Il Coltivatore Cuneese n.02 Anno 2019

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Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.

N. 02 Febbraio 2019 - Anno 73

IN PRIMO PIANO

ATTUALITÀ

SPECIALE

LE COSE CONCRETE CONQUISTATE… SENZA DISTRAZIONI PERICOLOSE

AL VIA L’ETICHETTA MADE IN ITALY, È NOSTRA VITTORIA

MANOVRA 2019, IMPORTANTI NOVITÀ PER IL MONDO AGRICOLO

Al lavoro per tradurre in fatti concreti parti decisive del nostro progetto

Arriva in Italia l’obbligo di indicare l’origine su tutti i prodotti alimentari

Le principali misure fiscali, economiche, giuslavoristiche e previdenziali



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Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario, 18 - 12100 CUNEO Direttore Amministrativo: Tino Arosio Direttore Responsabile: Tino Arosio Coordinamento di redazione: Francesca Vinai Grafica e impaginazione: Mara Chiardola Hanno collaborato: Marco Benzo, Roberto Bianco, Luca Castellino, Simona Daniele, Damiano Dutto, Sara Ferrero, Roberto Giobergia, Elena Gola, Hada Kamela, Vittorio Marabotto, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Nadia Olivero, Franco Parola, Elisa Rebuffo, Federica Scaperrotta, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Davide Roà. Progetto grafico: Edizioni il Coltivatore Srl - TEC arti grafiche

OMMARIO 6

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IN PRIMO PIANO

• Le cose concrete conquistate... senza distrazioni pericolose

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FONDO

• Le cose “lontane” che, però, sono così vicine

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ATTUALITÀ

• Etichetta Made in Italy, Prandini: è nostra vittoria • Riso asiatico, i dazi fermano l’invasione • Rice to love, tutto esaurito a Torino per il filmdenuncia • Piano Lupi latitante, allevatori sotto tiro • Cinghiali, in arrivo il Piano provinciale di contenimento • Stanziati gli indennizzi per danni da selvatici • Biogas agricolo, nasce il patto Eni-Coldiretti

Redazione: Piazza Foro Boario, 18 - 12100 (CN) Tel. 0171 447211 - Fax: 0171 447300 e-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito: www.cuneo.coldiretti.it

• Vino e social media, binomio vincente

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• Danni da tarlo asiatico, contributi regionali in arrivo

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• Macellazione di suini, precisazione sul codice aziendale

• Varata la nuova Legge regionale sull’agricoltura • 11,4 milioni ai prodotti piemontesi di qualità • PSR, presto nuovi bandi per giovani e investimenti

• Ponte a San Michele Mondovì, Coldiretti in campo • Rischio estinzione: razze piemontesi da valorizzare

• “Benedetta” neve per la nostra agricoltura!

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LAVORO

• Cosa cambia per i datori con il “Decreto Sicurezza”

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ECONOMICO

• Agricoltura biologica, novità da febbraio

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• Consumo di uova in Italia: +17,2% nel 2018 • Prosciutto di Parma, al via i controlli informatizzati

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SPECIALE MANOVRA 2019


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FORMAZIONE

• Fruttijob, proseguono i corsi formativi gratuiti • Piante officinali, nuovo corso in partenza

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• Giovani Impresa, Barbati è nuova leader nazionale

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pomeriggio. Nessuna modifica, invece, per le aperture al pubblico del mattino dal lunedì al venerdì, né per l’operatività degli Uffici durante gli orari di chiusura al pubblico.

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IN PRIMO PIANO

LE COSE CONCRETE CONQUISTATE… SENZA DISTRAZIONI PERICOLOSE Roberto Moncalvo

Delegato Confederale Coldiretti Cuneo

È

stato un avvio d’anno importante. Ricco di avvenimenti che hanno visto la nostra Organizzazione protagonista. Partiamo dalla Legge di Bilancio. Pur nelle difficoltà legate alla sua approvazione, il frutto del nostro lavoro è evidente. Abbiamo dedicato al tema lo “speciale” di questo mese. È l’ennesima dimostrazione del nostro ruolo che ci consente di tradurre in fatti concreti parti decisive del nostro progetto. Con la condivisione della società e delle istituzioni. È per questo consenso che subito dopo è arrivata una norma a lungo attesa. Un vero e proprio punto di svolta perché finalmente rende obbligatorio per tutte le produzioni la trasparenza, la riconoscibilità, la carta d’identità che accompagna ogni prodotto, in sostanza l’origine in etichetta. 1 prodotto su 4 oggi resta anonimo. Con questo provvedimento inizia il percorso che porterà in Italia ad avere l’origine obbligatoria per tutti i prodotti. Ora aspettiamo che la medesima cosa faccia quell’Europa spesso sorda a questi temi. È per questo che stiamo raccogliendo le firme a sostegno della petizione “stop al cibo anonimo”. I nostri soci sanno il valore di questa firma, cosa vuol dire per il loro futuro. Ma questo valore è per tutti i cittadini. Le feste natalizie ci hanno regalato (ma niente ci è regalato) un provvedimento a cui abbiamo lavorato in Piemonte con caparbietà e che ci consentirà di essere protagonisti come agricoltori nell’intervento per “contenere” i cinghiali. Una piccola rivoluzione: da spettatori impotenti della distruzione delle nostre colture, a protagonisti di un pezzettino della soluzione del problema. Non siamo tifosi del far west nelle campagne, ma certo non possiamo essere solo le vittime di uno scem-

pio che si allarga dai campi alle città e alle autostrade. Così come vorremmo che quanti si impietosiscono per la perdita di un lupo, si ponessero il problema delle migliaia di vitelli o agnelli che - per rimanere alle nostre vallate - vengono sbranati dai lupi. Se sui cinghiali un passo avanti è stato fatto, sui lupi tutto è fermo ed è scandaloso che il Piano Lupi redatto ma non approvato dalla Conferenza Stato-Regioni e dal Ministero dell’Ambiente sia ancora latitante. Ritorniamo ai cinghiali (stendendo un pietoso velo sui ritardi nei risarcimenti in alcuni territori della provincia). Bisogna passare dalle parole ai fatti. Per questo abbiamo incontrato il Presidente della Provincia, Federico Borgna, per chiedergli un’accelerazione nell’approvazione del Piano di contenimento dei cinghiali di competenza della Provincia. Abbiamo trovato un’importante condivisione da parte sua e siamo certi che nel giro di breve tempo anche Cuneo avrà il piano approvato per rendere praticabile questa opportunità. Il 2019 si è aperto anche con la pubblicazione della nuova Legge regionale di riordino delle leggi (tante) in materia agricola in Piemonte. Peccato che ci vorrà tanto tempo per vederne l’attuazione, stante la mole di Regolamenti attuativi da approvare! Resta comunque una buona cosa. Dalla Regione, che a breve andrà al rinnovo, ci aspettiamo ancora tante cose importanti, a partire dai bandi per giovani e investimenti. Li abbiamo chiesti con forza e siamo certi che arriveranno. Questa è la Coldiretti del fare intelligente che non intende farsi trascinare in futili battaglie di retroguardia intrise di demagogie, con il fiato corto e utili solo a distogliere l’attenzione dalle cose che contano. A buon intenditor…


FONDO

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LE COSE “LONTANE” CHE, PERÒ, SONO COSÌ VICINE Tino Arosio

Direttore Coldiretti Cuneo

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arto dall’osservazione di un socio: non è che l’attenzione della nostra Organizzazione è troppo rivolta a questioni “lontane” da noi? Bella provocazione. Cerchiamo di spiegarci. Di cosa ha bisogno un imprenditore agricolo? Certamente della maestria nel fare prodotti eccellenti. Poi della capacità di saperli vendere bene, con la speranza di avere le giuste soddisfazioni economiche per investire e fare sempre meglio. Sono finiti i tempi in cui la soddisfazione economica derivava dalla capacità di stabilire a tavolino (a Bruxelles, a Roma o a Torino) i prezzi dei prodotti, senza doversi troppo interessare delle vicende commerciali, avendo spesso a disposizione l’ammasso dei prodotti. Ormai da tanto tempo, si sta in piedi solo se - insieme alla qualità dei prodotti - si è capaci di tenere alto l’interesse dei consumatori verso i nostri prodotti. È, quindi, al mondo che dobbiamo rivolgere la nostra attenzione: alla Brexit per i rischi che corrono le nostre esportazioni, agli Stati Uniti che impongono dazi all’importazione di olive dalla Spagna adducendo la “concorrenza sleale” prodotta dalla PAC, con il possibile coinvolgimento dei nostri formaggi, dei nostri salumi o dei nostri vini, alla stessa tenuta della nuova PAC, a Bruxelles perché imponga l’obbligo dell’origine in etichetta a tutti i prodotti in Europa. È su questi grandi temi che un’Organizzazione seria deve porre attenzione, pena l’indebolimento delle prospettive della nostra agricoltura. Attenzione anche a Roma, dove l’obbligo dell’origine in etichetta per tutti i prodotti è legge ora in Italia. Un nostro grande successo! Ritornando alle cose che apparentemente sembrano “lontane”,

che dire del provvedimento ormai passato a livello comunitario contro le pratiche commerciali sleali che si abbattono sulle nostre imprese? Qui si capisce che le cose “lontane” sono molto più “vicine” di quanto pensiamo. Quest’anno i nostri produttori si sono visti spostare il pagamento delle loro pesche (consegnate in estate) da Natale a (quasi) Carnevale. Non stiamo scherzando. Hanno sostenuto i costi di produzione prima della raccolta, hanno pagato i costi per la raccolta e la consegna ai magazzini. Chi ha venduto quelle pesche sui banchi della grande distribuzione ha da sei mesi i soldi in tasca, ma ai produttori sta arrivando solo adesso il pagamento! Si tratta in media di 35 centesimi al chilo, quando i costi di produzione si aggirano mediamente sui 33 centesimi. Un margine bruciato dai soli costi finanziari. E quest’anno è addirittura andata meglio degli anni passati… Se non è pratica sleale questa! Bastano le denunce? Dovremmo farne di più! Ma non basterà. Ecco perché è importante che un’Organizzazione seria si occupi anche delle cosiddette cose “lontane”. Per questo ci siamo occupati quotidianamente della norma che combatte queste pratiche sleali raggiungendo qualche settimana fa il grande risultato di una direttiva europea. Un altro grande successo di Coldiretti che il nostro Paese dovrà essere capace di applicare senza tentennamenti. Può essere un pezzo della soluzione del problema. L’altro pezzo non potrà che venire da accordi con chi - a valle della filiera - vorrà abbandonare una strada sbagliata che porterà solo all’indebolimento di tutti e quindi dell’Italia.


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ATTUALITÀ

Arriva in Italia l’obbligo di indicazione di origine su tutti gli alimenti

ETICHETTA MADE IN ITALY, PRANDINI: È NOSTRA VITTORIA Arriva l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione nazionale e consentire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori contro gli inganni dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy. “È una grande vittoria per agricoltori e consumatori” commenta il Presidente Coldiretti Ettore Prandini (nella foto accanto) dopo l’approvazione dell’emendamento Made in Italy al Decreto-Legge Semplificazione, che ha trovato un sostegno bipartisan in Parlamento. “Si tratta di una norma a costo

CIBI EXTRA UE 12 VOLTE PIÙ PERICOLOSI DI QUELLI ITALIANI La Corte dei Conti europea si è pronunciata sul livello di sicurezza alimentare in Europa, evidenziando che i cibi di provenienza extraeuropea non rispettano gli stessi standard di sicurezza UE sui residui di pesticidi. Per questo, ha chiesto alla Commissione europea “quali misure intende adottare per mantenere lo stesso livello di garanzia sia per gli alimenti prodotti nella UE che per quelli importati”. Nel commentare lo storico pronunciamento della Corte dei

Conti UE, il Presidente Prandini ha espresso la necessità “che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”. In più, secondo Prandini “va tolto in Italia il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie

prime dall’estero per consentire interventi mirati in situazioni di emergenza sanitaria che si ripetono sempre più frequentemente”. Il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è stato pari al 4,7% per quelli provenienti da Paesi extra UE, rispetto alla media UE dell’1,2% e dello 0,4% dell’Italia. Ciò significa che i cibi extracomunitari sono 4 volte più pericolosi di quelli comunitari e 12 volte di quelli italiani.


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L’ETICHETTATURA IN EUROPA

zero - spiega Prandini - a difesa dell’interesse nazionale e a tutela della salute dei cittadini, del territorio, dell’economia e dell’occupazione”. Il provvedimento, infatti, porta sul mercato il valore aggiunto della trasparenza. Consente di adeguare ed estendere a tutti i prodotti l’etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza degli alimenti e prevede sanzioni, in caso di mancato rispetto, da 2.000 a 16.000 euro, salvo che il fatto non costituisca reato di frode penalmente rilevante.

In tal modo, si potrà finalmente conoscere la provenienza della frutta impiegata in succhi, conserve o marmellate, l’origine dei legumi in scatola o della carne utilizzata per salami e prosciutti. “L’obbligo di indicare l’origine è una nostra battaglia storica e con la raccolta di milioni di firme abbiamo portato l’Italia all’avanguardia in Europa - dichiara il Presidente Prandini -. Grazie alle mobilitazioni di Coldiretti degli ultimi anni, sono stati fatti molti passi in avanti nella trasparenza dell’informazione sul cibo, ma purtroppo ancora 1/4 della spesa degli italiani resta anonima”. Le ultime vittorie risalgono ad un

anno fa, con l’entrata in vigore in Italia dell’obbligo di origine in etichetta su grano per la pasta, riso, pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro (mentre per la passata l’obbligo vige dal 2008). Nel 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati, dopo che nel 2005 era già entrato in vigore per il latte fresco. Sempre al 2005 risale l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy. Quella di Coldiretti per l’etichettatura è una battaglia di civiltà, che risponde alle garanzie di sicurezza attese dai consumatori. Basti pensare che la norma che adegua ed estende a tutti i prodotti alimentari l’etichettatura obbligatoria di origine è attesa dal 96% degli italiani che hanno partecipato all’ultima consultazione pubblica del Ministero delle Politiche agricole.

A livello comunitario, l’etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti è stata introdotta per la prima volta sulla carne bovina a seguito dell’emergenza “mucca pazza” nel 2001 allo scopo di ripristinare un clima di fiducia. Dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e vige l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei. Molti progressi sono stati fatti, anche grazie al pressing Coldiretti, ma resta l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione europea che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero. Per spingere l’UE a completare il percorso è nato un fronte europeo per la trasparenza in etichetta: L’Iniziativa dei Cittadini Europei “Scegli l’origine!”. L’obiettivo è raccogliere un milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione per migliorare la coerenza delle etichette e inserire informazioni comuni nell’intera UE su produzione e metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare. Tutti i soci e i cittadini sono invitati a partecipare all’iniziativa, firmando presso gli Uffici Coldiretti.


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ATTUALITÀ

Arrivano finalmente i dazi europei a tutela del riso Made in Piemonte

RISO ASIATICO, I DAZI FERMANO L’INVASIONE Via libera ai dazi europei sul riso proveniente da Cambogia e Myanmar/Birmania. È entrato in vigore il 18 gennaio il Regolamento esecutivo della Commissione europea che istituisce misure di salvaguardia in relazione alle importazioni di riso da quei Paesi. Vengono così ripristinati in tutti gli Stati dell’Unione europea i dazi sulle importazioni di riso Indica lavorato e semilavorato, per un periodo di almeno tre anni, con i seguenti importi: • 175 euro/tonnellata per il primo anno (18 gennaio 2019/17 gennaio 2020); • 150 euro /tonnellata per il secondo anno (18 gennaio 2020/17 gennaio 2021); • 125 euro/tonnellata per il ter-

zo anno (18 gennaio 2021/17 gennaio 2022).

“È un risultato molto importante per il settore risicolo - commenta


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Bruno Rivarossa, Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo ottenuto grazie alla perseveranza portata avanti dalla nostra Organizzazione negli ultimi anni”. “La mobilitazione Coldiretti nelle piazze italiane e nelle sedi istituzionali - spiega Rivarossa - ha portato Bruxelles a riconoscere il danno economico causato dalla crescita spropositata delle importazioni di riso asiatico, superiore

all’800% tra il 2016 e il 2018 per via delle agevolazioni a dazio zero”. Si conclude così una vicenda durata troppo tempo e avviata formalmente il 16 febbraio 2018, quando l’Italia, su sollecitazione di Coldiretti, aveva presentato richiesta a Bruxelles per il ripristino dei dazi invocando la clausola di salvaguardia prevista dalle norme UE nei casi in cui i regimi

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commerciali preferenziali UE per i Paesi beneficiari creino difficoltà ai produttori europei. Si tratta di un deciso cambio di rotta nelle politiche comunitarie rispetto agli accordi commerciali stipulati con Paesi che spesso non rispettano le condizioni produttive e i diritti dei lavoratori vigenti all’interno dell’Unione, con gravi danni per i nostri produttori e rischi per i consumatori.

RICE TO LOVE, TUTTO ESAURITO A TORINO PER IL FILM-DENUNCIA Il 16 gennaio, al cinema Massimo di Torino, è andata in scena l’anteprima nazionale del documentario Rice to Love, nato da un’idea di Coldiretti Piemonte e girato in Birmania dal giornalista Stefano Rogliatti. È stata una serata da tutto esaurito, con oltre 800 persone presenti. “Un vero successo dovuto all’unicità del contenuto e all’importanza dell’argomento trattato dal punto di vista etico, sociale e politico dichiara il nostro Vice Delegato, Bruno Rivarossa -. La città di Torino e non solo ha risposto oltre le aspettative, tanto da farci programmare una doppia proiezione nella stessa serata. Seguiranno altre proiezioni nelle sale cinematografiche di tutta la Regione, fino ad arrivare alle scuole”. Oltre a fare concorrenza sleale ai

nostri produttori di riso, pesa sulla Birmania l’accusa di violazione dei diritti umani e di genocidio con-

Scendo stanca dal trattore e do un calcio ad un piccolo sasso del cortile. Accidenti! Quei bambini che ho visto ieri sera nel film Rice to love non potrebbero farlo, impossibile con una sola gamba. Il terreno è cosparso di mine antiuomo ed avventurarsi fuori dai sentieri battuti potrebbe costare la vita. Una vita passata con una rudimentale zappetta in mano a coltivare riso su terreni in pendenza, ripidi al punto che persino andandoci con il mio trattore dovrei stare molto attenta. Il mio trattore in Birmania potrebbe essere scambiato per un’astronave aliena. Nessuno conosce mezzi del genere là: si coltiva con la schiena piegata, sul volto le cicatrici del sole… e non solo. Una cosa ci accomuna, però, al Myanmar: il riso. Forse proprio quel riso con cui qualche furbetto ha riempito la confezione che ho acquistato qualche giorno fa, vendendola come nostrana, facendomi così complice inconsapevole di violenze e soprusi, di villaggi distrutti e di un’agricoltura che nemmeno riesco a chiamare tale. Fango e speranza, zanzare e giustizia. Non possiamo accettare tutto questo!

tro la minoranza musulmana dei Rohingya. “Da qui il desiderio di indagare e scoprire cosa stia avvenendo veramente in quel Paese - spiega Rivarossa -. Dal giusto mix tra la nostra curiosità e l’abilità del regista è nato Rice to Love, un film unico nel suo genere”. Forti emozioni e verità: a parlare in Rice to Love sono le immagini che tratteggiano un chiaro spaccato della situazione in Birmania e descrivono i luoghi e la situazione generata alle popolazioni dalle multinazionali e dai Governi. Il film ci dà la consapevolezza che dietro al riso asiatico che portiamo in tavola ci sono soprusi e violenze generate da interessi politici ed economici. Alla “prima” di Rice to Love ha partecipato anche una nutrita delegazione di soci cuneesi. Tra loro, la giovane imprenditrice Marianna Bellonio: sono suoi i pensieri che trovate nel riquadro a fianco.


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ATTUALITÀ

Si rinnova il nostro appello al Governo a tutela dell’attività pastorizia

PIANO LUPI LATITANTE, ALLEVATORI SOTTO TIRO Non c’è pace per gli allevatori di ovini dell’Alta Langa. A Paroldo un gregge di pecore delle Langhe è stato nuovamente aggredito dai lupi nei primi giorni dell’anno. Una decina i capi uccisi. Per l’allevatore colpito è stato il primo attacco dell’anno ma il quarto in meno di sei mesi, a pochi passi da casa. In totale ha perso una trentina di pecore, un gravissimo danno per l’azienda dal punto di vista economico, oltre che un danno per il territorio, considerando che sono rimasti soltanto 2.000 capi di pecore delle Langhe. La situazione è insostenibile e, in assenza delle necessarie contromisure, non può che continuare a peggiorare, come dimostrano i sempre più frequenti avvistamenti di lupi nelle vallate e nelle vicinanze dei centri abitati. La sopportazione delle nostre aziende che, con tanti sacrifici, hanno investito nella zootecnia, ha superato il limite del tollerabile. Non

c’è più tempo per prendere tempo. Per questo abbiamo risollecitato con forza il Governo perché riprenda in mano il Piano di gestione dei lupi, di cui si è già tanto discusso, e giunga finalmente ad una rapida messa a punto e attuazione, come già accade sui versanti francesi delle nostre Alpi. Il Piano Lupi fornirebbe il quadro normativo essenziale per mettere in campo misure concrete a tutela dell’attività pastorizia, fondamentale per il presidio delle nostre montagne, contro spopolamento e degrado, e per la tenuta di antiche tradizioni contadine, alla base di tante eccellenze dell’agroalimentare cuneese. Come il pregiato Murazzano DOP, prodotto proprio tmc bozza1:Layout 1 24-11-2008 16:59 Pagina 1 con latte di pecora delle Langhe.

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La provincia assicura che sarà presto varato un Piano di controllo

CINGHIALI, IN ARRIVO IL PIANO PROVINCIALE DI CONTENIMENTO Lo scorso 11 gennaio i vertici di Coldiretti Cuneo hanno incontrato il Presidente della provincia Federico Borgna per discutere del Piano di controllo della fauna selvatica in generale e dei cinghiali in particolare. La nuova Legge regionale sulla caccia dispone che i Piani predisposti dalle province per controllare la proliferazione dei cinghiali comprendano interventi d’urgenza per garantire una tempestiva azione in caso di danneggiamenti in atto e interventi programmati per il contenimento della specie sul territorio. Alla luce di tali disposizioni e delle misure straordinarie introdotte, come la possibilità per i proprietari e conduttori dei fondi di intervenire direttamente nell’azione di contenimento dei cinghiali, risulta indispensabile il varo di un nuovo Piano provinciale. Il Presidente Borgna ha fornito al nostro Delegato Confederale Roberto Moncalvo la massima rassicurazione sul fatto che la pro-

vincia è già al lavoro per rendere operativo quanto prima un Piano di controllo di questa specie, in linea con la nuova normativa regionale. Il Piano consentirà di arginare un problema che non riguarda soltanto le aziende agricole, già pesantemente colpite sul nostro territorio, ma si impone sempre più come una questione di sicurezza e ordi-

ne pubblico. A dimostrarlo è il recente incidente sull’autostrada A1 causato da un gruppo di cinghiali, in cui ha perso la vita una persona e ne sono rimaste ferite dieci. Un’escalation di danni ai campi coltivati e di incidenti, innescata dall’incontrollata proliferazione di questi animali e non più sostenibile.

Sotto osservazione i pagamenti dei risarcimenti da parte di ATC e CA

STANZIATI GLI INDENNIZZI PER DANNI DA SELVATICI In materia di risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica, la III Commissione del Consiglio regionale, dando parere favorevole al bilancio di previsione finanziaria 2019-2020, ha preannunciato lo stanziamento di 3 milioni di euro con cui riconoscere un indennizzo alle imprese agricole che hanno subito danni e sostenere interventi e opere di prevenzione al problema, messi in atto dalle province. Nello specifico si tratta di 1.250.000 euro per le Amministrazioni provinciali e la Città metropolitana di Torino e di 1.750.000

per gli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e i Comprensori Alpini (CA). Tuttavia, sulla base delle segnalazioni pervenute da parte di agricoltori ed allevatori che negli anni passati hanno subito danni causati da animali selvatici, Coldiretti registra purtroppo modalità operative differenti tra i diversi ATC e CA e, in alcuni casi, significativi ritardi nella corresponsione degli indennizzi. Si tratta di una situazione inaccettabile rispetto alla quale la nostra Organizzazione ha avviato una serie di verifiche al fine di indivi-

duare le criticità, le motivazioni che le generano e i provvedimenti necessari per sanare rapidamente le pendenze degli anni passati ed evitare ulteriori ritardi per gli anni futuri. Come stabilisce, infatti, la Legge di riferimento nazionale (Legge 157/92, art. 26), chi subisce un danno alla produzione agricola, alle opere approntate su terreni coltivati o ai pascoli, ad opera della fauna selvatica, in particolare da quella protetta, ha diritto al ristoro dei danni e - aggiungiamo noi - in tempo brevi e certi.


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ATTUALITÀ

Per produrre biometano dagli scarti agricoli di coltivazioni e allevamenti

BIOGAS AGRICOLO, NASCE IL PATTO ENI-COLDIRETTI

biometano. Sfruttando gli scarti agricoli delle coltivazioni e degli allevamenti, i mini impianti per il biometano potrebbero arrivare a coprire fino al 12% del consumo di gas in Italia. La nostra Organizzazione si occuperà di diffondere tra le aziende associate un modello di gestione dei sottoprodotti e degli scarti agricoli, affinché siano valorizzati come materie prime nella produzione di biometano. Eni metterà in campo azioni finalizzate a concretizzarne la produzione, il trasporto e l’immissione sia nella rete di vendita territoriale che in reti dedicate alle stesse imprese associate, nonché a offrire ai nostri soci proposte dedicate per l’uso di carburanti alternativi a basse emissioni di anidride carbonica dei mezzi utilizzati per le attività agricole.

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Ulteriori sviluppi della collaborazione verranno elaborati dagli esperti di Eni e Coldiretti, che avranno il compito di definire studi di fattibilità mirati in base alle varie tipologie di imprese associate, in particolare per la realizzazione di appositi impianti per il biometano.

L’accordo fra Eni e Coldiretti rappresenta un pilastro per l’evoluzione dal sistema dell’economia lineare, che parte dalla materia e termina con il rifiuto, verso un modello economico circolare, che si basa su un nuovo paradigma tra ambiente ed economia in cui i prodotti di oggi sono le risorse di domani.

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Al via l’alleanza tra Eni e Coldiretti per sviluppare la filiera italiana del biometano agricolo e rendere più sostenibile la mobilità. Eni e Coldiretti hanno sottoscritto il primo accordo di collaborazione con l’obiettivo di sviluppare nel settore trasporti la filiera nazionale del biometano avanzato, prodotto da rifiuti, valorizzando gli scarti e sottoprodotti ottenuti dall’agricoltura e dagli allevamenti. Il protocollo d’intesa è stato firmato il 25 gennaio a Lodi dal Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, con Giuseppe Ricci, Direttore Generale di Eni Refining & Marketing, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Guido Guidesi. L’obiettivo è creare la prima rete di rifornimento per il biometano agricolo “dal campo alla pompa” per raggiungere una produzione di 8 miliardi di metri cubi di gas “verde” entro il 2030. Il biometano deriva dal biogas, fonte energetica rinnovabile, che può essere prodotto e consumato nella forma di gas naturale compresso (GNC) o di gas naturale liquefatto (GNL) e può contribuire alla riduzione delle emissioni di gas serra e allo sviluppo dell’agricoltura. La collaborazione tra le parti prevede una sinergia comune per promuovere la realizzazione di nuovi impianti di produzione del


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Nuova vetrina per i viticoltori The Green Experience e le nostre colline

VINO E SOCIAL MEDIA, BINOMIO VINCENTE Coldiretti ha dedicato ai viticoltori aderenti alla rete The Green Experience una giornata sulle opportunità offerte dal web e sull’importanza di sfruttarle in modo consapevole. Se ne è discusso il 24 gennaio scorso in un’affollata sala del Castello di Barolo, dove i nostri imprenditori hanno fatto “incetta” di suggerimenti da professionisti di settore per un’efficace strategia social. Fra i temi affrontati, l’analisi del contesto web e dei social network di maggior tendenza, la scelta e la gestione coordinata dei canali social, la redazione di un calendario editoriale per la produzione e la programmazione dei contenuti, le tecniche narrative più adatte al mezzo digitale per raccontare con immagini e testi il mondo del vino, i valori dell’azienda e i prodotti che offre, le campagne di advertising su Facebook e Instagram. Proprio sulla piattaforma Facebook è sbarcato da alcune settimane The Green Experience, grazie anche al sostegno della Fondazione

L’evento The Green Experience a Barolo sulla comunicazione social dei vini

CRC. La pagina Facebook diventerà cassa di risonanza del nostro progetto, per raccontare il territorio, i vini e le aziende che hanno scommesso in una viticoltura green, aderendo al disciplinare The Green Experience o a quello The Green Experience Plus. La svolta social di The Green Experience ha l’obiettivo di raccontare in modo più accattivante e interattivo lo straordinario

lavoro dei nostri viticoltori, anche grazie al loro contributo diretto. Vogliamo appassionare buyer e consumatori finali non solo in Italia ma anche all’estero, soprattutto nei mercati in cui il marchio The Green Experience è già registrato, così da incrementare l’attrattiva dei vini di Langhe e Roero, prodotti con particolare attenzione all’ambiente e alla cura del paesaggio.

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ATTUALITÀ

Importante passo avanti, ma occorre passare presto all’attuazione

VARATA LA NUOVA LEGGE REGIONALE SULL’AGRICOLTURA Il Consiglio regionale ha approvato la nuova Legge quadro in materia di agricoltura e sviluppo rurale. Il Testo Unico abroga 35 delle attuali 45 leggi vigenti, oltre a 50 articoli contenuti in diversi provvedimenti regionali. Nel riquadro sotto, alcune delle novità introdotte. Dopo quarant’anni dalla Legge

regionale sull’agricoltura, era utile un riordino e uno snellimento della normativa per stare al passo con le novità introdotte dalle più recenti politiche nazionali ed europee. È, dunque, apprezzabile lo sforzo compiuto dal Consiglio regionale nella direzione della semplificazione che da sempre auspichiamo. Nel corso della discussione siamo

La Legge quadro istituisce una “banca regionale della terra” che permetterà l’uso agricolo dei terreni incolti per tutelare il territorio dal dissesto. Regolamenta con più rigore le attività di agricoltura sociale, riconoscendo le fattorie sociali e le fattorie didattiche. Ingloba, adeguandola, la normativa sugli agriturismi e introduce la novità del “presidio di prossimità”. Dà ampio spazio alla digitalizzazione e al suo ruolo innovativo per il settore. Tutela il paesaggio agrario e rurale, che comprende manufatti come muretti a secco, piloni di pietra dei vigneti, siepi o filari di alberi con valore storico. Promuove una nuova visione delle politiche di valorizzazione della qualità - improntata a fa-

stati coinvolti e abbiamo prontamente presentato le nostre osservazioni, alcune delle quali sono state recepite. Però, siamo solo a metà dell’opera: restano da emanare decine di Regolamenti attuativi che renderanno concretamente applicabili le innovazioni contenute nella Legge di riordino. Auspichiamo che ciò possa avvenire in tempi rapidi.

vorire lo sviluppo e la redditività delle imprese, le opportunità turistiche e multifunzionali che interesserà l’intero settore delle produzioni di qualità, con un nuovo ruolo per le Enoteche regionali, i distretti del cibo, le filiere agroalimentari. Pone attenzione alla tracciabilità delle produzioni, in un’ottica di trasparenza per il consumatore, favorendo l’utilizzo di tutte le infrastrutture telematiche utili a snellire e rendere accessibili le informazioni. Riconosce il ruolo dei “gestori” del territorio per la prevenzione idrogeologica, la resilienza ai cambiamenti climatici, la conservazione dell’ambiente. Istituisce il Tavolo del partenariato agroalimentare e rurale per assicurare la partecipazione delle parti economiche e sociali.

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Per la valorizzazione dei prodotti DOP, IGP, DOC, DOCG e biologici

11,4 MILIONI AI PRODOTTI PIEMONTESI DI QUALITÀ Il 18 gennaio scorso la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, ha approvato la delibera che stanzia 11,4 milioni di euro per l’apertura di bandi sulla Misura 3 del PSR, dedicata alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari piemontesi di qualità. Vi rientrano i prodotti con marchi DOP, IGP, DOC, DOCG e certificazione biologica. I bandi attivati quest’anno e nel 2020 andranno a sostegno dei costi di certificazione a carico delle aziende agricole per aderire ai regimi di qualità riconosciuti. Le risorse saranno anche destinate alle attività di informazione e promozione attuate negli anni 2019 e 2020 dalle Associazioni di produttori sul mercato interno dell’Unione europea in merito ai prodotti di qualità. Infine, la Regione ha individuato

per l’anno 2019, come produzioni di qualità oggetto di specifiche azioni di sensibilizzazione e comunicazione, i seguenti marchi di qualità: • Mela Rossa di Cuneo IGP, che sarà protagonista a Rimini a Macfrut 2019, dall’8 al 10 maggio; • le denominazioni di origine derivanti dal vitigno Dolcetto: Dogliani DOCG, Dolcetto di Diano

d’Alba o Diano d’Alba DOCG, Dolcetto di Ovada superiore o Ovada DOCG, Dolcetto d’Acqui DOC, Dolcetto d’Alba DOC, Dolcetto d’Asti DOC, Dolcetto d’Ovada DOC, Langhe Dolcetto, Monferrato Dolcetto, Colli Tortonesi, Pinerolese Dolcetto, Piemonte Dolcetto; Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP.


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ATTUALITÀ

Importanti novità emerse dall’ultimo Tavolo Verde in Regione

PSR, PRESTO NUOVI BANDI PER GIOVANI E INVESTIMENTI Durante l’ultimo incontro del Tavolo Verde, che riunisce le Organizzazioni agricole, l’Assessore regionale all’Agricoltura e i funzionari competenti della Regione Piemonte, sono emerse importanti novità.

Bandi PSR in arrivo

Per quanto riguarda l’Operazione 5.1.2 del PSR (reti antigrandine), saranno incrementate le risorse per il bando 2/2017, che potrebbero passare dagli attuali 500.000 euro a 800-900.000 euro. Ricordiamo che allo stato attuale, il valore delle domande di sostegno ritenute ammissibili, ma non finanziabili, si attesta a 1.378.825,06 euro. È previsto anche un incremento della dotazione finanziaria del bando 3/2019, che potrebbe raggiungere i 320-420.000 euro; le risorse complessive ammonterebbero, quindi, a circa 900.0001 milione di euro. Parallelamente le risorse finanziarie provenienti da economie accertate a seguito della chiusura del processo di istruttoria riguardante i bandi 2016 e 2017, saranno utilizzate per finanziare gli eventuali investimenti ritenuti idonei,

ma non finanziabili per mancanza di risorse. Sempre in riferimento al bando 3/2019 dell’Operazione 5.1.2, è stato chiarito che per quanto concerne la definizione delle spese ammissibili, potrà essere utilizzato - anche in sede di successiva istruttoria - esclusivamente il Prezzario Agricoltura 2019 della Regione Piemonte, in fase di approvazione. Con lo scopo, inoltre, di superare la problematica riconducibile alla finanziabilità dei pali in presenza di nuovi impianti, è stato richiesto che la necessaria documentazione fotografica debba essere fornita solo in riferimento alle domande di sostegno ritenute ammissibili e finanziabili, ovvero unitamente alla relazione tecnica e, quindi, in un momento successivo alla domanda di sostegno. L’apertura del bando 3/0219 è in programma per fine febbraio. Tra fine febbraio e inizio marzo è prevista l’apertura di altri due nuovi bandi. Il primo riguarderà l’Operazione 6.1.1 del PSR (insediamento di giovani agricoltori), per il quale le risorse disponibili allo stato attuale sono quantificabili in 2 milioni

di euro. Il secondo bando riguarderà l’Operazione 4.1.1 (miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole) dal quale si prevede l’esclusione degli investimenti collettivi; allo stato attuale le risorse disponibili sono quantificabili in 8 milioni di euro. Infine, considerato l’ammontare limitato delle risorse potenzialmente disponibili per l’Operazione 4.1.2 (miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende di giovani agricoltori), è in fase di valutazione un intervento di carattere straordinario che possa consentire di utilizzare le economie generate per implementare le risorse del medesimo bando.

Danni alluvionali 2016

In relazione agli eventuali alluvionali che hanno colpito le strutture aziendali - compresi i terreni - i cui danni dichiarati sono di circa 26 milioni di euro, nonché le infrastrutture irrigue e viarie, per le quali i danni dichiarati ammontano a 16,8 milioni, si prevede l’attivazione di un intervento attraverso il quale riconoscere ai

DANNI DA TARLO ASIATICO, CONTRIBUTI REGIONALI IN ARRIVO La Giunta regionale ha approvato i criteri per la concessione di contributi a favore delle aziende agricole colpite da tarlo asiatico del fusto. Le risorse stanziate, che ammontano a 50.000 euro, andranno a favore delle imprese agricole vivaistiche per le perdite derivanti dalla distruzione delle piante sottoposte a misure fitosanitarie obbligatorie ingiunte dal Settore Fitosanitario, all’interno delle zone demarcate per la presenza di focolai di tarlo asiatico. Come noto, si tratta di

aree ricadenti nei Comuni di Cuneo e di Vaie, in provincia di Torino. Ogni azienda potrà presentare un’unica domanda di sostegno per ottenere un contributo in conto capitale, pari alla perdita di reddito derivante dalla distruzione delle piante (variabile, quindi, in base al numero di piante oggetto di blocco e al valore commerciale delle stesse). Vi forniremo maggiori dettagli non appena sarà aperto l’apposito bando.


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soggetti interessati un contributo pari (al massimo) al 30% dei danni dichiarati. Nel merito, le imprese/Enti irrigui saranno chiamati a fornire la documentazione attestante gli interventi di ripristino realizzati, in modo tale da definire la base di riferimento per il calcolo del contributo effettivamente spettante. Si tratta di intervento non rientrante nel regime de minimis. L’attuale dotazione finanziaria è di 8 milioni di euro.

Pozzi ad uso irriguo

A fronte della Delibera assunta dalla Giunta Regionale nel 2017, dovrebbero essere in fase di prossima apertura i bandi finalizzati a sostenere la realizzazione di nuovi pozzi irrigui. Il primo bando, con una dotazione finanziaria di circa 2,3 milioni di euro, è finalizzato a sostenere la realizzazione di nuovi pozzi attraverso interventi di accorpamento di più utenze singole in forme di utilizzo consortile. Il secondo bando, con una dota-

zione finanziaria di circa 1,5 milioni di euro, è indirizzato al ricondizionamento di pozzi consortili.

Consorzi irrigui

È prevista l’attivazione di un intervento a supporto dei consorzi irrigui/gestori di comprensori irrigui, attraverso cui riconoscere un contributo finalizzato a sostenere interventi di manutenzione o gestione. Nel merito, è in fase

di valutazione se, tra le spese ammissibili, possano essere ricompresi anche i “misuratori di portata”, rientrando nell’ambito degli obblighi collegati alla condizionalità. Tale tipologia di sostegno verrebbe riconosciuta in relazione alle caratteristiche dell’Ente beneficiario (ovvero parametrato a specifici criteri) e dovrebbe attestarsi in un importo variabile tra i 25.000 e i 60.000 euro.


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ATTUALITÀ

Scongiurato il divieto, scatta la viabilità alternativa per i mezzi pesanti

PONTE A SAN MICHELE MONDOVÌ, COLDIRETTI IN CAMPO Finiranno entro Pasqua i lavori di sistemazione e messa in sicurezza del cavalcaferrovia di San Michele Mondovì sulla linea ferroviaria Fossano-Ceva. L’annuncio di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) è arrivato il 31 gennaio, dopo la mobilitazione dell’Amministrazione comunale di San Michele, appoggiata da Coldiretti Cuneo, scattata a seguito dell’ordinanza provinciale di limitazione

al traffico pesante. I lavori inizieranno a marzo, nel frattempo scatta una viabilità alternativa per i mezzi oltre le 3,5 tonnellate sul cavalcaferrovia. Quest’ultimo costituisce l’unica via di accesso alla frazione San Paolo, borgata che, ospitando numerose attività agricole, artigianali e turistico-ricettive, è molto importante per l’economia comunale e del territorio circostante.

Il perdurare del divieto al transito dei mezzi pesanti avrebbe costituito un impedimento al prosieguo delle attività imprenditoriali, con pesanti ripercussioni socio-economiche. Per questo Coldiretti Cuneo, in una lettera al Presidente della provincia e a RFI, aveva chiesto di avviare una verifica statica del cavalcaferrovia per valutare oggettivamente lo stato del manufatto.

In pericolo non è solo la biodiversità, ma il presidio del territorio

RISCHIO ESTINZIONE: RAZZE PIEMONTESI DA VALORIZZARE In Italia sono scomparsi 1,7 milioni tra mucche, maiali, pecore e capre negli ultimi dieci anni. Un addio che ha riguardato soprattutto la montagna e le aree più difficili da raggiungere, dove mancano le condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori. In Piemonte, in un momento di crisi, è stata la domanda crescente di qualità e di garanzia dell’o-

rigine a portare ancora all’allevamento delle razze storiche a rischio estinzione. La nostra zootecnia da carne conta numeri importanti e un numero consistente di capi, in particolare ovini e caprini, è allevato nelle zone alpine e prealpine. Il patrimonio ovino piemontese risente particolarmente dei cambiamenti climatici e della siccità: dalla pecora delle Langhe alla Frabosana, dalla Sambucana

MACELLAZIONE DI SUINI, PRECISAZIONE SUL CODICE AZIENDALE Con una nota in merito alla tracciabilità della movimentazione dei suini in caso di autoconsumo, il Ministero dello Sviluppo economico ha chiarito che non dev’essere assegnato un codice aziendale nel caso la detenzione di suini, provenienti direttamente da allevamenti da ingrasso, avvenga per un tempo strettamente necessario per procedere alla macellazione per

autoconsumo. Secondo il Ministero, infatti, ciò non rappresenta l’avvio di una attività economica riconducibile all’allevamento o alla commercializzazione dei capi. Viceversa, qualora l’animale venisse detenuto o allevato anche per brevi periodi in allevamento si deve seguire la procedura con assegnazione del codice aziendale e registrazione in BDN.

alla Garessina, dalla Tacola alla Biellese, dalla Saltasassi alla Savoiarda, sono diverse le razze che rischiano l’estinzione. E al clima si aggiungono gli attacchi dei lupi. In pericolo non è soltanto la biodiversità, ma il presidio di un intero territorio. La nostra Organizzazione continuerà ad impegnarsi perché gli animali custoditi nei nostri allevamenti siano tutelati e protetti.


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Dopo una siccità fuori stagione, trattori in azione contro neve e gelo

“BENEDETTA” NEVE PER LA NOSTRA AGRICOLTURA! Dopo un inizio d’inverno segnato da una siccità anomala, l’arrivo della neve è stato manna dal cielo per le nostre campagne in allarme per le riserve idriche sulle montagne, nei fiumi, nei laghi e nel terreno, necessarie alle coltivazioni nel momento della ripresa vegetativa. La prolungata assenza di precipitazioni aveva indotto la Regione, negli ultimi giorni del 2018, a dichiarare lo stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi, con conseguente divieto di azioni atte a determinare, anche solo potenzialmente, l’innesco di incendio entro 100 metri dai terreni boscati, arbustivi e pascolivi. Ricordiamo che la Legge regionale 15/2018 già vieta l’abbruciamento all’aperto derivante dai residui delle attività agricole dal

1° novembre al 31 marzo di ogni anno. Finalmente tra fine gennaio ed inizio febbraio, al giro di boa dell’inverno, la neve è tornata ad imbiancare la Granda. È allora che i nostri agricoltori si sono mobilitati. Macchine e trattori si sono messi al lavoro non solo per consentire la circolazione in pianura, ma anche per garantire l’agibilità delle vie in collina e montagna, scongiurando così l’isolamento di case e aziende collocate nelle aree più marginali. Una chiara dimostrazione che le nostre aziende, oltre a produrre le ben note eccellenze del Made in Cuneo a tavola, sono anche in prima linea a supporto dei cittadini. Il ritorno del freddo e della neve nelle nostre vallate è un toccasa-

na in vista della prossima annata agraria perché tiene a riposo le piante, soprattutto le arboree, ritardando la primavera. Le temperature calde di inizio anno erano molto preoccupanti, perché l’esperienza insegna che le primavere troppo anticipate generano un rischio maggiore di gelate a stagione invernale ormai conclusa.

NOCCIO LE

Secondo un antico proverbio contadino “sotto la neve c’è il pane”, a rimarcare l’importanza di nevicate che coprano i terreni e le semine contro i grandi geli dell’inverno.

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LAVORO

Quali sono gli effetti per le aziende che assumono manodopera

COSA CAMBIA PER I DATORI CON IL “DECRETO SICUREZZA” Il Decreto Legge 113/2018, convertito con modificazioni dalla Legge 132/2018 - il cosiddetto Decreto Sicurezza - ha introdotto una serie di misure che intervengono sugli aspetti relativi a sicurezza, immigrazione, poteri dei Sindaci e altri temi, più o meno pertinenti, inseriti in fase di dibattito parlamentare.

Di seguito, alcune indicazioni sintetiche sulle novità introdotte dal Decreto Sicurezza che più interessano i datori di lavoro, tenendo conto che in più parti la norma ha bisogno di Decreti attuativi e che in altre parti si attendono indicazioni ministeriali di chiarimento e attuazione.

Protezione internazionale del migrante

Il Decreto Sicurezza aumenta il numero di reati che, in caso di condanna definitiva, portano al diniego e alla perdita della protezione internazionale del migrante. Tra i nuovi casi rientrano ipotesi di particolare allarme sociale, quali la resistenza a pubblico ufficiale, le lesioni personali gravi o gravissime a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico e le mutilazioni genitali femminili. Il rifugiato perde la protezione internazionale e sussidiaria se torna, anche temporaneamente, nel Paese d’origine, qualora il fatto non sia giustificato da gravi e comprovati motivi.

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Gennaio| 2019

Verrà istituito anche un elenco di Paesi d’origine sicuri e disciplinata la procedura per la domanda di protezione internazionale manifestamente infondata.

Permesso di soggiorno e protezione speciale

Il Decreto Sicurezza abroga il permesso di soggiorno per motivi umanitari, una sorta di permesso di soggiorno per asilo politico “di secondo livello”, che veniva concesso non ricorrendo i presupposti per l’asilo politico ma sussistendo comunque fondati timori per l’incolumità dello straniero nel caso di rientro nel Paese d’origine. Il permesso di soggiorno per motivi umanitari viene sostituito dai permessi di protezione speciale, riservati ad alcune categorie ben definite di persone. Si tratta delle vittime di violenza domestica o di grave sfruttamento lavorativo, di chi ha bisogno di cure mediche perché si trova in uno stato di salute gravemente compromesso o di chi proviene da un Paese che

si trova in una situazione di contingente ed eccezionale calamità. Viene inserito, inoltre, un permesso di soggiorno per chi si sia distinto per il compimento di “atti di particolare valore civile”. Il permesso di soggiorno per richiesta asilo, pur valendo come documento di riconoscimento, non consentirà più l’iscrizione all’anagrafe. Questa parte del Decreto è la più impattante sulle aziende agricole, considerato che negli ultimi anni si è registrato un forte incremento di manodopera straniera in possesso di permesso di soggiorno per motivi umanitari che, ora, potrebbero vedersi respingere la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. In questo contesto, diventa fondamentale acquisire sempre l’originale del permesso di soggiorno al fine di verificare puntualmente lo stato della situazione specifica.

Novità per l’acquisizione della cittadinanza italiana

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italiana, che introducono specifici casi per i quali può essere revocata, ad esempio la condanna definitiva per reati di terrorismo ed eversione. L’acquisto della cittadinanza italiana per matrimonio viene, inoltre, subordinata alla conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello B1. Aumenta il contributo per la richiesta di cittadinanza, che passa da 200 a 250 euro.

Circolazione di auto con targhe straniere

Viene, infine, introdotta una norma contro l’esterovestizione dei veicoli cui ricorrono gli stranieri residenti in Italia da oltre 60 giorni, termine entro cui dev’essere chiesta l’immatricolazione, pena il divieto di circolazione. Fanno eccezione i veicoli concessi in leasing.

Vengono modificate alcune norme sull’acquisizione della cittadinanza

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ECONOMICO

Le precisazioni ministeriali dopo gli ultimi aggiornamenti normativi

AGRICOLTURA BIOLOGICA, NOVITÀ DA FEBBRAIO Gli ultimi mesi del 2018 e l’inizio del 2019 hanno portato diversi aggiornamenti alla normativa biologica. Su Il Coltivatore Cuneese di dicembre indicavamo le novità introdotte dal Decreto Ministeriale 6793/2018, ossia la variazione della rotazione biologica con l’eliminazione della possibilità dei sovesci, il parere obbligatorio del medico veterinario per pratiche di “mutilazione” negli allevamenti, la variazione delle regole per l’utilizzo dei corroboranti (aceto, sapone di Marsiglia, ecc.).

Dai corroboranti gli allevamenti

In merito ai corroboranti, tramite apposita circolare, il Ministero delle Politiche agricole ha precisato che:

• entro il 31 marzo 2019 le ditte

responsabili dell’immissione in commercio dei corroboranti

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devono ripresentare al Ministero, per prodotti già in commercio, l’etichetta unitamente alle

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Febbraio | 2019

ECONOMICO dichiarazioni previste dal DM 6793/2018; per prodotti di nuova immissione in commercio, la presentazione di etichetta e relative dichiarazioni dovrà avvenire prima dell’immissione in commercio; • entro il 5 settembre 2019 dovranno essere smaltite tutte le scorte di corroboranti etichettate in modo non conforme ai requisiti del Decreto; • deve essere presente su tutte le confezioni l’indicazione di una “data di scadenza” del prodotto corroborante; • è fatto divieto di impiegare denominazioni di fantasia per i corroboranti (l’acquirente deve poter capire dal nome del prodotto di cosa si tratta). A partire da dicembre 2019 i corroboranti potranno continuare ad essere utilizzati, a patto che vengano acquistati prodotti autorizzati per il preciso scopo, con apposita etichetta registrata. Ad esempio,

l’aceto di vino per utilizzo domestico non potrà più essere utilizzato. Circa le “mutilazioni” il Ministero, tramite apposita circolare, ha specificato che la cauterizzazione dell’abbozzo corneale dev’essere sempre prescritta (parere obbliga-

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torio e vincolante) dal medico veterinario dell’ASL competente, solo per motivi di sicurezza e/o salute, benessere o igiene degli animali e per mantenere tali caratteristiche in allevamento. La pratica non può diventare sistematica negli allevamenti biologici. Ulteriori modifiche sono subentrate con l’inizio del nuovo anno, in quanto alcune deroghe al Regolamento 889/2008 sono cessate al 31 dicembre 2018. Nello specifico, per il settore della trasformazione è terminata la possibilità di utilizzare le lecitine di origine non biologica (Reg. CE 889/08 Allegato VIII, sez. A). Per il settore dell’import sono cambiate molte autorizzazioni ed è stato pubblicato il nuovo Regolamento di esecuzione che aggiorna i riferimenti delle autorità competenti di alcuni Paesi tra cui Australia, Canada, Corea, Giappone, India e Svizzera.

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ECONOMICO LISTA ROSSA Elenca le specie o le categorie commerciali di una specie disponibili in quantità sufficienti sul mercato nazionale, per le quali non è concessa deroga, salvo il caso previsto all’art. 45, par. 5, lett. b) del Reg. CE 889/08. LISTA VERDE Elenca le specie o le categorie commerciali di una specie indisponibili sul mercato nazionale e per le quali, ai sensi dell’art. 45, par. 8 del Reg. CE 889/08, è concessa annualmente una deroga generale.

Per il settore della zootecnica termina la possibilità di introdurre pollastrelle non bio negli allevamenti di ovaiole (Reg. CE 889/08, art. 42b) e di mangimi proteici non bio di origine vegetale e animale, con deroga per suini e avicoli del 5% (Reg. CE 889/08, art. 43). La novità più importante è data dal fatto che la Banca dati delle sementi biologiche, introdotta dal DM 15130/2017, a partire dal 1° febbraio 2019 abroga integralmente tutte le norme transitorie per la richiesta di sementi non certificate biologiche. Dunque, tutto l’iter descritto su Il Coltivatore Cuneese di dicembre 2018 (pag. 47) non è più praticabile dal 1° febbraio: le vecchie deroghe per la richiesta di utilizzo di semente non certificata biologica non saranno più utilizzabili in quanto il CREA non si occuperà più della questione. La normativa passa in carico al SIAN del Ministero delle Politiche

agricole. Descriviamo di seguito l’iter da seguire, a partire da questo febbraio, per aziende certificate biologiche e in conversione.

Al via la Banca dati delle sementi bio

La nuova Banca dati sementi biologiche (BDSB) è raggiungibile online al seguente sito web www.sian.it/conSpeBio. Le specie agrarie sono distinte in tre liste di appartenenza, indicate nel riquadro a fianco. La consultazione online per il controllo delle liste verde e rossa è libera a tutti; occorre, invece, registrarsi per le richieste e il controllo con eventuale richiesta di deroga delle specie in lista gialla. Per registrarsi come utente qualificato occorre collegarsi al sito web mipaaf.sian.it/cappello/ filtro.do?idSito=14.

LISTA GIALLA Elenca tutte le varietà delle specie non ricomprese nelle altre due liste per le quali è necessario, tramite la BDSB con accesso in area riservata, effettuare una verifica di disponibilità commerciale per la successiva eventuale concessione della deroga, ai sensi dell’art. 45, par. 5 del Reg. CE 889/08.

L’operatore biologico, al fine di identificare un possibile fornitore, almeno 10 giorni prima della semina interroga la BDSB inserendo le seguenti informazioni: specie/varietà di cui intende rifornirsi; tempi limite di consegna; specifiche tecniche qualitative e quantitative necessarie. Di seguito le casistiche che possono presentarsi. era a Presenti in Fi e la o n g a Carm Savigliano

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Febbraio | 2019

CASO 1

CASO 2

La specie o la tipologia commerciale cui appartiene la varietà richiesta sono incluse nella lista rossa. La Banca dati delle sementi bio rende visibile la lista dei potenziali fornitori della varietà o di varietà equivalenti di sementi o di materiale di moltiplicazione vegetativa ottenuti con metodo di produzione biologico o provenienti da appezzamenti in conversione. La BDSB consente all’operatore di inviare automaticamente una preliminare richiesta di acquisto ai fornitori individuati. A seguito delle risposte dei fornitori, l’operatore decide quale contattare per concludere, privatamente, la transazione commerciale. Qualora non si possa concludere la transazione commerciale, è consentito di ottenere il rilascio della deroga che, contemporaneamente, trasmette un messaggio di allerta all’Organismo di controllo dell’operatore al fine di assicurarne la successiva azione di verifica e controllo.

La specie/varietà richiesta è inclusa nella lista verde. La BDSB evidenzia che per le specie/varietà incluse nella lista verde è concessa automaticamente la deroga all’uso di semente e materiale di moltiplicazione vegetativa non biologici per l’anno solare in corso. L’operatore è tenuto a stampare la lista verde relativamente alla presenza delle specie/varietà di proprio interesse a comprova della consultazione effettuata.

CASO 3 La specie richiesta è inclusa nella lista gialla. La BDSB rende visibile la lista dei potenziali fornitori della varietà o di varietà equivalenti di sementi o materiale di moltiplicazione vegetativa biologici o provenienti da appezzamenti in conversione. La BDSB consente all’operatore di inviare automaticamente una preliminare richiesta di acquisto ai fornitori individuati.

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A seguito dell’invio della richiesta si possono verificare due circostanze: • nessun fornitore conferma entro 5 giorni lavorativi dall’invio della richiesta, per mancata disponibilità alla vendita della varietà o di varietà equivalenti, per impossibilità di effettuare la consegna in tempo utile o per quantitativo necessario non sufficiente. In tal caso all’operatore è consentito di ottenere la deroga. • uno o più fornitori, entro 5 giorni lavorativi dall’invio della richiesta, confermano la disponibilità alla vendita della varietà o di varietà equivalenti. In tal caso l’operatore deciderà quale fornitore contattare per concludere, privatamente, la transazione commerciale. Qualora non si possa concludere la transazione, all’operatore è consentito di ottenere il rilascio della deroga. Qualora la specie/varietà richiesta risulti utilizzata per scopi di ricerca e sperimentazione o conservazione, avviene il rilascio della deroga.


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ECONOMICO

Più trasparenza a vantaggio dei nostri produttori, le richieste al Governo

CONSUMO DI UOVA IN ITALIA: +17,2% NEL 2018 Con un balzo record del 17,2%, le uova fanno registrare la maggiore crescita degli acquisti nel 2018, aggiudicandosi il titolo di “star” del carrello alimentare. Sul podio salgono, a distanza, gli agrumi e lo spumante, che aumenta del 7,8% a dimostrazione che è diventato un prodotto di consumo quotidiano, non più limitato al festeggiamento delle ricorrenze. Negli ultimi trent’anni i consumi nazionali di uova sono aumentati raggiungendo la cifra record di 13 miliardi di pezzi all’anno. In pratica, noi italiani consumiamo in media 215 uova a testa, quasi interamente Made in Italy, ossia con una percentuale di autoapprovvigionamento che sfiora il 100%, grazie all’offerta di una platea di 40 milioni di galline ovaiole presenti in 14.400 allevamenti italiani. Circa la metà delle uova proviene dal Nord Italia. In Piemonte si contano 250 allevamenti con 2,8 milioni di galline ovaiole, che producono 900 milioni di uova. Nella nostra provincia gli allevamenti sono un centinaio, con 1,8 milioni di galline e 580 milioni di uova. L’aumento della domanda di uova rende sempre più importante garantire la trasparenza del prodotto Made in Italy. Da qui l’approvazione, il 29 gennaio, della risoluzione con cui la Commissione Agricoltura della Camera impegna il Governo: • a modificare la normativa sulla commercializzazione delle uova, perché diventi obbligatoria la timbratura con il codice

LA PECULIARITÀ DELL’AVICOLTURA CUNEESE Il comparto avicolo piemontese, in particolare quello cuneese, è contraddistinto da numerose realtà che, al fianco dell’allevamento di galline ovaiole, dispongono di un centro imballaggio per la stampigliatura e il confezionamento delle uova. Questa peculiarità, che riguarda soprattutto produttori medio-piccoli rispetto al panorama nazionale, consente all’azienda agricola di collocare direttamente il proprio prodotto sul mercato, garantendo appieno la tracciabilità e l’origine dell’uovo al consumatore.

dell’allevatore presso l’azienda di produzione, salvo le esenzioni previste per la vendita diretta al consumatore; ad adottare iniziative per prevedere che le confezioni di uova messe in vendita abbiano, ben visibile, l’indicazione del Paese di origine; ad intervenire nelle competenti sedi UE per introdurre a livello comunitario l’obbligo, senza esenzioni, di timbratura presso l’azienda di produzione per

tutte le uova a qualsiasi uso destinate. Ricordiamo che ad oggi l’etichettatura delle uova contiene informazioni quali la classificazione (XL, L, M, S in base al peso), la categoria (uova fresche, extra-fresche, ecc.), il tipo di allevamento (0 per biologico, 1 all’aperto, 2 a terra, 3 nelle gabbie), lo Stato in cui è stato deposto l’uovo (IT nel nostro caso), la sigla della Provincia, il codice ISTAT del Comune e il codice distintivo dell’allevatore.

LE UOVA FANNO BENE, ECCO PERCHÉ Le uova sono un alimento sano, equilibrato e “taglia grassi”. Un uovo medio contiene solo 78 kcal, ma il suo contenuto proteico è elevato, pari a 6,5 grammi, ovvero il 13% del fabbisogno giornaliero di un adulto. Le uova si qualificano

come fonte di vitamina A e B12. Sono ricche di vitamina D e contengono fosforo, selenio, riboflavina, acido folico, biotina e iodio. Secondo una “leggenda metropolitana”, totalmente priva di basi scientifiche, le uova farebbero

male al fegato. Al contrario, contengono sostanze utili per il buon funzionamento delle cellule epatiche, come la metionina e la colina (amminoacidi epatoprotettori) e l’inositolo, utile in particolare per chi soffre di fegato grasso.


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Parte il 1° aprile la sperimentazione del nuovo sistema

PROSCIUTTO DI PARMA, AL VIA I CONTROLLI INFORMATIZZATI È in fase di definizione il nuovo sistema informatizzato di tracciabilità per la filiera del Prosciutto di Parma, che consentirà di ottimizzare le procedure previste dal Piano di Controllo. Il Piano di Controllo è il documento che sintetizza gli elementi del disciplinare di produzione della DOP, gli adempimenti a carico dei soggetti (allevatori, macellatori, laboratori di sezionamento, prosciuttifici) e l’insieme dei controlli ai quali la filiera produttiva dev’essere sottoposta affinché il prodotto finale possa essere certificato come Prosciutto di Parma DOP. Recentemente l’Istituto Parma Qualità, Ente di certificazione autorizzato a svolgere le funzioni di controllo e certificazione della filiera, ha messo a punto un sistema che consentirà di tracciare tutti i

passaggi di filiera in modo informatizzato, sostituendo l’attuale documentazione cartacea e partendo dall’allevamento con la mappatura delle genetica utilizzata. L’introduzione del sistema informatizzato sarà graduale, a partire dal 1° aprile, con un primo campio-

ne satellite di aziende suinicole che sperimenteranno l’applicativo. Parallelamente verrà mantenuto, per almeno un anno, il vecchio sistema cartaceo. Sul prossimo numero de Il Coltivatore Cuneese troverete un approfondimento sul tema.

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SPECIALE A. Vendita diretta, si rafforza la filiera agricola B. Rivalutazione dei terreni, aumenta l’imposta sostitutiva C. Impianti biogas, prorogati gli incentivi D. Produzione di birra, ridotte le accise E. Acquisto di beni strumentali, rifinanziata la Nuova Sabatini F. Raccolta di prodotti selvatici, nuove agevolazioni G. Soggetti in difficoltà economica, saldo e stralcio debiti H. Affitti commerciali, al via il regime della cedolare secca I. Istituzione del catasto frutticolo J. Bonus verde, prosegue nel 2019 la

La Legge di Bilancio 2019 contiene importanti novità per il comparto agricolo, ma non solo. Trovate nelle pagine che seguono un excursus sulle misure introdotte in ambito fiscale, economico, giuslavoristico e previdenziale.

detraibilità fiscale K. Novità per la costituzione del fascicolo aziendale L. Piano apistico, 2 milioni di euro in arrivo M. Fondo di distribuzione derrate alimentari, si al rifinanziamento N. Terreni agricoli, concessione gratutita a chi fa il terzo figlio O. Lavoro e sicurezza sul lavoro, aumentano le sanzioni P. Denunce operai agricoli, Uniemens slitta al 2020 Q. Agevolazioni per l’assunzione di laureati eccellenti R. Quota 100 e altre novità previdenziali S. Modifiche alle norme sulla maternità


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MANOVRA 2019

A Vendita diretta, si rafforza la filiera agricola Nella Legge finanziaria, tra i vari temi agricoli, è prevista una modifica all’art. 4 del D.L. 228/2001, in cui si norma la vendita diretta da parte dei produttori agricoli. La modifica prevede, per le imprese che intendono ampliare la propria gamma di prodotti oltre al proprio indirizzo agronomico, l’acquisto di prodotti da altri imprenditori agricoli. Di seguito, la modifica riportata nel testo approvato: all’art. 4 del Decreto Legislativo 228/2001, dopo il comma 1 è inserito il seguente: “1-bis. Fermo restando quanto previsto al comma 1, anche per l’osservanza delle disposizioni vigenti in materia di igiene e sanità, i medesimi soggetti di cui al comma 1 possono altresì vendere direttamente al dettaglio in tutto il territorio della Repubblica i prodotti agricoli e alimentari, appartenenti ad uno o più comparti agronomici diversi da quelli dei prodotti della propria azienda, purché direttamente acquistati da altri imprenditori agricoli. Il fatturato derivante dalla vendita

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dei prodotti provenienti dalle rispettive aziende deve essere prevalente rispetto al fatturato proveniente dal totale dei prodotti acquistati da altri imprenditori agricoli”. La norma, quindi, non introduce novità sostanziali rispetto a quanto già nelle possibilità delle imprese agricole, ma vuole evidentemente privilegiare lo sviluppo delle filiere agricole vincolando le imprese, qualora volessero ampliare la gamma dei prodotti posti in vendita all’acquisto da altre aziende agricole. Non si evidenziano cambiamenti per il calcolo della prevalenza e per quanto riguarda l’acquisto di prodotti dello stesso comparto agronomico. Sottolineiamo, inoltre, che tali modifiche civilistiche non produrranno cambiamenti dal punto di vista fiscale. Sotto questo aspetto, pertanto, la

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di Murialdo & C. s.n.c.

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CI.EMME di Murialdo & C. s.n.c.

tassazione sarà quella del reddito di impresa laddove si tratti di prodotto acquistato e rivenduto senza attività di trasformazione o manipolazione come previsto dalle circolari 44/E del 2002 e del 2004 dell’Agenzia delle Entrate, o se, nonostante le suddette attività, il prodotto ottenuto non rientri comunque nel Decreto ministeriale sulle attività connesse (attualmente DM 13 febbraio 2015). Analogamente ai fini IVA, anche qualora l’impresa operasse in regime agricolo ai sensi dell’art. 34 del DPR 633/1972, le cessioni di beni acquistati e rivenduti, o non rientranti nella prima parte tabella A allegata al medesimo Decreto, non possono beneficiare delle aliquote di compensazione. Gli uffici di zona di Impresa Verde potranno fornire agli associati tutte le ulteriori informazioni necessarie.


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B

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Rivalutazione dei terreni, aumenta l’imposta sostitutiva

La Legge di Bilancio 2019 ha previsto la riapertura dei termini per rideterminare il valore dei terreni edificabili e con destinazione agricola. Come è noto, in caso di cessione di terreni si può generare una plusvalenza data dalla differenza tra il costo di acquisto e il prezzo di rivendita. Tale differenza è imponibile quale reddito diverso ai fini delle imposte dirette.

Ebbene, la rideterminazione del valore dei beni consente al contribuente di versare un’imposta sostitutiva, riducendo il carico fiscale che deriverebbe dall’assoggettamento della plusvalenza agli scaglioni IRPEF vigenti al momento della vendita dei terreni. L’esempio nel riquadro di seguito può aiutare a comprendere meglio la questione.

Tizio è proprietario di un terreno edificabile acquistato anni addietro per 110.000 euro. Ora intende venderlo al prezzo di 200.000 euro. La differenza tra il costo di acquisto e il prezzo di rivendita è pari a 90.000 euro e corrisponde alla plusvalenza realizzata. Tale plusva-

lenza rientra nei cosiddetti redditi diversi. Pertanto, in tale ipotesi, Tizio ha due possibilità: 1. portare tale plusvalenza nella determinazione del proprio reddito imponibile in sede di dichiarazione annuale IRPEF, assoggettandola alla tassazione ordinaria (con un’aliquota

IRPEF che per le persone fisiche varia tra il 23% e il 43%); 2. procedere alla rivalutazione del terreno fino a 200.000 euro, versando l’imposta sostitutiva attualmente pari al 10% sull’intero valore rivalutato (nell’esempio, l’imposta ammonta a 20.000 euro).

Nel caso che funge da esempio può essere più vantaggioso per Tizio procedere alla rivalutazione anziché assoggettare la plusvalenza alla propria aliquota IRPEF. Tuttavia, la nuova legge ha previsto un’imposta sostitutiva più elevata rispetto al passato, pari al 10% del valore rivalutato (dal 2016 l’aliquota era pari all’8%). Al fine di poter beneficiare dell’agevolazione è necessario possedere i beni alla data del 1° gennaio 2019. Per aderire alla rivalutazione occorre inoltre una perizia di stima giurata, redatta da parte di un soggetto abilitato (ingegneri, architetti, geometri, dottori agronomi, agro-

tecnici, periti agrari, periti industriali edili e periti iscritti alla CCIAA). La redazione e il giuramento della perizia devono essere effettuati entro il 30 giugno 2019. Entro lo stesso termine dev’essere versata l’imposta sostitutiva, la quale può essere rateizzata fino ad un massimo di tre rate annuali di pari importo a decorrere dalla data del 30 giugno 2019. Sull’importo delle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi nella misura del 3% annuo. La medesima disposizione è stata prevista per la rivalutazione delle partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati, preveden-

do differenti aliquote dell’imposta sostitutiva sul valore periziato: 10% per le partecipazioni non qualificate al 1° gennaio 2019; 11% per le partecipazioni qualificate alla medesima data. Si precisa che possono fruire della rivalutazione in esame i contribuenti che, in caso di cessione, realizzerebbero potenzialmente un reddito diverso, quindi, al di fuori del regime di impresa (persone fisiche, società semplici, associazioni, fondazioni, enti non commerciali se detengono il bene al di fuori del regime d’impresa). I nostri uffici rimangono a disposizione per ulteriori informazioni.


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C

MANOVRA 2019 Impianti di biogas, prorogati gli incentivi

La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto la “proroga” degli incentivi previsti per l’energia elettrica ottenuta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, così come previsti dal Decreto ministeriale del 23 giugno 2016. La proroga resterà valida fino al riordino della materia, nel limite di un costo medio annuo di 25 milioni di euro e viene concessa esclusivamente per impianti di potenza elettrica non superiori a 300 kW, realizzati da imprenditori agricoli nell’ambito della loro attività (anche in forma consortile), alimentati per almeno l’80% da reflui zootecnici e per il rimanente 20% da colture di secondo raccolto. Le tariffe incentivanti e le procedure restano le medesime previste dal Decreto ministeriale del 23 giugno 2016 e l’accesso agli incentivi è subordinato all’autoconsumo totale dell’energia termica prodotta, che dovrà avvenire nell’ambito dei processi aziendali dell’impresa agricola/zootecnica.

D

L’accesso agli incentivi potrà avvenire attraverso le consolidate modalità previste dal suddetto Decreto (ossia, accesso diretto per i piccoli impianti ed iscrizione ai registri per gli impianti di media taglia) con un primo bando che sarà pubblicato entro il 31 marzo 2019. Il provvedimento indica in ultimo i criteri di priorità (in ordine gerarchico fino al raggiungimento del contingente di potenza mes-

so a disposizione) che verranno applicati per gli impianti iscritti a registro, ovvero: • impianti che verranno realizzati in tutto o in parte in aree classificate come vulnerabili da nitrati; • impianti che richiedono una tariffa pari al 90% di quella prevista; • anteriorità della data ultima di completamento della domanda di partecipazione.

Produzione di birra, ridotte le accise

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2019 sono state ottenute alcune agevolazioni per il comparto birra. Come sottolineato dall’apposita circolare dell’Agenzia Dogane e Monopoli Prot. n. 142083/RU/2018 del 2 gennaio 2019, a partire dal 1° gennaio di quest’anno è stata ulteriormente ridotta l’aliquota di

accisa sulla birra, che passa da 3,02 euro a 2,99 euro per ettolitro e grado-Plato. Si tratta di un’ulteriore sforbiciata poiché questa modifica assorbe la precedente misura inserita nella Legge di Bilancio 2018 che aveva già rideterminando, sempre con decorrenza dal 1° gennaio 2019, l’aliquota di accisa sulla birra da

euro 3,02 ad euro 3,00 per ettolitro e per grado-Plato. Inoltre, è stata introdotta una tassazione agevolata con la riduzione del 40% dell’aliquota ordinaria, in favore della birra realizzata dai piccoli birrifici indipendenti, limitatamente a quelli aventi una produzione annua non superiore a 10.000 ettolitri, nonché la previsio-

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ne di poter considerare accertato il prodotto finito a conclusione e non a monte delle operazioni. La normativa di riferimento (articolo 2, comma 4-bis, della Legge 1354/1962) definisce come piccolo birrificio indipendente “un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto terzi”. L’attuazione di questa misura è demandata ad un apposito Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottare entro il 28 febbraio 2019, che deve definire, in particolare, l’assetto del deposito fiscale di produzione e le modalità semplificate di accertamento e contabilizzazione della birra prodotta.

E

L’aliquota di accisa da applicare alla birra realizzata dai piccoli birrifici indipendenti aventi una produzione annua non superiore a 10.000 ettolitri verrà applicata dal primo giorno del primo mese successivo a quello di entrata in vigore del previsto Decreto. Fino a tale data permane l’aliquota ordinaria.

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Quello delle birre artigianali è un settore in crescita che, oltre a dare un importante contributo all’economia del territorio, assicura anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35, spesso grazie ad un legame diretto con l’attività agricola di produzione dei cereali utilizzati nella preparazione della birra.

Acquisto di beni strumentali, rifinanziata la “Nuova Sabatini”

Il Ministero dello Sviluppo Economico, per effetto delle disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2019, ha prorogato il bonus per l’acquisto di beni strumentali previsto dalla cosiddetta Nuova Sabatini. Il testo della Manovra rifinanzia con 396 milioni di euro la misura Beni strumentali (“Nuova Sabatini”): 48 milioni di euro per l’anno 2019, 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2022 e 48 milioni per l’anno 2023.

La Nuova Sabatini ha l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali. Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese di tutti i settori produttivi,

inclusi agricoltura e pesca. I beni acquistati devono essere nuovi e riferiti a impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali e altri beni. Non sono ammissibili le spese relative a terreni e fabbricati, o a beni usati o rigenerati. Le agevolazioni consistono nella concessione da parte di banche e intermediari finanziari, di finanziamenti di durata non superiore a 5 anni, di importo compreso tra 20.000 euro e 2 milioni di euro, interamente utilizzati per coprire


Presenti Fiera di Savigliano 14-17 marzo 2019


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gli investimenti ammissibili. Il contributo è determinato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo pari al 2,75% per gli investimenti ordinari e al 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (investimenti in tecnologie di “industria 4.0”). Le domande devono essere presentate esclusivamente in forma digitale (e con firma digitale) alla banca o all’intermediario finanziario, unitamente alla richiesta di finanziamento. La banca/intermediario finanziario verifica la regolarità formale e la completezza della documentazione e trasmette al Ministero richiesta di prenotazione delle risorse relative al contributo concedibile. Se il Ministero conferma la disponi-

F

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AL VIA LE DOMANDE DI AGEVOLAZIONE Dal 7 febbraio per le imprese si riapre lo sportello per presentare domanda di accesso ai contributi previsti dalla Nuova Sabatini. Lo ha stabilito il Ministero dello Sviluppo economico con Decreto direttoriale del 28 gennaio scorso. Le domande potranno essere oggetto di richieste di prenotazione presentate dalle banche o dagli intermediari finanziari a partire da marzo 2019. Le domande delle imprese presentate alle banche o agli intermediari finanziari a partire dal 4 dicembre 2018, data di chiusura dello sportello disposta per esaurimento delle risorse disponibili, sino al 6 febbraio 2019, giorno antecedente alla data di riapertura dello sportello sono, invece, considerate irricevibili. Gli Uffici Zona Coldiretti rimangono a disposizione per ulteriori informazioni. bilità, totale o parziale, delle risorse erariali da destinare al contributo, la banca ha facoltà di concedere il finanziamento all’impresa. Ad investimento ultimato, il beneficiario deve compilare, in formato digitale ed esclusivamente attra-

verso l’accesso alla piattaforma dedicata, la dichiarazione attestante l’avvenuta ultimazione, nonché, previo pagamento a saldo dei beni oggetto dell’investimento, la richiesta di erogazione della prima quota di contributo.

Raccolta di prodotti selvatici, nuove agevolazioni

La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e relative addizionali da applicare ai redditi derivati dallo svolgimento, in via occasionale, delle attività di raccolta di prodotti selvatici non legnosi di cui alla classe ATECO 02.30 e di piante officinali spontanee. Rientrano nei suddetti prodotti selvatici, funghi, tartufi, bacche, frutta in guscio, balata e altre gomme simili al caucciù, sughero, gommalacca e resine, balsami, crine vegetale, crine marino, ghiande, frutti dell’ippocastano, muschi e

licheni. L’imposta sostitutiva è di 100 euro, da versare entro il 16 febbraio dell’anno di riferimento da coloro che sono in possesso del titolo di raccolta per uno o più prodotti rilasciato dalla Regione o altri Enti. Per la natura occasionale dell’attività di raccolta di prodotti selvatici non legnosi occorre che i corrispettivi percepiti dalla vendita non siano superiori al limite annuo di 7.000 euro. Dal pagamento sono esclusi coloro i quali effettuano la raccolta solo per finalità di autoconsumo.

Ai soggetti che hanno versato l’imposta sostitutiva di 100 euro non si applica la ritenuta sui compensi corrisposti ai raccoglitori occasionali di tartufi non identificati ai fini IVA, di cui all’articolo 25-quater del DPR 600/1973, con riferimento all’anno in cui la cessione del prodotto è stata effettuata. Il citato art. 25-quater prevede che i soggetti di cui al comma 1 dell’art. 23 del medesimo DPR 600/1973 applicano ai compensi corrisposti ai raccoglitori occasionali di tartufi non identificati ai fini IVA, in relazione alle cessioni di tartufi,


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MANOVRA 2019

una ritenuta a titolo d’imposta, con obbligo di rivalsa. La suddetta ritenuta è pari al 23% ed è commisurata all’ammontare dei corrispettivi pagati, ridotto del 22%. L’acquirente emette, con riferimento alle operazioni di acquisto di prodotto effettuate senza l’applicazione della ritenuta, un documento d’acquisto dal quale risulti la data di cessione, nome e cognome, codice fiscale del cedente, codice ricevuta del versamento dell’imposta sostitutiva, natura e quantità del prodotto ceduto, nonché l’ammontare del corrispettivo pattuito. Viene altresì previsto che il soggetto acquirente includa i dati relativi ai documenti di acquisto nello spesometro. Inoltre, le disposizioni previste dal comma 109, dell’art. 1, della Legge finanziaria 2015 per la cessione del tartufo, vale a dire l’emissione di auto-fattura da parte di quei soggetti che nell’esercizio di impresa si rendono acquirenti da raccoglitori dilettanti od occasionali non muniti di partita IVA, vengono estese alla cessione di tutti i prodotti selvatici non legnosi di cui alla classe ATECO 02.30, nonché alle piante officinali spontanee. La Legge di Bilancio 2019 interviene, infine, a regolamentare il regime IVA applicabile alla vendita di prodotti derivanti dalla raccolta

G

occasionale. Prevede che i raccoglitori occasionali di prodotti selvatici non legnosi di cui alla classe ATECO 02.30, a cui si aggiungono i raccoglitori occasionali di piante officinali spontanee, la cui raccolta è disciplinata dall’art. 3 del D.Lgs. 75/2018, che nell’anno solare precedente hanno realizzato un volume d’affari non superiore a 7.000 euro, sono esonerati dal versamento dell’imposta e da tutti gli obblighi documentali e contabili, compresa la dichiarazione annuale. Sono state previste le seguenti modifiche alla Tabella A, allegata al DPR 633/1972, relativa ai beni e servizi soggetti ad aliquota ridotta:

• vengono inclusi nell’elenco

• •

dei beni e servizi soggetti ad aliquota ridotta i tartufi, nei limiti delle quantità standard di produzione determinate con Decreto ministeriale; i tartufi freschi o refrigerati vengono inclusi tra i beni e servizi soggetti all’aliquota del 5%; rientrano tra i beni e servizi soggetti all’aliquota del 10% i tartufi congelati, essiccati o preservati immersi in acqua salata, solforata o addizionata di altre sostanze atte ad assicurare temporaneamente la conservazione, ma non preparati per il consumo immediato.

Soggetti in difficoltà economica, saldo e stralcio dei debiti

La Legge finanziaria 2019 introduce per i debiti iscritti a ruolo un’ulteriore sanatoria rispetto a quella prevista dalla cosiddetta “pace fiscale”.

Chi può aderire alla sanatoria Rientrano nella nuova definizione agevolata i debiti delle persone fisiche risultanti dai carichi affidati all’Agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017 e derivanti dall’omesso versamento di imposte indicate nelle dichiarazioni annuali. Si tratta, quindi, di imposte già dichiarate dal contribuente ma non versate, che vengono normalmente riscosse in esito ai controlli automatizzati. Possono, inoltre, essere estinti

i debiti risultanti dai carichi affidati all’Agente di riscossione dal 1° gennaio 2000 alla data del 31 dicembre 2017 e derivanti dall’omesso versamento dei contributi dovuti dagli iscritti alle casse previdenziali professionali o alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi dell’INPS, con esclusione di quelli richiesti a seguito di accertamento. In entrambe le ipotesi, per aderire allo stralcio delle cartelle, deve sussistere una grave e comprovata situazione di difficoltà economica, ovvero l’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) del nucleo familiare non deve essere superiore a 20.000 euro. A prescindere dall’ISEE, posso-

no invece aderire alla sanatoria i soggetti in stato di sovraindebitamento per i quali è stata aperta, alla data di presentazione della domanda, la procedura di liquidazione di tutti i propri beni.

Che cosa si risparmia

Come per la rottamazione delle cartelle, è previsto lo stralcio delle sanzioni comprese nei carichi e degli interessi di mora. Inoltre, i debiti possono essere estinti versando unicamente: • 16% del capitale e interessi per ritardata iscrizione a ruolo, qualora l’ISEE del nucleo familiare risulti non superiore a 8.500 euro; • 20% del capitale e interessi per ritardata iscrizione a ruolo,


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qualora l’ISEE del nucleo familiare risulti superiore a 8.500 e non superiore a 12.500 euro; • 35% del capitale e interessi per ritardata iscrizione a ruolo, qualora l’ISEE del nucleo familiare risulti superiore a 12.500 euro; oltre alle somme maturate a favore dell’Agente di riscossione a titolo di aggio e di rimborso delle spese per procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento. Per i soggetti in stato di sovraindebitamento la percentuale di capitale e interessi per ritardata iscrizione a ruolo da versare è pari al 10%.

Scadenza delle domande

Per aderire alla nuova sanatoria occorre presentare apposita dichiarazione entro il 30 aprile 2019, utilizzando il modello che sarà prossimamente disponibile sul sito dell’Agenzia Entrate e Riscossione. Il versamento delle somme dovute potrà avvenire in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2019 oppure in cinque rate pari a: • 35% con scadenza il 30 novembre 2019; • 20% con scadenza il 31 marzo 2020; • 15% con scadenza il 31 luglio 2020; • 15% con scadenza il 31 marzo 2021; • 15% con scadenza il 31 luglio 2021. In caso di pagamento rateale si applicano gli interessi al tasso del 2% annuo. Entro il 31 ottobre 2019 l’Agente della riscossione comunicherà

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decorrere dal 2020. Anche in tal caso si applicheranno, a partire dal 1° dicembre 2019, gli interessi al tasso del 2% annuo. È bene specificare che se l’importo già versato, per effetto di precedenti pagamenti parziali, copre il debito così come ricalcolato secondo le condizioni della sanatoria, il contribuente non dovrà più nulla corrispondere, a patto che presenti nel termine previsto il modulo di domanda di adesione.

Vecchie rottamazioni

ai debitori che hanno presentato la dichiarazione l’ammontare complessivo delle somme dovute, quello delle singole rate, il giorno e la scadenza di ciascuna di esse oppure l’eventuale impossibilità di accogliere la domanda. Nel caso di insussistenza dei requisiti necessari, l’Agenzia Entrate e Riscossione avvertirà il debitore che i debiti inseriti nella dichiarazione presentata saranno automaticamente inclusi, sussistendone i presupposti, nella “rottamazione ter” introdotta dal Decreto Fiscale (con stralcio delle sole sanzioni ed interessi di mora), indicando l’ammontare complessivo dovuto già ripartito in 17 rate. La prima di tali rate, di ammontare pari al 30% delle predette somme, scadrà il 30 novembre 2019; il restante 70% è ripartito nelle rate successive, ciascuna di pari importo, scadenti il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a

In presenza dei requisiti sopra descritti, possono aderire alla nuova sanatoria anche coloro che hanno aderito alle precedenti rottamazioni ma sono decaduti in quanto non hanno provveduto all’integrale e tempestivo pagamento delle somme dovute.

Controlli sui dati dichiarati

L’Agente della riscossione, in collaborazione con la Guardia di Finanza, procede al controllo della veridicità dei dati dichiarati ai fini della certificazione ISEE solo nei casi in cui sorgano fondati dubbi sulla veridicità degli stessi. In caso di irregolarità od omissioni delle dichiarazioni ISEE, il debitore è tenuto a fornire entro 20 giorni dalla relativa comunicazione, la documentazione atta a dimostrare la completezza e veridicità dei dati indicati nella dichiarazione. In difetto, l’estinzione a saldo e stralcio non sarà perfezionata e l’Agente di riscossione procederà, nel termine di prescrizione decennale, a riaffidare in riscossione il debito residuo. I nostri uffici rimangono a disposizione per ulteriori informazioni.


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H Affitti commerciali, al via il regime della cedolare secca La nuova Legge di Bilancio ha esteso la facoltà di optare per il regime della cedolare secca per le locazioni di negozi e botteghe. La cedolare secca è stata finora un regime di tassazione agevolato dei redditi derivanti dalle locazioni ad uso abitativo, che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva sul canone. L’opzione poteva essere esercitata solo per unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali da A/1 ad A/11 (esclusa l’A/10, ossia uffici e studi privati) locate ad uso abitativo. Il regime agevolato esclude l’applicazione dell’imposta di registro e di bollo dovuta sul contratto, anche per le risoluzioni e le proroghe. L’opzione esclude poi l’imposta sul reddito delle persone fisiche, secondo le aliquote progressive per scaglioni di reddito e delle relative addizionali sul reddito fondiario prodotto dall’immobile locato. L’imposta dovuta nella forma della cedolare secca è determinata con applicazione dell’aliquota del 21% sul canone libero e del 10% sul canone concordato. Quindi, il reddito assoggettato a cedolare è escluso dal reddito complessivo. Sul reddito assoggettato a cedolare e sulla cedolare stessa non possono essere fatti valere rispettivamente oneri deducibili e detrazioni. Infine, il reddito assoggettato a cedolare dev’essere compreso nel reddito ai fini del riconoscimento della spettanza o della determinazione di deduzioni, detrazioni o benefici di qualsiasi titolo collegati al possesso di

requisiti reddituali (determinazione dell’ISEE, determinazione del reddito per essere considerato a carico). Pertanto, non è possibile stabilire in termini assoluti la convenienza della cedolare secca: si tratta di un vantaggio fiscale che deve essere valutato volta per volta, in base alla natura dei singoli casi. Per il periodo di durata dell’opzione è, inoltre, sospesa per il locatore la facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone, anche se detta facoltà è prevista nel contratto di locazione. Al tal fine, il locatore è tenuto a comunicare preventivamente con lettera raccomandata al conduttore l’intenzione di esercitare l’opzione e la rinuncia all’aggiornamento del canone. La Manovra 2019 ha allargato alle locazioni commerciali il regime agevolato riservato fino ad oggi alle abitazioni, con i seguenti limiti: • il contratto dev’essere stipulato nell’anno 2019; • il contratto deve avere ad oggetto unità immobiliari classificate nella categoria catastale C/1 (negozi e botteghe) di superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze, oppure le relative pertinenze locate congiuntamente. Rimangono pertanto escluse altre categorie catastali quali C/2 o C/3 (magazzini, locali di deposito e laboratori per arti e mestieri). In presenza delle condizioni sopra descritte, il canone di locazione può, in alternativa rispetto al regime ordinario vigente per la

tassazione del reddito fondiario ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, essere assoggettato al regime della cedolare secca con l’aliquota del 21%. Tale regime non è applicabile ai contratti stipulati nel 2019, qualora alla data del 15 ottobre 2018 risulti in corso un contratto non scaduto, tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile, interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza naturale. Rimane fermo comunque il principio secondo cui possono optare per il regime della cedolare secca solo le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento, che non locano l’immobile nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni. I nostri uffici rimangono a disposizione per ogni ulteriore informazione.

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MANOVRA 2019 Istituzione del catasto frutticolo

Tra le disposizioni introdotte dalla Legge finanziaria 2019 figura l’istituzione del catasto frutticolo nazionale, che sarà chiamato a censire a livello aziendale le superfici destinate a frutta, distinte con l’indicazione dei principali cultivar, finanziato con 2 milioni di euro per il 2019 e 3 milioni di euro per il 2020. I criteri e le modalità di realizzazione del catasto saranno individuati con Decreto del Ministro delle Politiche agricole da adottare, previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio, il 1° gennaio 2019, perciò entro fine marzo.

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Bonus verde, prosegue nel 2019 la detraibilità fiscale

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2019 è stato prorogato per il 2019 il “bonus verde”, ovvero la detraibilità fiscale delle spese sostenute per la realizzazione di opere a verde. L’agevolazione, introdotta lo scorso anno, viene così confermata anche per il 2019. Il bonus permette la detrazione ai fini IRPEF del 36% delle spese per lavori di “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi, nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Il bonus verde si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità

immobiliari ad uso abitativo e sulle parti comuni esterne condominiali. Tra le spese sono comprese quelle di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi indicati. Il bonus verde, applicabile per le spese sostenute dal 1° gennaio 2019, produrrà i suoi effetti nelle dichiarazioni dei redditi che verranno presentate nel 2020 e negli anni seguenti. È quindi fondamentale che i pagamenti per le spese sostenute dallo scorso 1° gennaio siano effettuati con strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni, in modo da consentire al committente di richiedere la detrazione prevista, ripartita in dieci quote annuali costanti e di pari importo.

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Novità per la costituzione del fascicolo aziendale

Per i soggetti iscritti all’anagrafe delle aziende agricole, la Finanziaria 2019 prevede l’ampliamento del campo di applicazione dell’esonero dall’obbligo di disporre del titolo di conduzione dei terreni per la costituzione del fascicolo aziendale. La Legge 116/2014, in riferimento ai terreni agricoli contraddistinti da particelle fondiarie di estensione inferiore a 5.000 metri quadrati, site in Comuni montani, prevedeva che i soggetti iscritti all’anagrafe delle aziende agricole non fossero tenuti a disporre del relativo titolo di conduzione ai fini della costituzione del fascicolo aziendale. Con la Legge di Bilancio 2019 il medesimo esonero viene esteso ai terreni di pari estensione ma ubicati anche nei Comuni prealpini di collina, pedemontani e della pianura non irrigui. Per applicare tale norma, il Ministro delle Politiche agricole e il Ministro

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dell’Ambiente, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della legge finanziaria (1° gennaio 2019), devono adottare un decreto di natura regolamentare per provvedere alla determinazione delle aree prealpine di collina, pedemontane e della pianura non irrigua. La delimitazione delle aree dovrà essere legata a specifici fattori di

svantaggio, tra cui segnatamente: la frammentazione dei fondi, una minore produttività rispetto alle zone di pianura, la concomitanza di zone urbanistiche a diversa destinazione edificatoria ovvero di tutela ambientale, la carenza di opere urbanistiche e di infrastrutture indispensabili per lo svolgimento dell’attività primaria.

Piano apistico, 2 milioni di euro in arrivo

La Legge di Bilancio ha previsto 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020 per la realizzazione di progetti nel settore apistico, finalizzati al sostegno di produzioni e allevamenti di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazionale. L’attuazione di questa misura sarà prevista da un apposito Decreto del Ministro delle Politiche agricole, che sarà emanato entro il

M

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prossimo 1° marzo, ossia entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della Finanziaria 2019. Tali risorse, al pari di analoghi strumenti nazionali e comunitari, contribuiranno a supportare ulteriormente il comparto apistico il quale, soprattutto in questi ultimi anni, ha evidenziato una notevole vivacità, sia per quanto riguarda il crescente numero degli operatori che per gli ottimi riscontri di mercato.

Fondo di distribuzione derrate alimentari, sì al rifinanziamento

Altra misura della Legge di Bilancio riguarda il rifinanziamento di 1 milione di euro, per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, del Fondo per i programmi nazionali di distribuzione di derrate alimentari agli indigenti, istituito con il Decreto-Legge 83/2012. Tale Fondo attiva a livello nazionale la distribuzione di derrate alimentari ai più bisognosi e di decine di milioni di pasti all’anno. Il programma, che rientra nell’ambito delle politiche comunitarie, non ha la pretesa di risolvere la penu-

ria alimentare negli Stati membri; tuttavia, contribuisce a sostenere le Associazioni caritative e la società civile nel garantire il diritto all’alimentazione a tutti i cittadini. Secondo il principio di sussidiarietà e per massimizzare l’efficacia della misura, gli Stati membri sono liberi di selezionare le Organizzazioni caritative beneficiarie del programma, in base ai propri criteri e alle specificità nazionali. Gli Stati membri sono anche responsabili dell’attuazione del programma a livello nazionale.


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N

MANOVRA 2019 Terreni agricoli, concessione gratuita a chi fa il terzo figlio

La Legge di Bilancio 2019, al fine di favorire la crescita demografica, prevede concessioni gratuite di terreni demaniali agricoli e a vocazione agricola a favore delle famiglie con almeno tre figli.

In che cosa consiste

La nuova disposizione prevede la concessione gratuita di terreni, per un periodo non inferiore a 20 anni, ai nuclei familiari con tre o più figli, almeno uno dei quali sia nato negli anni 2019, 2020 e 2021.

I terreni interessati

Si tratta di terreni agricoli e a vocazione agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato, nonché di proprietà degli Enti pubblici nazionali. Sono altresì contemplati i terreni abbandonati o incolti del Mezzogiorno.

Giovani imprenditori

I terreni potranno essere concessi anche a società costituite da giovani imprenditori agricoli che riservano una quota societaria almeno pari al 30% ai nuclei familiari con tre o più figli, almeno uno dei quali sia nato negli anni 2019,

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2020 e 2021. È inoltre previsto che, per lo sviluppo aziendale, i predetti soggetti possano accedere prioritariamente alle agevolazioni in favore dello sviluppo dell’imprenditorialità in agricoltura e del ricambio generazionale, di cui al capo III del Titolo I del Decreto Legislativo 185/2000.

Mutuo a tasso zero

Ai nuclei familiari che accedono alle misure sopra descritte è concesso, a richiesta, un mutuo di importo fino a 200.000 euro per la durata di 20 anni, a un tasso di interesse pari a zero, per l’acquisto

della prima casa in prossimità del terreno assegnato. Per finanziare il beneficio, nello stato di previsione del Ministero delle Politiche agricole, è istituito un fondo rotativo con una dotazione finanziaria iniziale pari a 5 milioni di euro per l’anno 2019 e a 15 milioni di euro per l’anno 2020. I criteri e le modalità di attuazione dell’agevolazione in esame verranno definiti con Decreto del Ministro delle Politiche agricole, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, con il Ministro per la Famiglia e con il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie.

Lavoro e sicurezza sul lavoro, aumentano le sanzioni

La Legge di Stabilità 2019 ha introdotto alcune specifiche disposizioni in materia di lavoro e sicurezza sul lavoro.

Nuove unità ispettive

Al fine di rafforzare l’attività di contrasto al lavoro sommerso e irregolare e la tutela di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, viene previsto che l’INL (Ispettorato Nazionale del Lavoro) possa assumere circa 300 unità per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, affidate all’attività ispettiva.

Lavoro, +20% sanzioni

È previsto l’aumento, nella misura del 20%, di alcune sanzioni in materia di lavoro, di seguito dettagliate. • Lavoro nero, ossia mancata

comunicazione preventiva di assunzione: ~~da 1.800 a 10.800 euro (in precedenza era da 1.500 a 9.000) per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego sino a 30 giorni di effettivo lavoro; ~~da 3.600 a 21.600 euro (anziché da 3.000 a 18.000) per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego da 31 sino a 60 giorni di effettivo lavoro; ~~da 7.200 a 43.200 euro (non più da 6.000 a 36.000) per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego oltre 60 giorni di effettivo lavoro. Appalto o distacco illecito: da 6.000 a 60.000 euro (in

• •

precedenza era da 5.000 a 50.000). Secondo il Ministero del Lavoro la misura minima va intesa quale sanzione fissa, con la conseguenza che, in concreto, la sanzione è pari a 2.000 (anziché 1666,67) euro. Distacco intracomunitario illecito Violazione dell’orario medio di lavoro e riposo settimanale: ~~da 240 a 1800 euro (non più da 200 a 1.500); ~~da 960 a 3.600 euro (anziché da 800 a 3.000) se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori ovvero si è verificata in almeno 3 periodi di riferimento; ~~da 2.400 a 12.000 euro (anziché da 2.000 a 10.000) se la violazione si riferisce


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a più di 10 lavoratori ovvero si è verificata in almeno 5 periodi di riferimento. • Violazione sulla disciplina delle ferie: da 120 a 720 euro (in precedenza era da 100 a 600). • Violazione in materia di riposo giornaliero: ~~da 120 a 360 euro (non più da 100 a 300); ~~da 720 a 2.400 euro (non più da 600 a 2.000) se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori ovvero si è verificata in almeno 3 periodi di 24 ore; ~~da 2.160 a 3.600 euro (non più da 1.800 a 3.000) se la violazione si riferisce a più di 10 lavoratori ovvero si è verificata in almeno 5 periodi di 24 ore. Viene, inoltre, previsto l’aumento delle sanzioni, nella misura del 20%, per violazioni di altre norme in materia di lavoro da individuarsi con apposito Decreto del Ministero del Lavoro.

Sicurezza, +10% sanzioni Viene previsto l’aumento degli importi delle sanzioni, nella misura del 10%, per quanto riguarda gli importi previsti dal TU Sicurezza

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sul lavoro (D. Lgs. 81/08), quando sanzionate in via amministrativa o penale. La misura ridotta della maggiorazione va letta in relazione al fatto che le sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro erano già state oggetto di un aumento pari al 9,6% dal 1° luglio 2013 e di un ulteriore aumento pari all’1,9% da luglio 2018.

Raddoppio sanzioni

Tutte le maggiorazioni delle sanzioni sono raddoppiate ove, nei 3 anni precedenti, il datore di lavoro sia stato destinatario di sanzioni amministrative o penali per i medesimi illeciti.

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Ad esempio, in caso di due maxisanzioni per lavoro nero nel triennio, la seconda sarà determinata nella seguente misura: • da 2.100 a 12.600 euro (e non da 1.800 a 10.800) per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego sino a 30 giorni di effettivo lavoro; • da 4.200 a 25.200 euro (e non da 3.600 a 21.600) per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego da 31 e sino a 60 giorni di effettivo lavoro; • da 8.400 a 50.400 euro (e non da 7.200 a 43.200) per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego oltre 60 giorni di effettivo lavoro.

Denunce operai agricoli, Uniemens slitta al 2020

La Legge di Bilancio 2019 proroga a gennaio 2020 l’entrata a regime della gestione Uniemens-Posagri. Per il 2019, dunque, è confermata la prassi sinora utilizzata secondo cui i datori di lavoro agricoli denunciano le giornate lavorative

all’INPS il mese successivo al trimestre (ad esempio, aprile in riferimento al trimestre gennaio-marzo). Con la gestione Uniemens Posagri anche le aziende agricole, come già le aziende di tutti gli altri settori, dovranno

denunciare le giornate lavorative entro il mese successivo a quello di riferimento (ad esempio, a febbraio le giornate di gennaio), rimanendo in ogni caso salvaguardato il pagamento dei contributi a trimestre, come accade oggi.


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MANOVRA 2019 Agevolazioni per l’assunzione di laureati eccellenti

La Legge di Bilancio 2019 ha introdotto un incentivo di natura contributiva, in caso di assunzione a tempo indeterminato di cittadini in possesso di laurea magistrale con la votazione di 110 e lode e una media ponderata di almeno 108/110 ottenuta: • presso un’Università statale o non statale legalmente riconosciuta; • nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019; • entro la durata legale del corso di studi; • prima del compimento del trentesimo anno d’età. L’agevolazione prevede l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei contributi INAIL, per un periodo massimo di 12 mesi e nel limite massimo di 8.000 euro per ogni assunzione effettuata. L’incentivo è dovuto anche in caso di assunzioni a tempo indeterminato part-time (contributo proporzionalmente ridotto) e di trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a indeterminato. Per avere diritto all’agevolazione i datori di lavoro nei 12 mesi prece-

denti non devono aver effettuato licenziamenti per GMO, ovvero licenziamenti collettivi nella medesima unità produttiva interessata all’assunzione. L’agevolazione viene revocata - si procede in tal caso al recupero dei contributi - se nei 24 mesi successivi all’assunzione il lavoratore agevolato o altro lavoratore con la stessa qualifica e nella medesima unità produttiva vengono licenziati per GMO o nell’ambito di licenziamento collettivi. L’agevolazione può essere cumulata con altri incentivi, sempre nel rispetto del “de minimis”. L’agevolazione non spetta ai datori di lavoro domestico. Se il lavora-

tore agevolato cessa il rapporto prima dei 12 mesi, può essere assunto da altro datore di lavoro (sempre tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019), il quale fruirà del periodo residuo di agevolazione nel limite degli 8.000 euro annui.

Stessa agevolazione è prevista in caso di assunzione di dottori di ricerca, che abbiano concluso l’iter del dottorato tra il 1° gennaio 2018 e il 30 giugno 2019, prima dei 34 anni, in Università statali o non statali legalmente riconosciute.

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Quota 100 e altre novità previdenziali

Lo scorso 17 gennaio, il Consiglio dei Ministri ha dato il definitivo via libera al Decreto di modifica della previdenza. In attesa delle circolari attuative che dovranno essere emanate dall’INPS, di seguito evidenziamo in sintesi le principali novità della riforma. Precisiamo che la Legge Fornero non viene modificata e, pertanto, coloro che raggiungono i requisiti sulla base di tale norma possono usufruirne senza alcun problema.

Quota 100

Limitatamente al periodo dal 1° aprile 2019 al 31 dicembre 2021 viene introdotta la possibilità di accesso al trattamento pensionistico in presenza della maturazione della quota 100, per effetto della sommatoria di età anagrafica e contribuzione accreditata. L’età anagrafica deve essere di almeno 62 anni, mentre il requisito contributivo deve essere di almeno 38 anni. Dal momento della maturazione di tale requisito, il diritto sussiste solo dopo che siano trascorsi 3 mesi (6 mesi per i lavoratori del pubblico impiego, per i quali sussiste anche l’obbligo di preavviso di dimissioni di 6 mesi). Coloro i quali abbiano già maturato la quota 100 entro il 31 dicembre 2018 potranno accedere alla pensione non prima del 1° aprile 2019 (1° agosto 2019 per i lavoratori del pubblico impiego). La pensione in quota 100 è prevista per tutte le gestioni previdenziali e può essere esercitata anche con il cumulo, ma non vale

per coloro i quali sono iscritti nelle Casse professionali. La pensione quota 100 è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa autonoma, dipendente o parasubordinata, pena la decadenza dal beneficio. È ammessa la possibilità di avere un reddito da lavoro occasionale entro un massimo di 5.000 euro lordi annui. L’incumulabilità con i redditi da lavoro cessa alla maturazione dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia.

Pensioni anticipate

A decorrere dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2026, per le sole pensioni anticipate, viene neutralizzato il sistema di incremento dell’aspettativa di vita. Per le pensioni anticipate ordinarie (42 anni e 10 mesi per gli uomini; 41 anni e 10 mesi per le donne) viene, però, introdotto un meccanismo di finestra trimestrale di uscita, che potrà anche non essere lavorata. Coloro i quali abbiano maturato i 42 anni e 10 mesi (uomini) o i 41

anni e 10 mesi (donne) nel corso del mese di gennaio 2019, potranno accedere alla pensione anticipata non prima del 1° aprile 2019.

Opzione Donna

Per le sole donne che hanno maturato entro il 31 dicembre 2018 i requisiti di 58 anni di età (dipendenti) o 59 anni di età (autonome) e 35 anni di contribuzione, è data la possibilità di accedere alla pensione di anzianità con il calcolo interamente contributivo. Viene mantenuta la finestra di uscita di 12 mesi per le dipendenti e di 18 mesi per le autonome.

Lavoratori precoci

A decorrere dal 1° gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2022, viene neutralizzato il sistema di incremento dell’aspettativa di vita. Viene però introdotto un meccanismo di finestra trimestrale di uscita, che potrà anche non essere lavorata.

APE sociale

La prestazione viene prorogata fino al 31 dicembre 2019 con le medesime modalità di accesso.

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S

MANOVRA 2019 Modifiche alle norme sulla maternità

La Legge di Stabilità 2019 ha introdotto alcune norme in materia di tutela della maternità.

Lavoro sino al parto La Legge di Stabilità ha modificato l’articolo 16 TU maternità (D. Lgs. 151/2001) relativo al congedo obbligatorio di maternità. In particolare è stato previsto che le lavoratrici potranno rimanere a lavoro sino al termine della gravidanza, rinviando al periodo successivo al parto l’intero periodo di congedo obbligatorio di maternità (5 mesi), a condizione che: • il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato attesti che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro; • il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attesti che tale opzione non arrechi pregiudizio alla

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salute della gestante e del nascituro.

Congedo di paternità Viene prorogato anche per il 2019 il congedo obbligatorio per il lavoratore padre, introdotto nel 2012 dalla Legge Fornero e successivamente prorogato e modificato, innalzando a 5 i gior-

ni di fruizione per il 2019. I giorni di congedo potranno essere goduti anche in via non continuativa con possibilità del padre di astenersi per un periodo ulteriore di un giorno, previo accordo con la madre e in sua sostituzione, in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima.

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FORMAZIONE

Molto partecipate le lezioni sinora tenute in aula e in campo

FRUTTIJOB, PROSEGUONO I CORSI FORMATIVI GRATUITI Gli incontri di potatura sinora attivati all’interno del progetto Fruttijob hanno registrato una notevole attenzione e partecipazione da parte degli imprenditori frutticoli della nostra provincia. Fruttijob è il progetto finanziato dalla Fondazione CRC nell’ambito dell’attività “Agroalimentare 4.0”, che ha lo scopo di formare e migliorare la competitività delle aziende frutticole della provincia Granda. I corsi, totalmente gratuiti, sono gestiti da INIPA Nord-Ovest, l’Ente di formazione promosso da Coldiretti, e aperti a tutte le aziende agricole, con un massimo di 20 iscritti ciascuno. Al centro dell’attività formativa, le principali tematiche della frutticoltura cuneese: • frutta a guscio: noce, castagno e nocciolo; • frutta tradizionale integrata e

In campo per il corso di potatura del pero

• •

biologica: pesco, melo, pero e kiwi; piccoli frutti: mirtillo, lampone e fragola; aspetti trasversali: valorizzazione e conservazione della frutta.

Fino ad ora sono stati attivati specifici corsi sulla potatura del mirtillo e dei piccoli frutti, del melo, del melo bio, del pesco, del pero e del pero bio, tutti composti da una parte teorica e da una pratica sulla


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potatura in campo e sulla gestione dell’impianto. In tutti gli incontri, i tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti si sono alternati nella presentazione delle tecniche migliori di potatura delle diverse specie e varietà, mediante prove pratiche, per poi affrontare altri aspetti della gestione complessiva del frutteto. Su tutte le specie è stata approfondita la cosiddetta “potatura di allevamento”, ossia quella dei primi anni, ed è stata presentata la corretta programmazione dell’impianto, soprattutto in merito alla forma d’allevamento e al conseguente corretto sesto d’impianto. Nella potatura del mirtillo gigante, i tecnici e i frutticoltori si sono confrontati soprattutto sulla necessità per le prossime campagne di curare con attenzione questa tecnica colturale, perché foriera di maggiore pezzatura e conseguenti migliori risultati commerciali. Sulle varietà di melo e pesco, tecnici e frutticoltori hanno discusso delle principali innovazioni tecniche e tecnologiche che permettono di produrre frutta in maggiore armonia con l’ambiente e dell’importanza della corretta gestione agronomica del frutteto. Grande interesse e partecipazione sono stati registrati negli incontri di potatura del pero e del pero bio, la cui coltivazione, negli ultimi anni, risulta in netta crescita nell’areale

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In campo per il corso di potatura del pesco

frutticolo cuneese e torinese. La varietà maggiormente coltivata è la William che, oltre al consumo fresco, ha una notevole predisposizione alla trasformazione industriale. Seguono le varietà Abate Fetel e Conference, sulla cui gestione tecnica ed agronomica si sono incentrate le discussioni degli imprenditori presenti, dei tecnici e dei relatori. Successo, infine, per il corso dedicato alla coltivazione del noce, con lezioni in aula e in campo tenute da agronomi e professori universitari, tra i maggiori esperti di nocicoltura a livello nazionale, e una visita aziendale in Emilia-Romagna. Durante gli incontri gli imprenditori

partecipanti hanno approfondito la filiera del noce, dalla scelta delle varietà e del sito di coltivazione alla gestione degli impianti di noce, fino alla lavorazione del prodotto finito. I prossimi appuntamenti interni al progetto Fruttijob sono i corsi sulla potatura del nocciolo, sull’irrigazione del nocciolo e sulla gestione dell’irrigazione sul kiwi, di cui sono disponibili maggiori informazioni sul sito web di INIPA Nord-Ovest (www.inipanordovest.it). Trattandosi di corsi a numero chiuso, risulta fondamentale l’iscrizione. Per maggiori informazioni è possibile contattare i tecnici Coldiretti di riferimento.

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FORMAZIONE

Per approfondire le tecniche di produzione e i processi di trasformazione

PIANTE OFFICINALI, NUOVO CORSO IN PARTENZA Il Piemonte è una tra le prime Regioni italiane produttrici di piante aromatiche e officinali e le province di Cuneo e Torino sono le più interessate. Per ciò che riguarda la provincia di Cuneo le aree più intensamente coltivate sono il Saviglianese e il Saluzzese, ove vengono più diffusamente coltivate menta e camomilla, ma una realtà produttiva altrettanto importante si riscontra nelle vallate alpine e nelle Langhe, ove il panorama delle specie è assai più ampio e diversificato. A dare maggiore impulso al settore è stato recentemente il “Testo Unico in materia di coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali” (D. Lgs. 75/2018), che ha definitivamente chiarito che la coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione in azienda di tali specie sono consentite all’imprenditore agricolo senza necessità di ulteriori autorizzazioni. La filiera è di sicuro interesse per alcune aziende agricole di pianura che coltivano poche specie su ampie superfici; ad esempio, può rappresentare un’opportunità di

diversificazione per le aziende cerealicole. Ma lo è anche per realtà imprenditoriali collocate in ambienti marginali, vocate alla produzione di specie che possono essere eventualmente valorizzate con la trasformazione - in cosmetici, liquori, essenze aromatiche, ecc. - e commercializzate tramite la vendita diretta. Allo scopo di analizzare i contenuti del citato Decreto, di approfondire alcune problematiche di ordine agronomico ed altre inerenti i pro-

LE SPECIE COLTIVATE IN PROVINCIA DI CUNEO

Menta (44,78%) Camomilla (39,26%) Lavanda (10,12%) Camomilla romana (2,86%) Menta piperita (1,98%) Artemisia (0,30%) Assenzio (0,23%) Salvia (0,22%) Issopo (0,20%) Santoreggia montana (0,04%) Iperico (0,01%)

[Fonte: Coldiretti Cuneo]

cessi di lavorazione e trasformazione, INIPA Nord-Ovest organizza nel mese di marzo un corso diurno della durata di 4 ore, con la presenza di docenti del Dipartimento di Agronomia, selvicoltura e gestione del territorio dell’Università degli Studi di Torino. Il corso si svolgerà in provincia di Cuneo, in località da definire in base alle adesioni che perverranno.

COME ISCRIVERSI Gli imprenditori agricoli, soci e coadiuvanti che intendono partecipare al corso, possono iscriversi online sul sito web di INIPA Nord-Ovest: www.inipanordovest.it/ aree_formative/psr Per ulteriori informazioni contattare il numero 0171 447240.


I NOSTRI VIAGGI 30 marzo 2019

IL CENACOLO DI LEONARDO E LA MILANO DEL FUTURO Il Cenacolo di Leonardo ed i nuovi quartieri della Milano Verticale. dal 30 marzo al 2 aprile 2019

SIVIGLIA: PASSIONE ANDALUSA (con volo)

I segreti, le bellezze e il calore di una città dal carattere forte per un weekend nella splendida primavera andalusa. Serata flamenco ed un ricco programma. dal 4 al 7 aprile 2019

MEDJUGORIE

Viaggio in pullman di altissimo confort e visite ai luoghi più significativi. 6 aprile 2019

SACRA DI SAN MICHELE AVIGLIANA E RANVERSO

Uno dei simboli del Piemonte e tesori d’arte tra la Val Susa ed i laghi di Avigliana. dall’11 al 14 aprile 2019

VILLE E FIORITURE SUI COLLI LUCCHESI

Colline, ville e camelie in una terra accogliente e ricca di storia, d’arte e tradizioni.

SPECIALE MATERA 28 aprile - 2 maggio 2019 MATERA 2019

Nell’anno in cui Matera è Capitale Europea della Cultura con un ricco calendario di eventi, è impossibile perdere l’occasione per godersi una delle città più belle ed antiche del mondo. In treno alta velocità! POSTI LIMITATI.

dal 20 al 22 aprile 2019

PASQUA AD URBINO E CONERO

Urbino capitale del Rinascimento, borghi tra i più belli d’Italia ed il più bel tratto di costa dell’Adriatico. 21 aprile 2019

PARCO SIGURTÀ E BORGHETTO SUL MINCIO

Uno dei parchi più belli d’Italia in piena fioritura ed uno dei borghi più caratteristici. dal 4 al 5 aprile 2019

I SEGRETI DI BOLOGNA

Scoprire i suoi 7 segreti tra arte e sapori: Bologna la Dotta, la Grassa e la Rossa. dal 21 AL 28 maggio 2019

VIAGGIO IN TERRA SANTA

Un itineario nei luoghi della cristianità con volo da Milano e trasferimento dalla Provincia di Cuneo. dal 28 al 31 maggio 2019

BORDEAUX, VINI E DUNE SULL’OCEANO (con volo)

Una città risorta e divenuta bellissima avvolta tra vigneti eccellenti e la più alta duna di sabbia sull’Oceano. Un viaggio insolito e meraviglioso. dal 30 maggio al 2 giugno 2019

LA MAGIA DI VIENNA

Vienna città romantica per eccellenza, tra l’eleganza imperiale, i grandi viali e musica inalzante a ritmo di walzer.

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MOVIMENTI

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Il nostro delegato regionale, Danilo Merlo, nell’esecutivo nazionale

GIOVANI IMPRESA, BARBATI È LA NUOVA LEADER NAZIONALE È Veronica Barbati (in foto) il nuovo leader dei giovani agricoltori italiani. Trent’anni, campana, laureata in Economia e Gestione dei servizi turistici, è stata eletta il 25 gennaio dall’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa, composta da rappresentanti provenienti dalle campagne di tutte le province e Regioni italiane, in rappresentanza di oltre 70.000 giovani. Dal 2010 è titolare di un’azienda situata sulle colline di Roccabascerana, in provincia di Avellino, che rappresenta un eccellente esempio di multifunzionalità. Oltre all’agriturismo, l’azienda conta un caseificio per la trasformazione del latte prodotto, una macelleria agricola, un laboratorio per la produzione di confetture e ortaggi sott’olio e una cantina in cui trasformare le uve in vino e organizzare degustazioni. Da Veronica non solo si gustano i piatti dell’antica tradizione contadina, rivisitati e riproposti in chiave attuale, ma si tocca con mano la vera essenza della vita di campagna, dalla produzione alla trasformazione fino a golosi assaggi. Infatti, è anche una bravissima Agrichef, nuova figura di Coldiretti che in cucina presta la massima attenzione alla valorizzazione dei prodotti del territorio e delle ricette tradizionali. Veronica Barbati raccoglie il testimone di Maria Letizia Gardoni, ora

Presidente di Coldiretti Marche e componente della Giunta nazionale. “Occorre creare le condizioni per realizzare il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che mai come adesso vuole investire il proprio futuro nelle campagne - dichiara

la nuova delegata nazionale -. Abbiamo un patrimonio immenso da difendere e far crescere in un Paese che vanta il primato europeo dell’agricoltura più green, con 297 specialità DOP/IGP e 415 vini DOC/DOCG, 5056 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60.000 aziende agricole bio e il primato della sicurezza alimentare mondiale, con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%)”. Hanno preso parte all’elezione della nuova delegata nazionale tutti i delegati provinciali della nostra Regione, guidati da Danilo Merlo, delegato Giovani Impresa Coldiretti Piemonte e componente dell’esecutivo nazionale del movimento giovanile.

Il nuovo esecutivo nazionale dei Giovani di Coldiretti

LAVORO NEI CAMPI NEGATO A 23.000 GIOVANI Mentre importanti risorse nazionali sono stanziate con il reddito di cittadinanza, si spegne il sogno di diventare agricoltori per 23.000 giovani che si sono visti respingere dalle Regioni il progetto di insediamento nelle campagne previsto dai PSR finanziati dall’UE. La situazione emerge dallo studio “I giovani italiani che creano

lavoro”, presentato in occasione dell’Assemblea Giovani Impresa. Lo storico ritorno alla terra ha portato 35.000 giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura ma ben 2 richieste su 3 (66%) non sono state accolte, dunque utilizzate, a causa degli errori di programmazione delle Amministrazioni regionali.

Da qui la denuncia della Corte dei Conti sullo scarso utilizzo dei fondi europei per il sostegno al ricambio generazionale in agricoltura. Il rischio concreto, ora, è che le risorse disponibili debbano essere restituite a Bruxelles in un momento in cui i giovani italiani scommettono nelle campagne come mai nel passato.


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MOVIMENTI

L’assicurazione Coldiretti-Cattolica per chi non va “mai” in pensione

LA POLIZZA INFORTUNI PER I PENSIONATI COLDIRETTI I nostri pensionati non si fermano mai. Conquistata la meritata pensione, non smettono di affiancare figli e nipoti nell’attività agricola. Per loro il raggiungimento della pensione coincide con una “seconda gioventù”: fanno i nonni, aiutano, sostengono i figli e continuano spesso ad essere l’anima dell’azienda agricola. Lo fanno più per passione che per motivi economici: l’attività in campagna, anche se sporadica, li tiene impegnati e li fa sentire ancora fondamentali. A tutelare dagli infortuni questi pensionati-contadini ci pensa un’assicurazione chiara, semplice, ad un costo moderato. È la polizza

Proposta di successo

Si tratta di una proposta molto apprezzata dai Pensionati Coldiretti, che vi aderiscono in numero sempre maggiore. Il modulo di adesione è molto semplice e i termini della polizza sono chiari e trasparenti. In più, non ci sono lunghe trafile per sbrigare le pratiche: la sottoscrizione è concentrata in un solo passaggio.

infortuni progettata da Coldiretti e Cattolica, la compagnia assicurativa che ha incorporato Fata Assicurazioni. La polizza, riservata agli iscritti all’Associazione Pensionati Coldiretti, garantisce una copertura 24 ore su 24 contro qualsiasi tipo di infortunio, in campagna, in casa e per strada. Se un pensionato che ha stipulato questa polizza si infortuna, non riceve indennizzo solo se gli viene riconosciuta un’invalidità inferiore al 5%. Oltre tale percentuale ha diritto ad un indennizzo, di entità variabile in base alla gravità dell’incidente, come indicato nel riquadro a lato.

Infine, la diffusione capillare degli Uffici Zona Coldiretti sul territorio provinciale consente di avere sempre a disposizione un referente facilmente raggiungibile, pronto a dare consulenza e assistenza.

Come attivare la polizza Si va nell’Ufficio Zona Coldiretti più vicino, si sottoscrive la polizza - che

GLI INDENNIZZI PREVISTI Un pensionato che si veda riconosciuta un’invalidità superiore al 5%, ad esempio del 7%, percepirà un indennizzo pari al 2%, per via della franchigia del 5%. La franchigia non incide sull’indennizzo se l’invalidità riconosciuta è superiore al 15%; così, ad esempio, se l’infortunio genera un’invalidità al 18%, il pensionato avrà diritto ad un indennizzo di pari entità (18%). Oltre il 50% di invalidità riconosciuta, si ha diritto ad un indennizzo del 100%. Quanto ai casi più gravi, la polizza infortuni Coldiretti Pensionati assicura 150.000 euro per l’invalidità permanente, 75.000 euro per la morte dell’assicurato.

costa 100 euro annui, comprensivi di imposte e senza alcun obbligo di rinnovo - e si paga il bollettino postale. La polizza sarà attiva dalle ore 24 della data di pagamento riportata sul bollettino. Per maggiori informazioni, contattare l’Ufficio Zona Coldiretti di riferimento o la Segreteria provinciale dell’Associazione Pensionati (0171 447280).

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Esperienze in Italia e oltre confine all’insegna della convivialità

NUOVI VIAGGI IN VISTA PER I PENSIONATI COLDIRETTI Sono in fase di definizione due interessanti itinerari condivisi con il Consiglio Regionale Pensionati. Ad aprile raggiungeremo la Valtellina passando da Varenna, piccolo borgo di pescatori che si affaccia sul lago di Como, e Chiavenna, antico borgo medioevale conosciuto

per i famosi “crotti”, fino a Tirano e Livigno, splendida località turistica ai confini con la Svizzera. Ad ottobre sarà la volta della Campania e della splendida costiera amalfitana, paesaggio unico al mondo disegnato da baie, insenature, strapiombi e piccoli borghi

arroccati sulla montagna. In attesa di questi curiosi programmi, vi suggeriamo di seguito altre interessanti mete. Per maggiori dettagli potete contattare gli Uffici Zona e Recapito Coldiretti o la Segreteria provinciale dell’Associazione Pensionati (0171 447280).

MEDJUGORJE

BOLOGNA

TERRA SANTA

Dal 4 al 7 aprile andremo a Medjugorje con una nuova formula di viaggio e l’ultima generazione di bus granturismo dotati dei confort più all’avanguardia in Italia. Ogni passeggero avrà a disposizione una poltrona allungabile che renderà rilassante il viaggio e, al mattino, una dolce colazione a bordo. Questo itinerario offre momenti di raccoglimento, di preghiera e riflessione. Quote a partire da 395 euro a persona in camera doppia con partenza da Cuneo, Savigliano, Roreto di Cherasco e Alba.

Il 4 e 5 maggio saremo a Bologna, città dalle mille sfumature dove storia, modernità, tradizione, cultura ed enogastronomia convivono da secoli. Un itinerario alla scoperta dei suoi sette segreti: dalle frecce conficcate all’ingresso di Corte Isolani al “telefono senza fili” di Palazzo Podestà, dalla piccola Venezia al vaso rotto in cima alla Torre degli Asinelli: leggende o remote verità? Quote a partire da 230 euro a persona in camera doppia con partenza in bus da Cuneo, Savigliano e Bra.

Dal 21 al 28 maggio ci aspetta “Nel grembo della fede”, un viaggio spirituale e ricco di fascino alla scoperta dei luoghi centrali delle Sacre Scritture. Da Nazareth al Tabor, monte della capitale della Galilea ai tempi di Gesù, dal Lago di Galilea a Betlemme. E poi Gerusalemme, il Deserto di Giuda e Qasr el Yahud, memoriale del battesimo di Gesù. Non mancheremo il Memoriale dell’Olocausto e i santuari di Ein Karem. Quote a partire da 1.510 euro a persona, volo aereo da Milano Linate con trasferimento in bus da Cuneo.

“RICE TO LOVE”, LE NOSTRE IMPRENDITRICI A TORINO Un nutrito gruppo di donne componenti il Coordinamento provinciale Donne Impresa ha partecipato mercoledì 16 gennaio a Torino alla proiezione in anteprima nazionale del documentario “Rice to Love”, filmato unico nel suo genere che denuncia la realtà dei paesi che

fanno concorrenza sleale al riso italiano. “Insieme al gruppo di imprenditori agricoli cuneesi e ai partecipanti provenienti dalle altre province del Piemonte - commenta Silvia Viazzi, Responsabile provinciale Donne Impresa - abbiamo assistito ad una

testimonianza dalle forti emozioni in cui a parlare sono state soprattutto le immagini, che hanno dato un chiaro spaccato della situazione in Birmania. Non solo: il riso ci offre lo spunto per parlare in modo più ampio di temi quali la sicurezza alimentare, l’etichettatura e il cibo”.


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EVENTI

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Torna la festa il 9 e 10 marzo

PROFUMO DI TARTUFI A SCAGNELLO Si avvicina la 16esima edizione della Festa del tartufo nero di Scagnello, che si terrà nel weekend del 9 e 10 marzo. Sabato 9, presso la biblioteca civica, dalle ore 18.30 saranno presentati i progetti “Bertu il Trifulao esperto” realizzati dalle scuole dell’infanzia e primarie di Bagnasco e Nucetto, dalla scuola dell’infanzia di Mombasiglio e dalla scuola primaria di Viola. La premiazione dei progetti è in programma la domenica pomeriggio. Alle 19.30 del sabato sarà servita una gustosa cena, curata dalla Pro Loco in collaborazione con lo chef Andrea Bertolino. Ai piatti, a base di tartufo

nero De.Co di Scagnello, saranno abbinati i vini dell’area di Gambellara, in provincia di Vicenza: un incontro inedito tra eccellenze territoriali. Le prenotazioni per la cena si raccolgono entro mercoledì 5 marzo (tel: 0174 783310 oppure 339 5280072 o ancora 333 9260039). Domenica 10 marzo sarà la volta della fiera, con gli stand che sin dal mattino proporranno tartufi, prodotti agroalimentari tipici, abbigliamento e oggettistica. Dopo il pranzo a cura della Pro Loco, sarà la volta della gara dei cani da tartufo, con ricerca simulata, e dell’intrattenimento musicale con “Le Fisarmoniche del Monviso”.

FËRA ED SANT’ALBAN Si rinnova a Sant’Albano Stura la tradizione della fiera di marzo, con prodotti agricoli e artigianali in vetrina e un delizioso programma di appuntamenti gourmet. La Sagra della lumaca e delle carni santalbanesi si svolgerà giovedì 7, venerdì 8 e sabato 9 marzo nel padiglione allestito nel parco Olmi: dalle ore 20.00 si cenerà con due menu a scelta, a base di lumache e di carne. Ricordiamo che Sant’Albano aderisce alla rete di Comuni italiani identificati dall’Istituto internazionale di elicicoltura come luoghi in cui le lumache sono un prodotto tipico della produzione agricola, della gastronomia e della valorizzazione turistica. Domenica 10 marzo sarà la volta della Fëra, che animerà il paese con un’area dedicata alle eccellenze locali, l’esposizione di auto d’epoca “Motor Vintage”, musica e divertimento. Dalle ore 11.30 imperdibile l’appuntamento con il pranzo del bollito nel parco Olmi.


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Febbraio Gennaio | 2019

CONSULENZA AGRONOMICA

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Una grande varietà di analisi nel laboratorio interno di Coldiretti Cuneo

LABORATORIO ANALISI, IL NOSTRO SERVIZIO Coldiretti Cuneo dispone al proprio interno di un laboratorio analisi a servizio delle imprese agricole. Presso il laboratorio è possibile effettuare analisi chimico-fisiche sui suoli per valutazioni nutrizionali, risoluzione di problematiche e/o valutazione di nuovi impianti; analisi chimiche delle acque; analisi chimiche dei reflui zootecnici; analisi bromatologiche su mangimi zootecnici (cartellino); analisi fogliari e su frutta. Le analisi sono un grande sostegno agli sforzi delle aziende finalizzati ad ottenere prodotti di

migliore qualità, conservabilità e sicurezza, e a prevenire carenze nutrizionali. Le analisi fanno anche emergere anomalie prima che queste possano danneggiare seriamente le colture. Conoscere la propria terra e i propri prodotti significa poter ottenere il massimo possibile in ordine di produttività e idoneità degli alimenti alle lavorazioni, conseguire certificazioni ambientali, ridurre al massimo gli sprechi e l’uso eccessivo di sostanze chimiche. Insomma, le analisi sono il primo passo verso un’agricoltura più redditizia e sicura.

Per andare incontro a tutte le esigenze, il laboratorio propone diverse analisi e una varietà di parametri e matrici, indicati nel riquadro che segue. Il laboratorio, a servizio di tutti i soci Coldiretti, è aperto anche agli altri agricoltori e cittadini che desiderano effettuare analisi per le proprie attività.

TERRENI Il pacchetto di chimica standard include tutti i dati di maggiore interesse agronomico (pH, azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, sostanza organica, capacità di scambio cationico, rapporto carbonio/azoto) al quale si possono aggiungere l’indagine fisico-meccanica (suddivisione granulometrica del campione: sabbia, limo e argilla), la ricerca dei microelementi (ferro, rame, zinco) o dei carbonati e calcare attivo.

potassio, calcio, magnesio, ferro, zinco, sodio) ai parametri necessari per l’autorizzazione dei pozzi (pH, nitriti, nitrati, ammoniaca).

ro, potassio, calcio, magnesio, ferro, rame, zinco e manganese sulle matrici verdi.

ACQUA Da una chimica completa (pH, conducibilità, durezza, nitrati,

FOGLIARI Le analisi consentono di determinare il contenuto in azoto, fosfo-

REFLUI ZOOTECNICI E AMMENDANTI ORGANICI Le analisi possono indagare l’umidità, il contenuto in ceneri, la sostanza organica, la sostanza secca, il contenuto in azoto, fosforo, potassio, rame e zinco, il pH e la conducibilità. Inoltre, è possibile descrivere il titolo (N-P-K) dei concimi minerali.

Per maggiori info, contattate il nostro laboratorio analisi. Telefono: 0171 447271 Email: laboratorio.cn@coldiretti.it

FRUTTA Le analisi consentono di determinare sostanza secca, gradi Brix per il contenuto in zuccheri, contenuto di azoto, calcio e potassio. ALIMENTI DEL BESTIAME E GRANELLE Dall’umidità e peso specifico delle granelle all’analisi di parametri da cartellino degli alimenti del bestiame (proteine, grassi, fibre grezze, ceneri, umidità, calcio, fosforo), fondamentali per le razioni alimentari dei propri animali.


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CONSULENZA AGRONOMICA

A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo

FEBBRAIO: OPERAZIONI COLTURALI, METEO E CURIOSITÀ Il mese di febbraio prende il nome dal termine latino februare, che anticamente significava “purificazione o risoluzione degli errori”: in età romana questo mese era dedicato ai riti propiziatori e di purificazione delle comunità. La ricorrenza pagana cadeva il 14 febbraio, rituale che nel passaggio al cristianesimo è stato attribuito al culto di San Valentino. Febbraio è l’unico mese tronco dell’anno, ovvero con un numero di giorni inferiore a 30. La leggenda vuole che l’imperatore romano Augusto abbia tolto un giorno al mese di febbraio per aggiungerlo al mese di agosto (mese a lui dedicato) per darne maggiore importanza nel calendario rispetto agli altri mesi di 30 giorni, dedicati ai suoi predecessori. A differenza dell’etimologia romana, nella coltura giapponese febbraio significa “mese in cui si vedono i fiori di pruno” o “mese nel quale gli alberi riprendono vita”. In febbraio continuano le operazioni di preparazione della futura ed imminente campagna sia in campo che a livello burocratico. Prosegue, infatti, la fase di aggiornamento dei fascicoli aziendali. I proverbi locali fanno intendere l’importanza del mese sulla futura annata agraria, soprattutto per la festa delle Candelora (giorno di “marca”) ad inizio mese, per il

In ottemperanza a quanto disposto dal Decreto 22 gennaio 2014 (PAN), punto A.7.2 “Difesa integrata obbligatoria” quale se fa bel tempo, dall’inverno si sta per uscire, se invece fa brutto tempo nell’inverno si è ancora dentro. Per quanto riguarda il meteo, sarà un mese caratterizzato da temperature in media con il periodo invernale con possibilità anche di precipitazioni nevose a bassa quota.

PROMETAL

Di seguito le principali operazioni colturali del mese.

CEREALI

Inizia l’accestimento per frumento ed orzo seminati in ottobre. Verificare lo stadio verso metà mese per la prima concimazione, mentre sulle semine tardive non è necessario effettuare concimazioni. Si ricorda che in ZVN (Zona Vulnerata da Nitrati) è vietata fino al 15 febbraio la distribuzione di concimi azotati.

PICCOLI FRUTTI

Procedere con la potatura del mirtillo e verificare eventuale presenza di cocciniglia. Per la fragola e il

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Febbraio | 2019

lampone non sono ancora necessarie operazioni colturali.

FRUTTA

Ultimare le operazioni di potatura del melo ed iniziare le potature su pero Abate fetel, Conference e Decana del comizio. Dalla metà del mese, soprattutto nelle aree collinari, è necessario iniziare il campionamento per verificare la presenza dell’antonomo. Prima della rotture delle gemme verificare la presenza di funghi sulle drupaceae ed eventualmen-

te intervenire. Sul kiwi continuare la profilassi rameica per la prevenzione della batteriosi.

NOCCIOLO E CASTAGNO È il periodo di fioritura del nocciolo, pertanto non sono consigliati interventi. Sul castagno si consiglia di posizionare entro febbraio, soprattutto nei giovani impianti, le trappole per la cattura massale degli scolitidi.

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ORTICOLE

Dove il terreno lo permette è possibile iniziare la semina dei piselli in pieno campo. Mantenere un corretto arieggiamento dei tunnel per evitare problemi di peronospora e marciumi in genere.

VITE

Continuano le operazioni di potatura e stralcio dei sarmenti. In cantina vengono imbottigliati i primi vini dell’annata 2018, bianchi e dolcetto in particolare.

LE COLTURE DEL MESE: SPINACI E BIETOLE DA TAGLIO Lo spinacio è un ortaggio erbaceo del quale si consumano le foglie, che si presentano di un verde intenso e spesse. Di origine asiatica, lo spinacio è stato introdotto in Europa attorno

all’anno 1000. La particolarità di questo ortaggio è il contenuto in ferro, (anche se non direttamente assimilabile dall’organismo) caratteristica che lo ha reso famoso grazie al fumetto di “Braccio di Ferro”.

Può essere coltivato tutto l’anno ma alle nostre latitudini è una coltura classica per l’inverno, poiché si adatta bene alle basse temperature senza utilizzo di forzature. Viene raccolto in casse asportando l’intera pianta, radice compresa; pertanto, a seguito della raccolta, deve essere riseminato. Le bietole da taglio, invece, vengono considerate “erbette da taglio” in quanto al momento della raccolta vengono recise le foglie che verranno poi vendute sciolte o raccolte in mazzetti e la pianta successivamente ricaccia. Si possono fare 5-6 tagli per ciclo colturale. Anche le bietole sopportano bene il freddo ed è per questo che vengono coltivate d’inverno. Queste verdure vengono usate e consumate bollite oppure come base per altre portate come frittate ed insalate.

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NATURA CURIOSA

Le piante possono muoversi, ecco come e perché lo fanno

MIMOSA PUDICA… DI NOME E DI FATTO Ogni essere vivente interagisce con l’ambiente circostante rispondendo agli stimoli esterni, che talvolta possono indurre al movimento. Può parere strano ma lo sposta-

mento coinvolge anche gli organismi vegetali: in tal caso il fenomeno prende il nome di tropismo. I vegetali non sono dotati di movimento autonomo. Sono, però, in grado di orientare lo sviluppo di fo-

glie, rami, steli, tronchi e radici come risposta agli stimoli ambientali. In funzione al tipo di stimolo che induce il movimento, si possono classificare diversi tipi di tropismo, indicati nel riquadro.

FOTOTROPISMO La pianta muove i suoi organi in risposta a stimoli luminosi. Si pensi alla calatide, volgarmente detta fiore del girasole, che segue il movimento del sole nel corso della giornata.

Esempio di Fototropismo

GEOTROPISMO Lo sviluppo dei vegetali è influenzato dalla forza di gravità. Basti pensare al tronco di una pianta che, come conseguenza di uno smottamento del terreno, assume una direzione inclinata: le radici dell’albero continueranno a crescere verso il basso mentre il fusto tenderà a piegarsi fino a riprendere la direzione verticale. Esempio di Geotropismo

TIGMOTROPISMO La pianta ha la capacità di reagire

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IDROTROPISMO La pianta indirizza il suo sviluppo in risposta a stimoli indotti dall’acqua. È il fenomeno tipico delle radici che tendono ad esplorare il terreno alla ricerca di acqua.

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al contatto fisico con un altro elemento. Classico esempio è la vite che assume un portamento eretto grazie ai suoi viticci che si aggrappano ai sostegni posti dall’uomo nei vigneti.

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Febbraio Gennaio | 2019

Curioso il caso di movimento delle foglie di Mimosa pudica. Questo vegetale appartiene alla famiglia botanica delle Fabacee, sottofamiglia Mimosoideae, nome derivante molto probabilmente dallo spagnolo mimar, ovvero accarezzare, da cui il facile collegamento all’universo femminile e alla sua sensibilità, che hanno portato ad associare il fiore di un altro vegetale appartenente a questa famiglia, la mimosa (Acacia dealbata), alla Festa della Donna. La Mimosa pudica è una pianta semi legnosa alta non più di sessanta centimetri, spinosa, dai fiori rosa-violacei, originaria del Brasile. Il nome che contraddistingue la specie, ovvero pudica, in italiano sensitiva (o timida), richiama il fenomeno per cui le 15-25 coppie di foglioline che costituiscono la foglia paripennata si piegano l’una sull’altra al minimo tocco o agente di disturbo esterno. Contemporaneamente il picciolo si piega verso il basso e lo stimolo si propaga sullo stesso ramo da una foglia all’altra.

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Foglie di Mimosa pudica aperte e chiuse dopo un’azione di stimolo esterno

Dopo un breve lasso di tempo, le foglie si ridistendono e tendono a riacquisire la loro normale posizione. Non si sa esattamente perché nella Mimosa pudica si sia evoluta questa particolarità. La teoria più comune tra i botanici è che la pianta usi questa proprietà per difendersi da erbivori e/o insetti che possono essere spaventati dal rapido movimento delle foglie

oppure essere meno attratti dall’aspetto poco invitante della pianta e cibarsi quindi di altri vegetali. Il fenomeno è complesso e si basa su uno spostamento di acqua e di ioni potassio all’interno delle cellule dei suoi tessuti. Questo comportamento non poteva che ispirare il nome botanico della pianta ed attribuire alla Mimosa pudica il simbolo di riservatezza e di pudicizia.

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SPORT E TURISMO EQUESTRE

La vaccinazione è l’arma migliore contro la malattia

VIRUS DEL NILO, MINACCIA PER I NOSTRI CAVALLI

uomo compreso. I sintomi del virus nel cavallo partono da un periodo di incubazione che varia da tre a quindici giorni. Oltre alla manifestazione di febbre, perdita dell’appetito e depressione

generalizzata, i sintomi clinici sono quasi esclusivamente neurologici: debolezza agli arti posteriori, che può andare dalla mancata coordinazione fino alla paralisi, indebolimento della vista, movimenti senza meta, crisi convulsive. Il 10% dei cavalli affetti dal virus sviluppa disordini a carattere neurologico legati all’encefalite. Il tasso di mortalità tra i cavalli oscilla dal 20% al 57%. Per proteggerlo dal virus, il cavallo dev’essere vaccinato prima della stagione degli sciami di zanzare, quindi prima di essere esposto al rischio di punture. La prima vaccinazione è seguita da un richiamo dopo 3-5 settimane, dopo il quale si dovrebbe fare un richiamo annuale. L’insorgenza dell’immunità inizia tre settimane dopo la seconda vaccinazione.

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Il virus del Nilo occidentale, il cosiddetto West Nile Virus, colpisce sia gli animali, in particolare i cavalli, sia gli esseri umani. La modalità principale di trasmissione del virus è rappresentata da diverse specie di zanzare, che sono il primo vettore. Ovviamente tutti i fattori che favoriscono la proliferazione delle zanzare determinano l’aumento dei contagi. Gli uccelli - stanziali, migratori o domestici - giocano un ruolo cruciale nella disseminazione del virus, essendo l’animale più comunemente infettato. Gli uccelli migratori permettono lo spostamento del virus dall’Africa, prima zona endemica, verso altre zone temperate. Pungendo gli uccelli migratori, le zanzare asportano sangue infetto, infettano se stesse e quindi ogni altro animale,

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SERVIZI ALLA PERSONA

Gli importi sono adeguati in relazione alle variazioni del costo della vita

IL RINNOVO DELLE PENSIONI PER L’ANNO 2019 Come previsto dalla legge, all’inizio di ciascun anno le pensioni vengono adeguate in relazione alle variazioni del costo della vita. Il meccanismo consiste nell’attribuire per l’anno in corso, in via previsionale, il relativo incremento ed in via definitiva quello riferito all’anno trascorso.

Indice di rivalutazione definitivo 2018 Con Decreto emanato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministero del Lavoro è stato confermato, in via definitiva, nella misura del +1,1% l’aumento di perequazione automatica già attribuito alle pensioni, in via provvisoria, per l’anno 2018.

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Indice di rivalutazione provvisorio 2019 L’aumento di perequazione automatica da attribuire alle pensioni dal 1° gennaio 2019 è fissato nella

misura del +1,1%. La rivalutazione delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo (TM) è applicata con una riduzione progressiva riportata nella sottostante tabella.

FASCE TRATTAMENTI COMPLESSIVI

IMPORTO TRATTAMENTI COMPLESSIVI

% INDICE DI PEREQUAZIONE

AUMENTO ANNUALE

Fino a 3 volte il TM

Fino a 1.522,26 €

100

1,100%

Oltre 3 e fino a 5 volte il TM

Da 1.522,27 a 2.537,10 €

90

0,990%

Oltre 5 volte il TM

Da 2.537,11 €

75

0,825%

Gruppo


Febbraio | 2019

Trattamenti minimi e pensioni sociali 2019 Riportiamo nella tabella a destra gli importi annui provvisori del trattamento minimo e delle pensioni/assegni sociali per l’anno in corso, con decorrenza dal 1° gennaio2019.

TRATTAMENTO MINIMO

PENSIONI SOCIALI

ASSEGNI SOCIALI

IMPORTI MENSILI

513,01€

377,44 €

457,99 €

IMPORTI ANNUI

6.669,13 €

4.906,72 €

5.953,87 €

Mutilati, invalidi e ciechi civili, sordomuti Dal 1° gennaio 2019 gli importi mensili in pagamento e i limiti di reddito per l’anno in corso, inerenti le pensioni e gli assegni a favore di mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti, sono aumentati, come indicato nella tabella a destra. Si ricorda che l’indennità di accompagnamento non è sottoposta a limite di reddito e l’importo della prestazione per l’anno 2019 è pari a 517,84 euro.

Obbligo di comunicazione

I titolari di pensioni e prestazioni

LIMITE DI REDDITO ANNUO PERSONALE Invalidi totali, ciechi civili, sordomuti

Invalidi parziali, minori

16.814,34 €

4.906,72 €

sottoposte a limiti di reddito sono tenuti a comunicare all’INPS ogni situazione che possa incidere sul diritto e sulla misura della prestazione, quali ad esempio la variazione dello stato civile, della residenza, dei periodi di soggiorno all’estero, della situazione reddi-

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IMPORTO MENSILE

285,66 €

tuale, dello stato di famiglia, ecc.

Gli uffici EPACA di Coldiretti sono a disposizione per ogni chiarimento in merito.

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COOPERAZIONE

Alla formazione va solo lo 0,2% del totale speso per ogni dipendente

SPECIALIZZAZIONE IN AZIENDA: VITALE PER LA COMPETITIVITÀ L’Unione europea delle cooperative (UECoop) ha realizzato un’analisi sugli ultimi dati ISTAT che riguardano la struttura del costo del lavoro in Italia. La formazione rappresenta appena lo 0,2% del totale della spesa per ciascun dipendente. Ciò avviene mentre il mercato richiede continui percorsi di specializzazione e aggiornamento, sia in termini di procedure che di conoscenze su materiali e tecnologie in tutti i settori, dall’industria meccanica alle costruzioni, dalla logistica ai servizi. Inoltre, gli aggiornamenti professionali devono coinvolgere sempre di più le oltre 81.000 cooperative italiane, di cui oltre 5.000 piemontesi, che occupano più di 1,28 milioni di persone in quasi ogni settore produttivo: dall’agricoltura

coltivatore

all’abbigliamento, dalla logistica alla gestione dei rifiuti, dall’informatica all’edilizia, dai trasporti alla vigilanza, dal turismo alle ricerche di mercato. L’evoluzione rapida del lavoro impone una formazione continua con costi che riguardano le spese per servizi e attrezzature, la manutenzione degli edifici e degli impianti

dedicati, le spese di partecipazione ai corsi, la remunerazione degli istruttori esterni all’impresa, il materiale didattico e gli strumenti utilizzati per la formazione. Investimenti che, però, è necessario affrontare per garantire una sempre maggiore qualità del lavoro e quindi aumentare la capacità delle aziende di stare sul mercato.

QUANTI IMPIANTI SERVONO

PER TORNARE AD AVERE I DENTI FISSI? Nel 2012 l’EAO (Associazione Europea di Osteonitegrazione) che è una della autorità scientifiche mondiali per quanto riguarda l’implantologia dentale, ha pubblicato delle linee guida a riguardo. Lascia che ti spieghi cosa sono le linee guida. Un medico che passa le sue giornate a lavorare con i pazienti ha sicuramente la possibilità e l’obbligo di aggiornarsi sulle novità scientifiche che riguardano la sua specialità ma non può materialmente approfondire nei dettagli ogni singolo aspetto. Questo richiederebbe di studiare e approfondire migliaia di articoli e testi scientifici. Gruppi di esperti allora, sotto l’egida di società scientifiche riconosciute, si interrogano sui temi caldi che potrebbero mettere in dubbio i medici e cercano di dare loro delle indicazioni chiare e precise. Pensa ad esempio alle linee guida per la rianimazione cardiopolmonare, sono emesse da società scientifiche che forniscono indicazioni molto, molto precise su quello che si deve fare nelle varie situazioni, in modo che tutti facciano le cose più utili e evitino il più possibile errori e perdite di tempo.

La tecnica si chiama All-on-4® e consente di accorciare i tempi di trattamento rispetto ai protocolli classici evitando nella stragrande maggioranza dei casi di dover subire innesti di osso. Nei casi in cui la tecnica non è applicabile (a meno che non siano presenti controindicazioni assolute molto rare) è comunque possibile ricorrere a procedure di aumento di osso ed utilizzare magari sei impianti. Per riavere i tuoi denti fissi puoi rivolgerti ad un implantologo esperto

che saprà consigliarti sulla soluzione migliore per il tuo caso.

Tornando al numero degli impianti necessari per riabilitare un’arcata senza denti, le linee guida disponibili dicono che non c’è un’evidenza scientifica chiara sull’argomento ma affermano che le tecniche che utilizzano 4 o 6 impianti sono ben documentate e funzionano molto bene. Si aggiunge inoltre che non è chiaro se possano esserci indicazioni per mettere più di 6 impianti. Effettivamente una tecnica che utilizza 4 impianti per riabilitare una intera arcata è stata introdotta e descritta agli inizi di questo secolo dal dott Paulo Malo che tutt’ora lavora nelle sue cliniche sparse in giro per il mondo.

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Febbraio | 2019

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Ancora in difficoltà occupazione e indotto del comparto edilizia

COSTRUZIONI: OCCORRE UN DECISO CAMBIO DI PASSO Continua l’analisi di UECoop sull’andamento dei principali settori produttivi nazionali. Dopo i positivi segnali relativi al welfare riportati sullo scorso numero de Il Coltivatore Cuneese, è la volta del settore delle costruzioni che, invece, continua ad essere in sofferenza. In base ai più recenti dati ISTAT, nell’edilizia sono stati persi 400.000 posti di lavoro negli ultimi 10 anni, espellendo dal mercato 1 dipendente su 3. Per questo è preoccupante sul fronte occupazione la frenata delle quotazioni del comparto residenziale. A quanto emerge dall’analisi di UECoop, in relazione agli ultimi dati ISTAT sull’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento, nel terzo trimestre 2018 si registra un calo dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, con un arretramento anche rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Nonostante la crescita del nuovo, le quotazioni sono state trascinate in territorio negativo soprattutto

dalle abitazioni esistenti, che registrano una variazione tendenziale pari a -1,3%. Il patrimonio immobiliare italiano è caratterizzato da un alto grado di invecchiamento che impone un grande piano nazionale di ristrutturazioni anche a livello antisismico, in grado di rilanciare al tempo stesso un settore delle costruzioni in cui la ripresa è ancora troppo lenta, nonostante le oltre 411.000

compravendite di abitazioni nei primi nove mesi del 2018, con un aumento del +5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’indagine UECoop su dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale. L’emorragia di posti di lavoro nell’edilizia, scatenata dalla crisi di dieci anni fa, purtroppo non è stata ancora compensata: ad oggi ci sono 826.000 addetti contro gli oltre 1,2 milioni del 2008, un trend che ha portato anche alla chiusura di quasi 4.000 realtà cooperative dell’edilizia a livello nazionale. Per questo è strategico intervenire con misure che facciamo ripartire in modo deciso il comparto delle costruzioni favorendo il recupero strutturale e ambientale degli edifici esistenti, oltre a spingere verso la realizzazione di nuove abitazioni di qualità che, rispettando i più alti standard strutturali ed energetici, conservino al meglio quel valore di investimento che da sempre gli italiani affidano al mattone.

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SALUTE

È fondamentale misurare correttamente la pressione

PRESSIONE ARTERIOSA SEMPRE SOTTO CONTROLLO La pressione arteriosa è la misura della forza con cui il sangue scorre nel corpo. Al suo aumentare, aumentano i rischi di danni cardiaci, ai vasi e a molti organi, in particolare cervello e reni. Inoltre, un’ipertensione incontrollata è strettamente correlata al rischio di infarto cardiaco ed ictus ischemico e a lungo termine può causare l’insorgenza di aneurismi, disfunzione renale e danni oculari. Nella maggior parte dei casi l’ipertensione arteriosa non dà disturbi specifici e molte persone possono convivere bene e a lungo con la pressione alta senza saperlo. Solo di rado si manifesta con palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii, fosfeni (lampi di luce) e altri disturbi visivi. Per diagnosticare l’ipertensione arteriosa sono necessari una misurazione ripetuta per 7 giorni con un minimo di 12 e un massimo di 24 misurazioni nell’arco di una settimana, l’anamnesi clinica del paziente, l’esame obiettivo e gli esami di laboratorio e strumentali. L’ipertensione arteriosa, se diagnosticata precocemente o è di lieve entità, può essere inizialmente trattata senza farmaci correggendo alcune abitudini correlate allo stile di vita; se moderata o

grave, si può associare una terapia farmacologica su indicazione del medico. Come si misura la pressione? Prima di iniziare la rilevazione è importante essere il più rilassati possibile. Sarebbe opportuno sedersi per almeno 5 minuti prima di procedere alla misurazione. Nei 30 minuti precedenti è importante non fumare, non bere bevande con la caffeina e non eseguire attività fisica. Durante la misurazione occorre sedersi correttamente, con la schiena diritta. Il braccio dove è posizionato il manicotto va appoggiato CATEGORIA

su una superficie stabile (tavolo o scrivania), il bracciale del misuratore va tenuto a livello del cuore. Si accende l’apparecchio e si seguono le istruzioni indicate sullo schermo. È importante rimanere fermi e non parlare durante questa fase. La misurazione dev’essere effettuata tutti i giorni alla stessa ora e sullo stesso braccio, segnando i valori rilevati. Qualora i valori rilevino problemi di ipertensione, come da tabella, è fondamentale rivolgersi al proprio medico di famiglia per valutare come procedere.

SISTOLICA

DIASTOLICA

Ottimale

<120

e

<80

Normale

120-129

e/o

80-84

Normale-alta

130-139

e/o

85-89

Ipertensione 1° grado

140-159

e/o

90-99

Ipertensione 2° grado

160-179

e/o

100-109

Ipertensione 3° grado

≥180

e/o

≥110

Ipertensione sistolica isolata

≥140

e

<90

La categoria di pressione arteriosa (PA) è definita dal massimo livello di PA, sia sistolica o diastolica. L’ipertensione sistolica isolata dev’essere classificata nello stadio 1, 2 o 3 in base ai valori di PA sistolica nei range indicati.


Febbraio | 2019

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Foniatra e logopedista insieme per curare varie e complesse patologie

ALTERAZIONI E DISFUNZIONI DELLA VOCE E DEL LINGUAGGIO Viene definita come “foniatria” la branca della medicina che si occupa della fisiopatologia della comunicazione umana. In questo ambito svolgono la loro opera i foniatri, medici specialisti, e i logopedisti, operatori sanitari in possesso di un diploma universitario o, in anni più recenti, di un titolo di laurea breve. La foniatria valuta da un lato le fisiologiche tappe evolutive di acquisizione del linguaggio, dall’altro tutte le possibili variazioni patologiche, o nel senso di un mancato o ritardato sviluppo delle stesse o nel senso di una perdita di capacità già acquisite. Sono di pertinenza della foniatria numerose sindromi che possono interessare l’età evolutiva o l’adul-

to (si veda il riquadro). La complessità e la varietà delle patologie fanno sì che il medico foniatra si trovi quasi sempre ad operare in multidisciplinarietà con altri medici specialisti - otorinolaringoiatri, neurologi, odontostomatologi, neuropsichiatri infantili, fisiatri - e con figure professionali non mediche, quali insegnanti di scuola e

maestri di canto. La valutazione foniatrica non può che partire da un’accurata e approfondita anamnesi in quanto il linguaggio è l’espressione di processi cognitivi e organici complessi che coinvolgono molti sistemi. Segue una valutazione obiettiva che, a seconda dei casi e delle patologie, può o meno prevedere delle indagini di tipo strumentale. Qualora vi sia l’indicazione a un trattamento, il medico foniatra invia il paziente al logopedista che, a seguito di stesura di un accurato bilancio logopedico, provvede alla presa in carico terapeutica attraverso cicli di sedute di durata variabile a seconda del grado di complessità della sintomatologia.

retto utilizzo o abuso vocale, ma anche a seguito di interventi più o meno demolitivi sulla laringe o su altri organi del collo (tiroide) Alterazioni della voce cantata (disodia) Alterazioni dell’articolazione della parola (disartria), spesso presenti in patologie di tipo neurologico (Morbo di Parkinson) Alterazioni della fluenza verbale (balbuzie, disfluenza) Disturbi della produzione

verbale (afasia) conseguenti a patologie neurologiche o insulti cerebrali (ictus, emorragie cerebrali, varie forme di demenza) Disturbi sensoriali (sordità) Disturbi dell’apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia) Alterazioni della deglutizione (disfagia), conseguenti a patologie neurologiche o ad alterazioni degli organi effettori periferici

• Ritardo o mancata acquisi-

zione del linguaggio verbale, anche in presenza di ritardi multisistemici (paralisi cerebrali infantili, autismo) Alterazioni della pronuncia di alcuni fonemi (dislalie), anche come conseguenza di persistenza di deglutizione infantile o di patologie meccaniche periferiche (palatoschisi) Alterazioni qualitative e quantitative della voce (disfonia), più frequentemente da scor-

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SCADENZE

25 FEBBRAIO ACQUISTI, CESSIONI INTRACOMUNITARI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica all’Agenzia delle Dogane dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di gennaio 2019.

26 FEBBRAIO REGISTRAZIONE CUMULATIVA CONTRATTI DI AFFITTO AGRARI Entro tale data scade il termine per la registrazione cumulativa dei contratti di affitto agrari stipulati nel corso dell’anno 2018. IVA - COMUNICAZIONE DATI DELLE LIQUIDAZIONI PERIODICHE 4° TRIMESTRE Entro tale termine per i soggetti passivi IVA devono essere inviati, esclusivamente in via telematica all’Amministrazione Finanziaria, i dati relativi alle operazioni attive e passive, effettuate nel 4° trimestre. Sono esonerati i soggetti passivi non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale IVA o all’effettuazione delle liquidazioni periodiche. COMUNICAZIONE DATI FATTURA 2° SEMESTRE 2018 Scade il termine per la comunicazione dei dati delle fatture, operazioni 2° semestre 2018. Si tratta dell’ultima trasmissione del cosiddetto “spesometro”, abrogato dal 2018, in quanto i dati sono ricompresi in quelli delle fatture elettroniche con obbligo generalizzato dal 1° gennaio 2019.

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COMUNICAZIONE OPERAZIONI TRASNFRONTALIERE Devono essere comunicate entro tale data le operazioni con soggetti passivi non residenti nello Stato effettuate nel mese di gennaio. Le operazioni attive vanno ricomprese solo se non si è optato per l’invio al Sistema di Interscambio della fattura elettronica, mentre gli acquisti vanno sempre inclusi. IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono state emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 25 ovvero 39, secondo comma D.P.R. 633/72, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento all’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente. DICHIARAZIONE ANNUALE IVA 2019 È possibile trasmettere la dichiarazione autonoma anticipatamente rispetto al termine ordinario del 30 aprile al fine di poter utilizzare in compensazione orizzontale, dal decimo giorno successivo a quello di trasmissione, il credito emergente dalla medesima in misura superiore a 5.000 euro se apposto il visto di conformità, oppure per richiedere a rimborso il medesimo credito.


Gennaio | 2019

7 MARZO TRASMISSIONE TELEMATICA CERTIFICAZIONE UNICA Entro tale data deve essere effettuato l’invio telematico all’Agenzia delle Entrate, dei dati relativi alle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta relative ai redditi di lavoro dipendente, ai redditi di lavoro autonomo e ai redditi diversi corrisposti nel corso dell’anno 2018.

15 MARZO IVA FATTURAZIONE DIFFERITA A seguito delle modifiche apportate all’art. 21 del D.P.R. 633/72 deve essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di febbraio, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita dev’essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè febbraio.

18 MARZO (essendo il 16 sabato) VERSAMENTO IVA DICHIARAZIONE ANNUALE Scade il termine per effettuare il versamento relativo alle dichiarazioni annuali IVA 2018 senza maggiorazione. Il versamento può essere differito, alla scadenza

prevista per il versamento delle somme dovute in base alla dichiarazione dei redditi, con la maggiorazione dello 0,40% a titolo d’interesse per ogni mese o frazione di mese successivo al 16 marzo. VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti delle ritenute effettuate nei mesi di febbraio sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IVA MESE DI FEBBRAIO Annotazione di liquidazione per il mese di febbraio e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2018 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000 euro, se prestazione di servizio, o di 700.000 euro per le altre attività. Devono inoltre effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art. 66 della Legge 27/93.

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Ama le lunghe passeggiate nella natura, divorziata, 45enne, carattere gioioso, donna attraente, molto femminile, bionda, occhi celesti, nel suo cuore coltiva il sogno di rifarsi una famiglia, con un uomo rispettoso, anche con figli, ma con il desiderio di innamorarsi di nuovo, perche’ lei e’ una brava persona e se lo merita davvero!!

È una donna semplice, è attraente, femminile, stupendi occhi verdi, capelli castani, simpaticissima, sempre pronta a sorridere della vita, 35enne, allevatrice, fa volontariato, considera importante avere una famiglia, conoscerebbe uomo, non importa l’età, ma seriamente motivato ad innamorasi e a condividere, insieme a lei, la vita. v 345 2535391

Che tristezza la vita senza avere qualcuno da abbracciare teneramente, 51enne, vedova, lavora, ha un figlio ormai sposato, vive sola, e soffre di solitudine, vorrebbe incontrare l’uomo giusto, con cui farsi buona compagnia, di cui prendersi cura e con cui essere di nuovo completamente felice.

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Simpatica signora piemontese, molto carina e semplice, 62enne, casalinga, è giovanile, automunita, gode di ottima salute, vive una vita serena, ama coltivare l’orticello, cucinare e tenere in ordine la casa, incontrerebbe signore con cui pensare di trascorrere un bel futuro in compagnia e con affetto.

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