari e lavorando come doppiatore. Sin dal 1936 affronta diversi campi dello spettacolo: fantasista, comparsa in alcuni film, imitatore da avanspettacolo, boy di rivista e appunto doppiatore. In quegli anni vince il concorso della MGM come doppiatore dell'allora sconosciuto "Ollio" americano, caratterizzandolo in modo inconfondibile con la sua originalissima voce e cadenza. Nel 1942 è il protagonista de "I tre aquilotti", di Mario Mattoli, e nel frattempo si afferma sempre più nel mondo della rivista di varietà, di gran lunga lo spettacolo teatrale più seguito dagli italiani anche negli anni drammatici e tristi della guerra. Nel 1943 è al Quiri-

C mag | Cinema | Marzo 2015 111 Jonathan NEMESI

no di Roma con "Ritorna Za-Bum", scritto da Marcello Marchesi con la regia di Mattoli. L'anno dopo segue il debutto al Quattro Fontane con "Sai che ti dico?", sempre di Marchesi con regia di Mattoli. Successivamente prende parte alla rivista "Imputati salviamoci!" di Michele Galdieri ed il suo nome appare per la prima volta in grande nei manifesti dello spettacolo. Il suo debutto nel mondo della televisione risale al 1948, quando, presentato alla neonata Rai dalla scrittrice Alba de Cespedes, conduce un programma di cui è anche autore, "Vi parla Alberto Sordi". Con l'occasione incide anche per la Fonit alcune canzonette da lui scritte, tra cui "Nonnetta", "Il carcerato", "Il gatto" e "Il milionario". Grazie a queste esperienze ha dato vita a personaggi come il signor Coso, Mario Pio ed il conte Claro (o i celebri "compagnucci della parrocchietta"), personaggi che sono la base primaria della sua grande popolarità e che gli permettono d'interpretare (grazie a De Sica

Alberto Sordi - Sotto il sole di Roma (1948)

e Zavattini) "Mamma mia, che impressione!" (1951) di Roberto Savarese. Il 1951 è anche l'anno della grande occasione, del salto di qualità. Passa dalla dimensione delle riviste e dei film leggeri a caratterizzazioni più importanti, soprattutto considerando quelle a fianco di un grande maestro quale Fellini (e Fellini a quel tempo era già "Fellini"). Quest'ultimo, infatti, lo sceglie per la parte del divo dei fotoromanzi ne "Lo sceicco bianco", un gran successo di pubblico. Malgrado ciò, l'attenzione per il palcoscenico dal vivo non viene meno e continua i suoi spettacoli a fianco di mostri sacri come Wanda Osiris o Garinei e Giovannini (grandi autori di commedie). Vista l'ottima prova offerta ne "Lo sceicco bianco", Fellini lo richiama per un altro film. Questa volta, però, al di là del prestigio del regista e del richiamo dell'ormai popolare comico, nessuno dei due può immaginarsi che la pellicola che stanno preparando li proietterà direttamente nella storia del cinema, quella con la "S" maiuscola. Nel '53 esce infatti "I vitelloni", un caposaldo del cinema di ogni tempo, acclamato da subito da critica e pubblico all'unisono. Qui l'attore inventa una caratterizzazione che diverrà protagonista di molti suoi film: un tipo petulante, malizioso ed ingenuo allo stesso tempo. Sordi è ormai una star, un vero e proprio mattatore del box-office: solo nel '54 escono tredici film da lui interpretati, fra cui "Un americano a Roma" di Steno, nel quale reinterpreta Nando Moriconi, lo spaccone romano con il mito degli States (l'anno successivo, negli Stati Uniti, a Kansas City, ricever? le chiavi della città e la carica di Governatore onorario come "premio" per la propaganda favorevole all'America promossa dal suo personaggio). Sempre nel '54 vince il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista per "I vitelloni". Successivamente, Sordi darà vita ad una galleria di ri-


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LA STORIA DEL CINEMA

ALBERTO SORDI

mentre, due anni dopo, torna a farsi dirigere da altri due maestri della commedia come Zampa e Nanni Loy, rispettivamente nel grottesco "Il medico della mutua" (una satira che metteva all'indice il sistema sanitario nazionale e le sue tare), e nel "Detenuto in attesa di L'escalation di Sordi continua inarrestabile e avrà il suo giudizio". apogeo negli anni Sessanta, il periodo d'oro della commedia all'italiana. Fra i riconoscimenti vanno segnalati il Ma Sordi è stato un grande e ha potuto esprimere il Nastro d'argento come miglior attore protagonista per suo poliedrico talento anche nell'ambito del cinema "La grande guerra" di Monicelli, il "David di Donatello" per drammatico. Una prova famosa per intensità è quella "I magliari" e "Tutti a casa" di Comencini (per cui riceve di "Un borghese piccolo piccolo", sempre di Monicelli, anche una Grolla d'oro), Globo d'oro negli Stati Uniti ed che gli valse l'ennesimo David di Donatello per l'interOrso d'oro a Berlino per "Il diavolo" di Polidoro, senza pretazione. Ormai le situazioni e i personaggi rapcontare le innumerevoli e magistrali interpretazioni in presentati dall'attore sono talmente ampi e vari che tantissimi altri film che, nel bene o nel male, hanno se- egli può legittimamente affermare di aver contribuito gnato il cinema italiano. In un'ipotetica scorsa riassuntiva fattivamente alla conoscenza storica dell'Italia. Proprio di tutto questo materiale, quello che ne uscirebbe sareb- di recente, "Storia di un italiano", videocassette che be una galleria inesauribile di ritratti, indispensabile per mescolano brani dei film di Sordi a filmati d'archivio (riavere un quadro realistico dell'Italia dell'epoca. Nel '66 proposizione di una serie che andava in onda nel '79 Sordi si cimenta anche come regista. Ne scaturisce il film su Rai due), verranno distribuiti nelle scuole italiane, "Fumo di Londra", che si aggiudica il David di Donatello, come complemento dei libri di testo. Sordi, a proposito ha affermato che "senza volermi sostituire ai manuali didattici, vorrei dare un contributo alla conoscenza della storia di questo Paese. Non foss'altro perché, in duecento film, con i miei personaggi ho raccontato tutti i momenti del Novecento". tratti quasi tutti negativi, con l'intento di tratteggiare di volta in volta i difetti più tipici ed evidenti degli italiani, a volte sottolineati con fare benevolo altre volte invece sviluppati attraverso una satira feroce.

Con Vittorio De Sica ne Il conte Max (1957)

L’indimenticabile “Marchese del Grillo”, commedia con un oramai maturo Sordi, esce in anno di magra del cinema italiano, quale è il 1981, e al termine della brillante stagione della commedia all'italiana degli anni sessanta e settanta, fine sancita dal film dello stesso Mario Monicelli “Amici miei atto II” (1982). Il regista toscano dirige una serie di pellicole in costume incentrate su alcune grandi interpretazioni di uno dei suoi attori preferiti, Alberto Sordi. Nella Roma papalina del

1809 il marchese Onofrio del Grillo, nobile romano alla corte di papa Pio VII, trascorre le sue giornate nell'ozio più completo, frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi di sua madre e della parentela conservatrice, bigotta e autoritaria. Il protagonista è infatti interamente costruito attorno alla grande capacità dell'attore romano di interpretare e caratterizzare maschere popolari sempre in bilico tra sentimenti umani contrastanti. Il film rappresenta una commedia popolare, un'opera di puro intrattenimento teatrale nella quale i giochi di battute, condite di abbondante dialetto romanesco, di situazioni paradossali, di scambio di persone, determinano totalmente la comicità. Nel 1994 dirige, interpreta e sceneggia, insieme al fedele Sonego, "Nestore - L'ultima corsa". Grazie alla rilevanza delle tematiche affrontate il film è scelto dal Ministero della Pubblica Istruzione per promuovere nelle scuole una campagna di sensibilizzazione sulle problematiche degli anziani e del rispetto degli animali. L'anno successivo al Festival del Cinema di Venezia, dove viene presentato "Romanzo di un giovane povero" di Ettore Scola, riceve il Leone d'oro alla carriera. Nel 1997 Los Angeles e San Francisco gli dedicano una rassegna di 24 film che riscuote un grandissimo successo di pubblico. Due anni dopo altro David di Donatello per "i sessant'anni di straordinaria" carriera. Il 15 giugno del 2000, in occasione dei suoi 80 anni, il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, gli cede per un giorno lo "scettro" della città. Altri significativi riconoscimenti gli sono stati assegnati anche da istituzioni accademiche, attraverso l'assegnazione di lauree "honoris causa" in Scienze della Comunicazione (rispettivamente dallo Iulm di Milano e dall'Università di Salerno). La motivazione della laurea milanese recita: "la laurea viene assegnata ad Alberto Sordi per la coerenza di un lavoro che non ha eguali e per l'eccezionale capacità di usare il cinema per comunicare e trasmette-

re l'ideale storia di valori e costumi dell'Italia moderna dall'inizio del Novecento a oggi". Scompare all'età di 82 anni il 25 febbraio 2003 nella sua villa di Roma, dopo una grave malattia durata sei mesi.


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Cinema

RECENSIONI

FRATELLI DATA USCITA: 02 ottobre 2014 GENERE: Commedia ANNO: 2014 REGIA: Alessio Maria Federici PAESE: Italia DURATA: 89 Min

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rima volta insieme sullo schermo per due sex symbol del cinema italiano, Luca Argentero e Raoul Bova. “Fratelli unici” è diretto da Alessio Maria Federici, che torna sul grande schermo dopo “Lezioni di cioccolato 2” e “Stai lontana da me”, ma la pellicola sembra svolgere troppo il compitino restando fin troppo ancorata su un livello standardizzato. La pellicola basa interamente sui quattro protagonisti e sulle loro vicende che si intrecciano in modo imprevedibile dopo l’incidente di Pietro, interpretato da Raoul Bova. Il film fa sembrare all’inizio proprio il medico come il più “cattivo”, ma in realtà la sua maschera è stata costruita dopo il peggiore dei gesti compiuti dal fratello figo Francesco, Luca Argentero: portarsi a letto la moglie. Un rapporto d’amore mai esistito tra due fratelli che ora hanno la possibilità di ricostruire visto che Pietro ha perso la memoria. L’amore fa ricordare al protagonista i sentimenti provati per la moglie Giulia, Carolina Crescentini, a testimonianza che spesso i sentimenti sono più forti di tutto. Miriam Leone è la bella vicina di casa di

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UNICI

Luca Argentero del quale si invaghisce nonostante il pessimo carattere. L’opera è debole, scontatissima per lo spettatore, ma anche divertente e con una comicità leggermente volgare che riesce comunque sia a essere graffiante sia incisiva. Bello il feeling tra i due “fratelli unici”, che regalano una prestazione credibile e convincente. Abbastanza approssimativo dal punto di vista tecnico con una regia che pecca per l’assenza d’inquadrature spettacolari, se si esclude una sequenza sul Gianicolo. Gli italiani sono ancora in grado di regalare sorrisi sul grande schermo, seppur ormai sembra sempre più evidente che tutto è stato fatto e la perdita di memoria è stata trattata più volte come nel recente “Ti ricordi di me?”. La vera copia però è del film “Se mi lasci ti cancello” dove i due innamorati che si lasciano si fanno cancellare tutto e, proprio come in quest’opera, iniziano una nuova relazione. Indovinate un po’ come finiva il bellissimo film di Michel Gondry? In una battaglia a palle di neve. Purtroppo è quasi impossibile trovare una completa originalità nei lungometraggi del giorno d’oggi, ma sicuramente “Fratelli unici” è in grado di regalare risate e un insegnamento sull’importanza del perdono e dei sentimenti e al giorno d’oggi già questa è base sufficiente, seppur con tutti i limiti del caso.


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Cinema

L

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SPECIALE

a FG Pictures Srl è una società di produzione cinematografica di Roma, fondata il 10 Giugno del 2008 dal produttore e regista Francesco Gagliardi. Fin dall’inizio si delineano i tratti distintivi di una produzione che punta a realizzare prodotti di qualità, avvalendosi di personalità artistiche e tecniche di rilievo nel panorama cinematografico nazionale. Tematiche sociali di grande interesse e la scelta di cast artistici d’eccezione, hanno valso al produttore e regista Francesco Gagliardi premi di rilievo internazionale. Attualmente la FG Pictures è impegnata nella produzione del lungometraggio, genere commedia, dal titolo MÒ VI MENTO “LIRA DI ACHILLE”, scritto e diretto da Francesco Gagliardi specializzatosi in regia cinematografica

Redazione

ottenendo il sostegno di numerose realtà imprenditoriali, non appartenenti al settore cineaudiovisivo. Sulla scia di grandi successi quali Benvenuti al Sud e Basilicata Coast to Coast, che hanno coniugato la promozione del territorio con la formula del “Cine-turismo”, molte attività hanno aderito al progetto filmico con un contratto di sponsorizzazione, Product Placement, ricevendo visibilità all’interno del film. Inoltre, considerando che il genere commedia è l’unico che ancora riesce a fare record d’incassi al botteghino, altre realtà imprenditoriali hanno investito in quest’opera cinematografica, stipulando con la FG Pictures contratti di associazione in partecipazione, partecipando così agli utili del film ricevendo anche un’agevolazione fiscale, credito di im-

posta, cosiddetto Tax Credit Esterno. Un altro progetto a cui la FG Pictures sta lavorando, è la realizzazione di un prestigioso documentario dal tema alimentare “Zero Hunger Challenge”, commissionato dall’ONU, che sarà proiettato nelle più importanti città di tutto il mondo, tra cui New York, al Palazzo di Vetro dell’ONU, Parigi, al Palazzo Unesco e Milano, in occasione dell’Expo 2015. Molte aziende italiane del settore alimentare, stanno aderendo a questo progetto associando il proprio brand ad una mission di respiro internazionale e ricevendo a loro volta una notevole visibilità, incrementando così la diffusione del proprio marchio in tutto il mondo.

Il Regista, Francesco Gagliardi e la Produttrice, Stefania Capobianco

presso l’ACT Multimedia, Accademia del Cinema e della Televisione, all’interno di Cinecittà Studios, avendo come tutor del corso Carlo Lizzani e come Presidente Vittorio Giacci. Mò vi Mento ”Lira di Achille”, è la storia di un matrimonio ripetutamente rimandato, di un neonato movimento politico e di una sarabanda di personaggi, intrecci che nascono dall’apporto tecnico-artistico di Francesco Scotto, Francesco Gagliardi e Lorenzo De Luca, quest’ultimo già sceneggiatore di film di successo prodotti da Aurelio De Laurentiis. Mò vi Mento ”Lira di Achille”, presentato al Ministero dei Beni Culturali, sta

Il Regista Cinematografico Francesco Gagliardi e l’attore Tony Sperandeo

Via Mura dei Francesi - 164L CIAMPINO (RM) Tel: 06 796 1090 www.evolutionciampino.it - evolution.ciampino@gmail.com


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Cinema

SPECIALE

Redazione

Volti

i v o u N Deborah

RINALDI

È quello di Deborah Eliana Rinaldi, giovane attrice di Capaccio Paestum, uno dei volti scoperti dalla FG Pictures, società di produzione cinematografica di Roma, alla ricerca di nuovi talenti. Deborah prenderà parte al Film, genere commedia, di Francesco Gagliardi dal titolo Mò Vi Mento “Lira di Achille”. Spinta a Roma dalla passione per la cinematografia, Deborah ha conseguito la laurea in Letteratura Musica e Spettacolo presso l’Università “La Sapienza”, coltivando l’amore per la recitazione attraverso numerosi corsi di formazione attoriale. La tenacia e la passione, sono i punti di forza di questa giovane attrice scelta per prendere parte ad un film di rilievo nazionale. Deborah sarà diretta dal regista Francesco Gagliardi e avrà l’occasione di recitare accanto ad un cast d’eccezione composto da attori amati dal piccolo e grande schermo. Una preziosa opportunità che, ci auguriamo, sarà per Deborah l’inizio di una brillante carriera artistica.


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SPECIALE

TEATRO di Yolanda FUERTES GARCÌA

Er core de Trastevere

LANDO

FIORINI

Marzo 2015

SPECIALE TEATRO - Lando Fiorini

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ale a dire, er core de Roma. “Io lo dico sempre, per me Roma è moglie, madre, amante e figlia. Roma è qualcosa di speciale, te la senti adosso come una pelle, come un brivido. Nella mia carriera sono stato fuori in tournée tante volte: in Argentina, in Canada… Teatri grossi, lavorando con artisti bravi, a tutto tondo. Ma ad un certo punto non ce la facevo più. Volevo e dovevo tornare a Roma. Ad esempio, c’è un posto che adoro, al Gianicolo. Da ragazzo, siccome i soldi non ce li avevo, portavo le ragazzette a bere l’acqua alla Quercia del Tasso, che per quanto è buona sembra olio. I luoghi del cuore, insomma”. Parla lui, il maestro, Lando Fiorini. Mezzo secolo di carriera che è iniziata con le feste rionali a Trastevere; poi un concorso a Jesi, in cui è arrivato terzo su più di 3.000 concorrenti -“in quel momento ho capito che potevo farcela”-, e poi il Cantagiro, Rugantino… Impossibile riassumere il curriculum di questo lavoratore instacabile, di questo artigiano delle emozioni con una voglia di mettersi in gioco che lo fa sembrare un ragazzino, anzi, un pischello. Anche se non deve rendere conto a nessuno. “Sono passati 50 anni e adesso che sto diventando un vecchiaccio mi fanno lavore più di prima! Non è facile, a volte se guardo indietro mi chiedo: “E come ho fatto?”. Ma la risposta viene da sola: è l’amore per il teatro, la passione per il palcoscenico. “Il pubblico se ne accorge, se un artista fa il suo lavoro senza amore. Le persone ti vogliono bene… ma se ne accorgono e non ti regalano niente! Il rapporto con il pubblico è qualcosa di speciale”. E lui, che viene dalla scuola di Aldo Fabrizi, lo sa bene. “Quando siamo stati in America con il “Rugantino” mi diceva sempre: cerca di essere naturale, non ti atteggiare, non fare il fanatico, perché più sei semplice, più ti vuole bene il pubblico”.

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SPECIALE TEATRO - Lando Fiorini

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SPECIALE TEATRO - Lando Fiorini

responsabilità straordinaria. Il mio amico Pingitore, de Il Bagaglino, mi dice sempre “Lando, non molla’!”. Ed è proprio per questo che tradizione e innovazione si sono fusionati in perfetta armonia all’interno dello storico cabaret trasteverino da lui fondato 46 anni fa. Un palco glorioso, calcato da mattatori come Leo Gullotta, Lino Banfi, Enrico Montesano, Maurizio Mattioli, “tutta gente che non aveva mai fatto cabaret e che proprio qua ha preso la strada giusta”. Infatti da quest’anno il Puff è diventato una sorte di mediatore, di trat d’union tra i linguaggi del cabaret tradizionale e quello rivisitato dalle nuove realtà della comicità capitolina. “Devo dire che tutti gli artisti che vengono qua si sentono molto contenti di esibirsi in questo locale unico che è stato per tanti anni il regno del cabaret. Quest’idea, che è nata da mio figlio Francesco, ci voleva per dare un senso di freschezza, di novità”.

Un pezzo di Roma che cammina e che in questa stagione si è reinventato como solo i grandi artisti sanno fare. “È inutile correre appresso al passato che non ritorna mai. Bisogna accetare le condizioni che arrivano, questo lo dico sempre in scena”. Sono tempi duri per l’Arte ed il maestro ne è consapevole. “Oggi la situazione del cabaret è difficile: hanno chiuso tanti teatri, tanti locali, altri stanno per chiudere… Ma si deve anche andare incontro alle esigenze della gente. Noi cerchiamo di tener duro, insieme a Francesco, Carola e tutto lo staff del Puff. Dietro di noi ci sono 25 famiglie, è una

L’idea di cui parla sono “I giovedì a casa di Lando”, un appuntamento settimanale con i migliori rappresentanti del cabaret e la comicità romana che sta riscuotendo uno straordinario successo di pubblico. Ad Antonio Giuliani è stato riservato l'onere e l'onore di inaugurare la rassegna nello scorso ottobre e fra tutti gli ospiti spiccano alcuni dei comici più amati nella Capitale: Pablo e Pedro, Luciano Lembo, Antonello Costa, Gianfranco Phino, Michela Andreozzi, Massimo Bagnato, Dado, Camillo Toscano, i Sequestratori o Marco Capretti, E fino al 30 maggio il padrone di casa terrà per sé lo spazio del sabato, dedicato al suo concerto “Lando, una voce, una città”. Perché il Puff ricomincia, ma ricomincia da lui, dalla sua anima, dal suo cuore. Lando si propone di nuovo, da assoluto protagonista, davanti

al pubblico che tanto lo ama. “Si vede che ho seminato bene! Non ho fatto altro che lavorare. È una soddisfazione vedere che la gente non si scorda di me”. Bastano pochi minuti davanti a lui per capire il perché. Porta ancora una volta in scena le sue canzoni più belle, quelle preziose perle autoriali che hanno portato la canzone romana ben al di fuori delle Mura Aureliane, accompagnato al pianoforte dal maestro Eugenio Tani. Lando già l’aveva acennato nel corso della serata di presentazione della stagione. “Quest’anno mi prendo un meritato riposo… a metà”. Perché il palco del Puff non ha senso senza di lui, che ha fatto della decisione di cantare Roma, la romanità,

una scelta di vita. “Quando parlo con Gigi [Proietti] e gli chiedo come va, mi risponde sempre: “Cerco di lavorare il meno possibile!”. Ma poi non si risparmia mai! È vero che bisogna distribuire le forze perché non siamo più due ragazzini. Ma siccome sono un vecchiaccio terribile, fin che avrò un po’ di fiato lavorerò, altrimenti mi sento inutile”. Lando Fiorini. Una voce. Un città. Un appuntamento immancabile. “È una sorta di amarcord emotivo, articolato da tutte quelle canzoni che raccontano l’eternità di questa meravigliosa Città che amo come la mia vita. Perché Roma è la mia vita”. E Lando è Roma. Il cerchio si chiude.


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SPECIALE TEATRO

di Yolanda FUERTES GARCÌA

L'artista assoluto ANTONELLO

COSTA

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SPECIALE TEATRO - Antonello Costa

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omico, attore, cantante, ballerino, autore, regista. In una parola sola: artista. Ma un artista di quelli veri, di quelli che ormai in giro non se ne vedono più. Basta assistere ad un suo spettacolo e osservare il pubblico, che rimane assorto, rapito dall’incanto della sua voce, da una gestualità spiccata e squisita. Catturato, insomma, da tutta l’arte che si concentra sul palcoscenico ogni volta che si alza il sipario e dietro c’è Antonello Costa. Don Antonino, Sergio, Tony Fasano, Dante... Una giostra di personaggi brillanti incarnati da uno che il suo mestiere lo conosce bene, che sa giocare con se stesso e con il pubblico ogni sera e perciò lo spettacolo non viene mai uguale. Ed è così che gli spettatori vengono coinvolti, trascinati in maniera irresistibile verso di lui. Impossibile non restarne incantati. Perché se tutti gli artisti prendono vita sul palco, lui diventa un mattatore. Il suo modo di lavorare evidenzia anni di lavoro, di prove, di studio dei grandi nomi di una volta, e anche quelli moderni, da Gigi Proietti a Enrico Montesano, da Chaplin a Totò. “Oggi la situazione della comicità in Italia è messa molto male. Ci sono stati periodi negli anni ‘90 dove la TV aveva quasi abbandonato i comici e questi si sono formati in centinaia di serate nei locali”. È così che si impara a fare il mestiere, la gavetta serve sempre e comunque: aiuta ad acquisire furbizia, tenacia e ad uscire dalle difficoltà quando le cose non vanno come devono. “Poi Zelig li ha presi, hanno visto che funzionavano bene e non hanno dato il tempo ad altri comici di formarsi, li prendono giovanissimi e li buttano in TV. Questo non è positivo perché ci vuole tempo per far maturare il talento. Essere conosciuto per strada non fa bene a questo mestiere. Devi lavorare nei locali, imparare dal vivo i trucchi per far ridere. Credo in questo momento sia Crozza il numero

uno, ma perche è maturo, tutto quello che fa ha un peso, un’esigenza”.

Antonello Costa sa bene che il comico va protetto, che non si può buttare chiunque a fare uno spettacolo. “Negli ultimi vent’anni, tranne Aldo Giovanni e Giacomo ed Antonio Albanese, non è che sia uscito molto


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SPECIALE TEATRO - Antonello Costa nella comicità italiana. Negli anni ’80 abbiamo avuto Nuti, Verdone, Troisi, Benigni, ma poi negli anni ’90, eccezione fatta per Leonardo Pieraccioni e Checco Zalone, in pochi hanno fatto grandi cose, perché il comico è stato messo dappertutto e non è così. Il comico va tutelato”. Perché è il pubblico ad insegnare all’artista il tempo comico di quello che fa sul palcoscenico. “È una cosa complicata ma non si può fare altrimenti. Sera dopo sera si sistemano le battute e quello si fa con il pubblico; a volte quelle che pensavo facessero ridere non funzionano bene, e viceversa. Io riprovo sempre con i miei autori e anche a casa e in un teatro con le luci senza pubblico, giusto per sentire le canzoni. Mi preoccupo di sapere a memoria i testi ed i personaggi. Poi il pubblico deve ridere, quello è il problema numero uno! Ma intanto io vado lì preparato”. Più di 25 anni di carriera... e non sentirli. “Certo che il tempo passa e non si sentono le stesse cose sul palcoscenico”. Non è, però, presunzione. “Semplicemente si riesce a camufare, a gestire in modo diverso l’eccitazione nell’aspettare l’ora di far ridere il pubblico. Anni fa avevo paura per la tensione, adesso ce l’ho soltanto nel debutto. Le prime quattro o cinque repliche sono sempre difficili. Poi quando comincio a capire che lo spettacolo funziona, che io mi diverto, che so tutto a memoria... Allora la serata va benissimo!”. Adesso questo maestro del mise-en-scène sbarca -anzi, decolla- nella Capitale il 10 marzo -dopo il debutto al Teatro Cardenal Massaia di Torino- con il nuovo varietà comico “Low Cost(a). Ridere Co’sta crisi”, che sarà in cartello al Teatro Roma per ben quattro settimane, fino al 5 aprile. “Faccio 14 numeri diversi, ovvero cambio il modo di far ridere 14 volte. Uso la canzone, il ballo, il mimo, i gesti,”. E non sarà da solo sul palco

ma, come di consueto, circondato da una squadra di eccezione: la soubrette Annalisa Costa e l’attore Gianluca Giugliarelli, ed un corpo di ballo (Alessia Di Maio, Carmen Di Mauro, Fabiana Moscarella e Marica Galli) a modo di filo conduttore di questo viaggio a basso costo che ironizza con intelligenza sulla crisi. “Quindi pagando soltanto il biglietto del teatro si può andare, in questo aereo fantomatico della compagnia Pizzo Airlines di cui sono il comandante, in giro per il mondo: si farà scalo a Roma, Napoli, Parigi, Madrid e andremo anche in Brasile e a Broadway!”. Un lavoro straordinario la cui preparazione è cominciata a giugno. “È uno spettacolo assolutamente nuovo quindi costa tanto perché ogni numero ha una sorte di regia propria: testo, coreografia, arrangiamento musicale. Infatti quando dicono che il varietà è morto sono molto bugiardi. Il varietà non morirà mai! La cosa vera è che costa tanto, quindi nessuno vuole farlo. E tra le cose ancora più difficili per chi usa la comicità a 360 gradi è che ogni anno devi inventare dei numeri nuovi, devi indovinare, ogni numero deve avere il suo perché e deve essere comico, il problema e che finché non debutti col pubblico non sai se fa ridere”. Ma questa è magari una delle cose più belle di chi fa questo mestiere. “Il comico deve sempre far ridere. Non c’è una via di mezzo. Se dopo una serata senti: “è stato carino”… hai perso. Se invece senti “è stato divertente, da morire dal ridere”... allora è andata alla grande!”. Negli anni scorsi tutti gli spettacoli targati Costa hanno riscosso uno straordinario successo di critica e pubblico e “Low Cost(a). Ridere Co’sta crisi” sicuramente non sarà un’eccezione. La qualità paga e lui ne ha da vendere. Il cabaret è morto? Viva il cabaret! Io scherzo? Niente affatto!

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SPECIALE TEATRO

di Yolanda FUERTES GARCÌA

Puro talento romano

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CAPRETTI Foto: Nazzareno BIONDI Antonio ORLANDI

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SPECIALE TEATRO - Marco Capretti

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a legge di Murphy afferma che “Chi comincia male, finisce peggio”. La prima volta che Marco Capretti si è esibito su un palco è stato in un locale che il giorno dopo avrebbe chiuso per fallimento. “Il proprietario non aveva affisso nemmeno i cartelloni pubblicitari”. Quindi la storia è finita male,? Niente affatto! Oggi è diventato un nome imprescindibile nei teatri e nei locali della Capitale -e non solo- grazie ad un talento sconfinato pieno di ironia e intelligenza. Sul palco rivisita la quotidianità in tutti i suoi chiaroscuri, attraverso monologhi schietti, veri e spietatamente brillanti, in uno show che è per il pubblico, ma soprattutto anche del pubblico. “È sempre il mestiere più bello del mondo, che è sempre meglio che lavora’! È bellissimo, sinceramente, quando inizi la carriera, le prime serate, le prime emozioni, i primi locali. Poi pian piano le cose cominciano ad andare meglio, arrivano le richieste…”. Formatosi allo Stabile del Comico di Roma, la sua attività artistica comincia nei villaggi turistici e nei locali d'intrattenimento capitolini. Negli anni 2000 inizia con il cabaret, prima in coppia e dopo due anni, da solo. E quella è stata la svolta, specie dal 2004 quando partecipa al “Comic Ring Show” di Stefano Fabrizi, il laboratorio più longevo della realtà comica romana, una palestra fondamentale che resta per lui un punto di riferimento. Per il grande pubblico il suo volto è diventato conosciuto soprattutto dal 2012 quando, in veste di un “preoccupatissimo” monologhista hi-tech, è entrato a far parte del cast di “Made in Sud”, la popolare trasmissione di RAI 2 che il 3 marzo torna in onda con undici puntate fino a metà maggio. Marco vanta un curriculum a tutto tondo con partecipazioni in trasmissioni di successo come “Ottovolante” (RAI Radio 2), “Area 51” (Roma Uno) o “S.C.Q.R. (Sono

comici questi romani)” (Sky Commedy Central), e ha anche svolto una notevole attività teatrale, segnata da un fortunato sodalizio artistico con Fabrizi alla regia, fra cui spiccano “Ho perso le chiavi della città (e non ho il doppione)” al Teatro Testaccio e al Teatro Morgana (2010), “Sono sceso una fermata prima” al teatro Alba (2011), “Vado spesso nei sogni, ma non mi trattengo” al teatro Anfitrione (2012). Marco è diventato un ospite illustre de “I giovedì a casa di Lando”, appuntamento immancabile della settimana


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SPECIALE TEATRO - Marco Capretti nello storico locale trasteverino, divenuto in questa stagione punto di incontro tra gli stilemi del cabaret tradizionale e quello rivisitato dalle nuove realtà della comicità romana. “Il Puff è un’emozione tripla: a parte quella che uno prova sempre quando affronta il pubblico dal vivo, stare nel tempio, nella storia del cabaret romano, le cui tavole sono state calcate da artisti come Gianfranco D’Angelo, Leo Gullotta, Enrico Montesano o Maurizio Mattioli, è sempre qualcosa di straordinario. Oggi [22 febbraio] in particolar modo ho proprio condiviso lo spazio con Lando. Infatti lo dico sempre: Mo’ su questo palco c’è il Capretti… Mi sa che il teatro sta in crisi!”. Ma non è vero. Anzi. “Il Capretti” è talento allo stato puro. In "Chi l'avrebbe detto?" (in scena al Puff il 6 marzo) il pubblico è una «spalla» d'eccezione e viene coinvolto costantemente attraverso nuove discussioni, argomentazioni che intraprendono strade sempre nuove, avvolto dal fascino di un artista incantevole capace di dissacrare ogni argomento. Perché, infatti, è questa la domanda: chi l’avrebbe detto? La risposta è semplice: tutti! “Già alle medie facevo le imitazioni ai miei compagni di classe. Anche a casa, mi mettevo dietro la scrivania che aveva mio padre in sala da pranzo, che per me era una sorta di palcoscenico, invitavo a cenetta i miei amici e imitavo l’imitatore: in quel momento era uscito Gigi Sabani ed io facevo Enzo Tortora, Mike Bongiorno, Beppe Grillo… Il tutto, devo dirlo, con una voce improbabile perché non sono un imitatore ma già allora mi piaceva far ridere la gente. Ricordo perfettamente il gusto di sentire qualcuno ridere per quello che dici, per quello che fai”. E da allora non ha smesso, nonostante la particolare situazione che vive oggi il cabaret in Italia. “Sono tante

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SPECIALE TEATRO - Marco Capretti le trasmissioni televisive che ti possono dare dello spazio e questo, da un certo punto di vista, è bello. Dall’altro, con la possibilità di vedere la comicità in tanti canali tematici, diventa tutto un po’ dispersivo, un po’ diluito. Prima eri più identificato come comico. Ad esempio, ho fatto 56 puntate su RAI 2 con “Made in Sud” in due anni e mezzo e sono felicissimo! Ma se questo fosse successo vent’anni fa, adesso io probabilmente andrei in giro in elicottero. Perché la possibilià di scelta era molto minore. Perciò ringrazio Dio che mi ha dato quest’opportunità, ma ho ancora tanto da combattere!”. Ma è soprattutto la scena comica e cabarettistica capitolina quella che deve combattere senza tregua se non vuole perdere lo straordinario “patrimonio artistico” che ha a disposizione. “Il passaggio dal divertimento, sempre fra virgolette, all’essere professionista lo capisci. Adesso è un piacere immenso fare alcune cose, altre le senti un po’ più come lavoro, a volte è faticoso. Perché realtà come il Puff sono delle mosche bianche, soprattutto a Roma che, insieme a Napoli, sono le capitali della comicità italiana: Totò, Peppino, Troisi da una parte, Fabrizi, Sordi e Verdone dall’altra. Io vivo la realtà romana e mi dispiace sapere che ci sono soltanto due o tre i posti in cui si può fare cabaret in una città con 5 milioni di abitanti, com’è possibile? Un peccato perché il romano ride, vuole ridere e ci vorrebbe una cultura differente, un modo di porsi diverso. Qualche anno fa c’erano dei locali che facevano cabaret quattro giorni a settimana e la gente li affollava. Certo che c’è la crisi ma ci vuole un po’ più di coraggio e riprovarci. Anche noi comici ci dobbiamo mettere più in discussione e aiutare le nuove realtà che possono entrare a far parte del panorama romano dei locali di cabaret”. La qualità non è un’opzione per chi, come lui, ha un ta-

lento innato e dirompente e il suo mestiere lo conosce bene. “Devi offrire sempre un prodotto valido. Faccio l’esempio di Enrico Brignano con “Evolushow” al Teatro Sistina o di Lando Fiorini con “Una voce. Una città” al Puff. Tutto esaurito, un successone. Perché se ci metti il cuore, se sei un professionista, il pubblico comincia a seguirti. Se il romano ti ama, poi non ti abbandona, perciò bisogna farlo innamorare”. E se c’è qualcuno in grado di farlo, è lui, che chiude così l’intervista: “Da qui alla prossima volta che ci vediamo (e ci leggiamo), buona vita di cuore a tutti quanti”. Se lui è sul palcoscenico, sarà sicuramente così. Perché è un artista geniale. Il miglior rappresentante della comicità romana. Capretti… sindaco subito!


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SPECIALE

SPECIALE TEATRO - Monsieur David

TEATRO

di Yolanda FUERTES GARCÌA

MONSIEUR

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Fantasia a piede libero

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onsieur David lavora con i piedi. No, non è una critica. Anzi. Questo torinese di nascita -al secolo Davide Rausa, classe 1974- e romano di adozione, dal sangue mezzo siculo e mezzo francese, è un uomo magico. Sedersi davanti a lui significa lasciarsi andare e buttare i muri dei luoghi comuni, partendo per un viaggio senza ritorno in un’altra dimensione, quella della fantasia, che ha, però, una forte connessione con il reale. Monsieur David è un artista all’eterna ricerca della libertà interiore che è riuscito a sviluppare una tecnica di espressione alternativa propria di quelle anime privilegiate per cui l’abitudine non è un’opzione. Eclettico e incantevole, è dotato da una personalità travolgente che inonda il palcoscenico e lascia senza parole. Una carriera artistica che è cominciata a soli 17 anni nei villaggi turistici come attore e intrattenitore, momento in cui -per gioco e grazie ad una gestualità delicata, quasi poetica- nacque il suo nome d’arte, come per sottolineare un fascino fiabesco che è il marchio della casa. Un lungo percorso in cui non sono mancati i momenti di crisi e di incertezza: “Non è facile ma è stimolante perché se sopravvivi a tutto questo vuol dire che ami il tuo lavoro. Ogni giorno ci troviamo davanti a delle prove e quando sembra tutto perso cominciano ad arrivare i miracoli”. E così fu. Fino ad arrivare al fianco di attori come Pino Insegno nello spettacolo “TVB” e Maurizio Battista al Teatro Sistina, e anche al piccolo schermo nella popolare trasmissione “Colorado”. Monsieur David ha l’abilità di inventare e reinventarsi,

di cambiare continuamente senza mai essere scontato, attraverso una creatività sconfinata e un dono comunicativo a cui i limiti del testo scritto non servono. “Molte volte è la motivazione che manca per raggiungere l’eccellenza. Amo la magia, l’esperimentazione, la conoscenza. L’arte ti rigenera in continuazione. Siamo un proseguimento di quello che è stato prima, nulla accade per caso. L’unico limite risiede in noi stessi”. Un personaggio unico con un’arte unica, il “teatro del piede”, nato dal bisogno di ascoltare il proprio corpo, un’esperienza sensoriale che regala allo spettatore la possibilità di recuperare una capacità che credeva persa: quella di stupirsi davanti alla fantasia.


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SPECIALE TEATRO - Monsieur David “Il Feet Theatre significa rendere vivi i piedi. Invento storie che racconto con le gambe e le mani, con la volontà di lasciare lo spettatore esterrefatto, dando la possibilità di sorprendersi ancora. Viviamo in una società in cui sembra che tutto sia già stato visto, perciò essere in grado di generare stupore nel pubblico è fondamentale per dimostrare che ancora si può creare qualcosa di nuovo”. Tutti tendiamo ad aggrapparci alle idee, alle esperienze vissute, agli spazi fisici, ai luoghi conosciuti senza osare l'ignoto. Un mondo come il nostro, che non è consapevole delle proprie potenzialità creative, ha bisogno di Monsieur David. “Sogno una società in cui la gente crei e distrugga costantemente, perché costantemente siamo creatori della propia vita”. Storie musicali dalla natura poetica, eterea e anche molto umana. Monsieur David insuffla vita a racconti contemporanei che si svolgono in un luogo dove il tempo non esiste e che, proprio per questo, rachiude in

sé tutti i tempi insieme. “Sento l’esigenza di portare le persone in questo luogo, in cui c’è un potere immenso. Oltre all’arte, è la manifestazione della propria intimità, sul palcoscenico c’è un artista si sta mostrando in tutta la sua verità”. E probabilmente è questa la cosa più straordinaria dell’arte di Monsieur David. “L’altro aspetto fondamentale del Feet Theatre è la percezione diversa che possiamo avere di noi stessi, non soltanto come protagonisti ma come tramite a delle parti del corpo a cui comunico la mia esperienza”. Un invito a diventare spettatori di noi stessi, vale a dire, della vita in tutta la sua grandezza. “Le storie che porto in scena nascono con grande crisi interiore, con grande difficoltà, soprattutto all’inizio. Sono lento perché questo è un lavoro lungo, non deve essere frettoloso. Non voglio ripetere. Tendiamo ad andare sempre sui soliti cliché, sui soliti ruoli e modelli. Ho la presunzione di creare storie che vengano dalla mia immaginazione,

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SPECIALE TEATRO - Monsieur David che abbiano un senso per la colletività, che siano utili per l’evoluzione umana. Viviamo in una accelerazione costante e poi la vita subito ci ferma. Dobbiamo ritornare alla fonte delle idee, che è inesauribile”. Per Monsieur David l’arte è l’opportunità di scoperta “della propria cassetta degli attrezzi interiore”. È la possibilità di un senso, di far star bene il proprio spirito e coloro che ci circondano, in un particolare scambio di esperienze esistenziali. “Sono venuto sul pianeta per vivere in prima persona le cose. L’esperienza mondiale mi interessa ma fino ad un certo punto. Quello che si vive a grande scala lo viviamo nel microcosmo quotidiano. Dentro di noi esiste il bene ed il male. L’esperienza diretta: quella per me è la chiave per creare qualcosa di vero e concreto. Non vogliamo riconoscere il potere che abbiamo in noi e che ci permetterebbe di non aggrapparci alle idee soltanto per paura”. Dopo le rappresentazioni di “A piedi non inquino” al Teatro Patologico di Roma e al Teatro Finocchiaro di Palermo, Monsieur David è impegnato nella realizzazione di “Fantasia a piede libero. Siamo noi i creatori”, un docu-film per le scuole italiane in cui “vogliamo parlare dei personaggi folli che a costo di tutto sono andati avanti. Non esistono i “grandi” e i “piccoli” nella Storia”. Un progetto straordinario e necessario in cui è

anche coinvolto il regista Maurizio Simonetti. La campagna di crowdfunding è partita lo scorso 28 febbraio con l’obiettivo di portarlo al Giffoni Film Festival, il più importante festival mondiale di cinema per i ragazzi che si svolge a luglio nell’omonima città salernitana e che quest’anno raggiungerà la sua 44ª edizione. “Parleremo di fantasia in termini di valore e di potere. Voglio non solo mettere in contatto gli studenti con la bellezza e con il senso estetico che arriva dai miei spettacoli, ma anche come possono realizzare la propria idea positivamente folle nei vari momenti della loro vita. A scuola si acquisiscono tante informazioni ma una cosa che non viene comunicata è la possibilità di diventare fruitori della propria creatività, cioè di rendere reale un’idea che è partita da dentro”. Provocazione. Un dono, una speranza, una sensazione che insegna a trovare un’altro cammino. A trovare se stessi. Parola di Monsieur David.

Per saperne di più? www.monsieur-david.it www.myfmanagement.com – 3457259141 MonsieurDavidandfriends


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SPECIALE TEATRO

di Raffaella DE GREGORIO

Sono d'accordo su tutto

MAX

PAIELLA

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SPECIALE TEATRO - Max Paiella VOLEVO FARE IL DISEGNATORE, QUANDO VEDEVO UN COMICO ESIBIRSI MI VERGOGNAVO IO PER LUI, MA POI...

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ax Paiella, musicista, cantante, attore, comico, cabarettista. Nasce a Roma 45 anni fa. La sua prima apparizione televisiva risale al 1998 nella serie televisiva I ragazzi del muretto da allora un crescendo di collaborazioni e successi. Max ha partecipato al Maurizio Costanzo Show, Zelig, ha suonato con Renzo Arbore, ha recitato con il grande Nino Manfredi, con Enrico Brignano , Ambra Angiolini, Lillo e Greg. Dal 2004 è ospite fisso della celebre trasmissione radiofonica Il ruggito del coniglio su Radio 2. Attualmente è al teatro "Sala Umberto" di Roma con la commedia “Sono d’accordo su tutto” scritto e interpretato da lui stesso con la regia di Francesco Brandi e con la partecipazione live dei “The Rabbit”. Noi l’abbiamo incontrato per farci raccontare un po’ di lui, del suo passato, dei suoi sogni e dei suoi progetti futuri… Ciao Max, innanzitutto grazie per la tua disponibilità e per il tempo che ci dedichi, noi siamo felicissimi di intervistare un personaggio trasversale come te…che nella sua carriera ha saputo concretizzare la sua arte sotto diverse forme...È vero che hai iniziato come disegnatore? Si ho iniziato come disegnatore e scultore, ho fatto il liceo artistico e l’accademia di belle arti, sezione scultura, poi ho lavorato come realizzatore di storyboard per la pubblicità e per il cinema non che insegnante alla scuola romana dei fumetti. Hai detto: " Quando guardavo un comico in TV o a teatro mi vergognavo io per lui”, perché?

Perche quando ancora non si conosce per intero la propria natura ci si spaventa di qualche lato che abbiamo dentro ma che ancora non siamo riusciti a tirare fuori. Tra tutti i personaggi che hai interpretato noi siamo curiosi di conoscere meglio quello che ti accompagna da sempre al quale a nostro parere devi tutto il tuo successo, Max Paiella bambino, com'era.. Un bimbo, simpatico, un pò distratto ma molto sensibile. Il protagonista del tuo ultimo spettacolo teatrale è Edmond Dantes, un uomo al principio onesto, altruista e di cuore che però subisce una trasformazione, parlaci un po' di lui...


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SPECIALE TEATRO - Max Paiella Il personaggio di cui parlo è in fondo l’italiano perbene, quello che non vede nella vita solo i modi per svoltare facilmente, ma quello a cui piace ottenere risultati guadagnati onestamente.

LSD EDIZIONI PRESENTA

Ti senti più vicino ad Edmond Dantes prima del cambiamento o dopo... Io sono una persona con molti aspetti diversi, come diceva Carlo Verdone piu o meno...Comunque credo di assomigliare a quello che sgobba.

MAX PAIELLA in

SONO D’ACCORDO SU TUTTO

Cosa ricordi della tua prima volta davanti al pubblico... Che emozione, che brividi!!!!

di MASSIMILIANO PAIELLA

Quando hai capito che questo sarebbe stato il lavoro della tua vita... Dopo uno stage alla Valtur andato male. Hai avuto un tuo riferimento, qualcuno che ha ispirato la tua carriera artistica? Tanti, Gaber, Jannacci, Totò, Alberto Sordi, Gassman, Ennio Flajano, Corrado Guzzanti, Woody Allen, i Monthy Piton, i Led Zeppelin, Frank Sinatra, Elvis Presley e i Beatles La nostra rivista dedica ampio spazio alla comunicazione audiovisiva, scegli un solo aggettivo con il quale descrivere, la televisione, il cinema, la musica e il teatro... Posso usare un termine solo per la musica, inebriante. Quali sono i tuoi prossimi progetti... Teatro, tv, radio, web sicuramente, forse anche cinema... chissà!

con la BAND THE RABBITS scene di ANDREA SIMONETTI regia

FRANCESCO BRANDI A chi senti di dover dire grazie... Ai miei genitori, ai miei nonni, a mia moglie a mio figlio ai miei suoceri, a mio fratello, a Simone e a un po’ di maestri...Qualcuno non l’ho mai conosciuto...Qualcuno appartiene al passato...Qualcuno è un truffatore, ma s’impara anche da quelli. E infine agli amici e colleghi che ho la fortuna di frequentare in questi ultimi anni... Qualcuno l’ho dimenticato di sicuro ma dico grazie anche a lui… …e noi lo diciamo a te! GRAZIE di cuore e in bocca al lupo!

dal 17 Febbraio 2015

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dmond Dantes, è un uomo onesto, capace, buono e altruista ma schiacciato dall'invidia, dalla persecuzione e dalla stupidità di chi ha intorno, e impara, per sopravvivere, l'indispensabile arma del trasformismo. Anche il regno animale ti rivela che il trasformismo serve per sopravvivere. Il camaleonte si mimetizza, il bacherozzo si finge morto, il pesce palla si gonfia. Max Paiella dice: beh ma allora ci provo anch’io, in fondo siamo o non siamo italiani di professione?! Il trasformismo ce l'abbiamo nel DNA! Per cui trasformiamoci e magari riusciamo anche a svoltare. Un comico puo diventare un leader di partito, un concorrente di rischiatutto premier e un un venditore il protagonista di un ventennio. Tutto è possibile, basta saper stare comodamente all’interno del vestito che si è scelto, una volta che ci sei dentro, ti autoconvinci e il gioco è fatto. Non siamo più l’Italia di Pertini, ma di ex ciellini, predellini, pidduini, piddini e grillini. Finiscono tutti con “ini” trasformati in vezzeggiativi, come carini, piccini, trottolini. A supportare e sopportare Max con musica di qualita' rigorosamente dal vivo, la band di sempre, The Rabbits.

SALA UMBERTO Via della Mercede 50 –Roma - 06.6794753 Prezzi: da € 32,00 a € 16,00 Orari: dal martedì al sabato ore 17 e 21, sabato e domenica ore 17, il secondo mercoledì ore 17 Ufficio stampa Silvia Signorelli 338 9918303 signorellisilvia@libero.it


TEATRO ITALIA Via Bari 18 Roma


SPECIALE TEATRO - PRESENTAZIONE

LUCIANO

LEMBO Luciano Lembo

Show

6/7/8 MARZO Teatro ITALIA - Via Bari 18 ROMA Luciano Lembo, la nota voce di Radio Globo, il Robert De Niro di Colorado Café, presenta al Teatro Italia di Roma il suo nuovo spettacolo dal titolo "Luciano Lembo Show". Lo showman romano regalerà al suo pubblico un contenitore ricco di gag divertenti sulle abitudini e manie nella normale vita quotidiana di ognuno di noi e non solo, si soffermerà anche sugli ossessivi pensieri d'amore ma il tutto reso sempre sapientemente ironico ed esilarante, come solo lui sa fare. Venerdì 6 e 7 Marzo inizio spettacolo ore 21.30 Domenica 8 ore 18.00. Per avere ridotti di poltronissime a 12€ e poltrone a 8.50 € chiamare il 3404742818 (info Roberto). I bambini da 1 a 14 anni pagano 1€


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Sport

NUOTO IL NUOTO FA

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l nuoto da tempo è considerato uno sport completo, adatto ad ogni età. Nuotare regolarmente può offrire numerosi benefici per la nostra salute e per il nostro corpo. Ecco il decalogo con i principali effetti positivi del nuoto, che saranno più evidenti se ci dedichiamo a questo sport almeno 1 o 2 volte alla settimana. 1) Allenamento. Il nuoto permette al nostro corpo di mantenersi in allenamento costante senza un impatto eccessivo sull'apparato scheletrico. Infatti, quando ci troviamo immersi in acqua, il nostro corpo appare molto più leggero e i movimenti sono più semplici. Il nuoto può essere utile per chi ha problemi ai muscoli o alle articolazioni. 2) Forza e tono muscolare. Nuotare aiuta ad accrescere la forza e il tono muscolare. Il nuoto ci offre la possibilità di effettuare degli esercizi di resistenza che per-

C mag | Sport | Marzo 2015

Fabio SORRENTINO Freestyle Swimming Pool www.asfreestyle.it

mettono di mantenere il benessere dei muscoli. Inoltre, il nuoto aiuterebbe a rafforzare le ossa e l'apparato scheletrico, soprattutto dopo la menopausa. 3) Flessibilità. I movimenti del nuoto permettono alle articolazioni e ai legamenti di mantenersi flessibili. Ogni bracciata favorisce l'allungamento dei muscoli. Dopo una nuotata, potrete inoltre dedicarvi ad alcuni esercizi di stretching dolce. L'esercizio svolto in acqua dovrebbe aiutarvi a mantenere più a lungo le posizioni che richiedono equilibrio.

4) Cuore. Il nuoto si rivela utile anche per supportare la salute del cuore. Oltre a rafforzare i muscoli pettorali, delle spalle e degli arti, il nuoto dona energia proprio al cuore, il muscolo più importante del nostro corpo. Secondo l'American Heart Association, 30 minuti di attività fisica al giorno, compreso il nuoto, possono aiutare a ridurre il rischio di patologie cardiache. 5) Controllo del peso. Il nuoto è uno degli sport che permette di bruciare il maggior numero di calorie. Il quantitativo esatto dipende dalla fisiologia di ciascuno e dall'intensità degli allenamenti, ma in generale in 10 minuti di nuoto si bruciano circa 60 calorie. E nuotando a farfalla si arriverebbe addirittura a 150 calorie. 6) Asma. L'esercizio in piscina potrebbe aiutare ad evitare gli attacchi d'asma durante l'attività fisica in

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coloro che ne sono soggetti. Secondo alcuni studi, inoltre, in caso di asma il nuoto potrebbe rappresentare un toccasana per la salute. In particolare, uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Respirology ha evidenziato che il nuoto può risultare molto benefico per i bambini che soffrono d'arma. 7) Colesterolo. Grazie all'esercizio aerobico, il nuoto può essere d'aiuto per mantenere il colesterolo in equilibrio. Inoltre l'esercizio aerobico aiuterebbe a mantenere in salute l'endotelio delle arterie, che con l'avanzare dell'età tende a perdere flessibilità. Aiuta le arterie ad espandersi e contrarsi, mantenendole in salute. 8) Diabete. L'esercizio fisico costante, che può comprendere anche il nuoto, aiuta a ridurre il rischio di diabete di tipo 2 sia negli uomini che nelle donne. Ecco perché l'attività fisica viene spesso consigliata ai pazienti pre-diabetici, anche nella speranza di una perdita di peso e di regolare il colesterolo. Obesità e inattività sono infatti tra i fattori di rischio principali per il diabete di tipo 2. 9) Stress. Nuotare aiuta a ridurre lo stress, stimola le endorfine e può donare una sensazione di relax simile a quella garantita dallo yoga. Come sempre, lo sport lavora sia sul corpo che sulla mente e il nuoto può essere considerato come un vero e proprio esercizio di meditazione, guidato dal ritmo dei movimenti e dal rumore dell'acqua. 10) Longevità. Il nuoto aiuta a ridurre il rischio di morte prematura. I ricercatori di un univerisità Californiana hanno condotto uno studio che dimostra che chi sceglie il nuoto ha un rischio di morte inferiore anche del 50% rispetto a coloro che scelgono la corsa e la camminata o a chi non pratica nessuno sport. Gli esperti ritengono che il nuoto, dal punto di vista della longevità, sia benefico sia per gli uomini che per le donne.


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CALCIO A 5 FEMMINILE

Redazione CALCIO A 5 LIVE

VIRTUS CIAMPINO

IL CIAMPINO C'È SEMPRE

3-2 alla Roma. Marcone:"Non brillanti? Stiamo caricando fisicamente"

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con questa sono diciassette vittorie, sedici più una per gli scaramantici. La Virtus Ciampino infila l'ennesima vittoria della sua stagione – in calendario messi da parte solo tre pareggi e nessuna sconfitta – sin qui assolutamente trionfale per i colori giallorossi. Anche sabato scorso sono arrivati i tre punti, stavolta contro una formazione che vanta gli stessi colori, la Roma Calcio Femminile. La Virtus si è imposta 3-2 grazie alla doppietta della solita De Luca e al gol realizzato da Gessica De Luna: la prima raggiunge quota 27 reti in campionato, a -2 dalla vetta della classifica cannonieri occupata da Carolina Orsi; la seconda tocca quota 15 centri, seconda miglior marcatrice della squadra. Nessuno in campionato può vantare una coppia d'attacco così: 42 gol in due, ben 7 più della coppia Di Ventura-Vitale del Tivoli. Paola Marcone - “Non è stata la nostra partita più brillante – esordisce la presidentessa Paola Marcone – e stiamo un po' pagando le condizioni fisiche non ottimali della squadra a causa di vari stati influenzali. Il mister non ha mai avuto la squadra al completo e in campionato si è notato. Inoltre, però, stiamo lavorando per ritrovare la forma in vista dell'importante appuntamento della Final Eight di Coppa Italia. Non neghiamo che ci teniamo a fare bella figura e per questo motivo stiamo caricando molto sul lato fisico”.

Pino De Luca con Paola Marcone

sciarsi sfuggire i tre punti: “Sono una buona squadra che si è chiusa dietro e ha provato a pungere in ripartenza. Non eravamo al massimo della forma e abbiamo stentato un po'. Tuttavia abbiamo tante carte vincenti e sabato siamo riusciti a portarla a casa. Il pallino del gioco è sempre stato in mano nostra, anche se non abbiamo concretizzato tutta la mole di gioco creata. Il risultato è un po' bugiardo, perché poteva essere più ampio”.

Balduina - Sabato si torna in campo per affrontare il Balduina che nell'ultima giornata ha battuto a sorpresa il Nazareth: “Gara non facile, ma è la storia di quest'anno: puntualmente affrontiamo squadre che nella giornata precedente hanno fatto un grande risultato. Questo è un campionato nel quale bisogna giocare sempre, Con la Roma - Non è stato facile con la Roma, ma senza mai abbassare la concentrazione. Andremo lì con il Ciampino non ha mai dato l'impressione di poter la- il nostro solito imperativo: vincere”.


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CALCIO A 5 MASCHILE

CALCIO A 5 LIVE Elia MODUGNO

CITTÀ DI CIAMPINO

DECIMA VITTORIA I ciampinesi superano il Team Garden e restano in corsa

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ove sigilli con otto marcatori diversi e per il Città di Ciampino giunge la vittoria stagionale numero dieci. I castellani proseguono quindi la loro rincorsa alla Lositana, che questa settimana non è scesa in campo causa rinvio a marzo della sfida con il San Giustino.

punto della stagione il nostro obiettivo dipende al 30% da noi e al 70% da nostri avversari. Vogliamo arrivare allo scontro diretto con la possibilità di giocarci il campionato all’ultima giornata”.

Carracci - “Per noi la gara con il Team Garden è stata una partita importante, perché ci siamo avvicinati sempre di più al nostro obiettivo: tornare al primo posto della classifica – afferma Luca Caracci -. Non conosciamo il motivo, ma la Lositana ha rinviato la propria partita, così ci siamo portati a un punto da loro. Venerdì è stata una partita molto maschia: nel primo tempo ci sono stati quattro tiro liberi, tre per loro e uno per noi. L’arbitro non è stato dei migliori con qualche episodio un po’ controverso, però siamo riusciti comunque a vincere e a portare i tre punti a casa”. Lotta al vertice - Il prossimo turno sarà molto interessante per la lotta di alta classifica. La capolista ospiterà l’Atletico New Team, terza forza del campionato, e il Città di Ciampino, impegnato contro il fanalino di coda Pantano Borghese, sarà spettatore interessato alle vicende di questo incontro: “Bisogna rispettare sempre tutti gli avversari, anche perché molte squadre si sono rinforzate nel mese di dicembre. Noi daremo sempre il massimo per raggiungere il nostro scopo. A questo

Luca Carracci


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CALCIO A 5 MASCHILE

Redazione CALCIO A 5 LIVE

REAL CIAMPINO

SORPASSO CRIS BATTUTO E TESTA DELLA CLASSIFICA RITROVATA

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a ripresa del campionato regala una piacevole sorpresa al Real. I rossoblù si riprendono la vetta, strappandola all’Acquedotto, fermato venerdì sera sul pareggio dal Colli Albani.

Ricca - Contro il Cris una gara senza storia, come racconta Rinaldo Ricca. Un match preso con il piglio giusto sin dalle prime battute e controllato senza problemi fino al triplice fischio: “Un buon inizio da parte nostra, siamo andati subito avanti sul 3-0 e poi abbiamo saputo gestire il risultato. Non abbiamo sottovalutato l’impegno ed è stato un incontro in discesa. Ci siamo comportati bene nonostante le due settimane di pausa. In questo periodo di sosta ci siamo allenati bene per essere pronti al ritorno in campo”. A difesa del primato – Dopo essere tornati in testa, gli aeroportuali sono subito chiamati a un duro banco di prova per conservare la leadership del girone. Venerdì si va in trasferta contro il Colli Albani, la stessa compagine che aveva favorito il passaggio di consegne nel girone: “Ci attende una partita dura, tosta – ricorda Ricca -. Loro sono un’ottima squadra con validi giocatori e la classifica non rispecchia il loro potenziale. Dobbiamo dare tutto, forse anche di più, per vincere la partita e restare davan-

Rinaldo Ricca

ti. Le nostre condizioni sono buone perché abbiamo recuperato tutti i giocatori. Ci alleniamo sempre bene e ci stiamo preparando per questo rush finale. Sono tutte partite difficili con ottime squadre, ogni partita sarà come una finale. Dipende tutto da noi adesso, perché siamo lì e vogliamo rimanerci fino alla fine”.


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Quando vivere diventa

UNA IMPRESA

C mag | Quando vivere diventa una impresa | Marzo 2015

Serena BONANNO - Un diavolo per Capello - di Serena Forte Via Santo Spirito 43 Castel Gandolfo - ROMA Tel. 06.9311644

HAIR & NAIL STYLE

un qualsiasi centro estetico. Esiste la nail art perfetta? Certamente, ed è quella che rispecchia la nostra personalità. Anche solo un

brillantino, un puntino, uno smalto monocolore: l’importante è che dica chi noi siamo veramente.

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mio lavoro, fino a diventare insegnante di onicotecnica. Inoltre mi diverte molto. Nella tua struttura è possibile seguire corsi per diventare Nail Art? Certo, abbiamo un aula preposta con dieci postazioni Tati Nails. Frequentando i nostri corsi potrete apprendere tutte le tecniche necessarie per poter lavorare in

tovalutare la questione limatura: è necessario limarle in modo corretto, vale a dire in una direzione soltanto senza fare avanti indietro: in questo modo l’unghia non si scalda e quindi non si sfalda. Chi detta le tendenze in questo campo? I must have arrivano dalle passerelle delle varie fashion week, seguire la moda non è un male: fondamentale è però seguire la nostra moda, ispirandosi e stando bene con se stesse.

Tappa di bellezza a Castel Gandolfo al salone di Serena Forte: "Un Capriccio per le unghie" e "Un Diavolo per Capello"

erena, il mondo del beauty è piuttosto ampio, come mai ha scelto il settore della nail art? Sono sempre stata affascina di questo mondo fin da piccola, e proprio l’ambizione e la determinazione di portare avanti una sogno oggi mi ritrovo da una parte che mi prendo cura di me stessa -e avere le mani curate, si sa, oggi è importantissimo-, dall’altra porto avanti l’amore per il

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Si dice che le mani siano il miglior biglietto da visita: cosa bisogna fare o non fare per avere mani sempre perfette? Le mani devono essere sempre curate perché parlano di noi, ancora prima della voce. Innanzitutto, fondamentale è l’idratazione. Che siano smaltate oppure no non importa, ciò che conta è lo smalto non sia mai sbeccato perché dà immediatamente l’idea di trasandato. Personalmente, consiglio sempre di prendere le mode con le pinze: va bene seguirle, ma solo se ci rispecchiano realmente. Se eseguiamo una nail art che è in voga ma in realtà non ci rappresenta, automaticamente le persone lo capiscono. Tra le cose da evitare, mettere e togliere lo smalto tutti i giorni non va affatto bene. Inoltre, bisogna sempre utilizzare prodotti di buona qualità; in caso contrario le unghie ne risentono subito. Da non sot-

Serena Forte è anche hair style. Proprio così, il nostro salone è suddiviso in due aree: la nail area con un Capriccio per le Unghie e l’hair area con Un Diavolo per Capello in collaborazione con Tagliati per il Successo, un salone di bellezza a 360 gradi per uomo e donna , infatti , oltre al look dei capelli e mani coccoliamo i nostri clienti grazie ai nostri servizi di benessere come massaggio viso , corpo , trattamenti antirughe con applicazioni di maschere a base di acido mondelico mixato con altri acidi della Dermophiologique e molto altro. I capelli effetto charme, la nuova tendenza hairstyle del 2015. Di che cosa si tratta? Una nuova tecnica per rendere i capelli sempre più belli e brillanti con riflessi naturali. In Italia Charme&Cheveux ha conquistato già le teste di molte hairstyle addicted, affascinate dall'effetto di decolorazione più naturale che mai. Serena, ti avvali di un staff giovane. Esatto, uno staff giovane creativo e soprattutto sempre pronto a soddisfare le esigenze di bellezza della propria clientela, grazie anche ai continui corsi di aggiornamento: Arianna e Jasmin per l’hair aerea e Mariagiulia alla nail aerea, il tutto sotto la supervisione mia e di mio marito Bruno. E come diceva Eleanor Roosevelt: Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni. Il nostro presente e futuro si chiama Un Diavolo per Capello e Un Capriccio per le unghie.


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Quando vivere diventa

UNA IMPRESA

Fabrizio RINALDI - Centro Olistico Gioia Equilibrio di Caterina Somma

C mag | Quando vivere diventa una impresa | Marzo 2015 Per saperne di più, abbiamo chiesto alcune informazioni ad un esperto in materia: Somma Caterina, coach di scienza olistica, che segue da anni i corsi tenuti dal dottor Roy Martina, massimo esperto mondiale in materia. Questa intervista è realizzata in esclusiva per la rivista Cmagazine. Buona lettura a tutti ! Ciao Caterina, ormai i nostri lettori vorranno capire di cosa stiamo parlando. Prima domanda, quindi. Cos’è la medicina olistica ? La medicina olistica è la ricerca di un equilibrio tra mente, corpo e anima. Va a lavorare sul nostro subconscio, attraverso un’indagine dei vari livelli emozionali. Ci sono diverse tecniche per arrivare a questo risultato, come la Kinesiologia, un test muscolare che valuta la risposta del sistema nervoso, oppure l’Equiibrio emozionale ed il Rilassamento profondo, che aiutano a riportare l’equilibrio nel nostro corpo, attraverso una meditazione guidata. La scienza olistica è uno studio su noi stessi, in pratica, per avere più consapevolezza sul nostro corpo e sulla nostra mente.

CATERINA SOMMA CI SPIEGA LA SCIENZA OLISTICA

C'

è un detto latino che recita così: Mens sana in corpore sano. Una frase, ad hoc, restando nell’idioma dell’epoca. E’ proprio il caso di dirlo, la nostra mente è sana, solo dentro ad un corpo sano. Questo meraviglia della Natura, il corpo umano, appunto, rappresenta tutto di noi. E’ un opera affascinante e complessa, ma al tempo stesso

fragile. Per stare bene bisogna ascoltarlo, seguirlo, e qualche volta… aiutarlo. Ma in questi tempi, dove tutto è frenetico, in continuo cambiamento, dove siamo così incasinati che non riusciamo più ad ascoltare il nostro corpo, si sta sviluppando un aspetto della scienza che ci può essere d’aiuto, per riuscire a stare meglio. Stiamo parlando della scienza olistica.

Di cosa ti occupi tu, esattamente ? Io seguo l’Omega Healing, un settore della scienza olistica che reputo molto efficace per migliorare la qualità della propria vita, sviluppato e portato avanti proprio dal dottor Roy Martina. Da circa due anni ho aperto un Centro Olistico, in cui vengono effettuati corsi e conferenze riguardo a questo argomento. Si possono inoltre seguire, con l’aiuto di esperti, diversi trattamenti a livello energetico ed emozionale, per raggiungere un nuovo equilibrio dentro di noi. Se qualcuno è interessato a questo argomento, come può contattarti ? Al momento, il Centro Olistico è aperto solo su appuntamento. Si trova a Ciampino, in Via Gaspare Spontini 27,

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a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Abbiamo anche una pagina Facebook: Centro Olistico Gioia Equilibrio. Se volete essere aggiornati sul calendario dei nostri eventi, potete anche scriverci un e-mail al seguente indirizzo: gioiaequilibrio@gmail.com Qual è una frase che può riassumere il senso del tuo lavoro ? L’importante, in fondo, è stare bene, con il mondo, con la gente e soprattutto con noi stessi. Grazie per questa piacevole conversazione, un saluto da tutto lo staff di Camagazine.





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OROSCOPO

a cura di Mauro Gabbiadini

Marzo

ARIETE

Vi sostiene un’incredibile energia, molti vi aiuteranno, avete la sensazione di poter costituire una squadra vincente anche se terrete conto degli ostacoli.

TORO

Agirete in controtendenza, consapevoli di un intrigo che potete tranquillamente sventare perché l’immagine è vincente e le amicizie vi seguono.

GEMELLI

Tutto funziona meglio! Finalmente concentrati e soprattutto appoggiati da un gruppo di amici che stravedono per voi: una conquista difficile viene facilitata.

CANCRO

Gli affari procedono e nuove opportunità si affacciano. Farete tesoro dell’esperienza, non volete rischiare ma ripartire i costi di ciò che intraprenderete: sapete mirare lontano.

LEONE

Avete l’esclusiva, le idee corrono veloci e tutti vorrebbero partecipare alla festa, ma sarete voi a mettere nero su bianco, e un contratto può durare a lungo.

VERGINE

Raccoglierete molto sia grazie al fascino personale sia per un’attività incessante. Non tutti sono sicuri di voler collaborare ma la vostra volontà supera gli ostacoli.

BILANCIA

Avete avviato un meccanismo che non si fermerà finché non avrete realizzato il vostro piano, e tutti vorranno conoscervi: sceglierete nuove amicizie!

SCORPIONE

Siete straordinariamente attivi su tutti i piani alla progettazione, segue il programma attuato nei minimi particolari e gli effetti generano ancora altre potenzialità.

SAGITTARIO

Puntualizzate ciò che desiderate avere da una storia d’amore ormai stabile. Forse vi siete distratti e il partner vi solleciterà: avete tanti interessi da coltivare tutti insieme.

CAPRICORNO

Pugno di ferro in guanto di velluto, e chi non aveva ancora capito si arrenderà. Dettate le regole, esigete rispetto: i conti torneranno. Tanto calore in famiglia.

ACQUARIO

Potete condividere il trionfo e la soddisfazione sarà generale. Giunge un contributo economico e continuerete a fare progetti. Il partner e tutti gli altri saranno sedotti.

PESCI

Si va avanti con decisione alla conquista del denaro, quello perduto e quello da guadagnare. Il progetto è valido e deve funzionare al più presto per rassicurarvi.


TUTTE LE STRADE PORTANO A ROMA


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